DENTRO LA DIGITALIZZAZIONE DEI PROCESSI
LE FIRME ELETTRONICHE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS: UNA GRANDE RISCOPERTA
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egli ultimi mesi si è assistito a un’incredibile e costante spinta verso la digitalizzazione e improvvisamente ci si è accorti che è possibile per aziende e pubbliche amministrazioni utilizzare strumenti che consentono di dialogare e lavorare a distanza. Ed ecco che anche gli enti e le aziende più restii a ritenere valida una qualsiasi richiesta presentata telematicamente o a sottoscrivere un contratto con firma digitale hanno cominciato a cambiare idea e ad aprire i propri orizzonti verso il nuovo mondo. Mi dispiace deludervi ma questo non è il nuovo mondo. E aggiungo “per fortuna”, visto che se fosse stato così non avremmo potuto disporre degli strumenti che abbiamo utilizzato e avremmo dovuto fermarci tutti. Aziende e professionisti lungimiranti hanno faticato negli anni a far passare il messaggio che, trasfor-
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di Pietro Montella Avvocato studio Montella Law
mando i processi aziendali in digitale, si lavorerebbe meno e con risultati esponenzialmente migliori, ma la quotidianità ci insegna che in Italia le cose si fanno o perché costretti da normative stringenti che prevedono pesanti sanzioni o per stato di necessità, perché non si può più fare come si è sempre fatto. Inutile illudersi perché fino ad oggi, nonostante i numeri del 2019 siano stati incoraggianti, si è fatto troppo poco. Purtroppo è complicatissimo uscire dalla logica racchiusa in un’espressione semplice ma letale: “Abbiamo sempre fatto così”. Questa frase è da annoverare tra le cause principali dei ritardi della transizione dai processi analogici a quelli digitali. Ed è in questo contesto che le firme elettroniche acquistano nuova linfa vitale. Sia chiaro che non c’è nulla di rivoluzionario nella sottoscrizione di un contratto attraverso l’uso delle firme elettroniche. Tuttavia, durante il periodo del lockdown, si è percepita