GP MAGAZINE marzo 2020

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evento del mese

Perché Sanremo è Sanremo... con GP Magazine di Lisa Bernardini

Anche la nostra rivista è stata presente a l l ' u l t i m a e d i z i o n e d i S a n r e m o . Ta n t i i personaggi incontrati, alcuni dei quali si sono lasciati immortalare con una copia in mano in bella vista. Nel racconto della nostra collaboratrice tutte le emozioni e le sensazioni di un evento unico che, nonostante tutto, fa sempre parlare di sé. Sono andata quest'anno per la prima volta a Sanremo nel week end conclusivo della kermesse in qualità di collaboratrice di GP Magazine. E' stata una esperienza molto faticosa perché i ritmi sono incalzanti: si dorme poco e si intrecciano tanti contatti di lavoro, per cui si parla anche molto. Tutto il giorno e anche la sera. E poi ci sono le feste notturne. Gli incontri che abbiamo avuto, in una due giorni intensa, sono stati davvero tanti. Vi regaliamo come report una breve fotogallery in queste pagine, tra selfie e immagini al volo scattate ad alcuni protagonisti collaterali incontrati nella Città dei Fiori. Per questioni di tempistica legate alla stampa del nostro magazine, che è un mensile, parliamo di questa nostra esperienza solo nel mese corrente, quando Sanremo in effetti è terminato da un po'. I suoi echi, però, ancora sono molto presenti: è stata una edizione chiacchierata ma di gran successo, questa di Amadeus, e anche GP Magazine ci teneva a dire "C'eravamo anche noi!". Manuel Bortuzzo, simbolo dei tanti giovani che non si arrendono a situazioni avverse del destino, ci ha rilasciato sul festival un commento che sottoscriviamo e che potete leggere vicino alla sua fotografia. Manuel Bortuzzo, lo ricordiamo, è il celebre nuotatore ventenne salito alla ribalta della cronaca quando è stato ferito per uno scambio di persona da un colpo di pistola nel febbraio del 2019. Incolpevole promessa del nuoto azzurro, è stato capace dopo pochi mesi da quella sparatoria di tornare alla vita, anche se su una sedia a rotelle dove teoricamente dovrebbe restare fino alla fine dei suoi giorni. La lesione del midollo sembra però non essere completa, e tifiamo tutti noi che un giorno Manuel possa tornare a camminare. Il Festival vissuto da GP Magazine è stato soprattutto un festival di incontri umani.

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L’ agen te di mo de ll e Emanu el a Co rs el lo, l’ ag ent e di s pett aco lo Andr ea Lamia e Lis a Ber nardin i

I ncon tro con Rit a Dal la Chies a

I PanPers, duo co mico compo sto da An dr ea P is an i e L uca Peracin o


L’ ist an t f as hion de sign er Mon ica La Barbera

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Pol tro niss ima con Luca e Max

Manu el Bor tuzzo

Ce cil ia Gayl e

MANUEL BORTUZZO: "Sono venuto qui a Sanremo per il programma in cui io lavoro il sabato pomeriggio, Italia Sì', dove sono presenti anche Marco Liorni e Rita Dalla Chiesa". Che ti sembra dei giovani con il sogno della musica?, gli domandiamo, risponde: "Sono veramente tutti quanti dei grandi, hanno belle canzoni, niente da dire, poi sono tutti amici perché li ho conosciuti. Un bel festival".

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perché il rischio era di farne una macchietta. Ha il coraggio di dire quello che gli altri non dicono con sarcasmo e ironia”. Sul set ti sei trovata a dare dei consigli? “Continuamente. Non ho mai visto tanti ragazzi belli e giovani di talento che hanno il merito di non montarsi la testa. Se quello che è accanto a te cresce nella bravura la scena diventa un’altra cosa. Proprio quest’estate ho diretto come regista un’opera lirica e credo sarà il mio futuro. Un’esperienza meravigliosa con attori giovanissimi”. Mi sembra di capire che la musica sia una tua passione. “Ho iniziato a studiare il pianoforte da piccola. La musica classica così come il balletto sono discipline serie da approfondire e meritano costanza. Mi piace anche molto cantare”. Ti piacerebbe scrivere anche una sceneggiatura? “Ho molto rispetto e ammiro chi scrive. E’ sempre difficile mettere insieme un’idea che possa essere

interessante. Pertanto, lascio scrivere chi lo sa fare. Credo però di avere la capacità di poter dirigere degli attori in scena. Mi permetto di dire che ho una certa esperienza considerando che quest’anno devo pagare 36 anni di contributi”. (ride) L’anno scorso avevi fatto un appello a Milly Carlucci per partecipare a “Ballando con le stelle”. Lo vuoi rinnovare? “Che bella trasmissione. Mi hanno riferito che oltre a fare tanta palestra si creano alchimie magiche con le persone con cui si lavora. Dovrei trovare un anno sabbatico per poterlo fare perché tra tutti gli impegni non riuscirei davvero”. Un difetto di tuo marito che non sopporti? “E’ una persona estremamente emotiva. Questo difetto diventa un problema per lui stesso perché è un grande incassatore. Accumula senza rendersene conto e poi esplode. Questo lo porta poi ad avere dei down fisici”. Anche tu sei una donna impegnativa, però. “Credo che l’investimento maggiore che ho fatto nella mia vita sia stato quello di essere sempre me

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cover story stessa. Ho sempre investito negli affetti e nelle relazioni anche se magari a volte ci ho preso delle sberle. Sono stata una donna presente che ha giocato a carte scoperte”. Ti è mai capitato di inciampare in un amore non corrisposto? “Sono una donna che ama il corteggiamento e desidera sentirsi amata. Non sono mai stata una che insisteva nonostante l’altro non mi filasse. Però sono inciampata in uomini che non mi hanno amata nel modo in cui volevo. Mi sono incanalata in relazioni che sono state spesso disconfermanti ma non sono mai arrivata ad autodistruggermi per amore. Nel momento in cui fiuto il pericolo, scappo”. Tuo marito Domenico però è riuscito a farti cambiare idea sull’amore. “Per un anno sono andata da una mia amica neuropsichiatra senza mai arrivare a prendere farmaci. Il problema delle donne è che pretendono di cambiare gli uomini senza accorgersi che questo è un errore terribile. Tu metti in gioco la tua autostima e quando ti accorgi che l’altra persona non ti ama abbastanza ti fai calpestare. Una persona puoi solo adattarla ma non cambiarla. In mio marito ho riconosciuto una persona autentica che mi ha riconosciuto come una sua priorità”.

Sot to, il cas t de ll a soap “I l Paradiso dell e sign ore ”

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storie & personaggi

Piero Angela

“Oggi sono diventato il padre di Alberto Angela” di Giulia Bertollini

Qualche settimana fa è rimasto vittima di un incidente domestico e in molti sui social si erano preoccupati delle sue condizioni di salute. Stiamo parlando del re della divulgazione scientifica Piero Angela che alla soglia dei 91 anni continua a stare al passo con i tempi tanto da definirsi un “giovane tra i giovani”. Il programma “Superquark” è traslocato su RaiPlay e assieme a lui a guidare lo spettatore alla scoperta di temi importanti ci sono cinque giovani divulgatori. In questa intervista, oltre a raccontarci qualcosa in più su questa nuova edizione, Piero ci ha svelato che sono stati proprio i nipoti ad impartirgli lezioni sul web. Piero, "Superquark" torna e questa volta trasloca su Raiplay. Quali sono le novità di questa edizione? “Abbiamo lavorato tanto con una squadra che ha creduto fin da subito in questo progetto. Con me ho voluto cinque giovani divulgatori la cui età media è sotto i 30 anni. In questa nuova edizione di 'Superquark' tratteremo temi importanti. Alcuni sono più scientifici, altri, invece, virano più sulla curiosità. Un argomento interessante che verrà trattato è quello dell'acqua. Esistono tecniche per ricavare l'acqua potabile dall'oceano ma sono tecniche costosissime. Le prossime guerre riguarderanno l'acqua. Di acqua dolce, ce n'è poca e noi, in Italia, ad esempio,

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storie & personaggi

cuni riuscivano a registrare 18 milioni di ascolti. Oggi la TV è diventata come un supermercato in cui ognuno può fare la propria scelta. Peccato che molto spesso la concorrenza si faccia sull'emotività. Questo è un danno per il paese. E allora capisci l'importanza di fare programmi di divulgazione. Abbiamo avuto sempre l'onore di lavorare in prima serata su Raiuno avendo degli ascolti in linea con la programmazione e portando degli ottimi guadagni all'azienda”. Per quanto riguarda il clima, siamo messi così male secondo lei? “E' difficile fare un quadro preciso della situazione. Intorno alla questione ambientale ci sono però nubi nere. Non si può pensare di cavarsela con la fortuna. Gli Stati Uniti d'America non fanno lo sforzo che dovrebbero fare ma anche gli altri Stati non stanno facendo meglio”. Greta Thurnberg è stata eletta persona dell'anno dal Time. Cosa ne pensa di questa giovane attivista? “Greta pur essendo giovanissima è diventata un simbolo. Le sua parole sono state come un fiammifero che hanno acceso le coscienze. Tanti giovani hanno visto in lei una bandiera. I leader sono figure che aggregano e non per forza esercitano un potere salvifico. Fare cose impopolari può migliorare la situazione. Bertrand Russell diceva che ogni progresso derivava da persone che avevano preso posizioni impopolari. Oggi è più difficile perché i voti elettorali oscillano ogni cinque minuti”.

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show & glamour

Maria Miceli

Ballerina, modella e coreografa di Alberto Terraneo

Modella, fotomodella, testimonial e ballerina. Un’artista polivalente a cui basta un palco o un set per sentirsi a proprio agio. Ma, da qualche anno a questa parte, si è aggiunto un altro ruolo. Quello di coreografa. Più di 20 spettacoli messi in scena dal 2013 ad oggi, una carrellata di generi – dal burlesque al mood tribale, dagli anni Cinquanta ai Supereroi – che le hanno permesso di spaziare, sperimentare e crescere artisticamente. Dopo aver fatto parte dei corpi di ballo dei programmi Rai, Mediaset e Sky, da qualche tempo Maria Miceli ha deciso di avvicinarsi al ruolo di curatrice e direttrice di spettacoli. Quando può, è lei a creare gli show che vanno poi a riempire le piazze di ogni parte d’Italia con qualche excursus in Svizzera. Dalla Provincia di Brescia, Maria ha conquistato tutti grazie a un fisico perfetto, capelli rossi, occhi verdi e adrenalina da vendere. Più forte dei saliscendi che la vita, inevitabilmente, ogni tanto pone davanti. Se l’inizio della sua carriera è stato caratterizzato da molta danza, parecchia fotografia e qualche comparsa in tv, il presente oggi la spinge verso il mondo coreografico. Ma non solo. Era, e rimane, un’artista polivalente. D’altronde, il curriculum parla per lei. Spot Enel al fianco di Alessandro Cattelan e in quello Wind con Giorgio Panariello, pubblicità per Mediaset Premium, Vodafone e McDonald’s, partecipazioni straordinarie a Camera Cafè e Si può fare, oltre che nel video de Il Volo, dominatori del Festival di Sanremo del 2015. E, naturalmente, tanti show che

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l’hanno vista protagonista a vario titolo. I numeri parlano per te… “Ho all'attivo circa 15 show creati da me sia per clienti italiani che esteri, sia per sponsorizzare un importante progetto di assistenza al malato oncologico. Ho lavorato come coreografa in Italia, Svizzera e Germania, ma non ho intenzione di ‘chiudermi’ qui: sono e rimango una fotomodella, una modella… insomma, una ragazza a cui piace raccontare storie ed emozioni”. Tanti spettacoli portati in scena, ogni volta con tante varianti. “Ho proposto spettacoli di Burlesque, di Cabaret, ispirati a Hollywood, ai Supereroi, al Natale e a Marylin Monroe. E poi come dimenticare gli show incentrati sugli anni del rock e del pop, su miti a stelle e strisce come Madonna e le Pip-Up, o invece orientati al tema futuristico, digitale, innovativo, ambientale e globale”. Come si crea la coreografia giusta? “Ci sono tre elementi: capire cosa il cliente ha in mente, immedesimarsi nei suoi pensieri e creare la squadra giusta che permetta di tradurre la teoria in pratica. Ecco perché è fondamentale sviluppare il tema indicato in sinergia con chi assegna il lavoro… ma prendendosi il tempo e lo spazio per trovare il giusto modo per veicolarlo”. Qual è il segreto per avere un a squadra che metta in scena emozioni? “Ho sempre gestito gruppi di 8-15 ballerini, coinvolgendo anche acrobati e performer internazionali, perché amo creare connessione e scambio tra le varie forme d'arte. Amo molto inoltre, quando possibile, far esibire musicisti dal vivo. Proprio in queste settimane ho in mente altri progetti incentrati sulla sinergia con fantastici musicisti con i quali esploreremo nuove suggestioni”. Anche il tuo lavoro è stimolato verso il sociale? “Sì, con una duplice mission. Con i miei spettacoli mi sto impegnando soprattutto sul fronte della sensibilizzazione al rapporto con la natura ed al sostegno del malato. Ma ho un obiettivo più grande: far sì che chiunque assista ad un mio spettacolo torni a casa con una grande magia dentro”. Occorre una sensibilità speciale per riuscire a trasmettere questi contenuti? “Sono una persona creativa a tutto tondo perché lavoro continuamente su me stessa per completarmi artisticamente e per dar luce a qualcosa di sempre nuovo. E sono creativa anche nel fare la modella perché credo che la personalità dia un apporto imprescindibile al progetto fotografico”. Infatti Maria Miceli non è solo coreografa e ballerina, ma anche fotomodella. “Mi piace il bello a 360 gradi, anche nella fotografia trovo un'arte che si presta alla creazione di emozioni e

suggestioni molto profonde. Ogni volta che poso non solo non mi risparmio ma cerco di tirare fuori sempre qualcosa di vero e sincero perché senza questo non si ha nulla da dare al mondo. Nel mio piccolo, in tutto quello che faccio, lo scopo è quello di lasciare qualcosa di unico ed irripetibile che parta direttamente dal mio cuore e da ciò che provo per arrivare agli occhi e al cuore di chi guarda”. CONTATTO INSTAGRAM @ maria.miceli

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moda

Street Style

Conquista i giovani e la strada è la nuova passerella di Maria Vittoria Cusumano

Si più parlare oggi di contaminazione street nella moda ? La risposta è assolutamente si. Sempre più brand, un tempo irraggiungibili, da una decina di anni a questa parte, hanno cominciato a invadere le nostre strade. Cosa è accaduto? Semplice, hanno cambiato strategia di marketing e di comunicazione. Ma partiamo dall’ inizio, step by step. Lo street style segna il suo inizio nell’Inghilterra degli anni ’60 in concomitanza con l’esplosione del fenomeno Beatles. All’epoca sono Mary Quant e la sua leggendaria minigonna a rivoluzionare i canoni estetici di una generazione. Dall’Inghilterra agli USA il passo è breve. Ma fu Bill Cunningham un giovane entusiasta fotografo che girava in bicicletta per le strade di Manhattan a capirne l’importanza; quei giovani vestiti in modo assolutamente anticonvenzionale lo colpirono, e colpirono anche il New York Times che pubblicò gli scatti di Cunningham nel 1978. Negli anni ’80 l’Urban Style va alla conquista del Giappone e successivamente in Cina. Ma sarà Scott Schuman a legittimarlo ufficialmente pubblicando nel 1996 sul suo blog “The Sartorialist” le fotografie di fashion victim alle sfilate di Milano. La nuova generazione aveva dimostrato di avere altri gusti e soprattutto altri modi di comunicare il proprio essere ed il proprio canone estetico. Si cominciò a produrre linee di abbigliamento prettamente streetwear: dalle sneakers da skate (volutamente vintage), a felpe di ogni tipo, per arrivare ad accessori e berretti. Brand come Adidas, Nike, Obey, Vans, i redivivi Fila e Reebok, e perché no, i nuovi ed italianissimi Iuter e Octo-

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pus, le cui felpe costituiscono un fiore all’occhiello per gli appassionati del genere, hanno così dato inizio alla propria fortuna. Anche se bisogna dire che il vero fashion business street cambiò da giugno 2017, quando Louis Vuitton e Supreme annunciarono la loro del tutto improbabile collaborazione, dando vita a un legame tra alta moda e streetwear che metteva in discussione le regole più ferree delle sofisticate passerelle. Il fulmine a ciel sereno è arrivato con il post che dichiarava una partnership tra Adidas e Prada così come la linea di Puma e Balmain disegnate dalla top model Cara Delevingne, per poi proseguire con Nike e Dior e della loro Air Jordan I da duemila euro. Ma non finisce qui, se il luxury cominciava da una parte essere accessibile a tutti, dall’ altra si doveva trovare un qualcosa che lo mantenesse ancora tale. Si inizia a parlare di “Limited Edition” ove entrano in ballo i famosi rap degli anni ’90. Un nuovo fenomeno chiamato “ Sneakers Culture” prende vita. Edizioni di sneaker disponibili sul mercato per un tempo limitato, appetibili, in produzione estremamente ridotta. Troviamo cosi Kanye West per Adidas, Rihanna per Puma, Eminem per Nike e molti altri, testimonial che hanno fatto fruttare alle case di moda guadagni da capogiro. Diversi influencer e trendsetter hanno scelto questo fenomeno come vero e proprio stile di vita e lo sfoggiano su Instagram poiché anche i social network stessi si stanno adattando a questa nuova tendenza: coniugare la vita sulle piattaforme social con la sponsorizzazione di capi d’abbigliamento. È nata la sensazione di poter dire “questa ce l’ho solo io”, il vero punto di forza dello Streetwear.















libri

Daniele Poto

“Una vita al cinquanta per cento” di Mara Fux

Giornalista e autore tra i più floridi dei nostri tempi, Daniele Poto passa con nonchalance da argomenti come il gioco d’azzardo alla carriera calcistica di Pelè affrontandoli con altissima meticolosità. Hai al tuo attivo moltissimi libri in ambito sportivo ed in ambito sociale: a quali sei più affezionato? “La varietà è il valore aggiunto dell’hobby di scrittore. Un certo numero di libri ruota attorno alla difficoltà insita nell’essere italiani. Nel vivere in un Paese ricco di possibilità ma povero di sbocchi. Direi che '101 motivi per non vivere in Italia' riassume lo stallo, l’immobilismo e la delusione per uno stato di cose che non sembra cessare e che porta i pensionati a fuggire in Portogallo ed i giovani a ricorrere all’escamotage dell’Erasmus per cercare un futuro migliore”. Su quali basi scegli il soggetto o l’argomento da trattare? “I temi mi vengono incontro, a volte mi sbattono contro. Come l’ultimo. La storia vera di una mia amica afflitta dalla Còrea di Huntington. Evidentemente senza questo plot naturale mai avrei pensato di scrivere un libro del genere. Si chiama ispirazione? Evidentemente sì. Un richiamo forte che spesso ha sorgenti naturali tutt’altro che casuali. Solo una volta ho scritto un libro su tema ordinato da un editore e peraltro molto congeniale alla mia scrittura”. A tuo avviso quanto un libro deve contenere della personalità dell’autore? “Quando regalo un libro ho l’ambizione che l’amico o il conoscente possa avere una chiave di identificazione personale molto forte. Addirittura più forte del contatto personale pregresso. Questo per dire quanto forte sia

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libri

Gianluca Stival “Scrivere è crescita personale” di Francesca Ghezzani

È un piacere intervistare un autore giovane – classe 1996 - ma con all’attivo già tre pubblicazioni e traduzioni all’estero, umile ma anche determinato e con le idee chiare. Lui è Gianluca Stival, entrato a pieno titolo nel mondo della letteratura con pubblicazioni online e cartacee di suoi componimenti, valutate positivamente da esperti, critici e personaggi famosi. Ha presentato poesie in lingua italiana, francese, inglese, spagnola e portoghese brasiliana, apprezzate e commentate da blog di poesia internazionali. Nel 2017 viene inserito all’interno de “Enciclopedia dei Poeti Italiani Contemporanei”, edita da Aletti Editore, e pubblica il primo libro per la grande distribuzione dal titolo “Meriti del mondo ogni sua bellezza”, recensito da testate giornalistiche italiane e da blog internazionali. Nel 2018 rilascia una nuova raccolta di poesie dal titolo "AWARE - Tutte le poesie" (tradotta in francese e portoghese brasiliano) e porta a teatro il suo monologo sulla libertà dal titolo “Meriti di essere libero”. Nel 2019 continua con progetti letterari

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in Italia, Francia e Brasile e pubblica il terzo libro dal titolo “Scriverò di te”, edito da Editrice Veneta. Gianluca, c’è un fil rouge che accompagna la tua produzione letteraria? “Il fil rouge che accompagna i miei libri riguarda la crescita personale: scrivere è un percorso che spesso aiuta a trovare anche i lati più bui. Nel mio caso, nelle due opere precedenti ('Meriti del mondo ogni sua bellezza' e 'Aware – Tutte le poesie'), la protagonista era la poesia e per la poesia c’è indubbiamente un lavoro più settoriale e tecnico: mi preoccupavo molto di trovare la parola giusta, confrontavo molti sinonimi e cercavo di trovare le traduzioni corrette per le poesie in lingua. Ora, in 'Scriverò di te', la scrittura è diventata più fluida e libera, ho lasciato spazio al racconto e alla trama cercando di far vivere al lettore la storia di mio nonno al cento per cento senza sovrastrutture”. Se ti dico tre sostantivi - talento, impegno, perseveranza – cosa ti viene in mente? “Sono tutte e tre vincolate dalle altre. Basti pensare all’arte, nella musica per esempio: una persona può avere una bella voce o il senso del ritmo, ma se non studia e non si esercita rischia di non arrivare molto in alto. Credo che tra le tre, però, vinca l’impegno. I grandi scrittori e i grandi pittori erano dei talenti indiscussi ma non avevano solo talento: la loro vita è stata colma di sacrifici, dedizione e voglia di emergere”. Nel presentarti è emerso che ad alcune tue opere hai dato un titolo che richiama, invece, il concetto del “merito”. Che valore dai alla meritocrazia? Ci credi? “La meritocrazia ha un valore essenziale, soprattutto

in una società come questa. Seguire la meritocrazia permetterebbe di avere possibilità per tutti, di avere l’occasione di potersi assumere responsabilità e dimostrare le proprie capacità. Permetterebbe anche di essere rimossi da un incarico qualora si dimostrasse di non essere più in grado di svolgerlo bene e, al contrario, di essere ben considerati qualora si dimostrasse adeguata professionalità”. Ti sei districato tra prosa e poesia, una ti è più affine dell’altra e se dovessi descriverle con tre aggettivi quali useresti rispettivamente? “Per la prosa userei libera, audace e leggera, mentre la poesia la descriverei spudorata, tenace e pura”. Con “Scriverò di te” hai voluto omaggiare il tuo nonno Mario e, in qualche modo, lui ha sicuramente omaggiato te rendendoti partecipe della sua vita trascorsa in gran parte molto prima che tu nascessi. Ce ne vuoi parlare? “'Scriverò di te' è nato proprio come un omaggio: io scrivo la storia di mio nonno, la sua vita, ma lo faccio attraverso i suoi occhi. Tutti gli aneddoti sono scritti in prima persona, come fosse lui a raccontarli al lettore. Oltre agli appunti che ho letto, ho deciso di inserire in fondo al libro degli scanner dei suoi scritti originali e delle fotografie di viaggi che ha fatto in queste decadi. La penultima sezione del libro, inoltre, riporta alcune riflessioni su temi molto attuali: questa parte è la mia preferita perché ho avuto l’occasione di potermi rispecchiare molto nei suoi pensieri estremamente moderni”. Ritrovi te stesso in nonno Mario da giovane e ti immagini come lui in età avanzata? “Questa è una domanda molto difficile perché, lavorando su 'Scriverò di te', ho scoperto un nonno estremamente affascinato dal mondo, molto giudizioso e sempre pronto ad ascoltare. Qualità molto difficili da trovare ora. Spero solo di poter dare e dimostrare ai miei figli e nipoti lo stesso amore che ho ricevuto dai miei genitori: un amore assoluto, pieno e senza riserve. Io sono stato cresciuto con senso del dovere e della riconoscenza, spero di diventare un genitore che si dà completamente ai propri figli ma che sia in grado di dimostrare che la fatica e l’impegno ripagano sempre e sono necessari per conseguire i propri successi”. Un’ultima domanda: quali progetti per la tua carriera letteraria hai in cantiere? “Mi piacerebbe molto riuscire a portare questo libro all’estero: con 'Aware – Tutte le poesie' (tradotta in francese e portoghese) ho avuto il piacere di conoscere molti ragazzi e ragazze dalla Francia e dal Brasile e vedere che una tua poesia oltrepassa le barriere geografiche e inizia ad appartenere anche a chi non parla la tua lingua madre dà una sensazione di grande felicità. Incrociamo le dita!”.

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firme ruggenti

Monica Napoli “Dobbiamo ritrovare

il senso di solidarietà” di Simone Mori

Una donna intelligente, piena di passioni e determinata. Una giornalista che riesce a districarsi bene sia quando si parla di politica sia quando si parla di cronaca. Un’altra sua dote è l’essere capace di stare vicino alle persone che ama. Sempre e comunque, senza mai tirarsi indietro. Conosciamola meglio in questa intervista a cuore aperto Parliamo innanzitutto della tua esperienza di inviata nei giorni più difficili del terremoto che ha colpito il centro Italia nel 2016. Da questa esperienza è nato anche un libro. I tuoi ricordi dopo qualche anno quali sono? “Il 24 agosto del 2016 ero in ferie, al mare, quando ho sentito le prime notizie sul terremoto che stava devastando il centro Italia. Immediatamente ho chiamato in redazione e sono partita. Durante il tragitto ho cercato di prepararmi anche psicologicamente a cosa avrei trovato ma prepararsi, incerte situazioni, è impossibile. Una volta arrivata ad Accumoli per dare il cambio alla collega era ormai sera e le macerie, i mezzi dei soccorritori e le persone sfollate sono le prime cose che ho visto. I primi campi di accoglienza, i soccorsi ancora in corso e la gente scioccata, disperata, c’era chi aveva perso amici, familiari. Il tempo sembrava essersi fermato, chiunque cercava di dare una mano, anche noi nel nostro piccolo. Restare lì per quattro mesi mi ha insegnato tanto, molto più di quanto si possa immaginare, trascorrere giornate intere con chi sta lottando per tornare a vivere la propria normalità ti lascia davvero tanto. E io, per ricambiare, ho sentito il dovere di fare qualcosa che potesse raccontare le storie di chi ho conosciuto.sei punto cinque racconta le storie di persone di diverse età che ho incontrato nei mesi di permanenza nel centro Italia, persone che mi sono rimaste dentro e che ho raccontato, o almeno ho cercato di raccontare, in un libro fotografico. Perché il terremoto si deve raccontare anche, a mio avviso, anche attraverso le immagini. Quello che mi resta sono, di certo, i rapporti umani, le amicizie che sono nate e che restano solide, l’immagine di una Italia che sa reagire e che nelle tragedie ha molto da insegnare, si unisce ed è solidale e ancora una volta la certezza che in pochi secondi si può perdere tutto, casa e affetti. Ma ho visto che si può reagire, ci si può rialzare. Attualmente però la situazione è ancora difficile, la ricostruzione tarda ma la gente che è rimasta lì lavora sodo per non andare via”. Hai seguito anche con molta passione e molta partecipazione le vicende e le elezioni della Catalogna. Cosa ti ha appassionato di più e se puoi aiutaci a conoscere meglio quella popolazione. “Ho la fortuna di avere un fratello che vive a Barcellona da diversi anni e di conseguenza, prima per interesse personale poi per lavoro, sono entrata nella questione catalana, una vicenda molto particolare che nasce dalla storia di un paese, la Spagna, che sta ancora facendo i conti con il suo passato. Nel 2015 si sono tenute delle elezioni molto particolari in Catalogna, il movimento indipendentista si presentava unito - dal centrodestra alla sinistra - come blocco unitario con un unico obiettivo: l’indipendenza. Gli indipendentisti vincono e continua, così, ancor più forte un processo avviato anni prima da Artur Mas. Per spiegare la questione catalana serve tempo, la regione chiede l’indipendenza per motivi storici e di certo economici ma a muovere il sentimento indipendentista è la storia, non solo recente, di annessione che ha visto negli anni il divieto di parlare la propria lingua e vivere la propria cultura, diritti ottenuti ormai da decenni e ampliati fino all’autonoma ottenuta. La Catalogna, che rappresenta buona parte del Pil del Paese, è infatti una regione autonoma e gode di diversi privilegi ma ciò non basta a placare il sentimento separatista che la vorrebbe stato indietro come stato membro dell’UE. Quanto poi accaduto al referendum del 1 ottobre del 2017, con l’esercizio della forza e della violenza da parte della polizia che ha tentato di impedire l’esercizio del voto, ha portato al sostegno di tanti unionisti che vedono nella difesa del diritto al voto un principio imprescindibile. Perché il diritto al voto è sacro. Tra l’altro molto probabilmente

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avrebbe vinto il no all’epoca, la mossa dello stato spagnolo è stata sbagliata sotto tanti punti di vista e anche controproducente. C’è poi da ricordare che ci sono diversi leader in prigione e alcuni in Belgio con un mandato di arresto internazionale che pende sulle loro teste, una situazione assurda giuridicamente, con Il tribunale europeo che ha chiesto alla Spagna di rivedere la sentenza, e quest’ultima che si è rifiutata, e umanamente”. Ci racconti la giornata tipo di Monica Napoli? “La mia è una non routine considerato che in redazione lavoriamo su turni che coprono le 24 ore. Nel tempo libero cerco di vedere i miei amici, andare al cinema o al teatro, a cena fuori e in giro per la città, fare un po’ di sport, qualche lezione di capoeira in particolare ma purtroppo ora non posso per un piccolo incidente. La mia è una non routine che non mi è mai dispiaciuta”. Cosa pensi della situazione in Italia e in altri Paesi europei dove l’onda delle destre sovraniste sembra essere sempre più impellente? “Devo dire che per chi, come me, è cresciuto negli anni '80 con la caduta del Muro di Berlino, il rafforzamento dell’Unione Europea e l’idea di una unione dei popoli in nome della pace è davvero dura da digerire. Sicuramente qualcosa è accaduto negli anni successivi, qualcosa che è sfuggito ai grandi della politica ma non a chi appartiene alle ideologie sovranità che hanno saputo in un certo senso approfittare del malessere della gente che, di fatto, non vive più nel benessere degli anni 80 o nel boom economico degli anni '60. Insomma, credo che il fenomeno sia dovuto soprattutto alla miopia di una parte politica e alla prontezza dell’altra parte di intercettare un malessere. L’illusione che per poter stare meglio si deve avere un nemico, è una carta purtroppo vincente. La destra cresce si in Europa ma alle ultime elezioni europee non ha avuto il boom che si pensava, a dimostrazione che c’è un’Europa che tiene. C’è una

grande parte di Cittadini non solo italiani che vive con preoccupazione il fenomeno dell’avanzata delle destre, questo ritorno alla xenofobia, al razzismo e alla volontà di politiche divisive, c’è da preoccuparsi soprattutto perché interessa i più giovani. Segno che non si sa, non si studia e non si conosce la storia. Per questo mantenere sempre viva la memoria di quanto è accaduto durante e prima delle guerre, e l’attenzione sulla salvaguardia dei diritti umani e civili è sempre più importante. Un dovere”. Quali sono stati i tuoi punti di riferimento prima dell’inizio della tua carriera giornalistica? Ed oggi a quali giornalisti di ispiri? “Non è una domanda facile perché da ragazzina guardavo a personaggi che poi ho riconsiderato. Di certo, pero, ci sono i maestri come Scalfari, Biagi, Montanelli, Mieli e tanti altri che hanno raccontato la storia del nostro paese e che io da ragazzina guardavo per imparare. Mi sono nutrita per anni di tribune politiche, negli anni dell’adolescenza e dell’Università. Crescendo ho cercato sempre di guardare con attenzione ai colleghi esperti. E oggi ci sono tanti colleghi che onorano ampiamente la professione”. Monica, quali sono stati i momenti più duri della tua carriera fono ad oggi? “Ho vissuto momenti bui quando chi doveva essere un faro e un insegnamento non mi ha messo nella condizione di poter fare il mio lavoro al 100 per cento. Ho risposto studiando, imparando. E cercando di non sbagliare quando mi è stata data la possibilità di potermi mettere alla prova. I momenti bui ci saranno sempre, come in ogni lavoro, e il nostro si presta particolarmente a gelosie e piccoli dispettucci che io vivo e vivrò sempre male. Ma ai quali reagirò sempre con la correttezza e con il lavoro, l’unica vera arma. L’importante è non dimenticarsi mai la fortuna che si ha a fare ciò che si ama”. Raccontaci qualcosa di te, di com’eri da bambina, dei tuoi hobby, del tuo tempo libero. “Una bambina serena cresciuta in una famiglia felice e molto unita. Sono sempre stata circondata da molte persone, fratelli, amici, amici di famiglia, nonni, zii e cugini e vivendo in una cittadina ho vissuto un’infanzia molto libera. Fino ai 15 anni, la mia vita è stata in palestra dove sono entrata per gioco a due anni e mezzo. La mia passione è la ginnastica artistica che mi ha insegnato il sacrificio e la disciplina, e mi ha fatto vivere l’emozione delle gare e della vita di squadra”. Cosa desidera Monica Napoli per se stessa e per il futuro del nostro Paese? “Di poter continuare a raccontare cosa accade nel mondo e in Italia e di farlo sempre in maniera obiettiva e indipendente, sperando di farlo al meglio. Per il nostro zoppicante ma unico e bellissimo Paese di ritrovare il senso di solidarietà e un’empatia che sembra persa e una classe politica che smetta di rincorrersi in un dibattito fatuo e inconcludente ma che guardi alle possibili soluzioni per i problemi strutturali dell’Italia”.

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arte & spettacolo

Trenta giorni da Leone Il regista Maurizio Graziosi racconta il Maestro attraverso una mostra fotografica di Marisa Iacopino

Nel 2019 l’omaggio a un grande del cinema italiano di tutti i tempi, a colui che ha ridisegnato il modo di fare western nel mondo, Sergio Leone. Una serie di eventi, per ricordare il doppio anniversario della sua nascita e della morte (3 g e n n a i o 1 9 2 9 - 3 0 a p r i l e 1 9 8 9 ) . A R o m a , n e l c u o r e d i Te s t a c c i o , p r e s s o l a C i t t à dell’Altra Economia, dal 7 dicembre 2019 al 5 gennaio 2020, si è tenuta la mostra fotografica “30 giorni da Leone, ricordando Sergio”, ideata e curata da Maurizio Graziosi, regista RAI e grande estimatore del Maestro. Gli chiediamo di ricordarlo per noi. “L’incontro ‘de visu’ fu nel dicembre 1988, alla Discoteca di Stato, a Roma. Un evento condotto da Sergio Miceli sulla musica cinematografica di Ennio Morricone. Ero emozionatissimo, ma Leone, con fare sicuro e paterno, mi rassicurò”. Com’era sul set e nella vita? “Conosceva a fondo il suo mestiere, ed era attentissimo al dettaglio. Un competente direttore d’orchestra e concertatore che si circondava di professionisti di alto livello. Un Capo che sapeva valorizzare e gratificare i suoi collaboratori con la grandiosità delle proprie opere”. I protagonisti dei suoi film hanno volti che incarnano le sembianze del mondo in cui sono calati, “buoni, brutti, cattivi”. L’ironia scava nella loro psiche, proiettandoli nel mito… “Prima dei western, vorrei soffermarmi sul suo rapporto con gli attori già nel peplum 'Il colosso di Rodi', dove seppe tenere testa al protagonista John Derek, attore affermato a Hollywood, riuscendo a farlo sostituire con Rory Calhoun. E’ vero, le facce degli attori sono sempre azzeccate per i personaggi che devono interpretare. In questo si vede la sua abilità: il glaciale Clint Eastwood, che per Leone era un attore statico,

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spettacolo

Gloria Radulescu

“A 20 anni ho lasciato il mio Paese per inseguire i miei sogni” di Thomas Cardinali

Ha lasciato a vent’anni il suo Paese per perseguire i suoi sogni. La determinazione l’ha sempre contraddistinta tanto che alla notizia della chiusura de “Il Paradiso delle signore” non si è persa d’animo. Stiamo parlando dell’attrice Gloria Radulescu che nella soap pomeridiana di successo di Rai 1 interpreta Marta Guarnieri. In questa nuova stagione Marta è più matura e consapevole. Una donna in carriera che non vuole rinunciare alle proprie ambizioni e al desiderio di avere una famiglia. In questa simpatica chiacchierata, oltre a parlarci dell’evoluzione del suo personaggio, Gloria si è raccontata tra passioni e nuovi progetti. Gloria, come ritroviamo Marta in questa nuova stagione? “Marta ha acquisito la totale indipendenza dopo che è diventata proprietaria per il 50 per cento delle quote del Paradiso. Lei è una donna curiosa e ha una forte passione per la fotografia, ereditata dalla madre. Sarà Vittorio Conti a credere in lei e a permetterle di concretizzarle il suo sogno. Inizierà così a lavorare come pubblicitaria assieme a Vittorio con cui abbiamo visto nascere una storia d’amore. La nuova stagione si aprirà con il matrimonio di Marta e Vittorio. Sarà un momento bellissimo anche se la coppia dovrà affrontare degli ostacoli. Ritroverete comunque una donna consapevole che non vuole rinunciare alle ambizioni e ai sogni, compreso quello di diventare mamma”. Anche tu come Marta ti senti cambiata? “Mi sento più sicura e consapevole. Marta mi ha dato tanto e io penso di aver fatto lo stesso. E’ stato un bello scambio. Mi ha insegnato ad avere coraggio e la mia storia è simile alla sua. Ho lasciato Corato, il mio paese, a

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20 anni per inseguire i miei sogni. Tutt’ora ho una forte determinazione. Non mi arrendo mai”. Quando hai lasciato il tuo Paese come hanno reagito i tuoi genitori? “Mia mamma mi ha sostenuto dicendomi di andare ed inseguire i miei sogni”. Lo scorso anno la stagione produttiva è stata abbastanza travagliata tanto che era stato annunciato lo stop della riprese. Come l’hai vissuta? “Quando ho saputo la notizia della chiusura ho pianto al telefono con Enrica Pintore. E’ stato difficile perché ci sentivamo legate al progetto e ai personaggi. Poi qui siamo una vera famiglia tanto che non solo ci frequentiamo sul set ma ci vediamo anche fuori. Confesso però che alla notizia che la serie sarebbe continuata abbiamo brindato. Non mi sono ubriacata però. Lo giuro. (ride) Quest’anno infatti si respira un’energia diversa”. Avevi già pensato eventualmente ad un piano B? “Sono sempre stata fiduciosa e durante quel periodo non mi sono guardata intorno. Pensavo che sarebbe arrivata una risposta positiva e così è stato. In quel periodo di stop mi sono dedicata alla lettura, ho fatto tanto sport e ho guardato serie tv”. Quali? “Ho guardato la serie 'Peaky Blinders' su Netflix. Bellissima. Ora invece sto leggendo il libro 'Come la penso' di Andrea Camilleri. Mi sta molto appassionando perché si tratta della storia della sua vita. Mi ci rivedo molto”. Hai iniziato da poco la tua avventura in radio. “Sto lavorando come speaker per Radio Italia Anni 60 e ogni sabato conduco assieme ad Alessandra Paparelli la trasmissione 'Parole e TV'. La mia prima ospite è stata Vanessa Gravina. Ho giocato in casa insomma” .(ride) Un regista con cui ti piacerebbe lavorare? “Impazzisco per Sergio Castellitto. Mi sarebbe piaciuto interpretare nel film 'Non ti muovere' il ruolo di Italia. Vorrei lavorare anche con Garrone e Sorrentino”. Ti vedo però anche a fare un ruolo comico. “Magari. Nella serie 'Non dirlo al mio capo 2' interpretavo Claudia, un personaggio buffo e goffo. Mi sono divertita molto”. Sei un tipo intuitivo nella vita? “Tantissimo. E non sbaglio quasi mai. Sono una persona aperta che riesce a stare in ascolto. Capto la sensibilità, il timore, la rabbia e la perplessità. Per fare questo lavoro devi avere anche molto cuore”. Marta si sposa. E tu a che punto sei? “Gloria non si sposa. E non dico neanche se la sera qualcuno mi aspetta a casa. Per il momento mi accontento dell’anello che mi ha regalato Vittorio Conti”. (ride)

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spettacolo

Francesca Nobili

“Il mestiere di attore non lo si fa per se stessi” di Lorella Lombardo

Un'attrice bravissima e una persona simpaticissima. Il suo sogno è... lo scoprirete leggendo questa intervista. Ciao Francesca, è la prima volta che ti legge il pubblico di GP Magazine, raccontaci un po’ di te. “Ciao, sono Francesca Nobili e sono un’attrice. Eh no, se vi state chiedendo la mia età… quella ad una donna non si chiede! Sono nata a La Spezia, però sono un po’ bolognese e un po’ londinese d’adozione e Romana per amore”. Come nasce la tua passione per la recitazione? “Mi ha sempre affascinata la recitazione, ma da bambina, all’età di quattro anni circa pensavo fosse un lavoro molto pericoloso (sorride), perché pensavo che gli attori morissero davvero”. Quando hai deciso di fare il grande salto nella capitale? “Più che grande salto l’ho vissuto come un periodo naturale di transizione avvenuto nel 2017. Vivo a Roma, stabilmente da tre anni, dove sulla carta diciamo che mi sono trasferita solo per lavoro”. (sorride) Foto: S il via Aprile Location: Love Bar

Se dovessi definirti con un aggettivo, quale sarebbe e perché? “Prolissa, perché ritengo di non avere il dono della sintesi”. Il progetto lavorativo che ti è rimasto nel cuore? “Senza dubbio il primo film che ho girato. Ricordo che era una produzione indipendente e dal titolo 'Sestnaest'. Ero una delle protagoniste e interpretavo questa donna dal carattere forte e particolare che desiderava fare l’attrice, ma che sfortunatamente non riusciva ad ottenere nulla se non delle pubblicità di pessimo gusto”. Un regista con il quale vorresti lavorare? “Assolutamente Quentin Tarantino, per lui sarei disposta a interpretare anche parte della scenografa. Scherzo, si fa per dire”. Quando ti rivedremo in scena? “Mi rivedrete presto in scena con due spettacoli diversi. Uno è già in giro in maniera itinerante e prende il titolo di 'Super Market Fobia' ed è una commedia in 'quattro portate'. Si parla di coppia, mangiare e mangiare in coppia. Si inizia con l'assaggiarsi, si finisce col divorarsi... e per scoprire le nuove date potete seguirci sulla nostra pagina Facebook! Il secondo andrà in scena dal 14 al 19 aprile a Teatro Trastevere e si intitola 'Phoenix', io interpreterò Chloe Baxter una giovane giornalista ossessionata dallo scoprire quale verità si cela, 40 anni dopo, dietro la misteriosa morte del cantautore icona Alan Phoenix”. Qual è la missione dell’attore? “L’attore deve avere nel suo cuore la volontà di intrattenere il pubblico, suscitare dell’interesse e, perché no, riuscire a strappargli un sorriso. Se non c’è questa volontà, lo si può fare semplicemente per se stessi”. Progetti futuri? “Oh cielo, ma scherzi? Non si dice, per scaramanzia”. Un saluto ai nostri lettori. “Ciao a tutti 'belli de casa', alla prossima!”.

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spettacolo

Tre amanti focose per Geppi Di Stasio

Il cinquantacinquenne attore napoletano stavolta è alle prese con moglie, segretaria e amante di Mara Fux

L’ e s i l a r a n t e t e s t o “ L o S c i u p a f e m m i n e ” d i N i n o M a r i n o , r i visto e diretto dall’abile modernità del drammaturgo Geppi Di Stasio, è l’oggetto delle tante risate che la Quart a P a r e t e p o r t a i n s c e n a a l Te a t r o d e l l e M u s e p e r c o n q u i stare a marzo l’attenzione del pubblico romano. Autore florido di successi quali “Gente di facili costumi” scritto a quattro mani assieme a Nino Manfredi, Nino Marino, classe 1935, firma da oltre mezzo secolo commedie brillanti con titoli di successo quali, tanto per ricordarne qualcuno, “Un angelo calibro 9”, “E’ stata una festa bellissima”, “I soldi non servono a niente” piuttosto che sceneggiature cinematografiche come “Io e lui” diretto da Luciano Salce o “Porgi l’altra guancia” diretto da Franco Rossi o ancora “Festival” diretto da Pupi Avati nonché trasmissioni televisive come “Premiatissima” per Canale 5 o “Va’ pensiero” per Rai3. Il connubio con Di Stasio, fervida penna ma anche regista e attore di matrice partenopea, dura già da qualche anno e la scelta del nuovo allestimento di un testo di Marino promette di doppiare il successo premiato dal pubblico il quale, per ben due stagioni consecutive, ha mostrato di apprezzare l’interpretazione brillante ed al tempo stesso più che commovente, che ottenne la coppia Geppi di Stasio-Luciana Frazzetto interpretando magistralmente “Gente di facili costumi” sotto la direzione di Massimo Milazzo. “Il testo scritto da Nino - afferma con sicurezza Di Stasio - è di per sé ben congegnato e già nel sottotitolo della commedia –lo pseudo equilibrio della coppia- racchiude un successo garantito. Quanto può esser stressante la vita di un pover’uomo costretto a barcamenarsi tra una moglie bella, intelligente e devota, una deliziosa, giovanissima e innamorata segretaria 'tuttofare' e una super erotica bambola da copertine patinate fedele e innamorata? Una fatica mica da

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spettacolo Ge ppi Di St as io con Luciana Frazz ett o

poco, si capisce. Ma una fatica ripagata dalle velleitarie conferme che il catalogo completo dei desideri maschili gli procura, praticamente un delirio di onnipotenza in grado di far schizzare l’autostima a livelli elevatissimi”. L’argomento va da sé che intrigherà parecchi e, perché no, parecchie! Come farà il nostro super eroe del materasso a giostrarsi le tre donzelle che ruotano nella sua vita? “All’uomo spesso sfugge - risponde Di Stasio - la principale caratteristica della donna più rassicurante per definizione: la moglie; una donna dotata - come se le altre non lo fossero- di intelligenza superiore; l’intelligenza nella donna bella è una caratteristica che il maschio medio proprio non contempla. E il maschio, si sa, quando la mogliettina che è sempre stata lì per istituzione si mette a giocare con lui come il gatto fa con il topo, ogni certezza sbanda, si destabilizza e si scopre vulnerabile. E la vulnerabilità sta proprio nel concetto di maschio. Insomma, questi ingredienti, queste dinamiche sentimentali, unitamente al coinvolgimento degli spettatori che verranno chiamati in causa giocosamente dagli attori stessi, fanno di 'Lo Sciupafemmine', una divertentissima Rober ta Sanzò, moglie di Ge ppi Di St as io commedia su una e pr otagon is ta de llo spe ttacol o “Lo Sciupaf e mmine ” coppia che ha qualche possibilità di salvarsi solo grazie all’equilibrio”. Un testo catartico? Forse per qualcuno lo sarà e allora, magari, lo spettacolo anziché sul palco, troverà le sue massime risate proprio tra gli spettatori occupanti le poltrone del teatro!

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cui solo recitazione, regia, scrittura”. Quale è stato il tuo primo spettacolo? “Ti risparmio l’elenco delle recite scolastiche, dei teatrini famigliari, dei villaggi turistici che comunque sono stati parte del mio percorso formativo. Il primo spettacolo vero, quello in cui inizi a vedere i primi soldini e ti versano i contributi tanto per parlarci chiaro, è stato nel '91 con Proietti durante il primo Laboratorio, quando Gigi ha inserito tutti noi del primo anno nel cast di 'Leggero leggero' e ci ha portato con lui in tournée per due anni confermandoci poi nel cast del successivo spettacolo che era 'A me gli occhi Bis'”. E l’esordio nella scrittura? “Anche quello da piccola. Scrivo da quando sono ragazzina, ho i cassetti pieni di mille storie che poi nel tempo ho recuperato e rielaborato inserendole nei miei spettacoli. Ho sempre messo del mio in tutte le opere che ho rappresentato, anche nelle commedie di altri ho messo del mio ma il fatto che me lo abbiano fatto fare credo significhi che 'il mio' è considerato un valore aggiunto, sennò sarebbero stati dei pazzi a permettermelo”. Lo spettacolo che hai nel cuore? “Tosca, opera di Gigi Magni andata in scena alcuni anni fa al Teatro Greco e che purtroppo non è stato visto da tantissime persone. Ecco Tosca è il personaggio che mi rappresenta di più, che sento e con cui mi identifico al punto che se avessi due soldarelli da parte li investirei in un nuovo allestimento con scenografie e costumi importanti, con la sua musica dal vivo”. Attualmente cosa stai facendo? “Sono impegnata da tre anni con 'Aggiungi un posto a tavola' che ha toccato tutt’Italia e credo che ad aprile troverà il suo termine anche se mi piacerebbe che riprendesse la prossima stagione fosse anche per soli due mesi, per poter vivere ancora l’atmosfera che regna dentro quello spettacolo”.

E i tuoi testi? “Ho circa una trentina di date all’anno con i miei monologhi, il più recente è 'Le dee cadute' che piace molto al pubblico perché racconta a mio modo molte di quelle figure della mitologia che tutti conosciamo grazie ad un recupero sia della mitologia che della storia. Poi ci sono 'Stravolta dal mio solito destino' e 'Volevo fare la mignotta' che pure son testi recenti, sempre molto applauditi oltre a 'Roma-Napoli: un’ora di treno per mille racconti' che faccio con Marco Simeoli e che è il classico spettacolo adatto ad andare in giro d’estate, una divertente battaglia tra una moglie romana e un marito napoletano ricca di gag e canzoni recuperate dal vecchio repertorio sempre molto gradito al pubblico”. Poi ci sono le commedie. “Sì ma le commedie sono più impegnative da portare in giro, necessitano scene, costumi, un palcoscenico diverso. Titoli sicuramente amati come 'L’antico dubbio', 'Signorine in trans', 'Natale a Capracotta' o 'Beate noi' quando vengono allestite hanno bisogno di una distriFrances ca Nun z i con i suo i figli

buzione che le piazzi nei teatri”. Infine c’è il libro: come sta andando? “'Quei due nel mio orecchio' sta andando bene solo che in questo periodo ho dovuto rallentare la promozione perché 'Aggiungi un posto a tavola' mi impegna molto”. Non solo quello: sbaglio o hai appena debuttato? “Verissimo: sono al Teatro Tirso con Pablo e Pedro in 'Nozze di coccio', una commedia molto divertente che resterà in scena fino al 5 aprile. Anzi sai che ti dico: non perdetela perché c’è molto da ridere e ridere fa bene alla vita”.

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spettacolo

Marco Fiorini

“Con ‘Ciancicagnocchi’ rendo omaggio alla romanità” di Mara Fux

Affascinante, ironico e pure colto: è quasi l’icona del sogno proibito invece, legato a valori e tradizioni, appena scende dal palco è un perfetto marito e padre di famiglia. Sei nel bel mezzo della tournée di “GAGMAN” assieme a Greg e Lillo, iniziata dopo quasi un mese di rappresentazioni al Teatro Olimpico, eppure riesci a conciliare la tua professione con il tuo ruolo di papà: quale è il trucco? “Ho una brava moglie, molto comprensiva che mi sta vicina nonostante sia una dirigente d’azienda pure lei senza orari. Credo che comunque l’importante non sia tanto la quantità della presenza ma la qualità e la mia è una buona qualità. Con le mie figlie ci sto tanto, nella mia famiglia ci sono regole ben precise, mi piace che la sera quando siamo attorno alla tavola sia tutto ben apparecchiato. Certo quando non ci sto mi rendo conto che soffrano la mia assenza, ogni tanto me lo dicono anche, ma è il mio lavoro. Però ci sono molti modi per essere presente, il telefono per esempio, le chiamo quando escono da scuola per chiedere che cosa hanno fatto di nuovo, se siano state interrogate, mi interesso alle loro lezioni: la più grande sta frequentando il primo anno del liceo musicale di cui è entusiasta quindi ogni giorno ci sono novità di cui mi rende partecipe. Sono un papà presente, mi è stato più volte riconosciuto: anche facendo questo mestiere mi reputano un papà presente”. Quanti anni sono che fai l’attore? “Ventinove. Nel '91 al Teatro san Genesio ho fatto il mio primo spettacolo che si intitolava 'So tutto sulle donne', quattro ragazzi che parlavano di donne, testo che poi nel 2011 abbiamo replicato con successo adattando l’assetto iniziale all’ovvio cambiamento di età che c’era stato: nel primo a parlare di donne erano quattro ragazzi, nel secondo quattro uomini con un’esperienza maggiore alle spalle”. Quindi nel 2031 farete la versione dei quaranta anni dopo: i vecchi?

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spettacolo

Anthony Peth

Sbarca a Mediaset con “Trend” di Roberto Ruggiero

Il giovane presentatore, volto noto del piccolo schermo, dopo tanti anni a La7, dove ha accompagnato i telespettatori con “Gustibus” tutte le domeniche, passa a La5 con “Trend”, il nuovo settimanale record di ascolti. “Era arrivato il momento di cambiare, dopo tanti anni alla scoperta di eccellenze attraverso i sentieri del gusto del nostro bel Paese, ho accettato la nuova sfida offerta da Mediaset ed ogni settimana vi racconto i trend del momento”, afferma Anthony. Noi lo abbiamo incontrato per svelarci qualcosa di più.. E’ il ruolo di Ambasciatore del Gusto che ti ha fatto conoscere sempre di più al grande pubblico. Come mai questa scelta di cambiare veste? “Nessuna veste verrà cambiata, era il momento giusto per mettermi in gioco e quando Mediaset mi ha proposto questa conduzione ho detto subito di sì. L’ambasciatore del gusto farà sempre parte di me... In primis per il riconoscimento ricevuto dall’Unione Europea che mi lega ad un ruolo di responsabilita’, il secondo motivo perché sto già lavorando ad un progetto televisivo legato al food; Diciamo che Trend è un’esperienza che mi vede con una conduzione diversa più leggera e con tematiche diverse.. Anzi una puntata è dedicata al mondo del Food, l’Italia da gustare è l’Italia più bella! Chi lascerà mai questo tema a me tanto legato”. La tua semplicità ti ha sempre contraddistinto. Ma c’è un’esperienza che ha fatto impazzire numerose fan: il tuo calendario. Per la prima volta in versione sexy. “Non vi sfugge nulla. L’esperienza del calendario è stata una parte del mio passato che porto nel cuore. Mettermi a nudo non è stato semplice… ma quando il fine giustifica i mezzi perché non farlo. L’intero ricavato è stato destinato ad un progetto solidale e fare un calendario diverso dal solito mi ha fatto piacere realizzarlo. Era il primo anno che giravo il mondo per promuovere il Made in Italy e le nostre eccellenze, qui in Italia veniva trasmesso tutto su Rai 2 il venerdì nella rubrica 'Eat Parade'. Al mio rientro in Italia il gruppo Mondadori mi propose di fare il calendario con le eccellenze Moda, Food e Design. Inizialmente credevo di non essere adatto, cammino con i piedi per terra, non mi sentivo il personaggio adatto ma poi ho pensato: e se lo faccio e dedico tutto il ricavato in beneficenza. E così è successo. Un bel progetto distribuito in tutte le edicole d’Italia, mi sono divertito alla fine e oggi quando ci ripenso sorrido”. Che ricordo ti porterai invece della lunga esperienza su La7? “Porterò un bel ricordo nel cuore, una splendida squadra, sono

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stati tre anni intensi e ricchi di emozioni alla scoperta di luoghi e sapori del bel Paese. L’Italia è una penisola ricca di eccellenze, dobbiamo essere orgogliosi di essere italiani, l’affetto poi delle persone, in ogni paese che mi trovavo a raccontare, è indescrivibile. La generosità e l’ospitalità sono delle caratteristiche che ho riscontrato in ogni luogo che ho visitato. Porterò sempre con me 'Gustibus' nel cuore e anche la grande famiglia di La7”. Una nuova avventura ti vede protagonista tutti i sabati, quali sono le difficoltà che hai dovuto affrontare con questa nuova esperienza professionale, se ci sono state? “Una nuova esperienza professionale ricca di aneddoti che non basterebbe questa intervista per raccontarle. Trend è un contenitore leggero e ricco di curiosità. Un’idea di Maria Raffaella Napolitano con cui ho avuto il piacere di collaborare in un altro programma, è un settimanale che racconta i mutamenti delle tendenze con ospiti dello spettacolo che ogni puntata si alternano nel loft di La5. A dare un tocco di eleganza e stile due opinioniste d’eccezione, la giornalista Silvana Giacobini e l’influencer Francesca Rocco”. Silvana Giacobini, un’icona di stile ed eleganza che hai voluto in questa trasmissione... “Sì l'ho voluta fortemente in questa nuova avventura. Ho tanti amici e amiche che potevano far parte di questo progetto, ma lei era la persona più adatta!”. Progetti futuri? “Sto preparando un nuovo progetto televisivo che andrà in onda in prima serata. Si tornerà nel fantastico mondo del Food. Per ora posso solo dire questo per clausole contrattuali ma posso aggiungere che è un progetto originale e condurlo mi rende ancora più felice”. Un saluto ai lettori. “Un caro saluto ai lettori di GP Magazine e ricordate: Italia da gustare, Italia più bella!”



spettacolo

Geppo

Un successo casuale arrivato via web di Silvia Giansanti

Genuino e spontaneo, Simone Metalli, in arte Geppo, come un noto personaggio dei fumetti del passato che a lui piaceva molto. Romano doc, è venuto al mondo il 19 dicembre del 1971. Per quest'uomo curioso era tutto scritto, prima o poi il suo talento ha raggiunto il pubblico. Complice un amico che ha pensato di postare un video su facebook. A volte le cose arrivano così, senza forzare gli eventi. Geppo, anche tu rientri in quella categoria di personaggi che fin da piccoli si esibivano a scuola intrattenendo i compagni? “Sì. Questa velleità ha sempre fatto parte di me. Chiunque mi ha conosciuto, dopo una serata trascorsa insieme, mi consigliava di fare il comico. Quando ho iniziato a lavorare, sono stato impiegato nell'azienda di famiglia, svolgendo la mansione di assicuratore. E anche in quel caso, nonostante un lavoro molto serio, ogni volta che conoscevo qualcuno, alla fine della conversazione mi diceva che dovevo fare il comico perché ero troppo simpatico e spigliato. Ecco, gli eventi mi hanno portato poi veramente a fare questo mestiere”. Quando è scattato quel momento in cui hai fatto que-

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sto grande passo? “Esattamente cinque anni fa. Dopo l'ennesima serata passata a far ridere i miei amici intrattenendoli con le barzellette che racconto da quando sono un bambino, un mio amico ha girato un video con il telefonino e l'ha mandato in rete creando una pagina facebook. Il web è stato virale, portando al pubblico questa mia velleità, cosa che prima era circoscritta solo alla cerchia dei miei amici”. Tutto casuale quindi. Non hai mai bussato alle porte e sostenuto provini? “Mai! Ho avuto la fortuna tramite il mio giro di amici appunto, dove facevo il cosiddetto 'cazzaro'. Ero quello che emergeva dal gruppo”. Se non erro, hai lavorato anche in un call center. “Esatto. Un tipo come in giacca e cravatta dietro ad una scrivania, si sentiva come un leone in gabbia e allora ho provato a fare altro e ho aperto persino un negozio di abbigliamento”. Anche chi rispondeva dall'altra parte notava che eri simpatico? “All'inizio no, ma quando sono partito con il discorso via web e cominciavo ad essere conosciuto, anche se continuavo al momento a lavorare al call center per un fatto di sicurezza, qualcuno mi diceva che avevo la stessa voce di quello che raccontava le barzellette su facebook”.


Ge ppo con il s uo coll ega radiof onico I gnaz io Faill a, durante l a tras miss ion e “La svegl ia de i Gladiat ori”

Hai oltre ad un repertorio di classici anche tue creazioni? “Ho iniziato interpretando i classici dei comici del passato come Gino Bramieri, dando così l'occasione ai giovani del nuovo millennio di apprezzare l'arte antica della barzelletta. Successivamente con l'esperienza ho anche dato vita alle mie creazioni. E' una cosa che mi è venuta automatica”. Qual è il segreto per raccontare una buona barzelletta in modo che arrivi al pubblico? “Allora non ci si deve mai impuntare e si deve cercare si spiazzare lo spettatore perché la barzelletta fa ridere quando l'interlocutore che sta davanti a te non capisce dove vai a parare”. Cosa c'è nei tuoi impegni attuali? “Una trasmissione radiofonica mattutina di successo in onda su un'importante radio della Capitale come Dimensione Suono Roma in coppia con il conduttore Ignazio Failla. Inoltre serate, ospitate televisive e adesso sto scrivendo a quattro mani insieme al mio amico Stefano Fabrizi, attore e regista molto conosciuto, un nuovo spettacolo teatrale che conto di portare in scena quest'anno”. Un comico da te apprezzato? “Del passato Gino Bramieri a cui mi sono ispirato e del presente Alessandro Di Carlo, mi fa morire dalle risate”. Qual è stato il complimento più sincero che hai ricevuto? “Quando vengo fermato in strada e mi sento dire che le mie barzellette fanno ridere perché è come se le raccontassero gli amici. Questo mi dà l'idea della vicinanza che ho con il popolo. Sono barzellette che arrivano grazie alla genuinità”. Sappiamo che a volte i social si possono trasformare in un luogo di frustrazione e in un covo di leoni da tastiera. Ecco, come reagisci quando vieni preso di mira e criticato? “Se mi viene fatta una critica con educazione e senso, rispondo e ne può nascere un dibattito. Ma se partono insulti, automaticamente banno. Il web andrebbe usato come la tv: non ti piace una cosa? Cambia canale!”. Cosa provi quando fai sorridere chi soffre? “Ricevo messaggi da persone che hanno problemi immensi e non superabili come purtroppo quelli delle malattie gravi e portare un sorriso a queste persone con una cosa che a me viene naturale, è meglio di un qualsiasi applauso”. In conclusione, una barzelletta per i nostri lettori. “Siamo in caserma. C'è un carabiniere che incontra un collega che è tutto conciato male: punti in testa, graffi in faccia e una gamba rotta Gli dice 'Madonna, ahò che hai fatto'? E lui 'No, guarda lasciami perdere, sono stato investito da un auto'. E l'altro 'Ma come è successo'? 'No, niente, una settimana fa quando ero in servizio mi sono messo in mezzo alla strada per acciuffare un pericoloso criminale, allorché ho preso il mio fucile di precisione, ho montato il mirino e ho preso la mira. Il criminale era su un auto e si avvicinava, ma era ancora troppo lontano. Ho aspettato, aspettato ancora un po' ma era troppo presto. Poi ad un certo punto mi ha investito. E' stato proprio in quel momento che ho capito che se monti il mirino al contrario, vedi tutto più piccolo'”.

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musica

CHARTS & NEWS Curiosità e novità dal mondo musicale a cura di Silvia Giansanti, in collaborazione con Foxy John Production www.foxyjohnproduction.com

TOP 10 EUROPA 1 “Blinding lights” - The Weeknd 2 “Everyday life” - Coldplay 3 “My oh my” – Camila Cabello 4 “Godzilla” – Eminem ft. Juice WRLD 5 “All I know” - Goldstone ft. Octave Lissner 6 “Yummy” - Justin Bieber 7 “Don't start now” - Dua Lipa 8 “Physical” - Dua Lipa 9 “You should be sad” - Halsey 10 “Roxanne” - Arizona Zervas

TOP 10 USA 1 “The Box” - Roddy Ricch 2 “Life is good” - Future ft. Drake 3 “Circles” - Post Malone 4 “Godzilla” - Eminem ft. Juice WRLD 5 “Roxanne” - Arizona Zervas 6 “Hot girl bummer” - Blackbear 7 “Memories” - Maroon 5 8 “Heartless” - The Weeknd 9 “Falling” - Trevor Daniel 10 “The bones” - Maren Morris

TOP 10 ITALIA 1 “Fai rumore” - Diodato 2 “Ringo Starr” - Pinguini Tattici Nucleari 3 ”Viceversa” - Francesco Gabbani 4 “Rapide”– Mahmood 5 “Andromeda”- Elodie 6 “Boogieman” - Ghali ft. Salmo 7 “Me ne frego” - Achille Lauro 8 “I nostri anni” - Tommaso Paradiso 9 “Dov'è” - Le Vibrazioni 10 “Tikibombom” - Levante

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CAMILA CABELLO Ancora una volta da Cuba con furore. A titolo di curiosità si è presentata ai recenti premi Grammy senza Shawn Mendes, ma con suo papà al quale ha dedicato l'emozionante “First Man”. “Havana” è stato il suo primo singolo di successo. Ex Fifth Harmony. DUA LIPA Riecco l'affascinante cantautrice e modella britannica con una carriera musicale iniziata quando aveva quattordici anni. “Future Nostalgia” è il suo nuovo disco fresco e futuristico dal quale sono estratti due brani presenti attualmente in classifica.

RODDY RICCH Si tratta di un rapper, cantautore e produttore discografico statunitense nato nel 1998. Il brano ha riscosso un enorme successo fin dalla sua uscita ed è stato scritto con 30 Roc. Nei suoi testi si parla anche dei guai avuti con la giustizia. EMINEM Attenzione perché il rapper più famoso al mondo questa volta ha deciso di battere il record detenuto con il pezzo “Rap God”, in cui rappava 9.36 sillabe al secondo. Nel nuovo singolo sono ben 11.3 le sillabe che riesce a pronunciare al secondo, ovvero sia 229 parole in 30 secondi!

ACHILLE LAURO E' stato uno dei personaggi più discussi dell'ultima edizione del Festival di Sanremo per via del suo look. Il suo pezzo è un vero e proprio inno alla libertà presentato sul palco più istituzionale d'Italia. Per lui si stanno aprendo discorsi importanti. LEVANTE Non è altro che lo pseudonimo di Claudia Lagona. Classe 1987, è nata a Caltagirone ed è cresciuta con la musica di Carmen Consoli, Mina, Tori Amos, Meg, Cristina Donà e Alanis Morisette. Nel passato ha aperto i concerti di Max Gazzè e ha debuttato nel 2014.



eventi L a Laz io Campione d’It alia 19 73 /74

1900-2020: tanti auguri Lazio!

Festeggiamenti per i 120 anni della più antica polisportiva della Capitale di Mara Fux

Sono durati ben tre giorni i festeggiamenti con cui la Lazio, la più antica polisportiva capitolina, ha brindato ai suoi 120 anni.

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Tre giorni iniziati con il consueto appuntamento che da alcuni anni i tifosi si danno nella notte tra l’8 ed il 9 gennaio a Piazza della Libertà ove storicamente è nata la Polisportiva, proseguiti nella sede del Coni al Foro Italico e terminati tra gli applausi dei tifosi durante l’incontro con il Napoli con una magnifica coreografia. Una festa che ha aperto le porte non solo alla tifoseria calcistica delle piazze ma che la mattina del 9 gennaio nel Salone d’Onore del Coni alla presenza del PreEmmanue le Fran ce sco Maria Emanue le In ono re di Giulio Glo rios o, sidente della Polisportiva Antonio Buccampione del la Laz io B as ebal l cioni, del presidente della Federgolf nonché vicepresidente vicario del Coni Franco Chimenti, al Presidente Onorario del Sodalizio Emmanuele Francesco Maria Emanuele, ha coinvolto la rappresentanza degli atleti di tutti gli sport iscritti alla Polisportiva che con emozione hanno innalzato fieramente gli stendardi di tutte le attività, applaudendo ciascuna con entusiasmo i propri atleti mentre sullo schermo si alternavano le immagini sorridenti degli Atleti della Storia e dei Campioni che con le loro grandi vittorie hanno portato alla Lazio medaglie, coppe e scudetti.


Gl i st endardi

La Laz io So ftball

Tar e e Lo tito

Ange lo Peru zz i

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Fabio Di Pil lo e Al es sia Macari

sieme alla moglie Cristina è arrivato Pier Angelo Perazzi, conduttore televisivo in partenza per Los Angeles dove l'attende un nuovo progetto. Innamorati come il primo giorno Iago Garcia e la fidanzata Eleonora Puglia. L'attore spagnolo già protagonista della soap opera Il segreto e vincitore di Ballando con le stelle non si è mai separato dalla sua metà, senza però negarsi alle numerosissime richieste di selfie da parte delle ammiratrici. Catering raffinato, con finger food e open bar, doppio intrattenimento musicale con esibizione dal vivo di Dalya e selezione del dj Dario Guida, esibizione delle performer del Glamour ballet, giochi di luce due aree, apprezzatissime, per i photoboot.

I 50 anni di Raffaele Pagano

Atmosfere anni ‘30 e ‘40 e tanti invitati al Salone Margherita di Napoli Oltre 350 invitati hanno festeggiato nello storico Salone Margherita di Napoli i 50 anni di Raffaele Pagano, eccellenza campana della formazione in Italia con la sua azienda Assofram. La direzione artistica dell'evento è stata affidata al conduttore radiofonico e televisivo Gaetano Gaudiero, che ha scelto come tema della serata “la macchina del tempo”, affidandosi agli abiti luxury di Mattia Pisano, al trio Soul Food vocalist, al coreografo Jenny Mat Prodancers e la sua compagnia che hanno inscenato un breve musical dedicato al cinema degli Anni 30 e 40, con cantanti, ballerini acrobatici e tenori per riportare tutti a rivivere il sogno in bianco e nero di quegli anni grazie al trucco e parrucco a cura di H&M di Luciano e Miriam Carrino. Le ballerine aeree ed il dj set di Felix, hanno completato la serata con il vocalist Danny Cavallaro accompagnati dal catering di Marco Aloha. Al taglio della torta Pagano è stato accompagnato dalla moglie Francesca, dai figli Giuseppe e Simona che hanno brindato insieme agli ospiti dopo la sciabolata del gran maestro Giancarlo Maresca che ha dato il via alle bollicine. Il tutto sottolineato dalla performance del tenore Giuseppe Gambi. Visti tra i tanti il patron di “Made in Sud” Nando Mormone, il produttore cinematografico Eduardo Angeloni, il noto chirurgo estetico Silvio Smeraglia. La nota più nobile ed emozionante della serata è stata la scelta del festeggiato di non volere regali, ma beneficenza per la Fondazione Pausyllipon-Santobono diretta dalla dottoressa Flavia Matrisciano per il presidio oncologico dell'ospedale pediatrico. Si ringrazia la straordinaria ospitalità delle sorelle Barbaro. (Roberto Ruggiero)

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eventi

Mokambo re al Sigep

Grande successo grazie anche alla madrina della serata Taylor Mega di Roberto Ruggiero Tayl or M ega

L e M okambine

Tayl or M ega co n i f rat ell i Di Nisio

Anche quest'anno Mokambo Caffè è stato protagonista alla fiera Sigep. Un buon caffè deve fare tendenza e in periodi come questi dove tutto si aggiorna, cambia, si rinnova, i fratelli Di Nisio, proprietari del marchio Mokambo Caffè hanno partecipato alla fiera di settore ed oltre ad offrire degustazioni e spiegazioni sulle tecniche di torrefazione, hanno ospitato personaggi noti del jet-set. Madrina della serata è stata Taylor Mega, famosa influencer ed opinionista dei principali salotti Mediaset, apprezzata ed amata tra i giovanissimi, dalla bellezza mozzafiato che ha saputo sicuramente con quel suo modo di lanciare nuovi gadget, attirare visitatori allo stand durante la fiera Sigep senza mai perdere il sorriso, ha fatto selfie con grandi e piccini firmando autografi, danzando e facendo foto in un clima di allegria, di divertimento. Con grande simpatia ha accolto i visitatori del Mokambo dimostrandosi abile intrattenitrice, vivacizzando la giornata, il tutto, ovviamente, accompagnato da un buon caffè. Un bel colpo per il marchio del caffè abruzzese da sempre molto attento a seguire le tendenze social del momento. La fiera Sigep è l’appuntamento professionale più importante al mondo dedicato al gelato artigianale ed all’arte del dolce. Sigep è il Salone Internazionale di Gelateria, Pasticceria e Panificazione Artigianale, la vetrina europea per eccellenza del settore dolciario, grande esposizione di arredi, macchinari, materie prime ed ingredienti dedicata agli operatori del settore: pasticcieri, gelatai, panificatori, ristoratori. La fiera è stata arricchita da forum, lezioni e campionati dei settori gelateria, pasticceria, panificazione, caffè, cioccolato, pizza e pasta. Questo tipo di manifestazioni, che hanno l’intento di far conoscere prodotti italiani ed eccellenze grazie alla presenza di testimonial vip, sicuramente ottengono buoni risultati perché si crea business. Questo è stato anche per Mokambo: il profumo del caffè, la curiosità verso questo prodotto, la bellezza di Taylor Mega, la bontà del marchio hanno garantito un successo di pubblico e vendite confermando Mokambo, azienda leader in Italia. Il caffè più amato dai vip della tv nostrana degustato nei luoghi d’incontro e di svago, di scherzo e di pausa con gli amici.

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