

STORIA
ISBN 979-12-231-0023-3
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Realizzazione editoriale
Coordinamento editoriale Mauro Traversa
Coordinamento redazionale Magda Perricelli
Redazione, ricerca iconografica Silvia Zignani
Progetto grafico Ka Communications
Impaginazione Skako Sas di Veruska Formelli
Copertina Ka Communications
Ideazione del personaggio Gea Massimo Di Leo
Disegni Filippo Pietrobon, Alice Maino, Claudia Saraceni, Stefano Trainito, Mauro Sacco-Elisa Vallarino
Cartine storiche e geografiche Luca Signorelli, Stefano Trainito
Referenze iconografiche Getty Images © 2025; pag. 32 Interfoto/Alamy Stock Photo; pag. 64 Press Association / IPA; pag. 71 funkyfood London - Paul Williams/Alamy StockPhoto; pag. 72 The History Collection/Alamy Stock Photo; pag. 73 Mauritius images GmbH/Alamy Stock Photo; pag. 81 Prisma Archivio/Alamy StockPhoto; pag. 84 Prisma Archivio /Alamy Stock Photo, pag. 87 Wojciech Stróžyk/Alamy Stock Photo
Si ringraziano per la consulenza le insegnanti Antonella Ciancio e Athena Borsi
Laboratori STEM e STEAM Gruppo Pleiadi
Contenuti digitali
Progettazione Fabio Ferri, Nicola Barzagli
Redazione e realizzazione EICON s.r.l., IMMAGINA s.r.l., Isabella Spagni, Lumina
Datamatics, Silvia Sferruzza
Audio IMMAGINA s.r.l.
Contenuti per la didattica inclusiva
I contenuti per la didattica inclusiva sono a cura del gruppo di esperti della Ricerca e Sviluppo Erickson
Storytelling Giorgia Cappelletti
• Illustrazioni Beatrice Xompero
• Redazione Susanna Fornili
Contenuti fondamentali facilitati e semplificati di Storia in HUB Kids e HUB Kit Sara Angelicchio, Federica Biella, Alessandra Casiraghi e Silvia Riboldi, con la supervisione di Carlo Scataglini
Coordinamento editoriale Francesco Zambotti e Chiara Golasseni
Coordinamento redazionale Claudia Mandracchia
© 2025, Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. Via del Pioppeto 24 38121 Trento www.erickson.it
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Prima edizione:gennaio2025
Ristampe: 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 2029 2028 2027 2026 2025
Questo volume è stampato da: Poligrafici Il Borgo S.r.l. –Bologna (BO) Stampato in Italia – Printed in Italy

STORIA 5
Con
STORYTELLING
LABORATORI STEM E STEAM
EDUCAZIONE CIVICA
LIFE SKILLS
MI ESERCITO IN...
VERIFICHE A LIVELLI
MAPPE DI VERIFICA E RIPASSO

GLI ETRUSCHI
•

Augusto
successori di Augusto
attività
ponti e gli acquedotti
capitale dell’Impero
luoghi
LA CIVILTÀ ROMANA
L’espansione nel Mediterraneo
L’organizzazione delle
Laboratori STEM e STEAM
pagg.15, 19, 28, 40, 50, 83, 85, 102, 109, 136
MI ESERCITO
• Le mie mappe • Ripassa con Gea
• Esercizi
• Verifiche più facili
• Verifiche finali
• Prove non note
pagg. 64, 145, 146
EDUCAZIONE CIVICA
pagg. 14, 18, 41, 42, 43, 89, 105, 109, 129, 134-135
I testi facilitati e semplificati sono raccolti nel volume CheFacile!-Saperidibase5, disponibile su richiesta dell’insegnante. Nella Guida per l’insegnante: strategie e dettagli operativi per la didattica inclusiva.
Vieni con me a scoprire le nuove civiltà che studierai quest’anno.
CHI
LE CIVILTÀ DELLA
GRECIA ANTICA
I POPOLI ITALICI
E GLI ETRUSCHI
LA CIVILTÀ ROMANA

L civiltà del MEDITERRANEO

Le civiltà della Mesopotamia e dell’Egitto ebbero lunga durata, e mantennero per molto tempo le proprie caratteristiche. La civiltà dei Fenici, dopo che il loro territorio fu occupato, continuò a vivere nelle colonie sulle coste del Mediterraneo.
Gli Ebrei, costretti a disperdersi per il mondo dopo l’occupazione romana, ancora oggi mantengono viva la loro cultura millenaria.
Nel caso di civiltà come quella cretese e ittita, invece, la scomparsa si verificò rapidamente, e in periodi vicini, durante il II millennio a.C. Nello stesso periodo, popoli che venivano da Oriente si mescolarono alle popolazioni europee.
Da questa fusione ebbero origine nuovi popoli, che studierai quest’anno, popoli che hanno dato vita a quella che oggi chiamiamo civiltà occidentale e alla civiltà europea di cui anche la civiltà italiana fa parte: le civiltà dell’antica Grecia, i popoli italici e gli Etruschi, la civiltà romana.
AUDIO, VIDEO, OGGETTI DIGITALI DELL'UNITÀ

Conosci le civiltà degli Etruschi, dei Greci e dei Romani? Confrontati in classe.
IMPARIAMO INSIEME
CARTA GEOSTORICA
Le civiltà del Mediterraneo



L civiltà dell’antica G ia
Micenei, antichi Greci e Macedoni
LA CIVILTÀ DEI MICENEI
LA CIVILTÀ DEI GRECI
LA CIVILTÀ DEI MACEDONI
La Grecia è una penisola che si protende nella parte orientale del Mediterraneo ed è circondata da numerose isole. Il suo territorio è prevalentemente montuoso, le pianure sono scarse e poco estese, quindi c’è poco terreno adatto all’agricoltura. A partire dal 2000 a.C. circa la popolazione degli Achei, o Micenei, provenienti dal Nord della Penisola Balcanica, si stanziò in queste zone.Verso il 1200 a.C. la civiltà micenea scomparve, probabilmente a causa dell’invasione della popolazione guerriera dei Dori, che provenivano da Nord. La fusione tra i nuovi arrivati e i discendenti dei Micenei diede origine agli antichi Greci. La civiltà greca raggiunse il massimo splendore nelV e IV secolo a.C. Nel 338 a.C.i Macedoni conquistarono tutta la Grecia e buona parte dell’Oriente, formando un grande impero
MICENEI
QUANDO
Sardegna

Reggio


I Micenei
Vieni con me e scopri un mestiere molto importante per i Micenei.
Una sorpresa per Nestor
Nestor corre lungo la strada, con il mantello che gli svolazza sulla schiena.
Le sentinelle hanno avvistato una nave proveniente da Creta e lui non vede l’ora di scoprire chi sbarcherà.
Attraversa di volata la porta nelle mura e… va a sbattere contro un uomo robusto, con una bisaccia sulle spalle. –Tutto bene? – chiede lo sconosciuto.A giudicare dalla veste grezza e dalle mani rovinate, dev’essere un contadino o un pastore. – Forse potresti indicarmi il palazzo reale.
Nestor lo guarda storto. – Solo i nobili possono mettere piede nella cittadella, non lo sai?
Sai come viene chiamata oggi la porta principale nelle mura di Micene, dove si incontrano Nestor e Simos? Nel suo nome compaiono dei grandi felini con la criniera. Scopri come si chiama nelle prossime pagine.
– Sono stato invitato dal wanax, il re di Micene. Nestor spalanca gli occhi, incredulo. L’uomo gli sorride. – Il metallo prezioso non luccica a prima vista. – Fruga nella bisaccia e gli porge una pietra verdastra, piuttosto pesante. – Ecco il mio dono per te, principe.
Nestor è sconcertato.
Accompagna l’uomo nel mègaron, la sala di ricevimento dove suo padre e gli altri guerrieri, seduti vicino al fuoco, stanno ascoltando l’aedo che canta le imprese degli antichi eroi.
– Simos! – esclama il wanax, alzandosi per accogliere l’ospite. – Benvenuto! Vedo che hai già consegnato il regalo a mio figlio.
– Ma è solo un sasso! – protesta Nestor.
Simos scoppia a ridere. – No, principe, è un minerale di rame. Mescolando il rame e lo stagno si ottiene il bronzo.
– Simos è un abilissimo metallurgo – aggiunge suo padre.
– Sarà lui a forgiare la tua prima spada. È il mio dono per quando sarai grande.
Nestor lancia un urlo di gioia. Poi corre ad abbracciare Simos. – Scusa se non ti ho creduto – dice. – Questo è il regalo più bello che abbia mai ricevuto!
STORYTELLING
di Giorgia Cappelletti

Ti è piaciuta la storia? Che cosa pensi del comportamento di Nestor con Simos?
Le spade micenee erano molto eleganti, con dettagli in oro e argento, decorate con figure di leoni, fiori, cacciatori… Che aspetto avrà la spada di Nestor, secondo te? Disegnala.
I Micenei
CARTA GEOSTORICA
I territori degli Achei
DOC
Carta d’identià della civiltà micena
IMPARO CON METODO
Analizzo
Rispondi alle seguenti domande sul quaderno.
• Da dove provenivano i Micenei?
• In quale zona si insediarono?
• Da che cosa deriva il loro nome?

IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro con la linea del tempo
Il popolo degli Achei, o Micenei
Intorno al 2000 a.C. un popolo di pastori e guerrieri nomadi provenienti dal Nord della Penisola Balcanica si stabilì nella Grecia meridionale, nella regione del Peloponneso. Erano gli Achei, che presero il nome di Micenei dalla loro città più ricca e potente: Micene.
A partire dal 1600 a.C. i Micenei iniziarono ad avere scambi commerciali con i Cretesi. Questi contatti influenzarono la civiltà micenea e favorirono il suo progresso economico e culturale. Intorno al 1450 a.C. i Micenei sottomisero l’isola di Creta e divennero i nuovi dominatori dei commerci marittimi. Due secoli dopo, nel 1250 a.C., attaccarono le coste dell’Asia Minore (attuale Turchia), che gli antichi chiamavano anche Anatolia, e sconfissero la potente città di Troia. Questa guerra, durata dieci anni, è raccontata nell’Iliade, un poema (lunga opera letteraria in versi) attribuito al poeta greco Omero.
Intorno al 1200 a.C. la civiltà micenea scomparve, probabilmente a causa dell’invasione dei Dori, una popolazione proveniente da Nord.
Un guerriero miceneo.
Ricava dal testo gli eventi che si riferiscono alla storia dei Micenei e completa la linea del tempo.
I Micenei iniziano a commerciare con i Cretesi
Invasione dei Dori e fine della civiltà micenea VIDEO
I Micenei conquistano l’isola di Creta
I Micenei attaccano le coste della Turchia
L’agricoltura e l’allevamento
Il territorio del Peloponneso è in buona parte montuoso, di conseguenza l’agricoltura veniva praticata soprattutto lungo le coste e sulle colline. I Micenei coltivavano legumi, ortaggi e cereali, olivi e viti. La produzione di olio e vino era abbondante e veniva in parte utilizzata negli scambi commerciali con le altre popolazioni.
L’allevamento era molto diffuso: i Micenei allevavano soprattutto ovini (capre e pecore) da cui ricavavano carne e latte, ma anche lana per i tessuti.
L’artigianato e il commercio
Gli artigiani micenei avevano imparato dai Cretesi a lavorare con abilità la ceramica e i metalli. Con la ceramica realizzavano raffinati oggetti di uso quotidiano, come vasi e piatti. Con i metalli preziosi, come l’oro e l’argento, fabbricavano gioielli, calici e coppe ma anche maschere funerarie; con il bronzo producevano strumenti da lavoro, oggetti di uso quotidiano e armi. Oltre all’olio e al vino, anche i prodotti dell’artigianato alimentavano il commercio con le altre popolazioni. Come i Cretesi e i Fenici, infatti, i Micenei divennero abili marinai e svilupparono un fiorente commercio marittimo. Per facilitare gli scambi anche i commercianti micenei crearono diversi empori lungo le coste del Mar Mediterraneo.
Gli empori erano località sulla costa dove venivano scambiate le merci trasportate dalle navi.

Analizzo
Sottolinea nei testi la risposta alle seguenti domande con i colori indicati.
Quali prodotti coltivavano i Micenei?
Quali animali allevavano?
Quali oggetti producevano gli artigiani micenei?
Lavoro con le carte geostoriche
Osserva la carta dell’espansione commerciale dei Micenei e rispondi alle domande.
• Quali aree del Mar Mediterraneo raggiunse l’espansione commerciale micenea?
• Quali regioni italiane furono interessate dagli scambi commerciali con i Micenei? IMPARO
Creta, le isole del Mar Egeo, le coste di Asia Minore, Fenicia, Palestina ed Egitto Sardegna e Sicilia
IMPARO CON COMPETENZA
CON METODO
CARTA GEOSTORICA I commerci
La porta d’ingresso alla città-fortezza di Micene: è chiamata Porta dei leoni perché sulla parte superiore ci sono due grandi leoni scolpiti nella pietra.
La parola acropoli deriva dal greco e significa “città alta”: indicava infatti la parte della città che sorgeva in posizione più elevata.

IMPARO CON COMPETENZA
Leggo le immagini
Osserva la ricostruzione di Micene e completa le etichette con i nomi delle parti della città: edifici sacri • laboratori artigiani • mura • palazzo reale • Porta dei leoni • recinto con sepolture
La società micenea
I Micenei non formarono mai uno Stato unitario, erano infatti divisi in tante città-fortezza indipendenti. Le città più importanti erano Micene, Tirinto, Argo e Pilo. Ogni città era guidata da un re, chiamato wanax, che era anche il capo militare e religioso, e da un gruppo di nobili guerrieri, che erano anche i proprietari delle terre. La maggior parte della popolazione era composta da pastori, contadini, commercianti e artigiani. C’erano anche gli schiavi, che in genere erano prigionieri di guerra.
Tutte le città micenee sorgevano su un’altura ed erano circondate da alte mura, erette per difendersi dai nemici. L’accesso alla città avveniva attraverso una porta. Nella parte più alta della città, chiamata acropoli, si trovavano il palazzo reale, dove vivevano il re e la sua corte, e gli edifici sacri. Nella parte più bassa si trovavano i magazzini e i laboratori degli artigiani. All’interno delle mura ogni città micenea era dotata di una cisterna d’acqua, che serviva sia per gli usi quotidiani sia come riserva in caso d’assedio. Nella città di Micene, in una zona recintata da pietre, sono state ritrovate anche le sepolture di alcuni re o principi.
Le abitazioni della popolazione si trovavano fuori dalla città-fortezza; in caso di attacco nemico gli abitanti si rifugiavano all’interno delle mura.
palazzo reale
recinto con sepolture laboratori artigiani
VIDEO
La porta dei leoni
edifici sacri
mura
Porta dei leoni
La religione
Anche i Micenei erano politeisti e adoravano molte divinità di origine cretese. La loro divinità principale era la dea madre, che rappresentavano in forma umana in piccole statuette di ceramica.
I Micenei credevano nella vita dopo la morte e praticavano il culto dei defunti, infatti li seppellivano con armi, gioielli e oggetti personali. A Micene e in altre città-fortezza sono state ritrovate numerose tombe, sia all’interno sia all’esterno delle mura. Molte erano tombe a tumulo, cioè costituite da camere circolari ricoperte di terra. Gli archeologi e le archeologhe pensano che potrebbe trattarsi di sepolture di re o di persone importanti, perché i defunti indossavano maschere d’oro e gli oggetti del corredo funebre erano particolarmente preziosi.
Moltissimi oggetti ritrovati all’interno delle tombe testimoniano lo spirito guerriero dei Micenei, come spade, elmi e corazze. Le decorazioni dimostrano anche la grande abilità degli artigiani; la caccia e la guerra erano fra i soggetti preferiti dagli artisti.
Nel 1876, durante gli scavi nel sito dell’antica Micene, l’archeologo tedesco Heinrich Schliemann ritrovò all’interno di una tomba reale la maschera d’oro raffigurata in questa immagine. Inizialmente egli pensò che riproducesse il volto di Agamennone, il re miceneo che, secondo le antiche leggende greche, aveva guidato la guerra contro Troia. In realtà tutti gli oggetti ritrovati da Schliemann in questa tomba risalgono a circa quattro secoli prima della guerra di Troia.

Due medaglioni in oro: le decorazioni raffigurano una scena di guerra e una di caccia al leone.
Il fodero di una spada in bronzo. Ricordi che lavoro fa Simos?
Analizzo
Sottolinea nel testo la risposta alle seguenti domande con i colori indicati.
In quali divinità credevano i Micenei?
Da che cosa è testimoniato il fatto che i Micenei credevano nella vita dopo la morte?
LA MASCHERA D’ORO PIÙ
Educazione Civica Sviluppo economico e Sostenibilità
LE MURA CICLOPICHE PIÙ
Le imponenti pietre che compongono le mura di Micene sono semplicemente appoggiate le une sulle altre; le più grandi arrivano a pesare 120 tonnellate. Secondo la leggenda, le mura di Micene vennero costruite dai Ciclopi, creature mitologiche gigantesche e dotate di un solo occhio. Per questo motivo le mura molto grandi vengono definite “ciclopiche”.
L’antica Micene
I resti dell’antica città-fortezza furono scoperti nel 1874 dall’archeologo tedesco Heinrich Schliemann. Ogni anno migliaia di persone visitano questo importante sito archeologico. L’UNESCO ha dichiarato questo sito Patrimonio dell’Umanità nel 1999, insieme a quello della vicina Tirinto. Il sito di Micene comprende l’acropoli, un tratto delle mura ciclopiche, la Porta dei leoni e diverse tombe, sia all’interno sia all’esterno delle mura.

Una tomba importante
Fuori dalle mura di Micene si può visitare la tomba a tumulo chiamata Tesoro di Atreo, che è composta da enormi blocchi di pietra. La sala interna è rotonda e ha un diametro di 14,5 m. Era decorata con rilievi in bronzo e pietra, alcuni dei quali sono ancora visibili. I numerosi reperti ritrovati nel sito archeologico sono conservati nel vicino Museo archeologico di Micene.
L’interno della tomba chiamata Tesoro di Atreo.
Il sito archeologico di Micene.
La Maschera di Agamennone
La Maschera di Agamennone è probabilmente il reperto archeologico più famoso legato alla cultura micenea: si tratta di una maschera funebre realizzata con la tecnica a sbalzo su lamina d’oro.

OCCORRENTE lamina di rame • un panno di stoffa • fotocopia della Maschera di Agamennone • una matita • nastro adesivo di carta
PROCEDIMENTO
1 Prendi un panno di stoffa e posizionalo sul piano di lavoro.
3 Applica su questo lato la fotocopia della Maschera di Agamennone, fissandola con il nastro di carta.
5 Rimuovi ora la fotocopia e lavora sui dettagli: utilizzando la punta della matita traccia con attenzione i particolari delle sopracciglia, le linee degli occhi, delle orecchie e della peluria della barba.
4 Ricalca con la matita il profilo della figura sulla lastra di rame.
2 Prendi la lamina di rame e appoggiala sul panno, con il lato argentato rivolto verso l’alto.
6 Gira la matita e lavora con la parte posteriore: quella arrotondata. Ricalca con essa le parti più lisce del volto, come le guance, la fronte e il mento, in modo da dare loro più volume.
7 Gira la lamina dal lato color rame: potrai finalmente ammirare la tua versione della Maschera di Agamennone.
CONCLUSIONE
Gli studi più recenti hanno confermato che questa maschera funebre non apparteneva al sovrano Agamennone, bensì a un altro re vissuto molto tempo prima di lui.
Matita nastro di carta
Lamina di rame
Panno di stoffa
Fotocopia della maschera
Panno di stoffa
Lamina di rame
Rispondi alle seguenti domande con le informazioni ricavate dal testo.
• Come è chiamata la scrittura micenea?
Lineare B
• Su quali supporti scrivevano i Micenei?
Tavolette d’argilla e placche
• Quali informazioni contengono i testi ritrovati?
Informazioni sull’economia di metallo e sulla vita nei palazzi
La cetra è uno strumento musicale a corde.
La scrittura
I Micenei appresero dai Cretesi la scrittura chiamata Lineare A, poi iniziarono a utilizzare una scrittura chiamata Lineare B. A differenza della scrittura cretese, quella micenea è stata decifrata nel 1953: si è scoperto che i segni riproducevano le sillabe della lingua greca più antica. I Micenei scrivevano sia su tavolette d’argilla sia su placche di metallo. I testi ritrovati contengono informazioni importanti sull’economia della civiltà micenea e sulla vita nei palazzi micenei.
I Micenei non hanno lasciato testi scritti di tipo letterario o storico e gli avvenimenti, arricchiti con la fantasia, venivano narrati a voce dagli aedi. Gli aedi erano dei cantori che si esibivano durante le feste e i banchetti dei nobili, accompagnandosi con il suono della cetra. Anche Omero, il poeta non vedente che secondo la tradizione è l’autore dei due più importanti poemi della letteratura greca antica, l’Iliade e l’Odissea, era un aedo. In realtà, è possibile che i due poemi siano stati scritti da molti autori diversi.
LE TAVOLETTE DI PILO PIÙ
Molti testi micenei sono stati trovati tra le rovine della città di Pilo: qui, infatti, le tavolette d’argilla si sono conservate perché si erano “cotte” a causa di un incendio ed erano diventate più dure e resistenti. Si tratta di più di mille tavolette che riportano documenti commerciali e amministrativi, liste di oggetti ed elenchi di quantitativi di grano e animali.

Una cetra intagliata nell’avorio.
Una tavoletta con incisioni in scrittura
Lineare B.
IMPARO CON METODO
Analizzo
I resti del palazzo di Pilo.
Le

I poemi omerici
L’Iliade e l’Odissea sono i due più importanti racconti in versi della civiltà greca, attribuiti al poeta Omero: per questo sono chiamati poemi omerici. I racconti dei due poemi si sono tramandati oralmente grazie agli aedi e sono stati trascritti nei secoli successivi a quelli della civiltà micenea. Nei poemi omerici i Micenei sono chiamati Achei. Secondo gli storici e le storiche i poemi omerici forniscono informazioni sulla vita in Grecia tra il X e l’VIII secolo a.C.
L’Iliade
Nell’Iliade si racconta la guerra che i Micenei condussero contro la città di Troia (chiamata anche Ilio), conquistandola. In questo brano dell’Iliade Agamennone, il re degli Achei, ha una discussione violenta con Achille, il più forte dei suoi guerrieri. Ecco quello che Agamennone dice ad Achille, in presenza di altri compagni.
«Io verrò di persona alla tua tenda e mi prenderò il tuo bottino, perché tu sappia che io sono più potente di te e anche gli altri abbiano paura di sfidarmi.»
L’Odissea
L’Odissea racconta l’avventuroso viaggio di ritorno dalla guerra di Troia di Ulisse, uno dei guerrieri achei. Nel racconto si dice che gli Achei vinsero la guerra grazie a un trucco ideato proprio da Ulisse, che fece entrare i soldati a Troia nascosti dentro la pancia di un grande cavallo di legno. In questo brano dell’Odissea si racconta delle ricchezze di Ulisse.
«Ulisse aveva beni infiniti; nessuno ne aveva tanti tra gli altri principi… dodici mandrie sul continente (cioè sulla terraferma) e altrettanti greggi di pecore. Pastori e servi pascolavano per lui tanti branchi di porci e di capre.»
Decorazione su un piatto di ceramica che raffigura Achille che lotta contro un serpente.
Lavoro con le fonti Leggi i due brani tratti dai poemi omerici e rispondi alle domande: scoprirai alcuni aspetti del modo di vivere degli antichi abitanti della Grecia.
• Che cosa vuole dimostrare Agamennone ad Achille, prendendo il suo bottino di guerra, cioè gli oggetti e i beni sottratti agli sconfitti?
Di essere più
• Che cosa vuole far capire agli altri guerrieri presenti?
• In che cosa consisteva la ricchezza di Ulisse?
Che devono aver Negli animali che potente di lui paura a sfidarlo allevava
IMPARO CON COMPETENZA
Educazione Civica

La replica del cavallo di Troia che è esposta nel sito archeologico della città.
Il sito archeologico di Troia.
L’antica città di Troia
La città di Troia, sulle coste dell’odierna Turchia, è nota soprattutto per il racconto del poema omerico dell’Iliade sulla guerra combattuta fra Troiani e Achei, iniziata intorno al 1250 a.C. Oggi è possibile visitare le rovine dell’antica città e degli insediamenti vicini. Il sito archeologico di Troia è stato proclamato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1998.
La storia della guerra di Troia
Secondo la leggenda, lo scontro fra Achei e Troiani ebbe origine dal rapimento di Elena, moglie di Menelao, re della città greca di Sparta. A organizzare il rapimento fu Paride, principe della città di Troia. Per liberare Elena, Menelao chiese aiuto a suo fratello Agamennone, re di Micene, e alle altre città micenee e organizzò una grande spedizione contro i Troiani. Dopo circa dieci anni di conflitto Troia fu sconfitta grazie a uno stratagemma ideato da Ulisse, che fece costruire un cavallo di legno abbastanza grande per contenere un gruppo di uomini, poi finse la ritirata del suo esercito lasciando sulla spiaggia il cavallo di legno come dono della dea Atena. I Troiani pensarono che la guerra fosse finita e portarono il cavallo dentro le mura della città. Durante la notte i soldati Achei uscirono dal cavallo e aprirono le porte di Troia, consentendo al resto dell’esercito di entrare nella città e distruggerla. L’idea di Ulisse, però, non piacque agli dèi che lo punirono facendolo vagare in mare per dieci anni, prima di permettergli di ritornare nella sua isola: Itaca. Le vicende del viaggio di Ulisse sono narrate nel secondo dei poemi omerici: l’Odissea
Il cavallo di Troia
Ti ricordi con quale stratagemma, nell’Iliade, gli Achei sono riusciti a sconfiggere i Troiani? Procurati tutto l’occorrente, segui il procedimento e costruisci il tuo cavallo di Troia!
OCCORRENTE cartone da riciclo • forbici • colla • pennarelli o matite colorate • fermacampioni
PROCEDIMENTO
1 Fai due fotocopie ingrandite dell’immagine, che ti serviranno per realizzare le due metà speculari del cavallo.
2 Colora tutto il cavallo e le quattro ruote.
3 Incolla tutte le parti sopra a un cartone (per esempio quello degli scatoloni che devi riciclare) in modo che siano più resistenti.
4 Ritaglia.
5 Con una matita ben appuntita, fai dei piccoli fori dove indicato.
6 Unisci le due parti del cavallo con un altro pezzetto di cartone, che rappresenta la sella del cavallo.
7 Unisci le ruote alla base delle due parti del cavallo utilizzando i fermacampioni.
8 Il tuo cavallo è pronto!
Hai avuto delle difficoltà nel realizzare il laboratorio? Quali?
Come hai risolto?

Hai chiesto aiuto a qualcuno/a? A chi?
MI VALUTO
FACCIAMO IL PUNTO • LA SINTESI
I MICENEI

Osservo, leggo, espongo
Osserva il disegno, leggi e usa le sintesi per ricostruire ciò che sai sui Micenei, ed esporre.
ATTIVITÀ
I Micenei praticavano
l’agricoltura e l’allevamento di ovini. Gli artigiani lavoravano i metalli e la ceramica.
Svilupparono un fiorente commercio marittimo.
Ripassa con me!
DOVE
QUANDO
I Micenei si stabilirono nella Grecia meridionale, nella regione del Peloponneso, intorno al 2000 a.C. Nel 1450 a.C. circa sottomisero l’isola di Creta. Nel 1200 a.C. circa la civiltà micenea scomparve a causa dell’invasione dei Dori.
RELIGIONE
CONOSCENZE
Erano politeisti; la loro principale divinità era la dea madre.
Credevano nella vita dopo la morte e praticavano il culto dei defunti. Utilizzavano la scrittura Lineare B; scrivevano su tavolette di argilla e su placche di metallo.
SOCIETÀ
Vivevano in città-fortezza guidate da un re. Il palazzo reale e gli edifici sacri sorgevano sull’acropoli. Il re era il capo militare e religioso e governava affiancato da nobili guerrieri. Il resto della popolazione era formato da contadini, pastori, commercianti e artigiani. C’erano anche gli schiavi.
FACCIAMO IL PUNTO • LA MAPPA

Costruisco una mappa
Ricostruisci la mappa con le parole date.
aedi • ceramica • città-fortezza • contadini • Creta • culto dei defunti • dea madre • Lineare B • marittimo • nobili • ovini • Peloponneso • schiavi • vite
I Micenei
DOVE QUANDO
Intorno al 2000 a.C. si stabilirono nel
Peloponneso
Nel 1450 a.C. circa sottomisero l’isola di
Nel 1200 a.C. subirono l’invasione dei Dori
SOCIETÀ
Vivevano in
governate da un re e da guerrieri
Era formata da , pastori, commercianti, artigiani e
ATTIVITÀ
Coltivavano l’olivo e la ; allevavano
Gli artigiani lavoravano la e i metalli
MAPPA DI VERIFICA
Praticavano il commercio
CONOSCENZE
Usavano la scrittura
RELIGIONE
Erano politeisti
città-fortezza nobili contadini schiavi vite ovini ceramica marittimo Lineare B dea madre culto dei defunti aedi Creta
Non hanno lasciato testi scritti; le imprese erano narrate dagli
Adoravano le stesse divinità dei Cretesi, come la Praticavano il
I Greci

Vieni con me e fai anche tu il tifo per un giovane corridore nella Grecia antica.
La vittoria di Nicandro
Sono gli istanti decisivi della corsa. Nicandro vede solo la linea del traguardo, davanti a sé. Quando la supera, è come se i rumori del mondo tornassero tutti insieme,investendolo con un’ondata assordante di grida e applausi.
– Hai vinto, Nicandro! Hai vinto! – urla suo padre, fuori di sé dalla gioia. Lo raggiunge sulla pista e lo abbraccia così forte che quasi lo solleva da terra. – Ancora qualche anno e sarai pronto per le Olimpiadi!
Nicandro gliel’ha sentito dire mille volte. La corona d’ulivo, una statua su misura,la gloria per tutta la famiglia: sono anni che non parla d’altro. Per questo l’ha chiamato Nicandro, “il vincitore”. Per questo non l’ha mai lasciato giocare a palla o a nascondino con i suoi amici. Lui deve solo correre e allenarsi. E, soprattutto, vincere.
Nicandro sospira, guardandosi intorno. Gli altri ragazzi si stanno spalmando la pelle d’olio profumato, si ripuliscono da sabbia e sudore, si rimettono le tuniche. Quando incrocia i loro sguardi, Nicandro accenna un sorriso, ma nessuno lo ricambia.
– Mai visto un campione così poco felice della sua vittoria. A parlare è stato un uomo anziano, con una tavoletta da scrittura sottobraccio. – C’è chi piange, chi abbraccia l’allenatore, chi ringrazia gli dèi… ma nessuno sorride con gentilezza agli avversari sconfitti, come fai tu.
LIFE SKILLS
Oggi diciamo che l’importante non è vincere, ma partecipare. Per gli antichi Greci, invece, la sconfitta era una vergogna. Che cosa ne pensi? Parlane con la tua classe.
la foto è shuttersotock
LETTURA ESPRESSIVA
Nicandro si sente arrossire.– Come fai a saperlo? Conosci molti atleti olimpici?
– Oh, sì. Sono io che li rendo famosi – risponde l’uomo.
– Sono un poeta. Canto i nomi e le imprese dei vincitori, perché nessuno possa dimenticarli.
Poi lo guarda negli occhi e aggiunge: – Un vero campione, però, non si riconosce per le sue vittorie. E io ne ho appena incontrato uno.

Pensi che Nicandro vincerà le Olimpiadi? Scrivi il finale della sua storia.
STORYTELLING
di Giorgia Cappelletti
Ti è piaciuta la storia? Secondo te, che cosa intende il poeta?
Quali sono le qualità di un vero campione?
Parole speciali
Sottolinea nel testo le parole che ti fanno capire che cosa si intende con “periodo di decadenza”.


IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro con le carte geostoriche
Osserva la carta geostorica ed elenca le principali città greche in Asia Minore, in Sicilia e nell’Italia meridionale.
In Asia Minore: Troia, Pergamo, Smirne, Efeso, Mileto
Nell’Italia meridionale e in Sicilia: Napoli, Crotone, Reggio Calabria, Siracusa
Le origini della civiltà greca
La penisola greca si allunga nel Mar Mediterraneo orientale e comprende anche molte isole del Mar Egeo. Della Grecia antica facevano parte anche alcuni territori dell’Asia Minore (l’attuale Turchia) e molte città dell’Italia Meridionale che i Greci avevano fondato come colonie.
Dopo la fine della civiltà micenea, provocata dall’arrivo dei
Dori verso il 1200 a.C., per la Grecia iniziò un periodo di decadenza. Le città furono in gran parte distrutte; la popolazione si disperse nelle campagne e tornò a vivere in piccoli villaggi, praticando la pastorizia e l’agricoltura. I contatti commerciali con le altre popolazioni si interruppero e si perse anche l’uso della scrittura.
Con il passare del tempo, dalla fusione tra i Dori e i discendenti dai Micenei iniziò a svilupparsi la civiltà degli antichi Greci. Intorno al IX secolo a.C. i villaggi iniziarono a ingrandirsi e nacquero nuove città. Le attività dell’artigianato e del commercio ripresero e si tornò a utilizzare la scrittura.
Territori greci
Territori macedoni
Città-Stato e colonie principali
Napoli
Bisanzio
Olimpia
Crotone Reggio
La Storia degli antichi Greci
I Greci non formarono mai un unico Stato, diretto da un governo centrale, ma intorno all’800 a.C. formarono tante città-Stato. Questo tipo di città era chiamata polis (al plurale poleis). Le poleis avevano leggi proprie ed erano indipendenti le une dalle altre, ma avevano elementi comuni: la lingua, la religione, la cultura e le usanze. Per questo i Greci sentivano di appartenere a un’unica popolazione, e chiamavano se stessi Elleni.
Le città greche erano spesso in conflitto fra loro. Negli anni tra il 431 a.C. e il 404 a.C. Atene e Sparta, le due città più importanti, si scontrarono nella guerra del Peloponneso. In questa lunga guerra furono coinvolte quasi tutte le città della Grecia, come alleate con gli Ateniesi o con gli Spartani. Con il passare del tempo, le divisioni e i continui scontri indebolirono le poleis che, nel 338 a.C., furono sottomesse dai Macedoni, un piccolo popolo del nord della Grecia. I Macedoni conquistarono anche parte dell’Oriente e formarono un grande impero.
IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro con la linea del tempo
Ricava dal testo gli eventi principali della storia greca dopo la fine della civiltà micenea e completa la linea del tempo.
Fine della civiltà

Sviluppo delle , le città-Stato
Guerra del Peloponneso
Il sito archeologico di Olimpia, una polis del Peloponneso in cui si teneva una festa religiosa con gare sportive comune a tutta la Grecia.
La Grecia è conquistata dai
Periodo di massimo splendore micenea poleis Macedoni
Periodo di decadenza
VIDEO Ieri e oggi: il mondo greco


IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro con le immagini
Cerchia le parti del disegno che illustrano le diverse attività dei Greci: usa i colori indicati.
agricoltura allevamento pesca e caccia
L’agricoltura
Le attività dei Greci dipendevano dalla natura del territorio, che è prevalentemente montuoso. I territori adatti per le coltivazioni erano pochi.
Gli agricoltori greci coltivavano il frumento, ma la produzione era scarsa e bastava solo per nutrire la popolazione. Le coltivazioni più importanti erano quelle della vite e dell’olivo, che crescevano bene anche sulle colline. Da queste piante i Greci ricavavano vino e olio in abbondanza, che venivano usati per gli scambi commerciali.
L’allevamento, la caccia, la pesca
I pendii delle colline e delle montagne erano adatti per il pascolo del bestiame: i Greci allevavano soprattutto pecore e capre, da cui ricavavano latte e lana, ma anche maiali, asini, cavalli, muli. Allevavano inoltre i bovini, che utilizzavano nei lavori agricoli. Era molto diffuso anche l’allevamento delle api, che fornivano il miele, il principale dolcificante usato nell’antichità, e la cera. I Greci cacciavano cinghiali, cervi e uccelli selvatici nei boschi. Lungo le coste e sulle isole si praticava la pesca, che forniva abbondante cibo alla popolazione costiera.
La raccolta delle olive.
L’artigianato
Le attività artigianali erano molto sviluppate e si svolgevano in piccoli laboratori. I laboratori artigiani erano situati intorno alla piazza principale della polis, chiamata agorà.
Una delle attività più apprezzate era quella dei ceramisti, gli artigiani che modellavano la ceramica per realizzare vasi, piatti, coppe, anfore. I Greci erano anche abilissimi fabbri, falegnami e orafi.
I vasi greci
I vasi sono importanti importanti per conoscere meglio gli antichi Greci, perché le decorazioni ci forniscono molte informazioni sul loro modo di vivere. I vasai, infatti, dipingevano scene di vita quotidiana, giochi sportivi, scene di guerra o episodi dei racconti mitici. Le decorazioni dei vasi ci dicono anche quali attività svolgevano i Greci e chi erano i loro dèi e le loro dee.
Oltre ai vasi, gli artigiani ceramisti producevano tutti i recipienti che servivano per conservare e trasportare i cibi, come anfore per l’olio, il vino, i cereali. Realizzavano inoltre piatti e coppe decorati per servire il cibo e le bevande.
Gli artigiani greci realizzavano i vasi e le ceramiche in genere in due modi:
• con il fondo rosso (il colore della terracotta) decorato con figure nere;
• con il fondo nero decorato con figure rosse
LE
INFORMAZIONI
DEI VASI GRECI
La forma e le decorazioni dei vasi cambiavano a seconda della zona in cui erano prodotti e anche in base al periodo in cui venivano realizzati. Queste caratteristiche permettono di sapere da quale parte della Grecia provengono i vasi che vengono ritrovati nei siti archeologici. Inoltre aiutano gli archeologi e le archeologhe a stabilire la data degli altri reperti che vengono ritrovati nel sito.

Vasi ritrovati negli scavi archeologici esposti in un museo.
Lavoro con le immagini
Osserva le immagini dei vasi e completa le didascalie, indicando in che modo sono stati realizzati.
Vaso a figure
Vaso a figure
IMPARO CON COMPETENZA
Sperimenta
l’arte greca!
Procurati tutto l’occorrente, segui il procedimento e realizza un piatto come se fossi un artigiano/un’artigiana dell’antica Grecia.
OCCORRENTE piatti di carta di colore bianco o simile alla terracotta • carta carbone • pennarello indelebile nero
PROCEDIMENTO
1 Scegli il disegno che ti piace di più per decorare il tuo piatto.

2 Fai una fotocopia ingrandita del disegno che hai scelto, in modo che sia della stessa misura della parte interna del tuo piatto.
3 Metti la carta carbone sul piatto e ripassa con una matita il disegno, in modo da riprodurlo.
4 Togli la fotocopia e la carta carbone. Sul piatto vedrai riprodotto il disegno.
5 Con un pennarello indelebile ripassa i contorni e colora l’immagine.
6 Il tuo piatto è pronto!
Hai avuto delle difficoltà nel realizzare il laboratorio? Quali?
Come hai risolto?
Hai chiesto aiuto a qualcuno/a? A chi?
MI VALUTO
Il commercio
Il commercio per i Greci era molto importante e lo praticavano con tutte le popolazioni che abitavano sulle coste del Mar Mediterraneo e del Mar Nero. Per evitare spostamenti difficili attraverso il vasto territorio montuoso della Grecia, i commerci avvenivano soprattutto via mare. I Greci dominavano i commerci marittimi e, come i Fenici, fondarono porti e città lungo le coste sia del Mar Nero sia del Mar Mediterraneo, in particolare nel sud dell’Italia e in Sicilia.
I mercanti greci commerciavano l’olio e il vino e i loro prodotti artigianali più raffinati: ceramiche dipinte e gioielli. La Grecia era povera di materie prime, perciò i Greci dovevano procurarsele attraverso il commercio. Il legname arrivava dalla Macedonia e dalla Tracia; i metalli, come ferro, stagno, rame, argento e oro, giungevano soprattutto dalla Macedonia e dall’Asia Minore.
L’uso delle monete
Inizialmente negli scambi commerciali era utilizzato il baratto. Ma verso il 550 a.C. i mercanti greci iniziarono a comprare e vendere le merci utilizzando monete d’argento, d’oro e di elettro (una lega di oro e argento).
Ogni città greca produceva monete proprie e i mercanti, viaggiando da un luogo all’altro, erano costretti a cambiarle in continuazione. Secondo gli studiosi e le studiose, le prime banche sono nate proprio per la necessità di rendere più semplice il cambio fra le monete dei vari luoghi.
L’olio era molto richiesto negli scambi commerciali anche perché veniva utilizzato per molti usi: per condire i cibi, per preparare creme e medicine per il corpo, per lubrificare, cioè ungere, gli strumenti da lavoro. Veniva usato anche come combustibile per tenere accesa la fiamma delle lampade.
Parole speciali
Ti ricordi che cosa significa la parola baratto?
Scrivilo con parole tue.
Scambio di prodotti senza l’uso del denaro.
Ricostruisco ed espongo
Completa le frasi per ricostruire le informazioni del testo. Poi racconta a un tuo compagno o a una tua compagna quello che hai imparato sul commercio degli antichi Greci.
• Il territorio della Grecia è montuoso, quindi i commerci avvenivano soprattutto
via mare
• I Greci commerciavano i prodotti delle attività agricole, come e , e i prodotti dell’artigianato, come e
.

• In Grecia mancavano materie prime come e , che i Greci si procuravano attraverso i
• Inizialmente i Greci scambiavano i loro prodotti attraverso il , poi introdussero le
ceramiche gioielli legname metalli commerci baratto monete olio vino
Combustibile: è una sostanza che può bruciare.
L’OLIO D’OLIVA PIÙ
IMPARO CON METODO
Un vasetto per unguenti e due lampade a olio.
Le classi sociali sono gruppi di persone in cui è divisa una popolazione, in base alla ricchezza o al tipo di lavoro svolto.
LIFE SKILLS
Rispondi alle domande sul quaderno, esprimendo la tua opinione. Poi confrontati con i tuoi compagni e le tue compagne.
• Secondo te, come viveva uno schiavo o una schiava nell’antica Grecia?
• Sai se ancora oggi ci sono uomini e donne che sono schiavi, o che vivono come schiavi?
• È giusto o sbagliato?
• Perché?
La società: persone libere e schiavi
La società greca era divisa in due grandi gruppi: persone libere e schiavi. Le persone libere, a loro volta, erano divise in classi sociali.
La classe più importante era quella degli aristocratici, che erano i più ricchi perché possedevano vasti terreni da coltivare, avevano grande potere e in molte città prendevano le decisioni per tutti. Poi c’erano i commercianti e gli artigiani. Queste attività divennero sempre più importanti, e molti di loro si arricchirono. La maggior parte delle persone libere erano contadini e pastori; c’erano anche molti operai, che lavoravano al servizio degli artigiani. Tutte queste persone dovevano lavorare duramente per sopravvivere e non avevano molte occasioni di cambiare la propria condizione economica e sociale. Gli schiavi erano le persone che non avevano nessuna libertà. Erano considerati come degli oggetti ed erano di proprietà dei loro padroni, che avevano anche diritto di vita e di morte su di loro. Molto spesso gli schiavi erano prigionieri di guerra: uomini, donne, bambini e bambine che vivevano nelle terre conquistate dai Greci. Oppure erano persone diventate schiave perché non avevano denaro per pagare i propri debiti Gli schiavi facevano tutti i lavori di fatica: lavoravano nelle miniere e nei campi, si occupavano dei lavori domestici e anche di tutte le attività manuali. Nell’antica Grecia tutte le persone che avevano la possibilità economica compravano almeno uno schiavo o una schiava per svolgere i lavori di casa.
VITA IN SCHIAVITÙ PIÙ
Se uno schiavo o una schiava volevano sposarsi dovevano chiedere il permesso al padrone. I figli di uno schiavo o di una schiava erano anche loro schiavi e il padrone poteva venderli. Normalmente uno schiavo o una schiava rimanevano tali per tutta la vita. A volte, però, il padrone decideva di liberare uno schiavo che era stato bravo e fedele, cioè che era sempre stato ubbidiente.


Uno schiavo che trasporta delle anfore piene d’acqua.
Una donna aristocratica con la sua schiava.
La famiglia
Nell’antica Grecia i matrimoni erano decisi con un accordo tra il padre della sposa e lo sposo. Le ragazze si sposavano verso i 15 anni, gli uomini verso i 30.
Nella famiglia marito e moglie avevano ruoli distinti. Il marito si dedicava al lavoro e alla vita sociale e politica. Anche fare la spesa era compito del marito. La moglie poteva soltanto occuparsi dei lavori domestici, usciva di casa solo per occasioni speciali e doveva sempre essere accompagnata dal marito o da uno schiavo.
Nelle famiglie più ricche, la padrona di casa allevava i figli e dirigeva gli schiavi. Nelle abitazioni più grandi le donne vivevano in una parte della casa riservata a loro: il gineceo.
Nela famiglie povere le donne erano un po’ più libere. Non avevano schiavi e perciò andavano loro stesse al mercato o alle fontane pubbliche per prendere l’acqua.
Nelle famiglie di artigiani e commercianti le mogli aiutavano i mariti nel lavoro.
I GIOCHI DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE PIÙ
Al tempo degli antichi Greci i bambini e le bambine avevano i loro giochi e giocattoli. Usavano dei bastoni per far finta di andare a cavallo, avevano dei piccoli carri fatti con un’asta e due ruote e dei cavallini di terracotta o di legno da tirare con uno spago. Le bambole erano fatte di stoffa, di legno, di terracotta o di avorio. Inoltre giocavano con il cerchio, il rocchetto (una specie di yo-yo), la trottola.

Una coppia di sposi sul carro nuziale.
Lavoro con le immagini
ll vaso di questa immagine raffigura una donna che va a prendere l’acqua alla fontana. Secondo te si tratta di una donna povera o ricca? Scrivi una didascalia sotto l’immagine.
Si tratta di una donna povera, perché non c’è uno schiavo che la accompagna alla fontana.
IMPARO CON COMPETENZA
Nella società greca la donna aveva un ruolo inferiore a quello dell’uomo. Elenca tutte le informazioni che puoi ricavare dal testo di queste due pagine e spiega perché. Poi confrontati con l’insegnante e con la classe.
Le donne greche
Nella famiglia e nella società dell’antica Grecia l’uomo aveva il ruolo più importante. Le donne non avevano gli stessi diritti degli uomini. Nella vita delle donne le decisioni venivano prese prima dal padre, poi dal marito.
Le donne greche, anche quelle non sposate, non potevano studiare ed erano escluse dalla vita politica, cioè non potevano avere cariche pubbliche, né votare. Le donne istruite erano pochissime, per esempio le sacerdotesse.
Le donne non potevano praticare attività sportive, tranne che nella città di Sparta. Questo perché gli Spartani pensavano che se le donne erano sane e robuste avrebbero generato figli altrettanto forti.


Nella città di Sparta le donne erano più libere. Potevano rifiutare un matrimonio che non gradivano e non erano sottomesse agli uomini. Non dovevano nemmeno occuparsi delle faccende domestiche o dei figli perché pensavano a tutto le schiave e le nutrici.
Un gruppo di donne che filano la lana nel gineceo.
Un gruppo di uomini che discutono di questioni politiche.
Rilievo con donna che sistema i vestiti in baule.
LE DONNE DELLA CITTÀ DI SPARTA PIÙ
Le abitazioni greche
Le abitazioni dei Greci erano semplici e senza lussi. In genere avevano un solo piano, o al massimo due, nel caso delle abitazioni delle famiglie più ricche.
Le case avevano un cortile interno, su cui si affacciavano tutte le stanze; nel cortile c’erano un altare per i sacrifici e, spesso, un pozzo.
Gli spazi all’interno erano ben distinti: da una parte c’era la zona abitata dagli uomini e dall’altra, separata, quella riservata alle donne, il gineceo. Nelle case delle famiglie più ricche il gineceo si trovava al piano superiore. Qui le donne tessevano, filavano e trascorrevano la maggior parte del tempo. Il padrone di casa riceveva gli ospiti nella sala da pranzo, dove si mangiava distesi su letti.
L’arredamento era semplice: tavoli, sedie e cassapanche per riporre gli oggetti. I letti con i materassi si trovavano solo nelle case dei ricchi; le persone comuni dormivano in terra, su sacchi riempiti di foglie secche o paglia. Per riscaldare c’erano dei bracieri, per l’illuminazione si usavano le fiaccole.
Scrivo un testo
Scrivi sul tuo quaderno un testo per descrivere come erano fatte le abitazioni dei Greci. Ricordati di indicare:
• da quanti piani erano costituite le abitazioni;
• su quale ambiente si affacciavano le stanze;
• come erano suddivisi gli spazi interni;
• che cos’era il gineceo;
• da che cosa era costituito l’arredamento della casa;
• che cosa si usava per riscaldare e illuminare.

ESPLORA L’IMMAGINE Le abitazioni dell’antica Grecia
Disegno dell’interno di una casa greca.
IMPARO CON COMPETENZA


IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro con le immagini
Scrivi nei quadratini i numeri delle parti della polis:
1. acropoli; 2. tempio;
3. teatro;
4. agorà;
5. territorio della polis
La polis, la città-Stato dei Greci
Dopo l’invasione dei Dori la popolazione greca era suddivisa in villaggi. Verso il IX secolo a.C. i villaggi iniziarono a ingrandirsi o si fusero tra loro e nacquero nuove città. Nell’VIII secolo a.C. in tutto il territorio greco si erano formate città-Stato indipendenti: la parola greca polis indicava sia la città, sia la comunità degli abitanti. Le poleis più importanti erano Atene, Sparta, Tebe e Corinto. Nell’antica Grecia erano cittadini gli uomini e le donne che erano nati nella polis in cui abitavano, ma solo i cittadini maschi adulti potevano partecipare al governo della polis. Le donne, gli stranieri e gli schiavi ne erano esclusi. Esistevano diversi modi di governare la polis; i sistemi di governo più conosciuti sono quello di Sparta e quello di Atene

L’organizzazione della polis
Ogni polis era costituita dall’acropoli, dalla città bassa e dal territorio circostante. L’acropoli era la parte alta della città, dove sorgevano i templi. Accanto all’acropoli c’era il teatro, con le gradinate che poggiavano sul fianco della collina. Nella città bassa si trovavano le case e una piazza centrale, chiamata agorà. Facevano parte della polis anche i terreni e i villaggi circostanti, che si estendevano all’esterno delle mura.
Nel VI secolo a.C. Sparta dominava tutto il Peloponneso meridionale.
Oligarchia significa “governo o potere di pochi”.
I magistrati erano le persone che ricoprivano una qualsiasi carica pubblica come giudici, comandanti militari, governatori.
IMPARO CON METODO
Ricostruisco ed espongo
Lavora con un tuo compagno o una tua compagna. Completate le frasi per ricostruire le informazioni del testo. Poi, a turno, usate le vostre risposte per raccontare quello che avete imparato sulla società e il governo di Sparta.
Sparta: la società e il governo della polis
La città di Sparta si trova nella Penisola del Peloponneso e venne fondata dai Dori nel X secolo a.C. La società spartana era divisa in tre gruppi, ognuno dei quali aveva diritti e doveri diversi: gli spartiati, i perieci e gli iloti.
Gli spartiati discendevano dagli antichi conquistatori Dori. Erano il gruppo meno numeroso di Sparta ma il più importante: erano gli unici che partecipavano al governo della polis. Era loro dovere difendere la città, prestando servizio nell’esercito.
I perieci erano uomini liberi e potevano dedicarsi al commercio e all’artigianato. Erano obbligati a partecipare alle guerre come soldati, ma non potevano partecipare al governo della città.
Gli iloti erano i discendenti delle popolazioni sottomesse, coltivavano le terre degli spartiati e non avevano diritti. Erano molto numerosi e gli spartiati temevano le loro rivolte, quindi non venivano addestrati alla guerra e non potevano possedere armi.


• Gli si occupavano della guerra e del della polis
• I erano artigiani e commercianti.
• Gli non avevano diritti.
efori iloti perieci governo spartiati
• Gli controllavano che le leggi fossero rispettate.
La forma di governo di Sparta era l’oligarchia, nella quale poche persone comandano e prendono le decisioni per tutti: gli spartiati, raggiunta l’età di trent’anni, formavano l’assemblea dei cittadini, chiamata apella, che eleggeva il consiglio degli anziani (gherusìa), formato da 28 persone con età superiore ai sessant’anni. Il consiglio degli anziani governava la città: proponeva le leggi all’apella, che poteva approvarle o respingerle. Inoltre eleggeva fra i propri membri due re, che comandavano l’esercito e nei momenti di pace presiedevano le cerimonie religiose. Ogni anno l’apella eleggeva anche cinque magistrati, chiamati efori, che avevano il compito di controllare che le leggi fossero rispettate.
CARTA GEOSTORICA
I domini di Sparta nel VI secolo a.C.
d’identià di Sparta
Le civiltà dell’antica Grecia

Atene: la società e il governo della polis
Atene si trova nella regione dell’Attica, vicino alla costa. Era una città ricca e potente già nel II millennio a.C.: aveva il porto e controllava una fertile pianura. L’invasione dei Dori la danneggiò, ma non la distrusse.
La società ateniese si divideva in tre gruppi: i cittadini e i meteci, che erano persone libere, e gli schiavi. I cittadini maschi e adulti avevano il diritto e il dovere di partecipare alle assemblee in cui si stabilivano le leggi e si eleggevano i governanti. Avevano il dovere di difendere la città secondo le proprie possibilità. Le donne e i maschi troppo giovani non potevano partecipare al governo della polis I meteci, cioè gli stranieri che vivevano e lavoravano in città, pagavano una tassa particolare per tutto il tempo del loro soggiorno in città e per avere il diritto di esercitare la loro attività. Erano tutelati dalle leggi. Non potevano possedere terre o case e, a differenza dei cittadini, non potevano partecipare alla vita politica. Gli schiavi erano molto numerosi e non avevano diritti di alcun genere. Il governo ateniese, inizialmente, era di tipo aristocratico, cioè guidato dagli esponenti delle famiglie più importanti. Alla fine del VI secolo a.C., però, nacque la prima forma di governo democratico della storia, in cui era il popolo a governare la polis, attraverso le assemblee e i suoi rappresentanti. Nel 508 a.C., infatti, la Costituzione ateniese stabilì il diritto per tutti i cittadini, sia i ricchi sia i poveri, purché maschi adulti e di famiglia ateniese, di partecipare all’assemblea popolare, chiamata ecclesìa. Gli appartenenti al consiglio che proponeva le leggi, chiamato bulé, venivano scelti con l’estrazione a sorte. Invece i magistrati con incarichi particolari, come gli arconti, cioè i capi dell’esercito o del governo, venivano eletti dai cittadini in base alla loro capacità. Dal governo democratico restavano comunque esclusi le donne e i meteci.
Atene era il centro economico e politico dell’Attica.
L’OSTRACISMO PIÙ
Ad Atene un cittadino che era considerato pericoloso per la democrazia veniva esiliato, cioè allontanato dalla città, per dieci anni. Questo provvedimento era chiamato ostracismo, da ostrakon che era il frammento di terracotta (come quello dell’immagine) sul quale i cittadini scrivevano il nome delle persone che volevano esiliare.
Democrazia deriva da demos, “popolo”, e significa “governo del popolo”; con il termine demos i Greci intendevano solo i cittadini maschi liberi nati nella polis
La Costituzione è l’insieme delle leggi fondamentali di uno Stato.
CARTA GEOSTORICA
IMPARO CON METODO
Espongo
A turno, con un compagno o una compagna, rispondete alle seguenti domande per esporre l’argomento di questa pagina.
• Come venivano educati i figli maschi?
• Com’era organizzata l’educazione in comunità?
• Come venivano educate le figlie femmine?
• Che cosa dovevano fare le donne nella loro vita adulta?
IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro sulle fonti
Leggi questa testimonianza scritta da un ragazzo spartano e sottolinea le cose per le quali era stata istruita la futura moglie di suo fratello. Tra poche settimane in casa ci sarà una grande festa: mio fratello Leonida compirà vent’anni e in quell’occasione sposerà Antea, la giovane donna che i miei genitori hanno scelto per lui. Antea ha 15 anni, sa leggere e far di conto. Questo è importante, perché sarà lei ad amministrare i beni di famiglia quando mio fratello vivrà nella grande caserma e, soprattutto, quando sarà in guerra. Come tutte ragazze ha studiato danza e canto, ma ha frequentato anche la palestra ed è stata addestrata all’uso delle armi. Antea è sana, robusta e forte. Sa usare così bene la spada che non vorrei mai dovermi battere con lei!
Ragazzi e ragazze di Sparta
A Sparta i figli maschi degli spartiati rimanevano con le madri fino ai sette anni d’età. A sette anni lasciavano la famiglia per essere affidati agli educatori, che li sottoponevano a una durissima disciplina. I ragazzi dovevano abituarsi a sopportare la fatica e le privazioni, per diventare forti ed essere in grado di affrontare con successo la vita militare. Per questo, erano costretti a indossare la stessa veste d’estate e d’inverno, non usavano calzature e andavano a capo scoperto con qualsiasi tempo. I primi anni erano dedicati all’esercizio fisico e a faticose gare sportive, poi i ragazzi erano addestrati all’uso delle armi. A vent’anni i giovani spartiati entravano a far parte dell’esercito e dopo i trent’anni potevano dedicarsi alla vita politica.
Un guerriero spartano.
Le ragazze spartane vivevano in famiglia fino a dodici-tredici anni e imparavano a tessere e a filare ma anche il canto e la danza. Inoltre si dedicavano agli esercizi fisici per rinforzare il loro corpo, in modo da crescere robuste e poter avere molti figli. A tredici anni, di solito, uscivano di casa perché era giunto il momento del matrimonio. Le nozze, a Sparta, avvenivano in modo particolare. Dopo un finto litigio, lo sposo rapiva la sposa e la portava nella casa della sua famiglia, affidandola a una delle donne più anziane. Le mogli degli spartiati erano molto rispettate e, quando il marito era in guerra, potevano sostituirlo nell’amministrazione delle terre di famiglia.
corsa.


Una ragazza spartana che si allena nella
Ragazzi e ragazze di Atene
I figli maschi dei cittadini ateniesi ricevevano la prima educazione in famiglia, dove imparavano il rispetto per gli adulti e l’obbedienza verso i genitori. Intorno ai sei anni cominciavano a frequentare la scuola, sotto la guida di un insegnante privato; la spesa era a carico della famiglia, perciò non tutti avevano la possibilità di studiare. I bambini imparavano a leggere, a contare e a scrivere su tavolette ricoperte di cera che incidevano con uno stilo, cioè una specie di punteruolo. La musica, l’arte e la pratica sportiva completavano l’educazione. A quattordici anni, i ragazzi potevano continuare a studiare oppure imparavano un mestiere; a diciotto, entravano a far parte dell’esercito per un periodo di due anni. La vita delle ragazze ateniesi si svolgeva interamente nel gineceo, la parte della casa a loro riservata. Fin da bambine, venivano educate per i loro compiti futuri: essere mogli obbedienti, brave donne di casa e buone madri. Raramente imparavano a leggere e scrivere, ma tutte sapevano filare, tessere e controllare il lavoro dei servi. A sei o sette anni il padre sceglieva per loro il futuro marito e verso i quattordici anni si celebravano le nozze. Le ragazze potevano uscire solamente se accompagnate da una donna anziana o da un uomo della famiglia.
Leggi queste testimonianze scritte da bambini ateniesi. Che tipo di informazioni puoi ricavare sulla vita nelle famiglie ateniesi?
• Nel gineceo noi bambini ci divertiamo con tanti giochi: trottole, animaletti di terracotta, bambole e persino animali domestici. La nutrice ci racconta le storie degli dèi e degli eroi o delle belle favole.
• Papà non è quasi mai in casa. Se ne sta tutto il giorno nell’agorà a discutere di politica e a fare affari. A volte, la sera, invita gli amici a casa: mangiano, ascoltano musica e poesia. La mamma non partecipa mai a questi banchetti.

Ragazzi ateniesi a lezione di musica e di scrittura con i maestri privati. Lo strumento musicale è una cetra.
Ragazze che filano la lana.
IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro sulle fonti
Il diorama della polis greca
Procurati tutto l’occorrente. Poi fai una fotocopia ingrandita delle parti che ti serviranno per realizzare il diorama della polis greca. Infine, poiché non ti vengono fornite indicazioni specifiche per realizzarlo, prova a scrivere tu le fasi del procedimento sul quaderno. A che cosa serve la scatola indicata tra l’occorrente?
OCCORRENTE cartone da riciclo • forbici • colla • matite o pennarelli colorati • scatola

Hai avuto delle difficoltà nel realizzare il laboratorio? Quali?
MI VALUTO
PIEGA
Educazione Civica
Il Partenone e l’acropoli di Atene

Sviluppo economico e Sostenibilità
Il Partenone è il monumento più importante dell’acropoli di Atene e il più conosciuto di tutta la Grecia. Fu edificato nel V secolo a.C. come tempio dedicato alla dea Atena Parthenos, protettrice della città. Alla costruzione lavorarono gli architetti Ictino e Callicrate sotto la direzione di Fidia, il più celebre scultore dell’antica
Grecia. Nel 1987 il Partenone e tutta l’acropoli di Atene sono entrati a far parte della lista dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO
Una vista dell’acropoli di Atene, con il Partenone al centro.
Il Partenone nella storia
In più di 2500 anni di storia dalla sua costruzione il Partenone ha subito diverse trasformazioni. Nel V secolo d.C., circa mille anni dopo la sua costruzione, il tempio di Atena fu trasformato in una chiesa cristiana. Nel 1458 d.C. iniziò un lungo periodo di dominazione da parte dei Turchi e il Partenone divenne prima una moschea, poi una fortezza militare. Nel 1687 i Veneziani, in guerra contro i Turchi, colpirono l’edificio a cannonate facendone crollare una grande parte. Nel 1830, infine, la Grecia diventò uno Stato indipendente e iniziarono i lavori per restaurare il Partenone e gli altri monumenti dell’acropoli di Atene. Gli interventi per conservare questo Patrimonio dell’Umanità proseguono ancora oggi.
Educazione Civica Costituzione

Monarchia: questa parola deriva dal greco e significa “governo di uno”.
Diversi modi di governare lo Stato
In Storia hai conosciuto molte civiltà e molti popoli e hai avuto modo di comprendere e confrontare diverse società e diversi modi di governare lo Stato: la monarchia, l’oligarchia, la democrazia.
La democrazia è uno dei modi che gli esseri umani hanno sperimentato nel tempo per gestire il potere e il governo del territorio. Nel corso dei secoli si è diffusa in molte parti del mondo, ma ancora oggi in molti Stati essa non si è affermata oppure è in pericolo, insieme alle libertà personali e civili.
La democrazia
IMPARIAMO INSIEME
Ripensa alle civiltà che hai studiato e prova a rispondere oralmente alle seguenti domande. Confrontati con l’insegnante e con la classe.
• Quali civiltà erano governate da monarchie?
• Quali erano oligarchie?
• Chi ha praticato la democrazia per la prima volta?
• Perché, secondo te, moltissimi Stati nel mondo considerano la democrazia come il sistema di governo migliore?
La democrazia è la forma di governo che permette la partecipazione alle decisioni da parte del maggior numero di persone possibile, ovvero di tutti. Ad Atene solo i cittadini maschi liberi potevano partecipare alle decisioni, mentre le donne, gli stranieri e gli schiavi ne erano esclusi. Nelle democrazie moderne, invece, tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge.
La democrazia è la forma di governo attraverso la quale il popolo, approvando delle leggi, stabilisce le regole di convivenza e organizza la vita collettiva. Ad Atene i cittadini erano pochi, quindi potevano votare direttamente le leggi che riguardavano la città e partecipare al suo governo: in questo caso si parla di democrazia diretta. In Italia e negli altri Paesi democratici del mondo, invece, i cittadini e le cittadine sono troppi per partecipare al governo in prima persona, quindi eleggono dei rappresentanti che li rappresentano negli organi di governo: in questo caso si parla di democrazia rappresentativa
Cittadini ateniesi con le mani alzate per votare.
La Costituzione della Repubblica italiana
Nel 508 a.C. ad Atene fu introdotta una Costituzione. La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato
La Costituzione della Repubblica italiana è entrata in vigore il 1° gennaio 1948. È formata da 139 articoli ed è divisa in tre parti, che trattano aspetti diversi.
La parte introduttiva: i princìpi fondamentali
La parte introduttiva è formata da 12 articoli che elencano i princìpi fondamentali dello Stato italiano, per esempio l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, «senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali» (Art. 3).
La prima parte: i diritti e
i doveri
La prima parte è formata da 42 articoli che riguardano i diritti e i doveri dei cittadini e delle cittadine. Questi articoli garantiscono diritti molto importanti, per esempio la libertà di esprimere il proprio pensiero, di riunirsi pacificamente ecc. Stabiliscono anche i doveri, come quello di pagare le tasse, di rispettare la Costituzione e le leggi della Repubblica ecc.
La seconda parte: l’organizzazione dello
Stato italiano
La seconda parte è formata da 85 articoli che descrivono l’ordinamento della Repubblica, cioè come è organizzato lo Stato: il Parlamento, il Governo ecc.

Nel 1946, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, l’Italia approvò il diritto per le donne italiane maggiorenni di esprimere il proprio voto alle elezioni e anche di poter essere elette. Nel 1946 le donne raggiungevano la maggiore età a 25 anni.
La Costituzione è definita legge fondamentale dello Stato: questo significa che tutte le leggi che vengono approvate in Italia devono rispettare i princìpi e le regole contenute nella Costituzione.
LIFE SKILLS
La Costituzione italiana è stata scritta dall’Assemblea Costituente, formata da 556 rappresentanti eletti da cittadini e cittadine. Per scrivere la Costituzione, quindi, è stato necessario mettere d’accordo le opinioni di tante persone. Confrontati con i compagni e le compagne e decidete almeno un principio che ritenete fondamentale per regolare la vostra vita in classe. Poi scrivete il testo di un articolo, che tutti dovranno rispettare.
IL VOTO DELLE DONNE ITALIANE PIÙ
Templi greci nella colonia di Paestum, in provincia di Salerno.
La madrepatria è il Paese d’origine; per le colonie della Grecia antica era la polis che aveva fondato la colonia.
IMPARO CON METODO
Idee importanti
Il testo di questa pagina non contiene parole in grassetto. Evidenzia nel testo con colori diversi:
• le date corrispondenti alle due fasi di colonizzazione;
• le regioni colonizzate;
• le cause della colonizzazione;
• la spiegazione del nome Magna Grecia.
Le colonie greche
Il territorio della Grecia era molto piccolo e povero di risorse perciò, quando la popolazione cresceva troppo, intere comunità emigravano in cerca di nuove terre.
Arrivati a destinazione gli emigrati fondavano una nuova polis indipendente che però manteneva un legame di collaborazione con la madrepatria. La prima grande migrazione avvenne tra l’XI e il X secolo a.C., quando l’invasione dei Dori spinse gli abitanti della costa a cercare nuove terre sulle isole dell’Egeo e sulle coste dell’Asia Minore.
Tra l’VIII e il VII secolo a.C. dalla Grecia e dalla costa anatolica partirono nuove spedizioni, organizzate dagli stessi governanti delle poleis, per fondare colonie nel Mediterraneo occidentale. I coloni raggiunsero l’Italia meridionale e la Sicilia e più tardi si spinsero fin sulle coste della Francia e della Spagna, dove erano già presenti ricche colonie fenicie.
L’Italia meridionale prese il nome di Magna Grecia (Grande Grecia) per l’estensione del territorio colonizzato dai Greci e per il gran numero di città ricche e potenti fondate.

Lavoro con le carte geostoriche
Osserva la carta geostorica ed elenca le principali città greche nell’Italia meridionale e in Sicilia.
Napoli, Paestum, Taranto, Metaponto, Sibari, Crotone, Rhegion, Catania, Cuma, Siracusa, Gela, Agrigento, Selinunte, Palermo, Zancle
Territori greci
Colonie principali
IMPARO CON COMPETENZA
Marsiglia
Nizza
Alalia
Cuma Napoli
Paestum
Palermo Selinunte
Siracusa Catania Rhegion Gela
Zancle
Efeso Mileto
Corinto Sparta Rodi
Smirne
Lampsaco
Bisanzio
Pano
Corcira
Apollonia Abdera
La religione e le divinità dei Greci
I Greci, come quasi tutti i popoli antichi, erano politeisti. Anche se erano divisi in tante poleis, credevano nelle stesse divinità e avevano gli stessi riti religiosi. Le loro numerose divinità erano simili agli esseri umani, sia nell’aspetto fisico sia nei comportamenti, ma a differenza degli esseri umani erano immortali.
La dimora degli dèi era il Monte Olimpo, il più alto della Grecia. Per ottenere la protezione degli dèi i Greci offrivano preghiere e sacrifici e costruivano grandi templi: ogni tempio era dedicato a una specifica divinità. Esisteva una divinità per ogni aspetto della vita, che poteva aiutare oppure ostacolare gli esseri umani.

Poseidone, fratello di Zeus, era il dio del mare ed era sempre armato di un tridente.
Atena, era la dea della sapienza e della guerra; il suo animale era la civetta.
Ade, fratello di Zeus, aveva un cane con tre teste e governava il regno dei morti.
Gli dèi erano immortali: significa che non potevano morire.
Afrodite era la dea della bellezza e dell’amore.
Zeus era il capo di tutti gli dèi, dio del cielo e del tuono; impugnava sempre un fulmine.
Artemide era la dea della caccia.
Scrivi a quale divinità si rivolgevano i Greci per ottenere protezione nelle situazioni descritte.
• Prima di andare a caccia:
• Quando dovevano partire per un viaggio in mare:
• Prima di una battaglia:
• Quando erano innamorati:
• Quando dovevano sposarsi:
Atena Afrodite Era
Era, moglie di Zeus, era la protettrice del matrimonio e delle nascite.
IMPARO CON METODO
Analizzo
VIDEO
La religione greca
Artemide
Poseidone
Per ricevere gli oracoli, cioè risposte sul futuro, i Greci si rivolgevano ai sacerdoti o alle sacerdotesse dei santuari, che potevano entrare in comunicazione con la divinità. Il santuario più importante era quello del dio Apollo a Delfi, dove l’oracolo veniva pronunciato da una sacerdotessa, la Pizia
Un gruppo di persone porta offerte alla divinità di un santuario.
I santuari
Lontano dalle città sorgevano i santuari, dedicati alle divinità più importanti e considerati luoghi sacri. I Greci si recavano ai santuari per fare offerte e sacrifici.
In onore della divinità a cui era dedicato il santuario si organizzavano anche grandi cerimonie e feste. Nelle occasioni più importanti si svolgevano anche gare sportive, nelle quali si sfidavano i migliori atleti di ogni città.
In queste occasioni provenivano persone da tutta la Grecia e le eventuali guerre fra le città venivano sospese.

IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro con le fonti
Leggi il testo e rifletti sul significato di questo mito per rispondere alle domande. Confrontati con i tuoi compagni e le tue compagne.
Il mito di Persefone
Ade, stanco di vivere da solo nel suo regno sotterraneo, chiese a Zeus di trovargli una sposa. Zeus gli indicò la bellissima Persefone, unica figlia di Demetra, dea del grano e dell’agricoltura.
Siccome la madre non avrebbe mai acconsentito alle nozze, Ade rapì la fanciulla e la portò con sé nel suo regno. Demetra impazzì di dolore; di conseguenza la terra smise di dare i suoi frutti e gli esseri umani e le bestie morivano di fame.
Zeus, allora, mandò Ermes da Ade per chiedere che permettesse a Persefone di tornare sulla terra. Ade
finse di accettare e, nel salutare la sposa, le offrì una coppa di vino in cui mise tre semi di melograno. Inghiottendoli, Persefone sarebbe stata legata a lui per sempre.
Demetra, felice per il ritorno della figlia, fece rifiorire la terra, ma quando seppe dei semi di melograno, stabilì un patto con Ade e con Zeus: Persefone sarebbe rimasta con lo sposo tanti mesi quanti erano i semi che aveva inghiottito e con la madre per il resto dell’anno.
Da allora, quando Persefone è nel mondo dei morti, la terra perde fiori e frutti; quando ritorna dalla madre, tutto riprende vita.
• Quale fenomeno naturale cerca di spiegare il mito? Da quale parte del testo lo si può capire?
• A che cosa corrisponde, in natura, il periodo in cui Persefone vive nel regno dei morti?
LAB
I santuari del mondo greco
GLI ORACOLI PIÙ
Le Olimpiadi
Presso i santuari più importanti si svolgevano periodicamente i giochi panellenici, un insieme di gare sportive alle quali partecipavano atleti che provenivano da tutta la Grecia.
I più celebri erano i giochi olimpici,che si tenevano ogni quattro anni presso il santuario di Olimpia dedicato a Zeus. In occasione dei giochi le guerre venivano sospese e a Olimpia giungevano persone da tutta la Grecia. L’importanza dei giochi olimpici era tale che il loro svolgimento veniva preso come riferimento per contare gli anni. La prima Olimpiade del mondo antico si svolse nel 776 a.C. All’apertura dei giochi olimpici si teneva una solenne cerimonia religiosa, durante la quale veniva acceso il fuoco sacro e gli atleti giuravano di gareggiare in modo corretto. Gli atleti che si comportavano scorrettamente venivano puniti con colpi di frusta e, nei casi più gravi, venivano squalificati. Il premio per i vincitori consisteva in una corona di rami d’ulivo.
I cinque giorni delle Olimpiadi
Le gare, alle quali potevano partecipare e assistere soltanto gli uomini, duravano cinque giorni. Il primo giorno i Greci facevano offerte a Zeus e gli atleti giuravano di gareggiare con lealtà, cioè senza imbrogliare. Il secondo giorno iniziavano le gare, con le corse dei cavalli e delle quadrighe (carri tirati da quattro cavalli) e il pentathlon, una specialità composta da cinque gare (lancio del disco, lancio del giavellotto, salto in lungo, corsa, lotta). Il terzo giorno si facevano altre offerte a Zeus e si tenevano le corse a piedi. Il quarto giorno c’erano le gare di pugilato, di lotta e il pancrazio, che era un insieme di lotta e pugilato. Il quinto giorno era dedicato alla premiazione dei vincitori.
Ricordi che disciplina sportiva praticava Nicandro?

Secondo la tradizione i giochi olimpici nacquero quando Ifito, re dell’Elide (la regione in cui si trova Olimpia), si recò a Delfi per chiedere all’oracolo di Apollo come far cessare le guerre fra le città greche. L’oracolo rispose che avrebbe dovuto ripristinare gli antichi giochi in onore di Zeus. Ifito allora si accordò con il re di Sparta per definire una tregua e permettere ai cittadini di tutte le poleis di recarsi a Olimpia per le gare.
IMPARO CON METODO
Parole speciali
Sai che cosa significa panellenico? Sottolinea nel testo le parole che ti aiutano a capirlo.
Idee importantiEspongo
Lavora con un tuo compagno o una tua compagna. Evidenziate quelle che vi sembrano le parole chiave del testo e scrivetele su un foglio. Poi, leggendole, esponete a turno ciò che avete imparato sulle Olimpiadi.
LA TREGUA DEI GIOCHI OLIMPICI PIÙ
Atleti in una gara di corsa e in un incontro di pugilato.
Il testo di alcune leggi inciso nella pietra su un edificio pubblico.
Analizzo ed espongo

La scrittura e la letteratura
Gli antichi Greci svilupparono studi e conoscenze molto importanti, che hanno contribuito a formare la nostra cultura. L’alfabeto fonetico che usiamo oggi, per esempio, deriva da quello greco, che a sua volta si basava su quello dei Fenici. I Greci, però, aggiunsero le vocali. L’alfabeto degli antichi Greci era composto da ventiquattro lettere. I Greci scrivevano da sinistra verso destra, sia in maiuscolo sia in minuscolo. Come supporti per scrivere utilizzavano tavolette di legno ricoperte di cera oppure rotoli di papiro. A volte i testi particolarmente importanti venivano scolpiti sui monumenti, perché tutti dovevano poterli leggere: è il caso di alcune leggi.
Nel 1200 a.C. circa, dopo la fine della civiltà micenea, l’uso della scrittura in Grecia si perse per quasi quattrocento anni. Verso l’850 a.C., però, i testi scritti ricomparvero: grazie a questo oggi conosciamo opere di letteratura, poesia e teatro dell’antica Grecia che vengono ancora studiate. Le opere letterarie più conosciute sono i poemi attribuiti a Omero: l’Iliade e l’Odissea. Le opere teatrali erano di due tipi: tragedie o commedie. Nelle tragedie si raccontavano storie drammatiche, con un finale triste. Le commedie invece avevano un contenuto divertente e mettevano in ridicolo i fatti della vita quotidiana o i protagonisti della vita politica. Rispondi alle seguenti domande. Poi, insieme a un tuo compagno o una tua compagna, usa le risposte per esporre l’argomento di questa pagina.
• Da quale alfabeto deriva la scrittura greca?
• Quali cambiamenti introdussero i Greci?
• Da quante lettere era composto l’alfabeto greco?
• Come scrivevano i Greci?
• Quali tipi di opere scrissero gli antichi Greci?
LA STORIA COME DISCIPLINA PIÙ
I Greci furono anche i primi a occuparsi della Storia come disciplina, raccontando i fatti realmente accaduti e basandosi su fonti o racconti dei testimoni Gli storici più famosi sono stati Erodoto e Tucidide, vissuti nel V secolo a.C.
Una scultura che raffigura Erodoto.
La filosofia e le scienze
Un’altra eredità della cultura greca è la filosofia, parola che significa“amore per la conoscenza”.Per mezzo del ragionamento la filosofia cerca di dare spiegazione a grandi argomenti, come l’origine dell’universo o il significato della vita umana. I più importanti filosofi greci furono Socrate, Platone e Aristotele. Le loro opere vengono studiate ancora oggi.
Rilievo in marmo in cui un medico visita una malata.

I Greci svilupparono importanti conoscenze anche nell’ambito della matematica e della geometria. Gli studiosi più importanti in questi campi furono Pitagora, Euclide e Archimede Ai Greci dobbiamo anche la nascita della prima scuola di medicina con impostazione scientifica. Il più importante medico greco, Ippocrate, comprese come le malattie avessero cause naturali e non dipendessero dal volere degli dèi. Per questo è considerato il padre della medicina moderna.
Analizzo ed espongo
Completa le seguenti frasi. Poi esponi quello che hai imparato sullo studio della filosofia e delle scienze nell’antica Grecia.
Ippocrate ha espresso in un giuramento i princìpi che sono alla base della sua professione. Il medico greco chiedeva ai suoi allievi di pronunciare questo giuramento davanti ad Apollo, dio della medicina.
• La , o “amore per il sapere”, cerca di spiegare grandi argomenti per mezzo del
filosofia ragionamento
• Grandi filosofi greci furono , e .
Socrate, Platone
Aristotele
• Grandi studiosi nel campo della matematica e della geometria furono , e
Pitagora, Euclide
Archimede medico
• Ippocrate fu il più importante greco.
«Giuro per Apollo medico e per tutti gli dèi e le dee, chiamandoli a testimoni, che prescriverò ai malati la cura adatta alla loro condizione e li difenderò da ogni cosa ingiusta e dannosa. In qualunque casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati e mi asterrò da ogni danno volontario.»
Ancora oggi è tradizione che gli studenti e le studentesse pronuncino il Giuramento di Ippocrate al momento della laurea in medicina.
IMPARO CON METODO
Scultura di Ippocrate.
Laboratorio
Archimede e la corona d’oro
Archimede di Siracusa fu un famosissimo matematico e inventore dell’antichità. Fu interpellato da Gerione, il tiranno della città, per risolvere un grande dilemma: come scoprire se la corona del tiranno fosse fatta veramente d’oro purissimo?
Archimede spiegò a Gerione che ogni oggetto immerso nell’acqua sposta una quantità d’acqua pari al suo volume. Immergendo la corona in una vasca e confrontando il livello raggiunto dall’acqua con quello di un pezzo d’oro puro dello stesso peso avrebbero potuto svelare l’inganno.
OCCORRENTE una caraffa d’acqua • un pennarello • oggetti a scelta • un righello • una penna • un foglio.
PROCEDIMENTO

il livello
1 Prendi la caraffa d’acqua e segna con il pennarello una linea orizzontale a indicare il livello dell’acqua.
Misura con il righello
3 Con un righello misura la distanza tra queste due linee e riporta il dato su un foglio di carta.
CONCLUSIONI
2 Immergi un oggetto segnando il nuovo livello dell’acqua. Si è alzato o abbassato?
4 Ripeti l’esperimento con altri oggetti: scoprirai che ciascuno di loro sposterà volumi d’acqua diversi.
Archimede immerse in una vasca la corona del tiranno e misurò il volume d’acqua spostato dall’oggetto. Successivamente prese un pezzo d’oro purissimo dello stesso peso della corona e lo immerse nella medesima vasca: il volume d’acqua spostato risultò diverso. Si scoprì, quindi, che Gerione era stato ingannato!
Acqua
Penna
Pennarello
Foglio per appunti
Righello
Segna
dell’acqua
Immergi un oggetto e segna il nuovo livello
Distanza
La scultura e l’architettura
Gli antichi Greci furono degli innovatori anche nella scultura. Studiarono con attenzione le parti e i movimenti del corpo umano. Anche l’abbigliamento veniva riprodotto in modo realistico. Come materiali gli scultori usavano soprattutto la pietra, il marmo e il bronzo.
Gli architetti greci costruivano templi per le divinità, edifici pubblici, teatri e spazi per le gare sportive. Ancora oggi possiamo ammirare i resti di queste costruzioni, sia in Grecia sia nelle colonie. Il tempio più conosciuto è il Partenone, che sorge sull’acropoli di Atene ed era dedicato alla dea Atena.
I templi
I templi avevano una struttura semplice ma imponente. La pianta era rettangolare e delimitata da colonne; su queste poggiavano travi orizzontali, che sostenevano il tetto del tempio. Lungo la fascia al di sopra delle colonne, tutto intorno al tempio, venivano poste delle formelle in pietra, chiamate metope, scolpite con immagini di battaglie mitologiche. All’interno del colonnato c’era la cella con la statua della divinità a cui il tempio era dedicato. Nello spazio triangolare della parte alta della facciata, chiamato frontone, c’erano gruppi di statue dipinte a colori vivaci che rappresentavano dèi e di eroi.
Una scultura femminile in marmo.
IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro con le immagini
Osserva il disegno del tempio, poi scrivi nei cartellini i termini corretti. cella • colonne • frontone • metope • travi orizzontali frontone
travi orizzontali

colonne
VIDEO Le opere dei Greci
BACHECA Il teatro

Le maschere degli attori.
IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro con le immagini
Osserva il disegno del teatro, poi scrivi nei cartellini i termini corretti.
gradinate • orchestra • scena
Il teatro
Ogni città greca aveva uno o più teatri. Gli antichi Greci amavano molto il teatro. Tutti, anche le donne, i bambini e gli schiavi, assistevano agli spettacoli teatrali.
Gli attori erano solo uomini. Per amplificare la voce e per interpretare personaggi sia maschili sia femminili mettevano sul viso maschere di terracotta.
I teatri potevano avere dimensioni diverse, ma avevano sempre la stessa forma.
• Sul fianco di una collina si ricavava la cavea, uno spazio a semicerchio con le gradinate per il pubblico.
• Ai piedi della collina, all’interno dello spazio delimitato dalla prima fila delle gradinate, si trovava l’orchestra, cioè la zona riservata ai musicisti, ai danzatori e al coro.
• Di fronte alle gradinate c’era la scena, cioè il palcoscenico. Dietro il palcoscenico venivano realizzate costruzioni in muratura per nascondere le macchine sceniche, grazie alle quali si potevano realizzare “effetti speciali”, per esempio far apparire personaggi dall’alto o da sottoterra.
scena orchestra
gradinate
L’organizzazione dell’esercito
Le poleis erano spesso in conflitto fra loro, perciò ognuna doveva avere un proprio esercito, sempre pronto a combattere. Tutti i cittadini maschi erano obbligati a far parte dell’esercito, ognuno di loro partecipava a proprie spese e aveva un ruolo in base alla sua ricchezza.
• La cavalleria era formata dai soldati che combattevano a cavallo: a questa appartenevano gli aristocratici.
• La fanteria era formata dai soldati che combattevano a piedi, chiamati opliti: a questa appartenevano i cittadini comuni. L’oplita combatteva in uno schieramento di otto file, fianco a fianco con i compagni, proteggendo con lo scudo il compagno alla sua destra e cercando la protezione di quello a sinistra. Gli opliti, in quanto soldati, erano considerati cittadini della polis, quindi potevano partecipare alla vita politica.
L’oplita era il guerriero armato con armi pesanti. Il nome deriva dalla parola greca òplon, che era lo scudo tipico dell’oplita.



Per combattere l’oplita usava la p li i l’insieme delle armi offensive e difensive:

• l’elmo con due copriguance e un’alta cresta;
• la corazza di bronzo per proteggere il torace;

• i gambali t le gambe dalla caviglia al ginocchio;
• lo scudo rotondo oppure ovale, in bronzo o in cuoio e metallo, spesso decorato;
• la lancia composta da un lungo bastone in legno con un puntale acuminato
• L’oplita portava anche una spada lunga, con la lama tagliente su entrambi i lati, e una spada corta.
VITA DA OPLITA P Ù
U li
gambali
lancia
scudo
elmo
corazza
Il re persiano Dario.

Le guerre contro i Persiani
L’impero persiano
I Persiani erano una popolazione molto forte. Tra il VI e il V secolo a.C. avevano sottomesso molti popoli e formato un immenso impero, che si estendeva dal fiume Indo fino alle coste del Mediterraneo e all’Egitto. Le città più importanti erano collegate dalla Strada reale, che era lunga circa 2700 km e andava dalla Persia fino all’Asia Minore.
I popoli sottomessi, in genere, potevano mantenere le proprie tradizioni e una certa indipendenza ma dovevano dare ai Persiani tributi in denaro e uomini per l’esercito.
Nel V secolo a.C. le colonie greche della Ionia furono conquistate dai Persiani. Nel 499 a.C. i coloni greci di Mileto si ribellarono al controllo dei Persiani. Il re persiano Dario represse la rivolta, ma le poleis della Grecia intervennero in aiuto delle colonie. Dario decise quindi di approfittare dell’occasione per tentare di conquistare tutta la Grecia.
La prima guerra persiana
Nel 490 a.C. Dario organizzò una prima spedizione contro la Grecia. L’esercito persiano sbarcò sulle coste dell’Attica, la penisola dove è situata Atene, e i soldati ateniesi, guidati da Milziade, sconfissero i Persiani nella pianura di Maratona.
La sconfitta fu così pesante e imprevista che costrinse i Persiani a interrompere il tentativo di conquistare la Grecia.
Oggi la maratona è una gara di corsa su lunga distanza. Il suo nome fa riferimento a un episodio seguito alla battaglia del 490 a.C.: un soldato ateniese chiamato Filippide corse per più di 40 chilometri da Maratona ad Atene per portare la notizia della vittoria. In suo onore nelle Olimpiadi moderne è stata inserita la gara di corsa della maratona, che copre la stessa distanza percorsa da Filippide.
LA GARA DELLA MARATONA PIÙ
Corridori alla maratona di New York.
La seconda guerra persiana
Nel 480 a.C. il figlio di Dario, Serse, volle vendicare la sconfitta del padre e portò un immenso esercito nel cuore della Grecia. Serse sapeva che le poleis erano divise tra loro e pensò di poterle sconfiggere facilmente. Invece, per difendere la propria indipendenza, i Greci si allearono, sotto la guida di Atene e Sparta. La battaglia decisiva della seconda guerra persiana avvenne sul mare, a Salamina, dove le potenti triremi greche, sotto la guida di Temistocle, attirarono la flotta persiana in un agguato e la distrussero.
I Persiani furono definitivamente sconfitti nel 479 a.C., dopo essere stati attaccati dagli Spartani a Platea e, contemporaneamente, dalla flotta ateniese a Micale.
La decadenza delle poleis
Dopo aver allontanato il pericolo dell’invasione persiana Atene e Sparta tornarono a essere rivali. Da questa rivalità nacque una lunga guerra che coinvolse quasi tutte le città greche, come alleate di Atene o di Sparta: la guerra del Peloponneso Lo scontro durò dal 431 al 404 a.C. e devastò tutta la Grecia. Le poleis greche uscirono da questi anni di guerra molto indebolite e non ebbero la forza per contrastare un nuovo popolo che minacciava la loro indipendenza: i Macedoni.
Idee importantiEspongo
Lavora con un tuo compagno o una tua compagna. Rileggete il testo di queste pagine ed elencate su un foglio quelle che vi sembrano le parole chiave. Poi esponete a turno ciò che avete imparato sulle guerre persiane e sui motivi della decadenza delle poleis.

Le triremi erano chiamate così perché i rematori erano disposti su tre file sovrapposte. Erano imbarcazioni molto robuste e potevano trasportare equipaggi numerosi, composti da opliti armati. La parte anteriore delle triremi era protetta da un rostro in bronzo, una specie di grosso uncino con il quale si potevano speronare le imbarcazioni nemiche e affondarle.
I rematori erano disposti su tre file sovrapposte.
Il rostro serviva per speronare le navi nemiche.
CARTA GEOSTORICA
La guerra del Peloponneso
La vela e l’albero venivano abbassati durante la battaglia.
IMPARO CON METODO
LE TRIREMI PIÙ
Barbari: la parola in greco significa “balbuziente”; i Greci chiamavano così tutti quelli che non sapevano parlare bene la loro lingua, quindi gli stranieri.
IMPARO CON METODO
Analizzo
Sottolinea nel testo con i colori indicati la risposta alle seguenti domande.
Perché i Greci consideravano i Macedoni poco civili?
Perché il re di Macedonia riuscì a conquistare la Grecia?
Perché i nobili macedoni fecero uccidere Filippo II?
LA FALANGE PIÙ

Il regno di Macedonia
La Macedonia era un regno ricco e indipendente a Nord della Grecia. La capitale del regno era Pella. Il territorio della Macedonia era in prevalenza montuoso ma aveva grandi risorse: era ricco di foreste, che fornivano legname in abbondanza, e c’erano miniere d’oro e d’argento. I Macedoni parlavano una lingua che derivava da un dialetto greco, ma i Greci li consideravano comunque “barbari”, come tutti i popoli stranieri. Inoltre li consideravano poco civili perché non erano liberi, ma erano sudditi di un re.
Filippo II
Nel 359 a.C. Filippo II divenne re di Macedonia. Egli rafforzò e riorganizzò l’esercito introducendo la falange, uno schieramento formato da soldati muniti di lunghe lance, capaci di sfondare le linee nemiche. Filippo II voleva espandere il proprio regno verso la Grecia; egli aveva capito che le poleis greche erano ormai indebolite dalle continue lotte interne. Nel 338 a.C., quindi, il re macedone attaccò le poleis, le conquistò senza difficoltà e mise fine alla loro indipendenza. Forte di questa vittoria, nel 336 a.C. Filippo organizzò una spedizione per espandere ancora di più il suo regno, conquistando i territori dell’impero persiano. I nobili macedoni, però, temevano che le vittorie militari dessero al re un potere eccessivo e lo fecero uccidere in un agguato.
La falange macedone era una formazione militare formata da sedici file di soldati armati di scudo e di una lancia che poteva essere lunga fino a 9 metri: la sarissa. Le prime file avanzavano con le lance abbassate formando una barriera insormontabile. I soldati delle file seguenti erano pronti ad abbassare le loro lance durante lo scontro, per sostituire i compagni caduti, o a tenerle alte per nascondere i movimenti delle truppe schierate dietro di loro.
Pella
Cipro
Rodi
Alessandro Magno
Alla morte di Filippo II divenne re di Macedonia suo figlio Alessandro, un ragazzo di appena vent’anni. Egli era stato educato dal filosofo greco Aristotele, quindi era cresciuto con una grande ammirazione per la cultura greca, e voleva diffonderla ovunque. Appena diventato re Alessandro volle continuare il progetto di suo padre di conquistare l’impero persiano. Nel 334 a.C., quindi, partì da Pella a capo di un esercito di 35 000 uomini. Nel 333 a.C. ottenne una prima vittoria sui Persiani, poi conquistò la Fenicia e l’Egitto senza incontrare difficoltà. Nel 331 a.C. sconfisse il re persiano Dario III e divenne padrone dell’impero persiano. Nei territori che via via conquistava Alessandro fondò molte città. Alessandro, dopo aver sconfitto il re persiano, rinforzò l’esercito con molti soldati provenienti dai nuovi territori conquistati, poi riprese ad avanzare verso l’Asia. Nel 327 a.C. giunse alla valle dell’Indo ma i suoi soldati, stanchi per la lunga spedizione, si rifiutarono di proseguire oltre il fiume. Alessandro tornò quindi a Babilonia, dove stabilì la capitale del suo impero. In questa città, nel 323 a.C., morì improvvisamente a soli 33 anni per una febbre violenta. In pochi anni il re macedone era riuscito a creare il più grande impero che si fosse mai visto e per le sue imprese fu definito Magno, cioè “Grande”.

IMPARO CON METODO
Idee importantiEspongo
Lavora con un tuo compagno o una tua compagna. Rileggete il testo di questa pagina ed elencate su un foglio le date importanti e quelle che vi sembrano le parole chiave. Poi esponete a turno ciò che avete imparato su Alessandro Magno.
Lavoro sulle carte geostoriche
La carta geostorica rappresenta il percorso fatto da Alessandro Magno con il suo esercito e la massima estensione raggiunta dall’impero macedone. Osserva i nomi delle città: perché, secondo te, diverse città hanno lo stesso nome?
Impero macedone
Il percorso dell’esercito di Alessandro Magno
IMPARO CON COMPETENZA
Parole speciali
Che cosa significa “città multietnica”? Se non lo sai cerca nel dizionario, poi scrivilo qui.
Abitata da persone di etnie e culture diverse.
Sottolinea nel testo le parole che ti aiutano a capire il significato di “civiltà ellenistica”.

L’impero dopo la morte di Alessandro
Alla sua morte i generali macedoni suddivisero l’impero in diversi regni, chiamati alessandrini: la Macedonia, il regno di Pergamo (nell’attuale Turchia), il regno d’Egitto e il regno di Siria, che comprendeva tutti i territori dell’antico impero persiano.
Alessandria, la nuova capitale del regno d’Egitto fondata da Alessandro, in pochi anni diventò una città multietnica, la più bella e popolosa del Mar Mediterraneo. Anche altre città dei regni alessandrini divennero importanti centri culturali. Tra questi ebbe un ruolo fondamentale Pergamo, nell’odierna Turchia, che i sovrani ellenistici arricchirono di splendide statue e monumenti.
Nel 148 a.C. i Romani sconfissero i Macedoni e divennero i nuovi dominatori della Grecia. L’ultimo regno alessandrino a cadere fu quello d’Egitto, che venne conquistato dai Romani nel 31 a.C.
La civiltà ellenistica
Dalla fusione tra la civiltà greca e quelle dei Paesi conquistati da Alessandro ebbe origine la civiltà ellenistica. In questo periodo il greco fu la lingua comune in tutti i regni alessandrini, dove i funzionari di origine greca ricoprivano gli incarichi più importanti dell’amministrazione statale. La rete stradale persiana facilitò il collegamento tra l’Oriente e i porti del Mar Mediterraneo, che divennero il punto d’arrivo di merci da tutto il mondo conosciuto.
Alessandro Magno raffigurato in groppa a Bucefalo, il suo mitico cavallo.
IMPARO CON METODO
Il volto di Alessandro Magno su una moneta d’oro.
Gli splendori di Alessandria d’Egitto
Il principale centro della cultura ellenistica fu Alessandria d’Egitto, che costituiva anche un importante approdo commerciale, grazie alla sua favorevole posizione sul delta del Nilo. Ad Alessandria sorgeva anche il Museo, ovvero un edificio dedicato alle Muse, le divinità protettrici delle arti e delle scienze. Il Museo era un luogo di incontro tra gli studiosi e di insegnamento, come le moderne università. All’interno del Museo c’erano un osservatorio astronomico, un giardino zoologico, un orto botanico, un centro di studi medici e, soprattutto, una biblioteca aperta a tutti gli studiosi e le studiose. Si dice che la biblioteca contenesse più di 700 000 rotoli di papiro provenienti da ogni parte del mondo allora conosciuto.
Molti scienziati antichi studiarono e insegnarono ad Alessandria, tra questi il matematico Euclide, che pose le basi della geometria che studiamo ancora oggi; Archimede, che fece importanti scoperte sulle leggi fisiche; Eratostene, geografo e matematico, che diresse la biblioteca di Alessandria. Ginnasio Teatro
Tempio di Iside Faria
Isola di Pharos

Tempio di Iside Lochia
Porto
Porta della Luna Stadio Dogana MURA
Biblioteca
Piccolo
Porto
Tempio di tutti gli dèi
Tempio di Serapide
IL FARO PIÙ
Il faro di Alessandria rendeva visibile il porto ai marinai persino a 50 chilometri di distanza, di giorno grazie a un sistema di specchi che riflettevano i raggi solari, di notte tramite la luce di un grande fuoco acceso sulla sua cima. Il faro era considerato un modello delle capacità dell’ingegneria greca.
Porta del Sole
Una pianta della città di Alessandria.
GEOSTORICA
città di Alessandria d'Egitto
d'identià dell'impero
FACCIAMO IL PUNTO • LA SINTESI

IMPARO CON METODO
Osservo, leggo, espongo
Osserva il disegno, leggi e usa le sintesi per ricostruire ciò che sai sulle civiltà della Grecia, ed esporre.
I GRECI E I MACEDONI
DOVE
QUANDO
Dall’800 a.C. circa nella Penisola greca si sviluppò la civiltà greca.
Tra il 490 a.C. e il 480 a.C. i Greci combatterono contro i Persiani e li sconfissero. Ma subito dopo si scontrarono tra loro nella guerra del Peloponneso. Le continue battaglie indebolirono le poleis che nel 338 a.C. furono conquistate dai Macedoni.
ATTIVITÀ
Le attività principali dei Greci
erano l’agricoltura, l’allevamento e la pesca. Erano molto sviluppati anche l’artigianato e i commerci.
RELIGIONE
I Greci erano politeisti. Gli dèi avevano un aspetto umano e vivevano sul Monte
SOCIETÀ
La Grecia era divisa in città-Stato indipendenti: le poleis. Ognuna aveva proprie leggi, ma c’erano elementi comuni a tutte: la lingua, la religione, la cultura.
Le poleis più importanti erano Sparta, che aveva un governo oligarchico, e
Atene, che aveva un governo democratico.
Olimpo. In onore degli dèi i Greci costruivano templi e organizzavano cerimonie.
Le Olimpiadi erano gare sportive in onore di Zeus, il padre degli dèi.
CONOSCENZE
I Greci svilupparono importanti
saperi nella storia, nella filosofia, nel teatro e nella medicina.
Erano molto importanti anche
le conoscenze architettoniche, matematiche e geometriche.
I GRECI E I MACEDONI

MACEDONI
I Macedoni vivevano a Nord della Grecia.
Nel 338 a.C. il re Filippo II attaccò e conquistò le poleis greche.
Dopo la sua morte il regno passò nelle mani del figlio Alessandro che conquistò l’impero persiano e molti territori. Alessandro, chiamato Magno, morì nel 323 a.C. Dopo la sua morte l’impero si divise in diversi regni.
Dalla fusione tra la cultura greca e quella dei territori conquistati da Alessandro nacque la civiltà ellenistica.
FACCIAMO IL PUNTO • LA MAPPA

Costruisco una mappa
Ricostruisci la mappa con le parole date.
artigiani • Atene • filosofia • geometria • governo • Macedoni • moneta • Olimpiadi • ovini • Peloponneso • Persiani • di pochi • poleis • del popolo
Sparta
I Greci
DOVE QUANDO
Intorno al 700 a.C. si svilupparono le
poleis
Tra il 490 a.C. e il 480 a.C. sconfissero i
ATTIVITÀ
Coltivavano l’ulivo e la ; allevavano
Furono abili e raffinati
templi
vite
Peloponneso
Persiani moneta artigiani
Combatterono fra loro nella guerra del Vennero infine conquistati dai
Macedoni
Erano commercianti; negli scambi usavano la
SOCIETÀ
Divisione in città-Stato indipendenti. Le città-Stato principali erano e Le forme di erano: oligarchia, cioè governo ; democrazia, cioè governo
CONOSCENZE
Atene filosofia
Sparta governo di pochi del popolo
geometria templi
Svilupparono gli studi in diversi ambiti: storia, , medicina, matematica e Costruirono grandi in onore degli dèi e teatri.
RELIGIONE
Erano politeisti
Gli dèi avevano aspetto umano
Organizzavano cerimonie e gare sportive in onore degli dèi: le più importanti erano le
Olimpiadi
MAPPA DI VERIFICA
I GRECI E I MACEDONI

Costruisco una mappa
Ricostruisci la mappa con le parole date.
336 a.C. • ellenistica • greca • greche • impero • Magno • regni
I Macedoni
DOVE QUANDO
Vivevano a Nord della Grecia.
Nel 338 a.C. Filippo II conquistò le poleis ; nel fu ucciso in un agguato.
greche
336 a.C.
Gli succedette il figlio Alessandro che per le sue imprese fu poi chiamato
SOCIETÀ
Alessandro creò un grande
Dopo la morte di Alessandro l’impero si divise in diversi
chiamati alessandrini.
CONOSCENZE
Nell’impero si parlava la lingua
Magno impero greca ellenistica regni
La cultura greca si fuse con quelle delle popolazioni conquistate: naque la civiltà
MAPPA DI VERIFICA
Compito Autentico
Le Olimpiadi di ieri e di oggi
1 Insieme ai tuoi compagni e alle tue compagne, prova a fare un confronto tra le Olimpiadi che si disputavano nell’antica Grecia e i Giochi Olimpici moderni.
Fase 1
a. Rileggete con attenzione le pagine del Sussidiario dedicate alle Olimpiadi e individuate le informazioni più importanti.
• Chi partecipava alle gare di Olimpia?
A che cosa serviva la tregua?

b. Documentatevi sui Giochi Olimpici che si sono svolti a Parigi nel 2024. Prima di svolgere la ricerca fate un elenco delle domande a cui proverete a rispondere, in modo da selezionare le informazioni.
• Quali Paesi partecipano alle Olimpiadi? Quali sono gli sport olimpici?
Compito Autentico

Fase 2
• Condividete con tutti i membri del gruppo le informazioni che avete raccolto, suddividendole in due categorie come nell’esempio qui sotto
Olimpiadi di ieri
Olimpiadi di oggi
Fase 3
• Dopo aver organizzato le informazioni, preparate una tabella in cui riporterete le somiglianze e le differenze che avete individuato.
Somiglianze
Differenze
MI VALUTO
Rifletti su come hai lavorato e indica le tue risposte con una X all’interno della tabella di autovalutazione.
Ho lavorato con compagni e compagne.
Ho rispettato le regole del gruppo.
Ho ascoltato le opinioni e le idee di compagni e compagne.
Ho partecipato al lavoro.
Bene e volentieri Bene, ma solo in alcune situazioni Con difficoltà
Sempre Qualche volta Non le ho rispettate
Sempre con attenzione Quasi sempre Con scarsa attenzione
Cercando di svolgere tutto da solo/a
Chiedendo aiuto se in difficoltà Con l’assistenza dell’insegnante
Sono soddisfatto/a del lavoro. Molto Abbastanza Poco
I popoli dell’Italia antica

I POPOLI DEL NORD
Camuni 2200 a.C.-16 a.C.
Liguri 2000 a.C.-124 a.C.
Veneti 1200 a.C.-200 a.C.
Celti 550 a.C.-I secolo d.C.
Palafitticoli 2000 a.C.-1400 a.C.
Terramaricoli 1700 a.C.-1200 a.C.
Villanoviani 1200 a.C.-700 a.C.
I POPOLI DELL’APPENNINO
Popoli appenninici 1600 a.C.-124 a.C.
I POPOLI DELLE ISOLE
Sardi 1500 a.C.-900 a.C.
Siculi 1000 a.C.-800 a.C.
GLI ETRUSCHI
900 a.C.-396 a.C.
Gli antichi abitanti dell’Italia
L’Italia fu abitata fin dalla Preistoria: grazie alla posizione al centro del Mediterraneo e ai benefici influssi del mare sul suo clima la Penisola era un ambiente adatto agli insediamenti umani.
Nel III millennio a.C. gli abitanti dell’Italia vivevano soprattutto di caccia e di pastorizia; l’agricoltura era arretrata. Le testimonianze dei popoli più antichi sono quelle dei Liguri, da cui prese il nome la regione nella quale erano stanziati, e dei Camuni, che vivevano nella Valcamonica, in Lombardia. A partire dal II millennio a.C. l’Italia fu abitata anche dai cosiddetti Popoli appenninici (Piceni, Umbri, Sabini, Latini, Sanniti, Campani, Lucani e altri), che occuparono i territori dell’Appennino dall’Umbria fino alla Calabria.
A partire dal 900 a.C. nella regione dell’Etruria, corrispondente a una parte degli attualiToscana e Lazio, si affermò la civiltà degli Etruschi.

I popoli dell’Italia antica
Al fuoco!

Vieni con me e segui una gara in canoa nell’Italia antica, durante l’Età del Bronzo.
La canoa fila sull’acqua blu.
– Più veloci! – grida Aimara.
È seduta a prua, con gli occhi fissi sul traguardo: la grande quercia che si specchia nel lago. Erin e Fennec, seduti dietro di lei, remano con tutte le loro forze.
– Non urlare – ansima Erin. – Se gli adulti si svegliano, la gara è bell’e finita.
Aimara lancia uno sguardo verso il villaggio. L’acqua si rifrange dolcemente sui pali che sorreggono le capanne. Gli adulti dormono tutti, dopo aver ballato fino a tarda notte per la festa del raccolto. Non sarebbero contenti di scoprire che Aimara e gli altri hanno preso le canoe, e non per uscire a pesca, ma per giocare.
Un urlo la riscuote. – Forza, superiamoli!
La canoa della squadra rivale li ha quasi raggiunti. Aimara sta per incitare a sua volta i compagni, quando nota uno strano bagliore ai margini del villaggio. Viene dallo spiazzo dove, la sera prima, tutti gli abitanti si sono riuniti intorno al fuoco...
– Aimara! – esclama Erin. – Ti sei incantata? Continua a remare!
Non c’è tempo per pensare o discutere. – Andate a sinistra –ordina Aimara. – Adesso!
La canoa cambia bruscamente rotta e punta verso il villaggio.
Nel racconto si parla di capanne sorrette da pali nell’acqua. Sai come si chiamano? Secondo te, perché si costruivano abitazioni di questo tipo? Confrontati con i tuoi compagni e le tue compagne.
Alle loro spalle risuonano le urla di trionfo degli avversari.
Ma Aimara capisce subito di aver fatto la scelta giusta.
– Fuoco! – urla Erin terrorizzato. – AL FUOCO!
Con il vento del mattino, le braci del falò hanno ripreso vita. Risvegliati dalle urla, gli adulti si precipitano fuori dalle capanne, secchi alla mano. L’incendio viene spento sul nascere.
– Aimara – chiama il capovillaggio con aria severa.
Lei china la testa, pronta a ricevere una sgridata. Ma il capo le prende il braccio e lo alza in aria. – La salvatrice del nostro villaggio!
Tutti la acclamano e battono le mani. Per Aimara è la vittoria più bella.
STORYTELLING
di Giorgia Cappelletti

Prova a disegnare l’abitazione di cui si parla nel testo. Poi scopri come era fatta veramente a pagina 73.
Ti è piaciuta la storia? Tu che cosa avresti detto ad Aimara?
IMPARIAMO INSIEME
Con i compagni e le compagne fate una ricerca per scoprire quale popolo abitava nella vostra città/provincia/regione. Raccogliete informazioni sulle aree di interesse archeologico e su eventuali musei che sono presenti nel vostro territorio.
Preparate i testi con le informazioni raccolte e relazionate alla classe.

I nomi dell’Italia
Nell’antichità la Penisola italica ha avuto molti nomi. Gli antichi Greci, gli storici o i geografi la chiamavano Esperia, cioè la terra a Occidente, ma anche Ausonia, il paese degli Ausoni, o Enotria, il paese degli Enotri. Si pensa che il nome Italia derivi da Italòi: così i Greci chiamavano i Vituli, gli abitanti della punta della Penisola, nell’attuale Calabria.
Tanti erano i nomi perché tanti erano i popoli che, fin dal Neolitico, abitavano la Penisola. Alcuni di essi, come i Veneti, i Liguri, i Siculi e i Sardi hanno lasciato una traccia nel nome della regione che hanno abitato. Altri, come i Celti, non occupavano solo un territorio del Nord Italia, ma facevano parte di una civiltà più ampia, che si estendeva oltre le Alpi, in buona parte dell’Europa. Tutti questi popoli sono detti Italici, anche se ciascuno di essi aveva un proprio nome. Tra il X e l’VIII secolo a.C. arrivarono anche i Greci e i Fenici, che colonizzarono le regioni del Sud e le isole.
IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro con le carte geostoriche
Osserva la carta e rispondi alle domande.
• Quale popolo proveniente da Nord si stabilì nella Penisola?
• Quali popoli fondarono le loro colonie nel Sud e sulle isole?
Popoli italici
CARTA
GEOSTORICA
Gli italici
DOC
Carta d’identià degli abitanti dell’Italia
Colonie greche
Colonie fenicie
Celti
I Camuni
I Camuni erano un popolo nomade. Alla fine del III millennio a.C. si stabilirono in Valcamonica, una zona della Lombardia attraversata dal fiume Oglio. I Camuni vivevano in villaggi di capanne costruiti sui fianchi delle valli, per proteggersi dalle piene dei fiumi. All’inizio erano cacciatori e raccoglitori, poi si dedicarono alla pastorizia e all’agricoltura e impararono a lavorare i metalli e a sfruttare le numerose miniere presenti nella zona. Realizzavano armi, che commerciavano con i popoli vicini, producevano tessuti di lana e sapevano lavorare la ceramica. Adoravano le forze della natura e in particolare il Sole. I Camuni non usavano la scrittura, ma hanno lasciato una ricca testimonianza del loro modo di vivere in più di trecentomila incisioni rupestri.
I Liguri

Un’incisione rupestre dei Camuni che rappresenta un uomo e una donna.
I Liguri sono il popolo italico di cui sono state ritrovate le tracce più antiche, precedenti al II millennio a.C. Inizialmente vivevano in una zona che, oltre all’attuale Liguria, comprendeva parte del Piemonte e si estendeva al di là delle Alpi, nei territori che oggi sono francesi. Poi i loro insediamenti si concentrarono lungo la costa. I Liguri erano divisi in tribù. I loro territori erano in prevalenza montuosi e offrivano poche risorse per la sopravvivenza, ma gli abitanti impararono a coltivare anche i terreni collinari realizzando dei terrazzamenti, una tecnica che è utilizzata ancora oggi. Oltre all’agricoltura, i Liguri praticavano la caccia, la pastorizia, la pesca e il commercio. i Liguri erano politeisti e credevano in numerose divinità che rappresentavano le forze della natura.
Una stele in pietra degli antichi Liguri che rappresenta un guerriero.
IMPARO CON METODO
Parole speciali
Ti ricordi che cosa sono i terrazzamenti? Se non lo ricordi cerca il significato sul dizionario e scrivilo.
Sono strisce di terreno pianeggiante scavate nei fianchi delle colline e delle montagne.
Analizzo ed espongo
Compila sul quaderno una tabella con le informazioni principali sui Camuni e sui Liguri: territorio, attività, religione. Poi, con un compagno o una compagna, esponete i due argomenti a turno.
Analizzo ed espongo
Compila sul quaderno una tabella con le informazioni principali sui Veneti e sui Celti: territorio, attività, religione. Poi, con un compagno o una compagna, esponete i due argomenti a turno.

La festa di Halloween ha origini celtiche. Segnava la fine dell’anno vecchio e l’inizio di quello nuovo, che veniva accolto accendendo grandi fuochi. I Celti, però, temevano che i falò attirassero streghe e diavoli e per spaventarli si aggiravano nell’oscurità con grandi lanterne e indossando maschere paurose.
I Veneti
La civiltà dei Veneti si sviluppò a partire dal 1200 a.C. nel territorio oggi occupato dalle regioni Veneto, Friuli-Venezia Giulia e parte del Trentino-Alto Adige.Vivevano in abitazioni con fondamenta in pietra, con le pareti di legno e argilla. I Veneti erano agricoltori e allevatori di cavalli, che vendevano ai popoli vicini. Erano esperti nella lavorazione del bronzo, con cui realizzavano armi, gioielli e statuette che raffiguravano le loro divinità.
I Veneti erano politeisti. Cremavano i defunti e conservavano le ceneri in vasi di bronzo, chiamati situle, che venivano posti in tombe nelle necropoli.
Una situla in bronzo degli antichi Veneti.
I Celti
I Celti erano una popolazione di pastori nomadi provenienti dall’Europa occidentale. Verso la fine del VI secolo a.C. attraversarono le Alpi e giunsero nella Pianura Padana, dove si insediarono. Da alcuni villaggi dei Celti si svilupparono in seguito città come Torino, Milano e Como. Nei pressi di Como è stata scoperta un’importante necropoli celtica, con moltissimi oggetti in ceramica e in metallo. Tra questi vi erano molte armi in bronzo e in ferro che testimoniano la natura guerriera dei Celti. Le lame delle spade o dei pugnali venivano spezzate prima di essere riposte nel sepolcro dei guerrieri morti, perché nessuno doveva usarle dopo di loro.
I Celti erano politeisti e credevano che le divinità abitassero nei boschi e nelle acque. I loro sacerdoti, i druidi, avevano una grande importanza sociale e un grande potere. Spettava a loro il compito di tramandare le conoscenze e le tradizioni del proprio popolo.
IMPARO CON METODO
LA FESTA DI HALLOWEEN PIÙ
La civiltà delle palafitte
Verso il 2200 a.C. popolazioni provenienti dal Nord Europa si stabilirono sulle sponde soprattutto del lago di Garda, ma anche dei laghi Maggiore e di Varese, dove costruirono villaggi di palafitte. Le palafitte erano capanne poste nel lago che poggiavano su una grande piattaforma di legno, sostenuta da pali conficcati nel fondo del lago. La posizione elevata delle capanne rispetto al pelo dell’acqua costituiva una difesa contro gli attacchi dei nemici e degli animali selvatici. I Palafitticoli, cioè gli abitanti delle palafitte, praticavano soprattutto la pesca e la caccia.
La civiltà delle Terramare
Verso il 1700 a.C., nelle pianure lombarda ed emiliana a Sud del Po si diffuse la civiltà delleTerramare. ITerramaricoli, cioè gli abitanti delle Terramare, vivevano in villaggi di capanne, costruite su piattaforme sostenute da pali fissati nel terreno per proteggersi dall’umidità del suolo. Spesso i villaggi erano circondati da argini di terra, che li riparavano dalle possibili inondazioni del Po o dei suoi affluenti. I Terramaricoli erano agricoltori e allevatori. Realizzavano attrezzi di pietra e di bronzo, lavoravano la ceramica e producevano tessuti.
La civiltà Villanoviana
Verso il 1200 a.C. i villaggi delle Terramare scomparvero. Nei territori a Sud del Po si affermò la civiltà Villanoviana, che successivamente si diffuse in una vasta area, specie in Toscana. I Villanoviani abitavano in grandi villaggi di capanne, privi di sistemi di difesa. Erano abili agricoltori e lavoravano il bronzo e il ferro. Tipiche della civiltà Villanoviana sono le urne cinerarie, cioè vasi con il coperchio contenenti le ceneri dei defunti. Se il defunto era di sesso maschile, il coperchio aveva la forma di un elmo; se era di sesso femminile, quella di una ciotola rovesciata.
Sottolinea nel testo le parole che ti fanno capire com’è fatta una palafitta. Assomiglia a come l’hai disegnata?

Ricostruzione di un villaggio di palafitte sul lago di Viverone, in Piemonte.
Analizzo
Sottolinea nel testo con i colori indicati le seguenti informazioni per i Terramaricoli e i Villanoviani:
dove e quando si è sviluppata la civiltà; quali attività svolgevano.
DOC
Tutto sulle Terramare
Scultura in pietra di un guerriero piceno denominato “Guerriero di Capestrano”.
Analizzo
Sottolinea nel testo le seguenti informazioni sui popoli Appenninici:
• quando si sono sviluppati;
• quali erano le loro attività principali.
Scrivi il territorio occupato dai:
• Piceni
Le Marche
• Umbri

• Sanniti
L’Umbria, le Marche, L’Abruzzo, Un territorio fra la Romagna il Molise, la Campania
• Sabini
Umbria, Lazio e Abruzzo
I popoli appenninici
Intorno al 1300 a.C. nell’Appennino centromeridionale, fra le attuali regioni di Marche e Calabria, vivevano molti popoli diversi: Piceni, Umbri, Sabini, Latini, Sanniti, Dauni, Messapi e Bruzi. I Piceni arrivarono a occupare quasi tutte le Marche. Gli Umbri si stabilirono in una vasta zona di Umbria, Marche e Romagna. I Sanniti erano presenti in Abruzzo, Molise e Campania. I Sabini occuparono una parte al confine tra Umbria, Lazio e Abruzzo. I popoli Appenninici erano guerrieri. Allevavano capre e pecore ma erano anche abili commercianti, lavoravano la ceramica e scambiavano i loro prodotti con quelli degli agricoltori della pianura. Vivevano in grotte naturali o in piccoli villaggi di montagna e seppellivano i morti sotto grandi monumenti di pietra, chiamati dolmen
Alla fine del II secolo a.C., dopo numerose guerre e una lunga resistenza, i popoli dell’Appennino furono sottomessi da una nuova potenza in espansione: Roma
Un dolmen nelle Murge, sull’Appennino meridionale.
IMPARO CON METODO
I Siculi
In Sicilia abitavano Sicani, Elimi e Siculi. I Siculi occuparono la parte orientale dell’isola intorno al 1000 a.C. I loro villaggi erano costruiti principalmente sulle alture, per potersi difendere dai nemici. La società era composta da agricoltori, allevatori e da artigiani, che sapevano lavorare i metalli. I Siculi erano politeisti e seppellivano i defunti in necropoli scavate nella roccia. Ebbero contatti diretti con i Greci, che fondarono molte colonie in Sicilia.
I Sardi e la civiltà dei Nuraghi
Tra il II e il I millennio a.C., nell’interno della Sardegna, si sviluppò la civiltà dei Nuraghi, che prese il nome dalle abitazioni costruite per i guerrieri e le loro famiglie. Dapprima i nuraghi erano costruzioni isolate; in seguito divennero veri e propri complessi fortificati, formati da più torri collegate fra loro e protette da una cinta di mura. Oltre ai guerrieri la società nuragica comprendeva anche contadini e pastori, che vivevano in capanne sparse per la campagna attorno a un nuraghe e dipendevano dai guerrieri. Vi erano anche artigiani, molto abili nel lavorare il bronzo e il ferro. Inoltre le popolazioni nuragiche praticavano anche il commercio.
Alla civiltà dei Nuraghi appartengono anche le Tombe dei Giganti, imponenti costruzioni di pietra dove venivano sepolti i guerrieri.
Analizzo
Sottolinea nel testo le seguenti informazioni per la civiltà nuragica e per i Siculi:
• dove e quando si è sviluppata la civiltà; • le attività e le società.

Il complesso nuragico di Barumini, nella Sardegna centro-meridionale.
IMPARO CON METODO
DOC Tutto sulla civiltà nuragica
FACCIAMO IL PUNTO • LA SINTESI
I POPOLI DELL’ITALIA ANTICA
Osservo, leggo, espongo
Osserva i disegni, leggi e usa le sintesi per ricostruire ciò che sai, ed esporre.

Ripassa con me!
CHI
DOVE QUANDO
Dal 2200 a.C. in Italia svilupparono molte civiltà. A Nord c’erano i Camuni, i Liguri, i Veneti, i Celti, i Palafitticoli e i Terramaricoli. Nell’Italia centrale c’erano i Villanoviani e i popoli Appenninici. In Sardegna abitavano i Sardi e in Sicilia i Siculi.
RELIGIONE
Tutti i popoli italici erano politeisti; alcuni praticavano il culto dei morti.
ATTIVITÀ
La maggior parte dei popoli italici praticava l’agricoltura e l’allevamento. Alcuni erano pastori nomadi o artigiani e commercianti. Alcuni erano abili nella lavorazione dei metalli. Alcuni popoli erano guerrieri.
FACCIAMO IL PUNTO • LA MAPPA

Costruisco una mappa
Ricostruisci la mappa con le parole date.
Camuni • Celti • Friuli-Venezia Giulia • nuragica • palafitticoli • Sardi • Sicilia • Veneti • villanoviani
Le civiltà italiche
DOVE QUANDO ATTIVITÀ
A partire dal Neolitico
e Liguri erano già presenti al Nord. Camuni
nel 500 a.C.
circa giunsero in Pianura Padana i Celti
Nei pressi di Bologna sono stati ritrovati i resti di villaggi villanoviani
In Sardegna i diedero vita alla civiltà Sardi nuragica
I si stabilirono nelle zone degli attuali Veneto, Trentino-Alto Adige, Veneti
Friuli-Venezia
Giulia
Sulle sponde dei laghi del Nord
Italia sono stati ritrovati resti di villaggi palafitticoli
Nell’Appennino centro meridionale si stabilirono varie popolazioni come Piceni, Umbri e Sanniti
nel 1400 a.C. circa si stabilirono in i Siculi. Sicilia
Gli Etruschi

Vieni con me e partecipa a una festa etrusca!
Un’amicizia inaspettata
La grande casa degli Spurinas è illuminata da decine di lucerne e candelabri di bronzo. Nella sala del banchetto i danzatori si scatenano alla musica dei flauti. Il battito ritmato dei cròtali, le nacchere che usano per tenere il tempo, fa quasi tremare i muri. Larth sa di avere pochissimo tempo: al termine delle danze, sarà il turno di giocolieri, atleti e acrobati. Allunga la mano verso un piatto di frittelle al miele, posato sul bancone della cucina… – E tu chi sei?
Larth rompe una brocca di bucchero, la speciale ceramica nera, lucida e sottile prodotta dagli Etruschi. Cerca nelle pagine seguenti la foto di un vaso fatto dello stesso materiale.
Larth si volta di scatto, urtando una brocca col gomito. La ceramica nera e lucida si frantuma in mille pezzi sul pavimento.
La ragazza che ha parlato lo guarda alzando le sopracciglia.A
Larth basta un’occhiata alla sua veste e ai gioielli per capire chi è: Velelia, la figlia dei padroni di casa.
– Mi… mi dispiace – balbetta, imbarazzato. – Volevo solo…
– Rubare un dolce – conclude lei. Lo squadra dalla testa ai piedi. – Sei un lottatore? No, impossibile. Sei troppo mingherlino.
– Sono un acrobata – dice Larth, offeso.
– Davvero? Fai un salto mortale!
– Qui? Adesso?
– Adesso, sì. Mi sto annoiando a morte. Mamma dice che sono troppo giovane per partecipare al banchetto.
– Ti è andata bene – le fa notare Larth. – Se vivessimo in Grecia, non potresti nemmeno uscire dalle stanze delle donne.
– Bella consolazione! – Velelia gli punta un dito contro.
– Fammi vedere qualche acrobazia, o dico a mamma che hai rotto la sua brocca preferita. Lo sai, vero, che il bucchero è la ceramica più pregiata che ci sia?
Larth deglutisce. Ma lei scoppia a ridere. – Sto scherzando. Vieni, andiamo in giardino. E prendi tutti i dolci che vuoi.
A Larth non serve altro per decidere.
STORYTELLING
di Giorgia Cappelletti

A pagina 82 troverai l’immagine dell’opera più famosa dell’arte etrusca, il Sarcofago degli Sposi, che risale circa al 530 a.C. Secondo te, perché questa opera ci fa capire che le donne etrusche erano considerate alla pari con gli uomini?
Ti è piaciuta la storia? Che cosa ti ha colpito di più?
Nucleo originario degli
espansione
Le 12 città

VIDEO
Gli Etruschi
CARTA GEOSTORICA
Il territorio degli Etruschi
Carta d'identità del popolo etrusco
IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro con le fonti
La civiltà etrusca
Gli antichi chiamavano gli Etruschi con nomi diversi: il nome era Tirreni per i Greci, Tusci o Etruschi per i Romani. Né i Greci né i Romani, però, sapevano dire quale fosse l’origine di questo popolo. Oggi l’ipotesi degli storici e delle storiche è che la civiltà etrusca si sia formata dalla fusione tra i Villanoviani e un popolo giunto dalla Lidia, una regione dell’attuale Turchia.
Le prime tracce della civiltà etrusca risalgono al 900 a.C. circa. Inizialmente gli Etruschi abitavano l’Etruria, un’area compresa fra le attuali regioni di Toscana e Lazio. Il loro territorio era ricco di acqua, di boschi e di pascoli per il bestiame; nel sottosuolo abbondavano i giacimenti di ferro, argento e rame Dal 700 a.C. circa gli Etruschi iniziarono a espandersi verso Nord, sino al fiume Po, e verso Sud, lungo la costa tirrenica, fino alla Campania.
La civiltà etrusca ebbe il suo periodo di massimo splendore fra il 700 e il 500 a.C. e iniziò a decadere nel 396 a.C., quando Roma conquistò la città di Veio. Verso la fine del III secolo a.C. tutte le città etrusche erano sotto il dominio di Roma.
Leggi il testo in cui lo storico greco Erodoto parla della provenienza degli Etruschi. Poi rispondi alle domande.
Ci fu in tutta la Lidia una grande carestia. Il re divise allora il suo popolo in due gruppi; estrasse a sorte quello che doveva allontanarsi dalla Lidia e vi pose a capo suo figlio Tirreno. Gli emigranti costruirono navi e si misero in mare finché giunsero nel Paese degli Umbri, dove costruirono città e dove abitano tuttora. Ma mutarono il loro nome in Tirreni.
Lavoro con la linea del tempo
• Per quale motivo alcuni abitanti della Lidia lasciarono la propria terra?
• Dove arrivarono?
Colora sulla linea il periodo in cui si sviluppò la civiltà etrusca e usa le lettere per collocare gli eventi importanti nei cartellini.
• Che nome si diedero? A. conquista romana di Veio
Le attività
Gli Etruschi bonificarono ampi territori paludosi per praticare l’agricoltura con coltivazioni di cereali e legumi in pianura, viti e olivi sulle colline.
Inoltre scavavano miniere per estrarre le risorse di cui era ricco il sottosuolo: rame e piombo dalle Colline Metallifere e ferro dall’Isola d’Elba. Gli Etruschi erano abili artigiani, fondevano i metalli e li lavoravano per realizzare armi, strumenti di lavoro e oggetti per la vita quotidiana. Con l’oro e l’argento che importavano da altri Paesi producevano gioielli molto raffinati.
Gli artigiani Etruschi, inoltre, utilizzavano l’argilla e il carbone per produrre il bucchero, una ceramica particolare dalla superficie nera e lucida. Con il bucchero i vasai realizzavano recipienti di varie forme.
Le materie prime di cui era ricca l’Etruria e i prodotti degli artigiani erano molto richiesti. Infatti, grazie alla vicinanza del Mar Tirreno e alla loro potente flotta mercantile, i mercanti etruschi praticavano intensi scambi commerciali in tutto il Mediterraneo.
Parole speciali

Prosciugare i
Ti ricordi che cosa significa “bonificare”? Scrivilo qui. Espongo
Rispondi alle domande per esporre quello che hai imparato sulle attività degli Etruschi.
• Di quali particolari risorse era ricca l’Etruria?
• Che cosa producevano i contadini?
• Che cosa producevano gli artigiani?
• Quale altra attività svolgevano gli Etruschi?
IMPARO CON METODO
Una fibbia in oro finemente lavorato.
Un vaso in bucchero.
Un cavallino in bronzo.
terreni paludosi.
Prima di svolgere l'esercizio torna alle pagine 78-79 e leggi il racconto.

LIFE SKILLS
L’immagine raffigura un sarcofago etrusco in terracotta dipinta ritrovato in una tomba della necropoli di Cerveteri. Sul sarcofago sono rappresentati due sposi che partecipano a un banchetto.
L’organizzazione sociale degli Etruschi
Gli Etruschi occupavano un territorio molto vasto, ma non formarono mai uno Stato unitario. Erano organizzati in numerose città-Stato indipendenti. Alcune città erano legate tra loro da un’alleanza di carattere soprattutto religioso: la Lega dei dodici popoli. Ogni anno i rappresentanti delle città alleate si riunivano nel santuario del dio Voltumna, presso il lago di Bolsena, nel Lazio. In quell’occasione discutevano i problemi del rapporto tra le città e trattavano affari commerciali.
In un primo tempo ogni città-Stato era governata da un re, il lucumone, affiancato da un consiglio formato dai rappresentanti delle famiglie più importanti. In seguito, tra il VI e il V secolo a.C., il potere passò nelle mani di poche famiglie aristocratiche e la monarchia fu sostituita da un governo oligarchico. La società etrusca era divisa in due grandi gruppi:
• le persone ricche e potenti, che possedevano le terre, le navi e i laboratori artigiani;
• i contadini e i lavoratori al servizio dei ricchi proprietari.

Osserva le espressioni dei due personaggi, l’abbigliamento e l’atteggiamento del marito verso la moglie: quali informazioni puoi ricavare sulla posizione delle donne nella società etrusca? Confrontati con l’insegnante e l l .
Anche i sacerdoti erano molto influenti, perché presso il popolo etrusco la religione era molto importante.
C’erano poi gli schiavi che, in genere, erano prigionieri di guerra.
Le donne etrusche
Nella società etrusca le donne erano tenute in grande considerazione. Il loro ruolo era ritenuto di pari importanza rispetto a quello degli uomini. Erano istruite, libere, indipendenti, potevano partecipare ai banchetti con gli uomini e discutere liberamente di politica e di arte, assistere agli spettacoli pubblici e viaggiare senza essere accompagnate.
La marionetta etrusca
Realizza la tua marionetta etrusca seguendo queste indicazioni.
OCCORRENTE cartoncino • forbici • colla • pennarelli o matite colorate • fermacampioni
PROCEDIMENTO
1 Fai una fotocopia ingrandita di tutte le parti della marionetta. Poi incolla la fotocopia su un cartoncino.
2 Colora la marionetta e ritaglia tutte le sue parti.

3 Pratica dei fori nei punti indicati.
4 Inserisci i fermacampioni in modo da unire le parti della marionetta.
5 Osserva il risultato finale!
IMPARO CON METODO
Espongo
Rispondi alle domande per esporre quello che hai imparato sulla vita quotidiana degli Etruschi.
• Che cosa mangiavano gli Etruschi?
• Quali abiti indossavano gli uomini e le donne etrusche?
• In che modo si divertivano?

Nelle tombe etrusche sono stati ritrovati molti specchi, che facevano parte del corredo funebre delle donne. In genere erano realizzati in bronzo: il lato posteriore era abbellito con decorazioni e il lato in cui ci si specchiava veniva reso riflettente lucidando la lastra di metallo.
La vita quotidiana degli Etruschi
L’alimentazione degli Etruschi era costituita da cereali, frutta, carne, pesce, vino, olio. Con il latte di mucca si producevano formaggi e yogurt.
Come abbigliamento le donne indossavano una lunga tunica e un mantello in lana o in lino e calzavano sandali in cuoio.
Portavano orecchini, collane e bracciali. Inoltre avevano molta cura del loro aspetto, come dimostra il ritrovamento di specchi e trucchi nelle tombe, e facevano uso di profumi ricavati da piante e da fiori particolari. Gli uomini indossavano una tunica corta con un mantello sopra le spalle. Il copricapo più diffuso era una calotta di lana.
I ricchi amavano il divertimento e spesso organizzavano feste e banchetti. Mangiavano sdraiati su bassi letti, assistevano a spettacoli di danza e ascoltavano la musica di flauti e arpe. Ai banchetti partecipavano anche le donne.
Affreschi da tombe etrusche che raffigurano una coppia di suonatori e una scena di banchetto.
Il flauto di Pan
Gli Etruschi erano noti tra le antiche civiltà per la loro bravura nel campo della musica: infatti, li vediamo spesso rappresentati mentre suonano il flauto durante feste e banchetti. Prova a costruire il più famoso di questi strumenti a fiato: il flauto di Pan.
OCCORRENTE 8 cannucce della lunghezza di 20 cm • un righello • una forbice • nastro adesivo di carta • un pennarello
PROCEDIMENTO
1 Prendi la prima cannuccia. Con l’aiuto del righello, misura 6 segmenti della lunghezza di 2 cm ciascuno. Segna le misure con un pennarello direttamente sulla cannuccia e taglia i 6 pezzi con la forbice. Questi saranno i divisori delle canne del flauto.

2 Prendi ora le cannucce restanti e, con l’aiuto del righello, tagliale per realizzare delle canne di diversa misura: 16 cm, 15 cm, 14 cm, 13 cm, 12 cm, 11 cm e 10 cm.
3 Tra una cannuccia e l’altra posiziona i divisori, che dovranno essere messi a circa metà altezza del flauto.
4 Con il nastro di carta unisci insieme cannucce e divisori, in modo da dare stabilità al flauto di Pan.
CONCLUSIONI
Una volta completato il flauto non ti rimane che suonarlo: appoggia la bocca sul bordo delle cannucce e soffia forte: ne uscirà una bellissima melodia. Da ciascuna cannuccia uscirà una nota diversa: da quelle più lunghe usciranno suoni più bassi, mentre da quelle più corte usciranno i suoni acuti.
Pennarello
Righello
Forbici 8 cannucce
Nastro di carta
Taglia i 6 pezzi
cm
Usa il nastro per tenere insieme le cannucce
IMPARO CON METODO
Espongo
A turno, con un compagno o una compagna, raccontate:
• come si svolgeva il rito di fondazione delle città etrusche;
• qual era la struttura delle città.

L’arco etrusco del III secolo a.C. nella cinta muraria della città di Volterra.
L’ARCO A VOLTA PIÙ
Nelle porte delle città gli Etruschi utilizzavano la tecnica dell’arco a volta. Per costruire l’arco prima veniva realizzata una struttura provvisoria in legno, che serviva da sostegno. Poi venivano inserite delle pietre squadrate, partendo dalle estremità laterali. Alla fine veniva collocata al centro dell’arco una pietra a forma di cuneo, chiamata chiave di volta, che impediva alle altre pietre di cadere.
Le città etrusche
Gli Etruschi fondarono numerose città, tra cui Perugia, Volterra, Arezzo, Tarquinia, Populonia, Felsina (l’attuale Bologna). Le città etrusche venivano fondate secondo un procedimento preciso. Nel giorno che i sacerdoti avevano indicato come favorevole iniziava il rito della fondazione: il fondatore, guidando un aratro trainato da un toro e da una mucca, tracciava un solco che indicava il perimetro della futura città. Lungo il solco, con enormi massi di pietra, venivano innalzate le mura, considerate sacre e invalicabili. Anche la struttura delle città etrusche aveva caratteristiche precise. Le porte di accesso che si aprivano nelle mura avevano la forma di grandi archi. Si entrava in città in corrispondenza delle vie principali, che si incrociavano ad angolo retto, dividendo la città in quartieri. La parte più alta delle città ospitava l’acropoli, su cui sorgevano i templi e gli edifici pubblici. Le abitazioni comuni e le botteghe si trovavano nella parte bassa.
Le case etrusche erano formate da un insieme di edifici disposti intorno a un cortile. Le stanze erano arredate in modo semplice. Alcuni locali erano adibiti a magazzini per conservare le merci. Gli edifici erano in legno, con decorazioni in argilla; le fondamenta erano in pietra. Le città etrusche erano provviste di servizi, come gli acquedotti e una rete di fognature che raccoglieva le acque sporche.

La religione degli Etruschi
Gli Etruschi erano politeisti e, come la maggior parte dei popoli antichi, identificavano gli dèi con le forze della natura. Dopo essere venuti a contatto con i Greci, cominciarono a immaginare gli dèi come gli esseri umani. Le loro divinità più importanti erano: Tinia, sua moglie Uni e la loro figlia Menrva, corrispondenti agli dèi greci Zeus, Era e Atena. C’erano anche divinità legate al mondo dei morti, come Charun, che accompagnavano le anime nell’oltretomba.
Alle divinità erano dedicati templi e altari domestici presso cui si pregava e si facevano offerte per ottenere la loro benevolenza.
La divinazione
Gli Etruschi pensavano che fosse possibile interpretare il volere degli dèi osservando i messaggi che questi inviavano attraverso fenomeni naturali. L’interpretazione del volere degli dèi era chiamata divinazione ed era affidata a sacerdoti con abilità particolari:
• gli arùspici, che studiavano le viscere degli animali offerti in sacrificio;
• gli àuguri, che studiavano il volo degli uccelli e i fenomeni celesti, in particolare i tuoni e i fulmini.
Resti di un tempio etrusco a Fiesole.
Statuetta in bronzo della dea Menrva.
Manufatto in bronzo che raffigura un fegato di animale, usato dagli arùspici per interpretare il volere degli dèi.

Analizzo
Sottolinea nel testo con i colori indicati la risposta alle seguenti domande.
Da quale alfabeto deriva quello etrusco? Come erano scritte inizialmente le parole?
Le lamine d’oro di Pyrgi che cosa contengono?
In che modo gli studiosi e le studiose sono riusciti a interpretare alcune parole etrusche?
La lingua e la scrittura
Le informazioni che abbiamo sulla lingua degli Etruschi provengono quasi tutte dalle stele funerarie e da poche altre fonti. Sono testi brevi, scritti con un alfabeto di tipo greco. I testi giunti fino a noi sono stati letti e in gran parte tradotti, ma non se ne sono ricavate molte informazioni e non hanno consentito di decifrare completamente la lingua, perché contengono quasi solo nomi propri o indicazioni di parentela. Sappiamo che gli Etruschi scrivevano e leggevano da destra verso sinistra e che, almeno inizialmente, non separavano le parole tra loro.
Le lamine d’oro ritrovate a Pyrgi, l’antico porto della città di Cerveteri, contengono un’iscrizione in due lingue, il fenicio e l’etrusco, e ciò ha permesso di chiarire alcuni aspetti e di interpretare alcune parole.
Il cippo di Perugia, che contiene circa 136 parole in scrittura etrusca, in gran parte nomi di persone.
Le lamine d’oro di Pyrgi.
Educazione Civica
Le città dei morti
Gli Etruschi credevano nella vita oltre la morte, che consideravano come un proseguimento della vita terrena. Nelle tombe sono stati ritrovati affreschi e bassorilievi che rappresentano scene di vita quotidiana, oltre a numerosi oggetti appartenenti ai defunti, come avveniva presso gli Egizi. Le tombe erano raggruppate in grandi necropoli, le città dei morti.
La necropoli di Tarquinia, chiamata anche Monterozzi, contiene circa 6 000 tombe scavate nella roccia. È molto conosciuta soprattutto per le 200 tombe affrescate con dipinti che raffigurano banchetti e danze, scene di festa o momenti particolari della vita del defunto. Si tratta di documenti molto importanti per conoscere le abitudini degli Etruschi, soprattutto quelle delle famiglie aristocratiche.

Affresco con una scena di banchetto da una tomba di Tarquinia.
Le parole del testo ti aiutano a ricordare che cos’era una necropoli, scrivilo qui:
La necropoli vicino a Cerveteri, chiamata anche la Banditaccia, è organizzata come una città, con strade e quartieri. Alcune tombe sono scavate nella roccia, altre hanno la forma di capanne o casette. Le tombe più tipiche sono a tumulo, hanno forma circolare e sono sormontate da una collinetta di terra e pietre. una città dei morti.
Ti ricordi quale altra civiltà che hai incontrato quest’anno utilizzava le tombe a tumulo?
I Micenei.
Una strada della necropoli di Cerveteri: sulla destra le tombe a casetta, sulla sinistra le tombe a tumulo.
FACCIAMO IL PUNTO • LA SINTESI
GLI ETRUSCHI

Ripassa con me!
Osservo, leggo, espongo
Osserva i disegni, leggi e usa le sintesi per ricostruire ciò che sai, ed esporre.
CHI
DOVE QUANDO
La civiltà etrusca si sviluppò dal 900 a.C. in una regione tra il Mar Tirreno e i fiumi Arno e Tevere chiamata Etruria. Erano organizzati in città-Stato indipendenti con a capo un lucumone. Verso il 200 a.C. le città etrusche erano state tutte assorbite dai Romani.
ATTIVITÀ
Erano agricoltori e allevatori. Gli artigiani lavoravano i metalli e la ceramica (bucchero). Erano anche abili mercanti e avevano una potente flotta per i commerci. Erano abili costruttori e architetti e utilizzarono per primi l’arco a volta.
RELIGIONE
Erano politeisti, credevano nella vita dopo la morte e praticavano la divinazione.
FACCIAMO IL PUNTO • LA MAPPA

Costruisco una mappa
Ricostruisci la mappa con le cifre e le parole date.
900 • 700 • alfabeto • artigiani • commercio • Etruria • lega • lucumone • metalli • necropoli • oligarchico • politeisti • Toscana • volta
Gli Etruschi
DOVE
Vivevano nelle zone delle attuali , Umbria e Lazio. La loro regione era chiamata
Le prime tracce risalgono al a.C.
Il periodo di massimo splendore va dal al 500 a.C.
ATTIVITÀ
SOCIETÀ
RELIGIONE
Erano
Etruria 700 alfabeto politeisti necropoli greco volta lucumone lega oligarchico
Toscana 900 commercio artigiani metalli
Erano agricoltori e allevatori.
Si dedicarono al via mare.
Erano soprattutto abili specializzati nella lavorazione dei
Erano divisi in città-Stato, all’inizio guidate da un Alcune città si alleano con la dei dodici popoli.
Dal VI secolo a.C. passarono a un governo
CONOSCENZE
Il loro deriva da quello
Praticavano il culto dei morti, per i quali costruivano grandi
Per primi usarono l’arco a
Ad aruspici e auguri era affidata la divinazione.
La civiltà romana

CHI
LA CIVILTÀ
ROMANA
LA MONARCHIA
LA CIVILTÀ
ROMANA
LA REPUBBLICA
LA CIVILTÀ
ROMANA
L’IMPERO
La nascita di Roma, al centro dell’Italia
Verso la fine del II millennio a.C. alcune popolazioni provenienti dall’Est dell’Europa si stabilirono al centro della Penisola italiana, lungo il corso del fiume Tevere, a poca distanza dal Mar Tirreno. A queste popolazioni fu dato il nome di Latini. La valle del fiume era occupata da paludi, così i Latini fondarono i loro villaggi sulla cima di sette colli che si trovano sulla riva sinistra del Tevere. Nell’VIII secolo a.C. questi villaggi si unirono e formarono un’unica città, Roma, che con il passare dei secoli divenne sempre più grande e potente.
La storia della civiltà romana è divisa in tre periodi: Monarchia, Repubblica e Impero.


VIDEO
Scopriamo la civiltà dei Romani I Romani


L civiltà romana

Vieni con me ed esplora con Manlio i sotterranei di un anfiteatro romano!
Un incontro indimenticabile
Manlio cammina in fretta lungo il corridoio. Nessuno gli chiede che cosa ci faccia un bambino nei sotterranei dell’anfiteatro. La luce, là sotto, è scarsa e gli schiavi sono occupati a trasportare gli attrezzi scenici. Il soffitto trema sopra le loro teste. Per un momento Manlio rimpiange di non essere seduto sulle gradinate insieme ai suoi genitori, che lo staranno cercando dappertutto. Camminando a testa bassa, va quasi a sbattere contro una grande gabbia. Una tigre ringhia attraverso le sbarre. Manlio la fissa negli occhi, ipnotizzato, finché un addetto non lo spinge via. – Allora, vuoi spostarti? Questa bestia deve entrare subito in scena!
Otto schiavi robusti si mettono a spingere un macchinario e la gabbia si solleva cigolando.
LIFE SKILLS
La tigre che vede Manlio sarà usata in un combattimento contro i gladiatori. Oggi questo tipo di spettacolo non è più permesso, ma in alcuni Paesi è ancora possibile usare gli animali nei circhi. Tu che cosa ne pensi? Confrontati con la tua classe.
Quando una botola si spalanca nel soffitto, un fracasso assordante si riversa nel sotterraneo: il boato prodotto da settantamila persone che urlano, fischiano e battono i piedi tutte insieme. Manlio si infila in un passaggio laterale e si ritrova in una specie di spogliatoio, dove diversi uomini a torso nudo sono seduti su panche di legno.
Un uomo si alza, con l’elmo sottobraccio. – È già ora? Dov’è la mia spada?
Manlio riconosce subito la cresta verde e la testa d’aquila sull’elmo: è Felix, il suo idolo!
– Da grande voglio diventare come te! – dice tutto d’un fiato. Felix non lo guarda nemmeno, mentre si fascia le gambe e il braccio destro con le bende protettive di cuoio. – Perché?
– Sei fortissimo e non hai paura di niente!
Uno schiavo si affaccia nella stanza. – Traci, reziari e mirmilloni, tocca a voi!
Felix guarda Manlio negli occhi. – Solo chi ha paura può essere coraggioso. Poi esce, pronto ad affrontare il suo destino.
STORYTELLING
di Giorgia Cappelletti

I gladiatori erano suddivisi in diverse categorie in base alle armi e allo stile di combattimento. Che cosa distingueva un trace, un reziario e un mirmillone? Con l’aiuto dell’insegnante, cerca qualche immagine su Internet e descrivi le differenze.
Ti è piaciuta la storia?
Felix è l’idolo di Manlio, e il tuo chi è? Perché?
La ricostruzione di uno dei villaggi di capanne da cui si formò Roma.
IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro con le carte geostoriche
Osserva la carta, che rappresenta il luogo in cui nacque la città di Roma:
• sottolinea i nomi dei sette colli;
• cerchia l’Isola Tiberina.

Le origini di Roma
I primi insediamenti dei Latini erano piccoli villaggi di agricoltori e pastori situati su sette colli, vicinissimi al fiume Tevere: il Palatino, l’Aventino, il Celio, l’Esquilino, il Viminale, il Quirinale e il Capitolino.
I villaggi dei Latini si trovavano in una posizione geografica molto favorevole:
• al centro della Penisola
• sul fiume Tevere
• vicino al mare
Ai piedi del colle Palatino, inoltre, l’Isola Tiberina formava una specie di ponte naturale tra le due sponde del fiume, che qui poteva essere attraversato facilmente.
A fianco del Tevere passavano due importanti vie commerciali. Una strada collegava l’Etruria alla Magna Grecia. L’altra, la Via del Sale, attraversava il fiume e arrivava fino alle saline sulla riva del Mar Tirreno. Il sale, nell’antichità, era una merce preziosa, perché serviva per conservare i cibi.
Intorno al 753 a.C. dall’unione dei villaggi latini nacque Roma.
Secondo una leggenda la sacerdotessa Rea Silva ebbe dal dio Marte due bambini: i gemelli Romolo e Remo. La famiglia di Rea Silva non voleva che lei tenesse i bambini e incaricò i suoi servi di ucciderli. I servi, però, abbandonarono i gemelli in una cesta nelle acque del Tevere. Una lupa trovò la cesta sulla riva e allattò i due bambini per alcuni giorni, poi furono trovati e allevati da un pastore. Una volta cresciuti, i due fratelli decisero di fondare una loro città; secondo la volontà degli dèi, Romolo ebbe l’incarico di tracciare con l’aratro il confine della città. Remo, geloso del fratello, lo aggredì e rimase ucciso nella lotta. La nuova città prese il nome del suo fondatore e si chiamò Roma. Romolo fu il suo primo re. Secondo la leggenda, era il 21 aprile del 753 a.C.
LA LEGGENDA DELLA NASCITA DI ROMA PIÙ
Il periodo della Monarchia
Nei primi secoli dopo la sua fondazione Roma fu una città-Stato. Era governata da un re, eletto dai capi delle famiglie più importanti, che restava in carica per tutta la vita. Il re comandava l’esercito, amministrava la giustizia, emanava le leggi ed era anche il capo religioso.
Il re, nel governo, era affiancato dal Senato: un consiglio di anziani che appartenevano alle famiglie più importanti. Nel periodo della Monarchia, che durò più di due secoli, Roma si trasformò in una città vera e propria. La popolazione aumentò, le capanne con i tetti di paglia diventarono case in muratura e vennero costruiti templi e spazi attrezzati per il commercio. Le paludi della valle del Tevere furono bonificate.
IMPARO CON METODO
Ricostruisco
Colora i riquadri con lo stesso colore per ricostruire le frasi.
Nei suoi primi secoli Roma era il consiglio degli anziani.
Il Senato si arricchì di templi.
Roma durante la Monarchia

Senato deriva dalla parola latina senex, che significa “anziano”.
Una riunione del Senato.
Il re fu governata da re.
amministrava la giustizia.
IMPARO CON METODO
Analizzo
Scrivi il nome del re collegato ai fatti descritti.
• Fondazione di Roma:
Romolo
• Distruzione di Alba Longa:
Tullo Ostilio
• Fondazione di Ostia:
Anco Marzio
• Costruzione della Cloaca Massima:
Tarquinio Prisco
• Fine della Monarchia:
Tarquinio il Superbo
• Introduzione di un nuovo calendario:
Numa Pompilio
• Costruzione di imponenti mura:
Servio Tullio

Anco Marzio
conquistò nuovi territori verso il mare e fondò la città di Ostia
Fece anche costruire il primo ponte sul Tevere, il ponte Sublicio
Servio Tullio riorganizzò l’esercito ed estese a tutti i cittadini l’obbligo di farne parte. Fece costruire importanti opere pubbliche, come l’acquedotto e una grande cerchia di mura, dette appunto “serviane”.
I leggendari sette re di Roma
Sui re che governarono Roma non ci sono notizie storiche precise, ma secondo la tradizione furono sette.
Romolo, il leggendario fondatore della città, stabilì le regole per governare, organizzò l’esercito e il funzionamento della giustizia.
Distribuì gli appezzamenti di terra coltivabile alle cento famiglie più importanti. Stabilì alleanze con i popoli vicini, in particolare con i Sabini.
Numa Pompilio organizzò la vita religiosa di Roma, stabilì i compiti dei sacerdoti e le cerimonie in onore degli dèi. Introdusse anche un nuovo calendario di 365 giorni distribuiti in dodici mesi.
Tullo Ostilio fu un re guerriero. Ampliò il territorio di Roma e conquistò la città latina di Alba Longa. A causa della sua scarsa religiosità, venne trafitto da Giove con una saetta.
Tarquinio Prisco era di origine etrusca
Fece realizzare grandi opere, come la rete fognaria, chiamata Cloaca Massima. Fece anche ampliare il Foro, la grande piazza dove si svolgevano le attività commerciali, politiche e religiose della città e intorno alla quale sorgevano gli edifici pubblici.
Tarquinio il Superbo, l’ultimo re di Roma, è ricordato come un re prepotente. Con il proprio comportamento provocò l’ostilità delle famiglie più potenti e il malcontento della popolazione, e per questo fu cacciato dalla città. Con la sua cacciata ebbe termine anche la Monarchia.
L’organizzazione sociale
Nell’antica Roma la società era divisa in tre gruppi: i patrizi, i plebei e gli schiavi.
I patrizi, secondo la leggenda, erano i discendenti delle cento famiglie a cui Romolo aveva assegnato delle terre, per ricompensarle dell’aiuto dato durante la fondazione della città. I patrizi erano i soli a partecipare alla vita politica e al governo della città. Dalle loro famiglie provenivano i soldati che formavano l’esercito, che svolgevano stabilmente questo incarico e dovevano armarsi a proprie spese.

I plebei erano per lo più contadini, artigiani e mercanti che non avevano proprietà e vivevano solo del proprio lavoro. Erano liberi, ma non potevano partecipare alla vita politica; in caso di guerra, però, erano costretti a combattere. Se avevano dei debiti e non riuscivano a pagarli potevano perdere la libertà, diventando schiavi.
Gli schiavi erano i prigionieri di guerra oppure dei plebei che non avevano pagato i loro debiti o erano stati condannati per gravi colpe. Gli schiavi erano privi di ogni libertà e appartenevano a un padrone, che poteva decidere della loro vita o della morte. A volte i padroni decidevano di restituire a uno schiavo o a una schiava la libertà: in questo caso essi diventavano cittadini romani e venivano definiti “liberti”.
Patrizi deriva dalla parola latina patres, che significa “padri”. I patrizi, infatti, discendevano dalle famiglie che avevano partecipato alla fondazione di Roma. Plebei erano coloro che appartenevano alla plebs, “plebe”, cioè al popolo.
Espongo
Cerca le parole chiave e trascrivile su un foglio o sul quaderno. Poi a turno, con un tuo compagno o una tua compagna, esponete quello che avete imparato.
Ricostruisco
Indica se le seguenti frasi sono vere (V) o false (F).
• In caso di guerra, solo i patrizi avevano il compito di combattere. V F
• Patrizi e plebei godevano di diritti molto simili. V F
• Mercanti, artigiani e schiavi formavano il gruppo dei plebei. V F
• I patrizi possedevano le terre. V F
• I plebei partecipavano alla vita politica di Roma. V F
• A volte i padroni restituivano la libertà ai loro schiavi. V F x x x x x x
Due artigiani che vendono coltelli.
Schiavi che lavorano alla costruzione di una strada.
Un gruppo di patrizi.
Repubblica è una parola di origine latina e significa “cosa (res) di tutti (publica)”.
Il periodo della Repubblica

Parole speciali
Sottolinea nel testo le parole che ti aiutano a capire chi erano i magistrati romani.
VIDEO
La suddivisione dei poteri a Roma durante la Repubblica DOC
Carta d'identità della civiltà romana Repubblica
Nel 509 a.C., dopo la cacciata di Tarquinio il Superbo, a Roma venne proclamata la Repubblica. Durante questo periodo i Romani furono governati dal Senato, da un gruppo di magistrati, cioè funzionari che si occupavano dei diversi settori in cui era organizzata la città, e da assemblee formate dai cittadini. Il Senato, composto dai capifamiglia patrizi, discuteva le leggi, stringeva le alleanze, dichiarava guerra in nome della città, controllava il lavoro dei magistrati. Le assemblee dei cittadini, chiamate comizi, avevano il compito di esprimere un parere sulle leggi, ma non potevano modificarle. Durante le assemblee venivano eletti i magistrati e, in caso di grave pericolo veniva nominato un dittatore, che restava in carica sei mesi e concentrava tutti i poteri nelle sue mani. Un’altra figura importante era il pontefice massimo, che era il capo dei sacerdoti e si occupava dei culti religiosi della società romana.
Le magistrature
I magistrati romani, che restavano in carica un anno, avevano vari compiti e denominazioni.
I magistrati più importanti erano i consoli, che comandavano l’esercito, proponevano le leggi e prendevano le decisioni più importanti. I consoli erano due perché ognuno doveva controllare che l’altro non prendesse troppo potere: in questo modo si evitava il rischio di ritornare alla Monarchia.
I censori registravano il numero dei cittadini e si occupavano di far pagare le tasse.
I questori amministravano il denaro ottenuto dal versamento delle tasse da parte delle famiglie romane.
I pretori avevano il compito di far rispettare le leggi e di risolvere le liti fra gli abitanti di Roma.
Gli edili si occupavano di fare costruire edifici pubblici, strade, ponti e acquedotti e di mantenerli efficienti; inoltre organizzavano le feste pubbliche e dovevano garantire il rifornimento di grano.
IMPARO CON METODO
Patrizi e plebei
A Roma i patrizi avevano diritti e privilegi. Quando Roma conquistava un nuovo territorio, le terre dei popoli vinti diventavano proprietà dello Stato, che le concedeva ai patrizi a prezzi molto bassi. Con la proprietà delle terre i patrizi si arricchivano molto.
I plebei, che costituivano la maggior parte della popolazione, avevano invece solo doveri e non potevano partecipare al governo di Roma. I plebei lavoravano le terre dei patrizi. Inoltre, durante le guerre dovevano combattere: quindi erano costretti a lasciare il lavoro, facendo mancare alla propria famiglia il necessario per vivere.
La
ribellione della plebe
Nel 494 a.C., esasperati dal fatto di non avere diritti, i plebei si ribellarono e si ritirarono per protesta sul colle Aventino, fuori dalle mura di Roma. In seguito a questa protesta la plebe ottenne alcune leggi a suo favore. Poi i plebei riuscirono anche a ottenere che le leggi fossero scritte, e non più solo tramandate a voce, per permettere a tutti di conoscere i propri diritti, le regole di comportamento e anche le eventuali punizioni. Così, intorno al 451 a.C., furono emanate le Leggi delle XII Tavole, che vennero incise su tavole di bronzo ed esposte nel Foro, la piazza principale della città, perché tutti potessero leggerle. In questo modo i patrizi non potevano più interpretare le leggi sempre a proprio vantaggio. Con il passare del tempo ai plebei fu riconosciuto il diritto di eleggere due magistrati che difendessero i loro diritti: i tribuni della plebe. Successivamente ottennero anche il diritto di essere eletti a tutte le cariche politiche e l’abolizione della schiavitù per debiti.

Un patrizio discute con alcuni plebei che chiedono il riconoscimento dei propri diritti.
IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro con le fonti
Leggi il documento poi, fra le seguenti frasi, indica con una X quella che, secondo te, ne riassume il significato. I plebei erano più importanti dei patrizi. I patrizi dovevano lasciare le cariche pubbliche.
Patrizi e plebei erano entrambi utili e importanti per la società. x
“In occasione della ribellione della plebe del 494 a.C. Menenio Agrippa, un patrizio benvoluto dal popolo, fu incaricato dal Senato di convincere i plebei a rientrare in città. Egli parlò loro così: «Un giorno le braccia, stanche di lavorare per mantenere lo stomaco che non faceva nulla, decisero di fermarsi. Allora il corpo, non ricevendo più nutrimento, s’indebolì e anche le braccia persero forza. Roma è come quel corpo. Se una parte si rifiuta di svolgere il suo compito, tutti ne sono colpiti.» I plebei compresero il messaggio e accettarono di tornare in città”.
Un gioco da tavolo
Gli antichi Romani ci hanno lasciato testimonianza, sia dalle fonti scritte sia da quelle archeologiche, di quali fossero i loro passatempi preferiti. Sappiamo, infatti, che passavano molte ore a teatro, a guardare gli spettacoli dei gladiatori ma anche a sfidarsi in numerosi giochi da tavolo. Preparati a giocare a Tris!
OCCORRENTE un foglio di carta A4 • un pennarello • un righello • 18 sassolini bianchi • tempera nera • un avversario
PROCEDIMENTO
1 Prendi il foglio di carta A4 e disegna con un pennarello un quadrato con lato di 18 cm. Utilizza un righello per tracciare delle linee regolari.
2 All’interno di questo quadrato disegnane un secondo, con lato di 12 cm
3 Dentro a questo disegna un quadrato più piccolo, con lato di 6 cm.
4 Unisci tra di loro i punti medi dei tre quadrati tracciando dei segmenti.

18 sassolini bianchi L’avversario...
5 Colora con la tempera nera 9 sassolini.
di nero 9 sassolini
COME SI GIOCA
1 Nella prima fase del gioco ciascun giocatore per turno dovrà inserire una pedina alla volta sul tavoliere, in corrispondenza degli incroci o dei vertici. Un giocatore avrà le pedine bianche, l’altro quelle nere.
2 Scopo del gioco è posizionare tre pedine dello stesso colore allineandole sulla stessa fila, formando il Tris: ogni volta che tre pedine saranno allineate, si potrà “mangiare” una pedina avversaria.
3 Non possono essere “mangiate” le pedine che risultano allineate a Tris.
4 Le pedine possono spostarsi, a ogni turno, di un segmento alla volta.
5 Il gioco termina quando uno dei giocatori rimane con due sole pedine.
Pennarello
Foglio A4
Righello
Tempera nera
Colora
Educazione Civica Costituzione
L’organizzazione e i poteri dello Stato
Nel 509 a.C. la forma di governo dell’antica Roma diventò la Repubblica. Tutti i poteri che, nella Monarchia, appartenevano al re furono suddivisi fra diverse istituzioni, come il Senato e le assemblee dei cittadini, e varie magistrature. Infatti uno Stato, per poter funzionare, deve affidare i vari compiti ai diversi organi che lo compongono.
L’ordinamento dello Stato italiano
La Costituzione italiana indica quali sono i poteri dello Stato e quali sono gli organi che li amministrano. Il potere legislativo, cioè il compito di elaborare e approvare le leggi, è affidato al Parlamento, che è composto da due camere: la Camera dei deputati, che si riunisce a Roma, a Palazzo Montecitorio, e il Senato, che ha sede a Palazzo Madama, sempre a Roma. Il Parlamento italiano è eletto attraverso il voto dai cittadini e dalle cittadine maggiorenni. Il Parlamento elegge poi il Presidente della Repubblica, che può essere un uomo o una donna e resta in carica sette anni. Il Presidente vive e lavora al Quirinale. Il potere esecutivo, cioè il compito di far applicare le leggi, è affidato al Governo. Il Governo è guidato dal Presidente del Consiglio, uomo o donna, ed è composto dai ministri e dalle ministre. Ogni ministero si occupa di un settore ben preciso, per esempio l’istruzione, la sanità, l’economia.
Il potere giudiziario è esercitato dalla Magistratura, che ha il compito di amministrare la giustizia, vigilare sul rispetto delle leggi dello Stato e punire chi non le rispetta.
Sai dov’è la sede del Parlamento?
Cercala nel testo.

Sergio Mattarella, l’attuale Presidente della Repubblica italiana, è stato eletto per la prima volta il 3 febbraio 2015. È stato rieletto e il 3 febbraio 2022 ha iniziato il suo secondo mandato, cioè il suo secondo periodo di presidenza di sette anni.
Colora i riquadri con lo stesso colore per collegare ogni potere ai compiti che gli sono attribuiti e all’organo dello Stato che lo esercita.
Potere legislativo Far rispettare le leggi Governo
Potere esecutivo
Potere giudiziario
Promulgare le leggi
Parlamento
Far applicare le leggi Magistratura
IMPARO CON METODO
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PIÙ
Ricostruisco
Reato è un’azione o un comportamento che va contro la legge e che, quindi, viene punito con una pena.
Sesterzio era una moneta romana.
Riproduzione di alcune lastre in bronzo delle XII Tavole.
Le Leggi delle XII Tavole
Per redigere il testo delle XII Tavole un gruppo di dieci magistrati raccolse tutte le leggi romane tramandate a voce e quelle in uso nelle principali città greche. Poi fece incidere le leggi selezionate su dodici lastre di bronzo, in modo che durassero per sempre. Le leggi riguardavano tutti gli aspetti della vita dei cittadini, ma in particolare i rapporti all’interno della famiglia, i debiti e le pene per chi commetteva un reato, per esempio il pagamento di una multa in sesterzi.

IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro con le fonti
Leggi le regole tratte dalle XII Tavole e, per ciascuna, indica con una X la risposta corretta.
«Se un debitore ha riconosciuto il suo debito, siano fissati trenta giorni per il pagamento. Se il debitore non paga, dopo sessanta giorni sia portato al mercato per essere venduto come schiavo.»
• Chi viene difeso da questa legge?
Chi ha un debito.
x
Chi deve ricevere il pagamento del debito.
La famiglia del debitore
«Chiunque rompa l’osso di un altro, a mano o con un bastone, deve pagare trecento sesterzi se (il ferito) è un libero; centocinquanta se è uno schiavo.»
«Se un padre ha venduto il figlio tre volte come schiavo, il figlio sia liberato dall’autorità del padre.»
• Che cosa proibiva questa legge?
Di vendere un figlio.
La pratica della schiavitù.
Di rendere un figlio schiavo più volte. x
• Che cosa si può capire dal testo di questa legge?
Che tutti gli uomini erano considerati alla pari.
Che gli schiavi contavano più degli uomini liberi.
Che gli uomini liberi contavano più degli schiavi. x
Educazione Civica Costituzione
Come nasce una legge
In Italia il potere di elaborare e approvare le leggi spetta al Parlamento. Le leggi che vengono proposte, prima di diventare effettive, devono percorrere una lunga strada all’interno del Parlamento, fatta di diverse tappe.
La possibilità di proporre un progetto di legge spetta al Governo, ai singoli membri del Parlamento (senatori e deputati), ai Consigli Regionali. Anche i singoli cittadini possono proporre una legge, ma per farlo devono raccogliere le firme di almeno 50000 elettori. Il progetto viene presentato a una delle due Camere del Parlamento.
Il testo del progetto di legge viene esaminato, discusso e poi votato da entrambe le Camere del Parlamento, una dopo l’altra. Questo passaggio richiede un tempo abbastanza lungo. Se alla fine la maggioranza di entrambe le Camere è favorevole, il progetto viene approvato e diventa legge.
La legge viene poi trasmessa al Presidente della Repubblica, che la promulga, cioè la dichiara approvata e la firma.
Infine la legge viene pubblicata sulla “Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana” e, dopo 15 giorni, entra in vigore, cioè diventa valida per tutti e tutte.
Governo

Camera dei Deputati
Ricostruisco uno schema
Leggi attentamente il testo, poi completa lo schema.
Singoli senatori o deputati 50000 cittadini elettori
Consigli Regionali
propongono una legge
le due Camere approvano la legge
la legge viene trasmessa a la legge viene pubblicata su
Presidente della Repubblica
"Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana" Senato
IMPARO CON METODO
Una seduta parlamentare.

Oggi le donne hanno le stesse libertà e gli stessi diritti degli uomini, ma al tempo dei Romani le cose erano un po’ diverse. Sottolinea nel testo le informazioni che ti fanno capire quali erano i limiti imposti alle donne, poi discuti le tue opinioni con l’insegnante e con la classe.
LA DOTE PIÙ
La dote è il complesso dei beni che la moglie portava al marito come contributo per le spese del matrimonio e della famiglia. Presso i Romani la dote poteva comprendere, oltre al denaro, terreni, case, schiavi, animali da trasporto e da tiro (asini, buoi ecc.), altro bestiame (ovini, suini, pollame ecc.), arredi, tessuti, abbigliamento, gioielli.
La famiglia romana
La famiglia romana si fondava sull’autorità del padre, il paterfamilias. Egli aveva un potere illimitato su tutti i componenti del gruppo familiare: la moglie, i figli e le figlie con i loro rispettivi sposi, i nipoti e anche gli schiavi di casa. Il padre sceglieva il marito delle figlie e poteva farle sposare senza il loro consenso e perfino vendere i figli, se lo riteneva necessario. Appena nati, i figli e le figlie venivano posti in terra davanti al padre: solo quando lui li prendeva in braccio venivano riconosciuti come parte della famiglia.
Le donne rimanevano in condizione di inferiorità per tutta la vita: dalla tutela del padre passavano a quella del marito. Le donne delle famiglie patrizie godevano però di maggiore libertà rispetto a quelle della plebe. La moglie doveva avere molti figli; se una donna non poteva averne, il marito aveva la possibilità di ripudiarla, cioè di rifiutarla. Le donne erano libere cittadine, ma non potevano partecipare alla vita politica.
Le bambine e i bambini stavano con i genitori fino all’età di 7 anni: in questo periodo l’educazione dei figli era spesso affidata a uno schiavo istruito. Dai 7 anni ai 12 anni i bambini andavano a scuola, dove erano istruiti da un insegnante. I ragazzi trascorrevano molto tempo all’aria aperta e giocavano con la palla. Il gioco più diffuso assomigliava a quello delle biglie, ma si usavano delle noci che venivano fatte rotolare, cercando di farle entrare nelle buche di un percorso.
A sedici-diciassette anni i ragazzi indossavano la toga candida che era l’abito degli adulti, e il padre li accompagnava al Foro, dove venivano iscritti nelle liste dei cittadini.
La formazione delle bambine aveva lo scopo di farle crescere educate e sottomesse. Potevano frequentare la scuola pubblica per imparare a leggere e a scrivere.
A dodici anni una ragazza poteva già essere data in sposa all’uomo che il padre aveva scelto per lei, a cui portava una dote in denaro o proprietà. Il giorno prima di sposarsi le ragazze offrivano agli spiriti degli antenati i propri abiti da bambina e i giocattoli.
VIDEO
La donna nella società romana
Una coppia di sposi.
La scuola
Le bambine e i bambini romani andavano a scuola a 7 anni.
Questa scuola durava cinque anni e gli scolari imparavano a leggere, a scrivere, a fare i calcoli e a recitare a memoria. Le bambine imparavano anche a cantare, danzare, dipingere.
A 12 anni i maschi potevano continuare gli studi con un maestro greco o egiziano: studiavano la letteratura e imparavano a scrivere e leggere la lingua latina e la lingua greca. Le femmine invece restavano a casa fino a quando non venivano date in spose; nel frattempo imparavano a svolgere i lavori domestici.
A 17 anni i figli maschi delle famiglie ricche che volevano continuare gli studi e imparare altre materie andavano all’estero, specialmente in Grecia.
La scuola spesso era una semplice stanza, oppure i maestri facevano lezione sotto ai portici, con una tenda che divideva la classe dalla strada. I genitori pagavano i maestri e la disciplina era molto severa.
Gli alunni scrivevano su tavolette coperte di cera e usavano lo stilo, una cannuccia appuntita. Per fare i calcoli usavano anche l’abaco.
Una lezione sotto ai portici.
IMPARO CON METODO
Parole speciali - Collego L’abaco è una tavoletta simile a un pallottoliere usata per fare le operazioni. Ti ricordi quale civiltà ha inventato l’abaco? Scrivilo qui.
I Sumeri
I NUMERI ROMANI PIÙ
Per scrivere i numeri i Romani usavano alcune lettere:

Queste lettere, combinate insieme, servivano per scrivere tutti i numeri. Il sistema dei numeri romani è usato ancora oggi per i numeri ordinali, per indicare i secoli o il numero dei volumi di un’opera di grandi dimensioni.
IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro con le immagini
Osserva i disegni: quali caratteristiche
dell’abbigliamento di cui si parla nel testo puoi individuare? Elencale su un foglio o sul quaderno.

Una bottega artigiana di tessuti pregiati.
L’abbigliamento
La veste tipica degli antichi romani era la tunica, un’ampia camicia lunga fino alle ginocchia per gli uomini e fino alle caviglie per le donne. Poteva essere di lana o di lino; aveva maniche che scendevano fino al gomito e veniva stretta in vita da una cintura. I lavoratori indossavano la tunica in ogni occasione, perché era la sola veste che possedevano. I nobili la indossavano quando stavano in casa; indossavano invece la toga, una lunga striscia di lana, che veniva avvolta intorno al corpo formando ampie pieghe. In occasione di viaggi si indossava il pallio, un mantello con un ampio cappuccio.
Le donne delle famiglie ricche, anche in casa, indossavano sopra la tunica la stola, un’ampia veste lunga fino ai piedi. La stola poteva essere di diversi tessuti: le più preziose, provenienti dal lontano Oriente. Quando uscivano di casa, invece, indossavano la palla, un morbido scialle che avvolgeva tutto il corpo. In età imperiale le donne ricche sfoggiavano acconciature con riccioli e treccine ornate con nastri e gioielli. I bambini e le bambine indossavano gli stessi abiti delle persone adulte. I maschi, in particolare, indossavano una toga ornata da una striscia di tessuto color porpora.
Le calzature abituali di uomini e donne erano i sandali. Quando, però, indossavano la toga, usavano calzature chiuse.
Antiche essenze
Gli antichi Romani erano famosi per le particolari attenzioni che ponevano all’igiene e alla cura del corpo. Dopo un bagno caldo alle terme erano soliti indossare degli abiti puliti e utilizzare delle essenze profumate, che conservavano in piccoli contenitori di vetro detti balsamari. Realizza il tuo profumo personale!
Pestello

OCCORRENTE Pestello • olio d’oliva • garza di cotone • barattolo di vetro • imbuto • flacone spray da 20 ml • foglie e fiori essiccati di lavanda, rosa e menta
PROCEDIMENTO
1 Raccogli alcuni fiori di lavanda e di rosa. Puoi prelevare anche foglie di menta o di altre erbe aromatiche. Mettili a essiccare su di un panno per alcuni giorni.
2 Una volta essiccati, macinali con il pestello.
3 Prendi un barattolo di vetro e versa al suo interno 15 ml di olio d’oliva.
Aggiungi le essenze macinate
15 ml di olio
Mantieni il barattolo lontano dalla luce
6 Prendi il flacone spray e, con un imbuto rivestito internamente da una garza, filtra l’olio al suo interno. Fatti aiutare da una persona adulta.
7 Chiudi il contenitore e testa la tua essenza profumata.
CONCLUSIONI
4 Aggiungi ora le foglie e i fiori essiccati e macinati.
5 Metti il prodotto a macerare lontano dal sole, all’interno di una credenza o di un mobile ad ante, per alcuni giorni. Mescola ogni tanto.
che riveste l’imbuto
Versa nell’imbuto l’olio con le essenze
spray
I profumi erano, in antichità, oggetti molto pregiati e ricercati Le essenze con cui venivano realizzati provenivano dagli scambi commerciali con l’Oriente Per tale motivo essi erano molto costosi ed accessibili solo alle persone più abbienti
Olio
Garza di cotone
Barattolo di vetro Flacone spray
Imbuto Essenze
Garza
Flacone
Versa
CARTA GEOSTORICA
I domini romani in Italia
I domini romani e cartaginesi
IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro con le carte geostoriche e con la linea del tempo
Completa la linea del tempo sulla conquista romana dell’Italia. Aiutati con la carta geostorica e con la legenda.
Boi
Liguri

Po
Senoni
Ariminum (Rimini)
Sena Gallica (Senigallia)
Umbri
Perugia Ancona
Polpulonia
Etruschi
Vulci Veio
Tarquinia
TIRRENO Tevere
MAR
Roma
Ascolum (Ascoli Piceno)
Tivoli Boviano
Sanniti
Capua
Benevento Napoli
Bari Brindisi Taranto
Paestum Eraclea
Turii
Territori romani nel 509 a.C.
Conquiste romane prima delle guerre sannitiche
Conquiste romane durante le guerre sannitiche
Conquiste romane dopo le guerre sannitiche
Conquiste romane dal 275 al 270 a.C
Pirro (dall’Epiro)
Crotone
Reggio Locri
L’espansione di Roma in Italia
Nei suoi primi anni di vita la Repubblica si trovò spesso a difendere i propri confini, in particolare dalle popolazioni del Lazio. Roma riuscì a sconfiggerle nel 496 a.C. I Romani iniziarono poi le guerre di espansione. Si diressero verso nord e nel 396 a.C. sconfissero definitivamente gli Etruschi della città di Veio. Nel IV secolo a.C., quindi, Roma era ormai padrona del Lazio. I Romani si diressero quindi verso la Campania e, dopo tre lunghe e sanguinose guerre contro i Sanniti, nel 290 a.C. conquistarono anche questi territori.
Da qui i Romani potevano minacciare direttamente le ricche città della Magna Grecia, in particolare Taranto, sulla costa del Mar Ionio. Questa città chiese allora aiuto a Pirro, il re dell’Epiro, una regione della Grecia settentrionale, che giunse in Italia con un esercito di soldati e cavalieri. Dopo aver subito ben due sconfitte, nel 275 a.C. i Romani ribaltarono la situazione e costrinsero Pirro a ritirarsi. Nel 270 a.C. essi conquistarono anche Reggio Calabria: quasi tutta l’Italia, da nord a sud, si trovò dunque sotto il dominio di Roma.
Pirro, re dell’Epiro.


na reg oc 5 ir ri i i
Sconfitta delle popolazioni del Nascita della
Sconfitta della città etrusca di
Sconfitta di Pirro e conquista di Sconfitta dei
Repubblica Lazio Veio Sanniti Taranto
Conquista di
Reggio Calabria
L’espansione nel Mediterraneo
Dopo aver conquistato buona parte dell’Italia, Roma decise di espandere il proprio dominio nel Mar Mediterraneo. Nel III secolo a.C. Cartagine, una potente colonia fenicia situata sulla costa settentrionale dell’Africa, controllava le rotte commerciali marittime nel Mediterraneo. Lo scontro fra le due città fu quindi inevitabile.
Le guerre tra Roma e Cartagine sono conosciute come guerre puniche, dal nome Puni, con cui i Romani chiamavano i Fenici. Dal 264 a.C. al 146 a.C. Romani e Cartaginesi combatterono tre guerre, che terminarono con la vittoria definitiva di Roma e la distruzione di Cartagine.
La prima guerra punica si combatté tra il 264 a.C. e il 241 a.C. per la conquista della Sicilia, isola importante per la sua posizione nel Mediterraneo. Per affrontare i Cartaginesi sul mare i Romani fecero costruire una flotta potente e, dopo diverse battaglie, li sconfissero.
La seconda guerra punica si combatté dal 218 a.C. al 202 a.C. La battaglia decisiva avvenne in Africa, vicino a Cartagine, dove l’esercito cartaginese, guidato da Annibale, fu sconfitto da quello romano, guidato dal console Scipione, poi detto “l’Africano”.
In poco tempo, dopo la sconfitta, Cartagine tornò a essere una città potente. I Romani allora diedero inizio alla terza guerra punica e nel 146 a.C., dopo tre anni di assedio, rasero al suolo Cartagine e sottomisero gli abitanti.
Analizzo
Leggi il testo e sottolinea le frasi in cui trovi le risposte alle seguenti domande.
• Quale fu la causa delle guerre puniche?
• Quando iniziò la prima guerra punica? Come si concluse?
• Quando iniziò la seconda guerra punica? Dove si combatté la battaglia decisiva?
• Quando e come si concluse la terza guerra punica?

I Romani non avevano esperienza di combattimenti navali, ma seppero ottenere importanti vittorie sul mare grazie all’utilizzo dei rostri, uncini con cui speronavano le navi nemiche. Le navi romane erano dotate anche di un ponte mobile, chiamato corvo, grazie al quale i soldati romani potevano poi assaltare le imbarcazioni nemiche.
LE NAVI ROMANE PIÙ
Nuova Cartagine Cadice
Sagunto Solunto Panormo Mozia
Tharros Sulcis
Domini romani Domini cartaginesi
IMPARO CON METODO
LE CITTÀ ROMANE PIÙ
I Romani fondarono numerose città. In alcune di queste si può riconoscere ancora oggi l’impronta romana osservando la pianta dei centri storici, con il cardo e il decumano, i quartieri a scacchiera, le vie perpendicolari o parallele tra loro. Lo vediamo, per esempio, in questa fotografia dall’alto di Firenze.
L’organizzazione delle conquiste
Per controllare i territori conquistati, i Romani imposero alle popolazioni sottomesse forme di organizzazione differenti. Alle città conquistate per prime, i municipi, furono concessi più privilegi. I loro abitanti erano considerati cittadini romani, anche se non avevano gli stessi diritti politici. Queste città potevano conservare i loro governanti e la loro cultura.
Le città alleate, invece, erano obbligate a fornire a Roma soldati e navi e a pagare tasse in denaro o in merci. Nelle zone di confine, o nei territori dove intendevano ricavare aree da coltivare, i Romani fondavano delle colonie. Gli abitanti delle colonie erano cittadini romani a tutti gli effetti e godevano degli stessi diritti. La popolazione era composta da persone che avevano perso i loro beni a causa delle lunghe guerre, oppure da soldati che avevano terminato il servizio militare. Ai soldati venivano concesse nuove terre da coltivare, come ricompensa per aver combattuto per Roma. I Romani costruivano le nuove città sul modello dei loro accampamenti militari: prima tracciavano le due vie principali perpendicolari tra loro, il cardo (da nord a sud) e il decumano (da est a ovest), che dividevano lo spazio in quattro parti. Poi tracciavano tutte le altre strade, sempre perpendicolari o parallele tra loro. Ogni città aveva al centro il foro, cioè la piazza principale con gli edifici pubblici per la politica, il culto e il divertimento.

DOC
Attività scaricabile
Il castrum
Attività modificabile
Il castrum
decumano
cardo
L’importanza dell’esercito
Ogni cittadino romano aveva il dovere di fare parte dell’esercito. Essere un soldato era anche un onore per i Romani. Nel periodo della Monarchia solo i patrizi erano nell’esercito, ma nel periodo della Repubblica Roma era diventata più grande e anche i plebei entrarono a farne parte. C’erano plebei ricchi, che potevano comprare armi costose, e plebei poveri che non potevano, perciò avevano compiti militari diversi.
La struttura dell’esercito, quindi, era legata alle classi sociali: nella cavalleria e nella fanteria pesante erano schierati i patrizi e i plebei ricchi; la fanteria leggera era composta dai plebei poveri.
L’esercito si riuniva ogni volta che era necessario, per combattere nemici invasori o per allargare i confini dei territori di Roma.
Nel periodo dell’Impero fare il soldato diventò un mestiere: i soldati erano dei professionisti che ricevevano uno stipendio. L’esercito era comandato dai due consoli ed era diviso in legioni, composte da 5000 soldati e suddivise in gruppi da 100 uomini, chiamati centurie.
Si poteva entrare a far parte dell’esercito a 17 anni e, in caso di guerra, si restava fino ai 45 anni. Al termine dell’incarico i soldati ricevevano della terra e diventavano contadini, a volte nelle stesse regioni in cui avevano combattuto.
STRATEGIE DIFENSIVE

Un legionario romano.
IMPARO CON METODO
Ricostruisco ed espongo
Completa le frasi, poi usale per esporre quello che hai imparato sull’esercito romano.
L’esercito romano:
• era comandato dai ;
• era composto da di 5000 soldati, divise in ;
• nel periodo della Repubblica era formato dai
e dai ;
• nel periodo dell’Impero era formato da che ricevevano uno .
I soldati romani adottavano come strategia difensiva la formazione “a testuggine”: si coprivano completamente con i grandi scudi per proteggersi dalle frecce nemiche. due consoli legioni centurie patrizi plebei professionisti stipendio
Latifondista è il proprietario di “latifondi”, cioè di grandi appezzamenti di terreno.
La crisi della Repubblica
Dopo aver sconfitto Cartagine, Roma divenne la capitale di un territorio vastissimo nell’area del Mediterraneo. La società romana subì grandi cambiamenti e le disuguaglianze sociali aumentarono.
I generali vittoriosi e i patrizi si arricchirono con i bottini di guerra, con i terreni conquistati e con l’acquisizione di schiavi come prigionieri.
Al contrario i plebei si impoverirono, poiché erano stati costretti a lasciare le proprie occupazioni per partecipare alle guerre di conquista. I piccoli proprietari di terre avevano dovuto abbandonare la cura dei campi e al ritorno, per sopravvivere, avevano dovuto venderli per pochi soldi ai ricchi latifondisti patrizi. Questi ultimi iniziarono a far lavorare le proprie terre dai numerosi schiavi, così anche i contadini persero il lavoro.
Due tribuni della plebe, Tiberio e Gaio Gracco, proposero allora di distribuire ai contadini parte delle terre dei latifondisti. Il Senato, composto da ricchi proprietari patrizi, si oppose con grande forza e a Roma scoppiarono gravi disordini. I vari tentativi dei tribuni della plebe di far passare nuove riforme fallirono. In questo periodo di continui conflitti prese il sopravvento un abilissimo generale e uomo politico: Gaio Giulio Cesare.

Analizzo
Rispondi alle domande.
• Chi trasse vantaggio dalle guerre di conquista di Roma?
• Chi, invece, si impoverì?
• Chi erano i latifondisti?
• Che cosa proposero i tribuni della plebe Tiberio e Gaio Gracco?
• Chi si oppose alle loro proposte? Perché?
IMPARO CON METODO
Una statua che raffigura un tribuno della plebe.
Scultura in bronzo di Giulio Cesare.
Gaio Giulio Cesare
Nel 60 a.C. Gaio Giulio Cesare venne nominato console e l’anno seguente divenne comandante delle truppe stanziate nella Gallia francese, dove i Galli (o Celti) si ribellavano frequentemente ai Romani. Cesare chiese e ottenne dal Senato un grande esercito per far fronte alla situazione, sconfisse i Galli e conquistò nuovi territori, tra cui la Britannia (nel Sud dell’attuale Inghilterra).
Le vittorie contro i popoli nemici e le molte conquiste consentirono a Cesare di tornare a Roma e, nel 49 a.C., di prendere tutto il potere nelle sue mani.
Nel 44 a.C. Cesare si fece nominare dittatore a vita (un incarico che in genere veniva assegnato solo per un periodo di tempo limitato) e fece approvare varie riforme favorevoli ai plebei. Fece distribuire gratuitamente le terre conquistate ai soldati e agli agricoltori, che fondarono nuove colonie. Promosse la costruzione di nuovi edifici pubblici per favorire il lavoro di molte persone. In questo modo Cesare si inimicò molti senatori, che temevano l’eccessiva crescita del suo potere. Alcuni di essi nel 44 a.C. organizzarono una congiura e lo assassinarono con 23 coltellate.
Dopo la morte di Cesare iniziò una nuova fase nella storia di Roma, che portò alla nascita di un impero.
Conquiste romane
di Cesare
Conquiste di Cesare
L’OMICIDIO DI CESARE PIÙ
La morte di Cesare avvenne il 15 marzo, giorno che nel calendario romano è denominato “idi di marzo”. La data è riportata su questa moneta che ricorda l’episodio.

Congiura è un patto segreto stretto fra più persone ai danni di un’altra.
Espongo
A turno, con un compagno o una compagna, esponi le vicende di cui Cesare fu protagonista. Seguite questa scaletta.
• Giulio Cesare console.
• Giulio Cesare in Gallia.
• Ritorno a Roma.
• Riforme per i plebei.
• Conseguenze per Cesare.
• Conseguenze per la Repubblica.
CARTA GEOSTORICA
domini di Roma dopo le guerre
Osservo, leggo, espongo

SINTESI
ROMA DALLE ORIGINI ALLA REPUBBLICA CHI
Osserva il disegno, leggi e usa le sintesi per ricostruire ciò che sai sulla civiltà romana dalle origini alla Repubblica, ed esporre.
La Repubblica
Nel 509 a.C. Roma divenne una Repubblica. Fra il 496 a.C. e il 270 a.C. i Romani conquistarono buona parte dell’Italia. Poi, fra il 264 a.C. e il 146 a.C., Roma sconfisse Cartagine nelle tre guerre puniche e conquistò il dominio sul Mar Mediterraneo.
In seguito a gravi conflitti sociali il generale Giulio Cesare, dopo aver sconfitto i Galli, fu nominato dittatore a vita. Nel 44 a.C. Cesare fu assassinato in una congiura organizzata da alcuni senatori.
SOCIETÀ
Le origini
Secondo la leggenda, Roma fu fondata nel 753 a.C. da Romolo, il primo dei sette leggendari re di Roma. La Monarchia durò fino al 509 a.C., quando i senatori cacciarono l’ultimo re, Tarquinio il Superbo.
SOCIETÀ
La società romana era divisa in patrizi e plebei. I plebei erano la maggioranza della popolazione, ma il potere apparteneva ai patrizi. Con il tempo i plebei riuscirono a ottenere alcune riforme: la nomina dei tribuni della plebe e le Leggi delle XII Tavole. Il capo della famiglia romana era il paterfamilias, che prendeva tutte le decisioni che riguardavano la famiglia, compresi gli schiavi della casa. Nei territori conquistati i Romani fondarono numerose città che seguivano il modello dell’accampamento militare: avevano il cardo e il decumano e le altre strade erano perpendicolari o parallele fra loro, per formare quartieri regolari.
CHI
FACCIAMO IL PUNTO • LA MAPPA

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colli • Italia • leggi • Leggi delle XII Tavole • liberti • Mar Mediterraneo • Monarchia • paterfamilias • patrizi • plebei • Repubblica • ribellione • Senato • Tevere • tribuni della plebe
Roma: dalle origini alla Repubblica
DOVE QUANDO
Roma sorse lungo le rive del e sui circostanti nell’VIII secolo a.C.
Tevere patrizi
colli
Tra il 509 e il 270 a.C. conquistò quasi tutta l’...................................... , poi avviò l’espansione nel
Italia
Mar Mediterraneo
La prima forma di governo fu la
Monarchia Senato
Il re era affiancato dal , formato da aristocratici.
Nel 509 a.C. i Romani cacciarono l’ultimo re e istituirono la
Repubblica
SOCIETÀ
La società era formata dai , una minoranza di aristocratici ricchi e privilegiati, e dai , la maggioranza della popolazione, che non partecipava alla vita politica.
Infine c’erano gli schiavi; potevano essere liberati e diventare .
Le tensioni tra patrizi e plebei sfociarono in una della plebe.
ribellione leggi Leggi delle XII Tavole tribuni della plebe plebei liberti paterfamilias
In seguito alla protesta i plebei ottennero a loro favore e anche leggi scritte: le Successivamente i plebei ottennero anche di poter eleggere i .
Nella famiglia il ruolo dominante era quello del .
IMPARO CON METODO
Analizzo
Sottolinea nel testo i titoli e le cariche che il Senato attribuì a Ottaviano e trascrivile sul quaderno.
Parole speciali
Sottolinea nel testo le parole che ti fanno capire che cos’è un censimento.
L’ADOZIONE PIÙ
La pratica dell’adozione era molto diffusa nella società romana e riguardava anche gli adulti. In alcuni casi chi non aveva figli adottava un adulto per avere un erede. Fu il caso di Cesare, che adottò Ottaviano.
Ottaviano Augusto
Dopo la morte di Cesare il potere passò nelle mani del giovane Ottaviano, suo figlio adottivo. Nel 31 a.C., dopo un lungo periodo di guerre civili, Ottaviano sconfisse i suoi avversari e nel
27 a.C. il Senato lo proclamò imperatore, cioè comandante supremo dell’esercito. Inoltre il Senato attribuì a Ottaviano tutte le cariche che prima erano suddivise tra diversi magistrati: tribuno della plebe, giudice supremo e pontefice massimo, cioè capo religioso. Inoltre, gli fu dato il titolo di Augusto, che significa “degno di venerazione”. Per la civiltà romana iniziò così un nuovo periodo storico, chiamato Impero, che durò dal 27 a.C. al 476 d.C.
Augusto governò fino al 14 d.C. In questo periodo propose molte riforme e nominò dei governatori che si occupassero delle province, cioè dei territori conquistati dai Romani al di fuori dell’Italia. L’imperatore, inoltre, assicurò ai cittadini romani più poveri la distribuzione gratuita di grano, fece costruire numerosi edifici pubblici, strade, ponti e acquedotti.
A Roma Augusto ordinò anche un censimento, cioè un conteggio della popolazione, dal quale sembra che gli abitanti fossero addirittura un milione. Questo significa che Roma era la città più popolosa di quel tempo.
Un magistrato censore annota i dati di un censimento a Roma.

S di con la corazza.

VIDEO
L’impero romano DOC
Tutto su Ottaviano Augusto
Carta d’identità della civiltà romana: Impero
I successori di Augusto
Augusto morì nel 14 d.C. Dopo di lui divenne imperatore Tiberio, suo figlio adottivo, proveniente dalla stessa famiglia. Questa scelta fece nascere la tradizione che il titolo di imperatore passasse in modo ereditario dal padre al figlio: si formarono quindi delle dinastie di imperatori. Augusto diede inizio alla dinastia Giulio-Claudia, alla quale appartennero i primi quattro imperatori dopo di lui: Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone. Successivamente, per circa un secolo, gli imperatori furono scelti per adozione, cioè l’imperatore veniva adottato dal suo predecessore per succedergli nella carica.
Il I e il II secolo d.C. furono il periodo di maggior splendore dell’Impero romano. Roma conquistò altri territori, come la Britannia, la Mauritania (nel nord-ovest dell’Africa), la Dacia (l’attuale Romania) e il Vicino Oriente. Per celebrare le vittorie militari a Roma vennero costruiti molti archi di trionfo. Gli imperatori vittoriosi vi passavano sotto, sfilando con i soldati, gli schiavi e il bottino di guerra, mentre tutto il popolo li acclamava. Quando una conquista era stata particolarmente difficile, gli imperatori celebravano la vittoria con la costruzione di un’alta colonna in pietra, decorata da rilievi che raccontavano la storia della conquista.
IMPARIAMO INSIEME
Tiberio • Caligola • Claudio • Nerone • Vespasiano • Tito • Domiziano • Traiano • Adriano • Marco Aurelio • Commodo • Caracalla • Aureliano • Diocleziano • Costantino • Teodosio
Questo elenco comprende solo alcuni degli imperatori romani, quelli che vengono ricordati per qualcosa di particolare che hanno fatto. Insieme a un compagno o una compagna, ciascuno sceglie un nome e fa una ricerca per scoprire perché questo imperatore è ricordato. Poi, a turno, raccontate.

Monete degli imperatori Caligola (Augustus Germanicus) e Nerone (Nero Caesar).
Alcuni personaggi della dinastia Giulio-Claudia sono rappresentati su un famoso gioiello intagliato in una pietra preziosa, chiamato Gemma augustea Nella decorazione si vedono, infatti, l’imperatore Augusto a destra, seduto sul trono, e due futuri imperatori: suo figlio adottivo Tiberio a sinistra, che scende dal carro imperiale, e suo nipote Germanico, detto Caligola Accanto ad Augusto, sul trono, è la raffigurazione di Roma, con l’elmo e la lancia
LA DINASTIA GIULIO-CLAUDIA PIÙ
Analizzo ed espongo
Elenca sul quaderno i prodotti e le attività principali dei Romani, poi usa il tuo elenco per esporre le caratteristiche dell’economia romana.
IMPARO CON COMPETENZA
Lavoro sulle carte geostoriche
La carta mostra gli scambi commerciali nell’Impero, che raggiunse la sua massima estensione all’inizio del II secolo d.C., con le conquiste dell’imperatore Traiano.
• Osserva i territori dell’Impero ed elenca gli Stati attuali che riconosci e che ne facevano parte.
• Osserva i prodotti che arrivavano a Roma dai territori sottomessi e indica da quali zone provenivano gli schiavi.
• Osserva le principali rotte marittime e le strade imperiali: dove arrivavano tutte?
Le attività nell’Impero
L’attività più diffusa tra i Romani era l’agricoltura. Oltre ai cereali si coltivavano olivi, viti, alberi da frutto e ortaggi. I prodotti agricoli venivano venduti nei mercati cittadini e fornivano il cibo indispensabile per mantenere una popolazione molto numerosa. Alcuni prodotti, come il vino e l’olio, erano molto richiesti negli scambi commerciali.
I Romani si dedicavano anche all’allevamento di suini, pecore e capre, importanti per la lana. I bovini venivano allevati perché erano utili per trainare l’aratro o i carri da trasporto, oltre che per la carne. Gli artigiani producevano i beni di uso comune, dalle stoviglie per la casa ai tessuti, dalle armi per i soldati fino ai mezzi di trasporto. Le botteghe o i grandi laboratori artigiani si trovavano sia in Italia sia nelle diverse province dell’Impero.
I commercianti si occupavano della distribuzione dei prodotti, portati da un capo all’altro dell’Impero da carovane di carri, che viaggiavano sulle solide strade romane, o da grandi navi. A Roma arrivavano anche prodotti rari e costosissimi come il pepe e i tessuti indiani o la seta cinese. Una parte della produzione era usata come merce di scambio con i popoli che vivevano fuori dall’Impero e che non usavano la moneta. In questo modo, per esempio, si acquistavano l’avorio e gli schiavi dall’Africa o l’ambra dai popoli del Nord europeo.
olio

papirischiavi
oro,argento,ferro, stagno,bronzo
vetro porpora pietre preziose
IMPARO CON METODO
Una rete di strade
Per facilitare le comunicazioni tra Roma e le province, Augusto fece ampliare la rete stradale e ne fece migliorare la pavimentazione. A intervalli regolari lungo le strade si trovavano stazioni di posta, luoghi dove era possibile sostituire i cavalli stanchi, mangiare e riposarsi. Nel Foro romano c’era una colonna su cui erano indicate le distanze tra Roma e le principali città. Lungo le strade c’erano le pietre miliari, che indicavano ai viaggiatori la distanza da Roma e, quindi, quanta strada avevano percorso. Erano chiamate così perché erano poste a un miglio (circa un chilometro) di distanza l’una dall’altra. Le strade, costruite principalmente per scopi militari, consentivano all’esercito di spostarsi con rapidità da un punto all’altro dell’Impero. La mobilità delle truppe era uno dei punti di forza dell’esercito romano. Il legionario romano non era solo un soldato, ma anche un costruttore di strade, di ponti e di gallerie: le legioni, mentre avanzavano conquistando nuovi territori, costruivano strade. La rete stradale raggiungeva i luoghi più lontani e ciò favorì il grande sviluppo degli scambi commerciali, che erano molto importanti per l’economia di Roma.
Parole speciali
Sai che cosa sono le pietre miliari? Sottolinea nel testo le parole che ti aiutano a capirlo.

Lavoro sulle carte geostoriche
Osserva la carta che mostra le principali strade costruite dai Romani e rispondi.
• Da quale città partivano le strade?
• Quale di queste strade hai sentito nominare?
• Hai percorso qualcuna di queste strade?
IMPARO CON METODO
IMPARO CON COMPETENZA
Una pietra miliare su una strada romana.
CARTA GEOSTORICA
I commerci romani
La rete stradale di Roma
L’età di Augusto
Resti di una strada romana in Francia, con il marciapiede e il canale di scolo per l’acqua piovana.
La costruzione delle strade
I Romani costruirono circa 80000 km di strade, che raggiungevano anche le province più lontane, ai confini dell’Impero. Le strade erano in buona parte lastricate, specie nei centri abitati. Erano larghe almeno 3 metri ma arrivavano anche a 7 metri e ai lati potevano avere larghi marciapiedi. Molte strade attuali seguono ancora il percorso originario di quelle romane. Per costruire una strada i Romani seguivano un procedimento preciso.
1. Scavavano un lungo fossato profondo fino a 2 metri, in cui poi disponevano quattro strati di materiali diversi.
2. Il primo strato era composto da grandi massi arrotondati. 3. Poi rovesciavano un secondo strato di ciottoli di medie dimensioni.
4. Poi stendevano un terzo strato di ghiaia e argilla o terracotta frantumata.
5. Lo strato superiore era composto da grosse pietre levigate a forma di poligono, con il dorso un po’ incurvato: questo permetteva all’acqua piovana di scivolare nei due canali di scolo scavati ai lati della strada.

Lavoro con le immagini
Leggi la descrizione del metodo usato dai Romani nella costruzione delle strade. Poi inserisci nel disegno i numeri delle fasi di lavoro nella giusta successione.
I ponti e gli acquedotti
Le strade romane, nel loro percorso, dovevano attraversare dei corsi d’acqua. Perciò gli ingegneri romani svilupparono una grande capacità nella costruzione di ponti. Dapprima i ponti erano in legno, sostenuti da pali conficcati sul fondo dei fiumi. In seguito i Romani iniziarono a costruire ponti in pietra, formati da uno o più archi, sostenuti da robusti pilastri.
I Romani perfezionarono le tecniche costruttive degli Etruschi e applicarono l’arco a volta sia nella costruzione dei ponti, sia in quella degli acquedotti. Nell’Impero ne furono realizzati moltissimi, il primo risale al 312 a.C. e venne fatto costruire da Appio Claudio. Per la vita quotidiana delle città era necessaria una grande quantità di acqua e tutte le principali città dell’Impero venivano rifornite grazie agli acquedotti, che consentivano di portare acqua potabile da sorgenti, spesso lontane, fino ai centri urbani.
Le tecniche di costruzione degli acquedotti
Dopo aver individuato una sorgente gli ingegneri romani progettavano il percorso dell’acquedotto. L’acqua della sorgente veniva raccolta in grandi serbatoi, da cui partivano le condutture dell’acquedotto, che erano sotterranee e realizzate in pietra, terracotta o piombo. Per far scorrere l’acqua facilmente, le condutture venivano costruite con una leggera pendenza. Se era necessario superare una collina, si scavava una galleria, in cui si facevano passare le condutture. Se si doveva superare una valle, veniva costruito un ponte che sosteneva il canale.
CHE SONO ANCHE ACQUEDOTTI
I Romani progettarono e realizzarono anche costruzioni che avevano due funzioni insieme: erano ponti ma anche acquedotti. Un esempio è il Pont du Gard, in Francia. Sopra la prima fila di archi passava la strada per superare il fiume. Sopra la seconda fila di archi, in un corridoio coperto, passavano le condutture dell’acquedotto; nel corridoio si poteva entrare per controllare lo stato delle tubature.
Un ponte romano in Valle d’Aosta, costruito durante l’Impero di Ottaviano Augusto e utilizzato ancora oggi.

L’acquedotto romano di Segovia, in Spagna. Ha rifornito di acqua la città dal I-II secolo fino a pochi decenni fa.
PONTI
I numerosissimi templi erano dedicati alle tante divinità.
Roma, capitale dell’Impero
Nel periodo dell’Impero, Roma raggiunse la sua massima estensione e divenne una città elegante, arricchendosi di monumenti e di spazi pubblici per il divertimento. Per celebrare il potere degli imperatori e le loro conquiste, infatti, vennero realizzati nuovi edifici, piazze e maestosi monumenti in marmo. Anche le altre città dell’Impero si abbellirono e si arricchirono di opere e di edifici.

Il Foro, che ospitava edifici con portici e colonne, era la piazza in cui i cittadini si riunivano per le assemblee, gli spettacoli, il mercato.
ESPLORA L’IMMAGINE Roma capitale PRESENTAZIONE I monumenti della Roma antica
Le basiliche erano gli edifici in cui si svolgevano i processi davanti ai giudici.
Le terme erano i bagni pubblici, luoghi imponenti e lussuosi.
L’anfiteatro, conosciuto con il nome di Colosseo, è diventato il simbolo di Roma.

Gli archi di trionfo venivano eretti per celebrare gli imperatori dopo le loro conquiste.
Gli acquedotti trasportavano l’acqua fino alle tante fontane pubbliche.
Nel Circo Massimo si svolgevano le corse con carri e cavalli.
Analizzo

Il foro romano
Attività politiche
Attività religiose
Leggi il testo ed elenca le attività che si svolgevano nel Foro romano. 1. 2. 3. 4. 5.
Attività commerciali
Amministrazione della giustizia
Celebrazione dei trionfi
Il Foro di Roma, ampliato durante l’impero di Augusto, era il centro delle attività politiche, religiose e commerciali della città. Nel Foro, per esempio, si riuniva il Senato per prendere decisioni importanti sulla guerra o sulla pace e definire i trattati con i re stranieri. Si svolgevano anche cerimonie religiose pubbliche; inoltre nel Foro si teneva il mercato.
Intorno al Foro sorgevano le basiliche, cioè gli edifici pubblici destinati all’amministrazione della giustizia. Il Foro era anche il luogo in cui si celebravano i trionfi, cioè le grandi cerimonie in cui le legioni sfilavano vittoriose, guidate dai loro generali. Fori simili a quello di Roma si trovavano in tutte le grandi città dell’Impero.
A Roma c’erano numerosi templi. I templi romani somigliavano molto a quelli greci, anche se spesso avevano il colonnato soltanto sulla facciata. Di solito i templi erano edificati per ringraziare una divinità dopo una vittoria militare e custodivano molti dei tesori accumulati con le conquiste. All’interno del tempio si trovava sempre la statua della divinità a cui era dedicato, mentre i riti religiosi venivano celebrati dai sacerdoti sull’altare esterno.
Il Foro romano.
I TEMPLI DI ROMA PIÙ
LAB
La colonna traiana e i fori imperiali a Roma VIDEO L’arco di Tito
I luoghi del divertimento
Il circo
Nei circhi i Romani facevano vere e proprie gare con cocchi (carri leggeri) e cavalli. I cocchi si chiamavano anche quadrighe perché erano tirati da quattro cavalli. Durante la gara i cocchi dovevano fare sette giri completi del circo. Gli antichi Romani seguivano queste gare con grande interesse. Le persone scommettevano su chi vinceva e facevano il tifo. Gli aurighi (cioè i conducenti dei cocchi) più bravi diventavano molto famosi.
Il teatro
Gli antichi Romani amavano molto gli spettacoli teatrali e costruirono molti teatri, che erano edifici veri e propri, fatti di pietra e di marmo. A differenza dei teatri greci, infatti, quelli romani avevano le fondamenta e potevano essere costruiti ovunque, perché le gradinate per il pubblico erano in muratura e non avevano bisogno di appoggiarsi sui fianchi di una collina. Agli antichi Romani piacevano molto le commedie, mentre amavano meno le tragedie. A teatro i Romani vedevano anche le pantomime, che erano spettacoli di mimo senza parole, nei quali gli attori rappresentavano le storie solo con i gesti del corpo e le espressioni del viso. Anche le donne potevano recitare nelle pantomime. Nei teatri romani erano rappresentate anche le opere dei Greci.
Le gradinate erano in muratura e potevano contenere anche 250000 spettatori.
Analizzo
Rispondi alle domande.
• Quali gare si svolgevano nei circhi?
• Che cosa differenziava i teatri romani da quelli greci?
• Quali spettacoli si rappresentavano nei teatri romani?

La parte centrale era decorata con statue e tempietti; c’era anche un obelisco che era stato portato a Roma dopo la conquista dell’Egitto.
Il circo di Roma, chiamato Circo Massimo, era lungo più di 600 metri e largo più di 100.
Il teatro romano di Aosta.
IMPARO CON METODO
IMPARO CON METODO
Analizzo
Rispondi alle domande.
• Quali spettacoli si tenevano negli anfiteatri?
• Chi erano i gladiatori?
• Perché si chiamano così?
I gladiatori erano lottatori che combattevano nelle arene; il nome deriva da gladio, una spada corta che usavano nei combattimenti.
Gli anfiteatri
Gli anfiteatri erano grandi costruzioni scoperte, di forma circolare oppure ovale. I Romani vi si recavano per assistere ai combattimenti dei gladiatori. La gente seguiva gli spettacoli dalle gradinate. I combattimenti si svolgevano nella parte centrale, chiamata arena.
In genere i gladiatori erano schiavi o prigionieri di guerra o condannati a morte, che venivano addestrati in apposite scuole. A volte anche uomini liberi, per esempio ex legionari, sceglievano la carriera di gladiatore. C’erano anche alcune gladiatrici. Le donne, come gli uomini, combattevano fra loro oppure contro animali feroci.
In alcuni anfiteatri l’arena poteva essere riempita d’acqua per ospitare particolari spettacoli di battaglie navali. Spesso i gladiatori morivano durante i combattimenti. I gladiatori particolarmente bravi diventavano famosi e a volte, dopo molte vittorie, potevano riacquistare la libertà.
Nell’arena si svolgevano i combattimenti.

Un arbitro dà il via al combattimento fra due gladiatori.
Le gradinate erano divise in settori destinati a classi sociali distinte. I plebei sedevano in alto, più lontani dall’arena. Il settore riservato all’imperatore ospitava anche le massime cariche dell’Impero. Nei sotterranei c’erano locali appositamente attrezzati per ospitare gli animali feroci.
Educazione Civica
L’anfiteatro di Roma: il Colosseo
I Romani costruirono moltissimi anfiteatri in tutto il territorio dell’Impero. Il più grande e famoso è quello di Roma, chiamato Colosseo.
Il Colosseo fu inaugurato nell’80 d.C. e ospitò gli spettacoli fino al 523 d.C. Il suo nome deriva dal fatto che sorgeva vicino a una statua di dimensioni colossali dell’imperatore Nerone.
Per assistere agli spettacoli non si pagava, ma venivano comunque distribuiti dei gettoni numerati che valevano come biglietto d’ingresso. Per garantire la sicurezza degli spettatori c’era un sistema di barriere di legno sia per l’entrata sia per l’uscita. Le persone assistevano ai combattimenti dei gladiatori stando sedute sulle gradinate. Il Colosseo aveva persino un tendone, chiamato velario, che veniva aperto nelle giornate molto calde, per riparare il pubblico dal Sole.
Nei sotterranei del Colosseo si trovavano le gabbie per gli animali feroci usati nei combattimenti, che provenivano dalle province dell’Africa o dell’Asia
IL COLOSSEO PIÙ
Queste erano le caratteristiche dell’anfiteatro di Roma:
• dimensioni dell’arena 86 m × 54 m
• superficie 3609 m2
• altezza 52 m
• altezza dei sotterranei 6 m
• perimetro 527 m
• spettatori da 50000 a 80000

Quando hai letto il racconto delle pagine 9495 ti immaginavi che il Colosseo avesse queste dimensioni?
Espongo
Dopo aver letto i testi in pagina e osservato il disegno, descrivi a un tuo compagno o a una tua compagna un’insula.

Ai piani alti vivevano i più poveri: qui non arrivava l’acqua e non c’erano i bagni, per scaldarsi si doveva usare un braciere e spesso non c’era la possibilità di cucinare. Per procurarsi l’acqua bisognava fare numerosi viaggi per andare alla fontana pubblica, nella piazza.
Le case popolari: le insulae
A Roma, nell’epoca imperiale, il numero degli abitanti aumentava di continuo e gli alloggi per il popolo scarseggiavano. Per questo furono costruite le insulae, edifici di 4 o 5 piani divisi in piccoli appartamenti. Ogni insula poteva ospitare fino a duecento persone. La struttura era generalmente in legno, ma talvolta potevano essere in muratura.
Gli appartamenti avevano stanze strette, buie, fredde d’inverno e calde d’estate: le finestre non avevano vetri, ma solo sportelli di legno e quindi in inverno bisognava scegliere se soffrire il freddo o stare al buio. Solo gli appartamenti del piano più basso erano collegati all’acquedotto e alla rete fognaria; gli altri erano senz’acqua e senza servizi igienici.
Tra le case popolari c’era un intrico di viuzze senza nome, dove era facile perdersi. Le strade erano spesso sporche e maleodoranti, perché gli abitanti delle insulae gettavano i rifiuti domestici dalle finestre.
Il piano terra era spesso occupato da botteghe artigiane (le tabernae), locande o negozi che si aprivano direttamente sulla strada.
Al primo piano abitavano le persone benestanti, come mercanti e artigiani; le stanze erano dotate di acqua e di riscaldamento.
IMPARO CON METODO
Le case signorili: le domus
In città vi erano anche quartieri eleganti, dove c’erano abitazioni costruite con materiali di buona qualità, le domus, di proprietà di un’unica famiglia.
Queste case avevano di solito un atrio (cioè un ingresso) con il tetto aperto e una vasca al centro per raccogliere l’acqua piovana. C’era un giardino interno; c’erano anche il triclinio, cioè la sala da pranzo, le stanze per i padroni, le stanze per i servi, la dispensa per i cibi, la cucina con il forno e la stanza da bagno. L’arredamento era essenziale e composto da sedie, sgabelli, cassapanche, letti e tavolini. Le statue, i mosaici dei pavimenti o alle pareti e gli affreschi rendevano la casa più bella. Qualche volta il padrone affittava le stanze vicine alla strada a commercianti e artigiani.
Le stanze da letto erano chiamate cubicola.
Il larario era l’altare dedicato alle divinità della casa e della famiglia.
Nel tablino il padrone di casa riceveva gli ospiti per discutere di affari.
IMPARO CON METODO Espongo
Dopo aver letto i testi in pagina e osservato il disegno, descrivi a un tuo compagno o a una tua compagna una domus.

La dispensa conteneva le riserve di cibo.
Nell’atrio c’era l’impluvio, una vasca per la raccolta dell’acqua piovana.
Il peristilio era il giardino interno, circondato da portici a colonne.
Nel triclinio il padrone di casa e i suoi ospiti mangiavano stando distesi su letti a tre posti.
La cucina e la stanza da bagno erano vicine ed erano gli unici spazi riscaldati della casa.
Le terme
Le città importanti avevano le terme, che servivano come bagni pubblici. I Romani si recavano alle terme per lavarsi, ma anche per incontrare persone, discutere di politica o di affari e informarsi sulle ultime notizie della città. Le terme avevano vasche piene d’acqua fredda o calda. Inoltre c’erano locali per i massaggi, per fare attività fisiche e per la conversazione. Spesso nelle terme c’era anche una biblioteca. Le persone più ricche andavano alle terme ogni giorno. Molti imperatori, come Nerone, Tito, Traiano, Caracalla e Diocleziano si fecero costruire a Roma delle terme.
Il tepidarium era una stanza di passaggio, per non passare di colpo dal caldo al freddo; a volte veniva usato come spogliatoio.

Il calidarium era la vasca con acqua calda.
All’esterno delle terme si trovavano anche alcune botteghe.
Il frigidarium era la vasca con acqua fredda.
Le attività sportive si svolgevano nel gymnasium
Lavoro con le fonti
Leggi il testo sulle terme di Lucio Anneo Seneca, uno scrittore romano. Poi scegli la risposta corretta tra quelle date.
Mi circonda da ogni parte un chiasso indiavolato. Sento gli affanni e i sospiri di quelli che si esercitano con gli attrezzi ginnici e si affaticano. Se capita uno a farsi massaggiare, si sente il battere delle mani del massaggiatore sulle sue spalle. Ci sono poi il litigioso, il ladro che viene colto sul fatto, il chiacchierone o quello a cui piace sentire la propria voce mentre fa il bagno. Poi c’è il fracasso di quelli che saltano nella piscina… Non parliamo poi dei venditori di bibite, di salsicce, di pasticcini e i garzoni delle locande che vanno in giro a vendere la loro merce…
Com’erano le terme, secondo la descrizione di Seneca? Indica le risposte corrette con una X.
Molto rumorose. Molto frequentate. Molto silenziose. Sempre deserte. x x
IMPARO CON COMPETENZA
La lingua e la scrittura
La lingua parlata dai Romani era quella del popolo da cui discendevano, il latino. L’italiano di oggi deriva dal latino. La scrittura era alfabetica ed era composta da 23 segni, vocali comprese.
Gli antichi Romani scrivevano su rotoli di papiro e su tavolette di legno coperte con uno strato di cera. In seguito iniziarono a scrivere su rotoli di pergamena.
Tra i Romani vi furono scrittori e poeti famosi, autori di commedie teatrali che descrivevano le abitudini di vita di quel tempo, e storici che raccontavano le vicende di Roma e dei suoi uomini più importanti.Tra i poeti più illustri ci fu Virgilio, autore dell’Eneide, un poema ispirato a quelli di Omero.
Vi furono anche molti giuristi, cioè persone che scrissero e trascrissero leggi, doveri e diritti dei cittadini, decisioni degli imperatori e regole di governo delle città e dei territori conquistati.
Pergamena è la carta che si ottiene dalla pelle di pecora o di capra essiccata e poi lisciata.

Gli strumenti per scrivere usati dai Romani: tavolette cerate, una bottiglietta con l’inchiostro, uno stilo e fogli di pergamena.
L’arte: sculture, affreschi e mosaici
L’arte romana, soprattutto la scultura, fu influenzata da quella dei Greci e del mondo ellenistico. Molte statue romane, infatti, sono copie di quelle greche. I patrizi amavano molto anche gli affreschi, con i quali ornavano le pareti delle loro case signorili, e i mosaici, che decoravano la pavimentazione delle abitazioni o di particolari luoghi pubblici. I mosaici potevano essere a motivi geometrici e in bianco e nero oppure a più colori e con motivi decorativi di diverso genere.
Nell’Eneide Virgilio racconta la storia di Enea, eroe della città di Troia, figlio della dea Venere e di Anchise. Il racconto inizia con la distruzione di Troia da parte degli Achei. Enea fugge dalla sua città in fiamme, insieme al vecchio padre Anchise e al figlio Iulo Ascanio, e arriva alla foce del fiume Tevere. L’Eneide narra inoltre che la gens Iulia, la famiglia a cui appartenevano sia Giulio Cesare sia Ottaviano Augusto, discendeva da Iulo: in questo modo Virgilio intendeva dimostrare la lontana origine divina dell’imperatore.
speciali
Chi erano i giuristi?
Sottolinea nel testo le parole che ti aiutano a capirlo.
Analizzo
Rispondi alle domande.
• Che lingua parlavano i Romani?
• Com’era la loro scrittura?
• Quali forme d’arte amavano i Romani?
IMPARO CON METODO
Parole
L’ENEIDE PIÙ
Educazione Civica


L’area colpita dall’eruzione del 79 d.C.
Sviluppo economico e Sostenibilità
Anno 79 d.C.: l’eruzione del Vesuvio
Nel 79 d.C. il Vesuvio, il vulcano che si trova vicino a Napoli, una notte eruttò improvvisamente e distrusse la città romana di Pompei e della vicina Ercolano. Pompei rimase sepolta sotto uno strato di cenere alto quasi sei metri: nella città il tempo si è fermato quella notte. I primi scavi archeologici a Pompei effettuati nel 1748 portarono alla luce monete e oggetti. Gli scavi vennero poi interrotti e ripresi più volte, fino a quando parte delle rovine fu portata alla luce. Per gli archeologi e le archeologhe fu una scoperta incredibile poiché dagli scavi emerse una città romana senza trasformazioni di epoche successive. Fu così possibile capire quale fosse la vita quotidiana dei Romani, studiando le botteghe, gli edifici pubblici, le piazze, i giardini, le strade e soprattutto le case, le ville e le domus
Affresco dalla Casa dei Vettii.
Resti di una panetteria, con il forno.
Il sito archeologico di Pompei con il Vesuvio sullo sfondo.
Educazione Civica Sviluppo economico e S
La testimonianza di uno scrittore romano
Lo scrittore romano Plinio il Giovane, che si trovava in una località vicina al vulcano, scrisse a un amico e raccontò ciò che era successo.
Una nube a forma di pino si diffondeva dal Vesuvio. Frattanto in più luoghi risplendevano vastissime fiamme e alti incendi. Aveva preceduto per molti giorni un tremore della terra meno temibile: ma quella notte divenne così forte che si sarebbe creduto che tutte le cose non si muovessero, ma si rovesciassero. Inoltre, vedevamo il mare riassorbirsi in se stesso e quasi essere respinto dal tremore della terra. Dall’altra parte una nube nera e orrenda si allargava in lunghe figure di fiamme simili a folgori. Ritornò luce per un po’ e il fuoco, in verità, si fermò più lontano; di nuovo tenebre, di nuovo cenere abbondante e pesante; la scuotevamo via ripetutamente alzandoci; altrimenti saremmo stati coperti e addirittura schiacciati dal peso. Finalmente quella caligine, divenuta meno fitta, si dissolse quasi in fumo o nebbia; poi fu giorno vero; risplendette addirittura il Sole, ma sporco come quando è in eclisse. Agli sguardi ancora impauriti tutte le cose si presentavano cambiate e ricoperte come da neve fatta di spessa cenere.
Oggi, a quasi duemila anni di distanza, Pompei è stata quasi completamente riportata alla luce. Le rovine mostrano case comode e solide, con pavimenti di pietra e piccoli giardini. Le pareti sono spesso decorate con splendide pitture.
L’interno e l’esterno della villa di Publius Paquius Proculus, panettiere e magistrato a Pompei.


Affresco dalla villa di un ricco pompeiano.
Mosaico all’ingresso di una casa: la scritta dice "Attenti al cane".
Mosaici romani
Procurati tutto l’occorrente, segui il procedimento e realizza il tuo mosaico.
OCCORRENTE cartoncini colorati • forbici • colla vinilica • tappo di plastica
PROCEDIMENTO
1 Utilizza dei cartoncini di diversi colori per realizzare le tessere del tuo mosaico. Ogni tessera deve avere circa le dimensioni di 1 cm × 1 cm.

2 Su un foglio di brutta fai una prova del disegno geometrico che vorresti realizzare. Con la colla vinilica fissa le tessere del mosaico sul tappo di plastica.
3 Ecco alcuni esempi del risultato finale che potresti ottenere! Sei soddisfatto/a del tuo mosaico?
Hai avuto delle difficoltà nel realizzare il laboratorio? Quali?
Hai chiesto aiuto a qualcuno/a? A chi?
MI VALUTO
La religione
I Romani erano politeisti. Le loro divinità più antiche erano quelle protettrici dei campi, dei raccolti e gli spiriti protettori della casa, i Lari. In ogni abitazione era presente un piccolo altare dedicato a questi spiriti, chiamato larario.
Dopo il contatto con i Greci, i Romani acquisirono anche alcune divinità venerate da loro. Tre divinità, in particolare, erano molto importanti per i Romani: Giove, Giunone e Minerva, che corrispondevano rispettivamente a Zeus, Era e Atena dei Greci. Nel periodo imperiale, anche l’imperatore iniziò a essere venerato come un dio. I Romani offrivano agli dèi cibi, bevande, ghirlande di fiori e in alcuni riti sacrificavano degli animali. Ogni cerimonia in loro onore si doveva svolgere secondo un rituale preciso, dal quale dipendeva la benevolenza del dio.
Il calendario delle feste religiose era organizzato dai pontefici, i sacerdoti più importanti. Essi avevano anche il compito di preparare il calendario dei giorni fasti, cioè quelli in cui si potevano prendere decisioni importanti, e di quelli nefasti, in cui era bene non intraprendere nulla di nuovo.
I Romani praticavano anche la divinazione: prima di prendere decisioni importanti chiedevano a un oracolo di interpretare la volontà degli dèi.

A Cuma, in Campania, c’era un famoso oracolo, la Sibilla. La leggenda racconta che viveva in una grotta e scriveva le sue profezie sopra le foglie. Poi deponeva le foglie all’ingresso della grotta; il vento le mischiava e così le profezie dell’oracolo diventavano misteriose e difficili da interpretare.
Collego
Ti ricordi quale altro popolo praticava la divinazione? Scrivilo. Spiega con parole tue il significato di queste due parole.
Fasto: Nefasto:
Gli Etruschi. giorno favorevole giorno sfavorevole per prendere decisioni importanti. in cui è meglio non iniziare cose nuove.
Parole speciali - Ricostruisco
L’ingresso alla grotta della Sibilla.
IMPARO CON METODO
LA SIBILLA DI CUMA PIÙ
Un larario.
Giove, Giunone e Minerva.
Un rilievo cristiano con un simbolo composto da due lettere dell’alfabeto greco che indica il nome di Cristo.
Vangelo è una parola di origine greca che significa “lieto annuncio, buona notizia”.

IMPARO CON COMPETENZA
Analizzo
Cerca nel testo le risposte a queste domande e sottolineale.
• Dove e quando nacque la nuova religione predicata da Gesù?
• Quali erano i suoi insegnamenti?
• Perché Gesù fu crocifisso?
Il cristianesimo
In Palestina, agli inizi del I secolo d.C., nacque una nuova religione, chiamata cristianesimo. Questa religione si basava sugli insegnamenti di Gesù, nato nella provincia romana della Palestina.
Si trattava di una religione monoteista, cioè basata sulla fede in un solo Dio, ed era quindi molto diversa dalla religione romana, che credeva in molti dèi e venerava l’imperatore come un dio. Gesù era detto "Cristo", cioè scelto da Dio per portare il suo messaggio alle persone. Egli predicava la fratellanza e l’uguaglianza di tutti gli esseri umani. I Romani videro in questi insegnamenti un pericolo per l’ordine dell’Impero, perciò condannarono a morte Gesù e lo crocifissero. Dopo la morte di Gesù i suoi sostenitori più fedeli, gli apostoli, continuarono a diffondere i suoi insegnamenti, prima oralmente e successivamente scrivendoli in alcuni libri, chiamati Vangeli.
Un mosaico che raffigura Gesù Cristo.
LAB La diffusione del cristianesimo VIDEO
• Il cristianesimo
• I primi cristiani
I cristiani e l’Impero
Il cristianesimo iniziò rapidamente a diffondersi nell’Impero. In base agli insegnamenti di Gesù i cristiani erano contrari alla violenza, quindi si rifiutavano di prestare il servizio militare, e non accettavano le distinzioni fra stranieri e Romani, fra schiavi e persone libere. Inoltre, credevano in un solo Dio e si rifiutavano di adorare l’imperatore come una divinità. Per tutti questi motivi i governanti romani, che pure erano sempre stati tolleranti verso le religioni dei popoli sottomessi, considerarono il cristianesimo una minaccia, e lo vietarono. I cristiani furono considerati nemici dello Stato e per questo vennero perseguitati e condannati a morte, alla prigione o all’esilio. Per sfuggire alle persecuzioni i cristiani si riunivano di nascosto e celebravano i loro riti in gallerie sotterranee, scavate in profondità: le catacombe, che inizialmente servivano solo come luoghi di sepoltura. Nonostante le persecuzioni, i cristiani divennero sempre più numerosi e con il passare del tempo la loro situazione peggiorò e le persecuzioni divennero sempre più feroci, in ogni zona dell’Impero. Nel 313 d.C., però, con l’Editto di Milano l’imperatore Costantino riconobbe la libertà ai cristiani di professare la propria religione. Per i cristiani iniziò una fase del tutto nuova, durante la quale non fu più necessario nascondersi e vennero costruite le prime chiese, chiamate basiliche. Successivamente l’imperatore Teodosio dichiarò il cristianesimo religione ufficiale dell’Impero. Teodosio vietò tutte le altre religioni. Coloro che non aderivano alla religione cristiana, definiti pagani, venivano perseguitati, proprio come accadeva prima ai cristiani.
L’imperatore Costantino.
Editto legge scritta, emessa da un’autorità dello Stato.

Analizzo
Cerca nel testo le risposte a queste domande e sottolineale.
• Che cosa accadeva ai cristiani nei primi secoli?
• Che cos’erano le catacombe? Per quali scopi venivano utilizzate e da chi?
• Che cosa fece l’imperatore Costantino?
• Che cosa fece l’imperatore Teodosio?
I PAGANI PIÙ
Il nome “pagani” deriva dal latino pagus, cioè “villaggio”. In questo periodo vennero chiamati pagani gli abitanti dei villaggi di campagna che non si convertivano alla nuova religione, ma che continuavano ad adorare i propri dèi.
IMPARO CON COMPETENZA
Catacombe a Roma.
La divisione definitiva dell’Impero voluta da Teodosio.

Una rappresentazione dei Cesari e degli Augusti, simbolo della divisione dell’Impero.
IMPARO
CON COMPETENZA
Lavoro con la linea del tempo
La crisi e la divisione dell’Impero
A partire dal III secolo d.C. l’Impero romano cominciò a indebolirsi perché i governi non erano più stabili. Gli imperatori venivano scelti fra i comandanti degli eserciti, restavano in carica per pochi anni e in questi brevi periodi dovevano affrontare vere e proprie guerre per conservare il potere. Per porre un freno al declino dell’Impero e per poter difendere meglio i suoi confini, nel 286 d.C. l’imperatore Diocleziano divise l’Impero in due amministrazioni statali: una parte occidentale e una parte orientale. Ogni parte dell’Impero era governata da un imperatore, detto Augusto, e da un suo collaboratore, chiamato Cesare. Questa soluzione funzionò per poco tempo e l’Impero tornò presto a essere unito. Nel 324 d.C. Costantino divenne imperatore di tutto l’Impero e trasferì la capitale da Roma a Bisanzio (l’attuale Istanbul, in Turchia). La città prese il nome di Costantinopoli, cioè la “città di Costantino”.
Ormai, però, l’economia, la società e la cultura nella parte occidentale e in quella orientale dell’Impero romano erano diventate molto diverse. Quindi Teodosio, il successore di Costantino, nel 395 d.C. divise nuovamente e definitivamente l’Impero in due parti: l’Impero romano d’Occidente, con capitale Ravenna, e l’Impero romano d’Oriente, con capitale Costantinopoli.
Indica sulla linea del tempo la data di inizio dell’Impero romano, con Ottaviano Augusto e la data della divisione dell’Impero voluta da Teodosio. Poi rispondi: quanti secoli passarono, circa, tra la nascita dell’Impero e la sua divisione in due parti?
Circa quattro secoli.
I Germani e la fine dell’Impero
In un vasto territorio dell’Europa centrale vivevano i Germani, tribù di popolazioni nomadi che i Romani chiamavano “barbari” per indicare che non appartenevano alla loro civiltà. Questi popoli possedevano una loro cultura, delle tradizioni e un’organizzazione sociale. Erano guerrieri, cacciatori, allevatori ed erano guidati da un re, scelto fra i loro migliori guerrieri. I Germani si spostavano in gruppo con donne, anziani e bambini, non conoscevano la scrittura e adoravano le divinità della natura. Nel III secolo d.C. piccoli gruppi di Germani si stabilirono entro i confini dell’Impero,dove vivevano in pace coltivando le terre non occupate dai coloni romani. Nel IV secolo d.C., però, gli Unni, che venivano dalle pianure dell’Europa orientale, invasero i territori dei Germani, che furono costretti a spostarsi, penetrando più a fondo nell’Impero romano. Molti di essi furono arruolati nell’esercito e alcuni fecero carriera, diventando generali. A loro fu affidato il compito di difendere l’Impero dalle invasioni di altri popoli barbari, ma l’esercito romano era ormai sempre più in crisi. Così, per oltre cinquant’anni, l’Impero romano d’Occidente fu devastato dalle scorrerie di Unni, Visigoti, Ostrogoti, senza potersi difendere. L’ultimo giovanissimo imperatore romano d’Occidente, Romolo Augustolo, fu deposto nel 476 d.C. da Odoacre, un generale romano di origine germanica. Questo episodio sancì la fine dell’Impero romano d’Occidente. L’Impero romano d’Oriente sopravvisse invece per un altro millennio.
LE INNOVAZIONI DEI GERMANI
I Germani portarono nell’Impero romano molte novità in campo tecnico. Per esempio, erano abili nella lavorazione dei metalli e avevano armi molto resistenti. Introdussero l’uso delle botti di legno per il vino, al posto delle anfore. Ai Germani si deve anche l’uso della sella per cavalcare; dei pantaloni nell’abbigliamento; del burro nell’alimentazione.

Le invasioni barbariche
Le invasioni dei barbari
Scheda - Hadrian’s wall
Traduzione - Hadrian’s wall
Lavoro con le carte geostoriche
Osserva la carta e trascrivi i nomi dei principali popoli germanici.
Sassoni, Visigoti, Ostrogoti, Vandali, Alemanni, Franchi, Longobardi.
Ravenna
Costantinopoli
Milano Roma
Cartagine
GALLIA
SPAGNA
ASIA
AFRICA
IMPERO ROMANO D’ORIENTE
IMPERO ROMANO D’OCCIDENTE
Ostrogoti
Vandali
Vandali
Visigoti
Visigoti
Sassoni
Unni Franchi
Alemanni Longobardi
FACCIAMO IL PUNTO • LA SINTESI
L’IMPERO ROMANO

Osservo, leggo, espongo
Osserva il disegno, leggi e usa le sintesi per ricostruire ciò che sai sull’Impero romano, ed esporre.
La crisi dell’Impero
Nel 395 d.C. l’imperatore Teodosio divise l’Impero in due parti: l’Impero romano d’Occidente e l’Impero romano d’Oriente.
Tra il IV e il V secolo d.C. l’Impero romano d’Occidente non riuscì a fermare le invasioni dei Germani. Nel 476 d.C. Romolo Augusto, l’ultimo imperatore d’Occidente, perse il potere: fu la fine dell’Impero romano d’Occidente. L’Impero romano d’Oriente sopravvisse per un altro millennio.
L’Italia
L’Impero
Nel 27 a.C. Ottaviano Augusto divenne il primo imperatore romano. Durante il suo regno l’Impero visse un periodo di pace e benessere.
Alla morte di Augusto divenne imperatore Tiberio. All’inizio la successione al potere avveniva per via ereditaria, ma per un periodo si usò il sistema della successione per adozione.
Nel I e nel II secolo d.C. l’Impero estese i suoi domini in Britannia, Mauritania, Dacia e nel Vicino Oriente. Roma era al centro di importanti scambi commerciali. Il latino era la lingua ufficiale.
SOCIETÀ
Nel periodo dell’Impero grandi edifici pubblici abbellivano le città romane: templi, anfiteatri, circhi e terme. Gli anfiteatri ospitavano spettacoli di lotta tra gladiatori o con animali feroci. Le terme erano un servizio per la salute dei cittadini, oltre che un luogo di incontro. In tutto l’Impero i Romani costruirono ponti, strade e acquedotti.
DOVE
QUANDO
CHI
CHI
Ripassa
LA CIVILTÀ ROMANA

RELIGIONE RELIGIONE
La religione romana
I Romani erano politeisti. Gli dèi più antichi rappresentavano le forze della natura e gli spiriti protettori della casa. Quando i Romani entrarono in contatto con i Greci iniziarono a venerare gli stessi dèi, ma con nomi diversi: Zeus, Era e Atena a Roma si chiamavano Giove, Giunone e Minerva.
Il cristianesimo
I Romani tolleravano i culti delle popolazioni sottomesse, ma non accettarono il cristianesimo. Gesù Cristo predicava la fede in un unico Dio, l’uguaglianza e la fratellanza. In base ai suoi insegnamenti i cristiani quindi rifiutavano di adorare l’imperatore e non accettavano la schiavitù, perciò erano considerati un pericolo: Gesù venne crocifisso e i suoi seguaci vennero perseguitati. Il cristianesimo si diffuse comunque in tutto l’Impero. Nel 313 d.C. l’imperatore Costantino stabilì la libertà di culto per i cristiani e successivamente l’imperatore Teodosio dichiarò il cristianesimo religione ufficiale dell’Impero.
FACCIAMO IL PUNTO • LA MAPPA
Costruisco una mappa

Ricostruisci la mappa con le parole date.
acquedotti • agricoltura • commerci • Costantino • anfiteatri • Costantino • crisi • cristianesimo • Diocleziano • Gesù • invasioni • latino • mosaici • Occidente • Ottaviano • Teodosio • perseguitati • prodotti • Senato • storici • Teodosio • territori
L’Impero romano
DOVE QUANDO
ATTIVITÀ
SOCIETÀ
CONOSCENZE
Ottaviano
Nel 27 a.C. fu nominato imperatore dal
Nei primi due secoli l’Impero conquistò nuovi
Dal III secolo d.C. iniziò la dell’Impero che fu diviso in due parti da e riunito per breve tempo da
Diocleziano
Costantino
Nel 395 d.C. divise l’Impero.
Teodosio invasioni
Dal IV secolo d.C. si ripeterono le dei Germani.
Le attività principali dei Romani erano l’ l’allevamento, l’artigianato e i
Nel priodo imperiale le città furono abbellite da , terme, circhi, teatri.
Teodosio mosaici acquedotti commerci prodotti territori crisi
Nel 476 d.C. l’Impero romano d’ ebbe fine.
L’economia era florida e nell’Impero circolavano grandi quantità di .
Vennero costruiti , ponti e strade in tutto l’Impero.
La lingua ufficiale era il . I Romani ebbero importanti letterati, poeti, e giuristi.
I cristiani furono .
Costantino
Nel 313 d.C. concesse la libertà di culto ai cristiani e con l’imperatore il cristianesimo diventò la religione ufficiale dell’Impero.
Senato agricoltura anfiteatri latino storici cristianesimo Gesù perseguitati
Occidente
RELIGIONE
Nell’arte si diffusero la scultura, gli affreschi e i I Romani erano politeisti.
Si diffuse una nuova religione: il , basato sugli insegnamenti di
Compito Autentico LA CIVILTÀ
Gioca con la Sibilla!
1 A Cuma, in Campania, viveva la Sibilla, la sacerdotessa capace di prevedere il futuro. Con i tuoi compagni e le tue compagne, divertiti a interpretare qualche suo oracolo!
Fase 1
• Leggete le parti che compongono i tre oracoli, riportate in ordine sparso.
Fase 2
• Riscrivete nell’ordine corretto i tre oracoli.

• Riordinate le frasi spezzate in modo da formare i tre oracoli della Sibilla di Cuma. Per farlo, osservate i colori dei cartellini: vi aiuteranno!
• Rileggeteli e provate a spiegare, per ciascuno, il suo significato nascosto. A quali personaggi della storia di Roma potrebbero riferirsi? Condividete le vostre idee e impressioni con tutti i compagni e le compagne del gruppo.
1. 2. 3. nutrirà due gemelli, Una lupa fonderà Roma. uno dei quali di due grandi personaggi della storia di Roma, dalla sua fine.
avrà il nome L’ultimo imperatore ma non la salverà in tutto l’Impero. porterà Un imperatore pace e benessere
MI VALUTO
Rifletti su come hai lavorato e indica le tue risposte con una X all’interno della tabella di autovalutazione.
Ho lavorato con compagni e compagne.
Ho rispettato le regole del gruppo.
Ho ascoltato le opinioni e le idee di compagni e compagne.
Ho partecipato al lavoro.
Bene e volentieri
Bene, ma solo in alcune situazioni Con difficoltà
Sempre Qualche volta Non le ho rispettate
Sempre con attenzione Quasi sempre Con scarsa attenzione
Cercando di svolgere tutto da solo/a
Chiedendo aiuto se in difficoltà Con l’assistenza dell’insegnante
Sono soddisfatto/a del lavoro. Molto Abbastanza Poco
Compito Autentico
Il memory delle divinità
1 Insieme ai tuoi compagni e alle tue compagne realizza un gioco di società dedicato alla religione degli antichi Greci e Romani e divertitevi a sfidarvi.
Fase 1
• Scaricate dalle risorse digitali del vostro libro le figure delle divinità oppure disegnatele.
Potete aggiungere tutte le divinità che volete.

ZEUS / GIOVE ATENA / MINERVA
ADE/ PLUTONE POSEIDONE / NETTUNO APOLLO
Fase 3
Fase 2
• Su altre tessere della stessa misura delle precedenti, scrivete la descrizione di ogni divinità. Queste sono solo un esempio.
Dio degli Inferi e dei morti
Dio portatore del Sole e delle arti come la poesia e la musica. Re dell’Olimpo, dio del cielo e dei fulmini
Dea della saggezza e della giustizia.
Dio del mare e dei terremoti
• Disponete le carte a faccia in giù su una superficie. A turno girate 2 carte e cercate di trovare il maggior numero di coppie “figura della divinità e descrizione corrispondente”.
Rifletti su come hai lavorato e indica le tue risposte con una X all’interno della tabella di autovalutazione.
Ho lavorato con compagni e compagne.
Ho rispettato le regole del gruppo.
Ho ascoltato le opinioni e le idee di compagni e compagne.
Ho partecipato al lavoro.
Bene e volentieri Bene, ma solo in alcune situazioni Con difficoltà
Sempre Qualche volta Non le ho rispettate
Sempre con attenzione Quasi sempre Con scarsa attenzione
Cercando di svolgere tutto da solo/a
Chiedendo aiuto se in difficoltà Con l’assistenza dell’insegnante
Sono soddisfatto/a del lavoro. Molto Abbastanza Poco
DOC Le figure delle divinità
Mi esercito in... Storia 5

LE MIE MAPPE • RIPASSA CON GEA
I Micenei 148
I Greci 149
I Macedoni 150
I popoli dell’Italia antica • Gli Etruschi 151
Roma repubblicana 152
L’Impero romano 153
ESERCIZI
Il popolo dei Micenei 154
Le rotte commerciali 155
I vasi greci 156
La polis greca 157 Sparta 158
Atene 159
La Magna Grecia 160
La fondazione di una colonia 161
Le guerre contro i Persiani 162
I Macedoni e Alessandro Magno 163
Antichi abitanti dell’Italia: chi e dove 164
I popoli italici 165
L’origine del popolo etrusco 166
La civiltà degli Etruschi 167
La religione e le attività degli Etruschi 168
Le origini di Roma 169
Roma diventa una Repubblica 171
L’organizzazione sociale a Roma 172
L’esercito romano 173 Nasce l’Impero
Attività e commerci nell’antica Roma
strade romane
Romani e il cristianesimo
fine dell’Impero
VERIFICHE PIÙ FACILE I Micenei
I Greci e i Macedoni 181
I popoli dell’Italia antica e gli Etruschi 182
La civiltà romana: dalle origini alla Repubblica 183
La civiltà romana • L’Impero 184 VERIFICHE FINALI
I Micenei 185
I Greci e i Macedoni 186
I popoli dell’Italia antica e gli Etruschi 187
La civiltà romana: dalle origini
alla Repubblica 188
La civiltà romana • L’Impero 189
PROVE NON NOTE
Uomini e donne dell’antica Grecia 190
Scopri gli affreschi delle tombe etrusche 191 Macchine da guerra 192
LE MIE MAPPE • RIPASSA CON GEA

1200 a.C. circa: sconfitti dai Dori
1450 a.C. circa: sottomissione di Creta
Si stabiliscono nella Grecia meridionale intorno al 2000 a.C.
I MICENEI
Abili artigiani e comercianti
Ceramiche, metalli e costruzione di navi
Espansione commerciale nel Mediterraneo

C i li di i i

Società dominata dal re
Città-fortezza
Contatti culturali con i Cretesi
Scrittura Lineare B
Religione della dea madre
Espansione commerciale nel Mediterraneo Colonie (Magna Grecia)
Abili artigiani e marinai

Sparta
Oligarchia (governo di pochi)
Educazione, storia, filosofia, scultura, pittura, ceramica e teatro
Religione politeista Templi e santuari Sviluppo culturale
Nascita delle città-Stato (poleis) dall’VIII secolo a.C. circa
Olimpiadi
Atene
Democrazia (governo del popolo)
a.C. Nascita di Cristo
Guerre contro i Persiani (490-480 a.C.)
Guerra tra Sparta e Atene (Peloponneso, 431-404 a.C.)
Decadenza e conquista della Grecia da parte dei Macedoni
I GRECI
Divisione dell’impero in regni ellenistici e conquista da parte dei Romani
Alessandro Magno conquista i territori fino all’Asia e all’Africa

Conquista delle poleis greche sotto la guida di Filippo II
Fusione tra la cultura greca e quella dei territori conquistati
Cultura ellenistica
Alessandria d’Egitto: Museo e Biblioteca
Pergamo: statue e monumeti
Popolo che viveva a Nord della penisola greca
Regno macedone ricco e indipendente, guidato da un sovrano
Nascita di Cristo
Civiltà macedone 359-31 a.C.
Pella
Pergamo
Mileto
Atene Troia Micene Sparta
GRECIA MACEDONIA
Rodi Creta A R
MAR EGEO
Alessandria d’Egitto
Persepoli
Babilonia
Pella Atene Tiro
Alessandria Escate
ARABIA
I MACEDONI
Diverse popolazioni a partire dal
2200 a.C.
Agricoltori, pastori e fabbri
Alla fine del I millennio a.C. furono tutte sottomesse dai Romani
LE MIE MAPPE • RIPASSA CON GEA

900 a.C. prime tracce degli Etruschi
700-500 a.C. massimo splendore della civiltà etrusca 396 a.C. Veio conquistata dai Romani
a.C. dominazione romana
I POPOLI DELL’ITALIA ANTICA
Civiltà etrusca (900 a.C.)
Espansione territoriale a Nord sino al fiume Po e in Campania
Potente flotta mercantile e scambi commerciali nel
Mediterraneo.
Invenzione dell’arco a volta
Religione politeista e culto dei morti
Alfabeto derivato da quello greco
Città-Stato indipendenti, guidate da poche famiglie aristocratiche
Società formata da:
• persone ricche e potenti
• sacerdoti
• contadini e lavoratori
• schiavi
1000 a.C.
500 a.C. Nascita di Cristo
ETRUSCHI
Case signorili (domus) per i patrizi
Case popolari (insulae) per i plebei
Famiglia patriarcale (paterfamilias)
Origini di Roma: da villaggi sparsi a Monarchia (7 re)
Repubblica aristocratica: i patrizi hanno tutto il potere
Plebei, schiavi e liberti sono la maggioranza della popolazione
La Repubblica finisce a causa di continue guerre civili e diventa Impero
Grandi conquiste: intera penisola italica (Etruria e Magna Grecia)
Guerre contro Cartagine e conquista del Mediterraneo
Influenza della cultura greca
Religione politeista

L’organizzazione romana (leggi, città, lingua, esercito) si impone sui territori conquistati
Attività economiche: agricoltura, allevamento, artigianato e costruzione di opere pubbliche
Commercio in tutto il mondo via mare e via terra
Costruzione di ponti, strade, acquedotti, anfiteatri
ROMA: MONARCHIA E REPUBBLICA
LE MIE MAPPE • RIPASSA CON GEA

Successione per adozione
Successione per via ereditaria
Cesare Ottaviano Augusto primo imperatore
Espansione commerciale e culturale (mecenatismo)
Massima estensione dei confini imperiali (II secolo d.C.)
L’IMPERO ROMANO
Diffusione di nuove religioni dal Vicino Oriente
Persecuzioni e affermazione del Cristianesimo
Crisi economica, sociale e politica
Invasioni barbariche e divisione dell’Impero Fine dell’Impero romano d’Occidente (476 d.C.)
Il popolo dei Micenei

a pag. 10
1 Indica con una X se le seguenti affermazioni si riferiscono alla città-palazzo cretese o alla città-fortezza micenea. Fai attenzione: alcune possono essere valide per entrambe. città cretese città micenea
Era costruita intorno a un grande palazzo, centro della vita comunitaria. x
Era costruita su un’altura dai fianchi ripidi. x
Era circondata da alte mura difensive. x
Il palazzo era separato dalle abitazioni della popolazione. x x Si trovava per lo più vicino al mare. x
L’accesso alla città avveniva attraverso una porta. x
I contadini vivevano al di fuori della città. x x
Non era dotata di sistemi di difesa. x
All’interno della città si trovavano anche magazzini e laboratori artigiani. x x
2 Formula sul tuo quaderno 5 frasi con le seguenti parole: acropoli • Lineare B • corredo funebre • emporio • lingua greca
3 Prova a raccontare, nelle righe seguenti, il rapporto tra la civiltà minoica e la civiltà micenea. Quali contatti ci sono stati tra queste due popolazioni?
A partire dal 1600 a.C. i Micenei iniziarono ad avere scambi commerciali con i Cretesi. Questi contatti influenzarono la civiltà micenea e favorirono il suo progresso economico e culturale. Intorno al 1450 a.C. i Micenei sottomisero Creta e divennero i nuovi dominatori dei commerci marittimi. I Micenei appresero dai Cretesi la scrittura chiamata Lineare A, poi iniziarono a utilizzare una scrittura chiamata Lineare B. A differenza della scrittura cretese, quella micenea è stata decifrata nel 1953: si è scoperto che i segni riproducevano le sillabe della lingua greca più antica.
Sito archeologico della città di Micene.
Obiettivi di apprendimento Conoscere gli aspetti
Vai
Le rotte commerciali
1 Colora e completa la carta geostorica inserendo i seguenti nomi:
Mar Nero • Mar Mediterraneo • Italia • Grecia • Asia Minore • Africa • Egitto

Mar Nero
Asia Minore
2 Rispondi alle seguenti domande.
• Quali prodotti venivano trasportati lungo le rotte commerciali dei Micenei?
Africa Egitto ceramica, gioielli in oro e argento, ma anche prodotti dell’agricoltura come olio e vino. con prodotti locali. Anche Fenici e Cretesi avevano creato gli empori.
• Ti ricordi che cos’è un emporio? Quali altre popolazioni, fra quelle che hai studiato lo scorso anno, avevano creato gli empori?
• Dove si trovavano i principali empori fondati dai Micenei?
I commercianti micenei trasportavano prodotti dell’artigianato come vasi e piatti realizzati in Un emporio è una località sulla costa dove le merci trasportate dalle navi vengono scambiate I principali empori fondati dai Micenei si trovavano lungo le coste del Mar Mediterraneo.
3 Ora prova a inventare tu delle domande da fare ai tuoi compagni e alle tue compagne. 1. 2. 3.
Samo am
Cipro
Creta
Sicilia
Sardegna
Pilo
Atene
Cnosso
Mileto
Rodi
Troia
Micene
Vai a pag. 11
Italia
Grecia
Mar Mediterraneo

I
vasi greci
1 Leggi il testo sulla funzione del vaso nell’antica Grecia. Poi rispondi alle domande.
Per gli antichi Greci, il vaso era un oggetto molto particolare e aveva molteplici funzioni. Nel suo utilizzo domestico, era un ottimo contenitore di liquidi, cereali, balsami e oli, cibo e medicinali. Era presente sulla tavola come recipiente per il vino, serviva come coppa per i commensali durante i banchetti, come zuppiera per portare in tavola le pietanze. I vasi più belli venivano lasciati in eredità o regalati alle spose. Nel tempio, invece, il vaso diventava oggetto di culto. Sui vasi, inoltre, venivano dipinte scene di vita quotidiana, azioni di guerra, giochi sportivi oppure le vicende delle divinità e dei grandi eroi. Gli artigiani greci realizzavano due tipologie di vasi: con il fondo rosso e le figure nere, oppure con il fondo nero e le figure rosse.
• Qual era la funzione del vaso nelle case dei Greci?
Il vaso per i Greci era un oggetto dalle diversi funzioni. Nelle case i vasi venivano utilizzati come contenitori di liquidi, cereali, balsami e oli. A tavola serviva come recipiente per il vino, come coppa durante i banchetti oppure come zuppiera.
• Perché, secondo te, si può dire che i vasi sono oggetti importanti per conoscere meglio i Greci e il loro modo di vivere?
I vasi sono oggetti importanti per conoscere meglio i Greci perché ci raccontano molto della loro cultura. Infatti, venivano decorati con scene di vita quotidiana, immagini di guerra, giochi sportivi oppure con le vicende di divinità ed eroi.
• Quali erano le due tipologie di vasi realizzati dagli artigiani greci? Secondo te, da che cosa dipendeva il colore rosso?
I vasi realizzati dagli artigiani greci potevano avere il fondo rosso e le figure nere oppure il fondo nero e le figure rosse. Il colore rosso era il colore della terracotta.
Vai
La polis greca
1 Usa i seguenti termini per completare il testo sulle poleis.
700 a.C. • città-Stato • cultura • Elleni • indipendenti • lingua • poleis
Vai alle pagg. 34-35

700 a.C. poleis città-Stato indipendenti lingua cultura
Elleni
Intorno al i Greci si organizzarono in , chiamate . Le poleis erano città , con proprie leggi, ma con elementi comuni: la , la religione, la e le usanze. I Greci sentivano quindi di appartenere a un unico popolo e chiamavano se stessi
2 Colora in i cartellini che contengono i nomi delle poleis più importanti.
3 Collega ogni definizione alla parte della polis a cui si riferisce. Efeso Rodi Mileto Smirne Crotone Pergamo Larissa Corinto Methoni Olimpia
Domina l’acropoli ed è ornato con colonne e statue.
È costruito all’aperto, accanto all’acropoli, e le sue gradinate poggiano sul fianco della collina. agorà teatro tempio
È la piazza in cui i cittadini si riuniscono per prendere decisioni.
4 Indica con una X se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).
• Nelle città greche vivevano solo i cittadini liberi, mentre gli schiavi erano costretti a vivere nelle campagne circostanti. V F
• Gli schiavi erano prigionieri di guerra o uomini liberi che non avevano il denaro per pagare i propri debiti. V F
• Uno schiavo poteva sposarsi senza dover chiedere il permesso a nessuno. V F
• Le donne greche erano escluse dalla vita politica. V F
• Il padrone poteva decidere di liberare uno schiavo che era stato particolarmente fedele. V F x x x x x
Obiettivi di apprendimento Organizzare le informazioni. Conoscere gli aspetti essenziali della civiltà dei Greci.
Tebe Pella Troia Cnosso Sparta Atene

Sparta
1 Leggi la fonte dello storico greco Plutarco e rispondi alle domande.
Dalla nascita fino alla morte, il cittadino di Sparta doveva essere al servizio dello Stato; per questo motivo, nella città veniva minuziosamente curata l’educazione dei fanciulli. Appena nati, i bambini dovevano essere presentati dal padre agli anziani riuniti in assemblea e, se giudicati deboli o deformi, venivano gettati nei burroni dei monti del Taigèto. A partire dall’età di sette anni venivano divisi in varie squadre e sottoposti, a cura dello Stato, a una severa disciplina che durava fino ai trent’anni. Erano educati all’obbedienza, alla forza, a sopportare la fatica, a vincere nel combattimento; venivano addestrati nella ginnastica e nel maneggio delle armi. Affinché il corpo fosse indurito e l’animo rafforzato, erano sottoposti alle più dure privazioni: ricevevano poco cibo in modo che, per soddisfare l’appetito, crescessero in astuzia e destrezza. Era perciò permesso loro il furto. Ma guai a essere sorpresi! Imparavano a leggere e a scrivere solo nella misura strettamente necessaria. A dodici anni ricevevano un solo mantello per tutto l’anno. Erano sporchi, ignoravano l’uso del bagno e solo in determinati giorni era loro permessa qualche raffinatezza. Anche le fanciulle, in quanto future madri di guerrieri, venivano educate in maniera assai rude. adatt. da Plutarco
• A che cosa erano educati gli Spartani?
Gli Spartani erano educati a servire lo Stato. Per questo, erano educati all’obbedienza, alla forza, a sopportare la fatica, a vincere nel combattimento. Venivano anche addestrati nella ginnastica e nel maneggio delle armi.
• Che cosa era permesso a Sparta che è illegale ai nostri giorni? Per quale motivo era permesso?
A Sparta era consentito il furto, ma non bisognava essere scoperti. Era permesso perché i giovani di Sparta dovevano imparare a essere astuti.
• Che cosa ricevevano a dodici anni i ragazzini spartani?
I ragazzini spartani a dodici anni ricevevano un mantello, che doveva durare per un anno.
• Pensi che il modello di educazione delle cittadine e dei cittadini di Sparta possa essere valido ancora oggi? Motiva la tua risposta.
Atene
1 Leggi la fonte dello storico ateniese Tucidide e rispondi alle domande.
Noi abbiamo una forma di governo detta democrazia, poiché l’amministrazione non è diretta all’interesse di pochi, ma all’interesse della maggioranza delle persone. Di fronte alle leggi tutti sono uguali, mentre per le cariche pubbliche ciascuno è scelto per i suoi meriti e, se uno può fare qualcosa di utile per la sua città, non è impedito dalla sua povertà, né dalle sue origini povere.

• In che modo Tucidide definisce la democrazia? Che cosa intende, secondo te, lo storico ateniese?
Tucidide definisce la democrazia come la forma di governo in cui l’amministrazione non è diretta all’interesse di pochi, ma all’interesse della maggioranza delle persone.
Nella democrazia ateniese è il popolo a prendere decisioni riguardo alla polis. Non è soltanto un gruppo ristretto di persone a decidere per tutti, come accadeva a Sparta, con il governo oligarchico.
• Secondo Tucidide, come sono le persone di fronte alle leggi? Secondo te, era davvero così?
Secondo Tucidide, di fronte alle leggi, le persone sono tutte uguali.
• In base a che cosa vengono affidate le cariche pubbliche ad Atene?
Le cariche pubbliche ad Atene vengono assegnate a seconda dei meriti di ciascuno.
Se una persona può essere utile alle propria città può assumere una carica pubblica, anche se ha umili origini o si trova in condizioni di povertà.
adatt. da Tucidide
Acropoli di Atene, oggi.
Vai a pag. 37
La Magna Grecia
1 Osserva la carta geostorica che mostra il periodo di massima espansione delle colonie greche. Poi rispondi alle domande.

Marsiglia
Nizza
Alalia
Cuma
Paestum
Palermo
Selinunte
Agrigento
Adrumeto
Taranto
Metaponto
Sibari
Zancle
Gela
Crotone
Siracusa Catania Rhegion
Territori greci
Colonie principali
Apollonia
Corcira
Corinto Sparta
Abdera
Bisanzio
Pano
Lampsaco
Smirne
Efeso
Mileto
Rodi
• In quale parte dell’Italia i Greci fondarono molte colonie?
Nell’Italia del Sud e in Sicilia.
• Quale nome prese questo territorio?
Magna Grecia.
• Quali delle colonie greche sono città che esistono ancora oggi? Indicane almeno quattro.
Napoli, Taranto, Crotone, Palermo.
• Dove furono fondate le colonie più lontane?
Sulle coste dell'attuale Francia.
Indica con una X l’alternativa corretta per completare le frasi.
• Le colonie greche: non avevano legami con la madrepatria. mantenevano buoni rapporti con la madrepatria.
x x x x
• I Greci fondavano colonie: perché il loro territorio era povero di risorse. per porre fine alle guerre tra le città.
• La prima grande migrazione fu causata: da un forte aumento della popolazione. dall’invasione dei Dori.
• Nel Mediterraneo occidentale le colonie: furono fondate in territori sconosciuti. furono fondate dove c’erano già colonie fenicie.
Vai a pag. 44
La fondazione di una colonia
1 Leggi attentamente il testo, poi indica con una X la risposta che ti sembra corretta.
Nell’VIII secolo a.C. molte navi lasciarono la Grecia per fondare nuove colonie. Prima della partenza, i governanti consultavano un oracolo per sapere se gli dèi fossero favorevoli all’iniziativa. Dopo aver ottenuto una risposta positiva, sceglievano la località in cui fondare la colonia. Il luogo migliore era quello che offriva terre fertili e la cui popolazione non era completamente ostile. A questo punto, l’assemblea dei cittadini decideva chi avrebbe partecipato alla spedizione e indicava il nome del “fondatore”, cioè di colui che aveva il compito di guidare i coloni nel viaggio e nelle prime fasi della fondazione della nuova città. I coloni portavano con sé i semi, gli attrezzi e a volte anche gli animali necessari ad avviare un’attività agricola. Soprattutto, portavano con loro il fuoco sacro, acceso all’altare del dio protettore della città. Sarebbe servito ad accendere il fuoco per il primo sacrificio di ringraziamento, una volta giunti a destinazione. Arrivati nella regione stabilita, i coloni sceglievano il luogo dove costruire la nuova città, di solito su un’altura facile da difendere. Poi, in breve tempo, costruivano la nuova polis
• Chi sceglieva i partecipanti alla spedizione?
I governanti in carica.
L’assemblea dei cittadini.
L’oracolo a cui si chiedeva consiglio.
• Che cosa veniva valutato nella scelta della meta?
Solo la necessità di partire.
Il parere di esperti navigatori.

• Dove si trovava di solito il luogo scelto per la costruzione della città?
Nei pressi di un porto.
Vicino e raggiungibile in pochi giorni di navigazione.
Le strategie per fondare una nuova colonia. x x x x
La possibilità di trovare terre da coltivare e popolazioni poco ostili.
Su un’altura facile da difendere.
• Quale titolo riassume meglio il contenuto del brano che hai letto?
Dove veniva fondata una colonia greca. Chi decideva di fondare una colonia.
Tempio della Concordia, ad Agrigento.
Vai a pag. 44
Le guerre contro i Persiani
1 Leggi che cosa racconta Erodoto sulle guerre contro i Persiani. Poi indica con una X l'alternativa corretta per completare le frasi.
La battaglia di Maratona
Quando i sacrifici dimostrarono che gli dèi erano dalla loro parte, gli Ateniesi si lanciarono in corsa contro i barbari.
I Persiani, vedendoli arrivare di corsa, si preparavano per il combattimento. Pensarono che gli Ateniesi fossero impazziti: erano pochi e quei pochi si erano lanciati di corsa, senza cavalleria e senza arcieri. Ma gli Ateniesi combatterono contro i barbari in maniera memorabile.
Erodoto, Le storie, Libro VI
La battaglia delle Termopili
Ai Greci che difendevano le Termopili fu predetto, dall’indovino Megistia, che sarebbero morti all’alba. Allo spuntare del giorno, le sentinelle corsero giù dalle alture segnalando l’arrivo dei Persiani. Sentendo la notizia, i Greci ebbero paura e pensarono a una ritirata. Il comandante spartano Leonida decise di restare e combattere contro i Persiani, permettendo tuttavia a tutti coloro che lo desiderassero di tornare alle proprie città. A difendere il passo delle Termopili rimasero lui e i suoi trecento soldati spartani. Leonida e i suoi compagni morirono durante la battaglia, dopo aver combattuto con grande valore.
Erodoto, Le storie, Libro VIII

Il comandante spartano Leonida.
• Prima di ogni battaglia: si compiono sacrifici per chiedere la protezione degli dèi. si compiono sacrifici per sapere se gli dèi sono favorevoli alla battaglia.
• La guerra per i Greci è: uno scontro tra singoli individui che si affrontano in duello. uno scontro tra due masse di soldati che si lanciano le une contro le altre.
• Dopo la profezia della sconfitta delle Termopili: tutti i soldati decidono di ritirarsi.
a difesa del passo restano solo Leonida e i suoi trecento soldati. x x x
Guerrieri persiani armati di lance.
Vai alle pagg. 54-55
I Macedoni e Alessandro Magno
1 Per ogni affermazione indica se è riferita a Filippo II di Macedonia (F) o al figlio Alessandro (A).
• Salì al trono nel 359 a.C. e fu ucciso nel 336 a.C.
• Divenne re di Macedonia appena ventenne.
• Riorganizzò l’esercito macedone introducendo la falange.
• Fu educato dal filosofo Aristotele e ammirava la cultura greca.
• Nel 338 a.C. attaccò e conquistò le poleis greche.
• Nel 331 a.C. sconfisse il re persiano Dario III.
• Stabilì la capitale del suo impero a Babilonia.
• Fu soprannominato Magno, cioè “Grande”.
• Non riuscì nel suo intento di conquistare l’impero persiano.
• Morì improvvisamente nel 323 a.C. lasciando un impero immenso.
2 Analizza una fonte come se fossi uno storico/una storica. Leggi il documento che riporta le parole di Alessandro Magno ai soldati macedoni e rispondi alle domande.
A
A
A
A
A
A
A

Curzio Rufo, Storia di Alessandro Magno re di Macedonia
• Secondo te, che cosa esprimono le parole di Alessandro Magno? Superbia. Furbizia. Intelligenza politica. Debolezza.
• Motiva la tua risposta. x Non mi sono spinto fin qua nell’Asia per sconvolgere i popoli che vi abitano. I vinti fanno parte dell’esercito insieme a voi, mentre, se fossero trattati con superbia, si ribellerebbero. Si dice che io trasferisca nei Macedoni il modo di vivere dei vinti. Io vedo che in molti popoli vi sono qualità che non dobbiamo vergognarci di imitare. Non possiamo reggere un così grande impero se non insegniamo qualcosa ad altri popoli e, a nostra volta, non apprendiamo qualcosa da essi.
Alessandro Magno raffigurato a cavallo di Bucefalo, il suo leggendario destriero.
Alessandro Magno dimostra di avere intelligenza politica perché comprende che solo il reciproco scambio culturale con i popoli vinti può permettere di creare un vasto impero.
Vai alle pagg. 56-59
Antichi abitanti dell’Italia: chi e dove
1 Osserva la carta e inserisci i nomi delle seguenti popolazioni.
Camuni • Liguri • Sardi • Siculi • Veneti • Villanoviani

2 Osserva le seguenti fonti storiche e scrivi a quali popolazioni appartengono.
È un’urna cineraria. Appartiene a
È una situla. Appartiene a
È un elmo di bronzo. Appartiene a
Vai alle pagg. 66-67, 71-75
Liguri
Camuni
Veneti
Veneti
Celti
Villanoviani
Villanoviani
Sardi
Siculi
I popoli italici
1 Indica con una X se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).
• La civiltà delle Terramare si diffuse nelle pianure a sud del Po.
• I Terramaricoli erano agricoltori e allevatori.
• I Villanoviani abitavano in villaggi di capanne con ottimi sistemi di difesa.
• Le urne cinerarie sono tipiche della civiltà villanoviana. V F
• I popoli dell’Appennino vivevano in palafitte costruite sui fiumi.
• I popoli dell’Appennino seppellivano i morti sotto i dolmen.
2 Completa con i seguenti termini il testo relativo agli antichi popoli italici.
Valcamonica • capanne • pietra • Lombardia • pastori • Sardegna • caccia • nomade • difesa • incisioni nomade
I Camuni erano un popolo . Alla fine del III millennio a.C. si stabilirono in , nell’attuale . I Camuni non usavano la scrittura, ma hanno lasciato molte informazioni sul loro modo di vivere attraverso le fatte sulle rocce, che rappresentano scene di , coltivazioni dei campi e raffigurazioni di divinità.
Valcamonica Lombardia incisioni caccia
Sardegna pietra pastori capanne difesa
In tra il II e il I millennio a.C. si sviluppò la civiltà dei Nuraghi. Il popolo dei Nuraghi costruì torri in a scopo di . Nel nuraghe abitavano il capo villaggio e la sua famiglia e i guerrieri. Il resto della popolazione era formato da contadini e che vivevano nelle di legno sparse per la campagna attorno al complesso nuragico.

Obiettivi di apprendimento Organizzare le informazioni. Conoscere gli aspetti essenziali dei popoli italici.
Incisioni su roccia della civiltà dei Camuni. Il villaggio nuragico di Su Nuraxi a Barumini, in Sardegna.

L’origine del popolo etrusco
1 Leggi il testo in cui lo storico greco Dionigi di Alicarnasso racconta quale sia l’origine del popolo etrusco.
Io non credo che i Tirreni siano coloni dei Lidi, perché non parlano la stessa lingua e non si può nemmeno dire che conservino alcuna caratteristica della loro terra d’origine. Infatti, venerano dèi differenti da quelli dei Lidi e non hanno leggi simili, né le stesse abitudini di vita. È più probabile quindi che essi non siano venuti da nessun altro Paese e che siano originari del luogo, poiché si può constatare che essi sono un popolo antichissimo e si distinguono da ogni altro per lingua e abitudini.
adatt. da Dionigi di Alicarnasso La città di Volterra, in Toscana, ha origini etrusche.
2 Sottolinea nel testo il nome con cui lo storico Dionigi di Alicarnasso chiama gli Etruschi nella fonte che hai appena letto.
3 Dopo aver letto la fonte, colora solo i cartellini in cui compaiono informazioni presenti all’interno del testo.
I Tirreni provengono dalla Lidia.
I Tirreni venerano dèi differenti da quelli dei Lidi.
Un gruppo di Lidi partì dalla Lidia dopo una tremenda carestia.
I Tirreni non hanno leggi simili ai Lidi.
I Tirreni si distinguono da tutti gli altri popoli per lingua e abitudini.
I Lidi erano guidati dal figlio del re Ati, Tirreno.
I Lidi con la loro flotta attraversarono il mare e giunsero tra gli Umbri.
I Tirreni non sono coloni dei Lidi perché hanno abitudini diverse.
I Tirreni sono probabilmente originari del luogo in cui si è sviluppata la loro civiltà.
Obiettivi di apprendimento Comprendere e ricavare informazioni da una fonte scritta.
Vai
La civiltà degli Etruschi
1 Osserva la cartina e rispondi alle domande.

Adria
Felsina Spina
Marzabotto
Populonia
Chiusi
Vetulonia
Roselle
Bolsena
Tarquinia Vulci
Cerveteri
Nucleo originario degli Etruschi
Massima espansione del territorio etrusco
Le 12 città della Lega etrusca
Vai alle pagg. 80-82, 86-88
• Quali sono le città-Stato etrusche riunite nella Lega dei dodici popoli? Elencale.
Arezzo, Volterra, Cortona, Populonia, Chiusi, Perugia, Vetulonia, Roselle, Vulci, Tarquinia, Cerveteri, Veio.
• Qual è il carattere distintivo della Lega dei dodici popoli?
La Lega dei dodici popoli è un’alleanza soprattutto religiosa.
• Quali civiltà erano stanziate in Italia al tempo degli Etruschi? Elencale.
Veneti, Liguri, Piceni, Sanniti, Latini.
• Queste civiltà avevano rapporti commerciali con gli Etruschi?
Sì. Le materie prime di cui era ricca l’Etruria e i prodotti degli artigiani etruschi erano molto richiesti.
2 Collega ciascun termine alla definizione corretta.
Sacerdoti che interpretavano il volo degli uccelli o i fulmini per conoscere il futuro.
lucumone
Lega dei dodici popoli
aruspici
àuguri
Pietra incastrata per ultima a metà dell’arco che impedisce alle altre di muoversi.
Re delle città-Stato etrusche.
Alleanza di carattere soprattutto religioso tra alcune città-Stato etrusche. chiave di volta
Sacerdoti che osservavano le interiora degli animali per prevedere il futuro.
3 Indica con una X se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).
• Nelle città etrusche i cittadini svolgevano il ruolo che preferivano.
• L’attività principale che svolgevano gli Etruschi era il teatro.
• Le donne etrusche erano libere, istruite e indipendenti. V F
• Nella società etrusca non c’erano schiavi. V F x x x x
Obiettivi di apprendimento Leggere e ricavare informazioni da una carta geostorica. Organizzare le informazioni.
La religione e le attività degli Etruschi
1 Completa il testo sul culto religioso degli etruschi utilizzando i seguenti termini.
animali • politeisti • divini • fulmini • sacerdoti • futuro • naturali
politeisti divini
animali
fulmini

Vai alle pag. 81, 87
sacerdoti futuro naturali
Sulla religione degli Etruschi abbiamo poche informazioni, poiché i loro libri sacri sono andati tutti perduti. Certamente erano . Si affidavano ai , che erano esperti nell’interpretare i messaggi e sapevano predire il La divinazione si basava sull’osservazione dei fenomeni o sull’esame delle viscere degli . I sacerdoti etruschi osservavano i fenomeni atmosferici e avevano addirittura classificato i , ai quali avevano attribuito nomi diversi a seconda del luogo in cui si scaricavano (se in terra o in mare) e a seconda di ciò che colpivano, per esempio un albero o una casa.
2 Osserva l’immagine e rispondi alle domande.
• Questa tomba appartiene alla necropoli di Tarquinia o di Cerveteri?
Questa tomba appartiene alla necropoli di Cerveteri.
• Da che cosa lo deduci?
La maggior parte delle tombe della necropoli di Cerveteri sono a tumulo, hanno cioè forma circolare e sono sormontate da una collinetta di terra e pietre. Le tombe di Tarquinia, invece, sono scavate nella roccia.
3 Indica con una X se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).
• Gli Etruschi coltivavano olivi e viti sulle colline. V F
• Le zone paludose non furono mai bonificate, in questo modo il terreno risultava molto fertile.
• Gli Etruschi erano abili artigiani.
• Il bucchero era un metallo presente nel sottosuolo. V F
• Gli artigiani realizzavano prodotti in filigrana con il bucchero. V F
• L’attività dei mercanti era favorita dall’abbondanza di materie prime. V F
• Per trasportare le loro merci, gli Etruschi costruirono una ricca flotta militare. V F
Obiettivi di apprendimento Ricavare informazioni da una fonte visiva. Organizzare le informazioni.
Le origini di Roma
1 Osserva la carta, poi colora in i nomi che corrispondono ai sette colli di Roma.

Augusto
Ottaviano
Aventino
Palatino
Capitolino
2 Metti in ordine le tappe della fondazione di Roma secondo il mito, numerandole da 1 a 6.
3 I servi incaricati di ucciderli ebbero pietà dei gemelli e li abbandonarono dentro una cesta sulle acque del Tevere.
5 Una volta adulti, i gemelli vennero a conoscenza delle loro origini, uccisero il re di Alba Longa e fondarono una città sulle rive del Tevere.
6 Romolo tracciò il solco su cui sarebbero sorte le mura della città, che prese il nome del suo fondatore e si chiamò Roma.
2 Amulio, re di Alba Longa e zio di Rea Silva, ordinò che i gemelli fossero uccisi, perché temeva che in futuro gli avrebbero sottratto il potere.
1 La sacerdotessa Rea Silva ebbe due gemelli dal dio Marte: Romolo e Remo.
4 Una lupa trovò la cesta e allattò i gemelli per alcuni giorni. In seguito furono trovati da un pastore che li allevò come figli.
Quirinale
Celio
Veio
Esquilino
Viminale
Vai a pag. 96

3 Indica con una X se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).
• La città di Roma sorse sui colli. V F
• I colli furono scelti perché offrivano un bel paesaggio. V F
• Il fiume permetteva il trasporto di merci all’interno e dal mare. V F
• La città era nelle vicinanze del mare, ma protetta dagli attacchi di navi nemiche. V F x x x x
4 Leggi il testo che parla delle caratteristiche del territorio su cui venne fondata la città di Roma. Poi indica con una X il completamento corretto.
La città, fondata accanto a un fiume dalle acque sempre tranquille, poteva ricevere dal mare tutto ciò di cui aveva necessità. Il luogo prescelto per la fondazione era ricco di acque e anche salubre, sebbene il resto della regione fosse malsano: i due colli erano ventilati e facevano ombra alle vallate.
Marco Tullio Cicerone
• I primi insediamenti romani sorsero sui colli perché: dall’alto la vista era migliore. erano un luogo salubre e ricco di acqua. i colli avevano abbondanza di ombra.
• Il territorio era: fertile e in posizione strategica per il commercio marittimo. in posizione sfavorevole per l’agricoltura. in posizione sfavorevole per il commercio. x x
• Il fiume Tevere: straripava spesso.
aveva acque scure e fangose. aveva acque sempre tranquille. x
Il fiume Tevere oggi, nei pressi di Nazzano, in provincia di Roma.
Roma diventa una Repubblica
1 Indica con una X l’alternativa corretta per completare le frasi.
• La parola Senato deriva da: “senno”, cioè saggezza, buon senso. senex, cioè “anziano”.
• La parola re deriva da: regere, cioè “comandare”.

Vai alle pagg. 100-101
x x
Rea Silvia, la madre di Romolo e Remo.
• Dittatore significa: colui che dirige una ditta. colui che dà gli ordini.
2 Completa il testo con le seguenti parole.
cittadini • cosa di tutti • magistrati • Senato
cosa di tutti
La parola “Repubblica” deriva dal latino res publica, che significa : infatti, durante il periodo repubblicano, il potere era diviso tra il , i e le assemblee dei
Senato
cittadini magistrati
L’unità del popolo romano è rappresentata nella sigla S.P.Q.R., iniziali delle parole latine Senatus PopulusQue Romanus, che significano “Il Senato e il popolo di Roma”.
3 Completa lo schema. Nella colonna colorata comparirà il nome con cui i Romani chiamavano un popolo straniero che fu loro nemico per secoli.
1 3 4 2
1. Componevano la classe sociale che raggruppava la maggioranza della popolazione romana.
2. I rappresentanti dei plebei.
3. Comandavano l’esercito in due.
4. Il nome delle assemblee politiche.
Obiettivi di apprendimento Organizzare le informazioni.
Le parole SenatusPopulusQueRomanus incise sopra l’arco di Diocleziano a Roma.

L’organizzazione sociale a Roma
1 Completa i testi utilizzando i seguenti termini. Poi scrivi nei cartellini a quale dei tre gruppi in cui era divisa la società romana si riferisce ciascun testo. politica • pubblica • artigiani • terre • liberti • prigionieri • tribuni • liberi • padroni
PATRIZI
Secondo la leggenda erano i discendenti delle famiglie che aiutarono Romolo a fondare Roma, per questo possedevano la maggior parte delle . Si dedicavano alla carriera e militare.
terre politica padroni
SCHIAVI
Erano di proprietà dei e non godevano di nessun diritto. Erano di guerra oppure plebei che non avevano pagato i debiti e svolgevano i lavori più pesanti. Il padrone aveva diritto di vita e di morte su di loro, ma poteva anche decidere di liberarli; in questo caso diventavano , cioè uomini
prigionieri liberti
artigiani pubblica tribuni liberi
PLEBEI
Erano commercianti, , contadini e rappresentavano la maggior parte della popolazione. Nei primi secoli della storia di Roma non potevano partecipare alle decisioni che interessavano la vita Successivamente riuscirono a ottenere dei rappresentanti politici, i della plebe, ma restarono di fatto esclusi dalle decisioni politiche più importanti.
2 Com’era composta la famiglia romana? Prova a raccontarlo nelle righe seguenti.
La famiglia romana era fondata sull’autorità del padre, chiamato paterfamilias, che aveva un potere illimitato su tutto il nucleo familiare: moglie, figli, figlie, nipoti e schiavi di casa. Il padre sceglieva il marito per le figlie e poteva farle sposare senza il loro consenso. In generale, le donne erano in una condizione di inferiorità: passavano dalla tutela del padre a quella del marito. Dovevano avere molti figli e potevano essere ripudiate dal marito nel caso non potessero averne.
Vai a pag. 101
L’esercito romano
1 Osserva il disegno del soldato romano e inserisci al posto giusto i seguenti termini.
tunica di lana • lancia • scudo • elmo • spada corta • sandali in cuoio • corazza
elmo
lancia corazza
scudo

tunica in lana
Vai a pag. 113
sandali in cuoio spada corta
2 Come era composto l’esercito romano? Rispondi alle domande.
• Chi poteva far parte dell’esercito nel periodo della Monarchia?
• E nel periodo della Repubblica?
Nel periodo della Repubblica anche i plebei potevano farne parte.
• Quali furono i cambiamenti principali introdotti nel periodo dell’Impero? Quali furono le conseguenze?
Durante la Monarchia soltanto i patrizi potevano far parte dell’esercito. Fare il soldato diventò un mestiere, per il quale si percepiva uno stipendio. Si poteva diventare soldati a 17 anni e, in caso di guerra, si restava nell’esercito fino ai 45 anni. Al termine dell’incarico, i soldati ricevevano della terra e diventavano contadini.
Obiettivi di apprendimento Organizzare le informazioni. Mettere in relazione immagini e conoscenze.

Nasce l’Impero
1 Sottolinea l’alternativa corretta per completare le frasi.
• Quando Cesare fu ucciso salì al potere suo nipote Nerone / Ottaviano
• Nel 27 a.C. Ottaviano fu nominato imperatore / senatore
• Ottaviano prese il titolo di Augusto, che significa uomo potente / venerabile
• Durante l’Impero di Augusto, Roma visse un periodo di guerra e povertà / prosperità.
• All’inizio dell’Impero, la successione al potere avveniva per via ereditaria / elezione popolare.
2 Indica con una X l’alternativa corretta per completare le frasi.
• Il sistema dell’adozione: prevedeva che l’imperatore scegliesse chi avrebbe governato dopo di lui. era in vigore nel periodo della Monarchia. permetteva di aiutare le persone più povere.
• Gli acquedotti romani: erano luoghi in cui si poteva fare il bagno. trasportavano l’acqua potabile dalle sorgenti fino alle città. sono andati tutti distrutti.
• Le terme: potevano essere frequentate solo dalle donne. erano luoghi in cui si doveva stare in silenzio. erano i bagni pubblici della città. x x x
Acquedotto romano in Provenza, Francia.
3 Quale fu il periodo di maggior splendore dell’Impero romano? In che modo Roma divenne il centro del mondo occidentale? Raccontalo nelle righe seguenti.
Il I e il II secolo d.C. furono il periodo di maggior splendore dell’Impero romano. Roma conquistò nuovi territori, come la Britannia, la Mauritania, la Dacia e il Vicino Oriente. Nei territori conquistati i Romani fondavano città, nelle quali costruivano grandi edifici pubblici, acquedotti, terme, teatri e anfiteatri. L’economia si sviluppò moltissimo. La moneta unica e la lingua comune, il latino, resero più semplici i rapporti commerciali e i contatti culturali fra le diverse parti dell’Impero.
Obiettivi di apprendimento Organizzare e produrre informazioni.
Vai alle pagg. 118-119

Attività e commerci nell’antica Roma
1 Completa il brano sulle attività che caratterizzano la civiltà romana. Utilizza i seguenti termini. agricoltura • argento • capre • esercito • fiumi • mare • marmo • metallo • opere pubbliche
agricoltura fiumi mare capre esercito
Il clima mite della Penisola italiana favorì l’ . I contadini romani lavoravano piccoli appezzamenti di terreno, che dovevano abbandonare se chiamati a combattere. Le merci destinate ai mercati della Penisola italiana venivano trasportate lungo i o su strada; quelle destinate alle città che si affacciavano sul viaggiavano su grandi navi. Si allevavano maiali, e pecore per la carne e il latte. I cavalli venivano utilizzati a scopo militare dall’ , mentre gli asini venivano allevati come animali da soma.
opere pubbliche marmo
Gli artigiani realizzavano oggetti di uso quotidiano come vasi, tessuti e mobili, ma anche materiali che servivano per costruire le grandi (per esempio, blocchi di , tegole e tubi in argilla, porte e finestre di legno). Inoltre, realizzavano oggetti in da usare come attrezzi, oltre a gioielli in oro e
2 Osserva il bassorilievo e scegli l’alternativa corretta per completare la didascalia.
Il bassorilievo raffigura due navi mercantili / da guerra. Sul ponte delle navi si vedono grandi casse di legno / anfore, utilizzate molto probabilmente per trasportare olio e vino / paglia e fieno
3 Osserva il bassorilievo che mostra una scena di vita quotidiana in una bottega di prodotti alimentari e trascrivi i numeri delle didascalie nell’immagine.
1. Due polli sono appesi su una lunga sbarra.
2. Sul bancone ci sono due cesti di frutta.
3. Le gabbie sotto al bancone contengono polli e conigli.
4. Sul bancone sono sedute due scimmie che servono per far divertire i clienti.
Vai a pag. 120
Le strade romane
1 Osserva la carta che mostra le principali strade costruite dai Romani in Italia e rispondi alle domande.
• Da quale città partivano più strade?

3 Lungo le strade romane venivano poste le pietre miliari. Ti ricordi che cosa sono? Indica con una X il completamento corretto.
• Le pietre miliari: erano collocate a una distanza di un miglio l’una dall’altra, in modo da misurare le distanze percorse. indicavano la città più vicina. erano pietre magiche. x
• Quale strada collegava Roma a Firenze?
Roma. Cassia.
• Quali città collegava tra loro la via Flaminia?
Roma e Fano. Fulvia, Postumia e Claudia Augusta.
• Quali strade si dovevano percorrere per andare da Torino ad Aquileia?
• Quali strade percorrevano la costa tirrenica?
Emilia Scauri, Aurelia, Appia.
• Quali strade percorrevano la costa adriatica?
Popilia, Emilia, Traiana.
• Leggi i nomi delle strade romane: da dove derivano? Fai le tue ipotesi.
Le strade romane prendono il nome dall’autorità (per esempio console o imperatore) che le ha fatte costruire.
2 Con un compagno o una compagna, cerca sulla carta dell’esercizio 1 la strada romana più vicina al luogo in cui abiti e ripassala con una matita colorata. Poi cerca qualche informazione sul periodo in cui fu costruita e su chi la fece costruire.
Vai alle pagg. 121-122
I Romani e il cristianesimo
1 Completa tu il testo con le parole mancanti.
tolleranti
I Romani erano con i culti dei popoli sottomessi. Tuttavia, tra il I e il II secolo d.C., quando il cristianesimo si diffuse in tutto l’Impero, lo ritennero una religione pericolosa.
Dio

uguaglianza
venerazione
313 persecuzione distruzione
Nel III secolo d.C. l’imperatore Diocleziano ordinò la dei cristiani e la dei loro luoghi di culto. Il cristianesimo affermava l’esistenza di un solo e predicava l’ degli esseri umani. Questi princìpi portavano al rifiuto dell’imperatore come divinità e al rifiuto di ogni forma di . Soltanto nel d.C. l’imperatore
Milano
Costantino, con l’editto di , stabilì la libertà di culto. Successivamente, l’imperatore
Teodosio dichiarò il Cristianesimo religione ufficiale dell’Impero.
2 Colora in tutte le affermazioni che possono essere associate al cristianesimo.
Era una religione politeista.
Era una religione molto diversa da quella romana.
Dalla seconda metà del I secolo d.C. veniva praticato segretamente nelle catacombe.
Metteva in discussione l’organizzazione sociale dell’Impero.
Era una religione basata sulla guerra: chi moriva in battaglia andava in Paradiso.
Questa nuova religione fu chiamata così perché basata sugli insegnamenti di Gesù di Nazareth, detto il Cristo.
3 Per quale motivo nel III secolo d.C. il cristianesimo venne proibito e i suoi seguaci perseguitati e condannati a morte? Spiegalo qui.
I cristiani erano contro la violenza, si rifiutavano di prestare il servizio militare e non accettavano le distinzioni presenti all’interno della società romana. Inoltre, credevano in un solo Dio e si rifiutavano di adorare l’imperatore come una divinità. Per tutti questi motivi, i governanti romani considerarono il cristianesimo una minaccia e lo vietarono. I cristiani, considerati nemici dello Stato, furono perseguitati e condannati a morte, alla prigione o all’esilio.
Una raffigurazione di Gesù nelle catacombe di Priscilla, a Roma.
Vai alle pagg. 138-139
La fine dell’Impero
1 Osserva la carta che mostra le invasioni dei popoli barbari e trascrivi nella legenda le date delle invasioni. Poi scrivi nella tabella quali popoli hanno invaso l’Impero romano d’Occidente e quali invece l’Impero romano d’Oriente.

ANGLI E SASSONI
FRANCHI
OSTROGOTI
VANDALI
VISIGOTI
UNNI

Impero romano d’Occidente Impero romano d’Oriente
Franchi
Angli e Sassoni
Vandali
Ostrogoti
Visigoti
Unni
Unni
Visigoti
Ostrogoti
Vandali
2 Racconta a un compagno o a una compagna le diverse fasi che hanno condotto alla divisione dell’Impero romano in due parti: l’Impero romano d’Occidente e l’Impero romano d’Oriente. Poi trascrivetele, ciascuno/a sul proprio quaderno.
IMPERO ROMANO D’ORIENTE
IMPERO ROMANO D’OCCIDENTE Roma
Cartagine

3 Leggi la fonte, poi indica con una X le frasi che riassumono l’opinione dello storico romano Ammiano Marcellino sul popolo degli Unni.
Gli Unni non cuociono e non condiscono quello che mangiano; si nutrono solo di radici selvatiche o della carne cruda di animali uccisi. Non hanno rifugi stabili.
Non esistono presso di loro né case, né tombe per i defunti. Non indossano veri e propri vestiti, ma si coprono di tela o di pelli di topi selvatici cucite insieme. adatt. da Ammiano Marcellino
• Gli Unni:
erano poco civilizzati. non sapevano cucinare. indossavano abiti eleganti.
x x x
avevano abitudini rozze. erano un popolo raffinato. erano molto educati.
4 Collega ogni causa alla relativa conseguenza.
L’enorme estensione dell’Impero romano... ...sopravvisse un altro millennio. ...molti terreni tornarono a essere pascoli o foreste.
Il mantenimento di un esercito potente e numeroso...
L’aumento delle tasse...
Con l’abbandono delle terre coltivate...
...rendeva difficoltoso tenere sotto controllo i territori.
...costò l’aumento delle tasse per i cittadini.
La diffusione del cristianesimo... ...alcuni territori dell’Impero.
I popoli barbari invasero...
La divisione dell’Impero...
La deposizione dell’imperatore Romolo Augustolo...
L’Impero romano d’Oriente...
...costrinse i contadini a vendere le terre per pagarle.
...segnò la fine dell’Impero romano d’Occidente.
...fu fatta per controllare meglio i territori.
...portò alla graduale scomparsa del politeismo.
Attila, il re degli Unni.
VERIFICA PIÙ FACILE

I Micenei
1 Sottolinea l’alternativa corretta per completare le frasi.
� I Micenei non formarono mai uno Stato unitario ed erano divisi in tante città-fortezza / tribù.
� Tutte le città micenee sorgevano su un’altura / sul mare ed erano circondate da alte torri / mura.
� L’acropoli era la parte alta / bassa della città.
� Sull’acropoli sorgeva la porta d’ingresso della città / il palazzo reale.
� Per i rifornimenti quotidiani di acqua e per le riserve in caso di assedio, ogni città micenea era dotata di un pozzo / una cisterna.
� Le abitazioni della popolazione si trovavano all’interno / all’esterno della città-fortezza.
2 Colora in i cartellini con le parole che riguardano i Micenei.
Dori ideogrammi nomade Iliade aedo poleis piramidi scriba
3 Sottolinea l’alternativa corretta per completare le frasi.
� Nei palazzi reali micenei gli archeologi e le archeologhe hanno ritrovato tavolette d’argilla / rotoli di papiro contenenti esempi di scrittura micenea.
� La prima scrittura micenea era composta da segni cuneiformi / ideogrammi.
� La loro scrittura fu decifrata e chiamata Lineare A / Lineare B per distinguerla da quella cretese, non ancora decifrata.
� Adoravano una sola / numerose divinità.
� La divinità principale era la dea madre come in Egitto / a Creta.
VERIFICA PIÙ FACILE
I Greci e i Macedoni
1 Usa i numeri per collegare ogni parola chiave della civiltà greca con la relativa spiegazione.
1 polis
2 colonie
3 Magna Grecia
4 democrazia
5 Olimpo
6 tempio
7 Partenone
8 Olimpiadi
9 gineceo

Territori in cui erano emigrati gruppi di Greci.
Governo del popolo.
Città-stato indipendente e autonoma.
Importanti gare sportive in onore di Zeus.
Definizione della parte di Italia meridionale con molte colonie greche, ricche e importanti.
Stanze che nelle case greche erano destinate alle donne.
Il monte più alto della Grecia, era considerato la dimora degli dèi.
Luogo sacro dedicato alle divinità.
Tempio eretto sull’acropoli di Atene, dedicato alla dea Atena, protettrice della città.
2 Ricostruisci le frasi spezzate sui Macedoni.
1 I Macedoni vivevano...
2 Erano governati da un re,...
3 Nel 338 a.C. il re Filippo II attaccò...
4 Nel 336 a.C., alla morte di Filippo,...
5 In pochi anni Alessandro conquistò...
6 Nel 323 a.C., alla morte di Alessandro,...
7 Questi regni, detti alessandrini,...
8 Alessandro, per le imprese compiute,...
3 ... le poleis greche.
4 ... divenne re suo figlio Alessandro.
1 ... nel Nord della Grecia.
7 ... furono poi conquistati dai Romani.
2 ... scelto tra i nobili.
8 ... fu chiamato Magno, cioè il grande.
5 ... l’impero persiano e altri territori.
6 ... l’impero venne diviso in regni.

VERIFICA PIÙ FACILE
I popoli dell’Italia antica e gli Etruschi
1 Sottolinea il nome del popolo che corrisponde alla descrizione.
Aiutati con la carta geostorica.
� I Liguri / Celti abitavano in un territorio più vasto dell’attuale Liguria. Erano divisi in tribù di guerrieri.
� I Villanoviani / Camuni vivevano in Valcamonica (Lombardia), dove hanno lasciato centinaia di incisioni su pietra: scene di vita quotidiana, di caccia e di guerra.
� I Latini / Veneti, esperti allevatori di cavalli, abitavano in una zona più vasta dell’attuale Veneto.
� I Villanoviani / Etruschi, che prendono il nome da una località nei pressi di Bologna, vivevano in villaggi di capanne costruite con pali di legno conficcati nel terreno.
� Gli Etruschi / Umbri vivevano fra il Tevere e l’Arno, tra gli Appennini e il Mar Tirreno. Erano abili agricoltori, artigiani e mercanti.
� I Sicani / Sardi costruivano torri di pietra chiamate nuraghi; i loro resti si possono ammirare in Sardegna.
� I Siculi / Sardi e i Sicani giunsero in Sicilia dal mare. Le loro attività erano l’agricoltura e l’allevamento.
2 Completa il testo con le parole seguenti.
arco • artigiani • lucumone • metalli • politeisti • sacerdoti • schiavi
Gli Etruschi erano organizzati in città-Stato indipendenti governate da un re, chiamato , che era anche un capo religioso. Nella società etrusca i guerrieri e i avevano un ruolo importante. Gli e i mercanti riuscirono ad arricchirsi grazie ai commerci nel Mar Mediterraneo. All’ultimo posto della società c’erano gli . La principale attività degli Etruschi era la lavorazione dei , con cui realizzavano attrezzi, armi e gioielli.
Gli Etruschi furono abili costruttori e architetti e furono i primi a utilizzare l’ a volta.
Gli Etruschi erano .
Latini
Lucani
Sicani
Sardi
Siculi
Bruzi
Enotri
Iapigi
Apuli
Messapi
Veneti
Villanoviani
Etruschi
Umbri
Sabini
Sanniti Piceni
Camuni
Campani
Liguri

La civiltà romana: dalle origini
alla Repubblica
1 Accanto a queste informazioni segna con una X:
L se si tratta di una leggenda, S se si tratta di una notizia storica.
� Romolo e Remo erano due gemelli, figli del dio Marte e della sacerdotessa Rea Silva.
� I Latini erano pastori e contadini che vivevano in villaggi sui colli vicini al fiume Tevere.
� Una lupa trovò Romolo e Remo e li nutrì con il suo latte.
� Nella fase della Monarchia la popolazione aumentò.
� I villaggi sui sette colli formarono un’unica città.
� Roma fu fondata da Romolo sul colle Palatino.
2 Collega ogni parola alla corretta definizione.
Monarchia
Patrizi
Plebei
Lavoratori, erano la maggioranza della popolazione.
Governo guidato da un re.
Erano la minoranza più ricca.
3 Completa le frasi con le seguenti parole.
plebei • puniche • re • Repubblica • sociali
Roma al tempo della Monarchia
L S
L S
L S
� Con lo sviluppo dell’agricoltura alcune famiglie divennero ricche e potenti. L S
L S
L S
L S x x x x x x x
� All’inizio è governata da eletti dalle famiglie più importanti poi, nel 509 a.C., diventa una .
Roma al tempo della Repubblica
� Sconfigge Cartagine nelle guerre .
� È divisa in classi sociali: patrizi e .
� È caratterizzata da conflitti .
Magistrati Funzionari che si occupano del funzionamento della città. re Repubblica puniche plebei sociali
La civiltà romana • L’Impero
1 Sottolinea le alternative corrette.
� Nel 27 a.C. Ottaviano Augusto diventò il primo / secondo imperatore romano.
� Durante il suo governo l’Impero visse nella pace / guerra e nel benessere.
� Alla morte / sconfitta di Augusto diventò imperatore Tiberio.
� Nei primi tempi alla morte di un imperatore gli succedeva il figlio / vice o qualche altro parente.
� Poi la successione degli imperatori avvenne per adozione / sorteggio.
� Nel I e nel II secolo d.C. l’Impero romano si estese in Britannia, Mauritania, Dacia e nel Vicino Occidente / Oriente.
� Roma era al centro di importanti / pochi scambi commerciali.
� La lingua più usata era il romano / latino.
2 Scrivi una didascalia per ogni argomento legato all’immagine.
Gli anfiteatri sono

Le terme sono
La formazione "a testuggine" permetteva
VERIFICA FINALE
I Micenei
1 Completa il testo con le parole mancanti.
Intorno al 2000 a.C. gli Achei, un popolo di pastori e guerrieri nomadi provenienti dal Nord della Penisola Balcanica, si stabilirono nella regione della Grecia meridionale chiamata
Gli Achei fondarono molte città-fortezza, tra cui la più ricca e potente fu . Per questo, presero il nome di Micenei. Ogni città-fortezza era guidata da un re, chiamato , che era il capo militare e religioso, e da un gruppo di , che avevano il compito di difendere il territorio e possedevano le terre coltivate dal resto della popolazione. A partire dal 1600 a.C. i Micenei iniziarono ad avere scambi commerciali con i e intorno al 1450 a.C. sottomisero l’isola di Creta. Intorno al 1200 a.C. la civiltà degli Achei o Micenei scomparve, probabilmente a causa dell’invasione di un altro popolo, i

2 Completa lo schema: nella colonna colorata comparirà una parola legata alle città micenee. Poi completa le frasi sotto.
1 L’altro nome con cui sono conosciuti i Micenei.
2 Nome della città più famosa di quel popolo.
3 Nome dell’isola dei Minoici in cui hanno lasciato tracce.
4 Era l’attività che svolgevano in mare.
5 Edificio religioso che si trovava nella parte alta della città.
6 Gruppo di persone che governava insieme al re.
7 Un’importante città micenea.
8 I l nome dato alla loro scrittura.

I Greci e i Macedoni
1 Colora sulla linea del tempo la durata della civiltà dei Greci. 2000 a.C. 0
2 Completa il testo con le parole che ti sembrano più adatte. Nella Grecia antica c’erano città-Stato indipendenti, chiamate Ogni polis aveva le proprie , ma elementi in comune con le altre: la , la religione, la cultura, le usanze. Le poleis più importanti furono e Atene.
poleis leggi lingua Sparta oligarchia democrazia allevamento ceramisti
A Sparta c’era l’ , cioè il potere era riservato a poche persone. Ad Atene c’era la , cioè il potere apparteneva al popolo. Le principali attività dei Greci erano la pesca, l’ , l’agricoltura e l’artigianato, soprattutto quello dei che modellavano e dipingevano vasi, coppe e anfore. I commercianti vendevano l’olio, il vino e i loro prodotti artigianali più raffinati viaggiando per il Mar su navi mercantili.
3 Colora in giallo la Macedonia e in verde il territorio dell’impero di Alessandro Magno.
Mediterraneo

I popoli dell’Italia antica e gli Etruschi
1 Scrivi il nome del popolo che corrisponde alla descrizione. Aiutati con la carta geostorica.
Liguri
• I abitavano in un territorio più vasto dell’attuale Liguria. Erano divisi in tribù di guerrieri.
Camuni
• I vivevano in Valcamonica (Lombardia), dove hanno lasciato centinaia di incisioni su pietra: scene di vita quotidiana, di caccia e di guerra.
Veneti
• I , esperti allevatori di cavalli, abitavano in una zona più vasta dell’attuale Veneto.
Villanoviani
• I , che prendono il nome da una località nei pressi di Bologna, vivevano in villaggi di capanne costruite con pali di legno conficcati nel terreno.
Sardi
• I costruivano torri di pietra chiamate nuraghi; i loro resti si possono ammirare in Sardegna.
Siculi
• I e i Sicani giunsero in Sicilia dal mare. Le loro attività erano l’agricoltura e l’allevamento.
2 Completa il testo.
Gli Etruschi erano organizzati in città-Stato indipendenti governate da un re, chiamato , che era anche un capo religioso. Successivamente il potere passò a un governo
lucumone oligarchico
Nella società etrusca i guerrieri e i avevano un ruolo importante. Gli e i mercanti riuscirono ad arricchirsi grazie ai commerci nel Mar Mediterraneo. All’ultimo posto della società c’erano gli
Sulle colline gli agricoltori coltivavano e viti. Le zone paludose di pianura furono per coltivare cereali e legumi. Il legname dei boschi serviva per costruire e navi.
La principale attività però era la lavorazione dei , con cui gli Etruschi fabbricavano attrezzi, armi e gioielli che i mercanti commerciavano via mare con la loro mercantile.
sacerdoti artigiani schiavi olivi bonificate edifici metalli flotta
arco a volta politeisti Attiva gli esercizi su HUB Kids
Abili architetti inventarono l’ Adoravano diverse divinità, erano . Adoravano divinità simili a quelle greche, alle quali facevano offerte per ottenerne la benevolenza.
VERIFICA FINALE
La civiltà romana: dalle origini alla Repubblica
1 Sottolinea le alternative corrette.
• Secondo la Storia / leggenda Roma fu fondata su sette colli nel 509 a.C. / 753 a.C. da Romolo e fu governata da sette re.
• In realtà sui colli vicini al fiume Tevere c’erano alcuni villaggi abitati da pastori e contadini latini / romani
• Alcune famiglie divennero ricche e potenti grazie alla proprietà delle terre / delle attività commerciali
• I villaggi sui sette colli formarono un’unica città / un’unica regione: Roma.
• Nella città il potere venne affidato a un re e Roma diventò una Repubblica / Monarchia.
• Nel periodo monarchico la popolazione di Roma aumentò / diminuì.
2 Cancella l’intruso fra i nomi dei re di Roma.

3 Leggi come Tiberio Gracco, tribuno della plebe, descrive la dura vita dei contadini romani costretti a fare i soldati. Poi completa le frasi.
Gli animali selvaggi che vivono in Italia, hanno le loro tane; ognuno di essi conosce un giaciglio, un nascondiglio. Soltanto gli uomini che combattono e muoiono per l’Italia non possono contare su altro che sull’aria e la luce; con la moglie e i figli vivono per le strade, anziché su un campo. I generali mentono quando, prima delle battaglie, scongiurano i soldati di difendere contro il nemico i focolari e le tombe, perché la maggior parte dei Romani non ha un focolare, e nessuno ha una tomba dei suoi antenati. Soltanto per il lusso e la gloria degli altri, devono spargere il loro sangue e morire. Si chiamano i padroni del mondo, e non possono dire di essere padroni di una sola zolla di terra.
• Gli animali selvaggi vivono meglio dei soldati romani perché
Anco Marzio • Numa Pompilio • Remo • Romolo • Servio Tullio • Tarquinio il Superbo • Tarquinio Prisco • Tullo Ostilio hanno le loro tane e ognuno ha un giaciglio.
• I soldati romani vivono peggio delle bestie perché
vivono per le strade con la moglie e i figli.
• I generali prima delle battaglie dicono ai soldati di
difendere i focolari e le tombe.
• I generali mentono perché
la maggior parte dei Romani non ha un focolare né una tomba dei suoi antenati.
La civiltà romana • L’Impero
1 Usa i numeri per ricomporre correttamente le frasi.
1. Nel 27 a.C. Ottaviano diventò
2. Durante il suo governo l’Impero
3. Alla morte di Augusto diventò
4. Nei primi tempi, alla morte di un imperatore
5. Poi la successione degli imperatori
6. Nel I e nel II secolo d.C. l’Impero romano si estese
7. Roma fu al centro di
8. La lingua più usata

3 imperatore Tiberio.
5 avvenne per adozione.
1 il primo imperatore romano.
6 in Britannia, Mauritania, Dacia e nel Vicino Oriente.
2 visse nella pace e nel benessere.
4 gli succedeva il figlio o qualche altro parente.
8 era il latino.
7 importanti scambi commerciali.
2 Sulla linea del tempo colora con un colore a tua scelta il periodo dell’Impero romano.
3 Completa le frasi con le seguenti parole.
accampamenti • allagati • anfiteatri • gladiatori • legioni • libertà • ovale • schiavi • spettatori • terme • testuggine • vie
1. Gli delle legioni romane erano molto ordinati. Erano attraversati da due : il cardo e il decumano.
accampamenti vie
legioni testuggine terme
2. L’esercito era formato da di circa 5000 uomini ciascuna. Per combattere si disponevano con la formazione a .
3. Alle i cittadini potevano lavarsi, rilassarsi con i massaggi e fare bagni con l’acqua calda e fredda.
4. Gli erano grandi costruzioni scoperte, di forma circolare oppure
. Erano presenti in molte città romane e vi si svolgevano spettacoli per migliaia di . Alcuni potevano essere per organizzare battaglie navali.
5. I erano prigionieri di guerra, o persone che avevano commesso gravi reati. Combattevano tra loro o contro bestie feroci. I più abili e famosi potevano riacquistare la
anfiteatri ovale spettatori gladiatori libertà schiavi allagati
PROVA NON NOTA - LA CIVILTÀ GRECA
Uomini e donne dell’antica Grecia
1 Fai una ricerca sui personaggi più noti dell’antica Grecia e collega ciascuno/a di loro al proprio ambito di studio.
Archimede

2 Quali tra i personaggi citati nell’esercizio 1 ti incuriosiscono maggiormente? Approfondisci la ricerca su uno/una di loro e scrivi sul quaderno le informazioni che hai scoperto.

senza difficoltà bi di aiuto. HO SVOLTO LA PROVA: diffi il h bi di aiuto. ho avuto parecchie i .

l h d bbi , ma sono riuscito/a a completarla.



Erodoto
Platone matematica e geometria
Socrate
Pitagora medicina
Aspasia di Mileto
Saffo poesia
Aristotele
Euclide filosofia Ipazia
Statua di Aristotele.
GLI ETRUSCHI - PROVA
Scopri gli affreschi delle tombe etrusche
1 Osserva l’affresco della Tomba dei leopardi a Tarquinia e rispondi alle domande.

• In quale posizione si trovano i partecipanti al banchetto?
• Come sono vestiti?
• Sono presenti delle donne al banchetto?
• Che cosa portano sulla testa tutti i convitati?
• La persona in piedi, a destra, cosa sta facendo?
• Secondo te, dunque, chi sono le persone in piedi e quale compito hanno?
• Per quale motivo, secondo te, la tomba in cui si trova questo affresco è stata soprannominata Tomba dei leopardi?
senza difficoltà bi di aiuto. HO SVOLTO LA PROVA:


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PROVA NON NOTA - LA CIVILTÀ ROMANA
Macchine da guerra
1 Osserva le foto che rappresentano la ricostruzione di alcune macchine da guerra utilizzate dall’esercito romano. Completa le didascalie utilizzando i seguenti termini, poi collega ogni didascalia alla foto corrispondente.
soldati • mura • porte • catapulta • nemici • levatoio • frecce
L’ariete serviva per sfondare le porte di accesso della città assediata oppure per creare un’apertura nelle difensive della città, quando non erano troppo spesse.

La era una macchina usata per lanciare le pietre. Veniva usata anche per lanciare recipienti pieni di liquido incendiario.
La balista era una grossa macchina con una specie di arco, che serviva per lanciare e grossi dardi contro le mura di una città e contro i
La torre d’assedio veniva spinta fin sotto le della città. Dalla torre d’assedio veniva calato un ponte per far scendere i e invadere la città.
senza difficoltà bi di aiuto. HO SVOLTO LA PROVA:


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