Caschi_CreATTIVI 2022

Page 1

Edizione 2022

Un progetto di

Dipartimento di sanità pubblica

In collaborazione con

Ideazione e progettazione équipe di lavoro:

Lia Gallinari, Marco Tamelli, Montanari Giacomina, Rita Prati

Fotografie e graphic design a cura di Sara Davalli

Da quasi 30 anni lo sforzo legislativo di unificare le norme che regolano la sicurezza sul lavoro e il lavoro di tutti gli organismi e enti coinvolti hanno portato a una continua, sebbene faticosa, corrispondenza nel miglioramento delle condizioni in cui il lavoro viene esercitato. Si è lavorato tanto alla formazione e alla sensibilizzazione dei datori di lavoro e dei lavoratori; fabbriche, siti produttivi e cantieri si sono evoluti, è aumentata la consapevolezza delle persone, si sono diffusi nel tempo migliori dispositivi di protezione, più efficaci misure per prevenire i rischi. Purtroppo la problematica delle morti sul lavoro, degli infortuni gravi, delle malattie professionali è ancora molto, troppo evidente. In edilizia e in alcuni altri comparti la situazione rimane allarmante, nonostante i progressi raggiunti, per i numerosi incidenti, dovuti al non rispetto delle regole e a un approccio ancora fatalistico al tema sicurezza da parte di imprese e lavoratori. Questo nonostante la normativa sia sempre più stringente e crescente e continuo sia l’impegno dei Servizi di Sanità Pubblica e di Prevenzione nelle attività di vigilanza e controllo sul territorio.

Non si tratta quindi solo di aumentare le misure di prevenzione, i controlli o inasprire le sanzioni, ma è necessario cambiare la mentalità e i comportamenti, sensibilizzare chi lavora e chi opera sui cantieri ad un atteggiamento più attento e attivo alle tematiche di sicurezza. Per raggiungere questo obiettivo occorre tentare tante differenti strade, ricercando strumenti e canali anche non convenzionali. Perché non l’arte? L’arte può essere un veicolo potente in grado di dare visibilità a diversi temi, in grado di far giungere con modalità efficaci, anche se inusuali, contenuti di sicurezza sul lavoro, utilizzando modalità al di fuori degli schemi ormai consolidati del parlare e agire la sicurezza sul lavoro. Si è pensato quindi di partire da un’icona della sicurezza, riconoscibile da chiunque come un casco di protezione e svilupparne il significato utilizzando il disegno artistico, e questo è diventato il leit-motiv di questo concorso. Il mandato, rivolto a cittadini e studenti degli Istituti Superiori di Reggio Emilia, è stato: “partiamo dal casco. Interpretiamolo come veicolo di comunicazione, di sensibilizzazione e di stimolo, quanto più libe-

ro possa concepire la creatività artistica, con un solo riferimento: trasformarlo in portatore di messaggi di prevenzione.” Questa pubblicazione illustra la risposta dei giovani artisti reggiani all’invito del Dipartimento di Sanità Pubblica dimostrando, oltre alle doti artistiche dei partecipanti, una consapevolezza sul tema proposto e una chiarezza di messaggio che colpisce e non può lasciare indifferenti. Le opere sono state valutate per coerenza con i temi proposti, originalità del messaggio ed efficacia comunicativa e non è stato semplice il compito della commissione esaminatrice nello scegliere i vincitori. E’ indubbio che ognuna delle opere qui mostrate porti con se un grido forte e chiaro sulla inaccettabile condizione di un lavoro pericoloso e non a misura d’uomo. I risultati di questo progetto, finanziato con parte degli introiti delle sanzioni impartite per violazioni sulla sicurezza del lavoro dagli operatori dei servizi del Dipartimento di Sanità Pubblica di Reggio Emilia, è stato davvero sorprendente, superiore a quanto si potesse immaginare e di stimolo per continuare con sempre maggiore impegno a lavorare per promuovere la sicurezza e

la tutela della salute nei luoghi di lavoro.

“L’ho sempre fatto così e non è mai successo nulla”. Per chi lavora nell’ambito della formazione sulla sicurezza, questa frase è sicuramente la più ricorrente. Spesso troviamo in formazione persone convinte di non avere bisogno di formazione, perché tanto “so già quello che c’è da sapere”; proprio questa convinzione finisce per generare comportamenti agiti con sempre maggiore automatismo e fatica nel cambiare abitudini anche di fronte a nuove situazioni o attrezzature.

Per queste -errate- convinzioni, la formazione sulla sicurezza viene sovente vissuta come un obbligo da espletare il più velocemente possibile, quando invece è essa stessa una misura di sicurezza, pari ad un DPI: affinché sia efficace, tuttavia, è fondamentale che la persona arrivi a sentirsi coinvolta dal processo formativo, si renda disponibile a mettere in discussione le proprie certezze.

Da quasi 40 anni la Scuola Edile si impegna per creare all’interno dei proprio corsi un dialogo tra docenti e partecipanti che porti a riflettere sul perché sia importante agire in sicurezza e con un comportamento consapevole, senza sottostimare i rischi per fretta o distrazione.

Da sempre l’obiettivo è quello di creare una cultura della sicurezza che si fondi non sul timore della sanzione ma sulla volontà di agire consapevolmente per tentare di eliminare o ridurre, per quanto possibile, le situazioni di rischio che sono inevitabilmente presenti sul cantiere. Ecco allora come il casco diventa simbolo della sicurezza come prevenzione, rivisitato in modo creativo per portare avanti lo stesso messaggio di sempre ma con una comunicazione efficace e immediata, rivisitata grazie alla creatività dei lavoratori di domani.

Rita Prati

Direttore - Edili Reggio Emilia - Scuola - ASE

VINCITORI PRIMO POSTO “Se ce l’hai usalo!” Sofia Belvedere e Emidia Becci 2D Liceo Artistico G. Chierici “Trentotto” Matteo Orsini 5F Liceo Artistico G. Chierici Caschi_CreATTIVI 2022
VINCITORI SECONDO POSTO “Shock traumatico” Mattia Margini 4B Liceo Artistico G. Chierici “Helmet lucky ladybug” Julieth Karen Abdelkhalki 5F Liceo Artistico G. Chierici Caschi_CreATTIVI 2022
VINCITORI TERZO POSTO “Un alveare di persone” Matteo Ferrari e Matteo Francia 5B Istituto Angelo Secchi “Difendi il tuo futuro” Francesco Stradi 2A Istituto San Gregorio Magno, Sant’Ilario d’Enza Caschi_CreATTIVI 2022

Shock

TRAUMATICO

Caschi_CreATTIVI

MATTIA MARGINI

Mi sono ispirato ai diversi pittogrammi di pericolo sul lavoro, dando loro una mia personale interpretazione. Inoltre mi sono ispirato ai film della trilogia “Final Destination” i cui protagonisti affrontano diversi incidenti mortali. Ho utilizzato colori accesi su sfondo nero per enfatizzare l’impressione di pericolo e per far spiccare al meglio l’opera agli occhi dell’osservatore.

4B Liceo Artistico G. Chierici

La sicurezza sul lavoro

MATTEO VIGNALI

La sicurezza sul lavoro è importante. Tutti ne hanno diritto. Perché questo diritto non sia violato o dimenticato bastano attenzioni che possono sembrare piccole e invece sono grandi. Il mio casco vuole rappresentare proprio questo. Frontalmente è un casco giocattolo ma posteriormente diventa un casco da guerra. Perché sul lavoro anche un presidio piccolo, come un casco, può salvarti la vita.

3B Liceo Artistico G. Chierici

Caschi_CreATTIVI

Caschi

CreATTIVI

Soft security

VALENTINA CENTO

Questo casco nasce dall’unione di ciò che è la sicurezza sin dalla prima infanzia sia quella durante la vita di tutti i giorni di un lavoratore. Sul casco sono stati cuciti da prima uno strato di ovatta e poi un tessuto tinto a mano, cucito in modo da ricordare una trapunta o meglio, la protezione che ricopre i lettini dei neonati, il tutto decorato da bottoni, spille in plastica colorata e perline. Questo casco è nato per essere un modo carino ed intuitivo per far comprendere alle persone di tutte le età la tematica della sicurezza sul lavoro e per sensibilizzarle al suo significato.

Caschi_CreATTIVI

smart cat

BENSON OSOBA

Il casco rappresenta il cervello che l’operaio dovrebbe avere. L’uomo in primo piano raffigura l’azienda che non deve spendere soldi per gli operai, che si infortunano perché non indossavano lo smart cat. Dietro è raffigurato un gatto giudice che riporta la frase “non avete 7 vite come i gatti”. Nei lati: sx, un orso che crea il lato sinistro del cervello, la logica; dx la fantasia e ci sono 2 gatti che pitturano le loro idee.

3B Liceo Artistico G. Chierici

volontà

Caschi CreATTIVI

SERENA MAGLIERI

Il tema da cui sono inizialmente partita è quello della famiglia. Cosa può spingere un lavoratore a proteggersi sul luogo di lavoro? L’unica spinta motivazionale per proteggersi è la volontà, dopo una lunga giornata di lavoro, di tornare dalla propria famiglia. E come rappresentare al meglio la propria famiglia se non con l’abbraccio? Da qui il tema del mio casco, un abbraccio che ho deciso di rappresentare attorno ad esso. Come prima cosa ho ricoperto il casco di carta e successivamente l’ho dipinto e ricoperto con uno spray protettivo.

Caschi

CreATTIVI

MARCUS ANDRE’ DOLLIENTE

L’opera mostra un casco robotico che è riparato da tanti piccoli operai, infatti si vedono loro in giro per il casco. Si può notare lo stato un po’ crudo del casco guardando ingranaggi scoperti, muri in costruzione coperti da tendine, cavi ovunque, prese d’aria arrugginite, travi malmesse, ecc… Il casco esterno è soltanto un’armatura che protegge il casco al suo interno che è più piccolo ma prezioso. Questo casco comanda e supervisiona gli operai e indica loro cosa devono fare e dove devono riparare. Materiali utilizzati: carta (fabriano A4 liscio), tratto pen, pantoni, colla (vinilica), pennello, acqua e tanta pazienza.

libero dal lavoro assassino

Caschi

CreATTIVI

BOUKAID BASSMALA

Per realizzare il mio casco ho pensato a tutte quelle forme di sfruttamento che esistono nel mondo: da quello minorile, alla storia di Iqbal (purtroppo un triste esempio), a quello che costringe anche le persone adulte a lavori pesantissimi, non pagati o pagati troppo poco, senza tutele, protezioni e riposo. Il mio casco ha l’obiettivo di ritrarre tutte quelle persone che cercano di fuggire da questa condizione soffocante, per ritrovare la loro libertà e dignità. Mi sono ispirata alle sculture di Matteo Pugliese che, con le sue opere che fuoriescono da una parete, riesce sempre a mandare un messaggio forte e chiaro. Lo stesso voglio fare io con il mio casco.

Liceo Artistico G. Chierici

2A

L’ESSENZIALE E’ INVISIBILE AGLI OCCHI

Caschi_CreATTIVI

ARIANNA FORNACIARI

Per la realizzazione del caschetto mi sono ispirata alle ambientazioni del libro “Il Piccolo Principe”. Sul caschetto ho cercato di ricreare l’ambientazione del romanzo, cioè il percorso che il Piccolo Principe compie prima di visitare per la prima volta la Terra. Il pianeta del Piccolo Principe, B612, è collocato alla base del caschetto, poi a partire da sinistra in successione sono presenti i sei pianteti. Il primo (il paneta rosso) è abitato da un re, il secondo da un vanitoso, il terzo dall’ubriacone, il quarto dall’uomo d’affari, il quinto dal lampionaio ed il sesto dal geografo. Ho deciso di chiamare il mio lavoro “L’essenziale è invisibile agli occhi” siccome è la citazione più famosa del romanzo ed è in correlazione con il progetto per la sicurezza, in quanto spesso i pericoli sembrano invisibili ai nostri occhi o vengono sottovalutati. Ho realizzato i pianeti con delle sfere di polistirolo, successivamente dipinte con gli acrilici e ho creato i vari personaggi con della pasta modellabile.

2D Liceo Artistico G. Chierici

fragili foglie

DALLARI

Come foglie secche siamo fragili e come esse cadiamo ma, messe insieme, legate da un senso di unità, diventano e diventiamo più forti e resistenti. Voglio perciò rappresentare l’importanza del lavoro di squadra.

3B Liceo Artistico G. Chierici

CATERINA
Caschi_CreATTIVI
Caschi CreATTIVI

faces

LUCIA GAUDINO

Luana d’Orazio, Christian Vernocchi e Ivan Salvatore. Loro sono alcuni dei giovani ragazzi morti per incidenti tragici sul posto di lavoro. Per realizzare “faces” ho usato una stoffa bianca, un filo rosso e i ritratti di queste giovani vittime disegnati con matite colorate. L’uso della stoffa bianca simboleggia quelle che sono le cosiddette “morti bianche”, espressione che viene usata per definire una morte dovuta al fato o semplicemente alla sfortuna. Termine molto discusso in quanto offensivo nei confronti dei familiari delle vittime e della loro memoria, perché queste morti non sono mai dovute al destino cieco e beffardo. Il bianco è immacolato, puro, innocente, candido, ma queste sono solo morti sporche e brutali. Le parti dei loro volti sono tutte unite da una cucitura, connesse insieme e attaccate alla stoffa. Tutti loro sono legati da uno stesso tragico destino. L’inquietudine di quest’opera vuole smuovere e offendere la coscienza di qualcuno, perché nessuna di queste morti è definibile un incidente.

2G Liceo Artistico G. Chierici
Caschi_CreATTIVI

l’uomo sui

garofani

I fiori possono assumere diverse in terpretazioni, ma lo sdraiarsi sui garofani ha un riferimento diretto al confort e riporta ad una percezione di sicurezza.

FIORENTINA ALINA AMARIUTEI
3B Liceo Artistico G. Chierici

la sicurezza sul lavoro

LAURA AJAZI

Il casco non solo si usa per la sicurezza sul lavoro ma anche nelle attività quotidiane come ad esempio andare in bici, moto, monopattino e tanto altro. Sul casco ho raffigurato una tartaruga marina vista dall’alto per far risaltare il suo guscio, ovvero la protezione di questo animale. La tartaruga rappresenta la tenacia, la forza, la resilienza e la saggezza. Il guscio è dipinto di colori caldi tendenti al giallo affinché si crei un contrasto con il colore freddo del mare: il blu. Nella rappresentazione di quest’idea vi è un altro contrasto. Esso è dato dalle cicatrici che dividono le parti del guscio e simboleggiano il male e dal bianco brillantinato che indica la libertà, la pace, un nuovo inizio e il bene. Per stare in tema con l’attualità i colori maggiormente utilizzati (giallo e blu) richiamano proprio la bandiera dell’Ucraina. Invece il casco può alludere alla guerra, in quanto i soldati lo indossano sempre. Con questo progetto vorrei invitare le persone a essere sempre ottimiste e a non far mai morire la speranza di raggiungere un mondo senza guerra.

2G Liceo Artistico G. Chierici

Caschi_CreATTIVI

Caschi

CreATTIVI

l’impersonificazione del pericolo

L’opera rappresenta una figura umana mutata dalla pelle verde; ho rappresentato la testa che spunta dal casco che è la concretizzazione del concetto di pericolo.

3B Liceo Artistico G. Chierici

helmet lucky ladybug

JULIETH KAREN ABDELKHALKI

Il casco è realizzato con acrilici. Raffigura una coccinella perché, come in natura, questo insetto possiede una corazza che la protegge da ogni pericolo. Volevo che lo stesso significato si riflettesse su ogni persona che indossa un casco. Non è un’opzione ma dovrebbe essere automatico indossarlo. La coccinella non è l’unico insetto che indossa un “casco protettivo”, ce ne sono tanti altri piccoli, come la lumaca e lo scarafaggio, ma anche animali come la tartaruga e l’armadillo. É risaputo che questo piccolo insetto rosso, dai sette puntini neri, sia messaggero di felicità e goda di ottima reputazione.

É un’antica credenza molto diffusa nel mondo, soprattutto in Europa “la coccinella Portafortuna”. Lei ci insegna ad avere pazienza e a non respingere la fortuna.

Caschi_CreATTIVI

la forza della serenità

ATTIVI

Caschi_Cre

ALBA CECCHI

Gli oggetti possono salvare l’uomo dal la morte. Infatti, come gli scalatori utilizzano una corda proprio per non cadere, così i lavoratori dovrebbero utilizzare il casco o altre protezioni per prevenire infortuni sul lavoro. Attraverso cielo e nuvole, oltre all’al tezza elevata, ho mostrato anche che mentre si lavora non si può avere la testa tra le nuvole, perchè altrimenti si rischia di farsi gravemente male. Parlando della roccia stessa su cui la ragazza è appesa ricorda la forma dell’ala di un’aquila per richiamare il concetto di libertà e per trasmet tere la volontà dell’uomo di lavorare senza la paura di rischiare la vita. Per quanto riguarda i colori che ho dato al casco, voglio richiamare tranquillità, in modo da rappresen tare un casco alla vista delicato, ma con un concetto profondo. perché la sicurezza sul lavoro è un tema da non sottovalutare, che deve richiamare l’attenzione di ogni osservatore. Per quanto riguarda i colori che ho dato al casco, voglio richiamare tran quillità, in modo da rappresentare un casco alla vista delicato, ma con un concetto profondo. La sicurezza sul lavoro è un tema da non sottovalutare, e deve essre posta all’attenzione di ogni osservatore. Questo casco rappresenta il mio stile artistico e il mio carattere, espressi dai colori che ho utilizzato. Infatti mi interessa soprattutto mostrare la

trasformazione di un tema comune in qualcosa di intimo che evidenzi agli altri la mia personalità.

trentotto

MATTEO ORSINI

Il 38 è un numero porta fortuna che si addice perfettamente al contesto della sicurezza. Il casco fondamentale per la protezione di se stessi é parte integrante del vestiario per molteplici lavori. Per questo motivo “38” richiama un paio di pantaloni con dentro vari attrezzi da lavoro, come se fosse parte di un vestito.

5F Liceo Artistico G. Chierici

difendi il tuo futuro

FRANCESCO STRADI

Il futuro è un’incognita nella vita di tutte le persone, è un qualcosa di misterioso ed affascinante per il quale vale la pena lottare. Per farlo abbiamo bisogno dei giusti mezzi come per esempio un casco, che può fare anche da scudo, per vivere una vita sicura e senza preoccupazioni.

2A Istituto San Gregorio Magno, Sant’Ilario d’Enza

Caschi_CreATTIVI

responsible

be

Caschi_CreATTIVI

ALISIA XHYHERI

Il mio casco è abbastanza minimalista perché volevo che il concetto di sicurezza arrivasse dritto al punto senza troppi ragionamenti dietro per capire di cosa si tratta, dato che su questi caschi non ci abbiamo disegnato a caso ma per sensibilizzare sulla sicurezza e sull’importanza del loro uso. Nel mio casco si vede un ombrello aperto dall’alto come quando lo usiamo per riparaci dalla pioggia. Allo stesso modo il casco si deve usare per riparasi in un ambiente di lavoro che può essere molto pericoloso. Perciò ho voluto rappresentarlo per fare una sorta di metafora tra le due cose. In seguito sul davanti del casco ho scritto ‘be responsible ‘ cioè ‘sii responsabile’ con le gocce di sangue. Penso che questo arrivi dritto al punto. Non sono un’artista e non vado in una scuola in cui si disegna a mano libera, però ci ho messo dell’impegno per quello che riesco a fare e spero che il casco vi piaccia.

5A Istituto Angelo Secchi

a mio zio...

SABRI COPA

L’opera che ho realizzato, rappresenta il ricordo per la tragica scomparsa di mio zio in un incidente sul lavoro, in cui un casco sarebbe bastato per poterlo evitare.

5B Istituto Angelo Secchi

Caschi_CreATTIVI

watch out

GIULIA INCERTI

Questo progetto si sviluppa sul tema della sicurezza sul lavoro: “per aumentare le misure di prevenzione, è necessario cambiare la mentalità di chi lavora sui cantieri, sensibilizzare chi lavora ad un atteggiamento attivo, all’attenzione, ai comportamenti”.

Partendo dal nome “Caschi CreAttivi” ho scomposto la parola CreAttivi in due: Creativo e Attivo e le ho associate a una lampadina. La lampadina è il simbolo delle idee e quando viene un’idea si dice metaforicamente che “si accende una lampadina”. Accendere vuol dire fare qualcosa, essere attivi, attivare un circuito. Per applicare questa idea sul casco ho pensato di realizzare un’opera che richieda un’interazione con lo spettatore, qualcosa che lo renda “attivo”. Su un lato c’è la scritta in nero “Turn it on” e in basso un rettangolo bianco che invita a guardare dentro il casco. All’interno c’è un interruttore che attiverà delle luci e si vede una figura che sta cadendo.

Attorno alla figura è buio. Simbolo sia dell’ignoranza (buio) sia delle conseguenze di un comportamento scorretto (figura che sta cadendo). Si vedono anche delle lettere in rosso che vanno a modificare la precedente scritta in: “Turn this off”, una provocazione che inviti a riflettere. Davanti al casco c’è la scritta “watch out” (fa attenzione) e sulla T finale uno stickman con un braccio vicino al capo mentre guarda fuori. I colori prevalenti sono il grigio/ nero (lanterna in un mare di nebbia).

3A Istituto Blaise Pascal

Caschi_CreATTIVI

ANA CHIRINCIUC

Il casco è stato creato da mia figlia Anastasia che ha due anni. Il motivo principale è come vede lei la scuola e gli studi della mamma. Inizialmente mi ha detto che mamma fa i cerchi e i quadrati a scuola. Poi ha disegnato delle linee per indicare i confini e le strade. Mi sembrava carino che esprimesse le sue idee su questo casco.

5S Istituto Angelo Secchi

Caschi_Cre

ATTIVI

ANOTHER BRICK IN OUT THE WALL

Caschi_CreATTIVI

ALBERTO DUCI

Viviamo in un periodo dove a volte si pensa: “Che mondo lasceremo ai nostri figli?”. Purtroppo, la risposta non è sempre delle migliori. Sono convinto però, che non sia ancora tutto perso. Non bisogna gettare la spugna così facilmente. Io credo nel cambiamento, e credo anche che ogni avvenimento possa dare i suoi insegnamenti, persino una guerra. Ho creato questo casco, “Another Brick In OUT The Wall” -Un altro mattone fori dal muro- per trasmettere solidarietà a chi in questo momento è in difficoltà. Io credo ancora in noi giovani, e credo che questo muro riusciremo a riscostruirlo mattone dopo mattone, per poter lasciare un mondo migliore. Perché abbiamo solo questo.

occhi aperti

Caschi_CreATTIVI

GIUSEPPE VALENTE

Ho voluto progettare il casco in questo stile per far capire nel migliore dei modi l’importanza della sicurezza sul lavoro. Un casco non deve esser dimenticato sul sedile del camion, non deve esser lasciato in disparte, non deve essere qualcosa di cui possiamo fare a meno. La sicurezza viene prima di tutto e nessuno deve e può costringerci a lavorare in stato di pericolo. Ho voluto rappresentare proprio questo, con uno stile molto semplice e basilare mettendo in risalto alcune frasi che secondo me hanno un significato molto profondo e ci fanno riflettere. Mi è piaciuto questo progetto perché sono riuscito ad aprirmi ed esprimere con queste frasi l’importanza che ha la sicurezza sulla nostra vita e sul nostro futuro. Spero sia stato di vostro gradimento.

3B Istituto Angelo Secchi

un alveare di persone

MATTEO FRANCIA e MATTEO FERRARI

Il mondo animale è stato più volte usato come similitudine per indicare le caratteristiche di una persona o di un’azione che questa compie. Per esempio si dice: “furbo come una volpe”, “Lavorare come un mulo”, “dormire come un ghiro”. Sono espressioni che appartengono alla nostra cultura, spesso pronunciati nel dialetto del paese dalle persone più anziane. Evidenziano come alcune nostre abitudini o tratti siano molto simili a quelli degli animali, da cui, in fondo, anche noi proveniamo. E’ per questo che ho deciso di scegliere questo tema per il mio casco, immaginando un cantiere simile a un grosso alveare pieno di persone, alcune vere e proprie “api operaie” mentre altre con compiti più organizzativi. Se uno ci pensa bene, sono due paragoni molto simili: abbiamo in entrambi un gruppo di persone poste sotto il controllo di un singolo individuo (da una parte l’ape regina, dall’altra il committente), ognuna di queste con il proprio compito. Insieme lavorano per la prosperità della

propria specie: mentre un alveare lavora direttamente per il proprio sostentamento, un cantiere lavora per la costruzione di un edificio, che sia residenziale o non, e quindi indirettamente garantisce un “miglior vivere” a chi quell’edificio lo userà come abitazione o per altre necessità.

Caschi_CreATTIVI

5B Istituto Angelo Secchi

fiori

SHERLYN LAZZARINI

Nella realizzazione di questo progetto, ho voluto esprimere la fragilità della vita attraverso l’uso del materiale in tutta la sua deperibilità. Ho ricoperto il casco con uno strato di intonaco di spessore medio di 5 mm, in seguito ho evidenziato le crepe formatesi durante l’asciugatura del materiale e gli eventuali spazi in cui è ceduto con colore acrilico grigio. L’intonaco diventa metafora della vita: con il trascorrere del tempo si sgretola, forma piccole crepe e lascia alcuni pezzi per strada, ma dopo tutto rimane saldamente ancorata.

Le spaccature sono colorate di una tonalità scura per simboleggiare la loro origine innaturale e nascono infatti dalla mancanza di protezione della persona (il casco).

I fiori, infine, sono realizzati con filo di rame e “nascono” dalle crepe. Sono simbolo di speranza, una via di fuga al tragico destino delle vittime di incidenti sul lavoro; la prevenzione.

5F Liceo Artistico G. Chierici

Caschi_CreATTIVI

UN cantiere in paradiso

RAJHI JIHENED

Il casco che ho progettato con il suo colorito bianco riporta un po’ all’immagine di una nuvoletta e al di sopra di questa troviamo un paradiso composto da un piccolo cantiere.

5A Istituto Angelo Secchi

Caschi_CreATTIVI

lasciare un’impronta

MIRELA DOS ANJOS DA COSTA

Per progettare questo casco ho deciso di ispirarmi ai miei disegni e ho voluto dipingere la superficie con diverse tonalità di verde.

Sul casco ci sono delle impronte che stanno a sottolineare una mia firma sull’acrilico. Mi sono molto divertita nella sua realizzazione, anche perché sono riuscita a partecipare e per la prima volta a tirar fuori le mie doti artistiche. Spero di ottenere un giudizio positivo su qualcosa che ho fatto io con le mie mani.

Caschi_CreATTIVI

CADUTA SENZA PAURA

DORA MASI

Per il progetto Caschi CreATTIVI, posto a promuovere la sicurezza sul lavoro, ho deciso di dipingere sul casco una texture di mattoni con al di sopra, al centro, un buco. Quest’ultimo simboleggia il senso di “caduta” e di pericolo. il muro che cede e si sgretola creando un buco simboleggia la precarietà della sicurezza sul lavoro. Può inoltre rappresentare la “crepa” della società cioè la morte causata dal lavoro, inteso come attività indispensabile per vivere. Tuttavia un buco nel muro può essere sanato attraverso l’utilizzo di nuovi mattoni e cemento. Pertanto anche il problema del pericolo sul lavoro può essere risolto. Dal buco fuoriesce la parola “proteggiti”, un invito e consiglio

per la vita. Un termine semplice ma dal significato fortemente simbolico e d’effetto poiché, la maggior parte delle volte, anche solo indossare un casco può salvarti.

Su tutta la superficie del casco sono presenti delle parole critiche e simboliche le quali hanno il compito di indurre la riflessione sul tema. Tutto il casco è ricoperto da polvere la quale rappresenta la corruzione, la “sporcizia sociale” che vi è purtroppo anche nel mondo lavorativo, soprattutto per l’acquisto e la manutenzione degli utensili che salvaguardano la vita.

4B Liceo Artistico G. Chierici

guardati intorno!

SUSAN CLARET MONTANARI

Il casco “Guardati attorno!” è stato realizzato per invogliare i lavoratori a mettersi e a dare maggiore attenzione alle protezioni sul lavoro.

Il casco che ho voluto realizzare è stato creato con il das, sfere di plastica, vernice nera e occhietti piccoli. Ho utilizzato il das per realizzare la parte mobile dell’occhio, per dargli tridimensionalità e farla emergere dal casco.

I 4 occhi più grandi disposti in modo NON simmetrico ai lati del casco non sono casuali, li ho fatti così per dare mobilità agli occhi.

Con il mio lavoro ho voluto sottolineare l’importanza di fare attenzione alle protezioni, la necessità di indossarle sempre. Nel campo lavorativo bisogna avere occhio per tutto ciò che abbiamo attorno, si deve stare sempre molto attenti anche con le protezioni indosso perché queste ci proteggono, ma purtroppo non sempre riescono a salvarci dalla morte o da altre tragedie.

Le sfere trasparenti di plastica sono le pupille degli occhi. L’ride non l’ho voluta realizzare all’interno degli occhi grandi perché è rappresentata dai piccoli occhietti posti su tutto il casco. La vernice spruzzata alla base del casco sta a significare la terra, la polvere, la condizione del lavoratore spesso non tutelata adeguatamente.

Caschi_CreATTIVI

5F Liceo Artistico G. Chierici

gesti d’amore

ANNALUCE ZOTTI

Simbolicamente le mani sono segno di protezione, come il casco sulla testa fonte di sicurezza della vita. Con questo lavoro volevo rappresentare la preoccupazione, l’affetto di coloro che sono in pensiero per chi è sotto il casco e sperano solo torni a casa sana e salva.

Le sue impronte starebbero ad indicare le persone che non ci sono più e che continuano comunque a vegliare su di noi. L’opera è stata realizzata con argilla e colori acrilici.

Caschi_CreATTIVI

SE CE L’HAI, USALO!

SOFIA BELVEDERE e EMIDIA BECCI

“Se ce l’hai usalo” si riferisce sia al casco che al cervello. In quanto sono sempre più frequenti gli incidenti sul luogo di lavoro, è bene, prima di usare il casco, usare il cervello. Se ce l’abbiamo, usiamolo! Realizzato con DAS e colorato con colori acrilici.

2D Liceo Artistico G. Chierici

Caschi_CreATTIVI

cielo

il

ELENA CHEN QUN YU

Non c’è un significato proprio, ma voglio intendere un momento del cielo più bello, fantasioso, un momento che puoi vederlo solamente in vita. L’opera è fatta di una copertura in acrilico e pongo di carta per dare il senso di nuvola.

Caschi_CreATTIVI

fare buon viso a cattivo gioco

MARCELLO FIACCADORI

Di solito mi immagino un operaio come un personaggio semplice che lavora sodo e alla fine del turno scherza al bar con i compagni di lavoro. Proprio per questo ho creato questo design che ricorda un bersaglio, col suo centro e gli anelli che segnalano la distanza da esso: ho immaginato il lavoratore che, centrato in testa da un oggetto metallico durante le ore di lavoro, a fine giornata si ritrova al bar e può permettersi di scherzare sulla distanza dell’oggetto rispetto al centro del bersaglio, poichè il casco lo ha protetto scongiurando conseguenze peggiori.

Caschi_CreATTIVI

sicurezza

Caschi_CreATTIVI

LORENA TONEJ

Ho deciso di realizzare sul casco varie scene di pericolo che possono succedere nel caso non lo si indossasse, e ho fatto anche varie crepe per indicare il casco rotto. Tramite ciò ho voluto sensibilizzare le persone riguardo la tematica dei pericoli sul lavoro.

5F Liceo Artistico G. Chierici

non ignorarmi!

Caschi_CreATTIVI

GIANFILIPPO LUPPI

Nel corso del 2021 sono morte, ogni giorno, tre persone sul lavoro che, sommate, fanno 1.221 morti all’anno solo in Italia. Sono numeri troppo alti e, per questo motivo, il tema della sicurezza sul lavoro si riconferma attuale.

Questi morti paiono passare inosservati. Di loro non conosciamo più nulla se non un numero: 1221. Il grido di ognuno di loro però si sente e io ho provato a dargli una forma attraverso la mia opera.

La mia scultura si staglia nell’aria diffondendosi attraverso la semplicità visiva del filo di ferro. Essa mostra uno di questi uomini (nero, a simboleggiare il lutto e il dolore della sua morte) che ci guarda e ci fissa al grido di “Non ignorarmi!”.

fiducia

ANNACLAUDIA FERRARO

L’opera che ho realizzato si ispira al contesto in cui l’oggetto andrà utilizzato. Ho raffigurato una donna mentre protegge uno scudo. Ciò manifesta la protezione che le donne hanno verso i propri cari. Questo é un promemoria per coloro che indossano il casco, che durante il servizio si deve sempre prestare attenzione e che la loro sicurezza interessa chi li aspetta a casa. L’albero con la sua corteccia é sia simbolo di protezione che di crescita e prosperità. Ogni passo che compiamo in un ambito lavorativo é sempre affiancato da doveri e regole da rispettare quindi é bene fornirsi di tutto ciò che possa difendere il nostro corpo affinché possa continuare a vivere. Gli occhi con le ali dicono come questo piccolo casco così insignificante in realtà abbia gli occhi da qualsiasi parte e ti protegga da tutti i pericoli che puoi incontrare. Le ali simboleggiano la libertà e la fiducia che si ripone in questi oggetti che ti fanno lavorare in sicurezza ed essere libero.

Caschi_CreATTIVI

5I Liceo Artistico G. Chierici

Legenda:

Artistico G. Chierici

Istituto Angelo Secchi

Istituto San Gregorio Magno

Istituto Blaise Pascal

Mattia Margini

Matteo Vignali Valentina Cento

Benson Osoba

Serena Maglieri

Marcus A. Dolliente

Bassmala Boukaid Arianna Fornaciari

Caterina Dallari

Lucia Gaudino

Fiorentina A. Amariutei

Laura Ajazi

Daniele Frigieri Karen Abdelkhalki

Alba Cecchi

Matteo Orsini

Stradi

indice 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 Shock traumatico La sicurezza sul lavoro Soft security Smart cat Volontà Work in progress Libero dal lavoro assassino L’essenziale è invisibile agli occhi Fragili foglie Faces L’uomo sui garofani La sicurezza sul lavoro L’impersonficazione del pericolo Helmet lucky ladybug La forza della serenità Trentotto Difendi il tuo futuro
Francesco
⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂
⌂ Liceo
¤
§

Alisia Xhyheri

Sabri Copa Giulia Incerti

Ana Chirinciuc

Alberto Duci Giuseppe Valente

Matteo Francia e Matteo Ferrari Sherlyn Lazzarini

Rajhi Jihened Mirela Dos Anjos Da Costa

Dora Masi Susan C. Montanari

Annaluce Zotti

Sofia Belvedere e Emidia Becci

Elena Chen Qun Yu Marcello Fiaccadori

Lorena Tonej Gianfilippo Luppi

Annaclaudia Ferraro

18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 Be responsible A mio zio... Watch Out La mamma va a scuola per studiare Another brick in out the wall Occhi aperti Un alveare di persone Fiori Un cantiere in paradiso Lasciare un’impronta Caduta senza paura Guardati intorno! Gesti d’amore Se ce l’hai usalo! Il cielo Fare buon viso a cattivo gioco Sicurezza Non ignorarmi! Fiducia
¤ ¤ § ¤ ¤ ¤ ¤ ⌂ ¤ ¤ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂ ⌂

Il regolamento del concorso

CONCORSO: indetto da RES Edili Reggio Emilia Scuola ASE in collaborazione con Dipartimento di Sanità prevedeva la realizzazione di un casco da lavoro decorato, interpretato a discrezione dell’artista con l’obiettivo di sensibilizzare lo spettatore rispetto al tema della sicurezza

OPERE: le opere realizzate, rappresentate nel presente catalogo, sono state espo ste in occasione della Giornata Mondiale della Sicurezza il 28 aprile 2022 presso il Tecnopolo di Reggio Emilia e successivamente per un mese presso il laboratorio edile della sede di RES Edili Reggio Emilia Scuola ASE.

COMMISSIONE: la commissione giudicatrice, formata da un Presidente appartenente all’AUSL-IRCCS, due membri esperti in rappresentanza di RES Edili Reggio Emilia Scuola ASE oltre a due membri con funzioni di segreteria (senza diritto di voto), ha , secondo suo insindacabile giudizio, selezionato le opere ritenute migliori stilando una graduatoria finale.

CRITERI DI SELEZIONE: sono stati considerati

· coerenza con i temi proposti (punteggio max: 30/100)

· originalità del messaggio (punteggio max: 30/100)

· efficacia comunicativa (punteggio max: 40/100)

PREMI FINALI: alle prime sei opere classificate sono stati assegnati i seguenti premi

1° classificato: premio di €. 500,00 (due premi ex equo)

2° classificato: premio di €. 300,00 (due premi ex equo)

3° classificato: premio di €. 250,00 (due premi ex equo)

È stato inoltre riconosciuto un premio simbolico, del valore di €. 100,00 al casco realizzato dalla più giovane cittadina concorrente (2 anni).

UTILIZZO E DIFFUSIONE: i giovani artisti, partecipando al concorso, hanno rila sciato nulla osta all’utilizzo delle opere da parte degli Enti Promotori, nonché da altre istituzioni, scuole, enti di Promozione sportiva e associazionismo presenti sul territo rio ed autorizzate dai promotori.

Dipartimento di sanità pubblica
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.