L’ARTISTA
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Tiziano Ronchi
Tiziano Ronchi nasce nel 1995 a Brescia, dove vive e lavora. Docente presso l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia, laureato in Arti Visive Contemporanee presso la stessa SantaGiulia e in Progettazione dell’Architettura presso il Politecnico di Milano, traccia la propria quotidianità, attraverso cammino, viaggio, esperienza diretta, sport estremi e contatto profondo con la Natura e con l’Altro.
L’elemento centrale della sua ricerca artistica è la Traccia intesa come segno più tangibile di un passaggio, di un processo, di un percorso, di un’emozione vissuta privatamente o scaturita dall’incontro e dalla fusione con l’Altro con Madre Natura.
La Traccia è il fulcro di un approccio di vita che è incessante ricerca, che è cammino meditativo, che è viaggio continuo, all’interno di Sé e in un mondo in cui
la Natura e gli esseri umani si intrecciano, si scontrano, si scompensano e si equilibrano.
2022
FRAMMENTI, Caminòm Project, Spazio Xeno Civico 29, Via Borgondio 52 Brescia, 27 – 28 maggio 2022.
2021
TRACCE., Tracciarsi con l’Altro e con Natura, a cura di Giulia Palamidese e Natalie Zangari, Palazzo Avogadro, Sarezzo (Bs), 1 – 17 ottobre 2021.
TRACCE., a cura di Barbara Crimella, Chiesa sconsacrata di Sant’Antonio, Breno (Bs), 25 – 27 giugno 2021.
2020
Nature Imprint, a cura di Tiziano Ronchi e Arianna Montini, Alberodonte, Rodengo Saiano (Bs), 9 – 11 ottobre 2020.
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HEAVEN 2022
ferro di recupero, Giardini Garibaldi Iseo (Brescia), 235x290x356 cm
“ …Germinazione, Identità, Elevazione, Essenza; Natura. ”
HAVEN, opera vincitrice del concorso “ARCHI’NATURE 2022 – Accanto al mio Albero” realizzata interamente con ferro di recupero del lago d’Iseo, raffigura una grande impronta digitale umana sostenuta da una selva di steli che la elevano all’altezza delle chiome degli alberi tra cui è collocata.
L’opera racconta di come la Natura sia fonte generativa e al contempo sorgente di protezione e riparo per l’essere umano e la sua identità.
Natura è anche colei che consente all’uomo di elevarsi e raggiungere un equilibrio sospeso in una dimensione di purezza e pieno contatto con la naturale genuinità.
La grande impronta nasce direttamente dalla Terra e si eleva creando un fitto bosco di elementi che descri-vono tale elevazione. Essa inoltre si relaziona con gli alberi tra cui è stata generata, con i quali si crea una fluida connessione.
HAVEN apre al fruitore la possibilità di un’interazione organica e diretta, come se si trovasse in una foresta protettiva che è impronta; che è Natura!
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2020
inchiostro BIC su carta 80g, dimensioni totali: 120x171cm dimensioni singolo elemento: 24x19cm, totale elementi: 45
V: Un esercizio di riabilitazione per la mia consapevolezza e un allenamento per consolidare le mie incertezze, le mie tendenze, le mie paure, le mie emozioni; per consolidare me stesso!
I tratti che vanno dall’alto al basso si chiamano Aste ( | ). Esprimono la via della volontà.
Il gesto parte dall’alto (idealità) e va ver-
so il basso (materialità, concretizzazione).
I tratti che vanno dal basso verso l’alto si chiamano Filetti ( / ). Esprimono la via del sentimento. L’emozione parte da una pulsione materialistica (in basso) e si innalza verso la mente (in alto) che la riconosce e l’analizza.
Le caratteristiche del tratto di Aste e Filetti permettono di individuare incertezze (tremori), tendenze (differenze tra inizio e fine), timori (assottigliamenti) e molti altri aspetti del carattere e del comportamento di una persona.
Sforzandosi di controllare, gestire e rafforzare il proprio Segno, si puó influire su diversi aspetti del proprie tendenze e sul proprio modo di agire e di Essere con sé stessi.
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Self-Essence-Portrait
2019 - 2021
cera, muschio, terra e legno
Autoritratto, Essenza, Natura.
Il ritratto dell’artista si presenta attraverso quella metonimia che più lo identifica in quanto essere umano, l’impronta digitale, che è anche quell’elemento unico e irripetibile che ne delinea le peculiarità individuali.
Tale impronta esiste solo grazie alla presenza di Madre Natura, colei che permette all’uomo di palesarsi e definire compiutamente la propria identità; essa è quindi ciò senza cui dell’essenza individuale di ciascuno di noi, non rimarrebbe che una Traccia ideale ed inconcreta.
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इशाराहरू (gesti) 02 2020 opera ciclo gesso pigmentato,
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dimensioni variabili, dimensioni medie singolo elemento: 12x10x10cm, totale elementi: 11
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fotografía comp. del gr. PHÔS - genit. PHÔTÒSluce, da connettersi a PHÂINÔ (rad. sser. BHA) rilucere (v. Fama e cfr. Fosforo) e GRAPHÍA da GRÀPHÔ disegno, dipingo, rappresento.
Arte di fissare sopra la carta, il vetro, ecc. le immagini dei corpi posti dinanzi alla lente di una camera oscura: così detta, perché la luce esercitando un’azione chimica sopra un reagente, di cui sono rivestiti la carta, vetro ecc. vi disegna sopra le immagini.
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Gloria Pasotti
Gloria Pasotti (1987), è un’artista bresciana che utilizza la fotografia per mettere in scena un immaginario leggero, ma ugualmente fisico e stratificato. Lo sguardo di Gloria sembra dilatare il tempo delle immagini oltre la sua lunghezza, soffermandosi spesso sul periferico: non un luogo astratto, in cui «la cui ariosa, mediocre piacevolezza equivale a un’incurabile ottusità esistenziale1» in contrapposizione alla concretezza della città, dove pare che la vita vera si svolga. Periferia non come sinonimo di “provincialismo”, ma piuttosto come dominio dell’ultra-conosciuto: così nella serie 40 day dream, a journey around my home, in cui la banalità del quotidiano è riallestita in nuove nature morte, dove situazioni normalmente sullo sfondo prendono una vita misteriosa.
Se questo sguardo prolungato sull’irrilevante da una parte lo nobilita, dall’altra sovverte paradossalmente il tempo delle immagini, che non sembrano più venire dal passato, ma collocate in un futuro a un passo dall’accadere. Come Mark Fisher scriveva, citando J.C. Ballard, in una riflessione dal titolo Reality is Elsewhere: «the future is not in the city, but in the suburb». In 10 Tentativi la periferia è invece quella del suo corpo, dove a essere indagate sono le parti nascoste e meno visibili, convertendo il vuoto in una materia giocosa.
La bellezza che Gloria coltiva attraverso la fotografia è quella del suo occhio interiore, non privo di ironia, che spinge gli oggetti a convivere loro malgrado, ritagli di carta a costruire nuovi palinsesti visivi o dare vita a nuove specie vegetali.
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Mia Sorella petalo. Un habitat dedicato alla fioritura del ciliegio. di Valentina Lucchetti e Gloria Pasotti
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Attingendo dalla tradizione giapponese antica e contemporanea dell’Hanami, si susseguiranno una serie di azioni e ambientazioni per un’osservazione concettuale di questo evento naturale.
In Giappone osservare la fioritura degli alberi di ciliegio è una tradizione antica, che vede l’uomo porsi in ascolto dei movimenti della natura. Simbolo della caducità della bellezza e della vita, il Sakura, o fiore di ciliegio, sboccia maestoso ogni primavera, ma la sua presenza è limitata nel tempo, può essere ammirato solo per pochi giorni, richiamando alla coscienza l’effimera natura delle cose.
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Il punto di riferimento che scandisce il tempo dell’intero accadimento è l’albero di ciliegio, che cresce e vive in un giardino di Gaino, piccolo paese collinare dell’alto lago di Garda. L’albero diventa la stazione meteoreologica, da cui una telecamera trasmette in streaming la diretta di ogni momento della sua fioritura.
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L’arrabbiata
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40 DAY DREAM
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“...Gran parte di questa enigmaticità l’immagine fotografica la deve alla sua speciale dimensione temporale. Occorre ribadirlo: essa è nodo di presente (istante catturato), passato (che rappresenta inesorabilmente) e futuro (che anticipa, prefigura). Così quando accosto delle immagini, non ricostruisco un continuo, uno svolgimento avvenuto, ma piuttosto una sequenza, una narrazione, inevitabilmente, un viaggio nel tempo, come si usa dire. Così Pasotti parla del suo 40 Day Dream come di un viaggio, piuttosto che di un ricordo, uno spostarsi in varie direzioni all’interno di un ambiente scelto, nel suo caso lo spazio intorno alla sua casa; e parla di rianimare, attraverso la fotografia, scorci, elementi, gesti, oggetti, altrimenti resi invisibili dall’abitudine, ingabbiati in un senso prestabilito. Questo fa la fotografia per lei: ridà vita, non la congela, anzi rimette in movimento. Il viaggio è “fotografico” perché è quello della fotografia.
Per questo allestisce le sue immagini in modo sparso sulle pareti e usando formati diversi. Le fotografie sono come le tappe segnate su una mappa, come appuntate sulle pagine di un diario di viaggio, ma, qui, di una mappa tutta da disegnare e di un viaggio tutto aperto. Ma anche altre dimensioni del viaggio sono qui chiamate in causa: quella del viaggio mentale che nasce dagli accostamenti tra le immagini sulle pareti, che si montano come frame di un film da costruire – o come le rimemorazioni di un sogno, durato 40 giorni, che si ricorda solo a flash – e che a loro volta si presentano come gli oggetti, i gesti, le situazioni fissate nelle singole immagini, elementi sospesi e centri di altri enigmi.”
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Arnaldo Abba Legnazzi
Arnaldo Abba Legnazzi è nato il 14 Maggio 1984 a Brescia
Nel 2011 si trasferisce a Los Angeles per studiare fotografia al Brooks Institute dove si laureerà due anni più tardi con menzione d’onore.
In questo periodo lavora come studio assistant per i fotografi di ritratto Douglas Kirkland e Joe Pugliese
Nel 2015 ritorna in Italia. Risiede attualmente a Milano dove lavora come fotografo editoriale e commerciale per riviste internazionali e aziende
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