Germania a luci rosse

Page 1

12 » ESTERI

| IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 31 Ottobre 2016

Industria del sesso

L

» MATTIA ECCHELI

Città open

Il quotidiano Die Welt ha pubblicato pochi mesi fa un servizio intitolato “Mezza Berlino è un bordello”. O almeno i luoghi della prostituzione sono sdoganati con offerte sempre più orientate al marketing: tipo quella con consumazione a tariffa fissa come al bar. Si è passati dai 49 euro di qualche anno fa ai 100. Poi c’è l’happy hour del sesso a 89 euro dalle 11 alle 15. Ma per ragioni di mercato, chi si prostituisce segue grandi eventi, come le fiere. Il risultato è di 1,2 milioni di prestazioni al giorno

a Germania a luci rosse ha un giro d’affari stimato in 14,5 miliardi di euro l’anno, un paio dei quali vengono incassati dal fisco. L’industria del sesso beneficia della norma varata nel 2002 dal governo “progressista ”: il cancelliere era il socialdemocratico Gerhard Schröder e l’alleato di governo il partito dei Grüne, i verdi. La prostituzione era tollerata anche prima, anche se forse in modo meno ipocrita rispetto all’Italia, dove in realtà sono vietati “solo” lo sfruttamento e l’induzione. Le cifre sono inevitabilmente un’area grigia. Il numero delle ragazze coinvolte (fino a qualche anno fa il 90 per cento dell’offerta di sesso a pagamento) oscilla tra 200.000 e 700.000, anche se il dato più diffuso è quello di 400.000, cioè la stima dell’ufficio federale di statistica. Tra bordelli e club, si contano ben oltre i 3.000 esercizi “commerciali”. La legge che disciplina il settore aveva come obiettivo anche quello di tutelare le donne, ma nel 2013 le prostitute regolarmente iscritte alla previdenza erano 44. La nuova Europa ha modificato in modo sostanziale la proposta. Valutazioni di diverse organizzazioni dicono che tra la metà e il 70 per cento delle ragazze è di origine straniera e arriva per lo più dai paesi dell’est, con percentuali importanti da Bulgaria e Romania.

Giovani e meno giovani arrotondano La prostituzione maschile sarebbe il 7 per cento del totale, mentre quella transessuale del 3, ma si tratta di numeri probabilmente superati. Per diverse donne, quella legata al sesso è un’entrata collaterale. Giovani e meno giovani arrotondano, magari accettando saltuariamente appuntamenti in qualità di escort in rete o tramite agenzie specializzate e naturalmente in città diverse da quelle di residenza. La Germania a luci rosse è anche una calamita turistica. Sicuramente non è quella che sta facendo lievitare arrivi e presenze, ma le cronache riferiscono di pacchetti appositamente studiati per clienti americani e asiatici. A Saarbrücken è stato aperto due anni fa un locale che, anche per la sua collocazione geografica, corteggia inequivocabilmente i clienti della vicina e più “ottusa” Francia. I bordelli si sono “sdoganati” con offerte sempre più orientate al marketing. L’offerta “flatrate” – consumazioni a tariffa fissa: a let-

Le luci rosse illuminano l’economia tedesca Berlino e dintorni Un giro d’affari stimato in 14,5 miliardi di euro l’anno; circa 400.000 le ragazze coinvolte, e un turismo dedicato sempre in crescita to e al bar – è ormai un classico anche se dai 49 euro di qualche anno fa si è passati a cifre più alte, ma già attorno ai 100 euro è possibile concedersi qualche... svago. E poi ci sono gli happy hour del sesso, tipo tra le 11 e le 15, che il famoso e “sbarrierato” Caligula di Berlino (assieme al King George uno dei primi a sperimentare

Bavaresi Norimberga, Augusta e Treviri: città a più alto tasso di sesso a pagamento

nuove strategie per accalappiare clienti) offre a 89 euro. La capitale sembra essere diventata una colossale casa (e strada) di appuntamenti, anche se i numeri sembrano a fare i pugni con le statistiche: “appena” 2.000 ragazze al lavoro (0,00,5%) su 3,2 milioni di abitanti cioè quasi il 4 per cento della popo-

lazione (turisti esclusi). Soprattutto chi abita dalle parti della non proprio periferica Kurfürstenstraße – a tre chilometri dalla sede del Bundestag e della porta di Brandeburgo – deve fare i conti con transazioni all’ordine del giorno. Il quotidiano Die Welt ha pubblicato pochi mesi fa un servizio intitolato “Halb Berlin ist ein

Bordell” (mezza Berlino è un bordello). In una delle classifiche sulla top 10 delle case chiuse mondiali, la Germania compare due volte, con il FKK World e con la FKK Oase, due centri “benessere” poco lontani dalla capitale economica e finanziaria del paese, Francoforte sul Meno. Per ragioni di mercato, l’offerta è mobile e chi si prostituisce segue grandi eventi come le fiere. Secondo un’inchiesta dell’edizione domenicale dello stesso giornale pubblicata qualche anno fa, le bavaresi Norimberga (quasi mezzo milione


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.