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Piace alla mamma, utile al bambino

babymagazine - allegato alla rivista salutare

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Redazionale

Sommario

Quanto cambia diventare genitori? potete chiederlo a Mark Zuckerberg che ha pensato bene di donare 45 miliardi di dollari in beneficenza per 'regalare' un ''mondo migliore'' a Max, la sua bambina nata l'1 dicembre.

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La fatica di essere mamma

Ma a parte questi casi eccezionali, per molti come noi comuni mortali, alla gioia della nascita si contrappone la classica ‘bocca da sfamare’. Fortunatamente lo stato ha previsto alcuni aiuti: il bonus bebè, l’assegno di maternità dello Stato, assegno familiare, Jobs Act, il con-

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Dai mamma andiamo al parco?

gedo parentale a ore... A pag 16 trovate tutte le info su chi può richiederlo e i requisiti necessari. Ma si sa che, già dopo le prime settimane di

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vita, i bambini iniziano a sorridere ai loro ge-

Acquaticità in gravidanza: la socializzazione

nitori, facendoli intenerire fino al midollo. Un gesto che si è scoperto, però, non casuale, ma con un suo 'scopo' ben preciso... Questo deve farci riflettere: forse il sistema

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Bonus bebè

della riproduzione non è fine a se stesso ma, probabilbente una nascita è un tassello in più per costruire un mondo migliore... e allora, Benvenuti nel 2016 pargoli di tutto il mondo, il mondo ha bisogno di voi

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Il Gioco troppo "organizzato"

Un augurio per il nuovo anno e

e ancora...

Buona lettura!

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lo azine offre Baby Mag cutere, is spazio per d orre domande p i, rs confronta risposte. le el e avere d re per Ecco come fa re con noi. comunica Come è possibile ricevere a casa la rivista Baby Magazine? Per ricevere la rivista Baby Magazine a casa basta compilare in tutte le sue parti il form a pag. 21. Sono un medico specialista, come posso inviare i miei contributi redazionali? Per poter inviare articoli redazionali basta inoltrare la richiesta, allegando il curriculum a: redazione@babymagazine.it Sono una mamma e vorrei segnalare un prodotto e/o servizio utile o dare qualche suggerimento, a chi posso scrivere? Per comunicare le vostre opinioni, esigenze, proposte, esperienze oppure un parere sulle strutture e i servizi di

cui avete usufruito potete scrivere una mail a

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Prof. Pasquale Di Pietro Ospedale Gaslini (Genova) Pres. Nazionale SIP

Comitato Scientifico

Prof. Pietro Ferrara - Università Cattolica Sacro Cuore (Roma) Prof. Alfred Tenore - Direttore Dip. Pediatria Università di Udine Prof. Alberto G. Ugazio - Ospedale Bambino Gesù (Roma) Prof. Alberto Villani - Ospedale Bambino Gesù (Roma) dr. Elio Caggiano - specialista in pediatria - presidente dell’Associazione pediatrica "Per il Bambino" dr.ssa Angela Carrino -specialista in pediatria


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I Piccoli protagonisti di questo mese sono...

Gabriel e Rafael

Davide Elia

Sofia Elena

Emily

Carmelo


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Gabriel e Rafael Attardi nati il 22/11/2013 Papà: Stefano Attardi Mamma: Katerina Attard

Antonio Carriere nato il 24/10/2014 Papà: Filandro Carriere Mamma: Giuseppina Semeraro

Davide Negrisolo nato il 18/06/2014 Papà: Lauro Negrisolo Mamma: Rosita Cremonese

Simone Donno nato il 23/02/2015 Papà: Ivan Donno Mamma: Vanessa Carluccio

Elia Tuono nato il 15/10/201 Papà: Mirco Tuono Mamma: Marzia Montanaro

Leonardo Carradori nato il 03/09/2014 Papà: Enrico Carradori Mamma: Sheeba Boni

Sofia Elena Gucianu nata il 07/07/2015 Papà: Cornel Gucianu Mamma: Felicia Georgeta

Sofia Papa nata il 14/06/2014 Papà: Marco Papa Mamma: Stefania Poddighe

Emily Venturini nata il 01/01/2013 Papà: Matteo Corradi Mamma: Ines Venturini

Sofia Angela Franzese nata il 08/07/2009 Papà: Pietro Franzese Mamma: Emanuela Fiamma

Carmelo Gambino nato il 05/11/2014 Papà: Cesare Gambino Mamma: Rossella Arasi

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Simone

Sofia

Leonardo

Sofia Angela

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V.I.B. (Very Important Baby)

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Baby News Mark Zuckerberg diventa papà Il Mark Zuckerberg diventa papà e sorprende tutti con 45 miliardi in beneficenza. L'uomo che ha inventato Facebook è diventato papà e sorprende tutti, per 'regalare' un ''mondo migliore'' a Max, la sua bambina nata l'1 dicembre, e sua moglie Priscilla Chan, si impegnano a donare il 99% delle loro azioni nel social network, che attualmente valgono 45 miliardi di dollari, alla filantropia con la creazione della Chan Zuckerberg Initiative. L'obiettivo è aumentare il potenziale umano e promuovere l'uguaglianza. "Come tutti i genitori vogliamo che tu cresca in un mondo migliore rispetto al nostro. Faremo la nostra parte e non solo perché ti amiamo, ma perché abbiamo una responsabilità morale di fronte a tutti i bambini della prossima generazione" afferma Zuckerberg in una lettera indirizzata a Max e pubblicata sul suo profilo Facebook, insieme alla foto della famiglia Zuckerberg insieme. "Una delle maggiori opportunità per la tua generazione e' quella di concedere a tutti l'accesso a internet": internet - mette in evidenza Zuckerberg - è "istruzione per chi non vive vicino a una buona scuola.

È così importante che per ogni 10 persone che ne guadagnano l'accesso, è creato un posto di lavoro. Ancora oggi più della metà della popolazione globale non ha accesso a internet". Zuckerberg ammette però che "la tecnologia da sola non risolve i problemi. Un mondo migliore si costruisce partendo da comunità forti". Ma guarda avanti. "C'è molto che possiamo fare affinché la tua generazione viva in un mondo migliore. Con l'inizio della prossima generazione della famiglia Chan Zuckerberg, avviamo anche la Chan Zuckerberg Initiative per unire le persone nel mondo con l'obiettivo di promuovere il potenziale umano e l'uguaglianza per tutti i bambini''. "Doneremo il 99% delle nostre azioni Facebook, che al momento valgono 45 miliardi di dollari, nel corso della nostra per portare avanti questa missione. Sappiamo che si tratta di un piccolo contributo rispetto ai talenti che già stanno lavorando su questi temi'' mette in evidenza Zuckerberg. La missiva si chiude con la firma di ''mamma e papa''. Con la nascita di Max Zuckerberg si prende due mesi di paternità, come ha annunciato nelle settimane scorse.

“Le favole? Se è il papà a leggerle piacciono di più ai bimbi La favola della buonanotte? Meglio se te la racconta papà. Uno studio dell’Università di Harvard ribalta il classico ruolo materno da divulgatore di fiabe seduto a bordo letto. "L’impatto è enorme, soprattutto se i papà iniziano a leggere ai loro bambini quando hanno meno di due anni. La lettura è vista come un’attività femminile, ma i bimbi sembrano essere più in sintonia con i loro papà in questa attività prima di addormentarsi”, ha spiegato

la dottoressa Elisabeth Duursma, responsabile del progetto e divulgatrice dei dati. Secondo lo studio di Harvard le domande poste dai papà durante la lettura sembrano aver stimolato nei bambini durante il riposo una maggiore attività nelle cosiddette "imaginative discussions” rispetto alla media. Sempre leggendo i dati riportati dalla dottoressa Duursma sono in particolare le bambine a trarre più

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Baby News vantaggi di tutti dagli scambi col papà. La spiegazione degli studiosi che hanno seguito l’esperimento è molto semplice: uomini e donne hanno un approccio differente nei confronti degli aspetti della quotidianità.

La ricerca ha ulteriormente dimostrato che i genitori che leggono ai bambini favole prima di andare a letto migliora la qualità dei bimbi nelle relazioni interpersonali e soprattutto nei risultati scolastici e accademici futuri.

ogni dubbio su soggetto e sceneggiatura per le fiabe della buonanotte: la lista di personaggi deve includere un drago, un mago e una fata, e possibilmente un racconto ambientato dentro a un castello.

Così leggendo Cappuccetto Rosso o Pinocchio la mamma tenderebbe a concentrarsi più sugli aspetti concreti della storia, adottando un metodo pragmatico simile a quello delle maestre di scuola; mentre i padri punterebbero senza indugi alla divagazione, a domande più astratte e a discussioni più fantasiose. Dal punto di vista cognitivo è molto più stimolante”.

Nonostante questi vantaggi, la ricerca britannica ha scoperto che uno su quattro genitori di bambini piccoli non legge mai a loro, o lo fa solo una volta ogni sei mesi.

Apprezzato dalla maggior parte degli 8mila bimbi intervistati è il classico momento di pericolo per gli eroi della storia, come del resto rimane essenziale il lieto fine. Il magico momento della favola è uno "sforzo” che consigliamo anche perché dopotutto è emerso che la durata ideale per una favola da raccontare al figlio sia appena di otto minuti e sei secondi.

Sempre dai dati raccolti, solo il 50% dei genitori ha dichiarato di leggere ai figli ogni giorno. Un altro studio di un’università inglese pubblicato durante l’estate 2015 aveva tolto

Un Baby-robot rivela che i bambini programmano sorrisi per la mamma Già dopo le prime settimane di vita i bambini iniziano a sorridere ai loro genitori, facendoli intenerire fino al midollo. Un gesto però non casuale, ma con un suo 'scopo' ben preciso e ricevere dalla persona con cui stanno interagendo un sorriso a loro volta.

Per confermare la loro ipotesi, i ricercatori hanno programmato un 'robotbambino', Diego San, a comportarsi come i piccoli, e poi lo hanno fatto interagire con degli studenti in sessioni di tre minuti, in cui si comportava in quattro modi diversi.

Lo dimostra il baby robot testato da un gruppo di esperti di robotica e psicologia comportamentale dell'università della California di San Diego, coordinati da Javier Movellan, confermando quanto pensano già da tempo molti genitori.

Si è così visto che gli studenti, come le madri, sorridevano di più quando il robot bambino sorrideva poco. Quando si interagisce con i bambini, si ha sempre l'idea che si aspettino qualcosa mentre sorridono.

Lo studio, descritto sulla rivista Plos One, rivela inoltre che i bambini raggiungono l'obiettivo di catturare un sorriso 'giocando' con i tempi comici, come i commedianti più esperti, in modo da avere la miglior 'risposta' dal loro pubblico.

Non lo fanno a caso'', commenta Movellan. Successivamente i ricercatori hanno utilizzato i dati di precedenti studi, in cui erano state osservate le interazioni faccia a faccia di 13 coppie di madri e infanti di quattro mesi, vedendo quando

e quanto spesso sorridevano entrambi. In questo modo è emerso chiaramente che in 11 bambini su 13 i sorrisi erano intenzionali. Ciò non significa che si possa determinare se i bambini siano consapevoli di quello che stanno facendo. 'Non possiamo dire che cosa madre o bambino cerchino di ottenere nell'interazione. Quello che abbiamo visto è che hanno un loro obiettivo mentre interagiscono, già nei primi mesi'.


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Baby News

L’Azienda ospedaliera ha collocato un sistema di tomografia computerizzata (TC) di ultima generazione all’interno di una sala a tema pensata per i pazienti oncologici pediatrici. Il reparto di Radiologia Oncologica pediatrica della struttura campana, diretto dal Dott. Massimo Zeccolini, si è dotato di un ambiente pensato apposta per mettere a proprio agio i bambini, facendogli immaginare un viaggio per mare tra coralli e corsari mentre si sottopongono all’esame diagnostico, con un sistema di ultima generazione. A realizzare il progetto è stata GE Healthcare, divisione medicale di General Electric che per i pazienti oncologici pediatrici dell’Azienda ospedaliera Santobono Pausilipon ha unito ad un ambiente amichevole un nuovo sistema TC volumetrico a 128 strati che consente un’elevata velocità di scansione e un’alta risoluzione spaziale senza compromettere la qualità diagnostica dell’immagine.

Al Pausilipon la tomografia computerizzata (tc) è un viaggio sull’oceano

Uno strumento potente, ma anche adatto ai pazienti pediatrici: grazie alla tecnologia ASIR (Adaptive Statistical Iterative Reconstruction) si aprono nuove frontiere per lo studio a bassa dose di tutte le applicazioni dell’apparecchio, rendendo possibile una drastica riduzione del carico di raggi x erogati per singolo esame ed eliminando gli artefatti e il rumore sull’immagine, con un notevole incremento della qualità degli esami che si riflette anche sulla possibilità, in molti casi, di minimizzare o addirittura non ricorrere alla narcosi del piccolo paziente. Nel progetto di GE Healthcare per l’ospedale Pausilipon la tecnologia incontra l’attenzione alla persona: il sistema di tomografia computerizzata è stato infatti collocato in una stanza realizzata in collaborazione con l’impresa edile Gruppo Boggia e pensata appositamente per i pazienti pediatrici, che in condizioni normali potrebbero essere turbati dall’ingresso nella macchina per la tomografia computerizzata.

In questo caso, invece, notevole attenzione è stata data all’ambiente, concepito con monitor incorporati per visione di filmati per distrarre e tranquillizzare i piccoli pazienti durante l’esecuzione dell’esame. Al centro della stanza, poi, la TC ospita il disegno di un timone, invitando i bambini che si sdraiano sul lettino a rilassarsi, immergendosi in un viaggio tra le onde della fantasia. La scelta del tema marino è in perfetta sintonia con l’ambiente circostante essendo l’ospedale ubicato in un’area privilegiata del golfo di Napoli; perciò la presenza di un mare cristallino dipinto sia sulle pareti della sala TC, nel cui blu solcano la superficie pirati, delfini e velieri, sia sui muri dell’anticamera della sala TC, dove sono raffigurati pesci, anemoni e coralli, ricrea l’ambiente delle profondità oceaniche, creando un collegamento ideale tra l’esterno e l’interno della struttura.


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La fatica di essere mamma I fattori di rischio noti e le avvisaglie già durante la gravidanza non vanno sottovalutati

Rispetto al baby blues la depressione post partum ha una durata maggiore con conseguenze diverse per il benessere del bimbo e per la salute e della mamma che stenta a ritrovare la sua serenità

Qualche giorno dopo il parto può capitare che la contentezza iniziale di essere mamma si trasformi a tratti in una sorta di insoddisfazione fino ad arrivare a non sentirsi adeguata per questo nuovo ruolo. L’assenza di interesse per il bimbo appena nato fa salire il senso di colpa alle stelle. Momenti di tristezza o angoscia si alternano a crisi di pianto, cala l’appetito e si dorme male. Sono i sintomi del baby blues, espressione inglese che si traduce in "bimbo triste” anche se è la mamma a non sentirsi felice. Subito dopo il parto i momenti di instabilità emotiva sono considerati normali se episodici e se si risolvono nel giro di due settimane. Oltre tale periodo o se si verificano di frequente nell’arco della giornata è bene chiedere aiuto per non incappare in una vera e propria depressione post partum che può durare diversi mesi. Le adolescenti sono più a rischio di avere una depressione post partum rispetto alle madri adulte non tanto per l’età anagrafica quanto per il livello di maturità psichica.

a cura della dr.ssa Fiammetta Trallo spec. Ginecologia e Ostetricia

Cosa cambia

Il vissuto della gravidanza, la preoccupazione del benessere fetale prima e neonatale dopo, l’esperienza del parto, l’allattamento al seno materno anche nelle ore notturne e non da ultimo gli strilli di un neonato che fa sentire la sua presenza, sono tutte situazioni potenzialmente pericolose per l’equilibrio psicoemotivo. Dopo il parto la fluttuazione ormonale gioca un suo ruolo sullo stato d'animo. I cambiamenti del corpo e dell’immagine di sé accettati già a fatica in gravidanza diventano intollerabili se prevale la paura che non si tornerà più le stesse. Chi è abituata a fare attività sportiva vive meno queste ansie rispetto a chi è più pigra e sedentaria. Anche la mancanza di una vita sessuale, sconsigliata fino a 30/40 giorni dopo il parto, aumenta le paure di non ritrovare il feeling con il partner e il piacere della sessualità. Appoggio, amore e comprensione da parte del partner aiutano la donna a sentirsi desiderata e a ritrovare tranquillità e serenità necessarie per il nuovo compito. I padri a loro volta non sono esenti da rischi depressivi. Non sempre i neopapà riescono a vivere l'esperienza della paternità con serenità ed equilibrio. Anche loro possono sentirsi disorientati e non sapere cosa fare. Spesso si sentono estranei nel nuovo menage di coppia e vivono una sorta di senso di abbandono da parte della donna che pone il bimbo al centro dell’attenzione. Lavoro precario e problemi emotivo-finanziari possono aumentare il rischio che anche il papà soffra di depressione post partum.

Convivere con una donna che soffre di depressione aumenta di sei volte il rischio per il padre e se il bambino ha bisogno di assistenza sanitaria di circa due volte. La paura e la vergogna di ammettere questo stato d’animo contribuisce a ritardare la risoluzione del baby blues e aumentare il rischio di depressione post partum. Se nelle prime due settimane dal parto la donna non riesce a smaltire la fatica e avverte strani segnali di malumore e di tristezza è fondamentale chiedere aiuto in primis a chi le sta intorno. Se i sintomi persistono e nei casi di depressione lieve-moderata l’approccio psicologico è il più efficace. Quando la donna rifiuta la psicoterapia o questa non risolve e se in precedenza ha già avuto episodi ansioso-depressivi è bene far ricorso ai farmaci. Molti psicofarmaci sono compatibili con l’allattamento al seno.


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"Dai mamma... andiamo al parco?" a cura della dr.ssa Francesca Auxilia Pedagogista

Come imparare a riscoprire la natura Chissà quante volte i nostri bambini ci pongono questa domanda: "Dai mamma, andiamo al parco?"

La mamma non deve affatto ignorare questa richiesta, ma al contrario saperla cogliere, esaudendo così un desiderio del suo piccolo. Il voler andare al parco è un desiderio che può sembrare a prima vista banale, riduttivo, considerato come perdita di tempo, talvolta inutile; invece questo messaggio contiene un significato ben più profondo perché trascorrere del tempo al parco vuol dire riuscire per un attimo ad "evadere” dalla realtà, dimenticando tutte le routine quotidiane, tutto ciò che c’è di più noioso e triste. Oggi la vita delle mamme è sempre piena di mille impegni e di molteplici cose da "sbrigare” però bisogna cercare di ritagliare uno spazio, anche se piccolo, per trascorrere del tempo con il proprio bambino: il parco, oltre ad aiutare il bambino, aiuterà anche la mamma; è infatti importante anche per le mamme riuscire a trovare un momento di quiete in cui poter ”zittire” ogni preoccupazione. La natura è magica, noi non lo sappiamo ma in essa sono racchiuse cose che meritano di essere scoperte e perché non farlo insieme ai nostri figli? Grazie alla loro fantasia, immaginazione e vivacità sarà tutto più immediato e semplice. L’andare al parco non dev'essere visto come un momento in cui dedicarsi solo al gioco ma, dev'essere visto come un vero e proprio incontro con la natura: essa ci stupirà.

Ci siamo mai fermate con i nostri figli ad annusare un fiore dal profumo particolare? Abbiamo mai toccato una pianta per sentirne le foglie? Abbiamo mai ascoltato il rumore di una fontanella o di una piccola cascata? Sono questi alcuni tra gli elementi da scoprire, dobbiamo far sì che i bambini si abituino ad osservare ciò che li circonda, meravigliandoci insieme a loro ogni volta che si scopre qualcosa di nuovo. Perderci nella natura sarà un’esperienza meravigliosa, ci sentiremo più cariche, più di buon umore e pronte per "rituffarci” nella realtà: non neghiamo mai ai bambini un’esperienza al parco, questo è il luogo ideale in cui imparare, conoscere, ridere, giocare, amare e in poche parole per vivere.


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Acquaticità in gravidanza: la socializzazione In un corso di acquaticità in gravidanza la socializzazione all’interno del gruppo è uno dei fili conduttori dell’attività, si lavora in questa direzione prima, durante e dopo lo svolgimento della lezione. Prima di incominciare a lavorare, occorre che le gestanti familiarizzino con il nuovo ambiente e con le compagne, entrano in piscina chiacchierando tra loro e si immergono in acqua comportandosi liberamente, il clima che si instaura è molto rilassato, l’insegnante accoglie le future mamme con un sottofondo musicale e dopo aver controllato che la temperatura dell’acqua sia piacevole, entra in acqua con loro accompagnandole in punta di piedi al loro incontro con proposte motorie, di gioco e di rilassamento, prestando sempre la massima attenzione alle esigenze delle meno acquatiche e lasciando che giochi di gruppo ed esercizi di rilassamento in coppia creino un contatto continuo. Il movimento del proprio corpo con quello della compagna può essere visto come un piacevole momento senza competizioni, dove le parola "sostegno", "presa” hanno un significato molto profondo: aiutate dal massaggio offerto dalla corrente e dalla resistenza dell’acqua, le donne vengono coinvolte in esercizi che risulterebbero più difficili se fatti singolarmente e quando riescono ad abbandonarsi alla compagna cambia anche il tono muscolare e dopo un po’ i movimenti in acqua sono incredibilmente

spontanei e il piacere è maggiore quando è condiviso con altre future mamme. In un contesto del genere le gestanti fanno molta ”vita di spogliatoio”, mentre si asciugano entrano in confidenza e hanno meno inibizioni rispetto ad altre situazioni e questo porta più facilmente alla condivisione di problematiche; inoltre in un corso di acquaticità il gruppo non è mai omogeneo per età gestazionale e quindi possono incontrarsi donne al quarto mese con altre giunte ormai alla fine della gravidanza e questo per chi conduce il corso è davvero uno degli aspetti più interessanti, perché la diversa composizione del gruppo gioca un ruolo determinante nello sviluppo dell’attività, tanti vissuti che confrontandosi creano una forza meravigliosa tutta straordinariamente al femminile. La condivisione di problematiche legate alla gravidanza risulta facilitata in un ambiente come quello acquatico e il confronto con le altre mamme crea protezione e per questo motivo ha grande importanza il fattore socializzazione inteso come momento in cui le donne confrontano la propria esperienza con quella di altre donne. Il gruppo dovrebbe sempre tener presente che in un corso di acquaticità pur essendoci degli obiettivi è importante la volontà di partecipare ad un’esperienza dove non conta la precisione nell’esecuzione dell’esercizio, la velocità o la tecnica, ma capire quanto l’acqua possa aiutarle a lasciarsi andare, quanto possano divenire parte attiva nella produzione di uno sforzo muscolare e quanto per avere un buon rilassamento occorra l’attenzione, il rispetto e la collaborazione.

a cura di Mirella Maietta Acquamotricista prenatale Istruttrice Apnea National school

Per agire in maniera mirata sulle sue allieve, chi conduce il corso deve riuscire ad amalgamare il gruppo anche modellando la lezione sulle esigenze diverse di ognuna e per farlo deve avere una precisa esperienza nel settore, lavorando sulla muscolatura ma passando attraverso l’osservazione dei bisogni che il gruppo esprime. Il rapporto che si instaura tra le allieve è spesso così forte da far sentire loro la necessità di ritornare per costituire un nuovo "gruppo” dopo la nascita, la continuità del percorso intrapreso è molto spesso un’esigenza naturale che spinge molte di loro a proseguire l’avventura acquatica con un corso "neonatale", orientandosi verso l’apprendimento e lo sviluppo psico-motorio del neonato.


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Bonus bebè e aiuti alla famiglia per il 2016 Tra gli aiuti previsti ci sono il bonus bebè, i voucher baby sitter e asilo nido, gli assegni maternità

Bonus bebè 2016: consiste in un assegno di 960,00 euro all’anno per ciascun figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017 per la durata massima di 3 anni di età. Ecco come si può presentare la richiesta: - andando su www.inps.it - Servizi on line. Prima però bisogna attivare un PIN personale; - chiamando il numero verde 803.164 (numero gratuito da rete fissa) o il numero 06 164 164 (numero per cellulari); - attraverso i patronati.

Chi può richiederlo e i requisiti necessari

Il bonus bebè può essere richiesto dai neo genitori di bambini nati o adottati tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017, fino ai tre anni del bambino oppure fino ai tre anni dall’ingresso del figlio adottivo nel nucleo familiare in seguito all’adozione. L’assegno spetta anche in caso di affidamento preadottivo del minore disposto tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017. Possono richiederlo le famiglie con reddito Isee fino a 25mila euro. L’importo annuo dell’assegno è di 960 euro e sarà pagato mensilmente 80 euro al mese. Assegno raddoppiato, quindi a 1.920 euro all’anno (160 euro al mese), per chi ha un Isee non superiore a 7mila euro. Perché l’assegno arrivi a decorrere dal giorno della nascita (o dall’ingresso nel nucleo familiare) del figlio, è necessario che la domanda sia presentata entro 90 giorni dal verificarsi dell’evento o per i nati tra il 1° gennaio e il 27 aprile 2015, entro il 27 luglio 2015.

Jobs Act, come chiedere il congedo parentale a ore L'inps ha reso possibile a partire dal 19 agosto l'invio di domande per la richiesta della fruizione su base oraria del congedo parentale. Dal 19 agosto 2015 è aperta la procedura on line per consentire al genitore lavoratore dipendente l’invio di un'apposita domanda per la fruizione su base oraria del congedo parentale. Tale modalità di fruizione si aggiunge a quella mensile e giornaliera. Lo ha annunciato l'Inps in un comunicato stampa, che specifica anche le modalità di invio della domanda mediante uno dei seguenti canali:

• WEB - Servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN dispositivo attraverso il portale dell’Istituto (www.inps.it - Servizi on line); • Contact Center Integrato - numero verde 803.164 (numero gratuito da rete fissa) o numero 06 164.164 (numero da rete mobile con tariffazione a carico dell’utenza chiamante); • Patronati, attraverso i servizi offerti dagli stessi. L'Inps nella circolare 152 del 18 agosto 2015 precisa che se il congedo è richiesto in base al criterio generale contenuto nell'articolo 32 del Dlgs 151/2001 (come modificato dal Jobs act) "la fruizione nella singola giornata di lavoro è necessariamente pari alla metà dell'orario medio giornaliero".


Assegno familiare L'assegno al nucleo familiare (ANF) costituisce un sostegno per le famiglie dei lavoratori dipendenti e dei pensionati da lavoro dipendente, i cui nuclei familiari siano composti da più persone e che abbiano redditi inferiori a quelli determinati ogni anno dalla Legge. L’Assegno per il nucleo familiare spetta ai lavoratori dipendenti, ai lavoratori dipendenti agricoli, ai lavoratori domestici, ai lavoratori iscritti alla gestione separata, ai titolari di pensioni (a carico del fondo pensioni lavoratori dipendenti, fondi speciali ed Enpals), ai titolari di prestazioni previdenziali e ai lavoratori in altre situazioni di pagamento diretto.

Misura della prestazione

È calcolata secondo la tipologia del nucleo familiare, del numero dei componenti il

17 nucleo familiare e del reddito complessivo del nucleo stesso, con previsione di importi e fasce reddituali più favorevoli per situazioni di particolare disagio (esempio: nuclei monoparentali o con componenti inabili). L’importo dell’assegno è pubblicato annualmente dall’Inps in tabelle di validità dal 1° luglio di ogni anno al 30 giugno dell’anno seguente. (circ. Inps n.84 del 23/05/2013).

lavoro prestato alle proprie dipendenze, anche se la richiesta è stata inoltrata dopo la risoluzione del rapporto nel termine prescrizionale di 5 anni; all’Inps nel caso in cui il richiedente sia addetto ai servizi domestici, operaio agricolo dipendente a tempo determinato, lavoratore iscritto alla gestione separata, ovvero abbia diritto agli assegni come beneficiario di altre prestazioni previdenziali.

La domanda deve essere presentata per ogni anno a cui si ha diritto:

Qualsiasi variazione intervenuta nel reddito e/o nella composizione del nucleo familiare, durante il periodo di richiesta dell'ANF, deve essere comunicata entro 30 giorni. Se la domanda viene presentata per uno o per più periodi pregressi, gli arretrati spettanti vengono corrisposti nel limite massimo di 5 anni (prescrizione quinquennale).

al proprio datore di lavoro, nel caso in cui il richiedente svolga attività lavorativa dipendente, utilizzando il modello ANF/DIP (SR16). In tale caso, il datore di lavoro deve corrispondere l'assegno per il periodo di

L’assegno di maternità dello Stato Un assegno che la madre lavoratrice o disoccupata può chiedere all’INPS per la nascita del figlio oppure per l’adozione o l’affidamento preadottivo di un minore di età non superiore ai 6 anni. È un assegno che la madre lavoratrice o disoccupata può chiedere all’INPS per la nascita del figlio oppure per l’adozione o l’affidamento preadottivo di un minore di età non superiore ai 6 anni (o ai 18 anni in caso di adozioni o affidamenti internazionali).

I requisiti

che la madre deve possedere per aver diritto all’assegno sono i seguenti: è una lavoratrice che ha diritto all’indennità di maternità (o ad altro trattamento economico per maternità) e che ha tre mesi di contribuzione per maternità nel periodo compreso tra i 18 ed i 9 mesi precedenti la data del parto (o l’ingresso in famiglia del minore adottato/affidato); è una lavoratrice che è stata licenziata (o che ha presentato le dimissioni) e che ha tre mesi di contribuzione per maternità nel periodo compreso tra i 18 ed i 9 mesi

precedenti la data del parto (o l’ingresso in famiglia del minore adottato/affidato); è una lavoratrice disoccupata che ha fruito in passato di determinate prestazioni economiche (mobilità - disoccupazione ordinaria o con requisiti ridotti – CIGO o CIGS - malattia - maternità - ASU o LPU) a condizione che tra l’ultimo giorno della prestazione economica fruita e la data del parto (o ingresso in famiglia) non sia trascorso un periodo superiore a quello di godimento della prestazione stessa; in ogni caso, il periodo tra l’ultimo giorno di godimento della prestazione e la data del parto non può essere superiore a 9 mesi.

Quanto vale

Per le nascite o gli ingressi in famiglia verificatisi nel 2013 spetta un assegno di importo complessivo pari a 2.059,43 € per ogni figlio. Il beneficio è concesso: in misura intera, se la madre non ha diritto all’indennità di maternità (o ad altro trattamento economico per maternità); a un altro trattamento economico per maternità di importo complessivo inferiore rispetto all’importo dell’assegno.

L’assegno di maternità dei comuni È un assegno di maternità dei comuni che spetta alle donne non occupate e a quelle occupate, purché queste ultime non abbiano diritto ad altri trattamenti economici di maternità.

Come richiederlo

Deve essere presentata alla sede INPS di residenza o di domicilio in caso differisca dalla residenza, utilizzando l’apposito modello disponibile nelle sedi INPS o sul sito. Entro 6 mesi dalla data del parto o dall’entrata in famiglia del minore adottato/affidato, pena la perdita del diritto all’assegno.

Previste riduzioni rette asili nido e altri servizi educativi per l’infanzia e mense scolastiche. Chiedere al proprio comune di residenza.

www.inps.it


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Il Gioco troppo "organizzato"

Perchè limitare l'intraprendenza dei nostri bambini?

Nel precedente numero abbiamo parlato di feste e di attività di intrattenimento organizzate e di come queste abbiano spesso qualità esageratamente "adulte" e svantaggiose per i nostri figli

In questo numero quindi l'argomento che tratteremo è il gioco. Questo ha una funzione importante nello sviluppo/crescita dei bambini. Con esso il bimbo matura e con esso emerge anche lo spirito di iniziativa e di intraprendenza del fanciullo stesso; ma non solo: tale essenziale elemento permette di sviluppare il senso di comprensione e di empatia e prepara i ragazzi ai ruoli della vita, esercitando quindi una funzione sociale.

a cura della dr.ssa Anna Turletti Educatrice Professionale

Il gioco però non è solo questo, è anche una forma di comunicazione che esprime emozioni e sentimenti dei più piccoli e che svela la loro interiorità. Per questo motivo non deve sparire dal mondo dell'infanzia.

inventiva e richiedono la presenza del genitore nell'attività di gioco col gruppo dei pari: insomma, i bambini di oggi sembrano proprio aver perso questa capacità, apparendo al contempo anche meno felici.

Accade tuttavia che le nuove generazioni non abbiano abbastanza spazio o tempo per giocare.

Che fare quindi per ovviare il problema? Prima di tutto bisognerebbe trovare momenti di gioco libero non stereotipati e non basati su modelli commerciali di massa. Momenti in cui il bambino abbia la possibilità di dare spazio alla sua fantasia inventandosi attività ludiche senza la costante intromissione di figure adulte o andando a giocare in cortile o ai giardinetti.

In un contesto di vita come quello moderno dove tutto è organizzato e prestabilito, infatti, è difficile trovare il tempo per svolgere attività ludiche in cui siano i bambini stessi a scegliere in piena libertà e consapevolezza il gioco che vogliono fare. La loro vita è costituita da troppi impegni: sportivi, scolastici e ricreativi, stabiliti con largo anticipo, scanditi settimanalmente e pianificati nei minimi particolari da figure adulte. In questo modo, però, viene minata la loro autonomia con il rischio sempre più frequente di osservare bambini stressati e annoiati a tal punto che non sono in grado di costruire situazioni di svago durature. Trascorrere, inoltre, il proprio tempo libero in luoghi controllati e creati a regola d'arte, limita la creatività dei più piccoli ma soprattutto inibisce l'intraprendenza e la capacità di prendere decisioni. Alcuni bambini che si trovano in contesti sociali non organizzati, infatti, spesso non sanno cosa fare, non hanno

Successivamente si dovrebbero limitare (almeno parzialmente) gli impegni settimanali, spegnere il televisore, abbandonare videogiochi, tablet e creare tempo e spazio in modo che il fanciullo possa sperimentarsi e confrontarsi con il mondo reale, quello circostante, magari giocando con oggetti ordinari della casa o della natura, in quanto la potenza del gioco non è nel giocattolo in sé, ma nel bambino stesso. Occorrebbe poi bilanciare tempi di gioco solitario con quelli con il gruppo dei pari. Infine, quando l'adulto gioca con il bambino, sarebbe necessario instaurare una relazione ludica vera e autentica perché i bambini non hanno bisogno di rapportarsi con adulti-bambini, perciò se interagiamo con loro, facciamoli divertire senza assumere comportamenti/ atteggiamenti infantili e quando è possibile portiamoli fuori facendo sì che il gioco non scompaia dalla loro esistenza: da grandi saranno adulti migliori! E allora Buon Gioco Libero!


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Educazione pelvi - perineale in gravidanza e in puerperio

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Dove, come, quando e perché…

È dimostrato che gravidanza e parto rappresentano importanti fattori di rischio per la comparsa di disabilità perineali, che compromettono la funzionalità della vescica e la vita sessuale della coppia.

Cos'è il perineo?

Il perineo o zona perineale è la parte centrale del corpo femminile, uno spazio anatomico che osservato in un corpo in "posizione ginecologica", (ossia con la paziente sdraiata sul dorso con le cosce e le gambe flesse ed allargate) risulta delimitato in alto dalla sinfisi pubica, in basso dal coccige e lateralmente dalla parte interna delle cosce.

Questo insieme di muscoli, di legamenti e di membrane molto solide formano un vero e proprio pavimento, ergo il perineo può essere definito anche "pavimento pelvico". Esso come una rete sostiene la vagina, la vescica e il retto. Durante i nove mesi di gestazione supporta la gravidanza, tenendo chiuso il corpo femminile, in modo che possa portare a compimento la crescita del bambino sino all’ora della nascita. Al momento del parto si distende e dirige la testa del bambino nel canale genitale, aprendosi naturalmente affinchè il bambino possa nascere.

Cenni di eziopatogenesi ed epidemiologia

I disturbi uro-genitali possono esordire nel primo trimestre, tuttavia la massima incidenza si ha nel terzo trimestre, con una frequenza maggiore nelle pluripare rispetto alle primipare. Tanti i fattori predisponenti e provocanti, ma tante anche le soluzioni. Il danno ostetrico, ad esempio, non può essere evitato ma può essere limitato adottando strategie preventive e terapie integrate.

La parola d’ordine non può pertanto che essere 'RIABILITAZIONE'. Inoltre, e per fortuna, non tutte le donne sono esposte agli stessi rischi di distensione perineale. È importante sottolineare che la presenza e il grado di lesioni al perineo sono soggettivi e dipendono anche dalla preparazione o meno del perineo durante la gravidanza.

Quando e come cominciare

a cura della dr.ssa Lucia Pagano Specialista in Fisiatria. esperta in riabilitazione Pelvica e Ortopedia

a pensare al perineo

Già nel periodo che precede il parto dovranno essere fornite alla donna informazioni relative ad atteggiamenti da assumere durante il travaglio ed il periodo espulsivo. Un esempio banale: evitare sforzi espulsivi prima che la dilatazione sia completa, al fine di evitare lo scollamento della fascia vescicale. Questo è solo uno dei tanti atteggiamenti comportamentali da indicare ad una donna che vuole e deve voler bene a se stessa, al suo bambino e al suo perineo dalla pubertà sino alla menopausa e al climaterio. Quella della gravidanza del parto e del puerperio è una fase magica, ricca di forti emozioni che può sfortunatamente essere inficiata da problematiche legate alla funzione vescicale e sessuale di cui lo specialista Fisiatra deve occuparsi, attraverso un rapporto preferenziale e confidenziale che dovrà protrarsi anche durante il periodo puerperale. Importante la selezione delle donne attraverso la compilazione della carta del perineo, che prevede tre classi di rischio perineale (R1,R2,R3), che a loro volta prevedono una suddivisione in gruppi terapeutici, fondamentale per la corretta presa in carico della paziente.

Le tecniche di rieducazione del perineo sono le seguenti:

Stretching vaginale, Massaggio vaginale, Esercizi di kegel, uso dei coni vaginali e del perineometro, esercizi posturali. Possibile un eventuale ricorso a tecniche strumentali. Il consiglio che vorrei dare alle donne è quello di non lavorare il perineo con metodi fai da te, ma di rivolgersi a professionisti fisiatri che hanno approfondito questo settore.


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Ricordarsi bambini L'antidoto contro la prepotenza educativa L'isola della pedagogia non violenta c'è. Il percorso è accidentato e non ci sono mappe. Ma l'isola c'è e dobbiamo scovarla.

L’educazione inizia dalla culla e già nel limbico grembo materno, apparentemente incolume da malesseri e fastidi esterni, si avvia l’imprinting formativo. I modelli trasmessi dalla cultura di appartenenza influenzano il modo di agire e di pensare dei futuri genitori e di tutti coloro che ruotano attorno al mondo del nascituro. Si generano molteplici aspettative che si riversano sin dai primi attimi di vita sul piccolo che, una volta mossi i primi passi ed essere inciampato nella realtà delle cose, si trova costretto a una continua ricerca di equilibrio tra le tradizioni generazionali e l’originalità personale. Questa impasse rappresenta da un lato uno stimolo alla crescita e allo sviluppo di nuove risorse, dall’altro costringe l’individuo a incanalarsi in percorsi già abbozzati da qualcun altro. Le speranze nascono quindi già al momento della fecondazione e il bambino dovrà farci i conti per sempre. Queste predizioni malefiche purtroppo hanno la tendenza col tempo a creare stati ansiogeni non facilmente attribuibili alle colpe dei genitori cosicché nei fantasmi parentali prendono vita molti disturbi psicologici.

a cura della dr.ssa Emiliana Fulvia Sonzogni e la dr.ssa Arabella Zerbi Pedagogiste

È importante del resto comprendere che i bambini non sono adulti in miniatura da modellare secondo attese e desideri altrui, ma persone portatrici di esperienze, seppure limitate, di sogni e soprattutto di sentimenti da comprendere e rispettare.

Nonostante ciò non tutto è perduto. Coloro che, una volta diventati grandi, sono in grado di prendersi cura di sé, di riappropriarsi della propria soggettività e di ascoltare i bisogni precedentemente soffocati, possono fare grandi cose.

Per i piccoli è fondamentale esperire le emozioni, poterle riconoscere e accettare altresì sapere di crescere in un ambiente accogliente e tollerante. Infatti gioca un ruolo primario il clima emotivo che si assapora in famiglia; se l’educazione genitoriale è troppo intransigente e dissenziente potrebbe avviarsi una pedagogia che, giorno dopo giorno e norma dopo norma, si tinge di nero.

La sfera intima dell’adulto è una miniera ricca di materiali grezzi ma preziosi. È faticoso portare alla luce questi elementi sepolti, ma è proprio da qui che si deve partire. Diventare grandi è difficile per tutti: la crescita è un percorso fatto di conquiste e fallimenti, di salite e di discese, di vittorie e sconfitte. Ognuno di noi si trova ad affrontare diverse sfide; i genitori, così come educatori e insegnanti, se ne trovano di fronte una ardua ovvero quella di educare.

Un adulto che è stato un bambino "inascoltato" rischia di reiterare il comportamento che i propri genitori hanno avuto con lui. Come dice Bruno Bettelheim l’arte di vivere buoni rapporti con se stessi e con gli altri "può essere acquisita vivendo in un ambiente umano stabile e soddisfacente dal punto di vista affettivo. Se troppe famiglie non lo assicurano più, viene a crearsi un circolo vizioso, non essendo più gli adulti in grado di trasmettere ai propri figli ciò che neanche loro hanno imparato”.

Educare non significa semplicemente imporre delle regole o insegnare qualcosa, ma fare lo sforzo di sintonizzarsi sulle frequenze emotive del bambino dando voce e risposta ai suoi bisogni. Come vincere questa sfida? Ascoltiamo e condividiamo emozioni e bisogni (nostri e altrui) ma soprattutto ricordiamoci che bambini lo siamo stati anche noi.


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L'amore "im"perfetto a cura della dr.ssa Mirella D'Orsi Sociologa

L’amore "im”perfetto <è il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante>…. Antoine de Saint-Exupèry Il Piccolo Principe

L’amore ha varie sfaccettature, è arte, bellezza, imperfezione, passione o quant’altro, la differenza tra queste varie predisposizioni all’amore è nelle relazioni: variegate, intense, superficiali, egoistiche. Incondizionato, ben definito e senza eguali è Il legame che unisce madre e figlia, è una relazione connaturale che rende unico l’attaccamento. In questo connubio di risorse e coinvolgimento emotivo tutto può accadere, non c’è limite alla consapevolezza materna che quell’essere che è venuto al mondo è il miracolo che la vita le ha fatto dono; è cura materna allevare questa bellezza alla vita di adulta mettendole a disposizione tutti gli strumenti utili al suo percorso di crescita formativo-educativo. Il nucleo familiare e sociale contribuirà

a renderla autonoma e in sintonia con le scelte amicali emozionali e lavorative che farà proprie. In questo percorso non poche sono le infrazioni che una madre dovrà cogliere per superare ostacoli affettivi nella vita adolescenziale della figlia. È in questo periodo che possono sopraggiungere contrasti di comunicazione e a volte di relazione e qui entra in gioco la forza dell’amore. La natura, fa la sua parte, lasciando tempo e ampio spazio alla risoluzione dei "conflitti”. Nascono i primi contrasti, proteste e rifiuti; madre e figlia entrano in competizione: è un rolling play che mette in discussione i ruoli e la relazione ma non il legame di fondo, questo rimane immune a qualsiasi evento. È questo bene che fa sormontare tutti gli ostacoli, le fratture, le alzate di tono, le parole non dette e il linguaggio del corpo ostile e cocente. È la crescita che impone questa sensazione di smarrimento, d’incertezze, di destabilizzazione, la bambina si tramuta in farfalla, vuole i suoi spazi, la sua autonomia, la sua indipendenza e la conquista ribellandosi al ruolo di bambina e a quell’amore "Imperfetto”. Anche se difficile questo è il momento che più accomuna mamma e figlia, in un’interpretazione unica importante di due personaggi che hanno in comune l’una il bene per l’altra: da un lato una mamma che si pone tanti perché, che si sente defraudata di quel ruolo che tanto ama, in preda ad un fallimento che niente ha di vero ricercando tempo e spazi per elaborare il distacco, dall’altro una bambina che vive la sua metamorfosi staccandosi dal cordone ombelicale con i mezzi che ritiene utili schivando momentaneamente i suoi riferimenti per le sue certezze, autostima e immagine di sè, per ritrovarli poi, ancora più fortificati.

È una competizione senza regole ne arbitri, con momenti di pause e riprese, queste, attuate con forte divergenze di opinioni. Non ci sono consigli o regole da seguire, il rapporto tra madre e figlia è consolidato e soggettivo. Costanza, tenacia, manifestazioni di affetto, stima, fiducia e solidarietà costituiranno gli ingredienti utili che la mamma metterà in campo per darle quel supporto necessario per la crescita. L’effervescenza emotiva lascerà spazio alla formazione di una bambina che si prepara alla favola della vita, che allarga i suoi interessi al di fuori del nucleo familiare. Non c’è abbandono o rifiuto. Non è un amore negato. I ruoli non cambiano o si sottraggono, si arricchisce la modalità di relazione con l’intrusione e contaminazione di altri attori. Resta l’amore perfetto, legame indissolubile, un divenire di rubrica di vita comune. L’adolescenza è il periodo della vita che ha il sapore del mare, la dolcezza dei suoi silenzi, l’armonia della sua voce, la sua profondità, la sua freschezza limpida e lucente. È di una bellezza unica che lascia la sensazione di calore e di passione quando ti accorgi con rimpianto di non averne apprezzate tutte le sfumature. Il ricordo di quest’avventura, è prioritario per arricchire il rapporto madre e figlia con i colori dell’Arcobaleno. L’inebriante tempesta emozionale lascia spazio alla maturità ricercata e dovuta per riappropriarsi del senso della vita piena di meravigliose avventure. Ai miei figli Giovanni, Luciana, Luca. A Luciana e Valentina amiche d’infanzia e adolescenza e tutt’oggi complici di un’avventura meravigliosa di mamme e inseparabili amiche.


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Il mio bambino ha la voce rauca Domande e risposte sulle disfonie croniche infantili

"Dottore, le porto a visita mio figlio perché da circa due mesi ha la voce bassa e rauca.”

"Quanti anni ha il suo bambino?” "Ne ha appena cinque. Infatti mi sembra strano che già a questa età possano esserci disturbi della voce, tanto meno delle corde vocali. Lo ha detto proprio il pediatra". "Ecco un altro caso in cui si minimizza e si pensa che determinate patologie non possano comparire tanto presto." "Dunque, dottore, lei pensa che possano già esserci problemi alle corde vocali del mio bambino?” "Se la raucedine è persistente, non è da escludere che possano essercene. Le corde vocali sono strutture delicate che possono danneggiarsi in caso di cattivo uso”. "Che cosa intende per cattivo uso?” "Mi riferisco ad abitudini fonatorie scorrette, che nel volgere di breve tempo possono produrre danno a carico delle corde vocali. Tali cattive abitudini sono il gridare spesso, cioè utilizzare la voce su intensità elevate; cercare ad esempio di farsi sentire a distanze eccessive, come da una stanza all’altra della casa, e per giunta con rumori di fondo quali televisori e stereo ad alto volume che costringono ad alzare ulteriormente la voce; oppure giocare con altri bambini gridando continuamente; o ancora cantare a scuola in cori nei quali l’unica esortazione dell’insegnante è quella di far sentire forte la voce piuttosto che usarla correttamente”.

"E in casi del genere possono prodursi danni alle corde vocali?” "Sì, e ne ho visto già molti in numerosi bambini, anche all’età di tre-quattro anni”. "Come si fa a vedere le corde vocali in un bambino?” "Con l’esame laringoscopico, così come si effettua in un adulto”. "Ed è possibile eseguire una laringoscopia in un bambino?” "Se collabora e l’esaminatore a sua volta è capace ed esperto, sì, è possibile”. "Che differenza c’è tra le corde vocali di un bambino e quelle di un adulto?”. "Una corda vocale è formata essenzialmente da tre strati: quello più interno, che è il muscolo vocale, poi c’è una lamina elastica, e superficialmente troviamo la mucosa, che è la parte vibrante della corda. Nel bambino la lamina elastica (che funge da ammortizzatore meccanico) si forma verso i sette anni, per cui prima di tale età i danni strutturali risultano più ampi e meno circoscritti, come nel caso dei classici noduli cordali degli adulti”. "Ed è peggio o è meglio?” "Nè l’uno nè l’altro, direi che è semplicemente diverso, ma comunque non è auspicabile”. "Una volta appurato che la voce rauca dipende da danni cordali, quali provvedimenti è possibile adottare? Sento parlare spesso di aerosol, sciroppi o prodotti omeopatici. Lei, dottore, che cosa suggerisce?”. "Niente di tutto quello che ha detto.

a cura del dr. Massimo Borghese Foniatra

Gli aerosol di solito provocano secchezza delle mucose, e dunque rendono addirittura più difficile e faticosa l’emissione della voce. Anche altri farmaci, siano essi omeopatici o allopatici, non sortiscono effetti significativi, per il semplice motivo che non siamo davanti a infiammazioni o a infezioni, bensì a conseguenze meccaniche di cattive abitudini e dunque a uso improprio della voce. Di conseguenza, il rimedio non sarà farmacologico ma rieducativo riabilitativo. Suggerisco pertanto innanzitutto l’instaurazione di buone norme di igiene vocale: non gridare, non cercare di farsi sentire a distanze eccessive, non cercare di sopraffare gli altri con la voce, non cantare in cori diretti da incompetenti e dilettanti. Poi affidarsi al trattamento foniatrico-logopedico consistente in esercizi respiratori e fonatori tendenti a migliorare lo stato delle corde vocali attraverso un più appropriato modo di utilizzare la voce”.


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Mostra the art of the brick Lego4 Fino al 14 febbraio 2016 Per la prima volta in Italia 85 opere realizzate con oltre un milione di mattoncini LEGO in un gioco di colori e prospettive che incanta i bambini tanto quanto gli adulti: la mostra d’arte moderna dell’artista statunitense Nathan Sawaya, The Art of The Brick, ed è stata inserita dalla CNN tra le "10 mostre al mondo da vedere".

IL TRENTINO DEI BAMBINI 2016

30 - 31 gennaio 2016 Trento Fiere 09-19 Torna l'atteso appuntamento con la fiera del Trentino dei bambini, con la sua chiave innovativa che tanto piace alle famiglie. Un'esperienza dopo l'altra, tutte da gustare in compagnia, tra laboratori, attività sportive e ludiche a ciclo continuo (fino ai 12 anni circa d'età).

Happy Family Expo Sabato 27 e domenica 28 febbraio 2016, presso la Fiera di Forlì, torna Happy Family Expo la grande manifestazione dedicata ai bambini da 0 a 12 anni, ai genitori e al mondo della scuola. Saranno giornate sorprendenti e coinvolgenti, ricche di eventi, novità e proposte, per rispondere ai bisogni delle famiglie e rendere la visita entusiasmante per i piccoli. www.happyfamilyexpo.it

Per i bambini alla fine del percorso sala gioco, dove sono periodicamente organizzati laboratori e workshops creativi e dove si trovano a disposizione, ovviamente, centinaia di mattoncini LEGO. Informazioni utili La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00, il venerdì e il sabato dalle 10.00 alle 23.00 e la domenica dalle 10.00 alle 21.00

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