Encore

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vi che derivano dai supporti fisici, in calo invece il download di musica. Il 98% degli utenti attivi online consuma musica in licenza e di questo il 46% paga per la musica con una crescita del 6% rispetto all’anno precedente. L’Italia resta il paese in cui la musica ascoltata in radio continua ad avere grande rilevanza infatti il 95% degli utenti adotta questa modalità di consumo rispetto ad un 87% nel mercato globale; le modalità di consumo preferite dagli italiani oggi sono quindi radio, video streaming e audio streaming, a conferma del fatto che il digitale sta prendendo sempre più campo (v. fig. 2.17). L’uso di smartphone in Italia aumenta fino al 73% contro il 68% dell’anno precedente e il 90% degli ascoltatori di musica in streaming lo fa proprio attraverso smartphone a conferma di come il concetto di mobilità e musica entrino sempre più in relazione e stretta dipendenza. Il 93% degli utenti Youtube nel primo semestre del 2017 lo utilizza per contenuti musica, infatti 1 su 4 ammette di non pagare servizi streaming perché riesce a trovare tutto sulla piattaforma di video streaming, infatti l’Italia resta uno dei paesi a livello globale che utilizza maggiormente Youtube. È quindi possibile constatare un trend positivo da ciò che emerge dai dati raccolti per ciò che concerne l’industria musicale italiana.

Il value gap

5. I dati presenti in queste pagine sono consultabili nel report redatto da IFPI, Global Music Report 2018.

chapter 2

Sebbene i numeri dell’International Federation of the Phonographic Industry lascino sperare e confermino una ripresa dell’industria discografica, grazie alle possibilità offerte dal digital e agli investimenti fatti appunto in quest’ottica, la preoccupazione che sta sempre più divenendo reale riguarda quello che viene definito value gap.5 Con value gap viene inteso il crescente squilibrio tra il valore economico che alcune piattaforme digitali, in particolare quei servizi di upload da parte degli utenti, come Youtube, incassano e quelle che sono le entrate restituite alla comunità musicale e quindi agli artisti e a chi, come le etichette discografiche, investe nella musica. «For music to thrive in a rapidly evolving digital world, there must be a fair digital marketplace. To achieve this, we must fix the value gap» (IFPI, 2018, Frances Moore, p.26). L’obiettivo che si pongono quindi le etichette discografiche è quello di lavorare per un mercato digitale che possa definirsi equo in quanto


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