Stile e pensiero

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7-11-2008

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Pagina XIX

Introduzione

XIX

motivi ricorrenti, episodi del servizio militare nella Prima guerra mondiale per esempio, e spesso sono gli argomenti affrontati a determinare i tratti stilistici. Un Leitmotiv che sfocia in uno stile caustico è la difesa della primogenitura delle proprie concezioni compositive, come nel testo «La priorità» (infra, pp. 475-479) e in alcuni scritti su Anton Webern, segnati da un rapporto di amore/odio che a sua volta attesta un forte legame affettivo. Inoltre, la pagina del 1923 (p. XVIII), nella quale Schönberg si preoccupò di fissare le modulazioni della propria grafia con diverse penne e scritture (gotica e latina) per permettere di identificarla e così di documentare la paternità di tanti pensieri, dimostra come in quel periodo la difesa di se stesso e della propria produzione avesse assunto caratteri ossessivi, confermati dalle impronte dei pollici in quella stessa pagina e aggiunte alla firma nei suoi testi (come segnalato qui caso per caso). Quasi in ogni scritto si intrecciano osservazioni su tematiche musicali o di teoria e didattica musicali con affermazioni di carattere politico, sociale, morale o artistico, così come notazioni biografiche o narrazioni autobiografiche si trovano all’interno di testimonianze sull’ambiente musicale, su colleghi e su amici. La propensione alla satira, allo scherzo, al paradosso e al gioco linguistico rafforza la costante intersezione tra piani diversi del discorso. Le ripetizioni, quando intervengono, sono sempre variate come nella sua musica.

Il cammino verso Style and Idea L’intenzione di Schönberg di pubblicare i propri scritti va considerata congiuntamente al suo peculiare orientamento archivistico, poiché fu formulata contestualmente al riordino e alla prima catalogazione della propria opera letteraria, avviati a Berlino nell’estate del 1932. Le lettere di quel periodo attestano un umore depresso per la lucida percezione della precarietà delle condizioni politiche e per la situazione di isolamento in cui si trovava (cfr. la pagina coeva «I miei oppositori», p. 480) e questa disposizione d’animo lo indusse a dedicarsi a un’attività in cui lo sguardo al «già compiuto» surroga la stasi nell’intenzionalità creativa. Per organizzare i propri scritti, Schönberg concepì le categorie in cui raggrupparli (p. XX) e cominciò a numerare i testi in un elenco (p. XXI);5 si accorse di avere accumulato circa 1500 pagine, cioè di avere materiale per quattro o cinque volumi, senza considerare la Harmonielehre, altri trattati abbozzati e i testi per musica già pubblicati, e si propose di cercare un editore.6 Le vicende storiche e personali degli anni immediatamente successivi non gli permisero di procedere nel progetto concepito a Berlino e lo poté riprendere a Los Angeles nel 1940 per realizzarlo (parzialmente) dieci anni dopo, pubblicando


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