LE STORIE DI GEA - ARTE E MUSICA 4-5

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Il mio libro di

ISBN 978-88-915-9805-9

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Realizzazione editoriale

Coordinamento editoriale Mauro Traversa

Coordinamento redazionale Elisabetta Gabellich

Redazione Elisabetta Gabellich

Progetto grafico Ka Communications

Impaginazione Ka Communications

Copertina Ka Communications

Ideazione del personaggio Gea Massimo Di Leo

Illustrazione di copertina Clarissa Corradin

Disegni Francesca Costa

Cartine storiche e geografiche Luca Signorelli, Stefano Trainito

Testi di Arte Anna Rossi

Testi di Musica Valentina Biletta

Testi, foto e illustrazioni dei Laboratori pagg. 13, 15, 29, 36, 41, 43, 45 (1), 51 Valentina Scagnolari

Contenuti digitali

Progettazione Fabio Ferri, Nicola Barzagli

Redazione e realizzazione EICON s.r.l., IMMAGINA s.r.l., Isabella Spagni, Lumina Datamatics, Silvia Sferruzza

Audio IMMAGINA s.r.l.

© 2025, Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. Via del Pioppeto 24 38121 Trento www.erickson.it

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Prima edizione:gennaio2025

Ristampe:

Questo volume è stampato da: Grafica Veneta, Trebaseleghe (PD) Stampato in Italia – Printed in Italy

MUSICA

CHE COS’È L’ARTE?

“Molte delle cose che ti circondano sono arte: le illustrazioni di un libro, le riproduzioni di quadri, i cartelloni pubblicitari, le sculture che adornano un parco, il disegno di una maglietta. La parola arte viene dal latino ars, che significa possedere un'abilità nel fare qualcosa. Ma non basta essere abile per fare arte. Se costruisci una casa o un albero di plastilina, questi possono essere lavori manuali molto belli ma non necessariamente opere d'arte. E quindi, che cosa deve avere l'arte?

Deve essere una creazione che imiti o inventi, che risvegli l'immaginazione. Deve esprimere un'emozione. Non basta che sia qualcosa di bello e decorativo, deve comunicare qualcosa.

Gabriel Martin Roig, Arte per bambini, Editoriale Scienza.

AUDIO, VIDEO, OGGETTI
DIGITALI
DELL'UNITÅ

A che cosa serve l'arte?

A spiegare L'opera d'arte è il mezzo di cui si avvale l'artista per trasmettere sentimenti. Spiegare il dolore di qualcuno, l'allegria, la vendetta, l'ira...

Gustav Klimt, Il bacio, 1908-09.

A educare L'arte è servita per molti anni a educare le persone a comportarsi bene, facendo loro imparare a distinguere il bene dal male.

A trarre godimento L'arte serve soprattutto a osservare e stare bene mentre si guarda, viaggiare in mondi fantastici, scoprire paesaggi esotici, racconti e storie sorprendenti.

Bansky, Ragazza con palloncino, 2002.

A conoscerci meglio L'arte ci permette di riflettere sul mondo in cui viviamo.

Sedia a forma di cono, Anni Settanta.

Giochi di luce.

◆ Guardati attorno in casa o in classe e cerca un oggetto che per te può essere un’opera d’arte. Poi spiega in classe perché l’hai scelto. Entra nell’arte

Gabriel Martin Roig, Arte per bambini, Editoriale Scienza

Le origini dell’arte

Fin dalla Preistoria gli esseri umani si sono espressi attraverso l’arte.

• Gli uomini e le donne del Paleolitico abitavano nelle grotte per cui i primi dipinti e le prime incisioni sono stati ritrovati proprio all’interno di alcune grotte che li hanno conservati per millenni.

• La mano con il pollice opponibile è ciò che ha permesso ai primi esseri umani di distinguersi e ha permesso loro di evolversi. Proprio l’impronta di una mano è stata una delle prime forme d’arte che è giunta sino a noi.

• Le sculture più antiche ritrovate sono statuette realizzate con la pietra o i resti di ossi di animali che rappresentavano corpi femminili.

• Le prime opere architettoniche della Preistoria sono gli insediamenti megalitici, cioè costruzioni di pietre disposte in modo regolare o sovrapposte tra loro di cui ancor oggi non si conosce lo scopo.

La Venere di Willendorf è una statuetta di circa 25000 anni fa.

Impronte di mani ritrovate nella Cueva de las Manos (Caverna delle Mani) in Patagonia, nel sud America, lasciate da una tribù indigena 10000 anni fa circa.

Gli allineamenti di Carnac, nel nord della Francia, contano più di 3000 monoliti distribuiti in file regolari.

Le arti visive

Il disegno, la pittura la scultura e l’architettura sono le arti chiamate visive. Dalla Preistoria a oggi queste si sono evolute: ogni epoca della storia dell’umanità è stata caratterizzata da dipinti, scultureededificichemostranoilmodo di pensare e di vivere di un popolo.

LABORATORIO

Scultura di un Moai dell'Isola di Pasqua, in sud America.

Entra nell’arte

◆ Pittura, scultura, architettura fanno parte delle arti

I colori naturali

◆ Quale arte preferisci? Perché? Confrontati in classe.

Gli uomini e le donne della Preistoria coloravano i loro dipinti con tinte realizzate con terre o sostanze vegetali che venivano stese con le dita e dei bastoncini o con penne d’uccello. Realizza anche tu dei colori naturali.

PROCEDIMENTO

1 Sciogli in poca acqua:

◆ del cacao, per ottenere il marrone;

◆ della paprica dolce, per ottenere il rosso (attenzione alle allergie!).

2 Appoggia la tua mano su della carta marrone, come la carta da pacco o quella dei sacchetti di carta che si utilizzano per la frutta.

3 Usa i colori naturali e con un pennello colora i contorni. Che cosa hai ottenuto?

EDUCAZIONE CIVICA

Come si legge un’opera d’arte?

Non tutte le opere devono piacerci per forza. Ci sono opere d’arte che ci piacciono, ci emozionano, ci incuriosiscono, e altre che ci lasciano indifferenti.

Quando entriamo in un museo, sappiamo che se le opere che stiamo andando a vedere sono conservate lì, probabilmente hanno un valore, ma questo non significa che debbano emozionarci per forza.

La prima cosa da fare per capire un’opera d’arte è quindi lasciarci coinvolgere. Quali sensazioni mi suscita?

Dopodiché bisogna osservarla attentamente, prima nel suo quadro generale e poi andando a osservare i dettagli. A questo punto bisogna essere curiosi. Perché è stata fatta questa opera? In quale epoca? Che cosa rappresenta? Quale tecnica è stata utilizzata?

Più informazioni si hanno, più si può comprendere un’opera. È un po’ come quando si guarda la partita di uno sport: più conosciamo le regole del gioco, più riusciamo ad apprezzare il valore e le abilità degli atleti.

un' IDEA da leggere

Cristina Petit, L’arte dell’amicizia, Artebambini, racconta di un pomeriggio in visita a un museo d’arte contemporanea. Ognuno davanti ai quadri prova sensazioni diverse.

Alan Bennet, della National Gallery di Londra, mise all’ingresso della Galleria un cartello con scritto “Non deve per forza piacerti tutto”.

I segreti dei dipinti

Spesso le opere d’arte nascondono dei segreti. Quando guardi un’opera d’arte, quindi, apri bene gli occhi e osserva tutti i dettagli, poniti delle domande e cerca le risposte: potresti scoprire grandi segreti!

Nel dipinto a destra,a un primo sguardo si vedono solo due personaggi che si tengono per mano. Leggendo il titolo dell’opera puoi capire che sono marito e moglie.

Se osservi con più attenzione, vedi che c’è anche un cagnolino, un paio di zoccoli, un grande lampadario. E sulla parete alle loro spalle c’è uno specchio. Nello specchio sono riflessi i due coniugi di spalle, ma se guardi bene, si vedono anche due personaggi. Probabilmente uno è l’artista, che in questo modo ha voluto essere presente nel suo dipinto.

un' IDEA da leggere

Quali altri quadri nascondono dei segreti? Puoi scoprirlo sfogliando il libro di Alain Korkos, Entrate nel quadro, L’ippocampo.

Jan Van Eyck, I coniugi Arnolfini, 1434.

EDUCAZIONE CIVICA

I musei in italia

Ci sono luoghi destinati alla conservazione delle opere d’arte più preziose: i musei. Questi hanno lo scopo di conservare tutto ciò che ha un valore storico, artistico o scientifico. In Italia ci sono circa 4000 musei aperti al pubblico. Per visitare un museo serve solo tanta curiosità e voglia di scoprire cose nuove. Spesso i bambini e le bambine entrano gratuitamente e in molti musei sono predisposti percorsi adatti a loro, con laboratori e installazioni interattive, dove si può conoscere divertendosi.

Musei all’aperto

I musei possono essere al chiuso o a cielo aperto. Di solito quelli a cielo aperto sono siti storici, dove vengono conservati resti di città, palazzi, insediamenti preistorici

Il parco archeologico del Colosseo di Roma è il museo più visitato in Italia. Oltre al Colosseo, fanno parte di questo museo a cielo aperto anche il

Foro Romano, il Palatino, la Domus Aurea, la Meta Sudans e l’Arco di Costantino.

Musei al chiuso

I musei che conservano opere artistiche possono ospitare opere di tipo e epoche diversi, come la Galleria degli Uffizi di Firenze. Raccoglie opere dal Medioevo all’epoca moderna. È uno dei musei più famosi al mondo soprattutto per le opere del Trecento e del Rinascimento.

Tra le opere importanti conservate nella Galleria degli Uffizi c’è La primavera, dipinta tra il 1477 e il 1482 c. da Sandro Botticelli. È un’opera molto grande: misura 3,14 per 2,03 m.

Alcune rovine del Foro Romano.

Musei tematici

Altri musei, invece, possono essere tematici. Questi possono raccogliere reperti e opere risalenti a una stessa epoca.

Il Museo egizio di Torino è uno dei musei più importanti al mondo che conserva reperti risalenti alla Civiltà egizia antica.

Il museo WOW del fumetto di Milano, è stato inaugurato nel 2011. Nel museo, oltre ad essere conservati fumetti di tutte le epoche, vengono organizzati incontri, laboratori e corsi di fumetto per bambine e bambine. È inoltre a disposizione del pubblico una biblioteca con oltre 9000 pubblicazioni.

Musei scientifici

Il portale decorato a disegni vivaci che permette l'accesso a WOW-Spazio fumetto

La statua di Ramesse II è forse l’opera più importante conservata nel Museo egizio di Torino. Ramesse II è stato uno dei più importanti faraoni dell’Antico Egitto.

In Italia molti sono i musei scientifici dove è possibile interagire con la realtà attraverso esperienze interattive.

A Milano il Museo della scienza di Leonardo da Vinci, a Napoli il Museo Darwin-Dohrn, che promuove la conoscenza dell’evoluzione della biodiversità della vita marina. A Genova l’Acquario è un vero e proprio museo vivente della flora e fauna marine.

Che cosa posso fare io?

Un modo per sostenere i musei è andare a visitarli. Quando sei in vacanza o anche quando sei a casa nella tua città, cerca un museo che possa interessarti e vallo a visitare.

La grammatica dell’arte

IL PUNTO

Il punto è il primo segno da cui nascono tutti gli altri segni. Possono essere piccoli, grandi, possono stare vicini o lontani, e insieme possono creare effetti diversi.

Gli artisti e le artiste di tutte le epoche hanno utilizzato i punti per realizzare opere d’arte molto diverse tra loro.

La “dot art” (arte dei punti), è una forma di arte contemporanea delle popolazioni aborigene australiane. Consiste in composizioni di punti colorati disposti in modo regolare ed equidistanti in modo da formare figure geometriche o disegnare figure di animali e oggetti.

ARTE

NELLA

STORIA

Verso la fine del 1800

Georges Seurat e Paul Signac fondarono il movimento artistico del Puntinismo. Gli artisti che ne facevano parte realizzavano le loro opere accostando moltissimi puntini dai colori vivaci, grazie ai quali ottenevano sfumature, luci e ombre. Se si guardano le opere di questi artisti a distanza, non si distinguono più i singoli puntini, ma li si percepisce come uniche pennellate di colore.

Paul Signac, L’albero di pino a Saint-Tropez, 1909.

Le immagini digitali

Esattamente come facevano i pittori del puntinismo, i colori delle riviste stampate e delle immagini digitali del computer sono l’insieme di tanti puntini colorati, messi uno accanto all’altro. Puoi verificarlo tu stesso guardando con una lente d’ingrandimento una foto stampata su una rivista o ingrandendo tantissimo una foto al computer.

un' IDEA da leggere

Leggi Peter H. Reynolds, Il Punto, Ape Junior. Nel libro il protagonista Vashti pensa di non sapere disegnare. La sua maestra allora gli dice di iniziare disegnando un punto. Vashi scoprirà così di essere un artista.

LABORATORIO Disegna con i punti

Osserva le immagini di queste pagine e sperimenta anche tu come puoi disegnare con i punti.

1 Su un foglio, fai punti di colori e dimensioni diverse. Utilizza anche strumenti diversi, come matite, pennarelli e pastelli a cera. Oppure puoi usare le tua dita: intingi un dito in un colore e lascia punti sul foglio.

2 Poi prova a metterti vicino e lontano dal disegno che hai fatto e osserva l’effetto diverso che ti fa.

LA LINEA

La linea è un segno continuo. Per tracciare una linea ti basta appoggiare la punta di una matita su un foglio e farla scorrere.

Possono bastare anche poche linee per creare un’immagine. Per esempio, le scene di caccia incise nelle grotte preistoriche.

Le linee possono essere dritte, curve, spezzate, corte, lunghe, spesse, sottili. Si possono muovere e incrociare creando delle forme oppure possono definire i contorni delle figure.

Nelle incisioni rupestri dei Camuni, in Val Camonica, in Lombardia, gli animali sono rappresentati da semplici linee spesse.

Collega ogni linea tracciata al suo nome.

linea curva linea obliqua linea verticale linea spessa linea sottile

Le linee nell’arte

Artisti più recenti, hanno scelto di utilizzare le linee per esprimersi: tonde, delicate, ben definite, oppure rigide, spezzate, con spessori e colori diversi.

Queste possono rappresentare figure ben riconoscibili oppure hanno il solo scopo di comunicare emozioni o movimento, riempiendo gli spazi creati con i colori.

Piet Mondrian, Composizione in un ovale, con piani di colore, 1914.

LABORATORIO Ritratto con linea continua

1 Procurati la fotografia o il disegno di un soggetto che ti piace: un amico o un’amica, un animale o un personaggio dei fumetti.

3 Ripassa più volte sulle stesse linee, creando linee diverse. Puoi usare colori diversi.

2 Scegli un pennarello o una matita del colore che preferisci e su un cartoncino esegui il ritratto.

4 Infine colora a tuo piacere gli spazi interni che si sono creati.

I COLORI

I colori possono essere primari, secondari e terziari.

I colori primari sono il giallo, il rosso e il blu. Si chiamano così perché con essi puoi creare tutti gli altri colori. Infatti se

rosso + giallo arancione

blu + rosso viola giallo + blu verde

li mescoli a due a due ottieni i colori secondari: arancione, viola e verde.

Se poi mescoli un colore primario con un suo secondario, si ottengono i colori terziari.

Osserva il cerchio sotto che rappresenta la composizione di ogni colore.

All’interno del cerchio ci sono i tre colori primari, poi, andando verso l’esterno, i secondari. Nel cerchio più esterno ci sono i colori terziari compresi tra il primario e il secondario che lo compongono.

Il colore secondario opposto al colore primario è il suo complementare: ad esempio, l’arancione è complementare al blu.

◆ Osserva il cerchio e completa i cartellini dei colori terziari con i colori mancanti.

◆ Scrivi il colore complementare di ogni colore primario.

Rosso: Giallo:

Blu:

Colore terziario composto da giallo + verde

Colore terziario composto da + verde

Colore terziario composto da blu +

Colore terziario composto da giallo + arancione

Colore terziario composto da rosso +

Colore terziario composto da rosso +

I colori e gli artisti

Alcuni artisti e artiste hanno realizzato le loro opere utilizzando solo linee e colori.

Composizione con rosso, giallo, nero, grigio e blu, 1921. In quest’opera, Piet Mondrian ha utilizzato solo i colori primari inserendoli in una griglia dove si alternano a spazi bianchi e grigi.

Ritmo n.1, decorazione per il Salone Tuileries, 1938. In quest’opera, Robert Delaunay accosta i colori tra loro complementari. In questo modo crea un contrasto di tinte che aumenta la loro luminosità.

LABORATORIO Gioca con i colori

1 Traccia su un cartoncino con un pennarello nero delle figure geometriche. Puoi ispirarti a Mondrian e dividere il foglio in una griglia squadrata, oppure puoi tracciare figure circolari come Delaunay.

2 Fai una fotocopia del tuo disegno, o ripeti il disegno su un altro foglio. Non importa se non viene proprio uguale.

3 Scegli i colori che vuoi utilizzare e segui le istruzioni: sul primo foglio A usa solo i colori primari.

Sul secondo foglio B affianca i colori primari ai loro secondari e complementari.

Come Mondrian puoi prevedere spazi bianchi.

I colori caldi e freddi

I colori possono suscitare sensazioni diverse in chi osserva. Una stessa immagine, se vengono cambiati i colori, può dare sensazioni opposte. Si dicono colori caldi i colori che vanno dal rosso al giallo e colori freddi quelli che vanno dal blu al verde.

I colori caldi sono quelli che rimandano al calore del Sole e del fuoco, mentre quelli freddi sono quelli legati al cielo e all’acqua. Ma questa distinzione non è rigida, perché, come hai visto, i colori sono formati da altri colori, che possono essere a loro volta caldi e freddi. Ad esempio, ci sono verdi più caldi, perché composti da più giallo, e verdi più freddi, perché con maggior blu.

Luminosità e gradazioni di colori

Nel cerchio dei colori mancano il nero e il bianco. I colori che hai visto nel cerchio si dicono colori puri o saturi. Ma i colori possono essere tantissimi, e uno stesso colore può avere tantissime tonalità differenti.

Aggiungendo il bianco o il nero ai vari colori si ottiene la luminosità di un colore: aggiungendo nero il colore diventa più cupo, aggiungendo bianco diventa più luminoso.

Entra nell’arte

◆ Secondo te quali sentimenti esprimono i colori caldi e freddi? Che cosa ti fanno pensare: il verde? il rosso? il giallo? l’azzurro? il grigio? Fai alla lavagna una tabella con tutti i colori che ti vengono in mente e scrivi per ogni colore una sensazione. Confrontati in classe. Avete fatto gli stessi abbinamenti?

Vincent Van Gogh, Passeggiata al crepuscolo, 1889-1890.
COLORI FREDDI
COLORI CALDI

LABORATORIO I colori del computer

Anche i colori che vedi al computer sono formati dai tre colori primari. I colori fondamentali creati dalla luce del computer si chiamano magenta (rosso), cyan (blu) e giallo. A questi tre si aggiungono il bianco e il nero. Puoi giocare a creare nuovi colori con il computer utilizzando anche solo il programma Word.

1 Clicca sul pulsante per la scelta del colore del carattere. Ti verrà già fornita una scelta di colori, ma puoi crearne di nuovi se clicchi sul pulsante “altri colori”.

2 Se clicchi sul cerchio ti appare un cerchio con tutti i colori. Se ti muovi con il cursore li puoi vedere.

3 Se ti sposti con la barra sotto il cerchio, puoi aggiungere del nero, rendendo i colori più scuri: se sposti la barra verso destra sarà come aggiungere nero, se sposti la barra verso sinistra sarà come aggiungere bianco. Divertiti a creare i colori e salvali. Poi scrivi con i colori che hai creato quello che vuoi.

Quali sono i colori del mondo? Come si chiamano? C’è il rosso vermiglio, il magenta, il rosso fragola, rubino e anche il rosso giuggiolino. Se vuoi scoprire tutte le sfumature che i colori possono avere, puoi leggere e ammirare le immagini del libro di Chiara Carminati e Alessandro Sanna, Rosso di cielo, Lapis edizioni.

un' IDEA da leggere
C

LA LUCE E I COLORI

Ciò che ci permette di vedere le forme e i colori è la luce. Senza la luce non potrebbero esistere i colori.

Nel Seicento lo scienziato Isaac Newton dimostrò come la luce sia composta da fasci di diversi colori. È un fenomeno che possiamo osservare tutti dopo un temporale, quando si forma l’arcobaleno. Facendo passare un raggio di luce attraverso un prisma, Newton riuscì a ricreare l’effetto dell’arcobaleno, cioè a scomporre la luce bianca nei sette colori che la compongono: il rosso, l’arancione, il verde, il blu, l’indaco e il violetto.

Il colore di un oggetto

Come vediamo i colori? Quando la luce illumina un oggetto, l’oggetto assorbe solo alcuni raggi mentre ne riflette altri. Questi ultimi arrivano al nostro cervello e noi vediamo l’oggetto del colore del raggio riflesso.

Una superficie rossa assorbe tutti i raggi, ma riflette il rosso.

Una superficie nera assorbe tutti i raggi e non riflette nessun raggio o colore.

Una superficie bianca non assorbe nessun raggio, riflette tutti raggi, noi percepiamo la loro somma cioè il bianco.

La fonte della luce

Perché ci sia la luce c’è bisogno di una fonte, cioè qualcosa che la generi. Può essere una fonte naturale, come il Sole, la Luna o le stelle, o artificiale, come la luce di una lampadina o quella prodotta dal fuoco o da una candela.

La luce naturale del Sole può cambiare durante il giorno perché il Sole si muove nel cielo, ma anche perché può essere oscurato dalle nuvole, o avere una luce più o meno intensa a seconda della stagione. Durante il giorno la luce cambia, quindi cambiano i colori e di conseguenza cambia il paesaggio.

Molti artisti hanno studiato la luce e hanno creato le loro opere cercando di riprodurre l’effetto che la luce ha sugli oggetti e sui paesaggi.

Claude Monet ha rappresentato la Cattedrale di Rouen in momenti diversi del giorno: 1 al mattino, 2 in pieno giorno e 3 al tramonto. Il soggetto rimane sempre lo stesso, ma cambiano i colori. Claude Monet, La cattedrale di Rouen, 1892-1894.

La luce e le ombre

Quando la luce colpisce un oggetto crea delle ombre. La luce e le ombre modificano i colori e possono suscitare in noi emozioni e sensazioni differenti. Dove la luce colpisce un oggetto, i colori saranno più chiari, dove l’oggetto è in ombra, i colori saranno più scuri. Osservando le ombre è così possibile capire da dove proviene a luce.

Grazie allo studio delle luci e delle ombre, gli artisti sono riusciti a rendere l’effetto della profondità degli oggetti e a dare spessore a ciò che rappresentavano. Le ombre, infatti, ci fanno capire il rilievo delle cose: senza le ombre tutto apparirebbe piatto.

Georges de la Tour, Il neonato, 1645-1648. Buoi al carro, dettaglio di un dipinto di Giovanni Fattori, 1870 c.

◆ Osserva la foto, dove è la luce e dove è l’ombra? Scrivi nei cartellini. Entra nell’arte

La luce e la scultura

La luce è molto importante anche per le sculture. Per questo gli scultori tengono conto di come la luce colpirà la loro opera, quali parti saranno illuminate e quali rimarranno in ombra. Una stessa scultura, illuminata in modo differente, si mostra a chi osserva in modo diverso. A seconda di dove arriva la luce, vengono messi in evidenza alcuni aspetti dell’opera e se ne nascondono altri.

La luce può essere:

Le ombre possono prendere vita. Se proiettiamo una luce contro una parete bianca e giochiamo con le ombre delle nostre mani, possiamo creare figure di animali e altri personaggi. Ritagliando sagome di personaggi, si possono allestire vere e proprie rappresentazioni teatrali di ombre.

IL PUNTO DI VISTA

Il punto di vista è il punto da cui si osserva un paesaggio, una persona o un oggetto.

I dipinti rappresentano sempre il punto di vista di chi dipinge, che può essere dall’alto, dal basso, di lato, di fronte o da dietro.

Il punto di vista dall’alto è quello che utilizzano i cartografi per realizzare le mappe e le carte geografiche, ma si trovano esempi anche in opere artistiche.

Il punto di vista dal basso, invece, è spesso utilizzato per gli affreschi che decorano le cupole e i soffitti.

Vincent Van Gogh, Campo di olivi in collina, 1889.

Andrea Mantegna, Decorazione della Camera degli Sposi, 1465-1474.

Nei dipinti egizi le figure umane erano in parte di lato e in parte di fronte. Il viso e le gambe erano rappresentati di lato, mentre le spalle e il busto di fronte. Probabilmente questo avveniva per rendere ben visibili tutte le parti del corpo.

◆ E in questi dipinti quale è stato il punto di vista dell’artista? Osserva e scrivi. di lato • da dietro • di fronte

Piero della Francesca, Federico Montefeltro, Duca di Urbino, 1465

Caspar David Friedrich, Viandante sul mare di nebbia, 1818.

Grant Wood, American Gothic, 1930.

FRIEDRICH VIANDANTE SUL MARE DI NEBBIA

VICINO E LONTANO

Quando guardiamo un paesaggio, vediamo che alcuni elementi sono più vicini a noi e altri sono più lontani. Un problema che gli artisti nel passato si sono posti era come rendere su una superficie piatta, come una parete o una tela, il senso di profondità, cioè come far capire che alcuni elementi sono più vicini e altri più lontani.

Figure sovrapposte

Nelle varie epoche gli artisti, osservando attentamente la realtà, hanno sperimentato varie soluzioni. Una prima soluzione fu quella di sovrapporre i vari elementi. Quando un oggetto ne copre un altro, lo percepiamo davanti, mentre l’oggetto coperto lo percepiamo dietro: quello che sta davanti sembra più vicino rispetto a quello che sta dietro.

Gli antichi Egizi, per dare il senso di ciò che stava davanti e ciò che stava dietro, rappresentavano le figure sovrapposte una all’altra.

Se disegniamo quattro quadrati identici uno sovrapposto all’altro, quello disegnato per intero ci sembra il più vicino.

Posizione nello spazio

Anche la posizione degli oggetti nello spazio può influire sulla nostra percezione di vicino e lontano. Gli oggetti posti più in basso ci sembrano più vicini di quelli posti più in alto.

LABORATORIO

Il colore

In questo particolare del mosaico della Basilica di Sant’Apollinare in Classe a Ravenna, gli animali, le piante e le pietre hanno tutti più o meno la stessa dimensione, eppure noi percepiamo più vicini quelli più in basso.

Un’altra tecnica per dare profondità ai paesaggi è utilizzare il colore. Osservando i paesaggi ci si rese conto che gli elementi più lontani sullo sfondo apparivano sfuocati e poco definiti e, di conseguenza, i loro colori erano più chiari, sulle tinte dell’azzurro e del grigio.

Leonardo da Vinci, La Gioconda, 1503-1506.

Primo e secondo piano, lo sfondo

In un dipinto, ma anche in una fotografia o in un film, si dice che sono in primo piano gli elementi che appaiono più vicini a chi osserva, in secondo piano quelli che appaiono più lontani. Tutti questi elementi appoggiano su uno sfondo

1 Scegli un elemento che è il protagonista del tuo quadro. Può essere un animale, una persona o un oggetto.

2 Disegnalo su un foglio di cartoncino, in grande al centro.

3 Pensa ad altri elementi che vuoi aggiungere, mettili attorno al tuo elemento. Li metterai in secondo piano.

4 Infine disegna quello che pensi possa stare sullo sfondo: una montagna, il mare, il Sole, un prato.

LA PROSPETTIVA

Quando si guarda un paesaggio, gli oggetti lontani ci appaiono più piccoli, mentre quelli più vicini più grandi. Questo effetto si può osservare se si affiancano due semplici figure identiche ma di dimensioni diverse: quella più grande sembra più vicina di quella più piccola.

Se osservi le rotaie del treno, anche se sai che sono parallele tra loro, ti sembra che si uniscano in un punto lungo la linea dell’orizzonte.

Grazie a queste due osservazioni, intorno al Quattrocento fu inventata la prospettiva, una tecnica che consente di rappresentare su una superficie piana, come un foglio o una tela, la profondità degli spazi così come la percepiamo con la vista. Gli elementi principali sono la linea d’orizzonte e il punto di fuga. Il punto di fuga corrisponde all’occhio dell’osservatore.Tutte le linee di profondità, che nella realtà sono parallele, convergono nel punto di fuga sulla linea di orizzonte.

Linee di profondità

Entra nell’arte

◆ Osserva l’affresco Ultima cena di Leonardo da Vinci: osserva il soffitto, le porte ai lati… Cerca la linea di orizzonte.

Quale sarà il punto di fuga dell’opera?

Punto di fuga
Linea di orizzonte
Ultima cena, Leonardo da Vinci, 1495-1497. Refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie, Milano.

LA COMPOSIZIONE

Quando un artista progetta la sua opera, studia come disporre i vari elementi (forme, colori…) per ottenere degli effetti visivi, per guidare lo sguardo di chi osserva e per suscitare delle emozioni.

La simmetria

Una figura si dice simmetrica quando è possibile suddividerla in parti uguali rispetto a un asse (simmetria speculare) A o rispetto a un punto (simmetria radiale) B Si trovano molti esempi di simmetria in natura: sono simmetriche le ali di una farfalla, oppure gli spicchi di un’arancia.

Una composizione artistica simmetrica fornisce una sensazione di ordine ed equilibrio. Proprio per il suo effetto di ordine e stabilità, molti artisti, scultori, architetti hanno utilizzato la simmetria fin dall’antichità: per esempio nei bassorilievi romanici, nelle facciate delle chiese e delle cattedrali, negli affreschi e nei mosaici.

L’Abbazia di Casamari, Frosinone, Lazio. Il rosone della Cattedrale di Orvieto in Umbria, è un esempio di simmetria radiale.

L’arte araba è ricca di esempi di decorazioni geometriche e floreali con motivi simmetrici.

Porte dorate, dettagli intricati e piastrelle decorate del Palazzo Reale di Fez, Marocco.

Dettaglio di mosaici nel Palazzo dell’Alhambra, Granada, Spagna.

LABORATORIO Realizza un disegno simmetrico

1 Su un foglio di cartoncino traccia con una matita le diagonali e gli assi di simmetria. Unisci i vertici degli assi di simmetria e trovi un rombo.

2 Colora tutti i campi usando la stessa tonalità per i lati opposti. Avrai ottenuto il tuo disegno simmetrico.

Il ritmo

Un’opera artistica ha ritmo quando alcuni elementi si ripetono con regolarità.

Il ritmo può essere dato da forme e colori oppure da elementi architettonici come finestre, volte, colonne.

Il ritmo è presente nelle opere artistiche che appartengono a tempi e culture diverse. C’è ritmo nelle decorazioni dei vasi greci e nei mosaici dei pavimenti romani grazie a forme ed elementi che si ripetono e c’è ritmo nei personaggi rappresentati nei mosaici bizantini che si susseguono alternandosi a elementi naturali, come piccoli alberi.

C’è ritmo nei quadri di pittori contemporanei che ripetono alternando diversi elementi.

Dettaglio di un antico mosaico romano, dove elementi geometrici e figure si alternano ritmicamente.

Theo Van Doesburg, Composizione XI, 1918.
Antica anfora greca del V sec. a.C.

Entra nell’arte

◆ Osserva la vetrata dipinta e descrivila rispondendo alle domande.

• È stata utilizzata la simmetria?

• Come sono i colori?

• Come sono disposti?

• Puoi individuare un ritmo nei personaggi?

Dettaglio dell’Incoronazione della Vergine, Duccio di Buoninsegna, vetrata del Duomo di Siena, 1287, Toscana.

LABORATORIO Crea un’opera ritmica

1 Prendi delle cannucce di colori diversi, tagliale con altezze diverse.

2 Poi uniscile con della colla e attaccale su un foglio di cartoncino, come nell’immagine. Disponile in modo da creare un ritmo.

La Torre di Pisa, in Toscana.

Il movimento

Quando le regole della simmetria non vengono rispettate, si dice che la composizione è asimmetrica. Una composizione artistica asimmetrica dà una sensazione di libertà e di movimento.

Fin dall’antichità, gli artisti hanno cercato di rendere visibile nelle loro opere il movimento. Per farlo, hanno cominciato a studiare la posizione dei personaggi rappresentati e i movimenti delle loro vesti.

Gian Lorenzo Bernini, David, 1623-1624, scultura in marmo bianco, Galleria Borghese, Roma.

Nel tempo i pittori hanno iniziato a rappresentare anche i movimenti della natura, come il vento tra gli alberi o le onde del mare.

Giovanni Fattori, La libecciata, 1880-1885.

BOCCIONI

Ma quali sono gli elementi che rendono un’opera in movimento? La mancanza di simmetria e la presenza di linee diagonali nella composizione dell’opera contribuiscono a far sembrare non statico ciò che in realtà è fermo sul foglio, sulla tela o una scultura.

LABORATORIO

Dai movimento

1 Prendi spunto dall’immagine e tracce delle linee ondulate su un foglio di cartoncino. Usa colori diversi.

Katsushika Hokusai, La grande onda di Kangawa, 1830-1831

STORIA

ARTE NELLA Un gruppo di artisti, i Futuristi (dell’inizio del XX secolo) concentrarono la loro opera nello studio del movimento e nella ricerca di tecniche per rappresentarlo nelle loro opere.

Umberto Boccioni, La città che sale, 1910-11.

La

Il cruciverba dell’arte

◆ Leggi le definizioni e completa lo schema con le parole della grammatica dell’arte. Se sei in difficoltà aiutati con le illustrazioni in pagina.

Orizzontali

1 Lo sono le arti come il disegno, la pittura, la scultura.

3 Lo sono i colori giallo, rosso e blu.

6 Tecnica che permette di rappresentare la profondità dello spazio.

7 È il colore che assorbe tutti i raggi della luce.

10 Ci permette di vedere forme e colori.

Verticali

2 Lo è una figura quando è possibile suddividerla in parti perfettamente uguali.

4 Si ha quando alcuni elementi si ripetono con regolarità.

5 Lo è una linea quando dà movimento a un’opera.

6 È il primo segno, da cui derivano tutti gli altri.

8 Si crea quando una luce colpisce un oggetto.

9 È un colore primario.

LA SCELTA DEI MATERIALI

La scelta dei materiali è il primo passo che un’artista compie per realizzare un’opera d’arte. Su quale superficie voglio dipingere? Quali tipi di colore posso utilizzare?

A seconda poi del materiale scelto, l’artista utilizza le tecniche più adatte per quel materiale.

LABORATORIO Come scegliere un materiale

1 Disegna su un foglio bianco con una matita nera qualcosa di molto semplice: per esempio un oggetto, una casa, una persona, un animale, un albero.

2 Procurati fogli di diverso tipo: possono essere lisci, ruvidi, leggeri, più spessi, cartoncini, sacchetti di carta stropicciati. Poi prepara davanti a te matite, pastelli a cera, pennarelli, acquerelli, tempere a dita.

Adesso ridisegna la tua figura usando materiali diversi: matita su foglio liscio, pennarello su foglio ruvido, tempera a dita su cartoncino e così via, come preferisci.

3 Alla fine, metti tutte le tue opere d’arte una accanto all’altra e osservale. Come è cambiato il tuo disegno iniziale?

con gli acquerelli

con le matite

con i pennarelli

VIDEO, AUDIO E OGGETTI
DIGITALI DELL’UNTÀ

IL GRAFFITO E L’INCISIONE

Il primo materiale che è stato usato per fare arte è stata la pietra.

I primi esseri umani vivevano nelle caverne, e i primi segni che hanno lasciato furono incisi sulle pareti delle loro dimore.

Nasceva così la tecnica del graffito, la più antica tecnica artistica che consiste nell’incidere una superficie per realizzare dei disegni.

Una decorazione realizzata con la tecnica dello sgraffio.

Durante i secoli l’arte dell’incisione è stata utilizzata nella decorazione di pareti. Questa tecnica è chiamata sgraffio, e consiste nel mettere su una parete più strati di intonaco di colori differenti e poi disegnare grattando via lo strato più esterno.

LABORATORIO Il grattage

Alcuni artisti surrealisti come Max Ernst utilizzarono la tecnica del grattage, cioè grattavano con vari strumenti la pittura ancora fresca stesa sulla tela o altro materiale. Se sei curioso/a cerca il quadro Il surrealista psicoanalitico di M. Ernst.

1 Con pastelli a cera di vari colori, colora un cartoncino nero. Poi sfumali con le dita.

2 Poi con uno stuzzicadenti o un bastoncino appuntito, incidi la superficie colorata e realizza il tuo disegno.

ARTE

STORIA

Dagli anni Settanta del 1900, con il termine graffiti metropolitani si indicano opere pittoriche realizzate con vernici spray sui muri delle città e negli spazi pubblici. Il Graffitismo nasce a New York come movimento di protesta e spesso gli autori sono anonimi. Alcuni artisti però, sono diventati celebri, come Keith Haring (1958-1990) e Jean Michel Basquiat (1960-1988). Li conosci?

La xilografia e il bulino

La xilografia e il bulino sono due tecniche che si basano sull’incisione e che furono l’origine della stampa. In entrambe le tecniche si realizza un disegno incidendo una tavoletta, che si chiama matrice. Nella xilografia il disegno viene realizzato scavando sulla matrice in legno tutto quello che non si vuole venga stampato. Una volta bagnata la matrice con l’inchiostro e appoggiata sopra un foglio, verrà stampato tutto ciò che si trova in rilievo. Nel bulino, invece, la matrice è in rame. Si disegna creando dei solchi con uno strumento chiamato bulino, un piccolo scalpello in acciaio. I solchi creati dal bulino vengono riempiti di inchiostro, che verrà poi “stampato” sulla carta.

Albrecht Dürer è uno degli artisti più famosi che ha realizzato opere con queste due tecniche. Il rinoceronte è stato fatto con la tecnica del bulino, 1515.

BANSKY, HARING

LE MATITE

La matita è lo strumento più semplice per disegnare. È una bacchetta di legno che ha al suo interno un bastoncino di grafite, chiamato mina. La grafite è un minerale che ha la capacità di lasciare un segno.

Le matite non sono tutte uguali: alcune hanno la mina più morbida e lasciano un segno più spesso e scuro, altre hanno la mina più dura e lasciano un segno più chiaro e sottile. Le matite con le mine più dure vengono utilizzate per i disegni di precisione, mentre quelle con la mina più morbida vengono utilizzate per il disegno artistico.

Il tratto della matita nera si può cancellare, ed è per questo che spesso è il primo strumento che si usa quando si vuole progettare un disegno, anche se poi verrà realizzato con altri strumenti.

Oltre dal tipo di mina utilizzata, i tratti che una matita può lasciare possono dipendere da:

• la punta,

• la pressione esercitata sul foglio,

• l’inclinazione.

A seconda di come muovi la matita sul foglio e di come incroci i tratti, puoi ottenere diversi effetti. Osserva.

I colori delle matite colorate non si possono mescolare, ma se si incrociano i tratti e si sovrappone così un colore all’altro, si ottengono nuovi colori.

Molti pittori utilizzano la matita per cercare tante sfumature di grigio. Le zone più chiare sono ottenute con una pressione della matita più leggera, quelle più scure con una maggiore pressione oppure con una sovrapposizione di più tratti.

LABORATORIO

L’ombreggiatura

Anche con una semplice matita è possibile rappresentare un oggetto con le sue luci e le sue ombre e ottenere così un effetto di spessore. Per farlo si usa la tecnica dell’ombreggiatura: tratteggiare in modo più fitto le parti di un oggetto che sono in ombra.

1 Disegna su un foglio il contorno di una mela.

2 Immagina che ci sia una luce che proviene dall’alto e immagina le ombre che potrebbero crearsi. Quindi con la matita, disegna le ombre sul tuo frutto. Usa il tratteggio che preferisci.

Georges Seurat, The Lighthouse at Honfleur, 1886
Autoritratto dell’artista Dante Gabriel Rossetti, 1860 c.

I PASTELLI

A differenza delle matite, che hanno una punta fine e quindi un tratto ben definito, i pastelli lasciano una traccia morbida e pastosa.

Possono essere a cera o a olio. Quelli a cera sono più duri e più simili alle matite: hanno un tratto più definito e di solito vengono usati per rifinire i particolari.

I pastelli a olio sono più morbidi. Il loro tratto si può sfumare con le dita e, se si sovrappongono, i loro colori si mescolano.

Le opere realizzate con i pastelli sono molto delicate: se vengono toccate possono rovinarsi. Per questo spesso, alla fine del lavoro, gli artisti e le artiste passano sopra la tela o sul foglio un fissativo, una sostanza che fissa il colore.

◆ Osserva queste due opere realizzate entrambe con i pastelli. Quali differenze puoi notare? Come sono stati usati i pastelli? Parlatene insieme in classe. Entra nell’arte

Jean-François Millet, Il boquet di margherite, 1871.
Umberto Boccioni, Donna in giardino, 1910.

Il frottage

I pastelli hanno la capacità di adattare la traccia che lasciano sulla superficie su cui vengono passati. L’effetto di un disegno realizzato su un foglio liscio sarà diverso da quello su un foglio ruvido.

Questo li rende particolarmente adatti alla tecnica del frottage, una tecnica che consiste nello sfregare un pastello su un foglio appoggiato sopra un una superficie che abbia delle parti in rilievo.

Vincent Van Gogh, Alberi potati, 1884.

LABORATORIO

Divertiti con il frottage

1 Procurati dei fogli di carta non troppo spessa e dei pastelli colorati, meglio se a cera.

3 Appoggia il foglio su uno di questi oggetti e inizia a strofinare il pastello del colore che preferisci.

5 Una volta che sei diventato esperto, puoi utilizzare diversi colori e diversi materiali. Poi utilizzando uno stesso foglio e sovrapponendo vari frottage, otterrai dei bellissimi effetti.

2 Cerca in casa oggetti che abbiano la superficie non liscia, come dei centrini ricamati, una rete da giardino, ma anche delle foglie secche o delle monete.

4 Continuando a strofinare vedrai che sul foglio, in corrispondenza dell’oggetto, comparirà il motivo.

CON IL PENNELLO

Quando si pensa a un artista, la prima immagine che viene in mente è quella del pittore o della pittrice con un pennello in mano. Il pennello è uno strumento che permette di stendere i colori che si trovano in forma liquida o densa, come gli acquerelli e le tempere. I pennelli possono essere di varie forme e i loro peli possono essere di diverso tipo. Di solito i pennelli tondi vengono usati per tracciare linee e definire i dettagli, i pennelli dalla punta piatta invece vengono usati per pitturare i fondi o le superficie più ampie.

Gli acquerelli

La caretteristica degli acquerelli è che sono molto liquidi e lasciano intravedere la carta sottostante. Questo permette di ottenere colori delicati e realizzare sfumature. Oggi si trovano in dischetti solidi che a contatto con l’acqua rilasciano il colore.

Gli acquerelli vengono spesso usati dagli artisti e dalle artiste quando dipingono paesaggi dal vero e sono all’esterno. Questo perché permettono loro di dipingere le sfumature della luce e dei paesaggi. Inoltre sono facili da trasportare. Paul Cézanne, Il viale al Jas de Bouffan, 1868-70.

Le tempere

Il termine tempera deriva dal latino temperare che significa mescolare. Le tempere, infatti, si ottengono mescolando i pigmenti colorati con altre sostanze che li rendono densi. Si diluiscono con l’acqua e asciugano velocemente. Gli artisti nel passato si creavano da soli le proprie tempere diluendo i pigmenti colorati con sostanze come l’uovo, il latte, le cere, le resine. I colori a tempera sono stati usati nel passato anche per dipingere i grandi affreschi.

Nell’antichità i dipinti a tempera venivano realizzati su tavole di legno. Le tavole venivano preparate ricoprendole con strati di gesso e colla, su cui poi l’artista dipingeva.

LABORATORIO

da Fabriano,

, 1420-1422, tempera su tavola.

Realizza sfumature con gli acquerelli

1 Traccia su un foglio da disegno delle righe orizzontali, con il righello. Lascia tra ogni riga la stessa distanza, per esempio 2 cm.

2 Scegli un colore e inizia a colorare la prima riga dal basso. Poi colora la seconda riga con lo stesso colore, senza però riprendere il colore ma solo immergendo il pennello nell’acqua. Vai avanti così e vedrai che il colore si sfuma e diventa sempre più chiaro. Arriva a metà del foglio.

3 Scegli un altro colore (Ricordati di pulire bene il pennello con l’acqua). Poi inizia a colorare le righe dall’alto come hai fatto prima, fino ad arrivare al centro del foglio. Così hai realizzato un quadro che ricorda il quadro di un grande artista, Paul Klee. Fai una ricerca con un compagno o una compagna e cerca il nome del quadro. Nei disegni trovi un indizio che può aiutarti.

Gentile
Madonna dell’Umiltà

I colori a olio

Dal 1500 circa, gli artisti e le artiste cominciano a usare i colori a olio. Anche i colori a olio sono formati da pigmenti colorati, questi però sono sciolti in olio vegetale e bisogna diluirli con olio di lino. Vengono utilizzati dagli artisti e dalle artiste perché con essi si ottengono colori molto brillanti e intensi e si stendono facilmente.

Nell’Ottocento nasce il movimento degli Impressionisti. Le artiste e gli artisti che ne fanno parte cominciano a usare i colori a olio in modo nuovo. I colori non vengono mescolati, ma affiancati con delle pennellate molto brevi ed evidenti. Anche questa tecnica comincia a essere usata per le rappresentazione dal vivo all’aperto, perché molto veloce. In questo modo, è possibile rappresentare l’impressione del momento. Da qui, il nome impressionismo.

STORIA ARTE NELLA
Berthe Morisot, Giorno d’estate, 1879. MONET

I PENNARELLI

I pennarelli sono un filtro imbevuto di colore coperto da una cannuccia di plastica. Non possono essere né cancellati, né mescolati, per cambiare tonalità vanno sovrapposti. Per ottenere tonalità più scure si fanno tratteggi più fitti, per dare luce e ottenere tonalità più chiare i tratteggi devono essere più radi.

LABORATORIO Con i pennarelli e senza pennello

1 Con la matita traccia delle linee curve creando delle forme, come gli artisti e le artiste fanno in una composizione astratta: punti cerchi, spirali, linee ondulate.

2 Scegli 3 colori e traccia con i pennarelli delle linee diverse in ogni forma: cerchi, spirali, linee ondulate, anche punti.

3 Completa il disegno ripassando i confini delle forme con un pennarello nero.

1 I colori degli acquerelli possono essere soffiati. Procurati un foglio e delle cannucce. Fai gocciolare delle gocce di colore degli acquerelli su un foglio. Con una cannuccia soffia forte e fai muovere il colore sul foglio. Poi osserva quello che hai ottenuto e trasformalo in un’immagine con l’aiuto di matite e pennarelli.

1 Per ottenere dei bellissimi dipinti con le tempere, al posto dei pennelli si possono usare tantissimi oggetti: spugne, corde, le ruote di una macchinina. Appoggia l’oggetto scelto su un piatto dove avrai preparato il colore. Poi tampona il foglio e ridefinisci l’impronta con matite e pennarelli in modo da ottenere un’immagine che ti piace.

IL MOSAICO

Il mosaico consiste nel fissare piccole tessere colorate una accanto all’altra in modo da formare disegni. È una tecnica che richiede molta precisione. Veniva utilizzata, e lo è tuttora, per decorare pavimenti, pareti e soffitti. Per realizzare un mosaico si seguono quattro passaggi:

1 si realizza un disegno su carta;

2 si intagliano le tessere scegliendo i materiali e i colori necessari;

3 si prepara la parete da decorare con uno strato di calce, sabbia e polvere e si traferisce il disegno che si intende realizzare; 4 si applicano le tessere.

Il pavimento della Basilica di Santa Maria Assunta ad Aquileia, in Friuli Venezia Giulia è completamente rivestito di mosaici di epoca romana. Questi rappresentano animali, personaggi, ma anche figure geometriche.

Diversi materiali

Le tessere dei mosaici possono essere di diversi materiali: marmo, rocce, pietre preziose, terracotta, pasta di vetro colorato, conchiglie. Spesso, per rendere i mosaici brillanti, nel passato si utilizzavano anche lamine d’oro, che rendevano il mosaico molto luminoso.

I mosaici che rivestono le pareti della basilica di Sant’Apollinare nuovo a Ravenna sono realizzati con tessere dai colori accesi. Lo sfondo è realizzato con tessere rivestite d’oro.

Trencadís

Negli anni più recenti, molti artisti hanno riscoperto la tecnica del mosaico. A Barcellona, edifici e mura di cinta di Park Güell (nelle fotografie), progettati da Antoni Gaudí, sono stati decorati con una particolare tecnica di mosaico chiamata trencadís. Questa tecnica consiste nel realizzare mosaici utilizzando ceramiche, vetri e specchi recuperati da pezzi di piastrelle, vasi, stoviglie.

un’ IDEA da leggere

E se una tesserina di un mosaico si perdesse? Sfoglia e leggi l’albo illustrato Pezzettino, di Leo Lionni, Babalibri. Una piccola tesserina è convinta di essere un pezzetto di qualcuno. Così si mette alla ricerca di chi appartiene.

LABORATORIO

Costruisci un mosaico

Intagliare le pietre, i vetri è molto difficile e bisogna essere esperti. Ma potete realizzare anche voi un mosaico con cartoncini di vari colori che potete recuperare da confezioni di pasta, contenitori delle uova, del dentifricio, dei biscotti. Cercate anche carte argentate o dorate, tipo quelle dei cioccolatini o delle uova di Pasqua. In questo caso, stendetele bene e incollatele su un cartoncino, in modo da dare loro uno spessore.

1 Realizzate un disegno su un grande foglio abbastanza spesso. Fate attenzione che gli spazi da colorare siano ben definiti e ampi.

2 Scegliete le carte dei colori che vi servono e tagliatele a cubetti.

3 Poi incollate le vostre tessere in modo da realizzare il vostro disegno.

STORIA ARTE

Il mosaico

Non si sa bene quando il mosaico sia stato inventato.

Una prima forma di mosaico, che viene chiamata litostrato, veniva già utilizzata nella Preistoria. Consisteva nel ricoprire i pavimenti con ciottoli di diversi colori. Aveva uno scopo pratico: rendere più resistenti e meno polverosi i pavimenti delle grotte o delle capanne in cui vivevano i nostri antenati.

La tecnica del mosaico vero e proprio, probabilmente nasce in Mesopotamia verso il 3000 a.C. In origine veniva utilizzato per decorare piatti e vasi di uso comune.

Lo stendardo di Ur, dei Sumeri, è il primo esempio di mosaico. Su pannelli di legno sono fissate delle pietre di lapislazzuli per fare il fondo blu. Le figure sono intagliate in materiali diversi come conchiglie e pietre dure.

Presso i Greci I Greci realizzavano immagini molto definite e dettagliate, al punto che gli oggetti rappresentati sembravano veri.

Un esempio di mosaici molto realistici realizzati dai Greci sono gli asàrotos òikos, ossia i pavimenti non spazzati. Questi mosaici rappresentavano avanzi di cibo, come lische di pesce, ossi di pollo, avanzi di frutta. Probabilmente il padrone di casa voleva dimostrare che era ricco, che c’era abbondanza di cibo.

Mosaico proveniente da Vigna Lupi, II sec. a.C., conservato nei Musei Vaticani, a Roma.

Presso i Romani Anche i Romani rivestivano i pavimenti delle domus più lussuose con mosaici. Spesso rappresentavano figure geometriche in bianco e nero o rosse. I mosaici venivano usati anche nelle terme perché erano l’unica decorazione capace di resistere all’umidità e ai vapori.

Un mosaico delle terme di Caracalla, a Roma, 212-216 d.C.

I Bizantini I mosaici raggiunsero il massimo splendore con i Bizantini. A Ravenna sono conservati gli esempi più belli dell’arte del mosaico in Italia.

Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna, in Emilia Romagna, V sec. d.C.

LE SCULTURE

Modellare

Modellare significa dare forma a qualcosa. È la prima tecnica che impari da piccolo: prima ancora di saper tenere in mano una matita, riesci a modellare pasta di sale o altre paste.

Scolpire

Scolpire significa togliere materiale da un blocco di marmo o legno. Per scolpire si utilizzano degli strumenti chiamati scalpelli.

Fondere

Molte statue in bronzo, sono state realizzate con la tecnica della fusione a cera persa. Per le statue di grandi dimensioni l’artista realizza una scultura in argilla e la ricopre con uno spesso strato di cera. Lo strato di cera a sua volta viene ricoperto da uno strato di creta, lasciando dei buchi, e la si lascia seccare. Il bronzo fuso viene colato dall’alto tra la scultura di argilla e la copertura in creta. Mentre scende, il bronzo scioglie la cera, che esce dai buchi e occupa lo spazio. Una volta raffreddato, viene tolto lo strato di creta all’esterno e la scultura in argilla interna. Rimane solo la scultura in bronzo.

Dante Alighieri, scolpito da Enrico Pazzi nel 1865, in piazza Santa Croce, a Firenze in Toscana

I bronzi di Riace sono due imponenti statue in bronzo di epoca greca, realizzate con la tecnica della cera persa. Restauro di una di esse al Museo nazionale della Magna Grecia in Calabria.

Assemblare

Negli anni più recenti si è diffuso un tipo di scultura che consiste nell’assemblare, cioè nel mettere insieme, più oggetti per creare una scultura. Spesso i materiali utilizzati sono di uso comune. Non si seguono delle regole particolari: quello che si vuole ottenere è un effetto su chi osserva la scultura.

LABORATORIO I mobiles

I mobiles sono sculture leggere capici di muoversi con gli spostamenti dell’aria.

1 Prendi 2 fili di plastica o di ferro sottili. Modellali con le mani per ottenere il corpo del pesce e la coda.

2 Procurati delle bottiglie di plastica colorate e tagliale a pezzettini. In ogni pezzetto fai un foro.

3 Prendi un altro filo di plastica e fallo passare nel foro di un pezzetto. Fai così per i pezzetti che vuoi.

4 Fissa ai bordi del pesce i fili con i pezzetti. Hai ottenuto un mobile che puoi appendere in classe.

LA REALTÀ NELL’ARTE

Fin dall’antichità gli esseri umani hanno sentito la necessità di rappresentare la realtà che ci circonda. Dalle scene di caccia delle grotte preistoriche, ai dipinti astratti contemporanei, gli artisti e le artiste osservano ciò che li circonda e lo trasformano in arte.

I paesaggi

In origine nei dipinti, negli affreschi e nei mosaici, il paesaggio faceva solo da sfondo e gli elementi naturali non erano mai i veri protagonisti. Poi, dal 1700 circa, il paesaggio comincia a essere l’unico soggetto.A seconda della tecnica utilizzata e dell’epoca in cui sono stati realizzati, i paesaggi dei dipinti cambiano molto. L’artista può rappresentare con precisione quello che vede, oppure può comunicare stati d’animo differenti: pace o inquietudine. Alcuni di questi dipinti sono importanti documenti storici, perché ci mostrano come apparivano paesaggi e città nel passato.

Canaletto, Piazza San Marco, 1723 c.

I PAESAGGI NELL’ARTE

Entra nell’arte

◆ Osserva il dipinto di Van Gogh: quali sensazioni secondo te voleva esprimere l’artista? calore freddo pace inquietudine

Vincent Van Gogh, Campo di grano con cipresso, 1889.

LABORATORIO Racconta l’arte

Quando guardiamo un paesaggio dipinto, possiamo viaggiare con la mente. Possiamo immaginare di essere in un bosco incantato o su una collina tranquilla. L’arte ci aiuta a sognare e a vedere il mondo in modo diverso!

Osserva il dipinto di Henri Rousseau e quello di Paul Cezanne. Scegli uno dei due e scrivi una breve storia che abbia come sfondo il paesaggio del dipinto.

Henri Rousseau, Due leoni nella giungla, 1909-1910.

Paul Cezanne, Monte Sainte-Victoire con grande pino, 1887.

GLI ANIMALI

Gli animali sono stati forse il primo soggetto a essere rappresentato dagli esseri umani.

Nelle grotte preistoriche sono stati ritrovati dipinti di animali molto dettagliati.

Nelle grotte di Chauvet, in Francia, sono stati scoperti dei dipinti di epoca paleolitica che mostrano come i primi esseri umani si sforzavano di rappresentare gli animali che vedevano intorno a loro.

Spesso l’animale ha un significato simbolico o religioso. Presso gli antichi Egizi, il gatto era una divinità. A lui furono dedicate statuette in bronzo come questa, conservata al Museo E i i di i .

In altri casi l’animale è affiancato a un personaggio per rappresentare delle caratteristiche del protagonista. Per esempio, nel dipinto qui a destra di Leonardo da Vinci, l’ermellino simboleggia la delicatezza e la purezza della dama.

Leonardo da Vinci, La dama con l’ermellino. Ritratto di Cecilia Gallerani, 1488 - 1490.

Uno degli animali più presenti nelle opere d’arte nel corso dei secoli è forse il cavallo. Nelle nostre città sono numerosi i monumenti equestri: statue dove il protagonista è scolpito mentre è in sella a un cavallo.

Monumento equestre di Marco Aurelio, conservato nei Musei Capitolini a Roma, 176-180 c. d.C.

Entra nell’arte

◆ Gli artisti hanno spesso rappresentato gli animali domestici presenti nelle loro case con stili e colori nuovi. Paul Klee era un amante dei gatti e il suo dipinto Il gatto e l’uccellino (1928) ne è un esempio.

Osserva il dipinto. Che cosa vedi sulla fronte del gatto? Perché secondo te, l’artista lo ha disegnato in quella posizione? Discutine in classe.

LABORATORIO

Per disegnare gli animali, ti può essere d’aiuto partire da delle figure geometriche e poi via via arricchire il disegno. Segui i passaggi e disegna anche tu.

Disegna un gatto

IL RITRATTO

Prima dell’invenzione della fotografia, i dipinti erano l’unico modo per avere un’immagine delle persone che rimanesse nel tempo. Pittori e pittrici erano pagati da ricche famiglie per realizzare i loro ritratti. Le posizioni dei personaggi erano spesso rigide, perché chi veniva ritratto doveva stare fermo mentre l’artista dipingeva.

Angelo Bronzino, Ritratto di Lucrezia Panciatichi, 1540-1546.

Francesco Hayez, Ritratto di Francesco Giuseppe I d’Austria, 1852-1859.

Alcuni ritratti sono molto realistici, altri invece vogliono rappresentare più l’idea della persona. Soprattutto dopo la scoperta della fotografia, gli artisti non hanno avuto più l’esigenza di realizzare opere realistiche.

Umberto Boccioni, Particolare di Ritratto di signora, 1911.

BOCCIONI RITRATTO DI SIGNORA

L’autoritratto

L’autoritratto è quando un artista dipinge se stesso. Moltissimi artisti hanno realizzato autoritratti: alcuni si sono rappresentati in modo fedele e realistico, altri artisti, invece, hanno scelto di inserire nell’opera simboli o rappresentarsi in modo originale.

Entra nell’arte

◆ Secondo te un selfie può essere considerato un autoritratto artistico? Confrontati in classe.

LABORATORIO Fai un autoritratto

Il volto è sicuramente la parte del corpo più espressiva che abbiamo. A seconda di come disegniamo gli occhi, la bocca e le sopracciglia, l’espressione del volto cambia.

1 Per disegnare un volto la prima cosa che devi fare è disegnare un ovale e tracciare con una matita una croce come nell’esempio. Disegna il naso sulla linea centrale e le orecchie ai lati.

2 Adesso sperimenta le varie espressioni che puoi ottenere inserendo i seguenti elementi. Gli occhi di solito sono circa a metà del nostro volto, quindi sulla linea orizzontale.

S l a

O hi

B a

3 Completa il tuo disegno con i capelli, ripassa tutto con i colori e cancella le linee guida. Ti assomiglia?

Il corpo umano

Le prime immagini di persone si trovano nelle incisioni rupestri del Paleolitico. Sono immagini molto semplici: spesso gli esseri umani erano rappresentati solo da poche linee.

Con il tempo e con le prime civiltà gli esseri umani cominciarono a essere rappresentati in modo più dettagliato. Ma erano immagini ancora molto semplici e le figure risultavano rigide e senza espressione.

Bassorilievo ittita, II millennio a.C.

Furono gli artisti greci e romani a cominciare a realizzare statue di persone molto dettagliate e realistiche.

I Greci, soprattutto, realizzarono statue che mostravano non solo la bellezza del corpo umano ma anche le emozioni. Le statue erano spesso di dei ed eroi, e sembravano quasi vive.

Il Discobolo di Mirone, 455 a.C.

Durante il medioevo l’arte si concentrò di più su temi religiosi. Le persone erano rappresentate in modo più semplice e meno realistico, spesso in icone o affreschi nelle chiese.

Giotto, San Francesco predica agli uccelli, Storie di S. Francesco, Basilica Superiore di Assisi, 1292-1296, in Umbria.

Successivamente, artisti come Michelangelo e Leonardo da Vinci tornarono a interessarsi al corpo umano. Studiarono la natura e l’anatomia, creando opere famose.

Michelangelo Buonarrotti, Pietà, 1497-1499, Basilica di San Pietro in Città del Vaticano.

In seguito l’arte continuò a evolversi. Gli artisti moderni e contemporanei utilizzano stili diversi per rappresentare gli esseri umani.

Amedeo Modigliani, Jeanne Hébuterne con cappello, 1918.

Leonardo da Vinci, L’uomo Vitruviano, 1490 c.

GLI OGGETTI

Quando un’opera rappresenta oggetti inanimati, si chiama natura morta. Frutta, piante, fiori, ma anche oggetti come bottiglie, tazze, strumenti musicali.

Caravaggio fu il primo a realizzare dipinti che avevano come soggetto degli oggetti. La sua prima natura morta fu un cesto di frutta.

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Canestra di frutta, 1597-1600 c.

In principio gli artisti cercavano di rappresentare gli oggetti nel modo più realistico possibile.

Con il tempo cominciarono a rappresentarli in modo sempre più stilizzato ed essenziale. Lo scopo era quello di interpretare le sensazioni che suscitavano in loro. Fino ad arrivare a scomporre le forme e i colori.

Juan Gris, Bicchiere e bottiglia, 1919.

LABORATORIO

Copia la realtà

1 Scegli degli oggetti in classe o fuori. Disponili davanti a te e osservali bene: i colori, le ombre, le dimensioni.

2 Poi disegnali con una matita su un foglio e colora. Non importa se il tuo disegno non sarà esattamente come l’originale.

3 Puoi rimanere fedele ai colori reali che vedi oppure utilizza quelli che nel momento in cui dipingi ti sembra mostrino meglio le tue sensazioni. Puoi colorare con la tecnica che preferisci: acquerelli, matite, pastelli.

ARTE NELLA

STORIA

Non sempre le opere d’arte rappresentano la realtà. Anzi,leopered’arteastratta hanno il solo scopo di comporre colori, linee, macchie, ma anche tagli, buchi, per esprimere degli stati d’animo, delle sensazioni. Il primo a realizzare un’opera astratta è stato Vassily Kandinskij che cominciòperchécercavaunmodo per rappresentare la musica.

Questo dipinto di Vassily Kandinskij, Primo acquerello astratto, 1910, è considerato la prima opera astratta.

Entra nell’arte

◆ Osserva queste due opere astratte. Sotto a ognuna scrivi quale sensazione ti suscita.

Piet Mondrian, L’albero delle mele, 1912. Arshile Gorky, Dopo Khorkum, 1940–1942.

EDUCAZIONE CIVICA

Il Patrimonio Mondiale

Tutto ciò che è prezioso e che viene trasmesso alle generazioni future è chiamato Patrimonio Mondiale. È considerato patrimonio di tutti gli esseri umani ed è per questo che deve essere protetto. L’UNESCO è una agenzia delle Nazioni Unite che dal 1972 ha tra i suoi compiti quello di identificare e tutelare i siti che hanno un valore universale dal punto di vista naturale o culturale.Tra questi ci sono anche le opere con valore artistico, come opere architettoniche, pittoriche, reperti archeologici. L’Italia è il Paese con più siti Unesco al mondo: ben 60 a oggi.

Il primo sito italiano riconosciuto come Patrimonio dell’umanità è stato il Parco nazionale delle incisioni rupestri in Valcamonica, nel 1979. Qui, in un museo a cielo aperto, sono conservate le incisioni rupestri lasciate in eredità dal popolo dei Camuni.

L’anno successivo, nel 1980, è stato riconosciuto il refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, dove è conservato l’affresco dell’Ultima cena di Leonardo da Vinci. L’affresco fu realizzato tra il 1495 e il 1497. L’artista lo dipinse con delle tempere mescolate ad olio, applicate direttamente sul muro ormai asciutto. Questo gli permise di ottenere dei colori precisi e brillanti, ma poco duraturi nel tempo. Per questo l’affresco ha bisogno di grande cura e attenzione.

Dal 1996 sono stati riconosciuti come Patrimonio dell’umanità i monumenti paleocristiani di Ravenna, tra cui il Mausoleo di Galla

Placidia e la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo. Al loro interno sono conservati i magnifici mosaici bizantini.

Nel 1997 è stata riconosciuta l’area archeologica di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata. Pompei, Ercolano e alcune ville romane nei loro pressi, furono sommerse dall’eruzione del Vesuvio il 24 agosto del 79 d.C. L’essere state sommerse dalla lava del vulcano ne ha permesso la conservazione fino ai nostri giorni. Pompei ed Ercolano sono l’unico sito al mondo dove sono rimasti conservati edifici romani con oggetti di uso comune e affreschi.

Fondato nel 1922 il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è un parco con grandi foreste e popolato da numerosi specie animali. Conserva le Antiche faggete primordiali riconosciute Patrimonio.

Che cosa posso fare io?

Tutti i luoghi dovrebbero essere rispettati, mantenuti puliti, conservati. Cerca insieme alla tua classe l’elenco dei 60 siti italiani riconosciuti dall’Unesco. Poi discutete insieme su quale luogo vicino a voi dovrebbe essere riconosciuto patrimonio.

MUSICA

IL PAESAGGIO SONORO

Il paesaggio sonoro è l’insieme dei rumori e dei suoni che caratterizzano un ambiente. Può essere naturale o antropico, piacevole o fastidioso, puoi solo sentirlo o, in alcuni casi, modificarlo. Ogni giorno siamo circondati da rumori e suoni.

Entra nella musica

◆ Qual è la colonna sonora della tua giornata? Completa il testo seguente con i rumori che senti e i tuoi stati d’animo durante la giornata. Confrontati in classe.

La colonna sonora della mia giornata

Al mattino, quando mi alzo e vado a scuola, mi accompagnano i rumori di e di . Di solito mi sento così e la musica più adatta è

A scuola i rumori che sento sono per cui la musica ideale sarebbe . Quando torno a casa sento e la musica dei miei pomeriggi è . Andare a dormire è per me un momento , sento i rumori di e di La colonna sonora per il mio sonno è quindi

AUDIO, OGGETTI DIGITALI DELL’UNITÀ

Parlare con i rumori

Come è difficile risolvere una discussione: anche la cosa più piccola ci sembra insormontabile e a volte non se ne esce. Uno dei modi per risolvere la situazione è cercare di capire le ragioni dell’altra persona che, il più delle volte, hanno la stessa importanza delle nostre. Questo può essere un passo per trovare un accordo.

Una discussione è spesso caratterizzata da una serie di battute veloci, botta e risposta. Puoi riprodurre una discussione, così come un dialogo, con alcuni strumenti sonori improvvisati.

Entra nella musica

◆ Scegli degli oggetti presenti in classe o a casa, ascolta le loro sonorità e scrivile nella tabella qui sotto, ispirandoti agli esempi. Una volta che hai il tuo “bagaglio musicale”, puoi inventare dei dialoghi da fare con le tue amiche e i tuoi amici utilizzando gli oggetti più adatti per sostituire le parole: per esempio, per raccontare una barzelletta puoi usare il suono delle chiavi, allegro come una risata.

Suoni piacevoli Suoni spiacevoli

Suoni chiassosi Suoni delicati chiavi scosse delicatamente gesso sulla lavagna colpire le pentole con un cucchiaio stropicciare la carta velina

I SUONI E LE EMOZIONI

Cerca e ascolta il Capriccio n. 16 di Niccolò Paganini: sembra proprio una tempesta di emozioni. Mentre lo ascolti puoi immaginare il violinista che percorre con la stecca le corde del violino a una velocità sfrenata. In effetti Paganini ha scritto 24 Capricci per esplorare la possibilità del violino di produrre infinite ed emozionanti sfumature sonore. I Capricci dovevano mostrare tutte le capacità dello strumento e il virtuosismo (grande bravura tecnica) dei musicisti.

Niccolò Paganini è stato un violinista e compositore italiano vissuto, 1782-1840. Ha iniziato a suonare e a esibirsi in pubblico molto giovane; ha sperimentato le infinite potenzialità del violino e la sua tecnica è studiata da tutti i violinisti che lo hanno succeduto.

Entra nella musica

◆ Le note di Paganini che hai ascoltato danno vita a un susseguirsi di suoni acuti e gravi. Sai riconoscerli? Scrivi nella tabella i suoni naturali o artificiali che ogni giorno senti, e i suoni degli strumenti musicali che conosci, distinguendoli tra acuti o gravi. Segui gli esempi.

Suoni naturali Elementi artificiali Strumenti musicali

Suoni acutiSuoni graviSuoni acutiSuoni graviSuoni acutiSuoni gravi nitrito tuono frenata di un’automobile sirena di una nave tromba contrabbasso

LA MUSICA E L’ARTE

È possibile collegare i suoni a forme, colori e segni. Il pittore Vassily Kandinskij associò il suono di numerosi strumenti ai colori e alle forme geometriche e a questi legò determinati stati d’animo. Osserva come li abbinò.

Strumento musicale

Colore

giallo (suono vitale e forte)

blu (suono calmo)

azzurro (suono lineare e distante)

blu scuro (suono profondo e intenso)

rosso (suono vivace e irrequieto)

verde (suono ampio e tranquillo)

Entra nella musica

Strumento musicale

Colore

arancione (energico, risuona)

bianco (silenzio come pausa tra un suono e l’altro) nero (silenzio come fine di una composizione)

Forme geometriche Suoni (forme spigolose) suoni acuti e alti

(forme morbide) suoni caldi e profondi

◆ Avresti mai immaginato che i suoni avessero un colore o una forma? Nella tabella associa come preferisci a ogni suono un colore e una forma. Poi confrontati in classe.

acuto grave forte piano lento veloce

Suono
Forma
Colore

MELODIA E ARMONIA

Cerca e ascolta il brano Gran Valzer op. 18 di Fryderyck Chopin e prova a riprodurne con la voce alcune parti.Ti accorgerai che riesci a farlo per alcune più che per altre. La sequenza ben definita di note che riusciamo a riprodurre rappresenta la struttura del brano musicale e si chiama melodia. Oltre alla melodia, vi sono altre note più difficili da identificare, perché spesso sono suonate contemporaneamente, ma che rendono più gradevole il suono della melodia: queste sono l’armonia.

Fryderyk Chopin è stato un pianista polacco, 1810-1849. Leggi un’intervista immaginaria. Buongiorno maestro Chopin, la tua musica è molto bella. A che cosa ti ispiri per comporla?

A quando ero piccolo e ascoltavo con mia madre le musiche della tradizione polacca che parlavano della sorte dei contadini della mia terra: una vita difficile e triste.

Ben presto ho iniziato ad ascoltare anche molti pianisti vissuti prima di me.

Quando hai iniziato a suonare?

Da bambino, insieme a mia madre, poi sono andato al Conservatorio di Varsavia per imparare a comporre musica.

Hai sempre suonato a Varsavia?

No, a diciannove anni sono andato a Vienna, poi in Germania e a Parigi, dove ho composto le mie opere e insegnato pianoforte.

LABORATORIO

Disegna la musica

Carta e matite colorate possono aiutarti a capire meglio la melodia e l’armonia.

1 Scegli un modo per rappresentare la melodia (una riga, un tratteggio o uno scarabocchio) e uno per l’armonia (un insieme di punti, di righe, una forma geometrica).

2 Scegli uno o più colori sia per la melodia sia per l’armonia.

3 Ascolta il primo minuto del brano di Chopin e inizia a immaginartelo rappresentato dai segni e dai colori che hai scelto.

4 Ascolta nuovamente il brano e disegnalo sul foglio come te lo sei immaginato. Poi confrontati in classe.

Le note e il pentagramma

Come le lettere dell’alfabeto compongono le parole, le note musicali compongono le melodie. Per scrivere le note, si utilizza il pentagramma: è formato da cinque righe orizzontali e quattro spazi tra di esse.

Le note sono sette (do, re, mi, fa, sol, la, si) e si scrivono sulle righe o negli spazi del pentagramma. Più una nota si trova in alto sul pentagramma più il suo suono è acuto (alto), come il cinguettio di un uccellino. Più la nota è in basso più il suo suono è grave (basso), come il ruggito di un leone.

La musica è fatta anche di suoni lunghi e suoni brevi, pause, e segue sempre un tempo che è indicato all’inizio del pentagramma: 2/4, 3/4, 4/4.

Do Re Mi Fa Sol La Si Do Re Mi Fa Sol La suo- na le cam-pa - ne suo-na le cam-pa - ne din - don-dan din - don-dan Fra Mar - ti - no cam - pa - na - ro dor - mi - tu dor - mi - tu

Per capire se il suono di una nota è breve o lungo, cioè la durata, segna il tempo battendo le mani sul banco. Un battito è ogni volta che batti la mano.

◆ Le note vuote senza gamba durano quattro battiti.

◆ Le note vuote con la gamba durano due battiti.

◆ Le note piene con la gamba durano un battito.

◆ Le note piene con la gamba e un baffo in cima durano mezzo battito.

Le pause o silenzi possono durare: quattro battiti, due battiti, un battito, mezzo battito.

◆ In classe leggete le note sul pentagramma sopra della canzone Fra Martino. Entra nella musica

L’ORCHESTRA

L’orchestra è l’insieme di strumenti che collaborano all’esecuzione di un’opera musicale.

In un’orchestra gli strumentisti sono riuniti in un preciso ordine per gruppi di strumenti (a corda, a fiato e a percussione) e disposti a semicerchio; questo sia per poter far sentire meglio i suoni sia per seguire i gesti e le indicazioni del direttore che, di solito, si trova davanti agli esecutori.

Arturo Toscanini (1867-1957) fu un grande direttore d’orchestra. Nell’immagine dirige al Teatro alla Scala di Milano, 19 maggio 1946.

Il numero e il tipo di strumenti in un’orchestra variano a seconda delle necessità del brano da suonare.

Entra nella musica

◆ Cerca con l’insegnante e ascolta l’Apprendista stregone di Paul Dukas.

“Con un ritmo incalzante, gli strumenti musicali a turno narrano la storia di uno stregone che affida un incarico al suo apprendista, ma questi, per fare in fretta, utilizza la magia con esiti disastrosi. La musica inizia creando un’atmosfera magica, come se entrassimo a piccoli passi nell’antro dello stregone. Poi continua descrivendo l’apprendista che ordina alla scopa di prendere l’acqua, ma questa non si ferma e allaga tutto. Infine, il brano si conclude con l’intervento dello stregone che sistema il disastro.”

◆ Sai riconoscere le famiglie di strumenti che hai ascoltato nell’Apprendista stregone? Fai una ricerca con un compagno o una compagna e numera le caselle degli strumenti con i numeri dati.

1 archi, 2 fiati, 3 percussioni

LABORATORIO Immagina una scena musicale

1 Mentre ascolti la musica dell’Apprendista stregone prova a disegnare la scena come te la immagini. Se hai bisogno di aiuto fai una ricerca in classe sul film Fantasia di Walt Disney e trova la parte dell’Apprendista stregone, interpretata da Topolino.

I GENERI MUSICALI

L’opera è un genere teatrale nato in Italia, in cui la recitazione è accompagnata dalla musica, dal canto e dal balletto. È una storia in musica, suonata da un’orchestra, recitata e cantata da cantanti lirici e talvolta ballerini.

Oltre all’opera, ci sono altre forme di musica.

Musica da camera: è eseguita da un numero limitato di musicisti. Concerto: è eseguita dal vivo da un artista, un gruppo o un’orchestra.

Musica da balletto: accompagna la danza basata su una coreografia e la recitazione.

Musica tradizionale: è legata alla cultura di un popolo, suonata con strumenti tradizionali e, spesso, tramandata oralmente.

Musical: è di origine statunitense e unisce dialoghi, canto e danza. Oltre a queste forme di musica, a seconda degli strumenti impiegati e del tipo di ritmo, ci sono altri generi musicali.

I ballerini Roberto Bolle e Nicoletta Manni in piazza Duomo a Milano per la rassegna "OnDance", 8 settembre 2024.

Jazz

Genere che unisce la musica africana ed europea, caratterizzato dal ritmo.

Rock

Fusione di musica blues e country; nata nella metà del Novecento è caratterizzata dal ritmo energico e dalla ripetizione di parti di melodia.

Entra nella musica

Blues

Musica di origine afroamericana nata dagli schiavi delle piantagioni di cotone; è vocale e strumentale.

Pop

Termine nato nella seconda metà del Novecento per indicare una musica popolare, caratterizzata da strutture semplici e facilmente orecchiabili

◆ Con l’insegnante e la classe cerca esempi per ogni genere di musica. Conosci altri generi musicali? Quali preferisci?

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