Personal portfolio

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Roberta Procaccio

Albairate, 20080, Milano (MI)

3473727422

roberta.procaccio@mail.polimi.it

COMPETENZE DIGITALI

Microsoft word

Excel

Autocad

Indesign

Illustrator

Photoshop

Rhinoceros

Revit

COMPETENZE LINGUISTICHE

Inglese UK scritto: ottimo

parlato: ottimo

Toeic, 2022, 890 pt

First, 2018, level B2 Grade C

DATA DI NASCITA 01 / 12 / 2000

ROBERTA PROCACCIO

Attualmente sto concludendo il mio ultimo anno al Politecnico di Milano. Ho sempre saputo che mi sarebbe piaciuto lavorare nell’ambito architettonico, ma non mi era ben chiara la specializzazione; infatti, non nascondo il fatto che prima che uscissero le graduatorie di Architettura mi fossi immatricolata a Design del Prodotto Industriale, sempre a Milano. Durante questi anni di studi ho avuto modo di approfondire e conoscere diversi aspetti di questa professione, arrivando alla consapevolezza che il mio campo di interesse principale sia l’architettura d’interni. Penso di esprimere al meglio le mie potenzialità e la mia passione quando si tratta di definire gli spazi e i dettagli di un ambiente.

ESPERIENZE LAVORATIVE

dal 21/02/2022 al 21/05/2022

Tirocinio curricolare svolto presso ‘‘Studio AMS’’, Vittuone (MI)

- visite in cantiere;

- pratiche di rilievo (misure sul sito di progetto, ridisegno);

- ridisegno di pratiche comunali;

- stesura della tavola comparativa di demolizioni e costruzioni;

- calcolo dei RAI;

- compilazione iniziale di un computo metrico.

secondo semestre a.a. 2020/2021

Partecipazione al concorso internazionale di architettura ‘‘Sleeping pods on a cliff’’ - tramite l’organizzazione Bee Breeders - durante il ‘‘Laboratorio di Costruzione dell’architettura’’.

dal 2022 ad oggi

Laurea Magistrale in Architettura - Ambiente Costruito - Interni presso Politecnico di Milano

dal 2019 al 2022

Laurea di primo livello in Progettazione dell’Architettura presso Politecnico di Milano

Tesi: ‘‘L’anima della città: dalla tipologia al progetto’’

dal 2014 al 2019

Istituto I.T.S.C. V. Bachelet con SS. L.S.S. B. Pascal, Abbiategrasso (MI)
Diploma scientifico presso
ISTRUZIONE

Laboratorio di costruzione dell’architettura

Laboratorio di progettazione architettonica 2

Prof: Elisabetta Ginelli, Mario Maistrello a.a 2020-2021 5

Prof: Carlo Alberto Maggiore, Giulia Fava a.a 2020-2021

Progetto del prodotto d’arredo

Prof: Michele Marelli a.a 2021-2022

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Laboratorio di progettazione architettonica 3

Prof: Andrea Canclini, Pierre-Alain Croset a.a 2021-2022

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Laboratorio di progettazione architettonica

Prof: Roberto Ravegnani Morosini, Andrea Rebecchi a.a 2022-2023

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Laboratorio di architettura degli interni

Prof: Anna Dalla Valle, Matteo Ghidoni a.a 2022-2023

Laboratorio di progetto e costruzione dell’architettura

Laboratorio tematico

Prof: Andrea Gritti, Valeria Natalina Pracchi a.a 2023-2024

Prof: Roberto Fedele, Alessandro Rogora a.a 2022-2023 27

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04 05 06 07 08 una sleeping pod 1 un senior cohousing un mobiletto una residenza un ospedale una sopraelevazione un giardino un centro culturale
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01. UNA SLEEPING POD

Tema del progetto era la realizzazione di una sleeping pod, ovvero una cellula abitativa di dimensioni minime (16mq), contenente esclusivamente due letti, un bagno e dei contenitori di oggetti; altra prerogativa era che fosse off-grid. Questa cellula aveva lo scopo di essere la dimora degli ospiti di un ritiro di Yoga a Vale de Moses, in Portogallo.

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autori: Carla Palini, Piero Palmisano, Roberta Poli, Roberta Procaccio
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1. Tegole prefabbricate

2. Intercapedine fortemente ventilata 5 cm

3. Membrana sottotegola traspirante

4. Pannello in legno di abete 1 cm

5. Pannello in legno di abete 1,5 cm

6. Isolante in fibra di legno 8 cm

7. Freno al vapore

8. Perline 2,5 cm

9. Pannello d’argilla pesante 2,5 cm

10. Lastra in gessofibra 1,25 cm

11. Lastra in gessofibra 2,5 cm

12. Isolante in fibra di legno 6 cm

13. Isolante in fibra di legno con interposti listoni 8 cm

14. Membrana impermeabilizzante

15. Doghe in legno 2,5 cm

16. Protezione all’umidità

17. Isolamento acustico 2 cm

18. Tavolato grezzo 6,5 cm

19. Pannello in legno di abete 2,5 cm

20. Trave perimetrale principale 32x16 cm

21. Travetti 12x20 cm

22. Listoni interposti all’isolante 16x4 cm

23. Traversi 10x16 cm

24. Listelli 5x5 cm

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yoga sleeping reading singola, camera matrimoniale e camera singola; ogni porzione di parete era stata anche dotata di un tavolino, ribaltabile una volta chiuso il letto nella parete. In base alle ore del giorno, la camera era personalizzabile in base alla attività che vi si voleva svolgere. La grande finestra sul prospetto era completamente apribile così da rendere un tutt’uno la capsula con il balcone che affacciava sulla natura di Vale de Moses.

Dovendo condensare tre funzioni diverse, zona letto, bagno e contenitori, in uno spazio minimo, 16mq, la scelta è stata quella di utilizzare dell’arredo a scomparsa, così da sfruttare al massimo lo spazio; in particolare, per quanto riguarda i letti, si è optato per una parete attrezzata divisa in tre, delle quali ciascuna nascondeva un letto singolo. In questo modo era possibile avere diverse tipologia di camera in base all’evenienza, semplicemente scegliendo quale porzione abbassare. Infatti le combinazioni possibili erano: camera doppia

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02. UN SENIOR COHOUSING

Il progetto prende spazio ai piedi della funivia del Renon, a Bolzano, all’interno del Piano di riqualificazione dell’areale ferroviario di Boris Podrecca, nel quale sono previsti edifici a corte in successione e la riattivazione della stazione ferroviaria. Come quest’ultima, la nostra residenza si pone come tratto terminale di un percorso ciclo pedonale; lo spazio esterno del cohousing si fonde con il ‘‘paseo’’ verde previsto, andando a creare un’area pubblica di vasta estensione per la città, che si riallaccia all’altro verde lineare lungo le sponde del fiume Talvera. A differenza delle corti di Podrecca, il nostro edificio viene completamente immerso nel verde, per sottolineare ulteriormente la sua appartenenza alla cinta naturale.

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autori: Flora Dazzo, Gabriele Pirovano, Roberta Procaccio, Somia Salhi
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L’edificio ospita un senior cohousing per persone ancora autonome, infatti le stanze sono tutte attrezzate con l’angolo cottura, in modo da garantire i comfort e la privacy di un vero e proprio appartamento. Le dimensioni, purchè tali da permettere il benessere al loro interno, sono minime per favorire la socializzazione nelle aree comuni. Data la posizione strategica, l’edificio punta ad essere un nuovo punto focale per Bolzano, per questo motivo al piano terra sono state inserite attività commerciali, quali punto ristoro e biblioteca, usufruibili anche dal pubblico. Non mancano zone riservate ai soli residenti, come la lavanderia, la mensa, l’infermeria, la sala ricreativa, la palestra e il giardino d’inverno. All’ultimo piano il numero delle stanze viene ridotto per dare spazio a due grandi terrazze destinate alla coltura degli orti in vaso.

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prospetto d’ingresso
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sezione piano terra piano tipo piano primo piano ultimo piano quinto

03. UN MOBILETTO

Partendo da un prodotto d’arredo di riferimento assegnato, l’obiettivo era arrivare a produrre un nuovo mobile. Per non rivoluzionare troppo l’originale il tema è stato quello di lavorare su un dettaglio dello stesso. In questo caso, il riferimento è stato il Cabinet n2 di Tapiovaara, designer finlandese. Si è deciso di studiare le ante e di intervenire su una sola metà del mobile, così da mantenere intatta una parte originale. La nuova anta ha dimensioni maggiori rispetto alla sorella, cosicchè, una volta aperta, nasconda completamente l’altra e dando vita a un nuovo mobile. Come per l’anta, è stata modificata anche una sola metà del coperchio.

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autori: Greta Peverelli, Roberta Procaccio
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L’elaborato nella pagina affianco rappresenta delle sezioni ribaltate e inserite nel prospetto frontale. L’utilità di questo metodo di rappresentazione è quella di riportare in un unico disegno la complessità del progetto nella sua interezza; infatti per ogni porzione è presente sia la sua vista frontale sia la sua sezione trasversale di dettaglio.

Tramite le sezioni è possibile pure leggere i diversi tipi di legno usati per la realizzazione del prodotto d’arredo. Infatti per i ripiani delle mensole, le pareti laterali e il coperchio sono stati utilizzati pannelli di compensato e impiallacciatura; per i cassetti, tutti i copribordo e le gambe del mobile, invece, legno massello.

Come si può vedere dalle rappresentazioni, il mobile è trattato solo per metà, ma le modifiche sono state riportate anche sullo schienale; infatti il Cabinet è passato dall’essere un prodotto da parete a un mobile bifacciale.

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originale Cabinet n2 nuovo Cabinet n2

04. UNA RESIDENZA

Attualmente lungo via Spalto San Marco, a Brescia, hanno sede la Caserma Goito e vari chiostri; tutto il perimetro è quindi impermeabile, sia alla vista sia all’attraversamento. L’obiettivo del corso era quello di trasformare questa parte di città in una nuova porta urbana, andando a modificare anche la sua viabilità. Una volta scelta l’area di intervento, nel nostro caso la zona interessata dalla Chiesa di San Gaetano, abbiamo pensato alla progettazione di un complesso residenziale permeabile, che si rifacesse alla morfologia storica del luogo. L’edificio a corte si trova in una zona strategica, poichè si pone come testata dell’intervento, a cavallo tra la nuova zona pedonale e il sottopassaggio stradale istituito.

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autori: Roberta Poli, Roberta Procaccio
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Il complesso residenziale si sviluppa su sei piani. Al piano terra ospita funzioni pubbliche, alcune riservate ai soli residenti, come lavanderia e deposito bicilette, mentre altre estese a tutti i cittadini, come uno spazio coworking, un dopo scuola e un bar.

I piani si contraddistinguono per il numero di appartamenti che ospitano, infatti essendo un edificio a copertura inclinata, non è possibile avere lo stesso numero di abitazioni; dove l’altezza minima non è garantita, sono state previste terrazze pubbliche e private.

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sezione sezione
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piano terra piano primo piano secondo piano terzo piano quarto piano quinto

05. UN OSPEDALE

Il tema del laboratorio era indagare diverse soluzioni progettuali, paesaggistiche, spaziali e distributive di un’architettura complessa come un ospedale. Le condizioni necessarie ai fini dello sviluppo erano due: rispettare il perimetro di edificazione dell’area e il programma funzionale fornito dallo Studio di Fattibilità redatto da ISS e DABC Politecnico di Milano.

Le sfide maggiori legate a questo tema erano la capacità di integrare il contesto irregolare in modo funzionale alla struttura e soprattutto il progetto delle piante funzionali, ponendo particolare attenzione allo studio della disposizione delle funzioni stesse.

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autori: Riccardo Beccaro, Eleonora Iovino, Giulia Negri, Roberta Procaccio, Gianluca Valota
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Per la disposizione di ogni funzione sono state rispettate le matrici delle relazioni spaziali e funzionali, oltre ai metri quadri necessari.

Sono previsti quattro accessi diversi in base alla funzione che ospitano e il motivo per cui vengono raggiunti:

• al piano terra, in testa al braccio più stretto della struttura, vi è l’ingresso per gli ‘‘spazi accessori di fase 2’’; con questo termine vengono indicate tutte quelle funzioni a servizio della città e indipendenti rispetto all’ospedale;

• sempre al piano terra, affacciato sul parco antistante l’edificio, è previsto l’ingresso principale che si apre sulla main street. Qui sono allocati i servizi commerciali per il pubblico;

• al secondo piano, alla quota altrimetrica di 10m, c’è l’ingresso del pronto soccorso. Qui vi accedono sia i pazienti trasportati in ambulanza sia il pubblico. Come richiesto dal Piano di Fattibilità, i due ingressi sono separati e opposti;

• infine, al piano -1, è previsto il parcheggio della morgue.

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planimetria approfondimento individuale

sezione approfondimento individuale

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soggiorno degenza

soggiorno pediatria

L’elaborato individuale era volto ad approfondire uno spazio a scelta. Nel mio caso ho preso in considerazione tutto lo spazio attorno al patio interno, che comprendeva i due soggiorni tra i quali è compreso, ambulatori, studi e spazi per il personale. E’ stato interessante scendere di dettaglio su uno spazio così ampio perchè comprendeva diverse funzioni, ciascuna con dei suoi requisiti e necessità. I due ambienti principali erano i soggiorni, destinati a due tipi di utenza diversi; nonostante siano identici e speculari, sono stati arredati e organizzati in maniera totalmente diversa, pur mantenendo lo stesso filo logico.

Infatti, per entrambi si è scelto di utilizzare dei separatori verticali come parete di perimetro verticale e permeabile, così da garantire a ogni soggiorno il suo ambito spaziale, ma al contempo di non soffocare l’ambiente inserendo pareti cieche. Mentre per il soggiorno di degenza i separatori seguono una linea retta, in quello di pedriatria seguono un arco di circonferenza, con lo scopo di abbracciare lo spazio in cui si troveranno i pazienti più giovani. Differente è stata anche la scelta dei colori, approfondendo il tema della cromoterapia, si è optato per colori che trasmettessero calma e serenità, che insieme all’arredo conferiscono una sensazione di domesticità all’interno dell’ospedale; per pediatria, invece, colori vivaci che stimolino i ragazzi ma che al contempo non li turbino (es. rosso ricorda il sangue). Il patio interno garantisce un ricambio d’aria e luce al reparto, inoltre, è volutamente in condivisione poichè studi dimostrano come sia benefico sia per i giovani che per gli anziani avere rapporti con l’opposta generazione.

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06. UNA SOPRAELEVAZIONE

Il tema del progetto era la riqualificazione e trasformazione dell’ex Mivar di Abbiategrasso (MI), una volta sede degli uffici della stessa azienda e oggi in disuso. La nuova funzione da collocare all’interno era uno spazio museale con soluzioni tecnologiche e costruttive orientate al contenimento dei consumi energetici, alla sostenibilità e all’uso consapevole della luce naturale. L’ampliamento, che poteva trovare luogo in un qualsiasi punto dell’area di pertinenza del manufatto, doveva essere realizzato con tecnologie leggere di tipo reversibile.

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autori: Roberta Procaccio, Lucia Roggia, Asiachiara Rollo
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piano dell’ampliamento

Prima di poter deciderel’ubicazione delle varie funzioni, è stata compiuta un’analisi bioclimatica del luogo, in particolare è stato studiato il comportamento dell’edificio in relazione alle ombre.

Per quanto riguarda le strategie di raffrescamento vengono usati sistemi passivi di protezione solare tramite aggetti esterni; durante il periodo invernale, invece, lo stato energetico dell’edificio viene incrementato grazie al guadagno diretto. Per limitare il riscaldamento dell’aria, è stata sfruttata la massa del solaio per accumulare energia: nella stratigrafia di quest’ultimo è stato inserito un massetto di 4,5cm per poterlo utilizzare come sottofondo pesante. Non essendo sufficienti solo questi sistemi, è stato aggiunto anche un sistema a pannelli radianti a pavimento.

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dettaglio stratigrafico parete nord

07. UN GIARDINO

Un giardino è un padiglione effimero localizzato in uno spazio aperto nel quartiere Malagueira, ad Evora in Portogallo. In un’area arida e destinata a parcheggio, esso nasce con la volontà di regalare agli abitanti del quartiere uno spazio verde capace di estraniarsi ed estraniare dal contesto in cui si trova; per fare ciò è stato sviluppato il tema del recinto. Posizonato esattamente sotto alla conduta, parte un corridoio largo circa 1m, e delimitato da due muri alti 3m, che accompagna chiunque vi entri verso una parete cieca, qui il percorso subisce una svolta e catapulta i visitatori in una realtà verde. Per sottolineare ancora di più la differenza con l’esterno, è stata ripresa l’idea di Francesco Venezia nel ‘‘Giardino segreto’’ a Gibellina Nuova di sollevare, tramite una rampa, il percorso dal terreno.

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autori: Maurizio Bono, Giulia Negri, Roberta Procaccio
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Una volta entrati nel giardino vero e proprio, ci si ritrova davanti un ambiente completamente naturale composto da un dislivello verde sul quale poggiano diverse specie vegetali. All’interno dell’oasi è possibile rilassarsi e sostare anche grazie a delle nicchie scavate nei muri e ricoperte da una sottile lastra di marmo per rinfrescare la seduta.

La presenza della conduta è essenziale per il progetto perchè garantisce la sopravvivenza della vegetazione, infatti viene sfruttato un pilastro per far scendere lungo esso una piccola tubazione di diametro 2cm che, una volta raggiunto il terreno, prosegue interrata per tutto il perimetro del padiglione al fine di irrigare l’intera area; all’interno del progetto sono presenti anche tre fontane in marmo aventi tre funzioni differenti: la prima si trova all’ingresso ed è per rinfrescarsi, a questa si collega la seconda - al di là del muro che le separa -, che fa scivolare l’acqua erogata dal rubinetto all’interno di un bacino artificiale, fondamentale per creare un nuovo microclima, la terza è un oggetto dal quale scende l’acqua ricreando l’effetto di una cascata.

Durante la progettazione sono state adottate alcune accortezze per rendere sostenibile il padiglione, infatti è stata scelta la tecnica costruttiva del pisè che impatta il meno possibile sull’ambiente dalla fase di costruzione fino al suo fine vita. Per questo motivo il pisè non è stato ricoperto da alcuno strato che possa proteggerlo dagli agenti atmosferici e dall’uomo; dal momento della sua edificazione verrà man mano eroso fino a quando non diventerà una rovina e scomparirà da Malagueira.

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modello fisico e materico ciclo dell’acqua

08. UN CENTRO CULTURALE

Il progetto tratta di un intervento di recupero del moderno, infatti l’edificio preso in esame è l’Unità Residenziale Est - Ex Hotel la Serra di Ivrea, commissionato dall’azienda Olivetti e progettato dagli architetti veneziani I. Cappai e P. Mainardis. Nato come centro culturale alla fine degli anni ‘60 per la città, oggi si ritrova chiuso da diversi decenni, smembrato in ogni sua parte. L’intervento per riattivare l’edificio nasce dalla necessità di migliorarne l’utilizzo e renderlo un centro vitale per la comunità. Esso è caratterizzato da una molteplicità di livelli e semilivelli, presenta sfide significative legate alla circolazione e alla mancanza di spazi aggregativi. Una delle priorità del progetto è garantire l’accessibilità ai piani inferiori. Un altro aspetto interessante è la volontà di valorizzare gli scavi archeologici presenti sotto la Serra.

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autori: Gaia Grimoldi, Giulia Negri, Roberta Procaccio
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Come si può vedere dagli elaborati, gli interventi sull’esistente riguardano principalmente due piani, il -1 e quello a quota strada. Anticipata precedentemente la volontà di rendere visitabile la Serra, soprattutto la parte relativa agli scavi archeologici, si è reso necessario asportare una porzione di parco al fine di aprire due nuovi accessi; in questo modo si crea un percorso ad anello, idealmente continuo, che consente di attraversare tutti i dislivelli che ci interessavano. E’ stato scritto che questo percorso è continuo solo in teoria, perchè nella pratica è interrotto e chiuso dalla presenza di muri e differenze di quote: l’intervento inserisce all’interno delle rampe che colmino la pendenza e che colleghino la zona nord da quella sud, sul parco.

Per accedere agli scavi è stato sfruttato lo spazio lasciato dalla rampa carrabile esistente, demolita e ricostruita con la giusta pendenza. Questa rampa è stata integrata con due scale a chiocciola. Sul fronte del parco, invece, sono stati inseriti due percorsi: il primo è composto da una rampa che dalla quota del parco, inferiore, porta alla quota necessaria per consentire un attraversamento trasversale complessivo della Serra, mentre il secondo è una gradinata dolce che porta dalla quota del parco alla quota degli scavi. assonometria

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degli interventi
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piano a quota -4,71m piano a quota -1.85m - +0.80m

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