SORRIDOIMPARO

Page 1

MARIA CONDOTTA, ALFONSINA DE SANTIS

LETTURE

SUSSIDIARIO DEI LINGUAGGI

Direzione scientifica

4

DANIELA LUCANGELI


INDICE IL LABORATORIO PER COMPRENDERE

6

LETTURA ATTENTA

IL RACCONTO FANTASTICO Una vera strega Le caratteristiche del racconto fantastico Enkidu e Gilgamesh La formica e il chicco di grano Il Jizo con il cappello di paglia La Città di Smeraldo

LETTURA VELOCE

…………………………………

P rima di L eggere

8

Avventure estive STRATEGIE DI LETTURA Avventure estive

10

Il calendario cinese

LETTURA A SALTI

MONITORAGGIO

E sploro

12

A CHE PUNTO SONO?

Avventure estive

La mappa

C ollego

14

R ifletto

CHE COSA HO IMPARATO?

16

La verifica • PIÙ FACILE

Avventure estive

TESTI NARRATIVI

IL RACCONTO REALISTICO Nonna Sabrina Le caratteristiche del racconto realistico Il nuovo maestro L’orsacchiotto bagnato Momenti speciali Dai, giochiamo! Il gioco del silenzio Il tema di Camilla

18

20 22 23 24 26 28 30 31

MONITORAGGIO

TESTI NARRATIVI

L’ora del tè VIVERE STORIE NUOVE

50

VERIFICA

Avventure estive

51

VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

La pentola fortunata

52

IL RACCONTO D’AVVENTURA Un lupo da salvare Le caratteristiche del racconto d’avventura Un incontro sulla neve Temporale in mare Ne valeva la pena! Il piccolo pirata Mark Arrivo a New Orleans

54 56 57 58 60 62 64

MONITORAGGIO

A CHE PUNTO SONO? La mappa

A CHE PUNTO SONO?

32

VERIFICA

La mappa

66

VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

CHE COSA HO IMPARATO?

La verifica • PIÙ FACILE

L’estate di Lorenzo

La verifica • PIÙ FACILE

33

L’isola dei fantasmi

67

VERIFICA

VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

CHE COSA HO IMPARATO?

Oggi devo stare attento

2

36 38 39 40 42 44 46 48

Testi facilitati e semplificati

34

Fuga con il nonno

68


TESTI NARRATIVI

IL RACCONTO DI PAURA Una creatura inquietante Le caratteristiche del racconto di paura Un brivido di paura Aiuto, un gigante! La tomba di Helen In punta di piedi L’incubo

70 72 73 74 76 78 80

MONITORAGGIO

A CHE PUNTO SONO? La mappa

82

TESTO DESCRITTIVO

INDICE

99 100 102

Animali Tortellino L’orso

103 104

MONITORAGGIO

A CHE PUNTO SONO? La mappa

106

VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

VERIFICA

La verifica • PIÙ FACILE

CHE COSA HO IMPARATO? La verifica • PIÙ FACILE

Nel nascondiglio

Un personaggio bizzarro 83

CHE COSA HO IMPARATO?

CHE COSA HO IMPARATO?

Prigioniera

84

RISTORO

GIOCO e IMPARO

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

107

VERIFICA

VERIFICA

86

88

La maestra Dolcemiele e la direttrice Spezzindue

90

Le caratteristiche del testo descrittivo

92

Oggettivo e soggettivo

TESTO POETICO

IL TESTO DESCRITTIVO

TESTO DESCRITTIVO

Persone Mrs. Granger Ci siamo persi! Quattro sorelle

Una nuova casa per Anna

108

IL TESTO POETICO Rifare il mondo

110

Le caratteristiche del testo poetico La mia pelle

112 113

Rime e versi Nuvole Home Autunno

114 115 116

Similitudini Quiete

117

Metafore Ci sono giorni

118

Personificazioni Ascoltami

119

…………………………………………………

93

Luoghi e ambienti Un marinaio in collina Un tè sul soffitto

94 96

Onomatopee L’ombrello

120

97 98

Allitterazioni Filastrocca dei ruscelli fruscianti E l’acqua

121 121

Oggetti Una sedia diversa Un regalo speciale

Testi facilitati e semplificati

3


TESTO POETICO

INDICE Filastrocche Filastrocca degli odori delle cose Conta dei silenzi Calligrammi

122 122

…………………………………………………

123

MONITORAGGIO

A CHE PUNTO SONO? La mappa VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

MONITORAGGIO

La verifica • PIÙ FACILE

A CHE PUNTO SONO? La mappa

Se mi punge uno scorpione?

124

CHE COSA HO IMPARATO?

CHE COSA HO IMPARATO?

Insetti

Cara Martha

125

L’AUTOBIOGRAFIA E LA BIOGRAFIA Autobiografia • Una stanza tutta per me

IL DIARIO

126

Le caratteristiche del diario Il primo allenamento L’alloggio segreto Nuvole, fili d’erba e formiche Mi chiamo Mina e adoro la notte

128 129 130 132 134

A CHE PUNTO SONO? La mappa

136

VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO? La verifica • PIÙ FACILE

Una bambina indaffarata

Biografia • In viaggio per Pretoria

TESTI NARRATIVI

Lola e Lilù

MONITORAGGIO

TESTI NARRATIVI

149

VERIFICA

VERIFICA

Le caratteristiche di autobiografia e biografia Autobiografia La caramella rossa Espulsa da scuola La slitta Un bambino vivace Biografia Una giornalista in Somalia Aaron Fotheringham

137

CHE COSA HO IMPARATO?

138

LA LETTERA E L’E-MAIL Affare concluso Un picnic di inaugurazione

Le caratteristiche di lettera ed e-mail Esperienza al Camp Andrà tutto bene Che cinema! In riva al mare Testi facilitati e semplificati

152 153 154 155 156 158 160 161 162

A CHE PUNTO SONO? La mappa

Pesce d’aprile

150

MONITORAGGIO

VERIFICA

4

148

164

VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO? La verifica • PIÙ FACILE

140 141

Elicotteri in cielo

165

VERIFICA

142 143 144 145 146

CHE COSA HO IMPARATO?

Bibi

166

RISTORO

GIOCO e IMPARO

168


INDICE 170

VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

IL TESTO ESPOSITIVO Come nascono gli oceani?

172

Le caratteristiche del testo espositivo Lo splendore di Babilonia Il faraone dei misteri Alle estremità del corpo... Come ci si sveglia dal letargo? Come funzionano i robot?

174 175 176 178 180 181

La verifica • PIÙ FACILE

TESTI INFORMATIVI

SCOPRIRE IL MONDO

Stivali alle mani

195

VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

Pasta frolla al cacao

196

RISTORO

GIOCO e IMPARO

198

MONITORAGGIO

A CHE PUNTO SONO? La mappa

VIVERE LE STAGIONI

182

TESTI INFORMATIVI

VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO? La verifica • PIÙ FACILE

Ogni stella è un Sole

183

AUTUNNO

Pioggerella La festa delle luci Il giovane albero La festa di Halloween

200 201 202 203

INVERNO

VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

L’oro blu delle Alpi

184

IL TESTO REGOLATIVO L’acchiappa pioggia

186

Le caratteristiche del testo regolativo Se ami il pianeta Il gioco della campana Bacchette magiche colorate La scatola dei misteri

188 189 190 192 193

MONITORAGGIO

A CHE PUNTO SONO? La mappa

194

Neve Arturo Un problema per Babbo Natale Sciare ancora… La canzone delle mascherine

204 205 206 208 209

PRIMAVERA

Risveglio Il miracolo della Luna piena Incantesimo...

210 211 212

ESTATE

Le vacanze La notte dei desideri La fine dell’estate

214 215 216

In Hub Kids e HUB Kit: testi facilitati e semplificati. I testi facilitati e semplificati sono raccolti nel volume Che Facile! • Leggo, sento, imparo - Letture 4, disponibile su richiesta dell’insegnante. In Guida insegnante: strategie e dettagli operativi per la didattica inclusiva.

Testi facilitati e semplificati

5


il

L aboratorio

COMPRENDERE IN QUATTRO

1

PRIMA DI LEGGERE

ESPLORO

2

• IMMAGINI

• PERSONAGGI

• ASPETTO E FORMA DEL TESTO

• TEMPO

• PAROLE IN GRASSETTO, EVIDENZIATE O COLORATE

• SEQUENZE

• FATTI • PAROLE TIPICHE • LUOGHI

STRATEGIE DI LETTURA

LETTURA ATTENTA

6

LETTURA A SALTI


per

comprendere

MOSSE E TRE STRATEGIE

3

COLLEGO

4

RIFLETTO

• FACCIO COLLEGAMENTI NEL TESTO

• USO LA STRATEGIA DI LETTURA MIGLIORE

• COLLEGO A QUELLO CHE GIÀ SO

• PUNTO DI VISTA DI AUTORE O AUTRICE

• TROVO INFORMAZIONI E CI LAVORO

• MI FORMO UNA MIA OPINIONE

• TROVO IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE

• SCOPO DEL TESTO • RIFLETTO SUI MIEI ERRORI • EMOZIONI

LETTURA VELOCE

7


IL LABORATORIO PER COMPRENDERE

Per farti un’idea di che cosa parlerà un testo, puoi leggere il titolo, guardare le immagini e cercare le parole in evidenza.

LETTURA ESPRESSIVA DEL BRANO, AUDIO

Avventure estive Maria Parr, Cuori di waffel, Beisler editore

Mi P iace L eggere

LA CAMMINATA SULLA FUNE Il primo pomeriggio delle vacanze estive Lena e io costruimmo una funicolare tra le nostre due case. A sperimentarla, come al solito, sarebbe stata lei. Si arrampicò coraggiosamente sul davanzale, afferrò la fune con entrambe le mani e si buttò fuori avvinghiando i piedi nudi alla corda. Aveva tutta l’aria di essere una cosa estremamente pericolosa. Circa a metà strada i piedi le scivolarono dalla corda con un piccolo «sviss» e di colpo si ritrovò appesa solo con le mani. Il cuore prese a battermi fortissimo nel petto. – Oh-oh – fece Lena. – Continua! – le strillai. Fui informato che non era così facile continuare. – Allora resta attaccata! Ti salvo io!

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Guarda attentamente il disegno. A che cosa ti fa pensare? .................................................................................................... ....................................................................................................

Osservando il disegno, secondo te di che cosa parlerà il testo? .................................................................................................... ....................................................................................................

8

Leggere il titolo ti aiuta a rispondere alla domanda? Sì

No

A colpo d’occhio, la forma in cui è scritto il testo ti fa pensare a: una poesia. un racconto.


PRIMA DI LEGGERE

IL MATERASSO Al solo pensiero le mani mi si bagnarono di sudore. Fu in quel momento che mi venne l’idea del materasso. Mentre Lena restava attaccata come meglio poteva, io tirai il materasso giù dal letto di mamma e papà, lo spinsi per il corridoio, lo gettai per le scale e poi in giardino sull’erba che faceva resistenza. In giardino, dalle boccacce che faceva capii che stava per mollare da un momento all’altro. – Quanto sei lento, Trille! – sbuffò arrabbiata. I suoi codini neri neri ondeggiavano al vento. Lena pendeva giusto sopra la siepe, quindi dovevo posizionare il materasso proprio là.

LA CADUTA Alla fine Lena poté lasciare la presa e atterrò con un botto sordo. Io mi accasciai sollevato sull’erba e guardai Lena districarsi in mezzo alle frasche spiaccicate, tra i rami e il lenzuolo con gli angoli. – È stata colpa tua, per la miseria, Trille! – gridò. Beh, adesso, addirittura colpa mia…, pensai, ma non lo dissi. Ero felice che fosse viva. Come al solito.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Leggi solo i titoli delle sequenze. Secondo te, di che cosa parlerà il testo? ................................................................................................... ................................................................................................... ................................................................................................... ................................................................................................... ..................................................................................................

Leggi solo le parole evidenziate nel testo, poi rispondi. Secondo te, il testo che leggerai sarà ambientato:

Per rispondere alle domande della pagina precedente hai fatto una lettura a salti!

dentro casa. in giardino.

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IL LABORATORIO PER COMPRENDERE

Quanti modi ci sono per leggere un testo? Uno lo hai già visto, ora andiamo a scoprirne altri insieme!

Avventure estive Maria Parr, Cuori di waffel, Beisler editore

LA CAMMINATA SULLA FUNE Il primo pomeriggio delle vacanze estive Lena e io costruimmo una funicolare tra le nostre due case. A sperimentarla, come al solito, sarebbe stata lei. Si arrampicò coraggiosamente sul davanzale, afferrò la fune con entrambe le mani e si buttò fuori avvinghiando i piedi nudi alla corda. Aveva tutta l’aria di essere una cosa estremamente pericolosa. Circa a metà strada i piedi le scivolarono dalla corda con un piccolo «sviss» e di colpo si ritrovò appesa solo con le mani. Il cuore prese a battermi fortissimo nel petto. – Oh-oh – fece Lena. – Continua! – le strillai. Fui informato che non era così facile continuare. – Allora resta attaccata! Ti salvo io!

IL MATERASSO Al solo pensiero le mani mi si bagnarono di sudore. Fu in quel momento che mi venne l’idea del materasso. Mentre Lena restava attaccata come meglio poteva, io tirai il materasso giù dal letto di mamma e papà, lo spinsi per il corridoio, lo gettai per le scale e poi in giardino sull’erba che faceva resistenza. In giardino, dalle boccacce che faceva capii che stava per mollare da un momento all’altro. – Quanto sei lento, Trille! – sbuffò arrabbiata. I suoi codini neri neri ondeggiavano al vento. Lena pendeva giusto sopra la siepe, quindi dovevo posizionare il materasso proprio là.

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STRATEGIE DI LETTURE

LA CADUTA Alla fine Lena poté lasciare la presa e atterrò con un botto sordo. Io mi accasciai sollevato sull’erba e guardai Lena districarsi in mezzo alle frasche spiaccicate, tra i rami e il lenzuolo con gli angoli. – È stata colpa tua, per la miseria, Trille! – gridò. Beh, adesso, addirittura colpa mia…, pensai, ma non lo dissi. Ero felice che fosse viva. Come al solito. LABORATORIO per

COMPRENDERE

LETTURA ATTENTA Ora leggi molto attentamente il brano e cerca di raccogliere più informazioni possibili. Poi, rispondi alle seguenti domande. • Dove è stata costruita la funicolare? ................................................................................................................

• Chi l’avrebbe sperimentata?

Lena.

Trille.

Per rispondere alle domande precedenti hai fatto una lettura attenta del testo, che ha lo scopo di acquisire informazioni in maniera approfondita. Potrai adottare questa strategia ogni volta che vedrai la lente di ingrandimento!

• Su che cosa cade Lena? .......................................................... ................................................................................................................

LETTURA VELOCE Rispondi a questa domanda. • Durante quali vacanze è ambientata la vicenda? Natalizie. Estive. Pasquali. Come hai fatto a rispondere a questa domanda? Hai riletto tutto il brano attentamente. Hai fatto una lettura veloce.

LETTURA A SALTI Rispondi a queste domande. • Su che cosa pendeva Lena? Sopra una siepe. Sul prato. • Dove si trovava il materasso? ................................................. Come hai fatto a rispondere a queste domande? Hai letto tutto il brano attentamente. Hai fatto una lettura a salti.

Per rispondere ad alcune domande puoi fare una lettura veloce, cioè dare una scorsa rapida al testo andando a caccia delle informazioni che ti vengono chieste. Una lettura più rapida può essere utile anche per cogliere il contenuto generale di un testo. Potrai adottare questa strategia ogni volta che vedrai i pattini!

Per rispondere ad alcune domande puoi fare una lettura a salti, cioè una lettura selettiva e mirata, aiutandoti con i titoli, la divisione in sequenze o paragrafi, le parole in evidenza o la posizione degli elementi nel testo. Potrai adottare questa strategia ogni volta che vedrai la molla!

11


IL LABORATORIO PER COMPRENDERE

Per iniziare a diventare una lettrice esperta o un lettore esperto devi imparare a esplorare il testo: così scoprirai i suoi elementi principali.

personaggi

fatti

struttura

sequenze

tempo

luoghi

parole tipiche

Ora leggi attentamente il brano e prova a scoprirli! I testi narrativi possono essere suddivisi in sequenze. Si passa da una sequenza all’altra quando succede qualcosa di nuovo, c’è un cambiamento di luogo o tempo o entrano ed escono di scena uno o più personaggi.

Avventure estive Maria Parr, Cuori di waffel, Beisler editore

LA CAMMINATA SULLA FUNE Il primo pomeriggio delle vacanze estive Lena e io costruimmo una funicolare tra le nostre due case. A sperimentarla, come al solito, sarebbe stata lei. Si arrampicò coraggiosamente sul davanzale, afferrò la fune con entrambe le mani e si buttò fuori avvinghiando i piedi nudi alla corda. Aveva tutta l’aria di essere una cosa estremamente pericolosa. Circa a metà strada i piedi le scivolarono dalla corda con un piccolo «sviss» e di colpo si ritrovò appesa solo con le mani. Il cuore prese a battermi fortissimo nel petto. – Oh-oh – fece Lena. – Continua! – le strillai. Fui informato che non era così facile continuare. – Allora resta attaccata! Ti salvo io!

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ESPLORO

IL MATERASSO Al solo pensiero le mani mi si bagnarono di sudore. Fu in quel momento che mi venne l’idea del materasso. Mentre Lena restava attaccata come meglio poteva, io tirai il materasso giù dal letto di mamma e papà, lo spinsi per il corridoio, lo gettai per le scale e poi in giardino sull’erba che faceva resistenza. In giardino, dalle boccacce che faceva capii che stava per mollare da un momento all’altro. – Quanto sei lento, Trille! – sbuffò arrabbiata. I suoi codini neri neri ondeggiavano al vento. Lena pendeva giusto sopra la siepe, quindi dovevo posizionare il materasso proprio là.

LA CADUTA Alla fine Lena poté lasciare la presa e atterrò con un botto sordo. Io mi accasciai sollevato sull’erba e guardai Lena districarsi in mezzo alle frasche spiaccicate, tra i rami e il lenzuolo con gli angoli. – È stata colpa tua, per la miseria, Trille! – gridò. Beh, adesso, addirittura colpa mia…, pensai, ma non lo dissi. Ero felice che fosse viva. Come al solito.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Confrontati con i tuoi compagni e le tue compagne e sottolinea con i colori indicati: personaggi tempo luogo fatti All’interno del testo ci sono dei titolini che ne evidenziano la struttura. Riesci a collegare i titoli delle tre sequenze a inizio • sviluppo • conclusione? La camminata sulla fune

conclusione

Il materasso

sviluppo

La caduta

inizio

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IL LABORATORIO PER COMPRENDERE

Dopo aver scoperto gli elementi principali di un testo, puoi iniziare a capire il suo significato. Per farlo, puoi fare collegamenti all’interno del testo o tra quello che leggi e quello che sai già.

Avventure estive Maria Parr, Cuori di waffel, Beisler editore

LA CAMMINATA SULLA FUNE Il primo pomeriggio delle vacanze estive Lena e io costruimmo una funicolare tra le nostre due case. A sperimentarla, come al solito, sarebbe stata lei. Si arrampicò coraggiosamente sul davanzale, afferrò la fune con entrambe le mani e si buttò fuori avvinghiando i piedi nudi alla corda. Aveva tutta l’aria di essere una cosa estremamente pericolosa. Circa a metà strada i piedi le scivolarono dalla corda con un piccolo «sviss» e di colpo si ritrovò appesa solo con le mani. Il cuore prese a battermi fortissimo nel petto. – Oh-oh – fece Lena. – Continua! – le strillai. Fui informato che non era così facile continuare. – Allora resta attaccata! Ti salvo io!

IL MATERASSO Al solo pensiero le mani mi si bagnarono di sudore. Fu in quel momento che mi venne l’idea del materasso. Mentre Lena restava attaccata come meglio poteva, io tirai il materasso giù dal letto di mamma e papà, lo spinsi per il corridoio, lo gettai per le scale e poi in giardino sull’erba che faceva resistenza. In giardino, dalle boccacce che faceva capii che stava per mollare da un momento all’altro. – Quanto sei lento, Trille! – sbuffò arrabbiata. I suoi codini neri neri ondeggiavano al vento. Lena pendeva giusto sopra la siepe, quindi dovevo posizionare il materasso proprio là.

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COLLEGO

LA CADUTA Alla fine Lena poté lasciare la presa e atterrò con un botto sordo. Io mi accasciai sollevato sull’erba e guardai Lena districarsi in mezzo alle frasche spiaccicate, tra i rami e il lenzuolo con gli angoli. – È stata colpa tua, per la miseria, Trille! – gridò. Beh, adesso, addirittura colpa mia…, pensai, ma non lo dissi. Ero felice che fosse viva. Come al solito.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Ora che hai letto attentamente il testo, rispondi alle seguenti domande. • Secondo te, che tempo c’è quel pomeriggio? C’è il sole. Sottolinea nel testo le parti che te lo fanno capire.

Piove.

• Rileggi la frase in verde nel testo. Secondo te, dove cade Lena?

Sulla siepe.

Sul materasso.

• Quale di queste tre bambine è Lena?

• Le parti in azzurro nel testo sono: • Chi parla?

Lena e Trille.

• Sai che cos’è una funicolare? Sì

un dialogo.

Lena e il papà.

una descrizione. Trille e la bisnonna.

No

Se non lo sai, riesci a ricavarne il significato leggendo la frase in cui il termine è inserito? Sì

No

• Riesci a collegare i fatti narrati a qualcosa che ti è accaduto? Racconta in classe.

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IL LABORATORIO PER COMPRENDERE

Infine, puoi imparare a riflettere sullo scopo del testo e a usare la strategia migliore per comprendere; puoi formarti un’opinione su quello che leggi e sul punto di vista dell’autore o dell’autrice.

Avventure estive Maria Parr, Cuori di waffel, Beisler editore

LA CAMMINATA SULLA FUNE Il primo pomeriggio delle vacanze estive Lena e io costruimmo una funicolare tra le nostre due case. A sperimentarla, come al solito, sarebbe stata lei. Si arrampicò coraggiosamente sul davanzale, afferrò la fune con entrambe le mani e si buttò fuori avvinghiando i piedi nudi alla corda. Aveva tutta l’aria di essere una cosa estremamente pericolosa. Circa a metà strada i piedi le scivolarono dalla corda con un piccolo «sviss» e di colpo si ritrovò appesa solo con le mani. Il cuore prese a battermi fortissimo nel petto. – Oh-oh – fece Lena. – Continua! – le strillai. Fui informato che non era così facile continuare. – Allora resta attaccata! Ti salvo io!

IL MATERASSO Al solo pensiero le mani mi si bagnarono di sudore. Fu in quel momento che mi venne l’idea del materasso. Mentre Lena restava attaccata come meglio poteva, io tirai il materasso giù dal letto di mamma e papà, lo spinsi per il corridoio, lo gettai per le scale e poi in giardino sull’erba che faceva resistenza. In giardino, dalle boccacce che faceva capii che stava per mollare da un momento all’altro. – Quanto sei lento, Trille! – sbuffò arrabbiata. I suoi codini neri neri ondeggiavano al vento. Lena pendeva giusto sopra la siepe, quindi dovevo posizionare il materasso proprio là.

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RIFLETTO

LA CADUTA Alla fine Lena poté lasciare la presa e atterrò con un botto sordo. Io mi accasciai sollevato sull’erba e guardai Lena districarsi in mezzo alle frasche spiaccicate, tra i rami e il lenzuolo con gli angoli. – È stata colpa tua, per la miseria, Trille! – gridò. Beh, adesso, addirittura colpa mia…, pensai, ma non lo dissi. Ero felice che fosse viva. Come al solito.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Rispondi alle seguenti domande. • Le parti evidenziate in rosa raccontano le emozioni di chi sta narrando la vicenda, Trille, l’amico di Lena. Come si sente secondo te? .................................................................................................................................................

• Che tipo di emozioni ti trasmette? Ti senti coinvolto/a? .................................................................................................................................................

• L’idea che ti sei fatto/a del testo dopo averlo letto coincide con quella che avevi prima di leggerlo? .................................................................................................................................................

• Secondo te, come procederà la vicenda? .................................................................................................................................................

• Che cosa pensi della situazione in cui si sono trovati Trille e Lena? .................................................................................................................................................

• Al loro posto cosa avresti fatto? .................................................................................................................................................

17


V

ivere

e v o u n storie IL RA CC REAL ONTO pagg ISTICO . 2035

IL RACCONTO FANTASTICO pagg. 36-53

18 666

IONE

OSSERVAZ


Che cosa imparerai In queste pagine leggerete di eventi che possono capitare nella vita di tutti i giorni, a bambini e bambine come voi; verrete immersi in un mondo fantastico dove l’immaginazione vi farà vedere luoghi e personaggi che in realtà non esistono. Vi troverete in un battito di ciglia in mezzo ad avventure mozzafiato e situazioni da brrr... pelle d’oca!

LA MIA BIBLIOTECA, AUDIO, VIDEO

IL RACCONTO DI PAURA pagg. 70-85

IL RACCONTO D’AVVENTURA pagg. 54-69

IONE

OSSERVAZ

19


R acconto R ea ealistico listico

Il

PRIMA

dell’ ASCOLTO

Osserva bene l’illustrazione, leggi il titolo e l’inizio del racconto.

Nonna Sabrina Annalisa Strada, Topi ne abbiamo?, DeAgostini

Mi P iace L eggere

LO SAI CHE ODORE HANNO LE VACANZE? HANNO UN PROFUMO BUONO CHE SA DI CASA, DI VENTO TRA GLI ALBERI, DI SVEGLIA CHE SUONA TARDI (O NON SUONA PER NIENTE), DI LIBRI E DI AMICI DA ANDARE A TROVARE. ERA DI QUESTO ODORE, CHE SI ANNUSAVA GIÀ DA LONTANO...

DOPO

l’ ASCOLTO

Chi sono i personaggi del racconto? Fate e maghi. Persone normali. Animali fantastici.

20 666

ZIONE PRESENTA

Dove si svolge la vicenda? In una casa. In un castello. Su una spiaggia.

NONNA SABRINA • BRANO SONORO


IL RACCONTO REALISTICO • LIBRO DI SCRITTURA PAGG. 28-32

Gira pagina e scopri le caratteristiche del racconto realistico.

Com’è il tempo del racconto? Definito. Indefinito.

La vicenda potrebbe essere accaduta davvero nella realtà? Sì. No.

Secondo te, qual è lo scopo del testo nei confronti di chi legge? Informare. Raccontare esperienze. ZIONE

PRESENTA

21


Le

Il racconto realistico

C aratteristiche Leggi le caratteristiche del racconto realistico, poi controlla se hai dato le risposte corrette alle domande di pagg. 20-21.

PERSONAGGI

LUOGHI

I PERSONAGGI SONO REALI E POSSONO ESSERE DI TANTI TIPI: AMICI, AMICHE, GENITORI, NONNI, NONNE, INSEGNANTI…

I LUOGHI SONO SEMPRE REALI: SPAZI DELLA VITA QUOTIDIANA.

IL RACCONTO REALISTICO

SCOPO RACCONTA VICENDE VISSUTE O ESPERIENZE DI VITA IN CUI CHI LEGGE PUÒ IDENTIFICARSI.

TEMPO IL TEMPO È SEMPRE PRECISATO. LE AZIONI SI POSSONO SVOLGERE NEL PRESENTE O NEL PASSATO.

FATTI PUOI TROVARE FATTI POSSIBILI O REALMENTE ACCADUTI CHE UNA PERSONA HA VOLUTO NARRARE.

S trategie per S crivere 22 666

ZIONE PRESENTA

pagg. 28-32 del tuo L ibro di S crittura


VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto realistico

Il nuovo maestro Susie Morgenstern, Joker, Edizioni Biancoenero

Mi P iace L eggere

BRANI AUDIO, VIDEO, MAPPE, ALTRI CONTENUTI DIGITALI DELL’UNITÀ

In fondo erano contenti di tornare a scuola. Anche se borbottavano e si lamentavano, alla fine però desideravano quel primo giorno di scuola. Avevano un po’ di paura per il nuovo maestro, ma era proprio arrivato il momento di iniziare quest’ultimo anno delle scuole elementari. Un maestro così, però, proprio non se lo aspettavano. Luca si chiese come fosse possibile che un maestro nuovo fosse così vecchio. Omar gli si avvicinò per essere sicuro di non vedere doppio, o triplo… o quadruplo: ma tutte quelle rughe erano vere? Gli alunni e le alunne si guardavano preoccupati. Erano delusi, decisamente delusi. Si aspettavano un bel maestro giovane e sportivo, e invece si ritrovavano un vecchio signore con i capelli bianchi che andavano in tutte le direzioni, con gli occhiali poggiati sulla punta del naso. La voce del maestro li colse di sorpresa. Nina fece un salto quando sentì quella voce bassa e profonda che sembrava venire da un altro mondo. Anche le prime parole del maestro li lasciarono stupiti. Non “Buongiorno”, né “Mi chiamo…” e neanche “Sedetevi”. Soltanto: “Ho un regalo per voi”. Costanza scartò il suo pacchetto e scoprì un mazzo di carte identico a quello dei compagni e delle compagne: un mazzo di carte come quelli che trovi nei negozi, con i cuori e i quadri, i fiori e le picche. Sul dorso di ogni carta c’era scritto JOLLY. Sull’altro lato erano scritte delle frasi. Lesse a voce alta: JOLLY PER RIMANERE A LETTO JOLLY PER NON ANDARE A SCUOLA JOLLY PER ARRIVARE A SCUOLA IN RITARDO LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Sottolinea nel testo in verde le frasi che descrivono il nuovo maestro e in rosso le frasi che raccontano come si sentono gli alunni e le alunne.

Mi P iace Scrivere

Quali jolly vorresti avere nella vita di tutti i giorni? Scrivine una lista sul quaderno.

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VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto realistico

Mi P iace L eggere

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Andra si concentra sui suoi passi “per distrarsi e non rimuginare”. Secondo te che cosa si fa quando si rimugina? ...................................................................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ......................................................................................

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Testo facilitato e semplificato

L’orsacchiotto bagnato Alessandra Viola, Rosalba Vitellaro, La stella di Andra e Tati, DeAgostini

Andra cercò di concentrarsi sui suoi passi. Qualcosa di semplice come mettere un piede dopo l’altro, per distrarsi e non rimuginare su quello che stava capitando. La neve era alta e si sprofondava, quindi la cosa migliore era mettere i piedi nelle tracce dei passi delle persone che l’avevano preceduta. Un passo dietro l’altro. Un respiro dietro l’altro. Anche qui l’aria fredda faceva le nuvolette, ma ad Andra parve che fossero meno belle di quelle che faceva a Fiume e che l’aria avesse addirittura un cattivo sapore. La neve, calpestata da centinaia di piedi, si trasformava in fango grigiastro. Non somigliava più a quella bianca e soffice che le era sempre piaciuta tanto a Fiume. Qui non aveva più nulla di piacevole. Mentre guardava a terra, a un certo punto lo sguardo di Andra cadde su un oggetto colorato.


Il racconto realistico

Si avvicinò per osservarlo meglio. Era un orsacchiotto! Un pupazzo arrivato fin laggiù, in quel posto grigio e spaventoso, per tenere compagnia a un bambino. Lo raccolse e pensò che lo avrebbe portato con sé, per dormirci insieme. Lo strinse forte al petto e si sentì subito meglio, come se un improvviso calore si diffondesse dal cuore in tutto il corpo. Ci sono momenti in cui nulla riesce a tirarci su il morale e altri in cui basta un orsetto bagnato per ricominciare a sperare e sentirsi felici. Pochi passi più avanti, però, un bambino tirava su col naso e piangeva. – È tuo? – chiese Andra senza pensarci, tendendogli l’orsacchiotto per farglielo vedere. Il bambino si voltò appena, finendo di asciugarsi il naso con il dorso della mano. Allungò la mano e recuperò l’orsacchiotto. – Grazie – disse senza smettere di camminare e di piangere, ancora con la testa girata verso di lei. Sul suo viso apparve un accenno di sorriso, che evidentemente era il meglio che riuscisse a fare in quel momento. Anche Andra gli sorrise. Lo guardò allontanarsi e si disse che aveva fatto bene a ridargli subito l’orsacchiotto: sembrava averne molto bisogno.

VIVERE STORIE NUOVE

Il Giorno della Memoria

Il 27 gennaio di ogni anno si celebra il Giorno della Memoria, durante il quale vengono ricordate le vittime della Shoah. Per approfondire questo argomento, guarda in classe il film d’animazione La stella di Andra e Tati: scoprirai il contesto storico in cui è ambientato questo racconto.

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Rileggi la frase evidenziata nel testo. Quali riflessioni ti suscita? Confrontati con i tuoi compagni e le tue compagne. C’è qualcosa che ti aiuta a risollevare il morale quando sei triste?

LABORATORIO per

COMPRENDERE

R ifletto Nel racconto viene narrato un episodio di generosità. Quale? Perché, secondo te, è particolarmente importante in questo racconto?

Mi P iace Scrivere

Quali sono le cose che fai per scacciare la tristezza e tirarti su di morale? Scrivi un elenco sul quaderno.

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VIVERE STORIE NUOVE

LABORATORIO per

COMPRENDERE

P rima di L eggere Leggi le righe evidenziate nel testo. Secondo te, che cosa potresti avere in comune con Luca?

C ollego In quale periodo della sua vita Luca si è sentito un po’ solo? Come mai? .............................................................................. ..............................................................................

Che cosa fa sentire Luca più sereno? Cancella le risposte sbagliate. la cioccolata calda • chiudere la sorellina in bagno • la carezza della mamma • il fatto che la mamma e il papà sono indaffarati • il racconto della mamma di quando lui era piccolo

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Testo facilitato e semplificato

Il racconto realistico

Momenti speciali

Mi P Alberto Pellai, Il mio cuore è un purè di fragole, Erickson L iace eggere Luca ha otto anni, una sorella e due genitori, come tanti altri bambini del mondo, magari anche proprio come te. Forse tu non hai fratelli o sorelle. Oppure hai più fratelli di Luca. O forse vivi solo con la mamma o solo con il papà. Ma, credimi, ci sono un sacco di cose in comune tra te e Luca. All’inizio, quando è nata Cristina, è stato tutto un po’ più difficile. In quel periodo Luca si è sentito un po’ solo. Ha avuto paura che mamma e papà gli volessero meno bene. Invece erano solo un po’ più indaffarati del solito. Un giorno Luca ha preso il passeggino con dentro sua sorella Cristina e l’ha chiusa in bagno. Poi è corso dalla mamma e le ha detto: – Cristina è scappata di casa e ha detto che non ha più voglia di stare con noi! Sul volto della mamma è comparsa un’espressione un po’ preoccupata. Poi, seria, ha detto: – Dovremmo andare a cercarla, prima che scappi troppo lontano. Luca, dopo un po’, ha detto alla sua mamma: – Forse Cristina si è nascosta in bagno.


VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto realistico

La mamma allora l’ha trovata, e poi si è messa a preparare per Luca una buonissima cioccolata calda. Luca ha sentito che la dolcezza e il calore di quella bevanda meravigliosa gli facevano molto bene. Allora si è avvicinato alla mamma e le ha raccontato di essere stato lui a nascondere Cristina nel bagno. La mamma gli ha accarezzato la testa e gli ha detto: – Non preoccuparti. Sai, dopo che è nata Cristina, forse tu ti sei sentito un po’ solo. Abbiamo avuto meno tempo per stare con te e giocare insieme, perché lei ha bisogno di molte cure e attenzioni, proprio come quando tu eri nato da poco. Allora, io passavo molto tempo con te. Ti davo il latte, ti coccolavo e ti tenevo stretto al mio cuore. Questo racconto della mamma ha dato molta serenità a Luca, che ora si sente più tranquillo. Che peccato non ricordare nulla di quei momenti! Sarebbe bellissimo conservare nella memoria quei momenti, che dovevano essere tanto speciali. LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro I fatti narrati sono: realmente accaduti. possibili, cioè che possono accadere nella realtà. impossibili, cioè che non possono accadere nella realtà.

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

C’è stato un momento nella tua vita in cui hai provato una sensazione di solitudine? Racconta.

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VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto realistico

Dai, giochiamo! Mi P iace L eggere

Alberto Melis, in AA.VV., A braccia aperte. Storie di bambini migranti, Mondadori

Qualche mese prima, nel grande campo rom dove Claudia era nata e aveva sempre vissuto, alla periferia di una città di mare, era arrivata la notizia che l’insediamento sarebbe stato chiuso. Ogni famiglia avrebbe dovuto cercare un’altra sistemazione: o andare via per sempre dalla città o accettare l’aiuto del Comune per prendere una casa in affitto. I suoi genitori sembravano più propensi ad accettare l’offerta del Comune. Ed ecco che, a bordo del camioncino del papà, Claudia si allontana per sempre dal campo, per trasferirsi in un altro quartiere, in una piccola casa con un ampio cortile. Arrivati sul posto Claudia si accorge che a pochi passi una buffa ragazzina osserva ogni loro movimento. Ha pressappoco la sua età, un cappellino messo in testa di traverso, è esile come uno stecco e stringe tra le mani un pallone da basket. Mentre gli altri entrano in casa, Claudia si attarda e la sfida con lo sguardo. E in quel momento la ragazzina la travolge con un disordinato fiume di parole. – Come ti chiami? Siete stranieri, vero? Capisci la mia lingua? UN CREATURA I Da che Paese venite? • BRANO

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego

R ifletto

Quale importante decisione deve prendere la famiglia di Claudia? Segna con una X la risposta corretta. Andare via dalla città o accettare l’offerta del Comune per una casa in affitto. Andare via o rimanere nell’insediamento.

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Testo facilitato e semplificato

Quale strategia hai usato per rispondere alla domanda?


VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto realistico

Claudia per un po’ tentenna. Ma poi il sorriso della ragazzina la spinge a rispondere. – Mi chiamo Claudia. Certo che capisco la tua lingua. È anche la mia. Io vengo da un Paese vicino e lontano. Anzi lontanissimo... La ragazzina però sembra non badare affatto alle sue parole. Si dondola sui piedi e si raschia la gola. Poi solleva un braccio verso il cortile. – Potrò entrare qualche volta? I vecchi inquilini mi permettevano di farlo. Claudia si volta e solo allora capisce a cosa si riferisce la ragazzina. Su un muro del cortile c’è un canestro da basket. Vecchio, storto e piuttosto arrugginito. – Mi chiamo Manuela. Se vuoi possiamo giocare insieme. Claudia esita. Trattiene il respiro. – Noi... Noi siamo rom – sussurra con un filo di voce. Ma la ragazzina non le lascia il tempo di capire se ha udito o no le sue parole. In un attimo è già dentro il cortile, sotto il canestro. – Dai, cosa aspetti? Giochiamo! – esclama. Per un attimo a Claudia sembra che il tum tum del pallone si sovrapponga al battito del suo cuore, che ora spinge e spinge forte nel petto, come succede quando ci si accorge che qualcosa di meraviglioso è successo. Come l’improvviso alleggerirsi NA di un peso sul cuore o il fiorire inatteso di una speranza e di INQUIETANTE SONORO un’amicizia. LABORATORIO per

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Che sensazioni avresti provato di fronte alle domande di Manuela? Avresti reagito come Claudia? Racconta.

COMPRENDERE

E sploro Evidenzia con tre colori diversi l’inizio, lo sviluppo e la conclusione del racconto. Poi dividi il testo in sequenze: segnale di lato con colori diversi.

R ifletto Come si sente Claudia alla fine della vicenda? Rileggi le ultime frasi e confrontati con i tuoi compagni e le tue compagne.

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VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto realistico LABORATORIO per

COMPRENDERE

P rima di L eggere Leggi il titolo e osserva la fotografia. Secondo te, di che cosa parlerà il racconto?

Il gioco del silenzio Andrew Clements, Il gioco del silenzio, BUR ragazzi

Mi P iace Scrivere Se anche tu ti fai delle domande importanti come il protagonista del racconto, scrivile sul quaderno. Poi confrontale con quelle scritte dai tuoi compagni e dalle tue compagne.

GIOCO e IMPARO Tu e i tuoi compagni e compagne riuscireste a resistere per un po’ di tempo in silenzio, spiegandovi solo con i gesti? Fate una prova!

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Mi P iace L eggere

Dave era affascinato da Gandhi. Quell’omino pelle e ossa aveva cacciato in pratica da solo l’intero esercito britannico dall’India. Senza usare le armi o la violenza, però. Si era battuto con le parole e le idee. In uno dei libri, Dave aveva letto: per molti anni, per un giorno alla settimana, Gandhi restava in assoluto silenzio. Era convinto che fosse un modo per rimettere ordine nella sua mente. E si era ritrovato a domandarsi come sarebbe stato restare in silenzio per un giorno intero. E aveva finito per chiedersi se non parlare avrebbe rimesso ordine anche nella sua mente. In effetti, Dave non era tanto sicuro di che cosa significasse “rimettere ordine nella sua mente”. Una cosa così semplice come non parlare poteva davvero cambiare il modo in cui funzionava la mente umana? Non parlare poteva renderlo... più brillante? Avrebbe finalmente capito le frazioni? Sarebbe riuscito a leggere una frase e a riconoscere un avverbio, invece che tirare a indovinare? E lo sport? Uno con la mente più in ordine giocava meglio a baseball? Domande importanti. Così Dave decise di sigillarsi le labbra e fare un tentativo. Aveva fatto fatica a restare in silenzio? Potete scommetterci. Soprattutto all’inizio. Ma aveva capito subito che facendo un cenno con il capo e sorridendo, aggrottando le sopracciglia e scrollando le spalle, scuotendo la testa, alzando un pollice o battendo un cinque, o anche solo infilandosi le mani nelle tasche del cappotto e girando sui tacchi, si riusciva a non parlare.


VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto realistico

Il tema di Camilla Lia Levi, Una famiglia formato extralarge, Mondadori Libri per Piemme

Mi P iace L eggere

Quando la maestra l’ha mandata a chiamare, mamma ha sbuffato un poco. Ha chiesto a Camilla: – Ne hai combinata qualcuna delle tue? – Non credo proprio, – ha risposto mia sorella, con quella ridicola aria di superiorità che mi fa tanto venire i nervi – forse ti vorrà dire quanto sono belli i miei temi. Sì, si trattava proprio di un tema, e magari anche di un tema senza errori di grammatica, ma mica basta non fare errori. Bisogna vedere cosa ci scrivi. Il titolo era “La mia famiglia”, ma mia sorella, come al solito, si era lanciata con la sua cosiddetta “fantasia”. Dire che aveva inventato è dire troppo poco. Se diamo retta al suo tema, papà dovrebbe essere una di quelle persone misteriose che appaiono e scompaiono, una specie di marinaio che prende sempre una nave senza nemmeno sapere dove va, e poi all’improvviso torna, per sparire di nuovo e stare via per mesi e anni. Che la storia non fosse vera, la maestra l’aveva capito, ma secondo lei questa invenzione significava che la bambina soffriva per l’assenza del padre, e questo suo tema era una specie di grido d’allarme. Dopo tutto è anche vero che papà da qualche anno non vive più con noi, però non è affatto sparito. Lo vediamo tutte le settimane e, quando serve, anche di più. Il fatto è che a mia sorella piace tantissimo fare la commediante. Allora io ho buttato lì: – Perché hai scritto tutte quelle bugie su nostro padre? – e lei ha risposto che nei temi puoi scrivere tutto quello che ti pare, basta che non fai sbagli. – Anche gli scrittori – si è degnata di spiegare – devono fare così: inventare tutto.

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Prova anche tu a inventare una storia fantasiosa sulla tua famiglia. Preparati uno schema con parole chiave e piccoli disegni, poi racconta alla classe! Chi di voi avrà la famiglia più stravagante? LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Perché la mamma viene chiamata dalla maestra? Rispondi a voce e confrontati con la classe.

E sploro Chi narra questo racconto? Il fratello o la sorella di Camilla. Il cugino o la cugina di Camilla. Sottolinea gli indizi che ti hanno aiutato a rispondere alla domanda.

Testo facilitato e semplificato

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A CHE PUNTO SONO?

Il racconto realistico La mappa

Completa la mappa con le informazioni mancanti.

I personaggi sono …………………...……...……................................

e possono essere di tanti tipi.

I luoghi dove si svolgono le vicende sono …………………......................…....…….........……, o spazi della vita …………………......................

IL RACCONTO REALISTICO

Chi scrive ha lo scopo di raccontare fatti ………...……...……............................................

o esperienze in cui chi legge può ………...……...…….................................

Il tempo è precisato: le azioni si svolgono nel ………...……...……...............................................

o nel ………...……...……...............................

Narra fatti reali o possibili, che ………...……...……................................. nella realtà.

SORRIDOIM

PARO

Ricorda sempre: quando leggi un brano puoi aiutarti con un segnalibro o un righello da appoggiare sul libro così da vedere una riga per volta. In questo modo migliorerai la lettura e non perderai il segno.

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GGIO MONITORA


CHE COSA HO HAI IMPARATO? IMPARATO? La verifica • PIÙ FACILE

L’estate di Lorenzo Elisa Rocchi, Marianna Balducci, Spettri, streghe, Mazapègul e altri esseri fantastici dell’Emilia Romagna, a cura di Teresa Porcella, Telos

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Dove trascorre

Mi P iace L eggere

Con la mamma e il babbo, Lorenzo trascorre tutto giugno al Bagno Lux. Lorenzo ama restare fino a sera sulla

Lorenzo il mese di giugno? In città. In montagna. Al mare.

battigia e al tramonto gioca ai pirulli.

Che cosa fa Lorenzo

In vacanza non deve stare attento agli orari come

al tramonto?

in città, dove tutto procede al ritmo della campanella di scuola e del fischietto dell’allenatore di basket. Lorenzo, qui, “non ha preoccupazioni”, come dice Gustavo

Gioca ai pirulli. Nuota. Passeggia.

il bagnino.

Che cosa vuole fare

Lorenzo trascorre gran parte del suo tempo con Camilla

Lorenzo da grande?

e Hans: i bambini sono amici da sempre. Camilla e Hans sono gli unici a sapere che Lorenzo, da grande, vuole diventare un bagnino. Sta cullando questa idea sin dal primo giorno in cui ha messo piede al Bagno Lux. Gli piacciono i pantaloncini rossi e ama essere di aiuto agli altri. Camilla, che è sempre stata la più pratica del terzetto, suggerisce a Lorenzo di chiedere a Gustavo come funziona la scuola di salvataggio e a quanti anni si può iniziare la carriera di bagnino.

Attiva gli esercizi su HUB Kids

Il bagnino. L’allenatore di basket. L’insegnante. Chi suggerisce a Lorenzo di parlare con Gustavo sulla scuola di salvataggio? Camilla. Hans. La mamma.

VERIFICA

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VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

Oggi devo stare attento Luigi Ballerini, L’estate di Nico, Giunti Junior

Mi P iace L eggere

Anche nelle lunghe mattinate in classe partiva pieno di buona volontà e si riprometteva: “Oggi devo stare attento, oggi devo stare attento!” Ma se ad esempio la lezione della maestra Mosconi trattava degli antichi Egizi, dopo solo due minuti lui non si trovava più al suo banco, ma si era già trasformato in un faraone seduto sul trono. Doveva prendere decisioni importantissime, da cui dipendevano le sorti dell’Egitto tutto, anzi di più, dell’universo intero. E accanto a lui c’era sicuramente un bellissimo gattone portafortuna, che, guarda caso, assomigliava proprio al suo Pepe. A volte i suoi compagni iniziavano la ricreazione senza che lui se ne accorgesse, tanto era sulle nuvole. Per fortuna poi arrivava qualcuno che lo scuoteva e gli gridava: “Dai vieni a fare due tiri a pallone con noi!”. E allora tornava sulla terra, in classe. La maestra lo riprendeva in continuazione, ripeteva sempre che era molto intelligente, ma che si distraeva troppo e non si applicava abbastanza. Andrea di qua, Andrea di là, Andrea di su, Andrea di giù: poveretta, faceva una gran fatica a tenerlo attento e sveglio. “Possibile che sappia solo un nome in tutta la classe? Non pronuncia altro che il mio!”, pensava Andrea.

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VERIFICA


VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Rispondi alle domande cercando gli indizi nel testo. • Qual è il nome del protagonista del testo? .................................................................................................................... • Che cosa succede al protagonista quando la lezione tratta degli antichi Egizi? ....................................... ...................................................................................................................................................................................................................

• Come si immagina il protagonista quando si trasforma in un faraone? ....................................................... ...................................................................................................................................................................................................................

• Chi è Pepe? ....................................................................................................................................................................................... Leggi le affermazioni e segna con una X se sono vere (V) o false (F). • I compagni e le compagne del protagonista spesso iniziano la ricreazione senza di lui. V • Mosconi è il nome del protagonista della storia. V

F

• La maestra fatica a tenere il protagonista sveglio e attento.

V

F

• Questo brano è un testo fantastico.

V

F

• Il luogo in cui si svolge la vicenda è reale.

V

F

A COLPO

F

d’ OCCHIO

Osserva queste 3 copertine di libri, leggi i titoli e indica con una X quella che, secondo te, racconta una storia realistica. Poi controlla la risposta in fondo alla pagina.

RIFLETTO

e

VALUTO

Quanto ti senti sicuro/a con i RACCONTI REALISTICI? Ora chiedi all’insegnante di scrivere qui i suoi consigli per te. .......................................................................................................................................................................................................................

SOLUZIONE: Mio fratello rincorre i dinosauri Attiva gli esercizi su HUB Kids

VERIFICA

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R acconto Fan antastico tastico

Il

PRIMA

dell’ ASCOLTO

Osserva bene l’illustrazione, leggi il titolo e l’inizio del racconto.

Una vera strega Roald Dahl, Le streghe, Adriano Salani Editore, Milano 2021

Mi P iace L eggere

NELLE FIABE LE STREGHE PORTANO SEMPRE RIDICOLI CAPPELLI NERI E NERI MANTELLI, E VOLANO A CAVALLO DELLE SCOPE. MA QUESTA NON È UNA FIABA: È DELLE STREGHE VERE CHE PARLEREMO. CI SONO ALCUNE COSE IMPORTANTI CHE DOVETE SAPERE, SUL LORO CONTO...

DOPO

l’ ASCOLTO

Chi sono i personaggi del racconto? Creature fantastiche e persone comuni. Persone normali. Creature fantastiche.

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ZIONE PRESENTA

Com’è il tempo del racconto? Precisato. Non definito.

UNA VERA STREGA • BRANO SONORO


IL RACCONTO FANTASTICO • LIBRO DI SCRITTURA PAGG. 33-36

Gira pagina e scopri le caratteristiche del racconto fantastico.

Dove si svolge la vicenda? In una casa. In un’aula di scuola. In un castello stregato.

I fatti raccontati possono essere accaduti davvero nella realtà? Sì. No.

Secondo te, qual è lo scopo del testo nei confronti di chi legge? Informare. Spaventare. Appassionare. ZIONE

PRESENTA

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Le

Il racconto fantastico

C aratteristiche Leggi le caratteristiche del racconto fantastico, poi controlla se hai dato le risposte corrette alle domande di pagg. 36-37.

PERSONAGGI

LUOGHI

I PERSONAGGI POSSONO ESSERE: CREATURE FANTASTICHE, OGGETTI O ANIMALI PARLANTI, DOTATI DI POTERI MAGICI, OPPURE PERSONE COMUNI CHE VIVONO VICENDE FANTASTICHE.

I LUOGHI POSSONO ESSERE FANTASTICI O IMMAGINARI, CIOÈ CHE NON POSSONO ESISTERE NELLA REALTÀ, OPPURE REALI IN CUI ACCADONO FATTI STRANI.

IL RACCONTO FANTASTICO SCOPO TEMPO

DIVERTE E APPASSIONA CHI LEGGE MESCOLANDO ELEMENTI REALISTICI E IMMAGINARI, AGGIUNGENDO TALVOLTA LA PRESENZA DELLA MAGIA.

IL TEMPO NON È PRECISATO. GLI EVENTI POSSONO ACCADERE NEL PASSATO, NEL PRESENTE O IN UN FUTURO LONTANO.

FATTI I FATTI SONO STORIE INCREDIBILI, CHE FANNO DIVERTIRE E VIAGGIARE CON LA FANTASIA.

S trategie per S crivere 38 666

ZIONE PRESENTA

pagg. 33-36 del tuo L ibro di S crittura


VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto fantastico

Enkidu e Gilgamesh Theodor H. Gaster, Le più antiche storie del mondo, Mondadori

BRANI AUDIO, VIDEO, MAPPE, ALTRI CONTENUTI DIGITALI DELL’UNITÀ

Mi P iace L eggere

C’era una volta nella città di Erech un essere grande e terribile di nome Gilgamesh. Per due terzi egli era divino, e solo per un terzo era umano. Era il più potente guerriero di tutto l’Oriente. L’intera popolazione di Erech era dominata dal suo potere e dalla sua forza. Alla fine, gli abitanti di Erech implorarono aiuto dal cielo. Il Signore del cielo chiamò la dea Aruru. – Vai, – disse il Signore del cielo, – e plasma dall’argilla un essere che abbia la stessa forza di questo tiranno, affinché lo combatta e lo vinca. Udite tali parole, la dea, presa dell’argilla, la impastò, dandole la forma di una mostruosa creatura, alla quale impose il nome di Enkidu. Era la vigilia dell’Anno Nuovo. Gilgamesh era la figura centrale della grande processione diretta al tempio. Ma Enkidu fu visto ergersi dinanzi alla porta scintillante del tempio, lanciando la sua sfida. Gilgamesh avanzò dunque verso il suo avversario e, dopo pochi istanti, eccoli entrambi avvinghiati nella lotta, impetuosi e selvaggi come tori. Alla fine, Gilgamesh si abbatté al suolo. Ma Enkidu era altrettanto generoso quanto forte. – Gilgamesh, – egli disse, – mi hai dato chiara prova di essere stato generato da una dea; il cielo stesso ti ha posto sul trono. Non sarò dunque più tuo nemico. Stringiamo piuttosto un patto di amicizia. E, rialzatolo da terra, lo abbracciò. LABORATORIO per

RICORDO! Il mito è un racconto fantastico che ha come protagonisti/e eroi/eroine, divinità o creature fantastiche.

COMPRENDERE

E sploro Sottolinea il completamento corretto. • I protagonisti e le protagoniste del mito sono animali/esseri umani/semi-divinità. Quali sono le caratteristiche di Gilgamesh? Rispondi a voce. In quale luogo si svolge la vicenda? .................................................

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Che cos’è un patto di amicizia? Ne hai mai stretto uno con un’altra persona? Testo facilitato e semplificato

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VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto fantastico

RICORDO! L’anno scorso hai imparato che la favola è un racconto di fantasia che di solito ha come protagonisti degli animali con caratteristiche umane e il cui scopo è quello di trasmettere un insegnamento, chiamato morale. mietitura: raccolta dei cereali maturi.

La formica e il chicco di grano Leonardo da Vinci, Favole e leggende, Giunti Junior

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Sottolinea nel testo la promessa che il chicco di grano fa alla formica. Che cosa significa seguitò? Continuò. Iniziò. Io sono un seme pieno di vita: che cosa vuole dire il chicco di grano con questa espressione? ..................................................................................................... ..................................................................................................... ..................................................................................................... ..................................................................................................... .....................................................................................................

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Testo facilitato e semplificato

Mi P iace L eggere

Un chicco di grano, rimasto solo dopo la mietitura, aspettava la pioggia per tornare a nascondersi sotto le zolle. Una formica lo vide, se lo caricò addosso e si avviò, con grande fatica, verso il nido lontano. Cammina e cammina, il chicco di grano sembrava diventare sempre più pesante sulle spalle affaticate della formica. – Perché non mi lasci stare? – disse il chicco di grano. La formica rispose: – Se ti lascio stare, non avremo provviste per quest’inverno. Siamo in tante, noi formiche, e ciascuna di noi deve portare nella dispensa quanto più cibo riesce a trovare.


VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto fantastico

– Ma io non sono fatto soltanto per essere mangiato – seguitò il chicco di grano. – Io sono un seme pieno di vita, e il mio destino è quello di far nascere una pianta. Ascoltami, cara formica: facciamo un patto. La formica, contenta di riposarsi un po’, depose il chicco di grano e chiese: – Quale patto? – Se tu mi lasci qui nel mio campo – disse il chicco di grano – rinunciando a portarmi nel tuo nido, io, fra un anno, ti restituirò cento chicchi uguali a me. La formica lo guardò con aria incredula. – Sì, cara formica. Credi a quello che ti dico. Se oggi tu rinunci a me, io ti darò cento me, ti regalerò cento chicchi di grano per il tuo nido. La formica pensò: “Cento chicchi in cambio di uno solo; ma è un miracolo!” – E come farai? – chiese al chicco di grano. – È un mistero – rispose il chicco di grano. – È il mistero della vita. Scava una piccola fossa, seppelliscimi lì dentro, e ritorna fra un anno. L’anno dopo la formica ritornò. Il chicco di grano aveva mantenuto la promessa. LABORATORIO per

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Ti è mai capitato di fare una promessa? L’hai mantenuta? Prova a scrivere il tuo pensiero in poche righe, senza fermarti e senza preoccuparti della forma. ...................................................................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ......................................................................................

COMPRENDERE

E sploro Chi sono i personaggi di questa favola? Cancella gli intrusi. un chicco di grano • la pioggia • una formica • un campo di grano

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VIVERE STORIE NUOVE

GIOCO e IMPARO Sai che cosa significa l’espressione con il capo chino? Gioca a fare l’investigatore o l’investigatrice… Rileggi la frase che viene dopo questa espressione. Ti aiuta a capirne il significato? Se una voce fa rialzare il capo al protagonista, che cosa potrebbe significare con il capo chino? Segna con una X. Con la testa rivolta verso il basso. Con il cappello piegato. Con la testa rivolta verso l’alto.

Il racconto fantastico

RICORDO! La fiaba è un racconto fantastico in cui i personaggi devono superare prove e difficoltà, spesso con l’aiuto di elementi magici.

Il Jizo con il cappello di paglia Giusi Quarenghi, Mukashi Mukashi, C’era una volta, in Giappone, M i P iace Franco Cosimo Panini L eggere

C’era una volta una casa in cui non c’era neanche un chicco di riso da mettere in tavola. – Prendi il gomitolo di seta che abbiamo filato e vai a venderlo per comprare un po’ di riso – disse la donna all’uomo. Al mercato, l’uomo non trovò nessuno che volesse comprare un gomitolo di seta, e neppure scambiarlo con un sacchetto di riso. Così riprese la strada del ritorno, con il capo chino. Dopo un po’ una voce glielo fece rialzare: – Chi vuole un bel cappello di paglia? – gridava un vecchio venditore, che veniva verso di lui. I due si guardarono e scossero la testa: nessuno quel giorno era interessato né a gomitoli di seta né a cappelli di paglia. La gente comprava solo cibo e nient’altro che cibo. – Non ti conosco, ma che cosa te ne fai di un gomitolo di seta stasera? – disse il vecchio venditore. – E poi non si può tornare a casa con la stessa merce con cui si è partiti! – Sono d’accordo! – disse l’altro.

“ ” Il Jizo

Il Jizo è una divinità giapponese che protegge i bambini, le bambine e chi viaggia. In Giappone, lungo le strade, si vedono spesso statue di Jizo intagliate nella pietra, adornate con un bavaglino o un copricapo.

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Testo facilitato e semplificato


VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto fantastico

Così chi aveva il cappello di paglia si prese il gomitolo di seta, chi aveva il gomitolo il cappello, e si salutarono. Era già buio e una tormenta di neve sorprese l’uomo che tornava a casa con il cappello di paglia. Il vento soffiava e, perso nella notte, un Jizo di pietra tremava dal freddo. L’uomo ne ebbe compassione e gli mise in testa il cappello di paglia per ripararlo almeno un po’ e, a mani vuote, si avviò verso casa. – Non ho venduto il gomitolo di seta, l’ho scambiato con un cappello di paglia – disse, appena entrato in casa. – E il cappello di paglia l’ho messo in testa a un povero Jizo che tremava dal freddo. – Hai fatto bene – commentò la donna, – cappello o no, la nostra cena non sarebbe cambiata! – E mentre la bufera continuava a imperversare, i due poveretti andarono a dormire a stomaco vuoto. Nel cuore della notte, colpi e rumori li svegliarono. E c’erano anche voci, sempre più vicine. Alla fame e al freddo si aggiunse la paura. Poi un gran tonfo e un sonoro “Grazie!” attraversarono la notte, la casa e li raggiunsero nel letto. Tremanti, si alzarono e andarono alla porta. Nel buio videro la schiena di un Jizo che scivolava via con il suo passo di pietra. E sulla soglia c’era un sacco di monete d’oro. LABORATORIO per

imperversare: infuriare.

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Oggi prova a far caso a tutti i gesti di gentilezza che ricevi e vedi fare alle altre persone.

COMPRENDERE

E sploro Qual è l’elemento magico di questa fiaba? .................................................................................................................................................

R ifletto Secondo te, questa fiaba ha lo scopo di trasmettere un insegnamento? Confrontati con la classe.

43


VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto fantastico

Mi P iace L eggere

La Città di Smeraldo Lyman Frank Baum, Il meraviglioso Mago di Oz, Mondadori

Anche con gli occhi protetti dagli occhiali verdi, Dorothy e i suoi amici sulle prime restarono abbagliati dallo splendore della meravigliosa Città di Smeraldo. Lungo le strade c’erano file di belle case tutte di marmo verde e tempestate dappertutto di smeraldi luccicanti. Avanzarono su di un marciapiede dello stesso marmo verde, e fra un blocco e l’altro c’erano file di smeraldi allineati a brillare nello splendore del sole. Le finestre avevano vetri verdi; perfino il cielo sulla città aveva una tinta verde, e verdi erano i raggi del sole. In giro c’era molta gente, uomini, donne e bambini; erano tutti vestiti di verde e avevano l’incarnato verdastro anche loro. Guardarono Dorothy e lo strano assortimento dei suoi amici con occhi meravigliati, e alla vista del Leone i bambini scapparono tutti a nascondersi dietro le mamme; ma nessuno rivolse loro la parola. Nella via c’erano parecchi negozi, e Dorothy vide che tutto quanto contenevano era verde. Dolci verdi e popcorn verdi erano fra le merci esposte, e c’erano anche scarpe verdi, cappelli verdi e abiti verdi di tutte le fogge. In un punto un uomo vendeva limonata verde, e Dorothy vide che i piccoli acquirenti la pagavano con monetine verdi. LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Perché Dorothy e i suoi amici vanno nella Città di Smeraldo? Segna con una X la risposta corretta. Per vedere il Grande Oz. Per parlare con il Guardiano delle Porte. Perché a Dorothy piace il verde.

R ifletto Quale strategia hai usato per rispondere alla domanda?

44 666

Testo facilitato e semplificato


VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto fantastico

Non si vedevano cavalli, né animali di alcun tipo; gli uomini trasportavano le cose in piccoli carretti verdi, che spingevano davanti a sé. Tutti avevano un’aria contenta e soddisfatta. Il Guardiano delle Porte li guidò per le strade finché non giunsero a un grande edificio, nel centro esatto della Città; si trattava della Reggia di Oz, il Grande Mago. Davanti al portone c’era una sentinella in divisa verde, con una lunga barba dello stesso colore. – Questi sono stranieri – gli disse il Guardiano delle Porte – e chiedono di vedere il Grande Oz. – Entrate – rispose la sentinella – e gli porterò il messaggio. Così passarono le porte della Reggia, e furono introdotti in una grande stanza dal tappeto verde e dai bei mobili verdi, tempestati di smeraldi. La sentinella ordinò a tutti di pulirsi i piedi prima di entrare in questa stanza, e quando furono seduti disse, cortesemente: – Mettetevi comodi, prego. Io vado alla porta della Sala del Trono ad annunciare a Oz la vostra venuta.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

R ifletto Che tipo di testo è questo brano? .....................................................................................................................

Quali elementi caratteristici di questo genere puoi trovare nel testo? Sottolineali.

Gli amici di Dorothy

Da chi è composto lo strano assortimento degli amici che accompagna Dorothy nel viaggio alla ricerca del Mago di Oz? Un Leone senza coraggio, uno Spaventapasseri senza cervello e un Uomo di Latta senza cuore. Tutti loro hanno qualcosa di importante da chiedere al mago, così come Dorothy che desidera tanto tornare a casa sua.

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VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto fantastico

............................................................................................................................................................................

Mi P iace L eggere

J.K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale, Adriano Salani Editore, Milano 1998

– Pronti? – chiese Harry ai suoi compagni, mentre aveva ancora la mano sulla maniglia del portone. I due annuirono, e lui tirò fino ad aprirlo. Si trovavano sull’orlo di un’enorme scacchiera, dietro ai pezzi neri, tutti molto più alti di loro e scolpiti in quella che sembrava pietra. Di fronte a loro, all’estremità opposta del vasto locale, c’erano i pezzi bianchi. Harry, Ron e Hermione ebbero un lieve brivido: erano altissimi e privi di volto. – E adesso, che cosa facciamo? – sussurrò Harry. – Ma è chiaro, no? – disse Ron. – Dobbiamo iniziare a giocare e via via attraversare la stanza fino ad arrivare dall’altra parte. Dietro i pezzi bianchi si scorgeva un’altra porta. – E come facciamo? – chiese nervosa Hermione. – Penso – rispose Ron, – che dovremo far finta di essere anche noi dei pezzi degli scacchi. Si diresse verso un cavallo nero e tese la mano per toccarlo. D’un tratto, la pietra di cui era fatto prese vita. Il cavallo si mise a raspare a terra con la zampa, e il cavaliere chinò il capo coperto dall’elmo per guardare Ron. – Dobbiamo... ehm... dobbiamo venire con voi per attraversare? LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro

C ollego

Dove si svolge il racconto? Quali caratteristiche ha questo luogo? ........................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................

46 666

Testo facilitato e semplificato

Perché Harry, Ron e Hermione devono giocare a scacchi? Sottolinea la risposta nel testo. Quale titolo potrebbe avere questo brano? Scrivilo sui puntini in alto.


VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto fantastico

Il cavaliere nero annuì. Ron si voltò verso i suoi compagni. – Qua bisogna pensarci bene... – disse. – Credo che dovremo prendere il posto di tre dei pezzi neri... A quelle parole un cavallo, un alfiere e una torre voltarono le spalle ai pezzi bianchi e se ne andarono dalla scacchiera lasciando tre caselle vuote, che vennero occupate da Harry, Ron e Hermione. Ron cominciò a dirigere le mosse dei neri, che si spostavano silenziosamente seguendo i suoi ordini. – Ci siamo quasi – borbottò a un tratto. – Fatemi pensare... La regina bianca volse verso di lui la testa senza volto. – Sì... – disse piano Ron, – è l’unico modo... devo lasciarmi mangiare. – NO! – esclamarono Harry e Hermione. – Ma a scacchi è così! – tagliò corto Ron. – Bisogna pur sacrificare qualche cosa! Ora farò un passo avanti e lei mi mangerà... e voi sarete liberi di dare scacco matto al re, Harry! E così dicendo, fece un passo avanti e la regina lo colpì. Hermione si lasciò sfuggire un grido, ma rimase ferma sulla sua casella. Tutto tremante, Harry si spostò di tre caselle a sinistra. A quel punto, il re bianco si tolse la corona di testa e la gettò ai piedi di Harry. I neri avevano vinto. I pezzi si divisero in due gruppi e ciascun gruppo si inchinò all’altro, lasciando intravedere la porta aperta in fondo alla stanza. Gettando un’ultima occhiata disperata in direzione di Ron, rimasto indietro, Harry e Hermione spiccarono la corsa e, varcata la porta, si diressero di gran carriera lungo il corridoio. – E se Ron...? – Andrà tutto bene – disse Harry, cercando di convincere soprattutto se stesso.

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Se fossi una maga o un mago, quali incantesimi vorresti fare? Inventane e scrivine 3, poi raccontali alla classe.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Che cosa significa di gran carriera? Velocemente.

Lentamente.

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VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto fantastico

RICORDO!

Le leggende hanno lo scopo di spiegare alcuni “perché” dei fenomeni naturali o le caratteristiche di animali e piante. In origine venivano tramandate oralmente, cioè a voce.

Il calendario cinese Marina Grassini, Fiabe cinesi, GIUNTI Kids

Mi P iace L eggere

Tanti secoli fa, ci fu qualcuno che disse: – Scegliamo 12 animali per rappresentare l’anno della nostra nascita, ogni anno un animale, per un ciclo di dodici anni. Ma nacque il problema: quali scegliere? Si decise allora che, fissato un determinato giorno, i dodici animali che si fossero presentati per primi, sarebbero stati scelti come i dodici segni del calendario. Il gatto e il topo, che erano amici, decisero di partecipare alla gara. Il gatto disse: – Dobbiamo alzarci presto per precedere gli altri animali. Purtroppo io, quando mi addormento, non riesco più a svegliarmi. – Non preoccuparti – rispose il topo. – Penserò io a svegliarti. Arrivato al mattino stabilito, il topo si alzò alle prime luci dell’alba, ma tanta era la sua fretta di partire che dimenticò di passare a svegliare il gatto. Solo dopo essere arrivato al luogo dell’iscrizione ed essere stato scelto come uno dei dodici animali, mentre tornava alla sua tana gongolante di gioia, si ricordò del vecchio amico. Corse da lui e lo trovò che ronfava. Immaginatevi la rabbia del gatto quando si rese conto che la gara era già finita e che il topo non lo aveva svegliato! E così, da allora, gatto e topo sono diventati nemici.

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VIVERE STORIE NUOVE

Il racconto fantastico

Chi degli altri animali vinse la gara? Oltre al topo, il bue, la tigre, la lepre, il drago, il serpente, il cavallo, la capra, la scimmia, il gallo, il cane e il cinghiale. Ma... perché il topo è il primo della lista? Il giorno della gara, sia il topo che il bue si alzarono prestissimo e partirono insieme. Naturalmente, strada facendo, il topo rimase un po’ indietro. “C’è ancora tanta strada da percorrere” rifletté a un certo punto. “Devo trovare una soluzione”. – Fratello bue! – strillò. – Vuoi che ti canti una canzone? – Ma certo, canta pure... Ehi, allora, com’è che non canti? – Ma io sto cantando! La mia voce non ce la fa ad arrivare fino a te. Se mi lasciassi salire sul tuo collo, così da vicino mi sentiresti certamente. – Va bene – rispose il bue. Il topolino si accoccolò tra il pelo del collo e delle orecchie e cominciò a cantare. Così incitato, il bue cominciò a correre. Quando arrivò al luogo della gara, tutto felice, prese a muggire: – Sono il primo! Ma, proprio in quel momento, il topolino balzò giù dal collo del bue, fece un gran salto in avanti, superando il bestione, e squittì: – Io sono arrivato per primo! LABORATORIO per

GIOCO e IMPARO Se si fosse deciso di mettere gli animali in ordine alfabetico o di grandezza, quale sarebbe stato l’ordine dei mesi? Rileggi nel testo l’ordine con cui gli animali hanno vinto la gara, poi scegli un criterio e riordinali nei 12 mesi.

COMPRENDERE

C ollego Quale strategia ha pensato il topo per andare veloce senza stancarsi? Sottolinea la risposta nel testo.

R ifletto A quali “perché” risponde questa leggenda? Perché ci sono determinati animali nel calendario cinese. Perché il gatto dorme sempre. Perché il gatto e il topo sono nemici.

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A CHE PUNTO SONO?

Il racconto fantastico La mappa

Completa la mappa con le informazioni mancanti.

I personaggi possono essere …………………......................…....……...........…… …………………......................…....……...........……

I luoghi dove si svolgono le vicende possono essere ………..........................…............... oppure ………........................................…....……..........

IL RACCONTO FANTASTICO Unisce elementi realistici e ……………......................…...........…… per ……………......................…... chi legge. Contiene spesso un po’ di magia.

Narra fatti incredibili e frutto della ...……...…….….…............

SORRIDOIM

PARO

Ricorda sempre: prima di buttarti nella lettura, dedica alcuni minuti per dare un colpo d’occhio al brano. Come si presenta? Che titolo ha? Ti dà delle informazioni sull’argomento? E le immagini? Facendo questi primi passi, comprendere un testo sarà ancora più facile!

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GGIO MONITORA

Il tempo non è ………...……...……...................


CHE COSA HO HAI IMPARATO? IMPARATO? La verifica • PIÙ FACILE

L’ora del tè

Mi P iace Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie, Feltrinelli Editore L eggere Giunse in vista della casa della Lepre Marzolina; pensò subito che doveva essere proprio quella perché i camini erano a forma di orecchie e il tetto era coperto di pelliccia. Era una casa così grande che lei non volle avvicinarsi prima di aver rosicchiato ancora un po’ del pezzetto di fungo della mano sinistra, in modo di crescere fino a due piedi di altezza; anche così si avvicinò però alla casa con una certa timidezza, dicendo dentro di sé: “E se davvero, dopo tutto, fosse una matta scatenata?” C’era una tavola sistemata sotto un albero di fronte alla casa, e la Lepre Marzolina e il Cappellaio stavano prendendo il tè; seduto tra di loro c’era un Ghiro, profondamente addormentato, che gli altri due usavano come cuscino. “Molto scomodo per il Ghiro,” pensò Alice, “solo che, dato che dorme, suppongo che non gliene importi niente.” La tavola era piuttosto grande, ma i tre si erano tutti ammassati in un angolo: – Non c’è posto! Non c’è posto! –, si misero a gridare quando videro Alice avvicinarsi. LABORATORIO per

COMPRENDERE

Qual è la forma dei camini della

Chi è seduto tra la Lepre

casa della Lepre Marzolina?

Marzolina e il Cappellaio?

Di caramelle. Di orecchie. Di cuore.

Un Gatto sorridente. Un Ghiro addormentato. Un Coniglio bianco.

Perché Alice ha paura di avvicinarsi

Come reagiscono la Lepre

alla casa della Lepre Marzolina?

Marzolina e il Cappellaio quando

Pensa che la lepre possa essere una matta scatenata. Ha già fatto tardi per il tè con il Cappellaio. È troppo piccola. Attiva gli esercizi su HUB Kids

vedono avvicinarsi Alice? Le dicono di andarsene. Gridano “Non c’è posto!”. Invitano Alice a unirsi a loro per il tè. VERIFICA

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CHE COSA HO IMPARATO?

VERIFICA

La pentola fortunata J.K. Rowling, Le fiabe di Beda il Bardo, con un commento Mi del Professor Albus Silente, Adriano Salani Editore, P iace Milano 2008 L eggere

C’era una volta un vecchio mago gentile che adoperava la magia con generosità e saggezza a beneficio dei suoi vicini. Invece di rivelare la vera origine del suo potere, egli fingeva che le pozioni, gli incantesimi e gli antidoti gli sorgessero già bell’e fatti dal piccolo calderone che chiamava la sua pentola fortunata. Nel raggio di miglia, la gente veniva da lui con i propri problemi e il mago era lieto di dare una rimestata alla pentola e aggiustare ogni cosa. Il mago, che era molto amato, visse fino a una notevole età, poi morì, lasciando ogni bene all’unico figlio. Costui era di disposizione molto diversa dal suo gentile padre. Coloro che non sapevano praticare la magia erano, nella sua opinione, privi di alcun valore, e più d’una volta egli aveva litigato col padre per via dell’abitudine di quest’ultimo di dispensare soccorso magico ai vicini. Alla morte del padre, il figlio trovò nascosto nella vecchia pentola un pacchettino, che recava il suo nome. Lo aprì, sperando che vi fosse dell’oro, ma invece c’era una pantofola morbida e spessa, troppo piccola per indossarla e senza compagna. Un frammento di pergamena all’interno della pantofola diceva: “Con la viva speranza, figlio mio, che tu non ne abbia mai bisogno”. Il figlio maledisse la mente rammollita del padre, poi gettò la pantofola nel calderone, deciso a usarlo d’ora in avanti come cestino per la spazzatura. Quella stessa notte una contadina bussò alla porta. – Mia figlia si è riempita di verruche, signore – disse. – Vostro padre le mischiava uno speciale impiastro in quel vecchio pentolone... – Vattene! – gridò il figlio. – Che m’importa delle verruche della tua mocciosa? – e sbatté la porta. Immediatamente si udì un fracasso venire dalla cucina.

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VERIFICA


VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Rispondi alle domande cercando gli indizi nel testo. • Il figlio del mago gentile come ritiene quelli che non sanno praticare magie? ...........................................................................................................................................................................................................................................

• Che cosa fa della pantofola lasciata dal padre? ...........................................................................................................................................................................................................................................

• Come ha deciso di utilizzare il pentolone? ...........................................................................................................................................................................................................................................

Secondo te, che cosa potrebbe essere il fracasso in cucina? Fai delle ipotesi. 1. ......................................................................................................................................................................................................................................... 2. ......................................................................................................................................................................................................................................... 3. ......................................................................................................................................................................................................................................... 4. ......................................................................................................................................................................................................................................... 5. ......................................................................................................................................................................................................................................... Leggi le affermazioni e segna con una X se sono vere (V) o false (F). • Il figlio del mago condivide l’atteggiamento generoso del padre.

V

F

• Alla morte del padre, il figlio trova un pacchettino nascosto nella pentola.

V

F

• Una contadina si presenta alla porta del figlio del mago.

V

F

• Il figlio del mago accetta di aiutare la contadina.

V

F

A COLPO

d’ OCCHIO

Segna con una X l’immagine che meglio rappresenta la pantofola descritta nel testo.

RIFLETTO

e

VALUTO

Quanto ti senti sicuro/a con i RACCONTI FANTASTICI? Ora chiedi all’insegnante di scrivere qui i suoi consigli per te. ...............................................................................................................................................................................................................................................

Attiva gli esercizi su HUB Kids

VERIFICA

53


R acconto A vventura

Il

d’

PRIMA

dell’ ASCOLTO

Osserva bene l’illustrazione, leggi il titolo e l’inizio del racconto.

Un lupo da salvare Marta Palazzesi, Nebbia, Editrice Il Castoro

Mi P iace L eggere

OLLIE MI FISSÒ. – UN ANIMALE CHE NON PUÒ ESIBIRSI È UN ANIMALE INUTILE, CLAY. E GLI ANIMALI INUTILI… SAPEVO GIÀ LA RISPOSTA. AL MIRABOLANTE CIRCO SMITH & SPARROW, GLI ANIMALI INUTILI VENIVANO ABBATTUTI. QUELLA SERA STESSA MI PRESENTAI AL CIRCO...

DOPO

l’ ASCOLTO

Il protagonista deve compiere una missione: quale? Chiudere il circo. Liberare il lupo. Rubare l’incasso.

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ZIONE PRESENTA

Come viene descritto l’ambiente della vicenda? In modo dettagliato, con parole specifiche. In modo generico, senza dettagli. Non viene descritto.

UN LUPO DA SALVARE • BRANO SONORO


IL RACCONTO D’AVVENTURA • LIBRO DI SCRITTURA PAGG. 37-41

Gira pagina e scopri le caratteristiche del racconto d’avventura.

Che tipo di ragazzo è il protagonista? Disinteressato. Coraggioso. Fifone.

In che modo si sviluppano le azioni? Lento. Veloce.

La storia ti ha tenuto con il fiato sospeso? Sì. No.

ZIONE

PRESENTA

55


Le

C aratteristiche

Il racconto d’avventura

Leggi le caratteristiche del racconto d’avventura, poi controlla se hai dato le risposte corrette alle domande di pagg. 54-55.

PERSONAGGI I PERSONAGGI POSSONO ESSERE: CORAGGIOSI, DETERMINATI, MALVAGI, INGEGNOSI O AFFASCINANTI. IL/LA PROTAGONISTA SPESSO SI SERVE DELL’AIUTO DI ALTRI PERSONAGGI PER COMBATTERE I NEMICI.

LUOGHI CHI LEGGE È TRASPORTATO CON LA FANTASIA IN LUOGHI LONTANI O SCONOSCIUTI, CHE NASCONDONO INSIDIE: MARI PROFONDI, FORESTE INESPLORATE, MONTAGNE INNEVATE…

IL RACCONTO D’AVVENTURA SCOPO

TEMPO

RACCONTA FATTI E IMPRESE ECCEZIONALI PER APPASSIONARE E TENERE CON IL FIATO SOSPESO.

IL TEMPO DI SOLITO È PRECISATO. GLI EVENTI POSSONO ACCADERE NEL PASSATO O NEL PRESENTE.

FATTI VENGONO NARRATI FATTI STRAORDINARI E AVVINCENTI E PERICOLI DA SUPERARE. LA STORIA È RICCA DI COLPI DI SCENA E LA MAGGIOR PARTE DELLE VOLTE SI CONCLUDE CON UN LIETO FINE.

S trategie per S crivere 56 666

ZIONE PRESENTA

pagg. 37-41 del tuo L ibro di S crittura


Il racconto d’avventura

VIVERE STORIE NUOVE

Un incontro sulla neve Katherine Rundell, La ragazza dei lupi, BUR Rizzoli 2021

BRANI AUDIO, VIDEO, MAPPE, ALTRI CONTENUTI DIGITALI DELL’UNITÀ

Mi P iace L eggere

S’inoltrarono nella foresta e dopo mezz’ora sbucarono su una strada stretta e tortuosa, costeggiata su tutti e due i lati da alberi che s’inarcavano sopra le loro teste. I rami scintillavano di ghiaccio. – Se non fossi sicuro che rischio di essere fucilato, questo viaggio sarebbe bellissimo – disse Ilya, in tono forzatamente allegro. Feo stava per dirgli di abbassare la voce, ma voltandosi gli vide il volto e si zittì. Ilya aveva il viso tutto bluastro, eccetto gli occhi, cerchiati di rosa per la mancanza di sonno. Aveva le labbra screpolate dal vento, ma non si era lamentato nemmeno una volta. Feo si sforzò di rivolgergli un ampio sorriso. I lupi stavano correndo da più di un’ora quando Feo udì per la prima volta quel rumore. – Che cos’è? Il vento? – Feo guardò i rami che li sovrastavano. – Non si muovono. – Il rumore tornò a farsi sentire. Feo si lasciò sfuggire un sibilo di paura, e si mordicchiò una ciocca di capelli per impedire ai denti di battere: quello che sentiva, infatti, era il rumore di un cavallo nervoso. Non conosceva nessuno che potesse permettersi un cavallo. Nessuno tranne l’esercito imperiale. Superata la curva, Feo si fermò. Il terrore la invase, e fece un passo indietro, cercando di nascondere i lupi dietro di sé. Strinse le braccia con forza attorno al cucciolo, che si dimenava nella sacca. Al centro della strada c’era una slitta con inciso lo stemma imperiale. Un cavallo, imbrigliato d’argento e cuoio, scalpitava inquieto nella neve; un soldato riusciva a stento a tenerlo fermo. Gli occhi del cavallo erano fissi su Bianca, che ringhiava immobile, con il pelame del collo ritto verso il cielo. LABORATORIO per

LIFE SKILLS SORRIDO

IMPARO

Che cosa pensi della figura del lupo nelle storie? Racconta.

COMPRENDERE

C ollego Rispondi a voce: che cosa vuole intendere l’autrice del racconto con l’espressione si mordicchiò una ciocca di capelli per impedire ai denti di battere?

E sploro Sottolinea nel testo gli indizi che ti suggeriscono come si sentono i personaggi.

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Il racconto d’avventura

VIVERE STORIE NUOVE LABORATORIO per

COMPRENDERE

P rima di L eggere Quali immagini ti fa venire in mente il titolo di questo racconto?

Temporale in mare Mi Astrid Lindgren, Vacanze all’Isola dei Gabbiani, P iace Adriano Salani Editore, Milano 2008 L eggere

Mi P iace Scrivere Prova a immaginare: stai passeggiando lungo un sentiero in un bosco, all’improvviso comincia a piovere. Come ti senti? Che cosa vorresti fare? Che cosa vedi? Scrivi di getto sul quaderno per qualche minuto senza sosta, senza preoccuparti troppo della forma.

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Melina osservò con occhi esperti le nubi che si erano ammassate nel cielo dietro l’Isola del Frassino e disse: – Avremo un temporale! Melina era coraggiosa come una condottiera di eserciti, ma, anche se lo ammetteva a malincuore, aveva un punto debole: i temporali la terrorizzavano. Aveva appena cominciato a remare, quando si udì il primo debole tuono. Ma eccoti arrivare un tuono che indusse Pelle, il fratellino, ad alzare gli occhi. Allora si accorse di Melina, seduta davanti a lui. – Hai paura del temporale? – le chiese stupito. – Nooo... non ho paura. Solo qualche volta… – Che sciocchezza, non è mica pericoloso – disse Pelle, orgoglioso di mostrarsi, almeno per una volta, più coraggioso di Melina. – Anche il papà dice che il temporale non è pericoloso – ammise Melina, – ma quando sento i tuoni, mi sembra che dicano: “E invece sì. Siamo pericolosissimi!” Aveva appena finito di dirlo, quando arrivò un nuovo schianto. Melina cacciò uno strillo coprendosi la faccia con le mani.

Testo facilitato e semplificato


Il racconto d’avventura

VIVERE STORIE NUOVE

– Aiuto, i remi! – esclamò Pelle. – Guarda i remi! Melina guardò. E vide i remi che galleggiavano sull’acqua, a parecchi metri di distanza dal canotto. Le era già successo tante volte di perdere i remi, e non si spaventava per così poco. Ma ora c’era il temporale, e lei non aveva nessuna voglia di starsene lì su un canotto senza poter raggiungere al più presto la terra. – Non puoi naufragare se continui a startene nel canotto finché la corrente ti trasporta a terra – disse Melina. Intorno all’Isola Grande e all’Isola del Frassino c’erano tante piccole isole quanti chicchi di uvetta in un panettone. L’Isolotto era una di quelle, e non ci sarebbe stato sicuramente alcun naufragio, perché il canotto aveva evidentemente deciso di farsi trasportare a terra proprio lì. Melina lo spingeva in quella direzione manovrando la sassola. Avevano appena tirato il canotto in secca quando videro la pioggia arrivare dalla parte dell’Isola Grande. Era come una parete d’acqua sospesa sul mare color del piombo. Fra pochi secondi sarebbe arrivata sopra le loro teste. – Corri! – disse Melina, mettendosi a correre per prima in cerca di riparo sotto le rocce vicine, e Pelle le si precipitò dietro più in fretta che poté. E a un tratto udì Melina gridare: – La capanna! Abbiamo trovato la capanna! Era vero. L’avevano trovata. Era lì, la famosa capanna di cui avevano sentito parlare per tutta l’estate.

LABORATORIO per

sassola: strumento simile a un grosso cucchiaio utilizzato per svuotare le imbarcazioni dall’acqua.

COMPRENDERE

E sploro Sottolinea nel testo gli elementi che ti fanno capire in quale luogo si svolge il racconto.

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Il racconto d’avventura

VIVERE STORIE NUOVE

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Hai mai vissuto qualche avventura straordinaria? Prima di affrontarla avevi paura? Come l’hai affrontata? Racconta.

I racconti sono scritti in prima persona, quando chi narra è il/la protagonista, o in terza persona, quando chi racconta non è il/la protagonista.

Ne valeva la pena! Mi Daria Bertoni, Libera. Un’amica tra le onde, Mondadori P iace L eggere Il sole è ormai alto nel cielo e inizia a fare piuttosto caldo. Stiamo navigando spediti. – Abbiamo compagnia a prua! – urla il papà all’improvviso dal timone. Corriamo a sporgerci dal parapetto ed ecco sei pinne che affiorano velocissime proprio davanti alla barca. Delfini! Calipso rallenta e Maggie, felice come una bambina, si precipita a infilarsi la muta e le pinne e si butta in acqua tenendo tra le mani maschera e boccaglio. Scompare per qualche secondo, poi riemerge gridando: – Stanno giocando! Alice, Damian, venite a giocare con noi! L’acqua è ghiacciata e dalla barca il papà grida: – I delfini si sono spostati dall’altra parte... Andate da Maggie! Faccio finta di non aver sentito. L’idea di circumnavigare la barca è fuori discussione. Intravedo la profondità dell’oceano e un brivido mi corre lungo la schiena. Sto per risalire quando Damian mi porge una maschera. Rimaniamo sempre vicini alla barca e questo mi fa stare un pochino più tranquilla: – Eccoli, guarda sott’acqua! – esclama Damian. Tengo stretta la sua mano, immergo la testa e finalmente vedo i delfini che nuotano insieme a Maggie. Ci avviciniamo e in un attimo siamo nel mezzo di quel gruppo allegro. I delfini saltano, si rincorrono e sfrecciano velocissimi sotto di noi. Uno mi sfiora il braccio, dopo poco ritorna e mi sfiora la gamba. Ho come la sensazione che mi stia chiamando.

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Testo facilitato e semplificato


Il racconto d’avventura

VIVERE STORIE NUOVE

Lo osservo con attenzione e vedo che ha una macchia a forma di cuore sulla pinna. Rimango senza fiato per l’emozione! Ecco lo stesso delfino che ritorna, sempre più festoso. Questa volta è talmente vicino che riesco ad accarezzarlo. Ha la pelle così liscia. Tiro fuori la testa dall’acqua per riprendere fiato e vedo il papà e David affacciati dalla barca. Il papà ha un sorriso raggiante e orgoglioso sul volto. Penso sia solo il riflesso di quello che è stampato sul mio. – Sono stupendi! – grido guardandolo. Dopo poco i delfini ci salutano. La mano di Damian è ancora stretta alla mia e in quel momento mi sembra la cosa più normale del mondo. Insieme nuotiamo verso la scaletta seguiti da Maggie. Appena siamo a bordo il papà ci accoglie con tre grandi asciugamani rossi. – È stato incredibile! – esclamo con il fiatone. – È stato fantastico! – risponde Damian sorridendo. Io sospiro ancora incredula stringendomi nell’asciugamano. Sono riuscita a nuotare in mare aperto insieme ai delfini! Solo qualche giorno fa ero seduta su un banco di scuola e ora invece sono stata sott’acqua insieme a un delfino. LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Il tempo dei verbi del racconto è: passato. presente. Chi sono i personaggi del racconto? Sottolinea i loro nomi nel testo. Il racconto è scritto in: prima persona. terza persona. Da che cosa lo deduci? Sottolinea nel testo gli elementi che te lo fanno capire.

C ollego La protagonista è: riflessiva. determinata.

ingegnosa. entusiasta.

R ifletto Dopo aver letto il racconto, spiega a voce perché s’intitola “Ne valeva la pena!”. Quale strategia hai usato per svolgere l’esercizio?

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Il racconto d’avventura

VIVERE STORIE NUOVE

In un racconto l’antagonista è il personaggio che si oppone al/alla protagonista.

Il piccolo pirata Mark Massimiliano Biancalani, La piccola vedetta pirata, www.ilmiolibro.kataweb.it

Mi P iace L eggere

Il piccolo Mark fa la vedetta su una nave pirata. Tutto sembra scorrere liscio, ma all’improvviso… La giovane vedetta sta scrutando l’orizzonte. Capitan Barbalonga lo sa ed inoltre si fida ciecamente della sua piccola vedetta. Una fitta nebbia avvolge la nave. Il ragazzo non riesce più a vedere l’orizzonte. Strizza gli occhi perché il suo sguardo possa attraversare la foschia e vedere un po’ più in là. Giusto in tempo riesce a scorgere un’enorme sagoma scura che emerge dalla nebbia. È una nave. La osserva e sull’albero maestro vede sventolare una bandiera nera. Disegnato sopra, c’è un teschio infuocato con le ossa incrociate. È il segno di riconoscimento della nave di Capitan Barbadifuoco, il peggiore dei nemici del suo capitano. Allora comincia a gridare forte svegliando tutto l’equipaggio: – Nave nemica in vista! Allarme! Ci stanno attaccando! I pirati si svegliano di soprassalto e si precipitano sul ponte della nave, mentre Capitan Barbalonga afferra saldamente il timone. LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Guarda il disegno della giovane vedetta, poi rispondi. Che cosa significa scrutare? Prova a scrivere tre sinonimi.

Quali compiti ha Mark come vedetta sulla nave pirata?

……...............................................................................................................………

..................................................................

……...............................................................................................................………

..................................................................

……...............................................................................................................………

..................................................................

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Testo facilitato e semplificato


Il racconto d’avventura

Riesce a far voltare la nave appena in tempo per evitare una palla di cannone partita dalla nave nemica. La nave pirata si accosta al loro veliero per eseguire l’abbordaggio. In pochi minuti il ponte della nave diventa un campo di battaglia. La piccola vedetta, dalla sua postazione privilegiata, scruta per vedere se riesce a trovare una via d’uscita. Sorride. I pirati nemici hanno commesso un grave errore. Sicuri di uscire vittoriosi velocemente si sono riversati sulla nave in gran numero. Così facendo hanno lasciato solamente una decina di pirati di guardia sul loro veliero. Mark deve riuscire ad arrivare sulla loro nave, trovare la polvere da sparo e incendiarla per poi tuffarsi in mare. Non una cosa semplice, ma pur sempre possibile per un tipo agile come il piccolo pirata Mark. Si dà una grossa spinta lanciandosi con la corda verso il vascello nemico. Subito un paio di pirati gli sono addosso. Ma lui è piccolo e agile e riesce a sgattaiolare via. Si getta a terra cercando di nascondersi fra dei barili. Dal suo nascondiglio riesce a vedere uno dei pirati che lo stava inseguendo. La fortuna è dalla sua parte. I barili sono pieni di polvere da sparo. Sorridente si alza in piedi e grida: – Sei proprio un babbeo! Si piazza davanti ai barili offrendo al nemico un facile bersaglio. Il pirata prende la mira e spara. La piccola vedetta scatta di lato ed evita il colpo, che finisce direttamente sui barili dietro di lui facendoli scoppiare. Il piccolo Mark si getta in mare mentre la nave va a fuoco. La battaglia è vinta!

VIVERE STORIE NUOVE

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Se tu fossi un/una pirata, come saresti? Prova a scrivere una breve presentazione sul quaderno.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Il tempo dei verbi del racconto è: passato. presente. Cerchia nel testo gli antagonisti. Sottolinea nel testo le parti in cui emerge un ritmo incalzante e veloce.

63


Il racconto d’avventura

VIVERE STORIE NUOVE

Arrivo a New Orleans Davide Morosinotto, Il rinomato catalogo Walker & Dawn, M i P iace Mondadori L eggere

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Quali domande ti suscita questo brano? Prova a scriverne un elenco. 1. ..................................................... .....................................................

2. ..................................................... .....................................................

3. .....................................................

Arrivammo a New Orleans più o meno al tramonto. Io ero l’unico del gruppo a esserci già stato, un inverno che mio papà mi aveva portato da un dottore che si chiamava oculista e che mi aveva fatto mettere gli occhiali. I miei occhiali mi piacciono, perché senza di quelli non potrei vedere un granché. Invece ricordo che all’epoca New Orleans non mi era piaciuta per niente, puzzava e c’era una quantità di case, e le strade erano piene di fango. C’era troppa gente. E fango. E umidità gelida. E fango. Adesso che era estate, faceva un caldo soffocante e io mi sentivo esausto e forse avevo anche un po’ di febbre. La traversata del lago Salvador era stata più faticosa del previsto, avevo dovuto dare il cambio a Te Trois e remare per ore sotto il sole, con il rischio di prendermi un malanno. Come se non bastasse, avevamo dovuto trascinare la canoa fuori dall’acqua per lunghi tratti, e ora mi facevano male le braccia e la schiena e avevo morsi di zanzare dappertutto. – Basta così – esclamai. – Ci conviene fermarci e accamparci per la notte. – E perché? – domandò Julie. – Perché ormai è buio e siamo quasi arrivati in città – sospirai. – Su questo bel prato staremo una favola. – Te Trois e Julie mi guardarono strani, come se all’improvviso mi fossero spuntati dei baffi da pesce gatto. – Che c’è? – domandai. – Voi che proponete?

.....................................................

4. ..................................................... .....................................................

5. .....................................................

LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro In quale luogo si svolge la vicenda?

..................................................... …….....................................................................................................................................

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Il racconto d’avventura

VIVERE STORIE NUOVE

– Proponiamo di fare un giro in città, sciocco – sbottò Julie. – Non sono mai stata a New Orleans, voglio dare un’occhiata! – Potrebbe essere pericoloso! – protestai io. Non riuscivo neanche a pensare a tutte le cose terribili che potevano succederci, e di certo avrei dovuto aggiungere ancora un bel numero di preoccupazioni al mio elenco. – Tutto questo viaggio è pericoloso – osservò Te Trois. – È questo il bello, non ti pare? Lasciammo la canoa alla base di un argine, nascosta tra le canne in modo che fosse quasi invisibile. Io volevo anche scavare una buca nel fango e nasconderci dentro le nostre cose più preziose, ovvero l’orologio e i dollari, ma nessuno era d’accordo, e poi non c’era modo di strappare quel benedetto orologio dalle mani di Tit. – New Orleans è una città di ladri, lo sanno tutti – biascicai. – Anzi, qualcuno dovrebbe stare qui e fare la guardia... – Oh, fai pure! – disse Te Trois. – Io vado a divertirmi. – – E io ti seguo – disse Julie, prendendo Tit per mano. Li guardai allontanarsi lungo il sentiero che si perdeva tra le case. Poi, be’, decisi che non mi andava proprio di restare su quell’argine, da solo a parte un esercito di zanzare agguerrite. Così presi un bel respiro e gli corsi dietro. Prendete quattro ragazzi che hanno sempre vissuto in mezzo alle paludi e fateli arrivare, all’improvviso, tra le vie di una grande città. Era tutto così improbabile che invece che a New Orleans mi sembrava di essere sbarcato sulla Luna, ed ero tanto confuso, felice e terrorizzato che avevo le vertigini.

Sottolinea nel testo gli indizi che ti aiutano a immaginare il luogo, con il suo clima e le sue caratteristiche.

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A CHE PUNTO SONO?

Il racconto d’avventura La mappa

Completa la mappa con le informazioni mancanti.

I personaggi hanno la caratteristica di essere coraggiosi, ……………………...….…

È ambientato in luoghi .................................... e ............................................................... come mari profondi, .......................................................................

….…….…….…….…….…….…….…….…….…….…….…….

..................................................................................................

…….…….…….……...............................…....……...........……

..................................................................................................

IL RACCONTO D’AVVENTURA

Appassiona e tiene con

Il tempo in cui si svolge il

il fiato …….......................................... chi legge.

racconto è ……....................................… o …….......................................................………

I fatti che accadono sono straordinari, con ................................................................................................................... ...................................................................................................................

SORRIDOIM

PARO

Ricorda sempre: prima di dedicarti alla lettura di un brano, scorri velocemente il testo: avrai una vista d’insieme che ti aiuterà a “capire” l’argomento. Così facendo entri a piccoli passi nel testo, che non sarà più sconosciuto una volta che lo comincerai a leggere per intero e tutto sarà più facile.

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GGIO MONITORA


CHE COSA HO HAI IMPARATO? IMPARATO? La verifica • PIÙ FACILE

L’isola dei fantasmi Michael Morpurgo, L’isola delle balene, trad. di Silvia Cavenaghi, 2008, Editrice Il Castoro

LABORATORIO per

Mi P iace L eggere

Ho guardato nella direzione in cui si trovava Samson, minacciosa sotto le nuvole temporalesche che si stavano ammassando. Tutt’intorno il mare, rosso sangue per il sole della sera, si gonfiava e sollevava. – L’isola dei fantasmi, – ho detto – Daniel, non m’importa cosa pensi tu, io dico che a Samson ci sono i fantasmi come mi ha detto papà. [...] – Non ci credo ai fantasmi, – ha tagliato corto Daniel, e ha distolto lo sguardo. – E neanche alle maledizioni. – Bè, io sì, – sono sbottata, improvvisamente arrabbiata con lui, e abbiamo proseguito in silenzio nell’erica. Le prime gocce di pioggia erano talmente enormi e pesanti che mi facevano male alla testa. Abbiamo iniziato a correre. La pioggia ci ha colpiti fino a casa, sferzandoci occhi e orecchie. Quando siamo arrivati eravamo tutti inzuppati. [...] Le case intorno erano buie e silenziose, il che era insolito. C’era soltanto una luce che brillava alla finestra della nostra cucina. – Strano, – ha detto Daniel, – in casa mia non ci sono lampade accese. Pare che siano tutti fuori. [...] Gracie, posso venire da te finché non tornano? Sapevo benissimo quanto Daniel odiava stare da solo al buio. Era coraggioso in tutto, ma al buio no, e a me faceva piacere perché il buio non mi aveva mai preoccupato. Ci siamo scrollati sotto il portico e siamo entrati.

Attiva gli esercizi su HUB Kids

COMPRENDERE

In che momento della giornata si svolge la scena? Mattina presto. Mezzogiorno. Al tramonto. Che cos’è Samson? Un’isola. Un animale. Un fantasma. Che cosa notano la protagonista e il protagonista quando arrivano a casa? Tutte le case erano buie e silenziose. Tutte le case erano illuminate. Tutti i lampioni erano illuminati. Come si sente Daniel riguardo al buio? Lo odia. Gli piace. Non ha problemi a stare al buio da solo.

VERIFICA

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VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

Fuga con il nonno Ulf Stark, La grande fuga, Iperborea

Mi P iace L eggere

Quando arrivammo, il nonno era già pronto. Rasato di fresco, in abito scuro e soprabito, sembrava un bambino che per andare a una festa è stato costretto a mettersi i vestiti della domenica che odia. – Eccolo qui, – disse l’infermiera che ci aveva accompagnati in camera. Vedendomi, il nonno si illuminò. Poi però aggrottò la fronte. – Che bello vederti, Gottfridino –, disse. Pensai: ecco, adesso l’infermiera capirà che qualcosa non torna. – Ma chi è quello lì con il berretto a visiera? – Accennò con la testa ad Adam. – Ma come, non lo riconosci? – mi affrettai a dire. – È mio cugino Adam, visto che il papà non poteva venire ti accompagna lui in macchina. – Buongiorno, nonno –, disse Adam. – Niente salamelecchi –, ribatté il nonno. – Come faccio a riconoscerti se non vieni mai a trovarmi? – – E sai perché? – rispose Adam. – Perché sei sempre arrabbiato e non fai che imprecare. A mia madre non va a genio. Dice che prima devi imparare a comportarti come si deve. Mi aspettavo che il nonno esplodesse. Invece niente. Si mise a ridere. – E bravo Adam! – esclamò. – Non sei come gli altri della famiglia. Somigli a me e a Gottfridino. Non hai paura. Signorina, dia qui le pillole, così ci leviamo di torno. Mio figlio non vede l’ora di stare un po’ con me. – Lei gli diede due flaconi di pillole. – Quelle bianche sono per il cuore, quelle rosse per stare calmo e non dire troppe parolacce –, spiegò facendoci l’occhiolino. Lo aiutammo a scendere dal pulmino e scaricammo la mia valigia, le stampelle del nonno, il sacchetto con le polpettine, e poi un altro, che era una sorpresa da parte di Adam. – Girandole al cardamomo, qualche biscottino e un filone di pane. Li ho preparati stanotte –, disse. – Quando ci si dà alla fuga è meglio avere un po’ di provviste. – Vengo a prendervi qui domani alle dodici. – – Per essere figlio di mio figlio sei proprio in gamba, accidenti –, disse il nonno. – Di tua figlia, non di tuo figlio –, lo corresse lui. – Occhio a non dimenticarlo!

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VERIFICA


VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Rispondi alle domande cercando gli indizi nel testo. • Chi è Gottfridino? ............................................................................................................................................................................................ • Dove si trovano i personaggi all’inizio della vicenda? ......................................................................................................... • Prova a rileggere le frasi evidenziate: secondo te, che cosa sta succedendo? Che cosa sta combinando il protagonista insieme ad Adam? ...................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................................................... ...........................................................................................................................................................................................................................................

Leggi le affermazioni e segna con una X se sono vere (V) o false (F). • Questo brano racconta un’avventura.

V

F

• Gottfridino sta raccontando in prima persona la vicenda.

V

F

• Adam è figlio del figlio del nonno.

V

F

• Le pastiglie rosse che l’infermiera dà al nonno sono per il cuore.

V

F

A COLPO

d’ OCCHIO

Osserva queste 3 copertine di libri, leggi i titoli e indica con una X quella che, secondo te, racconta una storia d’avventura. Poi controlla la risposta in fondo alla pagina.

RIFLETTO

e

VALUTO

Quanto ti senti sicuro/a con i RACCONTI D’AVVENTURA? Ora chiedi all’insegnante di scrivere qui i suoi consigli per te. ...........................................................................................................................................................................................................................................

SOLUZIONE: Gli amici di Flora Salamander. Una ciurma scatenata! Attiva gli esercizi su HUB Kids

VERIFICA

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R acconto Paura

Il

di

PRIMA

dell’ ASCOLTO

UNA CREATURA INQUIETANTE • BRANO SONORO

Osserva bene l’illustrazione, leggi il titolo e l’inizio del racconto.

Una creatura inquietante Elena Borio Alluto, Inquietante n. 8, Girotondo

Mi P iace L eggere

È ORMAI TARDI E IL BAMBINO NON DOVREBBE ESSERE LÌ. È FERMO IN QUELLA SCOMODA POSIZIONE DA ALMENO VENTI MINUTI, IN PUNTA DI PIEDI CON IL NASO PREMUTO CONTRO IL VETRO APPANNATO ED IL FIATO SOSPESO...

DOPO

l’ ASCOLTO

Come sono i personaggi? Descritti nei dettagli. Vaghi e misteriosi. Delineati in modo specifico con tante descrizioni.

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ZIONE PRESENTA

Come ti sembra l’ambiente? Cupo e misterioso. Luminoso e sereno. Giocoso e allegro.

In quale momento della giornata si svolge la storia? Di mattina presto. A tarda sera. In pieno pomeriggio.


IL RACCONTO DI PAURA • LIBRO DI SCRITTURA PAGG. 42-46

Gira pagina e scopri le caratteristiche del racconto di paura.

Che cosa ti ha suscitato il racconto? Inquietudine e tensione. Allegria e spensieratezza. Gioia ed entusiasmo.

Il racconto come procede? In modo lineare. Con colpi di scena improvvisi. Con un crescendo di suspense. ZIONE

PRESENTA

71


Le

C aratteristiche

Il racconto di paura

Leggi le caratteristiche del racconto di paura, poi controlla se hai dato le risposte corrette alle domande di pagg. 70-71.

PERSONAGGI

LUOGHI

I PERSONAGGI POSSONO ESSERE PERSONE COMUNI O ESSERI FANTASTICI E MOSTRUOSI (FANTASMI, LUPI MANNARI, VAMPIRI, ZOMBIE...).

I LUOGHI SONO DESOLATI E SPETTRALI (CASE E CASTELLI ABBANDONATI, SOFFITTE...) O AMBIENTI MINACCIOSI E OSCURI (FORESTE, LANDE DESOLATE...).

IL RACCONTO DI PAURA

SCOPO GENERA INQUIETUDINE E TENSIONE. PER QUESTO, IL RITMO È VARIO E COLMO DI SUSPENSE E VENGONO SPESSO UTILIZZATE PAROLE SPECIFICHE E RICCHE DI DETTAGLI SENSORIALI.

TEMPO IL TEMPO PUÒ ESSERE IMPRECISATO O DEFINITO, DI SOLITO I FATTI SI SVOLGONO IN ORE SERALI O NOTTURNE.

FATTI I FATTI SPESSO SONO IMPROVVISI E PIENI DI MISTERO (APPARIZIONI E SPARIZIONI STRANE, INSEGUIMENTI...).

S trategie per S crivere 72 666

ZIONE PRESENTA

pagg. 42-46 del tuo L ibro di S crittura


Il racconto di paura

VIVERE STORIE NUOVE

Un brivido di paura R.L. Stine, Il fantasma senza testa, Piccoli Brividi, Mondadori

Mi P iace L eggere

Seth spinse la porta, che si aprì cigolando. Entrammo in silenzio. L’interno era completamente buio. Feci due passi nella stanza… e urtai Seth. – Ssst – sibilò. – Dove siamo? – sussurrai. – In uno dei locali sul retro – fu l’ovvia risposta di Seth. – Fra un attimo gli occhi si abitueranno all’oscurità. – Ma non possiamo accendere una luce? – gli domandai. – Non lo sai che i fantasmi non si fanno vedere con le luci accese? – bisbigliò lui. Ci eravamo chiusi la porta alle spalle, eppure un soffio d’aria gelida continuava a colpirmi la schiena. Rabbrividii. Un rumore appena percettibile mi bloccò il fiato in gola. Cominciavo ad avere allucinazioni uditive? Mi tolsi il cappuccio del giaccone per sentire meglio. Silenzio. – Forse so dove trovare qualche candela – sussurrò Seth. Sentii Seth che si allontanava a passi felpati. Poi tornò il silenzio. All’improvviso, un altro soffio gelido mi colpì la nuca. – Oh! – mugugnai quando sentii di nuovo il rumore di prima. Era un rumore leggero, come di ossa che sbattevano fra loro. Venni investito da un’altra folata. “Sembra proprio il respiro di un fantasma” pensai. Un brivido mi corse lungo la schiena e cominciai a tremare forte. Sentii di nuovo il rumore di ossa. Più forte. Più inquietante. Così vicino… Tesi le braccia nelle tenebre. Cercavo un muro a cui appoggiarmi. O un tavolo. Qualsiasi cosa. Le mie dita, però, stringevano soltanto l’aria. Deglutii.

BRANI AUDIO, VIDEO, MAPPE, ALTRI CONTENUTI DIGITALI DELL’UNITÀ

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Quali reazioni fisiche suscita la paura nel protagonista? Sottolineale nel testo.

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Quando hai paura, che cosa succede al tuo corpo? Insieme al tuo vicino o alla tua vicina di banco fai una lista delle sensazioni fisiche che percepite quando avete paura.

Testo facilitato e semplificato

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Il racconto di paura

VIVERE STORIE NUOVE

Mi P iace L eggere

Aiuto, un gigante! Roald Dahl, Il GGG, Adriano Salani Editore, Milano 2016

Non era un essere umano. Non poteva esserlo. Era quattro volte più grande del più grande degli uomini. Così grande che la sua testa sovrastava le finestre del primo piano. Sofia aprì la bocca per gridare, ma non emise suono. La gola, come il resto del suo corpo, era paralizzata dalla paura. La grande sagoma scura veniva verso di lei. Si avvicinava sempre di più, sempre di più, muovendosi a scatti. Ah, ecco! Sofia credette di capire quello che faceva: si fermava davanti a ogni casa e sbirciava attraverso i vetri dei primi piani. Anzi, doveva chinarsi per spiare dalle finestre, tanto era grande. Ora la sagoma era più vicina e Sofia poté distinguerla meglio. Sofia scrutò attentamente tra le brume lattiginose della strada. Il gigante in una mano teneva un oggetto che a prima vista sembrava una tromba molto lunga e sottile. Nell’altra mano reggeva una grande valigia. In quel momento il gigante era immobile davanti alla casa dei signori Goochey. Sofia sapeva che i due bambini Goochey dormivano al primo piano, in una stanza che dava sulla strada. GIOCO e IMPARO Che cosa significa tra le brume lattiginose della strada? Per scoprirlo, associa le parole che hanno lo stesso significato.

LABORATORIO per

bruma

bianca

lattiginosa

via

strada

nebbia

COMPRENDERE

C ollego Sottolinea nel testo: in blu le caratteristiche del gigante, in verde le reazioni di Sofia.

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Testo facilitato e semplificato


Il racconto di paura

VIVERE STORIE NUOVE

Il gigante stava proprio spiando attraverso la finestra della stanza dove Michael e Jane Goochey dormivano. Dall’altra parte della strada, Sofia lo osservava trattenendo il fiato. Vide il gigante fare un passo indietro e posare la valigia sul selciato. Si chinò, l’aprì e prese qualcosa che assomigliava a un barattolo di vetro, di quelli quadrati col tappo rotondo. Svitò il coperchio e versò il contenuto del barattolo nella campana della sua lunga tromba. Sofia l’osservava, tremando. Vide il gigante drizzarsi, poi introdurre lo strumento nella finestra aperta della stanza dove dormivano i fratelli Goochey. Il gigante inspirò profondamente e puff!, soffiò nella tromba. Non ne uscì alcun rumore, ma a Sofia parve che il contenuto del barattolo fosse stato proiettato, attraverso la tromba, nella camera da letto dei bambini Goochey. Nella luce lunare Sofia intravide, in una frazione di secondo, una enorme, lunga faccia, pallida e rugosa, con due orecchie smisurate. Quello sguardo fisso le sembrò feroce, diabolico. Tremando in tutto il corpo si ritrasse dalla finestra, saltò nel letto e si nascose sotto le coperte.

LIFE SKILLS

SORRIDO

“ ” IL GGG

Questo racconto è tratto dal libro Il GGG, di Roald Dahl. Il romanzo racconta la storia di Sofia e del GGG, il Grande Gigante Gentile. Il GGG è un gigante che si distingue dagli altri abitanti del Paese dei Giganti per la sua bontà: è vegetariano, si ciba solo di “cetrionzoli” e, invece di cacciare bambini e bambine per inghiottirli, va a caccia di sogni. Se vuoi scoprire le vicende che coinvolgono il GGG e Sofia, leggi l’intero romanzo!

IMPARO

Ricordi un episodio in cui hai avuto paura? Che cosa hai fatto per sentirti meglio? Raccontalo in poche righe sul quaderno.

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Il racconto di paura

VIVERE STORIE NUOVE

Mi P iace L eggere

La tomba di Helen Mary Downing Hahn, Quando Helen verrà a prenderti, Mondadori

Mentre stavo scivolando in un bel sogno ambientato nel nostro vecchio quartiere, sentii cigolare il letto di Heather e il rumore inconfondibile di un piede scalzo che si posava sul pavimento. Senza aprire gli occhi, avvertii che si era avvicinata e che mi stava fissando. Poi andò alla finestra e alzò la zanzariera. Aspettai un paio di minuti, poi mi alzai e sbirciai fuori. Al chiarore della luna la vidi avanzare lungo il prato verso il cimitero. Mentre la osservavo, Heather scomparve oltre il cancello. Pur scossa da tremiti di paura, mi arrampicai fuori dalla finestra e mi misi a correre sull’erba già fredda e umida di rugiada. Strisciai oltre il cancello restando fuori dal cimitero. M’inginocchiai e sbirciai attraverso la siepe verso la tomba di Helen. Heather reggeva davanti a sé un vasetto di fiori selvatici come se stesse facendo un’offerta sacrificale. – Helen... – bisbigliò. – Helen, sei qui? Troppo spaventata anche solo per respirare, vidi un bagliore bluastro prendere la forma di una bambina poco più grande di Heather. Indossava un abito bianco e i capelli, scuri come quelli di Heather, le ricadevano come onde sulla schiena. Aveva tratti indistinti, gli occhi immersi nell’oscurità, ma sapevo chi era. LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Quali emozioni prova Molly? E, secondo te, quali emozioni prova Heather? ……................................................................................................................................... ……................................................................................................................................... ……...................................................................................................................................

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Testo facilitato e semplificato

R ifletto Quale strategia hai usato per rispondere alla domanda?


Il racconto di paura

VIVERE STORIE NUOVE

– Sono qui – disse. Aveva una voce bassa e fredda. Heather sorrise. – Come sei bella... – sussurrò mentre Helen prendeva i fiori e chinava il viso per odorarne la fragranza. Per alcuni istanti rimasero a guardarsi, poi Heather parlò ancora. – Sono stati di nuovo cattivi con me – borbottò. – Io li ho avvisati che stai per arrivare, ma non penso che mi credano. Fa’ qualcosa e presto, Helen. Fai in modo che si pentano di quello che mi hanno fatto. Presto. La voce di Helen risuonò secca e crudele, come una folata di vento in inverno che spazza un campo di erbacce. – Molto presto. Un attimo dopo era sparita e il cimitero parve sprofondare nell’oscurità. Heather lanciò un grido allungando le mani verso il punto in cui poco prima si trovava la sagoma della bambina. – Helen! Helen, non lasciarmi! Mi precipitai verso la sicurezza della casa. Non appena raggiunsi la finestra mi arrampicai sul muro, incurante del rumore che stavo facendo, e mi fiondai a letto. Non so per quanto tempo rimasi distesa immobile tremando per il terrore, in attesa che tornasse Heather. Quando la sentii alla finestra, serrai gli occhi pregando che fosse sola. – Vedrai, Molly... – mi sussurrò all’orecchio con voce gelida, quasi quanto quella di Helen. – Vedrai... Quando Helen verrà a prenderti, ti pentirai di tutto quello che mi hai fatto. LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Sottolinea nel testo con colori diversi: • gli indizi che fanno capire quando si svolgono i fatti; • i particolari che descrivono Helen; • i verbi che rendono viva la scena.

Mi P iace Nel brano si parla di un cimitero. Scrivere Prova a descrivere brevemente questo luogo sul quaderno, senza far capire di che posto si tratta.

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Il racconto di paura

VIVERE STORIE NUOVE

In punta di piedi Mi P iace L eggere

David Almond, Skellig, Adriano Salani Editore, Milano 2010

Finii la Cola, aspettai un minuto e poi tornai giù al garage. Non avevo tempo per stare lì a cercare il coraggio di entrare o per ascoltare i rumori. Accesi la torcia, feci un bel respiro ed entrai in punta di piedi. Qualcosa di piccolo e nero strisciò veloce per terra. La porta cedette scricchiolando per un attimo, prima di fermarsi. Nel raggio della torcia pioveva polvere. In un angolo, qualcosa raschiava e raschiava. Andai avanti, sempre in punta di piedi. Sentivo delle ragnatele che mi si spezzavano contro la faccia. Vecchi mobili, pezzi di cucine componibili, moquette arrotolata, tubi, cassette e assi, tutto era accatastato alla rinfusa. Dovevo abbassarmi di continuo sotto i tubi di gomma, le corde e le sacche militari che pendevano dal tetto. Altre ragnatele mi si spezzarono contro i vestiti e la pelle. Il pavimento era rotto e si sbriciolava. Aprii di un paio di centimetri un armadietto, puntai la torcia e vidi un milione di insettini scappare via.

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Il racconto di paura

VIVERE STORIE NUOVE

Sbirciai in una brocca di pietra e ci vidi le ossa di un qualche animaletto che ci era morto dentro. Dappertutto c’erano mosconi blu stecchiti e giornali e riviste che sembravano vecchissimi. Ne illuminai uno con la torcia e vidi che era di quasi cinquant’anni fa. Camminavo con molta cautela. Avevo paura che da un momento all’altro crollasse tutto. La polvere mi intasava la gola e il naso. Sapevo che presto i miei avrebbero cominciato a protestare e che era meglio uscire. Mi sporsi da sopra un mucchio di casse e feci luce nello spazio dietro. Fu allora che lo vidi.

LIFE SKILLS

SORRIDO

Mi P iace Scrivere

E tu di che cos’hai paura? Scrivi una lista di cose che ti fanno venire i brividi!

............................................................ ............................................................ ............................................................ ............................................................ ............................................................ ............................................................

IMPARO

Secondo te, che cos’ha visto il protagonista? Prova a rappresentarlo qui sotto, poi confronta il tuo disegno con quello delle tue compagne e dei tuoi compagni.

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Il racconto di paura

VIVERE STORIE NUOVE

L’incubo Patrick Ness, Sette minuti dopo la mezzanotte, Mondadori

Mi P iace L eggere

Non aveva mai detto a nessuno dell’incubo. Non a sua madre, ovvio, ma neanche ad altri, neppure al padre durante le telefonate che gli faceva (più o meno) ogni due settimane, decisamente non alla nonna, né ai compagni di scuola. Assolutamente no. Quello che accadeva nell’incubo era qualcosa che nessun altro avrebbe mai dovuto sapere. Conor batté le palpebre, frastornato, rivolse un’occhiata alla stanza, e si accigliò. Mancava qualcosa. Si mise a sedere, ora un po’ più sveglio. L’incubo stava ormai dissolvendosi, ma c’era qualcosa che non sapeva identificare, qualcosa di diverso, qualcosa che... Restò in ascolto, proteso verso il silenzio, ma non c’era null’altro che la casa silenziosa, tutt’intorno a lui, qualche sporadico scricchiolio dal piano di sotto, dove non c’era anima viva, o un frusciare di lenzuola dalla camera accanto, quella di sua madre. Nulla. Poi, d’un tratto, qualcosa. Qualcosa che, comprese, era ciò che l’aveva svegliato. Qualcuno stava chiamando il suo nome. Conor. Per un attimo, fu colto da un’ondata di panico, sentì le budella che si contorcevano. L’aveva seguito? Era uscito dall’incubo e…?

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Il racconto di paura

“Non essere sciocco” si disse. “Sei troppo grande per credere ai mostri.” Lo era davvero. Aveva compiuto tredici anni il mese prima. I mostri erano roba da bambini. Roba da... – Conor. Eccolo ancora. Il ragazzo deglutì. Era stato un ottobre eccezionalmente caldo, e aveva ancora la finestra aperta. Forse il fruscio delle tende che sbatacchiavano per la brezza poteva aver dato l’impressione di... – Conor. D’accordo, non era il vento. Era decisamente una voce, ma non una voce che riconosceva. Non quella di sua madre, poco ma sicuro. Non era di certo femminile, e per un attimo il ragazzo si domandò persino se non fosse spuntato a sorpresa suo padre dagli Stati Uniti, magari era arrivato troppo tardi per telefonare. – Conor. No. Non era suo padre. Quella voce aveva qualcosa di insolito, qualcosa di mostruoso, di selvatico e indocile. Poi udì un pesante cigolio di legno, come se qualcosa di enorme camminasse sulle assi del pavimento. Non voleva andare a controllare. E, al tempo stesso, c’era una parte di lui che non desiderava altro.

VIVERE STORIE NUOVE

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Hai mai fatto incubi? Al tuo risveglio ti sembravano reali e influenzavano il tuo stato d’animo? Racconta.

GIOCO e IMPARO Mettiti alla prova con i sinonimi: riesci a trovarne almeno 3 per ognuna delle seguenti parole presenti nel testo? • Frastornato: …………................………………......................................................................................................................... • Frusciare: ………......…...............………………............................................................................................…………………..... • Brezza: ………..........…...............……………….............................................................................................………………….....

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Il racconto di paura

A CHE PUNTO SONO? La mappa

Completa la mappa con le informazioni mancanti.

I luoghi dove si svolgono i fatti I personaggi possono essere persone comuni oppure ................................................. (come fantasmi, ............................................).

sono desolati e ……..................................., o ……........................................... minacciosi e ……......................................................................

IL RACCONTO DI PAURA Lo scopo è quello di generare .......................................... e .................................... Il ritmo e l’uso di parole .............................................................

contribuiscono a creare suspense.

Il tempo può essere ……...........................................................

o ............................................................. Di solito i fatti si svolgono in ore ..................................................

I fatti sono spesso improvvisi e pieni di ...........................................................

SORRIDOIM

PARO

Ricorda sempre: per comprendere bene quello che stai leggendo, a volta è importante capire che cosa pensano e qual è l’aspetto dei personaggi del racconto. Questo ti aiuterà a entrare in sintonia con loro e a rendere la lettura un momento speciale per te.

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GGIO MONITORA


CHE COSA HO HAI IMPARATO? IMPARATO? La verifica • PIÙ FACILE

Nel nascondiglio

Mi P iace L eggere

Susan Rich (a cura di), Storie del terrore da un minuto, Feltrinelli

Io e mio padre eravamo sdraiati l’uno accanto all’altro, con i muscoli tesi, nel buio pesto, e non osavamo fiatare. Lo spazio era angusto e puzzava. Eravamo distesi sulla schiena, potevamo a malapena sollevare il capo. Sopra di noi, la cosa si rigirava inquieta sul suo letto, e borbottava. Speravo si calmasse al più presto. Infine la cosa smise di muoversi. Contavo i secondi. Dormiva? O era semplicemente distesa lì sveglia, in attesa? – Adesso – mi sussurrò all’orecchio mio padre. E lentissimi allungammo le braccia verso l’alto per afferrare le caviglie del bimbo con le nostre gelide, morte mani.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Che cosa fanno il narratore e suo

Che cosa fa la “cosa” sopra di loro

padre nel buio?

nel letto?

Parlano sotto voce. Respirano pesantemente. Rimangono in silenzio. Com’è lo spazio in cui si trovano? Angusto. Spazioso. Comodo.

Attiva gli esercizi su HUB Kids

Si rigira e borbotta. Dorme. Cammina. Che cosa fanno quando la “cosa” smette di muoversi? Allungano le braccia verso l’alto. Si nascondono sotto le coperte. Si coprono le orecchie. VERIFICA

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VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

Prigioniera Neil Gaiman, Coraline, Mondadori

Mi P iace L eggere

Coraline sentiva che un pianto disperato stava sgorgando da qualche parte dentro di lei. Ma riuscì a frenarsi in tempo. Inspirò profondamente e poi espirò. Tese le mani per calcolare lo spazio in cui si trovava prigioniera. Era grande quanto un ripostiglio per le scope: sufficientemente alto per starci in piedi oppure seduta, ma non abbastanza largo o profondo da potercisi sdraiare. Una parete era di vetro, e al tatto si rivelò gelida. Perlustrò lo stanzino una seconda volta, passando le mani su ogni superficie raggiungibile, alla ricerca di maniglie o interruttori o chiavistelli camuffati – una possibile via d’uscita – ma non trovò nulla. Poi la sua mano sfiorò qualcosa che assomigliava alla guancia o alle labbra di qualcuno, piccole e fredde, e una voce le sussurrò nell’orecchio: – Shh! Taci. Non dire una parola, la megera potrebbe sentire! Coraline non fiatò. Sentì una mano fredda sul viso, dita che le correvano sulla pelle come il battito delicato delle ali di una falena. Un’altra voce, titubante e così flebile che Coraline si domandò se non la stesse immaginando, disse: – Tu sei... tu sei viva? – Si – sussurrò Coraline. – Povera bambina – disse la prima voce. – Chi siete? – domandò Coraline con un bisbiglio. – Nomi, nomi, nomi – disse un’altra voce lontana. – I nomi sono la prima cosa che se ne va, dopo il respiro, dopo il battito del cuore. Noi conserviamo i ricordi più a lungo dei nostri nomi. Ancora rivedo le immagini della mia governante in certe mattine di maggio, mentre portava il mio cerchio e la mia bacchetta, e il sole del mattino dietro di lei, e i tulipani che dondolavano al vento. Quella voce sembrava così triste che Coraline tese una mano verso il punto da cui sembrava provenire, e trovò una mano fredda, che strinse forte.

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VERIFICA


VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Rispondi alle domande cercando gli indizi nel testo. • Come si sente Coraline? ...................................................................................................................................... • Che cosa fa Coraline per cercare una via d’uscita nello stanzino? .......................................................... ......................................................................................................................................................................................

• Che cosa sente Coraline quando la sua mano sfiora qualcosa di freddo? ............................................ ......................................................................................................................................................................................

• Quali ricordi ha la voce che parla a Coraline? ................................................................................................ ...................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................

Leggi le affermazioni e segna con una X se sono vere (V) o false (F). • Questo brano è un testo di avventura.

V

F

• L’ambiente è minaccioso e spettrale.

V

F

• Il ritmo della narrazione crea suspense.

V

F

• Coraline chiede ai personaggi sconosciuti il loro nome.

V

F

• La voce che parla a Coraline sostiene che i ricordi scompaiono prima dei nomi.

V

F

A COLPO

d’ OCCHIO

Osserva le immagini, poi segna con una X quale dei tre mostri è adatto per essere un personaggio di un racconto di paura.

RIFLETTO

e

VALUTO

Quanto ti senti sicuro/a con i RACCONTI DI PAURA? Ora chiedi all’insegnante di scrivere qui i suoi consigli per te. .......................................................................................................................................................................................... Attiva gli esercizi su HUB Kids

VERIFICA

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O e C O I G O R A P IM

Cerca le parole nel crucipuzzle: possono essere in orizzontale o verticale. Le lettere che rimarranno sveleranno un messaggio segreto!

F

A

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AVVENTURA CORAGGIOSI FANTASTICO REALISTICO SUSPENSE TESORO PAURA RITMO MAPPA FATTI LUOGHI MOSTRUOSI PERSONE

• Il messaggio segreto è: ....................................................................................................................

po’ n u e r e id Per r Un papà legge un libro alla figlia per farla addormentare. Dopo un’ora la figlia esclama: – Dai papà, basta leggere. È un’ora che cerco di dormire!

Un bambino chiede alla mamma: – È vero che le carote fanno bene alla vista? La mamma risponde: – Certo! Hai mai visto un coniglio con gli occhiali?

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RISTORO


GIOC O IMPA e RO

Risolvi i seguenti indovinelli.

Qual è l’ingrediente principale del racconto realistico? LA

E

LT Qual è la magia del racconto fantastico? A

PA

SION

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Per la mappa è questo il posto, ma il tesoro è ancora nascosto! Il segreto del racconto d’avventura sono: C L

I DI S

E

A Quali sono i segreti del racconto di paura? S

S

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– Sai qual è il colmo per un pirata?... Avere un figlio che è un tesoro!

– Come mai non si è mai visto uno scheletro che si butta col paracadute?... Perché non ha fegato!!!

RISTORO

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G

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STO O E T IL TTIV 9 I R C 10 DES . 90g pag

IL TES T POET O pagg ICO . 11012

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IONE

OSSERVAZ

5


Che cosa imparerai In queste pagine imparerai a osservare ciò che si trova intorno a te, per poterlo descrivere; riconoscerai che emozioni e sentimenti fanno parte della tua vita; scoprirai la vita di personaggi che hanno vissuto esperienze significative.

LA MIA BIBLIOTECA

O IL DIARI 26-139 1 . g g a p

LA LETTERA E L’E-MAIL pagg. 140-151 L’AUTOBIOGRAFIA E LA BIOGRAFIA pagg. 152-167

IONE

OSSERVAZ

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Testo D escrittivo

Il

PRIMA

LA MAESTRA DOLCEMIELE E LA DIRETTRICE SPEZZINDUE • BRANO SONORO

dell’ ASCOLTO

Osserva bene l’illustrazione, leggi il titolo e l’inizio del testo descrittivo.

La maestra Dolcemiele e la direttrice Spezzindue Roald Dahl, Matilde, Adriano Salani Editore, Milano, 2022

Mi P iace L eggere

LA MAESTRA, LA SIGNORINA DOLCEMIELE, AVEVA VENTITRÉ O VENTIQUATTRO ANNI E UN BELLISSIMO, PALLIDO VISO DA MADONNA, CON OCCHI AZZURRI E CAPELLI CASTANO CHIARO…

DOPO

l’ ASCOLTO

Quali sono i soggetti delle descrizioni nel brano? Due persone. Una persona e un oggetto.

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ZIONE PRESENTA

Come sono le descrizioni presenti nel brano? Oggettive. Soggettive.

Com’è il linguaggio utilizzato? Preciso e accurato. Generico ed essenziale.


IL TESTO DESCRITTIVO • LIBRO DI SCRITTURA PAGG. 47-64

Gira pagina e scopri le caratteristiche del testo descrittivo.

Che cosa contengono le descrizioni? Molti dati sensoriali. Molti termini tecnici.

Che cosa permettono di fare le due descrizioni? Immaginare quanto viene descritto. Imparare qualcosa di nuovo su un argomento specifico.

ZIONE

PRESENTA

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Le

C aratteristiche

Il testo descrittivo

Leggi le caratteristiche del testo descrittivo, poi controlla se hai dato le risposte corrette alle domande di pagg. 90-91.

CINQUE SENSI

SOGGETTO

PER UN’ACCURATA DESCRIZIONE BISOGNA RICORRERE AI DATI SENSORIALI, CIOÈ I DATI CHE VENGONO PERCEPITI ATTRAVERSO I CINQUE SENSI: VISTA, UDITO, OLFATTO, GUSTO E TATTO.

I SOGGETTI DELLE DESCRIZIONI POSSONO ESSERE SIA REALISTICI SIA FANTASTICI E SONO DI VARI TIPI: OGGETTI, PERSONE, ANIMALI, LUOGHI E AMBIENTI.

IL TESTO DESCRITTIVO SCOPO LINGUAGGIO

LE DESCRIZIONI ALL’INTERNO DEI DIVERSI TIPI DI TESTO POSSONO ESSERE OGGETTIVE O SOGGETTIVE E HANNO LO SCOPO DI RACCONTARE LE CARATTERISTICHE DEGLI ELEMENTI DELLA STORIA, PERMETTENDO A CHI LEGGE DI IMMAGINARE LA SCENA E SENTIRSI COINVOLTO DA ESSA.

IL LINGUAGGIO È PRECISO E ACCURATO. CHI DESCRIVE USA NUMEROSI AGGETTIVI E CREA IMMAGINI SUGGESTIVE, SOPRATTUTTO ATTRAVERSO PARAGONI O PERSONIFICAZIONI.

ORDINE PER DESCRIVERE SI PUÒ SEGUIRE UN ORDINE LOGICO, DALLE INFORMAZIONI GENERALI AI DETTAGLI, OPPURE SPAZIALE.

S trategie per S crivere 92 666

ZIONE PRESENTA

pagg. 47-64 del tuo L ibro di S crittura


Il testo descrittivo

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Oggettivo e soggetivo

....................................................................................................................................................................................................

Cristina Bellemo, Gioia Marchegiani, Tipi, Edizioni Gruppo Abele

Mi P iace L eggere

Il Signor Mario è uno tranquillo e non si vede spesso in giro. Si muove lento e ha i capelli e i baffi bianchi come la neve. Il signor Mario ha molti scaffali in ogni stanza del suo appartamento, tutti pieni di scarpe, decine di paia in perfetto ordine uno vicino all’altro. Ci sono: scarponcini robusti per la montagna; stivali da cavallerizzo e da cacciatore; galosce per l’acqua alta a Venezia; mocassini per le passeggiate in piazza; scarpe sportive (coi tacchetti per il calcio o coi nastri per la danza); calzature di vernice per le serate eleganti; ciabatte infradito per la spiaggia; le pantofole che si usano in albergo; scarpette da scoglio, da bici, da ballo; polacchine per l’inverno; stivaletti spaziali; espadrillas per l’estate quando non piove; doposci per la neve; decolleté per gli abiti da sera; zoccoli olandesi; sandali per giocare al parco senza che ti sudino i piedi. Eccetera eccetera. Il signor Mario ha scarpe per tutto, però non è mai andato da nessuna parte. Al massimo nelle botteghe al piano terra perché gli basta fare due rampe di scale. Nel suo appartamento c’è un corridoio con le mattonelle consumate: il signor Mario ci cammina avanti e indietro ogni giorno con un paio di scarpe diverse. E intanto chiude gli occhi e sogna di essere nei posti delle sue scarpe. LABORATORIO per

BRANI AUDIO, VIDEO, MAPPE, ALTRI CONTENUTI DIGITALI DELL’UNITÀ

Mi P iace Quali scarpe Scrivere vorresti avere nel tuo scaffale? Fai una lista sul quaderno disegnando piccole illustrazioni vicine a ognuna.

COMPRENDERE

C ollego Quale titolo daresti a questo racconto? Scrivilo sui puntini.

E sploro Come sono le descrizioni presenti nel testo? Sottolinea in verde quelle oggettive e in blu quelle soggettive.

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GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Il testo descrittivo Luoghi e ambienti

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Come mai Mico definisce la casa dello zio “strana”?

La descrizione di luoghi e ambienti può seguire un ordine di esposizione logico (dal generale al particolare o viceversa), oppure spaziale (dall’esterno all’interno, da lontano a vicino…). Spesso contiene indicatori spaziali come “sopra”, “sotto”, “destra”, “sinistra”.

............................................................. ............................................................. .............................................................

Un marinaio in collina

............................................................. .............................................................

Enzo Boschi, Roberto Piumini, con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Non sta mai ferma, @ 2005 Gallucci Editore

Mi P iace L eggere

............................................................. ............................................................. ............................................................. .............................................................

E sploro La casa dello zio Salvatore si trova: in cima alla collina. a metà collina. ai piedi della collina.

Sottolinea nel testo gli indicatori spaziali.

R ifletto Quale strategia hai usato per rispondere alle domande?

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Testo facilitato e semplificato

Quello su cui Mico medita in questo momento, mentre sale a trovare zio Salvatore, detto Zì Tore, è la ragione per cui lo zio, che è stato marinaio per tutta la vita, ha voluto costruire la sua casa sulla cima della collina. In verità non proprio sulla cima, ma a metà collina, comunque a una bella altezza. – L’ho fatta qui per vedere un orizzonte più grande – ha risposto lo zio quando Mico gliel’ha chiesto la prima volta, e da allora il bambino non ha più parlato della cosa. Ogni volta, mentre si affatica per la salita, il bambino pensa quanto costi vedere orizzonti più grandi. Ma è una fatica che lui fa volentieri, perché Zì Tore gli piace moltissimo.


Il testo descrittivo

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Luoghi e ambienti

La casa dello zio è strana. Innanzitutto sembra una nave, non tanto per la forma delle pareti, quanto per un terrazzo che finisce a punta. Al centro c’è un palo, con delle corde che vanno dal palo alla ringhiera, e in cima al palo la bandiera della nave su cui Zì Tore ha navigato per venticinque anni, sulle rotte commerciali dall’Europa all’Asia. Lo zio, quando era giovane, aveva già navigato per quindici anni su altre navi, almeno sette, ma quella era stata la nave più importante della sua vita. Si chiamava (ora non c’è più: è stata demolita, perché anche le navi invecchiano e muoiono) Santa Sorella Caterina. Un nome strano, come la casa dello zio. Zì Tore non era proprio il capitano, ma il capo-macchina, che è un compito molto importante. Cosa accadrebbe a una nave se i motori non funzionassero bene? La casa è ormai in vista, con il suo terrazzo-prua. E sulla punta del terrazzo c’è Zì Tore, che guarda in basso. – Pesce-nipote a dritta! – grida lo zio, salutando con la mano. – Gettate le reti! Mico ride come sempre, e risponde: – No, capitano. Getta la pasta!

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Lo sai quante case strane ci sono nel mondo? Prova a inventare una casa speciale, poi descrivila sul quaderno in cinque righe.

Mi

Ogni persona vive P iace L eggere la casa a modo proprio. Scoprilo in Carson Ellis, Casa, Edizioni EL

GIOCO e IMPARO Prova anche tu ad abbinare i nomi delle parti della casa a nomi che hanno a che fare con la nave, come ha fatto l’autore nel testo con terrazzo-prua. • Finestra-.................................................................................................. • Tetto-........................................................................................................ • Cantina-.................................................................................................. • Porta-.......................................................................................................

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Il testo descrittivo

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Luoghi e ambienti

LABORATORIO per

COMPRENDERE

P rima di L eggere Guarda le parole evidenziate. Che cosa possono farti capire del testo che leggerai?

Mary Poppins

Lo sai che esiste anche il film della storia di Mary Poppins? E che questo brano che hai letto viene raccontato attraverso una canzone?

LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Sottolinea nel testo: • in rosso la parte in cui viene descritta la stanza; • in verde quello che c’è sulla tavola.

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Testo facilitato e semplificato

Un tè sul soffitto Pamela Lyndon Travers, Mary Poppins, BUR Rizzoli

Mi P iace L eggere

Giovanna e Michele seguirono Mary Poppins su per le scale. Mary Poppins bussò alla porta. – Avanti, avanti, benvenuti! – gridò dall’interno una voce gioconda. Mary Poppins aprì la porta e li spinse avanti. Entrarono in una stanza ampia e luminosa. Da una parte, in un caminetto, il fuoco scoppiettava allegramente e al centro c’era una tavola enorme preparata per il tè: quattro tazze e relativi piattini, montagne di pane e burro, gallette, pasticcini alle mandorle e una grossa torta coperta di glassa rosa. – Bene, questo è un vero piacere – li salutò una voce sonora, e Giovanna e Michele girarono lo sguardo per trovarne il proprietario. Non si riusciva a scovarlo. La stanza appariva assolutamente vuota. Udirono Mary Poppins domandare seccata: – Oh, zio Alberto, di nuovo? Non è il tuo compleanno, vero? – E parlando guardava il soffitto. Giovanna e Michele guardarono anche loro in su e con grande sorpresa videro un uomo sospeso in aria senza essere attaccato a nulla. – Mia cara, – disse il signor Parrucca sorridendo ai bambini e guardando Mary Poppins con aria di scusa – sono molto spiacente, ma temo sia proprio il mio compleanno. Farei meglio a spiegarvi, credo – continuò con calma. – Io sono un allegrone: ridere mi piace moltissimo. Non avete idea di quante cose mi mettono di buon umore. – E, dicendo questo, il signor Parrucca cominciò a ciondolare su e giù, scuotendosi dal ridere al pensiero della sua stessa allegria.


Il testo descrittivo

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Oggetti

La descrizione di un oggetto ne presenta le caratteristiche generali, il materiale, la consistenza, il colore e la forma.

Una sedia diversa Colin Meloy, Carlson Ellis, WildWood. I segreti del bosco proibito, Adriano Salani Editore, Milano 2018

Mi P iace L eggere

Curtis fu spinto attraverso la soglia. All’interno della stanza la luce era molto fioca: l’unica fonte visibile erano alcuni bracieri tremolanti e diversi rozzi lucernari scavati nel soffitto che portavano al terreno soprastante. Radici scure e legnose s’inerpicavano sulle pareti e sul soffitto; radici più sottili e bianche penzolavano sopra le loro teste, e la stanza odorava decisamente di cipolle. In fondo c’era una pedana, ornata con intrecci di edera e morbidi cuscini di muschio. Al centro della pedana c’era una sedia diversa da qualunque altra che Curtis avesse mai visto: sembrava intagliata a mano in un enorme tronco e dava l’impressione di emergere dalla terra stessa. I braccioli si arrampicavano intorno al sedile coperto di cuscini, ed erano ornati da artigli; le gambe terminavano con quelle che sembravano zampe di coyote. Lo schienale incombeva sulla stanza, e le due colonne ai lati dello schienale si congiungevano in alto, dove il legno era stato intagliato a forma di una minacciosa corona a una sola punta. Curtis osservò sbalordito la scena finché non sentì una voce alle sue spalle che chiedeva: – Che ne pensi? – Era una voce di donna, e Curtis si sentì tranquillizzato dal suo tono melodioso. – Un capolavoro di maestria, eh? L’ho fatta fare apposta per la stanza. C’è voluta una vita. LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Cerchia nel testo tutti gli aggettivi qualificativi. Sottolinea con il blu la descrizione della sedia.

E sploro Che cosa sono i lucernari? Delle finestre sul soffitto.

Dei tombini.

Che cosa significa inerpicarsi? ............................................................................................................................................

Testo facilitato e semplificato

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GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Il testo descrittivo Oggetti

Trovi i regali più strani che una persona possa sognare in N. Choux, E. Géhin, M. Sadat, R. Saillard, Il libro dei regali straordinari, Giralangolo EDT

Mi P iace L eggere

Mi P iace Scrivere

Se potessi ricevere dei regali magici, quali vorresti avere? Scrivi una lista sul quaderno. LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Sottolinea nel testo la descrizione dei regali ricevuti da Harry, poi rispondi. • Com’è la descrizione che viene fatta? Oggettiva. Soggettiva.

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Testo facilitato e semplificato

Un regalo speciale J.K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale, Adriano Salani Editore, Milano 1998

Mi P iace L eggere

– Buon Natale! – gli fece Ron ancora assonnato, mentre Harry si buttava giù dal letto. – Anche a te – gli rispose. – Ma... hai visto che roba? Ho ricevuto dei regali! Harry prese il primo pacchetto dalla cima del mucchio. Era avvolto in una spessa carta da pacchi, con su scarabocchiato: “A Harry da Hagrid”. Dentro c’era un flauto di legno rozzamente intagliato. Harry ci soffiò dentro... faceva un suono simile al verso di una civetta. – Credo di sapere da chi viene quello – disse Ron arrossendo leggermente e indicando un grosso pacco informe. – Da mia mamma. Harry aveva aperto il pacchetto e ci aveva trovato un pesante maglione di lana lavorato ai ferri, color verde smeraldo, e una grossa scatola di caramelle mou fatte in casa. – Ma che gentile! – disse Harry. Rimaneva un ultimo pacchetto. Harry lo prese in mano e tastò. Era molto leggero. Lo scartò. Ne scivolò qualcosa di fluente e grigio-argento che cadde a terra formando un mucchietto di pieghe lucenti. Ron rimase senza fiato. – Che cos’è? – Harry raccolse da terra lo scintillante tessuto argenteo. Era stranissimo al tatto, come fosse tessuto con l’acqua. – È il mantello che rende invisibili – disse Ron. – Ne sono sicuro... provalo! Harry se lo gettò sulle spalle e Ron diede un grido. Harry si guardò i piedi, ma quelli erano spariti. Corse allo specchio. Non c’erano dubbi: l’immagine che gli rimandò lo specchio era fatta soltanto di una testa sospesa a mezz’aria sopra un corpo completamente invisibile. Si tirò il mantello sulla testa e l’immagine scomparve del tutto.


Il testo descrittivo

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Persone

La descrizione di una persona ne presenta le caratteristiche fisiche, l’abbigliamento, il carattere e le abitudini, i modi di comportarsi.

Mrs. Granger Andrew Clements, Drilla, BUR Rizzoli

Mi P iace L eggere

Mrs. Granger viveva da sola in una bella casetta nella zona vecchia della città. Aveva una vecchia macchina azzurra che usava per venire a scuola tutte le mattine, con la pioggia e col bel tempo, con la neve e la tormenta, con la grandine e il tornado. Vantava un irraggiungibile record di presenze che durava da più tempo di quanto si riuscisse a ricordare. Aveva i capelli quasi bianchi, tirati e raccolti dietro la testa in una cosa che assomigliava a un nido. A differenza di alcune insegnanti più giovani, non portava mai i pantaloni a scuola. Aveva due completi gonna e giacca, la divisa grigia e la divisa blu, che portava sempre con sotto una camicia bianca e con un piccolo cammeo al collo. Mrs. Granger era una di quelle persone che non sudano mai. Dovevano esserci almeno trenta gradi prima che decidesse di togliersi la giacca. Era piccolina, per essere un’insegnante. In quinta c’erano dei ragazzi più alti di lei. Ma Mrs. Granger sembrava un gigante. Erano i suoi occhi a fare quell’effetto. Quando li accendeva al massimo riuscivano a farti sentire un granello di polvere. Sapevano anche scintillare e ridere, e i bambini dicevano che era brava a scherzare, a volte. Ma non erano le sue battute a renderla celebre. Tutti erano sicuri che Mrs. Granger avesse la vista a raggi X. Non era proprio il caso di pensare di masticare la cicca in un raggio di dieci metri da lei. Se lo facevi, Mrs. Granger se ne accorgeva subito, ti beccava e ti faceva appiccicare la cicca su un foglietto giallo vivo. Poi ti fissava il foglietto alla maglietta con una spilla da balia, e dovevi tenerti quella roba lì davanti per il resto della giornata. Poi dovevi portarla a casa e farla firmare dalla mamma o dal papà, e riportarla il giorno dopo.

cammeo: gioiello realizzato attraverso l’incisione di una pietra dura.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Che cosa significa la parola cicca? Sigaretta. Gomma da masticare. Cannuccia.

E sploro Sottolinea tutti i dettagli che ti aiutano a farti un’idea visiva di com’è Mrs. Granger.

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Il testo descrittivo

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Persone

Ci siamo persi! Silvana Gandolfi, L’isola del tempo perso, Adriano Salani Editore, Milano 2017

Mi P iace L eggere

Man mano che il drappello di bambini avanzava, potevo osservarli meglio. Nessuno di loro sembrava stupito per la nostra presenza. Il più alto, un ragazzino sui dodici anni, con una incredibile testa di ciuffetti rosso fiamma, dritti come candeline accese su una torta di compleanno, mi stava fissando negli occhi con un gran sorriso. Aveva un viso magro pieno di lentiggini e una bocca piena zeppa di grossi denti bianchi. Sempre sorridendo, ci raggiunse. Gli altri si disposero a semicerchio intorno a noi, studiandoci impassibili. – Vi siete persi da molto? – chiese il ragazzo coi capelli punk che mi facevano pensare a una torta di compleanno. Indossava una mantella di incerata gialla, stivali da cavallerizzo, e si appoggiava a un lungo remo di legno con l’altezzosità di un capo indiano che si appoggi alla sua lancia. Anche gli altri erano vestiti in modo stravagante, con cose arrangiate. Il più piccolo, sui tre anni, aveva il torace nudo e i fianchi avvolti in una specie di gonnellino sfrangiato all’altezza delle ginocchia. La testa era sepolta sotto un enorme casco da motociclista. Sembravamo in pieno Carnevale. LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro

R ifletto

Sottolinea nel testo le descrizioni dei ragazzini, poi cerchia gli aggettivi presenti. Che cosa viene descritto dei ragazzini? Segna con una X. Carattere. Aspetto fisico.

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Abbigliamento. Abitudini.

Testo facilitato e semplificato

Perché la protagonista dice sembravamo in pieno Carnevale? ……………….....................................................….......… ……………….....................................................….......… ……………….....................................................….......… ……………….....................................................….......…


Il testo descrittivo

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Persone

– Da quanto tempo siete qui? – ripeté il ragazzo, visto che noi tacevamo, troppo assorbite dallo spettacolo. – Ci siamo persi tutti e tre – risposi in un soffio. – È curioso, prima si è persa Arianna, nella galleria dei pipistrelli, poi... Arianna mi rubò la parola. – Giulia voleva venirmi a cercare, e ha sbagliato nel tornare indietro... Venne interrotta a sua volta dal vecchio. – Sono io che mi sono perso! Io! Non so cosa sia successo... – scosse debolmente il capo. Testa di Candeline gli andò accanto e gli batté sulla spalla. – Non faccia così, c’è rimedio a tutto. Le rincresce tanto trovarsi qui? – Voglio tornare a Casa Serena. Aveva un’aria fragile e vulnerabile; sembrava sul punto di scoppiare a piangere. Il ragazzo si girò verso me e Arianna appoggiandosi al remo con aria disinvolta. Le candeline vibrarono. – Anche a voi dispiace esservi perse? Per chi ci aveva preso? Eravamo eccitatissime e per nulla al mondo avremmo rinunciato a risolvere tutti quei misteri. – Dispiacere? A noi no! – risposi di slancio per tutte e due. – La consideriamo un’esperienza interessante. – Brave! È così che va considerata.

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Dopo aver letto la descrizione del ragazzino con i capelli punk, prova a disegnarlo qui sotto.

101


Il testo descrittivo

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Persone

le si confaceva a pennello: era perfetto per lei, le calzava alla perfezione.

Quattro sorelle Louisa May Alcott, Piccole donne, Crescere Edizioni

Mi P iace L eggere

Margaret, la maggiore delle quattro, aveva sedici anni ed era molto carina, in carne e ben formata, aveva occhi grandi, un mucchio di soffici capelli castani, una boccuccia dolce e delle mani fini e bianche di cui andava molto fiera. La quindicenne Jo era molto alta, magra, scura di carnagione e assomigliava un poco ad un puledro non ancora domato; perché non sapeva mai dove, né come, tenere le lunghe membra che sembravano esserle sempre d’impaccio. Aveva delle labbra pronunciate, un naso bizzarro ed affilato, e occhi grigi, che sembravano vedere ogni cosa e che potevano essere, di volta in volta, fieri, divertenti o pensierosi. I suoi lunghi e folti capelli erano la sua unica bellezza; ma li portava quasi sempre in una retina, perché non le dessero noia. Jo aveva le spalle arrotondate, grossi piedi e mani, i vestiti quasi sempre scuciti che le cascavano di dosso e l’aria di una ragazza che stava trasformandosi rapidamente in una donna, ma a cui la cosa non piaceva affatto. Elizabeth – o Beth, come la chiamavano tutti – era una rosea ragazza di tredici anni, dai capelli lisci e gli occhi brillanti, che aveva modi di fare riservati, una voce timida, e un’espressione pacifica che raramente veniva intaccata. Il padre la chiamava “piccola tranquillità”, e il nome le si confaceva a pennello; perché sembrava vivere beata, in un mondo a sé, da cui non usciva se non per stare con i pochi che amava e stimava. Amy, la più piccola, era una figura di spicco – o almeno secondo la sua opinione. Era bianca come la neve, con occhi celesti e capelli biondi arricciati sulle spalle, pallida e magra, e se ne andava sempre in giro come una piccola signorina conscia di quali fossero le buone maniere. GIOCO e IMPARO Giocate in classe a Indovina chi?. Chi inizia deve fare una veloce descrizione di un compagno o una compagna. Chi indovina a chi corrisponde la descrizione, farà l’indovinello successivo.

102 666

Testo facilitato e semplificato

LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Nel racconto vengono descritte quattro sorelle: Margaret, Jo, Beth e Amy. Sottolinea con colori diversi le caratteristiche di ognuna di loro.


Il testo descrittivo

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Animali

LABORATORIO per

La descrizione di un animale ne presenta le caratteristiche generali, l’aspetto fisico, il carattere e il comportamento.

E sploro A che cosa viene paragonata la tartaruga?

Tortellino Jules Feiffer, La mia stanza è uno zoo!, Mondadori Libri per Piemme

COMPRENDERE

...........................................................

Mi P iace L eggere

........................................................... ...........................................................

Quando mamma mi ha preso la mia tartaruga ho detto che era il tipo di animale a cui si sarebbe anche potuta affezionare. Tortellino sembrava un dinosauro nano incastrato in un sasso. Aveva gli occhi neri e piccoli, e non si capiva mai dove guardasse. Ai lati della testa aveva due strisce rosse nel punto dove di solito ci sono le orecchie. Non sono sicura che le avesse e, comunque, io non riuscivo a vederle. Sembrava sveglio, ma a che cosa gli serviva se doveva passare tutta la vita in una vasca? Quando si muoveva non si notava quasi. Perlopiù scivolava sott’acqua fino a una pila di sassi che papà aveva messo in un angolo. Ogni giorno si arrampicava sui sassi fuori dall’acqua, e rimaneva seduto lì fino a sera, con il collo allungato fuori dalla corazza come un grasso spaghetto. Certe volte si alzava in piedi contro il vetro della vasca e lo graffiava con gli artigli come se volesse aprirsi un passaggio. Ma si stancava presto, meno male, altrimenti mi sarei preoccupata. Quando mi avvicinavo a lui infilava subito la testa nella corazza e ci voleva un bel po’ prima che si decidesse a tirarla di nuovo fuori. Volevo piacergli, ma non credo che fosse così. Mamma lo chiamava “Il Timido”. Papà lo chiamava “Rocky”. I miei genitori pensavano che fosse divertente dare ai miei animali dei nomignoli, ma secondo me non lo era affatto.

Sottolinea nel testo: • in blu la descrizione dell’aspetto fisico della tartaruga; • in verde le sue abitudini.

R ifletto Quale strategia hai usato per rispondere alla domanda?

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Dividetevi a coppie. Intervistatevi a turno per scoprire quale animale domestico ciascuno/ ciascuna di voi ha e come se ne prende cura. Chi non ha animali domestici, può inventare e scegliere quello che gli piacerebbe avere.

Testo facilitato e semplificato

103


Il testo descrittivo

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Animali

LABORATORIO per

COMPRENDERE

L’orso

C ollego Sottolinea le parole corrette per completare le definizioni. • Il bramito è il verso simile a un urlo/canto di alcuni animali selvatici. • La tagliola è una tana/ trappola per animali.

R ifletto Perché nel bosco c’era una tagliola e chi può averla posizionata lì? Dividetevi in due gruppi, uno a favore e uno contro l’uso delle trappole per gli animali, e provate a esporre le vostre motivazioni.

104 666

Testo facilitato e semplificato

Emily Winfield Martin, Biancaneve e Rosarossa, Mondadori

Mi P iace L eggere

Rosarossa sentì un bramito soffocato, basso e pieno di disperazione, echeggiare tra gli alberi. Si guardò intorno, cercando di capire a quale animale appartenesse quel verso. – Biancaneve? – gridò. Poi seguì il verso senza far rumore. Nel profondo, sapeva già che veniva da una creatura ferita. All’origine di quel suono, trovò l’orso. Era gigantesco. Più grande di quanto Rosarossa avrebbe mai immaginato. La sua presenza inquieta riempiva i boschi. Il marrone della pelliccia, tanto lucido e scuro da sembrare quasi nero, scintillava di rosso nei punti in cui era illuminato dal sole. L’orso grugnì ancora, si lasciò sfuggire una specie di sospiro e si girò bruscamente. E vide Rosarossa. Lei ricambiò lo sguardo. Aveva occhi scuri e gentili, inaspettati in una testa così grossa e spaventosa. Con una zampa posteriore cercò di divincolarsi da qualcosa, ma Rosarossa non riuscì a vedere di cosa si trattasse. Però capì che non poteva muoversi. Con estrema prudenza, avanzò verso l’animale. Quando fu abbastanza vicina da sentirlo respirare, notò il sangue sulle foglie e la trappola che lo bloccava. Rosarossa non aveva mai visto niente di più crudele.


Il testo descrittivo

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Animali

Era una tagliola con due file di denti che gli si erano richiuse di scatto sulla zampa, imprigionandolo. Poi, da dietro, arrivò la voce di Biancaneve. – Poverino. – Dobbiamo fare qualcosa – disse Rosarossa. Insieme andarono a vedere la tagliola. – Ci sono delle molle su entrambi i lati della parte dentata – notò la bambina. Studiò la trappola, intuendo il da farsi. – Se premiamo tutte e due su un lato, dovremmo riuscire ad aprirla. – Aspetta! – esclamò Biancaneve. Aveva notato un piccolo foro rotondo nel metallo. – La chiave! – Si frugò nelle tasche del vestito e tirò fuori la chiave della biblioteca con aria trionfante. La infilò nella serratura della trappola e girò. L’orso lanciò un urlo terribile e si scosse da una parte all’altra con tutto il peso. Biancaneve e Rosarossa inciamparono e caddero all’indietro. Ma loro non erano l’unica cosa di cui l’orso si era liberato scuotendosi: la tagliola giaceva a terra, aperta. L’orso sbuffò. Guardò ancora una volta le bambine e abbassò la testa in un gesto che pareva un inchino o un cenno di assenso. Poi fuggì rumorosamente tra gli alberi, con la massa formidabile che quasi – ma non del tutto – mascherava l’andatura zoppicante.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Completa le informazioni relative all’orso. Aspetto fisico corporatura: ...................................................... pelliccia: ............................................................... Carattere e comportamento ................................................................................. ................................................................................. .................................................................................

C ollego Che cosa è successo all’orso? ................................................................................. .................................................................................

Chi aiuta l’orso? Biancaneve. Rosarossa. Rosarossa e Biancaneve.

R ifletto Sottolinea la conclusione del racconto. Ti piace il modo in cui finisce? Parlane in classe.

105


A CHE PUNTO SONO?

Il testo descrittivo La mappa

Completa la mappa con le informazioni mancanti. Per descrivere si usano i 5 sensi: 1. ............................................................................................................................ 2. ............................................................................................................................ 3. ............................................................................................................................ 4. ............................................................................................................................

Le descrizioni possono riguardare: luoghi e ambienti; .............................................................................................................. .............................................................................................................. ..............................................................................................................

5. ............................................................................................................................

IL TESTO DESCRITTIVO Le descrizioni raccontano le ...................................................................... degli elementi della storia,

Il linguaggio è .............................................................,

affinché chi legge le

accurato e ricco di .................................................

........................................................................................................

e immagini ...............................................................................

Possono essere: ........................................ o soggettive. Per descrivere si può seguire un ordine ..................................................................... o ....................................................................................................... SORRIDOIM

PARO

Ricorda sempre: se in un brano che stai leggendo incontri delle parole che non conosci, cerca di capire che cosa significano dal contesto in cui sono inserite e prova a usare dei sinonimi. Questo esercizio ti permetterà di conoscere parole nuove e arricchire il bagaglio del tuo lessico.

106 666

GGIO MONITORA


CHE COSA HO HAI IMPARATO? IMPARATO? La verifica • PIÙ FACILE

Un personaggio bizzarro Colombo & Simioni, Un’estate, tre amici e un mare di guai, Il Battello a Vapore, Piemme

Mi P iace L eggere

Dall’altro lato della strada camminava, protetto da un paio di grossi occhiali scuri, Ciccio ‘u Truce. Al suo fianco arrancava un personaggio davvero bizzarro. Dinoccolato al punto da sembrare un po’ deforme, trasandato nell’abbigliamento (camicia stropicciata fuori da pantaloni troppo larghi, scarpe scalcagnate, un cappello portato di sbieco), pallido, un viso che pareva uno di quei quadri bislacchi di Picasso: un occhio su e uno giù, il naso sproporzionato, orecchie enormi, la bocca storta. Respirava tenendo la lingua in mezzo ai denti e sibilava a ogni respiro: lo si avvertiva persino dall’altra parte della strada.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Collega le parole ai sinonimi corrispondenti. Segui l’esempio. Puoi aiutarti provando a sostituire le parole nel testo con i sinonimi. bizzarro

dinoccolato

curioso, stravagante

scalcagnate

sbieco

consumate, logore

bislacchi

storto, obliquo

snodato, sciolto

strani, originali

Sottolinea nel testo gli indizi che descrivono il personaggio bizzarro. Poi osserva come è stato rappresentato nell’illustrazione. L’avresti disegnato diversamente? Attiva gli esercizi su HUB Kids

VERIFICA

107


VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

Una nuova casa per Anna Lucy Maud Montgomery, Anna dai capelli rossi, Il Battello a Vapore, Piemme Junior

Mi P iace L eggere

Quando Marilla fu uscita, Anna si guardò intorno con aria malinconica. Le pareti imbiancate erano talmente spoglie e disadorne da farle pensare che soffrissero per quella nudità. Anche il pavimento era spoglio, tranne che per una stuoia rotonda intrecciata, di un tipo che Anna non aveva mai visto. Da una parte c’era il letto, alto e antiquato, con quattro colonnine scure, ritorte, agli angoli. Dalla parte opposta c’era il suddetto tavolino triangolare, ornato da un grosso puntaspilli di velluto rosso, talmente duro e imbottito che con tutta probabilità lo spillo che vi si fosse avventurato sarebbe rimasto senza punta. Alla parete subito sopra era appeso un piccolo specchio. A metà tra il tavolino e il letto c’era una finestra, con una balza arricciata di mussolina bianco ghiaccio a mo’ di tendina, e di fronte c’era il portacatino. Tutto era talmente gelido che non c’erano parole per descriverlo, ma quella freddezza fece venire i brividi ad Anna. Con un singhiozzo la bambina si spogliò in fretta, si infilò la camicia da notte di tela ruvida e saltò nel letto, dove affondò la faccia nel cuscino e si tirò le coperte fin sopra la testa. Quando Marilla salì a prendere la candela, solo gli indumenti sparpagliati in disordine sul pavimento e il letto sottosopra dimostravano la presenza di un’altra persona, oltre a lei. Raccolse con gesti cauti i vestiti di Anna, li appoggiò con cura sulla sedia foderata di tessuto giallo, prese la candela e si accostò a letto.

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VERIFICA


VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Rispondi alle domande cercando gli indizi nel testo. • Come si sente Anna? ............................................................................................................................................ • Di chi si parla quando si dice che soffrissero per quella nudità? .............................................................. ......................................................................................................................................................................................

• Che cosa succederebbe allo spillo se si avventurasse nel portaspilli? ..................................................... ......................................................................................................................................................................................

• Perché ad Anna vengono i brividi? ................................................................................................................... • Che cosa fa capire che c’è un’altra persona nella stanza oltre a Marilla? ............................................. ......................................................................................................................................................................................

Leggi le affermazioni e segna con una X se sono vere (V) o false (F). • Questo brano contiene un testo descrittivo.

V

F

• La protagonista si mette il pigiama prima di mettersi a letto.

V

F

• Nella stanza c’è una sedia foderata di tessuto giallo.

V

F

• Prima di addormentarsi Anna scoppia a ridere dalla gioia.

V

F

• Il letto è basso e moderno.

V

F

A COLPO

d’ OCCHIO

Osserva queste 3 copertine di libri, leggi i titoli e segna con una X quello che conterrà sicuramente delle descrizioni. Poi controlla la risposta in fondo alla pagina.

RIFLETTO

e

VALUTO

Quanto ti senti sicuro/a con i TESTI DESCRITTIVI? Ora chiedi all’insegnante di scrivere qui i suoi consigli per te. .....................................................................................................................................................................................

SOLUZIONE: Anna dai capelli rossi Attiva gli esercizi su HUB Kids

VERIFICA

109


Testo Poetico

Il

PRIMA

dell’ ASCOLTO

Osserva bene l’illustrazione, leggi il titolo e l’inizio del testo poetico.

Rifare il mondo Ilaria Rigoli, A rifare il mondo, Bompiani

Mi P iace L eggere

ANDIAMO A RIFARE IL MONDO. SERVIRANNO LE PAROLE BRAVE LE PAROLE FORTI LE PAROLE VERDI…

DOPO

l’ ASCOLTO

Come ti sembra la poesia? Breve. Lunga con pause nella lettura. Lunga.

110 666

ZIONE PRESENTA

Di che cosa parla la poesia? Ricordi. Esperienze quotidiane. Speranze.

RIFARE IL MONDO • BRANO SONORO


IL TESTO POETICO • LIBRO DI SCRITTURA PAGG. 65-77

Gira pagina e scopri le caratteristiche del testo poetico.

Com’è il linguaggio utilizzato? Semplice. Evocativo e ricco di suoni. Formale.

Qual è lo scopo di questa poesia? Informare su un argomento. Stimolare l’immaginazione di chi legge. Raccontare. ZIONE

PRESENTA

111


Le

Il testo poetico

C aratteristiche

Leggi le caratteristiche del testo poetico, poi controlla se hai dato le risposte corrette alle domande di pagg. 110-111.

STRUTTURA HA UNA STRUTTURA SINGOLARE: È SCRITTO IN VERSI, RIGHE DI TESTO DI VARIA LUNGHEZZA, CHE POSSONO ESSERE RAGGRUPPATI IN STROFE. QUESTE ULTIME SONO DIVISE TRA LORO DA UNA RIGA DI SPAZIO CHE INDICA UNA PAUSA NELLA LETTURA.

LINGUAGGIO IL LINGUAGGIO È PARTICOLARE: LE PAROLE SCELTE EVOCANO IMMAGINI POETICHE E CREANO SUONI CON CUI GIOCARE.

IL TESTO POETICO

SCOPO

ARGOMENTI

RACCONTA, ESPRIME PENSIERI E STATI D’ANIMO, TRASMETTE EMOZIONI E STIMOLA L’IMMAGINAZIONE.

TRATTA ARGOMENTI DI DIVERSO TIPO: SENTIMENTI, RICORDI, SPERANZE, FENOMENI NATURALI, LA QUOTIDIANITÀ…

S trategie per S crivere 112 666

ZIONE PRESENTA

pagg. 65-77 del tuo L ibro di S crittura


GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Il testo poetico

La mia pelle Silvia Vecchini, Marina Marcolin, Mi Poesie della notte, del giorno, P iace di ogni cosa intorno, Topipittori

Giusi Quarenghi, E sulle case il cielo, Topipittori

L eggere

Mi P iace L eggere

La mia pelle. Ancora non riesco a capire se finisco sulla pelle o se sulla pelle comincio Mi contiene la mia pelle mi protegge ma appena qualcosa la tocca io sono lì sulla pelle a sentire Io sono dentro chi bacia la mia pelle bacia me Io sono fuori se la mia pelle si ferisce io sono ferito. Io sono dentro sono quello che non si vede Io sono fuori, sulla mia pelle vado incontro al mondo Nella mia pelle incontro te Nella tua pelle

Non il diario, non la foto di classe neppure i centimetri o il peso, di me ne sa più la pelle di quanto son cresciuto e con che gusto è tutto scritto qui, è tutto giusto: la macchiolina chiara sulla spalla, l’impronta della varicella, tutte le cadute dalla bici una dopo l’altra, cicatrici il graffio del mio cane era un gioco, il segno del fiammifero quando ho scoperto il fuoco, il taglio che mi ha fatto la conchiglia, nessuno è uguale a me o mi somiglia. Su gomiti e ginocchi c’è una storia, se chiedo alla mia pelle lei la sa a memoria.

BRANI AUDIO, VIDEO, MAPPE, ALTRI CONTENUTI DIGITALI DELL’UNITÀ

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Sottolinea in rosso nei testi che cos’hanno in comune le due poesie.

R ifletto Quali parti delle poesie ti piacciono e ti colpiscono di più? Sottolineale in verde nei testi.

113


GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Il testo poetico LABORATORIO per

COMPRENDERE

P rima di L eggere Alcune parole hanno delle lettere colorate allo stesso modo. Che cos’hanno di particolare?

Quando due versi consecutivi hanno lo stesso suono finale, seguendo lo schema AA BB, si parla di rima baciata.

Nuvole Chiara Carminati e Bruno Tognolini, Rime chiaro scure, BUR Rizzoli, 2018

Mi P iace L eggere

Le nuvole sono fantasmi di uccelli A Son lente ladrone dei giorni più belli A Nascondono il sole, cancellano il blu B Arrivano piano e non partono più B Il vento le spinge, le strizza, le afferra Son stracci del cielo da dare per terra Inventano viaggi volando a vapore E viaggiano gli occhi a guardarle per ore Ventagli leggeri alle noie d’estate Son bestie al galoppo, meringhe assonnate Mutanti figure di panna e velluto Le nuvole sono il mio cinema muto

Mi P iace L eggere

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego A che cosa vengono paragonate le nuvole nella poesia? Sottolinea le parole nel testo. Scoprirai a pagina 118 di quale tecnica poetica si tratta.

114 666

LIFE SKILLS

Vuoi scoprire qualcosa in più sulle nuvole? Prova a leggere: Sarah Zambello e Susy Zanella, Nuvolario, Nomos Edizioni SORRIDO

IMPARO

La poesia è fatta per essere assaporata in silenzio, ma anche per essere ascoltata o recitata. Pensa a come organizzeresti una lettura ad alta voce della poesia Nuvole per i tuoi compagni e le tue compagne: la gestione dello spazio, il tono di voce da usare ecc. Poi prova a metterla in scena!


GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Il testo poetico

La rima è alternata quando i versi seguono lo schema ABAB, cioè quando il primo verso fa rima con il terzo e il secondo con il quarto.

Home Carlo Marconi, Di qua e di là dal mare. Filastrocche migranti, Edizioni Gruppo Abele

La tua casa avrà le mura A più robuste di un abbraccio, B sarà solida e sicura A senza chiavi e catenaccio; B sarà un nido di parole da filtrare col setaccio, per poi scegliere le sole gaie e lievi come il vento, buffe come capriole di scoiattolo contento; sarà carica di amici da contarne più di cento, sarà albero e radici ben piantate nel profondo. Sarà proprio come dici la mia casa, home, il mondo.

Mi P iace L eggere

Sai che ci sono case di tutti i gusti e per qualunque persona? Scoprilo in Antonella Abbatiello, Case così, Donzelli Editore

Mi P iace L eggere

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego GIOCO e IMPARO Sai trovare tre sinonimi per queste parole presenti nel testo? • Gaie: …………................………………............................................... • Lievi: ………......…...............………………......................................... • Buffe: ………..........…...............………………...................................

Com’è la casa descritta dal poeta? Sottolinea le parole nel testo.

E sploro Individua le parole che fanno rima tra di loro. Segui l’esempio e completa lo schema nei vicini a ogni verso.

115


GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Il testo poetico

La rima è incrociata quando i versi seguono lo schema ABBA, cioè quando il primo verso fa rima con il quarto e il secondo con il terzo.

Autunno Gianni Rodari, Il secondo libro delle filastrocche, © 1980, Maria Ferretti Rodari and Paola Rodari © 1991, Edizioni EL S.r.l., Trieste

Il gatto rincorre le foglie secche sul marciapiede. Le contende (vive le crede) alla scopa che le raccoglie.

Mi P iace L eggere

A B B A

Quelle che da rami alti scendono rosse e gialle sono certo farfalle che sfidano i suoi salti. La lenta morte dell’anno non è per lui che un bel gioco, e per gli uomini che ne fanno al tramonto un lieto fuoco.

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Prova a raccontare a voce l’autunno attraverso le tue sensazioni, i colori, i dettagli, come se lo descrivessi a una persona che non l’ha mai visto. LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Il poeta a che cosa paragona l’autunno? Sottolinea la risposta nel testo. Scoprirai a pagina 118 di quale tecnica poetica si tratta.

116 666

E sploro Individua le parole che fanno rima tra di loro. Segui l’esempio e completa lo schema nei vicini a ogni verso.


GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Il testo poetico

La similitudine è un’immagine poetica basata sul paragone tra due elementi diversi ma con caratteristiche comuni. Può essere introdotta dalle parole: come, sembra, pare...

Quiete Janna Carioli e Sonia M.L. Possentini, L’alfabeto dei sentimenti, Fatatrac Edizioni

Mi P iace L eggere

Mi sento quieto come fa le fusa un gatto Come una sera, con il compito già fatto Come una foglia che galleggia senza fretta Come una lenta pedalata in bicicletta. Mi sento quieto come un giorno di vacanza Come la luna quando taglia in due la stanza Come sul mare guardando l’orizzonte Con i gabbiani che mi ridono di fronte.

Quiete e tempesta

Sai che la parola quiete viene spesso associata alla tempesta? Esiste un modo di dire, “La quiete prima della tempesta”, che fa riferimento a quel momento di calma che si verifica prima che si scateni un temporale e, di solito, si usa per indicare un momento di tranquillità prima di un caos preannunciato. Il famoso poeta Giacomo Leopardi ha scritto una poesia intitolata La quiete dopo la tempesta, ascoltala. LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA

LIFE SKILLS LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Sottolinea nel testo le parole che aiutano a creare il paragone tra due elementi.

SORRIDO

IMPARO

Ora prova tu a usare la similitudine. Completa la frase, poi confrontala con quella del tuo compagno o della tua compagna di banco. Mi sento ........…………….................. come ........……………….................., .......….....……...........…....................., ........………..…...............…….................. .

117


GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Il testo poetico

La metafora mette a confronto due elementi creando un’immagine suggestiva. A differenza della similitudine, la metafora non viene introdotta da una parola particolare.

Ci sono giorni Chiara Carminati, Viaggia verso. Mi Poesie nelle tasche dei jeans, P iace Bompiani L

eggere

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Pensa a che cosa potrebbero essere paragonati i giorni e crea le tue metafore. Poi inseriscile in una strofa di 4 versi. Ci sono giorni ........………………………… ……………………………………………………… ………………………………………...........……… …………………………………...........................

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Come sono i giorni descritti nella poesia? Elencali. • Giorni ........……………........................... • Giorni ........……………........................... • Giorni ........……………........................... • Giorni ........……………........................... • Giorni ........……………...........................

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Ci sono giorni salotto scarpe nuove maglia bella bello tu perfetto tutto. Ci sono giorni giardino selvaggio, piedi scalzi e risate e corse e salti. Ci sono giorni soffitta stai lontano da tutti o quasi, e racchiudi ricordi. Ci sono giorni cucina tempo farcito di progetti condito di futuro. E ci sono giorni di pensieri in groviglio giorni ripostiglio sacchi pieni di sbagli capelli straccio nel secchio cuore stivale vecchio.


GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Il testo poetico

La personificazione è una tecnica con cui si attribuiscono qualità o comportamenti umani a elementi della natura, animali oppure oggetti.

Ascoltami Giusi Quarenghi, E sulle case il cielo, Topipittori

Ascoltami inverno non sognarti di entrare Mi piaci sui rami sdraiato nel cielo disteso sul mare seduto nel prato ma ascoltami inverno non ti voglio qui dentro Se bussi sui vetri ti soffio sul naso Se suoni alla porta non ti aprirò LABORATORIO per

Mi P iace L eggere

Ascoltami inverno non ti voglio qui dentro Però aspettami fuori Non andare lontano Adesso esco io Possiamo giocare Mi piace trovarti sull’uscio di casa sentir sulla faccia le tue dita gelate ma ascoltami inverno non ti voglio qui dentro. Qui dentro è il mio cuore

COMPRENDERE

C ollego Quali parole presenti nella poesia solitamente riguardano le caratteristiche o le azioni umane? Sottolineale.

R ifletto L’autrice dove non vuol far entrare l’inverno? Perché? .….......................……..........................………..….................... .….......................……..........................………..…....................

Quale strategia hai usato per rispondere alla domanda?

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Se l’inverno fosse davvero una persona, come lo rappresenteresti? Disegnalo sul quaderno.

Un solo verso

I versi e le strofe di una poesia possono avere lunghezze molto diverse fra loro. Esiste addirittura una poesia, scritta dal famoso poeta Giuseppe Ungaretti, formata da un solo verso e da una sola strofa: M’illumino d’immenso. Secondo te, quale messaggio vuole esprimere Ungaretti? Confrontati con la classe.

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GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Il testo poetico

Le onomatopee sono tipiche del linguaggio del testo poetico e sono di due tipi: quelle che riproducono esattamente un suono, come “Shhh”, oppure quelle che ricordano il suono all’interno della parola, come “bisbigliare”.

L’ombrello Maria José Ferrada e Gaia Stella, Il segreto delle cose, Topipittori

Mi P iace L eggere

L’ombrello è un fiore di tessuto impermeabile che fiorisce nel bel mezzo dell’inverno. Inizia la pioggia: Plin, plin, plin.

GIOCO e IMPARO Prova ora a scrivere tu delle onomatopee, segui l’esempio. • Goccia che cade

plin

• Campanello che suona

...........................

….......................……...............

...........................

….......................……...............

...........................

….......................……...............

...........................

….......................……...............

...........................

….......................……...............

...........................

LABORATORIO per

E le persone che lo sanno dimenticano per un attimo che è inverno, dimenticano persino di essere persone e si sentono api, bruchi, farfalle sotto un albero. Piove. Piove. Le persone escono per strada, aprono gli ombrelli. Vanno dalla scuola al parco, dal parco al panettiere.

COMPRENDERE

E sploro Sottolinea nella poesia le parole che riproducono un suono.

120 666

E gli ombrelli aprono i loro petali: Flop, flop, flop.

Plin, plin. Flop, flop. E pare un giardino che cammina.


GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Il testo poetico

Filastrocca dei ruscelli fruscianti Bruno Tognolini, Le Filastrocche della Melevisione, Gallucci Editore

Mi P iace L eggere

Si chiama allitterazione la ripetizione di lettere o suoni in parole vicine. Essa crea degli effetti che piacciono al nostro orecchio, aiutando la memoria e attirando la nostra attenzione. Proprio per questo motivo sono molto presenti in motti, proverbi, scioglilingua e canzoni.

Fruscia ruscello, scivola e sciacqua Sciogli la foglia che fruscia nell’acqua Fresco di frasche, sciame di stelle Spruzza scintille gelate alla pelle Striscia ruscello, scivola via Cuore freschissimo, segui la scia

E l’acqua Mi Roberto Piumini, Io mi ricordo, P iace Nuove Edizioni Romane L eggere E l’acqua fresca nasce fa ruscelli scende casca sui sassi scroscia e frusciando fa il fiume.

LIFE SKILLS

E l’acqua sciolta nuota nelle valli e lunga e lenta larga silenziosa luminosa fa il lago.

SORRIDO

E l’acqua a onde muore non muore mai e muore e non muore mai e muore mentre immensa fa il mare.

IMPARO

Vocali, consonanti e sillabe ripetute riproducono i movimenti dell’acqua e la loro sonorità. Ascolta l’insegnante mentre legge a voce alta queste due poesie. Quale immagine si forma nella tua mente? Il mare, il fiume, l’acqua del rubinetto… Prova a disegnarla sul quaderno.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Nelle due poesie ci sono dei suoni che si ripetono. Sottolineali.

121


GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Il testo poetico

La filastrocca è un testo poetico semplice e divertente, con un ritmo rapido che aiuta a ricordarla. La filastrocca ha sempre molte rime. Le conte, in particolare, sono filastrocche usate dai bambini e dalle bambine per scegliere chi deve fare qualcosa durante un gioco di gruppo.

Filastrocca degli odori delle cose Bruno Tognolini, Rima rimani, Nord-Sud Edizioni, Milano 2021

Mi P iace L eggere

Sole d’agosto, sole leone Manda profumo di arancia e limone Luna distratta, fatta di sogno Manda profumo di miele cotogno Bimbo che dorme nella meraviglia Manda profumo di figlio o di figlia Cani e scorpioni, pesci ed uccelli Fanno profumi invincibili e belli Terre fiorite e mare profondo Fanno profumo di mondo

LABORATORIO per

Conta dei silenzi Sabrina Giarratana, Amica Terra, Fatatrac Edizioni

Mi P iace L eggere

Conta il silenzio tra le parole Per ascoltare la luna e il sole Conta il silenzio tra dire e fare Per ascoltare la terra e il mare Conta il silenzio tra tanto e poco Per ascoltare la luce e il fuoco Conta il silenzio così com’è Per ascoltare anche te.

COMPRENDERE

E sploro Sottolinea le rime presenti nei due testi, poi segna con una X la risposta corretta. Che tipo di rime sono? Rime baciate. Rime alternate, rime baciate e alternate.

122 666

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Conosci qualche conta? Prova a recitarla in classe a voce alta!


GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Il testo poetico

I calligrammi sono poesie in cui le parole sono disposte in modo da formare un disegno e trasmettere, quindi, un messaggio attraverso un’immagine.

…........….....….....….....….....….....….....….....….....….....….....….....….....….....….....….....….....….....….....….....….....….....…….........

Mauro Fastinelli in Daniela Marcheschi (a cura di), Terra gentile aria azzurrina, Edizioni EL

Mi P iace L eggere

e,

la

m alde stra

t ro n co

n

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e atu r a s t r a o r d i

d’aria .

fossi u t e m da questa parte del vetro, co

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st

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ssi

che l’ o

.

ndo, stupi o t h c to contempla un po’ imbambolato te, l’oc io n o C

ar

che non sa niente batte, credendolo

ca

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f ine stra

cq

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d’a

co ua ,

ro t r a s p a r e u m l i ro

la s

el l a

la m

co

me batte

a cq u a r i

o

tu f o

o di bolle che gorgheggia. Il pesce-u con un rametto di corallo e con un fiott ccellino , LABORATORIO per

ol fondo di sabbia e qualche conchigl ia, ma fatta di cristallo, c

iaccio non ghiacciato; è una gabbia, È un piccolo mare squadrato, come un blocco di gh

COMPRENDERE

R ifletto Scrivi sui puntini il titolo adatto alla poesia scegliendolo tra i seguenti: Il pesce-uccellino • La mosca maldestra • L’acquario

123


A CHE PUNTO SONO?

Il testo poetico La mappa

Completa la mappa con le informazioni mancanti.

È scritto in righe di testo di varia lunghezza, chiamate

Nei testi poetici le parole

…….............................................., che

evocano ……......................................

possono essere raggruppati

e creano …….....................................

in strofe.

con cui giocare.

IL TESTO POETICO

Ha lo …….................................................................

Gli ……....................................... sono

di raccontare, ……............................................

di diverso tipo: sentimenti,

pensieri e stati d’animo, trasmettere

……......................................., speranze,

……....................................... e stimolare

fenomeni …….......................................,

…….......................................

la quotidianità…

SORRIDOIM

PARO

Ricorda sempre: leggere ad alta voce ti aiuta a dare più valore alle parole, fallo più spesso. Ti aiuterà a leggere meglio e a vivere meglio le parole che trovi stampate nei libri.

124 666

GGIO MONITORA


VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

Insetti Chiara Carminati e Bruno Tognolini, Rime chiaro scure, BUR Rizzoli, 2018

Zampe orride pelose con gli uncini Panche schifide divise in due pallini Facce orribili da incubo e follia Mostri alieni impiccioliti per magia Fa paura più che il lupo o la balena Una blatta che zampetta sulla schiena.

Ali fragili e zampette delicate Taglie minime e esigenze limitate Suoni fievoli e presenze persistenti Ti accompagnano anche quando non li senti Non c’è dubbio che un insetto per noi sia L’animale di migliore compagnia

LABORATORIO per

COMPRENDERE

A COLPO

Sottolinea nel testo le rime. Che tipo di rime sono? Baciate. Alternate. 13

d’ OCCHIO

Secondo te, a quale di questi insetti “di migliore compagnia” possono aver pensato l’autore e l’autrice della poesia? Segna con una X l’immagine più adatta.

Incrociate.

Da quanti versi è composta la poesia? 12

Mi P iace L eggere

6

In quante strofe è divisa la poesia? ............................. Leggi le affermazioni e segna con una X se sono vere (V) o false (F). • Gli argomenti di una poesia possono essere solo sentimenti ed emozioni.

V

F

• La metafora usa sempre il “come”.

V

F

• Click è una onomatopea.

V

F

• Quando si danno caratteristiche umane a un oggetto, si usa la tecnica della personificazione.

V

F

• Le poesie devono sempre avere le rime.

V

F

RIFLETTO

e

VALUTO

Quanto ti senti sicuro/a con i TESTI POETICI? Ora chiedi all’insegnante di scrivere qui i suoi consigli per te. ......................................................................................................................................................................................... Attiva gli esercizi su HUB Kids

VERIFICA

125


D iaiario rio

Il

PRIMA

LOLA E LILÙ • BRANO SONORO

dell’ ASCOLTO

Osserva bene l’illustrazione, leggi il titolo e l’inizio del diario.

Lola e Lilù Héloise Solt e Baptiste Chaperon, Il diario di Lola Patapum, Logos Edizioni

Mi P iace L eggere

LA MIA MAMMA DICE CHE OGNI GOCCIA DI PIOGGIA È UNA GOCCIA DI VITA. È UN’IDEA CHE MI PIACE, ANCHE SE QUANDO PIOVE NON SI PUÒ ANDARE AL PARCO. COSÌ SI RESTA A CASA A FARE ALTRO. – E OGGI PIOVE...

DOPO

l’ ASCOLTO

Come ti sembra il linguaggio usato da chi scrive? Colloquiale. Formale.

126 666

ZIONE PRESENTA

Come sono le frasi utilizzate? Lunghe ed elaborate. Brevi.


IL DIARIO • LIBRO DI SCRITTURA PAGG. 78-80

Mi P iace Scrivere

La protagonista elenca una serie di cose che le piacciono. Prova anche tu: disegna un grande cerchio al centro di una pagina del quaderno e dentro a esso tante piccole bolle colorate. Scrivi in queste ultime tutte le cose che ti piacciono.

Gira pagina e scopri le caratteristiche del diario.

Com’è la narrazione? In prima persona. In terza persona.

Com’è il racconto dei fatti? Molto personale, ricco di pensieri ed emozioni. Distaccato, racconta con precisione fatti e vicende.

ZIONE

PRESENTA

127


Le

C aratteristiche

Il diario

Leggi le caratteristiche del diario, poi controlla se hai dato le risposte corrette alle domande di pagg. 126-127.

PERSONAGGI

LUOGHI

IL/LA PROTAGONISTA È SEMPRE CHI NARRA LA STORIA E PARLA DI SÉ IN PRIMA PERSONA. GLI ALTRI PERSONAGGI PRESENTI FANNO PARTE DELLA SUA VITA QUOTIDIANA. LA PERSONA CHE SCRIVE COINCIDE CON QUELLA CHE NARRA SE IL DIARIO È VERO, SE È INVENTATO NO.

I LUOGHI SONO REALISTICI, FAMILIARI E RICONOSCIBILI NEI DIARI VERI, E POSSONO ESSERE FANTASTICI NEI DIARI INVENTATI. SPESSO NELL’INTESTAZIONE DELLA PAGINA DI DIARIO COMPARE IL LUOGO IN CUI ESSA È STATA SCRITTA.

LINGUAGGIO

IL DIARIO

CHI SCRIVE USA UN LINGUAGGIO SEMPLICE, SPONTANEO, COLLOQUIALE E INFORMALE.

SCOPO SI SCRIVE UN DIARIO PER RACCONTARE FATTI PERSONALI ED ESPRIMERE SENTIMENTI ED EMOZIONI.

TEMPO QUASI SEMPRE NELL’INTESTAZIONE DELLA PAGINA DI DIARIO SI PUÒ LEGGERE LA DATA IN CUI ESSA È STATA SCRITTA. LE VICENDE SONO NARRATE AL PRESENTE O AL PASSATO PROSSIMO, PERCHÉ VENGONO RACCONTATE POCO DOPO CHE SONO ACCADUTE.

FATTI IL/LA PROTAGONISTA RACCONTA PENSIERI, SEGRETI, SOGNI, RICORDI, MISFATTI… SE IL DIARIO È INVENTATO, GLI EVENTI SONO FANTASTICI.

S trategie per S crivere 128 666

ZIONE PRESENTA

pagg. 78-80 del tuo L ibro di S crittura


Il diario

GUARDARE CON ALTRI OCCHI BRANI AUDIO, VIDEO, MAPPE, ALTRI CONTENUTI DIGITALI DELL’UNITÀ

Il primo allenamento Daria Bertoni, Stelle in equilibrio, Mondadori

Mi P iace L eggere

Caro diario, anzi, cara Nadia (diario non offenderti se questa sera non scrivo a te ma ho deciso di scrivere alla ginnasta più forte di tutti i tempi, alla mitica... NADIA COM NECI!!!). Il mio papà mi ha raccontato di te e della tua super esecuzione e insieme abbiamo rivisto il tuo video non so quante volte! Caspita, come eri brava... A soli 14 anni hai vinto le Olimpiadi eseguendo un esercizio perfetto. Ti scrivo perché oggi sono andata al mio primo allenamento di ginnastica. All’inizio non avevo per niente voglia e invece... non pensavo potesse succedere: mi sono divertita! È stato forte provare per la prima volta tutti gli attrezzi e l’istruttrice non è male... Ora però sono un po’ timorosa e non sono tanto sicura di voler andare al secondo allenamento. E se faccio brutte figure con le mie nuove compagne? E se mi faccio male cadendo dalla trave? Alcuni esercizi sembrano davvero paurosi! Anche tu provavi queste cose quando hai cominciato? Ah no! Che stupida! Il papà mi ha raccontato che hai cominciato a soli tre anni... Immagino che fossi troppo piccola per ricordarti. Ora spengo la luce e cerco di dormire. La mamma non è ancora arrivata, chissà a che ora tornerà Tua, Stella.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Quali caratteristiche tipiche del diario si possono trovare in questo testo? La data. L’intestazione. Il linguaggio informale. Il ritmo incalzante. La formula di congedo. Il colpo di scena. Pensieri e segreti.

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

C ollego

Che cosa pensi delle sensazioni di Stella riguardo al secondo allenamento che deve affrontare? Confrontati con il tuo compagno o la tua compagna di banco.

Quali emozioni prova Stella al suo primo allenamento? Sottolinea nel testo le parti che te lo fanno capire.

Testo facilitato e semplificato

129


Il diario

GUARDARE CON ALTRI OCCHI LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Quando viene scritta questa pagina di diario? ..............................................................

Sottolinea nel testo in rosso il nome di chi scrive e in verde il nome dato al diario.

C ollego Che cosa significano le parole evidenziate nel testo? Cerca il significato sul dizionario.

Anna Frank

Anna Frank (1929-1945) era una ragazzina ebrea tedesca che, insieme alla sua famiglia, fu costretta a nascondersi per sfuggire ai nazisti. Durante il periodo che trascorse nascosta, scrisse un diario che, una volta pubblicato, fece conoscere a tutto il mondo la sua storia di reclusione forzata.

130 666

Testo facilitato e semplificato

Chi scrive, nell’intestazione si rivolge al diario con l’espressione “Caro diario” o dandogli un nome, come se parlasse con un amico o un’amica.

L’alloggio segreto Anna Frank, Il diario di Anna Frank, Mondadori

Mi P iace L eggere

Sabato, 11 luglio 1942 Cara Kitty, papà, mamma e Margot non riescono ancora ad abituarsi alla campana della Westertor, che rintocca ogni quarto d’ora. Io invece la trovo molto gradevole, e soprattutto di notte quel suono è per me come un amico fedele. Ti interesserà sapere come mi trovo nel mio nascondiglio; ebbene, posso soltanto dirti che neppure io ancora lo so. Credo che in questa casa non mi sentirò mai a mio agio. Non voglio dire con ciò di trovarmi male qui; mi sembra piuttosto di essere in vacanza in una pensione alquanto singolare. È un modo un po’ strambo di considerare il nostro occultamento, ma davvero non riesco a sentirlo diversamente. L’alloggio, come nascondiglio, è l’ideale. Sebbene sia umido e sbilenco, credo che ad Amsterdam, e forse in tutta l’Olanda, non abbiano mai costruito niente di più comodo per chi abbia bisogno di nascondersi. La nostra cameretta, coi suoi muri nudi, era assai disadorna; grazie al babbo, che fin da prima aveva portato qui la mia collezione di stelle del cinema e di cartoline illustrate, ho trasformato la stanza, dopo averne spennellato di colla le pareti, in una fitta mostra di figurine. Così ha un’aria molto più allegra, e quando verranno i Van Daan, con la legna che c’è in soffitta faremo qualche scaffaletto e altre graziose carabattole. Ieri sera siamo andati tutti e quattro nell’ufficio privato e abbiamo attaccato la radio inglese.


Il diario

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Avevo tanta paura che qualcuno ci potesse udire, che letteralmente supplicai papà di ritornare di sopra con me. Mamma capì la mia angoscia e venne su lei pure. Anche per altre cose abbiamo una grande paura che i vicini ci possano sentire o vedere. Fin dal primo giorno abbiamo fabbricato le tendine. Veramente non si potrebbe parlare di tendine, perché non si tratta che di alcuni teli trasparenti, del tutto diversi per forma, qualità e disegno, che il babbo e io abbiamo cucito malamente insieme, proprio da inesperti. Poi abbiamo fissato questi capolavori alle finestre con delle puntine da disegno, e non li toglieremo più per tutto il tempo che rimarremo nascosti. La prossima venuta dei Van Daan, che è stabilita per martedì, mi rallegra molto; ci sarà più compagnia e meno silenzio. È il silenzio infatti che mi rende nervosa di sera e più ancora di notte. Non poter mai andar fuori mi opprime indicibilmente, e ho una gran paura che ci scoprano e ci fucilino. Non è certo una prospettiva piacevole. Di giorno bisogna camminare piano piano e parlare a bassa voce, perché nel magazzino potrebbero udirci. Ora mi chiamano. La tua Anna

L’inizio del diario

LABORATORIO per

COMPRENDERE

R ifletto Quali emozioni emergono in questa pagina di diario? Sottolinea nel testo le parti in cui Anna esprime i suoi sentimenti.

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Conoscevi la storia di Anna Frank? Come ti senti nel leggere le sue parole? Confrontati con la classe.

La casa museo di Anna Frank, ad Amsterdam.

Nella foto, puoi leggere le prime righe autografe del diario di Anna Frank: “Spero che ti potrò confidare tutto, come non ho mai potuto fare con nessuno, e spero che sarai per me un gran sostegno”. Così Anna inizia a compilare il suo diario, diventato poi famoso in tutto il mondo sia come opera letteraria sia come eccezionale testimonianza storica della persecuzione da parte dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Esistono diverse edizioni del Diario di Anna Frank, dove puoi leggere la storia di Anna e della sua famiglia.

131


Il diario

GUARDARE CON ALTRI OCCHI LABORATORIO per

COMPRENDERE

P rima di L eggere Leggendo solo il titolo, riesci a fare delle ipotesi sull’argomento del testo? E se leggi anche le prime righe evidenziate, quali elementi puoi aggiungere alle tue ipotesi?

Nuvole, fili d’erba e formiche Stefano Bordiglioni, Diario di Giulio Top Secret, Edizioni EL

Mi P iace L eggere

13 marzo 2004 Eccoci di nuovo qua, signor diario. Che ti racconto di oggi? Be’ posso dirti ad esempio che era una bella giornata e sono tornato al cantiere deserto. Mi sono stravaccato su una fetta di prato, fra due pile di mattoni, e mi sono messo a guardare le nuvole che passavano alte. C’è gente che si diverte a vedere nelle nuvole le cose più strane. Così ci ho provato anch’io: ho strappato un filo d’erba e me lo sono messo in bocca. Poi sono rimasto una mezz’oretta così, sdraiato, col naso per aria, a guardare le nuvole come se fossero uno spettacolo, un film al cinema. A proposito di cinema, il filo d’erba in bocca forse non era necessario, ma ieri sera ho visto in un film il protagonista che faceva così, e allora io l’ho imitato. Mi sembrava quasi di essere io stesso un attore: steso lì sotto un tappeto di nuvole in movimento, con l’aria che mi accarezzava, ci mancava solo la musica di sottofondo. Dunque, nella mezz’ora del mio cinema all’aperto, ho visto nuvole molto strane: ad esempio, all’inizio ne sono passate alcune che non mi facevano pensare proprio a niente. Io mi sforzavo anche di vederci qualcosa, ma non c’era nulla da fare. Le nuvole che sono passate dopo queste mi sono sembrate via via più interessanti: sembrava che si fossero quasi messe d’accordo per raccontarmi una storia con le loro forme. Infatti ne è passata una che sembrava un maiale e poi un’altra che pareva un giaguaro.

132 666


Il diario

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

La terza assomigliava in maniera impressionante a un veliero pirata con le vele spiegate, una nave che ho visto in un’illustrazione su un mio libro. La quarta faceva pensare a una balena e la quinta a un iceberg. Cosi mi è venuto spontaneo cucire insieme le nuvole e dar vita alla commovente storia di Ciccio, maialino sfortunato: Ciccio vive nella foresta amazzonica, ma il malvagio e affamatissimo giaguaro nero gli dà la caccia. Così si imbarca su un veliero per sfuggirgli e parte per l’Europa. Il veliero però viene attaccato da Moby Dick e affonda. Ciccio si salva solo perché riesce ad arrampicarsi su un iceberg di passaggio e poi... E poi le formiche mi sono arrivate al collo e ho fatto un salto. Infatti, mio rilassatissimo diario, mi ero sdraiato senza accorgermene su una pista che portava a un formicaio. Per fortuna si trattava solo di formichette nere neanche troppo aggressive. Se fosse stata una banda di formiche rosse guerriere, tipo quelle che vivono in Amazzonia con il maiale Ciccio, sarei stato perduto. Così mi sono scrollato le formiche di dosso. E anche le nuvole e la storia. Infatti, quando sono tornato a guardare il cielo, non riconoscevo più né Ciccio, né la nave, né il resto. Ho sputato il filo d’erba e me ne sono tornato a casa. Vuoi sapere che cosa mi ha insegnato il gioco delle nuvole? Due cose: che se ti sdrai sulle formiche poi te le ritrovi sul collo e che un filo d’erba, dopo che lo hai masticato per una mezz’oretta, fa veramente schifo.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Com’è il linguaggio con cui è scritta questa pagina di diario? Informale e scherzoso. Formale.

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Chiedi al tuo compagno o alla tua compagna di banco di disegnare tre nuvole su un foglio. Immagina ora a cosa assomigliano e inventa una brevissima storiella! Osserva il cielo dalla finestra o quando sei fuori in giardino. Che forma ti sembra che abbiano le nuvole che vedi?

Sottolinea nel testo gli indizi che ti hanno aiutato/a nella risposta.

133


GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Il diario

Mi chiamo Mina e adoro la notte David Almond, La storia di Mina, Adriano Salani Editore, Milano 2011

Mi P iace L eggere

Mi chiamo Mina e adoro la notte. Tutto sembra possibile di notte, quando il resto del mondo dorme. La casa è buia e silenziosa, ma se tendo l’orecchio, sento il tum tum tum del mio cuore. Sento gli scricchiolii della casa. E il respiro leggero della mamma che dorme nella stanza accanto. Scivolo giù dal letto e mi siedo al tavolo vicino alla finestra. Apro la tenda. In mezzo al cielo c’è la Luna piena. Inonda il mondo della sua luce argentata. Splende su Falconer Road, sulle case e sulle strade, sui tetti e sulle guglie della città, sulle colline e sulle brughiere lontane. Splende nella mia stanza e su di me. Dicono che bisogna distogliere lo sguardo dalla Luna piena. Dicono che faccia impazzire. Io invece la guardo e rido. Fammi impazzire, sussurro. Dai, fai impazzire Mina. Rido di nuovo. C’è chi crede che Mina sia già pazza, lo so. Scruto la notte. Vedo gufi che planano, pipistrelli che saettano davanti alla Luna. Là fuori da qualche parte il gatto Bisbiglio scivola nell’ombra. Chiudo gli occhi ed è come se quelle creature si muovessero dentro di me, quasi anch’io fossi una specie di strana creatura, una bambina che si chiama Mina ma anche qualcosa di più di una bambina che si chiama Mina. Sul tavolo, nel chiaro di Luna, giace un quaderno vuoto. È lì da una vita. Dico sempre che voglio tenere un diario. Bene, comincerò adesso. Apro il quaderno e scrivo le prime, primissime parole: Mi chiamo Mina e adoro la notte. 134 666


Il diario

E poi cosa scrivo? Mica posso soltanto scrivere che è successo questo, quello e quell’altro ancora, fino alla nausea. No. Lascerò che il mio diario cresca come cresce il pensiero, come crescono gli alberi e gli animali, come cresce la vita. Chi l’ha detto che un libro deve raccontare una storia seguendo una monotona linea retta? Le parole dovrebbero vagare e serpeggiare. Volare come gufi, saettare come pipistrelli, scivolare furtive come gatti. Mormorare e urlare, danzare e cantare. A volte non dovrebbero proprio esserci parole. Solo silenzio. Solo puro spazio bianco. Alcune pagine saranno come un cielo con un unico uccello. Altre come un cielo con un turbinante stormo di storni. Le mie frasi saranno una nidiata, una raccolta, una composizione, uno stormo, un branco, un mosaico. Saranno circo, serraglio, albero, nido. Del resto la mia mente non è tutta pensieri ordinati. Non è tutta linee rette. È scompiglio e baraonda. È la mia mente, ma non è poi così diversa dalle altre. E come tutte le menti che ci sono state e che ci saranno: è un meraviglioso luogo dove vagabondare.

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Nel testo ci sono alcune parole un po’ particolari, che rendono il testo vivo e visibile. Sottolinea quelle che ti piacciono e ti colpiscono.

R ifletto Perché, secondo te, Mina dice che c’è chi crede che lei sia pazza? Prova a fare delle ipotesi e confrontati con la classe.

GIOCO e IMPARO Inventa un significato fantasioso per queste parole tratte dal testo. Segui l’esempio. • Serraglio: serra per raccogliere l’aglio. • Furtive: ……………….......................................................................................................................................................….......… • Scompiglio: ……….....………........................................................................................................................................….......… • Baraonda: ………………..............................................................................................................................................….......… • Vagabondare: …………......…....................................................................................................................................….......…

135


A CHE PUNTO SONO?

Il diario La mappa

Completa la mappa con le informazioni mancanti.

Il/La ...............................................

I luoghi possono essere ...............................................,

del diario narra la storia

familiari e ....................................................., ma anche

in ............................................... persona.

………..................................

I vari personaggi che si

Spesso chi scrive dichiara il luogo in

incontrano fanno parte della

cui è stata scritta la pagina di diario

sua ...............................................

nell’………..................................

Chi scrive un diario usa un linguaggio ………..........................................

e ……….......................................

IL DIARIO Si scrive un diario

Quasi sempre

per raccontare

nell’intestazione della

fatti ………........................

pagina di diario si può

ed ………..............................

leggere la ………..........................

emozioni.

in cui essa è stata Il/La protagonista racconta ……......................., segreti, …….........................,

scritta. Le vicende sono narrate al presente o al ……….........................................

misfatti…

SORRIDOIM

PARO

Ricorda sempre: fermati a riflettere mentre leggi, se un brano o un passaggio di un brano ti ha colpito particolarmente o se c’è qualcosa che non hai capito. La calma e la concentrazione sono amiche della lettura.

136 666

GGIO MONITORA


CHE COSA HO HAI IMPARATO? IMPARATO? La verifica • PIÙ FACILE

Una bambina indaffarata Stefano Bordiglioni, Dal diario di una bambina troppo occupata, Edizioni EL

Mi P iace L eggere 12 settembre

Caro Diario, sono le sette e mezza e fra poco viene la mamma a svegliarmi. Scusa se ti devo disturbare di mattina presto, a quest’ora, ma non ho molti altri momenti per scriverti. Quest’anno faccio la quinta e i maestri ci danno sempre un sacco di roba da studiare per via dell’esame. Quello di Italiano poi è fissato con i testi e ci fa scrivere quasi tutti i giorni. Ormai gli ho raccontato tutta la mia vita un paio di volte, descritto gatti, cani, pappagalli e gite al mare e non so più cosa scrivere. Insomma, fra Storia, Scienze, Geografia, Matematica e Italiano, al pomeriggio ho sempre tanti di quei compiti che certe volte ci metto anche tre ore a fare tutto. Ieri poi di tempo ne ho avuto ancora meno del solito perché la mamma mi ha portato a fare la mia prima lezione di nuoto in piscina. Ha detto che mi fa bene alla schiena e che poi cresco bella dritta. Se ci riesco a crescere, visto che ieri ormai affogavo!

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Leggi le affermazioni e segna con una X se sono vere (V) o false (F). • La pagina di diario racconta elementi della vita di una bambina.

V

F

• Il diario è scritto in terza persona.

V

F

• Il linguaggio è semplice e colloquiale.

V

F

• Dalle parole non emergono emozioni e pensieri di chi scrive.

V

F

• La bambina sta scrivendo prima di addormentarsi.

V

F

Prova a immaginare la scena: dove sta scrivendo la bambina? ……….........................................................................................................................................................................................

Attiva gli esercizi su HUB Kids

VERIFICA

137


VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

Pesce d’aprile Stefano Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, Edizioni EL

Mi P iace L eggere

4 aprile 2000 Quando siamo scesi a mensa oggi, Laura, l’inserviente che ci distribuisce i pasti, ci è venuta incontro allargando le braccia. – Fino all’una non arriva niente oggi. La mensa è in ritardo. – Nooo! – abbiamo esclamato noi tutti insieme, disperati per via dell’appetito che bussava impaziente nello stomaco. Mezz’ora senza cibo è un tempo incredibilmente lungo quando ti aspetti da mangiare da un secondo all’altro! Succede qualcosa che non so spiegare bene: forse, basta l’idea che sta per arrivare il cibo e lo stomaco si prepara a riempirsi. Oppure si prepara il cervello… Non so. Quello che so è che alle dodici e trentacinque di oggi mi sembrava di avere un gatto arrabbiato dentro alla pancia e avevo quasi voglia di piangere per la fame. Poi tutto si è improvvisamente risolto: Laura si è messa a ridere e ha detto: – Pesce d’aprile! Il pranzo era già stato portato e ci aspettava tranquillamente nei soliti contenitori verdi di polistirolo. – Ma oggi non è il primo d’aprile! – ha protestato Tiziana con Laura. – È vero, – ha risposto lei – ma il primo di aprile era sabato e la mensa non c’era. Come facevo a farvelo sabato lo scherzo? Abbiamo riconosciuto tutti che il suo ragionamento non faceva una grinza e ci siamo seduti a tavola ad aspettare il primo. Quello di Laura, anche se in ritardo, è stato il pesce d’aprile riuscito meglio. Sabato abbiamo appiccicato i soliti pesci alla schiena un po’ di tutti, ma solo uno di noi non se n’è accorto: si è portato un pesce sulla groppa per quasi un’ora fra le risatine di tutti. Siccome la vittima dello scherzo questa volta sono stato proprio io, di questa cosa preferisco non parlare troppo. 138 666

VERIFICA


VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Rispondi alle domande cercando gli indizi nel testo. • Chi è Laura? ....................................................................................................................................................................................... • Dove si svolge la vicenda? ........................................................................................................................................................... • Quale scherzo ha fatto l’inserviente che distribuisce i pasti? ..................................................................................... • Quando è stata scritta questa pagina di diario? ..............................................................................................................

Leggi le affermazioni e segna con una X se sono vere (V) o false (F). • Il Pesce d’aprile è un giorno in cui si deve mangiare pesce.

V

F

• Il narratore è stato vittima di uno scherzo.

V

F

• Il Pesce d’aprile è stato sabato 1 aprile.

V

F

• La vicenda è narrata in terza persona.

V

F

• Chi racconta la storia è un alunno della classe.

V

F

• La vicenda è ambientata in classe.

V

F

A COLPO

d’ OCCHIO

Osserva queste 3 pagine, quale secondo te è un diario?

Carissimo elefante, tante grazie per la tua lettera. Un giorno ballerò ben volentieri con te...

RIFLETTO

e

Caro Dario, lo so che sei solo un diario, ma la maestra ha detto che un diario è come un amico...

Potrei dire che Mix è il gatto di Max, oppure che Max è l’umano di Mix...

VALUTO

Quanto ti senti sicuro/a con i DIARI? Ora chiedi all’insegnante di scrivere qui i suoi consigli per te. .........................................................................................................................................................................................................

Attiva gli esercizi su HUB Kids

VERIFICA

139


La

L ettera E -mail e l’

PRIMA

dell’ ASCOLTO

Osserva bene l’illustrazione, leggi il titolo e l’inizio della lettera.

Affare concluso Alice Keller, Caro Signor F, Camelozampa

Mi P iace L eggere

SPETTABILE AGENZIA CASE E SOFFITTE, DIREI CHE POSSIAMO CONSIDERARE CONCLUSO IL NOSTRO AFFARE…

DOPO

l’ ASCOLTO

Chi è il mittente delle lettere? Il signor F. Ottavio. L’agenzia Case e Soffitte.

140 666

ZIONE PRESENTA

Come si chiamerebbero queste lettere se fossero state inviate tramite computer? E-mail. Lettere digitali. Sms.


LA LETTERA E L’E-MAIL • LIBRO DI SCRITTURA PAGG. 81-83

AFFARE CONCLUSO, UN PICNIC DI INAUGURAZIONE • BRANI SONORI

PRIMA

dell’ ASCOLTO

Osserva bene l’illustrazione, leggi il titolo e l’inizio della lettera.

Un picnic di inaugurazione Mi P iace L eggere

Alice Keller, Caro Signor F, Camelozampa

CARO OTTAVIO, ECCO QUI IL MIO NUOVO INDIRIZZO. SONO ANCORA UN PO’ ACCAMPATO MA... UN’AGGIUSTATINA QUA E LÀ, E POI SARÀ PERFETTO. C’È TUTTA LA TRANQUILLITÀ CHE CERCO…

Gira pagina e scopri le caratteristiche di lettera ed e-mail.

Com’è il linguaggio delle due lettere? Formale nella prima e informale nella seconda. Informale in entrambe. Formale in entrambe.

Chi scrive le lettere, che scopo ha? Comunicare qualcosa. Far divertire. Dare istruzioni. ZIONE

PRESENTA

141


Le

La lettera e l’e-mail

C aratteristiche

Leggi le caratteristiche della lettera e dell’e-mail, poi controlla se hai dato le risposte corrette alle domande di pagg. 140-141.

ELEMENTI

STRUTTURA

GLI ELEMENTI PRINCIPALI SONO: IL MITTENTE, CIOÈ CHI SCRIVE, E IL DESTINATARIO, CIOÈ LA PERSONA A CUI CI SI RIVOLGE. A VOLTE, NELLA LETTERA SONO ESPRESSI ANCHE LA DATA E IL LUOGO IN CUI SI SCRIVE. NELL’E-MAIL LA DATA COMPARE SEMPRE IN AUTOMATICO.

QUESTO TIPO DI TESTI HA UNA STRUTTURA RICORRENTE: • LA FORMULA DI APERTURA (CARO/CARA…, CIAO…); • IL CONTENUTO, OVVERO IL RACCONTO DI ESPERIENZE, EMOZIONI, OPINIONI; • LA FORMULA DI CHIUSURA (CIAO, TI ABBRACCIO, CORDIALI SALUTI…) CON LA FIRMA DEL MITTENTE.

LA LETTERA E L’E-MAIL

LINGUAGGIO SCOPO SONO TESTI SCRITTI IN PRIMA PERSONA, CON LO SCOPO DI COMUNICARE CON CHI È LONTANO.

SE LA LETTERA O L’E-MAIL È PERSONALE, CIOÈ INVIATA A UNA PERSONA CON CUI SI È IN CONFIDENZA, IL LINGUAGGIO È SEMPLICE, SPONTANEO E SIMILE AL PARLATO. SE, INVECE, È FORMALE, CIOÈ INDIRIZZATA A UNA PERSONA AUTOREVOLE O CON CUI NON SI È IN CONFIDENZA, IL LINGUAGGIO È CURATO E DISTACCATO.

S trategie per S crivere 142 666

ZIONE PRESENTA

pagg. 81-83 del tuo L ibro di S crittura


La lettera e l’e-mail

GUARDARE CON ALTRI OCCHI BRANI AUDIO, VIDEO, MAPPE, ALTRI CONTENUTI DIGITALI DELL’UNITÀ

Esperienza al Camp Maria Toffetti, Campo estivo per giovani geni, Mondadori Junior

Mi P iace L eggere

Da: <lorenzosamarati@campfuture.com> A: <carlosamarati@msn.it> Data: Lun., 23 giugno, 5:53 pm Oggetto: Rieccomi! Caro papà, sono contento di essere qui, perché è tutto molto interessante e stimolante, soprattutto le lezioni di Simulazione. Ti immagini se la Terra stesse per finire e qualcuno potesse salvarsi? Ce lo siamo immaginato e stiamo cercando posti dove fuggire. Con gli altri ragazzi mi trovo bene, siamo una bella squadra. Anche nel tempo libero non ci si annoia: ci sono piscine attrezzate, e mi sono affezionato a una cavallina del maneggio che si chiama Sweetie. Dimmi come stai, come te la cavi senza di me e se ti manco. Ciao, Lori

Da: <carlosamarati@msn.it> A: <lorenzosamarati@campfuture.com> Data: Mar., 24 giugno, 7:50 pm Oggetto: Sei un grande! Carissimo Lorenzo, sono contento di sapere che ti trovi bene e che ti piaccia la vita nel Camp. Sono molto orgoglioso di te. Spero che questa esperienza ti faccia diventare più forte e più in gamba di quanto già sei. Io sto bene, ma lavoro tantissimo. Mi mancano il tuo disordine e le tue chiacchiere. Non vedo l’ora di venirti a trovare. Porta i miei saluti a tutti i tuoi amici. Ti abbraccio forte forte. Papà

LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Sottolinea nelle e-mail con i colori indicati: il mittente il destinatario l’oggetto la firma

143


La lettera e l’e-mail

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Mi P iace Come si sente Alice Scrivere secondo te? Che cosa le diresti se fosse una tua amica? Scrivi un breve messaggio per lei. LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Completa. • La mittente è: ……….................... ..........…….........................................…

• La destinataria è: ……................. .............……......................................…

R ifletto Quale strategia hai usato per svolgere l’esercizio?

C ollego Secondo te, a che cosa si riferisce il termine tempesta? ………………............................................... .................................................................... .................................................................…

144 666

Testo facilitato e semplificato

Andrà tutto bene Daria Bertoni, Libera. Un’amica tra le onde, Mondadori

Mi P iace L eggere

Cara Alice, quando leggerai questa lettera sarai in mezzo all’oceano. Chi l’avrebbe mai detto? Ti scrivo per dirti che mi dispiace per quello che ti stiamo facendo passare. Mi dispiace se ti abbiamo delusa, se ti abbiamo ferita. Il mestiere dei genitori a volte è il più difficile al mondo e quando si feriscono i figli è sempre una sconfitta. Da quando sei nata abbiamo sempre avuto a cuore solo una cosa, la tua felicità, e voglio che tu sappia che se stiamo facendo tutto questo è perché è ancora così. Ti prometto Alice che questa tempesta passerà e che un giorno ti renderai conto che saremo comunque al tuo fianco anche se in case separate e che saremo per sempre una famiglia. Magari sarà una famiglia diversa da quella che fino a ora hai immaginato, magari non passeremo più tanto tempo tutti e tre insieme ma noi resteremo per sempre i tuoi genitori e tu la nostra bambina. Cerca di avere fiducia in noi e ricordati che non sei sola e non lo sarai mai. Andrà tutto bene. La tua general-mamma lo so che tu e il papà mi chiamate così : )


La lettera e l’e-mail

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Che cinema! Silvia Roncaglia, Sebastiano Ruiz Mignone, 31 e-mail per un piccolo principe, Edizioni EL

Mi P iace L eggere

Solitamente nel proprio indirizzo e-mail si usano i propri dati reali: nome. cognome@dominio.it La @ (chiocciola) significa at, cioè “presso”. Il dominio è la società che gestisce la casella e-email. .it indica il Paese, in questo caso l’Italia.

Da: silvia@gilli.it A: alberto@ravalloni.it Data: 10 dicembre Oggetto: Che cinema! Risposta immediata, a tempo di record, cosa vuoi di più? Mi sono appena connessa e ne ho approfittato per scaricare la posta elettronica. Ma cosa mi ritrovo? Invece di una e-mail, una vagonata di lamenti e un acquazzone di lacrime che mi ha allagato la scrivania. Ma dico, sei impazzito? Qui si sta a Roma (bella e per nulla gelida, sì, ma straconosciuta!) e tu sei all’estero nella magica Parigi. Qui si studia e si fa una vita NOR-MA-LE e tu lì fai il CI-NE-MA! Ti rendi conto? A proposito di cinema, oggi a scuola c’è stato un bel po’ di “cinema” (come dicevamo sempre noi, e chi ci pensava che poi tu avresti fatto quello vero!). La Giacomelli è stata interrogata dalla prof in Storia sul programma vecchio (Assiri, Sumeri e quella gente lì). E sai cos’ha sparato la Giacomelli? Ha spiegato la differenza tra le piramidi egizie e quelle della Mesopotamia, e fin lì okay, ma poi ha detto che quelle dei Sumeri si chiamavano zigulì! È scoppiato un pandemonio. Ti rendi conto, zigulì invece di ziggurat! Che CINEMA! Bye Silvia LABORATORIO per

LIFE SKILLS SORRIDOIMPARO Ti è mai capitato di storpiare una parola per far ridere i tuoi amici e le tue amiche? In quale contesto? Racconta.

COMPRENDERE

C ollego Come ti sembra il linguaggio di questa e-mail? ………………......................................................................................

E sploro Perché si parla di lamenti e lacrime? Chi, secondo te, è così triste? Rispondi a voce.

Testo facilitato e semplificato

145


La lettera e l’e-mail

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

LABORATORIO per

COMPRENDERE

P rima di L eggere Osserva il titolo e l’immagine. Secondo te, dove è ambientata la vicenda? In quale stagione dell’anno? ………………........................................... ................................................................ ................................................................

C ollego Segna con una X la risposta giusta. • Perché il mare fa tanto rumore all’arrivo della famiglia del narratore? C’è alta marea. C’è una tempesta in corso. C’è un’infestazione di mosche e insetti. • Dove si trovano le stanze del narratore e di Sylvie? Al piano terra. Al primo piano. Al secondo piano. • Perché è stata costruita una barricata sulla scala? Per impedire ad Antoine di salire. Per proteggere la famiglia dai rumori del mare. Per impedire l’accesso alla spiaggia. • Di che cosa ha bisogno il protagonista da Christophe? Un regalo per Sylvie. Consigli per affrontare la giornata in spiaggia. Soldi per i francobolli.

146 666

In riva al mare Chris Donner, Lettere dal mare, Edizioni EL

Mi P iace L eggere

Caro Christophe, siamo arrivati a notte fonda in questa casa in riva al mare. Non sapevo che il mare potesse fare tanto rumore. Il padrone ci ha detto: – Non datevi pensiero, è l’alta marea. Aveva ragione: ora che ti scrivo, il mare si è ritirato e il rumore non c’è più. Ma ragazzi, una puzza! È un mare pieno d’alghe; quando s’abbassa, le alghe restano sulla spiaggia e cominciano a marcire al sole. È pieno di mosche, di cosini bianchi che saltano come pulci, di granchietti, lumachine: un’autentica pattumiera. Se penso che bisognerà fare il bagno là dentro, solo l’idea mi dà la nausea. Eh, riassuntino: siamo insomma arrivati ieri sera in piena notte, con tre ore di ritardo perché papà ha sbagliato strada sette volte. Più faceva buio, più sbagliava. Mamma è uno zero nel leggere le carte. Tutti tra sé pensavano: Ah, se ci fosse Christophe! Io e Sylvie abbiamo le stanze al primo piano. Papà e mamma dormono di sotto con Antoine. Quando mamma ha visto la scala ha lanciato un urlo.


La lettera e l’e-mail

Abbiamo dovuto costruire all’istante una specie di barricata per impedire ad Antoine di salire. Il padrone, gentilissimo, è andato a cercare del filo da pesca in garage e all’una e mezza di notte eravamo ancora là a trafficare con quella roba. Stamattina il tempo è bello. Te l’ho già detto, c’è la bassa marea. Non si può far niente, quando la marea è bassa. Bisogna aspettare che risalga. Papà sta preparando la barca. Ovviamente mi chiedo come faremo senza di te. Mi piacerebbe molto scriverti una lettera al giorno come mi hai chiesto, ma ho speso ventisette franchi per la carta e le buste, che vendono solo in pacchetti da venticinque. Dovresti mandarmi la grana per i francobolli. Ti mando un po’ di sabbia della spiaggia da parte di Sylvie: ha raccattato anche questa conchiglietta, che lei trova “estremamente carina”. Così. Domani ti racconto il seguito. Ciao

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

LABORATORIO per

COMPRENDERE

R ifletto Che cos’è e a cosa serve un francobollo? ………………........................................... ................................................................ ................................................................

grana: soldi.

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Sai che chiunque può proporre l’emissione di un francobollo? Quale ti piacerebbe proporre? Ricorda che l’immagine sul francobollo deve avere a che fare con la bellezza del nostro Paese, dai luoghi allo sport, all’arte, alle festività ecc. Prova a disegnarne uno nel riquadro qui sotto.

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A CHE PUNTO SONO?

La lettera e l’e-mail La mappa

Completa la mappa con le informazioni mancanti.

Gli elementi principali sono: il ............................................., cioè chi scrive, e il .................................................., cioè la persona a cui ci si rivolge. Si possono trovare indicati anche la .......................................................................... e il ......................................................................

La struttura è ............................................: • la formula di ........................................: • il ..........................................., ovvero il racconto di esperienze, emozioni, opinioni di chi scrive; • la formula di chiusura con la firma.

LA LETTERA E L’E-MAIL

Se la lettera o l’e-mail è personale Hanno lo scopo di ................................... con chi è lontano. Sono testi

il linguaggio è .............................................,

scritti in .........................................................

parlato. Se, invece, è formale, il

............................................. e simile al

linguaggio è ..................................................... e ..................................................................................

SORRIDOIM

PARO

Ricorda sempre: dopo aver letto un brano o un libro racconta a un’altra persona quello che hai letto. Questo ti aiuterà a capire se hai compreso bene il messaggio che l’autore o l’autrice voleva trasmettere e se chi ti ascolta è interessato avrai fatto centro!

148 666

GGIO MONITORA


CHE COSA HO HAI IMPARATO? IMPARATO? La verifica • PIÙ FACILE

Se mi punge uno scorpione? Emanuela Nava, Coccodrilli a colazione, Giunti

Mi P iace L eggere

Cara Eugenia, ci sono zanzare e scorpioni. Ma non avere paura. Contro gli insetti monteremo sopra il sacco a pelo una piccola zanzariera. Tu però, alla mattina, ricordati di scuotere sempre bene le scarpe che hai lasciato fuori. Uno scorpione potrebbe essere nascosto proprio lì dentro. Chariza

Caro Chariza, uno scorpione?! E lo dici così, come se niente fosse. Ma lo sai che io non sopporto le iniezioni, figurarsi gli scorpioni, con quella cosa a pungiglione che si ritrovano! Eugenia, disperata. Ps. Se mi punge uno scorpione, muoio?

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Segna con una X la risposta giusta. • Il testo è:

una e-mail.

• Il linguaggio è:

formale.

una lettera.

una pagina di diario.

informale.

• Contro quali insetti bisogna montare una zanzariera sopra il sacco a pelo? Api e calabroni. Zanzare e scorpioni. Mosche e formiche. • Che cosa consiglia di fare alla mattina Chariza? Indossare dei calzini. Scuotere bene le scarpe.

Lavare le scarpe.

• Come reagisce Eugenia alla notizia della presenza degli scorpioni? È felice e allegra. È disperata e ha paura. È entusiasta e incuriosita. Attiva gli esercizi su HUB Kids

VERIFICA

149


VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

Cara Martha Beatrice Masini, Storia di May Piccola Donna, Mondadori

Mi P iace L eggere

Cara Martha, oggi è il mio compleanno! Sono agitatissima, apro gli occhi e subito so che devo essere felice, ma non mi ricordo perché e poi mi precipita addosso questa piccola gioia e sono in piedi in un balzo, corro alla finestra, devo guardar nascere questo giorno speciale. La luce è ancora grigia ma il mondo piano piano si colora sotto i miei occhi, è il mio giorno e lo voglio tutto. Ed ecco che ti vedo correre lungo il sentiero, venire verso di me: saltelli, hai un cestino sottobraccio e sono sicura che dentro ci sono tanti doni pensati con affetto. Provo ad indovinare: una ghirlanda di foglie e fiori che hai spruzzato d’acqua perché resti fresca, e oggi la indosserò e sarò la tua regina di maggio: due vestitini identici di stoffa a quadretti per Mim e Tim; due tortine, una per te una per me; e forse qualcos’altro – una sorpresa ci vuole sempre. Ma no, non è vero, adesso sono qui che ti scrivo infilata nel letto come un biglietto nella busta, e tutte queste cose sono successe solo dentro la mia testa, sono il mio compleanno come sarebbe andato se fossimo state insieme. Però è stata lo stesso una bella giornata. E adesso che la giornata è finita, cara Martha, e sono tanto stanca ma contenta, chiudo gli occhi e ti penso. Domani mi aspettano tutte le cose che non ho fatto oggi perché ero in vacanza da me stessa. Farò tutto senza lamentarmi, perché adesso sono più grande e più saggia. Non è assolutamente vero. Tua, May

150 666

VERIFICA


VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Con i colori indicati, sottolinea nel testo le risposte alle seguenti domande. Che cosa vede la narratrice dalla finestra durante il suo compleanno? Quali regali May immagina che Martha le abbia portato per il compleanno? Che cosa deve fare May il giorno successivo? Come si sente May per il suo compleanno?

Leggi le affermazioni e segna con una X se sono vere (V) o false (F). • La narratrice immagina che Martha le abbia portato dei regali per il compleanno.

V

F

• Martha sta correndo lungo il sentiero verso di lei.

V

F

• May riceve davvero una ghirlanda di foglie e fiori come regalo.

V

F

• La narratrice si sente delusa e triste alla fine della giornata.

V

F

• Martha si aspetta di dover fare tante cose il giorno successivo.

V

F

• May è la destinataria della lettera.

V

F

A COLPO

d’ OCCHIO

Quale illustrazione rappresenta la scena che si immagina May? Segnala con una X.

RIFLETTO

e

VALUTO

Quanto ti senti sicuro/a con le LETTERE e le E-MAIL? Ora chiedi all’insegnante di scrivere qui i suoi consigli per te. ................................................................................................................................................................................... Attiva gli esercizi su HUB Kids

VERIFICA

151


L’

A utobiografia B iog iografia rafia e la

PRIMA

dell’ ASCOLTO

Osserva bene l’illustrazione, leggi il titolo e l’inizio dell’autobiografia.

Una stanza tutta per me Giusi Quarenghi, Io sono il cielo che nevica azzurro, Topipittori

Mi P iace L eggere

UNA DI QUESTE STANZE ERA MOLTO GRANDE, AVEVA QUATTRO LETTI, ANCHE CINQUE ALL’OCCORRENZA. DOPO CHE HO COMPIUTO I SEI ANNI HANNO FATTO TIRAR SU UNA PARETE DIVISORIA A ELLE PER DIVIDERLA IN DUE E RICAVARNE UNA STANZA TUTTA PER ME. MIO FRATELLO AVEVA LA SUA, IO LA MIA...

UNA STANZA TUTTA PER ME, IN VIAGGIO PER PRETORIA • BRANI SONORI

DOPO

l’ ASCOLTO

Come sono i protagonisti? Personaggi inventati. Persone reali.

152 666

ZIONE PRESENTA

Come sono i luoghi descritti? Immaginari. Reali.


L'AUTOBIOGRAFIA E LA BIOGRAFIA • LIBRO DI SCRITTURA PAGG. 84-88

PRIMA

dell’ ASCOLTO

Osserva bene l’immagine, leggi il titolo e l’inizio della biografia.

In viaggio per Pretoria

Mi P iace L eggere Daniele Aristarco, Io dico no! Storie di eroica disobbedienza, Edizioni EL IL TRENO PER PRETORIA PROCEDEVA SPEDITO NELLA NOTTE. FUORI DAL FINESTRINO C’ERA L’AFRICA, MA IN TUTTO QUEL NERO NON GLI RIUSCIVA DI VEDERLA. I LEONI E LE ZEBRE, LA FORESTA FITTA E LE IMMENSE SPIAGGE BIANCHE RIPOSAVANO, PER ORA, NEL BUIO. E COSÌ FACEVA TUTTO IL VAGONE. SOLO LUI, MOHANDAS KARAMCHAND GANDHI, NON RIUSCIVA A DORMIRE...

Gira pagina e scopri le caratteristiche di autobiografia e biografia.

Com’è il tempo? Definito. Indefinito.

Come sono i fatti? Inventati. Realmente accaduti.

Entrambi i testi sono stati scritti per: trasmettere speranze sul futuro. raccontare il passato. ZIONE

PRESENTA

153


Le

L’autobiografia e la biografia

C aratteristiche

Leggi le caratteristiche di autobiografia e biografia, poi controlla se hai dato le risposte corrette alle domande di pagg. 152-153.

PERSONAGGI NELL’AUTOBIOGRAFIA CHI SCRIVE COINCIDE CON IL/LA PROTAGONISTA CHE NARRA IN PRIMA PERSONA I PROPRI RICORDI E FA RIFLESSIONI SU DI SÉ E SULLE PROPRIE ESPERIENZE. NELLA BIOGRAFIA IL/LA PROTAGONISTA È IL PERSONAGGIO DI CUI SI RACCONTA LA VITA IN TERZA PERSONA. IN ENTRAMBI I TESTI ALTRI PERSONAGGI SONO, IN GENERE, FAMILIARI, AMICI O PERSONE INCONTRATE DURANTE LA VITA.

LUOGHI I LUOGHI IN CUI SI SVOLGONO LE VICENDE SONO REALI E DESCRITTI CON PRECISIONE.

TEMPO

SCOPO SONO TESTI CHE HANNO LO SCOPO DI RICORDARE IL PASSATO E LASCIARE UNA TESTIMONIANZA.

CHI SCRIVE NARRA AVVENIMENTI CHE SI SONO SVOLTI NEL PASSATO. IL TEMPO VERBALE PIÙ UTILIZZATO È L’IMPERFETTO.

L’AUTOBIOGRAFIA E LA BIOGRAFIA

FATTI VENGONO RACCONTATI FATTI SIGNIFICATIVI, REALMENTE ACCADUTI, DI SOLITO IN ORDINE CRONOLOGICO.

S trategie per S crivere 154 666

ZIONE PRESENTA

pagg. 84-88 del tuo L ibro di S crittura


L’autobiografia e la biografia

GUARDARE CON ALTRI OCCHI BRANI AUDIO, VIDEO, MAPPE, ALTRI CONTENUTI DIGITALI DELL’UNITÀ

La caramella rossa Silvia Vecchini, C’è questo in me, Topipittori

Mi P iace L eggere

Vado a fare spesa con la mamma. Nel negozio del paese c’è un espositore verticale di caramelle sfuse. Ha tre cassetti su tre ripiani. Ognuno con decine e decine di caramelle. Mentre la mamma compra, io infilo la mano e prendo una caramella con la carta rossa. Nessuno si accorge. Mentre facciamo la strada verso casa, io le mostro la caramella. Con le buste che le pesano, facciamo la strada al contrario e mi fa restituire la caramella davanti a tutti e chiedere scusa. Quando la signora del negozio si mette a ridere e fa per regalarmela, lei gliela restituisce di nuovo e mi riporta a casa. Mi domando se andrò in prigione. LABORATORIO per

Mi P iace Scrivere

Ti è mai capitato di combinare qualche guaio? Scrivi una lista di quelli che ti vengono in mente. Puoi anche aggiungere qualche piccola illustrazione.

LIFE SKILLS SORRIDOIMPARO Come si sarà sentita la mamma quando la bambina le ha mostrato la caramella rubata? Prova a immaginare la sua faccia e illustrala sul quaderno.

COMPRENDERE

E sploro La vicenda è narrata: in prima persona. in terza persona.

C ollego Come si sente la bambina per il fatto accaduto? .............................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................

155


L’autobiografia e la biografia

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Espulsa da scuola Liliana Segre, Daniela Palumbo, Fino a quando la mia stella brillerà, Pickwick

Mi P iace L eggere

Era una sera qualsiasi. Stavamo a tavola. Io, papà e i nonni. Io ridevo e scherzavo come al solito. Però mi accorsi che c’erano tre paia d’occhi che mi guardavano ansiosi. “Mi dovranno dire qualcosa di importante” pensai. In quel momento mio padre parlò: – Liliana, sai che non puoi più andare a scuola… – Ah, no? – gli dissi io cercando un perché con gli occhi smarriti. Lui lo capì. – Perché ci sono delle nuove leggi per noi che siamo ebrei. Tu, come tutti i bambini ebrei, sei stata espulsa dalla scuola. Espulsa. Avevo appena compiuto otto anni, era settembre e la scuola cominciava il 12 ottobre. Quel giorno segnò un prima e un dopo nella mia infanzia. Il prima della vita di Liliana bambina, allegra e serena, e il dopo di Liliana bambina ebrea, espulsa, poi esclusa. Quell’anno avrei dovuto frequentare la terza elementare...

LIFE SKILLS SO

ARO RRIDOIMP

Perché Liliana non può più andare a scuola? Come ti sentiresti al suo posto? Confrontati con i tuoi compagni e le tue compagne.

156 666

Testo facilitato e semplificato

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Che cosa comunica il papà a Liliana? ................................................................................ ................................................................................


L’autobiografia e la biografia

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

– Perché sono stata espulsa, papà? Che cosa ho fatto? – Non capivo. – Tu non hai fatto niente, Liliana – mi disse papà con dolcezza. – Ma questa legge dice che non puoi andare a scuola, non possiamo farci niente. Sentivo che papà cercava un modo per spiegarmelo che non mi facesse restare male, ma io andavo volentieri a scuola, e lui sapeva che avrei sofferto di questo allontanamento. C’erano le compagne di classe che vedevo anche fuori dalla scuola, ai giardini, oppure alle feste di compleanno; mi dispiaceva anche lasciare la maestra, si chiamava Cesarina, ero molto affezionata a lei. Era affettuosa e sentivo di poter contare su di lei. Perché non potevo più andare a scuola? Perché io, solo io, non potevo più imparare? Mi misi a cercare un motivo, qualcosa che avevo fatto o detto in classe, scavai nei giorni precedenti, cercavo qualche fatto che mi facesse dire: “Ah, ecco perché sono stata cacciata”. Ma era inutile, non c’era. Papà parlava di “nuove leggi”. Ma chi le aveva fatte? Perché? Io non sapevo neppure di essere ebrea fino a quando non erano venute fuori queste stupide regole. Io sono italiana, lo diceva anche il nonno, ed era davvero arrabbiato. – Siamo italiani, siamo come tutti gli altri e guarda cosa ci fanno... – sussurrava alla nonna. Ma la realtà era come l’aveva raccontata papà. Io non potevo più andare a scuola.

LABORATORIO per

Liliana Segre

• Liliana Segre è nata a Milano nel 1930 e all’età di 14 anni ha vissuto in prima persona la tragica esperienza della deportazione nei campi di sterminio in quanto ebrea. È una delle voci più autorevoli della Memoria italiana. Nel 2018 è stata nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. • Nel testo quando si parla di nuove leggi ci si riferisce alle leggi razziali introdotte in Italia a partire dal 1938. Si trattava di una serie di provvedimenti messi in atto dalla dittatura fascista contro le cittadine e i cittadini ebrei.

COMPRENDERE

E sploro Sottolinea il completamento corretto. Questo testo è una biografia/autobiografia perché l’autrice racconta in prima/terza persona la propria vita.

In che modo l’autrice racconta i fatti? In maniera fredda e distaccata. Esprimendo le sue riflessioni ed emozioni.

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L’autobiografia e la biografia

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

La slitta Andreas Steinhöfel, Dirk e io, Beisler Editore

Mi P iace L eggere

All’epoca stavamo ancora nella casa in mezzo al bosco, ai margini della città. Avevo sette anni e Dirk sei. Quel giorno, con tutta quella neve fresca, Dirk e io dopo colazione volevamo andare in slittino. Papà ce l’ha tirato fuori dalla soffitta e ci ha pregato di non esagerare, come l’anno scorso, quando Dirk era andato a sbattere contro un albero e si era rotto un braccio. Dirk è sempre stato più coraggioso di me, io in compenso non mi sono mai rotto niente. A parte quella volta in estate quando ero finito un pochino contro un lampione, con la bici. Mi erano saltati due denti, che avevo ingoiato. Per fortuna niente di grave, erano denti da latte. A un quarto d’ora a piedi da casa nostra c’era un pratone con una lunga discesa fino al torrente Schwarzenbach. Arrivati in cima, Dirk naturalmente voleva partire dal punto più ripido, che finiva dritto nel ruscello. Ho subito pensato che la cosa non poteva concludersi bene, ma non ho detto niente, per non fare la figura del vigliacco. Siamo montati sulla slitta, Dirk davanti e io dietro. Tieniti forte, ha gridato, si parte! È stato bellissimo e soprattutto superveloce. Il vento mi fischiava nelle orecchie, i fiocchi di neve mi sbattevano in faccia e non vedevo niente perché tenevo gli occhi socchiusi. Sfrecciavamo come saette, Dirk urlava sono il discesista migliore del mondo, io strillavo ma quando arriviamo, perché continuavo a non vedere niente.

LIFE SKILLS SORRIDOIMPARO Nella frase evidenziata nel testo l’autore ci racconta come si sentiva mentre, scendendo con lo slittino, aveva il vento sulla faccia. Aprendo la finestra o quando esci, prova a chiudere un momento gli occhi e a concentrarti sulle sensazioni che provi.

158 666


L’autobiografia e la biografia

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Poi c’è stato il botto. Io sono volato in aria, e con un tonfo sono finito dritto a faccia in giù nella neve. Faceva un male cane e bruciava, ma per fortuna non mi ero rotto niente. Dirk non c’era più e nemmeno la slitta. Mi sono guardato intorno e ho sentito che gridava giù dal torrente. Ci stava seduto proprio in mezzo, bagnato fradicio, con accanto la slitta. Con una mano mi sono aggrappato al ramo di un alberello che sporgeva sul torrente, l’altra l’ho allungata verso Dirk. Ci arrivavo appena e la neve era molto scivolosa, ma il ramo ha retto. Lui ha preso la mia mano e sarebbe andato tutto bene se quel babbeo non si fosse piegato verso la slitta, senza mollarmi. Il ramo si è spezzato, si è staccato e io sono rotolato giù per la scarpata, nel ruscello. Avrei voluto urlare, ma avevo la bocca piena d’acqua. Ghiacciata. Non riuscivo a respirare per lo shock. Quando mi sono ripreso, ho visto Dirk in piedi accanto a me che si sbellicava dalle risate. Ero così incavolato che in un baleno ci siamo ritrovati ad azzuffarci nel fiumiciattolo, e saremmo andati avanti a lungo se l’acqua non fosse stata così tremendamente gelida.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Chi è il personaggio più coraggioso? Dirk.

Il protagonista.

Chi è caduto nel ruscello? Dirk.

Il protagonista.

Entrambi.

C ollego Sottolinea le frasi in cui si percepiscono i pensieri e le emozioni di chi sta raccontando la vicenda.

159


L’autobiografia e la biografia

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Un bambino vivace GIOCO e IMPARO

Daniel Pennac, Diario di scuola, Universale Economica Feltrinelli

Che cosa significa ridanciano? Quale parola ti ricorda? Ridere.

Piangere.

Quindi, il suo significato è ........................................................... ...........................................................

Mi P iace L eggere

Pur non essendo agitato, ero un bambino vivace che amava giocare. Piuttosto chiacchierone e ridanciano, diciamo pure burlone, mi facevo degli amici a tutti i livelli della classe, fra i somari, certo, ma anche fra le teste di serie, non avevo pregiudizi. Più di qualunque cosa, alcuni insegnanti mi rimproveravano questa allegria. Il minimo della buona educazione, per un somaro, è essere discreto. Ma la vitalità era vitale per me, se così si può dire. Il gioco mi salvava dall’amarezza che provavo non appena ripiombavo nella mia vergogna solitaria. La solitudine del somaro nella vergogna di non fare mai quello che è giusto! E il desiderio di fuggire... Ho provato presto il desiderio di fuggire. Dove? Non è chiaro. Diciamo fuggire da me stesso, e tuttavia dentro di me. Ma in un io che fosse accettato dagli altri. Devo probabilmente a questa voglia di fuggire gli strani ideogrammi che precedettero la mia grafia. Invece di formare le lettere dell’alfabeto, disegnavo omini che scappavano sui margini e lì creavano delle bande. Eppure all’inizio mi applicavo, rifinivo le lettere meglio che potevo, ma pian piano le lettere si trasformavano in quegli esserini allegri e saltellanti che se ne andavano a folleggiare altrove, ideogrammi della mia sete di vivere. Ancora oggi uso questi omini quando firmo le copie dei miei libri. Rappresentano una risorsa preziosa. È la banda della mia infanzia, cui sono fedele. LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Che cosa sono gli ideogrammi? Segni che rappresentano un’idea.

160 666

Testo facilitato e semplificato

Lettere.

Numeri.


L’autobiografia e la biografia

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Una giornalista in Somalia Gigliola Alvisi, Ilaria Alpi. La ragazza che voleva raccontare l’inferno. Storia di una giornalista, BUR Rizzoli

Mi P iace L eggere

Era la quarta volta che Ilaria Alpi andava a Mogadiscio come inviata del Tg3. Ogni tanto la sera, quando tornava nella sua camera d’albergo in quella zona d’Africa conosciuta soltanto per la sanguinosa guerra in corso, le capitava di compilare nella mente le sue personali statistiche, di fare bilanci. In realtà odiava i numeri, ed era proprio per quello che lo faceva: la distraevano dalla realtà. Ma nemmeno i numeri riuscivano a distrarla davvero. Non riusciva a levarsi dalla testa i colleghi che aveva visto a terra, poco prima, colpiti da una folla inferocita. Ilaria premette forte le mani sugli occhi, per cancellare quelle immagini. Ma lo sguardo disperato di Dan trascinato a terra non l’abbandonava. Si alzò di scatto. Accidenti! Doveva uscire, ritrovare Alberto, tornare in albergo. Capire cosa fosse successo a Dan, cosa fosse successo agli altri giornalisti. Scrivere, montare il pezzo, inviarlo al telegiornale. Guardò l’orologio: erano due ore avanti rispetto all’Italia… sì se partiva subito avrebbe potuto farcela per il tg delle quattordici e venti. Lei e Starlin camminarono a lungo, perché l’albergo era lontano. Nessuna delle due aveva voglia di parlare. Ilaria scuoteva la testa rimuginando tra sé e sé. La guerra in Somalia sembrava infinita. Chi erano i buoni? Chi erano i cattivi? Almeno fossero stati due popoli diversi a farsi la guerra: sarebbe stato più facile capire e prendere posizione. Invece lì in Somalia era tutto così complicato. LABORATORIO per

Ilaria Alpi

Ilaria Alpi è stata una giornalista italiana. Grazie alla sua conoscenza dell’arabo e di altre lingue straniere lavorò come inviata di quotidiani e telegiornali. In particolare, documentò per la RAI le guerre in Libano, Kuwait e Somalia. Nel 1994, proprio mentre indagava su un traffico di armi in Somalia, fu uccisa in un agguato. In sua memoria ogni anno viene assegnato un premio alle migliori inchieste relative al tema della pace.

COMPRENDERE

C ollego Rispondi a voce. • Che cos’è successo a Dan? • Che cosa pensa Ilaria Alpi della guerra in Somalia?

Ilaria Alpi faceva la giornalista. Tu quale lavoro o quali lavori vorresti fare da grande? Scrivi una lista sul quaderno.

Mi P iace Scrivere

161


GUARDARE CON ALTRI OCCHI

L’autobiografia e la biografia

Aaron Fotheringham Ben Brooks, Storie per bambini che vogliono cambiare il mondo, Adriano Salani Editore, Milano 2019

skate park: parco dove chi va sullo skateboard può eseguire evoluzioni su rampe. wheelchair: sedia a rotelle.

LIFE SKILLS SORRIDOIMPARO Vorresti sapere qualcosa in più su questo personaggio? Che cosa vorresti chiedere ad Aaron se lo incontrassi? Scrivi le tue domande sul quaderno.

162 666

Testo facilitato e semplificato

Mi P iace L eggere

Aaron è nato con una malformazione chiamata spina bifida: significa che la sua colonna vertebrale non si era sviluppata correttamente. Quando aveva due mesi è stato adottato. I genitori adottivi temevano che la sua condizione fisica gli avrebbe creato molti problemi. Ben presto si sono resi conto che per lui, invece, non era affatto un ostacolo. Spesso lo trovavano che si tuffava giù per le scale o avvolto in un mantello mentre sfrecciava per i corridoi sulle stampelle. A questo proposito Aaron ha addirittura scritto una storia a fumetti su un supereroe con le stampelle, il cui nome è Crutch Boy. Quando è diventato evidente che gambe e braccia non avrebbero più sostenuto il suo corpo, ha abbandonato le stampelle e cominciato a manovrare una sedia a rotelle. Suo fratello maggiore passava lunghi pomeriggi allo skate park, e spesso lui lo accompagnava e restava a guardare. Dopo qualche tempo, alcuni skater gli hanno suggerito di provare a lanciarsi da una rampa... con la sedia a rotelle. Aaron è finito a terra, ma in preda all’euforia si è anche rialzato per provarci di nuovo. Più e più volte. Quella sedia a rotelle non era progettata per schiantarsi in uno skate park. Ha finito per rompersi quasi subito. Ma gli amici di Aaron hanno fatto una colletta per regalargliene un’altra, sportiva e personalizzata, resistente alle giravolte, alle scivolate e ai salti che lui aveva in mente di fare. Il 13 luglio 2006, per la prima volta al mondo, Aaron ha eseguito un salto mortale all’indietro su una sedia a rotelle. Il video della sua impresa è diventato virale. Quattro anni dopo ha completato con successo il primo doppio salto mortale all’indietro.


L’autobiografia e la biografia

GUARDARE CON ALTRI OCCHI

Aaron ha dimostrato che la sedia a rotelle non limita in alcun modo la sua vita: anzi, lo aiuta a fare cose che altrimenti non si sarebbe mai sognato di fare. Dice di non essere “in” sedia a rotelle, ma “su” una sedia a rotelle. Proprio come un surfista è su un surf e uno skater su uno skateboard. Negli anni si è lanciato da mega rampe di quindici metri e ha fatto salti incredibili. Ha anche trasformato la sua passione in uno sport: il WCMX o wheelchair motocross, ovvero il motocross su sedia a rotelle, che continua a trasformare la vita dei ragazzi di tutto il mondo mostrando loro cosa possono fare invece di concentrarsi su cosa non possono fare.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Completa le frasi. • Questo testo è una ...................................................... • Il racconto è scritto in ................................................. persona.

C ollego Sottolinea nel brano le frasi che raccontano le imprese di Aaron.

R ifletto Hai notato qualcosa di interessante in questa storia? Confrontati con la classe.

163


L’autobiografia e la biografia

A CHE PUNTO SONO? La mappa

Completa la mappa con le informazioni mancanti.

Nell’autobiografia chi ........................................... coincide con il/la ............................................. Nella biografia il/la ........................................................ è il ............................................. di cui si racconta la vita. L’autobiografia è scritta in ................................ persona

I luoghi sono ........................... e descritti ................................... .............................................................

e la biografia in ............................................. persona.

Hanno lo scopo di

L’AUTOBIOGRAFIA E LA BIOGRAFIA

si sono svolti nel

............................................

...................................................

il passato

e sono narrati

e lasciare una

soprattutto

.............................................

all’...........................................

I fatti sono realmente .................................................................

e, di solito, sono narrati in .................................................................

SORRIDOIM

PARO

Ricorda sempre: leggere ti aiuta a conoscere qualcosa in più del mondo che ti circonda, cose nuove e a volte anche bizzarre. Libera la tua curiosità e lasciati guidare dal piacere di leggere.

164 666

Gli avvenimenti

GGIO MONITORA


CHE COSA HO HAI IMPARATO? IMPARATO? La verifica • PIÙ FACILE

Elicotteri in cielo Viviana Mazza, Storia di Malala, Mondadori

Mi P iace L eggere

Le pale dell’elicottero affettano l’aria. Il rumore si fa sempre più forte, sempre più forte, sempre più forte. Poi cominciano i colpi di mitragliatrice, e subito dopo vengono giù le bombe. Malala si sveglia di colpo. “Ancora questo brutto sogno” pensa, seduta nel letto, stordita. Da giorni non tornava a tormentarla. La verità, però, è che non sono solo sogni: anche a occhi aperti sente gli stessi rumori e la stessa ansia. Da mesi gli elicotteri continuano a sorvolare la sua casa. Dopo aver osservato per un attimo i ricchi ghirigori dorati della coperta color porpora, Malala si sdraia sul fianco destro, con le spalle alla finestra, e chiude gli occhi, cercando di riaddormentarsi al ritmo delle pale: se le ascolta con attenzione può capire quanti sono. Ma non è come contare le pecore. Non la aiuta a prendere sonno. La prima volta che gli elicotteri hanno sorvolato la città di Mingora, all’inizio della guerra, lei e i suoi fratellini Khushal e Atal Khan si sono nascosti sotto il letto. Un giorno i soldati hanno lanciato le caramelle da lassù, e hanno continuato a farlo per un po’. Così, ogni volta che i bambini del quartiere li sentivano arrivare, correvano in strada. Ma poi l’esercito deve aver finito le caramelle, perché ha continuato a sparare e basta. LABORATORIO per

COMPRENDERE

Rispondi alle domande cercando gli indizi nel testo. • Quale sogno fa Malala? ................................................................................................................................... • Dove si sono nascosti Malala e i fratellini la prima volta che hanno sentito gli elicotteri? .................................................................................................................................................................. • All’inizio che cosa lanciavano i soldati dagli elicotteri? ...................................................... Segna con una X la risposta giusta. • Pensa a chi ha scritto la storia e alla protagonista, poi rispondi. autobiografico. biografico. fantastico. Questo brano è un testo: Attiva gli esercizi su HUB Kids

VERIFICA

165


CHE COSA HO IMPARATO?

VERIFICA

Bibi Ridotto e adatt. da Donatella Ziliotto, Un chilo di piume, un chilo di piombo, Lapis

Mi P iace L eggere

Ho saltato la quinta e andrò in prima media. Sono preoccupata per due cose: primo perché io sola avrò dieci anni e le altre saranno vecchie di undici, e poi perché dicono che tutto quello che bisogna sapere si impara in quinta, e infatti io non so niente di Storia, di Geografia, dei pistilli, e mi rimarrà un buco per tutta la vita. Dovrò sempre scusarmi: sapete, è perché ho saltato la quinta. Però all’esame sono passata lo stesso e a casa mi hanno dato trenta lire da spendere come voglio. Sono andata in Ghetto. In Ghetto, fra i libri vecchi, dischi, timoni senza raggi, si trova di tutto, anche cani usati. Il mio stava in una scatola da scarpe, col muso in un angolo. Gli altri cani usati intorno a lui si davano da fare, ti guardavano negli occhi, scodinzolanti con tutta la pancia. Lui aveva rinunciato. Allora l’ho fatto girare e l’ho guardato negli occhi io. Era mio. L’ho chiamato Bibi come la bambina danese di un libro che ho letto. Bibi ha scambiato tutte le scarpe: ha messo le mie – ben allineate – ai piedi del letto di mio papà, quelle di Dani (“le mie zavate!”) da mia sorella e i tacchetti di mia sorella sotto il letto di mamma. Così in casa hanno deciso di darlo via, che in città i cani non si possono tenere. Io mi sono chiusa nel gabinetto e non uscirò finché non hanno cambiato idea. Voglio vedere quando dovranno correre ai gabinetti pubblici. Siamo venuti a patti: Bibi andrà a casa di Dani, in Jugoslavia, io ci passerò le vacanze, così potrò starci insieme almeno per un paio di mesi. Ho bevuto molta acqua dal rubinetto e ho continuato a piangere, ma non ho potuto ottenere molto di più. I patti sono stati firmati sulla carta igienica passata sotto la porta. Poi mi sono arresa, sono uscita dal gabinetto.

166 666

VERIFICA


VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Rispondi alle domande cercando gli indizi nel testo. • Perché la protagonista ha chiamato il cane Bibi? ......................................................................................... • Qual è il patto che è stato firmato sulla carta igienica? ............................................................................. • Che cosa intende e a chi si riferisce la protagonista quando dice Lui aveva rinunciato? .................. ......................................................................................................................................................................................

Leggi le affermazioni e segna con una X se sono vere (V) o false (F). • Questo brano è un testo autobiografico.

V

F

• La protagonista ha appena terminato la classe quinta.

V

F

• La vicenda è narrata in prima persona.

V

F

• Bibi ha scombinato l’ordine delle scarpe in casa.

V

F

A COLPO

d’ OCCHIO

Il brano è tratto da un libro che si intitola Un chilo di piume, un chilo di piombo. Secondo te, che cosa sta a significare la parola “piombo”? Segna con una X l’immagine che la rappresenta.

RIFLETTO

e

VALUTO

Quanto ti senti sicuro/a con le AUTOBIOGRAFIE e le BIOGRAFIE? Ora chiedi all’insegnante di scrivere qui i suoi consigli per te. .......................................................................................................................................................................................... Attiva gli esercizi su HUB Kids

VERIFICA

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O e C O I G O R A P IM

Risolvi il cruciverba e poi scrivi in ordine le lettere delle caselle colorate, scoprirai un suggerimento per te.

1 2 3 4 5 6 7

• Il suggerimento è: ...................................................................................

1. I testi che ti fanno vedere più a fondo. 2. In rima e versi ci regalano emozioni. 3. A chi confidi i tuoi segreti? 4. Senza francobollo non la puoi spedire. 5. Controlla il mittente e ricorda l’oggetto, poi invia. 6. Racconta di te per farti conoscere da altre persone. 7. Racconta di un personaggio importante.

po’ n u e r e id Per r Marta e Tommaso stanno studiando Scienze insieme. – Tommaso, come descriveresti gli animali rapaci? – Sono quelli che mangiano rape!

Una bambina domanda a suo papà: – Papà, che verso fa la mucca? – La mucca muggisce. – E i poeti, che versi fanno? – I poeti? Che cosa c’entrano i poeti? – Il maestro oggi ha detto che i poeti fanno versi.

168 666

RISTORO


GIOC O IMPA e RO

Risolvi i seguenti indovinelli.

Grazie alla poesia viaggerai,

Se un testo descrittivo vuoi realizzare, ecco che cosa dovrai fare: O

ER

AR

ma che cos’è una rima lo sai? SUO

Ora che tante il segreto hai trovato? I A

R CO

LI

ALLA FINE DEI V

R

O È UN MIO ID

I

Ora che le caratteristiche di lettera ed e-mail hai imparato, chi scrive e chi riceve è stato svelato…

pagine di diario hai sfogliato, IL

I UG

BE

TO

M

TT

T

N

E D

NTE R

Hai scoperto che cosa serve per scrivere un’autobiografia o una biografia? UNA

U

NA

E

OR

A

– Oggi la maestra ci ha insegnato a leggere le note sul pentagramma! – La mia mamma, invece, legge sempre le note sul mio diario…

Un elefante dice tra sé e sé: – Come faccio a spedire questa lettera? Una giraffa sente e dice: – Perché non provi a spedirla dal computer? E l’elefante risponde: – Perché ho paura del mouse.

Due amici si vantano reciprocamente delle proprie qualità. Uno dice all’altro: – Io ho di buono due cose: una è la Memoria e l’altra… non me la ricordo!

RISTORO

6169 66


S

coprire

o d n o il m IL TE ESPO STO pagg SITIVO . 172 -185

170

IONE

OSSERVAZ


Che cosa imparerai In queste pagine incontrerai testi ricchi di informazioni e curiosità che ti aiuteranno ad approfondire tanti argomenti. Altri testi ti ricorderanno le regole da rispettare e ti guideranno passo passo nelle attività che devi svolgere o nella realizzazione di qualcosa.

LA MIA BIBLIOTECA, VIDEO

IL TESTO REGOLATIVO 7 pagg. 186-19

IONE

OSSERVAZ

171


Testo E sp spositivo ositivo

Il

PRIMA

dell’ ASCOLTO

COME NASCONO GLI OCEANI? • BRANO SONORO

Osserva bene l’illustrazione, leggi il titolo e l’inizio del testo espositivo.

Come nascono gli oceani? Sarah Zambello, Susy Zanella, Ondario. I movimenti del mare, Nomos Edizioni

Mi P iace L eggere

TRA I CORPI CELESTI APPARTENENTI AL SISTEMA SOLARE, LA TERRA È L’UNICO PIANETA IN CUI È PRESENTE ACQUA ALLO STATO LIQUIDO. È PROPRIO QUESTA SUA PECULIARITÀ CHE HA RESO POSSIBILE L’ORIGINE DEGLI ESSERI VIVENTI...

DOPO

l’ ASCOLTO

Com’è il suo argomento? Storico. Scientifico. Artistico.

172

ZIONE PRESENTA

Dove potresti trovare questo tipo di testo? In un libro scolastico. In un’enciclopedia. In un giornale.


IL TESTO ESPOSITIVO • LIBRO DI SCRITTURA PAGG. 89-98

Gira pagina e scopri le caratteristiche del testo espositivo.

Come ti sembra il linguaggio utilizzato? Simile al parlato. Preciso e ricco di parole specifiche. Informale.

Qual è lo scopo del testo che hai letto? Divertire. Criticare. Trasmettere conoscenze. ZIONE

PRESENTA

173


Le

Il testo espositivo

C aratteristiche

Leggi le caratteristiche del testo espositivo, poi controlla se hai dato le risposte corrette alle domande di pagg. 172-173.

STRUTTURA ARGOMENTI L’ARGOMENTO DEI TESTI ESPOSITIVI PUÒ ESSERE DI VARIE TIPOLOGIE: STORICO, GEOGRAFICO, SCIENTIFICO, ARTISTICO…

IL TESTO ESPOSITIVO HA UN TITOLO, CHE INDICA DI COSA SI PARLA IN GENERALE, ED È SUDDIVISO IN PARAGRAFI, CIOÈ BREVI PARTI DI TESTO CHE DANNO INFORMAZIONI PIÙ SPECIFICHE. LE PAROLE CHIAVE, IN GRASSETTO O EVIDENZIATE, METTONO IN RISALTO I CONCETTI PIÙ IMPORTANTI. IMMAGINI E DIDASCALIE AIUTANO A CAPIRE MEGLIO IL SIGNIFICATO DEL TESTO.

IL TESTO ESPOSITIVO

SCOPO TRASMETTE CONOSCENZE SU UN ARGOMENTO. SI PUÒ TROVARE NEI LIBRI SCOLASTICI, COME IL SUSSIDIARIO, NELLE ENCICLOPEDIE, NEI MANUALI TECNICI O SCIENTIFICI, NEI GIORNALI E NELLE RIVISTE, IN MOLTI SITI INTERNET.

LINGUAGGIO IL LINGUAGGIO È PRECISO E RICCO DI PAROLE SPECIFICHE DELL’ARGOMENTO TRATTATO.

S trategie per S crivere 174 666

ZIONE PRESENTA

pagg. 89-98 del tuo L ibro di S crittura


Il testo espositivo

SCOPRIRE IL MONDO

Storico

Lo splendore di Babilonia Mi P iace Andrea Bachini, Sumeri e Babilonesi, Giunti Junior L eggere Babilonia conobbe durante il regno di Nabucodonosor (604562 a.C.) forse il suo periodo più splendido: migliaia di tavolette in caratteri cuneiformi furono scritte, la capitale fu rafforzata da nuove mura, templi e palazzi grandiosi vennero costruiti. Considerati una delle Sette meraviglie del mondo antico, i giardini pensili di Babilonia, della cui esistenza in realtà non siamo certi, sembra che furono costruiti su sette livelli intorno al 590 a.C. dal re Nabucodonosor, anche se una leggenda li attribuiva alla regina Semiramide. Si narra che Nabucodonosor li avesse fatti costruire per far ricordare alla moglie Amiti, figlia del re dei Medi, le montagne e le foreste del suo paese di origine. Giorgia Fanari, Le Sette meraviglie del mondo antico, Focus Junior.it, 21 maggio 2020

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Sottolinea le parole che sono presenti in entrambi i testi.

R ifletto Lo scopo di questi testi espositivi è fornire informazioni su: i giardini pensili di Babilonia. il regno di Nabucodonosor. le Sette meraviglie del mondo antico.

Mi P iace L eggere

I giardini pensili di Babilonia, vicino alla odierna Baghdad (Iraq), furono costruiti nel 590 a.C. dal re Nabucodonosor II, anche se la tradizione attribuisce la loro costruzione alla regina assira Semiramide che vi raccoglieva rose fresche per tutto l’anno, nonostante il clima arido. Dovevano essere davvero una bellezza, ma secondo alcuni studiosi questi giardini in realtà non sarebbero mai esistiti o comunque la questione della loro precisa localizzazione è ancora oggi irrisolta. BRANI AUDIO, VIDEO, MAPPE, ALTRI CONTENUTI DIGITALI DELL’UNITÀ

Testo facilitato e semplificato

175


Il testo espositivo

SCOPRIRE IL MONDO

Storico

LABORATORIO per

COMPRENDERE

P rima di L eggere Guarda le parole in grassetto e prova a spiegare alla classe di che cosa parlerà il testo prima di leggerlo.

E sploro Sottolinea il completamento corretto. L’argomento del testo è di carattere scientifico/storico/ geografico. Riesci a trovare la fonte da cui è stato tratto il brano? Sottolineala. In quanti paragrafi è diviso il testo? 5. 2. 3.

Il faraone dei misteri Guido da Rozze, Tutankhamon. Il faraone dei misteri, focusjunior.it, 25 settembre 2016

Mi P iace L eggere

Chi è Tutankhamon? Tutankhamon è il più famoso tra i faraoni egizi. Il suo volto, ritratto nella maschera d’oro funeraria, lo conosciamo tutti. La sua fama è dovuta proprio al fatto che la sua tomba venne ritrovata, nel 1922, praticamente intatta: era piena di oggetti meravigliosi e preziosissimi, cosa straordinaria, visto che le tombe di faraoni scoperte in precedenza erano quasi sempre spoglie, perché le ricchezze una volta contenute erano state derubate nei secoli e disperse. La tomba di Tutankhamon si trova nella Valle dei Re, il luogo, in Egitto, in cui ci sono molte altre tombe faraoniche. Questa, però, era ben nascosta e si è sottratta per millenni alle grinfie dei ladri! Nel 2007 la mummia di Tutankhamon è stata rimossa dal sarcofago e spostata in una teca di vetro per la sua conservazione.

L’anniversario

Nel 2022 si sono festeggiati i 100 anni dal ritrovamento della tomba di Tutankhamon, avvenuto il 4 novembre del 1922.

176

Testo facilitato e semplificato


Il testo espositivo

SCOPRIRE IL MONDO

Storico

Una vita da faraone Tutankhamon è nato nel 1341 a.C. ed è morto nel 1323 a.C. a soli 18 anni! Una vita breve ma molto intensa: salì sul trono alla tenera età di 8 anni. Poco dopo la sua ascesa sposò la sorellastra Ankhesenamon e i due si amarono molto (ai tempi degli Egizi i re si sposavano fra parenti stretti). In un’immagine che li ritrae insieme, ciascuno dei due indossa un solo sandalo, per indicare che i due si ameranno in ricchezza (rappresentata dal fatto di avere il sandalo) e in povertà (i poveri non avevano le scarpe): un modo romantico per dire che si sarebbero amati per sempre.

Un nome importante Il nome originale del faraone era Tutankhaton, che significa “immagine vivente di Aton”. Questo nome gli fu dato dal padre, anch’egli faraone e che aveva stabilito che l’unico dio da venerare era Aton, il dio del sole. Si trattava di una rivoluzione, visto che gli Egizi avevano sempre adorato molte divinità. E infatti, appena il padre morì, la religione venne cambiata di nuovo e il nome del giovane re fu trasformato in Tutankhamon (che significa “immagine vivente di Amon”, in onore di un altro dio, Amon). LABORATORIO per

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Tutankhamon è salito al trono a 8 anni. Se ora ti venisse data la responsabilità di guidare un popolo, quali regole e leggi faresti rispettare? Prova a scriverle e poi confrontati con la classe.

Il trono d’oro di Tutankhamon su cui sono raffigurati il faraone e la regina Ankhesenamon.

COMPRENDERE

C ollego Rispondi alle seguenti domande sul quaderno. • Chi è Tutankhamon? • Perché è famoso? • Dove si trova la sua tomba? • Che cosa significa il nome Tutankhamon?

R ifletto Quali strategie hai usato per rispondere?

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Il testo espositivo

SCOPRIRE IL MONDO

Scientifico

Alle estremità del corpo… Mi P iace L eggere evoluzione: cambiamenti che interessano gli organismi viventi nel corso delle generazioni.

LABORATORIO per

Anna Claybourne, Meravigliosa evoluzione. Il viaggio della vita, Editoriale Scienza

Le mani Se osservi una scimmia, un topo, o perfino un cane o un gatto, vedrai che hanno parti del corpo che ricordano le nostre mani. Queste parti sono apparse presto nell’evoluzione dei vertebrati.

COMPRENDERE

C ollego Nel testo si parla di alcuni invertebrati che, non avendo le mani, hanno sviluppato modi diversi per afferrare le cose. Quali? ......................................................... ......................................................... .........................................................

Che cos’è una mano? Una mano è sostanzialmente un insieme di dita poste all’estremità di un arto superiore. ln genere, la si definisce “mano” solo negli esseri umani e negli animali muniti di arti simili, come le scimmie, i koala e i panda; tuttavia, molti altri animali presentano la stessa struttura. Alcuni hanno più di cinque dita (per esempio, le talpe ne hanno sei su ogni “mano”), altri meno, come gli uccelli, che ne hanno solo tre. Tutti questi animali hanno strutture simili alle mani, anche se si sono evolute in modo molto diverso. A volte, le si può vedere chiaramente solo osservando lo scheletro dell’animale.

Mani umane Le mani hanno svolto un ruolo fondamentale nella nostra evoluzione. Sono forti, agili e multifunzionali. Possiamo usarle per raccogliere, stringere, lanciare, costruire, scrivere, disegnare e comunicare. La possibilità di inventare e costruire cose di cui abbiamo bisogno come vestiti, strumenti, case e oggetti di tutti i tipi ci ha aiutato a sopravvivere. Le nostre mani hanno il pollice opponibile, cioè in grado di piegarsi verso le altre dita. Questo consente una presa forte e precisa.

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Testo facilitato e semplificato


Il testo espositivo

SCOPRIRE IL MONDO

Scientifico

Dita alate Le ossa delle dita dei pipistrelli sono diventate lunghe e sottili per sostenere le ali dell’animale. Il pipistrello può aprirle o chiuderle per spiegare o ripiegare le ali.

Da arti ad ali Negli uccelli, gli arti superiori si sono trasformati nelle lunghe, sottili ossa delle ali, con tre dita. L’uccello muove il gomito, il polso e le dita per piegare, spiegare e controllare l’ala.

LIFE SKILLS

Senza mani!

SORRIDO

Gli invertebrati non hanno ossa come noi, né mani... ma alcuni hanno sviluppato altri modi per afferrare le cose. I tentacoli del polpo si possono attorcigliare intorno agli oggetti e sono coperti di ventose per trattenere le prede. I granchi hanno forti chele con cui possono afferrare la preda e spezzare le conchiglie.

LABORATORIO per

IMPARO

E le mani dei robot come sono? Prova a costruirne una insieme a una tua compagna o un tuo compagno, seguendo le indicazioni che trovi al link.

COMPRENDERE

E sploro Leggi le parole in grassetto nel testo e segna con una X la risposta giusta. Di che cosa si tratta? Termini specifici della materia trattata. Parole di uso comune. Sottolinea i titoli dei paragrafi e cerchia le parole chiave che trovi in ogni paragrafo.

R ifletto Qual è lo scopo di questo testo? Spiegare come si sono evolute le mani negli esseri umani e strutture simili alle mani in altre specie animali. Spiegare perché gli uccelli hanno le ali.

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Il testo espositivo

SCOPRIRE IL MONDO

Scientifico

Come ci si sveglia dal letargo? Mi P iace L eggere

Marta Ferrario, Come fanno gli animali a capire quando svegliarsi dal letargo, focusjunior.it, 21 marzo 2023

L’arrivo della primavera è un segnale di “rinascita” anche per gli animali, soprattutto per quelli che hanno trascorso gran parte dell’inverno a dormire: possono svegliarsi dal letargo e uscire dalle loro tane.

Ritorno alla vita In questo periodo molti degli animali che hanno dormito nelle giornate più fredde (come marmotte, orsi, scoiattoli, tassi e ricci) cominciano a riprendere la vita normale. Ma se hanno passato tutto questo tempo sottoterra o rintanati in tronchi di albero, come fanno a capire che è il momento di uscire? «È semplice: gli animali hanno una specie di “termostato” interno che è in grado di percepire quando la temperatura sale e le giornate si allungano», spiega Stefano Filacorda, docente di Ecologia e Biologia della fauna all’Università di Udine. «Quando le temperature sono sopra lo zero e la neve si scioglie, si possono vedere gli animali che cominciano a uscire dalle tane». In pratica il loro organismo capisce che è ora di svegliarsi e si rimette in moto: il respiro accelera, il battito cardiaco aumenta e il corpo è percorso da “brividi” che fanno salire la temperatura corporea. Da qualche anno, però, l’aumento delle temperature dovuto al riscaldamento globale provoca risvegli “anticipati”, che causano non pochi problemi agli animali. LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Con i colori indicati, sottolinea nel testo: la risposta alla domanda del titolo. ciò che succede al corpo degli animali durante il risveglio. quali animali vanno in letargo.

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LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Immagina di insegnare all’università: spiega il motivo per cui il cambiamento climatico influisce sulla vita degli animali che vanno in letargo. Cerca di fare un discorso chiaro e preciso.


Il testo espositivo

SCOPRIRE IL MONDO

Scientifico

Come funzionano i robot? Robot. Le macchine del futuro, Gribaudo

Mi P iace L eggere

Un robot di solito possiede un corpo che ne racchiude i circuiti, un meccanismo per muoversi, un sistema sensoriale per raccogliere informazioni dall’ambiente, un metodo per interagire con gli oggetti, una fonte di energia elettrica e un “cervello” computerizzato per gestire il tutto.

GIOCO e IMPARO Quante parole conosci che riguardano la robotica e i computer? Prova a scriverle sul quaderno e poi contale!

Struttura del corpo Il corpo dei robot deve essere robusto per proteggere le parti interne, ma anche flessibile per consentire il movimento.

Robot mobili I robot mobili possono esplorare zone a rischio, quali zone terremotate o edifici crollati, e avanzare su terreni insidiosi con fango, neve o pioggia.

Il “cervello” dei robot L’unità centrale di elaborazione o CPU, il “cervello”, esegue istruzioni e gestisce i movimenti, ma comunque può fare solo ciò per cui è stata programmata. Il vero cervello del robot è il programmatore, che lo progetta, lo costruisce e lo programma.

Sistema sensoriale Molti robot possiedono sensori che raccolgono dati e comunicano al robot quello che succede, consentendogli di regolare il proprio comportamento e reagire di conseguenza.

Energia Un robot necessita di alimentazione elettrica per i dispositivi meccanici che lo fanno muovere. Può far uso di batterie o collegarsi a una presa a muro. Può anche essere alimentato da aria o fluidi in pressione.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

E sploro Sottolinea in ogni paragrafo 3 parole chiave. Secondo te, insieme al titolo, sono sufficienti per capire a colpo d’occhio di cosa tratta ciascun paragrafo?

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A CHE PUNTO SONO?

Il testo espositivo La mappa

Completa la mappa con le informazioni mancanti. La ......................................... è ricorrente: • ha un titolo, che indica di cosa si parla in generale; L’...................................... può essere di varie tipologie: storico, .........................................., ........................................ artistico…

• è suddiviso in ........................................ cioè brevi parti di testo. Le ................................................evidenziano i concetti più importanti. Immagini e ................................................. aiutano a capire meglio il significato del testo.

IL TESTO ESPOSITIVO

Lo ................................................................. è quello di trasmettere ......................................................... su un argomento.

Il linguaggio è ................................................

Si può trovare nei libri .....................................

e ricco di ..........................................................

nelle enciclopedie, nei manuali, nei

dell’argomento trattato.

.......................................... e nelle riviste, nei

siti Internet.

SORRIDOIM

PARO

Ricorda sempre: usa tutto quello che ti serve per “entrare” e lavorare sui testi (pennarelli, matite colorate ed evidenziatori). Sottolinea le parti più importanti, metti in evidenza le parti meno chiare, cerchia le parole chiave. Questo ti aiuta anche nello studio, ricorderai più informazioni che potrai poi organizzare in una mappa.

182 666

GGIO MONITORA


CHE COSA HO HAI IMPARATO? IMPARATO? La verifica • PIÙ FACILE

Ogni stella è un Sole

Mi P iace Michèle Mira Pons, Robert Barborini, Il cielo, Motta Junior L eggere Tutti i punti luminosi che si vedono nel cielo di notte hanno sempre affascinato gli esseri umani. Il paesaggio del cielo per molto tempo è sembrato immobile, immutabile per l’eternità. Oggi sappiamo che anche le stelle hanno una storia: sono nate moltissimo tempo fa, vivono per qualche tempo e poi moriranno.

Le stelle sono tutte simili al Sole Come il nostro Sole, tutte le stelle sono ammassi di polveri e gas che bruciano. Quando una stella nasce, queste sostanze si attraggono e formano un nucleo circondato da anelli di materia che danno poi origine ai pianeti. Nel corso della loro vita, stimata in miliardi di anni, le stelle emettono luce

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Di che cosa sono fatte le stelle? Ammassi di polveri e gas. Ammassi di detriti e sale. Ammassi di pietre e sabbia.

ed enormi quantità di energia, proprio come

Quanto tempo vivono

il Sole.

le stelle?

Il destino delle stelle Sembra che le stelle si assomiglino, ma in realtà non sono tutte uguali. A seconda della loro composizione chimica, delle dimensioni, della massa, hanno un destino diverso. Alcune stelle sono grandi 700 volte il Sole e in qualche milione di anni diventano prima delle supergiganti che esplodono, poi delle

Miliardi di anni. Centinaia di anni. Milioni di anni. In che cosa si trasformano le supernove? Pianeti. Buchi neri. Giganti rosse.

supernove che si trasformano in buchi neri

Che cosa emettono

che inghiottono ogni cosa. Altre sono più

le stelle durante

piccole e si consumano in dieci miliardi

la loro vita?

di anni: diventano prima delle giganti rosse, poi delle nane bianche che si raffreddano a poco a poco. Attiva gli esercizi su HUB Kids

Energia termica. Polveri e gas. Luce ed energia. VERIFICA

183


VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

L’oro blu delle Alpi Mi Irene Borgna, Sulle Alpi, Editoriale Scienza P iace L eggere Le Alpi sono il serbatoio dell’Europa: “catturano” le nuvole cariche di umidità provenienti dall’Atlantico e dal Mediterraneo costringendole a raffreddarsi e a scaricare il loro prezioso carico d’acqua sotto forma di pioggia e neve. I ghiacciai in quota trasformano la neve in ghiaccio, conservandola a lungo, per poi restituirla gradualmente di nuovo come acqua creando laghi e torrenti, che scendono a dissetare le valli, le pianure e le città.

Le vene dei monti L’acqua delle Alpi è stata impiegata per secoli dagli abitanti delle valli per irrigare i campi attraverso una rete impressionante di canali, simili ad arterie, vene e vasi capillari, capaci di distribuirla dove ce n’era più bisogno. Oggi l’acqua dei ghiacciai alpini toglie la sete alle grandi città ai piedi delle Alpi – Torino, Vienna, Monaco di Baviera e Zurigo – e viene utilizzata per irrigare le coltivazioni della Pianura padana, della Valle del Rodano, della Provenza – fino alle coste del Mediterraneo. Il più grande lago artificiale dell’arco alpino è quello di Serre-Ponçon, nelle Alpi Sud-occidentali francesi: lungo 20 chilometri, contiene 1030 milioni di metri cubi di acqua.

La scomparsa dei ghiacciai Il riscaldamento globale sta provocando la rapida scomparsa dei ghiacciai alpini, che non riescono più ad accumulare ghiaccio perché in inverno nevica sempre meno: il serbatoio d’Europa è in pericolo. Dobbiamo al più presto trovare il modo di consumare meno energia e di utilizzare al meglio e con saggezza l’acqua, l’oro blu delle Alpi.

184 666

VERIFICA


VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Rispondi alle domande cercando gli indizi nel testo. • Che cos’è l’oro blu? ................................................................................................................................................... • Che cos’è il serbatoio d’Europa? ........................................................................................................................... • Che cosa vuol dire la frase evidenziata nel testo? ............................................................................................ ..........................................................................................................................................................................................

• Che cosa sta provocando il riscaldamento globale? ........................................................................................ Leggi le affermazioni e segna con una X se sono vere (V) o false (F). • I ghiacciai in quota trasformano la neve in ghiaccio, che scende poi a blocchi per le valli.

V

F

• L’acqua delle Alpi viene utilizzata per l’irrigazione.

V

F

• Il lago artificiale di Serre-Ponçon è il più grande dell’arco alpino e contiene 1300 milioni di metri cubi di acqua.

V

F

• La scomparsa dei ghiacciai alpini è dovuta al fatto che in inverno nevica sempre di più e si creano molte valanghe.

V

F

• Nel testo sono presenti parole chiave.

V

F

• Il testo ha un solo paragrafo.

V

F

A COLPO

d’ OCCHIO

Quale di queste illustrazioni ti sembra la più adatta ad accompagnare il testo? Segnala con una X.

RIFLETTO

e

VALUTO

Quanto ti senti sicuro/a con i TESTI ESPOSITIVI? Ora chiedi all’insegnante di scrivere qui i suoi consigli per te. ......................................................................................................................................................................................... Attiva gli esercizi su HUB Kids

VERIFICA

185


Testo R egolativo

Il

PRIMA

dell’ ASCOLTO

Osserva bene l’illustrazione, leggi il titolo e l’inizio del testo regolativo.

L’acchiappa pioggia Mi

Fiona Danks, Jo Schofield, Evviva il maltempo: più P iace di 70 attività da fare con pioggia, vento e neve, Editoriale Scienza L eggere

UN SEMPLICE ESPERIMENTO PER MISURARE LA PIOGGIA. • TAGLIA LA PARTE SUPERIORE DI UNA GROSSA BOTTIGLIA DI PLASTICA, CAPOVOLGILA E INSERISCILA NELLA BASE...

DOPO

l’ ASCOLTO

Che cosa racconta questo testo? Una storia di fantasia. Un esperimento. Una vicenda personale.

186

ZIONE PRESENTA

Com’è il linguaggio? Complesso e articolato. Chiaro e preciso.

Come sono coniugati i verbi? Al modo imperativo. Al modo indicativo. Al modo congiuntivo.


IL TESTO REGOLATIVO L’ACCHIAPPA PIOGGIA • BRANO SONORO

• LIBRO DI SCRITTURA PAGG. 99-100

Gira pagina e scopri le caratteristiche del testo regolativo.

A che cosa serve questo testo? Raccontare. Far divertire. Dare istruzioni.

In base alla spiegazione che hai letto, l’esperimento ti sembra facile da eseguire? Sì. No. ZIONE

PRESENTA

187


Le

C aratteristiche

Il testo regolativo

Leggi le caratteristiche del testo regolativo, poi controlla se hai dato le risposte corrette alle domande di pagg. 186-187.

STRUTTURA ARGOMENTI GLI ARGOMENTI DEI TESTI REGOLATIVI SONO MOLTO VARI: RICETTE, GIOCHI, ESPERIMENTI, COSTRUZIONI DI OGGETTI, REGOLE, CONSIGLI…

È COMPOSTO: • DAL TITOLO, CHE INDICA DI CHE COSA SI PARLA IN GENERALE; • DAI PARAGRAFI, CHE DANNO INDICAZIONI SU COSA FARE. LE FASI O LE ISTRUZIONI POSSONO ESSERE ESPOSTE IN MANIERA DISCORSIVA O SOTTO FORMA DI ELENCHI, SECONDO UN ORDINE CRONOLOGICO O LOGICO. A VOLTE LE ISTRUZIONI SONO CORREDATE DI IMMAGINI.

IL TESTO REGOLATIVO

SCOPO HA LO SCOPO DI DARE ISTRUZIONI PER FARE QUALCOSA O REGOLE DI COMPORTAMENTO.

LINGUAGGIO IL LINGUAGGIO È CHIARO E PRECISO, CON FRASI BREVI E I VERBI AL MODO IMPERATIVO O INFINITO.

S trategie per S crivere 188 666

ZIONE PRESENTA

pagg. 99-100 del tuo L ibro di S crittura


Il testo regolativo

SCOPRIRE IL MONDO

Se ami il pianeta ©QUIMAMME.IT/RCS/testo di Caterina Belloni

Mi P iace L eggere

1 Non lasciare le luci accese e non sprecare l’acqua L’uso eccessivo di energia e di acqua pesa anche sulla natura, perché si consumano risorse preziose senza che sia necessario. 2 Cerca di ridurre le emissioni L’automobile non è indispensabile. Quando si può, meglio andare a piedi, in bicicletta, con il monopattino, i pattini o con i mezzi pubblici. 3 Fai l’orto sul balcone Un piccolo orto ti aiuterà a capire che per frutta e verdura esiste una stagionalità, che è meglio rispettare per evitare che i prodotti debbano essere trasportati da lontano causando inquinamento. 4 Impara a riciclare Grazie a piccoli gesti quotidiani si può ridurre la produzione eccessiva di scarti da smaltire. Se si ricicla la carta si aiuta l’ambiente perché si eviterà di tagliare altri alberi! 5 Recupera i rifiuti organici Nella logica del riciclo, si può creare una cassetta per il recupero dei rifiuti organici. Basta sistemarla in un angolo del balcone, con terra e vermicelli che trasformeranno i residui di cibo in terra fertile da usare per l’orto. 6 No alle cartacce! Gettare i rifiuti a terra rovina l’ambiente. Se ti armi di guanti e secchiello e raccogli i piccoli rifiuti che trovi al parco o sulla spiaggia, aiuterai l’ambiente e diffonderai un importante messaggio per il futuro. 7 Ma la plastica no! Nella vita quotidiana usiamo ancora troppa plastica. Meglio sostituirla con altri materiali.

BRANI AUDIO, VIDEO, MAPPE, ALTRI CONTENUTI DIGITALI DELL’UNITÀ

Quale di queste regole metti in pratica e che cosa potresti fare tu per migliorare il Mi pianeta? Scrivi una lista. P iace

Scrivere

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Che cosa sono le emissioni? Gas di scarico. Vapore acqueo. Plastica. Che cos’è un rifiuto organico? ................................................................... ................................................................... ...................................................................

Testo facilitato e semplificato

189


Il testo regolativo

SCOPRIRE IL MONDO

LABORATORIO per

COMPRENDERE

P rima di L eggere Osserva le immagini e leggi il titolo. Conosci questo gioco?

E sploro Il testo è scritto sotto forma di: elenco numerato. dialogo.

R ifletto

Il gioco della campana • Il campo della campana di solito ha un numero di caselle compreso tra 9 e 15. • Di solito la casella finale è semicircolare e si può chiamare “cielo” o “base”. • La maggior parte dei campi alterna caselle singole e doppie.

DOVE All’aperto, su una superficie asfaltata o di ghiaia.

OCCORRENTE

Qual è lo scopo del testo? Spiegare le regole del gioco della campana. Spiegare qual è il gioco migliore da fare all’aperto. Insegnare a contare.

Un gessetto o un rametto, un sassolino.

SVOLGIMENTO 1 Disegnare lo schema della campana con un gessetto sull’asfalto oppure con un rametto sulla ghiaia. 2 Posizionandosi fuori dalla campana, lanciare il sassolino nella prima casella. Il sassolino non deve atterrare sulle righe o nel riquadro sbagliato.

Ricordi d’infanzia

Sai che in una città hanno disegnato il gioco della campana per strada, per vedere quante persone, anche da grandi, si ricordassero il gioco e provassero a farlo? Hanno partecipato in tantissime, tornando bambini e bambine.

190

Testo facilitato e semplificato


Il testo regolativo

SCOPRIRE IL MONDO

3 Saltare superando la prima casella (dove c’è il sassolino) e atterrare nella seconda casella su un solo piede. Attenzione: se perdi l’equilibrio devi ritornare alla partenza!

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Osserva i disegni, poi usa i numeri per riordinarli in modo da rispettare lo svolgimento del gioco.

4 Proseguire saltellando fino a raggiungere la fine della campana. Quando si incontrano doppie caselle atterrare a gambe divaricate con un piede in ogni riquadro. Cerca di non calpestare le linee, altrimenti perdi il turno. 5 Arrivati alla fine, atterrare con entrambi i piedi nella casella semicircolare. Fare una giravolta e ripercorrere il percorso al contrario. 6 Fermarsi nella casella prima del sassolino e raccoglierlo. Poi saltare la prima casella e atterrare fuori dalla campana. 7 Passare il sassolino al prossimo giocatore o alla prossima giocatrice, che ripeterà il percorso. 8 Se si è riusciti a concludere il percorso correttamente, al turno successivo si parte lanciando il sassolino nella seconda casella e si ripete il percorso. Non bisogna mai saltare nella casella con il sassolino. E così un giro dopo l’altro…

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Insieme ai compagni e alle compagne, provate a progettare un video tutorial di spiegazione di questo gioco. Poi, insieme all’insegnante, riprendete il video per metterlo sul sito della scuola.

191


Il testo regolativo

SCOPRIRE IL MONDO

LIFE SKILLS SORRIDO

Bacchette magiche colorate

IMPARO

Se fossi il proprietario o la proprietaria di una gelateria o pasticceria, come faresti una locandina per invitare la clientela ad assaggiare questo delizioso dolcetto? Prova a disegnarla sul quaderno, creando anche uno slogan.

Traduzione dall’inglese di Carla Malerba, Le ricette delle principesse, EdiBimbi

Mi P iace L eggere

INGREDIENTI • 100 g di cioccolato fondente • 125 g di torta al cioccolato • 125 g di pan di Spagna • 2 cucchiai di cocco essiccato

• 2 cucchiai di mandorle tritate • 175 g di zucchero a velo • 1 ½ cucchiaio di acqua • confettini di zucchero colorati

PREPARAZIONE (da svolgere insieme a una persona adulta) • Fai sciogliere il cioccolato fondente a bagnomaria, cioè scaldandolo in un pentolino appoggiato su un altro con acqua bollente. • A parte, sbriciola la torta al cioccolato e il pan di Spagna, aggiungi il cioccolato fuso, il cocco e le mandorle e mescola con cura. • Con le mani, lavora l’impasto in modo da ottenere 8 palline delle dimensioni di una pallina da golf. Infila un bastoncino da lecca-lecca in ogni pallina e metti in frigorifero per almeno 30 minuti. • Setaccia lo zucchero a velo in una terrina, aggiungi qualche goccia d’acqua e mescola fino a ottenere una glassa densa e omogenea. • Spargi i confettini di zucchero su un vassoio. • Togli le palline dal frigo, immergile nella glassa e poi passale sui confettini di zucchero. Metti i bastoncini in un bicchiere e lascia riposare.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego

E sploro

Quali oggetti sono necessari per la realizzazione di questa ricetta? Rispondi a voce.

192

Testo facilitato e semplificato

Sottolinea i verbi presenti nel procedimento. Quale modo prevale? Imperativo. Infinito.


Il testo regolativo

SCOPRIRE IL MONDO

La scatola dei misteri adatt. da Giochiamo insieme! Una guida ai giochi per bambini di tutte le età, IKEA

Mi P iace L eggere

OCCORRENTE Coraggio. Scatola. Materiali orripilanti.

LABORATORIO per

COMPRENDERE

C ollego Sottolinea nel testo gli oggetti suggeriti da mettere nella scatola. Poi rispondi. • Quali altri potresti proporre? .................................................................

SVOLGIMENTO

.................................................................

• Realizza un foro in una scatola in modo da avere lo spazio per infilare una mano.

................................................................. ................................................................. .................................................................

• Infila i materiali all’interno della scatola per farli toccare a chi gioca. Per esempio, una spazzola, una spugna da bagno, un cappello, pietre, perline, pigne o farina... • Uno alla volta, chi gioca deve infilare la mano nella scatola per indovinare cosa contiene.

• Quali oggetti, invece, non vanno inseriti? ................................................................. ................................................................. .................................................................

CONSIGLIO!

.................................................................

Non scegliere materiali troppo raccapriccianti. Se pensi che sia terribile, probabilmente anche i tuoi amici e amiche non apprezzeranno. L’idea è indovinare, non sentirsi male! Non infilare niente che può mordere.

................................................................. .................................................................

R ifletto Perché tra l’occorrente c’è “coraggio”? Rispondi a voce.

193


A CHE PUNTO SONO?

Il testo regolativo La mappa

Completa la mappa con le informazioni mancanti.

Il ..................................................... indica di che cosa si parla in generale. I paragrafi danno ..................................................... su cosa fare, in maniera discorsiva o sotto forma di ....................................................., secondo un ordine ..................................................... o logico. Le istruzioni possono essere accompagnate da .....................................................

Gli argomenti sono molto vari: ..................................................... giochi, ..............................................., costruzioni di oggetti, .................................., consigli…

IL TESTO REGOLATIVO

Lo .................................................................. è dare ................................................................. per fare qualcosa o ................................... .............................. di comportamento.

SORRIDOIM

Il linguaggio è ...................................... e ..................................................... Le frasi sono ............................................. e i verbi al modo .................................. o infinito.

PARO

Ricorda sempre: ogni tanto, mentre leggi fermati e chiediti se stai davvero capendo quello che stai leggendo. Questo ti aiuterà a restare con la concentrazione al massimo e non perderai nulla per strada.

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GGIO MONITORA


CHE COSA HO HAI IMPARATO? IMPARATO? La verifica • PIÙ FACILE

Stivali alle mani adatt. Elio Giacone, 365 giochi di movimento, Elledici

LABORATORIO per

Mi P iace L eggere

OCCORRENTE Un paio di stivali per ogni squadra.

SVOLGIMENTO Le squadre si schierano una accanto all’altra sulla linea di partenza, ciascuna con giocatrici

COMPRENDERE

Come si muovono i giocatori e le giocatrici durante il gioco? Saltando. A quattro zampe, con le mani infilate negli stivali. A quattro zampe, con i piedi infilati negli stivali.

e giocatori disposti in fila indiana. Il primo

Che cosa si deve fare se uno

o la prima di ogni fila riceve dal conduttore

stivale si sfila completamente

un paio di stivali e il gioco può avere inizio.

durante il percorso?

Al «Via!» il giocatore o la giocatrice di turno attraversa il campo muovendosi a quattro zampe, con le mani infilate negli stivali. Se, durante il percorso, uno stivale si sfila completamente, chi l’ha perso per strada deve recuperarlo, spostarsi indietro di almeno due metri, infilarlo nuovamente sulla mano rimasta scoperta e ripartire. Una volta giunto/a in fondo al campo, torna indietro nello stesso modo e consegna gli stivali al compagno/alla compagna seguente nella fila della sua squadra. Chi riceve gli stivali li infila sulle mani, attraversa a sua volta il campo e così via. Vince la squadra il cui ultimo giocatore o la cui ultima giocatrice torna per primo/a, a quattro zampe, nella fila di partenza.

Continuare il percorso senza recuperarlo. Chiedere aiuto alla squadra. Recuperarlo, spostarsi indietro, infilarlo nuovamente e ripartire. Quale squadra vince? Quella che attraversa il campo più velocemente. Quella il cui ultimo giocatore o giocatrice torna per primo/a dalla propria squadra. Quella con gli stivali più grandi. Quanti giocatori e giocatrici ci sono in fila indiana all’inizio del gioco? Tre. Cinque. Non viene specificato nel testo.

Attiva gli esercizi su HUB Kids

VERIFICA

195


VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

Pasta frolla al cacao ricetta Pasta frolla al cacao, Il Cucchiaio.it, Editoriale Domus S.p.a.

Mi P iace L eggere

La pasta frolla al cacao è una delle preparazioni di base della pasticceria, ideale per preparare tartellette, fondi per crostate, biscotti e basi per torte moderne. Profumata e friabile come la classica pasta frolla bianca, ma con quel qualcosa in più che vi farà innamorare di questa ricetta. Esecuzione: facile Tempo preparazione: 10 min Luogo di riposo: in frigorifero Tempo di riposo: 10 h

INGREDIENTI 220 g di farina 150 g di burro 40 g di uova (1 uovo)

15 g di cacao amaro 100 g di zucchero a velo

PREPARAZIONE • Per preparare la frolla al cacao iniziate amalgamando il burro e lo zucchero. Lavorate bene e aggiungete l’uovo alla stessa temperatura del burro (o comunque a temperatura ambiente). • Continuate a impastare per amalgamare bene il tutto, poi unite la farina e il cacao. Dovrete ottenere un composto uniforme, non troppo compatto ed elastico. Formate una palla. • Avvolgete la pasta frolla al cacao con della pellicola trasparente e riponetela in frigo per circa 10 ore prima di utilizzarla.

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VERIFICA


VERIFICA

CHE COSA HO IMPARATO?

LABORATORIO per

COMPRENDERE

Rispondi alle domande cercando gli indizi nel testo. • Quali sono gli ingredienti principali per preparare la pasta frolla al cacao? ...................................................................................................................................................................................................

• Quale strumento può essere utilizzato per unire il burro e lo zucchero nella prima fase del procedimento? ...................................................................................................................................................................................................

• Quanto tempo deve riposare la pasta frolla al cacao in frigorifero?

1 ora.

• Quanti grammi di uova sono necessari per la pasta frolla al cacao?

15.

10 minuti. 220.

10 ore.

40.

• Che cosa bisogna fare dopo aver impastato bene burro, zucchero e uova? Unire la farina e il cacao.

Aggiungere il sale.

Mettere tutto in forno.

Leggi le affermazioni e segna con una X se sono vere (V) o false (F). • La pasta frolla al cacao richiede 10 minuti di preparazione.

V

F

• Gli ingredienti necessari per la pasta frolla al cacao includono farina, fecola, burro, zucchero a velo e un uovo.

V

F

• Nella seconda fase si uniscono farina e cacao a burro e zucchero.

V

F

• La pasta frolla al cacao deve essere avvolta con della pellicola trasparente e riposta in frigorifero per 24 ore prima di utilizzarla.

V

F

• La temperatura dell’uovo deve essere diversa da quella del burro.

V

F

• Le fasi della ricetta sono esposte sotto forma di elenchi.

V

F

A COLPO

d’ OCCHIO

Dopo il riposo in frigorifero, come apparirà la pasta frolla? Segna con una X l’immagine corretta.

RIFLETTO

e

VALUTO

Quanto ti senti sicuro/a con i TESTI REGOLATIVI? Ora chiedi all’insegnante di scrivere qui i suoi consigli per te. ........................................................................................................................................................................................ Attiva gli esercizi su HUB Kids

VERIFICA

197


O e C O I G O R A P IM

I metagrammi sono dei giochi di parole in cui, partendo da una parola data, devi arrivare a un’altra cambiando una sola lettera alla volta. Osserva come si fa a passare dalla parola GATTI alla parola PESCA.

GATTI

PATTI

PETTI

PESTI

PESCI

PESCA

Prova tu a passare da TROTA a COSTE. TROTA

....................................

....................................

....................................

........................................

........................................

........................................

........................................

........................................

........................................

........................................

........................................

....................................

....................................

....................................

COSTE

Risolvi il cruciverba sillabico e, leggendo una dopo l’altra le caselle colorate, scoprirai qual è uno degli scopi dei testi che hai letto fino a qui. 1 2 3 4 5

1. Il primo pasto della mattina. 2. Lingua che si parla in Italia. 3. Le ha la zebra, ma anche la strada. 4. Singolare, femminile di re. 5. Nome concreto di amicizia, maschile, singolare. 6. 100 anni. 7. Vai in piscina per… 8. Città sull’acqua.

6 7 8

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RISTORO

...............................................................................................


GIOC O IMPA e RO

Risolvi i seguenti indovinelli.

Come sai già, per leggere

Ora hai scoperto la regola più

un testo espositivo devi avere:

importante del testo regolativo:

CU IO I À

SCRIVERE IN

A IERA P E I A

E O DIN T

Per ridere un po’

Qual è il colmo per una scienziata che non sa nuotare? Avere un mare di idee!

Il maestro chiede a una sua alunna: – Anna, da che cosa si estrae lo zucchero? – Dalla zuccheriera!

– Scusi, dove posso trovare l’olio in gomitoli? – Ma l’olio si vende in bottiglie! – E allora perché le ricette dicono: aggiungere un filo d’olio?

RISTORO

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I TAGION S E L E R VIVE

Pioggerella LETTURA ESPRESSIVA DEI BRANI E AUDIO

Mi P iace L eggere

Pierluigi Cappello, Ogni goccia balla il tango. Rime per Chiara e altri pulcini, BUR Rizzoli

E cade la pioggia sottile sottile dal cielo che sfoggia il grigio con stile. E cade pian piano la pioggerellina, si porta per mano la bruma ottobrina. E dopo un inchino che ben le si addice scendendo pianino sorride e vi dice: – Non vengo da sola, bambini, ascoltate: con me vien la scuola, finisce l’estate. Che cos’è la bruma? ......................................................... ......................................................... .........................................................

Come cade la pioggia? Lenta lenta. Sottile sottile. Forte forte.

Mi P iace Scrivere

Scrivi sul tuo quaderno a che cosa ti fa pensare il cadere della pioggia.

200 666


AUTUN

NO

La festa delle luci Estelle Vidard, Mayalen Goust, Le feste nel mondo. Celebrazioni, ricorrenze, danze, Edizioni Messaggero Padova

Mi P iace L eggere

È autunno. Shyam e le sue tre sorelle, Sunita, Seeta e Divya, fabbricano delle piccole lampade in argilla per la festa di Tihar. Shyam è nepalese. Il Nepal è uno dei Paesi che conta il maggior numero di feste nel mondo: più di centocinquanta in un anno. Tihar, la festa delle luci, è una delle più importanti. Quando cade la notte, Shyam e le sue sorelle accendono tutte le piccole lampade che hanno preparato. Tutti i nepalesi avranno fatto la stessa cosa, e il Paese intero sarà illuminato da mille fiammelle. La festa di Tihar conferisce una atmosfera magica al villaggio di Shyam. Le strade brillano di migliaia di piccole lampade, accese tanto all’interno che all’esterno delle abitazioni. Sull’altare costruito appositamente in casa, i genitori di Shyam hanno collocato una lampada, ghirlande di fiori e dolcetti in onore della dea Lakshmi. Poi pregano tutti insieme. Quindi Shyam e le sue sorelle accendono per tutta la casa una cinquantina di piccole lampade in argilla, chiamate diye. L’ultima sera di Tihar, la famiglia di Shyam consuma un piatto quotidiano (fatto di riso e minestra di lenticchie) con carne di montone, di pollo o di bufalo. La mamma di Shyam prepara anche dei momo, piccoli ravioli originari del Tibet. La cucina del Nepal è influenzata da quella dell’India, della Cina e del Tibet, i Paesi vicini. Il pasto termina con dello yogurt al latte di bufala, dolcetti e una tazza bollente di tè al latte, zuccherato. Nel corso dei cinque giorni della festa di Tihar, Shyam e la sua famiglia onorano alcuni animali: il corvo, i cani, e le mucche. Essi danno loro da mangiare e intrecciano per loro delle corone di fiori.

LIFE SKILLS

SORRIDO

IMPARO

Nella tradizione della tua famiglia quali feste ricorrono nella stagione dell’autunno? Racconta sul tuo quaderno. Poi, in classe, parla con i compagni e le compagne di come festeggi.

201


I TAGION S E L E R VIVE

Il giovane albero Renata Schiavo Campo, Che cos’è l’autunno

Mi P iace L eggere

C’era una volta un albero molto giovane che non sapeva cosa fosse l’autunno. Una mattina vide una cosa molto strana: le rondini si stavano preparando a partire. – Perché se ne vanno? – chiese l’albero a uno scoiattolo. – Non sopportano il freddo – gli spiegò l’animaletto – è in arrivo l’autunno con le piogge e il vento; poi ci sarà l’inverno e gelo dappertutto. – Ma come faremo noi che non sappiamo volare? – Oh, io me ne starò al calduccio a casa mia e tu cadrai in letargo. – Che cosa vuol dire? – Penso che sia come dormire – rispose lo scoiattolo e se ne andò. “Chiederò spiegazioni a un gatto” disse tra sé l’albero. “I gatti sicuramente lo devono sapere, perché non fanno altro che dormire.” Passava di lì giusto un gatto e l’albero ne approfittò subito: – Ehi, tu, quando dormi vai per caso in letargo? E come fai? – Semplice – rispose il gatto. – Giro tre volte su me stesso, mi acciambello e chiudo gli occhi. – “Sarà” pensò l’alberello. Tentò di girarsi, di acciambellarsi e di chiudere gli occhi, ma non ci riuscì. “Deve esserci un altro sistema” pensò. “Lo chiederò a un ghiro.” – Beh – gli disse il ghiro tra uno sbadiglio e l’altro – devi mangiare tantissimo e diventare grasso. L’albero cercò di mangiare il più possibile, ma non ingrassava neppure di un etto. Svegliò ancora il ghiro per chiedergli qualche precisazione e questi gli disse: – Cerca di respirare non più di otto volte al minuto. Quando diventerai freddo, il tuo cuore dovrà battere molto lentamente... Ma il povero alberello non riusciva a fare cose così difficili. Intanto le giornate si erano fatte più fredde; la pioggia cadeva e la nebbia avvolgeva i rami dell’alberello. “Morirò dal freddo” pensò l’albero e mentre cercava una soluzione sentì gli occhi che si chiudevano e si addormentò. Le foglie caddero a terra una a una e l’albero rimase nudo. Anche a te viene sonno quando piove e fa freddo? Che cosa fai allora? Racconta sul quaderno.

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Mi P iace Scrivere


AUTUN

NO

La festa di Halloween

Mi Georgie Adams, Selina Young, Un anno pieno di storie, Mondadori P iace L eggere Ben stava preparando la festa in maschera. Il suo amico Joshua lo aiutava. Presero dapprima una zucca bella grossa per fare la lanterna. – Vi aiuto io a tagliare la parte in alto – disse il padre di Ben. – Ci vuole un coltello bene affilato. Quando la parte superiore fu tolta, i bambini si divertirono a svuotare l’interno con un cucchiaio. – Potremmo usarne un po’ per fare una torta – disse la mamma di Ben. Poi Ben e Joshua tagliarono alcuni pezzi di buccia per fare una faccia sghignazzante, e papà diede loro una candelina da mettere all’interno. – Possiamo metterci i nostri costumi, adesso? – chiese Ben. – Sì – disse la mamma, – ma sarà meglio che vi aiuti a truccarvi. Così Ben si mise il suo costume da scheletro e la mamma gli dipinse la faccia di bianco, con orbite nere. Joshua si vestì da fantasma e la mamma di Ben gli fece il viso verde da fantasma. – Fai paura davvero – disse Ben. – Wuorrr, arrr! – ruggì Joshua. Prima della festa, papà aiutò Ben ad accendere la lanterna e la misero alla finestra. La zucca mandava bagliori arancioni nell’oscurità. Alle cinque arrivarono gli amici di Ben. C’erano tre streghe, un drago, due vampiri e un gatto di strega. Giocarono e mangiarono polpette a forma di mostro. All’ora di andare a dormire, Ben disse: – È stata la più bella festa che abbia mai fatto! Fuori, la luce della lanterna si spense. Per quest’anno la festa di Halloween era finita. E tu come festeggi Halloween? Racconta sul quaderno una festa di Halloween che ricordi o scrivi come ti piacerebbe passare questa serata.

Le origini di Halloween

Nella tradizione celtica la notte del 31 ottobre segnava la fine dei raccolti e l’inizio del nuovo anno. Secondo alcune credenze popolari, durante questa notte le anime dei morti, streghe, demoni e fantasmi tornavano sulla terra. Ecco perché oggi, per festeggiare, bambine e bambini si travestono da creature spaventose.

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Neve Mi P iace L eggere

Pierluigi Cappello, Ogni goccia balla il tango. Rime per Chiara e altri pulcini, BUR Rizzoli

Nasce un sogno ad ogni fiocco mentre sogni alla finestra, te li porta lo scirocco tutti insieme in un’orchestra. È l’orchestra silenziosa, è il silenzio della neve che scendendo piano sposa il tuo sguardo acceso e lieve. Tutto tace e si fa notte e dal manto delicato fantasie sono tradotte nel tuo sogno smemorato.

Che cos’è lo scirocco? …………........................................................ …………........................................................ …………........................................................

Quali caratteristiche ha un paesaggio ricoperto di neve? …………........................................................ …………........................................................ …………........................................................ …………........................................................ …………........................................................ …………........................................................

Disegna sul quaderno un paesaggio con la neve.

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INVERN

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Arturo Mi Eve Tharlet, Natale non aspetta, P iace Edizioni C’era una volta L eggere Lontano lontano, molto più a Nord dell’ultimo Paese del mondo, c’è una montagna così ripida che nessuno è mai riuscito a scalarla; una montagna così alta che la sua cima sembra perdersi fra le nuvole; una montagna così fredda che è sempre coperta di neve e ghiaccio. Ma c’è qualcuno che vive lassù, in quel luogo sperduto. È un piccolo signore paffuto: il più ingegnoso, il più gentile, l’omino più indaffarato che ci sia al mondo e il suo nome è Arturo. Nella sua casetta accogliente, sulla cima della montagna, Arturo lavora, anno dopo anno, per costruire i giocattoli per Babbo Natale. È lui che fa i balocchi che i bambini sognano, dalle bamboline più minute agli imponenti castelli di legno, dai più semplici puzzle alle grandiose navi pirata. E per passatempo, Arturo costruisce anche giocattoli impossibili come la bicicletta che vola all’incontrario e il treno sottomarino. Ogni anno, Arturo finisce il suo lavoro per il primo di dicembre. Poi avvolge i regali in fogli di carta colorata e aspetta la vigilia di Natale. E ogni anno, il 24 dicembre, Babbo Natale ride ed esclama: – Ah, Arturo, tu sei un mago!

Rispondi alle domande sul quaderno. • In quale stagione si svolge il racconto? Da quali elementi lo capisci? • Chi è Arturo? • Dove si trova la casa di Arturo? • Che cosa sono i balocchi? • Qual è il passatempo di Arturo?

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Un problema per Babbo Natale Roddy Doyle, Rover salva il Natale, Adriano Salani Editore, Milano 2015

Mi P iace L eggere

– Per favore, Rudolph – disse Babbo Natale. – No, amico – rispose Rudolph. – Niente da fare. Erano nel capanno accanto alla casa e al laboratorio di Babbo Natale. Fuori in cortile c’era un via vai di motoslitte guidate dagli elfi e di slitte trainate dai cani che andavano avanti e indietro. Stavano caricando sacchi pieni di regali appena usciti dalla fabbrica su tutte le slitte che aspettavano in fila, ed era una fila molto, molto lunga. Le renne erano state imbrigliate ed erano eccitatissime. Era la loro notte quella. Nel capanno però era tutto molto tranquillo. Babbo Natale aveva un vestito nuovo di zecca. Era rosso, naturalmente, di un bellissimo rosso sfavillante tanto era nuovo. Quello vecchio gli piaceva da morire, era il vestito più famoso del mondo, ma si era strappato mentre si chinava per infilarsi gli stivali. – Hai bisogno di un vestito nuovo – gli aveva detto Mamma Natale vedendo che gli spuntavano le mutande da un gran buco sul fondo dei pantaloni. – Ho bisogno di un sedere nuovo – aveva risposto Babbo Natale ridendo. – Questo è troppo grosso. Babbo Natale però in quel momento non rideva. Il suo vestito avrebbe dovuto mettere di buon umore tutti quelli che lo vedevano o che lo indossavano, ma sembrava che non funzionasse. – Dai, Rudi, andiamo – disse. – Lo facciamo tutti gli anni. – No, amico. – Smettila di fare tanto il brontolone, Rudi – disse Babbo Natale.

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INVERN

– Senti, amico, se ne riparla l’anno prossimo magari, eh? Rudolph si stese sulla paglia. Babbo Natale gli fece una carezza. Aveva la fronte che gli scottava e il suo naso, famoso in tutto il mondo, era ancora più rosso del solito. Babbo Natale capì. – Hai l’influenza, Rudi – gli disse. – Mi spiace lasciarti nei pasticci, amico – disse Rudolph. – Non preoccuparti – gli rispose Babbo Natale. Rudolph chiuse gli occhi e si addormentò. Babbo Natale avvolse una coperta attorno alle spalle del suo vecchio amico. Poi si avvicinò alla slitta. I regali erano pronti e impacchettati in tanti sacchi di diverse dimensioni.

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Rispondi alle domande sul quaderno. • In quale stagione si svolge il racconto? Da che cosa lo capisci? • Perché Babbo Natale ha un vestito nuovo? • Babbo Natale da che cosa capisce che Rudolph ha la febbre? Che cosa pensi abbia deciso di fare alla fine Babbo Natale? Racconta sul quaderno e poi confrontati con i tuoi compagni e le tue Mi compagne. Avete scritto P iace la stessa conclusione?

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Sciare ancora… Alice Sturiale, Il libro di Alice, Rizzoli

Mi P iace L eggere

Alice Sturiale, la protagonista e la scrittrice de Il libro di Alice, aveva una malattia che le impediva di camminare ma non di vivere con intensità e gioia i suoi affetti, gli scout, la passione per la musica, le esperienze quotidiane che condivideva con i suoi tantissimi amici e amiche, di cui si è sempre divertita a scrivere e a raccontare. L’emozione di rimettere gli sci ai piedi dopo un anno, quando non ti ricordi neanche vagamente l’impressione che fa e non sai come farai a riuscirci di nuovo, è il primo pensiero che ti passa per la testa quando stai per cominciare la prima pista della settimana bianca. Ma ecco, siamo pronti, io e il babbo, la mamma, Laura, Michele, la zia Franca, lo zio Andrea, tutti in fila e... no!! non ce la posso fare! È come se fosse la prima volta! Sto per fare una cosa impossibile! pazzesca!! Ma, d’altra parte, non posso mica stare tutto il giorno qui ferma, e allora... via!! Alice, pur essendo in carrozzina, riesce a sciare in piedi con i suoi sci. Il babbo la sostiene per la vita tenendola tra i propri sci. Sto sciando! E non succede niente, assolutamente niente!! Vado come se niente fosse, la sensazione che provavo prima è completamente svanita, non la ricordo neanche, adesso sono tranquilla, calma e sicura: è facile e divertente!! E poi non è così pazzesco!! Solo adesso mi accorgo di avere già sciato: riconosco la sensazione del vento che ti si schianta sul viso e fa bruciare gli occhi. Rispondi alle domande sul quaderno. • Quali emozioni prova Alice prima di cominciare a sciare? E mentre sta sciando? • Leggi la frase evidenziata nel testo. Secondo te, perché Alice la pronuncia?

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La canzone delle mascherine Mi Maria Ferri, Anastasia Zanoncelli, Filastrocche, P iace conte, ninne nanne, Edizioni del Baldo L eggere Un saluto a tutti voi: dite un po’, chi siamo noi? Ci guardate e poi ridete? Oh! mai più ci conoscete!

A te piace mascherarti a Carnevale? Se sì, da che cosa ti vestirai quest’anno? …………........................................................ …………........................................................ …………........................................................ …………........................................................

Noi scherziam senza far male, viva, viva il Carnevale! Siamo vispe mascherine Arlecchini e Colombine, diavolini, follettini, comarelle vecchierelle: noi scherziam senza far male, viva, viva il Carnevale! Vi doniamo un bel confetto, uno scherzo, un sorrisetto: poi balliamo poi scappiamo. Voi chiedete: ma chi siete? Su pensate, indovinate. Siamo vispe mascherine, Arlecchini e Colombine, diavolini, follettini, comarelle vecchierelle: noi scherziam senza far male, viva, viva il Carnevale!

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Risveglio Monique Hion, Filastrocche delle stagioni, Motta Junior

Mi P iace L eggere

Accipicchia, come ronfate, marmottine addormentate! Ma fuori dalla tana, l’inverno si allontana. Le gemme han mostrato le punte e voi siete al caldo tra le trapunte! Le finestre verrò ad aprire, per costringervi ad uscire. Rispondi alle domande. • Perché la poetessa, riferendosi alle marmottine, dice che sono addormentate? …………................................................................ …………..............................................................

• Che cos’è una gemma? …………................................................................ …………................................................................

Completa la frase e rispondi. • La stagione della primavera inizia il …………............................................................

• Quali sono le verdure che si mangiano in primavera? …………............ ................................................................................ ................................................................................

… e i frutti della primavera? .................... ................................................................................. ................................................................................. .................................................................................

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Il miracolo della Luna piena Mario Sala Gallini, W le feste. Le feste nazionali spiegate ai bambini, Mondadori

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Che cosa vuole insegnare questa filastrocca? ......................................................................................................... .........................................................................................................

Completa il cruciverba della primavera.

Mi P iace L eggere

La data di Pasqua non è sempre uguale, come succede ad esempio a Natale. Per calcolarla vi insegno il trucco (già lo prevedo, rimarrete di stucco!). Appena trascorso di marzo il ventuno guardare in cielo sarebbe opportuno non al mattino ma piuttosto di sera (che buon profumino, è già primavera!). Quando vedrete la Luna piena potrete al cielo voltare la schiena perché a quel punto la soluzione non chiede più somma né sottrazione: lasciate il cielo e tornate in poltrona, la prima domenica sarà quella buona!

1 Il mese in cui inizia la primavera. 2 Insetti che fanno il miele. 3 Fiore dai tanti petali bianchi: m’ama o non m’ama? 4 La colomba è un simbolo della… 5 Il fiore con le spine. 1 2 3 4 5

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Incantesimo… Mi Frances Hodgson Burnett, Il giardino segreto, P iace Crescere Edizioni L eggere

schiudersi: aprirsi.

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Anche in seguito i due ragazzi lo chiamarono incantesimo, e in realtà nei mesi che seguirono il giardino sembrò veramente incantato. Furono dei mesi meravigliosi, radiosi, stupefacenti! Oh, quante e quali cose non accaddero in quel giardino! Se non avete mai avuto un giardino, non potrete capire; e se avete avuto un giardino, saprete che ci vorrebbe un libro intero per descrivere tutto quello che accadde. All’inizio sembrò che le puntine verdi non dovessero mai finire di spuntare dalla terra, in mezzo all’erba, nelle aiuole e persino nelle crepe dei muri. Poi le puntine verdi crebbero e cominciarono a mostrare dei germogli, e i germogli cominciarono a schiudersi: fecero la loro comparsa fiori di ogni sfumatura di azzurro e di porpora, di ogni tinta e gradazione. Un tempo, giorni felici, i fiori erano stati seminati o piantati in ogni buco, in ogni angolo, in ogni minuscolo pugno di terra. Ben era stato presente quando furono seminati e piantati, e lui stesso aveva raschiato la calce tra i mattoni del muro, e fatto delle sacche di terra perché i fiori vi si attaccassero e crescessero. Iris e gigli bianchi spuntavano a fasci tra l’erba, e le verdi nicchie si riempivano di tantissimi fiori azzurri e bianchi: delphinium, colombine, campanelle.


PRIMAV

Si arrampicavano sui muri e li cospargevano di lunghe ghirlande, ricadendo poi in cascate, tornando a rivivere di giorno in giorno. Tenere foglioline nuove e germogli minuscoli, che si gonfiavano poco per volta come per effetto di un incantesimo, alla fine si schiudevano per diventare coppe di fragranze delicate, dai cui orli traboccavano i profumi che riempivano l’aria del giardino. Colin vedeva tutto e osservava ogni minimo cambiamento. Anche le giornate grigie gli piacevano. Si sdraiava sull’erba e “guardava crescere le rose”, come diceva lui. Se le si guarda a lungo, diceva, riesci a vedere i germogli che si schiudono. Si può anche fare la conoscenza di strani insetti affaccendati, che corrono di qua e di là per compiere ignote, ma evidentemente importanti incombenze, a volte alle prese con il trasporto di pagliuzze, minuscole piume o pezzettini di cibo, a volte intenti a scalare dei fili d’erba, quasi fossero alberi, dalla cui cima si potessero esplorare i dintorni. Una talpa che buttava fuori la terra dall’estremità della tana, per aprirsi un varco verso la luce con le unghie delle zampette tanto simili alle manine di un bimbo, aveva attratto la sua attenzione per un mattino intero. E quella fu solo una piccola parte dell’incantesimo. – Sono sicuro che il mondo è pieno di magia, – disse un giorno con molta serietà – ma la gente non sa come si manifesti. Forse basterebbe esprimere più volte con una frase il desiderio che qualcosa avvenga, per farlo avvenire veramente. Voglio provare. Descrivi sul quaderno la primavera.

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Perché il giardino sembra incantato? Che cosa è successo? .................................................................. .................................................................. .................................................................. ..................................................................

Mi P iace Scrivere

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I TAGION S E L E R VIVE Rispondi sul quaderno. • Secondo te, come termina il racconto? • Immagina di poter decidere come trascorrere le vacanze estive. Dove andresti e in compagnia di chi? Che cosa ti piacerebbe fare?

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Le vacanze Jean-Jacques Sempé, René Goscinny, Le vacanze di Nicola, Donzelli

Mi P iace L eggere

Quello che mi stupisce, è che a casa non si è ancora parlato delle vacanze! Gli altri anni, il papà dice che vuole andare da qualche parte, la mamma da un’altra parte, ci sono delle storie. Il papà e la mamma dicono che se è così preferiscono rimanere a casa, io piango, e poi andiamo dove vuole andare la mamma. Ma quest’anno, niente. Invece, i compagni di scuola si preparano tutti a partire. Goffredo, che ha un papà molto ricco, va a fare le vacanze nella sua grande casa sul mare. Goffredo ci ha detto che ha un pezzo di spiaggia, dove nessuno ha il diritto di venire a fare dei castelli di sabbia. Oderisio, che è il primo della classe e il beniamino della maestra, va in Inghilterra a fare le vacanze in una scuola dove gli insegneranno a parlare l’inglese. Guidalberto va a mangiare tartufi in Piemonte, dove il suo papà ha un amico che possiede una salumeria. E così per tutti: vanno al mare, in montagna o dalla nonna in campagna. Solo io non so ancora dove andrò, è molto seccante, perché una delle cose che preferisco nelle vacanze è parlarne prima e dopo con i compagni e le compagne di scuola. Perciò, oggi, ho chiesto alla mamma dove saremmo andati in vacanza. La mamma ha fatto una strana faccia, mi ha dato un bacio sulla testa e mi ha detto che ne avremmo parlato. Allora, sono andato in giardino e ho aspettato il papà e quando è tornato dal lavoro, sono corso da lui e gli ho chiesto dove saremmo andati in vacanza. Allora, il papà ha smesso di ridere, e mi ha detto che ne avremmo parlato a casa.


ESTATE

La notte dei desideri Guido Petter, Nonno Perché e i segreti della natura, Giunti Kids

Mi P iace L eggere

Dopo cena la nonna dice: – Andiamo nel prato? È il dieci agosto, oggi. È San Lorenzo. È la notte delle stelle cadenti. Il cielo è pieno di stelle. Alcune sono grandi, un po’ gialle, un po’ azzurrine. Altre sono piccoline e, insieme, formano strani gruppi. – Sono le costellazioni – dice il nonno. – Ai pastori antichi sembravano figure di animali. – L’Orsa Maggiore! – dice Mauro. – E anche l’Orsa Minore, che è più piccola e ha la Stella Polare. – È la stella più grande del cielo? – chiede Sonia. – No, no. – dice il nonno – Però la più famosa sì. Perché sta sempre sopra il Polo Nord. Non si muove mai, nel cielo, e così ci aiuta a trovare la direzione del Nord. Le altre, invece, sorgono e tramontano. – Davvero? A me sembrano ferme – dice Mauro. – Eh, no. Prova a guardare quella stella grossa gialla. Scommetto che fra dieci minuti non la vedi più. Poi la nonna dice: – Avete preparato qualche desiderio? – Un desiderio? E perché? – Sì. Molti credono che esprimendo un desiderio mentre cade una stella, il desiderio si avvera. – Ma è vera, nonna, questa storia? – Vera, non so. Ma bella lo è di certo. Ma in quel momento un punto luminoso, più grande della stella più grande, attraversa quasi tutto il cielo, lasciandosi dietro una lunga striscia di luce, prima di spegnersi. – Una stella cadente! – grida Mauro. – Avete pensato il desiderio? – Io sì. Voglio diventare un astronauta. – Io – dice Sonia – non l’ho ancora pensato. – Puoi pensarlo, sei ancora in tempo. – E tu, nonna, lo hai pensato il desiderio? – Sì. Il desiderio di avervi qui ancora la prossima estate, a guardare le stelle.

Mi P iace Scrivere

Hai mai guardato le stelle cadenti ed espresso un desiderio? Racconta sul quaderno.

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I TAGION S E L E R VIVE Leggendo il titolo di che cosa pensi parli il brano?

La fine dell’estate

Mi P iace Luigi Ballerini, L’estate di Nico, Giunti ragazzi L eggere

Cerchia nel testo quali sono i frutti dell’estate. Sottolinea nel testo ciò che ti fa capire che l’estate è quasi finita. E tu da quali “segni” capisci che l’estate sta per terminare? ................................................................... ................................................................... ...................................................................

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L’estate intanto avanzava e la campagna offriva generosa i suoi frutti maturi. Le pesche dolci e succose erano le loro preferite. Andrea andava a raccoglierle sui rami più alti perché secondo lui quelle erano le migliori. Dovevano saperlo anche gli uccelli perché c’erano certe beccate sopra… Poi le passava a Nico, che le puliva con la maglietta, e alla fine se le pappavano di gusto sporcandosi tutto il muso. – Andrea, mi sa che fra poco saranno pronti anche i fichi! Guarda come si sono ingrossati sull’albero. Nico aveva ragione, ma nonostante Andrea fosse stragoloso di fichi non riusciva ad esserne del tutto contento… Non erano questi gli unici segni che la stagione progrediva. I fiori diventavano sempre più taciturni, avevano meno voglia di chiacchierare e si limitavano a rispondere alle loro domande con degli stentati monosillabi. Anche i loro petali non erano più così carnosi e colorati; adesso erano fragili, sbiaditi, quasi trasparenti. Le giornate avevano iniziato ad accorciarsi: si capiva che l’estate era agli sgoccioli dal fatto che il Sole tramontava intorno all’ora di cena, invece che all’ora di andare a letto, come accadeva all’inizio delle vacanze, quando le giornate sembravano non finire mai. L’intera campagna aveva perso il suo bel verde brillante e si preparava a colorarsi sempre più di giallo, oro e arancione. Pian piano i fiori diventarono curvi, sonnacchiosi e stanchi. Fra tutti, i girasoli erano quelli che mettevano più tristezza: i loro capoccioni pesanti chini verso terra, indifferenti ormai al muoversi del Sole in cielo, preannunciavano chiaramente il cambio di stagione. Solo Andrea e Nico si ostinavano a non voler vedere. L’arrivo dell’autunno significava tornare a scuola, smettere di giocare all’aperto, e soprattutto lasciarsi.


Prima edizione: gennaio 2024 Ristampe 2024 2025 2026 2027 01 23 45 67

Contenuti digitali Progettazione: Fabio Ferri, Nicola Barzagli Redazione e realizzazione: EICON s.r.l., IMMAGINA s.r.l., Isabella Spagni, Lumina Datamatics, Silvia Sfrerruzza. Audio: IMMAGINA s.r.l.

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Stampato presso Poligrafici Il Borgo S.r.l. – Bologna (BO)

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Coordinamento editoriale: Mauro Traversa Coordinamento redazionale: Magda Perricelli Redazione: Silvia Zignani Progetto grafico: Skako, Milano Copertina: Ka Communications Illustrazione di copertina: Gabriel Ignacio Cortina Elaborazione immagini e impaginazione: Skako, Milano Disegni: Gabriel Ignacio Cortina, Stefano Martinuz, Giulia Dragone, Marco Bregolato, Rita del Sorbo, Sara Gianassi, Alessia Girasole, Daniel Mendo

ISBN 978889159377-1 © 2024 Rizzoli Education S.p.A., Milano Tutti i diritti riservati

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Si ringraziano per la preziosa consulenza Stefania Melfi e Mila Zardo

L’Editore è presente su Internet all’indirizzo: http://www.rizzolieducation.it

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Il Gruppo di Ricerca di Leggo, sento, imparo • Letture 4 è costituito da: Direzione Scientifica: Daniela Lucangeli I testi sono a cura di: Maria Condotta, in collaborazione con Alfonsina De Santis

Progettazione editoriale di Leggo, sento, imparo – Letture 4 in collaborazione con Erickson. I contenuti per la didattica inclusiva sono a cura del gruppo di esperti della Ricerca e Sviluppo Erickson. Il progetto “Obiettivo Parità!” intende promuovere la cultura della parità di genere attraverso il contrasto agli stereotipi e alle diseguaglianze di genere in ambito educativo. Tramite la scelta antologica, le attività operative e il linguaggio utilizzato per le consegne didattiche viene fornita una rappresentazione equilibrata, corretta e variegata dei generi femminile e maschile nell’ambito personale, familiare e professionale. La supervisione scientifica del progetto è a cura di Irene Biemmi, docente di Pedagogia di genere e delle pari opportunità, Ricercatrice in Pedagogia generale e sociale all’Università di Firenze. Testi facilitati e semplificati in HUB Kids e HUB Kit: Carlo Scataglini. Coordinamento editoriale: Francesco Zambotti e Chiara Golasseni. Coordinamento redazionale: Milena Pellizzari. © 2024 Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. Via del Pioppeto 24, 38121 Trento www.erickson.it REFERENZE ICONOGRAFICHE Archivio Rizzoli Education. Inoltre: Getty Images © 2024; Alamy Stock Photo © 2024 – pag. 129 © Science History Images, pag. 165 © Entertainment Pictures; Mondadori Portfolio © 2024 – pag. 177 © Album/Fine Art Image L’Editore si scusa per eventuali omissioni o errori di attribuzione e dichiara la propria disponibilità a regolarizzare. La realizzazione di un libro presenta aspetti complessi e richiede particolare attenzione nei controlli: per questo è molto difficile evitare completamente inesattezze e imprecisioni. L’Editore ringrazia sin da ora chi vorrà segnalarli alle redazioni. Per segnalazioni o suggerimenti relativi al presente volume scrivere a: supporto@ rizzolieducation.it I nostri testi sono disponibili in formato accessibile e possono essere richiesti a: Biblioteca per i Ciechi Regina Margherita di Monza (http://www. bibliotecaciechi.it) o Biblioteca digitale dell’Associazione Italiana Dislessia “Giacomo Venuti” (http://www.libroaid.it). Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Corso di Porta Romana n. 108, 20122 Milano, e-mail: autorizzazioni@clearedi.org. Il processo di progettazione, sviluppo, produzione e distribuzione dei testi scolastici dell’editore è certificato UNI EN ISO 9001.


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