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una voce della carità

Pubblicazione trimestrale fondata da San Luigi Guanella nel 1892 - Anno CXXIII - numero 2 - II Trimestre 2015 Periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità - Opera Don Guanella

2015

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pagina 28

Il cuore della città batte ...

Famiglia ed Educazione

Tutta la città di Como accompagna gli ultimi istanti di vita di don Luigi Guanella.

Educare alla fede in famiglia: riflessioni sul documento dei Vescovi sulla famiglia.

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inserto speciale

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La Grande Guerra (1915-1918)

Sentieri meditativi [2]

II contributo dei guanelliani per la Patria nella prima guerra mondiale.

“Sui passi di don Guanella” da Fraciscio (Sondrio) a Como. Un percorso per conoscere il Santo.


Sommario PERIODICO TRIMESTRALE FONDATO DA SAN LUIGI GUANELLA Anno CXXIII n. 2 - II trimestre 2015 LA DIVINA PROVVIDENZA

periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità Opera Don Guanella

3 EDITORIALE

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di don Luigi Guanella

8 NOTIZIE DI CASA 9 INSERTO SPECIALE

Direttore di redazione Angelo Gottardi Progetto grafico e impaginazione Gianmario Colciago

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»» Il contributo dei guanelliani per la Patria nella Grande Guerra

25 GRAZIE, DON GUANELLA!

»» La generosità dei nostri Benefattori »» Come aiutare la Casa Divina Provvidenza

26 SANTUARIO SACRO CUORE

Stampa Arti Grafiche Frattini viale Industria 9/11 - 20010 Bernate Ticino (MI) tel. e fax (+39) 02 97256041 - 02 9754454

»» Un trono da cui discendano senza fine grazie e benedizioni

Autorizzazione Tribunale di Como decreto 27.06.1978 n. 3/48 Pubblicazione periodica Poste Italiane SpA, spedizione in abb. post. Iscrizione ROC n. 1219 del 12.12.1989

28 CHIESA E FAMIGLIA 30 SUI PASSI DI DON GUANELLA

»» Famiglia ed Educazione

CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA In copertina: Una famiglia in preghiera

»» Il cuore della città batte con il cuore

»» Testimonianza »» Proposte Estate 2015

Direttore responsabile Mario Carrera

Fotografie Archivio Fotografico Guanelliano, Silvia Bianchi, Adriano Folonaro, Angelo Gottardi, Antonio Valentini, Flavio Vendramin, Operatori Case Guanelliane

4 CENTENARIO GUANELLIANO 7 COOPERATORI GUANELLIANI

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE Casa Divina Provvidenza via Tomaso Grossi 18 - 22100 Como tel. 031 296 711 - fax 031 296 898 sito web: http://www.guanellacomo.it e-mail: como.direzione@guanelliani.it

Collaboratori di questo numero Silvia Fasana, Adriano Folonaro, Angelo Gottardi, Vittore Mariani, Davide Patuelli, Antonio Valentini, Franca Vendramin, Cooperatori e Operatori delle Case guanelliane

»» Chi si sacrifica ?

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»» Sentieri meditativi (parte seconda)

INFORMAZIONI

CENTRALINO: 031.296.711; Direzione Casa Divina Provvidenza: como.direzione@guanelliani.it, sito: www.guanellacomo.it; Santuario del Sacro Cuore: rettore@sacrocuorecomo.it; sito: www. sacrocuorecomo.it; Museo "Don Luigi Guanella": 031.296.894 (don Adriano Folonaro); Servizio Civile Volontario: 031.296.783 (sig.ra Elisabetta Caronni); Volontari per RSA: 031.296.774 (sig. Carlo Guffanti); Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile: 031.296.783 (sig.ra Elisabetta Caronni); Centro Missionario Guanelliano: 031.296.811 (sig. Silvio Verga); ExAllievi: 031.296.709 solo il mercoledì dalle ore 21.00 (sig. Walter Arnaboldi).


Editoriale

C’è

Chi si sacrifica?

una storia che racconta così: una carovana di mercanti abituati da molto tempo a percorrere insieme le lunghe piste d’oriente si preparava ad attraversare un grande e pericoloso deserto. Il percorso richiedeva una buona conoscenza dei luoghi e delle piste, delle oasi e anche delle abitudini degli indigeni. Così si assicurarono i servizi di una guida locale famosa per la sua esperienza. Dopo dieci giorni di rapido cammino, la colonna si arrestò contro una barriera di uomini armati, fermi attorno alla statua di una delle loro orribili divinità dall’aspetto crudele, che incombeva sulla pista: “Non potete proseguire” gridò il capo degli uomini armati, “se non sacrificate un uomo al nostro dio. E’ la regola di ogni nuova luna. Se non lo farete morirete tutti immediatamente”. I mercanti si radunarono e cominciarono a parlottare tra di loro. La scelta era drammatica e l’accordo molto difficile: “Noi ci conosciamo tutti da molto tempo. Siamo parenti tra di noi. Non possiamo sacrificare uno di noi per placare questo odio!”. I loro sguardi allora si concentrarono tutti sulla guida. Così dopo aver immolato il pover’uomo, secondo il rito, ai piedi della statua, la carovana riprese il cammino. Ma nessuno conosceva la via e ben presto si persero nel deserto. Morirono tutti uno dopo l’altro di sete e di sfinimento.

La guida è Cristo, sono i principi della fratellanza, dell’uguaglianza, dell’amore. Sacrificata la guida ci perdiamo nel deserto. O nella trincea. O sui campi di battaglia. Chi ha sacrificato la guida? I capi di turno, i leader, i generali, i dittatori. Questo è successo nelle prima guerra mondiale, nella seconda guerra mondiale, nelle guerre attuali: sono sempre loro, che innescano la miccia e “inventano” dei nemici, a sacrificare la persona guida o i principi umanitari guida. Per fortuna nelle trincee non sono mancati coloro che non hanno dimenticato i principi cristiani: a una parte di essi abbiamo dedicato l’inserto prezioso di questo numero de “La Divina Provvidenza”. Sono tanti preti, tanti buoni cristiani, e tanti religiosi guanelliani di cui si racconta nelle pagine centrali. Sono andati alla guerra come tutti gli altri, obbedienti a degli ordini disumani, come preti soldato, senza remunerazione, senza gloria; ma, grazie a Dio, non si sono persi nel deserto o nelle trincee. Hanno mantenuta salda la loro fede, chiara la rotta, e o sono tornati o hanno dato la loro vita per un ideale misterioso. Soldati senza medaglia. Ma con tanti meriti davanti a Dio. Eroi. Martiri. E coscienti, come quel prete cileno durante la dittatura militare degli anni 70, Il racconto è significativo. Per questo esco il quale, davanti al plotone di esecuzione, subito dal simbolismo. disse al soldato: “Non bendarmi gli occhi. In questi giorni celebriamo il 100° anni- Voglio morire guardandoti in faccia, perché versario della prima grande guerra. voglio perdonarti”. Che cos’è una guerra se non il perdersi in Don Angelo Gottardi un deserto perché si è sacrificato la guida? Direttore


NELLE PERIFERIE DEL MONDO

LA DIVINA PROVVIDENZA N.2 - 2015

IL CUORE DELLA CITTÀ BATTE

con il cuore di don Luigi Guanella di FRANCA VENDRAMIN Como vista dal suo lago

Nella visita al Centro Studi Storici di Como “Nicolò Rusca”, è stato singolare e commovente scoprire come la città ha accompagnato la malattia di don Guanella. Consultando “L’Ordine”1, nella rubrica “Cronaca cittadina”, si nota come giorno dopo giorno viene data notizia della sua salute. Il 25 ottobre 1915 nell’articolo “La morte di don Guanella” si afferma che egli “ebbe la consolazione di morire nella nostra Città che è stata la culla e il centro delle sue svariate istituzioni”2. Nel tempo della malattia, dunque, il cuore dei Comaschi pareva battere all’unisono con quello di don Guanella... 4

La malattia Così “L’Ordine” riferisce l’evento che lo portò alla morte. “Da pochi giorni era tornato da Roma, dove aveva avuto dal S. Pontefice un’udienza particolarmente preziosa per gli interessi della Congregazione. Da Roma a Fratta, a Milano, a Como: manifestava una energia e una vivacità straordinaria così da meravigliare e da far concepire per la sua salute i più giocondi pronostici. Non si sarebbe mai preveduta una sventura! A mezzogiorno del 27 settembre era in procinto di prendere il battello che porta a Menaggio, ma la venuta dell’amico pittore Mantegazza lo trattenne a mensa. Stava prendendo del cibo e conversando quando d’un tratto, lo si vide piegare un po’ sul fianco sinistro e lasciar scorrere giù il braccio penzolone. Una paralisi! Con l’angoscia nell’anima lo si condusse nella camera da letto. Apprestate le prime cure, parve che il caso fosse leggero e l’ansia diede il posto alla speranza. Ma la sera stessa, chi assisteva l’infermo chiamò spaventato i confratelli: un secondo attacco gli aveva colpito il fianco sinistro. I medici dott. Marzorati e prof. Fumagalli corsero al suo letto e da allora furono affettuosamente premurosi, spiegandovi tutte le risorse della loro scienza e del loro amore. Il male era grave e cominciò a procurare dolori vivissimi. Trascorsero giorni di timori alternati a speranze …”.3

Una crociata di preghiera

Alla notizia della malattia seguono immediate l’esortazione alla preghiera e la risposta riconoscente di don Guanella. “Noi raccomandiamo vivamente alle preghiere dei lettori, il venerando sacerdote che può ben chiamarsi l’uomo della Provvidenza, per ottenere da Dio che sia ancora a lungo conservato alle molteplici opere di carità iniziate in Italia e nella lontana America”.4 “Sappiamo che l’amato ammalato benedice ampiamente tutti coloro che si interessano del suo stato


LA DIVINA PROVVIDENZA N. 2 - 2015

CENTENARIO GUANELLIANO (1915-2015)

e desidera vivamente preghiere che sostengano le forze nella lotta col male atrocissimo; di cuore presso tutti ce ne facciamo eco su queste colonne”.5 Segue la notizia dell’interessamento personale del Papa e del Card. Andrea Ferrari, amico prediletto. “S. Padre dolente apprende notizia grave infermità veneratissimo Don Luigi Guanella invia di cuore apostolica benedizione facendo voti che il Signore conservi ancora all’Istituto benemerito suo fondatore”.6 “Addoloratissimo prego il Signore ridare salute carissimo Canonico Guanella lo conforti celesti benedizioni. Card. A. Ferrari”.7 Nel movimento di preghiera e solidarietà spicca un fitto elenco di Cardinali e di Vescovi. Se ne citano alcuni: mons. Peri Morosini della diocesi di Lugano, mons. Bianconi Vescovo di Ferentino, mons. Valfrè Arcivescovo di Vercelli, mons. Marelli Vescovo di Bergamo, mons. Zanolini Vescovo di Lodi, mons. Ciceri Vescovo di Pavia, mons. Morganti Arcivescovo di Ravenna, mons. Cazzani Vescovo di Cesena, mons. Rizzi Vescovo di Adria, mons. Origo Vescovo di Mantova, mons. Caroli Vescovo di Ceneda, mons. Lafontaine patriarca di Ve-

nezia, mons. Rodolfi Vescovo di Vicenza, mons. Morabito Vescovo di Mileto, mons. Rossi, Arcivescovo di Udine, mons. Scopelliti Vescovo di Oppido Mamertino, Card. Maffi Arcivescovo di Pisa, Card. Filippo Giustini, Card. Vicario di Sua Santità, Basilio Pompili…8 E si registra la gratitudine di don Guanella: “All’infermo care e confortanti riescono le benedizioni degli Eccellentissimi Vescovi”.9 Il Vescovo di Como mons. Alfonso Archi, si distingue per l’assidua vicinanza. “Mons. Vescovo appena ebbe sentore della malattia del venerando sacerdote, si recò subito a visitarlo. L’infermo fu assai consolato della presenza e della parola dell’amatissimo Presule”.10 “Ieri S.E. Mons. Vescovo ha visitato, per la terza volta, il caro infermo che rimase assai commosso per tanta bontà, ringraziando il venerato Pastore”.11 “Il venerando infermo ha ricevuto con segni ed espressioni di grande riconoscenza la nuova visita del nostro amatissimo Vescovo che si è trattenuto con lui in non breve colloquio”.12 Tra i tanti amici vi sono il cugino mons. Tomaso Trussoni Arcivescovo di Cosenza e don Luigi, il futuro San Luigi Orione. “Caro cugino (G. B. Trussoni, canonico della Cattedrale di Como) ogni giorno aspetto con ansia l’Ordine per leggervi le notizie di D. Luigi. Fammi il favore di andare da lui e di dirgli che lo raccomando caldamente al Signore con tutti i suoi figli. La Provvidenza che ha assistito visibilmente e benedette le sue opere non le abbandonerà e gli darà una benedizione specialissima”.13 “Ieri gli fu fatta, per la seconda volta, la consolante visita del venerato fondatore dei figli della Provvidenza, il sac. Luigi Orione”.14 Colpiscono il calore e l’insistenza con cui la città di Como e l’inte ra Diocesi sono invitate alla preghiera e generosamente corrispondono. Un’esperienza che ben definita da mons. Emilio Poletti, Vescovo di Bagnorea: un’autentica “crociata di preghiere”. 15 “Ci è di conforto e di speranza il sapere che si prega molto, non solo negli Istituti di don Guanella dove la preghiera è perenne, ma anche fuori di essi da mille e mille anime

Camera da letto dove è morto don Guanella Sala da pranzo (ristrutturata) dove don Guanella ha avuto il malore della paralisi

“Vivete in grazia a Dio, morrete nel bacio del Signore. Anime buone, io mi rallegro nel pensare a voi. Al vostro letto di morte non si trovano afflizioni, ma contenti. Chi vi guarda non intristisce, ma si edifica alla virtù. Quante volte chi vi assiste invidia la vostra sorte! Egli esclama: - Preziosa al cospetto di Dio è la morte dei suoi santi - e intanto rimane attonito nel guardare al bel Paradiso e a Dio”. Don Luigi Guanella NOTE L’Ordine : Giornale della Provincia e della Diocesi di Como. 2 L’Ordine, 25 ottobre 1915 3 Ibidem 4 L’Ordine, 28 settembre 1915 5 L’Ordine, 6 ottobre 1915 6 L’Ordine, 29 settembre 1915 7 L’Ordine, 1 ottobre 1915 8 L’Ordine, 2/3/4/5 ottobre 1915 9 Ibidem 10 L’Ordine, 29 settembre 1915 11 L’Ordine, 5 ottobre 1915 12 L’Ordine, 12 ottobre 1915 13 L’Ordine, 11 ottobre, 1915 14 L’Ordine, 12 ottobre 1915 15 L’Ordine, 13 ottobre 1915 16 L’Ordine, 14 ottobre 1915 17 L’Ordine, 21 ottobre 1915 18 L’Ordine, 23/24 ottobre 1915 19 L’Ordine, 16/17 ottobre 1915 1

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Una corona di “amici” attorno a don Luigi …

CENTENARIO GUANELLIANO (1915-2015)

buone. Sappiamo che in diverse parrocchie della nostra Diocesi si fanno preghiere pubbliche, con concorso di tutto il popolo dando così alla preghiera un’impronta di più potente efficacia. Vorremmo che l’ottimo esempio fosse largamente imitato, trattandosi di una personalità che ha con noi legami particolari, non solo per l’origine, ma sopratutto per le opere mirabili di carità di questo vero padre dei poveri sparse in molti punti della Diocesi”.16

Benedetto XV

Card. Andrea Ferrari

Mons. Alfonso Archi

Mons. Tommaso Trussoni

Don Luigi Orione 6

LA DIVINA PROVVIDENZA N.2 - 2015

L’agonia

Gli ultimi passi di don Luigi … “Nel pomeriggio di ieri, sopraggiunse una gravissima complicazione che ne ha reso pressochè disperata la guarigione. Ieri sera il nostro Vescovo volle recarsi personalmente alla Casa della Divina Provvidenza e fermarsi per più ore per seguire con amorevole interessamento lo svolgimento del peggioramento avvenuto. Ha inviato di nuovo la sua benedizione Sua Santità Benedetto XV”.17 “L’agonia continua lenta, dolorosa, commovente… Tra le attestazioni di stima e di venerazione, segnaliamo il telegramma di don Orione, che ieri per la terza volta venne di persona a trovarlo e a recarne notizie al Sommo Pontefice: ‘Farò quanto possibile, veglierò stanotte Santissimo per mio carissimo don Guanella, la Madonna lo assista. Con devozione di figlio gli bacio sante mani benedette. Mi benedica. Domattina sarò a Como. Abbraccio tutti i Sevi della Carità. Confortatevi, cari figli di D. Guanella, avete un padre santo. Avanti, uniti nella Carità di Cristo’. Ieri sera il Nostro Vescovo fu di nuovo all’Istituto della Divina Provvidenza a chiedere informazioni dell’infermo alla cui malattia ha preso parte così viva”.18 Particolarmente significativo è il gesto che mons. Archi volle compiere per accrescere in intensità la preghiera. Dal comunicato indirizzato “Al Venerabile Clero della Diocesi di Como”: “Il Santo Uomo sospira il cielo e ne è ben maturo; non ricusa però la fatica ed il lavoro, tanto necessario ancora per le sue sempre nuove opere. Noi perciò dobbiamo raddoppiare le suppliche a Gesù, al cui Cuore divino solo e sempre egli attinse e riscaldò la fiamma della sua tenerissima carità di padre degli infelici perchè ce lo conservi ancora e nella sua infinita bontà risparmi queste nuove lacrime alla immeritevole sì, ma pur già tanto afflitta umanità. Per questo, Venerabili Fratelli, d’ora in avanti nella S. Messa sospenderemo la “colletta tempore belli” (preghiera-colletta per il tempo di guerra) e in suo luogo reciteremo le “Orazioni della Messa pro infirmo” (per un infermo) e così alla benedizione col SS. Sacramento; come pure non mancheremo di invitare i fedeli ad unirsi a noi a pregare con qualche particolare esercizio di devozione. Che così il Signore ci conceda ancora “hominem iustum” (uomo giusto) e ci ridoni “hominenm sanctum, Deo carum, iustum, mansuetum et pium!” (uomo santo, caro a Dio, giusto, mansueto e pio). E di cuore vi benedico. Como, 16 ottobre 1915, ALFONSO, Vescovo”.19 Il cuore della città di Como con il suo Vescovo ha saputo veramente battere con il cuore di don Guanella: una grazia da ravvivare “oggi”. I santi, infatti, non muoiono mai perché generati dall’Amore di Dio; dunque, se il nostro cuore riesce nuovamente a pulsare con il loro, siamo certi di essere introdotti insieme nella gioia e nella pace senza fine a cui tutti aneliamo.


Cooperatori guanelliani NELLE PERIFERIE DEL MONDO NELLE PERIFERIE DEL MONDO

LA DIVINA PROVVIDENZA N. 2 - 2015 LA DIVINA PROVVIDENZA N. 1 - 2015

IL NUOVO CONSIGLIO DEI COOPERATORI NORD ITALIA / SVIZZERA:

■■ Cooperatori con don Luigi

(da sinistra) Augusto Bianchi, Claudio Ostinelli, Antonio Valentini (presidente), Pietro Ozimo (presidente nazionale) , Maddalena Picone, Giuliano Bellezza, Massimo Milani

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ono giunto alla decisione di inoltrare la domanda di diventare Cooperatore guanelliano dopo un lungo e approfondito cammino di discernimento e riflessione. È stato un cammino sia comunitario, attraverso la partecipazione al gruppo di “aspiranti” cooperatori (da settembre 2013 a maggio 2014), e sia soprattutto personale. Ho conosciuto l’Opera don Guanella, e attraverso di essa san Luigi, nel 1991 quando, casualmente - o forse meglio - per gli inspiegabili disegni della Divina Provvidenza, ho cominciato a lavorare nella casa di Nuova Olonio. Piano piano questa conoscenza si è approfondita ed articolata fino ad affascinarmi e conquistarmi. Ho avuto così modo di conoscere innanzitutto la figura del Fondatore, anche attraverso la lettura di sue biografie e di suoi scritti, e poi tante figure di religiosi e religiose guanelliane testimoni veri e credibili della bellezza delle sue intuizioni pedagogiche e del servizio caritativo alle persone fragili. Così, forse anche senza grande consapevolezza, è cresciuta piano, piano dentro di me la sensazione di appartenere alla famiglia guanelliana, il piacere di sentirmi parte di essa e, perché no, anche l’orgoglio di sentirmi anch’io un po’ guanelliano. Anche la condivisione del lavoro quotidiano con alcuni colleghi/colleghe ha alimentato questo senso di appartenenza e accresciuto la consapevolezza della bellezza, nonostante le fatiche e gli innegabili pesi, del servizio a cui sono chiamato. Cosi, voltandomi indietro e riguardando questi 23 anni, mi pare sia un completamento naturale, al di là e nonostante i miei difetti e limiti, fare il passo di diventare cooperatore, come una sorta di “pezzo” di cammino a cui sono giunto e che sono chiamato ora a percorrere. Dopo la promessa e la nomina a Presidente del gruppo della nostra Provincia religiosa mi sono piano piano inserito nel mondo dei Cooperatori cercando di conoscerne l’organizzazione e soprattutto i gruppi e le persone che ne fanno parte. È un cammino ancora da fare, ma molto arricchente ed interessante che mi ha portato ad incontrare tante persone e realtà a me sconosciute. Coltivo nel cuore il desiderio di far crescere l’Associazione attraverso l’inserimento di nuove persone e la speranza di avere come guida e compagno di cammino, oltre a tante persone che con me condividono questa strada, proprio lui ... don Luigi ! - dott. Antonio Valentini

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PROPOSTE ESTATE 2015

Per le nostre famiglie “al completo” (genitori e figli) è ancora possibile iscriversi a

“DON GUANELLA ti accoglie nella sua casa” ■■

Fraciscio di Campodolcino (SO)

◆◆ UNA settimana

da DOMENICA 26 luglio a DOMENICA 2 agosto 2015

◆◆ TRE giorni

da MARTEDI 4 agosto a SABATO 8 agosto 2015

◆◆ UN giorno

tra la DOMENICA 9 e la DOMENICA 16 agosto 2015.

per INFO e ISCRIZIONI: Maddalena Picone: cell. 366/83.46.958 - email:

maddalena.picone@tesoro.it; Paolo Cattaneo: 031.87.49.77 cell. 338/98.54.130 - email: paolocatta@libero.it - Suor Franca: 031.26.62.82 cell. 329/0636986 email: sr.franca@cgfsmp.org

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Esercizi Spirituali Guanelliani

Barza d’Ispra (Va), 3-8 agosto 2015

◆◆ Un’esperienza aperta a tutti (Sacerdoti, Suore, Laici)


CASA DIVINA PROVVIDENZA

Opera Don Guanella Via Tomaso Grossi 18 22100 COMO (Italy)

www.guanellacomo.it

Notizie di

U

FOTOGRAFIE DEL PASSATO

per il nostro Fondatore, s’intende!

na mattinata di grazia e di gloria inattesa: per il nostro Fondatore s’intende! Domenica 3 maggio, come già cinque anni fa, RAIUNO ha trasmesso la S. Messa dal nostro Santuario S. Cuore di Como, celebrando così per tutt’Italia (e oltre) il Centenario della morte di don Guanella. Tutti i telespettatori hanno elogiato la perfezione tecnica della trasmissione e la profondità dei contenuti sia nell’omelia di don Marco Grega, sia nei commenti del cronista, Orazio Coclite. Un ringraziamento sincero al regista don Antonio Ammirati e a tutta la troupe; ad Adriano Peduzzi per il servizio liturgico e alla Corale polifonica di Cassago Brianza con il maestro Yutaka Tabata e l’organista Pier Enrico Giudici.

Per l’anno centenario guanelliano (1915-2015)

L’organo del Santuario del Sacro Cuore ha cantato per

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guanelliana

RSA DON GUANELLA

Raiuno nel Santuario Sacro Cuore di Como

Una mattinata di grazia e di gloria inattesa:

CASA

San Luigi Guanella

el corso dell’anno centenario guanelliano “l’organo del nostro Santuario ha cantato per san Luigi Guanella” la domenica 10 maggio. Ha eseguito il concerto il conosciutissimo maestro comasco ALESSANDRO BIANCHI, organista della Basilica di San Paolo a Cantù, che ha eseguito musiche di Bach, Reger, Stamm e altri compositori contemporanei. Un’esecuzione ad altissimo livello, così ampio e variato da far … suonare quasi tutte le canne dell’organo! Ringraziamo anche il maestro Enrico Viccardi, direttore artistico dei “Percorsi d’organo in Provincia di Como” per aver scelto il nostro organo per le sue qualità sonore.

“Lungo il Viaggio” è il tema della mostra fotografica allestita presso la nostra Rsa di Como, inaugurata in occasione della primaverile “FESTA è PER TE”, tre giorni ricchi di eventi dedicati all’anziano, ai parenti ed amici. Gli anziani ospiti della casa sono stati i protagonisti, i volti del tempo passato ritratti in scatti che toccano diverse tematiche della vita di ciascuno … il “viaggio”, appunto, fatto di amore, amicizia, famiglia, scuola, sport e i passatempi … Grazie alla collaborazione dei parenti degli ospiti è stato possibile recuperare meravigliose fotografie d’un tempo passato, ancora a disposizione dei visitatori.

Continuano le donazioni per le CANNE del nuovo organo del Santuario Sacro Cuore Meduri Eleonora (Meduri Francesca) - Edoardo e Mariolina (Edoardo e Mariolina Banfi) - Marija Kovol (Sala Marilena) - Suriano Fortunato (Suriano Domenico) - Bruno e Matilde (Gianmattei Bruno e Galli Matilde) - Maluccia Rosa (Suriano Domenico) - Monti Mario (N.N.) - Monti Fabio (N.N.) - Monti Alessandro (N.N.) Per un totale di € 1.800 per nove canne interne. Ci sono ancora 1321 canne senza nome.


Il contributo dei guanelliani per la Patria nella

Grande Guerra

19 20

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100 anni dopo

di ADRIANO FOLONARO e SILVIA FASANA 9


1915 il contributo dei guanelliani per la Patria nella 2015

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LA DIVINA PROVVIDENZA n. 2 - 2015

INSERTO

GrandeGuerra


INSERTO SPECIALE Il 23 maggio 1915, proprio cento anni fa, l’Italia entrava in guerra. Era la PRIMA GUERRA MONDIALE

La cartina dell’Europa nel 1914

INSERTO

«Tutti avevano la faccia del Cristo nella livida aureola dell’elmetto, tutti portavano l’insegna del supplizio nella croce della baionetta, e nelle tasche il pane dell’Ultima Cena, e nella gola il pianto dell’ultimo Addio»

Le vicende di quel periodo ci vengono restituite oggi, con vivezza e precisione, attraverso le molte opere letterarie, i memoriali e i diari che sono rimasti, che in assenza di testimoni ancora in vita, gli unici strumenti in grado di raccontarci questo particolare momento che cambiò radicalmente la storia e le sorti del mondo. Anche dall’archivio guanelliano di Como, custodito presso la Casa Divina Provvidenza, emergono documenti significativi a tale proposito. Si tratta per lo più di comunicazioni che i confratelli dal fonte fanno pervenire ai superiori e viceversa: scritti che ci parlano delle difficoltà di ambientamento, del procedere della guerra, o, perché no, di anche piccole gioie condivise con i commilitoni. Ed è da questi documenti che apprendiamo il prezioso contributo che i figli di don Guanella hanno dato alla nostra Patria, contributo che a volte è stato pagato con il sangue. Fare memoria di un avvenimento passato significa innanzitutto riconoscere che il proprio presente ne è frutto. Per questo ricordare la Grande Guerra ci invita a riflettere sul fatto che il sacrificio di tante persone, tra le quali diversi nostri confratelli, è alla base del mondo in cui viviamo e nel quale ci muoviamo.

La Grande Guerra e le Case guanelliane

N

elle case guanelliane, come in tutta Italia, si era tanto pregato e sofferto per allontanare lo spauracchio della guerra dalle nostre contrade. Don Guanella aveva anche inviato una circolare ai suoi sacerdoti e alle sue suore: «Quando, nell’agosto passato, si sviluppò quest’incendio di guerra, che tuttora avvolge nei suoi vortici spaventosi l’Europa intera, noi abbiamo

dato ascolto alla voce del Pontefice santo, che moriva pregando e offrendosi vittima per la salute del mondo, e in tutte le nostre case abbiamo dato principio a pratiche quotidiane di adorazione del Santissimo Sacramento. A quelle pratiche si è atteso con lodevole pietà e fervore e in alcune case vi si attende ancora; e certamente il Cuore di Gesù, mosso a pietà dalle preghiere commoventi di

LA DIVINA PROVVIDENZA n. 2 - 2015

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1915 il contributo dei guanelliani per la Patria nella 2015

GrandeGuerra

PREGHIERA proposta da don Guanella per impetrare la pace dal Sacro Cuore

Il Sacro Cuore di Gesù chiamato ad essere il salvatore della patria

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nostre case vorremo, seguendo il rito liturgico e tenendo accese almeno sei candele, fare l’esposizione privata del Santissimo Sacramento, allo scopo di domandare, nell’adorazione che si farà per turno, al Signore i benefici della pace, e ciò dall’ultima messa fin verso il mezzogiorno»2 in alcuni giorni particolari. «È da attendersi con fiducia che le preghiere di tante anime innocenti e care al Signore abbiano ad ottenere dal sacro Cuore di Gesù, coll’intercessione di colei che è aiuto dei cristiani, madre della Provvidenza, regina della pace, misericordia e

LA DIVINA PROVVIDENZA n. 2 - 2015

INSERTO

tanti nostri sventurati, ci ha dato in questo tempo grazie grandi di preservazione da tante sciagure e di rassegnazione nei mali occorsici. Ma la guerra divampa sempre più atroce e minacciosa; ed è purtroppo a temere che non cessi ed estenda più ancora ed anche alla patria nostra i suoi disastri, se si ponga mente alla gravità delle colpe di una società, fatta ribelle al Signore e odiosa per mille miserie e peccati»1. Pertanto don Guanella chiedeva di recitare più volte al giorno una preghiera indulgenziata dal Papa e aggiungeva: «Di più, in tutte le


INSERTO SPECIALE «Il monumento benedetto del S. Sepolcro e del Calvario: […] sarà altare di supplica al Cuor di Gesù per i bisogni della società cristiana, per la cessazione di tanti flagelli, per il ristabilimento della pace universale, per la prosperità del mondo» Il Calvario nel Santuario del Sacro Cuore di Gesù in Como perdono alle anime pentite e schiudere alla società tornata nel dolore a Dio un’era bramata di tranquillità e di benessere»3. Alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia, il 21 maggio 1915, don Guanella scriveva ancora a don Samuele Curti: «Tutti siamo in tremore per la guerra: Pregate»4. Invece «sul finire del maggio, [...] si aprivano le ostilità, e gli eserciti, l’un contro l’altro armati, davano principio alla

guerra tanto paventata»5. Dalle pagine de La Divina Provvidenza veniva lanciato un appello a contribuire generosamente all’ampliamento della chiesa del Sacro Cuore di Como per trasformarla in un grande Santuario: «Anche la nostra patria si trova in grave pericolo: la sua tranquillità è minacciata… […] in nome dei più sacri interessi delle famiglie nostre, della società, della patria, noi ci rivolgiamo all’esercito dei volonterosi perché compiano

INSERTO

LA DIVINA PROVVIDENZA n. 2 - 2015

uno sforzo benedetto di generosità a vantaggio d’un Santuario che sia eretto con […] la volontà di offrire al Sacro Cuor di Gesù, chiamato ad essere la sicura salvaguardia e il salvatore della nostra patria, un monumento di amore e riconoscenza»6. Proprio nel maggio 1915, su progetto dell’architetto Aristide Leonori, iniziarono i lavori per la riproduzione dei luoghi santi della Palestina nel Santuario del Sacro Cuore di Como perché, nell’intenzione

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1915 il contributo dei guanelliani per la Patria nella 2015

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di don Guanella il tempio sia «in Europa, come lo è in America, Santuario unico e speciale di grazie e di benedizioni»7: «il monumento benedetto del S. Sepolcro e del Calvario: […] sarà altare di supplica al Cuor di Gesù per i bisogni della società cristiana, per la cessazione di tanti flagelli, per il ristabilimento della pace universale, per la prosperità del mondo»8.

Como: monumento del S. Sepolcro e del Calvario nel Santuario S. Cuore “per la cessazione di tanti flagelli” un ramo d’ulivo e al di sotto la scritta «Da pacem, Domine, diebus nostris» «augurio per la nostra Nazione»9.

Don Guanella vedeva nella guerra una conseguenza della ribellione a Dio di questa società e pensava con raccapriccio alle rovine conseguenti. Si può cogliere il suo giudizio in una conversazione con i confratelli della Casa di Como, Inoltre don Guanella in questo dopo il pranzo del 2 giugno periodo ebbe l’idea di far erige- 1915: «È inutile la ricerca dei re una chiesa votiva dedicata colpevoli di questa guerra. Gli alla Madonna della Pace nella è che il mondo è un ammasso sua casa femminile di Stimia- di peccati e di miserie e di falsinico, su progetto dell’amico tà. La società deve ricevere un Giacomo Mantegazza. Lo stes- nuovo battesimo di sangue che so Mantegazza vi dipingerà la purifichi e da cui essa esca al centro del catino absidale salva e rinnovata. Tutto il resto la Madonna della Pace con non conta nulla. La filosofia il Bambino recante in mano è tutta qui. Noi facciamo quel

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che possiamo. La Provvidenza ci veglierà. Il martirio dei nostri [...] varrà ad ottenerci le sue benedizioni. Fiducia e preghiera, e bando al peccato. Così è sulla Provvidenza che bisogna contare»10. Una parola di sicurezza e di fede in una logica ottimistica: se «Dio dal male sa ricavare il bene», anche la trincea poteva divenire campo di semina di bene per i nostri confratelli che ne saranno coinvolti! Il medesimo interrogativo lo si trova nell’articolo del luglio 1915, su il nostro periodico La Divina Provvidenza: «E non è forse provvidenziale questo accorrere di Preti-Soldati? Non è questo un lanciarsi di lievito buono nella massa incomposta di gente...? Gemiamo pure su chi

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«La Provvidenza ci veglierà. Il martirio dei nostri [...] varrà ad ottenerci le sue benedizioni. Fiducia e preghiera, e bando al peccato. Così è sulla Provvidenza che bisogna contare»


INSERTO SPECIALE «È inutile la ricerca dei colpevoli di questa guerra. Gli è che il mondo è un ammasso di peccati e di miserie e di falsità. La società deve ricevere un nuovo battesimo di sangue che la purifichi e da cui essa esca salva e rinnovata» Madonna della pace «Da pacem, Domine, diebus nostris» l’Italia nostra forte, buona, veramente cristiana»12. Già nel luglio 1915 don Guanella stesso comunicava a mons. Angelo Bartolomasi, Vescovo dell’Esercito Nazionale, le generalità dei Sacerdoti Filippo Bonacina e Giovanni Anessi che erano già sotto le armi. Nel settembre del 1916 i Servi della Carità richiamati alle armi erano 37 su 13313; nel settembre del 1917 erano 46 su 155; un anno dopo erano 44 su 14714. Como,Santuario S. Cuore: particolare della pala dell’altare del S. Cuore  Don Guanella addita ai bisognosi il Sacro Cuore (Attilio Ticinese, 1945)

geme e combatte ma gemiamo da forti pregando, lavorando, esercitando la carità»11. In quest’ottica «La Casa della Divina Provvidenza ha dato largo tributo all’esercito di Preti e di Studenti: Preti e Studenti che, compiuto il noviziato fra gli orrori del terremoto e gli stenti di un contrastato salvataggio, si recano a gioia di fondere le proprie forze con quelle della gioventù più balda, di spendere la vita pur di consolare, riconciliare a Dio qualche anima, pur di rendere

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«I nostri soldati, sono sparsi nelle caserme, davanti alle linee nemiche del Trentino, del Carso, dell’Isonzo, dell’Albania. Sono […] disposti a sacrificarsi per la patria con l’entusiasmo che loro infonde l’amore di Dio e la visione di una patria migliore […]. Mentre con moltiplicate energie noi, rattenuti nelle case nostre dall’età o dall’invalidità fisica, spendiamo le

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Però la guerra spopolava le Case guanelliane delle sue migliori forze: i giovani. In alcuni casi don Aurelio Bacciarini, primo successore di don Guanella al governo della Congregazione, si darà da fare in trattative presso l’ordinariato di Coira e presso la Sacra Congregazione di Propaganda Fide per ottenere l’esenzione dal servizio militare di alcuni confratelli, ritenuti necessari nella gestione delle Case (come ad esempio don Sperandio Filisetti)16 e presso la Segreteria di Stato per l’esenzione per privilegio di don Luigi Previtali da lui richiesto come segretario personale17; terrà contatti con l’onorevole Paolo Carcano, ministro del Tesoro, per l’esenzione del chierico Nazareno Pompili18 e si occupò delle pratiche per ottenere la destinazione di don Gaetano Bassani a cappellano di un ospedaletto da campo19.

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Confratelli guanelliani nella

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Dalle nostre ricerche e da quelle di Alejandro Dieguez abbiamo ricavato un primo elenco di guanelliani che hanno partecipato alla Prima Guerra Mondiale. Non è esaustivo, ma vuole essere un omaggio e un ricordo nel centenario dell’entrata in guerra dell’Italia. Don Filippo Bonacina - Don Giovanni Anessi - Don Gaetano Bassani - Don Giovanni Bruschi - Don Mauro Mastropasqua - Don Santino Busnelli - Don Giovanni Savoldelli - Chierico Gaspare Lago - Chierico Nazareno Pompili (fronte nel Trentino, nel Carso) - Chierico Edoardo Maggioni (al fronte nel Trentino, sul Carso, sull’Isonzo, a Gorizia) - Chierico Carlo Borghi (fra i primi ad essere arruolato - panificio militare Edolo) - Chierico Lorenzo Panzeri - Fratel Luigi Del Re (3° Alpini Morbegno) - Fratel Giuseppe Bonaccorsi [orig. Bonacorsi] (5° Corpo Sanità - Ospedale Militare Sanitario di Bergamo) - Fratel Lorenzo Colombo (28° Fanteria, la Compagnia, 12a Divisione) - Fratel Carlo Tamassia - Chierico Giovanni Riva - Chierico Gastone Dondoni Caporale (159° Fanteria, 2a Compagnia) - Chierico Lodovico Laini - Don Luigi Albrici - Chierico Antonio Del Vesco (7° Reggimento Alpini, Battaglione Val Piave, 268a Compagnia) - Chierico Alfredo Ferrari (79° Reggimento Fanteria, 6a Compagnia, 1° plot., Grezzana, Verona) - Chierico Ambrogio Buzzi (3° Sanità, 2a Compagnia, 5° plotone, 2a Squadra, Milano, p. Niguarda) Albania - Chierico Giuseppe Natale Milesi (3° Sanità, 3° Compagnia, 4° plotone, Milano, p. Niguarda) - Chierico Giacomo Colombo (3° Sanità, Milano, p. Niguarda) - Chierico Mario Bolzaretti (35° Fanteria Stato Maggiore) - Chierico Cesare Marzagalli caporale - Chierico Amedeo Canzi - Chierico Evaristo Santinelli (3° Sanità, 1a Compagnia, Milano p. Niguarda) - Francesco Lama (Trombettiere, 11° Artiglieria, 7° battaglione) - Mario Cerioli Attilio Caniato - Carlo Redaelli - Osvaldo Pellizzoni - Luigi Manazza (treno attrezzato, 26°, Voghera) - Giuseppe Valli (6° battaglione presidiario, 21a Compagnia, Peschiera) - Silvio Silvestri - Marcellino Ceccarelli.

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nostre forze e la nostra vita nel soccorrere le miserie dei sofferenti; siamo fieri di dare alla patria nei nostri confratelli, tolti ad un’attività di carità e di sacrificio, dei soldati, che dalla loro formazione religiosa, dai loro sentimenti di fede, dalle loro abitudini di virtù traggono l’energia per difendere gloriosamente le sorti del paese. Disposti a lasciare la loro vita in olocausto di benedizione sui campi insanguinati, quanto desiderosi di tornare con noi dopo la guerra»15.


INSERTO SPECIALE Oltre al fatto che la Congregazione veniva pesantemente indebolita di personale, va tenuto presente che i confratelli richiamati alle armi, costretti ad una straziante guerra di trincea «tra il ferro, il fuoco, la morte, l’ira di Dio»20, con gravi problemi personali e spirituali, erano sorretti solo «dal lume della fede, dalla fiducia e dalla rassegnazione», come testimonia Nazareno Pompili, un nostro chierico soldato che sarà fatto prigioniero di guerra: «Semplice fante, sbattuto dal Seminario alla caserma, più intontito che non lo sembrasse per l’improvviso, radicale cambiamento d’ambiente, coi buoni e coi pessimi, cogli educati e coi mascalzoni, capitato come a caso, o meglio, come a punizione d’un grave fallo commesso, conobbi che dovevo armarmi di una buona dose di rasse-

gnazione e di fiducia in Dio»21. «Mi trovavo in una profonda e incomodissima caverna austriaca, ove la luce, l’aria e l’igiene erano un desiderio, ove correvano a migliaia i parassiti, compagni indivisibili del fante in trincea. Ero ammalato da quattro giorni. [...] Soffrii tanto! [...] Ora sto bene di salute. Mi sono rifatto. E l’anima? Quando, Dio mio, potrò assistere alla Santa Messa e Comunicarmi? […] Ma quanti ostacoli! Ma io farei ogni sacrificio per ottenere tanto bene! La vita di trincea ci confina in una fossa, donde non ci si può allontanare che per servizio. Fatto sta che son due mesi e mezzo che non ascolto la Santa Messa [...] Vede a che è ridotto un povero chierico, che un anno fa nuotava nell’abbondanza»22. «Chi non ha visto non può immaginare quanto sia stato terribile.

Mons. Angelo Bartolomasi primo vescovo castrense d’Italia

1869-1959

È

A quante scene strazianti si dovette assistere! Dormire, mangiare, vivere insomma sempre coi morti, da uno a due mesi insepolti, che mandavano può immaginare quali esalazioni. Furono i primi sette giorni del settembre 1917, giorni di continuo combattimento, a contrastarci insomma un monte, un palmo di terreno»23. Anche per il chierico soldato Giacomo Colombo il nuovo ambiente militare è causa di forte disagio: «In questo periodo burrascoso, in cui anche le più forti vocazioni, sottoposte a dura prova per la vita militare, vacillano, mi pare che Dio ha permesso di far deserto de’suoi allievi il Seminario. Sentisse che discorsi, che bestemmie, che epiteti aggiunti ai SS. Nomi di Gesù e Maria!, ora appresi anche dai piccoli Albanesi. Faccia pregare tanto tanto»24.

“Preti - soldato”

da sottolineare che la maggioranza dei nostri confratelli erano arruolati come “preti-soldato”, posizione che nell’esercito era molto diversa da quello dei cappellani, regolati nell’Esercito Italiano dal Decreto Luogotenenziale n. 1022 del 27 giugno 1915. Con questo decreto la suprema direzione del servizio spirituale veniva assegnata ad un “Vescovo di campo”, con l’equiparazione al grado e al trattamento economico di maggiore generale; questo aveva la giurisdizione su tutti i cappellani allora presenti nell’Esercito Italiano, fatta eccezione dei pochi appartenenti all’Ordine di Malta. Il Vescovo di campo era coadiuvato a sua volta da tre “cappellani vicari”, equiparati a loro volta al grado di maggiore; vi erano poi le figure del “cappellano coadiutore”, del “cappellano capo d’armata”, parificate al grado

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Don Gaetano Bassani

Don Nazareno Pompili

Don Filippo Bonacina

Don Lorenzo Panzeri

ALCUNI CONFRATELLI GUANELLIANI SOLDATI NELLA GRANDE GUERRA

di capitano, nonché quella del “cappellano ordinario”, equiparato al grado di tenente25. La scelta dei cappellani spettava al Vescovo di campo che poi la proponeva per la nomina al Ministero della Guerra. Perciò i seminaristi, i novizi, i chierici, gli addetti e i sacerdoti nostri o di altre Congregazioni che non erano parroci o vicari vennero considerati come dei semplici soldati, assegnati alle unità combattenti e chiamati impropriamente “preti soldato”, anche se non mancò per alcuni di loro (1582) un riconoscimento del Ministero della Guerra con il conferimento del grado di ufficiale. La condizione dei “preti soldato” li portava a condividere la quotidianità con i semplici soldati, sotto una stessa divisa che li accumunava tutti nella stessa dura sorte, anche operando in prima linea tra pericoli e disagi. Questo mangiare lo stesso pane, mettersi in fila

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con gli altri quando arrivava la spesa per ricevere la razione, questo dormire uno accanto agli altri, distesi per terra, nell’uguaglianza macerante della stanchezza e del sonno, questo marciare incorporati nel Battaglione, polverosi come gli altri, con sacco in spalla come tutti, cantando a piena voce le canzoni alpine, dava il senso vivo di una comunione così intima e così eroica, che ogni cosa, anche la più umile e ordinaria, si trasfigura nello spirito all’altezza e alla solennità di un rito e di un sacerdozio nuovo26. Tutto questo servì a proporre un’immagine del sacerdote in divisa assai diversa da quella dei cappellani, in grado di svolgere una capillare azione religiosa che godeva di maggiore credibilità e fiducia da parte dei loro compagni d’armi, ricoprendo pertanto un più sentito e attivo ruolo religioso. Notevole l’impegno dei “preti soldato”

per l’istruzione e l’assistenza religiosa ai loro commilitoni: divennero spesso i loro confidenti spirituali e anche gli animatori ricreativi nell’intento di alleviare la tensione del soldato e rendere la vita meno dura al fronte. In altre circostanze, invece assistettero e consolarono i feriti e gli ammalati, specialmente in prima linea, sostituendosi o coadiuvando l’attività dei cappellani. Dal fronte scriveva il nostro chierico soldato Antonio Del Vesco: «Odo frequenti rombi di cannone [...] L’animo mio è sempre preparato. Sono il più allegro di tutti, e mi adopero per quanto posso al bene di tutti»27. «Che consolazioni si provano in mezzo a questi buoni e pazienti soldati - scriveva il sottotenente chierico Giacomo Colombo, impegnato nell’offensiva contro i Bulgari - a coloro che veramente fanno la guerra: essere loro guida, suggerire loro un santo

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Don Luigi Albrici


INSERTO SPECIALE Don Antonio Del Vesco

Fr. Luigi Del Re

Ch. Natale Milesi

pensiero»28. Per tutti questi soldati di Dio e della Patria, nel rispetto dei militari di tutte le fedi, ricordiamo le parole scritte da un anonimo sulla parete di una galleria delle Tofane: «Tutti avevano la faccia del Cristo nella livida aureola dell’elmetto, tutti portavano l’insegna del supplizio nella croce della baionetta, e nelle tasche il pane dell’Ultima Cena, e nella gola il pianto dell’ultimo Addio»29. I “preti soldato” nel corso del conflitto furono oltre 22.000.

Messa di campo G

eneralmente i soldati partecipavano alle Messe di campo con fervore e, compatibilmente alle circostanze belliche, con costanza. Scriveva il nostro chierico soldato Nazareno Pompili: «Soldato! All’orecchio di qualcuno questa parola potrà forse suonare indisciplina, irreligione, malcostume. Non è vero. Ve ne sono sì, dei poveri disgraziati, degni della compassione di tutti, che non ebbero mai né

educazione, né istruzione morale e civile. Poveretti! [...] I soldati credono. La compagnia li fa molte volte troppo sfacciati e violano troppo vergognosamente il secondo comandamento. Ma come molto facilmente si lasciano tirare al male, cosi è assai facile condurli alcuni in una Chiesa, ai piedi del Confessore, ad umiliarsi davanti al Crocefisso. Non tutti ma molti. Hanno bisogno d’una spinta e del buon esempio»30. Poetiche le parole inviate dal fronte del 7° Reggimento Alpi-

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ni del soldato chierico Antonio Del Vesco il 24 settembre 1915: «Peccato che, date le contingenze, si abbia la Messa solo la festa. La festa poi è commovente il vedere la devozione dei soldati ad ascoltare la S. Messa, davanti un altare improvvisato, sub divo, e adorno di poche frasche di mugo, mentre il vento spegne le candele e volta le pagine del messale minuscolo che sembra un testo scolastico, ed il sole dardeggia sul capo del Levita e fa proiettare sugli astanti il riflesso della patena»31. Dal fronte, don Gaetano Bassani comunicava invece la sua esperienza forte dopo avere celebrato il Natale con i suoi sodati: «Discesi dall’alto mon-

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te su cui fummo accampati per due mesi [...] Sotto la neve, noncuranti del freddo e delle fatiche, con volontà energica ci mettemmo all’opera e fabbricammo le nostre capanne [...] In brevissimo tempo s’innalzò e si condusse a termine la nostra baracca, proprio alla vigilia del Santo Natale. Che contento! Si era stanchi da non poter quasi reggere in piedi, ma felici! Si diceva: Domani è il bel giorno del Santo Natale, e noi potemmo raccoglierci nella nostra capanna e passarvi un momento con Dio e la pace nei cuori. La sera di quella vigilia sarà per me, prete-soldato, indimenticabile. Era in preda ad una profonda tristezza che m’invadeva tutta l’anima, mentre il pensiero mi correva a lontane persone e luoghi cari. Ma, scesa la notte [...] mentre la neve copriva le rocce e le valli, fui chiamato ad ascoltare le confessioni de’ miei compagni. Mi chiesi: Dov’è il confessionale! Mi si additò una via, stretta

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stretta, chiusa entro due alte pareti di neve, che si inoltrava una ventina di passi. Là mi fermai, ritto in piedi, tremante dal freddo, col Crocifisso in mano; là mi venivano davanti i nostri soldati a confessare le loro colpe e ad udire la parola del perdono. Un confessionale di nuovo genere, un confessionale di neve: per tetto il padiglione del cielo! [...] Furono momenti così belli, che lasciai ogni tristezza e dimenticai un passato di pene e di sofferenze. Si passò la notte vegliando; e alle ventiquattro si celebrò la Santa Messa e si distribuì la Santa Comunione a numerosi soldati che avevamo confessato. [...] La mia capanna divenne poi Chiesa. Vi si conservò il SS. Sacramento. [...] Era consolante vedervi accorrere tanti soldati. [...] Venivano e si fermavano, felici di stare con Gesù a dirgli le loro pene, in attesa sicura e fiduciosa di consolazione e di pace»32.

Lontani, ma non soli

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l legame che ha saputo tenere saldamente uniti i confratelli delle comunità rimasti nelle Case con i nostri sacerdoti-chierici-fratelli al fronte, sono stati «il pensiero e la preghiera, così la parola e la penna che spesso hanno intrattenuto i nostri soldati con pena, con affetto, con augurio, con desiderio»33. La Congregazione seguiva con sollecita premura i confratelli al fronte. Ne è testimonianza la copiosa corrispondenza intercorsa, di cui si riportano solo alcuni stralci (è possibile la consultazione delle altre nelle annate 1915-1920 de La Divina Provvidenza). Don Filippo Bonacina non poteva dimenticare la visita che don Guanella gli aveva riservato all’Ospedale Militare di Milano, dove si tro-


INSERTO SPECIALE vava in qualità di cappellano militare e la raccomandazione che gli aveva fatto: «Abbi pazienza coi feriti. Rimira in essi l’immagine di Gesù Cristo, e il Signore ti compenserà»34. In molte lettere provenienti dal fronte, i confratelli soldato chiedevano preghiera per affrontare con coraggio la situazione di persistente pericolo. Fratel Luigi Del Re nel 1915 scriveva: «Però non manco di raccomandarmi alle preghiere di tutti, che Iddio mi dia coraggio e rassegnazione, se occorrerà di sacrificare la vita in espiazione de’ miei peccati, per dare amore e gloria alla patria, e a Dio soprattutto…»35. A questi confratelli c’era sempre l’assicurazione di vicinanza: «Sì, sì, cari nostri soldati: che il Signore accetti le vostre fatiche generose e i vostri sacrifici insieme con le ansie con le quali noi vi seguiamo, e infonda in tutti coraggio e fiducia. Noi leggiamo con la più viva commozione i vostri scritti, vi accompagniamo col più grande affetto, soddisfacciamo al vostro desiderio pio di preghiere e auguriamo che venga presto e gloriosa l’ora del nostro ricongiungimento per la ripresa del nostro lavoro santo e benedetto a gloria di Dio e a vantaggio della Società»36. Don Aurelio Bacciarini, nella corrispondenza personale, non dimenticava di interessarsi di quanto potessero avere bisogno: «Spero che sii in buona salute e porti con pazienza il peso della croce che il Signore ti ha dato per il bene tuo e per il bene nostro. Mi fa consolazione grande il saperti buono: il sapere cioè che conservi lo spirito del buon chierico e l’attaccamento al nostro caro Istituto. Voglia Iddio che cessi questa guerra, perché tu possa ritornare agli studi e al comune lavoro pei nostri cari poveri! Ti ho fatto spedire un pacco l’altro ieri e

quando sarò sicuro del recapito vedrò di spedirti un po’ di vestiario per l’inverno»37. E al chierico Giovanni Riva scriveva: «Prega caro Giovanni [...] onde tornare all’Istituto e farvi gran bene. Dimmi se hai qualche bisogno in cui ti possa giovare»38. Le comunicazioni diventavano spesso motivo di un saluto e di un incoraggiamento: «Oggi stesso ho rinnovato la domanda di farti cappellano o ajutante. Speriamo. Coraggio, caro don Gaetano: ti accompagno con la preghiera nella speranza di rivederci presto»39. Dal “Dosso Fàiti”, sul Carso, dopo 28 mesi di servizio al fronte, il chierico Nazareno Pompili, scrivendo a don Leonardo Mazzucchi, così si esprimeva con gratitudine: «E le frequentissime sue corrispondenze in cui mi trasfuse tutto il suo cuore di padre, quelle degli altri confratelli, l’interessamento assiduo del nostro caro D. Luigi nella persona di Mons. Bacciarini, vero nostro padre, conservarono in me quei buoni sentimenti, di cui le sue assidue e paterne cure mi corredarono»40. Non mancava l’aggiornamento continuo alle comunità della situazione dei confratelli soldati, per mantenere vivo il ricordo, la vicinanza e la preghiera: «Due altri nostri soldati sono rimasti prigionieri, i chierici Riva e Pompili. Il soldato Nazareno Pompili ci dà sue brevi notizie dalla prigionia di Meschede, poi di Mannheim in Germania, e si raccomanda vivamente alle preghiere dei membri e degli amici delle nostre Case [...]. Il chierico Gastone Dondoni, in lettera, arrivataci il 14 gennaio, ci scriveva da Sigmundsherberg, l’8 ottobre […] “l’inverno [...] sarà molto peggiore dell’anno scorso [...] per il soffiare temporalesco dei venti gelidi della Polonia. In Gennaio il termometro scese fino a 25 sotto zero”»41.

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Don Aurelio Bacciarini

Don Luigi Guanella (1914)

Don Leonardo Mazzucchi

Ancora don Bacciarini si rendeva sollecito nel comunicare ai confratelli le perdite subite: «Ai cari confratelli Servi della Carità, Vi si rende noto con grande dolore, che il nostro confratello, chierico Lodovico Laini, cadde vittima di guerra i primi giorni di novembre sul monte Asolone, in qualità di sottotenente degli arditi. Dando solleciti all’anima del caduto glorioso i suffragi di regola oltre quelli abbondanti della nostra privata affettuosa divozione, solleviamo i nostri cuori, rattristati dal rammarico d’un’altra nostra cara speranza perduta, con la fiducia che il sangue del buon soldato nostro sarà fecondo, come per il

bene della patria difesa, anche per lo sviluppo della Congregazione amata. Nella carità di Cristo, affettuosissimo vostro Superiore»42. Lunghi furono i quattro mesi di incertezza e di ricerca da parte di don Aurelio Bacciarini e don Leonardo Mazzucchi in merito a don Giovanni Anessi, di cui non si avevano notizie. Finalmente il tenente Carlo Pastorino scrisse una lettera in cui veniva comunicata la morte del confratello, caduto sul Carso il 4 giugno 1917, colpito da una raffica di mitragliatrici43. E nemmeno gli Ospiti delle Case si dimenticarono dei “chierici e preti soldato”, anche

opportunamente sollecitati dai confratelli: «Noi certo non ismettiamo di pregare e di far pregare dai nostri ricoverati, dai nostri orfanelli, dai nostri chierici, dalle nostre Suore per loro; e con piacere ci ricordiamo, in mezzo alle molteplici cure in cui ci tengono le difficoltà del momento e la scarsezza del personale, il compito gradito, doveroso e davvero importante di scrivere loro la parola del consiglio e del conforto. Sì, cari nostri soldati, fatevi coraggio ed offrite a Dio con letizia e con costanza vittoriosa i vostri sacrifici, che piaceranno a Dio e vi otterranno per il presente e per il futuro grandi grazie»44.

La nostalgia di casa

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INSERTO

alla corrispondenza dei confratelli dal fronte spesso affiora la nostalgia della Casa e il desiderio del rientro, quanto prima. È il caso del chierico soldato Antonio Del Vesco che, «scrivendo, risveglia la nostalgia dei tempi di pace fra noi, rievoca lieti ricordi, dicendosi “ansioso di ritornare a dire il recedant vetera, nova sin omnia”»45, o del chierico Gastone Dondoni, che l’8 ottobre 1917 scriveva da Sigmundsherberg: «Speriamo di sopravvivere ai travagli di questi anni per poter rivedere l’Italia, le persone care, e rivivere l’antica vita di lavoro a bene della nostra


«Chiunque abbia mai guardato negli occhi vitrei di un saldato morente sul campo di battaglia ci penserà due volte prima di scatenare una guerra»

INSERTO SPECIALE

(Otto von Bismark)

INSERTO

La Grande Guerra era scoppiata il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell’Impero Austro-Ungarico alla Serbia; l’Italia riuscì a mantenere per circa un anno un atteggiamento di neutralità, schierandosi nell’aprile del 1915 al fianco delle forze dell’Intesa, in cambio del riconoscimento dei propri diritti su Trentino, Alto Adige, Trieste, Istria e Dalmazia; entrò ufficialmente in guerra il 23 maggio 1915. Il conflitto assunse carattere mondiale con l’entrata in guerra del Giappone e degli USA, al fianco dell’Intesa. Nei primi anni la guerra vide in forte difficoltà le forze dell’Intesa, con i tedeschi che arrivarono alle porte di Parigi. Ma tra il 1917 e il 1918 gli inglesi, i francesi, gli italiani, gli statunitensi e i loro alleati sbaragliarono la resistenza di austriaci e tedeschi, costringendoli alla capitolazione. Nella Prima Guerra Mondiale le vittime (morti, feriti e mutilati) furono oltre 37 milioni. Una guerra inutile, come spesso è stata giudicata anche dalla Chiesa, o necessaria come la giudicarono storici e politici, data l’impossibilità di coesistere pacificamente delle potenze europee e mondiali? Una volta iniziata, la guerra dovette essere combattuta fino in fondo, perché nessuno dei belligeranti poteva permettersi una sconfitta che avrebbe segnato la fine del suo potere economico, politico e militare, e delle sue ambizioni imperialistiche. La Grande Guerra fu una tragedia umana. Nei quattro anni e tre mesi del conflitto morirono circa 2 milioni di soldati tedeschi insieme a 1.110.000 austro-ungarici, 770.000 turchi e 87.500 bulgari; dalla parte degli alleati ci furono circa 2 milioni di morti russi, 1.400.000 francesi, 1.115.000 dell’Impero britannico, 650.000 italiani, 250.000 rumeni e 116.000 americani. Considerando tutte le nazioni del mondo, si stima che durante la Prima Guerra Mondiale persero la vita poco meno di 9.722.000 soldati. Ci furono inoltre circa 21 milioni di feriti: alcuni guarirono senza particolari conseguenze, molti però restarono segnati o menomati a vita. Queste cifre, poi, non tengono contro di quanti rimasero traumatizzati dal punto di vista psicologico: uomini che subirono lo shock da bombardamento e che non si sarebbero mai più ripresi, e i milioni di persone colpite da quello che oggi chiameremmo disturbo post-traumatico da stress. Questi dati non considerano nemmeno i civili uccisi dalla guerra: circa 950.000 persone che morirono a causa delle azioni militari e la sconvolgente cifra di 5.893.000 civili che persero la vita a seguito delle carestie e delle malattie provocate dal conflitto. Si tratta di numeri che dovrebbero far riflettere53.

amata Congregazione»46. Anche il chierico Natale Milesi, nativo di Colico, nelle sue missive scriveva spesso del suo amore per la Casa e del suo desiderio di diventare sacerdote. Ma il suo sogno fu infranto da una malattia: il 7 luglio 1917 fu ricoverato in un ospedale da campo di Udine, dove moriva sereno il 4 agosto. Il cappellano don Pietro Gallina, con altri otto sacerdoti degenti, l’accompagnarono al piccolo cimitero militare di Manzano (UD)47. «Sospiro! Quando potrò indossare la veste benedetta? Mi basterebbe un giorno solo! Per questo sospiro la licenza... Preghi che Iddio mi conceda tanta grazia…»: chi scrive è il chierico Nazareno Pompili, il 18 agosto 1917, dal fronte48. E di questi rientri ne troviamo gioioso riscontro negli scritti di don Aurelio Bacciarini: «Sia dunque ringraziato in eterno Iddio misericordioso, il quale, alla grazia di questa speciale assistenza, quella congiunse di restituire i cari confratelli che la guerra ci aveva amaramente strappato. Il loro ritorno sarà quanto prima un fatto compiuto e noi ne pregustiamo la grande gioia. Tanto più che dalle loro care lettere sappiamo che ritornano esuberanti di affetto alle opere della Provvidenza, decisi di dedicare generosamente ad esse una vita che fu temprata a tutte le prove e a tutte le asprezze. È vero che non tutti ritornano, perché la morte ha fatte le sue vittime, pure nel piccolo drappello dei nostri cari soldati; ma anche i morti non sono del tutto perduti: essi sono ancora con noi collo spirito e colla preghiera, ci guardano dal cielo con don Luigi e lassù ci attendono»49. Non manca l’eccezione di qualche confratello che al rientro preferì la parrocchia, come il caso di don Luigi Albrici: «Quando ebbe il congedo, sentì men forte il legame alla Congregazione, minore il richiamo. Col lungo esercizio del ministero, gli era maturato in cuore il desiderio d’essere prete in cura d’anime, lo preferiva al servizio umile e continuo dei poveri, al legame quotidiano con la comunità»50.

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GrandeGuerra

3 novembre 1918: «C

essata la guerra, che ci sacrificò un sacerdote, due chierici e tre aspiranti laici, hanno fine le ansie nostre sulla sorte dei nostri amati confratelli, sacerdoti, chierici, laici. Taluno è già rientrato tra noi. Possano con noi unirsi presto gli altri tutti per rafforzarsi nella tiepida atmosfera della nostra religiosa famiglia di rinnovate energie spirituali al compimento di opere egregie di santità e di zelo».51

La volontà di don Guanella

«Il

cuore di don Guanella, che aveva raccolto tante lagrime e compreso confortandoli tanti dolori, consacrò agli sventurati gli ultimi palpiti suoi; e prima di chiudere i suoi occhi a questa terra, il nostro buon Padre ci raccomandò di allargare le braccia della nostra carità per soccorrere le vittime e asciugare il pianto di questa triste guerra. Così veramente con l’erezione del ricovero si dà compimento alla sacra volontà ultima del padre. Quale impegno più bello e più doveroso!».52

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Messa di campo 1 Lettera di L. Guanella ai Servi della Carità e alle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, Como, 25 aprile 1915, in Scritti per le Congregazioni, IV, Centro Studi Guanelliani Roma, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1988, 1423. Cfr. anche Unione di preghiere, in LDP maggio 1915, 68. 2 Lettera di L. Guanella ai Servi della Carità e alle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, Como, 25 aprile 1915, in Scritti per le Congregazioni, IV, Centro Studi Guanelliani Roma, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1988, 1425. Cfr. anche Unione di preghiere, in LDP maggio 1915, 68. 3 Lettera di L. Guanella ai Servi della Carità e alle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, Como, 25 aprile 1915, in Scritti per le Congregazioni, IV, Centro Studi Guanelliani Roma, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1988, 1425. Cfr. anche Unione di preghiere, in LDP maggio 1915, 69. 4 Lettera di L. Guanella a don Samuele Curti, Como, 21 maggio 2015, E 1027. 5 M. Albini Crosta, Lievito buono, in LDP, luglio 1915, 98. 6 La patria e il Sacro Cuore, in LDP febbraio 1915, 24. 7 L. Guanella, Ricordi (per la ripresa dei lavori nel Santuario), in LDP, maggio 1915, 68. 8 L. Guanella, Ricordi (per la ripresa dei lavori nel Santuario), in LDP, maggio 1915, 67. 9 Nella chiesetta di Stimianico, in LDP, settembre 1019, 132. 10 La nuova primavera di guerra e la parola di Don Luigi Guanella, in LDP, aprile 1917, 57. 11 M. Albini Crosta, Lievito buono, LDP, luglio 1915, 98. 12 M. Albini Crosta, Santa Maria della pace, pregate per noi, in LDP, ottobre 1915, 151. 13 Tra i 37 confratelli nell’esercito nel 1916 vi erano 6 sacerdoti, 5 fratelli laici, 13 chierici di cui uno era caduto prigioniero, 4 novizi chierici e 9 novizi e addetti laici; cfr. LDP, 1917. 14 Cfr. Disposizione e distribuzione del personale addetto all’Istituto della Divina Provvidenza nelle singole Case, dall’anno 1913-14 all’anno 1948, in Archivio generale SdC, Roma. 15 I nostri soldati, in LDP, luglio 1917, 93. 16 Lettera di A. Bacciarini a mons. Giorgio Schimid de Grünech, Lugano, 15 aprile1916, in Epistolario “guanelliano” di Aurelio Bacciarini (a cura di Alejandro Dieguez), Vol. I, Roma, Nuove Frontiere, 1999, 163s, 169. 17 Lettera di A. Bacciarini al card. Pietro Gasparri, Roma, 8 giugno 1916, in Epistolario “guanelliano”..., I, o. c., 173s. 18 Lettera di A. Bacciarini a don Gaetano Bassani, Ferentino, 21 settembre 1916, Epistolario “guanelliano”..., I, o. c., 197. 19 Lettera di A. Bacciarini a don Gaetano Bassani, Gatteo, 29 gennaio 1917, in Epistolario “guanelliano” di Aurelio Bacciarini (a cura di Alejandro Dieguez), Vol. II, Roma, Nuove Frontiere, 2003, 73. 20 N. Pompili, Le vicende di un nostro soldato chierico prigioniero in guerra, in LDP, febbraio 1919, 20. 21 N. Pompili, Le vicende di un nostro soldato chierico prigio-

niero in guerra, in LDP, febbraio 1919, 19. 22 Intorno ai nostri soldati, in LDP, settembre 1917, 109. 23 N. Pompili, Le vicende di un nostro soldato chierico prigioniero in guerra, in LDP, febbraio 1919, 19. 24 I nostri soldati, in LDP, dicembre 1916, 134. 25 Cfr. F. Fontana, Croce ed Armi. L’assistenza spirituale alle forze Armate Italiane in pace e in guerra (1915-1918), Marietti, 12-13. 26 Cfr. C. Gnocchi, Cristo con gli alpini, Fondazione Don Carlo Gnocchi, Ancora 1999, 22. 27 I nostri confratelli nell’esercito, in LDP, luglio 1915, 109. 28 I nostri soldati, in LDP, agosto-settembre-ottobre 1918, 90. 29 “Carroccio Novissimo”, Tip. S. Lega Eucaristica, Milano 1918. 30 I nostri soldati, in LDP, gennaio 1917, 7. 31 Dal Campo, in LDP, ottobre 1915, 154. 32 I nostri soldati, in LDP, gennaio 1917, 8, 9. 33 Spigolando. I nostri soldati, LDP, settembre 1917, 108. 34 Leo Brazzoli, Servi della Carità. Profili biografici (18901980). Nuove Frontiere Editrice, 1993, 209. 35 I nostri confratelli nell’esercito, in LDP, luglio 1915, 109 36 I nostri confratelli nell’esercito, in LDP, luglio 1915, 109. 37 Lettera di A. Bacciarini ai Servi della Carità, Lugano, 11 settembre 1918, Epistolario “guanelliano”…, II, o. c., 101. 38 Lettera di A. Bacciarini a Giovanni Riva, Lugano, 19 dicembre 1917, Epistolario “guanelliano”…, II, o. c., 94. 39 Lettera di A. Bacciarini a don Gaetano Bassani, Roma , 29 novembre 1917, Epistolario “guanelliano”…, II, o. c., 88. 40 N. Pompili, Le vicende di un nostro chierico prigioniero di guerra, in LDP, febbraio 1919, 19. 41 I nostri soldati, in LDP, febbraio-marzo-aprile 1918, 18 42 Lettera di A. Bacciarini ai Servi della Carità, Milano, 9 gennaio 1919, Epistolario “guanelliano”…, II, o. c., 105. 43 Necrologia, in LDP, ottobre-novembre 1917, 136. 44 I nostri soldati, in LDP, dicembre 1916, 134. 45 I nostri soldati, in LDP, settembre 1917, 108. 46 I nostri soldati, in LDP, febbraio-marzo-aprile 1918, 18. 47 Cfr. Necrologio, in LDP, settembre 1917, 111-112. 48 Intorno ai nostri soldati, in LDP, settembre 1917, 109. 49 Lettera di A. Bacciarini ai Servi della Carità, Lugano, 18 dicembre 1918, Epistolario “guanelliano”…, II, o. c., 104. 50 Cfr. Lettera di A. Bacciarini a don Leonardo Mazzucchi, Lugano 7 ottobre 1919, Epistolario “guanelliano”…, II, o. c., nota 180, 128. 51 I nostri soldati, in LDP, novembre-dicembre 1918, 110. 52 Il monumento a D. Luigi Guanella, in LDP, marzo 1919, 33-34. 53 P. Hart, La grande storia della Prima Guerra Mondiale, Newton Compton editori, Roma 2013, 520.

LA DIVINA PROVVIDENZA n. 2 - 2015

INSERTO

la fine della guerra


Grazie, don Guanella! NELLE PERIFERIE DEL MONDO

LA DIVINA PROVVIDENZA N. 2 - 2015

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La generosità dei nostri BENEFATTORI

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Credilo: quello che benedice il cibo e che arricchisce la casa è il lavoro e l’elemosina. SAN LUIGI GUANELLA, Opera Omnia, vol. III, pag. 510

COME SI PUÒ AIUTARE LA CASA DIVINA PROVVIDENZA - OPERA DON GUANELLA ⿙⿙ innanzitutto sostenendo spiritualmente con la vostra preziosa preghiera tutti i

GRAZIE RICEVUTE Tucci Umberto, Ferentino.

ATTI DI BONTÀ Boehm Piera, Como, € 1500 progetto n° 18; Tognali Dovilio, Como, € 600.00 progetto n° 14; Ambrosoni Luigi; Gessate, € 500.00; Famiglia Decio, Robbiate € 1000.00; Rocchinotti Giuseppe, Milano € 850.00; Brivio Sandro, Mariano Comense, € 120.00; Pignata Emanuela, Seveso, € 225.00; Zoppetti Elisa, Introbio, € 150.00; Matasci Maria, Gordola (TI), € 187.92; Ranaldo Maria Grazia, Albenga, € 400.00 progetto n° 14; Taiana Abbondio, Gironico, € 200.00; Sposetti Dina e Annita, Chiavenna, € 150.00; Diotallevi Lirio, Ascoli Piceno, € 200.00; Trenti Giuseppe, Savignano sul Panaro, € 200.00 per le missioni; Bertolasi Maria Carolina, Solaro, € 600.00; Robbiani Colombo Andrea e Moreno, Como, € 148.00; Meduri Francesca, Como, € 400.00; Squellati Rivolta Adele, Busto Arsizio, € 500.00; Volpi Mario e Natalina, Faloppio € 500.00; Roscio Maria Antonietta, Como, € 200.00; Stiftung fur die Unterstutzung von Wohltatigkeitsw, Lietchtenstein, € 4549.45; Suriana Paola Maria e Domenico, Como; € 200.00; Venegoni Beatrice, Milano, € 250.00; Farmacia Mascetti, Cernobbio, € 1000.00; Stabile Daniela, Como, € 500.00; Arcioni Sandro, Mandello del Lario, € 250.00; Regiunenti Erminia, Milano, € 500.00 in ricordo dell’ex-allievo Regiunenti Giuseppe; Gelosa Paolo Enrico, Figino Serenza, € 150.00; De Carli Giannini Antonietta, Minusio, € 192.45; Galli Gianmattei Bruno e Matilde, Lucca, € 900.00.

suoi operatori; potendolo, impegnando parte del vostro tempo a vivere momenti di fraternità e di amicizia con i nostri anziani e sofferenti; ⿙⿙ offrendo per SS.Messe: € 12,00 (singola); € 500,00 (gregoriana) ⿙⿙ in più, contribuendo economicamente alla realizzazione di concreti progetti di bene, con l’offrire, ad esempio: € 50,00 per una giornata di pane; € 200,00 per collaborare a una borsa di studio per un ragazzo bisognoso; sovvenzionare altri progetti che vengono indicati in questa rivista; ⿙⿙ e in mille altri modi che il vostro buon cuore vi suggerirà. Gritti Maria Angela, Carlazzo, 2gg; Gadda Flora, Fagnano Olona,

⿙⿙ inoltre,

PIÙ GIORNATE DI PANE

2gg; Frigerio Luciano, Bulgarograsso, 4gg; Pradella Francesco, Paolo, Giovanni, Mauro, Stefano, Sondrio, 3gg; Valtorta Elvina e Franca, Carugo, 2gg; Rossi Alessandro, Inveruno, 2gg; Venegoni Per evitare possibili contestazioni si consiglia: ⿙⿙ per DONAZIONI di denaro o di beni mobili e immobili, rivolgersi direttamente Beatrice, Milano, 2gg; Albonico Marilena, Como, 2gg; Ambrosino alla Direzione Casa Divina Provvidenza, Via Tommaso Grossi 18 - 22100 Como Celestina, Varese, 2gg; Luraschi Marilena, Lurate Caccivio, 2gg; - telefono 031.296.711 - fax 031.296.898 - email: como.direzione@guanelliani.it Ceriani Renato e Carla, Como, 2gg; Colli Mario, Grandate, 2gg.

IMPORTANTE: L’ISTITUTO È ENTE GIURIDICO può quindi ricevere Donazioni e Lasciti testamentari (RR.DD. 2.7.1931 e 11.1.1932)

⿙⿙ per TESTAMENTI: se trattasi di Legati si può usare la seguente formula (per la

validità scrivere a mano con penna): “Io … lascio alla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità, Opera don Guanella, per la Casa Divina Provvidenza in Como, a titolo di legato, la somma di euro ……………… o l’immobile sito in …………… (oppure) gli immobili siti in ……………” (luogo, data e firma leggibile per esteso). Se si vuol nominare la Casa Erede Universale, scrivere: “Io ………… annullando ogni mia precedente disposizione, nomino mio erede universale la Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità, Opera don Guanella, per la Casa Divina Provvidenza di Como” (luogo, data e firma leggibile per esteso).

UNA GIORNATA DI PANE

Stucchi Anna Maria, Basiano; Moltrasio Luigia, Lazzate; Capelli Andrea, Abbiategrasso; Bianchi Attilia, Domaso; Pagani Ersilia, Induno Olona; Censi Andrea, Bizzarone; Tarabini Erba Marilena, Olgiate Comasco; De Carli Bernardetta, Olgiate Comasco; Pini Raimondi, Bulgarograsso; Lia Natale, Sondrio; Cozzi Enrica, Busto Arsizio; Nobile Mario, Cocquio; Gilardoni Valerio, Limonta; Fantinato Mario, Como; De Giacomi Elda, Como; Abbo Alessandro, Imperia; Proserpio Patrizia, Carate Brianza; Milani Angela, N.B. Consigliamo di depositare il testamento, scritto di propria mano, Casorate Sempione; Parroco di Leno; Tenca Alfredo, Como; Selva presso un notaio di fiducia. Mario, Menaggio; Brenna Chiarina, Acquaseria; Basilico Anna, Turate; Guarisco Roberto, Milano; Rosini Ferruccio, Mercallo; ⿙⿙ I TITOLARI DI REDDITO D’IMPRESA, siano persone fisiche o persone giuridi- Spinzi Gionfriddo Gloria, Bene Lario; Fattorini Claudio, Maslianico. che, possono dedurre dalla base imponibile rispettivamente dell’IRPEF o dell’IRPEG le offerte fatte a favore dell’Opera don Guanella fino al 2% (due per cento) del loro reddito (art. 65 comma 2 del DPR 22/12/1986, n.917) di cui si consegnerà regolare dichiarazione. ⿙⿙ OFFERTE: c/c postale IBAN IT87 T0760 11090 00000 0041 3229; inoltre bonifici bancari a queste coordinate: c/c Banca Popolare di Sondrio, ag. Como IV Ponte, IBAN IT23 V0569 61090 00000 09018X27 intestato a Casa Divina Provvidenza; anche online sul sito www.guanellacomo.it

I NOSTRI DEFUNTI BENEFATTORI DEFUNTI: Aulenta Erminia, Milano; Discacciati Anselmo, Rovellasca; Manelli Luigi, Milano; Tavecchio Gabriele, Como (ex-allievo); Fontana Giorgio, Como; FAMILIARI DI CONFRATELLI: Giannino Giannini; Antonietta Giannini in De Carli; Maria Pia Simion.

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SANTUARIO S. CUORE - 100 ANNI

LA DIVINA PROVVIDENZA N.2 - 2015

www.sacrocuorecomo.it

IL SANTUARIO del

SACRO CUORE

“Don Luigi portò sempre nell’anima sua l’ideale giocondo di un Santuario a quel Sacro Cuore, da cui emana, come raggio da sole, la santa fiamma della carità” di SILVIA FASANA FOTO Monumento del Santo Sepolcro e del Calvario voluto da don Guanella su disegno dell’ing. comm. Aristide Leonori Particolare del Calvario sovrastante il Santo Sepolcro

NOTE 1 Per il nostro Santuario del Sacro Cuore, in LDP, settembre 1911, 113. 2 L. Guanella, Ricordi (per la ripresa dei lavori nel Santuario), in LDP, maggio 1915, 67. 3 L. Guanella, Ricordi (per la ripresa dei lavori nel Santuario), in LDP, maggio 1915, 67. 4 L. Guanella, Il viaggio di D. Luigi Guanella traverso gli Stati Uniti d’America, in LDP, marzo 1913, 37. 5 L. Mazzucchi, La vita, lo spirito e le opere di don Luigi Guanella, 1920, Riproduzione anastatica, Editrice Nuove Frontiere, Roma 1999, 105. 6 L. Guanella, Ricordi (per la ripresa dei lavori nel Santuario), in LDP, maggio 1915, 67, 68.

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“Un trono da cui discendano senza fine grazie e benedizioni”6 Storia dell’ampliamento del Santuario del Sacro Cuore in Como con la riproduzione del Santo Sepolcro e del Calvario.

C

ircostanze varie indussero don Guanella a rivedere la struttura della chiesa che si rivelò da subito appena sufficiente ad accogliere gli ospiti e i fedeli che accorrevano dalla zona limitrofa. Non solo, ma al nostro Santo stava molto a cuore di trasformare la chiesa in un Santuario degno anche nella forma artistica e che fosse un centro di devozione per il Sacro Cuore di Gesù. «Don Luigi portò sempre nell’anima sua l’ideale giocondo di un Santuario a quel Sacro Cuore, da cui emana, come raggio da sole, la santa fiamma della carità»1 e così lui stesso si esprimeva: «si sentiva tutti il bisogno di porre maggior confidenza nella bontà del Cuore SS. di Gesù Salvatore, e quindi il desiderio di erigere un più splendido Altare di supplica al Cuore Divino e un Trono di grazie»2. Fin dal suo pellegrinaggio in Terra Santa del 1902, don Guanella aveva accarezzato il desiderio di riprodurre a Como i luoghi più importanti della storia di Cristo: Betlemme, Nazareth, il Calvario e il Santo Sepolcro. «La Provvidenza fece incontrare in casa dell’ing. comm. Aristide Leonori in Roma con il Padre Schilling, Commissario di Terra Santa, residente in Washington capitale degli Stati Uniti Don Guanella; e fu allora che egli seppe del Santuario eretto a Washington dall’ing. Leonori, che si recò in Terra Santa, vi prese le dimensioni e il disegno preciso del Calvario e del S. Sepolcro e ne fece il fac-simile in America»3. Durante il suo viaggio negli Stati Uniti, nel gennaio 1913 don Guanella aveva visitato personalmente il Santuario americano commentando l’evento con le parole: «Mi premeva molto di visitare il monte del Santo Sepolcro, perché desiderio e intento nostro è quello di riprodurlo almeno in parte […] nella nostra chiesa del Sacro Cuore in Como»4.


LA DIVINA PROVVIDENZA N. 2 - 2015

SANTUARIO S. CUORE - 100 ANNI

Aristide Leonori

Quando i lavori dell’ampliamento della Chiesa vennero presentati alla città di Como e agli amici delle Opere guanelliane, si fece subito strada la proposta di istituire un’associazione per chi voleva impegnarsi in modo particolare a sostenere l’iniziativa, attraverso la diffusione della conoscenza del progetto, oppure tramite l’offerta di opere buone e preghiere, sacrifici e oblazioni in moneta o in oggetti. L’idea suscitò ampi consensi, anche illustri. Scrive don Leonardo Mazzucchi: «Al disegno, parte eseguito, parte raccomandato alla generosità ed alla divozione dei fedeli, benedisse Pio X di s. m. […]; così benedisse poi Sua Ecc. Mons. Alfonso Archi, Vescovo di Como: “Raccomandiamo noi pure alla carità dei buoni ed agli ammiratori delle Opere provvidenziali di Don Luigi Guanella il compimento di quello che un giorno sarà un altro dei grandiosi monumenti della carità e dell’amore dell’Uomo di Dio, e insieme dei generosi offerenti, al divin Cuore di Gesù e un pegno di celeste benedizione per tutti»5. Altri sostenitori furono il cardinale Domenico Ferrata, l’arcivescovo di Milano Andrea Ferrari, gli arcivescovi di Ravenna Pasquale Morganti, di Fermo Carlo Castelli e i vescovi di Brescia Giacomo Corna Pellegrini, di Cesena Giovanni Cazzani, di Squillace

Eugenio Tosi. Il 24 luglio 1913 venne solennemente benedetta e collocata la prima pietra dell’ampliamento della chiesa da mons. Giuseppe Carughi, Vicario generale della Diocesi di Como. Seguendo i progetti dell’architetto Aristide Leonori di Roma e sotto la direzione lavori dell’architetto Luigi Perrone di Milano, l’impresa Saverio Marazzi di Como cominciò subito i lavori. Nel dicembre del 1913 erano già state eseguite le murature; nell’ottobre 1914 il tetto era già finito, ma l’opera subì un rallentamento. La chiesa fu allungata di circa 21 metri, aggiungendo il transetto e le due relative cappelle sopraelevate. Quella di destra, corrispondente all’attuale cappella del Sacro Cuore, doveva contenere la rampa d’accesso alla sottostante grotta dell’Annunciazione di Nazareth (mai realizzata per l’inizio della guerra e la sopraggiunta morte di don Guanella) ed era dedicata a Nostra Signora del Sacro Cuore. Quella di sinistra, invece, corrispondente all’attuale cappella di San Luigi Guanella e della Beata Chiara Bosatta, doveva contenere l’accesso alla sottostante grotta di Betlemme (pure mai realizzata) ed era dedicata all’apparizione del Sacro Cuore a Santa Margherita Alacoque. Sul fondo della nuova chiesa, addossati alla parete della nuova abside, l’architetto Leonori progettò la riproduzione del Calvario nella parte superiore e dell’edicola del Santo Sepolcro in quella inferiore, collegate da una copia della Scala Santa, il cui nome richiama quella conservata a Roma nel Santuario omonimo accanto alla Basilica di S. Giovanni in Laterano, che secondo la tradizione sarebbe stata percorsa da Gesù nel pretorio di Pilato a Gerusalemme. Scriveva don Luigi Guanella su La Divina Provvidenza nel 1915: «Ivi [nel Santuario] nell’entrante maggio si ergerà il monumento benedetto del S. Sepolcro e del Calvario; e sarà altare di supplica al Cuor di Gesù per i bisogni della società cristiana, per la cessazione di tanti flagelli, per il ristabilimento della pace universale, per la prosperità del mondo. […] Ci disporremo pertanto ad una funzione speciale e sarà funzione che congiungerà tutti i cuori dei membri, degli amici, dei benefattori delle case della divina Provvidenza in un solo spirito di supplica e di amore. Sarà risveglio benedetto di fede. Preghiamo il Cuore santo di Gesù che abbia ad essere inaugurazione pia e solenne d’un trono, da cui senza fine discendano sulle nostre opere, sulle anime pie, su tutta la società grazie e benedizioni per il tempo e per l’eternità»6. Fu, questo, l’ultimo articolo scritto da don Guanella per il suo periodico: un atto ultimo di amore e di fede nel Cuore divino di Gesù. Alla sua morte egli lasciava idealmente in eredità ai suoi figli spirituali il suo tanto desiderato Santuario, luogo di incontro con Dio fonte di carità.

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CHIESA E FAMIGLIA

LA DIVINA PROVVIDENZA N.2 - 2015

FAMIGLIA ed EDUCAZIONE

Riflessioni post sinodali educare di VITTORE MARIANI

presidente nazionale Movimento Laicale Guanelliano

L’

Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi su “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” ha ribadito che l’educazione dei figli punta sostanzialmente alla trasmissione della fede in famiglia. Si tratta di una conferma del pensiero della Chiesa.

in famiglia

precarietà, di condizionamenti, e della necessità di una rinnovata formazione all’arte dell’accompagnamento, come sollecita Papa Francesco nella recente Esortazione apostolica EVANGELII GAUDIUM, dove spiccano la prudenza, la capacità di comprensione, l’arte di aspettare, la docilità allo Spirito (n.171).

1- CHIESA Il Concilio Vaticano II 3- TESTIMONIANZA 50 anni fa in uno dei suoi documenti fondamentali, la Costituzione dogmatica LUMEN GENTIUM, ha chiarito che tutti i cristiani sono chiamati alla Santità (n.31). Ma come si traduce ciò nella progettualità personale e pedagogica delle famiglie? Giovanni Paolo II 20 anni fa nell’Enciclica EVANGELIUM VITAE afferma chiaramente concretizzando che il vertice dell’amore è donare la vita a Dio e ai fratelli (n.51). Per potere giungere a questa consapevolezza della chiamata e relative scelte per viverla in pienezza occorre educare alla libertà autentica: al rispetto dell’altro, all’accoglienza cordiale, al dialogo, all’attenzione alla sofferenza, al servizio degli ultimi, alla solidarietà, (n.92), all’impegno politico (n.90).

2- FAMIGLIA La famiglia è la re-

altà comunitaria fondamentale in cui attuare questa educazione come hanno ribadito anche gli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020 EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO (n.36) con la consapevolezza della sua attuale situazione di fragilità, di

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La prima, basilare e prioritaria modalità per l’educazione alla fede è la testimonianza di vita da parte dei genitori, di papà e mamma, con una evidente persistente tensione tra le parole, le dichiarazioni d’intenti, il proprio credo, e i fatti, cioè la concreta vita di fede, speranza e carità, vissuta con progettualità esplicita e nella quotidianità, nei fatti, dando chiaro segnale ai figli di una coerenza ideale tendente con costanza alla coerenza reale; è un provarci continuamente, con intelligenza e volontà, verso un poter e dover essere sempre da perseguire. I figli, anche quando adolescenti, fanno finta di guardare da altre parti, magari apparentemente indifferenti, talvolta polemici, ma osservano attentamente, colgono, assorbono, apprezzano.

4- STILE DI VITA Lo stile di vita

ed educativo dunque incide molto nelle varie età della vita dei figli. L’accoglienza, il dialogo con ascolto, chiarezza, mitezza e fiducia, la valorizzazione del potenziale

“ALLA RICERCA DELL’UMANO” Itinerario culturale promosso dal Movimento Laicale Guanelliano


LA DIVINA PROVVIDENZA N. 2 - 2015

alla fede

A

Monza, presso il “Centro Mamma Rita”, si è svolto mensilmente, da settembre 2014 ad aprile 2015, l’itinerario culturale promosso dal Movimento Laicale Guanelliano “Alla ricerca dell’umano”: una serie di interessanti serate per riflettere sulla condizione e sul potenziale umano. È possibile vedere le conferenze su YouTube nella voce “alla ricerca dell’umano”. Il MLG è la casa comune di tutti gli uomini di buona volontà che, attratti dalla spiritualità di don Guanella, hanno a cuore i poveri e desiderano far crescere nel mondo la cultura della solidarietà e dell’amore. (Nella foto: Vittore Mariani, pedagogista e presidente nazionale del MLG, Lamberto Bianchini, filosofo, relatori delle serate, e Arianna Maffei, pedagogista e vice presidente nazionale MLG, coordinatrice degli incontri).

CHIESA E FAMIGLIA

esprimendo opportunamente il “Che bello!” il “Grazie!”, il perdono e la ricerca della riconciliazione oltre il rancore, l’esprimere, appena colto l’errore, lo “Scusa”, la ricerca costante della mediazione, la capacità di esprimere i necessari “No” sempre motivando e accettando anche il dibattito serrato con i figli adolescenti, cogliendo le loro ragioni in umiltà e pronti se è il caso a oculatamente rivedere le posizioni alla luce della verità e dei valori, sono decisivi per contribuire alla maturazione dei figli nel sentire di essere amati, esperienza decisiva dell’amore senza condizioni di Gesù Cristo.

5- ESPERIENZA COMUNITARIA La famiglia è una forte esperienza comunitaria, di condivisione, cooperazione, mutuo aiuto, servizio fino al sacrificio se è il caso; è un’esperienza di comunione oltre l’individualismo, oltre il motto dell’“individuo e i suoi bisogni”. La fedeltà è alla comunità, non a se stessi, non alla mera realizzazione individuale, non al piacere e ai desideri solamente personali nel drammatico narcisismo, nel disperante solipsismo, nel fuorviante edonismo, una fedeltà alla missione comunitaria stabile, duratura, progettuale, consapevole, oltre il “carpe diem”, oltre il “va dove ti porta il cuore”. La centralità della comunità e la coscienza del suo valore permette di affrontare anche le discussioni e i conflitti, che possono essere persino utili se però si giunge in tempi brevi a mediazioni e a sintesi costruttive, cercando di cogliere in tempo i segnali di crisi: frequenti tensioni, malumori, insulti, assenza di dialogo e superficialità nella comunicazione, tristezza dilagante, aridità e indifferenza nei rapporti, vissuti di delusione, ansia, depressione, disperazione. Necessita almeno tentare di comprendere, evidenziare, parlarne, superare, mettendo però realisticamente in conto anche la possibilità del fallimento quando qualcuno rinnega i patti e il progetto comune. 6- EDUCAZIONE I genitori, il papà e la mamma sono i primi educatori e collaborano in alleanza educativa con altri educatori: sacerdoti, catechisti e animatori degli oratori; insegnanti di scuola; allenatori sportivi eccetera. L’educazione deve essere intesa nella sua triplice e sinergica accezione: progettazione, realizzazione, valutazioni e verifica di contesti di accoglienza in cui la persona possa sentirsi accolta, sviluppo del potenziale globale attraverso la dinamica promozione integrale della persona verso la libertà responsabile creativa, integrazione intesa come il mettere la persona al centro della vita comunitaria, davvero protagonista nel senso buono della parola. 7- PREGHIERA In tutto questo si inserisce lo specifico della vita di preghiera e sacramentale, della catechesi e della meditazione della parola di Dio, grazie ad accompagnatori entusiasti, convinti, criticizzanti, adulti maturi e autorevoli, umili e generosi, mansueti e pazienti, riconoscenti e gioiosi per dirla con San Paolo (Col 3, 12-17).

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PARTE SECONDA

Sentieri meditativi

Da Fraciscio a Como: un cammino verso cinque piccole oasi di ristoro in cui assaporare dalla fonte viva delle parole di don Guanella un’acqua davvero preziosa per il cuore e lo spirito.

a cura di SILVIA FASANA

dal

Pian di Spagna a Pianello Lario

Continuiamo in questo numero de “La Divina Provvidenza” la presentazione in dettaglio dei cinque sentieri meditativi realizzati sul territorio delle province di Como e Sondrio accanto al grande itinerario “Sui passi di don Luigi Guanella”.

➌➌ IL TERZO SENTIERO

MEDITATIVO

Si snoda ad anello all’interno della Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzòla, attorno alla Cascina della Poncetta, in un incomparabile scenario naturale di zona umida. Il tema qui affrontato è «CON CONFIDENZA E AMORE» - La pedagogia guanelliana. Nel Pian di Spagna, con la bonifica di una parte della palude e la fondazione di un villaggio, la Nuova Olonio, don Guanella ha infatti manifestato tutta la sua attenzione educativa alla promozione integrale della persona, cercando di dare una risposta ai bisogni più profondi dell’uomo: «Pane e Signore». Gli spunti di meditazione sono: ■■ 0) Confidenza e amore: ecco due

buone regole. ■■ 1) Il Signore ha creato gli uomini,

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SUI PASSI DI DON GUANELLA

LA DIVINA PROVVIDENZA N. 2 - 2015

Vuoi trovare i sentieri meditativi in internet? Guarda il sito del percorso “Sui passi di don Guanella” indirizzo breve >> Pian di Spagna e Pianello Lario (pagina 30)

Ex ospizio di Camlago (culla dell’opera guanelliana) e scolaresca alla Cascina della Poncetta

(di fianco)

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perché, stando assieme, si amino e si aiutino a vicenda. 2) Conviene usare sempre del sistema preventivo, ossia circondare la persona così che non abbia a cadere. Per fare questo ci vuole preghiera e molto buon affetto di carità. 3) Si chiama sistema preventivo di educazione quel metodo di carità, di uso, di convenienza, mediante il quale i superiori circondano con affetto paterno i propri dipendenti ed i fratelli attorniano di sollecitudine i propri fratelli, perché nei lavori della giornata a nessuno accada alcun male e nel cammino della vita tutti approdino alla meta felice. Questo è il sistema di vita che più si avvicina all’esempio di vita cristiana della Sacra Famiglia. 4) La benevolenza di famiglia è un sistema educativo. Il cuore ha bisogno di benevolenza come lo stomaco di cibo. La benevolenza è vero sistema di prevenzione. 5) Pane e Signore non deve essere poco, ma a sufficienza nelle case nostre. 6) Si consideri la fragilità umana e la carità divina. Vi è il pane della carità corporale e quello della carità spirituale. Questo pane si dà come la madre al figlio, in misura

proporzionata e soprattutto con grande amore. ■■ 7) Sono persuaso che ciò che non potrei ottenere con le buone maniere, tanto meno lo otterrei con le cattive. ■■ 8) Bisogna che gli uni gli altri si incoraggino a vicenda, si ammoniscano, che soavemente ma con forza si spingano all’operare, per migliorare se stessi di giorno in giorno e per essere anche di aiuto agli altri.

➍➍ IL QUARTO SENTIERO

http://bit.ly/1Hs0zae del piccolo paese altolariano partì la celebre “barchetta” con alcune suore e orfanelle alla volta di Como, per avviare quella che diventerà poi la Casa “Divina Provvidenza”. Gli spunti di meditazione sono: ■■ 0) Quel Dio, che veste i gigli del

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MEDITATIVO

Nella frazione Camlago di Pianello del Lario, nei pressi dell’ex ospizio, “culla” dell’Opera guanelliana, si trova il quarto sentiero meditativo sul tema «COME I GIGLI DEL CAMPO» - La Provvidenza. A Pianello del Lario infatti don Guanella sperimentò particolarmente la Provvidenza divina e, dopo le difficili prove di Traona e di Olmo, finalmente scoccò per lui «l’ora della misericordia» e poté realizzare il suo sogno di dedicarsi interamente ai più poveri. La sera del 5 aprile 1886 proprio dal lungolago

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campo con un abito che neanche Salomone indossò mai, non lascerà mancare alcuna cosa a chi lavora unicamente per lui e per la maggior gloria del suo nome. 1) Noi siamo come pulcini sotto le ali della divina Provvidenza madre. 2) Lasciamoci sempre governare dalla divina Provvidenza. Il Signore sapientissimo sa tirar fuori il bene dallo stesso male. 3) Tu in ogni dubbio benché grave della vita prega Dio e poi lascia fare dalla provvidenza del Signore. 4) La Provvidenza conviene meritarsela: credendo fermamente in lei; aspettando i suoi tempi e i suoi modi; allontanando le ansietà; faticando di buona lena. 5) Il primo aiuto della divina Provvidenza è l’aprirsi davanti a sé in modo chiaro la via da percorrere e il sentirsi l’energia sufficiente per poterla percorrere. 6) Si evitino ugualmente i due torti che si fanno alla Provvidenza, sia col fare spese inutili e superflue, sia con il non concedersi il necessario per il vitto, il vestito, la salute, poiché dobbiamo avere fiducia che la Provvidenza, nostra madre benigna, non ci lascerà mai mancare ciò che è richiesto dai nostri bisogni. 7) Mi preme d’invitare tutti ad avere una grande fede nella provvidenza del Signore, la quale ci assisterà sempre. 8) Non affrettatevi troppo e nemmeno camminate molto lente. Pregate e confidate poi nell’aiuto della divina Provvidenza. ❑

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al riparo da

FURTI

 Progetto n. 18

Cosa c’è da rubare alla Casa Divina Provvidenza di Oran (Salta- Argentina)?

Niente – dice don GABRIELE MORTIN (nella foto) - per il contesto di povertà in cui si vive: ma non è così per alcuni individui, probabilmente alienati dalla disperazione, dalla droga, dal vizio, dalla delinquenza. Tutto ciò che è asportabile è oggetto di furto... a qualcuno potrà servire! Questo crea ansietà e insicurezza. La mancanza di un muro di cinta per la sicurezza pregiudica la progettualità del “Techo Fraterno”, ove sono ospitati al mattino 50 ragazzini le cui famiglie sono in gravi necessità, una dozzina di giovani con sindrome di Down per tre pomeriggi alla settimana e una quindicina di anziani in stato di abbandono e isolamento.

VUOI DARE UNA MANO ? Costo del muro di cinta: € 26.355. Notizie ulteriori in www.guanellacomo.it

Sotto i ciliegi in fiore

di ANTONIO BONAVITA

Sotto i ciliegi in fiore l’aria ha sapore di miele e libera si muove e si scompiglia in brividi di bianco stupore e dentro mi risuona isole verdi d’acque e di silenzio Voci d’incanti lontani e labbra nuove al bacio della vita i petali respirano sui rami Un’onda mi riviene d’innocenza e in me si libera di luce un inno lungamente chiuso

CASA DIVINA PROVVIDENZA

E in me si scioglie l’anima in un lieve arpeggio di memorie e di speranze.

OPERA DON GUANELLA - COMO

San Martino di Santa Maria Rezzonico, Primavera 1970


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