Max Blecher, Cuori cicatrizzati - KELLER

Page 16

no di sole, simile a un alitare fresco di brezza nell’atmosfera soffocante del consultorio. L’anno prima a Techirghiol, sul Mar Nero, dov’era rimasto un mese per curare il suo presunto reumatismo (così tutti i medici avevano diagnosticato i suoi dolori alle spalle), era stato ossessionato per tutto il tempo dall’idea che molto presto avrebbe vissuto in un sanatorio. Ora si ricordava perfettamente di una mattina soleggiata, sulla spiaggia, sotto un ombrellone dove i suoi amici giocavano a carte, distesi a pancia in giù sulla sabbia, quando gli era passato per la mente, in modo assurdo e repentino, che sarebbe stato il caso di accomiatarsi da loro, dicendogli che sarebbe andato in un sanatorio. Ora, nell’oscurità del consultorio, nella luce clorotica della lampadina, questo ricordo era tutto ciò che poteva esserci di più chiaro e più puro, in mezzo alle carte polverose. «E adesso vediamo l’addome…» Emanuel si girò col volto all’insù. Il medico stese il palmo della mano su tutto il corpo, lo fece scivolare piano e rimase d’un tratto stupefatto, guardando Emanuel fisso negli occhi. «Ce l’ha da molto questo?» Gli mostrò sull’addome un rigonfiamento spesso e rotondo, liscio e ben delineato simile a un uovo cresciuto là sottopelle, vicino all’anca (“enorme” pensò fra sé Emanuel, incredibilmente spaventato). Cercò invano di ricordarsene, non l’aveva mai visto là. E nemmeno il dottor Bertrand l’aveva notato. Era forse qualcosa di nuovo, comparso da pochissimo. 20


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.