STELLA FUTURA N2

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Approfondimento Ci sono ruoli oggi nel calcio che concepiti come una volta tendono a sparire. Partiamo dalla definizione che l’Avvocato Gianni Agnelli diede ad uno dei più grandi talenti della storia calcistica italiana, amato dagli appassionati di tutto il mondo, Roberto Baggio. In una delle sue famose brevi interviste l’Avvocato definì Baggio, allora alla Juventus, come un nove e mezzo. Non un vero centroavanti me nemmeno un dieci come nella tradizione calcistica italiana poteva essere inteso Gianni Rivera, oppure in seguito Michel Platini. Questa non classificazione di ruolo di Roberto Baggio probabilmente portò al giocatore dei problemi con alcuni allenatori. Come non ricordare che Renzo Ulivieri da allenatore del Bologna fece accomodare il giocatore in panchina contro la Juventus per ragioni tattiche, in una delle stagioni migliori del talento di Caldogno. Oppure l’ostracismo di Marcello Lippi, uno degli allenatori più vincenti nella storia del calcio italiano, verso il giocatore nel periodo dell’Inter. Nel calcio attuale ricorre sempre di più la frase che il talento deve essere al servizio della squadra come se fosse una affermazione moderna e innovativa. Mi pare invece una cosa del tutto scontata. Tutti i più grandi campioni nella storia del calcio hanno messo il loro immenso talento al servizio dei compagni. Meazza, Valentino Mazzola, Di Stefano, Pelè, Cruyff fino al più grande di tutti Diego Maradona hanno sempre finalizzato il loro modo di giocare per il bene della squadra nel corso dei tempi e nelle varie fasi della storia del calcio mondiale. Il campione è un leader capace di guidare e stimolare i propri compagni in campo. Il giocatore di talento che utilizza le sue qualità per sé stesso non potrà mai essere un campione. Tornando allo specifico dei ruoli, il trequartista concepito come una volta, cioè che

Alfredo Di Stefano, uno dei “grandi” della storia del calcio

giocava solo con la palla addosso ora deve reiventarsi in nuove situazioni tattiche. Al difensore centrale, addirittura al portiere viene chiesto di essere registra arretrato. Partendo dall’attività di base un bambino di sette anni non dovrebbe avere nessuna specializzazione di ruolo. Purtroppo, molti fattori esterni condizionano il metodo di lavoro degli istruttori nelle scuole calcio. Cambiare zona di campo (ruolo è una parola grossa per dei pulcini) ad un giovane calciatore determina proteste e critiche esterne a volte pesanti che portano all’estremo di fare cambiare società al bambino. Ma se alle elementari la maestra insegnasse ai bambini (segue)


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