1) L'idea stessa della psicoterapia è relativamente recente.. può brevemente sintetizzarne l'origine? Nonostante si narri di tentativi di curare con le parole fin dall’antichità il termine psicoterapia compare ufficialmente solo nel 1889. La sua vera nascita però, è del 1972 quando venne formulata la teoria della nascita dallo psichiatra Massimo Fagioli, in quanto prima vera e propria psicoterapia del non cosciente. Questa affermazione così netta va ovviamente giustificata. Non è possibile infatti concepire una psicoterapia come cura per la guarigione senza affrontare la mente non cosciente. Tuttavia fino al 1972 ciò era stato reso impossibile dal giudizio unanime da parte della cultura dominante verso il non cosciente ritenuto da sempre o animalescamente distruttivo o di natura spirituale o addirittura inconoscibile e quindi in tutti i casi immodificabile. 2) Qual'è l'obiettivo di una psicoterapia? "curare", prendere coscienza, recuperare un equilibrio perso o trovarne uno nuovo? L’obiettivo di una psicoterapia è la guarigione, ma per capire cosa essa sia, bisogna prima capire cosa sia la sanità e cosa sia la malattia. L’essere umano sano di mente è colui che ha un esatto rapporto non solo con la realtà materiale ma con gli altri esseri umani e questo non solo a livello del comportamento e del pensiero cosciente ma soprattutto a livello del pensiero non cosciente. A quest’ultimo livello infatti il massimo della malattia è rappresentato dalla dimensione dell’anaffettività, ovvero da una mancanza di reattività nei confronti degli altri esseri umani. Si tratta quindi di recuperare o di trovare, non tanto un equilibrio quanto una nuova capacità di rapporto con se stessi e di dialettica con gli altri esseri umani.
3)Quando scegliere uno psicoterapeuta /psicologo e quando uno psicoterapeuta/psichiatra? Quale ruolo possono avere i farmaci in un percorso di psicoterapia? Ciò che è importante è che si tratti di un bravo psicoterapeuta che quindi sia in grado innanzitutto di fare una diagnosi precisa, che sappia distinguere un sintomo da causa psichica da un sintomo da causa organica che di psichico non ha nulla ed è di competenza del medico del corpo. Poi è altrettanto necessario che abbia acquisito il sapere e il saper fare per affrontare il non cosciente. Per noi l’approccio farmacologico è secondario: l’origine della malattia mentale non è organica, ma legata ai rapporti interumani malati, riteniamo quindi l’uso dei farmaci necessario solo quando la sintomatologia sia troppo invasiva o lesiva per la persona interessata tanto da impedire l’intervento psicoterapeutico.
4)In quali casi, o per quali pazienti può essere adeguata una psicoterapia di gruppo? E la psicoterapia familiare ? La psicoterapia di gruppo è per noi la terapia d’elezione perché essa ha una valenza terapeutica molto maggiore della terapia individuale, anche se non tutti sono in grado fin da subito di sostenerla. Se ci sono dimensioni troppo patologiche e troppo incompatibili con la realtà del gruppo, queste vanno prima affrontate in un rapporto individuale, variabile da persona a persona. Per quanto riguarda la psicoterapia familiare non ce ne occupiamo. Può essere importante a volte effettuare degli incontri con la famiglia in caso di pazienti minori o più gravi, al fine di supportare meglio la terapia del singolo paziente. La risoluzione dei problemi di relazione intrafamiliare o di coppia è subordinata alla ritrovata capacità dei singoli componenti a gestire le relazioni; essi pertanto dovrebbero affrontare un percorso personale di cura.