O ar que respiramos it

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(discariche), l’estrazione di carbone e il trasporto di gas su lunga distanza. Più del 40% delle emissioni di ossidi di azoto provengono dal settore stradale, mentre circa il 60% delle emissioni di ossidi di zolfo provengono dalla produzione e distribuzione di energia nei paesi membri e cooperanti dell’AEA. Gli edifici commerciali, governativi e pubblici e le abitazioni private contribuiscono a circa la metà delle emissioni di monossido di carbonio e PM2.5. È chiaro che diversi settori economici contribuiscono all’inquinamento atmosferico. Inserire il problema della qualità dell’aria all’interno dei processi decisionali per tali settori può non conquistare le prime pagine dei giornali, ma favorirebbe certamente un miglioramento della qualità dell’aria in Europa.

La qualità dell’aria sottoposta al controllo pubblico Ciò che ha veramente interessato le testate internazionali e attratto l’attenzione pubblica negli ultimi anni è stato il tema della qualità dell’aria nelle grandi aree urbane, in particolare per le città che hanno ospitato i giochi olimpici. É il caso di Pechino. La città è conosciuta per i suoi grattacieli che spuntano come funghi nonché per il suo inquinamento atmosferico. Pechino ha iniziato a controllare in modo sistematico l’inquinamento atmosferico nel 1998 — tre anni prima di essere ufficialmente selezionata per ospitare i giochi olimpici. Le autorità hanno intrapreso misure concrete per migliorare la qualità dell’aria

prima dei giochi. I vecchi taxi e autobus sono stati sostituiti e le industrie inquinanti trasferite o chiuse. Nelle settimane precedenti ai giochi i lavori edili sono stati sospesi e l’utilizzo delle autovetture limitato. Il professore C.S. Kiang, uno dei principali scienziati cinesi che si occupano di clima, parla della qualità dell’aria durante i giochi di Pechino: «Durante i primi due giorni dei giochi la concentrazione di PM2.5, il particolato fine che penetra in profondità nei polmoni, era di circa 150 µg/m3. Il secondo giorno ha iniziato a piovere e si è alzato il vento e i livelli di PM2.5 sono diminuiti nettamente per poi stabilizzarsi attorno a 50 µg/m3, che è il doppio del valore di 25 µg/m3 previsto dalle linee guida dell’OMS.» Un simile confronto ha avuto luogo nel Regno Unito alla vigilia delle Olimpiadi di Londra nel 2012. La qualità dell’aria sarebbe stata abbastanza buona per gli atleti olimpici, in special modo per i ciclisti o i maratoneti? Secondo l’Università di Manchester le Olimpiadi di Londra non sono state libere da inquinanti ma potrebbero essere state quelle meno inquinate degli ultimi anni. Condizioni atmosferiche favorevoli e una buona pianificazione sembrano aver aiutato; un discreto successo se confrontato con la situazione di Londra nel 1952. Sfortunatamente il problema dell’inquinamento atmosferico non scompare dopo che i riflettori olimpici si spengono. Nei primi giorni del 2013 Pechino era di nuovo caratterizzata da altissimi livelli di inquinamento atmosferico. Il 12 gennaio misurazioni ufficiali hanno indicato concentrazioni di PM2.5 superiori a 400 µg/m3, mentre rilevazioni non ufficiali in diversi siti hanno raggiunto gli 800 µg/m3.

Maggiori informazioni • Relazione dell’AEA 4/2012: «Qualità dell’aria in Europa — relazione 2012» • Relazione dell’AEA 10/2012: «TERM 2012 — Il contributo dei trasporti alla qualità

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