LOUDER FANZINE

LOUDER Nuovi input per nuovi codici

N° 01 DICEMBRE 2019

€ 5,00

LOUDER FANZINE

I°

2019- 2020

Anno

Edizione

Settimanale

Fanzine

EDITORIALE Ficatusc imaximint ut vellautat antectiaecus expernam re, asperit officabor sint facilias dolupid quo con nistia in cuptatur suntum fugitiis dundia quibus mollitatia sit et volest, con presto mos ea inum ea ium dempos pla dit andam veliatem qui que ium harci blacium, eum nam nos cusapita comnimi, que ea aspe vernam lant qui ommolorro beribus net experum, vellaut endempo remporro blaut volecto eatia plabor simpora excerum nimillu ptatur aturibus dus de sum hilictur? Maio veraeprorro temporporem ipsum comnimus ercidi temporrum aliqui nulla assequam illitio occab iminvel invendene est essimagnis aborerum aut entur solenit, nonsed quis debis accabo. Pit quis ea vollorerum reri aspedic tet elenda dem ratur aut vide in consequi odipist ibusam qui aut es ut perehende verum ipsamet doloris quuntia dolenem nima doluptia netur adis num rendit, quas qui tempossum volendi psumquate cus solum eos et aut poremolupti conseceperi int voluptatur aperepe liquas sum rerio consequissim ut labores nobit autest, cupis conetur, venisciis everchilibus aut aut ius a commolu ptatiatem fugit autatur?

Itati cum et ipicia enihita que nobiti te volorioreius eum nia nonem voloris consed untibusant laboreptio estisqui culla ipsapid ulluptat aute nobisa in cuptatur suntum fugitiis dundia quibus mollitatia sit et volest, con presto mos ea inum ea ium dempos pla dit andam veliatem qui que ium harci blacium, eum nam nos cusapita comnimi, que ea aspe vernam lant qui ommolorro beribus net experum, vellaut endempo remporro blaut volecto eatia plabor simpora excerum nimillu ptatur aturibus dus de sum hilictur? Maio veraeprorro temporporem ipsum comnimus ercidi temporrum aliqui nulla assequam illitio occab iminvel invendene est essimagnis aborerum aut entur solenit, nonsed quis debis accabo. Pit quis ea vollorerum reri aspedic tet elenda dem ratur aut vide in consequi odipist ibusam qui aut es ut perehende verum ipsamet doloris quuntia dolenem nima doluptia netur adis num rendit, quas qui tempossum volendi psumquate cus solum eos et aut poremolupti conseceperi int voluptatur aperepe liquas sum rerio consequissim ut labores nobit autest, cupis conetur, venisciis everchilibus aut aut ius a commolu ptatiatem fugit autatur eos et aut poremolupti vollorerum reri aspedic tet enda quibus aut ius a ut labores.Itati cum et ipicia enihita que nobiti te volorioreius eum nia nonem voloris consed untibusant laboreptio estisqui culla ipsapid ulluptat aute nobisa in cuptatur suntum fugitiis dundia quibus mollitatia sit et volest, con presto mos ea inum ea ium dempos pla dit andam veliatem qui que ium harci blacium, eum nam nos cusapita comnimi, que ea aspe vernam lant qui ommolorro beribus net experum, vellaut endempo remporro blaut volecto eatia plabor simpora excerum nimillu ptatur aturibus dus de sum hilictur?

Sara Elisa

LOUDER

Nuovi input per nuovi codici N°01 Dicembre 2019 IDEATO DA Sara Mondelli Elisa Invernici PRODOTTO DA Sara Mondelli Elisa Invernici PROGETTO GRAFICO DI Sara Mondelli Elisa Invernici STAMPA Luogo di stampa (+via) Punto metallico Carta 120gr Copertina 300gr Testata con vernice a rilievo COPERTINA Sara Mondelli Elisa Invernici

SOMMARIO 06 International selection meets DB artists

crew 034: Francesca Lombardo 10 AnD: “Roma occupa un posto nel nostro cuore” 16 Snare Drum Exorcism: l’artigiano della musica 22 Berghain: pubblica la lineup del party di

tre giorni di capodanno 26 Mr. G in arrivo un nuovo album: un alieno

con abilità straordinarie 30 The art of production: Abby Echiverri 38 Jeff Mills rispolvera un alias dopo quasi vent’anni 42 Best mix 2019 50 Indirizzario

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INTERVISTA

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Internal selection meets D&B artist crew 034: Francesca Lombardo di Giulia Bombetta

In questo episodio di Internal Selection meets DB Artists Crew vi proponiamo il sound di una delle artiste italiane piÚ conosciute e apprezzate dalla clubbing culture internazionale, Francesca Lombardo. Cresciuta artisticamente a Londra ma italianissima di nascita, Francesca Lombardo ci racconta del suo percorso all’interno della musica elettronica dai primi ep su Crosstown Rebels fino ai giorni nostri.

Ecco cosa ci ha svelato.

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INTERVISTA

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Ciao Francesca, benvenuta su Parkett. Sappiamo che sei una musicista che ha studiato pianoforte sin da giovanissima; come e quando ti sei avvicinata alla musica elettronica?

Ciao e grazie per l’invito. La musica elettronica mi ha attratto fin da adolescente. Ho avuto la fortuna di ascoltare musica elettronica grazie a mio zio, che mi introdusse a qualche gruppo straniero come i Kraftwerk e Mike Oldfield.

Ho avuto il mio primo incontro con uno studio di produzione all’età di 12 anni e mi sono innamorata immediatamente dei vari synth e macchine, ero incantata da quello che potevo creare nell’ambiente dello studio sola con sintetizzatori e drum machine senza bisogno di una band o di essere in molti. Mi sono resa conto che potevi fare veramente delle cose incredibili con l’aiuto della tecnologia. Era più o meno il 1990, c’erano ancora gli Atari…

Quanto pensi sia stato determinante per il tuo inizio l’incontro con Damian Lazarus e Crosstown Rebels?

L’incontro con Damian mi ha aiutato a lanciarmi nel mondo, a farmi conoscere velocemente come artista e a cominciare a vedere la musica non solo come una grande passione ma anche come una vera e propria carriera. Ho imparato tante cose sull’industria della musica da quel giorno, sia le cose positive che quelle negative. Il tutto mi ha aiutato a crescere come artista e a capire chi sono veramente e come voglio formare la mia carriera.

Dopo l’uscita del tuo album, credi che continuerai a includere sempre più strumenti suonati dal vivo nelle tue performance live?

Mi piacerebbe sicuramente portare avanti il progetto ed espanderlo, pur continuando a suonare come dj naturalmente. Ho sempre sognato un live con tanti strumentisti per portare la mia musica più vicina al cuore delle persone; vedremo cosa succede, step by step, non ho fretta.

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INTERVISTA

Da italiana emigrata all’estero per seguire la sua passione: cosa pensi manchi al nostro paese per poter essere attrattivo come altre realtà che possiamo definire club-friendly?

Oggi giorno manca quello che c’era quando io sono andata via: la rivalutazione della scena musicale italiana nella musica underground, il saper scegliere e bilanciare la musica nei club tra artisti italiani e stranieri.

Mi ricordo negli anni ’90 quando la scena musicale italiana nei club era al suo picco: era stupendo. Ogni club aveva una storia, e gli artisti erano scelti con molta delicatezza e stile. Oggi mi sembra un po’ tutto cambiato, le line up sono spesso scelte per il numero di gente che l’artista porta; per riuscire a sopravvivere e affrontare i costi si dimenticano i grandi artisti e dj italiani storici che abbiamo noi in Italia, alcuni non più conosciuti dal nuovo dancefloor italiano perché non ne hanno mai sentito parlare. Bisogna tenere stretto il suono italiano, perché è quello che fa la storia.

Al mondo d’oggi per essere un dj di successo quanto incide l’essere anche un producer? Credi che questo ti abbia aiutato?

Essere solo dj o dj e producer è una scelta che deve essere fatta se si ha la passione, indipendentemente dal fatto che aiuti o no la propria carriera secondo me. Io

LOUDERFANZINE sono nata prima come compositrice e poi sono diventata dj perché mi divertivo e mi piaceva molto la scena rave. Per ottenere successo devi fare quello che ti fa stare bene secondo me, ci sono molti djs che hanno successo che però non producono la fuori, però eventualmente si sentono obbligati di farlo a un certo punto.

Dipende tutto da cosa vuol dire avere successo per te.

Cosa c’è nel futuro di Francesca Lombardo?

Nel mio futuro c’è tanta musica nuova e un bimbo! L’anno prossimo ho in programma un singolo del mio album che uscirà con dei remix esclusivi dei leggendari 808 State e The Orb, e mi sono inoltre permessa di remixare anche io la mia stessa traccia. Inoltre sto lavorando al mio secondo album che spero finire prima di diventare mamma. Continuerò a suonare live e come dj cercando di portare la mia musica in giro per il mondo.

Che tipo di podcast hai preparato per i nostri lettori?

Per i nostri lettori ho preparato un set che spazia dalla techno all’house, abbastanza uplifting, con tracce nuove, vecchie e unreleased. Ho incluso musica di The Orb, Idriss D, un upcoming release di Lou Flores sulla mia label Echoe, e molti altri pezzi interessanti.

Spero vi piaccia!

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INTERVISTA

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AND:RUBRICA LOUDERFANZINE “ROMA OCCUPA UN POSTO SPECIALE NEL NOSTRO CUORE” 10/54

di Camilla Bortolami

Sotto i nostri riflettori gli And. Il duo che in pochi anni ha stravolto il panorama techno europeo

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ell’ultimo decennio il nome degli AnD è stato associato alle più interessanti realtà discografiche europee come Electric Deluxe, Perc Trax e Mord Records. Mentre le loro performance hanno varcato gli stage dei migliori festival della scena.In attività da circa 15 anni, Andrew e Dimitri hanno raggiunto l’apice del successo grazie alla costanza e alla forte passione per la musica techno. Le loro produzioni

discografiche sono sempre in vetta alle classifiche e i loro dischi tra i preferiti di artisti come SpeedyJ o Dave Clarke.In occasione della performance che vede gli AnD protagonisti del Cosmo Festival di Roma e al FuoriOrario After, Andrew e Dimitri hanno deciso di raccontarsi ai nostri lettori in un’interessantissima intervista.

Attraverso la nostra intervista potrete conoscere tutti i dettagli degli AnD. Dalla nascita del progetto fino a scoprire le ultime novità discografiche.

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RUBRICA

Quando è avvenuto l’incontro tra Andrew e Dimitri?

Ci siamo incontrati circa 14 anni fa quando entrambi ci trasferimmo a Manchester. Nuove esperienze, amici e l’ambiente ci hanno aiutato molto ad arrivare dove siamo oggi.

Siete entrambi cresciuti a Manchester? Una città con una scena techno piuttosto attiva. A che età avete iniziato ad andare nei club e ascoltare techno?

Dimitri è cresciuto in Grecia, a Thessaloniki e Andrew è cresciuto in Irlanda del Nord, a Carrickfergus. Abbiamo entrambi iniziato ad uscire, ascoltare musica e scoprire nuovi artisti quando eravamo piuttosto piccoli d’età, negli anni ’90. Non avendo mai sentito suoni di quel tipo e di quell’ampiezza quello fu un momento di grandi rivelazioni ed eccitazione. Avere un contatto con la musica elettronica tramite un suono così potente a 14 anni è sconvolgente!

Le vostre performance sono caratterizzate da un suono forte ed esplosivo, che evoca le atmosfere dei rave degli anni ’90.

Qual è la vostra relazione con la scena rave di Manchester?

Ci piace molto suonare tracce che siano decise di natura, non importa se per la distorsione, per il ritmo o la melodia.

Modelliamo il nostro suono per far sì che sia di grande intensità e

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12/54 INTERVISTA dia alla gente energia mentre balla in pista. È il modo in cui ci piace ascoltare musica quando balliamo, quindi vogliamo dare alla gente la stessa sensazione che proviamo noi quando suoniamo. La parola “Rave” in sé è una rappresentazione di tutta la musica elettronica combinata e il senso di estasi ed eccitazione è da ritrovarsi proprio nel modo in cui raggruppi tutte le persone. Le persone andavano a ballare tutte insieme prima che nascesse la classificazione dei generi musicali nei settori dei media e del marketing a scopo di lucro. Il vero spirito del Rave dovrebbe essere quello di vedere gente che si diverte, amanti della musica che si uniscono e a cui non importa nulla del giorno dopo. È tutto focalizzato in quel momento, in quell’istante.

Manchester ha attraversato varie fasi della reincarnazione musicale negli anni ed è una di quelle città che mantiene le cose sempre fresche, nell’ambito musicale: nuovi spettacoli, nuovi locali ed energie che spuntano di giorno in giorno. Noi peniamo che sia per la storia musicale che soggiace qui, permette alla gente di essere aperta e provare nuove esperienze. C’è una vera cultura DIY in città, se lo possiamo fare, lo facciamo! Poi c’è una comunità studentesca molto grande che porta tanta gente nuova ogni anno, permettendo di sviluppare nuove idee e nuovi risvolti nella scena clubbing della città.

Il vostro progetto è associato da tempo a grandissime realtà e festival europei… Ma facendo un passo indietro qual’è stato il primo evento in cui avete suonato insieme come gli AnD? Per quel che possiamo ricordare una delle prime serate in cui suonammo come AnD fu in un grottesco seminterrato da qualche parte a Manchester circa 10 anni fa.

Non molto dopo suonammo al Berghain in una delle nostre prime date internazionali, per la festa dell’etichetta Frozen Border/Horizontal Ground. Fu surreale sentirci chiedere di suonare li!

Quale dei vostri lavori discografici vi ha dato più soddisfazione?

Questa è sempre una domanda difficile a cui rispondere. Credo che, come tutti gli artisti, tendi a considerare il progetto più nuovo come migliore rispetto i precedenti, perché ti accorgi dell’evoluzione, della differenza nella qualità del suono e nei piccoli dettagli. Ma tutta la musica che fai

LOUDERFANZINE ti regala qualche forma di soddisfazione, è la ragione per la quale spendiamo molto tempo a lavorare alla nostra musica. Questo è quello che ci piace fare ed è una soddisfazione di per sé.

C’è qualche prossima novità discografica di cui vi andrebbe di raccontare?

La prossima uscita sull’etichetta AnD, che uscirà questa settimana! Numero 005 stampata su vinile arancione. Siamo impazienti di saggiare la reazione della gente. Abbiamo anche una certa quantità di EP targati AnD nel 2020 che verranno annunciati a breve e che usciranno su nuove etichette. In più tante novità dalla nostra etichetta AnD. Vi conosciamo con AnD ma sappiamo che Andrew e Dimitri sono due personalità artistiche ben distinte. Avete altri progetti singoli da solista di cui vi andrebbe di parlare?

Si, scriviamo musica insieme da 14 anni e abbiamo sempre rilasciato tutta la musica insieme. Tuttavia, abbiamo sempre creduto che avesse senso avere dei progetti solisti, perché alle volte sentiamo il bisogno di esplorare altre aree della musica come parte di un percorso personale. Andrew ha 2 EP la cui uscita è programmata per l’anno prossimo, con il suo nuovo alias Slave To Society, dopo aver già rilasciato su Bank Records NYC e Scuderia quest’anno. Dimitri ha 3 nuovi EP che verranno pubblicati sempre l’anno prossimo, con il suo nuovo alias Dimi, come seguito della traccia “Drive me up” on Monnom Black. La prima release sulla etichetta di Dimi sarà pubblicata all’inizio del prossimo anno.

Il 31 dicembre vi esibirete al Cosmo Festival e il primo gennaio la vostra performance è attesa al FuoriOrario After. Roma è una delle città in cui il pubblico vi ama particolarmente. Che sensazione fa sapere che una città è così legata al vostro progetto?

Suonare in Italia è una che siamo sempre felici di fare. Amiamo l’energia che la folla ci trasmette! Roma è il punto centrale, in Italia, per tutto questo. Ci sentiamo onorati e fortunati quando vediamo come la gente reagisce alla nostra musica. Inoltre, sul piano personale, a Roma abbiamo incontrato tante persone che sono diventate amici negli anni. Roma Occupa un posto speciale nel nostro cuore.

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di Eleonora Maruca

In occasione del festival di Varvara 2019 a Torino, abbiamo avuto il piacere di incontrare Snare Drum Exorcism, alias Franz Valente che, attravero suoni exorcistici, punta a ritrovare la purificazione.

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i siamo. È tutto pronto. A prendere il via, il 23 novembre, sará il Varvara Festival 2019, considerato l’evento indipendente piú intraprendente degli ultimi anni in cui industrial, noise e techno la fanno da padrona. Essendo Torino “la cittá esoterica d’italia”, non si poteva non creare un evento dai suoni cupi, misteriosi e “indiavolati”. Se gran parte dei festival tradizionali hanno location da sogno e prezzi esorbitanti, la particolarità di questo evento è sicuramente la sua voglia di esplorare e ricercare, all’interno dell’industrial, una voglia di partecipazione e condivisione nuova. Fatta di musica underground, performance live e djset insoliti “conditi” con un prezzo all’entrata alla portata di tutti.L’evento 2019 si terrà al Bunker di Torino, edificio periferico e industriale, in cui si svilupperanno diverse aree divise tra performance live, djset e mercatini di vinili. In questa edizione i nomi di punta provengono da una scena musicale puramente underground. Dall’elettronica alla scena punk sperimentale fino alla elettroacustica rumorosa, spiccano su tutti I Vatican Shadow, progetto dedicato alla musica elettronica di Prurient , Ancient Methods, Drekka, Snare Drum Exorcism, A HAND curatore di Details Sound, Ramona Ponzini e RPM Watts, M_oo, I Weed Mason, Emiliano Comollo e Gambo. Oltre alle performance live e ai djset , si potrá assistere anche a video performance curati da Cikita Zeta Z feat. OMEGA KUNST Artworks , con lavori originali di Luca Brusa. Come accenato in precedenza, tra i grandi nomi protagonisti che appariranno al Varvara Festival, ci sará anche Snare Drum Exorcism, alias Franz Valente che dalla batteria rock dei One Dimensional Man Official e dei Il Teatro degli Orrori è giunto all’esplorazione della musica elettronica sperimentale. Artista poliedrico che nel corso della sua esperienza musicale ha sempre cercato di creare un’unione

con il suo strumento, alias la batteria, in questo progetto è protagonista un esorcismo meccanico fatto puramente di “ritmi”. Attraverso suoni forti e imprudenti, Share Drum Exorcism è un progetto nuovo, accattivante e rumoroso che lascia spazio a molteplici interpretazioni all’ascoltatore creando sinergie tra gli

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Snare drum exorcism. Com’è nato questo nome? Il rullante rappresenta le forze dell’inferno, però è in contatto con la zona celeste. Attraverso lo sfregamento di energie meccaniche avviene l’atto di purificazione.

Dove hai preso ispirazione per questo nuovo spettacolo?

Snare Drum Exorcism è un processo di ricerca scaturito da molti ascolti. Il percussionista Z’ev, la musica industrial di Einstürzende Neubauten e Swans, per citarne alcuni.. Apprezzo il drone e le capacità compositive di Giacinto Scelsi ed il noise catastrofico di M erzbow.

L’ idea della scrittura del disco ” Ligh / Fire /Lemons”, primo disco marchiato Snare Drum Exorcism, è nata dall’ ispirazione verso i suoni della natura. In particolare al temporale, come metafora del periodo attuale, con il fragore di ritmi strani e potenti. Contrapposto al dato naturalistico, ho aggiunto poi il dato astratto, una melodia di timbri su imitazione.

Come pensi che il tuo nuovo spettacolo sia stato percepito dai tuoi fan?

L’ orecchio, anche inconsapevolmente, è sempre alla ricerca di nuovi stimoli e nuovi suoni. Con questo spettacolo cerco di mostrare ai miei fan nuove possibilità performative. Questo progetto, in realtà, non è tanto inteso per i miei fan consolidati, quanto per aprire me stesso ad un nuovo bacino di utenza.

Come si sviluppa il tuo processo creativo? Io sono un artigiano. Il mio lavoro è il lavoro di una persona che in realtà fa la musica, fa le ricerche, legge, suona, studia e compone con gli strumenti musicali. Con Snare Drum Exorcism il processo compositivo è improntato nella contrapposizione tra ritmo e non ritmo, ricercando il contrasto tra figure regolari stabili e tessuti ritmici irregolari dettati da un flusso di coscienza. In questo modo il razionale è l’inconscio si muovono assieme, nel tempo della performance, mai uguale e mentre vive, muore.

Suonerai al Varvara Festival di Torino il prossimo novembre. Cosa ti aspetti dal festival? Mi aspetto di trovare tante realtà interessanti e condividere con loro buona musica e una buona energia.

Nell’era moderna tutto é online. Cosa ne pensi dell’ impatto che Internet ha avuto sul business della musica?

In un momento dove sono tutti inghiottiti dall’internet la mentalità “Do it yourself” é sempre stata un’ alternativa molto valida. Puoi arrivare al pubblico direttamente senza nessun filtro, senza intermediari.

Ti esibisci da solo sul palco. Come ti senti rispetto a suonare in una band?

Per me è un’ esperienza nuova che mi sta dando soddisfazione. Riesco a portare il mio show in molti locali anche di piccola dimensione. L’atmosfera che si crea con il pubblico è più intima. Avendo completa libertà e pieno controllo degli eventi riesco a perdurare in una determina direzione e cambiarla in qualsiasi momento senza dover rendere conto a nessuno.

Hai una routine prima di esibirti?

Faccio un po’ di esercizi di riscaldamento. Bevo un caffè e recito il “Padre Nostro”.

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BERGHAIN: PUBBLICA LA LINEUP DEL PARTY DI TRE GIORNI DI CAPODANNO

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di Nicholas Banfo

Il Berghain / Panorama Bar ha reso noti tutti i nomi degli artisti che si esibiranno per la Silvester Klubnacht, tradizionale maratona musicale che ogni anno si protrae dalla mezzanotte del 31 dicembre al 3 gennaio del nuovo anno.

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ai come in questo periodo dell’anno le tradizioni vanno rispettate, e il Berghain, nonostante la sua identità tutt’altro che tradizionale, non hai intenzione di cambiare le proprie abitudini. Non che qualcuno lo speri. La Silvester Klubnacht, infatti, tornerà anche quest’anno per i soliti tre giorni di party, dalle primissime ore del nuovo anno (il sito del Berghain dice 1:00) ad un orario non meglio definito nella giornata di venerdì 3 gennaio.

In quelle che saranno una sessantina di ore (ora più, ora meno), nella sala principale del locale sono previsti 17 act: Answer Code Request, Barker, Boris, Dr. Rubinstein, Efdemin, Etapp Kyle, Fiedel, Freddy K, Kobosil, Len Faki, Luke Slater, Marcel Dettmann, Norman Nodge, Phase Fatale, Somewhen, Terence Fixmer e Volvox.

Nel Panorama Bar, il dancefloor più tradizionalmente votato alle sonorità house, si esibiranno invece Avalon Emerson, François X, Gerd Janson, Jennifer Cardini, Massimiliano Pagliara, Muallem, nd_baumecker, Nick Höppner, Nitam, Roi Perez, Ryan Elliott, Steffi, Tama Sumo b2b Lakuti e Virginia.

Protagonisti delle altre due sale (Lab.oratory e Halle), saranno invece i vari Chris Cruse, Cormac, I-F, Midland, Nemo b2b Castro, Oracy, Paramida, Skatebård, Soundstream, Alessandro Adriani, I:Cube LIVE, Chris SSG, Deadbeat, Jenus, mxwhd, Pom Pom, Rabih Beaini, Rødhåd e Valentino Mora.

In tutto 52 artisti per un evento che, come al solito, punta ad affermarsi come il migliore a livello di programmazione artistica, almeno a livello europeo.

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Jeff Mills rispolvera un alias e una serie dopo quasi vent'anni di Luca Fiore

A distanza di diciassette anni dall’ultima pubblicazione, Jeff Mills inaugura il 2020 con un nuovo episodio della serie “Every Dog Has Its Day” sotto le spoglie di Millsart

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el 2019 Jeff Mills ci ha accompagnato in un viaggio cosmico, quasi spirituale, celebrando il cinquantenario dell’approdo dell’uomo sulla Luna. Il 2020 si prospetta pieno di sorprese ed inizia con un nuovo ed entusiasmante lavoro: sotto il nickname di Millsart, il prossimo 31 gennaio uscirà il quinto episodio della serie “Every Dog Has Its Day” su Axis Records. Dopo una lunga fioritura ecco che questo episodio esce dopo diciassette anni dall’ultimo capitolo della serie che vuole essere un barometro dei tempi moderni, in tempo per il produttore di spolverare il suo moniker Millsart.

Seguendo la cadenza tipica delle precedenti uscite, ognuna delle quali è caratterizzata da un colore predominante (oro, argento, perla ed azzurro) il quinto episodio della serie è caratterizzato dal rosso, un colore primario che vuole simboleggiare l’emotività,

01. Ultimo 02. Forever And A Day 03. Big City Fish 04. Apex The Curve 05. Sunday 06. Northwest Of Paradise 07. The Passenger 08. Josephine 09. With

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l’amore, l’energia, il potere, la rabbia e la passione.

Questa visualizzazione ci introduce ad un lavoro nettamente differente dal solito LP di musica elettronica: dietro ogni brano c’è una storia e Millsart invita l’ascoltatore ad intraprendere un percorso introspettivo tale da mostrarne la sua natura profonda. In un commento alla press release, Mills afferma: “Non è mai facile comprendere la vita perché ci si abitua ad essa.

In questo lavoro è riflesso il pensiero che la vita non ti presenta le risposte perché non ce ne sono. Quello che per l’altro può esser giusto, per me può essere sbagliato e viceversa. Perciò risulta difficile per me condividere qualsiasi segreto. La musica elettronica può essere una guida, uno stimolo per la tua mente ma non la mappa”. Mills inoltre anticipa che in primavera sarà prevista una sesta uscita della serie “vestita di marrone“, con lo scopo di riversare una valanga di emozioni e spiritualità.

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MR. G In arrivo un nuovo album: un alieno con abilità straordinarie di Elena Leonesio

Il DJ e produttore inglese Mr. G ha annunciato l’uscita del suo nuovo album dal titolo, “The Alien With Extraordinary Abilities” che sarà pubblicato per la sua personale etichetta Phoenix G il 31 gennaio 2020.

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’album articolato in 6 tracce inedite, uscirà nei formati in vinile, digitale e in streaming e segue ad un anno di distanza il precedente full lenght dal titolo “A Part of Me Vol. 2” e il nuovo EP “State of Flux”, appena pubblicato. The Alien With Extraordinary Abilities, l’ottava prova sulla lunga distanza dell’artista britannico, rappresenta nelle intenzioni del fondatore del seminale progetto techno anni ’90 The Advent, un concept album dedicato al viaggio negli Stati Uniti intrapreso a maggio scorso, durante il quale si è esibito per la prima volta per il pubblico nordamericano a distanza di anni. Ogni traccia dell’album rappresenta

così un momento o una particolare situazione del viaggio: dal rilascio del visto per l’Ambasciata degli Stati Uniti (Embassy), al party Soundbath al Loft di New York (Soundbath @ The Loft), passando per l’incontro con uno dei suoi eroi musicali, Danny Tenaglia (Met N*E*R*R*R*D @ The Gathering), fino allo scopo principale del viaggio ovvero la partecipazione al Gather Festival MDW 2019 di Monticello, insieme ad artisti quali Amelie Lens, Danny Tenaglia, Jamie XX, James Murphy e molti altri. L’uscita del nuovo album conferma la ritrovata fase creativa di Mr. G non soltanto nella dimensione in

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studio ma anche in quella live, come dimostrano anche le insolite ed originali location scelte per le sue recenti performance: il ghiacciaio islandese, teatro del Secret Solstice, l’evento al londinese Printworks con Kerri Chandler, il suo DJ set al SuncéBeat 10 a Tisno, un warehouse rave a Toronto, solo per citarne alcuni. Ossessionato dalla sperimentazione e dal suo ruolo di mentore di produttori emergenti grazie anche alla filosofia della sua label, McBean è una figura iconica della musica elettronica con

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all’attivo 8 album e 120 EPs oltre ad una vera e propria connessione con la vecchia scuola grazie al combo The Advent fondato nel 1993 insieme all’amico Cisco Ferreira; libero di poter proporre la sua visione musicale, come ha dichiarato nella nostra intervista in occasione della sua performance per la serata Nice To Be al Basic Club di Napoli, la proiezione verso il futuro di Mr.G è forte della consapevolezza e della maturità artistica acquisita in oltre due decenni di progetti e collaborazioni di successo.

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THE ART OF PRODUCTION di Stefano Mondellli

L'artista con sede a Brooklyn interrompe la sua singolare carriera nel nesso tra ingegneria audio, tecnologia musicale e produzione

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efinire Abby Echiverri un produttore techno è accurato ma difficilmente sufficiente. La techno è solo uno dei risultati di una carriera interamente incentrata sul suono. Dopo aver studiato tecnologia musicale alla New York University e lavorato come assistente ingegnere in numerosi studi jazz di New York City, nel 2013 Echiverri è diventato il capo della produzione di Output, il palazzo in stile tecno in carica di Brooklyn del periodo. Alle redini di quello che era uno dei migliori sistemi sonori Funktion-One ovunque (Echiverri ha lasciato Output nel 2016, e il club ha chiuso nel 2019), le è stato affidato il compito di supervisionare i dettagli tecnici delle feste con alcuni dei principali DJ e produttori del mondo, insieme a talenti locali chiave. Echiverri aveva un posto in prima fila nella scena della musica elettronica, e sebbene fosse già molto esperta nei sintetizzatori, il concerto la portò a chiedersi per quale tipo di marchio potesse fare sulla scena per cui stava eseguendo il suono.“Comprende la scienza dei sistemi sonori in un modo che fanno pochi musicisti elettronici”, afferma Bryan Kasenic del bunker di New York, la cui breve serie di feste a Output ha lasciato un’impressione fuori misura su Echiverri, che a sua volta ha dato a Kasenic un profondo rispetto per lei mestiere; ha continuato a sostenere i suoi set dal vivo presso The Bunker e ha realizzato tutte le produzioni da solista che ha pubblicato fino ad oggi.

Ma la sua conoscenza tecnica della musica va ben oltre il rafforzamento del suono. Mentre nulla di simile a Echiverri sembra un lavoro diurno convenzionale, se ne ha uno, è come un ingegnere elettrico per lo più autodidatta, che lavora

con clienti come James Murphy e Soulwax su tutto, dal ripristino di console da studio vintage alla progettazione di circuiti per nuove attrezzature. Ciò che unisce il suo lavoro di ingegneria e la produzione artistica è la capacità di Echiverri di trovare gioia nei dettagli esasperatamente tecnici della musica che molti di noi sarebbero felici di sorvolare. “Abby si avvicina al lavoro e praticamente a tutto con una mente aperta e curiosa”, afferma John Klett, mentore di Echiverri diventato collega in progetti audio specializzati. “Mi sembra che apprendere e acquisire conoscenza sia un importante agente di rilascio di dopamina nella sua chimica.”

Al di fuori dei locali notturni in cui i suoi set dal vivo l’hanno resa una delle preferite dalla setta, la vita musicale di Echiverri si svolge principalmente in due studi: un laboratorio nel seminterrato per i suoi sforzi tecnici e un allestimento luminoso al secondo piano dove scrive e registra. In quest’ultimo caso, la sua modesta ma decisa attrezzatura - sintetizzatori autonomi e sequencer, un sistema modulare ronzante - siede su una scrivania avvolgente che ha progettato e costruito da sola. (Echiverri ha fatto della falegnameria il suo ultimo sforzo tecnico.)

Dal suo soggiorno, che è stretto tra i due studi, al piano terra della sua casa a Brooklyn, abbiamo discusso del percorso tortuoso che ha portato Echiverri a realizzare alcuni dei tecno più intriganti uscire da New York negli ultimi tempi, e l’approccio da zero che lei adotta per l’audio che le assicura che difficilmente avrà una carriera da produttore / DJ convenzionale in qualsiasi momento presto.

LOUDERFANZINE Sei addestrata classicamente come musicista.

Potresti parlarmene?

Sì, penso che sia stata un’educazione asiatica piuttosto standard nello studiare il pianoforte. Ho anche appreso il violino, il flauto e ho preso lezioni di canto, quindi era una specie di vasta gamma di strumenti che ho praticato molto. Anche i miei fratelli hanno suonato e, dato che ero la più giovane, era naturale per me affrontare. Anche mio padre era appassionato di musica e in realtà suonavamo molto insieme. Mio padre era più appassionato di jazz, quindi durante le vacanze tutti suonavano gli standard al piano.

E ‘stato piuttosto carino. Io e i miei fratelli eravamo in trio insieme e suonavamo ai matrimoni nei fine settimana per fare soldi extra. Sì, c’era molta musica in casa mia.

Pensi che l’educazione musicale sia qualcosa a cui torni ancora come musicista, come produttore?

Penso che la parte a cui torno di più sia che la melodia è molto importante per me in un modo che non è la priorità in molta musica guidata dalla drum machine.

Era qualcosa con cui mi sono davvero confrontato, perché gran parte della mia musica preferita era solo un accordo dell’intera canzone, quindi capire un modo per tornare alle diverse progressioni di accordi nella musica techno è stato davvero emozionante per me. Molti dei miei primi tentativi di fare musica techno o dance dance sono stati un po ‘come una ribellione di molta musica classica, virtuosistica, pazza di 16 note con cui ero cresciuto.

Qual è stata la musica che ha ispirato quella ribellione?

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Ricordo chiaramente Arthur Russell, “La piattaforma sull’oceano”. Sentendo che per la prima volta, è stato un po ‘sconvolgente. C’è l’elemento violoncello, ma anche [questa] folle linea di synth per tutto il tempo.

Quindi quella è stata una grande canzone per me, in cui ero tipo “Oh, questo è un sintetizzatore”, o manipolazione elettronica. Non so nemmeno se ci sia un synth in quella canzone, ma pensare al violoncello in un modo diverso e ascoltare la musica di Arthur è stato molto importante. Molta della musica di Arthur Russell è forse un accordo o un drone, ma poi con il suo violoncello e con la sua voce, sta letteralmente esplorando ogni possibile contorno intorno ad esso - in un modo molto diverso da come la melodia suona nella musica classica. Si. Inoltre, c’è un’idea del tono perfetto di un violoncello e di quello che dovrebbe essere. Un violoncello attraverso un pedale era solo ... Non sapevo nemmeno cosa fosse quando ero un adolescente.

Qual era la musica che stavi ascoltando in quel periodo?

Sono entrato davvero nella discoteca Italo. Questa è stata sicuramente una droga gateway per me perché mi piaceva molta discoteca. Ho adorato Donna Summer. Il genere Italo in particolare è stato solo molto più eccitante per me a causa dell’uso della drum machine e delle linee di basso e delle linee di synth ripetitive molto semplici che erano semplicemente incredibilmente accattivanti. Ero ossessionato dall’output di Alexander Robotnick, alcuni dei lati positivi di Moroder. Molto di ciò è stato molto influente per me.

Hai avuto idea di cosa stesse succedendo nella musica dal punto di vista della produzione? E se no, quando è entrato in gioco?

Alla New York University. Ero uno studente gallinese, il che significava che avrei potuto esplorare qualsiasi campo volessi, e ho fatto un’introduzione alla sintesi di musica elettronica. Abbiamo dovuto imparare a usare una macchina a nastro e registrare alcuni dei primi sintetizzatori di base, come EMS VCS3 o Buchla, e questa è stata una mia introduzione.

Il che è un’introduzione molto fortunata, perché questi sintetizzatori sono proprio così. (non) ti rendono facile rispetto a un Minimoog o qualcosa del genere.

Molti dei primi synth a cui sono stato esposto erano modulari o richiedevano una sorta di patching, il che è stato fantastico perché ha permesso molta più sperimentazione. Ne sono stata decisamente intimidita,

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ma poiché faceva parte del mio curriculum, mi avrebbe costretta a pensare alla sintesi e cercare di capirla.

gia. Immagino che mi abbia fatto apprezzare fare musica con restrizioni e apprezzare gli attrezzi vintage.

Quanto è stato difficile o facile quel processo di comprensione?

Sono il tipo di persona che legge un manuale prima di fare qualsiasi cosa, il che è un po “sciocco” ma non è quello. Non ci ho messo molto a capire tutto. Ho una strana caratteristica in cui non ho davvero paura del fallimento.

Penso che il fallimento sia molto buono, in realtà, nell’apprendimento di qualcosa.

Qualsiasi tipo di approccio iniziale alla sintesi richiede una certa accettazione del fallimento, perché il fallimento è inevitabile. Devi solo sentirti a tuo agio a esplorare e fare errori, ed è qualcosa che cerco di instillare in molte persone che vengono da me che sono principianti. Basta abituarsi a fare un errore, a emettere un suono cattivo, perché ci sono molti suoni cattivi prima di familiarizzare con l’essere effettivamente creativo.

Cosa significava essere il capo del dipartimento?

C’erano persone che lavoravano sotto di te? Era solo molta responsabilità che poggiava sulle tue spalle?

Il mio titolo era a capo della produzione, sebbene per lo più mi occupassi dell’audio, occupandomi del sistema audio. Inoltre, se avessimo delle grandi produzioni, come uno spettacolo AV, ci pensiamo anche noi. Avevo un team di persone sane con cui avrei [lavorato]: programmazione, cose logistiche. Inoltre, ero incaricato di assicurarmi che tutto funzionasse in continuazione e che suonasse bene, e di sintonizzarlo costantemente.

Stavi già producendo in questo periodo?

Stavo suonando in band e non stavo davvero lavorando alla musica solista, ma stavo scrivendo un sacco di cose per le band. Ho suonato synth e cantato e talvolta ho anche programmato i ritmi.

La mia band dei Dream Affair, all’epoca, frequentavamo soprattutto ma suonavamo e danzavamo a questa festa chiamata Wierd. Non parlavamo di musica quando andavamo a questa festa, parlavamo di sequencer e nuovi sintetizzatori che avevamo ottenuto, o nuovi modi per collegare i sintetizzatori. Era come un forum davvero interessante per i collezionisti di sintetizzatori e il mondo della produzione musicale analogica. È stato sicuramente una specie di feticcio per molte persone che sono andate lì.

Come stai monitorando ciò che funziona e ciò che non funziona in un live set, per poi essere in grado di riportare in studio ed eseguire su di esso in più di questo ambiente controllato?

Mi è davvero chiaro quando qualcosa non è abbastanza sviluppato, dove devo aggiungere più livelli. Se suono qualcosa dal vivo e voglio continuare, e voglio che questa canzone duri per dieci minuti, allora so che è in un buon posto e non ho bisogno di aggiungere molto di più. [Al contrario,] diventa molto chiaro per me [quando] non è pronto. Accelererò quell’idea su quella successiva.

Andare a una festa del genere, dove stai imparando cose in un contesto non accademico, deve essere stato davvero stimolante.

Sì, sicuramente. Gran parte di quella musica che proveniva da quella [festa] e dai musicisti su quell’etichetta, [stavano] tutti cercando di tornare a questo suono ed estetica dei primi anni ‘80 usando la stessa tecnolo-

Output era famoso per il suo sistema Funktion-One, che all’epoca era pubblicizzato come una delle loro installazioni migliori e più avanzate. Qual è stata la tua lettura sul sistema? Come ci stava lavorando?

Penso che per me, una delle cose più eccitanti fosse il sistema subwoofer che avevano, che era chiamato InfraHorn.

BEST MIX I

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n questa epoca d’oro dei mix online, siamo arrivati ​​al formato ottimale per il DJ? Liberi di creare, liberi di rilasciare, liberi di consumare, senza regole o suggerimenti su cosa giocare, solo tu e le tue idee e una tela digitale vuota. Puoi suonare la musica di altre persone o la tua. Puoi scolpire con cura un’affermazione artistica (DJ-Kicks di Leon Vynehall) o registrare il set di un festival, tagliare il tuo pezzo preferito e servirlo (Physical Therapy for Honcho). In realtà non devi nemmeno DJ - se vuoi, puoi avere un amico che suona dischi mentre canti su di loro, come Kelela fa su uno dei migliori di quest’anno. Va da sé che ci sono troppi mix per ogni elenco annuale per essere completo. Ma ognuno dei 40 mix che abbiamo scelto di seguito mostra un artista totalmente sfrenato, portando qualcosa di simile al loro A-game.

KELELA & ASMARA AQUAPHORIA Trasmesso originariamente durante l’acquisizione di NTS di Warp, il mixtape Warp di Kelela e Asmara sembra una jam session tra amici. Asmara scolpisce una base musicale ondulata dalla musica di Aphex Twin, Suzanne Kraft e Jonny Nash e Kareem Lotfy, artisti che hanno contribuito a definire la recente era della musica ambientale. L’arioso e improvvisato atto vocale di Kelela è la controparte perfetta del geniale assolo di basso di Jaco Pastorius e dei lavaggi emotivi di Iury Lech. Portano questa musica fluttuante e senza battere in un climax indimenticabile.

LENA WILLIKENS & VLADIMIR IVKOVIC LIVE: NUITS SONORES 2019 I set dei festival headliner non sempre funzionano al di fuori delle impostazioni originali: come per le battute tempestive, devi essere lì. Ma lascia che sia Lena Willikens e Vladimir Ivkovic a rendere la loro odissea di Nuits Sonores di tre ore adatta a qualsiasi contesto. È meditativo, strano e, per non dimenticare la pista da ballo della sala principale che ha suonato, battuto. Riempito con le caratteristiche selezioni più lente della coppia, questo mix sembra nuotare dentro una sfera di cristallo.

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BEST 2019 4 3 /54

CCL UNSOUND PODCAST 56 CCL ha definito questo mix un “ricordo rigurgitato” del set di Honcho Campout, riflettendo sulle “ore più contorte ... prima che la luce si accendesse”. Quell’imprevedibilità prestabilita è ciò che è così eccitante qui. Un punto culminante è il loro adepto che si ritira con “Closer” di Codek prima di immergersi nella corsa di Metalheadz Wax Doctor. Con queste transizioni irreali, e tocchi come la musica polacca sperimentale che ferma il mix (un cenno a Unsound) CCL mostra il mestiere attento che li distingue.

TRULY MADLY GHOSTCAST 006 Ghostcast, una serie di mix dal negozio di dischi preferito di Berlino su ruote, ha pubblicato solo poche registrazioni dal lancio due anni fa, ma ognuna è una finestra su un mondo di DJ che scavano in profondità con squisite collezioni house e techno. Veramente Madly è uno di questi.

Un favorito clandestino che sta guadagnando costantemente riconoscimenti al di fuori del mondo dei trainpotters e dei fanatici di Discogs, il set londinese attraversa la classica techno, electro e house, ammantata dello stesso fascino spaziale che colora i suoi set di club.

DEE DIGGS FACT MIX 710 Il Dee Diggs di New York è in cerca di ricordare a tutti che la musica dance è musica nera. Il suo mix FACT è la sua infuocata missione, che attraversa la storia della musica dance nera, da Paris Is Burning e atti vintage come DJ Deeon e Karizma alla nuova guardia di New York, tra cui start up come Devoye e AceMo. Questo mix è classico, pieno di sentimento e di botto in tutti i posti giusti, assicurando il posto di Diggs nel canone che sta disegnando.

4 4 /54 BEST 2019

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BATU TRUANCY VOLUME 240 Batu descrive il suo mix Truancy come set di chiusura per un “festival nel 2030 chiamato Bristol-Bass”. Data la sua etichetta Timedance e le sue produzioni inventive, è in una buona posizione per immaginare il futuro della musica dance britannica. La spina dorsale del mix si muove e rimbomba con il basso moderno, mentre fa salti avventurosi da ritmi latini e afro-caraibici a techno ambientale e club sperimentale.

ERIKA IT.PODCAST.S08E01 Il podcast di Trasmissioni interdimensionali di Erika di marzo è davvero all’altezza del nome dell’etichetta Detroit: sembra che tu stia ascoltando una trasmissione reale da un’altra dimensione. L’IT ha una techno sofisticata meglio di chiunque altro, e questa registrazione di Erika in una vetrina di Los Angeles per l’etichetta sorella Eye Teeth mostra il suono al suo meglio cosmico, funky, che fa girare la testa.

DJ PERSUASION DEDICATED TO THE DEDICATED 94-95 Chiedi a qualsiasi junglist degna di nota: il 1994 e il ‘95 furono gli anni d’oro. Disaccordo? Bene, potresti sentirti diversamente dopo aver ascoltato Dedicated To The Dedicated 94-95, l’ultimo mix di un’ora del fanatico della musica dance degli anni ‘90 DJ Persuasion, AKA Semtek. Ogni melodia, la maggior parte quasi impossibile da rintracciare, si contorce con ritmo e anima. Le corde basse calde e le voci allungate nel tempo suscitano formicolio di euforia. Quando la gente dice che gli anni ‘90 erano migliori, questo è il tipo di cosa a cui stanno pensando.

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BEST 2019 4 5 /54

SHRELLE LDN: BASS & PERCS SPECIAL All’inizio di quest’anno, la sessione di debutto di Sherelle Boiler Room - un vortice di footwork, giungla e sporcizia - è diventata virale. Mentre è facile per alcuni DJ di BPM alti stancare il loro pubblico, il suo set mantiene un’energia avvincente dappertutto, con transizioni esplosive e giocose che hanno scatenato l’equivalente di musica dance di un mosh pit. Attendi il coraggioso riavvolgimento alle 23:40 che le ha sparato alla fama istantanea (e meritata).

LEIF FREEROTATION 2019 Leif fa parte di un piccolo gruppo di DJ i cui spettacoli annuali al festival Freerotation in Galles sembrano sempre un grosso problema. Il 2019 non ha fatto eccezione. In questa registrazione, Leif ridefinisce il tempo di punta impostato, iniziando lentamente e con esattezza prima di muoversi con grazia attraverso molte sfumature di musica ritmica accogliente e ritmata. Ci sono brani di Equiknoxx e Domu, Efdemin e Aphex Twin, tutti cuciti insieme con straordinaria abilità. Come ha detto un commentatore di SoundCloud: “sei persino umano”.

DR RUBINSTEIN PHONICA MIX SERIES 56 Il Dr. Rubinstein è come uno storico acido, che guadagna decenni di storia della musica dance per trovare le migliori 303 linee mai messe in cera. Eppure trova ancora tempo nel suo mix di Phonica per evidenziare diversi talenti emergenti (Jack Roland, Gian) accanto a nomi più familiari (DMX Krew, Adapta). A volte buio, a volte luminoso, Phonica Mix Series 56 è stato un viaggio profondamente psichedelico, intrecciando l’elettronica e la techno eccellenti tra bombe acide dimenticate. Come sempre con Rubinstein, il mixaggio era di classe mondiale, ogni transizione ci portava ulteriormente nel suo mondo sonoro unico.

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RE:NI DEKMANTEL PODCAST 253 Re:ni il podcast di Dekmantel di ni fa tutto bene. La tracklist ha lasciato gli sleuth su mixesdb per lo più sconcertati. Il mixaggio è ispirato, muovendosi rapidamente attraverso tempi e stili con veloci giochi di prestigio e miscele estese. Più di ogni altra cosa, però, il suo ineffabile senso di groove di re: ni - sinuoso, fluido, sempre in flusso - che fa esplodere davvero questo.

TURTLE BUGG HNYPOT 330: AFRICAN ART OF ACID (TRIPLE A BAYBEE) MIXX

l mix Honey Soundsystem di Turtle Bugg rende un punto così semplice che spesso non viene detto: i neri hanno inventato l’acido house. Eppure, come dice lui, “Non c’era una seconda estate d’amore in Amerikkka, nessuna Ibiza per i negri per trascorrere le loro vacanze, nessun inizio di un’industria da molti milioni di dollari che potesse cambiare la vita dei bambini bastardi di Lady Liberty.” Le voci di Dave Chappelle, Malcolm X e Derrick May risuonano su linee acide intrecciate. Il messaggio è chiaro: l’ingenuità nera prospera, indipendentemente da chi presta attenzione.

VIA APP CRACK MIX 307 Via App attinge l’energia elementale della techno underground di Brooklyn in questo mix per Crack, un set volatile come una delle loro recenti produzioni. Questo giro accidentato attraverso curve sconnesse e interruzioni, con il suo spirito ringhiante e punk, ha colpito più duramente della maggior parte degli altri mix che abbiamo sentito quest’anno.

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BEST 2019 4 7 /54

POWDER POWDER IN SPACE Suoni Powder In Space una volta. Pensi “Questo è carino”. Lo lasci per un po ‘, poi suona una seconda e terza volta. Noti cose come la voce di Roy Brooks o la melodia vibrafonica vibrante di Daphne, che non hai colto la prima volta. Ti rendi anche conto di essertene innamorato. È così che il mix di Powder ti colpisce sotto la pelle: il suo approccio discreto, attinto da una casa fuori dal comune con trame meravigliose, ti aspetta per raggiungerlo.

PHYSICAL THERAPY LIVE: HONCHO CAMPOUT 2019

Il modo in cui potrebbe aver avuto i suoni più strani al Honcho Campout di quest’anno. Ore prima che CCL portasse le lacrime alla pista da ballo con Beat Happening, la Fisioterapia spiegò questa lezione di perfezionamento in un eclettico tripudio. Tagli di batteria e basso perfettamente sognanti, una versione slo-mo del “Finalmente” di Cece Peniston sovrapposta allo “Stress Test” di Stenny, al remix di St Etienne di Andrew Weatherall, “Devil’s Pie” di D’Angelo - i punti salienti di questo sono semplicemente troppo molti per nominare. Dal punto di vista di uno scommettitore, ascoltare un DJ con uno stile così unico farlo in questo modo è fondamentalmente bello come si arriva.

JACKIE HOUSE HNYPOT 300:HALF A BAR WILL DO IT Il mix “Half A Bar Will Do It” di Jackie House è uscito 11 mesi fa, in quel periodo post-capodanno, in pieno inverno, quando la musica dance nell’emisfero nord entra in letargo. Si abbina perfettamente a quell’umore, allentandosi, nel corso di tre ore, attraverso solchi rilassanti ea bassa energia di ogni tipo, dai tagli profondi di Kompakt alla giungla ambientale inclinata, molto in basso. La foto di Jackie, foderata di coperte, inondata da una calda luce della lampada, mostra il modo migliore per prendere questa.

INDIRIZZARIO Se vi trovate in una di queste città, fate visita in questi posti: MILANO Macao, Viale Molise, 68 Tempio del Futuro Perduto,Via Luigi Nono, 9 Cascina Torchiera, Piazzale Cimitero Maggiore, 18

BERLINO Planet, Kopernicker strasse, 42 Tresor,Kopernicker strasse, 70 OHM, Kopernicker strasse, 70 Berghain, Am Wriezener Bahnhof

FRANCOFORTE Omen, Junghof strasse, 14 dORIANgREY, Aeroporto di Francoforte XS, Theaterplatz 1-3: è il club techno più virtuale, potete trovare tutti i tipi di Brain e Dream Machines, le bevande al Guarana e ci sono dei terminale per collegarsi alla rete telematica di San Francisco THE WELL.

SAN FRANCISCO Per trovare i biglietti dei raves, comprare dischi e felpe cyber, basta andare a Haight Street e visitare i negozi che si trovano fra il numero 1300 e 1750.

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