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| IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 5 Ottobre 2016
LA CAMPAGNA
Il tour all’estero fa scalo in Canada (con l’ambasciatore)
SECONDA TAPPA del tour all’estero per propagandare la riforma. Lunedì sera, il senatore Pd Roberto Cociancich è stato ospite a Toronto del convegno organizzato al Columbus Centre. Un’altra occasione - questa volta sotto le bandiere del Pd - per convincere gli italiani emigrati della bontà della riforma Boschi. Sul palco, oltre alla deputata eletta all’estero Francesca La Marca c’era anche l’ambasciatore italiano in Canada Gian Lorenzo
Cornado, a dimostrazione dell’impegno dei nostri diplomatici nella campagna referendaria (l’ambasciatrice in Argentina, per dire, la settimana scorsa ha organizzato l’incontro della ministra Maria Elena Boschi al Teatro Coliseo di Buenos Aires). Gli elettori italiani residenti in Canada sono 120 mila. All’ultimo referendum, quello sulle trivelle di aprile, votarono in poco più di 20 mila, mentre alle ultime Politiche si recarono ai seggi quasi in 40 mila.
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REFERENDUM Strategie Prima l’incontro tra il premier e “Fidel”, poi gli inviti del braccio destro di B. a un nuovo Patto del Nazareno: intanto le tv sostengono la legge Boschi » CARLO TECCE
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ome vanno d’amore e d’accordo Mediaset e Matteo Renzi. Più che un nostalgico del patto che fu siglato al Nazareno, il presidente Fedele Confalonieri è un dirigente pragmatico che s’adopera per tutelare gli affari. Nient’altro. “Mediaset è un’azienda di governo e con un governo renziano, solido e amico, non può temere agguati politici”, affermano a Cologno Monzese. Impresso nei pensieri dei dirigenti che non rifiutano il dialogo con l’esterno, il postulato è valido anche per il referendum.
I contraenti Silvio Berlusconi, Fedele Confalonieri e, in basso, Matteo Renzi ospite di Rete4 Ansa/LaPresse
L’asse Confalonieri-Renzi Mediaset tifa per le riforme
A MEDIASET augurano lun-
ga vita all’esecutivo di Renzi, non sfoderano “sp eci al i” contro la riforma costituzionale intestata a Maria Elena Boschi, non sbraitano accanto ai parlamentari di Forza Italia per il No. Perché considerano un pericolo l’eventuale capitombolo renziano al referendum e, soprattutto, la prospettiva di un governo ostile: con apprensione, rammentano al Biscione, l’azienda ha superato le stagioni di Romano Prodi e di Mario Monti, quest ’ultimo con il ministro Corrado Passera ha abolito l’assegnazione gratuita delle frequenze televisive. Uno spiacevole ricordo. Al fiorentino interessa il pubblico
INFORMAZIONE
di Mediaset e l’azienda l’ha sempre ospitato con piacere: incursioni sul calcio a Tiki Taka, lezioni di economia con la lavagna a Rete4, salottino domenicale da Barbara D’Urso. Un trattamento mai riservato a Prodi, Monti e Letta. Quando l’agenda è benevola, Confalonieri accoglie il fiorentino nei camerini. Il rapporto è frequente e proficuo. Un paio di mesi fa, con molta discrezione, Matteo ha incontrato “Fidel” per una lunga discussione sui temi di attualità, una chiacchierata non scevra di riferimenti all’ordalia referendaria. Palazzo Chigi e Con-
Viva il governo amico A Cologno ricordano con amarezza Prodi e Monti e non vogliono ripetere l’esperienza falonieri, contattati, non aggiungono commenti all’episodio che testimonia la sintonia fra il capo del governo e il capo del Biscione. IL VOTO è segreto, appare
scontato, ma Cologno Monzese ha già barrato lo spazio del Sì. È accaduto lo scorso giugno. Quando il consiglio
In Confindustria I delegati del Biscione furono tra i più accesi sostenitori del report terroristico anti-No generale di Confindustria ha approvato all’unanimità un documento saturo di encomi all’esecutivo per sostenere la riforma: “La nostra è una scelta a favore della governabilità, della competitività e del valore della responsabilità”. I rappresentanti di Mediaset in Confindustria hanno aderito all’i-
niziativa senza dubbi e reputano quel documento essenziale per decifrare la posizione dell’azienda sul referendum. AL BISCIONE fatturano gli in-
troiti pubblicitari, presidiano le porzioni di mercato (e quant’è gradevole la Rai, un servizio pubblico debole),
non discettano di bicameralismo paritario. Il referendum è una questione di opportunità. Renzi è un interlocutore affidabile per Confalonieri: anche di recente – come dimostrano le numerose dichiarazioni pubbliche – ha suggerito al Cavaliere di riannodare il legame con il governo. Per competizioni interne al convulso settore di centrodestra, Berlusconi non può assistere il fiorentino durante la propaganda del referendum, ma farà una leggera (simbolica?) campagna per assecondare Renato Brunetta e Maurizio Gasparri, agguerriti oppo-
Par condicio Rimandata al 19 ottobre la diffusione dei tempi dedicati al Sì e al No
Agcom, il mistero dei dati e il nuovo rinvio ra al centro del dibattito politico. In quei dati, comunque, tranne rare eccezioni come Tg2 e Tg3, era netta la predominanza di chi sosteneva le ragioni del Sì.
» GIANLUCA ROSELLI
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ncora niente dati dall’Agcom (l’Autorità garante per le comunicazioni) sul tempo televisivo occupato dal referendum costituzionale. Nonostante le richieste del presidente della commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico (M5s), e di altri esponenti come Nicola Fratoianni (Sel) e Renato Brunetta (FI), l’Agcom ha deciso di tenerli ancora chiusi nel cassetto: li pubblicherà solo il 19 ottobre. Vale a dire il giorno prima dell’entrata in vigore della seconda parte della par condicio, quella più stringente, che inizia a 45 giorni dal voto (fissato il 4 dicembre). Ma perché, nonostante le richieste
IN QUESTI GIORNI si attende-
Cardani, presidente Agcom Ansa
della Vigilanza, questo silenzio di altre due settimane? Gli ultimi dati resi noti dall’Autorità risalgono all’inizio di agosto e si riferiscono al periodo tra il 15 aprile e il 15 luglio, quando il referendum costituzionale non era anco-
vano i numeri relativi al quadrimestre successivo, dal 15 luglio al 15 ottobre. Ma d a ll ’Agcom non è arrivato nulla. Nonostante, appunto, le sollecitazioni del presidente della Vigilanza. Ieri il tema è stato affrontato in una lunga riunione in cui il presidente Angelo Cardani e gli altri quattro consiglieri dell’Autorità hanno deciso di divulgare i dati il 19 ottobre, mentre le successive rilevazioni saranno poi diffuse a cadenza biset-
timanale. La decisione, però, sua sponte, a cadenza temporiguarda solo i dati dal 28 set- rale fissa, senza che nessuno tembre al 15 ottobre. Mentre glieli chieda. Anche solo il fatsu quelli che vanno da metà to che alcuni esponenti della luglio alla fine di settembre Vigilanza abbiano dovuto resta il mistero: potrebbero sollecitarla è assai anomalo. anche non essere mai diffusi. Insomma, il rapporto doIl sospetto, legittimo, è che vi vrebbe essere più fluido…”, osserva Nicola sia una predominanza schiacFratoianni. Inveciante del Sì: un ce pare ci siano motivo in più per degli intoppi. renderli noti, vi- Numeri segreti “L’Agcom nesto che il compi- Le ultime notizie gli ultimi tempi è to dell’Autorità è un problema: io proprio quello di sono di luglio. Le faccio richieste segnalare gli a- prossime saranno ed esposti e loro busi. neanche mi ri“La questione di ottobre: quel s po n d on o ”, afè strana, perché che c’è in mezzo ferma il dem Mil’Agcom dovrebchele Anzaldi. be pubblicare i potrebbe “sparire” La riunione di rilevamenti di ieri comunque a
qualcosa è servita: è stato varato il regolamento della par condicio per il referendum. Si è deciso che, oltre ai comitati del Sì e del No, saranno conteggiati anche gli esponenti politici dei diversi partiti ma solo quando parlano di referendum. Per esempio, se Maria Elena Boschi viene intervistata per mezz’ora ma parla di referendum solo per cinque minuti, ai fini della par condicio varranno solo questi ultimi minuti. Ma su questo i sostenitori del No sono pronti a dare battaglia. Perché se “Renzi sta sempre in tv anche a parlare d’altro, la sua presenza comunque in qualche modo fa pubblicità al Sì”, è la tesi del comitato per il No. © RIPRODUZIONE RISERVATA