RIVISTA MILITARE 1858 TOMO III

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RIVISTA

MILITARE "GlORNi\ LE IIENS ILE

TORINO, -1 858 TIPOGRAFIA EDITRICE _DI G. CASSONE, E COMP.A Via S. rranccsco da Paola, N. 9. '


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STUDI MILITARI SULL' ITALIA

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CAP.lTOLO IV. -Ripresa de/l'offensiva

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Per aver campo di discorrer~ lutti i mezzi dì difesa che 'O ITre l'ltalia, faceva me~tieri supporrn che il nemico potesse ,-iuscire a spingere le operalioni sino all'estrema Calabria. Ma, in realtà, la cosa _sia altrimenti, qualunque volta gl'italiani sieno padroni del mare; e che, sviluppando lutti i mezzi di una nazione ricca e popolosa, innalzn10 ne' punti per noi indicati i fol'ti e le piazze occorrenti, sia per accrescere ·1a forza naturale delle posizioni che offre il paese, sia per age_volare 1 movìmenti difensivi , e dare appoggio alle troppe regolari ed alle milizie. In tal caso, è assai diflicile che il nemico giunga sulla frontiera napolilana con forze sullicienti per vio_cel'e e spostare le truppe italian_e quivi ripiegate, indebolito come si troverà e dai grapdi -sforzi fatti sino a quel momento, e dalle guarnigioni e dai numerosi corpi lasciati indietro, per garantire le comunicazioni dalle ir:nprese che possono tentare le milizie, appoggiànrlosi sulle piazze non conquistale delle provincie che sono sul .fianco de~la linea di operazione, non che su quelle lungo le coste del Tirreno e dell'Adriatico. (•) Vedi ' voi. 1 , pag. 7, 133, 261; voi. Il, pag. 3, J13; voi. Ili , pag. 3, voi. I.., .pag. 3, 22a; ·voi, li, po.i;. 3, l 13, 233, anno Il.

113 e_ vul. _IV, pag. 3, 233, -anno I; -


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STÙDÌ ill!LÌT!Rl SULL;l'fALÌA

E però gli psçrcfti italian< nòn tnolfs(aU se1j a:m1nce, usu-

fruendo i m'ezzi del 1"egno di Napoli è delle- isole, ch~-ln com~ plesso offrono una popolaziol}e- di dieci milioni all'incirca, possono accrescere hi loro forze , instaurare i danni sofferti 1 rimettere l'online ed acquistare la superiorità numerica sul nemico. La qual cosa farà loro abilità di rilevare il morale delle truppe con parziali vantàggi,; _riportati dietro operazioni ben calcolate; non che d'intraprendere diversioni alle spalle del nemico, profittando dei mez~i marittimi per trasportare le truppe 'da un punto all'altro della costa.', e congiungerle alle milizie che tengono tuttora il campo, col) l'appoggio delle piazze marittime e terrestri di cui i difensori sieno tuttora padroni_. Le quali divérsioni; qtialora sieùò effettuate còrì'forzi:j ·suffici~nti e rapi~am_enie, e: con~~·tte con intelligenza, ed ardire' ~ètÌe...: ranno l'avversario nella neéessità di accorrere rap_idamente sù i punti miuacciàti, o perduti,' per riàprire le sue· comunicazìoni, indeb6Iendo ogrror più le truppe dì l'inéontto la froblie1;à . napolitana. · · · Con simiglianti operazioni si stanca il nemico , si manlen-" gono le comunicazi0ni coi paese alle sue spalle, si _ri~ébrai_lO ìe popolazioni e si- appoggiano le autorità. La qlla~ c~s~: fa abilità di rilrarne aòrtiiui é pròvvigioui, e cbstringe il· nemrco; ognOt'a i11quielò per il poss~sso del' paese alle's_palle, a'd d6~re• scere i suoi distaccamenti , e quindi a stancar~ e con.stimar~ tè sue trllppe con marce e conlt'omarce. Frattantò le trdpp'è:--ilii!..:. liane, ristorate, accresciute ell ìnfia~mate dai sudces'si' p~rziafi ·ottefluti nelle diversioni, non che dat vedere il nemico assòHi~ gliato ~ ridotto ail'iuazione, possono riprendere- l'offenirvd, pé-t tentare di 'riconquistare il terreno perduto e sc.rcciarè l·'iìiva-sore ollre i confini dell'Italia. Un calcolo sulle forze belliget antì, e talune considerazioni ~ull'andamento dellè operazioni, renderanno più chi.a~e· le \d:e.e_. L'Italia, per la sua . ricchezza naturale\ puèi in .tempo, di

PARTE Il -

'CAP,, l'V' · -,

guérra tenere'" in· a"rini forze proporzionali a qu~M -tielle al.tre P,0lenze, ovvero il '.2 per .,100 della, popolazione !li: 11·-uppe Fe½ goJarj1 e l'uno per •1 00 di milizje ;· ciò c.he su tli -una p.opola,.., zion·e di 27,000,000 alfincirca, second~ le :ultitne stali~tb:;bQ;' forma 5 io 600,000 delle prime e 300,000 d~lle seconde.- ,: , Io tempo di· pace, dividendo -il servizio in due parli,• di cui l'uno attivo, l'altro in congedo iHirnitato, o di "r'iserva; si avteb:· · bero èòstantemenie :sotto le armi nan più di 300,000, u.oniini, ordinàti in quadri, èàpaci di altri 2.iQ,000 spldati ·in-:congédif illimitato; nel qual modo, in tempo di guerra, l'ese1:citp regofare1.di:ve:rrebhe -di 5,i-0,000 uomini. L~ mi-lizie; ordinate pr-e·ss~ che alla ~ani era,sv1ìzera, costerebbero pochissimo; ,Siccbè; pagà~do sòli trecentomila uomini in tempo di pace, co11 ·qualcl1e •tèggie,rà ,spesa -pe( il ·manteJJimenlo ~ l'istrpzion~, delle1 Wilfaie , ''.s'i .avrebbero ,in tempo di guerra 84-0;000 uomfoi onlinali:per ..c.òm~a'.lter.e. .· ; · 1 . · Cotesta cifta non è eccedente per 1.,i popolazione tlell!llulia. .DifaHi sì calé't>la che, per ogni milione di animè, ,J 0,000 gio:... ;vani raggiungano annualmente 1: età prescritta per far parto del\à, l~va ;"'. del ~uali il terzo, o tutto al pii, la metà vimgono generalmente esentati dal serviziò , quali per difetto di'statura -O "pèi'. fisfohè' imperfeziòni •, quaH · per alt_r,e t;.igionì .amµiesse dalle' leggi (1): ,o( mai)iei·a che, fe,&er.cilo,.può,annuhlmentii .t e-i .'clutai•si' sù.,di :un .éontingc1He ,dH 3,5, a 180,000 giovani. · , ,Or;i, supponendo ehe la pu-rat;a, d.el ,se.rv-izio .allivò .e di t i-,. se1•Ya,, .insiemè cumulali , non<che.:<,iù~Jlo dt lle mili11ie 1 sia;'di i1 O.anni, occorreran~o ogni a1ìno i,o.eo ·Iiomini .per l'es.ereito 1

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(1) In Piemonte cotesta proporzione non sl verifica. Nel 1856, gli esentati furono pre~.so che i due terzi dei 50,501 .s iovani compresi ';icua'. lev~ .di qucll1an'no. Sarebbe mestieri ~samir1'arc, se ciò dipenda -~ · chç· Ia ~~:i'tu,ra1 ri~hi~s~a non sia _i~ giusto ~ap.~orl_o con ~a statur\l me~ia della popolàzione, o pure da che le ragioni dr cscnzwne am·'i;n,es~~ Jègg~ s\cno tròppo nf1merosc, o da qnalunquf alt!a caus~.

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STUDl MILITARI

suti:' ITALTA

.PARTE II -

attivo e 30,000 p'er le milizie i iff•tutto· 84-,000. uominr (1 }. E •però sui 135;000 giovani italiani,· supposto il caso più sfavorevole, ve ne saranno 5 ·I ,000 di eccedenti, ai bisogt1i; i quali·, se restino per 1 O anni a disposizione del governo ( per far-fronte alle leve ·straordinarie in tempo di guerra, quando.·i consumi sieno lali è lanli; da non bastare tutto il contingente di t 35,000 deH'anno corrente per mantenere a numero re:. sercito allivo) formeranno una massa di /H 0,0()0 uomini, sufficiente per far fronte alle contingenze di· una guerra delle più distrullive. .1 . 1 • , ; lì . , • Trattandosi di una -guerra nel proprio paese, dei 5i0,000 uomini dell'esercito attivo, rimarranno nell'interno i soli,depo·... sili, l'artiglieria da piazza, i veterani, ecc., ovvero .un '1,i0,000 uomini l'otto al più; i quali-, uniti ad un 120,000 uomini delle milizie, formerànno un comple3so di 260,000 uomini , sufficiente a fornire le guarnigioni tielle piazze e dei ·rorti. E però, .te forze italiane in campo si comporranno di 4-00,000 soldati r:'golari e 180,000 militi, che coopereranno alla difesa nella maniera per noi discorsa in questi studi i. Sen_za tener conto, che i 510,000 giovani eccedenti i bisoini ordinarii, potr.ebbero ricevere un ordinamento, come milizie di seconda chiamala, -in battaglioni molto più fol'ti 1di quelli di linea e di milizie; in tal guisa sarebbero nel caso di somministrare il numero d'uomini richiesto dai bisogni st~aordinarii 1 <tell'esercito. e delle mHizie, senza essere per questo costretti. a scioglie:rne taluni per difeUo di, uomini. Allora, ove mai l'Italia fosse ag·gredila da una coalizionè, potrebbonsi accrescere i suoi mezzi difensivi, prendendo da queste milizie di seconda chiamata il 0

. {1) Se dalla cifra totale delle truppe di line~ e di riserva, ·si sÒ'ttraggà qunlla de' quadri e -d e' soldati che non abband'onnno il servizio , · il biso~no annuale d'uomini appare minore; ma vuolsi por mente, che, dovendosi compensare le_ perdite per causa di mo~lll e di malattie, le reclute occorrentì sono di numero maggiore de' con.g!'dati per tempo finito.

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numer~ di batlaglionì necessarii per le guarnigioni ,· e lasciare · tutti i 300,000 uomini dì milizie libere pei: operare in campo. La. chiamata i;otlo le armi di tanti uomini ad un.tempo, cagiona, senza dubbi.o , una spesa considerevole., Ma vuolsi por mente ,' che il calcolo di simiglianti spese straordinarie non va fallo .a tempo, sibbene sul totale della guerra e sull'importanza dei risultamenti. Una spesa ragguardevole nell'inizio di upa guerra, la quale ne accorciasse il periodo, arrecherebbe certamente maggior economia, che se, .per un cattivo calcolo'; s'intrapren. dèssero le .operazioni con mezzi più ristretti e la si.,rendesse perciò.più lunga. Senzachè, adoperando grandi mezzi,, la guer~a · rimane da\ bel principio ristretta.alla frontiera, e si salva dagl'1nèvitabili danni che essa tirasi dietro, la quasi totalità del paese. Danni che sarebbero immensi, se per, difetto di ,forze si •dovesse lottare lungamente; e che il- nemico dovesse penetPare nell'interno dello Stato e ~c,ggiornarvi alquanto tempo, innanzi che _sii 1·iuscisse a ·respingerlo; senza discorrere •del •pe11ict>lo -che ,potrebbes,i correre.di _perdere la propria i,tldipendenza, per conservare la quale, qualunque ~acrifizio di uomini e di mezzi, quanto ai voglia grande , sara sempre minore del bené che ·si perderebbe se si fosse costretto .ad accettare la legge del vin,... citore, non disgiunta quasi mai dall'obbligo, del · pagamento -delle spese di guerra. , Nella guerra de\ Sonderbund, non faceva certamenté:mestieri ,raccogliere. un esercito tanto·n,ume~oso, quanto quello affi~ato -a\'.'gèrìeràle Dufou!l, per ridurre all'obbedienza i Ca11toni dissi-denti: Ma il Governò Svizzero saviamente opinò;che, adoperando grandi •forze , ogni resistenza sarebbe stata impossibile , e la guerra presto finit.i con poca perdita di uomini e poco danno !del .paese; e che però questa sarebb~e stata, aouo tutti gH · ,aspetti, meno esiziale e più economica. I fatti giustHìcàrono le sue previsioni. · Se Napoleone, nel 1~ 1 i, per garantire la Francia .dalrfova-

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CAP, 1Y · ,

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STUDT 1,[IJ.lll'ARr SULL', !TALIA

sione. oild'~ra, minacciala, m,ressé dichiarala la patria in p~rioolo .e,_cbiamat,e so.tto le qrmi le g'.uardie ilazi.onafi della prima e se; .cou~a:Ahi.amata, ave.àse con queste presidiate le ,piazze e formate grpndi riserve ; ,llv.rebbé avuto ,soU,o la mano, secondo i, <;allloli i.stituili •dal gei,erafo , Va\lda))court, nella ,sua narrazione ·:del!~ campagne, ~el 1tH 3 ,e f8J i,, 3.00 ,00.0 soldati, cojnprèsì quelli .deglLçserl.liti ,di Sp11gna e'di •.Catalogna,.altrettante guai,qie nà-. ziona1i di prima •obi.amat11,; e. 6:00,;@0,0 di seconda chiamata• cioè 1,200,000 armali,. cbt1., ,;;~~perali ,convenienteoieJ!le ·: . avrebbero · avuto · molta, pro~abilità idi . respinger~_,. l'invasione" Una ~for~o colanlai potente; avrebb1f .salvato la· Fvància éla un • g,rap disastro e ,dall'u:miliazione, e le -grandi spes~ per tJu~sloioc~ · oorr.enti snrebbem ,for~e .state infeuiori agli oneH sopportati dal paese, e p.e·rde.:devast;aziooi ·degli esereiti-alleati, e per le sBmme che dova.Ile shorsave, pef!-div..erse,;eause, nel)a tistaurazione. · Semprepcbè gli il~liani, ab:biano. h) ,campo 400,000 , soldati fn prirpa linea,1,ed 80 a .300,00.0 militi in: seconda, nessuna d~l!e grandi potente avr~ · fovze bastanti per super•ai•e la fron,.. tie11a d.elle Alpi; e farà mestièri- di· u;a fqrle' eo~lizione pet'.•riuui11e i:ti a ,'100,0,0.0 uomini p.er .questp•òccorrentj. ,. , ·Artro è combatt.eFe. riel pllòp.riò ·paese"; allrio è condurre la guen1a offensiva: <)i là ·della · pwpria fro.ntter-i}. Ne~ primo eas~ tulle le forze del paese so.Ilo in azione, ed a;mi~u'ra ·che il né,. mico · s1 inoltrn.,j,difensolli ingile.ssanO:; il'.possesso 1delle piazze dispènsa da lauti mez~i di trasporlo,.-•peto_cchè in quelle it.,di;fensore .rhtvi.ene quanto.. gll occo1·1le ·su i diversi, punti del territorio·; l'ordinaµien~o amminìstr.ativo. aeI paese e la ·sponta.neità dell'pb~edienza ., ·agern)ano gli approvvigionament~ che "engono tr11spòrfali; sii i puntj desjgnati; dagli, stes~i veicoli del paese j infine: gH ~r,senali, gli stabilimenti ·militari, ecc. che lrovansi • sopra luogo: , forniscono agevolmente l' occorr.ef!te, qt1asi come in tempo di pace, per poco che se ne acGresca ra,.Utvilà. I' . I .

' - PARTE II -

CAP; IV·

Ma ia cosa sta altrimenti per colui che debbeifar~ qna -g\lei1ra. offensiva in paese nemico. In ques-to caso i-depositi e l~·m_ilizje non possono cooperare;con l'esercito ·_nelle sue operaw>m, e(I i corpi attivi si· trove1·anno,. per t;tnle· cause note ai ll)i!itari, di,., minuiti <li un: quinto almen.ò d~lla loro forza ; ~ìccorne con~t.a, aa un:a costante esperienza;. lnoltr,e~ in u.u, p!!ese 'floV'e si di"" feU:i di appoggi :e di depositi, ,(love· le afilorj~à: obbe.di,scon~ .al. Governo loc,ale, e dove tulio· deve.si ottenere cQn Il).' fori.a, b1s9; &\)erehbe ipotervi in~iare cjistaecame.nti ai troppo gran.cli, dista~ze'. per. abbracciare qnella•distes& 'di térrnno ·()}le farebbe mest1en pei• alimentare e pr.ov·vedei'e un ,gr,oss'ti .esercj-to i' dou~e ,la ne-. ee~sità .dii,supplire,---in par.te, con· magazzini forniii dalrinter~o , del pcoprio .paese, e <li traspòi'far numer.osi carriaggi al ·i;egmto de\l'osércilo.1lie· ,quàlr cnse1rendon,o · coslosiss-irna la guerra, ~ ·costringono à limitare il numero,del-le: ll'Qppe eombattenti; ed -~ moho·; se 'nel\lolfrepas,sare la frontiera per condl)l'l'W la· gq~rra -in paesii nemfoo;, una grande.potenza ·po$saidjsp,or)'e' ~-i un .e~er. cito di' 300,000 :uomini. ,; , ' , , , · ,. · " ·· • . , ,, ~r: iùvaderè .\a Friancia, n.el 181 l, è raceogliere otto iQnoveceòtomila uomini, dovette coaJizzarsi tutta•rnuropa; è pure le· truppe, cbe èffettualmeòt.e: ·pass.arono, il Reno,, noq r~ggiunsero i ., ·00,000~.uQniini. , . i i . , " · '• , La lRussia, ehe •iQ qùell'am\o aveva sotto le armi 879,30$ ,uomini; rion potette inviar al.ili:!~ della Poloni.a ·più di 250 ,S-5Q -uomini; di .cui meno cli- 200,00,Q passarono. i\ Rerw. b'Aus-tria,, chmaveya- un !:lSercito· di 700,0,00 uomini, non prese }'offen,·siva i che con- M' ,1 ,300 , uomini sul·Reno,,e: nella Sv.iizem , ,e con 6-0,0:00, in Halia:dn tulio 231 ,3·00 uomini. Non pertantQ, -in quell'anno,,st feoero i ·niagg.iori sforzi, · e le, popolazioni, per ·amore ,, di inèlipenden~a, , secondarono· volenterose i• governL alleali. . , Napoleone, nel 1812 , mettendo in movimento le forze- di mezza Europa,. passò la Vistola con ii.00,000 uomini, tlei quali 1


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$TUOI MILITARI i.ULL' lTAT.IA

sofi 1 4-0,000 appartenevano alle provincie dell'antica Francia. In quel tempo le truppe francesi in .Ispagna, ,da 30.0,000 uomini che erano negli anni precedenti, venivano scemate delle truppe della guardia, da parte _della cavalleria e da molli .vecchi soldati partiti· per la Russia, e però non oltrepa~savano la.cifra di 24'0,000 u?mini. Da questi convien dedurre le truppe del regno Italico, quelle del regno di Napoli, i piemontesi,• i. toscani, i romani,- i belgi, gli olandesi, gli .amburghesi, ecc., incorporali nell'esercito francese, non che le truppe svi-zzere e spagnuoJe al servizio della Francia; sicchè , di, francesi è.molto. se; ve ne fossero 160,000. 1 Ond'rè che· la Francia, propria~ente, non mise' in ' campo in quell'anno idi maggiore sua potenza, per operare offensivamente, che 300,000 uomini ; e tulio mmpero, coi contingenti somministrati da più, che i due· terzi della popolazione dell'Europa, 64.-0,000. , · , ,·. , Nell'ultima· guerra di Oriente, le truppe francesi io Crimea componevansi di 13 divisioni di fanteria, le quali comprendevano 52 reggimenti , ovvero presso che la metà di. tutto l'ese,:ci lo ; e pure, la .loro forza non eccedette mai 1 50 a 160,ÒOO uomini. . . '· Ora; supposto che l'Italia abbia_in campo 400,000 uomini dell'esercito regolare, e 180, od anche 300,000 di · miliz-ie:-, occorrendo per lo meno 600,000 uomini per combatterli\ .essa n_on avrà nulla da temere da qualunque•, delle grandi potenze, presa isolatamente, e -sarà sicura in tal caso di arrestare il ne'mico sull'estrema frontiera, 'sin dall'inizio della guerra . .Pel' tal forma ordinata e difesa,•l'ltàlia non potrebb'esser attaccata: che da una ·1ega di tutte le grandi potenze, siccome lo fu la 1l•rancia nel 181 4. Ma una còalizione simigliante non ,può che dipendere, n da una condizione eccezionale dir,cose, o da un grave errore nella politica di uno Stato; perocchè g!i interessi delle varie potenze , essendo difficile a riscontrarsi, è quasi sempre possibile inleressarne una parte a nostro pro', od almeno a far

PARTE •l'l -

CAP, lY

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che resti neutcale nella lotta. Sarebbe méstieri•, come ai tempi del primQ impero francese, che tntta Europa si 'sentis~e-miriac: ci ala nella sua indipendenza ; perchè si verificasse 11 caso d1 una generale coalizione. Ora, un governo saggio saprà evitare uno stato cotanto anormale di cose·, e , nel ·caso si vegga mi.;. nacciato da più di una grande poten~a, saprà crearsi' appoggi ed aiuti. . •, !\fa, supposto pure che l'llalia, in forza di una generale co~~ Jizione, sia attaccata da sei in settecento mila uomini, rinvasione probabilmente non potrebbe spingersi più in là di Roma, siccome ne convincerà 1le seguenti considerazioni. ' 1 ; La valle del Po essendo la prima ad essere · invasa dal ne.:mico le sue 20Ò 000 milizie di seconda chiamala ( che ad un ' ' . -di presso a tanto sommerebbero) vogliono essere chiamate le prime sol_to le armi , perchè non sieno perdute per gl'ita~ liani, ì-idotti che sieno a difendere la linea del Po. E però le 120;000 ·milizie •di seconda · chiamala, che dicemmo potersi, coi idepositi, deputare tenere guarnigione nelle fortezze dell'lt11:lia tutta, possono essere tòlte sin da principio dalla valle 'del Po, dalla Liguria, dal Tirolo e.dall'Istria, e le altre 80,000 a compimento del loro contingente, spedite alle spalle dell'eser. ci-lo difensore, per venire adoperate a tempo opportuno. In tàl · 'guis~ . i -mezzi militari dì quelle provincie saranno util_izzati _; anche dopo che il nemico le abbia occupate. . . . Dei 260,000 uomini, compresi i depositi .destinati a presidiare le piazze, 200,000 fornirebbero le guarnigioni di quelle ,dell'Italia continentale.. Sicchè, dedotte le guarnigioni dei forti ·e delle piccole piazze , nelle montagne , non che quelle di ·talune teste di. ponte, potrebbesi presidiare , con meglio che 20,000 uomini, ciascuna delle cinque o sei piazze principali. ·1 Le quali però , contenendo piccoli eserciti, non potrebbero essere trascurate dal nemico. I t00,000 uomirii dell'esercito permanente verr<Jbbero,,nella

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STU·f:ll MILITARI

~uu: ITALIA

PARTÈ II

~ife.sa, coadiuvati d.a 200;000 u~mj~i di. milizia .di prima chiamata,-ovverp da tulle quelle dell'Italia continentale, e da parte del.le idtlle del resto (:lei pa~$e,; i rimanénti 100,00.0 militi . re~ ste.r!lbb~ro in r.iservil nel I' ltalia,peninsu!are: J ·GO,O 00 che 'iut... tQra rimarrebbe~o delle . lr.uppe destio:a{e ·alle guarnigioni, ba.... sJer~bb:rQ per guardare•: le piaz;ze. mar,ittime di questa iparte dell lta!1a, non che .a fornire piccole guarnigioni per le allr.epiazze; J~. qmdi, essend.Q lungi, ~al teatro Qe;ille•opel'azioni, non avrebhl;l.r.o .!)olla da temere d' immedi<lto, # potrebbero -es~ere,p1~0,v..; v~dlll~ a temvo , nel ca~p la g,1~rra $i .facesse Ioro ·dà press.o. Ora, un esercitp d-i 6 in 7(),(),900 ,oollJjni, se ,pure abbia· !llla s~la ~a$e <li operi}ziQne-,-non pt;iò ;supevare J.e, A:lpi in: una sola d1,r()zion.e. ~e colonne diverrebbero ·ecçeesivameote lunghe, ; in quelle v.alh strnue. e. difeLtiv.e ·cti mezzi : di sus.sis.tenza che petT .corrono le strade; pev evitar,e J'ingonibro e\1-age,iolare le sussi~ stenze, s11rebbe mestieri muov(;lre a grandi scaglioni. che si seguis~ ~ero a grandi di$lanze, e però lenrwniente. 8!)uzaçbè, attaccand.o P!lr unil via sola, la 11istrettezz;3 de' luog-bi non pern1e1terebbe al .nemico di .sviluppare le sue forzè ~ e però, riescirebbe mollo dif~ 1foHe super(lre le difese appresJate ne1 ,monti, e monile .di n~_mero,d, ·uomini che il terpeno comporta. •l)i maniera .che, ij •~tfeasore .combatterebbe in, po.siii9ni forti per Qatul'a e pei· àrt,e; ~on_ti:9 ,truppe di numer9 eguale 11ella fropte <l"iltlP.<ìtQ,-e sar:ebbe m~1et~o sostenuto ·da : altre tnwpe ; tQttq il vanta,ggio essen.~.o qmnd1 dalla l!Ua parte, _avrebbe la qi,a~i cçrtezz& !li respfogere ·J1avversario. ·

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D'al~ra partii la l1rnga coJ9nv,a ne-~ie:él, per sbopç;Jre 'ne; ~;~ 11~, avrei;>be -mesii~r.i di mollo tempQ; -e però i) difensore, :le' cui

fq~ze stanqo racc9lle nella pic1nuri;1, po!re_bbe opprimere le prime lrt;ippe ·sboccate ,dalla .yal)e, per coi procede-l'invasione, e- che Je .rimanenti for~e sarebbero 1Jell'impos~ibilità di soccorrere. Ed ove quelle prime truppe fossero ricaçciate sulle altre che seguo~o nella vali~, ,ed incalzate virnmente, potrebbe ingenerarsi nella

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CAP. ÌV .'

-coldìrna ctnà tÙlé• con:ftisione \ da risolìarnè danni gràvissriiii. Ond' è che, un esercito cotanto numeroso, è costretto ·a pro'"' cedei·e per piò strade· ad un tempo. E po1c'liè le vie r·òtabiti delle Alpi sdno tistrélle di nuuierO', H difensore che dìspone di_mèglio che 600 000 uilnlini fra truppe regolari e mil'lzie, potrà in ciasc'tin varco a;ere tìlnte forze quante il terreno permelta di adoptarn&,_ ed avère riserve considerevoli di'.qaà 'dai monti. In questo casò •aijcota; la i'istrèttezza d<:Jllè valli e dei ' pàssi noti consEintèndo uilo svlltippo còn'si-derevole di ti•uppe neil' attaeèo, i tlìférlsori ~embatteranno in tlille le dirèzioni a numero egualej in fotti-'poi. sizlotìP triticerate, e'd av1·annò però ogni probabilità di vnt6ria. l\fa, se puré;, fli suppoilgà: che Vattacca1ile superi le difesè ·dei monti, le teste delle sue còlonne fléHo sboc-care né\. piano, ·qtiaildo grandt•ostacol1 impediscono tuttora dì comunicare fra loro, po'• \rannò 'essere battute separatamente dal difènsore, cfie tt·-ovasi qu~vi conèentrnto. . , ,~fa h1 éos·à pi,i1 pròbalii,le si è, cbe una màssa di 6 a700,0'00 uomini appartenga ad ·una coalizione, e che però, esseHdci di',v-isa. h1 v,1-rii eserciti cbe pa1·la1io dagli Stafr rispettivi, e<lli- basi di-v'erse, invadano' l'Italia' da: j,iii lat'f. Nel qua~ caso', ddvell'dò fè ftirze ita,J.iane à'.rfendere frontiere fra lorò lontane; è mestievi èhe divida-no in •più eserciti ed trna i•iserva-gelieriile; · e-la'd·rfésa deU:a li'ttt'a delle ·Alpi potrh. tUllòra farsi con eire11g;ia e spe'rdnza <lì so'étessd , ma rlon eo1{la• stessa sieurezza die•silo che h'ef càs-ò ' ·preeedenie, Precipua cura dei difensori, siccome abbiamo fatto nlì'tar~ ·rrèl ~~r.sci efi q.i:fesli-studi i., dovrnbbe,· i•n, !'al ca-so; esser quèlli:i d'im. ·p~dr1··~ ~be -fosse su-penHa la· fròrit-ie'ra delle Alpi se~tenll'i-0nali,, "tfUi'(i adop'erando le maggiòri fot'zè; c'hè àÌlorà1 essi palì·ebMnsi ~·oaèéntrare nel quadrilater0··fi·;j. il Ticino, F Adige, il Po e le .,Alpi; per opporsi a•gli, eserci'ti, ne1ni0i cl:ie avessero· supera-te le ;Alpi, 0rientali ~d oecidenta:ti. In simigUa1ile1 posizione; 400,00-0 tHJn1i11-i coadiuvati d-a 20,ojooò militi , che dalla· de'slra del· Bo 1

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ST?DI MILITARI

su.u;' ITALIA

operassero sui fianchi -degli eserciti nemici, sa~ebbero inespu-, gnabili. .,. v ' , Or~ }'attaccante, nel procedere oltr~, non potrà garantire le sue comunicazioni con meno di 100,000 uomini, controJe imprese delle guarnigioni delle piazze del Piemonte, della.i Liguria _e del Veneto lasciatesi · alle spalle, e che sommeranno per., lo meno a 1 4Q,OOO uomini; -sopratutto se, innanzi che il nimico sia.penetràto nel Piemonte é nel Veneto, il difénsore abbia fatto riunire i rimanenli ,80,000 uomini di milizia di seconda chiamata nelle piazze ruarittime o nelle provincie montane, per opernre nella mani.era discorsa sulle comunicazioni. del nemico, appoggiandosi alle- piazze. E però, il nemico non potrà muovere pon più di 5 in 600,000 uomini divisi in tre eserc.iti, co,ntro il difensore .postato con 600,{)00 uomini fra il Ticino·e l'Adige, difeso da, forti linee, ·ed agevolato ne' suoi movimenti dal possesso delle piazze ; in simigwante posizione, allaccandp separatamente gli eserciti nemici, il difensore è quasi certo della vittoria. Ma. se i difensori, per erro11i commessi o per. altre raofoni o J non nescissero ad impedire la congiunzione degli eserciti nemici, e fossero .da prima costretti a ripiegare sul Po, di poi, di posizione in posizione, fino alla ,frontiera di Napoli ; tenen~9 conto ,del rapporto vicendevole in che staranno le forze delle due p~rli, in quel momento, e della flalura di quella fronliern, l'assalitore non potrh spingersi più _oltre , ed i suoi successi quivi avranno fine. li difensore, per .essere ridotto in simigliante condizione, 'ba dovuto soffrire perdite gravissime, .che possiamo ben. supporre di un 200,000 uomini, dei-quali, 140,000 dell'ei;ercilo permanente, ed il rimanente delle milizie. Ma, se da un canto le sue forze avranno subìto cotesta diminuzione, dall'altro è, da cre9ere, che, innanzi di retrocedere sino alla frontiera napolitaria, egli, abbia pensato a ritrarre dall'Italia centrale tu Ili gli UOIJlini

PARTE II -

CAP, IV ,

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acconci per la guerrni chiamando a tempo debit~ soli~- le_ armi i militi di seconda chiamata, che sono un 100,000 ali mcirca, e coi~ questi abbia messo al completo le guarnigio~i: di _Rom~, Livorno1 Ancona, ecc. Sicchè egli avrà sulla frontiera napohtana, 260;000 soldati regolari e 100 uomini.di milizi_a di prim~ . chiamata dell' Italia meridionale ; e nelle piazze meglio che 300,000 uomini, oltre i militi di prima chi_amata, residuo dei 2.00 ooo mobilizzati nell'inizio della guerra, ovvero una -massa dì 4\n 500,000 uomini, che opereranno·su i fianchi . e le comunicazioni del nemico. · 1 L'assali torei dal canto suo, avendo dovuto superare . molte difficoltà,· combattere battaglie sanguinose, assediar fortezze, ecc., non avrà potuto vincere, che a prezzo di perdite per l_o meno eguàli a quelle dell' avversario; per cui, le sue forz~ ~1 1_roveranr10 ridotte ·ad un 500,000 uomini. Ora le guarn1g1oni delle piazze 'non· conquistate ( che saranno molte, ov~ il ne_~i~o non abbia voluto consumarsi in assedii ) insieme alle m1hz1e che, appoggiate sulle piaz'te marittime o sulle provincie montane tuttora 'in loro potere, formano, come abbiamo veduto, una massa di .t, in 500,000 uomini; e però il nemico, per garantire le sue col:nunicazioni,avrà ·mestieri di più della metà delle sue forze, e• sarlì molto1• se giungerà ,,innanzi alla frontiera napolitana con 2ÒO,OOO uomini, o poco più. E con simiglianti forze, come mai pbtrà ègli sperare di spostare 260,00 O soldati regolari in fortìssÙne posizioni/ fiancheggiati da 100,000 militi di prima chiamata', avendo sui fianchi Roma.ed Ancona fortemente m1,mite? (l) _ L' ìnvàso're' vedrebbesi anestato , e. l'esercito difensore avrebbe tempo di rì•empire i suoi quadri co' militi ed il contingente dei I giovani •dell'anno corrente, appartenenti alle provincie del na~

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(1) Se pure si supponga il nem,co forte da principio di 800,0~0._uomini -, co nella grande invasione di Francia del 181!1, le, sue forze di nncontro l'A~tzzo saranno di 30Ò,ooo soldati, e però insufficienti a combattere con spèr'anza di successo le truppe avverse quivi raccolte,


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STUDI M-ILlTJ.RI SU-LL'ITAJ;;IA

pòlitano ed alle''tèolef 50,-00·0 ti omini àlF incirca-, nòn,cbe· incorporaté ond p'al't~ 'dèlte milizre di $ecomla.chiamata dei tn~d(l~ sÌi11i paési ( pét tàl fifrrria, in ·men. ché tre mesi, l'èsel'cito dife1h sore potrebbé essere, più forté dell'avversario, e pert ,nel casò _di' riprend_ère l' dffeMivà, E qui vudls~ nolMe', elfe le· rni'lìzie di se-0·01\da clifamàtà ·n<Jn' Sàrebhero che t-ernporanèàmente.annes~.e àll'cséreito attivo·, potendo ·essere congedate a misura ehe, rioc;; eup-at'o 'il paése peitluro, si possa far:· là :leva del è-On tingente dei giovarli dèÌI' à'.ltnò C'òri'Cllte, a, quelfo·appàrten.enti. Per la via del mare, di cui si è padr.onò, shp'osso'no :foaJtaplp rapida'iD'énte tras'~àrl~r~ da ùu punto· all'àltro dèlla cosla·le, milizié lasò1ate stl ì fiaMhì. d·ef nem~co, e·ri:udirle sul puntQ1nien.Q gdài•datd, pè1' òpèl'ate sulle· comunicà'1.ioni1e fin rten'larre; imp11es~ di maggi'OI' ì'ilievEY, Là: qual ~osa: èostui'Il•gerà: il némico :.a ·stancare la sua gente ·co~ ' cònl.in-a:e ibarcè e·conttomar:~e,·che o(, friranìio alle milizie' freqllienti oo-casiorii di, pàrziali vantaggt ;· i quàli; quand'o, sieno ripetuiti.,. arrechéra-nno ,grave danno all'i!l""' vàsore. E il dì cbè l.'èSe'rcito attivo, instaurate le sue forze; ripren~ tforà l'òffensiva, l'·attaccant~ si. vet:lrà rido:tro .a scegliere· f,,i;a due ~artHi ég\ialm'e'nté esiz.i~li pet·, lfri; çioè, fra il:pè(dere Je $Il~' c~fuuriièaziòni •fiè'r' rh:tfllt: fotte le ,trupp-ei coDlrd J:avversavio11 q~ il làsèi.ti•si òaUere (fa, fòrm 'sùperto-.ii, per tene..- guarda.I~ :I~ pr;Q;- · " l1Ìè CÒ'IÌlÙllÌèittÌdtJ:i, .i : j ,,·;, .fi. ' <,1 .,. '"•I t' ,, r . . ,·'ll'J • • ' \ · Gh1'nto· il mòmentO' ù~ fiFel'l'Mte' HO'ffeqsiva, ,!-\esercito Hali~no può il'rompe're-1netl6 ·sta.io Romàno per' ti;e· dìverse; -dir~l!fonr: còntrct là dèsWai· del 11ettiieo, ri,vO'lgendd il ,p1'i!llcipc1le , attacco ~opi''a ·'Rdò:là·; ·èovèr'tòi su:~ ce11tw d,a.lle :-mdnta'gne ,dell'Alm,1,~zo,'.e iialle' piafzié é f-orti •clìè 11e sbarrarw ii passi ; G_outrn _iii ee,ntro pòsla'IO' n'eH'lJ 1Wllt'ià,· ~rélldtÙldo h~•mosse daH' Mwuztò Aqµilano; contro la sinistra, seguendo la strada che, lunghesso l'Adriatico, co'nduèe aJ ~tiddìÌà:. ,; · . i •, Delle quart ~1:e fi-nèé di opetazl.dne, crè'dia1il'd si•a- d~ p('é'~ fel'irsi quella del- lieniro·, ~a Aquila versp l' li!llhrI~r -· Pe-:

l7 t.oòchè, ;r,ottà la tinea .nerni•a nel centro,•e~-iQ\erccl~ata a Tier.ni tìui,iça· via che _met_te iu djretla co:m,unicazione Ro1P,a con An_co.nà1{via,,che ·passa a: hr.evissim.a distanza dal salienJe pell'.A:bruzzo, e iche·l'esereito, italiano può raggiungere i,I\ pochj-ssip}O temp-o),1le a.\i,,restanò ,separate ed esposte ad essere battute àl,la spart-i·~ , e 'le .truppe nemi(lhe che .sono ,verso , Roma, non pQ.teo:do più .r-itirar,si .p,e~ Perugia·.ed Arezzo;,sono costr-ette .a se.go i.re. la v.ia d,i Radioofapi a Siena; via ohe g\i it.nliani; pa,droni -dell'Umbria, possono minacciare .sul fianco, disçe~<le_ndo l)Cf, ler1ii ed Otricoli sul Tevere, e passa,ndp il fiume alle spalle di ,Givita-.Castellana. 1In ial, caso -il nemico si vedt'.il. cosJretto a r.eir,oce\Jere -rapidamente, per garantire. la Jjnea di ritirata, , di .Siena; preclusa la quale, -una all'-allra d'Ar.ezw, non glirill)a,rt'.à -che, sfilare lungo il mar-e per CiYita-Vetichia, 'Orbitello e LitVor.no,1a.tra.vèrso ·le Maremme, pa~se povero di [).lilZZi e di aria ·mal~mna, con . un -uemicQ •poderoso sul fianco. Cbe il uemiço 41erda una, sola battaglia , in simiglianl~ posi1.ioJ1e. ed ogl)i via <di,scam-~o gli sarà .preèlµsa. ·, Oltrecchè,·nel rnum,rereaHe offese ,iconv:ien prev(!dere il caso <Che·le opèrà'lio:ni non riesc..ano eo-nformi alle spenrn.ze , e .quinUi ;regolare le :mosse in guisa , da potere ripiegare, a:lfo.c~orrenza, · -suite pròt,rie' posiziimi per· la limm più br.e,ve.; siccome quella · .che il nemi,co di(licilmente può giungere in tempt> a minac'·ciare; e che .assicura meglio la ritirata. E poicbè abbiamo -vedulo .,come la posizione prinoipale della. frontiera uap.oliilana'/' qulilla dalla qua1e si difendono di fianco le altre parti <cl1 e.ssà; sia la -valle di. Aqnìla, •conviene che resercito italiano 'la rioccupi col ne-rbo delle forze, -per farne nuovamente pe1'110 tlei ,su6i ,movimenti difensivi. qnalunque volt-a il movimento ,otfénsivo non riesca. , . Ora, prendendo per linea di operazione principale la strada •ehe 1da ·Aquila conduce a Terni,_ l'esercito covre quella po. -sizipne ·direttamente , e puè a:gcvol:nientc raggiungerla ,ncl ,

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STUDI MILITARI sutt\'l'.-1.LtA

caso la sorte delle •armi non gli sia favorevol('. E se mai il . nemico ' riunisse ' le sue , forze I nella Campagna romana, pet opeiare sul fianco dell'esercito italiano, basterebbe ·che questo, nelFavall'zare, occupasse i 1passi dei monti sulla sinistra, e Colfiol'ito sulla destra, perchè non pure ogni tentativo andasse falhto, ma anzi si ricevesse abilità di minacciare alla .pr:opria volta le comunicazioni dell'avversario. In tal caso l'ala sinis,tra di questo, trovandosi nelle Marche separata dal rimanente del l'eserci.to, ·ed essendo attaccata di fronte.dall'ala destra italiana1 e minacciata sul fianco dalla posizione delle forze principali avversarie che occupano; l'Umbria, dovrà ritirarsi e fare abilità alla destra italiana di spingersi al di là, di Ancona. E però gli iUdiaui, avendo dietro di loro un vasto terreno, e gli accessi della frontiera essendo guardati dalle pia~ze e dai forti, potrebbero in ogni caso far ripassar l'Appennino ai carri ed alle artiglierie convenientemente scortati; per riguadagnare Aquila per la valle del Tronto, e con le rimanenti forze prendere le vie dei monti; essendo il ritardo, cagionato eia questo movi~ n:ento, ben lieve, rapporto al tempo occorrente all'assalitore per superare per mezzo di assedii le fortissime difese dei mouti e llgomberare le vie .che menano nella valle di Aquila. ' Jl nemico, per conver&o, se perdesse la strada di CivilaCastellana a Radicofani, troverebbesi nelle peggiori condizioni. · Championnet, nel 1798, non appena seppe che i napolitani muov8vauo per attaccarlo, cla Roma trasportò il suo quartier gene~ rale a Terni , e fece ripieiare l'ala destra dielro i burroni di Civita-CasteHana; peroccbè pensò, che, se mai Mack irrompeva col grosso delle sue forze nell'Umbria, occorrevano molte !ruppe concentrate a Terni, per arrestarlo ed impedirn che, con l'o~cnpazione di quella città per parte del nemico, l'esercito francese non fosse ridotto a relrocedere di molto, e forse .sino al dì 1h dei monti della Toscana, per raccogliere le sue ali se~ parate dagli Appennini, di cui i napolitnni avrebbero oc<:-upatq i varchi.

JD.utn: II -

CAP. IV •

"d , ·in. ven· tà •,llfack t ·,,:. u · , ""overto dai monti , , avrebbe ;potuto e .segretezza riunire nell'Abruzzo, Aq•ui~ano . 3_5 -in :36 000 soldati, dei 5,2/000 che aveva sotto i suoi ordrnt , e ro'm,pere la linea nemica a Terni, frattanto che le ali •fossero siate tenute •a bada ·da forze proporzionale; indi avrebbe potuto recarsi rapidamente alle spalle ·del corpo. pri ncipal: francese , dal··lato di Ci,v~ta-Castellana,, e costringerlo . . ad attaccarlo con l'inferiorità ,del . numero fd -in .posiztone .tnncerata.:, l'esito di· una paltaglia impegnala con ·tutti ·i dati in favore .delle truppe napolitane, non avrebbe potuto esser dubbio. J n,tlal guisa manovrando, l\fack sarebbe stato in perfellà comu,nicazione con le ,gue ali, e non sarebbesi verificalo il caso, che ila sua ahi destra foose di già disfatta, quando egli muoveva. co-1 -corpo ,principale, da Roma verso •Civita-Castellana, se'.1za elle •.neppure lo sospettasse.; e, nella rilircata, .non sarebbes, .veduto -preceduto dal nemico negli Abruzzi. . . ,· . •L'attacco effettuato da Mack per le due ali, faceva abilita al •nernicw,, sicuro per il centro, che avea di rincontro deboli forze, d'indietreggiare innanzi al corpo principale in marcia verso l~on'.a, ,pronto sempre a riunire l'ala destra ed il cenlvo a Ten~1, ~er .Borghetto, 1 Otricoli e Narni, qualora le ,cfrcoslanie lo--nchte<lessero. Frattanto poteva .rafforzùrc la si·nistra, affinchè con forze ,. -e"uali di no mero alle napolilane, ma rotte alla guerra, potesse " . battere ,la' tlestra ·di Mack, farla inseguire da parte delle truppe, e, riunite le rimanenti al centro, vincere con la snpcriorità del numero i piccoli corpi che procedevano per le vie <ii Aquila e Tagli.:rcozzo ;' ed indi, o muovere in sostegno dell'afa desti_'a, o riunirsi a\. rimaneute delle truppe in Terni, secondo le circo·stanze, per combattere tutti insieme i napolitani. . Gran parte di questo disegno riesci va la\e, quale lo avev~ 1mltlla"inalo il generale francese. L'ala destra ed il centro dei na·pcJlftani erano di già respinti, quando Mack auaccava Ci~•il~'Castellana. $icchè, se pure questi fosse riescito nei suoi dt,00n. •celerità

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$'Ì:'UDI MIL1TAR1 SULL' ITALIA

segni, Cbampionnet avrebbe potuto riunire tulle le sue forze e ritentare la sorle delle armi in migliori condizioni;, peroccbè1 il generale l\fack, che comandava un esercito di 52,000 uomini, sarebbesi veduto ridotto .a combaUere la battaglia decisiva con soli 25,000 uomini, contro la quasi totalità delle forze francesi. Dalla qual cosa riluce, che l'operare per il centl'o, essendo del pari vantaggioso pei due eserciti, la prima operazione da compiersi dall'esercito italiano, nel riprendere l'offensiva , quella si è di rioccupar l'erni e gli stretti di Narni, Somma, ecc., pei quali passano le strade che conducono a Foligno, Perugia e Roma; posizioni per noi supposte fortificate, e che, essendo state dal nemico sicuramente rimesse in stato di difesa, farà mestieri assediare. E poichè la loro importanza è grandissima per entrambe le parti combattenti, il nemico farà di tutto per impedirne l'assedio, ed una grande ballaglia sarà, probabilmente, l'immediata nonseguenza della ripresa delle ostilità. L'invasore, avendo da combattere un nemico numeroso e concentrato, sentirà il ·bisogno di riunire sul centro la quasi totalità delle sue forze. Ma l'esercito italiano, di già per se stesso più numeroso dell'avversario, sarà inoltre coadiuvato dalla parte del Liri e del Tronto da 100,000 militi di prima chiamata òell'ltalia-meridionale, non che dalle guarnigioni di Roma • e di Ancona (1); e queste milizie, l'incalzate con qualche nerbo . (1) Ritirato che 11i sia l'esercito italiano sulla frontiera nnpolitana , Romu ed Ancona restando innanzi , il nemico potrà sentirsi tentato aù assediarle, ·e sopratutto Roma per la sua importanza. Ma questa è una grande città, che, quando sia fortificata convrnicutcmentc, provveduta abbonda!)temente, e difesa da una guarnigione eh<· per sè sola formi un piccolo esercito, richiederà tempo, mezzi, e fo rze non indiITerenti per essere assediata e presa , indipendentemente dalle altre c ircostanze che renderanno difficile l'operazione\ e però , ove si tenga conto delle condizioni rispettive dei due eserciti e delle posizioni che occupano, l'assedio si renderà per l'invasore un' operazione ancor più. ,ardua. "

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PARTE Jl - - CAT'. IV

di ,truppe pel'manenli dell'ese1·cilo principale , cbè •per la'sna superro~ità! numerica questo può senza pericolo fornire, padronegget~rtno i due versanti dell'Appennino, su i fianchi dell'Umb~ia, e .ridurranno I' invi:lsQre a non avere altra linea di r,ilirata ,,che quella di, Arezzo. Cosa molto nocevole per un n111;neroso esercito, che vedrassi per tal forma ridotto a sùssi sl.efie co' l,ievi , mezzi che può fornire ll'na strella zona di terreno, a destra e sinistra della strada di Perugia a Firenze; e, nel mo\'imento retrogrado, si vedrà continuamente preceduto in sui fianchi, nell'impossibità di arrestarsi con sicurezza in vernn puinto: 1

Le truppe italiane ritirate sulla frontiera, ab}iiam veduto come sareb. b~ro un• 2601000 del\i esercito regolare e 100,000 di milizie. Se queste forze supponiamo che sieno divise, 40,000 militi e 10,000 soldati regolari nel'l'Abruzzo Teramano, 220,000 de\l' esercito permanente sul centro, o 60;000 militi con 30,000 soldatì sulla front.icra del Liri; si avranno rlue fort~ masse, l'una di 220,000 uomjni per minacciare l'Umbria, l'altra rli 90,000 per muovere in soccorso di Roma. L'esercito nemico, che abbiamo veduto com·e si riducesse a poco più di 200,000 uomi ni, e supponendolo ,1,pche di 240,000, sarà divi·s o in esercito di assedio e di osservazione. Q.uest'ul tim~ starà postato sulla destr a del Tevere, fra Terni e Tivoli, per operare fra le due masse avverse , nel caso sb occassero dalla parte qeH'Abruzzo e del Liri ; posizione centrale molto acconcia p er impedire le o-perazioni tendcribi \l soccorrere· Iloma, semprechè la superiorità numerica dell'.avversario non fosse quale l'abbiamo presunta, ma che nel n ostro caso nòn riusciri\ ad interdire i s.òccorsi diretti a quel]a 1'olta. Difatti la sporgenza1 dcU'. kbruzz'o rnt fianco di Roma, c. la prossimità !li An-trodoco a ,Terni; rende ind·ispen11a,liifo al nenrico di tener occupata l\ieti. Per. la q,uaL cosa se, falli' da:L. corpo ,di esercito del Liri gli apprestamenti per muover.e in soccorso di Roma , il corpo princjpale muova dal,l 'Abruzzo verso· Rieti, il nenlieo· sh vedrà cdsbretfo a1scegliere fra· duo partili egualmente esiziali. Se distacchi 80 u 90,.0 00 soldati, pel' conlenerc• la numerosa guarnigione di Ròma e costringere alla r itir ata il eorpo di socc<'Jr!iò', rironrranno a Rièti 120, n 130,000 uomini (d·edotto jl, cotpo deputato' o-elle Marche a contenere i 50,000· uomini del corpo dr! Tronto} , insufficienti a com.battere i 220,000 sold:,ti che sboccheranno dall'Abruzzo; e però l' esercito italiano , r espinto il n ~mico da Terni, pQtrà inseguirlo, minaceiaTe Roma e cost.ringere le truP.pe ·stac~ cale contro• il covpo del Liri a ritornare celeremente indietro , per riu• nirsi ~l çorpo principale ; cd. aUora i:I co rpo· italiano· del Uri, che ' in


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STODÌ ì\lILITARI SULL 1T.iLLI.

Per la qual cosa il nemico, frattanto che provvede alta si...: eurezza del centro, non . può trascuh1re del tolto' le 'ati, che dovrà far. covrire da forti dis.tacc-amenti, e soprntulto farà mestieri che si assicuri deMa via di Roma a Rad'icofani; e però le sue truppe, di già ne[ totale inferiori' al soto esereito permanente dei difensori che nnr-0ve dall'Abruzzo, si troverà, ;considerevolmente tndeboHto nell'Umbria, e costretto ad evitare un impegno generale e- decisivo. P·er la qual cosa -l'assedio di Terni e degli altri punti fortificati, per parte degti italiani, sarà: di moltoagevolalo. Padrone di Antrodoco e degli sbocchi per le valli del: Sal'to e del Turano, l'eset-cito dell'Abruzzo può .agevolmente occupar& !'!Ulfo prìmtY rili"r:rvasi per non impegnarsi in azioni lecisivc, potrà ri:. prendere la sua marcia innanzi. Ove poi r esercito italiano non creda opportuno di dare una grande battaglia, potrà prendere posizione e fare J:assedio di ·Terni·; ~hc riu,scirà certamente ,niolto più agevole di quello di Roma·; a cagione che, ·avendo da poco sofferto un altro assedio, le sue difese non avranno p-otuto ,essere· rimesse in breve t.empo nello stato p1•imitivo. Schiusasi l_a via · dcli' Umbria ; l' rscnito italiano può operare su I fianco della stra.da dr Roma a Uadicof.ani , impedire l'arrivo degli oggetti necessari per l'assedio, i vivr.ri ccc., ed, instau<rate le sue forze con le nuove leve cd r mezzi del napolitano, ,rovnrsi in condizione da dar batt3glìa , vincendo la· quale, la totale dist.ruzione dell' eserci to nemico sarà inevitabile-. se·, per c"itare questo pericolo, il nemico Insci a Rieti il nerbo ddlc sue forze, il corpo di assedio sarà impotente a resistere a_ll'attacco combi'nato dell'esercito di soccorso e della guarnigione. Del resto essendo Roma roco lungi dal mare, sarà sempre possibile ad un piccolo corpo. da sbarco d'introdurre nella città i necessari s_occorsi, profittando del. momento in cui le truppe nemiche si trovino imp,!gÌlate altrove •. Ond'è che, nel riprendere l'offensiva dopo <lue o tve mesi di sosta,. è molto probabile che Roma sia tuttora in p otere degli italiani , essendo per lo meno necessaria la metà di questo tempo per · apprestare il materiale di assedio, cd il rimanente d ifficilmente su fficiente pci lavori occorrenti ad impadronirsi di una piazza vasta, difesa da una guarnigione numerosa, indipendentemente dai soccorsi che vi si possono introdurre nella maniera discorsa. Ancona poi, essendo .po~ta sul mnre e non potrndo e~serc investila, potrà resistere. lungamente, qualunque volta sia convenientemente for-\ific:i.ta, una alle alture che la circondano.

CA.P. IV ~3 la .piaoura ,di -Ilieti e lo strotto altr\l,versato , Jal}a ~t,rada c_hf scende a Terni; e·quindi per questa slrada1 o per \·altra d1 ~1eq .a Roma, può minacciare il nemico in •direzioni div~r~e, e :da:· la mano alle milizie che muovono dal Liri. J,a qual cc;>sa toglten1 al -nemico di poter tenere fermo ad un tenwo a Roma. ed Il Terni, e lo costringerà a ripiegare, siccome fece Championqet nel 1-1:98, la sua ala ù~~lra dietro i bucroni ,di Civi,la-Castellan~. · Perdute le posizioni del centro, il nemico è coslretlo a rt·• piegare sulla, Toscana. Perocchè, trovandosi allora separate le ali, conviene che cerchi più indietro una posizione che gli pe1·wella di comunicare dall'una all'altra, per manovrare secondo . le ,occ:Orren~e.. L'eserci.to itali-ano, nella sua marcia o!Iensiva, deve. col corpo priricipale· seguire' la stessa · via tenuta nella ritirata, e man_ mano . riprendere le posizioùi perdute precedentemente. E poicbè il nemico non ba potuto assediare tutti i forti e le piazze, per non rallentare la sua marcia -offensiva .e no~ ,dai: tempo, all'avversario di rifare le sue forze, molti punt_i (ort1flc,a,tt sui fian'cl.1i della.linea di operazione del nemico saranno, lullora in'•pot'ere degl'italiani; ciò che renderà le loro ope.razioni offen .. siye,· mòlto più agevoli.di quel che non fos&ero state precedente· mente que\le .del..nemico·. ' · , Inoltre , poichè la .catena del\: Appenµino , dal sellen~· ,tnione della : Toscana pi:oced(md9 , verso la frontiera napoli.,.. tana, si discosta dat Tir:r~no: e si avvicina all'Adriatico, il suo versante occidentale, si slarga -i.o, pr,ossimità <,lell\l frQn;:tiera uapolitàna. La qual cosa UQa agli ostaçoli che i contrafforti, i quali r,osleggi~no e sep~rano fra loro \e va\li ,degl'influen\i de; fiùmi, oppongono alla -facilità ed all',insieme de' movimenti, @stringe l'esercito, che dalla Toscana proceda verso .la fron-tiera napolitana, a distendere la fronte di 11ttacco; .mentre i:;he il' possésso, per p;irle degli italiani, de' passi rotabili che attraver&ano que; co_nlraffo,rti, gli tolgono di far li,bcr~i;nent~, .c9.7: 11 ARTE II -

t:


24·

STUDI ll.lILlTARI SUL1,' ·1 TÀLIA

municàre i corpi ébe seguono la direzione di Roma, con quelli che pl'òcedono per la via di Perugia a Foligno.. La cosà sia altrimenti·nella marcia offeosfva degli italiani; i.n. cui i corpi si vannò ·avvicinando a misura che avanzano e, giunti soli' Arno, si trovanò in linea su di uno spatio assai' r.islrett:o.. Vero è· che it- nemi'èo, padrone deJle vie trasversali che mettono in comuni'Cazì6ne le strade di Firenze a Radicofani> per Siena., e di. Firenze a Perugia per Arezzo, può manovrare a vicenda contro i corpi italiani· ehe seguissero queite due strade. l\f.a, se n principale di questi corpi segua, con la quasi totalità delle sue forze, la via centrale di Arezzo. ed il oorpo di sinistra composto-delle milizie e d1 alquante truppe permanenti, non che d·i parte della guarnigione di Roma, muo~a per la via di Radicofani e Siena, la maT-Jovi:a d.i.wor.sa non -potrà aver luogo. _ Difatti il corpo princtpà'le· italiano I per sè solo forte abbastanza per combattere contro tu-Ilo l'es·ercilo avverso, vieta a questo d'indebolirsi per rafforzare !:'ala destra; e se l:o facci\ · tiss6' né prO'frlier"à per guadagnar ten•eno ed impadronirsi delle posizioni importanlì, che, difes·e·cla un:inaggio1· numero di truppe-, avrebbero forse potuto sostenersi. Ed aggi ungi, che se pùre il nemico rresca a far relrocederé la colonna ài Siena , nel ritornare che farà su; i suoi passi in soccorso dei centro, non avrà forze sufficienti per riprendere posizioni occupale da u,n avver~ satfo dì lui più forte·.. Per la qual cosa, se il corpo cli Sieua tifiuti d1mpegnarsi contro forze superiori e ripieghi, ;fa sola marcia innanzi def corpo principate italiano eostringerà ,il nemico a ricaltare le sue ·orme, pér riunire le sué forze, e ta, CO'-'lonna di Siena potrà riprendere il suo Itlovimento offensivo; in tal cJso questa colonna è un soprappiù di• forze per gli italiani, che agevolerà f'improsa-, essendo il solo corpo principale suffi:.. ciente a vincere le forze nemrche. M nemico non rimarrà aUr,o

25 p'arfito, · chei studiarsi· di contenere l'ala ~inistrn su.Ha· s~rada, di Siena, e, 'col rimanente delle forze-riunite sulla strada, d1 Arezzoi oppor'sitàl movimento della colonna- principale itaHana.-_Ridotto il' •fl!emico ad una difesa di frli>nte e passiva, se rafforza dr,troppo 11ala destra, corre riscbfo d'esser vi~lo sulla direzione prin:cipale~ ·se per tenersi possibilmente riunito e pode_ros~ da Juest~ ~alo, lascia forze · insufficienti sulla ~irezione, d1 Siena, l ala smislra italiana, ; guadagnando terreno , obbligherà il corpo principale rl~mico· a ripiegare. • ,i Non v\ha dubbio che l'esercito nemico, retr,ocedendo, rac. coglie i corpi lasciali a guardia delle comànicazioni ; ma ailche ntaliano aumenta le sue forze con le g11arnigioni delle piaize, non che co' corpi di milizie che opeN1vano su i fianchi del-ntilnìe'o, appoggiati su queUe fortezze. - · ,G'ilHiW soli' Arno, l' esel'cilo italiano convìene che rivolga la sua attività ad impadroni-rsi de' forti che sbarrano i passi delt'i-\.ppennino1 per i;ndi dis-cencfore nella valle. del Po. r-i •L'ala deBtra fo gran parte formata d~ mifo,ie i che muove lungbesso l'Adriatico 1 · sMà agevolata .nel suo movimento dalla mòssa · innao.zi del corpo prh1eipale sul c1rntr0; il; q.uale1 ri_toglrea,iJo al nerotM ~aloni dei forti . che sbanano le vie-di comunioaiione fra ,i d-ue 'Versanti, minaccia l'ala sin:i&tra nemica alle- spaiHe, se 'ìnat si ostìn:i a rimaneve)n una posizione·avanzata<; M'ai, nel goadagnàr t-erreno I l'a\:a destra Haliana deve renetst alquanto più' indiet:ro ,d-e\i centro, · per appoggiarsi allà · posizione della Cattolica·; nel caso n nem·ico; 1·ipiegato sul ver.... slinl~ sellentt·ionale del\' -Appennino toscano ,; tenti- di spi·nger,;i verso. Fori\; e Cesena; comè ben · può farlo, insi;no a ch'e sia padrone degli sboèchi de'monti; cbè se quell'ala si spingesse inconside1,atamante innanzi,, potrebbe vedersi attaccala da forze supetiori1 senza speranza di essere soccorsa dall'esercilo principale, che ·in quel momenlo trovasi nella Toscana , e però con. la catena· dell'Appennin@ frammezzo. Nel solo caso di ,una decisa •

PARTE 1\ -

CAP, IV


26

STUDI )111,!TARI SULL'1T ALI A

superiorità di forze sulJe truppe che •ba· ·di rilìcontro,• può q,uell'ala spingersi piì1 rapidamente innanzi, ed agevolai:e fo operazioni .delFes~rcito principale. operando, all'occorrenza, sul fianco e le comunicazioni del· nemico: Ordinariamente, il momento per l'ala destra di spingersi . innanz-i, l'è ·quello in cui l'esercito principale irrompe nella pianura, sulla destra del Po. Padrone della valle dell:Arno1 l'eserci to italiano può dar la mano alle milizi'e della Liguria, rafforzarle e far diversioni tendenti ad agevolare le operazioni rivolle a sgomberare gli sbocchi ùegli Appennini, obbligando il nemico ad accrescere le sue forze dal lato minaccialo. Se questo ·abbia la base di operazioné sulla frontiei'a occidentale delle Alpi, non potrà in verun modo trascurare le minacce procedenti dalla riviera di Genova. Non così se l'abbia sulla parte orientate. Ma allora le forze della Riviera possono penetrare in Piemonte, riunirsi alle guarnigioni delle piazze ed ai corpi <li milizie che hanno tenuto il campo fra quelle, presentarsi sul Ticino ,' e, dando la mano alle milizie· ~cl alle guarnigioni delle-· piazze della Valtellina e del Tirolo, molestare fortemente le comunicazioni del nemico ; e però , in questo caso ancora,· il nemico si vedrà costreLto a raffor.zare. i corpi che guardano le comunicazioni, con manifesto vantaggio dell'esercito principale italiano. Del resto, rioccupato lo Stato Romano e la Tosca.na, rimangono libere le milizie di queslì paesi , sino · a quel momento deputate a guardare le piazze, ed a minacciare i fianchi e le comunicazioni del nemico .; e però esse possono ben essere trasporl'ate per la via del mare• a Venezia, donde vien loro fatto abilità d'intraprendere opernzioni identicl1e alle precedenti, io d:rezione inversa (1 ). .

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.

(!) Alle operazioni sopra discorse, cd alle altre dello stesso gener e

che siamo an'dati m.a n mano esponendo nel corso ,li questi studii , abbiamo attribuito ognora un'importanza secondaria , rJ tutto al più di diversioni, affine cli avqr campo d'esaminare la forz a difensiva dell'Italia n el caso più ordinario; quello cioè, in cui, [senz'ave~c l' csclu si;o dominio dd mare, si sia non per tanto da, quel ·l ato forte abbastanza lla

P ARTE II -

27

CAP. lY

•:Lo• ·sboccare dal!' Appennino nella.. pianura del Po, dopo aver i-ioccupali i' forti che litsbarrano, al cospello di un esercito numeroso; è un'operazione che richiede molta perizia ,; _ma , il iu·ogo' di 'd.iscorrerne non è in questi studii, limitaii' a semf>lici èonsid0ràzioni genera\i'-.stralegiche. I

pot~r fronteggiare il nemico , e costringerlo ad operare misuratamente cercare di opporsi alla operazioni marittime degl'italiani. , In tal caso l'invio di truppe <la un punto :ill'altro deJla costa, non poÌrà altrimenti effettuarsi che di tempo in tempo, cd in ~onvogli_ non molto grandi; e però. non rjescirà agevole trasportare su d1 una piazza . marittima di tali forze, da dare . un nuovo indirizzo alle operazioni militari ~ Con squadre poderose, comechè alquanto inferiori alle nemiche, opcr.ando talvolta con prudenza, tal'altra con ardire , si possono lrasp_o'.·t are truppe e provvigioni su questo o quel punto , a malgra~o la v1c1~ nan:1Ja1 deHe· squadre n emiche, per provvedere e fafforzare le piazze ed 1 c~rpi di •milizie , e far lorn abilità . di t entare imprese contro i corpi e le comunicazioni dell'avversario, A malgrado delle squadre inglesi che scorrevano il l\lediterranco, potette Napoleone I. sbarcar e un esercito . in •Egitto. Simiglianteinente, nella guerra dcli' indipendenza di America, Je , squadrc deJl'Atlantieo, non potettero impedire che i francrsi conducessero truppe da sbarco in soccorso dcgl'insorti; in tutto il corso di questa g·ucrra le squadre inglesi e francesi comhattetlcro ripetutamente fra loro, senza che . mai l'una riescissc. a ,. distruggcrc conipiutamcnte l'altra, e ment~e gl'inglcsi toglievano ai francesi alcune isole delle Antille , altre qlJ~stj ne conquista.vano sui loro nemici. · , D'.a llm parte le squadre italiane, operando ·in prossimità dcUe proprie cqs,te, troverehbonsi in, condizioni assai migliori eh.e non.quelle de' francesi in Amciica ; •perocchè potrebbero avvantaggiarsi dei loro numerosi porti e stabilimenti marittimi, quivi rifuggiarsi ali' occorrenza, instaurare i ~anni sofferti, e ·spiare il !momento opportuno per riprendere il •largo . 11-Icn,l re. che la cosa starebbe altrimenti per il n em.ico, i cui stabilimenti marittimi e~sendo lungi dal teatro della guerra , qualunque volta parte . delle, sq_e.:navi fossero per una causa qualunque costrette a riparare in quelli, le squadre italiane resterebbero per lemp9 non lieve d ecisa111cnte arbitre del mare. , Che se poi, o per forza propr,ia o per alleanze contratte, si sia padroni del mare, si posso·no intraprendere operazioni ben più importanti e decisive; . e, nella ripresa dell'offensiva , Genova e Venezia agevolerebbero di . molto la riconquista del paese. · . Si suppònga, difatti, che il nemico abbia la sua base di operazione a<l occidente della valle del Po, e . che venga . attaccato vigorosamente dalla parte .della Riviera di Genova; ~gli dovrà tosto abbandonare tutta J'ltolìa peuinsu,lare· e riunire le sue truppe in Piemonte , p er covrire le SllO

n~I


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STUDl MILITARI SULL' ITALIA

PART.& Il -

Disceso nella valle del Po, l'esercito italfano deve, innanzi tutto, por mente ad impadronirsi della 'l'iva destra.di questo, fiume, e togliere al nemico i mezzi di passare a suo taleato dall' U1Ìa ali' altra, per disturbare' le operazioni degl'italiani ;. come allresì deve pensare ad impadronirsi di Stradella, nel caso la base del nemico sia sulle Alpi-occidentali. Che SP, poi comunic:izioni e la linea 1di ritirata, per il caso possibile che la sorlP-gli si dichiari contraria. . Ora abbiam veduto come l'esercito italiano, ritirato sull'Abruzzo, sia siffattamente forte, da costringere l'avversario ad arrestarsi. E però, riempiendo i vuotì delle sue file nella maniera discorsa , può , senza verun pericolo, far trasportare successivamente a Genova tutte le forze onde sia stato accre~ciuto, cioè 1'2Q a H0,000 u omini, e con simigliante movimento costringere il nemico a rafforzare considerevolmente le sue truppe in Piemonte, per quivi opporre forze sufficienti ad assicurarlo . contro qualunque eventualità. Il quale intento egli non potrà alltimenti raggiunger e, che r accogliendo foTZC s uperiori a quelle del nemico, essendo una battaglia perduta in Piemonte b en più esiziale · per le truppe che occupano l'lt&lia-centralc, che non una disfatta nell'Umbria o in Toscana. Ma, se pure si supponga che il nemico si limiti a spedire in Piemonte forze pari a quelle dcli' avversario , le truppe del!' Umbria saranno si('fnttamente assottigliate, da fare abilità agl'italiani di sottParrc dall'Abruzzo nuove forze e rianire nella L.iguria un numero molto considerevole di t ruppe. L'av,•ersario allora si vedrà costretto a concentrare tutte le sue. forze in Piemonte, ci lasciare I' Ualia-centrale , insino al ·Po , i'rl' potere delle milizie italiane; le qu ali, combinando l_e loro mosse con quelle che operano nel Veneto e n ei monti, possono tentare di ritogliere· iÌ Lomb ardo-Veneto al ncmiéo, le cui forze rton potranno csscl'e consìdèrevol i, costretto come quegli sarà stato ad accorrere in Piemont<': Di maniera che, col solo trasportare in più riprese l'esercito italiano· a Genova, per la via. del mare, si riconquista pressO' che tutta l' ltulia. Per tal forma , e )e. forti posizioni elle converrà riconquistare m:ln mano , . e le pi:izzc che farà mestieri assediare, resterau.no• abbandoaatc a loro stesse; ed il nemico, anzichè avvantaggiare dal loro possesso, ne risentirà danno, a cagione delle guarnigioni ch e dovrà l'asciarvi , qoalonque volta non voglia · abbandonarle all'avversario s·enza trai'' colpo. Qualora il n emico avesse la sua base ad oriente della valle del Po, si otterrebbe un risultato anogolo., IT\anovrando alla stessa maniera dalfa parte di Venez'i'::1. Se, infine , la base del nemico fosse a settentrione , operando per Genova o per Venezia, si costringerebbe del pari il nemico ad abbandonare l'Ita-lia: centrale, p er f.ir centro delle sue mnnovr~ il Lomhard'o. ·

CA.l', IY

20

quegli abbia la base sulle Alpi-orientali o sull,e_ s~tte_ntrio~ali, Sf~·adella tr.ovasi tagliata fuori , noH appena gl italiani abbiano .passato il Po, e sieno penetrati in Lombardia. Se il nemico ha la sua base ad oriente della valle, non appena l'esercito italiano abbia passato il Po, in un_o d~' punti .fra Piacenza e le paludi Vei•onesi, il Lombardo ed _11 Piemonte sono riconquistali. Se, invece l' abbia ad Occidente, saranno 'lo.sto sgomberi il Lombardo, il Veneto, H Tirolo e _l'Istria. Se in.fine l'abbia al sellentl'ione delle Alpi, perduta la lrnea del Po, . dov,rà ripiegare su i monti della Valtellina e del Tirolo, e, da -queste provincie in fuori, tutta l'Italia è riconq~i~tala. Ch~ se poi' le forze nemiche appartengano ad una coaltzJone , po1chè gli eserdti che le compongono hanno basi di:ers~, no~ appena l'esercito italiano abbia forzato il Po e messo 11 piede rn Lombardia, essi dovranno dividersi per covrire ciascuno la propria base; la qual cosa farà abilità alle forze italiane di ~allerti se-

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'paratamente. . : Donde si scorge <li quanta importanza non sia l'llaha-penrn-. su lare per la difesa generale del paese, e ui quanto non agevoli .fa riconquista della valle del Po, l'essere l'eserci to italian~ basato ~ulla parte peninsulare, anzichè ad oriente o ad occidente :della valle stessa. Se, inoltre, si tenga conto della forza delle posizioni che difendono l" Italia-peninsulare, della profondila che acquista la linea di operazione del nemico occupandola, e della sua popolazione, e-be, compresa la Sicilia, S\Ja naturale appendi·ce, è presso elle i tre quinti di quella di tulla 1:Italia, s~ rndra come mal si apponessero coloro, che dicevano <l1fenderst rllr1lia nella valle del Po, e che, questa perduta, ogni scampo sia tolto agl'italiaui. li regno Longobardo periva a Pavia, sollo J colpi di Carlo Magno, mentre che il ducato di llenevento resisteva alle·sue armi, ed il polente imperatore vedevasi ?ostrello a ~tar contento di un trattalo col Duca. Ora, quanto diversa trnu sarebbe stata la sorte de.Longobardi del regno, se, invece


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STUDI. MILITAR[ SULL'tTALI..\

l'ARTE lI -

di rinchiudersi in una piazza, avessero tenuto . il campn, e 1 costretti da forze preponderanti ad abbandonare la valle del Po, si _fossero ripiegali sul ducato di · Benevento, e se lo Staio Romano, in luogo di avverso, fosse stato amico? Ionanzi di por fine al preserite capitolo, aggiungiamo talune considerazioni tendenti a fare viemmaggiormente rilucere l'importanza dell'I talia-pen insu lare. Me~sa da banda ogni altra considerazione, le forze principali italiane, nel 1848, stando basate sul Ticino, aveano mestieri di una serie non interrolla di vittorie per riescire nel disegno propostosi; mentre che, una sola ballaglia perduta, costringeva gl' italiani a ripiegare sulla frontiera piemontese, e questa forzata, la guerra poteva dirsi finita. E se pure i piemontesi fossero ripiegati sul Po, anzi che sul Ticino; forzato quel. fiume, avrebbero dovuto ritirarsi sotto Alessandria, per difendere il Tanaro, o sull'Appennino, appoggiandosi su Genova; vinta quest,l difesa, il Piemonte era costrello a ricevere la legge dal vincitore. Di maniera _che gl'italiani, arrischiando in ogni ballagli a, tutto, od almer:io assai più di quello che potessero ripromettersi dalla vittoria, le due parli non combattevano a dati eguali. Ora, qual è quella guerra che. non s' abbia le sue alternat-ive di vittorie e di rovesci, per poco che vadi in lungo? · La cosa sarebbe stata altri men li se gl' italiani fossero stati basali sul!' ltalia-peninsnlare; una o due battaglie vinte dal nemico, non sarebbero siate· sufficienti per decidere I' csit~ della gnerra. Il nemico avrebbe dovuto superare numerose linee e posizioni, e, per innollrarsi nella bassa Italia, sarebbesi ve<luto costretto a lasciare molte forze in Lombardia e sulla sua lunga linea di opernzioni ; e però sarebbe giunto molto indebolito innanzi la frontiera dell'Abruzzo, dove avrebbesi potuto ve• dere arrestato. Ond ' è che, avendo egli mestieri di molle vittorie per costringere gl' italiani alla par.e, siccome questi per vedere decisa la guerra in loro favore, il disquilibrio era tolto , e le parti trovavansi librate. ,.

31

CAP. IY

, Oltrechè, stando le forze italia~e basale sull' Italia-peninsulare, i romani ed i toscani non sarebbonsi trovati in nessun caso isolati, e però, avrebbero potuto definitivamente unire le· loro forze a quelle delle altre provincie italiane, e tutte insieme correre una medesima sorte.ladroni alfora dell'Italia-centrale meridionale, con la decisa superiorità sul mare ed in comunicazione clirella con Venezia, la conqizione degl' italia·ni sarebbesi miglio1:ata d'assai, e l' influenza cli quella imporlante piazza rnar(ttima, " · sull'esito della guerra, sarebbe stata grandissima. Nella marcia offensiva,'\' esercito ìtaliano, passalo che avesse il Po, basavasi natural men le su questo fiume, e tosto intrapren- . deva l'assedio di Mantova e Legnago; padrone di quesl' ulti ma jJiazza, esso tendeva per il basso Adige la mano alle truppe romane .che operavano nel Veneto, le forze stavano meglio raccolte ed in linea, e le operazioni, da quel lato, potevano essere soslenute energicamente. Nelle condizioni in che trovavasi l\fanlov;i nel1'-inizio della guerra, l'ai,sedio non poteva andare in· lungo ; . e, caduta ch'essa fosse in potere •degl' italiani.' questi avrebbero potuto , in caso di rovescio , rannodarsi nel Serraglio , arrestare' la marcia del nemico, e rendere presso che nullo il · risultato della sua vittoria: senzachè, le truppe stando più raccolte sin da principio, rendevasi meno probabile la perd ila di una battaglia. Ad arrestare le scorrerie delle partite ehe fosse ro uscite ùa Peschiera, sarebbero state sufiìcienti le popolazioni lombarde, ordinate in corpi d-i mil izie. La manovra di passare con tutto l' esercito il basso Ad ige e basarsi su Venezia, per operare sul fianco della linea di operazione del nemico siccome avrebbero voluto taluni di coloro che scrissero sulla campagna del 18~8, era, secondo noi, ia questo solo caso possibile. Peroccbè, per la via dell'Adriatico, le comu nicazioni fra Venezia e l'Italia-peninsulare erano brevi e dirette; ~nentre c·he la cosa snrebbc stata ben altrimenti, quando.le principali forze d' Italia avessero· arnia la loro base in Piemonte.

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32

PARTE II -

STUD1 .MlLITARI ·SITLL.• ITALIA

- ·• _Nelle condizioni attuali dell' Italia, i soli regni di Napoli e Sardegna banno uno Stato militare di c.oi si: possa tener conto. Ma la -forza di ciascuno è tale, che, da sol0; nessùno d'essi potrà mai sperare con fondamento di. condune a buon fine una guen:a, intrapresa contro una grande potenza terrestre, .per quanto lo si voglia supp.orre miliiarmente ben ordinato. Pe'r questo farà mestieri una stretta ajleaoza offensiva e dif~nsiva di ent_rambi, la quale ·si trascinerà dietro, di fatto, il concorso de' minori Stati della Penisola e delle popolazioni. Non fa mestieri dirlo, che primo pensiero de' generali in capo dei due eserciti vuol esst>re .quello di riunire le loro forze, in:nanzi cbe il nemico sia nel caso d'impedirlo. Stando in principio i due eserciti raccolti imlle f.rontiere rispettive·, il napplitano difficilmente potrà giu ngere in tempo a sostenere il piemontese sulle Alpi, qualunque volta il nemico, muovendo dalla frontiera occiù~ntale ,· attacchi senza indugio. In tal caso l'esercito piemontese dovrà, in sulle prime, sostener.e da solo tutto lo sforzo del nemico; respinto, conviene cbe ponga mente a non lasciarsi tagliare da Alessandria, e cbe -in estremi casi ripieghi sulle montagne del Genovesato, le quali covrono la strada.di Bobbio a Genova, per 1-a gola della Scotrera, che converrebbe rendere transitabile per le artiglierie ed i carri. Con la sinistra a Genova <e la destra al passo di Cento-Croci, l'esercì.lo piemontese covrirà la strada di Genova alla piazza della Spezia, dove si riuniranno lutti gl'imbarazzi dell'esercito e i depositi ; in questa forte posizione, esso polrà durare per qualche tempo. Infine, potrà ripiegare con la sinistra sui monti della Spezia, col centro nella valle della l\Iagra e con la destra a Fivizzano. Ora, per quanto si voglia rapida la marcia oifensiva del nemico, occorrerà del tempo per -<\llraversare uno spazio considerevole, e vincere parte d"i viva forza, parte con manovre, poKizioni forti per natura e per arte. E però in quest'ultima posi zione, la quale covre la comunicazione con la valle del!' Arno,

CAl'-, IV

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per Lucca, l'esercito piemontese potrà ~ssefe raggiunto dal napolitano, che ali' irromper; delta guerra_ sarà. mtisso•a quella voila ( 1 ). Donde si scorge I importanza_ d1 Sp~~1a ~~ le ~pe:a.ziohi degli eserciti italiani , nelle attuali condlZIOlll d Ital~a, 111dipendenlemente dall'appog~io che pu-0 o~rire alle ~quadre, nel caso la guerra proceda dalla frontiera occ1dèntale. Non minore è I' importanza di qudla piazza, se la base del nemico sia ad oriente o a settentrione della vatle del P-0. Al~ \ora, la riunione dei due eserciti deve aver luogo nello spazio lra \a frontiera piemontese e la toscana: sul ,versante del Po, qualunque volta il ne:nico sia tuttora lungi e 1~e~l' impossibi,\ità d'impedire la congiunzione; sul versante manlhmo, nel caso t

-contrario. Nel primo di questi casi, l'esercìto piemontese, appoggialo t\l -'campo trincerato. di Alessandria, e coverlo dallo stretto di Stra·della convenientemente fortificato, e dal Po, attenderà per met'-tersi \ 11 movimento che le forze napolilane sieno giunte in Toscana e la co11gi11nzione avrà luogo nella pianura fra Pia·cenza'. Parma e Modena, per in-di muovere ad impadronirsi <lei •'-Po ed invadere la Lombardia. 'Nel secondo caso, converrà operare con maggiori riguardi. ta posizione di Stradella covn' perfettamente la strada di Bobbio, per la quale, sempre che sia renduta rotabile in~ino a Gi!nova converrà ripiegare, nel caso l'eserdto piemontese non poss~ sostenersi di là dai monti sino all'arrivo dei napolitani '.n Toscana, e che la ritirata sui monti di Genova .e della Spezia (, ) Cotesta manovr3, suppone che il ·n emico non possa operare _uno -sbarco di forze imponenti in qualche punto della costa, e, bas~nò.0~ 1sul 1 'mare, cacciarsi fra i due eserciti italiani cd impedirne la ,c_on~n11_1z ?nc. -Che se il nemico sia potente sul mare, conviene che gl 1tahan'. sic~o · ·alleati di•una forle potenza marittima, la quale, togliendo, al nci:mco I c:sclusivo dominio del mni'c, gli vieti d' indirizzaTe !a sua hnca di opcra-zionc per una via, in tal caso, difficile, incerta e pericolosa. Voi. Ili, -- -3

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ST UDI MILITARI SULL'ITALU

divenga neces:;aria. l\fa il nemico, essendo superiore di forze a ciascuno dei due .eserciti italiani, presi isolatamente, può prevenirli qua,1do :;iano tullora disgiunti, ed occupando gli sbocchi de' monti della Riviera di Levante, non che quelli della Toscana ad essi più prnssimi, impedime la riunione intorno Spezia e la l\fagra ; doflde la necessità di occupare in tempo quegli sbocchi e forLificarli. La qual cosa non è disagevole. Perocchè le forze navali dei due Stati italiani, insieme congiunte, essendo superiori a quelle del nemico, col dominio assoluto del mare potranno sbarcare prontamente in Toscana un corpo napolitano, il quale, unito alle truppe toscane, potrà occupare e fortificare i pas3i rotabili dei monti. Allora il nemico, non potendo trasportare.cbn sè le ~rliglierie, si vedrà costretto a combattere in Toscana, senza il soccorso di quest'arma potentissima, contro un nemico prnvyeduto di tutti mezzi di guerra, 1:d in posizioni trincerate. Ond' è che i piemontesi, non avendo nulla da temere da questo lato, potranno profittare del momento in che il nemico si trovi affievolito di rincontrn Stradella, per attaccarlo e rigettarlo sulla sini:;tra del Po, e, impadronendosi delle comunicazioni del corpo penetrato in Toscana, me.tter questo -nella più critica posizione. Che se poi questo corpo, fallo accorto del pericolo, ripassasse senza indugio i monti, la congiunzione con l'altro suo corpo non potrebbe aver luogo che tra Modena e Bologna ; e però i piemontesi, padroni di Parma, potrebbero ripiegare verso Pontremoli, e congiungersi coi napolilani sulla via di Sa1,zana. Di man iera che il nemico> per sboccare sul versante marittimo dei monti, ha mestieri ù' impadronirsi, innanzi tallo, di la~ luni varchi rotabili; operaiione che può richiedere molto tempo, ove siano stati· ben fortificati e muniti d'artiglierie , durante il ·quale, la congiunzione dei due eserciti italiani può elfelluarsi · ~n Toscana. ~ D'altra parte, se pare in forza degli avvenimenti i piemontesi

'PARTE II -

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CAP. IV

· si trovassero ri~otti sollo . Genova, dove non po~re_bbero _esserll forzati, all'appressarsi de' napolitani potrebbo11s1 recare_ 1n Toscana per \a via del mare, che le squadre italia~: domm:reb. bero, e quindi , muovendo insieme i due eserc1-h .. verso 11 Po, il nemico vedrebbesi costretto ad abbandonare ~rec1p1tosame.nte ·la Riviera, per difendere la sua linea di operazione. , Intanto che. l'esercito piemonte:;e stasse raccolto su_ll ala destra della sua frontiera orientale, i\ Piemonte non c~rr..erebb~ -alcun serio rischio. Peroccbè, essendo le piazze pres1_d1a\e dai ·battaglioni di deposito, da ·parte de\,\'artiglieria da p'.azza, ~2 ,a 23,000 uomini all'incirca, oltre un 50,00-0 guardie nazionali attive, 0 meglio di milizie (1), il nemico, per scorrer\~, avrebbe mestieri di adoperarvi un grosso corpo; cosa p~r lui pe. ~·ic~losa, nel momento che stasse ,per effettuarsi sul suo fianco fa riunione dei due eserciti italiani. Dalla pianura a pie' dell'Appennino toscano, muovendo_contro 41 p0 , converrà_, innanzi lullù, impadronirsi dçHe due riv~ d_el fiume e <li Mantova, affine di crearsi un possente mezzo dt difesa, per arrestare il nemico nel caso si perda una grande ,La~~ taglia, e quindi impadronirsi di Legnago. ~\\ora, ~elle due I una. Venezia, per cfrcostanze fortuite, sarà libera d1 sè, come nel 0 18,i,8, oppor no. Nel primo c.i50, si ·potrà con ~uue le forze 'Passare nel Veneto, basarsi sul Polesine e Venezia, sul ~anco {folla comunicazione principale del nemico; ed ove questi persista a re:;lare a Verona, si potrà con la destra dar la mano al

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(t) li Piemonte con ·5,000,000 ili abitanli , pu·ò, in coso di, uerra_, .rn~~•lcre sotto le armi · il 2 per 100 per l'esercito r egolare, e l un~ d1 ~ihzie per rimanere in riserva ; ovvero 100,000 uomini;pcr l'esercito att_1~~• de' quali , presso che 80,000 ctTettu almc11te i11 campo , e 50,00~ '.11,hti. -Supposto il servizio di 10 anni per tutti, occorrono tli;OOO soldati l_anno'. che il paese può b en fornire , se pure si ritenga che de' 50,500 giovan~ -call'incirca chr. annualmente raggiungono l'età voluta prr e_sscre s~ttornessi alla leva, i due terzi, ,:ome nel 1856, fossero dichiarati, per vane cause, ,esenti dal servizio militare. '


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STUDI MILITARI SULL'ITALIA

Tirolo con la cooperazione de' corpi irregolari veneti, e studiandosi di precludere, o almeno .di rendere molto difficili al nemico le comunicazioni per quell'aspro paese, costringerlo ad abbandonare Verona. Nel secondo caso, converrà muov9re difilati sopra Verona, affine di fare l'assediò di questa piazza, che si renderà molto disagevole , qualunque volta gl' italiani non abbiano una t,oTan. dissi ma s·uperiorità di forze soli' esercito nemico; perocchè allora, non essendo possibile investirla sulle due rive, senza pericolo di essere balluti alla spartila, essa rimarrà in comunicazione con l'esercito operante, che potrà però approvvigi~narla e rifornirla di uomini. Frattànto numerosi corpi irregÒÌari lombardi, ordinati appositamente, sostenuti da alquantr. truppe regolari, dovranno studiarsi di penetrare pe' passi della Camo11ica nel Tirolo, ed insieme alle belligere popolazioni di quella provincia, intercettare da prima quella via di comunicazione al nemico; ed inc~i, nella ritirata eh' esso effettuerà per la via del Priuiì, prècederlo sempre sui monti, e molestandolo sul fianco, costringerlo ad accelerare la sua ritirata. In caso di rovescio, l\fanlova, il Po e l'Appennino toscano sono Ire grandi ostacoli, elle il nemico dovrà superare per dividere i due eserciti, i quali, successivamente occupando queste posizioni di fianco, garantiranno compiutamente il Piemoiite da un scrio aUacco. Perchè sia altrimenti, converrà che le forze nemiche sieno immensamente superiori di numero alle italiane, siccome l'eran quelle di Souvarow, delle francesi, nel 1799; in ogni altro caso, sarà errore gravissi mo per il nemico l'operare in tal guisa. D'altra parte, una ritirata eccentrica de' due eserciti italiani, indirizzandosi l'uno sul Ticino e l'altro sul Po, li compromellerebbe entrambi, senza salvare il Piemonte; peroccbè il nemico, impadronitosi del Po e dell'Appennino-sellcntrionale, potrebbe con forze relativamente deboli, tenere in iscacco l'esercito napolitano, ed invadere il Piemonte con forze superiori 1

PARTE II -

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CAP. IV

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Vinto il quale, potrebbe rivolgersi con tutte le forze contro l'esercito napolitano. • Perduto l'Appennino toscano e disceso il nemico nella valle dell'Arno, è probabile che i due eserciti ital iani- si separino, e che il piemontese ripieghi sulla Spezia ed il napolitano sulla frontiera dello Slèlto romàno. Ciò uon pertanto, essi continue- • ranno a prestarsi un vicendevole appoggio. Difatti, se il nemico incalzi l'esercito piemontese lungo la Riviera di L<wanle , in quel paese disagevole e stretto fra l'Appenni no ed il mare , questo potrà, spiegandosi perpendicolarmente alla strnda, con la destra al tnare e la sinistra ai monti, arrestare forze superiori ; nel qual caso la presenza dell'esercito napolitano sul fianco, obbligando il nemico a starsene concentrato più che si_a possibile, gl'i mpedirà di girare le posizioni pief\10ntesi , disl~ndendo la sua ala destra sull'altro versante dell'Appenni no. Aggiungi che, insino a quando i due eserciti italiani stiano ad una conveniente distanza, il nemico può avvantaggiarsi della sua posizione centrale per muovere or contro l'uno, or contro l'altro ; ma il dl che saranno ripiegati l'uno sotto Genova e l'altro verso l'U mbrià, esso si vedrà co~trelto a dividere proporzionatamente le sue forze in due eserciti. Da quel momento, per menare a compimento la guerra, il nemico ha mestieri di attendere rinforzi. Peroccbè, per vincere compiutamente uno dei due eserciti e costringere lo Stato rispettivo alla pace, ba mestieri di disfarsi da prima dell'altro esercito; e frattanto, per su1)erare le fortissime posizioni di Genova o dell'Abruzzo, gli occorrono forze superiori a quelle dei difensori. Dura!1le tutto que:,to tempo, l'esercito piemontese rimarrà in comunicazione con le provincie dello Stato, da cui potrà ritrarre uomini e provvigioni . . Se il nemico, separati i due esPrCili italiani cCJn l'occupazione della valle dell'Arno, volesse evitare d'impegnarsi nella Riviera di Levante, dove il terreno non è favorevole alle opera-

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STUDI MitlTA'. R[ SULJ: ITALIA

zioni offensive, non polrebbe allrimenli farlo che dividendo in dukl il suo esercito, per indirizzarne uno verso Stradella; ma allora r due eserciti italiani• potrebbero riunire i loro sforz~ eontro qu-ello rimasto in Toscana, e ritogliere al n~mico le posizioni dell'Appennino, sul suo fianco sinistro. Tulle queste operazioni sarebbero agevolate dalle squadre , le quali mantenendo. i due eserciti in comunicazione fra loro, anche quando si trovassero separali da grandi. distanze, agevolcrebberù gli attacchi, col fare abili.fa di rincalzare quello dei . due escrcili che dovesse fare lo sforzo principale. E poichè la celeri Là con cui muovono le navi a vapore è superiore a quella con cui procedono le truppe in terra, riescirà agevole riunire forze prcponùeranti su d.i un punto, e battere l'avversario innanzi cl~e possa essere soccorso. L'appoggio çhe presti Spezia in tutte queste operazioni, si nell'otTensiva che nella difensiva , appare .chiarissimo, come quella intorno a cui vanno effelluati i primi movimenti , e che però può accogFiere i magazzini e i depositi; e dove, all'occorrenza, l'e3ercito piemontese ll'ova una prima posizione fortissima, pel' arrestare la mal'cia offensiva del nemico per la Riviera di Levante, sopratutto se col tempo l'influenza delle sue fortificazioni sia estesa sino alla strada di Sarzana a Genova. Di maniera che, qualunque volta gli italiani si abbiano la superiorità sul mare ed un esercito nell'Italia peninsulare, it nemico può~·avere vinta la guerra nella valle del Po, senza cbe . per questo l'Italia sia doma. Quegli avrà tuttora da combattere lungamente, innanzi che abbia superate le numerose forti posizioni, delle quali gli italiani po~ranno avvantaggiarsi per arrestarlo e menare in lungo la guerra. E poichè l'esercito nem ico si asso ttiglia a misura che procede oltre, e che il dominio del mare perm elle al difensore di operare in mille guise a suo daiino, la sollomissione dell'Italia si rendera lunga e difficile ,

PARTE II -

CAP. lV

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se gl'italiani, · fiduciosi ne' ffil'Zzi rii resistenza che può offrir loro la parte peninsulare del paese , anzichè scorarsi dopo aver perduta la valle del Po, si apprestino a nuovi ·sagrifizì di ogni maniern. Chè, in tal guisa, è possibile che la volubile fortuna diventi loro nuovamente favorevole , o che novelle alleanze faccino loro abilità di riconquistare il terreno perduto, ~ ricacciare ~uov:amente il nemico al di là delle Alpi.

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SUNTO DELLA GUERRA n'on!ENTE

SUNTO DELLA GUERRA D'ORIENTE

CAPITOL6 Vlf.

litazùme degli alleati, e·sua cagione. - Occupazione de'Pnncipati per parte degli austriaci, e trattative ond'essa è preceduta. Ritirata de' russi dietro il Prutlt~ ·

~lenire che_Omer-pascìà con le sole srre forze costrfngeva i. russi a sgomberare la Vallacbìa, le truppe anglo-francesi rimanevano ì-noperose.. Le Ire prime divisioni francesi, col 1. reggimento d'ussari, occupavano Varna e i dintorni; le truppe della ~• e della 5•, a misura che giungevano, accampavano di rincontro il mare., sull'allopiano di Zeferlick., 8 chilometri lungi" dalla città. Le truppe inglesi stavano accampate, parte sollo il. cannone della piazza , parte a D~wna, 28- chilometri più lungi·, sulla strada di Sciumla. In quel tempo, la riserva dell'artiglieria francese veniva definitivamente or'clinala in due divisioni: la prima composta di tre batterie a cavallo, una di montagna ed una sezione.di razzi; la seconda, di due balterie a piede ( da piazza ) e due montate. Le sole squadre appoggiavano in qualche maniera le operazioni de' turchi, da prima dichiarando in istato di blocco le bocdie del Danubio, di ~oi prendendo possesso di quella di Sulina; che facevano trincerare . dagli equipaggi, in numero llufficienle a tal fine sbarcati, e nellare dagl'ingombri artificiali, 0

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che, insieme ai naturali.accumulati dalle con;enti, ei•ano.di ostacolo alla navigazione de' legni di una qualche grandnzza. Due cagioni assegnavansi di c~testa inazione delle truppe an"lo-francesi intorno Vama; una apparente, l'altra reale. . 0 La prima si era il difetto di sufficienti mezzi di trasporto pe' vivel'i, le munizioni e gli approvigionamenti di ogni natura, senza i quali era impossibile intraprendere una campagna attiva ne' Principati. Difalli il paese non offriva che un lin;ilato numero di piccole vetture, delle arabas, ed un numero ancora più piccolo di cavalli da trasporlo, nel circolo fin dove potevansi estendere le requisizioni dell'esercito. l\fa coteste erano dlfficollà da potersi prevedere con precedenli ricognizioni sia~ tistiche, e quindi supplirvi , parie con materiale cbe potevasi spedire dai porti di l<'rnncia e d'lnghiltet'l"a I parte con. tolte o compere che potevansi fare nelle provincie del!~ Turchia lontane dal teatro delle operazioni ; la qual cosa riesciva tanto meno disagevole , in quanto che le proporzioni de' due eserciti francese ed inglese erano tultora ristrette in limiti ragionevoli. Ma conveniva provvedere in tempo, e non altendere, per farlo, il momento in cui doveasi operare. Cotesta, come dicevamo, non era che la cagione apparente, e che cercavasi di coonestare in tulle le guise : la verilà slava in eh~ gli alleati non eransi recali sul suolo della Turchia col proposito di spingere la guerra di là dal Danubio. Dal mome~l~ che non pure Silistria non éra più minacciata , ma che anzi 1 rnssi erano coslrelli da prima a serbare strettissima difensiva, i mli a cedere il terreno ai turchi a misura che avanzavano sulla riva sinistra del Danubio, i generali a_lleati volgevano la loro mente a quel disegno', di cui precipuamente preoccupavansi i loro governi, e per cui avevano speciali istruzioni. Difatti vediamo il maresciallo Saint-Arnaud I di ritorno da Varna. sul finire di maggio (quando recavasi a Gallipolì per alfrettare la partenza delle sue truppe in soccorso di Silistria), an<lare col


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SUNTO i'ELLA GUERRA D'ORIENTE 42 Berthollet incontro· all'ammiraglio Hamelin, "\)Ile veniva da una escursione sulle coste di Crimea, ed interrogarlo sulla possibilità di uno sbarco in quella _regione. Del resto, il governo francese scriveva al maresciallo Saint.,.. Arnàud, il 1° luglio: « Posto che l'assedio di Silistriil sia tolto, •1 rientrate ne' dintorni di Varna, e non discendete al D~nubio; » perciocèhè l'esercito uopo è che sia sempre pronto ad essere » tra~portato altrove ». Ed il governo inglese era ancora più esplicito nelle istruzioni rimesse a lord Raglan, in cui glidiceva: « Guardarsi bene dal caocia1•si nella Dobrudscha e » dall'inseguire i russi al di là del Danubio; tener pi:este tulle » le truppe, tutti i mezzi, _per tentare una. spedizione in Crimea » ed imprendere l'assedio di , Sebastopoli; non rinunzi.are· a )> quest'impresa rilevantissima, se non dopo aver acquistata ia » certezza ragionata d'una sproporzione evidente tra le forze » delia difesa con quelle dell'assalto, sproporzione che s'ao~ >) crescerebbe, se la spedizione non fosse effettuata. immedia» tamente. Un · corpo ottomano, comandalo da uffiziali fran,) cosi ed inglesi, avrebbe il carico d'impadronirsi di Perekop, • >> e di sbarrare l'istmo al nemico, od anche di fare una diver~ » sione in Circassia, impadronendosi d'Anapa e Sukum--:kalé , » sole posizioni che la Russia occupasse su quelle coste >~ ._ La Francia e l'Inghilterra sentivano tutta la difficoltà di cacciarsi in una guerra sulla frontiera occidentale dell'impc1·0. russo, sia sul Pruth, sia altrove , senza la cooperazione delle grandi potenze germaniche , che con esso confinano; pèr la qual cosa evitavano d'fooltrarsi ne' Principati, dove speravano attirare un esercito austriaco, e spingevano attivamente le loro trattative con la Prussia e l'Austria, per deciderle a prender parte alla guerra. Ma, dopo lunghi sforzi, non riesci vano ad altriO'lenti indurle, che a dichiarare insieme alle due grandi po-, lenze occidentali, voler esse conservata l'integrità della Turchia, sgomberati i Principati Oanu.biani dalle truppe russe, confer...,

SUNTO DELLA GUERRA n ' ORIE!ITE

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mali i diritti civili e religiosi de' sudditi cristiani , in quanto non attentassero alla sov1·anità del sultano; interdetto , per ultimo ad ocrnuna delle quattro potenze segnatarie di quell'atto• lo s;ipulat~ con la Russia accomodamenti contrari a siffalli principii.' .. A cotesta convenzione, sottoscritta il 9. aprile, teneva d1ell:o un trattato di neutralità, ed una lega offe11siva e difensiva fra la Prussia e \'Austria; con cui era staloito, d-i vicendevohpente garantirsi le loro provincie lèdesche o non tedesche,'. da · q~alunque lato fossero mìnacciate, non cbe tutelare gl 10teress1 e · la sicurezza della Germania. In un'aggiunta era poi detto, · che le due parti contraenti non giudicavano offensiva la èondotta della Russia, insino a che non incorporasse al suo impero i, Principali, 0 che I non passasse la catena de' Bal_kan. ~nfine'. . ~ l'Austria prometteva d'adoperarsi, presso la corte 1mpenale di Russia, per ottenere garanzie sole1rni sullo sgombro de' Pri~cipati (la cui occupazione, nel preambolo al trattato , era dichiarala lesiva agl'interessi della Germania), e la Prussia consentiva ad appoggiare validamente le domande dell'Austria ; e nel caso le trattative non raggiungessero il fine, l'una delle ' duè parti sarebbesi appigliata a que' mezzi che credesse opportuni. E poichè·, con l'articolo 3° del trattato, le due potenze tedesche obbligavansi a mantenere una parte delle loro soldatesche sul piede di guerra, l'Austria concentrava in Gal'lizia un esercito numeroso, capitanalo dal generale Hess; viemaggiormente, che la Russia teneva già raccollo da quella parie della sua frontiera la scell_a delle sue truppe, forse per esercitare una pressione sulla sua vicina, ed impedire che si collegasse con le potenze occidentali. La Prussia, dal canto su~; faceva taluni apprestamenti guerreschi, roa non spingeva prn oltre le sue dimostrnzioni bellicose , e ricusavasi decisamente di riunire innanzi tempo le sue truppe.


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SUNTO DELLA C.U!lRR.l n ' o&IENTE

Le titubanze mostrate dalla Prussia in tutto il corso de'negoziati che precedettero cotesto trattato , resero ognor più evidente la divergenza d'interessi e di tendenze delle maggiori potenze della Germ·ania, e conseguentemente delle due parli in che_questa è dai monti naturalmente divisa , la settentrionale e la meridionale. Cbe le potenze Danubiane, e precipuamente l'Austria e la Baviera , sieno. direttamente interessate a sottrarre la navigazione del Danubio e del mar Nero alla preponderanza della Russia, s' intende di leggieri; non così per la Germania settentrionale e Renana, e sopratullo per la Prussia, il cui commercio è naturalmente attirato al settentrione dal pendìo stesso de' monti e dei fiumi che ne scaturiscono. La via del Danubio non sarebbe per essa che artificiale, ed a tatto vantaggio detl'Auslria, la quale di venebbe per tal forma preponderante in Germania, e la Prussia , stretta dalla prepotenza degl'interessì materiali che venebbonsi a creare, difficilmente potrebbe più contenderle il primato d' influenza. La vera maniera in cui la Prussia possa acquistare la supremazia in Germania, crediamo •sia quella di allirare al settentrione il commercio, e distoglierlo interamente dal Danubio; per la qual cosa la vediamo in ogni tempo adoperarsi a tull'uomo per raggranellare intorno a sè gli stati del settentrioné, e sin dai tempi del primo fmpero francese tentare di costi tuire una Unione degli Stati della Germania settentrionale, in opposizione alla Federazione del Reno. Nè altro fu il pensiero che presiedette all'Unione doganale, nella quale la Prussia non volle mai che fosse ammessa l'Austria e che tentò di mutare in Unione politica, posteriormente al 184.- 8. Perchè l'Austria e la Prussia si trovino nello stesso campo a fianco l'una dell'altra, conviene che un interesse maggiorn i~pon~ temporaneamente si lenzio alla vicendevole loro rivalità com merciaie e politica. Fatta sicura dell'attitudine della Pruss'ia nella querela orien-

SU.NTO DELLA GUERRA- o'ORI!NTII

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tale, l'Austria iniziava trnllative con la Russia ihlorn o ad una ~ccupazione eventuale de' Principati , al cui possesso essa da lunga mauo agognava più che la stessa Russia, affine d'impadronirsi della navigazione del Danubio, ed aprire uno sfogo alle sue industrie ed al suo commercio. La Russia, o non rispondeva a simiglianti proposizioni, o dava parole evasive, insino a che potette sperare d' imP.adronirsi di Silistria. Ma, dal momento che dovette riconoscersi impotente a vincere la resistenza dei turchi, spalleggiali da un esercito anglo-francese, che d'altra parte poteva da Varna tentare uno sbarco sopra un punto qualunque della costa del mar Nero; essa vide, nelle proposizioni dell'Austria, un mezzo come ritrarsi dai Principati, senza apparire d'indietreggiare a fronte delle truppe di -Omcr, e come concentrare le sue forze dietro il Pru th , per far fron te ai nuovi eventi che si matu ravano. D'altra parte, lostochè essa non poteva più conservare quelle provi-ncie, l'era utile che le occupasse l'Austria, che per tal forma veniva ad interporsi fra i contendenti, ed a covrire la frontiera russa da quel lato. Le potenze occidentali, dal canto loro, rndevano, nell'eventuale occupazione de' Principa~i per parie dell'A ustria, garantita la frontiera danubiana del!' impero turco da un ritorno oO'ensivo de'russi; e quindi esse nella possibilità di trasportare la guerra in Crimea, a .cui sempre mai aveano l'animo rivolto. Ond'è che il 1 t giugno, col con~enti mento della Francia e dell'Inghilterra, e la tadta annueuza della Russia, veniva sottoscrilto un trattalo fi'a l'Austria e la Turchia; col quale questa cons~ntiva che un esercito austriaco , di conserva con le sue trnppe, occupasse sino alla p~1ce i Principali. L'Austria, dalla sua parte, obbligavasi ad aùopcrnre tu Ili i mezzi, cd occorrendo anche la fo rza ( che sapeva cli non far m~stieri ), per ottenere -0àlla rtussia lo sgombero dei Principali, di restituire l'ordine legale nel paese che avrebbe occupalo , e di non entrare con hl Russia in nessuna trattativa tendente a scemare l'autorità del


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SUNTO m:LL,1,, <lUBRRA o'onrnNTE

sultano o l'integrità de'suoi dominii. inoltre I.a Porta doveva lasciare il generale delle truppe austriache libero di operare a suo -talento , purcbè de' suoi mcvi menti tenesse avvertiti i~ tempo utile i •capi dell'esercito ottomano. In seguilo di questa convenzione, un corpo austriaco, comandato dal generale Coronini , entrava nella Vallachia, non appena sgomberata dai russi, ed , occupatala -di conserva con l'esercito di Omer, frapponeva ogni maniera -di -ostacoli aile · ulleriori operazioni di questo; la qual cosa•faceva abilità ai russi di sgomberare comodamente le loro posizioni , e ritirarsi dietro il Pruth. Gli aust-riac-i" innoHravansi a misura che i russi abbandonavano il terreflO, ed in breve tempo occupavano presso che tutta la Moldo-:-Valachia, Bukarest compresa, . rimanendo i turchi confinati ,aile rive del Danubio, dove ebbero pure a soffrire non poche moleslie. Sgomberati i Principali Danubiani, i russi ~oncenlravano le loro maggiori forze fra il Dniester ed il Dnieper. Da quel momento essi stavano più raccolti, erano più prossimi ai luoghi d'onde traevano i foro soccorsi , e più a portata di accorrere · sul basso Danubio o in Crimea,- iu pari tempo •che difendevano direttamente Odessa, Nikolajew. e Kerson. E però la loro posii ione era assai migliorala che innanzi non fosse, quando stavano spr.olungali su di una lmtga linea sino all'Aiuta.

~UNTO DELLA GUEllRA o'Ol\lENT.E

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CAPITOLO VIII.

Colè:ra a Varna. - Spedizione della Dobrudsclia. - Conferenza del 1O agosto tm i gt!nerali alleati. - Incendio di Vama. App1'estamenti per la spedizione di Cn'mea.

Lo stato sanitario delle truppe alleale, ~be sino a quel moipento era staio eccellente, d'un tratto mutava di aspeltù. Il colèra, questo terribile flagello venuto dall'Asia, e che nella ~uerra di Polonia, · del 1830, Jé· truppe russe diffondevano in Europa, funestava di sua presenza in quel momento, come di tratto in tratto, l'Occidente , e faceva sopratutto stragi a l\:larsiglia, dove lullod\ concentravansi ed imbarcavansi le truppe . francesi direlle alla voltu dell'Oriente. Un distaccamento del 5° leggiero , giunto a Gallipoli il 3 luglio sul!' Alexandré, lo -importava. fra le. truppe quivi concentrate; donde, il 7; propa- . gavasi fra quelle della 3" divisione, in quel momento al campo di Daoud-Pascià, presso Costantinopoli, e pochi giorni di poi a Varna, intorno a cui riunivansi- tutte le truppe alleate. Gli -ammalati giornalieri erano tali e tanti, che più non potendoli capire le ambulanze e _gli ospedali precedentemente apprestati, ~i sentì la necessità d'istituirne di nuovi, sollo baracche, nei dintomi di Va,rna ; gli -ammalali trasportabili furono inviati, per la via· del mare, a Costantinopoli ; que' convalescenti, che aveano mestieri di lungo tempo per riaversi in guisa, da poter sopportare le fatiche della campagna che andava ad intra1,rendersi, venne~·o spediti in Francia. Niuna misura veniva trascurata telativamente alle veslimenta eù al vitto, che le circostanze <eonsenlissero, non che a meglio garantire, per mezzo di coverte


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SlJN'l'O DELLA GlJERRA o ' onIENTE

di lana, quelle fra le truppe che, sin allora, non avevano avuto per soltrarsi al freddo delle nolli , · che il loro cappotto a cappuccio. Ciò non per tanto, molle furono le vittime a Gallipoli ed a Varna. L'inazione in che giacevano le truppe alleate da meglio che due mesi, l'epidemia che ne mieteva le fila, senza la gloria delle battaglie, la nostalgia che cominéiava a diffondersi, scrollava il morale di soldati smaniosi di m~surarsi col nemico, ed ingenerava disgusti, che in qualche corpo_francese degenerava in pubblica manifestazione di si•mpatia per taluni generali, esiliati in seguito agli av.venimenti di Francia del 2 dicembre.· Affine di tener occupale le truppe , frattanto che si meditasse e discutesse l'opportunità di ·una discesa in Crimea, per distruggere il principale stabilimento marittimo della Russia nel mar Nero, il maresciallo Sainl-Arnaud disponeva, che il gen"èrale Yussuf, co' 6 re_ggimenti di Baschibozouks da lui , ordinati -in Turchia (1), e la P divisione del!' esercito fraocesc, sostenuti a scaglioni da un movimento ir.nanzi della 2• e 3• divisione, e[elluassero una escursione di pochi giorni i1ella Dobrudscha, dove di tratto in tratto moslravasi il nemico co' suoi cosacchi. Gli uomini di ciascuna divisione doveano portare con sè quattro rnzioni di viveri , ed i cavalli due di orzo; sei àltri giorni di viveri ed otto di orzo, doveano essere trasportali al seguilo di ciascuna divisione, sopra 280 arabas: 20 uomini del genio, con cenlo ule~1sili da zappatori, doveano essere unili ud ogni divisione.

(1) li gen er ale Yussuf, che avca in Algl!rin formali gli spahis cJ i cacciatori .d'Africa, era slnto appositamente chiamalo in Turchia dal maresciallo Saint-Arnaud, per ordiuarvi 8 r~ggimcnti di baschibozouks da opporr e ai cosacchi. Ma gli sforzi di Yussuf per disciplinare qucll' orcla cli ladroni, di danno alle pòpolozioni amiche più che ai ucmici, furono si!fattarnentc vani, che nel moJilcnto della spedizione di Oriente fu fona .Jicenziarli. ·

l!UNTO DELLA G0ERRA n'oRIENTE

49

fn pari tempo ui1a commissione, compo~ta dal generale Canrobert, colonnello Trochu dello slato- maggiore ,, còlonello teboeuf dell'artiglieria, ,e comandante Sabatier del genio ,·im~ ba.reali sul v~pore ,inglese Carado(J, recavusi ad esplorare 1., ·bocche del Danubio, Odessa, Sebastopoli, la Crimea, Anapa o (ulla la costa delrAbassiu. La 4• divisione, sotto gli ordini del generale Espinassc, .cbe 1emporaneameute ave.a sos-tit:t1Ho .Canrobert, precedtrta <lai generale Yussuf co' suoi bascbibozou'ks, m·uove~a da Varna, il -21 luglio, e procedeva t:unghesgo la costa in uoa sola colonna, per Kavarna, Maugalia e Kusten<ljie; il si.lo 1!> reggimento di .:ua,vi veniva colà trasportato per 'la via del mate , affine di appoggiare la cavalleria irregolare del generale Yus1mf, chi, .a ·quello univasi a Kustendjie, due _gionii prima cbe ~i giun.gesse la divisione Espinasse. li 22 muove.va la 2• divisione per BasardscbyK, dove gitm-geva i\ giorno seguente; il 2i. essa prosegui-va la sua marcia innanzi, a sostegno ddla 1 • divisione, e spingeva un' avanguat'dia verso Rassowa. li 23 mette,vasi io moviniento la · 3• divisione da Ienikoi, a settentrione di Varna , ed indirizza1Vasi alla voila di llasardsch,yk e Kustén<ljie, fiancheggiala da due avanguardie sulle strade rii · Silistria e Ilassowa . .Per tal forma abbracciando con la foro marcia 1-utlo il paese, dalla <eosta al Danubio, 1-)iun movimento del nemico poteva rimaiflere inosser-vato ai francesi. , Il génera\e Yussuf, co' 6 reggimenti di ca,,alleria· irregolare ed il 1° ·reggimento di zuavi, 3,0G0 uonfrni aH'incirca, ~rasi spinto fin oltre il Vallo Trajano, ed aveva avuto taluni -scontri di lieve importanza co' cosacchi, i quali, indfetreg-: · giando, eran-si studia.ti attirarli ognor più nell'interno del paèse; fa divisione Espinasse erasi fermata a Kustendjie, e disponevasi a muovere innanzi rincalzo delle truppe di Yussuf. Quando un uragano terribile coglieva le truppe francesi Jr.a

a


50 SUNTO DELL'A GUÈRRA. n'oa'rENTÉ quelle _steppe ·incolte e malsane , do'po faticose 'marce sosienute sotto la · sferza di cocelltissiino sole. Nella isola notte del 30 ' luglio, 150 morti e 350' morienli de.Ila ;colònna di Yussùf giacevano su I suolo, affelli dal colèra, e dai miasmi fra que' . paludi smossi dall'acqua caduta a torrenti. No·n mi_: nori, in proporzione, erano i danni della divisione EspiÌlàsse.. Viemmaggiorrnente infieriva il male nei giorni successivi. Ne~la notte e nel mattino seguente, 800 ammalati venivauo, gli u~1 d?pd"_gli altri, trasportati a Kustendjie: li 2· agòsto, l'epidemia era s1ffattament~ cresciuta, che i trasporti delle ambulanze è gli arabas più non bastando.ai bisogni; era mestieri- adibire ai trasporti i cavalli da mano, non che i muli dei generali e degli uffiziali. · · · • • Lo stato maggiore ·generale, prevenuto a Varna dei danni incolli alle troppe della spedizione, e consegu·entemente del disastro ond'era minacciato l'esercito, ove non si accorresse al soccor~o il più prontamente possibile, inviava alla volta di Kustendjie e dt Mangalia tutti i bastimenti disponibili, per raccogliere gli ammal\li. In pari tempo spediva 80,000 razioni fresche a Kuslendjie, per le prime due divisioni e per le truppe di Yussuf, e 30,000 a Basardscbyk per la terza divisione, che ave,•a meno delle altre sofferto. . Que~ta marcia di pochi giorni costava cal'issima·alle truppe francesi, essendosi l'epidemia comunicata' fra loro con tanta rapidi~à ed in condizioni siffattamente anormali, che, a 01algrado degli sforzi fotti per arrestare il corso del male in coloro che n'eran~ ,sla.ti affetti, molti perivano fra le ·paludi, e nori pochi, •~s~o ~mnlt a Va~na. ~ se è vero quanto n'arra il Bazancourl ( 1 ), cioe, c~e meglio dt 2,000 uomini, colpiti dal colèra e dalle fe~bri, s'imbarcassero a .Mangalia, e che si tenga conto degli altn che eransi ' imbarcati a Kustendjie, o che per la via di terra ' ' (1) Expedit-ion . de Crimée ju!qu'

à la prise"de Séba!topol'. '

·

1

. 'S'UN·TO TlELLA GUERRA n'oRIENTE

'l )Ì

-~ranQ stati spediti a Varna, si s~orgerà di leggieri. _coine n?n -esagerassero i giornali e -le corrispo11denze di quel tempo, le quali facevano ascendere i ·danni di cotesta malaugurata spedi'. zione a più migliaia d'ùomini; quanti, cioè, se ne avreb~ero potuti perdere in una grande battaglia al di là del Danubio, con . ben .altro frutto, se il difetto di trasporti, od altre considerazioni non avessero trattenuti gli alleati dall'impegnarsi in una guerra ·sul Seretll e sul Prutu . . Dietro cotesto disastro, tutte le troppe della spedizione rice•ve vano l'ordine di muovere in ritirala, n_el momento appunto che il generale Canrobert, di ritorno dalla sua missione, riassumeva il comando . della propria divisione. Due nuovi ospedali sull'altopiano di· Franka, presso Varna, ed altri tre sulle allure poco discoste, venh•ano istituiti sotto le tende, per accogliervi gli ammalati delle tre prime divisioni, non che quelli della t• e .della 5•che aveano pur molto sofferto del colèra. Sopratullo ave. vano risentito gravi danni la brigata la .Motterouge di quest'ul. tima divisione, e il I 9° battaglione cacciatori, che perciò veni,-vano inviati sull' altopiano di Zeferlick, meglio ventilato degli altri campi .in surrogazione della brigata di Lourmel della t• di..:. vjsione. reggimento di zuavi, che era stato letteralmente · .decimalo nella Dobrudscha , veniva postato sull' altopiano d·i Franka: Il 7° dragoni e~ il 9° corazzieri francesi, che do,·evansi da Gallipoli recare a Varna, ricevevano ordine di non muovere _,-dai loro accampamenti, per evitare l' ingc>mbro intorno quella . piazza·. ... Sul cominciare di agosto, lo stato sanitario delle truppe eraai sensibilmente migliorato, la cifra della mortalilà di mollo dimi~ ,, nuita, i nuovi attaccati dal colèra in proporzione molto minori ,cl)e per lo innanzi. E però il momento era giunto di uscire da ·-quello stato d'inazione, che cotanto aveva nociuto allo stato mo1·ale delle truppe, ed apprestarsi a prendere una parte aUiva · nella guerra. 1

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SUNTO bELLA çuER!t.i• n' o~J&N'Ì'E

SUNTO DÌ!LU GUERRA . n ' ORIENT&

Il 10 agosto, riunivansi in 9onfer_enza ·a Varna•luUi i ·capi de· .gli eser.citi e delle sq-uadre anglo,-fr;ancesi; per discutere suH'im_presa ohe meglio conveujsse, nelle ·c:ondizioni in che trovavansi ·ie truppe alleate, e nello stato . presentè degli avvenimenti. li maresèiallò Sainl-1\rnaud, cbe presiedeva .il consesso, esponeva per i\ primo l'utiliià che credi,wa sì avesse una discesa in Crimea, per muov,<:re diijlali sopra Sebastopoli e distruggere, con un·ar-

tifica.re questa,posizione, e render!~ hiespugnaaile; finiti i lavori (che· costerebbet·o molla gente), noi li faremmò difendere dai · ~urchi, i quaH, con le prove da.te a Silistria, banno dimostrato di poter assai be~e soddisfare tal còmpito. <e Non pertanto, a malgrado di tutte le difficoltà, degli òstacoli~ del difetto di mezzi e di temp,>, Sebastopoli sitfallamente aggenia, che non esiterò un sol momento, per poco che vi ~bbia apparenza di riuscita, e mi ci preparo, Attende, questa sel'a, • o domani, il. ritorno délla Commissione speciale, che ho _invfoto a riconoseere e studiare la possibilità ed il puntodeHo sbarco». ' II generale Raglan elevava seri i dubbi sulla riliscìla d' un!impresa, .che andavasi a menare in atto senza sufficienti nozioni sul!~ forze russe e sullo stato della piazza da parte di terra, ·non che sulla natura del paese uel quale doveasi opet·are; e sopra·tuHo.senza una. cavalleria numerosa abbast.anza, da poter stare · a fronte alla bella e numerosa cavalleria nemfoa. ·Il vice-ammiraglio Hamelin era piò: e3plicito ancora. Secdndo' lui 1 la spedizione veniva intrapresa io guisa, da a,iersi tutti i caratteri d' un' avventura. Egli giudicava insufficiènti le forze di che. gli allea.ti potevano disporre, ed incerto l'aiuto che pòtesse110' avere dalle squadre', a cagione d'e' venti che in un~epoca prossima potevano andar a spirare nel mar Nero, e che le avrebbero potute, costringere ad allonhma-rsi daHa costa; nel qual caso l' esercito, che era mal provveduto di mezzi, di ti·asporto, sarebbesi veduto ridotto nelle più triste condizi'Oni. Ché, infine, se- .n1colpo• di mano non fosse riuscito, l'onore detlà Francia e deJ.l'Jnghilterra avrebbero costretto a fare l'assedio di Sebastopoli; ed, allora, niuno avrebbe potuto prevedere l~esito della speiHzione. IL,principe Napoleone, alla sua volta, e~primeva opinione contraria alla spedizione. Un-' invàsione illl suolo della Russia, era ~secot1do lui r ignoto. Non sì sapeva nulla ctel clima, nollà delle forze al di dentro e al di fuori di Sebastopolì, nullà del talore··

dito colpo di mano, quel ricettacolo dell.a squadra rnssa, donde

Cost<Jntinopoli era perennemente minacciata; ed aggiungeva, a · conferma della sua opinione, quella dell'imperatore, che diceva autore di cotesto disegno. . Egli .- credeva che, ayendo il nemico sofferto un grave scacco sul Danubio, dovesse essere ancor più agevole·vincerlo in Crin1ea, dove non avea forze numerose e non attendevasi un attacco; lo sQarco in Crimea e la presa di Sebastopoli avrèbbero · secondo lui, compiuto, agli occhi del mondo, la disfalla della Russia, e le avJebbcro strappato la pace, ch'.era il fine che proponevansi Francia ed Inghilterra. ~fo cotesta opinione cbe il maresciallo emetteva in quel con- · se.sso , ~ulla possibilità <l'impadronirsi di Sebaslù,i_o~i con. un colpo d1 mano, non pare che fosse una profonda 1"ua convm- · zjoue, se vera sia la lettera ch'egli ·indirizzava al ministro della guerra pochi giorni innanzi, e cbe riporta il Bazancourt. In essa il_maresciallo diceva: t< Suppqnepdo c~e siì!mo $ba~cali, perciocchè si sbarca aèm~ pre, si richiederà meglio cbe un mese d'assedio per impadro..: nirsi di Sebastopoli perfettamente d-ifesa. Nel qual ·tempo i soccorsi giungeranno, ,e mi vedrò costretto a dare du·e o tre bat- · taglie. ,, .e< ·È agevole .il dire: andate ad jmpadronirvi di Perekop, e sbarratene H passaggio; ma per qtlesto, fa mest<ieri condurre le . tr11ppe là, dove pon si sbarca, per ùifetto d'acqua; pe' gr-ossi ba:. · stimenti. Inoltre Perekop è micidiale!., . Di poi Qisogner~ :(<ìr• -

0

mi


iw~TO DJ::LLA GUEl\~,I. n-'o!UENTE

delle fortificazioni della città, che potevano essere formìdabm p~r le~ra quanto per mare. Egli faceva 06servare come gli amm,ragh tentennassero, qualunque volta ponessero mente alla possibilità di doversi presentare dinanzi le 600 bocch-e da fuoco che difendevano la baia ed il porto; e però quanto poco Yi fosse, in un attacco, da far conto sul concorso efficace della marina, la cui missione, d'altra parie, dovea esser quella di comhallere vascelli, e non mura. Il vero tea_tro di opernzioni per gli eserciti alleali, il principe vedealo al d1 là del Danubio e sul Prutb. Colà, secondo lui lr_'ovavans_i in un paese ricco e fertile, in mezzo ad una popola~ zwne amrca, appoggiati ad un gran fiume, pl'Otelli da una serie di piazze forti. Quel teatro, egli repulavalo ac~oncio s1 per l'offesa che per la difesa. L'esercito turco, vittorioso, offriva un concorso gagliardo; il russo, scorato dalle sue sconfitte cagionate da"'li errori de' suoi g~nerali, difficilmrnte avrebbe evitalo una comp~uta rolla. Cotesto disegno, agìi occhi suoi, aveva altresl il pregio di dimostrare co' fatti al!' Austria, di non aver mestieri della sua assistenza. l~ioltre, la presenza degli alleati sulle · frontiere dell' Ungùena, a sessanta leghe dalla Polonia, li avrebbe reiiduli arbitri d_ella si lua_zione, la guerra avrebbe dominato la diplomazia, e sarebbes1 dellata la legge a Vienna ed a Berlino. Eravi sempre tempo, egli soggiungt>va, per menare in allo l'altro disegno. La ~enl_çzza ~ essa <lai russi nello sgombero de' Priocipati , era un ultrma circostanza, da cui credeva doversi trarre flrofillo. - Coteste ragioni degli opponenti non erano, di falli, senza fondamen to.. Upa spedizione in Crimea, nell' intento di annientare la potenza mariti ima del nemico, era pericolosa nelle condizioni , in. cbe tròv_avasi l'esercito alleato; ollrechè era impòtente, sia a rnd_u_rre rl .rus~o, _per spq;;samenlo, alla pace, sia a garantire c!~finr trvamente I Oriente dalle sue minacce, se questo fosse staio 1rntento· delle potenze alleai~. .

55

o'Òarn!iTI•·

SUNTO DELLA GUERRA

. La Uussia non è potenza essenzialmente marillima, come J'Inghilterra, perchè sconfitta sul mare possa Qir$i definitivamente indebolita; la sua forza sta precipuamente sulla terra, ~ solo l'eccesso da quel lato spingevala sul mare. E però, sempre cbe si voglia indi espe_llerla defini tivarnente, fa me; stieri com balleria dov'è la sede di sua poLenza. Allrimen ti ess~ si ritirerà momentaneamente dal mar_e , per ricomparirvi più formidabile e minacci osa, non sl tosto l'Europa, di~tolla da impacci, che in un dato periodo di tempo denno 11et:essa~·ia- . men le sorgere , non possa più rivolgere contro di lei quella operosa vigilanza, cbe richiedesi a conte1)erla ne' limiti dei trattati. Vinta la Russia sulla Vistola, ed invase le sue provincie ·meri<lionali, l'impresa 9i Sebastopoli era naluralmeule agevolata, ridotta come sarebbe stata quella piazza ai soli suoi mezzi,· cotanto lnngi dal centrn delle fom:~ dell'impero. Ma per qu.esto faceva mestieri che gli eserciti francesi . attraversassero . la Germania, amica o nemica, e qu indi si muovesse ·una grancte guerra europea,- di cui Napoleone mal pot,iva preYedere la jine, co·, popoli appena sopili dalla tremenda convulst0i:ie del ~ 81-8. Senzachè l'Inghilterra, potenza esclusivamente maritllma, avrebbe dovuto rassegnarsi .a rappresentare una parte. m·erame111e se~ondaria in un.a . grande guerr.a continentale; la quale, in caso d'esito fcJice, avrebbe las.ciala la Francia.qu~sta sua ·eterna ri~ale, arb_itra d~i qestini d'Europa, e forse, del mondo. '.. lnvece l'Inghilterra, conscia dell'instabilità dell'amicizia_, se uon di Napoleone, almeno della Francia, doveva affrettarsi a distruggere gli stabilimenti militari ~el russo .1Jel Mar Nero, ~ con essi quella squadra, cbe un giorno avrebbe potuto collegarsLall·a francese per escluderla dal Mediterraneo. E la Francia .. ?j\a su·a volta , non pqtendo, o no1i volendo far _la guerra sulla,_ . Vistola e sul Prulh sema·, il concorso della Pru&sia e del;; •

.

l


!J6

SUNTO . !)ELLA G-UERRA• n'.ORl"ENTE:

l'AtJStl'ia, e- e-onsr.gnenremente ùel'la Germania i per tron·•lessere costretta a chiedere la pericolosa alleanza de' popoli, bi-

sognava che consentisse a ~agrifìcare la squadra ·rossa; · sola maniera eb-0 l.e rimanesse come garantire Costantinopoli, per un periodo di tempo -più o meno lungo, dal pe'vieolo pi"ù rressante onde fosse il turco continuamente minacciato, senza t he le potenze occidentaH avesserò neppure il tempo·•.di soceorrerlo. Ond'è che, non potendo sciogliere definitivamente ra quesLione di- 01·iente, le potenze occidentali doveano star ~ontente a risolverla temporaneamente. Ma , r mezri di cui esse disponevano in Oriente, non erano sufficienti per un'impresa di tanto momento, qual era quella di U:~1a spedi~ione i,n, Crimea, e co1Te,ano rischi grandissimi nea'intPaf)fen-derla. Nè può dirsi cb'esse ne ignorassero le difficoltà, perciocchè Orner aveva di già; nella p-rima con'ferenia tli Varna,. dati su.fficient.ii ragguagli sulle forze russe in Crimea, non che su i ra·vori che vi si facevano; e l'ammirnglio Hamelin, di ritorno dalla sua escursione su quelle cosle, ne avea dati di nuovi cb-e confermavano pienamente quelli di Omer. D'altra parte lo stesso maresciallo, nel silenzio del suo gabinetto, 0011 pare che pigliasse ahbagHo su.Ile difficoltà dell'impresa , siccome ùalta su-a corrispondenza ul&iale rilevasi. La spedizione di Crimea, neHa maniera in cui venrva intrapresa, cioè senza for-J.e sufficienti, senza mezzi di _trasporto e con pochissima cavalleria, era tanto, piri arrischiata, quanto che gli alleati uon aveano speranza di sorprendere un porlo od un qualche istmo con buon ancoraggio, come ordinariamente incontra in, simiglianli imprese , affine di _avere una si'èùra base per le operazi~ui..olTensive, oil un appoggio in caso di rovescio~, Essi recayansi a sbarcare su tli una spra-ggia aperta, donde le squadre eran costrette ad allontanarsi ad ogni' buffo di ven·to contrario , e uo.n altrimenti trovavan~i _basati _che sulle pUhle· delle loro baiQnelte. Vinta · una battagl"ia ,· sfuggrvarro un·· peri-•

SUNTO DELLA

GnE~RA

Ì./oRIÉNTk

!>7

colo-, iua ·nulla, guadagnavano di · definìtivo; pèl'cloccltè.'l'inimico, avendo libere, le sue cotnunicazioni•, p'Otea, l'e 'mille volte ritornare all'assalto, mentrn che, perdendola, la') l'èro rovina era certa e compiuta. li rnsso, pen~onverso, · àvea dillla bat-taglia tulio da sperare,' nnlla da perdere, siccome· dimostra!.. . , valo in seguilo il risultamento delle ,ballaglie:d'Atma, Balaklavà, lnkerman ·e Traktir. , Lo stesso generale Canrobert, favorevole a· quest'impresa , mostravasi debolmente consenzienle. Egli limilavasi a ·riferire le particolarità della ricognizione da lui effef\uata·, ed a mo/ ~lrare la possibilità, di sbarcare ed impadronirsi di Se'baslopoli, di viva forza, àopo una battaglia vinta. Ma che cosa avverrà, di mandava· lord Raglan, se la pi'azza resista e sia ben fortificata? In tal caso, rispondeva il inàresciallo Saint-Arnaud, converrà. farne l'assedio dalla parte del settentrione, donde padroneggiasi naturalmente la città. Ed ove le fortificazioni da quel lato offrissero ftoppi ostacoli, potrebbesi agevolmente passare a mezzodì con un movimento girante; per intraprendere un assedio regolare con la ;cooperazione delle squadre , che troverebbero un buon ancoraggio a Balaclava; riconosciuto da sir Lyons. Ma, a malgrado delle sensate sue osservazioni, lord'Raglan, che aveva istruzioni troppo precise del 'suo governo favorevoli all'impresa, finiva per annuire; rirtlartevanò ;decisamente ostili' gli ammiragli delle due squadre, Ha'melin e Duhlfas·,' il du'éa' di Cambridge, -il principe Napoleone ed il generale Bosquee Non, per tanto, veniva deciso cbe· l'impresa ·avrebbe ltio-go: , 1 La sera stessa del· giorno in cui prendevasi una dete'rtnina-' ~ione, di tanto ·momento , quando gli all'eati' aveaùo rnesìieri ciil iuui i mezzi concentrati a Va,;na, ·i quali' poteafio dirsi appena, sµJije-jenLi·a provvedere le truppe della spedizione ed alinfontàre! ' t laL.goerra, un terribile incendio· sèoppiava, verso ·fe ·se~te o_re . e- tnez~o,, net l~ogo della,eittà:•dove stavlim> aecumulatf i' ma.:.:·


5$

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i'UISTO DEI.LA GUERRA· o'9RIE~TE

S.UJS'l'O.' DELI.A QUEI\RA o'ORIE!\TE

gazzini 'di viveri, i bazars, e le polveriere francesi, inglesi e turche. Il pericolg era gravissimo, . peroccbè se il fuoco attaccavasi alle polveri , le conseguenze potevano e~ser tali , da ridurre gJi alleati all'impotenza di nulla tentare contro il nemico, da qualunque lato. si fosse. I generali, le truppe e gli equipaggi delle squadre, recavansi sul luogo co' mezzi oc- · correnti, per arrestare i progressi dell'in<;endio. Dop(! sforzi inauditi, in cui tutti gareggiavano di zelo, giungevasi iu sulle tre del 1maltino a padroneggiare il fuoco e ad isolare le polveriere. Allo spuntar del giorno la tempesta era scongiutata, e poleansi valutare i danni sofferti : il magazzino di accampamento, i depositi di vestimenla de' corpi, i magazzini di grano, farine e sale erano stati distrutti; perdile gravissime, di cui gli alleati risentirono le conseguenze durante il primo periodo della guerra. Decisa la spedizione di Crimea, e scampati dai disastri del colèra, della escursion!J della Dobrudscba e dell'incendio di Varna, gli alleati dedica\•ano il rimanente del mese di agosto agli apprestameuli per la meditala impresa. Sin dai primi giorni di luglio, il maresciallo Saint-Arnaud avea chiesto in Francia un equipaggio di assedio; ma, nel dubbio che non dovesse giungergli in tempo, altro ne fa:·.eva allestire nell'arsenale di Co. stantinopoli. L'artiglieria ed il genio apprestavano fascine, gabbioni e legnami per piattaforme. La marina, in concorrenza çlelle truppe di terra, esercilavasi ad operazioni d'imbarco e di sbarco. Il problema pii, difficile dello sbarco, slava nel. riµvenire · la •manier;,. come. l'artiglieria, tosto messa a· terra, fosse in istato di far fuoco. I francesi s'ingegnarono provvedervi <;on 40: cfuilandes, specie di piatte , ciascuna capace di un pezzo e del. suo carro di munizioni, con gli ava11treni staccati, col_locati innanzi e indielro di essa , non che di 1 '.2 ,cavalli e n1 8, uomini allogali nel centro. Gl'. it1glesi , inyece _,·. peQsar~no ser~,

virsi di una specie di passatoi , ciascuno composto di due battelli con(Yiunti con una travata e coverti da un tavolato. ~ercè gli ~tuditposteriori , si pervenne fi1iancbe a _fare_ che su _d, una· solli fregata a vapore stas~e un'intera batteria d1 6 •ps_zz,_, ~a~ teriale, uomini e cavalli. Da quel momento, le maggiori diOi~

.

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.,

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~

I

coltà erano superate. . I mezzi marittimi raccolti nel frattempo dagli alleati, t>rano i seguenti :

FRANCESI Vascelli di linea Fregate a vela .Fregate,_· corvette ed avisos a vapore Trasporti del commercio Piccoli bastimenti id.

15

5 35 172

80

37

INGLESI Vascelli di linea Batlelli a vapore da guerra Trasporli a vapore ed a vela

TURCHl Vascelli di linea Fregale e corvel\e Totale

356

Proporzionatamente ai mnzi di trasporlo di ciascuno, ve~i:l fissato che i francesi imbarcherebbero le quattro prime dtv1sioni, depurate di tutti gli uomini inabili a sopportare le ~ati~he della campagnà ; i quali, ordinati m compagnie, ballagho111 e réggimenti provvisorii, sollo gli ordini di un tenente-colonn_el_lo per divisione, doveano rimanere a Varna insieme a!la 5a _d_iv 1sione, che dovea più tardi raggiungere il corpo d1 sped1z1one


60

SUNTO DEtl, A OUERR.~ D ORIÉNTK

in Crimea. La cavalleria francese, da uno squa~rone di caccia, tori d'Africa in fuori, doveva tulla rimahere sul suolo turco. GJi inglesi, dal canto loro, ùoveano imbarcare le quattro divisioni di fanteria dei generali sir Giorgio Brown, duca di Cambridge, Lacy Evans e sir Riccardo England, con una parte della divisione di cavalleria sotto gli ordini del generale Lucan. :Sì gli uni che gli altri doveano essere provveduti di una competente artiglieria da campo , delle truppe del genio corrispondenti , non che di un parco di assedio per ciascuno. I turchi, dove11do col grosso delle loro forze rimanere iii osservazione ne' Principati,· insieme con gli austriaci, non destinavano che 7,000 uomini di fanteria a far parte della spedizione. Ond'è, cbe le forze alleate apprestate per la spedizione , erano le seguenti ,

61

liUNTO DllLLA. GUERRA. l)OIUKNTI'

FRANCESI

uomini Stati maggiori 1 1• divisione, 1Obau. a 600 nomini ciasr.uno, più un battaglione scelto òella legione straniera, di 8~0 uomini: 6,800 uomini. -~ 2• divisione, 4 1 balt. ~ a 600 uomini., 6,600 . ~ •uomini. 2• divisione, 9 batt. a 650 uomini: 5,850 uomini. 4-a divisione, 9 batt. a 5 50 uomini : 4-,950 uomini. Cavalleria: 1 squadrone <li cacciatori d'Africa Artiglieria ed ambulanze Genio : 1 compagnia di l)li11atori e 6 di zappatori Personale ammioislralivo

c~mioni

130

21,200

200 3,6 50

68

903 1,421

ING LESI <18,000 4,200 2,000

Fanteria Cavalleria Artiglieria ~enio

800

TURCHI Fanteria .

7,000

Totale orrenerale 59,20·4- liom. e .... 1.22 cannoni · ,· .. . :.·.


62

. SUNT6 DELLA GURRRA D'ORIENTE:

. SUNTO DELLA GUERRA· o 'oRIENTI!

Farina, razioni id. Biscotto Sale id. Riso id. Zuccbero id. Caffè id. Carne fresca id. Lardo id. Vino id. Acquavite id. Orzo id. Fieno id. Paglia id. Legna id. Carbone id.

.

1,000,000 · 1,000,000 1,000,000 1,500,000 1,500,000 1,500,000 , · '.240,000 t50,000 800,000 300,000 97,000 97,000 97,000 180,000 430,000

Per le munizioni da guerra, veniva fornito un doppio approvvigionamento, sì per la fanteria che per l'artiglieria; ovvero 200 cartucce per ogni soldato di fanteria, e .tOO tiri per ogni pezzo.

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1• Per tal forma provveduto a quanto faceva mestieri per la spedizione, veniva deciso, in un'ultima conferenza tenuta il 19, che l'imbarco avrebbe luogo alla fine di agosto; giorno, che le truppe attendevano con impazienza , come quello che le avrebbe finalmente tolte da quella penosa inazione, che avea loro costato tante vite, senza la gloria de' combalt-imenli.

Inoltre, i francesi imbarcavano 2,90t animali, de' qual 228 appartenenti al genio per il trasporlo delle sue 43 vetture, 513 per il servizio amministrativo; ed i rimanenti pe' cacciatori d'Africa, per gli stati maggiori, le ambulanze, l'artiglieria da campo ed i parchi. In ·proporzione de' suoi bisegni, eran pure gli animali fiell'esercito inglese. I viveri venivano calcolati io maniera , elle le truppe potessero supplire all'occorrente per il corso di un mese e mezzo a due mesi, supponendo che la Crimea non potesse nulla fornire. ln tal guisa, frattanto che consumavasi il primo approvvigi6namento, aveasi il tempo, co' bastiQlenti a -.pore , di rifornire l'esercito di nuovi mezzi di sussistenza. Per l'esercito francese, l'approvvigionamento era il seguente:

CARLO M11zZACAPO.

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RICOJ).PI o'uN ALLIEVO DI MARINA

· :RICORDI D'UN ALLIEVO DI MARINA <1) . .

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ORA UFFICIAL~ DI VASCEIJLO . ·~

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Era r_anno 1820, e mi trovava im'barcato per ]a·'prima volta. La fregala (2) elle · mi aveva ricevuJo SU(I bordoi.:nominavasi l'Esemplare, nom~ ,c,he, per avventura, ben addicev~si alla capac'.là di cl:Ji la capitanava, e_di chi 1{era primo tenetÌJe (3), ufficiali entrambi distintissimi. . ·, Si aspettava ad ogni istante l'ordine di partenza, oidine cbe "' " enne recato al nostro comandante, nel mattino del 24 giugno. Dato il segno di partenza per porsi sotto vela, tutto era moto, ma era molo ordinato, ed ogni cosa esegui,•asi nel più strC'tlo silenzio. ·

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Anch'io mi taceva; ma, nucvo a quelle faccende, in vece di fare, osservava, e non senza un certo stupore, quel tacito andir ivieni. Seppi poi che uno dei primi meriti di bastimento bene ordinalo, si è l'eseguii·e tutto col massimo silenzio. Dopo un muoversi di ogni parte, che mi parve un finimondo, ,eravamo già fo cammino. , . · Ho viva nella memoria la stretta di cnore -che .pro-vai nel ve-

O) Gli al!icvi_ di marina sono dei giovinetti i quali fanno un corso:di s~ud1 pe1: divenire ~flìciali di vascello. L'allievo di marina passa ~I gr~~ d1 _guardiama~·rna <~1 seconda classe e 11oi di prima. La guardiàri1àHna ~ prima classe e eqmparatq al sullo tenente nel regio esercito .. (2) Nave con due batterie, una coverla cd una scoverta. . (3) N~me adoperato esclusivamenlll ·per · indicare l'uffizio cli quel t.cnente d, vascello che amministra i particolari d'una nave. ,..- . ~- \._1~-- .

65

•<!ere ,la torr.a allòota~arsi ,dalla mia -vista• .A:vreiripiànto;t'<lflt-0 volentieri , ma,icoll)e farlo di nasooslo ! trallenui· 1ef-lairio1e con isforzo violentissimo. Una delle guardiemarina, essere: ìilco.t:tlpa·rabile, .forse leggendo nel mio interno1 nii si avvicinù,-e,près'omi :per la mano, del tuono più dolce, pl'otl'eri le seguenti parnleche ancora mi suonano, all'-orecèbio: Su .via; ,càrùw, fatti coraggio, d1e io ti sarò amico e protetlot'c. Q.uell'animo:gelihle be1i:.tenne ,parolai, L'alfolto suò non mii mancòcgiam111ai,.-nè furono 1:are le volle elle .ebbe a _darmene le più ampie proj e. Nulla io 'bo mai potuto per lni; molto egli per me . .La mia g.ratitudine sav.à per ~a vilu;,siccome hl n1ia awfofzia.. , ,,, ·. . Preso iailimo <l:all'1a1u-orov,olezza dì quelFot\imo, attesr .ii fa.Ili -miei,~ mi •propo,si di po_vre ogni studio ,,ndl'ad~m_pimento de,i imi-ei doveri·. , Ji e · " . ,. , ,. .. .. , ,, ·, AMzi tutto mi è caro aprirmi, qon uua ,candida confidenza, a ,quei giovani che si -Lroveranno nel caso mio d\illora, e-si-è que~ta, che, s.ebbene i-pi;iceri che s'anticipavano dalla -mia giovane .fantasia siano stati molto più brevi· ~ei dispiaceri ,cbe ebbi ad <incontrare, pure raccolsi talvolta de' diletti iuatlesi, e ,vidi pie. ;eorciare nel fatto le ombre. di certe difficwHà .elle mi s_ede~no sterminate nella mente. 1 viaggi mi frut.tarono il dolce convin1-0imen:to, che I' istruzione e la -~1H1oscenza del mondo che rica~ ·-vava, erano mollo maggiori _di quello the fornir possano le let<lure e le conversazioni più sensate-. . v· Nop n<~gllerò, cbe sovente provai pena a mantener il ·p91~ Nlier.o e l'animo fermi contro il dovere di ubbidir sempre·, senza .-Opfl.Ol're al comando giam~ai la propria. rugione: e ,quantun'.squè nulla mi avesse decisamente • prostralo, pure non pole1. .IaI. ,woJta·evitare un ce1:to abbattimento di spirito che .mi avrebbe, -0O11'a-fantasti ca tetraggine di alcuni momen!i, iodotLo al triste rpasso. di rinunziare ali' arte che professc1, se <li me fossi stato signore. •t, ,La mia fortuna non mi lasciò la scelta fra il rimaner un n.uUa Voi. IU. -

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RlCtlROI - D UI( -AhLIEVO DI MARtN·A

ed il ·tentar db meritare un nome onorevole. Sia benedètla 'l'umile fortuna, quando salrn l' uomo dall' inerzia, senza umiliare la sua dignità. Oltre le soavi parole di quel generoso giovane che ,mi era proprio apparso un messo della Provvidenza, m' incorò al pro,.ponimenlo di .non appartenere alla turba degli sciagurati, che, per dirla col Poeta, non furono -mai vivi,una parlata del noslr.o . comandante a noi allievi e guardiemarioa. Poche ore dopo che .eravamo sotto vela, adunatici nella sua camera, quell'egregio uomo così prese a dirci : (( Voi non ignorerete, signorini,,che generalmente le guav,. diemarina e gli allievi sono tenuti per imbarazzo più cb ·altro a bordo: ma .sappiate che io non la penso -così, e sono ben lontano dall'aver cattiva opinione di chi, mettendo il piede. in una nobile carriera, dee mostrarsi degno di percorrerla. Non bo dimenticato che fui anch' io guardiamarina; anzi, ricordo bene come il mio amor proprio si sentisse punto al Yivo, nel vedermi considerato per un cencio, quando alcuna cosa di utile la poteva. fare anch'"io; e ricordo anche, co·me in ,qualche congiuntura mi paresse poco ragionevole, e. aggiungerei poco umano, il pretendere troppo da chi si era stimato per nulla. Dopo di ciò, non occorre cJggiungcre che troverete :n .me atfello e sostegno, ' purchè adempia ciascuno il proprio dovere. Se io ammetta transizione alcuna su tale aderupimeulo, chiunque ba navigato sollo i miei ordini, non lo ignora di certo. E poicl1è non sono di lieve peso le incumbl'nze di servizio impreteribili, desidero cbe ognuno sia libero nella sc11lta di fare la guardia di nolle, o di non farl a. Però sappia chi non vorrà sfuggire il faticoso ufficio, cbe, mentre io, da una parte, glie ne saprò grado, esigerò, dall'altra, che lo sostenga colla mas~ima esattezza. Ognuno dunqur, pì-ia di lfocidersi, vi · pénsi bene, e dia ~a risposta al primo tenente che ha l'ordine di accellarla senza rimostranza di sorra·. « Aildate. or.a, figliuoli miei, ov.e. il dovere vi cbiama,;ed 9nQralemi domani alle 9 a colezione » .

t 67

nrc 6Ròl , 1,'oN Al.LÌ-EVO D! MARINA

Degli S che eravamo, 5 guardiemarina e 3 allievi, mio solo, 1,oltre di _me, si decise a fa r fa· guardia di ';OtlP, r .(ìUcs\ì fu , per l'appunto quella guardia11i;1rì11,, ( IH n11 i.; e[ . , pn,ìf,·1·t« a pr? lt1l-~ .tore ed amico. Era gran merito in luì, ,ill lll (' podii~siìno, chè ~ai aYendo navigato, non sape.va che si fosse il passeggiare pel .t-ungo della tolda (1) per ben quattro ore a sottovento, cd alla sinistra eol vento in· poppa; ·essendo riservalo ali' uffizialità il .lato di sopravvento, che è quello g'onore, ed al comandante al,,torchè vi sale. Sempre quando non si era chia mati a ~orwgliare e dirigere l'esecuzione delle manovre comandate dall' ullizi,Jl-e di guardia: cbè allora cascano sulle ·spalle d·ell'ulli<>vo e della ~òardiamarina tutti i falli dei marinai, la poca speditezza, il poco •'Silenzio, ecc. ed è vera fortuna se i laboriosi sforzi non vengono ' ieoronati dagli arresti sulle ctocetle di velaccia (2) o· di còntrovelaccia (3). Quèsta sorta di castigo domanda una digressione; e, a •far là brevissima, dirò, senza ultri preamboli, che, a parer mio, do·vrebbe venir soppresso dal novero delle punizioni che si dànno alle guardiemarina ed agli allievi (soli ai quali s'i nfligge} .sic'<iome quello che mette la vita in pericolo, peroccbè, se un poYero diavolo si lascia sorprendere dal sonno, un Cilpitombol.o da quell'altt1zu gli procura la mula compagnia dei pesci sino ·'al giorno del gi udizio. Ei fu per questa ragione che venne, or non è un pezzo, abo•lilo nella regia marinPria inglese; Riprendo il mio soggetto. La descrizione che ho fallo della guardia di notte a bordo per le guardiemarina e gli allie\i è sullk iente, credo, pen:hè imwa1

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(1) li ponte supe riore d ella n ave (2) Traverse d i legno squadra le adattat e ad angolo rPllo olla cima ,1,•~li a lberi di gahhia, clw sono qn,·ll i che iunalz:insi al disopd d r gli :i lberi maggiori, cioè d ei piantali nello scafo clt•lla 11nm . (3) Sono come q uelle di vcl.1ccia, m a più in a llo perché :idatl iil c all a cima degli alberi· di vclaccia ehe iònalzansi al disopra di quelli di gabbi&. : ~-. . .

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giui il l:elloré·, se- coloro che ne coooscean le dolcezze, do'vC'ttero capir ne' panni, e sentirsene. fatti liberi con un semplice allo. della propria volontà. In quanto a me, troppo mi scollava il pensiero d'essere tenuto d' inciampo,.. perchè la mia vanità giovanile non àvesse ah .. bracciato anche il diavolo per•isbugiardare la oltragg~sa opinione: quindi, la guard,ia dii notte fu ,pe.r me la ben venula'. ., Era ben vero che poco o nulla sapevo del fatto mio a bordo tl' una nave, siccome <li quanto si sarebbe preteso, da me in colai punto. Ma, allo stesso tempo, avevo la cominzione, che, segnala,cb.e1fosse la via da ·percorPersi, ' v;erai• modo,• dr•:batlerla più o meno bene, e ad· ogni modo mi animava la speràn~a che, nella peggiore delle ipotesi, mi si sarebhe .tenuto conJo délla buona volontà e della costanza del proposifo a v"incere gli ostacoli che mi si paravano innanzi . Per un giovane sano -e robusto , Ghe sente abbonda1'si la vita uelle vene, la gua1:<lia hotturna non è priva d1 piacevoli sod,disfazioni; ma è da confessare che , come narcotico i vince tulti i papaveri cli questo mondo. E di colo1;0 che ne banno fallo -sperimento, chi non rammenterà, la gioia.colla quale, t~rminata Ja guardia, scesce nella sua camera per saltarti in bran'da ('I ), \ollisi d'indosso i paQni gocciolanti per la pioggia ricevuta; e la gioia ancor maggiore dell'avvolgersi nelle coltri, sciolto da ogni pensiero di servizio? Infu11ii la tempesta ed il pericolo, si .fatichi sulla Lolda a più non posso, crolli pure il mondo", se .vuole, la guardia è terminata , il proprio dovere fu adempilo , e non si pensa più a nulla. Molto più quando ·si ha un comandante sullo 8tarnpo del nostro,· che avcv;i proibito si chiamass~., nell'imperversare del tempo, tutta la gente sulla •tolda in rinforzo al la,~ ,• . t \ voro del manovrare..C9sì i sonni 1»edlati dalla fatica .e prece.e. ''I:'

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(1) LeUo pensilq ,· ucl quale dormono i marinai. E~so couijistc in un parnlldogrnmm@ di lela. di olona, Jung-o· ~ei .pie~li e largo I.re . .

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tJuti dalhi stand1-ezzà. erano- dolci~si:ni , perch'è,,nou: torl>ali du\ timòre di, ,una brusca i11terrnzione. Ed è sup<!rtluo l'aggiungern . che quci,sonni non s; ·facev,ano,mai; neppur un momento, ~sp~ltarc. Per una guardiamarina o un allievo sceso dalla guarQta,, ooricarsi :e dormire .pnofonilamenle è , .come suol dirsi ,' un ' . 1 ·• f •t I(,' I , ' 1"' l I punto s~I·o, · ·, · ',, 1 "• ' , •· · · · , • • _ ,, ....,. Vog\io>sèdt'altro dormitle , ·s~ dice l'aHitwou~•la guar.dia,.. 1 marina, ,~ e; steso~i :nella bnan.da1; non :~a,.mestieFi dblii·peter~· selo a\lrimenlt', ·· cbè mon passa •un .. min.utOi p11ima 'uhe non s1 .trovi !i n~mei·soi.nel più profon:do sonno: Sbatta pure •il ·suo•1letli'c"' ciuolo .. aù ogn·i 'barcollata della nav.e , contro i puntali e ·1e pa· . ratìe r laterali, e venga 'èullato sino· a tobcare ,i ,bagli•(i2) che gli so~r.astano .,' in mezzo ad un scricchiolìo .infinit~, egli se I~ doi1me •iplacidàmenté•, e· non •v:'è•· pericolo s'r· sve:g~:. • ')A ben valutare l'ufficio commesso all'allievo di marina che. 1 fa, Ja guardia, •si doe por mente ali' alta importanza de doveri de' quali gl'incombe vegliare.l'esatto adempimento. Si s11ppong~, per esempio, cbe \' allievo abbia l' incarico di atte~dere c~e 1I bitaccio•{3J d' un pe,1.rnone (,i.) venga mollato per l esP.CUZ[(lne d.'una manovra: ove l'ordine non fosse eseguito in tempo come si ,conviene , ne potrebbe conseguire la rottura del pennone e q-0iodi la perdita de\ legno. E perctiè dalla importan:ft degli_ ine-arichi si misura la ,riputazione di· ·chi, sa soslenerh , è ch iaro cbe se la '°'Uardia notturna ha spine, non lioYi,;, ha pù-tì .q~alche o rosa,per•,l'amor .p11opriò' giovanilè, e ciò non'. dee :rppnl'l~e ptico ~Maggio.ov.e •si. consideri , che \a ·dolcezza 1111cootrata , llll una !•.'•·

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,G(li!) cio'i\-ipnr\lmc'Mi 4i"lcgn~rn'e 'fnt1i !'.pei':-S'ép~1·a re gli all~g@!_ ,' · , !~2i) Gr.psse lr;_lyÌ squadrA\e moss<; ,a!·w1verso del, .~a,s~1m1,nt~ · di! 1PIJ. i anc~ ~11•a1tro, nel fi (!e di . reggere i !f".olal-i d~i. 1/onl_i,, .e }egaf,~..f~a }Of!l h-6Jtè ~el lato destro cò~ quelle del 'sinistro: : '• . , .. (3) Cavi che muovono le estremità orizzonlah dei pennoni. (4) Lr"no tondo più grosso nel mezzo che agli estremi, il qu ale p ogaiando i':ii quadro 'snll'nlbero·, p.orta la vefo' l da cui prcoclc la denonp,

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RICORl)I • n'oN· ALLIKVo · ·or MARÌi'rA

incombe.uza per se stessa· grav.e e fasiidiosa, apre··,talvoltainrl • cuore·dei ·giovani la •via a: quel cbe dee formar.e il ùecoro e ila'. gloria, 'del loro ,avvenire, cioè alla· ferma e lieta·.osservanza de'. proprH c.Joveril. p La frequenza e l'importanza delle . man;,vre cbe avvengono; c.Jurante il succennato servizio, non di rado somministrano all'uffiziale cti· guardia l'occasione di encomiare chi per prontetza, ardim~nto·.e zelo si è più ·efficacemHnle adoprato a salvare una, vela, ad eseguire una manovra, a risparmiare •fatica alla grnte e via via. L'allievo di guardia impara che quell' uflìciale;:che è lieto di di:-pensare l'elogio: al merileNole, ottiene assai più dalla· genie ·solfo i suoi ordini che non qnelli· quali non hanpa11ole se i non per biasimarr. Apprende che il · gran st>gr.No dell'. arte di: chi comanda con;;iste nel saper farsi ·risprllure ed, amare anzi~, cbè le1mwe a. dismisura. E frullo · prezioso. di tal rispetto.'. ed amore, è 1wl giovine allievo la brama di -meritai·e I' elogio;.del: suo supPriore;qoell'elngio di cui egli vecle retribuiti i generos~ sforzi e i segnalali servigi. · · Ques,i pe115ieri e quPste ricordànze sono nell'animo mio. ca-1 ramenle legali alla venerata· imagi ne di quel degno uomo 1che era al comando cieli' Esemplare. Ei seppe . c9sì. bene apprezzare: la solerzia ovunque gli · venìa fallo di scorgerla, che sei .mes.il ap·pena da:la nostra partenza, q~egli allievi, e quelle guarc:He"' marina ch'erano stati contentissimi.di farsi esenti della.guardia nollQrnar gareggiavano nel desiderio,,di farla ,e di:fada a·dovere; ir" €be.:non;,faceva quel comandante per invogliarci del nostro mestiere! Una volta (era già oltre due anni che mi trova,·a imbarcato) mentre si bordeggiav.a (1) nello stretto e.li .Gibilterra, salilo egli •sulla tolda e gentilmente dato ·scurnbio ali' uffiziale i ": • ' •j J ih . d1 g11ard1a pcrche potesse andare a desinar~ ·, es~èndon~J ?r~, /

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AICORDl l>:UN· .1-LLIEVO , DI MAR)NA ;

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{l) ,vale navigare con, vento contrario,·: stringen~olo ora sur un bordQ ~d ora sull'alli·o. · · ·

riv,o,ttosi·a ·me1 ordin,ò .ohe facessi virare di bord,Ò (1) appena,lo gtild,ioassii·cùnveniente; qui.odi, senz'aggiunger ,allrQ,.~e.Qe scese, fa,,.camera. Come mi sia sentito, in quel momento ·di tan.ta re- · sponsabililà il mio cuore lo prova ancora, cbè mi balle , più ·· celere. , , , . , ,• ~ . La bordata .(2) ci avvicinava alla costa; data• un'occhiata àUa, ., tj.¼1:1·a; mi parve di, es5ervi già sopra. Dio mio, . quale agitazione provai! G,occiava, tutto di sudore. ,Avrei voluto domandare so- . stegno, mo as~òggeltarmi a"'J)ilola non voleva , tanto meno al nnstromoi .guai se lo av,essi fatto! avrei perduta ognL sl1ma,:ùeh mio 1co.mandanle. Fattomi il più d'animo che potei,, .con, quel tanto di. voce che· mi fu •possibile diedi il comando di Pronti, per virnre ! , Il ·fischio del: nostro.mo · ·ripe tè il , segno·. lo non, guaiidai . più alla terra, sperando io ·Dio di non.in.vestirla, e.proseguii ,a comandare il viramento eifelluandolo siccome•permecèanismo. Terminato che !'.ebbi ·ed orie11lale (3) le vele pér la· bordala opposta, il comandante, che per certo aveva .seguÌlo , ogni movimento della nave dalla finestra . del. giardinetto.{4), r-isalì,·sulla tolda, e con voce da essere udita dai circostanti disse: · Bravo, signorino, gliene fo i miei complimcuti; ella ha scelto . l'istante giusto per virare e lo ba eseguito bene : continui così che ne faremo un buon ufficiale di vascello. · ,. Quelle parole produssero l'etfello al quale miravano, e furono, d' inestimabile ; valore · per me. : Raddoppiai ,,ùi ,zelo::e se mai' giU'nsi col tempo a meritarmi. qualche consiclerazione de'· miei, G-aipi, non è dubbio •elle lo ,·de;vo ali/ effieacè . impulso di. quel. primo incoraggiamento. t

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,(1) Manovra di vele e di limone inles~ a far . volgere la nave ~all'uni' Sll'àltra ·parte. · ' 1 ' ' • •' ' (2l Cammino fatto sino al virqr di borùo più vicina-mcolc al ·ve11to. (3) Ol'icntar le vele vale disporle in modo çhc formi:10 con la direzione' del vento l'angolo più vantaggioso al . cammino della nave. (~): Camerini sporgenti infuori ai.due !ali dell:.i poppa, · ·. : ., '


12

RIG<JRDI n'uN -~LLIE.YO m " MA.RI1U

nTCORm o 'uN "'ALl..lEYO 1ll" ll.llllffA'

Ness1,100 meglio d!!l · comandante sape\'.a _eh' io aveva fatto virare troppo presto, ohe non aveva $ed>al-0 sufficieo·lff caloia tli spirito o che aveva tfalta eseguire la· manovra quasi macchinall)10n:e1; ma aHo stesso ;temp<HlCS&llOO )più di hli sapeva che la gi(lvenlù voleolerosa va incoraggila e non umiliata ; se· si; vu'oie avviarla ad alte -cose. · .Jr p11imo tenente, d'indolo anch'esso rella e benevola, seguiva le idee, è l'esempio ùel comandante a riguardo n~stro, e cornolui sapeva ispin1rci il desideri.o di fai, bene. Noi ci lagnavamo. pefohè non, ci lascia_va castigare a modo. nostro, ma so egli non1 approvava .talvolta le punizi.oAi da, noi inflitte, per . quanto mir·dsserÒ ad otten~re da'nostri subordinati,. l'esatto:,ademphnentO-' di ciò, che ·dovevamo fai eseguire, sapeva pur sempre, quando J?eccesso noii era cagionat·o che da zefo; giovanile, oogliere-l'oc~· easione di mostrarcene il suo soddisfao~mento. Racconterò •piit avaiiti un fatterello. rche ,e.là unn giusta idea del suo modo d:i,1 procedern.,Ora voglio dire qua{ era il servizio.delle guardie-1 marjna e- dPgli allievi di guardia, in que'Lempi. V'-0ra il suo beneed il suo male nel sistema che ·allora seguivasi, ,come nel sistema atLuale. L'.arte sarebbe di saper evitar,, iL male d'entrambi, e tenerne il. buono. , L<: guardiemarina, é gli allievi d'.allor,a, (che venivano imbarcali separatamente1. 1'0n come a\ presente sullo stesso legno) facevano la guardia in, giro cogli ufficiali di, vascello. ta guardia marina ,fliÙ>1ariziana ,diliigev,a le manovr&ed ,i !'avori ohe si fadov~no , a•·tWQra,, la ..secooda quel-li del- centro, llallie"o ~ttuem di poppa. .• '1' , ; -,1 v ·, ,, , ,, Se si navigava con altri legni, sia che si fosse- soll'ordine, : sia che si comandasse, la guardiamarina di servizio più anziana.·era d'estiriata· ai segnali, o passav~' poppa;. la secoQua la surr0go.~a . a pro1:a, e· t'allievo -p1:cn<leva posto al centro. Jl· servizio ·d'• ella ·gua1;diamarina a-ddetta ai segnaii non è f,Fl H\·) lieve. Essa è .ri~pQinsnbi.le che. ness11n. ~ nale dei ,!egni,,venga

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fa-Uo se11za;cbe sia immediatame'nte rapportatoi~af gi.iardiefr(1 ); ed è suo dovere rifodrne subilo il significali;> 1aH'uflì1.iale dii g,uarù ia . • .. " ' · ' · ; ' ,' ' . ~ Tutti jisegnali ;che s1•funnonndlla· guai'.dìa dal ·suo bordo, sqno, . ' da ·lei diretti. ·· L'uffioiale le dice, ·a modo d'çsempio, segnali che il· basli--mcnto in vista è sospetto, e sia solleeìto. _Se la g·uardiarnarina 111111 , sn il numero che . lo indica, deve .. per lo. meno saper tro,varlo1senza •dik1zione· nelt' libro, 1Je'.segnali, e tanto piì1, presto· quanto più è urgente, la cosa che si vuol significare. - A bordo di legno solt'ordine, se il segnale viene dalla nave comandante, non vi è speditezza · nel rispondere di averlo inteso- che non si esiga dalla guardiamarina, esiendo • commèn--' dev.ole desid~rio in rogui bastimento _il farsi. scorgere primo in attenzione agli ordini del capo_; e siceome avanti di risp.ondere che si è capito bisogna che si sia capilo di fallo, la ,guardiamarina deve aver prontezz-a nel leggere il numero -espresso,dalle bandiere. spiegale, e più ancora è mestieri sappia a memoria a_ quali· numeri corrispondano i principali significati del t_ele~~afo d-i bordo, per non perder tempo in cercarli, e porre qumd1 111dugio riferirli. . . . ·· . . Che gliene pare,·lettor mio garbalo? Non av:eva egli. ragione quel comandante nel <lire che _non era poco· ciò che si esigeva· dalle guardiemarina e dagli allievi, e nel far stima ili loro f! · , ,iJn ·quanto a me, llaccerto.·ché1ne ho ,la massima-•oonside1•.~~ __ zione e che sento anzi una viva tenerezza per qùe\la cara g10-, ven.t~ alla,·qoale è ,serbata una nobile, pa11le •o·effavvenire ~re-llq patria ,nostra .. E mi gode l'animo di: ·vèderla ormai· SP,lllnd'.da-_ diente "avviata ne"li o studi della Regia Scuola; 1: insigne,.se1en-. z.iat.o che li dii'ige merita la piì1 profonda riconoscenza di :q,uanll amano questo prezioso istituto, percbè a11a rara dottrina sa.

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'. ' t')' ~larinari ch"e at1-en<Tol1d •o'sègnali per' ltÌhiò !d'f "védelln .'• · w•::·•,.


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lt!COR:Dt· o:'.l'l!F "AI;Ll.EVO" 'l)t:· M'J.'ltlll'A./,

l\ICORDt, n 't1N. ALLIEVO DI" MARINA·

m1ire' là ·nobiHàì.del :carattere, ed uno; zelo :infaticahileAt,.èorpo: insegnànte1con· pochissime Pecrzioni, è -tait! da. •onorarsene .al-. tami!nte qualsiasi collt•gio de'più , civili paesi d'Europa.· Lode,, ampia rloderne ·sia1resa, a, quei : benemer.it·i a'.quali :•deve il còllegio le sue attuali conclizioni. Ma se trovo meri levo le d.'ehcomio , ciò che si pratica a terra, in ., quella .scuola, confesso cll'e non sapreì nello stesso modo ' pienamente approvare il ,sistema tebe si -tiene ·a· bo1'flo1 Molto si attende; com!è mestieri, ·alVistruzione manuale marinaresca ·di ·quei giovanotti, ma non forse abbastanza si educano al comando,,:.eosa ar,cuiupur :sono•·prindp.u,lmenta~ chiamati. , , i . , .. ·; Sarebbe utile, a parer mio, lasciarli più mallevadori degllin,,-, 1 carichi che ricevono, :e· dar.,doro autorità "di rimpnovero e di castigo più estesamente che I non si usa. Questo si faceva dal . coman,dante dell'Esemplare,.. il risultalo che ne ottenne è. noto a•quanti ufficiali della regia marina navigarono col comandante, Wright{ · di· degna ricordanza; chè tale era iI suo nome. • NessunO' schelmo del bastimento-scuola dovrebbe lasciare· il· bordo se non sollo la piena direzione di una guardiamarina··oi di un allievo,.secondo la·. importanza maggiore e, minore· del-· l'incombenza. L'incarico del padrone dòvrebb' essere inlieramente a loro devoluto onde abituarli ·prr tem1~0· al difficile maneggio del "li-·, mone, ,massime sollo .vela. · Questi 1cenni bastano ., per far .comprendere .ad . on rparino ciò :· che vorrei:· ·1 • . Que' disegni che si presentano alla fine della campagna riescono. per certo d.'un bell' effetto, ma..il lungo tempo che vi si spese non nocque forse ad un 'istruzi·one più vantaggiosa? E il ·ministro a cui si mandano 1ion èercberà nulla di .meglio se il suo occhfo· verrà piacevolmente soddisfallo? · I' piani levati sono còmmendcvolissimi: ma non so chi possa benedire le materiali fatiche, di ,Cl\i ,fanno.,'. fe.dc _i._pi.ani .c;opiali

con· più o:meno di diligenza, non· che quelle q,imrnense car.te1 geografiche che per lo più fonno parte della ool le~ione dei lavpl'i falli duran 1.e la campagna. • , .. La penna è ,ila oltre a quello1che avrei voluto ,,su, tàf •pro: posito; Ora è falla; piuttosto che -rifare scelgo offrire le mie umilissi.me ,scuse a ch:iunque non trovi ùi suo pieno gusto tuno , o parte .di quel che bo scritto. . , Venia1~0 ora al racconto ·del fallarello che sopra accennai ......-. t Il mìo posto di guardia era di poppa. to zelo che ' io. metteva nel disimpegno de' miei doveri. finì per valicare i. limiti, ciò che diede l11ogo all'aneddoto che . promisi .di raccontare.. 1 ,,Era ordine positivo che nessun panno venisse posto,,ad asciuft.111e se , non sulle ghie (1) a tal. uopo assegnale, e, per speciale permesso, sulle griselle (2).delle sartie di mezzana di sopravvento. I marini sanno quanto. una nave sfìgu1:i per oggetti appiccati fuori bordo estranei al servizio nautico. Nè solo , nel giudizio di coloro che banno una specie di culto· per le appa11iscenze, . ma agli occhi altresì de' più sensali. E in vero chi mostra curare le piccole cose dà segno di non trasandare le , grandi: li marino che veùe un bastimento sgombro nell'esterno del borùo, le manovre (3) tese, i pennoni parallèli fra loro e perfettamente in croce cogli al~eri rispettivi, ben issale le vele e.be spiegansi al vento, le altre chiuse raccolte nel minor volqm,e possibile , le, arzè dei coltf lla~cj (.i) disposte alla 'stessa altezza, nette e sporgenti del pari a dirilla e sinistra, i por-,

0

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,, (1)' Corde disposte orizzontalmente ricl'senso della lunghezzà della nave, scorrenti in carrucole opposi.e. (2) Pezzi di cordice_lla legali orizzontalmente sulle sostie degli alberi per servire di gradini. (3) Voce generica· che ·comprende tutto il cordame d'una .nave. 1 (4) Asse messe sulla faccia anteriore dei pennoni, le quali servono ad al-. lungarli nel fin e di spiegarvi delle vele chiamale coltellacci, per abbraccia.r e una quantità maggiore di •vcntò . .· · t, 1 ·•1, :,,.


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RTGO'.R·n-r- 0-11:; · .uu.rnvo 01

.)1<11n:; A.

tcllf"(1) ~eHe :caono·1~iere (2) egualmen·te ' àlevuti1, le volat~J(3) delle ar~1gllerrn-su cli una stessa liillea'1i,tarbanJ:ierd e la fium--ll~_a .(J-) issate a _toccare' nessuna .eos~ a-slrasoico ; , le . braudo p,~~at~ ill'.1m_odò' unirorme_e ben •allil)eate ; i pavèsì E59 -s1re.1ta1_~~n1e avv~l~1,, 1~_,coffe spaecia te I il .. 'della •fode1:a .{7) JJlueente' il m/11 u1oi,1 dicevo' che dSS'ff1iva "~111to questo', ,non·· può non pr?~a1:e, ~n cer~o am~revol~ compiac,imeuto ,1 e giiidìthndo, co,me s1. spesso avviene, •cfa, qu:e{ che si vode-quel·· clYe norìr si ''.ede,: giurerebbe q1,asi che la parte morale non meno ohe la mater1_~le v~da' in 'quel· car-0 legno ,i capello.. ·. . . , . Avevano ·perciò ogni ragione il nostro primo tenente ed il co1~and_a'.1~e n~I vole~·e l'esatto adempimento di lulli quei minuti parl1colan. ·11-·pl'lmo -lenente poi, siccome quello . ., \I . . . . acu1p1u ne e_mva il mel'llò per la speci~lità del suo in'carioo ,· era ine~ sorabile, e· non ammetteva scuso in cotali t1:àsgressim1i. . ·Il più1diffidle ad ottenersi da .noi allievi e guardiemario ' b , , a er~ c e· ~on s appendessero dall'equipaggiò (8) panni di uso nei luoghi proibiti. · ·

r6 ~-

ramo

·Il prim·o i'eaente non di rado seop1·iva qualche cam1c1a o qu~ldbe paio di pantaloni r(belle alla legge. · E allora il povero allievo _avrebbe voluto trovarsi ne' panui del reo jwincinale piut1 tosto che ne' suoi.· oalo d'i prg · 1·io al malaugurato oggello' ' l'uf__, .:

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ç d''1~_p ostç per chiudere le cannoniere. ,

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· (2) Aperture quadrate applicale :..trave"rso 'del bordo dcli~ d ' l ' 1' a dar p~ssagg'.o alle volal<; ,dei cannoni. , . 1· , 1, , :• . ~~~- ~, ~ .(!) P~rt~ d_1 una.bocca rla fuoco dalla metà circa del J>ezzo innan·ti . . ( ) Dd'.sltlmbt1vo d, una nave da g uerra, consistente in una ban dcrnoln ,lei coIore <• a andiera· naz· I d · fi ·· ' . . d Il' lb tona e,·, J · g ura,•triangofarc, mol~<illun,,a:iS1· ~ssa m cima c a ero maestro . , "

n~v··'

(;i) T~l\! incerate per rfoo~l'lre le brandè.nci;; ~~~~ ;~;~~i\d -~~:~. , 1 (6) Ptatt.cformc in cima degli alberi m:ig,,iori : .1 • (7) Ili ,·cslimcnto· 85 ' te · d· I~ , " · ' ~ ' · .,., ·1 " , . ono :e parte immersa di una na~·c,, fatto '<1i fo,,li 1 0 . 1 rame. . . 1!'l !.JJ' .. • .. r.!i . . ., ffl ", .• / ; ·(8) Nome eollell1vo che comprende tulltc lo . , . . • . persone <11 una u.nvp n 1, 1~ scrl'a <leglt uffiz,ah brcrettnt.i che ne furma 110, lo st I i> " ~ -L

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n. o-m~g6 10re-. , ,.,

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RJCqRDI D°llN _ALLIEVO DI . ~IAIU!'j'A

, '77

fìoiale ce lp ·!)sp9nev~ sollo gli occhi, rimproveran'ùpci acerb~iprnnte la cagion~ della nostrn. inavvertenza. Se invece , di sten:,lersi . ne!Vimpavesata (1) e coprirsi colla bandierq, pçr non .pedere, diceva egli- una volta ad un . mio compagno,· avesse · <Pl'(>Qurato d:i t~nere gli occhi. aperti, avrebbe scorto ciò c~e,. visto da fuori, disonora il bastimento. - Non si meravigli il l~.ttore d_ell'espressione, p~rchè così la intendono i primi }enenti isulfonore . q disonore della nave affidata alle _loro c':lre. Infat~i ,:quel mio poven> comp.agoo , ,preso dal sonno , a-y~va cçr,cpto di tfistorarsene coricandosi nell'impavesata, e ad eludere la vigi,lanza de' superiori erasi ~iVvollo,nel!a bandiera. 1 •Sovent• ·dopo i rimprocci veniva \'ingiunzione ,di rendersi •agli arresti su quelle tremende .crocette; tremende per .tutti, ma in ispecie per chi soffre il m~re, e fra noi ve n'erano parecchi. L'amico mio, p. e., soffriva da. far pie là ,,\çnza .però -che mai si lasciasse abbattere da poter essere un sol momento ,distolto dagli uffici suoi, adempiuti con tal solerzia che gli meritò la predilezion e .del comandant\3, di ~ui poteva dirsi il Beni.. mino. Sempre ptimo al suo posto, svetto e capace quanto i :più abili gabbieri , dirò meglio, più svelto e, più . capace· dei pip abili gabbie~i (2). Nei cattivi tempi, nell'imper\'ersar_e,della tempesta, tu lo veùevi accavalcato sull a punta di sopravve_nto -del pennone di con tram mezzana (3) a passare la bo rosa (4-) •Ilei serrare i lérzaruoli •(5) alla, vela di colai nome che {la noi si· manovrava; e mentre egli eseguiva -siffatta difficile opera-: ;zioile I che viene contrastata e dal peso rproprio, e 1dall'azionè o · · (1) Cassonetti messi sÙJ capo d i banda, che è quel pezzo di cosll't1zionc •che dçtermio,a l'altezza ~elle murato: n , (2) Clnssc di marinai lrusce ll i fra i più es11erli. . . (3) È il seeondo pcnno11e tra quelli retti dall'albero di lnezzana . .; (4) Vale fermare un punto del lato laterale di una vela alla-eima,del s11p J)CllllOlle,

· (!i) Manov.ra j ntesa a_ sco_i•ci,arc·lo,&\lpedicie d'una yeJa, pel' co~• rcn~erla ,più all,1 a rc~ister e all:impclo del Ycnt,o.

.-


1 R-ÌCORDI D UN ALLIE'V• · 1)1- M'ARINA ,.7'8 ·def vento', ndare •di' stomaco per-siM con sang'ue. Vedi q~iofa

lUCORDI -o'uN .\LLIEV·O DI MARINA

0

-fermezza 'di 'volontà era in quel\.'égregio giovanè. Che ·non rsi può otteiière da uomini di colai· tempra! Basta saperli , inteude'rè. Un eccesso di dèliéa!lezza gli" fece domandare , son già al·ciini anni, il suo ritiro, che ebbe colli distinzione 'del grado · di retro-ammiraglio (1). •. . , • ' Io 'nbn bo potuto nè posso approvare-quella sua determina'ziorl~ ,-perchè, a parer mio, è vera e forse unica saviezza al mondo il sapersi adattare alle contrarietà inevitabili nel corso ·della vita, e d'altronde nessuno è• sciolto giammai , dal "sacro obbligo di dare il suo obolo, com'e meglio può, al. paese. -Nè -la ragione del mio amico stesso potè sicuramente approvare quel -che la passione aveva fatto, perocchè un sì nobile animo come il suo non ptiò non sentire che alle azioni d'un cittadino debbe ·essere norma e consiglio la sua coscienza anzicbè I' altrOi ·gradimento. · Ma ecco che a forza di dilungarmi bo perduto il filo del mio racconto. Son qui a riprenderlo. Io mi era proposto di far-e ·ogni possibile ond'evilare. i rimproveri del primo tenente:che mi dimostrava deferenza e mi correggeva con particolare bontà. Giurai quindi guerra accanita ad ogni camicia e ad , ogni 'paio· di pantaloni messi fuo1·i di bordo di poppa ove estendevasi la mia giurisdizione. Rimproverava , castigava, bestemmiava ( che il vezzo della bestemmia non' è pregio esclusivo di quella -classe ·gentile che guida legni per terra) : ma lutto inutilmente, poièhè sempre, e non saprei dir come, que' vispi marinai di primo pelo lrovava_no il mezzo di farmela proprio sollo il naso. Reggi , reggi e reggi, finalipente arrivò quel mattino in cui 1a mia collera giovanile non potè più trattenersi; cbè avendo avvisato e dichiarato per la centocinquantesima volta che non 'àvrei ulteriormente sofferto simile trasgressione agli ordini di · '.' (i) Uffiziale gener~le di marineria il cui grado risponde a quello di maga10r generale nel regio esercito, -. •.,. ,, , .. , ,, , . , ,., ·,

c,79

1b1;nafo , vista una camicia appesa -sotto le gru.e, di poppa ( 1 )., !{jato ,di pi_glio al mio .eoltello, e-tagliate le · sfìlacce_o(2} che Jil J egavano ,.gellai senz'altro il corpo del delitto in maFe. .. , 1 . Erano appena passali pochi minuti dal momento fatale ;p~.r ,quella, povera camicia , che il primo tenente comparì sullil ·tolda alla sua solita ispezione. - .. Io lo guatava <li soppiatto, non spoglio di vanitosa compia,ceuza nel vedere come il suo sguàrdo .si mostrasse sod'disfa~to ._di non scorgere ombra di contravvenzione a' suoi ,ordini. Ne cgongolava tulio, .ma presto venne. il disinganno, chè_. subito mi dieùe a pensare un marinarello; gabb)ere di mezzana, pre-,hientalosi al primo tenente in atto , di cbi fa quakbe reclamaizione. Parlava col capo allo, il cappello in testa ben indietro, :tenendone la falda colle tre prime dita della sua mano dritta qual segno di rispello, e andava tratto trallq tentennando sulle ·gambe, molo comune ai marini per l'abitudine che ne con-traggono col tenersi in equilibrio nel barcollare l3) e beccbeg-

•giare (4-) della nave. Sta a vedere, mi di.;si, che quel maledello ragazzaccio rap, porla conlro me. Dello fallo, cllè il primo tenente già f!}i ac•cennava di andare a lui. ,; Interrogalo, e, com'è naturale, reo confesso, ricevetti l'ordi.ne . òi pagare del mio al marinaro l'ammontare <lella perdita ca.gionalagli: ma questo non iinpe<lì al primo tenente <li forte.mente riprendere il marinaro per la sua trasgressione e casli'.garnelo. (1) Legnami O pezzi di ferro sporgr.nli fuori bordo d_i poppa, intesi' a_ so-· ,spendere la passel'a, schclmo d'uso ~sclusivo del capitano_- moll? •sotl1le e Jungo, armato di remi a zcnzile, che sono quelli che hanno 11 mamco lungo, 1 fatti per remigare con un rcmiga11re per banco. ~- (2) Trefolo ricavato da vecchi capi disfatti. . , (3) !\loto oscillatorio delle nav~ nel verso della larghezza, mtorno all a~S\l

·

1

della loro lunghezza. . . . ,, (H.ÈJ_I m.uoy~rsi d"1,ma '!~ve nel _verso _d_e lla sua 1ungbe:iza, mtorn,<>;)all'nsse della làrghe&zo. · ' ·: ' · _:•,., :l " l ' ,,':


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RICO RDI o'uM ALLIEVO DI MARINA

Dopo ùi éiò -un altro primo tenente OQn ,,i,avrebbe peòsato · più che forito, mentre, come suol dit:si, ave\·amo entram bi arnlo il nostro-conto. Ma non cos\ quel sòlerte uffiziale de\l'Esemplarè, clrè se aveva trovato arbitrario il mio 1hodo di condurmi , erso ;i·l mari'naro, e pet·ciò meritevole della punizione datami, uon aveva tralascialo di notai·e l'attenzione ch'io metteva nel disimpegrw; degli obblighi di servizio , e non voleva passasse

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·inosservata.

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· Egli praticava di lasciare per iscritto le consegne dei parti:_ colar.i di bordo da eseguirsi, nella notte e n~l mattino susseguente, come il com:ndante 11saiva dare quelle che risguardavano la via della nave, fo vele da -tener.si,e tullo quanto prov~ede alla sicur<ma ùel bas~imenlo. Da quel che ho riferilo sul conto del primo tenente dell'P'semplare, ognuno può immaginarsi che dopo _le sue conseg11e veniva sempre l'ingi unzione di non dimenticare quei parli co~ lari anche lievi che accennai essere segno di bastimento beo ordinato. Ma nella circostanza che ho narrata vi scrisse soltanto le, parole che seguono: « · li primo tenente desidera che le guardfomarina e gli allievi procurino di .emulare.il signor ( seguiva i.I mio riverilo ·nome) nel disimpegno de' loro-doveri n. Quanta del icatezza ùi procedere! Complimentava me ia modo lusinghe.volissimo, e non olfendeva i miei compagni. Cosla ~ì poco ad un superiore il farsi amare da' suoi subor<linati l Un .mollo cortese e detto in tempo vi obbliga at! ilmlterab ile gratitudine, menlrP- ona semplice espressione mal consigliala e poco gentile, sia pure non deHala da cattivo volere, sep:xra esseri che per conformita di sentire erano forse nati per intendersi . Tant'è, la parola è sempre la spada della favola che ferisce 1·ìsana.

e

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(Continua)

C.

,DI PllRS!NO. .

rmo .DELLE AtllMI DA l•U~OO COllrlLlTE

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DA c. MO~po -UPITANO NEL COl\PO .RIULE Al\'l:IGL,llm,I .\

1,,.y, ,, Nel J.o volume, :~nnp .J.0 , di -qµesta ;R,jv~stil, -accennammo ad .una disposizio.ne Jlel Minist~ro della ~uei;ra, ,relat~va alla con1-pilazione.di Un cor_so elemen,tare di studi, n:ilj,f,_at~i per le _scuole dell'esercito, di cui il Corso elementar~ d_i t?·igp,nometna r6l• :tilinea del luogotenente col0nnello Righini ed'i:l Corso completo di topografia dello stesso autore, .furòno le prime opero ohe. , venissero in luce; opere prege,·olissime sotto tutti gh aspettì, che fecero \len aµgnrarn del pensiero che .presiedev;t 0 <,alla compilazione di quel corsp di studii. . Altra opera non . ha guari. veni va i11 luçe, de} capit~no C. Mondo non meno delle precedenti pregevole, e che com• piutament~ risponde al fine propostosi ; cio~ di ra_cc~iude% !11 ,pitcol· nu:rnero di pagine" le nozioni meccarnche md1spensaq1h o. .spiegare i diversi fe.nomeni del tiro de\le ,armi da fuoco, non ,d~ il progressivo svilupp.o de' princjp,i,i ,su .ç1,1i è fondata la co• .struzione ed il ti~o delle armi portatili di_ precisipne. In tant;i. Q~evità, era impossib\le _essere più chiarp, c01;n pleto e ordinato. Un. uffiziale di fante1-ia· cbe !fi(etti di conoscenza su tal prq· ·JlPS\to, orecìiamo,che dalla lettura del lavoro del capitan~ .Mond~ 1acquisti tutte le idee imlispe11sabili per insegnare a1 solda,t1 1

Voi. l1l -

6


82

CRITIL.l

la maniera di ben sers1rs1 della loro arme , non che per giudicare il valore de' nuovi trovati ,s ulle armi di precisione caricantesi per la bocca, più o meno in uso presso le diverse potenze d'Europa. Il lavoro è diviso in sei lezioni. Nella 1• è discorso delle generalità sul moto e suite sue cause, della maniera in cui opera la gravità s~ i corpi, della · _relazione ésistente fra lo spazio percorso da un -grave ed il tempo impiegato a percorrerlo, espressadallaformola h=}-gt; ~ non che dell'influenza di ;una forza sul moto di traslazione , secondo che sia oppur non dir&tta al centro di gravità del corpo sul quale agisce. Nella 2• lezione, l' autore discorre della traiettoria che i proietti, lanciati in una direzione qualunque, descriverebbe nel vuoto, e della maniera in éhe essa viene effettualmente modificata dalla resist1:mza che l'aria oppone al moto. E qui, fatto n otare come la resistenza sia proporzionale all'area della proiezione verticale dd proietto, ecj. al quadrato della velocità con cui questo si muo,·e, dà con molta chiarezza le ragioni per cui i proietti più grossi e densi esperimentino minore resistenza a traverso l'aria ; non che quelle per cui, a peso eguale, i proiett! ogi_vali_ avl,,antaggino su gli _sferici, e p~rchè fra due· pro1ett1 og1vah deTlo stesso peso , sia da preferirsi quello che sia più lungo e di minor ralibro. · Nella 3• lezione è data la teoria del puntamento , ed è fatto cenno delle cause d1 deviazione ne' tiri. E qui vien chiaramente e graficamente dimostrato, il perchè i proietti deviano dal lato verso il quale gira l'emisfero antP.riore , sì nel senso orizzontale che nel verticale. Nella 4• lezione vien descritta la maniera come disegnare praticamente la traiettoria, per mezzo delle deviazioni medie , orizzontali e verticali, ottenute intorno a due linee che s'inter• sechino ad an golo retto nel centro del bersaglio; non che quella come valutare l'aggi_ustatezza del tiro di un' arme alle varie dis tanze, o di due armi fra loro , od anche la probabilità del tiro · su di un bersaglio di date dimensioni. Nella 5• lezione _sono descritti i ~istemi immaginati per diminuire le deviazioni dei proietti , sia per mezzo della forma di

crtmn. ·s3 'èj_uesti , siccome facava il Nessler; sia per mezzo della rig~tura della canna, sia della maniera come stringere la palla nelle righe, · siccome ne' sistemi Del vigne e Thouvenin. Infine, nella 6• lezione è discorso il movimento de' proietti -cilindro-ogivali pieni, non che de' vuoti, altrimenti detti espansivi. E, nell'accennare alla maniera in cui l'aria opera su di . -essi, e q uicdi alla necessità che il centro di resistenza corri.sponda dietro al centro di gravità, affinchè la puot~ del pro\~tto • sia mantenuta innanzi, in tutta la durata del movimento , s1fa , vedere l'utilità del trovato di Thamisier; cioè di scanalare la , parte cilindrica del proietto, per evitare di accorciare la parte ogivale, e quindi di accrescere la resistenza dell'a ria. Nel discorrere della derivazione, ovvero di quella deviazione .costante che sperimentano 'i proietti lanciati con armi rigiLle, .nel senso dell'inclinazione delle righe , l'autore pare che l'attribuisca. ad una cagione diversa da quella comunemente . rieonosciuta ; perocchè egli dice : , Se non che, anche malgrado • i due precedenti mezzi, è impossibile ottenere che l' asse di • rotazione del proietto s' infletta ad ogni istante in modo da • combaciare colla tangente alla traiettoria; epperciò ne succe• dono delle deviazioni , le quali però devono ess~re di dire~ zione costante , giacchè il senso della rotazione è sempre lo , stesso, quello cioè dipendente dal senso in cui . sono dirette , le righe della canna. Questo fatto fu piénamente confermato • dall' esperienza, la quale indicò costantemente nel tiro dei • proietti cilindro-ogivali una deviazione di diFezione costante, ~ cui s' è dato il nome di derivazione • . Invece noi crediamo, che , la derivazione sia da attribuirsi alla pressione che esercita- la gravità sulla colonna d'aria sottoposta al protetto , per cni que. sto nella .rotazione , esperimentando maggior attrito con la parte. inferiore che con la superiore , è costretto a deviare in seusu opposto àlla maggior resistenza ; e che però, se pure si •riescisse a fare che l'asse del proietto s'inflettisse quanto fosse mestieri, la derivazione potrebb'essere minore , ma non per ·questo sarebbe distrutta. _ Relati vamentfJ ai proietti espansivi, io questa lezione é det!o quanto di più importante sia stato praticalo in •Francia, nel B&lgio, -in Inghiiterra ed in Austria , ed è fatto cenno fi nanche delI' ul-


l4

. CRITICA

tima modifìéazioné apportala m Crimea dagl'i-ng1'esi ai loro protetti, non ·che délle esperiéhzé compàrative fatte fra il protetto belga e l'ultimo proietto austriaco. La succinta analisi per noi fatta de'l lavoro del capitano Mondo, crediamo sia suffic.i ente a farne rilevare i principali pregi, ed a fare sentire l'utilità di ieggerlo e studiarlo, per coloro che vogliano acquistare un'idea abbastanza compiuta del d'ifficile problema di acèrescei·e -l'effetto delle armi da fuoco in generale, e d~ fucile di fanteria in ispecie, senza perder~ i vantaggi dell'attuale fucile; cioè del facile caricamento, della leggerezza del -p rotetto e di un tiro spianato alla distanza in cui i combattimenti di linea si rendono decisivi. Condizioni aÙe qua.li n on è possibile di altrimenti soddisfare, n·ello sta!to attuale dellè cose, che con la ·d iminuzion'e 1d'el calib~o, ·comè ben dice l'autore nel seguente brano,, con cui diam'o 'fi.ne a quest'a nostra disamina : « Ma se il tiro dei protetti cilindtio-ogivali può considerarsi • come regolare, m:a•lgr'ado -anche 1a derivazione, '.non si può • però considerare come buon'<'.> .pel tirò a ·distanze no't!J sola, mente con una certa app'rossilmazione, giacchè non è abbi'.t· • stanza radente. Infatti coll'attua] calibro ciel fucile di fanttria • questo protetto ha un peso ·considerevole, e qu'indi ·una ve» locità ioi~iale assai piccola; e siccome questa n on si può aumentare coll'aumentare la carica, perc'hè •il rinculo dive'r• • rebbe allora insopportabile, cosl n e risulta che, per ottenere • una data gittata, convien impiegare un angolo di protezione • piuttosto grande; ·ciò che rende il tiro molto curvo, eppetcrò , cattivo sui campi di ·battaglia. · » Per ovviare a questo inconveniente, bisogna ridurre il ca• libro del proietto, e cosl ,, diminuendone il -peso, •imp'riihérgli • colla stessa carica una velocità iniziale maggiore ohe som, ministrerà nn tiro più radente. Epperciò la riduzione del ca• libro delle armi· portatili è uno ·dei passi necessarii, se vuolsi • aumentare il loro effetto •.

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INDIE INGLESI

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Gli avvenimenti di cui le Indie sono in questo momento i l t ~atro, danno il riù alto interesse ai documenti storici che riguardono la dominazione inglese in quei p~esi. I~ q ua,dro. che noi riproduciamo contiene l'ordine crono_log1co dei f~tti prmc1_pali che s! soE,o passati in quella Coloma, dalla .prnna spedizione commerciale partita dall' Inghilterra sotto 11 regno della regma Elisabetta, fino alla insurrezione dell'armata indigena. lMH. Prima spedizione intrapresa dai negozianti inglesi, per fondare una Banca nelle Indie orientali. 1600. Organizzazione, per decreto reale, della prima ·Compagnia _delle Indie. Questo primo decreto, accordato dalla regina; Elisabetta, porta la data del 31 dicembre 15~9, -1609. Secondo decreto reale (Charle) accordato alla.Compagma. 16'15. Inaugurazione delle prime fatt0l'ie a Snrate. 1615. Arrivo della prima ambascieria inglese al!a corte del

l632.

. 1.639.

l65i3.

Mogol. . ,. . L'imperatore del Mogol Shah-Jehan accorda agi m~les1 il permesso di commerciare e di fondare una fattoria ~ Pepley, porto del\' Orissa di cni_m_a le a pena possono oggi ritrovarsi le traccie, g iacchè m t1eramente sepolto sotto le acque . Il terreno occupato oggi da Madras, e che prese_nta _una estensione di cinque mila miglia di lunghezza m 1mea parallela alla riva del mare, e di un. mig~io di l_arghezza~ è ceduto alla Compagnia con l'au-torizzaz10ne d1 f0Jldarv1 il forte San Giorgio. . . Cromwell minaccia di render libero il commerci~ r1ser~ bato -lilla Compagnia : ma nel 1659 la reinte .•n. m tutti


lfG

1661.

1665. 1668.

1669.

1683. 1686.

1690. 1696. 1698. 1702. 1726. 1746,

1748.

1749.

MJ'SCELL.1.N'KA :

\llSC'l!!LL·ANJ!':A

i di lei privi1egì. Madras è elevato ,al rango di Presi~ denza, di cui la forza militare fu composta di 26 soldati europei, che poi dai Direttori fu, nel 1654, ridotto a 10. Carlo II accorda un novello decreto. Bombay è dal Portogallo ceduta al re Carl0, come patrimonio dell'Infante Catterina. Inaugurazione del commercio della Compagnia con la China. · Il re Carlo cede Bombay alla Compagnia in cambio di una rendita di dieci lire sterline, pagabili ogni d\ 30 settembre. La Compagnia riceve dalla China il primo invio di thè, in due panieri contenenti 143 libbre e mezza della preziosa foglia, che furono regalati al Comitato-dei Direttori, e servirono per loro rin f~esco. Bombay è elevata a Presidenza. La rottura delle relazioni fra i maomettani e il capo inglese a Hooghly, il 21 di dicembre di questo anno, forza gli abi tanti della fattoria a lasciar questa piazza, come non più tenibile. Si ritira.no e si stal,iliscono al villaggio di Chuttanultp, oggi Calcutta. • Gli .inglesi :::i stabiliscono seriamente a Caloutta. La Compagnia ottiene il permesso di elevare fortificazioni intorno alle sue fattorie. Instituzione di una nuova Compagnia delle Indie. Le due Compagnie si fondano in una sola. Costruzione dèll'East•India•House a Londra. La guarnigione inglese del forte San Giorgio si arrende il 7 Sf'ttembre alle forze francesi comandate da Labourdonnais. Ostilità fra i francflsi e gli inglesi -nelle Indie. Pondicbery ' assediato dagli inglesi. Restituzione del forte San Giorgio alla Compagnia, dopo il trattato di pace di Aix-la•Chapelle. Nel tempo della occupazione del forte per parte dei francesi , la. Compagnia trasporta la sede delle sue operazioni al forte San David, situato sulla costa a cento miglia da Madras.

8'7:

Distruzione delle· forze del pirata Angria, operata dagl~ incrlesi. Assedio e occupazione di Calcutta • per parte di t) • Sarayah Dowlak alla test~ ~i 70,.000 uomm~. 1757. Battaglia di Plassey fra gli rnglesi co°:1andat1 dal coJo~nello Clives, e gli indiani comandati da ~owlab. Disfatta completa deo-\' indiani che erano venti contro uno: rioccupazione di C~lcutta. L~ supremazia inglese nelle Indie data .da questa battaglia. . . 1758. 1o giugno. Attacco ed occupazione per parte dei frances~ del forte San David, .che viene rasato a terra. I frances~ avanzarono inoltre contro Madras, ma furono costret.tl di battere in ritirata , e fatti prigionieri l' 11 .g~nnat~ 1761 dal colonnello Coote, arrivato alla testa di. rmforz1 1759.

considerevoli. . Burdwan, Midnnpor e Chittangong sono occupate dagh

inglesi. . . . . Battaglia di Buxane: disf~tta d.egh md1an1• L'imperatore del Mogol rmunzta a tutte le su: pr.etese sopra il Bengale, il Bahar e l'Orissa, i~ cambio di una pensione annuale di 325,000 lire sterline. . . Ì 767. Hyder-Ali pone a ferro e fuoco una parte del territorio della Compagnia. 1772. W~rren-Hasting è no!]'.linato governatore del Ben1764. 1765.

' ·· gaie. . l ·_ 1773. Adozione del bili sulle Indie, avente per oggetto. ari . organizzazione degli affari di questo paese, pon:nd?h sott~ un sindacato più severo del Governo. Inst1~uz1one d1 una Corte Suprema a Calputta. Il trattamento annuale del Governatore è fissato a 25,000 lire sterline. 1775. Annessione del Zimindary. . 1776. Occupazione dell'isola di Salsette. . .. . 1778. Occupazione di Nagpoor. Hyder-Ali sbaraglia gli ·inglesi in varu scontri, e muore 1780. nel 1782. . 1782. Tippo-Sa1b, figlio di Hyder-Ali batte gli inglesi e riprende Cuddalore e Bednore. . . . 1784. Adozione del bill di Bitt che .s tab1hva 11 -Boarcl of control, per le Indie.


MJ$CELI..}NE,\. ·

lUSCELLANEJi

1785.

Dirrfrssione_-d~ Warren Hasti.iigs: Lord, CarnMvllis gli Su@cede, , 1786. A_n~'essione di Pùlo•Penang. . 178$. Warre~ Hastings tradotto da-vanti in Prtrlamento , per concuss1one,: è accusato di, aver ricevuto 100-,000 lire sterline dal Nabat> uli Oude; al quale avea concessi• dei soldatì inglesi per il _massacrò dei .Rehillas. Questo pro• cesso durò sette anm e tre mesi, e fint con una assoluzione., Ì792. Lord BornwaJ.lis investe, nel mese di febbrai-0, la fortezz·a di Seringatapam. Disfatta di Tipo-Saib che firma U?· trattato ~efinitivo di pace, e dà i suoi figli in ostagc g10. A nrress10rle, per parte degli inglesi , .del Mala bar del Dindigul e del Barramhlo. ' 17i,3, · Istrtuziooe nerle Indie delle Corti civili e criminali. 1794. I figli di Tippo-Saib gli vengono restitui ti. 1798. Lord M~rni_ngton è nominato ,Governatore ·gel'i.eràle. · 1799. Morte dr Ti po-Saib a Seringata.pam, che vien presa di assalto. ~1 corpo di questo bravo guerriero è trovato in mezzo a1 cadaveri dei combattenti-. 1800,, Annessione .del Corna tic. 1· 1801. Anness!one_ del Roruckpore, del Basso Doab ecc., ecc. 1803. Battag!1a ~1. Delhi vinta sugl'indiani dal generale Lake. ~attaglie d1 -:'-,rga~m e di Assaye, nelle quali gl'indiani f~rono ~attuti da sir Arturo Wellesley, divehuto·poi duca dr "\Velhngthon. A1rnessione dell'Alto-Doab e del territorio di Delhi. . . lB05. Srirrdieb, il capo ·del )\fahatta, vinto dagl' inglesi, firma .un trattato di pace. Sir Giorgio Barlow è nominato G~ · vernatore generale. 1807. Lord Minto lo :rimpiazza nella stessa qualità. 1813, Atto ap~rovato dal . parlamentò inglese per ta libertà comrnerelale delle fodi~. Il mon0p0lio del commercio con la , Chin~ è riserbato alla Compagnia. Nomina del marchese ·d1 Hastmgs al posto di Govern,More gen erale. . · 18M. Guerra del Nèpaul. 1817.· Disfatta d'Holkar pe~ parte degl' inglesi coinaBdati da

8H. pace con

sir T" Hisl~p. Co!;!clµ$'ifm(:) di. ~n tr,att~~-O· iPÌ; :H olkar l'anno seguente. . , ,i , 1818. Annessione del Candeish, dell'Ajm~rc,. del Po@ah , del Mahratta. • 1823. Lorcl Ainherest, Governatore generale. 1824. Occupazione, p.er parte degl' inglesi, di Rangoan e d i · 1825.

Singapore. . . I Birmq;ni sono disfatti da Call1phella Prome. Presa d1

Malacca. Assalt0 e presa di Bhurtpore. 'fràttato di pace c_onc~uso r,oi Birmani: cessione, per parte di questi ultimi , dr un vasto tenritorio, pagando di più, un milione di lire ster• line come indennità, 1828. Lord \Villiarn Bentink, Governatore generale. 1834. Il Rajah di Corg viene :dimesso; •Gli indigeni ~ono p·e r la prima volta. ammessi agli impieghi della magistratura. . 1836 . . Lord Anckland, .Governatore, generale.. , , 1839. Disastrosa spedizione degli inglesi al Caboul, per restaurare sul trono il re Shah-Soujah. 1840. Disfatta di Dost,Mohamed.· ·1841. Disastri degli inglesi in seguito della sollevazione del CabouL Lord Ellenboroug, governatore generale. Assassinio di sir W. Macnavgthen. l842. .Evacuazione del Cabòul per parte degli inglesi, che in gran parte sono massacrati nella l?r? r_iti~ata·. Ritomo. delle forze inglesi nel Caboul. I png1omen sono resti•_ tuiti. Il generale Pollock distrugge le fortezze, e s1

, 1828.

ritira. Sir Carlo Napier sbaraglia l' armt.ta dello Scinde: annessione di questo regno. 1844. SÌr Enrico Hardino-h . Governatore generale. . 1845. ..Gli Sikhs travers:n~ il Sutlej e attaccano gli inglesi a Ferozepore. Morte dei' generale Caskill. Il 2~ clicembre i Sikhs sono disfatti da sir A. Gough: essi ripassano 1843.

1846.

il Sutlej. . . Battaglia di Aliwall: gli Sikhs sono battuti da sir Hary Smith il 28 gennaio. Battaglia di Sobraon il 18 febbraio: le perdite sono enormi dalle due parti. Sahore è occu-


MI~CltLL.ANBA '

lUSC!tLL.I.NRA

pata dao-Ji inglesi ·1 20 t bb . tato di o ·1 d r e ra10: conclusione di un trati I 9 marzo dello stesso anno 1847. II contepace de Da"Jhe · G . . · r . usie' overnatore generale 184~. n·IS1atta dr Shere-Singh. . 1849. Il 14 marzo tutta l'armat S"kh . A~n~ssione di Punjab. a I s1 rende a discrezione.

91.

IL MARESCIALLO RADETZKY

1850. D~1ssione. del generale sir Carlo N . 1851. Drscu • . ap1er; . ~s1one coi Birmani: una flotta ino-lese . dmanz1 Rangoon. o . s1 presenta 1852.

Battag!ia di Rangoon e distruzione Annessione definitiva del p . delle fortificazioni. 1853 Il d. egu. . re i Ava è sp . d I 16 . . 08Sessato a suo fratello minore Il gen naio inauourazione d ll . . nelle Inei·1e. o e a prima strada ferrata l 854. I territori del Rajah d · N · Compagnia delle' Indie'. agp~or cadono nelle mani della 1855. T tta fi ra to ~mato con Dost-Mohamed, il 31 marzo. Il vi1856. sconte Canrng Governatore generale. Ann essione di Oude. . del re<>no ,.., 1857· 1O maggio p · · · . d. . . r10 c1p10 della rivolta attuale delle tr in ioene a Mee t 14 uppe o ru. settembre; Assalto di D Jh· . parie delJe trupp • 1 . e 1 per 21 settembre: occupazione de. . d . e rng es 1. fi nrn va ella città.

In un prossimo numero si ubbli b . . dell'insu rrezione fino al . p d' c ~ranno le diverse peripezie giorno oggi. · •

..

Radetzky nacque ai 2 agosto 1766 in Trebitsch, piccola città della Moravia, da nobile ma povera famigl ia, a tal che sua madre, rimasta veJova, onde provvedere al collocamen Lo dei figli vender dovette i pochi beni che le restavano dal mari to. Gmseppe , destinato alla ca rriera militare, al i' età d1 18 anni entrò, come cadetto imperiale, in un reg~imento di corazzieri, e da qui percorse tutti i gradi della gerarchia 11:1ilita re , fino al supremo, raccomandato non da u n gran nome, nè da grandi ricchezze , ma Jal solo suo merito. F ~ce le sue prime armi sott0 il mare,ciallo Laudon, e come tenente si trovò alla p resa di Belgrado nel 1789. Di>!ci anni dopo, quale comandate dei pontouieri, fece la campagna d"ltal1a sotto Melas e Su:iroff, e · fù promosso tenente culo11nello di stato m aggiore. Ric0mparve ·io I talia cogli austriaci n el 1805 e 1809, e ne fu ricacciato con loro; assistè a lle battaglie di. Ratisbona, d' Aspern A di Wa gram. Fu nominato allora tenente maresciallo ; nel 1813, alla battaglia di Lipsia, fu capo dello ·stato maggiore gene rale del pri.ncipe Schwarzenberg, e .sebbene il merito di quella vittoria appartenesse a lui in g ran parte, pure gli onori caddero tutti s ul principe , che aveva forse più t itoli e ricchezze, che scienza militare. Solamente nel 1829 R adetzky fu promosso al grado di generale di cavalla eia; nel 1832 ottenne il comando militare del Lombardo-Veneto che conservò fino al 1857. Nel 1836, dopo la morte dell'imperatore Francesco, gli fu con ferito il bastone di m aresciallo, a cui aveva diritto per anzianità, e per più di 50 anni di servizio. Gli avvenimenti del 1848 sono noti a tutti, ma d' altronde n on è qui il luogo di rammentarli. Radetzky era generalmente affabile con tutti. Amava il soldato, ne aveva molta cura e n'era perciò diven tato l'idolo. Introdusse nell'esercito austriaco notevoli miglioramenti. Non odiava propriamente gli italiani, ma li voleva servi sottomessi ; era affezionato alla Casa d'Austria, e secondo lui il governo militare era il solo governo possibile.


MlSCELLANE ~

STATISTICÀ-. DELLA MARINA NAPOLETANA.

Secondo dati 1.1fficiali la ma,rina napoletana si compone ora. neI modo seguente : 2 va~celli; il Vesuvio e il Monarca' l'uno e l'altro di 84 cannom; 2 fregate' Partenope e Regina di 60 cannoni 3 fregate; l' Isctbella, Urania ed Amalia d'1 44 ' e Cristin d · 32 5 b ' , , una corvetta . a i ; r1gantini; il Principe Carlo Ze(fìro ·v; l ' roso Intrepido G . 1 _' , a o' -' ene1:0so, cutter: Sparviero - l l . bombarda; Etna. , sca uppa,

11·d freaate a vapore - Viel oce, Fu l minante, . 0 · _ , Ritggero, Guisc~1 o, Tancredi, Roberto, E1·cole, A.rchimede Saimitta Etto1•n Fieramo-·ca T, ' ' . - u ' asso._L a xquadra napoletana possedeva una do••" dices1ma freaata il C z 1' . o- ' aro erzo, eh e al prrncipio del 1857 essendo ancorata nella baia di N· 1·1 . , 1 l · · apo , sa tò m aria senza che Sl Sia mai t't ' po u o gmngere a condscere fa ca'u sa di tale sinistro na!d:orve~te _a :1a_pore; Paliniwo' Stromboli, Miseno' Ji'er,di: p l I.I, 4 a v:vi5,1 <.t yapore; ,Uessaggiero, Saetta Maria Teresa _e, or6e9; 4 gole~te Delfino, 4 rgonauto , Ron(hr.e, Antelope'. f!Hil cannomeDe · J · ' t Il' _scia uppe cannonmere;- trasporti' ,e 14 bat.' o I e I rada, lacient.i parte del s~rvizio idraulico. .

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Ml~CIU,L:ANB.l {)'3 , Questi legni da guerra sono generalmente ben tenuti c bene " armati. · Essi sono, per quanto concerne l' artigliéria e le mac. chine, al livello _del!'attuale progresso della scienza. Si può giudicare dei _progressi d~ll(l. "marina napoletana esaminando il quadro della sua forza e del suo numero di 20 anni addietro. Nel 1837 essa ·n on a'il'.eva che 2 vascelli, l'uno di 84, l'altro di 74 cannoni; 5 fregate, di cui una di 46 cannoni ed un' altra di 44; 4 corvette, 4 brick da 14 a 20 can• noni, l scoop di 12 cannoni ; 2 golette; 4 legni a vapore; 33 sciahrppe cannoniere e bombarde, l O piccoli legni di rada e varii altri pel servizio idraulico. I punti destinati alla squadra napoletana sono, i porti di Castellamare) ~i Napoli e di Palermo, che malgrado i lo:ro van.· 'iaggi nautici, hanno_ il grave inconveniente di trovarsi esposti ~l f1,roco delle ·flotte nemiche, inconveniente dm ndn avrà il nuovo porto d'Avern:i, che sarà situato tlentro terra, e foori àella porta'ta del fuoco delle squadre nemiche. · -t,(·' . . . . ·11 quadro dellq stato maggrore della marma· 11apoletana, cqmprende fra gli altri; l vice arnmiragl-i_q, 3,J(:on-tra-ammiragli, 1!12 •çapitani di .vascello, aggregati , o capitan•i ·di vascello di sebccmda dass'e ; 12 capitani di fregata, 'titolari e 10 capitani di · fregata aggregati. Del grado di Vice-Ammiraglio ne-_è investito il conte d'Aquila, fratello del re, sotto di cui sono centra.lizzati tutti gli affari della marina -, riguardante il materiale :e , ,il épersonale. L'ahiministra:zione ·della marina comprende, per fa ,direzion'e ,,aegli ·uffici, un vice0 ammiraglio, ·un contro-ammiraglio_,. un eon'tro-ainmiraglio di vascello, e due luogotenenti rli vascello; essa .ço111prende inoltre, ·un cons-iglio d' ,aminiFagl,iato, un' ·inteu·ç eoza_speciale., e 'un consiglio speciale irli sanità.

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J,IJSCELLANJU.

V4

:IIISCSLL.U(U.

IL GREAT EASTERN

LA BATTERIE-TROPHÉE DE L'HOTEL DES INVALIDES DE PARIS

r. .

La batterie-trop hée de grandi avvenimenti s1gli 1nva idi' mcaricata di annunziare 1o Due can .. co~pone attualmente di. · batteria di breccf~ndu~!~~:SI, di 2 eh!· hanno" f3:tto ·parte di una • ~o Due mortai alo-erini ~~si610 1 _Cost3:ntma_. . p1t17. m caratteri turchi la se u ce~t1m~tn' sm quali è scolordme di Mehemet-Pacha dig e_nte rnscriz_,~n~: • Fusi dietro 30 Due camoni olandesi ~l!-1 2!llah fac:1hta le imprese». 1 4° Otto cannoni prus · · f .' • due pezzi facevano a te usi a Berlmo nel 1706 Questi austriache portate e e 2:33 bocche da fuoco russe ed Austerlitz. Jenna a trasb,urgo dopo la battaglia di ·

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J.

af ~- :t1f1' 50 Un cannone austriac d' 48 f . Sulla parlata trovasi un' 'f ~so. a Vienna nel 1681. 11 ~u di un delfino, nel cor ad ud a co e ah sp'.ega!e precipitandosi 1

il becco, colla seguente l~ll e~1a~u~. egh impianta le griffe ed 60 Un cannone di 32 t711'.am aut mergor. ' dP.l re di Danimarca. P urtaut a_Veuez1a nel_1708 in presenza R epubbl,ca. ed il r eone d. S~ r~~:evo le armi della serenis.~i ma 1 an 1narco 70 U l ' na CO ubrina vurte b h . d' gante. La portata cannelhtam erg_ ese l 12, _leggera ed e)e.. pen te di grandezz~ natural~. e\1ce 'i è attorniata ~a un sermato; al d1 sotto trova nsi le .. s1 ?eF,e pure un princi pe aria Prudenza' la Giust1·z·1a i . H. z. W. L:i. Forza · , , 'Ia Frn1dzia sentate 10 fio-urine L' t . à de e e la v"peranza sono rappre-' di fi p:urine. o . es remu ella culatta è formata da gruppi

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80 Un can none anstriac d' 27

tuna juvat, auxilianle Deoo

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co a legeenda : Fortes for-

Ol1re 1 diciotto cau . · h f e~ist_ono 16 cannoni ve:ou~i !10-or~ano_ )a batterie-trophée' d1 r1marche;role. cena. E:,s1 non offrono nulla

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Ecco alcuni dati di dimensioni su il Leviathan : Lunghezza tra le perpendicolari, 680 piedi ; funghezza sul ponte superiore, 692; larghezza dall'uno all'altro parapetto 83; larghezza coi tamburi, 120; altezza dal ponte alla chiglia, 58; lunghezza del castello, 140; sua altezza, 8; lunghezza totale delle sale principali, 400; altezza delle sale inferiori, lS piedi, 8 pollici; numero di queste sale, 5; altezza delle sale superiori, 12; numero di queste sale, 5: lunghezza delle sale superiori, 70 piedi, lunghezza delle inferiori, 60; numero dei ponti, 4; }arghezza di spazio tra le ùue carcasse delle nave, 2 piedi, 10 , pollici; spessezza delle lastre di ferro della chiglia , ·l pollice ; lastre di ferro adoper.ata alla fasciatura dello scheletro, 30.000; numero dei chiodi, 3 rn il ioni; peso Jel ferro adoperato, 10,000 ton nellate; toune\laggio, 22,500, tonn ellagwo di carbone e di ca• rico, 18,000 ; quantità di carbone che la nave pnò pr,·ndere per traversaia, 14,379; l'eso d, Ile nave, de:le m,1cchine, elC. 11el momento del varamento, 12.000 ; 1mrn ers1011e di q_ul:'sto peso, 15 piedi, 6 pdlici ; tir:iute di acqua a nave ca rica, 30 l'iedi: tirante d'acqua senza carico, 20; posti per pass0ggi••ri <li pnma classe, 800; di secourla classe, 2000; di terza classe, 1200; numE:rO di uomini di lrnppa che può trasportare, 10,000 ; numero delle ancore, 10; peso delle ancore, gomone, ecc., 253 tonnellate; potenza nominale delle macchine a ruote, 1000 cavalli; numero dei cilindri, 4; loro diametro, 74 pollici; peso di

.I


96

mSCF.LL,\NEA

c~dun cilindro, 26 tonnellate ; lunghezza del movimento, 14 p1ed1; numero delle caldaie , , 4'; numero dei fornelli, 40; diam~tro dell~ ruote a pale, 58 piedi; potenz11, nominale delle macchrne a :~we, ·160-0 cavalli; numero dei cilindri, 4; peso di cadun c1lmdro ,, 30 tonnellate; loro diametro, 84 pollici ; lunghezza del movimento, 4 piedi ; numero delle caldaie 6· numero dei fornelli, 72; diametro dell'eliGe, 24 piedi; ' nu~iero d_elle pale, 4; lunghezza dell'albero , 160 piedi; suo peso, 60 circa tonnellate. li ~evia~han supera in lunghe~za ed in larghezza le più gran~1 navi della Gran bretagna, come lo dimostra lo stato comparativo seguente: Leviathan 680 pie · d.I di lungh. '83 piedi di largh. Noah'sark 450 id. 75 id: Persia 390 id. 45 id. Himalaya•. •370 id.. 44 id. 'Great ,Britaiu, · 322 id. 51 id. •.:DµkeofWe)J ington 24'0 ,. id. /50 id. ,. .Grea~ Western 236 id. .35 ·d J • ,Tag~s ,1;82 , id. 28 id: . · ,Jl,;nterpPise . 12i ., id. 27 , id. , ,H 't?nnellaggio del Leviathan · è S\lperiore di ,20,Q0O ton11,eJ. late. a quello del la_ più gran nave da guerra a gallli. Il Afa'l'lb~?'.O~gh è appe?a d1 4 000 tonnellate. Il Levio,than,è di .~24,0J)Q. ,ifilsso è :ventiquattro volte . più largo che 'la -più larga nave dà . guer~a l'_ Hen1vy-G1:ace ·de-Dieu, e i'l suo. tonnellaggio è q u~si dop~10 d1 quello d1 tutta la marina bi:itaunic.a. al tempo di Enrico VTII. C:.

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CRONACA MILITA.RE · · ; t

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PrnMoNTE. - Il 20 del corrente mese mori\'a il maresciallò "Sallier de la Tour. I suoi funerali hanno avuto luogo il 21. Tull,1' la ,guarnigione di Torino comandala dal genrrale d'armala de · Sonnaz gli rese gli ultimi onori. - Il maresciallo La Tour ser~ viva come aiutanle di campo di . suo pa1lre nella campagna degli austro-piemonti>si contro Bonaparte. Dopo la venuta dei francesi in Italia, prnse servizio nell'esercito inglese, O"e di\'enlò gc·nerale e ft'ce le campagne di Spagna sollo Wellington. Rlm- · · • patriato alla ristorazione, fu successivamente governalore di Novara e di Torino. Dopo il t 8~8 rientrò nella vita privala.

FRANCIA. - La partenza degli uomini dt'lla . classe del 1850 . . dice la Patrie , non che il rilascio di congedi rinnovabili, hanoo · sensibilmenle diminuito l'effellivo dei corpi di truppa. In seguii~ di quest'abbassamento d' etTellivo, ricondotto così per quanto iÌ può al tempo di pace, hanno dovuto farsi per conseguenza al ~. curie modificazioni al servizio di piazza. li ministro della guerra ha in const'gurnza prt'$Critto che fin.i, ;il momento in cui le reclute della classe del t 856 polranni, contribuire a lai serviiio, sia questo ridollo allo slrello nece11 -., sàrio in modo che il soldato non al1bia. me..no di tre nolli di" riposo su quallro.

Voi. III. -

7


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CRONllCA. ~11Ll1ri\R.lt

CRONACA MILITARE

., Per raggiu_n~rt__qpr,slo rj ~ullato tan,lp fayore_vgte. alla truppa, son~ st,.i., sopRr,e, s1 ,1,n ·tU:ll~ •lai ,piazze ,d) ~qan,cj~ itl.$ti i posti e sentinelle che non erano di assoluta necessità, le sentinelle di tolleranza et! anche, bisognando, le sentinelle d'onore. Cogi a Parigi un certo numero d~. posti sono stati chiusi, ed altri. _oc:upa ti, dai corpi di linc·a, lo sono. oggi da corpi della g_uard,a 1mperial:' ; locrhè stabilisce fra gli uni e gli allri un riparlo rguale d1 servizio. - La Pall·ie, pubblica i seguenti cenni sulla slrullura tecnica delle granale che servirono all'allenldto Jel 15 corrente contro la persona dell lmperalore Napoleone: cc Questi _proiettili sono cavi, in acciaio tornito e pieni d'una polvere fulminanle, la di cui natura è ancora ignota, ma rhe tulio porta a far credere essere formata di fulminalo di mercurio. Per farsi un'idea di que~li proiettili, bisogna figurarsi un cilindro lu,n&P..,di_ef i,, c~pljmelr~ , &u, e ir.ca. sei, d;i di:anre:_troi e termin:aj>OJ llai dJ:1~)pli; da, un. ,c.a:Pll.~llo, sff>rricp;11 , • l . :,r , ; . . ,; . : ,<e Un:o· di _qu_ fsli 1 .c~P,P~l!i ~- armalo. di , 2i9,.c;aminel~i 1 d,a, (upi!e 1. d.1!-.p,~sl\ ~r r1ce1~,11fiss,\li ·ih \fiile,_ e · rpµniti 1 ognunQ ct; u~a, c,w.su!i\( : · · n~aJé!,. ~ urlo,,, d1 qu.este. ,caijsule, conJi;o, il, s1:1lciato,b;is.la ,p,er, Lr,JS• , U!~Pen -il,.fuoc9,, ne,11:inttWJì~ dell,a g:rarralay1' ' . . ., , . <~.E,~amina,ndo il cappello ,del, G.ili itdro o.p;i,io.slo,ahcappellOJ c,h~.cor;i.t1fne i . ?aqiin~lli.,, s,i. \(}4r-, ,c;he: I' in.vilu.1w,o) è fprmatQ di due, 1>~r~i1, ,.e ç.lw a. 1\.\1\ o ,tn1r,c; ~nlim1Jtr~~ circa, dal:l,a, ~11a: ~lru.emità·,sf:, deve pq.~e~. le_v~r,e. un,a,. p/HJ,~--deh :oiljnd;roi.clr~ sj 1 11j)1lJ1l\<,I.) filrl~1 . meole sulla p.rima. Secondo tulle le probabilità, la·parle del ci~ J,ndro, pieno di polvere f'ulminanlr., è essa stessa chiusa con un· co~~f,çbio ro11rc11(0 ?':m.pl iç,~/ne Il le,: sopra,.una,sc,ao~la lura,,ll,:9~9p~lio sup~riore .,è ,~u1nd_1 fissa10-su9u.eslo coperchio e. lo,ric,opr,e,., m,,enl\e,,.c~1 7, ~r~~.;~qr~e vii~ . di acciaio, la\ di, cui Le~la, 1 la~g/l, d.q~ . ce,?L~~elri, s~ ,mps.t,r,a, ,\ll:in_fuori ,, viene a. pes,ari,: su . qµesto, <,!>.-; ~t:~9-l11u e·_cli~u·cl,er_lo , ym~ti~a,me~le. N~ll.a parie qve,,.sono P,Ofil~ 1 cam1n~ll1, 11 cilindro è uno spessore . di <tue , c.e:iiHp~elri,e., m_n~r ~ . R,r9babil,e che 1\1 p_artc super/o ce sia.mollo men.o.s;p,es~a.· C1,ò è tj allro_n.r!1 n,eçessario, pr.rchè a) m.o!)leRLI>, in cui sono. hu,1.,., cial} quei' projet\il(. c?\l.?Ptli da~ p,~so ecçessjvo. della,. r,arleiim-:• m~.ta ,?1 , capsule, ~1t31rig,a; qpas1 ~rrli<:~lmenle, ei CQ.jpjsca qu~-lì¼·, ~le,sa parie sul terreno e determini I' esplosiorwi deJla,.ca.r;iç~ interna ».. · .- , ..

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1

~J~ ,1Con'. decr.elo , in ;data del 27 correnlt~ gefiilaio·, ta 1Firancia è

staia<ìdi.visa· in .cfnque. grandi comàndi uitlitari ; affidali a·'de'i ma'r~·' sciàlli: Qiiesta1misùra lt\on ,modifica in 1nessun· modo :J'altMte· cosllluzione •deHe idiv,isi-oni territoriali. · · ,: ·~· i•l generali comandanti delle ditisioni territoriali, dovran·_no·_·réndere· corite ai capi dei cinque comandi mìliLari", della d1sc1pl1na •e . .dellH'!llr~zione d'el:le truppe smlo ,i loro ordini, ma continueran'n-ò sempr,e a ·corrispondere ,direllamente col min:islro per tu~~~ ?iò. ~he oonèerne -il ,loro comando ·terr.iloriale. '@uanrlo •delle d1v1s1on1 attive isi ,troxera1mo,,nel te11ri•torio ,di URO di questi ~ran comandi nfrlilairi, i . gener,ali di' di>visione s·aran'IJO sollo gli ordiRi ·im~e.dial1i det,comandante superio11e e non cornispanderanirn piil col mm1slro . •t~Eèco or.a la composizione dei cinque g11andi -comandi ~n •qué_-s.tione: , . 1 : - 1t o Comando. Quartiere ,generale Parigi. C-omprende le t, 2 0 3 divisioni mi:lilairi. · 20 Comando. Quartiere .genera!lè Nancy. Comprende le 4-, l'> , 6 1e 7 di,v.ision,i •mi·lilari . · • _;/ ._3° •Comando. ,Quartier<½ genc1·&le I. ione. Comp'rende le -8, ·9 , 4•0 17 e 20 divisioni mili'lari. ' ,to Coman<l.o. Quar~iere ,generale Toulouse.. Comp.renùe le • ~ • 1 4;2 ~ 3' e H, divisioni militari. ' 0: Comanpo. Quartiere gener,ale -Tours. Co·mprende 111 1.5, •l 61 · tS :,19 e 21 tdivisioni -miiHari. · . , ,Ì •marescia,Ù-i di ,Francia: ,che d,!vono · assumere Ili.etti comandi, non ~sono anoora nominali. Nel rappotlo che precede ,detto decreto si -dice_ •0h_e_ questa nuova dèl'erm~na,zione· « avrà per effello :non solo d1 utilizzare e n·manlenere l'attività di que-sti ·,alti dignìlat'i delll' annata, ,ma ,t ~ssa ilarà ai comandanti di divisione, -ora ;isolali gli uni dagli' »:allri e ,Ja maggior parie lontani dal centro del governo, ,una ·» forza di coesione ,che attualmente loro -manca. Le nostre lru_ppe >> necessariamente disperse in tante guarnigioni differenti ed rnei> gualmenlc ripartile sulla superficie dell'impero, pol_r~nno ad u~1 1, 'dato momento essere rapidamente riuni te per gruppi 1mporlant , ·» nelle .mani ,d'un sol ,capo, e si .lr.overanuo così -in .misura d1 » assicurare su lulli i pun.li l',ordine ,pubblico e fa sicurez~a » del territorio ». 1

Voi. lll. -- 7"


101 •pubblica ·il I seguente quadro . ' . . r · 1 ~llGHILT.El\U. .' Ile' forze navali in rr\esi al t o , genniuo 4858 : '. ~dp o : 'f tj .· Numero dei legni Cannoni Stazioni Naval ' d'ogni rango .. , ,, . ,' f 0 I . j •l 18 7l Inghilterra . 65, 845 ' lf\die Orientali e Cina ,5 8\> 23 ' Medilerraueo t29 22 Coste d'Arrica 34-6 f2 I ' 1\tar Pacifico • • · · · ·. ·. .· 350 16 America del Nord e lndie Occille11tal1 50 12 Servizi particolari 12;) 7 Brasile . rn6 i) Capo di Buona Speranza 4-9 3 Australia ~CRONA C.l

100 C/WNACA MILITARE Sv1zzEnA . ..._ li consiglio federale si' occùpò il •I9 del rapporlo della commissio11e d.ei pqrili che era . staia incaricala di esami- . nare le propo~izioni dell'adunanza· degli ufficiali tenutasi- in Aarnu e · d'allre quistioni militari. La colllmis•sione ricondsoe la ne• cessità di . una . perfella unifor.mità dell'istruzione militare che si dà nei cantoni, epperciò propone che mèdiaòlè circolari si raccomandi ai g.overni can tonali · 1a perfellà osservanza delle relative istruzioni; la commissione raccomanda .inoltre al consiglio federale di esporre 'con circolare ;:ii cantoni quanto sia desider~bile di determinare la_ forza de_lle compagnie di ,zappatori, ponlonieri, del parco e dell'.arliglieria di posizione, invilatidoli ad aggregarvi un maggior numero di sopranumerari. Ai can toni che· devono fornire I compagnie di cacciatori di riserva di 70 uomini dovrebbe si pure far presen te che è loro permesso di pareggiarne la forza alle allr-e com.pagnie. La commissione racconianda pure al con:. siglio federale di invitare i relaliri cantoni ad. ahbandonare it sistema d' imma:gazzi namenlo delle carabine, disponendo che questo siano . proprie là dei carabinieri , od almeno rimangano in loro mani p.e r tulla la durala del ser.vizio. Raccomanda'si iostanlcmente la quistionc del miglioramento della polvere da fuoco, tanto importante: soLLo l' aspello .militare. Si propone di portare a 35 giorni la durala dell'istruzione dei c_arabinieri. Vorrehbrsi surrogalo al cappollo _per gli ufficiali un secondo •.abilo. Sulla proposizione del dipartimento militare, la màggi_or parte di queste proposizioni ven11ero adottale dal consiglio·federal e ed il sunnominato diparlimenlo fu incaricato cieli' esecuzione. Non furono definitivamente ammesse quelle relative alla maggior du ra ta dell'istruzione dei carabinieri , a~ un. più adallo armamento degli irfermieri, ed alla modifica~ione del veslia1•io degli offi .. ciali. Inoltre il con~iglio federale ha incaricalo il dipartimen to fede,rale di procurare che la infonleria svizzera. sia al più presto possibile munita per intero di fucili di precisione.

AusTniA. - Il feld mare:;ciallo Rade\zky è morto a Milano li a ge nnaio ali' età di 90 anni due mesi e Lre giorni. Coniava 14a•\ni di servizio néll'esercilo austriaco.

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totali

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. . , · resi i legni in cantieri o , ,, 'In uesla statistica non sono comp . ;. , .. q . . porli militari dell impero lmtaomco. disarmali che Lrovans1 nei . , ·b·1· , . , d ,. nsare per ·quanto è poss, 1 e, 1 ,, • _ li governo ·vo1en .o compe , . , , ~, . ITerli dalle villime della ribellione, il ,Governatore geneuanni so n1c da d·scr. .tn . 1·10, lia determinale te seguen, ·1·1•, •\nor ' • , , ,.~ raie, constg . , . , . , , . . li· d' l 'buiion'e d'11ILe indenni là. , . vars1 ne a is n . . , . ffi · r d l' ,, 0 verno' naltv1 o . t4) 1ç lndehnilà lll danaro .agli u o1a t ~ ,o . ', . . , \ .. . . T b hanno per causa della nbclhone euvopei ' m1lttan o · c1v1 i_, c ~ , . , . ,.. . '. . . 1 '\ rielà interamente o 111 palle. . .perso . e oro ~ro_p Il f . 1·e degli· ufficiali ..L uncovenantcd del a e aro1g I • • e 'b • · tao ., 'Penst0lll h -0 00 slali uccisi nt:lla n'b eIl',one, e che non ··anno . g?v~rno . c _ed.~à si·a in :proprielà .sia in diritti' di' diverse spec';· lascialo ere 1 , .. d Bèngal onde possa'ripa., 30 Soccorso alla cassa militare e1 ' ' . . . I ir,;r . . . danni 'incontrali per· causa della <r,belltone. r-are a quei • d Il · non al se r· i' n denaro aooli . europei e ,,a. 4-0 1n dr.nt11·1a . n' . , vizio del governo. ·: · ' ' •· Il !)o Pensiooi alle famiJ,;lie r()vinate degli euròpe.- 'ucc1si ne a ribellione. ' ,. ·8, del "O-vernd·· · , . 60 Passaggio gratuito a bordo dei ste~'.11~' .• , , o , ,,.l'i Ìiffi'"') Ri,.uardo alle indennità in d~naro, agli europ ~1 et!_a,, . .;_ \"' o • 1 le · se"uenl1 n-orme. o ciali naliv1. , del o"ove1·no, saranno osserva e


J,O i

103

ORONA.C'AI Ml LlT'KRE

CRONACA )lltl'URE"

l

Per ii mHila·ri re indenni là saranno deler·minattdn ragione della rispettiva pag·a , come compensazioni p·er la perdila degli equipaggi per ca_usa di servizio, e queste indenni là .s<1ranno le seguenti : Pel colonnello . . Rupie 3980, o, o )) 313'7, o, o Tenente-colonnello )) '.2'843, o, o Maggiore )) 2024, o, o Capitano- . . . . . 1 it>O, o, o P-er il subalterno- . Deputalo e assislenle generale » 1 i50. o, O 920, 45, O Condullore, farmacisli, e maggiordomo » · Assislenli, farmacisti e maggiordomo » 606, 14, 1 Per l'ufficiale native (indigeno) un mese di paga. 2° Le indennità per gli ufficiali civili S'aranno regoJat'e· colle stesse norme r.a-pporto al loro risp~livo rango. · 3° Le indenllflà agli (u11povenanted civil offìcier-s} ufficiali civili saTanno regolàte come ségu·e : Per gli.stipendi. d'i; 500 _rupie al, mese e al di. sopra Rupie 2.ll00 · »· »di• 2ti5 a, 500 ali.mese ll 1000 . ». » da '1.00, a- .. 2a0 al.mese » 500 » >» da, 50 a, 100· a} mesé . » 260 »» da . 25 a . 50 al mese »· . 100 e per .uno stipendio che eccede 1 Q: rupie, al• mese. 50 In ogni caso, è1 in lese>, .quahinque1,sia iJ'. quiln~Haliv.o d·ello stipendio, dell'ufficiale~ cbe- n-e~snna indennità o pensione s.arà ooocessa prima di essere a.cèer.1a10, che ~• individuo: non, ha: preso. parie alla. ribellione (sia, per g~i emiop.e~ , comè per gl.' indiani orientali o indigeni.). . (3J In qualunque caso, si .polFà• anehe esigere daH' ufficiaoo una. dichiarazione sul p11oprio o.nor.e ,, ond_e accertarsi c:he l:a proprietà persa d<11lo slesso , .equivale aU' indanoità. èhe doVli~ · per.cepire.. · · (4) I richiami sporti al Governo, dovranno essere atll-enlicati . dagli. ufficiali. C~\li,Ìi, e militari deJ distr,ello ove ebbe luogo la · pe1'thla della proprielà, e tulle le indicazioni richieste saranno dale, dal ti~or.ren;le onde il CoJnmi'ssario,·incarièato possa· accetta-re o ri~ellar,e i richiami. U 11ioor,reole polr~ sempre fare 'ap-. pcllo al Go.ver,no. , 0

))

(:5) ·Per gli: uffièia\ì in servizio i ri·corsi-saranno tatli ~i r'.spel;i~i capi. Se è necessario si polrà dare un'i~denn!\à, e ,se J~ r1cor-so non è accellato, l'ufficiale· polvà sempre dare ap~el101_~l ~overno. (6) Néssuna indenni là sarà data a quell'ufficiale ~1 cm I~ per=. dita dell'equipaggio sarà staia lai conseguenza, ~e~la: ,propria ne

gli~eoza. • · 1· •1 • t' (7) ln seguilo ad osservazione che· nessun~·reg~ a 0 ~: s e ~e~ . fissare le pensioni da accttrdarsi alle vedove oia1 figh.de?\t, ufficiah uncovenanted, si .divideranno in ca.tegoPie , le. quah, riceveran~o . una pensione i.o rapporto colle· indenn.itd' ac_c~rda\e per la ,Pe~di\a ~i somma eguale. {8) Le categorie saranno le seguenti : \,

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Stipendi di 50'0 rupie e più al mese 3.0.0 e 500 id. Ira 200 e 300. id. 400 e 200 id. 50 e 100 id. ))

,,

I, .

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i 9) Nel caso che Ìo slip.endio foSSP. mi~ore di 50 rupie, la ~ensio'oe accordata alla vedova e ai figli sa:·à calcolala dalle _pa~l1colari condizioni di fortuna.,In ~-u~lunque caso p~rò le ;~eos1?n1. non sa'r'anno per le vedove che di f(5 dello stipen~10 deH ufficiale defuolo , e per i figli a 4\c4'· , . , • . • . , (>t O) La pe,nsione della vedova, cesserà in ~_ aso ~1 ~alr1~onio, equella dei figli all"elà d1 Hl anni, e quella delle fighe quando si

mariteranno. t f

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, . SPAGNA:. genera~.

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11· Du"'a di Montp·e-nsier: è slaU01nemin-a\o cap,ilaoo, ,

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G1tacu. - In se~uilo a. recenli disposizioni, l"esercilo greco lifen~ or_dinato come segue : 1··,

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101

3 reggimenti di fanleria a 2 bal\a'glioni di, sei conip.ignie

l'un'o:

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hallaglioni di cacciatori a ,piedi. , squadroni di l~ncieri. . '• compagnie ,d'artiglier,ia. i compagnia di operai d'artiglieria. 11 O br.igate, di gendarmi a piedi. H, id. a cavallo. 1 compagnia di gendarmi ausiliari. _ Le brigale di gendarmer1 a sono di 11 uomini. L' effellivo di questa piccola armala si compone nel modo seguente : Ufficiali Bass' ufficiali e s;ldati Cavalt lnfan!eria . . 238 ,6t74 33 Cavalleria . 21 'v< 298 280 Artiglieria 27 439 .250 Gendarmeria 51 \'.., H98 l 260 rii ·3

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105 ftJnJerla con ogni me~zo ·possibile. La sola strada' che v'ha fra Burlunai e .Gilim allraversa essa eresia, e q_uella forra, _sì ben forlificata dalla natura, fu coperta· cli opere <l'ogni stÌrlà costruite dai montanari. Un ridollo. innalzalo da Sciami I, in occasione dell'ultima sua dimora nel Salatav, vi fendeva il passo di una monlagna pressochè inaccessibile, situala circa ùna versta da NuovoBurlunai. Il 31 ottobre (·12 novembre) , prima dell'albeggiare, il maggiore-generalo Volkoff, comandante l'avanguardia, spedì ~ontro quel ridollo due bàtlaglioni del reggimehlo d' Apcheron e dei n~arraiuoli. Un'ora cTopo aver lascialo il campo, le truppe r~sse giungevano · al _piè della montagna. Il capitano principe ~ra·p.otUine , alla lesta del sud ballaglione, cominciava ad arramp1cars1 su per 1:erta, quando le sentinelle dei montanari• diedero -l'allarme: li nemico uscì sulle mura e cominciò un v:vo fuoco d1 mos~h/ neria. I brav·i soldati del reggimento d'Apcheron, si temuti daj montanari; continuavano ad ascendere·, e la compagnia dei cacciatori diè la volta al ridollo mentre· il grosso della colonna allaccava di fronte. Ma il nemico accortosi che quel riparo era perduto, lo abbandonò precipitosamente, _traendo colpi a caso. Un piccolo drappello di auclijci risolvelle nondimeno di difendel'~ il ridollo; ma pagò caro il suo coraggio: e'fu passalo a lì~ d1 spada, acl eccezione di Ire uomini rimasti prigionieri. . . Mentrr. il principe Krapotkine s' i_mpadroni~a del ndoll~, 1\ lenente-colonnello Tergukassoff, alla tesla dell altro battaglione e dei roarraiuoli, s'avanzava al passo _di corsa verso il Gilim, e si postava sulla cresta delle m~ntagne, ad una versta d~I rido~lo, nella foll1' foresta dominante tulio il paese fra Ilurluna1 e G1hm. Mezz'ora di poi cominciò il taglio dei boschi , e al 6 (~ 8) ~o~ vembre i russi cacciarono a r.olpi di cannone i monlanari chms 1 dielro le loro forlificaiiooi costruite. nt•i punii più ioacr.essibili ùella foresta. li taglio dei boschi continuò r_apidame nle, inlerrollll sol da quando a qùando dal vivo fuoco di moschelle1fa del nemico. · Vearrendo i russi padroni della foresta , Kazi-Mahomel , spe-. co rando rare una diversione dal lato dì Ahnak, postò due cannom dirimpèllo al N·uovo-Durtunai ed apri con essi un ~uoco vivissim~ -c onlro il vill;iggio. La truppa nemica era forte d, 3,000- uomini c RO:-! ACA MILITARE

CRGNACA .1111.ITARE

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tte, _glj slali,,,r~gi}qriced i se.r,v1z1. amm1mstraliv1 e san1lam. ,. .,fI. •l. I r .: , . , • ' 9ue~te lr~PPir ~?,n,o ,rirar_tile P?".a ça.~i!~le _r, 9~i ,capi-lu,Qghi dei ' dir,an1m.~n,\111' e ~e1/ ~1, 1 ei~~z~. di gq~rra, de\, ~e-$nO, .. ,.

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RussIA - li Kawkas, ·giornale che pubblicasi a· Tiflis, reca i seguenti ragguagli dal Salatav: . Dopo aver cos~ruilo il quartier di stato maggiore del reggimento del Dagbestan, il c!rpo d'esercito del Sa latav diè opera a tagliare i boschi per una lralla di 8 verste fra Nuovo-Durtunai e Gilim. La cr~,sla delle ~onl~gne, alle,, ~ scoscesi, scende progressivamente dal l\lickal fino al Giliin. La densa for!)sla di1 quercie secolari onde quella eresia è vestila s~rvi'in ogni lemp~ d i rif~gio .11 nemico, e da qualche tempo ~cic1 mii ·aveva dato ordine di di-


106

<;RQNA:CA MILI,T,ARE

• a piedi .ed .a Cl).~alla.1ìl\:i, primi _colpi {di oca11-none,, ,il,principe Orbclian. <irdil),ò, al:icl)lonn~llo ,Rak,!lssa di imuo,vnre;eorit,ro il nemico con ,d,11e baltaglioni'. del reggimento ,di Daghes,lan. ili •colonnello prin.ci:pe Bagration, alla -lesta ,del reggimento di cavalleria ir1·egotare .di Qagheslan, as,c,ese a gran ·tro!to ,llallura, e sostenuto dai ,fanti che arrivarono ,al 1passo di ·corsa, .assalì vigorosamente i montanari, che, sforzandosi di salvare i loro cannoni, ritiravansi vcrs.o A-lmack. -La cavatleria russa piomb.ò oome fulmine in ,mezzo alla lrup;pa ne mie.il,, .ohe ,in 1nn baller d'o.ccbio fu battuta e ,dispPrsa. ,_ Gran parte ,della 'fanter,ia ,nemic:a..rim.ase ,sul campo. Kazi-Mahomet fuggl talmente ,a ,pr.e.ciipizio che 1abbandonò la ,sua.ascia da ·guerra, simbolo del polere. fa quale era@lLstafa,d•ata rd.a Sciami!. .In. qu.esto menlr,e, ,l':infanleria del.- c.alonnello Rakussa ,raggiungeva al pasi;o ,di ,cor-sa il rnemico ohe ,era ,dis:lanle ,me,z,lil \tersta e cercava unQ scampo n"ll:Ha !oresla, ,e :lo insegùl -c,oHa ;baionetta alle ,r.eni. . , ., ,, Grandi~sima fu la p.er.di.ta dei montanari. .:Fra i morti 1lr.ovasi un nai~, e ,lre piiigto,nier-i rimasero in .p.olere •dei russi. C. L.

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Traité de fortifìcation comp~e~ant la fortificati?n passagère,

la .castramétation, la fortifi0at1on permanente, l attaque et l~ • <léfense des places fortes, redigé d'après _le programme adopté a l'école impériale spéciale militaire de Sawt-Cyr. Par A. _Ratheau capitaine du génie, ancien élève, de l'écol_e_ p~lytechrnque, a~cien professeur de fortification à l école m1htaire de Samt-CJ r. Paris. Éléments d'art et d'histoire militaires comprenant le p~écis . des institutions militaire_s..de la, France, l'hjstoirè et la _tactiq ue . <les armes isolé~s, la combinaison des armes et !es ~etites_ opérations de la guerre. - Par Ed. De la Barre ~upar_cq, ca1>1t~me du aénie professeur d'art militaire à l'école 1mpériale de Samt· . o

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Cyr. Paris.

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Cours d''administration à l'usag\'l spéciale de MM. les officiers, pr;posés pou~ le grade du Majo~, pour répondre au p~ogra_m~e .inséré au Journal M1litaire Officiel. Par M. Grandamy, capitallle ·· · :au 19mc battaillon des chasseurs à pied. - Paris. Des a; mes rayées, aperçu pratique et théoriqne _de ces armes . :au point de vue de la guerre, rart d' en régler le tir, la por~ée, etc., suivi d'une notice sur le revolver Mangeot-Combla1n , iconsidéré camme arme défensive - Par H. Mangeot. Bruxelles. Cours de tir à rusa.ge des officiers et .des sous-officie_rs - Par .A. Millet, capitaine d'infant'lrie de mtrine etc. - Pans.


108

B!BLIOGRAF'IA.

: Con}'idérations. SL~r les e~ets souterrains de la poudre - Par ~.. Theodore Gosselm, ~ncien élève de l'école polytechnique, heutenant-colonel du ·géme en retraite , etc. - Met z.

STUDI ~ULITARI SULL' ITALIA

Réfutation des mémoires du maréchal Marmont due de R,1suse-- Par _M. Laurent de L'Ardèche. _ Parjs. - Nou.vel arm~m~nt gén~rnl des états - Exposé général des con• ,ndérations' prmc1pes et mventions qui sont relatifs à des svstèmes co~flètement n~·;eau-i.: pour les grandes partie•s costi tuan,te~ d~ I armement général de terre et de mer; suivi d'études . imrJ h1staiire générale de l'artillerie - Par M Jean t p . . · . rune . ar1s.

CAPITOLO V.

B.

Difesa marittima

TAGLIANO GAETANO

Gerente

,Qualora il nemico elle· attacca l'Italia sia forte in terra in mare ad un te~po, i pericoli ond' essa si. troverà minacciala .dalla parle del mare, saranno di natura diversa., secondo -che le squadre italiane possano contrastare alle nemiche l'assoluto dominio del mare, o che dalla gr~nde loro inferiorità siano costrette ad abbandonarglielo senza contrasto. Nel primo caso le squadre nemiche potranno tentare di sbarca-.. truppe nelle isole per conquistarle,· danneggiar di sorpresa gli sta'bilimenli marittimi ed i porli, operare . diversioni, e, forse, impedil'e ·finanche agl'ilaliani di avvantaggiarsi delle piazze marittime, per costringere l'invasore, nella maniera dii;corsa precedentemente, a distogliere molte, forze per la sicurez.za delle sue comunicazioni.

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·(~) Vedi voi. 1, pog. 7,133, 261; vol. II, pag. 3,113 ; voi. III, pag. 3, t 13 e voi. IV, pag. 3, 233, anno I ; - voi. I, pag. 3, 225; voi. Il, pag. 3, 113, 233, e voi. Ili , pag. 3 , anno Il. · Voi. Ili. - 8


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STUDI MILITARI SIJ~L' ITALU

Ma, ove si.ponga ben mente al detto nel precedente capi... tolo, si scorge che, se in tal guisa sieno min~rati i vantaggi della posizione degl'itaHani, questi ne conserveranno pur sempre una buona parte. Le piazze marittime saranno ridotte presso che nelle condizioni delle altre piazze, ma non cesseranno di esercitare insieme con queste la loro influenza, come punti di appoggio delle_ milizie;· 1e quali, operando e manovrando, potranno tenere il campo alle spalle e su i fianchi del nemico., senza lasciarsi mai impegoare in azioni decisive. La qual cosa costringerà.il nemico , o a fare -l'assedio di tutte le piazze, çon gran perdita di tempo e consumo di mezzi, od a lasciare molte forze indietro , per assicurare le comunicazioni. li vantaggio che l'invasore ritrarrà, dall'impedimento messo al trasporto di truppe per mare da un punto all'altro della costa, rid11rassi a Qbe , sicuro egli che i corpi nemi~i rimasti alle spalle non saranno soccorsi, e che non ,potranno rapidamente riunirsi molle forze su di una piazza ' marittima, potrà fino ad un certo punto valutare la quantità dei soldati. da tenere indietro, senza essere costretto a lasciarne di eccedenti , per .opporsi all'irrompere delle truppe riunite per là via del mare su que' punti lontani. La qual cosa, comeèhè gli facci abilità di tenere riuniti all'esercito principale alcune rnigliàia _ di uomini di più, pur tuttavia non muta sensibilmente la condizione relativa dei que eserciti avversi, giunti che sieno all'al~ tezza della frontiera napolitana, dove l'invasore vedrassi àlla stessa guisa arrestato. • La cosa starebbe altrimenti, nel caso il nemico avesse una decisa superiorità navale. Allora esso potrebbe sbarcaré 'Con~ siderevoli forze su qualche punto delle lunghe coste d'Italia, basarvisi e cli qui vi muovere a conquistare il paesr. Gu·adagnati gli sbocchi degli Appennini, pe' quali si comunica dall'uno all'altro versante, l'alta Italia· troverebbesi divisa · dalla bassa Italia; a cagi6ne che , per la configurazione s_lrelta e

i'ARTE Il -- CAP, V

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mblto allungata della Peni~>la , messo che si sia il nemico a -ca.vallo su_ que' monti, ògni -0omunicazione per Ja· via di terra lunghesso i due versanti, è renduta impossibile ( 1 ). ' 1J Discorren<to· della difesa delle isole, nella supposizione che gl'ilaliani fossero _preponderanti sul mare, abbiamo osservate che la Sardegna e la Corsica sarebbero garantite dalle· squadre; e per la Sicilia (che, 13er - la sua prossimità alfa -Calabria, trbvasi io condizione ·speciale) abbiamo fatto cenno de' provvedimènti di difesa sotto il punto di vista di •una discesa, possibile dalla parte-,;•della Calabria, a malgrado del dominio etìe le sqttadre italiane si avessero sul mare. Ma, nel caso attuale, si rendono necessari ben altri provvedimenti. · Per togliere al ·nemico l'uso dei porti, rade ed ancoraggi-, dove, · sbarcate le ' truppe, potrebbero le flotte ripararsi, per quindi uscirne a combattere le squadre italiane che muovessero iH •soéc·orso d-elle isole; non che per procurare questi stessi van'taggi aHe proprie navi , convien proteggere i porti di minore importanza: militare delle isole con buoni forti chiusi, ridurre a ver{' "piazze quelli eapac.i d'i11tere squadre, e difendere le .rade e 1gli altri ricoveN lungo le co~te. Le navi nemiche , allora , · :nbn avendo dove ricovernrsi, ·saranno costrette a stare continuamente alla vela; e nftn appena, per qualsiasi ragione, debbano successivamente-, o tu-tte insieme , rientrare per qualche tèmpo ne'loro· lontani -porti, le navi italiane avranno il campo. libero per recare soccorsi alle isole. Oppure; se le navi nemiche sieno costrette dal cattivo tempo ad allargarsi in mare, le 'squadre italiane, avendo sulle coste delle isole porti e ricClveri contro le tempeste, o contro gli attac~h•i· di forze superiori ne't ' (t ) Ciò suppone che i mcz-zi navali <li una grande potenza fosser:

rs•ufficienti per tras.portare in una sol' volta un numeroso esercito, · col g randissimo numero di cavalli di servizio e di trasporto, cd il vistoso m~terialc che si lira dietro _; ma di ciò tliscorrcremo nel corso <lei pre'sciitc capitolo. ·


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STUDI MILITARI

SULL'I.TALTA

miche, polranno senza tema navigare verso le isole .e recarvi i necessari soccorsi. E se pure un qualcl)e punto fortificato della costa sia, per assedio, caduto in pMere del nemico, ìl .possesso degli altri punti e piazze: marittime farà pur sempre abilità di accogliere i rinforzi spedili dalla terrafer.ma, e<l offrirà un sicuro ricovero alle navi. Fo11Liflcate le coste, le truppe lasciate a guardia delle isole, qualunque volta non sieno di molto più deboli, di quelle del nemico, denno studiarsi di tenersi in CQmuoicazione con quelle piazze della costa non ancora attaccale e donde. allendono i socaorsi ;· che se ·poi la loro inferiorità sia. tale Qa nop ,pater tener la campagna, converrà che si rinchiud~n-0 nelle piazz.c della costa, ·per attendere i soccorsi, e lascino che :le milizie , operando nelle montagne centrali delle isole, ne rendano incerto il domini.o al nemico. · ·t1 ·~ Le isole italiane sono.allraversale, nel senso della loro mag. giore lunghezza, da· catene di montagne, che si è cosirelli a superare per · recarsi dall'uno all'altro versante. E però, sb<)..rrali con forti i varchi principali di quei monti,, il dif~nsore, tenen·dosi nel centro dell'isola, puÒ •contend~rJ,)13,,il,,posse~,s~ ,al nemico, e· cornuuicare con le piazze marittime .poste·.,sul . versante opposto a quello, occupato ,da quest'ultimo. ll•dominio d<!l mare, in questn caso, ch'è ipur quello in ,cui le forze. del ,di.:.. fensore non sieno : di molto , infer:iori a .,quelle. dell'allaccante, non muta la condizione delle truppe dell;isola; perciocc,b.è , se mai l'invasore, per intercellai:e ogni comunicazione, facesse sbarcare un distaccamento sulla costa opposta a quella ·occupala dal suo corpo principale, ri§chierebbe. di, farsi battere alla spartita dalle truppe dell'isola, le quali troverebbonsi rac• colte nel mezzo, e_d in possesso dei monti, mentre che i due corpi nemici sarebbero separali da grandi 40stacoli. e molto lungi l'uno dall'altro. Nel caso poi le truppe dell'isola, per la loro grande inferio-

P>AJ\TE l.l -

CAP. Y

ll3

rità1nume1·ica, fossero: costrette a chiudersi nelle. piazze deila dtsta, que' forti· ne:' monti servirebbero di appoggio a.Ile mitizie •dell'isola, per fare una guerra di bande. · . Queste generali indicazioni ci sembrano sufficienti per \a difesa della, Sardegna e deUa Corsica, le quali , perchè. lungi ·dalla·terràferma italiana, non hanno grande influenza s,ull' an:.. da mento della guerra; senzachè, nel caso il nemic0. sia1 •deeisalnente·•padrone d·el mare, riesce assai difficile mailtener!:\e.ne in possesso, :· 1 ,· Mà fa cosa. sia altrimenti per la Sicilia, la quale, · es. sendo divisa dalla Calabria da uno stretto· braccio cl~ mare, in àleuni pun-ti battuto dal fu().(ì.o incrocicchialo. delle artiglierie delle due sponde, è sempre possibile difenderla a dispeUo delle squadro nemiche,; fo'rlifica.te le due sponde del Faro, è costruHo sulla costa calabrese un ricovero per le navi, riesce agevole ~lfa:rcare a Torre, di Faro le- truppe necessarie, e q.uindi farle · Ìntiover-e vet·so. Messina, base delle opt1razioni del difensore e·otntrò il nen1ico sbarcato nell'isola. Seniachè la ·Sioilia,, per la sua popolazione, per le sue ricchezze, pe'suoi porli sarebbe ~n ~c.;quisto importaiìlissimo per il nemico; e, per la sua vidnanza alla terrafe!·ma, una •eccellente base di operazione per uiìll. nemico procede1~te dalla parte del mare, donde si può sbarcare in Calabria e muovere alla conquista <lei continente italiano. ,Se la fcrza navale del nemico non sia tale da renderlo arbitro assoluto del mare, il possesso della Sicilia darebbe consistenza e sicurezza alle sue operazioni contro il continente, proè èdendo dal\' estrema Calabria. Difatti, per sbarcare sopi·a un punto qualunque delle coste d'Italia, supposto fortificali i più importanti , ed intraprendere operazioni offensive senza avere àietro di sè un vasto paese; con porti per accogliervi le squadre; viunirvi i mezzi #lCConenti, rilrarne di · altri per un qualche ten1po•~· qui ,i ripiegare in caso di avversa fortunn, il nemico avr~bbe •uopo di trasporlarn in un~ volta . lutto l'vrcorrente ad


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STUDI MILITARI SULL 1TALU:

an grande eserèito per un'immediata .campagna attiva; perocehè sicuramen~e dopo breve tempo dovr.à sost~nere l'urto d~ numerose forre italiane ; e nel caso la sor.\e delle armi gli fosse avversa, non avrebbe allro rifugio che salle navi. • Ora, conyogli colantO' ·numerosi: non ,.,p0Webbe119· essere· difesi da una squ•àdra, solo alquanto più forte . dell'avvensaria . quahmqm~·v'oha questa, senza impaeci e libeFa ne' suoi movimenti , più che a riportar vilto6a sulla squadra· nemiea, ponesse mente alla distruzione del convoglio ; il quale, occupando un vasto sp·azio, offrirebbe· mille punti vulnei:abili, )ler riuscire, i~ nemico dovrebbe avere l'assoluto dominio del mare. ,.1 Sbarcando, inve·ce, in SicHia 11n·cseréilo proporzionalo alle fo1;ze che sono nell'isola, ove riesca con ~e squad11e ad im•pedire l'arrivo de' soccorsi, il nemico pùò sperare d' itnpadFonirsi in. qualche tempo dèH'isolà e de1 suoi porli•, quivi•·raccnglie•:e successivamente un grande esercitor ·proteggerne lo sbarco sulla. costa calabrese eu intraprendere una guerra regolare. La qual cosa è· tma riprova dell'impo1;tanza di assicuvarsi. il dominio del Faro, nella maniera discorsà nel ·3° Capitolo. li possesso diretto o indiretto deHa Sicilia per parte di una grande potenza marittima, sarebb~ un grave danno ed un pe'ricolo per l'Italia in general·e , e per- la parte meridionale 'in, · ispecie. La sua difesa, nelle condizioni più _sfavorevoli di una guerra ·marittima, non può ahrimenti effettuarsi che dalla Calabria, cioè dal territorio di quello stato cui la natura ponevala cotanto vicina. • Nel caso in disanima, le truppe poste a guardia della Sicilia attendono i loro soccorsi dalla tenaferma. E però la loro base di operazione è sulla costa orien!ale dell'isolar e precipuamente sol tratto fra Messina e Torre di Faro, per cui l'isola st allacca alla terraferma, e do've si possono fai: passar, con sicurezza i necessarii soccorsi. Cotesto trailo è lungo 17 chilometri all'incirca. In esso la cresta della .catena principale corre p!ralella-

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i;ne;1He ali~ sp,ìaggia, alla distanza media ui meno ,che .tre ~hilo,iw~tri•; ,e col ·suo versante orientale, tagliato d,a· numerosi e prpfondi burroni, riempie tutto lo spazio sino alla costa e va a bagnarsi nel mare. Per passare dal versante del Faro a quello• del Iirr.eno, non v'ha che la gola.di Gesso, per la quale passa. lll:sh:ada, postale che da Melazzo conduce a Messina, seguendo lé\:.•-YaUe ,del torr.ente S. Leo, il quale si scàrica..a. settentrione di,M~~sina, in prossimità del sobb.orgo dello stesso .nome con çi1i .1~nisce la città. La valle ,di que.l torrente .è stretta, cinta da &:JtJ monti; e, presso al ,suo sbocco, I.J a sulla ,destra l'altura dei . Cappuccini e la città, e sulla sinistra un altopiano ,scosceso. E p~,i:Ò,.· fortificata la gola di G!!JSO e l'altopi~no, sudQello,, instau-· mie l,e ,opere CQslrulte dagl'inglesi a difesa de.I tratto .fra la città .eù il Faro,, per garantir_questo da Ila parte del mare, e compiut.e}e s,ottQ ;il punto di vista della difesa dal lato dellé). cat~na, le ç~ununicazioni del campo eretto presso il Faro e sulle sopra. ~Janti colline, con la piazza di l\fessina, sarebbero assicurate, qualunque volta la difesa sia fatta con forze proporzionate. La natura ,del terreno si presta perfettamente ad una vaJida difesa, con oper;e di poco sviluppo. • • · · Castrogiovan_ni, posto nel cèntro dell' isola sul contraforte · ~he .si ·distacca dalla catena principale, al monte Fucilino, e corre: sino ·al capo Passaro,.è posizione da fortificarsi, come ·· qvella dalfa quale si può muovere verso qualunq~e punto della çpsta (1 ). Per assicurare la comunicazione con Messina, farebbe mes_lieri tener guardati i passi i~1porlauti della catena pJinci_pal,e (1) Nel caso la Sicilia fosse separata dalla terraferma, Castrogiovanni .dovreb_b'essere la base delle operazioni dei difensori Quivi dovrcbbesi creare 'un campo trincerato, a cui il terreno si presta perfettamente, dccogircrvi i depositi, e· farne come il ridotto (J l'ultima difesa dell'isola, pe.rdute e'hc si fossero le piazze della costa. Per la qual cosa le- strade della Sicilia . sotto l'aspct~o militare, dovrebbero ·da Cast.rogiovnnni diràlnarsi in · tutte le direzioni, verso· la grande strada lillo'rnle che <loYrebhè_cingere tutta intorno l'isola.


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STUDI MILITARI SULL,lTALIA

da quella città.. al monte Fucilino,; chè in tal :guis.a potrebbesr sempre comunicare per il versante opposto•a, q'ueUo occupato· dal ·nemico, Opf>ure pel' l'alto{}iano .della, cresta i supposto comyiute.le strade milir.iri della SicHia. ·, · , , ". 1 ' Infine, alle fo1:tifica,zion,i accennate in questo·enel 3~ Capitolo, v-0rrebbesi', a compimento del sistema di difesa 'd•eHa SìeHia, aggiungere quelle ·cle'portr della oosta settentrio1jafe é- meridionale-, senza con- questo· voler fare' dillo,tittà cui essi -apparte11gon0 altrettante piazze., lnvece. credt.imo éhe i piceati ·porlf non acconci a dare JJicctto a· grande -squaùrn, 1sia su.fnciente, difenderli con, forH capaci di . sostenere un assedi-o, senza , det quali. sia· im.possibHe servirsi del ; oi·to ; ,ta qual:, cosa si 1 rende agevole per• la natura montana dr- presso ohe, tutte quell'e coste. Aggiungiamo·.che. dovrebbesi fòrlificarf,. all:estremità· occidentale dell'isola, il porto e la penisola su ,cui è assisa :la città di Trapani, costruendo un buon .forte sull'istmo fra. ta ciuà •e lai terraferma, ed alcune batterie chiuse alla gola e collocate in guisa dà _proteggrl'si a . vicenda; in tal guisar ver-rebbesi coll poché opere a creare una vasta piazza. . Fortificata in tal guisa.J'isola, le tr~ppe deputate a difenderla non sapendo dove il nemico indirizzerà . i primi sforzi ,. convePl'à-che· custodiscano il punto più impo11~ante, Messina, :esi tengano in prossimità di quello,. l prcsi~ii delle àttre piazze verranno composti di deposit~ e· milfaie, , insieme ad alqua,ue truppe •permanenti, rrecipuamente di artiglieria; le rimanenti milizie, 1·inealzate da un nucleo di truppe . regolari,- si po-sleranno a · Castrogiovanni. . , Il nemico, padrone, del mare, può scegliere a suo piaci.mento il punto di sbarco. E poichè se riescisse ad impadronirsi di Messina. e del Fano, vieterebb,e l'arrivQ dei soccorsi dalla terraferma , e la conquista della Si·cil'ia non ricbiederebbe altro tempo che quello necessario per far l'assedio de' punti fortificati, di quivi, potendolo, egli dovrebbe iniziare le sue operazioni.

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, ·S·uppo~to lo, -spazio fra Torre di •Faro e .,Messina , d'ifeso nella maniera·-discorsa, non potenùo il nemico ··caccfarsi fra que' due pll'llti per tagliare le comunicazioni di Messina .col coliHncnle, converrà elle sbarchi suHa cotta orientale verso Catania, oppure sulla sellenlrionale di là da l\'Ielazzo. 1 . Nel • primo caso egli dovrà muovere ad attacc&re l'tlessiua dallà parte della cittadella',1 senza poterla •ìnvesti-re. Peroccbè, p'~r questo farebbe mestieri che un corpo- staccato .sbarcasse so Ila, C03la settentrionale, e per •la' strada di Gesso si recass~ ad occupare la valle del· torrente S. Leo. Ora le opere coslrUUe a Gesso e più indietro, quelle sull'al-1,ura de' Cappuceinied H forte sull'altopiano di rincontro, batterebbero sitfaltamente la ,valle,, da rendere impossibi-le lo aùaccare le truppe quivipostate. Senzachè, non potendo i due corpi nemici, separati -da tolta la catena principale, soccorrersi a vicenda, l'esercito difensore e la guarnigione di · l\fessina potrebbero riunire tutti i -loro sforzi. contro quello de' corpi nemici che si giudicasse utile1 di allaccare per il primo, · ed arrecargli gravi danni. Nell'altro caso, cioè quando sbarcasse at di là di· l\'Ielazzo, H,nemi'co, nel muovere verso Messirrn,. verrebbe ad urtare da prima, contro. la posizione di Gesso, di cui dovrebbe fare l'assedio, al cospetto di nn forte corpo italiano trincerato sulle . aspre • e ' difficili altu1,~ circostanti ; indi dovrebbe muovere , verso le opere chei difendono il torrente S. Leo. -. lo entrambi i casi, roperazione diviene lunga e •difficile, per. ,Ja natura dei lu,oghi, le foJlificazioni ed il gran numero . di difensori; la qual cosa fa abiWà ai soccorsi di giungere, e con le forze riunite muov~re incontro all'invasore, per scacci-arlo d.all'isola. Intanto il terreno monlano e frastagliato da pr:ofondi burroni, ·gli scarsi e malagevoli sentieri pe' quali deve• pr.ooedere il o.emico, avvantaggia la posizione degl'italiani; i, quali·, •essendo padroni de' varchi de' monti, raccolte che ab.:_, hìano, for-ze imponenti, possono ,,. far quello ch'è vietato al ne-


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STUDI MILITARI 5ULL' ITALIA

rnico, cioè allc\rgare il campo delle. lorp manoyre-, ed aUacca1:c s_u i fi_anchi ed in coda. le profonde -col.onne, nemiche . distese lunghe.sso le coste o nelle strette valli. ,. . 11,nemiQo, intan~, colla superiorità delle forze che avrebbe io sulle prime, potre~be .con distacca!Ilenti metle1'.e a contribuzione il paese;· dis.ordinare l'amministrazione, creare novelli 111agistratj e .Fi trarre dall 'isol~ mo! te . risorse. Le mjlizie e_ le truppe.,. che, ba~ate .su •Caslrogiovanni, , operano . nellr'interno dell'isola, torranno a ca1jico d'impedire co.teste, escuxsioni del nemico; anzi, spingendo 111 loro a?:ione,· fin $Ulla.. spi.iggia_, allc spalle del nemico, ~ove sono i suoi depositi, lo_ costrsingeran,uo a t~nerle osservate con proporzionati, distaccamenti ; e:per tal forma . agevoleranno il compilp dei di.fensori,, di Messina e <lei Faro. Ove mai il nemico, sbarcato sulla costa. orientale, muovesse · contro Castrogiovanni, l'esercito da Messina minacce1'.ebbcgli il fian_cq e le comunicazioni ; e, recandosi a prender~ posizione su i monti della catena pr.incipale, impedirebbe al nemico d'investire Castrogiovanni, e lo costringerebbe' a tenere riunito un (orte corpo per fronteggi~re l'esercito di soccorso. ;E p·erò la comunicazione di Castrogiovanni con Messina,- per il ver:sa11te · opposto a quello occupalo dal nemico, rima.rrebbe coverta dalla posizione presa dall'esercito italiano.; chè , se j\ nemico volesse avvantaggiarsi de' suoi mezzi marittimi pi>r recai:si çon un corpo da sbarco a minacciare le comunicazioni d.el ·difensore, sul versante qpposto a quello occupato dalle sue for~ principali, esp,orrebbe quel co;po ad esser battuto. II trasportarvisi poi con tutto, l'esercito, non è l'affare di u·n momento; per questo conviene innanzi tutto retr.ocedere fino a.li-a spiaggia 1 imbarcare uomini, cavalli e materiale, (operazione abbasta_nza lunga, semprectiè si traili di un esercito e non di un distaccamento), e perdere di poi altrettanto.tempo per lo sbarco: ed in tutto questo tempo l'esercito difensore può appressarsi alla

PARTI! Il -

CAP. V

bJse, seguendo. il versante abbandonato dal nemico e manovrare secondo ,l'opportunità..Per tal forma operando, Castragiova.nni durerà lungamente e per forza p1'0pria, e per,cbè non i11vestita, e per avere i.I nemi_co incontro tulle le forze dell'isola ; Ja ,qual cosa farà abilità ai soccorsi di giungere nell'isola, per \i.berarla dalla presenza delle truppe nemiche. · · Se. l'attaccante scej)'liesse di sbarcare nélla parte occidentale o dell'isola, le truppe di :Messina e le milizie di Castrogiovanni gli vieternbbero di spandersi nell'isola; finchè, giunti i rinforzi, potessero-far perno de' loro movimenti Castrogiovanni, e -recarsi'sul punto attaccato, per tentare di li,icacciar,4' in mare rassa\itore1 innanzi che gli giungessero nuove 1forze, e vietargli di porre stabilmente il piede in un punto qualunque dell'isola. Occorrendo poi al nemico molto tempo per rimbarcare le t11uppe e tentare le sue operazioni offensive sopra un allr_o punto della costa, i difensori g_iungerebbero pur sempre · a riguadagnare la loro posizione centrale e spingersi verso il nu~vo punto di sbarco, innanzi che il nemico avesse potuto comp1ere nulla di serio. D'altr~ parte, se si consideri che lo spedire gran<li forze in · una volta, con tutto l'occònente per una campagna attiya, non è•, come vedremo di qui a poco, cosa agevole; le prime truppe . -e'barcate biso"'na o . che si creino una base per riunirvi successi,vamente i depositi ed il materiale, e sostenervisi insi.no all'arrivo delle altre truppe, nel caso sieno nel frattempo attaccali da forze superiori. La qual cosa esclude l'idea di polére agevolmente abbandonare, un punto della costa, per recarsi per la via del mare su di un alti-o; e non sì tosto le truppe invaditrici sieno, per mezzo di successivi arrivi, di_venule numerose, difetteranno i mezzi navali 1)01' trasportarle lu!le in una volta, a meno che nùn si voj)'\ia correre il rischio di vederle battute .O • · separatamente. Ond'è, che abbiamo voluto diseorrere di questo . caso per eccesso di dimostrazione, non già perchè lo credessimo


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STUDI MtLITARI SULL'ITALIA

facile; a verificarsi , come altresì per farn ognot p-iù v.edere la possibHità: di;,difenclere l'isola nello stesso caso più sfavorevole. . Riguardo alla terl'aferma italiana, le fortificazioni- credute necèssarie sotto il punto di vista _della guerra terrestre, sono quelle stesse occorrenti nel oaso le offese procedano, d'aHa parte del mare; se non. che voglionst aggiungere alcuni, altri• provve. dimenti lungo le cosle. ; . La,prirna necessilà che abbia il · nemico, nello, sbarcare; quella si è di crearsi una base, la quale; oltre di rispondere ai bisogni. delle future- opePazioni,, conviene che offra ·un gran po1ito, o almeno una rada.acconcia a ri,coverare le sue 11avi; ed r il LeFl'eno ,cirços.lante deve fare abilità di crearvi un. so.lido, punto di appoggio, dove riunire l'occorrente pe11 la guerra, e dove l'esercito possa rifugiarsi all'occonenza. Per impedir ciò, voglionsi fortificare non pure i porti Oli1-itari e gli stabilimenti marìtti~i ( che· debbono garantire il . materiale ed assicurare alle proprie n<Jv-i i mezzi di rifornirsi), ma anche i grandi porti commerciali, l1e penisole che fianclleggiano sovente le grandi rade, non che gli ancoraggi hnporlanti. Degli stabilimenti marittimi ed i· porti militari abbiamo di già detto come sia importante farne tante piazze, le . quali ·, oltre ai bisogni ,della guerra mari Ili ma, possono servire altresl come .punti .d'appoggio alle operazioni di corpi secondarii, precipuamente di milizie , per molestare· le spalle ed i, fianchi dell'esercito invasore. Qui aggiungeremo che, •sulle e.oste del continente italiano, di grandi porti cornn1erciali non v' ha che Brindisi, e quello che ·potrebbe C'Ostruirsi alla cala: di Santa-Venere;_fra Vibona ed il Piz.zo, sulla costa Calabrese, i quali vorrebbero essere difesi da forti e batterie chiuse . ' e messi al sicmo da un attacco di >·iva forza. Le rade importanti sono in picco! numero. Quella di Villafranca, di là dai monti della destra della Roja·, sarebbe

PARTK · II -

CAP. V

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djsacçoncia pe1 , sbarcarvi un esercito; perocchè per quella ~•i!ld l nemico non eviterebbe elle la sola linea ·· del Varo , _ che non è la più forte di quelle che difendono la 1fro.ntiera dii ,quel lato: e però quivi _basta un qualche forte, · per .bat~ei;e,l-ancoraggio ed impedire alle navi nemiche -di ricove·..,. rJlrv\si. La rada di Ventimiglia è menQ buona ,della precedente sollo il i:ispello maritlimo, e trovasi in éondizioni strategiche · presso che eguali. La rada di Vado pres~o Savona, riparala ~a molli venti, è ben altrimenti importante, come quella donde un esercito può , pe'r l'agevole colle di Cadibòna girare le Alpi e penelrare nella valle del Po; per la qual cosa le fortificazioni della rada e della cillà di Savona vo. gliono avere lo sviluppo necessario, per resistere agli sforzi che farà il nemico per impadronirsene e .farne base de1le sue operazioni. . , l porti commerciali deUe due riviere, dall'imboccatura del Varo a Spezia, se ne escludi Genova e Spezia, sono piccoli e di nessuna importanza militare; e p~r~ · baste_r~ -proteggerli con 'batterie chiuse, capaci di opporsi a1 lentat1v1 de' bas.timenli isolali del nemico, aggiungendone poche alle gi~ .esistenti. • .. • .Lungo la costa Toscana, dal porto di . Livorno in fuori, , -per .noi· annoverato fra i porti secooda:ri militari, non v:ha che I il piccolo porto di Piombino, difeso di già da un forte. Così pure sulla costa Romana non v'ha che•il porto di Civita-v.eéchia , dìfes.o dalla parte del mare da un castello e qualc~e batteria, e·. dalla parte di terra .,da, una cinta basl'ionata che ,racchiude la ciltà. ~ Sulla costa napolitana bagnata dal Tirreno, s'incontra da ,prima ,la rada di Gaeta,· che può dai~ ricovero a molle navi. Lit,, penisola, su cui è .assisa la città,, potreb~'essere utile per 11110 sbarco, ma le fortificaiioni ond'essa è cinta, la rendono una -delle piazze piì.1 forti di Europa; la quale nello · slalo

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STUDI MILITARI SULL' ITALIA 122 attuale di già domina la rada, e la dominerebbe ancor più se, come abbiam detto, si occupassero le alture circostanli e si costruisse un forte a Mola. Il porto e la rada di Napoli sarebbero •difese,dalle opere ùella cillà: Ciò non pertanto, converrebbe compiere le opere di difesa del golfo, sopratutto quelle del seno di Bafa, eccellente per dar riéovero ad una squadra; non che il promontorio di l\fiseno che lo cinge ad occidente, e sul quale il nemico potrebbe sbarcare e fortificarvisi, per ·indi muovere all'assedio di Napoli. li seno di Baia è 'per rapporto a Napoli, lo stesso che la ·baia di Kamiesch relativamente a Sebastopoli. Le isole di Procida e d'Ischia di rincontro Miseno, e Capri di rimpetto la punta della Campanella , vogliono pure essere forlific;te per compiere il sistema di difesa del golfo di Napoli. Alcune opere di già e~isto'nO, altre vorrebbero essere aggiunte, o compiute secondo la loro importanza. Da ~apoli all'estrema Calabria non s' incontra sul Tirreno altro porto , sibbene parecchi golfi aperti ed approdi poco sicuri, le cui batterie non possono, come al presente , che aver di mira la prote~ione del cabotaggio. Nel golfo di T<}ranlo, oltre il grande stabilimerito da co. struirsi pt·esso la città . che dà nome al golfo, v'banno i piccoli porli di Gallipoli e Cotrone, ,·difese da talune opere, che vorrebbero essere -migliorate. Lungo la costa Adriatica v'ha il porto di Brindisi, difeso da un castello·, che per la sua importanza richiederebbe maggiore sviluppo di opere. Più su, sulla costa' Pugliese , .v'banno i piccoli porti di Otranto, Bari, Barletta e Monfredònia, e sulla costa del Sannio Ortona, più o. meno difesi , ma che richiederebbero. miglioramenti. Sulla .costa romana e veneta , all'infuori di Ancona e Venezia, porti militari, non se ne riscontrano di altri.

PARTE II -

CA.P. V

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·l; Uno sbarco -nella penisola Istriana avvantaggèrebbe ùi poco il nemico , che ~ovrebbe soperare presso che -tulle -le liilee di: 1dif('sa ad •oriente della valle del Po. Di maniera che, sottò t'aspetto· ·della difesa generale <l'Italia, e'ssa ba poca importàl1za. Non pértanto · vogliono essere difesi con forti e batterie chiuse· i ·porti di Pola, Rovigno, Trieste e Capo d'Istria, non che il porto di Quièto ed i canali .di Leme e d'Arsa ( 1). ' (1) Potrebbe per avventura sembrare ecc_essivo il nu,mero dei punti ~?r-

tYficati, che siamÒ a~dali man mano indicando , siccome n~ccssar1_1 a rafforzare· Ic lince di difesa e le coste. Un confronto con la ·Francrn , furà vedere .come ciò ch~per noi si desidera in Italia, sia inferiore a .quello ' che fu fatto colà, e però non impossibile; viecnaggiormcnte ,che molt~ piazze e forti di già esistono, cd i rimanenti potrebbero css_cre _costrutli suécessivamcntc,' a cominciare dai più importanti. . . Il numero delle piazze terrestri sulle varie frontiere della Francia Ql~ t r!l{)assa 1~' so, tra cui ve n'ha due immense,. Parigi e_ Lione e_ molte d ~ primo ordine, -capaci di eserciti, come Va\cnc1cnnc, L1ll_e, Charlcm~nt , i campi trincerati , di Maubeuge, Chambray, sulla fronller:i dclll'._ Fiaudr;i, Strasbourg sul Reno ccc .. Ciò non per tanto, ~cl 1.~411, ".'~n.i:a d~cretata la costruzione delle piazzé di Portalct, sulla frontiera de Pirene,, di!Clairal\es, p'c r•guardare la valle di Barccllonetta; di ~es Housse, per qifcnd~r , Ja ~tpda d_i Ginevra e-B"sançon; di Lang~e~, Cl_1alo11-sur-Saon,c , · ' 9 Laon,'•per covrire le strade che conducono a Par1g1; d1 Roc~1c-B~yard_, pèr difendere ' ta ra'da dell'isola di Aix. E v'era il disegno d1 forttfìçare TjJ.aune, Haguenau c Yauziers. ·-· . Olt~c coteste piazze terr~stri , v' hanno 19 piazze marittime , tr~ I? i grandi pòrti di Tolone, Brcst, Rochefort e Cherbourg. E poicl'.c talune di queste, come Bayonnc, si hanno un'importanza tcrres~re rimarchevole, sono piazze di primo ordine. Infine, nel 1851 , v erano a\lri 15 porti più o meno difesi da forti e ba.ttc_ric. . . , Su ·talune isole importanti, all'imboccatura d1 talnm fiumi, come, la Garonnc ,· la Loire ecc., penisole , rade cce. , si conta?o poco n:ien_o di 1;0 punti diversi, dove ci hanno città fortificate , forti e_ battene_m più O mcuo numero, secondo In loro importanza. ~nfine v1 han?~ da so castelli e cittadelle, parte sulle frontiere , parte 111 talune c1tta del0

4u~li,

l'inferno. • · . · · li Se si riscontri questo numero di piazze, cittadelle e forti , c_o_n_ qu_e 0 ptopòsto per la difesa 'deli?!talia, si vcdr~ che le. piazze ter~e~tr1 1tahanc .sar.ebbero meno che la metà di quelle d1 Francia, le mantt1m.c _due 0 trè di meno , il numero de' punti fortificati de' porti commcr~ia h roco 1naggiore della metà di quelli dcli~ Fra~cia, _ma . ~cccdercbbc 1! numero de' forti. Di maniera che nel totale I punti fo rl1ficat1 sarebbero d1 numero


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PARTE Il -

S.T!:IDI MILITARI SULL' ITALIA

Fortificati per tal guisa tnlli i punti.su cui il nemico ,potrebbe basarsi, non_gli rimarrà che_sbarcare su di-una -spiaggia aperta, da cui le navi, dovranno tosto allontanarsi per propr.ia sicurezza; e l'esercito I subito dopo sbarcato; dovrà procedere all'assedio di una qualche piazza marit-tinia che difenda un gran porto, affine di basarvisi innanzi di cacciarsi nell'interno del paese. La qual cosa suppone che l'esercito sbarcaJo sia siffattamente numeroso, da essere pt:essochè sicuro della vittoria , contro le forze imponenti da cui .,poco dopo sbarcalo sarà sicuramente attaccato; perocchè se fosse battuto-su di una spiaggia aperta, diffici.lmente riescirebbe a rimbarcar~ celeremen~e tanta gente. E se l'attacco avesse luogo ·nel momento appunto che il mare ,agitalQ ed i venti contr;arii impedissero ai bastimenti di appressarsi alla costa; o meglio · che fossero costretti _ad allontanarsene per evitare un naufragio, la percfita della battaglia condurrebbe alla totale distruzione dell'invasore, E _poichè le squadre possono io ogni momento essere CQstrette dal tempo contrario ad alloutauarsi, conviene che l'eser. cito abbia con s~ tutto l'occorrente·pe-r sosténers_i in campo· per qualche tempo, ,indipendentemente dalle squadre, non che essere convenient~mente provv_edulo di cavalleria, artiglieria, pontì, parchi di assedio e da campo ecc.; affine di pqtere, tosto ' presso che eguale ne' due paesi; se non che in Francia supererebbe quello delle piazze, in Italia l'altro de' forti, i quali, comecliè costassero assai men~ e riC'hiedessero piccòlc guarnigioni, per la natura de' luoglii, nei qua)1 verrebbero.costrutti, s11rebbero di molto maggior effetto per la. difesa. L Olanda, con una superficie di 2,854,000 miriametri quadrati , cioè del dodicesimo nl tredicesimo dell 'Halia , ha 40 piazze terrestri e ma• rittimc, piÌl il forte di S. Andrè, le opere di-- Gorée· e le fortificazioni delle isole di Assos e Cassand; e si noti che il magoior numero di cotesti punti fortificati , sono piazze, e non forti e ciltadelle. Il l}elgio, con una superficie di 3,395,000 .miriametri quadrati cioè meno che la decima parte dell'Italia ha •13 piazze ed S cittadelle ; forti. E però, in proporzione dcli' Olanda,. pur l'Itatia dovrebbe avere 480 piazze terrestri e marittime, e 48 altri punti fortificati; e del Belgio, HO delle prime cd 80 dei secondi.

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CAP. Y

125

sbarcato, internarsi per iniziare la campagna dal conquisto <li.una qualche linea importante, ed indi fare l'assedio di una . · delle grandi piazze marittime. E dove· terrà egli tutto questo materiale, sbarcalo come sarà su di una spiaggia aperta? -Donde la necessità dal canto s·uo di vincei·e una battaglia, e quindi di· etiettuare una marcia rU fianco poco lungi dalla spiaggia, per recarsi ad assediare uno dei grandi porli ed assicurarsi una base; Ora se l'ese1:cito difensore , perduta la battaglia , si ritiri su di una posizione di fianco poco discosta dalla strada che il nemico percorra , e lo attacchi nella sua marcia, può metterlo in grave imbarazio; laonde, perchè la marcia si possa eseguire con una qualche sicurezza, è mestieri che il nemico, dopo vinta la battaglia, insegua da prima i difensori e li facci · retrocedere di. alcune · marce nell'interno, ed indi, cangiando linea, s'indirizzi sulla piazza marittima che voglia assediare. , In Crimea, se dopo la battaglia di Alma i russi, anzichè ripiegare su Sebastopoli, donde poi muovevano verso BatsckiSerai nel momento appunto che gli alleati, con una marcia di fianc~, recirvansi a mezzodì di Sebastopoli, si fossero sin da principio ritirati col grosso delle loro forze verso il centro del paese, · dopo avere spedito un corpo a Sebastopoli per rafforzarne la guarnigione, gli alleati non avrebbero potuto girare per l'estremo della baia di Sebastopoli, in prossimità del grosso delle forze nemiche, pronte ad attaccarle durante qùel movimento. Essi avrebbero dovuto da prima respingere i russi per alcune marce. nell'interno, e ritirandosi di poi obbliquamente a destra, recarsi ,a mezzodì di Sebastopoli. Ora,. per operare ad un paio di marce lungi dalla spiagg-ia, occorrono artiglierie, parchi e mezzi µi trasporto per viveri, munizioni, ambulanze, ecc.; la qual cosa accresce il numero delle navi necessarie per -assicurare i primi successi della spedizione. . · D'altra parte, giunti sollo la piazza marittim~ da assediare, e \'ol. 111. -

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PARTE II -

STUD! !t!ILITARI SULL' ITALIA

non avenùo in prossimità veruna base o porto tlove raccòrre lé squadre, nè penisole facilmente fortificabili, l'esercito invasore , per garantirsi dagli attacchi che i difensori ritenteranno non appena riunite le forze che aveano indietro, dovranno cingere di opere' un vasto spazio, per difendere il quale occorrerà molta gente. Laonde; perchè le prim<> operazioni, sino all'investimento ed alla costruzione delle linee- di circonvallazione , si abbiano una qu!\lche certezza di riuscila e dopo vi sia probabilità di so-, stenersi sino all'arrivo de' rinforzi, converrebbe sbarcare con un 150,00.0 uomini almeno, provveduti ùi tulto l'occorrente· per una campagna attiva a qualche marcia dalla spiaggia; non che avere a bordo l'occorrente per la costruzione delle • linee di circonvallazione. La qual cosa richiede mezzi di trasporlo sµ..,. periori a quelli, che una qualunque delle grandi potenze ma.,.. rillime possa riunire lotti in una volta. ,, . Quello che il generale Jomini asseriva nelle sue opere, cioè che una grande potenza non abbia nulla da temere per la via del mare , .a cagione che i grandi mezzi navali occorrenti a trasportare un esercito da sbarco, non permettono di traspor..: tare in una sol volta più che 30 o l0;000 uomini, crediamo che fosse poco disforme dal vero ancor oggi. A malgrado delle accresciute agevolezze dei trasporti navali e l'uso della locomozione a vapore, per cui rendesi oggi possi.., bile ciò cbe in altri tempi non Io era; a malgrado l'impiego dei mezzi riuniti delle due maggiori potenze marittime, Francia ed Inghiterra, non che di quelli della Turchia; non più: di 59,000 uomini potettero sbarcare in Crimea, scarsamente provveduti,di artiglieria, con poco più ùi 2000 uomini di cavalleria, e siffattamen\e difettivi cli trasporti e di ambulanze, i;he dovevano ricevere giornalmente dalle navi l'occorrente per vivere. Ora è chiaro, che se avessero voluto menare coù sè tutto quanto facessi mestieri ad un esercito per una campagna attiva lungi dalla costa , quel naviglio da trasporlo, di meglio

CAP. V

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tbe 350 navi a vela ed a vapore, è molto se 'fosse bastato per t.5·,000 uomini all'incirGa; ed aggiungi, che la maggior -parte delle navi da guerra erano cariche di truppe, la qual cosa non può farsi, qualunque volta si abbia a temere un attacco navale. Ond1 è cbe per un -esercito di 1 (S0,000 uomini , non bastereb ... be'ro 1200. navi. ' Semprechè lo sbarco debba effettuarsi su di una spiaggia aperta, dove non sia agevole trincerarsi e crearsi una base , conviene poter disporre di forze maggiori di quelle che il nemico possa opporre , nel tempo più o meno lungo di cbe l'invasore avrà mestieri per rafforzarsi con nuovi sbarchi di truppe ; non che essere convenientemente provveduto di cavalleria, arHglieria, trasporti , ecc. per potersi sostenere ne' primi momenti , indipendentemente dall'appoggio delle squadre, ed operare a qualche marcia dalla costa. Insomma, conviene av{'r riuniti tutti i dati capaci di assicurare, sino ad un certo punto, l"esito favorevole di un primo scontro; altrimenti è un'operazione anischiata, cbe potrà riuscire solo per gli err~ri del difensore è p'er un concorso d'imprevedute circostanze favorevoli. ,, In Crimea ~molte circostanze favorivano l'invasore. La smisurata vastità dell'imperç e la difficoltà delle comunicazioni a traverso le stéppe della Russia meridionale, rendeva mollo · lento rarrivo dei soccorsi nemici, i quali , per giungere alla loro destinazione, aveano mestieri di un tempo assai più lungo di quello in cui ne potessero giungere agli alleati c-011 le navi vap0re; pur tuttavia il potere i rinforzi rossi muovere in grandi divisioni, anzicbè in piccole partile come quelli de' loro avversari, finì per compensare siffattamente la speditezza de' trasporti per la via del mare, cbe alla battaglia d'lnkermann essi erano di già superiori di numero, ed occorsero non comuni errori per parte di Gortscbakoff, tiei·chè {;li alleati non soffrissero: un disastro. Aggiungi cbe gli alleati , a mezzodì di Sebastopoli, riscon-

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STUDI MILIT AR! suu '.rTALIA

lravano una buona posizione in quella penisnla, limitata verso il continente dalla Tchcrnaia. Fortificandosi sulle alture della riva sinistra di questo fiume, con la destra appoggiata alla baia, di Balaclava, che buone alture proteggevano, e con la bella baia di Kamiescb alle spalle, di cui potevano trincerare i dintorni, essi avevano una linea breve da difendere, e~ assicurato in ogni caso il rimbarco. Pur tuttavia, non bastando le forze di clrn disponevano a garantire la loro posizione, difettarono le braccia pe' lavori: la seconoa linea, innanzi Kamiescb , non potette essere costrutta, che quando, co' successivi arrivi le forze si accrebbero; e la. stessa linea di circonvallazione nou fu compiuta, che dopo la battaglia d'lnkermann. Di maniera che i russi potettero con forze considerevoli guadagnare la sinistra della linea, dalla parte ·d'Inkermàrln, e senza l'erronea coJ1dot1a della battaglia, e senza ·l'inazione del corpo di Liprandi dalla parte di Balaclava, la quale fece abilità a Bosquet di accorrere in soccorso degl'inglesi, questi sarebbero stati balluti a mal!. grado dell'int,repidezza con che difesero la loro posizione. Allora, trovandosi la linea girala per la sinistra, gli alleati si sarebbero vequti costretti ad abbandonarla ; e, non avendo .indietro altra liuea fortifi cata, se fossero stati vivamente incalzati e nuovamenly battuti, com'era probabile dopo il primo rove3cio soffi:lrto, quale disastro non ne sarebbe stata la conseguenza! È molto dubbio se una parte di essi sarebbe riescita a rimbarcarsi, abbandonando lutto il materiale. Ma diremo di più , .la forza degli alleati non era tale da farli sicuri del risu ltamento ,.della battaglia , che conveniva vincere innanzi di recarsi sollo Sebaslop~li. Ad Alma le condizioni rispettive delle due parti non rendevano impossibile ai russi di vincere; e se ciò fosse avvenulo, è facile prevedere l'esito della spedizione, non avendo gli alleati un luogo forte dove ritirarsi e sostenersi sino all'arrivo de' rinforzi, o per rimbarcarsi all'occorrenza.

i'ARTE II -

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_Qnd'è che la spedizione di Crimea, a malgrado delle peculiari circostanze favorevoli all'allaccante, che non si riscontre·rebbero in una spedizione marittima contro l'Italia, fortificata e difesa nella maniera che vorremmo, fu non pertan\o un'operazione arrischiata, che riescì per un concorso di fortunate eventuali là , senza le quali · saretibe probabiimente finita con un di~astro. E p~rò, quando nel principio di questo capitolo dicevamo, che nel caso il nemico aves')e un assoluto dotninio sul mare, avrebbe potuto tentare uno sbarco con forze imponenti ed · attaccare l'Italia da quel lato , intendevamo discorrer solo della libertà che aveva il nemico di far partire lutto in nna volta un immenso convoglio di navi, a differenza di quando gl'italiani fossero stati su' quell'elemento poderosi abbastanza , comecbè di forze inferiori. Ma con questo no n intendevamo ammettere la possibilità di effèlluare una spedizione simigliante , sollo il rapporto .della facilità di riunire i mezzi necessari ; i quali vogliono essere tali e tanti per trasportare un poderoso esercito, col gran numero di animali da sella e da tiro, e l'immenso materiale occorrente per imprendere una campagna attiva immediata, che crediamo assai arduo per non dil'e impossibile il farlo. Per la qual cosa un gran paese come l'Italia, quando combattesse tulio unito per un solo interesse , non avrebbe a tem_ere seriamente per la sua indipendenza , per mezzo di un allacco procedente dalla parte del mare. Non pertanto, per ,saminare la forza difensiva di questa regione sotto tutti gli aspetti , supporremo possibile tanta i~presa. La catena dell'Appennino, che parte per lo mezzo l'ltalia, fa abilità ai difensori collocali lungo di essa, in possesso delle piazze e forti che ne chiudono i passi , di rapidamente recarsi sulla spiaggia del Tirreno o dell'Adriatico , non che di covrire le comunicazioni fra le varie provincie per il versante opposto a quello scelto dal nemico per lo sbarco. Per la qual cosa con-


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STUDI MILITARI

SUL!,v lTkLIA

viene che i difensori, provveduto alla difesa <lei punti forfifi~ cali delle coste ed ai mezzi occorrenti a scoprire in IPmpo lw direzione presa dal nemi-co, occupino con le principali forzetalu~e posizioni sull'Appennino ; affine di potersi rapidamente recare con• truppe sufl-kienli sul punto del1o sbarco , innanzi, cl1e il nemfoo. abbia nulla compiuto d'importante, o per lo meno arrestarlo e ritardarne i passi, per dar tempo all'arriv() delle altre truppe italiane. · Se il nemico sbar-casse suU'estremi,tà meridionale dell'Italia, avrebbe da superare tutte le difese successive della penisola, sino alla valle del Po. Ma se sbarcasse invece in Toscana, sulla costa romana, o in prossimità di Napoli, superali alcuni punti forti delt'Appennino e messosi a cavallo di questi, separerebbel'alta dalla bassa Italia, e la conquista sarebbe agevolata; pe~ rocchè il nemico trovereb.besi unito tra forie divise, le qualt non potrebbero in veruna guisa eomunicare fra loro, neppure per la via del mare, che supponiamo neH'assol~to dominio del~ l'aUaccanter Cotesta speciale condizione dell'ltalia , dipendente dalla sua. forma eccessivamente allungata, non vuolsi perdere di mira o.ella distribuzione delle forze .difensive. I 140,000 uomini dei depositi e i 120,000 presi dalle milizie, presidieranno principalmente le piazze marit~ime e toltiquei punU esposti ad un attacco immediato; le piazze interne, quelle garantite dalla posizione delle trnppe, è. sufficiente che abbiano una guarnigione capace di assicurarle da un colpo d~ mano. • I 400,000 uomini dell'esercito regolare cd i 180,000 miliLi vanno ùivisi in tre grand i ma~3e , di cui 100,000 soldati e 60,000 militi sul Po, 150,000 dei primi e 60,000 dei secondi fra la Toscana e lo Stato Romano , altl'ellanti nel regno <li Napoli. 11 secondo esercito do.vrebbe avel'e il centro nrll'Umbria, la destra nella Toscana e la sinistra nell'Abruzzo ; i l terio esercito, quello di Napoli, dovrebbe avere il grosso delle

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sue forze fra la linea del Calore-Volturno e Potenza I cd un

corpo staccato nella Calabria, • Se il nemlco sbarcasse in Calabria, i corpi più lontani dell'esercito di Napoli potrebber~ giungere a Cosenza in djeci marce all'incirca; e quindi riescirebbe agevole raccogliere in breve tempo tal massa di truppe , da fare abilità di attaccare . il nemico, se pure poderoso di 200,000 uomini, iunanzi che avesse potuto impadronirsi di veruno de' luoghi fortificati che difendono i passi a trav~rso le principali linee di difesa. Se pure si supponga il nemico vincitore nel primo scontro, o utile alle truppe italiane di evitare la battaglia , potranno queste occupare la linea di difesa pi_ù prossima al nemico con forze sufficienti ad arrestarlo, ed attendere le truppe dello Stato Romano , che raggiungerebbero successivamente; in tal guisa in men che un mese troverebbonsi riuniti 300,000 soldati e A20,000 militi per operare contro il nemico : ed in un tempo cotanto breve , non è possibile che le forze n('miche si sieno ra<ldoppiate. D'altra parte, la ristrettezza del terreno e la sua natura montana renderebbero inutile un sovel'chio agglomeramento di forze, cbe il nemico non potrebbe sviluppare nell'~ttacco. Se lo sbarco avesse luogo nella provincia di Lecce per muovere all'attacco di Taranto, l'esercito del Napolitano ll'ove.rebbesi 1·iunito innanzi Taranto in. minor tempo che nel caso precedente; ed ove credesse di dover attendere ~ltre lrupp~ innanzi di arrischiare la battaglia, potrebbe tenersi poco lu11g1 daÌ nemico in una forte posizione dell'Appennino. . · Del rest~, in men che un mese i due eserciti riuniti di Napoli e dell'Italia centrale potrebbero, probabilmente, attaccare il nemico con la superiorità del numero. , In entrambi i casi la conquista dell'lialia richiederebbe molto tempo, dovendo il nemico superare le difrse cli tutte le linee discorse nei precedenti capitoli ; le quali , çon talune


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-13:ì l'Al\TE Il CA!'. Y jJ quale, .padrone delle· poche comunicazioni brevi ed agevoli

STUDI MILITARI SULL' IU.LIA

differenze, olfrono una serie di forti ostacoli all'invasore , sia che muova dal settentrione, sia dal mezzodì. Oltrechè,. potr,ebbesi nella difesa mariltima a1operare · lo stesso· metodo ·che· nel La guerra terrestre; cioè di, me\tere successiva mente in giuoco. le milizie di pr_ima•e seconda chiamala, per operare su i fianchi ed alle spalle del nemico, basandosi sulle provincienon occupate , e manovrando fra le piazze e forti tuttora in potere dei difensori. In tal guisa si obbliglrnrebbe questi ad indebolirsi considerevolmente nell'avanzare, ed a perdersi- ·io assedii lunghi e faticosi. Lo sbarcare sulla costa settentrionale dell'Italia, sia sulla riviera di Geriova, sia sulla mari'la Veneta, non sarebbe il .partito più vantaggioso che· potesse scegliere il nemico.. Sulla riviera di G_enova il terreno è stretto e montano, ed i pochi sbocchi rotabili sarebbero sbarrati da . forti e· daHe. trepiazze. di Savona, Genova e Spezia; l'impadronirsi dt una di queste tre piazze, e precipuamente di Genova o di Spezia, . che contengono belli porti, e quindi degli sbocchi dei monti verso la pianura del Po, sarebbe una necessità. Nel preudere Genova o Savoua a base delle sue operazionì, il nemico non potrebbe ragionevolmente avere in mira, che superare i monti per discendere nella valle del Po; peroccbè , per penetrare in Toscana, dovrebbe eseguire una marcia lunghesso la costa, durante la quale i difensori, padroni dei monti,. potrebbero attaccarlo sul. fianco ed alle spalle in quel terreno rislreqo e disagevole, nel momento istesso che trovercbb~si arrestato di fronte dalle piazze che sbarrano la strada costiera. e di cui sarebbe costretto impadronirsi. Ora- l'ass-edro di Genova e della. Spezia può rendersi mollo disagevole, qualunque volta gl'ingegneri sappiano avvantaggiarsi della natura dei luoghi, e cbe alla seconda di quelle piazze sia dato uno sviluppo proporzionato alla sua importanza, a cagione dell'impossibilità d'investirle in presenza di un forte corpo di soccorso;

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ehe· alita versano quelle due ,piazze , può batl_ere atla spartita i e0rpi nemici che si fossero divisi per circuirle, e che non potrebbero agevolmente soccorrersi. Ond'è che, qualora il nertiico . avesse in mente di discendere in Toscana, sarebbe per lui più utile sbarcare nella valle dell'Arno ed assediare Livorno, piazza ~- di . cui circostanze locali renderebbero più àgevole impadr-onirsi, evitando per tal forma ·le gravi difficoltà che offre \'assedio delle piazze .ma'rillime della Liguria, non che 'i pericoli di una marcia di fianco al cospetto di on ·nemico forte , e fortemente postato' in prossimità del suo fianco sinistro. · , Da Savona, disc·endendo verso il Po, il nemico girerebbe le Alpi, i:ra dovrebbe in\'ece assediare quella 'piazza, e vincere la linea- dell'Appennino Ligure·; e poichè tulle le &lire linee dietro ··1e Alpi rimarrebbero intatte, egli avvantaggerebbe di poco; Per la via di Genova lroverebbesi girato il Tanaro; ma, simigliante vantaggio, sarebbe ad usura compensato dalle maggiori difficoltà che opporrebbe quella piazza ai lavo~i di assedio. Supponiamo intanto, che il nemico si decida a prendere la ,·ia di , Genova; chè se scegliesse l'altra di Savona, le ·operazioni difensive darebbero luogo ad un di presso alle medesime operazioni. In tal caso lo sbarco del nemico potrebbe aver- luogo , . o sulla Riviera di ponente, tra Savona e Genova:, o su quella di levante tra Genova e Spezia. Nel primo caso, le truppe più prossime dell'esercito centrale muoverebbero a quella volta per la Spezia, frattanto che l'esercito del Po si raccoglierebbe da prima sul versante settentrionale dell'Appenniuo, di rincontro Genova, e quindi s'indirizzerebbe su Genova. li possesso di questa piazza, covrendo le comunicazioni procedenti per la Riviera e quella per Bobbio, ·assicurerebbe la congiunzione dei due corpi; i quali potrebbero combinare i loro movimenti di-


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retti ad attaccare, o ad impedire l'inves~ime11to, eù allènderci l'arrivo delle rim~nenti truppe dell'esercito centrale. La , riunione delle •prime truppe italiane potrebb'essere efféuuata in pochi giorni, quella de' due ·eserciti del settentrione e del centro in men di un mese ; e però l'assedio della piazza dalla parte della Polcevera, dov'essa è mollo forte•, sarebbe reÌldnto presso che impossibjle. Il concorso delle milizie · che, basate su . Sa~ vona ed i forti de' monti, molestassero il fianco · sinistro e le spalle del nemico, accrescerebbe le difficollà della sua impresa 1 a cagione de; numerosi distaccamenti a cui lo costringerebbe ;difficoltà che. divenebbero ancora maggiori, quando, superato Genova e l'Appennino, egli discrndesse verso il Po, potendo allora le milizie molestare altresl il suo fianco destro, appoggiate soprjl Spezia ed i forti da quel Iato. Nel caso il nemico sbarcasse sulla Riviera di Levante, fra Genova e la Spezia, la riunione dell'esercito del Po col centrale si ·effettuerebbe più speditamente, raccogliendosi il primo nella pianura di Parma, l'altro presso la Spezia. Il nemico allora, trovandosi tosto minacciato da forze imponenti, dovrebbe stare unilo nella Riviera di Levante ;1la qual cosa farebbe abilità alle milizie di accorrere per la Polcevera e la Riviera di P~nente a Genova, e trincerarsi su i monti, per sostenere la piazza durante l'assedio , e quindi ripiegare su Savona, ed operare sul fianco ed alle spalle del nemico, caduta che sia la piazza. In questo . caso ancora, l'assedio di Genova è un'impresa assai ardua. Se lo sbarco avveni~se a Savona , le operazioni difensive sarebbero ad un dipresso le medesime; se non che avrebbero mestieri _di un tempo alquanto più lungo per essere menate a compimento. In tal caso il difensore, dopo caduta Savona, potrebbe prendere una posizione di fianco, appoggiandosi su Genova, e per tal forma costringere l'attaccante a seguirlo in questa direzione ed impegnarsi nell'assedio di Genova, ancor più arduo di quello di Savona.

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, Se il nemico sbarcasse, invece, di rincontro Spezia, per assediarla e farne base delle sue operazioni ; superato che avesse l'Appennino per Pontremoli, sboccherebbe sopra Parma, e troverebbesi per tal guisa d'aver girata la linea del Po e separata l'Italia continentale dalla peninsulare. Operazione feconda · di grandi risultamenti, ma che potrebbesi con minori difficoltà effèttuare, sbarcando direttamente in· Toscana ed assediando Livorno, e che però il nemico dovrà tentare di preferenza. Lunghesso la co3ta .Veneta, lo sbarco non potrebbe aver luogo che al di là della laguna ; perocchè quest'ultima sarebbe difesa dalle opere che •proteggono la città ed il porto di Venezia, e presidiata da forte guarnigione. Ora, sbarcando al di là dell'imboccatura del Piave , il nemico non girerebbe eh~ le ultime linee di difesa della frontiera orieptale, e , per procedere oltre, dovrebbe vincere presso _che. tutte le nu- . m,erose linee acc(lnnate nel corso di questi studii. L'esercito postato nella valle del Po avrebbe tempo di recarsi, sull'Adige , attendervi l'esercito centrale, ed insieme spingersi sul lliave innanzi che giungessero nuove forze al nemico. Di guisa che, sbarcando sulle estreme coste settentrionali dell'Italia , il nemico avrebbe da combattere tulle le lruppe de' difensori e :.;uperare pressò che la totalità delle linee di difesa. Frattanto, innanzi che le sue forze potessero crescere di numero, dovrebbe cominciare dal combattere contro due de' tre eserciti italiani , 3 in 400,000 uomini all'incirca fra soldati e militi ; ovvero una forza mollo maggiore di quella ch'egli potrebbe opporre, se pure lo si supponga sbarcato , ciò eh' è · impossibile , con ~00,000 uomini tutti in m~a volta , pr~vveduti dell' occorrente per una campagna attiva. In tal caso egli non potrebbe che trincerarsi in fretta sulla spiaggia, per attendervi nuove forze , rimanendo per tal forma esposto ad un pericolo troppo evidente, che sarebbe ancora maggiore se dovesse durare per qualche tempo.


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STUDI MILITARI SULL' ITALIA

,In ·una po~izione simigliante , [')ercbè il nemico poles&e rimbarcarsi all'occorrenza, farebbe òiestieri, che te, uume. rose navi, le quali lo hanno quivi traspdrtato, -si tenessero sempre pronte a ricevel'lo, e che ,però su di un' aperta spiaggia, se ne · stassero tranquillamente ali'àncora; la qual cosa essendo impossibile, esse dovranno sovente allontanarsene ed abbandonare le truppe ·sbarcate :alla loro sorte. Senzachè: se il convoglio resti a disposizione dell'esercito,, difetteranno i -mezzi come trasportare ce!eremenle • numerosi soccorsi; ed i nuovi arrivi , non potendo aver luogo che a piccole partite, come in Crimea, per riunite un considerevole esercito di soccot'so occorreranno de' mesi. Che se invece,' tulto il convog-lio si .allootani per trasportare in una sol volta un altro· esercito, le truppe sbarcate si troverauno esposte a grave pericolo _per tulio il tempo necessario per la ,gita, · il ritorno · e per l'imbarco de!le truppe e del materiale; ·durante il quale potrà giungere il terzo esercito italiano, e, con la congiunzione di tutte le forze de' difensori , sara · reso vano l'arrivo · de nuovi soccorsi del nemico, che si troverà nuovamente in posizione pericolosa. . Se lo sbarco fosse effettuato sopra diversi punti in ,una,volta, i pericoli della posizione del nemico . sarebbero ,ancora maoo giorL Perocchè, r-e lo effettuàsse· sulle opposte ·spiaggie .del Tirreno. e dell'Adriatico, il difensore, padrone ·della catena dell'Appennino, potrebbe riunire le sue forze nel centrO', e battere i corpi nemici ~eparatamenle. Se, invece, lo sbarco avesse luogo in, più punti della spiaggia di un medesimo versante, i tjifensori potrebbero per,il versante opposto raccogli~re le truppe in una posizione centrale, · ed attaccare pure alla ~partita i corpi sbarcati. E però lo sbarco non può essere effettuato cb.e in un punto solo, e su gli altri punti si potranno tutto al . più tentare di.versioni, che non muteranno per nulla la posizione rispettiva dell'attaccante e del difensore.

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Lo sbarcare sopra una delle coste_ce,nlrali deWJtalia, bagnate dal ,Tirreno e dall'Jonio, a preferenzìl che sulle coste settentrionali, dà alle. operazioni del nemico una direzione più vantaggiosa; perocchè, guadagnala la catena dell'Appennin"o, l'Italia sj trova divisa in due parti. Ma si aocrescono le difficoltà da sup~rare nei primi momenti, a cagione che, la riunione d'ei tre eserciti .italiani avendo luogo più speditamente, .si banno da _sostenere atlacchi più _poderosi , innanzi di aver ricevuto i ne~essari rinforzi. ; Il versante occidentale dell'llalia peninsulare è più impor~anle dell'orientale. Su quello -stanno Roma, Napoli e Firenze, centri de' principali Stati in-che essa è al presente divisa, non che lè valli dell'Arno e del Tevere, e la 'Ferra di La,·oro; e però l'invasore sceglierà di .Prèferenza la· spiaggia .da quel lato, per effettuare lo sbarco delle sue trappe. Accennate .che sieno_ le manovre difensive contro gli sbarchi sulla spiaggia del Tirreno, sarà agevole intendere altres~ quelle ,oacorrenti ne\ caso 9rposto, le qual( poco differenziano dalle altre. · • Se· il nemico si proponga di sbarcare sulla spiaggia napolitapa e. di assediare immediatamente Napoli, · non potrà effettuarlo in un punto del golfo, qualunque volta questi sia -fortificalo nella maniera innanzi discorsa. Altrimenti le truppe dovrebber~ avanzare nelle imbarcazioni sotto il (uoco delle batterie da costa, ~ metter piede a terra fra queste, fuori la protezione <!elle proprie navi , . che il fuoco delle balte rie terrebbe senza ctubbio molto lungi. E però, se pure esse riescissero con · gravissime.perdite nel loro . intento·, abbandonale a loro stesrn, fulminate in su i fianchi dalle ballerie, attaccate, innanzi di essersi potute ordinare, dalla numerosa guarnigione di ,Napoli e dalla cavalleria collocata poco lungi dalla. costa, sarebbero con ogni prob~bilità ricacciate in mare. Lo sbarco potrebbe riescire più age~ole alla pnnta della CampaneUa , o al capo di Miseno , sì per la loro sporgenza in ~na1-e,-che per la lontananza da Napo.li, '?


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e-entro <lella difesa del golfo ; ma nel sistema di difesa si sarà sicuramente tenuto conto di questa circostanza ; e que' punti estremi satanno stati meglio degli altri assicurali con opere: · Per la qual cosa lo sbarco dovrà eseguirsi su di una spiaggia aperta e pericolosa,. o fra l'imboccat-ura del Garigliano-e Miseno,· o nel golfo di Salerno. Sbarcando nel trailo fra le imboccature del Garigliauo e del Volt.umo _, oltre l'inconveniente · di andarsi a cacciare ne' teiTeni paludosi ond'è sparsa tutta quella costa, andrebbesi incontro all'altro, che, per recarsi ad assediar Napoli, bisognerebbe superare la linea di difesa dell'ullimo di que' fiumi; e dal golfo di Salerno, per ~overe su Napoli, convien superare i monti della Cava e le ope1:e , che· sbarrano le vie rotabili. Sbarcando, invece, fra !"imboccatura del Voiturno e Miseno, si evitano tutti gli ostaco)j na:turali, dal terreno paludoso in fuori che costeggia il mare per buon tratto,· dall'imboccatura del fiume andando verso Miseno. li terzo· esercito italiano, postato sulrAppennino fra la linea del Calore-Volturno e Potenza, con un movi~ento a destra si troverebbe in qualche giorno riunito fra l\fontefusco ed Avellino. Fallo dalle p·rime truppe occupare gli sbocchi dei monti, esso potrà o spingersi aWattacco, oppure, al coverto de' monti, eseguire un movimento verso il Volturno per •accostarsi all'esercito centrale, che si sarà messo in movimento per operare la loro congiunzione ; per tal forma rima~e garantita la linea di ritirala verso l'Abruzzo, e renduto impossibile al ·nemico di impedire la congiunzione di t·uue le forze italiane. L'esercito centrale, per converso, riunirebbe le sue forze nella valiè del...a l'alto Volturno, tra Mignano, Presenzano, Venafro e Rionero. Riuniti i due eserciti, l'uno a Capua e l'altro sull'alto Volturno, quali che sie no le operazioni del nemico ed i parziali vantaggi che possa riportare , potranno sempre congiungersi , o per la strada di Presenz.ano a Capua, o di là dai monti Tifali, par Piedi monte ed ·Alife; od infine oltre l'Appennino , per la

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• strada di ~forcone a Campobasso ed [~ernia'., per ,quindi ripiegare sopra la p~sizione di Rionero, da cui si difende l'Abruzzo. La ·riunione dei due eserciti può avvenire, per la qnasi totalità, in nove o dieci giorni, .e non molto dopo potrebbe avere effellò a1tresì quella con l'esercito del Po. . .• Ove mai il terzo esercii~ sia stato costretto · a ripiegare sul seconòo, per congiungersi a questo verso Isernia, la riunione di tulle le forze italian.e sull'Abruzzo avrà luogo più presto, con manifesto pericolo del nemico; 'il quale, lungi parecchie marce dal luogo dello sbarco, vedrebbesi attaccato da forze molto supériori, innanzi che le~-nuove truppe sbarcate l'avessero 1'aggiunto. Fral.lanto le 'milizie del napolitano, con alquante truppe rimaste nel paese, potrebbero muovere ad attaccarlo sul fianco destro, e, insieme ad una parte della guarnigione di Napoli e . delle piazze non minacciate o coverte dal movimento delle milizie, molestarlo alle sue spalle, e fin tentare d'impadronirsi dei depositi lasciati dal nemico sul luogo ùe\lo sbarco ; in pari tempo le milizie· dell'Italia ce.ntrale, basamlosi sulle piazze ed i monti fra Gaeta e l'Abruzzo, lo allaccherebbero sul fianco sinistro. Simiglianti operazioni su i -fianchi, lo costringerebbero · ad ,una considerevole distrazione di forze, che lo ridurrebbero nell'impotenza di nulla tentare, innanzi di aver riunito le nu. merose truppe che denno successivamente giungergli per mare; nel frallempo dovrebbe trincerarsi sulla spiaggia, per sostenervisi ,iontro gli attacchi delle forze superiori che, in un tenipò relativamente breve, vedrebbesi riunite contro, e manersene esposto al pericolo di un disastro, in . caso di avversa fortuna, difettand.o per rimbarcai;si delle navi occorrenti , state impiegate al trasporto delle . rimanenti . truppe destinate alla conquista. Qualunque volta l'esercito italiano ·prenda a base delle sue .· 011erazioni l'Abruzzo·, il nemico, dopo aver raccolto tulle le sue truppe , non potrà lrascu~are di recarvisi per combaltcre.

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STUDI !J!LITARI SULL ' I TALIA

i difensori in quelle fortissime posizioi1ì. Perocchè , se tentasse una qualunque operazione .verso Ariano o Potenza, per impadroni rsi dell'Appennino e separare la parte meridionale del Napolitano dalla rimanente d'Italia, l'esercik> italiano potrebbe disc~ndere sul Volturno ed il Calore, ed attaccandolo sul fianco sinistrò, separarlo dalla su~ base sol mare. Se, invece, il nemico muovesse verso Roma, esporrebbe il suo iì&nco destro all'azione degl'italiani postati sull'Abruzzo, mentre che le· milizie lo molesterebbero alle spalle ,~ minaccei'ebbero la sua base. Se si consideri il regno di Napoli isolatamente, una ritirata verso l'Abruzzo confinerebbe l'esercito difensore su di un estremo dello Stato , col pericolo di vedersi separato fin dalle Puglie, solo che cadesse Ariano o Potenza, e iquindi senza sufficienti mezzi per sostentarsi. Io una guerra italiana, invece, dall'Abruzzo si è in comunicazione con la maggior parte del1' Italia. Nella conquista.del regno di Napoli falla da ·Carlo Ili Borbone nel 1 734., il generale austriaco, perduta la capitale, si , ritirò in Puglia; é, dopo esseie sfato quivi attaccato e disfallo dagli spagnuoli, a ·Bitonto , dovelle lasciare il regno in potere del vincitore. Suppongasi che ,l'austriaco, profittando che gli Abruzzi e tutto il versante dell'Adriatico era libero dai nemici, avesse schivata la battaglia e. si fosse ripiegato sull'Abruzzo, egli sarebbesi avvicinato ai soccorsi elle aUendeva dall'alta Italia. Frattanto, rincalzato d,atla natura de' luoghi, resi più ·forti con opportune operi di fortificaziope, avrebbe potuto, evitando impegni deçisivi, sostenersi tolto quel tempo che facevagli mestieri perchè giungessero gli attesi soccorsi , agguerrire le sue truppe, e mettere nuovamente in forse a chi sa.rebbe restato definitivamente il dominio del regno. Ripiegai1do, invece ; sulla Puglia cd appoggiandosi al mare, percorso dal

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numeroso naviglio nemico , l'austriaco si mise nel caso di dover accettare la ballaglia in sito poco vantaggioso per un · esercito inferiore per numero e qualità di truppe, allontanandosi dai, soccQrsi ed esponendo le comunica1.ioni con la sua ba~e naturale, ovvero eon gli Stati dell'impero e la Lombardia. E però ben dice Colletta : « Doveva il Belmonte far sua » baje gli Abruzzi, liberi' di spagnuoli, con la ben munita ~) fortezza <li Pescar~ ed i forti castelli di Aquila e Civitella : » · doveva ne' due ,mesi che oziosamente vagò per le Puglie, » preparare i campi a combattere: doveva , così indugiando , " ,istruire e agguerrire i,soluati venuti di Croazia , per dar ,,, tempo ai promessi aiuti di Alemagna; o quando in tullo » fosse stata avversa. la sorte 1 doveva combatlere sotto le » mura di Pesqara, sostenuto da una fortezza , da un pre» sidio e dal fiume-. Se ai maestri di guerra fosse dato lo sce• ;, glier.e le parti del .Mo.ntema~ o del 8elmonte, nessuno forse· 1 » prenderebbe quelle che furono vincitrici: e perciò venne al » Belrnonte mala·fama, non meritata, d'infedeltà, come calun1> nia spargeva, ben dovuta d'ignoranza. 1> Se lo sbarco del' nemico abbia luogo sulla spiaggia romana, la concentrazione dell'esercito dell'Italia centrale si effettuerà sul centro; quello degli eserciti del Po e del Napolitano si. opererà , ad un tempo~, l'uno in Toscana , l'altro sulla fronticril. napolitana. .Di manierà che l'invasore potrà in brevissimo tempo essere attaccato da tutto l'esercito cen!rale, e pochi giorni di · poi, circondato da tulle le forze italiane. Le quali, al coverto. dai monti, di cui.posseggono i passaggi, possono concentrarsi ed operare uno sforzo con~orde ; a cagiono-che il nemico non .può avere il, tempo di riunire , per mezzo di nuovi sbarchi , tante forze ,1uante ne .occorrano p~r opporsi ai movimenti di masse di truppe cotanto imponenti. E se pure le truppe fosse1'.o s.ufficienli alla bisogna, le operazìoni cli assedio indispensabili per sgomberare le vie dei mo1Hi , e ricevere abilità di Voi. 111. -

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PARTE II -

STUDI MILITARI SOLL' ITALIA.

cacciarsi in , mezzo alle masse ne.miche ed impedirne la . congiunzione, richiederebbero un tempo maggiore di quello occorrente alle truppe italiane· per compiere il loro movimento: , •Occupato che avesse l'invasore l'Umbria ed i passi· dell'Ap. pennino che conducono nelle Marche, l'Italia troverebbesi separata in due parti pressochè eguali, e J,'esercito •italiano costretto a dividersi per covrirle entrambe. E però rileva.. mallissirno l'impedire, aL nemico di occupare l'Umbria, avvantaggiandosi de' monti ond'è coverta quella provincia , dalla parte della Campagna Romana, e della cooperazione., delle milizie ; le quali , operando dalla Toscana , e dalla frontiera, napolitana su i suoi fianchi, lo costringerebbero ad indebolirsi, per ·tenerle osservate con proporzionali distaccamenti. , Perduta l'Umbria, i due eserciti, ne' quali dovrebbero ndividersi le forze italiane, ripiegherebberò r·uno ; sull'Abruzzo , l'altro sull'Appennino per difendere le Marche. In queste posi. zioni -essi comunicherebbero, per la strada che da Aquila, per Amatrice e l'alto Tronto, conduce per l'altro versante de' monti ad Ascoli, e potrebbero combinare le loro mosse , ed, ali' occorrenza unirsi per operare uno sforzo comune. €ertamente il nemico sarebbe, in questo caso, più concentrato dei difensori, e con movimenti molto più brevi · potrebbe riunire :for,ze superiori contro l'Abruzzo o. contro i monti -,che covi:ono le Marche; ma la natura delle posizioni degl'italiani, compensando in gran parte il v~ntaggio del ·nemico, renderebbe possibile la lotta. L'invasore non può .evitare l'allacco di quelle difficili posizioni, nel rivolgere i suoi sforzi c_ontro l'uno o l'altro eser,,. cito italiano. Più probabilmente egli. muoverà ad attaccarn l'esercito che covre le l\farcbe, e perchè meno disagevole l'impresa, e perchè, occupati i passi dell'Appennino, la separazione dei due eserciti è compiuta. :Muovendo invece contro l'altro esercito, egli avrebbe da superare da prima le posizioni che

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-difendono l'entrala·della valle di Aquila, indi la posizione trin~r.ata in prossimità di .ques_ta ciUà , ed in ultimo· i passi del. l'Appennino che conducono aù ..\scoli ed a Teramo; ed affinchè 11e1'tempo necessario a questa impresa, la comunicazi-0ne del. l'Umbria non rimanesse esposta agli attacchi delle fruppe\po- • st-ate a Col.fiorito , converrebbe che lasciasse ad osservarle un eorpo molto forte, nel qual caso, una parte dell'esercito d-i Colfiorito potrebbe recarsi, per l'alto Tronto, in soccorso di _ quello di Aqtiila. E- qui vuolsi osservare , che le po~izioni ·?i , Colfiorilo e di Antrodoco sono entrambe ad una · giusta dtstànza da Terni; percbè si possa attaccaré l'una o l'altra, senza correre pericolo per Terni. Perocchè, se il corpo lasciato ad osservare uno de' due esei:cili italiani, respinto; ripieghi lentamente .oombaUendo,,il cor.po principale, impegnato contro l'altro esercito, avrà tempo da raggiungere Terni. · . ·. ,,1 Per obbligare l'esercito di Colfiorito ad abbandonare la po:. sizione, il nemico dovrebbe minacciare le sue comunicazioni con l'Alta Italia; la quale, essendo coverta dall'Appennino, ~ at sicuro da qualunque tentativo, insino a che i difensori sieno padroni :de' forti che sbarrano le vie rotabili. E per assediare cotesti forti, il nemico dovrebbe sprolungare la sua fi:onte .a sinistra, esponendosi per tal forma ad essere a\laccato suUa destra da entrambi gli eserciti italiani, con forze relàtivameot-e superiori. • , . . . Superata la posizione di Colfiot'ito, l'attaccante non può mealzare i virili, senza da prima allontanare dal suo fianco destro l'~ercito .postato: sull'Abruzzo. La qual cosa farà abilità ai difensori di GolfiorHo, non incalzati nella loro ritirata sulla Cattolica di arrestarsi, rimettere .l'ordine e ristorare le loro forze, ed indi muovere nuovamente innanzi. O meglio, avvantaggiandosi del possesso dei forti dell'Appennino, discendere in Toscana, raccogliere intorno a sè parte delle milizie, post~re l'altria parte sul fianco lungo· ,!'Appennino , e dalla CaHohca


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PARTE Il -

STUDI MlLITARI SULL: ITALIA

impedire che ' il .nemico spinga , un , corpo di 11 truppe. ,nelle Legazioni ; indi l'esercìlo diferniore.,può- dalla .Toscana· muovere per Perugia sull'Umbria, e· minacciando ·il, fianco. e le c.omani-cazionb del nemico, coslringevlo ad una grande distrazione di for7:e, che agevolerà it.compilo ' dell'esercito- dell'Abruzzo.. Od anche può dalla Toscana- indirizzare il suo principalè.. attacco sulla Campagna Romana e Roma, e costringere il1i nemica.a distogliere maggiori forze •cbe non nell'altro •caso: , . , i ,_ Difatti egli., dalla sua posizione incontro l' Abruzzo ,,imon potrebbe ·ac~orrere in soccorso del corpo slaccato,sopra ,Ròma, se toccasse ·una •sconfitta, così prontamente come· lo ,po_trebbe su Terni!, molto più prossima di Roma alla posizione 14i.:Rieli; mentre che una. battaglia perduta •nella Campagna. Romana, per cui troverebbesi separato dalla sua base sulla spiaggia, sa, rebbe ben altrimenti esiziale per l'invasore, che non,.una. perduta nell'Umbria. Ond' è che; per difendere Roma.. e le sue comunicazioni, egli·dovrebbe considerevolmente. diminuire le forze di 1·inconlro l'Abruzzo, a danno della riuscita dell' operazione da .questo lato: - L'esercito italiano di .Toscana, se vede raccolte for,zef superior,i alle sue, :può evitare la battaglia e ripiegare .su qaella,provincia, dove il nemico non· potrà seguirlo oltre un , certo §pazio. Perocchè l'esercito di Abruzzo- po.trebbe ayvantaggiarsi•dell'al1ontanamento delle maggiori forze del nemico, per uscire-dalle sue posi:zioni ed attaccare il corpo rimasto . ad osservarlo.; ed ove l'esercito principale dell'inNasore si fosse . allontanato di troppo, Roma e , le · c,9-1rnnicazì"ni po~rebbero pericolare, soHo l'attacco dell'esercito dell'Abruzzo e delle milizie -che muoves .. sero dalla fro11tiera di Terra di Lavoro. E però il nemico, .per opporsi all'azione combinata dei due, eserciti italiani;, vedrebbesi costretto··a dividere le sue forze in due parti, per combatterli separatamente ,' ed i vantaggi della sua posizione centrale, per le · operazioni offensive , sarebbero diminuiti di molto.

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posizione :c~ntrale qi ;un e~erc,l_to, relativamente alle linee esterne uei•,nemico, è vantaggiosa semprechè i due corpi av. v,.ersi abbiand un medesimo oggetto di operazione; ma o-v'essi operino molto lungi l'uno dall'altro, contro p~nt_i diversi_, ru_. tilità che .si ritrae dalla· posizione centrale .puo, 111 alcum casi , e~sere, inolto·minore. Peroccbè, nel primo -caso, ,colui che si tròva-fa mezzo può agevolmente accorrere· ,con la superiorità delle •forze sul punto .p;ù importante, salvarlo , ed iindi .m.uover"e adiberafl'alt'ro dalle minacce del nemico, o riprenderlo 1, -se pi:lrduto. Non così nel 1secondo caso, sopralulto, se _i rdue corp'. nemic'i ,rifiutino d'impegnarsi, e ripieghino, qualunque ivolla st trovino di rincontro forze molto superiori; allora il nemico , innanzi d'aver1ottenulo ·nessun -risullàto dal suo movimento, dovrà affrettarsi a ttitornare su i suoi passi in soccorso del punto;minaccialo ; per ripigliare più tardi l'operazione iniziata tY sospesa, spossandosi per tal guisa con marce e conlr~marc-e, sterili' di risultamenlo. Sicchè non rimarrà altro partito .che 1 dividersi ; pe1' operare ad un tempo nelle due direzioni .: . Non pertanto la posizione centrale è sempre vantagg1~sa. Peroccbèinori sì tosto •i due. eserciti , nemici · ripiglino decisamente 11offensiva, mercè sua vien fatta abilità di batterli separatamente, e conservare ·il teneno occupalo in ·sul principio. Ed il vero iùconveniente .della configurazione ·allungata della P.enisola, sla precisamente in questo: cioè che, se m?i il ne°'.ico riesca -a c-oHocarsi ne\ centro di essa, a ·cavallo dell Appenmno, le forze. degli italiani si troveranno definitivamente separate, infino a .che quegli sappia av.rnntaggiarsi dèlla sua posizione centrale, e che conservi il dominio del mare: il ricacciamelo , riesce difficilissimo. . Vuolsi pertanto convenire, che le manovre -centrali sono più vantaggiose pè( colùi che sia sulla d-ifensiva, che non .~er l'at~ ta'ecante, ,il quale, non potendo, nè•dovendo evirare gl imp_egm, se voglia superare- le resistenze che incontrerà , vedrass1 co-


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STUDI MILITARI SULL' ITALtA,

stretto sovente ad accettart i~pegni ~on proporzionati alle sue forze; oppure sono vantaggiose per entrambe le parli contendenti , semprechè l'una e l'altra a!:Jbiano un eguale in!eres~e a non evitare. gli scontri. Ma nell'offènsiva, allorehè ·,si debbano combattere eserr,iti distan'ti fra loro-, la posizione centrale; senz.a cessare dl essere vantaggiosa , perde. assai del suo•.valore;· e l'assalitore è costretto •alla sua votta a dividersi in piò eserciti. Nelta·-gnerra di Spagna, difatti ,·1·i~ grande cscreito francese fo costretto a dividersi in più, eserciti, siccome .quelli di· Catalogna, di Araiona, •il Centrale, l'altro di Andalusia, quello ·diPortogallo ece., retti da capi,. sino ad un certo punto indipendenti l'uno dall'altro. r , . U vantaggio di colui che occupa- una lirrea interna, rapporto alle due .che segue il nemico, sia nella possibili là che ba di riunire ~orze superiori contro uno dei c'orpi del nemico, prima ·che quesh se ne avvegga, e guadagnare con questo mezzo e eon la resistenza opposta · dalle truppe lasciate di rrncont~ l'altra colonna. ne'.11ica , tanto . tempo quant-0 b~str a battere il corpo preso d1 mira, e ritornare in soccorso, dAfle truppe d'osservazione che si ritireranno lenta mente contrastando il· terreno all'altra colonna nemica. Ma se il tempo necessario per· com. piere la disfatta . della prima co~onna; sia· superiore a quello occorrente all'altra per respingere ·il corp-o . lasciato , ad,. osservarlo ed impadroµirsi d_elle comunicazioni, o per giungere su,! campo . di battaglta , la manovra centrale perde in gran parte il suo vantaggio; Tale sarebbe il caso i-n discorso, in cur ciascun esercito italiano può ritirarsi dietro forti linee- 0 su· posiz.ioni ben fortificale, donde non è agevole spostar!~ tanto sped11amente , quanto farebbe mestieri per. la riuscita del-lamanovra centrale. Oltrechè, per operare con sicurezza , ccm,i-ene che la . base,li operazione ·sia larga, e non che si riduca · ad un pu-nto,. come nel. nostro caso; chè allora i.I corpo principale non po-

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ti'ebhe allontanarsi di troppo a destra o a sinistra, della .line,è,\ di .operazione; senza temere che nel frattempo il corpo lasciato ~d. osservare una delle colonne ne·miche, non fosse costretto a ripiegare, e che quindi non rimanesse .scoperta la liu-ea di rpef'azione e compromessa la posizione dell'esercito. Nè sarebbe d~siderabile che quel corpo, per covrire la comunicazione, si ostinasse a re.sistere; peroccbè, con. l'esporsi ad essere .compiutamente disfa.Ilo, accrescerebbe il danno che ne verrepbe all'esercito principale. . ·, , ., I Di maniera ch,e, per operare contro, una delle colonne nemiche, conviene che l'attaccante allontani sufficientemente dall'altro lato della _linea di operazione la seconda colonna ; e però che -divida in due il suo esercito. .. Dei due eserciti, ·ne' quali il nemico si sarà diviso., quello deputalo , alla_conquista del regno di Napoli opererà ad un dipresso nella maniera innanzi discorsa; se non che, la sua ,base essendo sul roare1 avrà meno da temere le manovre çi fianco del difensor,e postato, sull'Appennino. Valtro esercito dirello ad incalzare le forze italiane in ritirata v_erso il se,l\entriÒne, potrà operare per l'uno o l'altro ver:saute de' monti. Se proceda per il versante del .Tirreno, (isso dovrà penetrare ,da prima in Toscana, ed indi superare gli Appennini per discendere nella valle del Po. La qual manovra non .escevra di pericoli , se nel frattempo l'ese,cilo italiano delFAbruzzo si sostenga nella sua posizione, com'è possibile; alteso.Ja difficoltà di superare .que' forti ·luoghi montani, qualunque volta sieno difesi da un esercito numeroso, agevolato ne' suoi movimenti dalle opere di fortificazione allrove discorse. ··In tal caso l'esercito ital-iano del settentrione, padrone di tutti i passi dell'Appennino, da quelli di Colfiorito e del Furio in su, · . può fare _occupare la To~cana dalle sue numerose milizie, con ordine di r'esistere senza impegnarsi in. fatti d'armi d.ccisivi, ed, ,incalzate, di ripiegare sulla catena dell'Appennino; ed esso


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s·ruor M!LIT!nl SULL'r:r ALU

muovere a tempo debito dalla posizione della ..Callolica verso lè Marche, e con l'ese1·cito dell'Abruzzo tentare un doppio attacco contro le forze nemiche rimaste nell'Umbria. Le quali, avendo, da combattere in pari ·tempo aue eserciti numer.osi , noti possono avvantaggiarsi . della loro posizione ·centrare ; chè, in qualunque •maniera dividano le loro forìe\ ciascuno de' corpi sarà sempre, inferiore di numero all'avversario. Per non essere avviluppato, il nemico sarà costretto ad abbandòilare•l'Umbria e ripiegarsi sulla Toscana, se l'altro esercito trovisi sullArno ; oppure ripiegare tuUi insieme· sulla Campagna Romana, se la Toscana sia tuttora occupata dalle milizie del difensore ; e con uno sforzo con.corde tenta1;e di 1:iprendere .le perdute posizioni. Per impedire l'azione combinata dei due eserciti italiani, conviene che l'esercito nemico di' toscana occupi i passi•del l'Appennino sul suo fianco destro , a misura. èbe 's'inoltri, affine di minacciar le comunicazioni dell'esercito'i-taliano del settentrione, ~d essere al caso di attaccarlo .prontamente se faéci un movimento verso quello del mez-zodì; la qual cosa,costrin~ ra. l'esercito italiano del settentrione a ripiegare per cov1·ire il suo tìanco destro , a misura che l'avv.ersario progredisca-lungo i passi della catena. l\fa in tal guisa, la guerra diventando lmiga, possono sorgere mille circostanze che le faccino prendere u·n in-> dirizzo favorevole ai difensori. Se il nem1co proceda per il versante dell'Adriatico,, l'esercito italiano può da prima difendere la Cattolica , indi ripassare i monti ed entrare in Toscana, lasciando le milizie a guardia de' passi. Avvicinandosi di poi alresercito dell'Abruzzo, può con questo fare un attacco combinalo contro l'esercito ·nemico dell'Umbria: il quale, -per le ragioni discorse di sopra , non potrà fare altrimenti che passare nelle Marche, per appressarsi all'altro esercito , abbandonando per. t_al forma le sue_comuilicazio1ii e la sua base. '· Sulla costa dell'Ad1'iatico , da Ancona a Venezia, non v'ba

PA RTE II -

CAP. V

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aléun ,porto capace ·di ricoverare le squadre nemiche ~-· ond' e che il neri1ico, :per crearsi un appoggìo da·,quèl làto, tleve impadronhisi di Anconà, innanzi d'inoltrarsi verso il BcMgnese. . o,:a fa,sediò di 'una piazza, come può diventare Ancona, richiede \empo e mezzi .non lievi, la qual cosa ritardando le operazioni •dell' invasore, avvantaggia la difesa. In quesro:' caso ancora•, per>impedire le manovre dell'esercito italiano ritiratosi ,in To·soana, convienP, che il nemico s'impadronisca, a misura che avanzi, dei forti de' monti sulla sua sinistra. . :, 1 . < · Le, posiiioni:dell'Abtuzzo sono, le più forti dell'Italia ,penin~lare, la più esposta agli attacchi in 'una guerrn mariltim~, e ·sorgono· nel mezzo di ,•essa; i11•sino a ehe l'invasore non ,abbia <ila ,qrieHe spostate le truppe italiane, le sue operazioni si rende;·anno ·molto ,disagevoli, semprecbè lo sbarco sia stato effettuato sulla éostj Romana. Per pòco che l'esercito nemico de.; &\i'liato all'invasione della parte meridionale dell'Italia si trovi arrestato., l'esercito italiano può avvantaggiarsene per rifare le sue forze, rincorarsi e riprendere l'offensiva; e l'ìnvasore, pèt' riunire le' sue forze,' si vedrà costretto a rinunziare alla conquista dell'Italia settentrionale. E però, nella ripartizione delle forze italiane, converrà por mente innanzi tutto a provvedere convenienteménte alla difesa della frontiera dell'Abruzzo, per quivi arrestare l'impeto dell'attaccante. E,ciò è siffattamente vero, che se si ·open~sse diversamente la spartizione delle forze , e che 1:esercilo più fotte .foss{) quello ·ùell'Italia settentrionale, considerando come secondaria la di~ fesa dell'Italia meridionale; l'esercito italiano del settentrronc troverebbesì rigellato su di un'estremità della valle del Po, qualunque volta il nemico avesse forze sufficienti, per attaccarlo. ad un tempo e garantire le sue comunicazioni contro le imprese dell'<!iltro esercito italiano, e che però rivolgesse da quel lato le sue operaziqni e passasse Hfiume in un punto centrale del suo corso. M<'nlre che, se gl'italiani faccino precipuo 'og-


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STUDI MILITARI SULL'ITAI.IA

geltQ di difesa.fa parte meridionale • della. penisola, H nemico dovrà superare 1le numerose posizioni che quivi si· iriscoritrano sinQ all'estrema Calabria, non potendo, in tal caso , rivolgere le ·sue ioper~zioni verso il.Po.,•.innanzi d'.aver vinto l'esercito del.l'Abruzzo, senza CQmp11omettere le comunicaz10ni e la base sul luogo dello sbarco. ,, ; , ,· . ; ,, · D'altra parte è un principio inconcusso. di strategia~ che:qualunque volta due eserciti , muovano -da una stessa: base I fono di essi non possa allontanarsi.da un lato ,,sénza,che l'altro,esercito non ·abbia convenientemente allQntanato ·il -nemico· dal· lato opposto. Donde riluce, che se le maggiori difese sieno state accuroulate •sulla parte più forte .del paese ; le .operazioni , offensive verranno tulle ritardate, e la difesa generale, ne sarà;avvantaggiata. Che se l'esercito principale dei difensotth per,essére appoggiato alle posizioni. meno forti del paese; sia• ridotto a mal ·partito; l'esèrci.to secondario· sarà perduto, se pure appoggialo a posizioni fortissime, a cagione. della · grande sproporzione di forze ·contro le quali avrà da lotlare. • . , . Laonde par chiaro che, qualunque volta il nemico sbarchf\ sulla costa della:Campagna Romana, facci mesli'cri provvedere precipuamente alla difesa dell'Abruzzo e dell'Italia meridionale. . Se il luogo scelto dal nemico per lo sbarco •sia intorno l'im• bocca tura dell'Arno , l'esercito italiano del Po si concentrerà a Bologna, il centrale in otto o dieci giorni, secÒndo il punto scelto per il concentramento,, sull'alto Arno, e ne' cl.intorni non mollo dopo anchi, l'esercito del mezzodl. Le operaziòni di· fensiye, in tal caso, sono agevoli ad intendérsi e poco disformi da quelle del·caso precedente; il fermarvisi sopra, sarebbe lo stesso che voler annoiare i lettori con soverchie ripetizioni.' Diremo ·solo, che, in questo caso, l'importanza della parte meridionale della penisola è accresciuta, a cagione ci.,e si hanno da . superare le linee dello Stato .romano, oltre quelle -del napolitano.

PARTE li . -

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nJ,Polrebbesi fors'ancbè preferire di-.tenere pressochè lotte le forze italiane riunite su di . una direzione sola, ed affidare la difesa dell'altra parte :pell'ltalia ad un piccolo corpo / insieme · alle milizie ; perocchè aHora l'invasore , · costretto a seguire nella direzione principale il grosso delle forze,•italiane, non potrebbe inviare dall'altro Iato che un corpo non molto numeroso, che le forze lasciategli di rincontro sarebbero sufficienti a con· tenere. Nel quale caso non cade dubbio, che la direzione da prendersi dalle forze principali italiane non sia quella su cui possa farsi maggior resistenza , e che offra maggiori risorse; a meno che non si attendano soccorsi da qualche allealo , che allora converrà ripiegare nella direzione dood'essi sieno .attesi. . Dall'esposi!) rilevasi , che , qualunque volta H nemico giungesse a riunire, a tempo· debito, un esercito numeroso quanto occorre per conquistare l'Ilalia, armata tutta a propria difesa nella maniera discorsa in questi studii , i maggiori pericoli essa ·dovrebbe temerli dalla parte del mare, a cagione della sua con. figurazione, per cui la parte settentrionale può essere separata dalla meridionale. Non per&anlo, fortificali che sieno i suoi porli e gli altri punti che possano servire ·di base al nemico, questi si--vedrà costretto a trasportare in un sol convoglio il s~o esercito , che vorrà essere tanto. più numeroso, quanto maggiori sieno . le agevolezze che riceva il difensore, per concentrarsi, dalla rete delle sue strade ferrale , suppostala compiuta ; la qual cosa, · se non del tulio , è presso che impossibile con gli attuali mezzi marittimi, a malgrado del\' uso della locomozione a vapore, cbe senza dubbio agevola grandemente i trasporti , mercè la celerità del transito e la grandezza dei bastimenti. Ond'è che, non potendo i trasporti allrimeoti effettuarsi che a parti, i primi sbarcati, insufficienti a resistere alle grandi forze che il difensore potrà concentrare, innanzi ch'essi abbiano ricevuti potenti rinforzi, saranno con ogni probabilità rigellati in mare.


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ST UDI MIL IT ARI SULL.IT.A.LIA

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. Dr guisa:che.' qualor:a tutte le forze italialie concorrano alla d1f~sa' ~ .s1ans1 fatti i necessari i apprestanienli per renderla val,d_a' il maggior pericolo,, quello d'un'invasione marittima svanisce, ~ le offese principari non potranno procedère eh~ . dalla frontiera terrestre. · .

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CAPITOLO VI. ·

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, Nel corso di questi studii , ci sembra d'avei· fallo abbastanza rilevare i molti mezzi di difesa che offre il suolo i~aliano, e. la m.aniera come si possano utilizzare le grandi forze atlire che può fornire una p.opolazione di 27,000,000; non che l'importanza dell<\ parte_peninsulare per continuare la difesa dopo aver perduto la valle del Po , ed in quale guisà; da quella muovendo , si .renda spedita la riconquista della valle stessa. Abbiamo, inoltre , fallo rilevare il difetto della configurazione della penisola , lunga e strelta , per cui fan mestieri una forte marina militare e molti punii forti lungo la co~ta, affinchè i difensori, respinti dalla valle del Po nella penisola, possano per la via del mare comunicare con le provincie abbandonate, mantenervi l'autorità del governo, ed alimentarvi la guerra sparsa e le diversioni. La superiorità navale è altresì necessaria per difendere le . i~ole, ed in partic.olare la Corsica e la Sardegna. Ma, dal danno in fuori di perdere co_teste. isole , verun serio perir.olo v'ha da ieµ1ere dàlla par.te del mare, per la difesa generale dell'Italia. La superiorità navale sul nemico, è necessaria più per correggere il difetto della configurazione della penisola ed accrescere i,mezzi di difesa, nel caso di una guerra terrestJ•e, che non per garantirla contro un serio attacco navale. Ci è occorso , infine , di fare osservare , che se la superiorità navale degl'italiani accresce considerevolmente la loro sfera di ~1.ione difensiva, e rende più.difficili le operazioni del ne-


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S TUDI MILITARI SULL ITALIA

mico, non per questo , quando sieno deboli sul mare , difelte1·an_no e:osi de' mezzi per lottare , con probabilità di successo, contro le forze di una coalìzione di più grandi potenze; sola che possa riunire forze sufficienti, per imprendere una guerra offe~siva in llalia, e combattervi le aumerose forze stanziali e di milizie, ch'essa potrebbe mettere in campo in una guerra difensiva. Il creare un esercito e l'ordinare militarmente un paese, è opera lunga e faticosa ; ma il far sorgere una potente marina militare , è opera ancora più disagevole. Una nazione che altamente apprezzi, il suo· onore·, e la sua indi.pendenza, e nutra se·ntimenti gagliardi 1,ove l'esercito permanente non sia molto numeroso, può appoggiarlo ed opporre tali e tanti ostacoli all'invasore, da avvantaggiare di molto ' la difesa e fare a quello abilità di sostenere una lotta, che altri--menti sa·rebbe stata fuori. ogni proporzione. Il numero, l'arditie, la costauzaie l'abnegazione, possono, fra certi limiti, supplire alla superiorità•scientifica e militare del nemico. Sul mare la cosa sia altrimenti. H numero degli uomini è di nessun• valore , senza un competente materiale ; e la stessa moltiplicità delle navi giova assai. poco, senza l'abilità nel maneggiarle. Ora, ~hi non sa quali difficoltà non s'incontrino per costruire un poderoso materiale navale. Bisogna cominciare dal creare i grandi stabilimenti marittimi, e far venire da luoghi lontani e far depositi di tolti .gli oggetti necessari; per · la costruzione delle navi ; indi costruirle, àltrezzarle, armarle. A far ciò, oltre a grandi spese ed a tempo considerevole , richiedesi un personale numeroso d'ingegneri navali e di abili operai, che non s'improvvisano in.breve tempo. Per il comando ed il servizio di cotesto navjglio, occorrono ufficiali e · n:iarinai istrulti ; e se questi ultimi non farebbero difetto, non potrebbe dirsi Jo·stesso de' buoni ufficiali, nel numero -di cui aYrebbesi bisogno per una

PARTE Il -

CAP, VI

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. grande marina. Vistruzione teoritica si può riceverla in qualche anno di· studio; ma le. qualità dell'uomo di ma11e , rabilità nel na,vigare, non si a0quistano che. dopo molti anni di , pratica • 1 ' navale. · ,'. .Ond1è che, una polente marina essendo l'opera lenta d_el tempo I se mai gl'italiani , per 'la forza di estraordinari avvenimenti fo.,sero d'un tratto chiamati a combattere tolti insieme per u~ interesse comune•, non potrebbero in sulle prime· altri~ menti riporre le loro speranze r.he sulle forze terrestri ; le quali, . aggruppate intorno alle forze regolari che al presente posseggono, potrebbero in breve tempo supplire col numero alla loro inferiorità d'istrùzione, purcbè adoperate con intelligenza e con ·quella prudenza che la qualità delle truppe richiedereb_be. I~ qualche anno di·guçrra e di buona direzione, possono aversi molti · ufficiali ed anche generali distinti , non che dare alle nuove · truppe la consistenza di che difettavano in sul principio. Le . guardie nazionali francesi, del 1793, non _allrimenti rnutaronsi in que' formidabili soldati ed in quegli eserciti poderosi, che salvarono la Francia ed accrebbero la sua gloria militare. · Il materi~le per le fortificazioni riscontrasi dovunque. Pochi buoni ingegneri mili tari, per assicurare una buona direzione, alquanti abili operai e molti contadini braccianti, possono rispondere al bisogno, sotto questo aspetto. E però, se mai l'Italia sia clliamata un giorno a lottare lolla " unita contro una grande potenza, e che sia animata da quel patriotismo operoso che . non risparmia uomini e mezzi , può in b·reve tempo mettere in armi forze considerevoli, ed apprestare ·le difese occorrenti ad accrescere la forza naturale delle sue posizioni. Con una politica oculata, con una intelligente e prudente direzione di guerra, non disgiunta talvolta dall'ardire, è possibile condurre le cose a lieto fine. , M.a , ip quanto alle forze navali, converrà in sulle prime star contenti del lieve accrescimento elle potranno ricevere le


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STUDI MILITARl SULL' lTALU _ .

PART~ Il ", -

A Cl'. VI

a_ttul).h 1 e ·p_ot mente a gittare le ·basi di quella poderosa marina che dève avere l'Italia ; ·paese eminentemente marittimo con cosl_e estesissi~e' .e ch·e ' per la sua _posizione nel cenlr; ?el Mediterraneo' e chiamala ad esercitare una grandissim·a mfluenz~ commerciale; sopratutto se' in un tempo più o meno lungo'. sia,,. çol taglio dell'istmo ?i,Suez, ridonata a quel mare la pa1le d i_nfluenza sul commercio del mondo' che la scoperla del Capo d1 Buona Speranza gli toglieva.

. SUNTO,DELLA 'GUERRA D' O'RIENTE

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LUIGI MllZZACAl'O ·

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Descrizione sommaria della lhmea. - Imbarco delle lt'ttppe alleate. :-- loro partenza, dalle coste della Tut'cl1ia. - Loro arrivo ad Eupaton·a e presa di possesso della città. - Sbarco delle truppe prfsso ·Oldfort ( Vecc/iio forte). - Battaglia di . . A Ima. - Considerazfoni (1 ).

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Innanzi, di discorrere le operazioni .,del\' imp~rco. e .dello sbarco, per cui_ tulto ..appreslavasi alacremente, sarà, conv~niente dare uno sguardo al paese, nel quale gli alleali anday_aQO ad i,niziar.e la g.ue.rra. . ·1 La C~ime_a, è una pe~isola, liga~a al continente, mer!{lionale della Ru~sia per. rv,ezzo . di uno . stretlissimo.., ist,mo. La sua maggior lunghezza , da setténtrione a mezzodì, ? di 92 mi~~ié;l ifaliane all'incirca ; la sua maggior larghezza , da occidente ad Qf}ente, di, 1 50 miglia. La sua forma l'è quella · di un quadri- • • !ptero, limitato a maestro dal, golfo di ~ar,kinits, a greco ,dal (1) Questa p!}rte della guerra di Crimea ·; insicme, all'a-Jtr.a- di cùi si discorre nel capitolo seguente, è sfata p er n oi narrata in un :11:ticolo in sérìto nel volume t o di qnesta Rivlsta. E s·e qui siamo éostretti fo 1 gi:tn ga'ttc, :i/ripetere le stesse, cose, comechi>. sotto altra forma , sii è pe11 norr interrompere il corso del nostro S1mt-0, e farvi quelle aggiunzioni e m1,1tazioni, che le notizie raccolte dalle pubblicazioni siu'ogci venute in 1u·c e &u I qHc11:i-.guei'ra , siocomc lè òperè del Bazancourt , del du Ca'sse; del coJonqello Giµstiniali.i1 cec., •ci pcrm~ttono di faro •. Vol. Ili. -

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SUNTO DELLA GUER RA D'ORIENTE

SU NTO DELLA GUERRA n'ORIENl'l!

tohuoso va à scaricarsi al di sotto del villaggio: di Àlmatamak,

mar d:Ai otr,". f '. ~iloèco e li.&eccio d_al mar ·Nero. Uòa càtena di monti' che 'può' consideràrsì' un'appendice ·del . si~tema ,Cau-. caseo, -la costeggia a sciloQèo Qa- !Jalaklava a Kaffa, sur una lung,hezza di 95 miglia ed una larghezza di 9; catena che nel , mezzo, al monte Tchatir-Dagh, · raggiunge l'altezza di 1340 metrj all'incirca. A mezzodl i suoi •fianchi scendono ripidi sul mare, e sono tagliati da .vallate .,,icehe e ridenti. A settentrione invece, le pendici si protendono più dolcemente sino alle riv~ del Salghir, e vanno insensibilmente a confondersi con le steppe della Crimea; immensa pianura,· incolta ··e difettiva , di alberi , ma coverta di magnifici pascoli, che si ·distende''niolto al di_là dell'istmo di Perekop ; e fin solle••rive del Dnieper. Da Haifa la catena va ognora· abbassandosi ; ·e da Aràbat si •~prolunga in una serie di colline fin sollo stretto'. di ,flrni=kalè che divide là penisola di Crimea darla regione del-Caucaso. A ~rec8 de!la penisola ~la il così dello mare Putrido, divjso da quello d''A~off ·per meùo a'.- '~na sottile' '(striscia di terra ,' che ··m11 s"t~nU~ ~~- Arab~t i Ghenitch ' da cui '-'è se'parato ' da p'iccolo tratto' di tnarè. . ! ~ •

fhé lascia sulia ·de'ltra. · · ' ·• · ·· ,•' !li Kalch'à ed il Belbeck prend~no origine entra~bi '?e' mon,ti itt~ 'shprastaµo a Yalta , da coi questi. prendono nome ,. séo_r-:

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qu;es_ta reg_i?ne difetta di corsi d'aèqua· d1un·a•'qaafche iinporlan:ù1'. I principal'i'1 sòno il Salghir, ìl .iJùlganàk ,"l'Alma : il Katc~a, i! ~elbe,:1( e· la .éè,:na~d;_' i quali préndorlo tuti/ Qrigih'è: nella éatena de' monti del mezzoài: · ' · · ·. :.,, q .·,,.' J(Sdl1hir discende ~al Tch'atir.:..Dagb, séor're 1a "hi•~estro peF SimferopoH, •indi volge a g·reco, ·confluiscJ sullri 'desfra cof K'ii~ ràsu , va a· sèarìcar~i n~l màr Putridò in '•p.:ossimità iff ' Djankoi. . '.'11 ·Bulganak prende origine a piè della catena . non 'rholto tu·qgi d~· Siqif.~Ì:o.poÌi, .sco,rre' èon' giro_.tòr't.uoso.a.d ~ccici,~~Lé' ,'.'e' va 1a• &caricarsi nek mar •Nero· presso iJ. villaggio . di.•-Zamruk che lascia sulla-sua sinisfr'a. . '';.•i . 'l'I • ' . ;,L'Alma discend°~·.;,dq) ... Tcbatir-:Dagh ·, .:_ al pari . d'ei S~,lghir', scorre a maestro datp·rima,· indi volge·ad·,ocei"derite,ie con:igiro

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-~~ò:'paralellamente :all'Aln'1a, e vanno pure a. scaricarsi nel inar Nero. 1 • La èernaia sorge ,più a libeccio , ne' monti di Baidar, scorre ll ro;ieslro e va a· scaricarsi nel seno di Sebastopoli ,' stazione rbituàle della marina da guerra russa' e, gran~e st~biliin"~nto \, ·' . .. . . . . n)anttrmo. . . '~ N'e1Ia'stagiÒÌ1é secca, che dura presso che sei mesi dell'anno, i ''càinÌriin'i 'delle steppe sono e-ccelfenti ·; ma nel tempo delle piogge si forma un fango argi!loso, siffattamente profon~o_ ,,che s~ fendi impossibile 'ti-'an'sitare coù le vetture. La scarsità de fiumi e delle so,:genti, fa quivi ~eutir difetto di buon'acq,~a potabilè. t-',nvernò · è molto ·rigido. Tutta questa regione n'on ha che 200,000 abitanti, per la maggior parte tart~ri di Gengishkan, che ;, ~opò la 'rovina della grande orda del Kaptschak_, n~ formaròno 'pna particolare, la quale si sottomise agl'imperato~i ?ttomani ; bel ~ i 79 , e fu conquistata da Cauerina Il, nél 1? 83. ~ 1' balla terrafer:ma si penetra nella penisola per ristmo·di Pe1 rek():p_; d'ove tuttora sòrgo1_10 le vecchie fortilicazio~i ~ai ~~r~ari cÒstruité cont1·0 i' russi, éonsistenti in una spe'ciè di Cittad"el!d, e da un muro preceduto da un fossato, che si ~-isten?e ~al golf~ 1f{ 'K~rkinis't al mar 'Putrido. Ch'i è padrone·' dell'istmo e· dei '· m~rj Nero e di Aioff ; lo è pure 'déllà 'penisola. .~ ' ''· Un ·vento·gaglia·rdo avendo impéùito l'imbarco i! 31 agos\Ò, sic'cbme era stato dé~sff nella conferen~a del 19, dello_stèsso mesk; ésso aV'eà1 tu·ogo' il 1 settembre e ne' giorni successivi, ~é1· gl'inglesi 'a Va,:nà , 'e' pe·i francesi a Baltscliik, dalla 1_• divl~ioh(t i"rifuori' che s'imbarcava a·Varna. ., ·Questa divisione prendeva posto a bordo de' vascelli la _ ille , r/{ Pàri/, il ·Napoteont, il Carlomagno, il· bfontebello/ il' Jean-

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$UNTO ,DELLA GUERRA o'ORIENTE

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SUNTO DELLA GUERRA o ' ORIENTE

Bart , l'Enricou IV ed il. Jupiter , e sulle navi a vapore la PolfH ...,. , e mone, la Terpsichore , . l'Eumenide, la Meg• a, i\ . f)elfino e la • •IJ . 1'{.9_ue{t~) pr,ioii.~ei, .d~signati_~~~\I yas(lelr ~i cpmb;\t_im~nlo, in- 1(caso di• attacco per parte della squadra russa, 110.11 av~vano '• ·.\ . 1 , y~,r 700 soldati a ~o,rdo ·; essen_d~ ,stalf,i,in g!l~~r,al~,_~~sai~. da 1300 a 1800 il carico de' vascelli. . La 2a givisione francese imba~cava su i vasc. e lli. il l 'f'piler, t 9re,}\V~a di .g~~ a bordo 8.00 upmini della _P -~liv,i~,iO~f} ' i.I f~/fif~~, i\ ~ena, i,I Màrengo J;I il_ Frir1land. L.a.3a divis!.~~1t sn i' vàscell'i il · Valmy, ·1a Vilfe-de-.Dfarseille, l'Alger , ed il .JJ,ayµrd . d li,./, L1a ~• ,divis.\~1re s~llc . freg~~e e corv~\le a va~op~ ,il ·f ri7J1agf el, 1 ill Col~q,w1' J'Qr~n~1ue_,.1:Al~a(ros, il hlontez,um~ ,. il _f '!f.Cartes, ~d jl C~ffa:relli. , ., 1•; . ,. , • _ 1 11111 li. genio, con tutto il suo personale, il materiale, i carri e fl ,'~ \' , , · . ·. •f , , , .,1,, , , i i l (,• gli, anim~li,1da lras~orto, i_111b~rcava, sop1;a _1ue frega,t,~ d~; Jfa~ s~octo1, 1'~.i efréide ~ la {!ff_{ypfo, i ~ ,~ulla gabarra !a, gira/e\ 11 ,pq~cq di ~ss_~dip,:f~tto ?pprestar~ nel,l'a_1:se,nale di Costantino~oli,, ;Vf niva messo a . b, ordo de' vascelli turchi, dove l imbarcavano 1Hl al-, q ~· J1 tresìt! lE;i, ..,truP,pe di questa nazione .,; . ,,quello.' fallo venire da' Tolone, •,{ I ) ~·., . . • ' •;, t t •11, rimaneya a. bordo delle navi francesi che di. quivi l'avevano :1 • 1~, i l ~ fb •r.~~port~~o,.. ,, ~econd? approvvig~~~-~ment~ ,qel w,rinM_i,~ni, veniv~ c~ricato Jsullé\ nave da. trasP,or1t9~ · t,'Allier. J pontoIJie~~, ,1 ,.,~ çol,\ t.~~~o) l loro materil)le ed,i C~\~II~.• _;ml~~r;cr~ilnp sul Lavoi1~~- -• . ·-.! . •'-"''·,, ,, ,, 1. ,. , . ,, , Ciascuna. nave avea a bordo per . quattro giorni dj viveritt da somministrare alle t~?~r~ d~1che erano c~riclj<'~,1\op, app~q~ s~arca.te. Altr} sei_, g_iorni d,i viv~ri ve,i~an.?i, im~arcaU s~lla Pqpdore, a.ffine di pqtere ngevo,l~_enle farne la distri,b11zJ.one alle, .triJppe ne!, niomen,to oppqrtuno. L,e. m,n;anent\ provvigi_~n.i_, C?,n ,lµtto ' il per;9oqale ed_ m~teriale! ammiqistrativo i .Y~qiva·n~ caricati sulle navi da traspprto d~l _coipm_erci~, rimf rchi~le ~a bat~elli a vap:ore. I . ' .. .. ( ' • - • • : •• : . ,.L~ lrlu~ee ip~l~si iinba~~avaço !UH~ sulle,. navir_d8; h;~sp<lrlo,. 11

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a \,~Uf' èd 'a ·vapore. I bastimenti da guerra' rirfianevaìio ·dispohioili pèr ·jj combattimento , essendo costùme ,;Ieita màrihà 1 da11guerra ' brìtannica di D'~n essere mai adibita a _trasportar t~uppe •~ 'llihteriaie. · · ~' ..lf,d•l', là squailra inglese raggiungeva' la francese a Bartschik. tttl5:·qucst'ullima levava le àncore, dopò aver c?nvenuto con 'raìlfo' di"'ris'èontrarsi ad òcciden(e del . capo .Tàrkà'n, presso Eiipa'itii-ik, 'in . cas'~ di separazion'e , e li Baltschiil: ·:in caso di Ufspersi'one' càgionàta :'da tetnpes\à ; e ,- insienie all_a' .squadra t'ì'itèa ;,'vblg~va'le prue ilsettènlriohe ~erso l'isola' I dé'Sérp~òti, tli ~incbnfro l' imboccatura I del Dà'nùbio , in tre éol&nrie·: ')a '.g'ò'iid1·~ ({irca a" destra, qtlella.dei vicé~alnmir~glio ' :Bvuaf '~_el tkntrò;1'tahra ·/:ìi H'amelin 'à siMsira. 1 vapori ed 'i rHnordbi!i'~ toidi~'anevano a Varifa, cò·l Nqpolèone' ar quale'venrv,i'aÌlìdàta fa h66ct'otta del co~vògÌio. . .. ' . ,.. . 11.1 ta gagliàrd\a del vento" toglìeva all'ammiragHo -~·uo~as di salpare l'indomani. !nvece .egji muove~a la m_a'uiìia del .7, prei1edùìo dai du'e convogli fran cese e-d tngfose, fimorèbia.ti da .;n'~vi"a vapo,rè , 8uidafo 'l'uno dal :Napoléone, l'àltro- dalrAga-' inen~òne, con a bordo 'tìammiraglio Lyo~s. Il'convogiio_francesé, coinrjosfo di 11' 2 bastì'menti, teneva la de,sira · in due colori ne, •d'istan.té l'una dall'tllfrà lodo a 1500 ·metri, e d'ivisa ciasèuna 11;·;grrippi lungì fimo dall'altro 200 a 300 , metri. . Il g1orn~. 8' èta~ tùtti rànnodall al luogo ·convenuto: · ''Uria comìnlssfone'•sp·eaita alcun tempo inilanti ad esplorare_ rJ1èost'e d~lla' Crimea, à 'settenlrioo~ ed. a "mezzodì di ' Sebasto-· p~il à~éva ric-&nosciufo la poss.ibilltà di sbarcar~ all'iìnboè~a-· (ura J~r Kàtciit , <Ì6Ve 1e sq'u'adre àvrebbero tro'v'afo rin bhòn ang~r~ggio . . Ma ; esseddos1 di . pbi dapuib ·èb~' il' russò aW!à ?àb'èoito imponenti' fo~1te ,tta qÌiel fiume e i''Al'ma , ·o:ori ché_'àr-· ·fo ·quel tratto la"JbJta, téoevasf consigliò. ~ bo·r•èfo d~lla' Vìllè-d~-Paris, ov'era _imbàrcato il maresciallo Sain'l-~rbùl:I, 1 -e ilécide~àsi .di mandare liuovà fuénte a ricimoscere· ia costa.

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sµ_NTO DELLA GU)<:RRA n ;oRr~NYE

A ,tal, fine i~~~rcavansi sul Prin:iaug~et, · il ge~erale Canrobert, i çolonnelli Trochu e Lebreuf, il vice all}mirag}io Bru~t., i gc~ ncrali1 Thiry, Bizot., ~ar.timprey e1 1:i~g!es~ gener~l,Rose. ·Lord Raglan ed i generali Burgoyne e Brown erano a bordo del.la corveHa a vapor~, CamdQ,c. Il Sampson,.e_[i):gam~nrwp1 :proteggev,ano la, ricognizione. Lo stato .di i;offerenz·a del . mar.esci~llo SaJn\~Arnaucj ,. I~ cui cagion,e.vole salo.te erasi oltremodo alterata ri~lla .\raversala; impediv~gli ,di far pari~ di quel)~ sB~P!zi9~,e_. _Iµ ·questa ricognizione acqui~tay~si \a .cHtez~~·)ch~\4,u~. forti co.rp; r.uslli.,valutati n,el comP,less?,a 35,0~0 u,omini ,~l_l,'.incirca, t~neli~l\9 ,g_uargata. la, peniso\a d,~I C)l~rso.nes9,, . a ,IIl~fZOdi di Sebas~~~,oli ,-i~ . le P,O,sizi.oni,fr,a li.Ka~c~a e ,1'.Alma.J~i~ ~ s~.l\e.ntdone., n~I mezzo .dè~I~, ~i~fa~.za .~che 1s,epara que,~t~r ~O':l}f .1~;i Eopatpri!l,, v~niy~ ric,o.no~.ciutff piolt,ç ~ty_orevole _p~r lo, .sba,rco una spiaggia, in prossimità del luogo in cyi. _sol-lfJ ca~~~ Jqg!esj stavano d_isegn~\~-·le r,~rv.ine d,i un, vecchio ~o~te (O11Xort), e di cui non, r.imaneva ve~tig,ia i:llcqna. ·: , , ·' .. , , . :.. ,;, .,· . Il giorno 11 la s.q~adriglia di ricog~jzione . raggjunge,v~ le flot,te, ancora.te a 20. wiglia italiane .al\'inc;rca a maestrof del •-. ' c,ap~)'ar~ap..Tqsto ra_~?·navasi , on; consi~l\Q p,resso !qrd R~glan, al qua)e il m~re~ciallo Sain,t-Arnau~ nor., po~ev~ .,s~i~A~re , e decidev,asi che l_o . sbarco sareb,besi) ~ffe,U_u_a.t?,i-Pr_~s~ol OJ1Jon , dopo :avere oçc.up.ato Eupat9da ,con_2,ooq .w·chi, un b~ttaglione francese ed uno ingle~e, .appoggiati da doé vascelli turchi pd µ,no fr~J?:çese ., affine. di. avere ,un ponto _d'appogg_i.9;a1l'o,ccorrenza. _- Frfttanto _I.a _qua~ta divisione, c_o~~ndata .~,al ge:;ner~le Forey, s~ortata,, ~a al~mrnti bastim_~n~!' t~gle,si., ~a~fb~~si recata ad op~rare un ~•v~rs1vo. all'imboccatura .d,el:Katc_ha, ,p~r qoivi• attirare ,l'attiinzione del nemico.' Al_quale disegno il;' •ma' .. , . , .. t. •\ fi resciallp da~a ~,a.I volentier,i la sua ade~io11e, convinto ·coin;i'r'a, çhe i russi IWn ,!potessero aver!! all'imboccatura ·qel K'a(cba forze tali .da rendei:e impossibilf lo..sbarco; ma lo~d· Raglan ed i generali inglesi, che, 1100 senza qualche fo11damèntp,- giudi:.. •

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SUNT~ ., Il~f,LA ~ -U EltRA: D'ORlENTJ>. 16S çava,n,o.. ~oveçç~_~awen\e .. ar;çischiato , uno ~barcq ,dj .viva : foqa dov'.era.} _m,aggi9r :n~rbp , de)I~ truppe russe,, .~i ,,1.n_o~tra,rono sj~~ttam~nt~ _tenaci :ne!l.~. lorQ1 opinione,_da,non lasciar .sperare ~ c~e .mutasse1;0 consiglio ii 1 ). . .• ~ ~ 1)i'1tlh 1:2 le· squadre levano le. àncore. Nella , notte essendo, stati I., • ~,tg~~nto di$Ulljti i ha&tjmen,r ~,a un b~ffo. di_veQt0 ., ,seguito,pjÌ. BPfJ;a$<;<\ ,, l'iqdomani si -ran_nQd.a.n~, t.u!li:nella ~àda di.~ o.p.oli.. Non appena,,1git~a!arl'à9,c~ca, . viene,:intlw.ata la , resa.1~,11,a ·ç,ittà; !a, quale; non. es~end_o,1alt~imen\L occµp~ta eh~ ~a un . D!~ggio1_:~:~Of!. 2op_<?1 300 ammal,ati,, ,colà ~ttir~ti ~,ali.il grllpde çepq!azi,o.~.~:,di salubrità del lago ,pqpo;djscos!o·, si arre(!9e .sin.za • .y~r.ona •~~sist~Qza.• Nello s~at~.,dell~.,cose ;\·g,i9d\cato1,~up...~rflµcUl di;st?gH~r~ 1 f.o-r.z~ .4al)'.iIJ!pr~sa ; ,princ_ip,al&; .n9n _yeqg,0,10· _qµi_~i l~çié!,te pbe, ~..ue compé!,gpie: d~\.:~~. regg~m~~to iò.! [an~~ria,,·W,~f,i.lla, •~C>stenute a, ,~isog,no ,dait ~ari1;i;ai d~li J,e~,g, , i~sqiat~., ~nfprato ,n,el ,porio. ,ti -capo,sqoa_dr.9n~ .O~µi~n; del,lq1 sJatqJnaggiore fr~ncese !assume il. C!{mando de!la;piazza.' •i O ;,, , 0 ., :1 ' " ' La giornata del 13 è impiegata a rannodare i bastimenti. dell~ ~uj\dre_; ~d :,a- fare. gli,- ·appr.estaD?enti qeJ.l9.;sbarc,o ,per .il _-dotn:ani,.; Sul.· cade~ qella,n9tle-il gene11al~;ç~nrQbert;·~cco~pagnàto qalrcapo dello statOi,Qlé1ggior~ gener:aJe, Marti01pre:y.; si ,r~c.a ·a ricpnoscere nuovam~n.te ,la.spiaggia deHq ~barcQ,•afJiQe d'indica-te .. . .. (•' '! ..,>

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. (1) Nell'opera del du Casse,· Précis historique des operationt 'milita'irés

ècc., trovia~o 'p'er la_ prima vdltà ' fatto cenilo, ' 1clill:., pensier9 del· maresciallo Saint-Arnaud fosse • quello di •sbarcare , ;i ·, Balakla,ya, ,ed ,.; , I , I 1 a~\accare sin dall'jnizio Sebastopoli dalla parte meridionale. Ignoriamo quM fòiidamertto si ahbi'a , coÌPsl' assèrzi,rne." éerto si ·è, èhe riè" i ,}frani di 1cprrisponìle11za d~l .m~i-escia)lo pubblicati ,dal , Bazançourt, ,pè lé ,pµb~ b,l icazioni uffic\al,i . e le çorrispon,denze particolari, deJl'.epoc:1, n,è le pubblicazioni più J meno ufficiose ·che si -hanno sulla conferenza di Varna, in'i'cui , è néttànientè . esphissò il ·pensiero ·del marèsci-allo, '.ne. fanno . menzio.p e_. lµvecè, dalla sua corrispondenza apparreb9e pjuttosto ;ivcr egli avuto un momento il p~nsicro di sbàrcare _a Kaffa, ed .Iniziare 'fa 4 campagna ~aa quel lato, a cui' di ìjiof 'il difetto di ; trasport( facevagli rinunziare;, ì ,, t'J. t

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SUNTO' 'oiLLA GUERl\A n' ORT'ENTK

SUNTO DELL'"A GUERRA D70ltÌENTÈ

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cò'lo,~ differente: alla' prima i·ossa, alla seéd'ndà 'bi~nca ! ·alla ' tehl bleu. Bandiere simiglianti' di riscontrò, ·vanno ~d é•sierè prnhtnt~'sùlla'rìvà1al luogoicb'e ciascuna divi-sfone òeVtHforlupàre. « 'Non sl tosto daio 'fondo, tulEè le· s;ciàiuppe ed, i battellil1vén\... g'Òiib gittati'% rriàre:·t& ~c'i\itnppe · Hé' q11att110 · vascelli' a'Ltre " p<inii 1 - a'rmate· ai guetra ·e · ptovveddte di màéc'tfìRe··Jda ·razzi'i vanno a preriél'eré poslò·'à scttenfrionc, è ·a ihémtéll.-;dei· -p~n'lo d'i 'sbarco ; tre , ·navi . vapore si recano 'a ·meHò\li 1d'èllJ sièsso _ p{lri'ro ,· con ordine di 'arpressarsi "alla spi•dggi~ q'uin\h il 'foòdd . 161chnsenfa, affine d_i· spazzare· con granat1e'_1fa' via' pet c~i;pos's'.i giungér'e iF rltìinÌCO', ;eèl fabròcfochiaréì¾·l -fù'ocò 1lle1tè ·foro ':artÌ.l. gltede·co,1 quèllò tlelle ·seìaloppe, thWcaso: s'inciinl'; i,Jt~~1i t~ìi~il siìlhi Hva'. ~ I"• ·, -',I, ·.. ,_: ' , l ,(111:u~11 -.,,-_. .r;,j !; .~.

co1ì"precisione iHuogo dove ··te ·squadre icJebbano· dar fondo, e védè'r se'mni 'il nemico -av'essé fatto:appre'stamenti di difesa. NuHa iessendo mutato tieHe ù'isp'osiziòrii del nemico, alle 2 1/'.2 del malti no viene dato il segnale :della partenzà', ,e le squlidrè ih tre· cofonnè-, cori la..francèse in testa·ed· il·convoglio sJlla 'destra, s'indirizzàrlo 1ver'so il luogo dello sbatc'o. 'Precedono tréJnavi"a 'vapore, affine 'di rè'earsi -a piantare lre1paÌi di ·diverso colore "a'.I· lùbgo dove denno aned1·àre 'te -tre colonne., ' : -:., !:Il, Ìerrèn'o èbe andavaM •'à<l occu·par~ I~' truppè alleale, è iina ·spechi ·ili altopiano-·elevato · 7 ad · '8 , metri• sùl livello--del mai•e-, sul Jqilale tterminà éoh :uno scarpà-fuentò roecioso>;c-hèlsi sprolubg-a!' sino,· a,;,SebastopolL- Due·,:stagni, FHa'dj~Derè•-'ed il ~frch-kéhnebel ," àltrim.énti 'detti Laghi-salati, --limitano;~que'.:. st'àltoplin'o •a settentri'òné-'~ niéizodl ; 10--laséia'no fra·1essì ·. ~ii'~il nfare Ùnà ,spiagg-ia- l:iassa · e •·salìbiosa féivorevolissima ··pér , uil'o sbatetì.i; Un 15-000 ·inetti lungi dalla-costa ·sorge••i l ,villaggio di · Oldfort , cosl dello dal•vecchio :forte ehe oli dl ·'sorgeva :tn, ·quel ~ i: : .. ,·,,,.. ., lucrgo. , Aì rJ -ot~ -del inat-tino Iè •squadre gittano l'àncora iib tre -i.rnee; 400 metri 1all'ilfeirca dalla•,costa. In prima linea sonoiil;~a-soe:lli di '.èdmbatlimehto, co11- a-1bordo,-la · primà divisione:;· comandata did genèrale 10aDPobert }1in seeonda; linea- è"là'''sé'Mnia ,dìvision.e , sotto gli ordini del generale Bosquet; in terza linea la ~~.!;~<,\, 4,iv.i~for..e.<\ C~Plil.P.~tu da.I ,pri,ncipe. , N;i,pol!ioµe . ..()ietro questo,1lr-8•linee di battaglia, raggruppansi le navi del-convoglioì ·rr~ncc-se, ·covtirtè' Indietro da_llp; squadra turca; L11 sqi,·adra · in-gl()$.(' ~d~ jl -~1,10 con.voglio al.lCCe~~ivam~nt~:si di~~-Qgono ,n;ellu s~e-ss'·ordlne <1ll>a sinistra de'1fra11cesi. La quarta divisione fran. 1 r $QtJ~ -~Ìi,_· qrdini 4~1 gen.erale _FQiey \ i~b~,r~lita.Jutl~.sti fregale:,e .MriVette,,a vapore, siçcoma-abbi-amo,veduto ,~e, açoi:tat~ 'da (t~_fre.~~tg inglesi, mu.ore pet -la designata ·diversìone. -l.~ ~~ijNO: cleUe, ti:uppe france~il vie11e. eO'e.ttuato. é4n'~'ir'abj)é precisione. A ciascuna divisione è assegnata una bandiera di l

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~ento .di cacciatori , e r~c~vasi a qis~gnare sulla spiaggi~ la hne~A1 battaglia chè dovean~ occqpar.e I.e tçuppe inglesi, da · Oldfort allo Sli3goo di IJadj-Déré; in maniera da formare con ~ quella delle t~uppe francesi, un g~an den~e ,cq( ~.~li ente -~ Qldfor~; . Tosto .~ppo •]ncominciava lq sbarco delle prirne due divisio~i, dell'artiglieria e del m~teriale corrispondeµte. .. · L;i i~ divisi,qne , francese, giunt~ all'altura dell'Alma, , dove un corpo di 6 a '10.00 russi stava postato a mezza· costa sulla riva si~jstr~ Ael. fiume,, si arresta per simulare Jo sba~co in· que,I, pyn,to. i~J.\re !regate .a vapore ipgl~si ap(~no il fu~co e taluni. ~att~lli .carichi di soldati. si appre~sa~o sin~ ~ ~ ;i;;\ri dalla riva. l russi prendono le armi e si dispongono a resistere. Allor~) a ~qu.aprjglia rimbarca , le sue truppe. e 1s'iridi;·izza a m,ezzo?l, v~rso. l'imbarcatura d~_l ,Katcha da prim~, clo~e ~on scor~e che_due posti di cosacchi, indi verso :Sebastopoli; infine, tivqlge le prue al settentrion~, per r!3gg1ungere le, ,truppe a Oidfort. . ·f . t • I ~~sa giung~ col~ al çader del gio~no ,' nel mO!}l~nlo .appunto che l'ingr~ssare d~ •mare avea costretto a sospendere Io sbarco. In quel mom~nto ~ran ·già a ,terra do;e division,i in°glesi, I~ tre prime divi~ion~ francesi, pro':v.edute, le une e le a}t1:~ di quat_tro g!or~i di viveri,_una parte dell'artiglieria inglese, 'cinqoan~:move,pezzi. franc.esi, le salmerie, i. cavalli dei cacci~tori d'Africa e dello staio maggiorll< .J ·-:· La rnallina 1el '1 a, .coruJWhè il mare fosse tultora" aoitato ,. • • t:> • • l s mcom11)c1a _n.90 senza pericolo. lo sbarco della · .(.• dj.visione francese e delle truppe turche, e proseg~esi queÙo d~lle..divi~ si~ni i~glesi so~p~so nella s~ra preçedente. Ma l'agitazione ognor~ c~esce~te delle acque costr.inge .a sospendere· ~u~~ame~te lo sbarco ; la scialuppa che reca il generale. Forey ed il s.~o .st~to maggiorE) ·, rimane in questo incontro capovolta .~~~­ I impelo delle-onde, senzachè fort_unatameme nessuno perisse.

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,!1,~\P,almcnle, fa,ltosi il 1f!1at;~ più calmo, ·la 4• diivisione_,prend_e posto, in due linee dietro I~ truppe già sbarcale, e> rimane in-· $}.e~Q?.~ co' tµrcbi in riserva: L(? sbarco prosegue ne;,giorni succ~ssiv~, ed è compiuto il. 17 per le truppe francesi e tor.che : ~ ,il .18 .per le inglesi, ~ercè l'aiu,to <J.efle clwlq'f!d~ mçss( <l,a.t m~resciallq Saiut-Arnaud a, lorol disr,osizione, P.er accelerare . I ~ t • ,•Ì ,o,~b.arCO del l'artiglieria. ,Frall_anto .i ' gen~rali, T,hir~,~.~izot ree~'.. va1is1 s~l ~olland a ~\~onoscei;e, le. pos1iz1\ou,i . 4,el,I'~I ma ,~ ~~I i):atcba , eh erano le prtme che facesse mestieri supera1;e ,per giµngere innanzil il porto di Sebastopoli. .· ' ' , • I Durante lo sbarco non vedeasi di rossi che un uffiziale 's·cor• , . . , ll(1'l ~ ~lo_~! un p,1cc~lo num~rl dt ~osacchi' q~al~ ,,.,.dJ~1~so da g~vallo,;e, prese ~alone rote nel suo taccu~n? 1,tit?,rqa~as~n~ pet la sua yia. , 1 i n I ,P .• ~: .rt. t). ,_,, '( J'"" , L1• • f , l ~r,mp pr1g1~01er1, eran falli da up distaccamento di'cacciatbri d'Afdc<;l, che, non .appeQa s~arc~lo, .i-eéavasi a ricòn'~scere i 1 djnforni e• sorprendere un piccolo P,Osto>Idi fànteria lungi ;fpochi • ., h• ; ; L ~( • ' t c~,l~l)'.letr1 dal luogo dello sbarco. Dà que' prigionieri ~eniva~i a ~~per.e,, ch9 le ,truppe ·russe /n C~icne~ ,po? ofrepass~·s~i~o j 60,000 ~omini sparsi su tutto. il paese; e. però sernbra'va certo ' I ' ., l ' ~po av~,rsi da ~ombatt~re in ,una prima bauaglia, che..un gÒrpo di 30 a 4.0,000 uomini. 1 • . • · . .. • ' ' ti ,. · \ ~ is, , ,· t I \ f, S r~vvedute _le \ruppe de' viveri occorrenti a tutto il 23, .è · senz.a indugiarsi a far lavori al luogo d~llo sbarc~~ . che servir potessero. di appoggio iu casR di av~~rsa , fortuna, · all~.1 1:• d_e'I m~t~inp ~el '19. gli a!leati muovono l~ngo il mare, ~ppoggiali s~ll.~ d_es~ra dal_le_ ~qua~.fe. ..,. ., ,. . , . , , .,, 1 • La prima dn:1s10ne francese apre la marcia, con un r~~gi;1 mento pfegato in colonna per divisione a distanza -.di sezione ~ f ) f• JP} est~, due .nella stess~ formazione sc~çlionati s~ i ·~anébi', ed il 1quar,to in coda; tutta la divisione. per tal gltisa è disposLa jn Y,~a losanga, a~enle ne!. ce~t,ro, 1~ sua 1~rliglieria, le. sue am~uJanze e le salme1·ie. ,.La seconda e terza divisione st>suon~ ·, 1

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SUNTO DELLA GUERRA 0°0RIENTE 1..:..

SUNTQ DELLA <WERRA D ORIENTE

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SUNTO DELLA GUERRA D'ORIKNTJI

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!!UNTO DBLLA GUBRRJ. D' 01.IENTE

alquàHlo più indi~tro I a destr& e sihistra della prima, 'ordinala ciascuna in due colonne, una per btigaìa I pare per divisione a clistanza d'i sezione· fra 1~· dde colonne di ogHi tlivisione 1 sta~rio' 1e 'artiglierie ; I~ ambulahze ' ecc. La qoailt~ divisione cbiude la marcia hello stess'òrdine della primà._ Nel è~nlro di qliésia 'vasta'ìbsariga, in~cuì'~ ordinato tutto l'esercito 'francese, stanno le'à~bul'Anze, l'a'rtiglieria di riserva, i pa'rchi ~cc. ;• non . che la divÌsion'e tu'fca;'in tlue colonne~ che precedono la· quarta Jri • 'i ,, . . IJI: • 1111 : ' d • ,., ' I, ' uivision'e.' L'esercito inglese muove sulla sinistra del francese;· pìegato • I :11 · , 1 • , r ' . '1 -' i' t ' ' ]., Ì m co1onna. .. 1 I Atir~vJfsàta > là vasta' pian'u~ a ditetÌivà di alberi er,di acqua ' ~"é si"prÒ\ehd'è isioo· alle rivé d'el Bulgabak, gli 111\eat~ pàs~àno a guadò q!lesto fiume, ed un'ora dòpo il mezzodì grrthg&Wo iì1 visia'dellìeser~i'to rÙsso, po~\ato sullà 'riva sini~tra defi'Altna. Le 'tré priìne diviJioni' si schiérano .in du'e linM; la· seconda con·i~'destra al Hiare, 'la' prima nèJ·centro' la l~rza 'sulla''sinfstra. La quarta. divisione si _d1spone pure io 'due. linee di~lro la te~~ ·-·1 'ed i· tUrchi neilo st'ess'drdio'é 'dietr6 la' seéom.là.' Nello 1 spazio fra i turchi e la quàrta divisione prendono posto 1t'quartier generale,' le rl$erve ed Pparchi d'éll'arliglie_ri~ e dél 'gemo, e tutto il traino dell'esercito. Gl'ioglesi, a mi~ur~ cb'é giÌingon 0, si di'spoogono' ad mf d'ìpresso .tnellò stess'ordioe· shfla,sinistra ìle"(rancesi.' I •• F~attaii\o' cnè facevansi' coteste disposizioni, uiia 'massa:'pilu(tosfo'tmponènte di dragoni rossi lasciàvasi vedéfe suHa stlil1 stra ·della linea' come se voles!\O spiNgefsi ~· Hbohosccr'c ié mo~e d~gli alf~au. ·t a cavalleria ingiese I acconi~agnafa da ~~e :·batté.rie 'ài'Jr\1gheria a cavallo, di cui una f~~ricesé, .muo1 ,·evJ'ad' 1.nco8ii·ai:ta ;'' riia ,' dopo avérè s8àinbiàfo.'qualcliè éolpo di can'norie ,"' fa: çavall'èha ·'russa ripiegava sull'altra riv! del'... l\dma. Aflé''i 112'.(iitÌo riehtraj; k· nella quiele,'e slabilihtis1 i bivà~c1ii. f pbsti av~rizati veri1vano spin(i sino un piccolo corso d'acqua, che scorre fra il Bulganak e l'Alma. 1

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,QJJe?to fiume, ~iç,cd~,e· abb,iamo ve~u-to, è,_il. s~C9QJhl :P~i 99,t~ro che van~o p~r11lellamente a sc~ric~.r~~ n~l W~r Nero, fr»,J~~ba~topoli ~ OldJ9rh A 5000 m~tri all:i.ncirca dal\a, r\va, dj>P,O ave,~ scpra9 n(llla direzioni) di grec~ a libe~C!O, ~s~o t9,~CI} eo~· qp gomito ~9. occidente, il quale però vplge la sua cqP.cavità alla posizione òccupata1dagli al.leali. U terçeno,fr.a que~to, fi11me ~d il ,Bulganak è una specie di altopiano l_egg~.rmente ondulalo intersecalo soltanto dal ruscello· su cui ,ijlavaqi S\i'biliti i posti avanzali degli alleali, e discende in dolce ~~cliviq s~Jl'Alma, di coi forma la ri,va destra. ·Su questa ~ta,nn~ i due ~jllaggi ~i Burliuk e di Almatamak; il primo di rincontxo ,il ~omito: del fiu~ue, il secondo ad un f 000 metri d~lla imboccatu~a.di questo. La, riva sinistra offre 1,10a s~rie di alture scosqes~1.,ghe dominano compiutamente la d~stra, ~.. che,iu, taluni punti si elevano da 109 a 120 ,metri sul fondo della ~alle ; di riopç>0trn Burl~uk q~çsta riva è divi~a i~ . due da up ~a_llonl , c~e s(!I fianco destro offre, colline , p,iù spi_anate ed.,acce&sipili ~Ue manovre offensiye ed alla cava\leria , . e sul ~inistro 3:ltqre) i 1qui• fiançhi sèeQ~ono pgno.r più stagliati. su!i;fiu1,1.1e, sopratullo ga Almalamak in giù. 1 Per 1tre pa~saggi si:., super1'no gli 9stacoli c\~l ~rr~nQ., per g,~aQagna,r:e l'.altopia1}0 deJla riva sinist,r~, Il P.•:imq è lii. ~trada di SebasloP,oU ,. la quale anravers~ da pliima il, f illaggio di Burl\u.k, indi l'Alma sopra un poDlf> di,- pietra, e , raggiµnge _FaUopja1_10 .della ri,,va sinistra -1 sviluppandosj Qei fianchi del vallone quivi di rincontro ; il secondo, ad, ui1 chilometro ,pii\ g_iù,1 ,è uu cammino che m~lle cap9 ad un ,. gµ~do strl}ttg ed incassato, e supera direttamente i . fianchi ripi,di e., s~oI ,,. scesi d~lle alture de\la riva fiinistra ;, il. terzq èt u~ - al~r,~ caµ:imino _che attraNersa 1il, villaggio di A,lma\alllak.,,. ,q~~ndi , il iju~e ad un guado che· q~ili si ,r.iscontra, e si sviluppa sul!laltra rrv~ iQ, un burr.9ne siffatt~q}eQle Fipido ed incassato,, c~e maj ~pjù1 cred~vano· i. r~ssi pote~~rq transi~rlo le lfl.lpp,e all~at~, •

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17,0' ~UNTO DELLA GUERR';\ n'oRIENTE é'mdmn neno' le àrliglièfiè. Un' t'l'l fi•mo pass~ggio 1èra stato' designato ;d~he1ricognizfoni falìe dalla ;n'àri'nà, cdn'sistente (in una spec!elidr:·sb~rra 'prodòttéi' dall~ insabbihfòré, ·presso" l'imboccaturà-del ·fiume. ' Fra, è)uesta slia?i·a 1ecHi_dr·oLukul; re 'peridi ci d?ll''altòpia'no •s"inc~inàbo :sil'fattamente '·i,ì' sèuso opposfo alla c?sìà/ da'1éefare qualunque moss'a' ai ti'tippe. i ' / • · ta '. pa:'rté' 1piìt 'aèeessib.ile ·del Terreno ,·a ritta e ·a · manca di ' ' 1· 111.i' ' ~. • ~ B;ill',tuK": e'·sparsa ~fr1vigheli ,'·giardini, castine e 'recinti, · che ré'ti'd?rlò ··tutto ·quel traltb assai ·agevoÌe a difentlere! ~· ,; • ' .aln, pPin'cipe Menscliikotr:• èo'ina:ndantè di tulle' le' fo'rze russe in C_riìiìea: ed _a 'Seoastopoli , non appena avuto· séntòres d~llo sbàrcò·d~lle truppe alleate presso Oldorfort; fasciati soli 3'a i bà.Cla~lioni· di riserva dentro Sebastopoli insiem'é' còn equipaggi _d-ella, -sq·uadra , : avèva,vconcentrato · sulla beffa 'posizione tlellà11·Nva' sinistra '·dell'Alma le ' maggiori' tr~ppe ·cue potesse; c~o.è,l ,i.2 ' battaglioni ', 16 squadrdni, il.11 sotnié ' di (cosacchi eh96·'.rpezzi: iil totate· 3:6,000 uoìnini.'1 1/àfa tdestrà ,· •8 bat. ta'gliofii ·,e ~,i. ·batttirie, ·oecqpava •le' altu:ré • dèl fianco destro / f' <Jel •vallone ,·df riscontrò Burliuk 'ed ' era sulla fronte . rincalzata da una batter!a armata con 18 pezzi ·df posizione·, ·chè infilava''fa ,valle idéll'Alrna, 'è batteva quel vi'llaggio e··glt sboc~hi sulJa 'riV'af1'siilistra•,. sul fianco I esterno da•i~àalèh~·(ri'dotto, ed ave.va<indietrb'·iif riséha"Ull°' reggimento M ussa'ti~til i'Céntro, 8 àatfag,lioni ·e •&Hbatterie, · ocèupa:va il· fianco , sinistro · dél vallone1: t' ~ éavallo ••della1·strada d'i ;,Eupatoria ·a Sebastopoli ~ é'~ appoggiavasi •ad una ,torrè,; · detta del T!Jlegrafo , '.lungi · un cliifo'mett'o e :mezzo a'll'inéirca''dalla riva ; •a' sinistra ;'43 bat. taglioni •ed,1> univ batteria,; spròlìrngiivàsi si Ilo · poco, lungi da ~lfoatamak, là'scia11'do, seòza·· difesa\ uno' spaiid' di presso ·c·be due <lbilòmelri•-sino al mare;, giuii'icJto inaccessibile. Dietro"il ee1itrò ,' a 'èavallo 1dellaLslr~da di Etipatoria ; ;stavanb ~dmé 1 ) 1i! sèrva :gèrréralè 9 I b~ttaglibni'y•2·1balt~rie "e 2'' règgitnei1ii ·di cavalleria.• Sulla fronlé,' il villdggiòi dr Burliuk, 1eì-vigde éi giarf

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SÙNTO DELLA GUERRA

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n'ORIENTI!.

diiii' •erano occupati da numerosi · cacciatori. Uh · battaglione dèlia•lfìserva·..ioccupava .in riva al màre· Ùn ridotiò 1 1 fra' l'im:.. b(fccaturaLdell,.Alma'·eil il' capo ·Lukul, ·per tener esp!Òrato il 1 • , fi~néo sinistro da queNato. , • • 1 11'!:rTu'Ho si •appresta per · la:·bauaglia déll'ihdomàni: · Lord·;,Ra.: gfaiil;ed il maresciallo Saint-Ai·naud•convéngonò di altaccare il•i:neinico; su Il'albeggiare. Il' generale Bosquel, .coi1 la'~seconda d~ isioné èci i' torchi , vien ' deputato a tentare di. avvilopparlò sùl"1fancò sinistro, gl'inglesi d~nno· alla stessa guisa •mànovr-are p~r il destro·;{affine di agévolare l'affaé"co-'di fronte' dellaiprilila e~Wrza•divìs'i'orie, appoggiàle dalla qùarta/' ' '. J... ." : · Alle 7 del ·mattino·tlel 20 , 'l'esército ,francese ' ed i" turchi si d,ispongono. a'll'àHacco. li generale Bosquet dispone le truppe mèsse 'sollo i suoi ordini · in due colonne •; 'conrl'artiglieria nel: ~ènti•o ·, ' e si 'mette iù .movimentò sull'alàldestra, pe11' prece-· defef di un L1 300 ·in'etri· le altre ·divisioni.•· La' prima:idivisione-,1 g~nerale Canròbert, nel 'centro • è la terza divisione •, '. principe Napoleone ;·. suHaf. sinistra; : si •disP.bngono in •'due linee lé · pfiine brigate 'schierale: , le ·seconde.piegàte iiJl1 colonne, e· con' li.artiglieria• nel centrn'. La· quarta divisione·, generale ,Forèy ; n~llo ·; stesso ordine in •riserva ; ·con quattro,,baUer.ie, 'dieti:0 l'ala sinistra della terza·;· affine di ·ligar qbèsta1con la: destra d'égli inglesi. . ,. . i 1 , , ; .,!• J ~,JCoteste disposizioni erano appena compiute; •qùandoiil: mare..: sdraUo ·.Saiht.:.Arnaud·'ffoeve ravviso non •aver I pòtuto J I~ troppe h\gl'e'si ancor fare le loro , a cagione che una ,patite µi ,esse era giunta· al' campo -assai· tardi inella sera precedente, e . l'altra #sdld,,a notte innoltrata:,1 Per la ,qtiah:osa ,viene, .arrestato,ril liib,vimento di, Bosquet ·, e tutte lel'l'ruppe;, .disposte· le rarmi in fà'sQii> ;' si dispongono ·aPfare: il caffèi . Aleune ore dopo',11le truppe inglesi prendono posto alla sinistra delle francesi , in ~p.e . yç.o}pnn.~ .pr?foiide, con_,l'art_iglieria . nel .ceo~ro e . la ;cavalleria,. :S!ll -loro fianco !e.Sterno, , .:•, ,. . , .1 •• 1,1i .~~ .)r> ~

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SUNTO: DltbLA GUERRA p!ORlENH

S~N'.fO · DE1:LA GUJ!flRt\-J,p :ORIEN'J.'..E

'., ,,AJ!e , i ,1 ii1~ , t&Sepdo , tu~\e ,l~,ilfGpp_e,,alt'l,ale pronte <! com baU~re. i: il g~p~_r,ale Bo~qµot ric~vi~ l'.orrlil)~,. di ~u9vere:-aU'.at~~cç@il'lQ?~e.:rt9 da qualq~/3/ p,lut,g~~,,d\, caçci,ai0rì ct::Afr,jça11 . egli st reca col suo siato maggiore personalmentf;l 1a r,içoJ)o~er,~ il• \er,~eq9~,, la.Qr!git~ ,Bnuat ~\travf;lr~a t'AJma pr.e~o . Il,\.,. stia, im. b,~c;e<\tqr~ , 1e s'impegn_a in .un. ,di-sagevo,I~ 1pqssaggio p,ra~içabile apge,1\a!per li\ fanteria,'J Ul):,so~u-0mo per voi Ìa•..E.e due baUerie de!l~f'~~f:i~i,opei, p,~s!\ato .il. fiume; a .guado inn_aozi Almp,!amak, .~ g:ré)" f&,t.Ì;C<;\;.,g.i.l!ngQno, sµtraltopian:o d~Ua .rivatsi11istr,a ,, p;er, il QIJffPP~i!J~iy.i; , c!t 11inç,01~tfp , pr,eµ~~u.l~ ga. uni,,b;ittaglirenl) di zuavi disteso da cac~ill:l,qr,i-, Jj.a fanteria della .· ~Fi:g{lta.,d'!µte• ~~ij~ s/i~pica-$,U, pe',.~~f!ehl,· deU-o· stesso.bur.rone:. '.. " 1 • ~!\· po9:hi; miquti gl,j iuavi, Jjlgg,i\l'JlgOQQ<1l'al:tqpi~no ed ,impe1 gganoJI fqoeo con u~a-p,artit~ d~ cosacchi·, s,ola trqpp~,.lasciata a.-iuardia, di ,q;qe\'lp,as.~aggio e , e-1:lj~ :ngp .ti:\r:da a, ,ritirarsi. , ~oco 4i,,pai-,i,p~imi: p~zii.'gjqpg.on0: ~ull/altopianore si• wettqno , i,n bat~ t/~~ -~·\l', 19.Q··mi~11i.irma-nzi(, -con lé:11~i n)stra appoggiµ~a all.@1sco~n~pient0>1~ell;l:riva ' -: sp~olpng!}le ,iP, dir~zipn~-~ p!;lrpen4i~o1~11e; ~11~,.hn.~a-1ù:iì ba.ltaglia; de?ru8$i I in .manj!3r;1 ,d~, pr.ende.rla q'infilifta-;fi pe~i ~pv,ollQi il:Ju~eo,a i:nisu_ra che si, (ljsp,ongono inr balterht\ La,:br.igata_d'Autemarre ~i ordi-na-. per. m~se,._in hat~agHat, dielrOi Ìlala d~~Jija ,dell'at!tigli~tìia. , . ·:,- ., Non sì tosto il principe Menscbikoff scorge sull'altµpianp le poi• truppe·cl:ì, ~osqllet,r ·ten~a .clj riparara aU:,eri:ore:,CV.;,t~er. la~ j(lt:oispro'\lvedu~i i passaggi ,deila,sinistraf,opppnendo,tr.e .batter,ie d-a••prima1J. indi; ciaque ~40 pezzi}, al!e dqe battellie francesit di solii:12cpez~LQ1-). Dopo· un'ora di cotesto .combatli-men;to , i'.negualè!:J una1ibat,teri•a di ·a11Lig!ie11ia a, carallo rus~a ,, appoggiata dà due regghminti di cavalleria1, s.Ì! J!piuge i[\nao-zi per.•pr,endere d infiikl.t«I Fartiglieri-a1. fra:n'bese; t m.ad n ,quel . roentr.e ~ qrigala n! . · t'H··.' ff.« ~:':'~- 1.-: ·, t,,;, 1

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,r~.'lJ 1·~, ,·:· •1',..*·· ·1 ,\ 1 ..~;-}"· ( .. , . , · ,, (1)' Queste due batterie erano di cannoni-obici da 'tl2 d~Ì nu'òvo sistema da campo, detto Napoleone, alir ttòme ·dèl s·uc;;\•inteitore:: 11

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&mat,;, essendo giunta sull'altopiano , l'obblig&; c~n. un movi.,rne,ntb', innanzi. a, ritirarsi. , L'a'rt-i:glieria francese, sotft;e- per.dite gravissim_e• int uomini.,ed: animali; 32i ruote sono, messe, fuori seP-vizio ,e rica-mbiate,;. tnai i pezzi nulla soffrono, ed il fuoco può c·on,tinu.are insino a clul• l'attacco non· sia. sv,tlnppato su tutta la linea•. Alitprimo colpo di cannone clijl'artigliei:ia det gen&rale B-os• qeel, · m;u;ovono alla lor v,olta ,la 1• e la. a• div~siQne,, ord,iQ,1le, in du.e· linee per battagli0Qi1in colonna, co,' baUagHont <.li Gac.,. èiato1·i, innaezii la fronte, ùeHa-prima, linea-, dis.tesi in cor;d-0ne.' La 1•. brigata•tiella divisione .Canrob;ert s'indirizza:sul guad,-0 a.. destra di Bunliuk. li 7° di linea passa. il fiume in, quel , nunto; il + zuaNi alquanto· più s@pna corren:te, ed en.tfambi, s;'iaecpi.. cano per le alture,, preceduti dai cacciatori , ad opta-della v.i\1a· res.istenza opposta dai russi nelle case e ne' giardini,; l'arti;. gli~11ia. pr.o.tegge da prima il-passaggio,. indi prende la. v,ia, del b,uFrone, tenota dall,' ar,tiglielii-a deL g,enelìale Bosquet. l~! 33i° r.e,ggimento di, Mosca acao1;re al luogp. del passaggi.o, in so~~, gno de' suoi cacciatori , ma. è respi~.~-Q: e m~sso in, disor.dine , e . la 1• brigata del1generaJ!él Ganrobct'.l giunge, sulla cre~L!l · d~Ua1to,piano,: la, 2f. tosto le tien dietro. ., L.a 3• div.isione, Q).uove verso il ,v,illaggio di. Bnr.1,iuk,,. c~, il, nemic.o. ha .incendiato; le tìal}lme ed il fumo, cel&no. te; mo.sse e;)·~ .offès~ di questo., ma nulla può arre.sta~e lo slancio (l,ei· •francesi. L'artiglieria protiigg!l il passaggio. e cont~oba\te:q1,1,ella · dù russi. La 1• brigata guidata d.a.1_gen,er~le1 1\1,oniit.,. attGaversa ilifiume al pass0i d1 corsa, e giuuge a ~~ed,e, dei;l~fa.I.ture; ~s~a, respinge i cacciatori russi, e.•:, sostenuta dalla 2~ b~ig\Lta.,.,s~ fa, ar,di.tamenti innanzi,, ad onta del. fuoc~ \niyid_iale .d~ un.a, !)ali' 1e11~a rossa i.a quel, mon!e)1t,o smasch~riiia. J? u.~.t.ut~\'Ìi_l :~~i\1su.pera,, dopo accanito comba~timento, tutt), gli ostacolii e giuQge. suUa,c1·esta, d:elle, altur~. I::adig!ie1da.russa, .~l\ei.sil)ìallQ:r,ìf a~e\\ 1!:ltta~o çQl)J q,\u~Ua·@~ 0

Vol, ID, - 12


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SUNTO DKLU OUllHRA n'oRtENTB

SUNTO DELLA GUERRA n'oRl ENTE

g011eràle Bosquet ,-non sì tosto scorge le teste delle colonne della divisione Canrobert, contro quelle rivolge le sue offese. Non-pertanto la divisione si · ordina ·in due linee, in colonne doppiè ·per battaglioni, con la sini!l'lra a· 700 metri all'incirca dalla· torre del Telegrafo. · Respinti i battaglioni russi che difendevano la cresta d'ell'altopiano ; se ne raccolgono di numerosi sulla destra derla-l'orre i- qhali muovono in una colonna profonda, com'è costume de; russi•, all'attacco del l'ala sii1istra della divisione ,Canrobert. L'artiglieria di· questa divisione non essendo ancor giunta., a cagi~ne del hrngo giro ch'è stat-a -costretta a fare, ·il generale iJosque.t invia una· delle' sue balleria in soccorso·deH'ala minacciata .della 1 • divisione. Questa batteria apre un micid'ialissimo fuoco a mitraglia, nel momento appunto che la testa tiella ·colonna russa è ·a soli 20() metri di' distanza; la quale però' soffre' perdite-gravissime, si arresta e si· disordina. In questo mentre giunge una ·delle batterie della 1• divisione a rilevar quella d~lla 2•, che va a raggiungere il generale Bosquet, nel mento· ·che· slava · effettuando un movimento obbliquo sulla dèstra per prendere•di 'rovescio Fata sinistra russa. La 1" e la 3• divisione sono in linea sull'altopiano. I russi hanoo raccolto molli battag~ioni dietro la torre del Telegrafo, da cui i loro cacciatori fanno un fuoco micidiale , e l'artiglieria è in b'a:Cteria a ritta:è a manca di essa; la battaglia è accanita su ·quel ,p'unto, ch'è la chiave della posizione. · ~l[ j ifaresciallo Saint-Arnaud, collocato su_di un rialto, ré. golà il movimento generale. Erano le due pomeriiliaue allorchè egli òrtlin;1al generale Forey di spedire una delle sue · brigate in so~fogno d~I generai~ Canrobert, e: l'altra in appoggio di Bosquet; due batterie della rlsefva muqvono altresì . nella· ,direiione della torre del Telegrafo. Il generale Forey, • con la brigata Lourmel, passa il fiume presso -Almatamak e s'indirizza sull'ala destra.- La brigata d'Aurelia muove difilata innanzi di r

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sè_i e giunge sulla riva del fiume nel momento che l'artiglieria Uèlla riserva , impegnata nel guado , prova gravi difficoltà · ad uicirne. Il generale , senza frapporre indugio, lancia nell'acqua :il 39° di linea, il quale, sostenendosi alle ,ruote de' carri, giunge sull'altra riva; indi , seguito da tutta la 'brigata, in brev' ora è · sulFaltopiano quando più ferve la mischia. , •lu questo mentre giunge pure l'artiglieria di · riserva, che vien tosl!' opposta alla numerosa al'tiglierià russa postala. ai 'fianchi della torre. Le perdite che soffrono i francesi sono gra-.. .vissime , una carica si teme imminente, il momento è decisivo. · 1 Alla voce del colonnello Clerc, comandante il second_ o reggimento di- zuavi, questo, il primo reggimento di zuavi col còlonnello Bourbaki alla testa, il 39° di linea ed i cacciatori a piede si slanciano ctrntro fa torre ed impegnano col nemico u~a. lotta accanita corpo a corpo. La carica· balle su lolla la linea, la prima e la terza divisione s'avanzano arditamente, i russi sono dovunque respii1ti , i francesi piantano la_loro bandiera sulla torre (1 ). L'esercito francese è lutto sull'al!opiano , le divisioni si riordinano, e, sostenute ·dall'artiglierià, si spingono innanzi 'per affrettare la ritirata del centro e dell\ la sinistra '(t) Il du Casse, per noi innanzi citato , dice che i russi , respinti dalla cresta dell'altopiano, si ordinassero in un gran quadrato «-p~r opporr~ » (sono le _ s ue ~spressioni) maggior resistenza ad un avyersario, del cm ·' » ardore non aveano l'idea innanzi d'averlo veduto alla pruova ». Non sappiamo dond'egli abbia attinto questa notizia, e se vs rament~ i russ'. avessero adottato una formazione, • che non trovava la sua ragione nei movimenti degli alleati; perocchè in quel momento la ca>vallcria, inglese, ;ola ch'essi avessero', se ne eccettui i pochi cacciatori d'Africa, e,ra tutta impegn:ita sulla sinistra, nel fondo fangoso dell'Alma. Del ~esto la -Cor• roazione in piccoli quadrati i russi l"hanno sovente adoperata C!Jnlro ' quegl'impetuosi attacchi alla sbandata della fànteria turca, innanzi c~e questa ·adottasse la tattica europea; e però è possibile che , per tradizione scrb_ata di guerre - combattute in epoche non lontane contro le , trup.pc irregolari turche, p·rcndcssero i russi un ordine _cotan~o. ;i~ioso, _ 'àvéndÒ a combattere contro truppe europee ed essendo super1or1 in cavalleria:, ' · •


sur1,,9 DEfti~ GU~RRA, p'ORJ!S,!i'l'!I ~us~a. Il g~1\er;ile ~os,qµet prosegµe il suo movi,meijlO ob,liq1,1Q sµ,lla destra, coverlo dalle brig~te Bouat e LoUI'ìnel e dalla di~i,~ioq~ tqrc~, c~e, a scaglioni \r;isii.ip al !)lare, . J>S$erVé\DP ~ cppf1eAgq~o !a cavalle_ria russa. . i\ltri1~wnti procedono l~ cose sulla sinistra. Gl'ingleaj, ipinacciati alla lor volta sul fianco ~ster~q da nuipeço~e tru,pp~, ~.~ lmpegn, ta la loro ca".alleria ne' terreni fangosi dell'l\l\lla, ~~gf~AS~ costre~ti a rinunzjare al loro movi,meilto girante: Jil-y~~Pi iri.uov~Q,9. di fronte all'attacco delle posizioni russè in ~u~• li,n~~. c_on la divisione Lacy-Evans alla destra, quell~ di ~rnwn nel, centro, l'aHr<:1 de.I dqca di Cambridge_ sulla sil,l,islra ,,. 0i la quarta· jp riserva. Essi_ serbano una çalma im~erturbjlbile, sotto una pioggia di palle, granate e mitraglie; ma non gua~ag1~,!ln~ terreno che lentamerite, souo questo fuoco, micidjale. J,.a divisione Brown fa prodigi di valore, e, fulminata com'è ~al\~ ~atleria di 1 8 pezzi di pos\zione, vede presso che distrutto · ~~·9 de' suoi reggimenti, il 23° di linea. li mag~iore Natçoth s'impadronisce d,i un ridotto, e, nel momento che vedesi costretto ad ~bbapçl9na,rlo, vien appoggiato dal duca di Ca,mbridge, c~e con lii\a la sua divisione ha P.assato il fiume: I russi , stretti da presso dagl'inglesi e dalle divisioni Canrobc~t e prinçi~e· Napole~ne, sp_untati sulla sinistra dalla, di,~i~i.one. Bosquet, fanno un ultimo sforzo, ed allaccano in tre colonne gl'inglesi, nel momento appunlo che stavano effettuando · un_pass~ggi,o di Ijnea. Ouesti sostengono l'urlo con intrepidezza, ma veggonsi arrnst.ati a ridotti alla difensiva. · Avvertilo il ·_maresciallo Saint-Arnaud dal generale M~rtimpxçy cre11_·aud_ame610 delle cose sulla sinistra, fa cambia_r fronte da qud lato alla divisione del principe Napoleone, affine di fa_rl~. occup_a~e un contra~orte donde preudonsi in fianco le colonne russe. Una batteria della riserva -si reca, al .galop.po, ad aprire un f~oco micidiale di metraglia, a soH ,iQ.O metri di distanza. Tutta la Tinea con un moviménto generale ap~Qggi~

SUNTO D.ÉLLA GÙERRA. 'n'oRIEiiTB

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sulla sinistra.

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17'7

, Gl'ìnglèsi a\lorà raddoppiano i loro sforzi. L_a ~i'igata ~el~e guardie, sdttd gli ordini del maggior generale Bent~nk; r~sp1~ge il neìniéo. Quélla deg\' higlanders, comandata dal maggior ge~ neraie sir Co\in Camphell ; si avanta con ordiné mirabile sotto il fuoco de' russi , come in un campo di manovra, e gira sul~a destra -il trinceràmenio· della batteria, frattanto che le gu~~.die · l'attà'ccano di fronte; a cento passi èssa fa una scarica generale, e- si ~càg\ia sul nemico alla baionetta : la batteria cade i.n lor? ·potetè. La divisione leggiéra di sir Giorgio _Brown: supera alla sua volta tutti gli ostacoli, e raggiunge la cresta delle allure.- . Il némico è d'ogni donde respinto; gli alleati sono' padrom _lii 'tùtte le sue posizioni ; dopo quattro òr"e di accanito combattere là battaglià è vjnta per gli alleali. _ 1Ì ru' ssò , non mole~tafo dalla cavalleria, si rjtira in buon b' "l ordinè nella direzione di Sebastopoli. Gli alleati 1vaccano su campo di battaglia, nelloistess'·ordin~ del co~i~atli~ento_ ;. ov~ vèro CO'n \à ·seconda: divisione c4l destra, la prima e la te1z_a nel éentrò, la quarta in riserva e gl'inglesi sulla sinistra: lùth for, ma(i in due linee, per battaglioni iu massa. _ Gravi erano le perditè delle due parti. Quelle de' 'russi,_~e.; condo i loro rapporti _ufficiali , ascendevano a 1?62, morll_ ~ 2'120 feriti o èontusi ; fra i morti, annoverav~ns1 4-5 u~z~al~ superiori e subalterni; tra i feriti' . 5 gene~ah e 96 ulliz1ah s\i'périori e subalterni. Le relazi~ni franc~'s'. fann? asc_en~~re , colesté perditè dé' riissi a 6 in 7000 uom1.n~ m~ss_, f~or-1com,~ 15attim'énW, compresi 600 feriti· rimasti pr1g1omen nelle manr

dé'gÙ allèiHi.

. .. • , uffiziafi , .~ 1,Q81 ~~· ~ , compi .. "e·wf i .. f~,etm " 54· itfffaiaft. (i'i'ngfasi 353. mor\i d'é' t f61 : , riti tra cui 26 uffiziali de' primi e 73 dè' secon i., ..:.e-· _mag-· gioti perdite in ~r'olitìrzit>U:è sotrerté _cìagl'ing1e-s~: v_~gl'.òn~-~~~ere_ àiiHBrlite a dùe' causé': fa pri'ma,. l'e gfand1 -d~f~se -~c?u~pl~~e diti'•tlu~Ì suWaìa d'es(ra·;· l'altra , l'a Ìélite'zza d·e n'lov1roéiit1 of-

. i t,\àn'éesi iìvéàrisi' 256 m-c>rÌI; tr'à cui t~e


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SUNTO DELLA. GUERRA. D ORl~NTE

SUNTO DELLA GUERRA D'ORIENTE

fensjvi degl'inglesi, per cui rimanevano più lungamente esposti al fuoco, innanzi di raggiungere le posizioni nemiche. Comunemente si accusa il principe Menschikoff d'aver lasciato impunemente sbarcare gli alleati a Oldfort. È· giusta quest'accusa? • La lunga distesa di una.costa non può tenersi tulla guardata. Il · nemico non potrebbe nulla desiderare di meglio, che cotesto sperperamento di ll'Uppe; il quale gli farebbe abilità di sbarcare di viva forza in un punto, e, cacciàndosi nel mezzo del· p~ese, battere i diversi corpi un dopo l'altro. Jn simiglianti casi, non si può che difendere i punti principali , acconci come basi di operazioni per il nemico; tali sono i porti, i punii di sicuro ancoraggio per numerose squadre, qualche penisola agevole a trincerare e tener guardata con poca gente ;I e limitarsi ad osservare·i punti di minore importanza, affine di essere avvertili in tempo dell'effettuato sbarco . del nemico. Il nerbo delle truppe vuol essere tenuto raccolto in due o tre punti, in maniera da poterle concentrate, innanzi che il nemico sia giunto ad impadronirsi di qualche posizione importante nell'interno del paese, che servir gli possa di appoggio per le operazioni successive. . E- però Menschikoff covriva Sebastopoli da un attacco diretto, trincerando ed occupando l'imboccatura del Belbeck · le baie del Ch~rsoneso e Balaklava; guardava Kaffa, che cond~ce al possesso della penisola di Kertch e del mar d'Azow; e concenlr~va in . principio la maggior parte delle sue truppe fra Batch!-Sera'i, Simferopoli e Karasu-Bazàr. In tal guisa . egli ave~ facoltà di rannodarle in cinque marce a Kaffa, in quattro sull A~ma, sul Katcha, sul Belbeck o nella penisola del. Cher.:.. soneso, in due a Simferopòli. · · . Effettuato lo sbarco presso Oldfort , sarebbe stata impru-. denza per parte di Menschikoff di prendere l'offensiva -contro gli alleati, superiori di numero ed in posizione da essere pro-

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teUi dal potente fuoço delle squadre. E però egli .giustamente preferiva trincerarsi sulla bella posizione della riva sinistra ·dell'Alm~ , dove, .se avesse fallo ~igliori disposizioni, avrebpe po-; lu~o vmcere .la battaglia, e. con la Crimea salvare Sebastopoli. Menschikoff avrebbe dovuto far meglio riconoscere le condizioni topografiche del terreno sulla sinistra della sua posizione sull'Alma, e non giudicarlo con soverchia leggerezza inaccessibile_ da quel lato, non che all'artiglieria da campo, alla stessa fanlepa. ·Chè allora egli lo avrel.\be fatto occupare da \I" competente corpo di truppe, ed avrebbe fatto rovinare e sbarrare l'unica via del burrone , per .cui procede.tte l'artiglieria di,Bosquet e di Canrobert. In tal caso Bosquet sarebbe difficilmente riuscito a girare la posizione da quel lato, e la battaglia, ridolla ad_un urto di fronte, avrebbe potuto essere senza risullato per gli alleati, che però si sarebbero veduti costretti a muovere in ritir~ta verso il punto dello sbarco. O se MenschikolT avesse creduto dovei· allontanare convenientemente dal mare la sua ala sinistra, per non esporla alle • offese di ,rovescio dell'artiglie'ria delle squadre alleate, avrebbedovuto rifiutarla e disp?rla a scaglioni in.dietro, anzichè postarla in aria sull'orlo dell'altopiano, donde trovossi tosto presa di fianco e di rovescio dalle truppe del g<rnerale Bosquet_. 01trechè cotesta disposizione era consigliata altresì, da che i rus~i aveano mestieri d'esser forti sulla destra , a spese della sinistra, affine di non lasciarsi tagliare da Batchi-Sera1 e Simferopoli, dove avrebbero dovuto effettuare la l~ro ritirata, per. avvicinarsi ai soccorsi che.attendevano per la via di Pei:ecop e del mar d'Azoff. . !\la, a malgrado di tulle le viziose disposizioni del ·condottiero . russo, s'egli si fosse limitato a rifiutare l'ala sinistra, µon sl · tosto pronunziato il movimento di Bosquet, .e l'avesse di. tanto rafforzala, quanto faceva mestieri a ritardare e contenere . il mo-vi mento di questo; e che, profHtandq dello . sperperamen_to.

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180 SUNTO DELLA GUERRA .,n'<ORI.ENT.E degli alleati , avesse col grosso delle sue riserve fatto .impeto sul centro. o snll1ala sinistra di. questi, li avrebbe probabilmente ricacoiati nel fondo della v.aUe. Bosquet, abband0nato a se stesso e senza appoggio , ,sarebbesi allora .veduto ,costretto ad atir~ttare il suo movimento dirilirata, per non .compromett;re le sue truppe. AUr.Q errore de' russi, crediamo sia .stato quello di fasciare la loro squadra inoperosa nel porto. di Sebastopoli, nel m.omento decisiv.o. ~sa componevasi di due divisioni,- ciascuna della for.za di 9 ~ascelli , 6 fregate ed altre navi minori ; ovvero , nel aomplesso, 48 vascelli, 12 fregate eù altre navi. Non totti · questi bastimenti erano-certamente in istato da tenere ,it ·mar.e , ma 1,rn 12 ai t5 vascelli con un q~lcbe .numero di fregate e di. battelU a vapo11e , nqn doveva esse.re difficile rimii,rli. Ora l:e navi degli aHeati effettualmente disponrbili per combattere, in quel mom,ènto, ,ri~ucevansi ai 4,0 vascelli ecl aì ·1 5 batteUi a vapore da guerra inglesi , soH che non fossero carichi d'.i ti·uppe; chè gli &tessi 6 .vascelli francesi detti di combattimento, arrveano ciascuno -non meno, di '7 àd .80.0 uomini de·lla pr-ima · di,vi:;;ioné, che .non pxico ingombro avrebbero prodotto . e dli no~ lieve imQa·razzo sarebbero stati , nel caso di un-attaaru> deUa .tlot~a russa. D'altra parte. qaj,vi non tratlavasi d' i.m,pegnar.e, bauaglia con .le• squadre. àlleate in condizioni or,dinarie,, in cui· fa pooa abilità, deglii equipaggi russi a riseo:ntro, d.e! frane.asi, e degrÌOJ-. gle.t,i ; aVrtlbbe, dovuto, consigliare d,i evitare, uno see.utrq;·.s.ibbeqe ,di .gillfarn il diso,rdine, nel: numeroso conNogli:o., v.ulne....: rabile in molti punti , e che poteva trovarsi attaccato e; cem-. p(!Omes~odnnanz~ che: le navi cli combattimento fosserOJ giunte a saec,or.rerlo•. Det resto 1 quale .. che., .potesse, essewe 1:es.io ,det-. . i•~lDf)l'esa, dat contlilto s,areòbero, pllr· sempre scampate, tante n-a:Yii,:quante ne occoniewano ,a, ,sbarr:re: ~·entuatal_,del p&TlOi ,dii Se~stopoli-, 9ve•mai questo fos~ siru dall'inizi.oi ili;pensiero dei

lSl .

SUNTO lÌELLA GUERRA •'n'ORfENT'g

russi; il mo1nento era sitfattamente decisivo_,'cbe la perdita' di · qì,alche migliaio di uomini . degli equipaggi ; che più tardi . · avrebbé fatto difetto ali.i difesa di Sebastopoli , sar~bl:le ·sfatà ben ·compensata dai danni arrecati al nemico , quale che fosge stato il risultato finale dello scontro. Maggior soggetto d_i critica crediamo che offtisséro le operazioni ·degli alleati. Sba1·cati sulla spiaggia di Oldfott ·, · il' 1 i, · essi muovevano il 20 ad incontrare il nemico , senza por meni.e a· crearsi uria base sulla riva ; sia pnre provvisoria , dove raccolti fossero i magazzini corr cui supplire ai ·bisogni dell'esercito per alcun _tempo, nel caso la squadra ·fosse slMa eostretta dat vento contrario a prllnde1•è il largo; e ddve 'àltregì l'esercito avesse trovata una posizione trincerata per tanno-datsì, se 1 mai· la fortuna delle arini se gli fosse mostrata avversa. •·Ofa gli alleati sape.vano , d}l relaz'ioni par1icdlarr e dà quélrè· de-' prigionieri , che i :rossi avevansi in- 'tri'mea 60\000· tiumini all'ihèirca; e·che però ben poteatJo a\'etne da eontbattel'e tJ~'battagHa 30 a i0,000, come.. difà'lli' av~e-nire ad Altrla. , · Ora un !corpo di questa fo11Za , ben pr-ovveduto· di attiglierfi:t tf •cavalleria, trin~erato, ru buona posi'tfone , potèa rutl'dere molto· dubbio l'esito del combat!imenlo. E se gli1 aUeali' av~s...: sero perduta la battaglia , difettivi com•~rano di cavafleria p~1· • covtire-la l'itir-ata, d01ve -i1Yr~bbero- -frovat'ò un appogg'io '! torse nenà, piécola· èittà· dj, Eup&t'étra? • Sbarcati -presso, 0ldforV con, pochi m'eziii di fraspotto ; gli ·. :tflelil~ mm potevano seguil'e che, una sofa linea di-operaifotm, queffai cfoè, ebe- tennero, tango• R mare·, 'per terrersi cosfaffle.w mente io eomunieftiooe còn, lé··sqoadre , da• cui rilfrati\laihftè sussisfenzll e fu· munizionr , è' dov'erano i loro os~'èìllilL -Cl'rè· se fòssèto· _stati' al'h'imenti pròvved\Jti' ," e se, creat~i: uni soildo' · pnntò''di appoggio, sulfa riva ·e· qtrivii raécbl'ti f ForiY hrag~zzirii, avessero,.èlvuto• la libertà' dF operate·-a· lo~o ·talenm· ; ·sie'ur.l'..i 1

1


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!!UNTO .J'IELLA. GU~RRA D'ORIENTE

· mente avrebbero preferito di cacciarsi nel -centro i della Crimea, per. tagliar fuori Sebastopoli dalle sue comunicazioni di Pere·kop .e del mar d'Azoff'. ,ln tal· guisa, . battute le. \ruppe russe. in campo aperto, essi avrebbero potuto post.arsi sull'alto Katcha o sul Belbeck , ed in comunicazio1_ie .col•.~are- per la via di Yalta, ·aver tempo a raccogliere ,il corpo di assedio , con. le nuove truppe che attendevano dal Bosforo e dai· porti di Francia -e d'Inghilterra. · Fors'anche in ·tal caso -avrebbero preferito di sbarca(e a Kaffa, come par che ,fosse il primo pensiero di Saint-Arnaud, affine di tosto . impadronirsi di _Arabat e della penisQla di Kerlch, e dominare ·il·ma11e di Azoff, ed indi.muovere yerso il Salghir ad intercettare. la via di Perekop. Alla maggior pro:foqdità d~l!a .linea di operazione I avrebbesi _potu\o in questo caso provvedere coi cani del paese , detti aral-as , di c.ui gli inglesi servironsi più tardi nella marcia git!ante intorno Sebastopoli. In tali condizioni , con le squadre che avessero signoreggiata la costa , gli alleati sarebbero divenuti padroni della ricca . part_e meridionale del paese , da cui non .pochi mezzi avrebbero potuto ritrarre pei bisogni delle loro . truppe . Così pure, nell'attacco delle posizioni dell'Alma, crediamo che gli alleati si ·distendessero soverchiamente per ~ffettuare due attacchi giranti per le .ali ; i quali , perchè fossero convenientemente appoggiati dall'attacco di fronte , e n·on si cor- • resse pericolo veruno, faceva mestieri che gli alleati dispo_nessero di forze maggiori di quelle che effelluàlmente àvevano. Difatti abbiam veduto a quali ragioni speciali sia dovuta- la riuscita dell'attacco della destra degli àlleati ; invece quello della' sinistra , che andò ad urtare contrQ imponen~i forze russe : f11,,.rid0Uo ad un puro attacco di fronte, in -difetto di truppe sufficienti per far concorrere questo con · l'attacco girante. Oltrechè -le riserve -si trovarono sl presto impegnate , che :se· l'andamento .della battaglia avesse mutalo aspetto., il

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l!UNTO DELLA GUERRA o'ORIBNTB

Saint-Arnand· non avrebbe avuto più on sol battaglione disponibile per arrestare l'imµ.e_to dei russi , o per ri·volgere la fortuna in suo favore. La battaglia era stata iniziata poco prima del mezzcidì , e · finiva alle ,i. pomeridiane ; alle 2 le riserve erano di già irrimissibilmente impegnate. Le forze di che disponevano gli alleati, non- consentivano che un solo attacco girante , e crediamo che per gli alleati fosse più proficuo di grandi risultamenti quello per la loro sinistra ; perocchè venivasi in tal guisa a separare il n_emico dai soccorsi che attendeva per la via di Perekop e del mar d'Azoff, é. lo si stringeva al mare , o per lo meno lo si veniva ad isolare rigettandolo sopra Sebastopoli. L'attacco per la deslra·te. n~va gli alleati meglio lig_ati al mare , ma rigettava il n_ei;oico · su qùella parte del /paese , -dal qu~le c~nveniva porre ogni Òpera a separarlo. ·

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,Mol\i f9no ~I\ s,critto~i _ch~ ha~~o trallato:questp argomento, ma. ~ono essi .riusciti a dotare il loro paese I di un solo libro che meriti veramentE! di chiamarsi storico? Non lo crediamo. Basta _gettare gli occhi su alcune pagine pres~ all'azzardo, onde riconosçere a prim~ v\sta quali sono le preoccupazioni p~rsonali, sotto l'impero delle quali l'opera è stata scritta. ' . ~~ loro opere si riducono ad una apprezziazio'ne di fatti giudicati sollo un punto di vista pa~ticolare. Questo modo di raccontare i fatti non .può certamente chiamarsi storico. Leggendo le diverse opere che sono state scritte su qullsto soggetto, è impossib.ile il non riconoscere che autori appartengono a qualc~'e pa_rti.to politico, ed è precisamente ciò che non si dovrebbe mai riconoscere in un'opera storica.. Se la maggior parte dei nemici che l'armata francese ha combattuti nel 1815 non hanno potuto !legarle l~ loro stima ed i loro elqgi, ;<movi altri a cui le passioni e l'odio hanno soff;>ca~ ogni .sentimento di .equità e <li rispetto e che per co.

gli

(.1) Malinc Calfs et C.•~ Hçtzel, Bruxelles~ Bocca, Torino. t TOI. con aliante. La seconda edizione stctè unita consta di 2 volumi, formato

Charpentier.

.

1815

Hlli

p_~h:~ ~ Joxo f~IH llQll•si &QD-0· faUQ 008$Ull·c,s~rupolo di iòsult&rla . SGQMii\W.eJl IEl. Il :colonnelio Charras colpito da tutte le contraddizioni ohe risultano dalle relaz}oni della campagna del 1815, scritte .in di~~e:r~ paesi , ma. prinqipalmente in Francia, esaminò scrupo.lq~;l.~~nt~, ql}esti d,iversi scritti, Esaminò sul te~reno medesimò ge.~ i:io,w,bat~i~epti, libri. e carte in m.apQ', il di.re: dei diver,s• §f~itt.QJ;i. I)a Ull sim.ile esame, faUo con la coscienza, che: èanom , sciamo al colonnello Cbarras, ne risultò la prova evide.nte che t~\i rac.:;onti eral!Ò, incompleti Q dnchhlde.v,ano, gravi eniori , gli,1 l!lli forse i:n.voloi;itar,U e. gli altr.i evi.d•entemen.te calcolati•. i\~~j~iito d [l è\~ici, il ·c..Q)QQJl~ll.o. Ch~rras fer.ei delle. ricerohe, 0he .pp,~è co.ntrçllare. (lQJl ~QCt@enti precisi, ed ancora ineditt , e ,çb~ \Q rpisero -in stat,Q d,i sPr-~vere le amnù11eNoli pé\gilie ehe r,.aç;<<orp~,nqi_amo é\ll},t,ti, çoloro-·c_be aìtlano dj o?'°qaceoo, l~ verità. ; L'autore non ha f.alljto un ·is,tan.:te, at p11imo. do,v.ere dello, sJo.. · rjpq.: ·~oè--a}l;i.mp~rzj;ljt~: Egli .e&pone, roocon.ta· e sv,0lge, gli , ,J,;'iv,~nirµe~U net l.ol.'Oi ordiue naturale , li segue1ne.•·loro partio0... lari, ne.l lpt;o ~Qsiem~, e: sembra in· uoo par,ola che si libri s1,t,nr~ gl~ 1,1 01p,ini e sopra 113 cose, e domini .questo immenso CitJl1PQt4i uno, int,eltello, altàmente filosofico, e di un, tàttico,·pMCo,Q~o. Questa impariziàlità, che non si: può troppo, lodar.e, non è,, c~rtQ d.ell\ndifferenia.. Sempre e avanti' ogni·cosl! è it francese -. çµ,e, s.c,;ive / ed, ,il Sl,10 piùriotism.o appare, ad 'ogni tratto, Ìt\ lilJl'.Pi. di fuoco. ll suo,giubilo, è grande p·er h1 prospera, riuscìta. di_qualsiasi successo, dei francesi.; le sue· lagvime ,,_colaoei su:t lqrQ rovesci ; i• suoi rimprov;eri, CP,ntro l?inahiliJ~ ·e Vimp11evi..d~n~a: sono s.e~eri,, m~ una pia' ammirazione lo commuove ~J~.p,re quando trattasi d1intelfigenza e di · cor-aggi:ò. · Egli è · -~ero,,pre d1{partito dei, v.inti,. del.partito, della sui1 .patria. Ma l'am..oJie,(jel tn•o.prio, paes.e, non, lo rende mai· mgiusta:., '!er.so. i ·s.uo.i., lJ.W Ve11Sar iL; ai . quali. drswibuJsce11coo somòfa· equtt~-gli elogi o il biasimo. 1


186

. DE LA CAMPAGNE D~ 1815 187 ·« Enricbis, syslématiquement corrompus pàr les prodiga-

HISTOIRE

>Giudièhino· i lettori, loro medesimi: della-imparzialità dell'autore dal quadro che fa del morale delle truppe impegnate nella, lotta :r. ,.; 1 '. · • . •i' • • ·-,•• ~ ~ •··• • • • ~ ~ • • ,~J· •. • • • • ' . : ·.

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<t «. Coniposée d'officiers expérimentés, de s6ldats vigoureux,

jeunes pourtla plupart, ·mais aguerris ,dans les ; dernières campagnes, celte armée (française) était animée-du plus grand eutbousiasme·;· elle brulaii d'en venir aux nìains avec Ies ennemis de la patrre. . ' · 1 . : ' .<e 1Le ·soldat -avail oublié Villoria .et Leipiig, ·cutm et Paris, et !es rencontres néfàsles de-celle longue el ·double retraile qui avait,ramené·rviolemment se~ drapeaux•de Lisbonne à Toulouse, de Moscou à Paris. Il ne se -rappelail que les grandes juornées illustrée ·par !a victoire; il, était convaincu, dans, le fanatisme de·son :orgueil, que; pour le vaincre naguère, il avait fallo à la pu-issance du nombre l'aide· indispensable,de la trahison .. ,· . <e t _ 'étaite une.belle.et vaillante armée; Mais, quoi qu'en aient d_il !es ~crivains ·étrangers, elle ne-~alait pas, elle ne pouvait valoir ses devanci~res des temps heureux de la guerre. · l « La for,mation de ses brigades, de.ses ·divisions, de ses cQrps d'ar,mée , datai_t de deux mois seulement. Les régiments-n'avaient .pas la force de cobésion, l'unité que seulè peut donner aux troupes la communauté prolongée des travaux de la paix ,- ou · mieux •encore. Jes . perils de fa guerre. Au mois.. de juin ·de l'année,précédente, ils avaient .subi une réorganisation complète; !n ,décembre on leur avait amalgamé une. masse d'hom.mes .. rappelés de coogé, revenus des prisons de l'ennemi; en avril el mai, .un nouvel amalgame avail eu lieu ,; : eL les .mutalions avaieill été très nombreuses aussi dans les cadres. ,~ .«.Qiefs; offi~iers,, sous-officiers, soldats n'avaie°'t pastencore pu.acquérit ,, les· un .des autres une connaissance complèle. , . · , «.C'était .u~e .cause d'affaiblissement. ,Mais ce n.'é.taiL pas la seule.

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lités 'de !'empire, .éilèrvés pas le luxe , les jouissances ; fatigués pat vingl années de guerre ,. plusieurs , parmi Ics généraux , auraient préféré le tranquille séjour de leurs holèls ét de leurs cbateaux, aux labeurs des marcbes, aux inlempéries des bivacs. Ils avaient gouté dc la paix pendant une année; ils la regrettaient. Quelques · uns avaient éprouvés de rudes défaites ·dans des Mmm'all'dements isolés, et en gardaient la · mémoire. D'aulrés, ébranlés par les cruels souvenirs de 1813 et 1·8 H, désesperaient de l'issue de la guerre ~ la vue des masses armées de la coalition-et· de la faibl'esse des-moyens de·défense. Tous étai'ent resté braves,, intrepides-; mais tous :n'avaient pas gardé ~ VacLivité_f· la résolutiòn , l'audace des · premiers jours.· Il en ,était dont le mora! D''était plus à l'épreuve d'un <revers. , v i 1 «'Le sol-dat avait. une confiance sa11s bornes dans Nayoléon; mais•il 'se dMìail de: plusieurs de ses cbefs;. Ces bommes qu'il 'avait vus toor à tour., en moins d'une ·année,•, passer avec un 'égal· entbousiasme·de I'en1perllur aux Bourhons, el.det Bourbons à l'empereur ;· ces courtisans de la fortune qu'. il avait entendus, ùan·s· des adresses, des proclamations, des ··oi·d_res· do jour sans ·nombte ,-injurier.le maitre décbu; adorer le mattre. debout, il : n~ pouvait'. .croire à leur fidélité au- drapeau impérial. .Il .· les 'Supçonnait de. méditer quelque grande trabison ·; et ces supçons vagues mais persevéranls, irrités, planaiellt sur !es haotes· ré·gions de l'état-major, comme_sur les rangs inférieurs où serv-aient d'obscurs officiers, les ·.uns sortis de la mai~n militaire de Louis XVIII ; les aulres devenus l'objet naguè're de la pl.us mince faveur·· royale. . ., , •

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I.es, aliglais étaieòl cle, vieux soldats prèsque tous· éprouvés dans -les· rud@s ca·mpagn!)s dè la Péninsule • fiers à jusle tilre ·d'avoir affranchi l'Espagne- de>la 'domiilatio.n ,impériàle et .porté, après six ·années de guerre; les drapeaux de la Grande Breta:'· <<


DE LA .CAllPAGNE DE

188 • HISTO!a,J • g~e, de l'e~QtJChure dq 'fage au,x. QQrds de la Garonne; six année.s qni avaient co~mel}()é, qui s'étaiel}t_conlinuées avec des cb,apces <J.iveçses. et a~aiepL fini pa.t une _longue s~rie -cle succès non. Ì.'1lllrfOUl;p,us, où fì~\\rait \a, journée. dei 'Vi Uei;ia. le Le.ipzig du Mid~. · . « Pleins de confiance en eu1-méroes eL en leurs chefs-, convaincus de la · sup'ériorilé de, lem;s genéraux sor les, génét;rnx francai~, d.e -celle de: Wellìngton snr Napoléon; it.:nbus do ce ferme sentiment do devoir, trai\ caract-éristique du milita.ire fonné à l'école sévère de Wellington, ces soldats cons\ituaient des troupes d;élite dans toute l'acception du mot. · <<- li en élait ai-osi de I.a Légion Allemande du roi,, rangée depui.'s dooze an,s ·sous l'étendal'd britannique et vieilliei, elle aussi, au feu- ile la guerre-péuiilsulaire. ·. ci I.e contingent bano»ritm se èornposail, poui: un tiers,. de troopes•de. ligne;. poilr deui. tiers de landwehr. Son or,ganisa. \\òn dalai\ de.l'affr.à11chissemen~ du Hanovre. La Ugne ne, compr.enai.L, à-peu.-près-, que dlanciens soldats, d'anciens officiers: des armées impériales et des bommes aguerris c:lans la, campagne de, l'indépendauce. La landwehr, au contraire, comp_tail un assez grand nombre1- d'hommes nouveaux·. au, ·meli'er des: armes. Mais, on lui· a-vait donné d:ex.cellents; cadres_,. dei très- eons chefs; elle avait au, cmur I.es sentiments. _de patriolisme exallé. qui animaient, akors tonte l'Allemagne-; ce., n'était, cerlain-ement. p~ utie troupe sans valeur. · · · « Batailrbòs de- ligne, bataillons de land:webr étaienh for,més en b11igadesi cnmmandées par. des officiers de leur · nalion ; et ces brigades unies, dans les divisions aux ang)ais, a!1-i légion.naires allemands, devaienl emprunter une grande forc.e . à l'exemplei ·a11• conlact des tr.oùpes dès, longtemps épr~u.vées. , « l..'organisation. d~' llarnirée bolland9'-belge ava1t,commence avec le soulèiement. dè. \a.Hollande contre i-a tyrannie napoléooiènne, à! lai fini d6J 1·81·3 Elle· s'é\ait continué~ , depuis, 1•

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189

mais· n'était pas complète. La Bolgique rr'av~it encore fourni qu'un faible contingent. Une . moitié de l'infatilerie · était de milìce bollandaise, l'autre moitié de bataillons de ligne bol-; landais et belges. Dans ~a cavaterie et l'arlillerie, il u'y m'ait qoe des lronpes dc ligne (l'aÙtore intende 'parlare soltanto delf esercito attivo, poichè l'artiglieria e la cavalleria o~lando-belga comprendeva pure truppe della milizia). « Les corps de la ligt~e s'étaient d'abord entièrement recrulés de déserteurs de l'armée impériale et de volontai-res enrolés, pour la pluparl, dans les premiers temps de l'insurreclion nationale ; plus tard ils s'étaienl renforcés d'officiers , de soldats· licenciés du service de France el revenu_s des prisons · etrangères , où les avaient jétés nos desastres. Un batai!lon de vélrtes de la garde impériale avait ainsi rejoint à la paix )P, <lrapeau de _la Hollande affrancùie. « Malgré les vices inbérents à toute organisation de date trop récenle, ces corps ùe la ligne étaient généralement propres à un bon se1:vice de guerre: • . « Ceux de la milice ne les valatent pas. 11s se eomposa1e11t en parlie de volontaires, en partie d'hommes _levés par la voie do sori. 11s avaienl nommé, à l'élection, la moitié des officiers de compag11ie ( l'él,ction n'avait pu porter que sur d' anciet1s officiers : malgré cette reslrictùm le roi Guil/au,me, s'était montré, ici , plus libér~I que Napoléon à l'égard des gardes Mtionales mobilisées ); l'autre moitié et les officiers supérienres procedaient du choix du roi. ·• « L'amalgame n'étail pas encore assez intime entre ces divers éléments ; et tous ces bataillons étaient inexpérimentés. Mais la haiue de Napo\éon , l'amour cle l'.inùépendanre- natioualc animaienl les jennes miliciens comme les soltlats de la ligne; et oll pouvait en allendre ùe généreux eft'orts. · « La pluparl dcs généraux ot <les ofliciers supérieurs, beaucoup d'officie1's · inférieurs hollandais et belges, avaient conquis Voi. m. -· ts


11·99 .

HrSTOlR.E

J,~QJJ~: grad,e.s.1 dan~

les saoglantes, ca~p_agnes Ùl;l !a ll6publique ,_!l,L idel:~mpir:e, et leur chef, le jçun~ [H~n.ç_e _g'Qra1ige , grandi sous W~l_ling4on,,.e)l Espagn~, éta\t:, .P,a{ ses lal_e11ts.,et_soq in- . 1lrfp,idj\~, tout' ~Jait digne q.e,les .comrpànd_er. , ,· ,, . , . . . ..• ;-;_« .La brigade .de Nassau au service ùq royap1P,e _des: Pilys;- ' 8as avait pJus de_soldats jeunes quti d'ancicns. Mais ccs cadn·s, formés d_ès d~bris d'un régiruçnt lo~glc01ps s_~_ l'.\j~e dc Jka.llt~; éiaieqt bons ;. jct1_nes ,et vieux soldats étaient :plein di'<1r.deu_r,. ~-. ... " ' .·•' _...,, ~<;. L'organisalio1L des Lrnupes d~ Bnrnswick rem911_tail .à la .fin de l'<1nnée 1813. Elle av,ait été poussée. avcc vig,u~ur et rapi.(lem~n.t acqevét;i. , , . ;; ; ,,,, :« ,Ces-troùpes..comptaient un gra11d non1brq ~ie , O?liitaires d~.tout rang, agu_erris lrs uns iiOUS Je <lraprau_ britannique, Ics autres sons la, drapeau _de !'Empire, L{)ttr. ex,altati~p étaitgninde ; e\ _elle~ se montraient tières d'obéir au prìnc.c régnànt ~le, Hrunsw.ick,. qui .ayai.t'. fait ses preuves de caractère , d'audace .cl de _ dévouement à la patrie allemande. ·· · J;•. ~; . Ep.urée du contin~n~ sax on qu,i s'_ élait muliné à Ùège , au. commencement. de,, mai, l'aq11éc prussienne présentatt une ,.mas~e. puì~ante, J<;l)c étaìt formée, pour un .tirrs, de ré:gìments de landwebr, pour qeux tiers de r9giment de J::;ne. : . ·" « :La ]andwehr avait été,.en grand,e partì e, agnerrie en ,181 3 ,eI 1-81_4, et ces c_adres étaìent très _solides Lµ ligtrn, à p.eu d/e~eption près, étajt de viri Ile troupe. . « CellEìtarméè, vigoureuse représentalion de toute_s il's .clas&es de la nat.ion prussienne, é_lail a nì111ée, jusqu' a~ (~na tisrne ,_ -de, l'amou_r .çle la patrie, (h~ l'indcpent!ance nil tiqna!'e. . D<1ns chaque,f~ançais elle voyait un ennemi ,.rnortèl. yu11este efl'et,de j'an)bilion de Napoléon ! .Ce 11'élaie11 l plus là _Ics ~oldats de Valmy et d'léna, f/ipid, indilférr,1~ts à la ,qu'èrclle ~e le~r roì, faç.iles à; la défatt1:, _prompts ·à la déioute. L.a _· l;airie' de la conqu_è te' les injures de la palrie en avaient fail. des vailJants.

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DE ~A CANPAGN. DE 1815 ·}91 ~ì1Uus dans. bi.en. J.cs rencontres, en. deça _et au ge!a du Rhi,n:.)Js ~~taienl, cbaque ,ftlis, re!rempés daus leu.s rcver,s, J)eut norn~, ~ ùJ'ldates uòminnicnL,leurs souvenirs: Leipzig Qt Pari~:·»t. , !r~1Tale è il. gitidizio.. portato dal colomiello Cb.aHas sulh!,àrmate :} fUigeranti, e ce.rlamenle non si tro"a in ness~n stor.ic~:·1,ma J~-ale imparzi,iiilà. .,. ·· . . .-i . . p-t,€i ,·Sia ancora · permesi'io .avanti di continuare -. l'analisi di 4tiosto pregevolissimo, libro, di riprodurre. qui i-:ritratti :dipinti '.:<fa 1mano mncstra di Blncher, Wellington -e di Napoleone,, w,·,{,,, « Napoléon ,unii~-pn avoir la mesure - exacte d,e. Blpcller, ;,;souvent et rudemciù frappé par lui. Cependant, il l':estimàit peu . --v'était un erreur. Esprit peu cullivé, nature rude, . passionn6e · ?rour le plaisir auh.int que pour la guerre, Illueber n'aHeignai.t "pus au primier n rng ; mais un caractè~e indomptable, un , pa,,,riolisme ardent ·, une promplitude de coup d'ooil et de résolu·.t,ìon r'emarquable, une aclìvi té cxtreme en ùépit d_e la vieillesse, ,;:1.me pérsé,icranrn que rien ne lassait, une grande audace, ·et ;,une grande habitude de la taclique et de la ,stratégie de Na:poléon en fesaient un adversaire de réclle valeur. Ses. sQldats /l'a v-aient surnommé !e maréchal en avant ( marschall vawat'l!) 'bien que; souvent, il eut été obligé de les mener en ,arrière. :Mais , en derni\lr terme , il !es avait conduits de l'Octér et .de -l'Elbe ao Rhìn et du Rbin h Paris. << Wellington ne s'était pas enc_ or.e trouvé-ewface de Na; p.oléon. Mais à ia vigum1r des coups poi-tés à l'Empii·e ·en Por.tugal, en. Espugnt,', en France, il ·avait élé facile de reconnailre en lui le premfor, et de beaucoup le P.remier ·;_. des·; généraux. -.cnnernis. Cependànl, Napoléon ne lui accoHlait pas ,les qualìlés "da ·général cn cbef. On 11ùl dit qu'en_le signalani, .au ,.DJMi.te.ur, . _("comme· un officier ùicapable,-témjraire, presomptueux, igrwrant, :--desliné à essuver de gnmdes cataslropfws; qu'en chafl'geant, dans la fciu!le-.olllcìelle òe i'Empire, ses snccès.• en ·<léfaites 011 , en renconlrcs sans imporlance ; qu'en Laisant h la Franye les YiG.tP· ,.(,.


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HISTOIRI!

rìa et la Nivelle, et bien d'autres jòurnées funesles à nos armes, H'était st\r de l'avoir abaissé au niveaù des chefs vulgaires. t(· Certes,, la dilférence étalt grande entre le général anglais e:t Napoléon. Mais ·elle était bèaucoup moins qué. celui-ci ne se t'imaginait et que, longtemps , on ne Fa cru dans notre pays abusé par ~les 1nensonges. • · << L'un avait le génie de la guerre à la plus haute puissauce; ·mais la pol+tique insensée de l'empereur ahéràit, tronblait les conceptions merveilleuses du stratège; et !'energie , l'activité. ptiysique faisait souvent défaut aux nécessités dévorantes, aux diurs labeurs des expéditions de guerre. « L'autre n'était que un général de talent, mais d'un talent st camplet, enté. sur de si fortes qualité.s, qn'il a:tteignait presque au génie. Doué d'un b~n, sens extreme; politique profond; religieux observateur des lois de son pays; exct>llent apprécia. teur des bommes; instruit à 'fond de tout ce qut constilue la seienc~ et te métier des armes; faisant . parfois des fautes, mais sachant ne pas s'y obstiner après Ics avoir reconnues; soigne9x du bien-etre de ses soldats, ménager de leur sang; dur au désordre, impiloyable aux déprect·ateurs; ha bile à coneevoir et à exécuter; prudent ou bardi, temporiseur ou actif snivant la circostance; inébranlable dans la mauva1se fortune, rebelle aux enivrements de succès; àme dli fer dans un· corps: r:&l fer, Wetlinglon, avec une petite armée, avait (ait de graMes ch·oses; et celte armée, était son ouvrage. Il devai.l rester et il resla: une des grandes figures militaires de ce siècle. « Né en 4769, il avait qnaranle-six ans, l'à:ge de Napoléon. e, A la' fin de 1806, après la déroute d,.\ llarmée•de la monarchie prnssienne, Blucber, prisonnier de guerre· à,Hambou11g, montrait une foi inébranlable dans hJ chute d'e Napoléon. 11 prédisait la venue prochaine d'un lemps où 1.'Europe se lèverait con tre lui, fatigaé, exaspérée de ses exigences et de ses t i~ dépredations,

DE LA CAMPAGNR DR

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Peu après son ar~iv~e en Espagne, et .pendant tonte la gue~re, We\Hngton n'avait pas été rrìoins absolu dans cette croyance; .on la trouve nettement esprimé, à diverse~ dales, daos ses · ;(lé,pèches officielles, meme en 181 O après Wagram et lè ma' J:i~ge autrichien. Quand tonte l'Eucope, moins l'Anglete~re et fa Péninsule, semblait à jarnais asservie à Napoléon, Wellmgton ,r,c1ssurai't les ministres de la Grande Bretagne, etfrayés, prèsgue_ lassés de la lnlle, et leur faisait toucber du doigt Ics causes ~u( devaiént infailliblement amener Il!, r~ine de la monarohie impériale. ' · · . . . e, L'année 181 t avait donné raison au général prussien et général anglais .dans leurs prévisions si anticipée. La résur: rection prodigiense de !'empire était bien !oin d'av~ir ébranle leur croyance; ils ne doutaient pas de sa fin procharne: <e Dans son Jangage soldatesqne, Blucher promettait à ses . Germains de les mener bientòt boire encore les.vins de France; et Wellington, dès le 12 mars, écriv~it de Vienne, au _ministre Castlegreagh: <1 Je n'ai pas le moindre doute que, s1 Bona>> parte renverse le roi de France, il tombera sous les efforts » cordialeroent unis des souverains de l'Europe >> . ,1 Les rois coalisés ne pouvaient placer en de meilleures ma.ins le commandement des deux_années qui devaient supporter le premier choc de Napoléoo. . . , ·, « . • . • • • • • • . • Napoléon eta1t v1eux d àge. Le long exercice du pouvoir absolu, les effort prolongés d'une ambition sans Jimites le lravail excessif du cabinet'et de la guerre, les ·émot-ions l~s ang0isses <le.trois années de désastres inou'is, la chute 'so~d<:1ine de cet empire qu'il avait cru fondé à jam~is, l'odieuse oisi veté de .t'exil, une double maladie dont les cr1ses ' s~ multipliaient en s'aggravant avaient profondément alléré sa vigoureuse organisatioo. ·, · . . ,1 Son mii brillai I du mème éclat; son regard ava1t la meme puissance; mais son corps alourdi, presque obèse, ses joues ·•• ,1

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DE LA c,hìPAGNE rm

HJS'rOIRh/

-go'ijfléès et rendantes indiquaiMt la venue 'de , celte. époqnc de

la vie où la décadence phys,iq'ue de _l'hoinme: a , eòmmencé. « 11

subissait_mainlenant les bxigences du som1neil, quo na-guè;·e il maitrisait à son gré. Les 'fntigues <les longlies journées •à cheval, des courses rapides 'lui élaient devonue insuportablcs ' ' <e Il avai~ gardé la meme facilité', la mè'me abondance, in ., m'ém{forQe,de ,èonception; mais il avait perdu la persévérn ~cc de Félabo'ralion de la pensée et, ce qui était pis, la promptilndr, ·la :tìxi(é de la resolution. Comme certains hommes au déclin de l'àge, il aimait à parler, à discourir, et perdait de longnes heufos' en· stériles paroles. A prendre un parti, il besitait longtemps; l'ay'ant pris, jl hésitait à ngir, et, dùns ì'action meme , il·,hésitait encore; De sa précéclente- ténacité, -il ~e · 1ui · restai I que celte obstination fréquenre, ,ét déjà bien funeste, a voir Ics :faits non tels qu'ils étaie-nt, mais com me il aurait convenu h · son ,iòtèrérèt q~1'il fussent. ', ; <( Sous le coups i'épé!és de -Ja cléfaile, son caractère sjétaìl brisé, li n'avait plus celle colifìance en sni, élement presque . indjspensable de la réussite des grandes entreprises: il doutail maintenant ·de la fortune qui, pendant quinze onnées, àvait pro- ùigué'de •si prodigieuses faveurs au général, au consul, à l'empereùr. ' (< li sentait mème, c'est lui qui i'avoue, uo aballement d'esprit; il avait l'instinct d'une issuc millbéureuse. • << Cet affaibliJsement pbysique , celte diminution morale étaie{1t mal en rapporl -avec les dillicult~s, les périls des circonstànces. Difficullés, 'périls exlrèmes ! pour en friompher, ce n'aurait pas élé de· trop, ce n'aurait rnècne pas été assez peutètre dd posséder encore ,la l;ésòlulion' l'énergie, l'aclivité d'[talie,; de ·Ratisbonne, ou "d'avoir le retout de jeunesse de Chan1pAube1·l et'de Montmii'ail'.)). Queste citazioni d~ll'opera del colonnello Cbari'as. da noi ri'prodolle, devono fare scor"gere ·al lettore il caratle11c 'particolare di-questo libro. L'autore non ségÙe il metodo degli altri storici '

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fril'ùce:si o esteri che quasi tulli sembrano ·-àvere soltanto ,,.per ~1_ìfa'la 11azio11e alla quale appartengono e che .descrivono ·con· pfo•',f.ò.nieno"'verità e cura la composizione ) i movimè'n'ti e le :~péra:doni dell'armata del lofo paese senza preoccuparsi i;Ji<ciò èffe"suécede nelle armate nemiche. Invece il -colonnello Cbarras . 1 '. ~b'braccia d'un solo colpo d'occhio l'eser~ito francese-e gli eser• _c\ti stranieri ; ne espone l'ordinamento, lo stato m·o/ale, li segue :nei 'lo~·o l~Ovimen I.i, I i fa pensare' agire e manovrare come se ,si trovasse frn essi. Quasi a tutte le pagine di questo libro trovansi le, considerazioni le più elevate ,nrll'ordine politico e · nei prineipii della guerra. Come sc1·iltore è difficile ti;ovare uno / stile più formo e più animato, ma seri1pre conciso e chiaro. ·- L'ordine e la prf:cisione sono le qualità dominanti dell'opér.a. Fritquella confusione di coniplicazioni successive degli avveni-h1enli, l'interesse principale del momento fissa l'auenzibue ma i fatti accessori sono-senfp1:e riprodotti nel loro ordine ~cl -.al ·toro luogo collò sviluppo che comportano, e sono sem·pÌ'e l~gati all'interesse genernlc del soggelto che èorroborauo. · Un altro p1:egio particolai:e a questo libro , lo abbian~. già dello, •si è il rispetto dell'autore per tutte le nazionalita iìnpe:... gnàte ncllà lotta. L'autore onora il ,patriotismo di tu1ti"'i' pàesi, e mettè in rilie,,o gli ese'mpi di abnegazi<ff\e e di coràggio da . per tutto ove' si trovano. · · ·· · • ' · E ci pennellino ancora qui i nostri lettori cli appoggiare il nostro dire con di11erse altre citazioni. · Parlando della Germanià che corre alle armi onde riacquistare· la sua indipendenza, il colonnello -Charras dice: · ... <e •• , • • • • , • • L'Allemagne fut saisie d'enlliousiasme 'et de fnreur comme en 1813. La cbaire r6ligieuse la cbai;·e ~ni,versitaire furent de nouveau changées en li'ibunes, d'où ·&cff:-à:it à' cbaque instant l'appel anx armes pour re.~salut de la patrie. Lés pròfesseurs quittèrent encore la robe pour l'~niforme; leurs élèves reprirent le rriousquet. Les chanta d'Arndt • ~·t~

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HISTOIRE

et de ·.ocor::n, des Tyrtées populaires ti.e ,la Germanie, réveillèren! p.fr:o·JL les échos des villes r.l des campagnes. Les journaux,. le~ pa:mphlets, les proclamations se pressèren-t, ·se succédèrenl sans relàche , excitant. la mémoire cÌes injures subles, du sang versé, des forlunes ruinées, allisanl lous les foyers de haine, laoçaut la menace et l'insulte, non-seulemenl à Napoléon, mais encore à la France, bélas ! » Poi , r.sponendo massime che possono servire a tulli i popoli_, il coJonnello Charras esclama: · « . . . . 11 faudrait maudire la civilisalion, 'ses arts, ses _prodiges, .si elle devait avoir pour conséquence inévitable de pou~ser les peuples au mépris de leur -<lignité , aux làcbelés des plus bonleuses capitulations. « 11s s'inquiélaienl peu du sort des grandes toiles de Mul'Ulo, de Velasques , · etc., suspendues dans les couvents, dans les le(Ilples inflammés, écrasés par nos b~mbe$,. par nos obus, les g.lorieiu moiues, les inlrépides habitants de Saragosse; ils n'avaienl en vue que ie sa.tnt de la patrie. « Les russes, dévastant leur pays, brfllant la Sainle MosGOu, écriv\ient une des plus grandes, _pages de J'bist-oire mouer_ne, el assurafont la perle de leur puissant ennemi ! » lnfine vedasi con. che amore l'illustre esule raccoglie i più piccoli ·episo1fii, che denotan·o quale era la tempra di quei valorosi che persino nel ·disastro di Waterloo &a,lvarono l'onore della armi · francesi. a Deux drapeaux ~vaient été perdus sur le champ de bataille, au commencement de l'action. Il n'en fut perda aucun autre. Dans la foule de ces cavaliers, de ces fanlassins débandé,,s, marchant, courants pèle-méle, les uns e_ncore armés, les autres ayant jété, brisé sabres _et fusils, sous l'action de la colère, du désespoir. de la terreur, on apercevait ça et là,-è· la pàle darté du ciel, de petits groupes d'officiers de tous grades, de soldats sponlanément serrés autour de l'étendard de chaque

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régiment , el s'avançanl , ~abre en main , · ba'ionette au fusi! , résolus, imperlurbables au milieu du désordre généraì. Piace au drapeau ! criaient-ils quan<l la cohue arretait leur niarche. El presque loujours ce cri suffisait pour qne les mèmes bommes, qui étaienl devenus sourdes à tout appel du commandement, de la discipline, s'écarlassent devant eux, leur ouvranl passage. Glorieux représentants. de l'honneur militaire, ils eurent à ·subir bien de fois, ils repoussèrent toujours les attaques de l'ennemi, et sauvèrent ainsi leur drapeau vaincu des atteibts du vainqueur ! » I limiti che ci sono prefissi per questo {lrticolo non ci permellono di seguire il cojonnello Cbarras nelle sue dissertazioni così convincenti relativamente a due gran punti sempre discussi e_Qbe ba messo in chiaro. Vogliamo parlare dell' affare dei Qualre Bras (16 giugno), ove Ney è stato accusato , da Napoleone e dagli storici Qhe bi:)nno scritto sotto la sua impressione, di aver mancato al suo dovere. Il secondo punto è la condotta di Grouchv nella giornata del 18 giugno, condotta che al dire di Napoleone è stata la causa decisiva della catastrofe di Waterloo. In un prossimo articolo continuerémò l;i nostra analisi; ma ci sia perme$SO di ripetere ancora, una volta che l'opera del colonnello Charras è s_critta senza animosità, dettata d~ll'amore ,paLt~io , ,e che è • uuo studio sapiente, conscienzioso ed austero al -quale si può mettere per epigrafe queste ingenue ma forti parole di Montaigue

C'est fry un livre de bO!\ne foy.

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LENCISA


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~IISCELLANEA ACCADEMIA MILITARE

·· \È,_uti~e., e necessario che Ìutti i fatti che ·accampagn'arono _lc,Ls9o_g~mv~nto d~lJ' ~ ~cac1emia militate, siano noti e fatti pu bblici. w l ~~e_i:11w.o,tq1Hn~1, 1 _tre. segu,e nti docu menti : •

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MI NIS_TE.RO DELLA "GUERRA

Ordine ·~el giorno -del

26

(ebbra.io 1858.

Allievi; · ~

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Cor,r e 5iùasi ~Il mezzo' secolo' che' que~to militare istituto fu . fondato ~al~'ottimò re V:it~orio Ema~ueÌe I. Doloroso· ufij~io egli è .per s1 trovava nel rs·15:• ·· dde . . chi ·/ltti , .fra 1 primi . allievi . . , p·e r ',,h' ~ 1 vi -~er, trentac ,que · anm_ 1~ nob1l gara colla quale sl in pace che l{l, gqerra seppero d~stmguersi ciJ:ca . mille .· ufficiali usclti da qu~~\l},, ca~1!- di_ educazione miliJare l'aver dovuto a suo riguardo P~~porre severi provvedimenti .all'amato nostro savra~o. Tanto pm _dolor~so è qqesto dov ere per me che Ho:~èmpre riguardato ogm uffic1a~c. uscito. dall'Accademia quale affettuoso compagno; non . senza mte. res ho · mai . . mcontrato . un allievo .dell' Accad , e;w1a ·b · sarmi. l\11_a . -sua camera e compiacermi nella speranza del ene J~.h ygh_ poteva ~ecare all'esercito. E ciò che mi rese più p~nos1 quest~ pro.:vved1~e~ti. ~ il_ motivo che m'impose il_dovere ~ 1 provocarli,. l~ postra vndisciplina. P enoso è il solo pensarci; il paese lo sapra' e lo saprà quell'esercito, che in mezzo alle

..

MISCELLANEA 199 ptimé armate del mondo ·seprc d istinguersi non' solo per valor~, ma per esemplar disciplina. Ritornato appenà dal!' nltim:1, guerra e riassunta per volere sovrano l'annninistrazioni_dcll'esel'eito, i6 ripigliava con aµ10rc I.o ·studio dei vari pro:;etti già elaborati prr a1h:Hgarc e rnigliorarè la cor.dizione di tutti gli istituti· di educazione militare di .ani l' Accademia è al cel'to il principale. Gravi difficoltà si pre- .sentavano 'per accresr,ere di nuove spese un bilancio ·che g ià ,tanto nggro.vn il pubblico erario. Ma il Go:verno P.hbe il coraggio •d'i r.hiedere, ed il Parlamento la generosita di.accordare i- fondi a\lo scopo necessari. · · .'. Sono pochi mesi che venne istituito un collegio per pre• parare. buoui allieYi all' Accademia. Numerosi furono i giovani ·che vi furono ammessi. Io aYevo fiducia che rAccaderoia, fo. lele alle sue nobili tradizioni, avrebbe- al nuovo collegio ser,,ito <l'esempio; io mi lusingava altresì che fossero vivi ancora fra di voi tutti. quei sentimenti _nobili e generosi che Cesare .di Saluzzo, di veneranda memoria , qual vero padre· dell'Accademia ,; i avevà introdotti. Mi sono ingannato. Voi avete com• messo in questi ulti mi giorni disordini imperdonabili; voi avete mancato di r:spei.o o di obbedienza a quei superioi-i che il ·Re vi aveva dato, scegliendoli fra i migliori òell'esercito per va]ore, ·capacità, nobiltà cli carattera e sor11mo interesse a·Jla vostra e· ducazione. Voi vi siete mostrati ingrati · verso di loro; .. conio vi .:nostra te ingrati verso i genitori vostri che più di voi ·avranno a soffrire pei vostri traviamenti. Io sono persuaso che non tutti sono egual mente colpevoli; oso anzi spera.re che il maggior · 11umero sia stato strascin:ito da pochi istigatori. :Ma percbè non resistere 'I P crchè n,.n ridurre qitesti sulla retta via 'I Questo era il dover -vostro ' mDssime dc~i più avanzati in età ed in •istrnzione. Voi inveci.l·· foste spettatori indifferenti ai maggiori ·d·isordini ai quali servirono di pretesto l' espulsione di alcuni ed il castigo- di altri, e t:i1uno di voi osò perfino esprimere la stolta lusinga che si potesse dall' autorità scendere a concessioni. ~'inferiore che cerca di trattare ,!ol superiore m3ùca grave' mente al dover suo, ma .i I supari ore che viene il patti coll'inferiore manca al dovere· no:1- solo, ma si disonora. Nessun s upenorc avrebbe accolto 'mai E-iffatta provosta, nè certo lo potrei


201

MISOELLAN-BA

MI$CELLANEA

far io, 'CUi l'idea ·del dovere sorresse còstantetnente' ed in circostanze di rado più dolorose di questa, ma sovente ben altrimenti gravi, difficili, · . · ·H~ dunque anclie in questa circostanza atlempiuto anzitutto al m10 dovere proponendo al Re lo scioglimento dell'Accadem ia e il suo riordinamento sulle basi di -una severa disciplina, Col decreto ·c he vi sarà lettò , S. M. ha accolto la mia proposta. Ma la bontà del Re volendo ave~e riguardo a quelli fra vpi o?e f~rono m~no colpevoli , ba permesso che essi possano venire r1ammess1 · nello stabilimento· al suo riordinamento dove . . ' contmueranno 1 loro corsi attuali in guisa che non venga loro troncata la carriera per fa quale i loro parentì fecero gravi sacrifizi. . Io v?glio sperare che rientrando nelle vostre famiglie , non d1ment1cherete l'obbligo che vi corre d'alleviare colla vostra condotta ulteriore l'afflizione che recate ai vostri 'genitori. La cond~'t;1 che _terr.ete nelle mura domestiche sarà apprezzata per quelli -fra voi che potranno essere riammessi nel l'Accademia.

Quelli che vi saranno ammessi in età · mii,nore ., sa11annc.i arruolati tosto che compiano il 17° anno. Art. 4° Gli allievi attuali dell'Accademia vi potranno. essere riammessi dopo il suo riordinamento1 dietro dimauda dei l'oro parenti, ed in seguito ad avviso fa;vorevole di unai commissione incaricata di esaminare la loro condotta scolastica e discipliµare durante il tempo che fecero parte· dello• stabilimento,, e con che si sottopongano agli obblighi accennati a1 precedea-te articolo 3° Art. 5° Sarà provveduto affiochè il corso degli studi. degli allievi soltoteneuti non venga interrotto , sempre quand'-0 però veI?,ga a risultare che non ebbero parte nei, fatti. che qiedero luogo all'attuale disp• ,sizione. · jut. 6° Il personale di governo, religios©, inseg_o aate, sanitario ed amministrativo della mjlitare Acoa,demia. s'intenderà ' conservato in servizio effettivo , salvi quei provYedim.enti. i,n dividuali che saranno ravvisati opportuni .. Il Ministro della guerra è incaricato dell'esecuzione del pre• · sente decreto che verrà registrato al Controllo· generale.

Il Ministro:

II.

ALFONSO \,A M~RMORA.

. V~st~ I~ deliberazione in data 24 corrente mese del consiglio dt d1sc1phna della regia militare Accademia istituito a mente del regio decreto 3 maggio 1857; Visto il parere del congresso consultivo. permanente della guerra in data delli 25 corrente · Sulla proposta del nostro Mi~istro segretario di stato per gli affari della guerra; Abbiamo ordinato ed ordiniamo quanto 'segue: • -Art. J.0 Là regia: militare Accad.e mia sarà sciolta secondo quelle norme che ·a tal fine verranno stabilite dal nostro Ministro della guerra. : Art. 2° Essa 'Sal'à ricostituita nel più breve termine possib1{e secondo un . nuovo regolamento. · · A~t. 3° Gli allievi che saranno quindi ammessi nell'Accade~ua ·.dopo aver compiuto il 17° anno di età, saranno arruolati secondo le norme stabilite dalla legge sul roolutamento.

.

Firmato : VITTORIO EMANUELE.

• Contrassegnato:

ALFON!lo LA MARMORA .

III l\EGIA l<IIJ,IT.ARE ACCADEMr.t

Lettera circolare ai parenti degli allievi. Torino, 26' fel)braio 18~8.

fllustrissimo Signore, . Come la, discii)llima è il. priacipal nerbo- degli. eser.citi , cos\ l'ubbidienza degli inferiori verso i superiori è il pri.mo doveni, d~ chi a bbrac.cia. lo stato m~litar.e.. In ciò appunto si distinguono, dagli. al-tri · stabilimenti: d:educazione. gli istituti. militari, che assiduamente atiendoIDo ad impr.imere nei: giov.an-i allievi tutti i p.rincipii e le abitudini della disciplina,. e segnatamente quella, cieca, obbedienza . che . dovranno praticare un giorno fra le file del1'esercik>- ond'esser degni di occuparvi i gradi a cui sono chiaraati.


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ì>USCRLLAN!lt. .

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711Di1P-entichi, <lirg,uesti, prineipìi, gliJa•Uie;widella ì;1Ìlitar.e Ac• cademia trascorsero nei passati giorai -a,i gr?,vìssime disobbedienze verso ordini del. rispettivo .comanda nte·c dello stesso· Minis_tro. Qf!esti séandàli .troppo r-ipugnàno ,~11,lle leggi • :della_ ca,rnera .militare perchè •si • possano tollerare :in un istituto iJ1 m1htai:c educazione;, ed il sig, -Ministro -fm .dov'utn, con suo infinito ramm~rico,·~assegll'al'e :a-, S.·: M. .uri dec11GtQ cli soiogìimeuto di ,queslt:1 stessa•,R ti diilita:rw,Accade,m ia•f nella quale egli,.pure · era stato educato e si -era informato ai principii di o6 ni maniera di mi,lit!:!,r disciplina. , . ·,. IJ -Re, \ffi~ll'appro.vare l.~· prop_gsta del sig; l\lfanistro, provrnle ,pure'.r per ••assicu-rare .ravv,mire· di un nuovo i:;tituto milita.re , riordinandolo· sulle basi di una severa disciplina, conformemente anche,;a;, quanfo ~i -pi:aùca •µei· collegi,-nlihtari , ·di-, altri, Stati , e volle ad un ·tep'lpo . aver .riguardo. a qnegli a.llieyi. la :cui colpa nòn, .può·••à.scri,v ersi~che ai.: .càtttvi. ccinsigii ed all~ istigazioni lli pochi traviati compagni, . e recar.o · un conf91to alle famiglie che avevano in essi,ri,posto.Je lorò, più care speranze. S. IVLperrnette adunque ·d1e i- giovani; la cui precederite condotta:possa meri• ta~e .-si-mile j n9u]gBnza, -siano riamm.essi nello stabilimento m{~va~ente .tiodinato, do~·e, rnercè i nuovi ordinamenti, si ha fiduèi~· 'chi còtrispou:deranno alle cure e' aile ·speranze dei loro parentÌ'_ e del· Governo, Non dubita pertanto il sottoscritto che i parenti s1 persuaderanno della necessità di_questa radica~e riforma, e loderann,, l'opportunità delle · prése dctorminazioni. I ' giovani e:x';allié,,ì del1a Ri M. Accademia verranno con• segnati· ai . risptttiyi gonito~i, od · alle persone_ delegate a rnppresentarli, inediàn'te dimanda C;he ne , faran_n o . ftrn,rn'.1dos1 S!.' ·apposito quad_erno, che a tal fine si tiono al parlatono o po'·. : feria, O' 'mediante ugùa.1 firma per ricevut~·•de!Yall1evo a.: scal'iC\' déllò stà:biliinèntb, · · "· ' .: ,, · ,., ·1 giovani ora detti rientrano per tal modo sòtto l'assoh1t:, auÌÒrìt&:-&iì: ·idro 'genitori, a cui:- si appartiene far, loro sentiru Li giustit\a ' del rriètitatò•:castigo, e ìa ·bònfa del Rf, nel ria.mnrnt· •fere ,colorò, che;' per"'' C:ondotta antecedente; si dimbstra.ron'o JM· 4i'te-voli' 'd i "riguar~o, e ,ÌJhe • vorranno sotteporsi , a.lÌe" co?dizinni ''dèl' Ì:movo· regolamento ' . ', · ·.

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MISCELLANEA

;;~tt.èondotta: clie'"terraòùò' i giovani ' alle' c'à;èi1Jrl ·i a.ùf' pure ''t€'n'hta

in èonto dal Gov,Òrno ' nel consèntirne la riammessione' J •·q~ando i parenti vogliano riflettere che le pre~enti dete~r~i" \ra:1ioni non sono pei buoni che un ritardo, ché pur sarà. breve, 'li,;; ì corso dogli studi, il quale continue·rà ad essere il medesiniò, "·1à-vì-Ìmnò arcromen to per esigere dai loro figl f condotta ed a.p•~"i1'c'a'.zione ;lfo' 'studio fa.le da .por~i' in.' grì{do, ci.i ~où~in1Ì~re l!i1flntò prima ·senzct interruzionè if corso ·scolastico, :.ì . ' " .f, ,_>tlfkÈ ·pbièhè a mo spetta, per· ubb1die~a·_agli ordin,ì sup~r~?t i . , , '.i l·"tfisto ufficio' d1 màndar ad •effetto lo sèiogliine'nto di i ùel' ·y1JA,b"cademia, d'èifa qual~ 1ò pur ' mi glorio_<l'essere stato allì~:~', .. 1tlt vcwìian6 permettere i signori parenti che, ·: nena· ama're:-z'a 'J~,'~u~re iò • mi rivolcra. a ·coloro fra di es'si i quali nor1-sem. t} pre ebbo·r~ presente, c~me la vÉfra aff~ziòÌie vei-so \ figli riì~i ,. 'non va disgiunta d'l d?".ere d! un'opport:m~ _severità, e di_r -•· loro francamente clie essi h anrro la maggior parte della coll'a i,- dei giovani. 1o parlo a color? i quali~ pur sap_~ndo es~er ;vie-. . ·f~tb ' fra g\i allievi il denaro ' }nttavia ne s~1'.ln~tnistrimmo a coloro, i q uali, . facendo doma.rida perso:ò.alè dei_giovani · ·t;;1 quei ·g iorni nei <1uali il regolaménto ne ~ncede l'a~sefo:a • ' qòme premio · alla b:1ona nondotta ed all<? studi? .' permet_tevan~ ·~be , svestendo l'u)].iforme, di cui avrebbero dovuto comp1a.cers1, ' ,.~nda~sero o"'iÌ·ovac,arido in città . in abito borghese senza cons1• o .. · ' · gho ·, nè scorta. · . ~-..• S~bbene questi rimproveri si rivolgano a pochi fra ' i parenti ·Jea1i allievi , rni sarà conces~o tuttavia r1 uesto sfogo al dolore <Vn °eui è (; J111erso bwlì1io miÒ , 'conoscoùdo' ognùp:o qu?'nta fi. ;h•liale affezione io porti a quest9 stabiÌimento ; e quale irite• . ..o . . . . .t'essé io . nutra per j suoi allievi. .. "' 0

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1t Comandante generale p.ro'.IJv·isonio l.

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-PETTlNENGO .

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GL'ITALIANI NELLA CAMPAGNA DI RUSSIA

Riproduciamo la seguente lett"'ra ,che il generale De-Laugier dirigeva da Firenze al sig. Thiers , in rettificazione di alcune erronee .asserzioni contenute nella Storia del Consowto e dell'Impero. L'intere:;,se che deve naturalmente destare io ogni italiano tutto quello che riguarda la -parte presa dalle truppe italiane nelle 'gloriose campagne dell'impero, e la stima giustamente meritata di cui gode il generale De-Laugier , giustificheranno abbastanza li\ riproduzione che noi facciamo.

LETTERA AL SIG. THIERS. ' Signorè; Permettete che ad un antico soldato di Napoleone, che ha letto con il più .gran piacere e con una vivissima ammirazione la vostra magnifica Storia del Consolato e dell' ImJ?e?'O, di off~irvi le sue sincere congratulazioni, o di sottomettervi al tempo medesimo alcune P,iu~te rettifìe~zioni. Io oso sperare che nella vmitra equità voi vorrete non solamente accettarle , ma servirvene pure per una nuova edizione del1'opera vostra.,· Unicuique. suum, ecco quello che -io vi, do maQdQ in nome dell'Italia e della storica verità. Nessuno fra i;ioi accagìona lo SP,Ìrito di partito o· l'egoismo nazionale, delle laculll~ o degli equivo.ci, contenuti nel vostro libro a detrimento della gloria militare italiana: sono mancanze commesse da lungo _t~mpo da scrittori invidiosi e mediocri, clìe 'hanno volu~o redigere, l'ìstoria mili.tare. Noi vi reputiamo ben · superiore a quest_e_ debol~f-~e-~ ~e. siamo convinti che piuttosto vi sono man?at1 t :~ezzt pe~ preo~er ':vgnizìone dei documenti ufficiali ~e~lt archlVI del ~1à, regno italico, ~ che per avere delle · nottzi~ su _ì,ti~i:o ·rapporto voi siete stato obbligato , vosiro ma.l~rado, cli consultar1:i"libri pregiudicati .e menzogneri. Noi 'siamo · dolenti che per uno di quelli azzardi della fortuna che ci pe'r• !leguita , voi abbiate ignorato che esistono nella bibliografia

MISCELLANEA , 2'05 . italiana tre opere militari· che avrebbero potùtò vivissìmamente sdhiarirvi sulle prodezze dei nostri soldat,i nel corso delle guerre dell'impero (1). l _ Seimila· duecento di' questi soldati esist'ono anéora ne.Ila sola Toscana, abbencliè queste gùerre a<bbia:no ces·s ate da: 43 anni,; e a'l giorità d'oggi si possono ancora val ti tare a• 70,000 i· vei terani· ita1'i'a ni die si assnciano al -mio· ·pensiero ,· e sperano · che· voi accoglierete la mia domanda ·,- nella:· lusinga ·di otte• ,, ·nere, prima di scender nella tomba , giu'stizia dà! più. grande storico' del nostro secolo: · ' Degnatevi leggere senza passione e come giudice. equo que• st'e' tre opere , e non dubito che voi stesso non sa1'ete conv-into degli errori e degli equi vòci in cui siete stato· indotto da no• · tizie fallaci che attribuivano a soldati e generali°francesi, fatti compiuti . da soldati e generali italiani·. Vi troverete pure ri documenti- che v-i sono mancati , ed- in conseguenza i mezzi di colmare le grandi lacune delle vostre narrazioni, di cui alcune sono , contro la vostra abitudine , dubbie e straordinariamente laconiche , -' mentre che a ltre si tacciono sopra fatti importantissimi per l'istoria , e gloriosi , per le armi italiane. · Io non pretendo segnalarvi in uria lettera tutte le lacune éhe , io ho ritrovato neWopera vostra , e che domanderebbero u u volume. Ma limitandomi alla campagna del 1812 in Russia , vi sèegl'ierò un saggio fra i primi appunti che mi cadranno sotto mano: del resto , la vostra coscieriza vi farà sUbito tro, vare i documenti m appoggio nell'e opere che vi ho indi .. cate (2).

. (l) Gli itali.ani in lspag.na, 3 l'Qlumi. con 11n grande ·atlante, Les Ita!iens en Russie , . 1'·. vohimi in ot.tavo Firenze 18~6- Stamperia . Battelli, del C Cesare IJailgier de Oellecour , aritieo capitano dei granatieri, attualmente luogote11, gc neralc in ritiro. Q.uest'opera è alla· sua•"·a e_jlizione. - Fasti e 1iicende dei popoli Italiani,, dal 1801 al 181.6, Firenze ,.. stamppria Battelli , 13: volumi , del' medesimo conte Laugier. (i) Net. XXVI bullettino (per limitarci a questo solo), dell'armata di Spagna,; Napoleone diccv?,: Le truppe del i,egno d'Italia -si !on coperte di glorin : la loro bella· con:d.o tta' ha sensiliilmcnle commosso il nostro .c uore. l veliti italiani son- altrettanto bu()ni cl";e bravi. Essi non hanno dato· luogo il reclamo alcuno ed hanno mostrato il più grande coraggio

Voi. 111. -

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206 , MISCELLANEA · Voi avete , errato, signore, credeJ?dO (volume XIV, pagina 246) che nella strada da Niemen a Mosc_a., e _nella ritirata da questa alla Vistola , gl 'Italiani fossero , o alleati dubbi o nemiei mascheratj di Napoleone e della Francia. Permettetemi di farvi osservare che, continuando la vostra storia,· vi troverete nella .necessità di smentire da voi questa asserzione, E non ignorerete .di fatto , che , nel 1814 , il solo alleato che in mezzo alla diserzione generale restasse fedele a Napoleope ed alla francia fu il regno italico. Di più , mentrechè la bandiera dai Gigli sventolava , dopo il 31 _marzo, a Parigi , e che le armi imperiali erano atterrate e calpestate, le armi e la bandiera che Napoleone aveva confidato all'armata italiana, proteggevano gloriosamente i nostri battàglioni ,.fino al mese di maggio , simbolo e prova luminosa della fermezza e della fedeltà dell'armata italiana verso _Napoleone e la Francia. (1). Altra asserzione anche meno esatta : La divisione· italiana Pino, che da 11,000 uomini era _caduta a 5,000. Dopo i Romani , i popoli italiani non avevano più guerreggiato in Ispagn,a. Dopq i .Ron:iani nessuna epoca è stata così gloriosa per le armate italiane. L'armata del regno d'Italia conta già 80,000 soldati, e buçmi soldati. Questa è gara07,ia che questo bel paese non sarà più il t.eatro della guerra. (1) In ogni guerra sostenuta sotto l'impero dagli Italiani allenti del Francesi, essi ricevevano sempre sia dalla Spagna, 1808-1814, sia. dall'Austria 1809 , sia _dalla Russia 1812, sia dall'Inghilterra 18:14, e perfino da l\lurat re di Napoli, 1814, incessanti esortazioni ad abbanrlona,·c Napoleone la Frància. Ma quale è -il sold~to italiano -che si sia lasciato sedurre?. .. E 'siccome queste astute esortazioni erano prcss' a poco concepite nello stesso tenore , noi ci limiteremo, per citare un fatto; a dare il ri~unto ciel proclama spagnuolo : " Ascoltate , o Italiani , la voce d'una nazione con la quale siete stati altra volta intimamente unili. Rammentatevi quei giorni gloriosi in cui i vessilli eJ i soldati òclla vostra e della nostra nazione , ·c onfusi in una sola armàl? , domavano l'orgoglio della Franci:r s1ille ril'C elci Garigliano e nelle pianure della Piav~. Risvegliatevi , cd impiegando a scopo migliore il vostro valore , insegnate ai vostri oppressori a ri spettarvi. vostra 1~nione con noi 1può procurarvi la libertà e fare di voi il baluardo dell'Europa contro il suo· tiranno "· Ma gli ttaliani , diéhiaraJi nemici dello -spergiuro e confidando ormai nel genio del gran capitano da essi amato, speravàno cd attendevano da lui solo la rc"urrczionc ben · meritata della loro patria , resurrezione ch'egli a vcvn ncominciata collaJormazionc del regno d'Italia.

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La

l!ISCM.LAN.U 207 Io ho presso di me il piano delle posizioni (vòl. XVI, p11g. 162) occupate a quell'epoca dalla Guardia Reale e dalla divisione Pino. Il passaggio imprevisto dal calore soffocante del giorno , al freddo gelato delle notti , le lunghe e non ibter-rotte marcie, il miele, le frùtta, il pan di segale, . le fatich13 -straordinarie , produssero la dissent~ria e la fame, ma queste disgrazie non · hanno diminuito i nòstri battaglioni nella pro• porzione che vi si è fatta credere. E per provarvelo, vi dirò che _vi furono delle compagnie , fra. le altre quelle dei capitani Fe~retti dei Veliti, e De Leonardes del 3° leggero, che giunsero a Mosca così in numero come quando eran partite da Milano. Ma veniamo ad un altro fatto speciale. Io , che dalle alture della collina ove , in faccia al ridotto di Seroenowskoi era stata piantata la batteria detta Anthouhard o degli -Italiani, aveva potuto vedere a mio bell'agio per due ore quello che si passava la mattina del 7 settembre sul vasto campo di battaglia di Vorodino : io ho quasi creduto, leggendo la vostra pittoresca descrizione di questa memorabile giornata, che voi foste stato con me , e con me aveste divise le diverse impressioni di quei momenti solenni. La vostra magica parola · mi ha trasportato un'altra volta dinanzi a questo sublime panorama , e mi sono sentito penetrato a vicenda di gioia e di dolore : ma la mia illusione ha cessato appena che voi avete cominciato a descriverè i movimenti dell'armata d'Italia. Nell'esaltazione dell'entusiasmo e dell'ammirazione io ho veduta la divisione Mornand marciare nel più grand'ordine ed al passo all'assalto del ridotto di Senienowskoi. .La ~1itraglia rompeva orribilmente le sue intrepide linee : ma 1 suoi soldati si serrano sotto le loro rispettive bàndiere, ed avanzando sempre a dispetto della morte, coronavano la _vetta della collina , attaccavano ed occupavano il ridotto. Lo sb1gott1mento e la collera presero il posto della mia ammiraziona , quando io vidi rhe questa coraggiosa rlivisione non si radunava all'istante, e che .masse di Russi venivano dalla loro seconda linea , per toglierle la di lei conquista. E di fatto, poco tempo appr~s~, schiacciata dal numero , mutilata , decimata essa s1 rifugiò m furia nel villaggio di Vorodino. Udendo allora i tamburi della


lliSCELLANEA

~08 e

MISCELLANJ!A.

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Guardia Reale battere in . rhirata , .col ~more spezzalo .. io mi ,.,_;ff.rettai' di scend~re per riunirmi , alla Guardia a piedi della •ceillina.• Destinata per riprenàere il ridotto ,· la Guardia traversa là : Kulo.cza·, e si· schiera in battaglia ' col . fiume alle_spalle e .,. S.emenowsk,oi davanti. Le :ineguaglianze del terre.no e le bo. scaglie · ci: i-mpedivario• di vedere il ridotto , ma le bombe . e le · palle piovev-ano .so.pra di. noi. • Soldati qe\la Guardia _Reale, . gt1idò il vice-re, la gloria di occ.u pare ques_to punto es~enz1a1e del caµ_1p1x di battaglia è. a voi riservata l Seguitemt ,. io _.vi _da rò l'esempio I•· Le grida fragorose di viva l'Italia, viva l'imperato~e rispondevano ~ell'effetto di questa corta al\ocuzione. L~·Gu~Td1a • si ·erà: già schierata -in colonna sulla diritta, .e le due pnme hnee .. • soJfrivano· 1:1,llo.•'scòperto -il fuoco del ridotto._'l'ut(a un tratto due . ,a•ì:ùta1,ti:di can:ipo- arrivano uu-0 dopo l'altro al' galoppo, ansanti , -~fo.rmal'lo il vice--re che la . nostra si nistra è mina~ciata, e che · , Ul'l. ·immeµso corpo di cavalleria ci- attacca alle spalle. .Il prin ·-cipe --sospende , i1nm~iatamente il movim~nto già comi_nciato , coma;1;iQ:a· 0ue"d'ietrq fronte aHa colonna , e . avendo ordrnato al s no,, capo di·:,- stato • maggiore Teodor9 Lecchi di seguirlo 1 si -~lanci·a ..~v-e il per-icolt;i era imminente. ,liSi'-.ripassa la Kulqcza =, si eone in colonna,s~r~_a ta sulle _trac~ ·• cie:del· vice-re ,.:-si ar-riva. in faccia . della numerosa cavaUeria •d1 Uva r~ff E:l. di Pl,a,toff, qhe minacciava il parco di. riserva e la batte~ia• degli Italì~ni. Il. 9° leggero, . il 92° e 1'84° ai linea fµrmano . un quadrato intorno al vice-r~., e si sl~ncia~o furiosi co.nfro. i H,00.0. carva lieri. russi, e li_s_b aragliano. _Tutte_ queste · operazioni furo,no compi~e dalla Gnardia Reale ·n aliana_in meno , . ,: ai·. mezz'ora,. , . . .. . . . , •., Veri- • -signore, ,npn _una parola impiegate per ricordare cos'1 :·.importante ayvenimento, Jorse percbè vi _E:ira _ignoto, _e .dopo aver • niaestrevolmente· indicata • la potente . div ersiorìe . nemiça, re tro:ncàte ad un . tratto i_l- raccçmto , -dicendo: .• cl1!3 dopo 1;tv!'}re · -quei quatto,rdici mila çavall-i . inu tilmente vo)tt•g-giato attorno ; alF8•>;: · reggimenfo -croato -, si ,,ri),irarimo dispera,IJdo :.ottenerne • . alcun risultato L.? •. (V. vol. 4 , li-b. XLlV). Io vo pers1,1a~o. che .-., rné~tre talconèl~siooe vi uscivi); dall{l,_, penna, . vpi _:,<?~ed~vate · -iappena·:a\la s ua esattez:i:tV, ma ,--n.on conoscendo la :;verità , vi fu forza 0ffenderla, onde in qualche modo uscir d'imbarazzo.

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La Guardia Reale , ormai destinata a cuoprire il fianco e le spalle dell'esercito·,. non si mosse più, durante• la, !:>attagliài, dall'importante sua posizione, Quindi , .il vice-re . si prevalse dei reggimenti 9, 17, 21 e 35, perchè più prossimi al. luogo,. onde assalire il più volte nominato ridotto. E lo assalirono , . c9me vpi dite, e lo-preserÒ. Ma non aggiungete che il 9 ,e 35 ~ · i quali in ·que.st'assalto furono i primi a penetr~r nel ridotro ; -. per'la sinistra dell'op13ra, erano condotti e regolati dal•-maggiore · Cosimo Del Fante , toscano , che egli preservò dal furore · àei soldati la vita· del russo -generale Likaczew, ricE)vend0ne· ,. come prigioniero , momentaneamente la. spàda , e .fina:lmènt~ ,·:. che. il principe- Eugenio, penetrato es.so pure nel.lo- stesso Ndotto., promosse tosto il Del Faute al grado di àiutante co~nd_a-nte, grado a!lora jntermedio tra: -colonaèllo · e -~-enerale d-1<br-1~~ta. _ Nelle:" pochissime, ma -per noi consolanti: parole •-da y01 im• piegate per cfescrivere I{!, battaglia del 25-·ottebi:e -HH2., in,ì\falojaroflawétz , rende~i dÌ' nuovo in v0i --ma-nifesta 1:assòluta man- ·: canza di documenti officiali italiani. - Essendo riuscita detta battaglia, a giudizio degJ:intenden-ti-, la più terr-ibile e brillante della campagna,- avèa, d'uopo per voi della cognizione di-_ molti suoi particolari; i quali, descrittì colla .vqstra :èonsueta-:m aestrìa ; ·' av-rebbero inspi.Pato ne'vostri lettori ,,peP le armi,· -italiane disci- . plinate e istruitè; quella ammirazione che era dèbito di giustìzia il tributar loro in · questoj come in- molti altri gloriosi -incontri. , Per ugual conseguenza , poco o- punto pada~e ·d egli italiani ,. il 4 novembre, nella-battaglia di Viaszma. Eppure•; -il quarto•corpo era irt quel giorno tuttavia c_omposto di tredici · mìla uomini , e quindi più numeroso di quelli di Davoust e dl -Ney. I<'u desso solo, .che liberò Davoust circuito dai russi 1 · retvocedendo al suu incontro. -- , Fu unicamente la -divisione ·Pino che assalì e respinse le folte colonne• di Miloraàow-itch·, e poèd · mancò che s'impadronisse della di-lui principal batteria; ~ ,Ifiniiiament0 alla vittoria fu opera del <]_uarfo'. corpo;' e-' sappi,àt-e· unà · vòlta-per sempre, che sebbéne i reggimenti :di èsst1:avessar : q~ad-ri" e numero~fran:cesi·, i soldati erano_quasi tutti :,taHani, · gia'cchè i dipartimenti dell'italia incorporati all'impero ; :versa-· vano .per -maggior comodo e prontezza ; d-a •più anni, i rispet~ tivi contingenti annuali nei reggimenti suddetti. .

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210 MISCELLANEA 1 In Dorogobugie staccassi l'armata d'Italia dal grànd'esercito. --- L'importanza delle sue terribili e faticose operazioni, l'ordine e la disciplina che seppe conservare fino a Smolensko, cioè fintantochè non tornò ad imbrancarsi coi residui del grand'esercito, gli ostacoli innumerevoli oppostigli dalle aspre vie, dagli elementi, eran pagine degne di più ampia ricordanza. - Il fu. nesto passaggio del Woop, prologo a ·quello del Beresina; l'eroismo del generale Pino, sebben ferito, e di tutta la Guardia Reale, nel dar agli altri l'esempio del tuffarsi fino alle spalle nelle gelidissime acque, traversarle sotto il fuoco nemico, assalirlo rabbiosamente e fugarlo, ,era il tutto degno di voi il rammentare col dovuto encomio. Nel fatto del 16 novembre, a Krasnoie, dimenticaste pure far motto della -Guardia Reale, quantunque attrice principale in quell~ tragica scena! - Della divisione Pino, perchè l'ignoravate, taceste l'oprar generoso. - In fretta, per non più dilungarmi, ne farò breve cenno. La Guardia Reale, tuttavia numerosa di circa 25,000 uomini, formava il centro della nostra linea di battaglia, di fronte ai russi di Miloradowitch, postati entro al bosco e dietro al botro di Sosmina, stando distesi, e, come suol dirsi, a cavallo della strada maestra che ci abbarravano. I loro cannoni fulminavan noi, totalmenté allo scoperto. La divisjo'ne Pino era alle n9stre spalle in riserva. - Quando la divisione Broussier, situata alla nostra sinistra, fu sbaragliata dalle soverchiatissime forze ne: mich'l, i ·dragoni di K'argenpol é di Mosca piombarono, seguiti dal corpo d'Uwaroff, sopra la Guardia Reale. Col fuoco di fila e le •baionette spianate, la guardia rintuzzò con eroica fermezza queL nembo feroce, e talmente lo maltrattò, che, alla rinfusa, corse a ripararsi nel bosco, n~ più comparve. Vani 1·iusciti, lungo la via maestra, gli attacchi dei marinari e dei pontonieri della Guardia Reale, guidati dal., prode Guilleminot: inutili quelli· della divisione Delzons per aprirci un passaggio, volle il vice-re ritentarne la prova con uffiziali e soldati d'ogni reggimento, offertisi volontariamente. - Ebbe di tutti questi · il comando 'il Del Fante. Due cannoni della .Guardia il seguirono. Inaudite prove d'eroismo , i detti prodi in tal incontro ope-

MlSCELLANEA 211 rll-rono, delle quali gli stessi russi , in ogni lor scritto altainènte fecer encomi-i. Malaugurati sacrifizi , imperocchè era materialm~nte i~possibile che quel pugno d'atleti costringesse a ripiegar un e~erc1tol - Ferito mortalmente dà due colpi ·di fuoco il Del Fante; uccisi o feriti ·la maggior parte dei suoi segu~ci: trucidati per eroica ostinazione, dalla cavalleria, intorno ai loro pezzi i cannonieri della guardia, i pochi volontari residuati, presso che tutti sanguinosi, raggiunsero · a stento i, rispettivi corpi. · L'uffiziale polacco di cui parlate, senza indicame il nome, il quale nella sapiente ritirata notturna del vice-re, per Krasnoie, ingannò i posti russi scontrati per via, era il colonnello Klisky. - Precedente il quarto éorpo, io lo scortavo con un picchetto di scelti veliti, cui teneva dietro il romagnolo sergente Cortaldi con tutti i tamburi della Guardia Reale, formante la testa della colonna. - Ls istruzioni datemi verbalmente dal principe, consistevano: • Che , ove seria opposizione incontrassimo, facessi tosto batter la carica da tutti i tamhqri, e ci gettassimo allo . sbaraglio addos~o all'inimico, aggressione in;imediatamente imitata dal rimanente dell' esercitq • . Mercè l'avvenuta riunione in Sr~olensko degli uomini usciti dagli ospedali, di molti sbrancati, e di un battaglione del 3° _leggero proveniente da '\Vilma, il quale, il 14, erasi coperto di gloria sulla via di Smolensko, a Krasnoie, sotto gli sguardi dèll'imperatore (fatto che non rammentate) (Vedasi gli· italiani in Russia) , il quarto corpo ascendeva il 16 novembre ad oltre sei mila uomim. In Orsztt si trovò ridbtto a quattro mila. In discolpa di Napoleone e del viqe-re, non che per far eco a quanto dite intorno al passaggio delìa Bere~na, reputo opportuno narrare il seguente aneddoto. - Alle nove della. sera ·del 27 novembre, era riuscito al vfre-re, mediante infinité pròvvidenze e fatiche, di condurre sul ponte della · Beresina lé 't>iéèc:ile sue tre divisioni. - Per dar maggior cam1)0 agl'irnprevidenti•ed ai pigri di seco !oro riunirsi , dovean esse partir dal can:Ìpo, e seguirsi coll'intervallo di mezz'ora l'una dall'altra. - Traversato il ponte colla Guardia Reale per prima, volgesi il principe ·al generale Teodoro Lecchi , e a lui dice: « Lasci qui l'aiutante maggiore Laugier, per indicare alle altre tre mie divisioni la vìa che noi seguiamo verso la casa bruciata, costeggiando il fiume a sinistra,


21,2 MISCELLANEA vQ)gendo -poi per la prima strada alla destra • . - Per oltre un'ora, solo mi stetti sul desei:to ponte , il quale così forse rimase fino all'alba, spazio di tempo anche soverchio per conceder agio di traversarlo all'intero . esercito, qualora tutti i nui;nerosi sbrancati avessero imitato quei prodi, che, in mezzo a indicibili strazi, sempre fidi alla bandiera e· al dovere , non er,aµs.i dai ,re::\p~ttivi .corpi giammai distaccati. . Chi fu mai, illustre signore, que! tristo il quale osò som mini~trarvi il b1!giardo ràcconto del fatto accaduto in Pleszcenice, -la .mattina del 29 novembre? (Volume quarto). Protago:i;1ista, attori, accaduto, tutto per esse.re vero, è necessario variare. ~ Eccovelo nella sua integrità, scritto d1 proprio ca.rattere dal generale Pino, e avvalorato dalle firme di varii distinti uffiziali , testimonii oculari. • Fino dal giorno 28 novembre, volendo l'amipiraglio. Tchitchagoff utilizzare porzione della sua numerosa cavalleria, aveva spedito il generale Lanskoy con venti squadroni regolari ed un reggimento cosacco, ad oltrepassare il nostro sventurato esercito, · onde chiudergli affatto ogni via di scampo. • Nella mattina del 29, èirca il mezzo giorno, ed ,assai prima dell' arrivo in Peszenice delle reliquie dell'armata d'Italia, vi penetrò inopinatamente Lanskoy. - Posto a soqquadro il paese, fatta wan bassa sopra ~l' infeli~i .sbrancati , impadronitosi del generale polacco Kaminsky e di alcuni forieri perv.enuti in quel luogo .onde pre_pl\rare alloggi allo stato maggiore generale ,del principe Eugenio, alla testa della sua cavalleria, si presentò jn batt~lia ;(}i fronte .alla ,casa di un ebreo. Un cancello di' ferro ne ,phiude.va l'in~esso,, .c"ustodito .da .due sentinelle, ambedue carab,i_nier~ de.I 3s> r\eggero italiano. . di ,geqera,l13-Pi,110, accqmpa.gnato dai .generali D'Antho,vard, Ftl_n tana :e d altri ,generali •e uffiziali ._l)gu,almente feriti, f.ra i qua:1i .il :coJonnello Varese, .i capitani aiutanti di can;i_po Fontana, Migliorini ecc., eranvi giunti pochi momenti inr;ianzi, e si erano a,lloggiatì in questa casa ..' • Dieci' carabinieri dèi .terzo leggero~ italiano, comand.a(i dal tenente Catilinich ; for.mavano, fino da Malojavoslawetz, la scorta e guardia dei lor generali feriti in quella battaglia. • Visti d~le due sentinelle al cancello com.p.a,rire i ,i:µssi

, IUSCELLANBA 21~ . squad,ro:i;1i , gridai+o aJl'arme, fan fuoc,1, uccidoqo . ùn...ca-valie.Fe · nemico, ed altri ,feriscono. Accorsi gli altri carà'binieri ·; - postài:is~ - risoluti dietro al. cancello. - L anskoy, supponendo r,ss_er-vi llU· merosa truppa in paese, p~r un momento .ritirarsi1 ·: • Il maresciallo Ou.dinot ,. tormentato .~a fr0$ca ferita. in petto, . tro, andosi co' proprii aiutanti in .J},l tra ,casa poèo discosta da quella degl'.italiani , in essa ,perca ricover?, e quivi pure frettolosi concorrono quanti sbandati d'.ogni arma. e,µàzi?~èson9 .i11 paese. . .. , ,. .. Acco,lìtosi fratta~to Lan~koy _i;ion a_ver chEl fare ~e. no~ fOD pochi uomini difendenti un max:_esc~a)lo di_Fr;m.cia ~ più gene• rali, torna nuovamente a schierarsi dinnanzi all'.illloggiò .di Pin9,: . .. ':i . -· intimando resa o este.rmi~io. . :.. . . . .. • Questi, fatto coricare il mar~ciallo , Oud~not s~l ipiglior . mucc4io di paglia, lo acc~Ì't~ che ~nzi . di lasci~J9 cadere in_. poter del nemico, egli ed i suoi pochi italiapi ,sar~b9er .ID?rtf - Recatosi quindi' d1ti suoi, dieci carabinieri, i\);ibi~ce lqro ,di far fuoco senza suo ordine: a tutti gli alt~i· itnpqne, suoi osp.Ì,t,i, rigoroso silenzio. ,. . • Lanskoy prosegue frattanto nel minacciare fuoco, strage , ruina. Ma la vista attraverso al cancello del numeroso stuolo di sbandati riuniti nel cortile, ed~il profondo 'silenzio che nell'interno della casa conservasi , lo _rende titubante. - Finalmente ordina si abbatta il ~arìcello. - Quanti però ad essi si accostano e tanti ricevon la morte dagl' impassibili e tar,iturni carabinieri. • Furibondo, Lanskoy non sa ad ·altro mezzo ricorrere che ritirarsi sulle piccole alture dominanti il naes.e 1 e di. co}3fsù scagliar colpi dei suoi piccoli cannoni contro quella c3:sa di legno, per lui diventata un forte inespugnabile. - Varie schegge di travi o legnami spezzati dalle palle, ferirono il maresciallo Oudinot, il generale Pino ed altri. - Lanskoy ebbe dieci morti e ventun feriti , non che un prigioniero, presentato più tardi al vice-re dal capitano aiutante di campo Migliorini. - Comparsa finalmente, sul far della sera, la Gu.ardia Reale italiana, e quindi i pochi residui dell'armata d'Halia, col vice-re, Lariskoy disparve. · , Altamente encomiò _e ringraziò, il marel?ciallo Oudinot, il


214 MISCELLANEA generale Pi~o e i dieci carabinieri, quindi si pose in cammino per proseguire celeramente alla volta del Niemen. Ellà vede dunque, egregio signor Thiers, quanto divario corra dalla sua alla precipitata narrazione. - Così di altre, perchè ab uno ·disce omnes, posso, per documenti impugnabili, ardi, tamente asserire (Vedansi le tre citate opere). Oso lusingarmi eh' ella sar.à abbastanza generoso per compatire la mia arditezza, mercè la giustizia e la santità dello scopo. Le occasioni d'acquistar gloria mi]itare, disgraziatamente per noi Italiani furono rare. Sopravvenute, avidi le afferrammo onde provare - • Che l' antico valore negl' italici cor non è ancor spento I» - Copioso sangue, strenue fatiche e sudori pro<ligamrno per illustrare la patria. - È egli giusto che la ,storia le taccia, e non solo le taccia, ma per involontario abbaglio di farnigerat~ scrittore, ne sia il merito attribuito ad altri"/ -

OPERAZIONI MILITARI NEL CAUCASO

• Unicuique suum I • Degnisi, illustre signore, onorarmi di sua indulgenza, conceder dritto ai nostri reclami, e accordarmi il pregio di rassegnarmi Di V. S.

Deivoto' servo e ammirato.re CoNT& CESARE LAUGIER DE BELLECOUR TENENTE GENERALE IN RlTIRO

Firenze, 5 ottobre · 1857.

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li giornale il Caucaso pubblica le seguenti notizie sulle ope. razioni militari dei corpi d'armata del 'fianco destro , del Maikop, d' Adagoum e del paese caspiano. .. Dal fianco destro. - Il luogotenente generale Kozlovsku, avendo nei primi giorni di novembre appreso che ~aomettoAmine concentrava numerose forze viuino alla riviera Kourdjips, coll'intenzione di interrompere i lavori del corp~ d'eser'. citn di Maikop e di attaccare la linea della Laba , risolse d1 prendere l'iniziativa e di prevenire l'attacco fac~ndo ~~ irruzione nelle montagne, penetrando nel Kuban, la Belaia e la Laba. Ordinò a questo intento al generale maggiore Jagodine di porsi alla testa d'un distaccamento del corpo d'esercito_ · di Maikop; al generale maggiore Voinitskii, comandant~ _la linea militare della Laba, ed al luogotenente generale Ph1hpson d1 prendere le necessarie misure per agire di concerto al momento assegnato. · · . Il generale maggiore Jagodine lasciò Maikop nella notte del 15 venendo al 16 novembre, si· diresse alla volta del fort~ Belorekheuskoi, ove prese un rinforzo di truppe. I Russi traversarono la riviera Belaia senza scontrare l'inimico, e nella notte del 17 al 18 novembre si diressero verso it villaggio Teter-Hable, situato sulla riva sinistra del Pehic~e. . . Le difficoltà del terreno nelle vicinanze di questa nv1era · rallentarono di molto la marcia delle truppe russe. Ciò non ostante, non fu che dopo aver guadagnata la riva destra del Pehiche che i Russi furono scoperti dall'inimico, che tirò qualche fucilata inoffensiva dai suoi trincieramenti adossati al villaggio Teter-Hable. Le truppe del generale Jagodine si ac-


216 MISCELLANEA campa_roI10 sul!!!, riva_destra, e dal _18 al 22 novembre dei distacéamenti 'fu;ono ' di ~ontin~~ . ~pedi per turno ' sulla riva sinistra .per tagliare i boschi e distruggere i _villaggi. · Nel corso di queste quattro giornate i Russi distrussero cinque villaggi , i più ricchi del paese , e fecero un bottino cpnsiderevole. I montagnari, divisi ed indeboliti dalle guer~e intestine , lasciarono i villaggi con precipitazione e abbandonarono il villaggio Teter-Hable, senza ave:r avuto il tempo di nuna esportare. Una buona e bella strada militare, che facilita le_cqmunicazioni col paese ostile dei Bjedoukhs, è un altro ris,ultato· di. questa oprrazione offensiva. Il - 23 novembre le truppe russe cominciarono iI loro movimento ,.r_e trograd.o. I montagnardi , ai quali si érano cono-iunte le "fo;rze di l\!ao~etto-Amine ·, tentarono parecchi attacchi ~ontro la retrogiut~dta , · ma furono ·respinti con -loro perdita.· !Il 24 novembre la colonna russa prese ·-riposo nel forte· ·di Beloretchensk~i e l'indomani fu di ritorno a ~faikop. Durante questo intervàl_lo , i~ g~ìièrale maggiore Voù1jtskii traversava di buon mattino ~il._18 novembre la riviera la Laba e continuò la sua marcia verso la riviera le ·'Psefyr. Le truppe russe piantarono il loro c!l,mJ?o sulle _rive del Ekeftsako e cominciarono ad a·battere i: bos6hi onde_prii.ticar'vi' dei facili cammini:- Il 22 i montag1;1ardi : _vèdendo che molti distaccamenti sortivano d_al campò per a~4are a lavorare alle _strade militari , credettero poter · sorprerul:ere le truppè che stavano a ,guardia dell'accampamento e le attaccaròno. I R'u~si fecero una vigorosa -~drtita e si slan: cia1;ono sui loro aggressori. ·

ii·

I-montagnardi furono respinti ed inseguiti. La loro perdita fu_ as:,ai,grave; come si ' è potuto rilevàre· dal numero dei morti che )asciarono sul terreno. · J?inqomanì,le trupr:e russe rìtorttaron·o verso la LaM , senza . essere . inseguite. Par.occhìò stràd~ apertè ·nelle fore;te , -. più di l/5 }pila ~upchi di fieno bruciati ·; tali' Jurçmo i 'risultati di , q iie.5tiJ'. 'spedizione: . 11fal. -suo canto ii colonnello Borsikoff· al'la testa· di dire b~t" tag,li<>ni d'in~antefia e d1 un_ forte distàc'càrilento di- C'osàcchi , tràvei:sò il l ~ n'overnbre il · Kuban e nel corrente dè-ila settimana, j:>11r,tìte da qu~l 'gi~tno ; .fece qiÌàttro successi-ve irru;

a

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MISCELLANEA

217

"•-zioni sopra differenti punti del pae~è .dei ,Bjeduk~_, _n ascondendo , _. ( _suoi movimenti dietro i n1;1meròsi :ed alfi gi."unéhi ,della riva "'j inistra del Kuban; egli distrusse ~ntieramentè tni' vilfaggi con .'. tutt,e \e provvigioni di bi~de -e ,fieno, fece otto pri~ioriiéri e . toìse. à1l'inimico l!)'t~ capre e. 137 bestie bovine. . Dal-. :~fai~ègk, :...,.:. paJ 13" no-vmnbre -~ 1 13 d~cernbre il ' ~<1rIJO ,' ct'arm_atéj, di Mài:ko_p co~tii:mò i suòi)avori ·attorno alla nn:°v~ ' fortf'zza· nuove cosiruziòni ·rur-ono ·elèvate· , delle provv1g1om f~ron6 ii:ùmassate' , e I~ viciriaJze dellà: fortezza f~~onò intie• : . ~amente ~guernite dei .bosçhi che. le ingotilbrav-a:qo'. _-Maometto ,' Anline , frattenutò pèr qualche tempo , in seguito .àlle tre ___ op,erazionj simultanee dei tre distaccament"id1 cµi parlammo , _·' •~:ppary,~ ·di 'n~t~9 't ùtte le sue forze nella: gola di· K1;1rdjips. '.,, '-r. lavori coritìimardno non ostante ·senza . - .. . .ciò . . ~- . .iriterruziòhe'·,..., malgrado dei frequenti scontri. _ __, _ _- ___· Il 13 dicewbre i , lavori erano termimJ.ti , il forte di 'Maikop eretto , le cas;rm~ -costruite , i _111agai~é_lli _veÙov~g,l iati · _(3, una gran parte:,della foresta .della riv,a sinistr~ della Belà~à tàgliata. . Q uést'ultima ; operazion(3 fu ·ia più difficile ad. eseguirs} ,_ giac. _chè ì montàgnarùi attactàvàno 'è molestavano incessantemente ' :\ soldati ~he sorti~ano per tagliare le fot-eS!e , é degli Sc?ntri - sangui~òsi avev~no -freque~t-ernent~ _luogo. _ _ _ _- · ' __ ·. '., Iu un9 di questi scontri '. i il combattiIDento_fu è?s\ aéèanito che i ~ada~eri rimasti sul luogo erano lette,r~lrriente crivellati ,·, · da colpi di se1abola e qi baioneti.a.-.In un altro scontro la _mi~ traglia russa hà fatto una strage orribile ,di m~ntagnardr , 1 1 / quali rimasero talmente d,eIIlo~ali~za~i eh~) sospes~ro 'p'er 9;ualche '. tempo i loro_ con_tinui attacchi. ., - Dall'AaagÒum. - Il éoqi'o d'esercito d'AdligÒÌlm ~c?niinua da sua _parte i lavori di co~Jruzione del nuovo forte , non tra' ... lasciando ''.ttittavi~ .di fare -~elle ·rrequenfr escursioni ?~~tro i <,irrionlagllardi. __ . __ . ·__ . · · ,' . Il 9novembre il à?lònnello principe ·Chalikoff·,àila _t~sta d1 '·:• - ~·. battaglioni ·ai 'in fanteria , d1 due ·pelottoni di Cosa:ccb1 ·, · de11o t.·· _-sqùad;one dì cav:iJleria _.d' Ànapçi, ·e _di_'·16 -pez1.i d'artiglieria, fu _;,, '.spe~ito _pe~ tagliare la fores_ta ·che •cirçonda j'1·n,uovo forte. N~l _:;::: ~menti~- _cllè ~ì: Eis~gujva'_ questa. operàzibne·; il p_rii.iciye Chah. · k<rlf invia-va · frequenti distaccamenti · nell'interno del I'aese.

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218

MISCELLANEA

Questi distaccamenti distrussero 6 villaggi con 700 case e tutt~ le provvigioni dell'iqimico. Il 22 novembre il colonnello Babikh , capo dello stato maggiore del corpo d'esercito di Adagoum fece una ricognizione armata verso la sorgente della riviera dello stesso nome , con due colonne , l'una comandata dal principe Chalikoff in persona, l'altra dal luogotenente colonnello Gussaroff. La prima di queste· colonne penetrò nella folta fortsta che comincia alla distanza d'una lega dal campo, prese successivamente dieci t-rinciera.menti nemici e respinse una colonna nemica , che si era raccolta presso il ricco villaggio Nuazetuk, che fu distrutto da cima a fondo. In questo · intervallo , il luogotenente colonnello Gussaroff marciava verso il magnifico villaggio Agadoum. Questo villaggio sì estende una buona lega lungo il bordo della foresta. I montagnardi furono scacciati e tutto il villaggio distrutto. Gussaroff continuò la sua marcia fino alla riviera Chips , respinse l'inimico che tentava di stabilirvisi, gli tolse 175 bestie bo• vine e 125 montoni e ritornossene verso le rovine dell'incen~ diato villàggio d' Adagoum, ove scontrò il principe Chalikoff. Q 11esta doppia spedizione ebbe i più soddisfacenti risultati ; 400 case furono distrutte e grandi provvigioni in biade e foraggi vennero date alle fiamme. · , Il taglio della foresta continuò fino al 5 dicembre. Durante tutto questo tempo, frequenti escursioni furono intraprese da distaccamenti separati, e tutti i villaggi della riva sinistra del!' Adagoum (700 èase circa) vennero distrutte da cima a fondo. Nello spazio d'un mese il nemico perdette dunque 10 villaggi , circa 1300 case e delle immense provvigioni di · biade e fièno. Dal paese Caspiano. - Il 23 novembre Suleman-Uzbacha , capo miÌitare ùel villaggio Kaif, fece, alla testa ùi 150 uomini di cavalleria irregolare, una brillante spedizione contro i Mukarqui. 1000 capi di bestiame tolti all'inimico furono il risultato di questo ardito colpo di mano. I Mukarqui non mancarono di inseguire i cavalieri di Suleman-Uzbacha , -ma- presi di fianco da du~ pelottoni di cavalleria irregolare russa , posti in imboscata , i montagnardi dovettero desistere e ritirarsi malconci.

CRONACA MILITARE •

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FRANCtJ\. Un decreto del 30 gennaio scorso crea quadro dj -riserva pei commissari generali e per gl' ispe,llori in capo

della marina. Detti funzionari sono ammessi nel quadro di riserva all'età di 62 anni e riceveranno io iale posizione lo stipendio annuo di 6000 franchi. . Una decisione del miriislro della guerra fissa a 1soo' franchi la somm·a da pagarsi dai giovani compresi nel contingente della classe del 1857 che vorrebbero ottenere J'esonerazione del sf:'rvizio militare. Un'altra decisione ministeriale decide quanti segue: I ringaggiamenli di selle anni daranno dirillo: 1° A una somma di t 500 franchi, di cui 200 pagabili al- l'epoca del ringaggiamenlo o dell'incorporazione; 300 sia alla medesima epoca, sia durante il corso del servizio, secondo.il parere del consiglio di amministrazione del corpo; e ~ 000 franchi .alla liberazione definitiva del servizio. ✓ 2° A un soprassoldo di 1O centesimi al giorno. · Ogr.i r ingaggiamenlo al di sollo di 1,etle anni, darà dirilto, fino a •I t anni di servizio: 1" A una somma di 150 franchi per ogni ringaggiamenlo di nn anno, rii cui 25 franchi pagabili all'epoca del ringaggiarnenlo o dell'incorporazione; 25 franchi sia alla medesima epoca, sia durante il corso del servizio, sull'avviso del consiglio di amministrazione del corpo, e 100 franchi alla liberazione definitiva. 2° Al soprassoldo e.li 1 O centesimi al giorno. · Dopo 14- anni di servizio, il riassoldalo- non avrà più diritto che a uri soprassoldo giornaliero di 20 centesimi. Gli arruolamenti volontari dopo liberazione del servizio, che avranno luogo per parle di militari congedali da meno di un anno, godranno delle disposizioni qui sopra indicate. -Infine una terza decisi on.e del ministro prescrive che i mili-


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CRONACA MILITARE

tari in attivi~ !I~ sllrvizto, che vorraanq esgn~rarsi da esso, dovranno pag'até '350 ' franchi' per ogni :àilho che loro resta a fore per compiere ,a ferma prescritti! _dalla legge.

SUNTO DELLA GUERRA D'ORIENTE

I NGHILTERRA . S. M. ha determinato che d'ora in poi ogni reggimento di fanteria (guardia e linea), spedili alle Indie, s~réhbe composto nel mQdo segu-eale: . . .. \

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Dieci d/Ìmp~9nie Dt,e compagnie Totale 1

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'1338 220 '1 r~ggi~eoli -i~\ervizio in lngliillerra ·e nelle colonie saranno pure formali. di .dieci- compagnie. !lllive e due comp;1gnie di de·.posito;:,ma il loro effellivo sarà soltanto di 14 28 uomini. In caso di bisogno verrà formalo un' second~ battaglione in ·ogni reggimento. . - . , - . _ - ,--: ,L'..~tl'~lli~o_dell'Jsèrcilo .britannico · è _staio fissalo· pel 1858 -~ :22287i uomini., d! cÙ.i 1. l0135 pèl servizio dell'interno e 92739 _per le ,Indie orientali . -Il personale della Oolla , 1,>er lo stesso a.nl)o,; consiste di 59.8 80 uomini, cioè: ufficiali e marinai, U380; infantoria di ma-rina 15000. ...

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CAPITOLO X.

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Belga pel t 858 è stato

8760 cavalli.

T &GLI ANO

GAE'l'AMo

Gerente

wt1Siglio di guerra tenuto da f{oniiloff dentro Sebastopoli, dopo la battaglia d'Alma. - Forza dello difese marittùne del j1orto, · e stato di quelle terrestt·i a settentrione ed a mezzod¾. - Ritirata di MenscMkoff sopra Sebastopoli. - Mossa degli alleati verso il Katcha ed i{ Belbeck. - Loro movimento girante intorno Sebastopoli e marcia di ·Menschikoff verso Batclii-Serai: - Presa di Balaclava. - Prime ricognizioni ititorno Sebastopoli. - Morte del generale Saint-Arnaud. - Disposizioni cli '.bfenschikoff. - Considerazùm_i. - Tosto dopo la battaglia d'Alma, il pnnc,pe Menscbikolf, nell'annunziarne il risullamento ali' ammiraglio Kornilotf che comandava le forze marittime e terrestri di Sebastopoli , gli ordinava di difendere la piazza a qualunque costo co' quattro battaglioni di riserva quivi lasciati, coadiuvati dagli equipaggi della squadra. _ Nella gravità delle circostanze, l'ammiraglio Korn iloff radunava in consiglio lulli i capi della guarnigione e della squadra, esponeva loro lo stalo delle cose ; e , nel chiedere consiglio su ciò che vi fosse da fare, proponeva di uscire dal porlo con lulli i bastimenti della squadra e tentare di sorprendere Costantino· poli, affine di costringere gli alleali ad accorrere in difesa ciel Bosforo. Ma cotesto pensiero veniva ad unanimità rigcllalo dal \'ol. 111. -

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SUXTO DELLA C UEl\l\A o'oilIENTE . 222 consiglio, come soverchiamente arrischialo ; cd invece veniva deciso di soiµmergere all'entrata dellà gran baia i de' più .vecchi vascelli, per interdire alle squadre alleate di sforzarla , e, con le poche truppe della guarnigione e gli equipaggi delle navi, apprestarsi a difendere la piazza fino agli estremi, avvantaggiandosi dell'immenso materiale marittimo. Presa risolutamente simigliante determinazione, Iforniloff esclamava: « D'oggi in poi nòn si parli pi:ù di resa o di riti» rata. Consideriamo la Gittà come il nostro vascello, e mo>> riamo piuttosto che arrenderci. Io autorizzo ciascun di voi » ad-uccidere senz'altro chiunque parlasse_ di negoziare o di » ritirarsi, soldato o generale che fosse (1). ~ Sebastopoli offre un lungo seno, o baia, che da occidente ad oriente si addentra meglio che -6 chilometri, con altre baìe secondarie a mezzodì; la principale delle quali, lungi 11 00 metri all'incirca dall'imboccatura della gran baia e profonda più di 2000 .métri , forma il porto militare. Le altre baìe minori sono: 1° qllella della Quarantena, 500 metri innanzi l'imboccatura della gr<!,nde baia; 2° quella dell'Artiglieria, poco più in dentro della stessa imboccatura e ad occident~ del porto militare; 3° quella del Carenaggio, 1 500 metri ad oriente di questo. Sulla riva occidentale del porto militare sorge la città, sulla orientale stanno fabbricali· gli stabilimenti marittimi e . l'arsenale. l\feglio che 800 bocche da fuoco difendevano la gran baia, e quindi l'accesso al porto militare; staremo contenti ad accennare i principali forti, tacendo delle numerose batterie secondarie sparse tra quelli. A mezzod1 della gran baia, a difesa del P,orto della Quarantena, sorgeva sulla punta orientale dì esso il forte dello stesso nome, armato con 60 cannoni all'incirca ;

-,1,m,ro DELLA GUEltli A u ' ORIENTE ,più in dentro, all:iml>occatura della gran bafa, v'era il forte Alessandro , armato di 90 cannoni; quin<li seguivano i forti Nicola e Paolo, sulle due punte che formano l'imboccatura del - porlo militare, l'uno arma-lo con 200 cannoni , l'altro con 8i. Sulla riva settentrionale, poi, della baia stessa, su i fianchi di una ,catena di alture che dominano compiutamente la riva meridionale, v'era il forte Costantino di rincontro il forte Alessantlro, armalo di 4 '.20 pezzi; il forte Michele, di rincontro il forte Nicola; il forte Severnaia, -di rimpetto il forte Paolo. Di maniera che una squadra la quale avesse voluto penetrar.e ·nella gran baia,· sar.ebbesi trovata esposta al fuoco incrocicchiato delle artiglierie delle due rive, per una lunghezza di • meglio che 3000 metri. Sulla cresta delle alture, a settentrione della gran baja, · sorgeva un forte bastionato quadrangolare, con cortine spezzate, elevato da molti anni nell'intento manifesto di protegge're i soltoposU forti e le batterie; ma le s·ue deboli dimensioni, e la poca larghezza e profondità de' fossi, lo- rendevano impari alla Sila missione. Per accrescere le difese da questo lato, donde fa piazza correva il maggior pericolo , i russi trinceravano il basso Belbeck sino alla sua imboccatura, non .che il tratto del terreno sino a quel forte, detto del Nord. La ciltà era presso che aperta , .e non altrimenti difesa ad occidente, che da un muro con feritoie elevato sul pendìo dcli' avvallamento che sta innanzi -di essa, fiancheggiato nel mezzo da una torre ( 1). Ad oriente altra torre, della di MalakoIT, con due ali di muro alla medesima aderenti, era deputala a .proteggere informemente gli approcci agli stabili- , menti marittimi. /

(1) Cotesti parlicolal'i riportali dal du Casse, sono tolti ùa un opuscul 1> scritto in tedesco tid allribui_to al gcnernle Danncnhcrg.

(1) Il colonnello Giusliniani dice, che, quando gli alleali giunsero innanzi la città di Sebastopoli, sulla parte occidentale di essa non vi fosse di muro che quello d'!lla Quarantena, che par sia lo stesso per noi in. , dica lo , e che t roviamo a~ccnnato in llazancourt ed in altre pub!Jlicazioni.


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SUNTO DELLA GUERRA n 'oRIENTnl"

Per quanto i russi fossel'O slali sino a. quel momento im.:. previggent~ a mettere -Sebastopoli al sicuro da un colpo di mano, altrettanto divennero operosi nell'imminenza del pericolo ond'era la· piazza minacciata. Il capitano del genio ·Totdleben, pnco di ·poi divenuto generale, e che nell'assedi0 di Silistria, stando al seguito -del generale Schilder, erasi fatto no lare per intelligenza ed operosità, veniva deputato, con sufficiente numéro di braocia ed abbondante materiale, ad intraprendere lutti que' lavori che credesse opportuni a ·garantire la cillà da un attacco ·di viva forza. In quale maniera egli soddisfacesse il mandato, avremo occasione di vedere nel discorrere le prime operazioni 'dell'assedio. Precipua cura del principe MenschikoIT, dopo la battaglià d'Alma, quella si fu di accorrere con le sue truppe a Sebastopoli il più prontamente possibile; affine di precedere di qualche giorno gli alleati, rafforzarne la guarnigione, accrescetne le difese ed' impedire che fosse presa di viva forza, nel primo sco·ramento ond'egli temeva che fossero caduti i difensori di quella piazza. Ond'è che, arrestatosi poche ore soltanto sul Katcha per far prender lena alle sue truppe, proseguiva ia ·sua marcia insino al Belbeck ; ed assicuratosi Mllo stato delle difese da quel lato, lasciava sufficienti truppe a guardia delle opere quivi costrutte, e col grosso dell'esercito passava, il 2i, ·la Cernaia al pon~è d'lnkermann ed entrava a Sebastopoli. Gli alleati, dal canto loro, davansi l'indomani della battaglia ·ad instaurare i danni sofferti, rifornivansi di viveri e munizioni, interravano i morti, curavano ed imbarcavano i feriti. E poichò • il 22 gl'ioglesi non . aveano ancora compiute le loro cose, e perchè più lontani dalla spiaggia e percbè maggiore il numero de' loro feriti, la partenza veniva rimandata al giorno seguente. La mattina del 23, alle 7, gli alleati muovono verso il Katciw, dopo a,·er distribuito ai soldati sette giorni di viveri. ta quarlil divisione francrsc apre la marcia in due col()nne, una per hri-

•SUNTO DELLA GUERRA o'o!(IENTE

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gata. La seconda e la terza divisione, nello stess'ordine · e con .le teste dello colonne in una sola \inea, formano uno scaglione sulla desLra; g\'inglesi procedono alla stessa guisa sulla siuistra. I •turch,i ed i cacciatori d'Africa, in due colonne sul fianco de~tr-q, m;mtengono I<\ comunicazione col _mare; ta prima- divisione francese ed una inglese formano la retr9~uardia, L' artig\jeri_a di riserva, i parchi ecc. sono nel mezzo. li Katcha offre ad un di presso i medesimi caratteri del-. l'Alma, se non che sulla riva sinist~a, in luogo. di alture ~spre , e $.coscese, non v'hanno che poggi poco elevati sulla pianur~ delhi riva tJestra, che per uQa lunghezza di 1 o a 16 chilo!1}elri si distende sino ali' Alrna. Non pertanto i fianchi imboscbi\i di que' poggi potevano esser difesi con vantaggio, qualora-il russo avesse voluto con combattimenti di retroguardia ritardare. la marcia degli alleati sopra Sebastopoli. Ma quella linea di difesa era troppo poco lungi dall'Alma, per potervisi arrestare con l'esercito. dopo una battaglia perduta; senzacbè M,enschikotf era da altri pensieri preoccupato. Div;rse ricognizioni spinte sino al Katcha assicuravano , eh~ il nemico, dagli alleali perduto di . vista sin dalla sera della battaglia, non pure avea trascuralo di fare nessuna disposizione di' difesa, ma anzi,non mostrarnsi su verun punto e non avea lascialo traccia di sè. E però, giL1nti su quel fiume, una parte delle truppe lo passava ad un guado riconosciuto; l'altra parte, iJlsieme all'artiglieria ed i carriaggi, sopra un ponte presso il villaggio di Maò1atcha'i, che attraversa la strada <li Sebastopoli. Tutto l'esercito bivaccava nell'ordine di marcia, sopra talune alture boschive tra il Katcha ec! il Belber.k, che da un lato , vanno a finire nella vallata di questo fiume, dall'altro sul mare. Le flotte, che avean sempre fiancheggialo il movimento delle truppè lnnghesso la riv.i, e fin contribuilo al successo . della battaglia d'Alma, gittavano l'àncora all'altura della posizione dov'osse avevan9 messo il campo.


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SUNTO DELLA GUERRA n'onIENTE ·

La mallina del 24, gli alleati prosll"guivano la loro mossa verso il basso Belbcck, con lo stess'ordine di marcia del giorno pfecedente, nell'intendimento di passare quel fiume ed impadronirsi di viva foria, potendolo, del forte del Nord; o altrimenti di sbarcare all'imboccatura del Delbeck il materfalti d'assedio che il difello di aniqiali da trasporto impediva di porre a terr; in . un punto più lontano, investirlo e farne l'assedio. Padroni di quel forte, gli alleati lo sarebbero stati altresì delle batterie sottoposte , cbe sarebbonsi trovate prese tutte di rovescio. Con Ja cooperazione di· queste ballerie, essi speravano che le squadre avr<)bbero potuto sforzare l'entrata della gran baia, e recarsi innanzi la città ed i·l port-o militat·è a deHare la legge del vincitore. Sin dal 22 l'ammiraglio Hamelin avea spedito in ricognizione innanzi Sebastopoli· il Roland, il quale avea rapportato, che all'imboccatura della gran baia di Sebastopoli stavano schierati sette tra vascelli e fregate; il eh~ faceva supporre, {;be la squadra russa si apprestasse :.d uscire ùal porlo, per correre le sorti di una batta.glia. Ma non tardava il disinganno, percioccùè l'indomani , non appena le squadre volgevano le prue a quella volta, udi\ransi forti detonazioni, e di lungi vedevansi distintamente sommergere le· na\'i .ch'erano alrimboccalura della gran baia. li Roland tosto accorreva, e riconosceva nelle navi i-ommerso quelle stesse elle avea scort()' il giorno -innanzi. Per tal forma l'imboccatura della gran baia lrovavasi sbacrata con cinque vascelli e due fregate sommerse, non rimanendo aperto che un piccolo passaggio capace di una siJ~a nave. Cotesto provvedimento del nemico co»lrartava di già. grandemente il disegno de' generali alleati, che vedeansi per tal guisa privati della cooperazione tielle squadre, sulle c1uali fa cevano grande assegnamento. Ma, nel recarsi a passare il Belbcck su di un ponte poco lungi dall'imboccatura, presso un villaggio elle trovarono. incendiato, e , scorgendo per sovrappiù le difese

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SUNTO DELLA GUERRA D'ORJENTE

apprestate dai russi sulla riva sinisirà e le molle artiglierie di posiziono accum'ulate in quel nunto, giudicarono che quivi potesse staro raccolto tutto l'esercito di Menscbikoff, e però desistettero compiutamente dal primitivo disegno. Ed in conformità ùi quanto era stato convenuto nella prima conferenza di Varna, nel caso l'attacco della parte settentrionale di Sebastopoli 'fosse riconosciuto impossibile, decidevasi di effettuare una .marcia di fianco intorno Sebastopoli ; affine di raggiungere la penisola , del Chersoneso, mettersi in comunicazione con le squadre per mezzo del forte di Balaclava (poichè sino a quel momento ignoravasi il vantµggio cl~e potesse ritrarsi dalla baia di I(amiescù), od intraprt•ndere l'assedio della città, sotto la protezione di uu corpo di osservazione posto sulla Cernaia. li moviniento veniva inizi:lto la mallina ùel ~U., ali.e bre 9, a scaglioni per la sinistra, affine di raggiungere le alture della riva sinistra del Belbeck. I primi scaglioni fornivanli gl'inglesi; quindi venivano successivamente sulla destra la quarta, la prima e la terza divisiope francese: la seconda divisione, ed i· turchi formavano la retroguardia. Ver.so le 2 pom. l'esercito alleato giunge in riva al Belbeck. Quella fertile vallata offre allo sguardo un aspello bello e ri. dente, e fa contrasto con l'aridità della pianura onùulata sin àll~rll percorsa; fiori sparsi pe' campi, alberi coverti cli frulla, splendide case di campagna dovunque l'_adornano. Una parte dell'esercito, seguendo la strada elle conduce ad Inkermann, passa il fiume sur un ponte di pietra; l'altra l'attraversa sopra un ponte di legno e ad un guado più a destra. La sera gl'ingklsi e la quarta divisione francese, che si trovano er oltre.:.. passato la eresia delle alture, mettono i\ campo in mezzp ai boschi; le rimanenti truppe bivaccano sulle stesse alture. Per tal forma gli alleati trovansi aver giralo , alla distanza di 6 chilometri .all'incirca, intorno gli ultimi lrincernm<'n li innalzali di,li l'USSÌ.

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SUNTO DELLA GUERRA o ' or-rENTJ,;

Alle G del mattino , del 25, gli alleali riprendono la loro marcia verso la Cernaia, a traverso-un folto bosco, dove non era vi che una ~ola via. Su di essa procedono l'artiglieria, la cavalleria e le salmerie; la fanteria marcia in due colonne sulla destra, a traverso gli alberi e le boscaglie, gl'inglesi in testa, la quarta divisione ed i turchi in retroguardo, lungi un chilometro dal corpo principale. Percorso un tratto di via, il bosco diviene siffaÌtamente folto, che gli uomini possono a stento aprirsi un passaggio e non più scorgonsi l'un l'altro. La divisione .inglese ch'è ali' avanguardia perde la traccia del cammino,_e stenti} a ritrovarla; tutto l'esercito arresta la sua marcia. Dopo quallro ore di fermata, essa vien ripresa su di una 'sola colonna, con gl'inglesi semp,:e alla testa, come quelli che sono destinati ad ·occupare il porto di Balaklava; seguono successivamente la terza e la seconda divisione,francese, l'artiglieria .di riserva, la prima diwsione e le salmerie: la quarta divisione ed i turchi chiudono la marcia. Col tramontar del sole, questa si rende per l'oscurità oguor più .disagevole. -- to -stesso giorno che gli alleati iniziavano. cotesto movimento girante, Menschikofi', lasciati 8 battaglioni di riser~a ed i marinai della flotta a guardia di Sebastopoli , ne usciva, affine· di recarsi a Batchi-Sera"i con una marcia in senso opposto a quello degli alleati, e mettersi in comunicazione col mar d'AzoiT e Perekop, donde attendeva i soccorsi. Egli avea passato la Cernaia al ponte cfi Traktir e risalito le alture di Makenzi, all_orché l'avanguardia inglese sboccava dal bosco. Lord Raglan , senza frapporre indugio, fa avanzare la sua cavalleria e la scaglia sùl rctroguardo russo; ma questo, anziche arrestarsi ed impegnare un inutile conflitto, accelera la stia marcia per raggiungere il corpo principale, eh' era di già alquanto lungi, lasciando sul terreno alcuni morti e feriti , 25 carri di munizioni, delle salmerie e poclli prigionieri, tra cui nn capitano d'artiglieria.

SUNTO DELLA GUERRA n 'oRI;;:NTE 229 In seguito di questo leggìe,·o conflitto, la colonna inglese prosegue il .cammino, e per una disagevole stretta discende nella valle dèlla Cernaia, dove stabilisce il suo bivacco. ;La co~

lonna francese , invece, si arresta prrsso il villaggio cli Makenzi, sur un terreno di tutto difellivo, fin d'acqua; donde il nome ' di campo della sete, dato dai soldati francesi a quel bivacco. li tempo era callivo, e la caligine che sin'allora avca re.gnato., stemperavasi in una leggiera pioggia che accresceva i disagi del campo. Nel mezzo della notte la· retroguardia , che avea proceduto assai lentamente, a cagione dell'ingombro p1·odotto da una lunga fila di amlas, di muli, di buoi, di vetture rovesciate, raggiungeva il corpo principale. t'indomani, 26, al.le 7 d~ mattino, gli alleati si rimettono in movimento; gl'inglesi per recarsi a Bal_aklava, i francesi ·per .discendere nella valle della Cernaia. Dopo alcune ore di cammino, l'avanguardia inglese giunge sulle altme che sovrastano la piccola città di Balaklava. ,La guarnigione di- un vecchio castello, costrutto dai genovesi, tira qualche colpo di cannone; ma, non appena la divisione ·leggiera ed una batteria di artiglieria a cavallo occupano le colline a ritta e a manca, la guarni-gione, troppo debole e mal ;garantila per tentare di resistere seriamente, si arrende. La qual cosa ·melle gl'inglesi in comunicazione con la squadra del contrammiraglio tyons e· delle navi francesi, che aveanli preceduti innanzi il porto. · La colonna francese arrestavasi sulla Cernaia quel solo tempo di che avea mestieri, per riconoscerne i punti di passaggio cd apprestare i ponti sull'aquedotto , che sulla riva sinistra corre paralellamente al fiume e conduce l'acqua a Sebastopoli; quindi passava sull'altra riva, parte sul bel ponte di pietra di Traklir, 1larte su taluni guadi a fondo ghiaioso, a ritta e a manca di esso , e recavasi ad occupare i colli ed il piano. - 11 27, la quarta di_visione francese· muove verso Bafaklava,


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0

SUNT,0 DELLA GUERRA ,.)) 0RIENTE

affi.ne di mettersi in comunicazionè co' trasporli di viver·, ~,riunti . rn quel porlo. In pari tempo due divisioni francesi comandate da! generale Bosquet, e due inglesi,-··si recano a riconoscere l'altopiano che s'innalza poco lungi dalla Cernaia. L'indomani tulio l'esercito alleato su quello prénde posizione. 11 maresciallo Saint-Arnaud, affranto dal male che da lunga -.Stagione lo consumava, non che dalle fatiche della guerra, erasi a stento trascinato con l'esercito sino al biv~cco di l\fakenzi la sera del 25. Durante· la notte, colto per sovrappiù dal colèra: vedevasi costretto a lasciare il ' comando dell'esercito. Il 27 facevasi trasportare a Ba!aklava, in una piccola casa appositamente apprestata; il 28 imbarcavasi sul Bertlwllet.., dove poche ore di poi moriva. La. sua spoglitP riceveva grandi onori a CostantinopoH, indi veniva trasportata in· Francia, e con pompa depo3ta nella chiesa degl'Invalidi fra le tombe de' marescialli. li principe Menscbikoff, giunto sul Belbeck, posta;asi ad Otarkoi, presso la strada di Batchi-Sera'i; e, quivi raccolti presso che 48,000 uomini, co' rinforzi giuntigli da diversi punH della Crimea, ne spediva 23;000 a prendere posizione, il 28, sulla parte seltentrionala di Sebastopoli, e co' rimanenti 25,000 teneva la ·campagna. Da quel momento potendo la piazza essere soccorsa ad ogni istante, e per la via che attraversa la Cernaia al ponte d' lukermann e cosleggi,a là riva meridionale della gran baia, e per la parte seltentrionale della •piazza, avvantaggiandosi de' mezzi marittimi di· che abbondava il porto per attraversare la baìa, poteva dirsi al sicuro da qualunque attacco di viva forza. In quanto allç pl'Obabilità di riuscila che .offrisse il disegno dPgli alleati, d'impadronirsi di viva forza della parte sellentrionale cli Sebastopoli, non possiamo che rimellerci all'opinione di coloro, che essendo stati sopra luogo, han potuto co' pro. pri occhi assicurarsi del valore delle opere e delle posizioni. Tra questi citeremo il colonnello Giustiniani dello stato mag.

SUN'TO DELLA GUEI\RA n'oRIENTE

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giore piemontese, not() per ingegno e sapere, il quale, n~i suoi Commentarii sulle operazioni militari in Crimea, ·sostiene che gli alleati, giunti sul basso Belbeck, avrebbero potuto passarlo e prendere di assalto il forte del Norù. Ammessa questa possibilità, che noi non possiamo nè con·fermare nè contrastare, gli alleati avrebbero troppo h~ggermente rinunziato al loro disegno, senza assicurarsi da prima se le truppe di· Menschikoff stassero effettuai mente tulle raccolte i1~nanzi:il forte del Nord, com'essi credevano. Chè anche dppo l'avvenuto sbarfamento della gran. baia, essi avrebbero · potuto sforzare il passo del Belbeck, impadronirsi in pochi giorni del forte del Nord, non che dei forti e batterie soltoposte, crearsi un vasto campo sino all'imboccatura del Belbeck, per riunirvi tutti i loro mezzi ed aver un appoggio in caso di rovescio, e quindi recarsi a prendere posizione sulla strada di Batchi-Sera'i. Per tal forma segregata Sebastopoli e ridotta alle sole sue risorse, l'assedio della città non avrebbe richiesto que' mezzi e quella straordinaria concorrenza di circostanze di che ebbe me~ slieri più lardi, per éssere,condolt9 a buon fine. Un 80 o 40,000 -uomini che si fossero raccolti a Kamiesck o-a Balaklava, parte con le truppe lasciate a Varna, parte con quelle che tultodì giungevano dall'Occidente , provveduti di un equipaggio di assedio co.mpetente, avrebbero potuto ben impadronirsi in alcuni mesi della citlà , difesa da soli 8 battaglioni di riserva e dai marinai della flotta. In ogni caso, la posizione degli alleati sarebbe stata , siccome vedremo, assai migliore di quella . .che più lardi non fosse, quando i russi li attaccarono ad Inkermann. Del resto l'inganno degli alleati sulle mosse di Menschikolf fu facile, ignari com'erano della direzione seguila da Menschikolf nella sua riti~ala; ignoranza che, d'altra parte, sarebbe stata la stessa, se pure non avessero mancato di far incalzare il nemico, dopo la battaglia, dalla cavalleria inglese e dall'artiglieria a cavallq. Difatti questa, qualora non fosse stata


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SUNTO DELLA GUERRA , D'ORIENTE

arrestata dalla superiorità della cavalleria nemica, non avrebbe . ·potuto-spingersi al di là deJ Katcha, senza compromeltersi; perocchè il grosso dell'esercito, per difello di base, di linea di operazione ordinata e di trasporti, era costrel.lo ad arrestarsi sul campo di battaglia, per imbarcare i feritì e sbarazzarsi di quantò mai- potesse porre ostacolo al suo movimento...,; . Ciò ,che ,più agevolmente ci pare offrirsi alla critica, si è il proponimento con cui muovevano gli alleati di far- rassedio deHa parte settentrionale di Sebastopoli, ignari del tempo che per questo facesse m~stieri. Perocchè, per fare l'assedio (la quel lato, nelle condizioni in che essi trovavansi, era uopo rimanere, per lullo il tempo della sua durata, col fianco e le spalle esposte alle imprese del nemico; il quale, raccolti .a Batchi-Serai: i rinforzi che attendeva per la via di Perekop e del mare d'Azoff, avrebbe potuto senza pericolo operare sul Katcha e sul Belbeck. • 11 movimento girante, invece, intorno Sebastopoli, è uno di que' pensieri arditi che salva un esercito in momenti difficili. 11 .qu.al movimento non incontrava niun ostacolo nella sua esc.., cuzione, a cagione che Menschikoff~~rion che por mente a di, sturbarlo, era alla sua volla sollecito di recarsi sulla stràda d1 Batchi-Sera'i per riaprire le sue comunicazipni; che avea ragione di-temere minacciate, nel caso gli alleati, di c~i ignorava le vere condizioni, si fqssero postati sulle alture della riva sinistra dell'alto Oelbeck. Altro appunto che vien fatto agli alleali dal colonnello Giusliniani, quello si è di non avere spinto a fondo la ricognizione del 27. Chè allora, -secondo lui, essi si sarebbero accorti che i lavori per·-gara'ntire la città da un colpo di mano erano appena iniziati, e che debole n'era la~·guarnigione; e però avrebbero potuto tentare d'impadronirsene di virn · forza, con probabilità di riuscila. Ma, forse, gli alleati dovettero giudicare d'essere già stati soverchiamente· arditi, se non imprudenti,

SUNTO DELLA GUERRA o ' oRIE!HE

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nell'aver proceduto sino a quel momento senza base e senza · linea di-onççaiione assicurala, in un paese che conoscevano assai pocò ;'"'p hchè potessero por mente ad avventurarsi in ùn'impresa arditissima, come quella di prendere di assalto la città di Sebastopoli, senza e:,sersi ancora creata una base a Kamiesch o a Balakla.va, con opportuni trinceramenti. E però col pericolo, in caso di rovescio, di vedersi incalzati sul mare da Menschikoff, che, libero de' suoi movi1nenli, poteva ad ogni istante ricomparire sulla Cernaia. La direzione data da Menschikoff alla ritirata dell'esercito russo dal campo d'Alma, crediamo non potesse essere ·più falsa. Egli avrebbe dovuto indirizzare alla volta di Sebastopoli que' soli battaglioni che ùòveano rafforzarne la guarnigione, . è . col grosso dell'esercito ripiegare sopra Batchi-Serai, per non · separarsi dai soccorsi che allendeva. Da quella posizione di fianco egli avrebbe garantita perfettamente la parte seltèntrio-'nale di Sebastopoli da qu~lunque attacco, sì di viva forza che regolare, co' mezzi di che disponevano gli alleati, e renduté iD;lpossibile il movimento girante che questi effelluarono per recarsi ad attaccare la -parte meridionale. In tal caso gli alleati sa1'eb'bero stati costretti a trincerarsi all'imboccatura del Katcba, ed attendere i rinforzi ed i mezzi per intraprendere una cainpagna attiva nel centro della Crimea; durante il qual tempo d'inazione, i russi si sarebberò alla lor volta rafforzati, le opere intorno Sebastopoli sarebbero state compiute ed armate, e la guerra avrebbe preso tutt'altro aspetto.


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SUNTO Dl!LLA GUERRA o ' O!UENT E

CAPITOLQ ' XL

Descrizione sommaria delle difese -della città di Sebastopoli e del terreno circostante. -- Investimento di ~ssa. - Primi lavot·i di assedio. - Armamento delle batterie anglo-francesi. - Attacco ·del I 7 ottobre. - Co11siderazioni,

Dietro la ricognizione effettuata da Bosquet, il 27, avendo i generali alleati giudicalo impossibile attaccare la ·città ùi viva forza, senza l'appoggio di un sufficiente numero di batterie armate di grossa artiglieria, decidevansi ad intraprendere i lavori occorrenti. Uno sguardo al tei;reno e alle difese della città, agevolerà l'intelligenza delle operazioni susseguenti. La. catena che cinge la parte meridionale della Crimea e da cui scaturisce la Cernaia, si protende ad occidente lungh~sso la costa, sino al r.apo Chersoneso. Ad . occidente del porto di Balaklava, lungi un 4500 meti:i all'inc_irca da quella catena, · si distacca un _contrafforte; il quale si sprolunga in direz.ionc obliqua sino all'imboccatura della .Cernaia, e, ad oriente scende stagliato sulla sottoposta pianui·a, ad occidente offre un altopiano ondulato e dolGemente inclinato verso il mare. Il terreno compreso fra il piede di quel contrafforte e la Cernaia, è una pianura sparsa di rialti; meno che in prossimità della riva del fiume, dove sorgono le alture bòscbine di Fediucbine ed il monte Hasford. L'altopiano del Chersonese è a settentrione intagliato da una sequela di baie, o seni, di cui le principali . sono quelle di Kasac, Kamiesch, Pescana I Streleska, della Quarantena, dell'Artiglieria, il porto militare e la baia. del Carenaggio. Un grosso burrone che sbocca nel portù militare , divide l'altopiano in due parti, nella direzione di mezzodì a

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sellenlrionc. La parte orientale è alla sua volta solcata da quattro burroni più piccoli : quello di Kilene-Balka, sbocca nella baia del Carenaggio; l'altro della Karabehiaia, nel porto . militare, e propriamente dov'erano i granùi bacini di ra_ddobbo; i due ultimi, nel gran burrone. L'occidentale, invece, è solcata · da tre burroni, che vanno a sboccare nelle baie di Kamiesch, · Streleska e della Quarantena. Il terreno fra quest'ultimo burrone ed il porlo mi\itare è signoreggiato da due rialti,· su cui è assisa la città di Sebastopoli, e che nel mezzo lasciano un avvallamento, il quale va a sbocsare nella baia dell'Artiglieria. La· città è separala. dall'altppiano del fianco destro del burrone della Quarantena , pe1· mezzo di un forte avvallamento. Gli stabilimen_li marittimi stavan tutti sulla. riva orieniale dèl porto militare , e propriamente su i due fianchi del burrone della Karabelnaia, e spro. lungavansi su gli altipiani che separano questo dai burroni susr-eguenti. In prossimità della èilla il suolo è roccioso , a mezzodì ' alquan.to cretaeeo. Ben poche, e presso che tulle impraticabili , erano le vie che in quell'epoca attraversassero la penisola del Cbersòne~e : v'era la strada che, a traverso il burrone dèl Carenaggio e lungo la via meridionale delia gran baia, passava la Cernaia al ponte di lnkermann, e conduceva per· Batchi-Serai a Sinferop.oli; l'altra lungo il ·burrone della Karabelnaia, che in due rami conduceva a Balaklava e Baidar; e qualche sentiero da pedone, stretto e disagevole. Abbiamo di ,pià veduto quanto deboli fossero le difese della cillà dalla parte di terra, innanzi che gli alleati giungessero al cospetto di essa. Grandi lavori erano stati da quell'epoca intrapresi pe1· coronare i culmini che la circondano , parte dei quali erano di 'già compiuti , parte appena iniziali. Ad oriente la torre di Malakoff, sul rialto che divide il burrone del Carenaggio da qucll? di Karabelnaia , era stata coverta in-


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nanzi da un bastione, detto di Kornilolf; di quivi taluni trinceramenti discendevano pel' il fianco dtislro di quest'ultimo burrone i risalivano sull' opposto _e congiungevano il bastione Korniloff con 1,rn' ope1·a , della il gran Dente, o bastione N. 3, coslrutta sul rialto fra il burrone di Karabelnaia ed il gran burrone, ed appoggiata ad una solida caserma difensiva che aveva la fronte rivolta al gran burrone: Due altre opere, ligate fra loro e·d àl bastione KornilotT con opportuni l!:inceramenli , dette bastione N. 1 e piccolo Dente, o bastione N. 2, compievano le .difese a seltentrione del bastione Korniloff insino al mare. Sulla parte occidentale, la torre che fiancheggiava il muro della Quarantena era stata, al pari della torre Malakoff, coverta da un bastione detto Centrale, o del N. 5. Tra questo ed. il gran burrone, su di urr rialto considerevole, sorgeva il bastione dell'Albero, o del N. +, all' altro ligato per mezzo di trinceramenti. A settentrione del bastione Centrale stava il bastione della Quarantena, o del N. 6, quindi quello dell'Artiglieria o del N. 8. Per ravvicinare le difese del bastione N. 6 col forte della Quarantena, fabbricato sull'estremità orientale della baia dello stesso nome , era stato costruito un trinceramento pressochè in linea retta sul pendio delrallura, discendendo verso il mare, detto battei-ia Polinkow o bastione N. 7. Lo spazio racchiuso fra quest'ultimo, i bastioni della Quarantena e dell'Artiglieria, ed i forti Alessandro e della Quarantena, riesciva molto utile per raccogliervi le truppe destinate alle sortite. Di maniera che, dalla punta occidentale della baia del Carenaggio andando verso il gran burrone , vi erano i bastioni N. 1 e ~, o piccolo Dente, quello di Korniloff innanzi la torre Malakotf, ed il bastione N. ~-J o gran Dente; e dal gran burrone p1~ocedendo verso !a punta orientale della baia dell'Artiglieria , seguivano il bastione N. i o dell'Albero, il N. 5 o Centrale, ·il

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0 della Quarantena, il 'N. 8 o dell'Art.iglieri•a , ed il N. 7 · 0 batteria Polinkow, fra il bastione della Quarantena ed il •. forte dello stesso nome. I forti Alessandro e della Quarantena . prendevano rispettivamente i numeri 9 e 1O, nell'online dei bastioni. "· Gli ultimi 0 iorni di seLlembre venivano dagli alleati impiegali ad asside~·si .cd assicurarsi nelle loro p~sizioni. Gl'inglesi stabilivano definitivamente il loro quartier generale a Balaklava, dove ri~overavano tutte le loro navi , e sbarcavano il materiale e le provvigioni. l francesi ed i turchi occupavano l'altopiano, il ~9; le loro navi, in seguito di una ~i~ongn'.zione, recavansi nella bella baia di Kamiesch, dove stab1hvano I magazzini e i depositi. Cotesta manieJa in che gli eserciti alleati basavansi nella penisola ciel Chersoneso, designava senz'altro la parte cbe ciascuno dovesse aversi nell'investimento della. cillà di Sebastopoli. E però i francesi occupavano la parie occidentale dell'altopiano, gl'inglesi l'orientale. / Lo stesso giorno, l'esercito francese veniva diviso in due corpi: l'uno di osservazione comandato dal generale Bosquet , e composto d·el\a prima e seconda divisione; l'altro di assedio sotto gli ordini ciel generale. Forey, composto della terza e

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quarta divis~ne. . . . Il 30, la quarta divisione prenrleva posizione 111~anz1 la baia di Kamiesch con la fronte l'ivolla alla città. li corpo di osservazione post~vasi sulla cresta del monte Sapun e dell'_allopiano che domin•a la pianurn di Balaklava, t;on la fronte nvolt~ alla Ceruaia, afllnc di opporsi ai tentali vi elle potesse fare 1I principe MenschikoIT per disturbare i lavori di assedio. . A 6 ore del mattino, del giorno seguente, la seconda bngata della terza divisione appoggia una ricognizione., falla verso il 1-ato meridionale della città dai generali comandanti l'arliglie- · ria ed1il genio. A mezzodì , la seconda brigata della ~ec~'.1da division~ ne protegge un 'altra fatta dagli stessi generali pm a Voi. Ili. - - 16


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SU NTO DELLA GUl::1lRA n'ORlENT E

settentrione. Queste. due ricogniziani non vengono menomamente molestale dal nemico. li 2 ottobre , lasciati innanzi Kamiesch quattro battaglioni tolti dalla prima , seconda e terza divisio'lle fran cese, e dalla di\·isi<ine turca, la 3• e 4'. divisione muovono a prrn1l1~re ie loro posizioni di assedio. La quarta si colloca un 3000 metri , lungi dalla piazza, con la sin istra appoggiala tilla baia di Strcleska , e la destra 3200 metri più in su , appoggiata alla così detta Casa Bianca. · Una ricognizione. spedita al far del giorno, dal corpo ùi osservazione, sulle alture cbc dominano la gran baia ad ori e11le tlella baia del . Carenaggio , scovriva un corpo di 5 a G000 russi che scortava un convoglio , il quale dalla cillà avviavasi a Datchi-Serai per il po~t~ d'lrikermann. Verso il meriggio le _gran guard ie segnalano lo avYicinarsi tli truppe nemiche dalla parte di lnkermann , che vengono riconosciute per quelle slcsse. del maltino. P<•r arrestare la loro marcia, il generale Bosqu l'l fa collocare 200 ~uavi in aggnalo sull'ultima cresta che domina la gola cd il ponte d'lnkerniann; e però i russi, sorpresi ùal fuocù nel momento nppunto che mettono il piede sul ponte, indietreggiano fuori gillala , e non rientrano nella città che col bnio della notte ; quando i zuavi abbandonano qyeja posizìon!', che dovevano occupare gl'inglesi. Lo stnsso·giorno :2, l'esercito inglese operaYa il suo.movi mento di concentraz.ione, per prendere le p11sizioni defini tive di assedio. La sinistra , divisione Engla11d , appoggiava al gran burrone onde i due attacchi francese ('<Ì inglese erano s~para li ; la dcslra, divisione Lacy Evans, · agli ~coscendimenti d'lnkermann, e ligavasi alla sinistrn del corpo di osservazione del generale Bosquel. Il centro era formato dalle divisioni Cathcart e duca di Cambridge , avente innanzi la divisione leggiera di Giorgio Brown , e indietro i gran parchi dell'artiglieria e del genio e parte della cava lleria. Il quartier generai~

SUNT O Dl!:LL A GUCHR A o'o rm: NTE

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rimaneva a Balaklava, sotto la protezione di una brigata di• cavalleria e del 39 di linea, 'bighlandcrs. · li 3, cominciavano a gi~ngere i rinforzi richiamali da Varna, consistenti pei francesi in un totale di 13,000 uomini , composti della 5• divisione , del 1- ussari e del 1° cacciatori d'Africa·. li ,i., la terza divisione. francese si avvicina alla piazia e prende posto a destra della quarta divisione, con l'ala sinistra appoggiata alla Casa Bianca e la destra alla casa dell'Osservatorio, presso il gran burrone; per tal modo trovasi ligato il corpo di assedio francese con le trnppe inglesi , dall'altro lato ùelÌo stesso burrone. Il gran parco di artiglieria vien collocato dietro l'ala destra della quarta divisione , quello del genio dietro il centro , ed il quartier generale dell'esercito francese dietro i parchi , in una posizione centrale retativamente al .; orpo di assedio ed al corpo di osservazi~ne: . Nello stesso giorno, venivano iniziati dal corpo di osservazione i lavori di circonvallazione, lungo la cresta ed il pendio . dell'altopiano rivolto verso la pianura di Balaklava, sopra una distesa di 1 t chilometri; la destra era appoggiata ai monti soprastanti ad occidente di Balaklava, il centro al colle di <JUesto nome, la sinistra al moniti Sapun; Balaklava rimaneva al tli fuori di questa linea. Il 5, alle 8 ore del mattino , il generale del genio Bizot, sotto la protezione di 3 battaglioni comandati dal generale d'Aurelio, si reca a riconoscere le difese occidentali della piazza, per determinare il punto di attacco. Giunta questa truppa alla casa così della del Clochelon, si spande nel giardino di essa ed occupa il muro di cinta; frattanto che una compagnia del 5° cacciatori a piedi accompagna il generale Bizot , il quale si appressa alla piazza per disegnare la contignrazione del terreno e delle opere. Scortosi il grnppo della ricognizione da una partita di cosacchi to;to la- oiazza indirizza a quella volta il fuoco - ' ~ ... 0


SUNTO DRLLA GU!mRA o'oRIENTE

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ol'>; ~L LA GlJJU: RA D' ORIE NTE ,,. 'I'O I'~

~elle sue artiglierie, che per la prima volta danno sacroio cli loro potenza. Compiuta la ricognizione, il generale Biz~~ abban~o~a il terreno con le ,truppe deputate a proteggerlo le quali r1tor11ano al campo in sul meriggio. ' Verso le 3 pomeridiane,· il nemico spi11ge una mano di tr~ppe sin~ ad un chilometro dalla piazza. La qual~, per lo-. g_liere un ricovero agli assedianti, apf)icca il fuoco ad una caRa s1_t~~)a presso il m~re in direzione della sinistra della quarta d1V1:;10ne, ~ proprnimente sul punto culminai1te della groppa c~ie separa il campo di questa dalla cillà, e si ritira all'appanre de.Ile _nostre. truppt\ dopo aver compiuta l'opera sua. 1l 6 , ,il nemico si mostra per la prima volta sulla Coni'aia con una ricognizione di 3000 uomini all'incirca, tra cui ,1 600 a 1800 di cavalleria , con due batterie. Qu ivi criunto · esso ~i a_n·:sta e spinge in!1a1~i trna~ parlita di 200 ca:alieri i qu aÌ i npi:-gano sul c?rpo prmeipale non sì tosto l'artiglieria inglese abbia .loro. lanciato contro pocbe . . . granate· , e tutt·1 tnsieme muovono m l'llirata verso ~Iakensi. . Il alle 6 ore della sera, muovono dal ca1~1po iwvo ballaghoui della terz~ e quarta divisione , sollo il comando del genera'.c dc Lourmel, nella direzione della casa bruciata, affine di restrrngere og11or più 1'i11Vestimento della piazza; giunti sulla crc~t.:~ dr·~ monticello ehe separa il campo francr,,c dalla ciltà , :ss1 s1 sp1<'gauo con la sinistra alla Cilsa brucinla e la destra frn ollre quella del Clocheton , dietro le piegature che oITre il terreno. Alle ore 11 11Q della sera , esce dalla piazza una colonna di 2 battaglioni, 2 pezzi ed un plotone ùi cavalleria, e s'indirizza verso la casa bruciata per riconoscere il movimento delle t'.·uppe francesi ; accolta vigorosamen\c dal fuoco del 39° di li_n~a e di due compagnie del 190 cacciatori a piedi , essa si ntira preci pi tosa men te. n corpo di assedio viene in questo giorno rincalzato, da sei 1

,

,7'

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. battaglioni della divisione turca, che prendoùo posto dietro la quarta divisione francese. Nella nolle del 7 all'8, una partita di un uffiziale e dieci cacciatori algerini si spinge arditamente, con una ricognizione all'arpba, insino al Belbeck, dove non scorge che ii bivacco · delle truppe le qnali aveano effettuata la ricognizione del 1 ' giorno 6. . · li giorno· 8 , le linee di circonvallazione sono compiute e rendute formidabili. Alle 6 1/2 della sera, i nove ballaglioni d'investimento ricevono lo searnbio da altrettanti bàllaglioni, parte della terza e qnarta divisione, parte del distaccamento turco, sollo gli ordini del generale Monet; la quale operazione non è molestala dal nemico. Frattanto veniva proseguito lo sbarco del parco d'assedio, del materiale e delle provvigioni di ogni maniera, inizialo fin dagli ultimi giorni di settembre. Magazzini dì sussistenza venivano installali presso ciascuna divisione , per provvedere le truppe, e far che i soldati avessero costantemente su di loro quattro giorni di viveri. I magazzini stabiliti presso il quartier generale servivano a fornir la cavalleria, le riserve, i parchi dell'artiglieria e del genio, i1on che il treno dt>gli equipaggi e le truppe d'ammini'slrazione. Meglio che 8000 gabbioni venivano dalla spiaggia trasportali ai parchi dell'artiglieria e del genio; allo stesso uso venivano adoperati .i barili servili a trasporla re il biscotto. E poicbè le ricognizioni ed il fuoco del nemico non la:sciavano venm dubbio che le opere della piazza fossero armate con la grossa artiglieria delle navi, superiore per calibro a quella d'assédio degli alleati, i francesi facevano sbarcare dalle loro navi '.20 cannoni da 30 e 1 O obici-cannoni da '.2'.2 ceut., non che 30 caval\elli da razzi, con mille marinai per il loro servizio. Indipendentemente da cotesto accrescimento ricevuto, il _parco d'assedio francese componevasi già


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SUNTO DELLA G UERRA o 'OR!ENTE

di a6 bocche da fuoco ; cioè 1.2 cannoni da 24-, 12 eia 16, 1 2 obici da 22 ceni., 8 mortài da 27 cent., 8 da 22 ceul. e (t. da 15 cent. L'approvvigionamento di·munizioni comprendern 150,000 chilogrammi di. polvere , 50,000 proietti di versi, 4- 80 scaiole di metraglia e 1'0,000 granalè a mano. Di. poco superiori erano i mezzi apprestali dagl'inglesi; di non gran momento quelli de' turchi. E però, tenuto conto che i russi potevano avvantaggiarsi dell'immenso materiale navale , ~i scorge di leggier[ quanto inferiori alla grandezza dell'impresa fossero i mezzi di che disponevano gli alleati, siccome ebbero a farne la triste esperienza. Fissato definitivamente il disegno di attacco , vien tutto disposto il giorno 9 per aprire la trincea nella notte seguente , alla distanza di 8 a 900 metri dal saliente del bastione Centrale (1). Il generale Bizot assume la direzione suprema de' la vori ciel genio, il generale Thiry di quelli dell'artiglieria, avendo rispettivamente sollo i loro ordini i colonnelli Tripier e Leboeuf. Il tenente colonnello Raoult vien nominato maggiore di trincea. Il numero de' lavoratori vien fissato a 1600, divisi in due parti eguali, per darsi lo scambio a vicenda ogni tre ore, dalle 6 della sera alle 6 del mattino seguente. Olio battaglioni vengono deputati a sostenere e proteggere i lavoratori. Alle ore 3 1/2 pom., frattanto che facevansi cotesti apprestamenti , escono dalla piazza, diretti alla volta della casa bruciata , quattro ballaglioni ordinali. tn una colonna per divisioni, con una batteria di artiglieria in su i fianchi e la fronte coverla da cacciatori. Giunta a distanza conveniente, l'artiglieria apre 1

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(1) f.otrsta misura è presa sulla pinnta dell'assed io cli Sebastopoli che accompagna il Ricordo Pittotico-militai·c dcllaspcd·i zionc_Sardu. in Ct·imca, pubblicato per cura dello stato maggiore pi emontese. Il colonnello Giustiniani, invece, nc'su oi Co1mne11tal"ii sull-c opc,•a:zioni militari in C,..imca, dice a pag. 50, che la prima parnlcllu fu aperta alla distanza di 1500 metri dalla piazza : fors'cgl i misura dal bastione della Quarantena, anzichè dal Ccn~ralc. ...... ' . •

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il fuoco , cd il combattimento s'impegna con tre battaglioni francesi· il fuoco durava già da quattro ore, allorcllè giunge il ~en;rale_ in capo, ed impaziente dell'indugio, scaglia duo battaglioni alla baionella. I russi non attendono lo scontro, e si ' .riÌirano nella piazza. . [ pri mi 800 lavoratori, provvedu tisi ai depositi di trincea di un gabbione, di una zappa e di una pala, muovono alle 5 pom. verso il luog0 del,. lavoro, jn due colonne, preceduti da 6 compagnie di fanteria. Giunti sul luogo , queste si recano un 20 passi innanzi la linea tracciata dagli uffiziali del genio, e cov rono i lavoratori eon un cordone di posti avanzati. I lavoratori collocano ciascuno il proprio gabbione · al luogo designato da un sott'uffiziale del genio , e, adagiati dietro di esso, attendono il comando d.i alto il braccio; questo dalo, tutti lavorano a scavar la ttirrà dietro il gabbione , ed a riempir questo e covrirlo dalla· parte del nemico. Un vento violento .di greto favorisce il lavoro, e fa sì che il nemico, non udendo il rumorn dello zappare , si astèuga dal 'trane un sol colp? di cannone per disturbarlo. All'ora conveniente· tien dietro alla prima la seconda partila di lavoratori , per <lare a quella lo acarnbio ed avvicendarsi il lavoro si.io al mallino. Fraltanto la prima brigata della prima di visione si reca a rafforzare il corpo di assedio, e prende posto dietro la sinistra della terza divisione. Ad •una distanza presso che eguale a quella dei fran cesi , gl'inglesi aprono alla lor volta la Lrincça innanzi il llaslione Korniloff ed il gran Dente, su i due versanti del burrone della Karabelnaia, con le ali appoggiate ai burroni vicini. . Il I O, sul far del giorno, 9 36 metri di trincea aperti nella notte, trovansi scavati a sufficiente profondità per mellere ul'coperto gli uomit)i. Non pertanto ne vengono · ritirati i lavoratori , per sottrarli al fuoco dell'artiglieria nemica , che si prevede _g~gliardo non sl tosto scorto il lavoro della notte; e d1fall1 1I nemico lo avverte dal color della terra smossa non appena il


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gio1'no sia fatto abbastanza chi~ro, e lo danneggia in parecchi punti. Ma poco di poi i la,·oratori, procedei1do coverli per le svolte di comunicazione, si recano nuo,•amenlc alla trincea l'instaurano , la slargano ed accrescono le dimensi~ni dell~ spalleggiamen to. Jn parecchi punti vengono costruite banchette per la fucileria. La seconda brigata della prima divisione raggiunge l'altra brigata presso il corpo di as~edio, e tylta la divisione è, in sulle prime, sunogata sulla linea di circonvallazione dai turchi, che vanno ad occupare l'ala destra, e più lardi dalla quinta -chvisione , giunta che sia da Varna . Sul cominciar della notte, cinque b~llaglioni russi s'indirizzano verso la sinistra de' larori francesi , in pari tempo che un'altra colonna si rivolge verso la destra; ma entrambe si li ~ mitano ad una semplice dimostrazione, e si ritirano nella piazza S1Jnza a\;er tentato nulla di serio. li lavoro pro~egue indefesso ne' giorni e nelle nolli seguenti, e la paralella viene sprolungata innanzi il bastione dell'Albero., 1 li rnsso si slùdia rilardarlò con un fuoco incessante di giorno e di notte, indirizzato sopra lutto sulle posizioni presunte delle batte1:ie, che nel numero di cinque vengono costruite innanzi la paralella, disposta a forma di fronte bastionato, ed a quelle congiunte con rami di comunicazione. Nella notte del 12 al 1 3, viene iniziata dalla ma.-ina la costruzione di una sesta batteria, sulle rovine di un vecchio forte genovese esistenti sul rialto ad occidente della baia della Quarantena, in prossimità della spiaggia, per controbattere il · forte di questo nome ; lavoro che si è costretto a far procedere molto cautamente, per impedire che il nemico non concentri da· quel lato tal quantità di fuochi da renderlo impossibile. ,,, Il 13, l'artiglieria ha compiuto la sua batterià N. 3. Le batterie N. 4 e 5, bersagliate dal fuoco della piazza, sono meno avanzate. Ancor più lentamente ,procede la costruzione del\e

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batterie N. 1 e 2, _servite al pari del N. 6 dalla marina, sotto l_a direzione degli uffiziali di artiglieria. In questo giorno vietre sbarcata' l'artiglieria turca d'assedio, è destinata per l'armamento delle linee di circonvallazione; sei cannoni vengono dati agl'inglesi, per armare le loro opere . · innanzi Balaklava. Il 1 4., le trincee e le batterie in costruzione sono ultimate. 1115, v~ngono sull.'ala destra iniziate due nuove balterie, N. 7 ed 8. Ad un'ora pom. il fuoco de' russi diventa assai ,,iolento,. . 1\ell:intento di danneggiare gravemente i lavori; ma di fallo non soffre che la batteria N. 5, i cui danni , insieme a quelli più lievi arrecati su gli altri punti, sono in breve fnstaurati non appena il russo rallenta il suo fuoco, e che il lavoro, per poco sospeso, possa riprendersi. Sull'albeggiare dello stesso giorno 1 5, il generale d'Autemarrc esegue una ricognizione rnrso la Cernaia con tre plotoni di cacciatori e quattro di zuavi. I posti cosacchi , imboscati nelle fratte onde sono rivestile le rive del fiume. si danno al suo ar. rivo precipitosamente alla fuga. In altra ricognizione che lo stesso generale aveva effettuato il 1 2, non erasi avuto alcun sentore del nemico. Jn questi giorni veniva ordinata una compagnia di tiratori, scelti fra tutti i battaglioni di cacciatori a piedi e di zuavi, per accovacciarli, durante il giomo, metà per volta in buchi scavati nel suolo , donde potessero colpire il nemico a traverso le feritoie e le cannoniere delle sue opere. Una seconda compagnia veniva organata pochi giorni di poi. Il 16, le cinque batterie della trincea erano compiutamente armale; il N. 6 lo era soltanto éon quallro obici-cannoni da 22 cent., in luogo di .6 obici e quattro cannoni da 30 di cui dovea comporsi il suo compiuto armamento; le baùerie N. 7 ed 8 erano tullora in via di costruzione; le batterie ingl~si conrpiute cd armate. ~itTalle batterie offrivano la seguente forzà:


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SUNTO DELLA GUBRRA o ' ORIENTE 0

Batteria N. 1 · J cannoni da 30 . . . . . servita dalla marina Obici-cannoni da '.:!2 c. Balleria N. 0 2 idem

i cannoni da 3"0 . .

. . obici-cannoni <la '.22 c.

Batteria N.0 3 J mortai da 27 c. servila dall'artiglieria id. da 22 c. 0 Balleria .N. 4cannoni da 24.. idem •' mortai da 22 c.

Batti>ria N. 5 idem 0

Batteria N.0 6 servita dalla marina Batterie inglesi

...

I I

SUNTO DELLA GUERRA n'onrENTE

7 2

~

8

9 ,12

4

t

6

2

l I

8

6

t

8

2 \

prima faccia

obici da 22 c. . seconda faccia

cannoni da

24 ..

terza faccia cannoni da 24 .. id. da 16 ..

f obici-cannoni da 22 c. bocche da fuoco diverse

4 4

12

~

2 4

73

Totale . . . ·126 La quantità delle artiglierie in balleria, sembrando ai generali in capo ed agli ammiragli sufficiente per impegnare il combattimento, veniva· deciso di aprire il fuoco l'indomani al far <lei giorno; le squadre doveano cooperare a distogliere le o/Tese <lei forte della Quarant13na e di una parte della cinta. E però durante il giorno si fanno gli apprestamenti necessari , e nella notte vèngouo smascherate le batterie ; la casa bruciala che avrebbe potuto servire di punto di direzione all'artiglieria nemica, vien fatta saltare in aria. 11 17, alle 6 del. mattino , il colonnello Trochu reca nella trincea , al generale Thiry, J'or<line di ·aprire il fuoco. Esso vien tosto comunicato ·ai comandanti delle batterie, con l'ingiunzione di badare al sègnale che deve parlire dalla batt~ria

,.

~47

N. 3, dove risiede il generale co:11andante .l'artiglieria, consistente in tre bombe lanciate l'una dopo l'altra ad intervalli eguali. Questo vien ùalo alle 6 1/2, e tosto dopo s'apre il fuoco da tulle le batterie de' due allacchi , francese ed inglese; il nemico risponde energicamente con pH'glio che 250 bocche da fuoco rivolle verso gli attacchi. li corpo di assedio è lutto sollo le armi., ed alcune colonne di scelte truppe si ten gono pronte ad approfittare di un momento opportuno per tentare l'assalto. Il corpo di osservazione è pure sotto le armi , le granguardie ·sono rafforzale, le opere più importanti delle linee di circonvallazione occupale. li fuoco della difesà per poco rallentato, fa sperare all'assediante che le sue batterie finiscano per prendere il di sopra; • ma poco di poi, rjmontati i cannoni e riapprovvigionate le batterie , esso ricomi11cia con più vigore di prima. Una bomba caduta su.I magazzino delle polveri della batteria francese N. 4-, fa saltar questo in aria ·con terribile fragore; la balleria diventa un mucchio di rovine, grandissimo è il numero dei feriti, 30 a 40 qt{ello dei morti, il ca pitano che la comanda è orribilmente mutilato. II tiro prosegue con energia nelle .;lltre batterie. Ma pocp di poi la batteria N. 5, avviluppala dai fuochi concentrici della piazza, è costretta a tacere; e l'esplosione. di una cassa di munizioni alla batteria N. i, mette ancor questa nell'impossibilità di proseguire il fuoco. Per tal forma ridotta l'artiglieria francese, alle 1O ,, /2 del mattino, a far fuoco con tre sole batterie, il generale Thiry, cui era staio data piena facoltà di regolare il fuoco a suo talento, lo fa cessare su tutta la lin·ea. Quello degl'inglesi prosegue senza risultato importante; quello della piazza, comecbè ben diretto, non arreca danni sensibili alle loro batterie. Verso le 3 pom., scoppia un mngazzi no ·considerevole nel bastione N. 3, o gran Dente, B non lascia da quel lato al nemico che tre soli cannoni in islalo da proseguire 1


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-

SUNTO DELLA CUERRA o'oRrnNT E

il fuoco. Alle ore

t

scoppia un cassone dietro la balleria della d~stra inglese , ed è la guada esplosione nel corso della gwrnata.

.....

Verso le ore 4 pom., il nemico spingeva innanzi talune ricognizioni , per assicuratsi se le batterie francesi fossero tullora occupate, oppure abbandonate : ma erano prontamente respinte nella piazza. Una calma perfetta su l mare toglieva alle sq uadre di cooperare , nel momen to opportuno , all'allacco lerreslre. I vascelli ancorali all'imboccatura dPI Katcha, non prima delle 1 O 1/2 ani., quando appunto cess~va il fu oco delle batlerie fra ncesi , pote• vano raggiungere la rimanente squadra ancoràta a KamiesclJ· e tolti in~ie'?e, ~el numero di 14 vascelli francesi, 1 o inglesi e -2 turchi, apparivano sul meriggio appena dinanzi l'imboccatura della gran Baia. I vascelli frances i giungono in due colonne rimorcbiàti d?lle navi a vapore, e si schierano in due linee a scacchiere di rincontro il forle della Quarantena, lungi 1200 ~etri all1incirca, co' turchi sulla sinistra. Gl'inglesi spiegan~i d1 fronte al forte Costantino ed alle ballerie Wasp e del Telegrafo , più a settentrione. Non appena giunti a tiro dalle ballerie nemiche , queste aprono il fuoco, per danneggiar le navi degli alleati impunemente durante la • manovra e gli apprestamenti. Mezz' ora dopo il meriggio , le squad re aprono il fuoco alla lor volta , e lo proseguono con molta vivacità; la sofa intensità del fu mo lo fa loro sospendere di trailo in trallo , àffine di rellifìcare le punt'e~ie divenute incerte. L' Agamennone , il Queen ed il Rodney si appressano audacemente alle batterie, e da quel momimto la lin~a inglese prende una direzione 0bliqua. Alle ~ 1/ 2 il fuoco delle batlerie nemiche si rallenta , alfe 6 tuLlo rientra nel silenzio, sl dalla parie dr.I ma1·P, che della · terra , e le squadre ritornano ai loro ancoraggi. . Lievi furono i danni delle squadre in uomini , che i rapporti

249

SIJNTO DELLA. GUERRA D' onrnNTE

degli ammiragli anglo-francesi fanno ascendere a 30 morti e 17 4 ferili ; maggiori quelli del materiale, comecbè grande ~fosse la distanza alla" quale il combattimento venisse impegnato, e le bocche da· fuoco che le ballel'ie ed i forti j)Olessero loro rivolgere contro non giungessero alle cento. I più forti danni li soffriva il vascello ammiraglio francese, la Ville de Paris. li fuoco durava da mezz'ora appena, allorchè una granala di grosso calibro ve11iva a scoppiare di sollo al casserrllo , qov'era l'amm iraglio Ilamelin con tulio lo stato maggiore: rimanevano uccisi un tenente di vascello ed un aspirante , e feriti sette ,dtri fra umziali ed aspiranti, tutti dello stato maggiorn <lell'ammiraglio, che quasi solq rimaneva immune da qualunque danno. Questo v;;iscdlo riceve\ a cinquanla . palle nella murala , tre al di sotto ùel pelo dell'acqua , tre palle roventi vi appiccavano il fuoco , che Yeniva subitamente spento; rimanevano molto danneggiali gli alberi, quasi distrutto il casserello. Dalla parte dei 1:ussi soffrivano poco danno il forte Alessan-;. dro. e le altre batterie; non così il forte Costantino , la cui batteria superiore rimaneva tutta smontata e presso che rasata. li danno maggiore pe' russi si era la perdita dell'ammiraglio KornilolT, il quale., da una palla da cannone che colpi valo nella coscia, Ile aveva sqtrnrèialo il fianco e moriva poco cli poi; egli cd il generale Toldlelwn erano l'an ima della difesa. li suo successore, l'ammiraglio N,ÌkimofT , quello stesso che coman·d,1fa le navi russe a Sinope, veniva lr.ggermente ferito alla . testa da una scheggia di bombu. Sino a quel momento i generali alleati s'erano lusingali di potere impadronirsi di S(ibastopoli per assalto , siccome allesta l'ordine <lei giorno di Canrobcrl che precede l'attacco , dopo aver danneggiato le opere e .scrollalo il morale de' difensori con un violento fuoco di artiglie1·ia. Non sappiamo quanto ragionevole potesse essere cotesta lusi nga, contro una piazza difesa da 1


350

'

SUNTO Dl\LLA GUERRA D OR[E Nl'E

meglio che '20,000 uomini, compresi gli equipaggi delle squa1 dre, provveduta di un immenso materiale .di ogni genere appartenente alla flotta, e che potevasi utilizzare; e con un est>rcito di soccorso non dispregevole, che per la partè settentrionale ed a· traverso la gran baia, poteva in breve tempo rincalzare la guamigioue. Le occasioni alla guerra sono fuggevoli, e convien coglierle non sì tosto si offrono. Perduta quella sul Belbek, dopo la vittoria d'Alma, del pari che l'altra che offrivasi nella ricognizione del 27, non era supponibile che t russi avessero trascurato di avvantaggiarsi del tempo e <le' mezzi d1 che disponevano, per uscii:e dalla pericolosa posizione in cui eransi trovati per taluni giorni. Comechè 'sia, l'attacco .del 17 ottobre può dirsi aver avuto l'effetto di una grande ricognizione. di viva forza, per cui il difensore essendo stato coslrello a mostrare i suoi grandi mezzi difensivi in uomini e materiale, non che, lo sviluppo considerevot.e dalo alle sue opere, e la potente artiglieria onde aveale .armate, convinceva l'attaccante dell'inutilità di qualunque tentativo prematuro, e la necessità d'intrapreudere un regolare assedio. Assedio che, uelle speciali condizioni .in cui si trovava la piazza, cioè provveduta di un materiale fuori ogni proporzione ordinaria e non investita che da un solo lato, dovea riu scire.Jungo e __disagevole; perocchè, -in comunicazione per la parte settentrionale con l'esercito di soccorso, essa pot.eva in tutti i momenti essere rifornita di guarnigione , rafforzata e riapprovvigionata. La qual cosa, una alla sua vastità eù alla natura del terreno, che nascondeva tutti i prolungamenti delle

opere e riduceva la lotta alle solo offese di fi'onte, dovea rendere possibile instaurare nella notte i danni sofferti durante il giorno, e l'indomani rientrare in combattimento con forze rinvigorite. Sebastopoli, siccome ben dico il colonnC'llo Giustiniani, pit1 elle una piazza poteva considerarsi una vasta posizione trincerata·, in condizioni vantaggiosissime alla difesa, per soggiogare

SUNTO DELLA GHE RRA 1J°ORIENTE

251.

la quale gli alleaÌi avean mestieri di grnndi forze e molti mezzi, e qu,indi di tempo non lieve per riunirli; e frattanto, era prossimo l'inverno ~o' suoi rigori. Allora gli alleati dovettC'ro sentire tutta la difficoltà dell~ posizione che si erano creata, nel tentare un'impresa di tànlo momento, con mezzi· non proporzionali.

CARLÒ MEZZACAPO

'


DllL T DJONÉ

253

per Jttilizzare la loro forza al lrasciiio. Ma poicbè, sotto altro a&pe~to , gl'iriconveuienli sono molto maggill'ri de' carri - a ti-· moue, simigliante maniera di -trasporto è presso che , del tutto abbandonata pe' carrì di artiglieria. Difatti, il cavallo attaccato alle stanghe soppo1:ta una par'te del peso del carico. E però, qualunque volta lransilandò · per terreni ineguali, una ruota discenda di r.olpo in un piccolo avvallamento del terreno, e resti l'all.ra più alta , la prima in.a. conlrcrà nel gi rare più resistenza della seconda , e le stanghe inciineranno bruscamente dal lato della ruota pH1 bassa, percuotendo e scuotendo il cavallo nella spalla opposta ; percosse e scuotimenti che si ripeteranno ora a ·destra , _ora a sinistra, e di cui il cavallo posto sollo le stanghe dovrà paralizzare feffetto resistendo con la propria forza. E per questa ragione , e per il peso che gli gravita sulle spalle, il cavallo da stanghe vuol essere mollo vigoroso e si logora presto. Aggiungi , elle ove il cavallo cada, aggra\'alo come sarà dal peso del carro, 11011 sarà, agevole farlo rialzare, ed ancor meno agevole dargli lo scambio se ferito gravemente o morto· come '. altresì lo attaccare i cavalli alle stanghe ,.richiede più tempo che non al timone, e la celerità di siffatta operazione per le · macclline da guerra è es:;enziale. Ne' carri -del commercio si rimedia in pa~·te a questi iuconvenieilti , mercè una rnotina affidala ad un'asta verticale posta di sotto il davanti del carro, la quale, quando il cavallo è aUaccatq al carro' stesso , rimane poco sollevala dal suolo. La qual cosa può farsi , percbè que' carri transit_~uo unicamente per buone vie; cbè se dovessero muovere per terreni ineguali e tagliati da solchi, siccome incontra co' carri. dlarligliet·ia , ·l'asta potrebbe urtare nel terreno e dar luogo i3d 1accidenti. Sènzachè la natm:a di"taluni ca;ri di artl-· glieriai;,c@me gli aft'ustii,, nou, co1isenthebhe pél' altre ragi'oni l'uso di simigliante correttivo. Quafora il"can•o 'éll ·due ·l'U'ol"e sia ·piccolo e -trasporli un' p~so

DELL1 EQlllLIBRIO DEL TUIONÈ NELLE HACCIIINE DELL'AllTIGLIHRIA DACUIPO

Le macchine di artiglieria da campo , percbè siano buone denno soddisfare a diverse esigenze; che possono ridursi alt~ seguenti: 1° facilità di traino , conscrvaziòne degli animali ed agevolezza di cambiarli, occorrendo ;· 2° facilith del servizio ,rispondere alte confaioni dello sparo; 4° semplicità, soli~ dita ed economia; ~ foci lilà di manutenerle e ripararle; 6° che possa trasportarsi con le batterie ed al seguito dell'eserci(o oltre te ~rnnizioni necessarie, tutto quanto fac.cia uopo ali,; conservazione e manutenzione del materiule, cd ai diversi lavori cui può èssere chiamata l'artiglieria. Di siffatte esigenze, quelle che si rapportano al subbicllo del prese~1te articolo, sono rinchiuse nelle due prime. E però di esse diremo quanto basti, per chiarire il nostro ragionamento. . I carri a due rnole hanno taluni van taggi , siccome quello d1 poter agevolmente transitare. per qualunque terreuo ineguale, senza che le varie p.1rti della macchina ricevano Yernna sco_ssa; r! ciò perchè i punti di contali o di essa col suolo essendo due appena, saranno sempre in un piano. Altro vanla"gio si che i carri a due ruote sono di piu semplice coslr:zione, ed i cavalli posti l'uno innanzi l'altro, sulla linea che passa per il centro del carro, sono nelle migliori condizioni

3:

0

e,

Voi. Ill. -

..

17


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llELL' ~:QO!LIBRIO

. pt~porziona_to ~Ila_ fo_rza_di trascino di uno o due cavalli al P.iù, gl 1nconvemen11 duf11nu1scono. E però ·per taluni servizii, •siccome per trasporto di munizioni da fucili, o per altri in cui le vetture non sicno destinatr a prénder parte al combattirnrnlo può darsi la preferenzà a piccoli-carri a du,.~ruote su i grandi a quallro , siccomr saviamente fece Gribeauval per le· carrellc da parco , a cagione della semplicità della loro costruzione 0 '.le! poco loro costo. Ma, pe.' grandi carri che riehif'dano per · il trasporto molti cavalli, quello delle stanghe non . potendo avere una forza-proporzionata al carico, quale che sia la razza alla quale si npp;1rtenga, si tnm:'rà oltremodo sopraccaritalo . ·e, dovendo da solo riten<>re il carro nelle discese e rl'sisler; aIle scosse delle stangh,~ ne' terreni ineguali , non potrà e, itare gli accidenti cui andrà incontro. · · Inoltre, se la natura del carico, cui il carro sia drstinato , c;ome 1,f' r Psempio i carri leva o· trincapallc, richieda ruote mollo alte , si andrà incontro ad altri inconvenienti considerevoli; siccome quello dw l'asse delle ruote essendo più elevalo delle spalle del cavnllo, ba luogo una scomposizionf' nella forza motrice, ed il carro sarà diffieile a guidare nelle discese, per poco che sieno rapidf'. Perchè la trazione del cavallo riesca la pii1 vantaggiosa, convir nc cbe la direzione delle tirelle sia iuclin~la da sotto in sopra, dal punto di attnceo alle spalle dell animale, e formi coll'r,rizzontale un angolo Ji ,12 crradi ·1 ' o , se I caval lo non è caricato sulle spalle, e di 6 gradi nel ·caso contrario. Infine , lo alL,wcarc i cavalli in fila l'uno dietrn l'altro allunga considerevolmente le colonne , ed impedisce ,di ca1;111,i• nare celere1oente; pe1:occbè nel trotto, i cavalli si allontannno _pitto meno dall'asse del carro-, e le tirelle scllot~i10 di qua e di lf1 sill'allamcnte i collari, da costringerli a tost,J riprendere il passo. Queste cose considerate dal generale Gribeauval, faceva11gli

DET T D IU:(E

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presso che proscrivere interamente l'uso delle .;tanghe nelle macchine di artiglieria ùa campo, cd adoUare carri a quattro ruote con limone; e volle di più che il limone si · sostenesse nella sua posizione, per .efl'etlo della ccstruzione sll'ssa , della macc;hina, per sgravare i cavalli a tjuello attaccali da qual un- · ql;e peso , e reuùere piii ag~v.ole il ùar loro lo sc..imbio. Perchè pui i cavalli fossero liberi più d1e si possa nei loro movimenti ed indipe.ndenti l'uno dall'allr,1, le tirelle erano attaccate a .bilancini girevoli intorno al punto di attacco·, dove veniva per conseguPnza applicata la forza ·di trazione del · cavallo , e, quale che fosse il movimento di esso, le tirelle trovavansi sempre egualmente lese. I bilaneini dei cavalli tli volala erano àltaccati ad una bilancia mobile posta all'estremità del timone , alla stessa maniern che nelle diligenze del commercio. • Questo modo di attaccare · i cavalli ai carri , buono sotto taluni aspetti ed utile per il trasporto su buone strade, aveva . per converso varii inconvr.nienli rimarchevoli per una 1ùaccbina di arliglieria da battaglia. I bilancini facilmente rompevansi o disperùevansi ; qualunque volta dovevansi adoprare più di due coppie di cavalli , le tirelle dei primi cavalli doveano , alla stessa maniera elle ncll'alluale sistema, attaccarsi al collare di quelli che seguivano , con una complicazione del sistema; la lunghezza delle rriute accrescevasi di troppo , e nelle inanovre, alleutandusi le tirelle dei cavalli di volata , l~cil;nente andavano fra le gambe di questi e ne imba1'azzavano le mosse. l carri a quattro ruote sono per loru stessi divisi in due parti: quella · di avanti, della carretto o avanlren~ ; quella di dietro, che, seèondo la tlestinazioue ùel carro, prende il nome di affusto , corpo del cassone ecc. La divisione delle due parti, _ agevola la girata ed il · servizio d'ella bocca da fuoco. L'equilibrio del timone, nel sistema di Gribeauval, si otteneva con la pressione che la coda dell'affusto , o il davanti del


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DELL 'EQU ILIBRIO

cassone, faceya su di un apparato posto in prolungamento del timone_dalla parle di dietro di esso e dell'asse, ~ove stava una traversa detta appoggio o frollante: l due fianchi, o aloui dell'affusto Gribeauval, erano· riuniti ùa calastrelli; e quello ùi coda avea un foro nel mezzo, nel quale eÌllrava il perno reale . pGslo al di sopra dell'asse dell'avantreno, e serviva a. riunire le due parti della macchina. In questà posizione la traversa frollante toccava sotto gli aloni di•ll'affusto, o sollo la lunga dd ca~sone , e la prnssione che veniva fatta di sopra impediva che il timone si abbassas:;e per elTetio della gravità. Cotesto siste,na rigido non offriva nel trasporlo verun i11co,nveuiente, ffntantochè si percorr~yano buo11e strade. M_a nei terreni rolli e disuguali , non_ potendo quattro punti essere sempre in uo sol piano, , inconlrava ~oven te che la . linea, la t1uale passava pci punti di contatto del suolo (jO!l le ruote d1 dietro , fosse in piano diverso ùi quella delle rnole di avanti; e che, cnl sove11 te mutar di posizione rispettiva di queste due lince, la macchina ricevesse fort i scuotimenti, che comunicavanri al timone , e . reagivano sul punto òi unione delle due parli \!ella macchina. Quest' inconvcnientn rendevasi maggiore, qualunque volta le due linee ùi coulalto fossero inclinate in senso opposto. Non isfuggiva a GrihL'auval silTallo inconveniente, e per rimcùiani faceva jl foro della coda conico, e con la · base maggi ore al di sopra; ma di pnr;o diminuiva l'it19on venien tr_. Inoltre, perchè la ,nacchina potesse girarn i11 un piccolo spa;iitl, ad onta <foll;1 spes,-tma della coùa, le ruote di avanti dovevano essere piçcoie , a!lìnchè potcs~çro pasBarn <lì sol~Rgli aloni. D'.alfra Pil-,:lt\, la piccolezza _delle ruote ern umt con?egu~nza del modo d,i attacco cldle due par.ti ç]ella macchina , che costringeva a .. t~ner I' as$ç delle rnole cli ava~tj mollo, più bas.~o di qqdlo del\1:J rn.ot.e di dietro. È agevol~.~corgerc la consP.gu,~nw tJi qur1sta _p!ccpleiz,1 delle ruote di ,,il}'&D,1.i

DEL TIMONE

del carro, qualora si dovesse transi fare p&r terrèni disuguali, l'noìli , solcali, o con fossi. Infìne, l'avc1ntrei10 essendo leggi ero, per distribuire il carico convenientemente al trasporto sulle qual.lro ~·uote (cioè che il ca'rico di q~ello di avanti fosse nel i·apporto di 2 : 3 CO\l quello di dietro), faceva mestieri che gli affusti de' cannoni da 8 e da 12 avessero due generi d'incastri pet· gli orecchio iii, !',unti per il tiro, l'altro per il trasporto; ed alla ditlicol1°;1 di togliere e rimettere l'avantreno , per .il peso della coda t per il modo di attacco , univasi l'altra del cambiamento d'incastro. Cotesto inconveniente graviss1 mo, sopratutto nei mo~·imenti durante il combattimento, costrinse Gribeauval ari usare la lunga; cioè quel!~, corda, mernè la; q'uale vien ligala la coda _dell'affusto a\l'~vantreno, quando il cannone è 1n balleria, e fa abilità di eseguire qualunque movimento senza rimell.ere il pezzo sull'avantreno. Ma · sono noti agli artiglieri gl'inconvcnienli ai quali dava ·luogo l'uso costante di questo mc.zzo , sopratutto nei ri1ov i menti giranti e nel passaggio di fo~si, non che attraverso terreni molli, solcati od ineguali. · Nei terreni di questa natura, che son pur quelli ne'_quali le arliglie1'iè da campo ùenno quasi sempre muoversi ne' c1Jmbattimenti, è utile, in primo luogr., che le due parti della mac.china siano indipendenti , per evitare quelle seoss'e dpaci di produrre rotture ed altri danni. In secondo luogo , che le ruote siano éguali, per superare agevolmente gli ostacoli, e che il modo di attacco faccia abilità cl.i togliere e rimettere prontamente l'a.vanli·en·o, limitando l'uso della longa a: qualche caso ecc"e"zionale più semplice; siccome ne' fudchi tfi · ritirata, in cui i movimenti essendo rettilinei , la nianovrtr riesce più sicura e· spedita, e l'inconvèniente minore. Infine, che il carico sia ri-partito e ~lispo'st<i i1i'-'guisa, dà rendere iliutile il dòppfo incastro. Partendo da questi principi i, gl'i1iglesi costrnivaulo il loro


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DELL'EQUIL!DRIO

sislema, il quale, pe' grandi \'antaggi che offre, oggidl, più 0 meno modificato e corretto, è in uso presso buolla parte delle artiglierie europee. Le due 'parli delle macchine di artiglieria da campo ingle~i non hanno che un sol punto ùi contatt,1, ch'è di sollo 1';1ss(' dell'avantreno. Ciò che .le rende compintamf'nle indipe1;rkn1 i l'una dall'altra , quale che sia la posizione che prendallo le nwlc di dietro, raprorto a qnelle di avanti ; e poichè l'affusto gira intorno alla linea mrdia ~i esso , che passa per il punto di allacco, l'avantreno non risente scossa veruna. L'e3sere poi il punto d'attacco di sotto all'asse dell'avantreno, fa sì che la coda dell'affusto non debbe elevarsi di mollo, come nel sistema Gribeauval, per attaccare il pezzo all'avantreno. Come altresì il maschio uncinato, o perno a gancio , essendo rivolto verso il di dietro dell'avantreno stpsso, e l'occhione O lunetta , all'estremo della coda; non fa mestieri spinger molto innanzi, dopo _ave~la sollevata, per attaccarla all'avantreno. Come negli affusti Gi'1beauvat, i quali hanno il maschio al di sopra dell'asse detl' avantreno, e \'occhione di coda nel mezzo del calastrelto. Se a que3to aggiungi, clie \a coda del sistema inglese è molto più kggiPra, si sarà convinti de.Ila grande facilità che in esso v'ba di togliere e rimettere l'avantreno. li di~sopra dell'avantreno, che i1el sistema inglPse è sgom:.... bero, ba potuto essere utilizzato col mettervi una cassetta da munizioni, o cofano, capace di un certo numero di cariche c_be permetta di soste~ero il fuoco per qualche tempo,· ed in~ smo a che non si sia raggiunti dai cassoni. Allo stesso fine Gribeauval incastrava in mezzo agli aloni, fra la coda ed il pezzo , e dopo che questo fosse montalo sull'avantreno, un piccolo cofano capace di poche cariche soltanto; la qual cosa accresceva il tempo necessario per togliere e rimellere l'avan-treno, di tntto quello occorrente per caricare e scaricare cotesto cofano di sopra l'affusto.

DEL TI MONE

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. Nell'anno Xl della repubblica francese, c·otesto· b"isogno di ave1,e co11 la bocca. ·da fuoco un numero sufficirnte di cariçhr, faceva adottare talune moditìcazioni àl sistema di Gribeauval. 11 masi.;hio, o perno reale, veniva tolto di sopra l'asse e trasportalo più indietro, nel 'i;nezzo di una. traversa incìiiavardata su i cosdali dell'avantreno, o braccinole, fra l'asse.stesso eri il frollante, sul prolungamento del timone; per la -qua1 cosa i cosciali venivano allungali. Lo spazio, per tal ' forina ·-ri·masto libero al di sopra dell'asse ; veniva usufruito per collocarvi uù cofano, il cui centro di gravità era disposto in guisa, da corre.ggere il disturbo arrecato al primitivo equilibrio _con l'aver tra~orlato più indietro l'attacco dell'affusto al"l'avantrellO. Questo sistema riesciva inferiore a quello di Gribeauvat. Perocchè, se aveasi l'eq.uilibrio del timone col cofa'nò carico; esso veniva alterato dal momento che le cariche erano lutte o parte consumate; ollrechè · la coda non poggiando sull'asse, ma , più indietro, agiva negli scuotimenti èon un bracéio di leva, che accresceva gl'inconvenienti. Non pertanto, il bisogno di avere col pezzo un certo numero di cariche, indiperidenlemenle dai cassoni, è tale, che quelle potenze te quali . non abbiano un materiale di arlig1ìrria ·da campo informalo ai principii del sistema inglese, lrnn1Hi un affusto poco di,;forme da quello di Francia, de\l'ami"o Xl. Nel sistema inglese il peso <\ella macchina è ben ripartilo sulle quattro ruote, e non occorre doppio incastro. Difatti l'avantreno è carico ùi munizioni, ed il peso del pezzo è trasportalo meno dietro·, quando vien messo ' sull'avantreno; peroccbè, essendo la cocla dell'affusto molto più bàssa, il pezz9, nel passare dalla sua posizione di batteria a quella di trasporto, descrive un arco intorno l'asse molto più piccolo, e gli orecchioni non si trovano gettati cotanto indietro, quanto nel sisterirn ili Gribeauval od in quello dell'anno Xl. li non avere più bisogno di cambiare d'incastro, la legge-


2.60

DELL'EQUILIBRIO

r~~za tleUa ,codil del sistema inglese, l'essere il punto di attacco dell'affusto con l'avantreno basso eµ in comoda posizione, .reode agevole iL togliere e rimettere l'avantreno. La qual cosa, una alla facilità di .passar.e i fossi con•le due parli della ma,cchina congiunte, per effello dell'indiprudenza di esse e dell'eguaglianza d.elle ruote, il bisogno della .lunga non è pià cosi sentito..corn~ nell'antico sistema francese, e .rimane, come dicevamo, limitata a quakhe 'caso speciale. Questi cd altri . vantaggi, di cui non ci è dato discorrere in questo articolo, rendevano il sistema· ingl·ese superiore a quello di -Gribeauval. !\fa, per lasciare alle .due parti della mac'cliina dil campo lulta la hlro ind-ipendenza, dovettero gl'ing,lesi rin un. ziare all'equilibrio del1timone, e star contenti che n~avallo di de~lra1 della co,ppia attacc~:a immedi~tamente .:ili.a macchina sopp.o.rlasse il peso di u.na timonella,. o forchiglia, la euj, stanga di si,oistr.a partisse dal cenlrn delravantreno. È inutile insistere su gl'inconv.enienti di questa maniera di a.ttacco, dopo quanto abbiamo detto innanzi, nel discorrere dei éarri•. a due ruote; quale ehe fosse iL vantaggio di pòtere, nelle strette vie <li mon.lagne·, disporre i cavaHi uno dietro l'altro, mutando la posizione della timonella, e trasportandola nel mezzo dl:lll'avan.,... treno, siccome permetté la costruzione delle macchine .inglesi. La superiorità del sistema inglese su quelli di Gribeauval e dell :anno XI, essendo stato p9,steriormente alle guerre, della rivoluzione franeese riconosGiuta dalle artiglierie di mol.te po, lenze, lo faceva loro adottare; ma tutte ·si studiarono ovviare all'inconveniente delle stanghe, sostituendovj un timone più o. meno ,in equilibrio. · , La difficoltà del problema stava: nell'usare il tiruone, senza perdere il vantaggio dell'indipendenza delle due parti della macchina, affine di n,on. ritornare alla riigidezza del" sistema di Gribeauval. Vediamo in qual mani.era esso sia staio . più o meno risoluto <Jalle artiglierie francese, piémontese e napo-

DEL TIMONE' 2ol li tana; e quale, secondo noi, si sia approssimata di più ad unll soluzione, che non potrà ottenersi in una maniera di!linitiva, costretti come si è• a conciliare condizioni opposte, O,!vero, vediamo in quale di quelle artiglie1:ie sifl'alte condizionLsieno state soddisfalle in maniera , da potersi nelia pratica ritenere come risoluto il problema in modo asso_lulo, abbentihè, ser.ondn i priucipii tcor~tici, non lo sia stato che -per approssimazione. Due erano · 1e vie da seguil.'e in questa ricerca: 11una di trovare un mezzo come ridurre al minimo gl'inconvenienti risultanti dall'affidare il peso del timone ai cavalli ; l'altra di tener qùesto in equilibrio in• guisa, chr mentre le ·due parti della macchina fossel'o l'una all'altra assoggellaia, la rigidezza del sistema riescisse sì lieve, da non presentaiue•.nella pratica gl'inconvenienti del si~tema adottato dal Gribeauval. Di.queste · due vie su cui poteva rintracciarsi la soluzione dal proJema, i francesi sceglievano la prima,. i, piemontes.i ed: i napolìtani la seconda. l francesi, nell'aflidare il timone ai cavalli, lo facevano molto leggi ero, affinchè questi non fosseno sopraccaricati. La . . qual cosa è scena d1inconven'ienti, a· cagione che le due parli della macchina essendo assolu,tameJJte indipen:denti, il -timone non for1,na, sistema rigido che col solo: avantreno; il quale,, e pe1Ì lu. sua· leggerezz-a1e per i I posto assegnato al suo carico, non potendo ricevere. scuotimenti sensibili, nè comunicarne di tali al timone, la più piccola forza è ·bastante a muoverlo · e tenerlo a! posto, ~ L'idea più naturale per far sostenere il timone dalla prima coppia di cavalli, si · era quella di mettervi innanzi• una traversa in croce, le cui esu·emità venissew attaccate al di. sot\o dei collari . dei cavalli di timone. Questo metodo veniva adottato dagli svizzeri , siccome r,ilevasi dal memodale di artiglieria d.i · Luigi Napoleone. Ma i francesi giudicarono, con rag.ione, che esso non lasciasse suffilliente: libe·r.La ai• cavali.i:,. e v0llero,


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DELL'EQUILIBR IO

che i moyimenti delle due braccia delfa traversa fossero possibilmente indipendenti l'una dall 'altra; di maniera che se uno dei cavalli , per qualsiasi ragione, si tiri bruscamente indietro o si spinga innanzi , traenùo o spingendo nel suo movimento un estremo della ·fra versa, non costringa l'estremo opposto a1l un movimento contrario e scuota il . collarn dell'altro cavallo. Per riesciro in qnest'inteòlo , essi hanno adollato (fig. 1 •) verso l'estremità del limone 1111 collare girevole in.torno l'asse di esso; . a destra e sinistra di questo colla!'(\ , sulla estremità <li un diametro , stanno due doppie orecchie bucate, nelle quali entrano le estremità piane di due branche ai:cuate, <.lei pari bucale ; un perno penetra a traverso le orecchie ed al buco dell'estremità piana drlla hranca e fissa que..ta al collare, del timone. In lai guisa ciascuna branca p-uò muoversi circolarmente innanzi ed indietro, senza comun icare il suo movimento alla branca posta dall'altro lato del timc,ne. Inoltre, nella maniera di allacco del timone aùoltalo dagli svizzeri, i cavalli denno rimaner sempre alla stessa distanza dal .limone , e qualunque volta uno di essi si .facci alquanto a destra o a sinistra , trarrà a ,se il timone e l'altro cavallo. Per ovviare a questo inconveniente, i francesi hanno adattato a ciasc.una branca un anello scorrevole, dal quale pende una maglia di catena che serve ad attaccare la branca di sollo al collare del cavallo ; in tal guisa, per poco che un cavallo si muova lateralmente , l'anell o scorre sulla brant:a , senza scuotere il timone nè arrecare molestia all'altro cata_llo. Con simigliante congegnamento, i cavalli conservano una quasi totale indipendenza ne' movimenti. ·11 solo caso in cui il .movimento di una branca si trascina necessàriamente dietro l'altra, l'è quando si innalzi e s'abbassi a cagione della rigidezza del sistema nei movimenti circolari perpendicolad all'asse del limone, nel qual senso la rigide~za era necessaria per sostenere il peso del timone.

26-3

DEI, TIMONE

~ Ouesto inconveniente si sente 'nel solo caso in cui cada on cav:llo , ma allora esso rimane diminuito, da che il timone vienP anch'esso ad abbassarsi alqu.1nto. Non può disconvenin;i, che, volendo f~r sosten~re ai cava!li il r,"eso del timone, la maniera trovala dai francesi non .ne d1~ miriuisca sensibilmente gl' inconvenienti. Ciò non · per ~a•~lo .1 cavalli sono pur sempre aggravati da un peso che ~e d11n 1nu'.sce la forza di trazione, e rende più lungo e disagevole 1~ cambiarli , dovendo sciogliere e \iga re no_n solo la catena · d'. rih•gno, ma anche la branca ; cosa di niuna entità nei . tempi ordinari ma di qualche imbarazzo nei bisogni pressanti ùe)la "'Uerra 'come quan,lo, essendo incalzati, faccia mestieri cann giare un cavallo morto O ferito gravemente , e giacente pe~ terra. Queste considerazioni , non dispregevoli , inducevano . 1 pit•montesi ed i napo\ilani a rivolgere i loro st~~i ~Ila ricerca di un frotta·nte, che rispondesse alle cond1zron1 sopra l

discorse. li frollante piemontese (fig. 2 3) è una specie di freccia cli legno guernita- di ferro , la quale sporge cli dietro all'avantreno, in pr~lungamento dell'asse del timone, ed_ è ali' estremità rutonrlato. La parte superiore è piana: su d1 essa sorge v.erticalmenle un maschio dal cenlrn dell'estremo rotondato , il quale attraversa tutta la spessezza della freccia , ~ rrggi~aschio ·ed è fermato alla parte inferiore, dove fini sce a vile, con u'na madrevite. L'occhione., che nel sistema inglese. e nel frn ilcese mo<lerno è in prolungamento della faccia superiore della coda ferrata, è nel piemontese piegalo in giù in guisa , che, messo il p,e~zo sull'avantreno , la faccia inferi ore_ d_~ll'o~chione combaci con la superficie superiore ·ciel regg1masch10; la ferratura al <li sotto della coda, fini sce ad angolo retto con \a superficie inferiore dell'occhione. Attaccato l'affnsto all'avantreno , la coda fa pressione sul reggimaschio con un piccolo bmccio di leva; e questa pressione, insieme all'alfra

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DELu'EQUlf,IBRIO

eserdtat.ai- dall~ faeeia verticale della, fe'rra·tnra, hifcridre della -~">~a contro I estremità circn·lm e del reggi maschio, fa stare 11 lHnone nella posizioI1e orizzontale. . .· Questo· genere -di, frollante· rende certmwenle if aistenra in d1~co'.·s~ ~olto m~no rigido di quello· dell'anno XI, sul cui p11mc1~10 e· costrufJto: Pèrciocchè le superfici è di contaNo sono nel, primo molto più· piccole che 1Ìel secondo· ed il· d li· db è . · , peso e ,\ co . . mH1ore ed @pera·co!} un braccio di lèva! pi.ù,· 11i'cco·lo· le e réndoho .' iquali• I'cose, tutte dimill'u~scono kv rl(l'idezza o , .. meno onlt g l' 'SCù'olimenli\ Nòn 1~cr tanto il (Jllnlo d1;1ttn·cco essendo tr~~'porrta~o di·~lro, l'àsse, la pressio11e d'ella· coda negl'irregola1.1 · mov1ruenl1 della macchi,ria, tende a farO'" oscillare i'l tim-011~ .nel·,senso vert-icale; oltrrchè il contatto dllll'ocehione- col regg,1mase.hfo effettuandosi con due superficie, còmuchè piccole,• e la: ,ferralur1a' inferiore della codà· esercitàn'do cori! I·a,~ oa. f; • . ~COia verltc'a1e una, forte pressi-on e··oontro·Testremo del re·(l'_ g_imasc~io, il sistema ha una certa rigiJezza' che sarebbe d~s1derab1le ve.der d,imiuuito. Difàlti' s~ppongasi che le, due-linee di éor.t·•tto. delle d 111 . . .. , u ruote e _-aff~1sto ~ dell avantreno col suolo sieno inr piani · diversi ed mcl mate m senso opposto, e si scorgerà come l'occhio·11e teno.lo fermo nella stia . posizione dal: contrasto del maschio ~ della ,superficie •sup·er1·o ·'le ,~el ..t<>gg.imasc · h··10,,, d-0vra; , ese1'c1lare . • · •· · J · una . forte pressione dal, lato · del.la ruota più alla • dell'avantreno_; e, col ripetersi frequentemente· ed a S'cosse simiglianti pre~s1_oni , ora da un lato: ora di lli'allro, . neH' alira versare· terrem : rneguaH, siccome· avviene quasi sen1pri~ sol• e· d. b .. I' . ampo r attag_ra, de:ve ,necessarianiente aversi, olrn reazione sul timon . 'h d bb' ' . . e, ll011i v. a: u IO ·con minore intensità.· che nell'antico ·sislema francese , ma pure , non , Iieve. " · Inoltre, semprechè la.maccbiil'a, si trovi su di un piano .incli• nato ,_e che Pavantreno1giunga:ad -on punto dove 'l'ill'climizione det ·p1ano•discenda in,senso,opptisto:, l'occhione premera dietro 1

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DEL Tl~i ONE

26.5

il r~ggi.maschio, e .tenderà a rialza1•e il timone. Ed . ove si{fal\i movimt!nli si succedano con ra,pjdi)à, siccome quando lli • :at~ trn..versi vn terreno sole.alo, il tiJIH>Oe non avrà a11eorn cl.el :lll!llo • ubbidi)!,) ad una pressione, che già ne 11i.ceverà ,tm'all,r,a in se.1)so conlrariµ , rise,1,1 te11d().ne continui scrnlli\menli, dj .ç~i il mas.chio sQslen:à la sua parie; e ,negli sc-uotimen;ti,;l'apidi il ·ti7 m91Je n,Qn po.tendo tost.o rialzar:Si, la .coda ten.d.erà .a s.o\le,.,.. varsi e l'occhione a sfuggire dal mas.chio, sforzan<Jo, qu.eslo .e ,il chjavislello o_çh.iav.e,lla. C,ol} la c9.m,bina~io1m d.i qu.csle due cause ,di, sc11ollame,iti, co~e i.11co11lra in terreni ro.lli e lav<,Jrati, gl'inc.ouven.i@li -fhe . n.c r,i,$tJH.ìlnO dovran.nQ .necessarjµ1~};E!!l le ace:roscersi ... ~la ciò che p\ù in.fluisce sull;~•.rigjdezza del sisttlm.a:,, si è la pre~si.pne c,he esercit4 l,4 fa.coi.a ,verticale .della fcrralo!l'a i,u... feric,we . della codett.a. contro l'e~lt;e,11JQ rotonda~@ del reggimar, schi,(!). E se, pei: evitare que.s\o intQ1Jvenien.t e, :SÌ voless..e ,ar.,.. rotpnJare la ferratura della codetta e scantonare la pal'te inf.e~ riore dell'estremo del rPggimasc4io, si sar•eJ.>be forse CQstretto ad accrescere il peso della coda , dell'affusto per tenere in equiJibrio il timo.ne, e qui,ndi anda,l'e incontro .ad altro inc!rnvenienle. Cotesta rigidezz,a d.el ,isl.em.a. piemon,tese crediamo· che ùebbe, nei rn,oyiu1enti 1:i!pj(j_i e 0011,citati del campo di baUaglia, far ro1npere .i li1.11,oni r;on maggior frequenza che nel nuovo maiteria,le francese; e,, f.orl-e., p_er .qul)sla ragione l'è più robusto. Pfr ril.e.n~r~ .il\.J.~mv1,1,e -~.rizzont~Je , ol.t,re il punto cli e9u1.,. , tatto dell'oeçqiçme•col m,aschiO, 1)e occorre 011 secondo più i1ni.,. cljç.tro, !\fa, per :riJorre al minimo la rigi<lezza ,d1:è ·la cousrguenzp,. dell'adozione di due ponti di con la Ho, - conviene qhe ques~i si,eno lellera!rpent~ riµolli a ponti 1 pr,oscdvcqdo gli appoggi p~.r s,operfiçie, pe1\ qQ.a,nto piccole. P.arte:mdo ,da questo. principjo, il l~pe,111~ ,~olonnelJo -Liiu.di. dell'.artiglicria napoli-


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DELL'EQUILIBRIO

tana ideava, nel 1835, il suo sistema, cbe dopo maturi-espt~rimenti veniva adottato, ed è tuttora in uso. La maniera di attacco nel· sistrma napolitauo è lo stesso che nel nuovo si-sterna france·s e, o· inglese , e conserva il v'aniaggio,, che qualunque scossa dell'affusto va a perdersi sull'asse dell'avantreno, senza reagire sul timone; non che Faltro, che l'occhione rJ il perno a gancio essondo eutrambi di forma rotonda·, rid il primo abba,,tanza lal'go, es:5i non si toc0Ml0 che in un punto. Ond'è che, secondo ,che le ruote di dietro e quelle , di avauti ddla macchina si tro)Vino rispettivamentr in ,posizione diversa, l'occhione ed il perno a gancio, girando più o mt1no in senso, contrario intorno l'asse della macchina ' non fanim ·che mutare il loro punto di , contatto; il <1uale, rimanendo pur sempre un semplice punto,, pub variare sPnza produrre scosse, e senza sforii contro il prrno a gancio. Pe~chè si.:produca urto contro questo, conviene che l'affusto si ,rovesci. li _.timone, -lcggiero C•Jrne quello francese, non ba meslil'ri cbe di poca forza per essere ritenuto in equilibrio, e tanto minore, quanto pii1 il · secondo punto di conlallo ,lell'alTusto con l'avantreno sia distante dal di dietro ùcll'as~e. Il frollante ùel tenente-colonndlo Land i (fìg. :3") è un ci lindro, di ferro pi<'gato ad arco, per gli estremi rettilinei i11-thiavardato su i braccioli <lell'avantrenu , convenieutemenk sprolungati indietro. Al posto del secondo anello di mira della coda sorge un gancio , dello gancio · frotlanle, siffallamenle lungo e per t,11 .forma di~poslo, l'he (jnando l'affusto è attaccato all'a-vantrcno, esso poggia sull'anello frollante e ritiene il timone oi'izzontale. La forma dd g,1ncio è rotonda.al pari di quell t1 de-I frultaute, affinchè frà loro non -si tocchino che in un so l ''punto. La posizione e la dispos[zione di lulla la macchina · è· tafo, •che gli artiglieri-, nel mettere il pezzo sull'avantreno, rnin deuno badare che ad aggrappare , l'otchiotll: 1

267

DEL TU!ONE

al perno a gancio; chè ìl gancio frollante non - pure -va da' sè al suo posto, ma serve anzi di guida ed agevol1! la' manovra. , li gancio è forato ·alla sua base, per dare appoggio alla · mano.velia o vette di pu.nteria, e per lal gui!'.a supplire all'uflicio del secondo anello del la coda, ' :Questo frollante è costrutto sul medesimo principio che · quello di GribrauvaL -E però, a <lati ·eguali, :esso ba sul 'piemontese gli stessi vantaggi che quello di Gribeau.vàl sull'altro dell'anno Xl, sul cu-i princirio quello piemontese · è in~ormato; _ anzi .di più., perciocchè nel sistema napoltt-ano il ,contatto dcllè due partì della macchina non si ·effettua che per punti, mcnlnì · che nell'altro ha luog()•per superfici<'. Oltrcèhè i, due sistemi • italiani hanno rispettivamente su i due antichi sistemi francesi·, il vantaggio d'averne'-diminuito la rigidezza. E poicbè lo sforzo bisognévole per sollevare· la .-coda e :far uscire l'()ccbione dal perno a gancio, è maggiore della pressione · necessaria per tenere il timone orizzontale; ne risulta ·che,· per quanto sia violento e contrario ·il movimento· dell'affusto e del.,... l'avantrèn0, l'occhione non sforzerà mai il chiavistello per isfuggire dal perno a gancio. Inoltre la pressione del gancio frollante sul frollante non può abbassar questo, e quindi rialzare la testa del timone al di là della posizione di ·equilibrio; prrciocchè, giunto che sia l'occhione a toccare il · fondo-del perno a gancio, la t'.Oda non può abbassarsi di piu; mentre che nel sistema piemontrse, dietro una scos~a che tenda a portare in giù la coda, questa opera con forza sul reggimascbio, e, col f'ar girarr l'assn dell'avantreno, tende ad abbassarsi al di sollo ddla po,-izio11e di equilibrio ; scuotendo e comunie:arido violenti oscillazioni al timone. · Se le rnote di dietro ddla macchina napolitana s'inclinino diversamente, che quelle cieli ',avantreno, il gancio frollante SC"" . guirà il movimento dell'affusto, e l'anell1l frollante quello •del\'avanlreno, Ma, per la forma rotonda tlell'auell11 e del .gancio 1

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DELL'EQUILIBRIO

· frottante, il risultato sarà scevro da inconvenienti, e si riduna ad un cangiamento. nel punto di contatto; che, invece dì csserP. il ?i. sollo ~el becco del gancio, sarà un punto laterale. E poicb~ 1I ganci~ frollante, nella posizione di traino, trovasi quasi a ltv~llo cieli asse delle ruote dell'affosto e sul piano cbe passa per 11 mezzo di esso, gl'innalzamenti e gli abbassamenti dell'est~e~o del ·gancio frollante sono piccolissimi, e quindi insens1b1H lé oscillazioni del timone. · · Nel caso cbe l'affusto napolitano si trovi su di un piano in, clin~to e l'~vantre110 su di un altro·discendente in senso opposto, 11 gancio farà pressione sull'anello frottante e tenderà a sollevare il limone; ma , ne' limiti d'i nclinazione che le macchine di artiglieria possono sup<waro, Felevazione del timone si riduce a pochi -centimetri appena ; e ciò senza scuotiment i, ~)et; le ragioni :innanzi tlis.corse. Nel sis tema piemoutese, quando il •~utar d"i1iclinazione de' piani abbia luogo gradatamente , avv,tene lo stesso;· non cdsì se i molimenLi ed i cambiamenti sieno ripetuti con rapidiià e violenza, nel qual caso il sistema napolitano avvar\taggia sul piemontese. . Difatti, qnando i movimen ti si succedano ra_pidamente, nel sistema ' napolitano aniene, che il limone non sia ancor ginnlo ad ubbidire alla pressione del gancio frottanle, che già, abbandonato al proprio peso, lc9de ad abbassarsi di nuovo; e l'abbassamento non è ancora effettualo, che già succede una nuova pressione. E poicbè, per Ctl!>sare dal movimento di ascenzione comunicatà al limone dalla pressione del gancio frollante, ed ubbidire a quello di dis0esa cagionato dalla gravità, cessata che sia quella pressione, vuolsi un_qualche tempo, quanto si voglia piccolo ; ne risulta, come osservasi luttodl, èhc se i movimenti sieno eeleri , iil' 1g,au:cio frotbante si ·scosterà di qualche ccn_timetro dal pun~o di appoggio e rit"Orncrà di poi al suo posto, rimanendo in-qrlel I brevissimo teìnpo il li mone i1t1mobile. Lo s(esso non ·avvi ene nel sistema piemontese, ii1 cui le 1

DEI; TLIIONE

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scosse e le pressioni della coda douno necessariamente comunicarsi al timone, e l'incouvenient1-1 è accresciuto dall'essere il punto di attacco posto indietro , ed a qualche distanza dell'asse dell'avantreno. Innanzi che il sistema napol itano fosse adollato, veniva esperimentalo in marce e manovre rapide, al !rollo ed al galoppo, iu terreni montani , in pianure cretacee e sabbiose, nel passaggio di fos~i senza la lunga. Ed affincbè l'esperimento riescisse definitivo, veniva fallo in paragone con una macchina del -nuovo sistema francese, una di Gribeauval , una dell'anno IX ed una del sistema napolilano del 1818, ch'era un misto del sistema inglese e di quello òi Gribeauval; e più lardi con una del sistema piemontese ancora. Dal paragone risultarono le osservazioni per noi falle uel preBPnle articolo. Ormai sono 23 anni all'ineirca che esso v't~ne adoperalo negli esercizi i più vio!(,nti , in lunghe marce e manovre a ' traverso l'Appennino insieme con corpi numerosi tli truppe, e mai si è verificalo il caso che i conduttori ed i cavalli risenUssero verur1 in conveniente; ed i timoni , comecbè leggieri quanto i fran cesi , mai si sono rolli per effcllo degli ·scuotimenti degli affusti nei 1novimenti violenti. Lo Spectaieur Jlilitaire di quell 'epoca, discorrendo del sistema napolilano, dièeva cbe i francesi credevano preferibile il non avere frottante; ~a cbe, vole~done uno , quello del tenente colonnello Laudi era il più iugrgnoso, semplice ed utile. Infine , il sistetl}a napolitàno non altera punto le dimensioni principali dell'affusto francese, per l'adozione del frollante, e la macchina conserva la medesima lunghezza Male. Mentre cbe nel sistema piemontese , se vuolsi conservare all'affusto la medesima lunghezza del francese , essendo il punto di attacco trasportato più indietro, tulla b macchina diventa più lunga, e la distanza fra gli assi dell'ay:mtreno e qu·ello dell'affusto allora eccede il limi.te utile. Voi. III. -

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270

DELL'EQUlLIBRlO DEL TIMONE

OELL' EQUILIBRIO

Cot~sta distanza, come sanno gtr artiglieri, non ·è arbitraria per una data altezza di ruote (che alla sua volta è limitata nel massimo da altre condizioni) , ed è sottoposta alla condizione che la macchina possa superare nei cambiamenti d'inclinazione del s~olo _le ariste relati_vamente acute. Nell'artiglieria da campo sul l1po inglese, le cu, ruote raggiungono il massiruo dell'altezza utile , la distanza fra i due assi non deve eccedere i 2, m92, e'Ssendo di 30 gradi il pendio massi mo che ess~ possa superare; altrimenti può avvenire che il corpo della macchina tocchi la cresta, e le ruote restino sospese dai due lati di essa, ( Thiroux, inslru.ctiori d'artillerie, pag. 27 6). · Ciò posto , adottando il ·frollante piemontese fa mestieri accorciare l'affust0. E quindi, o avere col pnzo in balleria l'inconveniente di un augolo d'inclinazione troppo grande della coda col suolo, ìl che diminuendo la rinculata, fa sopportare nello sparo uno sforzo maggiore all'affusto, ·e costringe a rafforzarlo considrrevolmente; o diminuire il ragofo delle ruote t . ' con danno. della facilità del trasporto della macchina. E che ciò sia vero, lo si rileva dal paragone dell'affusto francese col piemontese. · Dall'Aide-1'/émoire del f 844, pagina 94 e 95, declucesi, che la distanza dal piede della perpendicolare abbassata dall'asse della sala dell'affu_sto sul terreno· (il przzo essendo in batteria) al punto di contatto della coda sul suolo, è di 'I '",980 per il cannone da 8 francese (pari a ,1 O e 2 13 piemontese) e di 2"',030 per quello da 12 .(rispondente al 16 ~ièmo~tese_), e l'alt!'zza della ruota (ferrata) d1 1,"'490, e qnindi il r~ggio d1 0, 7 45. Dagli specclii sinottici delle parti principali del materiale d'artiglieria (piemontese) dell'anno ,1852 si rilèva, che le medesime dimirnsioni per l'unico affusto campo sono le seguenti : Dal piede della perpendicolare al punto di · contatto della coda col suolo . . . . . . . . . . 1m,620 111

d;

271 1 ,452

Altezza della ruota . . . . . .. • • O ,726 Raggio id. . . .. ... . • • Dal paragone delle dimensioni dei due sistemi si ~corge , che nel francese essendo ambi i cntPli formati dal raggio della ruota (che è lo slt'sso èbe l'altrzza dell'asse della sala dul suolo) e dalla distanza del piede della perpendicolare su\ suolo al punto di conlallo della coda col suolo stesso, maggiori ~be nel sistema piemontese, \'ipotenusa, ovvero la lunghezza d~!l affu.,to dall'asse alla coda, deve necessariamente risultare pm corta. · Ed ove si voalia accorciare l'affusto, e non abbassare di troppo 0 le ruote , il problema non si può risolverlo che per mezzo ~i ripieghi , i quali alterino la disposizione naturale delle vane parli della macchina. Eri i ripieghi ordinariamente, nel correggere un dffetl<i, ne fanno sorgere di altri. Da questa breve disamina , crediamo. poter dt'durre _la pre~ rerenza clie meriti il sistema napo·Jitauo -su i due coi quali lbbiamo istituito il paragone. Non per tanto, se il sistema di G~ibeauval, al certo inferiore all'inglese, e questo ai siste_~~ francese, piémontése e napolilano, ha renduto utili serv1w nelle guerre della -rivoluzione e del primo imper_o. francese '. viemagiriormeùle ne rendono e ne renderanno tutti 1 tre nuovi 0 sisl.emi discorsi, la cui inferiorità dell'uno rispetto , all'altro è che l"icve. E se li mettemmo a riscontro , fu solo nel11011 l'interesse della scienza, e per fare che le artiglierie dei due maggiori Stati d'llaHa si conoscessero e si apprezzassero.,

LUIGI MEZZACAPO


PROIRTTI CAVI A PEl\GUSSIONE

Fra i varìi proievi impiegati attualmente dall'artiglieria se ne trovano di quelU aventi una carica interna che venend.o ad infiammarsi ne producelp scoppio. Q.nesti proietti soJlO impìegati sia per battere !ruppe (spe. cialmenle coi tiri curvi), sia per distruggere J)slacoli frapposti dal n.emico, agendo come mine o proielli inceudiarii, mediante le composizioni· a ciò destinate che essi contengono. Questi proietti sono pure impiegati dall'artiglicl'ia di maret e gli effetti cbe essi prnducono ~a appicca udo il fuoco, sia v~nendo a ,&coppiare nell'interno e specialmente nei fianchi dei baslio1enti, contribuir-0no a farli sostituire ai proietti arroveolali. lo ~copo ~J ques,ti proietti essendo di agire mediaute il foro se.oppio , il mQfllcntµ in cui devesi infiammare la parica interna doy:rebbe essere determinato convenienll'mente in ogni Cq$,O.

Nell'a.rtig.lJeria pi.e~oot~se ·come nelle allre, i proiel!i cavi sono muniti di una spolella la cui composizione è accesa dalla combustione della car.ica della hocca a fuoco. Questa c.omposi.ziiu)e è fatta in modo che la cornùustiuue impieghi un dato tempo pri~a di arrivare all'estremità del canale della spoletta, ove giunta si comuuic-a il fuoco alla carica interna. Nella nostra artiglieria ed in altre, _la lunghezza della spolella è costante, quindi si dovrà lanciare il proietto cav,o in·

'

2173

modo cbe si fermi ~ve deve succederé: IO' scopp;o (qrlalora si impieghi come proietto curvo). · , Nell'artiglieria inglese ed in ·alfre artiglierie del n-ord ·della Germ~nia s'impiega una spoletta la cui lungbezzà' yaria sé, . .. Ì condo le distanze cui deve succedere lo scoppio. f Nell'artiglieria di mare in cui s'impiega senipre il tiro teso, · • oli errori nella valutazione delle distanze sotlò ma•ggiori; e ~uindi il sistema piemontese e quello inglese sorro as~~i lungi dal produrre effettivamente lo scoppio nel momento piu favorevole. · Per altro se i•proielli cavi i~npiegati venissero a scoppiare appena penetrati nei fianchi delle navi, l'effetto prodotto sarebbe il massimo. Nel tiro contro le tr'uppe, nel tiro: per incendiare e nel tiro contro ostacoli resistenti àlla penetrai1one, tale convenienza dello scoppio noù è una condfaione essenziale a cui debbano soddisfare detti proietti cavi. . Si pensò quindi a c_om•binare spo\-ette' clre- dessero fuoco al~a carica interna al momento· della pe1\etrazro·n'e, e furono già .• proposti proietti in cui 1'fnfiammazione de~)a carica intPrna era prodotta dalla reazione dell'urto sopra sqsfanze confonule nell'interno', onde i proietti muniti di shriili propriélà furono detti proi'etti cavi a percussione. . . Le granate a percussione venendo a scoppiare per urti sufficienti ricevu~i, possono scoppiare sia arrivando aH'àggetto colpito,· sia• nelrinierno dell'anima, sotto- Fazi-00~ dei•g:~z della carica, sia per gli sbaUime-nti. QU'este eause d1 scoppio nell'interno deU'anirìla el'e:vono essere _allontanate ,· onde- sra pnssibile l'impie~o deUe g1·anal0'. a pe1·cussi(l)Ué, Dic più queste granate dovranno soddisfare aHe: altre· esigenz-e del se11vizio. I sistemi finora' i,r-oposli ed· espe1·iment<ati- diedero; risu11tati assaiì poco soddisfacenti:, ma ili si~nor Arminjon:,. ufficiale della nostra marina, i,ubblicò unai memoi·ia -a Geno\'a in, eur propon-e

,l:


...

274 PROIETTI CA VI una spoletta a percussione di sua invenzione, la quale preienta molte probabilità di snccesso e quindi di adozione. - Nella spoletta Arminjon v'è un tubo metallico in c1Ji trovasi un tubicino di vetro contenente acido solforico; (ra i due tubi : havvi una comp,1si~ione di clorato di potassa e fulminato di mercurio. Se quindi il lubo metallico s'infletterà per un urto ricevuto · dal proietto, il tubicino di vetro sarà rollo, se le varie dimensioni saranno state determinate convenientemente, e quindi si -produrrà l'infiammazione , pel contatto dell'acido solforico colla composizione suddetta. Questo tubo metallico dovr~ qnindi esse1:e separato dalle pareti o sostanze interne che potrebbero opporsi alla sua flessione e ciò si otterr~ mediante un secondo tubo metallico. ·Tale è la spoletta Arminjon arrivando il proietto al bersaglio. Onde tale infiammazione non possa prodursi nell'anima, conviene oppors: alla flessione del tubo che avviluppa il tubicino <li vetro. ' · Per ciò, il signor Arminjon, riempie di sabbia finissima lo ··spazio fra i due tnbi metallibi, di modo che finchè la sabbia ora detta non sarà uscita, la flessi~ne ~ impedita in massima, mediante dimensioni gonvenienti' delle varie parti. · Que"ta sabbia dovrà farsi uscire prima che il proietto arrivi al bersaglio , ·ad un tale effetto, il signor Arminjon ùtilizza il moto di rotazione di cui sono dotati i proietti nel percorrere la traiettoria. ... · La sabbia esce per fori praticati e scoperti · per l'azione stessa del molo di· rotazione , stante lo svolgersi delle forze centrifughe e dopo un tratto sufficiente della traiettoria (corrispondente ad 1,ma data distanza), la granata sarà divent.ata capace di scoppiare per percussione. Tale. è in massima la granata a percussione Arminjon , molto rngegnosa, la quale come già si disse ,presenta nunierose probabilità di successo. La memoria in cui è esposta, è

275

A PERCUSSIONE

clliara, e commendevole sotto tutti i rapporti. Speriamo che ulteriori ~ludi ed esperienze, modificheranno questa spoletta in modo da renderla addottabile dalla nostra marina , che conlinue1-à' a so~lenere l'alto nome delle armi sarde, L'inventione del signor Arminjon non- riguarda che la spoletta; esso non cambia la carica interna lasciandola formata " con polvere da guerra. Non sarà forse inutile il far qui cenno delle granate a percussione leslè impiegate a Parigi il 1 t. gennaio. Questi p1:oìelli ·scoppiavano per percussione ed erano ripieni di sostanze formanti polveri esplosive (poi,dres brisantes), come clorato _di potassa., fulminato. di mercurio ecc. ecc. Tali sostanze, come ognuno lo sa, sono essenzialmente infiammabili e detonanti, anche p-er urti piccoli, quindi tali granate non soddisfano .le condizioni necessarie percbè siano adoperate in guerra e specialmente a bordo. Inoltre stanle Il} rapidità e la violenza dell'esplosione le pareti metalliche sono ridotte a troppi minuti frammenti, per cui è poco estesa la sfera d'azione e poco gravi le ferite, ossia è. reso assai debole l'effetto di tali proietti scoppianti. Di ciò è prova il numero delle persone ferite, ed il numero delle ferite gravi , bencbè lo scoppio sia avvenuto in mezzo a riunione e confusione ili gente. Con ciò è abbastanza evidente la superiorità deHe granate attuali su quelle scoppianti del 1 i gennaio come pròietti di guerra. ,

c. LENCISA


~11S CELLANEA

CE~NI STORICI SULI/ ESERCITO SARDO

L'Annuario militare ufficiale dello Stato Sardo pel i 858 offre i sE>guenti dati storici sulla nostra costituzione militare, che crediamo utile di· riprodurre specialmente per farla conoscere all'ei-tero.

.,,

MnHSTERO DELLA GUERRA (1). - La prima organizzazione amministrativa militare risale al duca Emanuele F iliberto, che in maggio • 1560 istituiva un Contadore generale ed un Pagatore generale. Nel su,~cessivo gennaio stabilì la Veedoria generale ·p er le milizie e genti da: guerra , il quale ufficio comprendeva tre rami distinti, cioè il Veedore generale o Ispettore -generale, il Contadore generale, ed il Tesoriere generale che ne fu poi separato. Nel 1600 furono istituiti Uffiziali del soldo. Divenu ta la Veedoria generale insufficiente alla direzione ed economia del cresciuto Esercito, .sotto Vittorio Amedeo11, in giugno 1688, venne soppressa ed istituito il Segretario di State> e la Segreteria di e uer~a, che fu centro e direzione per tutti gli ordini e regolamenti, ment:re la parte economica rimase affidata ali' Uffizio generale del soldo, retto dal Contadore generale, che doveva rassegnare in fine di ogni anno il suo bilancio al Consiglio di (1) Ravvi presso il Ministero della guerra un Congresso consultivo pel'111cmc11te delle, guerra, istituito per R. Dcqeto 2e luglio 18~8 , e mo,Iifìcato per Regi Decreti 6 gennaio, 12 ottobre e 10 novembre 18~9.

MISCELLANEA 277 finanze, sopraintendente a tutti gli uffo:ii amministrativi. - Il 23 settembre 1705 le attribuzioni relative ali' artiglieria ed alle fortezze furono sepa;rate clall'Ufficio del soldo, creandosi l' Amministrazione economica dell' artiglieria con un Intendente generale di ar tiglieria; nel 1:711 si riunirono nuovamente a quest'ultima Amministvazione Ì rami relativi alle fabbriche militari separatine in marzo l 708, dandosele il nome di Azienda, generale di artiglieria, fortificazioni e fabbriche militari. - Il 16 dicembre 1711 fu ordinato il magazzeno dell,e merci pel ve:;tiario delle truppe, eù il 19 novembre 1816 il Contadore generale e l'Ufficio generale del soldo presero nome d'Intendente generale ed Intendenza generale, od Anzienda; gene.raie di guerra. Dopo il 1717 i capi della Segreteria di guerra assunsero i titoli di primi Segretarii di guerra, ed anche di marina nel 1815 per l' istituzione e riunione alla Segreteria, di guerra di un ' Amministrazi@ne marittima. Questo superior~ Dicastero diveniva , il 29 agosto J.844, R. Segreteria di Stato per gli affari di guerra e marina, denominazivne cambiata poi. in quella di Ministero dopo il 1848; dall' 11 ottobre 1850 le attribuzioni relative alla marina ne vennero staccate. Con Legge del 23 marzo 1853 l'Amministrazione centrale e la contabilità generale dello Stato furono ri'ùrdina'4 e; un Regio • Decreto del 23 ottobre successivo approvò il Regolamento relativo all'organizzazione· della: prima, edal tri Decreti del 26 dicem bre stesso anno stabilirono quelle speciali del :Ministero della g uerra, con cui· furono fuse le cessanti Aziende ~enerali di guerra e di artiglieria. CASA REALE INv ALI DT E> COMPAGNIE VETERANI. - Il due-a Vittorio Amedeo II, il 20 aprile 1685, istituì -un Corpo d'Invalidi che, col progresso del tempo, ebbe varie deno~inazioni ed· ordina- · meuti. Così dal 1694 al 1798 si ebbero compagniè,.. FOÌ c;orpo, indi battaglione d'Invalidi. Nel 1814 si raccoglie'\<ano due' compagnie ed un deposito d' Lnvalidir di cui se ne formarono 24 compagnie che nel 1815 furono riordinate in un battaglione Invalidi. In ogni tempo fu diviso in due categorie di uomini cioè, che presta-vano ser'Vizio nelle piazze, e di uomini che per età, ferite e malori abbisognavano d'assoluto riposo. I1l 4, sèt•

....


278 MISCELLANEA tembre 1817 ordina vasi la Casa Reale d'Invalidi' che, soppressa in un co' due battaglioni di guarnigione (stabiliti il l O nel 1816 ed il 2° nel 1817, corrispondenti agli attuali Veterani), lasciò luogo al corpo dei Veterani ed Invalidi, sorto l'8 aprile 1834, e composto di uno stato maggiore e di due battaglioni, 1,m o di Veterani e l'altro d'Invalidi. Per R. Decreto 30 marzo 1852, fu riordinato sotto il nome di Casa Reale Invalidi e compagnie veterani,· riunendovi gl' Invalidi di Sardegna sciolti in quel anno. Tale ordinamento ebbe modificazioni per Regi Decreti IO febb,raio 1855, 17 ottobre 1856, 5 giugno e 23 dicembre 1857.

.

.

CoRPO REALE :ir SrATo-MAGGWRE. (1) - - "Esistevano prima del 1655 due distinti Stati-Maggiori, uno _per la cavalleria e l'altro .per la fanteria che si mantennero fino all'anno 1798 sott,) varia denominazione. Al ritorno dei_ Reali ·di Savoia, con R. Brevetto del Hl novembre 1814, si ricostituiva col titolo di Corpo dello Stato Maggiore generale e della Topografia Reale, che, modificato con R.· Determinazioni 25 giugno 1816, fu riordinato il 6 ottobre 1831, e poscia per R. Decreto 18 maggio 1850 , venne denominato Corpo Reale di Stato-Maggiore,

279 MISCELLANEA _ Istituito per R. Decreto LITA[\& (1) . . CoRPO DELL INTENDENZA M1 d" .ali modificazioni per Regio 26 dicembre 1853; fu oggetto i spec1 Decreto 19 luglio 1855. ,

l

MILITARI DELLE PROVINCIE STATl·MAGGIORl DIVISIONALI_ E cdo_MGANn,1 , atore era già. instituita. I o1-em . (2) • - I~ a. carica E PIAZZE FORTI . .· . ortanza ed assai prima fin dal 1566 \nei luoghi d1 _maggior i_m&overnat~ri Divisionali' ,iell'occupazione francese es1s:~v_ano 1 dm Ml 1814 venne:o rist~b1lttb1. 1815 ed il regolamento del • · Ili 15 d1cem re . d 1 Le Determmazio . · , · •zio e la progressione e . 1823 provvidero per 1eserc1, 21 giugno . ,. • · , .. G rni delle D1v1s1om. ~omando ne varn ove b 1848 furono soppresse le · D ,to 30 settem re Con Regio ecre d. . . . affidando il comando su. . G . t · delle 1v1s10m, • . cariche d1 overna ori . , . scuna divisione mihtare a . d 11 t e e piazze m crn . penore e e rupp. . . · .. •spettivo stato maggiore. comandanti generali m1htar1 con un n ( 1) Intendenza Militai·e: ,

Intendenti militari•

.

..

Comm1ssar11 .• • ·

i

Sotto commissarii

l

(1) Stato-Maggiore generale:

Ie

Attività dispor\ibilità Giubilati

!Uarescialli. Generali d'Armata .. Luogotenenti Generali Maggiori Generali . Totale . . .

1

n

2

6 26

10

I

25

71

38

103

Sal!ier della Torre. morto dopo

la pubblicazione dell'annuario.

Tenenti Colonnelli . . . . , , .

3

Maggiori.. . . . . . . 7 Capitani . . . . . . , . . . . . . 19 Totale . . . 32

Personale amministrativo . .

5

Disegnatori ed incisori . . . .

16

· · · ' ·, · 49 2• ,, • • . . • ta Classe. • • · · 16 ( ;: :, · · · · . {~

Il Corpo Reale di Stato-lllaggiore

è comandato da un ufficiale ge-

nerale. Havvi presso il Corpo uflìziali dell'esercito tempornncamentc applicati ed altri comandati pel corso annuale di studi.

13

f

Sotto com.m issarii aggiunti . . . .. . Sotto commissarii di guerra locah j 1 a Classe . • • · · 32 Seri vani . . • · · Ì 2 • ,, • . . ,. . 28

17 8

I I

60

Totale . , • · · 150 , . . . . ue divisioni militari e_duc sotto-di(2) Lo Stato Sardo e d1v1so \Il cmq . . visioni. , . d t ·o · d ufficiali in servizio se en ari . Quad ro eg 1 , Colonnelli • • · · · · · · · · · · · · · · Tenenti colonnelli· · • · · · · · · · · . l\laggiori . • • • , · · · · · · · · · · · · · . Capitani , , • · · · · ' · · · • · · · · · . Luogotenenti . • · · · · · • · • · · · · · Sottotenenti • • · , · · · · · · · · · ·

r

Corpo Reale di -Stato-Maggiore: Colonnelli_ , . . . . . , . . . . . 3

7

, · · ' · ·

I 1• Classe• •

Totaic . Guardarmi •

.•• , , •

. . . . • . •

. . • .

4

. . . . • . • .

. 17 . 52 . 30 . 36 68 · . . • • . 207 . , .. ,

40

/


280 , . MISCELLANEA L ordmamento dei comand· cato per R. 18 nov • 18481 ~;nerab1 delle divisioni fu modifìs· d 1 .. ' otto re 1850 e 10 giugno 1851 m a 1560 esistevano capitani o castellani dei I . . .s_tell~' città e fortezze; nel 1660 il ' uogh1.' c~htar1 ne· 'd" • personale de comandi ·m1. 1 presi n venne ristretto al solo stato m . . . ·11 quale constava del Gov t d agg1ore d1 Piazza, gotenente ·del G erna ore o_ el Comandante o del Luooverno, con uno o più A . t t'1 dell'occupazione f . . . m an , e assai prima di provinci:' citt:a;c;~:zz:ans1 già mst1tuiti comandi militari

r

D.

.

Le Sovrane Determinazioni del 15 d. b golamento del 21 iu no 1823 . icem re 1815 ed il reprogressione del co~a~do 11 ' ~rovv1dero per l' esercizio e la ne e piazze Per R. Viglietto 5 marzo 1833 f . . . . personale dei comandi delle p · . u nordmato Il quadro del dello stato ma iore d ~azze !Il te'.rafe~ma. L'ordinamento R. Decreto .9 !~ggio ~~~-piazze . ora m vigore fu stabilito da 1 CASA MILITARE DEL RE E DEI PRINCIPI (1) . . del Corpo furono nel 1562 a fl . . . -:- ~ e antiche Gua'rdie indi gentiluomini ~avoiardy8gnu1a;do_mm1 ~tc~et1 guarùia a cavallo, 1e arc1er1 nel 1672· a · una seconda compagnia nel 1682 • ' ggmnta 1685 f ·d · ' e recate a 4 compagnie nel . ' urono r1 otte a due nel 1712· ·} 17 gmnta una 3• de . ' ne 13· ne venne ag(a cavallo) e le' · dno~mandole1 G~ardie del Corpo di S. M. ' me esime compagme nel l '1(j9 d . pazione francese passaron f . , urante l'occu. . . ' o a ar parte d1 un C d. C orpo. 1 arabm1er1 piemontesi. . Ristabilite esse trj3 compagnie nel Ì814 . novese) fu istituita nel 1815. ed ' una _quar_ta (la gestato maggiore e delle qual~ro c~:a nuo:va orgamzzaz10ne dello decretata il 27 febbraio_ pagme (pure a cavallo) fu 1816 Soppresse per R. Viglietto 3 novembr 183 .. sola compagnia di G a· ·a l e 1, fu. stabilita una uar ie e Corpo d'1 S • M· • ( w piedi . ) , la

MISCELLANEA 281 quale trovasi ora ordi:::iata a tenore di R. Decreto 22 febbraio 1852Anteriormente al 1566 esistevano già gli archibugieri guardie di S. A. che si mutarono nel 1603 in compagnia iirchibugieri guardie della porta. Nel 17l7 si formarono due compagnie archibugieri guardie della porta, le quali, colla compagnia alabardieri svizzeri (già esistenti dal 1577), .furono disciolte in dicembre 1831 , instituen• dosi la compagnia Guardie del Palazzo R eale, che il 16 marzo 1833 prese il nome di . Guardie Reali del P alazzo, e trovasi ora ordinata giusta il R. Decreto 22 , febbraio 1852. CARABINJERt REALI. - I° Corpo dei Carabinieri Reali. Istituito il 31 luglio 1813 per la pubblica sicurezza, ebbe alcune modificazioni con R. Patenti 12 ottobre 1822 e 9 febbraio 1832 e R. Viglietti 25 ste3so mese e 26 ottobre 1833; riordinato con R. Viglietto 31 maggio 1836, ebbe nuove modificazioni con R . Vig1ietti 5 settembre 1843 e I febbraio 1845. 2° Corpo rlei Cu,rabinieri Reali di Sardeglf'lci. - Nell'anno 1726 furono instituite alcune compagnie di dragoni di Sardegna destinate a servire nell'Isola; nel l '776 venivano esse commutate in corpo dragoni leggeri di Sardegna, di cui una parte passata in terraferma , ove fu sciolta nel 1796, e l'altra il 13 ottobre 1808 prendeva il nome di reggimento cavalkggieri di Sardegna, il quale, soppresso il 2 giugno 1819, veniva incorporato nei Cacciatori Rel\li di Sardegna, che vennero sciolti e fusi, il 16 ottobre 1822, nelle due divisioni di Carabinieri Reali di stanza fissa nel\'Isula, le quali, venendo soppresse il 3 marzo 1832, formarono il reggimento ca...alleggieri di Sardegna, che per R. Decreto 21 aprile 1853 prese nome di Corpo dei Carabinieri Reali di Sardegna, assimilato nel .=ervizio al Curpo dei Carabinieri Reali in terraferma, e destinato escluf'ivamenle alla pubblica sicurezza nell'Isola (1). (I)

Effettivo dei

Cambinicri Real-i:

1

s.

(1) La pasa Militare di lii e dei p .· . . . . 24 gennaio 1819 31 marzo 1851 i inc1p1 . r10rdrnala con regi i decr eti compagnia l!nardic del C e .125 marzo 1652, comprende ' oltre la ""' · orpo e quc la Gua d' l I mero di ufficiali generali . . • r ie <e Palazzo, un certo nu-

S , e suballcrn 1· d lf 11 · M. e dei Prindpi in qualità d 1 . . t . . a e 1 a a persona di dinanza, am anli di campo o di uffiziali d'or5 uper1or1

Uffiziali \Truppa\ Totale \ dfat~!;~a Corpo dei Carabinieri Reali .. Id. di Sardegna . Tolali .

75 44

1---119

2973 1084

3048 11'28

771

620 ·

40:">7

41'76

1391


282

MISCELLANEA

Ne'secoli XI, XII e XIII feudali furono le milizie • g.e' ·dominii de' Conti di Savoia; Amedeo VI fu il primo di essi a servirsi di venturieri nel 1363. Sotto Amede~ VIII, primo duca (1391-1440), sorso e si ampliò la milizia ducale, che essendo via via decaduta per vicissitudini politiche, fu .riservato al genio di Emanuele Filiberto (1559-80) di rialzare ed accr(~scere. Ne' suoi disegni di scalzare il feudali;imo e di avere forz,; meglio legate alla sovrana autorità, abolì la feudale fanteria istituendoné una · provinciale coll'imporr.é la leva forzata ne'snoi domini i, siccome già era stato pensiero di Amedeo VII due secoli prima. Ordinò quindi otto corpi attivi o colonnellati (regg1ment1), composti di sei bande o compagnie di 400 uomini , suddivise in centurie e squadre. li passo ordinato al suono dei tamburi ebbe origine sotto il suo regno, durante il quale pur furono ristabilite le conrpagnie o bande sfdentarie per la custodia delle rocche, oggetto qneste altresì di ngni sua cura in un tempo, in cui la fortificazione ebbe notevoli perfezionamenti. Carlo Emanuele I (1580·1630) attese a migliorar con savii ordinamenti la milizia generale e scelta, prescrisse più eque dis.posizioni circa all'alloggio ed .al sostentamento delle truppe, che erano a carico dei Comuni; nella 11iira di tutelate ;;ì i dil'itti delle une, come g'!i obblighi degli altri. In tale periodo cominciarono le milizie a divenir, permanenti \ severamente ne fu restaurata l!l disciplina, e :as'ingrossarono anche di corpi di volontari tratti dall'estero. La milizia generale fu riordinata nel breve regno di Vittorio Amedeo I (1630-37), ma sotto la r~ggenza, durante la minorità de' suoi figli, la guerra civile fu . pure fatale alle istituzioni militari patrie. A quest'epoca si riferisce l' istitm:ione delle prime caserme. Carlo Emanuele ll (1638-75) restaurò gli ordinamenti e la disciplina dell'esercito I icenziando ll)olti dei corpi stranieri , di cui ben dieci erano stati assoldati dalla reggente, e tendendo a stabilire forze nazionali e permanenti, org_anizzò i primi reggimenti stanziali nazionali, cui discendono talune dalle attuali brigate di fanteria, e rinvigorendo l' istituzione della milizia provinciale e riunendola in una. sola massa, istituì il battaglione di Piemonte di 12 reggimenti di 500 uomini, divisi in otto compagnie. I soldati d1 leva furono sotto il regno di lui forniti di moschetto e FANTERIA • ....:..

MISCELLANJlA

283

giberne a spese dei comuni, e nel 1661 , mentre ne stabili le paghe ed i vantaggi, diede aile sue truppe la · prima divisa unifor!)'.le , cioè un soprabito di panno turchino, l'unico- distintivo fino allora non essendo stato che una croce di panno · turchino cucita sul!' abito pei soldati e la sciàrpa pegli uffiziali. Il ,primo re Vittorio Amedeo Il (1675-1730) ricompose la milizia provinciale ed, il Battaglione di · Piemonte e Yegliò sollecito al miglioramento di ogni ram0 della cosa militare. D0È,o la pace di Utrecht licenziò i partigiani e corpi stranieri, a cui in occasione di guerre si-dovette pur sempre ricorrere per avere maggior nerbo di forze, ne conservò solo quattro reggimenti, e ridusse ad otto i reggimenti di fanteria di linea naz'ionale. Furono questi per la prima volta divisi in battaglion-i, in numero di due, caduno di due compagnie; come pure per la prima volta s'istituirono granatieri e si organizzarono truppe leggere; la milizia generale poi fu ordinata in reggimenti provinciali. Carlo Emanuele lll (1730-73) attese a migliorare e recò al maggior suo lustro lo stato militare del suo predecessore, ordinò le sue nazionali fanterie in dieci reggimenti stanziali, oltre ad alcuni stranieri e dieci battaglioni provinciali, perfezionando quest'ultima istituzione . Essenziali migliorie e riforme in ogni sua parte ricevette l'esercito durante il regno di Vittorio Amedeo III, .che nel 1775 e nel 1786 ripartì in divisioni e brigate la fanteria stanziale', dando pure apposito ordinamento ai reggimenti provinciali. Carlo Emanuele IV (1787-1801) fu costretto ad assottigliare, nel 1797, l'esercito, e durante l'occupazione francese anenuta nel 1798 i di€ci· reggimenti d'ordinanza di fanteria nazionale formarono mezze bri6ate, che furono sciolte nel 180L Alla restaurazione della Monarchia di Savoia nel l 814 gli avanzi degli antichi reggimenti furono raccolti e riordinati, ed il 1° novembre 1815 emanò la organizzazione delle brigate di fanteria composte di dn~ battaglioni. Alcune essendo state soppresse per gli avvenimenti politici del 1821, l'ordinamento delle brigate di fanteria fu 1innovato per sovrane determinazioni 19 dicembre dello stesso anno. Il 25 ottobre 1831, abolitisi i cinque battaglioni di cacciatori, si ordinarono le brigate di fanteria in due reggimenti caduno. L'ordinamento della fanteria fu modificato negli anni 1832,


284 ,

• ·

MISCELLANEA

183liJ ,e specialmente 18,t~-49-50 a ca&i.one deHa guerra in Lom . bardia e pel ritorno sul piede di pace. · . L'nltima organizzazioGe è in _d!!:ta 19 marzo 1852, e stabilì la fprza ,dei :reggi-m~nti di fanteria in quattro battaglioni di quattro c0mpag1:ne; cosJCchè quest'arma è oggidì costitui,ta di 20 Reggimenti componenti 10 brigate (1). '10 Baittaglioni (Corpo) di Be-rsaglieri (2). 3 Compagnie di disciplina (Corpo di Cacciat~ri Franchi) (3). (1) L'effettivo de'lla fanteria è il seguente :

Uffhiali Effettivo per un reggimento ..:

79

Totale pei ?O reggimenti

1580

Truppa

Totale

1276

1355

'2 55?0 ·

27100

I!

(2~ Corpo dei Bersaglieri fu istituito il 18 giugno 1836; formato in battag~10ne s'.1! fine_del 1842, fu recato a due battaglioni il 28 aprile 1848, ed ~ c,~q~e 11 30 dicembre stesso anno. Nel t 8119 10 marzo, gli furono aggmnt1 h due batt.aglioui Bersaglieri della Divisione Lombarda• il 12 ottobre r'.ordinato il Corpo su _tre battaglioni; il 10 novembre r ecat/a cinque, il ,I l/. dicembre stesso ann<, ad otto, il - 22 febbraio 1850 a nov<> ed infine c~n determinazione del 19 marzo 1852 -..enne composto di uno Jiato-l\la"g10:c, e d, dicci battaglioni di r, compagnie, e di una compagnia di d;P?S1lo; per R Decreto 9 giugnò 1856 venne di nuòvo creata la caricn d Ispettore del Corpo dei Bersaglieri colle attribuzioni eziandio do' Comandanti di Brigata. Effettivo: Uffiziali Truppa Stato-Maggiore del Corpo . . Per dicci battaglioni . . _ .. Compagnia di deposito Totali ..

Totale

12 229 3

15 3780 38

27 1/.009 41

24/i

3833

!;077

(3) Una prima Compagnia F,·anca sorse nel 171/.1 ; poc~ dopo se ne istituì una seconda; nel 1794 dalla Sardegna passarono in Piemonte a far servizio ~i truppe leggere; il 29 maggio 1815 fu ricostituita una Comp(l,gnia Fmnca; 1~ 21/. settembre _1816 si ordinò il Rattliglione Ccicciatoi·i Franchi, il quale s1 ebbe . successive modificazioni nel suo ordinamento sotto le date d e,J 23 grnnaio 1'821 , 9. gennaio 1836, H gennaio 181/.0, · 10 )llaggio 1848, e col-

285

MISCELLANEA

3 Compagnie (Battaglione) di Amminis_trazìon~ _(1 ). 1 Compagnia Moschettieri della Reclus10ne militare . •C.H A~LERIA. - - Ne' secoli feudali la cavall.iria era la sola arma teouta in pregio ed a cui dedica vasi la nobiltà, la qua le somministrava a'conti di Savoi;1 una cavalleria nazionale, che era ~ il maggior nerbo delle loro truppe. È ch_iaro _ne' patrii aqnali lo squadrone di S1voia; composto di gent1luon_11111 pesantem~nt~ armati e· 'm uniti di lancia, e de' loro seguaci, che armati d1 arco e di daga, foi;nivano una specie di leggera ~1il!zia. Il cap~ di essa eletto dai nobili nel loro seno, era fra'pnm1 personaggi dello Stato· il cavaliere che portava lo stendardo chiamavasi Cornetta Bianca. - Emaouele Filiberto (1559-80), nel chiamare a nuova vita le scadute milizie ne' suoi Stati e nello emanciparle dal sistema feudale, pose ogni cura_ad ordinare una_ ca: valleria di linea permanente , composta d1 tred1c1 cornpagme d1 cavallem,ieri, di cui sei al di là e sette al di qua delle Alpi, che di;;nnero poco dopo Corpi, le prime di archibugieri e le se-

l'ordinamento provvisorio del 12 giugno 18~9 divc_nne Co1·po dei C'.,cri~toi·i Franch-i che il 9 gennaio 1850 fu formato m tre hattaghom, ridotti a due 1: 8 luglio 1851 , e per R llecreto 19 marzo 1852 fu riordinato in cinque compagnie con uno Stato-Maggio~c Con R Decreto del 16 s~ttembre 1854 lo si ridusse ad uno Stato-Maggiore e quatlro cornpagme, quindi con Decreto del 23 novembre 1856 ad u'.10 S~nto-ì\lagg!o.rc e tre compagnie. L'effcllivo del Corpo varia secondo i b1sog111 del sernz10.

( t) Ct\n R Decreto 16 settembre 18!;8 fu istituito un Corpo 1l'ln(erm'.e1·i Jl'lititai-i, riordinalo poi in compagnia per Decreto 13 ottobre 1851. Con R. Decreto ~ aprile 1855 s'istituì una compagnia Opcl'ai delle sussistenze mititcwi. Colla riunione d i entrambe , accresciute di una compagnia d1 deposito, fu ordinuto per R Decreto 11/. dicembre 1856 il ballagli~nc_ d'amministrazione composto di lre compagnie, di cui una d'lnferm1c1·i, una di Sussistenze ccl uua di Deposito. Effett.ivo del Corpo : Ufficiali Truppa Stato-1\laggiorc. 3 Compagnie . Totali .

Vol. lll. - 19

Totale

2 27

625

7 652

29

630

659

5


286 MISCELLANEA • ?o~de. di. uomin~ d'_arme e guardi~ del corp9. A malgrado delle 1st1tuz1om, a cm mirava il duca Emanuele Filiberto, continuò però la nobiltà ad essere soggetta alla milizia equestre, e Carlo Eman~el~ I,_ con ~ditto del 16,25, ne confermo gli obblighi e le proporz10m, rn cm doveva concorrervi; accrebbe la sua • c~sa militar;.' ed ~ccorrendogli in tempo di guerra aver mag• gi~re f?rz_a Cd gC'nt1 a cavallo, so!dò compagnie di corazze, archibugieri e cavalleggieri, composte per lo più di stranieri. Decaduta colle altre discipline militari, durante la minorità di . Carlo Em~nu:le II, l'arma di cavalleria ricevette da esso (1638!6_75) _rad1ca~1 restauri colla soppressione di ·quanto nella sua 1st1tuz_10ne gh era rimasto di feudale, cioè collo sciocrlimento della nobiltà dall'obbligo della milizia a cavallo; e nell'~rdinarsi di due squadroni o corpi di cav.alleria permanenti uno in Savoia e l'altro in Piemonte, lo squadrone sa.ba~do conservò l'antic? ~ome, ma cessando di ess\:)re feudale, passò al soldo d~l pri_nc1pe. _Furono inoltre ·mantenute le compagnie separate d arch1bug1er1, corazze ed altre genti a cavallo, oltre. a q 118lie _a ddette alla guardia delle persone ducali. Vittorio Amedeo -II primo re, dio' nuovo incremento alla_ cavalleria, la quale, sa'. l~ndo. esso al trono, _a,eva trovato pressochè ridotta alle genti darmi della casa . militare ed allo squadrone di Savoia che sciols:; istituì v~rie compagnie di guardie de.1 corpo e ;eggimentl d1 dragom e di grave cavalleria dal 1683 al 1692 dei quali alcuni furono ai nostri dì tramandati. L'arma di c~valleria ebbe pure provvedimenti sotto il regno di Carlo Emamrele terzo, che l'ingrossò d'un reggimento, e Vittorio Amedeo III, nel 1774, ne riordinò i reggimenti, da sei recati ad otto in due eguali di~isioni, cioè l'ala di cavalleria, e l'aln dei dragoni, ognuna ?1 quattro re1girnenti formanti due brigate. Nell'anno 1797, P:1mo del regno di Carlo Emanuele IV, i regginienti di cava!lerm foro~o. rido:ti _a_sei di quattro squadroni, che in egual numero v1ders1 ricosntmt1 nel 1814. li 29 agosto 1831 emanò una nuova organizzazione dei reggimenti di cavalleria in sei squadroni, ed il 3 gennaio 1832 furon variate la denominazione e qualità ?ell'arma, che divenne tutta di linea cessandone ~ dragoni e_d i c~vaJleggeri. Il 7 marzo 1835 i sei reggimenti furono ordmah rn due bligate, ed in tre il 4 ottobre 1836,

287

MISCELLANEA

sotto il comando a'i maggiori generali. Il 15 marzo 1836 v~nne . dato alla. cavalleria un nuovo ordinamento, introducendovi la categoria dei soldati provinciali. , . . . . Dopo la guerra per l'italiana ~ndi?endenza ~ r<>ggin:ien_t1 d1 caval\•,ria furono dapprima provv1sor1amente r10rd1~atl,, i\ 12 settembre 1849, e quindi sciolta il 12 ottobre success1v~ 1a f~rmazione in brigate; finalmente il R. Decreto 3 gi>nna10 18a0 costituì quest'arma in 4 Reggimenti di linea, 5 Reggimenti di cavalleggieri,

composti poi ciascuno di uno stato mag~iore! di quattro squadroni attivi e Ji uno squadrone di deposito, giusta 11 Decreto del

19 marzo 1852. La lancia introdotta nel\' armame11t0 ùella cavalleria, il 15 marzo 1836, e limitata dapprincip1o ad uno sq11adrone per reg• gimento, e poscia a due nel 1843, a tutti estesa per Sf)Yrane determinazioni 17 marzo 1845. Con Decreto Reale finalmente del 22 settembre 1852 fu determìoato che dovesse~o ~ssere ar: ma.ti· di lancie e pistolone i quattro reggimenti. d1 linea e~ '. primi due di cavalleggieri; ed _i t~e rimanenti di cavallegg1er1 di rnos,,hetto ad armacollo e di pistola (1),

fu

CoRPO REALE 01 ARTIGLIERI~. A' tempi del duca Amedeo VILI risale t'oriaine dell'artiglieria piemontese; Emanuele Filiberto, che inlrod~s;:;e ne'consolidati suoi dominii Ia·fonderiade~le grosse bocche da fuoco, il 9 novembre 15_74 istituiva la carica_ d1 capitano generale d'artiglieria, ed ,1ùmentav~ _il numero dei bombardieri; ma non ebbe essa ordinamento militare che sotto Carlo , Emanuele I. Il 6 agosto 1660 fu . decretata una nuova orga-

(1) Effettivo della Cavallel'_ia; Cavalli

Ufficiali Truppa ·--

Effettivo di un reggimento . . . . Totale pei nove reggimenti

Totale di truppa

3a

600

63:,

:,00

315

MOO

:,71:,

4500


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MISCELLANEA

MISCELLANEA

nizzazione degli artiglieri nei presidii e piazze forti, ed il 28 ~aggio 1691 riordinata l'artiglieria ducale, che quindi il 14 gmgno 1692 pre~e nome di battaglione dei cannonieri, riunendosi le_ due classi di artiglieri da piazza e da campo, sceverate dit Vittono Amedo II. Successive modificazioni si ebbero . dal 26 ottobre 1696, da cui data l'anzianità di quest'arma nel• l'_eser~ito, ~I 23 maggio 1743 in cui si costitu'i il reggimenlo d1 art1gli~r1a, e sotto Vittorio Amedo III, 1'11 giugno 1775, fu ordinato 1! Corp0 Reale d'Artiglieria in battaalioni e così durò fino all'invasione francese con alterne modifica~ioni: 'Raccoltisene gh avanzi in maggio 1814, se ne formò un deposito; il 6 genn~10 1815 si ricostituiva tale Real Corpo che andò soggetto a dwerse modificazioni nel 1816, 1818, 1820, 1823. li riordinamerito del 23 agosto 1831 separò il .Corpo in due parti distinte, personale e materiale; nel 1833 , 1837, 1841, 1845; 1846, 1848 si ebbero varie modificazioni. Il R. Decreto 1 ottobre 1850 . formò . il Corpo Re~.]~· d'Artiglieria in tre reggimenti , oper1,1, da piazza, e da . campagna, con uno stato maggiore del Corpo ed un comitato centrale. Tale organizzazione sog• giacque a varie rnodificaziçmi il 19 marzo 1852, 26 marzo 1853, 21 giugno 1855, e per R. Decreto 14 giugno 1856 fu sancito un n~o,'.o ordinamento per la composizione e forza ùegli stati rnagg1on, compagnie e batterie, onde provvedere al servizio in tempo di pace degli arsenali, delle piazze e dei reggimenti dell'arma. La bandiera del Corpo ~ fregiata della medaglia in oro al valor militare per l'ottiwa condotta tenuta uwi sempre nelle campagne degli anni 1848 49 (1).

18'!8.

{I) Effettivo del Corpo : Stato-Maggiore del Corpo

Ufficiali Generali . , . Id. Superiori· . . . Uffic1nJi . • . • . , • .

3 13

Truppe d'artiglieria )1

1'olale . 3 28 177

u

15 136

Ufficiali . . . Truppa .

57 51j,

151

208

3771'

lt82-5

Totàli . . .

111

3822

_5033

/

289

CoRPO REALE DEL GENIO. - La prima istituzione di ingegneri risale a C1trlo Ema nuele II , che ne aggregò un numero determinato allo stato maggiore d'artiglieria con gradi diversi. Un tal numero variò in differenti epoche, come appare dai bilanci degli anni 1727, 1734, 1736 e 1739; nel quale ultimo anno, separato dall'artiglieria, fu instituito in corpo degli ingegneri. Il re Carlo Emanuele lll, ordinando che fosse considerato come corpo militare, il 4 luglio 1752 gli fissava l'anzianità nel\' armata, e lo denominava Corpo Reale degli Tngegne1·i, che< poi sub\ modificazioni li 1 i giugno 1775 , il 22 giugno 1786, il 23 febbraio 1793 ed il 14 dicembre· 1796, quindi. sciolto nel 1799. Ristabilito nel 1814, gli si aggiunse il 25 maggio 1815 una compagnia di Zappatori. Il 1° lll~ggio 1816 fu ampliato e deno• minato Corpo R eale del Genio militare e civile, diviso in tre classi "clistinte: 1° Stati maggiori attivo e sedentario; 2° battaglione zappatori; 3° Corpo Reale del Genio civile, che nè fu poi separato per regie Patenti 2 ottobre 1818 e posto sotto la dipendenza del Ministero interni. - Riformato 1'8 aprile 1817, cinque com pagnie del battaglione zappatori passarono Ilell'arligheria, e nei Corpi di cacciatori, conservandosi in attiv ità la compagnia minatori, e la prima zappatori, che il 16 giugno · 1821 fu poi a sua volta riunita ali' artiglieria. Il 5 gennaio 1822 fu riordinato lo Stato Maggiore del Corpo Reale del Genio , il 15 novembre 1823 istituito il consiglio -del Genio militare, il 19 ottobre 1830 riordinato il bat taglione zappatori in sei compag nie oltre ad una d1 minatori . Successive moclificazioni vennero recate dai regii viglietti 29 marzo e 28 agosto 1832, 25 ottubre 1834, 11 e 18 luglio 1837, 8 giugno 1839, ;22 aprile 1843, 7 dicembre 1847 e 12 ottobre

.

P l'lr la fusione éle! genio marittimo col genio militare, un nuovo ordinamen.to. ebbe luogo il 7 novembre 1848, col <1uale il battaglione zappatori fu .costituito in reggime~to. Modificato con successivi Regii Decreti 23 gennaio, ~ e 10 ma1·zo, 21 agosto e t~ Qltobr~ J849, ed il 19 marzo 1852, il Cor-po Reale del Genio venne composto di nn Consiglio del Genio · militare di uno Stato m11ggiore del eorp,o , e di un reggi-


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291

MISCELLANEA

MISCELLANEA.

mento zappatori -di due battaglioni., . caduno di crnque com• pagnie (1). ·

Il 24 aprile dell'anno 1832 col nome di_Tr~n_o d~ provianda fu istituito un corpo apposito pei trasporti militan, ~omposto di due divisioni che per successivi Regii ordini 20 apn,le 1~33, 21 'ottobre 1834, 29 giugno 1835 e 18 agosto 1840 fn recato a quattro divisioni in . tempo di pace, e ad otto in tempo di

AMMINISTRAZIONE. 1° Corpo del Treno d'Armata. - Sotto Vittorio Amedeo II (1713) già esisteva un treno di artiglieria che fu poco dopo riformato. Carlo Emanuele III stabiliva nel rarzo 1732 un servizio di trasporto di artiglieria che sopprimeva 11 29 agosto 1736. Ristabilito poi nel 1742, emanarono relativi bantli il 2 settembre 1742 , e c~ssò circa il 1749. Per R . Viglietto 5 marzo 1745 veni va organizzato un Tr~110 di provianda in campagria, che fu soppresso il 9 agosto 1749. Un Treno p~ovvisionale d'artiglieria, istituito per Re-gio Brevetto 5 magg_10 1~9~, veniva con apposito regolamento approv~to co~ R~g1~ V1_gl_1etto 5 marzo 1793, definitivamente orgamzzato m d1ec1 brigate, oltre una di riserva, che cadde in ri• forma il 16 agosto 1796. Quasi contemporaneamente all'istituzione del detto Treno d'artigli~r~a ' c_on Regio Viglietto 12 luglio 1792 organizzavasi pel s~rv1ZJ0_ d1 vettovagliamento e carriaggi delle truppe un Treno ~1 p_rov1anda ripartito in quattro divisioni, il quale cadde pure m nforma il 27 luglio 17.96. _ .

. Pe: R:gio_ ~ig'.ietto 31 I_uglio ~815 fu creato un Treno provVISo_no d art1_ghe:1a. sul ptede d1 guerra, che modificato per R:g1_e determmaz1om 26, 28 dicembre stesso anno, fu con Regii V1ghett1 19. marzo e 19 maggio 1817 sciolto, conservandone però una compagnia , cui venne aggiunta una se0onda il 2 a_pnle 1819, e per Regie determinazioni 8 aprile 1831 -definitivamente soppresso. (1) Effettivo del Corpo :

Ufficiali Trnppn

SERVIZIO SANITARIO. Corpo Sanitario Mil·itare. - Agli ospedali reg~imentali che erano retti colle norme prescritte dal regolamento 23 agosto 1822 furono sostitmti i_l 24_ dicembre 1831 gli spedali militari divisionarii. Con Reg10 y_1gl!ett~ 22 dicembre 1832 fu istituito il Consiglio Superiore militare d1 sanità, cui per altro dal 26 marzo 1833 fu determi~at? · l'u~!forme e l'assimilazione degli uffièiali del corpo samtar10 militare ai gradi militari. Un riordinamento generale ~ì- de~ per· sonale, che dell'amministrazione degli ospedali militari per l'armata di terra, emanò con Reale Viglietto 4 giugno 1833. Varie modifica~ioni subirono i regolamenti di questo c·orpo, specialmente coi Sovrani provvedimenti 5 settembre 1843 e 13 maggio 1848, finchè il Regio Decreto 30 ottobre 1850 sta~ b;lì una nuova gerarchia. di uffiziali sanitarii, cioè d1 med1c1 militari divisionali, di reggimento e di battaglione. Il Regio Decreto 13 ottobre 1851 riordinò il servizio degli ospedali militari, dì visionari e succursali. 11 Reale Decreto 9

Totole

Consiglio (Ufficiali Superiori) . , . . . . . . . Stato_-Maggiore del Corpo . . . . . . . . . . . Regg1ment_o Stato-Maggiore . . . . . . . . Zappatori 2 battaglioni (10 compagnie)

i. 38 12

»

4

" 13

40

960

38 25

Totali . _ .

94

973

I

guerra. . . . .- . Per lo speciale servizio, a cni è destmato, vemva per Re~n Decreti 31 marzo 1848 e 4 febbraio 1849 recato a quattord1c1 di visioni, che furono successivamente ridotte. Con R 8 gio Decreto 12 dicembre 1852 fu riordin~to coll'at: tuale denominazione, e con Regio Decreto 29 luglio 1856 si stabilì il di lui ordinamento pel tempo di pace in uno StatoMaggiore e quattro compagnie (1 ).

(1) Effettivo del Corpo:

Totale

Ufficiali Truppa

1000

1067 ~n R._ Decl'elo ha tes!è. i·iordin~to gl-i Assistenti al Coi·po del Genio. (Veclas1 la dispensa della R1v1slct ll'lilitrwe d'api·ile 1857).

Stato-Maggiore •. . • . . . . . . . . . . , : Il compagnie • • . . . . . . . . • . . . . . • .

16

13 432

Totali .. .

24

t45

8

21 448

I

ti,69

"


292. )4I:'!CELL A·N·EA giugno 1853, riordinò il Consiglio Superiore di Sanità milita.m di t0rrà e di mare.

MISCELLANEA 293 Regii Decreti 24 ago;;to 1850, 30 luglio 1851, · 29 gennai? 1853 e 30 marzo 1854, venne affidato il servizio della somm1nis~ranza del pane a,d economia_alla maggior parte de' presidi i . La comp,agoia Operai dell!') sussistenze militari ordinatasi con fi. De,creto 4 aprile 1855., fu con altro del '14 . dicembre 1856 dest\nata a far parte del battaglione d' Ammini~trazione or~anizza,toS\ il 1° gennaio 1857.

. Per Reale Decreto 11 giugno 1~54, soppresso \'ospedale prin . ci pale .della Reale Mari~a, venne concentrato con quelli secondari e succursali, nell'osp(:ldale militare divisionario di Genova, e fu riordinato il personale sanitario marittimo modific~to poi con nuovo regolamento approvato con Reale D~creto 1 O dicembre stesso anno. Un nuovo riordinamento avvenne per Reale Decreto .10 ottobre 1855, con legge 17 ma!'Zo 1856 fu stabilita nna nuova g_erarc_h_ia con. assimilazione ai gradi militari pel corpo sanitarw militare d1 ter.ra e di mare; e con R. Decreto della stessa data fu modificato il personale sanitario della marina.

QuARTIER MASTRO PER L'ARMATA. - Fu decretata in massima con R. Viglietto 8 gennaio 1848 la soppressione dei Quartiermastri de' corpi dell'esercito e degli istituti militari, i quaJi poi rimasero di fatto aboliti pel R. Decreto del 12 settembre 1852, con. cui ve11ne stabilito un solo Quartiermastro' per l'armata con un vice Quartiermastro.

~ERv1z1 AM~rN!STRATivr. - Personale degli Osped.ali milita:~- -:- I_ ~~1m~ _re~ol_amenti -circa il r_ico vero negli Spedali m1.htari o c1y1h d1 rndmdui ·di R. Truppa sono dell'll luglio e d!.:ll 27 novembre 1817. Per Regio Viglietto 24 dicembre 1831 fu ?_ete:minato lo ,stabilimento degli ospedali militari divisionar'.1, Jnt~ra)Ilente abrogato dalle sovrane detormin11zioni del 4 gmg~o 1833, cpe riordinarono il personale Sani.tario per l'arm~~a ~1 ter:a e di mare; l'instituzione di spedali ed inferm:i:ie 1111l1tan v.emva estesa ~!l'Isola J i Sa~degna con R. Viglietto ;?4 settembre 1846. Al 4 gmgno 1833 risale l'ammissione delle suore ~i ~arità a far ~ervizio negli spedalt divisionariì, e, dapprim~ l1m1tate a Tonno, Yenner.o successivamente estese ·ac:r!i altri spedali. Gli spJdali militari per l'armata di terra furo:o per R. Decreto 13 ottobfe 1851 classificati in divisiçiuali di 1 a · e 2• class~, , e. s~ccursali nei presidii e nelle fortezze dipendenti ed amm1mstrat1 da quelli divisionali. 0 ~ • Reg~o _Magazzino, delle merci: -: Il Regio M;;i,gazzino di,Ue merci fu 1stltuito il 16 dicembre 1711 e riordinato in ultimo per R. Decreto 9 agosto 1855. 3° Sussistenze Militari. - Con Regio Decreto 23 settembre 1848 fu stabilito che il servizio per la sussistenza ·dell'eserc'.t~ in campagn,a cessasse d'essere dato ad appa,lto e fo~,-;e d'.s1mpegnato da un apposito personale posto sotto F-immed-iata dipendenza, dell'Azienda generale di guerra. Ad esso poi, per

ScuoLE ED IsnTUTI MrLITARI. - 1° Scuo.la complementare per gli uffìci~li d'a~tigliéria e del genio. - Questa ~cuoi~ ~er _gli uf/ìziali nuovi ammessi nell'artiglierii;!: e nel gemo fu 1st1,tmta per R. Decreto 8 dicembre }851, in sostituzione della scuola di applicazione già esistente presso la R. M. Accademia, a norm~ de' Sovrani provvedimflnti 4 maggio 1839. Essa è sotto la dipendenza •del Comandqnte generale del ~eal Corpo di ar_tiglieria. li corso complem•mtare di ;,tudii co;mpies.i in due ann~ o tre al più, ed i sottotenenti allievi che super.arono _gli e~am1 del 2° anno sono definitivamente classific!!,ti nella rispettiva Arma e promossi al grado di luogotenente. . ~q .«~gia J l'li,~itare Accq,qe11;1,ia. --, L' origine di ~uest~ Ist1 tu risal,e al 16(>9; c;lopo ess,cre rimasto chiuso alcum anm per v 1cen,de di guerra, veniva ristabilito nel, 1 '.30 ed ~sis~~~a fin~ al 1798 col nome di Reale Convitto di Tormo. Rèstitmt1 1 Reah di Savoia ai lor~ domini.i , Vittorio Emanuele I, per Regie Patenti ·2 nov,eruùre 1815, istituiva l'attua)e Regia Mil~tare Accademia ,che riordinata con Sovrani Provvedimenti 4 maggio 1839 subì nel serruito varie modificazioni. A norma della Legge 13 novembre 1853 per l'avanzamento, essa deve fornire i due terzi de' sottotenenti alle armi di fanteria , cavalleria, artiglieria e gen,i_o, l'aJtr-o tl)JZ0 dei posti essendo dev0luto alla cate~oria.de~ sott' uffiziali. Con Legge 19 luglio 1837 il numero degh alltev1

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294 MISCELLANEA da 200 ~u recato a 240, e l'annua pensione ridotta a lire 900, oltre a hre 900 pel primo conedo; delle 100 pensioni gratuite, 35 :'lono devolute a concorso negli esami d'ammissione, le altre 65 assegnate a' figli di uflìziali ed impiegati dello Stato. La _durata ~el corso di s~ud_ii _è di 4 anni per le ar~i speciali e di 3 an_m per le anm ~i lmea. Le domande coi prescritti documenti devono essere dirette al Ministero della guerra prima della scadenza del mese di giugno; gli esami di- ammissione hanno l_uogo_ in l_uglio ed agosto, e per esservi ammessi deb~ono_ g~'. asp1rant1 ~vere _compiu~o 15 anni di età, nè superare i 18, 1mgresso de nuovi allievi segue in ottobre. . Il quadro del personale di governo, di culto e d'amministrazwne, e del personale insegnante e sanitario fu stabilito con Regio Decreto 9 ottobre 1857 (1 ). 3° Collegio Militare d'Asti. - Quest'Istituto di educazione e d'istruzione secondaria militare, creato con Legge 19 luglio 1857, ed ordinato per R. Decreto 12 ottÒbre successivo ha pe~ isco?o di ricevere-giovani uscenti dai pubblici corsi ele~en ta~i e di prepararli ali' ammissione nella R. Militare Accademia ov~ p~ose?uir~nno gli studii superiori militari. numero degli all_iev1 ,. di_ c~1 de:7 essere capace, è di 360, e l'annua pensione P~1 medesimi è d1 _L. _600 oltre a lire 300 pel primo cowido; di 140 mezze pens10m gratuite, 50 sono devolute al concorso e si acquistano per merito di esame sì nell'ammissione com~ il . ' . ne a promoz_10ne a cl_asse superiore, essendovene 2 annualmente assegnate pei due primi allievi di ciascuna classe; lP, rimanenti 90 sono a benefizio dei figli di uffiziali e funzionarii delle amministrazioni dello Stato. La durata del corso di studii è di 5 anni · · documenti devono pervenire . .'· le domande ca1· prescritti al Mmistero della guerra prima della scadenza del mese di luglio,. alla qual epoca gli as~iranti · devono a.ver compiuto 10 anni d1 età, nè oltrepassare 1 14; dagli 11 ai 14 possono esser~ ammess.i mediante esame nel 2• anno di corso, e dai 12 ~1 15 _nel, 3° anno; per l'ammissione nel 1o anno è solo obbligatorio I esame quand o non s1· comprovi· d1· avere · supe1

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(t) Questo stabilimento sciolto ·in seguito 31• di"soi•rl'1m· successi· u 1t·1m3• • . . mente, sara r10rdmato su basi intieramente nuove. ·

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rato o-li esami di promozione dalla 3• alla 4• classe elementare in u~ pubblico Collegio. Gli esami_ d'ammissione per col?ro, per cui sia il caso, e quelli di concorso per le me~ze p~ns1oni gratuite per nuovi allievi hanno luogo m ottobre, m cm segue l' ammissioùe. · 4° Battaglione di figli di militari. - Esisteya in_ Rac~onigi fln Collegio pei figli di militari, istituit0 a norma d1 Regie Determinazioni 19 febbraio e 19 ottobre 1833, 23 settenrbre 1834 e ·26 novP.mbre 1844, a benefizio specialmente di figli di militari e d'impiegati dire~•ìenti dal!'ammi~istr~zi~ue .della ~Qerra, i quali vi. erano educati per uscire so~t uffiz1ah, capora_h e soldati nell'esercito. Colla Legge 19 lugho 1857 essendosi creato col nome di Collegio Militare un Istituto preparato1·io per l'~mmessione nella R. Militare. Accademia, fu istituito il battaglione di figli di militari, succedaneo al collegio po' figli di militari ed ordinato con R. Decreto 23 dicembre stesso ann•-; In esso sono aratuitamente ammessi, mantenuti ed i.strutti giovani di oo-ni ~ondizione ed i fio-lì di militari hanno diritto <li preced~nza nell'ammissione; il-corso d'istruzioni si divide in tre anni, ed ha per iscopo di fornire aH'~serc~to s?l~ati att,i a r_ie~cire dopo breve tirocinio pratico buom sott uffiz1ah. Per 1am1i.1ss'.one debbono i giovani aver èompfoti 14 anni; nè _ecc~dere 1 16 al 1° settembre dell'anno. in cui entrano; essere d1 fisico robusto e statura sviluppata da promettere di riuscire idonei alla milizia; comprovare di avere buoni costumi e regola~e condotta, risultare di sa per leggere e seri vere con discreta calligrafia s?tt~ d~ttatura non che eh conoscere .le q_uattro prime operaz10n1 aritmetiche; avere il consenso dei parenti per contrarre all'uscita dal battaglione l'arruolamento volontario di ~nni otto nella categoria ·d'ordinanza. Le domande devono, prima della scadenza del mese di agosto di .ogni anno, essere presentat~ al comando_ del battaglione, o ad esso trasmesse per mezzo d~1 ~omanda~tt di Corpo o di Provincia. I Coman_da~ti ~1 ~rovmc1a sono mcaricati di fornire alle famiglie le md1caz1om che loro possano occorrere di verificare la regolarità dei documenti e di accertare se gÌi aspiranti hanno le condizioni necessarie. Pe_i giova~i dimoranti nelle divisiòni militari più lontane possono I parenti, ri~olgendosi al rispettivo Comandante di Provincia, farli visi-

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296 M[SCELLANEA tare ~resso uno spadaie militare prima di condurli à Racconigi, ove, ciò non ostante, debbono subire la visita prescritta· i luocrhi per tali visite sono : Per la Sardegna - Cagliari, Sass;ri, Oz:ri e !empio; p_e r la Sa\'Oia - Ciamberì, Annecy e Lesseillon; per la sottodivisione di Nizz1 - Nizza ed Oneglia. . 5° Scuola militare di fanteria. •- F'u istituita con R. Decr6to 4 dicembre 1849 una Scuola normule di fanteria, che per R. Decreto 6 magp;io 1850 venne riordinata col nome di Scuola militare di fanteria, nello scopo di dare il massimo irn p~lso_ ed uniformità alla disciplina ed istruzione di quest'Arma prmc1pale. Il suo ordinamento fu modificato con Regii Decreti 23 marzo 1852 , 1 maggio 1853, 1 agosto e 28 ottobre 1855 e 17 ottobre 1856. · ~ tale scuola sono comandati luogotenenti anziani di fanteria per un corso d'istruzioni, al cui term ine subiscono esami d:id?neità per la promozione al grafo di capitano; e sott'uffiz1ah, caporali e soldati, i quali, al termi ne · del corso d'istruzione prescritto, rientrano ai loro_corpi. 6°.. Scuola militarn di cavalleria. ~ Per R. Brevetto 15 novembre 18Ì3 sorse in Venaria Reale una R. Scuola militare di equitazione, che aveva per iscopo di promuovere e mantenete viva cd uniforme l'istruzione n_ei corpi di milizia a cavallo, ~ formare_ pei ~edesimi idonei istruttori. Riordinata per S~vram provvedimenti 20 settembre 1845, fu prqvvisoriamente SCiolta al rompersi della guerra, per R. Decreto 27 marzo 1848. Un R. Decreto 20 novembre 1849 la ristabiliva in Pinerolo coll'attuale denominazione, e successivi decreti 23 marzo 1852 22 giugno 1855 e 17 ottob-re 1856 recavano nel suo ordina'. mento modificazioni diverse. Ad essa sono comandati annual~ente . pe: un corso d' istruzioni luogotenenti anziani dei regg'.menti d1 cavalleria prossim_i alla promozione al grado di capitano, pel quale devono conseo-uire l'idoneità neo-li esami ed i_ sottotenenti di nuova promozi~ne provenienti dalla Reale' Mih_tare Accademia per compiervi la loro istruzione nel!' equitazione. Ravvi inol tre un personale temporaneo di soldati comandati per essere istruiti nelle diverse specialità è versare in tale modo nei reggimenti individui atti a fornire buoni sott'uffiziali.

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7• Scuola .Militare clri allievi musicanti , trombettieri e ta_m; bu1·ini. - Con Sovrane Determinazioni 8 aprile 1834 '.el~tl ~e all'ordinamento del Corpo ,dei Veterani ed Invalidi furono 1s~1tmte presso il medesimo sC'uole di prima'.io. insegnamento ye1 figli d'ambo i sessi dì uffiziali, sott'nffiziah e soldati del . Cor~o, due scuole speciali a benefizio pure ~e• _figli ~ra detti'. d~ cm una per formare musicanti e trombettieri ?er 1 armata, e I altra tamburiui. - Nell'ordinamento della fantena del 4 maggio 1839 fu stabilito che presso i battagl_ioni ~i de~osi_to vi _rote~se:o pure essere allievi tamburini, sceltt fra 1 figli d1 sott ~ffi~iali _e_ sol: stessi depositi ai battaghom att1v1, gli da ti •' alla riunione de()'li o . D allievi tamburini dei reggimenti di fanteria vennero, per eterrninazione Ministeriale 15 lugli•J 1850 riuniti presso la Scuola militare di fanteria, a similitudine dì quanto già _si era fatto per gli allievi trombettieri presso la Scuola :militare d1_cavaller1~. Nel riordinamento p:li del Corpo Veteram ~d Invalici'. sotto. 11 nome di Casa Reale d'Invalidi e Compagme Veterani, determinato per R. Decreto 30 marzo ~852, '.u ~tabili~a presso la edesima una Scuola di musica d1 60 allievi, destmata ad ah:entare le bande specialmente dei corpi di fanteria. _Fi~alroente con R . Decreto 17 ottobre 1856 le scuole degh alhev1 . tamlm_ rini e trombettieri pre:;so le scuole militari di fanteria e d1 cavalleria furono riumte alla scuola dì musica della Rea'. Ca~a d'Invalidi, presso la quale esistono sempre le scuoi~ pnm~n~ pe' figli dei militari appartenenti ai Veterani _ed agli Invalidi. Il numero degli allievi della scuola d1 mus1cant1 ,_ trombettie6 ·e tam burini è di 200, e l'istruzione dura tre anm, ~ura~te cui, s~no· pure istruiti nelle materie d'insegname~(o. priman~-, croè lettura, scrittura, elementi di grammatica 1tal'.ana; _ari.tmetica e riella scuola del soldato senz'armi, nella gmnast1ca e nella scherma. I figli di militari hanno diritto di precedenz~ nell'ammissione, e gli aspiranti devono avere compiuto 14 anm di età nè superare i 17, avere sufficiente svilu_ppo fisico ero: bustezza, risultare di buona condotta, ·a vere 11 consenso dei parenti, e giuBti al 17° anno di età, contrarre l' arr~olame~t~ volontario d'ordinanza per anni otto. Le domande coi prcscntti documenti devono essere trasmesse al Comand,mte della Casa · Reale d'Invalidi.

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8° 1!,iti_1·~ per figlie di militari. - Fi~o dal 1764, parecchi Eccles1astic1 confratelli del SS. S udario in Tori no :,;i a;sume vano la cnra di_ ist~ui~o figlie d i militari del p resiriio e nel 1'174 buon _numero d1 tali zitelle era già ricoverato in sim ile istitu to. A ~ p h_ato con SoHani prov vedimenti 12 gen naio 1779 , il Re Vittorio Amedeo III per Lettere P a tenti del 6 luglio successivo lo P:endeva sotto l'immediata sua protezi011e, ponendolo sotto la dipendenza della Regia Segreteria di guerra, e presèri vendo c~e- m_ ~sso ave~sero rir._o~rù o ed educazione fig lie povere di ~ 1_lita r1 m eff~ttivo ser v1z10 o morti in servizio atti vo. Questo 1Stituto accoglie 62 ragazze , cioè 6_0 per l'arm11ta di terra e 2 per la marma ; I(:'! aspiranti devono essere in età non minore di 8 anni n~ maggiore di 14, e le domande coi necessarii doc_umenti dirette al Miui:,;tero della guerra. Accetklte definitivamente , ?opo un anno di ~perimento, le giovani più non possono e~sere rimandate nè usr:1rne che quando i paren ti comprovi no di aver modo di provvedere al loro sostentamento. Andando a mari to m entre so?o· nel riti ro, la Direzio ne s'interessa · a procu rare_ loro una p'.ccola dote dalla pia Opera di S. Paolo. La e~ucaz10ne delle ricoverate consis(e nei lavori domestici in una d i:sc:eta_ is~ruzione ~i- lett_e re · e negli_ ~ ercizi i di pietà c;·istiana. 9 Biblioteche Militari. - Una Biblioteca già esisteva ad uso d_el Corp0 R. dell~ Sta to ~Iaggiore generale e della Topog rafia s1n_ d~l _1814; un a ltra e31steva pure pre~so il Corpo Reale di artigher1a s in dal 1815 in Torino aJ uso esclusivo delle scuole d~i ~adetti , ed a~pli~ta con Regolamento 28 _clicém bre 18~: dichiarandola B1bhoteca dello stesso R. Corpo; due sussidiarie per gli uffiziali d' artig lieria venivano fo rmate l' una · nel 1841 a lla_ ':7°enaria Reale,_ col mezzo di elargizioni ~ sotto l'alto patrocimo del DuGa d1 Genova, e l'altra succes.-;iva nwute in Genova ; u_na t~rza Bibliote~a istituivasi pure p rèsso il Corpo R. ùel Gemo militare per d1spos1z1om ministeriali 19 ottobre 1836 . e 9 gennaio 1837. · Nel bi lancio m ilita re del 1851 ( categ. 39) stanziavasi una somm_a per I? stabilimento di biblioteche nelle di visioni militari ad u tile · · · mrn1stenah · · · · 6 . deo-lt o uffizia . 11· , le q 11· al 1 per d.1spos1z1on1 ·n~a_gg,_o 1~?2 _v e~1vano più ampiamente sta bilite presso le divisiom m1htar1 d1 Genova , Alessandri a e Cia-m ber·1, e s ucces-

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sivamente poi in Cagliari; il 6 giugno stesso anno venivano ordin ate biblioteche presso le scuole mi litari di fanteria e di cavalleria e pres~o il Corpo dei bersaglieri in Cune:> , ove ba sede lo Stato maggiore di esso Corpo, cui veniva fa tto dono della cospicua libreria del fu suo benemerito Ispettore, tenente · generale cav . Alessandro La Marma ra. · P er d isposizione Min isteriale del 16 marzo. 1854 le tre sovradette biblioteÒhe dei Corpi R. d'artiglieria , S tato maggiore e genio ven nero io u na sola riunite , colla denomi nazione di Biblioteca delle Armi speciali, presso i l Corpo R . d'artiglieria, retta colle no rme preesistenti e specialmente seg nate nei regolamenti degl'inventari d'artiglieria e del genio ; con R. Decreto del 5 luglio 1855 fu la medesima istituita in biblioteca militare , ed affidatane la direzione ad un uffiziale superio re 1u ritiro sotto la dipendenza del Comandante g enerale dell'artiglieria, re_tta da s pecia le regolamento del 19 gennai~ 1856, e_d aperta a favore degli uffiziali tutti del R. esercito, dei professori ed altri ufficiali di stabilimenti m ilitari , dei sott' ufficiali di og oi corpo , non che d i tutti gl'impiegati dell'a.mrninistrazione militare. .e,. speciale van taggio poi degl' uftìciali dei corpi staoziati in Torino, .S. M. graziosamen te fece facoltà d i valersi della sua biblioteca privata , come pure consimile graziosa facoltà venne ai medesimi fatta per la cospicua biblioteca militare di fu S. A. R . il Duca di Genova, aperta in principio del 1856 a pro della pubblica is truzione. Le biblioteche militari attualmente esistenti , giusta le d isposizioni ministeriali del 18 loglio 1857, sono le seguenti , le quali debba no venir rette secondo le norme del regolamento a11nesso al R. Decreto 17 novembre 1857. Una biblioteca militare in Torino. Quattro id. di presidio pres:,;o le divisioni militari di Ge nova, Alessandria, Ciamberì e Cagliari. Una bibli~.>teca di presidio presso il Corpo dei bersaglieri in Cuneo. Due id. di pre,;idio presso le Scuole militari di fan teria in I vrea, e di cavalleria in P inerolo. D ue id. speciali del R. Corpo d'artiglieria in_ Genova e Venaria Reale.


300 MISCEELLANEA S&àvizw· RELIGIOSO. - Cappellani militari. - Già circa il 1600 esistevàno cappellani militari detti Elemosinieri ( Aumòniers) nei cdrpi dèll'arml.ta, nei presidii e nei-darti. ~stituitasi coi regolameati ecphomici del 28· giugno 1730 la canea di gtandi Elimosinieri di Corte, venivà da questi, il 25 novembre 1731, diramata ai cappellani militari una circolare ìn cui si riaf::SùìDe.vano i principali loro doveri. Nell'aprirsi della guerra del 1733 , con Breve del Ponte.fico Clemente XII dei 16 dicetnbre, concedevansi variì privilegi al cappellano maggiore al seguito dell'armata e pel tempo della guerra, . Con altro Breve di Benedetto XIV del 28 maggio 1746 ampliavans1 i privilegii del cappellano maggiore presso l'armata, i l quale dava apposite istruzioni ai cappellani dei corpi ed ospedalj. Nel 1763 monsignor <ielle Lanze, Arcirnswvo di Torino, diramava, come Ci!ppella11q maggiore.dell'armata, un'istruzione in istampa sui doveri dei cappellani militari., istruzione che con alcu ne aggiunte venne confermata dal cardinale Costa il 16 aprile 1794. Ristabiliti nel 181~ i cappellani militari, furono ·o6getto dei vari i sovrani provvedimenti 31 dicembre 1815, 14 giugno 1823, 25 giugno 1833 ed altri successivi sia sul servizio ,. sia sulla speciale kro posizione. ORDINI M1LlTARt. 1° Ordine Militar e di Savoia. - C:on Patenti del 14 agosto 1815 S. M. il re Vittol'io Emam~ele I istitnì l'ordine militare di Savoia a premio esclusivamente di azioni particolari e segnalate di valore in battaglia od in altro fatto in guerra , di:;tin to in q nattro cla:isi (cavalieri di gran croce, commendatori, cavalieri e militi), stabilì le primarie cariche dell'ordine ed un consiglio di membri dell'ordine stesso, estratti a sorte volta per volta, per giudicare dei titoli degli aspiranti e proporre a quale classe potessero i 1neritevoli essere ascritti; deter!'ninò i di:itintivi delle varie classi, g li onori militari loro dovuti, ed un'alta paga pm l·avalieri e milrti non uflìziali, da convertirsi in pensione per la vedova: o pei, figli minori cli 15 anni, e prescrisse che, scipprimendosi le medaglie •militari in oo od in argento, concesse a tenore del regolamento 21 ,nl:ig·gio

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1793 e C<?nfermate con regolamento 1 aprile 1815 , i fregiati dt:illa prima ricevessero in cambio la decorazione di cavalieri del nuov'ordine, cd i fregiati della seconda Y.~ella di militi; come pure_ stabilì cho di tale ordine venissero insigniti i militari che avess10ro ottenuto la croce de' Ss. Mamizio e Lazza ro per q n'azione milì1are dHtinta o per segnalata · condotta. in un fatto determinato, ' e finalmente che ne fosse concesso il carn bio a coloro che pn _azioni di valore m ilitare nelle passate guerre avevano ottenuto le distinzioni militari dell'ordine della corona ferrea dell'ex-regno d'Ital ia e della legioue d'onore- di Francia, ed erano quindi passati al regio servizio militare attivo. Questi ultimi poi . furono con R. Decreto 20 aprile 1850 autorizzati a fregiarsi _di nuo,10 d6lle decorazioni predette della corona fer• rea e della · legione d' onore, continuando a far uso d i quella dell'ordine milita.re di Savoia, previa la permissione der mini- . sterv della g uerra, é già per il Real Decretò 8 aprile 1848 era stato· restituito l'uso delle divise militari e delle decorazioni ond'erano fregiati agli Uffiziali che ne furono privati per titolo politico anteriormente alla promulgazione dello Statuto. Sia per effetto della lunga pace, sia per I~ ristrette condizioni stabilite per conseguirlo, l'ordine militare di Savoia non fu quasi mai più conferto per· molti anni, specialmente dopo il ristabilimento d~lle medaglie al valur militare nel 1833; ond'è che mentrl:l una parte dell'esercito prendf:"!va parte alla _campagna di Crime:i, il predetro ordine militare venne con R. Decreto 2_8 settembre 1855 riordinato, allargandone le condizioni per rwompensare non solo azioni personali, ma altresì imprese di guerra condotte con forze più o meno conspicue e distinti ser• · vigii resi anche altrimenti nella milizia o nell'alta amministrazione militare con invenzioni, perfezionamenti, ,lavori insigni e d1 comprovata uti lità. Le classi dell'ordine col predetto Decreto stabilite. nel numero di quattro (1• grÌm croci; 2• commendatori di 1•, e di 2° classe; 3• uffizi ali; 4• cavalieri) furono per Regio Decreto 28 marzo 1857 recate a èinque , come nell'ordine maurizia·n o , cioè; 1• Gran Croci ; 2• G'randi Uffiziali ; 3• Commendatori ; Voi. Ili, -

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4•' Uffiziali ; 5• Cavalieri. . 2°_ Med~glia Mau1·iziana pel merito Milita1·e. - Con sovrane ~ag1strah Patenti del 19 luglio 1839 fu· istituita una medaglia m or~ ·coll'~ffi?ie di S. ìY!aurizi~, protettor delle regie armi; di due d11nens10m, la wagg10re, c10è, pei decorati che banno il grado di uffizial! generali, da portarsi sul petto appesa a fno'J i co~lana, e la mmore appesa con piccolo nastro verde all' occh~ello dell'abito pegli uffiziali superiori ed inferiori. .Ù conse g~1meoto di tale"llledaglia possono aspirare i soli decorati dell'ord1~~ de' Ss: -~aurizio e Lazzaro,· i quali si t_rovino in effettivo 1~1htare. serv1z10 dopo cinquant'anni di meritevole carriera militar~'.. rivolge~done domanda, corredata da au1en1ico stato di ser~1zn, al primo Segretario del gran Magistero del · predetto ordme. . 3° Medaglia al valor Militare. - Medaglie militari in oro ed m argento era no concesse al valor militare à norma di regola~ento 21 maggio 1793, e confermate con regolamento del 10 apnh~ 1815. Esse furono ali' istituzione dell'ordine militare di S~v01a 1~ 14 agosto 1815 soppresse· e scambiate colla decorazione dT c~vahere quelle in oro, e di milite quelle in argento. Con R. V1ghetto 26 marzo 1833 fu istituito un distintivo d'onore consistente in una_ med_aglia: coniata in oro ed in argento per premiare a se?onda ~el casi, le azioni di segnalato valore de' militari di ogm ~r_ado de,lle ar_mate di terra e di mare, che non potessero dar ~mtto all ottemmento della croce dell'ordine di Savoia de~erm~nand~ c1rn _i ~ec?rati. di simile medaglia godessero degli stessi onon e pnv1leg11 dei cavalieri e militi d~l predetto ordino e di a~nuo soprassoldo di lire 100 e di lire 50, secondo che ]~ medaglia fosse rn oro od ia argento. Con Legge del 31 dicembre _1 848 tale sop_rassoldo venne recato a lire 200 per h: medaglie w ?ro ed a l1re 100 per quelle in argento. Con R. Decreto 30 aprile 1851. venne istituito un distintivo d'onore consistente in una ~edagha d'oro o d'argento per riweritare le azioni di valore c1:d~, la qua_le ~ ~u~e ~onferta a mifitari distintisi per ta• lune d1 siffatte az1om; 1 t1toh per la medaglia al valor civile •devono essere presentati al Ministero dell'Interno.

· CoM~HSSARI 01 LEVA. e 19 marzo 1855).

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(Giusta le Leggi del 20 marzo 1854

R1MONTA GENERALE. - 1° Veterinarii dell'Esercito: Gli allievi paten iati della scuola d1 Veteriua ria, giusta le R. Determina• zi,.rni del 25 settembre 1822, ven(:ndo nominati veterinarii militari conse•, uivano entrando nel coipo la quali1à di Veterinarii ' O in 2° con distinzioni di . sott'uffiziali; e col Real Viglietto 14 marzo 1836, che riordinava i. reggimenti di cavalle.ria, si stabilì · la posizione dei veterinarii in 1° ed in 2° nella categoria dèi sott'uffiziali. Per Real Decreto 19 dicembre 1848 i veterinarii militari · furono dichiarati doversi considerare circa le norme di tl'atto quali uffizia]i• subalterni. Altro Decreto del 6 novembre 1850 assimilò i veterinarii in 1° al grado di luogotenente, ed i veterinari i in 2° a quello di so_ttotenente.. Con Regio Decreto 9 aprile 1855 furono -stabilite · le norme e condizioni per l' ammissione dei veterinarri borght si agli esami per la nomina a veterinarii in 2° nel!' esercito. 2" Depositi Stalloni. -- Il miglioramento delle razze cavalline negli Stati di terraferma, per cui esistf}vano le mandrie di V0neria Reale e di Annecy, e chB era pure promossa nei Reali poderi di Santhià e delle -Apertole, fu oggetto di speciali cure del re Carlo Emanuele UI, che altr~ apposito stabilimento erigeva . presso Chivasso capace di ben 600 cavalli. Un consimile stabilimento esisteva pure nell'Isola di Sardegna sotto l_a denominazione ·di l\. Tanca d! Pauhlatino retta con provvedimenti economici per via di appalto. Dopo il 1814 stabilime_nti di terraferma furono riordinati, e per sovrano resc_ritto ed annessi regolamenti del 3 novembre 1818 posti sotto la dipendenza ed ispezione del_ gra 'J.de scudiere di S. 1\/L La R._ T~nca in Sardegna, che era pure riordinata sì per R. V1ghett1 eh~ per R. Ordini delli 11 sett-ambre 1777, 4 e 24 marzo e5 maggio 1778, e 26 giugno 1784, fu per R. Vigl;etto 4 dicembre 1821 posta sotto l'ispezione del predetto grande scndiere. Tali due separa~i stabilimenti passarono sotto la immediata dipendenza del_ Ministero della guerra e marina, il primo per R. Viglietto 18 d1cem• bre 1832, ed il secondo per altro del 22 gennaio 1833. Con mani-


304 MISCELLANEA festo del predetto Ministero rlel 22 febbraio 1833, e succcs~ivo apposito reg<ilamento provvedeva~i pei depositi staHoni e mandria di Veneria Reale, e con R. Viglietto del 14 dicembre stesso anno la R. Tanca in Sardegna veniva posta sotto l'Amministrazione di quella Intendenza generale come spettanza demaniale, ma in maggio 1R51 venne nuovamente posta sotlo la dipt::ndl'uza della guerra. Per dispoziooe ministeriale del 20 maizo 1857 il deposito stalloni di Venaria Reale venne traslocato iu Fossano. 3° Tanca di Pa,ulilati-no. -Con R. Viglietto4 dicembre 1821, cessando l'él.flìttamento della Regia Tanca di proprietà demaniale, fu quel latifondo messo a disposizione dt>l grande scn-. diere di S. M. per essere arnmiuis trato econou1icamente e destinato ad un deposito di puledri ud duplice scopo di accrescere nel commercio la riputazione d1:1 l cavallo sardo, e. diminuite la dipendenza d'importazione straniera nello Stato. Dopo essere passato per R. Vigl1etto 22 gennaio 1833 sotto la suprriore ispezione <lei Ministero della guerra, con a ltro Vigliotto 14 dicera1 hre s:esso aano s i determinò più non du,·es~e esstre governata quale mandria, ma amministrata qnalc proprietà demaninle aj a vantaggio delle finanze dello Stato, dalle quali in marzo 1851 il Ministero d\jlla guerra nu ottenne la cessione nell0 scopo di promuoverP. anche in Sard•·gna l' increm,'nto e miglioramento della razza cavallina, focendo all'uopo ince~tadi s talloni arabi per fa cilitare il servizio di mc;nta delle migliori cavnìle indigene; nnu che d i concorrere alla rimonta· dei reggimenti di cavalleria leggera.

GwsT1zrA MILITARE. - Uditorato Generafo cli Guerra. La Magistratura Militare negli antichi Stati Sabaudi già V(c:niva ese rci tata con -illimitati poteri dai Marescialli d i S:1 voia, come appare dagli Statuti di Amedeo VIIi del 17 giu ...: n •) 1430, al capo CCXII , e più special,nente al capo CCX !TI, ove prescrive: • Ipsos ..... Marcscalos nostros Ju.di ces et Cogaitores • omni,ùn, et singularu!ll causarum et controversarum, casuum • et negotiorum melitarium in ter militares equites et pedites • quocumque tempore gµ.errae occorrentiurn, nec non dispositores omnium et singulorum ad guerram incumbentium et jus • militare concernentium , juxta regulas . ipsius oflìcii Mare• scaliae; cum deliheratione nostra ... et nobis absentibus alio• rum Procerum exercitus •.. statuimus etc. 11.

MISCELL ANEA

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•Dal qual_ passo si scorge come i marescialli avevano non pur la giurisdizione criminale sulla milizia, ma anche !a civile; in quanto però rigunrdasse negozi militari e fra i militari; l'una e l'altra poi ristretta al tempo di guerra, ed esercitata coH'assistenza di altri capi militari e perciò in forma che si assomiglia ai Consigli di guerra. Nel secolo successivo i Prinoipi di ·Savoia, pigliando esem p~o dalla Spagna (1), istituiron') !'.Auditore generale di campo, che . più tardi fu chiamato A.udi tore generale delle mifo,:ie e genti da guerra , P. quindi Auditore generale di guerra. ' Prinio ad occupare tal carica fu nel 1562 il conte Odinetto barone di Monfort, . che poscia fu Presiden te della Camera dei Conti. La serie degli Uditori generali , suoi successori , fino a tutto il secolo scorso, si trova pubblicata dai Galli (Ca1·iche

del Piemonte). Questo magistrato ebbe ·sin da principio giurisdiziòne sui reati militari e sulle cause civili fra militari o dipendenti da fatto militare (Editto l settembre 1582) e la estese in br~ve ai reati contro le leggi di leva (Editti 15 m~ggio 1594, '7 aprile 1618 e segnatamente l'Editto 4 marzo 1737 t:cc.) ai reati c0• munì commessi da militari in campagna (Editto 15 gennaio 1603, :21 marzo 1630 ecc.) od in pregiudizio de! servizio militare (Editto suddetto del 1603- e patenti 24 febbraio 1625 , 19 febbraio e 16 giugno 1626) , e final mente a tutti i reati comuni commessi da militari, ,~ccettuati i delitti gravissimi ed a gran parte delle cause civili dei militari (Editti 2 novem bre 1664 , 28 marzo e 26 ottobre 1690 e R. P. 20 maggio 1726 ), e fin anco in qualche modo alle controversie civili delle amministrazioni militari. Questa giurisdizione però si esercitava in varia maniera, inquantocbè per alct1ni reati propriamente militari e riservati al giudizio dei Comandanti militari o dei Consigli di · guerra (come appare v .. g. dalle P atenti Sovrane 28 dicem. 1560 e 3 agosto 1675) all'Uditorato spettava solo assumere informazioni (1) Auditore generale e giudice supremo dcli' esercito ,spagnuolo, comandalo nelle Fiandre da Emanuele Filiberto, era stato. Gio. Iacopo Solfo, che il Duca creò Presidente della Camera dei Conti con Patcn li 16 novembre 15511. .,


306 MISCELLANEA ed istruire il processo; per gli altri gli ·si apparteneva anche di pronuuciar la sentenza con rismva -per<> clolla confprma del Seoa'to nei casi più g1·av.i. C'osi pure nella ginrisdi?.10ne Civile le sue sentenze furono dapprima S()ggotte ad appello al SenatQ e quindi esenti affatto da ogni appello (vedi R. V. 18 agosto 1731). L'Uditorato generale ebbe anche per qualche anno in virt,', dell'Editto 4 marzo 1737 l'ispe7.ione primaria dolio ìevP, b 1·icuperll 1ml 179fi e nel 1814 finchè 11cl 1816 qL1esti due Uffic,i fnrouo di bel nuovo separati. Iutanto coll'Editto penale militare del 27 agosto 1822 pre,;sochè tuttì i reati militari o commessi da militari vennero cle fe rti al giudicio dei Consigli di guerra puri o misti; colle Pa ton.ti 24 dicembre 1822 venivano sottratti all' Uditoratu gHnerale . le cause civili concernenti le a mministrazioni militari cd alcune a ltre· criminali d1 minor co·n to , col Reale VigliP.tto 25 agosto 1835 si determinava in hmiti precisi la sua giurisdizione civile per certi debiti di militari e sequest ri sulle loro paghe, e finalmente col Codictl penale militare 28 luglio 1840, non rhe colle leggi· 30 ottobre 1847, 10 ottobre 1848 e 20 1;,arzo -1854 veniva a ridursi la sua giurisdizione r1ei snoi li miti attuali. Fin rl11.i primordi della sua istituzione rUditore generale f11 r,oadinvato nell' escrcizin delle sue funzioni da' snoi sostitui ti , luogotenenti o delegati, eol titolo più generalmente di vircAuclitmi" generali, o vice Auditori , e pel secolo scorso rl i Uditori (Editto 1° settem bre_1582 e gli altri sovracitati). Qnesti Mngistrati residenti nelle provincie procedevano nei rNtti devolnti alla giurisdizione militare alle occor renti informnzioni , o qua nto a quelli che doveano giùdicarsi dai Consigli di gnerr.1 intervenivano ai consigli per riferir<) la. causa, raccogliere i voti , ed estendere le sentenze; quanto agli altri trasmettevano gli atti all'Uditoru Generale per le sue provvidenze. Io mancanza. del vice Uditore procedevano i. giudici ordinari (Editto 1° settembre 1582), ma però sempre in nome dell'Udit?r.e generale (Ordine della Reggente delli 23 maggio 1676) Per breve t empo gli arruolamenti volonta ri furono rir.evuli da notari innan:i;i ai vice Uditori (Editto 15 gennaio 1603).

MISCELl,ANEA 307 Più spesso i vice Uditori od Uditori ebbero anche autorità di pronunr:iare sentenze in alcune cause minori, salvo generalmente l'appello all'Uditore generale. · · L' editto penale militare del 27· agosto 1822 istitu) gli attuali Uditori di visionali che furono cons.e rvati dal codice vigente , il quale ne regola pure le attribuzioni ·giurisdizionali·, · salve le modificazioni introdotte dalla Legge 10 ottobre 1848. Nell' editto del 15 maggio 1594 si trova pur già menzionato nn Procuratore g1•nera.le della milizia, e nell'ioterinazione dell'E,·Jillo 22 giugno 1595 si menziona l'istanza fatta dal fiscale n-enerale di detta milizia. Ma nP.\ successivo editto 15 ,geunaio 1603 si prtJscrive -invece all' Uditore generale di eleggere uno dei nostri prncuratori fiscali generali perchè faccia le debite istanze ava nti lui, co me a nche avanti li vice AuJi tori per mezzo dP-1 snoi sostituiti idonei ecc. Fu peri) ivi a qualche te·mpo ristabilita la carica col ti.tolo di avvocato fiscale militare , la quale venne ·abolita soltanto colla Legge 10 ottobre 1848, quando cessata nell'Uditore generale ogni facoltà di giudicare, più non fu uopo di conservartJ presso il rpedesimo: un pub~lico ministero. Con R•~gio Decreto . 18 ottobre 1857 fu stabilito il quadro e gli stipendi del persrmile dell'Amministrazione della giusti zia militare. RECL USION E MILITARE. Il 16 ottobre 1822 s'~stitui.va in Genova la Catena militare sotto · gli ordini del Comando ·generale della. Regia Ma rina, affidanJo· il servizio della custodin dei conda nnati militari ad_ nna compagnia di gendarmi._ Per R. Viglietto- 6 ottobre 1832 il deposito dell?- Catena milita re passò nella cittadella di Alessandria sotto la dipen~cn~a del l'Amministrazione della guerra con una forza d1 guardia-cmrmc. Con R. Biglietto 2 f~bbrai.o 1833 fn approvato apposito regolamento con instituzione di un Consigli-o di dÌsciplina. Nel 1840 la sua denominazione fu scambia\c'l. in quella _di Recl'l~sione milita1·e, e nel 1841 le fil riunita la Catena militare marittima. Con R. Biglietto 4 aprile 1846 furono più ampiamente stabilile le norme di amministrazione e contabilità della Reclusione, Per · R. Decreto 19 marzo e 2 dicembr,} 18lj2 stabilivasi


308 M:iSCEI.LANEA il relativo personale e costituivasi u no Stato Maggiore, con una Compagni/ di moschettieri, colla principale residenza n<::I forte · di Savona., e per altro R.Decrelo 11 settembre 185;~ venne approvato un nuovo regolame nto pel gov,,rno , la disciplina ed il servizio del lla Redusione ste~sa. ·

STATISTICA MEDICO-MILITARE 1,er l'anno 18:il)'

del dottore l'ECCO, medico di reggimento

Togliamo · dal Giornale di Medicina miWare · la sPguente statistica : Giusta-quanto s'è già fatto per i quattro anni anteriori (I) , essend' ora trascorso il 4857, si re11dono di pubblica ragione i relativi quadri statistici del movimento numerico degli ammalali militari, distinto per ospedali, per mesi e per categorie di morbi. A siffatti stati fu pur aggiunto per la prima volta un quadro nosologico riassuntivo dei congeneri quadri trimestrali che furono man mano pubblicali nel corso dell'anno. In questo modo ·coloro a cui pol!'sse per avventura ·tornare d'alcuna utilità la conoscenza di qualche dato statistico relativo alle condizioni sanita~ dell'esercito,. potranno trovare raccolte in un stesso numero tùue· quelle nozioni che s_enza ciò avrebbero dovuto éon qualche stento ricercar in più numeri anlerior[ di questo Giornale. Nel pubblicare i siffalli rendiconti noi , come per il passalo, ci dispensiamo d'accompagnarli con lunghi commenti e di buon grado lascillmo ai lellori la cura di dar ai risullimenti sanitari ·ottenuti nell'anno prossimamente trascorso quel significalo e quèl · valore che loro sapranno ispirare le proprie convinzioni, il confronto con i risullamenli degli anni antl'riori e la lettura delle (1) V. Giornale di l\ledicin11_ militare, N 28 del Ili anno, 5(! e 51 del IV e 7 del V anno. ·


310 MISCELLANEA rnol_le m<·rnorie originali, dei rendiconti di sezioni e dl>lle relazinn i o procPssi verbali del!~ conferenze di cui è pit'no zrppo l'anno V di quc~to Giornale. Noi ci limiteremo ciò stani~ ad esporre alcune genrrali avverlen;e le quali ci sembrano necessarie alla maggiore dilucidazione _ dei quadri sl;itistici ·pubblicali ed ql compimento del nostro assun lo. 11 numero de Ile amm<' ssiori e qufllo df•llti giornale di perm·anenza, seco1H_lo che risultano tlai rendico11li dt•gli .•pedali, prese11lano sPmprP, specialmente nei più grandi slabilimcnti, un maggior o minor divario dalle congPnrri cifre dt•sunle dai registri de gli uffici amministrali vi. Que,le difft-n·nze, ali' esagéra7.ione d;lle quali concorre forse qualche volla l'inavvertenza di chi redige i rrndiconli parziali tlelle divPrse sezioni o generali d1•i diversi spedali, non possono nè sempre, nè facilm.,nl1~ evitarsi poidiè trovano la loro ragione nel modo diverso che i medici e gli amministratori trngono nel calcolare lan!o le ammessioni; quanto le giornate di permanenza. ln ordi1w alle. prime avvie11e sempre che quando gli ammalati fanno passaggio da una ad un'altra sezione, ciò che è cas_o frequente nei grandi spedali, tanto l'una quanto l'altra sezione ne tenga po.i conio nf'l rispellivo suo movimento mensuale e dia rosi -luogo ad un'indPbila moltiplicazione di ammalati la quale non è poss\bile nei rPgislri de-ll'amministrazione. Come si è già dello, questo inconveniente occorre specialmente nei grandi ~pedali dove la molliplicill1 dcllr. sezioni _ cd il . continuo e rapido rinnovamento degli ammalati rendono molto difficile lo evitare alla fine del mr.se una lai e cao-ioue d'errore o • ' cagione questa la qualt', se mrnsualmrnte ilà luogo a leggieri divari i, in capo all'anno può lui la via produrre una notevole differenza, siccome n'ebbi mo una prova in uno fra i maggiori spt• dali, il quale appunto prr lai e causa superò .di 207 il numrro degli entrali risultante dai registri dcli' ufficio amministrativo. Sa- rebbe pertanto a desiderarsi che in qual.che modo si cercasse, se non d'evitar affallo, di diminuir almeno lai inconç nienll'; ciò che non pare d,·bba incorilrare notevole difficoltà. Quanto poi alle differenze esistenti nel computo • ìelle giornale di prrmanenza, non possono queste ugualmente t: itarsi, poi ché sono dipendenti da· un modo drverso di calcolari , non .ri-

311 duribile ad uniformità. Di fallo, nei rendiconti sanitarii le giornale ;!i permanenza rappresentano IP 15iornah: ti~ c~1ra e per ciò ragguardano soltanto agli uscili etl ai morti d1 ciascun mrs 1•, q_u~- lunque sia stalo il loro soggiorno nello _speciale. Pe~ I am~inrstrazione a!l' incontro , il calcQIO delle giornate con~unle lll u_n mese comprt,nde lutti "'li ammalati, non esclusi i rimasti, n_è rie . . D' <l tiene alcun che ddle "'iornale spellanti ai mesi anlenorr. on e. avviene che un ammal:10 il quale fosse ad es. ·uscilo ai 15 gen n;tio 1858 dopo un soggiorno di Ire mesi nel!? speda le. ~a:cbl'.e notalo ne! rend iconto per una rimanenza cli circa 90 g1orn1 , menlre nei rrgislri. d'amministrazione non corllt'rC'hbe fuorchè per 15 giorni calcolab11ì nell'anno volgente.. . . Qur.sle avvertenze ci parvero necessarie non lauto per I nosln colleghi, quanlo per quegli estranei ai quali. per an:enlura talt•nlasse porre in confronto le cifre dei_ no_stri _quadri :on. _que:lle 1Jesunle dagli uffici am!l)inistrati.vi d1·1 dr versi spedah m1hlari e ,embrassero quelle dJellose per non essere esallamenle conformi a queste ullime. . . 11 deposito di convalescenza di Moncalieri slcl~e aperto fino ali, 11 di novembre 1857 ed in lutto quel tempo ncellò 2650 convalescenti pervenutigli in grande parte dall~ . s_pe<lale di Torino e per il restante dagli allri spedali dell~ chv1s1~ne, non che da qurlli delle divisioni mili lari d' Alrssandrra l\_ eh. Novara. li numero dei reci<li'{ali fu di . !H 8, dei quali 159 . rientrarono nello spedale di Torino e 59 in quello civile di Mon_calieri . Fra quesh ullimi, due erano affelti da vaiuolo svollos1 nel tempo della 1·onv,1lescenza. intorno ad alcune modificazioni che sarebbero ravvi~ate neces,:arie in quesl'ulrlissirno ed importante _stabilimento fu l'.'slè pubblicala in questo Giornale una mrmorra del 1~oslro amico e coli,• o-a, dollore cav. Arena. Noi di cuore applauthamo alla generosa in~enzione che ha dettala quella scrittura e, fra le idee nella m~ desima esternale accogliamo specialmente quella di distinguer i convalescenti ir~ due categorie, poichè più volle éi è occorso vederne recidivali alcuni già prima affelli da gravi malattie _per ciò solo che, appena ricove1·ati in quel deposilo, eran eglin_o senza riguardo obbligali a Ropporlare fatich e corporal_i non saggiamente graduale. Una <"ircostania non staia di proposito notata dal <lotMISCELLANEA

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312 MISCRLLANEA torc· Arena si è questa, eh' in date stagioni dell'anno in cui facil~enle dom inano in Monc-alieri le febbri a tipo, lo spedire colà in convaliscenza i febbri citanti è come esporli acl un'a sicura recidiva.. Di questo fallo iummo più volle testimoni nella stessa nostra sezione , e credemmo allora· migliore consiglio accordare congedi di convalescenza , semprerhè il caso lo richiedesse ed il paese del convalescente non fosse esso pure infestalo dalle febbri . periodiche: La mortalità clrgli spPclali militari ronfronlala con l'f' ffellivo delle guarnigioni fù nt'l 1857 di l, 'U. p. o,o. Vuolsi lullavia notare che nei 636 defunti comprendonsi pure. tre borghesi slali · per ispecial circostanze rico'K'rati nei nostri ospedali. Soddisfallo ora con queste considerazioni al nostro assunto; cogliamo volentieri l'occasione che ci si presen ta propizia per dire nuovamente alcune parole intorno ad un soggetto sul quale abbiamo già altra volta richiamata l'allenzione dei nostri lettori (1), vogliamo dire il dominio del vaiuolo e l'insufficienza delle vaccinazioni nell'Esercito. Il numero assai notevole di vaccinazioni state eseguile nel p. p. 1857 nei vari corpi dell'esercito (i) dipendentemente dalle disposizioni contenute nelle note ministeriali del 1 di marzo e del i2 d'aprile 1857 (3), non banno potuto impedire che il vaiuolo , contasse quest'anno ancora una vistosa cifra di casi ed una cifra non meno vistosa di decessi. Gia ebbimo allre volle a manifestare il timore che il limilare l' obbligo della vaccinazione agli inscrilli, ai volontari ed ai surrogati non ancora stati precedentemente vaiuolali o vaccinali non fosse , a giudicare dai falli, una sufficiente-· precauzione contro i danni annualmente recali all' t•sercilo dal vaiuolo. Ci rincresce ora il vedere che quel timore sia stato fino ad un certo p1J11lo giustificalo dagli eventi. • Di fallo dallo spoglio degli elenchi nominativi dei vaiuolosi ~

(1) V. Giornale di Medicina Militc.we. -Anno V , N. 6 p. 45. (2) Tuttochè manchino ancora gli s tati di vaccinazione d'alcuni corpi tuttavia il numero dei vaccinati tocca già qua~i il migliaio con risultamento feli ce per i due terzi dei medesimi. (3) 'v. Giornale dì Medicina Militare, n. 12 e 18 dello stesso anno, pag. 97 e 'Hta. ·

313 MISCELLANEA prescrilti dal § 3 dell'ul tima fra le citale noie ministeriali , non che dalle relazioni contenute in alcuni ri> n-liconli mensuali degli spedali, ci fu dato cono~ct•re che più dei due terzi fra gli allaécali del vaiuolo presentavano tracce_ evide~li d1 sofferta vacci nazione o di . già super ato v,1iuolo n<'ll' infanzia, e ·c~e non lutti i morti di vaiuolo _apparlenevano alla categoria Jci non ancora vaccinali o vaiu olati. Ciò vuole aJunquc dire per noi che la rerellivilà al vaiuo_lo si riacquista dopo un da to nunwro d' ann i, c-he ad onta delle ciralrif:i vaci.;iniche o v,,iuolosc , il vaiuolo può comparire o ricomparire gravissimo e le.tal~. e c:be. per renderne immul)e il soldato e liberare da questo flagello I' t'Sercilo , sarà gioco forza ric·orrere alla vaccinazione , anno per anno, d, lolla intiera la classe eh iamala so llo le armi, di lutti i volontari e di lulti i surrogali . Che se è vero quan to dice la oola slala riprodotta dalla Gai- , zetta Medica degli Stati Sardi nel 11. 6 di questo giornalt•, pare che un'uguale nere,;s1là sia slala pu1e riconosciuta in Francia dove fìn'cra le vaccio,1 zioni nei militari si sono fatte poco più poc.o meno secondo il nos tro sislema. Però l'l spellore sanitario Dollor LP.vy non avrebbe soltanto proposto di sollomellere d 'or innanzi lulla i11 L1era ogn i l'eva ·an nuale alla vaccrnazione,- 11(,Ssun . conto tenuto dl·i precedenti di vai:cino· o Ji Vi.lÌ UO fo già superati , ma vo rr,•bbe pure che per una prima e sola volta vi si sollomettessero lulli i pre,enli sollo le bandiere e ciò per .tagliare corto alla rad ice del male che forse spesseggia più frequente e più maligno del solilo fra le lruppe. Nel passare a rivista gli stati di vaccinazione dei corpi tanto per il p. p. 1857. quan to per gli an.ii .ante riori, una cosa ci ha sempre col pili ed è che mentre in alcuni corpi quasi Lotte le \'accinazioni sortono un felice risullame(llo, in altri al!' incontro rimangono quasi lutle infrulluo~e, anche ritentale per la seconda e per la terza volta. Senza voll'r n~gare che in ciò abbia qualche volla potu to influire il modus (aciendi di'( vaccinatore, inclin iamo tullcivia a cr,·dere che più di lutto vi abbia concorso la qualità del vaccino cons<'rvalo, buona forse io alcuni sili ed io altri scadente. Ad evitare pertanto che un'operazione così altamente profilattica non sia per · que,;to lato lasciala alquan to al!' azzardo, non


314 M!SCBJ.LANEA sarebbe egli bene che, c•slendendo. alcun poco ·I' applicazione d1 quel fecondp divisamento da cui fu informala la creazione del Laboratorio centrale di farmacia militare, l'Aulorilà clie ci governa prendesse sollo la sua immc;diali:i tutela la provvista annuale -di buo.oo e recente . vaccino e rendc•sse fn queslo modo p·ù sicuro e più uniforme_ l'esito delle vaccinazioni? Non, sappiamo quali e quante difficol_tà possa in<:onlrare I' alluaz.ione dì siffall;, proposta, ma crediamo che l'utile scopo a cui tPndc possa ren -derla meritevole di qualche riguardo.

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NECROLOGIA

PROSPETTO .COMPARATIVO della mortalità propoi·zionale degli sp~dali militari . in' ciaschedun mese del quinquennio 185&-57.

IL DOTTO RE G. G. JtONl~O M ES l Gennaio,

.• . : . . . .. . l)'l;irzo , .• .' .. Aprile .. ·."·. . Ma1?gio ,·-;··. : . Giugno-· .. . . i.ugliw. ,· .. . " ·A:goslo , • . .Setleo1bre . Ottobre .' . Nòvembre .. Dièémbr~ .•.

Ye~Ilraio

·:

• 1•. ~

,

1853

i 85-i

1855 . 18-56

4857

1. 73 2.15 1. 8'3

2. 32 2.22

1. 96 2. 67 2.29 . 2.01 2. 29 1. 79 1., 77 , 4. 0ò 2. 07 1. 90 L 70 1. 18 1. 58 1. 33 5. 01 1.18 1.60 o. ·94 1.71 1.61 3. 10 2. 08 2. 56 1. 86

2: 11

2. 50

2.04 ' 2. 31 1. 86 2.24 1. 86 1.36 1. 5i 1. 23 1.46 2 . 06. L 98

1. 78 1. 62 2. 95 :2. 06 .2. 57 1. 88 2.39

L7'.2 2 48'

f. 13 L9·1 1,,1,7. 1 ..,43 1. 03 ,1. 20 1. 68

1. 60· 2.22

!JSPETTÒRB i>EÌ. COÌtPO SA?ilTAllIO l\IILl'i'Al\E

C'incombe l'ingrato uffioio di· an11unziare la morte ,d-ek cavaijiere •~iaìl Giacomo Donino , · memQro del collegio me·dico' oelf Ateneo torinése ed ispettore emefito del Corpo saHitario militare. li nostro doh,re L,rover~à un'eco nell'animo di tttHi. i' m~dici • mililari, i CfUali ebbero opportunità d'apprezzare la scieb,za,~e la virtù dPll'eiregio defunto, che fu lustro e decoro dèl loro .Oorpo. Fece 11 tirociflio <lei servizio ~anitario mHitare ·, prendenù·o parle alla . campagna della ·gra-nde armata &ancesé nel l~813'; .;. dopo averi', due anni prima (i8H); cinto l'alloro rloltprale presso la facollà medica . all'università torinese nell'età di 49 anni. . Ripatriato •dopo il tram-0nto dell' as\.ro Napoleonico. attese o·perosamente .alla coltura della scil'nz~ meòica, e di quanto -sue- · oesso fos,-ero fecondi i suoi shi<li, rt'se testimonianza il plauso con -cui, alçuni a'!lni dop-o, sostenne la prova per l'aggregazione al collegio <li meJicina del quale fu uno dei più dotti membri. Nel 482l pubblicò la biografia .medica piemontese in due ,·olumi ; opera in cui sarebbe difficile definire se più camprggi la vasta erudizione 0d il giusto criterio con cui seppe rendere giudizi<> delle · Hariate produzioni scientifiche dei cultori delle scienze medi-che e naturali, compresi in grandissimo numrro nelll lodata sua operà. ' . . Tra le varie sue elucuhrazioni di qur\ tempi alcune e·bbero tratto alle cose sanitarie militari, frullo della sua sperienza acqui-· staia alla grande scuola del campo. Ciò gli valse _nel dicembre del 1832 la nomina a Membro Segretario del consiglio superiore militare di sanità. Prese parte attiva al primo ordinamento fatto nel 183;~ del nostro corpo e


320 llISCE LL:lNE A scr~iz_io sa_nilario miJilare ùi cui fu · fallo -Ispcllorc nd ,1839. I suo, lumi e la sua operosità lo resero mollo ulite ili servizio sanitar_io e gli frullarono meritala stima. Nelle ispezioni il suo vig.ile occhio facilrnenle ril.eva,·a le mende ed i~ _su~ sen~? e $perienza gli additavano le IHÙ opporlune dispos121oni nell inlercsse del servizio e drl corpo; di ciò fanno fede le numerose sue_relazioni ·di ispezione ('he · 1u1tor,1 si ser~;;n~ presso il consiglio superiore mililarc di sanilà, dellale con lo1:b1la favella che rivelano un non comun ,· merito Jcllerario. _llece le campagne' dd 1848 e ~ 849 pPr I' indi'pentlènza d'ltalid, sosl~nendo_ presso l' eserci to l'insigne cariea ,li medico in capo. · Il1preso •I suo posto· presso it• consigli o superiòre militare · di :-anilàr; vi rimase sin ai ·4''di gennaio.1852,/allo~:d1è. prr rngioné d1 mal ferma salu!e, fu costrello a domandare ti ·eollocamenlo a• 1:ipos?. li _suo s~nno e spericnza · pratira gli •olliìnnno. la pi<!na llduc1a de, pres1denli che succedttllero nel consi 1io <Jel '1832 in poi, cioè dei proft!ssori Gilio, Rossi e Hibe-ri ro1~ i quali sempre fu volenteroso COO(H!:ratore a quanlo potesse lorn,1r a ,·anla"•"io I I .. .I OC' ~ e 1 'St}rv1z10 e au '.Ollore del ·corpo sanitario mili,larc di cui fu ornamento. . Membro della commissione supcr'orc di st,1tislic.1 a·l;l'se operosamente alla .compilazia1ie della statistica nw,tica dt•I noslrn pa,·sc: 1 due I grossi· volumi stampa.ti conlengo.no- un' es!C'sissima . serie d_i _tavol_e numeriche, ò1ira~ile .per vat!ielà e per ingq;nosa dispo~ SIZIOOe, rhc ,,algono.;i fornire tu lii i· più Pssenziali dnli sla.lisliei in _ordine alle cose mediche del •nostro pncs'c. . E sperabile che allri prose.guÌl'anno la sua opi>ra tiàmminotHlr~ sulle ·orme eh', egli .peti ii primo ha saggia1'11cnlc lracci·a·lt'. · · • l?u medico- della Reale Corte-, ispt•Uo;e dcg1i specfali d~i d 10., lerosi nel f85o;merubro dd Consiglio. superiore dì s.inilà ci\'ile; del ~onsigl~o-superiore cl' istruzione puuhÌira e \lt'lla rngia A.crndem1a me~1co-chirur~ica della quale fu Presidt'nle. Rbhe prima: le. decoraz~oo~ _dell'Ordine Mauriziano e· del ~forilo civile di Savoia, ~ _quindi in ~uesli ultimi giorni del vivore suo fu promosso aJ ufficiale nel primo di detti Ordini e ricevette la meda 0.. (ia Navolconica di S. Etena. • ~o!Tercnle d,1 varii an11i 11er cnonnr iperlolia 0palica e p~r in1lurnnen10 ron insufficienza tldlc valvole del m ore , fu ag~1:edilo ·

32}

~IISCELLA NEA

in dic·cmbre ultimo ,la gr.ive ·anasarca rcslio ad ogni presitlio medico. Costretto à<l attendere fra continue sofferenze una morte lenta e sicura, vi si ad.illò con lulla la .rassegnazione ,lel filosofo che sa dominar~ i conlrarii evenl1 della fortuna. « Mi veggo ap" pross:marc lentamente la morte >) disse allo scrivente che lo vi~itava negli ull,imi- suoi giorni, <t. non la de~idero, ma l' alu tendo con -animo pacato e l'accetto come termine delle m.ie <t solTewnze >), , · La serrnilà dfll' animo fra le soITert'nze rui s_olo termine è la morte è sicuro. co.nlrassPgno dell'uomo onesto che ha il sentimento cl' una coscienza inlcmt>rala e d'una vita u~ilmente. spesa nel cullo della ver.ilà e della giustizia · Non è grave la morte al. sapiente cui lo· studio della nalura sen.sibile non Jece obbliarn quello di se slPsso, e che conohbe le morali obbligazioni e coslanlemenlc le adempie. Tale fu il cav._ Gian Giacomo Bonino. liii mol'S gravis incubat Qui nolus nimis omnibus lgnÒtus moritur sibi.

0

... Chi legò ai posteri i frulli <lei suo ingegno dice a .se ,stesso· r.on Orazio ,

Non omnis mùriar; multacque pars mei . Vitabit libitinam ......

Vivrà rit'l!a. nostra memoria il (·av. Bonino.- e viirà pure. in quella dei po~leri a cui furono lt>galc le <lolle sue elucuhrationi. Mancalo ai viventi in elà d'a.nni 66 nel mallino dei 27 ,di febbr.,io, ebbe nella sera dl'I sPgue11le gli onori funebri . dovuti al suo grado militare. li CollPgio mcùic·o-ehirnrgico , ùi cui in qmisli ultimi anni ,,bhc l'onore della presiùcnza, e , htlli i medici mililari. d,·llo spellale mii ilare e della . guernigione seguirono in assisa il suo con\'oglio funebre, a. cui pre~ero parte eziandio buon numero di medici e sluùt:'nli della facoltà . li tluol.o -allamenle sentilq da lutti · che. lo cQ.nobbero è. saldo· argomento e misura della stima ed affezione. che tutti sinccramenle gli p_i:ofessarono.

Dottore P.

MARCHIANDI

' Medico di Reggimento, Segretario del Consiglio superiore tli sanità.

( Giornale di .JJledicina .11'ilitnrc).


INDICE 'DEL VOLUME .1_11.

B I B L I O G n· A F I A

Nouvel am~ement r,énéral des Etats, exposé général des considérations, principes et inventions qui sonl relàlifs à des systèmr.:1 complèteme,H nouvcaux popr Ics grandes parties consliluanles .de l'armrmenl général de terre el d_e mer ; su ivi d'études sur l'.histoire génèral de I' artillerfo; ''pat· ·J: Brunei.' Paris, Dumaine ·I857 1 vol-8, et Tu rin , Bocca frère,;, librairrs de S. 1\1.. · Menzioniamo questo hbro a titolo di curiosità, prrchè ci sembra abbracciare dellt!· riforme cosi vaste fhe r.rediamo sia prudéote mellerle in quarantena fintantochè I' esperienz-a _abbia fallo giudicare del loro merito pratico. . ~ Secondo l'aulore, .tulio è a rovescio nei diversi ·oc_dinamenli militari. cl_ell'Europa e .sopratullo in Francia, ciò che è stato :pro. valo, dice egli, dalla campagna di Crimea. · ·La· maggior parie di lulli gli inconvenienti che il signor Gio. vanni Brunel· ha preso· rura d. mettere in luce , _sparirebbe secondo lui, se si volesse tener conio dei progrt>ssi della chimica, della mPccanica, pr,,fiuare delle risorse industriali, stab,lire un ordinaorento generale su principii più semplici e più in armonia collo scopo da ollenerr. Il ·si"'n'lr o - Brunel annuncia che svilupprrà pros~imamente le sue. ,·iste in una serie di pubblipazioni. · T/ie 11cw Wellington pa11ers. Supplemenly Despolcbes aud memoranda of Field-!Uarshal Arthur cluke of Welli1Ìgton·, K. G. India 1797-1805, pubblicati da suo figlio. Questa pubblicazione offre un srand'issìmo interesse, ed è una fra quelle di cui si deve rinunciare a fare cooosere il merito mediante estraili. Ogni pagina, l)goi paragrafo ba un .valore particolare. La raccomandiamo caldamente ai nostri leltori che vi lròveranno preziosi documenti sulle Indie inglesi. TAGLIANO GAETANO

Gerente

. Gennaio' Febbraio e ftla1:zo -1858 •

-

"' ' 1

:J?

t

Studi mi-liluri s~ll'ltali~, ( C~11tilmazi~11e) • paJ. , 3 CAP; IV. Ripresa dell'offens1va · .~ ~ - , S nto della Guerra d"Oriente. •·, Oì ' ,. ~ne u CAv · , 111 Inazione degli alleati e sua cagione. -~ ccupaz1t~- . . · dei • Principati · · ei ·, · e .tratta 1vc per .. parte deg1•i aus t ria . ond'essa è preceduta. - Ritirata dei russi dietro il Pruth ,, , ltt'I .,.. C Vlll. Colèra a ,Varna. - Spedizio~e detl~ Dob~u;qscha. . .-1.l'. C , 'ael 10 agosto tra i gen~rah alleali ..--:- Ir~~ . - on,erenza d' · ne di eendio di ·varna. - Ap_prcstamcnti per I~ spe iz10 i . • '- 1

..

",, Crimea • • · · · · · • ·. • : · · • R. d' d'un Allievo di marina ' ora Ufficiale d1 vascello icor i • Lt' d 11 armi da fuoco -,. Critica. - Nozioni_Element~r1 su ,r \ : ci:l~o- Radetzki. -- Statistica Miscellanea. - lnd'.e Ingtes1 - li ':,a batterie-trophée dc )'Hotel 3 della marma napofetana . · . • . ., de·s lnvalidcs dc Paris. - 11 · Great Eastcrn • . l • . • • In • - sv1zz?ra. · - Aus ria - ,.Cronaca lllilitare: Piemonte. - _F rane,~. ghiltcrra. - Spagna, - Grecia. - Russia . . . . ,, Bibliografia • • ·• · · · ' · ' · · · ·

..65

81

i

,.'(

Studi militari sull'llalì~ ( Co'.1ti_11ua:zione e fine ) CAP. v. Difesa marittima • • · · : • · • CAP. VI. ColÌclusionc · · · • · ,1

5 8 97 107 -

» 108 • »

·

·

·

3 .. 15

Sunto della G·ucrra d'Ori~~t_c . . della Crimea. - Imbarcò . CAP IX. Descrizione sommaria t d delle truppe alleate. - Loro partenza dalle c~s e e11a T . I ·a - Loro arrivo ad Eupatoria e presa d1 posscs~o u1 e u . . rcsso Oldfort (V ecciu o della città. - Sbarco delle truppe p . . . " 157 fori.e). - Ballaglia di Alma. - Cons1dcraz1_om . . • ~ 184 Histoire tle la campai;nc ile' 1815 · • ' · ' ' · · • •


lNDICE

lllisccllanca. - Accademia militare - Gl'italiani nella campagn;:i di Russia - Operazioni militari nel Caucaso • pag 198 Cronaca Militare. - Francia ✓ Inghiltcrm - Belgi o . . ' • .. 2 t 9 • -

Sunto della Guerra d'Oriente CAP. X. Consiglio di guerra tcnu_to da Korniloff ·dentro Sebastopoli dopo la battaglia di Alma. - Forza delle . difese , maritlimc del porto, e stato di quelle terrestri a settentrione ed a mezzodì. - Ritirala di llfcnschikoff sopra Sebastopol i . - Mossa degli alleati verso il Katcha cd il Bclbeck . - Loro m6vimcntò girante intorno Sebastopoli e marcia di l\lenschikoff verso Batchi-Scra·i. - Presa di Balaclava - Prime ricognizioni intorno Sebastopoli. - Morie del generale Saint-Arnaud. - Dis·posizioni di lllcnschikoff. - Considerazioni · . ~ 221 CAP. Xl. Descrizione sommaria dc!lle difesè della città di Sebastopoli e del terreno cirr·o stante. - Investimento di esse. - Primi lavori di assedio. - Armamento delle batterie anglo-francesi · - Attacco del 17 ottob.re. Considerazioni . . .. . » 23~ Dell'cq11ilibrjo del timone nelle macchine dell'artiglieria da campo " 252 Proietti cavi a percussione • . . . , . . " 272 llliscellanea. .:... Cenni storici sull'esercito sardo - Statistica mcdico·mililare per ranno 1857. - Necrologia :" 276 Bibliografia • • • . . . .' . . • • . . . . " S2'2

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