Attualità
VENERDÌ 11 LUGLIO 2014 IL TIRRENO
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PD: LO SCONTRO INTERNO
Civati a Livorno per compattare i non renziani
«In questo partito c’è troppo fastidio verso il dissenso anche quando è ben motivato» politcamp
Da oggi i civatiani a Livorno Al The Cage di villa Corridi si apre oggi pomeriggio (ore 18) il Politicamp organizzato dai civatiani. Si concluderà nella tarda mattinata di domenica con un intervento di Pippo Civati. L’appuntamento di oggi pomeriggio verte sul tema «La parità è possibile», Marina Terragni introduce: Ilaria Bonaccorsi, Mercedes Lanzilotta, Filomena Gallo Alle ore 21 si parla di «La partecipazione è possibile» Andrea Fabozzi introduce: Andrea Pertici, Elly Schlein, Vannino Chiti, Nadia Urbinati, Fabrizio Barca, Maurizio Landini Domani mattina alle 10, (Palco interno) «La cultura è possibile», Massimo Monaci introduce: Tomaso Montanari, Maria Chiara Carrozza, Andrea Ranieri, Pietro Folena, Maria Grazia Rocchi, Vincenzo Vita Sempre alle 10 sul palco esterno: «Expo in ognuno di noi, Expo dappertutto».
di Andrea Lazzeri ◗ LIVORNO
Giuseppe Civati, detto Pippo, chiama a raccolta i non allineati di quello che un tempo fu il partito democratico e ora hanno ribattezzato Partito di Renzi, ovvero Pdr. Dice di non voler fare un correntone ma intanto al The Cage di Livorno ci sono tutti quelli che ogni giorno si scontrano con il presidente del consiglio. E sembra aver le idee chiare anche su una possibile ricucitura con l’ex amico Renzi: un appoggio alla ricandidatura di Rossi alla Regione Toscana, potrebbe rappresentare un forte segnale. Di cui però non c’è ancora traccia. Un politicamp a Livorno, città dove tanto tempo fa nacque la sinistra e dove, poco tempo fa, è stata sconfitta clamorosamente. Scelta simbolica? Voglia di rivincita o desiderio di inventare una cosa nuova? «Scelta politica. Necessaria per mettersi in discussione. Città di sinistra, in cui la sinistra deve ritrovare la capacità di rappresentare i cittadini». In Toscana- ma anche nel resto d'Italia - i candidati di ispirazione renziana hanno vinto sfide difficili (vedi Pra-
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Giuseppe Civati e Matteo Renzi, quando ancora tra i due c’era sintonia
to). Mentre i candidati che non rappresentavano la “novità Renzi” hanno avuto la peggio, come a Livorno. Perché? «Mi pare che a Livorno la questione non fosse soltanto: a quale corrente del Pd appartiene il candidato sindaco? L'esempio di Prato ci deve motivare: anche dove si è perso, la sinistra può tornare a convincere». Vannino Chiti è tra i maggiori oppositori alla riforma del Senato. Lei con chi sta? «Vannino Chiti non è un oppositore della riforma del Senato. La formulazione della domanda è, come spesso accade, condizionata da quello che dice il premier e da una retorica carica di falsità. Chiti ha presentato una diversa proposta di riforma, molto migliore di quella di Renzi. E come forse saprà Chiti sarà a Livorno». Lei diventa un leader nazionale durante la prima Leopolda fiorentina. Sembrava un tandem inarrestabile quello di lei e Renzi. Su cosa è avvenuta la rottura? «Non sono un leader nazionale nemmeno ora, dopo la Leopolda Renzi prese una strada diversa». Mai pensato a una ricucitu-
Spero che le primarie siano un metodo da seguire anche in vista delle regionali 2015
Se Renzi appoggiasse la candidatura del governatore toscano sarebbe importante
ra con l'ex sindaco di Firenze? «Le condizioni non ci sono ancora state». L'appuntamento di oggi a Livorno si basa su una parola: "Possibilità". Ne spieghi il senso poltico. «Da anni mi ripetono che la sinistra non ci deve essere più, che bisogna governare con la destra, che non ci sono alternative. Penso ci siano sempre altre possibilità, soprattutto
quando la politica non offre le risposte che i cittadini si attendono». Rivendicare la "possibilità" significa che oggi lo spazio per l'agire collettivo si stia riducendo. Può indicarmi i maggiori fattori di rischio in questo senso? «Beh, mi pare che siano vent' anni che la politica e la sua capacità di rappresentare e orga-
nizzarsi siano in crisi». È opinione diffusa che stia organizzando un correntone in vista dell'uscita dal Pd. È vero? Crede che dentro il partito di Renzi ci sia spazio per il dissenso? «No, non sto organizzando nessun correntone. Nel Pd di Renzi però il dissenso, anche minimo, anche parziale, anche puntuale è vissuto con fastidio. I toni sono sprezzanti nei confronti di chi la pensa diversamente. E questo è un vero peccato, perché penso che la politica nuova debba essere fatta in modo diverso». Nel Pd sembrava ormai pacifico che le candidature venissero selezionate con le primarie. Invece la discussione si è riaccesa in vista delle regionali del prossimo anno e sul nome del presidente uscente Rossi. «Renzi è diventato segretario e premier grazie alle primarie quelle vinte ma anche quelle perse l'anno prima. Spero che questo sia il metodo anche per scegliere il candidato delle prossime regionali in tutta Italia. Certo se Renzi sostenesse la ricandidatura di Rossi sarebbe un fatto politico di cui tutti dovrebbero tenere conto, ma non mi pare le cose stiano così».
IL RETROSCENA
Per Rossi corsa a ostacoli la candidatura in Regione di Mario Lancisi ◗ FIRENZE.
Rossi sì o no? E' partita la corsa alle elezioni regionali, marzo del 2015, e si infittiscono tensioni, polemiche e rassicurazioni sulla riconferma del Governatore o, in caso contrario, sulle primarie. Clima da segnali di fumo, da surplace, ma anche da resa di conti al vetriolo. Anche se l'impressione, avvalorata da fonti autorevoli, è che il destino di Rossi sia nelle mani del premier Matteo Renzi. Sarà lui a decidere, in base ai sondaggi e alle convenienze politiche, e chiamerà il Governatore: "Enrico prosegui". Oppure: "Enrico, la tua corsa è finita: fatti da parte". A questo punto sarà Rossi a decidere se dare battaglia o no, e molto dipenderà dal cavallo che sceglierà Renzi. «Per capirci, se Matteo dovesse schierare Maria Elena Boschi per Enrico non ci sarebbe storia. Finirebbe come Brasile-Germania. Contro altri candidati la sfida invece è possibile perché Enrico è popolare, i sondaggi finora gli sono stati favorevoli. E come si sa Renzi ai
sondaggi ci guarda molto. Così come alle scelte che hanno una capacità evocativa. Scelte simboliche. Potrebbe ad esempio decidere di far avanzare nelle regioni una nuova classe dirigente di governatori. E allora in Toscana, se la Boschi rimarrà al governo, toccherebbe al segretario regionale del Pd Dario Parrini. Come forse in Emilia Romagna a Matteo Richetti. Dunque, il destino di Rossi e la scelta del candidato alla presidenza della Regione dipenderà molto dalle decisioni di Renzi e dal messaggio politico che vorrà mandare al Paese. Si voterà per la Toscana, ma con un'impostazione nazionale, come è nello stile di Renzi, per il quale conta l'immagine del "brand" Pd nazionale più che le diverse storie regionali. Per cui i contenuti, i programmi, le alleanze locali contano, sono una condizione necessaria, ma non sufficiente. Parrini non fa che ripetere: «Decideremo a ottobre in base a come Rossi chiuderà alcune partite aperte». Le quali si chiamano legge elettorale, piano paesaggistico, pia-
Becattini diventa deputato al posto di Matteo Biffoni Lorenzo Becattini, presidente di Toscana Energia, è diventato deputato del partito democratico: l'insediamento come primo dei non eletti in Toscana è avvenuto a seguito delle dimissioni del neosindaco di Prato Matteo Biffoni. Becattini, già segretario metropolitano dei Ds a Firenze, è stato sindaco di Reggello e assessore allo sviluppo economico del Comune di Firenze.
no dei rifiuti, Pit della Piana fiorentina, la nuova pista di Firenze, la Tirrenica. E poi c'è la Toscana della costa. Critica con alcune scelte della Regione. Dopo i pisani Marco Filippeschi e Paolo Fontanelli, infuriati con Rossi per le sue po-
Maria Elena Boschi
Enrico Rossi (FOTO FABIO MUZZI)
Freddezzaversoilgovernatore uscente daparte dellefederazioni dellacosta sizioni sugli aeroporti, ritenute penalizzanti per lo scalo Galilei di Pisa, anche Marco Ruggeri, sconfitto nelle elezioni labroniche, ha lanciato un messaggio al Governatore: «Guarda che la tua riconferma non è sicura». E ieri glielo ha ripetuto in un incontro
in Regione. A Livorno il Pd ritiene infatti di aver perduto anche per la scelta regionale di un nuovo ospedale. In molti dai consiglieri regionali Gianfranco Venturi e Ardelio Pellegrinotti si dichiarano favorevoli alla riconferma di Ros-
si. Anche il renziano Antonio Mazzeo, responsabile regionale dell'organizzazione del Pd, sostiene "che le percentuali di una riconferma di Rossi sono alte". Lo stesso sindaco di Prato Matteo Biffoni dichiara che «al momento ritengo che Rossi sia il candidato naturale», ma aggiunge che «se serviranno le primarie si fanno».Primarie invocate dal civatiano Samuele Agostini. Che aggiunge: «Crediamo di non essere solo noi ad esprimere dubbi sulla riconferma di Rossi». Per il Governatore è tempo di esami. Poi la parola passerà a Renzi. Al quale è piaciuta la posizione di Rossi sugli aeroporti ma non il giudizio velenoso contro il governo sulla Concordia. Così come ai renziani non piacciono molte posizioni della Marson. Rossi è come rimandato a settembre. Il mese del sì o del no. ©RIPRODUZIONE RISERVATA