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Il peso del bicchiere d’acqua
Siete troppo stressati? Avete preoccupazioni di salute, familiari o lavorative? C’è un pensiero fisso che vi attanaglia e vi fa perdere il sonno? Pensateci, ma non troppo! Sembra essere questo il senso della breve ma significativa storiella, che circola sul web, raccontata da Brian Weiss, psichiatra e professore di Psicologia all’Università di Berkley. Un giorno il professore si presenta a lezione con un bicchiere d’acqua tra le mani e, tra lo stupore e la sorpresa generale, domanda ai suoi studenti: “Secondo voi quanto pesa questo bicchiere d’acqua?”. Qualcuno prova a rispondere: 200, 300, 400 grammi, le risposte sono le più diverse e stravaganti. “Il peso assoluto del bicchiere d’acqua”, li interrompe il professore, “è del tutto irrilevante. Ciò che conta davvero è per quanto tempo lo tenete sollevato!”. E aggiunge: “Sollevatelo per un minuto, e non avrete problemi. Sollevatelo per un’ora e il braccio vi farà male. Sollevatelo per un’intera giornata e il braccio vi si paralizzerà! In nessun caso, il peso del bicchiere è cambiato. Eppure, più il tempo passa, più il bicchiere vi sembrerà pesante”.
Tutto questo per dire che lo stress e le preoccupazioni sono come il bicchiere d’acqua tenuto sollevato: piccole o grandi che siano, ciò che conta è il tempo che dedichiamo loro. Se ad esse dedichiamo il tempo minimo indispensabile, la nostra mente non ne risentirà. Se, invece, ci pensiamo più volte durante la giornata, la nostra mente comincerà a essere stanca e inquieta.
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Se, infine, pensiamo continuamente alle nostre preoccupazioni, la nostra mente si paralizzerà”. In sintesi, secondo Weiss, per ritrovare la serenità è utile e fondamentale imparare a lasciar andare stress e preoccupazioni, dedicando loro un tempo trascurabile e concentrandosi solo su desideri e progetti. In definitiva, a mettere giù il bicchiere d’acqua! Quella del professor Weiss è una riflessione non certo banale, sul peso delle preoccupazioni e delle angosce che assediano la nostra esistenza quotidiana. Ciò che conta davvero non è il numero di eventi che possono condizionare le nostre scelte, ma il modo in cui le leggiamo e le interpretiamo. In altre parole, non sono i contenuti cognitivi a generare emozioni come ansia e tristezza, quanto il tempo che vi dedichiamo. Proprio come un bicchiere d’acqua che, sebbene scarsamente pieno, metterà a dura prova la nostra resistenza muscolare se lo terremo sollevato per ore.
La sua è un’utile metafora per i nostri tempi, che ripropone un’evidenza nota da sempre, ma troppo spesso ignorata. Cioè che l’ansia, proprio come la paura, è una reazione fisiologica di difesa o di attacco dell’organismo a eventi esterni percepiti come pericolosi. Entrambi rappresentano meccanismi adattivo-evolutivi (finemente regolati), indispensabili per la sopravvivenza della nostra specie.
La fuga o la difesa rappresentano armi a nostra disposizione per identificare situazioni potenzialmente pericolose; anche se queste, come tali, in relazione alla loro funzione specifica, devono essere istantanee, in grado di innescare azioni tempestive e risolutive di fronte a insidie e pericoli.
Al contrario, le condizioni d’ansia e preoccupazione finiscono per occupare un posto diverso, trasformandosi nell’oggetto più visitato dai pensieri, così presenti nel vissuto da impedire un normale svolgimento dei nostri compiti durante le nostre giornate. Questo non vuol dire che sia necessario lasciarsi andare agli eventi del mondo che ci circonda: vuol dire diventare consapevoli che i fatti sono anche espressione dei significati e delle interpretazioni che noi assegniamo loro. La chiave di volta è nel concentrarsi su ciò che si può e si deve fare, più che su quel che non si vuole che accada.
Nella sua essenza questa storiella tocca un punto fondamentale: chi più chi meno, tutti noi abbiamo delle preoccupazioni, ma quello che fa la differenza sulla qualità della nostra vita sono il tempo e le energie mentali che dedichiamo loro. Più tempo cediamo alle preoccupazioni e ai pensieri stressanti e più di conseguenza il peso che grava sulla nostra mente sarà insopportabile. Non lasciamoci andare a pensieri negativi e catastrofici e non lasciamoci abbattere dalle preoccupazioni. Cerchiamo di non concedere troppo spazio a tutto questo per evitare di sentirci schiacciati da questa pressione!
Maurizio Bifulco
