La Bibbia vista dal Museo (Dr.Jay Smith)

Studi apologetici

La Bibbia

nel British Museum e nella British Library

Dr. Jay Smith

Un tour della Bibbia tramite manufatti, documenti e manoscritti Come sostenere l’inerranza della Bibbia

LA BIBBIA NEL BRITISH MUSEUM E NELLA BRITISH LIBRARY Dr. Jay Smith Un tour della Bibbia tramite manufatti, documenti e manoscritti: come sostenere l’inerranza della Bibbia

INTRODUZIONE Benvenuti al tour della Bibbia nel British Museum e nella British Library, un viaggio che vuole presentare corroborazione extra-biblica per dettagli storici sia dell’Antico sia del Nuovo Testamento.1 Questo viaggio non cerca di dimostrare che la Bibbia è la Parola di Dio ma vuole, piuttosto, esaminare prove archeologiche, documenti e manoscritti, per sostenere la sua storicità. Noi vogliamo dimostrare che la Bibbia non è un libro di miti o leggende, come affermano molti studiosi, ma un libro che è storicamente credibile.

Alcune persone potrebbero mettere in dubbio l’importanza di questa indagine. Dopotutto, la Bibbia non ha mai preteso di essere un libro storico, eppure essa parla di storia. In particolare di: ß persone che si trovano nella storia; ß luoghi che esistono nella storia; ß eventi che accadono nella storia. È a questo livello che possiamo indagare, corroborando quelle aree della Bibbia che sono supportate da prove extra-bibliche.

Perché dovremmo usare la critica storica della Bibbia? La ricerca storica utilizza manufatti, documenti e manoscritti originali. Questi materiali sono accessibili a chiunque, per essere esaminati e per trarre conclusioni. Il nostro intento in questo tour è quello di mostrare che, quando si utilizzano questi materiali, la Bibbia descrive accuratamente la storia (popoli, luoghi ed eventi).

Una volta che la Bibbia riesce a superare questa prova storica e affermarsi come fonte credibile, allora potremo guardare ad altre affermazioni in essa contenute e avere maggiore fiducia in queste ultime.

Qualsiasi libro che afferma di essere da parte di Dio (per esempio il Libro di Mormon, la Bhagavad Gita, le Upanishad, i Veda, il Grant Sahib o il Corano) deve, prima di tutto, superare tale prova se si vuole che gli scettici si fidino di essi.

1 Parte del materiale di questo tour è tratto da un precedente studio di Dr. Masters, The Sword and Trowel (1996, n. 4; 1997, n. 1-2), ora aggiornato e rivisto dai membri del Ploughshares Centre nel mese di febbraio 2011.

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INDICE L’Impero neo-assiro: 934 - 608 a.C...............................................................6 L’Età patriarcale: 1900 - 1400 a.C...............................................................14 L’Impero babilonese: 615 - 539 a.C.............................................................22 L’Impero persiano: 550 - 330 a.C................................................................25 Il tardo Impero romano: IV secolo d.C.......................................................26 Le monete islamiche....................................................................................27 Commenti di alcuni archeologi sulla Bibbia................................................31 La British Library........................................................................................32 Lettura consigliata (in inglese).....................................................................45

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L’IMPERO NEO-ASSIRO: 934 - 608 a.C. 1. La Stele di Kurkh2 di Salmanassar III, 853 a.C. Cominciamo con Salmanassar III, re d’Assiria (859 - 824 a.C.). Per il periodo assiro ci concentreremo su quattro città principali: ß ß ß ß

Nimrud, costruita da Assurnasirpal II; Balawat, costruita da Salmanassar III; Khorsabad, costruita da Sargon II; Ninive, costruita da Sennacherib.

Salmanassar III attaccò la Fenicia (Palestina) durante il regno del re israelita Acab. Acab e Ben-Adad, re di Damasco, erano in guerra. All’improvviso, però, secondo s 1 Re 22:1, per t anni essi smisero di tre c combattere, ma non si spiega il motivo. Dobbiamo guardare alla stele s di d Salmanassar III per capire ciò che è successo.

Secondo la scrittura cuneiforme presente s sulla stele, nel 853 a.C., Salmanassar III andò i Fenicia e attaccò il grande re Irhuleni, re in potente di Hamath, che aveva urgentemente p bisogno di aiuto per difendersi dall’aggressione b assira.

Egli chiese aiuto agli altri undici re a d delle pianure, inclusi Acab e Ben-Adad, che s coalizzarono per respingere Salmanassar III. si Questo evento è la soluzione al mistero di 1 Re Q 22, 2 poiché fornisce una spiegazione per la pausa dei d tre anni e per la data di questo periodo (853 a a.C.).

2 British Museum no. 118884. Durante il tour annoterete i numeri delle fotografie dei manufatti, che sono i numeri di riferimento del museo. Se volete saperne di più, potete trovare sul sito web del British Museum il manufatto utilizzando questo numero.

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Bisogna tenere a mente che tutti questi grandi artefatti sono stati scritti dai re, che erano gli unici in grado di creare oggetti così preziosi.

Pertanto, poiché questo è l’unico documento che abbiamo, dobbiamo essere consapevoli della loro prospettiva. La storia è scritta dai vincitori. La Stele di Kurkh, ad esempio, racconta in dettaglio la battaglia di Qarqar, ipotizzando la vittoria degli Assiri e affermando che i fiumi fossero bloccati da cadaveri e che nelle valli scorresse il sangue. Eppure questo non può essere vero perché l’avanzata di Salmanassar III fu fermata ed egli non prese mai possesso del Paese. Ovviamente si tratta di un racconto esagerato, un lascito che abbellisce ciò che Salmanassar III ha realizzato. Abbiamo comunque bisogno della stele per corroborare il racconto biblico della cessazione delle ostilità tra Acab e Ben-Adad in 1 Re 22. Per una seconda conferma, andiamo all’Obelisco nero.

2. L’Obelisco nero3, 841 a.C. L L’Obelisco nero viene dall’epoca di Salmanasser III. Ma, prima di tutto, torniamo alla Bibbia. Da 1 Re M ssappiamo che Acab fu un re d’Israele malvagio.

Dopo la sua morte il profeta Eliseo andò da Ieu, un D ccapitano militare israelita, e gli disse di distruggere ttutta la famiglia di Acab e diventare quindi il seguì le istruzioni di Eliseo, liberando il rre. Ieu se dal culto di Baal. Egli regnò per Paese d’Israele P d’I 228 anni (fino all’anno 814 a.C.), ma provò a ccomprare la lealtà di Salmaneser III rendendogli omaggio. Questo fatto è rrappresentato sull’Obelisco nero. Secondo la scrittura n ccuneiforme presente su di eesso, l’uomo prostrato è IIeu. Si tratta della prima rraffigurazione di un re iisraelita, corrispondente aagli eventi che leggiamo iin 2 Re 9 e 10.

3 British Museum no. 118885

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3. I cancelli di Balawat, metà del IX secolo a.C. Come tutti i re della storia, Salmanassar III voleva lasciare un’eredità dopo la sua morte.

Si attribuisce a lui la costruzione della città di Balawat, al fine di farne una residenza estiva. Oggi è solo un rialzo nel deserto assiro. Rialzi come questi (chiamati tell) sono tipici del Medio Oriente e, quando gli archeologi ne trovano uno, essi sanno che sotto i suoi vari strati ci sono delle città antiche. Quando le città venivano distrutte, gli abitanti ricostruivano infatti sullo stesso sito e il risultato sono “strati di città”, uno sopra l’altro. Gli archeologi possono datare i tell scavando e analizzando le ceramiche trovate in ogni strato o i danni causati da incendi e inondazioni, ricreando così la sua storia.

Questa grande porta è la ricostruzione moderna dei cancelli di Balawat, fatta dal British Museum. I cardini dei cancelli originali sono di rame e sono stati trovati negli strati più bassi della città. Questi cardini sono importanti per noi perché, sulla seconda banda superiore, vediamo rappresentati uomini condotti con le mani legate dietro la schiena.4 Sono i prigionieri di Hamath o Siria, che vengono condotti al trono di Salmanassar III. La scrittura cuneiforme sui cardini nomina il re Irhuleni, affermando che non fu sconfitto, anche se molti dei suoi soldati furono catturati (la battaglia ha infatti avuto luogo).

I cancelli di Balawat forniscono dunque una terza prova degli eventi di 1 Re 22 e 2 Re 9 e 10.

4 British Museum numero: 124661

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4. Tiglatpileser III, 745 - 727 a.C. I cinque re d’Assiria successivi non sono importanti per il nostro tour, perché hanno avuto poco a che fare con gli Israeliti. A metà dell’VIII secolo, l’Assiria ha ripreso la sua espansione e re Tiglatpileser III attaccò Israele due volte. Una volta attaccata e conquistata Israele, scelse un re fantoccio, Menaem, che gli rese omaggio e non usurpò il suo potere.

Nella Bibbia viene citato nove volte come TiglatPileser e, curiosamente, anche come Pul (2 Re 15:19-20 e 1 C Cronache h 55:26).

6) Gli storici hanno però messo in dubbio il soprannome Pul perché Erodoto e Tucidide, grandi storici, non si sono mai riferiti a lui con questo nome. Da qui l’ipotesi che la Bibbia fosse in errore, finché non venne scoperto questo rilievo che si riferisce a Tiglatpileser III come Pul.5 Questo prova che lo scrittore biblico non era in errore. Conoscere il soprannome Pul suggerisce, inoltre, che l’autore di 2 Re e 1 Cronache ha vissuto in quell’epoca.6 Sono discrepanze percepite, come il soprannome Pul, a corroborare la Bibbia. Gli storici non possono ignorare il fatto che le proprie scoperte stanno dimostrando che la Bibbia è più accurata di quanto si pensasse.

5. Sargon II, 721 - 705 a.C. Due re dopo Tiglatpileser III c’è il grande re Sargon II, rappresentato a sinistra su questa stele.7 Si attribuisce a lui la costruzione della grande città di Khorsabad, e il suo nome è menzionato in Isaia 20:1. È lui che attaccò le dieci tribù israelite del nord, distruggendole, catturandole o sostituendole con il suo popolo (2 Re 17:6, 24). Non sconfisse però la tribù meridionale di Giuda, l’unica che rimase fedele al suo Dio. Anche se la Bibbia parla di Sargon II in 5 British Museum no. 118900 6 Pul ha esteso il Regno assiro a nord e a sud fino a Babilonia, invasa nel 729 a.C. con il pretesto di mantenere la pace nella regione. Tiglatpileser morì nel 727 a.C. e gli successe il figlio Salmanassar V. 7 British Museum no. 118822

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2 Re e in Isaia, questo re non fu scoperto, almeno storicamente, fino al 1843 d.C., quando furono scoperti la città di Khorsabad e il Prisma di Nimrud.

Il Prisma di Nimrud riporta le parole di Sargon II: “...ripopolando Samaria più di prima. Vi ho portato persone provenienti da Paesi che avevo conquistato con le mie mani. Ho nominato il mio eunuco governatore su di loro. Li ho contati come assiri”.8

6. Sennacherib, 704 - 681 a.C. L’uomo rappresentato sul lato destro della stele precedente è molto probabilmente Sennacherib, figlio di Sargon II. Lui fece quello che suo padre non riuscì a fare, attaccando e sconfiggendo il regno meridionale di Giuda.

Questo re è importante per il nostro tour perché se ne parla molto nella Bibbia, soprattutto per quanto riguarda i suoi rapporti con il giusto re di Giuda, Ezechia. A Sennacherib è attribuita la costruzione della grande città di Ninive.

7. La battaglia di Lachis, 701 a.C. Nel 701 a.C. Sennacherib venne dall’Assiria attraversando la Fenicia, e attaccò tutte le città fortificate di Giuda.

Lachis, al sud-ovest di Gerusalemme, fu la penultima delle città fortificate ad essere attaccata e distrutta (2 Re 18:1315).

Quando gli archeologi scavarono tra i vari strati di Tel Lachish, trovarono manufatti della battaglia (per esempio palle, fionde, punte di freccia, ossa e metallo).9 Trovarono anche il Prisma di Taylor, il racconto di tutte le battaglie di Sennacherib, incluse quelle di Lachis e Gerusalemme.

Il Prisma di Taylor, un cilindro di argilla esagonale con scrittura cuneiforme, corrisponde al racconto biblico di 2 Re 18 e 19 in sette punti: 8 Israelites in Exile, K. Lawson Younger, Jr. Biblical Archaeological Review 29:06, Nov/Dec 2003.

9 British Museum no. 132140

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Ezechia si ribellò contro Sennacherib; le città fortificate di Giuda caddero; anche Lachis cadde; Ezechia fu chiuso nella città di Gerusalemme; pagò 30 talenti d’oro10 di tributo a Sennacherib per guadagnarsi la sua stima; 6. Gerusalemme non cadde; 7. l’esercito assiro partì senza lanciare nemmeno una freccia contro Gerusalemme.

Perché se ne andarono? Le prove storiche, incluso il Prisma di Taylor,11 non danno nessuna spiegazione. Dobbiamo leggere la Bibbia per trovare la risposta.

Secondo la Bibbia, Sennacherib non conquistò Gerusalemme. Quale fu il motivo della sua improvvisa partenza? Secondo 2 Re 19:9 e Isaia 37:9 egli dovette tornare perché i suoi confini meridionali furono attaccati dal re Tirhakah di Kush (in 2 Re 19:9 il nome è Tiraca, re d’Etiopia). Gli storici si sono interrogati a lungo su Tiraca, perché non c’era documentazione in merito se non i riferimenti biblici. Tuttavia, l’esistenza di Tiraca è stata storicamente autenticata: il British Museum ha infatti recentemente trovato prove su Tiraca, che esamineremo però più avanti. Per ora diremo con fiducia che la Bibbia spiega in modo unico il motivo per cui Sennacherib dovette tornare a difendere la sua città di Ninive.

8. Pannello murale di Ezechia, fine VIII secolo a.C. Il rilievo, in scrittura cuneiforme,12 fu trovato nel palazzo di Ninive e nomina Ezechia, attestando una seconda corroborazione del personaggio biblico.13 Secondo questo rilievo, Sennacherib tornò una seconda volta a Gerusalemme con duecentomila guerrieri per sconfiggere Ezechia e conquistare la 10 Circa una tonnellata 11 British Museum no. 91032 12 British Museum no. WA118815 13 Il rilievo è annerito dai danni causati da un incendio. Questo fatto è significativo, più tardi vedremo perché.

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città. Eppure tornò a casa all’improvviso, senza scagliare nemmeno una freccia. Non c’è alcun riferimento a un re sconfitto, a una città distrutta o a un bottino. Come spiegherebbe uno storico tutto ciò? Un gran re torna in Assiria a mani vuote. Secondo le Cronache babilonesi14, al suo ritorno, egli venne ucciso dai suoi due figli. Per quale motivo i figli avrebbero dovuto uccidere un re all’apice del suo potere, che aveva appena sconfitto il grande re kushita Tirhakah? Qualcosa di drastico doveva essere successo. Per scoprirlo consultiamo 2 Re 19:35-36: è nella Bibbia che troviamo i dettagli mancanti.

Secondo la Bibbia, nel pieno della notte, l’angelo del Signore scese e colpì 185.000 uomini dell’esercito di Sennacherib. È per questo motivo che dovette tornare in Assiria, imbarazzato e incapace di dare una spiegazione.

Questi eventi non sono rappresentati sul rilievo per un motivo molto valido: i rilievi murali (come abbiamo notato all’inizio della visita) sono soliti essere pieni di vanterie. I re non documentavano le loro sconfitte, quindi non ci aspetteremo di vedere raccontata una tale umiliazione sul rilievo. Gli storici si trovano di fronte a un dilemma: o credere al racconto biblico che fornisce i dettagli mancanti o accontentarsi di non dare spiegazioni sul ritorno di Sennacherib.15 Sia la Bibbia che i documenti storici ci informano che gli Assiri non sconfissero mai Gerusalemme e che Giuda non fu mai totalmente conquistata, ma solo la Bibbia ci spiega il perché.

9. Tirhakah (oppure Taharqa, Taharqo, Tiraca) Ora possiamo risolvere il mistero del re Tirhakah.

Ricorderete che durante il suo primo attacco a Gerusalemme Sennacherib dovette tornare a Ninive, perché un re, indicato nella Bibbia come Tiraca, stava attaccando la sua capitale Ninive (2 Re 19:9, Isaia 37:9). Eppure fino al ventesimo secolo non c’era nessun documento secolare che sostenesse l’esistenza di questo re; fu allora che l’iscrizione geroglifica su questa statua 14 Guarderemo le Cronache babilonesi più avanti.

15 Nota per il lettore: Questo evento sottolinea l’approccio diverso degli storici e degli studiosi biblici.

Gli storici faticano ad accettare che ci sia un Dio che interagisce con il tempo e lo spazio, mentre gli studiosi biblici possono farlo. Entrambi, il rilievo e la storia biblica, ci danno un quadro più ampio e completo di ciò che accade ed è accaduto.

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di Amon è stata decifrata, riferendosi infatti a Tirhakah.16 Quindi, questo re, presumibilmente mitologico, è veramente esistito! I riferimenti biblici riferiti a lui sono affidabili.

Ora sappiamo che Tirhakah è stato il re dei Kushiti, che abitarono nella zona che oggi include il Sudan, l’Egitto e l’Etiopia. Egli ebbe un gran potere, quindi l’attacco a Sennacherib, rappresentò una minaccia seria. Ecco perché Sennacherib dovette tornare per combatterlo.17 Poco dopo, il regno kushito decadde.

Nel museo archeologico di Southampton c’era una statua di un re che si usava per appoggiare le biciclette. Nel mese di gennaio 1999 un curatore del British Museum visitò il museo e, quando guardò la statua e i geroglifici, vide un riferimento a Tirhakah. Il museo di Southampton non aveva idea della sua importanza. Così come stiamo trovando prove per Tirhakah, possiamo trovare ulteriore prove per altri personaggi, luoghi o eventi biblici.

10. Pannelli murali di Ninive, 615 a.C. Il profeta Naum18 (Naum 1:10, 2:13, 3:13-15) profetizzò che Ninive sarebbe stata distrutta da acqua e fuoco a causa della sua apostasia. Questi pannelli murali della città di Ninive,19 incluso quello di Ezechia, sono stati danneggiati dal fuoco. Quando saliremo per vedere le Cronache h sostengono gli l eventi d babilonesi troveremo prove documentate che dell 6612 a.C.: i Babilonesi distrussero Ninive, prima dando fuoco al palazzo (danni da incendio) e poi allagandolo con l’apertura delle chiuse dei canali del fiume Khoser (prove documentali dalle Cronache babilonesi). In questo resoconto abbiamo prove sia archeologiche che documentali per sostenere l’adempimento della profezia di Naum.

16 Scavato dal prof. Francis Llewellyn Griffith nel 1930. BM no. 1779.

17 M.F. Laming Macadam, The temples of Kawa, Oxford, 1949 (vol I), 1955 (vol. II).

18 Naum profetizzò dopo la distruzione di Tebe nel 663 a.C., ma prima che Ninive fosse distrutta nel 612 a.C. 19 Pannelli murali multipli nella stanza 9.

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L’ETÀ PATRIARCALE: 1900 - 1400 A.C. 11. La controversia della Genesi L’accuratezza del racconto della creazione nella Genesi è da anni oggetto di dibattito tra gli storici. Poiché non disponiamo di documenti originali, molti storici ritengono che la Genesi sia stata scritta nel VI secolo a.C. e che sia stata retro-datata al tempo di Mosè. Il nostro compito è quello di determinare se la Bibbia descriva accuratamente gli eventi dell’età patriarcale e successivi (tra cui Abramo (1900 a.C.), Mosè (1400 a.C.) e Davide (1000 a.C.)). Gli scettici sostengono che molte città menzionate nella Genesi siano mitologiche. Per esempio, le città di Sodoma e Gomorra non furono mai menzionate in fonti extra-bibliche. Per Ur, città di origine di Abramo, c’è una documentazione molto scarsa. Gli Ittiti e gli Urriti (chiamati anche Hurri, Orrei o Corei) sono due civiltà senza prove storiche. Tutte queste città e culture sono state considerate leggendarie fino a poco tempo fa.

Le prove più convincenti di corroborazione extra-biblica dell’età patriarcale si trovano in quattro serie di tavolette che sono state e continuano ad essere tradotte, dimostrando che i racconti biblici sono storicamente affidabili: a. tavolette di Mari dell’Eufrate (2800-1760 a.C.); b. tavolette di Nuzi della Mesopotamia/Iraq (1450-1350 a.C.); c. tavolette di Ebla della Siria (2300 a.C.); d. lettere di Amarna dell’Egitto (1394 a.C.).

Queste tavolette cominciano a darci un’idea di cosa stava succedendo nel 1900 a.C. (al tempo di Abramo) e nel 1400 a.C. (al tempo di Mosè e di Giosuè).

Le tavolette sono ottime prove perché sono fatte d’argilla cotta, quindi non si sono disintegrate come il papiro o la pelle animale, ma sono rimaste intatte per secoli. Le tavolette in questione furono scritte in cuneiforme. a. Le tavolette di Mari furono scritte tra il 2800 ed il 1760 a.C. e furono trovate vicino a Kirkuk, nell’odierno Iraq settentrionale. Esse parlano del re Arriyuk o Arioc di Genesi 14 ed elencano le città di Naor (Genesi 24:10), di 14

Caran (Genesi 11:31) e anche i nomi di Beniamino e di un popolo conosciuto come Habiru (possibile connessione etimologica con il termine Ebrei). b. Le tavolette di Nuzi parlano di varie usanze degli Urriti (i Corei biblici), presenti anche nel Pentateuco: 1.

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la moglie sterile dà la sua serva a suo marito (Agar - Genesi 16:2); il padre sceglie la moglie per suo figlio (Rebecca - Genesi 24:3-4); la dote pagata al suocero (Giacobbe - Genesi 29:18); lavorare per pagare la dote (Giacobbe - Genesi 29:18); il testamento orale inalterabile di un padre (Isacco - Genesi 27:33-35); il padre dà una serva alla figlia (Lea, Rachele - Genesi 29:24, 29); pena di morte per il furto di un idolo (Giacobbe - Genesi 31:32); un uomo che chiama la moglie sua sorella (Abramo, Isacco - Genesi 12:12; 20:2; 26:7).

Sulle tavolette di Nuzi troviamo otto usanze che corrispondono esattamente al racconto di Abramo. Tutte queste usanze non sono più state praticate dopo il 1300 a.C. Quindi, come poteva qualcuno che scriveva nel VI secolo a.C. conoscere così accuratamente ciò che accadeva dal XIX al XIV secolo a.C.?

Questo suggerisce che l’autore (cioè Mosè) sia vissuto in questo periodo o in prossimità di esso per essere così preciso. c. Le tavolette di Ebla: molti storici dubitarono della storicità di Sodoma e Gomorra perché non vi erano documenti che comprovassero la loro esistenza. Il grande storico Erodoto del V secolo non li ha mai enunciati.

Poi, nel 1975, alcuni archeologi scavarono a Tell Mardikh (Ebla) e, arrivando al livello del 2300 a.C., trovarono 17.000 tavolette in un’unica stanza. Gli archeologi cominciarono a tradurrle, erano scritte in cuneiforme sumerico.

Queste tavolette sono importanti perché indicano che, nel Medio Oriente, migliaia di anni prima di Mosè, leggi, usanze ed eventi furono documentati e che i procedimenti legali e la giurisprudenza furono molto simili al codice legale presente in Deuteronomio (vedi Deuteronomio 22:22-30). La Bibbia rispecchia la cultura del suo tempo e ciò è un indice della sua accuratezza. È interessante notare che una delle tavolette, un documento commerciale, menziona le cinque città seguenti: Sodoma, Gomorra, Adma, Seboim e Soar.

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Quando leggiamo Genesi 14:8 troviamo le stesse città elencate nello stesso ordine. Sono le cinque città che Abramo andò a difendere nel 1900 a.C. e si trovano elencate nello stesso ordine sulla tavoletta di Ebla del 2300 a.C., dimostrando così che Sodoma e Gomorra sono esistite davvero. La sequenza utilizzata indica anche la loro posizione geografica in pianura e con ciò una rotta commerciale.20 Come poteva l’autore sapere dell’esistenza di queste cinque città se scriveva nel VI secolo a.C.? Ricorda, Sodoma e Gomorra furono distrutte al tempo di Abramo nel 1900 a.C. Anche Mosè non poteva essere un testimone oculare, perché scrisse la Genesi tra i quattro e i cinquecento anni dopo, intorno al 1400 a.C. Quindi, come è possibile che Mosè conoscesse così accuratamente queste cinque città?

Le tradizioni orali mostrano tipicamente segni di abbellimento. Città come Sodoma e Gomorra sarebbero state escluse perché gli scrittori si sarebbero resi conto di essere imprecisi. Gli storici non sanno come spiegarlo, ma la Bibbia sì. È anche accurata per i periodi di tempo in cui l’autore non era ancora nato. Ciò suggerisce che il libro della Genesi non può essere stato scritto nel VI secolo a.C., ma è più che probabile che sia stato scritto da Mosè, ispirato da Dio o da un testimone oculare. È questo tipo di accuratezza storica che ci dà fiducia nelle Scritture. d. Le lettere di Amarna: nel 1887 d.C. centinaia di lettere antiche furono scoperte a Tell Amarna, in Egitto. Queste lettere furono scritte su tavolette d’argilla, mandate dalla Palestina a due faraoni: Amenhotep III e IV (Akhenaton). Il governatore di Gerusalemme scrisse parecchie lettere per chiedere aiuto. Nello stesso periodo Giosuè e i figli d’Israele arrivarono in Palestina. Queste lettere, scritte in cuneiforme accadico, si riferiscono alle ostilità di un popolo chiamato Habiru. Molti studiosi biblici credono che gli Habiru siano gli Ebrei.21 Giosuè 12:9-24 si riferisce alla distruzione di trentuno città-stato da parte degli Israeliti, determinando la loro fine e lasciando soltanto quattro città-stato autosufficienti con un proprio re nel sud di Canaan. Questo scenario conferma quello che troviamo nelle lettere di Amarna e anche il libro biblico di Giosuè.

20 Lo stesso vale per il Levante (Medio Oriente) riferendosi alle città di Bassora, Baghdad, Damasco, Gerusalemme e Il Cairo, in quest’ordine, termine usato dagli storici e dagli archeologi per indicare una rotta commerciale nel Levante.

21 Questo è lo stesso nome trovato sulle tavolette di Nuzi.

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12. Le lettere di Lachish Abbiamo già appreso della distruzione di Lachish da parte di Sennacherib nel VIII secolo a.C. Successivamente fu ricostruito e ripopolato dagli Israeliti, ma poi venne distrutto una seconda volta dal re Nabucodonosor di Babilonia nel 586 a.C. Queste lettere scoperte nella città di Lachish risalgono al VI secolo a.C. e furono scritte per chiedere aiuto da Gerusalemme per respingere i l’l’esercito it di Nabucodonosor.

Uno di questi frammenti22 menziona il nome proprio del Dio della Bibbia, YHWH in ebraico, con una rappresentazione di quattro lettere nota come tetragramma. Questo è il primo riferimento al nome di Jahweh che abbiamo nella letteratura, che dimostra come Jahweh fosse un nome conosciuto già nel VI secolo a.C., sebbene non avesse alcuna vocalizzazione. Yahweh fu il nome proprio dato da Dio a Mosè in Esodo 3:15, con il quale sarebbe dovuto essere ricordato di generazione in generazione.23

13. La tomba di Sebna, 701 a.C. Su questa tomba rimane solo un frammento del nome, tuttavia si pensa che questa lapide24 potrebbe appartenere a Sebna, cortigiano e prefetto del re Ezechia. Dopo aver assediato Lachish, Sennacherib inviò delle delegazioni al re Ezechia, chiedendo di negoziare la resa totale (2 Re 18:17-25; Isaia 36:210). Ezechia era rappresentato da tre uomini: Eliachim, figlio di Chilchiah, Sebna, il segretario e Ioa, figlio di Asaf, l’archivista (2 Re 18:18; Isaia 36:3).

Sebna favorì un’alleanza con Sennacherib, ma il profeta Isaia lo ammonì (Isaia 22:15-19) di essersi costruito una tomba in un luogo riservato solo ai reali: 22 British Museum no. 125702 23 T.C. Mitchell, The Bible in the British Museum (London, The British Museum Press, 1988).

24 British Museum no. 125205

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un atto di arroganza e superbia. L’iscrizione in ebraico recita: Questo è... [la tomba di Sebna] ...ia, il maggiordomo reale. Qui non c’è né argento né oro, solo... [le sue ossa]... e le ossa della sua serva con lui. Sia maledetto l’uomo che apre ciò.

14. I regni dell’Età del ferro: Israele e Giuda Durante questo tour abbiamo cercato l’autenticazione storica degli eventi della Bibbia. Man mano che siamo passati da un’esposizione all’altra, è diventato evidente che la Bibbia sia storicamente credibile. Questo sembra essere diventato evidente anche per coloro che lavorano al British Museum, una nota istituzione laica. Per esempio, si consideri la targa che descrive in dettaglio i regni dell’Età del ferro di Israele e di Giuda: è una parafrasi della loro storia biblica. È interessante notare come il British Museum, la più scettica delle istituzioni, sia abbastanza a suo agio con la nostra storia, tanto da l per ritrarre ciòò che h crede d sia prendere in prestito parte del racconto biblico accaduto in Israele. Questa targa è stata affissa solo nel 2009.

Sembra che il British Museum si sia reso conto che “più si cerca, più si trova; e più si trova, più NOI brilliamo; e più noi brilliamo, più loro si lamentano...

O quanto sublime”25.

La credibilità storica della Bibbia è indicata dall’accuratezza che vediamo con Salmanassar III, Sennacherib, la statua di Tirhakah, le tavolette di Mari, Nuzi e Ebla e le lettere di Amarna e perfino con i nomi di Sodoma e Gomorra.

15. Lo stendardo di Ur, 2600 a.C. La città di Ur, in Mesopotamia, è un altro esempio di ciò che fu considerato un mito, ma per cui ora ci sono prove archeologiche. Gli oggetti che troviamo 25 Citazione di Dr. Jay Smith.

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in questa sala sono arpe, gingilli, tavolette e un’immagine di una ziggurat26 della città di Ur. Nella necropoli furono trovati molti manufatti, come il bellissimo stendardo di Ur27 e una gamba da tavolo28 di un’ariete, che mangia da un cespuglio di spine fatto di oro e di lapislazzuli. l il li 29 P Puòò darsi che sia la stessa città che Abramo lasciò nel 1900 a.C., quando per fede ubbidì all’ordine del Signore di lasciare il suo Paese e di andare dove il Signore l’avrebbe guidato (Genesi 12; Ebrei 11).

16. Le Cronache babilonesi30 P Prima abbiamo visto le mura di Ninive, annerite dal fuoco, un corroborante archeologico per d iil compimento della profezia di Naum. Le Cronache babilonesi ci informano che quando SSennacherib tornò da Gerusalemme, i suoi figli iinsorsero contro di lui e lo uccisero; ciò ci viene narrato in 2 Re 19:37. Le Cronache babilonesi n rraccontano anche la storia dei Babilonesi, non ssolo la distruzione con il fuoco della città di N Ninive, ma anche l’apertura delle chiuse dei ccanali del fiume Khoser e l’allagamento del palazzo, dimostrando e avvalorando gli eventi p predetti da Naum. p 26 Ri Ricordatevi d i questa ziggurat. i Ci torneremo più tardi.

27 British Museum no. 121201 28 British Museum no. 122200 29 Leonard Woolley, Ur: The First Phases, Penguin Books, London and New York, 1946.

30 British Museum no. 20901

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17. Le tavolette del diluvio e della creazione Le tavolette del diluvio31 e della creazione32 provengono dall’Epopea di Gilgamesh.33 Alcuni credono che queste tavolette siano state la fonte per la storia della creazione e del diluvio in Genesi. Il presupposto è che la Bibbia sia stata scritta dopo che queste tradizioni erano state rese note. Il racconto biblico non è una replica dell’Epopea di Gilgamesh, ma ci sono molte somiglianze.

Nella narrazione del diluvio dell’Epopea di Gilgamesh gli dei decidono di distruggere il mondo con un’inondazione. Come Noè nel racconto biblico, Utanapistim fu avvertito e costruì un’arca per salvare persone e animali. Dopo il diluvio, anche lui mandò gli uccelli a cercare la terraferma.

Un’altra storia simile è il Poema di Atrahasis,34 eeroe della storia del diluvio babilonese. Essa rracconta come gli dei, dopo diversi tentativi di distruggere l’umanità, mandarono un diluvio per d aannegare il mondo; il dio della saggezza, Enki, aavvertì furtivamente il suo devoto Atrahasis di cciò che sarebbe accaduto, permettendogli così di preparare una barca, in cui lui, la sua famiglia e i p ssuoi animali riuscirono a salvarsi.

Abbiamo più di 200 culture diverse cche parlano del diluvio, a volte descrivono un’inondazione locale, a volte un diluvio universale. Eppure c’è una differenza importante fra queste storie e il racconto della Genesi. Quando 31 British Museum no. K.3375 (11° tavoletta dell’Epopea di Gilgamesh: la storia del diluvio).

32 British Museum no. K.3473 (poema della creazione).

33 L’Epopea di Gilgamesh proviene dall’antica Sumeria ed è stata scritta intorno al 2000 a.C. su 12 tavolette di argilla in scrittura cuneiforme. Parla delle avventure dello storico re Uruk di Babilonia (datato tra il 2750 e il 2500 a.C.).

34 British Museum no. 78941

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si guarda il racconto della Genesi, in particolare la storia della creazione, troviamo una differenza qualitativa. Le tradizioni orali forniscono poco o nessun fondamento alle storie che raccontano. È quindi imperativo fare un confronto tra le tavolette e il racconto biblico. Il racconto della Genesi fornisce una comprensione significativa dell’esistenza dell’umanità, del problema tra l’umanità e Dio e della soluzione redentrice di Dio. È il fondamento dell’intera Bibbia.

La Genesi non è stata scritta per la narrazione o per l’intrattenimento, ma è stata scritta per dare un resoconto storico della creazione. Quando i profeti biblici parlano del peccato dell’uomo, essi si riferiscono alla caduta in Genesi 3. Il racconto della Genesi è impregnato di una teologia centrale per la fede cristiana. È interessante notare che, se confrontato con altri testi arcaici, il testo biblico include in modo unico anche elementi imbarazzanti per gli autori.

Per esempio, i peccati dei profeti sono stati lasciati nel racconto dell’Antico Testamento. La tradizione orale avrebbe invece eliminato questi peccati. Il fatto che essi rimangano, dimostra, secondo gli storici, la credibilità di questi racconti, superiore ad altre documentazioni arcaiche. Per verificare questa affermazione, diamo un’occhiata al libro di Daniele.

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L’IMPERO BABILONESE: 615 - 539 A.C. 18. Il cilindro di Nabonide (556 - 539 a.C.) Il libro di Daniele è messo in discussione dagli storici perché comprende delle profezie. Daniele profetizzò quattro regni, due dei quali esistettero durante la sua vita, Babilonia e Persia. Poi fece riferimento a due grandi regni futuri: quello dei Greci sotto Alessandro Magno e i suoi tre generali nel III secolo a.C. e quello dei Romani, che salirono al potere nel II secolo a.C. Come poteva Daniele sapere ciò che sarebbe successo trecento o quattrocento anni più tardi? Gli scettici hanno cercato di screditare il suo libro, pensando di esserci riusciti indicando la storia del re Baldassar.

Secondo la Bibbia, Daniele fu chiamato a interpretare la misteriosa scrittura sulla parete del palazzo reale alla festa di Baldassar. Baldassar si rivolse a Daniele e gli disse: “Se puoi leggere questo scritto e farmene conoscere l’interpretazione, tu sarai vestito di porpora, porterai al collo una collana d’oro e sarai il terzo nel governo del regno”.35 Perché Daniele fu nominato il terzo e non il secondo nel governo del regno, se Baldassar fu il primo re dei Babilonesi? Gli storici ritengono che questo errore dimostri che il libro di Daniele fu retro-datato al VI secolo a.C., piuttosto che da un individuo del VI secolo a.C. L’ultimo re babilonese fu Nabonide e tutti i manufatti esposti di questo periodo36 parlano di lui.

Lo storico Erodoto, scrivendo nel V secolo a.C., identifica Nabonide come ultimo re babilonese. Era al potere quando Dario il Medo, al comando di Ciro il Grande, distrusse Babilonia. L’autore di Daniele non poteva essere un contemporaneo, perché altrimenti avrebbe saputo ciò che sapeva Erodoto.

Seguendo questo ragionamento, gli storici datano il libro di Daniele nel II secolo a.C.: i Romani erano al potere e l’autore di Daniele avrebbe avuto la documentazione storica di tutti e quattro gli imperi. Sembra che gli storici ci avessero messi con le spalle al muro, ma poi fu scoperto un cilindro nella Ziggurat di Ur.37 35 Daniele 5:16 36 Stanza 55 37 British Museum no. 91128

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Questo cilindro contiene una preghiera scritta in cuneiforme da Nabonide per suo figlio Baldassar.38 Quindi Baldassar è esistito storicamente.

Tuttavia, questi manufatti si riferiscono al fatto che Nabonide fu l’ultimo re babilonese. Come possiamo allora collegare questo fatto all’affermazione biblica che Baldassar era re? La risposta si trova su un’altra tavoletta.

Questa tavoletta cuneiforme39 (parte d delle Cronache di Nabonide) ci informa che N Nabonide andò a Teima, in Arabia, e lasciò iil governo del suo regno al figlio per dieci aanni. La tavoletta non menziona il nome d del figlio ma lo troviamo sul cilindro di N Nabonide, lo stesso nome che troviamo nel llibro di Daniele. Dai manufatti possiamo ccapire che Nabonide e Baldassar erano ccoreggenti! Baldassar disse a Daniele ((Daniele 5:16): “...sarai il terzo nel governo del regno”, e ora sappiamo che Nabonide fu il primo nel regno e Baldassar fu il secondo. Pertanto, Daniele sarebbe stato il terzo! Come poteva qualcuno nel II secolo sapere che all’epoca Baldassar era in Babilonia, mentre Nabonide era in Arabia meridionale? Erodoto, scrivendo cento anni dopo gli eventi, non lo sapeva. I manufatti a cui Erodoto avrebbe avuto accesso, erano stati scritti da Nabonide in qualità di reggente anziano. Baldassar non riuscì a documentare le sue imprese prima che Dario distruggesse Babilonia (e con essa ogni traccia del suo nome). Queste dimostrazioni suggeriscono che chiunque abbia scritto il libro di Daniele deve essere stato un testimone oculare degli eventi.

In questo caso, la Bibbia è più accurata di Erodoto. Da questi due piccoli artefatti possiamo dimostrare che il libro di Daniele fu scritto nel VI e non nel II secolo a.C. e che è più accurato di altri scritti storici dell’epoca.

Che cosa significa ciò per il libro di Daniele? Se risale al VI secolo a.C., allora include autentiche profezie. Per il cristiano questo è emozionante, perché il libro di Daniele è pieno di riferimenti al Figlio dell’Uomo e al Messia, e lo delinea come un titolo divino. Daniele 7:13-14 riporta la visione di Daniele: 38 Paul-Alain Beaulieu, autore di The Reign of Nabonidus, King of Babylon (556-539 a.C.), ha tradotto il testo del cilindro.

39 Le Cronache di Nabonide, British Museum no. 35382

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Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d’uomo; egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui; gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto.

Quando gli Ebrei sentirono Gesù affermare che era il Figlio dell’Uomo, seppero esattamente cosa intendeva.40 Conoscevano il significato del titolo Figlio dell’Uomo. Solo Dio stesso poteva affermare di avere il dominio su ogni nazione, tribù, popolo e lingua. In conclusione, il cilindro e la tavoletta, confermano la datazione e il contenuto del libro di Daniele.

19. Gli Ittiti La Genesi fa riferimento a un gruppo di persone, noto con il nome Ittiti. Non è stata trovata alcuna documentazione in merito, il che porta dunque a interrogarsi sulla loro effettiva esistenza. Guardando in i manufatti41 questa stanza,42 possiamo vedere che appartengono alla civiltà neoittita. Gli archeologi riconoscono oggi che gli Ittiti esistettero per oltre mille anni in quella che oggi è la parte meridionale della Turchia, l’Anatolia.

40 Matteo 26 e Marco 14 41 Divinità ittita sul dorso di un toro, probabilmente il dio della tempesta (British Museum no.

140867) e divinità ittita (British Museum no. 134926).

42 Stanza 53

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L’IMPERO PERSIANO: 550 - 330 A.C. 20. Il Cilindro di Ciro (539 - 530 a.C.) Dario il Medo distrusse Babilonia nel 539 a.C. al comando di Ciro il Grande di Persia. Secondo i libri di Esdra e Neemia, Ciro concesse agli Israeliti di ricostruire Gerusalemme e il tempio dopo la conquista di Babilonia. Perché un vincitore dovrebbe distruggere un nemico e permettergli di ricostruire il suo tempio e la sua città, creando così una base di potere da cui poterlo l poi attaccare? Non c’è ’ nessun altro l esempio di un tale evento nella storia e i racconti biblici sono stati considerati sospetti. Nel 1879 gli archeologi trovarono questo cilindro43 tra le rovine di Babilonia: il testo afferma che Ciro permise ai popoli conquistati di tornare nelle loro terre e di ricostruire i loro edifici religiosi. I manufatti raccontano la stessa storia dei profeti Esdra e Neemia, in accordo con la Bibbia.

21. Serse e Artaserse (465 - 424 a.C.) I piatti d’argento44 esposti provengono p dal palazzo di A Artaserse, figlio di Serse (Assuero), c che sposò Ester. Questi piatti p potrebbero essere stati in uso durante d la vita di Ester e forse li l usò durante i suoi banchetti ( (Ester 2:18; 5:5; 6:18).

43 British Museum no. 90920 44 British Museum no. 1994, 0127.1

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IL TARDO IMPERO ROMANO: IV secolo d.C. 22. Il Hinton St. Mary mosaic Antecedente al IV secolo d.C. i Romani governarono la Britannia. Molti di loro furono cristiani e introdussero simboli cristiani (il monogramma di Cristo o Chi Rho e il pesce Ichthys) per rappresentare la loro fede. Gli archeologi hanno scoperto un pavimento a mosaico a Hinton St. Mary, nel Dorset, nel 1963.

Il mosaico rappresenta l’immagine di Cristo più antica che si conosca al mondo.45 Questa immagine dimostra il simbolo Chi Rho46 dietro la testa di Gesù. Vedremo molte duplicazioni del Chi Rho sui manufatti romani,47 specialmente sulle stoviglie. Alcuni includono anche l’Alfa e l’Omega e il pesce Ichthys.

45 British Museum no. 1965, 0409.1 46 Le prime due lettere greche del nome di Khristos (Cristo).

47 Stanza 49

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23. Le monete islamiche Abbiamo appena visto molti manufatti che dimostrano l’attendibilità della Bibbia. Ora dobbiamo porre le stesse domande ai musulmani a riguardo del Corano. Quali prove storiche avete a disposizione? Come potete dimostrare la storicità della redazione iniziale del Corano?

I musulmani affermano che il Corano fu compilato al tempo del califfo Othman, nel 650 d.C. circa. Secondo la tradizione si fecero quattro copie del Corano originale, che furono mandate nelle città di Bassora, Baghdad, Damasco e Medina. Dove sono questi quattro manoscritti? Il vellum, una pergamena durevole, fu usata per i manoscritti dal IV secolo in poi. Quindi, le copie dovrebbero esistere ancora.

I musulmani dicono che esistono due manoscritti: il Topkapi, a Istanbul (Turchia) e il Samarcanda a Tashkent (Uzbekistan). A prima vista sembrano autentici. Come possiamo datare un documento e sapere se è autentico? È necessario paragonarlo con documenti della stessa epoca. Perché? Perché le calligrafie cambiano col tempo, per esempio, la “f ” in inglese diventò col tempo una “s”. Un esperto vede subito che i manoscritti di Samarcanda e di Topkapi non usano la calligrafia corretta, perché se ffossero stati davvero scritti nel VII secolo, come aaffermano i musulmani, sarebbero stati scritti ccon la calligrafia Hijazi. Siccome non abbiamo a disposizione manoscritti di quell’epoca, dobbiamo d guardare alle monete per capire l’evoluzione della g calligrafi a araba. c Come abbiamo detto prima, la formazione delle lettere cambia col tempo, e questi d cambiamenti sono di solito uniformi, poiché i manoscritti furono scritti da degli scribi professionisti. Perciò la calligrafia seguì le convenzioni del tempo e le modifiche furono molto graduali.49 Se potessimo esaminare la 49 Vanderkam, 1994, 16.

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calligrafia dei testi di cui sappiamo già le date, potremmo seguire lo sviluppo della calligrafia stessa, paragonandola con altri testi senza data, accertando il periodo storico di appartenenza. Purtroppo questo tipo di attività era molto difficile fino a poco tempo fa, semplicemente perché non c’erano manoscritti che potessero servire al paleografo come modello dello sviluppo della scrittura araba.

Fortunatamente questa difficoltà è stata decisamente risolta. Ora abbiamo a disposizione delle monete che risalgono alle prime dinastie musulmane e che usano molte iscrizioni coraniche. Esaminandole, vediamo chiaramente l’evoluzione della scrittura araba.

Gli arabi della conquista non coniarono le proprie monete, quindi le prime monete del califfato omayyade furono adattate dai prototipi bizantini e sasanidi.50 Furono usate dai califfi Mu’awiya (661-680 d.C.), Yazid I (680-683 d.C.), Mu’awiya II (683684) e Marwan I (684-685 d.C.). Queste monete furono dunque usate costantemente, dal tempo del califfo Othman (656 d.C.), dal ramo sufyanide e marwanide, dall’inizio della dinastia omayyade fino al 705 d.C.51 Vi sono rappresentati dei ritratti imperiali, prestati dall’era sasanide e bizantina, a volte aggiungendo delle brevi iscrizioni in arabo.

Nel 692 d.C. si attribuì al califfo di allora, Abd alM Malik, la politica di “arabizzazione”: questa eliminò lle influenze bizantine-cristiane, sostituendole con u un’enfasi araba e mettendo diverse immagini sulle ssue monete. È interessante notare che contengano iimmagini di personaggi, anche se noi pensavamo che ciò non fosse permess permesso nell’Islam primitivo. Queste monete primitive hanno il residuo di una croce su un piedistallo (anche se la trave non si vede più), richiamando in modo chiaro l’origine cristiana-bizantina.

Questi esperimenti con l’iconografia musulmana durarono poco, perché l’Islam vietò l’uso di oggetti o d’immagini come mezzi di devozione. Perciò, il califfo 50 Michael L. Bates, Islamic Coins, Società Numismatica Americana, New York, 1982 1982, 44-6.

6 51 ibid, 5-7.

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Abd al-Malik introdusse le prime monete totalmente islamiche: i dinari d’oro, nel 697 d.C. circa. Non ci sono icone o immagini su queste monete. Sono permesse soltanto iscrizioni arabe, usando una scrittura pre-cufica.

Ciò che è più importante per la nostra discussione è il fatto che le lettere siano tutte dritte e vicine le une alle altre e quindi distinte dalla scrittura cufica più tarda.

Le monete introdotte da Abd al-Malik alla fine del VII secolo (durante il periodo marwanide) furono usate dai califfi Walid I (705-715 d.C.), da Sulayman (715-717 d.C.), da Omar II (717-720 d.C.), da Hisham (720-743 d.C.) e da Marwan II (744-750 d.C.); quindi tutti i califfi omayyadi, dal tempo di Abd al-Malik in poi, usarono queste monete con la stessa calligrafia pre-cufica.

Dal periodo abbaside in poi vediamo un cambiamento nelle monete. La capitale dell’Islam fu trasferita a Baghdad e i califfi cambiarono le monete per riflettere meglio la propria identità. La scrittura che usarono è molto interessante per il nostro dibattito. Guardate le monete prodotte dal 745 d.C. in poi.

I Dirham in queste immagini risalgono al periodo dal 7745 d.C. al 837 d.C., quindi dall’inizio del periodo abbaside iin poi. Si nota subito la scrittura usata ssu queste monete: è la calligrafia cufica ufficiale. È una scrittura allungata, u oovvero presenta una riga orizzontale fra lettere. Troviamo questa scrittura nei manoscritti coranici le lettere di Topkapi e di Samarcanda. Se si paragona la scrittura del manoscritto di Topkapi con la moneta a destra, si vede che le scritture sono simili. Tutte e due usano lunghe righe orizzontali fra le lettere, tipiche della calligrafia cufica.

Queste monete ci dimostrano che la calligrafia cufica che troviamo nei manoscritti di Topkapi e di Samarcanda non fu probabilmente introdotta nella scrittura islamica fino al periodo abbaside, dopo il 750 d.C., poiché è solo allora che troviamo questa scrittura sulle monete. Non è quindi possibile che i documenti fossero scritti o compilati nella metà del VII secolo, perché la callligrafia usata all’epoca era pre-cufica, come dimostrano le monete sopra.

Ci sono altri problemi con i manoscritti: contengono “medaglie” 29

che indicano ogni decimo versetto.

I musulmani dicono che furono aggiunte più tardi e che non sono presenti nei manoscritti originali.

Eppure c’è uno spazio per ogni “medaglia”, ciò significherebbe che lo scrittore avrebbe lasciato spazi vuoti per permettere l’addizione di medaglie cento anni dopo? Il fatto che sapevano dove mettere gli spazi vuol dire che sapevano d dove finivano i i versetti, i ma la l versificazione non fu canonizzata fino alla metà dell’VIII secolo, quindi i manoscritti devono esser stati scritti più tardi.

Esaminando quindi la callligrafia, le medaglie e anche il formato (usano entrambi il formato orizzontale, copiato dai manoscritti siriani dell’VIII secolo d.C.) si deduce che questi manoscritti siano più recenti, magari anche dell’inizio del IX secolo. Sono molto più recenti di quanto i musulmani vorrebbero credere. Visto queste incongruità, dove sono gli originali?

Nel futuro si potrà parlare di un manoscritto del Corano ancora più antico, quello trovato a Sanaa nello Yemen nel 1975. Attualmente il Dr. Gerd Puin e il Dr. Von Bothmer stanno ffacendo delle ricerche. Usando iil criterio dell’identificazione sscritturale possiamo datare qquesto manoscritto all’inizio dell’VIII secolo, ma non d ccorrisponde esattamente al Corano di oggi. Le ramificazioni C delle scoperte dei due ricercatori d non si sono ancora realizzate. n Tutto questo ci porta aall’argomento di analisi dei manoscritti, che dobbiamo fare m aalla British Library, dove ora aandiamo.

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COMMENTI DI ALCUNI ARCHEOLOGI SULLA BIBBIA G.E. Wright afferma: “Probabilmente non troveremo mai prove conclusive del fatto che Abramo sia realmente esistito... ma possiamo dimostrare che la descrizione della sua vita e del suo periodo storico, così come riflettuti nelle storie che lo riguardano, si adatta perfettamente all’inizio del secondo millennio, ma in modo imperfetto a qualsiasi periodo successivo”.

Sir Frederic Kenyon sottolinea: “Le prove archeologiche hanno ristabilito l’autorità dell’Antico Testamento, e allo stesso modo hanno aumentato il suo valore, rendendolo più intelligibile attraverso una conoscenza più completa del suo background e del suo tempo”.

William F. Albright (un noto archeologo) dichiara: “L’eccessivo scetticismo nei confronti della Bibbia da parte di importanti scuole storiche del Settecento e dell’Ottocento, che risorgono sporadicamente, è stato progressivamente screditato; le numerose scoperte hanno stabilito l’accuratezza di innumerevoli dettagli, e hanno portato a un maggiore riconoscimento del valore della Bibbia come fonte storica”.48 Millar Burrows di Yale afferma: “Nel complesso, il lavoro archeologico ha rafforzato in modo incontestabile la fiducia nell’attendibilità delle Scritture”.

Joseph Free conferma che “mentre sfogliava il libro della Genesi, ha notato che ognuno dei 50 capitoli è illuminato o confermato da scoperte archeologiche, e che questo vale per la maggior parte della Bibbia, sia per l’Antico che per il Nuovo Testamento”.

Nelson Glueck (uno studioso e archeologo ebreo riformato) ci fornisce probabilmente il più grande sostegno alla Bibbia quando afferma che “finora nessuna scoperta archeologica ha mai messo in discussione un’affermazione biblica correttamente compresa”.

48 La scoperta nel 1940 di una collezione di antichi manoscritti nascosti nelle grotte vicino a Qumran, vicino al Mar Morto in Israele (i rotoli del Mar Morto) si è rivelata un’ottima aggiunta alla ricerca sui testi biblici. Questi manoscritti, tutti in ebraico, aramaico e greco, contengono il 40% dell’Antico Testamento e risalgono al 150 a.C. fino al 78 a.C. L’unico libro completo è Isaia, contiene comunque frammenti di tutti gli altri libri tranne di Ester. In precedenza, i testi ebraici più antichi risalivano al 914 d.C. (testo masoretico) e quindi non era possibile correggere le versioni greche in modo affidabile.

I primi testi greci erano il Codice Sinaitico del IV secolo e il Codice Alessandrino del V secolo. I rotoli del Mar Morto indicano che il testo ebraico era stato trasmesso con notevole accuratezza fin dall’epoca precristiana.

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LA BRITISH LIBRARY: STORICITÀ DEI MANOSCRITTI DEL NUOVO TESTAMENTO Il Nuovo Testamento è un mito e una leggenda?

Per anni gli storici hanno pensato che i libri del Nuovo Testamento, specialmente i Vangeli e il libro degli Atti, fossero storie piene di errori o esagerate della vita di Gesù e della chiesa primitiva. Per rispondere a questa critica, è importante utilizzare gli stessi criteri che abbiamo usato al British Museum. Cercheremo di indagare i riferimenti a “popoli, luoghi ed eventi” per corroborare la loro autenticità storica. Per il Nuovo Testamento, il posto migliore per cercare e trovare materiale storico è il libro degli Atti. Luca, l’autore, si è interessato alla storia in prima persona e ha incluso diversi riferimenti a persone, luoghi ed eventi.

Il problema della datazione Come possiamo sapere quando è stato scritto il Nuovo Testamento? Qui il libro degli Atti ci aiuterà come guida nella datazione.

In Atti 18:12 si parla di un proconsole chiamato Gallione. Tuttavia, Plinio (uno storico del I secolo) non ha mai menzionato Gallione come proconsole.

L’ufficio di proconsole non fu utilizzato dai Romani fino al tardo I secolo.

Gli scettici sostengono che il libro degli Atti deve essere falso. Forse fu scritto dopo Plinio, nel II secolo, descrivendo la chiesa emergente del I secolo. Poi gli archeologi hanno però scoperto l’iscrizione di Delfi, datata 52 d.C. Essa menziona che, nel 52 d.C., per un anno, Gallione fu proconsole. Questo ritrovamento non solo dimostra che il libro degli Atti è esatto, ma conferisce credibilità alla convinzione che l’autore degli Atti sia stato testimone oculare del I secolo.

Gesù fu crocifisso nel 33 d.C. Possiamo quindi datare il libro degli Atti a meno di vent’anni dalla sua morte, a causa della datazione dell’iscrizione di Delfi e di altri eventi storici significativi.

Il libro degli Atti include aspetti significativi della storia della chiesa 32

primitiva. Il martirio di Stefano (Atti 7 e 8) e di Giacomo, il fratello di Giovanni (Atti 12:2), sono entrambi riportati. La tabella seguente cita eventi non menzionati da Luca.

Eventi non menzionati in Atti la morte di Giacomo (fratello di Gesù) la morte di Paolo la morte di Pietro la rivolta ebraica la distruzione di Gerusalemme

Data 62 d.C. 64 d.C. 65 d.C. 66 d.C. 70 d.C.

Questi eventi erano importanti per la chiesa primitiva e la loro inclusione nel libro degli Atti sarebbe stato giustificato. La loro esclusione suggerisce che Atti fu scritto prima del 62 d.C., forse tra il 52 e il 62 d.C., mentre tre dei Vangeli (Matteo, Marco e Luca), scritti prima di Atti, sarebbero stati scritti ancora prima, entro 20-30 anni dalla morte di Cristo sulla croce. Allo stesso modo, il libro di Giacomo è considerato uno dei più antichi e deve essere stato scritto prima del 62 d.C., mentre il Vangelo di Giovanni è datato intorno all’80 d.C. Possiamo essere d’accordo con l’archeologo William F. Albright quando afferma: “Possiamo già dire con enfasi che non esiste più una base solida per datare qualsiasi libro del Nuovo Testamento dopo l’80 d.C. circa”.52 Queste date suggerirebbero che i testimoni oculari del ministero di Gesù sarebbero stati vivi al momento della scrittura dei testi e quindi in grado di correggere gli errori.

Sfida interna al Nuovo Testamento: “Noi siamo testimoni di queste cose” (Atti 5:32) C’è una sfida interna nei testi neotestamentari. Gli scrittori stessi sfidano i lettori a cui scrivono a contestare ciò che affermano. Consideriamo queste sfide, indirizzate a tre tipi di persone:

52 Albright, Recent Discoveries in Bible Lands, 1955, 136.

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Pubblico Ai cristiani

Agli Ebrei

A un amministratore romano (Paolo parlava a Festo quando era sotto processo) Ai suoi lettori

Riferimento biblico Versetto Luca 1:3 ...è parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall’origine, di scrivertene per ordine...

Giovanni 19:35 ...la sua testimonianza è vera; ed egli sa che dice il vero, affinché anche voi crediate.

2 Pietro 1:16 ...non perché siamo andati dietro a favole abilmente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della Sua maestà.

Atti 2:22 Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato fra di voi mediante opere potenti, prodigi e segni che Dio fece per mezzo di Lui, tra di voi, come voi stessi ben sapete.

Atti 26:24-26 ...sono persuaso che nessuna di esse gli è nascosta; poiché esse non sono accadute in segreto.

1 Corinzi 15:6 Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti.

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Prove esterne per il Nuovo Testamento Abbiamo considerato alcune evidenze interne al Nuovo Testamento, tuttavia la nostra valutazione deve essere completa e dobbiamo guardare anche alle prove esterne, così come alle sfide specifiche poste contro il Nuovo Testamento. La Bibbia non è stata mandata giù dal cielo, come altre religioni attestano invece per i loro libri, cioè per esempio al Corano. È stata scritta da persone ispirate dallo Spirito Santo, convertite principalmente attraverso la testimonianza della morte e della risurrezione di Gesù, e che a loro volta hanno usato la loro personalità e le loro diverse capacità di scrittura per documentare la “Buona Novella” che avevano ricevuto e osservato. È quindi importante notare che la rivelazione del Nuovo Testamento non è stata cambiata, anche se alcuni versetti fossero tenuti in questione. Come rispondere ai critici che dicono che il messaggio del Nuovo Testamento è stato modificato e retro-datato ai tempi di Gesù?

Addizioni e cancellazioni L’accusa più comune contro il Nuovo Testamento è che esso sia stato cambiato nel corso dei secoli. In risposta a ciò, dobbiamo porci tre semplici domande: quando, dove e da chi?

Grazie all’ampia quantità di manoscritti disponibili per il Nuovo Testamento possiamo accertare quanto siano storicamente affidabili e sapere cosa dovrebbe esserci nella Bibbia. È importante notare che le addizioni (ci sono circa 40 versetti che oggi sono generalmente accettati come tali) sono state incorporate nei manoscritti successivi e non nei primi manoscritti. Esse sono ben documentate nelle traduzioni moderne e sono indicate come errori di scrittura. In 1 Giovanni 5:7-8, il commento di uno scriba scritto a margine è stato probabilmente integrato nel testo del manoscritto del XII secolo su cui si basa la King James Bible (Bibbia inglese).53 Le addizioni comunemente accettate sono: •

Matteo 17:21 - preghiera e digiuno;

53 Si noti che alcuni dei versetti in questione non sono del tutto screditati, come la storia della donna adultera di Giovanni 7:53 - 8:11, né sono in disaccordo con il resto delle Scritture; per questo motivo non possono essere usati dagli scettici per gettare dubbi sulle Scritture.

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• • • • • •

Matteo 18:11 - “poiché il Figlio dell’uomo è venuto a salvare ciò che era perduto”; Matteo 23:14 - “guai a voi, scribi e farisei ipocriti...”; Marco 16:9-20 - serpenti, veleno, risurezzione; Giovanni 5:4 - angelo nella vasca di Betesda; Giovanni 7:53-8:11 - donna adultera; 1 Giovanni 5:7-8 - “poiché tre sono quelli che rendono testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e i tre sono concordi”.

Ciò che è importante ricordare è che queste apparenti interpolazioni non minimizzano il testo neotestamentario, ma affermano la credibilità del Nuovo Testamento: possiamo infatti individuare esattamente quali versetti devono o non devono essere inclusi nel testo. Va anche notato che la maggior parte dei versetti sopra interrogati sono menzionati in altre parti del Nuovo Testamento, il che li rende vere rappresentazioni di ciò che Gesù ha detto e fatto, e quindi non cambiano il messaggio evangelico.54

Prove a favore dei manoscritti biblici I primi manoscritti del Nuovo Testamento sono in accordo tra loro, mentre i più recenti no. Questo punto è significativo, soprattutto se confrontato con il testo coranico. I primi manoscritti del Corano non sono in accordo tra loro fino al 1924, quando il Corano fu canonizzato in Egitto - un fatto di cui la maggior parte dei musulmani non è nemmeno a conoscenza. Al contrario, i manoscritti del Nuovo Testamento sono in accordo tra loro all’inizio e cominciano a includere solo alcuni versi dubbiosi a partire dal XII secolo.

Quanti sono i manoscritti biblici esistenti? Quanto sono autorevoli? Se non abbiamo gli originali, ci si può fidare delle copie? Queste sono le domande che i ricercatori cristiani hanno dovuto affrontare in passato e alle quali ora stanno rispondendo. Ci sono molti manoscritti che possiamo considerare per stabilire la credibilità e l’affidabilità del Nuovo Testamento.

Siamo a conoscenza di più di 5.686 manoscritti greci e 10.000 manoscritti latini (Vulgata), 9.284 altre prime versioni tradotte in 13 lingue, per un totale di quasi 26.000 manoscritti a nostra disposizione. Di questi 26.000 54 Per esempio, confronta Matteo 18:11 con Luca 19:10, che dice con enfasi: “Perché il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto”.

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manoscritti, 230 sono anteriori al VI secolo55, il che significa che il Nuovo Testamento era in circolazione prima dell’esistenza del Corano.

La scarsità di manoscritti originali ha turbato gli storici. Perché ci sono così pochi manoscritti biblici? Lo stesso problema esiste con altri manoscritti dell’antichità. Quando confrontiamo le date di composizione degli scritti storici e filosofici e accertiamo le date dei manoscritti più antichi di quei testi, troviamo degli intervalli molto più lunghi di quelli del Nuovo Testamento.

Per esempio, il manoscritto più antico di Plinio appare nell’850 d.C., 750 anni dopo la composizione dell’originale. I manoscritti più antichi degli altri autori risalgono addirittura al IX e all’XI secolo.

Autore

Periodo di composizione Erodoto 480-425 a.C. Tucidide 460-400 a.C. Plato 400 a.C. Aristotele 384-322 a.C. Cesare 100-44 a.C. Plinio 61-113 d.C. Svetonio 70-140 d.C. Tacito 100 d.C.

Manoscritto Arco temporale Copie più antico 900 d.C. 1.300 anni 8 900 d.C. 1.300 anni 8 900 d.C. 1.300 anni 7 1.100 d.C. 1.400 anni 5 900 d.C. 1.000 anni 10 850 d.C. 750 anni 7 950 d.C. 800 anni ?

1.100 d.C. 1000 anni 20

Plinio scrisse tra il 61-113 d.C. e il manoscritto più antico è datato all’850 d.C. L’accuratezza di Plinio e degli altri scrittori storici e filosofici non è messa in discussione. I testi del Nuovo Testamento, con molti più manoscritti a loro sostegno e vicini alle date in cui sono stati scritti, dovrebbero essere considerati ancora più attendibili.

Considerate i documenti del Nuovo Testamento elencati nella prossima tabella. I manoscritti più antichi dei libri del Nuovo Testamento sono datati prima di qualsiasi manoscritto laico scritto nello stesso periodo. Esistono più di 200 copie del Nuovo Testamento anche prima della produzione della prima copia in estensione secolare, eppure gli storici oggi sono ancora scettici sulla loro autenticità! Se i documenti del IX secolo possono quindi essere resi credibili, non 55 McDowell, 1972, 39-49; 1999, 38.

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si possono contare anche i documenti del Nuovo Testamento del I secolo?

Autore Papiro Magdalen P64 (Matteo 26) Papiro 52 John Rylands (Vangelo di Giovanni) Papiro Bodmer II (Vangelo di Giovanni) Papiri Chester Beatty (Nuovo Testamento) Diatessaron di Taziano (Vangeli) Codex Vaticanus (Bibbia) Codex Sinaiticus (Bibbia)

Periodo di Manoscritto Arco temporale composizione più antico I secolo 50-60 d.C. contemporaneo 90 d.C.

130 d.C.

40 anni

90 d.C.

150-200 d.C.

60-100 anni

I secolo

200 d.C.

150 anni

I secolo

200 d.C.

150 anni

I secolo

200 d.C.

275-300 anni

I secolo

350 d.C.

300 anni

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Codex Sinaiticus del 350 d.C. nella British Library

Codex Alexandrinus del 400 d.C. nella British Library

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Testimoni ostili I critici della Bibbia affermano che i documenti del Nuovo Testamento sono inaffidabili perché sono stati scritti da discepoli di Gesù o da cristiani successivi. Queste affermazioni evidenziano un bias (sbilanciamento, distorsione, polarizzazione) degli autori del Nuovo Testamento. Vale la pena notare che ogni libro storico, filosofico o religioso è scritto con bias. Gli scettici cercano la corruzione o la redazione nei testi. Un’accusa è che non esista conferma di Gesù, e nemmeno degli eventi del Nuovo Testamento, nelle fonti non cristiane. È vero? Possiamo guardare agli scrittori al di là dei discepoli e dei credenti in Gesù. Nel I e nel II secolo troviamo numerosi riferimenti agli eventi biblici. Mentre molti riferimenti non sono a sostegno del messaggio del Nuovo Testamento, gli eventi che essi documentano aumentano la credibilità delle Scritture. Consideriamo le seguenti citazioni: Autore

Periodo

Tallo

52 d.C.

Citazione e fonte

“Un’oscurità spaventosa, e le rocce furono mosse da un terremoto” (citato di Tallo in Cronografia di Sesto Julius Africanus che scrive circa nel 221 d.C.).

Tacito 56-117 d.C. “Nerone inflisse... torture ai cristiani, Cristo, da cui ebbe origine il nome, soffrì... per mano di Ponzio Pilato” (dalla sua opera Gli Annales 15:44).

Plinio 112 d.C. “Cantarono un inno a Cristo, come a un dio...” il Giovane (Plinio, Lettere, X, 96).

Svetonio 117-138 d.C. “Espulse da Roma i Giudei che per istigazione di Cresto erano continua causa di disordine” (Vita Claudii, XXIII, 4).

Imperatore 112 d.C. “ma in modo tale che colui che avrà negato di Traiano essere cristiano... ottenga il perdono per il suo ravvedimento” (Traiano, Lettere, X, 97).

40

Autore

Periodo

Citazione e fonte

Talmud

70-200 d.C. “Alla vigilia della Pasqua ebraica, Yeshua fu appeso... (citazione tratta dal Talmud Babilonese, trad. da I. Epstein, Soncino, Londra, 1935, vol. III, Sanhedrin 43a, 281).

Luciano di 125-165 d.C. “I cristiani adorano un uomo... crocifisso...

Samosata sono tutti fratelli... vivono secondo le sue leggi... disprezzano i beni materiali...” (dalla sua opera La morte di Peregrino).

Mara Bar II secolo d.C. “Quale vantaggio trassero i Giudei dall’aver Serapion ucciso il loro saggio Re?” (Lettera di Mara Bar Serapion).

Il Vangelo II secolo d.C. “Istruendoli sul Padre... è venuto per mezzo della Verità dell’apparenza carnale... la sua morte è vita per molti...” (Il Vangelo della Verità).

Giustino 150 d.C. “Quando noi diciamo che il Logos, che è il martire primogenito di Dio, Gesù Cristo il nostro Maestro, è stato generato senza connubio, e che è stato crocifisso ed è morto e, risorto, è salito al cielo.... dopo che fu crocifisso, tirarono a sorte” (Apologia Prima).

Traduzioni Il Cristianesimo è stato una fede missionaria fin dalla sua nascita (Matteo 28:19-20) e le Scritture furono tradotte nelle lingue conosciute all’epoca.56 Il fatto che ci siano così tante traduzioni del Nuovo Testamento indica la sua validità. Se i discepoli, o i seguaci successivi, avessero voluto corrompere o contraffare il messaggio del Nuovo Testamento, sarebbe stata un’impresa impossibile per loro raccogliere le traduzioni dalle zone periferiche e cambiare ciascuna di esse in modo che tutte riflettessero l’uniformità che troviamo oggi.

56 McDowell, 1972, 48-50.

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Lingua Copta Armena Gotica Georgiana Etiope Nubiana

Periodo III-IV secolo 400 d.C. IV secolo V secolo VI secolo VI secolo

Lezionari La pratica della lettura di brani del Nuovo Testamento durante i culti è iniziata a partire dal VI secolo. Oggi abbiamo 2.135 lezionari catalogati di questo periodo. Se ci fosse stato una contraffazione delle Scritture, anche i lezionari avrebbero richiesto una modifica.57

Altre sfide Gli scettici, soprattutto i polemisti musulmani, sostengono che le teologie cristiane chiavi, come la Trinità o la divinità di Gesù, si svilupparono a partire dal tempo di Costantino e del concilio di Nicea nel IV secolo. Queste teologie, non definite extra-bibliche, furono difese dai primi apologeti come Ireneo e Tertulliano nel II secolo. Fino ad allora, la chiesa cercò semplicemente di sopravvivere alla persecuzione. Fu in risposta a nuove idee extra-bibliche (gnosticismo, arianesimo, donatismo, pelagianesimo) che contraddicevano l’ortodossia, che la chiesa dovette stabilire e documentare pubblicamente la visione accettata dalla chiesa di Cristo e della Trinità. Gli scritti dei primi padri della chiesa forniscono una chiara prova della dottrina ortodossa accettata dalla chiesa fino al III secolo.

Citazioni Ci sono prove dell’accuratezza del Nuovo Testamento più degne di nota dei manoscritti, dei testimoni ostili, delle traduzioni o dei lezionari. Nelle loro 57 McDowell, 1972, 52.

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lettere ad altri credenti, i padri della chiesa primitiva hanno citato tutti e 27 i libri del Nuovo Testamento.

In tutto, 86.489 citazioni sono state trovate in uno studio di Leo Jaganay. Le lettere sono ora conservate nella British Library.58 Prima del IV secolo e prima del Concilio di Nicea abbiamo 32.000 citazioni del Nuovo Testamento. Se aggiungiamo le opere di Eusebio, il numero di citazioni del Nuovo Testamento sale a 36.289.59 Se compiliamo le 36.289 citazioni dei padri della chiesa primitiva e le mettiamo in ordine cronologico, possiamo ricostruire l’intero Nuovo Testamento ad eccezione di 11 versetti. Questo è stupefacente, perché, come dice Geisler, “le citazioni sono così numerose e diffuse che se non esistessero manoscritti del Nuovo Testamento, il Nuovo Testamento potrebbe essere riprodotto solo dagli scritti dei padri della chiesa primitiva”.60 Possiamo rintracciare le citazioni esatte dei testi biblici negli scritti dei padri della chiesa primitiva già dal 90 d.C. al 160 d.C.61 Coloro che ritengono che la Bibbia sia stata corrotta dovranno trovare la documentazione per questa corruzione prima di queste date. Tutto ciò colloca il testo biblico in una fonte extra-biblica coesistente con i testimoni oculari di quegli eventi. Inoltre, pone la compilazione del Nuovo Testamento prima dei vangeli gnostici del III secolo. Non abbiamo bisogno dei 25.000 manoscritti o dei testimoni ostili, né delle 15.000 traduzioni, né dei 2.135 lezionari. Possiamo semplicemente prendere le citazioni dei padri della chiesa primitiva e riprodurre tutti i 27 libri del Nuovo Testamento, tranne 11 versetti.62 Nessun’altra opera letteraria, laica o religiosa, può fare questa rivendicazione.

Il British Museum e la British Library contengono preziose risorse per migliorare la nostra comprensione della Bibbia. La nostra fede non dipende dall’archeologia e dai dati scientifici, ma si trova nell’intimità con Dio.

58 Jaganay, Introduction to Textual Criticism in the New Testament, 48.

59 Geisler, General Introduction to the Bible, 1999, 353 e 345.

60 Geisler, General Introduction to the Bible, 1999, 532 e 430.

61 Bruce, 1996, 18.

62 Gli 11 versetti non sono significativi, si tratta di passaggi come “andarono in Galilea” ecc.

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Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta.

Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.63

63 Ebrei 12:1-2

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Lettura consigliata (in inglese) •

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Albright, W.F. (1955), Recent Discoveries in Bible Lands, New York: Funk & Wagnalls Co. Atlas of the Bible Lands (2008), New York: Hammond World Atlas Publishing Company.

Boyd, R.T. (1997), Boyd’s Handbook of Practical Apologetics, Grand Rapids: Kregel Publications.

Bruce, F.F. (1994), The New Testament Documents: Are they reliable?, England: IVP. Epic of Gilgamesh (2003), London: Penguin Classics.

Geisler, N.L. and Nix W.E. (1986), General Introduction to the Bible, Chicago: Moody Press.

Jaganay, L. (1937), Introduction to Textual Criticism in the New Testament, London: Sands & Co. King, P. and Stager L. (2002), Life in Biblical Israel, Louisville: Westminster John Knox Press.

Matthiae, P. (1981), Ebla: An Empire Rediscovered, New York: Doubleday.

Mazar, A. (1992), Archaeology of the Land of the Bible, Volume I: 10.000586 B.C.E., New Haven: Yale University Press.

McDowell, J. (1999), The New Evidence that Demands a Verdict, Waco: Thomas Nelson Publishers.

McGrath, A.E. (1998), Historical Theology: An Introduction to the History of Christian Thought, Oxford: Blackwell Publishers.

Murphy-O’Connor, J. (1992), The Holy Land: An Oxford Archaeological Guide, New York: Oxford University Press.

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Centro Ricerche e Studi d’Islamistica

E-mail: info@islamecom.org

Website: www.islamecom.org

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