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svegliaginevra
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MANIFESTO 6 SVEGLIAGINEVRA 8 GALEFFI 14 SERENDEPITY 22 ARTICOLO (musicaemente) 26
GIOVANNI TI AMO 28 DILE 34 NUOVE USCITE 38 NOVITA’ 40 MANIVIOLA 44 svegliaginevra AMONET - ISSUE 00

La rivista Amonet è un progetto che si ispira al nome di una delle divinità originarie, colei che abitava l’universo prima della creazione del mondo.

Le origini della dea Amonet sono la base su cui poggiano le idee presentate ogni mese: contenuti speciali e sempre all’insegna dell’originalità e dei valori primordiali, quelli che sono insiti nelle fibre di ognuno di noi, prima ancora di venire alla luce. Il significato del suo nome è “la nascosta”. E’ per questo, infatti, che il magazine si pone l’obiettivo di scovare e illuminare talenti nascosti: gruppi, solisti, musicisti.

Le scoperte musicali a cui Amonet dedicherà nella prima saranno artisti del genere “indie pop”, una miscela di indie rock e musica pop nata nel Regno Unito verso la

metà degli anni ‘80, contemporaneamente all’esplosione del movimento post punk. Si tratta di un indie rock più melodico, il suono perde ruvidità e si abbandona all’armonia grazie all’abilità degli artisti che si cimentano in arrangiamenti e testi inediti.

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COLORE, ARMONIA, AUTENTICITÀ, RIVELAZIONE, CREATIVITÀ

A R T I STADEL MESE

Svegliaginevra è la nuova scommessa femminile di La Clinica Dischi dopo l’exploit di cmqmartina. Dopo il fortunato esordio di “senza di me.”, la conferma di “Simone” e il featuring con APICE su “Barche”, “Come fanno le onde” esce a luglio 2020 e conquista pubblico e addetti al settore: in pochi mesi, il brano vola oltre il milione di stream, stazionando in modo permanente nelle playlist editoriali Scuola Indie (di cui ottiene anche la copertina) e Indie Italia di Spotify e nell’alta rotazione delle principali radio nazionali. Inoltre, il brano viene inserito nella tracklist della serie Netflix Summertime 2.

come nascono le sue canzoni?

“Tendenzialmente io scrivo quasi tutti i giorni. Più che altro perché mi piace come esercizio, come i compiti che ti davano a scuola. Mi piace proprio l’idea di creare, di comporre, anche magari prendendo canzoni di altri per farle e scriverle come vorrei io.” Le canzoni che poi alla fine vengono fuori e che pubblico sono le canzoni che vengono in momenti in cui sento di dover per forza dire qualcosa

le tre canzoni del mese

stare con te svegliaginevra

E mi rendo conto che sono i momenti più vulnerabili, perché quando poi riascolto quei brani realizzo di provare davvero certe cose. Tendenzialmente so quando arriva il momento in cui sto per esprimere qualcosa - che non è una chiacchiera con un’amica - ma è proprio creare una canzone che poi parli di quella cosa. Così prendo la chitarra o il piano quando magari voglio semplicemente cambiare imput e lì scrivo”.

come fanno le onde svegliaginevra

quello che volevi svegliaginevra

Galeffi, pseudonimo di Marco Cantagalli, è un cantautore e autore italiano nato a Roma nel maggio del 1991 sotto il segno del Toro, cresciuto nel quartiere Montesacro della Capitale. Il suo primo approccio alla musica risale agli anni del liceo quando forma diverse band con cui inizia a suonare dal vivo in alcuni locali romani. Nell’inverno del 2017 pubblica il singolo Occhiaie e poi lancia il suo album d’esordio “Scudetto”, attirando le attenzioni di pubblico e critica.

Nell’inverno del 2017 pubblica il singolo Occhiaie e poi lancia il suo album d’esordio “Scudetto”, attirando le attenzioni di pubblico e critica. Nel 2018 si esibisce in lungo e in largo per la penisola arrivando a fare 85 date in 12 mesi, fra le quali spicca la partecipazione al Concertone del Primo Maggio, al MiAmi Festival, i palchi del Fabrique a Milano e dell’Atlantico a Roma, oltre ai concerti di Londra, Bruxelles, Parigi e allo Sziget Festival.

Nella primavera del 2020 pubblica il suo secondo album “Settebello”, che vince il prestigioso Premio MEI come miglior disco italiano dell’anno. Il disco, uscito in lockdown, non riesce ad avere un tour per via delle restrizioni governative dovute al virus Sars Covid-19. Nel 2022 pubblica i singoli “Appassire” e “Divano Nostalgia” prima di lanciare il suo terzo album in studio, “Belvedere”, nel maggio 2022, per Capitol Records. Segue, a settembre 2022, il terzo estratto “Dolcevita”.

Gli ultimi due singoli ci presentano un Galeffi diverso, anche musicalmente dobbiamo aspettarci una rivoluzione?

Rappresentano sicuramente i due estremi dell’opera, tutto l’album andrà in una direzione diversa ma il succo sta nel mezzo. I primi due singoli sono stati un po’ scelti casualmente, sono le prime due canzoni che abbiamo chiuso definitivamente e masterizzato. Mi piace siano così distanti tra loro, si sono rivelati la mossa giusta per shockare un po’ i fan.

Immagino il prossimo lavoro sia stato concepito per essere suonato con una band, quantomeno, registrato in maniera differente.

Il primo disco l’ho registrato col mio solito amico, Alessandro, e con Jacopo come produttore: era il nostro primo album ed il suo primo lavoro in studio. Il pregio di Scudetto è la sua spontaneità. Non sapevamo fare nulla e abbiamo imparato. Scudetto non vuol essere l’album della vita, è un bel disco esordio, è il mio esordio. Per il prossimo album volevo concedermi il lusso di cazzeggiare un po’, di jammare. Per questo ci siamo ritirati nella mia casa al mare per qualche settimana.

Considerando l’ormai nota influenza dei tuoi brani sulle mie vicende amorose, cosa devo aspettarmi dal prossimo album?

Mi ricordo benissimo, sono onorato, però non so se sentirmi in colpa o essere felice di questa situazione. Spero tanta gente possa immedesimarsi nelle mie canzoni quanto te, per me è un grande traguardo, vuol dire che sono in grado di comunicare qualcosa, ma devo essere sincero, adesso mi spiace un po’ rivelartelo...Come dite voi a Milano, “Peso”? Ecco, il prossimo sarà un disco molto più “peso” di Scudetto. Agrodolce, dai, non si piange e basta, c’è anche tanta malinconia bella.

Tutto un altro metodo quindi...

Ad esempio, Cercasi Amore ha avuto tre versioni differenti, è nato come un brano alla Bon Iver ed ora sembra una canzone dei Blur. È un pezzo che mi rappresenta molto perché è rabbioso senza essere cattivo, nato dall’esigenza di avere un vero pezzo rock in scaletta, con dei BPM alti e chitarre importanti per svegliare il pubblico. A differenza di America che invece è stata chiusa in un giorno. America, tra l’altro, è stato l’ultimo dei brani prescelti per andare in studio che ho composto, già al piano me l’ero immaginata così.

L'amore va ballato scalzi

Senza troppe regole

Sono il tipo che se piove balla sotto l'acqua

Cambia poco, la tempesta ce l'ho dentro casa.

I Serendipity sono Alessandro Scandella, Andrea Angioletti e Lorenzo Giannelli, tre ragazzi di Bergamo che nel 2021 hanno pubblicato in modo totalmente indipendente i brani “VBCM” e “Ti compro l’estate”, superando 1 milione e mezzo di ascolti e raggiungendo picchi di 100.000 ascoltatori mensili. “Ti compro l’estate” è anche il brano che è stato per ben 8 mesi all’interno della playlist Indie Italia ed è stato programmato in alta rotazione su Radio Zeta. A dicembre 2021 pubblicano il singolo “Meno Male”, che è stato inserito per diversi mesi sempre nella playlist Indie Italia e che è stato presentato all’interno del programma “Tonica” su Rai2.

La vostra prospettiva è cambiata dopo il successo di ascolti sulle piattaforme di streaming?

“È cambiato soprattutto il nostro rapporto quotidiano rispetto al modo di fare musica, sicuramente è diventato più professionale

Cosa significa suonare live dopo due anni di pandemia?

“che finalmente sono libere di muoversi e godersi un concerto, è un’emozione indescrivibile. Ce lo siamo detti prima, la musica è fatta di sale prova, di studi di registrazione, momenti

È stato difficile scrivere e comporre durante questo periodo di isolamento? Quanto c’è di quello che abbiamo vissuto nelle vostre canzoni?

“È stato difficile per due motivi: il primo di carattere tecnico perché non potevamo vederci per

all’essere un gruppo che si raccontava per puro divertimento. Tutto ciò ovviamente senza snaturarci o perdere di vista la nostra spontaneità. Il nostro obiettivo primario è quello di divertirci facendo musica.”

di scrittura, c’è un mondo dietro. Ma il coronamento di un percorso e il coronamento delle canzoni avviene quando hai la possibilità di cantarle insieme alle persone che ti seguono. Per noi era fondamentale regalare alla nostra città questi momenti di spensieratezza.

registrare quindi dovevamo fare tutto da remoto e poi ci siamo trovati a gestire tutti i sintomi a livello psicologico che hanno a che fare con l’isolamento, l’impossibilità di avere contatti con l’esterno. Noi con le nostre canzoni abbiamo cercato di contrastare questa tendenza trasmettendo sempre leggerezza e allegria.

26 le tre canzoni (indie) più belle da condividere con qualcuno che ami ragù fulminacci foto mosse peter white MA MA MA chiamamifaro

Ascoltare specifiche canzoni in sedute d’insieme, può aiutare le persone a vivere meglio le proprie emozioni e a rielaborare in maniera funzionale le proprie esperienze

L’ascolto, specie se condiviso, innesca meccanismi di condivisione e di catarsi, un po’ come nella tragedia greca dove gli spettatori rivedendosi nell’opera, sentivano gli stessi sentimenti degli attori, immedesimandosi.

Questo portava all’espressione e quindi allo sfogo catartico appunto, di quelle emozioni/azioni che non erano permesse in altri momenti del quotidiano.

L’ascolto condiviso permette una maggiore consapevolezza negli ascoltatori, nonché un miglioramento dell’attenzione; tutto ciò è legato anche al piacere dell’ascolto e della condivisione, dando vita a dibattiti, discussioni e alla possibilità di raccontarsi al gruppo.

Da qui l’importanza di queste sedute, dove il musicoterapista sottopone al paziente delle canzoni “mirate” atte a dar inizio a uno specifico tipo di lavoro, o dove può chiedere ai pazienti di portare dei brani a cui sono particolarmente legati.

Le canzoni possono dare inizio al confronto su determinati argomenti, ad esempio se si lavora con persone che stanno lottando contro la dipendenza dalla droga, far ascoltare

“Vita Spericolata” di Vasco Rossi può essere utile al fine di argomentare i singoli punti di vista, oppure raccontare la propria esperienza o ancora trattare il tema dello stigma sociale. Un ottimo “strumento” di lavoro è la musica d’autore data la grande rilevanza che il testo ha in questo tipo di composizioni.

Tanti sono gli autori le cui canzoni possono essere utilizzate in terapia, sia per aver trattato il tema del disagio psichico sia per il valore e la bellezza dei loro testi in sé, e sia per aver descritto gli stati d’animo degli uomini e la loro condizione con tale verità e profondità da consentirgli di arrivare a tutti.

Giovanni Cantiello - in arte Giovanni Ti Amo - è un artista casertano classe ‘99. Cresce ascoltando la collezione di vinili jazz e rock del padre fin dalla più tenera età. A cinque anni comincia a suonare il violino, a dodici la chitarra, a sedici suona e canta nelle band del suo liceo. Nel 2020 scrive e produce i primi brani cantati in italiano, il risultato sono canzoni d’amore nelle declinazioni più terrene e quotidiane possibili, storie di sigarette e sesso a volte cantate, a volte urlate o sussurrate, partorite in cameretta o in un garage con i suoi amici. Giovanni Ti Amo suona i suoi pezzi insieme alla band di suoi amici, con i quale trascorre la maggior parte delle sue giornate. Nel 2022 pubblica i brani “Cloro” e “Bambina in Discoteca” seguiti l’anno successivo da “BURRO CACAO”.

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BAMBINA IN DISCOTECA FALENE CLORO UN BACIO IN AMERICA
SUD ITALIA BURRO CACAO

IL PODCAST FATTO SU MISURA PER TE

LA STAZIONE INDIEPENDENTE

Il primo community podcast sul mondo della musica indie, pieno di curiosità, consigli, novità e storie d’amore finite male

Francesco Di Lello, in arte dile, è un cantautore abruzzese classe ’89. La voglia di raccontarsi nasce come un’esigenza fin da giovanissimo, quando inizia a scrivere e comporre i primi pezzi e a portarli in giro.

Il 2019 è l’anno che consacra la sua maturità artistica e l’inizio del percorso discografico: il singolo d’esordio “Perdersi”, pubblicato per OSA e Artist First, in un solo mese supera i 100.000 ascolti ed entra dopo pochi giorni nella playlist di Spotify Viral 50. Il suo secondo singolo, “Rewind”, prodotto da Federico Nardelli, già produttore di Gazzelle e di Ligabue, conta oggi oltre due milioni di ascolti. Di grande successo è anche il singolo successivo, “finoallesette”, pubblicato nel novembre del 2019 e che in poco tempo supera il milione di streaming. Il video di “America”, pubblicato in anteprima su Il Messaggero, è stato realizzato durante la quarantena del 2020 interamente tra la mura di casa che traghetta l’artista fino alla release di “Tangenziale”, del 19 giugno, che entra nella playlist Indie Italia di Spotify ed in rotazione su Radio Zeta. La serie di singoli è ormai al culmine con oltre 6 milioni complessivi di streams. Il 20 Novembre 2020 esce il primo album di dile, “Rewind”: ed è un po’ un nuovo inizio.

Rewind il suo album sfida i canoni e le tendenze attuali: sono ben tredici le canzoni che compongono questo long play ed ammetto che non capitava da un bel po’ di tempo avere il piacere di immergersi in un’esperienza d’ascolto così organica. Dimensione uditiva che non è l’unica sollecitata dal cantautore abruzzese: le canzoni in parte disvelate in oltre un anno vivono importanti trasposizioni visive con i videoclip che integrano quanto espresso dalle note e dalle parole, amplificando i confini dell’immaginario che si intende espriemre; un vero e proprio prodotto transmediale, che tra radici di lo-fi cantautorale ed ottimo maquillage plasmato dai produttori palesa un’immediata riconoscibilità evitando il rischio d’apparire ripetitivo. C’è tanto da apprezzare, sia sul versante musicale che entrando in contatto col nucleo testuale, abile ad esprimere le inquietudini della fase di vita anagraficamente più incerto. Amaro. Come la vita.

Dile - nuova promessa di Believe e di OSA Lab, l’etichetta e società di management che fa parte di One Shot Agency, l’agenzia fondata da Matteo Maffucci degli Zero Assoluto - singolo dopo singolo è riuscito a ritagliarsi uno spazio tutto suo nella scena post-indie, arrivando a tagliare traguardi importanti anche senza la spinta di una multinazionale. L’album “Rewind”, con il tocco magico di Marta Venturini e Federico Nardelli, i due produttori che più di tutti hanno plasmato e forgiato il suono dell’indie pop degli Anni Duemiladieci (parlano i loro lavori per Calcutta e Gazzelle, tra gli altri), nel corso degli ultimi ventiquattro mesi

ha superato quota 12 milioni di ascolti complessivi su Spotify. Il suo ultimo singolo è “Che mettevi sempre”, in duetto con Federica Carta.

A chi aveva storto il naso ascoltando “Tangenziale”, dopo i primi singoli dall’attitudine lo-fi con i quali aveva cominciato a farsi conoscere dai seguaci del circuito indie pop, lui aveva risposto: “Rimango sempre diretto, creo immagini come ho sempre fatto. Ho solo cambiato un po’ i BPM: ‘Tangenziale’ rimane sempre Dile, con il mio modo molto diretto di raccontare emozioni ed esperienze vissute”. Francesco Di Lello, questo il vero nome di Dile, cantautore abruzzese classe 1989, ha sempre avuto le idee molto chiare sul suo percorso e sulla sua musica.

Rewind ha un’anima acustica in cui a predominare sono chitarre e pianoforti vicini al folk cantautorale, ma fortemente contaminati da un’elettronica che rende il sound complessivo più radiofonico e “pop”, nell’accezione più nobile del termine. Pop è anche l’approccio lirico, l’amore descritto nelle sue diverse sfaccettature, in modo diverso a ogni traccia. Ma ciò che rende particolarmente originale la scrittura di Rewind è la capacità di dare alla narrazione delle relazioni sfumature molto diverse tra loro, in grado comunque di coesistere molto bene: ci sono dell’amarezza e della malinconia nei testi più leggeri di finoallesette, Tangenziale e Vodka, così come s’intravede della speranza e della joie de vivre nello scenario quasi desolato di vatuttobene, Stavamo veramente bene e Giganti.

1 VA TUTTO BENE - SCIROCCO 3 PECCATO - MARTA TENAGLIA 5 COME SEI TU - ADELASIA 2 LA NOIA - SANTI FRANCESI 4 VITA MAGICA - MARTELLI 6 ADDIO - DRENO 7 FUORILEGGE - PRINCIPE 9 PECCATO - MARTA TENAGLIA 8 ALICE - AMALIA 11 TUTTO OK - NARA 10 PARADISO - PIER 12 TEMPESTA - LETIZIA 13 DNA - ISIDE 15 PECCATO - MARTA TENAGLIA 17 UPBEAT - INUDE 14 ESTASI - GAIA 16 RESTA QUI - VENERUS 18 LUNA PIENA - ETHAN

FUORI MILLE SECONDI - PETER WHITE

Un disco in cui l’artista torna a regalare le atmosfere romantiche e malinconiche che contraddistinguono la sua produzione artistica, raccontate attraverso un imprinting cinematografico che lo hanno reso tra le penne più apprezzate del cantautorato italiano di nuova generazione. Come suggerisce il titolo, l’artista canta, brano dopo brano, infiniti attimi cristallizzati nella mente, e con musica e parole, proprio come un fotografo con la sua fotocamera o un pittore con la sua tela, immortala il tempo conferendo autenticità e poesia ai luoghi – in particolare Roma – e ai momenti che costituiscono la sua quotidianità.

Millesecondi si apre con Quasi mai, un brano le cui parole si soffermano su quella costante sensazione di trovarsi in un limbo che impedisce di sentirsi davvero a casa e fanno trasparire la volontà di perdersi tra le strade e le luci della città in compagnia della persona amata. Segue Inizio Febbraio, una traccia in cui domina il sentimento della nostalgia. Il titolo si riferisce a un momento passato all’interno di una vita sentimentale, che l’artista ripercorre attraverso descrizioni di vari attimi, con l’intenzione di volerli rivivere.

Molotov, invece, è un brano dolce che, all’interno dei suoi versi, racconta il dolore di un amore perduto. Il brano vede la collaborazione del giovane cantautore Clied, la cui voce si lega perfettamente a quella di Peter, conferendo al brano un ulteriore tocco poetico. Il pezzo seguente, Rosé, in cui il cantautore ricorda i rari e preziosi momenti in cui si assaporano quei pensieri, che poi si insinuano nella mente senza andarsene più via.

Gli Eugenio in Via Di Gioia con il loro album NATURA VIVA, hanno superato i:

40
12 MILIONI
DI ASCOLTI SU SPOTIFY

Un rapporto stretto che aiuta il processo di crescita.

In questa età la produzione di ormoni esplode e tutto quello che accade viene enfatizzato e recepito dal cervello come estremamente importante. Tutto ciò che si prova si crede assoluto. E così è la musica: amplifica le emozioni, esalta i desideri, mette le ali alla fantasia, fa sentire liberi di immaginare e sognare.

È in questa fase che la musica assume un valore enorme, consente di confrontarsi con i propri umori che spesso, proprio a questa età, risultano essere faticosamente gestibili e difficilmente decifrabili.

Tra i 12 e i 22 anni il cervello attraversa un veloce sviluppo neurologico, tipiche degli adolescenti sono le reazioni amplificate, le situazioni enfatizzate ed estremizzate: in questo contesto l’effetto della musica assume un’importanza enorme. È proprio la grande produzione degli ormoni della crescita che dice al nostro cervello che ogni cosa è incredibilmente importante. Ascoltare musica ha per un adolescente anche un grande valore sociale. È da ragazzi che cominciamo ad ascoltare musica scelta da noi e spesso lo facciamo insieme agli amici. Ascoltare la stessa musica fa sentire parte di un gruppo e il genere musicale che si condivide con il proprio gruppo finisce per diventare una parte del nostro senso di identità.

Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2021/05/adolescenti-musica/

Come mai hai scelto Maniviola come nome d’arte?

Ho una pessima circolazione e con il freddo (o con l’ansia) le mie mani diventano fisicamente viola. I miei amici alla superiori ci scherzavano spesso su e “maniviola” è diventato prima il mio username su Twitter, poi il mio nome d’arte.

Hai qualche artista preferito? Pensi che in qualche modo ti abbia ispirato nello scrivere la tua musica?

Quando andavo a scuola ho scoperto su Youtube il canale di una ragazza inglese che suonava l’ukulele e scriveva canzoni, Dodie. Faceva, e continua a fare, musica acustica con testi molto intensi ed introspettivi, e credo che il suo modo di scrivere abbia influenzato parecchio la mia musica. Al di là di questo, mi sento molto influenzata dal cantautorato classico italiano.

Come hai iniziato a fare musica? E cosa rappresenta per te?

Tutta la mia famiglia suona almeno uno strumento e quindi cantare e suonare tutti insieme ha sempre fatto parte della mia vita quotidiana. Ho iniziato a comporre brani a 17 anni, dopo una serie di eventi che mi avevano fortemente scombussolato a livello emotivo. Lo sfogo di emozioni negative è sicuramente un filo conduttore significativo in quello che scrivo, non scrivo quasi mai canzoni per persone a cui voglio bene hahaha.

La tua canzone con più stream su Spotify è La Canzone di Lara come nasce questo progetto?

La Canzone di Lara non è nata come un “progetto”, è stata scritta nel giro di un’oretta, in camera mia, su un giro di accordi molto molto semplice. Sapevo di andare poco a genio ad una persona per nessun valido motivo, la cosa mi dava fastidio e quindi ho cercato di mettermi nei suoi panni e scrivere qualcosa dal suo punto di vista.

ART DIRECTOR

SARA MANCUSO GRAPHIC DESIGN

SARA MANCUSO

COURSE

FASHION GRAPHIC DESIGN

PROFESSOR

FRANCESCO PASTORE

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