Fixing 04 2018 bis

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Anno XXVI - n.4 - 1,50 euro

A NIS

La sinergia tra imprese e Università

Il rapporto tra il mondo delle aziende e quello accademico (oggetto del seminario “Università e impresa – Una sfida sinergica” del 14 febbraio voluto dall’Associazione degli Industriali e Università degli studi della Repubblica di San Marino e che vede l’organizzazione della Segreteria di Stato Istruzione e cultura, Università e ricerca e il patrocinio della Segreteria di Stato Industria, artigianato e commercio, ndr) è “materia” ben conosciuta da SIT Group: negli ultimi tre anni difatti sei studenti hanno preso come “esempio” per le tesi di laurea il gruppo imprenditoriale del Titano. Nello specifico, le attenzioni si sono concentrate su tre tematiche applicate al sistema azienda. ICT, HR Management System e Supply Chain. La dottoressa Neni Rossini, oltre a essere vicepresidente ANIS, è anche vicepresidente di SIT Group. Cosa vi ha “insegnato” il dialogo con l’Università? “Più che ‘insegnato’, ci ha confermato – poiché si tratta di un impulso che nasce all’interno delle aziende stesse – che impresa e università sono due mondi che uniti possono sprigionare una grande energia. L’Università ha, per vocazione e mission, quel ‘fermento’ che la porta a percorrere strade sempre nuove nell’esplorare orizzonti non ancora conosciuti. Le imprese invece hanno come punto di riferimento i mercati e il contesto competitivo in cui lavorano e un occhio sempre rivolto verso l’innovazione e i trend globali. Agli studenti che partecipano ai diversi corsi universitari il mondo delle imprese può dare quella concretezza che deriva proprio dall’operatività (...) Segue a pag. 3

Direttore Alessandro Carli

Venerdì 2 Febbraio 2018

T rasporti Politiche per la famiglia: Raddoppiate

una ricetta “economica”

le auto ibride o elettriche

Per la prima volta a San Marino i decessi hanno superato le nascite In Europa si sta intervenendo per evitare danni su pensioni e lavoro a pag.4

F isco

Le nuove tasse della Finanziaria

a pag.5

C ultura

Il 2017 si è chiuso con un doppio record negativo per San Marino: dal 2000 ad oggi, è stato l’anno con più decessi e, contemporaneamente, con meno nascite. E per la prima volta, queste ultime sono state inferiori ai primi, proiettando anche l’antica Repubblica nella crisi di natalità che ha già colpito l’Europa da anni. E proprio per questo, molti stati membri dell’Ue si sono attrezzati da tempo per controbattere questo fenomeno che non è solo sociale, ma anche economico. L’incremento del tasso di natalità favorisce infatti l’economia: più bambini significheranno a lungo termine un maggiore numero di occupati, di consumatori e contribuenti. Basta guardare Francia e Germania, “loconomotive” economiche e ai primi posti nelle politiche per la famiglia. Bartolucci a pagina 7

Le favole per spiegare il Titano

alle pag.9-11

spazio riservato all’indirizzo


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Sono arrivati all’Headquarter SCM di Rimini da ogni parte d’Europa, ma anche da Asia, Medio Oriente e Sudamerica. Dal 25 al 27 gennaio oltre 2.500 visitatori, di cui l’80% clienti del comparto del legno e del mobile, hanno partecipato a SCM Digital Days, l’open house 2018 del colosso italiano che si conferma anche con le cifre record di questa edizione, leader internazionale nelle soluzioni per la seconda lavorazione del legno. L’evento ha fatto il punto sulle nuove tecnologie produttive legata all’evoluzione digitale e all’Industria 4.0 verso le quali le aziende del comparto legno hanno mostrato un forte interesse. La curiosità dei visitatori si è soffermata in particolare sul Technology Center di SCM, con oltre cinquanta soluzioni esposte e in lavorazione, e sul Digital Hub, vero e proprio centro di comando dell’evento, che ha offerto una dimostrazione concreta degli sviluppi della produzione integrata, connessa, intelligente, digitale. Centinaia di professionisti hanno voluto provare l’esperienza della realtà aumentata e immersiva degli smart glasses ideati da SCM per l’assistenza tecnica remota ed interattiva tra cliente e service. Un migliaio di visitatori hanno assistito alle demo dei software SCM in lingua italiana, inglese e tedesca. E un grande successo è stato riscosso dall’anteprima offerta in questa tre-giorni sul nuovo sistema di connessione “Iot” (Internet of things) da parte delle aziende interessate ad evolvere la loro produzione verso la “fabbrica 4.0”. Work simple Work digital Il claim “Work simple. Work digital” è stato la password, il concept dell’evento, filo conduttore della serie di novità tecnologiche e digitali realizzate al fine di rendere più agevole e semplice il la-

I stat

I mprese

FIXING - Anno XXVI - n.4 - Venerdì 2 Febbraio 2018

All’Arena molti ospiti d’eccezione: tra questi l’Istituto IFT Rosenheim

L’open house digital di SCM ha fatto il pieno Oltre 2.500 persone alla “3 giorni” realizzata nella sede di Rimini

voro quotidiano dei professionisti del settore, garantendo sempre un know-how di alto livello. La visione ispiratrice di SCM è, infatti, da sempre quella di legare l’evoluzione tecnica ai bisogni concreti dei suoi utilizzatori finali attraverso una lettura sistemica e un ascolto approfondito delle reali situazioni e necessità. Ed oggi, nella grande fabbrica come nel laboratorio artigiano, la tendenza è rendere possibile ed ottimale la produzione custom ed integrata, cioè soddisfare i bisogni individuali della specifica impresa senza rinunciare ai vantaggi della produzione industriale. Da questi presupposti nasce l’innovazione tecnologica SCM e lo sviluppo di strumenti digitali che rendono sempre più custom ogni fase di lavorazione. Maestro Digital Systems è il progetto di SCM che interpreta questo intento e che ab-

braccia tutti i tools e l’evoluzione digitale delle macchine da legno. “I Digital Days hanno rappresentato un’opportunità per vivere in presa diretta i reali vantaggi di Maestro Digital Systems. - dichiara Luigi De Vito, SCM Wood Division and Group Sales & Marketing Director - Un progetto ambizioso segno dei tempi, senz’altro, ma anche di una volontà e di uno spirito imprenditoriale, quelli di SCM, da sempre al servizio di ogni operatore del legno ed in linea con le reali esigenze del mercato di riferimento. Il cambiamento è in corso. SCM guida il passo, avendo presentato ai migliaia di visitatori accorsi all’evento, macchine e applicazioni pensate per interpretare tutti i trend del momento e anticipare quelli che verranno, condividendo i nuovi argomenti che animano l’evoluzione del settore per renderli patrimo-

In calo a gennaio la fiducia di consumatori Imprese: ridimensionato il turismo Calano a gennaio la fiducia dei consumatori e delle imprese. Lo rileva l’Istat. L’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce, passando da 116,5 a 115,5 rimanendo in linea con il livello mediamente registrato da settembre 2017. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese

mostra un calo più marcato (da 108,7 a 105,6) in larga misura determinato dalla flessione nei servizi, mentre si rileva una sostanziale tenuta per la manifattura. La contrazione nei servizi è condizionata dal netto ridimensionamento della fiducia nel turismo che segue la forte accelerazione del

secondo semestre 2017. La flessione del clima di fiducia dei consumatori, spiega l’Istat, è essenzialmente dovuta alla diminuzione della componente economica (da 142,9 a 141,1) e di quella futura (da 121,3 a 120,9); invece, la componente personale e quella corrente aumentano.

nio diffuso”. Nel Digital Hub, lo spazio al centro del Technology Center SCM, è stato possibile seguire le dimo-strazioni degli esperti digital dedicate alla piattaforma di novità e agli strumenti di lavoro di Maestro Digital Systems: eye-M, un occhio sul mondo di Maestro, è il nuovo pannello operatore di ultima generazione,

multifunzione e multitouch, con schermo a 21.5’’, in grado di portare il feeling e l’ap-proccio mobile in ambiente industriale; Maestro Smartech, l’innovativo sistema di assistenza e manutenzione remota con occhiali a realtà aumentata, per avere sempre un tecnico SCM accanto sperimentando l’avvento della tecnologia wearable; Maestro Suite, il potente sistema software con applicativi per ogni tipo di lavorazione e processo produttivo; Maestro Xplore, il sistema di simula-zione per impianti e celle integrate in realtà virtuale 3D con visore Oculus, un salto nel progetto per conoscerne ogni dettaglio e programmare il corretto risultato produttivo; Maestro Datalink, la piat-taforma di strumenti “Iot” (Internet of Things) altamente innovativi, in grado di consentire la raccolta di dati provenienti

dalle macchine al fine di renderli disponibili alla successiva analisi. Un sistema in linea con il concetto di “smart factory”, capace di monitorare e ottimizzare sempre di più i processi produttivi fino ad ottenere una manutenzione predittiva, che anticipa eventuali manutenzioni straordinarie evitando così possibili tempi improduttivi. Le ultime novità alla SCM Arena Il cambiamento digitale nei sistemi produttivi richiede nuove competenze e traccia giorno dopo giorno una cultura industriale in continuo divenire. Occorre, quindi, prepararsi alle nuove prospettive. Tanti gli spunti offerti dal ricco programma di interventi della SCM Arena per i Digital Days: tech talks su tendenze, strategie e testimonianze di successo insieme agli esperti SCM e ad ospiti d’eccezione provenienti da importanti società. Tra queste, l’Istituto IFT Rosenheim, una delle massime autorità tecnico-scientifiche per finestre, porte e facciate, che all’evento ha approfondito il tema della “smart home” e della finestra del futuro controllabile da smartphone, e Lignum Consulting, società di consulenza all’avanguardia nell’industria del legno e dell’arredamento, che ha illustrato le nuove frontiere tecniche dell’Industria 4.0.


F ormazione

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Neni Rossini: “Così si migliora la capacità di reagire al cambiamento”

“Sinergia per vincere le sfide dei mercati” Imprese e Università, la Vicepresidente ANIS: “Progetto comune” Segue dalla prima pagina

(...) sui mercati. Imprese e Università costruiscono assieme qualcosa di più completo, di più complesso e di maggior potenziale. Assieme fanno nascere qualcosa di più grande della ‘semplice’ somma”. Il titolo del convegno, “Università e impresa – Una sfida sinergica”, sottende una domanda: a chi è rivolta la “sfida”? “La ‘sfida’ è rivolta al ‘mondo’. Nel senso che noi siamo attori di un mondo che è cambiato, che cambia e che continua a cambiare sempre e sempre più velocemente. La ‘sfida’ non è solo essere al passo con i tempi bensì essere più avanti anticipando il cambiamento che oggi è diventato enormemente più rapido rispetto al passato. Aumentare le forze – ed è il caso del dialogo tra il mondo economico e quello accademico – significa avere un vantaggio propulsivo. La ‘sfida’ oggi riguarda tutti: cittadini, Stati, imprese e coinvolge, naturalmente, anche gli studenti e le studentesse. Nessuno si può sottrarre alle ‘sfide’ dei mercati. La differenza sta nel vincerle”. Sfide che nel tempo hanno cambiato le dinamiche… “Come dicevamo, il mondo delle imprese oggi è incredibilmente più veloce, complesso ed esigente rispetto al passato. La stessa gestione delle attività, nonché delle problematiche, aziendali ha subito una forte trasformazione, soprattutto nella velocità con cui è necessario affrontarle. La reattività è di-

ventata la sfida di tutti i giorni proprio per la velocità con cui si muovono le informazioni e la comunicazione tra interlocutori anche molto distanti. Università e imprese oggi non hanno più confini geografici: siamo tutti in un network profondamente interconnesso”. Università e ANIS hanno un legame con il tessuto imprenditoriale. Dove può portare questa sinergia? “Può portare al successo di un progetto comune, che è quello dell’impresa ma anche dell’Università. Un’azienda che fa una scelta di apertura verso il nuovo ha bisogno dell’Università, che vive un tessuto di idee e obiettivi complementare e rafforzativo rispetto a quello delle imprese. La sinergia porta a una migliore capacità di reagire al cambiamento. L’Università, che ha una vocazione allo studio e all’approfondimento, ha la possibilità di allacciarsi alla concretezza”. Anche in SIT Group? “Certamente sì. Nello speci-

fico, la nostra azienda si occupa di packaging, in particolare imballaggio plastico. Sappiamo bene che la plastica è al centro di forti polemiche e che c’è fermento rispetto alla possibilità di esplorare e industrializzare nuovi materiali alternativi. Per questo tipo di innovazione e di ricerca, può essere di enorme valore la collaborazione con l’Università che ha già al suo interno risorse pregiate, in termini di persone, competenze e metodi strutturati, con cui sviluppare i temi su ambiente e sostenibilità. Per noi è importante investire e crescere anche attraverso l’innovazione, mantenendo sempre una forte attenzione al contesto di territorio e comunità in cui le nostre aziende sono inserite.” ANIS guarda con attenzione l’Università: quali sono, secondo lei, le ricadute? Cosa può “insegnare” l’Associazione all’Università e viceversa? “Il tema è sempre quello di riuscire a creare assieme qualcosa di più grande.

San Marino FIXING settimanale di informazione economica, finanziaria e politica Direttore responsabile Alessandro Carli a.carli@fixing.sm Redattore Daniele Bartolucci d.bartolucci@fixing.sm Responsabile commerciale Roberto Parma 339.8016455 roberto.parma@fixing.sm Per la pubblicità su Fixing 0549.873925 commerciale@fixing.sm

Editore Società Editoriale Fixing srl Via Antonio Onofri, 109 47890 San Marino Città Tel. 0549.991719 Fax 0549.879049 e-mail: info@fixing.sm web: www.sanmarinofixing.com Prezzo in edicola: 1,50 euro Fotolito Linotipia Riminese Via San Leo, 10 47922 Rimini Italia

Stampa Studiostampa New Age Strada Cardio, 58 47899 Galazzano Repubblica di San Marino Autorizzazione della Segreteria di Stato agli Affari Interni della Repubblica di San Marino del 16/4/1993 - Protocollo n.1695. Spedizione di stampa periodica in abbonamento postale per l’interno - Tassa pagata - Tariffa per editori - Autorizzazione n.711 del 16/02/2005 della Direzione Generale delle PP.TT. della Repubblica di San Marino

ANIS può ‘insegnare’ le regole dei mercati, la competizione in un mondo veloce e globale. L’Università, dal canto suo, può spingere l’innovazione, elemento sempre più imprescindibile per essere competitivi. Come scrisse Tonino Guerra, ‘Non è vero che uno più uno fa sempre due; una goccia più una goccia fa una goccia più grande’”. Alessandro Carli

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IIllconfronto programma tra imprese Università e Regione

Il programma dell’evento, ospitato nella sede dell’Associazione Nazionale Industria San Marino (Piazzetta Bramante Lazzari, 2 - San Marino Città) il 14 febbraio, e intitolato “Università e impresa – Una sfida sinergica” si aprirà alle 9.30 con la registrazione dei partecipanti. Dalle 9.45 alle 10.10 i saluti del Vicepresidente dell’Associazione Nazionale Industria San Marino Neni Rossini, del Segretario di Stato per l’Università Marco Podeschi, del Segretario di Stato per l’Industria Andrea Zafferani e del Rettore dell’Università, il professor Corrado Petrocelli. Il primo focus è previsto per le 10.10 quando Riccardo Varini e Michele Zannoni (UNIRSM) interverranno su “Filiere agroalimentari, cultural heritage, green design, motion graphic design e smart cities”. Marcello Tarantino e Andrea Grilli (UNIRSM) invece affronteranno il “Riciclaggio dei materiali, materiali innovativi per l’edilizia, vulnerabilità e sicurezza di edifici e analisi sismografiche” mentre ad Alberto Ivo Dormio (UNIRSM) il compito di

esplorare il “Management sanitario, startup innovative e la gestione dell’innovazione”. Questo primo step di interventi sarà moderato da Karen Venturini. Dopo il coffee break, si riparte alle 11.45 con “Industry 4.0 per le industrie sammarinesi: case studies e la cooperazione tra UNIRSM e UNIBO” di Giuseppe Padula (UNIRSM). Enrico Aureli, amministratore delegato di Robopac, parlerà di “Applicazioni di industry 4.0: il caso Robopac”. Sarà invece Silvano Bertini, Responsabile del servizio ricerca, innovazione, energia ed economia sostenibile della Regione Emilia Romagna a trattare “I finanziamenti all’innovazione in una ottica di smart specialization”. Dalle 14.30 in poi “Imprese e laureati di UNIRSM”: le imprese esporranno ai laureati in design, ingegneria civile e ingegneria gestionale la loro offerta lavorativa. A seguire i laureati si presenteranno con curriculum vitae e portfolio. Per informazioni e adesioni contattare ANIS al numero 0549.873911 oppure via mail al seguente indirizzo: anis@anis.sm.

Radio 24 News

2017 da record: nel giorno medio superati i 2,2 milioni di ascoltatori Radio 24 Il Sole 24 Ore www.radio24.ilsole24ore.com

Chiusura da record per Radio 24 nel 2017 con un risultato mai raggiunto prima. Gli ascolti sono cresciuti dell’8,5% rispetto al 2016 e il dato di 2.205.000 ascoltatori nel giorno medio rappresenta il livello più alto nella storia dell’emittente news and talk del Gruppo 24 Ore. Risultato ancora più positivo se si prende in considerazione il numero degli ascoltatori che hanno fruito della radio almeno una volta nella settimana, salito del 36% rispetto al 2016, con 5.139.000 ascoltatori. Stabile il quarto d’ora medio rispetto allo scorso anno con una share del 3% che conferma Radio

24 nella nona posizione del ranking AQH. “Siamo molto soddisfatti perché gli ottimi risultati emersi dal rilevamento TER per l’anno 2017 dimostrano la forza di Radio 24. Bene ha fatto il Gruppo a continuare a credere e rafforzare l’asset radiofonico. Ringrazio tutti i giornalisti e i conduttori che quotidianamente contribuiscono alla qualità del nostro modo di fare informazione” commenta il direttore editoriale del Gruppo 24 Ore Guido Gentili (nella foto). Massimo Colombo, direttore generale commerciale del Gruppo 24 Oree direttore generale di System24,

che dal 1 gennaio 2018 cura la raccolta pubblicitaria di Radio Kiss Kiss, aggiunge: “Radio Kiss Kiss segna la performance di crescita più alta tra tutte le radio nazionali nel giorno medio. L’offerta di Radio 24 e Radio Kiss Kiss è, ora, ancora più forte, ognuno sulle sue audience di riferimento”.


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di Alessandro Carli

Da un lato un “parco” mezzi un po’ su con l’età, dall’altro l’automobile “ideale” per marca e cilindrata. Nel bollettino di statistica del 2017, alla voce “due, tre e quattro ruote”, emergono una serie di indicazioni. Il 2017 si è chiuso con un’interessante crescita dei volumi delle immatricolazioni degli autoveicoli. Dopo due anni di pareggio tra il 2015 e il 2016 (poco più di 1.000 nuovi veicoli immatricolati ogni anno), il 2017 ha fatto registrare un “boom” con una crescita percentuale di circa 20 punti: ben 1.255 nuove immatricolazioni. Raffrontando i marchi, le cilindrate (suddivise in sei categoria, sino a 500 cc; da 501 a 900 cc; da 901 a 1.250 cc; da 1.251 a 1.650 cc, da 1.651 a 2.000 cc e oltre 2.000 cc) e il tipo di combustibile scelto per l’alimentazione, emerge che la “casa automobilistica” più “acquistata” sia stata la Volkswagen con 184 unità (erano 175 nel 2015 e 161 nel 2016), seguita dalla Fiat (151) e da Audi (150), entrambe in crescita sia rispetto al 2015 (102 unità per il gruppo diretto da Sergio Marchionne, 128 per la casa tedesca) che al 2016 (107 e 147). La sorpresa è la quarta posizione, occupata nel 2017 da Suzuki con 117 immatricolazioni e in decisa salita sia sui volumi del 2015 (57) che su quelli del 2016 (76). Ottima la crescita anche per Toyota/Lexus, passata da 38 auto del 2015 a 60 lo corso anno, ma anche per Renault (42 nel 2015, 43 nel 2016, 66 nel 2017), Seat (da 28 auto del 2016 è arrivata a 57 nel 2017). Piuttosto costanti invece le vendite del nuovo per Mercedes (37 nel 2015, 43 nel 2016, 46 nel 2017) e per BMW (37 nel 2015 e 2016, 40 nel 2017), così come per Ferrari: 3 nel 2015, 3 nel 2016, 2 nel 2017. Lo scorso anno quasi la totalità delle immatricolazioni (quindi nuovo + usato) ha riguardato autoveicoli alimentati a diesel (2.122 su 2.910), 571 a benzina. Quasi dimezzato il GPL (da 42 del 2015 si è

T urismo

T rasporti

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Un po’ datato il “parco” dei veicoli circolanti: su 35 mila, 11 mila hanno tra gli 11 e i 20 anni

Autoveicoli immatricolati 2017 Raddoppia l’elettrico o ibrido Erano 57 nel 2016, ora sono 113. A San Marino due auto su tre sono a gasolio arrivati a 23 nel 2017), così come quelle alimentate a metano (41 nel 2015, 15 nel 2017) mentre accelera l’elettrico o ibrido: le 23 auto del 2015 sono diventate 57 nel 2016 e 113 lo scorso anno. Posizioni di vertice che cambiano se andiamo ad analizzare il mercato dell’usato, che registra una contrazione della performance complessiva. Dopo l’impennata del 2016 (1.806 autoveicoli), il 2017 si è chiuso in linea con i dati del 2015: 1.655 mezzi. Per quel che concerne il mercato delle auto “di seconda mano” del 2017, in prima posizione c’è Audi con 259 “quattro ruote”. A seguire Fiat (252) e Volkswagen (240). Sopra le 100 immatricolazioni anche BMW (144) e Mercedes (106). Perfetta parità tra due supersportive: nell’ultimo triennio sia Ferrari che Lamborghini hanno fatto registrare, sempre sull’usato, 5 immatricolazioni ciascuna. Immatricolazioni per cilindrata Sommando nuovo e usato, come detto, nel 2017 le immatricolazioni sono state 2.910. Per quel che concerne il nuovo, sino a 1.250 cc la scelta si dirige verso la benzina (su un totale di 273 mezzi, solo 88 sono a gasolio). Netta inversione quando si sale di cilindrata: tra le 941 auto nuove tra i 1.251 e oltre i 2.000 cc, 761 sono alimentate a diesel. Diesel che è risultato essere l’alimentazione preferita anche sull’usato, con una differenza rispetto al nuovo: la

scelta del gasolio nelle auto di seconda mano risulta essere quella più gettonata anche per i veicoli da 901 a 1.250 cc: 132 su 250. Per i mezzi sopra i 1.251 cc (e quindi sino a oltre i 2.000 cc), in totale 1.373, ben 1.136 “girano” a gasolio. Tirando le somme, l’alimentazione più “scelta” sia sul nuovo che nell’usato è quella a gasolio. Per quel che concerne il nuovo vince il marchio Volkswagen (184) mentre la cilindrata preferita è quella che rientra nel range 1.251 – 1.650 cc. (464). Sulle auto di seconda mano Audi è davanti a tutti. La cilindrata più “scelta” è quella che va da 1.651 a 2.000 cc: 605 veicoli. Parco auto piuttosto anziano Infine, la classifica dei veicoli circolanti per categoria ed età dalla prima immatricolazione. A dicembre 2017 i mezzi di lavoro – autocarri, autobus, motocarri, macchine agricole, rimorchi e macchine operatrici – hanno messo in luce qualche ruga: su un totale di 7.033 unità, più della metà (4.835) hanno un’età superiore agli 11 anni. Il trend non cambia per i motoveicoli: su 8.108, oltre la metà (esattamente 4.605) hanno più di 11 anni. Gli autoveicoli a quattro ruote immatricolati in Repubblica di San Marino, a dicembre 2017, erano 35.667. Di queste, 11.524 sono inserite nella fascia d’età compresa tra gli 11 e i 20 anni, 9.774 tra i 6 e i 10 anni, 5.031 tra i 3 e i 5 anni e 4.203 oltre i 20 anni.

Grande crescita di arrivi e presenza rispetto al 2016 ma si fermano per pochissimi giorni La permanenza media di italiani e stranieri nel 2017 è rimasta più o meno invariata rispetto al 2016 (1,69 giorni tra alberghi ed extraalberghi anche se la media in queste ultime “strutture” è quasi doppia rispetto ai primi: 2,75 contro 1,38 gior-

ni) ma sono cresciuti gli arrivi sia degli italiani (36.477 nel 2016, 48.046 nel 2017) che degli stranieri (23.375 nel 2016, 30.429 nel 2017). In crescita anche le presenze degli italiani (da 59.500 a 77.500 e oltre il 50% preferisce l’albergo) e degli stra-

nieri (da 48.500 del 2016 a oltre 62 mila del 2017; qui l’opzione più “battuta” invece è quella degli extraalberghi). I dati sono stati elaborati dall’UPECEDS in base alle comunicazioni degli operatori economici.

G estione Rifiuti

Rubrica a cura di: Oli vegetali domestici Arriva un nuovo servizio

Il mese di febbraio ci porge il braccio per parlare di un nuovo progetto che stiamo ultimando. Visto il periodo – lo sa bene chi ha dei figli, siamo sotto Carnevale (quest’anno il “giovedì grasso” è l’8 febbraio mentre il “martedì grasso” il 13 febbraio) -, molto spesso nelle case si festeggia l’evento con alcuni dolci tipici: frappe, castagnole, frittelle di mele, ‘Chiacchiere’ e arancini, a seconda delle tradizioni regionali. Com’è noto, parliamo di leccornie che per essere preparate e messe in tavola richiedono la frittura in olio vegetale. Olio che, una volta utilizzato, purtroppo ancora oggi, molto spesso, viene “svuotato” nel lavandino della cucina. Sapevate per esempio che per smaltire un solo litro d’olio “sversato” la natura impiega ben 10 anni e che quello stesso litro di olio può inquinare ben un milione di litri d’acqua? Premessa doverosa per illustrare il progetto di cui ho accennato all’inizio. Tra i rifiuti domestici da smaltire, com’è noto, ci sono anche gli oli vegetali esausti, la cui raccolta, specialmente a livello domestico, non viene attuata a dovere. Mentre per quel che riguarda altre tipologie di rifiuti - come gli organici, la carta o la pla-

stica – i cittadini tendono a operare secondo procedure corrette, quando si parla di olii esausti le “buone pratiche” ancora non sono state recepite, forse anche per la mancanza di una esaustiva informazione e di una altrettanto importante educazione al riguardo. Igiene Ambientale Management quindi, al fine di “aiutare” in modo incisivo il sistema ecologico di raccolta di questo tipo di rifiuti, ha deciso di organizzarsi sia per la raccolta che per lo stoccaggio di questo rifiuto. Già, ma come? Subito detto: utilizzando appositi contenitori – di plastica, di colore “verde IAM” e della capacità di cinque litri - da consegnare alla aziende produttrici e ai privati virtuosi che vogliono aderire all’iniziativa. Questo progetto è nato con lo scopo di agevolare sia le famiglie che gli esercizi commerciali che in questo modo potranno agevolmente smaltire, senza peraltro un grosso impegno, tutto l’olio esausto derivante dall’uso domestico o commerciale. E’ possibile infatti consegnare a titolo gratuito l’olio esausto direttamente alla IAM srl oppure, nel caso di attività commerciali o grandi produttori, verremo noi stessi a prelevarlo - mediante l’utilizzo dei mezzi e

delle attrezzature di cui ci siamo dotati - direttamente sul posto di produzione, a un costo di trasporto davvero limitato. Infine, una piccola precisazione. Gli oli esausti in realtà non dovrebbero essere considerati come un rifiuto da smaltire (come invece accade ancora oggi) bensì come un’importante risorsa energetica da sfruttare. Difatti, attraverso un processo chimico chiamato “rigenerazione”, gli oli vegetali possono essere trasformati in lubrificanti, saponi, tensioattivi e biodiesel. Insomma, anche loro hanno una seconda vita! Mirkare Manzi


L eggi e Normative

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Poco spazio purtroppo alla spending review e molto alle nuove tasse...

Tra novità e attesa dei Decreti attuativi Disamina della Finanziaria 2018: dai “bolli” alla “Minimum tax” Tra provvedimenti già approvati e altri che invece aspettano i vari Regolamenti e Decreti attuativi, la Finanziaria 2018 (Legge 21 dicembre 2017 n. 147 “Bilancio di Previsione dello Stato e degli Enti Pubblici per l’Esercizio Finanziario 2018 e Bilanci Pluriennali 2018/2020) si è presentata come un autentico ginepraio. Vediamo assieme alcune novità, ricordando comunque che i passaggi importanti dovrebbero essere quelli che riguardano la spending review e il reperimento delle risorse da destinare allo sviluppo: i soldi pubblici vanno spesi meglio e parimenti serve far crescere le entrate. Il comma 4 dell’articolo 19 – quello che riguarda i proventi U.O. Stato civile, servizi demografici ed elettorali - prevede l’applicazione di un diritto di bollo su ciascun atto certificato rilasciato dai sud-

detti uffici pari ad 1 euro. Anche in questo caso, purtroppo, la scelta è di non agire sulla riduzione della spesa, ma di aggiungere costi sui cittadini e le imprese. Viene prorogata poi la cosiddetta “Minimum tax” (articolo 43, “Modifiche alla Legge 166/2013”) anche per il triennio 2018 – 2020 nelle seguenti misure: 1.000 euro per i lavoratori autonomi, per le imprese individuali e società di persone; 500 euro per le imprese individuali e società di persone in contabilità semplificata; 2 mila euro per le imprese costituite in forma di società di capitali ed enti assimilati. Gli importi suddetti sono raddoppiati nel caso in cui l’ammontare dei ricavi dell’attività ordinaria sia stata superiore a 300 mila euro. Tale imposta deve essere versata entro il 30 aprile dell’esercizio fiscale di competen-

za e può essere compensata con i crediti a disposizione presso lo sportello dell’Ufficio Tributario. L’imposta è applicata secondo le seguenti percentuali: Anno 2018: 100% dell’importo; Anno 2019: 75% dell’importo; Anno 2020: 50% dell’importo; Viene precisato che in caso di riattivazione della licenza dopo il 31 marzo, l’attività è tenuta al pagamento della suddetta imposta in misura proporzionale ai mesi effettivi di esercizio. Le novità rispetto alla precedente disciplina è che il versamento va effettuato (anche tramite compensazione) entro il primo quadrimestre (anziché primo trimestre) e che in caso di non utilizzo con l’IGR entro il quarto periodo d’imposta successivo, potrà anche essere utilizzata in compensazione con altre

imposte dirette ed indirette. In tal caso solo a partire dal secondo periodo d’imposta successivo a quello di competenza (es. imposta speciale 2018 potrà essere posta in compensazione monofase dal 2020). Il comma 4) prevede che, dal periodo d’imposta 2018, l’importo massimo detraibile del premio assicurativo relativo alle polizze vita e infortuni, di durata superiore ai cinque anni, è ridotto da 2.000 a 1.500 euro. Per quel che concerne invece il “Riordino della normativa in materia fiscale” (art. 44), viene conferita delega al Congresso di Stato ad emanare un apposito decreto delegato entro il 31 dicembre 2018 per apportare alla Legge n. 166/2013 diverse modifiche, che tengano conto degli accordi internazionali e che riguardino principalmente: - la correzione e riequilibrio

del carico fiscale; - la previsione di regimi semplificati per determinate categorie di contribuenti; - il rafforzamento del sistema dei controlli e delle sanzioni; - la riorganizzazione dell’intera materia relativa agli incentivi e agevolazioni fiscali. Art. 48, “Imposta straordinaria sui patrimoni”. Si tratta di un intervento da attuarsi entro il 30 aprile 2018, con il quale verrà istituita un’imposta straordinaria sui patrimoni immobiliari e mobiliari rispetto al quale ANIS ha espresso forte contrarietà, sia perché in palese contraddizione con le recenti disposizioni volte ad attrarre nuovi residenti, sia perché indebolisce la leva fiscale. Il decreto dovrà prevedere anche le esenzioni su determinati tipi di patrimoni immobiliari e mobiliari. Infine, la definizione agevolata dei crediti scaduti in

C ontratto industria

esattoria (Art. 54). Viene rivisto l’art. 14 della Legge di assestamento di bilancio dell’agosto scorso, ricomprendendo le cartelle esattoriali emesse dall’Esattoria fino al 30 giugno 2017 e rimodulate modalità e termini di pagamento. Sono oggetto dell’articolo le cartelle esattoriali che vanno dal 2005 al 30 giugno 2017 e le procedure di Mano Regia che possono essere estinte senza applicazione di sanzioni e interessi. Il contribuente interessato dovrà fare richiesta entro il 15 maggio 2018, pagando in un’unica soluzione, oppure tramite una dilazione di pagamento che può prevedere tre rate di pari importo entro 15/05 (almeno il 30% del debito), 15/09 e 15/11. Maggiori dettagli con riferimento alle procedure esecutive e agli effetti del mancato pagamento sono indicati nella norma.

Interventi del Fondo Servizi Sociali: risorse per le imprese per una serie di iniziative Come previsto dal Contratto di Lavoro del settore industria ANIS-CSU, è quasi imminente la sottoscrizione dell’accordo con cui vengono stanziate le risorse finanziarie da destinare alle aziende quale contributo per i costi da queste sostenute per le seguenti iniziative e adempimenti: 1 - Corsi di formazione destinati alla crescita professionale di una parte o di tutti i dipendenti; 2 - Gli adempimenti formativi ed informativi in materia di “igiene e sicurezza” previsti dalla Legge 31/98 (es. corsi pronto soccorso, corsi antincendio, etc); 3 - Gli adempimenti dei vari obblighi derivanti dalla normativa n. 31 del 1998 e dai successivi decreti attuativi (es. fatture per visite mediche, Responsabile RSPP, etc), escluso l’acquisto di materiale e

attrezzature (es. no scarpe antinfortunistica, materiale della cassetta di pronto soccorso,manutenzione estintori, etc). 4 - Il conseguimento delle certificazioni qualità e/o ambiente secondo i criteri “ISO” e le normative europee; 5 - Il mantenimento annuale delle certificazioni qualità e ambiente; 6 - L’adozione del modello organizzativo di cui alla Legge 29 luglio 2013 n. 99 (“Responsabilità della persona giuridica”); 7 - Le spese sostenute per modificare la postazione di lavoro o alcuni servizi per l’inserimento lavorativo degli invalidi e dei portatori di deficit ad integrazione della Legge 29/05/91 n. 71; Pertanto per poter accedere ai contributi erogabili dal Fondo Servizi Sociali, per gli interventi effettuati nel

2017, è necessario presentare dettagliata domanda, allegando i giustificativi di spesa, entro il 28 febbraio 2018, da inviare esclusivamente via mail all’indirizzo stgiacobbi@omniway.sm. Nella domanda indicare anche il codice IBAN. Per le aziende che si sono avvalse dei servizi di consulenza ed assistenza in materia di formazione, certificazione, igiene e sicurezza forniti dall’ANIS, attraverso Assoservizi, le pratiche per le relative richieste di rimborso saranno curate direttamente da quest’ultima. Il Consiglio di Amministrazione del Fondo Servizi Sociali, una volta esaminate le richieste, ne deliberà l’accoglimento e stabilirà l’entità del finanziamento. L’ufficio di segreteria resta a disposizione per ulteriori informazioni e chiarimenti.


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di Daniele Bartolucci

Il 2017 si è chiuso con un doppio record negativo per San Marino: dal 2000 ad oggi, è stato l’anno con più decessi e, contemporaneamente, con meno nascite. E per la prima volta, queste ultime sono state inferiori ai primi, proiettando anche l’antica Repubblica nella crisi di natalità che ha già colpito l’Europa da parecchi anni. E proprio per questo, molti stati membri dell’Unione europea si sono attrezzati da tempo per controbattere questo fenomeno che, va detto, non è solo sociale, ma anche economico. E’ ormai appurato che l’incremento del tasso di natalità sia a vantaggio dell’economia di un Paese: più bambini nati all’anno significheranno a lungo termine un maggiore numero di occupati, di consumatori e contribuenti. Questa politica, iniziata in Francia fin dal 1992, porterà in prospettiva a un primo rimedio degli squilibri crescenti del sistema di previdenze, che è in crisi in tutti i paesi europei. Nel breve periodo tra l’altro sta portando ad un’espansione del settore degli impieghi legati alla cura e all’educazione dei bambini e ha reso la Francia uno degli Stati più attrattivi per i giovani europei e non solo. Bonus, servizi e incentivi: la Francia insegna Se i Paesi nordici sono un’ec-

Aocietà S ttualità

FIXING FIXING--Anno AnnoXXVI XXII -- n.4 n.22- -Venerdì Venerdì2 6Febbraio Giugno 2018 2014

I Paesi nordici fanno scuola, ma è la Francia il modello più spinto e con i risultati più alti: 2 bamb

Record negativo di figli, ripercus

Il 2017 segna il sorpasso dei decessi sulle nascite, come in tutta la “vecchia” Europa. più evolute: dal sostegno al reddito ai servizi, si investe sempre di più per evitare dan cellenza, è il modello francese quello più “spinto” in Europa, tanto che è l’unico Paese ad aver costruito con le politiche degli ultimi vent’anni e raggiunto una media di 2 figli per famiglia già nel 2006. Che poi il Paese fosse e sia rimasto uno dei “motori” economici dell’Europa, è solo un caso fortunato? La Francia ha deciso di sostenere la famiglia, considerandola un fattore di sviluppo e di crescita: il 3% del prodotto interno lordo viene destinato agli aiuti alle famiglie. Per fare un esempio lo Stato ha stanziato dieci anni fa un assegno di 750 euro mensili per le madri che hanno scelto un congedo di maternità di un anno (in Italia, non a caso fanalino di coda dell’Ue, solo oggi si ragiona se raddoppiare gli 80 euro di Renzi), senza considerare che l’assegno familiare (129 euro per i primi due figli, quasi 300 per chi ne ha 3, 166 euro aggiuntivi per

L ’eccezione italiana

il quarto, quinto e così via), più il bonus bebè di 927,61 euro per ogni nuovo nato, anzi, per ogni futuro nato (cd “Prestazione di accoglienza del bambino”) perché viene erogato al quarto mese di gravidanza proprio per sostenere la fase più difficile per la madre.. Ma è la serie di misure legislative che ha dato solide garanzie alle madri lavoratrici, che non rischiano di vedere interrotta o rallentata la loro carriera a causa dei figli, ad aver dato il là a questa ripresa demografica. Le famiglie francesi con tre o più figli godono di riduzioni e vantaggi per l’uso dei servizi essenziali. Le scuole materne sono gratuite e il sistema fiscale per le famiglie è notevolmente addolcito. Le best practice nei Paesi Europei Non solo Francia, ma anche Germania e Portogallo spingono sulla natalità come volano per lo sviluppo econo-

Il virtuoso Trentino: più figli, riforme a costo zero e ci guadagnano anche le imprese Le famiglie trentine stanno mediamente meglio di quelle del resto d’Italia, fanalino di coda dell’Europa in questo ambito. Nella provincia del nord, invece, possono usufruire di una fitta rete di servizi, politiche e agevolazioni e non a caso fanno più figli. E la riuscita di questo modello non dipende da una maggiore disponibilità di denaro, conseguenza dell’autonomia di cui gode il Trentino, perché di fatto è a costo zero. O comunque non a costi maggiori di altre Regioni ordinarie: semplicemente spendono meglio e hanno obiettivi che scavalcana l’emergenza. Da oltre un decennio, infatti, la Provincia ha messo in campo una task force, chiamata Agenzia Provinciale per la Famiglia, che risponde direttamente al Presidente, e che si è mossa esattamente al contrario

di come normalmente in Italia vengono gestite le politiche familiari. Partendo, cioè, non dal disagio, dalle emergenze, dalle situazioni di povertà per cercare di metterci una pezza, bensì avendo come stella polare la promozione del benessere delle famiglie, di tutte le famiglie, e non solo di quelle che “non ce la fanno”. È quanto emerge dal “Dossier politiche familiari 2016” presentato dal dottor Luciano Malfer, direttore dell’Agenzia. Accanto ad interventi monetari, come l’assegno regionale al nucleo familiare, i contributi alle famiglie numerose, i prestiti sull’onore e numerosi altri, l’Agenzia ha messo in campo uno sforzo enorme per cercare di coinvolgere tutti gli attori del territorio – enti locali, imprese, associazioni, volontariato, cooperative,

operatori turistici, ecc. – sul tema dei servizi (sia per la prima infanzia che per ragazzi e giovani), della conciliazione famiglia-lavoro, dell’accoglienza familiare, della promozione di una cultura autenticamente promozionale del valore sociale della famiglia. E a guadagnarci è anche l’impresa: nelle aziende che hanno adottato il protocollo di flessibilità a favore dei ritmi familiari per il proprio personale proposto dall’Agenzia, sono calate le ore di straordinario e le giornate di assenza per malattia, con grande beneficio per le aziende stesse. Investire in favore delle famiglie non significa solo prevedere aiuti economici, ma anche mettere in campo strumenti per rafforzare le relazioni tra le persone e il benessere sociale nel territorio. E, si è visto, ci guadagnano tutti.

Evoluzione decennale del saldo naturale tra nascite e dece 2008

2009

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Nascite

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Decessi

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+112

+103

+55

+73

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Saldo naturale

Elaborazione grafica a cura di mico. Qualche anno fa anche la Cancelliera Merkel ha dato il via ad una rivoluzione vera e propria, istituendo il diritto a un posto in asilo ad ogni bambino che vive in Germania, ma anche introducendo il contributo di 184 euro al mese di Kindergeld (per i primi due bambini, che diventano a 190 e 215 per i successivi nati). Poi ci sono i congedi parentali flessibili: 24 mesi di assenza retribuiti fino all’ottavo anno di età o assegni speciali per il lavoro part time.

Il Portogallo ha da poco istutito per legge la possibilità per i comuni di abbassare le tasse sulla casa in base al numero di figli. Questo per ché è ovvio che le famiglie numerose debbano acquistare case più grandi in relazione al numero di figli. In altri stati, come l’Italia, vengono invece penalizzati per questo. Anche se in uscita dall’Ue, la Gran Bretagna è un altro esempio virtuoso e “generoso” in Europa. Qui i vantaggi sono maggiormente standardizzati, come il Child Be-

nefit : 20,70 sterline settimanali per il primo figlio e altre 13,70 per i successivi. Normalmente dura fino ai 16 anni di età, ma se il giovane decide di studiare il tempo limite si allunga fino a 20 anni! Poi ci sono i crediti di imposta in base al reddito (fino a 122 sterline a settimana per il primo figlio, poi 210 con due), i voucher per l’infanzia (55 sterline a settimana in base al reddito) e una sovvenzione per la scuola pubblica (155 sterline a settimana fino a 15 anni, che diventano 266,15


ASttualità ocietà

FIXING - Anno XXVI XXII -- n.22 n.4 --Venerdì Venerdì26Febbraio Giugno 2014 2018

bini per ogni donna, grazie a interventi avviati già dal 1992

ssioni sull’economia

. Dove, però, le politiche per la famiglia sono molto nni al mercato del lavoro e al sistema previdenziale

essi a San Marino

4

2015

2016

2017

269

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San Marino Fixing. Fonte: UPECEDS per i figli seguenti). Infine l’indennità per la maternità (maternity allowance), grazie alla quale le neo-mamme ricevono 139,58 sterline a settimana per 39 settimane. Tradotto, fare due figli porta nelle casse familiari circa 2.800 sterline al mese, più di 3.000 euro. A farla da padroni sulle politiche per la famiglia sono però quelli del nord Europa: la Finlandia investe il 32% del PIL al sociale, compresa la ormai famosissima “baby box” (una scatola piena di ve-

stiti, coperte, calzini, pannolini in stoffa e lenzuola che aiutano la famiglia nei primi giorni di vita del bimbo) e gli assegni per i bebè, che durano fino ai 17 anni di età e aumentano all’aumentare del numero dei figli. Sono 104 euro alla prima gravidanza, 115 per la seconda e 146 per il terzo nuovo nato e via crescendo. Se il genitore è da solo, si aggiunge un bonus forfettario di 48 euro al mese per ogni bambino. Infine, dieci mesi di maternità retribuita e assegni giornalieri per l’assistenza ai figli (24 euro è il minimo). Un bell’assegno anche in Olanda: da 0 a 5 anni si ha diritto a 191,65 euro al mese, da 6 a 11 anni si sale a 232,71 euro al mese fino ad arrivare alla maggiore età con 273,78 euro al mese. C’è poi un bonus a seconda del reddito, del tipo di famiglia e del numero dei figli, a cui si aggiunge un ulteriore somma solo per l’assistenza ai bambini, a seconda

E conomisti a confronto

del numero di ore lavorate dai genitori e dal reddito lordo percepito. San Marino: detrazioni e assegni familiari Il principale strumento previsto dall’ordinamento sammarinese è l’assegno familiare. Dal 2009 si è passati da 66 a 69,50 euro per la prima persona a carico; da 86 a 90,50 euro per la seconda persona a carico, da 107 a 112,50 euro per la terza; da 127 a 133,50 per la quarta; da 153 a 160,50 per la quinta e successive. E’ previsto un ulteriore assegno famigliare, definito integrativo, per le fasce di reddito più deboli. L’altro strumento in vigore è la detrazione fiscale per i carichi familiari , che va dai 250 euro per il coniuge e i figli a carico, 125 euro per ogni altro familiare, con un 20% in più se a carico sono più di 3 persone. Un “contributo” statale in pratica, che seppur indiretto, incide direttamen-

Lubomir Mlcoc manda in pensione Becker: “La famiglia salverà il cuore dell’economia” Cambiano i modelli economici, cambiano anche le tesi degli economisti. Se Gary Becker, premio Nobel per l’economia nel 1992, teorizzò la famiglia come “piccola fabbrica”, cosicché tutte le scelte legate a una coppia, dal matrimonio ai figli al divorzio, hanno una chiave di lettura dal punto di vista economico, oggi occorre introdurre la specificità delle relazioni familiari, il lavoro non retribuito (beni e servizi realizzati in casa), la produzione di capitale sociale, di reputazione e di fiducia. Quindi uscire dalla logica entrate/uscite, troppo “limitativa” spieca Lubomír Mlčoc nel suo saggio: “Family Economics. Come la famiglia può salvare il cuore dell’economia”. “Quando i Paesi si avvitano su quanto destinare al sostegno della famiglia”, scriveva qualche tempo

fa Francesco Antonioli sul suo blog del Sole 24 Ore nel parlare del libro, “che nelle nazioni sviluppate, tra politiche dirette e indirette, può variare tra l’1% e il 4% del Pil, ci si concentra sulla produzione della ricchezza, su come far ripartire l’economia e la produzione industriale, ma molto meno, per non dire mai, sul debito demografico e sul deprezzamento di capitale umano dovuto alla bassa fertilità”. “Non è facile trovare una soluzione a questi debiti”, gli risponde Mlčoc nel suo libro, “perché la logica dei cicli economici costringe i governi a concentrarsi su priorità di breve termine e sul debito esplicito. La soluzione ai debiti demografici e finanziari impliciti viene ovviamente rimandata. Così, in forza di questa logica, si può arrivare a sostenere che la spesa pubblica per

le politiche familiari e per la natalità deve essere ridotta. La politica è l’arte di trasformare i seri problemi di oggi in problemi ancora più seri per il futuro” chiosa l’economista. “Davvero è così”, riprende la parola Antonioli sul suo blog: “La famiglia non brucia ricchezza pubblica, ma ne genera. Non solo Industria 4.0 – mi verrebbe da dire -, ma Famiglia 4.0 (anche se in Italia bisognerebbe fare quattro rivoluzioni in un colpo solo)”.

te sul reddito dei capi famiglia, ma che per essere massimo, impone che uno dei due coniugi sia “a carico” dell’altro e che, quindi, non lavori. lavoro e disoccupazione femminile Se la lotta alla disoccupazione è una priorità, allora occorre andare a vedere chi sono i disoccupati di oggi. E non è un caso se a San Marino – come in tanti altri Paesi occidentali – la maggior parte sono donne. Non c’è una distinzione statistica, ma molte probabilmente sono madri e il lavoro diventa una scelta, non tanto una possibilità che non c’è. Lavorare o accudire i figli? La risposta spesso (purtroppo?) è economica, perché inerente la sfera lavorativa e reddituale: “Dipende cosa conviene” è quella che va per la maggiore. Il caso principe è quello di una lavoratrice dipendente, per la quale si devono attivare gli strumenti come i congedi parentali, i permessi, la trasformazione dei contratti full time in part time. Tutti strumenti presenti a San Marino, ma che se rapportati a Paesi più moderni, palesano un gap importante. E questo finisce inevitabilmente con il tenere le madri fuori dal mercato del lavoro, ovvero un occupato in meno e tutte le conseguenze del caso. Tralasciando che oltre agli strumenti di legge o contrattuali,

le necessità sono molteplici: il pediatra, l’asilo, la baby sitter, il negozio specializzato eccetera. A ben guardare è anche un notevole business, un indotto importante quello generato dai bebè. Ma se non ci sono bambini, non c’è nemmeno il business. Sistema competitivo e più “produttivo” Le parole che gli imprenditori usano più spesso sono “competitività” e “produttività” e, anche se indirettamente, le politiche per la famiglia possono dare concretezza a entrambe. Il sistema sammarinese, con la sua sanità universale e l’aspettativa di vita tra le più alte al mondo, è già di per sé molto attrattivo, ma se si entra nel merito della famiglia, il discorso cambia. Rispetto a tanti altri Paesi (come si è visto, dalla Francia alla Danimarca, per citarne due) le differenze sono enormi e probabilmente c’è anche questa tra le motivazioni che spingono i lavoratori a scegliere quei paesi e non altri. Ridurre questo gap può rendere il sistema San Marino più competitivo. Inoltre, un welfare che accompagni i sammarinesi fin dalla nascita e non sia incentrato (anche come spesa annuale) principalmente sulla sanità e le pensioni, renderebbe le famiglie (madre e padre) più “felici”, e quindi in grado di tradurre questa rinnovata serenità in

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produttività sul lavoro. Ma anche di essere più flessibili, come le imprese chiedono oggi, e non vincolati ai ritmi tradizionali dei loro figli: asilo, scuola, palestra, dottore, eccetera. Senza considerare i “furbi”, che non avrebbero più motivo di fare assenze dal lavoro nascondendo gli impegni familiari magari dietro raffreddori e piccoli acciacchi.

L ’idea

Fondiss avrà il suo simulatore

Il Comitato Amministratore del Fondiss sta valutando “la possibilità di conferire l’incarico professionale per la realizzazione di un simulatore previdenziale”, che “liberamente consultabile sul sito di Fondiss, dovrà consentire a ciascun interessato di poter stimare l’importo della rendita (cioè della pensione complementare) che gli verrà erogata al pensionamento”. I soggetti interessati dovranno far pervenire, entro il 9 febbraio al Comitato Amministratore di Fondiss una descrizione dell’offerta per la realizzazione del simulatore.


P olitica

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FIXING - Anno XXVI - n.4 - Venerdì 2 Febbraio 2018

CGG “caldo” sul rientro dei capitali: potrebbero essere “cifre irrisorie”

Ratificato il Decreto sulle persone disabili In Aula recepiti solo un paio di emendamenti di natura “civica” Nella sessione di fine gennaio del Consiglio Grande e Generale, oltre alle Istanze d’Arengo, hanno tenuto banco anche le ratifiche di due Decreti Delegati, il numero 127 e il numero 128 del 2017. Il primo, sulla “Prevenzione della disabilità, salute e riabilitazione delle persone con disabilità” è stato ratificato a maggioranza con voto palese, mentre il n.128 - “Disposizioni per favorire il rientro di patrimoni e l’emersione di alcuni beni detenuti all’estero” ha richiesto più tempo. Rispetto al decreto n. 127, tra i numerosi emendamenti presentati dall’opposizione, in particolare da Rete e Pdcs, solo un paio dei civici, di natura formale, sono stati recepiti dal governo. Come anticipato dal Segretario di Stato per la Sanità, Franco Santi, due emendamenti del governo introducono novità rispetto al testo originale del decreto. Il primo, L’articolo 12 bis ‘Dopo di noi e vita indipendente’, trova sostegno bipartisan. Il Segretario di Stato alla Sanità Franco Santi: “Qui troviamo uno dei valori aggiunti del decreto, lo reintroduciamo. L’articolo infatti introduce innovazioni di tipo organizzativo e risposte che lo Stato si impegna a mettere in campo che vanno incontro a due esigenze sentite. In primis, ‘il dopo di noi’, su cui ribadisco l’impegno dello Stato in questa direzione, riusciremo a mettere in campo risorse per dare concretezza alle scelte. Rispetto poi alle aspettative della vera indipendenza, ovvero la possibilità che il disabile possa avere

di costruire una rete assistenziale e di supporto che garantisca la gestione della propria vita. Mi auguro che sia possibile in tempi brevi mettere in campo progetti pilota per capire con dati concreti l’attuabilità di questo tipo di risposta”. Pasquale Valentini (Pdcs) ha affermato: “Condividiamo la filosofia di questo emendamento che riguarda un’area sempre più importante di famiglie con disabili, ‘il dopo di noi’. Mi auguro anche questa parte trovi adeguata attenzione, mi complimento perché anche nella formulazione mi sembra si tenga conto adeguatamente del fatto che una risposta a questa problematica sia anche delle istituzioni ma non solo. Apprezzo l’idea che sia necessaria quanto mai una logica sussidiaria per fare in modo che ciascuno possa avere il meglio rispetto alle sue esigenze è importantissimo, per dare sostegno a tutto quello che può nascere dal basso”. L’emendamento all’articolo 13 sul congedo parentale, riformula la versione originaria, eliminando la necessità di motivare la richiesta di permesso del genitore. Pdcs e Rete hanno apprezzato la modifica, ma hanno presentato emendamenti al comma 6 con lo scopo di eliminare del tutto, sostengono, la burocrazia nell’iter di richiesta del congedo. A riguardo il Segretario di Stato Franco Santi è intervenuto nuovamente sul testo per venire incontro alle richieste dell’opposizione, con il risultato che Dc e Rete hanno ritirato gli

emendamenti e la nuova versione dell’articolo 13 è stata viene approvata. Ratificato il decreto 127, si è passati al successivo, relativo allo “Scudo fiscale” sammarinese. Simone Celli, Segretario di Stato per le Finanze: “Con il decreto si dà attuazione alla legge finanziaria, si vuole agevolare l’emersione dei beni detenuti all’estero che al momento non sono stati dichiarati dal contribuente, finalità è anche avere un quadro reale della capacità patrimoniale dei contribuenti. E’ una normativa che si inserisce all’interno della svolta sostanziale di San Marino in materia di cooperazione fiscale internazionale, ovvero il passaggio allo scambio automatico di informazioni. In questa fase di trapasso che ha già portato allo scambio automatico, riteniamo che offrire la possibilità al contribuente di far emergere beni non dichiarati detenuti all’estero rappresenti un’opportunità in più, nel momento poi in cui il rientro di capitali può rappresentare anche una misura positiva di sostegno al sistema economico e finanziario della Repubblica di San Marino. La norma stabilisce il rimpatrio fisico o la regolarizzazione, sono stati presentati anche alcuni emendamenti, obiettivo è fare in modo che redditi e beni non dichiarati possano tornare ad emergere, con l’obiettivo di aumentare la capacità patrimoniale dei contribuenti. Presentiamo 5 emendamenti: tra questi, il primo mira ad anticipare i termini per adesione, prima fissati a

settembre, ora al 31 maggio 2018, con il secondo si elimina l’obbligo del rimpatrio fisico per somme di denaro e strumenti finanziari; un altro distingue l’aliquota, il rimpatrio fisico è sanzionato con un’aliquota inferiore, aumentano per la regolarizzazione con rimpatrio giuridico. Nei prossimi giorni attiveremo, come governo, una campagna di informazione. Sottolineo il confronto avuto con Anis e Abs sulla definizione del decreto, l’auspicio è che si raggiungano risultati positivi per il rientro di disponibilità economiche e finanziarie nel Paese”. Nel corso del dibattito, l’opposizione esprime le sue perplessità sul provvedimento: Marco Gatti, Pdcs, rileva che i contribuenti hanno già possibilità di regolarizzare beni detenuti all’estero, con la leg-

ge n.166 del 2013. Iro Belluzzi, Psd riconosce uno scopo diverso del decreto dall’emersione del sommerso: “Qua si va a raschiare il fondo – osserva - e vengono fatte scelte che non appartengono alla nostra dimensione”. Dalla maggioranza, Stefano Palmieri, Rf, ribatte al consigliere Teodoro Lonfernini, Pdcs, che ha rilevato come, per riportare liquidità nelle banche del Titano, il vero problema da affrontare sia la mancanza di fiducia nel sistema finanziario sammarinese. “Qui non si tratta di mancanza di fiducia- manda a dire invece Palmieri- ma di regolarizzare e mettere in chiaro quello che è stato costituito fuori o che è stato portato fuori dall’interno”. Scettico sui risultati del provvedimento, Roberto Ciavatta

I stanze d’Arengo

di Rete: “A livello di liquidità- ammonisce- il ritorno sarà irrisorio e limitatissimo alla luce degli sconvolgimenti capitati quest’anno”. Alessandro Mancini, Ps, osserva che “se le finalità sono quelle di fare rientrare i capitali e alimentare un settore bancario in sofferenza, l’emendamento della possibilità di rimpatrio giuridico va a vanificare questa finalità”. Critico anche Gian Carlo Capicchioni, Psd, che stima un rientro di cifre “irrisorie”, non arriveremo, sostiene, neanche a 300 mila euro, la somma prevista in Finanziaria. Lo corregge in replica il Segretario Celli: “Nella previsione di bilancio, la cifra era molto moderata - di 800 mila euro, non 300 mila - ma era prudenziale e pensiamo i risultati possano essere superiori”.

Approvata quella sulla “Giornata del dono” Passa un Odg sulle politiche per gli anziani Nella giornata del 25 gennaio il CGG ha approvato quattro Istanze d’Arengo. Via libera alla n. 21 “per il potenziamento del servizio mensa del Centro storico di Città”; alla n. 25 “Per la tutela, la conservazione e la valorizzazione della residenzialità nel centro Storico del Castello di San Marino” e la n. 26, “Per l’installazione di una “casa dell’acqua” in ogni Castello della Repubblica”. Accolta anche l’istanza n. 31 “per l’introduzione di una legge speciale che tuteli chi è estromesso per vari motivi dal mondo del lavoro e che garantisca ad ogni cittadino di far fronte ai bisogni di sostentamento funzionali alla conduzione di una vita dignitosa”. Respinta l’istanza n. 8 su cui si apre un lungo dibattito incentrato sull’Iss. L’istanza infatti mira a introdurre “interventi celeri finalizzati ad arrestare il progressivo de-

clino del comparto sanitario ospedaliero e a recuperarne le condizioni che in passato ne hanno fatto un’eccellenza”. Per il Segretario Franco Santi l’istanza è da rigettare perché “non è accettabile il livello di analisi e di giudizio contenuto che non tiene conto di come effettivamente stanno le cose”. Per Marianna Bucci di Rete, “l’istanza lancia un vero e proprio grido d’allarme, ci chiede di fare qualcosa”. Denise Bronzetti, Ps, presenta un Odg, sottoscritto da tutti i gruppi di opposizione, per richiedere un dibatitto in Consiglio Grande e Generale dedicato “alla situazione generale dell’Iss, alle prospettive future di sviluppo dell’intero ospedale e della cura della salute”. I consiglieri di maggioranza e lo stesso Segretario ricordano come il dibattito e il confronto sull’Iss sia già stato avviato con le audizioni del comitato esecutivo

dell’istituto in Commissione consiliare IV, che proseguiranno nei prossimi mesi. L’Ordine del giorno viene quindi respinto, come la stessa istanza n. 8. Il 26 gennaio invece è stata approvata solo una, n. 28, in favore dell’istituzione di una “giornata annuale dedicata al dono”. Sulla n.23 “Per l’istituzione di una residenza per anziani con un certo grado di autonomia con la formula di ‘condominio assistito’ in zona prossima al Centro Storico di San Marino Città” (respinta) si è sviluppato un dibattito da cui è scaturito un Ordine del giorno che infine viene accolto. L’Odg impegna il governo a elaborare entro il 2018 “una proposta complessiva sulle politiche attive rivolto al mondo della terza e quarta età (necessità assistenziali ed economiche, inclusione sociale, sostegno alla famiglia, ecc.)”.


Titano, il fedele soldato di Pompeo Gian Luigi Berti ha scritto tempo fa un libro, “Fiabe e racconti di San Marino”, un modo interessante per riscoprire, con il linguaggio dei più piccoli, i tanti misteri della Repubblica. Eccone uno curioso... “Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano”. Se lo è ricordato lo scrittore e aviatore Antoine de Saint-Exupéry (sua la frase, presa da “Il piccolo principe”) ma anche Gian Luigi Berti, che anni fa ha pubblicato per la casa editrice “La scuola un libro”, “Fiabe e racconti di San Marino” (il mondo incantato e misterioso che da secoli si muove intorno al monte Titano) e che fa parte, assieme a centinaia di migliaia di volumi, del patrimonio della Biblioteca di Stato della Repubblica di San Marino. Tra i brani presenti nell’opera, ne abbiamo scelto uno, “Il segreto del mulino delle polveri”, che parla di un “mistero” della Repubblica. Il segreto del mulino delle polveri Foschino seppe una sera d’inverno perché il monte fu chiamato Titano. La nonna aveva invitato la sua amica Clorinda, una vecchia donna dagli occhi spiritati, magra e dritta come un cipresso. Era entrata avvolta nell’enorme scialle nero cosparso di fiocchi di neve, portando seco un odore acuto di freddo. Era una delle chete sere di gennaio quando la neve scende col bisbiglio e pare voglia fare un lungo discorso di giorni, gli uomini giocavano attorno al tavolo. La mamma di Foschino era intenta a sistemare la casa per la notte, ed egli si era accovacciato sull’enorme poltrona, davanti al fuoco, vicino alla nonna, che doveva raccontare e ripetere tutte le storie, le leggende e le favole che conosceva. Alla nonna non parve vero di farsi sostituire da Clorinda che, vivendo sola nella casa accanto, fra ricordi e fantasticherie, si diceva addirittura che parlasse spesso ad alta voce coi suoi antenati. “Orsù, Clorinda, raccontare qualcosa a mio nipote che non ha sonno. Raccontategli la leggenda che vuole il monte chiamato Titano” esortò la nonna. “Oh, non è una leggenda!”

esclamò Clorinda, aggrottando le sopracciglia quasi si fosse offesa. “E’ la verità, signora Maria. I miei vecchi la sapevano e sono stati testimoni viventi”. “Testimoni di cosa?” domandò Foschino che fremeva dal desiderio di ascoltare. “Del ritrovamento…” disse Clorinda, indugiando un poco. “Io ero piccolina, ma ricordo ancora quando alcune persone, in fila, con le candele in mano perché era buio, si movevano lentamente attorno ad una buca lunga e piuttosto profonda, in un cortile della casa fra la porta della Rupe e il Cantone, vicino al ciglio del monte. Non dovevo vedere. Ma io ho visto tutto” esclamò con gli occhi che le brillavano di soddisfazione curiosa, come se vivesse ancora il mistero di quei giorni lontani. “Perché non dovevate vedere?” domandò la nonna, “Perché era un segreto, che noi bambini non dovevamo conoscere per non svelare…” risposa la donna. “Ma non è un segreto la storia del nome del monte” ribatté la nonna per costringere Clorinda a raccontare tutto. “Si sa che il nome Titano deriva dai Titani, discendenti da Titano, fratello di Saturno. Questi uomini mitologici, di grande corporatura, avevano accomulato rocce su

rocce per creare una montagna al fine di scalare il cielo per assaltare Giove. Ma Giove, avvertito dalla vecchia Cibele, li fece ruzzolare tutti sulla terra. Così alla montagna è rimasto il nome di Titano”. “Non è vero. Non è questa la storia, la verità è che quelle persone con le candele cercavano un tesoro nascosto…”. “Un tesoro?!?” esclamò Foschino allungando le gambe di scatto da rannicchiato com’era. “E come sapevano del tesoro?”. La donna, a cui le profonde rughe del volto coi riflessi disegnavano una specie di maschera quasi tetra, levò un gran sospiro come se dovesse tirare fuori dal petto le cose da raccontare. “Ricordate il mulino delle polveri sulla cima del monte presso la Porta della Rupe? In quegli anni era già stato abbandonato perché non conveniva più ai sammarinesi fabbricare le polveri da sparo utilizzando la forza del vento. Accanto ad esso, nella vecchia casupola del custode, viveva Biagio. Una notte Biagio bussò alla porta di casa nostra e fece alzare mio padre. Gli raccontò che da alcune notti sentiva dei rumori provenire dal vecchio mulino e perciò era bene farvi un sopraluogo. Trovarono difatti che qualcuno aveva rovistato dovun-

que sollevando mattoni dal pavimento e rimovendo alcune pietre dei muri. Intuirono che la cosa cercata era molto importante. Non seppero mai chi fosse a cercare, ma la curiosità indusse anch’essi a fare ricerche, certamente di giorno per prudenza. La loro curiosità fu appagata perché sotto una rustica colonna ad angolo trovarono un manoscritto appena leggibile. Vi si diceva che tanti anni prima era stata trovata una cosa, che non si capiva bene cosa fosse, e che era stata nuovamente sepolta in un luogo preciso per obbligo di coscienza dato il suo grande valore, e che per non correre in malefici doveva essere custodita. Biagio e mio padre pensarono a un tesoro, tuttavia dal giorno in cui portarono a casa il manoscritto non ebbero più pace”. Foschino era di nuovo rannicchiato sulla poltrona e, stringendosi le ginocchia, col mento appoggiato sopra, ascoltava senza batter ciglio. Anche la nonna aveva smesso di sferruzzare e seguiva con attenzione il racconto. “Di cosa avevano paura?” domandò Foschino. “Non sapevano di cosa si trattasse. E temevano la vendetta di colui che intensamente aveva cercato il manoscritto e non lo aveva trovato”.

“E allora cosa fecero?” domandò ancora Foschino. “Aspettarono che Biagio non udisse più i rumori la notte nel vecchio mulino delle polveri. E questo avvenne dopo circa dieci giorni”. “Ma non cercarono di vedere chi fosse costui?” chiese Foschino. “La prudenza e il timore, figliolo, consigliarono di non farlo. Certi misteri era meglio non scoprirli di più. Chi potevano trovarsi di fronte? Un’anima buona o un dannato? Mia padre e Biagio erano uomini semplici e timorosi, ed avevano già scoperto troppo”. “E non seppero mai chi faceva le ricerche?”. “No, mai”. “E gli uomini con le candele?” interrogò Foschino. “Li vidi in seguito, una sera dopo il tramonto. Accadde che il documento indicasse un punto proprio del cortile di casa mia, vicino al ciglio del monte. Tutti in casa erano turbati e non si decidevano a fare nulla, finché Biagio si consigliò con una donna che aveva fama di indovina. (…). Biagio non capì gran ché del responso (…) e coll’aiuto di alcuni amici decise di scavare. Cominciarono all’alba, e noi bambini fummo sempre tenuti lontano. Ma ascoltavamo con attenzione il rumore costante degli arnesi contro il suolo. Giunta la sera, di nascosto dai miei fratelli, mi alzai e andai a spiare da una finestra che dava proprio sul cortile. Dall’alto ho visto tutto…”.

L ’autore

La donna chiuse gli occhi come se dovesse fissare meglio nella mente figure e oggetti da descrivere. Foschino era immobile come una pietra e la guardava intensamente. La nonna prese e ravvivare la fiamma vibrando col ferro piccoli colpi ai tizzoni e disponendoli con altra legna per alimentare il fuoco. “Cosa trovarono dentro la buca?” domandò Foschino. “Una tomba la cui copertura in pietra era lunga più del normale e pensatissima. Quando la sollevarono apparvero agli occhi di tutti delle ossa umane ben conservate, con una spada, un elmo, uno scudo, alcuni piccoli vasi, ed oggetti che forse erano preziosi ma che nessuno toccò”. “Chi era stato sepolto?” domandò la nonna. “Fu tradotto uno scritto scolpito in latino sulla pietra: Qui giace Titano, fedele soldato del gran Pompeo, a gloria imperitura” disse Clorinda, recitando con una cantilena quasi fanciullesca. “Ecco perché il monte fu chiamato Titano da tempo immemorabile, e già prima delle venuta di Marino”. “E gli uomini con le candele?” chiese ancora Foschino. “Erano Biagio, mio padre e gli altri amici fidati, i quali la notte stessa richiusero la tomba con religioso rispetto, Anche il documento fu riposto dov’era, sotto la colonna ad angolo nel vecchio mulino delle polveri sul ciglio del monte. Alessandro Carli

Avvocato, Capo di Stato amava l’arte e la cultura Protagonista di oltre 40 anni di vita politica sammarinese, ex Capo di Stato, esponente di spicco della Democrazia cristiana, fra i fondatori del movimento giovanile. Una persona che ha dato tantissimo al suo Paese sia dal punto di vista

umano che professionale, l’avvocato Gian Luigi Berti (1930) era un amante dell’arte e della cultura, conosciuto per le sue straordinarie capacità oratorie che manifestava tanto nella sua professione quanto nella vita istituzionale.


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S peciale Cultura

FIXING - Anno XXVI - n.4 - Venerdì 2 Febbraio 2018

Quando l’ingegno del “sempliciotto” Gigiul diventa illiminante per i dotti

Leandro Maiani, la storia delle tre torri “parlanti” Il racconto si trova nel libro “Fantasia di miti e leggende sammarinesi” Altra raccolta di fiabe “locali” e anch’essa conservata all’interno della Biblioteca di Stato è il libro di Leandro Maiani e intitolato “Fantasia di miti e leggende sammarinesi” (Edizioni Junior). Anche in questo caso, abbiamo scelto un brano. Le tre torri I Consoli, le Autorità e i Capifamiglia dell’Arengo del Popolo della Libera Terra di San Marino avevano dato l’incarico agli architetti militari di progettare delle costruzioni a difesa delle abitazioni sorte sulle pendici del monte Titano. Costoro decisero di collocare in un unico complesso sul punto più alto della lunga cresta montagnosa che so-

vrastava il fantastico massiccio di pietra. Dopo lunghe discussioni gli architetti girarono intorno al monte, lo scrutarono per ogni verso e ogni profilo e infine decisero il punto più alto dal quale si poteva scrutare più in lontananza e che nello stesso tempo era anche il più difficile da raggiungere. Scelto il posto, stabilirono quanta pietra rompere per spianare un po’ la zona, fin dove arrivare e quali sentieri tracciare per potervi portare dapprima gli attrezzi per i lavori e in seguito le armi per la difesa. Dopo lunghe discussioni e molte osservazioni, alla fine presero un’unica decisione. Le carte, con i diversi progetti, i calcoli e le regole da se-

guire, vennero chiuse in una grande cassa sigillata. (…) Fra i progetti era sorta una vivace discussione poiché le torri che costituivano tutto il complesso volevano stabilire quale tra loro sarebbe stata la più importante. “Io sono la più solenne, la più ardita, dotata anche di campane, dunque sarò io la più importante” sentenziò la torre maestra del gruppo di sinistra. “Ma vuoi mettere? Io sono la più alta, dominerò tutto e tutti, dunque sarò io la più importante” replicò per tutta risposta quella di centro. “Vi dimenticate forse di me? Io, così massiccia e praticamente inespugnabile, con la mia singolare forma penta-

C onsorzio Terra di San Marino

gonale, sarò io la dominatrice!” avanzò le sue pretese l’ultima torre di destra anche se in realtà era isolata e senza alcun corredo intorno. (…) Fra le gente che aveva seguito gli architetti e le autorità, c’era anche un uomo sempliciotto, di nome Gigiul, che non era Capofamiglia perché non aveva famiglia e che viveva in uno dei capanni eretti nei campi vicini all’abitato. Amava però partecipare a tutte le iniziative che interessavano gli altri abitanti del monte, e così quella mattina era salito sulla cresta per seguire l’avvio dei lavori. Nessuno lo teneva in considerazione, anzi tutti cercavano di tenerselo alla larga. Lui

tuttavia, noncurante della disapprovazione degli altri, si era intrufolato nelle prime file e non si lasciò sfuggire l’occasione per esprimere il suo parere: “E se invece di fare una sola costruzione ne facessimo tre, così come si vede desso sui fogli stracciati e le collegassimo con delle mura di cinta? In questo modo avremmo una difesa più ampia, per tutta la lunghezza della cresta” propose dopo aver seguito la discussione. Alle sue parole tutti tacquero. (…). E se Gigiul avesse ragione? (…) “Non so se faccio bene a dirlo, ma io qualche volta sono venuto a vedere i lavori, specialmente alla domenica

Con Roberto Molari alla scoperta dell’Oro dei Goti, il “moscato passito” premiato con “due bicchieri” dalla prestigiosa “Guida Vini d’Italia 2018”

Sulla scritta “gli amanti del tempo” che accompagna il “lancio” dell’Oro dei Goti, il “passito” del Consorzio Vini Tipici di San Marino premiato di recente con “due bicchieri” della “Guida Vini d’Italia 2018” (la “bibbia” che il Gambero Rosso dedica ai migliori nettari di Bacco), le suggestioni illuminano la mente. Sono “amanti del tempo slow” difatti sia chi ama degustare questo vino (“Parliamo di un vino ‘riflessivo’, da ‘fine pasto’. Un prodotto da assaporare lentamente” racconta il Responsabile commerciale del Consorzio Vini Tipici di San Marino, Roberto Molari) ma anche chi – e qui la storia locale ci viene incontro – si occupa di archeologia: il “tesoro” di Domagnano, conosciuto anche come “l’Oro dei Goti”, costituisce uno dei più spettacolari e importanti ritrovamenti dell’Italia ostrogotica. Gli oggetti ritrovati dagli “amanti del tempo (passato)” sono tutti in oro e hanno una purezza che supera il 90%. Entrambi sono caratterizzati da quel

colore aureo, paglierino, che ricorda il sole. Roberto Molari prende una bottiglia di “Oro dei Goti”, la gira nelle mani. La osserva. “Il Consorzio Vini Tipici di San Marino sta puntando e punterà sui vini autoctoni”. Quindi Sangiovese, Brugneto, Roncale, Biancale, Tessano, Caldese, Moscato vino, Moscato spumante, Riserva Titano. E, naturalmente, quello premiato dal “Gambero Rosso”. “L’uva viene appassita diret-

tamente nella vigna. Mentre le uve Moscato idonee a produrre lo spumante, sono di norma raccolte a fine agosto, per ottenere questo vino passito occorre vendemmiare tra la fine di ottobre e i primi di novembre”. Dopo aver spiegato la resa (“Da circa 100 quintali di uva lasciati ad appassire in vigna, si ottengono solo 60 quintali di uva che forniscono a loro volta solo 25 ettolitri di vino”), Roberto Molari si sofferma sul tempo.

“La prima parte di fermentazione avviene in acciaio a temperatura controllata, mentre la seconda parte avviene in tonneaux di rovere francese”. L’affinamento invece in tonneaux, ha una durata di circa 12 mesi e poi altri sei mesi in bottiglia. Il risultato? “Un vino che arriva a 15 gradi dal sapore piacevolmente dolce ma supportato da buona acidità e grande persistenza. Il suo profumo è fine e aromatico,

con note floreali fruttate, sentore di fiori gialli, frutta esotica e candita, miele d’acacia, mandorla e cannella”. Un vino “di nicchia”, come testimonia la produzione: circa 2.000 bottiglie all’anno nel formato da 0,375 litri. Un vino che, assieme agli altri, sta mettendo in campo incoraggianti segnali di crescita. “Come Consorzio Vini Tipici di San Marino abbiamo iniziato un percorso nuovo che punta alla valorizzazione dei prodotti ma anche alle opportunità che il mercato offre. Abbiamo fatto un restyling di alcune etichette e di alcune bottiglie”. Una scelta che sta portando buoni frutti. Ad oggi esportiamo in Italia, in Giappone, in Germania, in Svizzera, il Slovacchia e negli Stati Uniti d’America. “Ma non ci fermiamo: abbiamo nuovi progetti e nuovi mercati” spiega il Responsabile commerciale. Intanto “gli amanti del tempo” tornano a riaffacciarsi. Roberto Molari lo accoglie con un sorriso. Quali sono

quando non c’era nessuno. Vi dirò che questa mi dà proprio l’idea di un paniere, dunque la si potrebbe chiamare ‘Cesta’. Nell’altra potrebbero starci le guardie e quindi potrebbe chiamarsi ‘Guaita’. La terza, quel gran torrione proprio sul punto più estremo del monte, so potrebbe chiamare ‘Montale’”. Il capomastro lo ascoltava distratto e infastidito. “Lo sai che hai avuto una buona idea?” lo assecondò per toglierselo di torno. “E allora perché non glielo vai a dire, visto che tu puoi parlare con loro? Chissà che non arrivino finalmente a una decisione! concluse Gigiul. Come andò a finire?

Rubrica periodica a cura del Consorzio Terra di San Marino tel.(00378)0549-902617 Fax.(00378)0549-906278 mail to: consorzioterradisanmarino@ omniway.sm

“gli amanti” del passito premiato? Ovviamente, parliamo al plurale. “Oro dei Goti, oltre a essere un vino interessante come chiusura di un pasto, si sposa bene con la pasticcera secca (e il Consorzio Terra di San Marino, tra i soci, annovera vere eccellenze) ma anche con formaggi dal sapore forte, come gli erborinati e il fossa”. Latticini che, grazie alla Centrale del Latte, rientrano nel “paniere” del CTSM. “Et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni” scrisse Leonardo da Vinci. Il genio, sicuramente, avrebbe apprezzato anche quelli del Titano.


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Il lupo, la bella e la bestia e la “sguattera” che sogna di diventare regina

Chi non vede nelle fiabe il riscatto degli adulti? “C’era una volta” ma c’è ancora la possibilità di cambiare punto di vista

R avenna

di Simona Bisacchi Pironi

C’era una volta... E c’è ancora... Un lupo che si aggira famelico in quel bosco in cui non dovremmo proprio entrare, perché è troppo buio. Troppo intricato. E noi abbiamo ancora troppa paura, per capire che quel lupo aspetta qualcuno che gli dia da mangiare. Qualcuno che lo ammansisca. Aspetta un amico che lo metta al suo posto. C’è un gigante, per cui non siamo altro che formichine. E chi se ne importa se camminando ci calpesta! Ci considera piccoli e non così rilevanti, ma forse sta solo suggerendo la nostra giusta misura nel mondo, a noi che ci crediamo tanto grandi e importanti. E ci sono i draghi. Che volano sulle nostre teste, enormi e minacciosi. Potrebbero proteggere la città, invece la incendiano. E mentre tutto brucia, siamo così impegnati a dare la colpa a chi li ha fatti entrare, e a cacciare il mostro con frecce e spade, da dimenticarci di spegnere il fuoco. C’era una volta... E c’è ancora... Una matrigna e una fata, una davanti all’altra, come in uno specchio. Come due facce di un’antica moneta. Come se fossimo noi a scegliere chi essere. Ogni giorno. C’è una bambina persa in un bosco di perplessità e dubbi. Una bambina, qualunque sia la sua età. C’è una sguattera che ancora non sa di poter diventare regina. E si ostina a vivere nella cenere. C’è un’orfanella. Senza più padre e madre ha perso le sue radici, e non sa proprio come costruire una speranza. C’è un principe, che gironzola su un cavallo bianco in attesa che qualcuno chieda il suo aiuto. Non è un principe vero. Le favole lo chiamano così, ma è solo un pensiero arrivato da un paese lontano lontano per sollevare il morale. È solo la voce di un amico. Lo chiamano principe, perché

“La regina del silenzio”, la fiaba “fantasy” di Paolo Rumiz: un viaggio nel regno che vive sulle righe del pentagramma

Nella foto vicino al titolo: “Cenerentola” di Walt Disney Sopra: “Cappuccetto verde” di Bruno Munari

non c’è niente di più regale di una parola che ti salva. E c’è la bella che deve affrontare la sua bestia, per andare oltre alle apparenze e innamorarsi di ciò che non ha un bel aspetto ma fa parte di lei. C’era una volta... E c’è ancora... Chi non crede alle favole, perché raccontano solo fantasie. Chi non vede, nelle storie de-

gne di essere raccontate a un bambino, la complicata vita degli esseri umani e il loro riscatto. Chi non coglie il lieto fine, se avviene seguendo disegni misteriosi e perfetti, e non secondo piccoli progetti mentali. C’era una volta... E c’è ancora... La possibilità di cambiare punto di vista.

Simona B. Lenic scrittrice, autrice di “Setalux” libro candidato al 51° Premio Bancarellino Su San Marino Fixing scrive di libri, letture e lettori.

La TOP FIVE di Fixing

1

Rock and resilienza (Paola Maugeri) Mondadori € 19,90

2

La grande truffa (J. Grisham) Mondadori € 22

3

Il morso della reclusa (G. Vergas) Einaudi € 20

4

Il lato oscuro dell’addio (M. Connelly) Piemme € 19,90

5

Le otto montagna (P. Cognetti) Einaudi € 18,50

Per il suo secondo libro dedicato ai bambini – il primo, lo ricordiamo, si intitola “A piedi” -, l’ottimo giornalista e scrittore di “viaggi” Paolo Rumiz ha scelto una storia “fantasy”, “La regina del silenzio”, pubblicato da “La nave di Teseo”. Biblioteca classense di Ravenna gremita, il 22 gennaio, per ascoltare le sua parole. “E’ un libro nato oralmente – ha esordito -, scritto in pochi giorni ma che ha avuto una lunga gestazione. E’ la storia di un regno fantastico, collocato in una pianura priva di concavità dove i venti passano senza ostacoli e dove le persone cantano”. Un giorno però arriva “un castigamatti con tre mostri e impone il silenzio”. Se le persone non cantano, “anche la natura ne risente”. A un certo punto “entra” una bambina, “nata dopo l’arrivo del silenzio. Ha nostalgia per il canto. Quel canto che ascoltava quando era nel grembo della mamma”. La bambina si chiama Mila (“Ho scelto due note musicali” ha spiegato Paolo Rumiz) e “sino a 5 anni non parla. Però ascolta le voci del mondo, che la affascinano. Aspetta che i suoni

si sfoglino” finché un giorno il nonno (lo stesso autore, ndr) le spiega il segreto: “Un giorno era passato un Bardo che portò la musica in questa terra”. Mila decide così di andare a cercare questo Bardo: prende una piroga e inizia l’avventura. Riuscirà a liberare Eco e soprattutto riuscirà a riportare la musica nella sua terra. Quando avviene lo scontro tra i ‘cattivi’ e la squadra di Mila, “l’esercito viene sedotto dall’esecuzione”. Una storia, quella della “Regina del silenzio”, che contiene, ha spiegato l’autore, “tutto il mio passato di viaggiatore”. “L’ho scritta perché quando arrivi a 70 anni, sei maturo per essere nonno”. Ma c’è una storia che è ancora più storia, e che è altrettanto importante: il sottotesto. “Mila si ispira a una vicenda vera. In occasione dell’audizione per la Youth Orchestra avvenuta a Belgrado, si presentò una ragazza serba (Aleksandra Latinovic, che poi divenne il primo violino). Sino a 5 anni non parlava. Ha iniziato a farlo – e bene - solo quando ha sentito il fratello suonare il violino. Per i primi 5 anni si è dedicata alla felicità

dell’ascolto”. Musica a Ravenna però vuol dire anche altro. Soprattutto un nome e un cognome: Riccardo Muti. “L’ho conosciuto nel 2009. Il Maestro aveva in programma l’esecuzione dell’Eroica di Beethoven a Sarajevo. Un dì il mio giornale, ‘Repubblica’, mi chiama e mi dice: ‘Vai a Sarajevo con Muti’. Muti mi metteva soggezione, anzi (ha detto ridendo, ndr), mi stava antipatico. In più non sapevo nulla di musica. ‘Tu lo segui e gli racconti Sarajevo’ mi ha detto il giornale. Ci vediamo all’aeroporto di Bologna, vedo un uomo vestito di nero che fuma una sigaretta. Durante il viaggio gli racconto la mia storia su Sarajevo. Vedo che assorbe le cose che gli spiego. Una volta arrivati, ci fermiamo al mercato a mangiare un piatto locale e a bere. Era una giornata di aprile, ci sediamo all’aperto. Lo vedo felice. Appoggia la schiena quando arriva una vecchietta ben vestita ma povera, di ritorno dal mercato. ‘Maestro, ci porti un po’ di armonia’. Muti ha gli occhi lucidi: ‘Signora, se ci fosse armonia ovunque, io sarei senza lavoro’ rispose”. Alessandro Carli



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