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Una sana abitudine


Sommario Dermatologia

Ricerca

Dermatite da stress

Da Chernobyl al Giappone, la lezione di Pinchera

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Pedagogia

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Salute

Podologia

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Il piede reumatoide: aspetti clinici e terapeutici

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Musicoterapia

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Trust System®

Le biotecnologie e le nuove responsabilità civili

Vedere con la mente attraverso input sonoro-sensoriali

Farmacia

Criminologia

Psicoterapia

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Rivoluzione nella terapia della disfunzione erettile

Le parafilie (seconda parte)

Sociale L'Umanità Latente

Benessere Risveglia il Budda che è dentro di te

Terapia Il rischio clinico (1a parte)

Psicologia Il nostro corpo parla, impariamo ad ascoltarlo

Foniatria La voce di falsetto

Fisioterapia Le lesioni del legamento crociato anteriore

20

21

Il ruolo che ognuno sceglie nella vita

22

5

24

28 33 34

26 27

News Sociale Ricevi Salutare Eventi

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Tutti gli articoli hanno solo finalità informativa ed educativa, non costituiscono motivo di autodiagnosi o di automedicazione e non sostituiscono la consulenza medica specialistica.

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Angolo dei Lettori Pubblicazione mensile Anno VI n° 63 - 2011 Distribuzione gratuita Reg. Tribunale Av in data 15/01/2004 N° 419

Gentile redazione, 3 settimane fa ha

provvedimento terapeutico consiste nella

cominciato un dolore pungente e insop-

variazione dei fattori biomeccanici come

portabile (dura circa 20-30 sec.) nella fascia

la riduzione del peso ed il cambiamento di

laterale dello spigolo del piede sinistro, in

abitudini di vita errate; è indispensabile,

seguito il dolore è arrivato verso la meta

inoltre, valutare eventuali deficit posturali

del tallone, la mattina, quando mi alzo,

e compensarli con una scrupolosa e spe-

sento come se ci fosse una striscia rigon-

cifica terapia ortesica plantare che miri a

fiata all'interno e faccio fatica a mettere

ristabilire la giusta biomeccanica podalica,

il piede a terra, difficoltà a stare a lungo

scaricando e ammortizzando con materiali

in piedi perchè poi il dolore si avverte sul

multidensità le aree soggette a sovracca-

resto della gamba e anche della destra,

rico. In alcuni casi, buoni risultati possono

cosa mi consiglia di fare, che tipo di tera-

essere ottenuti con l’uso di talloniere in

pie: magnetoterapia, ultrasuoni, TENS?

silicone, che hanno lo scopo di assorbi-

Quali medicine posso prendere?

re i traumi e le vibrazioni oltre quello di

La prego di rispondermi al piu presto, la

alzare l’altezza del tacco per spostare il

ringrazio di cuore.

peso sull’avampiede e detendere quindi

Pietro (CL)

le strutture posteriori. Le terapie farmaGentile lettore, di seguito la rispo-

cologiche con antiinfiammatori risulta-

sta del dr. Antonio Pacilio Podologo,

no in genere poco efficaci per la scarsa

Posturologo, Presidente Società Italiana

vascolarizzazione dei tessuti interessati

di Pod., Doc. Univ.

dall’infiammazione. Utile l’applicazione

Leggerà l'articolo integrale di riferimento

di terapie fisiche tradizionali (ultrasuo-

sul prossimo numero di Salutare.

noterapia, laserterapia) che attualmen-

Editore: Ass. Culturale Salutare Direttore Responsabile: Angela Romano Redazione: Maria Paola Aprea Progetto grafico: Promova Coop. Soc. Onlus Area web: Carmine Serino Collaborazioni: dr. A. Del Sorbo, Ist.di ricerche Biogem dr. A. Pacilio, dr. G. Pistillo, avv. Tiziana Tomeo, dr.ssa E. Vesce, dr. A. Sabato, dr. A. Leggiero, dr.ssa T. Forlano, dr.ssa M. D'Orsi, dr.ssa R. Melillo, dr.ssa M. Frandina, dr. M. Borghese, dr. M. Ferrante.

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contatto skype: salutare.info Tel.: 0825.74603 Contributi: c/c postale n° 55117402 intestato all’Ass. Salutare via Due Principati, 278 Avellino Stampa: Paper Press Crediti immagine: shutterstock © Eduard Titov © Christian Darkin

te sono state sostituite da onde d’urto - Quella di cui lei è affetto è, molto pro-

e tecarterapia che inducono una buona

babilmente, la talalgia o tallodinia che

riduzione della sintomatologia dolorosa.

non è una patologia bensì un sintomo ed indica genericamente la presenza di dolo-

Sicuramente efficace risulta associare

re nella regione del piede denominata

all’iter terapeutico il trattamento mecca-

“tallone”. Dapprima dovrebbe eseguire

nico di stretching della fascia plantare e

l’esame radiografico utile per escludere

della muscolatura posteriore della gamba

eventuali patologie ossee; altri esami più

che ha lo scopo

specifici sono la RMN, la TC e la scinti-

di aumentare

grafia; questi vanno eseguiti unicamente

l’elasticità dei

per escludere patologie diverse. Per quel-

tessuti.

Errata Corrige

lo che concerne il trattamento, il primo la foto che è stata pubblicata su Salutare 55 - pag. 24 è del Odt. Gabriele Barbarossa

Questo spazio è pensato per voi Comunicate le vostre opinioni, esigenze, proposte, esperienze vissute oppure un parere sulle strutture e i servizi di cui avete usufruito. Non possiamo fornire risposte personali, ma le vostre segnalazioni sono preziose per orientare gli articoli e le inchieste che pubblicheremo sulla rivista. 6

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Serve un farmaco? Cercalo sullo smartphone! Una nuova applicazione per smartphone consente di navigare tra migliaia di dispositivi medici e farmaci, sia per uso umano che veterinario. Per ciascuno di essi fornisce principio attivo, indicazioni terapeutiche, posologia, interazioni, controindicazioni ed effetti indesiderati. Dal suo lancio, è stata l’applicazione per smartphone più scaricata in Italia e oggi continua a essere la più richiesta tra quelle dedicate alla salute. Si chiama WikiPharm e consente di trovare tutte le informazioni riguardanti i medicinali raccolti all’interno di database ufficiali.

di ricetta richiesta, controindicazioni ed effetti indesiderati. La ricerca può essere effettuata a partire dal nome commerciale del farmaco, dal nome del principio attivo, ma anche a partire da un disturbo specifico. Grazie alla possibilità di confrontare tra loro farmaci con lo stesso principio attivo, WikiPharm permette di trovare, per ciascun farmaco di marca, il generico corrispondente, segnalando il prodotto che, a parità di efficacia, qualità e sicurezza, costa meno. “WikiPharm è nata dall’idea di fornire al cittadino le informazioni necessarie per conoscere meglio i farmaci e gestire con più consapevolezza la propria salute”.

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News

Glutine: non c’è solo la celiachia

Ha finalmente un nome il disturbo che colpisce tre milioni di italiani e che ha sintomi molto simili alla celiachia. Una Consensus Conference tenutasi a Londra ha infatti definito l’esistenza della sensibilità al glutine, una nuova patologia che potrebbe risolvere il problema dell’inquadramento di quei pazienti per cui era stata esclusa la diagnosi di celiachia, senza che si disponesse di un’alternativa. Fino a qualche anno fa ci trovavamo davanti pazienti che a fronte della sintomatologia descritta non avevano un’indicazione precisa.

Si pensava che una volta esclusa la celiachia, la sensibilità al glutine non esistesse e che coloro che per eliminare i propri disturbi traevano vantaggio da una dieta senza glutine, godessero sostanzialmente del solo effetto placebo. Oggi non è più così, sappiamo che possiamo prescrivere la dieta senza glutine, anche temporanea, con la certezza di “curare” il nostro paziente”. Gli esperti riuniti a Londra hanno risposto a 9 quesiti, a cominciare dalla definizione della sensibilità al glutine. “Lo spettro dei disturbi correlati al glutine da oggi è un po' più ampio - ha >> segue

Data la sua crescita, Salutare richiede l’impiego di maggiori risorse. Naturalmente il servizio che noi offriamo ha dei costi, tuttavia, abbiamo comunque deciso di mantenerlo gratuito.

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News

>> segue

spiegato Alessio Fasano, dell’Università del Maryland School of Medicine di Baltimora - perché si è aggiunta una nuova entità a se stante: la sensibilità al glutine.

Per identificarla avevamo la necessità di distinguerla soprattutto dalla celiachia, con cui condivide la maggior parte dei sintomi principalmente gastrointestinali. Si può dunque affermare oggi che oltre a una differenza molecolare la sensibilità al glutine differisce dalla celiachia anche per la risposta del sistema immunitario. Se per la celiachia abbiamo, infatti, un meccanismo di tipo auto-immune fortemente condizionato da una risposta adattativa del sistema immunitario, per la sensibilità al glutine abbiamo osservato un maggiore coinvolgimento del meccanismo immunitario innato senza interessamento della funzione della barriera intestinale”. Il passo successivo è stato la messa a punto di un

algoritmo per la diagnosi della nuova patologia. “Il nostro incontro di Londra – ha aggiunto Carlo Catassi, Ordinario di Pediatria presso l’Università Politecnica della Marche di Ancona – è stato fondamentale per definire, per la prima volta, un iter diagnostico che identificasse la sensibilità al glutine. Sappiamo oggi, con maggiore confidenza, che per diagnosticare la sensibilità al glutine è necessario escludere tramite gli opportuni e specifici test diagnostici sia la celiachia che l’allergia al grano. Per quanto riguarda i sintomi, questi, sono molto comuni e coprono una vasta gamma che va dai dolori addominali, al gonfiore, all’annebbiamento mentale, alla stanchezza cronica fino ai disturbi del comportamento quali l’instabilità dell’umore e la depressione. Infine la sensibilità al glutine non sembra dare indicazioni temporali precise, può aumentare nel corso della vita o scomparire senza lasciare tracce”.

Decreto legge divieto Lampade abbronzanti ai minori Lampade abbronzanti a raggi uva e solarium vietati ai minori di 18 anni, alle donne incinte ed ai soggetti con particolari patologie o che si scottano facilmente al sole. Lo prevede un decreto interministeriale (Ministero della Salute e Ministero dello Sviluppo Economico) firmato dal ministro della Salute Ferruccio Fazio. Il decreto aggiorna le caratteristiche tecnico-dinamiche, le modalità di esercizio e di

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applicazione e le cautele d'uso degli apparecchi elettromeccanici per uso estetico. L'uso delle apparecchiature abbronzanti è, in particolare, vietato ai soggetti che hanno sofferto o soffrono di neoplasie o che si scottano con facilità a seguito dell'esposizione a raggi solari. In particolare le apparecchiature per le quali il Decreto fissa nuove caratteristiche e regole di utilizzo sono: Solarium per l'abbronzatura

con lampade UV-A o con applicazioni combinate o indipendenti di raggi ultravioletti (UV) ed infrarossi (IR); saune e bagno di vapore; vaporizzatori con vapore normale e ionizzato non surriscaldato; stimolatori ad ultrasuoni e a microcorrenti; disincrostanti per pulizia; apparecchiature per aspirazione di comedoni e levigatura della pelle; docce filiformi ad atomizzatore; apparecchi per massaggi meccanici o elettrici; rulli elettrici o manuali; vibratori elettrici oscillanti; scaldacera per ceretta; attrezzi per ginnastica estetica; attrezzature per manicure e pedicure; apparecchi a radiofrequenza; apparecchi per ionoforesi; depilatori elettrici o ad impulsi luminosi; apparecchi per massaggi subacquei; apparecchi per pressomassaggio; elettrostimolatore ad impulsi; soft laser per trattamento rilassante, tonificante o foto stimolante delle aree riflesso gene dei piedi e delle mani; laser estetico per depilazione.


pediatria psicologia alimentazione Pedagogia curiosità link utili

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e tante altre novità!

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News

Un programma interattivo via internet può informare efficacemente chi vuol fare il test per il portatore FC Prima di fare il test per il portatore FC è bene essere informati adeguatamente. Il test richiede informazioni non semplici da capire, d'altro canto necessarie, perché può comportare scelte importanti nella vita riproduttiva delle coppie. Ideale sarebbe che ci fosse la disponibilità su larga scala di personale esperto e dedicato al compito di fornire queste informazioni. È interessante questa ricerca, che ha usato, per fornire informazioni sul test, un programma interattivo da svolgere sedendosi davanti ad un computer. Il programma è stato sperimentato su di una casistica modesta e forse poco rappresentativa della popolazione generale a cui è destinato (erano prevalentemente uomini e per lo più di scolarità medioalta), però, pur con questi limiti, sembra dimostrare di essere uno strumento valido, in grado di informare gli utenti con la stessa efficacia del colloquio tradizionale svolto dal consulente genetico.

Ok dall’Istituto Superiore di Sanità, trapianti da maiali.

i loro organi sull’uomo, ma con precise limitazioni.

La decisione propizia è stata annunciata dal presidente del Consiglio superiore di Sanità Enrico Garaci dopo 10 anni di assenza di leggi in materia, il decreto che vietava la clonazione sugli animali è scaduto il 31 dicembre 2001. Il Consiglio superiore di Sanità ha dato il via libera alla possibilità di allevare suini transgenici per compiere ricerche e per trapiantare

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Il ministero, in una nota, aveva annunciato che del caso si sarebbe occupato il Consiglio Superiore della Sanità, dicendosi “consapevole dell’importanza potenziale che la produzione di suini transgenici può avere sulla salute umana con particolare riferimento al settore dei trapianti e della terapia delle malattie degenerative dell’uomo". Tuttavia il ministero ha detto che la materia è complessa e gli interessi economici devono conciliarsi con il benessere animale, con le problematiche ambientali e con la salute umana.

Il programma interattivo, è organizzato in tre brevi sezioni: le informazioni sulla malattia ("che cos'è la fibrosi cistica"), le spiegazioni su come si eredita ("principi di genetica della FC"); infine la descrizione delle caratteristiche del test per il portatore e dei suoi possibili risultati ("analisi genetica per FC"). Lo studio è originale per la realtà italiana e ha come risultato indiretto quello di mettere a disposizione su web il programma (disponibile on line all'indirizzo: http://comex.presentation.it ), che risulta ben strutturato, confezionato con linguaggio e immagini molto appropriate e che pertanto segnaliamo come una buona fonte informativa. Alla fine del programma vengono segnalati i link con altri siti dove si possono avere ulteriori informazioni ed anche la modalità per contattare il servizio di consulenza genetica a cui rivolgersi per chiedere il test. www.fibrosicisticaricerca.it

Ioduro di potassio Chi sta assumendo ioduro di potassio rischia un danno maggiore per gli eventuali effetti collaterali che dalle radiazioni per le quali oggi, in Italia, non c’è alcun pericolo. A mettere in guardia gli italiani dall’assunzione ingiustificata di farmaci contro il rischio di radioattività derivante dall’incidente nella centrale giapponese di Fukushima è Giovanni Lucignani, presidente dell’Associazione italiana di Medicina nucleare, che spiega come l’Italia stia gestendo la situazione e assicura: al momento non esiste alcun rischio per la salute nel nostro Paese. In ogni caso in Italia non c’è alcuna ragione per l’uso di questo preparato, la cui somministrazione deve comunque essere seguita dal controllo medico. Anzi, occorre mettere in guardia dai possibili danni derivanti dall’assunzione di questo preparato. In pratica, chi assume ioduro di potassio rischia un danno maggiore da effetti collaterali che dalle radiazioni.


Dermatologia a cura della dr. Antonio Del Sorbo Specialista in Dermatologia

Dermatite da stress Se fosse solo lo stress la causa delle malattie della pelle?

Le problematiche dermatologiche influenzabili dalla componente emotiva sono tantissime ed è più facile per il paziente memorizzare il concetto di dermatite da stress, piuttosto che ricordare termini non sempre di facile comprensione, come: tricotillomania, telogen effluvium, dermatite seborroica, orticaria, alopecia areata, iperidrosi, acne escoriata, onicofagia o psoriasi. Ma se fosse solo lo stress la causa dei problemi dermatologici, in una società come la nostra, con ritmi sempre più intensi, dovremmo aspettarci tassi di incidenza di dermatite da stress prossimi al 100% e invece fortunatamente ciò non si verifica. Lo stress è un meccanismo di difesa che il nostro organismo mette in atto ogni giorno davanti a possibili situazioni di pericolo e comprende una reazione iniziale di allarme, alla quale possono far seguito una fase di resistenza e una fase di esaurimento. Quindi una risposta biologica di adattamento continuo all'ambiente e non una patologia. Davanti ad una situazione che può alterare l'equilibrio fisico o emotivo dell'individuo (omeostasi), l'organismo deve scegliere se lottare o fuggire (teoria della fuga e della lotta). Lo stress rappresenta pertanto una normale risposta adattativa, comune a tutti gli esseri viventi e necessaria alla sopravvivenza. Se lo stress persiste, l'organismo cerca

di adattarsi alla nuova condizione (fase di resistenza) e alcune di quelle che percepiamo come patologie, non sarebbero altro che un tentativo di difesa (es. infiammazione) che l'organismo mette in atto per proteggersi da una noxa ambientale o emozionale. Purtroppo il termine dermatite da stress viene utilizzato fin troppe volte, anche per spiegare quelle patologie di cui sono noti i meccanismi eziopatogenetici e nelle quali lo stress rappresenta solo uno dei possibili fattori scatenanti. Patologie come la vulvodinia e la sindrome della bocca urente, erano fino a pochi anni fa attribuite unicamente allo stress, mentre oggi, si inizia a comprendere con sempre maggiore dettaglio la possibile patogenesi di queste nevralgie dermoepidermiche (allodinie). Tutte le malattie risentono dell'equilibrio psicoaffettivo. Il sistema neuroimmunoendocrino comunica costantemente con la pelle mediante speciali messaggeri fisiologici chiamati neuropeptidi. Cute e sistema nervoso originano dallo stesso foglietto embrionale (neuroectoderma) e continuano a comunicare per tutta la vita, mediante neurormoni e citochine. Le cellule del sistema nervoso, del sistema immunitario e della cute, hanno sulla loro superficie, tutta una serie di recettori di membrana specifici per poter interpretare questi segnali biochimici e produrre a loro volta altri neuropeptidi (es. CRH,

istamina, sostanza P, NGF, EGF, VIP, interleuchine, endocannabinoidi, endovanilloidi, etc) in modo da amplificare o modulare lo stress. A livello cutaneo, alcune di queste sostanze, possono mediare sintomi come prurito e vasodilatazione (rossore). Allo stesso modo queste sostanze liberate nella pelle, possono modulare le difese immunitarie locali (es. comparsa e risoluzione spontanea di verruche piane al viso o del mollusco contagioso nel bambino). In alcune situazioni di intenso stress, la pelle può divenire una vera e propria valvola di sfogo, bersa-

glio di atteggiamenti compulsivi che a volte possono scatenare vere e proprie dermatosi, come nel caso della perionissi da onicofagia, dell'alopecia da tricotillomania, della dermatite periorale da leccamento cronico e dell'eczema alle mani da lavaggi frequenti nei pazienti affetti da parassitofobia.

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Il termine dermatite da stress viene spesso utilizzato dal paziente, per definire quelle patologie dermatologiche, che possono insorgere o peggiorare nei periodi di intenso stress. Al momento della visita, il paziente esordisce talora con frasi del tipo “mi è ritornata la dermatite da stress”.

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scrivi a: dermatologia@salutare.info

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Ricerca a cura dell'uff. stampa Istituto di ricerche Biogem

Da Chernobyl al Giappone, la lezione di Pinchera

Incontri sui grandi temi della salute al centro di ricerche Biogem.

"Chernobyl: 25 anni dopo" È stato questo il tema dell'incontro con Aldo Pinchera ai primi di aprile presso il centro di ricerche genetiche Biogem di Ariano Irpino. Una riflessione approfondita partita dall'analisi degli effetti della catastrofe nucleare che un quarto di secolo fa segnò profondamente le coscienze del mondo intero. L'argomento ha assunto un significato ancor più forte, proprio mentre in Giappone l'emergenza apertasi con le esplosioni dei reattori di Fukushima allarma seriamente la comunità internazionale. Aldo Pinchera (Università di Pisa), è uno dei massimi esperti di endocrinologia e metabolismo del nostro tempo oltre a rappresentare una delle voci più autorevoli sul fronte dello studio dei potenziali danni causati delle radiazioni sull'organismo umano e sull'ambiente. “Ci si può proteggere dai disastri nucleari, usando i mezzi adatti. Le paure non sono assolutamente giustificate” - ha sostenuto il Prof. Pinchera -.

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"Dal disastro di Chernobyl abbiamo imparato che si possono adottare un complesso di misure per difendere la popolazione dagli effetti delle radiazioni, almeno per alcuni dei problemi che sono collegati a questi fenomeni”. Dopo la catastrofe nucleare del 1986, è stato riscontrato che le radiazioni possono colpire anche i bambini molto piccoli, finanche il feto può assorbirle e la manifestazione del tumore tiroideo può avvenire già dopo cinque anni dall’esposizione, contrariamente a quanto si sapeva prima ovvero che il tumore si manifestava con tempi più lunghi come venti anni". La prevenzione è la vera sfida. “Il disastro di Chernobyl – continua il professore dell’Università di Pisa – ha avuto una minor incidenza di quel che si pensava. La paura per l’effetto delle radiazioni ha comportato un aumento delle misure preventive. In quell’area si è assistito a un vero e proprio movimento di popolazioni, interi villaggi che si sono spostati, famiglie che hanno abbandonato le loro case per iniziare una vita altrove.


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Sui cittadini della Bielorussia e dell’Ucraina, fra quelli più colpiti dall’incidente nucleare, si sono però verificati altri problemi soprattutto a livello psicologico, degenerati in forme di depressione ed etilismo”. Sul Giappone Pinchera non ha dubbi: “l’impatto dell’incidente a Fukushima è stato molto maggiore di quello che avrebbe potuto per una serie di motivi: le emissioni alle radiazioni sono durate una decina di giorni; non sono state prese immediatamente le misure di protezione e i cittadini sono stati avvisati con ritardo; non si è provveduto a bloccare immediatamente il consumo di alimenti contaminati. Insomma - osserva l'illustre endocrinologo – se all’epoca di Chernobyl fosse stato fatto un embargo proteggendo i bambini, riducendo il consumo

di latte e prodotti caseari inquinati, ora avremmo un numero molto più basso di vittime per cancro. Per la popolazione europea, e in particolare per gli italiani, non c’è nessun rischio - tranquilizza infine Pinchera. Quando si è verificato il disastro di Chernobyl, la nube tossica ha viaggiato per tutta l’Europa, con un numero di radiazioni che non hanno creato problemi, figuriamoci se possiamo averne con la nube proveniente dal Giappone”. Le lezioni magistrali per l’alta formazione s’inseriscono in un progetto ambizioso di Biogem. “Il nostro esempio è la Normale di Pisa – dichiara il Presidente Prof. Ortensio Zecchino, ex Ministro dell'Università in tre Governi –. L’obiettivo è la realizzazione di

un’alta scuola rivolta agli studi biotecnologici, un polo che manca in Italia meridionale, e noi ci candidiamo a costruirlo”.

Approfondimenti Le conseguenze per la salute derivanti dall’esposizione alle radiazioni nucleari quali sono? Per l’organismo i pericoli sono in relazione con la quantità di radiazioni, con la modalità di esposizione e con la sensibilità delle varie parti dell’organismo. Le aree del corpo considerate più radio-sensibili sono quelle le cui cellule si moltiplicano molto rapidamente: la pelle, il midollo osseo e le ghiandole sessuali. Al contrario, reni, fegato, muscoli e sistema nervoso sono ritenuti radio resistenti, poiché le cellule che compongono questi tessuti si riproducono con minore facilità.

A seguito dell’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl, nel 1985, si era registrata una forte incidenza del cancro alla tiroide: per tentare di prevenire questo rischio in Giappone si sta organizzando la distribuzione di pillole di iodio radioattivo (I-131), che consentono di ottenere una distruzione mirata delle cellule malate senza colpire altri organi.

È possibile prevenire la contaminazione derivante dal contatto con le radiazioni?

I rischi più immediati, dunque, sono rappresentati da infiammazioni che coinvolgono la pelle e la bocca, da emorragie sottocutanee e perdita di capelli. Il tasso di mortalità è particolarmente elevato nell’arco di 45 giorni dal momento in cui si viene a contatto con le radiazioni.

Possono essere attuati alcuni comportamenti mirati, ma nulla assicura l’essere totalmente esenti da rischi. I più esposti a pericoli sono coloro che abitano nel raggio di 5 chilometri dalla centrale nucleare: in Giappone è stata evacuata la popolazione residente nei 24 chilometri circostanti la centrale; si raccomanda inoltre di utilizzare asciugamani umide per coprire la mucosa del naso e della bocca e di rimanere il più possibile in casa con porte e finestre chiuse.

Sopravvivere a questo, non offre garanzie sulle opportunità di evitare gli effetti a lungo termine, i cosiddetti effetti tardivi, costituiti da un accorciamento della prospettiva di vita, da danni all’apparato circolatorio e dall’insorgenza di tumori.

Nel caso in cui sia necessario uscire è necessario lavare poi accuratamente le mani. Una profilassi necessaria, ma di efficacia purtroppo molto limitata se la quantità di radiazioni nell’aria aumenterà sensibilmente.

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Podologia a cura del dr. Antonio Pacilio Podologo e Posturologo

Il piede reumatoide: aspetti clinici e terapeutici

Le patologie reumatiche con implicazioni podaliche sono molteplici e molto spesso l'interessamento del piede nel paziente affetto da artrite reumatoide può costituire l'esordio della malat tia stessa.

La flogosi iniziale si localizza nella maggior parte dei casi all'avampiede, ma può essere diffusa a tutto l'organo “piede” che assume un aspetto edematoso, "rotondeggiante", con cute tesa e lucente a colorito roseo o violaceo. Le deformazioni del piede sono il risultato di una tenosinovite articolare evolutiva che è responsabile dell'indebolimento dell'apparato capsulolegamentoso articolare che condiziona il cedimento dell'articolazione stessa, e questo anche in virtù di una paralisi della muscolatura intrinseca il cui ruolo nei meccanismi che regolano l'adattabilità del piede è già stato sottolineato. Il fatto che il piede sia "imprigionato in una scarpa", rende più intuibile e meno anarchico il meccanismo con cui si instaurano le deformazioni. Deformazioni e dolore riassumono l'avampiede triangolare reumatoide: questi sono naturalmente male accettati dal paziente che, in breve tempo, non è più in grado di calzare convenientemente le calzature e di avere un carico ed una marcia normali.

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scrivi a: podologia@salutare.info

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alterazioni in senso ipertrofico (aumento di spessore) che rendono ancora più importante il conflitto con la calzatura e di conseguenza il dolore. Il coinvolgimento quindi del tessuto cutaneo in corso di artrite reumatoide è molto frequente; essa diventa molto fragile e richiede spesso cure igieniche rigorose con sedute periodiche di trattamento presso un podologo laureato e specializzato in materia. In funzione delle lesioni, della loro entità, della sede e della riducibilità si adottano i vari tipi di presidi ortesici: da quelli plantari per migliorare l’appoggio plantare e la deambulazione, alle ortesi in silicone medicale per proteggere le dita dal conflitto con la calzatura. Lo studio della patomeccanica del piede reumatico attraverso la baropodometria, importante ai fini di una scrupolosa valutazione podoposturobiomeccanica fornisce dati precisi ed attendibili, per ogni singola fase del passo, inerenti la curva di forza, i tempi di contatto del piede al suolo, le pressioni massime esercitate e quantifica numericamente le forze a cui il piede è sottoposto. Scopo di questo mezzo pododiagnostico è quello di completare il momento cognitivo stabilendo con precisione quali pazienti hanno necessità di ortesi plantari e quali materiali utilizzare nella progettazione/costruzione.

È fondamentale ricordare che il cedimento progressivo delle articolazioni crea una paralisi con atrofia della muscolatura intrinseca ed una contrattura riflessa dei muscoli estrinseci.

Altro fattore che influenza la baropodometria è l’errata ripartizione a livello delle anche della forza peso.

In pratica si può quindi affermare che l'artrite reumatoide non fa altro che accelerare ed aggravare i disturbi architetturali che sarebbero comunque comparsi, anche se in tempi estremamente più lenti. Anche le unghie vanno soggette ad

Quando quest’ultimo non è egualmente distribuito uno dei due piedi sosterrà un carico maggiore di quello fisiologico determinando in un sistema già compromesso un aggravio della sintomatologia e del quadro clinico podologico in generale.


Pedagogia a cura del dr. Gerardo Pistillo

Pedagogista Clinico

Trust System®

La Pedagogia Clinica rivolge la propria azione educativa e maieutica a persone di tutte le età, con qualunque tipo di disagio psicofisico, al fine di aiutare l’essere umano a tirar fuori le proprie potenzialità latenti per utilizzarle in vista di un nuovo cammino, verso nuovi orizzonti esistenziali. Il ventaglio di Metodi di cui dispone la Pedagogia Clinica è molto ampio. Un’attenzione particolare meritano i cosiddetti Metodi dialogico corporei, finalizzati a promuovere un rinnovato vissuto corporeo all’insegna del piacere, del rilassamento psicofisico e dell’allentamento delle tensioni e delle sofferenze psicosomatiche. Tra i metodi dialogico corporei troviamo il Metodo Trust System®, finalizzato al rilassamento psicofisico e alla regolazione tonico-muscolare. Questo metodo, è rivolto a persone che presentano disagi di diversa natura, come cefalee e insonnia, difficoltà psicomotorie e del controllo sfinterico, disagi emozionali e affettivi, disagi nella condotta alimentare, difficoltà negli apprendimenti (lateralizzazione) e nell’espressività verbale ecc. La sua azione è finalizzata alla riconquista della calma psicofisica da parte della persona, liberandola da ogni stratificazione tensionale sedimentatasi nel corso del tempo.

La definizione del setting richiede una situazione di silenzio sacrale e di penombra che favorisca la riflessione della persona e la percezione in attenzione sulla propria condizione psicofisica, oltreché un’azione attiva e permanente di educazione e dialogo con se stessa. La persona, sdraiata sul lettino, dovrà collocarsi esclusivamente in posizione di decubito dorsale e predisporsi al contatto diretto con le mani dello specialista. La priorità per lo specialista è di favorire nella persona una presa di coscienza del proprio corpo, a partire da una sequenza di stimolazioni tattili (mobilizzazioni) che dagli arti superiori attraversano la testa, per poi giungere agli arti inferiori, secondo una logica che delinea i punti di irradiazione dell’energia corporea nello spazio circostante. Attraverso l’uso di entrambe le mani, lo specialista sollecita la persona con mobilizzazioni, seguite da micro-pause, che prevedono tre movimenti per ogni settore corporeo. Il Metodo Trust System® si basa su movimenti di bilanciamento della mano, di elevazione a caduta, di pronazione e supinazione dell’avambraccio, movimenti di elevazione a caduta e di spostamento sul piano orizzontale degli arti superiori, movimenti di oscillazione e circonduzione dello stesso, di flessione, rotazione e di spostamento della testa e di decontrazione dei muscoli facciali.

Movimenti analoghi si ripetono anche per gli arti inferiori. Si pensi ai movimenti di bilanciamento, di elevazione a caduta, di torsione e rotazione del piede, di flessione ed estensione della gamba e di pronazione e supinazione di tutto l’arto inferiore, fino ad arrivare ai movimenti dell’anca, con relativa oscillazione e circonduzione dell’arto inferiore.

Un metodo finalizzato al rilassamento psicofisico e alla prevenzione delle difficoltà motorie, dell’apprendimento e dell’espressività verbale.

Attraverso le mobilizzazioni passive, la persona viene aiutata nella definizione dell'immagine di sè e del proprio schema corporeo. Un percorso continuo di apprendimento grazie al quale è possibile superare difficoltà, goffaggini, impacci e incertezze. Attraverso la distensione psichica favorita dalle stimolazioni, la persona giunge ad una maggiore consapevolezza e a un maggiore controllo delle proprie possibilità di azione, secondo quell’orientamento nello spazio e nel tempo che le consente di migliorare le sue relazioni con l’ambiente. Nel rispetto del principio generale della Pedagogia Clinica, il M. Trust System® promuove dunque un azione educativa (dal lat. exducere, ‘fare emergere’, ‘tirar fuori’) efficace, in grado di orientare il passato della persona e il suo modo di essere ‘attuale’ per riconfigurarli e riorientarli verso nuove modalità espressive ed esistenziali.

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Salute a cura dell'avv. Tiziana Tomeo

Le biotecnologie e le nuove responsabilità civili

La biotecnologia attraverso la manipolazione genetica può produrre molecole biologiche ed organismi transgenici, ciò non solo in campo chimico e farmaceutico ma anche industriale ed agricolo.

Le recenti scoperte della biomedica hanno messo in risalto la complessità dell'essere umano in relazione non solo al numero e alla struttura dei geni ma anche ai fattori endogeni ed esogeni.

sulla definizione di norme di qualità e sicurezza per la donazione, l'approvvigionamento, il controllo, la lavorazione, conservazione, stoccaggio e distribuzione di tessuti e cellule umane.

La Commissione Europea con la comunicazione del 2 marzo 2002 ha riconosciuto che tali tecniche preludono ad un'economia basata sulla conoscenza con la creazione di nuove opportunità; proprio grazie alla biotecnologia è possibile produrre un maggior numero di farmaci, tradizionali e innovatori in grado di offrire servizi sanitari più economici e sicuri.

Che sia necessario regolamentare unitariamente le "engineering therapies" basate su geni, tessuti e cellule lo si evince dal fatto che tali prodotti sono realizzati da medie e piccole imprese o istituti universitari che necessitano d'incentivi; l'esigenza d'implementare il controllo dei rischi tramite pools di esperti, la difficoltà di classificare tali medicinali demarcando farmaci creati utilizzando cellule somatiche e quelli derivati dai tessuti, rappresentano argomentazioni di primaria importanza.

Con il termine biotecnologia si suole intendere quel cambiamento originario nella gestione delle patologie talora orientato verso una medicina personalizzata e preventiva, su screening mirati e su nuovi metodi diagnostici e terapeutici; non devono trascurarsi d'altronde quei problemi che si prospettano per la salute pubblica quando si disquisisce di "innovazioni", lemma che impone immediatamente questioni etiche. La normativa comunitaria sui prodotti biologici è la più recente poiché emanata a distanza di una decina di anni da quella sui dispositivi medici; le fonti principali in materia sono la Direttiva 2001/83/ CEE e 2002/98 sul sangue ed i derivati, la direttiva 2004/23/CE integrata dalla Direttiva 2006/86/CE

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L'opportunità che gli elementi corporei siano sottoposti a forme di tutela peculiari si desume dalla Convenzione europea di bioetica di Oviedo intitolata sulla "Protezione dei diritti dell'uomo e della dignità dell'essere umano nei confronti dell'applicazione della biologia e della medicina". Analogicamente la Carta di Nizza all'art. 3 segnatamente sacralizza principi fondamentali come il "divieto di fare del corpo umano e delle sue parti una fonte di lucro". Non v'è uniformità normativa nei paesi europei


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ed infatti, la Commissione del 30 maggio 2007 nell'auspicare nuove misure che disciplinino la fase del trapianto, valutando rischi e benefici, caso per caso, pone in risalto quali siano i pericoli ai quali può essere esposto colui che dovrà ricevere l'organo donato in relazione alle sue caratteristiche, ed anche valutando le conseguenze di un mancato trapianto. Certamente lo scopo principalmente seguito dal legislatore è la tutela della salute del ricevente e del donatore e lo stesso protocollo integrativo della Convenzione di Oviedo statuisce che il sistema dei trapianti debba rispondere a principi di giustizia e di non discriminazione nell'accesso per i pazienti oltre che di contenimento del rischio (art. 1-3-9 ss). Delimitare e qualificare il regime della responsabilità alla quale è assoggettato il sistema delle nuove tecnologie, rappresenta un compito non facile, partendo comunque dal presupposto che essa di sicuro ha origine nell'art. 2050 c.c. rubricato sotto la voce di "responsabilità da attività pericolose". Resta il fatto che il progresso nell'ambito giuridico potrebbe rappresentare un pericolo per il diritto alla salute se i risultati della ricerca non sono adeguatamente regolamentati ponendo in essere un idoneo bilanciamento tra la necessità di una continua evoluzione scientifica e la tutela dei beneficiari finali. È evidente che gli addebiti di responsabilità non possono prescindere da rischi tecnologici che potrebbero concretizzarsi; Né si può omettere il dato di fatto che mancando risultati scientifici certi, l'azione normativa comunitaria appare prudente nel prospettare specifiche condizioni di commerciabilità dei prodotti biotecnologici. Si pone come ineludibile dunque, un confronto interdisciplinare tra istituzioni, industrie e società, per giungere ad una regolamentazione proporzionata e flessibile che assicuri la protezione dei diritti fondamentali dell'individuo.

Su www.governo.it/biotecnologie c'è un'area dedicata al Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita che supporta il Governo nell’adozione di indirizzi scientifici, economici e sociali su queste materie ed a fornire, altresì, idonee linee guida per corrispondere alle indicazioni della Commissione Europea Il sito www.edizioniambiente.it oltre ad offrire utili spunti e approfondimenti su ambiente,

Link utili: biotech, normative in Italia e in Europa, mette a disposizione una serie di pubblicazioni saggi, tascabili e riviste monotematiche con cui è possibile documentarsi su biotecnologie, rifiuti, normative, architettura sostenibile. www.biotechinitaly.com Una panoramica sui finanziamenti, decreti e leggi per il settore delle biotecnologie.

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musicoterapia a cura della dr.ssa Elisa Vesce Musicoterapeuta

Vedere con la mente attraverso input sonoro-sensoriali I non vedenti sono gli esperti dell’invisibile e arricchiscono la società con la visione di vita particolare che offrono (Lusseyran)

La letteratura specialistica attesta che la cecità, sia congenita che acquisita, non influisce sul normale sviluppo della personalità e dei suoi processi di apprendimento se controbilanciata tempestivamente da un contesto familiare-scolastico e riabilitativo volto a mantenere viva la “motivazione” e la fiducia in se stessi.

L’età cronologica in cui tale patologia si presenta risulta di notevole importanza per stabilire un efficace piano di trattamento che si pone come primo obiettivo una buona alleanza e una corretta interazione tra il non vedente e il terapeuta. Per la cecità congenita il percorso terapeutico pone le sue basi nell’apprendimento di fondamentali operazioni logiche, nella costruzione di uno spazio senso-motorio, nelle attività cognitive, nella maturazione affettivo-emotiva. La situazione varia quando la cecità viene acquisita durante l’infanzia poiché i processi di cui sopra sarebbero in parte facilitati in quanto i bambini potrebbero attingere ad un “archivio della memoria” che permette loro importanti termini di confronto tali da consentire una migliore definizione delle forme, della spazialità, della prospettiva, dei colori.

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Cosa diversa è acquisire tale condizione in età adolescenziale oppure in età avanzata; risultano infatti inevitabili forti implicazioni emotive: il ricordo di una vita passata sopravvive nella evocazione del pensiero e nella capacità riproduttrice o creativa dell’immaginazione, pertanto,

l’accettazione della perdita di vista e la sua elaborazione sono spesso molto difficili. Detto questo risulta estremamente importante conoscere le conseguenze, le paure e gli atteggiamenti che derivano direttamente dalla minorazione visiva per poter applicare al meglio metodi e tecniche necessari per raggiungere il più alto grado di autonomia del non vedente evitando di imbattersi negli stereotipi più comuni riguardanti il loro stile di vita. Gli interventi con la musicoterapica, che toccano i diversi ambiti educativo, riabilitativo, terapeutico, conducono le persone in un mondo in cui domina una diversa cultura percettiva che fa riferimento ai cosiddetti “sensi residui udito-tatto-olfatto-gusto e alla combinazione delle loro percezioni. A) Il contatto corporeo “comunicativo” attraverso gesti intenzionali è parte fondamentale per l’integrazione della voce, del canto, del movimento ritmico per l’approfondimento percettivo relativo all’organizzazione spaziale, per il riconoscimento, nel setting musicoterapico, di due identità che si confrontano con la realtà dello spazio circostante.

Cantilenando le varie parti del corpo il MT inizia una prima concreta espressione ritmica strutturata dello schema corporeo risvegliando nel bambino la gioia della mobilità, l’acquisizione delle parti corporee e la percezione del sé. B) L’ascolto musicale e quello del tessuto acustico di un ambiente o di un suono isolato approfondiscono la relazione tra suono e fonte sonora relativa, il concetto vicino-lontano, piano-forte captando le modalità di realizzazione di suoni o rumori. Il corpo umano risponde con una sua vibrazione interna ad ogni sollecitazione sonora esterna. L’attenzione a tali fenomeni favorisce una presa di coscienza della realtà e una graduale educazione cognitiva. C) La percezione e la sensazione tattile che scaturisce dall’utilizzo degli strumenti melodici-percussivi, permette la conoscenza di tutte quelle proprietà quali forma, grandezza, localizzazione spaziale (direzione, distanza) rigidità di materiali, peso, temperatura e duttilità. Tale percezione comporta sempre una componente cinestesica (ampi movimenti di esplorazione manuale) e si sviluppa in modo essenzialmente sequenziale.


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Approfondimenti La prima grande rivoluzione è stata quella di Luis Braille che ha risolto i limiti di accesso alla cultura dei non vedenti grazie al suo sistema di scrittura basato su 63 simboli puntiformi in rilievo che, variamente combinati, producono le lettere dell’alfabeto, i rumori, i simboli matematici e, nel nostro caso, le note musicali. Louise Braille

Una seconda trasformazione è avvenuta grazie all’impiego dell’informatica applicata alla musica. Tra gli strumenti informatici a disposizione dei non vedenti vi sono: 1) il display braille o barra: sollevando e abbassando sequenze di punti corrispondenti alle combinazioni puntiformi fornisce una linea scritta in Braille attraverso cui è possibile la lettura tattile di ciò che un computer trasmette e che vi appare sul monitor; 2) stampanti Braille: appositamente create per riprodurre in rilievo dei testi, in un particolare formato, su carta. Collegate al computer funzionano all’incirca come le normali stampanti, anche se presentano una velocità di esecuzione diversa poiché devono trascodificare il testo prima di predisporlo per la stampa braille a sei punti.

3) Programmi come il B.M.E. (Braille music editor) ovvero un software che mette il non vedente in grado di scrivere la musica con la stessa facilità con cui un musicista vedente scrive il suo spartito. 4) Biblioteche musicali on-line: mediante un computer attrezzato con programmi specifici, il non vedente si collega a dei siti ed entra in una biblioteca organizzata per autore, titolo, genere musicale, editore e via dicendo. Una volta che l’utente ha trovato lo spartito desiderato lo preleva dalla biblioteca lo legge in braille ma cosa più importante può riceverlo a domicilio e ascoltarlo senza l’aiuto di nessuno. In conclusione attraverso l’informatica si stabilisce un codice comune che permette ai musicisti vedenti e non vedenti di uno stesso corso di leggere e scrivere la musica contemporaneamente. Quindi se il docente di musica ha dei non vedenti in classe può in tempo reale scrivere le note sul pentagramma elettronico che, tramite la decodificazione informatica, vengono simultaneamente tradotte e riscritte in Braille.

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Farmacia a cura del dr. Aldo Sabato Farmacista

Rivoluzione nella terapia della disfunzione erettile

Ecco il primo farmaco che si scioglie in bocca Sa di ment a , dà una grande libertà, può essere assunto in ogni momento, senz’acqua ed è rapidamente efficace. Il disturbo riguarda oltre 3 milioni di italiani.

Discreto come una mentina, ne richiama anche il sapore, si scioglie in bocca in pochi secondi e fa rapidamente effetto. Rappresenta la più innovativa terapia ad oggi disponibile per la disfunzione erettile, un disturbo che colpisce oltre tre milioni di italiani. È il nuovo vardenafil orodispersibile 10 mg che offre estrema libertà: non serve l’acqua, può essere assunto in qualsiasi momento e occasione, a stomaco pieno o vuoto, con una confezione comoda e pregevole, che si può tenere sempre con sé, senza imbarazzi. È la prima e unica novità in questo campo che risponde all’esigenza di libertà dell’uomo. Molti sono che chiedono il supporto di farmaci, tra questi circa il 15% ha meno di 40 anni. La componente psicologica in questi casi è prevalente, per cui ci attendiamo che il nuovo vardenafil risponda appieno alle loro necessità. Dopo i 40 anni, inoltre, il quadro psicologico tende a complicarsi e possono subentrare anche cause organiche. Questo prodotto, che ben risponde al bisogno di una normale sessualità, dove alle comprovate caratteristiche farmacologiche, si associa la facile modalità di assunzione senza l'utilizzo dell'acqua. Secondo l’indagine nazionale condotta da Doxa Pharma, circa il 30% (29%) degli uomini vive con ansia le prestazioni sessuali e il 22% dice di sentirsi insicuro di fronte a donne sempre più esigenti. La disfunzione erettile riguarda il 13% degli uomini tra i 40 e i 70 anni, ma ben uno su due ha avuto difficoltà di erezione almeno una volta nella vita. È importante informare anche chi presenta defaillance saltuarie a evitare il fai da te e a rivolgersi al medico per una prescrizione.

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Non si tratta di malati ma di persone che presentano un problema o un disagio, di varia origine, che da tempo richiedono soluzioni utili alle quali, da oggi, se ne affianca una innovativa: la “mentina dell’amore”. Sapere che esistono rimedi efficaci, sicuri e discreti è una grande rassicurazione Per sensibilizzare su questo tema è da oggi disponibile in farmacia l’opuscolo “Libera l’amore che c’è in te” Nell’ultimo decennio stiamo assistendo a una graduale presa di coscienza da parte dei maschi dell’importanza del loro benessere sessuale e sono in aumento quelli che si rivolgono al medico per risolvere disturbi erettivi un tempo ritenuti temi tabù. Le attuali terapie sono molto efficaci e ben tollerate. Questa nuova pastiglia orodispersibile rappresenta quindi un’opzione estremamente interessante, che ci permetterà di rispondere meglio alle esigenze di quegli uomini che manifestino l’esigenza di una terapia “al bisogno”, rapida, efficace e discreta. Il ruolo del farmacista è molto importante, per consigliare e informare sul corretto uso di questi prodotti. Errori nell’utilizzo possono comprometterne sia l’efficacia che la sicurezza con la conseguente possibile insoddisfazione del consumatore. Il nuovo prodotto, anche grazie alla grande discrezione, risponde bene all’esigenze più intime e psicologiche, al bisogno di sentirsi “normale e libero” come ogni uomo desidera, consolidandone l’autostima. Il farmaco dopo aver già riscosso un grande successo in altri paesi europei è già disponibile nelle farmacie italiane, su prescrizione medica, in confezione da 4 compresse orodispersibili.


Glossario Avvertenze Prima di avviare qualsiasi trattamento per Ia disfunzione erettile, i medici dovranno valutare le condizioni cardiovascolari dei loro pazienti, poiché esiste un certo rischio cardiaco associato all’attività sessuale. Il vardenafil ha proprietà vasodilatatorie che provocano lieve e transitoria diminuzione della pressione sanguigna.

Priapismo Il priapismo è un'erezione persistente e anomala (di durata superiore a 4 ore), spesso dolorosa, dei soli corpi cavernosi del pene, non accompagnata dal consueto desiderio sessuale o eccitazione che invece contraddistinguono la normale erezione maschile.

Quindi pazienti con ostruzione dell’eiezione ventricolare sinistra, possono risultare sensibili all'azione dei vasodilatatori. I medicinali indicati per il trattamento della disfunzione erettile devono essere impiegati con cautela nei pazienti con deformazioni anatomiche del pene o nei pazienti che presentano patologie che possono predisporre al *priapismo. La tollerabilità della dose massima (20 mg di farmaco), può essere minore nei pazienti anziani. L’uso concomitante di alfa-bfoccanti e vardenafil può portare a ipotensione sintomatica in alcuni pazienti. Il trattamento concomitante con vardenafil- deve essere iniziato solo quando il paziente sia stabilizzato nella terapia con alfa-bloccante, partendo dalla dose iniziale più bassa. Il vardenafil può essere somministrato in qualsiasi momento con la tamsulosina, mentre con alfa-bloccanti è opportuno prendere in considerazione un intervallo temporale fra le somministrazioni. Un aumento graduale nella dose di alfa-bloccante può essere associato ad un ulteriore abbassamento della pressione arteriosa nei pazienti che assumono vardenafil. L'uso concomitante di questo farmaco con potenti inibitori del CYP3A4 quali itraconazolo e ketoconazolo deve essere evitato, dato che una combinazione di questi medicinale porta a concentrazioni plasmatiche di vardenafil molto elevate. Potrebbe essere necessario un aggiustamento della dose di vardenafil in caso di somministrazione contemporanea di inibitori moderati del CYP3A4 come l'eritromicina e la claritromicina. È probabile che Ia concomitante assunzione di pompelmo o succo di pompelmo aumenti le concentrazioni plasmatiche di vardenafil. Questa associazione deve essere evitata.

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Criminolologia a cura del dr. Antonio Leggiero Criminologo

Le parafilie

(seconda parte)

Una disamina scientifica sommaria delle principali forme di perversione sessuale

Conseguentemente, si parla di delitti o reati o crimini sessuali in senso lato, per intendere dei comportamenti e delle azioni indotte da spinta sessuale contrarie alla legge penale.

Approfondimenti

Ricollegandoci alla prima parte del presente contributo, è quanto mai utile ricordare che elaborare un discorso sulle condotte sessuali devianti è molto complesso e va impostato su piani diversi. Infatti, la devianza della condotta sessuale può essere definita tale secondo una prospettiva biologico-naturalistica, secondo una prospettiva sociologica e secondo una prospettiva giuridica. Si tratta di visuali e piani di azione diversi che occasionalmente finiscono per incontrarsi ed intersecarsi. Secondo la prima prospettiva, molti comportamenti possono apparire appropriati (e non soltanto in campo sessuale), mentre, al contrario, analizzati da un’angolazione sociologica finiscono per perdere tali connotati. Ragion per cui, in un’accezione sociologica, si definiscono condotte sessualmente devianti quelle che secondo la morale ed il costume di una data società in una determinata epoca storica sono viste come tali.

Richard von Krafft-Ebing (Mannheim, 14 agosto 1840 – Graz, 22 dicembre 1902) è stato un neurologo e psichiatra austro-tedesco. Fu autore della Psychopathia sexualis (prima edizione in tedesco: 1886), il primo tentativo di studio sistematico, quasi "enciclopedico" di tutti i comportamenti sessuali devianti. L'opera ebbe un vasto successo di pubblico, nonostante i passi giudicati "scabrosi" fossero stati tradotti in latino, e nella versione rivista da Moll è stata ristampata ininterrottamente fino a pochi decenni fa.

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Alle prime due dimensioni - naturalistica e sociologica - come detto, se ne aggiunge un’altra di tipo giuridico. Conseguentemente, si parla di delitti o reati o crimini sessuali in senso lato, per intendere dei comportamenti e delle azioni indotte da spinta sessuale contrarie alla legge penale. Per essere precisi e sgombrare il campo da pericolose confusioni che possono ingenerarsi, le parafilie sono qualificate secondo una prospettiva medica e non morale. Quello che è maggiormente interessante da un punto di vista criminologico e che nella quasi totalità dei casi i soggetti parafilici non vivono questa condizione come una malattia, motivo per il quale, dal punto di vista del diritto penale, chi commette un reato del genere viene considerato capace dal punto di vista della responsabilità penale. Ecco quindi che si può tranquillamente affermare che gli individui parafilici, portatori quindi di perversioni sessuali, non sono quasi mai affetti da malattie mentali. Tuttavia, in alcuni limitati casi, la parafilia può rappresentare l’epifenomeno di una realtà connotata da patologie psichiche come nel caso degli alcoolisti

inveterati, dove la loro condizione li porta ad un controllo ridotto e scemato sui propri istinti, soprattutto della sfera sessuale, motivo per il quale possono essere maggiormente esposti al rischio di alcuni comportamenti parafilici, il più comune dei quali è l’esibizionismo. È il caso di aggiungere alcune precisazioni che non è mai eccessivo o superfluo effettuare e che, spesso, sono neglette o quasi misconosciute anche in ambienti qualificati. In primo luogo, gli istinti sessuali devianti e deviati -che producono le parafilie - non sono più intensi ed irresistibili di quelli normali. In secondo luogo, è appena il caso di ricordare che la perversione non riguarda soltanto l'istinto sessuale, ma può riguardare anche altri istinti, come quello della nutrizione. In conclusione, può essere foriero di interesse ricostruttivo generale, elencare i quattro grandi gruppi di psicopatie sessuali (Krafft-Ebing). Esse sono: 1) Paradossia: percezione e manifestazione del desiderio sessuale al di là del contesto fisiologico; 2) Anestesia: assenza di stimolo sessuale; 3) Iperestesia: stimolo sessuale abnorme ed esagerato; 4) Parestesia: deviazione dello stimolo sessuale.


Psicoterapia a cura della dr.ssa Teresita Forlano Psicologa

Il ruolo che ognuno sceglie nella vita

"Fai del recupero di te stesso la priorità della tua vita" R. Norwood

Sia che gli effetti sono spiacevoli o piacevoli, questo tipo di comunicazione dà una soddisfazione profonda in quanto è vera, onesta e trasparente: le parole e gli sguardi sono vivi e tra le persone si instaura una buona intimità che va oltre il significato delle parole. Diversamente, quando quello che si vuole non viene detto in modo esplicito ma attraverso una comunicazione che mira a influenzare il comportamento dell’altro per soddisfare i propri bisogni, la relazione è insana; si basa su una modalità di comunicazione ambigua, creando malessere, sospetto, separazione e solitudine. Tra le persone coinvolte nella relazione si instaura un contatto superficiale e insoddisfacente, anche se, chi tenta di influenzare per avere il proprio guadagno avverte un senso di forza e potere; chi è raggirato invece sente disagio, umiliazione, perdita di energia e soprattutto rabbia nel momento in cui si rende conto di essere stato manipolato. I principali modi usati per manipolare sono la vittima, il persecutore, il salvatore. Ogni individuo si specializza in un ruolo nella vita, ma impara a viverli tutti nelle varie situazioni del quotidiano. La vittima è la persona che si lamenta, attribuisce la colpa di ogni male all’altro che viene anche considerato l’origine dei propri sbagli. Da adulti si può scegliere il ruolo della vittima (comportamento da copione) per ricevere attenzione e compassione dagli altri e per non assumersi la responsabilità di quanto accade (guadagno dal comportamento); ovviamente può ottenere risposte di sostegno (carezza positiva) ma anche risposte aggressive (carezze negative) che portano la vittima a pensare che l’altro sia ingiusto (attribuzione di

responsabilità all’altro) perché non capisce quanto sia fragile e sperimentare dolore e umiliazione. Il persecutore è colui che consiglia cosa dover fare in ogni momento (posizione di copione) . In questo modo può imporre la sua volontà, dominare sull’altro. Può essere aggressivo, intimidatorio e punitivo per tenere tutti sotto controllo. Il persecutore usa la prepotenza fisica, verbale, psicologica e morale per indurre paura e sottomissione, rendendo impossibile la vita a chi sta vicino. Questo comportamento è scelto per vivere un senso di potere e potenza e il vantaggio che se ne trae è di allontanare da sé la memoria del dolore vissuto e la percezione della propria immensa, intima fragilità.

Quando in una relazione esiste il rispetto di se stessi e dell’altro, ognuno si rende conto del reciproco valore, dei specifici bisogni reciproci, quando le richieste, gli ordini, le confidenze, le effusioni amorose, le affermazioni e quanto altro, vengono trasmessi in modo chiaro ed esplicito, quando le emozioni e le opinioni vengono espresse in modo diretto, una relazione è sana.

Il salvatore si occupa a tempo pieno degli altri, non ha mai un momento per se stesso, vive nella speranza di trovare una vittima disposta a farsi salvare da lui (posizione nel copione di vita). Il guadagno della sua generosità è rendere l’altro dipendente, dominare sulla sua vita ed esercitare il suo potere. Sentire il potere di soddisfare le esigenze di chi sta accanto allontana il senso di impotenza, la paura di rimanere solo con se stesso, le paure antiche. La fuga da sé, la svalutazione dei propri bisogni ed emozioni, lo condanna all’insoddisfazione. Questi ruoli sono delle tendenze comportamentali che vengono apprese inconsapevolmente nell’infanzia in relazione alle diverse esperienze familiari e diventano parte del carattere.

Fonte: Il triangolo di Karpman Analisi Transazionale

Sono il modo in cui la persona sceglie inconsapevolmente di presentarsi al mondo, vivere ed entrare in relazione con l’altro.

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Sociale a cura della dr.ssa Mirella D'Orsi Sociologa

L'Umanità latente

Esordire con questo titolo è stata la forza che mi ha spinto a descrivere le relazioni di aiuto che gli esseri umani e dico, tutti gli esseri umani, sono direttamente o indirettamente por tati ad esercitare.

Ognuno esercita questo potere in modo soggettivo, è qualcosa di intrinseco che non ci spieghiamo ma che è dentro di noi. In alcuni è latente e poco esercitato, in altri è spiccato e viene fuori in modo naturale, in altri ancora è professionale perché la scelta di vita è stata quella di scegliere un lavoro la cui risorsa è quella umana. Sono coloro che lavorano nei luoghi di cura. Quante volte gli eventi negativi della vita ci conducono al "niente”; il mondo crolla intorno a noi, gli affetti, gli amori e le persone più care non bastano per affrontare il vuoto interiore che diventa l’unico ancoraggio di vita. La cecità del cuore nega ogni relazione, la sofferenza psichica invade quella fisica, non vi è niente di razionale e coerente: l’unica coerenza è la negazione della richiesta di aiuto perché niente e nessuno può lenire le ferite inferte. Non è così. L’energia che è dentro di noi ci deve far assaporare il calore dell’altro, la forza vitale che ci appartiene deve essere rivolta a questi affetti che abbiamo eluso. La sofferenza quando si presenta si cerca di evirarla, ma quando ne prende il sopravvento, ci annienta in quel “niente“ sopra evocato. È in questi momenti che le relazioni di aiuto ci supportano in quel cammino di rinascita interiore e presa di coscienza della quotidianità di vita vera, quella che ci appartiene. L’altro ci ha guidato, forse non sa neanche come ma ha reso un servizio alla persona che solo i professionisti delle relazioni di aiuto ne sono consapevoli perché deputati all’ascolto attivo e alla presa in carico della persona. Questi professionisti lavorano con le emozioni

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degli altri, ne ascoltano in silenzio gli accadimenti, affiancano sentimenti di rabbia, ira, angoscia e nostalgia, il più delle volte è la morte della persona cara il dialogo pregnante della discussione. Non sempre è facile supportare tale carico di emotività, anche se la preparazione di base del professionista l’ha educato a non farsi toccare. Ascoltare si dice ma non entrare nei panni dell’altro, aiutare ma non sostituirsi all’altro. Non devono bruciarsi e non possono bruciarsi per ovvi motivi: il primo è professionale il secondo è il più pregnante perche è l’anima a bruciarsi. Allora si diventa distaccati, il controllo è parte dominante della comunicazione. L’essere e apparire diventa unica cosa. La relazione ha dato i suoi frutti, bisogna andare avanti, altri clienti hanno bisogno di questo servizio. Ed è nello svolgimento di tali funzioni, nello scambio di emozioni, di stati d’animo ed empatia che essi convivono con il dolore e in alcuni casi devono in assoluta impotenza assistere all’evento morte che spadroneggia senza pietà, lasciando il senso del dolore in tutti gli spettatori. Il vuoto interiore si avverte come reale, è un silenzio che sussurra “ma perché?” Non vi è risposta, solo una forte volontà a non lasciarsi sopraffare, perché gli operatori hanno il dovere di sostenere anche se le emozioni prendono il sopravvento. Il professionista non deve lasciarsi andare, ma talvolta succede che questo non accade. La professionalità induce a essere coinvolti senza mostrarlo, a piangere senza piangere, a prestarsi emotivamente all’altro per far emergere ed esternare tutta l’angoscia e il dolore che ha reso la persona in quel niente che non ci appartiene.


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L’operatore allora si porta dentro tutto il suo bagaglio, che nessuno può o è in grado di vedere. Fa parte del lavoro, un lavoro bellissimo, ma che costa in termine di sofferenza e vulnerabilità. Una vulnerabilità che non è consentita anche quando si è emotivamente coinvolti per vincoli di amicizia o parentela. È importante allora mettere in atto una buona dose di introspezione, di autocoscienza affinché l’umanità latente e quella professionale si rafforzi per rispondere alle richieste di aiuto. Non è facile denudarsi delle emozioni e degli stati d’animo della vita personale, ma questa è la capacità richiesta al professionista: mettere in campo le proprie emozioni e credere nel contatto con l’altro come ricchezza dello spirito. Lo “strizza cervello” (e non solo) dunque, si prende cura del suo simile, non può distrarsi, le richieste sono tante e la consapevolezza che le domande possono essere destabilizzanti, non gli consente di sbagliare, non è come sostituire un qualsiasi pezzo di ricambio. Come rispondere alla richiesta di un bambino che chiede “perché devo morire “? La malattia oncologica non l’ha risparmiato e ha infierito in modo tale da volersi rubare anche la sua vita. Come rispondere o guardare gli occhi di una madre il cui figlio è morto perché chi guidava è poco attento o pensa di telefonare mentre fa scivolare una moto dall’altro lato della strada. Le domande sono complesse, articolate e non di facile risoluzione. Eluderle forse è più semplice. I perché sono tanti e sono posti con dolore, debolezza, sofferenza e angoscia, i fieri colpi che la vita ha riservato hanno provocato la rottura dei legami affettivi apparentemente stabili ma principalmente fragili, instabili e imprevedibili. L’unica risposta logica è dedicarsi completamente a questo dolore totale che annienta il fisico e la psiche. I luoghi di cura e gli operatori sanitari tutti, devono dunque collaborare affinché la qualità di vita della persona ritrovi la propria dignità in qualsiasi

momento, situazioni, età, stato sociale o culturale. La relazione terapeutica deve essere totale, le emozioni trovano la giusta risposta in un rapporto essenziale che difende e accoglie gli interessati alla relazione e alla comunicazione. Nel rapporto interpersonale che viene a crearsi rispettando e conservando i ruoli, la persona si sente accolta, si rende disponibile al dialogo, appropriandosi della propria consapevolezza, del proprio dolore riconoscendone i limiti e riacquistando l’essenza del proprio essere. È un cammino lungo ma significativo in qualsiasi situazione sia avvenuta. La volontà ha scacciato l’individualismo, l’energia positiva predomina il dolore. Tanta disponibilità, altruismo e umanità devono essere ricompensati con un’ottima dose di ottimismo e apertura alla vita; non farsi fregare dunque dagli eventi negativi. Gli affetti, che ci circondano sono le medicine giuste da assumere con parsimonia quando questi eventi negativi ci travolgono con efferata crudeltà. La gratitudine dovuta per la guarigione si tramuta in responsabilità verso le persone care che ci appartengono perché ci fanno comprendere che la vita è bella se vi è altruismo e voglia di vivere per l’altro. L’Umanità latente ha dunque scacciato via il dolore per far posto all’amore: l’amore verso le persone che si amano. La forza trainante dell’Umanità latente emerge in tutto il suo ben-essere. I ricordi degli eventi negativi, non vengono soppressi, sono essi stessi motore per andare avanti. Nei luoghi di cura e non solo, la sofferenza si tramuta in solidarietà, non c’è posto per i rimpianti, l’altro ha bisogno di aiuto. L’esperienza personale è al servizio dell’altro. La relazione di aiuto che si instaura è ricca di empatia. La dedizione è totale, manca la paura di bruciarsi, di ricordare il personale. Per questo c’è tempo. Quello non manca mai.

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Sociale Benessere a cura di Vincenzo D'Angelo Consuelor-Life-Coach

Risveglia il Budda che è dentro di te

Con la conoscenza L’Umanità latente Esordire e una con questo maggiore consapevolezza titolo è stata la forza di noi siche può miriuscire ha spinto a a descrivere sfruttare il proprio le relazioni podi aiuto in tenziale, che modo gli esseri da far umani e dico, emergere i propri tutti talenti gli esseri umani, provando cosìsono unadiretsentamentedioben-essere sazione indirettamente cioè portati un profondo ad esercitare. senso di connessione con noi stessi con la nostra anima con il tutto.

Nel 1957 alcuni monaci di un monastero dovevano trasferire un Budda d'argilla dal loro tempio a una nuova sede. Quando la gru cominciò a sollevare l'idolo gigantesco, la statua iniziò ad incrinarsi. Il monaco superiore, preoccupato di non danneggiare il sacro Budda, decise di rimettere a terra la statua. In quella stessa sera il monaco andò a controllare il Budda. Accese la torcia elettrica e quando la luce raggiunse l'incrinatura, il monaco notò uno strano riflesso. Guardando meglio, si chiese se non potesse esservi qualcosa sotto l'argilla. A mano a mano che venivano via i pezzi d'argilla, il bagliore si faceva più vivido e più esteso. Trascorsero molte ore di lavoro prima che il monaco si trovasse faccia a faccia con lo straordinario Budda in oro massiccio. Tutti siamo come il Budda d'argilla, coperti da una crosta di durezza costituita dalla paura, eppure sotto ciascuno di noi vi è un "Budda d'oro" o un "Cristo d'oro" o "un'essenza d'oro" che è il nostro vero Io. (tratto da Brodo caldo per l'anima vol 1) Abbiamo tutte le possibilità per ottenere grandi risultati, ma non sappiamo come utilizzare al meglio il nostro incredibile potenziale, che rimane così dormiente, nascosto. Questa rubrica vuole essere, nel suo piccolo e con la massima umiltà, una specie di “manuale di allenamento” attraverso il quale il lettore può trarre spunti di riflessione e comprendere i propri reali obiettivi, accedendo a tutte le proprie potenzialità, facendo emergere il “Budda che è dentro di noi” per il raggiungimento di un Ben - Essere. Un vecchio detto zen dice: “Quando l’allievo è pronto il maestro appare”. Tranquillo, io non sono ne un guru ne un maestro il mio compito è solo quello di presentartelo, si, perché in realtà il maestro è dentro di te, quindi

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sii pronto ad accoglierlo. Buona parte di ciò che realizziamo nella nostra vita è direttamente collegato a ciò che in qualche modo abbiamo programmato dentro di noi riguardo ai nostri risultati, all’idea di cosa siamo capaci di fare, di cosa possiamo riuscire a raggiungere, praticamente noi siamo il frutto dei nostri stessi condizionamenti e siamo responsabili di ciò che otteniamo. Riuscire a capire e imparare il funzionamento di certi aspetti della natura umana per poi applicarli su noi stessi e godere dei risultati che ne conseguono, perché noi possiamo evolvere! Possiamo cambiare abitudini, comportamenti, modi di pensare e di essere. Possiamo crescere e diventare persone migliori. Da ciò che finora è stato detto, avrai capito che in questa rubrica parleremo di psicologia del cambiamento, della motivazione e dello sviluppo personale in senso lato e per fare questo attingeremo concetti dal coaching, dal counseling, dalla P.N.L. (programmazione neuro linguistica), dalla filosofia e da vari paradigmi di orientamento psicologici. Per quanto mi riguarda, non sono uno psicologo iscritto all’albo, né tanto meno, sono o voglio essere un terapeuta. Preferisco essere considerato un coach, un allenatore. L’allenatore ha un compito ben preciso: mettere la sua esperienza al servizio della squadra o dell’atleta che prepara per portarli a ottenere i migliori risultati possibili. Tutti hanno bisogno di un allenatore, senza che questo significhi necessariamente avere particolari problemi da risolvere. Ecco questo è ciò che mi piace essere: un personal coach, un couselor, un consulente, un tecnico di armonizzazione posturale, per atleti impegnati in uno sport chiamato vita.


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Approfondimenti Il Counseling, più che una scienza, è un’arte; un’arte antica che Socrate aveva chiamato MAIEUTICA (l’arte dell’ostetricia o della levatrice) e che, passando attraverso il dialogo, riusciva a tirar fuori (quindi a far nascere) dall’allievo pensieri propri, desideri propri ed obiettivi propri. Egli usava battute brevi e taglienti che fungevano da stimolo per il lavoro interiore dell’allievo e non dava assolutamente suggerimenti, non tentava di persuadere e non insegnava (cioè non lasciava un segno), ma educava (educere, tirare fuori) .

bambino, il Counselor aiuta chi a lui si rivolge a portare alla luce la propria verità interiore. Il metodo socratico, che è esattamente il metodo del moderno counseling, consiste nel portare alla luce l’infondatezza delle convinzioni limitanti, cioè di quelle convinzioni che diamo scontatamente per vere e che, invece, ad un attento esame, si rivelano solo opinioni e non verità profonde.

Infatti, la verità non è insegnabile, perché è un sapere dell’anima, si può solo educare, cioè farla emergere. Non si scopre nulla che già non sia in noi, solo qualcosa che non sappiamo di sapere o di volere o che avevamo dimenticato. Desideri profondi, obiettivi inconfessati, risorse nascoste alle quali attingere: tutta roba nostra. Così partoriamo la nostra verità.

Definirei il counseling come un metodo di autoguarigione dell’anima alla quale vengono somministrati stimoli in dose omeopatica. Il life coaching ti aiuta a scoprire e a progettare il futuro che desideri, e a trasformare i tuoi desideri in risultati concreti e raggiungibili. Un percorso di life coaching è finalizzato al raggiungimento di risultati specifici, attraverso una esplorazione interiore, nel corso della quale accresci la tua auto-consapevolezza, la tua motivazione e la tua auto-stima.

Mi piace pensare a Socrate come al primo grande Counselor nella storia del counseling. Egli è riuscito a trasferire al piano dell’anima ciò che sua madre, Filarete, faceva sul piano fisico: l’ostetrica. L’ostetrica non può decidere il momento del parto, né come il parto avverrà, né come sarà il bambino che nasce: può solo assecondare ed aiutare ciò che naturalmente sta avvenendo, è un tramite, un demiurgo. Così come la levatrice aiuta la madre a portare alla luce il

Le domande del coach ti aiutano a mettere a fuoco i tuoi valori e le tue motivazioni e a tramutarle in obiettivi; a riconoscere i tuoi talenti e le tue capacità, ad individuare aree di apprendimento o di miglioramento; a riconoscere - ed affrontare - eventuali auto-sabotaggi o credenze limitanti. Alla fine di ogni sessione individuerai alcune azioni concrete da mettere in atto, che ti faranno progredire verso il risultato che vuoi raggiungere.

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Terapia a cura della dr.ssa Roberta Melillo Farmacista

Il rischio clinico (1

a

parte)

Le interazioni tra farmaci

La parola farmaco, dal greco pharmakon, medicamento, veleno, per l’etimologia, può determinare effetti benefici o causare effetti avversi. Per rischio clinico si intende un danno, imputabile alle cure mediche che causa un prolungamento della degenza, un peggioramento delle condizioni di salute.

Le interazioni per la somministrazione contemporanea di due o più farmaci sono dovute ad una scarsa attenzione all’uso appropriato dei farmaci. Da ciò la necessità di promuoverne l’uso razionale e migliorare l’aderenza del paziente alla terapia (la compliance). Proprio in tale prospettiva è indispensabile il ruolo del farmacista per una serie di motivi tra i quali il contatto diretto e frequente con il paziente, l’accessibilità della farmacia aperta al pubblico, favorita dalla capillare presenza territoriale, l’esperienza per le competenze tecniche in tema di farmaci. Altro aspetto di notevole interesse è l’insorgenza di patologie iatrogene dovute ad intossicazioni acute da farmaci, frequenti in pazienti in politerapia per il trattamento di patologie croniche. L’interazione può essere un potenziamento o un antagonismo di uno dei farmaci assunti. Le interazioni possono essere farmacodinamiche, per competizione sui siti recettoriali e sono frequenti, o farmacocinetiche, difficili da prevedere, si verificano quando un farmaco altera l’Assorbimento, la Distribuzione, il Metabolismo, l’Escrezione renale per filtrazione glomerulare o attiva tubulare. Quelle che interessano l’assorbimento sono dovute ad alterazione nella velocità o nella quantità totale di farmaco assorbita, che comporta un’efficacia ridotta della terapia. Le interazioni dovute a variazioni del legame con le proteine plasmatiche portano ad un aumento della quota libera di farmaco che diffonde dal plasma al sito d’azione, con aumento significativo dell’effetto ed un potenziamento transitorio. Vi sono possibili interazioni con il citocromo CYP450 deputato al metabolismo dei farmaci, con substrati, induttori, inibitori degli isoenzimi. Molte interazioni non hanno conseguenze, altre invece, sono potenzialmente pericolose e si verificano con una gravità variabile a seconda dei pazienti. In genere i pazienti più esposti a tali rischi sono gli

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anziani o quelli con insufficienza renale o epatica. Caso clinico: un 78enne assume warfarin (coumadin®), diossina, furosemide, lattulosio levotiroxina, losartan, gliclazide, donezepil, carbonato di calcio, vitamina D; durante la terapia ha necessità di assumere un antibiotico. Gli viene prescritta la claritromicina, inibitore dell’isoenzima CYP3A4. Dopo l’assunzione si ha un aggravamento. Nel caso esposto vi sono potenziali diverse interazioni farmacologiche fra: claritromicina e warfarin per un aumento dell’effetto anticoagulante, carbonato di calcio e levotiroxina per ridotto assorbimento della levotiroxina, losartan e gliclazide perché subitati dell’ isoenzima CYP2C9. Non dovrebbero essere associati ACE inibitori (antiipertensivi) ad antiacidi per riduzione nell’assorbimento del captopril, enalapril; anticoagulanti come l’eparina con antidiabetici (metformina e sulfaniluree) per aumento dell’effetto ipoglicemizzante. L’aspirina non dovrebbe essere associata ad antinfiammatori, antico agulanti, antidepressivi, per aumento di emorragie. L’allopurinolo non si deve associare ad ACE inibitori, all’ampicillina, amoxicillina per rash cutanei. L’amiodarone ha una lunga emivita, gli effetti di interazioni possono durare diverse settimane. Gli antiacidi riducono l’assorbimento intestinale degli antibiotici, dei bifosfonati per l’osteoporosi. Gli antibiotici riducono l’effetto dei contraccettivi orali o in formulazioni in cerotto. Gli antimicotici come il ketoconazolo danno interazioni pericolose con ansiolitici, antiaritmici. Gli anticoagulanti danno interazioni pericolose con tutti i farmaci. In presenza di politerapie si dovrebbero verificare le potenziali interazioni tra farmaci, evitare la somministrazione di farmaci non indispensabili, sentito il parere del medico, e si consiglia l’assunzione a distanza di almeno tre ore. Il farmacista, in qualità di operatore sanitario territoriale contribuisce a migliorare la compliance in continuità assistenziale e in collaborazione con i medici, i pediatri, i farmacisti ospedalieri.


Psicologia a cura della dr.ssa Maria Frandina Psicologa - Psicoterapeuta

Il nostro corpo parla, impariamo ad ascoltarlo

Imparare ad ascoltare il nostro corpo significa imparare ad ascoltarci, a sentire i nostri bisogni, a rispettare i nostri tempi, ad essere consapevoli dei nostri limiti e delle nostre risorse. L’immagine del corpo è la traccia strutturale della nostra storia emozionale. Il 60% della nostra comunicazione è legata al non verbale. L’espressione corporale, l’attitudine, il muoversi, il toccarsi, il contatto visivo, il modo di essere, l’immagine sono tutti “non- detti”. Tutto passa per il nostro corpo, lo spazio tra noi e gli altri è delimitato dal nostro corpo, i cui confini separano l’“interno” dall’ “esterno”, la rappresentazione dall’espressione, i sentimenti dalla percezione. Tutti gli scambi tra noi e il mondo attraversano questo confine, rappresentato dal nostro corpo. È stata oramai superata la visione dualistica che vedeva il corpo come strumento, noi non abbiamo un corpo, siamo corpo. Il nostro corpo non è una macchina, ma noi siamo un tutt’uno, un sistema in costante divenire ed in comunicazione con l’ambiente esterno. Mente, corpo, emozioni, sensazioni fisiche co-partecipano inevitabilmente a costruire l’esperienza stessa ed il suo universo di senso. Il modo in cui l’organismo incontra

l’esperienza ed il vissuto emotivo plasma non solo i nostri pensieri, ma anche il nostro corpo. Una determinata abitudine posturale può determinare l’instaurarsi di un comportamento psico-emotivo o di una risposta psicologica specifica che cristallizzandosi rinforzeranno quello specifico schema dando luogo ad un circolo vizioso che si autoalimenta. Spesso, noi non siamo consapevoli di ciò che siamo, del nostro essere corpo, del nostro muoverci nello spazio, del ritmo del nostro respiro. Se non diventiamo consapevoli di ciò che siamo non possiamo essere consapevoli dei nostri bisogni. Non ascoltando il nostro corpo, reprimendolo, trasformandolo, non accettando le sue trasformazioni, non accettando il suo invecchiare, in realtà non ci accettiamo e deleghiamo al corpo la responsabilità del nostro essere, martorizzandolo o abbellendolo. Ogni cambiamento fisico se non è accompagnato da una trasformazione più profonda, non è altro che l’assunzione di una maschera. Dar voce al nostro corpo è dare voce alle nostre emozioni.

lenti o ripetitivi, se respiriamo profondamente o meno, tutto questo ha delle radici più profonde che ci riportano a noi stessi. Ogni comportamento che sia funzionale o disfunzionale dice qualcosa di noi, di come siamo, di ciò che siamo.

"Chi scorge una differenza tra spirito e corpo non possiede né l'uno né l'altro." (Oscar Wilde)

Oggi, sempre più, cambia anche lo spazio della psicoterapia: il divano viene sostituito da sedie messe a cerchio, da tappeti, da piscine; alla ricerca causale del perché (storico) succede una sensibilizzazione per il come; il processo diviene importante come il contenuto e il non detto assume la stessa importanza del detto. Secondo il pensiero di Lowen, esponente dell’analisi bioenergetica, l’uomo civilizzato avrebbe la tendenza a verbalizzare e razionalizzare a discapito del vissuto corporale, tutte le tensioni non espresse e represse nell’infanzia si trasformano in tensioni muscolari permanenti, il corpo è visto come “un’armatura caratteriale”. Le nuove forme di psicoterapia si affacciano sempre più a considerare l’uomo nella sua totalità, perché solo ascoltandoci nella nostra totalità possiamo ritrovarci.

Nulla avviene per caso. Se ci muoviamo in un determinato modo, se tendiamo ad assumere una certa postura, se assumiamo determinati comportamenti alimentari, se sul nostro volto appaiono delle rughe piuttosto che altre, se i nostri movimenti sono veloci,

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Informazione sociale @

Segnalate le campagne a: sociale@salutare.info

La comunicazione e la prevenzione sociale per definizione, aumentano il livello di consapevolezza e conoscenza dei cittadini relativamente a problemi di interesse generale, nella prospettiva di modificare comportamenti o atteggiamenti.

Campagna Nastro Oro "Il tumore al seno non si può prevenire. Si deve.” Dal 19 maggio al 1 giugno nei Supermercati COOP, per ogni suo prodotto acquistato, L’Oréal Paris devolve 50 centesimi alla Fondazione Umberto Veronesi che finanzierà borse di studio per medici senologi. Il simbolo scelto per indicare il sostegno di L’Oréal Paris alla “Campagna Nastro Oro. Il tumore al seno non si può prevenire. Si deve.” è un piccolo nastro ripiegato color oro. Un semplice ornamento, il nastro, utilizzato come simbolo di consapevolezza e supporto di questa importante causa di prevenzione. Indossato sui capi d’abbigliamento o legato intorno ad oggetti esprime, comunica l’impegno e la responsabilità della persona a questa importante campagna e il desiderio di divulgare la prevenzione del tumore al seno a tutti coloro che lo vedono. Un progetto che vede protagoniste due testimonial d’eccezione: Barbara d’Urso e Alessia Marcuzzi. Due esempi di donne impegnate nel sociale, che simboleggiano idealmente tutte le donne, chiamate a sviluppare una “cultura della salute”,

La settimana dell'alcol dal 21 al 29 maggio 2011 L’UFSP lancia una nuova forma di campagna di prevenzione dell’alcol. La nostra società è oggi alla ricerca di una nuova modalità di relazione con l'alcol. Come possiamo consumare con piacere un prodotto che fa parte integrante della nostra cultura, considerare gli interessi economici e contemporaneamente combattere gli eccessi e le loro conseguenze in un modo credibile? È necessario parlarne! Pertanto l'Ufficio federale della sanità pubblica, in collaborazione con diversi partner, lancia una

Più salute ai tuoi occhi Nei mesi di maggio e giugno in 8 città italiane: Bari, Cagliari, Genova, Latina, Napoli, Pavia, Reggio Emilia e Verona grazie alla campagna 30 www.salutare.info

imparando ad ascoltare il proprio corpo e attivandosi in una prospettiva di reale prevenzione. La “Campagna Nastro Oro” affronta un tema sostanziale: l’importanza della prevenzione per incentivare e sostenere la diagnosi precoce dei tumori al seno. Visite specialistiche regolari, come l’analisi mammografica o l’ecografia mammaria, permettono di scoprire l’eventuale presenza di noduli, microcalcificazioni o altri segni che possono un giorno causare una neoplasia. Perché la migliore terapia è la prevenzione. “Aderire ai programmi raccomandati di diagnosi precoce del tumore del seno - commenta il Professor Umberto Veronesi che partecipa alla campagna come testimonial – rappresenta oggi per tutte le donne un’opportunità concreta di salvarsi la vita. Per ogni prodotto L’Oréal Paris acquistato nei Supermercati COOP (dal 19 maggio al 1 giugno) L’Oréal Paris devolverà 50 centesimi a favore della Fondazione Veronesi per la ricerca contro il tumore al seno.

nuova forma di campagna alcol, incentrata sul dialogo sociale, la conversazione e l'azione locale. Come primo evento, dal 21 al 29 maggio 2011 avrà luogo una settimana alcol, che promuoverà il dialogo sul tema dell'alcol. La campagna alcol ha un nuovo sito web www.ioparlo-di-alcol.ch dove è possibile seguire costantemente l'evoluzione del progetto settimana alcol. Oltre alle novità e alle informazioni di base sulla campagna, il nuovo sito web vi offre ora anche diverse possibilità di partecipare attivamente al dialogo sul tema.

“Più salute ai tuoi occhi” saranno effettuate visite oculistiche gratuite. Per prenotare la visita è sufficiente chiamare il numero verde 800.198090.


Questo spazio è dedicato alla segnalazione di campagne di informazione sociale, di prevenzione per rendere visibili tutte le iniziative volte a migliorare gli stili di vita.

Campioni di Controllo La Campagna Buon Compenso del Diabete in coIlaborazione con SIEDP (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetoloqia Pediatrica) e Fondazone Milan dà la possibilità a 80 bambini con diabete, di età compresa tra gli 8 e i 15 anni (entrambi i sessi), di trascorrere gratuitamente (spese di viaggio escluse) 7 giorni, in una settimana a scelta nel periodo tra il 18 giuqno e il 10 luglio, in uno dei Milan Junior Camp (fino a esaurimento posti, per accoglienza dei singoli campi) di Riva del Garda, Lavagna, Cortina d’Ampezzo, Pesaro e Ischia, dove diventano protagonisti assoluti il divertimento e il calcio.

Campagna nazionale 2011 su donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule Le iniziative previste comprendono la Giornata nazionale 2011 (fissata per il 29 maggio), il Premio Nazionale Donazione e Trapianto e il Progetto dedicato alle scuole secondarie (TVD - Ti Voglio Donare) e primarie (“Salvo e Gaia”). La Campagna nazionale 2011 su donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule è promossa dal Ministero della Salute in collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti e le Associazioni di settore ACTI - ADMO - AITF - ANED - FORUM Federazione Liverpool - Associazione Marta Russo.

Giornata Nazionale Del Sollievo, Porte Aperte Alla Diagnostica Medica: visite specialistiche gratuite per prevenire e curare l’endometriosi Avellino, 29 maggio 2011 Il Gruppo Malzoni partecipa alla decima Giornata del Sollievo. Presso la Diagnostica Medica di via Nazionale Torrette a Mercogliano, domenica 29 maggio, dalle ore 9 alle ore 14, sarà possibile ricevere gratuitamente presso l’ambulatorio visite specialistiche per pazienti affette da endometriosi.

Modalità di adesione: Potranno partecipare gratuitamente (spese di viaggio escluse) a uno dei cinque MJC selezionati dalla Campagna del BCD, 80 bambini con diabete provenienti da tutta Italia, che per primi aderiranno all'iniziativa e che saranno ritenuti idonei dal proprio medico del Centro di diabetologia Pediatrica. Per aderire al progetto, parlane col tuo medico e contatta il numero verde 800 123 927 o manda una e-mail all'indirizzo adesioni@ buoncompensodeldiabete.org Per maggiori informazioni visita il sito www.buoncompensodeldiabete.org

L’obiettivo della Campagna nazionale 2011 punta a diffondere una corretta informazione e a sensibilizzare la popolazione sul tema della donazione e del trapianto di organi, tessuti e cellule concentrando nella settimana della donazione (22-29 maggio) le attività di informazione. Numerose le iniziative promosse dalle Associazioni di settore al fine di favorire una maggiore consapevolezza sull’importanza di sottoscrivere la dichiarazione di volontà sulla donazione di organi, tessuti e cellule e far accrescere la conoscenza sui benefici del trapianto. www.trapianto-giornatanazionale.it

L’iniziativa rientra nell’Open Day sul dolore promosso in tutta Italia dall’Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna) presso le strutture pubbliche e private del territorio nazionale certificate con “bollino rosa”, titolo che il Gruppo Malzoni detiene da tre anni e che testimonia un particolare riguardo nei confronti della donna, sia relativamente ai servizi offerti sia per la presenza di donne in ruoli dirigenziali e di particolare rilevanza. Per prenotare la propria visita gratuita in occasione della Giornata del Sollievo è possibile contattare il numero 0825.686556.

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Foniatria a cura del Prof. Massimo Borghese Foniatra

La voce di falsetto Spesso si parla di "voce in falsetto", senza però sapere davvero che cosa si intende con questa terminologia

Nel canto, quando si raggiungono determinate tonalità acute, si avverte la necessità di cambiare l'atteggiamento del tratto vocale, per non sforzarsi troppo e per produrre meglio quelle note. E spesso si dice: "Le emetto in falsetto?".

Cerchiamo di comprendere che cosa avviene in questi casi. La voce di falsetto è un tipo di voce di testa. Si definisce di testa il registro in cui vengono emesse sonorità che conferiscono al cantante la sensazione soggettiva di percezione di tali suoni nella testa. Ora, nelle risonanze di testa può accadere che vibri tutta la mucosa cordale, o che vibri solo la mucosa lungo il margine della corda vocale. In questo secondo caso possiamo parlare di voce di falsetto. La differenza fisiologica tra una voce di testa "a corda piena" ed una voce di testa "in falsetto", sta dunque in quanta parte di mucosa cordale viene messa in vibrazione e nel falsetto, come ora dovrebbe essere più facilmente comprensibile, vibra solo una striscia di mucosa cordale.

Glossario Muscolo cricotiroideo* Nell'anatomia umana il muscolo cricotiroideo, fa parte dei muscoli della laringe.

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Ne deriva che l'effetto sonoro è ben diverso: meno potente, meno udibile e meno corposo nel falsetto; più pieno, più forte e più percepibile (anche nelle ultime file di un teatro...) nella voce di testa "a corda piena". Nello stile lirico parliamo di "voce impostata". Perché? Perché è nel corpo stesso del cantante che avviene l'amplificazione sonora di quella voce che deve essere udita nella sua piena espressività, anche da lontano e senza microfoni ed altoparlanti.

L'amplificazione si realizza dunque nel cosiddetto "vocal tract sopraglottico" (più sbrigativamente definito nel nostro ambiente, "vocal tract"), ossia nelle cavità di risonanza che si trovano al di sopra del piano cordale. In lirica l'emissione vocale deve avvenire al meglio dell'ottimizzazione del rapporto tra funzione delle corde vocali e sfruttamento delle cavità di risonanza. E qui veniamo al punto del perché il falsetto non può trovare posto in una modalità di emissione lirica. Se infatti il prodotto vocale deve nascere dal migliore equilibrio possibile tra attività cordale e utilizzo dei risuonatori, a livello delle corde vocali non si può pensare di far vibrare solo una parte della mucosa (come nel falsetto), +ma tutta e quindi, è necessario andare a voce piena! Infine una spiegazione sul continuo della voce di petto. Questa è il prodotto di una vibrazione cordale basata essenzialmente sul lavoro del muscolo vocale (tiroaritenoideo interno), con sensazioni vibratorie

soggettive da parte del cantante, nel petto. In questa modalità vengono emesse le tonalità gravi e medie di un'estensione vocale; mentre le acute -che generano sensazioni vibratorie di testa- hanno alla loro base il lavoro del muscolo cricotiroideo* supportato anche dal muscolo vocale. Il passaggio di registro identifica quel graduale progresso tra una emissione puramente di petto ed una di testa. Quanto più un cantante è abile ed esperto, tanto meno percettibile sarà questo passaggio che, invece, in un dilettante o in un non bravo cantante, verrà nettamente avvertito, anche con un calo di qualità delle note di passaggio. Non voglio aggiungere troppa carne al fuoco, ma dovrei dire anche che oggi ad una voce di soprano è consuetudine richiedere l'emissione di tutte le note della sua estensione (dal do3 al do5) in una modalità di testa. Ma forse è il caso di rimandare ad altra sede quest'altra tematica.


Fisioterapia a cura del dr. Michele Ferrante Fisioterapista

Le lesioni del legamento crociato anteriore

Cause, diagnosi e trattamento

Tra tutte le articolazioni, il ginocchio risulta la più esposta e la più vulnerabile alle lesioni traumatiche, che sono generalmente determinate da un meccanismo in valgo-rotazione esterna; meccanismo in varo-rotazione interna; meccanismo in iperestensione; trauma in flessione. Le lesioni più comuni dei legamenti del ginocchio o (distorsioni) possono essere così raggruppate: distorsioni benigne, che corrispondono ad un semplice stiramento o a una distensione, la cui evoluzione è benigna; distorsioni di media gravità con una rottura parziale dei legamenti; distorsione grave definita dalla rottura di uno o più componenti. La diagnosi del danno legamentoso avviene essenzialmente attraverso due tipi d’indagine: la valutazione clinica e l’indagine strumentale. Nella valutazione clinica lo specialista cerca di stabilire l’entità della lassità legamentosa, sia in senso antero-posteriore, attraverso il Lachman test* ed il test del cassetto anteriore*, sia in senso rotatorio, grazie al jerk test* ed al pivot shift test* La conferma della lesione de LCA avviene solitamente grazie all’analisi strumentale, che si basa soprattutto sulla risonanza magnetica nucleare (RMN). Recentemente alcuni lavori scientifici (Chylarecki e coll., 1996) riportano di diagnosi effettuate

grazie all’esame ecografico, anche se questo tipo d’indagine nell’ambito delle lesioni al LCA deve essere ancora scientificamente confermato. Il trattamento della lesione del LCA può essere di due tipi: - Trattamento conservativo: un LCA lesionato può essere trattato in modo conservativo, evitando cioè d’intervenire chirurgicamente; tuttavia questo trattamento è in grado di essere effettivamente efficace solamente in un numero ridotto di casi, circa il 36% (Noyes e coll., 1983) . A lungo termine la maggioranza dei pazienti presentano artrosi articolare e nel 51% dei casi si registra un nuovo evento traumatico entro 6-9 mesi. Per questi motivi, se nel corso del trattamento conservativo stesso perdura una sintomatologia stabile, diviene d’obbligo ricorrere all'intervento chirurgico.

L’enorme diffusione di attività sportive avvenuta nel corso degli ultimi anni ha visto crescere a dismisura le lesioni interne del ginocchio, sia in persone giovani sia in fasce di età medio-alte. Tutto questo comporta l’esigenza di fornire condotte terapeutiche adeguate alle diverse necessità dei pazienti, non disgiunte da un appropriato e puntuale trattamento riabilitativo.

- Trattamento chirurgico: la tecnica chirurgica del LCA è notevolmente migliorata nell’arco degli ultimi 10 anni e la percentuale di riuscita ad oggi si aggira attorno al 90% dei casi. La ricostruzione può essere di tipo intra-articolare ed extra-articolare. Una corretta riabilitazione è componente fondamentale del trattamento, sia chirurgico che incruento.

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Il trattamento riabilitativo si può suddividere in alcune fasi: • fase pre-operatoria • di protezione (1^ - 6^ settimana) • intermedia (7^ - 16^ settimana) • di ritorno all'attività (dalla 17^ settimana in poi). Bisogna, tuttavia, precisare che si tratta di tempi variabili, in quanto dipendono dalle condizioni soggettive del paziente. Il ritorno alla piena attività è permesso quando siano soddisfatte le seguenti valutazioni cliniche e funzionali: assenza di versamento e dolore durante/dopo sforzo; articolarità passiva ed attiva completa; problemi femoro-rotulei assenti o modesti, ma compensati con buona funzionalità del muscolo vasto mediale obliquo; kt 1000: differenza di traslazione tibiale anteriore con l'arto controlaterale non superiore a 3-5

mm, compliance index uguale bilateralmente; test isocinetici (picco di forza e lavoro totale dei flessori bilateralmente uguali in almeno due test su tre a velocità angolari diverse; rapporto flessori/estensori uguale bilateralmente in almeno due test su tre a velocità angolari differenti; deficit del picco di forza del quadricipite non superiore al 10% rispetto all'arto sano, in almeno due test su tre a diverse velocità angolari); test funzionali di stabilità dinamica e di agilità (anche sport specifici) con differenze contenute rispetto all'arto sano. È infine fondamentale, per conservare gli adattamenti recuperati e sviluppati, impostare un programma di mantenimento bi/trisettimanale, affiancato ad una periodica valutazione che preveda: esercizi di potenziamento della muscolatura degli arti inferiori a catena cinetica aperta e chiusa opportunamente integrati, ginnastica propriocettiva, stretching.

Glossario

Anatomia: Il legamento crociato anteriore si

mani una traslazione anteriore maggiore nel

inserisce sulla parte mediale dell’area inter-

ginocchio traumatizzato rispetto al sano. Può

condiloidea anteriore della tibia ed è in parte

essere eseguito con la tibia in condizione

fuso con il corno anteriore del menisco late-

neutra, in extra e in intrarotazione.

rale; si porta in alto, indietro e lateralmente, attorcigliandosi ed espandendosi a ven-

Jerk test: si esegue con il paziente supino,

taglio per terminare sulla parte posteriore

con l’anca flessa e l’arto in lieve adduzione.

della superficie mediale del condilo laterale

A 20-30 gradi di flessione, si avvertirà un

del femore.

improvviso scatto, fenomeno che, in termini ingegneristici, viene denominato “jerk”,

Decorre davanti e lateralmente al legamento

inteso come rapida accelerazione. Pivot-Shift

crociato posteriore. Lachman test: considerato

test: il paziente giace supino; l’esaminato-

il test più affidabile per la valutazione clinica

re solleva l’arto da testare con la mano che

dell’instabilità anteriore.Viene effettuato a

impugna la caviglia, intraruota la tibia e con

20°-30° di flessione ed è di estrema impor-

l’altra forza dolcemente il ginocchio in valgo.

tanza, in quanto, se positivo, è praticamente un segno suggestivo per la lesione del LCA.

E’ stato dimostrato che il Pivot Shift test è efficace in caso di rottura isolata del LCA,

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Test del cassetto anteriore: risulta positivo

mentre è di difficile esecuzione nei casi in

se l’esaminatore vede o percepisce con le

cui ci sia la lesione del LCM


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Eventi

CONGRESSI, CONVEGNI, EVENTI e manifestazioni per la Salute e il Benessere

Fiuggi, 16-18 giugno 2011 What’s new in ENT Pathology Il convegno è indirizzato a Medici Specialisti in Otorinolaringoiatria e chirurgia maxillo-facciale e a Medici di base che desiderino aggiornarsi su ciò che rappresenta il progresso in ambito della patologia cervico -facciale; è previsto inoltre un circuito dedicato agli infermieri con dimostrazioni pratiche e videosessioni sull’impiego delle nuove tecnologie che saranno oggetto delle lezioni teoriche. Ciascuna sessione sarà introdotta da un Presidente che terrà una lezione magistrale sullo stato dell’arte dell’argomento cui la sessione è dedicata; seguiranno un numero tra 8 e 12 presentazioni il cui contenuto sarà inerente alla lezione introduttiva e concernente le innovazioni tecniche e tecnologiche, sia mediche che chirurgiche, rispetto allo standard generalmente affermato. Al termine di ciascuna sessione si svolgerà una tavola rotonda di 45’ su un argomento cruciale inerente alla sessione stessa. Organizing Secretariat:MCA EVENTS Via A. Binda, 34 - 20143 Milano Tel. +39 02 34 93 44 04 - Fax +39 02 34 93 43 97 email: info@mcaevents.org - www.mcaevents.org

Napoli, 22-24 Giugno 2011 XXI Congresso Nazionale SIUrO Presidente del Congresso: Vincenzo Altieri Presidente Onorario: Vincenzo Mirone

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Sede Congressuale: Centro congressi Terminal Napoli, Napoli Segreteria Organizzativa: E.V.C.M. srl Emilia Viaggi Congressi & Meeting Tel: 051/6194911 fax: 051/6194900 e-mail: evcongressi@emiliaviaggi.it

Pisa, 23 Giugno 2011 Sviluppo di programmi e di attività per la promozione della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro per i lavoratori autonomi Segreteria scientifica: D.Taddeo, F.Dini, G.Di Leone, F.Pallotta,M. Peruzzi, C.Proietti, R.Lupelli, C.Di Pede, S.Battaglia, A.Monteverdi, G.Goglia A.Cini, R.Menichini Segreteria Organizzativa: G.Goglia, F.Dini Per contatti e/o informazioni: gaetano.goglia@usl5.toscana.it Tel.: 050-954620

Cava De' Tirreni(SA), 30 Giugno 2011 Attività formativa per: Medico chirurgo Discipline di riferimento: Dermatologia e venereologia, Reumatologia, Medicina generale - Medici di famiglia Argomenti del corso: artrite psoriasica, diagnosi precoce, psoriasi Obiettivo formativo nazionale Le diverse tecniche di imaging (radiologia convenzionale, ecografia, tomografia computerizzata, risonanza magnetica, scintigrafia) possono svolgere un ruolo determinante nella diagnosi, nella valutazione del danno anatomico, nel monitoraggio della evoluzione della malattia e nella valutazione della risposta al

trattamento. Organizzazione: Associazione SocioCulturale Agorà

Lucca, 30 Giugno 2011 Giornate nazionali di urologia territoriale – utics Attività formativa per: Infermiere Argomenti del corso: cateterismo vescicale, infezioni urinarie, trattamento combinato dell'ipertrofia prostatica Obiettivo formativo nazionale: Il corso si propone di migliorare l'assistenza infermieristica urologica sia in ambulatorio che domiciliare approfondendo le dinamiche del cateterismo vescicale per via teorica ed anche facendo delle prove pratiche su simulatore. Luogo di svolgimento: Palazzo Ducale Organizzazione: E.V.C.M. - Emilia Viaggi Congressi & Meeting S.R.L.

Avellino, 30 Giugno 2011 VI expert forum campano up-date nella terapia del carcinoma polmonare non a piccole cellule dell'apparato respiratorio, Medicina generale - Medici di famiglia Argomenti del corso: chemioterapia, farmaci e bersaglio molecolare, oncologia Obiettivi evento - Conoscenze teoriche - Pratiche - Capacità comunicative in oncologia medica Luogo di svolgimento: Hotel De La Ville Di Avellino Organizzazione: Pqs S.N.C Di Marina Cottone & C. e-mail pqscottone@teletu.it

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