Rivista Marittima Marzo 2017

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MARITTIMA RIVISTA

SPED. IN ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. ART. 1 COMMA 1 N°46 DEL 27/02/04) - PERIODICO MENSILE 6,00 €

MENSILE DELLA MARINA MILITARE DAL 1868

All’interno: PRIMO PIANO

La fine dell’ordine internazionale liberale Vittorio Emanuele Parsi

Il ruolo marittimo del Giappone Michele Cosentino

Aspetti navali della Diplomazia nell’età della Restaurazione STORIA E CULTURA MILITARE

Massimo de Leonardis

MARZO 2017



RIVISTA

MARITTIMA MENSILE DELLA MARINA MILITARE DAL 1868

MARZO 2017 - anno CL

REGISTRAZIONE TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N. 267 31 LUGLIO 1948

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ AUTORIZZATA RODORIGO EDITORE VIA POGGIO MOIANO, 34/D 00199 - ROMA Tel. 06 66166539 Fax. 06 66149416 pubblicità@rodorigoeditore.it

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Editoriale

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on sono in effetti pochi i segnali che ci possono far apparire quello che stiamo vivendo come un periodo di possibili grandi cambiamenti nello scenario internazionale, tanto da far ipotizzare al professor Parsi nell’articolo di apertura del numero di questo mese «La fine dell’ordine liberale internazionale», ovvero di quell’insieme di principi e istituzioni politiche ed economiche che hanno regolato e governato il sistema internazionale negli ultimi settant’anni, dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi. L’autore, infatti, partendo da una precisa e dettagliata analisi storica arriva a esaminare l’attuale momento di crisi politica ed economica, con i tanti conflitti ancora aperti, il problema del terrorismo di matrice islamista non ancora risolto, una leadership statunitense quale potenza mondiale di riferimento non più indiscussa e la contemporanea continua ascesa di nuove, o rinnovate, potenze quali la Cina e la Russia. Il tutto collegato inoltre a un qualcosa di inedito, ovvero a un inizio di contestazione dell’ordine liberale da parte della stessa nazione leader, gli Stati Uniti guidati ora dal neo presidente Donald Trump. L’Europa, in tale ipotizzato contesto, rischierebbe un sicuro ridimensionamento, anche economico e commerciale, a meno che non proceda rapidamente verso nuove politiche, con una chiara visione delle aree di suo diretto interesse, partendo dal Mediterraneo, che negli ultimi anni ha assunto una nuova centralità nelle dinamiche della sicurezza occidentale ma che, allo stesso tempo, per tanti differenti motivi, l’autore ritiene divenuto nuovamente «contendibile», avendo cura di allargare l’orizzonte alle altre aree strategiche che su di esso hanno importante e dirimente impatto e condizionamento. Una situazione quella attuale del Mediterraneo, che andando ad analizzare il passato, trova elementi di comunanza in tante altre epoche, come, per esempio, emerge nell’interessante articolo nella sezione storica del professor de Leonardis, «Aspetti navali della diplomazia nell’età della Restaurazione», dove possiamo trovare alcune interessanti similitudini tra quanto accadeva nei primi dell’Ottocento e le vicende più recenti dei nostri giorni. E sempre restando all’attualità ma volgendo lo sguardo a Oriente, la campagna navale di Nave Carabiniere in sud-est asiatico e Australia, come ormai di consueto da alcuni mesi, ci accompagna nell’analizzare la situazione geopolitica e i programmi marittimi di queste regioni. I contributi dell’ammiraglio Cosentino sul Giappone e sul suo ruolo marittimo e del dottor Da Frè sulle Marine del sud est asiatico, articolo che completa la prima parte già uscita sul numero di febbraio, vanno a evidenziare anche in questo caso i fattori di instabilità e incertezza che stanno visibilmente crescendo e le tante complicazioni di un’area così importante per l’economia, e i commerci mondiali e nazionali/europei in particolare, da cui ne deriva un continuo e significativo ammodernamento e ampliamento di tutte le varie Marine militari analizzate. Tra esse il Giappone, paese che presenta molte similitudini con l’Italia per dimensioni, per storia recente nonché per un’economia fortemente dipendente dalle importazioni ed esportazioni via mare rappresenta un caso di rilievo. Il continuo progressivo potenziamento della Marina giapponese, iniziato ormai dagli anni Novanta ha assunto negli ultimi anni livelli significativi in tutti gli assetti sia dal punto di vista

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qualitativo che quantitativo, basti pensare alla recente decisione di aumentare a 22 il numero dei sottomarini in servizio. E a sud della regione un’analoga scelta di potenziamento della propria Marina è in atto da parte dell’Australia dove, ai già avviati programmi di 2 nuove navi anfibie e di 3 caccia antiaerei e al recentissimo programma per la realizzazione di 12 sottomarini con propulsione AIP derivati dai nucleari francesi «Barracuda», si aggiungerà a breve anche il programma per la realizzazione di 9 nuove fregate polivalenti antisom, denominato «SEA 5000», al quale concorre anche la classe FREMM della nostra Marina Militare. Emerge chiaramente nei sopra citati articoli la centralità del mare e l’insieme dei flussi energetici e commerciali che costantemente lo percorrono quale vitale motore dell’attuale benessere economico. La conseguente imprescindibile necessità di garantire la sicurezza marittima, viene quindi sviluppata con sempre maggiore attenzione dalle varie nazioni attraverso un continuo rinnovamento degli strumenti navali. In ambito nazionale ne è un chiaro esempio il programma FREMM, che Nave Carabiniere con la sua campagna navale, sta valorizzando a livello internazionale. Non può dunque che essere accolto con grande soddisfazione, proprio in questi giorni di inizio marzo, il varo di Nave Martinengo, settima unità della classe delle dieci previste, un ulteriore passo in avanti verso il completamento del programma. In ambito editoriale infine tra le novità di quest’ultimo periodo mi fa piacere segnalare che è stata introdotta già a partire dal mese di gennaio una nuova versione digitale di Rivista Marittima. È infatti disponibile sul sito della Marina Militare, al link http://www.marina.difesa.it/conosciamoci/editoria/marivista/Pagine/2017_02.aspx nelle pagine dedicate all’Editoria, una versione ridotta del numero mensile in formato digitale, che offre un ampia anteprima di tutti gli argomenti trattati sul numero pubblicato con l’intento che possa costituire un ulteriore importante ausilio per gli abbonati e un primo importante riferimento per tutti quei lettori che vogliano iniziare a seguire il nostro periodico anche tramite il web. Stefano Romano


Sommario PRIMO PIANO

8 La fine dell’ordine internazionale liberale (Liberal World Order) Vittorio Emanuele Parsi

SAGGISTICA E DOCUMENTAZIONE

59 Hector C. Bywater Paolo Bembo

19 Il ruolo marittimo del Giappone Michele Cosentino

66 La misteriosa scomparsa del comandante Lionel Crabb

Angelo Savoretti

73 Il «porto dell’Impero» Valeria Isacchini

29 Donne e Jihad

STORIA E CULTURA MILITARE

Massimo Baldacci

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PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

Massimo de Leonardis

Aspetti navali della Diplomazia nell’età della Restaurazione

37 Le Marine del sud est asiatico - 2ª Parte Giuliano Da Frè

50 La riproduzione dei documenti storici dell’Istituto Idrografico della Marina Bruna Giuntini

88 Le unità corsare militari tedesche della Prima guerra mondiale Francesco Bucca

RUBRICHE

100 Osservatorio internazionale 109 Marine militari 117 Marine mercantili 121 Nautica da diporto 123 Che cosa scrivono gli altri 126 Recensioni e segnalazioni Rivista Marittima Marzo 2017

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RIVISTA

MARITTIMA

Mensile della Marina dal 1868

EDITORE Ministero della Difesa DIREZIONE E REDAZIONE Via Taormina, 4 - 00135 Roma Tel.: 06 3680 7248-54 Telefax: 06 3680 7249 Internet: www.marina.difesa.it/conosciamoci/ editoria/marivista/Pagine/default.aspx e-mail redazione: rivistamarittima@marina.difesa.it

DIRETTORE RESPONSABILE

Capitano di Vascello Stefano Romano

CAPO REDATTORE

Capitano di Fregata Giovanni Melle REDAZIONE E UFFICI

Giorgio Carosella Gianlorenzo Pesola Gaetano Lanzo

Nave CARABINIERE all’arrivo nel porto di Sidney in Australia lo scorso febbraio. A questo numero hanno collaborato

Professor Vittorio Emanuele Parsi Contrammiraglio (ris) Michele Cosentino Professor Massimo Baldacci Dottor Giuliano Da Frè Dottoressa Bruna Giuntini Contrammiraglio (aus) Paolo Bembo Dottor Angelo Savoretti Dottoressa Valeria Isacchini

UFFICIO ABBONAMENTI E SERVIZIO CLIENTI

Carmelo Sciortino Giovanni Bontade Tel.: 06 3680 7251-48 e-mail abbonamenti: rivista.abbonamenti@marina.difesa.it

Professor Massimo de Leonardis Dottor Francesco Bucca Dottor Enrico Magnani Dottor Luca Peruzzi Contrammiraglio Pietro Verna Tenente di vascello Eugenio Tatulli Contrammiraglio (aus) Stephan Jules Buchet

SEGRETERIA AMMINISTRATIVA

Tel.: 06 3680 7254 Codice fiscale: 80234970582 Partita IVA: 02135411003

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Contrammiraglio (ris) Ezio Ferrante Capitano di fregata Gianlorenzo Capano Capitano di vascello (aus) Francesco Chiappetta Rivista Marittima Marzo 2017



PRIMO PIANO

La fine dell’ordine internazionale liberale (Liberal World Order) Vittorio Emanuele Parsi (*)

Che cosa è il Liberal World Order L’ordine internazionale liberale (Liberal World Order, LWO) è l’insieme di principi e istituzioni attraverso i quali il sistema internazionale è stato governato a partire dal secondo dopoguerra. Imperniato sulla leadership degli Stati Uniti ed esercitato attraverso cinque istituzioni principali (l’ONU, l’FMI, la Banca Mondiale, il GATT/WTO e la NATO) esso ha garantito lo sviluppo economico e la sicurezza politica di gran parte del

mondo già durante la Guerra Fredda. La sua ideazione risale alla Seconda guerra mondiale, quando Roosevelt e Churchill iniziarono a delineare i tratti del nuovo ordine internazionale che avrebbe dovuto rimpiazzare quello che era stato spazzato via dal conflitto in corso. Le preoccupazioni erano sostanzialmente due. Da un lato si voleva ricostituire una struttura istituzionale a vocazione universale e generalista che prendesse il posto della Società delle Nazioni. Pur riconoscendone

(*) Professore ordinario (2004) di Relazioni Internazionali nella facoltà di Scienze Politiche e Sociali dellÊUniversità Cattolica del Sacro Cuore. Dal 2002 è professore a contratto nella Facoltà di Economia dellÊUniversità della Svizzera Italiana di Lugano (USI). ˚ direttore di ASERI (2012) e program director del Master in Economia e Politiche Internazionali (MEPIN), una joint venture tra lÊAlta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali (ASERI) e lÊUSI (2004) ed è Direttore scientifico del programma di Executive Education di ASERI (2011). Fa parte della Riserva Selezionata della Marina Militare con il grado di capitano di fregata (SM) di complemento.

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PRIMO PIANO Una vista dall’alto dell’unità portaeromobili IZUMO, con l’equipaggio e un’aliquota di elicotteri imbarcati schierati sull’ampio ponte di volo (Fonte: Japan MoD).

Il ruolo marittimo del Giappone La centralità del Giappone nella regione Asia-Pacifico e la crescita necessaria e continua della Marina Giapponese Michele Cosentino (*)

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umerosi eventi succedutisi durante lo scorso anno hanno portato la regione Asia-Pacifico alla ribalta delle relazioni internazionali. Lo sviluppo e i test eseguiti dalla Corea del Nord su missili balistici armati con testate nucleari, le continue dispute marittime del Mar Cinese Meridionale, le ripetute incursioni di unità navali cino-popolari attorno alle isole Senkaku/Dyaou, appartenenti al Giappone ma rivendicate dalla Repubblica Popolare Cinese, hanno avuto un impatto mediatico sulle prime pagine di numerosi quotidiani nazionali e internazionali. La costante minaccia missilistica esercitata da Pyongyang ha spesso costretto il Giappone a mettere in stato di allerta le proprie forze militari, soprattutto quando si prevedeva che i vettori lanciati dalla Corea del Nord cadessero all’interno della zona economica esclusiva giapponese. Comunque, le apprensioni

per Tokyo non riguardano soltanto uno degli ultimi baluardi del comunismo. Nell’edizione 2016 del Libro Bianco della difesa nipponica, il governo di Tokyo esprime «profonda preoccupazione» per il comportamento della Repubblica Popolare Cinese in Estremo Oriente, sottolineando come le attività condotte da unità navali e velivoli cino-popolari in tutto il teatro siano in costante espansione nel quadro di una strategia finalizzata a modificare in tempi brevi l’equilibrio di potenza nella regione Asia-Pacifico. Oltre alle violazioni dello spazio aereo giapponese, il Libro Bianco cita l’ingresso di unità navali cinesi specializzate nella raccolta d’informazione all’interno delle acque territoriali giapponesi nell’arcipelago delle Osumi, nel Mar Cinese Orientale e a sud di Kyushu, una delle quattro isole principali che formano il Giappone. Per rafforzare la propria sovranità nella’area,

(*) Contrammiraglio in ausiliaria, ha completato lÊAccademia Navale nel 1978 e si è laureato in Ingegneria Navale e Meccanica presso lÊUniversità di Napoli. Dal 1987 collabora con la Rivista Marittima e con diverse case editrici italiane e straniere ed è autore di numerosi libri, saggi e articoli.

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PRIMO PIANO

Donne e Jihad

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Massimo Baldacci (*)

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recenti attacchi del 2015 e 2016 a danno di alcuni Paesi europei indicano sostanzialmente due cose: il radicalismo jihado-islamista è cambiato ed è più complesso rispetto al 2005, anno degli attentati a Madrid e a Londra; le strategie europee di risposta anche politica necessitano di un riassestamento e possibilmente di una sostanziale revisione. È infatti evidente che l’incapacità di prevedere quanto accaduto in Europa è dovuta al fatto che si conosce nulla o molto poco del problema (2): chi sono i jihadisti europei e cosa li ha spinti su questa strada? Quale è il motivo alla base di questi atti? E perchè cittadini europei si rivoltano contro l’Europa? Come va analizzata la crescente diaspora dei giovani europei nelle fila di Daesh/IS? Come valutare i nuovi convertiti, oggi in numeri sicuramente importanti? E le donne, fenomeno senza precedenti? I modelli di studio basati su alcune aderenti ai mo-

vimenti della Jihad salafita non forniscono a oggi un’analisi sufficientemente profonda del contesto sociale così come dell’evoluzione psicologica dei nuovi convertiti e soprattutto delle donne; lo stesso può dirsi riguardo all’altrettanto nuovo fenomeno dei predicatori-donna (da‘iyat) all’interno dell’ideologia salafita (3), figure non solo tollerate ma auspicate dal momento che queste possono riferirsi, attraverso un approccio «sensitivo» e quindi più mirato, a un target, quello femminile, a cui i predicatori maschi non riescono ad arrivare e quindi ritenute utili nel portare nuove aderenti al movimento. Se è compito della ricerca e delle Università studiare i contenuti ideologici e l’evoluzione delle teorie alla base, così come le complesse e negative interazioni che si sono formate con l’Occidente, è tuttavia necessario che le Democrazie europee portino rapidamente a compimento pro-

(*) Attualmente insegna nelle Università di LÊAquila, Roma La Sapienza e come Associated Professor di Storia dell'Asia Centrale nell'Università di Stuttgart.

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PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

Le Marine del sud est asiatico

(2a Parte)

La presenza cinese e la sfida del riarmo navale a Oriente Giuliano Da Frè (*)

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a prima parte di questo studio è stata incentrata sulle ambizioni navali cinesi; sugli alleati (più o meno riluttanti) di Pechino; e sulla prima linea dei paesi che devono fronteggiarne l’aggressività: Taiwan, Vietnam, e Filippine. Ora ci occuperemo dei paesi che, nel contenzioso sempre più caldo per le isole Spratly e Paracel hanno un ruolo meno aggressivo ma non certo marginale, avendone occupate alcune porzioni (Indonesia, Malaysia, Brunei); ma anche dei paesi che sono interessati da altre dispute sovrapposte (Thailandia, Singapore); o

che, infine, sono a loro volta potenze navali dal peso un po’ più che regionale, come, Giappone, Australia e Corea del Sud. Con varie sfide da affrontare, ma che, con poche eccezioni, guardano con timore all’espansionismo cinese.

Ai margini del Dracones Mare Tra i paesi che si affacciano sul Mar Cinese meridionale, non c’è dubbio che l’Indonesia rappresenti un gigante, le cui caratteristiche geografiche — 260 milioni di abitanti sparsi su oltre 1.900.000 km2 frammentati in

(*) Giornalista classe 1969, dal 1996 collabora con varie testate specializzate nel settore militare tra cui RID · Rivista Italiana Difesa, Focus Wars e Rivista Marittima. Dal 2002 analista navale per i web magazine Analisi Difesa e Portale Difesa, ha scritto circa 300 articoli dedicati soprattutto alla storia militare, ai conflitti internazionali e allo sviluppo delle forze armate di tutto il mondo. Con Odoya ha pubblicato ÿLa marina tedesca 1939-45Ÿ (2013) e ÿStoria delle Battaglie sul mareŸ (2014), cui è seguito nel 2015, per la Newton Compton, ÿLe grandi battaglie della Prima guerra mondialeŸ e nel 2016 ÿI grandi condottieri del mareŸ.

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PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

La riproduzione dei documenti storici dell’Istituto Idrografico della Marina Bruna Giuntini (*)

L’album «Vedute e descrizioni dei fari e semafori sulle coste d’Italia»

La produzione editoriale (1) dell’Istituto Idrografico della Marina si è arricchita recentemente con la pubblicazione di una nuova serie di riproduzioni di documenti cartografici di grande valore e testimonianza storica: 9 stampe tratte dall’Atlas celeste de Flamsteed publie en 1776 par J. Fortin (1795) che raffigurano le costellazioni dello zodiaco e 30 stampe tratte da Vedute e descrizioni dei fari e semafori sulle coste d’Italia (1877) che illustrano 69 vedute di costa. In particolare le vedute di costa proposte sono un esempio del rigoroso metodo di rilevamento e ricognizione del litorale delineato fin dalla fondazione dell’ente (1872) e sono una preziosa dimostrazione della elevata maestria raggiunta dai disegnatori e dagli incisori dell’Istituto in brevissimo tempo. (*) Si è laureata in Scienze Politiche e poi in Storia Moderna presso lÊUniversità degli Studi di Genova e ha successivamente conseguito il Diploma della Scuola Vaticana di Biblioteconomia. ˚ dipendente del Ministero della Difesa, in servizio presso la Biblioteca dellÊIstituto Idrografico della Marina. Ha partecipato ai lavori dellÊAgenda Nautica curando il tema iconografico del periodico sullÊevoluzione dei porti di Genova (a. 2010), Venezia (a. 2011), Napoli (a. 2013), Pisa e Livorno (a. 2014) e Brindisi (a. 2015) e sulla storia della cartografia nautica a cavallo dellÊunità dÊItalia (a. 2012).

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SAGGISTICA E DOCUMENTAZIONE

Hector C. Bywater Il giornalista che aveva previsto tutto

Un’immagine pittorica che mostra come gli aerosiluranti giapponesi colpissero le unità americane alla fonda ad Ohau (Fonte: Museo del Memorial, Pearl Harbor).

Paolo Bembo (*)

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uando il mio insegnante al Naval War College, nonché vincitore del premio Pulitzer con il suo indimenticabile «The Rising Sun», John Toland, mi accennò per la prima volta l’incredibile storia di Hector Charles Bywater, avrei stentato a credergli, se non fosse per l’indiscussa autorevolezza del mio interlocutore che rendeva fuori luogo ogni perplessità. Eppure, sono certo che molti concorderanno, alcune intuizioni del giornalista inglese furono tali da far pensare più alla fantascienza che alla Storia. Un altro autore americano molto letto al Naval War College, Ronald H. Spector, nel suo eccellente «Eagle against the Sun», non molti anni or sono, ancora affermava che il piano di attacco giapponese a Pearl Harbour aveva origini oscure o al massimo si poteva far

risalire alle provate capacità strategiche del grande ammiraglio giapponese Isoroku Yamamoto. Con ogni probabilità, le cose non andarono del tutto così e vediamo perché. Tra il 1920 e il 1930, quella della strategia navale, passione lungamente coltivata, era diventata per Hector C. Baywater quasi un’ossessione. Lui, da solo,

Bywater più o meno nel periodo in cui scrisse The Great Pacific War. (Fonte: dal volume Visions of Infamy di William H. Honan – St.Martins Press).

(*) Contrammiraglio in ausiliaria, laureato in Scienze Marittime e Navali presso lÊUniversità di Pisa, in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso lÊUniversità di Trieste, ha conseguito successivamente un Bachelor of Sciences in Liberal Arts alla University of the State of New York. Dal 2008 è direttore responsabile della rivista Lega Navale. Collabora con la Rivista Marittima dal 1985.

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SAGGISTICA E DOCUMENTAZIONE

La misteriosa scomparsa del comandante Lionel Crabb Angelo Savoretti (*)

I

l 9 giugno 1957 sulla spiaggia di Chicester Harbor, nei pressi di Pilsey Island, alcuni pescatori locali rinvennero il corpo di un sommozzatore con ancora indosso la muta. Tutto questo di per sé non era insolito dato che spesso, in quel tratto della costa meridionale inglese, le onde del mare rilasciavano corpi di marinai annegati. Il particolare che colpì maggiormente i testimoni del ritrovamento, invece, consisteva nel fatto che il corpo, con ancora indosso la muta, le pinne e in stato di avanzata decomposizione, fosse privo della testa e delle mani. Il pensiero degli inquirenti, allora, tornò immediatamente a più di un anno prima, quando scomparve misteriosamente al largo di Portsmouth uno dei più famosi «uomini rana» della Royal Navy. Ma chi era costui ? E perché attirava tutta questa attenzione?

A sinistra il comandante Lionel Crabb, mentre a destra una pagina della Domenica del Corriere relativa all’evento della scomparsa di Lionel Crabb (Fonte: Wikipedia).

Lionel «Buster» Crabb Lionel Crabb, detto «buster», nacque nel 1909 in una famiglia povera di Streatham, nel sud-ovest di Londra, da Hugh e Beatrice Crabb. Durante la giovinezza svolse diversi lavori, ma alla fine scelse la professione del mare e, dopo due anni di formazione a bordo della nave scuola HMS Conway, entrò nella Marina mercantile. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, nel 1939, si arruolò nella Royal Naval Volunteer Reserve e iniziò il conflitto come «marinaio cannoniere» a bordo di una petroliera. Nel 1941, dopo diversi tentativi, venne integrato nella Royal Navy e promosso al grado di Guardiamarina. Nel novembre del 1942, fu inviato a Gibilterra come artificiere per la bonifica di ordigni esplosivi in una

(*) Dopo una breve esperienza nella Marina Militare, nel 2007 si è laureato in lettere moderne a indirizzo storico contemporaneo presso lÊUniversità degli studi ÿTor VergataŸ di Roma, discutendo una tesi sul pensiero strategico navale con cui ha vinto, nel 2008, una borsa di studio classificandosi al terzo posto nel concorso nazionale bandito dallo Stato Maggiore della Marina Militare. Successivamente ha collaborato con il Museo storico navale di Venezia, nel 2011, e con il Dott. Giorgio Giorgerini alla redazione del libro: Il mio spazio è il mondo, pubblicato nel 2012. Scrive sulla Rivista Marittima e sul Bollettino dÊArchivio dal 2013.

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SAGGISTICA E DOCUMENTAZIONE Zona della Piana del Sale nella carta della Dancalia Centrale e Meridionale, redatta secondo i rilievi e schizzi di P. Vinassa de Regny e O. Cavagnari, dicembre 1919-marzo 1920, Min. delle Colonie. In rosso gli itinerari condotti dagli studiosi (Fonte: Luca Lupi, cit.).

Il «porto dell’Impero» Progetti di fattibilità per la creazione di un «Nuovo Mare» etiopico negli anni Trenta

Valeria Isacchini (*)

Nella prima metà del secolo scorso vennero stesi progetti di fattibilità, anche in forma molto dettagliata, per la creazione di un vastissimo golfo (7.000 km2) interno all’Etiopia tramite il taglio di un canale che, allagando dal Mar Rosso la depressione dancala, avrebbe permesso la creazione di basi militari navali e porti commerciali a poche decine di chilometri da Macallè e in facile collegamento con Addis Abeba, risolvendo il secolare problema dell’isolamento dell’Etiopia dal mare. (*) Si interessa da anni di storia del Corno dÊAfrica, su cui ha pubblicato alcuni libri e molti articoli. ˚ già stata collaboratrice della Rivista Marittima, così come di Marinai dÊItalia e di Bollettino Storico della Marina Militare. Viaggiatrice anche senza agenzie, cerca di verificare sul luogo ciò di cui scrive e ne trae curiosità da indagare.

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STORIA E CULTURA MILITARE

Aspetti navali della Diplomazia nell’età della Restaurazione Consiglio di guerra a bordo della QUEEN CHARLOTTE dell’Ammiraglio Edward Pellew, primo Visconte di Exmouth, per il bombardamento di Algeri, 26 Agosto 1816 (Fonte: wikimedia.org).

Massimo de Leonardis (*)

Le scorrerie dei pirati barbareschi Le paci di Parigi (la seconda si rese necessaria a causa dei «100 giorni» napoleonici) e l’Atto Finale del Congresso di Vienna posero termine a più di vent’anni di guerre pressoché ininterrotte tra la Francia rivoluzionaria e napoleonica e gli altri Paesi europei raggruppati in sette coalizioni. Solo la Gran Bretagna fece parte di tutte queste e la sua supremazia marittima fu il fattore di lungo periodo che minò l’egemonia continentale di Napoleone, incrinata nella penisola iberica dalla guerrilla sostenuta dai Britannici e crollata poi nelle steppe russe, prima delle definitive sconfitte a Lipsia e a Waterloo. I vincitori non si limitarono a concludere la pace, ma costruirono un assetto europeo coinvolgendo anche la Francia e un sistema per risolvere le crisi prima che degenerassero in conflitti generali. La

fase più strutturata della Diplomazia della Restaurazione, che durò fino al 1822, fu detta anche diplomacy by conference, poiché congressi periodici si riunirono appunto allo scopo di esaminare le questioni internazionali ad Aquisgrana (1818), Troppau (1820), Lubiana (1821) e Verona (1822). Uno dei problemi da affrontare fu quello delle perduranti scorrerie dei pirati, o corsari, barbareschi (1). Infatti, se il potere marittimo dell’Impero ottomano aveva ricevuto un colpo decisivo a Lepanto nel 1571, il Mediterraneo era rimasto soggetto alle azioni dei navigli delle reggenze nord-africane, resesi di fatto autonome dal Sultano (2). Algeri, Tripoli e Tunisi erano i maggiori porti dai quali partivano i pirati. Il pressoché costante stato di guerra dell’Europa e dell’Italia durante il periodo napoleonico aveva favorito una forte recrudescenza delle

(*) Professore Ordinario di Storia delle relazioni e delle istituzioni internazionali e dal 2005 Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche nellÊUniversità Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Presidente della International Commission of Military History 2015-2020.

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STORIA E CULTURA MILITARE

Le unità corsare militari tedesche della Prima guerra mondiale Francesco Bucca (*)

A

llo scoppio della I Guerra Mondiale, la Germania possedeva colonie in Africa, Asia e nell’Oceano Pacifico. Sul versante atlantico africano la Germania possedeva il Camerun, il Togo e l’Africa Occidentale tedesca (oggi Namibia), mentre sull’Oceano Indiano era saldamente installata in Tanganika, del cui lungo lago dominava il lato orientale. In Asia e Oceania la Germania possedeva invece la base navale di Tsing-tau, nella penisola dello Shandong, prospiciente il Mar Giallo, le isole Marianne, Caroline, Marshall, Palau, Samoa e parte della Nuova Guinea (la Nuova Irlanda e la Nuova Britannia). Tutte queste colonie avevano una popolazione europea, e tedesca in particolare, molto scarsa (24.000 Tedeschi contro una popolazione indigena di circa 14

milioni di abitanti), limitata a pochi militari e funzionari governativi o di compagnie commerciali, ma tuttavia i collegamenti con la madrepatria erano molto efficienti realizzati mediante reti di cavi telegrafici sottomarini e potenti stazioni radiotelegrafiche. Oltre alla base navale di Tsing-tau, peraltro molto attrezzata e l’unica di una certa importanza, esistevano anche quelle di Dar es Salaam e Duala, che tuttavia non disponevano delle capacità e infrastrutture necessarie per ospitare e riparare unità militari. Questo il quadro geografico di riferimento in cui si mossero le navi corsare tedesche (militari e mercantili) durante la Prima guerra mondiale. Un quadro sicuramente difficilissimo, in cui non era possibile avere alcun punto di appoggio per i necessari rifornimenti di carbone, con tutte le colonie tagliate fuori

(*) Ingegnere meccanico laureato presso lÊUniversità di Genova. Vive e lavora a Genova. Ex Allievo Ufficiale MM , è specializzato nel campo della progettazione e manutenzione delle turbine a vapore e turbine a gas per la produzione di energia elettrica. Ha lavorato presso Ansaldo e General Electric, soggiornando per lungo tempo allÊestero. Da sempre cultore di Storia Navale e fotografo navale, è stato Presidente del Gruppo ANMI di Genova ed è Socio della Rivista Storia Militare e membro delle principali Associazioni culturali italiane ed estere di Storia Navale, con le quali collabora.

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Osservatorio internazionale RUBRICHE

Febbraio 2017 Un poltrona per...uno

La fine di gennaio ha visto la fine di una nuova potenziale crisi in Gambia, paese dell’Africa Occidentale, antica colonia britannica, incuneata nel Senegal, già ex colonia francese ...

Grandi manovre a SHAPE...

L’uscita della Gran Bretagna dalla UE, chissà come e quando si concretizzerà, rischia di avere contraccolpi anche sulla NATO. Londra è stata tra i paesi europei dell’Alleanza il più deciso difensore della NATO...

... e al Palazzo di Vetro

Appena il Segretario Generale dell’ONU Guterres ha cercato di imporre le sue scelte ai Cinque Grandi, ha visto uno stop brutale, che è stridente con il clima che il suo predecessore, anche se assai criticato...

Attivismo russo, una visione d’insieme

L’attivismo russo degli ultimi tempi ha creato nella comunità politica, mediatica e opinione pubblica mondiale molta attenzione, curiosità, timori, ma anche isterismi e reazioni scomposte...

Russia e Mediterraneo, conferme e novità

Accanto alla difesa delle sue posizioni in Siria, Mosca guarda con sempre maggior insistenza anche l’Egitto, che bisogna ricordare, è stato il primo entry point di Mosca nel Mediterraneo, nei lontani anni Cinquanta, quando Mosca cominciò a rifornire di armi Nasser...

Filling the gap

Negli anni della Guerra Fredda, uno dei (tanti) snodi delicati dello schieramento occidentale era rappresentato dal cosiddetto GIUK gap. Il GIUK, acronimo che sintetizza l’area compresa tra Groenlandia (Greenland), Islanda (Iceland) e Gran Bretagna (UK)...

La Croce Rossa sospende le operazioni afghane

Nella seconda metà di gennaio, il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha detto che ha sospeso le sue attività in Afghanistan dopo un attacco da uomini armati nella provincia settentrionale di Jowzjan ...

Marine militari RUBRICHE

Enrico Magnani

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ARABIA SAUDITA Contratto per nave oceanografica

CANADA Nuovo contratto per le unità tipo JSS

BRASILE La portaerei São Paulo (A 12) verrà ritirata dal servizio

EMIRATI ARABI UNITI Consegnata l’ultima corvetta classe «Baynunah»...

AUSTRALIA Completate le prove a mare per il nuovo caccia Hobart (39)

CINA Si avvicina la messa in acqua della nuova portaerei cinese

Rivista Marittima Marzo 2017


...e la prima unità classe «Arialah»

Ulteriori missili antinave MBDA «Marte Mk2/N»

FRANCIA La portaerei Charles De Gaulle (R 91) entra in bacino GRAN BRETAGNA Lanciata la Fase 2 del programma RWAUS KUWAIT Consegnata unità anfibia

INDIA Centro per il primo SM-39 dai nuovi sottomarini

ITALIA Nave Carabiniere lascia l’Australia Firmati gli accordi con la Marina dell’Emirato del Qatar

NORVEGIA Scelta l’alleanza con la Germania per il programma subacqueo STATI UNITI Assegnati i contratti preliminari per l’unità maggiore rompighiaccio SUD AFRICA Scelti i capo-commessa per i programmi «Biro» e «Hotel»

Marine mercantili RUBRICHE

Lotta all’inquinamento marino da idrocarburi: norme più stringenti per le piattaforme off-shore

I titolari dei permessi di ricerca o di concessione di coltivazione di idrocarburi (liquidi o gassosi) che effettuano la perforazione dei pozzi o la ...

Dotazioni antinquinamento

A similitudine con quanto previsto dall’abrogato decreto del Ministero della marina mercantile, il decreto neo introdotto individua....

Aree marine protette. La Corte Costituzionale riafferma le prerogative dello Stato

L’istituzione delle aree marine protette compete esclusivamente allo Stato. È quanto ha stabilito la sentenza n. 36 del 15 febbraio 2017 della Consulta, che...

Quadro normativo

La disciplina delle aree protette è contenuta nella legge 6 dicembre 1991, n. 391 «Legge quadro sulle aree protette» che, all’articolo 2, classifica tali aree in:.... Rivista Marittima Marzo 2017

Luca Peruzzi

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La legge regionale n. 38/2015 Il Parco Naturale Regionale Costa dei Trabocchi (17) era stato classificato con riferimento all’articolo 2, comma 2, della legge n. 391/1991, e all’articolo 9, comma 1, della legge della Regione Abruzzo... La sentenza n. 36/2017 della Corte Costituzionale

Nel ricorso promosso dinanzi alla Corte costituzionale l’Avvocatura generale dello Stato aveva denunciato che la legge regionale aveva surrettiziamente istituito un’area marina protetta...

Pietro Verna

Shipping, logistica e industria dialogano insieme a Milano

Non è certo mancato il food for thought nella prima edizione della Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry, la due giorni svoltasi all’inizio di febbraio nella sede di Assolombarda... Eugenio Tatulli

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Nautica da diporto RUBRICHE

LA VELA ITALIANA HA VINTO I MONDIALI GIOVANILI 2016

Dal 16 al 20 dicembre, ad Auckland, in Nuova Zelanda, si è svolta l’edizione 2016 dei Mondiali giovanili di vela, riservati agli atleti under 19. Alla manifestazione hanno partecipato 389 atleti, provenienti da 65 nazioni, che sono scesi in acqua per aggiudicarsi i nove titoli iridati giovanili nelle classi «29er» (M e F), «420» (M e F), «Laser Radial» (M e F), «Tavola a vela RS:X» (M e F) e «Nacra 15».-....

C he cosa scrivono gli altri Stéphan Jules Buchet

Premiazione della squadra italiana under 19 vincitrice del Nations Trophy ai mondiali giovanili di vela 2016 (Fonte: P. Martinez - sailingenergy).

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«La lotta al terrorismo transnazionale: un ruolo per la NATO?»

«The US Navy Won the Battle of Jutland»

NAVAL WAR COLLEGE REVIEW, VOL. 69, N. 4, AUTUMN 2016

QUADERNI DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE DELLÊUNIVERSIT¤ CATTOLICA DEL SACRO CUORE, ANNO VII, N. 11/2017

Recensioni e segnalazioni

Ezio Ferrante

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Domenico Vecchioni

Gabriele Natalizia

Il Caucaso Meridionale

20 Destini straordinari del XX secolo

Processi politici e attori di unÊarea strategica

Greco & Greco Milano 2016, Pagg. 309, Euro 13,00

Arancne Editrice Roma, settembre 2016, Pagg. 104, Euro 12,00

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Centro Studi e Ricerche IDOS

Dossier Statistico Immigrazione 2016 in partenariato con la rivista Confronti

Edizioni IDOS Roma 2016, Pagg. n.d., Euro 20,00 Rivista Marittima Marzo 2017


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