Vittoriano Viganò - Casa La Scala - Natura e Geometria

N A T U R A E G E O M E T R I A

Politecnico di Milano - Scienze dell’architettura - A. A. 2020/2021 Corso di Caratteri Distrbutivi e Tipologia degli edifici Prof. Andrea Gritti - Collaboratore Grisi Tinuccio SCHIATTARELLA ENRICO 10745538 - 947262

NATURA E GEOMETRIA VITTORIANO VIGANO’ - CASA LA SCALA - 1956 / 1958

INDICE FASE 1

“DESCRIVERE/ INTERPRETARE”

FASE 3

“SCOMPORRE/ RICOMPORRE”

P. 3 - DESCRIVERE E INTERPRETARE P. 5 - BASAMENTO P. 7 - CORONAMENTO P. 9 - PIANTE-PROSPETTI-SEZIONI P. 19 - SEZIONE TRASVERSALE P. 21 - PIANO ORDINATORE P. 25 - MASTERPLAN P. 26 - SEZIONE GENERATRICE

P. 37 - SCOMPORRE E RICONPORRE P.39 - ORRIZZONTAMENTI P. 41 - COLLEGAMENTI VERTICALI P. 43 - DELIMITAZIONI

FASE 2

FONTI

“DECIFRARE/ CODIFICARE”

P. 27 - DECIFRARE E CODIFICARE P. 29 - STRUTTURA E GEOMETRIA P. 31 - PROGRAMMA P. 33 - CIRCOLAZIONE P. 35 - PERIMETRAZIONE

“RIFERIMENTI”

P. 50 - BIBLIOGRAFIA P. 50 - SITOGRAFIA P. 50 - ICONOGRAFIA

VITTORIANO VIGANO’

Vittoriano Viganò, Nasce 14 dicembre 1919 a Milano. Lavora in uno studio a Porta Vigentina a Milano. Progetta a grande scala (urbana) e in piccola (progetta edifici) e lavora nel campo del design; questo lo rende un architetto completo. Preso sotto l’ala di André Bloc come per Jean Nouvelle. Diventa famoso per la critica internazionale prima dei 50 anni con un riconoscimento dalla critica anglosassone. Successivamente Bruno Zevi, famoso critico italiano, dedica alcuni volumi proprio su di lui. Dopo questo a Viganò viene commissionato l’ampliamento della facoltà di architettura progettata da Gio Ponti.

Diventa un esperto delle costruzioni in cemento armato in questo modo poteva ritrovarsi a dialogare con Silvano Zorzi, massimo esponente del cemento armato in Italia. Collabora con Carlo Pagani per la casa in via Piave. Lavora con Porcinari per i progetti della triennale, per disegni sugli spazi aperti. Viganò intende l’architettura come “un’attività totale, al servizio dell’uomo, dal cucchiaio alla città”, formatosi sotto la luce del Razionalismo italiano e del secondo dopo guerra. Architetto e urbanista italiano è il maggiore esponente in Italia dell’architettura brutalista, il cui manifesto è rappresentato dall’Istituto Marchiondi di Milano (1953-57). Tra le sue opere ricordiamo il cinema Dal Verme e Cavour (Milano 1947 e 1963), case a schiera al quartiere QT8 (Milano 1948), centro sportivo a Salsomaggiore (1948-49), Galleria del fiore e Galleria Apollinare (Milano 1953 e 1955), casa La Scala per Andrè Bloc (Pavese sul Garda 1957-58), Cartiera Sterzi (Varese 1958), Colorificio Attiva a Novi Ligure (1965), scalone d’onore alla XIV Triennale di Milano, ampliamento e ristrutturazione delle facoltà di architettura del Politecnico di Milano (1974-85), sistema ambientale verde-mare a Rimini Bellaria (1978-86). Viganò muore il 5 gennaio 1996.

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CASA LA SCALA Questo complesso residenziale, dedicato a “Una casa d’artista”, sorge su un terreno di forma irregolare, degradante verso il Lago di Garda.

Nella sua zona più alta sorge il “borgo”, dal quale si scorge il lago e l’eccezionale paesaggio circostante; Nella distribuzione interna, possiamo vedere che, ad eccezione della camera degli ospiti, del bagno e della cucina che appaiono esplicitamente isolati, il resto dei moduli costituisce un unico spazio, composto da: soggiorno, sala da pranzo e camera matrimoniale. Lo studio-laboratorio, che si trova al di sotto della villa ma indipendente da essa, abbraccia un’ampia area con grandi vetrate mobili ampliabili disegnando una linea spezzata per formare le terrazze e un portico coperto.

Il paesaggio è preservato con la sua primitiva caratteristica di uso agricolo, uliveto e macchia. Per quanto riguarda la composizione architettonica del corpo residenziale, si distingue per l’accentuata dominanza dell’orizzontale: l’insieme costituisce un’esperienza di successo sui valori plastici del calcestruzzo. Nella “Casa La Scala” Viganò lavora con materiali “poveri” (come cemento e ferro) e strutture “pesanti”, in continuità con la propria ricerca neo-brutalista anche nel campo residenziale. Ma accanto all’uso del calcestruzzo a vista, vi si trovano molti altri temi cari all’architetto: il rapporto tra paesaggio e architettura (con l’individuazione dei due principali assi ortogonali ), le forme di base, il disegno delle linee di forza che sottolineano la continuità della trama del paesaggio circostante con il volume architettonico.

La forma e la struttura della villa sono definite da due lastre trapezoidali che formano la base e il tetto dell’edificio. La prima piastra, che sostiene l’intera casa, non è appoggiata al suolo ed è a sbalzo sopra il promontorio, sostenuto da una trave che funge da spina centrale e da pilastri metallici. Il piano terra è delimitato da tre sole pareti divisorie. La casa è a sbalzo per oltre la metà della sua superficie. Lìedificio rievoca indubitabilmente la Casa sulla cascata di F. Ll. Wright. La villa è collegata al lago dalla “passeggiata architettonica”, una lunga scala sviluppata intorno a una grande trave in cemento ad un’altezza di quaranta metri. Nella trave sono stati incastrati, nella fase di getto, cento gradini in lamiera di ferro ciascuno dei quali regge una parte del parapetto, pure in lamiera.

L’opera si distingue per la capacità dell’architetto di creare una costruzione che certo è in relazione con la natura, ma vuole evitare i mimetismi attraverso l’accentuazione del linguaggio architettonico.

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DESCRIVERE/ INTERPRETARE

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DESCRIVERE E INTERPRETARE

L’attenta analisi dull’architettura di Viganò e in particolare sull’iconica villa “La Scala” ha permesso di evidenziare quegli elementi progettuali, compositivi e strutturali che riteniamo fondamentali nella comprensione e conosceza dell’opera di riferimento sopra citata.

In particolare risulta rilevante il rapporto tra architettura e contesto. Essi non sono due elementi contraddistinti, ma un elemento unico, continuo, che fa parte dello spazio che allo stesso tempo lo determina, anch’esso visto come unico, mai come somma di più elementi.

A rigurardo o stesso Viganò afferma: “Spazio in quanto tale e non sommatoria di superfici - non è mai finito, è un continuum - l’interno è un frammento di spazio, di uno spazio più grande - e da qui l’economicità degli elementi, delle voci costruttive”.

Allo dteddo tempo però l’architettura pue essendo in continuità con la natura mai tenta di imitarla, mai la sua architettura diventa mimetica.

Infatti è proprio tramite la netta razionalizzazione delle forme e tramite la verità materica che questi elementi dialogano.

Un’altra tematica fondamentale nell’opere di viganò è quella di conferire alla costruzione un ruoo centrale, considerandola come insieme di struttura e materia.

Infatti, secondo l’architetto, la costruzione, la struttura e le proprietà matematiche presentano “un’originaria forza espressiva che non deve esserre persa” o mascherata, anzi deve essere esaltata.

Inoltre la costruzione è intesa come un dato di fondamentale importanza nella definizione dello spazio.

Il piano continuum, sopra citato, in cui si articolano gli spazi dell’abitare di casa “La Scala”, ospita proprio il “campo” delle relazioni che connettono costruzione e contesto naturale.

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Ridisegno della pianta strutturale delle fondazioni del Progetto Definitivo

Ridisegno della pianta strutturale del secondo impalcato del Progetto Definitivo

Ridisegno della pianta strutturale delle primo impalcato del Progetto Definitivo

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BASAMENTO

Il basamento è la parte inferirore di un edificio o monumento, sia con funzione di elemento portante, sia soprattuttto come elemento architettonico.

Definito insieme, sistema unitario, di elementi. Questi ultimi non sono da considerare parti slegate, ma come membra di un organismo che dialogano tra loro e il conteto.

In particolare, per “Casa la Scala”, i pilastri fissano a terra il basamento che è diretto, insieme alla strave, verso il lago.

Il muro di perimetrazione è in relazione con il terreno da cui è contenuto e quindi sorretto.

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Ridisegno della Copertura del Progetto Definitivo

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CORONAMENTO

Il coronamento è l’elemento che termina e conclude superiormente un organismo architettonico o parte di esso.

In questo caso è composto da due setti che ordinano sia il piano superiore che quello inferiore.

Per l’atelier e per l’abitazione i setti non hanno solo funzione strutturale ma rendono più introversi gli spazi che delimitano.

Fondamentale è anche la funzione del parapetto che ipoteticamente sarebbe una terza soletta, ma con uno spessore di gran lungo più ridotto rispetto ai due setti. La copertura è realizzata con lastre di cemento armato deca.

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PIANTA:

ATELIER

La superficie del terrazzo si trova 4 metri sotto la quota giardino e si apre verso il lago andando in aggetto sulla superficie della scarpata di circa un metro. Il parapetto del terrazzo è in cemento armato. Il taglio fronte lago non è perpendicolare all’asse principale né parallelo all’inclinazione del trapezio dei solai con cui si contrappone. L’atelier è parzialmente vetrato con serramenti di 2,50 metri come il piano superiore. Le pareti sono tutte in cemento armato mentre la pavimenta-zione è formata dalle stesse lastre in cemento del terrazzo che dal porticato coperte entrano fin dentro l’edificio. Il bagno è invece pavimentato con lastre di beola porfiroide come nel piano superiore e l’illuminazione ed areazione avviene attraverso una bocca da lupo. I locali del riscalda-mento e del condizionamento sono interamente interrati e lasciati con pavimento in cemento al grezzo.

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PIANTA:

ABITAZIONE

l volume contenuto dai due solai forma un ambiente di 2,40 metri di altezza ed è, per più di metà della sua superficie, a sbalzo sul terrazzo sottostante e retto da una lunga trave in cemento che segna architettonicamente l’edificio. La trave è a sua volta appoggiata a: un doppio pilastro in ferro che poi si dimezza nella piano superiore; il muro di contenimento-terra e spina dell’edificio; un pilastro nel lato del giardino. Il piano abitabile tra i due solai è formato da un nucleo di servizi contenuti da i due setti portanti e un open-space della zona giorno. L’accesso alla villa avviene perpendicolarmente al percorso principale e l’ingresso è se-gnato da uno spazio tra il nucleo servizi e la cucina. La cucina è formata da pannelli di sughero e acciaio e mostra un doppio accesso sia dall’esterno che dall’interno dell’abitazione.

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PROSPETTO NORD

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PROSPETTO SUD

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PROSPETTO OVEST

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PROSPETTO EST

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SEZIONE A-A’

SEZIONE B-B’

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SEZIONE C-C’

C

B

KEY-PLAN A’

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C’

B’

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PIANO ORDINATORE:

ATELIER

NATURA

SPAZI ESTROVERSI

SPAZI INTROVERSI La pianta analizza il rapporto tra l’atelier e lo spazio dei srvizi.

L’area campita di con un denso tratteggio evidenzia una forte caratteristica di estroversione, l’atelier infatti interagisce con il contesto circostante e in particolare con la natura e il lago, invece, l’area campita con un tratteggio meno denso, perimetrata da sole mura, appare introversa, non in continuità con gli ambienti circostanti.

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PIANO ORDINATORE:

ABITAZIONE

NATURA

SPAZI ESTROVERSI

La pianta rappresenta concettualmente l’apertura continua dello spazio del soggiorno e della camera da letto, campiti con un denso tratteggio, con il contesto naturale.

Questa continuità è ottenuta tramite l’utilizzo di ampie vetrate che la rendono completamente permeabile.

Le linee rette, che sottolineano la razionalità delle forme di Viganò che mai tenta di realizzare un’architettura mimetica, sottolineano la tensione reciproca e dialettica tra natura e architettura.

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MASTERPLAN

Il Masterplan, che affronta una scala maggiore rispetto alle due precedenti rappresentazioni, evidenzia come l’elemento architettonico della scala funga non solo da collegamento fisico con il lago ma da vera e propria direttrice.

Essa infatti collega idealmente tutti gli ambiti di continuità dell’architettura di Viganò ovvero la natura, il lago e l’edificio.

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SEZIONE:

GENERATRICE

SOGGIORNO

ATELIER La sezione mette in evidenza tre ambienti profondamente differenti e distinti: in rosso è evidenziato l’ambiente dell’atelier che presenta un’unica aprtura sia visiva che spaziale verso il lago; In giallo sono campiti i due ambienti di servizio (il bagno e la cucina) che non presentano ampie aperture verso ‘esterno connotandosi come spazi introversi; il blu connota infine la zona giorno e la camera da letto che, essendo delimitate unicamente da vetrare, diventano un’unico spazio che si propaga ed espande in tre direzioni, permettendo in particolare una continuità visiva tra lago, terrazza, ambiente interno e giardino ad ovest.

SERVIZI

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DECIFRARE/ CODIFICARE

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DECIFRARE E CODIFICARE

L’architettura di Casa “La Scala” presenta, come già evidenziato precedentemente, forme e geometrie azionali che dialogano e si relazionano col contesto naturale senza mai cercare però una mimesi co esso.

In sezione, così come in pianta è ben visibile la razionalità presente nelle forme degli elementi strutturali, e nelle geometrie dei diaframmi e delle perimetrazioni interne che definiscono e/o relazionano gli spazi della villa.

Questi, infatti, si innestano e si aggregano su un piano continuum, tipico della logica progettuale di Viganò, tessendo una fitta rete di relazioni tra elementi architettonici, utenti e contesto.

Caratteristica fondamentale dell’opera analizzata son le relazioni interen che si instaurano tra gli spazi dell’atelier e dell’abitazione.

La zona giorno e la camera da letto principale dell’abitazione sono suddivise unicamente da un sistema mobile di veneziane ed eventualmente da una vetrata scorrevole, quando questa non viene utilizzata come chiusura tra zona giorno e terrazza esterna.

Le reazioni che intercorrono tra questi ambienti sono quindi molto strette, in quanto formano un unico spazio, la camera d letto, considerata un luogo riservato, è posto in continuitò con ambieti tipicamente pubblici: la zona iorno e la terrazza.

Anche il nucleo quasi indipendente della cucina instaura un rapporto indietto con l’esterno.

Anche il nucleo quasi indipendente dalla cucina instaura un rapporto indiretto con l’esterno non solo attraverso la vetrata,ma anche tramite un aporta opaca posta in adiacenza posta all’ingresso principale dell’abitazione.

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STRUTTURA:

GEOMETRIA

Il volume generatore è rappresentato da un cubo che è sottoposto a forze di tensione verso il contesto. La Villa, quindi, caratterizzata da una forma trapezoidale è suddivisa in una serie di moduli. Essa, grazie alla sua particolare estensione permette un contatto diretto con la vegetazione e l’acqua del lago.”Il vettore forze esterne agisce sul volume architettonico, aprendolo attraverso un’eliminazione di massa, definendo così gli elementi fondamentali strutturali e formali di casa La Scala”.

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PROGRAMMA: ATELIER

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PROGRAMMA: ABITAZIONE

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CIRCOLAZIONE

L’analisi di questa tavola ha evidenziato la presena di molteplici percori che collegano gli spazi interni e quelli esterni.

Molto importante è notare come la casa sia ben collegata con il contesto in cui è inserita grazie a numerosi passaggi e a molteplici possibilità di apertura delle vetrate. In questo modo, i confinitra interno ed esterno sembrano assottigliarsi ancora di più, fino a una totale fusione tra naturae artificio.

La molteplicità di percorsi e di punti d’incontro dell’abitazione sottolinea la preseza di grandi spazi senza interruzione che creano un contrasto con gli spazi di servizio o con gli ambienti meno utilizzzati.

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PERIMETRAZIONE

L’analisi sulle diverse perimetrazioni che definiscono e caratterizzano gli spazi di Casa “La Scala” consente di “tessere e rappresentare le relazioni e punti di contatto tra l’edificio e il contesto circostante”.

Grazie ai diaframmi vetrati permeabili la forma raionale della casa entra in relazione visiva con il lago e la naturali.

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SCOMPORRE/ RICOMPORRE

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SCOMPORRE E RINCONPORRE

In casa “La Scala” i dettagli costruttivi e tecnologici sono strettamente connessi alle idee del programma architettonico-progettuale. In questa direzione il programma riesce a concretizzarsi e a diventare forma, geometria e materia grazie proprio allo studio e all’inserimento di alcuni dettagli tecnologici e strutturali.

La creazione e la percezione di un piano continuo, che comprende interno e contesto naturale esterno, caratterizzò lo spazio dell’atelier e in particolare quello della zona giorno e della camera. Tale continuità è resa possibile dalla progettazione di un’imponente soletta a sbalzo e di un sistema di perimetrazioni vetrate.

La prima è stata realizzata grazie al contributo di una serie di pilastriinterrati, con funzione di ancoraggio, e da una luga e imponente trave esterna che sporge volutamnte dalla soletta e poggia su un pilastro doppio, sul muro di contenimento e su uno dei pilastri interrati.

Il secondo consiste nella realizzazione di una perimetrazione contimua totalmente vetrata caratterrizata dalla presenza di vetrate scorrevoli a tutta ltezza.

E’ interrssante notare come tali elementi mobili siano disposti ai vertici della traccia vetrata.

In questo modo, quando tutte le finestre scorrevoli sono aperte, gli ambienti interni non possiedono più alcuna delimitazione nei vertici, vista anche la creazionedi una battuta d’arresto esterna solo nella guida superiore.

In colcusione è possibile collocare tutti gli elementi osservati, descritti, scomposti e ricomposti durante la nostra analisi in un’unica relazione o in “in un’unica equazione architettonica”, come ha affermato Peter Einsenman.

I termini dell’equazione risultano essere: programma, funzione, struttura, tecnica e forma.

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ORIZZONTAMENTI

Gli orizzontamenti, in edilizia, vengono classificati come partizioni orizzontali di un edificio. In particolare: la pavimentazione.

Si analizzano le piante della casa “La Scala” in modo da evidenziare, con una texture lineare, i basamenti che si sovrappongono perfettamente a incastro. L’area delimitata da un tratto piu denso raffigurano le limitazioni fisiche, il secondo raffigura l’area più privata dell’abitazione, il terrazzo. I due moduli si collegano tramite alzate che non vengono campite ma si distinguono essendo delle rampe di scale.

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La natura rocciosa e scoscesa del luogo ha portato alla soluzione adot-tata. La scala è costituita da una grande trave in cemento armato, di misura 0,30x1,30x40,00 m, in cui sono stati inseriti, nella fase di getto, 100 gradini in lamiera di ferro con alzata 18 cm e pedata di 27 cm.

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COLLEGAMENTI:

VERTICALI

In questa tavola si analizza la presenza di differenti tipologie di collegamenti che si materializzano attraverso l’uso di elementi diversi.

Il primo collegamento analizzato è quello tra il lago e la natura, evidenziato con il bollino rosso. Esso è rappresenato da un lungo molo sorretto da sette pilastri.

La scala principale dell’edificio, evidenziata col bollino verde, è quella più elaborata dal punto di vista compositivo, è quello che collega natura e architettura.

Essa è lunga 40 metri e copre un dislivello di 35 metri. E’ sorretta da una lunga trave in calcestruzzo armato. Il bollino blu rappresenta la seconda scalinata collega il piano dell’atelier con quello dell’abitazione, essendo il prolungamento della scala principale che collega natura e architettura. Il bollino giallo, invece, evidenzia un’ultima scalinata , anch’essa collega l’atelier al piano abitativo, è indipendente e più riservato.

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DELIMITAZIONE:

BARRIERE

Il parapetto della terrazza dell’abitazione, costituita da elementi in cacestruzzo armato a vista, si pone non come una barriera verticale, ma come un elemento visivamente permeabile, caratterizzato da una forte orizzontalità grazie alle notevoli dimensioni della piastra-parapetto.

Un paapetto in calcestruzzo a vista delimita dialogamente sul fronte del logo lo spazio della terrazza-giardino adiacente e connesso all’atelier.

Un parapetto di forma curva delimita diagonalmente sul fronte lago, uno spazio di stasi tra le due rampe di scale.

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DELIMITAZIONE:

OPACA

La struttura opaca si alterna con quella trasparente, creando uno spazio permeabile che delimita gli spazi interni dell’atelier e dell’abitazione.Se il compito della trasparenza è di dare continuità, quella delle opacità è quella di interrompere e delimitare la struttura. queste opacità si sviluppano principalemte in orrizzontale con i basamenti che si oppongono alla verticalità della natura e delle partizioni interne, questo elemento rende mimetica la struttura, creando un gioco tra linee verticali e orrizontali in rapporto con la natura e con la struttura.

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DELIMITAZIONE:

TRASPARENTE

Il piano dell’atelier risulta essere parzialmente vetrata. Questa soluzione è stata dettata dalle esigenze dello scultore Bloc, in quanto l’atelier necessita di uno spazio vetrato e quindi permeabile e a contatto con la natura che solamente il fronte esposto verso il lago garantisce.

Nel piano superiore si nota immediatamente che una delle componenti più importanti di questo edificio è il sistema delle vetrate.La disposizione delle delimitazioni trasparenti è razionale; l’esempio più lampante è dato dai nodi di chiusura delle vetrate.

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RIFERIMENTI

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FONTI BIBLIOGRAFIA

ICONOGRAFIA

-A come Architettura. Vittoriano Viganò, Milano, Electa, 1992.

-Vittoriano Viganò. A come Asimmetria, Gangemi Editore, 2011.

-Casa per un artista, sul Lago di Garda, in «Domus», n.351, febbraio 1959.

-Giovanna Massobrio e Paolo Portoghesi, Album degli anni Cinquanta, Bari, Laterza, 1977.

-Pedio R., Itinerario di Vittoriano Viganò architetto, in L’architettura.

-I maestri dell’architettura, Vittoriano Viganò, Collector’s Edition, Hachete, 2018.

-Vittoriano Viganò. Una ricerca e un segno in architettura, Electa, Milano 1994.

-STocchI, Attilio, Vittoriano Viganò. Etica brutalista, Testo&Immagine, Torino 1992.

-A come Architettura. Vittoriano Viganò, Electa, Milano 1992.

-Casa per un artista, sul Lago di Garda, in «Domus», n.351, febbraio 1959.

-Fondo Giorgio Casali, Archivio Progetti, Università IUAV, Venezia.

-Ridisegni e schemi sono opera dell’autore della libro.

SITOGRAFIA

-Tesi di laurea di Mattia Modena, Villa La Scala, Politecnico di Milano, 2014.

-Santini P.C., Incontri con i protagonisti: Vittoriano Viganò, in Ottagono, n. 39, Milano, 1975.

-Progetto di Caratteri di Riccardo Rapparini, Roberta Ravazzano e Marta Robecchi, Letture su Viganò, Politecnico di Milano.

-Pinterest, Villa la scala 1958, San Felice del Benaco.

-Linea Cali, La storia dell’architettura: Villa la Scala,

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