Hors les murs. Strategie e progetti per la Grand Paris

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1. Parigi: città, metropoli, regione

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dell’École Française d’Urbanisme raggruppati attorno alle figure carismatiche di Marcel Poëte, Eugène Hénard e Henri Prost, delle quali daremo conto tra poco. In ogni caso le dinamiche e i processi che realmente determineranno la sorte dei comuni adiacenti alla capitale configureranno uno spazio urbano e territoriale che potremmo definire servente, nel senso che in esso la capitale decentrerà una serie di attività e infrastrutture non più compatibili con l’area centrale metropolitana. Si tratta di infrastrutture stradali e ferroviarie, di attrezzature pubbliche quali ospedali, centrali termiche, macelli, aree portuali, o altro, la cui costruzione genererà la radicale trasformazione di territori da sempre rurali. A tali trasformazioni strutturali, che iniziano dalla fine dell’Ottocento, dobbiamo associare anche la progressiva evoluzione delle politiche abitative che con modalità diverse hanno contribuito, nel corso di tutto il Novecento, alla modificazione dei territori destinati a diventare banlieues. In questa campagna, che nel corso dei secoli ha alimentato Parigi, a fianco dei villaggi rurali, iniziano a sorgere i primi quartieri residenziali pavillonaires e le prime città giardino, generate dalle esperienze anglosassoni. In particolare la località di Suresnes e Henri Sellier diventeranno i punti di riferimento di questo dibattito: un territorio “servente” cresciuto attorno ad un villaggio rurale e un politico e filantropo socialista che diventerà, nella Francia della prima metà del Novecento, uno dei principali protagonisti dell’esperienza della “città giardino” proponendo la costruzione di nuovi insediamenti caratterizzati da una forte integrazione tra gli spazi verdi pubblici e privati, gli edifici e le strade, puntando ad una città disponibile per tutti (Sellier, 1998). Negli anni ’50 del secolo scorso si avvierà la costruzione della città pubblica che oggi identifichiamo nei grands ensembles e nelle villes nouvelles. Stiamo


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