Rivista Paperless - Numero 3

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INVESTIMENTI E DIGITALIZZAZIONE: CONSIGLI PER IMPRENDITORI E MANAGER

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LA CONSERVAZIONE DIGITALE IN CLOUD: A CHE PUNTO SIAMO

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CASE HISTORY: BENVENUTI NELLA CLINICA DIGITALE COMIC: l!E AWENTURE DIGITAl!I DI� FOR SAVINO

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DENTRO LA DIGITALIZZAZIONE DEI PROCESSI

LA DIGITALIZZAZIONE DEI PROCESSI AZIENDALI E IL VALORE DEI DATI NELLE COSTRUZIONI

L di Luigi Perissich Segretario Generale Federcostruzioni

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a digitalizzazione dell’industria, che costituisce una delle componenti fondamentali dell’economia europea, ha un impatto rilevante sul tasso di innovazione, crescita e sulla prosperità in Europa ben al di là della dimensione dell’industria. Ormai, la corsa alla digitalizzazione industriale è diventata una sfida globale per l’Europa e per i suoi Stati Membri, ma se la digitalizzazione possa rappresentare una opportunità o una minaccia per le nostre imprese, dipende fortemente dalla qualità e coerenza delle politiche industriali e di innovazione e dal valore degli investimenti che Europa e Stati membri sono capaci di attivare. Per questo, nell’ambito della strategia Europea Digitizing European Industry, che ha stimolato e influenzato anche la strategia italiana Industria 4.0, già in una comunicazione della Commissione dell’aprile 2016, si affronta il tema di rafforzare la posizione europea nelle tecnologie digitali e nelle piattaforme digitali industriali attraverso le catene del valore dei settori industriali. Nel 2017 viene creato un gruppo di lavoro sulle Digital Industrial Platforms (WG2) al quale ho avuto l’onore di partecipare che, dopo oltre un anno di lavoro, pubblica un rapporto che ha identificato due priorità: 1. Gli Stati Membri devono incrementare i propri programmi di ricerca e innovazione sulla digitalizzazione e sulle piattaforme digitali industriali; 2. un migliore coordinamento e orchestrazione dello sviluppo di piattaforme è necessario per ridurre la frammentazione. Inoltre nel rapporto si dice che l’Unione riconosce come la collaborazione tra stakeholder sia fondamentale in tutti i settori industriali, per garantire e accrescere la competitività globale dell'industria europea. Il che vuol dire disporre di uno degli strumenti considerati come centrali dalla strategia europea per la digitalizzazione industriale, ovvero le piattaforme digitali, importanti per la loro capacità di creare un legame digitale che colleghi tutte le operazioni che contribuiscono a generare prodotti e servizi, determinando nuovo valore per i clienti e sostenendo la competitività delle imprese. Il rapporto del WG2 non è stato solo un esercizio concettuale, ma ha gettato le basi per una serie di bandi H2020 per la creazione di piattaforme digitali industriali, nei quali la Commissione sta investendo ben 300 milioni di Euro.





ASPETTI NORMATIVI

QUALI COMPETENZE DEVE POSSEDERE IL DPO

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passato un anno da quanto il Regolamento Europeo sulla protezione dei dati personali n. 679/2016 è diventato esecutivo, eppure non tutte le aziende sono oggi in stato di compliance con la normativa europea. In realtà, in molti casi vi è stato un mero adeguamento formale alle prescrizioni contenute nel “GDPR”.

di Pietro Montella Avvocato eperto in diritto delle nuove tecnologie

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Un caso abbastanza eclatante riguarda la nomina del Data Protection Officer, ovvero del Reponsabile della protezione dei dati, figura introdotta dal Regolamento Europeo e la cui designazione è obbligatoria ai sensi dell’art. 37 nei tre casi seguenti: 1. Per le amministrazioni e gli enti pubblici; 2. Se l’attività principale svolta dal titolare o dal responsabile del trattamento consiste nel trattamento di dati che per la loro natura, oggetto o finalità, richiedono il controllo regolare e sistematico degli interessati su larga scala; 3. Se l’attività principale consiste nel trattamento su larga scala di dati sensibili, relativi alla salute, alla vita sessuale, genetici, giudiziari e biometrici. Il monitoraggio del comportamento delle persone interessate comprende tutte le forme di monitoraggio e profilazione su Internet, anche ai fini della pubblicità comportamentale. Tralasciando per il momento i casi in cui è obbligatoria e/o opportuna la designazione del DPO, mi interessa porre l’attenzione sulle competenze che deve possedere tale soggetto, che assume un ruolo di primaria importanza all’interno degli enti pubblici e privati e la cui nomina è stata spesso considerata un mero adempimento formale.















L'ESPERTO RISPONDE

Salve, ho un'associazione senza scopo di lucro, sono tenuto ad adeguarmi al GDPR?

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Ebbene sì, le associazioni così come anche le società sportive dilettantistiche devono adeguarsi al GDPR. In molti, sulla base probabilmente dell'assenza dello scopo di lucro credono, errando, che il Regolamento Europeo sulla protezione dei dati personali non si applichi al c.d. terzo settore. L'art. 2 precisa che il regolamento si applica al trattamento interamente o parzialmente automatizzato di dati personali e al trattamento non automatizzato di dati personali contenuti in un archivio o destinati a figurarvi, escludendo i trattamenti effettuati da una persona fisica per l'esercizio di attività a carattere esclusivamente personale o domestico.

Ho deciso di dotare la mia azienda di un impianto di videosorveglianza perimetrale. Devo porre in essere qualche adempimento particolare?

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Si, è necessario porre in essere una serie di adempimenti, in quanto bisognerà prevedere un'informativa minima, rappresentata dai cartelli esposti in prossimità delle telecamere, un'informativa dettagliata redatta ai sensi dell'art. 13 del Regolamento Europeo, un regolamento per la videosorveglianza che disciplini ad esempio le modalità di estrazione delle immagini, chi sono i soggetti autorizzati e se c'è una ditta esterna quali sono i compiti e le funzioni, ed infine sarà opportuno rispettare le prescrizioni di cui all'art. 4 della Legge 300/1970 e s.m.i. in caso di installazione di telecamere sui luoghi di lavoro.

Possiamo nominare come DPO il nostro amministratore delegato, in quanto è l'unico in azienda che ha seguito un corso di formazione e conseguito una certificazione privacy?

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No, l'amministratore delegato non può essere nominato Responsabile della protezione dei dati, in quanto sarebbe in palese conflitto di interessi. Il DPO deve essere indipendente, e si parla nello specifico di indipendenza funzionale, e assolvere alle proprie funzioni in assenza di conflitti di interesse con il titolare del trattamento. Aggiungo, altresì, che non esiste alcuna "certificazione privacy" che attribuisca a un soggetto competenze professionali in materia di protezione dei dati personali. Per approfondimenti sulle competenze che deve possedere il DPO, rimando al mio articolo sulla rivista PAPERLESS.



Una panoramica sulla disciplina regolamentare italiana e comunitaria a tutela delle produzioni nazionali e dei consumatori Autore:

Fabio Antonacchio

Ufficiale della Guardia di Finanza Edito da:

Nel libro si analizzano: • la disciplina a tutela del «Made in Italy»; • le regole di etichettatura dei prodotti tessili, calzaturieri, conciari ed alimentari; • la legislazione in materia di sicurezza dei prodotti e marcatura CE; • la normativa sanzionatoria in materia di contraffazione, a tutela di marchi, brevetti, modelli e disegni; • le misure introdotte per proteggere il settore «agroalimentare», anche da fenomeni come l’«Italian Sounding»; • il dispositivo di contrasto alla pirateria intellettuale ed alle violazioni del copyright; • il campo d’applicazione della normativa in tema di responsabilità amministrativa degli enti; • gli strumenti di contrasto patrimoniale alle organizzazioni delinquenziali interessate a questo business criminale. Richiedi il libro contattando il numero verde 800 984 503 38

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