FREECARVE BOARDS (100/135 l)
FANATIC Hawk 120 WS
1439 € strambata, performances al traverso/ lasco, accelerazione, corsaiola leggermente tecnica e meno performante ai bassi regimi
lunghezza : larghezza : volume : peso dich. : tecnology : scassa pinne : pinne di serie : gamma vele :
+ -
245 cm 68 cm 120 l 7,8 kg Wood sandwich light
power box Fanatic Hawk 39 cm GFK 5,5/8,5
peso rilevato con straps e pinna
rider and test smink - fornaci (sv) - maggio 012 - photo © betta
L’offerta Fanatic per quanto riguarda la collezione destinata alle discipline “freeridistiche” è anche quest’anno bella ampia: il freecarve è interpretato dai quattro Hawk (100, 110, 120, 135), il freeride puro dai sei Shark (105, 120, 135, 150 e 165), il freerace dai quattro Ray (100, 115, 130, 145) ai quali si affiancano i cinque alfieri della gamma Falcon Slalom (89, 99, 113, 125 e 140). L’ordine di “apparizione” nel catalogo Fanatic vede subito dopo i freestyle, i freecarve Hawk... questo lascia qualche dubbio sulla definizione freecarve. Ad un lettore poco attento potrebbe essere considerato una sorta di "scalino inferiore" rispetto alle tavole freeride, freerace o slalom pure. Ed invece, pur essendo una tavola destinata a surfisti che non hanno l’obiettivo di partecipare a gare, basta dare un occhiata alle misure dell’Hawk 120 rispetto a quella dei fratelli più corsaioli con più o meno lo stesso volume per capire che non siamo davanti ad una bella “addormentata”. Anzi dal vivo l’Hawk 120 appare “tiratello” e neanche troppo pesante nonostante la nostra prova abbia preso in considerazione la versione Wood Sandwich Light che paga in chilo di peso in più (ma anche ben 450 euro in meno) rispetto alla LTD. La dotazione di serie è tutto sommato di buon livello: straps confortevoli cossiccome i pads, pinna in GFK (in parole povere: vetroresina) da 39 cm che svolge dignitosamente il suo lavoro... certo una pinna in G 10 esalterebbe le doti di questa tavola. Doti che non sono poi così poche... prima di parlarvene vi premetto che ho usato come temine di paragone il mio Tabou Manta 79 (125 litri non troppo distanti dai 120 dell’Hawk). Lo shape relativamente lungo e dritto, rende l’Hawk 120 un pelo più tecnico di quello che ti aspetteresti: la tavola sembra persino avere qualche litro in meno, ma la partenza in planata, con un minino di tecnica, è rapidissima. Lusinghiere si rivelano subito le prestazione in fatto di accelerazione, passaggio dei buchi di vento e velocità di punta al traverso/lasco: l’Hawk va veramente veloce e dimostra di avere “carattere” da vendere. Se il piano d’acqua è parecchio “ciopposo” il controllo è leggermente più tecnico rispetto ad altre tavole della sua categoria, tendendo un po’ a “svolazzare”. Soprattutto se l’ha usate con una 8,0, bisogna essere attenti alla guida per spremere il meglio delle sue performances. Con questo abbinamento, rispetto al Manta 79, l’Hawk 120 risale decisamente meno il vento e paga pegno in fatto di velocità pura, al lasco e al traverso. Le differenze sfumano alquanto se si passa ad utilizzare una 6,5/7,0, vela sui l’Hawk appare centrato per dare il meglio di sè. Sia con la 8,0 che con la 6,5, questa tavola però ripaga senza nessun dubbio della scelta in strambata... se con il Manta 79 sembra di far girare una portaerei, l’Hawk scivola via veloce in entrata e veloce in uscita nonostante le curve molto più strette rispetto a tavole di questo litraggio. Tutto sommato una tavola divertente, “nervosetta” al punto giusto, corsaiola, che dà il meglio di sè con il vento medio/forte, destinata ai quei surfisti che vogliono planare a stecca, senza troppi pensieri e senza pagare pegno in strambata.