POLITICA
Giovedì 8 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO |
IL “FOGLIO” CONTESO
Cessione rimandata per i guai giudiziari del capo di Ala
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ostiene Luciano Canfora: “Il Pd è da tempo un partito di centro e il centro da sempre ha una vocazione trasformista, quello che sta accadendo non mi stupisce”. Filologo classico, storico, saggista nonché marxista, Canfora ha un disincanto lucidissimo, se non crudele, rispetto alla cosiddetta mutazione genetica del Pd renziano.
legali dell’attuale azionista Denis Verdini che detiene il 21%. Proprio le azioni in possesso dell’alleato del premier Renzi, sarebbero uno dei nodi ancora da sciogliere, visto che le quote del Foglio detenute da Verdini sarebbero ancora sotto sequestro, dopo il provvedimento dei magistrati per una vicenda anche penale che riguarda il parlamentare. Per questo l’atto del notaio non si può fare. “A uscire dall’azionaria-
“Il Pd è naturalmente di destra E l’informazione fa la schiava” La riforma è un aborto, sia chiaro ma già ai tempi della Costituente, Togliatti riteneva il Senato un ingombro. La tradizione giacobina è basata su una sola Camera a suffragio universale e con il sistema proporzionale. Il problema è che questo è un compromesso al ribasso in cui cento notabili di paese andranno lì, al Senato, a spese dei contribuenti.
Professore, però lo sdoganamento di Verdini è troppo anche per chi è cinicamente realista.
Verdini è una persona che dà fastidio anche avere accanto, detto questo, prenda Hollande e Valls in Francia che fanno le stesse cose della Le Pen o di Salvini contro i migranti, fenomeno epocale.
Sistema elettorale “Serve il proporzionale, altrimenti avremo solo governi della minoranza votante”
Che c’entra questo?
La crisi del socialismo reale nel 1989-1991 fa entrare in crisi anche le socialdemocrazie europee. È un paradosso ma è così. Da quel momento lo Stato sociale, che è stato lo strumento fondamentale dei socialdemocratici per contrastare l’alternativa bolscevica, è stato difeso sempre meno efficacemente dall’attacco delle destre. Allo stesso tempo è arrivata la crisi economica, che durerà ancora.
Indignato Luciano Canfora, storico del mondo antico e filologo, profondo conoscitore della cultura classica
Risultato?
Negli Stati cosiddetti ricchi, le socialdemocrazie si sono snaturate tutte e Renzi fa le stesse cose degli altri, magari con maggior disinvoltura gattopardesca e trasformistica. Se il Pd è di centro, allora non è di sinistra.
A dir il vero, la esse di sinistra, il Pd l’ha persa già quando è nato con Veltroni. Prima era Pds e poi Ds. Il Pd è una formazione centrista per la gestione dell’esistente. Quindi ben vengano Verdini e anche Alfano.
Quello che conta è far vincere i ricatti di Confindustria e non intaccare il profitto. Per quanto riguarda Verdini, ricordo che fu Vespasiano a dire che il denaro non puzza, non olet, quando mise la tassa sui gabinetti pubblici. Lo so, è una risposta cinica ma è così. Ma non tutto si può risolvere con il realismo. Ci sarà un’alternativa.
Lo spero ma non è facile. Ci vorrebbe una grande campagna culturale profonda. La critica ci può salvare ma ci sono le nebbie del sistema informativo. C’è una disinformazione di massa. Come ai tempi di Berlusconi premier.
Peggio. Nemmeno Berlusconi era riuscito a ottenere l’asservimento dell’int era
to della Foglio Edizioni srl, società a cui fa capo la titolarità del dominio ilfoglio.it e del giornale – ha scritto lo scorso 30 maggio il Fatto –dovrebbero essere quasi sicuramente Paolo Berlusconi (oggi al 48%) e Denis Verdini”. Adesso secondo la ricostruzione di Formiche.net, una fonte al corrente del dossier ha spiegato: “La questione si sta risolvendo, i legali stanno lavorando a una sorta di vendita differita”.
Luciano Canfora Il professore: “Non mi stupisce affatto il trasformismo dei democratici. Verdini? Il denaro non puzza”
L’INTERVISTA
» FABRIZIO D’ESPOSITO
ANCORA TURBOLENZE sul nuovo assetto azionario del Foglio diretto da Claudio Cerasa (in foto). L’operazione, che dopo il passaggio delle azioni e un’iniezione di 3 milioni per ripianare le perdite, vedrebbe Matteo Arpe con il 40%, Valter Mainetti con un altro 40% e una quota diluita per Giuliano Ferrara che ha finora circa il 15%, è stata rimandata per la seconda volta a causa dei problemi
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macchina informativa. I telegiornali non fanno altro che mandare in onda Renzi. Questa è la vera deriva. La disinformazione di massa.
C’è una schiavitù spontanea del sistema informativo. Un autoasservimento nei confronti di un gruppo dirigente che si ritiene vincitore. Tutti si sono gettati ai piedi di Renzi. Non era riuscito, ripeto, nemmeno a Berlusconi. C’è poi la deriva della riforma costituzionale.
LE NOTE
La minoranza del Pd si è consegnata mani e piedi a Renzi, dopo aver minacciato per mesi battaglia.
Ma quale battaglia, c’è stata solo una contrattazione all ’interno del partito per contare di più. Convenienze e tatticismi.
La vera questione però è un’altra. Tutto questo nasce dalla bubbola della governabilità attorno al principio maggioritario, introdotto dal referendum Segni. Vi è piaciuto il giocattolo? E a-
desso tenetevelo. Ecco se voi del Fatto volete fare una battaglia fondamentale dovete fare questa. Il ritorno al proporzionale?
Sì, perché con questo astensionismo avremo solo governi della minoranza votante. Il già citato Verdini se lo augura, ha detto in tv che non c’è nulla di male nell’astensionismo.
Lui non fa che ripetere con tracotanza ciò che i politologi sostengono. La sostanza è la stessa. Il Pd diventerà la nuova Dc sotto forma di Partito della Nazione.
Quando Alcide De Gasperi fece il partito democratico cristiano poteva contare almeno su un elemento eversivo in più. Cioè?
Il pensiero sociale della Chiesa che criticava i presupposti del capitalismo. Per Renzi invece c’è solo la gestione dell’esistente, anche grazie al trasformismo.
Renzi ha già lo schema con cui tentare di vincere le prossime elezioni politiche. Tagli alle tasse e un po’ di salari sociali.
Biografia
LUCIANO CANFORA Così l’Enciclopedia Treccani: “Storico del mondo antico e filologo italiano (nato a Bari, 1942). Docente di filologia latina e greca, profondo conoscitore della cultura classica, che studia con un approccio multidisciplinare, è autore anche di importanti studi sulla storia antica e contemporanea”
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Cantastorie Ecco i testi dei messaggi vocali gelosamente custoditi da Luca Lotti
La versione di Denis dei grandi classici L
uca Lotti li custodisce gelosamente e li condivide con pochi eletti: i messaggi vocali che Verdini invia al braccio destro (e sinistro) del premier sono una sorta di feticcio, la colonna sonora del PdR. Il “taxi del potere” si diverte come paroliere. E la performance canora accennata domenica a Maria Latella era appena un cenno del ben più ampio repertorio (di cui ha dato notizia ieri David Allegranti sul C o rr i er e F io r e nt i no ). Canzoni rivisitate con l’aiuto di un “s eg re to ” c o ll ab or atore. Ne riportiamo quattro. DAVIDE VECCHI
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LA LONTANANZA
La maggioranza sai è come il vento che rischia di finire in Migliavacca quando Gotor si sveglia e poi si incazza Il Senato elettivo non si può cambiar Renzi, Guerini, Lotti e Giacomelli la decisione spetta solo a quelli Cosa faranno i quattro ex compagnucci solo Verdini ormai li può salvar
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VENGO ANCH'IO
Si potrebbe andare tutti quanti al partito renziale Entro anch’io? No, tu no A vedere se ci stanno i compagni feroci
e gridare aiuto, aiuto è scappato D’Alema E vedere di nascosto l’effetto che fa C’è Bersani? No lui no C’è la Bindi? No lei no Migliavacca? Proprio no Ma perché? Perché no Si potrebbe andare tutti quanti al Senato elettivo Vengo anch’io no tu no Per vedere se poi Grasso fa lo scherzo da prete E si schiera con Gotor Calderoli e Fornaro per bloccare le riforme e poi si vedrà Che succede? Chi lo sa E Verdini? Che farà I suoi voti a chi darà? A Matteo? Perché no Si potrebbe poi sperare tutti in un Senato migliore Vengo anch’io no tu no Dove la maggioranza non rischia ogni volta la pelle
Un Senato che ci porta al 2018 E vedere alla sinistra l’effetto che fa Con Verdini si può far Senza l’Ala non si sa E Matteo chi sceglierà? Chi vivrà lo vedrà.
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CHE SARÀ
Matteo mio che stai a Palazzo Chigi Disteso come un giovane leone Bersani e la sinistra son la tua malattia Matteo mio van mandati via Che sarà che sarà che sarà Che sarà della riforma chi lo sa Può esser tutto o forse niente da domani si vedrà E sarà, sarà quel che sarà Verdini e i suoi non vogliono andar via Ma i pateracchi non gli vanno giù Bersani e i suoi
li voglion mandar via Ma è solo Renzi che deciderà Che sarà…
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IL CARROZZONE
Senza Verdini i suoi fanti e i suoi re, Ride Bersani per scaramanzia così l’intruso va via. Lotti, Guerini cantate che poi uno alla volta scendete anche voi. Perché al Senato Il vecchio Pci vi fa la festa e finisce così. Bello Verdini che se ne va, con Berlusconi, la Pascale e Brunetta. Tutti contenti, tutto il Pd Anche Romani, Toti e pure Bergamin. Bello Verdini, dicevi tu è un po’ mignotta e va con tutti sì però, però, però cosa succede se dice no...