Storia e diritti delle minoranze - FABRIZIO DAL PASSO
Fabrizio Dal Passo
STORIA E DIRITTI DELLE MINORANZE
Capitolo I ANALISI DEL CONCETTO DI MINORANZA 1. Definizioni Quando l’Assemblea generale dell’ONU espresse la considerazione che “le Nazioni Unite non possono restare indifferenti alle sorti delle minoranze”, ciò portò dritto al cuore di uno dei più complessi problemi nell’ambito delle relazioni internazionali. La questione delle minoranze ha, con tutte le sue implicazioni, turbato per secoli la pace mondiale ed ha costituito un motivo costante di frizione nelle relazioni tra i vari Paesi; è stato altresì strumento di oscuri disegni politici e ha determinato numerose aggressioni, giustificabili o meno, causa diretta o indiretta di guerre locali o estese a gran parte della comunità internazionale. “Il problema delle minoranze è in realtà una congerie di singoli e specifici problemi ognuno dei quali gravante su un complesso di fattori politici, etnici, economici, sociali e, non ultimo, storici”; così esordiva, all’inizio degli anni Cinquanta, T. H. Bagley, un rappresentante dell’Assemblea generale dell’ONU nel tentativo di esprimere la ragione dell’enorme difficoltà di definire in maniera univoca i problemi relativi alla moltitudine di gruppi di minoranze, nel desiderio di apprestare delle norme per la protezione dei loro diritti. Dopo cinquant’anni di conferenze multilaterali, trattati e risoluzioni delle organizzazioni internazionali, ancora oggi non esiste una definizione esaustiva del termine “minoranza”. Tale difficoltà è legata alle diverse metodologie con cui esso viene disciplinato, sia nel senso del mero rapporto numerico tra il gruppo di minoranza ed il resto della popolazione, sia nella recisa opposizione a tale criterio, oppure ancora nell’assunzione di fattori soggettivi di identificazione al posto di quelli oggettivi come, ad esempio, i fenomeni relativi ai flussi migratori. Secondo quanto espresso da diversi sociologi sembra ci siano almeno tre tradizioni caratteristiche nello studio delle minoranze: a) una tradizione europea concentrata sulle tradizioni autoctone, contraddistinte dalla lingua, dai caratteri nazionali, dalle religioni, dai riordinamenti territoriali nazionali, legata metodologicamente ad un approccio storico, giuridico ed etnografico; b) una tradizione americana, concentrata su minoranze alloctone, risultato di processi socioeconomici come migrazione ed urbanizzazione, legata ad una metodologia socio-economica ed allo studio dei problemi razziali; c) una terza tendenza, che possiamo definire di tradizione sociale, diretta a classificare tra le minoranze tutti i poveri, i subordinati, gli emarginati ed i deviati della società. Tenendo in considerazione tali basi teoretiche, gli autori procedono normalmente, attraverso una serie successiva di approssimazioni, all’individuazione del significato di concetti più o meno collegati, come quelli di nazione, popolo, gruppo etnico, minoranza nazionale, minoranze e gruppi linguistici. Tuttavia simili concettualizzazioni, pur rilevanti nell’indagine conoscitiva, risultano fuorvianti a livello operativo, soprattutto per le diverse qualificazioni che la questione assume all’interno dei singoli ordinamenti giuridici nazionali. La principale difficoltà nel definire una disciplina unitaria risiede probabilmente nella discriminante stessa dell’idea di minoranza, che porterebbe automaticamente ad escludere alcune etnie in base al numero, alla diffusione sul territorio ed al peso economico-politico dei suoi membri. Per contro, in opposizione a questa tendenza oggettiva, molti studiosi ritengono che l’appartenenza ad una minoranza sia una questione non di fatto, ma di volontà, con
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