Libretto Rovigo Cello City 2017 2017

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ROVIGO CELLO CITY 2017 Rovigo Cello City è giunto quest’anno alla quarta edizione, un traguardo di assoluto rilievo per questo progetto, nato dall’esigenza di valorizzare una realtà musicale di eccellenza nella nostra città: il violoncello. Rovigo Cello City non si rivolge unicamente agli “addetti ai lavori”, ma propone di far conoscere a tutti lo straordinario universo del violoncello, offrendo eventi con interpreti di fama mondiale e mantenendo comunque l’attenzione verso i nostri giovani talenti. Violoncelli all’Opera, concerto di apertura del festival, vedrà un ensemble di violoncelli accompagnare il giovane soprano Gioia Crepaldi, vincitrice del concorso Toti Dal Monte 2015, e il noto tenore pugliese Aldo Caputo in un programma con le più celebri e meravigliose arie d’Opera. Lo spettacolo Il violoncello e le Formiche, pensato e creato per l’occasione e dedicato alle famiglie, impegnerà stavolta i giovani violoncellisti nelle pagine scritte per questo strumento. Il famoso disegnatore Fabio Vettori illustrerà, con le sue formichine violoncelliste, il racconto dell’attrice Saida Puppoli su testi di Marco Schiavon. I giovani studenti avranno inoltre l’opportunità di seguire le Masterclass di alcune star del violoncello: il 1° violoncello della RAI Pierpaolo Toso; Giovanni Gnocchi, cremonese ma diplomato a Rovigo con Luca Simoncini e ora docente presso il prestigioso Mozarteum di Salisburgo, che si esibirà in Cello Solo; il solista e docente al Conservatorio della Svizzera Italiana Enrico Dindo, che insieme a Monica Cattarossi si esibirà in Sérénade. Sarà presente il violoncellista e compositore, nonché docente all’Accademia di Santa Cecilia, Giovanni Sollima, che vedremo anche protagonista assieme a I Solisti Filarmonici Italiani di Federico Guglielmo e al sottoscritto nel concerto di chiusura, da Bach a Sollima; concerto nel quale parteciperanno anche i due giovani e già apprezzati violoncellisti Luca Giovannini e Riccardo Giovine. Desidero ringraziare tutto lo staff che ha collaborato alla realizzazione dell’evento: Nicoletta Confalone, Annalaura Dolcetto, Gerardo Felisatti, Gianluca Quaglio, Luigi Spoladore; il Direttore del Conservatorio “F. Venezze” Giuseppe Fagnocchi assieme a tutto il personale e, infine, tutti gli sponsor e sostenitori, senza i quali il Festival sarebbe impossibile da realizzare. Buon violoncello a tutti!

Luigi Puxeddu



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settembre sabato / h 21 Tempio della Rotonda 1016ma manifestazione INGRESSO LIBERO*

VIOLONCELLI ALL’OPERA GIOIA CREPALDI soprano ALDO CAPUTO tenore G. ROSSINI (1792-1868) Ouverture dal Guglielmo Tell

G. VERDI (1813-1901) “Ouverture” da I Masnadieri

G. ROSSINI (1792-1868) “Une Larme” Tema e variazioni

G. PUCCINI(1858-1924) “O mio babbino caro” da Gianni Schicchi

G. DONIZETTI (1797-1848) “Una furtiva lagrima” da L’Elisir d’amore G. ROSSINI (1792-1868) N. PAGANINI (1782-1840) Tema “Dal tuo stellato soglio” dal Mosè F. LEHÁR (1870-1948) “Romanza della Vilja” da La Vedova Allegra J. MASSENET (1842-1912) “Meditation” da Thais G. PUCCINI (1858-1924) “E lucevan le stelle” da Tosca G. PUCCINI (1858-1924) “Vissi d’arte” da Tosca P. MASCAGNI (1863-1945) “Intermezzo” da Cavalleria Rusticana G. PUCCINI (1858-1924) “Nessun dorma” da Turandot

G. PUCCINI (1858-1924) “Intermezzo” da Manon Lescaut G. PUCCINI (1858-1924) “O soave fanciulla” da La Boheme Arrangiamenti di Luigi Bedin

I VIOLONCELLI DI ROVIGO CELLO CITY

Nazareno Balduin, Michele Ballo, Alessia Bruno, Maria Chiara Casali, Caterina Colelli, Stefano Crepaldi, Leonardo Duca, Edoardo Francescon, Riccardo Giovine, Marina Pavani, Luigi Puxeddu, Anastasia Rollo Contrabbassi: Enrico Benà e Yordano Nunez

*Posto a sedere garantito su prenotazione: €10,00

In una delle sue più celebri frasi, il famoso violoncellista Quirine Viersen definì il proprio strumento come quello che più di tutti “produce il suono più simile alla voce umana: può essere tutto, dal basso al soprano”. La cantabilità dunque, oltre alla vasta estensione, al suono morbido e avvolgente, è una delle caratteristiche più peculiari del violoncello. E va al contempo considerato come il potenziale e la versatilità di un ensemble intera di violoncelli non si distingua solo per la tessitura degli strumenti, che raggiungono l’estensione di un’orchestra d’archi completa, ma affascini per la particolare e unica densità sonora. Stasera si apre così il sipario sul palcoscenico dove saranno proprio i violoncelli a “cantare”, e lo faranno assieme alle voci nel meraviglioso ed affascinante repertorio dell’opera lirica. L’orchestra dei violoncelli di Rovigo Cello City diventa quindi attiva nel duplice ruolo di “cantante” e di “orchestra” che accompagnerà arie e duetti. Il percorso proposto non poteva offrire un inizio migliore grazie a Gioacchino Rossini. Dopo la celeberrima e ricca di energia ouverture dal Guglielmo Tell, viene proposto il tema e variazioni di “Une Larme”. Scritta originariamente per violoncello e pianoforte, tale composizione si ritrova nel corpus di manoscritti dell’autore anche per contrabbasso; il tema è assolutamente identico nelle due forme e presenta una composizione insolita per carattere, scritta da un Rossini che tocca argomenti più intimi e profondi, quasi una “lacrima” appunto. E proprio riguardo al tema della lacrima, il riferimento si lega perfettamente all’aria della “furtiva” dall’Elisir d’Amore, che peraltro non ha riscontro nella versione originale del testo di Scribe. Tale aria venne inserita nell’opera appositamente dal librettista Romani e da Donizetti per mettere in risalto le doti dei grandi tenori. Il tema “Dal tuo stellato soglio” di Rossini, scelto da Niccolo Paganini, ripropone nuovamente la forma del tema e variazioni. Nel tipico carattere del grandissimo violinista, questa composizione è costituita in originale da variazioni di bravura sulla quarta corda per violino e archi. La melodia proviene dal dramma sacro Mosè in Egitto, un’autentica preghiera, immortale, commovente, supplica di Mosè e dell’intero popolo d’Israele prima della traversata del Mar Rosso. Il programma si orienta successivamente verso un repertorio più romantico ma che mantiene forte la tematica religiosa, presente ad esempio nella meravigliosa Meditation de Thaïs, pagina di grande lirismo in cui il tema descrive in maniera mirabile il miracolo spirituale e la trasfigurazione estatica di quella che era stata una donna impura, ora redenta dalla penitenza. Un motivo questo che peraltro tornerà ad apparire nell’opera come reale emblema dell’acquisita salvezza di Thaïs. La Romanza della Vilja offre invece un breve salto nel più leggero mondo dell’Operetta (termine inteso da alcuni musicologi proprio nel valore diminutivo dell’Opera) dove invece è assai rilevante il clima di fiabe festose e inverosimili, di colori, slanci e nostalgie. Messa in scena per la prima volta al Theater an der Wien il 30 dicembre 1905, la Vedova Allegra è forse il risultato più perfetto del genere in questione; presenta infatti un’inventiva melodica originale e particolarmente fresca con motivi orecchiabili e affascinanti. La Romanza in questione ne è eloquente esempio proponendo il racconto di una storia malinconica e sognante. Le meravigliose e dense pagine sinfoniche di Opere quali Cavalleria, Masnadieri e Manon Lescaut fanno da ideale coronamento alla parte finale del concerto che propone Puccini come assoluto protagonista. Oltre alla preghiera di Lauretta, ed alla celeberrima favola di Turandot troviamo la sublime aria di Tosca, collocata in una strategica posizione centrale all’interno dell’opera, tra le due arie di Mario e i duetti d’amore, e assume così una rilevanza straordinaria sul piano musicale e strutturale. Diventa in sostanza un’autobiografia di Tosca, e anche qui una preghiera, quasi chiave di volta di tutta la tragica vicenda; una redenzione in grado di sostenere il peso morale dell’omicidio di Scarpia. Boheme riprende invece un carattere più fresco e giovanile, il duetto “O soave fanciulla” segna la conclusione del Primo Atto dell’opera e diventa una naturale prosecuzione delle due arie di presentazione di Rodolfo e Mimì sulla scena. E’ un esplosivo duetto d’amore in cui la semplicità e la freschezza del lirismo regalano un momento unico di sogno e serenità.


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settembre domenica / h 18 Auditorium del conservatorio 1017ma manifestazione

MUSICA A FUMETTI

PRESENTA LO SPETTACOLO PER LE FAMIGLIE

IL VIOLONCELLO E LE FORMICHE DI FABIO VETTORI Tina e Micky, due simpatiche formiche create dalla magia della mano di Fabio Vettori, andranno alla scoperta, con la loro ciabatta volante, dell’ incredibile isola dei violoncelli. Saida Puppoli darà voce in modo esilarante ai personaggi che appariranno sul palcoscenico e i Violoncelli di Rovigo Cello City ci guideranno con la suadente sapienza dei suoni in questa divertente avventura Testi di MARCO SCHIAVON

SAIDA PUPPOLI attrice GERARDO FELISATTI pianoforte I VIOLONCELLI DI ROVIGO CELLO CITY

Michele Ballo, Alessia Bruno, Maria Chiara Casali, Caterina Colelli, Stefano Crepaldi, Leonardo Duca, Edoardo Francescon, Riccardo Giovine, Marina Pavani, Luigi Puxeddu, Anastasia Rollo.


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settembre martedì / h 21 Chiesa del Cristo Via IV Novembre - Rovigo 1018ma manifestazione INGRESSO LIBERO*

CELLO SOLO

“Virtuosismo, scordatura e danze popolari” GIOVANNI GNOCCHI violoncello D. GABRIELLI (1659-1690) Ricercare n° 6 in sol maggiore, per violoncello solo (1688) J. S. BACH (1685-1750) Suite n° 1 in sol maggiore BWV 1007 (ca.1720) - Prélude - Allemande - Courante - Sarabande - Gavotte I & II - Gigue Z. KODÁLY (1882-1967) Sonata per violoncello solo op. 8 (1915) accordatura LA-RE-FA#-SI - Allegro maestoso ma appassionato - Adagio (con grande espressione) - Allegro molto vivace *Posto a sedere garantito su prenotazione: €10,00

È cosa nota che le sei Suites per violoncello di Johann Sebastian Bach sono una vetta insuperabile nel repertorio di questo strumento, e, al contempo, un modello per chi cerchi la sfida del molteplice tramite un’unica voce, capace di essere polifonica, pur se di una polifonia spesso intuita più che in concreto realizzabile. Ma chi siano gli antesignani del capolavoro bachiano non è un aspetto altrettanto conosciuto. Fra loro, spicca il bolognese Domenico Gabrielli, eclettica figura di musicista, che nella sua breve vita riunì in sé le doti di virtuoso del violoncello a quelle di compositore di musica sacra, attivo nella Cappella di San Petronio della sua città, nonché di operista e ancora di operatore culturale, come si direbbe oggi, dato che svolse anche il ruolo istituzionale d Presidente dell’Accademia Filarmonica di Bologna. Nel 1688, appena due anni prima della sua prematura scomparsa, Gabrielli compose ben sette Ricercari per violoncello solo. Sicuramente fu una di quelle sfide fra sé e il proprio strumento, così connaturate all’indole di ogni virtuoso, ma al contempo rivelò che anche quel massiccio violoncello, di norma al servizio del basso continuo, è portatore di un suo mondo complesso e variegato, eppure realizzabile da sé soltanto, senza comprimari né accompagnatori. Il Ricercare n. 6, è in sol maggiore, esattamente come la prima Suite bachiana BWV 1007, e condivide con questa anche le quartine di semicrome, che si dipanano con la forza dell’uniformità a creare uno spazio: infatti, nel celeberrimo Preludio d’apertura della Suite BWV 1007, esse assumono le forme di un arpeggio spezzato, che, grazie alla regolarità ritmica, esalta il percorso armonico, mentre nel Ricercare n. 6 si presentano sotto le spoglie di frammenti di scale discendenti e poi ascendenti, che ben presto si trasformano in formule ripetute in progressione ed espressive di un dialogo fra due voci. Dunque, in queste pagine sperimentali c’è il magistero del virtuoso, ma anche la perizia del maestro di cappella. A separare il Ricercare n. 6 dalla Suite BWV 1007 ci sono una trentina d’anni e più o meno mille chilometri, che è la distanza fra la Bologna di Gabrielli e la corte di Köthen di Leopold di Anhalt, dove il trentenne Johann Sebastian era Kapellmeister (1717-1723) e poteva disporre di un’orchestra di valenti concertisti, che ispirarono il suo talento a dedicarsi alla musica strumentale e profana, fra cui appunto il violoncellista Bernhard Lingke. Può sembrare lunga la strada che separa queste esperienze barocche dal 1915 della Sonata op. 8 di Zoltan Kodály, ma, in realtà, anche qui c’é un violoncello solo, con una fortissima tensione sperimentale, a partire dalla diversa accordatura richiesta allo strumento, che consiste nella scordatura della terza e quarta corda, entrambe abbassate di un semitono, rispettivamente dal sol al fa# e dal do al si, per mettere da parte ogni tentazione tonale. Com’è noto, la via scelta da Kodály e dal suo antico sodale Bartok, per superare l’impasse linguistico che travaglia il tardo Romanticismo, sta nella riscoperta dell’’enorme patrimonio folclorico di melodie contadine della propria terra ungherese e della loro armonia, eccentrica rispetto al sistema tonale, perché naturalmente alimentata dall’antica modalità. Questa Sonata, così tecnicamente impervia e sfidante per il violoncellista, attinge a piene mani al carattere rapsodico delle ballate ungheresi, alla loro poliritmia, alla sfrenatezza delle danze popolari, e ricostruisce tutto questo secondo lo sguardo dell’uomo del Novecento, memore del suo passato, e di Bach, prima di tutto, e insieme partecipe dei fermenti più recenti, come l’Impressionismo francese. Nicoletta Confalone


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settembre sabato / h 21 Auditorium del Conservatorio 1019ma manifestazione

SÉRÉNADE ENRICO DINDO violoncello MONICA CATTAROSSI pianoforte S. PROKOFIEV (1891-1953) Sonata per violoncello, Op.119 (1949) Andante grave Moderato Allegro, ma non troppo C. DEBUSSY (1862-1918) Sonata per violoncello (1915) I. Prologue: Lent, sostenuto e molto risoluto II. Sérénade: Modérément animé III. Final: Animé, léger et nerveux D. SHOSTAKOVICH (1906-1975) Sonata per violoncello e pianoforte, Op. 40 (1934) Allegro non troppo Allegro Largo Allegro

Concerto realizzato con il sostegno della

Le tre Sonate in programma stasera sono racchiuse in un arco temporale breve - poco più di trent’anni - ma alquanto cangiante per radicali trasformazioni e compresenze contraddittorie, tali da sovvertire il linguaggio musicale; di tutto questo fermento, esse rappresentano uno specchio fedele, rivolto al microcosmo del duo violoncello e pianoforte, fascinosa mescola di un timbro strumentale tendente all’umana vocalità e di razionalità pianistica. I trent’anni in questione sono quelli segnati dai due conflitti mondiali, dal 1915 della Sonata di Debussy fino al 1949 di quella di Prokofiev. E sia Prokofiev che Debussy si applicano a questo duo strumentale proprio sul finire della loro parabola creativa, in una sorta di ricerca della classicità perduta. Prokofiev qui abbandona quell’anticonformismo sperimentale che caratterizza tanta parte della sua produzione pianistica, e cerca una scrittura più semplice e lirica, non conflittuale fra i due strumenti, ma tesa anzi ad esaltare la cantabilità del violoncello, senza peraltro escluderne il virtuosismo trascendentale, dato che l’ispiratore di questa sonata era un giovane violoncellista destinato a diventare uno degli interpreti più carismatici del secolo: Mstislav Rostropovic, che collaborò attivamente col compositore, dandogli anche dei suggerimenti di carattere tecnico, e, probabilmente, ispirandogli gli ardui passi di bravura del finale. E proprio al duo Rostrpovic/Prokofiev si deve la prima esecuzione della sonata. Anche Claude Debussy, nell’estate del 1915, quando ormai il cancro gli nega energie e futuro, ritorna alla musica da camera proprio con questa Sonata che vagheggia una classicità perduta e insieme ritrovata in suggestioni del Settecento francese: “Pierrot faché avec lá lune” (Pierrot irritato con la luna), recita il sottotitolo della prima versione della Sonata, poi sostituito, nella stesura definitiva, da una raccomandazione pratica: “che il pianista giammai dimentichi che non deve lottare con il violoncello, ma accompagnarlo.” Eppure quello di Debussy non è neppure un atteggiamento pienamente neoclassico, perché la nostalgia dell’età dell’oro si concretizza nella ricerca di una purezza primigenia, eppure mai statica, né definitivamente raggiunta, ma anzi di continuo sollecitata allo stupore del cambiamento. Fra questi due estremi, sta il 1934 della Sonata op. 40 di Dimitri Shostakovich. Anche per lui, così come per Prokofiev e Debussy, la Sonata per violoncello e pianoforte resterà un unicum nella sua produzione compositiva, e, al contempo, lo scrivere per questo duo si mostrerà connesso alla volontà di superare uno snodo critico della propria esistenza: per Prokofiev, legato all’accusa di formalismo e perversioni intellettualistiche da parte del Partito, che portò alla censura di molte sue composizioni; per Debussy, cagionato dalla malattia che non gli avrebbe dato scampo, mentre per Shostakovich si trattava del violento attacco alla sua opera, Lady Macbeth di Minsk, che subito dopo la prima, tenutasi al Teatro di Leningrado il 22 gennaio di quello stesso 1934, era stata censurata dalle autorità sovietiche, perché ritenuta deviazionista. Shostakovich fu costretto a fare una pubblica ritrattazione di tutte le proprie composizioni precedenti, e questa Sonata rappresenta proprio la sua prima esperienza di musicista organico rispetto al regime. Ne consegue una scrittura meno ardita, e al contempo aperta alle suggestioni più svariate, dal tardoromanticismo ad una polifonia dal sapore bachiano, dalla sfrenatezza delle danze popolari fino all’equilibrio agognato dal movimento neoclassico. Ma, su tutto, prevale inconfondibile la cifra distintiva che percorre tutta l’opera di Shostakovich, che sta in quel bruciante conflitto fra passato e presente, un conflitto talmente essenziale che nessun diktat, artistico o politico che fosse, avrebbe potuto sradicare. Nicoletta Confalone


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settembre domenica / h 21 Tempio della Rotonda

Concerto realizzato con il sostegno della

1020ma manifestazione INGRESSO LIBERO*

DA BACH… A SOLLIMA GIOVANNI SOLLIMA violoncello I SOLISTI FILARMONICI ITALIANI I VIOLONCELLI DI ROVIGO CELLO CITY J. S. BACH (1685-1750) Concerto Brandeburghese in Sol maggiore no.3, BWV1048 per 3 violini, 3 viole, 3 violoncelli e basso continuo (Allegro) - Adagio (cadenza di Giovanni Sollima) - Allegro A. VIVALDI (1678-1741) Concerto in sol minore RV531 per 2 violoncelli, archi e basso continuo Allegro (moderato) - Largo - Allegro Giovanni Sollima, Luigi Puxeddu - violoncelli GIOVANNI SOLLIMA “Fecit Neap. 17..” per violoncello, archi e basso continuo Giovanni Sollima - violoncello J. S. BACH (1685-1750) Concerto in Re maggiore BWV1064 per 3 violini, archi e basso continuo ricostruzione di Christopher Hogwood dell’originale perduto dalla versione in Do maggiore per 3 cembali ed archi Allegro - Adagio - Allegro Federico Guglielmo, Glauco Bertagnin, Carlo Lazari - violini

GIOVANNI SOLLIMA The Family Tree per 2 violoncelli, archi e continuo dal III mov (Allegro) del Concerto per violoncello, archi e continuo di A.Vivaldi RV419 Giovanni Sollima, Riccardo Giovine violoncello GIOVANNI SOLLIMA Violoncelles, Vibrez! per 2 violoncelli, archi e basso continuo Giovanni Sollima, Luca Giovannini violoncelli Giovanni Sollima - violoncello I SOLISTI FILARMONICI ITALIANI Federico Guglielmo - violino principale Glauco Bertagnin, Carlo Lazari, Gabriele Bellu, Alessandro Ferrari, Silvia Mazzon - violini Enrico Balboni, Mario Paladin, Silvia Mazzon - viole Luigi Puxeddu, Riccardo Giovine, Luca Giovannini - violoncelli Franco Catalini - contrabbasso Roberto Loreggian - cembalo *Posto a sedere garantito su prenotazione: €10,00



Concerti del 2, 5 e 10/09: ingresso libero con possibilità di prenotazione del posto a sedere al costo di € 10,00 presso la sede dell’Associazione a partire dal 30 agosto, tutti i giorni dalle ore 10 alle 12, esclusa la domenica. Concerti del 3 e 9/09: Ingresso gratuito per i soli soci e gli studenti del Conservatorio per i non soci: € 10,00 biglietto intero, € 5,00 ridotto per i minori di 18 anni. I biglietti sono acquistabili mezz’ora prima dei concerti, con prenotazione in sede del posto. La Chiesa del Cristo si trova in via 4 Novembre L’Auditorium del Conservatorio si trova in via Pighin. La Chiesa della Rotonda si trova in Piazza XX Settembre Consiglio Direttivo dell’Associazione Musicale F. Venezze: Presidente e Direttore Artistico Luigi Puxeddu Vice Presidente e Tesoriere Nicoletta Confalone Consigliere e Segretario Luigi Spoladore Consigliere Sergio Garbato Consigliere Leonardo Chini Consigliere Gerardo Felisatti Consigliere Bianca Maria Furgeri Staff tecnico e organizzazione: Annalaura Dolcetto e Gianluca Quaglio

Associazione Musicale “F. Venezze” - Vicolo Venezze, 2 - Rovigo - Tel. 0425-21405 info@associazionevenezze.it - www.associazionevenezze.it - www.rovigocellocity.it Seguici su Facebook Rovigo Cello City

Le biografie dei musicisti sono scaricabili dal sito www.rovigocellocity.it Foto © Luca Biasioli Realizzazione grafica: TERAPIXEL grafica - Rovigo Foto pag. 6 - 8 - 10 - 12 - 14 - 16 - 17 - 18 - 19: particolari di “Trio con violoncello”, opera di Gabbris Ferrari di proprietà della Fondazione Banca del Monte di Rovigo Si ringrazia per la gentile concessione all’utilizzo delle relative immagini. In stampa Agosto 2017 Opuscolo stampato su carta patinata opaca 135 gr.



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