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ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura

Via Muratori, di nuovo gli zingari >> 2

Anno II

Numero 9

Mensile

Palazzo Bombrini, la “Città che vogliamo” con Doria e Da Molo >> 3

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< o Cornigiòtto> Settembre 2013

CORNIGLIANO IN PIAZZA PER CHIEDERE IL RIPRISTINO DEL CAPOLINEA DI VIA ROLLA

“Salviamo il 160” Da Campi la protesta contro Amt

Via Tonale: i cittadini di Campi sono scesi in strada per chiedere di riportare la linea “160” al capolinea di via Rolla (Foto Razzore)

Piazza, bella piazza di Enrico Cirone Pensavate che ci fossimo seduti? Pensavate che non riuscissimo più a protestare? Pensavate che dopo anni di lotte saremmo rimasti al calduccio delle nostre casette di corso Perrone? Pensavate forse che sarebbe bastato ammorbarci con i veleni e i miasmi del depuratore per neutralizzarci e ridurci all’impotenza? Ah, come vorremmo tanto assomigliare ai concittadini di altri quartieri dove notabili figure in doppiopetto decidono di scendere in piazza al massimo per chiedere che un’area azzurra diventi blu o, se proprio si insiste, bianca. Qui non è così. La strada ancora una volta ci ha aspettato per accogliere gli operai delle acciaierie ostaggio delle decisioni della famiglia Riva, gli impiegati di quell’Ansaldo che rischia di perdere l’Energia e le mamme, i nonni, gli anziani, gli studenti di Campi che non possono rinunciare al loro bus “160”. Ma perché volete toglierci tutto, ma proprio tutto?


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“Tutto esaurito” nelle aree di sosta di via Muratori I nomadi aspettano che la Giunta si accorga di loro A volte ritornano. A volte non ripartono neppure. Più spesso rimangono. E’ la storia dell’accampamento a cielo aperto di via Muratori, o più semplicemente, davanti a Palazzo Bombrini, a Cornigliano. Esattamente tre mesi fa, dal verbale della seduta della giunta del VI Municipio Medio ponente si poteva apprendere la decisione che si “sarebbero individuate aree attrezzate dove consentire una stanzialità temporanea alle varie comunità nomadi insediate stabilmente sul nostro territorio per garantire condizioni di piena legalità, sicurezza e vivibilità”. E’ trascorsa un’estate intera e, se confrontiamo la foto pubblicata dal nostro giornale nello scorso numero di luglio con quella alla nostra destra, notiamo come l’area occupata due mesi fa da tre roulotte e un camper sia ora completamente invasa da mezzi analoghi per tutta la sua estensione. Ciò significa, al di là dell’assolvere pienamente la sua funzione di sosta, che quel pezzo di terra sia densamente abitato da persone, nuclei familiari che ne usufruiscono con un decoro che lascia perplessi. Sono famiglie di rom, sinti e caminanti sulle quali nessuno ha diritto di estendere pregiudizi circa scelte di vita o modi di essere ma ha il dovere di chiedere il pieno rispetto delle regole che ognuno di noi è tenuto ad osservare. Non solo: l’amministrazione deve far rispettare le norme che la comunità si è data. Immaginiamo che un comune comune camperista, con tutta la sua famiglia, verrebbe sicuramente allontanato, se non multato, se dovesse occupare quegli stessi spazi —non attrezzati di luce, acqua e servizi— di via Muratori che oggi sono appannaggio di nomadi. In verità piuttosto “stanziali” . E. C.

A distanza di poche decine di metri da Palazzo Bombrini sorge un campo nomadi

Le risposte dell’amministrazione Ferruccio Bommara “Il problema dei nomadi è una questione complessa e delicata, di difficile soluzione; tale che i municipi non possono affrontare con le sole proprie forze. Noi cittadini ci sentiamo giustamente parte lesa dalla situazione e ciò nonostante dobbiamo accettare che il “ problema” coinvolge altri esseri umani che si trovano in situazioni di grande sofferenza. Nasconderlo o chiedere semplicemente l’allontanamento dalle proprie vie non è, e non può essere, la soluzione. Fatto salva questa verità bisogna anche ammettere che l’attuale situazione generata dalla presenza dei rom non è accettabile e non può continuare in questo modo anche per il bene dei nomadi. Occorrono, quindi, interventi a livelli superiori al nostro: del Comune della Regione e dello Stato, con l’impegno delle risorse Momenti di vita conviviale nell’accampamento necessarie, con soluzioni efficaci al superamento dei problemi. Sono convinto che il Municipio abbia fatto in questo periodo la sua parte con decisione. Tuttavia le situazioni in aggravamento dei campi abusivi di via Muratori, di via Aviatori d’Italia, via dell’Acciaio e campi sparsi con presenze minori, devono essere da parte nostra affrontate con altri interventi di segnalazione e denunce agli uffici del Comune di Genova preposti”.

“Tutto esaurito” nell’area di parcheggio di via Muratori, a Cornigliano (foto Razzore) Maurizio Amorfini “Su questa questione ormai per Cornigliano è diventato un problema che si ripete quotidianamente. Ricordo i primi sgomberi che ero riuscito ad ottenere in via San Giovanni d’Acri (dopo le mie interpellanze e molti articoli sui quotidiani genovesi). Invece ora purtroppo non si riesce a fare niente: ho presentato pochi mesi fa una mozione con cui chiedevo l’immediato sgombero dei campi nomadi abusivi presenti a Cornigliano, in primis quello di via Muratori. Chiedevo che attraverso le forze dell’ordine venissero controllati i loro veicoli. Purtroppo la mia mozione è stata etichettata di stampo razzistico ed è stata respinta dal presidente e dalla giunta del municipio. Gli stessi hanno voluto consegnarci un documento in cui c’è scritto che il presidente e la giunta del municipio VI Medio Ponente è contraria agli sgomberi e che stanno lavorando per individuare un’area dove creare un campo nomadi regolare, per aiutare i rom con percorsi di formazione lavoro ed inserimento sociale. Ad oggi questa area non è ancora stata individuata ma se pensano di individuarla su Cornigliano di certo non starò a guardare”.

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La Città che vogliamo Doria: “Privatizzare le aziende comunali? Una fesseria” Dopo l'anteprima a Palazzo Ducale, a Genova, organizzata da Istruzioni per il futuro, domenica 22 settembre la sala Solimena di Palazzo Bombrini a Cornigliano, ha accolto strapiena il sindaco di Genova Marco Doria per un incontro/ scontro con cittadini, comitati e associazioni su varie problematiche che r iguardano la nostra città. Dopo i saluti di Società per Cornigliano a cura del suo direttore Enrico Da Molo, è stata la volta degli i nterventi del

pubblico con le conseguenti domande rivolte al sindaco. Numerosissimi e vari i temi toccati sui quali si attendevano le risposte del primo cittadino ad un anno abbondante dalla sua elezione: agricoltura e abbandono del territorio, rischio idrogeologico, rifiuti e differenziata, acqua pubblica, partecipazione dei cittadini, P.U.C., gruppi acquisto solidali, salvaguardia del territorio, imprenditoria, trasporto pubblico, privatizzazioni, case popolari, piste ciclabi-

Palazzo Bombrini, folto pubblico per “La Città che vogliamo”

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li, spazi sociali, senso di insoddisfazione dei cittadini, discarica e smart city. Il sindaco ha risposto a tutti riservandosi su alcune questioni più tecniche di documentarsi per andare ad un confronto specifico con i cittadini. Doria si è dichiarato consapevole delle diverse problematiche adesso come lo era all'inizio del suo mandato. Ha chiesto anche di non esprimere valutazioni sul suo operato ritenendosi mai soddi- “Accordo di programma, privatizzazioni, abbandono del territorio, rifiuti, raccolta differenziata. Sono alcuni dei temi trattati dal sindaco di Genova, Marco Doria, nel corso sfatto. "Nonostante i tagli e la dell’incontro avuto con la cittadinanza, i comitati e le associazioni, a Palazzo Bombrini crisi - ha affermato Doria - abbiamo tenuto in Sulla questione privatizzazioni, Il dialogo scorre fino al termipiedi una macchina comunale Doria ha definito "una balla" e ne dell’incontro civile ma che conta oltre 5700 dipen- una "fesseria" che ci sia la vo- determinato ed è sulle ultime denti e diverse aziende control- lontà di privatizzare alcune parole del sindaco che, da late. aziende comunali. corniglianese, mi guardo in Guardiamo all'imprenditoria "Occorre trovare insieme punti giro e non riconosco nessuno con attenzione e siamo soddi- di condivisione - ha proseguito tra le numerose persone presfatti della conferma dell'ac- il sindaco - e non arroccarsi senti in sala. cordo di programma su Corni- sulle proprie convinzioni ma Probabilmente Cornigliano gliano che riguarda circa 1700 partecipare dandosi delle rego- problemi non ne ha. lavoratori". le". Oerre

Associazione Alce, appello a Letta: “Ansaldo rimanga a Genova” ”Preoccupata” per ”la cessione di Ansaldo Energia alla coreana Doosan” l’Associazione Ligure Commercio Estero (Alce) fa un appello al presidente del Consiglio Enrico Letta ”perché intervenga per impedire che un pezzo così importante della Genova industriale venga disperso per ottenere risultati economici a breve che sarebbero sicuramente irrilevanti paragonati all’impatto negativo sul tessuto economico del territorio”. Esiste il ragionevole dubbio che l’operazione si possa tradurre nella spoliazione di un’azienda prestigiosa. ”Siamo convinti che l’alternativa italiana garantirebbe l’occupazione, l’indotto (14 mila lavoratori), e manterrebbe a Genova una realtà industriale che sta dimostrandosi attiva ed in continuo sviluppo” dice ancora Alce.” La commessa di 440 milioni di euro appena ottenuta per la costruzione di due centrali elettriche in Sudafrica è l’esempio di come Ansaldo sappia reagire alla crisi”. ”Siamo convinti – dice ancora l’ Alce – che l’ingresso di soci anche stranieri nella compagine sociale di Ansaldo Energia possa essere stimolante ma solo se tale ingresso fosse teso ad un rafforzamento della Società e, comunque, senza cedere la maggioranza delle azioni garantendo il mantenimento attuale del controllo”. ”In questa ottica – dice ancora l’associazione – apprezziamo la posizione assunta dal sindaco di Genova, Marco Doria. Siamo convinti che l’unico modo per affrontare e superare l’attuale crisi economica sia quello di fare affidamento alla capacità e alla determinazione della nostra Genova”. Ma non c’è solo Ansaldo Energia nel mirino delle multinazionali asiatiche. E’ bastato infatti che la giapponese Hitachi Rail manifestasse interesse per Ansaldo Sts che il titolo della società di Finmeccanica trasse un +2,54% a Piazza Affari.

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Testimoni del tempo, l’architetto Fulvio Ferrari “Cornigliano può essere un polo attrattivo per l’intera città” Per trent'anni cittadino di Campi e per otto, volontario della P. A. Croce Bianca di cui quattro trascorsi come presidente dell'importante sodalizio corniglianese, l'architetto Fulvio Ferrari, specialista in progettazione e organizzazione di servizi sanitari, ci riceve nel suo studio di via Cantore, a Sampierdarena, , in un momento particolarmente difficile della società. Che ricordi ha del quartiere di Campi? "Campi era un quartiere molto popolare che aveva il centro vitale nei pressi della sua storica società, “Il L'architetto Fulvio Ferrari è specialista in progettazione Circolo Amici di Campi”. e organizzazione di servizi sanitari Quando dopo la dismissione dell'impianto siderurgico, si è dovuto ricostruire questo pezzo di città, è stato dato il via a una riconversione delle aree che purtroppo non ha goduto di intuizioni urbanistiche particolarmente felici. La lottizzazione dei terreni lasciati liberi ha ripercorso tracciati e confini che erano quelli della vecchia fabbrica, di fatto, senza migliorare la realtà urbanistica e sociale di Campi. La stessa realizzazione di un campo di calcio con quella collocazione infelice, è indice di una visione alquanto semplice e banale di come dovrebbe essere un intervento a scala urbana, nell'ottica della riqualificazione. Non dimentichiamo che riqualificare urbanisticamente un territorio significa anche migliorarlo dal punto di vista sociale. La scarsa qualità degli interventi sotto il profilo urbanistico ha fatto sì che il quartiere subisse un ulteriore degrado, trasformandosi, con il tempo, in poco più che in una “rotatoria di traffico pesante”, aumentando ancor più la sua marginalità rispetto al contesto urbano generale. Si potrebbe dire che “forse era meglio prima, la qualità dell'abitare era la stessa, ma almeno c'erano i posti di lavoro”. Il quartiere da sempre è stato ricettacolo delle scelte infelici degli amministratori, degli “imprenditori” di Stato cui tutto era permesso. Un esempio: nel 1971, la collocazione in mezzo alle case di un enorme deposito di carbone, per l'alimentazione dell'altoforno. Finito il carbone, ecco il depuratore, del quale non vorrei parlare sotto il profilo tecnologico, per pura carità di patria, ma vorrei che coloro che un tempo promisero alla popolazione di Campi un depuratore “bellissimo” con i giardini, “privo di odori di qualsiasi genere”, oggi, dopo il fallimento totale di qualsiasi intervento tecnico, e le disastrose conseguenze ambientali, si facessero promotori di un suo rapido spostamento, neanche ipotizzabili i dieci anni! Questa fognatura a cielo aperto, è una realtà esclusiva di Campi: nel resto della città tutti i depuratori sono costruiti in modo diverso, non puzzano e godono di un inserimento paesistico che evidentemente le popolazioni di Campi e Cornigliano, per colpe che non è dato conoscere, non meritano. Ultimo esempio di marginalizzazione, in ordine di tempo, dell'abitato di Campi è rappresentato dalla soppressione della linea AMT 160. Questo servizio di fatto, è l'unica novità vera per Campi dal 1960, utile per i cittadini, fondamentale per i cittadini anziani. Credo che, pur nel contesto del riassestamento e migliora-

mento dell'offerta di servizio della società AMT, si possa trovare un punto di incontro tra le esigenze spesso vitali della popolazione e le pur pressanti e indilazionabili, esigenze di bilancio, con la riduzione, anche drastica delle corse, ma con il mantenimento del servizio, con poche corse negli orari più richiesti. Non è difficile. Devo dire che mi sarebbe piaciuto, come un tempo, partecipare al “blocco”, con gli altri cittadini. Ora non abito più a Campi ma sento queste problematiche sempre vive". Cornigliano sta attraversando un momento storico probabilmente irripetibile. Ci sono enormi spazi a disposizione, i soldi per fare le cose, idee e progetti, ci sono soggetti pronti a gestire qualunque cosa; perché si tarda a realizzarle? "I processi decisionali nel nostro paese hanno assunto da molti anni connotazioni sempre più complesse, pensate in quanto tempo è stata costruita l’Autostrada del Sole. I lavori cominciarono nel 1956 ed ultimata nel 1964: otto anni per costruire 700 km di autostrada. Da allora la funzione dell’opera pubblica ha mutato, sino a divenire un mero oggetto di gestione del consenso che nuota in un mare di burocrazia utile a gestire consenso. Gli unici fondi realmente disponibili oggi in città, per interventi di un certo rilievo, sono spesi in rivoli di micro interventi inutili e spesso controproducenti. Dispiace dirlo, ma se pure gli amministratori, specialmente quelli più coinvolti sul territorio, sono alla costante ricerca di risposte, le idee mancano, nonostante concorsi dagli esiti discutibili. Ritengo che bisognerebbe avere il coraggio di saper programmare, con percorsi più diretti possibili, interventi capaci di creare un’offerta economica per Cornigliano, dei veri e propri motori, proposte capaci di rendere le nuove aree di Cornigliano un polo attrattivo per l’intera città, non una semplice compensazione per decine di anni di inquinamento e degrado sociale. Gli spazi verdi di grandi dimensioni, servono a poco in una città che non ha più neanche le risorse per mantenere il verde delle rotatorie". Ospedale. Bombrini o ErNel suo studio di via Cantore, a Genova Sampierdarena, zelli? "Da quanto l’architetto Ferrari è a dialogo con il nostro redattore tempo ormai l’oggetto della discussione sulla sanità locale è limitato a questa domanda? La riforma sanitaria degli anni settanta ha tracciato un solco importante con il passato, regalandoci uno dei migliori sistemi sanitari al mondo, una sanità che è stata immaginata per il cittadino, una sanità del cittadino. Tutto è stato trasformato in un’organizzazione medicocentrica, al centro della quale, sta, appunto il medico, non il cittadino. Questo modo di vedere le cose ci porta spesso verso domande sbagliate, obiettivi limitati e per lo più perdenti. Per tornare alla domanda, forse bisognerebbe chiedersi se un ospedale è necessario o se forse sarebbe bene pensare ad un radicale cambiamento del modello organizzativo della sanità ligure. Non credo che oggi si riuscirebbe a costruire un ospedale come quello ipotizzato, con i modi e i tempi con cui si è costruita l’intera Autostrada del Sole. A conforto di ciò la recente realizzazione del padiglione 9bis di Sampierdarena: sei piani, 130 posti e nove anni per la sua realizzazione. E quasi 11 milioni di euro la spesa complessiva”. Alfonso Palo

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Trasporti. Amt taglia il capolinea di via Rolla Cittadini in piazza: “Prendetevi tutto. Ma non il nostro 160” Con il ritorno a scuola dei ragazzi, a Genova è entrato in vigore il nuovo orario di Amt con alcuni significativi cambi e tagli alle linee che vedono molti cittadini già sul piede di guerra. Succede che gli abitanti di corso Perrone, siano subito scesi in piazza in agitazione per la soppressione, o meglio: il ridimensionamento, della linea “160” che collegava la zona di Campi al centro di Cornigliano. Gli abitanti dell’area interessata dal nuovo disservizio nel quartiere di Cornigliano hanno protestato per il nuovo, inaspettato, drastico taglio alla linea bus che collegava Via Tonale, la protesta dei cittadini di Campi con una trentina di corse giornaliere in partenza da via Rolla, quella zona al centro di Cornigliano. E così lunedì 16, già alle 7.45 del mattino, anziani, mamme e bambini hanno percorso a piedi la strada con un corteo fina a piazza Massena per chiedere il ripristino del mezzo pubblico. La protesta, partita da Facebook, è sfociata in una lettera indirizzata a Comune e Amt per chiedere un ripensamento. “I bambini dovranno andare a scuola a piedi – ha spiegato Claudia Masala, del comitato “Salviamo il 160″– gli anziani, che usavano il bus per raggiungere il circolo Auser di Cornigliano, resteranno chiusi in casa.” Da parte del comitato, quindi, anche la richiesta al Comune di Genova di un ripensamento perché la zona vive già una forte situazione di degrado. “Abbiamo i miasmi del depuratore, il traffico dei centri commerciali e delle industrie – aggiunge Tiziana Pedrazzi –. Siamo la servitù della città: almeno che ci sia lasciato il piccolo bus”. Ricordiamo che la battaglia per avere questo bus era cominciata negli anni '80, quando gli abitanti di Campi avevano bloccato il ponte di Cornigliano per chiedere che venisse istituita una linea per i bambini e gli anziani della zona. Oggi, dopo trent'anni, l'autobus 160 è stato di fatto cancellato da Amt, causando forti disagi ai cittadini del quartiere e così, al grido di «Rivogliamo il 160», una trentina tra abitanti di Campi ha manifestato in corso Perrone arrivando a Cornigliano per chiedere il ripristino della linea. «Il servizio lungo

via Francesco Rolla è scoperto, qui vivono molti over 65 senza macchina e ragazzini che hanno ripreso la scuola dell'obbligo. Chiederò che vengano convocati ad un tavolo i vertici di Amt», ha dichiarato Maurizio Amorfini. E ancora: «Ci si ricorda di Campi solo per l'Ikea e Leroy Merlin, ma qui ci sono molte famiglie - ha detto amareggiato Vincenzo Delogu, pensionato residente nel quartiere da sessant'anni - . Nonostante l’evoluzione dell'Italsider, questa resta un'area industriale, l’unica con grandi spazi a Genova, con fabbriche e aziende che contribuiscono al traffico, priva di esercizi commerciali per l'acquisto di generi alimentari. Riteniamo quindi assolutamente giustificata la richiesta di ripristinare le corse del “160” così com’erano, da via Rolla a via dei Sessanta. Addirittura con il Consiglio del quartiere ci siamo detti disposti a “fare uno sconto “ ad Amt di 25 corse giornaliere. Ma chissà se ci sentiranno». S. P.

Senza negozi e servizi e senza il bus “160” Campi rimarrebbe isolata dal centro di Cornigliano


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Dallo scooter alla barca La “Selleria” che taglia, cuce e riveste su misura

Al via il nuovo anno scolastico Tra i problemi di sempre anche tante novità

Per la rubrica dei mestieri in via di estinzione siamo andati a visitare la “Selleria” di Fulvio Trotti, in via De Cavero, a Cornigliano, che si occupa di rivestimenti di selle per motocicli, sedili di macchine, imbarcazioni ma anche di poltrone e mobili vari. D. Come va l’attività e chi sono i suoi clienti? R. E’ sempre andata bene. Solo quest’anno abbiamo avuto un calo di lavoro. I nostri clienti sono anzitutto motociclisti che ovviamente preferiscono rivestire le selle piuttosto che cambiarle, in primis per il prezzo e poi perché noi riconsegniamo la sella esattamente come se fosse nuova. Poi ci sono gli automobilisti, per lo stesso motivo, e poi i proprietari di imbarcazioni. Per questa tipologia le richieste sono sia sul nuovo che sul restauro su barche usate. C’è poi il settore particolare delle auto d’epoca. Sono in grado di reperire materiali originali e quindi di ricostruire con fedeltà gli interni delle vetture ed in ultimo abbiamo clienti che hanno bisogno di rivestire poltroFulvio Trotti al lavoro durante una fase della cucitura ne e divani ed altro. Insomma, come vede, le tipologie sono molto varie. D. Da dove vengono i suoi clienti? R. Oltre che da Genova ho clienti che vengono da tutt’Italia, addirittura dall’estero. Questo è dovuto principalmente dai prezzi che applico che sono concorrenziali e poi dalla fiducia e, ovviamente, dalla qualità del lavoro. D. Che tipo di attrezzatura adopera? R. Come può vedere molte macchine per cucire hanno la capacità di penetrare più strati di materiali e sono apparecchiature molto costose. Poi cuciamo anche a mano: abbiamo clienti Particolare del laboratorio della “Selleria” con le macchine graffettatrici che ci chiedono il rivestimento dei volanti e in questo caso la cucitura viene eseguita a mano direttamente sul pezzo, utilizziamo poi graffettatrici elettriche e strumenti manuali come forbici ed altro. Carlo Guerra

Le lezioni sono riprese sotto un cielo grigio che, in qualche modo, riflette l’atmosfera del nostro paese. L’incertezza politica, i veti e i ricatti incrociati tra i due partiti che dovrebbero garantire quel governo di unità nazionale in grado di traghettare l’Italia lontano dall’incubo della crisi, non fanno il bene di un Paese che, ogni giorno, paga per colpe non sue. La scuola, in questi anni, ha pagato un prezzo altissimo in termini di tagli di personale e di risorse ed è arrivato il momento di chiedere il dovuto a chi governa. Il recente decreto, salutato con toni trionfalistici da quei giornali così detti “importanti” che sono ormai la cassa di risonanza del governo, non contiene, in realtà, nulla che si avvicini a quella riforma strutturale di programmi e di mezzi di cui la scuola non può più fare a meno. Le promesse di assunzioni triennali le abbiamo già sentite, così come quelle di stanziamenti che. al momento di essere erogati, si sciolgono come neve al sole. Certo qualcosa di buono c’è, la stabilizzazione di molti insegnanti di sostegno, per esempio, ma è troppo poco, le famiglie italiane hanno il diritto di pretendere ben altro per l’educazione dei propri figli. Saluto comunque i nuovi alunni della Volta, sperando che possano trovare un ambiente accogliente, professionale e rispondente ai loro bisogni, posso assicurare che i colleghi ed io ce la metteremo tutta perché questa avvenga. Saluto anche il ritorno degli alunni delle seconde e delle terze, i primi alle prese con l’anno più difficile del triennio e gli altri in dirittura d’arrivo verso quel traguardo che è l’esame di terza Cornigliano, primo giorno di scuola media. anche per gli alunni della Sbarbaro Molti insegnanti della Volta, tra cui il sottoscritto, i primi di settembre hanno partecipato a un corso d’aggiornamento su un progetto di prevenzione delle dipendenze, denominato “Unplugged”. Si tratta di un progetto europeo di grande rilevanza, che ha già dato ottimi risultati in molti paesi. Attraverso attività che esulano dalle lezioni tradizionali e che sono mirate a far lavorare i ragazzi tra di loro, interagendo con l’insegnante solo quando necessario, si cerca di potenziare le skill life, le abilità di vita, quelle che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene necessarie perché gli adolescenti possano crescere in modo equilibrato, empatico e solidale, allontanando i pericoli della droga, dell’alcool e del tabacco. E’ un progetto impegnativo a cui teniamo molto e siamo molto soddisfatti che tanti colleghi abbiano aderito, partecipando alla seconda tranche di corsi che si è tenuta all’inizio della scuola. Un tassello in più che si aggiunge al lavoro quotidiano, una possibilità in più, per loro, di costruirsi un futuro migliore del presente. Ai ragazzi, alle famiglie e ai colleghi e le colleghe dell’Istituto comprensivo Cornigliano. Buon anno scolastico. Prof. Pietro Bertino

Dal 1972 al vostro servizio

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A casa vostra/7 La famiglia Bonino Dopo l’ictus la straordinaria forza di Luca per ricominciare Siamo andati a visitare la famiglia Bonino che gestisce un negozio di commestibili in via Cornigliano, attività aperta dai genitori di Luca nel 1979. I coniugi mi ricevono nel loro negozio durante la pausa pranzo e prima dell’apertura pomeridiana. La famiglia è composta da Luca, 43 anni, Veronica, 47, e la figlia Giorgia di 15. Luca ha un problema di disabilità dal 2010. D. Come nasce questo negozio? R. Mio padre aprì l’attività nel 1979; purtroppo nel 2008 venne a mancare e il negozio chiuse. Dopo 6 mesi decidemmo con Veronica di riaprirlo: io lavoravo con mio cognato in una ditta di trasporti e mia moglie era impiegata in uno studio di commercialisti ma stare distante da Cornigliano e, soprattutto, non aver più rapporto con la gente, non frequentare l’ambiente a me tanto caro, questo non lo sopportavo. Così acquistammo i muri e rifacemmo di sana pianta il negozio”. “Finalmente, nonostante il ginepraio di leggi, autorizzazioni, permessi, Luca riesce a coronare il suo sogno e ad aprire con ottimi risultati” spiega Veronica. “Ma il mio sogno, riprende Luca, purtroppo dura poco. Non riesco neppure a concludere l’anno che l’8 dicembre 2010 mi cade questo macigno sulla testa: un ictus che ha interessato i due arti della parte sinistra. Conseguentemente ho dovuto chiudere per quattro mesi, Veronica si è dovuta mettere in aspettativa e poi, per ovvi motivi, licenziarsi anche perché non avevamo nessuno cui poter chiedere aiuto. Giorgia al momento del fatto aveva solo 12 anni” “Quattro mesi dedicati alla riabilitazione, aggiunge Veronica, dove Luca ha fatto passi da gigante grazie alla sua grande tenacia e alla voglia di non mollare. Fondamentali sono stati i ricoveri in ospedale durante i quali hanno potuto praticare la trombolisi e poi le cure alla Colletta di Arenzano. In ultimo ci siamo rivolti al centro di riabilitazione di Nervi che tutt’oggi continuiamo a frequentare”. D. Com’è stato riprendere l’attività? R. Abbiamo ripreso ad aprile 2011. Naturalmente siamo ripartiti da zero: i negozi limitrofi hanno in un certo senso clonato la nostra attività, i clienti trovando chiuso per tanto tempo si sono riversati da altre parti, riprendere è stato difficile. D. Giorgia, vostra figlia, come ha reagito? “Ho cercato di tenerla il più distante possibile, risponde Veronica, l’ho portata il meno possibile nei vari ospedali, mi inventavo le risposte alle innumerevoli domande, sono comunque riuscita, come si usa dire, ad addolcire la pillola”. D. Come sono le prospettive per il futuro? R: In questi casi si può reagire in due modi: lasciarsi andare o combattere. Noi abbiamo scelto di combattere ed abbiamo addirittura investito, acquistando un nuovo spiedo per cottura dei polli e, devo dire, che l’abbiamo azzeccata: nei dintorni nessuno vende polli allo spiedo e la cosa ha incontrato il favore dei nostri clienti anche perché usiamo prodotti di prima qualità e abbiamo intenzione di migliorarci ancora. D. Se potesse interloquire con le istituzioni, cosa chiederebbe? R. Con quello che mi è accaduto mi hanno attribuito un’invalidità del 100% e con le leggi attuali mi hanno dato una pensione di 278 euro ma mi hanno tolto la possibilità di essere portato al centro riabilitativo con l’ambulanza per aver avuto “il

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torto” di restare in piedi per la mia tenacia, mi hanno addirittura suggerito di stare su una carrozzina fingendomi completamente paralizzato: solo in questo caso avrei diritto all’ambulanza ma vi posso garantire che, se non ci fosse mio cognato che mi accompagna al centro, con mia moglie impegnata nel negozio, sarei costretto a non fare più terapia. Comunque chiederei al sindaco di aggiungere in piazza Massena un altro posto auto per disabili: purtroppo uno solo non è sufficiente. D. Come si vede il mondo dalla parte della disabilità? R. Da qualche anno è in voga chiamare i disabili “diversamente abili” come se fosse un tabù ammettere che alcune persone abbiano dei problemi, come se ci si dovesse vergognare di non riuscire, per la propria “diversità”, a vivere una vita “normale” come tutti gli altri. Certamente è vero che i disabili, non potendo utilizzare un arto molto spesso sviluppano più facilmente e profondamente altre qualità ma chiamare i disabili non con il loro nome, preferendo invece enfatizzare una “diversa abilità” appare davvero un’ipocrisia. Per un disabile, specialmente per qualcuno che non è nato con una malattia ma la cui condizione si è aggravata col tempo, ciò che risulta più complesso è l’accettazione della propria disabilità, l’impossibilità di compiere gesti quotidiani che sarebbero normali per tutti. E dunque il fatto di insistere su questa “diversa abilità” invece che avvicinarci non fa altro che accrescere la distanza tra noi e le persone normali. La visione del diverso è quella che porta a sorridere per pietà o a guardare in maniera incuriosita una persona in carrozzella o con qualunque altro tipo di problema e davvero non esiste nulla che possa ferire un disabile più di questo perché non abbiamo voluto

Veronica e Luca Bonino fotografati nel loro negozio di Cornigliano “Dopo il mio ictus, dice Luca, siamo ripartiti letteralmente da zero” noi convivere e accettare i nostri problemi fisici, ma questi sguardi, questo precisare una diversità che in realtà non esiste rappresenta una barriera molto più profonda e terribile delle barriere fisiche. Ed allora bisognerebbe combattere non solo le barriere architettoniche che rendono a noi disabili la vita ancora più complessa di quella che è ma soprattutto le barriere mentali. Bisognerebbe quindi agire contro l’insensibilità di chi non si interessa, nonostante reclami, di riparare un ascensore, di chi parcheggia in un posto non suo, ma soprattutto sarebbe importante agire contro la grettezza mentale di coloro che guardano i disabili come qualcosa di strano, con un misto di pietà e finta gentilezza. Perché ciascun disabile ha il diritto di essere considerato nient’altro che una persona ed ha il diritto, come tutti, di vivere pienamente e felicemente la sua vita”. Ringrazio Veronica, Luca (e saluto Giorgia) per la cortesia e auguro, anzi, auguriamo tutti noi della redazione tutto il bene possibile per il futuro. Sicuri che, come dice Veronica: “Luca non mollerà mai”. Carlo Guerra

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Signore di vita di Guido

Pallotti

Riassunto: il cadavere trovato agli Erzelli è quello di Rosaria che il commissario Duedenari aveva conosciuto al banchetto nuziale di Zdena e Didier, il Masai. Rosaria e il suo compagno Folco, chirurgo, l’ultimo giorno del secondo millennio, erano spariti a Mosca, dove, insieme al marito avevano accompagnato la bella Zdena, perché si facesse operare in una clinica clandestina. Duedenari ricordando gli atteggiamenti tenuti dalla donna al banchetto, non riesce a capire il perché abbia voluto morire vestita di un saio e con il rosario in mano. Quarta puntata La storia di Rosaria l’avevo carpita alla restia Romilda mentre tornavamo in auto a Genova, la sera del banchetto nuziale. Romilda e Liliana convivevano da sempre e quando da quest’ultima era nato Jimmy, figlio di uno dei tanti Buffalo soldier, Romilda le aveva fatto da padre. «Tê segua ch’a segge pròprio coscì»? la stuzzicava Jimmy intanto che raccontava, al che gli rispondeva stizzita: «Se ti ne sæ de ciù vanni avanti ti; perché mi de contâ i ciæti di atri no gò testa e pe’ de ciù de contâli a-i sbîri». Sentendo quell’espressione, sorridevo perché ben conoscevo la stima che aveva nei miei confronti. Al tramonto del 6 ottobre del 1944, vigilia della festa della Madonna del Rosario, due sbandati dell’otto settembre, con indosso delle lacere divise, senza più mostrine, mentre stavano battendo un tratto di campagna, alle falde del Vesuvio, alla ricerca di qualsiasi cosa, avevano trovato una bambina sola e piangente, seduta fuori da una baracca sgangherata. L’avevano allora portata alle suore di un orfanotrofio che l’avevano denunciata all’anagrafe col nome di Rosaria Esposito, “figlia di “n. n.”. Trent’anni dopo a Genova, Rosaria era una giovane donna benestante che affittava per la stagione estiva, la cabina al Lido di corso Italia ed era la compagna inseparabile delle tre ex prostitute, con le quali si era trovata immediatamente a suo agio. Aveva confidato loro d’essere stata la governante di un conte russo che, fuggito da Mosca ai tempi della rivoluzione, si era stabilito a Roma, e che nei suoi ultimi due anni di vita, l’aveva servito, assistito e curato, ricevendo dopo la sua morte una notevole somma di denaro. Un pomeriggio d’agosto al Lido, improvvisamente il sangue di Rosaria era andato in subbuglio, per l’occhiata intensa che le aveva lanciato intenzionalmente l’uomo che si stava avvicinando al tavolino dov’era seduta a giocare a carte con le abituali amiche. Lei aveva istintivamente serrato le cosce e si era morsa il labbro inferiore, intanto che provava a esaminare quell’individuo che l’aveva eccitata con la sola carezza di un promettente sguardo, meravigliandosi che una persona insignificante quale appariva, avesse potuto procurarle un tale struggimento. Era un maschio che normalmente non avrebbe guardato una seconda volta, se non avesse notato i suoi occhi magnetici, che avevano cambiato di colore, dall’azzurro al viola, nel passaggio dal chiarore del sole alla zona d’ombra. Fisicamente, con valutazione dall’uno al dieci, avrebbe meritato un tre meno: basso di statura, calvizie accentuata, naso pronunciato e ciuffi di peli neri che uscivano dalla scollatura della Lacoste; in più aveva le gambe arcuate e le punte delle dita delle mani, arrivavano quasi alle ginocchia. Si era rivolto a Liliana e Romilda in modo scanzonato: «Per voi due la punizione per avermi tenuta nascosta una simile bellezza, sarà il raddoppio della parcella, e bacucche come siete vi rovinerò. Invece per castigare mia madre, non andrò più a mangiare da lei per un mese intero». Intanto si era chinato a sfiorare con le labbra la fronte di Olga che lo guardava con venerazione, infine aveva baciato la mano a Rosaria. Il contatto prolungato delle sue labbra, l’avevano ancor più sconvolta. «Folco, t’ê diventòu boliccio, no ti veddi ch’a se sta derlengoando; cöse t’aspeti a pörtatela via?» Gli aveva detto Romilda, tenendo fede al suo personaggio di simpatica impicciona. Quella stessa sera, dopo aver cenato nella casa di Folco, avevano fatto l’amore e le sensazioni che le aveva promesso con quel primo sguardo, erano state di molto superate; anche se si era un po’ deconcentrata quando lui aveva indugiato con i polpastrelli, sulla parte laterale del suo seno sinistro, dove già lei si era da tempo scoperto un piccolo rigonfiamento. Quando era uscita dal bagno, senza neppure darle il tempo di coprire la sua nudità, Folco le aveva quasi intimato: «Resta come sei e vieni con me di là». La condusse nello studio, la fece stendere sul lettino e cominciò a palparle a lungo i seni, facendosi accigliato quando ripassava le dita sulla piccola protuberanza: «Quando ti sei accorta d’averla»? Le chiese. «Mah... E’ passato almeno un anno. Perché è grave»? Rispose lei già preoccupata. «Te lo saprò dire domattina dopo aver approfondito le analisi in clinica». Poi le prese la mano destra e l’appoggiò dov’era l’indurimento: «E’ sempre stato di questa grandezza»? «Adesso sembra un’oliva. La prima volta che me ne sono accorta aveva le dimensioni di un cece». Rispose cominciando a dare segni d’inquietudine. Era il mese di febbraio del 1979 e Rosaria aveva trentotto anni, quando Folco, di due più giovane, l’aveva operata, poi un chirurgo plastico le aveva ricostruito la mammella. Finita la convalescenza avevano iniziato a convivere. (Continua)

di

Alvaro Filippo Michelon

L’uomo era rimasto fermo per un tempo indefinito, immobile, granitico, quasi che fosse regredito ai tempi remoti della sua personale esistenza quando ancora giocava a “Uno-due-tre-stella”. La sua figura, stretta nel giaccone Moncler, si stagliava massiccia sullo spoglio sky-line costituito dalle poche case fronte mare. Era rimasto a lungo pensieroso, lo sguardo fisso in un punto indefinito, là, sulle onde grigio-argento di quella triste giornata di fine novembre. Improvvisamente si era scosso, come animato da un’idea repentina: aveva estratto il portafogli dalla tasca, lo aveva aperto e, poi, come rassicurato alla vista della mazzetta di banconote verdi al suo interno, lo aveva riposto con cura, avviandosi verso un’Audi nera, scintillante. Stava percorrendo la via, un largo stradone diritto, che costeggiando il mare, dalla periferia portava alla città. Al lato monte, a intervalli di una cinquantina di metri una dall’altra, le prostitute erano già uscite, sotto la luce gialla dei lampioni che iniziavano ad accendersi. Erano tutte belle, fresche, merce selezionata per il marciapiede esclusivo sopra il quale erano sfornate ogni sera: alte, slanciate, alcune poco più che adolescenti, i dati somatici le registravano come donne provenienti dall’est, anche se non mancava qualche nota contrastante costituita da alcune ragazze di colore. Le mani in tasca, battevano i piedi fasciati da scarpe con tacchi vertiginosi sull’asfalto, scrutando con sguardo sfrontato i possibili clienti. L’Audi scura procedeva lentamente: l’uomo alla guida si era abbassato, protendendosi verso il finestrino del viaggiatore, per meglio valutare la mercanzia. Aveva percorso quasi tutto il vialone quando improvvisamente si fermò davanti a una biondina, poco appariscente, vestita in maniera semplice, con un paio di jeans e una giacca di lana blu. Niente di esagerato, nemmeno il trucco. Era quasi fuori luogo nella sua normalità che le conferiva l’aria di “ragazza della porta accanto”. Per lei, poteva essere l’arma vincente per attirare i timidi o i pavidi, quelli che a casa avevano lasciato una donna dominante e che erano messi in fuga dall’aggressività e dalla volgarità delle sue colleghe. -Sali su, dai!- l’uomo le fece cenno e la ragazza si fiondò in un amen dentro l’abitacolo caldo, sfregandosi le mani livide, grata di quella pausa dal freddo esterno. -Sono 150 completo, 100 solo con bocca- buttò lì senza neppure guardarlo, in un italiano approssimativo. -Te ne do 500 ora e 500 fra tre ore, se fai una cosa particolare per me-Tu non capisci: io non fare cose strane come manette, strette a gola, fruste o fatto con altri, no, no, io non fare questo- Infatti ti chiedo di fare la “normale” più di quanto tu faccia ogni sera- e le aveva messo in mano 500 euro. La ragazza dapprima allarmata si era tranquillizzata: aveva rigirato per un attimo le banconote fra mani prima di riporle nella borsa, poi aveva iniziato a togliersi la giacca. L’uomo la fermò con un gesto. -Ti voglio vestita. Come ti chiami?-Snejana- rispose confusa, la donna. -Snejana è un nome complicato. Ti chiamerai Nina e dovrai essere molto- e l’uomo ripeté, modulando la voce - molto gentile, con la persona che andremo a prendere ora. Quando ti parlerà, dovrai fingere di non capire una parola d’italiano e dovrai rispondere solo nella tua lingua. Capito? -Ti ho detto che non faccio a tre, né con uomo, né con donna. Capito tu?-Appunto. Devi solo fare ciò che ti ho chiesto. Ok?La ragazza fece un cenno di assenso, proprio mentre l’auto imboccava il vialetto d’accesso a una villa stile Liberty, proprio nel centro città. L’uomo scese, la fece passare sul sedile posteriore, poi si diresse verso la casa: aprì con le chiavi il portone d’ingresso e fu fagocitato dal buio della casa. Riapparve dopo una ventina di minuti al braccio di un’anziana signora, dall’aspetto fragile come di carta velina. Anche la voce era tremula quando mise la testa candida nell’abitacolo e salutò la ragazza. -Ciao Nina. Mio figlio mi ha parlato tanto di te: peccato non averti potuto conoscere prima.E aveva attaccato con una serie di complimenti, mentre si accomodava all’interno dell’auto e ripartivano, su quanto era bella e quanto fosse stata brava a prendersi cura del figlio adesso che lei non poteva fare più niente per lui, e peccato che non si potevano comprendere data la diversa provenienza. Snesjana aveva eseguito gli ordini: aveva pronunciato poche parole, tutte rigorosamente nella sua lingua d'origine, ed era stata gentile e premurosa accompagnando la donna fino all’ingresso della clinica, davanti alla quale, dopo mezz’ora di strada si erano fermati. Poi aveva atteso in auto, sprofondata nei sedili di pelle, al buio, respirando l’odore del lusso. Dopo circa un’ora, l’uomo era tornato e si era rimesso alla guida senza una parola. Solo quando erano ormai molto vicini al luogo dove si erano incontrati, l’uomo aprì bocca: -E’ molto malata, ne avrà sì e no per un mese. Mi voleva sapere felice, con una donna accanto.-Ma tu sei bello, ancora giovane, ricco. Potevi avere tutte donne che volevi. Perché tu preso me?Dall’uomo nessuna risposta. Avrebbe potuto spiegare che lui era sì felice, però con una “donna” che si chiamava Sergio ed era in realtà un uomo. Ma non lo fece. Mise in mano alla ragazza gli altri 500 euro e la scaricò, là dove l’aveva raccolta. -Buona fortuna Nina, anzi, Snesjana. Grazie.Un colpo d’acceleratore e l’auto era già lontana. La ragazza la guardò allontanarsi. Non le sarebbe dispiaciuto essere Nina, pensò: si sarebbe appropriata di quella normalità il cui sapore aveva appena percepito per due ore e ventitré minuti nella sua vita, e che lei, possedeva solo nell’aspetto.


Settembre 2013 

Colore giallo paglierino, bouquet delicato E’ il Bianco di Coronata Fra i primi documenti il Coronata è registrato nell’inventario della Cantina dei Fiaschi, il deposito dove confluivano tutti i vini e registrati prima della distribuzione ai fondachi. Nell’archivio del Comune di Genova, nello stralcio fra 1695 e 1700 circa, il nostrale di Coronata risulta pagato fino a 19 soldi e l’acquisto maggiore è di 1942 fiaschi. Al suo fianco a prezzi minori, a 15 e a 17 soldi vi sono il nostrale di Genova, Albissola, Molassana, San Cipriano. Per capire meglio, un Monferrato nero, asciutto, era valutato dai 17 ai 23 soldi e il Chianti da 31 a 33 in base all’invecchiamento. Da sempre questo vino è stato il biglietto da visita di Coronata e della Cornigliano delle Ville: ne è testimone la cartolina che riproduce la storica etichetta “Fior di Coronata” con lo speciale annullo postale (qui al centro). Oggi il vino rientra nel disciplinare della Denominazione di Origine Controllata Valpolcevera come sottozona Coronata.

L’area di provenienza delle uve a bacca bianca è delimitata ad est dalla linea del trenino Genova–Casella, ad ovest dal tor-

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In breve da

il bugiardino 2013

rente Varenna, a nord dal confine amministrativo di Genova e a sud dal mare. I vitigni sono Bianchetta genovese, Vermentino e, in piccole percentuali, Bosco e Rollo. Il colore è giallo paglierino tenue, bouquet delicato e abba sta n za persi st ent e con sentori vegetali. Buona freschezza e media persistenza. Ottimo abbinamento con acciughe dissalate con olio extra vergine, torte di verdura, farinata. Non resta che provare di persona.

Parole crociate a schema libero (il guitto) Orizzontali: 1 Un appellativo della Madonna - 11 Simile al dittongo - 12 Nata nella capitale d’Italia - 13 Il Ciriaco De … - 14 Affermazione 15 Il Garret del Far West - 16 Michael, pallone d’oro nel 2001 - 18 Rieti - 20 Ravenna - 21 Napoli - 22 Electronic Engineering Company - 24 Trento - 25 Uno stile dinamico di yoga - 27 Fa coppia con lui - 28 Nord Est Trasporti - 29 Secondo pronome personale - 30 Organi per il volo - 32 Jacques, attore francese - 35 Cagliari - 36 Giocatore brasiliano campione del mondo 19 70 - 38 Nome della santa del 2 maggio - 39 Richiamare in vita - 41 Scritta sulla Croce - 42 Azienda Comprensoriale Acquedotti - 43 Enna - 44 Audio Engineeering Society 45 Fattore del sangue - 46 Sigla del tritolo - 47 Contento - 48 Si distingue per il valore. Verticali: 1 Vicedirettore de “ilCorniglianese” - 2 Nome dell’isola di Formosa - 3 N0n vale un … - 4 Abitante di una cittadina in provincia di Savona - 5 … et labor - 6 Jan editorialista britannico - 7 Aeronautica Militare - 8 Uno stile di musica moderna - 9 Precede lo pseudonimo di un artista dopo nome e cognome - 10 Alla maniera del demonio - 17 Città principale dello stato di Washington - 19 Andar - 23 Cremona - 26 Ci sono quelli paralleli - 27 Lucca - 29 Pesce d’acqua dolce - 31 Il nome di Messi - 33 Vitali, comico italiano - 34 Nome di un Digital Records - 37 Overeaters Anonymous - 40 Nome di un fiume non solo tedesco - 46 Terni.

Ottobre

In montagna e nelle valli interne finisci di raccogliere le patate e inizia a disfare l’orto. Sul finire del mese, in una bella giornata, concima e ara la terra finché è asciutta, e appena puoi semina il frumento. In riviera porta all’asciutto la legna per l’inverno. Il 9 non seminare. NELL’ULIVETO - Continua l’invaiatura; inizia a stendere le reti; valuta se serva un ultimo trattamento contro la mosca e se sia il caso di iniziare la raccolta prima dei Santi. NELLA VIGNA - All’inizio del mese, dall’1 al 14, raccogli l’uva per fare il passito e lasciala sui graticci fino ai Santi. NELL’APIARIO - Prepara le famiglie per l’inverno: controllane le condizioni e le scorte. NEL BOSCO - Taglia la legna da bruciare dal 16 al 31 e quella da costruzione dall’1 al 14; il taglio del ceduo e del castagneto sopra gli 800 m inizia il 1°, sotto gli 800 m inizia il 16. Gli alberi tagliati nella luna nuova di ottobre danno un legno che annerisce ma non brucia e perciò è adatto per fare caminetti e pale da fornaio. Quando i noccioli non sono più in sugo, lavora il terreno che li circonda e raccogli i polloni barbicati che crescono sulle radici: li metterai a dimora nel vivaio. Inizia la raccolta delle castagne. IN CANTINA - Dal 9 al 14 imbottiglia il vino, se lo vuoi fermo. Dopo la fermentazione arieggia la cantina.

SOLUZIONI Orizzontali: 1 stellamaris - 11 iato - 12 romana - 13 mita - 14 si - 15 pat - 16 owens - 18 ri - 20 ra - 21 na - 22 eec - 24 tn - 25 anusara - 27 lei - 28 net - 29 tu - 30 ali 32 tati - 35 ca - 36 rivellino - 38 zoe - 39 evocare - 41 inri - 42 aca - 43 en - 44 aes - 45 rh - 46 tnt -47 lieto - 48 eroe.

In questo periodo di vendemmia non si poteva tralasciare il Bianco di Coronata. Nel passato erano preferiti vini bianchi, ritenuti medicamentosi nei Regimen Sanitatis della scuola Medica di Salerno. I vini erano divisi in due grandi categorie, dolci o abboccati (ovvero per le bocche dei nobili) e vino amaro o brusco (dal toscano “trafugato”) destinato al popolo; fra questi due sapori estremi vi erano prodotti dal sapore intermedio. Si ipotizza che i vitigni del Coronata siano stati portati durante il periodo romano: Coronata deriva da “columnata”, colonizzata, e non da Incoronata, riferita al Santuario come molti credono.

curiosità, giochi

Verticali: 1 simonatarzia - 2 taiwan - 3 ette 4 loanese - 5 ars - 6 moir - 7 am - 8 rap 9 inarte - 10 satanicamente - 17 seattle - 19 ir - 23 cr - 26 universi - 29 tinca - 31 lionel - 33 alvaro - 34 tioch - 37 oa - 40 reno 46 terni.

Riccardo Collu

ilCorniglianese/personaggi,


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Cornigliano alla piemontese Un curioso gemellaggio

Gruppo scout Genova 56 Arrivano i Castorini

Non sappiamo per quale motivo nella cittadina di Castel Boglione, un comune piemontese di 701 anime a 36 km da Asti, sia stata titolata una via a "Cornigliano" ma cosa certa è che ne siamo veramente ben lieti. Grazie dunque ai Castelboglionesi nella speranza di poter un giorno ricambiare. Incuriositi abbiamo interpellato il sindaco di Castel Boglione, Carlo Migliardi, secondo cui la via Cornigliano parrebbe l’italianizzazione di una parola dialettale piemontese riferita al nome di una frazione di Castel Boglione che alla pronuncia sembra suonare come Cornigliano. Geograficamente Castel Boglione si inserisce in una terra vinicola per eccellenza qual è il Monferrato: difficile capitarci per caso, nascosto tra le colline dell’Alto Monferrato a pochi chiloStemma di Castel Boglione (Asti) metri da Acqui Terme, oggi appare come un paese in gran parte moderno, che risulta dominato dalla mole della Chiesa parrocchiale e soprattutto dalle immense strutture della cantina sociale e delle ditte connesse alla stessa, tutte nel campo della viticoltura a livello internazionale, alla quale si aggiunge una folta schiera di piccole e medie aziende agricole. Oerre

E’ iniziato l'anno scout per il nostro gruppo: infatti le nostre attività sono riprese in questo fine settembre e siamo pronti a partire con tutti coloro che vorranno lanciarsi in quest'avventura con noi. Quest'anno incominciamo con una grande novità: infatti, oltre alla solita proposta educativa che comprende i Lupetti (bambini e bambine dagli 8 ai 12 anni), il Reparto (ragazzi e ragazze dai 12 ai 16 anni) e il Clan (per i più grandicelli, dai 16 ai 20 anni più o meno) abbiamo deciso di aprire una branca per i più piccolini, o meglio per i Castorini. Ma chi sono? Cosa fanno? I Castorini sono i bambini e le bambine dai 5 ai 7 anni che vivono in un clima di gioia, affetto e tranquillità i giochi e le esperienze che i Vecchi Castori (i Capi) propongono loro. Le attività, la struttura interna alla Colonia (così si chiamano le unità dell'Associazione Italiana Castorini), la progressione personale sono portate avanti seguendo i principi e il metodo dello scoutismo di Baden-Powell adattato per l'età dei bambini: ogni Colonia ha un proprio Branco/Cerchio di riferimento. La prima riunione con i bambini si terrà sabato 12 ottobre al Calasanzio dalle 15.30 alle 17.30. In quell'occasione i Capi colonia e il Capo Gruppo parleranno con i genitori dei nuovi Castorini per spiegare loro nel dettaglio questa nostra nuova proposta e saranno disponibili a qualsiasi delucidazione, perplessità, curiosità. Infine vi ricordiamo la possibilità anche per tutti gli altri bambini più grandi di entrare a far parte del meraviglioso gioco che è lo Scoutismo, grazie alle nostre altre branche. Per ulteriori informazioni: Gustavo 340 5890059 Francesco 328 2191840, Marta 333 9355431

Marta Bisso capo scout Genova 56


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“Anemmu ai bagni” Quando i genovesi andavano al mare. Con il tram L’estate è volta al termine ed anche per i genovesi si è conclusa la stagione “dei bagni”, proprio dei bagni sì, perché, mentre in italiano si usa dire “andiamo al mare”, i genovesi, soprattutto quelli non più giovani, continuano a dire “anemmu ai bagni” e una volta i genovesi “annavan ai bagni co tramway”. Negli anni Trenta del secolo scorso, la UITE (antenata di AMT) aveva istituito una linea per portare i bagnanti in corso Italia, a San Giuliano e oggi ci pensano gli autobus della linea “31” ad assicurare il servizio per il mare. Da oltre 60 anni, invece, i corniglianesi hanno dovuto dire addio alla loro spiaggia, per la costruzione dello stabilimento Italsider e dell’aeroporto Colombo che sarà poi inaugurato nel 1962. La spiaggia era attigua al famoso Castello Raggio che, già pesantemente danneggiato dagli eventi della Seconda Guerra mondiale, fu definitivamente abbattuto nel 1951. Dal centro di Genova e dalla Val Polcevera si arrivava a Cornigliano con i tram sui quali la folla dei bagnanti si mischiava con quella degli operai diretti alle industrie sestresi. Negli anni Venti, il parco vetture dell’UITE era costituito da piccole vetture a due assi, alle quali veniva spesso aggiunto un rimorchio (in estate del tipo giardiniera, ovvero tutto aperto) per aumentarne la capienza. Negli anni Trenta, entrano in servizio nuove e più capienti vetture a carrelli, come le 94 littorine serie 900, fiore all’occhiello del parco tranvia-

rio, in servizio dal 1939. A partire dagli anni Cinquanta, ebbero il loro momento di gloria le spiagge di Pra’ Palmaro fino al 1974, quando iniziarono i lavori per la costruzione del Porto container. Nei primi anni Sessanta, le spiagge di Pra’ erano servite da diverse linee tranviarie. Due concludevano la loro corsa in prossimità dei Bagni Michelini e, dopo aver effettuato l’inversione di marcia, facevano capolinea a fianco dello stretto marciapiede tuttora esistente. Il “4” ripartiva alla volta di piazza Caricamento, mentre il “22”, la linea più lunga dell’intera rete, proseguiva in direzione di Sampierdarena, da dove deviava per la Val Polcevera fino al capolinea di Bolzaneto, in località Bratte. Quest’ultima linea era nata negli anni Cinquanta per trasportare la grande massa di lavoratori dalla Val Polcevera ai nuovi stabilimenti del Ponente ed era quindi gestita nei soli giorni feriali. La funzione di linea balneare portò al mantenimento del servizio anche nei giorni festivi limitatamente al periodo estivo. L’assalto ai tram delle due linee a fine giornata era imponente e venivano impiegate vetture a grande capienza: sul “4” le articolate serie 1600 e 1700, sul “22” facevano servizio anche le 4 littorine articolate serie 1100 che furono poi vendute alla città svizzera di Neuchatel quando i tram genovesi furono sciaguratamente eliminati. L’estate del 1963 fu infatti l’ultima che vide i bagnanti del Ponente utilizzare il tram “pe annà ai bagni”: il 26 maggio

1964 il primo atto della cosiddetta “operazione rotaie”, fort e m e n t e v o l u t a dall’Amministrazione comunale, cancellò in un colpo i binari da Sampierdarena a Voltri. Il tram “4” Caricamento-Pra’ Palmaro fu sostituito sullo stesso percorso dal bus “2”, mentre il “22”, anche su gomma mantenne il suo percorso originale fino al 29 luglio 1973, quando fu limitato alla tratta Rivarolo-Sestri (fu poi soppresso nel 2004). In pratica, la fine del “22” a Pra’ Palmaro fu contestuale allo smantellamento delle spiagge in zona, i genovesi non più giovanissimi ricorderanno sicuramente i Bagni San Pietro, vicini alla vecchia stazione FS, i Bagni Ausonia, i Bagni Michelini. Conclusa l’epoca delle spiagge di Pra’, l’AMT istituì una nuova linea di autobus, facente capo alla rimessa di Cornigliano, per raggiungere gli stabilimenti balneari di Vesima. Dal 30 luglio 1973, il “95” inizia a fare la spola tra Voltri e Vesima, mentre prima il servizio era assicurato nei soli giorni festivi dall’autolinea rapida “V” in partenza da piazza della Vittoria. Il successo è clamoroso, e spesso i controllori presenti al capolinea di via Camozzini sono costretti a dirottare a Vesima anche qualche autobus d e l l a l i n e a “1” (prevalentemente gli Alfa Romeo Mille Menarini serie 7000 da 11 metri). Al ritorno, capitava spesso che a Vesima i viaggiatori diretti oltre Voltri attendessero le corse che rientravano in rimessa a Cornigliano, per evitare di cambiare

vettura. Nel 1993, anche a seguito della riattivazione della fermata ferroviaria di Genova Vesima, la linea “95” fu mandata in pensione. La motivazione ufficiale fu un contenzioso

storia molto lunga) fu la vera causa dell’eliminazione della linea, così come avvenne per l’altra linea balneare, la “29” (già autolinea rapida “I”), che in estate collegava piazza Garassini

1963: una littorina articolata della linea 22 effettua l’inversione di marcia a Pra’ Palmaro. La attendono decine di bagnanti (Foto P. Boehm, collezione C. Serra)

1963: tram articolato serie 1700, in servizio sulla linea 4, proveniente da Pra’ Palmaro e diretto a Caricamento, davanti al deposito di via Merano a Sestri (Foto P. Boehm, collezione Claudio Serra) per l’area di capolinea a Vesi- a Marassi con il Lido di corso ma ma, in realtà, la crisi finan- Italia. ziaria (che per AMT ha una Fiorenzo Pampolini


Musei e dintorni Settembre 2013 Abbazia di San Nicolò del Boschetto

Caro diario, ti scrivo solo ora perché quest'estate mi ha colto il vuoto cerebrale e non riuscivo a mettere giù due righe. Adesso sul finire (non sento più il frinire delle cicale sotto il sole), ho quasi smesso di andare forzatamente al mare per salvare le mie giunture, quindi ti voglio narrare di un pomeriggio particolare, invero non per pochi privilegiati, ma alla portata di tutti. Alle cinque della “tarda” del giorno 15 luglio ho riscoperto l'incanto di un luogo a dir poco meraviglioso, a due passi da casa mia. Mi sono recata all'Abbazia di San Nicolò del Boschetto, cortesemente guidata dal sig. Gianfranco Anastasi, conoscitore esperto del loco e delle persone che lo presidiano e dal sig. Agostino Razzore, fotografo di chiara fama in forza a ilCorniglianese. Ho provato emozioni simili a quelle che mi avevano sopraffatta a La Valletta, a Malta, sulle tombe dei Cavalieri: come essere sul punto di scoprire una verità che sfugge, pur da sempre cercata: lo spalancarsi dello scenario cosmico del tempo che lavora e tutto trasforma. La Storia si disvela osservando i luoghi, teatro di eventi e passioni e muove la coscienza verso tolleranza e compassione. Torniamo al tempo presente! Volete venire anche voi a visitarla? Due sono le vie: una partendo da Coronata, dopo il Santuario (ci si perviene con l'autobus n. 62 e poi si prosegue a piedi), scendendo da Via del Boschetto, che anch'io avevo percorso un po' di anni fa, ma mi riferiscono che attualmente sia poco agibile perché è dissestata e piena di erbacce; l'altra, meno avventurosa giungendo da Corso Perrone, in macchina o con il bus AMT n. 63 da Pontedecimo o da Piazza Massena (Cornigliano) sempre con il bus AMT n. 63, fino a via del Boschetto, il breve tratto di via del Boschetto si può percorrere solo a piedi o in macchina: è una mattonata che purtroppo si presenta molto trascurata con pietre rimosse o buche, malgrado il sig. Gianfranco Anastasi affermi di aver in più occasioni sollecitato la Municipalità Medio Ponente, per ripristinarla. Giunta sul posto, in base a precedente appuntamento, sono stata gentilmente accolta dal Maestro Giovanni Masi, Presidente dell'Associazione “Maria Boer” di Ge - Rivarolo, con Sede all'Abbazia.

Per descrivere il primo impatto, non userò parole mie, ma quelle di Arturo Dellepiane, tratte dal volume Polcevera – Lemme Scrivia – Borbera, Itinerari d'arte e di storia, Tolozzi editore. “Già, prima che il Monastero e l'acuminato campanile che lo domina siano visibili, il raccogliente silenzio che circonda il cenobio, dispone alla comprensione del Bello”. Il luogo in cui sorge era caratterizzato un tempo dalla presenza di un folto boschetto, di frassini, elci e castagni, di cui ancora esiste qualche traccia. Per entrare si attraversa il muro di cinta di tipo alessiano, i cui pilastri a fasce sono alternati in marmo bianco e pietra verde e si giunge nel cortile quattrocentesco rimaneggiato nel cinquecento, si nota quindi l'austero fabbricato su cui appare lo stemma dell'Abbazia benedettina, posto sopra l'ingresso con un piccolo colonnato e un portale sulla sinistra che si ritiene scolpito da Battista Bissone; questi elementi, continua Arturo Dellepiane “formano un insieme di mistica e poetica semplicità che innamora anche l'artista meno propenso al romantico”. Purtroppo, come affermava il dottor Alfredo Remedi, approfondito studioso di edifici storici e direttore della Biblioteca Gallino a San Pier d'Arena, in un articolo datato 11 marzo 1981, apparso sul quotidiano “Il Lavoro”, “pochissimi sono i genovesi che conoscono l'Abbazia di San Nicolò del Boschetto a Campi, e l'importanza storica e culturale che riveste. Meno ancora quelli che hanno avuto la possibilità di osservare le preziose opere d'arte che racchiude e di contemplare l'armonia dei suoi chiostri.


Servizio fotografico di Agostino Razzore Grafica e impaginazione

di Romano Oltracqua

“continua”

Articolo di Astri Lidia Frascio

Dal cortile porticato si entra nel chiostro cinquecentesco e poi a sinistra in chiesa. Prima di iniziare la visita con la competente guida del Maestro Masi, che dimostra grande preparazione e un linguaggio coinvolgente, vengo presentata al direttore dell'Abbazia Alberto De Feo, che mi riceve con affabile disponibilità. Il chiostro maggiore (1492-1519) è quadrato e misura più di ventidue metri di lato compresi i colonnati, schiettamente rinascimentale, presenta colonne marmoree sormontate da capitelli differenti tra di loro negli ornati fitoformici, le colonne davanti al corpo centrale della chiesa hanno un diametro maggiore delle altre per motivi di stabilità. Il pozzo anteriore al 1492 è collocato in modo asimmetrico rispetto al quadrato del chiostro e si trova sulla linea di una vena d'acqua passante sotto al Monastero. Probabilmente la primitiva struttura di approvvigionamento idrico è stata realizzata con la costruzione della Cappella iniziale. La prima parte della chiesa, che mantiene tracce del gotico, fu infatti fatta costruire da Magnone Grimaldi nel 1311, come testimonia una lapide che si trova a destra dell'altare della cappella di San Benedetto, perciò i Grimaldi e i loro eredi divennero “patroni” della cappella. La cappella era costituita da un'unica navata larga quasi otto metri e lunga quindici. Il campanile, quasi certamente trecentesco, ma rifatto nel quattrocento, è gotico-genovese con la caratteristica cuspide ottagonale al centro e le quattro cuspidi angolari a base quadrata. Nel 1410 la chiesetta passò ai Benedettini che la trasformarono in chiesa conventuale. In virtù dell'operosità dei monaci e delle cospicue donazione delle illustri famiglie genovesi come i Doria, i Cattaneo, i De' Negri, i Lercari, gli Spinola e particolarmente i Grimaldi, l'edificio rinnovato fu consacrato nel 1502 da Mons. Domenico Valdettaro, vescovo di Accia, in Corsica. L'intitolazione a San Nicola, vescovo di Mira, risale a Magnone Grimaldi, che nel 1311 aveva fondato la cappella privata. Venne poi aggiunto il complesso del monastero che ottenne grande importanza non solo nella Val Polcevera ma anche a livello regionale. Nell'Abbazia vi sono le tombe dei dogi Battista Spinola, Battista Lercari, Alessandro Grimaldi, Luca Grimaldi. Nel 1507 Luigi XII, re di Francia, giunto alla riconquista di Genova, alloggiò nell'abbadia del Boschetto, accompagnato da molti nobili francesi, gentiluomini di Milano e dal marchese di Mantova. Nel 1533 il monastero ospitò Francesco Sforza, duca di Milano. Nel 1541 Papa Paolo III ne sancì l'elezione ad Abbazia. In età barocca e nel settecento l'Abbazia ebbe rilevanti trasformazioni in al gusto dell'epoca.


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“Insieme a Cornigliano” Al Centro Civico si recuperano le tradizioni e la storia Martedì 8 ottobre, ore 17. L’appuntamento è al Centro Civico Cornigliano per conoscere e partecipare al progetto “Insieme a Cornigliano. Persone, associazioni, circoli: la nascita di una comunità”. Sì, partecipare, perché questo progetto non può dirsi completo senza la voce di tutte le associazioni attive sul territorio e di quanti, cittadine e cittadini, desiderano testimoniare le proprie esperienze di vita all’insegna del senso di comunità del proprio quartiere. Il progetto “Insieme a Cornigliano”, promosso dal Municipio VI Medio Ponente, in collaborazione con le Associazioni, vuole recuperare e valorizzare le tradizioni, il senso della comunità, l’unione e i dissidi, la partecipazione, le lotte e il senso civile di Cornigliano ricostruendo la storia delle Associazioni (dalle più antiche alle giovanissime) ma soprattutto delle persone. Per saperne di più l’appuntamento è l’8 ottobre al Centro Civico, dove fino alla fine del 2013 ognuno è invitato a portare documenti, fotografie, ricordi e testimonianze della vita sociale e comunitaria di Cornigliano. I materiali saranno digitalizzati, restituiti e impiegati per creare un archivio e realizzare una mostra e un libro. Per informazioni: Centro Civico di Cornigliano Tel: 010 5578205.

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Zumba® Kids Anche a Cornigliano Anche a Cornigliano è arrivata la Zumba Kids. A cura della A.S.D. Dance Mission e dello Studio e promozione danza e spettacolo ogni martedì e giovedì dalle 17 alle 18 si potrà conoscere e partecipare alle lezioni di danza curate da Silvia Di Paola, istruttrice certificata. I corsi si terranno presso il salone parrocchiale di via Bellini, 1. Ma non solo: dalle 18 alle 19 sarà possibile seguire anche nuove lezioni di danza moderna. Gli organizzatori offrono la possibilità di ottenere uno sconto del 50% sull’iscrizione a tutti coloro che porteranno un amico. Info: 335.8153396 Raissa 349. 4502651 Silvia

Maria Teresa Bartolomei

R. M.

Nuovo incarico per don Robotti Nominato assistente provinciale Acli

Fiocco azzurro in casa Turco Dalle ore 9,36 del 12 settembre un nuovo sorriso colora il mondo. Il più importante evento della vita è la nascita di un bambino che porta con sé il perpetuare del miracolo che dà senso all’esistenza. Presso l’ospedale Villa Scassi di Genova Sampierdarena, è nato Pierandrea Lettieri, il primogenito di Valentina Turco, seconda figlia di Domenico, nostro collaboratore de “ilCorniglianese”. Il piccolo alla nascita pesava 3 chili e 670 grammi e misurava 51 cm. Al neonato, alla mamma Valentina, al papà Pino e ai nonni, gli auguri della redazione del nostro giornale. S. P.

Don Andrea Robotti, parroco dei SS. Andrea e Ambrogio di Cornigliano e di N. S. di Lourdes e di santa Bernadette di Campi, è il nuovo assistente ecclesiastico delle ACLI di Genova. Il cardinale Arcivescovo del capoluogo ligure, Angelo Bagnasco, lo ha nominato per il livello provinciale di Genova “ad quinquennium”, come da atto arcivescovile del primo luglio 2013. Don Robotti è nato a Genova 35 anni fa. E’ stato nominato sacerdote nel 2003. “La strada che ho intrapreso—dice don Robotti— è una risposta alla chiamata di Dio che mi chiedeva di non pensare solo a me stesso ma di guardare oltre e di essere al servizio Suo e degli altri. Auguri da parte di tutta la redazione e buon lavoro. Carlo Guerra

Ansaldo, la storia in 160 anni di immagini Il materiale fotografico attualmente raccolto da Fondazione Ansaldo dal 1890 a oggi nella sua fototeca ammonta a circa 250.000 pezzi tra lastre, pellicole, stampe, diapositive, album. Nel loro insieme questi documenti illustrano ampiamente l'attività industriale di imprese diverse a partire dalla fine del secolo XIX. Nel dettaglio riguarda soprattutto l'attività produttiva (cantieristica, elettromeccanica, meccanica e siderurgica) di Ansaldo e società collegate. Sono altresì documentati aspetti urbanistici, attività sociali, eventi aziendali, manifestazioni politiche e sindacali, ecc. Sono inoltre presenti riprese fotografiche di eventi diversi connessi alla vita aziendale quali: premiazioni, danni di guerra, attività dopolavoristiche, scioperi.


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Giardini Melis, festa di piazza Con l’Associazione Comitato Amici Commercianti corniglianesi Presso i Giardini Melis di Cornigliano si è svolta sabato 21 settembre alla presenza di molti cittadini corniglianesi, la prima festa organizzata dalla neonata Associazione Comitato Amici Commercianti Corniglianesi. Alla fiera-mercato hanno dato il loro sostegno la Filarmonica corniglianese, diversi musicisti della delegazione e l'Associazione dei Lucani a Genova che ha messo a disposizione le sue strutture. Un’occasione per salutare l’estate e dare il benvenuto alla nuova stagione autunnale. Numerose bancarelle hanno offerto prodotti tipici, artigianato locale e non per soddisfare la richiesta dei visitatori. Ai commercianti va l'augurio della nostra redazione perché possano, attraverso il loro nuovo sodalizio, ritrovare quell'unità di intenti che possa riportare il nostro quartiere ad essere commercialmente e turisticamente appetibile. Oerre

Fotoservizio di Bruno D’Astice


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AAA Cercasi Associazioni sportive Il Municipio assegna le palestre scolastiche

blico più vasto questo genere di notizie.

La comunicazione arrivata puntualmente dal Municipio VI Medio ponente, come tutti gli anni in questa stagione, è un nuovo segnale da raccogliere per poter utilizzare le palestre scolastiche, patrimonio pubblico a disposizione di tutte le associazioni sportive che ne facciano richiesta nelle modalità previste dal bando. Il nostro giornale, al servizio della comunità, è utile anche per far conoscere ad un pubNdR

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Nasce la ASD Corniglianese 2013 Si affilia a Figc ma rinuncia al campionato Questa sciagurata crisi economica che tutto e tutti coinvolge è arrivata a colpire anche lo sport. Non solo quello professionistico ma soprattutto quello dilettantistico ed in particolare il calcio. Sono finiti i tempi di quando si riusciva a trovare lo sponsor che tutto pagava o il presidente di turno che finanziava la società (salvo che, andandosene, magari la lasciava piena di debiti). Alcuni dati statistici dovrebbero chiarire meglio l’entità del problema. Anno 2000. Al campionato provinciale sono iscritte in Federazione 35 squadre di terza categoria, nel 2012-’13 le squadre iscritte sono appena 20 ed infine, in questa stagione sportiva, solo 17. In tale contesto la ASD Corniglianese 2013, appena nata ed in maniera piuttosto affrettata, con l’intendimento di sostituire la storica Corniglianese che nel 2019 avrebbe compiuto 100 anni, ha dovuto rinunciare all’iscrizione dandone comunicazione al Comitato Provinciale della FIGC con la motivazione: “La A.S.D. Corniglianese 2013 comunica che per sopravvenute difficoltà organizzative è costretta a rinunciare alla partecipazione al campionato in oggetto”. Molto laconica la comunicazione che bene sintetizza l’attuale difficile situazione economica. Ma perché è nata una nuova Corniglianese? Dove è finita la precedente? In un contesto di crisi generale ci si interroga su come è possibile fare oggi del calcio “sostenibile” senza dover dipendere da sponsor che, se arrivano, sono ben accetti, ma che non devono essere fondamentali se la società ha una buona gestione. Questi ragionamenti sono stati elaborati dalla “vecchia” Corniglianese” insieme ad altre due società che vivevano le stesse problematiche. La conseguenza è stata una fusione a tre facendo nascere “ASD Genova calcio”. Nella storia della Corniglianese in altre occasioni è accaduta la stessa cosa: nel 1927 la società partecipa alla fusione tra Andrea Doria e Sampierdarenese dando origine all'effimera La Dominante che però si rivela un fallimento. Nell'estate del 1930 avviene, dietro pressanti pressioni politiche, una nuova fusione con Sampierdarenese e Rivarolese. Insieme prendono la denominazione di "Liguria" ma anche questa fusione fu disastrosa. Che la terza sia la volta buona? Le premesse ci sono tutte, basta andare sul sito della nuova società e verificarne il programma medico-sanitario messo a disposizione di tutti gli atleti tesserati e la sua vocazione al settore giovanile. Ma, tornando alla ASD Corniglianese 2013, viene da pensare se avrebbe potuto indossare la gloriosa casacca “neroverde” che non le era mai appartenuta; se avrebbe potuto appropriarsi di un nome “derubandolo” a chi per anni e con tutte le difficoltà possibili ha, con abnegazione, portato avanti ed in maniera dignitosa il nome di Cornigliano nel massimo rispetto dei propri associati e dei propri tifosi. Poteva la neonata ASD Corniglianese 2013 esistere quando “la gloriosa” vive ancora all’interno della nuova società ed è presente in questo progetto di rinnovamento del calcio dilettantistico portando a Cornigliano il migliori istruttori di calcio ed i migliori servizi a favore anche della comunità locale? E che dire dei dirigenti che hanno sposato questo progetto con lacerato convincimento? Personalmente dico no. Non ne aveva diritto. Salvatore Pilotta

Ezio Pescheria

Via N. Cervetto, 40 calasanziogenova@libero.it

Il pesce fresco del golfo ligure Genova Cornigliano Via Cornigliano 160 r tel. 010.6505787 Via Bertolotti, 51 r tel. 010.6512212


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Sampdoria, dopo il derby si aspetta la svolta

Il Genoa e le sue “Cinque giornate”

Il settembre calcistico della Samp non era iniziato male, archiviata la dignitosa sconfitta contro la Juventus, i blucerchiati avevano conquistato un buon pareggio 2–2, al Dall’Ara di Bologna. Poi era cominciata la febbre di derby, prolungata dalla sosta per due incontri della nazionale. Con le lacrime agli occhi e il cuore gonfio di tristezza mi costringo a scrivere che il Genoa ci ha distrutti, annientati, asfaltati, annullati, demoliti, svergognati. Ha messo in campo l’arma della determinazione e dell’esperienza: a parte il portiere Perin e l’esterno destro Vrsaliko, poco più che ventenni, i rimanenti nove gladiatori erano attorno e oltre i trent’anni. I tre miliziani difensivi: Gamberini, Portanova e Manfredini; poi Lodi, piazzato davanti alla difesa coadiuvato dai grintosi Biondini e Matusalem, con l’aggiunta dell’esterno alto a sinistra Antonini, autore del gol dell’uno a zero, per finire a Calajò che ha segnato in tutte le categorie nelle quali a militato e a Gilardino che ha rinunciato a cercare il gol pur di essere di aiuto alla squadra. La Samp non è esistita, può essere che il gol preso troppo presto, abbia reso gelatinose le già tremebonde gambe dei suoi molti giovani e quando, all’inizio del secondo tempo ci si aspettava una reazione gagliarda da parte dei blucerchiati, Calajò ha dato il colpo di grazia, grande la palla no look, di Gilardino per Vrsaliko, prezioso il traversone teso e rasoterra di quest’ultimo per la punta rossoblù e perentoria la deviazione in rete alla sinistra di Da Costa. Ammesso che la Samp fosse soltanto groggy, questo secondo gol l’ha messa ko. Giocatori e spettatori, abbacchiati e speranzosi che il supplizio finisse alla svelta, hanno subito la terza rete: stupenda la punizione di Lodi. Quella del derby è stata una Samp talmente brutta che delusione a parte venne logico sperare che potesse solo migliorare; invece la partita contro il Cagliari era iniziata nell’identico modo, con i sardi assoluti padroni del campo e la Sampdoria incapace di tamponare. Logica conseguenza il gol subito da parte di Ekdal. A questo punto eravamo sicuri di subire una seconda debacle, senonché, nel secondo tempo i blucerchiati si sono ricordati di saper anche giocare al calcio, hanno preso il dominio del centro campo costringendo il Cagliari a difendersi e non ripartire, sfruttando le fasce laterali con De Silvestri e Gavazzi, buono il suo debutto, così come quello del giovanissimo polacco Wsolekz, al quale nel primo tempo è stato annullato il gol dell’uno a uno per un fuorigioco inesistente. Il pareggio era arrivato a pochi minuti dalla fine dell’incontro su grande papera del portiere sardo Agazzi. Neppure il tempo di gioire che una punizione calciata da Daniele Conti, s’infilava a fil di palo alla sinistra di Da Costa ridando la vittoria al Cagliari. Tuttavia la Samp aveva saputo tirar fuori gli attributi e quant’altro, buttandosi all’attacco disperatamente, raggiungendolo però a un minuto dalla fine del tempo di recupero con l’appoggio di Sansone per De Silvestri, il cui tiro colpiva Gabbiadini e spiazzava l’incolpevole portiere cagliaritano. Sampdoria 0 Roma 2: per me la miglior partita giocata dalla Samp in queste prime cinque gare di campionato; col cambiamento di modulo passando dal 3-5-2 al 44-2, i blucerchiati hanno ben tenuto testa ai giallorossi capitolini per un tempo e mezzo, sfio0rando pure il gol del vantaggio con Gabbiadini, ottima la parata con deviazione in corner di De Sanctis. Poi, la penetrazione verticale del terzino Benatia che ha perforato centralmente la difesa della Samp e cadendo a terra per lo sgambetto di Gastaldello, fortunatamente per i blucerchiati dunque sarebbe stato rigore e espulsione del capitano, riusciva a calciare in rete. Generosa e veemente la reazione dei sampdoriani che con un colpo di testa del subentrato Pozzi sfioravano la rete del pareggio, poi, in contropiede subivano il secondo gol per opera di Gervinho, ben smarcato da Totti. Alle due delle squadre che dovranno soffrire come lei la Samp ha strappato il pareggio in trasferta, il derby fa storia a se, la Roma è a punteggio pieno e la Juve quasi, però la Samp dovrà cominciare a fare punti alla svelta, prima che i bassifondi della classifica dove è impelagata non diventino sabbie mobili nelle quali finire per essere inghiottiti. Guido Pallotti

La nuova stagione del Genoa parte con il freno a mano tirato. Le prime quattro giornate di campionato hanno mostrato una squadra ancora in rodaggio, poco lucida e senza idee. Liverani non è ancora riuscito a trovare lo schema appropriato ai giocatori a disposizione e di conseguenza i punti raccolti sul campo sono stati pochi e poco soddisfacenti. La vittoria nel derby probabilmente ha creato un eccesso di euforia offuscando i limiti della squadra e le deludenti partite con Livorno e Udinese potrebbero essere due campanelli d'allarme da ascoltare il prima possibile prima di ricadere nei classici errori a cui il Genoa, da alcuni anni a questa parte, ci ha abituato ad assistere. La rosa del Genoa vanta giocatori di livello e può puntare a traguardi ben più prestigiosi della tranquilla salvezza ma urge trovare la quadratura del cerchio per scongiurare di gettare al vento una stagione che potrebbe riservare piacevoli sorprese vista la parità dei livelli che caratterizza le compagini di Serie A, sei sorelle escluse. La partita con il Livorno avrebbe potuto segnare la svolta se fosse andato a segno il bel colpo di testa di Calajò, quasi a tempo scaduto. Ma c’è da ricordare che pochi minuti prima, Gamberini era riuscito a mandare in corner una palla che sarebbe quasi sicuramente andata a finire alle spalle di Perin. Il pareggio avrà senz’altro fatto felice “sciò Aldo” che, prima dell’incontro, si era dichiarato”metà livornese e metà genoano”. Il catenaccio contro l’Udinese ha retto fino ad un certo punto, fino a quando Calajò con un avventato colpo di testa, ha indirizzato nella sua porta un calcio piazzato tirato da Di Natale. Il Genoa visto contro l’Udinese ha perso per strada gli schemi che avevano caratterizzato il derby. Quattro punti in cinque partite non sono molti, Liverani deve forse trovare ancora la quadratura della squadra, il suo mestiere lo sa fare e i tifosi lo sanno. Napoli e Catania saranno due chiamate importanti alle quali squadra e allenatore dovranno rispondere e dimostrare di essere sbocciati sul piano tattico perché se oltre al gioco venissero a mancare anche i risultati la società dovrà decidere di affrontare la questione e prendere difficili decisioni. Fiducia al mister, ma non a tempo indeterminato. Riccardo Cabona

Derby 2013, il pubblico allo stadio Marassi


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L’avvocato risponde Caro Avvocato, Il rapporto con mio marito è ormai entrato in crisi ed ho deciso di separarmi da Lui. Durante i frequenti litigi, mio marito è giunto persino a minacciare di richiedermi indietro i regali che nel corso degli anni mi ha fatto. In particolare vorrebbe che gli restituissi un prezioso anello con brillante, di grande valore, che mi regalò in occasione della nascita di nostro figlio. Sono tenuta a restituire i regali che ho ricevuto? R.L. Cara Signora, La liberalità avente ad oggetto un bene prezioso, che si suole fare in occasione di un evento sociale, è valida anche senza la ‘forma donativa’. La donazione, infatti, deve essere fatta per Legge ed a pena di nullità, innanzi a notaio e con la irrinunciabile presenza di due testimoni. A tale regola sono sottratte però le liberalità che si suole fare in occasione di servizi resi o comunque - ed è questo il suo caso in conformità agli usi. Sono queste ultime le cosiddette liberalità d’uso, disciplinate dal secondo comma dell’art. 770 c.c. Per il Legislatore le liberalità d’uso non sono sottoposte ai vincoli formali propri delle ‘altre’ donazioni, a cui ho fatto cenno. Per aversi liberalità d’uso occorre che l’attribuzione (vulgo: ‘il regalo’) avvenga tra soggetti legati da una relazione personale apprezzabile, in conformità a regole del costume sociale e familiare, e può essere anche di valore rilevante, proprio come nel caso del Suo anello. L’entità dell’attribuzione – nel suo caso il valore dell’oggetto è stimato in circa 30mila euro -, infatti, se conforme all’uso, considerate naturalmente anche l’importanza dell’occasione - nel suo caso: la nascita del primo figlio – e le condizioni economiche dei soggetti coinvolti, non snatura la liberalità in parola. Alla luce di quanto detto, Lei non è tenuta a restituire alcunché a Suo marito, attesa la perfetta validità dell’atto liberale che Questi a suo tempo pose in essere in Suo favore. Matteo Savio, avvocato

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La cucina di “Nonna Papera” (Leda Buti) Storia delle ricette che hanno fatto la storia Il piatto è stato dedicato da un ristorante di Vizzini (Catania) che si trova nelle vicinanze dell’osteria (detta della “gnà Gina”) dove Giovanni Verga immaginò la sfida tra compare Alfio e compare Turiddu in Cavalleria rusticana, una delle sette novelle della raccolta “Vita nei campi”. Con questa raccolta, e in precedenza, con la novella Nedda (1874), lo scrittore attua il passaggio da una fase letteraria romantico-patriottica ad una fase verista che risentiva fortemente del naturalismo francese di Zola, caratterizzato da opere di forte denuncia del degrado sociale delle grandi città e delle Giovanni Verga periferie. Verga, invece ambienta (Catania, 1840-1922) le novelle e i grandi romanzi ( “I Malavoglia” e “Mastro don Gesualdo”) nella sua amata Sicilia. I suoi personaggi sono umili contadini, poveri pescatori, da sempre rassegnati ad una vita amara, ad un destino doloroso, privo di ogni speranza. Sono personaggi veri, resi ancora più vivi dall’uso della lingua parlata, ricca di echi dialettali e proverbi. Vizzini, teatro delle vicende di Cavalleria rusticana, è anche il paese d’origine della famiglia Verga.

Spaghetti alla “Turiddu” Per cinque persone. Ingredienti: 400g di spaghetti, 8 cucchiai d’olio, 4 filetti d’acciuga, 400g di pomodori tritati, 15g capperi, 2 cucchiai di prezzemolo e basilico trito, 50g olive nere piccole denocciolate, 2 spicchi d’aglio, origano, sale e pepe q.b. Preparazione: rosolare nell’olio l’aglio con un pizzico di pepe, aggiungere i filetti d’acciuga, i capperi e le olive, mescolare e unire i pomodori, condire con il sale e far bollire per 15 minuti a fuoco lento. Lessare gli spaghetti in acqua leggermente salata, scolarli e rigirarli (togliendo l’aglio) nel sugo. Versarli sul piatto di portata e spargere sopra (prima di servirli) il trito del basilico, prezzemolo e origano.

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Numeri utili Pronti interventi Carabinieri 112 Polizia 113 Vigili del fuoco 115 Guardia di Finanza 117 Emergenza sanitaria 118 Emergenza incendi 1515 Guardia costiera 1530 Viaggiare informati 1518 Vigili urbani 0105570 Cornigliano Carabinieri 0106469983 Comune 0106500068 Croce Bianca 010651276 0106512817 Illuminazione pubblica 800523188 Polizia 010648001 Polizia municipale 0105577195 A.C.I. 803116 Taxi 0105966 ASL Guardia medica 010354022 CUP prenotazioni 0105383400 AMT Linee e orari 0105582414 Trenitalia Orario treni 92021 Aeroporto Informazioni 01060151


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Dichiarazione dei redditi e vantaggi per gli inquilini Cosa detrarre? Ecco tutte le possibilità In presenza di determinate condizioni gli inquilini possono usufruire di detrazioni fiscali, sulla propria dichiarazione dei redditi, in proporzione al loro reddito complessivo. Le categorie di contribuenti "inquilini" sono cinque. 1. Detrazione Irpef per contratti 3+2 a canone concordato Gli intestatari di contratti di locazione di immobili utilizzati come abitazione principale hanno diritto ad una detrazione dall'Irpef a condizione che: il contratto sia 3 + 2 a canone concordato, stipulato sulla base degli accordi locali definiti tra le organizzazioni dei proprietari e degli inquilini maggiormente rappresentative a livello locale; il contratto non sia stipulato con enti pubblici (per esempio quelli stipulati con gli Istituti case popolari); il reddito complessivo dell'intestatario del contratto non superi i 30.987,41 euro. La detrazione a cui si ha diritto è pari a: -471,01 euro (ridotti a 396,64 € dal 2013) se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro; -235,5 euro (ridotti a 198,32 € dal 2013) se il reddito complessivo è superiore a 15.493,71 ma comunque inferiore a 30.987,41 euro. Se il reddito complessivo supera 30.987,41 euro, la detrazione non spetta. 2. Detrazione per lavoratori dipendenti che trasferiscono la residenza per motivi di lavoro Dal 2001 il lavoratore dipendente che stipula un qualsiasi contratto di locazione per un immobile utilizzato come abitazione principale, può usufruire di una detrazione pari a: -942,02 euro (ridotti a 793,28 € dal 2013) se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro; -471,01 euro (ridotti a 396,64 € dal 2013) se il reddito complessivo è superiore a 15.493,71 ma comunque inferiore a 30.987,41 euro. La detrazione compete a condizione che: il lavoratore trasferisca la propria residenza nel comune di lavoro o in un comune limitrofo; il nuovo comune si trovi ad almeno 100 chilometri di distanza da quello precedente e comunque al di fuori della propria regione di provenienza; la residenza nel nuovo comune sia stata trasferita da non più di tre anni dalla richiesta di detrazione; il lavoratore sia intestatario di un canone di locazione per l'immobile nel quale ha trasferito la residenza. Si ha diritto a questa detrazione nei primi per i primi tre anni in cui si trasferisce la residenza. 3. Detrazioni per studenti universitari fuori sede Nello specifico la detrazione compete nel caso in cui: nel nucleo familiare ci sia un conduttore che ha stipulato un contratto per studenti universitari fuori sede; la detrazione spetta nella misura del 19% dell'Irpef dovuta e per un importo comunque non superiore a 475,25 euro (ridotti a 400,22 € dal 2013). 4. Detrazione Irpef per contratti 4+4 a canone libero Gli inquilini titolari di un contratto di locazione di unità immobiliari da adibire ad abitazione principale, stipulato o rinnovato ai sensi della legge 431/1998. La detrazione a cui si ha diritto è pari a: -285 euro (ridotti a 240 € dal 2013) se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro; -142,50 euro (ridotti a 120 € dal 2013) se il reddito complessivo è superiore a 15.493,71 ma comunque inferiore a 30.987,41 euro. 5. Detrazione per giovani inquilini che trasferiscono la residenza Per effetto della finanziaria 148/2011 i giovani conduttori che stipulano un contratto di locazione ai sensi della legge 431/1998, per l'unità immobiliare da destinare a propria abitazione principale, possono usufruire della detrazione qualora: prendano in locazione un'abitazione diversa da quella dei genitori o di coloro ai quali sono affidati per legge; abbiano un'età compresa tra i 20 e i 30 anni. La detrazione a cui si ha diritto è pari a: -942 euro (ridotti a 793,28 € dal 2013) se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro. Si ha diritto a questa detrazione nei primi tre anni in cui si trasferisce la residenza. Andrea Scibetta, agente immobiliare

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Salute

Quel cerchio opprimente La cefalea è molto comune nella società odierna e può comparire in seguito al più banale degli eventi. Se si ripete con regolarità e per lunghi periodi consecutivi, è bene accertare quali siano le cause scatenanti. Se si sviluppa soprattutto tra le 4 e le 8 del mattino ciò è dovuto alla diminuzione della produzione di mediatori quali endorfine ed encefaline. Al contrario, l'adrenalina viene liberata in grande quantità nelle prime ore del giorno. È proprio lei che liberata in circolo può causare mal di testa. A chi sperimenta invece il mal di testa da week end, quando ci si concede qualche ora di sonno in più, bisogna consigliare di mantenere gli stessi ritmi sonno-veglia che si hanno durante la settimana lavorativa. E allo stesso modo è necessario dormire a sufficienza, perché anche orari di sonno ridotti, possono causare quel famoso “cerchio alla testa” al risveglio. Attenzione poi ai cibi. Cioccolata, alcuni formaggi stagionati, agrumi, liquirizia , alcolici, caffè in quantita elevate, carne di maiale e uova; questi alimenti sono in grado si scatenare, in soggetti sensibili, vere e proprie crisi emicraniche. La maggior parte di questi cibi contengono sostanze sensibilizzanti tra cui additivi alimentari, conservanti, coloranti, addensanti e aromi. Attenzione anche ai bambini. La presentazione della cefalea può essere varia; i sintomi che la accompagnano nei bambini comprendono pallore, nausea, inappetenza e irritabilità. Riferire quindi con esattezza al pediatra. Nelle cefalee occasionali degli adulti funzionano benissimo glia antidolorifici : il vostro farmacista vi potrà consigliare. Per le emicranie croniche e ricorrenti invece è opportuno rivolgersi ai centri per le cefalee. Dottoressa Jose Cuffaro, farmacista

Gas, ecco come cambierà la nostra bolletta Una nuova tariffa tutela i consumatori A partire da ottobre 2013 il mercato del gas cambierà radicalmente; e con esso anche le nostre bollette. Con l’applicazione della riforma – deliberata a maggio di quest’anno - muta in modo sostanziale la tariffa del gas per i cittadini, con significativi cambiamenti nei costi che ci vedremo imputare nelle nostre bollette. Con la nuova tariffa cambieranno non solo le voci in bolletta ma anche il loro metodo di calcolo, con un possibile conseguente smarrimento per il consumatore. Tuttavia, nonostante il cambio formale, le suddette voci serviranno sempre a coprire i cosiddetti costi di rete, relativi alla distribuzione – per intenderci “l’affitto” dei tubi e i costi per il trasporto – e il costo della materia prima – cioè il gas che ciascuno di noi consuma per scaldare casa, cucinarsi la cena o fare una doccia bollente. Il vero cambiamento sostanziale, cuore della delibera, riguarderà proprio quest’ultimo aspetto: il metodo di calcolo del costo della materia prima. Se fino ad oggi, il prezzo del gas nel cosiddetto “Mercato di Tutela” è stato indicizzato per l’ottanta per cento alle quotazioni internazionali del petrolio e per la restante parte correlato a quello del gas, a partire dal primo ottobre, invece, il prezzo sarà interamente calcolato sulle basi delle quotazioni internazionali del gas sul TTF, la piattaforma olandese per lo scambio del gas, sulla quale la nostra capogruppo ENOI SpA – attiva in tutta Europa nel commercio all’ingrosso e nell’importazione di gas naturale – opera

sin dalla sua apertura. Nonostante il cambio di indicizzazione, come già capitava con il precedente metodo di calcolo, la tariffa del gas continuerà a variare di tre mesi in tre mesi, con la conseguenza che il consumatore continuerà a non poter pianificare una spesa che lo accompagna per tutta la vita. Come fare dunque per mettersi al riparo dalle oscillazioni del mercato? Come pianificare la propria spesa? Per tutelare i consumatori in questa fase di cambiamento, Liguria Energia ha studiato una tariffa ad hoc, sottoscrivibile da subito. Grazie alla nuova offerta, sarà possibile ogni mese avere la migliore tariffa tra un prezzo legato alle quotazioni del gas sul mercato italiano, garantendosi così la possibilità di sfruttare le opportunità che offre il mercato stesso, ed un prezzo bloccato che ci mette al riparo da eventuali rialzi indesiderati. Insomma, si tratta di una tariffa in grado di unire i vantaggi derivanti dalla pianificazione della spesa e dal risparmio generato dai ribassi del prezzo del gas. Per ricevere una consulenza dedicata, capire i nuovi costi che troverete in bolletta e valutare quali sono le tariffe migliori da scegliere alla luce del nuovo cambiamento, siamo a vostra disposizione presso il nostro negozio in Via Cornigliano 224/r. Elio Teodoro Responsabile Liguria Energia


ilCorniglianese/la

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Sagra di S. Michele a Coronata La comunità si incontra per far festa sulla piazza del Santuario

L'idea è quella di assicurare uno Sportello del Cittadino in materia condominiale ed immobiliare a cura dell'A.L.A.C.. Il servizio riguarda la consulenza condominiale (legale, contabile e amministrativa) fiscale e tecnica, immobiliare in genere compresa locazione, legale in genere sia a favore degli amministratori di condominio che dei cittadini. La consulenza, gratuita, sarà fornita su appuntamento, specificando la materia, al fine di poter assicurare la presenza del professionista, presso l’Info Point della Pro Loco, in via R. Gessi, sede Pubblica assistenza Croce bianca. consulenze@prolococornigliano.it 334.7925833.

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Sabato 5 ottobre presso i Giardini Melis a Cornigliano dalle ore 9 alle 12.30 distribuzione gratuita de "ilCorniglianese", il giornale della Pro Loco Cornigliano, che incontra i suoi lettori tra una degustazione di bianco di Coronata e un assaggio di buona focaccia locale. Nell’occasione i cittadini potranno fare presente situazioni, dare suggerimenti e/o segnalare problematiche che verranno pubblicate sul nostro giornale. Chi vuole dedicare parte del proprio tempo a collaborare con il giornale e all'organizzazione di eventi turistici e culturali nel nostro quartiere potrà in quell’occasione dare la propria disponibilità. Pro Loco Cornigliano Ligure Redazione "ilCorniglianese”

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Ampio parcheggio gratuito

Sabato 28 settembre Ore 21 nell´oratorio dell´Assunta I Concerti del Gonfalone - Direttore Marco Zambelli Domenica 29 settembre Festa Liturgica di S. Michele Sagra sul piazzale inizia la festa I frisceu de S. Miche Banco delle verdure locali Pesca di beneficenza Mercatino delle pulci "Ruzzu e buzzu" I ricordi del Santuario nel pomeriggio: Gara di torte (da consegnare in parrocchia entro le 15 di domenica - premiazione e assaggio verso le ore 16,30) Esibizione di tiro con l’arco sul campetto Sabato 5 ottobre dalle 19,00 18^ edizione della Serata delle "trenette col pesto di Coronata" Domenica 6 ottobre Ore 15 apertura del catechismo per i fanciulli Ore 16 giochi e merenda Domenica 13 ottobre .....è ancora festa con la Sagra I frisceu de S. Miche Banco delle verdure locali Favolosa pesca di beneficenza" I ricordi del Santuario Mercatino delle pulci "Ruzzu & Buzzu" La Bottega Solidale Crepes calde Per tutta la durata della sagra da visitare: Oratorio di N. Assunta (Sec XVII) L’angolo della Missione di Haiti Le domeniche al pomeriggio: "Straordinario plastico ferroviario" 20 convogli viaggianti su un plastico di 30 mq Saranno presenti anche stands di Associazioni benefiche Non mancare alla grande festa della tua comunità


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Sempre in forma con la Polisportiva Cornigliano Futura Socializzare e muoversi a tutte le età L'Associazione sportiva dilettantistica "Polisportiva Cornigliano Futura" nasce nel 2009 per volontà dei presidenti delle associazioni corniglianesi: ARCI Uguaglianza, ARCI Rizzolio, Polisportiva Cornigliano ‘79, Pubblica Assistenza Croce

allo sport ed all'attività fisica persone di tutte le età. Nel 2012, a seguito della vincita di un pubblico bando comunale, la Polisportiva acquisisce la gestione, in Cornigliano, di un locale sportivo multifunzionale e può dare finalmente inizio

te le età". Appartengono infatti almeno a tre generazioni i frequentatori del centro che possono svolgere al suo interno diverse attività. I giovanissimi possono svolgere corsi di danza come hiphop, classica, moderna, disco dance, contemporaneo. Per altri è Almeno tre generazioni frequentano il centro della Polisportiva Cornigliano Futura dove possono possibile svolgere praticare diverse attività corsi di danze caraibiche, rueda, zumba, kizomba e danza del primo piano di un moderno e costi telefonando ai numeri: ventre mentre gli amanti del fabbricato, è perfettamente 3289661026 Scuola di danza "Il ballo liscio possono anche raggiungibile anche da persone circolo della salsa". loro usufruire di uno spazio. in carrozzella e con problemi di 3887589313 Scuola di danza Si può partecipare a corsi di deambulazione essendo asso- "Le maschere". karate come difesa personale e lutamente priva di barriere 3358409870 Corso di aikido. persone con problemi motori architettoniche. Al suo esterno 3487722524 Corso di karate dovuti a patologie come l'Al- un ampio parcheggio gratuito difesa personale. zheimer possono trovare con- dispone anche di posti riservati 0105578/208/225/226 Ginnaforto nello svolgimento di una ad invalidi. L'adiacenza del stica dolce per Alzheimer. Veduta d’insieme della palestra gestita dall’associazione sportiva dilettantistica Polisportiva Cornigliano Futura. Fiore all'occhiello dell'associa- ginnastica dolce seguiti da supermercato Conad, con il 3461313598 Fitness, aerobica, personale specializzato. Per gli quale se ne condivide il posteg- body building e preparazione zione è l'attività del fitness, aerobica, body building e della preparazione muappassionati dell'aikido sono gio, consente agli avventori ed muscolare. scolare svolta con moderni macchinari previsti due corsi settimanali agli accompagnatori di svolgeBianca e Gruppo Sportivo Cor- alle sue attività. Scopo e mot- mentre è in preparazione un re comodamente la spesa. Patrizio Serra nigliano. Lo scopo è quello di to dell'associazione è quello di corso di yoga. L'ambiente è moderno e famicreare un’associazione che in "muoversi e socializzare in Fiore all'occhiello dell'associa- gliare ed i costi popolari. termini molto popolari avvicini buona forma psicofisica a tut- zione è l'attività del fitness, L'indirizzo dell'impianto è: via aerobica, b o d y Cornigliano 43 N (sopra il subuilding e della permercato Conad) e si possopreparazione musco- no avere informazioni su orari lare svolta con moderni macchinari. La Polisportiva mette a INVECCHIAMENTO ATTIVO disposizione ogni CHE COS’E’ anno i suoi spazi alle scuole di Cornigliano Il 2012 è stato proclamato “Anno europeo dell'invecchiamento e partecipa ad eventi attivo e della solidarietà tra le generazioni”, un'occasione per ric o m e flettere su come oggi gli europei vivono e restano in salute più a " I n v e c c h i a m e n t o lungo, nonché per cogliere le opportunità che ne derivano", si attivo" promosso legge sul sito europeo dedicato. La rivoluzione demografica in atto, con la crescita dell'aspettativa di vita e la riduzione del tasso dalla ASL genovese. di natalità, ha portato le società più avanzate a doversi misurare La Pubblica Assi- con il tema dell'invecchiamento della popolazione. Secondo restenza svolge all'in- centi dati dell'Istat, in Italia a fine 2010 un cittadino ogni cinque più di 65 anni mentre gli ultraottantenni rappresentano ormai terno del centro ha il 6% della popolazione. L'invecchiamento attivo intende valorizlezioni di pronto zare il contributo che gli anziani di oggi possono offrire attraverso soccorso. La palestra la condivisione di esperienze lavorative e una partecipazione attiè molto luminosa e va nella società vivendo nel modo più sano e gratificante possibile. Age Platform Europe, il network europeo delle politiche per dotata di moderni "over 50", ha presentato anche un manifesto dei "10 comandaLa palestra dell’associazione è dotata di moderni servizi igienici e, pur essendo situata al servizi igienici e, pur menti" per realizzare entro il 2020 tra cui lavoro, inclusione digitaprimo piano di un moderno fabbricato, è assolutamente priva di barriere architettoniche essendo situata al le, volontariato, salute e protezione sociale.

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ilCorniglianese/come

eravamo, come siamo

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“Cornigliano, e ti ricordo ancora” Quando, finita la guerra, il pane bianco ritornava in tavola Ricordo bene quando nell'attuale piazza Monteverdi (vedi foto: ex Umberto I°, ndr) , ancora priva del mercato coperto, arrivavano i pescatori tra i quali mio nonno Giovanni con le cassette di pesce pescato e i battitori d'asta, "Luenzin", Carletto e l' "Agrifoglio", che ne stabilivano il prezzo. Mia nonna "Richin" si avviava con una cassetta insieme a sua sorella verso le palazzine di via dei Sessanta per venderli iniziando già a gridare da via Verona: "Pesci belli, donne. Vegni zu che così freschi non ne trovate più" Noi ragazzini le seguivamo nella speranza di avere un pesciolino per i gatti che, sempre affamati, soggiornavano nel vuoto del palazzo dove c'era una fabbrica artigianale di piastrelle. Via Verona (ex via della Libertà, ndr), come quasi tutte le vie di Cornigliano, era ricca di negozi come il panificio di "Gaetanin", la pasta fresca della signora Dora, "Minin", la besagnina "l'Urba", il pollaiolo Paravagna, i maxellè, gli alberghi Serafino e Raffelin, la farmacia Balbis; e poi ancora Chiara, la pescivendola, l'oreficeria Pastorino, il negozio di Terraggia della Lucia Coveri, Rino, il parrucchiere con vicino Mazza, il negozio di commestibili della Rina e chissà quanti ancora. Quello che mi piace evidenziare è il fatto che era possibile vivere ed approvvigionarsi di quanto necessario ad una famiglia senza uscire dalla via Verona dove noi ragazzini occupavamo la strada in interminabili partite di pallone oppure "correndo" il nostro Giro d'Italia con le "grette". Più grandicelli si andava a passeggiare sulla via principale" ed era un po' come oggi andare in centro città. Ricordo molto bene l'albergo Serafino del quale, dalla finestra di casa nostra, vedevo la cucina con Rocco, il lavapiatti. L'albergo, durante l'ultima guerra, fu sede di un comando tedesco e ricordo nitidamente il rastrellamento di luglio e agosto 1944 quando, tra i prigionieri che poi finirono in un campo di concentramento in Germania, c'era Pietro, il parrucchiere.

Altrettanto nitidamente ricordo la sere una festa da ballo dove suonava l'or- parati dalla mamma. mattina che, passando da via De Cavero, chestra Rotondi. In occasione di una trasferta a all'altezza del cinema Esperia, per recarRicordo, con una certa emozione, le Chiavari, per una partita contro l'Enmi a scuola dalle Suore Pietrine in via partite di calcio della Corniglianese; i tella, alla stazione di Cornigliano Regina Margherita (attuale via Gattor- mitici neroverdi che militavano in serie C fummo così tanti da riempire un'inteno, ndr) insieme ad altri bambini e le così come la squadra di hockey a rotelle ra carrozza di seconda classe con i loro mamme, vedemmo a terra i cadaveri dei tre partigiani (Coli, Ricciotti e Merlino, ndr) fucilati nella notte del 29 novembre 1944 dai fascisti. Ricordo la gioia della gente il 26 ed il 27 aprile 1945 che si abbracciava per strada, il ritorno di Nella foto: piazza Monteverdi (allora Umberto I°) e l’attuale via Verona (allora via della Libertà) mio zio Arturo dalla clandestinità e che, insieme a mia che militava nel campionato nazionale di sedili in legno. madre, parlava già della necessità di serie A e che, nel 1946 terminò seconda Mi piace in ultimo ricordare coguardare al futuro ed alla ricostruzione in classifica dopo il forte Hockey Novara. me, forse per effetto degli anni vissuti fisica e morale lasciandosi dietro certi In quel periodo il successo ottenuto in guerra fatti di allarmi, oscuramenorrori per evitarne altri futuri. dall'hockey corniglianese suscitò molto to, corse nei rifugi e il rumore degli Ricordo i bar che, dopo il periodo di entusiasmo nella popolazione che, in scarponi delle ronde militari, gli anni chiusura per coprifuoco e per mancanza estate, diede vita al torneo "Prime Patte" dopo il 25 aprile 1945 fecero assapodi merce, si riempivano di giovani che al quale parteciparono tutti i bar di Cor- rare a tutti noi valori come la libertà piano piano ritornavano alla vita norma- nigliano con squadre formate il più delle di poter uscire fuori casa a qualunque le dopo le paure dei rastrellamenti e la volte da giovani che non avevano mai ora, giocare in strada, ritrovare perchiamata alla armi. pattinato ma che entusiasmavano il pub- sone e amici che ritornavano a CorniOgni ritrovo aveva le sue combricco- blico con le loro acrobazie, le loro cadute gliano dopo anni di sfollamento; trole sempre pronte ad organizzare nel e la singolare coreografia che ogni squa- vare il pane bianco sul tavolo con una salone della Casa del Popolo, oggi sede dra metteva in mostra. certa frequenza portava tutti noi a del commissariato di Polizia (piazza Insieme a mio padre non perdevo una sentirsi finalmente felici ed altruisti. Rizzolio, ndr), oppure nella pista di pat- partita così come, ogni domenica, seguitinaggio a rotelle dietro la gradinata sud vamo la Corniglianese, qualche volta Renato Penzo dello stadio "Valerio Bacigalupo" attuale anche in trasferta, prendendo il treno e deposito degli autobus AMT, tutte le portandoci dietro il pane e la frittata pre-

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ilCorniglianese/e-mail

AL CONCERTO DEI BUIO PESTO Perché quelle sedie “riservate”? Buongiorno signor Cirone, seguo "ilCorniglianese" da quando è nato e lo trovo molto interessante e divertente: non me ne perdo mai un numero! Volevo far presente che la sera di sabato 27 luglio in cui si sono esibiti i Buio Pesto a Villa Bombrini, io con alcune amiche, quando siamo arrivate intorno alle 20:15 (il concerto iniziava alle 21), abbiamo trovato praticamente tutte le sedie messe a disposizione con un biglietto con scritto “riservato". A noi è parso non molto corretto che in un concerto gratuito e finanziato da enti pubblici ci fossero 6 file su 8 di sedie riservate… ci siamo sentite prese in giro! Le allego la foto così può vedere anche Lei. Cordiali saluti. Alba C.

e lettere alla redazione

alcune persone solo otto posti (4 per disabili) mentre alcune persone, non ben identificate, hanno di loro iniziativa arbitrariamente posto alcuni biglietti che sono stati successivamente rimossi. La disponibilità totale delle sedie messe a nostra disposizione da Società Per Cornigliano è stata di n° 297. Paradossalmente in quell’area, date le sue dimensioni, per motivi di sicurezza legati al rispetto delle vie di fuga, non è possibile mettere altre sedie. Capisco e ritengo giusta la sua osservazione perché effettivamente il “colpo d’occhio” è veramente brutto ed anch’io, come lei, me la sarei presa. Le cose stanno comunque così. Grazie per la sua educata osservazione che ci spinge a fare sempre meglio e nel rispetto delle regole di civile convivenza. Riccardo Ottonelli Segretario Pro Loco Cornigliano

VILLA SPINOLA E LA DISCARICA Chi ha depositato quelle rinfuse? La segnalazione ci giunge da Maria Rosa, una nostra lettrice che abita a Cornigliano. La signora denuncia il fatto che una ditta edile privata ab-

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tendiamo tutelare il nostro patrimonio storico? Per quanto ci riguarda, sarà nostro intendimento metterci in contatto con i vigili urbani di Cornigliano per risolvere questa problematica che riguarda la cura, la decenza, l’attenzione che normalmente bisogna avere per i luoghi in cui si vive in comune con gli altri.

La redazione VIA MURATORI Un parcheggio che nessuno ripulisce

Ci fanno notare alcuni cittadini della situazione in cui si trova il parcheggio di Palazzo Bombrini nella via Muratori, prospiciente ad uno degli ingressi dell’area soggetta a bonifica. All’insediamento dei ben noti zingari si aggiunge un altro “fiore all’occhiello” nella zona rappresentato dal fatto che a suddetto parcheggio fanno capo tutte le prostitute dei dintorni per lo svolgimento del loro lavoro. Non ci interessa l’attività sessuale dei genovesi né ne siamo invidiosi se fatta a casa loro. Ci dà molto fastidio però quel mare di profilattici abbandonati in prossimità di una villa settecentesca con parco fre-

IL CONCERTO CON LE SEDIE “RISERVATE” Risponde la Pro Loco

bia alla rinfusa immagazzinato non si sa a quale titolo materiali in pubblica proprietà senza che la Polizia Municipale sia intervenuta. Lo spazio occupato è in via dei Domenicani, a nord di Villa Spinola Narisano (sec. XVI), e i materiali, visibilmente appoggiati ad un prospetto dell’edificio storico monumentale protetto, lo stanno danneggiando. E’ così, si chiede Maria Rosa, che in-

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quentato da bambini. Vi risparmiamo le foto nei particolari e ci limitiamo a documentare il luogo a distanza. A proposito chi deve pulire quell’area perennemente abbandonata a se stessa? AMIU, demanio, Riva, Società per Cornigliano, Film Commission? A oggi non ci è dato di sapere.

Oerre

ilCorniglianese

Gentilissima Alba, quella fotografata era la situazione iniziale alla quale abbiamo posto successivamente rimedio aggiungendo altre sedie per complessivi oltre 250 posti a sedere. La Pro Loco Cornigliano, per contratto tra le parti, è obbligata a lasciare per la troupe dei Buio Pesto 30 posti dei quali, sempre per contratto, possono disporne come vogliono ( loro invitati, autorità, disabili, ecc..). La Pro Loco si è riservata per

SPORTELLO SOCIALE

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Le figurine di Anzalone

Perché a noi no?

Aprirà in centro storico uno Sportello sociale gratuito che offrirà la possibilità di ricevere consulenze su diverse tematiche: da quelle legate agli aspetti personali e della vita familiare a consulenze in materia legale, lavorativa, condominiale, fiscale fino ai diritti del consumatore. «Il nostro è un centro storico splendido e che dobbiamo valorizzare, cercando di risolvere le tante criticità esistenti – ha detto il sindaco di Genova, Marco Doria, durante l’inaugurazione dedicata agli sportelli sociali –. Oggi apriamo uno spazio di aggregazione che allo stesso tempo offre servizi gratuiti, ma che è anche un presidio per la vivibilità e la legalità della zona, nell’ottica di creare sempre più una comunità di individui, che si sentano parte dell’insieme e rispettino le regole pur mantenendo ciascuno i propri valori e la propria cultura». Siamo ben contenti di questo ma non possiamo fare a meno di pensare a più di un anno fa quando la Pro Loco Cornigliano si offriva di svolgere, a costo zero per il Comune di Genova, identico servizio a Cornigliano in un locale tutt'ora disponibile del Centro civico di Villa Spinola. La risposta fu negativa senza alcuna possibilità di appello. Sconcertante il fatto di come con tanta facilità e rapidità si è tolto negli anni al quartiere qualche cosa: CUP, centro prelievi, linea AMT 160, il mercato comunale, il mare e conseguentemente la stessa voglia di vivere a causa della presenza di fabbriche inquinanti e un depuratore che continua ad ammorbarci l'aria. Incomprensibile e disarmante invece il fatto che non si dia la possibilità a cittadini e associazioni che intendono partecipare alla vita pubblica di dare volontariamente e disinteressatamente il loro contributo. In questo caso viene da dire: ma almeno fatelo voi!

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ilCorniglianese E’ il giornale con cadenza mensile di Cornigliano Ligure senza scopo di lucro

Jose Cuffaro Marta Fasulo Astri Lidia Frascio Alvaro Filippo Michelon Riccardo Ottonelli Guido Pallotti Cinzia Palomba Fiorenzo Pampolini Rosanna Robiglio Don Andrea Robotti Matteo Savio savio@prolococornigliano.it

Editore Pro Loco Cornigliano Autorizzazione del Tribunale di Genova n. 9/2012 del 18.04.2012 Il giornale è anche online sul sito della Pro Loco Cornigliano www.prolococornigliano.it Direttore editoriale Fabrizio Cartabianca presidente@prolococornigliano.it

Direttore responsabile Enrico Cirone

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Copyright © 2013 ilCorniglianese

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Quelli della redazione Catia Di Ceglia Sono nata a Roma, il 4 aprile 1975. Diplomata perito elettronico, sono stata impiegata per una vita ma dal 2009 sono la titolare della cartoleria “Parole di carta” che si trova lungo via Cornigliano. Abitavo a Cornigliano fino al 2008. Attatualmente risiedo a Sestri Ponente. Conosco molto bene le problematiche di Cornigliano e, proprio per questo, mi sono impegnata in prima persona per non far abbattere i platani di via Gattorno. Per “ilCorniglianese” sono fonte di idee e di informazioni e, per la mia attività nella delegazione, sono diventata un “punto d’ascolto” per i corniglianesi. Tra i miei hobby primeggia la cucina e tutto ciò che è creativo come la pittura, la fotografia. E, cosa ormai rara, so cucire.

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Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo Articolo 16

Rita Moccia Sono nata Sassari 56 anni fa. Abito a Cornigliano con i miei figli. Fanno parte della mia famiglia i nostri gatti (che adoriamo). Nel 1994 ho conosciuto Padre Giacomo Pala: ho capito subito che era il vero prete per la gente, persona di vera vocazione e amabile con tutti senza distinzione. Più unico che raro sarà indimenticabile. Ho iniziato subito a lavorare con lui nella Parrocchia di San Giacomo. Per me è stato un vero privilegio aver collaborato con lui per il quartiere. Mi diceva con allegria: “Noi due lavoriamo bene perché siamo in simbiosi”. Con la sua scomparsa è come avessi perso una famiglia intera. Mi ha insegnato tanto e con passione ho scoperto la grafica al computer per manifesti, fotomontaggi, stampe al ciclostile e libri, motivo per cui da questo mese do il mio contributo al Corniglianese. E grazie per questa opportunità. Un mio obbiettivo futuro? Farmi aiutare a scrivere un libro sui 18 anni trascorsi con P.Giacomo. Spero si avveri!

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1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno uguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento. 2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi. 3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo stato.

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