La tredicesima fatica di Ercole.

LA TREDICESIMA FATICA DI ERCOLE

Classe 1B Scuola Secondaria “A. Manzoni” di Mareno di Piave (TV) Biblioteca di Mareno di Piave www.scrivipassalibro.com

LA TREDICESIMA FATICA DI ERCOLE Classe 1B Scuola Secondaria “A. Manzoni” di Mareno di Piave (TV)

Biblioteca di Mareno di Piave

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Promosso da Fondazione Oderzo Cultura Onlus Biblioteca Civica di Oderzo Ideazione e cura Maria Teresa Dal Bò Irene Romanzin In collaborazione con La Mucca Gialla Sesta Edizione Sei un mito! Eroi a confronto.

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CAPITOLO 1

L’inizio dell’avventura di Carlos

Carlos Graciano era un ragazzo di 16 anni che viveva in un piccolo paese nei pressi di Conegliano, una cittadina medievale in provincia di Treviso a ridosso di colline, famose per i castelli e per i prodotti tipici.

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Carlos aveva una carnagione abbastanza abbronzata, scura come il caffè latte, gli occhi erano marroni color mandorla i capelli erano castani. Aveva gli zigomi pronunciati e il naso a patata. Rispetto ai ragazzi della sua età era alto di statura e abbastanza robusto di corporatura.

Carlos aveva un carattere forte e indipendente, a volte arrogante, forse per questo era l’idolo delle ragazzine, tutte le compagne di scuola cadevano ai suoi piedi. Con le persone più fidate era sincero e leale, anche se con i suoi genitori aveva un rapporto pessimo: loro volevano che lui fosse studioso, mentre a Carlos piaceva solo divertirsi e uscire coi suoi amici; amava passare il tempo libero giocando a calcio e facendo scherzi malvagi alla gente. Dato che non era bravo a scuola dava il massimo di sè stesso giocando a calcio: voleva diventare un leggendario campione.

La vita di Carlos scorreva come tutti i giorni e non avrebbe mai immaginato che di lì a poco sarebbe cambiata completamente.

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I genitori arrabbiati: “Carlos, devi studiare di più!

Sennò non diventerai mai uno studioso!”

Carlos: “Mi avete mai chiesto se voglio diventare uno studioso?

Io voglio essere un calciatore!”

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Era un caldo e soffocante giorno d’estate, nel quale Carlos uscì in giardino per godersi il fresco della piscina. Dopo un tuffo si sdraiò all’ombra del grande albero di quercia per schiacciare un pisolino e si addormentò. Qualche minuto più tardi si risvegliò bruscamente a causa di un tonfo sull’erba del giardino, a poca distanza da lui.

Sul verde dell’erba c’era un libro, incuriosito Carlos si avvicinò e lesse il titolo: Le 12 fatiche di Ercole.

All’inizio Carlos pensò che fossero stati i suoi genitori a fargli trovare quel libro, ma quando scoprì che non era così lo prese una tale curiosità che decise di leggerlo, pensando di trovarvi all’interno qualche indizio della persona misteriosa che lo aveva abbandonato in quel luogo.

Mamma di Carlos: “Carlos vai a farti la doccia.”

Carlos: “No mamma voglio andare in piscina!”

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CAPITOLO 2 Il viaggio

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Era il primo libro che Carlos avesse finito nella sua vita, e in così breve tempo poi. Un giorno per la precisione. Mancava una pagina o poco più alla fine e Carlos era soddisfatto della sua fatica, anche se nel testo non c’era nessuna traccia del precedente proprietario del libro.

Improvvisamente, dopo aver letto le ultime parole dell’ultima pagina Carlos sentì una strana sensazione, come se il suo corpo si deformasse. Nel giro di qualche minuto il ragazzo si trovò in un mondo completamente diverso che gli ricordava un tempo antico, come nei suoi libri di storia che non voleva mai studiare.

Non c’erano più automobili, strade, palazzi: le tracce del progresso erano scomparse!!!

Carlos Graciano non era più lo stesso: si era trasformato in un uomo adulto, più alto e imponente di qualsiasi altro uomo che avesse mai visto.

I suoi vestiti erano diventati terribilmente fuori moda, aveva dei sandali in cuoio al posto delle sue scarpe da ginnastica nuovissime, indossava uno strano cappello in testa e una veste ancora più strana.

Indossava anche un’armatura, un sacco di muscoli e delle ali.

Carlos: “Beh dai, non era tanto male per essere un libro...”

“Oh no! Cosa succede alle mie scarpe!!”

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Ercole con voce tremante chiese: “Chi sei?”

L’uomo misterioso rispose: “Come dovresti già sapere sono Euristeo e qui ti dico che dovrai superare la tredicesima fatica!”

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Ad un certo punto arrivò una figura simile a lui che gli disse che non era del tutto soddisfatto delle sue prove, e che la sua famiglia meritava di più.

A quel punto Carlos comprese, per una strana magia, di essere diventato il famoso e potente Ercole, mezzo uomo e mezzo Dio; l’uomo misterioso era invece Euristeo, suo cugino che gli diede le indicazioni per svolgere la tredicesima prova.

Questa volta era davvero pericolosa, Ercole avrebbe dovuto sconfiggere il temibile drago degli inferi, il famigerato Drago Rosso.

Una volta accettato il suo triste destino Ercole ricordò le altre dodici fatiche provando un dolore immenso, e odiò Era con tutto sé stesso.

Subito l’eroe senza tregua, si avviò verso gli Inferi dove il drago lo aspettava.

ZEUS, suo padre, gli aveva donato due nuovi poteri: il potere di diventare invisibile sfruttando la luce del sole e il potere di volare come un’aquila.

Nel viaggio verso gli Inferi Ercole ripensava al suo destino, al Drago Rosso con le scaglie d’oro, con gli occhi scintillanti e le ali di fuoco.

Non aveva paura, ma voleva riabbracciare presto la sua famiglia.

La regina dell’Olimpo, Era moglie di Zeus, per gelosia l’aveva confinata nella profondità degli inferi. Lui avrebbe affrontato apertamente anche la Dea pur di riabbracciare i suoi parenti: i genitori, i cari nonni, la sorella che lo aiutava sempre e anche il fratello. Ercole detestava suo fratello, ma allo stesso tempo ne sentiva la mancanza.

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CAPITOLO 3

Ercole vs Drago occhi e ali di fuoco

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Il cammino dell’Eroe per giungere alla tana del Drago occhi e ali di fuoco fu lungo e faticoso.

Ercole aveva un unico timore, che Era non mantenesse la parola. Durante il viaggio cercò di escogitare dei piani per affrontarlo e sconfiggerlo; pensò a molte strategie, ma le scartò tutte. La terribile fama del Drago cominciava a impensierirlo, anche il clima degli inferi non era favorevole, il caldo e la siccità lo avevano affaticato molto. Stanco e assetato il figlio del Padre di tutti gli dei chiese aiuto a Zeus; Zeus, impietosito ordinò a Poseidone di materializzare un’oasi dove Ercole si ristorò.

Ma quello del Dio del Mare non fu un aiuto disinteressato, volle in cambio una promessa da parte di Ercole: in caso di vittoria contro il Drago Rosso, il corpo sarebbe spettato a lui, signore di tutti gli oceani.

Ercole nel suo viaggio incontrò uno strano mendicante che sapeva tutto sui Draghi Rossi infernali; da lui apprese molto sulla loro vita, le loro armi, il loro punto debole.

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Zeus: “Oh fratello, crea un’oasi per mio figlio che ne ha bisogno!”

Poseidone: “Va bene! In cambio però voglio il corpo del Drago Rosso!”

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Arrivato alla tana del spietato Drago, un’orrenda grotta umida e buia che puzzava di catrame, apparve subito la bestia e cominciò a sputare fuoco. Per fortuna Ercole poteva volare, schivò per un pelo i getti di fuoco così caldi da sciogliere la corazza dell’eroe. La sua invisibilità nella grotta era praticamente inutile, lì la luce del sole non giungeva e soprattutto il drago aveva un olfatto straordinario, e avrebbe scoperto chiunque nel raggio di un miglio.

In poco tempo l’eroe capì che era una prova davvero difficile e che era praticamente impossibile vincere affrontando la creatura nella sua grotta. Quindi escogitò un piano per attirare il drago all’esterno.

Nei pressi della tana scorreva un fiume sotterraneo, straripante d’acqua.

Ercole con la sua forza straordinaria ne deviò fulmineamente il corso allagando la caverna. Quando il Drago uscì i due incominciarono il combattimento; la bestia dal fiuto di un mastino riusciva sempre a intercettare Ercole. Con uno scatto da leone il drago tentò di sbranare il semidio, ma lui non voleva cedere, con la sua forza epica bloccò quelle mascelle dai denti aguzzi e taglienti come rasoi e prima che un getto di fuoco lo investisse, prese il pugnale dalla cinta e lo conficcò nel palato del Drago. Lo scontro finì con la morte del Drago: Ercole, anche se stanco e pieno di cicatrici superò la prova.

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Ercole: “Non riesco ad essere invisibile!”

Drago: “Scommetto che sarai delizioso appena ti avrò abbrustolito!”

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CAPITOLO 4

Una cosa piccola può cambiare la vita

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Poseidone: “Questa la prendo io” Ercole dice a Euristeo: “Vedi che ho vinto il Drago?”

Euristeo: “Sì”

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Ercole, che aveva vinto lo scontro con il Drago occhi e ali di fuoco, durante il ritorno portò con sé la testa del Drago, per dimostrare a Euristeo che l’aveva sconfitto. Ahimè il corpo lo prese Poseidone, con cui aveva stretto un patto; Ercole era un semidio, ma di parola!

Era dall’Olimpo aveva visto tutta la storia e si commosse a tal punto che restituì al famoso eroe la sua famiglia e in più gli donò mille monete d’oro. Il mostro che aveva terrorizzato e distrutto città importanti come Cartagine e Babilonia era sconfitto per sempre.

Quando Ercole riabbracciò i suoi familiari, scoppiò in lacrime come un bambino.

Era osservava quella scena e pensava al suo passato difficile col marito Zeus, padre degli dei.

Ripensò al loro primo bacio e capì anche come i litigi avessero rovinato il loro matrimonio e come in quel momento lei fosse una Dea che non riusciva più ad amare.

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Risucchiato come la prima volta in un vortice, Carlos tornò al presente. Appena tornato a casa perse i suoi poteri; per questa cosa era un po’ arrabbiato, ma una parte di lui era felice perché aveva salvato la famiglia di Ercole, che ora sentiva un po’ come sua.

Aveva imparato un grande insegnamento per la sua vita, cioè che se si vuole bene veramente a qualcuno si è pronti a fare qualsiasi cosa per lui o per lei.

Stranamente l’oro di Ercole finì nel conto corrente di Carlos, che si ritrovò improvvisamente ricco sfondato. Fece pace coi suoi genitori che amava tantissimo e con tutti quei soldi aprì una casa editrice per stampare tante copie del libro che gli aveva cambiato la vita. Ma poi ne stampò anche altri… La famiglia per Carlos divenne lo scopo della sua vita; sposò Noemi, bella come una dea ed ebbe 6 figli, tre maschi e tre femmine. Insegnò ai suoi bambini l’amore per la lettura e per il prossimo. A differenza dei suoi genitori Carlos passò molto tempo con i suoi figli vivendo una vita felice e spensierata.

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Carlos: “Ragazzi, dato che siete grandi, provate a leggere un libro.”

I figli di Carlos: “Uffa che noia!”

Carlos: “Sono proprio come ero io da piccolo!”

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