racconigi
SCUOLA Cinque insegnanti ed una bidella vanno in pensione
Soddisfazione e rimpianti
Nica, Cecilia, Adelirma, Marisa, Maria Teresa e la bidella Franca con la vicaria Consuelo
Verranno festeggiate al termine del Collegio docenti convocato per venerdì 27 giugno le cinque insegnanti e la bidella dell’Istituto Comprensivo Bartolomeo Muzzone che hanno raggiunto la sospirata pensione: si tratta di Maria Teresa Vaudagna della Scuola dell’Infanzia; di Adelirma Cravero, Domenica “Nica” Giordana e Marisa Morina dell’elementare e di Cecilia Toso della scuola media. Nel corso dell’anno aveva già lasciato l’insegnamento la prof. Carmela Di Cuonzo. Dopo anni di insegnamento sono arrivate al capolinea della loro vita lavorativa. Ed è con un misto di soddisfazione e di rimpianto che lasciano l’insegnamento.
Maria Teresa Vaudagna è nata a Monticello d’Alba ed abita a Carmagnola, ma a Racconigi tutti la conoscono dal momento che, dal lontano 1981, è maestra alla scuola dell’Infanzia Salvo d’Acquisto. Adelirma Cravero, saviglianese, insegna a Racconigi dal 1990 dopo essere stata a Marene, all’Apparizione di Savigliano ed a Caramagna. La racconigese Nica Giordana ha esordito nelle materne di Monteu Roero e Peveragno. In ruolo nell’elementare dal 1976 ha avuto l’incarico a Carignano ed a San Bernardo di Carmagnola. Dal 1994 è a Racconigi. Marisa Morina, originaria della cintura to-
rinese, ha fatto le sue prime esperienze didattiche al Nichelino, a Trofarello ed a San Bernardo (per 5 anni proprio con Nica). Quindi alla Tagliata ed a Racconigi. Cecilia Toso insegna matematica e scienze alla media. Nata a Canale d’Alba, ha esordito sulla cattedra delle superiori, ai geometri di Alba, per poi passare nelle medie di Priocca e Canale. È a Racconigi dal 1986. Tutte hanno accolto con un sospiro di sollievo la notizia ufficiale del pensionamento. Dopo tanti anni di cattedra la fatica, anche fisica, incomincia a farsi sentire e, alla Fornero piacendo, è giusto che chi lo desidera possa finalmente essere messo a riposo. In tutte però, dopo un primo momento di euforia, è subentrato anche un sentimento di rimpianto: per le colleghe e per l’ambiente scolastico che ormai faceva parte della loro vita, ma soprattutto per il venir meno del rapporto con gli alunni, piccoli o grandi che essi siano. Insieme a loro andrà in pensione anche Franca Brinata, la bidella dell’ultimo piano di via Ton. Sessant’anni, ex-dipendente Facis, Franca lavora alle scuole elementari da una ventina d’anni. «Ora potrò guardare un po’ più la casa ed occuparmi dei nipoti» dice. Dai bambini ad altri bambini dunque? «No, i miei nipoti sono già alti: sono loro che potrebbero guardare me».
INTERVISTA Adelirma, Nica, Marisa
In un mondo multietnico
Marisa alla Tagliata nel 1984 Incontriamo Adelirma Cravero, Domenica “Nica” Giordana e Marisa Morina nel pomeriggio di venerdì, mentre si stanno preparando per consegnare per l’ultima volta le pagelle ai genitori dei loro bambini. Ad ogni domanda una risposta a più voci, che spesso si sovrappongono e si equivalgono nei contenuti. Perché avete scelto di fare le maestre? Marisa: «Lo desideravo da sempre: ho fatto il lavoro che volevo». Adelirma: «Era la mia passione fin da bambina: facevo scuola alle bambole». Nica: «Questo è un lavoro che non puoi fare se non ami i bambini». Cosa è cambiato nella scuola in tutti questi anni? Adelirma: «Tutto. Abbiamo iniziato come insegnante unica e le pagelle con i voti. E con i genitori che stavano fuori dalla porta. Poi sono arrivati i decreti delegati e
la scuola si è aperta alle famiglie». Nica: «Siamo passate dai voti ai giudizi e poi di nuovo ai voti». Meglio i voti o i giudizi? Adelirma: «I giudizi. C’era più possibilità di graduarli, di segnalare le differenze.Tenendo presente che il momento della valutazione è sempre il più critico per ogni insegnante». Marisa: «Ed un’altra differenza è stata l’introduzione dei moduli e la necessità di lavorare in team. All’inizio non è stato facile imparare a confrontarsi con gli altri e specializzarsi». Ed i bambini sono cambiati? Adelirma: «Siamo passate dalla scuoletta di campagna alla multietnicità». Nica: «Una multietnicità arricchente». Adelirma: «Oggi i bambini hanno
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Maria Teresa Vaudagna «I bambini protagonisti»
Maria Teresa Vaudagna con una classe dell’anno 1982/83 La carmagnolese Maria Teresa Vaudagna è a Racconigi dal lontano 1981, maestra alla scuola dell’Infanzia Salvo d’Acquisto. «Pensare che avevo accettato questo posto con l’idea di restarci un anno solo. Per dieci anni ho fatto domanda di trasferimento a Carmagnola. Poi ho realizzato che qui mi trovavo bene con le colleghe, con i bambini, con il personale di cucina, ed ho deciso di restare». Quando è arrivata a Racconigi la scuola dell’infanzia si chiamava ancora “materna. «Vero. Ed accanto alla maestra c’era la figura dell’assistente che poi è stata tolta e sono subentrati i due insegnanti e le compresenze. Ed ora siamo alle classi aperte con un lavoro in team». Un cambiamento a 360°? «Diciamo così. Dal ruolo di assistenza a quello didattico ed educativo. Una scuola in cui il bambino, con la sua personalità e la sua esperienza, apprende in un clima di relazione con altri. E nelle classi sono entrati gli esperti. La scuola è andata avanti, è cambiata perché la società è cambiata». Con al centro i bambini? «I bambini ne sono i protagonisti con le loro idee, il loro modi di essere. Apprendono attraverso il fare». Come sono i bambini di oggi? «Solari, allegri, simpatici!». La multietnicità rappresenta un problema? «No. Per i bambini è un arricchimento. Dà loro la possibilità di conoscere culture diverse e tradizioni diverse. Non hanno pregiudizi». Il rapporto con le famiglie? «Positivo. Portano idee, sono di stimolo. Si interessano. All’inizio erano diverse. Chiedevano: ha mangiato? Ha dormito? Adesso vogliono conoscere il lavoro didattico ed educativo che è stato svolto in classe, entrano nello specifico». Se avesse la bacchetta magica cosa regalerebbe alla scuola? «Più materiale, più spazio, più giochi…». Cosa farà ora? «Prenderò la vita con un po’ più di calma: finora la scuola e la famiglia mi hanno completamente occupata, togliendo spazio a me stessa. E poi farò la nonna».
Cecilia Toso: «La scuola è cambiata in meglio» La maestra Nica Giordana con la classe 5ª E del 1997/98 più imput: si interessano alle cose ma occorre subito cambiare argomento per non annoiarli». Marisa: «È una fatica proprio fisica mantenere viva la loro attenzione e riuscire a coinvolgere la classe». E come è cambiato il ruolo della scuola nella società? Marisa: «Oggi non è più il tempo di trasmettere delle conoscenze, ma occorre insegnare un percorso per arrivare alla conoscenza».
La maestra Adelirma in classe nell’anno scolastico 1990/91
Adelirma: «E fare un lavoro di integrazione!». Marisa: «La scuola è diventata un grande contenitore dove ci sono le lingue straniere ma anche l’ecologia, lo sport, il teatro, la musica, i laboratori con gli esperti». È duro lasciare questo lavoro? Marisa: «Mi mancheranno tutte le cose belle che i bambini ci hanno dato. Il loro affetto. Quella presenza tangibile, con bigliettini, i disegnini, che ci offrivano nei momenti belli ma soprattutto in quelli difficili». Adelirma: «Sì, onestamente quello che mi mancherà di più della scuola sono i bambini». Nica: «Lascio una classe che va in seconda e questo mi dispiace. E mi dispiace lasciare le colleghe con cui lavoravo ed in particolare la mia collega». Chiuso il capitolo scolastico, cosa farete ora? All’unisono: «Un anno sabbatico da dedicare a noi stesse ed alle nostre famiglie». m. san.
SINDACATO Nelle elezioni della Rsu ha ottenuto il 98% dei voti
All’Ilva plebiscito per la Fiom Salvatore Mucaria
mercoledì 25 giugno 2014
La Fiom-Cgil si è riconfermata il primo sindacato alle elezioni della Rsu presso lo stabilimento dell’Ilva di Racconigi. Alta la percentuale dei votanti: 126 dei 140 aventi diritto, e schiacciante vittoria della Fiom, alla quale sono andati 121 voti, pari al 98%, contro i 3 ottenuti dalla Uilm-Uil (in più una scheda bianca ed una nulla). Per la Fiom sono stati eletti Salvatore Mucaria e Gino Danilo con 39 voti e Osvaldo Bergia con 27; per la
Uilm Paolo Nordio con 3 (11 voti sono inoltre andati a Giorgio Foletto e 5 a Claudio Salabba). Il delegato provinciale Fiom, Alessandro Tribaudino, esprime la propria soddisfazione per il risultato ottenuto ed afferma: «Massiccia è stata anche la partecipazione degli impiegati al voto: ringraziamo i lavoratori e le lavoratrici per la fiducia dimostrata verso il ruolo che il sindacato svolge nell’azienda».
La professoressa Cecilia Toso con una delle sue ultime classi Cecilia Toso all’inizio della sua carriera scolastica insegnava alle superiori, ai geometri di Alba. Poi è passata nelle scuole medie. Ci ha guadagnato o ha perso? «Ho guadagnato nel rapporto con i ragazzi. Per me sono una pagina bianca su cui, insieme ad altri, posso scrivere tante cose. Sono loro che mi tengono giovane mentalmente». Matematica e scienze: materie ostiche? «L’importante è saper coinvolgere la classe. Mediante esperimenti in laboratorio e grazie all’aiuto dell’informatica». Cosa è cambiato in questi anni? «Tutto. Ed in meglio». Ed i ragazzi sono cambiati? «No. Non vedo alcuna differenza nei ragazzi di oggi rispetto a quelli di una volta». Cosa apprezza in particolare della sua scuola? «Il curricolo verticale che dà un senso alla frammentazione del sapere, dalla scuola dell’infanzia alla fine delle medie, dai 3 ai 14 anni». Le prove Invalsi sono utili? «Personalmente non le farei alla fine della terza media, dove c’è già l’esame. Meglio sarebbe farle a marzo per avere il polso della situazione». Nelle medie meglio i voti o i giudizi? «Preferisco il voto: è più immediato». Cosa farà adesso? «Il mio futuro è ancora tutto da inventare».
Vive nel ricordo MADDALENA FRANDINO È mancata all’affetto dei suoi cari all’età di 92 anni Maddalena Frandino vedova Varetto. Ne danno il triste annuncio la figlia Maria Teresa con il marito Dino Perona, i nipoti Massimo (con Monica e la piccola Matilde che tanto amava) e Claudia (con Roberto), la sorella Antonietta, nipoti, cugini e parenti tutti. I funerali hanno avuto luogo nella mattina di lunedì 23 giugno nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. Alla famiglia nel dolore le condoglianze della redazione de “Il Saviglianese”.