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N.19/25
efficienza energetica - smartness - rinnovabili - sostenibilità - comfort
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N.19/25
efficienza energetica - smartness - rinnovabili - sostenibilità - comfort
Il settore dell’HVAC+R si trova oggi davanti a una sfida e a un’opportunità senza precedenti: la digitalizzazione. Non è un trend passeggero, ma un cambiamento strutturale che sta già ridisegnando i processi di concezione, progettazione e gestione di edifici e infrastrutture. In questo scenario il BIM (Building Information Modeling) si configura come una condizione abilitante. È il linguaggio comune con cui parlano già edifici e infrastrutture internazionali, lo standard che rende possibile l’integrazione fra discipline, competenze e sistemi, permettendo di superare la frammentazione che, troppo a lungo, ha caratterizzato il nostro settore. Il BIM rappresenta un acceleratore potente: consente di simulare prestazioni, prevedere consumi, ottimizzare i cicli di vita degli impianti e ridurre gli sprechi. In altre parole, la digitalizzazione è uno strumento concreto per progettare e realizzare ambienti più sostenibili, confortevoli e human centric. Eppure, questa cultura del digitale non è ancora così affermata. Non basta un obbligo normativo: va coltivata come un progetto, attraverso l’educazione, la formazione continua e la condivisione delle competenze. Sono fondamentali alleanze tra istituzioni, università, imprese, progettisti. Serve una nuova alfabetizzazione del costruire, capace di trasformare il digitale da vincolo percepito a leva di crescita collettiva. Il BIM, dunque, non può essere considerato soltanto tecnologia: è cultura, metodo, linguaggio comune. È la base per un futuro in cui l’HVAC+R non sarà solo sinonimo di impianti efficienti, ma di una nuova visione del costruire, dove energia, comfort e sostenibilità camminano insieme.

Massimiliano Pierini Managing Director RX Italy

LA NEWSLETTER DI MCE – MOSTRA CONVEGNO EXPOCOMFORT DEDICATA
ALLA TRANSIZIONE ENERGETICA E SOSTENIBILE
EFFICIENZA ED EFFICACIA NELLA PROGETTAZIONE
UNA
INTEGRATA
DEL COSTRUIRE

Due parole con...
Dipartimento ABC del Politecnico di Milano
L’evoluzione tecnologica degli ultimi anni sta trasformando ogni settore. Aziende, uffici, pubblica amministrazione: ovunque la digitalizzazione è sinonimo di riduzione di costi, tempi e incertezze. Non fa eccezione il mondo delle costruzioni. Il BIM non è soltanto uno strumento tecnico o un metodo di lavoro ma una vera e propria piattaforma capace di rappresentare virtualmente l’intero ciclo di vita di un edificio in un processo collaborativo: dalla pianificazione alla costruzione, dalla gestione operativa fino alla manutenzione e alla dismissione. È una nuova cultura del costruire, fondata sulla logica del dato dinamico anziché del documento statico, sulla condivisione piuttosto che sulla frammentazione. Con il BIM, materiali, prodotti, impianti e tecnologie diventano informazioni accessibili a tutti gli attori della filiera. Progettisti, tecnici, imprese e gestori possono consultare lo stesso “gemello digitale” della costruzione, coordinando attività e prevenendo errori. In questo senso, il BIM migliora efficienza e qualità, ma favorisce un lavoro realmente integrato e multidisciplinare: l’unica strada per affrontare la crescente complessità dei progetti edilizi. Eppure, nonostante il potenziale sia evidente, la sua adozione procede con lentezza. Le ragioni sono soprattutto culturali. È ancora scarsa la propensione all’adozione di metodi collaborativi: competenze e dati vengono custoditi all’interno dei singoli studi o professionisti perdendo uno dei pilastri fondamentali del BIM: la condivisione. Il BIM è oggi uno dei principali motori dell’innovazione nel settore edilizio e impiantistico. Ma per farlo decollare serve un salto di mentalità: riconoscere che non è solo un modello informativo, ma una visione integrata del costruire, una risorsa vivente per building management. Un approccio aperto, dinamico e collaborativo che può portare il settore verso maggiore competitività, sostenibilità ed efficienza.
La sfida non è più chiedersi se adottare il BIM, ma come farlo in modo diffuso e consapevole. Perché digitalizzare l’edilizia non significa soltanto modernizzare i cantieri: significa ripensare un intero modo di lavorare, di cooperare e di creare valore.
Il futuro delle costruzioni e degli impianti passa dal
Building Information
Modeling (BIM)

Nel settore delle costruzioni, l’innovazione tecnologica è ormai un driver imprescindibile per migliorare produttività, qualità e competitività. In questo scenario, il BIM rappresenta una delle trasformazioni più significative, rivoluzionando il modo in cui si progettano, costruiscono e gestiscono edifici e infrastrutture.
Il BIM si fonda su modelli 3D intelligenti che raccolgono e collegano tutte le informazioni di progetto, dando vita a un vero e proprio database dinamico che accompagna l’opera per l’intero ciclo di vita: dalla progettazione alla costruzione, fino alla gestione e alla manutenzione. La centralità della “I” di Infor-
mation risiede nella capacità di rendere i dati sempre disponibili, coerenti e aggiornati, garantendo decisioni più rapide e fondate.
COSA SIGNIFICA EFFICIENZA
ED EFFICACIA NEL BIM?
Per efficienza si intende la riduzione di scarti, errori, tempi morti; l’ottimizzazione dei processi interni, oltre a un migliore coordinamento tra discipline. Il BIM consente, ad esempio, analisi clash detection durante la fase progettuale, che permette di individuare conflitti tra impianti, strutture, involucro prima che diventino problemi in cantiere.
Riduzione degli errori e delle modifiche
Creazione di simulazioni e modelli 3d


Miglior coordinamento tra team
Efficienza nel trasferire i dati
Accelerazione dei tempi di progettazione
Produrre documenti ed elaborati 2 1 4 3 5
Precisione nella stima dei costi e nella pianificazione


Progettazione sostenibile e risparmio energetico
Miglioramento della qualità della progettazione


Tracciare l’avanzamento dei lavori


Efficacia nel BIM significa garantire che il risultato finale rispetti gli obiettivi in termini di costi, tempi, qualità. Inoltre, offre vantaggi lungo tutto il ciclo di vita dell’edificio fino a migliorare la manutenzione futura, diventando un alleato strategico per la sostenibilità.
La sostenibilità è, infatti, una delle principali preoccupazioni nel settore delle costruzioni e dell’impiantistica. Grazie all’integrazione delle informazioni e alla possibilità di simulare scenari progettuali complessi, il BIM consente ai professionisti di valutare fin dalle prime fasi di progetto le prestazioni energetiche dell’edificio, il comportamento dei materiali e l’impatto ambientale delle scelte costruttive.
Attraverso strumenti di simulazione è possibile confrontare soluzioni diverse in termini di isolamento, impianti e orientamento, ottimizzando consumi e riducendo le dispersioni. Inoltre, l’analisi del ciclo di vita (LCA) applicata al modello BIM permette di
stimare l’impronta di carbonio complessiva dell’opera, considerando produzione, trasporto, uso e smaltimento dei materiali. Ma la sostenibilità non si esaurisce nell’aspetto ambientale. L’adozione del BIM produce effetti anche sul piano economico e sociale. Dal punto di vista economico, un edificio progettato e gestito con il supporto del BIM riduce i costi di gestione grazie a una manutenzione predittiva più efficiente e a un consumo energetico ottimizzato. Questo approccio si traduce non solo in risparmi per i gestori e gli utenti, ma anche in una maggiore resilienza delle opere e degli impianti.
Sul piano sociale, invece, il BIM consente di progettare spazi più confortevoli e salubri, grazie a simulazioni su illuminazione naturale, qualità dell’aria e acustica, migliorando così il benessere degli occupanti. Inoltre, la trasparenza dei dati e la collaborazione tra i diversi attori coinvolti favoriscono decisioni più consapevoli e condivise, mentre a livello urbano il BIM contribuisce alla realizzazione di infrastrutture più sicure, efficienti e capaci di rispondere meglio alle sfide climatiche.

Ruggero Valsecchi – Country Manager – MagiCAD Italia
Il BIM rappresenta il punto di connessione tra persone, tecnologie e processi, con l’obiettivo di migliorare i risultati in tutte le fasi della progettazione e della costruzione. La prospettiva può variare a seconda che si tratti di un produttore, di uno studio di ingegneria o di un utilizzatore finale, ma l’essenza rimane la stessa: adottare il BIM significa creare un flusso continuo e strutturato di informazioni. Ogni fase viene acquisita e gestita in forma digitale. Questo approccio apre nuove possibilità, favorendo maggiore efficienza, precisione e collaborazione tra tutti gli attori coinvolti.
Tutto molto bello, certo. Ma poi, nella pratica quotidiana, emerge un elemento comune,
indipendentemente dal contesto o dal Paese, è la naturale propensione alla riservatezza e la difficoltà di condividere dati in modo fluido tra le diverse parti. L’esperienza che abbiamo maturato presso gli studi di ingegneria dimostra però che il processo BIM viene vissuto come un’opportunità concreta e positiva. Grazie al rapido scambio di informazioni, diversi scenari progettuali possono essere valutati e condivisi in tempi brevi, incentivando il dialogo tra specialisti di architettura, strutture e impiantistica. Il risultato è un progetto più accurato, ottimizzato e integrato. Come MagiCAD proponiamo una soluzione BIM dedicata alla progettazione MEP (Mechanical, Electrical and Plumbing), capace di rendere la modellazione più semplice, veloce e accurata.
Paola Soma CEO Edilclima - Vicepresidente AssoBIM con delega allo sviluppo associativo
La progettazione di edifici sostenibili, sicuri e intelligenti richiede una visione integrata e multidisciplinare, in cui architetti, impiantisti ed esperti energetici condividono le scelte fin dalle prime fasi.
La crescente complessità dei progetti – dagli smart building agli edifici a emissione zero –impone la gestione di grandi quantità di dati e di relazioni tra sistemi.
Per affrontare questa sfida Edilclima promuove un approccio OpenBIM: grazie allo scambio di informazioni tramite file IFC, i progettisti operano in un unico flusso informativo, riducendo errori, duplicazioni e tempi.
Il modello digitale diventa il centro operativo in cui i dati vengono aggiornati e le diverse figure professionali collaborano in ogni fase,
dalla progettazione alla gestione e manutenzione dell’edificio.
Ma il BIM non è solo tecnologia.

È soprattutto cambiamento culturale: richiede metodo, apertura mentale, propensione alla condivisione e all’innovazione, insieme a formazione continua e nuove competenze. L’innovazione parte dalle persone e cresce passo dopo passo, affiancando l’evoluzione degli strumenti a quella delle capacità collaborative.
In questa direzione AssoBIM, di cui Edilclima è socio fondatore, rappresenta un luogo di confronto e crescita collettiva. Attraverso gruppi di lavoro dedicati favorisce lo scambio di esperienze, sostenendo la digitalizzazione dell’ambiente costruito.
Il mercato globale del BIM mostra una crescita costante:
• Valore 2023: circa 8,6 miliardi di $
• Previsione 2030: circa 24,8 miliardi di $
• CAGR (2023–2030): 16,3%
La penetrazione però non è uniforme. Nei Paesi che hanno introdotto normative, obblighi o incentivi, il livello di adozione è più alto.
In Italia, secondo l’indagine AssoBIM 2024:
• solo il 13% dei professionisti si sente “molto sicuro” nell’uso del BIM
• oltre il 70% riconosce che i vantaggi non sono ancora compresi a pieno dai committenti.
• le adozioni effettive si attestano al 25–30%, concentrate soprattutto nei grandi enti pubblici (ANAS, RFI, Agenzia del Demanio)
• nel confronto internazionale, siamo ben al di sotto di Paesi come il Regno Unito, dove l’adozione raggiunge il 70–80% ed è obbligatoria nei progetti pubblici dal 2016
Ridurre costi, tempi e problemi grazie alla digitalizzazione? Vale per le fabbriche, gli uffici, la pubblica amministrazione. Con la progettazione BIM, oggi vale anche per il settore delle costruzioni.

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