17 aprile 1944 per non dimenticare

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17 Aprile 1944: PER NON DIMENTICARE Storia di una poesia dal titolo: 17 Aprile 1944 Unternehmen Walfisch – Operazione Balena (li mortacci loro) Racconta di un episodio poco conosciuto che si trova all’interno di un libro anch’esso poco conosciuto: “La Borgata Ribelle” di Walter De Cesaris. E’ stato il primo libro che ha riportato nel dettaglio e con moltissime testimonianze, la storia del rastrellamento del Quadraro (quartiere della periferia di Roma) che i nazifascisti, guidati dal comandante Kappler, fecero il 17 Aprile del 1944. Fu una tragedia enorme. Tutti gli uomini del Quadraro, dai 15 ai 60 anni vennero rastrellati all’alba di quel giorno e portati prima nel campo di concentramento di Fossoli e poi nelle fabbriche chimiche o minerarie o a scavare le trincee, trattati in condizioni disumane. La storia li ha chiamati gli “schiavi di Hitler”. Molti di loro non ritornarono. (Esiste l’elenco, redatto dal prete del quartiere, degli oltre 700 rastrellati suddivisi per cognome, nome e indirizzo).

Il Quadraro era un intero quartiere che si opponeva al nazifascismo, dal commerciante al parrocco, dall’artigiano al poliziotto. Non è un caso che il Quadraro venisse chiamato da Kappler, con disprezzo, “ Nido di vespe” perchè aveva sempre dato protezione ai partigiani che facevano attacchi ai camion dei nazifascisti, sulla via Tuscolana, lungo la Casilina e la Prenestina e poi scappavano trovando rifugio proprio al Quadraro. In seguito un vecchio comunista di nome Aldo Poeta compose una poesia pubblicata poi all’interno del libro “La Borgata Ribelle”, per non far dimenticare. Il tenore Francesco Giannelli ha musicato la poesia che è diventata parte del repertorio del coro del Quadraro ( Il Quadracoro) e che verrà riproposta il 17 Aprile 2018 presso l’Istituto Piaget di via Diana 35 alle ore 12,30. 17 APRILE 1944 Unternehmen Walfisch – Operazione Balena (li mortacci loro). Succede ch’uno pensa E poi a ripensa De scrive quarche cosa S’un fattaccio Spesso m’aripetevo ma come faccio Ma com’a riccontà sta deliquenza Dentro me ce rodevo E la pazienza ogni tanto me sartava ‘st’affaraccio me rintronava come’n campanaccio ‘st’affaraccio me rintronava con ggran prepotenza Presero tanta gente, proprio tanta Giovani anziani e li contorno appena Presero tanta gente, proprio tanta Furono più di settecencinquanta Alla fine ho deciso De provacce Pè ccarità non ccerto pe’ ffa’ storia Ma ppè aricondanna’ certe animacce Che ‘na mattina pè fasse la gloria Se scaricarono qui sopra er Quadraro


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