La Costituzione: diritti e doveri dei cittadini - SS1

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I princìpi fondamentali della Costituzione I primi 12 articoli Padri costituenti: membri dell’Assemblea costituente che nel 1948 parteciparono alle fasi di discussione e stesura degli articoli della Costituzione della Repubblica italiana.

I primi 12 articoli della Costituzione contengono i princìpi fondamentali che stanno a fondamento del nostro Stato. La scelta dei Padri costituenti di collocarli all’inizio del testo costituzionale non è casuale: l’obiettivo era di evidenziare da subito alcune garanzie e regole intoccabili, veri e propri pilastri del nostro Stato. Tutti questi princìpi risultano alla base delle altre norme costituzionali. Per esempio, nel caso del lavoro i principi fondamentali enunciati nei primi articoli vengono poi approfonditi nelle norme successive che riguardano diritti e doveri.

Democrazia e sovranità popolare «Art. 1 - L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.» Al primo articolo la Costituzione recita: «L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro». Si tratta di un’affermazione molto importante, perché garantisce che la forma di Governo del nostro Paese è quella di una repubblica di carattere democratico. Democrazia significa letteralmente “governo del popolo”. Il principio democratico assicura cioè che siano i cittadini, mediante le elezioni, a scegliere le persone cui è affidato il compito di governare l’Italia. La democrazia è basata sulla sovranità del popolo, che esercita in concreto questo suo potere eleggendo organi che lo rappresentano (democrazia rappresentativa). L’ultimo articolo della Costituzione – il 139 – stabilisce che la forma repubblicana dello Stato non può essere modificata: è una norma a garanzia della democrazia, per impedire colpi di Stato o l’insorgere di regimi autoritari. Infine viene sottolineato il valore del lavoro come fondamento della crescita e dello sviluppo della nostra società, in cui l’impegno lavorativo di ciascuno contribuisce a migliorare l’intera collettività. LE PAROLE DELLA CITTADINANZA La “cosa pubblica” e la sua storia Il termine “repubblica” deriva dall’espressione latina res publica, che indicava lo Stato romano in quanto “cosa pubblica”, patrimonio collettivo dell’intera cittadinanza. In questo senso la res publica era contrapposta al regno e alla tirannide: il potere non era concentrato nelle mani di re o dittatori, ma distribuito tra magistrati e assemblee. Nell’antichità come nel Medioevo la repubblica era considerata il governo ideale della città, mentre per i territori più ampi era ritenuta più adatta la monarchia: solo un’area urbana di dimensioni limitate consentiva infatti una partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica. Oggi, come forma di governo, la repubblica si basa sulla rappresentatività, con parlamentari eletti dal popolo e in carica per un tempo delimitato.

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La Repubblica italiana e la Costituzione

Diritti e doveri inviolabili «Art. 2 - La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.» Tutte le democrazie moderne riconoscono alcuni diritti inviolabili dell’essere umano, come le libertà fondamentali o la vita. Questi diritti sono naturali, esistono cioè fin dalla nascita e non vengono “donati” dallo Stato. Lo Stato italiano li riconosce perciò a tutti i cittadini e alle formazioni sociali dove in concreto si svolge la vita di ciascuno: famiglia, associazioni, partiti politici ecc. Tuttavia la libertà di ognuno non può limitarsi a tutelare i propri interessi, ma deve essere ispirata alla solidarietà sociale, cioè deve servire ad aiutare e favorire le persone più deboli e meno fortunate: in quanto parte della società, ciascuno di noi deve fornire il suo contributo personale.

Uguaglianza formale e sostanziale «Art. 3 - Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.» L’art. 3 contiene il principio di uguaglianza, distinto in uguaglianza formale e sostanziale. Uguaglianza formale significa che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali o sociali. Uguaglianza sostanziale significa invece che lo Stato deve creare le condizioni affinché ciascuna persona possa essere effettivamente uguale alle altre. Per fare ciò la Costituzione afferma che è necessario eliminare gli ostacoli sociali ed economici che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Un obiettivo complesso, ma che lo Stato cerca di raggiungere favorendo l’istruzione dei cittadini, realizzando un’ampia rete di protezione sociale per i soggetti più deboli, creando un sistema di assistenza sanitaria gratuita e così via.

Ostacoli sociali ed economici: impedimenti di varia natura che possono costituire un limite per la realizzazione delle aspirazioni personali.

Diritto e dovere al lavoro «Art. 4 - La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.» L’art. 4 sottolinea l’importanza del diritto-dovere al lavoro. Il lavoro è infatti considerato un diritto, nel senso che lo Stato deve impegnarsi a promuovere le condizioni che consentano a tutti di svolgere un’attività lavorativa che permetta di mantenere se stessi e la propria famiglia. Ma è anche un dovere, visto che rappresenta il mezzo concreto attraverso cui ciascuno, secondo le proprie scelte e capacità, contribuisce al progresso materiale e spirituale della società. I principi fondamentali della Costituzione

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