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SAMARITANI

Cosa porterà il futuro?

6 L’APPROFONDIMENTO

Speranza nella ricerca futura

10 INTERVISTA

Juri Künzler sul futuro del lavoro con la gioventù

18 BUONO A SAPERSI

La donazione di cellule staminali del sangue

La rivista di Samaritani Svizzera

«Anche la tua associazione partecipa ?»

Fare del bene insieme !

Il 24 maggio 2025 potete fare del bene come associazione nel vostro punto di vendita Coop preferito. Per maggiori informazioni, rivolgetevi al personale di vendita. giornata-della-buona-azione.ch/associazioni

Partner ufficiali: Partner mediatico: Un’iniziativa a cura di:

Un nuovo anno!

Care samaritane, cari samaritani,

spero che abbiate iniziato bene il nuovo anno. Gli ultimi mesi, per noi del Comitato centrale, sono stati invece un po’ turbolenti. Con le partenze di Ingrid Oehen e Laurent Audergon annunciate in occasione della Conferenza d’autunno dei presidenti cantonali dello scorso anno (vedi articolo a pagina 16) e le dimissioni di Denis Orange formulate all’inizio dell’anno, siamo ora solo in quattro a occuparci della gestione di Samaritani Svizzera fino all’Assemblea dei delegati di Lenzerheide, prevista a fine giugno. Tuttavia, guardiamo al futuro con coraggio e fiducia. Cogliamo l’occasione per ringraziare da questa pagina i membri dimissionari del Comitato centrale per il loro impegno. Un ringraziamento speciale va alla nostra ex presidente centrale Ingrid Oehen per i suoi molti anni di servizio e il suo grande impegno per Samaritani Svizzera. Il suo lavoro ha contribuito in modo significativo all’ulteriore sviluppo e alla stabilità della nostra Organizzazione.

«Sperare significa agire», afferma il ricercatore sul futuro Andreas Krafft, responsabile della pubblicazione del Barometro annuale della speranza. Leggendo l’articolo a pagina 6, potrete scoprire cosa egli ha imparato in tanti anni di attività come psicologo e come vede il futuro della nostra società.

Bambini e giovani sono inequivocabilmente il futuro di ogni sezione e associazione. Juri Künzler, mio collega in Comitato centrale e, in quanto tale, responsabile del settore Gioventù, spiega in un’intervista cosa è necessario per un buon e proficuo lavoro con i giovani e ipotizza come poterli mantenere nel movimento samaritano (vedi da pagina 10).

Il motto della Giornata del Malato di quest’anno, il prossimo 2 marzo, è: «Aiuto all’auto ­ aiuto». La storia di Claudia Meier (che trovate da pagina 12) ci dice che questo include anche le competenze di primo soccorso e come queste possano salvare delle vite. Anche la donazione di cellule staminali del sangue può salvare la vita ad alcune persone. Per sapere esattamente come avviene la donazione e quali malattie possono essere curate, basta leggere l’articolo nella nostra rubrica «Buono a saperesi» a pagina 18. E ovviamente potrete anche conoscere le attività di sezioni e associazioni, tra cui magari la vostra, in tutta la Svizzera (da pagina 20).

Vi auguro delle interessanti letture!

THERESIA IMGRÜT NACHBUR Vicepresidente di Samaritani Svizzera

10 IL FUTURO DEL LAVORO CON LA GIOVENTÙ

INDICE

6 SPERARE SIGNIFICA AGIRE

I risultati del Barometro della speranza 2025

10 «DOBBIAMO ESSERE PIÙ FLESSIBILI»

Intervista a Juri Künzler, membro del Comitato centrale, sul futuro del lavoro con i giovani samaritani

12 GIORNATA DEL MALATO

«Aiuto all’auto-aiuto»: conoscere salute e malattia può salvare la vita, come è successo a Claudia Meier

14 INTERVISTA

Ivana Petraglio, nuova presidente dell’Associazione Giornate del Malato

16 ATTUALITÀ

Echi dalla Conferenza d’autunno dei presidenti cantonali

17 STRATEGIA 2029

Intervista a Werner Bader

18 BUONO A SAPERSI

Donazione delle cellule staminali del sangue

I gruppi Gioventù rappresentano il futuro di Samaritani Svizzera. Qui un esercizio di gurppo ad Alpnach del gruppo Help di Untervaldo.

IMPRESSUM

«oggi samariani» 1/2025

Data di pubblicazione: 19 febbraio 2025

Editore

Samaritani Svizzera

Martin-Disteli-Strasse 27

Casella postale, 4601 Olten

Telefono 062 286 02 00 redazione@samaritani.ch www.samaritani.ch

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Prezzo d’abbonamento

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4 numeri all’anno

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Redazione

Svizzera tedesca: Anita Simeon (asi)

Svizzera francese: Chantal Lienert (cli)

Ticino e Moesano: Mara Zanetti Maestrani (m.z)

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Notizie e attività dalle sezioni e associazoni della Svizzera romanda, del Ticino e Moesano e della Svizzera tedesca

Impaginazione, stampa, spedizione

Stämpfli Comunicazione, 3001 Berna staempfli.com

Foto

Copertina: Beat Brunner

Indice: Gruppo giovanile di Unterwalden

Editorial: Linda Pollari

Echi dal Simposio 2024 sui primi soccorsi

«SPERARE SIGNIFICA AGIRE»

Il mondo sembra andare a pezzi. Molte cose ci spaventano e il futuro è incerto. Il Dr. Andreas Krafft, psicologo positivo e co-presidente di swissfuture, Società svizzera di futurologia, ci dà tuttavia un buon motivo per sperare.

TESTO: Anita Simeon Lutz Foto e grafiche: mad swissfuture, iStock

La speranza richiede anche forza di volontà, perché spesso i problemi esistenti non possono essere risolti da un giorno all’altro. Ma bisogna continuare a percorrere il cammino per raggiungere l’obiettivo.

re in Svizzera. Qui, da oltre 20 anni l’economista aziendale insegna all’Università di San Gallo. Parallelamente, è impegnato come co-presidente di swissfuture, la Società svizzera di futurologia, e anche come membro del comitato della Società svizzera di psicologia positiva.

Signor Krafft, come si diventa futurologi?

Io vengo fondamentalmente dalla psicologia positiva. La psicologia classica si occupa innanzitutto del passato, la psicologia positiva del futuro. Da qui alla futurologia, il passo è breve.

All’inizio dell’anno si moltiplicano le previsioni, gli oroscopi, i barometri e le prospettive generali per il futuro. Dal 2009, l’Istituto per il management sistemico e la Public Governance dell’Università di San Gallo, in collaborazione con swissfuture, la Società svizzera di futurologia, conduce ogni anno per l’anno a venire un grande sondaggio su Internet - con il supporto del gruppo 20 Minuten - nella Svizzera tedesca, in quella romanda e in Ticino: il Barometro della speranza. La sua forza motrice è il Dr. Andreas M. Krafft. Cresciuto in Argentina, Krafft si è trasferito in Germania per poi approda-

Nella Svizzera italiana, le relazioni sociali sono al primo posto.

Uno dei concetti più importanti nei suoi studi, dei suoi libri e delle sue ricerche è la speranza. Come definisce questo termine?

La speranza non è mai sinonimo di ottimismo. La persona ottimista spesso si culla sugli allori e dice: «Andrà tutto bene.» Invece chi spera dice: «Il bene si può raggiungere!» Si tratta di due visioni divergenti. A mio avviso, sperare significa sempre agire.

Cosa ci dice il Barometro della speranza 2025 per la Svizzera?

In Svizzera, la maggior parte delle persone è sostanzialmente soddisfatta della propria vita e guarda con ottimismo al futuro. Tuttavia, la soddisfazione e la fiducia personali sono attenuate da un malessere generale per gli eventi e gli sviluppi sociali e globali. Nonostante il tenore di vita elevato, molte persone non hanno fiducia né nella politica né nell’economia per l’attuazione di una svolta decisiva, in particolare quando si tratta di risolvere problemi sociali ed ecologici. Per quanto riguarda le aspettative a lungo termine, la maggioranza della popolazione svizzera prevede un peggioramento della qualità di vita e un futuro globale caratterizzato da crisi, il che si ripercuote negativamente anche sullo stato d’animo generale. Le aspettative smorzate nei confronti di un avvenire prospero, associate alla convinzione che il progresso tecnologico ed economico da solo non rappresenti più un futuro auspicabile, sono la prova di un certo disorientamento e della mancanza di prospettive,

soprattutto nei Paesi europei più ricchi. Per la maggior parte delle persone, ciò che conta in futuro è una maggiore sostenibilità, la coesione sociale, l'armonia e la pace.

È interessante notare che le aspettative nei Paesi più poveri, come la Romania, l’Egitto, ecc., sono molto meno pessimistiche rispetto ai nostri dove regna il benessere. È corretto dire che più si sta bene, meno si spera in una vita ancora migliore, rispettivamente più si teme di perdere questo benessere?

Sì, si può dire così. Ma chi abita nei Paesi ricchi sa anche che il benessere ha il suo prezzo. La nostra società basata sulle prestazioni non ha delle risposte ai problemi sociali e ambientali. C’è un sovraccarico delle persone ma anche dei sistemi, come ad esempio la nostra previdenza per la vecchiaia o il

nostro sistema sanitario. Questo spaventa le persone e le fa sentire in certo qual modo impotenti.

Uno dei fattori di paura è anche la perdita di controllo dovuta all’utilizzo diffuso dell’Intelligenza Artificiale (IA). Perché? E come infondere fiducia nell’IA?

Il problema dell’Intelligenza Artificiale è il seguente: quando gli esseri umani elaborano le informazioni, si assumono anche la responsabilità del risultato. L’Intelligenza Artificiale non lo fa e, in realtà, non capisce quello che sta facendo, ma è semplicemente programmata per fare ciò che indicano i suoi algoritmi. Lo sviluppo e l’applicazione di nuove tecnologie dovrebbero concentrarsi sulle speranze individuali e collettive delle persone. Ciò permetterebbe di rafforzare e persino di stimolare la fiducia e l’accettazione del progresso tecnologico da parte della popolazione.

Speranze per il 2025 (valore medio)

buona salute - 1

matrimonio, famiglia e partnership felici - 2

armonia nella vita - 3

autodeterminazione personale - 4

buone relazioni con altre persone - 5

compito signi cativo e soddisfacente - 6

più sicurezza nell’ambiente personale - 7

ordine nella mia vita - 8

più divertimento con gli amicin - 9

più tempo per rilassarsi - 10

posto di lavoro sicuro - 11

più tempo libero - 12

aiutare le altre persone - 13

più soldi - 14

successo sul lavoro, nella formazione, ecc. - 15

più sesso, esperienze romantiche - 16

tedesco francese italiano

non importante importante

CHI È ANDREAS KRAFFT

Andreas Krafft è Dr. oec HSG. È co-presidente di swissfuture, la Società svizzera di futurologia. È anche autore di libri e docente presso l’Università di San Gallo. www.swissfuture.ch

Svizzera. La Svizzera francese è in linea di massima più pessimista di quella tedesca. Ma in Francia, questo pessimismo è ancora più marcato. E questo deriva sicuramente anche da un’origine culturale. Basti pensare ai filosofi francesi Sartre o Camus –nemmeno loro erano ottimisti sul futuro. Gli svizzeri tedeschi sono generalmente un po’ più ottimisti, sebbene tendano a essere anche molto individualisti. Nella Svizzera italiana, oltre a un lavoro sicuro, le relazioni sociali sono al primo posto.

Il senso e l’altruismo nella vita hanno acquistato valore negli ultimi anni?

I temi sociali hanno sempre avuto un’alta priorità nel sondaggio. Il denaro gioca solo un ruolo secondario. Tuttavia, l’aspetto interessante è la dissonanza tra ciò che le persone desiderano e sperano e la realtà attuale. C’è quindi bisogno che molte più persone si impegnino per un futuro migliore, come fanno le samaritane e i samaritani. Inoltre, dobbiamo smettere di preparare i nostri giovani al futuro. Dobbiamo invece metterli in condizione di costruire il loro proprio futuro.

Se dovesse fare una previsione generale per i prossimi vent’anni, quale sarebbe?

Per Samaritani Svizzera, tre valori sono particolarmente importanti tra le speranze personali espresse per l’anno 2025: buone relazioni con altre persone, compiti utili e soddisfacenti e poter aiutare gli altri. Qui sono interessanti le differenze culturali presenti tra le varie regioni linguistiche. Come le spiega?

Da quando conduciamo lo studio, siamo riusciti anche a individuare delle differenze culturali in

Viviamo in un’epoca di trasformazione e la paura del nuovo ci spinge a difendere lo status quo. La paura e la speranza sono sentimenti insiti in egual misura in ognuno di noi. La paura ci assicura la sopravvivenza, mentre la speranza ci fa evolvere. Dev’esserci un equilibrio tra queste due forze, altrimenti non andremo avanti. In più, stiamo vivendo al momento una polarizzazione estrema della società. Vorrei e spero che le persone si uniscano sempre di più per cercare ed elaborare soluzioni comuni.

Futuro probabile 2044 (Frequenza in %)

Proseguendo sull’attuale percorso di sviluppo economico e tecnologico, l’umanità supererà gli ostacoli ed entrerà in una nuova era di sostenibilità, pace e prosperità.

L’aumento della popolazione, il degrado ambientale, le nuove malattie e i con itti etnici e regionali fanno sì che il mondo si avvii verso un periodo dif cile di crisi e problemi.

molto improbabile abbastanza improbabile piuttosto improbabile

piuttosto probabile abbastanza probabile molto probabile

«Dobbiamo diventare più flessibili»

I bambini e i giovani di oggi sono il futuro di ogni associazione.

Juri Künzler, responsabile del settore Gioventù in seno al Comitato centrale, ipotizza come acquisirli e motivarli a restare all’interno di Samaritani Svizzera.

INTERVISTA: Anita Simeon Lutz

Juri Künzler, l’acronimo Help sta per «helfen, erleben, lernen, Plausch» (aiutare, vivere, imparare, divertirsi): in cosa consiste il programma di un Gruppo della gioventù samaritana?

L’acronimo descrive di fatto il nostro approccio. Oltre all’aspetto centrale di trasmettere i primi soccorsi, nostro tema principale, i Gruppi della gioventù offrono anche componenti ludiche e misure di formazione di gruppo. Le basi della tecnica samaritana sono importanti, ma viene dato altrettanto spazio a giochi all’aperto, a gare tipo olimpiadi, a una visita alla Rega o ai pompieri. Il programma concreto dipende dal team direttivo e dalla composizione del gruppo. Noi di Samaritani Svizzera non diamo istruzioni in termini di contenuti, vogliamo semplicemente svolgere un ruolo di sostegno con materiali, informazioni e, naturalmente, con i nostri corsi per monitori Gioventù.

C’è un’età minima per partecipare?

Anche in questo caso le pratiche sono diverse. Numerosi gruppi iniziano con bambini d’età media di 8-9 anni, ovvero circa in 3ª elementare. Tuttavia, diversi programmi e studi hanno dimostrato che ha senso avvicinare alle misure di primo soccorso anche un pubblico più giovane.

Oltre alle sezioni della gioventù, c’è anche il progetto «Salvataggi di classe» che gode di grande popolarità.

Sì. Con questo programma, sviluppato in collaborazione con la Guardia aerea svizzera di soccorso (Rega), vogliamo sostenere in particolare il corpo docente con documentazioni e materiali affinché trasmetta il tema dei primi soccorsi nelle scuole.

Juri Künzler è originario di Berneck (SG), è assistente medico presso l’Ospedale dell’Emmental e dal 2023 è membro del Comitato centrale, dove è responsabile, tra l’altro, del settore Gioventù.

Ma torniamo alle sezioni. Cosa occorre per poter costituire un Gruppo della gioventù samaritana?

Nel migliore dei casi una sezione samaritana o, nel caso specifico, anche un’associazione cantonale a cui aderisca il Gruppo della gioventù samaritana. Ma esistono anche situazioni in cui il Gruppo della gioventù forma una sua propria struttura associativa indipendente. Una monitrice samaritana o un monitore samaritano deve dichiararsi disponibile a essere responsabile nel trasmettere la tecnica samaritana, senza tuttavia dover essere presente a ogni esercitazione. Anche il coach gioventù può trasmettere i contenuti tecnico-specialistici. Oltre al regolamento che deve essere inviato al Segretariato centrale, è opportuno stipulare un accordo tra la sezione sostenitrice e il Gruppo della gioventù samaritana che regoli anche le questioni finanziarie (viene pagata una parte della formazione? Il Gruppo della gioventù samaritana ha un conto proprio? A quali condizioni il Gruppo gioventù può utilizzare il materiale della sezione? I/le partecipanti Help sono anche membri della sezione?).

Inoltre, è importante farsi un’idea della fascia d’età considerata (bisogna rivolgersi piuttosto ai bambini o agli adolescenti? Con quale frequenza si incontra il gruppo? Quali persone potrebbero collaborare?).

L’età difficile per le nostre sezioni è quella compresa tra i 20 e i 40 anni.

Come far sì che i giovani passino dalle sezioni della gioventù a una sezione samaritana ordinaria?

A livello di formazione, i moduli di corso per la gioventù sono strutturati in modo tale da poter passare direttamente alla formazione per gli adulti. Ma non tutti i membri devono diventare per forza quadri, né tutti i membri dei quadri della gioventù devono in seguito passare nei quadri della sezione e, viceversa, un membro ordinario dei Gruppi della gioventù può anche passare nei quadri della sezione. È un sistema molto flessibile. Tuttavia, consiglierei alle sezioni di coinvolgere i giovani nelle loro attività. In alcune sezioni, i giovani che frequentano l’ultimo anno di scuola sono invitati a fare un anno di prova in una sezione ordinaria. Molti di loro entrano poi a far parte della sezione, così si ha il vantaggio che i ragazzi del terzo anno di scuola secondaria conoscono già un membro attivo nella sezione del Gruppo della gioventù. Sicuramente è più difficile entrare a 15 anni in una sezione dove tutti gli altri membri hanno quarant’anni o di più. Tuttavia, l’età difficile per le nostre sezioni è quella compresa tra i 20 e i 40 anni. In questa fascia d’età, le persone sono molto mobili e in genere parecchio sotto pressione sul piano professionale e della carriera. Ad esempio, anch’io sono andato a Berna per studiare e a quell'epoca ho pensato in quale associazione del mio comune di origine restare attivo e in quale no. In genere, sono molte le persone di questa fascia d’età che lasciano le sezioni.

C’è un modo per riacquisirle nuovamente?

Innanzitutto vorrei sottolineare che i giovani che sono stati attivi in un Gruppo della gioventù samaritana per sei-otto anni non dimenticano facilmente le loro conoscenze in primi soccorsi. Li abbiamo sensibilizzati su questo tema che tengono a mente e resteranno certamente legati al movimento samaritano. Tuttavia, la vera sfida consiste nel motivare chi rientra tra i 20 e i 40 anni a im -

pegnarsi più a lungo e in modo vincolante. Magari le sezioni devono diventare più aperte e più flessibili. Direttive e regolamenti rigidi sono solo un deterrente. Io, ad esempio, ho dovuto impegnarmi come monitore gioventù per tre anni, anche se non sapevo dove mi avrebbe portato la vita. I vincoli sono per lo più controproducenti in questo senso e aumentano la soglia di inibizione.

Il lavoro con i giovani è stato anche un elemento importante della Strategia 2024 e ora è integrato nella Strategia 2029. Quali passi avanti sono stati fatti? Molte decisioni strategiche contenute nel documento sulla Strategia 2024 non sono ancora state attuate, in parte a causa della pandemia da Coronavirus e in parte per via dei cambiamenti nella struttura del Segretariato. Inoltre, la Strategia 2029 prevede d’integrare ancora più fortemente la base nel processo di attuazione e di acquisire tutte le fasce d'età con la stessa ponderazione. Ciò non significa che i giovani perdano di importanza. Al contrario, sono considerati come membri a pieno titolo che possono dire la loro sui vari processi.

Che ruolo hanno i canali di social media nella comunicazione con i giovani?

Il nostro tema è già molto specifico, quindi non possiamo semplicemente «scivolare» nel feed di una persona giovane per via delle sue preferenze personali. Tuttavia, metà della vita dei giovani di oggi si svolge su questi canali di social media. È quindi indispensabile essere presenti.

Come vede il futuro di Samaritani

Svizzera in generale?

Bene, perché la necessità dei servizi che offriamo è tendenzialmente in crescita. Garantire il bisogno di sicurezza durante le manifestazioni, per esempio, è anche un compito entusiasmante. Se riusciremo a convincere le persone con concetti associativi avvincenti, penso che riusciremo a farne appassionare parecchie sul tema dei primi soccorsi. E una volta accesa la scintilla iniziale, si resta appassionati per sempre alla nostra missione. I numerosi impegni portati avanti da molti samaritani per tanti anni lo dimostrano.

A proposito di impegno: resterà membro del Comitato centrale di Samaritani Svizzera?

Sì, al momento vorrei continuare a mettere la mia competenza di medico e di samaritano attivo a disposizione del Comitato centrale di Samaritani Svizzera.

Aiuto all’auto-aiuto

La Giornata del malato si svolgerà per l’86ª volta il 2 marzo 2025. Il tema di quest’anno sarà «Aiuto all’auto-aiuto». Gli interessati, i malati e i loro familiari imparano da soli i metodi o ricorrono ai servizi per aiutarsi e, sulla base delle loro esperienze, diventano poi competenti e sanno andare avanti autonomamente. Ma aiutare le persone ad aiutarsi può fare molto di più: se si fa propria la conoscenza della salute e della malattia, si può anche salvare la vita in caso di emergenza, come nel caso di Claudia Meier.

TESTO: Jen Haas, Fondazione svizzera per il cuore / m.z FOTO: Ralph Hut

Tre anni fa, un terribile incidente stradale ha stravolto la vita quotidiana di Claudia Meier. La donna ha infatti subìto un arresto cardiocircolatorio mentre era alla guida. Una giovane ragazza le salvò la vita. Piano piano, Claudia apprende cosa le è successo. Assieme ci rechiamo sul luogo dell’incidente dove, tre anni fa in novembre, il suo cuore ha cessato improvvisamente di battere e lei si è schiantata con la sua auto contro il parapetto di un ponte. All’epoca del malore aveva 37 anni. Da allora il vecchio parapetto è stato sostituito e non vi è più nessuna traccia dell’incidente. Mentre racconta, si aggrappa al metallo freddo, parlando an-

cora della «sua» ringhiera. L’incidente l’accompagnerà per il resto della sua vita.

Un angelo custode l’ha salvata

Quella mattina, come ogni giorno, Claudia si stava recando al lavoro ad Altstätten, nella Valle del Reno sangallese. Dell’incidente e di cosa sia successo, non ricorda nulla. L’auto è andata totalmente distrutta. Più tardi, una volta tornate a casa, Claudia ci mostra le foto della polizia sul tablet. Dalla polizia aveva infatti appreso che due uomini a bordo di un furgone si erano fermati per aiutarla. Tutta-

Claudia Meier deve la sua seconda vita alle coraggiose misure di primo soccorso eseguite dalla giovane donna.

via, i due uomini erano in difficoltà e non sapevano cosa fare. Fortunatamente, poco dopo si fermò anche una giovane donna che iniziò immediatamente a praticare il massaggio cardiaco. «È stata il mio angelo custode», dice Claudia Meier. I paramedici sono arrivati rapidamente con l’ambulanza e le hanno praticato cinque scariche elettriche. In seguito, è stata elitrasportata all’Ospedale di San Gallo.

Ma cosa è successo? Perché è capitato a lei? Ancora oggi Claudia fa fatica ad assemblare i pezzi del puzzle degli avvenimenti di quella mattina. Quando successe l’incidente, suo marito Tom lavorava in un cantiere. Ricevette una telefonata che gli chiedeva di tornare immediatamente negli uffici della ditta. La polizia era già lì, era dunque successo qualcosa di grave. «All’inizio pensai che fosse capitato qualcosa ai bambini», racconta Tom. Dopo le informazioni fornitegli dagli agenti, Tom affidò i bambini Anna e Filip alle cure dei nonni e si recò subito all’ospedale. «Mia moglie rimase in coma per due giorni, e nessuno poteva dare una prognosi», racconta. Una settimana dopo ha ricevuto un defibrillatore cardiaco impiantabile (detto CDI) che la protegge in caso di ulteriori problemi. La diagnosi è stata di fibrillazione ventricolare idiopatica. Cosa l’avesse scatenata, non era chiaro. Il suo cuore aveva improvvisamente iniziato a battere troppo velocemente e quindi non era più in grado di pompare il sangue nel corpo. Il suo sistema cardiocircolatorio è collassato e lei è caduta in uno stato di incoscienza, mentre era al volante.

Riconquistare un punto d’appoggio

Poco prima di Natale, Claudia Meier ha potuto tornare a casa dalla sua famiglia dopo un lungo periodo di riabilitazione. «È stato il più grande regalo della mia vita», dice. Anna e Filip hanno dipinto i saluti di benvenuto sulla porta del soggiorno con i colori a dita e questi saluti sono ancora lì oggi, sulla stessa porta. La gioia è stata enorme, la famiglia era finalmente di nuovo riunita. Claudia Meier ha dovuto piano piano ritrovare il ritmo della sua vita quotidiana e fare i conti con la situazione e il suo ICD, l’apparecchietto grande come metà del palmo della mano e che si sente facilmente sotto la pelle del petto. Nel caso in cui il cuore dovesse riprendere a battere troppo velocemente, l’ICD emette uno shock elettrico e lo riporta a un ritmo normale. Fortunatamente, ciò non è finora successo. Tuttavia, il dispositivo ha registrato un’aritmia, quindi ora Claudia sta assumendo dei farmaci per

questo problema. «Mi fido della mia terapia», dice, «non mi preoccupo più che possa accadere di nuovo.» Dal luogo dell’incidente, risaliamo di nuovo in auto. Claudia si mette al volante, è lo stesso modello d’auto e dello stesso colore grigio chiaro; l’acquisto di questa nuova auto era stato fonte di discussioni. Per la famiglia, quest’auto è diventata l’espressione della normalità della vita in comune. Una famiglia che è stata molto fortunata. «La mia vita è cambiata in meglio», dice Claudia, «i piccoli problemi quotidiani non mi preoccupano più come prima.» Tuttavia, a volte è assillata da domande alle quali non ha mai ricevuto risposta. Se solo potesse parlare con persone che hanno vissuto esperienze simili, pensa. Tuttora questo scambio le manca.

Profonda gratitudine

Claudia ha finalmente potuto parlare con il suo angelo custode: grazie a un conoscente ha infatti scoperto chi era la giovane donna che le ha salvato la vita. Così l’ha contattata e le ha chiesto se potevano incontrarsi. Jeanine, come si chiama la donna, ha accettato e le due donne si diedero appuntamento per una passeggiata. Quando Jeanine scese dall’auto e Claudia le si avvicinò, si abbracciarono spontaneamente. «Ho provato un profondo senso di gratitudine che non riesco a esprimere a parole», racconta Claudia. Durante la passeggiata sono riuscite a chiarire alcune cose importanti, alcuni pezzi del «puzzle» sono andati al loro posto e il terribile evento è diventato parte della loro storia. E mentre Claudia si congedava da Jeanine, fu improvvisamente pervasa da una sensazione di sollievo: sentiva che da ora sarebbe andato tutto bene.

La famigliola è felice di riavere la mamma a casa.

«È importante tessere relazioni ed esserci»

A tu per tu con Ivana Petraglio, nuova presidente dell’Associazione Giornate del Malato.

INTERVISTA: Mara Zanetti Maestrani e Anita Simeon

Signora Petraglio, lei è subentrata ad Athos Pedrioli nella carica di presidente dell’Associazione Giornate del Malato della Svizzera italiana. Il signor Pedrioli ha ricoperto questa carica per 17 anni.

Qual è dunque la sua eredità?

In un’associazione di questo tipo, la figura del presidente è importante, ma non determinante. È fondamentale invece la sua capacità di far crescere le persone che collaborano con lui, in particolare le persone di riferimento dei vari distretti.

Dove vuole portare l’associazione?

Voglio lavorare nel solco tracciato dai miei predecessori, cercando una vicinanza con il territorio che vada oltre la giornata della prima domenica di marzo. È importante tessere relazioni ed esserci affinché la malattia diventi opportunità di condivisione e non necessità di isolamento.

Come si configura la collaborazione a livello nazionale?

A livello nazionale viene concertato il tema della giornata, con un grande lavoro di condivisione portato avanti dal segretariato che assicura la raccolta di materiale inerente al tema interpellando tutti gli aderenti all’associazione nazionale. Ogni cantone declina il tema e lo diffonde utilizzando canali e forme ritenuti più congeniali allo scopo.

GIORNATA DEL MALATO

Una volta all’anno, la Giornata del Malato sensibilizza la popolazione su un tema specifico nel campo della salute e della malattia. Essa vuole contribuire a promuovere le relazioni tra persone malate e persone sane, a creare comprensione per i bisogni dei malati e a ricordare i doveri dei sani verso i malati. Inoltre, la giornata mira al riconoscimento delle attività di tutti coloro che si impegnano professionalmente e privatamente a favore dei pazienti e dei malati. Sul sito web www.tagderkranken.ch sono disponibili informazioni di base e una panoramica delle varie azioni previste il 2 marzo 2025.

Ivana Petraglio, nuova presidente dell’Associazione Giornate del Malato.

La Giornata del Malato è molto importante in Ticino, come mai?

È bene sottolineare che la nostra associazione è il riferimento per la Svizzera italiana, comprende quindi anche il Grigione italiano. È un momento importante per tutta la Svizzera; forse noi ticinesi siamo un po’ più bravi a manifestare le nostre emozioni e forse riusciamo a far passare meglio il messaggio delle giornate.

Quali attività sono previste quest’anno?

Abbiamo già iniziato lo scorso anno a ristrutturare il nostro sito al fine di valorizzare, rendendole visibili, le attività portate avanti nei vari distretti in collaborazione con le scuole e le strutture per lungo degenti con le quali si sono instaurati rapporti stretti da qualche anno. In particolare, oltre alla confezione di piccoli doni e di biglietti augurali da distribuire nella Giornata del Malato vera e propria, si tratta di mantenere l’attenzione sul tema della malattia e della vicinanza a chi la vive di persona, direttamente o indirettamente, organizzando durante tutto l’arco dell’anno dei momenti ricreativi a tema.

Il tema nazionale di quest’anno è «Aiuto all’auto-aiuto» ci dica di più…

L’accezione di gruppo di auto-aiuto è molto ampia, nel solo Canton Ticino ne sono attivi un centinaio.

Un esempio rappresentativo è quello dei samaritani della sezione di Coldrerio: il loro lavoro nella casa di cura locale è molto prezioso. Le attività organizzate, come il pranzo e i giochi, creano gioia tra i residenti.

Si tratta di dare forma e continuità alla necessità di condividere un problema di salute, discutendone le implicazioni fisiche e psichiche che accompagnano la persona e la sua rete di contatti nel percorso di cura che può durare anche tutta la vita. Lo scambio di esperienze può contribuire ad alleviare il peso di una presa in carico che - a dipendenza del contesto personale, familiare, lavorativo e sociale - può rivelarsi devastante.

Come giudica il sistema sanitario svizzero?

Di ottima qualità, capillare sul territorio, sufficientemente diversificato e stratificato per affrontare e accompagnare tutte le malattie nelle varie fasi della vita.

I gruppi di aiuto e assistenza dei samaritani di Lenzburg e dintorni si incontrano una volta al mese nella locale Casa per anziani dove organizzano degli intrattenimenti.

Quale ruolo pensa che svolgano i samaritani in questo sistema?

Rappresentano una componente imprescindibile del sistema sanitario. Il loro ruolo, in particolare nell’ambito formativo, ha acquisito nel tempo uno spazio definito e riconosciuto. Nessuno di noi potrebbe immaginare un evento sportivo, musicale o culturale di una certa rilevanza senza la loro presenza discreta, ma visibile e rassicurante. Penso anche al ruolo che i samaritani hanno nel mantenimento a domicilio delle persone anziane (e non solo) che abbisognano di una «supervisione» senza dover per forza ricorrere ai servizi di aiuto a domicilio, penso in particolare alla misurazione quotidiana della pressione o al controllo di alcuni parametri.

Quale significato specifico ha per lei la Giornata del Malato?

È un mezzo per raggiungere un fine che è quello di parlare della malattia e delle sue implicazioni sulla persona colpita dall’evento e sulla sua rete di contatti.

CONSIGLIO

Dai visibilità alla tua azione. Segnala la tua azione al Segretariato di Samaritani Svizzera (markom@samariter.ch) e inseriscila anche sul sito www.tagderkranken.ch/aktivitaeten.

Sguardo a ritroso su una vivace conferenza

La conferenza d’autunno di Samaritani Svizzera, tenutasi il 23 novembre 2024, è stata caratterizzata da molti temi diversi, discussioni intense e importanti dimissioni all'interno del Comitato centrale.

TESTO e FOTO: Mike Peter | m.z

Alla Conferenza d’autunno 2024 a Nottwil sono stati discussi molti temi, anche controversi. Samaritani Svizzera guarda tuttavia con fiducia in avanti.

Avvolta dalla magica atmosfera dell’Avvento, la presidente

Ingrid Oehen ha aperto la conferenza con un caloroso benvenuto e alcuni squisiti biscotti. Ha rivolto un benvenuto speciale a Roland Rossacher, presidente ad interim dell’associazione samaritana di Untervaldo, e a Manuela Gehrig, delegata per i giovani dell’associazione samaritana di San Gallo-Liechtenstein.

Raccolta fondi e lavoro con i giovani

Negli ultimi anni, le campagne di raccolta fondi dell’associazione samaritana raggruppante le sezioni della Città di Berna e dintorni (SSBU) sono state più volte oggetto di discussione. I responsabili della campagna, Thomas Fuchs e Robin Pietschmann, sono stati quindi invitati alla conferenza per discuterne. Gli attriti esistenti sono stati affrontati apertamente e sono state avanzate proposte di miglioramento. L’argomento sarà ora discusso ulteriormente all’interno dell’associazione. Un altro punto focale è stato il rinnovato coinvolgimento dei giovani. Juri Künzler ha presentato il contributo che i giovani vorrebbero dare all’attuazione della Strategia 2029. Questi punti sono stati sviluppati dai responsabili cantonali del lavoro con i giovani nell’ultima riunione di ottobre, tra cui il rafforzamento della delegazione giovanile e l’ampliamento dei programmi di formazione per i monitori della gioventù. Manuela Gerig, Christian Hürlimann e Silvia Schwerzmann sono i tre nuovi delegati dei giovani alla Conferenza dei presidenti cantonali.

Comunicazione e protezione dei dati

Philipp Moor dal canto suo ha informato sulla tabella di marcia della Strategia 2024 e sulla transizione verso la strategia subordinata 2029. Egli ha in particolare messo in evidenza il nuovo strumento digitale «Findmind», utilizzato per la prima volta per il rapporto annuale 2024. Questo sistema di facile utilizzo consente, tra l’altro, di registrare in modo efficiente l’utilizzo dei defibrillatori e altre cifre chiave significative. Inoltre sono stati introdotti tre nuovi moduli di modifica per facilitare la registrazione dei cambiamenti nei quadri della formazione, nelle strutture e nelle funzioni delle sezioni. Il Segretariato di Samaritani Svizzera ha impiegato dal canto suo risorse amministrative per portare avanti entrambi i progetti.

Silvio Rudin, responsabile del settore Marketing e Comunicazione, ha riferito sui successi ottenuti, come l’aumento della portata della raccolta fondi e il supporto fornito alle sezioni attraverso download, guide e cartoline. In occasione della Giornata mondiale della rianimazione, ben 33 sezioni hanno lanciato un segnale forte con campagne informative. Sul tema della protezione dei dati, Silvio Rudin e Philipp Moor hanno sottolineato l’uso consapevole dell’intelligenza artificiale (IA). Presso la sede centrale di Olten, l’IA viene utilizzata solo in modo mirato e nel rigoroso rispetto delle linee guida sulla protezione dei dati. All’inizio di gennaio 2025 è previsto un primo scambio tra coordinatori della protezione dei dati, con il supporto della società esterna Swiss Infosec.

Due dimissioni in Comitato centrale

La conferenza è stata contraddistinta anche dalla partenza di personalità di lunga data: il romando Laurent Audergon si dimette dal Comitato centrale, così come pure la presidente Ingrid Oehen, che ha giä lasciato il suo incarico alla fine del 2024. Sono già in corso le prime discussioni sulla successione. La conferenza d’autunno ha mostrato quanto siano diverse le sfide e le opportunità che Samaritani Svizzera deve affrontare. Grazie a una strategia chiara, a team impegnati e alla rotta tracciata, l’Organizzazione si appresta ad affrontare un anno entusiasmante.

«Pensare e agire in modo orientato al processo»

In veste di «voce dal basso», Werner Bader ha partecipato allo sviluppo della strategia 2024, su cui si basa la strategia subordinata 2029. Dopo cinque anni, il bilancio delle misure raggiunte e di quelle non raggiunte lo invita a una riflessione.

INTERVISTA:

Signor Bader, lei era presente anche alla Conferenza autunnale dei presidenti cantonali a Nottwil. Quali ricordi porta con sé? Allora, è chiaro che le accuse reciproche e le incongruenze in seno al Comitato centrale che hanno portato alle dimissioni di Laurent Audergon e Ingrid Oehen, sono state una vera e propria bomba. Tuttavia, ciò che mi fa riflettere maggiormente è l’analisi dell’attuazione della Strategia 2024 che è stata discussa in questa conferenza. Alcuni punti sono stati definiti come raggiunti, ma per me essi non sono affatto evidenti e visibili a livello della base. Mi preoccupa il gran numero di «punti blu» che si fondono semplicemente nella strategia successiva. Gli obiettivi erano dunque troppo alti? Il tempo a disposizione era troppo poco? Oppure ancora, le risorse erano troppo esigue o semplicemente mancavano le idee per l’attuazione? Alcuni punti sono stati addirittura classificati come «rossi», cioè non realizzabili. Ad esempio, non è davvero possibile stabilire una gamma di prezzi comune e smettere di pensare in termini del proprio «orticello»? Non conosco il contesto di un fallimento e quindi non posso esprimere un giudizio. Ma il rapporto tra punti/argomenti in «verde», «blu» e «rosso» mi fa riflettere.

Quanto è importante una strategia quinquennale come questa per un’Organizzazione come Samaritani Svizzera?

Personalmente ritengo che le strategie sono molto importanti. La domanda «Cosa vogliamo ottenere entro quando?» è fondamentale. Senza obiettivi non funziona nulla. Sono davvero orgoglioso di ciò che abbiamo realizzato insieme e sono convinto che con questo gruppo di lavoro abbiamo fatto qualcosa di importante per i samaritani.

Quali sono state le principali sfide nella formulazione della Strategia 2024?

Mi è capitato di avere qualche problema con la formulazione, che spesso non corrispondeva alla mia lingua madre. Tuttavia, devo dire che ho sempre ricevuto una risposta alle mie domande e che i paragrafi sono stati talvolta riformulati in seguito alle mie richieste. I workshop si sono svolti in

Werner Bader è istruttore samaritano e membro della Commissione tecnica della sezione di Zurigo Ovest. È inoltre incaricato per la formazione e il perfezionamento e per i servizi medici nell’associazione cantonale di Zurigo.

ambiente molto amichevole, competente e ben preparato e sono stati anche documentati in modo impeccabile.

Quali problemi incontra l’implementazione?

Le misure devono essere attuate in modo molto più coerente. Per farlo, dobbiamo pensare e agire in modo orientato ai processi. Come responsabile di lunga data dei servizi medici di emergenza, so che senza processi chiaramente definiti non funziona nulla e ogni caso viene elaborato da zero. Una volta regolamentati i processi, tutti devono semplicemente attenersi a loro.

Come fare affinché i membri adottino e accettino la strategia?

A dire la verità, non so bene come si potrebbe fare. Persiste ancora un po’ la tendenza a pensare ognuno al proprio «orticello». Ma perché tutto funzioni davvero, tutti devono essere disposti a lavorare assieme. Se non siamo capaci a lavorare meglio assieme e a restare uniti, a tutti i livelli, ci facciamo un autogol. E questo non è certo un buon segnale per il mondo esterno. Ma non è nemmeno un bene per la nostra salute. Personalmente, sono convinto che potremo avere successo insieme e diventare più forti nel futuro solo se ci muoviamo tutti nella stessa direzione. Per farlo, però, dobbiamo tutti rispettare le regole ed essere aperti alle novità, e non solo a un certo momento, ma proprio ora!

Grazie per l’intervista.

Donazione di cellule staminali del sangue

Ogni giorno, bambini e adulti vengono colpiti da malattie ematiche potenzialmente letali come la leucemia. Molti di loro possono essere aiutati con un trapianto di cellule staminali del sangue. Tuttavia, è molto difficile trovare una donatrice o un donatore compatibile.

TESTO: Karin Zürcher, Trasfusione CRS Svizzera, FOTO: mad

I pazienti affetti da una malattia ematica maligna come la leucemia hanno un grosso problema: le loro cellule staminali del sangue non producono più abbastanza sangue fresco e sano di cui il corpo ha bisogno per sopravvivere. La chemioterapia può aiutare alcune persone malate, ma la vita di molte altre dipende da un trapianto di cellule staminali del sangue sane.

Cosa sono le cellule staminali del sangue?

Le cellule staminali del sangue si trovano principalmente nel midollo osseo e sono responsabili della formazione dei globuli rossi, dei globuli bianchi e delle piastrine. In quantità minore, le cellule staminali del sangue sono presenti anche nel sangue stesso. In caso di leucemia e altre malattie ematiche potenzialmente letali, un trapianto di cellule staminali del sangue rappresenta spesso l’unica possibilità di guarigione, poiché può ripristinare la funzione del midollo osseo che è quella di produrre sangue.

Chi può essere donatrice o donatore di cellule staminali del sangue?

Per registrarsi come potenziale donatrice o donatore bisogna avere un’età compresa tra i 18 e i 40 anni, essere in buona salute e avere un’assicurazione malattia in Svizzera o nel Principato del Liechtenstein. Le persone giovani sono particolarmente adatte, poiché la loro donazione aumenta le probabilità di sopravvivenza dei pazienti. Esiste un link diretto che consen -

te la registrazione online come donatore/trice: blutstammzellspende.ch/registrierung

Se le caratteristiche tissutali (caratteristiche HLA) di una persona registrata corrispondono a quelle di un paziente, Trasfusione CRS prende contatto con la persona in questione per raccogliere il suo consenso a sottoporsi a ulteriori accertamenti e a prestarsi per una possibile donazione. Il fatto che la persona in questione sia effettivamente selezionata per una donazione dipende dalle analisi approfondite delle sue caratteristiche tissutali.

Se una donazione è possibile dal punto di vista medico, si effettua un prelievo del sangue al fine di controllare le caratteristiche tissutali (controllo della tipizzazione HLA) ed evidenziare l’eventuale presenza di malattie trasmissibili. Se questa persona viene definitivamente selezionata come donatrice di cellule staminali del sangue, ha luogo un colloquio informativo approfondito con uno specialista. In seguito, si procede a un controllo completo della sua salute, per far sì che il prelievo e il trapianto siano il meno rischiosi possibili, tanto per il donatore che per il paziente. Ogni anno hanno luogo in Svizzera circa 80-90 donazioni di cellule staminali del sangue, organizzate da Trasfusione CRS, per pazienti svizzeri o stranieri.

Come avviene una donazione di cellule staminali del sangue?

Le cellule staminali del sangue possono essere prelevate dal sangue periferico o direttamente dal midollo osseo. Attualmente, in Svizzera, le donazioni di cellule staminali del sangue periferico rap -

SULLA PERSONA

L’esperta Karin Zürcher ha studiato medicina all’Università di Berna e da ottobre 2019 ricopre la carica di Medical Officer presso Trasfusione CRS Svizzera, occupandosi in particolare del tema Swiss Blood Stem Cells. www.blutspende.ch/it

presentano l’80% dei prelievi, le donazioni di midollo osseo il 20%. Presso il Centro trapianti si stabilisce di volta in volta il tipo di prelievo più adatto per il donatore.

Donazione di cellule staminali del sangue periferico: alcuni giorni prima della donazione, al donatore vengono somministrati fattori di crescita al fine di aumentare il numero di cellule staminali nel midollo osseo e riversarle nel sangue. Inoltre vengono effettuate delle iniezioni sottocutanee di tali fattori per quattro o cinque giorni prima della donazione. Durante la donazione viene inserito un accesso venoso in ogni braccio: il sangue scorre da un braccio attraverso un cosiddetto separatore cellulare e ritorna nel corpo attraverso il secondo accesso posto sull’altro braccio. Durante questo pro -

cesso, dal sangue vengono prelevate le cellule staminali, mentre tutti gli altri componenti del sangue vengono di nuovo ritrasfusi alla persona donatrice. In questo modo si evita una significativa perdita di sangue.

Donazione di midollo osseo: il prelievo del midollo osseo viene effettuato praticando diverse punzioni nelle ossa del bacino. L’intervento viene eseguito in ospedale in anestesia generale e dura da un’ora e mezza a circa due ore. Può comportare una perdita di sangue relativamente alta, che di regola non è preoccupante nel caso di una persona sana. Generalmente, il donatore può lasciare l’ospedale già il giorno seguente. Il midollo osseo si rigenera completamente nel giro di quattro settimane.

Come possono essere utilizzate le cellule staminali del sangue?

Attualmente, le cellule staminali del sangue sono utilizzate esclusivamente nel trapianto di cellule staminali del sangue per il trattamento delle malattie del sistema ematopoietico, malattie immunitarie così come metaboliche. Altre terapie con le cellule staminali sono ancora nella fase di ricerca di base.

La ricerca nel settore del trapianto di cellule staminali sta lavorando per rendere il trattamento più sicuro ed efficace. Un obiettivo è quello di ridurre complicazioni come la reazione di rigetto inverso (Graft versus Host Disease). Nel contempo, ricercatori e scienziati stanno cercando dei modi per prevenire le ricadute della malattia (recidive). A tal fine, vengono sviluppati e sperimentati nuovi medicamenti e metodi di trattamento.

I GINEVRINI AFFINANO IL LORO GRADO DI NOTORIETÀ

Il motivo principale che ha spinto Samaritains Genève a partecipare con uno stand al Palexpo, è l’opportunità data da questo tipo di grandi fiere rivolte a un pubblico molto vasto di poter incontrare un gran numero di persone in un breve lasso di tempo.

TESTO e FOTO: Chantal Lienert | m.z

Un investimento considerevole

Affittare uno spazio di 18 m 2 e arredarlo ai minimi termini non è cosa priva di costi: il prezzo base di 5000 franchi comprende infatti solo le pareti divisorie, l’illuminazione e un tappeto. Tutto il resto è a carico dell’espositore, a cominciare dall’arredamento, dalle decorazioni, dai ripostigli per il materiale e da attrezzature varie nonché dai parcheggi esterni. Per fortuna, Samaritani Svizzera ha fornito del materiale in questo senso, mentre la gamma di prodotti offerti dallo Shop del Vallese è stata molto apprezzata. I ginevrini hanno infatti unito le forze con lo Shop dei samaritani nella regione francofona del Vallese, lavorando assieme per una comune causa e creando così una forte attrazione. L’evento ha richiesto tanta buona volontà e disponibilità da parte dei membri delle sezioni di Ginevra, al fine di garantire la presenza per dieci giorni e per la durata di nove-dieci ore al giorno. Se durante i giorni feriali bastavano due persone allo stand, queste andavano raddoppiate nei fine settimana di grande affluenza per poter rispondere a tutte le richieste. Inoltre, nel primo fine settimana e in un’altra area del Palexpo, si è svolto un evento parallelo dedicato all’infanzia e al quale hanno partecipato anche i Samas’Kids; è stato pure offerto (a 20 franchi) un corso introduttivo sulle emergenze pediatriche. Il tutto ha riscosso un grande successo.

Effetti a lungo termine

Animati da questo desiderio, ecco che i samaritani di Ginevra hanno deciso di allestire uno stand alla fiera Les Automnales che si è svolta dall’8 al 17 novembre scorsi nei padiglioni del Palexpo, vicino all’aeroporto di Ginevra-Cointrin. Ogni anno questa esposizione, dove sono presenti artigiani, designer e commercianti attivi nei settori dell’abitazione, del benessere, del tempo libero e della gastronomia, attira circa 150 000 visitatori. Anche istituzioni varie e organizzazioni di interesse generale colgono l’occasione per presentare le loro attività.

Benoît de Haller, appassionato e attivo presidente dei samaritani ginevrini, pur essendo ben consapevole del fatto che non è possibile misurare con precisione la redditività di un’operazione del genere – senza contare le ore trascorse sul posto e il budget complessivo dell’operazione che si aggira intorno ai 7000 franchi – è comunque soddisfatto. Molte persone si sono infatti fermate allo stand e hanno potuto esercitarsi nella rianimazione con i manichini. Si sono anche creati nuovi contatti e si sono potuti vendere dei corsi, mentre gli articoli dello Shop vallesano sono stati molto richiesti. Non da ultimo e benché non fossero responsabili del servizio medico-sanitario dell’evento, i samaritani sono stati chiamati in diverse occasioni per assistere persone ferite o malate.

Grazie alla partecipazione a un grosso evento, possono crearsi molti nuovi contatti.

Notorietà indispensabile

Mantenere la propria reputazione è qualcosa su cui bisogna continuare a lavorare. I tempi cambiano, le persone vanno e vengono e se si vuole evitare di essere dimenticati e messi da parte da concorrenti più agguerriti, occorre mostrare regolarmente la propria presenza. Anche i marchi più noti lanciano costantemente campagne di richiamo. Notorietà e buona reputazione facilitano le assunzioni, le trattative con i fornitori e l’acquisizione di clienti, poiché non si deve spiegare a lungo chi si è e cosa si fa. L’unico rischio della notorietà è che più si è conosciuti, più rapidamente si diffondono le notizie di eventuali contrattempi o disguidi. Ma mantenere una buona immagine e reputazione del proprio movimento è responsabilità di ogni samaritano.

Emozione e attesa alla ruota della fortuna: vincerò o non vincerò?

Affascinati dai manichini, i bimbi trascinano con sé i loro genitori e sono molto attenti alle spiegazioni che vengono loro date.

Decidi tu del tuo corpo, in vita e anche dopo. Documenta perciò la tua volontà in merito alla donazione di organi e informane anche i tuoi cari.

GIOVANI SAMARITANI TICINESI

DINAMICI

E PROPOSITIVI

Il gruppo Help Bassa Valle Maggia, legato all’omonima e dinamica sezione, è nato il 29 ottobre 2009 nella sede della sezione a Gordevio. Vediamo come funziona e quali attività vengono proposte ai giovani samaritani.

TESTO : Mara Zanetti Maestrani

Gabriele Bonetti, monitore Gioventù e responsabile del gruppo, non ricorda esattamente cosa si fece, quasi 16 anni fa, per reclamizzare la fondazione e per «raggruppare» i giovani, fatto sta che alla serata costitutiva «erano comunque presenti ben 18 giovani con i loro genitori e i rappresentanti delle autorità comunali di Avegno/Gordevio e Maggia». Tra i presenti, anche il vicepresidente dell’allora Federazione svizzera dei Samaritani (FSS), Renato Lampert, pure valmaggese. «Fu un bel momento che sancì la nascita del nostro gruppo», ci racconta Gabriele, «gruppo che è composto da 15 giovani: otto ragazze e sette ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 18 anni». In quegli anni, ricorda Gabriele, la ferma intenzione del Comitato della sezione era quella di cercare nuova e giovane linfa per il movimento samaritano: «È in questa fase che mi sono avvicinato a questo progetto di gruppo Help. In questi 15 anni di attività, il mio importante e fedele aiutante è sempre stato Gianni Maddalena, già presidente di sezione e membro del Comitato cantonale ASSTM, che ha saputo trasmettere al gruppo la sua passione. Per tutti noi è stato ed è un grande aiuto.»

Il gruppo si trova regolarmente un sabato pomeriggio al mese, dalle 14 alle 16, seguendo il calendario scolastico. «Nel mese di giugno, prima delle lunghe vacanze estive e a mo’ di chiusura; organizziamo un incontro d’aggiornamento seguito da una cena», ci racconta il monitore, «mentre in settembre, alla ripresa dell’attività, prevediamo sempre un’uscita in una capanna alpina, con pernottamento.» Nel-

le attività regolari dell’incontro mensile, si toccano ed esercitano tutti i temi del pronto soccorso, avendo cura di impostarli sempre con un aspetto ludico e attrattivo, anche per favorire una buona atmosfera tra i ragazzi.

Ma ecco che arriva la classica domanda, sempre difficile e critica: riuscite a mantenere poi, negli anni, questi giovani samaritani in sezione? Sia come samaritani attivi oppure anche come membri di Comitato? «Sì questo è il punto dolente un po’ per tutti», confessa Gabriele. «È la sfida più ardua; mantenere i giovani in sezione è infatti molto difficile: il loro futuro e le loro strade li portano spesso altrove, per studi o per lavoro. Qualcuno, a volte, rimane o ritorna.

E ne siamo grati.»

«Comunque», conclude il nostro interlocutore, dando prova di una profonda passione e di attaccamento alla sezione, «per un monitore l’importante è trasmettere la passione per il soccorso e per l’aiuto al prossimo; sono convinto che alla fine del loro percorso, qualche giovane vorrà ritornare in questo ruolo. Per natura, sono una persona positiva; senza semina, non avremo mai un raccolto. Occorre persistere. Le soddisfazioni per me sono anche quelle di vedere i nostri Help - una volta adulti - ben inseriti nella società. Infatti tra i nostri giovani, uno è diventato soccorritore professionista, due sono ora infermiere, una è diventata fisioterapista, mentre un altro ragazzo sta studiando medicina, senza poi dimenticare la nostra Giulia che, a 16 anni (e ne aveva riferito anche «oggi samaritani», intervistandola), ha saputo rianimare un ciclista qui in Valle Maggia, salvandogli la vita. Sono cose che rincuorano e che ci motivano molto a continuare nel nostro lavoro!»

In Ticino e Moesano, attivi quattro gruppi Help

Nel comprensorio dell’Associazione Sezioni Samaritane Ticino e Moesano (ASSTM) sono attivi attualmente quattro gruppi Help di gioventù samaritana: oltre a quello della Bassa Valle Maggia, ci sono quello di Biasca (per informazioni: info@samaritanibiasca.ch); quello della sezione di Bodio-Personico e Pollegio (samaritani.bodio@bluewin.ch) e quello della sezione di Tenero-Circolo della Navegna (informazioni: nicodemo.cannavo@samaritani-tenero.ch).

Gli Help Bassa Valle Maggia; Gabriele Bonetti è sulla destra.

LA SEZIONE DI BLENIO OFFRE UNA CASTAGNATA AGLI

OSPITI

DELLA CASA ANZIANI DELLA VALLE

Come da apprezzata e attesa tradizione, lo scorso 31 ottobre la sezione samaritana di Blenio ha organizzato e offerto una castagnata a tutti gli ospiti (un’ottantina in totale) della casa anziani La Quercia di Acquarossa, l’istituto per persone anziane della Valle di Blenio. Il noto «maronat» Giuliano Strazzini ha preparato con maestria le caldarroste, servite poi con i dovuti contorni e un ottimo dessert. La presenza del «maronat» che ha preparato le castagne in tempo reale, ha suscitato curiosità e interesse tra gli ospiti. Una bella serata conviviale, completata da una lotteria pure organizzata dai samaritani, che ha rallegrato gli ospiti e il personale presente. L’evento è stato organizzato a scopo benefico e in stretta collaborazione con la direzione della casa anziani. La sezione samaritana ha infine offerto un piccolo, ma molto apprezzato omaggio a tutti gli ospiti presenti.

Un momento della castagnata, nel ristorante della casa anziani.

COMUNICARE IN MANIERA EFFICACE È IMPORTANTE

Un momento dell’esercizio dei samaritani della sezione di Tenero-Contra e del Circolo della Navegna.

Lo hanno capito i samaritani della sezione di Tenero-Contra e del Circolo della Navegna che hanno partecipato alla serata di formazione di venerdì 29 novembre 2024. I samaritani, accolti dai monitori presso la Cantina Carrara di

Gordola, si sono trovati davanti a una situazione bizzarra: San Nicolao ha avuto un malore ed è stato prontamente soccorso da due monitori presenti. Per fortuna si trattava di una messa in scena, perché al primo tentativo le cose non sono andate bene: il primo soccorritore ha cercato di stabilire un contatto con San Nicolao, mentre il secondo continuava ad interferire. In un secondo momento, è stato ripetuto l’intervento: i due soccorritori in questo caso collaboravano e comunicavano in maniera efficace. I samaritani presenti sono stati chiamati a riflettere sulle differenze tra i due interventi dal punto di vista della comunicazione e dell’efficacia del soccorso. La serata si è conclusa con un ricco aperitivo accompagnato dagli ottimi vini prodotti da Graziano Carrara.

Al termine, un ricco aperitivo ha rinsaldato amicizie e contatti.

NUOVO INIZIO, CON PASSIONE

Con la sezione samaritana di Zurigo Città e dintorni, nasce una nuova e forte sezione proprio nel cuore del comune-città più popoloso della Svizzera.

TESTO: Anita Simeon Lutz | m.z

«C’è una magia in ogni inizio», dice la famosa poesia «Stufen» (Gradini) di Hermann Hesse. E questa saggezza potrebbe essere applicata anche alla fondazione della sezione samaritana di Zurigo Città e dintorni. Con molta dedizione e passione, nonché volontà e disponibilità di investire il proprio tempo, il giovane gruppo di samaritani ha deciso di occuparsi delle misure di primo soccorso nei distretti 1, 2 e 5 della Città di Zurigo. La particolarità di questa nuova sezione è che circa un terzo dei suoi membri ha meno di 30 anni e rappresenta la generazione dei giovani samaritani. «A 52 anni mi sento già una vecchietta», dice Simone Aerni, che assieme a Sijamini Baskaralingam (26 anni) detiene la presidenza della nuova sezione ed è responsabile della comunicazione esterna. «Per noi era molto importante poter partire senza problemi ereditati dal passato, anche se ciò ha comportato – all’inizio – un aumento degli oneri amministrativi. Ma questo offre anche l’opportunità di fornire nuove strutture che invoglino le giovani generazioni a impegnarsi attivamente. I tempi sono cambiati», afferma Simone Aerni. «Perché i giovani dovrebbero essere interessati a continuare le stesse attività svolte dalle generazioni più anziane?», interroga Simone Aerni.

Partecipazione

di tutti

Foto di gruppo in occasione della neo-costituzione della sezione samaritani di Zurigo Città e dintorni. (Al centro con la giacca rossa: Simone Aerni, terza da destra: Sijamini Baskaralingam)

Non è così semplice rispondere alla domanda: cosa attrae specificamente le giovani generazioni e cosa dovrebbe essere diverso? «Ci muoviamo e operiamo anche all’interno di strutture predeterminate», afferma Simone Aerni. «All’interno di queste strutture, ci sforziamo di dare l’opportunità di partecipare e collaborare al maggior numero possibile di compiti e di essere trasparenti, creando senso di appartenenza. Per raggiungere questo obiettivo, ci affidiamo a una comunicazione semplice e veloce, che vogliamo ottenere grazie all’uso di moderni strumenti online e canali di

social media. Tuttavia, per noi è anche importante che l’accesso alla sezione sia semplice, che non si debbano superare grandi ostacoli. Un dialogo schietto e aperto e la disponibilità all’inclusione e all’accettazione di punti di vista diversi dovrebbero diventare la nostra prassi. Vogliamo avere il coraggio di sperimentare cose nuove. Il fallimento deve essere permesso: significa cercare altre strade. Ci impegniamo per creare gruppi di lavoro con il coinvolgimento della base della sezione. Tutti dovrebbero partecipare allo sviluppo e condividere le responsabilità. Può trattarsi anche di qualcosa – un incarico, un compito – di molto piccolo. Integrando tutti i membri, speriamo di ottenere un’equa distribuzione del carico di lavoro. Le pause (o time-out) devono essere possibili grazie e attraverso apposite funzioni sostitutive.» La visione della nuova sezione samaritana di Zurigo Città e dintorni potrebbe rappresentare un prototipo per la revisione della vita e delle attività di altre sezioni e associazioni. Auguriamo a tutti i samaritani coinvolti tanto divertimento e perseveranza, tanto coraggio e nuove idee. Saremo lieti di monitorare gli sviluppi e di riferire nuovamente in merito.

Ulteriori informazioni sulla sezione di Zurigo Città e dintorni si trovano all’indirizzo: www.samariter-zuerichcity.ch.

NUOVA APERTURA DELLA SEDE DI WÄDENSWIL

Lo scorso 7 settembre 2024, i samaritani di Wädenswil hanno inaugurato ufficialmente la loro nuova sede sezionale situata in Oberdorfstrasse 12. Il consigliere nazionale e sindaco Philipp Kutter ha pronunciato il discorso di benvenuto e ha inaugurato i nuovi locali. La popolazione ha potuto vistare la nuova sede e ricevere informazioni competenti sui servizi e sulle attività dei samaritani. In varie postazioni, si sono potute vedere le apparecchiature e testare alcuni materiali. Si è potuto visitare anche l’apposita auto per i servizi sanitari e gli interessati hanno potuto farsi misurare la pressione sanguigna e la glicemia. Non sono mancate bibite e piccoli snack. La storia della nuova sede è assai lunga e movimentata, caratterizzata da numerosi spostamenti. La primissima sede si trovava infatti al Rosenhof. La signorina Engelschall aveva costituito un lascito a favore della sezione samaritana, in modo che potesse rimanere al Rosenhof finché la casa fosse rimasta in piedi. Tuttavia, nel corso degli anni e a seguito dell’aumento del numero di corsi e di partecipanti, questo spazio è diventato troppo piccolo e l’aula fu spostata all’ultimo piano dell’edificio della vecchia Scuola professionale. Più tardi, sia l’aula per i corsi che il deposito per il noleggio di materiale hanno trovato posto in uno spazio in Schönenbergstrasse. Successivamente vi fu un nuovo trasloco in Zugerstrasse, dove la sede rimase per diversi anni. Tuttavia, a seguito di un cambio di destinazione dell’edificio, i samaritani dovettero di nuovo cercare una nuova casa. Finalmente, in Oberdorfstrasse 12, in un ex negozio di fiori i samaritani hanno trovato quello che cercavano. I locali sono

stati rinnovati e arredati in modo accogliente; la sede è bella e luminosa. Di fronte alla casa ci sono i posteggi che permettono a tutti di accedere facilmente alla nuova sede. Nel suo discorso, il sindaco Philipp Kutter ha poi affermato che lui stesso sa molto bene quanto sia importante poter contare su specialisti così competenti come i samaritani. Prima di procedere al tradizionale taglio del nastro assieme ai membri della sezione, ha voluto ringraziare tutta la sezione samaritana a nome dell’intera popolazione.

ONORE PER TRAUGOTT BLASER

Il nostro membro Traugott Blaser è stato onorato in occasione della consegna del premio samaritano dell’associazione cantonale di Berna. Traugott è stato premiato per il suo lungo impegno a favore del movimento samaritano: ha infatti iniziato l’attività sanitaria con la Farmacia dell’Esercito svizzero, per la quale si occupò della logistica, della gestione dell’inventario e delle ispezioni presso i poligoni di tiro. Nel 1960 è entrato a far parte della sezione samaritana di Schüpfen dove, nel 1967, ha completato la sua formazione di monitore samaritano, funzione che ha esercitato per ben 45 anni. Un impegno davvero lungo! Per questo e con merito, ha ricevuto il premio samaritano 2024.

Onore a chi lo merita: Traugott (Godi) Blaser con sua moglie Elisabeth Blaser.
Il taglio del nastro ad opera del consigliere nazionale e sindaco di Wädenswil, Philipp Kutter, assieme ai membri della sezione.

Donne ≠ uomini

Il Simposio 2024 di primo soccorso si è concentrato sul tema «Donne e uomini». I relatori hanno illustrato, con un approccio anche umoristico ma fondato su basi concrete, le numerose differenze tra donne e uomini nell’ambito dei primi soccorsi.

REDAZIONE: Beat Brunner, m.z / FOTO: Jonas Weibel | Simposio primo soccorso

Willem van Waasbergen, paramedico e infermiere anestesista, ha parlato del suo lavoro.

Per quanto possiamo sforzarci di diventare socialmente, politicamente, culturalmente ed economicamente uguali, l’anatomia delle donne e degli uomini è e rimane diversa. E questo ha un impatto sulle possibili emergenze mediche e sull’apporto appropriato dei primi soccorsi. Il Simposio 2024 di primo soccorso si è concentrato proprio sul tema di genere: «Donne e uomini». E laddove ci sono delle differenze, solitamente occorre una maggior comprensione. Proprio questa comprensione è stata promossa dal Simposio 2024 grazie alla relazione del paramedico e infermiere anestesista Willem van Waasbergen che ha proposto ai partecipanti una breve panoramica di nozioni sull’anatomia umana. Si è poi concentrato sulle donne, parlando del loro ciclo mestruale, delle gravidanze, degli aborti spontanei fino ad arrivare alle gravidanze ectopiche, alla cistite o alla pre-eclampsia.

L’oratore ha sapientemente abbinato l’esposto teorico con le sue esperienze pratiche professionali. Dopo di che – rispettando l’alternanza di ruoli e di genere – il compito di parlare degli uomini è spettato a una donna: la dottoressa Doris Mannhard, specialista in urologia FMH dell’Uroclinic Uster, ha infatti affrontato tutti i tipi di emergenze maschili, tra cui ernie inguinali, epididimite, torsione testicolare e ritenzione urinaria. Anche lei, come già il suo collega uomo, ha parlato di casi che ha incontrato nel suo lavoro quotidiano, suscitando spesso commenti stupiti ed esclamazioni da parte dei partecipanti di sesso maschile.

Differenze religiose e culturali

Esistono anche differenze culturali e religiose. Tuttavia, spesso non sono così facili da individuare e apprendere come le caratteristiche anatomiche. Alcuni pazienti non vogliono essere rianimati, altri invece non vogliono ricevere sangue estraneo; altri ancora non devono essere toccati e altri non

vanno lasciati soli in un locale. Inoltre può essere estremamente difficile conciliare queste differenze con i propri valori personali e le procedure apprese. Nella sua presentazione, Stephan Schärli si è concentrato proprio su questo tema attingendo dalla sua ampia esperienza. Infatti, tra le altre funzioni, è paramedico, responsabile di un reparto di emergenza interdisciplinare presso l’Ospedale cantonale di Lucerna a Wolhusen e presidente di un’organizzazione Spitex. Ai partecipanti ha saputo trasmettere soprattutto un principio: tutto quanto ruota attorno alla comunicazione, che sia

verbale o non verbale. Tuttavia, il tema «Donne e uomini» presenta molti altri ostacoli per quel che riguarda i primi soccorsi. Ad esempio, la definizione dei limiti, la protezione legale e l’auto-protezione psicologica per i soccorritori. Questi aspetti sono stati affrontati durante la tavola rotonda conclusiva. Ai relatori già citati si sono aggiunti due membri del comitato direttivo dell’Associazione svizzera per la salute aziendale (ASSA): Bruno Ducceschi e Katia Güntert che così hanno condiviso molte storie ed esempi tratti dal loro bagaglio di esperienze. L’edizione 2025 del Simposio si svolgerà l’8 novembre nella sala del KKL di Lucerna. Il tema sarà: Soccorritore – già con un piede in prigione? www.ersthelfersymposium.ch.

Dopo quattro edizioni di successo svoltesi nell’Auditorium, il prossimo simposio di primo soccorso si sposterà nella sala del KKL di Lucerna.

Corsi e moduli di formazione

Il Segretariato di Samaritani Svizzera offre diversi corsi e moduli di formazione. La gamma completa dei corsi è disponibile sul portale protetto da password (https://portal.samariter.ch). Qua sotto ne elenchiamo solo una selezione. I corsi possono essere prenotati direttamente nel portale. Per domande scrivere a: info@samariter.ch

Istruttore/trice BLS-AED-SRC

Corso Date Lingua Luogo

BLS_M01 2025/1 21.02-22.02.2025 Francese Losanna

BLS_M01 2025/2 23.05-24.05.2025 Francese Losanna

Istruttore/trice First Aid 1

Corso Date Lingua Luogo FA_M01 2025/2 25.04.2025 Tedesco Olten

Monitore/trice samaritano/a – Istruttore/trice

Corso Date Lingua Luogo SL_M01 2025/2 24.05.2025 Tedesco Olten

Lavoro di sezione – corso di formazione di base

Il corso di formazione di base offre ai nuovi membri di Comitato l’opportunità di familiarizzare con tutti gli aspetti della vita associativa e sezionale. I singoli moduli trattano argomenti attuali e futuri. Per completare il corso è necessario frequentare tutti e quattro i moduli.

Corso Date

Lingua Luogo

Modulo 3, Organizzazione 11.03.2025 Tedesco Olten

Modulo 4, Pianificazione, controlling, conduzione 19.03.2025 Tedesco Olten

Modulo 1, Leadership 12.08.2025 Tedesco Olten

Modulo 2, Membri 19.08.2025 Tedesco Olten

Moduli di approfondimento

I moduli di approfondimento sono offerti come corsi serali online di 3 ore ciascuno per approfondire un argomento specifico.

Corso Date Lingua Luogo

Pianificazione della successione 19.02.2025 Tedesco online

Formazione sull’applicazione della piattaforma IAS 05.03.2025 Tedesco online

Reclutamento dei membri 24.03.2025 Tedesco online

Media, social media, comunicazione 22.04.2025 Tedesco online

Finanze, tasse e assicurazioni 21.05.2025 Tedesco online

Coach di sezione

Corso Date

Lingua Luogo

Formazione continua obbligatoria per i coach di sezione 2025 22.03.2025 Tedesco Olten

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DIFFICOLTÀ MEDIA

Soluzione

«I samaritani per me sono un affare di cuore »

Da oltre 40 anni, Dani Hohl è un samaritano attivo; dal mese di maggio 2017 lavora come consulente alla clientela presso Samaritani Svizzera a Olten. A fine febbraio, entrerà al beneficio della meritata pensione. In un'intervista di commiato, abbiamo voluto raccogliere la sua lunga esperienza nel corso degli anni e la sua opinione sui samaritani in generale.

INTERVISTA: Anita Simeon Lutz e Mateo Lutz | m.z

Dani, hai iniziato il tuo lavoro presso Samaritani Svizzera il 1º maggio 2017. Quali erano e quali sono ora esattamente i tuoi compiti?

Ho iniziato come responsabile dell’assistenza e il mio compito era quello di aggiornare con i dati la piattaforma IAS appena creata e di tenerla sempre attuale. Mi sono poi anche familiarizzato con la piattaforma myLearning e l’ho gestita. Poiché in quegli anni ero, e da ben 40 anni, un samaritano attivo in vari ruoli, mi sono trovato di fronte a domande di ogni tipo provenienti dalla base, alle quali ho potuto rispondere con le mie competenze. Quando poi, nel 2021, sono passato al Servizio clienti, è cambiata anche la mia area di responsabilità. Se prima mi occupavo quasi esclusivamente della piattaforma IAS, ora mi sono stati affidati nuovi compiti. Ad esempio, la tematica della formazione degli adulti in veste di responsabile dei workshop della conferenza per la formazione e la formazione continua, nonché i corsi di formazione online nel modulo di specializzazione delle piattaforme IAS-OMS.

Quali sono state le domande più frequenti nella tua carriera di consulente?

La gestione e i problemi con la piattaforma IAS sono un problema perenne. Un esempio di domanda frequente: «Perché devo registrare i partecipanti sulla piattaforma IAS? Se non li registro, non devo pagare alcun costo del corso.» Ma se i partecipanti non sono registrati, non potranno ricevere i certificati necessari, sia per il corso soccorritori per l’ottenimento della patente di guida, sia per i corsi First Aid per la formazione continua privata o professionale. Altra domanda ricorrente: «Perché devo fornire il mio indirizzo e-mail privato?». Perché questo indirizzo ha in genere una validità più lunga e non dipende da un datore di lavoro.

Quali eventi speciali ti rimarranno sempre impressi nella memoria?

Quando i «clienti» mi mandano un regalo in ufficio, è un’occasione speciale. È bello quando il proprio lavoro viene apprezzato. Ma i regali non sono necessari, perché mi piace molto il mio lavoro e, in quanto samaritano di lunga data, so bene dove si va a parare a livello di base. Vorrei anche

Dani Hohl è un samaritano appassionato. Dopo otto anni di consulenza presso Samaritani Svizzera, andrà ora in pensione. Lo ringraziamo di cuore per il suo impegno!

cogliere l’occasione per ringraziare tutti i samaritani per la loro grande collaborazione.

Cosa desideri trasmettere alla tua subentrante?

Alla mia subentrante Ruth Kamber vorrei consegnare il mio zaino pieno di consigli e validi stratagemmi, e spero che i samaritani le dimostrino la stessa benevolenza che hanno dimostrato a me negli anni del mio lavoro.

Quali sono le maggiori sfide che l’Organizzazione samaritana deve affrontare in Svizzera?

I samaritani sono partner importanti nel settore sanitario. Il nostro impegno va infatti oltre quello di un’Organizzazione di puro volontariato. Siamo anche attivi nella formazione. Sarebbe bello se i samaritani tornassero ad essere più attivi nell’assistenza di prossimità e se questo aspetto fosse riconosciuto anche dalle casse malati.

Tu sei anche vicepresidente tecnico dell’Associazione cantonale di Svitto. In quanto tale, sei co-responsabile dell’organizzazione dell’Assemblea dei delegati 2026 nel Canton Svitto. Cosa ti aspetti da questo importante appuntamento?

Al momento non posso e non voglio rivelare troppo, perché siamo ancora in fase di pianificazione. Tuttavia, l’Assemblea generale si terrà sicuramente nella capitale di Svitto.

Grazie per l’intervista.

Contatti

Redazione «oggi samaritani», Casella postale, 4601 Olten redazione@samaritani.ch

Mandate le vostre lettere o i vostri articoli all’indirizzo postale della redazione oppure all’indirizzo di posta elettronica (mail) qua sopra. Grazie!

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LE PROSSIME EDIZIONI

Edizione n. Termine redazionale Data di apparizione

2/2025 1.04.2025 8.05.2025 3/2025 7.06.2025 27.08.2025 4/2025 7.10.2025 26.11.2025

Orari di apertura del Segretariato centrale

Dal lunedì al venerdì siamo raggiungibili al numero 062 286 02 00 nei seguenti orari: 8.00-12.00 14.00-16.00

Saremo felici di sentirvi e di poter esaudire le vostre richieste.

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