Architecture Portfolio - Portfolio Architettura | 2020 | Rocco Rottura

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ROCCO ROTTURA

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Dottore con Laurea magistrale in Architettura-Restauro

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PORTFOLIO ROCCO ROTTURA Dottore con Laurea Architetto magistrale in Architettura-Restauro

CON TATTI

Roma, Italia

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HOBBIES Ciclismo

Falegnameria

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Modellistica

CONTENUTI • Il Titulus della Basilica di San Silvestro e Martino ai Monti di Roma.

Rilievo analisi storica e progetto di restauro del Titulus Università degli Studi Roma Tre. Laboratorio di Restauro Architettonico, Modulo di Restauro Architettonico.

Prof. Antonio Pugliano

• Garbatella: le case rapide 1923 - 1927 Storia e conservazione. Il caso dei lotti 15 e 16 Università degli Studi Roma Tre. Tesi di laurea magistrale in Architettura - Restauro. Voto: 110/110 e lode e pubblicazione dell’elaborato di laurea Relatrici: Paola Porretta; Francesca Romana Stabile

• Concept di un progetto illuminotecnico L’illuminazione di Piazza Benedetto Brin e della scalinata del Marconi nel quartiere Garbatella a Roma Consulente presso l’Assessorato all’urbanistica e ai lavori pubblici del municipio n° VIII del comune di Roma capitale

• Landmark-gameroom Progetto di una ludoteca/biblioteca all’interno del parco dell’Istituto Lenassi a Gorizia Università degli studi di Trieste. Laboratorio di progettazione architettonica 3, Modulo di Composizione architettonica Prof. Gianfranco Guaragna

• Miramar Progetto di un locale ricettivo a Praia a Mare (CS) Università degli Studi di Trieste. Laboratorio di costruzione dell’architettura 2, Modulo di Progetto di componenti edilizi Prof. Maurizio Bradaschia, Coll. Alessandro Zilio

• Idea di una “maiolica del verde” Design di una “maiolica del verde” che riprende la vegetazione del lotto 15 di Garbatella Università degli Studi Roma Tre. Corso di Cultura e progetto del patrimonio, Modulo di Restauro architettonico regionalista Prof.ssa Francesca Romana Stabile; Paola Porretta con la collaborazione di Pietro Ruffo

...

IL TITULUS DELLA BASILICA DI SAN SILVESTRO E MARTINO AI MONTI DI ROMA Rilievo, analisi storica e progetto di restauro del titulus Università degli Studi Roma Tre. Laboratorio di restauro architettonico, Modulo di Restauro architettonico Prof. Antonio Pugliano

Il lavoro svolto per sostenere questo esame si articolava in più fasi, si partiva dal rilievo del costruito, per poi passare all’analisi storica ed infine al progetto di restauro.

In questo portifolio mi concentrerò nell’esporre le diverse metodologie con i quali è stato eseguito il rilievo.

Questa che può apparire come una limitazione nell’esposizione del lavoro, in realtà vuole essere un focus sui vari metodi usati per rilevare il Titulus.

Attraverso il rilievo, eseguito mediante una doppia trilaterazione la quale andava si rilevavano gli ambienti seminterrati del Titulus e si posizionavano all’interno dello spazio.

Alla trilaterazione è stata affiancato un meticoloso rilievo delle superfici murarie, eseguito mediante prese Photoscan, attraverso il rilievo delle superfici è stato possibile leggere la compagine e la stratigrafia muraria.

La stratigrafia muraria ha permesso di definire le diverse fasi costruttive dell’edificio e di conseguenza gli interventi progettuali che si sono concentrati sugli elementi incongrui e sulla musealizzazione del sito.

Inquadramento territoriale

1 23

4

1_Abside su Piazza San Martino ai Monti 2_Scalea su Piazza San Martino ai Monti 3_Prospetto laterale su Via Equizia 4_Prospetto frontale su Viale del Monte Oppio

1..

2..

3..

4..

Int. 4,4 m

Int. 3,8 m

Collocazione - relazione spaziale degli spazi all’interno della Basilica di San Silvestro e Martino ai Monti

La sovrapposizione assonometrica delle piante è utile a definire la collocazione spaziale e la relazione degli ambienti posti a diverse quote altimetriche.

A’

A

Int. 3,7 m

[RP_01]

Scala 1:500

Il rilievo degli ambienti ipogei: il Titulus della Basilica

Le pagine che seguono illustrano le trilaterazioni eseguite per rilevare gli ambienti del Titulus e soprattutto la loro posizione rispetto alla Basilica.

Questo rilievo è stato eseguito con i metodi piÚ tradizionali quali il disto e la fettuccia, i quali hanno consentito di tracciare degli accurati eidotipi che poi sono stati digitalizzati medianteSEZIONE programmi cad.

A-A’

Scala 1:500

0,00 m

-8,20 m

-12,20 m

Scala 1:200

Sezione ortagonale

4,64 4,87

4,51

3

1,94

1,49

5,0

04

85

6,

1,31

1,09 2,7

6,27

1,96

1,96

4

6,31

3,19

1,78

4,4 4,46

4,49

4,81

5,

1

3,08

2,9 7

6, 89

3

1,99

2,76

5,

2

7,6

3 3,1

2,88

3,0

2,76

33

6,

2,2 6

6

4,3

3,73

7

86

5,4

6,9

5

7,0

1,22

50

1,08

4,29 4,44 4,25

4,7

7

6,20

8

4,5

1,7

4,38

1,16

5,71

2,36

22

6,9

4,6

7,7

6

3,56

2,29

6,08 6,02

1,77

7

3,3

4,5

4

4,18

3 2,9 2,2

2,87

Rilievo del Titulus

2,48

1,35

6,05

2,62

1,15

3,36

3,94

7,

4,55

19 6,

2 5,0

4,3

8 4,8

3,6

7

5 4,4

23

56

41

6,

6,

5,

99 5,

5,32

17

4,3

21

6,09

4,3 4,46

4,39

2 5,7

6,

3,

4,23

62

4,38

5,25

2,91

2,18

2,35

7,

52

1

6

1,26

9

6,

7,6

1,1 1,3

2,6

2,38

1,25

1,9

5,12

03

7,

3,89

4,47

1,11 1,3

4

3,5

0,9

4,43

1,78

4

4,34

5,00

4 5,0 5,0

2,98

6,35

2,2

1,9

1,78

3

4,43

6,48

7

2,22

2,5

09 7, 2,39

3

2,26

2,0

3,56

1

5,09

28

98

5,

6,43

4

7,

4,1

6,2

8

2,5

2,22

2,28 1

1,72

1,08

2,5

7

3,9 8 5,3

7

6,9

8

6,

0,79 1

6

6,8

1,31 1,0

5,6

76

5,

0,8

6,37

6,42

11,13

1,06

15

8,1

5

6,2

5,77

8

7

28

5,7

6,

8,

2,97 1,62

7

1,62

2,9

3

2,8

2,83

6,74

6,5

0 8,2

6

5,78

8,2

6,56

6,74

5,78

0

2,29

1,15

2,43

3

2,4

3,54

3,98

1,28

1,28

2,29

1,28

6 3,7 3,76

1,15

1,28

3,54

2,55

3,

2,8

1,9

2,8

3,3

8

2,55

98

3,

1,9

3,

2,8

38

1,9

2,8

3,3

8

38

1,9

2,29

1,28

2,43

2,14 2

3,8

6

5,0

4,91 3

5,2

1,40

1,44

5,87

0

2,54

6,0

2,7 3 3,19

Rilievo di posizionamento del Titulus

5,32

6,

44

5,85

3,30

1 2,0

1,46

69 3, 3,5 7

2,0

1,40

4

1,46

3,36

1,

1,02

64

5,

1,7

0

0,96

67

2,

34

5,66

4,07

3,81

Rilievo critico delle murature in pianta e prospetto

Al rilievo tradizionale, si è affiancato quello eseguito con Photoscan, il programma che consente di ottenere una dettagliatissima nuvola di punti.

Dalla nuvola di punti sono state estrapolate le varie ortofoto dei prospetti e quindi tulle le informazioni riguardanti le superfici murarie e la loro datazione storica.

D

A

G

Legenda

L Nel IV secolo contemporaneamente all'apertura dell'arco furono costruite la volte a crociera e la volta a botte a creare i vani N ed M. L'ipotesi è che si trattasse di pronaos o anticamera di accesso alla domus P.

Vestibolo triangolare coperto ad arco.

Si ipotizza essere l'ingresso principale alla domus-ecclesie. La forma pseudo triangolare probabilmente seguiva l'andamento di una strada antica prospiciente ad esso.

B H

E

M

Le volte della stanza C che coprono la camera s'impostano sull'arco (che si estende dalla parete sud a quella nord) e sulle nord e ovest.

Per tale ragione si ipotizza che le pareti nord ed ovest e l'arco non possano essere più antichi del muro a sud del vano.

P C

F

N

Muratura romana di tipo A _fine II inizio III secolo Corsi di 5 cm pari a 6 corsi per piede romano (29,7 cm) Muratura romana di tipo B_fine III secolo Modulo di 5 corsi per piede romano (29,7 cm).

Muratura romana di tipo C_inizio IV secolo Modulo di 6 corsi per piede romano (29,7 cm).

Opus listatum III secolo Edificio P

La camera C aveva una grande finestra ad arco nel suo muro nord e una porta in basso a sinistra.

Si suppone quindi che A e B fosse un cortile aperto a cui affacciavano le finestre della stanze C-D-E, a cui si accedeva tramite la porta in C.

K

Aggiunte a P Trasformazioni del V-VI secolo Carolingio_VI-IX secolo Romanico_IX-XII secolo

Stanza L-M-N | parete ovest Arco affrescato con motivi che rimandano al culto cristiano realizzato nel VI secolo.

Larga apertura ad arco delle stesse dimensioni di quelle del vano G che presenta bipedali disposti radialmente delle dimensioni di 56 x 3,5 cm.

Si ipotizza in origine un ingresso alla domus o una grande finestra.

Larga apertura ad arco che raggiungeva quasi l’apice della volta del vano G. Forse in origine ingresso o grande finestra.

Lacerti degli affreschi con motivi che rimandano al culto cristiano dipinti a partire dal VI secolo.

Presenti due pilastri, uno a destra e una a sinistra della stanza L; quest'ultimo giunge al livello d'imposta della volta a botte del vano M. Quello a destra è stato tagliato inferiormente quasi in prossimità del livello del pavimento e sostituito da un pilastro in muratura romanica (1000-1100).

Questi pilastri presumibilmente sostenevano un arco che portava al vestibolo costruito agli inizi del IV secolo.

Stanza L-M-N | parete est_domus P

Lato occidentale della domus P. La muratura romana di fine III secolo presenta un modulo di 5 corsi per piede romano (27,9cm).

Arco di scarico posto allo stesso livello di quello della porta di accesso alla domus P e delle stesse dimensioni. Si nota che la muratura è in rapporto di continuità sia a destra che a sinistra dell’imposta dell’arco infatti non ci sono segni di aperture al di sotto di esso.

Arco a sesto ribassato a “tutta sezione” composto da bipedali disposti a conci radiali (4/5 pipedali apparecchiati parallelamente a creare il concio) con giunti di malta dello spessore di circa 4cm. E’ un arco strutturale e dal modo con cui s’interseca con gli archi più piccoli si deduce che è stato costruito in un secondo momento.

Tamponatura dell’arco composta da corsi di blocchi di tufo alla base, e sopra questi, da muratura in laterizi apparecchiati con giunti non rettilinei, che in genere distinguono la tecnica edilizia del IX secolo, infine una muratura mista dalla tessitura casuale.

Piccola porta larga 1,25m, sormontata da un arco ribassato in mattoni e da un arco di scarico semicircolare sopra di esso. Una piccola finestra fora la lunetta fra i due archi. Tamponatura in opus listatum.

Si ipotizza essere l’ingresso alla domus P.

Stanza C | parete SUD Presenza di 3 archivolti, uno più ampio degli altri due.

Si ipotizza essere gli accessi ad ambienti posti sul retro della domus-insulae.

Un arco costruito subito dopo la volta a crociera guasta la sua simmetria ed invade l'apertura più ampia di questa parete.

Si ipotizza quindi che questa sia stata tamponata quasi contemporaneamente alle due aperture affianco (inizio IV secolo).

Muratura originale di tipo A. Si deduce che questa parete fosse stata costruita prima delle altre e che questa sala fosse in origine aperta (probabilmente era una parte dell’hortus).

Robusto arco realizzato contemporaneamente alla copertura voltata della sala C in quanto la crociera e la botte s'impostano su di esso.

Si nota che l'arco invade le aperture del lato sud del vano.

Si ipotizza quindi che in questa fase di trasformazioni (inizio IV secolo) le due aperture più strette fossero state tamponate.

Stanza A-B-D-E | parete NORD

Le volte sono in conglomerato rivestito con una doppia fodera di mattoni cementati in piano all'intradosso.

Questa tecnica romana è intesa a fornire un buon fondo per la decorazione a stucco che non avrebbe aderito in modo soddisfacente al cemento in forma.

Muri occidentali delle sale D ed E rimossi nel periodo medievale.

Si presume che la rimozione di queste pareti fosse contemporanea alla costruzione delle pareti che chiudevano i vani A e B (XIII secolo_data in cui fu ampliato il monastero invadendo i piani superiori della domus).

L'apparecchiatura muraria all'interno del vano D è in stile tardo medievale e moderno e copre completamente le tracce dell'antico vestibolo d'ingresso alla domus, visibile invece dal lato esterno.

Stanza A-B-D-E| parete OVest Muratura medievale epoca romanica (X-XII secolo).

Si ipotizza che la chiusura delle sale A e B per mezzo di pareti e volte a crociera sia avvenuta nel XII secolo e coincida con l'ampliamento del convento ai livelli superiori della domus.

Rivestimento in laterizio del muro portante.

Interno in tufo ed esterno in opus listatum. I pilastri che rinforzano la volta non arrivano fino a terra.

Blocco in travertino_segna il livello di calpestio delle stanze A e B.

Il muro originale di tufo è alto circa 60 cm ma a nord il tufo raggiunge i 3,2 metri d'altezza perchè sono stati utilizzati i resti di un antico edificio in epoca medievale.

Muratura di spiccato sopra le fondazioni.

Il percorso di valorizzazione: audioguida e piattaforma digitale IL PERCORSO DI VALORIZZAZIONE: AUDIOGUIDA E PIATTAFORMA DIGITALE LA GUIDA INTERATTIVA FUNZIONAMENTO DELLA PIATTAFORMA DIGITALE ALL’INTERNO DEL TITULUS: sullo schermo del dispositivo mobile compare la mappa del titulus Equitii con le sale che lo compongono nominate da lettere. Nel momento in cui il visitatore si trova in una di queste sale, la mappa segnala attraverso un colore rosso il perimetro dell’ambiente che lo circonda e lo orienta facendo apparire dei numeri progressivi in senso orario su ogni suo lato.

Guida interattiva in cui è possibile scaricare sul proprio dispositivo mobile un’APP gratuita connessa al sistema GPS che rileva e accompagna il visitatore durante l’intera visita del complesso della basilica. La piattaforma digitale permette di seguire un percorso mappato con diversi punti di sosta numerati in senso crescente, a cui è associata un’audioguida che il visitatore può attivare digitando il numero della sosta corrispondente. Questa scelta progettuale permette all’utente di seguire il percorso prestabilito, o seguire il proprio percorso cogliendo allo stesso modo tutte le informazioni architettoniche/storiche/culturali dello spazio che sta osservando.

GPS

ALLA SCOPERTA DEL TITULUS EQUITII

BASILICA SS.SILVESTRO E MARTINO AI MONTI TITULUS EQUITII

PUNTI DI SOSTA DEL PERCORSO 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23

visita guidata

Key frame intoduttuva

La cripta L’ingresso al titulus Stanza L: la parete 3 Stanza N: la parete 2 Stanza M: la parete 4 Stanza G: la parete 1 Stanze A-B-D.E: lo spazio Stanze A-B-D-E: la parete 4 Stanze A-B-D-E: la scala Stanza C: la parete 3 Stanza E: la parete 2 Stanza F: la parete 3 Stanza H: la parete 2 Stanza K: la parete 3 Stanza L

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Key frame dei punti della guida

ALLA SCOPERTA DEL TITULUS EQUITII

ALLA SCOPERTA DEL TITULUS EQUITII PUNTO 14

1

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14 G

LA VISITA GUIDATA DELLA BASILICA DEI SS. SILVESTRO E MARTINO AI MONTI E DEI SUOI TESORI TERMINA QUI.

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GRAZIE PER LA CORTESE ATTENZIONE. ARRIVEDERCI.

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Key frame di arrivederci

I PUNTI DI SOSTA NELLA CRIPTA-TITULUS

I PUNTI DI SOSTA NELLA BASILICA Legenda Punto da visitare Punto visitato

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INIZIA LA VISITA! L’interno La navata centrale La navate laterali sinistra e l’affresco di Filippo Gagliardi L’ affresco del concilio di S. Silvestro Le navate laterali sinistra-affreschi paesaggistici di Gaspard Dughet Navata laterale sinistra-affresco di Filippo Gagliardi L’altare maggiore L’altare maggiore e l’abside La cripta L’ingresso al titulus Stanza L: la parete 3 Stanza N: la parete 2 Stanza M: la parete 4 Stanza G: la parete 1 Stanze A-B-D.E: lo spazio Stanze A-B-D-E: la parete 4 Stanze A-B-D-E: la scala Stanza C: la parete 3 Stanza E: la parete 2 Stanza F: la parete 3 Stanza H: la parete 2 Stanza K: la parete 3 Stanza L

Il percorso di valorizzazione: audioguida e piattaforma digitaleDIGITALE IL PERCORSO DI VALORIZZAZIONE: AUDIOGUIDA E PIATTAFORMA I PUNTI DI SOSTA INIZIA LA VISITA!

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PUNTO 1_L’interno Giunti all’interno della basilica, ci si trova immersi in un luogo maestoso e ricco di decorazioni tipiche del periodo barocco. La basilica presenta un impianto a tre navate, la centrale più ampia delle laterali, scandita da 12 colonne per lato. Quest’ultime poggiano su plinti rettangolari, alti m. 0,60 e i loro fusti sono composti da blocchi monolitici di differenti tipi di marmo dal cipollino, al paonazzetto, al bigio, all’ imezio. I primi 4 capitelli sui due lati della navata centrale sono compositi, gli altri otto sono corinzi e di questi, i quattro più vicini all’altar maggiore, dorati.

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PUNTO 2_La navata centrale Nel 1645-1650, per il Giubileo, la basilica fu trasformata da Paleocristiana a Barocca per volere del Generale Giovanni Antonio Filippini che aveva ereditato 70 mila scudi dalla sua famiglia. L’incarico di architetto fu assegnato a Filippo Gagliardi, il quale si occupò inoltre degli affreschi a “finta prospettiva” inseriti al di sopra della trabeazione della navata centrale, e di due opere in affresco, inserite nella navata di sinistra, rappresentanti l’interno della Basilica di San Giovanni in Laterano e di San Pietro, prima delle modifiche seicentesche. Come è possibile notare, le 24 colonne della navata centrale sono sormontate da una trabeazione decorata a stucchi realizzati da Paolo Naldini, allievo del Bernini. I bassorilievi visibili avevano lo scopo di illustrare al popolo, analfabeta, i maggiori eventi biblici sul lato Nord-Est, e gli strumenti del martirio dei Santi sul lato Sud-Ovest.

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PUNTO 3_La navate laterali sinistra e l’affresco di Filippo Gagliardi Giunti nella navata laterale di sinistra, il primo affresco visibile è l’interno di San Giovanni in Laterano, realizzato da Filippo Gagliardi. La raffigurazione in prospettiva, dai toni caldi, rappresenta il luogo di culto, centro dell’antica sede pontificia, in pieno stile pre-seicentesco. Una serie di colonne monolitiche sormontate da archi domina la scena facendo risultare lo spazio molto ampio, effetto voluto per sottolineare la maestosità e l’importanza del luogo. Gli elementi antropici sono quasi nulli, presenti solo delle piccole figure, probabilmente San Francesco, Sant’Angelo e San Domenico, nella parte inferiore dell’affresco.

PUNTO 4_L’ affresco del concilio di S. Silvestro Affresco rappresentante lo pseudo-concilio di S. Silvestro ricordato dagli apocrifi simmachiani. Eseguito nel 1640 da Galeazzo Simoncini. Una tradizione erronea vuole che il Papa Silvestro I convincesse l’imperatore Costantino a indire il concilio di Nicea “a salvaguardia della pace tra i cristiani”. Il vero ispiratore del concilio niceno fu invece papa Milziade I. Quanto alla dedicazione e al coinvolgimento di papa Silvestro I nell’area interessata, si trattò probabilmente di una correzione successiva e strumentale: la zona del Colle Oppio era infatti abitata anzitutto da popolazioni di diversa confessione e occorreva una figura di fede cattolica a cui affidare una nuova memoria. Nel VI secolo, pertanto, la Chiesa fu ricostruita e ampliata da papa Simmaco e dedicata sia a San Martino di Tours che a papa Silvestro.

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PUNTO 5_Le navate laterali sinistra-affreschi paesaggistici di Gaspard Dughet Altro importante artista che lavorò all’interno della fabbrica fu il pittore paesaggista Gaspard Dughet, cognato di Nicolas Poussin, autore di 18 dei 20 affreschi del profeta Elia (gli altri due realizzati da Grimaldi), importantissimi poiché raffigurano scene ambientate nella campagna romana del 1600.

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PUNTO 6_Navata laterale sinistra-affresco di Filippo Gagliardi Sempre realizzato da Filippo Gagliardi è l’affresco dell’interno di San Pietro prima dei successivi interventi cinquecenteschi. La raffigurazione in prospettiva, similmente all’interno di San Giovanni precedentemente analizzato, presenta una serie di colonne monolitiche sormontate da una trabeazione che culminano con un arco trionfale centrale che incornicia il baldacchino sottostante, di epoca precedente a quello attualmente presente del Bernini, posto sopra l’altare. Lo spazio architettonico risulta molto ampio, di particolare interesse è la copertura a capriate lignee a vista, oggi completamente scomparsa e sostituita da una volta a botte cassettonata.

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PUNTO 7_L’altare maggiore Gli interventi principali della Basilica di SS. Silvestro e Martino ai Monti durante il periodo Barocco si concentrarono sulla navata centrale e sull’altare maggiore. Quest’ultimo, come è possibile osservare è rialzato rispetto al livello di calpestio; si scelse questa soluzione per dargli ulteriore importanza e per evidenziare il reliquiario posto all’interno della cripta sottostante, visibile così ,direttamente dall’ingresso. Questo effetto visivo è stato ottenuto grazie all’abbassamento dell’antico livello di calpestio di 60 cm; proprio per questo motivo le colonne della navata centrale sono poste sugli appositi piedistalli.

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PUNTO 8_ L’altare maggiore e l’abside L’altare maggiore disegnato da Francesco Belli, risale al XVIII secolo. Ricco di marmi pregiati e di ornati in bronzo dorato è sormontato da un tempietto marmoreo a forma di cupola sostenuto da colonnine di alabastro che poggiano su di un blocco di marmo verde. Risulta di estrema eleganza l’urna marmorea su cui poggia la mensa dell’altare. Le pitture che adornano l’abside sono di Antonio Cavallucci e rappresentano: il Padre eterno benedicente, La Madonna con il Bambino, i Santi Pietro e Paolo, in basso i Santi Andrea Corsini, Maria Maddalena dei Pazzi, Pier Tommaso, Teresa di Gesù. Nell’arco trionfale a destra: San Martino di Tours e San Francesco Saverio; a sinistra: S. Silvestro e S. Carlo Borromeo. Il coro disegnato dal Belli, è opera di Giovanni Panatta.

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PUNTO 9_ La cripta Dalla navata centrale un’ampia scalinata di 19 gradini porta all’interno della cripta a m.

3,60 sotto il livello della navata centrale. I muri della cripta sono decorati con colonne addossate e rivestite d’intonaco dipinto a finto marmo e decorate con le insegne del Filippini, un’aquila a due teste. La piattaforma del coro e l’altar maggiore sono sostenute, sopra questa cripta, da volte a crociera che poggiano su fasci di colonne e pilastri. Al centro della cripta, un reliquiario rettangolare, pende dalle volte, sostenuto da due robusti pilastri e due colonne, al cui interno sono custodite le reliquie dei Santi Silvestro e Papa Martino I. La tradizione vuole che queste reliquie furono poste all’interno del sarcofago marmoreo nell’IX secolo da Papa Sergio II. Quest’ultimo, infatti, durante il periodo delle invasioni “barbariche” , per evitare che i Saraceni saccheggiassero e depredassero i luoghi cimiteriali, essendo fuori dalle mura della città, si occupò di salvare le spoglie provenienti dalle catacombe di Priscilla. La cripta di forma circolare ricalca fedelmente il perimetro della sovrastante abside.

10

PUNTO 10_ L’ingresso al titulus La particolarità della basilica di SS. Silvestro e Martino ai Monti è data dalla presenza di un antico luogo risalente al III secolo d.C. la cui storia non è ancora certa. Si presume che questo luogo ipogeo, in origine, fosse la casa di Equizio, sacerdote di papa Silvestro I; è riportato su alcune fonti che quest’ultimo si rifugiò a Roma dopo il suo esilio proprio a casa di Equizio “alle Terme di Traiano”. Nel VI secolo al lato del Titulus papa Simmaco eresse una chiesa oramai scomparsa a causa della costruzione della Basilica successiva del IX secolo da parte di Sergio II; della basilica del VI secolo sono rimaste solo poche vestigia conservate attualmente nel Titulus. Una scalinata a gradoni vi condurrà all’interno di uno straordinario e antico luogo testimonianza vivente della storia della città di Roma.

11

PUNTO 11_Stanza L: la parete 3 Eccoci giunti all’interno della prima stanza del complesso architettonico. Qui in realtà, dove è possibile osservare le successive due stanze N ed M, nel III secolo d.C. era presente un antico cortile che permetteva l’accesso alla domus gentilizia attualmente interrata al di sotto della basilica dei SS. Silvestro e Martino ai Monti.

12

PUNTO 12_Stanza N: la parete 2 Questa parete è l’unica testimonianza vivente della presenza di un’antica domus che fonti storiche attribuiscono al III secolo d.C. e di proprietà del presbitero Equizio. Si nota sul lato destro una piccola apertura, probabile ingresso principale alla domus, sormontata da un arco ribassato in mattoni e un arco di scarico semicircolare sopra di esso. Sulla sinistra è visibile lo stesso tipo di arco senza però alcun segno della presenza di un’apertura al di sotto di esso. Una traccia sulla muratura, collocata sull’imposta di questo, individua il limite ultimo del perimetro esterno della domus gentilizia. Un arco a tutto sesto, molto più ampio, interseca questi due archi e l’ipotesi è che questo rappresenti un ingresso più importante realizzato in epoca più tarda.

13

PUNTO 13_Stanza M: la parete 4 Disposta parallelamente rispetto alla parete alle nostre spalle e precedentemente descritta, era il lato Est della domus insulae risalente al II-III secolo d.C. Purtroppo le tracce che indichino gli elementi distintivi di questo lato della domus sono quasi del tutto scomparse a causa dei rimaneggiamenti avvenuti nei secoli successivi.

14

PUNTO 14_Stanza G: la parete 1 La parete che possiamo osservare risulta essere, in questa stanza, l’unica rimasta quasi del tutto originale. Totalmente priva di finestre, presenta in basso a sinistra la traccia di una porta che permetteva l’accesso ad un vano posto al di sotto delle scale che portavano ai piani superiori. Si ipotizza che si trattasse del luogo in cui erano poste le latrine. L’accesso ad esse avveniva sia dall’interno che dall’esterno, rendendo questo servizio fruibile anche al pubblico.

15

PUNTO 15_Stanze A-B-D.E: lo spazio Il luogo in cui ci troviamo è composto da l’unione di due spazi distinti: le stanze D ed E erano l’Atrium dell’antica domus, da cui si accedeva da un vestibolo triangolare, le cui tracce sono visibili solo all’esterno; le stanze A e B, invece, erano il luogo in cui si trovava il giardino privato, l’Hortus. Attualmente, come possiamo notare, l’ambiente è coperto da volte a crociera. Esse sono state ricostruite in cemento armato agli inizi del ‘900 a seguito di un crollo della copertura avvenuto alla fine dell’800, che ha quasi del tutto fatto scomparire le antiche volte. Si osserva all’imposta di esse, la presenza di lacerti di affreschi che probabilmente coprivano l’intera superficie dell’intradosso.

16

PUNTO 16_Stanze A-B-D-E: la parete 4 Come si può osservare, le particolarità di questa parete sono due: la prima è che la muratura che compone il fronte ha un tessuto diverso rispetto alla parete che abbiamo potuto osservare nella stanza G, questo ha permesso di datare la parete ad un periodo successivo alla costruzione della domus insulae, il XIII secolo; la seconda è la curva che la caratterizza. Da ciò è possibile dedurre che il luogo in cui ci troviamo era un Hortus di una domus e non uno spazio chiuso, interno e privato.

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PUNTO 17_Stanze A-B-D-E: la scala La scala che attualmente possiamo vedere non fa parte dell’antico complesso, però è molto probabile che l’Hortus in cui ci troviamo presentasse una scala che conduceva ai piani inferiori. Le sale composte da archi a tutto sesto, connesse le une alle altre, coperte da volte a crociera al cui centro sono disposti dei lucernari, fungevano da sostruzioni per realizzare un piano d’appoggio orizzontale su cui edificare quelli superiori.

Successivamente questi ambienti furono probabilmente utilizzati come cantine.

18

PUNTO 18_Stanza C: la parete 3 Proseguendo il percorso, si accede all’ultimo compartimento della domus insulae, la parete frontale che notiamo è costituita da una muratura romana del III secolo d.C. su cui sono leggibili le tracce di tre aperture, quelle a sinistra di ampiezza inferiore rispetto a quella di destra. Presumibilmente queste aperture conducevano su uno degli ambienti di fondo della domus. La parete 4 e la parete 1 sono invece dello stesso periodo di poco successivo alla parete 3 precedentemente descritta. La parete 4 è costituita da due tracce di aperture, quella a destra più piccola rispetto a quella di sinistra. La parete 2 invece, è preceduta da un arco a tutto sesto, che con molta probabilità fu realizzato in un lasso di tempo contemporaneo alla chiusura delle due porte della parete 3, infatti esso si innesta proprio tra le due. L’intera stanza presenta una volta a crociera, ma tra l’arco a tutto sesto e la parete 2 è posta una volta a botte di raccordo su cui è presente un lacerto di affresco “ a grottesca”, dalla tinta bianca e rossa pompeiana, tipica della pittura romana. Sulla parete 2 infine, è leggibile un largo archivolto alto fino all’imposta della volta, successivamente ridotto di dimensioni. Si presume che questo spazio fosse un passaggio di connessione tra la stanza F adiacente e questa stanza nel momento in cui è divenuta essa stessa parte degli ambienti interni della domus, intorno alla fine del III secolo d. C. E’ chiaro osservando la parete 4, che la presenza di aperture rivolte verso una strada antica, ancora oggi visibili, ci facciano pensare a questo luogo come un secondo ingresso alla domus.

19

PUNTO 19_Stanza E: la parete 2 E’ possibile notare su questa parete della stanza E, la presenza di due nicchie, quella a sinistra integra, quella a destra solo accennata poiché tamponata. All’interno della nicchia è presente ancora la muratura antica di periodo romano che venne foderata da quella attualmente visibile nel XIII secolo. Questo intervento architettonico servì a rendere più stabili e strutturali le pareti della domus affinché si potesse realizzare il monastero duecentesco superiore. Seguendo verticalmente la parete, all’intradosso della volta, è possibile notare, come accennato nella tappa 15, la presenza di lacerti di affreschi, uno sull’altro. Il più recente, datato tra il VI e il IX secolo, rappresenta una croce gemmata il cui lato lungo è predisposto verso est, in direzione delle stanze L,M,N. Da ciò è bene fare un approfondimento. Come affermato in precedenza nella tappa 12, la domus gentilizia, ormai interrata, fondamenta della basilica, era l’antica domus di Equizio. Il Papa Silvestro, nel IV secolo, la rese ufficialmente Titulus Equitii, e successivamente domus ecclesiae. Nel VI secolo il papa Simmaco, dedicò la domus in cui ci troviamo a papa Silvestro, e la nominò Titulus Sancti Silvestri. Prima che Simmaco eresse la prima basilica in onore di San Martino di Tours, la domus insulae fu trasformata in anticamera della domus ecclesiae. L’accesso avveniva dalla parete 1 della stanza D, perciò un qualsiasi cittadino romano, attraversando questi ambienti e seguendo un preciso percorso, poteva riunirsi con la sua comunità nell’antica domus gentilizia. Gli affreschi che da qui in poi si noteranno, sono tutti datati tra il VI e il IX secolo.

20

PUNTO 20_Stanza F: la parete 3 Giunti in questa stanza, oltre all’esteso affresco rappresentante l’imperatore Costantino sulla nostra destra e la madre Elena sulla nostra sinistra è presente un antico mosaico disposto al centro; risalente al VI secolo, quasi del tutto scomparso, rappresenta il papa Silvestro. Quest’opera sottolinea l’importanza che ebbe in questo luogo il pontefice Silvestro e soprattutto la funzione che questo luogo possedeva. Con alta probabilità, lo spazio in cui ci troviamo era un’antica cappella dell’anticamera della domus ecclesiae, ed essendo del VI secolo, risale al periodo del papa Simmaco; fu proprio lui che una volta attribuito il nome di Titulus Silvestri al luogo, volle dedicargli una cappella. Presenti i lacerti del mosaico pavimentale dell’antica domus, risalente al III secolo d. C. composto da tessere di colore bianco e nero.

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PUNTO 21_Stanza H: la parete 2 Seguendo l’antico percorso interno che tra il VI e il IX secolo avveniva in questi ambienti, dopo esserci recati nella cappella del santo patrono del luogo, giungiamo nella cappella che con molta probabilità era dedicata alla Madonna. Testimonianza di questa affermazione è data dal lacerto di affresco posizionato in alto a destra, raffigurante Maria e le Sante di Tessalonica Irene ed Agape, tra di loro sorelle, e i vari lacerti posizionati all’intradosso delle volte a crociera, rappresentanti un cielo stellato, che in epoca antica era un diretto collegamento alla figura della Santa Madre.

22

PUNTO 22_Stanza K: la parete 3 Eccoci giunti all’interno dell’ultima stanza del complesso della domus insulae. All’interno è possibile osservare vari laterizi provenienti dall’antica copertura della basilica, recanti bolli imperiali dell’epoca di Teodorico, e anche di secoli precedenti; anche qui, come nella stanza adiacente, sono presenti lacerti dell’antico mosaico bianco e nero. La parete di fondo presenta una muratura di periodo romano ed è perciò attribuita al III secolo d.C. Come tutte le altre stanze, anch’essa è coperta da volta a crociera, ed è possibile notare la sua stratigrafia compositiva. Le volte romane erano costruite al di sopra di centine lignee che ne definivano la forma, su cui veniva posata una doppia fodera di laterizi collegata tramite dei diatoni alla volta in concrezione romana. Sull’intradosso della volta lo strato dei laterizi veniva coperto da tre strati di intonaco sui cui alla fine venivano realizzati gli eventuali affreschi.

23

PUNTO 23_Stanza L Siamo giunti alla fine del nostro percorso, da qui è possibile osservare le due stanze M ed N, che all’inizio della visita avevamo considerato semplicemente come un cortile posto tra la domus insulae e la domus gentilizia. Con l’avanzare dei secoli, esso subì delle trasformazioni, infatti quando la domus gentilizia, per volere del papa Silvestro, venne nominato Titolo Equitio, e lo stesso papa donò al presbitero parte di suoi possedimenti, tra cui la domus insulae adiacente, questo luogo venne coperto da una volta a crociera preceduta da una volta a botte, poiché l’intento fu quello di nobilitare l’accesso. Gli affreschi che oggi sono visibili appartengono al periodo tra il VI secolo e il IX secolo; visibili sono i lacerti collocati sull’arco a tutto sesto della stanza M che rappresentano San Giovanni Battista a sinistra che indica la scritta “ ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”, l’agnello dell’apocalisse al centro ritto sui sette sigilli, e a destra l’evangelista Giovanni che indica “In principio era il Verbo”. Sempre nella stanza M sono poste le vestigia dell’antica chiesa del papa Simmaco.

LA VISITA GUIDATA DELLA BASILICA DEI SS. MARTINO E SILVESTRO AI MONTI E DEI SUOI TESORI TERMINA QUI. GRAZIE PER LA CORTESE ATTENZIONE. ARRIVEDERCI.

GARBATELLA: LE CASE RAPIDE 1923-1927 ...

Storia e conservazione. Il caso dei lotti 15 e 16 Università degli Studi Roma Tre. Tesi di laurea magistrale in Architettura - Restauro. Voto: 110/110 e lode e pubblicazione dell’elaborato di laurea Relatrici: Paola Porretta; Francesca Romana Stabile

La borgata giardino Garbatella, fondata il 18 febbraio 1920, rappresenta per l’edilizia sociale degli anni Venti un’importante testimonianza di sperimentazione abitativa.

L’intervento promosso dall’Istituto per le Case Popolari in Roma è caratterizzato da una varietà di soluzioni tipologiche e morfologiche, realizzate nel corso di un decennio. Un gruppo di giovani architetti vicini a Gustavo Giovannoni (tra cui Innocenzo Sabbatini, Plinio Marconi, Camillo Palmerini, Giovan Battista Trotta e Giuseppe Nicolosi), guidati da Innocenzo Costantini, allora Direttore Generale e presidente del Servizio Tecnico dell’ICP, costruirono in pochi anni un quartiere che ancora oggi è espressione di una straordinaria qualità architettonica e urbana.

La tesi analizza dal punto di vista storico, tipologico e architettonico, i progetti per le “case rapide”, realizzate tra il 1922 e il 1927, destinate ad accogliere gli sfrattati causati dallo “sblocco dei fitti” e dagli sventramenti del centro storico.

Come sottolineò nel 1927 Alberto Calza Bini, le case rapide, furono: realizzate con grande celerità e speciale semplicità di mezzi, a seguito di un concorso bandito espressamente e che ebbe soddisfacentissimi risultati, confermati dalla immediata applicazione pratica. La bontà dell’esperimento suggerì di ampliarlo perfezionandolo ancora, e con i nuclei rapidamente fatti sorgere l’Istituto poté fronteggiare le necessità impellenti nei periodi di mora necessari per la maturazione delle grandi costruzioni.

[A. Calza Bini, Il fascismo per le case del popolo - L’opera dell’Istituto per le case popolari in Roma nel primo quadriennio d’amministrazione fascista, Roma 1927, pp. 32-33.]

Alla Garbatella, lo studio di questi tipi edilizi ha messo in luce come quasi un terzo degli interventi sia costituito da “case rapide”.

Attraverso l’analisi dettagliata dei lotti 15 e 16 è stato possibile comprendere il processo compositivo che ha guidato il progetto e la realizzazione dei questi edifici. In particolare, lo studio approfondito dei caratteri costruttivi (tetti, infissi, comignoli, scale, etc.) ha portato a definire alcune proposte di restauro che costituisco la premessa per riflettere sulle diverse problematiche legate alla conservazione e al recupero edilizio dell’intero quartiere.

L’impianto planimetrico della borgata-giardino Garbatella: le case rapide

Lotto 42

Lotto 41 Lotto 43

Lotto 58 Lotto 59

piazza M. da Carbonara Lotto 44

Lotto 60 Lotto 57 Lotto 27c

Lotto 54

piazza G. Bonomelli

Lotto 53 Lotto 27b

Lotto 62

Lotto 52

Lotto 55

Lotto 51

Lotto 61

Lotto 38

Lotto 27a

Lotto 8bis

f .3

f .2

f .8

f .3

piazza Longobardi

f .6

f .7

f .1

Lotto 8

Lotto 15

f .1

f .2

f .4

f .4

f .5

Lotto 16

Lotto 25

f .4

f .1

f .4

f .3

f .6

Lotto 9

Lotto 13

f .11

f .6

f .1

Lotto 2

piazza B. Romano

f .1

Lotto 14

f .2

f .3

f .4 f .2

f .3

f .8 f .10

f .4 f .3

f .2

piazza E. Masdea

f .7

f .5

f .8

f .1

Lotto 30

f .3 f .4

f .2

Lotto 20

f .9

Lotto 31

Lotto 26

f .2 f .5

f .7

Lotto 28

f .1

f .5

f .5

f .10

f .1

Lotto 21

Lotto 29a

Lotto 30

f .6

f .7

f .1

f .4

Lotto 29b

f .6

Lotto 12

f .5 f .2

f .3

Lotto 22

Lotto 10

Lotto 32

piazza D. Sauli

Lotto 3

Lotto 37

Lotto 23

Lotto 39

Lotto 24 f .1

f .2 f .3 f .5

Lotto 7

f .4

Lotto 6

piazza S. Eurosia

f .4

f .5 f .3

f .2 f .1

Lotto 11

Legenda Case rapide Altro edificato 0

10

50

100 m

Edificato demolito

Le case rapide in numeri Cancellotti, Mario De Renzi,

ni consistenti, la tendenza alla

lotti case rapide data costruzione consistenza superficie totale lotti cubatura edificata totale lotti densitĂ fondiaria edilizia media superficie coperta

11 1924-1926 63 fabbricati 72776 mq 243945 mc di cui 134234 mc case rapide 3,04 mc/mq 22043,7 mq di cui 15053,2 mq case rapide

Il costruito nella borgata-giardino Garbatella

rapidamente fatti sorgere l'Istituto potĂŠ fronteggiare le ne

Le case rapide nella borgata-giardino

Lotti 6 - 7

Lotto 9

Lo

Lotto 16

Lotto 20

Lo

ecessitĂ impellenti

otto 10

Lotto 14

Lotto 15

otto 21

Lotto 25

Lotto 26

I tipi edilizi: i moduli elementari e le varianti

Villino [a divisione orizzontale] lotto 26 f. 2

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2 2° piano 1 (≈61 mq) 61 mq ń 3 vani 1 fabbricati

Palazzina [a divisione orizzontale] lotto 6 f. 1 [lotto 7 f.2]

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2 piano terra 2 (≈41 mq; ≈57 mq) 41 mq ń 2 vani | 57 mq ń 3 vani 2 fabbricati

lotto 7 f. 1

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2-3 piano terra 4 (≈36 mq; ≈72 mq) 36 mq ń 2 vani | 72 mq ń 4 vani 1 fabbricato

lotto 9 f. 1

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2 1°piano 2 (≈44 mq) 44 mq ń 2 vani 1 fabbricato

lotto 9 f. 2

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

3 1°piano 4 (≈45 mq; ≈55 mq; ≈65 mq;) 45 mq ń 2 vani | 65 mq ń 3 vani 1 fabbricato

Palazzina [a divisione orizzontale] lotto 9 f. 4

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

3 piano terra 4 (≈53 mq; ≈56 mq) 53 mq ń 3 vani | 56 mq ń 3 vani 1 fabbricato

lotto 9 f. 7

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2-3 piano terra 6 (≈40 mq; ≈60 mq) 40 mq ń 2 vani | 60 mq ń 3 vani 2 fabbricati

lotto 14 f. 8 [lotto 14 f.6]

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2 piano terra 2 (≈48 mq) 48 mq ń 2 vani 2 fabbricati

lotto 14 f. 9

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2-3 piano terra 2 (≈50 mq) 50 mq ń 3 vani 1 fabbricato

lotto 14 f. 10

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

3-4 1°piano 2 (≈68 mq; ≈72 mq) 68 mq ń 2 vani | 72 mq ń 2 vani 1 fabbricato

Palazzina [a divisione orizzontale] lotto 15 f. 2 [lotto 16 f.2 - f.5]

lotto 21 f. 2 [lotto 21 f.3 - f4]

lotto 21 f. 5 [lotto 21 f.6]

lotto 21 f. 9 [lotto 21 f.10]

lotto 25 f. 5

A

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2-3 piano terra 2 (≈40 mq; ≈60 mq) 40 mq ń 2 vani | 60 mq ń 3 vani 3 fabbricati

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2-3 piano terra 2 (≈62 mq; ≈70 mq) 62 mq ń 4 vani | 70 mq ń 5 vani 3 fabbricati

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2 1°piano 3 (≈34 mq; ≈48 mq) 34 mq ń 2 vani | 48 mq ń 3 vani 2 fabbricati

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2 1°piano 2 (≈52 mq) 52 mq ń 3 vani 2 fabbricati

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

3 piano terra 4 (≈60 mq; ≈74 mq) 60 mq ń 3 vani | 74 mq ń 4 vani 1 fabbricato

* come modulo elementare è presente in: lotto 15 f.1- f,3 - f.4 - f.5; lotto 16 f.1- f,3 - f.4 - f.6;

Palazzina [a divisione orizzontale] lotto 25 f. 7

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2 piano terra 2 (≈88 mq) 88 mq ń 5 vani 1 fabbricato

lotto 25 f. 8 [lotto 25 f.6]

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2 piano terra 2 (≈40 mq; ≈48 mq) 40 mq ń 2 vani | 48 mq ń 3 vani 2 fabbricati

lotto 26 f. 1

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

3 piano terra 4 (≈66 mq; ≈98 mq) 66 mq ń 4 vani | 98 mq ń 4 vani 1 fabbricato

lotto 26 f. 3

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

3 1° piano 2 (≈69 mq) 69 mq ń 4 vani 1 fabbricato

lotto 26 f. 4

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2-3 piano terra 4 (≈36 mq; ≈73 mq) 36 mq ń 2 vani | 73 mq ń 3 vani 1 fabbricato

I tipi edilizi: le varianti per aggregazione dei moduli elementari

Villino binato [a divisione orizzontale]

Villino quadruplo [a divisione verticale]

lotto 6 f. 5

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

1 piano terra 2 (≈77 mq) 77 mq ń 3 vani 1 fabbricato

lotto 20 f. 1 [lotto 20 f.3]

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2 piano terra 4 (≈82 mq; ≈84 mq ) 82 mq ń 3 vani | 84 mq ń 4 vani 2 fabbricati

Palazzina binata [a divisione orizzontale] lotto 6 f. 4 [lotto 7 f.3 - f.4]

lotto 15 f. 1 [lotto 16 f.6]

lotto 7 f. 5

lotto 15 f. 3 [lotto 15 f.5; lotto 16 f.1 - f.3]

f.5 PT lotto 7

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2-3 1° piano 4 (≈35 mq; ≈57 mq) 35 mq ń 2 vani | 57 mq ń 3 vani 1 fabbricato

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

3-4 piano terra 4 (≈78 mq; ≈86 mq) 78 mq ń 3 vani | 86 mq ń 4 vani 1 fabbricato

Palazzina binata [a divisione orizzontale]

2 1°piano 4 (≈36 mq; ≈46 mq) 36 mq ń 2 vani | 46 mq ń 3 vani 1 fabbricato

Palazzina con annessi villini [a divisione orizzontale]

2-3 piano terra 4 (≈40 mq; ≈60 mq) 40 mq ń 2 vani | 60 mq ń 3 vani 2 fabbricati

lotto 25 f. 3

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2 piano terra 4 (≈45 mq; ≈52 mq) 45 mq ń 3 vani | 52 mq ń 3 vani 1 fabbricato

lotto 15 f. 4 [lotto 16 f.4]

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2-3 piano terra 6 (≈40 mq; ≈60 mq) 40 mq ń 2 vani | 60 mq ń 3 vani 2 fabbricati

Palazzina con annessi villini [a divisione orizzontale/verticale]

lotto 20 f. 2 [lotto 20 f.4]

lotto 25 f. 1

lotto 25 f. 2

f.1 PT lotto 25

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2 piano terra 4 (≈82 mq; ≈84 mq ) 82 mq ń 3 vani | 84 mq ń 4 vani 2 fabbricati

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2-3 piano terra 4 (≈40 mq; ≈60 mq) 40 mq ń 2 vani | 60 mq ń 3 vani 4 fabbricati

Casa in linea [a divisione orizzontale]

lotto 21 f. 1

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2 piano terra 5 (≈66 mq; ≈86 mq) 66 mq ń 4 vani | 86 mq ń 4 vani 1 fabbricato

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

2 piano terra 4 (≈55 mq; ≈86 mq) 55 mq ń 2 vani | 86 mq ń 3 vani 1 fabbricato

lotto 20 f. 3

numero di piani fabbricato piano pianta tipo unità ab. per piano vani per unità abitativa consistenza

3 1°piano 10 (≈40 mq; ≈63 mq) 40 mq ń 2 vani | 63 mq ń 3 vani 1 fabbricato

Le case rapide: il caso dei lotti 15 e 16

Il caso dei lotti 15 e 16: la pianta del piano tipo

Lotto 15

via E. F erra ti

via G. Ansaldo

via V. Fausto

via G. Obizzo

Lotto 16

via G

. An

via V. Fausto

saldo

via C. Randaccio

via G. Obizzo

I tipi edilizi Lotto 15

Lotto 15 tipologie edilizie f.3

f.2

f.4 f.1

superficie lotto cubatura totale densitĂ edilizia fondiaria superficie coperta

f.5

Lotto 16

f.1 f.2 f.3 f.4 f.5

Palazzina binata a div. orizzontale Palazzina a div. orizzontale Palazzina binata a div. orizzontale Edificio in linea a div. orizzontale Palazzina binata a div. orizzontale

5333 mq 16127 mc 3,02 mc/mq 1407,1 mq

Lotto 16 tipologie edilizie f.3

f.2 f.4

f.1

f.5

f.6

superficie lotto cubatura totale densitĂ edilizia fondiaria superficie coperta

f.1 f.2 f.3 f.4 f.5 f.6

Palazzina binata a div. orizzontale Palazzina a div. orizzontale Palazzina binata a div. orizzontale Edificio in linea a div. orizzontale Palazzina a div. orizzontale Palazzina binata a div. orizzontale

5896 mq 18119,6 mc 3,07 mc/mq 1619,2 mq

Legenda Palazzina Palazzina binata Edificio in linea

I tipi edilizi: principi compositivi

Il modulo elementare: Palazzina

Aggregazione del modulo elementare: Palazzina binata

Aggregazione del modulo elementare: Palazzina binata (soluzione d’angolo)

Aggregazione del modulo elementare: Edificio in linea

Le coperture: il profilo Lotto 15 Prospetto su via Edgardo Ferrati; Prospetto su via Giovanni Ansaldo; Prospetto su via Vector Fausto; Prospetto su via Guidotti Obizzo

Lotto 16 Prospetto su via Vector Fausto; Prospetto su via Giovanni Ansaldo; Prospetto su via Carlo Randaccio; Prospetto su via Guidotti Obizzo

LE VISTE ASSONOMETRICHE

LE VARIAZIONI GEOMETRICHE DELLA COPERTURA MATRICE

INTERSEZIONE DEL PADIGLIONE CON LA COPERTURA A DUE FALDE DEL CORPO SCALA

COPERTURA MATRICE: PADIGLIONE

lotto 15 f.2

LA COMPOSIZIONE DELLE FALDE NELLA COPERTURA FINALE

Le coperture: analisi compositiva

lotto 16 f.2 lotto 15 f.3- f.5; lotto 16 f.1- f.3

lotto 15 f.1; lotto 16 f.6

lotto 15 f.4; lotto 16 f.4

La pianta del piano tipo

Lotto 15 via G. Ansaldo

via E

. Fe rrati

via V. Fausto

via G. Obizzo

Lotto 16

via G

. An

saldo

via V. Fausto

via G. Obizzo

via C. Randaccio

I prospetti del costruito

lotto 15_prospetto f.1 su via E. Ferrati; prospetto f.2 su via G. Ansaldo

lotto 15_prospetto f.4 su via V. Fausto

lotto 16_prospetto f.2 su via V. Fausto; prospetto f.1 su via V. Fausto

Dettagli costruttivi: le bucature Abaco degli elementi architettonici

Cornici finestre cod. C_n°

C_1

C_2

C_3

C_4

C_5

C_6

DETTAGLI COSTRUTTIVI - LE BUCATURE Abaco degli elementi architettonici

Abaco degli elementi architettonici Cornici finestre cod. C_n°

C_1

C_2

C_3

C_4

C_5

C_6

Modanature Cornici finestre cod. MC_n°

MC_1

MC_2

MC_3

MC_4

MC_5

Edicole finestre cod. E_n°

E_1

E_2

E_3

E_4

E_5

E_6

E_7

Modanature Edicole cod. ME_n°

ME_1

ME_2

ME_3

ME_4

ME_5

ME_6

ME_7

ME_8

Fioriere cod. F_n°

F_1

F_2

F_3

Fioriere Appoggi cod. FA_n°

FA_1

FA_2

Modanature Cornici finestre cod. MC_n°

MC_1

MC_2

MC_3

MC_4

MC_5

Edicole finestre cod. E_n°

E_1

E_2

E_3

E_4

E_5

E_6

E_7

Modanature Edicole cod. ME_n°

ME_1

ME_2

ME_3

ME_4

ME_5

ME_6

Fioriere cod. F_n°

F_1

F_2

Fioriere Appoggi cod. FA_n°

FA_1

FA_2

F_3

ME_7

ME_8

Dettagli costruttivi: le bucature Gli infissi Infisso in legno con persiana Descrizione

Componenti costruttivi

Serramento a telaio unico composto da infisso con vetrature e da persiana. Vetratura in lastre frazionate da bacchette di ripartizione e fissate a stucco.

Persiana con regoli mobili nella specchiatura inferiore e bugnature nelle specchiature superiori.

Traverse e montanti scorniciati (da serzione 80 x 45 mm) con battuta ad angolo retto.

Ferramenta: cerniere a sporgere (persiane) e cerniere ad alette (finestra con vetrature); spagnoletta di bloccaggio (chiusura e manovra).

Serramento a telaio unico con persiana ed infisso con specchiature vetrate Scala 1:20 19 100

91

A

A

100

A

91

8

33,6

8

3

A

B

B’

B’

B

B’

B

B’

179,5

184

179,5

184

A’

Sezione A-A’

3

3

3

3

10,2

46,5

8

184

66,5

B

A’

110

A’

Prospetto esterno-interno persiana

A’

110

Prospetto esterno-interno infisso con specchiature vetrature

Perno di bloccaggio al telarone Guida

Asta girevole Ø 12 mm

Telarone fisso con battute a 90° 190 x 45 mm

Spagnoletta

Cerniera ad alette

Stucco di fissaggio tirato a guscio

Montante scorniciato da regoli di sezione 80 x 45 mm

Vetro in lastre sp. 2 mm

Maniglia di apertura Fermo a gancio

Dettaglio assonometrico cerniera a sporgere con piastrine ad incasso

Prospetto - assonometria Spagnoletta di apertura e bloccaggio 5

3

8

31,5

8

6

31,5

8

3

5

100

Angolare di bloccaggio traversa

Prospetto - assonometria fermo di persiana

Sezione B-B’_scala 1:5

Esploso assonometrico

Perno di rotazione ribattuto alle estremità

Spine di legno passanti Ø10 mm

Scala 1:10 Zeppe di serraggio

Traversa scorniciata da regoli di sezione 80 x 45 mm

Squadrette di rinforzo

Mortasa

Spine di legno passanti Ø10 mm

Tenone con sedi delle zeppe di serraggio

Traversa scorniciata da regoli di sezione 80 x 45 mm Montante scorniciato da regoli di sezione 80 x 45 mm

Tenone con sedi delle zeppe di serraggio Montante scorniciato da regoli di sezione 80 x 45 mm Zeppe di serraggio

Mortasa

Bacchetta fermavetro scorniciata da regoli di sezione 44 x 30 mm

Vetro in lastre sp. 2 mm

Bugnatura 356 x 335 mm sp.12 mm

Esploso assonometrico persiana

Esploso assonometrico persiana

20 3

19

50

34

15

15

14,4

44

36,5

36,5

19

19

3

3

184

184

20

20 184

17 184 3

17,5 44

3

44

19

184

20

22

20

50

50

20

20

20

Dettagli costruttivi: le bucature Variazioni tipologiche e architettoniche

Dettaglio lotto 15 f.1 Tipo | C_1 + MC_2 + F_3 + FA_1

Dettaglio lotto 15 f.3 Tipo | C_1 + MC_2 + F_1 + FA_2

Dettaglio lotto 15 f.4 Tipo | C_4 + MC_1 + F_1 + FA_1

Dettaglio lotto 15 f.1 Tipo | C_3 + MC_1 + F_3 + FA_1

19

50

34,13

14,4

15

37,3

19

44

3

19 36,5

3

19 36,5

3

3

19

3

184

184

184

184

184

45

20

20

20

20

Dettaglio lotto 15 f.1 Tipo | C_3 + MC_1 + F_3 + FA_2

Dettaglio lotto 15 f.5; lotto 16 f.1 Tipo | C_2 + MC_4

Dettaglio lotto 15 f.1 Tipo | C_1 + MC_2 + F_3 + FA_1

20

55 50

14,4

36,5

36,5

19

19

3

3

184

184

20

55 20 19

3

184

20 184 3

36,5 14,4

19

20 184 3

19 36,5 14,4

Dettaglio lotto 15 f.5 Tipo | C_1 + MC_4 + F_2 + FA_2

20

Dettaglio lotto 15 f.5 Tipo | C_1 + MC_4 + F_1 + FA_2

20

Dettaglio lotto 15 f.4 Tipo | C_1 + MC_1 + F_1 + FA_1

Dettaglio lotto 16 f.2 Tipo | C_1 + MC_3 + F_1 + FA_1

Dettaglio lotto 15 f.3 Tipo | C_1 + MC_5 + F_1 + FA_1

Dettaglio lotto 16 f.4 Tipo | C_5 + MC_5

16 20

22

184

17

3

184 19

19

3

184 3

19 50

14,4

37,3

36,5

19

3

184

17

20

22

16 20 184 3

19

Dettaglio lotto 16 f.6 Tipo | C_1 + MC_2 + F_1 + FA_2

42

42

Dettaglio lotto 16 f.4 Tipo | C_5 + MC_5 + F_1 + FA_2

Dettaglio lotto 15 f.2 Tipo | C_1 + MC_1 + F_2 + FA_1

Dettaglio lotto 16 f.6 Tipo | C_1 + MC_2 + F_1 + FA_2

Dettaglio lotto 15 f.1; lotto 16 f.6 Tipo | C_1 + MC_2

Dettaglio lotto 15 f.4 Tipo | C_1 + MC_2

90 60

28

60

60

60

66

90

90

90

44,5

20

35

38

63

68

21

18

25

20

Dettaglio lotto 16 f.4 Tipo | C_1 + MC_5

Dettaglio lotto 15 f.4; lotto 16 f.4 Tipo | E_7 + ME_3

Dettaglio lotto 15 f.3 Tipo | E_3 + ME_1

Dettaglio lotto 15 f.4; lotto 16 f.4 Tipo | E_4 + ME_1

Dettaglio lotto 15 f.2; lotto 16 f.1 - f.6 Tipo | E_4 + ME_4

Dettaglio lotto 15 f.1; lotto 16 f.3 Tipo | E_3 + ME_5

CONCEPT DI UN PROGETTO ILLUMINOTECNICO ...

L’illuminazione di Piazza Benedetto Brin e della scalinata del Marconi nel quartiere Garbatella a Roma Consulente presso l’Assessorato all’urbanistica e ai lavori pubblici del municipio n° VIII del comune di Roma capitale

Il concept in basso illustra il progetto di illuminazione di piazza Benedetto Brin e dello scalone monumentale adiacente.

Questo progetto, è stato pensato in occasione del centenario della borgata-giardino Garbatella, il quartiere operaio, fondato per volere dell’Istituto per le Case Popolari in Roma negli anni Venti del Novecento.

La Garbatella, rappresenta per l’edilizia sociale degli anni Venti un’importante testimonianza di sperimentazione abitativa dettata dai suoi caratteri tipologici, compositivi e architettonici.

Il progetto va a creare una sorta di “percorso illuminato” che inizia dallo scalone, per poi proseguire con la piazza e teminare infine con la quinta architettonica ed il passaggio voltato che attraversa la quinta stessa.

Attraverso questa “linea illuminata” si vuole ampliare la visibilità dello spazio, rendendolo visibile dalla via Ostiense, una delle arterie viarie principali in quest’area urbana.

Planimetria area d’intervento

La parte bassa della scalinata viene illuminata usando due ottiche ellittiche che creano un’illuminazione diffusa di intensità crescente man mano che si sale

La parte alta della scalinata viene illuminata da due ottiche ellittiche a fascio stretto ad orientamento obliquo.

Con questo espediente si crea una sorta di quinta che va ad evidenziare una visione prospettica sulla scalinata che si accentua man mano che ci si allontana.

L’illuminazione va ad evidenziare le aree verdi interne alla corte e la parte centrale della facciata.

Tutti i proiettori necessari sono posizionati su pali già istallati.

L’illuminazione del passaggio voltato prevede l’istallazione di proiettori lineari incassati, che vanno ad accentuare e ad enfatizzare il passaggio.

LANDMARK-GAMEROOM ...

Progetto di una ludoteca/biblioteca all’interno del parco dell’Istituto Lenassi a Gorizia Università degli studi di Trieste. Laboratorio di progettazione architettonica 3, Modulo di Composizione architettonica Prof. Gianfranco Guaragna

L'area di progetto si trova all'interno del parco dell' istituto Lenassi, situato nel centro di Gorizia.

Il progetto proposto ridisegna interamente i percorsi interni all’area verde e crea al suo interno un edificio.

L'edificio, posto all’ingresso del parco, vuole essere un “portale-totemico” che faccia da segnale e da filto tra la città e il nuovo spazio aperto, più intimo, ma allo stesso tempo ricco di attività.

Al piano terra dell’edificio si trovano i due volumi, uno occupato dalla portineria e l'altro del bar, questi volumi sorreggono il vero fulcro del progetto che occupa interamente il primo piano dell’edificio: la ludoteca/biblioteca dedicata ai bambini.

Questo primo piano è caratterizzato da alcune “scatole” vuote le quali assolvono diverse funzioni: alcune convogliano la luce all'interno, altre contengono locali di servizio, e infine altre che invadono lo spazio esterno inquadrando diverse viste del parco.

Concept progettuale

L’idea di base del parco è la creazione di una rete di percorsi che, dai due ingressi, quello principale con il “portale totemico” e il secondario, conduca agli accessi dei vari edifici che si affacciano sul parco, quali la Scuola Lenassi e la palestra.

La rete dei percorsi disegna delle zone poligonali adibite a diversi utilizzi.

Zona sport

Zona relax

Zona gioco

La rete dei percorsi

2 metri 1,5 metri 1 metro

Le viste architettoniche

I percorsi sono suddivisi in tre categorie, in relazione alla loro importanza: si hanno quindi vialetti di tre larghezze.

Parcheggio

Il portale d’ingresso

Piante e prospetti

L’edificio all’ingresso principale del parco fa da portale e segue la conformazione del lotto.

Al suo piano terra si trovano i volumi della portineria e del bar, che sorreggono il vero fulcro del progetto: la ludoteca/biblioteca, dedicata ai bambini.

Il primo piano ospita la ludoteca/biblioteca ed è caratterizzato da alcune “scatole” vuote che convogliano la luce all'interno, da altre che contengono locali di servizio e da altre ancora, a sbalzo, che invadono lo spazio esterno inquadrando diverse viste del parco.

BA

B A’

A B

A B

I volumi

Pianta piano 1:100 Pianta pianoterra_scala terra

Le viste

Superficie cieca Punti di vista

Gli usi

Ore

8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

BA

BA A’ B

B A’

A B

Pianta piano 1:100 Pianta pianoprimo_scala primo

A B’

Pianta piano 1:100 Pianta pianosecondo_scala secondo

B’ A

A B’

Materiali di finitura

Materiali strutturali

Massello di larice

Calcestruzzo armato

Lisciato di cemento

Listoni in larice

Intonaco bianco

Profilati metallici

Pag. 8

Sezioni

Le sezioni in basso evidenziano i punti caratteristici dell’edificio sottolineando in particolare il rapporto tra i due volumi di base e il piano della ludoteca/biblioteca.

Le sezioni evidenziano, poi, il rapporto tra i diversi materiali progettuali.

Nel particolare a lato invece sono rappresentati la struttura portante leggera di travi reticolari in acciaio ancorata ai due volumi di base in cemento armato e il fissaggio ad essa dei rivestimenti esterni ed interni.

Sezione B-B

Sezione A-A’

A

A

Sezione A-A

Sezione B-B’

Sezione A-A

Sezione C-C’

Sezione B-B

Sezione D-D’

Particolare costruttivo

Traverso in metallo Isolante termico

Traverso in metallo Rivestimento in assi di larice Pavimento in listoni di larice Massetto in cls Isolante termico Soletta in cls Rete elettrosaldata Lamiera grecata

Reticolare in acciaio

Guida metallica Pannello controsoffitto Rivestimento in assi di larice

Listone in larice

Traverso in metallo

Rivestimento in assi di larice Listone in larice Traverso in metallo

Reticolare in acciaio

Pavimento in listoni di larice Massetto in cls Soletta in cls Rete elettrosaldata Lamiera grecata

Reticolare in acciaio

Cavetto di sostegno Isolante termico Guida metallica Pannello controsoffitto

MIRAMAR Progetto di un locale ricettivo a Praia a Mare (CS) Università degli Studi di Trieste. Laboratorio di costruzione dell’architettura 2, Modulo di Progetto di componenti edilizi Prof. Maurizio Bradaschia, Coll. Alessandro Zilio

Il progetto illustrato in basso è stato sviluppato nell’ambito del Laboratorio di costruzione dell’architettura 2, che inquadrava il tema della progettazione di strutture ricettive.

Come area di progetto è stata scelta la cittadina di Praia a Mare, in provincia di Cosenza.

Si tratta di un piccolo centro abitato costiero che gode della vicinanza al Mar Tirreno e la cui peculiarità e meta turistica è l’Isola di Dino.

L’esercitazione del laboratorio era la progettazione di un edificio ad uso ricettivo, da realizzare in un lotto sul lungomare al di sopra di un parcheggio seminterrato preesistente.

Inquadramento urbanistico Il cento cittadino di Praia a Mare presenta un assetto urbanistico piuttosto omogeneo: due importanti assi viari di grande distribuzione su cui si sviluppa una maglia a griglia secondaria.

Il lotto assegnato, come si vede nella planimetria a lato, si trova sul lungomare tra i due assi viari.

Gli elementi ricorrenti dell’edificato cittadino sono: - edifici max 2/3 piani con basamento polifunzionale -spazi verdi -strutture ricettive fronte mare -punti di ristoro dislocati sul lungomare con veranda semiaperta

Strutture ricettive Servizi e punti di ristoro

Obiettivi progettuali

Aprire la vista verso il mare e inquadrare i pregi naturalistici della zona

Chiudere il più possibile il contatto con la strada

Sfruttare il parco antistante per creare un filto semipermeabile tra il lungomare e l’edificio proposto

Ipotesi progettuale: un albergo fronte mare

Volume iniziale

Divisione del volume in due piani: - piano superiore (zona giorno) - piano inferiore (zona notte)

Volume intero a due piani (doppia altezza) funzione: Hall

Volume situato al piano superiore funzione: Camere d’albergo con la hall a doppia altezza

Aggiunta di un volume a lato che ospita al piano terra la palestra e a quello superiore altre camere dell’albergo

Il parco esterno come mitigazione tra strada e albergo Nel progetto della parte esterna dell’edificio sono stati inseriti vari servizi per incrementare le attività nel periodo di maggiore turismo: una piscina, un bar con alcuni tavolini e un campo dove praticare diversi sport.

L’edificio sotto riportato viene utilizzato come deposito, vano tecnico per la piscina e spogliatoio per i bagnanti.

Nella parte retrostante all’edificio sono stati posizionati alcuni parcheggi all’aperto inclusi aluni posto auto riservati alle persone disabili.

Vano tecnico

Deposito

Le viste architettoniche

Piante e sezioni architettoniche Il parcheggio presente al piano seminterrato, contiene 78 posti auto più due per disabili con carrozzina.

La maglia dei pilastri ha un interasse di 5,40 x 5,40 metri e questa prosegue anche ai piani superiori delineando la griglia per la progettazione degli spazi.

Nel parcheggio sono stati individuati anche alcuni elementi di controvento, posizionati nei pressi del vano scale/ascensore e in punti in cui non intralciano la circolazione interna.

Per accedere al parcheggio sono state inserite delle rampe con pendenza massima del 10%, mentre per l’uscita si possono utilizzare delle scale che portano direttamente al piano del ristorante.

Piano interrato - parcheggio B

A

A’

La composizione della struttura è sviluppata su un concetto di “serpentone”, con una prima parte più isolata rispetto al corpo centrale nella quale viene realizzata la palestra, una parte adiacente con i servizi e gli spogliatoi, una parte sul lato ovest adibita alle cucine con il ristorante che si sviluppa nel lato sud.

L’intento è quello di dare una visuale completa del paesaggio marittimo con grandi vetrate a chi sosta nel ristorante della struttura, o anche nella terrazza esterna.

Per concludere, lo sviluppo del corpo alberghiero si trova nella zona centrale dove è stata realizzata la hall con l’entrata alla struttura alberghiera.

B’

Piano terra - ristorante, palestra B

A

A’

B’

Piano primo - camere d’albergo

Le camere d’albergo vengono suddivise in base alla vista panoramica che viene proposta: sono presenti sia camere il cui affaccio ha una terrazza (qui la vista è più gradevole), sia camere con il balcone (rivolte sulla parte stradale retrostante).

L’idea è quella di ricavare per tutte le camere almeno un balcone (circa 2mq) ottenendo così uno spazio, seppur minimo, all’esterno da cui si può godere della vista sul lungomare.

Sono state inserite anche alcune camere per le persone con disabilità fisiche, caratterizzate quindi da spazi allargati e porte di dimensione maggiore, in modo da agevolare il movimento.

Come si evince dalle sezioni e dalle piante, nella progettazione dell’edificio è stata posta particolare attenzione all’isolamento termico.

Infatti l’edificio è stato dotato di un cappotto esterno, di serramenti ad alta efficienza energetica, di brise soleil e ampie tettoie per schermarlo dal sole nei periodi estivi.

Sezione A-A’

Sezione B-B’

Pianta tipo // Stanza d’albergo Le camere d’albergo si sviluppano sull’intera superficie del secondo piano e possiedono dimensioni diverse. Si è mantenuto comunque una misura minima fissa per ogni camera in modo da creare uno spazio ampio e vivibile per i clienti dell’albergo. Gli arredi consentono la giusta comodità, ma non sacrificano lo spazio interno.

La maggior parte delle camere si aprono, poi, verso lo spazio verde antistante e permettono di godere del giardino oltre che della vista dell mare e della spiaggia, punti di forza della cittadina di Praia a Mare.

Restituzione digitale di una camera d’albergo

Prospetti

I prospetti sono caratterizzati dall’uso dei brise soleil installati in corrispondenza di luoghi di servizio dove c’è particolare necessità di privacy, quali i bagni, le cucine o la palestra.

I brise soleil fungono anche da sistemi di separazione degli spazi esterni, impediscono la vista dall’esterno verso l’interno e garantiscono, assieme alle schermature orizzontali, protezione dai raggi solari.

La disposizione dei listelli di legno dei brise soleil è a griglia in modo da far comunque penetrare la luce e consentire la vista dall’interno.

Prospetto sud-ovest

Prospetto sud-est

Prospetto nord-ovest

Prospetto nord-est

IDEA DI UNA “MAIOLICA DEL VERDE” Design di una “maiolica del verde” che riprende la vegetazione del lotto 15 di Garbatella Università degli Studi Roma Tre. Corso di Cultura e progetto del patrimonio, Modulo di Restauro architettonico regionalista Prof.ssa Francesca Romana Stabile; Paola Porretta con la collaborazione di Pietro Ruffo

La composizione della maiolica in basso è stata realizzata in occasione della mostra dei lavori accademici svolti all’interno del Corso di Cultura e progetto del patrimonio.

La mostra tematica prevedeva un fascicolo monografico sui lottti del quartiere Garbatella, e la composizione di design raffigurata in basso era una sintesi della vegetazione all’interno di ogni singolo lotto.

Il verde pubblico, l’elemento cardine alla base di questa composizione, rappresenta uno dei principi alla base dello sviluppo architettonico, compositivo e urbano del lotto.

Alla mostra GARBATELLA 20/20, all’interno della quale è stata esposta la maiolica, sono stati dedicati i seguenti articoli: AVANTI www.avantionline.it/garbatella-20-20-la-citta-e-la-memoria-una-mostra-celebra-il-centenario-della-storica-borgata-giardino/ ARTRIBUNE www.artribune.com/arti-visive/2020/02/cento-anni-garbatella-roma-mostra/ PROFESSIONE ARCHITETTO www.professionearchitetto.it/mostre/notizie/27387/Garbatella-2020-Mostra-e-passeggiate-per-celebrare-i-100-anni-dello-storic o-quartiere ANSA www.ansa.it/sito/notizie/cultura/2020/02/17/ansa-box100-anni-garbatella-studenti-a-lavoro-per-memoria_24b99a36-2dba4816-a391-d22fb26acd72.html

Portfolio realizzato con:

Gli elaborati grafici-progettuali, riportati nel presente portfolio, sono di esclusiva proprietĂ di Rottura Rocco.

Si vieta perciò di riprodurre tali elaborati in carenza di consenso scritto da parte dell’autore.