STORIA D'ITALIA DAL 1789 AL 1814 - TOMO IV

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foror Lisbeth STORIA D'ITALIA D'AL 1789 AL 1814, SCRITTA DA CARLO BOTTA. TOMOPARIGIQUARTO.. 1 PRESSO BAUDRY, LIBRERIA EUROPEA, 9, RUE DU COQ, PRÈS LE LOUVRE. SITORIO1837. NAPOLI [1]1721

STORIA D'ITALIA , DAL .1789 AL 1814

BUONAPARTE intanto , cambiatore di sorti, si avvicinava;:l imperio d'Austria in Italiafine. Aveva il consolo con maravietnava al suo arte adunato il suo 'esercito diriserva in Digione, donde accennava ugualmente al Renoed all'Italia. IV. '

LIBRO VIGESIMO. SOMMARIO . Ilconsolo passa con ordine mirabileil gran San Bernardo; vince a Marengo; l'Italia superiore in suopotere. Governi provvisorj del Piemonte , diGenova e di Milano. Conclave in Venezia assunzionedelcardinal Chiaramonti al pontificato, e sua rinstau razione in Rom . Arti di·Buonapartecon lui.Malta presa dagli Iuglesi. Moti di Toscana.Nuova guerra tra Austria e Francia. Battagliadel Mincio traBellegardee Brune; ritirata del primo. Passaggiodel monte della Spluga eseguitoconmirabile coraggio edarieda Macdonald. Nuovi successiprosperideiFrancesi.Pace con Napoli, Austria e Spagna.Tutto il mondo ,salvo l'Inghil terra , in concordià con Francia.

2 STORIA D'ITALIA. $ : Ma avendo Moreau combattuto prosperamente in Germania controKray, gli fu fatto abilitàdi con dursisu queicampi, in cui tuttavia vivevanoi segnie le memoriedelle sue fresche vittorie ; cosa, che gli era cagione disommaincitazione, perchè la glo ria lo stimolava, ed era sicurodi trovarvi forti ade renze. Adunque mentre lo sconsigliato Melas sene stava martirizzandosi contro le sterili rocche dell' estrema Liguria, siavvicinavaBuonapartealle Alpi, tutto intento allefazioni d'Italia.Varj , molti,e po tenti modi aveva dicondurre a prospero fine la sua impresa :-soldati prontissimiavolere qualunquecosa egli volesse, generali esperti 'e valorosi, artiglierie formidabili, cavalleria sufficiente. Aveva apprestatoper pascere'i soldati sull?erme solitudini delle Alpi,biscotto in grande abbondanza, epertirar su e giù secondo i casi le artiglierie, per quei sentieri rotti, stretti, ed ingombri dinevie dighiacci, certicarretti a modo deitraini sdrucciolevoli, che si usano in quei paesi per scendere dai nevosi gioghi. è questo fu il solo,trovato diBuonaparte e di Marmont, che soprantendeva alle artiglierie, per faci litarloro il passo per luoghi finoalloraallemedesimeinaccessi; perchè scavarono, a guisa ditruogoli,tronchidialberi grossissimiafine dipoterveleposar dentro, comein un letto proprio,e per tal modotrasportarle a dorso dimulia traverso lemontagne..Denaro sufficiente aveva rammassato per le neces sità de'suoi: fin oltrel'Alpi; poi si confidava nella: Italia, Per muovere le opinionidegl'Italiani aveva 7

Rammentavaquindi il consolo,essendogranmaes trodell'alleftare, che tornava in Italiaper fondarein Cisalpinaunaregolatalibertà, darlapace aNapoli ed a Toscana, ristorar la religione, proteggere i, preti, rimettere sul debito seggio il pontefice di Roma.A tutti poi parlavadi pace, di umanità, di fin dimali, diun secolo che doveva incominciare a sa lute ed a felicità d'uomini.Passó per Ginevra: mos disposto avolerridur le cosea forme buone e consentanee alle antiche, che gli aristocratiGinevrini presi alle dolci párole, pi gliaronoanimo a favellardell' independenza,e della restituzione dell'antico stato, essendo a queltempo Ginevra unita a Francia, e parte di lei; ma la cosa non"allignò;chè anzi rispose loro per'formach · s'accorsero che se amava prendere, amava anche serbare.Poi tornò sullemansuetudini, e che sarebbe contento morire,purchè la vedesse.Appariva sìmogio,sipallido e simacilento,chep revaatutti, che stracco'ilcorpoe l'animo pertante súe fatiche pace a trovvisi tanto mansueto, o 2

LIBRO . VIGESIMO 3 .SIMO. . 1800. con chiamato a se la legione Italiana capitanata da un Lecchi,la quale fuggendo ilfurore Tedesco per le rotte di Scherer, si era riparata in Francia,bella e buona gent . Perconoscere poi iluoghi, conducevagl'Italiani,chepiùne erano pratichi; e sic come l'intento suo era di varcare ilgran San Ber nardo,cosìsi consigliavaspecialmente con unPavetti diRomano in Canavese,giovane di natura molto ge nerosa,eche camminava con moltoaffetto in questebisogne dellalibertà.

Maravigliavansi iGinevrini,vedendo tanto amore di dottrine pacifiche in un soldato, perchè nonpenetra vano l'umore , nè siumore, nè siaccorgevano, ch'egli, siccome quegli chevolevafar andar il secolo a ritroso,ilvo leva secondare, finchè ne fosse padrone. Grande e magnifico erail disegno diBuonaparte per riconquistar l'Italia. Suo proponimento era di yarcare col grosso dell'esercito il granSanBernardocol fine dicalarsi per lavalle di Aosta nelle pianure Piemontesi. Ma perchè altre genti con questa parte consuonassero, e giunte alpiano potessero e müo vere ipopoli a romorecontro l'Austria, e congiun gersi con luia qualcheimportante fatto, aveva ordi nato che il generale Thureau dalla Moriènna edall' altoDelfinato, pei passidei monti CenisioeGinevra,con unasquadra di tre inquattromila soldati si ca lasse a Su a, e più oltre anche, secondolesecondole opportu nità, procedesseper dartimoréalnemicointornoalla sicurezza di Torino, e per ajutare, lo sforzo, ch'egli intendeva difare sulle spondedella Dora Baltea. Al tempo medesimo comandava al generale Moncey, ché pel San Gottardoscendessea Bellin zóna con un'eletta schiera di circadodicimila soldati, col pensiero di metterea romore i paesi, che nelleparti superiorialpianodi Lombardiasicomprendono' 5

4. ITALIA STORIA. D a 2 2 aprodi Francia ed'Europa,dovesse far tosto pace, sepure la voleva vedere. Poi lusinghevolmente pro cedendo , domandava di Saussure, di Bonnet, di Senebier; tacque di Rousseau.Dissé, voler rimettere inonore lescienze ele letterecalpestatedallaguerra.

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LIBRO VIGES MO. 1800. 5 2 e qualidifficoltà s)os 2 fra il Ticipo e l'Adda. Parendogli altresì,chefosse necessário diturbar le contrade fra ilTicino e la Se sia ,imponeva al generale Bethencourt, chefacesse opera di-varcare ilSempione, e diprecipitarsi per Domodossolasul esponde dellagoMaggiorelàdove,restringendosi, apre dinuovol'adito alleacque,cor renti delTicino. Siccome poi non ignorava quante ostassero al passo diun grosso eser citopel granSanBernardo, commetteva aduncorpo di circa cinquemila soldati, che passasse il piccoloSan Bernardo, ed andasse à raccostarsi col grosso nella valle diAosta.Tutte le raccontate genti insieme unite sommavano circa a sessantamila combattenti. Così il consolo tuttalaregione dell'Alpi abbracciando, che si distende dal SanGottardo al monte Ginevra, minacciava invasione al sottoposto piano del: Piemonte e della Lombardia. Dall'altra parte sperava che Massena, tenendo fortemente Genova, e Suchet la riviera, avrebbero trattenuto Melas, fin . chèeglipotesse arrivare acombatterlo suifianchied alle spalle.Magnifica, comeabbiamodetto, emara vigliosaopera fuquesta delconsolo, ma che gli poteva venire rotta con grande precipizio, se Moreau avesse combattuto infelicemente sul Reno, a se Me laspiù accortò,opiùattivo,omeglioinformatofosse stato , Lusingati con discorsi di umanità, di pace, e di civiltàquei Ginevrini tanto ingentiliti,sé ne consolo allastupenda guerra.Eranole gentigià adu nate tutte a Martigny diVallesesulRodano, terra 2 givail

6 . STORI D'ITALIA: CC postaalle faldeestremedel gran San Bernardo. Guar davano con maraviglia,e con desiderio quelle alte cime. Diceva. foro Berthier, quartiermaestro : « Vin «conoi soldatiRenanigloriosebattaglie;contrastano « gl'Italici con valore estremo adun nemico sopraá vanzante dinumero.Acceridetevi,e riconquistate,emolandogli,oltre l'Alpi,quelle terregiàtestimo « nie del Francese valore. Soldati'n ovi, ecco che « suona il segno delle battaglie : ite e pareggiate i, «veterani tante volte,vincitori :da essi imparate,a «sofferire,da essia superare le fatiche inseparabili «dalla guerra. Viseggasempre inmentequesto pen « siero,che solo col.valore, solo colla disciplinasi «vincono le guerre. Sodati,Buonaparte è con 'voi; « vien eglia vederei nuovi trionfi vostri :a Buona. aparte pr óvate, che siete sempre quegli uomini « valorosi, che condotti da lui si famoso nome esi «luminosa gloria acquistate. La Franciaela umanità «di pace vi richieggono: voi pace alla Francia ed á alla umanità con le forti destre date: >> Questo parlare infinitamenteinfiammava quegli animi già da per'se stessi tantoincitati e valoro i.Partivano il di diciassettemaggio da Martigny per andarne a conquistar l'Italia. Maraviglioso l'ardore loro, maravigliosa l'allegrìa, maraviglioso ancora il moto ed il fervore delle opere. Casse, cassoni , truo . goli, obici , cannoni, carrett ruotati,earretti sdruc ciolevoli, carrette,lettiche,cavalli, muli,bardature, ,arcioni, basti da bagaglie, bastida artigliepie., impe dimenti diognisorte, e fra tutto questosoldati affa 7 e 2 2 . 7

LIBRO VIGESIMO. 1800. e ticantisi, ed ufficiali affaticantisial par dei soldati. S'aggiungevano le risae le canzoni: imotti, gli scherzi, le piacevolezze alla Francese erano quelle poche, e gli Austriaci ne toccavano delle buone.

Non a guerraterribil , maafesta, nonacasi dubbj maavittoriacerta , pareva che andassero. Il romore sipropagavadaognibanda: quei luoghiermi,soli tarj e datantisecoli muti, risuonavano insolitamente ad un trattoper voci liete e guerriere. L'esercito stranoe stranamente provvisto,almalagevole viag gio salivaperl' erta alla voltadi SanPietro fin dove giunge la stradacarreggiabile.Purespesso erte ripi dissime, forre sassose,capidi valli sdrucciolenti si appresentavano;i carri, icarretti, lecarrette peri colavano. Accorrevano prestii soldati, a braccia sostenevano,puntellavano, träevano,e più siaffati cavano,epiùmettevano fuorimotti, facezie e con cetti, parte arguti,parte graziosi, parte frizzanti: cosìpassavanoil tempoelafatica.I tardiVallesani, cheerano accorsi in folla dalle case, o piuttostodai tugurje dalle tane loro, vedendo gente siaffaticata e sìallegranonsapevanodarsi pace;pareva loco cosa dell'altromondo.Invitati,e pagatiper ajuto,ilface vano volentieri.Mapiù bisognafacevaunFrancese, chetreVallesani.Le paroleei motti, cheisoldati dicevano a quella buona gente perlatarditàdelleoperereperlefogge,delvestíre,io non glivoglio dire. Così arrivavano i repubblicaniaSan Pietro, Lannes collasua schiera il primo,siccome quello che per l'incredibile ardimento il consolo sempre man

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8 STORIA D'ITALIA. daya, luinon solo volente, maanchedomandante, alleimpresepiùrischievoliepiùpericolose.Quivi i era arrivato ad un luogo, in cuipareva chela natura molto più potesse che l'arte od il coraggio;percioc chè da San Pietroalla cima del gran San Bernardo, doveèfondato l'eremodeireligiosia salutedei viag giatoriin queiluoghid'eternaleinverno, nonsiapre piùstrada alcunabattuta. Solo si vedonosentieri stretti e pieghevoli, su permonti scoscesi ed erti. Rifulse la pertinacia del volere, é la potenza dell? umano ingegno. Quanto si rotolava, fu posto ad es sere tirato,quantosi tirava ad essere portato. Po sersile artiglieriegrossenei truogoli,i truogolisugli.sdruccioli, edei soldati,chi tirava, chi puntellava, chispingeva :leminutesuirobustiepratichimuli.si caricarono. Così, se Ian Iacopo Triulzi montò ,e. calò con grosse funidi roccia in rocciaper leBarri cate nella stagione più rigida dell'annoleartiglierie diFrancescoprimo,tiròBuonaparte quelle della re pubblica su i carrisdrucciolevoli e sulle bestie rau nate a quest'intento. Seguitavano le salmeriealme desimomodotirate eportate. Era unatrattaimmensa: inquelle svolte di ripidisentieri, oraapparivano,ora scomparivano le genti: chi era pervenutoall'alto, vedeva i compagni in fondo, e conlerallegratricivocigl'incoraggiava.Questirispondevano, ed aldif ficile camminos'incitavano.Tutte levalliall'intornorisuonavano. Fra le nevi,fra le nebbie, fra le nubi apparivano learmi'risplendenti, apparivano gliabiti coloritidei soldati;quelmiscugliodi natura mortae

LIBRO VIGËSIMO. 1 800. di natura viva era spettacolomirabile. Godeva il con solo, che vedèvà andar le cose a seconda de suoi pensieri, esoldatescamente parlando'a questo ed a quello, chèin ciò aveva un'arte eccellente, gl indu çeva a star forti,ed a trovar facile quello, che eraa giudicato impossibile. Già s'avvicinavano al sommo giogo, ed incominciavanoa scorgere l'adito,chein mezzo a due montialtissimi aprendosi, dà il varco versola piùsublimecima.Salutaronlo, qual finedelle f tiche loro,con giojose voci isoldati, econisforzi maggiori intendevano al salire.Voleva ilconsoloche riposassero alquanto. Di cotesto nonvi caglia,rispondevano;badate asalirvoi, e lasciate fara noi. Stanchi, facevanodarnei tamburi, edalmilitare suono sirinfrancavano,e si rianimavano.Infine gua dagnarono la cima,dovenon cosìtostofuronogiunti, che l'uno,conl'altro si rallegrarono,come di com piu a vittoria.Accrebbel'allegrezzail vederemense appresso all'eremo rusticamenteimbanditeperopera deireligio i, provvidenzadelconsolo cheavevaloro mandatodenari all'uopo. Ebbero vino, pane, cacio : riposaronsi fracannoniebagagliè sparse,fraghiacci e nevi agglomerate.Ireligiosis'aggiravano fra i sol con volti dipinti disedataallegrezza:bontà con forza su quelsupremo monte s'accoppiava, ParloBuonaparteaireligiosi della pietàloro,di volerdare il seggioalpapa',quiete e sostanzeai preti,autorità allareligione:parlodisé edeiremodestamente,della pacebramosamente. Iromitibuoni,chenôn avevano nè cognizione,nè usos, nè modo,nè necessità dell' dati

10 ,storia D'ITALIA infingere, gli credevano ogni cosa. Quanto a lui,se tratto da quell'aria,da quella quiete, daquellasoli tudine, da quella scena insolita, si lasciasse,mutan dosi, piegare a voler fare per affezione quello che faceva perdisegno, io nonlo so,nèm'ardirei giudi care;perchè da un lato efficacissima era certamente l'influenza diquella pietà,edi queimonti,dall'altro tenacissima incredibilmente,esprezzatrice dell'umane cose la natura dilui. Fermossi a riposarenelbenigno ospizio un'ora. Quandoparve tempo,comandava si partisse. Vol tavano i passi là dove l'Italico cielo incominciava a comparire.Fudifficilee pericolosalasalita,maancor più difficileepericolosa la discesa;conciossiachè le nevitoccheda aria più benigna incominciavano ad intenerirsi, edavano mal fermo sostegno. Oltrea ciòa la china vi era più ripida che dalla parte settentrio nale. Quindiaccadeva,cheera lentolo scendere,e chespesso uominiecavalli con loro,'sfuggendoloro di sotto le nevi, nelle profonde valli erano precipi tati, prima sepolti che morti. Incredibili furonole faticheed ipericoli ;poco s'avvantaggiavano. Impa zientideltardo procedere,ufficiali, soldati,ilconsolo stesso,scegliendoi gioghidovelaneveera piùsoda, precipitosamente si calavano sdrucciolando fino a Etrubles.Eraun pericolo, e pureeraunafesta: tanto diletto prendevano,etanterisafacevanodi quel vo lare, ediquell'essereinvolti, chiinnevegrössa,techiin polverio dineve.Quelli cheeranorimastial governo delle salmerie,"arrivarono più tardi per

LIBRO VIGESIMO. - 1800. II 9 a e gl incontrati ostacoli.RiunitiaEtrubles, gli unicon glialtrisi rallegravanodell'esserriusciti asalvamento, e guardandoversolegelate escoscesecime, cheteste passatoaveváno,nonpotevano restar capacidelcome un esercito.intiero con tutti gl'impedimenti avessepotutofarsi strada per luogh orribilmente disordi natidasconvolgimentiantichi, epotentementechiusi daperpetuirigorid inverno. Ammiravanolacostanza elamente delconsolo,delle futureimprese felice mente auguravano. Pareva loro,che a chiaveva su perato il San,Bernardo, ogni cosa avesse ariuscire facileepiana. Intantole aure soavi.d'Italia incomin ciayanoasoffiare:lenevi si squagliavano, i torrenti s'ingrossavano, lemorterupi siravvivavano e si rin verdivano. I. veterani conquistatori riconoscevano quel dolce spirare; gridavano Italia; con discorsi espressivi ai nuovi la descrivevano : nei veterani si riaccendeva,neinuovi si accendeva un mirabile de siderio dirivederla,e di vederla; la esperienza ricor daya il vero, la immaginazione il rappresentava,e l'ingrandiva ;le volontà diventavano efficacissime già pareva a quegli animi forti ed invaghiti,che l Italia fosse conquistata;solo pensavano alle vitto rie, non allebattaglie. La vittoria consisteva nella celerità; perciocchè quelli alpestriluoghierano sterili, ilpasso del San Bernardo difficile, nèsi dovevadar tempoa Melasdi arrivare al piano prima che l'esercito vi arrivasse. Importavaaltresìcheilromoregiàsparsodellaritor nata dei Francesi non si rallentasse. Perciò il consolo

Pareva loro troppo grave ed insopportabilcosa , che unpiccolo Bard arrestasse coloro,cui non ave vano potuto arrestare nè la poderosa.Mantova, nè i ghiaccieternidell'enorme San Bernardo. Sapevanoche il loro movimento era presentito al piano', e

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I 2 STORIA D'ITALIA. sicalavatostamenteper le sponde della Dora,e con ássalti di poca importanza datidall'antiguardo.con dotto da Lannes, mandato avanti a speculare il ito del paese, s'impadroniva facilmeute della città d'Aos a, e della terra diChatillon, Ma un duro intoppo eraper trovarenelfortediBardposto sopraun sasso eminente,che, comechiave,serrala stradain quella stretta gola,che quivi forma,restringendosi, la valle. AvevaPavetti proposto facile al consolol'oppugnazione di questarocca,essendoin luisomimo desiderio, che i.Francesi passassero per la valled'Aosta, acciocchèilsuo paese fosseilprimo ad es sere restituito, come eredeva,alibertà; ma'il fatto pruovò,che unumile sasso poteva divenireostacolo aduna granfortuna.Fattalachiamata,rispose corag giosamente il Tedesco, non volerdare la fortezza. S'avvicinarono i Francesi,entrarono facilmente nella terra di Bard, posta sotto al forte, poi andarono all'assalto:ricevuticon ferocia, abbandonarono-l'im presa. Rinnovarono parecchie volte la batteria, ma sempre con poco frutto. Si sdegnavanoi capi,e di un'infinita impazienza si travagliavano nel vedere, che una piccola presa di gente, poichè ilpresidio non sommava che a quattrocento soldati,ed un'an gustaroccia interrompesseroil corsoa tantevittorie.

LIBRO VIGESIMO. 131800. > cheMelas,lasciata l'inutile impresa del Varo, con prestipassiaccorreva perpuntellare la fortuna pericolante. Nè la valle d'Aosta, sterile e povero paese, era abile apasceretante genti, massimeinquelcaso non preveduto già sorgevano i primi segni della penuria. Pensavano al rimedio , e nol trovavano. Batterono la rocca dalle case della terra, batteronla con un cannone tirato sul campanile.Ma essendo il luogo ben difeso, e dimacigno,non facevanofrutto. Avvisarono:se potessero passare; continuando il fortè in possessione dell'inimico. S'innalza con irre golari gioghi asinistra della terra di Bard il monte Albaredo, che daisuperiori luoghi domina la for tezza, negl' inferiorine è dominata. Fecero i Fran cesi, essendo primo autore di questo consiglio Ber thier, pensiero di trovar passo per questo monte. In menche non fa duegiorni cavaronogradinei siti piùduriederti,alzarono parapetti sugli orlidei pre cipitosi,gittaroño ponti su iprecipiziper modo che fu loroaperta la strada alpassare, oltreil tiro dei cannoni della fortezza. Fu quest'opera molto ma ravigliosa , e degna di essere raccontata nelle storie. Gliuomini sicuramente varcavano. Restavano le ar tiglierie e gl' impedimenti, che non potevano av viarsi per unastradatanto ripida è stretta. Lannes , che già era arrivatosino ad Ivrea, correva pericolo di essereassalito dágli Alemanni, mentre ancora era privo delle artiglierie, armi tanto necessarie nelle battaglie deinostritempi. Un nuovo assalto dato al forte dal pertinace consolo, aveva avuto sinistro 20

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fine. Grave pericolo sovrastava,perchèitempinonpativanoindugio,quando Marmont si avvisava diun nuovo stratagemma. A fine d'impedir il romore dei carretti, distendeva letame per la contrada principale diBard,avviluppavaconi tramei cerchidelleruote,é tirandoalladilunga,velocementeedinotte' tempo operava,che le artiglierie riuscissero felice mente oltre alla terra.S'accorgeva il castellanodell' arte usata dagli avversarj, e folgorava con grandis simo furorefra il bujo della notte;ma la oscuritàda una parte, la celerità dall'altra furono cagione che i repubblicani patirono poco danno in questa stra ordinaria passáta :con tutte learmi allestite e pronte siapprestavano ad inondare il Piemontese dominio. PocostanteChabran"divallatosi dal piccolo San Ber nardo costringeva alla dedizione il comandante di Bard, salvolavere e lepersone, e con fede dinon militare sino agliscambj. Mentre a questo modo il grosso dei soldatidi Francia sboccava per Ivrea, non erano state oziose le genti più lontane; anzi concorrendodal canto loro all'adempimento del principale disegno, erano per venute ai luoghi ordinati dal consolo. Era Bethen court sceso dal Sempione, e fattosi padrone di-Do modossola. Moncey, venuto a Bellinzona,accennava á Lugano, ed alle sponde del Ticino e dell'Adda. Thureau poi più prossimamente romoreggiando alla capitale del Piemonte,era comparso a Susa, ecam minando piùavanti', si era mostrato adAvigliana', avendofattounabuona presa diAustriaci, che si e> e

erano pruovati a serrargli ilpasso dall' erto ed emi1 nentesito, sul quale stava, prima della guerra,' fon datala fortezza inespugnabile della Brunetta. Tale tempestada tutteparti sovrastava,perl'invitto pen : sierodel consolo,aquel trattodipaese, che si com prende fra la DaraRiparia e l'Adda. Ma il princi palesforzo sorgevada Ivrea. Si proponeva il con solodi marciare astanca celeremente perarrivar più presto, che per lui si potesse, aMilano. Confida vasi, nèsenza ragione; di trovar quivi seguito,vi veri ericchezze; esiccome sopraggiungeva improy viso, cosìsperava dipotersorprendere e sopraffare i corpi sparsi degliAustriaci, che a tutt'altra cosa pensavano fuori che a questa. Aveva anche fonda mento di credere, che gli sarebbe venuto fatto , accostandosi all'Adige , di tagliar fuori'Melas dal suosicuro ricettodel Tirolo.Molto beneconsiderate erano queste cose , e meglio ancora fu quella di mandar Lannes verso Chivasso, perindurre in Melas la persuasione,ch'eifosse per far impeto contro Torino. Ordito in talmodo il disegno,lo mandava ad esecuzione. Temendo gli Austriaci, diTorino, avevano accostato un'antiguardo al ,ponte della Chiusella , a dirittura del quale avevano piantato quattro bocche da fuoco per non lasciarguadagnare questo passoal nemico.Essendo questoponté molto strettoe lungo,duraimpresaera il superarlo. Avyi cinatosiLannes, ordinava ai più valorosi, ilpassas sero velocemente. Fecerne pruova;'ma i.cannoni Tedeschi fulminarono sì furiosamente a scaglia, e .

LIBRO VIGESIMO. i8oo. 15 2 .

Guadò con feliceardimento il fiume : si mostrava improvviso sulla destra del nemico;dié mano a bersagliarlo aspramente ; restava mortalmente ferito dalle sue armi l'Austriaco Palfi, che vicino al ponte se ne stava animando i suoi. Questo accidente die cagionedi vincere aiFrancesi , perchègliAustrjacisforzati adar indietro, lasciarono libero ilpasso dela ponte. Rannodaronsi colretroguardo. sull'altura di Romano, e vollerofar testa ; maassaliti dai Fran cesi cresciuti d'animo edi forza,, abbandonaronoil campo.Nèmiglioresito

aifianch i feritori leggieritempestarono con si fitta grandine, che iFrancesi tornarono indietro laceri e sanguinosi. Nuovamente cimentatisi, nuovamente perdevano.Rinnovo due altre voltela pruova Lannes, e duealtre volte neuscì colla peggio,O tiñavasi: manon aveva rimedio. Pavetti allora, cheottiina. menteconosceva i luoghi, perché la battaglia sicom metteva quasi sotto alle mura di Romano, suapas tria, fece accorto,il generale di Francia, chea sinis tra delponte era un passo facilmente guadoso, .

ebbeunosforzo fatto,daKeim con la cavalleria,nel piano chesi frappone tra Ro mano é i colli di Montalenghe; onde f aperta la strada a Lannes fino a Chivasso, dove trovò conserye considerabili di vettovaglie, opportuno ristoro alle sue stanche genti. Avendo conseguito Lannes.l in tento di far correreMelas a Torino,volgevaimprov visamente leinsegne,a mano manca', e camminava con passo accelerato' a seconda della sinistradel Po 7 2 a a .

16 STORIA D'ITALIA, offerendosi di condurre eglimedesimo guadoso ,

LIBRO VIGESIMO. 180o. '17 e 7 alla volta di Pavia. Tutto lo sforzo dei Francesi ac cennava a Milano MarciavanoMurat,Boudet e Vic tor contro Vercelli;marciava sull'istessafronte più basso Lannes, e superiormente spazzava ilpaese la legioneItaliana di Lecchi, che da Catillon di Aosta per la via di Grassoney camminando, era venuta a Varallo, poi ad Orta, donde avevacacciato il prin cipediLoano, chevi stava a presidio con unamano diTedeschi.Tuttaquesta fronte diun esercito belli coso, spingendosiavanti, guadagnava Vercelli, dove passava la Sesia; poi, contrastandoinvano Laudon, che era accorso, entrava in Novara; e s'apprestava a varcar ilTicino. L'ala sinistra intanto s'ingrossava per essersiLecchi congiunto, a Sesto Calende, con Bethencourt disceso da Domodossola. Laudon pos tosi a Turbigo intendeva ad impedire ilpasso del fiume; maMurat, che guidava l'antiguardo, dato di mano a certe barche lasciate a Galiate, guada gnava la sinistra sponda , e cacciava daTurbigo, nonsenzaperòqualchedifficoltà,il generaleTedesco. Al tempo medesimo lasinistraala sirinforzava viep più perla giunta delle gentidiMoncey, che venute su i laghi diLugano e diComo, avevanoincontrato Lecehi a Varese. Per queste mosse ottimamente ese guite, come erano state ottimamente ordinate , già era la capitale dellaLombardia posta in potestàdei Francesi.Entravain Milano,ildì due di giugno,con le più elette schiere -Buonaparte.vincitore. Io non sono per raccontare le allegrezze che vi si fecero; perchè nelle rivoluzioni il governo ultimo è sempre 2 1 2 IV . 2

18 STORIA D'ITALIA.. stimato il peggiore, il nuovo ilmigliore.Nè lasigno ria dei Tedeschi vi era stata mansueta, non perchè troppo grave fosse di sua natura , salvo i confinati alle bocche di Cattaro,maperchè,avendo volutori mettere del tutto le cose nello stato pristino, aveva turbato infiniti interessied opinioni. Eransi i reggi tori persuaso , che fosse impossibile che i Francesi tornassero; e però a seconda di questa credenza go vernandosi, prepararono le occasioniad altre rivo luzioni. RiordinavaBuonaparte la Cisalpina repubblica. Volle, che i riti della religione cattolica pubblica mente si celebrassero, e la religione si rispettassé; e chi il contrario facesse, severamente, anche colla pena di morte , se ilcaso ilrichiedesse , fosse pu nito; che fossero salve le proprietà di tutti, che i fuorusciti rientrassero, che i sequestri i levassero, che le cedole del banco di Vienna' si abolissero e valor d moneta più non avessero. Lasciatiin Milanoquestifondamenti della sua potenza, applicava di nuovo i pensierialla guerra che quantunque bene principi tá fosse, non era ancor terminata.Melas sulla destra del Po si conservava tuttavia intiero, nè sapeva il consolo ancora, che,Massena fosse stato costretto à cedere in Genovaallafortuna dei confe derati. Per questo motivo , credendosi più sicuro d quanto'egli era veramente, aveva fatto correre da' suoi il Lodigiano, il Cremonese, il Bergamasco, il Cremasco, nei quali paesi erano stati veduti con molta contentezza : poi suo intento era dipassare > 2

LIBRO VIGESIMO. 1800. 19 1 1 subitamente il Po , ed in questo modo mozzare a Melasogni strada alritirarsi.La nesfrattanto , per unasubita correria,avevapresoPavia: trovovvimu nizioni abbondanti da bocca , e quantità considera bile di armi. Melas, cheperla perdita diMilano aveva cono sciuto, quanto la sua condizionefosse pericolosa,ed il nemico forte, avvisandosi che il suo scampo non potevapiùvenire senonda una battaglia risoluta, e da una vittoria piena,volevatirarla guerra neicon torni diAlessandria, per cagionedell'appoggioche quiviaveva della cittadella,edelforte di Porton . Venutoadunque inAlessandria, chiamava a'se Esnitz arrivato dalla riviera,mandava Otto, divenuto libero per la dedizionedi Genova ,aPiacenza, affinchè s in gegnasse d'impedire ilpasso del fiumeaiFrancesi. Ma Murat fu più presto di Otto, perchè, sebbene fortemente fosse combattuto,passava, e s'impadro niva di:Piacenza. AlmedesimopuritoLannes varcava a Stradella, e si poneva a campo a San Cipriano. Otto ritirava i suoi a Casteggio ed a Montebello. Combattessiinquesti due luoghi,il dìnovegiagno, unabattaglia aspri ima, segno ed augurio di un al tra assai più aspra,piùfamosa, epiù pienadi futuri accidenti.. Oceupava Otto col grosso delle sue gentit- .: Casteggio,avendo piantato su certi colli a destrafortibatterie,ecollocatoa sinistrapiùalpianoisuoi cavalli.Una piccola squadra diultimosoccorsostanziava a Montebello .Urtarono i Francesicondottida Watrin copgrandissimoinipeto i Tedeschi,fuloro >

20 ) STORIA D'ITALIA. 2 risposto con ugualecostanza : vario fupermolteore l'evento;perchèparecchie volte i repubblicanis'im padronirono dei colli eminenti a Casteggio, e parec chie volte ne furono risospinti. Finalmentegl'impe riali restarono superiori per opera massimamente dellacavalleria, laqualesbucando dacerte siepi, di; cuisiera fatta quasi unafortezza, aveva dato la ca rica al nemico.Watrin si ritirava.rotto e sanguinoso, e sarebbe stata perduta la battaglia pei Francesi,se non fossero sopraggiunti battendo, e mandati da Lannesi generali Chamberlhac e Rivaud. Venendo quest'ultimo a partedella mischia, frenava l'impeto dei vincitori, ed incuorandoisoldati di Watrin gli menava di nuovo contro il nemico insultante :pure sidifendevano i Tedeschi ostinatamente. In questo fortunoso punto arrivava con una grossasquadra di buonisoldati Lannes, ed entrando impetuosamente, come sempre soleva, nella battaglia, sforzava ilne mico apiegare, e cacciandolodel tutto da Casteggio, l'obbligavaaritirarsi a Montebello. QuiyiOtto più fiero di prima rinnovava la battaglia, e faceva di nuovo le sorti dubbie; chèanzi le suegià principia. vano a prevalere, quando Buonaparte, che era so praggiunto, ordinavaa Victor aricassecon sei bat taglioni lainezzana schiera delnemico. In questo punto divenne furiosissimo l'incontro, perchè gli Austriaci difendevano il ponte con numerose arti glierie che buttavanoa scaglia, ed i Francesi con le bajonetteandavauto alla carica per ispuntargli:Duro un pezzoquestocombattimento di fuoco edi ferro > .

LIBRO vigesimo. 1800. 21 i 2e si vedevacheisoldati diOtto stavano alla cura molto fortemente."All'ultimo arrivarono sugli estremi del campoigenerali Geney eRivaud, efecero inclinare la fortuna in favore di Francia, perchè per le mosse loro si trovava Ottoquasi circondato da ognibanda. Siritirava in Voghera, lasciato un presidio dicirca milasoldatinella fortezza di Tortona. Morì inquesto fatto, e fu presa gran gente agli Austriaci, ma la metàméño diquantoportarono gliscrittidi Berthier. Morì anche gran genteai Francesi, e poco menoche agliAustriaci;pochirestaronioprigionieri.Questafu la battaglia di Casteggio, che durò dalle sei della mattina sino alle otto della sera. Superata l'asprezzadell'Alpi con arte e costanza; corsa lá Lombardiacon prestezza, fatto risorgere il nome"diCisalpina in Milano',sollevati agrancose gli animideipopoliconunaimpresainusitata,restavache perunadeterminativabattagliaipresi augurj si adein pissero,esiconfermasseinBuonaparteilsupremo seg gio di' Francia, e l'imperio assoluto d'Italia. Assai presto fu l'acquisto di questo paese fatto da Kray, Suwarów, e Melas : restava che si vedesse se ilcapi-. tano di Francia non fosse abileariconquistarlo più presto ancora. Aveva Melas, come abbiam'narrato, raccolti i suoi nelforte alloggiamento tra la Bormida ed il Tanaro sotto le mura d'Alessandria. Grosso di circa quarantamila soldati,fornitissimodi artiglierie, fioritodi cavalleriesceltissime, provvistodi veterani, era molto abile a combattere ditante sorti. Ne man cava in luil'ardire, o Parte, nè la memoria delle re

a a 2 7

22 STORIA D'ITALIA: i tanto ! centi vittorie. Sapeva altresi, di quanto momento fosse la battaglia che soprastava.

Dall'altra parte il consolo combatteva su quelle Italiche terre già piene ditanta sua gloria;isuoi ufficiali giovani,confidenti e valorosiconincredibile ardimento anelavano al confermare i gloriosi destinii diFrancia;i soldati,alcuni veterani,moltinuovinon avevano tanto uso dibattaglie quantoiTedeschi,ma l'ardoreelaconfidenzasupplivanoa quantomañcasse all'esperienza. Dinumero erano inferioriagli avver sarj, é'dicavallerie, e diartiglierie,Giravano adun qué assai dubbie le sorti.Melas,àncorchè fosse sor preso da tanta e si improvvisa piena, e vinto allaChiusella e a Casteggio,pareva nonostante posse dere maggiore probabilità della vittoria.Nè si po trebbe bastantemente lodåre l'arte e la prestezza, collequali, quando ebbepiena contezza dell'intento del consolo, aveva adunatoilsuo esercito neicampiAlessandria. Doveva il consolo presumere, perchè non ignorava che l'avversario aveva fortificato con trincee ed artiglierie le rive della Bormida, e scelto -luogo propizio al combattere, che appunto in quel campo volesse dare la battaglia.Pure avvisando,cer tamente contro ogni probabilità, che Melasvolesse ritrarsi verso Genova, aveva mandato ilgenerale Désaix, testè arrivato dall'Egitto, a Rivalta sulla -strada per Acqui ; chè anzi questi,obbediente ai comandamenti,giàaveva spinto la schiera diBoudet più vicino adAcqui. Grave errore fu questo; perciocchèeidoveva ramnodarsi, non ispartirsi;trovan >

LIBRO VIGESIMO, 1800. 23 dosi col nemico si vicino e si grosso; per luistette ad un punto, che tutta la fortunadiFrancia perissenei campi di Marengo. Oltre a ciò, é per una riso luzione nè ragionevole nè sana,aveva mandato laschiera diMonnier, che con quella diBoudetcom poneva l'ala sinistra governatada Desaix, aCastel nuovo di Scrivia , per modo che tutta quest'ala si trovava spartita e scomposta in un momento di tanta importanza, Occupava Melas con un antiguardo ilvillaggiodi Marengo posto oltre Bormidanella vici nanza d'Alessandria. Il consolo , fattolo assaltare da Gardanne,lorecavainsuopotere,avendoi Tedeschi avrebbefattoastutamentedeboleresistenza.IlqualeaccidentedovutofaraccortoBuonaparte,chepensiero

diMelasnoneradi girsenelontanamenteaGenova,ma bensìdicimentarlafortunavicinoadAlessandria.Tut tavia,essendo tenacissimo ne'suoi concetti, persis tevanelcrederecheiTedeschivolesseroincamminarsi versolaLiguria. Finalmente gliesploratori, che gli recavano lenovelle da Rivaltae dalle rivedel.Po,il to serod'inganno, certificandolo che la gran liteera perdeffinirsinell'Alessandrino,nonnellaLiguria.Or dinava a Boudet:eda Monnier,cheprestamente i ri congiúngesserocoll'esercitoprincipale:puretrovan dosi giàlontani,potevano arrivare asorteterminata.Il di quattordici giugno allecinque della mattina Melas varcava , fulminando, l'augurosa Bormida. Esnitz coi fanti leggieri, e col maggior nervo delle ciavacavallerie,muovendosiasinistradegl'imperiali,marcontroCastelCerioloperlastradacheportaa

24 STORIA D'ITALIA. 2

Francesipariinquelprimotempo della battaglia, perchèMonnier si trovava lontano a destra,Desaix a sinistra,perimprovvidenza del con solo. Adunque tutte le difeseloroconsistevano nella schieradiVictor,cheoccupavaassai grossaMarengo, ed in quella di Lannes, che aveva la sua sedea des tradellastradadiTortona.

A queste gentisi aggiun gevano circa novecento soldati della guardia del consolo, i cavallicondotti dal giovane Kellermann,

sullasponda sinistra del Po.Keim ,coisoldati dipiù grave armatura, muoveva l'armicontro il villaggiodi Marengo,percuipassalastradaperTortona;quest' era la schiera dimezzo. Una terza, che era ladestra, sottolacondotta di Haddick con un grosso digrana tieri Ungari guidati daOtto, doveva fare sforzo, se guitandoladestrasponda dellaBormida all'insù,perriuscireà Fragarolo, econsentireverso Tortona con lamezzana.Siprevedeva,equest'erailpensierodelle due parti, che sisarebbe conteso massimamentedella possessionedi Marengo, perchè quelloerail sito,alla conservaziondel qualeindirizzavano i Francesitutti i loro movimenti. Precedeva le camminantisquadre d'Austria unapparato formidabilediartiglierie,che furiosamente tuonando significavano, quantoduro e quanto micidiale fosse per esser l'incontro.A tanto impetononeranoi

Sale, perchè intento del generalissimoAustriacoera di riuscirealle spalle deiFrancesi daquella parte per tagliargli fuori da Pavia e da Tortona,donde ave vano corrispondenza con l'altre loro genti alloggiate

stateintieramentecircondateeprese, se Victor. non avesse tosto mandato Chamberlhac a riscattarle.Vennero avanti i Tedeschi, ed ingaggia: commiservi, ambe le parti fattidi stupendo valore. Piegò fipal m ntela fortuna in favordi coloro, che avevanopiù numerosegen i,epiù fioriteartiglierie:entrava vittoriosamenteKeim inMarengo.Nonperquesto siera Victor disordinato;chèanzi.grosso,intiero e minac ciosonovellamente si schierava dietro a Marengo. Venne a congiungersi con luisulla destrasuapunta Lannes,il che fece rinfrescarelabattagliapiù feroce diprima. S'attaccò Keim con Lannes,Haddick conVictor, echiconsidererà la natura,sidiqueigenerali, come di quei soldati, si persuaderà facilmente che mai in nissuna battaglia sia statospeso più valore e maggior arte,cheinquesta.Secondavapotentementel'urtodiLannescontroKeim Champeauxco'suoica rono con Victor una battaglia piegò final

LIBRO VIGESIMO .. 1800.- 25 e quei di Champeaux,'e finalmente quelli dicuiaveva il governo Murat: i primi facevano spalla ai fanti di Victor, i secondia quei di Lannes, ed in ultimo i terzi posti sulla punta estrema a destradi tutta la fronte custodivano la strada che accenna a Sale.Così l'ordinanza dei Francesi partendo dalla Bormida, e da leiscostandosiobliquamente,epassandoperMarengo, sidistendeva sin verso aCastelCeriolo. Keim incontrava Gardanne mandato da, Victor Pietra buona, piccolo luogo posto tra Marengo ela Bor mida,e con unaforza prepotente lo prostrava. iritiravanodisordinamente le reliquie verso Marengo.Sarebberoanche

FrattantoEsnitz coi fanti leggieri aveva occupato CastelCeriolo, e coi cavalli si andavaallargandocol pensierodi mos trarsi alle spalle delle due schiere repubblicane , che indietreggiavano; ilquale, disegno, se avesse avuto effetto,dava senzadubbio alcunolavittoria aglim periali.Solorimedio a tantopericolo aveva il consolo nei novecento soldati della sua guardia, e neicavalli di Murat, certamentenon capacia farfrontealla nume rosa cavallerìa di Esnitz.Mandava adunque avanti i novecento. Qui io non so, se più midebba lodare l'opera loro, o biasimarequella diEsnitz.Fatto stà che l'Alemanno, quantunque gli avesse circondati daognibanda,non gli potèmairompere,o cheegli nonabbiafatto tutto quellochepoteva,ochei no.. vecento abbianofatto più di quelloche potevano.

26 STORIA D'ITAMA. valli,nellaquale mischia gravementeferitopassòdi questavita alcunigiorni dopo. Kellermann conlasua squadra ajutava ancheefficacemente Victor, carichea cariche continuamente aggiungendo e moltipli cando. Ciò non ostante Victor, per essere entrato nellabattaglia il primo,e peravereGardannemolto patito nell'affronto di Pietrabuona, stanco e dira dato cedè finalmenteilluogo, e si ritirò,quanto più potè prestamente , e non senza qualche nioto disor dinato,a San Giuliano. Lannes alloranudato sul suo sinistro fianco dell'appoggio di Victor fu costretto rinculare ancor esso; il che diè cagionea Keimdi guadagnare vieppiù del campo, edicredersi sicura mente in possessionedellavittoria.

LIBRO: VIGESIMO. , 1800. 27 a * > Avrebbe potuto Esnitz., se l'avesse voluto,tanto,era fortepel numero delle sue truppe leggieri,sicura mentelasciarne una piccola parte controquesta con solare guardia ,egittarsi con l'altra a furia dietrole .cedenti squadre di Francia;ma neanco questofece, ostinandosia combattere con tutte le sue genti con tro piccola parte di quelle del nemico. Questa-mol lezza, o errorediEsnitz ,e questo valore dei con solari diedero comodità a Monnier diarrivare da Castelnuovo ,donde chiamato dal 'consolo 'veniva a prestissimi passi. S'incontravaarrivando nellegenti di Esnitz;sebbeneelleno da tutte le parti ilcircon dassero, si-aperse la strada, ajutato gagliardamente daiconsolari.Ilgenerale Cara San Cyr, cacciati i i rolesi da Castel Ceriolo, se nefaceva padrone, e tostamente con tagliate'ebarricatèvi siaffortificava. Dievvidentro Esnitz per ricuperarlo, enongli venne fatto : pure la fortuna il favoriva, perchè aveva in questo punto obbligato allaritirataiconsolari,e l'al trapartedei soldati diMonnier.Ma invecedi segui tare alla dilungai cedenti, siostinavaall'acquisto diCastel Ceriolo.Cara San Cyr sempre il respinse,e tanto il tennelontano', che ora Cara San Cyr fu sal vamento de'suoi, come primaeranostati i nove cento;questidiederotempo colla pertinaceresistenza loro a:Monnier.diarrivare, egli ildiede a Desaix.Melas in questo mezzo tempo, volendo usare l'oc casione favorevole, chelafortuna gli parava davanti, avevaspintoinnanzila suaaladestra,massimamente i cinquemila 'Ungari, affinchè andassero a, disfare 1

STORIA D Italia a quella nuova testa che i Francesimostravanodi voler fare a SanGiuliano. Parevachea quest effetto bastas sero Keim vincitore, ed Esnitz mezzo vinto e mezzo vincitore. Maperassicurarsi meglio delfatto,eaperprovvedere ai casi dubbj che Desaix , arrivando, ayrebbepotuto arrecare, mandava di lungo spazio avanti i cinquemila, deiquali come di corpo aútore di vittoria., aveva preso ilgoverno Zach, quartier mastro di tutto il campo Austriaco. Erano lecinque della sera:giàdapiù didieciore sicombatteva : gliAustriacivincitorisirallegravano; tenuesperanza , e solo in Desaix rimaneva ai Fran: cesi di risorgere. GliAlessandrini credevano, avere Austria già del tutto vinto , siccome quelli che spa ventati in sul mattino dal rimbombo di tante armi l'avevano poscia-udito 'allontanarsi appoco appoco, per modo che alla fine niuno, o debole suonodi bat taglia pervenivaagli orecchi loro. Il consolo stesso disperava, nè mostroin questo punto della battaglia mente serena, od animo costante, o modo alcuno degno di coluicheaveva concetto il mirabiledisegno di questa seconda"invasione d'Italia. Solamente; e già quasi privo di consigliostavaagognando l'arrivodi Desaix. Mentre fra molto timore e poca speranza siesitava , ecco arrivareal consolo le novele, chela primafronte della Deseziana schiera compariva aSan Giuliano. Riprese subitamente gli spiriti: altr'uomocheegli in fortuna quasidisperata, come era quella, in cui si trovava , si sarebbe servito della forza che arrivava,solamente per appoggio alla ritirata"; mau . 5

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LIBRO , VIGESIMO . - 291800. l'audace, ed onnipotente consolo la volle usare perrinnovarlabattaglia,e pervincere.Metteval'esercito in nuova ordinanza per modo che da Castel Ceriolo obliquamentedistendendosisinoaSan Giuliano,allog giava Cara San Cyr-sul luogo estremoa destra,poi a sinistra verso San Giuliano procedendo Monnier, quindiLannes', poi finalmente in quest'ultima terra a cavallo della strada pera Tortona Desaix. I cavalli di Kellermann a fronte , fra Desaix e Lannes avevano ilcampo.Non avendofattoEsnitz co'suoi fanti e ca valleggieri contro l' ala destra deiFrancesi quell? opera gagliarda, equelfruttocheMelasaspettavada lui,aveva il generalissimod'Austria mandato i ein quemila Ungari condottida Zach contro l'ala sinis tra, sperando che questo nodo di gentifortissime l'avrebbepotuta rompere,e tagliarle la strådaverso Tortona. La colonnadei cinquemila, in cui si conteneva tutto il destino della giornata, in se medesima ri stretta,baldanzosamentemarciava contro iDeseziani. Desaix,lasciatalaapprossimaresenza trarre, quando arrivòa tiro, la fulminòconle artiglierie, che Mar montaveva collocato sullafronte, poiscagliava con tro di lei tutti i suoi,,A quel duro rincalzo attoniti sulle prime i fermarono gli Ungari : poi ripreso nuovo animo, qual mole,grossa, ed insuperabile, marciavano; nèlegenti Francesi, siccomepiù leg gieri, quantunque tutto all'intorno vi siaffaticas sero , gli potevano arrestare. Era questo:un caso simileaquellodi Fontenoy. Desaix,chepuntonon 2

30 STORIA D'ITALIA. si erasbigottito a quel pericolo, postosia frontede suvi,stava sopravvedendo ilpaeseper iscoprire, se gliaccidentidelterrenoglipotesseroofferirequalche vantaggio, quando ferito in mezzo al petto dauna palla d'archibusó,si trovò in fin di morte. Disse quest'ultimeparoleal giovaneLebrun, figliuolo ge neroso di generoso padre: «Andate, e dite al con « solo, che me ne muojo dolente di non aver fatto a abbastanza per vivere nella memoria deiposteri.» Sottentrava al governo, in vece diDesaix , Boudet. Nonsiperde questi d'animo persìamarocaso,non si perdetterod'animoisuoi soldati;chèanzistimo lando quegliuomini già diper se stessi valorosiil desiderio di vendetta, con incredibile furia si getta ronoaddosso aicinquemila. Nè gli Ungari cedevano:era un combattere asprissimo emortalissimo. Giàpiegavano irepubblicani, disperate parevano le sorti'; volle fortuna, chela salutediFrancia nascesse prossimamente dall'estrema rovina. Era Kellermann destinatodai cielial gran riscatto. Èffettivamente, mentre Boudetinstava ancoradafronte,quantunque rincülasse,Kellermann assaltava con tutto ilpondo de'suoicavalliil sinistrofianco dell'Ungaramole;e siccomequella cheeraspartitain manipoli,tral'uno e l'altro ficcandosi,totalmente la disordinava.Sno data,perdutigli ordini, tra semedesimaecoi Fran cesi intricatae ravviluppata, non lerestava più nè disegno nèmodo di difendersi. Laonde,insistendo sempre più valorosamentecontrodiessaKellermann, etornando alla caricaBoudet rianimato dal favore

LIBRO VIGESIMO. 1800. 30 volecaso, fucostrettaadarsiintiera,depostelearmi, al vincitore.Così quello che non avevano potuto fare nè le fanterie, nè leartiglierie, fecero le cavallerie, al contrario di quanto successe in Fontenoy, dovele artiglierìe fecero quello che le fanterie, e le cavalle rie non avevano potuto operare. Commise, siccome pare, grave errore Zach nello essersi troppo inol trato fra lesehiereFrancesi; ilche fu cagione, che quandofusì aspramenteassalito,gli altri squadroni non furono a tempo di soccorrerlo ;matroppo eraconfidentedella vittoria. Ilsinistrocaso degli Ungari fe superar del tutto la fortuna dei Francesi ;perchè spingendosi avanti, si serrarono addosso ai nemici privi di quel principale sostegno, e glicostrinsero allaritirata,con grave sbaraglio educcisione. Pensò tostamenteMelas a fardare il segno dellaraccolta per andarsi aritirare vintolà dond' erala mattina partitocon tanta speranza di vincere : solo feceuna testa grossaaMarengo per dartempo alle ritirantisi squadre di arrivare. Ricovero si oltre la Bormida: riassunseroi Francesi gli alloggiamenti, cheavevano occupatiprima dellabattaglia.Morirono degl'imperialimegliodiquattromila soldati, tuttifortievete rani, cheavevano veduto le guerre d'Italia ;furono feriti settemila,venneroprigionieriinpoter del vin citore circa ottomila. Mancarono dei Francesitremila uccisi, quattromila feriti : pochi restarono cattivi, perchè i più, quando fu vinta improvvisamente lagiornata, furono liberatidai compagni. Questa battaglia, checambiò le sorti d'Europa,

32 STORIA D'ITALIA. > e la fecè andare pel medesimo verso per quattordicianni, fu piuttosto guadagnata dai Francesi che da Buonaparte, avendo essi col valore loroemendato gli errori del capitano. Principalioperatori della vit toria furono Cara San Cyr per averpreso e conser vato Castel Ceriolo, Victor per aver fortemente com battuto a Marengo contro Keim , Boudet,per avere'opposto un duro intoppo alla mole Ungara, final mente , e soprattutto, quell' accorto e prode Keller mann, che usandoil momento opportuno, non du bitò di dar dentro co' suoi cavalli a quella massa in tera".e grave, che solo col peso pareva, che fosse perprostrare quanto lesiparassedavanti. Si rallegra vano i compagnidelgloriosofatto conlui;mavenuto in cospettodel consolo, questi con la solita aria di sussiego e superiorità, parlando , ne informandosi punto di quanto era successo , gli disse : Avete dato anzi una bella carica che no. Sdegnato il giovane guerriero, rispose. Benegodo che la prezziate,giac chè vimette la corona in capo. Ilconsolo, che non amava l'esserescoperto primache si scoprisse egli, l'ebb per male, esempredimostrò l'animo alieno dal figliuolo delmaresciallo, non avendolo mai nè onorato nèpromosso quanto meritava. Dall'altra parte aveva Melas ottimamente ordi nato i suoi alla battaglia, e l' ordine suo,parea noi, che in nissun modo riprendere si possa. Debbesi principal lode divalore a Keim, che ruppe, e.co strinse primàVictor, poi Lannes alla ritirat .:ebbe merito di valoreZach , ma biasimo d'imprudenza, e .

LIBRO VIGESIMO. 0:800. 33 di troppa confidenza nello essersi spinto troppo avanti.Quanto ad Esnitz,e'non pare che abbia fatto tutto quello che Melas gli aveva commesso, e chesi era promessodilui.Ostinossi in dareassaltiapiccolicorpi, ed apiccole terre forti emunite,ilche nou èdebitodelle truppearmate alla leggiera, enon corselacampagnaaifianchiedallespalledelnemico, il cheeradebitodelletruppe di tal sorta, e ne aveva carico da Melas. Rimaneva ancora, dopo la battaglia, al generá lissimo d'Austria forzabastante per resistere lungo tempo nelfortesito, in cuisi erariparato; ilqualeconsiglioavrebbepotutotanto più facilmenteman dar ad esecuzione, quanto più abbondando dicaval Jeria aveva facoltà di correre il paese per, raunar vettovaglie.Ma, o cheilterrore concetto per la re cente rotta, o 1 arti di Buonaparte, che continua menteprotestayavoler aderireai'patti di Campofor mio, e ridurre i paesi dipendentida lui aforma di governo più tollerabile emeno minacciosa pei prin cipi, sel facessero, non simostrò renitente, e chiese i patti.Furono gloriosi perla Francia, ingloriosi per l'Austria, stupendi per l'Europa. Sospendessersi, fino a risposta da Vienna, le offese; l' inperiale esercito se ne gisse astanziare tra ilMincio, laFossa Maestra edil Po;, occupasse Peschiera, Mantova,Borgoforte, e sulla destra del fiumeFerrara; mede simamente ritenesse la possessione della Toscana;il repubblicano possedesseil paesefrala Chiesa,l'Oglio e il Po; il tratto tra la Chiesa ed ilMincio fosse iv. 3

34 STORIA D'ITALIA. esente dai soldatid ambe le parti, le fortezze di Tor tona, diAlessandria,diMilano,di Torino,di Pizzi ghettone, d'Aronaedi Piacenza siconsegnassero airepubblicani;Cuneo ancora, icastelli di Ceva e di Savona,Genova,ed ilforte Urbano cedessero in loro possessione; niuno peropinioni dimostrate,oper servigjfattiagliAustriacipotesse essere riconosciuto o molestato;i Cisalpini carceratiper opinioni poli tiche si rimettessero in libertà; qual fosse larisposta diVienna, leostilità, se non dopo avviso didieci giorni, non si potesserorincominciare; durante la tregua, niuna delleparti potesse mandar gente in Germania.Talifurono i patti conclusiin Alessandria: una vittoria Francese distrussei fruttidi venti vit torieTedesche, oRusse. La treguaprolungata più volte di comune consenso di dieci in dieci giorni, fu finalmente per nuova ed espressaconvenzioneaccor's data aiventicinque novembre. Buonaparte vincitore di Marengo aveva in sua mano le sorti d'Europaliete o tristi, la pace o la guerra, la civiltà olabarbarie, la libertà o la servitù deipopoli: gloriacivilel'aspettava ugualealla guerriera; ma l'ultima, ed un desio fiero ed indomabile dicomandare,non lasciarono luogo alla prima, caso deplorabile per sempre. Fu ricevutoa Milano qual trionfatore. Il chiamavano uomo unico , eroe straor dinario, modello impareggiabile, con tutte quelle altre lodi, che l' adulazione Italiana meglio sapeva inventare; conpariadalazione rispondevaFrancia. IbuoniMilanesi esultavano dicendo, esserevenuto

LIBRO VIGESIMO, 1800. 35 > a dar dinuovo la libertà al suo diletto popolo Cisal pino: Parlò a Milano molto di pace,molto di reli gione, molto di lettere, molto di scienze. Creovvi una consulta con potestà legislativa, unacommis sione di governo con potestà esecutiva. Vi arrose un mini trostraordinariodi Frància, chiamandoaquesta carica un Petiet,che era stato'ministro di guerra ai tempidel direttorio. Riapriva con allegrezza ditutti ibuonil università di Pav a, che il Tedescosospet toso aveva chiusa: ordinava" stipendi onorevoli ai professori; vi chiamava i più riputati, i più dotti,ii piùvirtuosi uomini. Fiorì vieppiù per questiordini la università; parevarinascessero i tempi diGiu seppe; mail dominio militare in cui si viveva,ava vertiva ipopoli che l età era diversa. Intanto ilsuo procedere non sapeva dell'antico. Non accarezzava più gliamatoriardenti dirivoluzioni,anzi da se gli allontanava; chiamava a se coloro cheeranoin vocedi aristocrati, purchè fossero di naturamode voce ,e e ricchi, e di buonafama. Melzi, Aldini,Birago, il dottor Moscati, Scarpa, il vescovo diPavia, Gre gorio Fontana, Marescalchi, Mascheroni molto vo lentierivedeva. Ai democrati più fervidi non piace vano questi andari, e fra di loro il chiamavano aristocráta, ed anche tiranno; ma in palése, quale Dio , sempre il predicavano. In tutti i fatti di lui, ed intutteleparole avevanoi nuovi capidiCisalpina fedegrandissima,e sipromettevano l'independenza dellapatria:Del resto,quantunqueil procedere pa resse più civile, e le sembianze più önésté, ilpren 2 >

36 STORIA D'ITALIA, di dere, è il dilapidare era lo stesso; rincominciò la Cisalpinx a travagliare del male antico. Preseroi n ovi eletti il magistrato. Lodò Petiet con elaborato discorso Francia, lodò il consolo, parlòdi Beccaria,favello dilibertà,d'independenza, di destini alti e magnifici :con adorno artifizioonorò l'Italia, chiamandola maestra di lettere, di filosofia, politica, ed affermando non esser fatta per esser tributaria di un principestraniero :risposecolleme desime lodi il presidentedella consulta: Riordinata la"Cisalpina, se netornava ilconsolo inFrancia. Passò per Torino :alloggiò in cittadella'; non i lasciò vedere,nonvolendolasciarsi tirare alle promesse per rispetto diPaolo,chesempre favoriva il re. Anzi fu certo, che, sebbene avesse l'animo molto alieno , aveva nondimeno, dopo la vittoria di Marengo, offerto l'antico seggio a Carlo purchè nuovamente rinunziassé allaSavoja, ed alla Contea diNizza. Tornò altresì sull'antico pensiero,. per potersi erbar il Piemonte, che appetiva con grandissimodesiderio, didare al re la Cisalpina, sì veranienteche rinunziasse al Piemonte, Le quali proposte non furono accettate dalprincipe, parte permotividi religione, partepernon voler conclu dere senza il consentimento de'suoialleati,di Paolo mássimamente, e dell' Inghilterra. Nè voleva darap picco áll,Austria, nel caso che le cose di Francia nuovamente sinistrassero, acciocchè ella s'impadro nisse delPiemonte, e selo serbasse;edancorchènon avessecagionedilodarsidilei,nondimenoabborríva 2 Emanuele9

LIBRO VIGESIMO. 1800. 37 dlal vestirsi delle spoglie altrui. Non ostante le prof ferteedi negoziati, creava in Piemonte, come in Cisalpina, non per terminare, ma per minacciare, una consulta,edunacommissione di governo,a cui chiamò moltiuomini riputatiper dottrina, e per pa catezzad'opinione.

Nominò Galli,Bottone di Castel lamonte, Braida, Avogadro,Cavalli, e Rocci alla commissionedi governo,poi allaconsulta il vescovo di Novara,Capriata, i due professori Regis e Pave sio,preti ambedue dotti e pacifici, Tosi, Botta, Lombriasco, un altroAvogadro,Bay,Paciaudi,Nizzati, Chiabrera.Creavaministro straordinariopresso a questo governo, primailgeneraleDupont,poi per riconoscereimeritidel vincitorediFleurus,Jourdan,Era a questo tempo l'aspetto del Piemonte oltre ognidiremiserabile: una estrema carestia,un rapir disoldatial tempo dei confederati l'avevanomesso in estrema penuria. Nèeranomancate leangherie,e lesoperchierie, ele ingordigiedeicommissarj imperiàli lainsolenza era stata minore, ma la rapacità uguale.I Piemontesi non sapevano più nè checosa sperare, nè che cosatemere, nèche cosa desiderare, stante che i cambiamenti di dominio non produce vano un cambiamento di fortuna. Maledicevano il destino, chegliavevafálti piccoli fradue grandi.Ne questa era per loro la somma delle tristi fortune; perchè i biglietti di credito", che sempre più scapi tavano, lunga e luttuosa peste del paese, avevano posto in confusionetutti gliaveriz ogni civile fac cenda sifermava : il prezzo dei viveri eccessivo;

38 STORIA D'ITALIA. poveri, che non avevano biglietti, perchè i minori erano diventi lire,smoderatamente pativano. Infine,tanto soppravvanzò questo male, che fuforza venirne all'ordinareche

non si spendessero più che a valor di commercio,e sipubblicarono le scale delcambio.Male piagheeranofatte,rimanevala codadeicontratti anteriori. Penò molto la consulta, quantunque in lei abbondassero gli avvocati dotti e sottili, ad assestarquestafaccenda, equandosiassestò,nissunocontento,ancorchè la leggefosse giusta. Questa fu gran radicedimaliumori.Nègran momento di sventura non recava il peso gravissimo deldover mante nereisoldatidiFrancia,sìquellichepassavano,come quelliche stanziavano, peso da non poter esser por tato dalle finanzePiemontesi. Voleva Massena, chia mato dal consolo generalissimo inItalia, cheilPie montegli desse per sostentazione dei soldati, un milioné almese,emantenessei presidj.Poisuccessé Brune a Massena: accordossi, che col milionemen suale le casse Francesi mantenessero esse; ma ecco pagarsi il milione,edi soldatinonmantenersi: era il Piemonte obbligatoasupplire;perchè,se non sidava loroilnecessario,e seloprendevano dase.VolleJourdan,chebuono era e dabbene, rimediare; ma i trap polatori ne sapevano più di lui; non sene poteva dar pace:nonvi era rimedio.S'aggiungevanoicomanda mentifantastichi;perchèorasivolevache unafortezzaPiemontese sidemolissea spesedelPiemonte, ed ora,, chelamedesima si riattasse : ora s'addomandavano i piombidella cupola di Superga, ilche,primacosa, a

viveredeisoldati, chipel vestito, chi pergli ospedali, chi perle artiglierie, chi pei passi, chi per le stanze : erano le richieste capricciose, i consumieccessivi, le finanze impo tenti; ogni cosa in travaglio e confusione, Altri tormenti,oltre iraccontati, travagliavanoi Piemontesi,e rendevano impossibileogni buon go verno; questi erano la incertezza sullesorti future delpaese. Sapevansi le offerte fatte dalconsolo alre: ciòfaceva camminar a ritroso i partigiani regj,a ri lentoi repubblicani :quelli speravano,questi teme vano :tra l'ordinarperitosoel'obbedirlento nasceva. l' anarchìa.Il consolononsiera voluto scoprire: interrogato,siravviluppavanelle ambagi.Alcuni dagli stimoli da lui dati ai repubblicani Piemontesi, accio simostrassero, argomentavanoch'ei non volesse più dare il Piemonte al re; aleuni altrida questo stesso giudicavano', che ilvolessedare. Idemocratiinsulta váno gli aristocrati, gliaristocrati si ridevano dei democrati;i primi speravano la repubblica,isecondi si tenevano sicuri del regno. Questi prevalevano'; perchènon pochifraicapi venutidiFrancia perin gerirsi,non senza cagione,nelle faccende dell'am ministrazione militare, e che se ne vivevano alle

LIBRO VIGESIMO, 1800. -39 avrebbefatto rovinar l'edifizio per le acque,ed ora si voleva che si demolissero ibastioni che sopportano il giardino del re, opera inutile,perchèla città era già tutto all'intorno smantellata. Se non era la co stanza di chigovernavaad opporvisi,Superga ed il giardino, gradito passeggio deiTorinesi, perivano. Chidomandavadenaripel

40 STORIA D'ITALIA. mense dei magnati,o per adulazione,o per certo vezzo di voler compariredell' antico tempo, lacera vano continuamente quei che servivano allo stato nuovo. Chi si dava per antico conte, chi per antico. marchese,chi,per lomanco,pervisconte,operbarone;nès'accorgevano in quantodisprezzovenissero essi medesimiappresso ai nobili Piemontesi, tanto acuti ed esperti conoscitoridella natura altrui. Intanto questi discorsi toglievano forza al governo. Quellistessi che più da luidomandavano,il riduce vanoallacondizionedipoter men dare.Erainquesto procedere leggerezzaed ingratitudine,manon disa morevolezza od odio, perchè non erano capaci nèdi amare nè diodiare. Io non so , se in mezzo a cose tanto gravi mi debbaparlaredelle pazzie dei demo crati, chenon vedevano in qual trappola fossero. Pure non tacerò che era tornato in Piemonte quelRanza. Le cose chediceva eche stampáva, non son da domandare;epeggio, che queste medesime cose aveva dettestandosene carcerato in Vigevano in poter dei Russi, e le avrebbe anche stampate, se avesse potulo. Ora seriveva controi preti, ora contro ifrati, ora contro gli aristocrati, ora contro i demo crati, ora contro il governo,ora controi governati, e fece un giorno, traendo il popolo a folla,non so qual falò in piazza Castello dello scritto di un frate suo avversario. Buttava nel pubblico ognigiorno suemiracolose gazzette, ed ogni giorno ancora ap piccava suoicedolonialle mura eglistesso, e quando si sentiva voce, cheera Ranza, il popolo correvaa e

LIBRO VIGESIMO. 41180o. 2 > 1 2 9 calcaper vedere. Incominciò a dire, chevivevano troppi aristocrati in Piemonte : ripreso, venne in sul direche tuttierano aristocrati. Il governo, che non aveva penetrato l'umore, il volle frenare; ma e'furon parole, perchè tornò sul dire che tuttierano aristo crati, e quei del governo i primi. Basta, per lo men reopartito, e fu lasciato dire.Ma le opinioni si per vertivano; la maldicenza trovava forte corrispon denza nell'invidia,e non si poteva più governare. Io hovoluto parlare,eforse ilfecitroppopiù lunga mente, che si convenisse, di questo Ranza; ma il volli fare perchè mi pare, chedi questi Ranza ne siano molti inEuropa,e molti più in quei paesi di lei , che sono, o si credono liberi. Lasciata incerta la sortedel Piemonte, sorgevano . e s'inviperivano lesette. Chivolevaessere.Francese,chi Italiano,chiPiemontese.Gli amici siodiavano, i nemici si accordavano, nissun nervo di opinione. Accrebbe l'incertezza ed imali umori un atto del consolo, con cui diede il Novarese si alto che basso alla Cisalpina. Prina, Novarese, che era allora mi dinistrodiPiemonte,fuprimosuggeritoreeconfortatorequestosmembramentodellasuapatria;ciòdico per dimostrare quale sincerità, equalelealtà fosseinquei tempi. La sinistra novella sollevò gli animima ravigliosamente in Piemontes,perchè si pensò, che Buonaparte volesse restituire il rimanenteal re. It governo protesto : il consolo, che sapeva ciò che si faceva,simaravigliavachesisperassé, chesitemesse, che si protestasse.Pure non si scopriva; itimori, le 2 :

Le sorti diGenova delpari infelici, parte peime desimi motivi, parteperdiversi. Perla capitolazione d' Alessandria abbandonava Hohenzollern Genova , non senza aver prima, percomandamento di Melas, esattodai sessanta negoziantipiù ricchiun milione, comediceva,in presto adusodei soldati.I Francesi,condottidaSuchet, entrarono nella desolata città il diventiquattro giugno. Quantesventuree quantidoloriabbianoin se questefrequenti mutazioni dido minio, ciascuno può giudicare.Trattaronlai Francesiduramente, comese uscendo dallemanidaiTedeschi fosse sana ed intiera : l'avevano trattata duramente i

Fra sì funesta intemperie ebbe il governo, che al lora, sotto nome dicommissione esecutiva surrogata alla commissione di governo, era composto di Bossi, Bottae Giulio, unconsolatorio pensiero, e questo fu di stanziarbeni di unavalutadicinquecentomila fran chi all'anno a benefizio dell'università degli studj, dell'accademia delle scienze, del collegio, e dialtre dipendenze, ordineveramentebeneficoe magnifico, dicuisolosi trovanomodelli negliStatiUnitid'Ame rica permunificenza delcongresso,edin Poloniape munificenza dell'imperatore Alessandro.

Fuquestoconfortopiccolopei tempi;perchè ledis grazie sormontavano.Continuossi a viveredisordina tamente, discordemente,servilmente, famelicamente inPiemonte,finchèvenneil destroaBuonaparte d in camminarlo a piùcertodestino.

42 STORIA D'ITALIA. settee leangustie del governocrescevano.Erasegno il Piemonte ad ogni più fiera tempesta.

LIBRO VIGESIMO. + 1800. 43 >

> . e

Tedeschi,comese quando era uscita dallemani dei Francesi fossefiorita e ricca. Il consolo , come in Cisalpina ed in Piemonte, creavauna commissione di governo con tutte le po testà,-salvo la giudiziale e la legislativa; creava una consulta con lapotestà legislativa; créava finalmente appressoal governo Ligure un ministro straordinario , chiamandovi ilgenerale Dejean. Diede il magistrato nella commissione a Gianbattista: Rossi , Agostino Maglione,Agostino Pareto, GerolamoSerra, An tonio Mongiardini, Luigi Carbonara, Luigi Lupi, uomini risplendenti per virtù, e chenelle faccende. presenti camminavano conmoderazione.Nè minori pregi d'animo si notavåno in coloro che chiamava alla consulta,Luigi Corvetto, EmanueleBalbi,Giro lamo.Durazzo,Cesare Solari, Giuseppe Franega, Niccolo Littardi, Giuseppe Deambrosis, con molti altri fino alnumero di trenta. Nella presa del ma-, gistrato sorsero le solite adulazioni,maggiori però dapartedelministro straordinario, che del governo. Parlò ilministrodella lealtà e generosità delcònsolo, impegnò la fededi Francia, che alla pace generale soliderebbe la libertà e l'independenza della Ligure repubblica.Dolciparole alle orecchieGenovesi; ma quest altre che toccò , incominciavano a saper d'amaro. Furono ,che,sela guerra siriaccendesse, e bisognerebbe pensare a trovar soldi.Molto poi: lodevolmenteinculcava il ministro, sidimenticassero le offese, siperdonasse ai travjati; cosi volerel'in teresse dellostato. Rispose Rossi, presidente, non >

nemicidella patria (così chiamavano i fautori dell'antico stato e dell'Austria) idanniai danneggiati; se non avessero di cherisar cire;risarcissero per loro i comuni; radice perico losaeraquestadienormiarbitrj.

i risarcisserodaibrigantie

44 STORIA D'ITALIA. senza dignità, ma con lingua Italiana sconcia e servi lissima, essere quel giorno fra i felici felicissimo per la repubblica ; avrebbero cura della quiete e della libertà della patria; desiderare i Liguri, comenavigatori ecommercianti, la pace;delresto povera esser la repubblica, poverii cittadini;'recar confortole promesse fatte, e le qualità del ministro. Più certo, e più chiaro era il destino diGenova, che quel delPiemonte; perciocchèlaFrancia prometteva independenza.Ciò fu cagione,che fossemaggior forza nel governo Ligure che nelPiemontese, eche le parti avverse meno si ardissero di contrastargli.Favellògravemente Dejean allaconsulta ,quandolainstituì: badassero alla sperienza , deponessero i principj astratti, le teorie pericolose, infausti semidirivo luzioni. Dal che si vede,che Dejean aveva bene pe netrato la mente del consolo, e che il consolo molto sagacemente,e molto veramente giudicavadella na tura umana. Erano, come abbiam detto, quei della commis. sione di governo uomini pacifici e dabbene. Pure mossidalle ..d'indennitàgridadeidemocrati,stanziaronounaleggedellaqualeilminormalechesipossadire,è,ch'eracontrariaaicapitolid'Alessandria.

Ammoni gravemente Dejean i reggitori dell'errore , r mmentò ipatti

Con questiaccidenti si viveva;ilgoverno povero obbligato a sopperire allo stato , ed ai soldati fores tieris Keith dominava i mari, e serrava i porti : Ge nova sempre in servitù, o periva per fame, o perivao per ferro : contristava vieppiù la città venuta a cru delistrette per la forza,lamalattia pestilenziale,che, nonchecessasse,montavaal colmo.Duemilaperironoin un mese. Brevemente, la condizione dei tre stati conterminiera questa :in Piemonte fame, peste di carta pecuniaria, incertezza d'avvenire;inCisalpinaabbondanza di viveri, erario sufficiente, maggiore speranza, se non di stato libero, almeno di stato nuovo; in Genova fame, peste, e povertà d'erario. Delresto in tutti tre servitù; igoverni fattori di Francia, Intanto la fortuna preparava a Buonaparte ilpiù efficacefondamentoche potesse desiderare a'suoidi segni, fondamento più potente delle armi, più po tentedella fama. Morto Pio sesto pontefice nella sua cattività di Francia , era stato assunto al pontificato nel conclave di Venezia il cardinal Chiaramonti sotto nome di Pio settimo. Temeva dell'Austria , sperava in Francia , il consolo confidava di ridurlo a'suoi pensiericonaccarezzarlareligione. Ciò pro-, dusse effetti digrandissimaimportanza.

LIBRO VIGESIMO. - Fi800. 45 d' Alessandria , e la volontà del consolo.Non istet tero i Genovesi in capitale al passo; il ministro di Francia crebbe di riputazione;rallegrossi il consolo dell'occasione aperta di mostrar generosità etutela verso ipartigiani delreggimento antico.

Ricevettero i Romani con molte dimostrazionidi allegrezza le novelle della creazione del pontefice. Erano in servitù dei Napolitani : speravano, che il signore proprioavesse aliberargli dalsignore alieno. Partiva papa Pio ildì nove di giugnodaVenezia,e dopo travagliosanavigazione arrivavaaiventicinque a Pesaro. Mandati avanti con supremaautorità per ricevere lo stato dagli agenti del re Ferdinando, e per dar qualche assetto alle cose sconvolte, i cardi nali Albani,Roverella ,e della Somaglia, entrava inRoma il terzo giornodi luglio in mezzoalleconsuete allegrezze dei Romani. Provvide alla chiesa colla creazione di nuovi pastori,allo stato con quella dinuovi magistrati;ridusse ogni cosa,quantopossibilfosse, alla forma antica. Fu mansueto l'ingresso mansueto il possesso, i partigianidella repubblica salvi. Stanziò , chei beni venduti al tempo del do minio Francese alla chiesa apostolica ritornassero salvo il rimborso del quarto ai possessori. Nèmolto tempo corse, chevolendo provvedere dall' un de lati alla camera , dall'altro all'interesse dei co munie dei particolari,tolse alcune tasse, nuove ne pose. Volle che i comunisiliberassero dai debiti, sulla camera pontificia trasferendogli,salvo i debiti contratti per l'annona, egl'interessi corsidei debiti anteriori : liberava icomuni dai luoghi di monte, sullo stato investendogli;ma al tempomedesimo sta tuiva,che finchè l'erario non fosse ristorato,solo i due quinti deifrutti dei monti si pagassero. Coman dava, che i quattro quintisi corrispondessero ai posa

tatoco

46 STORIA D'ITÀLIA.

LIBRO VIGESIMO. 1800. 47 sessoridei monti vacabili,eche i luoghidi monte si perpetui che vacabilifossero esentida ogni qualun que tassa o contribuzione. Aboliva le gabelle privi legiate, dico quelle dei bargelli, del bollo estinto dei cavallimorti, o le trasferiva a beneficio dei co muni. L'opera poi delle contribuzioni indirizzava a più generale ed uniforme condizione : creava due tasse , abolito ogni privilegio e consuetudine antica che fosse contraria. Chiamò l'una reale, l'altra da tiva. Quattro erano le partidella prima, un terratico dipaoli seiper ognicentinajo discudi d'estimo pei fondirustichi,unaimposizione didue paoli perogni centinajodiscudidivalutasu i palazzi e case urbane un balzello di scudicinquesu icambi per ognicen tinajodi scudi difrutti,una contribuzione divali mento, che doveva sommare alla sesta parte ditutte lerenditedeicapitalinaturali ecivili, rustichi ed ur bani sopracoloro,che consumassero le loro rendite fuoridistato.La dativa consisteva nella gabella del sale sforzato ,in quella della mulenda, o macinato, ed in quella di tre paoli per ognibariledi vinoche -s'introducesse in Roma,salva laesenzione pei padri di dodici figliuoli, e pei religiosi mendicanti. Buoni ordinifurono questi, fatti anche miglioridal bene ficio dei repubblicanidi aver cassa del tuttola carta pecuniaria. Non omi e il consolo di considerare le Romane cose. Prevedeva,che, comela pace coire era per lui grande mezzo di potenza, così maggiore sarebbe la pace colla chiesa, Quando poi seppè, che il cardinale

.

2 > e 7 . +

Adunque, tentati prima glianimi da una parte e dall'altra, sivenne poscia alle strette del negoziare, e finalmente alla conclusione,come sarà per noi nel seguente libro colla solitanostrain genuitàBuonaparteraccontato.dominava la terra , Nélsonil mare. Quando arrivarono nel regño di Napoli le novelle della vittoria d'Aboukir, conceputasi dai Maltesila speranza,ché preponderando l'Inghilterra nel Medi terraneo, non potesseropiùi Francesi mandarnuovi soccorsiall'isola, si sollevarono in ognipartecontro i conquistatori, e gli costrinsero a ridursi nella Val letta, che essendo fortissima per natura e per arte, non poteva facilmente essere espugnata. Governava ilpresidio Vaubois;ma isoldati che sul principiar dell'assedio sommavano circa a quattromila , erano scematiper modo dallemalattie, che nonpassavano

Chiaramonti era stato esaltato al supremo seggio , concepì maggiori speranze, perchè il conosceva fór nito di pietà sincera, e però più facile ad esser tirato. Era gran cosa quella che veniva offerendo il consolo ,, perchè il ristorare la religione cattolica in Francia importava, nonsolamente la restituzione diun grán reameallasanta sede, ma ancora la conservazione pura ed intatta deglialtri; conciossiacosachè nonera dadubitare, che, se la Francia avesse perseverato nell'andare sviata in materia di religione, anchegli altri paesi sarebbero stati, o tardi, o tosto, contami nati dall?esempio.Perla qualcosa pápaPio settimo prestava benigne orecchie a quanto il consolo gli mandavadicendo.

48 ITALIA:STORIA D'ITALIA. 1

ammiraglio

LIBROVIGESIMO. 1800. 49 i duemila. S'aggiungevano imarinari delle navi il Guglielmo Tell, la Diana, e la Giustizia avanzate alla ruina di Aboukir, cheposti a terra, e capitanati dall Decrès cooperavano alle difese. Erano comparse alcospettodell'isolaalcunenaviPortoghesi condotte dal marchese diNizza, le quali tosto die dero opera a bloccareil porto. Nèsoprastette lungo tempo Nelson ad arrivare colla vincitrice armata, tolse,se alcuna ancor restava, ogni speranza di re denzione agli assediati. Concorse il re Ferdinando allaespugnazione, sì col mandar duefregate, si col d'armiedimunizioniisollevati, e si final mente coll'impedireche dallaSicilianonsiportassero vettovaglie. Un grosso corpo d'Inglesi postoaterraimpediva,cooperando coiMaltesi, airepubblicani l'uscire dalle mura. Fece più volte,ma invano, Nel son, la chiamata a Vaubois. S'incominciava apatire maravigliosamente dentro di vitto ,d abiti, e di de naro; lemalattie si moltiplicavano. Non per questo rimetteva Vaubois della solita costanza,nè allentava la diligenzadelledifese. Per provvedere ai cambj costrinse i principaliisolani a darglicarte d'obbligo da scontarsidalla Francia allapace generale, e con queste pagava i soldati. Per vestirgli sife dartele e drappi,per pascergli,farine; spianavapane, obbli gava gl'isolania venirlevare le farine dalui;molti plicava i coniglied il pollame, per modoche molto tempo bastarono. In ieriva lo scorbuto;ilcombatte vanoconcoltivareamoltacuraneiluoghipiùacconci gliortaggi. Un Niccolò Isoard diMalta ,maestro di IV . 4

provveder

50 STÓRCA D'ITALIA. musica, componeva opere, e recitavano, e canta vano, e ballavano. Pure la fame pressava. Pruovavasi il governatore a mandar in Francia per soccorso il Guglielmo Tell;maivigilantie lestiInglesisé lo pi

gliarono.Stava attentoéprovvedeva conmirabile accortezza a tutti gli accidenti. Fecero i Maltesidi fuoricongiureconqueididentro; Vaubois le sco priva; davano assalti, e gli risospingeva : pruov mirabili in chi si moriva di fame e di morbo. In co. spetto degliassediati tre naviTolonesicaricheditre milasoldati,edimunizionisìda boccachedaguerra, venivanoinpoter di Nelson. Ognigiorno, anzi ogni ora la famecresceva. Mandava fuorile bocche disu tili, gl'Inglesi barbaramente, come se vifosse peri colo di vicino soccorso, le rincacciavano. Parecchi morirono di fame sotto lemura, gli altri più morti che vivi furono dinuovo ricettati daiFrancesi.Pre vedevaVaubois avvicinarsi l'ultima fine.Mandavaal mareper preservarle,se fosse possibile,le due fre gate la Dianaela Giustizia: laprimafu presa,la, seconda arrivòa salvamento nei porti di Francia. La famesopravvanzò il valore.Vennesi aresa,ma ono revole,ildicinquesettembre : fosse ilpresidio pri gioniero di guerra fino agli scambj, e condotto in Franciaaspesed

Inghilterra;nissunMaltesediquanto avesse,o detto, ofatto in favordeiFrancesipotesse essere molestato. Così un forte presidiodi veteranidell'esercito Italico fuperduto per Francia, un'isola fortissima, freno esicurezza delMediterraneo, venne in poterd'Inghilterra,lereliquiedell'Egizianaruina o

$

·pagasse

-

ipotevadesiderarein Vaubois.Abbandonato datutti, contrastò due anni ; non le armi il vinsero, ma quel flagello che toglie all'uomo semprela forza, spesso la volontà del resistere. Mentre l'Inghilterra, che già perla possessione di Gibilterra aveva la chiave delMediterraneo , si sforzavadiacquistarvi una stanzasicura perlaespu gnazione di Malta, ordinavano concordemente la Russia elaPorta Ottomana lecondizioni delle posses sioni Ioniche. Statuirono,che dainotabili del paese sottoformadirepubblica fossero governate, eche la repubblicafosse,comequella diRagusi, vassalla della Porta; chela suasuperiorità conoscesse, e per so lennelegazionemandata a postaa Costantinopolileogni anno un tributo disettantacinque mila piastre, e con ciò s'intendesse libera, ed esente da ogni altraimposizione verso la Turchia; la repub ·blica delleSette Isoleavesse i medesimi privilegjche Ragusi, e formasse una constituzione, alla quale le due potenze ratificherebbero; se fosse necessario, durantela presente guerra, e non più, potessero la Russia elaPorta mandarvi genti, enaviarmatepresidio; ivascelli dellarepubblica godessero la liber , navigazione delmar Nero;laRussiaguarentisse l'in tegrità della repubblica, e procacciasse che fosse ri conosciutadalle potenzesuealleate; Prevesa, Parga

LIBRO VIGÉSÍMO, 1800. 51 distrutte , o cattive, accrebbero il trionfo diNelson.

Fuglorioso certamente il vincitorediMalta, ma non fu inglorioso il difensore; perciocchè nè maggior valore, nèmaggior costanza,nè maggiorperspicacia

Epiro,cedessero in potestà della Porta, con ciòperò. che fossero tenute solamente ad obbedienzasimile a quella dei Cristiani Valacchi e Moldavi, e nonmag giore; i Maomettani'non vi potessero possedere;i Cristiani per due anni non pagassero nissunatassa , potessero riedificare le chiese loro, mai non rendes sero alla

52 ..STORIA D'ITALIA, ; 7 > Vonizza, e Butintrò,terre postesulla terra fermadell?

Lasospensione delle ostilità non rallentavagli apparecchidi guerra nedalluna partenè dall'altra., Buonaparte,chementre si combattevain Germania ed in Italia, non aveva mai intermesso di ordinar nuove genti, ne aveva già adunato un numero di non poca importanza, ele mandavaad ingrossare,ora l'esercito Germanico, ed ora l'Italico. Un grosso corpo specialmente ne aveva rannodato, il quale posto sotto lacondotta di Murat, e stanziando nei, contorni di Digione, accennava ad ambidue. Dal; canto súo l'Austria non ometteva di levar, nuovi soldati, massimamente dall'Ungheria, e gl'inviava arinforzarquelli che alloggiavanoai confini.L'eser *

Portatributimaggiori diquelli,dicui erano obbligati a Venezia. Diedero gl'isolani forma alloro governo con creare un senato compostodai notabili incui erainvestita la potestà legislativa, ed un pre. sidente,in cuisedevala esecutiva. A questo modo: le Venezianeisole arrivarono in mezzo a tante guerre ad unacondizione,nonsolotollerabile, mabuona, edin lei vissero parecchianni assai felicemente : ven neropoi nuove guerreè nuoveambizioninuovamente à turbarle.

2 . 2

LIBRO VIGESIMO.- 1800. 53 2

cito vinto a Marengo si conservava tuttavia intiero , ed era pronto a contendere di nuovo della vittoria. Ma non piccolo fondamento alle future cose faceva la corte di Vienna sulle mosse di Toscana, che posta pei capitoli d'Alessandria fuori del dominio Fran cese, e conseguentemente in quello dell'Austria, seguitava i desiderj dell'imperatore. Grande odio annidava ancora inToscana contro i repubblicani, perchè e troppo oltreerà trascorso, ed i religiosi non cessavano di fomentarlo. Al medesimo finè in dirizzavaglianimilareggenzacreatainnomedelgran duca.Il marcheseSommarivamandato dall' impera tore, perchèdesseforma aquelle masseincomposte', le ingrossasse e le armasse, con indefessa autorità attendevaa compir l'ufficio che gli era stato com messo. Siccome la pace e la guerra erano ancora in certe,"non si può affermare,che questo procedere del governo Toscano ed Austriaco fosse contrario ai patti.Ma quellegenti, siccome quelle che non ave vano nè ubbidienza ne'ordine, ed erano mosse da odio contro i repubblicani, ruppero i confini, e romoreggiando su i monti, che dividonola Toscana dal Bolognese e dal Modenese, vi facevano moltiinsulti. Questi moti diedero qualche apprensione ai repub blicani. Per la qual cosa usando laoccasione, non solamenterichiedevano laToscanaeSommariva, che frenassero, e punissero i violatori dei confini, ma ancora dissolvessero le masse deicontadini armati. Non fece Sommarivarisposta chepiacesse, e conti nuavaa scorrereil paese a suo piacimento. Ciòdiede 2 e

64 ITALIA.STORIA D'ITALIA. occasione,muovendolo anche l'esca di Livorno,al consolo di far risoluzionedioccupare sforzatamente la Toscana. A questo fine mandò comandando a Du pont, varcasse prestamente gli Apennini, e s'impa dronisse di Firenze,a Monnier,andasse a combattere e a disfare in Arezzo quelnidoinfesto di sollevati,a Clement,marciassepiù sotto, e Livorno in potersuo recasse.Nè fu diversol'esito dalle intenzioni; perchè ilprimooccupavafacilmentelacapitaledellaToscana, elúltimo, partendosi daLucca, arrivavaa Livorno, doveposele maniaddosso a circa cinquanta bastimentiInglesi,e aduna quantità grandissimadifromenti.Le cose nonsuccessero diqueto dalla parte & Arezzo.GliAretini, non uditaalcuna proposta, si risolvevano ad una ostinataresistenza. I Francesi ber sagliarono con cannonie con granate realiduramentelacittà ed ilcastello;ma queididentro si difende vano virilmente. Cara-San-Cyr, il forte occupatore e difensorediCastelCeriolo,si affaticavaindarno :gli Aretini con tiria scaglia, con granate, con pietre tenevano gli assalitori lontani.Il generale repubblicano mandava i suoi ad unprimo assalto; già con fuochiartificiatiavevano bruciate alcune porte;ma essendo fortificate con forti lastre di rame, e terra pienate, furono costretti ad abbandonar l'impresa, non senza molto strazio e sangue loro. Il seguente giorno,che fu ai diecinove ottobre, avendo meglio ordinato la fazione, si accostarono la mattina molto per tempo con le scale alle mura, vi salironosopra,ed impadronitisidelleporte,leaperseroai lorocom

LIBRO VIGESIMO. 1800. 55 1 1 pagni. Allora tutta lamole repubblicana,fatto im peto nella città , la odeupò, non però senza puovi contrastie nuovo sangue, perchè dalle finestre, dai tetti,dalle feritoje aperte a quest'uopo in tutte le case,gli abitatori,secondati ancheda qualche nodo digenti regolari Toscane, piovevano addosso aire pubblicani ognisorta d'armi.Finalmente prevalse il valore ordinato alla rabbia disordinata : Arezzo venne tutta in manodi chi l'assaltava.Seguitòuna strage, unainsolenza',un saccotale, qualesi dovevaaspet taredasoldatiirritatiper ingiurienuove,cheavevano risuscitata lamemoria delle antiche. Pochi sisalva rono, ritirandosial castello : pocodopo chiesero patti e gli ottennero.Il terroreconcetto pel caso di Arezzo fe'risolvere in gran partele masseToscaire, Quiete apparente succedeva; ma covavano pessimi umori, prossimi a prorompere, se una nuova occa sionesiappresentasse. Il paese più pacifico d'Italia perseverava più di ogni altro ostinatamente nel desi derio diguerra. Sommariva coi Tedeschi si ritirava nel Ferrarese. Lecose si volgevano novellamente a guerra tra Francia ed Austria. Non aveva voluto l'imperatore ratificare aipreliminari dipace stipulatia Parigiildi otto luglio tra il conte San Giuliano mandato da lui espressamente, ed il ministro Talleyrand,epei quali il consolo aveva promesso di compensarlocon nuovi acquisti in Italia. Anzi l'imperatore non solamente non aveva voluto consentire al trattato , ma si era anche mostrato sdegnato contro il San Giuliano;

56 STORIA D'ITALIA. come se avesse trapassato la sua volontà. Stimolaya a questi giorni instantemente l'Inghilterralimpera tore alla guerra, perchè avendo rifiutato la pace, abborriva dalrestar sola controla Francia,nèpoteva ancora accomodar l'animo al pensiero, cheiPaesi Bassi avessero a restar in possessione della potenza emolaa léi: offeriva adunque sussidj di denaro, ed ajutidi forze dalla parte di Napoli. Dall'altraparte l'imperatore nonsapeva risolversi ad abbandonar la possessione di Mantova, parendogli che fossero'mal sicuri i suoi nuovi acquisti in Italia, finchèquellafortezza fosse in potestà di uno stato dipendente intieramente dalla Francia. Quantunque poisi tro vasse privato della forte cooperazione de l'imperatorePaolo, confidáva di poter farefortunata guerra da se stesso, ricordandosi delle reeenti vittorie di. Verona e di Magnano, e considerando che siera per duta la giornata diMarengo in sol momento',dopo che erastatavintasei ore, nè per difetto di valore ne'suoi soldati. Erano gli eserciti avversi ordinati a questo tempo nel seguente modo. Al Germanico di Francia condottoda Moreau stava a fronteilGerma nico diAustria governato da Kray; all'Italico di Francia che obbediva a Brune, l'Italico d'Austria euiera preposto Bellegarde. Fra i due, e per con giungerel'unocoll'altro,sitrovavano posti in mezzo neiGrigioniun Francese governato da Macdonald, nel Tirolo un Austriaco capitanato da Hiller.Così Moreau con Kray, emoli antichi, Macdonaldcon Hiller , Brune con Bellegarde avevano a combattere, a

LIBRO VIGESIMO. 1800. 57 diesie del consolo ; perchèil Comandamento era quello La sollevazione del paese Toscano, che aveva obbligato Brune a smembrar parte delle sue forze, ed a mandarla oltre il suo fianco destro , aveva debi ·litato il restante. Laonde pensòil consolo a mandarvi nuovegenti con comandare aMacdonald ,chelasciati grossi presidj nei Grigioni, si calasse, prima dai Grigioni nella Valtellina, poscia dallaValtellinasulle sponde dell'Oglio edell'Adige, quello per rinforzar Brune, dove alloggiava, questo per riuscire alle spalle diBellegarde, edobbligarloaritirarsi indietro dalla fronte del Mincio, doveallora aveva le sue stanze. Aspro e nella stagione già molto trascorsa (s'avvicinava la fine d'ottobre),il monte asprissimo della Spluga per arrivare inValtellina, quel della Priga parimente pericoloso per arrivare in.val Camonica bagnata dall'Oglio,efinal mente il Tonale, che dàl'adito all'Adigesuperiore, eraopera piuttostoportentosa che umana. Nèvaleva ilfresco esempio del San Bernardo, perchè la'sta gioneerapiù aspra, ed i montipiù difficili.Forse la posterità troverà in questaintenzione di Buonaparte piùaudaciache prudenza,emaggioreconfidenzanei soldati, che cognizione de'luoghi.Ciò non ostante non siperdeva d'animoMacdonald,stimolandolo il fatto delSan Bernardo, e volendolo emolare.L'anti guardocondotto daBaraguey d'Hilliers,siccomequello cheerae partitopiùpresto,e piùvicinoaqueimon ti, parte vareando la Spluga, parte, il montedell' Ora, riusciva, non senza aver superato ostacoligra

58 00 STORIA D'ITALIA.it e vissimi, sulla destraa Chiavenna, sulla sinistra a Sondrio. AcquistavapertalmodoBaraguey l'imperio della Valtellina , e facilitava la strada allo scendere di Macdonald. IValtellinial veder comparire quelle genti i maravigliavano,come se venisserodalcielo; tanto pareva loroimpossibile,ch'elle perqueiluoghi, ed in quella stagione fossero passate. Restaval'opera più difficile a compirsia Macdonald. Arrivato a Tu sizio , donde si sale al monte eternamente incappel l to dinevi e di ghiacci,pareva, chela natura fosse divenuta insuperabile,tantoalteeranolenevi,tantochiusa lastrada già diper se stessa sdrucciolevole,stretta,rotta, e precipitosa. Pure,come alSanBer nardo,siposerole artiglierie saitraini, leprovvie : gioni su imuli;marciavano,ma con difficoltà gran dissima. Arrivava l'anliguardocondotto dalgenerale Laboissiere alvillaggio di Spluga, donderestavaasalirsi l'erta precipitosa, che porta alsommogiogo. Mettevansi in viaggio,e conpenosi passi, ed infinito anelito procedendo, alla bramatacima già si appros simavano, quando eccolevarsi un levantefuriosis simo,che innalzando un immenso nembo di nevosa polvere,enegli occhi dei soldati gittandolo,rendevaimpossibileognipasso.La forzadellaveementebufera furiosamente soffiando suldorso delle nevi ammon ticchiate sopra quei sdrucciolentigioghi,levava una orribile smossa dineve , che con indicibile velocità e fracassonellesottopostevalli piombando,portòcon seaprecipizioquanto le siera parato davanti.Trentasoldatiprecipitatinell'abisso perirono glialtriatter

LIBRO VIGESIMO. - 1800. 59 > 1 riti, le stradechiuse. Aggiunse la sopravvegnente notte nuovo orrore al fatto : tornarono a Spluga. Laboissiere, che separato da'suoi precedeva con le guide, amalestento ,e quasimorto aggiungevaalla cima; trovovvibenigno ospizio appresso aireligiosi, che, come quei. del San Bernardo, attendonocon pjetà sieroica alla salutedei viaggiatori. Pareva disperata l'impresa, e sarebbe stata, ses; non fosse arriyato Macdonald , il quale spinto da ardentedesiderio di emolare il consolo, e prevedendo chelostareimportava ladistruzione per la mancanza dei', viveri,conaccesissimè esortazioni tanto fece, che lestanche ed atterrite genti dinuovo s'incam minavano. Precedevano quattrò fortibuoia pestar le nevi : seguitavano quaranta palaiyoli adappianarle ed a far ilsentiero : i zappatorivenendo dopo l'assos. davano;duecompagniedifanti a destra eda sinistra perfezionavano pel sicuro passo ciò che ancora si trovava imperfetto. A questi s'attergavano le altre genti, fanti e cavalli : le artiglierie e le bestie da soma viaggiavano alla coda;'questeral'antiguardoa Arrivavasullacima all'ospizio, con infinitaallegrezza si,ricongiungeva col salvato Laboissiere.Poi segui tando il cammino per la pianura del Cardinello giungeva a campoDoleino.Allo stesso modo varca vano, il di secondo e terzo di decembre, due altre squadredi fanti, di cavalli,ed'artiglierie :iltenipo freddo e sereno, le nevi indurite in ghiaccio falicita vanoilpasso. Soloalcuni soldatiperla forzadiquell? insolitorigoreo morivano gelati, o percuteleestra a a e

60 STORIA D'ITALIA. > e mità colle membra 'monche restavano. Crudo era il viaggio , ma speranza di terminarlo felicemente, quando il dì quattro (rimaneva a varcarsi il retro guardo incui si trovava Macdonald ), silevava una spaventevole bufera, che e gli uomini col soffio vio lentissimo arrestava e sotto monti di lanciata neve gli seppelliva, ed ogni traccia che fatta sifosse di strada, intieramente scassava. La disperazione en trava negli animi: le guide, uominiuominideldelpaese,atter riteattestavano l'impossibilitàdel passare,el'opera loro ricusarono. Era per perire Macdonald "sotto montidi neve, come era perito Cambisesottomonti d'arena.Ma vinselavirtùsua edeicompagni:queste sono opere piuttosto dagigantiche da uomini. Inco raggiò le guide, incoraggiò i soldati. Accorreva, egridava : « Francesi, ha l'esercito diriserva vintoil «San Bernardo, vincete voi là Spluga : superate per gloria vostra quello, che la natura ha voluto fare ( insuperabile: i destini vi chiamano in Italia ; ite e « vincete,prima imontiele nevi,poscia gli uomini « e larmi.» Lalunga tratta dellesquadredesolateri prendevailcammino.Imperversavavieppiùlabufera: spesso le guide piene di un alto terrore tornavano indietro, spesso gli uomini sepolti, spesso dispersi, spesso lastretta foce della sublime valle sitrasfor" mava inmonte dineve; là era unmuro bianco esodo, dove prima era l'aperta; chiusa ogni strada. S'ag giungeva un freddo intensissimo,maggiore,quanto più sisaliva, e chegli animi attristava e prostrava, e le membra con l'enderle inutili aggrezzava.. Le 4 2 + 9

LIBRO VIGESIMO, 1800. 61 nevose edestemporaneemuraspesso sirinnovavano, l'inesorabile inverno spaziava largamente, e domi nava; leRezie Alpi in atto di sorbirsi gli audaci Francesi.

Rifulse intantoestremo casomirabilmente quanto possa questa portentosa umana natura; per chè, non restandosi Macdonald nè i suoi a quel mor tale pericolo, aprivano ciò che era chiuso, spiana vano ciò che era montuoso , rompeyano ciò che era ghiacciato, assodavano ciò che era cedevole,sgre tolavanociò che era sdrucciolente,coprivano o riem pivano ciò che era abisso.Pertale modo, quantun que un rovinoso inverno glichiamasse a distruzione ed a morte,l'inverno vincevano, e contrastando a quanto hannodi più terribile e di più insuperabilei füribondi elementi,riuscivano, nella Valtellinayalle, à salvamento.Rallegravansidell'acquistatavital'úno con l'altro,perchèsi eranocredutimorti: godevasi Macdonald il raccolto frutto dell'invitta costanza. Imprese son queste che pajono impossibili, e piùa colorochele hanno effettuate. Non le crederebbe la posterità , se il secolo nostro, tanto abbondante raccontatore, non uno , ma cento testimonianze non fossepertramandarne; nè ricorda alcuna storia,o antica,omoderna,fatto più maraviglioso,opiù ercu leo di questo. Dalui i vide con qualnemicoavessero a faregli Austriaci; perchè certamente non si sarebbero eglino maiposti a fatti sì rischievoli ; il valore er pari da ambe le parti, maggiore l'audacia da quella deiFrancesi. Chiamanla alcuni temerità;pure con uno,maco

62 STORIA D'ITALIA. la fortunaè amicadegliaudaci,ed il mondo è dichi se lo piglia. Sebbene la prima parte dell'impresafossecompita, restavano ad effettuarsi le duealtre, che avevano anch'esse gran momentodidifficoltà; quest'eranoil passo dalla Valtellina nella valle Camonica, cioè dall? acque dell'Addaa quelle dell'Oglio, ed il passodalla Valtellina nel Trentino, cioè dall'acque dell'Adda a quelle dell'Adige. Apriva il primo ilmonte Priga,il secondo ilmonte Tonale. Non ebbe prospero fineil tentativo contro quest'ultimo, perchè gli Alemanni visi erano fortemente trincerati; e sebbeneMacdo nald due volte con grande vigoria gli combattesse, ajutati dalla stagione , dallafortezzadelluogo,edal proprio valore il risospinsero. Da un'altraparte sor tivaesito felice ilpasso dellaPriga. Traversato, non senza gravidifficoltà e pericoli, quell'aspro monte, vedevanoirepubblicani leacquedell'Oglio,epassato Breno, siraccoglievano a Pisogna, terra posta sulla settentrional punta del lago d'Iseo,cui l'Oglio con le sueacqueformaenodrisee.VitrovavanolalegioneItaliana diLecchi, evettovaglie fresche, provvidenza di Brune, che ve leavevamandate a ristoro diquelle stanche ed eroiche genti.Erasi sul fine dinovembre disdetta, la tregua, e denunziatele ostilità da una parte e dall'altra;ma non si venne tosto alle mani in Italia,perchèBrúne non voleva principiar la guerra innanzi che Macdo nald , occupato allora nelpasso dei monti,fosse venuto a congiungersi conlui. Nèstava senza timore )

LIBRO VIGESIMO. 631800. cheilsuofianco destro pericolasse,stantecheDupont, dopo la conquista della Toscana, era ritornato con la maggior parte delle truppe al campo principale, lasciato solamente in quel paese Miollis con tre o quattromila soldati.Oltrea ciò il re di Napoli, stimo lato dag Inglesi, e volendo cooperare coll'Austria, aveva radunato un esercito campale sotto la con dotta del conte Ruggierodi Damas; il quale traver sato lo stato pontificio,già s'avvicinavaallaToscana.

Avvicinandosi oggimai la fine dell'anno,sendo giunto Macdonaldsui campi, dondepoteva cooperare con'Brune, e volendo ilgeneralissimo'sea condareimovimenti di Moreau in Germania , checon armi prospere :minacciava 1! uore dell'Austria, si deliberava a dar principio alle ostilità : assaltati im petuosamente i corpi cheBellegarde avevaposto alle stanze sulla destradel Mincio, gli sforzava a rivar care il fiume. Restava ch'egli medesimo ilpassasse, difficileopera', perchègli Austriaci forti dinumero è di sito,sieranorisoluti adifendere gagliardamente dfiume.Erano i Francesi partiti in treschiere: lasu periore, cioè la sinistra, governata daMoncey, guar ed es > a

Perciò il generale di Francia stava aspettando che Macdonald siaccostasse, e cheisoldati novelli,che, già erano arrivati in Piemonte,gli pervenissero.Nèmenodesiderava indugiar la guerra Bellegarde, vo lendo aspettare cheLaudon e Wukassowieh fossero scesidalTirolo. Inoltre trovandosi alloggiato in sito forte per natura e per arte, amava meglio essereassaltato, cheassaltaré.

64 STORIA D'ITALIA. > dava a Peschiera, lamezzana, a cuipresiedeva Su chet, stava rimpetto a Borghetto, la inferiore o la destraguidata da Dupont alloggiava alla Volta,e si distendevasino a Goito. Fece Brune pensierodi var care al passo diMozambano, perchèquivi le rive es sendo meno paludose facilitavano lo accostarsi, ed il combatterepiùfermamentenei luoghi occupati.Per chè poi il passo gli riuscisse più facile, avvisò d in gannaril nemico con fargli credere, ch'ei lo volesse passare più sotto tra la Volta ePozzuolo, Con questo fine ordinava a Dupont, facesse qualche forte dimos trazione di volervarcare in questo luogo, e tanto'yi tempestasse,cheBellegardesipersuadesse, chequest'erailpassoveramente,che iFrancesiavevano inten zione di effettuare, non dubitando, che per questo timore vi avrebbe ilgeneraleTedesco mandato gran partedelle suegenti, e perciò, nudando il suo destró fianco, dato più facile esecuzione aldisegnodi Mo zambano. Ciò non ostante voleva Brune, e cosi aveva comandato a Dupont,che si contentasse di una di mostrazione sulla riva sinistra, non vi prendesse al loggiamento stabile, non v'ingaggiasse'battaglia giusta. Correva il giorno venticinque decembre, cui il generali simo diFrancia ávevadestinatoal passa gio delMincio. F il primo Dupont amandar ad ef fetto la fazione che gli era stata commessa. Passava primieramente coi soldati leggieri sulle barche, tro våte a caso, poiaccomodate le piatte, construiva il ponte,e varcava con lamaggior parte delle genti,' che erano le duesquadre diWatrin e di Monnier.

LIBRO, VIGESIMO. 1800. 65 limpadroniva, dopo brevecontrasto,della terra di Pozzuolo, e senza aver rispetto alle condizioni delle cose, vi fermava le suestanze; felice ad un tratto, ed infelice pensiero,perchè,se l'impadronirsi diPoz. zuolo era fatto importante, la circostanza eratale, cheavrebbepotuto partorire la disfazione intiera dei Francesi, eperpoco stette,che nonabbia fatto quest effetto.Sarebbestatoemigliorpartitopernon deviare dalla volontà del generalissimo, e più sicuro per Francia, che Dupont,acquistata la facoltà del pas sare, attendesse, prima di effettuare il passo,che Bruneavesseancor egli varca o a Mozambano.Ne sorseun gravissimo pericolo;perchè Bruneayendo trovatole strade molto sinistre, non potè mettersi. all'impresa ilgiorno venticinque;ilchefucagione ehe Bellegarde,chealloggiava col grosso a Villa franca,terrapoco lontana, çorse subitamente con tutto ilpondo de' suoi contro Dupont.Sidifese viril mente il Francese,ancorchè Bellegarde sifosse sco perto con quasi tutto il suo esercito inbattaglia.Fe cero i suoi soldati quanto inaccidente si pericoloso peruomini valorosi si poteva fare;matanto preponderava ilnemico, combattendo colla maggior parte delle sueforzecontrouna piccoladi quelle dell'av versario ,che giàDupont,non essendo potentea re sisterecolsuo corpo solo , cedeva, e si vedevavicino ad essere rituffato nelfiume, portando intal modola pena dell'aver preso animo, contro gli ordini del capitano generale, di fermarsi,efargrossabattaglia sulla riva opposta delfiume. Sarebbe adunque stata Iv : 5

l'ala destra deiFrancesi conquisa, intieramenteve rotta,se non fosse giunto improvvisamente un non pensato soccorso . Suchet, che dall'eminenze della Volta scopriva quanto Dupontfosse pressato dalnemico,consigliandosi piuttosto con lanecessitàdell accidente, che con gli ordinidi Brune, perciocchèil generalissimo gli aveva ordinato che andasse ad aju tare il passò diMozambano, frettolosamente mar ciava al malauguroso Pozzuolo. L'arrivo'di Suchet ristorava la fortuna della giornata oramai perduta. Tuttavia gli Austriaci grossi e sicurisul lorodestro fiancofacevano una battagliaforte,e molto ostinata. Trevolte s impadronironodiPozzuolo,e trevoltene furono risospinti.Infinefu costretto Bellegarde a ti rarsi in dietroaVillafranca ,lasciando i repubblicani in possessionedi Pozzuolo.Patìmolto in questa bat: taglia; perciocchè gli mancarono circa cinquemila soldati tra mortieferiti; tremila prigionieriattesta rono quanto spesso lefinidelle battaglie siano diverse dai principj. Trebandiere, undici cannoniornarono il trionfodei vincitori. Non fu però senzastragela vittoria aiFrancesi: duemilasoldati mancarono,o permorte,operferite; pochivennero in potestà di Bellegarde. Ilseguente giorno, comeaveva destinato, passava Brune il fiume a Mozambano per guisa tale che tutto l'esercito di Francia si trovava condotto sulla sinistra delMincio. Bellegarde,considerato il successo della fazionedi Pozzuolo,nèvolendo avventurarsia battaglie cam pali inquella facile largura tra ilMincio el'Adige,

66 STORIA D'ITALIA.

LIBRO VIGESIMO, - 671800. ancorchè molto prevalesse dicavalleria, accomodava le sue deliberazioniagli esitidelle cose ,e ritirava le genti sulla sinistra dell'Adige, solo lasciando sulla destra alcunicorpi, non per signoreggiare ilpaese, ma soltantoper meglio difendere il passo delfiume. Brune, fatto più ardito dalla vittoria, applicava l'animo a cacciare l'avversario oltre Verona, ed a far sentirel'impressione delle armi Francesi nelVi, centino,nel Padovano, e nel Trivigiano. Ciò medi tando,amodo tale ordinava la fazione, chepiuttosto sopraVerona che sotto effettuasseilpasso, perchè in questa guisa procedendo,Macdonaldpoteva più fa cilmentecooperarecon lui,edaveva speranza d'im pedirla congiunzione diLaudon e diWukassowich, chegià scendevano dal Tirolo. Per laqualcosa,av vicinandosi col grosso all'Adige, mandaya Moncey conuncorpo sufficienteversoCorona eRivoli,affinchè serrassela strada a Laudon edaWukassowich, e nel caso in cui eleggessero di rivoltarsi là dond'erano venuti, gli perseguitasse ancheall'in sù. Sapeva che Macdonald procedendo peimonti superiori, ed en trando dalla valle dell'Oglio in quella del Mela, da questain quelladellaChiesa,e pervenendo allasupe riorcoda dellago diGarda, si proponeva diriuscire per montagne scoscese e rotte, sopra a Trento. La quale mossa se avesse avuto ilsuo effetto , Laudon e Wukassowich , combattuti sopra da Macdonald, sotto da Moncey, non avrebbero più avuto scampo. Succedeva felicemente il pensiero di Brune, rispetto al passodelfiume, perchè facilmente gliveniva fatto

68 STORIA D'ITAL ARE divarcarloa Bussolengo,luogo già tanto famoso pei successivi passaggi, ora di Francesi,ora diTedeschi. Bellegarde,informatodel viaggiodiMacdonald,aveva fatto debole dimostrazioneper impedire il transito airepubblicani, e siritirava, lasciato solamente nelcas tello diSanFelice diVerona un presidio, che poco dopos'arrese,sullerivedella Brenta.Altempo stesso accortosi, quanto laguerrafosse pericolosa a Laudon ed a Wakassowich , aveva loro comandato , che risa Jissero più presto che potessero l'Adige, e per la valle della Brenta con frettolosi passi venisseroa congiungersi con lui neicontorni di Bassano. In questo punto pervennerolenovelle,che dopo la vit toria di Hohenlindenguadagnata da Moreau contro Parciduca Giovanni, erastataconclusa a Steyer, il giornoeventicinquedecembre, una tregua tra il ge nerale Francese, è l'arciduca Carlo: "Propose Belle gardeaBruneun trattato simile disospensione diof fese; ma esigendo conforme alle instruzioni,chegli sicedesse,oltre

Peschiera,Ferrara,Anconae Porto legnago,anche Mantova,il trattato non potè aver effetto, esicontinuò la guerra. Le cosepressavano moltonel Tirolo. Moncey e Macdonaldintendevano a serrare da ogniparteWukassowiche Laudon,per impedirloro la facoltà del ritirarsi.Ma ilprimo alloggiato superiormente alse condo,eprestamente obbediendo a Bellegarde, en trato per Perginenella valle della Brenta, schivava il pericolo,e sicuramenteper lasponda di questofiume camminavaallavoltadel suogeneralissimo;ilsecondo

Trento : incontraronsi fra le due città i due generali della repubblica, dolenti ambidue, che per inganno fosse loro stata tolta l'occasione diun segnalato fatto a propria gloria, ed ad utilità della patria. Rammari 7

osservazione:prestòfedeil

Trento,s'impadroniva

LIBRO VIGESIMO - 1801. 69 a pel contrario si trovava in molto ardua condizione, imperciocchè giàsi era condotto tanto innanzi, che era disceso fin sotto a Roveredo, e non poteva più tornar indietro per Trento innanzi che Macdonald vi arrivasse.Era oltre a ciòaspramente combattutoda Mönceydalla parte inferiore permodo, che cacciato all'insùda un sito all'altro aveva anche abbandonato al vincitore la possessione di Roveredo. Al tempo stesso Macdonald, superata la resistenza, che Davi dowich conunpo' di retroguardo diWukassowich aveva fatto a di questa capi tale del Tirolo Italiano. Era adunque tolto ogni scampó aLaudon per la strada maestra, nèaltra spea ranzàglirestava, che quella dicondursi perlestrette ripide e malagevolidiCaldonazzo', aLevico. Il passo era impossibilead eseguirsi per sentieritantodifficili, massimepeicavalli, per lebagaglie,e per l'at tiglierie, se vivamente iFrancesi l'avessero perse: guitato.Mandò dicendo a Moncey, essere conclusa una tregua, cosanon vera, tra Brune e Bellegarde; il richiedeva dell' Francese, esiastenne dal combattere. Laudonintanto, usando l'occasione, e frettolosamente marciando arrivava a salvamento aLevico, donde calandosi con viaggioprospero, si avvicinava a Bellegarde. Diede Moncey allin sùdiRoveredo,Macdonald all'in giùda

70 STORIA D'ITALIA.it fina aBolz cossene più spezialmente Macdonald, per avere in contrato indarno tanti pericoli e fatiche. Restava che compisse un'altra parte delsuo disegno , piacendogli le imprese grandi ed audaci : quest era di montar l'Adige fino a Bolzano ed a Brissio,poi di entrarenella valledella Drava perriuscire alle spalle diBellegarde, e tagliargli la strada alsuo ricettod'Austria.

EransiWukassowich e Laudonricongiunti con Bel legarde,cheancora poteva tenerin pendente la for tuna; ma non vollepiù avventurare le sorti,avendo gli interrotto la speranza lenovelle allorapervenutedella sospensione diSteyer. Per la qual cosa si riti rava dalla Brenta, riducendosi sulle sponde della Piave.Il perseguitavaBrune : erailfine della guerra.A petizionedel generale d'Austriasiconcluse,ildi sedicigennajo,a Treviso untrattato ditregua coi capitoliseguenti : si sospendessero le offese; le due partinon potesserorompereiltrattato,senon dopo quindici giornididisdetta;le piazze diPeschierae di Sermione,i castelli diVerona e diLegnago,la città ela cittadella di Ferrara,la città e il forted'Ancona siconsegnassero aiFrancesi; Mantova restassebloc cata dairepubblicani a ottocento braccia dallo spalto con facoltà al presidio di procacciarsi viveri di dieciindieci giorni;imagistratiAustriaci sirispettassero;

In fatti già eraarrivato col suoantiguardo aBolzano, combattendovi gagliardamente il generale Auffen berg, che vi stava a difesa con quattromila soldati:non la guerra, ma lapaceimpedia Macdonaldl'ese cuzione del suoanimoso pensiero.

LIBRO VIGESIMO, - 1801. 71 la tregua durasse trentatre di, compresiiquindici; nissuno per fatti od opinioni politiche potesse essere molestato. Non piacque al consolo l'accordo di Tre viso, perchè non giudicava a suo proposito, che l'Austria possedesseMantova.Mandò adunqueminacciando in condizione vittoriosa, all'Austria , che se non gli desseMantova, sarebbe dinuovo interrotta la concordia, enon avrebbe per rate nè la convenzione diSteyer, nè quella di Treviso, e rincomincerebbe la guerra.Fu forza all'imperatore il consentire, e per unnuovo accordo fattoa Luneville, fuquellaprinci palissima fortezza data in mano dei Francesi.

La sospensione di Treviso ridusse alle stretteil rediNapoli,perchèper lei potevanoi Francesipiù espeditamente attendere alla ricuperazione dei paesi perduti.Il conte Ruggiero, volendo cooperare con Bellegarde, si era mosso coi Napolitani; e, traver sato lo stato Romano,era entrato in Toscana,alloga giandosi in Siena. Dall'altro lato ilmarchese Som mariva con qualche 'squadrone di Tedeschi, e coi · fuorusciti Aretini, s'era ancor egli fatto avanti, ed aveva levatoa romore le parti superiori delgrandu cato. Al qualemoto sollevati gli Aretini, siccome quelli chemalvolentieri sopportavano il nuovo do minio , di nuovo erano corsi all'armi, ed avevano condotto in grave pericolo Miollis, che con poche genti custodiva la Toscana. Messiin confusione e sconquasso i confini , s'incamminavanoSommariva da una parte , il conte Ruggiero dall'altraall'ac quisto di Firenze, dove il generale Francese ayeva la

72 STORIA D'ITALIA, PR sua principale stanza. Queste cose accadevano sul principiar dell' anno. Disperando Miollis, perchè si sentiva più debole pel poco numero de' suoi soldati , misti di Francesi, Cisalpini e Piemontesi, di far fronte ad un tratto ai due nemici, s'appigliò prudente menteal partito di combattergli separati, usando ce lerità. Marciava primieramente contro i Napolitani condotti dal conte. Guidavailgenerale Pinol'antiguardo di fanti Cisalpini , e di cavalli Piemontesi. Affrontava traPoggibonzi eSienaunagrossacolonna dicinqueo seimila fanti Napolitani,evalorosamente urtando con le bajonette, gli voltava in fuga. Volle il contefar testainSiena; ma Pino guidatodal pro prio valore,da quello de' suoi,dalfervore della vita toria, dava dentro incontanente ,e fracassate coi cannoni le porte, vittoriosamente vi entrava.Riti rosseneilconte: poifece opera di rannodarsi su poggivicini;mapressando viemmaggiormenteiCisal pini ed iPiemontesi, fucostrettò ad abbandonar to talmente i territorj Toscani, ritirandosiin quei di Roma per l'oscurità della notte. Il marchese, udito il sinistro caso del conte, ritraeva prestamente i pas i, e giva a ricoverarsi in Ancona. In tal modo Miollis pelvalorede'suoi,e per la provvidenza pro pria riduceva dinuovo in arbitrio diFrancia le cose di Toscana, e teneva in timore il sinistro fianco di Bellegarde. Quest' erano le condizioni di Toscana quando, conclusala sospensione di Treviso ,nellaquale non fu compreso il re diNapoli, le cosedel Regno.restarono espostea grandissimopericolo;per 2 1

cheMurat,siccome gli erastato comandato dalcon solo, già venutocon le nuove reclute in Italia, s'in camminava a gran passi contro la Toscana e la Ro magna per invadere il Regno. Ai soldati di Murat s'accostava al medesimo fine una forte squadra dell' esercito vittorioso di Brune :ogni cosa cedeva alla riputazione della vittoria. Il resistere pel re era im possible, la sua ruina certa. La salute, caso da non esser presentito, gli venne dal settentrione. Caro lina regina, che quantunque fosse di natura pur troppo risentita, esi lasciassetropp'oltre trasportare dallo sdegno, aveva mente forte, enon daya molta fede ed alle parole gonfiedegli stravolti nemici di Francia, siera risoluta voltando tutto l'animo alle speranze Russe, e non isperando inaltromodo congiunzione con Francia, di andar a Pietroburgo per pregarel'imperatore Paolo ad intromettersi, comemediatore,trailcon solo e Ferdinando.Piacque lafedeaPaolo: giàrap pattumato col consolo, mandava in Italia il gene rale Lewashew , affinché s'intromettesse a concordia fra le duepotenze. Si soddisfece Buonaparte del pró cedere di Paolo, perchè in primo luogo vedevano le nazioni, principalmente gl' Italiani, che uno dei più potenti principi delmondo, non solo ricono sceva il suo governo, maancoraavevaamicizia con lui;insecondo luogo vedeva egli medesimo il re gno di Napoli sottratto dalla divozione Inglese, e ridotto nuovamente nella propria. Fecersi a Lewa shew venuto in Italia onorevoli accoglienze in ogni 2 2

LIBRO VIGESIMO. 1801. 73

allemattecredenze,

24 STORIA D'ITALIA. ; parte, parendo che rilucesse nella persona sua tutta la grandezza di Paolo : i popoli si maravigliavano che la Russia tanto nemica a Francia, le fosse ora dive nuta amica, e paragonando i tempi di Suwarow con quei di Lewashew , ammiravanola potenza e la fe licità delconsolo.Venne perparte delreil cavaliere Micheroux a trovare MurataFoligno : non i stettero a negoziar lungo tempo, essendo le due parti sommamente desiderose di convenire , una per piacere a Paolo, l'altra per paura di Buonaparte. Fu adun que, il dì diciotto febbrajo,accordata tra Francia e Napoli, concorroborazione dell'autorità della Rus sia, una tregua,i principali capitoli della quale fu rono, che i soldati regj sgombrassero dallo stato Romano; che i repubblicani occupassero Terni,ma che la Neranon oltrepassassero;che tuttii portidi Napolie diSicilia siserrasserocontro gl'Inglesi econtro iTurchi; che ogni comunicazionecessasse tra Portoferrajo e Portolongone nell'isola d'Elba, fintanto che gl'Inglesinon avessero sgombrato da Portoferrajo; che Dolomieu si liberasse dalle car ceridi Messina; che sirestituissero gli ufficiali ed igenerali Francesi ;chesi obbligasse ilre ad udire favorevolmente le raccomandazionidi Francia per coloro, che fossero,o banditi,o carcerati per opi nionipolitiche. Ebbe questotrattato subitoeffetto: vuotò ilconteRuggieroil territoriodella chiesa : pre venendo le instanze del consolo,aboliva itribunali straordinarj, econdonava ogni peña pel crimenlese. Murat tra per vanagloria ad entrar qual liberatore in sola di Elba,

LIBRO VIGESIMO. 1805. 75 e a di con Roma,eperadescare ai futuridisegni venutovi den tro , e concorrendoa lui il popolo, si condusse a far riverenza al pontefice. Ogni cosasi componeva a concordia ; più poteva a Vienna ilterrore, che le Inglesi esortazioni.Nego ziavasi a Luneville per l'Austria dal conté Luigi Co bentzel , per la Francia da Giuseppe Buonaparte, Puno e l'altro avendo mandato e possanza di cludere. Dopo qualche contenzione , pigliarono for ma , che il trattato definitivo di pace fosse sotto scritto il giorno nove di febbrajo. I capitoli princi pali, quanto all'Italia , furono quelli stessi deltrat tato diCampoformio,solovariossipeiconfini:l'Adige, principiando dove sbocca dal Tirolo insino'alla sua foce, fosse confinetra la Cisalpina e gli statid'Aus tria; la destra parte di Verona, e cosìquella di Por tolegnago spettassero alla Cisalpina,- la sinistra all Austria; si obbligava l'imperatore a dare la Bris govia al duca di Modena'in ricompensa del perduto ducato; rinunziasse il gran duca alla Toscana ed all? isola d'Elba, e la Toscanael'isola si dessero all'in fante duca di Parma;il granduca siricompensasse 'con stati competentiin Germania, conoscesse, e ri conoscesse l'imperatore le repubbliche Cisalpina e Ligure, erinunziasse ad ognititolo, sovranità e di ritto soprai territorj della Cisalpina; consentissealla unione dei feudi imperiali colla repubblica Ligure. Del Piemonte nulla si stipulava, perchè Buonaparte voleva serbarsi, ouna occasione per pigliarlo per se, od un appicco per piacere a Paolo. 2 e e

26 STORIA D'ITALIA, Il re di Napoli ridotto alla necessità diobbedire alla forza lontanadiPaolo , ed alla vicina di Buo naparte, si quietavaanche col consolo, convenendo in un trattato di pace a Firenze il di vent' otto di marzo sottoscritto,per parte dilui da Micheroux,per parte della Francia da Alquier.Convenissi,comenella tregua, e divantaggio, che ilre rinunziasse primie ramente, e per sempre a Portolongone, ed a quanto possedesse nell'isola d'Elba, secondamente cedesse alla Francia , come cosa propria, e da farne ogni voler suo, gli stati dei Presidjed il principato di Piombino; ancora perdonasse ogni delitto politico commesso finoa quelgiorno; restituisse ibenicon fiscati; liberasse iditenuti; potessero gliesuli tor nare nelRegno sicuramente, e fosse loro restituita ogni proprietà;da ambe le parti si dimenticassero le offese. Le cose'si fermarono anche con nuova composi colla Spagna, essendosi stipulato un trattato a Madrid il dì ventuno marzo, da Luciano Buona parte per parte diFrancia, e dal principe della Pace per parte di Spagna. S'accordarono le due parti , cheil duca di Parma rinunzierebbe al ducato in fa vore della repubblica diFrancia ; chela Toscana si därebbe alfigliuolo delduca con titolo di re, che il dúcapadre si compenserebbe con rendite e conaltri stati, che la parte dell'isola d'Elba che apparteneva alla Toscana, spetterebbe alla Francia , e che la Francia ne ricompenserebbe ilre d'Etruria collo stalo diPiombino; che la Toscanas intendessé unita . 210) 7 >

FINE DEL LIBRO VIGESUVIO.

LIBRO VIGESIMO. 771891. per semprealla corona di Spagna; che se il re d'E truria morisse senza prole, succedessero i figliuoliisseoscorona delredi Spagna. Così, in men che non fa un anno,ogniostacolo cedendo ai Buonapartiani fati, vinse il consolo Aus tria ed Italia. Poscia, essendo in tutti, parte peime desimi, parte per diversi rispetti la medesima in tenzione alla pace , composte tutte le controversie , :contrasse amicizia coll' imperatore Paolo, s'accordò coll' imperatore Francesco , e rinnalzò Francia da bassa ademinente fortuna.

le consolo s'accorda con Roma, e rinstaura la religione cattolica in Francia. Concordato. Discussioni nei consigli del papa su di questo atto. Articoli organici aggiunti dal consolo, e querele delpontefice in questo proposito. Ordini Francesi introdotti in Pie monte , he accennano la sua unione definitiya colla Francia. Menou mandato ad amministrar questopaeseinvecedi Jourdan. Muratin Toscana. Suo manifestocontro i fuorusciti Napolitapi. La Toscana data al giovane principe diParma con titolo diregno d'Etruria. Il consolo insorge per arrivare a più ampia autorità, ed a titolo più illustre. Fa per questo sue sperienze, Italiane, e chiama gl'Italiani a Lione. Quivi il dichiaranopresidente della.repubblica Italianaper diecianniconcapacità di esserrieletto.. Constituzione dellarepubblicaItaliana. Genova cambiata, e sua i nuoya coilstituzione. Monumento in Sarzana ad onore della fami. glia Buonaparte, natìa di questa città. Il Piemonte formalmenteunito alla Francia. Carlo Ludovico, infante di Spagna , re. d'Etruria per la morte del principe Parma. Descrizione della febbre gialladi Livorno. Le bilustri'trame di Buonaparte arrisv noalloro.compimento; si fa chiamare imperatore. Pio settimo condottosi espressamentein Parigi , lo incorona.

Q

78 STORIA D'ITALIA, LIBRO

e

LÉ cose della religionecattolica erano in gran disordine in Francia. L'assemblea constituente aveva interrotto la unionecon la sedia apostolica'rispetto alla instituzione pontificia dei vescovi, qual era stata accordata tra Leone decimo, e Francesco primo, e tolto ibeniallachiesa conappropriargli allanazione.

VIGESIMOPRIMO.SOMMARIO.

LIBRO VIGESIMOPRIMO . 7.91801. I governi che vennero dopo, massimamente il con sesso nazionale,non solamente distrusserogliordini statuitidall'assemblea, ma spensero ancora ognior dine religioso,perseguitarono i ministri della reli gione, ed alcuni anche sforzarono,cosanefanda,a rinegareil proprio stato , e le proprie opinioni. Il direttorio continuò a perseguitarei preti, ora confi nandogli nell' esiglio, ora serrandogli nelle prigioni, e sempre impediendo loro, massime ai non giurati, che liberamente e pubblicamente celebrassero i riti divini. Fra tante amarezze dell' anime pie, qualche consolazione recavano i preti giurati colle esorta zioni, e coi conforti loro : ad essi la Francia debbe restarobbligata della conservazionedella fede; della conservazione medesima la sedia apostolica debbe sentirloroobbligo,sebbene abbia cagionedidoler sene perla diminuzione da loro introdotta,eperti nacemente sostenuta con leparole,con le opere, e con gliscritti, nella giurisdizione della cattedra di San Pietro. Conservarono eglino"la fede, che è la radice, senza la quale ognireligione, non cheogni disciplina ecclesiastica, sarebbeimpossibile. Malareligione senzaunculto ordinato, e senzariti accor dati con la pubblica autorità, e da leiriconosciuti e protetti, non potrebbesussistere lungo tempo, la cattolica meno di ogni altra, solita a cattiyar gli animicon le pompe esolennità esteriori.Ciòsivede vano gli uomini prudenti, nei quali era entrata la persuasione, che le credenzereligiose sono un ajuto efficace alle leggi civili : quest'istesso vedevano gli

80 TO STORIA D'ITALIA, e uominireligiosi,chesidolevano,chequello chenelle menti e nei cuoriloro pensavano ed amavano,nonpotessero in ordinato e pubblico modo manifestare. Era adunque nato un desiderio in Francia di veder ristoratii riti dellareligione cattolica ,e moltiFran cesi in questo desiderio tanto più s'infiammavano , quanto più difficilesembrava larintegrazione. Certo pareva , che ove una prima insegna di Cristo si fosse rizzata, là sarebbero concorsi cupidamente, e con amore avrebbero abbracciato coloro , che rizzata l'avessero. Buonaparte non era uomo da non vedersi queste cose, meno ancorada non usarle peredificare la questosuapotenza,eperarrivarea'suoifinismisurati.Peravevadatoparoledipace,direligione,diri spetto , e d'amicizia verso il papa, quando ritornò dall'Egitto,arrivando in Francia; per questo tenne i d'Italiamedesimidiscorsiquandoandòallasecondaconquist;perquestolemedesimeprotestazioniaccrebbe quando vittorioso neicampidi Marengosen'era tornatonella suaconsolarsede di Parigi. Adunquedive nutoliberodaipensieri,chepiùnellamente suapres savano, della guerra, applicava viemmaggiormentel'animo alnegoziare col papa, col fine divenirne conlui ad un aggiustamento in materia religiosa.Öfferivadi darestato, culto,e commodi pecuniarj allareligione cattolica, ed a'suoiministri. Aggiungeva le solite lusinghe, favellandocon accomodate parole della mansuetudine,e della santità del Chia ramonti,vescovo d Imola.Nè tralasciava le consuete dimostrazionidel suo amore verso la religione, e

LIBRO VIGESIMOPRIMO. 1801 . 81 7

verso i Francesi Alcániaccidenti ajutavano queste pratiche, altri le disajatavano.Dava favore al con solo un concilio nazionale di vescovi giurati,che di pendentemente daun altro tenuto nel novantasette, con suo consentimento espresso era per adunarsi in Parigi il dì di Santo Pietro. Non solamente ei nonimpediva che questivescovi parlassero, ma glinci taya anche a parlare, quantunque fosserogiurati, e contrari a quellapienezza di potestà, che i papi pre tendono spettarsi alla sedia apostolica. Della quale facoltàlargamente usando, mandavano circolari esor tatorie ai vescovi, epretiloro compagni della chiesa gallicana,acciocchè imitando, comedicevano, quella carità, aveva lasciato il precetto e l'esempio,venissero al destinatogiornoad unirsinel consiliodi Parigi. Compissesi, confortavano, l'opera incominciata nel concilio del novantasette; dessesi occasioneedincitamento alrinnovarequestenazionali e sante assemblee presso tutte le altre nazioni della cristianità, assemblee tanto raccomandate, e tanto commendate dalla veneranda cristiana antichità, no drissesi speranza, che fossero esse il principio di un concilioecumenico,ladi cuiconvocazione,già da più secoli interrotta , sebbene il concilio di Costanza avesse prescritto che ogni dieci anni si convocasse, era santa e necessariacosa rintegrare. Mandavano al tempo stesso pregando il papa, col qualegià il con solonegoziavaper venirneallostatuirecon luiprecetti contrary, inviasse suoi deputati per certificarsi, quale e quanta fosse la purità della fede loro : con lui si la

2 IV . 6

dicuiGesùCristo

82 STORIA D'Italia. a mentavano di essere stati primacondannatiche uditi da Pio sesto; affermavano, per opera loro nonessere stato interrotto il corso della potestà episcopale : forse, sclamavano, poter essere loro imputato apec cato l'avere somministrato i sussidj, ed i conforti della religione a sì copioso numero di diocesi, e di parrocchie abbandonatedai pastoriloro? Allegavano, che la facoltà di teologia, e di dritto canonico di Fri burgoinBrisgoviaavevaprofferitouna sentenzatutta a loro favorevole, sebbene non provocata; implora vano il parere di tutte le altre università cattoliche, offerendosi pronti a dire ed a scrivere quantoloro fosse addomandato a dilucidazione della controversia. Protestavano finalmente, essere figliuoliobbedienti della chiesa una, santa, cattolica, apostolica, e ro mana; e con parole efficacissime testimoniavano, nel grembo suo voler vivere, nel grembosuo morire.

Trattavasi in queste controversie principalmente della elezione dei vescovi, cioè quanto al temporale, se la elezione fatta dal popolo fosse valida, come quella fatta dai ree da altri capi di nazioni, e quanto allo spirituale, se, perchè il filo della successione episcopale non fosse interrotto, fosse necessaria l'in stituzione del pontefice Romano, o se bastasse quella fatta da un altro vescovo. Trattavasi poi anche di quest'altropunto,se gliecclesiastichidovesserovivere per le sole obblazionidei fedeli, o sedovessero posse dere beni in proprio,e se doutrina eretica fosse il mantenerechela potestà temporale,pei bisogni gene rali dello stato, potesse por manosenza ilconsensodel

chènèRomanoponteficeneibenidellachiesa.Nonerapuntoincerta,nèignotalaopinionedeivescovigiuratiadunatiinParigiintornoalleannunziatequestioni,poiognunosapeva,chesentivanocontroledottrinedellaRomanasede.NèsoloquesteopinioniinFran cia erano sorte, ma a loro non pochi uomini dottis simi,edi ogni religiosa virtù ornati in Italia si erano accostati; conciossiachè, tacendo del Ricci, vescovo di Pistoja, che più vivamente di tutti procedeva, nella medesima sentenza erano venuti i professori Degola, Zola, Tamburini, Parmieri,e con loroGau.tier, prete Filippino di Torino, Vailua, canonico d'Asti, con molti altri, sì Toscani,che Napolitani, che dal Ricci, o dai fratelli Cestari avevano le mede sime dottrine imparato. Non dubitava Gautier di af fermare, quale principio incontrastabile, che le ele zioni dei vescovi sono di diritto divino, od almeno, di apostolica constituzione, che sì fatto modo di ele zione venne statuito dagli apostoli stessi, e servì di esemplare alla disciplina praticatasi universalmente nella chiesa nei secoli posteriori intorno ad un arti colo di tantaimportanza: allegavail Filippino a con fermazione della sua dottrina, che l'elezione di San Mattiaera stata fatta, non da San Pietro solamente, ma datuttii discepoli adunati nel cenacolo, che som mavano à centoventi ; finalmente usciva con dire, che se in fatto il pontefice Romano usavada più se coli la facoltà d'instituire i vescovi, per,mera usur pazione ne usava. Da tutto questo concludeva, cheil. papadoveva riconoscere, e confessare per verile le 2 :

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7 gittimi vescovi coloro, ch'erano stati creati in con formità degli ordini stabiliti dall'assemblea consti tuente di Francia. Voleva adunque Gautier,ed esor tava i vescovi, andassero, non ammessa scusa alcuna, o pretesto in contrario, al concilio di Parigi per inge rirsi in quella gran causa, perchè pareva a lui, che chiunque diritto esenza prevenzionemirasse, avesse a venire in questa sentenza, che l'innocenza, la ra gione,lagiustizia, secondo i saniprincipj deicanoni, stessero intieramente in favore dei pastori ordinati a norma della constituzione del clero di Francia; che essi veri e legittimi pastori fossero, siccome quelli che erano stati eletti dal popolocristiano, ed appruo vati e constituiti nelle loro chiese dai rispettivi me tropolitani, secondo i canoni primitivi dalla venera zione ditutto l'universo confermati, e contro i quali nissuna consuetudine potrebbe prevalere. A queste opinioni con l'autorità sua, è con gli scritti dava favore Benedetto Solaro,vescovo di Noli, mostrando gran desiderio di recarsi al concilio Parigino.

84 STORIA D'Italia.

Pure da un'altra parte la Romana curia ardente mente impugnava le medesime dottrine : Pio sesto pe'suoi brevi dei dieci marzo e tredici aprile del novantuno, le aveva solennemente condannate, af fermando, e costantementeasseverando, che la po testà di compartire la giurisdizione ecclesiastica se condo la disciplina da più secoli venuta in costume, e daiconcilj; ed ancora dai concordati confermata, non appartenevaneppureai metropolitani;che anzi questa potestà era alla fonte, dond'era derivata, ri : 7

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torna a, siccome quella che unicamente nell'aposto lica sede hala sua stanza; che presentemente alRo mano pontefice spettava il provvedere di vescovi ciascuna chiesa, come spiega il coneilio di Trento; dalche ne conseguitava che niuna legittima institu zione di vescovipuòesservi, eccetto quella che dalla sedia apostolica si riceve ; così avere statuito la chiesa universale debitamente adunata in concilio; cosi avere constituito il concordato concluso tra Leone decimo, pontefice, e Francesco primo, re di Francia; dal che si vedeva, che, sebbene solamente dal secolo decimoquinto i pontefici successori di San Pietro instituissero nelle sedi loro i vescovi, in contrastabile nondiinanco era in questa materia il diritto loro, perciocchè vicarj di Cristo essendo,in se tutta ayevano raccolta la potestà data da Dio in terra pel governo della chiesa; e se i vescovi erano posti a reggere le chiese particolari, ciò solamente potevano fare, quando dal supremo ed universal pastore ne avevano ricevuto il mandato. A queste dottrine della curia Romana, come le chiamavano, non potevano star forti,nè udirle pa zientementegliavversarj,econ parole,econ iscritti, e con allegazioni di testi, e con sequele di ragiona menti continuamente le combattevano. Nè ciò fa cendo, del tutto modestamente procedevano; per ciocchè,quantunque usasserodiscorsiartifiziosamente umili verso il pontefice, mescolavano nondimeno motti acerbi, e sentenze ancor più acerbe, quando favellavano dellapotestà pontificia, ele disputazioni, 9

Queste contese teologiche molto piacevanoal con solo, e gli dimostravano una grande opportunità, perchè non dubitava che il papa, temendo ch'ei non fosse per gettarsi in grembo agl' impugnatori della santa sede, avrebbe mostrato più docilità nel conce dere ciò che desiderava ; perciò questi umori non solofavoriva, ma incitava. Questi erano gli accidenti favorevoli al consolo; ma per natura , e per uso , e permassima amavaegli molto più il governo stretto e monarcaledel governo largoepopolare degli avversi, e gli pareva che gli ordini papali, ri spetto alla potestà unica ed universale , fossero un grande,utile e maravigliosopensamento. Chiamava i giansenistigentedimolta fede, edi ristretti pensieri; nè glipareva che la constituzione del clero, siccome cosaantiquata,eeagionedi moltedisgrazie,sipotesse utilmente rinfrescare. Un nuovo e vivace pensiero, e più conforme ai desiderj dei popoli, gli pareva che abbisognasse.

Da un'altra parte cadevano in questamateria molte e gravi difficoltà. La principale forza del consolo era posta ne' suoi soldati, e non istava senza qualche ti more, che quell'apparato religioso, al quale da sì lungo tempo erano disavvezzi, e quel comparir di papa,cheil > e

86 STORIA D'ITALIA. come di teologi, s'innasprivano. In somma, siccome per la constituzione civile del clero ordinata dall'as semblea constituente pareva loro avere vinto una gran causa, cosi con tutti i nervi, e con tutte le forze loro tentavano di riconfermare la conseguita vittoria.

LIBRO VIGESIMOPRIMO . 1801 . 87 la con. preti, cui avevano e con fatti perseguitato, e con motteggjlacerato, non paresseavere agli occhi loro qualche parte di ridicolo, cosadi somma importanza in Francia. Temeva altresì su quei primi principj la setta filosofica, nemica al papa, assai più potentedi quella che impugnavala larghezza dell'autorità pon tificia. Egli aspettava dalla prima gran favore e gran sussidio. Ma più di tutto questo travagliava l'animo suo la faccenda dei beni della chiesa venduti dai pre. cedenti governi; perchè l'ottenere dal papa fermazione di queste vendite era di sommo momento, esapeva che il pontefice ripugnava al fare inquesto proposito alcuna espressa dichiarazione. Purela tran. quillità dei possessori era fondamento indispensabile della sua potenza. Non pochi dei giurati erano di gran nome, e di qualche autorità, e il consolo gli volevavezzeggiare;ma l' impetrare dal papa,chenon solamente gli assolvesse, e nel grembo suo gli riac cettasse, ma ancora , come desiderava , che ai primi seggi della gallicana chiesa gli sollevasse , appariva intricato, e malagevole argomento. La medesima dif ficoltà sorgeva per gli ecclesiastici della parte con traria, che avevano conservato i seggi loro ancheai tempi dell' esiglio , ed ai quali non avrebbero forse voluto rinunziare , parte per insistenza nell'antiche opinioni, parte per affezione alla famiglia reale di Francia. Nè mediocre impedimento alla definizione del trattato recava il capitolo della celebrazione dei riti cattolici ; perciocchè essendo i medesimi andati in 9 2

Nonostantetutte queste malagevolezze in un ne gozio di tanta importanza, essendo nelle due parti grandissimo desiderio di convenire, mandava Pio settimoaParigiilcardinale

88 STORIA D'ITALIA. disusoda' sì lungo tempo,non erasenzapericolodi scandalo, in mezzo a popolazioni infette diusi e di opinioni contrarie , ilvolere che tutto ad un tratto pubblicamente, e secondo tuttigli usi della chiesa si

ErcoleConsalvi, suose gretario di stato, Giuseppe Spina, arcivescovo di Co rinto, ed il padre Caselli, teologo consultatore della santa sede. Dal canto suo dava il consolo facoltà di trattare e di concludere a Giuseppe Buonaparte, a Cretet, consigliere di stato, ed a Bernier, curato di San Lodo di Angeri. Da questi si venne il dì quindici luglio al trattato definitivo tra la santa sede, e la re pubblica di Francia , atto piuttosto di unica che di molta importanza, poichè per lui si restituiva alla chiesa cattolica una parte nobilissima d'Europa,e si ridava la pace a tanti uomini di coscienza timorata e pia. Il fece il papa per motivi religiosi, il consolo per mondani;nè troppo ei se n'infinse, il che fu non; senza scandalo; perchè gli uomini religiosi abbomi navano , che lareligionesi usasse permezzo, non per fine,antica, fondata, ed inutile querela.

celebrassero : si temeva che nascessero enormità , dalle qualii fedeli ricevessero maggiore offensione, che edificazione. Ripugnava adunque il consolo, mal gradocheilpapa insistesse perognilarghezzadicultopubblico, a questa condizione, volendo indugiare à tempo più propizio i desiderj di Roma.

2 2

facessero,

LIBRO VIGESIMOPRIMO. 1801 . 89 > > 9

blicazione

ConfessatosidalgovernoFrancese, chela religione cattolica, apostolica e romana era professata dalla maggior parte dei Francesi, e confessatosi altresì da Sua Beatitudine, che dalla sua rintegrazione in Fran cia era perderivarleungrande benefizio ed ungrande splendore, convenneroestipularonoledueparti,che la religione cattolica, apostolica e romana avrebbe libero epubblico esercizio in Francia, a quelleregole confermandosi, che il governo giudicherebbe neces. sarie per la quiete dello stato : s'accorderebbero la santa sede ed il governo adordinare una nuova cir conscrizione delle diocesi; esorterebbe il pontefice i vescovi titolari a rinunciare alle sedi loro, e sé nol conlaelezione dinuovi titolari provvede rebbé; nominerebbe ilconsolo tremesidopo la pub della bolla di Sua Santità gliarcivescovi, ed i vescovi secondo la nuovacirconscrizione, e con ferirebbe il papa l'instituzione canonica secondo le regole constituite par la Francia innanzi che il go verno vi si cambiasse ; le sedi vescovili, che in progresso vacassero, ugualmente con nominazioni fatte dal consolo si riempissero, e l'instituzione cano nica, conforme al capitolo precedente, dal papa si conferisse; giurassero i vescovi,e gli altri eccle siastichi,prima dell'ingresso loro,fedeltàallarepub blica, e promettessero di svelare qualunque trama contraria allo stato ; pregasseto nelle chiese per la repubblica e pei consoli ; i vescovi non potessero fare nuove circonscrizioni di parrocchie, nè nomi nare parochi, se non a beneplacito del governo; le 2

1 i 2

H

Questa convenzione mandata a Romaper la rati fica del , videstògravi e pertinaci controversie.I teologi più stretti e più dediti alle massime della curia Romana, apertamente biasimavano i plenipotenziarj delloaveretroppo largheggiato nelleconces sioni, e grandemente offeso i diritti e le prerogativee

90 STORIA D Italia. > chiesenon vendute si restituisseroai vescovi. Dichia rava inoltre il papa,avuto riguardo alla pace, edalla, rintegrazione della religione in Francia ,che nè egli, nè i suoi successori non sarebbero mai per molestare gliacquistatori dei beni ecclesiastici alienati, e che per conseguente la proprietà di essi beni, i diritti e le rendite annessivi , fossero e restassero incommuta bilmente in loro,nei loro eredi, o negli aventi causa da essi. Obbligossi il governo di Franciaa dare con grui assegnamenti ai vescovi ed ai parochi, a prov vedere che i fedeli di Francia potessero legare alle chiese per beneficio della religione. Confessò, è rico nobbe il papa, essere nel consolo gli stessi diritti e prerogative, di cuiappresso alla sediaapostolica go devano gli antichi sovrani di Francia. Se accadesse, che unconsolo acattolico arrivasse al seggio supremo inFrancia, i suoi diritti e prerogative, e così ancora la forma delle elezioni dei vescovi si regolassero per un nuovo accordo. Concluso il concordato, dissolveva tostamente il consolo, non avendone più bisogno, il concilio nazionale di Parigi. Cosìglisforzi deivescoviepretigiú rati, per astuzia del consolo, servirono alla rintegra zione dell'autorità papalepiena in Francia."

LIBRO VIGESIMOPRIMO. 1801. 91 7 : > di 2 della chiesa cattolica. Il papa medesimo , siccome quegli che molto timorato era, e delle prerogative della santa sede zelantissimo, se ne stava in forse, non sapendo risolversi al ratificare. Icapitoli', su i qualicadevanoprincipalmentele controversie,erano, primieramente quello che statuiva, doversi il pub blico esercizio delcultoregolare dalla potestà tempo rale senza nissun intervento dell'ecclesiastica , se condamente,quello, per cui si dichiarava da parte del pontefice la proprietà incommutabile a favore degli acquistatori dei beni ecclesiastici. Pareva ad alcuni, che il sostenere che la potestà laica possa per se , e senza l'intervento della potestà ecclesiastica far regole pel culto pubblico , quandanche fosse per ragione della quiete dello stato, e che ad esse régale sia la chiesa obbligata ad uniformarsi, fosseproposizione,non solamente contrariaai canoni, ma ancorapiù che sospetta di eresia, siccome quella cheè contraria al detto dell'apostolo , che i vescovi sono posti dalloSpirito Santo al governo della chiesa di Dio. Allegavano, che non vi è chiesa senza culto, che chiregola il cultoregola lachiesa,e che chi reo è dunque falso, concludevano, che ivescovi sianodestinati dal divino spirito a reggerela. chiesa, il che è eresia , o è indubitato, che i vescovi soli, e non i laici, debbono reggere il culto, il che è; dogma.Aquesteragionivieppiùsiperitavapapa Pio, e stavadubbiodelpartito alqualedovesseappigliarsi. Deliberò, prima di risolversi, di consigliarsi coiteo logi più dotti diRoma : richiese del parer loro il car 7 gola regge. 2 2 2

92 STORIA D'ITALIA. O > dinale Albani,e frate Angelo Maria Merenda dei predicatori, commissariò del sant' officio. S accorda rono ambidue, che il papa , salvacoscienza, potesse ratificare, Il Merendaprincipalmente, molto sottilmentedi questamateria ragionando,statuiva,che,sesitrattasse di stabilireuna bolla, un canone; una definizione,od una massima in materia di dottrina , il dire , che la potestà laica possa regolare il culto senza l'intervento della potestà ecclesiastica, e cheallesue regole deb bano gli ecclesiastichi uniformarsi, sarebbe proposi zione eretica; manon parimentequando sitrattasse, come nel caso presente, di trattato, convenzione, o accordo, che si facesse coll'intento d'introdurre una regola, per cui si rintegrassero e si reprist nassero la religione e l'ecclesiastica disciplina , in un paese dal quale erano da molti anni miseramente sbandite, benchè da più secoli , come in loro propria sede vi dimorassero, e gli abitatori suoi fossero stimati veri e-legittimi figliuoli primogeniti della chiesa. Sapersi, quanto fosse la parte acattolica potente in Francia, quanto disusata la religione,quanto facili-a nascervigli scandali: però le circostanze dei luoghi e dei tempi richiedere, che per evitare i danni maggioriche da un rifiuto nascerebbero, per non privare un gran numero d'innocenti di quegli spirituali sussidj, che potevano con la condizione presenteconcordarsi, per avviare in somma l'importantissimo affare dellareligionein un paese, che nel miglior modo che si, potesse la desiderava, poteva , e doveva il sommo

2

Quanto poi al capitolo che concerneva i compra tori dei beni ecclesiastici venduti ; manifestarono Albani e Merenda una opinione del pari conforme , edelpari favorevole alle stipulazioni, parendo loro, che secondo i termini in cui era espresso , non per altro Sua Santità riconoscesse i compratori,come proprietarj dei beni alienati , se non in conseguenza

LIBRO VIGESIMOPRIMO. - 93 1 1 2 i 1 0 1801. pontefice risolversi alla ratificazione; nè all' uomo prudente appartenersi ilfar gitto ditutto, quando si può conseguire una parte; nè a patto alcuno potere il pontefice di tale atto venircensurato,perchè sol tanto faceva una concessione, la quale dalla sua au torità procedendo, non dava nissun diritto alla po testà secolare : avere voluto il divino redentore, che in tempiavversiusassero gliapostoli la prudenza del serpente, e la semplicitàdella colomba; il quale pre cetto, siccome spiega San Tommaso, significare, che,siccome il serpente nelpericolo s'avviticchia,e nasconde il capo per salvarlo , così la chiesa deve studiarsi di salvar la fede, che è il capo e il fonda mento, su cui rimane la chiesa medesima edificata; e siccome colomba, elladeve con la dolcezza, e con la lenità sforzarsi di mitigar l'ira degli avversarj. Il cardinale Albani a questo parere tanto più volentieri si accostava, quanto più sapeva, che iplenipotenziari di Francia avevano dato promesse certe per iscritto, che le modificazioni e restrizioni della pubblicità del culto, non in alcuna parte sostanziale, ma solamente nelle processioni esteriori, nellesepolture, edin altri somiglianticasiconsistevano.

94 STORIA D'ITALIA. delle promesse,chelorofacevadinonmolestargli, nè per se, nèpe'suoi successori; dalla qual promessane veniva loro assicuratoilquieto e pacificopossesso , dal quale sorgeva necessariamente il diritto incom mutabile diproprietà.Non eraadunque, pensavano , cheSuaSantità riconoscessenegli acquistatori l'anzidetto dirittodi proprietà independentedalla suaconcessione;chèanziildiritto stessodiproprietà,siccome ilcapitolo esprimeva,era una sequeladella condona zioneimplicitamentecontenuta nellapromessadinonmolestare i possessori, condonazione,che il papaloro faceva colla pienezza dell'apostolica suprema sua autorità. Che se, aggiungevano i due consulta toridella santasede, le duepartidelcapitolo fossero state concepite con ordine inverso, e si fosse detto che il papa dichiarava, dovere la proprietà dei beniecclesiasticialienatirimanere immutabilmentepresso gli acquistatori, eche in conseguenza non avrebbero essi mai ricevuto molestia nel possesso ditalibenidaparte della santa sede , una dichiarazione di tal sorta sarebbestata digrave censura degna, perchècon lei si sarebbe appruovato in certo modo l'errore già dai sacri concilj Lateranense secondo, e Constanziense condannato in Arnaldo da Brescia , Marsilio da Pa dova, Giovanni da Garduno, e neiValdesi, Viclefiti, ed Ussiti : ma trovandosi le due parti del capitolo collocate,come sono, il capitolo era irreprensibile, poichè la proprietà risultava dalla condonazione del papa, non la condonazione dalla proprietà. DerStante adunque le dilucidazioni date dal cardinale

LIBRO VIGESIMOPRIMO. I802. 954 2 2 e dal cominissärið,nonsoprastette più lungamente Pio settimo a dareil suo assenso,e ratificò il concor dato. Scrisse al tempo stessobreviaivescovi titolari, acciocchè alle loro sedi rinunziassero. Alcuni rinun ziarono, la maggiorparte, massimamente quelli che si erano riparati in Inghilterra, ricusarono. Dei giu rati Primat, le Blanc de Beaulieu, Perrier, Leco , Saurin , supplicato al papa che loro perdonasse, e nelle sedi destinate dal consolo gl' instituisse , im petrarono.

Rimossi per tale guisa tutti gl'impedimenti, pub blicava il consolo;il giornodi Pasqua dell'ottocento due,il concordato. Scriveva ai vescovi una circolare, incui, conparoleasprissime,ingiuriava

ifilosofi:poi rivolgendosiai Francesi, con Buonaparticostile dis correva, che da una rivoluzione prodotta dall'amor della patria erano sorte le discordie religiosé, e per esse il flagellodelle famiglie, gli sdegni delle fazioni, le speranze dei nemici; uomini insensati avere atter rato gli altari, spento la religione; per loro avere cessato quelle divote solennità, in cui l'un l'altro aveva per fratello, in cui tutti sotto la mano di Dio creatore di tutti si stimavano fra di loro uguali; per loro non udire più i moribondi quella voce consola trice, che chiama i cristiani a miglior vita; per loro Dio stesso parere sbandito dalla natura; dipartimenti distrutti dall'ire religiose, forestieri chiamati adanni della patria, passioni senza freno, costumi senz'ap poggio, sciagure senzasperanza, dissoluzione di so cietà; solo la religione averepotuto portarvirimedio;

96 STORIA D'ITALIA: ; a averlolui voluto , averlo nella sapienza sua voluto il pontefice, averlo i legislatori della repubblica ap pruovato; così essere sorto ilconcordato, così essere spenti i semi delle discordie,cosìsvaniregliscrupoli dellecoscienze, così superarsi gli ostacoli della pace. Dimenticassero, esortava, i ministri della religione le dissensioni, le disgrazie, gli errori; con la patria la religione gli riconciliasse, con la patria gli ricon giungesse; i giovani cittadini all'amoredelleleggi, all'obbedienza dei magistrati informassero; consi gliassero, predicassero, inculcassero, che il Dio della; paceerapur anco il Dio degli eserciti, e che, impu gnate l'armi sue insuperabili, combatteva a favor di coloro, che la libertà della Francia difendevano. Grande allegrezza ricevettero i fedeli in Francia per la reintegrata religione. Gioinne anche maravi gliosamente Roma; ma non fu il contento del pon tefice senza amarezza ; conciossiacosachè ilconsolo aveva accompagnato la pubblicazione del concordato con certe regoledi disciplina ecclesiastica sotto forma di decreto, che, secondo le romane opinioni, offen devanoleprerogativedellasantasede,o restrignevano l'autorità dei vescovi, o difficultavano l'ingresso allo stato ecclesiastico. Voleva che nissuna bolla, o breve, o rescritto qualunque della Romana corte potessero, senza il beneplacito del governo, esserè pubblicatipubb, od eseguiti in Francia; la quale proibizione rispetto ai brevi della penitenzieria parvecosainsolita, epoco decorosa perlasanta sede. Voleyache nissuno, senza il beneplacito, potesse assumere la qualità dinunzio, 2

LIBRO VIGESIMOPRIMO. 1802 97 1 legato, vicario o commissario apostolico ; cheide cretideisinodiforestieri, ed anzi quelli deiconcilj generali nonsi potesseropubblicare, se non previa approvazione del governo; che nissun concilio, o nazionale,ometropolitano, che nissun siñododioce sano senza permissione tenere si potesse; chele fun zioniecclesiastichefosserogratuite,salveleobblazioni dei fedeli;che vi fosse ricorso al consiglio di stato pergliabusi; che s'intendesseroabusi ogni contravvenzione alleleggi della repubblica , od alle regole stabilite dai canoniinFrancia,ognioffesa delle li bertà,franchigie,e costumanze della chiesa galli cana, ogni atto commesso nell'esercizio delculto, che,od offendesse l'onore deicittadini, o turbasse arbitrariamentele loro coscienze, o tendesseall'op pressione,all'ingiuria , allo scandalo. Voleva pari mente, che i vescovi non potesseroordinare alcun ecclesiastico, se non possede sealmeno una rendita di trecento-franchi, e se non fosse arrivato all'età di venticinque anni. Nè minore offesaaveva recato l'articolo statuito pure dal consolo, che i professori dei seminarj fossero obbligati a sottoscrivere la di chiarazione del clero di Francia del milaseicentottan tadue,e adinsegnareladottrina dei quattro articoli, dottrinaincomportabile aRoma,almeno quanto spetta : ai tre ultimi, werden attebeste Tutte questeregole,cheappartenevano alladi ei plina ecclesiastica, quantunque fossero giuste e ne cessarie', sìper la sicurezza della potestàtemporale, come pelbuon ordinedello stato, ed usate già dai 7

98 STORIA D'ITALIA.

tempi antichi, non solamente in Francia,ma ancora in altri paesi d'Europa ,e massimamente in Italia, facevanomalsuonoalle Romane orecchie;mailcon solo, ne aggiunseun' altra veramente intollerabile, perchè toccava la giurisdizione, equesta fu , chei viearj generali dellediocesi vacanticontinuassero ad usare l'autorità vescovile, anche dopo la morte del vescovo ,e fino a tanto che successore non avesse.

Parve cosa troppo enorme; perciocchè i vicarj ge nerali altro non sono ,chei mandatarj del vescovo , ed ogni facoltà loro, comedi mandatarj, cessa pel fatto della mortedel mandatore. Bene dottrina più sana è quella, che sinoalla creazione delsuccessore ogni autorità sia investita nel capitolo della chiesa cattedrale, e che i vicarjocapitolarielettida lui fa eserciscano. to grande 4 Se nedolse ilpapa, e non punto calse alconsolo chei se ne dolésse.Orava in concistoro Pio settimo, descrivendo consingolarefacondia,inegoziatiintro dotti, le stipulazioni fatte, lo stato della Francia. « Ecco, diceva, i templidellAltissimo di nuovo aperti,l'augusto nomedi Dio, e de'suoi santisulle loro fronti scritto, i ministri del santuario per le sacré cirimonie in un coi fedeli intorno agli altari accolti,le greggi novellamente sottolatutela dei legittimipastori ridotte, novellamente isacramenti della chiesa con libertà e con riverenza ministrati novellamente solidatoilpubblico esercizio dellacat tolica religione, novellamente spiegato all'auralostendardodellacroce,novellamente il giorno del Si e

LIBRO VIGESIMOPRIMO, 1802. 99 > gnor santificato ; ecco novellamente il capo della chiesa, col quale chiunque non raccoglie,dissipa, riconosciuto, eccofinalmente uno scismadeplora bile,cheperla vastitàdellaFrancia, perlacelebrità de'suoi abitatori,perla chiarezzadelle suecittà mi nacciavagran pericoli, e gran ruine allacattolicare ligione, ecco questo deplorabile scisma dissipato e spento. Talisono i vantaggi, tali ibenefizj, talela salute,che il santo giorno della redenzione,incui,, pubblicato il concordato, laFrancia empiè di com punti e venerabondi'fedeli,itempj, ha partorito.»Posciail pontefice,inse medesimoraccolto i, con tinuò dicendo : «Nonè però,VenerabiliFratelli,che l'animo nostro non sia in mezzo alla sua contentezza da qualcheamara puntura trafitto.Sonsi col concor dato, noi non consapevoli, pubblicati certiarticoli, di cui è debito nostro, seguitando le vestigia dei nostri.antecessori,di addomandare e le modifica zjoni , ele mutazioni :-di,ciò richiederemo ilconsolo;ciò speriamo dalla sapienza,e dalla religione sua, dalla sapienza e dalla religione della nazione:Francese, che da tanti secoli tanto ha di questa re ligione meritato,e che oggidi novellamente consìaccesodesideriol'abbraccia.Volleil governo diFranciayelareligione in Franciasiristorasse:nonpuo«non volere quanto la sua santaconstituzionerichiede,quanto lasalutare disciplina della chiesa ricerca, »Infattiinstò il papa,perchè gliarticoli si. riformassero;ma ilconsolo, che,ottenuto ilconcor dato,voleva essere padronedellachiesa,non chela 4 2 e 2

100 STORIA D'ITALIA, chiesafosse di lui, rispondeva, ora con sotterfugj, ora con minacce, nè mai ilpontefice potè. venire a .del suo intendimento. In tale conformità conti nuarono lefaccende religiose inFrancia,finchè nuove condiscendenzedel pontefice, e nuoveambizioni del consolomandarono ogni cosa in ruina ed incon quasso.

Aquestomodotravagliava Roma con Francia.In tanto cambiamentinotabili fin dal varcato annoerano . accaduti in Piemonte.Aveva il consolo cupidigia di serbarquesto paeseperse; ma indugiavaa risolversi, ed occultavacautamente lesue intenzioni. Avèyaanzi veduto volentieri ilmarchese di San Marsano man dato à Parigiper negoziare della restituzione del Piemonte.Leincertezze e le ambagi del consolo, le offertepalesifattealredopo labattagliadiMarengo, ela presenza delmarchese aParigitenevanoinpendentel'opinionedeipopoliinPiemonte,e toglievano ognimododi buon governo.Ognunoguardavaverso Firenze,Roma,oNapoli,doveabitava,orain questa, orain quella, il re Carlo Emanuele.Appresso a lui vivevano moltinobiliPiemontesi,ode'più ricchi,ode'più capaci.S'aggiungeva VittorioAlfieri,natoinAsti di Piemonte,uomo di quell'ingegnosmisurato, cheognuno sa, padre della tragedia Italiana, e da essere eternamente, non che venerato , adorato da chi venera ed adora le Italiane muse. Avendo egli odiato emaladetto ire, quando erano infiore,siera poimesso ad odiareed a maledire lerepubbliche quando erano venute inpotenza , e ciò menoforse ed

LIBRO VIGESIMOPRIMO. - 1802. IOT pel male cheinquelli od in questeera, chepe genio in lui naturalediandar sempre a ritroso.Adunquein Firenze standosene,continuamente fulminava contro la condizione delle cosé Piemontesi.L'autorità di un uðmosìgrandeoperavaconefficacia,e'yieppiù rom peva ogninervo del governo. Sorsero lesortifattepiù certe della Cisalpina e della Liguria; mentre si tacquero quelle del Piemonte, onde chi sperava pel re ebbecagione di più sperare, chi temeva di più temere. In taliintricate occorrenze avvenne' diverso Boreà uncaso di grandissimaimportanza, perchè nella notte dei Ventitre marzo dell'ottocentunomorì di morte violenta Paolo, imperatore di Russia ; della quale non così tosto fu avvisato il consolo, ehe tròvandosiliberodalleinstanzedilui, è volendopréoccu pareilpassoalleintenzionidiAlessandro,suofigliuolo esuccessore,fece un decreto, ilquale, sebbene ancoranon importasse launione definitiva del Piemonte alla Francia,accennavaperòmanifestamente,chesua vö 'lontà fosse,che la unione si effettuasse : constituiva il decreto ilPiernontesecondo gli ordini di Francia. Perchè poi non paresseall'imperatore Alessandro, che il signore della Francia troppo impertinente mente avesseoperato nel prendere, prima di consi gliarsiconlui,unadeliberazionedi tanta importanza, diedeal decreto una data anteriore al giorno,in cui gli pervennero le novelle della morte diPaolo. Spe rava che Alessandro , trovata all'assunzione sua la cosa fatta, non difficilmente sarebbe per consentirvi. Importavail decreto dato ai dued'aprile dell'otto > >

Mandava Jourdan a Parigi per ringraziare, e per" promettere obbedienza deputati; furono quest'essi, Bossi, uno deiconsiglieri,Baudisson, professore del l'università, i nobili d'Harcourt,Alfieri.diSostegno, della Rovere, e Serra. Furono veduti molto volen tieri, massimei nobili', perchè il consolo gli voleva: allettare. Solo Fouché, ministro dipolizia generale; trascorsein presenza loroconparoleeccessivecontro ipreti'e contro gli'aristocrati ; il che fe ridere, stringere nelle spalle i deputati. Intanto il consolo si studiava a conciliarsi l'animo di Alessandro, ed a congiungerselo iri amicizia ; e, siccome astutissimo ch'egli era, é sprofondato 'in tutte leartidiFrancia, d'Italia, e d'Egitto, avendo udi o cheil novello imperatore era di natura gene > e

102 STORIA D'ITALIA: 7 centuno,cheilPiemonteformerebbe

una divisione militare dellaFrancia, chefossepartito in sei dipar timenti,che le leggi della repubblica, rispetto agli ordiniamministrativi e giudiziali,visi pubblicassero ed eseguissero, chele casse alprimogiugno fossero comuni, che un amministrator generale con un con siglio di sei reggesse, che Jourdan restasse eletto am ministrator generale. Si crearono sei dipartimenti , dell'Eridano con Torino, di Marengo con Alessan dria , delTanaro con Asti, della Sesia con Vercelli, della Dora conIvrea, della Stura con Cuneo. Ma il consolo,cheprincipiavaanon amare inomi antichi, cambio quello del primo, non più dell'Eridano, ma del Po chiamandolo, ecrede con ciò di aver fattoun bet tratto.

LIBRO VIGESIMOPRIMO.. 103802. rosa, e tendentealgovernar gli uominipiuttostocon dolcezza che con severità, se gli mise intornoda tutte partitentandolo.Avere voluto la Provvidenza diceva,arbitra delle umane cose, che un principe d'animo nobile e buono fosse salito alsovranoseg gio delle Russie;avere voluto da un'altra parte,che un generale di qualche nomeavesse recato in se la sommadell'autorità in Francia, generale,al quale e le filosofiehe dottrine, e la religionepiacevano, che sapevaqualmoderazioneconvenissealleprime,quale tutela alla seconda; sarebbe feliceilmondo,se Fran. ciaeRussia potentissimes accordassero tra loro al medesimo fine; rotta ,sanguinosa,desolata esserela umanità , ricordarsi delle ferite, non bene avvisare i rimedj ; il dispotismo da una parte, l' anarchia dall'altra; se Alessandro e Buonaparte nello stesso disegnoconvenissero, darebbesi dolcenorma inEu ropa alla potestà assoluta, frenoinsuperabile allali cenza ;aversi ad ordinare Italia ,Svizzera, Olanda; ; parlasse Alessandro,del desiderio suo avvisasse, ora pago l'intento suo; principiare il secolo ,dover principiare con nuove e fortunate sorti; questiessere gliaugurj, queste learre date dalcieloaBuonaparte e ad Alessandro ; dover loro mostrare , ad onta di tanti secoliinfelici, che vi èmodo di condurre gli uomini a felicità ; dover mostrare, checalunniano l'umanitàcoloro che la odiano; dover mostrare chela filosofia noninganna, chelareligione non per seguita, chela libertànon dissolve; dovermostrareche tutte insieme unite potevano far sorgere un vi

verefortunatissimora

si lieto fine volere lui usare tutta la volontà , e tutta la forza sua ; se le volesse usareanche Alessandro,direbbero iposteri, chenonindarno sperarono i filosofi , che piùayventurosestelle avesserosasplendére sulle miseregenerazioni un giorno. Aidolcisuoni,allamagnificenzaegioconditàdelle parole, come benevolo, si calava Alessandro, non sospettandoquanto veleno in se nascondessero. In tantoilconsolo, fatto sicuro dell'amicizia di Russia, insorgeva,'e'mentre Alessandro si pasceva di spe ránize lusinghiere,ei dava manoalle realtà, in am minandosi al dominiodelmondo. Cominciando dal Piemonte,che stimava esser necessario congiungersi per aversenza impedimenti di mezzo la signoria d' Italia, comandava, che ildecretodeidue aprile fosse in ogni sua parte mandato ad effetto.L'Austria im potente per le disgrazie, l'Inghilterra per la lonta wanza, nè consentirono nè contrastarono, persuaseóramai, che,senonarrivavaqualche improvviso ac cidente che le ajutasse, indarno erano i consigli úmani.Arrivarono a Torino i commissarj Pariginiad ordinar lo stato, chi per lë finanze, chi pel fisco, chipellotto, chi per le poste, chi perglistudj, ehipei giudizj.L'antica semplicitàdegli ordiniamministrativi di quel paese degenerava in forme complicate, inuovi costarono a'moltidoppi più cari. Bene si mi gliorarono gliordini giudiziali sì civi i che criminaliperl'acquistata prontezza, immenso benefizio, che consolava'della perduta independenza. Ciò, quanto > 2

104 STORIA D'ITALIA .. 9

LIBRO VIGESIMOPRIMO: + 1802. 105 >

allecose scritte: quanto alleartisubdole,non so se provvide,mácertamente furono strané. Voleva il consolo ridurre lo stato alla forma di monarchia : i repubblicani di Francia, eccettuati ipiùfuribondi, che aveva confinati in carcere, o banditi inlidi lon tani, il secondavano,nè egli era avaro verso di loro dicarezze e diricchezze. Quantoai repubblicani Ita liani, duemezziglisi paravanodavanti, o divezzeg giargli, comequei di Francia, o dispegnergli,non già coll'ammazzargli, perciocchè sapeva chel' età non comportavasangue, comelaBorgiesca, ma coltorre loro l'autorità e la riputazione. Elesse quest ultimo, alche diede anche favorela ricchezza degli avversarj, che mandavano doni, presenti e denari nelle.corrotte Tulierie;il che era cagione, che, a quello,a che di propria volontà inclinava, fosse an che stimolato da altri. Tolse adunque le cariche a molti, nè solamente gli cassava, maancora dandofavoree stimolo ai nemici loro, operava,cheil nome e lafama ne fossero straziati e vilipesi; intricate in famie, perchè perseguitava chil'avevaajutato, vez zeggiava chi il disprezzava. :« Buon procedere sarebbe stato questo,quantoall; utile',se mai non avessero potuto arrivare i tempi grossi, manon al contrario, perchè per esso si pei devano gliamici,e non siacquistavano inemici ;ma il consolo sognava sempreprosperità. Restaya Jour dan, che erastimato repubblicano, Deliberossi a toire anche questo capoai repubblicani, quantunque éi si fosse portato moltorimessamenteconloro: e 2

>

106 STORIA D'ITALIA. 7

Il consolo teneva ilPiemonte per Menou,la 'Fos cana per Murat.Voleva, comea suo cognato, aprire stromenti di calunnie, o modo incominciava il

partiJourdanlodatodal consolo ,desideratodair Pie montesi. Arrivava Menou in Torinoin luogo diJour dan.Raccontarle lepidezze egli arbitrj chevi fece questoMenou, sarebbetroppolungabisogna',e forse troppopiù piacevole, chela gravità della storia com porti.Bene non mi posso tenere dal considerare il consiglio delconsolo,cheperinsta rare, comedi ceva, gli ordini della monarchia in Piemonte, vi mandava un Menoudi Francia, e per instaurarvi,' comeanchediceva, lareligionediCristo,vimandava un Menoud'Egitto.Forse voleva atterrire con qual che'odore diTurchia;'ma è un pessimo modo di terrore il rendersi ridicolo. Basta, accidente strano e non più udito era quello di veder le carezze che Menoufaceva ai nobili,equelle chei nobilifacevano a Menou,dalcantosuo umiliedimesse, dalcantoloro astute esuperbe;edei se legodeva, ed erane conten tissimo. Diceva cheil governo il voleva, il cheera vero; ma il governo dà l'autorità, non la discrezione, e Menou non ne aveva. A questa guisa passarono i tempi fra i Subalpini infino alla unione definitiva : partigiani di Francia perseguitati, partigiani diSardegna accarezzati, partigiani d'Italia usati come di vendette, il giardino del re diformato da una sucidá baraccaad uso di una Turça. A questo pro messolegale doininio nel generoso e sfortunato Pie monte.

LIBRO VIGESIMOPRIMO. 1802. rol > aMuratl'adito alle grandezze;'nè Murat eradicattiva natura, solo aveva poco cervello, e l'animo molto vanaglorioso : per questo, quantunque fosse buono, sipiegavavolentieri alle voglie del consolo , quali ellesi fossero. La parte dell'esercitoch' egli governava, mandata primamente in Italia per rin forzarel'aladestradiBrune,eper'alloggiare inTos cana, fu',dopo la pace di Luneville,mandata nello stato Romano constar pronta ad assaltare ilregno di Napoli.Conclusapoilapace colre,entravanelRegnosin oltre aTaranto,innomeperisforzare il governo adosseryár il trattato,ediperdoni verso'i novátori,in delfattoperminacciargl'Inglesi,epervivereaspeseRegno.QuantoallostatoRomano,conclusoil .concordato, Murat ritirava le genti, che viaveva, inAncona,pertenerquel frenoin boecaalpontefice;si coloriva il fatto col pretesto degl'Inglesi. Così gl'Inglesi occupavano quanto potevano in Italia e nelle sue isole per impedire, comedicevano, il pre dominio ela tirannide dei Francesi; questi facevanolostessoperimpedire,comeprotestavano,il predo minio e la tirannide degl'Inglesi; fra entrambi in tantol'Italia non avevanèposa nèsperanza. Muratgirando per Toscana, e stando in Firenze, ed ora andando a Pisa , ed ora a Livorno, edora a Lucca, riceveva in ogni luogo, come cognato delconsolo,onorevoli accoglienze, cagioneper luid'incredibile contentezza. Si mostrava'corteseed affabile contutti ; nèamava le rapine,mancoilsangue : purchè il lodassèro , se ne viveva contento.Pure' trascorse ad un

. .

108 STORTA D'ITALIA. attos,credo pervolontà del consolo , nelqualenonnonso se sia,omaggior barbarie, o maggior ingra titudine, omaggior insolenza.Comandavaconbando pubblico,chetuttigl'Italiani,eranolamaggiorparte Napolitani,esulidalle patrie loro per opinionipoliti che, dovessero sgombrare dallaToscana,eritornare neipropri paesi,in cui, secondochè affermava,potevano, in virtù deitrattati,viverevita sicura e tran quilla; chifosse contumacea questocomandamento , fosse per forza condotto aiconfini,ed espulso. E per chèniuna parte dibruttezza maneasse a quest'atto, prese, perfarlo, occasione daun tumulto popolare nato in Firenze nel mentre che si conduceva all' estremo supplizioun soldato Toscano,'reo d'assassi niocontro un soldato Francese, come se ifuorusciti fossero in paese ospitalereidi ribellione alleleggied alla giustizia,o s'intendessero cogliassassini. Sìpercerto, questo mancavaalla malvagitàdel secolo, che'coloro,i quali erano per le instigazionidi Franciavenuti in odio ai loro antichi signori,fossero,come gente di mal affare;cacciati inesorabilmente dagli eletti ricoverilorodaun generale di Francia.Pote vanoi ladri e gli assassini di altri paesi ritirarsiin Toscana, quietamente dimorarvi, solo gli amatoridelnomedilibertà,uomini,se ingannati,certamente ingenuie dabbene, nonpotevano esservi ricettati,nètrovarviriposo e salute,daquei medesimicacciati, per cagione dei quali erano aquellemiserabili strettecondotti. Nè credoche abuso di forza 'più intollerabiledi questo siastatomai,di far legarüo

LIBRO VIGESIMOPRIMO. 1091802.

len inge bant ra polit COM a. etra ment Ep tut polivad ISSAS

miniinnocenti percondurgli là dovenonvolevanoandare. Ma non solala Toscana cacciava fuoriimi seri. MentreMuratespellevagliesulidaquesto paese, la repubblica Cisalpinaglimandava via da suoi ter ritorj con la solita giunta, che chinel termine di diecigiorni non obbedisse, fosse condotto per forza ai confini. Quest' erano le atre,che i Buonapartidi davano ai re. Accadde poi un caso degno dimolta compassione; perchè i fuorusciti Napolitani svelti per forza dal Toscano nido, quando furono arrivati aRoma,non avevanoi passaporti chedalorosi ri chiedevano, per modoche non potevanonèstare, nè andare, nè tornare.Da questo imparino prudenza coloroche hanno smania difarrivoluzioni,edifidarsi dei forestieri. Soloin Piemonte trovarono gli ésuli ricovero lieto e sicuro.

- Murat contento al comandar in Toscana,fu con tentissimo d'instituirvi un re. Era l'infanteprincipe di Parmaarrivatoin Parma, dove stavaaspettandoi deputati delnoyello regno.Vennervi acomplimen tarlo , a riconoscerlo come re d'Etruria , quest'era il titolo chegli si dava, Murat, Ippolito Venturi,UbaldoFerroni.Assunse il nome diLodovicoprimo; nóminò suolegato a ricevere il regnoCesareVen tura. Murat,annunziando l'assunzione di Lodovico, parlava di civiltà e di dottrina ai Toscani, lodava i Medici ediLeopoldi, esortavairegnicoli ad avere i Francesi in luogodiunpopoloamico, che tantò sa-peva rispettare presso ipopoliesteri,iprincipj mo narcali,1, quanto era fortemente addetto in casapro irusa SH 0,d menradioPuearsemataettat erabit .

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Bio STORIA D'ITALIA. pria aiprincipj repubblicani CesareVentura prendeva possesso delregno. Favellarononella solennità Francesco Gonnella, notajo dello stato, Tommaso Magnani, avvocato regio,Orlando del Benino, sena tore,tutti lusinghevolmenteper lecose, francesca menteperle parole. Vidervisi due donne complimen tateda Gianbattista Grifoni, l'una sorella del con solo , l'altra vedova del ministro di Spagna.Venne Lodovico a Firenze; resse con dolcezza, le Leopol diane vestigia calcando. Era tempo di constituzionitransitorie fatte, non perchè durassero, ma perchè servissero di scalaad altre. Mandava ilconsolo,qual suo legato,Salicetia riformar Lucca, oppressa dall'imperio dei forestieri, e straziata dalle discordie civili. Parve bello ed ac concio trovato per ritrarre i paesi,a satisfazionedelle potenze, verso iloro ordini antichi, l' introdurre neii nuoviinomivecchi, come se le parole avessero a prevalere sulle cose. FeceroiLucchesi le solite feste aSaliceti:chiagognava lo stato, il corteggiava; chi più aveva gridato contro gli aristocrati, più gliacca rezzáva; a loro principalmente il commissario di Francia si volgeva. Se i democrati si risentivano, rispondeva esortando, portassero itempi paziente mente, perchè così voleya il consolo. Soggiungeva, meglioconservarsi la libertà conl'aristocrazia e la democrazia mescolate insieme, che con la demo crazia pura.Cominciavasi a parlardiaristocrazia perfar passo alla monarchia.Constituiva Saliceti la re pubblicadiLucca con un collegio, o gran consiglio

LIBRO VIGESIMOPRIMO. 1802. me op de di duecento proprietarjpiù ricchi, edicento princi palinegozianti,artistie letterati:avesse questoconsi glio la facoltà di eleggere iprimi magistrati; fossevi uncorpo d'anzianiconlapotestà esecutiva; presie desselo un gonfaloniere eletto a volta dai colleghi, una volta ogni due mesi; un consiglio amministra tivo, nel quale gli anziani entrassero,e quattro ma gistratiditremembri ciascuno; esercesse levecidi ministri;proponessero glianziani le leggi,e le ese guissero ; una congregazionedi venti elettidalcolle gio lediscutessero ele statuissero;rappresentasseil gonfaloniere la répubblica, le leggi promulgasse;. gli atti degli anziani sottoscrivesse. I cantoni del Serchio con Lucca,del Littorale con Viareggio , de gli Apennini con Borgo a Mozzanocomponessero larepubblica. Per la primavoltatrasse Salicetiima gistrati supremi. Ordini buoni eranoquesti; ma il tempo gli guastava. Le sortidella Toscana erano congiunteconquelle di Parma.Essendo il duca padre mancato di vita, cesse la sovranità del ducato nella repubblica di Francia. Mandava il consolo il consiglier di stato Moreau di SanMery ad amministrarlo. Resse San Mery, chebuonae leale persona era,con benigno e giusto freno. Era egli, se non letterato, non senza lettere, ed amatore si diletteratiche d'opere lette rarie: ogni generoso pensiero.gli piaceva. Solo pro cedeva con qualche vanità; esiccome le yanità par ticolari sonointollerabilialleambizionigenerali, , venne indisgrazia delconsolo. Non potè constituire em If

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112 STORIA:-D'ITALIA, corso 9 in Parma ordinistabili, perchèil consolo, cheser bava il paeseper se, non volle aversembiantedi, lasciarlo adaltri. Due qualità contrarie erano nel consolo,pazienza maravigliosa nelproseguire cautamente, anchepel.. di molti anni, i suoi disegni, impazienza di conseguirne precipitosamenteil fine, quandoadesso approssimava. Riconciliatosi col papa, vinta l'Aus tria , ingannato Alessandro , confidentedella pace coll'Inghilterra, si apparecchiava a mandar ad ef fetto ciò,che nella mente,aveva da si lungo tempo concetto ,e con tanta pertinacia procurato. Voleya che leprime mosse venissero dall'Italia, perchè te meva checerti residui di opinioni, e di desiderj re pubblicaniin Francia non fossero per fargli qualche mal giuocosotto, selafaccenda nonsi spianassecon qualche precedente esempio.Sapevache nella nostra razz imitatrice.,cosa molto efficace è l'esempio, é2 che gli uomini vannovolentieri dietro alle similitu d ni. Deliberossi adunque, prima di scoprirsi in Francia, di fare sue sperienze Italiane, confidando che gl'Italiani,siccome vinti, avrebbero l' animo più pieghevole. Così con le armiFrancesiayeva conquistato Italia, con le condiscendenze Italiane voleva conquistar Francia. Le rappresentazioni che sanno diteatro,sempre piacquero agliuomini, mas simamente a Buonaparte. Sapeva che le cose inso lite allettano tutti, spezialmente i Francesinati con fantasia potente.Perciòvolle alle sue Italiane arti dare pomposo cominciamento. Spargevansiadarte,

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LIBRO. VIGESIMOPRIMO. 1802. 113 e dai più fidi, in Cisalpina voci,che la repubblica pericolava con quei governitemporanei; ch'eraog gimai tempo di constituirla stabilmente, e come a potenza independente i conveniva; che ordini forti erano necessarj, perchè diventasse quieta dentro, rispettata fuori; che niuno era più capace di darle questi necessarj ordini, di colui che prima l'aveva creata, poi riscattata; non potersi più leiconstituire con gliordini dati dall'eroe Buonaparte nel novan tasette, perchè avviliti dalla invasione, ricordatori di discordie, sospetti per democrazia ai potentati vicini; aver pace Europa, averla Italia,non doversi più la felice concordia turbare .con ordini incom posti; volersi vivere in repubblica, ma non troppo disforme daigoverni antichi conservati in Europa ; sola potenza essere la CisalpinainItalia,che,a favor di Francia stando, fosse in grado di tener in freno l'Austria tanto potente per l'acquisto dei dominj Veneziani, nè essere la repubblica per acquistare la forza necessaria, se non con leggi conducenti,a sta bilità; varjessere gli umori,gl'interessi,le opinioni, le abitudini delle Cisalpine popolazioni,nèVeneziani, Milanesi, Modenesi, Novaresi,Bolognesi nel mede simo desiderio concorrere, nè la medesima cosa vo, lere; rimanereivestigidell'antiche emolazioni; parti separate, e non consenzienti non poter comporre un corpo unito e forte, se un governo stretto, se una mano gagliarda in uno e medesimo volerenon le costringessero ; richiedere adunque un reggimentonuovo, concorde e virile la pace d'Europa, richie > > e IV

> 2 2 > 7 .

114 STORIA ITALIAD' > a derlo la quietedella Cisalpina,richiederlo le condi zionifelici, alle quali era chiamata. Mentre questi semi si spargevano nel pubblico , Petiet,coicapidella Cisalpina'negoziava, affinchè i comandamenti imperativi del consolo avessero a pa rere desideri e supplicazioni spontanee deipopoli. Maturati i consigli, a Parigi pel disegno, a Milano per l'esecuzione, usciva un decreto della consulta legislativa della repubblica : ordinava, che una con sulta straordinaria si adunerebbe a Lione in Francia, é suo ufficio sarebbe l'ordinare le leggi fondamentali dellostato, ed informare il consolo intorno alle per sone chenei tre collegj elettoralidovessero entrare; sarebbe l'assemblea composta dai membri attuali dellaconsulta legislativa, daquei dellacommissione, eccettuati tre per restare al paese , da upadeputazionedi vescoviedi curati, e dalle depu tazioni dei tribunali, delle accademie , della univer sità degli studj, dellaguardia nazionale,dei reggi menti della truppa soldata, dei notabili dei diparti menti, delle cameredicommercio. Sommò il numero a quattrocento cinquanta. Risplendevanvi un Vis conti, arcivescovo di Milano, un Castiglioni , un Montecuccoli, un Oppizzoni, unRangoni, un Melzi, un Paradisi , un Caprara, un Serbelloni, un Aldro vandi, un Giovio, un Pallavicini, un Moscati, un Gambara , un Lecchi, unBorromeo, un Trivulzi, un Fantoni, un Belgiojoso, un Mangili, un Cagnoli, un Oriani, un Codronchi, arcivescovo di Ravenna, un Belissomi', vescovo di Cesena, un Dolfino, ve governo del

LIBRO VIGESIMOPRIMO. 1802. 115 > scovodi Bergamo. Andaronoa Lione,chi per amore, chiperforza,chiper ambizione; grandeaspettazione era in Cisalpina; in Francia le menti attentissime. Pareva un fatto mirabile, che una nazione Italiana si conducesse in Francia per regolare le suesorti. Il governo Cisalpino esortava con pubblicomanifesto i deputati, gissero a fondare gli ordini salutari della repubblica in mezzo alla maggior nazione, in co spetto dell'autore, e del restitutore della Cisalpina; nissuno l'ufficio ricusasse; mostrasseroconle egregie qualità loro, quanto la Cisalpina nazione valesse ; à; lei amore e rispetto conciliassero; ogni pretesto di calunnia togliessero; nel Lionese congresso livore nissuno,odionissuno, parzialità nessuna, recassero; al mondo disvelassero, buonamente, nobilmente , affettuosamente verso la patria procedendo, esser loro quei medesimi Cisalpini, che nell'inevitabile tumulto di tante passioni, nell' avviluppamento di tante vicende, nell'alternativadi politicieventi tanto contrari, mai non attesero a vendette, a discordie, a fazioni; á persecuzioni, ä sangue; pruovassero', che non in vano aveva il Cisalpino popolo nome di lealeedibuono; pruovassero,che,seasublimegrado fra lenazioni eranodestinati, asublimegradoancora meritavano di essere innalzati ; dovere a 'se' stessa dei propri ordini restare la Cisalpinaobbligata; solo semedesima potrebbeaccagionare, se tanti lieti au gurj, sé tanté concepite speranze fossero indarno. Questi nobili sentimenti verso la Cisalpina patria, è questa rinunziazione di ogni affetto parziale ed > e

116 STORIA D'ITALIA: 2 2

interessato predicava unSommariva, presidente del governo.Trovarono in Lione il ministro Talleyrand, che aveva in se raccolti tutti i pensieri del consolo; trovarono Marescalchi, che riconosciuto da Francia per ministro degli affari esteri della Cisalpina guar dava doveaccennassein viso Talleyrand, e il seguitava. L'importanza era, che vi fosse sembianza di discutereliberamentequello, chegiàil consoloaveva ordinato imperiosamente. Già aveva sparso sue am bagi : volere la felicità della Cisalpina; volere consi gliarsi con gli uomini savj di lei; niuna cosa più desi derare, che la independenza e la salute sua; amarla, come sua figliuola prediletta, stimarla principal parte della sua gloria. L'arte allignava; bene si dis poneva. la materia. Partivansi i deputati in cinque congregazioni, cherappresentavano icinquepopoli; esaminassero la constituzione già data dalconsolo per Petiet a Milano , e come per leggi organiche si po tesse mandar ad esecuzione. Discutevasi a Lione dai mandatarj; la licenza sol; datesca straziava intanto i mandatori; un inesorabile governo con le tasse gli conquideva. Dolevansi e delle perdutesostanze, e degli innumerevoli oltraggi e della durissima servitù : le grida degli straziati a Milanofuronosoffocate dalle grida dei festeggiantia Lione. A Lione si discorreva , e si obbediva. Allun gato il farne pubblica dimostrazione quanto,potesse parere dignità e sufficienza di discussione, arrivava ilconsolo : era l'undici genpajo; Lionesi e Cisalpini a gara accorrevano. Era spettacolo grande a chi mi

LIBRO VIGESIMOPR MO. 1802. 117 a + a rava lascorza, compassionevole a chi dentro, perchè là si macchinavadi spegnere perleggelalibertà, che già innanzi era perita per abuso. Ognuno maravi gliava ladolcezza, e la semplicità delconsolo : pareva loro, che fossero parte di grandezza; le adulazioni; sorgevano.I repubblicani, se alcunove n'era, si ro: devano, ma s'infingevano, non tanto per nonesser tenuti faziosi, quanto per non esser tenuti pazzisciocchi; chè già conquesti nomi cominciava a chia margli l'età. Buonaparte metteva mano all' opera 3 chiamavai presidenti dellecongregazioni,econ lorodiscorreva intorno alla constituzione : ora approvava, ora emendava, ora domandava consiglio. Contraddi tor benigno, e docile alle risposte, pareva, che da altri ricevesse quello che loro dava. Chi conosceval'intrinseco ammirava l'arte, chi l'ignorava, lamo destia. Infine daidiscorsi permessi si venne alla conclusione comandata: fuappruovatalaconstituzione; parve buono e fondamentale ordine quellodei collegi elettorali : norinolli per laprima volta il consolo sú liste doppie presentate dalle congregazioni. Ma non s'era ancor toccato ilprincipal tasto, per cuimezzaItalia era stata fatta venire in Francia. Menouna constituzione, che un esempio si aspettava dagli Italiani. Trattavasi di nominare un presidente della Cisalpina. Importavalapersona, importavala durata del magistrato : a Buonaparte non piacevano i magistrati a tempo. Fu datal'intesa ai Cisalpini, per chèilchiamasserocapodellarepubblica;egli'dessero il magistrato supremo di presidente per dieci anni, e .

çoipartigiani, ora fodando Melzi, ora asseverando, che avrebbe grande autorità nei nuovi ordini. Ebbero le arti il fine desiderato. Appresentaronsi colla deliberazione fatta i Cisalpini al consolo; nella quale era tanta adulazione di Ini, e tanta depressione di loromede simi, che non credo che nelle storie vi sia un atto più umile, o più vergognosodiquesto.Confessarono, e si sforzarono anche di pruovarecon loro ragioni, a tanto di viltàgliavevaridotti, chenissún Cisalpino era,che idoneamente glipotesse governare. Gradì il consolo nelle umili parole ipropri comandamenti ; disse, che domani frai convocati Cisalpini in pub blica adunanzasederebbe. Accompagnatodaiministri di Francia, daiconsiglieri di stato, dai generali, dai prefetti, e dai magistrati municipali di Lione,fra le liete accoglienze ed i plausifestivi dei Cisalpini, allo seggio recatosi, così loro favellava : « Hovvi in « Lione, come principali cittadini della Cisalpina a repubblica, appresso a me adunati : voi mi avete « bastanti lumi dato, perchè l'augusto carico a me « imposto, come primomagistrato delpopolo Fran «cese, e comeprimo creator vostro,riempire io po > in

118 STORIA: D'ITALIA. 7 2 2 e potesse esser rieletto, quante volte si volesse. Ave vano questeduedeliberazioniqualchemalagevolezza, parte coi Cisalpini, parteconle potenze, per la evi dente dipendenza verso Francia, se il consolo fosse padrone della Cisalpina. Importava anche il confes sare, che niun Cisalpino fra i Cisalpini fosse atto a governare : alcuni andavano alla volta di Melzi. I. ministridiBuonapartefecerodiligenze

onorati,

LIBRO VIGESIMOPRIMO . 1191802. -lemÁHP ten Opferfost itto dzi1 31am. rebk ZIOR tante bedoen alte «

tessi. Le elezioni dei magistrati io feci senza amore «dipartio di luoghi: quantoal supremogradodi presidente, niuno ho trovato fra di voi, che per «servigj verso la patria , per autoritànel popolo , « per sceyeramento di partiabbia meritato, ch'io un a tal carico gli commettessi. Muovonmi i motivi da « voi prudentemente addotti ; ai vostridesiderj con « sento. Sosterrò io, finchè fia d'uopo, lagran mole « delle faccende vostre. Dolce mi sarà fra tante mie « cure l'udire la confermazione dello stato vostro,;"e « la prosperità dei vostri popoli. Voi non avete leggi generali, non abitudini nazionali, non esercitiforti; « ma Dio vi salva, poichè possedete quanto gli può a creare, dico popolazioni numerose,campagne fer «tili, esempio da Francia. » Questo favellare superbo del consolo fu da altissimi plausi ediFrancesi edi Cisalpini seguitato. La sera vitùera,dall'un de lati,mitigatadall'imperio sopra iforestieri,dall'altro,amareggiata dalvilipendio; pure lietissimamente applaudivano i servi doppj, come se eliberi fossero. Dimostrarono desiderio che la reppublica ( quest'era un concertocoi più fidi); nonpiùCisalpina,maItalianasichiamasse,cosamolto prègna,massimamente in mano diBuonaparte. Consentì facilmente il consolo. Riprese,adulando, le parole Prina Novarese, il quale essendo dinatura severa ed arbitraria, molto bene aveva subodorato il consolo, ed ilconsolo lui, e sivoleva far innanzial dominare. Piacque, e per rimunerazione fu fatto grande: om 108, ePILDO enti Dube ustri 1 1 ini reld 134 I wise , DOR

Chiamaronogl'Italici ad altavoce ilconsolo presi dente per dieci anni, e rieleggere si potesse. Ebbe Melzi luogo di vice-presidente. Era Melzi uomo ge neroso , savio , molto amato dagl'Italiani: pendeva all' assoluto, ma piuttosto per grandezza, che per vanità.

* Restava che si ordinassela constituzione. Comin ciossi dagli ordini ecclesiastici : fosse la religione cattolica, apostolicae romana, religione dello stato ; ciònon ostante iriti acattoliciliberamente si potes sero celebrare in privato; nominasse il governo i i vescovi, g instituisse lasantasede; nominassero i vescovi, ed instituissero i parochi, il governo gli appruovasse ;, ciascuna diocesi avesse un capitolo metropolitano edun seminario; ibeni non alienati si restituissero alclero, si definissero lecongrue in beni peivescovi, peicapitoli,pei seminarj,per lefabbri che,fra tre mesi siassegnasseropensioni convenienti ai religiosi soppressi ; non s'innovassero i confini delle diocesi;perg innovatisidomandassel'appruo vazione della santasede; gliecclesiastici delinquenti con le penecanoniche fossero dai vescovi puniti ; se gli ecclesiastici non si rassegnassero,ivescovi ricorressero al braccio secolare; se un ecclesiastico fossecondannato per delitto, si avvisasse il vescovo della danna,acciocchè quanto dalle leggi canoniche fosseprescritto potesse fare; ogni atto pubblico,che, od ibuonicostumicorrompesse,odil culto, odisuoi ministrioffendesse,fosseproibito; niun paroco po tesse esseresforzatodanissun magistratoa ministrare

120 STORIA D'ITALIA .'

Ravenna,assentimento non necessa: rio, sel'autorità civile aveva dritto di fare quello che fece, non sufficiente, se l'intervento dell'autorità pontificia era necessario. Ma il consolo su quelle prime tenerezze d'amicizia colpapa non aveva tis more, e sapeva chel'ardire comanda altrui Quanto agli ordinicivili, i tre collegj dei possia denti,dei dotti, e deicommercianti, erano ilfonda mentoprincipale della repubblica:in loro era inves tita l'autorità sovrana Ufficio dei collegj fosse nominare i membri della censura, della consulta di stato, delcorpolegislativo, dei tribunalidi revisione e di cassazione,dellacamera dei conti; ancora accu sassero i magistrati per violata constituzione, e per peculato; finalmente i dispareri natitra la censura ed il governo per accusé di tal sorte definissero; sedes sero ipossidentiin Milano, idottiin Bologna, icom mercianti in Brescia; ognibiennio siadunassero,sit Magistrato supremo era la censura:componessesi da nove possidenti,dasei dotti, da seicommercianti; sedesse in Cremona; desse perse, e giudicassele ac cuse date per violata constituzione, eper peculato; cinquegiorni dopo la fine delleadunanze dei collegi 9

LIBRO VIGESIMOPRIMO - 1802. 121 1 .

il sacramento del matrimonio a chiunque fosse vin colato da impedimento canonico. A questo modofu ordinata la chiesa Italiana nella Lionese consulta. Al cunicapi, ancorchèlaudabiliesani,toccavanola giu risdizione ecclesiastica, e sarebbe stato necessario l'intervento del pontefice. Nondimeno con acconcio discorso a nome di tutto ilclero Italico assentiva l'arcivescovodi

Il corpo legislativo statuisse le leggi proposte dal governo, ma non discutesse, nè parlasse; solo squit tinasse.

122 STORIA D'ITALIA.t'i . si adunasse;dieci giorni, e non più sedesse. Or dine buono era questo ; ma l' età servile il rendeva inutile.

Ufficio della consultafosse l'esaminare ed il con cludere le instruzioni pei ministri presso lepotenze, e l'esaminarei trattati; potesse nei casi gravi derogarealle leggisullalibertà dei cittadini,edall'eserci zio della constituzione ; provvedesse in qualunque modo alla salute della repubblica. Se dopo tre anni qualche riforma giudicasse necessaria in uno o piùordini della constituzione,sìla proponesse aicollegj, ed icollegj definissero. Aveva il consiglio legislativo facoltàdi deliberare intorno aiprogetti di legge proposti dal presidente, edi consigliarlo sopra quanti affari fosse da lui ri chiesto.

Fosse ilgoverno della repubblica commesso ad un presidente, ad un vice-presidente,ad una consulta di stato , aiministri, ad un consiglio legislativo;avesse il presidente la potestà esecutiva, ilvice-presidente nominasse; fossero i ministri tenuti d'ognioloro atto verso lo stato.

Tali furono i principali ordini della constituzione dell'Italiana repubblica, forse i migliori, massime i tre collegj ed il magistrato di censura , che Buona parte abbia saputo immaginare.

Letta ed accettata la constituzione, se ne tornava

il consolo, traendo a calca e con acclamazioni il po polo, nelsuoLionese palazzo. Poscia, ricevutele sam lutazioni contentodegl'Italici,enominatiiministri,siavviavá,delsuccessodelsuoItalianosperimento,al maraviglioso e maravigliato Parigi.

LIBRO VIGESIMOPRIMO . 1802. 123

Fecersimolteallegrezzenell'italianarepubblicaper la data constituzione, e per l'acquistato presidente.

Le adulazioni montarono al colmo, fastidiose per uni formità. Presersi solennemente i magistrati secondo gli ordini nuovi. Melzi, prendendo il suo,parlòma gnificamente del consolo,modestamente dise, acerbamente dei predecessori: toccòprincipalmente delle corruttele. Il lusso fu grande; Melzi viveva da principe, ma non con grandezza affettata. Essendo il presidentelontano, pareva l'independenza maggiore.

Chi voleva favellare con qualche ibertà, era posto dove nissuno ilpoteva più udire.Laconsulta di stato, che per questo era stata creata, siccome quella che era docilissima, sapeva fare star cheto chi avesse vo; glia di parlare. Seppelo Ceroni, giovane d'ingegno vivo e generoso ,cheper qualche verso , chetoccava l'independenza, andòcarcerato, poiesiliato :con lui si trovarono nelle male peste Teuillet, generale Italiano,Cicognara, edalouni altri,solo per aver lodato7

I soldati si descrivevano , ed in buoni reggimenti si ordinavano. Prina, ministro di finanza , talmente rendèprospera larendita dello stato,che nonostante il tributo annuo che pagava alla Francia, erano le casse piene, i pagamenti agevoli. Le lettere e le scienze fiorivano, ma più le adulatorie che le libere.

124 STORIA D'ITALIA. {iversi di Ceroni. Le quali cose udite dagli altripoeti a letterati, si misero in sul più bello dell'adulare. DicevaBuonaparte, che era tempo dimettereilfreno , nel che aveva tutta la ragione;ma ilmale fu, che il mise ugualmente sul favellar bene, e sul favellar male. Molte cose si scrissero in quell'età, nissuna che avesse nervo,se non forsequalcheimprecazione con tro l'Inghilterra, perchè leimprecazioni contra di lei erano diventate parte d'adulazione. Nissuna cosa si scrisse cheavesse dignità, serpeggiando l'adulazione per tutto, nissuna che avesse novità, perchè la lin guaed i pensieri erano levati di peso dalla lingua e dai libri Francesi, e neanco dai buoni, ma dai più cattivi : i più insipidi libricciattoli, le più informi gazzettacceservivano d'esemplare. Buon modo aveva trovato.Buonaparte presidente, perchè gli scrittori non facessero scarriere; questo fu di arricchirgli, e di chiamargli ai primi gradi. Pareva loro un gran fatto , ed accettando il lieto vivere, tacevano, o adu lavano. Tuttavia qualche volta il mal umoregli assaliva, e negl'intimi simposj loro si sfogavano, e si divertivano a spese del presidentedi Parigi. Il sapeva, e ne rideva, perchè non gli temeva. In somma la let teratura fu servile, le finanze prospere, i soldati or dinati, l'independenza nulla. Pure un certo senti mento dell'essere del vivere da se nasceva, propagavaneglianimi, checol tempoavrebbe potuto fruttare.Melzi, uomodi natura tutta Italiana,e che amava l'Italia, nodriva questi pensieri con arte; il che giunto alla grandezza del suo procedere aveva e si

Fra tutto questo sorgevano opere di singolare ma gnificenza :il foro Buonaparte, come il chiamavano, fondossi nel luogo doveprima s'innalzavano le muradel castello di Milano. Fu questo un maraviglioso di segno, che molto ritraeva della Romana grandezza. Diessi mano al finirsi il duomo diMilano da tanto tempoimperfetto,etanto fu promossal'opera,che in poco d'anni vi si fece più lavorio, che in parecchi secoli. Rendevasi la libertà impossibile, si acqui stava la bellezza. Tutte queste cose, e quel nome di repubblicaItaliana,singolarmenteallettavanoipopoli della penisola. Così vissesi qualche tempo in lei, finchè nuovidisegnidiBuonaparte l'incamminarono a nuovi pericoli, ed a nuovi destini. A questonomedirepubblicaItaliana, ed all' esser sene Buonaparte fatto capo, s'insospettirono le po tenze, massimamente l'Austria, alla quale stavano per le sue possessioni più a cura le Italiane cose. L'imperatore Alessandro stesso, che già aveva con cetto qualche sinistra impressione per la grande au torità che il consolo si era arrogata nella Svizzera, vieppiùsi alienava dalui pei risultamenti della Lio nese consulta, ele cosedellaRussia collaFranciagià siscoprivano in manifesta contenzione. Il consolo, che non voleva essere arrestato a mezzo viaggio, tentò di mitigare questi mali umori col pubblicare unascrittura, colla quale si sforzavadi mostrare, che 1 >

LIBRO VIGESIMOPRIMO.> 1802. 125 molta efficacia. Questi andamenti non piacevano al presidente; e però no tenevapiù in quella grazia, in cui l'aveva per lo innanzi.

1 26 STORIA D'ITALIA. > la Francia, conservando l'Italiana repubblica, non aveva preso troppo per se, nè tanto quantoavevano per se stessi preso gli altri potentati. Fatta compara zione dellapotenza dellaFrancia prima della rivolu zionealla presente,discorreva, cheprima ella aveva autoritàneglistatidelrediSardegna.per lavicinanza, e per le pretensioni dell'Austria sul Monferrato, in Venezia per lanecessità in cuiera questa repubblica di trovare appoggio contro la vicina ed ambiziosa Austria,nelregno di Napoli pel patto difamiglia ; ma che ora Venezia apparteneva all' imperatore, e che il patto di famiglia era rotto. Concludeva che l'Austria sarebbe stata padrona dell' Italia, se la Françia non si fosse attribuita una nuova forza per l'accessione della repubblica Italiana. Tacque del Piemonte, come se il tacere più valesse che l'appro priarsi. Nelle altre parti d'Europa, seguitava, la Po lonia preda e nuova forza delle maggiori potenze, la Turchia inutile, la Svezia impotente; l'acquisto dei quattro dipartimenti del Reno non compensare, nè far giusto contrappeso per lo spartimento della Polonia. Toccò poi anche la fine diTippo Saib , grande aumentoall'Inghilterra : moderatissimi essere i desideri della Francia; avere restituito in pace quello, che aveva conquistato in guerra ,manon vo lere coldebilitar troppo se stessa, derogare alla sua dignità,ed alla consueta sua potenza; solo volereche,nissuno preponderasseinGermania,nissuno inItalia; non voler dominare altrui,manon voler anco esser dominata; a chi beneconsiderasse, essere evidente, . >

LIBRO VIGESIMOPRIMO. I802. 127

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Vere imperive a ant SINAD rato, vubh nbizi am ump itore emai , ! Drza ch'ellanonavevapeinuoviacquisticonseguito nuova forza, solo avere conservato l'antica. Genova sentiva ancortroppo pel recente governo di democrazia : volle il consolo venirne alla solita scala dell'aristocrazia.Il supplicarono, affinchè desse, loro una constituzione : consentiva facilmente. I go vernatori di Genova lietamente annunziavano le felici novelle ai loro concittadini : essere arrivati al compi mento dei desiderj loro; darebbe forma alla repub blicachiaveva dato paceall'Europa; avere dovuto la grande opera acquistare immortalità da un eroe; áverlo essi di ciò pregato, spinti dall'amor patrio,e dai patrj esempj; sperarne sorti felícissime; esserne sorta una constituzione annunziatrice della religione, conservatrice dellalibertà; essere il reggimento dello stato commesso a chi aveva, a chi industriava, a chi, sapeva; esserposti in sicuro i diritti dei cittadini; re stare che la pubblica saviezza tutelasse la pubblica felicità. Dimostrasse , aggiungevano, la nazione Li gure, fra le Italianenazioni a nissuna seconda in me morie illustri chenonerano spenti in lei i semi dell'antichevirtù,echenondegeneredagliavi eradegna di conservare unnome grave di tanta gloria. Questoscrittto dei reggitori Genovesi, disteso in lingua e stile assai più purgato, che le sucide scritture Cisal pine, Toscane e Napolitane, non era, quanto alla forma, senza dignità. Da Genova già erano venuti molti buoni esempj, ora veniva anche quello della limpidezzaImportavadelparlare.laconstituzione,cheunsenatoreggesse.

Fosse il magistrato supremo composto del doge,dei presidenti, degli altriquattromagistrati,e di quat. troaltri senatori; ilsenato gli eleggesse; gli s'appar tenesse specialmente l'esecuzione delle leggi e dei decreti;pubblicassegliordiniegliedittich credesse convenienti; tutti i magistrati amministrativi a luisubordinati s intendessero; reggesse gliaffari esteri; avesse facoltà dirivocare i magistrati da luidipendenti,disospendere per sei mesi inon dipendenti,ancheigiudicideitribunali;provvedessealla salutesìinterna che esterna dello stato; vegliasse che la giustiziarettamente,esecondoleleggisiministrasse; sopravvegghiasse alle rendite pubbliche, agli affariecclesiastici, agliarchivj,alla pubblica instruzione; comandasse all'esercito: Quest ordine delmagistrato supremo rappresentava nella nuova constituzione .

128 STORIA D'Italia. con potestà esecutivala repubblica; presiedesselo un doge; dividessesi in cinque magistrati, il magistrato supremo, quello di giustizia e legislazione, quello dell'interno,quellodiguerrae mare,quellodifinanza; trenta membri il componessero; ufficio suo fosse presentareaduna consultanazionalele leggi dafarsi, eseguire lefatte;eleggesse il doge sopraunalista tri plice presentata dai collegj.

- Il doge presiedesse il senato ed il magistrato su premo; stesse in carica sei anni ;, rappresentasse, quantoalla dignità ed agli onori, la repubblica; se desse nel palazzo nazionale; la guardia del governo gli obbedisse; un delegato del magistrato supremo in ogni suo atto l'assistesse.

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l'anticopiccolo consiglio, cheíGenovesi chiamavano consiglietto; in lui era tutto il nervo del governo. L'autorità del doge era, come negliantichi ordini, piuttosto onorificache efficace : contro dilui mani festamentesi vedevala gelosia degli antichigoverni aristocratici d'Italia. Quest'era il governo della repubblicaLigure. Re stava adichiararsi, in qualmodo si attuasse. Stanziò ilconsolo, che vi fossero itre collegj deipossidenti, dei negozianti, dei dotti, dai quali ogni potestà su prema, o politica,ocivile, oamministrativa, come da fonte comune, derivasse; eleggessero, ogni due anni, i colleggj un sindacato di sette membri; in po . testà del sindacato fosse censuraredue membri del se nato, due della consulta nazionale, duediogni con sultagiurisdizionale, due di ogni tribunale, echi fosse censurato, immantinente perdesse la carica;le giurisdizioni o distretti nominassero ciascunouna consulta giurisdizionale;le consulte giurisdizionali i membri della consulta nazionaleeleggessero; sedesse in questa la potestà legislativa. Il dì ventinove di giugno, entrava in ufficioil nuovogoverno,incospetto di Saliceti,ministro pleni potenziariodi Francia. Orò Saliceti con parole ac conce, ma in aria , al solito, e teoretiche. Ringraziato dal senato, il consolo rispondeva , amare la Francia i Liguri,perchè in ogni fortuna, avevano iLiguri amatola Francia; non temessero di niunapotenzalaFranciagliavevaintutela; dimen ticasserole passatedisgrazie; spegnessero gli odj.ci

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Seguitavano leadulazioni. Decretava ilsenato, che a Gristoforo Colombo per avere scoperto un nuovo mondo, ed a NapoleoneBuonaparteper avere pacifi cato l'universo,ampliato i confini della Liguria , stipulatoisuoi interessi, riordinato le sueleggi, due statue marmoree,una a ciascuno, nell'atrio del pa lazzonazionales'innalzassero,e l'opera alla curadel magistrato supremo, alla emolazione degli artisti, all'amorpatrio di tutti i Liguri sicommettesse e rac comandasse.Oltrea questo i Sarzanesi, accalorandosisempre più questo negozio delle adulazioni, suppli carono al governo, fosse loro lecito fondare nella loro città un monimento a memoria della famiglia Buonaparte, che in lei, come affermavano, aveva avuto origine : allegavano, avere avuto i Buonapar tidi per tresecoli primadel cinquecento sedee citta dinanza in Sarzana; chiara esservi stata la famiglia loro,siper le cariche, sì per leattinenze;dai connu. bjloro esserenato il cardinaleFilippo, fratello uterino che fu di Niccolò quinto, papa digloriosa me moria. Fuudito benignamente il supplicaredei Sar zanesi, e concessa loro volentieri la facoltà del monimento.

130 STORIAD'ITALIA. > vili; anassero la constituzione, leleggi, la religione; allestisseroun návilio potente;rinstaura serol'antica gloria del nome Ligure'; sarebbesi sempre delle prospere cose dei Liguri rallegrato, dell'averse contri stato.

Mentre Menou trasordinaya in Piemonte, i reali di Sardegna andavano esuli per l'Italia.Ilre Carlo>

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Emanuele,deditissimo allareligione, perseguitato da fantasmi malinconiei, edavendo per le sofferte dis grazie in poco concetto le cose umane, si deliberò dirinunciareal réggo, acciocchè da ogni altra mon dana sollecitudinerimoto, solamenteaidiviniservigj, ed alla salute dell'anima vacare potesse; rinunzia zione senza fasto, che dimostrò al mondo, che, se l'ambizione è tormento a se stessa, la moderazione rende felice l'uomo, cosìnegli alti,come negliumili seggi.Perla rinunziazione di Carlo Emanuele venne il regnoin potestàdiVittorio Emanuele,suofratello, che allora dimorava nel regno diNapoli. Riusci'la signoria di Vittorio'assai più dolce di quanto por tasselaopinione;perciocchè, siccomesieramostrato dedito all'armi, si dubitava che da guerriero fosse per governare. Nondimeno,mentre in ogni parte d'Europa per la prepotenza delle soldatesche a gran fracasso rovinavano le reggie, governò quietamente Vittorio Emanuele con pochi soldati l'isola di Sar degna: nè di ciò furono reconditiiconsigli; la gius tizia e la mansuetudine gli diederoforza esuccesso. Il consolo , che aveva indugiato ad unire formal mente il Piemonte alla Francia, venne finalmentea questa deliberazione,non perchè Alessandro consen tisse,maperchè le cosesue colla Russia già tende vano a manifesta discordia. Le sue minacce contro il corpo Germanico,l'autorità militare checontinuava ad arrogarsi negli stati delpapa, in Toscana, e nel, , regnodi Napoli,lasignoriadellaSvizzerasottonome dimediazione,lapresidenza dell' Italica, lenon

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Continuossi avivere qualche tempo in Italia,ec cettuata la parteVeneta,dal Piemonte fino a Napoli, con due governi, l'unodi nome, l'altro di fatto.InPiemontepiuttostoMenou che Buonaparteregnava, in Parma piuttosto Buonaparte che San Mery, a Ge nova piuttostoil consolo che il senato, in Roma piuttosto ilconsolo cheilpapa, in Toscana piuttosto Murat che Lodovico,in Napoli piuttostoNapoleone cheFerdinando.

delre di Sardegna, avevano mostrato ad.Alessandro, che Buonaparte meglioamava prendere,che dare. Avvisava il consolo che fraquegli umori già tanto mossi, ilnon unire il Piemonte non ristorerebbe l'amicizia, l' unirlo non accrescerebbe l'inimicizia. Per la qualcosa decretava, il di undicisettembre,il suo senato,cheidipartimenti del Po, della Dora, di Marengo, della Sesia, della Stura e del Tanaro, fossero e s'intendessero uniti al territorio della repubblica Francese.Principiò l'u nione del Piemonte la sequela dell'Italiane aggiunte; quella opportuna per Francia, queste fantastiche e capricciose. Si fecero per launione allegrezzein Pie monte, dai nobili volentieri, perchè per le carezze del consolo e di Menou vedevano , che il dominio interrotto dalle intemperanze democratiche dinuovo veniva loro in mano, dalpopolo non senza sincerità, perchè sperava che col reggimento legale fosse per cessare il dominio incomposto del capitano d'Egitto.

132 STORIA D'ITALIA: adempitepromessepeicompensi

Rotte e superbe eranospessolein timazioniatutti questi Italiani governi.SoloMenou faceva quel chevoleva, e dominava a suo arbitrio,

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Ilconsologlicomportavaognicosa,e soloche l'Egi ziano gli to casse che erano democrati coloro che si querelavano, tosto l'appruovavaed il lodava.Pagava il Piemonte le tremende ambagi d'Egitto. Gli altri obbedivano, chi per paura, chi per le ambizioni. A questo tempo morìdi febbre acuta il re Lodo vico d'Etruria.Per la sua morte fu devoluto iltrono nell'infante di SpagnaCarloLodovico; il quale per essere minore d'età, fu commessa la reggenza alla vedovareginaMariaLuisa.Maqualregno fossedevo . luto all'infante bene dimostrarono icomandamenti pubblicati neltempo della sua assunzione da Murat in Livorno,dando questa città,comedichiaratad'as. sedio, nel governo de'suoi soldati. Mandava inoltre ilgeneraleBuonapartico truppea Pioinbino, ed in tutto il littorale Toscano per impedire ogni pratica cogl Inglesi, arrestava gl'Inglesi,prendevale loro navi sorte nel porto, é molestava co'suoicorsari,che uscivanoda Livorno,itraffichi Inglesi. Queste cose faceva, perchè dopo breve pace, era sorta nuova guerra con laGranBrettagna. Prendeva in mezzoaquesteinsolenzeforestiere nelmesed agosto possessione del regno Carlo Lodovico sotto tutela della reginamadre. Giurarono fedeltàil senato Fio rentino, imagistrati,ideputati delle principalicittà. Furonvicorse di cocchi, emblemi,luminarie, fuochi artificiati, e le solite poesie elogistiche. Non sola mentesi lodavaCarloLodovico ,maancora Murated 'il consolo : gli chiamavano instauratori d'indepen denza, dolci e giustigovernatori dipopoli. ;; *

134 STORIA D'ITALIA.

2 Le Toscane cose vieppiù turbava un insolito'e doloroso accidente;'conciossiachèsorse, in sul finire dell'autunnodel mille ottocentoquattro,nellaegregia città di Livorno una pestifera infermità, alla quale diede occasione,siccome pare, la state,chetrascorse, in quell'anno, sotto il dominio continuo di venti australi, oltre al solito calda e piovosa; la quale in fermità da alcuni chiamata febbre gialla , da altri vomito nero, nomi l'uno et l'altro che a lei molto bene si confanno, pei segni strani che l'accompa gnano. Incominciòad infierire nelle parti più basse, più fitte e più sucide della città, per modo che a questi toglievala vitain sette giorni, achi in cinque, a chi in tre, ed achi ancora nel breve giro di un giorno. Direquali equanti fossero gli effetti,che, in chi ella s'appiccava, ingenerasse, fora matèria assai lunga edifficile,perchè chi assaliva adun modo, è chi ad un altro, ed era moltoproteiforme, Pure sormontavano sempre idueprincipali:segni, che il : corpo,massimamenteil busto,eprimae dopomorte, giallo divenisse, e certo sozzumeneroa guisadella posatura del caffè in copia lo stomacorecesse.Nèpiù facilmente nei cagionevoli, che nei sani s'accendeva il mortale morbo; perciocchè si vedevano spesso giovani gagliardi passarsene dallo stato il più florido disalute fra brevissimotempo in fine dimorte. Nè -uno eranei diversi tempi:l'aspetto del morbo , tre particolarmente notandosene : in sul primo poco aveva, che dalle solite ardenti febbriil differenziasse: P'insulto primo accompagnavaun ribrezzo difreddo, 2 > e 8 I

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massimamente lungoil dorso, ed alla regione dei lombi; doleva acerbamenteilcapo,ma più alletem piaedallafronte, chealtrove; dolevano in singolar modo le membra alle giunture; gli occhi accesi,e comepieni di sangue, duri e presti i polsi;lapelle ardevadi calore intensissimo,nè godeva l' ammalato del beneficio del ventre, e delle orine. Augurio fu nesto eranto principalmente, unmolesto senso alla forcella dello stomaco , ed una inclinazione al vomi; tare.Questo primo tempo concludeva una grande insidia, per modo che,quando più parevaalmalato, ai parentied agli amici, vicina la guarigione, più vicinaera lamorte.Tutto ilmortifero apparato's at tutivaad untratto, e cessata la febbre,seunleggieri sudore ed unasommadebolezzasi eccettuavano,sano si mostrava il corpo, ed a perfetta saluteinclinante. Ma ecco improvvisainente, edopoilbreve spaziodi pocheore,sorgere nuova e più fiera tempesta; che la molestià dellabocca dello stomaco diveniva dolore açerbissimo,e dalla regione del ventricolo a quella del fegato si estendeva; nè il toccare queste parti ancorchè leggerissimo fosse, era a modoalcunosop portabile all' ammalato. Abborriva da ognicibo e da ognibevanda;gliocchirossi,gialli sifacevano,gialle ancora leorine,e gialloilcorpo;lafacciaed il collo più di ogni altra parte il giallore vestivano. Lo sto in coimpazientevomitavaogni pre a vivanda,ben-, chèleggerissima fosse,ovveroprettabile,o bilemista a vermini buttava. A questosiaggiungevano oppressioneaiprecordj, 2

136 STORIA D'ITALIA. 2 a sospiri frequenti,purgamentidel corpo fetidissimi, liquidi, e come di color dicenere. Nè regola certa più restavaai.medicanti per giudicardel male; per chè i polsi ad ognimomento variavano; ora tardi, or celeri,ora piccoli, ora spiegati, or urtanti,ora languidi, ora depressi, mostravanoche, se insorgeva qualche volta natura, invano ancora insorgeva, su perando laprepotente forza del morbo. In mezzo a tanto tumulto, come se chi era per moriremeglio dovesse vedere la suamorte, libera si conservava la mente ed intiera. Succedeva tantosto l'ultimo tempo, più vicino a morte, in cui tremavano le membra; i reciticci divenivano, non più di muchi odi bile, ma di materia nera fetidissima, come di sangue putredi, noso e marcio. Trasudavaanche, e spesso in gran copiadallegingive;e dallefauci questonero sangue; e così ancora dallenarici,e dal fondamento , e dall',utero copiosamente usciva ; ogni cosa si volgeva a putredine ed amòrtificazione.Bruttavano lapelle,o macchie nereaguisa dipiccolipunti;olarghilividori a guisadi pesche, massimamente in quei luoghi a cui sì appoggiava il corpo. Facevano la bocca dis forme ed orrida, lelabbra turgidissime e nere; gli occh lacrimosi e tristi ogni vivo lumeperdevano; quindi il delirio, od il letargo,fraleconvulsioni, ed unmortale freddodimembrala vita troncavario. Chi moriva nel primo, chi nel secondo, chi nel terzo tempo;ma quandoprimala malattia invase, più mo rivano nel primo che nell'ultimo; piùnell'ultimo, che nel primo, ma nonmolti,quandogià trascorsi e - +

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;pe 1 org Ya, ezzi vara temybra gle, utred essendo circa due mesi, o fosse per l'abitudine dei corpi, o fosseper: la diminuzionedelle cagioni, già era stata ammansita la ferocia delfunesto influsso. Pessimipresagjerano la violenza della prima febbre, idolori acutissimi delle membra, massime al petto, l'affanno sommo,la prostrazionedelle forze,-il vo mito pertinace e nero , il comparire sulle prime il giallore, l'aggravarsi-lo spirito, il chiudersi la via delle orine,ilsinghiozzo;ottimilamoderatafebbre, ilvomitoraro emucososenza putridume, il giallore tardo,la transpirazione libera,il corpolubrico, ma di bile, non di sangue,t .ilnon tremare, e il non prostrarsi. Per le orinetrovava perl'ordinario via la naturaadiscacciare ilvelenomortifero;imperciocchè, quando copiose ed intensamente gialle fluivano, an nunziavano l'esito felice. Ma non una era la maniera delguarire; conciossiachèsi è veduto lo uscire im provvisamente é copiosamentesangue dalla bocca e dalle narici, chiamare inaspettatamente a vita chi già pareva predad'inevitabil morte. Furono viste femmine guarite dal correre improvviso di mestrui abbondanti;;fu visto lo sconciarsi della concetta creatura, ed il copioso versarsi del sangue, che ne conseguitava , redimere la sofferente madre dalla fine imminente. Crudo era ilmale, e nemicissimo allavita ; funestevestigia, anche già quando se n'era ito, neicorpi lasciava : lunghe,tristi, peno e si ve devano le convalescenze : chi restaya stupido lungo spazio, chi tremava, chi spaventato da funeste fan tasime passava malinconici i giorni, spaventosele >ng angu ede gera? elle vide gila cadi VAIN 12.011. ter my imo Cox

138 STORIA D'ITALIA. + a a notti,miserabilisegni chestataera vicina la morte; strana ed orrenda contaminazione di corpi, che spesso , oltre le raccontatealterazioni, insolite appa renze induceva : a questo veniva in odio l' acqua, come se da canearrabbiatomorso foss ; aquellola vista sipervertiva,o doppio, o piùgrandedel solito vedendo ; a quest' altro gonfiavano straordinaria menteleparotidi; a chi venivano bollicine pienedi umore corrosivo in pelle, ed a chi pioveva sangue dagliorecchi.Escoriavasi lapelle,comesedalfuoco bruciata fosse,inquei luoghidovela suffusa bilesi spargeva : trascolava dai vescicatorj una linfa inten samenteverde,simile piuttostoalsugodi cicoria,che ad altro, la quale si caustica e sipungentenatura aveva, che la pelle delle toccate membra dolorosa mente infiammava, e tostamente canicrenava. Più feroce infierì ilmalecontro i giovani robusti, più mite contro i deboli, contro i vecchi, contro le donne; ma le gravide quasi-tutte, che prese ne fu rono,morirono: i fanciullipassarono quasitutti in denni. L'intemperanza di ogni genere, specialmente il darsi al bere eccessivo del vino e degli spiriti, ed i gozzovigliare, ed il trascorrereneicibi cagiona vanoepiù certamalattia, e più certa morte.Ognicosa poi sózza così dentro come fuori; im perciocchè negli sparaticadaveri le narici si vede vano imbrattate di nero sangue, e la morta bocca recere ancora,tanton'erapienoil corpo, quel suc cidume nero e fetido,che nelle ultimeoredella vita da lei pioveva. Pieno ancor esso, ezeppo,egonfio > 9 .

LIBRO VIGESIMÒPRIMO.. 1804. 139 amort } i, de eapp COR Liello-solit 1 lunan . viene sang bilalfine >inte ria, watu lores di questomedesimo putridumeinfame enero, sitro vava il ventricolo, roso oltrea ciò daserpeggiante cancrena, e rosi,gl'intestini; la rete chiamata dai medici omento , rosa del tutto mostrava quanta forza di distruzione l'orribile malore avesse.Un fluido rosso e giallastro, come di bile mista a sangue, il cavo torace ingombrava; e sangue nero e putredi noso,tutti aveva pieni ipolmoni, cospersiancoressi di macchie lividee cancrenose; livido edinfiammato il setto trasverso; lividae di corrotto sangue piena la milza; livido, molle, putredinoso e di colore, come se cotto fosse, il fegato, sulquale, e cosi sul ventricolopareva essersi specialmente scagliata contuttii suoieffettipiù tremendilapestilenza.Insomma, o putridumesanguinolente, osanguenero,oinfiam mazione vicina a sfacelo , o distruzione intiera di partiin ogniluogo,enellepiù vitaliviscere si disco privano.Nè,perchèlafunestacorruttelatalimortiferi effetti producesse, lungotempo richiedevasi; cheanchein coloro;i quali nel breve spazio di venti quattr'ore restavana morti , si scorgeva che uno sfacelo universale, che un'aura venefica aveva il corpo tutto invaso, ed allo stato di morte ridotto che talevide, tale descrisse con singolar medica maestria questa esiziale infermità il dottor Palloni,mandato dal Toscano governo a vedere se alcun senno, odumano provvedimento controlamedesima valesse. Nè solamente i visceri, che più vicini e concorrenti all'opificiodella digestione, qualisono per esempio il fegato ed il ventricolo, ma ancora i mei 2 uttiiImien riu, grios .1;1 Freda bou gondalavil

140 STORIA D'ITALJA. .e piùsegregati e più lontanierano da leitocchi e con taminati; posciachè la vescica, che serve di ricetta coloalle orine, vuotasi rinveniva,e di striscie san guinose listata : ilcerebro stesso;fonte principale di vita, ed i suoi proteggitori invogli col sozzo aspetto di vasi sanguigni strapieni, e con le cavità bruttate di un fluido sviatoe giallastroalla vista siappresen tavano. Gorrotta era la bile, corrotta e spársa per tutto il corpo dei miseri contaminati. Pessimi il quinto e settimogiorno; púre notati di morti fre quenti anche il primo, il secondo ed il tér o :-in alcuni, ma rari, indugiò la morte insino al decimo terzo , od al decimoquarto: Varj furono gli argomenti usati dai medici per domare la dolorosa infermità; ma i più semplici, come suole,riuscirono anche i più vantaggiosi.Te nereilventre liberocol calomelanoecon lagialappa,buono; buono promuovere ilsudore; buonissimele limonee con qualchepiccoladosedi tartaroemetico:utili i fomenti caldi,in cui fosse stata cotta senape. Nè mancò di sovvenire efficacissimamente agli am malati l'acido nitrico, massimamente quando si usava in sulle complessioni deboli, e quando,essendo già molt oltre trascorso il male, le emorragie, il vomito nero, ed altri segni la incominciata dissoluzionedel corpo indicavano. Deteriorava pei vescicatorj la con dizione degli ammalati; pure giovarono in qualche caso applicati alla regionedelsottoposto ed infestato fegato. Le orinesoppresse la digitale purpurea gio vava. Ma forte sopra tutti supremo rimediomostróssi

l'ariapura, e spesse volte rinnovata, della quale. tantaera l'efficacia, che per lei, anchea piccola distanza;-,si distruggeva la venefica qualità, ed il fomite stesso del male.

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Dall'altro canto si vedeva, che per l'aria pregna di esalazioni animali sitrasportava da uomo a uomo facilmenteil morbo,e più fieramentel'infettato tor mentava.Serve diargomento a compruovare questo accidente, chele contradepiu piened'immondizie, e meno ventilate della città , e le case dei poveri furonolepiùmiseramente contaminate.Al contrario. lecontrade spaziose,ele casecommode,pulite,e di ariaapertae libera, o andaronne esenti,onon peg giorovvi, o non vi appiccossi da çorpo a corpo la corruzione; chè anzi nel contaminato individuo si contenne, gli assistenti,i parenti, imedici,i ministri di Dio immuni lasciando.La;quale cosaquesta ma-, lattia dalle altre contagiose febbri, e specialmente dalla peste d'Egitto differenzia, il cui veleno larga mente e lontanamente si appicca. Nèin contado «si propagava, abbenchè continuamente infinite per sone, ed infinite mercanzie da contrada a contrada; e dallacittà nel contadositrasportassero, e si diffon:. dessero. Nè l'uomo,sano, ancorchè nella vicinanza degliammalativissuto fosse,maiadaltrila infezione, se primaeglimedesimo toccodallamalattiastato non fossea comunicava ; nè per gl individuisani delle contaminate famiglie,nè per gli arnesiloro, nè per lealtre suppellettili delle casegiammai fuori la cor ruzione si avventava; e si pure chele monete, le

142 STORIA D'ITALIA. carte, le merci tutte in un continuo giro, ed in unindistinto commercio dentro e fuori della città ver savano. L'abitudine, per un mirabile e non cono sciuto artifizio dei nostri corpi, al malefico influsso gradatamenteavvezzandogli, glisalvava.In fatti pelfunesto male,che tanti fra la minuta gente toglievadi vita, un solo ministro diDio, tresoli ministri di sa lute perirono, quantunque e gli uni e gli altri fre quentissimamente, econ tuttacura agl'infettatiassi stessero.E quanta fossela forzadel rinnovato aerea domare l'acume del veleno, confermò visibilmente il provvedimento dato da chireggeva nell'ospedale di San Jacopo, il quale quasi a riva il mare situato, ed ottimamente a salute edificato,di un'aria libera, sfogata e purissimagodeva; conciossiachè noncosìtosto gl infetti, ancorchè languidi, oppressi, e già quasi vinti fossero dalla malattia, la soglia di quel salutiferoedifizio toccavano, ed in lui ripostierano, che i vitali spiriti in loro si rinvigorivano*mirabil mente, edalle angoscepiù crudelisubitamentead un confortevole stato passavano. Toscano pregio fu rimedioall'inquilinomorbo, perchèoltrealla purezza procuratadell'aria,lapulitezzadelle case,la nettezza delle vestinienta,lamondezza deicorpi, qualitàtanto eminenti nelToscanopaese, sovvennero agl'inferni, e per sanargli bastarono le.consuete abitudini. Ne anco in cosinemico tempo i scoversequel finecru dele di schifare, edifuggire gl'infetti per acquistar salute:a tutti rimaseroidebiti sussidi,o perlacarità dei parenti, o perl' amorevolezzadegliamici, oper >

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la pietà dei cherici, o per la provvidenza del pub blico, dei quali vantaggi debbono i Livornesi, o ad una maggiore civiltà , od a più celesti inspirazioni restareAdunqueobbligati.,seoltre una naturale disposizione dei corpi, a restare contaminato dal morbo abbisogna vano, o la vicinanza,o il contatto dell'uomo amma lato, o delle robe che à suo'uso avevano servito nel corso della malattia, sel'aria stagnante e chiusa, é zeppa di animalieffluvj ladava,sel'ariaapertae sfo gata, o l'allontanava, o l'alleggiava, se le personesane, benchè vissute in prossimità degl' infetti, e le mercida loro tocche, solo che al puro e ventilatoaere esposte fossero, l'infezione fuori della città non trasportavano, e se finalmente il medesimo aere ven tilato e puro il malefico fomite presso al suo fonte stesso, cioè all'ammalato, distruggeva ed annien tava, si deduce, che, o l'accidentemortifero di Lia, vorno , quantunque avesse in se raccolti tutti i segni di quel morbo,che alcuni febbre gialla, altri vomito nero appellano,era nondimenomoltodalmedesimo diverso, opinionenon verisimile, perciocchè i segniindicano identitàdinatura,ocheil terrore e lamossa immaginazione l'hanno in altri paesi fatto parer di verso da quello,ch'egli è veramente, tassandolo di contagio , quando veramente contagioso non è a modo delle malattie, cheimedici chiamano special mentecon questonome, comepercagiond'esempiola peste d'Egitto. Nèdimorerommi io a dire come in Livorno stato fosse récato;perchè,seil virecasse, a

.

144 STORIA D'ITALIA. sedmond 3 come corse fama , un bastiinento venuto :da Vera Croce, era incerto , siccomeancora è incerto, se da altro contagioqualunque, o sedameradisposizione del cielo piovoso e caldo, comealcuni credono, e pare più verisimile, ingenerato e sorto fosse. Certo è bene, ch'ei fu contaminazione schifosa ed abbomi nevole, e che funestò per numerose morti Livorno , spaventò le città vicine, tenne lunga pezza dubbiosa ed atterrita l'Europa, per la fama delle province de va tatein America. Queste coseho voluto raccontare con quella maggiore semplicità che per me si è po tuto, acciocchè lanudaveritàmeglio servirpotesse a farconoscere, perforzadicomparazione,la natura, ed irimedj diun male, che omai minaccia divoler accrescere la soma ditutti quelliche già pur troppo affliggono la miseranda Europa. Ordinate col consentimento del le faccende religiose in Francia, si rendeva necessario, che il consolo leacconciasse coll'intervento pontificionell' Italica; imperciocchè il pontefice non aveva trala sciato di muovere querele intorno alle deliberazioni prese senza che lapotestàsuafosse,nonche consen ziente, richiesta, nell'Italiana costituzione. Ilconsolo perun suo gran fine volevagratificarealpapa.Perla qual cosà,dopo alcune pratiche tenute aParigitrail cardinal Caprara, legato della santasede, e Ferdi nando Marescalchi, ministro degliaffari esteri della repubblica Italiana, fu concluso, il dìsedicisettem bre,in nomedelpontefice edel presidente, un con cordato, l'importar del quale fu quasiintuttocon papa

forme alconcordatodi Francia.Mabenene ampliòle condizioni,a favore della potestàsecolare, Melzivice presidente,nodrito nelledottrineLeopoldiane.Decre tava,che lafacoltà divestireedi ammetterealla pro fessione religiosa fosse ristrettaagli ordini, conventi, collegj, monasteri, che per instituto fossero dediti all'instruzione ed educazione della gioventù, alla cura degl'infermi, oadaltri simili uffizidi speciale e pubblica utilità, che per vestire, o far professione religiosa individuale,eper lapromozioneagli ordini sacri, il beneplacito del governo si richiedesse; che la libera comunicazione dei vescovi colla santa sede non importasse nè devoluzione di cause da trattarsi in via contenziosa avanti i tribunali, nè dipendenza alcuna dall'autorità spirituale nelle cose di privata competenza dell'autoritàtemporale; che le bolle, i brevi, ed i rescritti della corte di Roma non si po tessero recare in uso esteriore e pubblico senza il beneplacito del governo;che solamente i sacerdoti, gl'iniziati negli ordini sacri, i chierici ammessi nei seminarj vescovili, ed i vestiti oprofessi negli ordini religiosi fossero ,esenti dal servizio militare; che il governo non darebbe mano forte per l'esecuzione delle pene: esterne ordinatedall'autoritàecclesiastica per correggere gli ecclesiastici delinquinti, egli ap pellanti dalle medesime, se non se in casodi abuso manifesto, ed osservati sempre i confini'ed i modi della rispettiva competenza; finalmente,che la vi gente disciplinadella chiesa nella sua attualità,salvo il diritto della tutela e giurisdizione politica,si man

IV . IO

LIBRO VIGESIMOPRIMO. 1804. 145

Ma già le bilustri trame del consolo si avvicina vano al loro compimento. Glorioso per guerra, glo missun nomenè negli antichi, nènei moderni tempi alle allucinate generazioni pareva uguale al suo. Ancora spesseggiava il suono nelle bocche degliuomini, e fresca era neglianimi lame moria delle sue maravigliose geste inItalia e prima rioso per pace, 3

146 storia D'Italia. 2 tenesse.Sane,esalutari,enecessarieguarentigieerano queste in pro ed a conservazione dell'autorità seco lare; imperciocchè la religione cattolica ha piùche qualunque altra, modi d'influire per mezzo de'suoi ministri, che sono uomini, nelle deliberazioni dei reggitori dei popoli, e verso di lei debbonsi da questi usare cautele efficaci, perchè siano salvi lalibertà ed i diritti della potestà temporale. Ma le sentì moltogravemente il pontefice, e vivamente se ne dolse col presidente.Eglisi temporeggiava allerisposte, e nelle solite ambagiavviluppandosi, nè dava, nè toglievasperanza di ammendazione. Intanto, quantunque il concordato Italico,e massimeil decreto del vice-pre sidente fossero più accetti a chi amava le dottrine Pistojesi e le riforme diLeopoldo, che ai papisti, servirono ciò non ostante atranquillare le coscienze timorate del popolo, il quale avendo sempre perse verato nella fede, e nella riverenza verso il 'papa, wedeva malvolentierile dissensioniconRoma, ed ora della ristorata concordia si rallegrava. I magistrati, i preti, i filosofi, i soldati, il popolo predicavano il presidente unico :il Buonapartico nome a tutti so vrastava, ed a tutto.

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>

edopo le Egiziache fatiche. Avere lui, si ricorda vano , subitamente l'umile fortuna della repubblica innalzato al più alto grado di gloria e di potenza; senzadi lui essere ricaduta,con lui risorta; imostri, cosìscrivevano, avere prevalso, lui lontano; essere stati vinti, quasi da Ercole secondo, lui presente : con esso lui lontano la guerra avere seguitato la pace, con esso lui presente la pace avere seguitato la guerra; nè solo con l'Austria avere procurato la concordia, ma ancora con la Russia, con l'Inghil ·terra, con la Turchia, col Portogallo, col duca diVittemberga, colprinciped'Oranges; i barbaristessi avere a beneficio di Francia pattuito con lui; Algeri e Tunisi essere tornatiall'antica amicizia diFrancia , nè più spaventare i Francesi cuori l'aspetto delle Africane crudeltà; potere le Francesi navi libera mente e securamente attendere ai traffichi loro nel Mediterraneo, nè i Libici ladroni più oltre insultare alle insegnedellarepubblica;averelui solospentalacivile discordia,lui solorestituitola patria agliesuli, lui solo restituito onore a papa Pio sesto , ed alle sue venerate ossa dato riposo; avere a pacedelle co scienze, a conservazione dei costumi, a salute delle anime convenuto con papa Pio settimo; per luies sere restituita a luogo suo la generosità e la fedeltà Francese versola sediaapostolica;lui averestornatoi Vaticani folgori dalla religiosa Francia; lui averlariconciliata con se stessae con la cristianità; ciò quantoalpoliticoedalreligioso:quantoalprospero, a luiesserobbligate lefinanze dell'abbondanzaloro,

148 STORIÁ 1 . 2

D'ITALIA, a luii magistrati dei pagati tipendj,a lui i soldati dellediligenti paghe, a luii viandanti delleracconce strade, a lui i naviganti deiristorati canali, a lui i commercianti degli aperti mari; ogni cosa tornare all' antico splendore; i palazzi laceri dal tempo, o dalla rabbia degli uomini, ristorarsi, nuovi edifizj innalzarsi; la Francia bella per natura, divenirpiùbella per arte; dileguarsi le ruine, segni abbomine voli delle passatediscordie; sorgere moli, segni magnifici di generoso governo; tali essere i frutti della pa e, taliquei della concordia; essere finita la rivo luzione, éconlei serrata l'officinadi tante disgrazie;rotta, esser-vero , di nuovo esser dall'infedele ed ambizioso Britanno la guerra, ma già correre sulle coste dell'Oceano le vendicatrici schiere, già appre starsi le conquistatrici antenne, già Londrastessa esser mal sicuro nido aicorsari dominatoridelmare; presto aversi a vedere, quanto potessero a benefizio dell'umanità contro gli avári e superbi tiranni, che soli fra tutti restavano a domarsi, la Francia potente, ed il fortunato consolo; minacciare, esser vero, la Russia, essere appresso a lei efficaci le arti , e le profferte d'Inghilterra, ma lontano essere Alessan dro,nè spoglio d'umanità, nè i dispareri poter,du rare tra chi a beneintende; così avere il consolo dato aFranciapace sicura; ed occasione di vittoria;a di tanti obblighi nissun premio poter essere, non che maggiore, pari. Queste cose si dicevano, ed ancorpiù si scrive vapo..Il consolo non abborrendo dal scelerato pro a .

Ipazzi reali s'accorsero, che Buonaparte non era uomo, come aspettavano, che volesse fare il Monk!i pazzi repubblicani vi dero, che nonera uomo davoler fare, come si pro mettevano, il Cincinnato : questi più inescusabili di quelli; perchè, tacendo anche gli altrisuoi andari , quell aver dettoal consiglio deigiovani, il dinove novembre del novantanove, che la realtà non poteva più vincere in Europa la .repubblica, avrebbe do vuto fargli accorti, ch'ei voleva fare che la realtà vi vince se la repubblica. Poi, sicconieil secolo erå tutto di piacere, nulla di coscienza,come bene sel conobbe Buonaparte, i realidimenticarono tostola realtà, i repubblicani la repubblica, e gli uni e gli 2 e

posito diridurre in servitù una nazione, che con una piena di tanto amore si versava verso dilui, pensò essere arrivatoil tempo di dar compimento a' suoi disegni. Perciò, allettati gli amatori del nomé reale conla patria,i soldati coi donativi, i preti col concordato, i magistrati con gli onori, il popolo coii commodi, si accinse ad appropriarsi la parola di quello, di cui già aveva la sostanza,accoppiando intal modo il supremo nomealla suprema potenza.

Restava che i repubblicani assicurasse: il fece conluccisione del duca d' Anghienna.' Diè le prime mosse il tribunato : il senato non s'indugiò asegui tare, parle per paura,parte per àmbizione : il diciotto maggio chiamava Napoleone Buonaparte imperator, dei Francesi. Questo atto, ancorchè inaspettato nonfosse, em piè di-maravigliailmondo.

LIBRO VIGESIMOPRIMO.' 1804. 149

150 STORIA D'ITALIA. altritrassero

cupidamenteagl'imperiali allettamenti.Pochi dall una parte e dall'altra si ristarono;il se' cofo gli chiamò pazzi. Delle,potenze d'Europa l' Inghilterra,che non s'era mai ingannata sullequalità di Buonaparte'; contrastav , ma in vano ; contra stavaancheinvano il lontano edingannato Alessan dro :la Turchia, per timoredella Russia, si peritava;l'Austria doma taceva; la Prussia,che tuttavia per lesue emolazioniversol'Austriacontinuavaad ingan narsi, non solamente aveva consentito, ma ancora esortato. Quest'era stato uno dei principali fonda menti dell'ardimento di Napoleone. Primario con fortatorea questiconsiglierail marchese Lucchesini, ministrodelre FederigoaParigi.Luigi decimottavo,re di Francia, che fino a questo tempo, forse per qualche speranza , aveva più temperatamente che degli altri governi Francesi, parlato e scritto di Buonaparte, a questo estremo atto di assunzione di potenza, per cui ogni aspettazione dibuon fine era tolta, grandemente risentendosi, con gravissime pa rolecontro l'usurpazionefin dall'ultimosettentrione,dove esule da'suoiregni se ne staya, protestò. Il Piemonte si confortava della perduta independenza per. launionecon chi comandava;Genova ingannatal sperava almeno di conservar l'antico nome; la re pubblica Italiana, giacchè era perduta la libertà, si prometteva almeno la potenza; la Toscana, cheme glio di tutti giudicava delle faccende presenti, non nè che temesse, benesi do beva che i Leopoldiani tempi fossero perduti per sperasse ,sapeva nèche

LIBRO VIGESIMOPRIMO. 1804. 151

2 sempre; Napoli,giàservo il Regnodi quàdal Faro, stava in dubbio se almenopotesse,conservarlibero quello oltre il Faro. Il papa era spaventato dalla grandezza di Napoleone; ma egli il confortava con le promesse, con le adulazioni, ed ancor piùcon le richieste; imperciocchè , vedendo, che, poichè alle antiche consuetudini se ne tornava, non aveva titolo legittimo, nè volendo ammettere la dottrina della sovranità del popolo, perchèl'ammetterla era un confessare che chi faceva potevadisfare, ed ei non yoleva esser disfatto, il pontefice con grandissime istanze, non purgate da qualche minaccia, richie deva, cheaParigi se ne venisse per consecrarlo im peratore. Parevagli che la consecrazione del papa gli desse nell'opinione degli uomini quello, che per altrepartiglimancava.Eracertamenteun granfatto, che il capo supremo della chiesa, in età già grave, in stagione sinistra, a lontana e straniera terra-se n'andasse per legittimare con la santità del suo mi nisterio quello, che tutti i principi d'Europa chia mavano, o apertamente,o occultamente unausurpa0 zione. Per indurre il papa a questa deliberazione, Napoleone gli prometteva, che, se già molto aveva fatto a benefizio dellareligione e della santa sedein Francia,molto più era per fare, ove il papa consen tisse alla consecrazione, si trovava il pontefice da queste domande molto angustiato, perchè dall' una parte desideravadi satisfarea Napoleone,sperando di farne,nascere frutti profittevoli alla religione, dall' altra il confermare con la efficacia del suo uf 1 > > 2 ,

152 STORIA D'ITALIA: 7 >

ficio glieffetti della prepotenza militare, gli pareva duroe disonorevole consiglio. Tanto poi più se ne stava sospeso, quanto e Luigi decimottavo, e l'imperatore di Germania, e queldi Russia, eil re medesimo d'Inghilterra più o meno manifestamente il confortavano al non offendere con un atto tanto strepitoso la maestà reale, ed i prin cipj , sopra i quali tutte le moderne sovranità si troi yavano fondate. Nonsi commettesse, dicevano ,,ab bandonando gli amici antichi , alla fede diun amico nuovo ; la forza soldatesca non santificasse; la ruina d' Europa non appruovasse; considerasse, fugaci essere le cose violente, rovinare di per se stesse le eccessive; pensasse-, dopo quel nembo facilmente dileguantesi,dovere aver bisogno dei patrocinj an tichi; non più trattarsi disalvare la religione già salva, ma disalvare i seggi antichi; o legittimità o usurpazione, o temperanza o tirannide, o leggi o soldati, o civiltà o barbarie, di ciòtrattarsi; avver tisse finalmente, quanto enorme sarebbe, se il pon tefice di Roma, se il capo della cristianità si muo vesse a santificar il sommo grado, in chi usava la religione per fraude, le promesse per inganno, le ärmi per sovvertimento; vedesse la serva Italia, ds servasse la tremebonda Germania , riflettesse alla soggiogata Francia, e giudicasse se gli fosse lecito, la dignità apostolica sua contaminando, onestare con sì solenne dimostrazione ciò , chetutte le leggi divine ed umane condannavano. Queste esortazioni grandemente myovevano il 7 .

LIRRO VIGESIMOPRIMO. 1531804. > e pontefice. Ciò nonostante non gli sfuggiva, poichè al benefizio della religione aveva l'animo intento, che la religion , per essere in Francia la parte av versa tanto potente, per esservi la instaurazione. tanto recente, per essere Napoleone imperatore in tutte le cose sue tanto arbitrario e tanto subito , maggiore pericolo vi portava, sea Napoleone,non consentisse, che in Austria e negli altri paesi cat tolici della Germania , se ai desiderj di Francesco imperatore non si uniformasse. Quanto alla Spagna, piuttosto suddita che uguale alla Francia , per la divozione del principe della Pace ai Buonapartidi,sapeva il pontefice, che la sua risoluzione a favordi Napoleone vi sarebbe stata udita volentieri.

Da un altro lato il signore di Francia tanto si dimostrava amorevole e lusinghiero verso la santa sede che il papa,venne in isperanza, non sola mente di tenerlo nei termini, ma ancora di volgerlo in quella parte alla quale ei volesse. Confidava mas simamente di poter conseguire qualche utile mo dificazione negli articoli organici annestati da Napo leone al concordato di Francia, e daMelzi a quello d'Italia. Desiderava altresì , e sperava d'indurre Na poleoneadare qualche larghezzadipiù alculto este riore, al quale effetto erano corsi prima nonpochi dispareri, perchè Napoleone intendeva ilculto pub blico ad un modo , e Pio ad un altro. Nè dubitava punto che la presenza sua in Franciaefficacemente non avesse adoperare, perchè la religione meglio si conoscesse, è meglio si amasse. Aveva anchediffi 2 a 7

154 STORIA D'ITALIA., 7 9 coltà apersuadersi, che una sì lunga e grave faticaé ed una tanta condiscendenza in un affare di tanto momento per Napoleone, non fossero per ispirare al cuore di lui, quantunquedi soldato fosse, affetti più miti, e maggiore agevolezza verso, il Romano seggio.Tutte queste cosemolto benee maturamente con siderate, e co'suoi cardinali parecchie volle ponde rate, implorato anche l'ajuto divino, siccome quegli che piamente da lui ripetevaognievento,o prospero, od avverso, si deliberavá a voler farequello, che da tanti secoli non si eraveduto che alcuno fatto avesse.

Per la qual cosa risolutosi del tuttoa voler posporreal beneficio della religione ogni altro umano rispetto, convocati i cardinali, il dì ventinove ottobre, con queste gravi ed affettuose parole loro favellava: «Daquesto medesimo seggio, Venerabili Fratelli, « noi già viannunziammo, siccome il concordatocon « Napoleone,imperatore dei Francesi, alloraprimo a consolo, era stato da noi concluso : da questo a stesso vi partecipammo la contentezza che'ayeva ripieno il nostro cuore, nel veder volte novella a mente, per opera del concordato medesimo, alla « cattolica religione quelle vaste e popolose regioni.

.

«D'allora in poii profanati tempi furono aperti e. a purificati, gli altari riedificati,la salvatrice croce innalzata, l'adorazione del vero Dio restituita , i «misteri augusti della religione liberamente e pub«Alicamente celebrati, legittimi pastori a pascere il 4famelico gregge conceduti , numerose anime dai

LIBRO VIGESIMOPRIMO. 1804. 155 > « 2 « sentieri dell' errore al grembo della felice eternità « richiamate, e con se stesse , é col vero Dio ricon a ciliate : risorse felicementedaquellaoscurità,in cui « era stata immersa, alla piena luce del giorno,in «-mezzo aduna rinomata nazione, la cattolica reli « gione.«Atanti benefizj, di gioja esultammo, ele esulta « zioni nostre a Dio Nostro Signore dall'intimo del « nostro cuore porgemmo. Questa grande e maravi gliosa opera, non solamente ci riempiva di gratitu « dine verso quel potente principe, che usò tutto il « potere è l'autorità sua per fare il concordato, ma «ancoraci spinse, per la dolcericordanza, ad usare ogni occasione che si aprisse, per dimostrargli « tale essere verso di lui l'animo nostro. Ora questo «medesimo potente principe, il nostro carissimo figliuolo in Cristo, Napoleone,imperatoredei Fran « cesi, che con leopere sue sìbeneha meritato della acattolica religione, viene a noi, significandoci, ar « dentemente desiderare di essere coi santi olj unto, « e dalle mani nostre l' imperiale corona ricevere « acciocchè i sacri diritti, che sono in cosìalto grado «per collocarlo, siano col carattere della religione «impressi, e piùpotentemente sopra di lui le celesti «benedizioni appellino. Richiesta di tal sorte',,non « solo chiaramente la religione sua, e la sua filiale a riverenza verso la santa sede dimostra, ma, siccome « quella che accompagnata è da espresse dimostra « zioni e promesse, dà speranza che sia la fede sacra a promossa,e che siano ledolorose ingiurie riparate 2 ( C 2 U

«

156 STORIA D'ITÀLIA. 1 ( C ( .

« opera, chegià ha egli, contanta fatica,e contanto a zelo, in quelle fiorite regioni procurato. «Voi vedete per tanto,VenerabiliFratelli, quanto a giuste e. gravi siano le cagioni , che ad intra prendere questo viaggio c'invitano, Muovonci gl' «interessi della nostra sapta religione, muoveci la gratitudine verso il potente imperatore, muoveci « l'amore verso colui, che con tutta la forza sua ado perandosi, ebbe inFrancia alla cattolicareligione « liberoe pubblico esercizio procurato , muoveci il « desiderio, che d'avanzarla viemmaggiormente in prosperità ed in dignità ci dimostra. Speriamo al ·«tresì,che,quando al cospetto suo giunti saremo, e ( con lui volto a volto favelleremo , tali cose da lui « a benefizio dellacattolica chiesa, sola posseditrice « dell' arca di salvazione, impetreremo, che giusta « mente con noi medesimi dello avere a perfezione «condotto l'opera della nostra santissima religione a congratularci potremo. Nondalle nostre deboli pa « role tale speranza concepiamo, ma dalla grazia di « colui, di cui, quantunque immeritamente, siamo « il vicario sopra la terra, dalla grazia di colui, che, a per la forza dei sacri riti invocato essendo , nei « bene disposti cuoridei principi discende, special mente quando padri dei popoli si mostrano, spe « cialmente quando all' eterna saluteintendono, spe « cialmente quando di vivere e di morire veri e buoni figliuoli della cattolica chiesa deliberano. Per tutte «queste cagioni, Venerabili Fratelli,e l'esempio se « guitando di alcuni nostri predecessori,che;la pro 2 C

LIBRO VIGESIMÕPRIMO. 1804. 159 ua 2 Ent BOR and 2ute 201 mm a pria sedelasciando, inestere regioni perpromuo « vere la religione, e per gratificare ai principi, che « dellachiesa bene meritato avevano, peregrinarono, «ci siamo ad intraprendere ilpresente viaggio de « liberati , avvengadiochè da tale risoluzione aves « sero dovuto allontanarci la stagione sinistra, l'età a nostra grave, la salute inferma. Ma non fia che a a tali impedimenti ci sgomentiamo, solo che voglia «Iddio farci dei nostridesiderj grazia. Nèfu il ne «gozio, prima che ci risolvessimo, da ogni parte « ed attentamente non considerato. Stemmo dubbj , « ed incerti un tempo ; ma con tali assicurazioni si « fece incontro ai desiderj nostri l' imperatore, che :« ci rendemmo certi, essere il nostro viaggio a pro « della religione per riuscire. Voi ciòsapete, che su « diciò a voi chiesi consiglio : ma per non preterire quello che ogni altra cosa avanza, sapendo be «missimo, che conforine al detto delladivina sa « pienza,le risoluzioni dei mortali, anchedi quelli, perdottrina, .e per pietà piùriputati sono, di «quelli altresì, il.cuiparlare, quale incenso , alla « presenza di Dio sen sale, sondeboli,e timide, ed. a incerte, le nostre fervorose preghiere al padre di <<ognisapere indirizzammo , instantemente richie « dendolo, che ci sia fattoabilitàdi solo fare quello, che a lui piacer possa, solo quello, che a prospe « rità ed incremento della sua chiesa tornare pro: «metta. Ecci Dio, al quale.coll'umile nostro cuore«tante volte, supplicammo, alquale nel suo sacro «tempio lesupplici nostre mani alzammo,dalquale, Titri TUS210 9103 0 lip « che. ? lam SPE a SP UN uti OP

« Ad esempiodi Pio sesto diriverita memoria, quando « a Vienna d'Austria si condusse, abbiamo., Venera i bili Fratelli, provveduto, che le curie, e le au « dienze siano; e restino secondo il solito aperte;e, a siccome la necessità del morire è certa, il giorno « incerto, cosìabbiamo ordinato, che se durante il '« viaggio nostro a Dio piacesse di tirarcia lui, si tengano i pontificj comizj. Infine da voi richiedia «mo, voi instantemente preghiamo, chevi piaccia aper noi sempre quell'affezione medesima conser «vare , che finora,cimostrate , e che noi assenti , *«l'animanostraall'onnipotenteIddio, a Gesù Cristo « Nostro Signore,alla gloriosissimasúa Vergine ma a dre, al beato apostolo Pietro, acciò questo nostro C 9

158 STORIA D'ITALIA. > 7

« ebenigna audienza, ed ajutopropizio intant uopo « implorammo, testimonio, che niun'altra cosa vo gliamo, a niun'altra intendiamo , che alla gloria «ed agl'interessi della cattolica religione, alla salute « delle anime, all'adempimento dell' apostolico man «dato, a noi , quantunque immeritevoli, commesso.

« Di questa medesima sincerità nostra voi stessi, « Venerabili Fratelli, a cuitutto apersi, siete testi monj. Adunque, quando un negozio sì grande con « l'ajuto della divina assistenza vicino è a:compirsi, qual vicario di Dio, salvator nostro, operando, a questoviaggio,alqualetante,esìponderoseragioni «ci confortano, imprenderemo. «Benedirà, speriamo, il Dio d'ogni grazia i nostri passi, ed in questa epoca nuova della religionecon «uno splendore di accresciuta gloria si manifesterà.

LIBRO VIGESIMOPRIMO. 1804. 159 1 > viaggio, e felice sianel corso , e prosperonel fine, araccomandiate. Laquale cosa se, come speriamo, «dal fonte di ogni bene impetreremo , voi,.Vene « randiFratelli,che di ogni consiglionostro,edi ogni « nostra cura foste sempre partecipi fatti, della co «munecontentezzaancora voi participerete, etutt « insieme nella mercè del Signore esulteremo, e ci «rallegreremo. » Giunto il pontefice sulle Francesi terre , fu per ordine dell'imperatore, ed ancor piùper la pietà dei fedeli in ogni luogo con riverenza veduto. A Parigi, anche quelli, che non credevano nè alpapa,nè alla religione, si precipitavano a gara, o permoda,o per vanità, o per adulazione, alla sua presenza per es primergli con parole sentimenti di rispetto. Incoro nava Napoleoneil dì due decembre. Il fece l'impe ratore aspettare nella chiesa di Nostra Donna di Pa rigiun'ora primache vi arrivasse : vollero, quando il ponteficesimossealla volta di lui, i piicircostanti applaudire al venerando vecchio; furonne da Napo leone con imperioso e forte segno impediti : partito da Nostra Donna il consecrato ed incoronato Napo leone, fu lasciato Pio, come un uom del volgo, av viluppato ed impedito fra l'immensafolladel popolo concorso; tristi presagj'deicasi avvenire. Napoleone consecrato diè nel campo di Marte solennemente le imperiali aquile a' suoi soldati : leantiche insegne della repubblica, che avevano veduto le Renane,Ita: liche , Egiziache vittorie, lasciate nel fango, che era in quel giorno altissimo; tanto i soldati di tutti già >

ibo STORIA D'ITALIA. erano divenutisoldati di un solo. Disprezzar la glo ria era segno, che non si sarebbe rispettata la li bertà. Andarono i magistratí, ed i capi dell'esercito a rendere omaggio all'incoronato loro signore. Cer voni , antico'compagno , vedendolo non più così scarso del corpo, com'era una volta, con esso lui della prospera salute si rallegrava. Si, rispose il sire, ora sto bene. > FINE DEL LIBRO VIGESIMOPRIMO.

BUONAPARTE creatosiimperatorediFrancia,pensa a farsichiamare re d'Italia.Gl'Italiani gli si appresentano a Parigi, eilfanno pago di questo suo desiderio. Va a Milano per incoronarsi re. Genova cambiata, ed unita aFrancia. Festa che danno'iGeno vesi all'imperatore e re.Dichiarazionedi Scipione de'Ricci, ve scovodiPistoja, al papa, ed accoglienzache il ponteficeglifaa *Firenze. Astute insinuazioni dei gesuiti ai principi, e loro rin-, staurazione nelregno diNapoli. Nuova guerra tra laFranciada unaparte, l'Austria e laRussia dall'altra,esue cagioni,Massena generalissimo di Francia,l'arciducaCarlo generalissimo d Aus tria in Italia. Battaglia di Caldiero.Strepitose vittorie di Napo2.leonein Germania. L'arciduca siritiradall'Italia: pace diPres -burgo. Napoleonetoglieil regno aFerdinando di Napoli, eperqual cagione. Giuseppe,fratello di Napoleone,re diNapoli. Si fasanguenelleCalabrie.BattagliadiMaidatraFrancesiedInglesi.AccidentidellebocchediCattaro,eferociadella guerra Dalma tica:LaDalmaziae RagusiriunitealregnoItalico. La naturadi Napoleoneerairrequieta, disordinata, solo costante nell'ambizione.Però lungo temponon stata nelmedesimoproposito, sempre mutando per salire. Pareva, e fu anchesolennemente,e con ma gnifiche paroledetto da lui eda:Melzi, che gliør dinistatuitiinLione per l'Italica fossero per essere eterni'; tòa non ancora erano corsidueanni, che già manchi, insufficienti, non conducenti a cosache IV . II

SOMMARIO.

LIBRO VIGESIMOSECONDO, 1611805. LIBRO VIGESIMOSECONDO.

162 STORIA D'ITALIA. . > 7 buona eJureyole fosse., siqualificarono. Importava a chi s'era fatto imperatore, chereancora si fa cesse.Erano, non senza disegno ,stati invitati gl'Ita lici a condursi a Parigi per ca ione di assistere, in nomedella repubblica, alleimperiali cerimonie ed allegrezze.Vi andarono Melzivice-presidente, i coni sultori di stato Marescalchi,Caprara, Paradisi, Fe naroli, Costabili, Luosi, Guicciardi , i deputati dei collegj e dei 'magistrati Guastavillani, Lamberten ghi,Carlotti,Dambruschi,Rangone,Galeppi,Litta,Fe,Alessandri,Salimbeni,Appiani,Busti,Negri, Sopransi,Valdrighi. L'imperatore silasciòintendere che il chiamassero re, e condannassero gliordini Lionesi: disponendosi la somma delle cose, non solo con un comando,ma ancora con n cennodiNapo leone ,. il fecerovolentieri. Melzi, certamente,non nato a questi vituperj, appresentandosiil giorno diciassettemarzo,con glialtri deputati,incospetto di Napoleone salitosultrononel castellodelle Tuilerie, intaliaccenticon lingua e concettiservilt,favellava. « Voiordinaste, o Sire, che la consulta di stato, e « i deputati della repubblica Italiana si adunassero,«.e.l'affareilpiùimportante pe'suoidestinipresenti « efüturi, cioèla forma del suo governo consideras «sero.Al cospetto vostro io m'appresento, oSire; « percompireappresso a voi l'onorevole carico din « 'formarvidi quanto ellafece, e di quanto ella de«sidera. Premieramente l'assemblea, molto bene « ognicosaconsiderando, venne in questa sentenza, «che impossibile è, se troppo non sivuole dagli ac 9 7

LIBRO VIGESIMOSÉGONDO: 1805. 163 « cidenti dell'età nostra discordare, le attuali forme « conservare. Ebbero le Lionesiconstituzioni tutti i « segnidiordiniprovvisorj': accidentali furono,per: a chè agli accidenti:dei tempi fossero rispondenti; « nèin se alcunnervo avevano, per cui gli uomini (prudenti e durata e conservazione promettere si « potessero. Non che laragione, l' evidenza strin « gono urgentemente a cambiarla. La qualcosa con « cessa, e confessata vera, come vera è realmente. , alavia da seguitarsisemplice diventa,e piana:i pro «gressi delle cognizioni,idettami dell'esperienza;là«monarchiaconstituzionale,lagratitudine, l'amore, a la confidenza il monarca ciadditano. Voiconqui ««staste, o Sire, voi riconquistaste,voi creaste, voi a ordinaste,voifino a questo dì:'Italianarepubblica a governaste;quivi ogni cosa levostre geste, la vos- : a tra mente, i vostri benefizj rammenta : un unico «desiderio poteva essere fra dinoi; un unico desi « derioèsorto. Noinon preterimmo dimaturamente « considerare quantonelle future cose"la profonda sapienza vostra indicava; ma per quanto gli alti e « generosi pensieri vostri coi nostri più bramati in « téressi s'accordino, facilmente abbiamo anoi mea a desimipersuaso", che le condizioni nostretanto « ancora non sono mature,che possiamoaggiungere < a quest'ultimo grado della politica independenza. «L Italiana repubblica, così portal'ordine naturale «delle cose, debbe ancora perqualche tempo*re «stare impressadella condizione degli stati novella e mente creati. Un primo nembo; quantunque leg 9

164 STORIA D'ITALIA. ge "gieri,che l' aereoscurasse,sarebbe per leid'affanni «editimore cagione.Nellaqualcondizione, quale« maggior,sicurezza,qualepiù fondata speranza di « felicità potrebbeella,Sire, che in voi trovare?Voi a siete ancoranecessaria parte di lei. Solo nell'alta a sapienza vostra stà, solo a lei s'appartiene ilve «dere ilpreciso terminedella dependenzatra le « losie esterne, ei pericoli nostri. Interrogatiamo a revolmente,rispondiamosinceramente. Questo è ce ildesiderio nostro, che a voi significhiamo, questa lapreghiera,ché a voiindirizziamo, chevipiaccia « quelle constituzioni darne, in cuii principj già da «voi pubblicati, dall'eterna ragione richiesti, alla aquiete dellenazioni necessarj, statuiti siano e çon «fermati Siate"contento, o Sire, diaccettare, siate « contentodi compire lepreghiere,ei desiderjdell « Italica consulta . Per questa miabocca instante «mentetuttivene ricercano, evene scongiurano. «Se voi benignamente ci esaudite, aglItaliani diaremo,che voi con più forte legamento visiete alla «conservazione, alla difesa,alla prosperità dell'Ita « liana nazionecongiunto. Così è, Sire : voivoleste che la Italiana repubblica fosse, ed ella fu; fate aora, che laItaliana monarchiasia felice,e sarà.»

Terminato il favellare,efattosiavanti Melzi,l'atto dell'Italiana consultaespresse : il governo della re pubblica Italianafosse monarcale, ed ereditario ;Napoleone primo re d'Italia si dichiarasse; le due corone di Francia,e d'Italia in luisolo,non ne'suoi discendentió successori, potesseroessere unite';

Milano, quando i suoi popoli d'Italia ancora il credevano sullespiagge delmareRosso; ancoratinto di sangue,ancora cosperso di polvere, sua prima cura esserestata l'ordinare l'Italiana patria ; chia marlo gl'Italiani.a loro re; volere loro re essere, volere questa corona conservare, ma solo fin tantochegl'interessi loro il richiedessero; deporrebbela , quando fosse venuto il tempo , sopra un giovane rampollo volentieri,al quale delparichea lui sareb bero a cuore la sicurezza e la prosperità dei popoli Italiani.Nè questa fu la sola dimostrazione, ch' ei fece in questo proposito.

* Entrò ilgiorno seguente l'imperatore in senato.1

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Rispose Napoleone con voceforte , ma chioccia come l'aveva, aver sempreavuto ilpensiero di creare liberaeindependentélanazioneItaliana;dallesponde del Nilo avere sentito leItaliane disgrazie ; essere, mercè delcoraggio invitto de'suoi soldati,comparso.

InglesiMaltà,le due coronenon si potessero separare;pregàssesi Napoleone imperatore, passasse a Milano per ricevere lacorona, estatuireleggi definitive pel regno.

Talleyrand, ch'era uomo molto ambidestro,e ca pace di pruovarquesta conmoltealtre cose ancora pruovò,cheper allora l'unione della coronad'Italia a quella di Francia era necessaria.Lessesi l'accetta zione:poiNapoleone prese afavellare, pretendendoparoledimoderazioneeditemperanza:«Noivi chia « mammo, o Senatori,disse, per darvi a conoscere

LIBRO VIGESIMOSECONDO. 1805. 165 > e 3 9 in insinoa tanto che gli esercitiFrancesioccupassero ilregno diNapoli',i-RussiCorfù,gl

166 STORIA D'ITALIA: e «tutto l'animonostro intorno agliaffaripiù importanti dellostato.Potente e forteè l'impero di Fran «cra, mapiù grande ancora la moderazione'nostra.

«Lospartimento dellaPolonia,leprovince toltealla ..Turchìa,la conquistadell'Indie,edi quasituttele acolonie, hanno a pregiudizionostro dall'un de?lati « fatto ir giù la bilancia : l'inutile rendemmo,il ne « cessario serbammo, nè mai learmiper vani pro « getti di grandezza, nè peramore di conquista im« pugnammo.Grande incremento alla fertilità delle « nostre terre avrebbe recato l'unione dei territorj « dell'Italianarepubblica:pure dopo laseconda con quista, l'independenza suaa Lione confermamino; « ed oggidì,piùoltre ancoraprocedendo,il principio «della separazionedelle due coronestatuiamò,solo il tempo dilei, quando senza pericolo peinostri popoli d'Italia effettuare si possa,assegnando. Ac cettammoesulla nostrafronte l'antica corona dei « Lombardi posammo:questarattempreremo, questa rinstaureremo, questacontro ogniássalto, finchèil a Mediterraneo nonsia'restituitoalla condizionecon «sueta, difenderemo, e questo primo Italico statuto ca poter nostrosanoe salvoconserveremo. » Creaval'imperatore EugenioBeauharnais,figliuolo

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LaOlanda, la Svizzera, l'Italia tuttà, laGermania «quasi tutta conquistammo; ma in fortuna tanto « prosperà misuraemodo serbammo. Di tante con «quistate province quello solo ritenemmó, ché ne «cessario era a mantenerci in quel grado d'autorità de dipotenza,nelquale fu sempre laFrancia posta.

LIBRO, VIGESIMOSECONDO - 1805. 167

dell'imperatrice sua moglie , principe;poi, suo fi gliuoloadottivo chiamandolo,viceré,d'Italiailnominava. Creava Melzi guardasigilli del regno.De crétava,andrebbe a Milano, e la corona reale,la domenica venti sei di maggio, prenderebbe.Messosi in viaggiocon grandissimo seguito di cortigiani, perchè voleva far illustrequesta sua gita con appa rato molto superbo, e più che regio, e festeggiato con grandissimi onori per tutta Francia ,arrivava Napoleoneil dì venti aprile a Stupinigi, piccola ed amena villa dei reali di Sardegna, posta a poca . distanza da Torino. Quivi concorseroa fargli ono ranza'imagistrati;Menou verso di luiumilissimo si mostrava. Ad, alcuniparlò benignamente,ad altri superbamente, secondochè era da Menou Egiziacosusurrato. Riprese con parole aspre, l' arcivescovo Buronzo, accusandolodiserbartuttavia

fedeal re di Sardegna : tolsedalla carica Pico,presidentedel tri b nale, e lo voleva anche farammazzare,perchè, come diceva,' 1' aveva tradito nelle faccende Vene ziane. Infine trascorseinparole sdegnosissimecontro igiacobini,chiamandogli sçelerati, e più quelli che l'avevano servito : in ciò era stimolato particolar, mentedaMenou,cheparlavacome senon fossemai stato giacobinoegli.Aggiunseil sire, che gliavrebbe fattiarardritto, echinonavesse arato dritto,avrebbe a far con lui. Tutte queste cose disse, e fece con moditanto plebei, chetutti restaronopersuasi, che, se aveva la forza,non aveva la dignità, e chenovizio ancora, male sapeva portareil nuovo imperio. Ven t e 2 7 2

neroatrovarloa Stupinigiideputatidi Milanoper fargliomaggio,reloro,rigeneratoreloro,padreloro chiamandolo.Rispose amorevolmente, gli avrebbein luogodifigliuoli:raccomandòloro, fossero virtuosi; l'attivá vita, la patria, e l'ordine amassero, Dell ordine parlava per dar'controaigiacobini,credendo che questa fosse buon' arte per adescare i re. Ter minò minacciosamente dicendo,chesealcunoavesse concetto gelosia pel regno d'Italia, aveva unabuona spadaper disperdere isuoi nemici;il che era vero. I buoni Milanesi stupivanoa quelle si vive dimostrazioni, cd argomentavano, che ilplacido e grasso vivere fosse gi nto alfine. Visitato Moncalieri",corse la collina diTorino": esaminata Superga, entrò trion falmentenella reale città.Abitòil palazzo del re,con molto studio ediligenza a questo fine restituito ed "addobbato dal conte Salmatoris.Correvanoi popoli Piemontesiavederel'inusitatospettacolo: simaravi gliavano, non de caso ,«chè già ne avevano veduti tanti, ma della superbia.Arrivava in questo mentre papaPioaTorino,tornandodaFrancia.Fufattoallog giare nellareggiaconNapoleone:stetteromolte oreristrettiinsieme :Pio sperava,Napoleone lusingava, pubblicamente stretto accordo mostravano: l'impe-, ratore ne godeva, perchè sapeva qual effetto sulla opinionedeipopoli partorissel'amiciziad'un papa! Visitòle pubblichesingolarità,con incredibile imper turbabilitàparlando di quelche sapeva,èdiquelche è non sapeva;ma chedicesse bene, oche dicesse male, tutti sempre applaudivano. Parlo" con facilissima'lo 2

168 STORIA D'ITALIA.. . 2

Daidiscorsicivili si venne alla rappresentazione delle armi. Volle Napoleone,vedere i gloriosi campi di-Marengo,e quivi simulare una sembianza d bat taglia.Rizzossi un arco trionfale sulla porta d'Ales sandria per aMarengocongli emblemidelleItaliche, Germaniche,Egiziache vittori . Sul campo stessodel combattuto.Marengo l' imperial trono s'innalzava. Compariva Napoleone in una carrozzamolto splen dida etirata da otto cavalli : non conobbe, quanto più grandesarebbe stato,seinqueimedesimi luoghi si fosserappresentato con modestia, eda soldato;ma la vanità guastava la gloria, Stavano i soldati schie rati,molti memori delleportate. fatiche inquesti stessi Marenghianicampi : Francesi, Italiani, Mama lucchi, sì fantiche cavalli:s'accostavano le guardie nazionali, tutte in abito, ed in bellissimo ordine disposte;:magnificacomparsapoi facevano le guardie d'onore Milanesi venute a Marengo per onoranza del nuovosignore. Stavano appresso".gli ufficialidi ·corte, i ciamberlani, ledame,ipaggi,emoltigene raliinabitiricchissimi.Splendevail

LIBRO VIGESIMOSECONDO, 1805. 169

soleacielsereno: i raggi ripercos i, è rimandatiin mille differenti guiseda tantiori, argenti e ferri,forbiti, facevano una vistamirabile. Una moltitudine innumerevole di e

* quela dimusica,dimedicina, dileggi,dipittura: vollevedere la tavola d Olimpia,.pinta daRevelli; pittore dinome.Lodò l' opera; ma' noto qualche difetto : tuttifecero le maraviglie del quanto se ne intendesse. Il papa festeggiato, ancheda Menoy Abdallah, se ne partiva alla volta diParma.

170 STORIA D'ITALIA: : a popolo era concorsa:l'Alessandrina pianura risuo nava digridafestive, di nitriti guerrieri,di musica incitatrice. Napoleone glorioso venuto al trono, e, postovi l'imperatricea sedere,scendeva dall' impe riale cocchio , e montato a cavallo s'aggirava per le file degliordinatisoldati.

Le grida, gliapplausi, i suoni diogni sorta più vivi e piùspessi sorgevano, ed assordavano l' aria. Terminate la rassegna e la mostra, iva asedersi sull'imperiale seggioancoregli, essendo in lui conversigli occhidella moltitudine, tutti imperatoreevincitore diMarengo con altissime voci salutandolo. Seguitavala battaglia simulata fra due opposte schiere,moderando le mosse e gli'ar meggi mentiLannes, chedopoi nuoviordini impe riáli era stato creato maresciallo. Durò dalle dieci dellamattina sino alleseidellasera con diletto gran dissimodi Napoleone;laquale terminata,dispensò a parecchi soldati o magistrati le insegne della le gioned'onore, nuovo allettamento pe'suoi disegni creato da luinovellamente, siccomequegliehe, otti mamente conosceva i repubblicani de' suoi tempi. Sceso posciadal tronogeltava le fondamentadiuna colonnaper testimonianza alle future genti della Ma renghiana vittoria : ivi sifermarono le gloriosè ricor danz .ArrivavaNapoleonecon tuttiigrandidella co onaildì sei di maggio a Mezzana-Garte sulla sponda delPo,dovepassato:ilfiumesopra nonsoqualeestem poraneoBucintoro,fra le innumerevoliacclamazioni dei popoli;chesulle due opposte ríve tripudiavanoj. stille terre del suo Italico" regno entrava. L'aspetta 5 :

LIBRO VIGESIMOSECONDO. 1805. 171 4SUD usica IO , E 9 asimpeerle, ano el regli. dine, issimi atain glias impe dien varo in solenne pompa, ilricevettero,il lodarono,ilprefettodell'Olona, il guardasiilli Melzi, il ma resciallo Jourdan , che stava al governo dei soldati Francesi alloggiatinelregno Italico.Risposeseccoinun momento, in cui massimamente il suo cuore avrebbe dovuto aprirsie spanderfuori da tuttele vene fonti d' affezione. Giunto a Pavia, fece sua stanza nelpalazzo del. marchese Botta, ad uso di palazzo imperiale desti nandolo, buon grado o malgrado che ne avesse il marchese, che per verità poco si curava diquesto Napoleonico'onore. Guàrdie d'onore,studenti adob báti, folle di popolo, arazzispiegati, fiori sparsi, lumiaccesi, applausi infiniti testificavano l'alle grezza dei Pavesi verso chi gli aveva avaramente,e crudelmente postia sacco.Vide volentieri l'univer-: sità,chel'ebbe con queste parole, per voce del ret torë, e dei professori decani, lodato : « Voi'assidu «tasteduevoltecollavittoria,o

Francesevipose«incapo la corona imperiale; mag Italianivi pregl'« paravano quella degli antichi loro re: essiver la «offersero,voi l'accettaste, ela vostrafrontepiena«d'alti"pensieri si fregierà di un duplice diadema. grab spensi a Eisega 2eott ditempiunaaMa ricor 1Bondlaco Cestem azioni vano: Detta

Sire, la sorted'Italia, «édue volte fra i travagli delle armi stendeste la amano generosa alle scienze profughe e malsicure. á Allora fa, che questo tempio sacro alla sapienza vennedavoirialzato all'antico splendore.Chiamati ( noi sotto l'ombra del vostro scudo all onorato «ministero del suo culto, fummoognora penetrati «daprofondariconoscenza.Ilpopolo

2C « Questo è l'istante,che apre libero il campo alla «nostra gratitudine, e che ci guida a depositare. « a' yostri piedil'omaggiosolenne della nostra co «muneesultazione.Voi, cuicircondano lepacifiche «non' meno, che le guerriere virtù, accogliete il rispettosonostro discorso,evogliate essercipadre, « e nume tutelare.Apprenda davoila posterità,checil denio delle armi uñito a quello delle scienze é « delle arti forma la felicità delle nazioni, Venite adunque fra noi, benefico e magnanimo eroe:per « voi si diffonderanno vieppiù tuttele fontidel sa«pere. Già l'Italia, illustre patria deVirgilj,de'«Galilei, de'Raffaelli, ingrandisce le sue speranze asotto i potenti vostriauspicj. Ilcielovi formò per «legrandicose, epoichè tutto vidiede,vi conceda « ancorlunghi e sereni giorni, ondecompierel'opera «della vostra beneficenza,egli alti destini, checii« avete preparati.» Io ho voluto riferire questo dis corso elogistico dell'università di Pavia, perchè, sebbene del tutto nonsia purgato, ènondimeno à comparazione delle laide e deformi Italiane scritture di quei tempi, limpido e puro di parole,e distile non isconvenienteal soggetto. Fu magnifico l'ingresso di Napoleonein Milano.. Entrava per la porta Ticinese,a cui fu datonome di Marengo. Gli appresentarono i municipalile chiavi posate sopra un bacile d'oro. Dissero, esser le chiavi dellafedel-Milano;i cuori aversegli già dalungo tempo acquistati. Rispose',serbassero le chiavi;credere, amarlo i Milanesi , credessero; !ui amargli. 1

172 TORIA D'ITALIA. 7

LIBRO VIGESIMOSECONDO, 1805. !73 > Perv nuto, traendo è gridandolietissimamenteuna foltissimacalcadi popolo, alduomo, il cardinal Caprara,arcivescovo,f ttosegliincontrosulla-soglia, giuravarispetto,fedeltà,obbedienzaesommessione, auguravaconservazione di sigran soyrano, invocava g inclitiprotettori dellamagnifica città.Ambrogio e Carlo, acciocchèa lui, ed a tutta la sua famigliasa lutepiena,e contentezzaperennedessero.Terminate le cerimonie del tempio,il palazzo deiduchi,ornato afesta, e tutto esultante per l'acquistata grandezza,1 accoglieva ilnovello:re. ... Ed:ecco che, saputo ch'era andato a Milano per lacorona,ilvenivano a trovarei deputati dell'Ita liche e dell'estere città. VenneviLucchesini portatore deiPrussianionori,edellePrussianearti: recava da partedel re Federigo l'aquila nera, el'aquilarossa a Napoleone:fregiatosene ilsire,comparivaconloro alcospettode'suoi schierati soldati. Queste cose si facevano per pungere l'Austria, perchè a questo tempoilre'Federigo,a ciòconfortatoda LucchesiniedaHagwitz, siera risoluto, con quale prudenza e felicità ilmondo stupidito se l'ha veduto, a secon dare in tutto eper tutto i disegnidiNapoleoneim Vennevi Çetto, inyiatodi Baviera, Beust, inviato dell'arci cancelliere dell'impero Germanico, Alberg mandato da Baden, Benvenuti:bali mandatodall'ordine di Malta : mandovvila montagnosa Val lesiaillandamanoAugustini:mandovviladusta Spa gna il principe diMasserano,LuccaunGotennaed un Be luomini,Toscana unprincipe Corsinied un

perátore:

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174 STORIA D'ITALIA: 1 Vittorio

considerando coloro, che la natura diNapoleone non conoscevano,chiamavanoiLiguri fratuttigliuomini felicissimiefelicissimesortiargomentavanoper lapie colarepubblica. Maquelliacuieranotol'umore,sti mavano chevi fossesotto qualchedisegno,edubita vanodiqualchemaltratto.I Ligurilegatistessi,quelli almenoche non erano nellatrama,,,perciocchè alcuni vi erano', di tanti onori ed accattamenti:si.maravi. gliavano...egli animinon avevanodeltutto sgombri datimoré.Ammessiall'udienza delsignore,ilvidero sereno e lieto.Con esso lui dell'acquistatoimperio si rallegrarono,ilcommercio della prediletta Liguria 2

Fossombroni:tuttivenivano ad onoranza, ed a raccomandazione appresso al potente etemuto signore.Maggior materia era sotto i deputati della Ligure repubblica.Aveva mandato ilsenatoGenovese Du, razzo, doge,cardinale Spina,arcivescovo,' Carbo nara,Roggieri, Maghella, Fravega,Balbi ,Maglione, Delarue, Scassi, senatori. A loro maggioricarezze, epiù squisitionorisifacevano.Studiavansi'ilministro Marescálchi,edil cardinale Caprara a soddisfar loro conmense, con udienze, con complimenti. Le me desime gentilezzeusavano i ministri di Francia : ad ogni piè sospinto venivadatodell'Altezza:Serenissima al-do e,edei ambasciatori straordinarji i senatori.Il signorestessosempregliguardavacoñ viso benigno, e si allargava con loro 'inmelliflue parole. Breye mente,fratanto festeggiare non erano i Liguri legatilamiporpartedella comuneallegrezza.Lequalicose..

LIBRO VIGESIMOSECONDO. 1805. 175. e . instaurasse;supplicaronto.Risposeumanamente,co noscerel'amoredei Liguri;sapere aversoccorso glieserci i diFrancia intempi difficili;nonisfuggirgli l angustie loro; prenderebbe la spada, egli difende rebbe; conoscerel'affezione del doge; vederlo volen lentieri, veder volentieri con lui i Liguri senatori; anderebbe a Genova; senzaguardie, come fra amici, v anderebbe. Dopo l'udienzafurono veduti ed accarezzati dall'imperatrice, è da Elisa principessa; so rella che era diNapoleone, sposataad un Baciocchi, creato principe anch'egli. Tutti mostravano dolce viso aiLiguri legati nella Napoleonicacorte.

Pre a in Monza la ferrea coróna lenne pompa a Milano trasportata, i apriya l'adito all'incoronazione.La domenica ventisei di maggio, . essendo il tempo bello, ed ilsolelucidissimo,'s in coronava il re. Precedevano Giuseppina imperatrice, Elisa principessa in abitiricchissimi; ambe,risplendevano didiamanti,dei quali in Italia meno chein qualunque altro paese avrebbero dovuto far mostra. Seguitava Napoleone portando la corona imperiale incapo , quella del regno, lo scettro,e la mano di giustizia in pugno,il manto reale, dicui idue grandi scudièri sostenevano lo strascico, in dosso. L'accom pagnavano uscieri,araldi,paggi, ajutanti,mastridi mamenteberlanicerimonieordinarj,mastrograndedicerimonie,ciam,scudieripomposissimi.Settedamericchissi-.addobbateportavanoleofferte;adesse vicini con glionori diCarlordagno, d'Italia, e dell? imperio procedevano i grandi ufficiali di Franeiae e non senza so- , 9 >

GiuseppinaedElisain unaparticolartribunarisplen devano. Le volte, lepareti; le colonnesotto ricchissimidrappi si celavano, e con co tinedivelo,con

brogio Santorigettato Teodosio tinto del sanguedei Tessalonici;ma iprela imoderni non laguardavano cosi alminuto con Napoleone. Sedè Napoleone sul trono, il cardinale benediceva gli ornamenti regj. Salivail'reall'altare, e presasi la corona, edin capo postolasi, dissequesteparole,che fecero farle mara viglie agli adulatori,cioè a tutta unagenerazione: Dio me la diede, guaia chi latocca. Le divote volte in quelmentre ris onavano digrida unanimi d'allegrezza. Incoronato, givasi a sedere sopra un magnificotrono alzato all'altro capo della navata. Iministri i cortigiani,imagistrati, i guerrieri l'at torniavano.Ledame specialmente,inacconce gallerie 'sedute, facevanobellissimamostra.

Sedeva sopra uno scanno a destra Eugenio, vicerè, figliuolo adottivo. A lui, siccome a quello a cuidoveva'restare la su prema autorità, già guardavano graziosamente i cir costanti. Onorato e speciale luogo ebbero nell'im perial tribuna il doge, ed i senatori Liguri : stavano con loro quaranta damebellissime e pomposissime.

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176 STORIA-D'ITALIA, e i d'Italia, ed i presidenti dei tre collegi elettoralidel ·regno. Ministri, consiglieri,generaliaccrescevanola risplendente comitiva.Ed eccoGaprara cardinale,af faccendatissimo, e rispettoso in viso, col bald c. pensasse-chinoecolcleroaccostarsialsignore,esinoalsantuarioaccompagnarlo.Nonsosealcunoinquestopunto,averedaquestomedesimotempioAm

LIBRO VIGESIMOSECONDO . .1805. 172 e a franged'oro", con festoni di seta s'adornavano Grande, magnifica, é maravigliosa scena füquesta degna veramente dellasuperba Milano. Cantossi la solennemessa :giuròNapoleone : adalta vocedagliaraldi gridossi :«Napoleone primio imperatore deiFrancesi, ere d'Italia è incoronato, consecrato , infronizzato';viva l'imperatore e re.» Leultimeparole ripeterono gli astanti con vivíssime acclamazioni tre volte. Conquesto splendore, e con quel di Parigi oscurò é contamino Buonaparte tuttele sueItalianeglorie;conciossiachè a colui,che odin pace, odin guerra,nonper la patria ,ma per luis'affatica, atti questo nell'abboininevole suoanimo sipropone, diservirsidei servigj fatti aleiper soggettarla, eporla algiogo,ilmondo eDiofaran giustizia :sono questeazioni scellerate,non gloriose:Sepiacquero all'età, dico , che l'età fu vile. Terminata laincoronazione andòilsolennecorteggio a cantarl innoAmbrosiano nell'Ambrosianachiesa. La sera,Milano tutta festeg giava:fuochi copiosissimi s'accesero, razziinnume revolisi trassero, unpallone aerostático andava al cielo: inogniparte canti,suoni,balli,tripudj, alle grezz . A veder'tante pompesi: facevano concetti d'eternità già gli statuali siadagiavano gioconda mente suiseggi loro. Mentre con lusinghee cononoris'intrattenevano inMilanoildoge,ed i Ligurilegati,perun concerto con gli aderenti più fidi, un empio fatto sitramava. SollevavaNapoleonea cosenuove latravagliataLi guria. Visispårgevanoprimaparole, poi prixaperti 2 Iy . I2

discorsi intornoalla necessità dell'unione conFrancia. Questo avevano significato leparole di Napoleone, quandopochigiorni prima favellando alsuo senålo in Parigiavevadetto,nissunanuovaprovineiadovereessere agiunta alsuo impero. "Allegavasi per sug. gestionee comandamentodiluida uominiprezzolati nelle Liguri province, allora essere stata perduta la independenza quandofufattalarivoluzione;d'allora ; inpoi essere statasotto diversinomi, e-reggimenti diýersi Genova serva : aver lo stato più pesi, che portarpossa da se : potergli portare facilmente con giunto conFrancia : sperarsi in vano,che ilpotentenon manomettesse ildebole : di ciò manifestetesti monianzeaverdato l'Austria, che venne comeamica,la Francia,chevenne coineálleata:ripugnarelana tùra umana, sempre superba, ai moderati desiderj,nè lagiustizia regnare in chi troppo può essere cangiate le sortid'Europa : preponderare oltremodola Francia; già abbracciar e stringere da ogniparte "pel Piemonte unito, e pell Italico regno obbediente l'esile Liguria :chestarsiafare,chenon sidomandal'unione a Francia! Giacchè non più si può coman dare da se, savio consiglio essereilcomandare con áltrui :'le umiliGenovesi insegnenonrispettarsisu märidaibarbaributtati fuori dalle caverneAfricane, rispettarsi'le Francesi,iNapoleonicisegni averea rendersicuri i Ligurinavilj : cosìuna soladelibera zione politica essere per fare ciòche leantichearmidella repubblica più non non potevano. A queste parole siaggiungevanole'adulazionisullafelice condizionedi .

178 .STORIA D'ITÀLIA.

S esser posti alfrenodi Napoleone eroe. Le giurisdi: : zionidomandavano l'unionecon Francia, supplicava ilsenato Napoleone, la decretasse.

Avendo le arti e i comandamenti del signore di Franciae d'Italiasortito l'effetto loro,acciocchè daie Genovesis'implorasse quello,chel'imperatoreaveva ordinato che implorassero, comparivano al suo.co spetto in Milano ildì quattro giugnoi Liguri legati GirolamoDurazzo doge, serbatodaicieli a veder il. fine della sua nobil:patria, ed al quale eranostate celatelearti usatein Liguria,dopochèegli eravenuto a Milano, tuttó pallido e sgomentato incotal guisa orava : « PortanoiLiguri legati ai piedi di vostra. < Maestà Imperiale e Reale i voti delsenato e del e popolo Liguré. Prendendo il carico di rigenerar«questo popolo,voi vi addossate anche quello di « farlofelice. A questo solo il possono condurrela « sapienza ed ilvalor vostro. Le mutazioni introdotte «nei popolivici i, da loro intieramente segregan a doci, rendono la condizione nostra'infelice,e'ne « cessariamente richieggonola nostra'unionecon a questaFrancia,che voi tanto glorificate. Questi , ásonoi desiderjidelpopolo Ligure,questicimanda ciad esprimere all'augusto cospetto vostro, questi pernoi vipregadi esaudire.Leragionicheaquestadelibera ione ci muovono, pruovano all'Europa:, « ch ella non è l'effetto dialcun impulsostraniero'; « ma bensì il necessario risultamento della nostra condizione presente. Degnatevi, o Sire,udirebes « nignamente la vocedi un popolo,chenei tempi . (

LIBRO VIGESIMO ECONDO. 1805. 1.79

7 SI

Dettesi queste umiliparole dalmiserandodoge,e porti isuffragjdel Ligure popolo al signore, rispon deva Napoleone : essere da lungo tempo venuto a partedelle faccendedei Liguri: a buon finesempreaverle indirizzate; essersiaccorto, che per loro era impossibile, chequalchecosadegna deipadriloro facessero : l'avaraInghilterra chiudere a piacer suo i porti; infestar ivmári, visitar le navi :leAfricane rapineà dare ogniora più crescendo : essereservitù nell'independenza Ligure: esserenecessitàai Liguri di unirsi ad un popolo potente: adempirebbei foro desiderj, gli-unirebbe al suo gran popolo volentieri, memore deiservigj prestáti : tornassero nellaloro patria::visiterebbeglifrabrève,suggellerebbe lafelice unione in Genova. Lessersi ivoti: A cagione che la Liguria non ha forzasufficienteper mantenere la sua independenza, che g Inglesinon riconosconolarepubblica,chechiuso è il mare dai barbàri,"la terra dalledoganie; supplicare ilsenato all'imperatoree re, la Liguriaalsuo impero unisse.Seguitayano:le condizioni

180 STORIA D'ITALIA: a piùdifficoltosi sempre imostrò affezionato alla a Francia; unite all'imperio vostro questa Liguria;primo campo delle vostre vittorie,primo grado del trono, sopra il quale vi siete per la salute ditutte c.le civili società seduto. Siat , supplichiamovene', <versodi noi tanto benigno,che consentiate a darci « la felicità, che dall'esser vostri sudditi deriva :'nè & più devoti,nè più fedeli potrebbe Maestra Vostra sitrovarne, »»

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idazj sugli introiti èsulle tratte,che i proventi e le manifatture della Liguria ne sentissero beneficio; le cause sì civiliche criminali siterminassero in Genova, odin uno dei dipartimentipiù vicinidell'impero; gliacquistatori dei beninazionali fossero indenni e sicurinel pos sesso, e nella piena proprietàdi loro.Avviluppossi Napoleone,rispondendo, nelle ambagi; perchè dei pattidella dedizione solo voleva osservarquelli ch'ei voleva,non quelli chevolevanoiLiguri. Intanto de siderando mitigare l'acerbità delfatto conun uomo ditemperataeprudentenatura, mandavaaGenova il principeLebrun,arcitesorieredell'impero,perchèlo stato nuovo ordinasse a secondadelleleggiFrancesi. Restava, che con le festesi celebrasselaperduta patria. Arrivava Napoleone il dì trenta digiugnoa Genova, tratto dal diletto di udire leGenovesi adu lazioni, e di vedere popoliservi. Tutta la città si muoveva per vederlo.Veniva dalla Polcevera: l'incontrava la cavalleria a CampoMarone; le campane suonavanoa gloria, i cannoni rimbombavano., le fregate e; legni minori sortinel porto esultando mareggiavanoi chi traeva alle ambizionisi compo neva neisembianti;leGenovesidonneattentamente a

LIBRO VIGESIMOSECONDO. 1805 . TOde?

soddisfacesse dallo stato aicreditori Liguri, come a quei diFrancia; si conservasse il porto franco di Genova; nell'accatastare siavesseriguardoalla ste rilità delle terre Liguri, ed al caro delle opere; i togliesseroledogane e lebarriere tra la Francia e la Liguria; sí descrivesseroi soldati solamente all'uso dimare;siregolasseropermodo

182 STORIAD'ITALIA. son . e il güardavanoper giudicare diche cosa sapesse; del popolo chisi märavigliaya, ch diceva arguzieda marinaro Succedevano le adulazioni dei magnáti. Michelangelo Cambiaso, creato sindaco daLebrún, appresentava con le chiavi:Genova superba per sito,essere or superba perdestino, disse': darsi ad uneroe : avere gelosamente eper moltisecoli custo dito la sua libertà : di cið pregiarsi;ma ora moltopiù pregiarsi,le chiavi della città reginà in manodi colui rimettendo, che savio e potentepiù diogni altro valeva aconservargliela intattae salva.Rispose benignamente, restitui le chiavi, Spina, cardinale arcivescovo ,sulla soglia dellachiesadi San Teodoro aspettandolo, col sacro turibolo l'incensava.Luigi Corvetto presidentedel consiglio generale, venutoalla presenzadelsignore,favellava,averelui liberato ilbuon popolo diGenova, averlo in figliuolo adot tato; essere quiviin mezzoa'suoi figliuoli; dimen ticare ilGenovese popolo le"passate calamità; ogni altro affetto inquesto solo affetto comporsi dello amore dell'imperatoree re : per questo esserei Genovesi sudditi deditissimi;per questo idoveri più sacriaffortificarsidalle affezioni più dolci:non isde gnasse, pregava,la semplicità delle parole loro: eroe, sovrano, epadre, in buon grado àccettasseiltributodell'ammirazione,dell'amore, edellafedeltà foro. Po cia a nome proprio,e di Bartolomeo Boccardi, uomo dinon mediocre ingegno, e stato sem prededitoalla parte,Francese,LuigiCoryettomede simo pregava felicità per la suapatria,chiamando

LIBRO VIGESIMOSECONDO. 1805. 183 e; le be TS ACTUS 200 in Napoleonepiù grandedi Cesare, e confortandolo a cambiarel'antica Cesareadivisain quest altra Venni, vidi,felicitai. Piacque la squisita lusinga : Luigi Corvetto fu creato consiglier di stato. Bene ne.oc corse ai Liguri, che,perduto l'antico nome, trova rono in Corvetto chiaffettuosamente gliamava,chi prudentemente gli consigliava,e chi utilmente ap presso al signor del mondo gli avvocava, non à sdegni, nè ad antichi rancori intempi tanto solenni servendo,ma solamente al benefizio de'suoicompa triottirisguardando.Questesmodatelodi a viso scoperto con tanta franchezza siascoltavaNapoleone, ch'io non soqual fronte fossela: sua. Alloggiava al palazzo Doria a quest'uopodiligentissimamentepreparato.Terminati i complimentisi venivaallefeste. Incominciossi dal mare.Faceva magnifica mostra un tempio, che di Nettuno, o Panteon marittimo chiamarono : eretto sopraun tavolato dinavi,senzaperòche ciòapparisse,perciocchè pareya fondato sopra un verdeg giantesuolo, seneandava sullemarine acqueperforzad'ignotiordigni galleggiando. Una gran cupolaaveva per colmo, sedici colonne d'ordine ionico il sostentavano,le immagini dei marini dei l' adorna vano. Sulle due facce interna ed esternadella cupola si leggevaunainscrizione,partodelpadre Solari,la quale significava,iLiguri augurarea Napoleone im peratore e re l'imperio delmare, comegià si aveva quellodellaterra.Opera bellaedingegnosa fuquestotempio : sopra dilei, condotta che fu in mezzo al

184 STORIA D'ITALIA. 1porto,sedeva Napoleoneicircostanti festeggiamentirimirando. Quattro -isolette, che rappresentavano, quattrogiardinicinesi adorni dipalme,cedri, limoni, melaranci,melagrani,rinfrescati dazampillidiacque limpidissime coperti da una cupola listata dipiùco lori.sedadornatadaquantitàmirabiledicampanelli, chemessiin motodal continuo aggirarsi dellamag china con dolce coneento tintinnavano continua mente,givano conmorbidegiravolteora quà, orala a gallaondeggiando i. Un numero innumerabile di b ttelli, burçhietti, schifetti, liuti; gondolette·in varie guise ed elegantemente ornate, facevanoche alla instabilità del marenuova instabilità dibarche e di vele si aggiungesse, emille variati aspettiad ognimomento agli occhideirisguàrdapti si raffigu rassero.Sapriva laregatta, o vogliam dire, gara di navi in numerodisei:-par itedalletre porte dimare, due daciascunacon velocità maravigliosaconteserò dellavittoria;vinse la bandiera delpontediSpinola: gli applausi elegrida festosemontavanoal cielo. Fe ce inotteintanto:diventòpiùbello lo spettacolo.Lu miere dicristallo, che fra lecolonnedelgalleggiante sulletempiostavanosospese,subitamenteaccesegittavanoinconstantiacque,checonlampidivariocoloreglirimandavano,raggidiabbondanteerallegratrice luce.Le c polette dei giardini anch'esseilluminate -çonsentivo con la soprav nzan elucedeltempio. Fuochi in aria aforma di stelle, secondochè inse gna Vitruvio , si volteggiavano intorno al tempio, edai quattro giandinicinesi.Le agili barchette,poste 3

fuori anchtesse i lumiloro ,facevano apparire giri guizzi, é baleni,che con la piena lucedel tempio, e delle isolette da un canto si confondevano, dall'altro a chid'in sullespiaggedi lontanomirava,l'oscurità della notte con la immagine d'innumerevoli e va ganti stelle tempestavano. Ala dolce vista consuó nava unsoave ascoltare : imperciocchè dalle cinesi isoletteuscivanosuonieconcenti giocondissimiman datifuoridaipetti;e dagli appositi stromentidi mu sici vestít alla cinese.Al tempo stessolemuradella cittàrisplendevano per una immensa luminaria; palazzi elecasequasitutteavevanoanch'esseilumi accesi a festa:tutto l'anfiteatro della superbaGe nova con maraviglioso splendorerispondevaai ma rinisplendori. Latorredella Lanternaaccesasi adun tratto da'innumerevoliluinicon beldisegnoordináti, rassea seglidcchidei festeggiantispettatori,che.con intense grida applaudirono.Accrebbe la maravis glia, chebentos o prese a buttarfuoco dalla ciniaa guisadi,volcano, comese veramentevolcanofosse. Nèi fuochi artificiati furono la parte menonotabile delmagnifico rallegramento;poichèdue bellissimi tempi di fuocosorsero improvvisamente dalledue punte dei moli, ed altrifuochi con mirabileartificio apprestati, ora situffavano nelle aeque,ed orapiù vivi che primafossero, ne uscivano.Così fra il molle ondeggiare,ilvágo risplendere,ilgiocondosuonare,nascevauna scena, a cuiniuna puòesserpari in dol' . cezza ed in grandezza. Stette in queste allegrezzé Napoleone sino alle 01 dio onta celol colo. 0 Icolograti 2min ,empcemp

LIBRO VIGESIMOSECONDO: 1805. 285

cap10 entar diau lipiù ellau in onde là,00 rabit olette Fanos rafik

186 STORIA D'ITALIA. dieci della sera :poisceso dal marino tempio se negivaal magnifico palazzodiGirolamo Durazzo,dove trovò nuovi e squisitionori,nuova e squisita, adula zione. Festeggiavano conmaggiorpompala servitù, chè mai avessero festeggiato la libertà; il che non dee recar maraviglia; la libertàpiace atütli, e nis s novuol piacerea leizildispotismo piace anissuno, e tutti vogliono piacere a lui. Dies iunfestino son tuoso a Napoleonenelpalazzo pubblico in quelluogo stesso, dove imaggiori della spenta repubblica taute volte prudentemente è fortemente sulle più gravi faccende ,dilei avevano deliberato., Intervennero GiuseppinadiFrancia,Elisa di Piombino. Fu allegra la festa; 'se mescolata"di antiche ricordanze,ionon la so.Cantossil'innoAmbrosiano nella cattedraledi San Lorenzo. Quivi giurarono nelle parole dell'im peratore l'arcivescovo, ed ivescovi.Poi-dispensòl insegne della legion d'onore, più eccelse a Durazzo, Cambiaso,Celesia , Corvetto, Serra,Cattaneo, arci vescovoSpi a; presentò con dorategiojè Cambiaso, Durazzo, Corvetto, Gentile: questi furono i premj, è isegnidella spenta patria. Comando che si resti tuisse la statuad Andrea Doria :quest'affronto'man cavaad Andrea atterratodaigiacobini, rinnalzatoda Napoleone: Contentòallo aver fatti servi, e veduto omportarsi daservi iGenovesi, senetornava Napo leone per Torino al suo imperiale Parigi.Rimaseal governo diGenova ilprincipe Lebrun, ilqualetem peratamentesecondolanaturasuaprocedendo;diède normaallo stato :nuovo riducendolo alla forma di 1

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l'università A Francia:ordinò conpredilettopensierol'universitàdeglistudj; vedevaiprofessorivolentieri : trailbene operareed il buon ricompensare cresceva il zelo: ed in chiammaestrava, ed in chiera ammaestrato; l' università Genovese diventò fiorente.Passarono alcunimesi tra l'introduzione degli ordini Francesi, e la unionealla.Francia : finalmenteorando Regnault di San Giovanni d Angely, decretava il dì quattro ottobre ilsenato;cheiterritorjGenovesifossero uniti alterritorio di Francia. A questo modo finì uno dei piùantichistati,nonched'Italia,d'Europa.Gl inor pellamenti bocca diRegnault": fratutti fu lepidissimo ilsuo trovato,che laFrancia distruggeva l'independenza di Genova', questo ap punto significavano le sue parole, perchè l'Inghil terra non la rispettava.Fu lieto ilprincipio : per la potenza di Napoleone tornarono inpatriaiGenovesi schiavidella crudele Africa, repubblica di Lucca anch'essa periva : così si verificava il detto di-Napoleone, che le monarchie nonpotevano vincere le repubbliche.Diè primiera mente Piombino ad Elisa sorella, poi Lucea ePiom : bino a Baciocchi ed Elisa. Fossevi in Lucca un senato : soldati non vi siscrivessero, matutti fossero soldati; tassa ètributo nessuno yi si pagasse se non. . per legge.Lecariche,salve legiudiziali,nonsipotessero conferire se non ai Lucchesi ;.principi di Lucca fos. sero Báciocchi ed Elisa : nella nobileLucca Baciocchi dóminava, Animato dall'osare,viemmaggiormenteosaya Na La >

nonmancarononella

LIBRO VIGESIMOSEGONDÒ , 1805. 187

188 STÓRIA D'ITALIA. e poleone : avviaya Parma all'unione.con Francia : leleggi Francesi vi promulgava; gi le ambizioni Parmigianési voltavano alla fonteParigina,Moreau di San Mery secondava limperatore piuttosto per piacere a lui;che a se,perchè amava ilcomandare assaipiù chea modestoed attempato uomosi conve. nisse; ma dolce era il cielo, dolci gli abitatori, dolee il comandare.

Mentre con trionfale pompa scorreya per l'Italia Napoleone, e"glº Italianistatirovináváno, tornavanellasua Romana sede il pontefice Pio.Parlòagliadunaticardinali delle cosefatte e dellecose sperate, molto beneficio per la religioné, e perla Romana chiesadalsuo Parigino viaggio promettendosi. Ora dinate te faccende religiose in Francia, aveva desi deratodi comporquelle,chepiù vicino alui'avevánó.pomoreggiato, e gettatoanzi larghe radici in tuttele párti d'Italia : quest'eranole differenze tra la santa sede, e Ricci vescovo di Pistoja."Aveva papaPio sestogravementecensurato conlasuabollaAuctorem fidei le proposizionidel sinodo di Pistoja, massima mente l'Ottuagesima quinta, colla quale ilsinododichiarayaaderirsialtequattroproposizionidel clero di Francia. Quando poila Toscanasenevivevasottolareggenza imperiale fondatavidai Tedeschi,erastato jl Ricci confináto nella sua villa diRignano.L'arci vescovo di Firenze instantementeil confortava , egravemente anche"Taminoniva,isi ritrattasse. Il vescovo,stando sui generali, affermava, non averemai avuto le opinioni,che uominiperversi gl'impu a 2

rana LIBR VIGESIMOSECONDO :- 1805. 189 More manosto) ni.de ! ande spez Rom

tavano : essere di mente,comedi cuoree dicoscienza cattolico. Frattanto ,morto Pio sesto, ed assunto al trono pontificale Pio settimo, scriveva, permezzo del prosegretarioConsalvi, nuove lettere al nuovo -pontefice, protestando della sua riverenza verso l'autorità pontificia,fondata, come diceva, su quella della sacra scrittura, della sua adesione a tuttele verità cattoliche,edell'integrità della sua fedeortodossa. Questecose scrivevaparte perchè,salvaqualche restrizionementale in lui, erano vere, parte per chèlareggenzadiToscana, che procedeva moltovivamente, lo spaventava: eranotempimolto diversidai Leopoldiani, Nonsoddisfecero le lettere. Glisi scrisse daRoma, o in modo formale è speciale glièrroridel siñodo ritrattasse, o'il papa rigorosamente procederebbecontro di lui con le censure. Glisi fe' poisentiredaToscana, chesenon accedesse senza indugio alcunoalledomandediRoma,sarebbestatopor tato in castelSant'Angelo, per modo che non ve drebbe piùlumé. Quest' erano le intimazioni della reggenza. Insu questo, vennero novellamente i Fran cesiad occuparlaToscana.Composeallora ilvescovo una nuova epiùlunga apologia,nella qualeadunaad una esaminando le ottantacinque proposizioni, le affermavaortodosse. Sulla ottuagesimaquinta, erispetto aquantos'attiene alla dichiarazionedelclerodi Eran eía,protestava,noncredereaver fatto ingiuria aquell'illustre chiesa, la sya dottrinaaccettando 'avere il gran Bossuet, al quale la comunionecattolica pertantisegnalatiservigj:restava obbligata ,iquattro osi! end aren tutti lasua apa,i uctorlaste cleriTodo solo lasta 2013, isse/ Oand inapé

2

sioneperfetta,

190 STORIA D'ITALIA..

> articoli difesi e mantenuti : nonavergli lui nelsuo sinodo,come dogmi addotti,macome un mezzopo tenteesacro permostrare i limiti, che dividevano le duepotestà ecclesiastica esecolare, Rispettopoialleregole di disciplina, essersicreduto, come vescovo , asseveravá,tenuto a riformar gli abu i : di ciò averne fatto il. concilio di Trento espressoprecetto. Lemedesimeprotestazionidi obbe dienza e di fedefeceilvescovo, elemandòal pon tefice, quando passandoperFirenze, se n'andavain Francia all'incoronazione.Mapapa Pio , tornandoda Parigi, e, ripassando per la capitaledella Toscaná, fece saperea Ricci, che l'abbraccerebbevolentieri, e prima volesse sottoscrivere una dichiarazione. Voleva,che ilPistojesevescovodichiarasse', accet tare con rispetto puramente, é semplicemente di cuore e di spirito tutte le constituzioniapostolichee emanate dalla santasede contro gli errori diBaius, Giansenio, Quesnel ,e loro discepoli dai tempidi Pio dogmatica Auciorem fidei, che dannavaleottantacinqueproposizioniestrattedal sinodo Pistojese; ri pruovare e dannare tutteè singole le proposizioni sopraddettenellaconformitàesignifica iespressinella bolla;desiderare,perchèfosse lo scandalo corretto",cheladichiarazione si rendesse pubblica,protestare finalmente; voler vivere e morire nella fede della chiesa- cattolica, apostolica., Romana con sommes edobbedienza vera a nostro signore papa:Piö settimo, ed a 'suois ceessoti , vicarjdi o quintosinoaipresenti,especialmente,labolla

LIBRO VIGESIMOSECONDO. 191i8o5. belsE204 Tani Isi fo.TraBioli alpo andeadani Osca entis raziti .rare Gesù Cristo. Ricci stretto dai tempi, e temendo che. ilrifiutoglifosse apposto apertinaci ,sottoscrisse. L'aspettavanoilpapa, e la regina nel palazzoPitti: il-pontefice, gittatosegli, alcollo,ilabhracciava,e fattolo sedere accanto a lui, molto l'accarezzava, dellapresa risoluzione conesimieespressioni com .mendandolo. Passate le prime caldezze, consegnava ilvescovo nellemani del ponteficenellemani delpontefice uno scritto, l'im portanza dal quale era,che per mostrare laobbe dienza e sommessione sua alla santa sede aveva volentieri sottoscritto; ma stante chetutta la sua coscienza, riandando-,nissuna altra dottrina vi trovava,se non quellacheeradeffinita dallabolla di Pio sesto, perobbligo diveritàe dicoscienza era obbligatodichia , come dichïarava, non inaiavere o creduto, o sostenuto le enunziate proposizioninel senso eretico giustamente condannato dalla bolla, avendosempre avuto l'intenzione, chese qualcheespressioneequi voca fosse trascorsa, questa incontanentefosseritrat tâta ecorretta. Pregare conseguentemente, soggiun geva, il pontefice, accettasse benignamentequestarispettosa dichiarazione, come un' effusione delsuo cuore. Appruovo Pio questa seconda dichiarazione, affermando,non dubitare della purezza cattolica di Ricci, enefarebbeféde al concistoro. Ciò detto, con nuove dimostrazioniaccarezzava ilvescovo. Scrisse gli Pio da Roma:lunghe ed affettuose lettere: avere Ricci,affermaya,per aver pospostol'amor proprio alla:verità , ed alla cristiana obbedienza, ad essere tramandato con gloria alla posterità,ed il suonome act ente stoli Bali 1empi 2Ottan eset OSIZ Sin Orrett Otestu edel . sigo icari >

192 D'ITALARstoria viratsioon gy? collocatofra quellidegli uomini più illustri. Il lodò -nell'allocuzionealconcistoro;mailgovernoToscanononlasciòstamparl'allocuzione,perchènonciriac cendessero i fuochi spenti,e le disputazioni non si rinnovassero. A questomodo.Pio,vittorioso diNapo leone,trionfavaanchedi Ricci, due avversarj po tenti, uno per la forza dell'armi-, l'altro per la forza delle opinioni.Tuttaviavi rimaseroin Italia semie radicicontrarie. Idiscepoli di Riccinon solamenteperseveravano nelle medesime sentenze,mapredi cavano, Ricci non avere apertamente ritrattato. In fattiegli ècerto,che il vescovo nelle sue giustifica zioni per tal modo, sebbene copertamente,favello,chefacilmente siscorgevå, nodrireopinioneavversa allinfallibilità delpapa, ed aquellapienezza di pos. testà, che i curialisti di Roma attribuiscono al Ro manoseggio. Mentre pelconcordato conFranciaavevail pon teficedato sestoallefaccendereligiosediquelregno, unaltro pensiero mandavaad effetto,dal quale con fidavachedovesserisultaremolto benefizio allasedia apostolica;esiccome per l'accordofatto con Napo" leoneaveva posto frenoallasetta filosofica, così con un'altra deliberazionevoleva medicare dalleradici il male,che credevaprovenire dalla settache l'impugøava,pretendendolemassimee gliu i della chiesa primitiva. La giurisdizioned ai pontefici,Romani neipaesi esteri la potenzaesterna, leinformazioni le insinuazioni la segreta. In quest,ulti a bisogna moltoefficace opera prestavano igesuiti,perciocchè

Ordinepotentissimoeraquesto

·

per comandare aireed aipopoli,e chedinotainchi primamente il concepì, un capo gagliardo, ed una' cognizione profonda delle cose umane, Napoleone stesso colsuo disordinato edincomposto procedere, non ebbemai,perfarsipadrondelmondo,pensiero , così forte qual ebberoun fraticello diSpagna, edun preticello diRoma.Adunqueigesuiti, poichè,quan tunquespenti,illorospiritoviveva,granmaestridel saper accomodare i consigli ai tempi,con sagacitàì maravigliosa spargevano, per questo appunto essernate le rivoluzioni, per questo la rovina deirealiseggi, perquestoimperversare' na libertàscapestrata,per questo l'anarchìa dissolvere ognibuonordine,perchè era statasoppressa la società loro; perquesto la filosofica ela giansenistica piena avere tutto allagato:asìpotentie siostinati nemici iresolisenza ilpapa,nè il papasolo senza i re,nem-, menoireed il papa insieme congiunti non poterresistere,se nons'accostal'operaajutatrice,etanto efficacedeigesuiti : sedurre lafilosofia gli animiardenti ed allegricon torre il freno alle passioni', se durre il gi nsenisinogli animiardentie rigidiconun'apparenza disantimoniae diausterità,non esser

LIBRO VIGESIMO ECONDO. 1805. 193 2 e . 3

dall'una parte in virtù deg iordiniloroogni cosa che spiassero,facevano con diligenti informazioni notaal loro generalein Roma, èquestial governo ponti ficio: dall'altraconsigliando i principi, ed ammaese trando la gioventù, tiravanoe chireggeva e chi era rettolà dove volevano, soliti a voltar a finimondani imezzidellareligione.

> IV . 13

194 STORIA D'ITALIA.

> .

di piegarpadroni ite dell'ammaestrare igiovania secondadeipensieri loro,nonesser padroneil papa uomini male ammaestrati; necessario esserel'ajuto dicoloro , eheradici buone sanno porrenegli spiriti, e di quanto glispiriti concepiscono, e di quanto le imani fanno,possono essere, e sono diligentemente informati: conspirare ilvolgo contro i potenti, do versi accordarei potenti perresistere alvolgo; nèun modoqualunque al grand'uopo poterbastare;richie dersiilpiùalto, ilpiù stretto , il più generale:soliaquesto fine valere igesuiti : doversi loro chiamare ad instaurazione della società sciolta, a salute dei principi pericolanti, a rannodamento dell'Europadisordinata:0 gesuiti ,orivoluzioni darivoluzioni; nè altro modo di salvamento-trovarsi chein loro.Queste cosespargevano, comese il mondonon sa pesse, ch' eglino solo allora si facevano i difensori dei sovrani, quando i sovrani si facevano servi di foro. Lo spavento è mal consigliero, perchè fa velo al giudizio.Alcuniprincipimossidall'artifiziosoparlare desideravanoigesuiti, non pensandoche per diven tar padronidei popoli, i facevano servi d'altrui.Ne áneo in questo viera sicurezza alcuna, poichèsola mente le monarchie cattoliche, in cui vivevano i semi e le radici gittate dai gesuiti, rovinaronoper rivoluzioni, non le protestanti, dov'erano ignotele dottrinee le artiloro. Del resto nissuno più aperta mente epiù tenacementedeigesuiti sostenne-la dottrina, chefosselecito uccidere certire.Supplicavail

.. 1

reFerdinando di Napoli al papa, acciocchèper am. maestrare la gioventù del suo reamenellerettere salutevoli dottrine', comediceva, vi rinstaurasse siccome già in Russia aveva fatto,la compagniadi Gesù. Ilpontefice facilmente gliene consentiva:un GabrielloGruberlaordinava: misera condizionede gliuomini,chenonsan trovar rimedio aduneccesso, se non coll'eccesso contrario. Così fu principiata la risurrezione dei gesuiti dannatida unpapa , e da tutti ire, e fu principiata da un re, attivo coopera toredella soppressione,eda un papauscitodaibenedettini, nemici acerrimi deigesuiti : opera, come strananel principio, così immensa nel risultamento, Se ciò fia con utiledell'umana società i nostri nepoti it vedranno;ma sesi debbe giudicaredel futuro dal passato,pensierisinistri debbono annuvolarlamente degli uomini savj,che amano la quiete degli stati, l'independenza deiprincipi,la libertà deipopoli. Mentreil pontefice s'ingegnava di confermare la potenza novellamente riacquistata, nuove ferite si apprestavano alla sanguinosa Europa, L'assunzione di Napoleone al trono imperiale di Francia , aveva sollevato gli animidi tutti i potentati,edatoloro, cagionedi temerenuovi sovvertimenti,e nuova'ser vitù. Solo la Prussia se ne contentava ese ne ralle grava,perchè credeva, che più stabile fondamento all'ingrandimento de'suoistati fosse la nuova po tenzadi Napoleone, che l'antiga dell'Inghilterra e della Russia. Due cose massimamente si scorgevano, nellesaltazione ed incoronazione diNapoleone :era > 1

LIBRO VIGESIMOSECONDO. 1805. !95 2 9 > 9

196 ..STORI-A ".D'ITALIA. 2 laprima,cheper loro si veniva a torre ogni spe= ranza del veder:restituiti i Borboni, l'altra , che avendo acquistatol'autoritàimperiale, avevaridotto in manò sua maggiore forza a far muovere i popoli dellaFrancia dovunque egli volesse; nè che fosseper usarne moderatamente, da nissuno si confidava, manco dall'Austria.Oltre a questo si pensava, che ·non fosse prudente di dartempo a Napoleone, onde mettesse radici sul suo imperio.Si portava opinione, cheirepubblicanidiFrancia, e gli amatori delnome borbonico aquell'imperiale capricciodi Napoleone sifosserorisentiti;e divenuti meno inclinati ad aju tarlo,quando sivenisseadunanuovamossad'armi. iconosceva ch'egli non era uomo da non usare efficacementela sua fresca potenza persolidarla,e che se gli si de se tempo,sarebbestatonon chedif, ficile, impossibile il frenarlo. Nè egli peldesiderio ardentissimo delcomandare troppos'infingeva. Ilsuo procedere già era daimperatored'Occidente. Questod voler significare , argomentåvano, quegli onoridi Carlomagnoofferti ilgiornodell'incoronazione tanto a Parigi, quanto a Milano , questo la corona ferrea dei Lombardi, questo i motti che metteva fuorigià fin d'allora che l'Italia fosse vassalla del suo impero. Aggiungevansimella mente,dell'imperatore Alessandroalcuneragioniparticolaridi tenersimalsoddis fatto dell'imperatorNapoleone, delle quali la prin cipale consisteva nella uccisione delducad'Am ghienna,giovane disua età,edaluispecialmenteconosciuto, edamato. Da questi.motivi, era sorto .; e2

LIBRO VIGESIMOSECONDO. 1805. 197 a 2 nelle principali potenze d'Europaildesiderio diuna nuovacollegazione a difensione comune, ed a con servazione degli antichistaticontro laFrancia,ilcoi fine era odi accordarsicon Napoleoné, se qualche terminedibuonacomposizioneabeneficiodell'indes pendenzadei consuetisovrani çon luisi potesse tro vare, ö divenire eon esso,lui al cimento dell'armi, quando ancora eratenero su quel suo sovrano seggio Nè l'Inghilterra mancava a se stessa, non solo per l'antica nimicizia,ma ancora pel pericolo che pa: reva sovrastareal cuorestesso delsuo stato ; concios siachè avesse Napoleone raccolto un' esercito molto grosso sulle coste della Picardia e della Normandia; minacciando d' invasione i treregni. Nè era privo di un sufficiente navilio, avendo allestito, oltre alle grosse'navidi guerra, unaquantità considerabile di lègniminori. Secondavano le intenzioni dell'impe ratoreconcalore grandissimoi popoli di Franciacòn proffertedidenarie dinavi.Guglielmo Pitt., chea questotemporeggevai consiglidelreGiorgio,aveva questo moto in poco concetto , conoscendo, che pel prepotente navilio d'Inghilterra difficile era l'appro:dare , più diretopacquistarepiè stabile nell'isola.in prima che le sorti fossero definite Ciò non ostante l'apparato diFrancia travagliavala nazione,ed inter rompeva i traffichi. Per la qual cosa intendeva con tutto l'animo a'suscitar nuovinemici, e ad ordinare una nuova lega contro la Francia.A questo fine,e già fin dalmese d'aprile era stato conclusoa Pietro burgo tra la Russia e l'Inghilterra unaccordo;col > a ,

Già era l'inviato dei confederati giunto a Berlino quando sopraggiunsero le novelle dell'unione diGe nova all'imperiodiFrancia,acci entecontrario alle dichiarazioni di Napoleone, ed agli interessi dell' Austria in Italia.Arrestossi a tale improvvisa notizia Novosiltzoff,donde,fattosapere

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Già laSveziael'Austria erano entrate in questa lega. Prima però che all'aperta rottura si venisse, sì per vedere se ancora qualche modo di onesta composi zione vifosse,esìper aver coinodità difarei'neces sarjapprestamenti ,e di dar tempo agli ajüti diRussia di arrivare, si deliberarono glialleati a man dareaParigiilbaronediNovosiltzoff,perchèlepro posteloro virecasse, ediun accordo conforme l'imperatorNapoleone sollecitasse.

allimperator Alessandro il fatto , era tostamente richiamato a Pietroburgo. Perquesto medesimoaccidente;e pel di Lncca ;che poco dopo si seppe', i Austriapiùstret' e cso

qualesierano obbligate ad usare i mezzipiùpronti ed efficaci performare unalegagenerale,eche per conseguire "questintento adunassero cinquecento mila soldati, non compresi isussidjd'Inghilterra : ili fine fosse d'indurre,o costringere ilgovernodi Fran ciaallapace , e ad una condizionein Europa, incui missuno Napoleonestatopreponderassesopraglialtri:evacuassel'HannoverélasettentrionaleGermania,rendesseindependentil'OlandaelaSvizzera, restituissé il re diSardegna con qualche accresci mento di territorio, desse sicurezza alredi Napoli, sgombrasse da tutta Italia, compresal'isola d'Elba.

tamentesicongiungeva conlaRussia.Incominciarono idiscorsipoliticisolitia precedere leguerre. Mando dicendol' Austria aNapoleone,desiderarecooperar con la Russia e conl'Inghilterra al fine di un onesto e sicuro pacificamento d'Europa:ciò averedeside rato primadella unionedi Genova e di Lucca',ciò ancora e molto più desiderare dopo. A tali notifica zioni si risentivaNapoleone : rispondeva, poco spes rare dalla Russia, e dall'Inghilterra; \'Austria po tere si a consigli pacifici, perchè per venir contro Francia dovevano passare pe' suoi territorj: ma non potersi fidardell'Austria ; armarelei in Polo pia, ingrossar fuor di misurain Italia , empiereil Tirolo di soldati:se pur paçe volesse ,tirasse indie tro dal Tirolo Italianoe Tedesco ireggiinenti novella mentemandati;cessasse ogni fortificazione nuova ; restituissealpacificonumero i soldati postiallestanze nellaStiria, nellaCarintia, nel Friuli,enei territori Veneti ; dichiara se,all'Inghilterra, volersene star neutrale. ? Da questidiscorsi i vedeva, che poca speranza. restava di pace : nè Napoleone era uomo capacedi disfare perminacce ciò cheaveva fatto ,nèl'Austri ivoleva tirarindietro dalle suerisoluzioni,sapendo che Alessandro già aveva avviato verso isuoiconfini due eserciti ciascuno di cinquantamilasoldati. Insor gevaadunquepiù vivamenteeda Napoleonerappre sentava ilsuo desiderio d'amicizia con Francia , di pace dituttaEuropa; maessersi violatopergli ultimi accidenti d'Italia, il trattato diLunevillepromet om ajud 7 Elet nell erilidil riol zatsid 14 Dien

LIBRO VIGESIMOSECONDO 1805. 199 1pm che 2 Dfc8 terra dih facu Ga VIDEO ICON Nap de

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titore d'independenza perla Italiana repubblica; essersi con nuove rovinedi stati:independenti spa ventata l'Italia : non dovere una sola potenza arro ·garsi il diritto diregolareda se gl'interessi delle na zioni con esclusione delle altre,richiedere laFrancia dell'osservazione dei patti'; richiederla della dignità edei diritti delle altrepotenze; offerireanorma delle condizioni stipulate la concordia , offerirlaora,che giàconlearmiancoranonsicontendeva,offerirla-quandosicombattesse,esempreessereparataaconve nire, salvi i trattati conclusi,e l'independenza delle nazioni. Seguitarono queste protestazioni altridiscorsi sul medesimo andareda·ambe le parti,nei quali e il desideriodi "pace , eil rispetto pei: diritti altrui si pretendevano.Intantolearmi siarmi siapprestavano.L'im peratore di Francia ,.checon la celerità aveva sempre vinto, vedendola nuova lega orditacontro di lui, e la guerra inevitabile, stando coll'animoriposatodal canto della Prussia , che accecata dalla cupidigia di avere l'altrui,falsamente giudicava della natura di "Napoleone,ordinò incontanente all'esercito raccolto sulle coste di Francia verso l'Inghilterra, marciasse soccorressealla Bavieraminacciata dal l'Austria,ributtasse laforza colla forza. Poco dopo, descrittinuovisoldati, siavviava eglimedesimoverso i campid'Alemagna, sapendoquanta moledella guer ra fossero il suo nomeedil suovalore. Dalcantosuo . l'Austria commetteva all'arciduca Ferdinando,gio vane animosissimo, Resercito Germanico, dandogli

inAlemagna,

Dalla parte d'Italia, lecondizioni delle cose mili tari erano leseguenti. L'Austria, considerato,quanta efficaciafosseperavere il nome dell'arciduca'Carlo, loaveva prepostoall'esercitoItalico, schieratosulle rivedell?Adige: Iforti passidelTiroloerano dati in guardia all'arciduca Giovanni con unagrossaschiera congiungitrice dei due eserciti Germanico edItalico, Sierafattodisegno, che a queste forzesi accostasse, sbarcando in qualche parte d'Italia, un grosso ajuto diRussi e d'Inglesi', che allora erano raccolti nelle isole diCorfùediMalta. MaNapoleone,contuttoche principalçura avesse dellecosediGermania, non pretermise quelled'Italia; e poichè seppeche l'ar: ciduca Carlo era stato posto al governodella guerra, avendo più fedenella fortunadiMassenacheinquella di Jourdan, surrogávail capitano Italico alcapitano. Germanico.Mandava intantonuovisoldati,permodo chetraFrancesi ed Italiani,Massena aveva un eser citofiorito, ed uguale pel numeroall'Alemanno, che sommava circa a ottantamila soldati. StavasiMassena alloggiato sulla destra dell'Adige,prontoa tentarilpasso, comeprima fossedatoilsegnodellebattaglie:. L'imperatore di Francia, che in tutte le sueguerre poco curandosi delle estremità, ed amandole guerre grosse piuttosto che le sparse, badava sempre al cuore, perchésapeva che a chi n'andava il cuore, ne andavano anchele estremità, fece disegno'd'in 2

LIBRO VIGESIMOSECONDO: 1805. 201 7

permoderatoredella sua giove tù ilgeneraleMack, nel qualel'imperatoreFrancesco, piuttosto per ira dustri parole cheperegregjfatti, avevamoltafede.

grossare sullAdige,con mandarvi quella parte che sottoGouvion SanCyr'alloggiavanel regnodiNapoli. Il che, perchè con sicurtà potesse eseguire, aveva consuepratiche, e permezzo delmarchesedelGallo, ambasciadore del re a Parigi, indotto Ferdinando a sottoscrivere un trattato di neutralità. S'obbligava perquest'accordo il'rea'starsène neutrale durante lapresente guerra,a respingerecollaforza ogni ten tativo fatto contro la'sua neutralità, a nonpermettere che alcunatruppanemica sbarcasse, one'suoi régni entrasse, a non ricettare ne'suoi porti alcuna nave nemica, a noncommettere isuoi soldati, o lesue piazze,ad alcun ufficiale o Russo, od Aastriaco; o d'altra potenzanemica, ed in questo capitolo s'in tendessero anche compresii fuorusciti Francesi; il che particolarmente accennava al conte Ruggiero di Damas. Dallaparte suaNapoleone, fidandosi, comesispiegava,nelleobbligazioniepromessedelre, con sentiva a sgombrar il Regnode'suoi soldati, ed.a consegnare iluoghioccupatiagli ufficialiNapolitani. Si'obbligavaoltreaciò, e promettevadiconoscer, ed. averperneutralenellaguerrapresente, il regnodelle due Sicilie. San Cyr marciavaversol'Adige. Idiscorsi, secondo il solito,precedeyano learmi,moderati dalcanto dell'arciduca, più vivida quello del capitano Napoleonico. Quando poi già le armi suonayano iú Alemagna, egià la Bavieraera invasadagli Austriaci,ilprincipeEugenio, vicerèd'Italia,pubblicava, con paroleaspre,contro l'Austria, la guerra.AverViennacontro il popoloFrancese, con e 7

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LIBRO VIG SIMO SECONDO. - 18.5. 203

tróilpopoloItalianorisolutolaguerra:la casad'Aus tria,prevalendosi:della nobile sicurezza e confidenza diNapoleoneimperatore, invadere i terrritori di un principedell'impero,solo perchè fedele ai trattati,amico edalleatosieraconservato allimperator dei Francesi, ed al re d'Italia : ma non dubitassero , continuava dicendo, Napoleoneguidare gli eserciti., sopra diloro luiriposarsi, sopra di luisi riposassero; combattere afavors oIddio sempreterribileaglisper giuri;combatterelasua gloria,lasuamente,lasuagiustizia,il suovalore; combattere finalmente la fe del e l'amore de'suoi popoli:saranno, tèrminava, i nemici vinti. Già sicombattevaaspramenteinGermania, quando ancora si riposava dall'armi in Italia ; imperciocchè a petizionedell'arciduca, che desiderava, prima di combattere, sapere aqual via s'incamminassero gli aceidentidellaguerraGermanica', 'si erafattotralui eMassenaun accordo, perchè le offese non si potés serocominciare prima dei diciottoottobre, Grande erroredegliAustriaci fu questa, perchè cercardefi nizione di fortuna in unsolluogo, potendo in molti, non fu mai prudente consiglio. Aggiunge gravezza all' errore la congiunzione di San"Cyr con Massena , alla quale per l'indugiosi potevadar luogo primadel combattere. Non commise simile errore Napo Jeone , che con incredibile velocità dalle spiagge marittime della Picardia alle sponde del Danubio viaggiando, arrivò,è combattè gli Austriaciinnanzi chei Russi giungessero sul campo di battaglia in 9

204 STÓRIA D'ITALIA: 7 7 ajutoloro. Dall'errore dell'Austria nacque, che l'ar ciducafu, peifatti di Germania, primasuperato che combattuto.

"Già vincevano leNapoleonichestelle.L'imperatore dei Francesi arrivando in Alemagna innanzi che gli Austriaci avessero avuto tempodi riuscirolire i passi della selva Nera,e di fortificargli, siavventava, in cid mostrando, oltre la celerità', una grandezza di: militari concettistraordinaria, contro ilnemico tante voltevinto. Troyossi Mack in pochi giorni cinto daogniparte, segregato da Vienna ,ridotto dentro le muradi Ulma, AvevavintoNapoleoneunaprimabat tagliaa Vertinga, una seconda a Guntsburgo. D e accidenti principalmente gli avevano aperto l'adito a queste vittorie, l'ajuto dei Bavari, e l'aver calpe stato, stimando piùilvincere che l'osservanza della fede,laneutralitàdellaPrussia a Bareith eadAnspach: il primo fu cagioneche i Francesi riuscissero sulla destra ad Augusta ed a Monaco, sulla sinistra a No voburgo, Ingolstadte-Ratisbona,quincie quindialle spalle degli Austriaci.Per tale guisa non solamente furono serratigliAustriaci,mafuancoraMack sepa rato dell'arciduca Giovanni. Spuntavaappenailgiornodiciottoottobre,termine della tregua, chesapendogiàMassena, essersi venuto alle mani inGermania con prosperosuccesso de' suoi compagni, si,deliberava a cominciar la guerra. Alle quattro della mattina, dando due assalti uno sotto, l'altrosopraVerona,siaccingevaasforzare sulmezzoilpasso.

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Imponevaa questo fine a Duhesme ed a Gar danne,che assaltassero,il ponte : eramurato e rotto; maLacombeSan Michele, generale d'artiglieria,con un petardo, esponendosi a grave pericolo perchéi Tedeschi fulminavano dalla riva sinistra, rompeva il muro , ed il generale Chasseloup con pari"valore riattavailponte.

Passaronoi soldatiarmati allalega giera : ma fortemente pressati daiTedeschi, corres vanograndissimo pericolo. NonindugioGardanneà venireinsoccorsoloro colgrossodelle sue compa gne,erinfrescòlabattaglia:Sicombattevaconmolto valore, e con vario successo da ambele parti. L'ar ciduca, cheavevail suo campoaSan Martino,mandò tostamentenuovi soldati in soccorsode'suoi, donde nascevaunpiùvivoe piùgenerale combattere; Du hesmèancor egli era passato cop tutta la suaschiera. Per quelgiornononfucompiutapeiFrancesi,ancor; chèavesseroil vantaggio, lavittoria, e fu loro forzaditornarsene ad alloggiare sulla destra del fiume conservandoperò in poter loro la signoria delponte. Mancarono in questifatti,dalla parte dei Tedeschi cirea tremila soldati tra morti, feriti e prigionieri, con qualche perdita dicannoni. Nèfusenzasangue la vittoria pei Francesi scematidi un migliajo di combattenti.Massena, oche ik ritenessé il forte sito dell' arciduca,o che volesse aspettarecheSan Cyr l'avesseraggiunto, o che desiderasseprima di cac ciarsi avanti, udire i fatti ulterioridiGermania, se ne st ttepiùgiorni senza fare alcun motivo d'impor tanza. In questo gli sopraggiunsero desideratissime

diedeabilità ad altre squadre di passare, massimamente aicavalli, per modo che gliAustriaci,cacciati dat ttiisiti,e per fino daSan Michele,siritiraronocon graveperdita,sempreperò co a + , 7

206 STORIA D'ITALIA. novelle :avere tutto l'esercito di Mack, salvo una piccola squadra fuggita sotto la condotta dell'arci duca Ferdinando,depostole armi ,; d essersi dato, ildì diciassette ottobre, vinto e cattivo in mano di Napoleone; il'che importava lannichilazione quasi intiera delle forze Austriache in Alemagna. Napo leoneimperatore aveva in questifatti,perarte e per fortuna., superato Buonaparte generale e consolo. Cambiayansi lesorti dell'Italica guerra. Fu l'arciduca obbligato a debilitarsi conmandar parte de' suoiin ajuto dell'imperio pericolante del fratello. Sgomen taronsene iTedeschi, presero animoi Francesi. Mas sena, udito ilmaravigliosocasodiUlma, sirrisolveva, senza frapportempo in mezzo, adassaltarl'avverarionelsuofortealloggiamentodiCaldiero. Ilgiorno ventinoveordinava il passo del fiume.Duhesme, e Gardanine :erano a varcare,per l'acq istatoponte, Serasa stanca al passo di ponte di Polo, Ver diera destrapiùsotto traRoncoed Albaredo,luoghi già tantofamosi peicasi di Arcole. Duhesine eGar danne, passato il ponte, si erano: allargati a destra, Seras passato più sopra seguitava ad altro disegno le falde dei monti, ed occupando le alture di val Pontena, ch signoreggiano ilcastello diSan Felice, che con le artiglierie avevamolto nojato iFrancesi al passo delponte,avevaobbligato iTedeschi a sgom braredaVeronetta.Ciò

IBRO VIGESIMOSECONDO, - 2091805. + . animosamente combattendo , oltre SanMartino. I Françesi pernottarono in Vago. irisolveva l'arci-. d ca a far frontea Caldiero, piuttosto coll'intentodi non cedere la possessioned'Italia senza combattere in una giusta battaglia, che colla speranza di cambiare le condizionidella guerra giàtroppo prepon derantiin favor diNapoleone.Si ordinava la mattina del giorno trenta l'arciduca allabattaglia, sprolungandosi a destrafin sopra alleeminenzedi SanPietro rimpetto al villaggio di Fromegna, edistendendosi a sinistraversol'Adigefin oltreaGambione.Questisiti eranodiligentementefortificati,Þerchè poiin un casosinistiovifosse luogo afarrisorgerelafortuna,aveva adunato la cavalleria , ed un grosso corpo di ventiquattro battaglioni di granatieri verso Villanovaal bivio, dovela strada diVeronain due partendosiporta daun lato a Lonigo,dall'altro aVicenza. Il generale di Francia aveva partito isuoi intre schiere:lamezzanacondotta daGardanne, la destra daDuhesme, la sinistra da Molitor. Ungrossoordi nato alle riscosse ecomposto dai granatieri diPar tonneaux, e dai cavalli di Despagne edi Monnet se ne stava accampato in poca distanza alle spalle. Massena, avendo inteso che le fazioni ordinate di Seras e di Verdier avevano avuto il fine ch'egli si era proposto,si deliberava adattaccarela battaglia. IlprimoafarimpetofuMolitor:assalto furiosamente, e furiosamente ancora fu risospinto, Fecersiavanti GardanneeDuhesme,ebentosto sicominciò a com battere su tuttalafronte da ambe le parti.Gardanne, :

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spingendosi avanti con estrema forza,facevapiegare la fortuna in favor suo;perchè,cacciati daluogoa sluogoiTedeschi,ancorchèfortementecontrastassero,impadroniva,avventandosiconlebajonette,diCal diero. La qualcosavedutasi dalle dueali estreme, si scagliarono ancoresse con forzacontroilnemico, ed il costrinsero a piegare:marannødatosi sulle'emi nenze, vi faceva unaostinata difesa;t ttavialagior nata inclinavadel tuttoafavor dei Francesi. Erano le quattro della sera : l'arciduca mandò avanti il re troguardo, che, come narrammo,serbavaalla ricupe razione della battaglia; ne erareintegrata,e le cose si mantenevano in modo bilanciate che nonpiù in una, chein un'altra parte pendevano, Massena, ve duto, il nuovo rincalzo, mandava innanzi anch'esso il suo retroguardo : la zuffa divenne acerbissimae mortale; perchècosì i gran tieri ed i cavalli Tef deschi, come igranatieri ed i cavalli Francesi, che novellamente erano entrati nella mischia , facevano egregiamenteil debito loro. Prevalse finalmente la cavalleria diFrancia.: resistevano ancora i granatieri dell'arciduca, ma quei diPartonneaux,dato mano alle bajonette con tale vigoria gl'incalzarono, che gliobbligarono a dar indietro. Cosìi Tedeschi;-la sciando la vittoria in potestà di chi poteya piùdi loro, cedettero del campo, é si ritirarono allebat terie,che l'arciduca avevapiantatesopra leeminenze chetorreggiano oltre Caldiero. Fu notabile questo fatto d'armiper la somiglianza dei disegniorditi dai due ayversi capitani, perchèambidue ordiparono le :

trentacannoni,etremilacin quecentosoldati :i Francesicirca millecinquecento, Siportaronoegregiamentetutti igeneralidiMassena; si dolse l'arciduca diWukassowich,che trovandosia campoa Campagnola,estandovi, comepare,a mala guardia , si lasciòfare un assalto improvviso addosso, ilehe disordinòidisegnidelgeneralissimod'Austria: tal è l'incertezza delle guerriere sorti;imperciocchè questo eraquel Wukassowich, chemeritò tante lodi in questestoriedi perito ,animoso, e vigilante ca pitano.Mentre si combatteva a Caldiero, aveval' arciduca mandato a sua destra verso imonti una colonna di cinquemila soldatisottola condotta d'Hillinger col propositodi circuire, edicombattere i Francesi alle spalle. Questa mossa avevaordinato, ochenon sa pesse cheSeras assai fortemarciava su quellemede ime terre, o che credessepotere più lungo tempo resistere aCaldiero, Nenacque un graveaccidentea danno delleforze Austriache. Seras oltre proce dendo, ed intromettendositraHillinger el'arciduca, tagliò fuori la squadrasegregata,elaridusse allane cessità dell'arrendersi. Il fatto di Caldiero, la calamità d'Hillinger,gli ordinidell'imperatoresuo fratello nonlasciarono più luogo adelezione nell'arciduca.Perla qualcosa la noitedelprimonovembreprincipiòa tirarsi indie an Oy IV

LIBRO VIGESIMOSECONDO. 1805. 209 20: ei uti!

ordinanze con una primafronte,e con unaschiera diriserbo,edambidue in leiposero un grosso nervo digranatieri, edunbattaglionefiorito di cavalleria, PerderonogliAustriaci

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210 STORIA D'ITALIA. troper lastradadiVicenza :poicontinuando,non senz'arte,a cedere del campo, conduceva le sue genti più interecheleperditeprime,ela prestariti rata potessero promettere, sulle sponde della Sava, ponendosialle stanze di Lubiana.Il seguitarono ve locemente i Francesi : raccolsero alcuni corpi, ma piccoli, disbrancati, e grossi magazzinidiviveri, principalmente in Udinee Palmanova.A questomodo i fertilipaesidella Terraferma Veneta,conquistatidi nuovo dallearmi vincitrici di Napoleone, furono tolti all'Austria. Solo la città di Venezia restava in poter deiTedeschi. Era in questomezzo tempoarrivato daNapoliSan Cyr.Massena trovandosi in necessità di seguitare a seconda l'arciduca nelle montagne dellaCarniola e dellaCarintia, non voleva, per timore di qualche sbarco di Russi e d'Inglesi, lasciare senzadifesa lidiVeneziani.Ordinava pertantoa San Cyr,chesi allargasse,e custodisse lespiaggedalle bocchedellº Adige sino a Venezia. Questa provvidenza ebbe fe lice successo, non contro itentativi di mare, chè nissunofufatto ,ma contro unoditerra.Napoleone, volendo prostrare le forze dAustria, che tuttavia tenevano lealte rupi delTiroloe delVoralberga, aveva mandato da Augusta Ney contro l'arciduca Giovanni, ed Augereau controJellacich. Ney, gua dagnatoceleremente ilpasso di Scharnitz, occupava il Tirolo Tedesco, poi guadagnatocon la medesima prestezza ilpassodiSterzing, s'impadroniva del Ti rolo Italiano, ritiratosene,o piuttosto fuggitosene a

LIBRO VIGESIMOSECONDO . 1805, 211 gravestentol'arciducaperricoverarsinellaCarniola. Augereau cacciossi avanti Jellacich cedente dalVo ralberga:il capitanoTedesco, trovate lestrade del Tirolo chiuse daNey, fu costretto alla dedizione. La conquistadel Tirólo partoriunaltroeffetto digrande importanza. Un grosso disettemila fanti e mille ca valli, sottolacondotta delprincipe di Roano, co stretto acalarsi per le spondedella Brenta verso pianibagnatida questofiume,incontratosia Castel franco con San Cyr,dopo un furioso conflitto,fu obbligato ad arrendersi.Dopo questo fatto Massena sicuro alle spalle, vieppiù innoltrav la sua frontee fermava glialloggiamentiin Lubiana,ritiratosene l'arciduca per internarsinella Croazia, e di lànel principatodiSirmio in Ischiavonia tra la Dravae la Sava. Serasoccupava Trieste.I soldati diMassenae diNey si congiunsero a Villacoed a Clagenfurt:i due esercitidiFrancia Germanico ed Italico si con gregarono alle future impresedel Danubio.Grandi, audaci, ed ottimamentecomposte furonotuttequeste mosse di Napoleone : il fine rispose allamaestria, collaqualeeranostate concette. L'apparato bellico dell' Austria , in men che non fece un mese , fu distrutto, e l'imperatore Francesco,privo quasiin teramente delleforze proprie, non aveva più altro rimedio che gliajuti della Russia, sufficienti prima delle rotte, insufficienti dopo : l Italia sgombra comeai primi tempi diNapoleone, da uominiAle manni. Ambiva Napoleonedipersestessoglistatialtrui, a

212 STORIA D ITALIA . A 1 cor per ! licc

e facilmente senza cagione o pret sto segli appro priava : molto più volentierise gli appropriava, quando se negli dava cagione. Di ciò con estremo suoeccidio ebbepruovailre diNapoli.Aveva Fer dinando ,siccome per noi si è narrato,stipulato la neutralità: maquando appuntolaguerra si definiva in favor di Francia in Germania,enell'Italia supe riore,essendogià corso oltreil suo mezzoilmesedi novembre, arrivavanonel golfo diNapoli duenavi Inglesiconmolte onerarie, sopra le quali erano quin dicimila soldati, dodicimila Russi venuti da Corfù , tremila Inglesi venuti da Malta. Sbarcarono soldati, armi emu izioni tra Napoli ePortici,annunziando venire non soloper proteggere il Regno,maancora per correre verso l'Italia superiore inajuto degli Austriaci.Non feceil re,nonbeneconsiderandoquel chepotesse portar seco iltempofuturo, alcuna di mostrazione nè protesta per impedire lo sbarco di queste genti nemiche a Francia. L'ambasciador di Napoleone,viste leinsegne delnemico,moltoacer bamente si risentiva, e calati gl' imperialistemmi dallafronte del suopalazzo, richiedevailre deipas saporti, e l'infedele terra, come diceva, abbando nando, sene partiva alla volta diRoma. Per miti garlo mandava fuori il governo un editto, per cui prometteva ai Francesi, Italiani, Liguri, e ad altre nazioniuniteall'impero Francese, chesarebbero le proprietà loro ,ed i traffichisicuri e salvi. Fu ladi: mostrazione indarno, perchènon solo nissunaprotestazionecontenevacontro ilmoto deiconfederati, bie hote 2 Mhes com ago are

LIBRO VIGESIMOSECONDO. 1806 . 213 månemmenoportavaalcundispiaceredi quello,che la Francia aveva sentito sì gravemente. Gli effetti che ne seguitarono,e che permoltianni tolsero al relapossessione del regno di quàdalFaro,saranno danoifra breveraccontati. Vincena Napoleone neicampi di Osterlizza unacampale battaglia.Vinti iRussiausiliarj,futalmente prostrata l' Austria , che fu costrettaa consentire a durissimi patti.Sifermaronoa Presburgo d'Ungheria il di ventisei decembre. Consentiva l'imperator d'Alemagnae d'Austria a tutte le unionideiterri torjItaliani:riconoscevalerisoluzioni presedall'im perator diFrancia rispetto aLucca ed a Piombino riconosceva l'imperator di Francia,come re d'Ita lia, con ciò peròche,seguita la pace generale,le duecorone, a seconda dellepromesse fatte dall'im perator Napoleone,l'unadall'altra fossero separate, nèmaiin perpetuo potessero esser riunite : dava in potestà dell'imperatore medesimo di Francia tutti gli stati dell'antica repubblica di Venezia a lui ce dutipeltrattato diCampoformio,e consentiva, che fossero uniti alregno d'Italia: riconosceva ancora neiduchidiWirtembergaediBavieralaqualità,ed iltitolo dire: cedevaaques ultimo, oltreparecchi paesi situati sulle sponde del Danubio, il Tirolo, compresii principatidi Brissioe diBolzano,lesette signorie diVoralberga, e parecchi altri paesi salle rive dellago di Costanza:dal canto suol'imperator Napoleoneguarentiva l'interezzadell'impero d'Aus tria;consentiva, cheSalisburgogià dato all'arci

214 STORIA D ITALIA. duca Ferdinando di Toscana,almedesimo impero si unisse,e si obbligavaad intromettersi appresso alre di Baviera,perchècedesse Visburgo all'arciduca in compensodiSalisburgo.

Si mandava ad effetto il trattato. Venezia egli antichi suoi territorj, dopootto anni di dominio Austriaco,tornavano sotto quello di Francia. Venne Law Lauriston a prenderne possesso daparte del re d' Italia.Confortavai Venezianiastar dibuon animo promettendo loro felicità, e chiamandogli figliuoli diNapoleone; bella consolazione per certo a tanti mali, il di diecinovegennajo arrivarono in Venezia perfondarvi la terza servitù,i soldati diNapoleone glimandava Miollis, destinato dai cielia commet tere inItalia durifatti con molli parole.Arrivavail di tre di febbrajo in Venezia Eugenio vicere,teste sposato ad Amalia diBaviera.Fecersi i soliti ralle gramenti,iquali,siccomequelli che o costrettierano dalla forza, oprocurati dall' adulazione,muovevano piuttosto acompassione che agioja. A questo tempo si rinfrescavano leNapolitane ruine. Napoleone vittoriosopensava a soddisfare all' ambizioneed alla vendetta.Giàsull usciredelpre cedente anño avevapubblicatoparlandoa'suoi sol dati, queste parole :«Dadiecianni io feciquanto «permesipotè,persalvare ilredi Napoli, e da «dieci annieifecequanto perluisi potè per per adersi. Dopo lebattagliediDego, di Mondovì, e diLodi deboli forze gli restavano perresistermifidaiminelle sue parole,anteposilagenerositàalla

LIBRO , VIGESIMOSECONDO. 1806 . 215 . «forza, Risolve poscia Marengo la seconda lega; : a aveva il re, di tutti il primo, incominciato la « guerra , d 'suoi alleati abbandonato a Luneville , « solo esenza difè a rima e.Imploròperdono,gliel a concedei. Voi a Napoli già viciniavevate in poter «vostroilRegno:i tradimentiio sospettava,le ven: « dette poteva fare:novella generosità amaimi;che ; « sgombraste il Regno, ordinaivi;laterzavolta re cestommidella salutesua la casa dej realidi Napoli aobbligata. Perdonerò io la quarta ad una corte « senza fede,senzaonore, senzaragione?No;ceda « dalRegno,la Napolitana famiglia: non puòellacol «riposo d'Europa,colonore della mia coronasus « sistervi, Ite ,marciate, precipitate nell'onde queidebolibattaglioni deitiranni del mare, seppure a « loro basterà l'animodiaspettarvi: ite,emostrateal mondo , comedanoisipuniscano glispergiuri;ite, ue fatech'egli,presto s'accorg ,chenostra èl'Ita clia, cheil più bel paese della terra ha oramai get «tato via dal collo il giogo uomini perhidissimi; : cite, e mostrate che è la santità dei trattati vendi u çata,che sono le ombre de'mieisoldati, sopprav. « vissutiainaufragi,aidéserti, a cento battaglie,ed « alle uccisioninei portidella Sicilia, mentre tor: « navano dall'Egitto, placate e paghe.Guideravní de mio fratello: partecipedella mia potenza , parte à cipe de'mieiconsigli, in lui fidatevi, comeioin kc luimifido.) A queste aspre e superbe parole del terribile yin citore d'Osterlizza tenevanodietro consenzientifatti.

Quando pervenneroa Ferdinando le novelle della volontà di Napoleone siristrinsero insieme i suoi consiglieri per deliberaresu quanto lanecessitàdel caso richiedesse. Penavano ad abbandonar Napoli,e: desideravano chei Russi ed Inglesi si mettessero a

Pruóvossi Ferdinando distor narela tempesta,con mandar Ruffo cardinale ap pressoallosdegnato signore periscusare ilfattodello sbarco. Adducesse, comandava, essere gli alleati statitroppoforti, lu troppo debole, nèaverpotuto impedire:pregasseconcordia,promettesseammende, offerissesicurt .Nè vedevail re, che Napoleone più servivaall'ambizionecheallavendetta;imperciocchè quanto allo sbarco,vi si poteva rimediare con qual cheperdita diprovince o didenaro ,senza venirne alla radice ed alla intiera distruzione del Regno: Quanto all' ombre dei soldati, aveva Napoleone, dopo lauccisione, fáttoamicizia.col re; ilcheavevadimostrato inquale contoavesseil sangueel'ombre loro. Nè si vede perchè il re mandasse Ruffo cardi nale a placar Napoleone, se non forse,perchè cre deva, cheper qualchesomiglianza di natura fossero facilmeriteperaccordarsi.

Giuseppefratello con esercito poderosomarciayacontro ilRegno :gliaveva dato Napoleone; conos scendolo irresolutoe solito a lasciarsi portaredalla volontàdegli altri, per compagnoe sostenitorede'suoiconsigliMassena.

216 "STORIA D'ITALIA, 1 1

Mostro i-Napoleoneines brabile :gli piaceva Napoli;preparavareali seggi ai" fratelli,voleva,per lesuecupidità, fermare:inogni; luogostati dipendenti intieramente da lui..

LIBRO VIGESIMOSECONDO. - 1806 . 217 qualche forte passo degli Abruzzi, per vietare ai Francésil'entrata nel Regno.Ma l'imperatore Ales sandro,cheamavamegliola salute de'suoisoldati, essendo anche l'impresa molto dubbia, aveva co mandatoper un corrieroespresso, che tostamente s'imbarcassero, ed in Corfù tornassero. La ritirata dei Russi,cheerano la più grossaparte, rendè necessariaanchequelladegl'Inglesi.Gliuni e gli altripartirono, quelli per Corfù,questi perSicilia, la sciato Ferdinando nell'ultimaruina. Veduto cheil Regno andavasenza indugio inmanifesta perdízione, si risolvette nel consiglio, che il re si ritirasse in Sicilia,chesecoconducesselafamiglia,i ministri, e quanti soldati e denaripotesse. Giàil nemico insul tava da Ferentino, giàsi apprestava adinvaderele province.Sideliberò altresì, cheil figliuolo primogenitodelreandassein Calabriaper animarequelle popolazioniarmigere; esempre addette achi più ac cesamente leinstiga. Erainquesta provincia rotta e sanguinosa ilconte Ruggiero con qualche banda di regolari;si sperava,chei popoli congiungendosia'loro,avrebbero potuto tenervivoilnome regio fin tantoche qualchefavorevoleaccidentedesseocca sionedirisorgere. LasciavaFerdinando la realsede ildìventitrèdigennajo.Così finìallorail suo regno regnopieno, perla sfrenatezza dei tempi, di casi lamentevoli ed atroci : ma nonper tanto cessarono le opere crudeli, come se fosse fatalecheperpetuo. sangue via i versasse,ocheilregno,ò che la re pubblica vi dominassero,o che forestieri d'Inghil

248 STÓRIA D'ITALIA, 1 terra o-che forestieri di Francia la potèstà del co mandarePartitoviesercessero.Ferdinandosulvascello reale Archimede, fulasciata una reggenza composta dalgenerale Na selli, dal principedi Canosa, da don Michelagnolo Cianciulli, edadon DomenicoSofia. Era la città pa ventosadelle cose avvenire: si temeva delpopolo, deiFrancesi',dei Calabresi, Accrebbe il terrore un gravetentativodei carcerati al serraglio , che se àvesseavuto effetto, Napoli sarebbe andata aruina. Marciavano intantoiFrancesi allaconquista. Giu seppe, fulminato vendetta controla corte, é pro messo dolcezza alpopolo, sesi sottomettesse, velo 'cemente viaggiava contro la capitale.Correva ades-. tra ,a riva ilmare, Regnier, nissun ostacoloin nis sun luogo incontrando,salvo in Gaeta,piazzaforte disito, e custodita dal principedi Assia,capitanovaloroso,Intimato diresa,risposenegando.Assalta ronofi Francesi ilbastione diSant'Andrea, e-se lo presero, nonsenza sangue.L'altra parte sidifendeva egregiamente;ma essendoiNapoleoniani grassi,la sciato gentiall'oppugnazione, passarono.Massenaa sinistra senzaimpedimento alcunocamminando,poi chèCapua giàsi eradata,arrivavaai quattordici di febbrajo sotto lemura dell'appetitacittà.S'arresero. castelNuovo,castel dell'Uovo, casteldelCarmine, e castelSant Elmo Entrava:Duhesme il primo con unasceltafrontedisoldatileggierisìfanti checavalli.Faceva il diseguente ilsuo ingressoGiuseppea cavallo con moltoseguito di generali,e con tuttele .

LIBRO VIGESIMOSECONDO. 1806. 219

ordinanze in bellissimamostra. Smontò al palazzo reale : trovollo squallido, è spogliato dai fuggitivi. Addisedici visitava la chiesa di San Gennaro : udita lamessa di Ruffo cardinale, presentavailsánto con doni,priinizie delfuturoregno.Tornatosi nellaregia sede davale udienzeai magistrati,vedevaconviso benigno la re genza di Naselli; ma tosto lacassava per crearneun'altra; fecene capo Saliceti.Eranonella serva Italia certepersone perpetue, alcuneper che Napoleoneleamava, altre perchè lèdisamava; Vignolle,Menou, Miollis, Saliceti. Per far denarosi mantennero le tasse vecchie, se ne impósero dellenuove:perfar sicurezza,si tolsero le armiai citta dini, e sivenne súl suono difar morire soldatesca mente chile portasse.Queste minaccegià tante volte fåtte,edanche eseguitedaambe leparti,dimostrano, qualdolcezzadi vivere fosseallora in Italia, Intanto le Calabrienonquietavano.Si erail ducadi Calabria accostato conuncorpodi soldati uscito con luidaNapoli alconteRuggiero,che con unasquadra riempiuta disoldatiSiciliani, Tedeschi, Napolitani,e con qualchemisto di raunaticci, parte buona, parte pessima,avevafatto un alloggiamento fortificato sulle rive delSilonelprincipatodiSalerno.Arsoilponte", schieravai suoisulla riva.Parveilcasod'importanza; vi fumandatoRegnier.Andò il Francese all'assalto , mandòiNapolitaniinrotta, perseguitòivinti finoa Lagonero. Rannodar nsiiregj a Campotenese: venne loro sopraRegnier il dinovemarzo, e con un forte 'assalto gli cisotvette facilmente infug. A stentosat +

>

Francese vittorioso s'inoltrava nella Calabria ulte riore : occupatoReggio, muniva di presidiola for tezza diScilla, posta alla punta d'Italia, doveèpiù vicina alla Sicilia; il chedavaefrenoe sospetto ag Inglesi , che in Messina si erano raccolti a difesa dell'isola: Per lavittoriadi Campotenesetutto il corpo Napolitano guidatoda Rosenheim fu fatto.prigioniero.Rodío,che aveva veduto le guerre di Ruffo,econlui,e perluiavevacombattuto,perseguitato aspra- mente da Lecchi, fu preso nelle montagne di Poina. rico. SperavaRegnier dipigliarsi Michele Pezza, che o chiamava fraDiavolo , uomo facinorosoman dato daPalermoasollevareipopoli,ma per l'auda ciapropria,e per conoscere il paese,gli sfuggi di mano, tornandoseneaGaeta.

ilvolgo vossiil contecon-mille soldati tra fartie cavalli.Il

Viandaronopresi :un Tchudied unRicei, capitani diqualchegrido,e molto affezionatialnome del re.Sbaragliatii rego lari,sorgevano, parte per la mutazione delgoverno , parte pergl'instigamenti diSicilia,parteper amore

Moltide'suoi seguaci, gente dastrada ed efferata, comeegli,presi nelle montagne di Rocca Guglielma, Monticelli, e Sant Oliva,furono incóntanentedati a morte.Da un'altra parte Duhesme,inoltratosi nella Basilicata, cacciava inemici daBernardae da Torre, ed entrava in Tae ranto, città opportuna" pelsuo sito, ad accennare: ugualinente a Corfù edalla Sicilia.Alcunirimasugli:dei vintisi erano rannodati a Castrovillari, ma com battuti daRegnierfuronodispersi.

220 STORIA D'ITALIA. 7 > CE

th YLEdi40de 10 2

LIBRO VIGESIMOSECONDO , 1806. 21 della vendetta, parte per cupidigia delsacco,in di verseparti della Calabria bande collettiziedisoldatispicciolati, e di uominifacinorosi,che mettevano la provincia aterrore, a ruba ed a sangue. In questivorribili ravvolgimentiperdevachiaveva,acquistava chi'nonaveva; ibuoni solamenteperivano,iscellerati trionfavano.La ferocia d'uomini quasiancora selvaggi era stimolata dauomini feroci per consuetudine; ilmale s'appiccava, e dominavain ogni parte. Spargevansi voci, che la regina fomentassequesti moti ; il che era vero per qualchecapo e per la guerra;nonperlemasse deiscellerati eper gli ec- :cessi. IFrancesi ed ipartigianiloroaccrescevano questiromori, e davan loro più credito coll intento diseminar viemmaggiormenterancori, ed odjcontro quelgoverno, che da loro era stato cacciato. Da questiaccidentinasceva, chenon solamente ildesi desiderio di Ferdinando diminuisse continuamentenellepopolazioniquiete, enegliuominifacoltosi,maancora con minoravversionesivedesse ildominio dei Francesi, avvisando ciò che era vero, che, siccome potenti espeditivi,avrebbero posto freno aquellapestedegliassassinj e delleruberie.Questirumorinon ignoravaNapoleone.Perògiudicando, chefossearri vato ilmomento propizio per mandar fuori quellochesiaveva già da lungo tempoconcetto ,nominava Giuseppe redelle dueSicilie. Annestava lasolita con dizione,chele due corone di Francia, e diNapoli nonpotesseromaiessereposatesulmedesimo capo.Iprincipiconsentivano,i popoli adulavano.Solo Ga

esteri.Ditantoanteponevanogli uomini,ancheinobili,l'ambizione all'onore!Nèmi gliornatura mostròilduca di Santa Teodora,amba sciadoredi Ferdinando inIspagna,pocoprima man dato da luiamansuefare il vincitore:accettò carica nellacortediGiuseppe.Aveva certamenteilducal'ani mo esacerbáto pelsupplizio diCaraccioli,suoparente; masarebbestato più onorevoleilnon accettar cariche da Ferdinando, cheilnon tenerglifede.Ruffo cardi

LacreazionedelreGiuseppefusentitaconqualche allegrezza inNapoli, mapiù dainobili chedaipopo lani.Furonviluminarie, spari,feste,teatri,canzoni, sonetti alsolito;edi questisonetti,chine avevapiù fattoperCarolina,piùne facevaperGiuseppe. Vifu rono anche non insolite,ma indecenticose.Ilmar chese del Galloambasciadore diFerdinando a Parigi, rivoltatosisubitamentealla fortuna diNapoleone di venneambasciadorediGiuseppe,poiincontanentesuo ministrodegliaffari

222 STORIA D'ITALIA. rolina di Sicilia non si lasciava tirare alla debolezza universale, l'acerbità dell'animo con l'altezza com pensando.Per questo Napoleonela chiamava Frede gonda, ed ella chiamava luiassassinodiprincipi,e tirannoCorso.Finalmente vi caddeancor essa, non per adulazione, nè per abiezione d'animo, maper odio contro gl'Inglesi;perchè, come diremo a suo luogo, venneun tempo, in cuinonpiacendoleil co mandarefrenatoalla foggiadegli ordinid'Inghilterra, desiderò, comepiù conformealla sua natura, ilcomandareassoluto diNapoleone; perquesto prese consiglio di accostarsialui.

BorbonidiNapoliperinchinarsiaGiu seppe.Scusavansicondire;avereamatole cose,nonle persone; il chesaràlorodaognunofacilmenteconee. duto. Tuttierrarono,pontefice,imperatori,re,cardi seronali,vescovi,preti,nobili,popolani.Almenoimparasipotentianongiudicargliuominianormadiuna perfezione, che non è nelmondo, ed a conoscere la debolezzapropria in quella d'altrui.Matalèlasu perbiaumana, che chi più può, si persuade anche d'esser migliore;etalè anchequalchevoltala perversitàdilei,chealcunicredono,evogliono fardi menticareifallipropricolpunirgliinaltrui.La Tur chiastessa, a cuiNapoleoneaveva voluto torre quel granajo dell'Egitto ,adulava.Il giorno dell'assuna zione diGiuseppe, il suo inviatoinNapolicacciò fucrisullafrontedelsuo palazzo,in mezzo a non so qual luminaria , questo motto in lingua Turca e Francese : L Oriente riconosce l'eroe delsecolo. Vero è,che quest'erapiuttostoadulazione Francese e Napolitana, cheTurca.Napoleonerideyaaqueste mostre, e vieppiù disprezzava la naturaumana. LevittoriediLagonero e di Campotenese,avendo rotto leforze regie in Calabriatutto, il paeseerave nuto,salvo alcunimoti incomposti,a divozionedei Francesi.SoloGaetae Civitella di Tronto resistevano. Poca speranza restava al re di far frutto,sebbene sa pesse chenon mancavanomalisemicontro il nuovo 1

nale esultando riceve Giuseppesotto ilbalda elino. Videl etàMaurycardinale farefalloaiBorbonidiFran cia,perprofondersia Napoleone,videRuffo cardinale abbandonarei

LIBRO VIGESINOSECONDO 1806. 223

009 de 1 * M

224 STORIA D'ITALIA. 1 $ PS signore, se g Inglesi sbarcandosulleterreCalabresi non avessero somministrato qualcheforte soccorsodi battaglioni ordinati.Magrandemente ripugnava ad una spedizioneinterrafermaStuart,cheessendo suc ceduto a Craig nelgoverno dei soldati Britanniciin Sicilia, continuava a starsene nelle stanzediMessina, Gli pareva cheil principal finedell'Inglesifossela conseryazionedella Sicilia.Nèignorava chela spedi zione sarebbe pericolosa per l'isola, seriuscisse in felicemente, di nissun frutto per la terra ferma, a cagione dell'eccessiva forza dei Francesi, se riu scisse felicemente. Fortunato capitano nonsarebbe lodato,infortunatobiasimato.Maera aquestotempo" giuntoin Siciliaunuomo,acui piacevano leimprese avventurose: questi eraSidneySmith,che,arrestata.

la fortuna prosperadi Buonaparte in Oriente,si era persuaso di poterla arrestareancheinOccidente. Stimolato dallapropria natura, dalle preghiere di Ferdinando, e dalle instigazioni dellaregina,che non poteva viveresenonricuperasseciò chele era stato tolto, continuamente esortava Stuart'alla fa zione. Ma la prudenza dell' uno superava l'audacia dell'altro, eniuna cosa si risolveva. Sideliberava Sidney afare qualche sforzo da se colle forzemarit time perfarvedereaStuart, chelamateria era me glio disposta, ch'ei non credeva.Per la qual partiva dallaSicilia con qualche navegrossadaguerra emolte annonarie, con intento diandara visitare le coste di Napoli.Duefini principalmente ilmuove vano,ilprimodirinfrescarGaeta, ilsecondod'inci

Vi scoversé incli nazioni favorevoli,ma non sufficientiperchèpotes sero fare da se. Tornossene in Sicilia : con intente esortazioni tanto fece che il prudenteStuart'silasci muoverea tentarequalche fatto suquella tribolatae tumultuosa terra.Sbarcava sulprincipiar di luglio con circa cinquemila soldati sulle coste delgolfo diSant'Eufemià:chiamava,maconpocofrutto,le po polazionialevar i. Staya sospeso, stantela freddezza deipopoli', sedovessetornarealle navi, o persistere sulla terra ferma;quando gli pervennero le novelle; che Regnier conun corpo di circaquattromila soldati aveva postoilcampoa Maida,terradistantedieci migliadalmare.Udial tempo stesso, che una nuova schiera di tremila soldati accorreva in soccorso di Regnier,perciocchè la nuovadella venuta degl' In'glesi già si era spársa nelle vicinanze. Si déliberava per tanto di assaltareil némico innanzi che il soccorso si fosse congiunto conesso lui. Era ilgenerale di Francia accampalo sulpendiodiuna collinaboscata sotto ilvillaggio diMaida,soprastandoalla piañura diSant'Eufemia : folte selverendevanoi suoi fianchi

là imostrava,econlapresenza, colle esortazioni, colle somministrazioni vi mante neva vivo ilnomediFerdinando.

LIBRO VIGESIMOSECONDO.> 1806. 225

tare,edi provvedered'armie dimunizionile Cala brie. S'appagavadel suoprimo intento;anzilasciava nelleacquedella piazza un'armatetta di navi sottili, affinchècoopërasse alledifes . S'impadronì dell'isola di Capri; laqualpossessioneil rendeva signore delgolfo di Napoli. Posciaradendoi lidia seconda verso scirocco,oraquàora

9 JV . 15

226 STORIA D'ITALIA: e sicuri.Scorrevaalla sua fronteilfiumeAmato, che sel benein ogni luogo fosse"guadoso ,tuttavia peravere lesue rive ingombre dipaludi, difficultava assai il passo agl'Inglesi. Fòrtè, comesi vede, e quasi ines pugnabileerailsitodiRegnier, e se viavesse aspet tato l'inimico, la sua vittoria sarebbe stata certa. È da notarsi, cheladimoradegl'Inglesiin queiluoghi non poteva esser lungä, perchèessendo il paese pa: ludoso,'esala,'massimenella stagione estiva, miasmi pestilenziali',radicedi malattie molto mortali. MaRegnier,o nel proprio valore troppo confidando,'o di quello delnemico troppodebolmente giudicando, consenti al commettere all'arbitrio dellafortuna un impresacerta.Calavasi adanque dalla bene promet tente collina, varcava il fatalefiume,e s innolttava nella pericolosa pianura.For e, oltrelaconfidenzadi se stesso e de'suoi; clte per verità valorosi'soldari erano,a questopartito il mosse l'àvere con sequalchesquadra dicavalleria, della quale l'Inglesemari cava. Arrivavano in questo mentre itremila; ilquale accidente accrebbe nei Francesi l'opinione del yi cere. Si fecedallasua parte avanti l'esercito d In ghilterra : ledue emole nazioni venivano alcimento. Incominciò la battaglia, correvaildi sei l glio, dall'affrontoincomposto e sparso dei soldati armati allaleggiera :poisivenneallazuffadelle gentigrosse. Trasseropoche volte con gliarchibusi-: mossi dall? emolazione, ed impazientidel combattere da lontano, s'avventárono colle bajonette in cannagli uni contro gli altri, Lamischia-spaventosa :vivi erano i 7 q . :

LIBRO VIGESIMOSECONDO. 1806, 227 .

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Francesi,stabilig Inglesi.Iprimi,operchè,avendo creduto di andarnea sicura e facile vittoria , restas sero-stupefattiall'inopinatorincalzo,odaltracagione che sel facesse,cominciarono, dopo un brevemenar, di mani, massimamente sulla sinistra loro, a pie gare,poi andavano in fuga.Gli'seguitarono veloce mentegliInglesi, ed aspramente glipressavano,non pocauccisionefacendone.Volle.Regnier ristorarelafortuna conassaltare colla cavalleria la sinistra del nemico, mafecero gl'Inglesisi immobile resistenza coi tiri ecollebajonette, che fu costretto á cimanersene.Si pruovavaallora,poichècoll'assaltar difronte nonavevafatto frutto, digirare, co?suoi cavalli in torno alla puntadellamedesimaala degl'Inglesi,e di urtarla difiancoed alle spalle; con chesperavad'in durre qualchescompiglio nell'ordinanza.Già icavalli circuivano; la battaglia pericolosa per gl.Inglesi, quando un nuovo reggimento partito da Messina,e.testèsbarcato aSantEufemia, arrivò sul campo, e postosi dietro unpo' i riparocheil terreno offeriya,fecefronte ai cavalli, e coitiri spesseggiando, non solamente arrestò l'impeto loro, ma ancora gli costrinse alla ritirata più rotti che intieri. Dopo questo fatto i soldati di Regnier si -poseros in fugascomposti e sbaragliati, cercando ciascuno"salate senza ordine'ä norma, come meglio avvisava. Fu compiuta la vittoriadegl'Inglesi. ErròRegniernell essere sceso al piano : errò nellaver troppo disteso le ordinanze. Morironodei Francesi settecento,due mila yennero in poterdei vincitori,parte sul campo :3 e .

228 li STORIA D'ITALIA. 7 $ della battaglia, parte a Monteleone, dove si eranoridotti. Ornòmassimamente la vittoria: la presad l generaleCompère.Dej dispersi, chefuronoungrosso numero,molti venuti in mano dei Calabresi, furono crudelmente ammazzati : alcunicondotti cattivi al cospetto diStuart restarono salvi. La vittoria di Maida diènuovacagioneai Calabresi di levarsi a romore : ad uso barbaroammazzavanoquanti venivanoloro alle mani. IFrancesi I Coo .loro irritati:contro uomini,che a'nissun uso civile attendevano,saccheggiavanoedardevanotutteleterre che lorosiscoprivano contrarie, uccidendoi terraz zani, e niss n rispetto avendo o al sesso, o all'età. LaCalabria tutta fumavad'incendi e disangue. Fu rono i Francesi'obbligati a sgombrarne, I'sollevati, fatti padroni delle coste, stabilmente visialloggia vanoneisitiprincipali,donde compnicando con Sid .neySmith, chein questa bisogna si dimostrava at tivissimo, e da lui ricevendo armie munizioni, le tramandavano nell'interno delpaese , esomministra vanocontinuaesca a quel graveincendio. Amantea, Scalea, l'isola diDina sulle coste dellaCalabria cite riore, erano tenute dai Calabresi : Maratea, Sapei, Gamerota, Palinuro, ed altreterredelgolfo diPoli çastro a loro parimenteobbedivano.Massedicruda ribaldaglia erano queste,nè io sarò maiper lödarequellichelefomentavano:scellerati,la più parte, i gregarj, scellerati i capi. Pane diGrano ,uno dei primi, eraunprete-infamecondannato per delitti a galera : Fra Diayolo, che imperversava più vicina-, . . :

l'assalto:Sidiedelafortezzail dìdiciottoluglio. Ancheinquesto fattomostròil.ge nerale Campredónmolta perizianell'arte d'oppugnar lepiazze, ed a lui principalmente resto Napoleone. obbligatodell'acquistodiGaeta.Solo,siccomequegli che la voleva sèmpre faredamaestro,perchèglialtri si studiassero di-fare, non che bene,meglio, si:la ***

LIBRO VIGESIMOSECONDO, - 1806. 229 a > mente a Napoli, uomoconvinto di piùlatrocinii,ed assassinj:Tadried assassini a costoro'si accostavano." Gl'Inglesi nongli potevano frenare,ancorchèStuari per l'umanità suamoltovi si affaticasse. IFrancesi, dove potevano, acerbamente si vendicavano;furore e erudeltà a furoreed acrudeltà opponendo. Il trionfo di Maida poco duraya.S'ingrossavano dinuovo iNapoleoniani : gliassassini erano cattivo fondamento; il capitano d'Inghilterra,si ritirava in Sicilia,sololasciando, un presidionel forte diScilla, dicuisi era S'accaloravaimpadronito.l'oppugnazione di Gaeta.Già per molti mesil'avevavirilmentedifesailprincipedAs sia:vimorironomoltibuoni

Francesi,fragli altriil generale Vallelongue,uomoincui ladolcezza'e l' in tegritàdella vita pareggiavano la scienza ed ilvalor militare,l'uno el'altrosingolari. Ilprincipe,ferito gravemente; fu portato inSicilia. Gli assedianti im pedivano le sortite con aver tirato una trincea dalla spiaggia di Molasino all'altra estremità dellistmo. Impedivano colle batterie i soccorsi di mare ; una ' brecciamolto grande,era apertà nel murodella cittadellasinoapie dellacontroscarpa: i terribilipiè grana tieridi Franciapronti'a

230 STORÍA D'ITALIA. a e mentòcheCampredon vi avesse consumato troppa polvere.Laresa diGaetaavvanta iòlecondizionidei Fran. cesi nel Regno."La forte schierache l'aveva oppu gnátà,andavaa ricuperar'leCalabrie; e stante che il nomedi Massena era di molto terrore, gli fu dato ilgovernodellaspedizione.

Perchèunuomo terribile avessepotestà terribili, decretavaGiuseppe,fossero é s'intendessero le Calabrie in istato di guerra :'i magistrati civilie militari obbedissero a Massena :> creassecommissioni militariper giudizj,ed igiudizj® si eseguissero senz'appello in ventiquattr' ore:i sol dati vivessero a carico deipaesi sollevati:ibenidegli assassini e deicapi deiribelli si ponessero al fisco;i "benidegliassentiancaressisiconfiscassero: ch ,nonessendo ascrittoalla guardia provinciale;fosse tro vato con armi, si desse a morte :i conventi chenon dichiarassero i religiosicomplici, isopprimesseto.

Andava Massena alla spedizione: seguitarono dalle dueparticrudeltà inusitate.Lavria, Sicignano,Abe tina, Strongoli incesi: iNapoleoniani trucidavano i Calabresinellebattaglie,nelleimboscate,neigiudizj; i Calabresiammazzavano iNapoleoniani, e gli ade renti'loro nelle case,negli agguati, nellebattaglie: ilfurorepartorivamorti,lemorti furore:gliuomini civili divenivanbarbari,ibarbari vi ppiù s'imbarba riv no. Il Coati,fiume principalmente in cui furono gettatiamucchjicadaveri degliuccisi,portò con le acque sue almare i rossi segni della bestiale rabbia degli uomini. Durò lunga pezza la carnifieina;pure

Napoleoniani per la disciplina e per gliordinati disegni prevalevano.Il terrore e le uccisioni frena rrono, non quietarono laprovincia : semiorrendi vi covavano, che orainquesto luogo,ora inquell'altroripullulavano, e facevanosegno, chepiù,potevano l'odio ela rabbiache isupplizj: nè maipotè Giuseppe venir a capo deisollevamenti Calabresi , ancorchè úsasserimedjasprissimi, e qualche volta anchedola cezzacoi perdoni.Orrendi casi-io raccontai,ma'più órrendi, se mi fia dato di terminare queste storie , arommiper raccontare,dai qualisi vedrà, che se ladolcezza mescolata con la crudeltànon fece frutto perpacificare le Calabrie, unacrudelt pura il-fece': : feroce-razza di Calabria, che non potè costringersi allaqui te,senoncon lo sterminio.

LIBRO 'VIGESIMOSECONDO.. 2 1806. 231

Risoluzioniinfedeli, attisoperchievoli,guerrabar barainsanguinavano una costa dell'Adriatico : simili accidenti in anguinayano l'altra : di sì lagrimevoli fruttifu pregno iltradimento fatto a Venezia. Erano le Bocchedi Cattaro, ilpiù sicuro ricovero chesi avessero i naviganti nell'Adriatico, state cedute alla Francia pel trattatodiCampoformio , con tempo di sei settimaneadessernemessa inpossessione. Spirato il termine, enon comparsi gli ufficiali diFranciaa prenderne possessione,un agentediRussia,colquale concordavano, siccomeGreci,gran parte dei Boc chesie dei Montenegrini, selvaggiabitatoridelle vi cine montagne, sollevò ilpaese, predicando, che, poichèil tempobuono dellaconsegnazioneera tras corso,i Francesi eranoscaduti,ed il paesepadrone .

. di se stesso. I comandanti Austriaci di castelNuovo edeglialtri forti l'intendevanoadun altro modo, e volevanoserbar-la fede.Arrivava in questo mentreil marchese Ghisilieri, commissario d'Austria, per far la consegnazione, ma non cheil suo mandato ese guisse,perchè già iFrancesi iapprossimavano, con sentiasgombraril paese ,lasciandolo in potere dei natài,deiMontenegrini,edeiRussi.

232 STORIA D'ITALIA.

Sgombraronodi malavogliaicomandantiAustriaci, esdegnosamente anche protestarono della violazione dei patti. Ne meno sdegnosamente udì Vienna il fatto : fu ilmar. chesedannato acarcere perpetua in una fortezza di Transilvania. Lafede violatà in Cattarodiè occasione a fede vio lata in Ragusi. INapoleoniani, non potendopiùoc cupare Cattaro, s'impadronirono di Ragusi,nissuna. ragione contro quellapacifica edinnocente repub blica allegando, ma solamenteil pretesto di preser varladallescorrerie dei Montenegrini:Certo isoldati NapoleonicidifeseroRagusi, dicolacittà,perciocchè i Montenegriniorribilmente saccheggiavano il terri torio; ma Napoleone spense la repubblica congiungendola all'Italico regno; singolar modo di preser vazione.Sorseunaguerra varía. Lauri ton,tenutoin assédjoin RagusidaiMontenegrini, era soccorso da Molito, cheglivincevarisospingendogli ailoronididelle montagne. Pure stavano ancora minacciosi., ed infestavano con spesse scorrerieilpaese,quando Mar mont. con astuzia militareavendogliindotti a venir al piano,con istrage:grandissima prostrava tutte le * 2

LIBRO, VIGESIMOSECONDO. . 1806. 233 forzeloro, Guerraorribile fu questa:iMontenegrini ammazzavanoi prigioni, e gittavanole testetronche fralefiledei compagniinorriditi: 1,Napoleoniani per. seguitavanosuimontiloroiMontenegrini,equando nonglipotevanoavereperessersinascostinelletane,neglicacciavanoconfuocoefumo,comesefierefossero,peruccidergli. Cantavaquestevittoriecongloriosepromulgazioni, secondo la natura sua,Dandolo, che era per Napo leoneprovveditore generale della Dalmazia. Sì per certo,questo mancavaallo scandalizzatomondo,che dopodi avervedutoPesaro commissario Austriaco in Venezia, vedesseDandolo provveditoreNapoleonicain Dalmazia. F NE DEL LIBRO VIGESIMOSECONDO ,

GuerradiNapoleone colrediPrussia; gran ruinadiquest'ultin Adulazionidegl'Italianiverso Napoleone. Trattatodi Fontaine bleau, che toglie ilPortogallo,ai Braganzesi. Toscana toltà alla stirpe diSpagna,edunita allaFrancia sottol autorità di Elisa,sorelladiNapoleone. Operazionidellagiunta creata in Toscana. Descrizionedellemiseried*Italia.OperemagnifichediNapoleone.ToglielaSpagnaaiBorboni.GiovacchinorediNapoli,Giuseppe diSpagna. Giovacchinovàadassumere il regno,feste che gli sifanno, principi, e naturadel suo governo.Setta deicarbonari, come,quando,dovee perchè nata,e qualieranoisuoiriti. Na poleon si voltacontroilpapa,unisceleMarcheálregnoItalico, occupa Roma,'fa oltraggio alpapa : protestazioni fortissimedi Pio settimo. Dolorose vicende nelleMarche per motivo dei giu. ramenti richiesti aimagistrati ed agliecclesiastici. um e Il re Federigo sentiva i fruttidelle gratitudini Napoleoniche.

SOMMARIO.

234 ..STORIA D'ITALIA. LIBROVIGESIMOTÉRZO.

Vinta l'Austria per avere la Prussiaimprudentementetenuta laneutralità,insorgeva Na poledne a vincere la Prussia, dopo diaverprostratol'Austria. Usòle insidie, leinsolenzee leusurpazioni per farla vile agliocchi delmondo, poi assalti più·. aperti per farla risentire, non dubitando di vincerla. Invasel Hannover,edoperòch'ella. l'accettasse inproprietà,dono funesto per la riputazione, funesto per glieffetti. Offese laGermania nel caso del duca d'Angliienna; non risentissi-la-Prussia. Portò pazien

LIBRO VIGESIMOTERZO . 2351806. > 1 temente il re l'incoronazioneItalica,l'unione di . Genova,il fattodiLucca, le nonattenutepromesse alre di Sardegna : portò pazientemente la carcera zione dei legatid'Inghilterra su i territori Germa nici letaglieposte sullecittàAnseatiche,leviolazioni delle terre d'Anspach e diBareith.DimezzaGermania sifacevasignoreNapoleoneper la confederazionedel Reno: consentiva ilreFederigo, edaccettava l'offerta diunaconfederazione a suo favore dellasettentrionale Germania ;maNapoléone confortava segretamentei principi.,acciò non vi consentissero. Nè più modo alcuno serbando.,toglieva Fulda alprincipe d'Oran già,congiunto diparentela col re, toglieva alre-la fortezza di Vesel,é: le' abbazie di Essen, Verden ed E ten.Prometteva alla Prussia la SvedesePomerania, edaltempo stesso con sólenné trattato si legavacolla Russia per impedire, che la Prussia della Pomerania s'impadronisse : il dato ed accettato Hannover of feriva al re d'Inghilterra, se pace con lùi volesse: NuovisoldatiNapoleonianimarciavanoin Germania. Conobbe ilrecon quale amicoavesse a fare,e corse all'armi: corsé altresi:al ferro Napoleone. Bene il poteva usare, posciachè ilre veniva armato contro di2.101; ma gl' improperj che fece dire e stampare contro la regina,furono tali,che ogni uomo, che del tuttonon sia lontano dallaciviltà,nonpotrànon .sentirnesdegno e fastidio.Iovidiaquestotempo im maginidi talnaturanei luoghipubblici in mostra chemi parevaaggirarmi, non nell'incivilito Parigi',ma sì piuttosto in unacittà rozzaé selvaggia. Luisa : . a 1

coloro,che consì devoto e patrio affetto hanno alzato glialtari alla Domreinesevergine;diquelli,chefanno schiernodeidifensori delle loropatrie,nonèdapren derpensiero.

Questo fine'ebbero le. arinianimosamentemossedalreFederigoperstimolo praprio, eperquelli d'Alessandro diRussia. Arrivava. ·Alessandro imperatorecon lesueschierein ajuto del vintoamico:'maNapoleonesopravvanzavad'ardire, diforzaediarte.Fuasprissima la battagliadiEylau, e d'esito incerto. Incrudelita la stagione, ritiraronsi iFrancesi diquàdellaVisto a, iRussidi là dellaPregel Intiepiditosiiltempo alnuovoanno;s'avventa: vano gli uni controgli altriFrancesi e Russi; varj furono i combattimenti, sanguinositutti; infine nei campidiFridlandia conflisseroconordinanza piena i due nemici. Quivicadde,la fortunaRussa.Napo leonevincitore ai confini d?Alessandro sovrastava : addomandavaAlessandroi patti.Narranocheidueimperatorinelle conferenze più segretetra diloro.si spartisseroil mondo :avessésiNapoleonequellaparte cheè compresa da un latotra una linea tirata dalla E+

236 PSTORIA D'ITALIA. 4 1 I era donna, regina,ed amatricedellasuapatria; ed allarmi gli amatoridellasuapatriainçitava":per. questodiventò bersaglioagli oltraggidiunbarbaro. QuestegraviparolecontroNapoleoneappruoveranno

Vinse la fortuna diNapoleone.Fu la Prussia pro strata a Jena,fu prostrataaMaddeburgo eda Prenslavia.Berlino, capitale del regno, le fortezzetutte, dominando uno scompiglio ed un terroreestremo, venneroinpoterdelvincitore.

. 237LIBRO VIGESIMOTERZO. : 1807 > foce della Vistola sino all' isola di Corfù; dall'altro tra lespiagge delBaltico,dell'Oceano, del Mediter raneo e dell'Adriatico: avessési Alessandro'il rima nente. Quale diquesto sia laverità,convennero sulle sponde del Niemen in trattatoaperto : riconobbe A essandro il nomee l'autorità regia in Giuseppe Napoleone,come re di Napoli, edin Luigi Nápo leone comered Olanda : consenti, che un regno di : Vestfalia sicreasse, ed in GerolamoNapoleone, fra-: telo minore diNapoleone,s'investisse :accordò che un ducato diVarsavia si creasse,'e'cheduca ne fosse Federigo Augusto diSassonia:riconobbe la Reñana confederazione :stipulò per articolo segreto, che le Bocchedi Cattarosi sgombrassero daiRussi, e siconsegnasseroinpotestà diNapoleone.Convenneinfine, chele setteisole Ioniche'cedesseroinpossessionedel medesimo; stipulazione enorme,perchè la indepen denza loro era stata accordata trala Russia e la Porta Ottomana,nè poteva l'operadi due par iessere dis : fatta dauna sola. Ifattidi guerradiNapoleonesuperavanoper gran dezzaquàntidalle lingue o dalle penne degli uomini sianostatimandatiallamemoria deiposteri.L'averevinto con sìgrossae presta guerral'Austria,poipoco dopo con sigrossa epréstaguerralaPrussia, final mente con grossa enon lunga guerra laRussia, pa revapiuttostoaccidentefavoloso chevero.Volgevano gliuominimaravigliati nellementiIgro la potenzae il valore degli Austriaci, la gloria ancor fresca diFederigo, leimpresemirabilidi Suwarow.con lasparsa e

questofinedello adularé erano stati chiamatia Parigi i deputati del regno Italico.Gamboni, patriarca di Venezia, favel ava, introdotto all'udienza nell'imperialsede diSan Clodoaldo,con servili simodiscorsoalsignoré.Venire gl Italiania fartributo a'suoi piedidell'ammirazione, dei desideri,dell' amore, della fedeltà loro, godere per essere iprimia potere questodebitoadempire verso l'eroe, verso il principe potente edamatissimo: . nissuno più degl'Italianiamarlo, nissuno con pari gratitudinevenerarlo :averelui redento la Francia,

238 STORIA D'ITALIA. famadell'invincibilitàdei Russi;'nè potevano restar capaci,come una sola nazione ed un solo capitano ávessero potuto soldatitanto valorosi, capitani tantorinomati quasi primavincereche vedere.Temeva ed adorayailmondoNapoleone,iprincipiiprimi, anche i piùpotenti,ipopoli isecondi. Non v era più luogo all adulazione; perchèle lodi, per smisurate che fos sero,parevano minoridelvero;nèipoeti più famosi;i quantúnqueconogninervovisisforzassero,potevanoarrivareatantaaltezza.IpoetiilchiamavanoGiové, ipretibraccio di Dio ,i principi fratello,esig ore.. Unmezzo solo gli restava peraccrescerelagloria.acquistata;quest'eradiusarne moderatamente; chè seavesse frenato lelinguedell'età adulatrice,e pre cipitantesia servitù , bene avrebbe meritato che le ... adulazionilodisi chiamassero maamomegliodilet tarsi pruovando quant'oltre"potesse"trascorrere la viltàdegli uomini, che faregeneroso.së,ed altrui. Lasciole adulazioniFrancesi, Austriache,Prussiane,adi :soloparleròdell'Italiane.A

Accarezzatodaimonaci del Cenisio,festeggiato dár Torinesitesté libera idaMenou,al qualeera succe duto', comegovernatorgenerale, il buonprincipeCa avevaamato

LIBRO VIGESIMOTERZO: - 1807. 239 2 ma creatol'Italia : avere gl'Italiani pregato ilcielo per la salute suanei pericoli,ringraziarlo'ora per le vittorie,ringraziarloper la pace:benignament ud se. le:supplichevoli preghiere,dei sottomessied amorosi Italiani:gisse, venisse,vedesse quell'Italia datanto bassamento alzata,"da tanta abiezione ricompra, a tantofortunate sorti avviata. Questo desiderare', questoinstanteinerite üpplicare,questosperare dalla paterna benevolenza sua, questo esserela più compita',lapiù suprema felieità loro.. Rispose.; gradire isentimentide'suoipopoli d Ita lia : con piacere avergli veduti combattere valorosa mentesulla scena delmondo:sperare, chesifausto. principioavrebbeconsenziente fine. In questoluogo egli,che aveva contaminato con ischerníuna valo rosadon à, solo perchè contro di lui la sua patria edifeso, venneinsuldire, che ledonne Italiane dovevano allontanare da se stesse gli oziosi giovani,nèpermettere che più languisseronegl'internirecessi,ocomparisseroal cospetto loro,se non quándoportassero

cicatrici onorevoti.Soggiunsepo scia , vedrebbe Venezia volentieri, apere quanto i Veneziani"l'amassero. Sorse in corte un gran parlar dilodepeldiscorsodiNapoleone:t tti il predicarono permoltobello.Quellapartemassimamente cheaveva toccatodell'amordei Venezianiversodilui,eramolto commendata.

240 STORIA D'ITALIA.

Dolsimiin queste storie dimolta 9 milloBorghese, arrivava Napoleonetrionfante nella reale edaccetta Milano.Lefestefurono molte : i sol datiarmeggiavano,ipoeti cantavano,imagistratilu singavano,i préti benedicevano.Trattò Melzi molto rimessamente,perchènon ne aveva piùbisogno;per.chèpoifossémeglio r ntanato, ilcreò duca di Lodi.funeste cose,'e di molteancora dorromimi,madiniuna più midoglioodorrommi,chedelloavervedutocontaminato daisoffj NapoleoniciunMelzi.

Ed ecco che Napoleoné arriva,aVenezia.Lumina ria pertutta lacittà: dinotteil canal grande chiaro comedigiorno: lapiazzadiSanMarco più chiara del canale : regatta, balli,teatri,e quel che è peggio, plausi:di vòciè dimani. Simostròlieto,.econtento involto.Ciò nonostanteaveva pauradiessereucciso: Duroc,grán maestrodelpalazzo,fupiù diligentedel solito nel visitar cantine e cisterne. Alcuni Veneziani iaggirarono intorno al signore con fronte lieta e serena. L'etàporto, che brutto e splendido servire più piacesse, chevitä onorataed oscura. TornatoaMilanoudivai collegj,edaicollegj par lava. Accusò gli antenati, parlò di patria degenere dall'antica; affermòmolto aver fatto per gl Italiani moltopiù volerfare:ammonigli;stesserocongiunticonFrancia; ricordòloro, che daquella ferreacoronasi promettesserol'independenza.Corsatrionfalmente la Lombardia,nuoviItalici pensieri glivenivanoin mente, è glimandaváadesecuzione : sotto ilsuodominio da ruina nasceva ruina. Aveva, a cagione 7 ottoilsuo

IV . 16

''LIBRO VIGESIMOTERZO, 1807. 241 e che ilprincipe reggente di Portogallo si eraritirato dalvoler fare contro gl Inglesi tutto quello ch'egli avrebbe voluto , per un trattato sottoscritto a Fon tainebleau con un ministro di Spagna, tolto il Portogallo a suoi antichi signori, che vi eranoancora presenti, edato in potestà dinuovi. Per esso si ac cordarono la Francia ela Spagna che la provincia delPortogallo traMino eDuero, colla città diPorto, cedessero in proprietà e sovranità del re d'Etruria, ed egli assumesse il nome dire dellaLusitania set tentrionale : chel'Algarve si desse al principe della Pace con titolo di principe dell Algarve;che il Beira ed il Tramonti, e l'Estramadura di Portogallo siser bassero sequestrate sino alla pace;cheil re d'Etruria cedesseilsuo reameall imperador deiFrancesi; che unesercitoNapoleonico entrasse in Ispagna, e con giuntosi con lo Spagnuolo occupasse il Portogallo. Covava fraude contro Portogallo,fraude contro Spa gnaperl'introduzionedeiNapoleoniani.IBraganzesi, avuto notizia del fatto, enon aspettata la tempesta,, s'imbarcarono pelBrasile sopra avi proprie ed In glesi. Napoleonelevòun granromoredella partenza, ed imputòloroadelitto l'esserefuggiti,comediceva, con gl'Inglesi, comese in servitù di luifossero stati obbligati a restare. Il dìventidue novembre i ministri di Spagna ediFrancia,nellestanzediMariaLuisa,regina reggentedi Toscana, entrando le intimarono, esserefinito e ceduto a Napoleone ilsuo Toscano regno, e che incompenso le eranoassegnati altristati da goders gli

colsuo figliuolo Carlo Lodovico. Fu a questa volta taeiutala parola perpetuamente, il che seindicasse. sincerità o dimenticanza, io non lo yo.Restava, che ad uncomandamentofantastico succedesse unaumiltà singolare.Significavalareginaa'suoi popoli, essere la Toscana céduta all'imperator Napoleone; ad altri regni andarsene : ricorderebbesi con difetto del Tos cano,amore, rammaricherebbesi della separazione, consolerebbesipensando, passare unanazione sì'do cile sotto ilfausto dominio diun monarcadotato di tutte le più eroiche virtù,frale quali, per servirmi delle stesse parole che usò la regina, dette cosicom'erano alla segretariesca,fra le quali campeg giaya singolarmente la premura la più costante di promuovere ed assicurare la prosperità dei popoli ad esso soggetti. Non seguito la regina,reggentein Toscana le vestigia Leopoldiane, anzi eraandata ri ducendo lo stato a governo più stretto, e più com piacente à Roma.'Arrivò il generale'Reille a.pigliarà possesso in nome dell'imperatore e re; i-magistrati giurarono obbedienza : cassáronsigli stemmi di Tos rizzaronsi. i Napoleonici::arrivaya Menou Egiziaco a scuotere le Toscane genti; Napoleonetrionfatore, tornandoa Parigi, tirava dietro le sue carrozze quelle di Maria Luisa, e di Carlo Lodovico.

L'asprezza diNapoleone,ela natura rotta,e pre cipitosa di Menou mitigava in Toscana una giunta creatadal nuovosovrano,e compostad'uominigiusti e buoni, fra iqualieraDegerando, chesolito sempre a sperare, a supporre, ed ayoter bene, credeva che cana >

242 STORIAD'ITALIA. > 7 9

l'imperatore fosse fatto a sua similitudine. Avevano il difficile carico di ridurre la Toscana-á forma Fran cese. Erano in questa bisognaalcunecoseinflessibili, alcune pieghevoli. Si noveravanofra le prime gli or dinigiudiziali, amministrativi e soldateschi : furono introdottinella nuova provincia senzamodificazione:deglinitimi non potevano i Toscani darsi,pace, pa rendo loro cosa enorme, che dovessero andar alle guerredell'estrema Europa per gl'interessidi Fran cia, o piuttosto del suo signore:S; adoperava 'la giunta, nda senza frutto,a farche lanuovasignoria menograve riuscissé. Primieramentela tassá fonda ria,opinandoinciòmoltomoderatamenteDegerardo;.. fuordinata permodochenon gettassepiùdel quinto,, nèmeno del sesto della vendita. Non trascurava la giúnta le commerciali faccende, Pel cielo propizio. volle tirarvi la coltivazione del cotone, e per mi gliorar lelane diede-favore al far venir pecore di vello fino nelle parti montuose della provincia Sa-. nese. Delle berrette di Prato, dei cappelli di paglia, degli alabastri,e dei coralli diFirenze e di Livorno , pa ti essenzialidelToscanocommercio, con iscuole apposite,con carezze, e çon premj particolar cura aveva. Domandò aNapoleone, che permettesse le tratte delle s te per Livorno, provvedimento utilis simo, anzi indispensabileper teñerinfiore fatturedei drappi, ela coltivazionedei gelsi nella nuova provincia. Richiese anchedalsignore , che concedesse una camera di commercio a Livorno, a guisadiquella diMarsiglia, acciocchè i Lingsi a iorelemani

LIBRO 1807 243VIGESIMOTERZO .

deliberazioni

.244 STORIA D'ITALIA. a > potessero regolare da se, é non permezzodei Mar sigliesi, le proprie faccende commerciali: non solo buona,ma sincerae disinteressata supplica fuquesta dellagiunta,perchè davacontroMarsiglia.Perqueste

intanto : cessavala giunta l'uf ficio, dato da Napoleone il governodi Toscana ad Elisa principessa, gran duchessa nominandola. La qualeElisao pernatura,o pervezzo,similepiuttosto al fratello, che adonna, si dilettava di soldati, gli studj.ela Toscana famaassaifreddamenterisguardando. A questo modofinìlaTosca apatria,pássata prima,da-repubblica neiMediciperusurpazione,poi

simirava a conservar salvo il commercio del Levante con Livorno. I commodi di terra pressavano nei consigli della giunta, comequei dimare. Supplicava all' imperatore, aprissé una stradada Arezzo a Rimini, brevis sima fra tutte,dal Mediterraneo all'Adriatico; risto rásge'quelladiFirenze aRomaperl'antica viaAppia, dirizzassequella da Firenze a Bologna pel Bisenzio è pelReno, terminass finalmentè quella, cheinsistendo sull'antica via Laon a a, da iena porta a Cortona, Arezzo e Perugia. Nè gli stadjsi omette vano;consigliodegnodeldottoedabbenDegerando: Ebbero quei diPisaedi Firenze con tuttiisussidj loroogni debito favore :ebberloleaccademiedelCi mento, dellaCrusca,delDisegno, deiGeorgofili:fe condaterra coltivava Degerando,e la feconda terra ancora aluidegnamenterispondeva,dolci compensi diunamarosignore.Arrivavagennajo

e . 7

Similmente, ed al tempo stesso Napoleoné univa all'impero il ducato di Parma e Piacenza, diparti mento delTaro chiamandolo. Restavano,ai Borboni di Parma le speranze del Mino e delDuero. Non so, sechi avrà fin quiletto questenostre sto rie, avvå quanto basta, posto mente alle miserie d'Italia. Il Piemonteduevolte repubblica, duevolte regno, tre volte sotto governitemporanei,calpestato dagliagenti repubblicanisotto il re è sotto il primo governo temporaneo,straziato dagliagentiimperiali R ssi ed Austriacisottoil secondo, conculcatodagli agenticonsolari,sotto il terzo': sorti sempreincerte, predominio di opinioni diverse, interessirovinatiora di questi, ora di quelli, affezioni tormentate :quando una radice di sanazione incominciava a spuntare in una ferita,violentemente eradamaggior feritasvelta: la dolorosa vece piùvolte rinnovossi : squallidodi ventato unpaese fioritissimo: aspettavasi la libertà; un dispotismodisordinato e sfrenato sopravvenne; molti annidurò,finalmente in dispotismometodico cambiossi. Parevanopiù certe le sorti; pure ancora restavano nellementi ivestigj dei passati mali,ele non riparate rovine attestayano le spessee violente mutazioni. Genova tre volte cambiata sotto forma di repubblica, spaventata continuamente dal romore delle presentiarmi,concultata dagl'Inglesipermare,

. 7 daiMedici negliAustriaci per forza dei potentati, ai' quali piacquequella preda per accomodarse inede simi,dileguatasi finalmente e perdutasidel tutto nell' immensa Francia.

LIBRO VÍGÉSINOTERZO. 1808. 245

miscuglio dicorrerie e di

246 STORIA D'ITALIA. dai Francesi,dai-Russi, e dai Tedeschi per terra, ora in nome dei diritti dell'uomo,ed orain nome delgovernolegitt mo,desolata dall'assedio,desolatà dalla pestilenza, obbligata a spendere per violenza quello ,cheavevaacquistatoperindustria,nonaveva più forma alcuna di corpo sano : diecisecoli d inde pendenza,dopoquindici

annidimartirio si termina rono nella dura soggezionedi un capitano di guerra. Milanoricca,prima spogliatadairepubblicani, poi dai loro nemici, prima repubblica senza nome,poi repubblica ora con un nome ed ora con un altro, quindiprovinciaTedesca sottonomedireggenza in periale, poiprovincia Francesesottonomediregno Italico, sempre concultata,sempre serva,cedèfinal mente in potestà dicolui checredevail più prezioso fruttodelle sueconquiste essere il poterrisuscitarela corona diferro di Luitprando,ed ilserpente deiVisconti. DiVenezia poche cose dirò,poichèdopo tante stragi,tanti oltraggi, tante espilazioni, o pro vincia Francese, o provinciaTedesca, conobbe di che sapesserole dueservitù. Perivano ogni giorno più i segnidellagenerositàdi DutiHot nella tormen tataParma, che accarezzata sotto ilduca in parole peifini di Spagna,taglieggiata in fattaperun'avari zia indomabile,vessatainfine daiNapoleonicicapricci sotto San M ry; e molto più ancor 'sottoJunot, s'in amminava, da servitù in servitù passando, a sperimentare quanto valessero a sanare le ricevute ferite il concorrereedil ricorrere allontanoParigi. La Toscanaebbepiùgran

LIBRO VIGESIMOTERZO. . 2471808. . . 2 .

saccheggistranieri, di sollevazioni intestine, di reg gimentitemporanei,ora repubblicanitumultuarj, ed ora imperiali tumultuari,parecchie reggente sotto varionome, re giovani ere bambini, ora capitani di guerra con sommaautorità ,ora principiAustriaci, oraprincipi borbonici, ed ora Elisa principessa: sol dati.Napolitani,Francesi;Russi, Tedeschi, Italiani, incomposta epestilenzialeilluvie:itempi Napoleonici guastavano i Leopoldiani.Roma rossa di sangue di legatiFrancesi, rossa di ·Romano sangue versato a difesa delle patrie leggi,rossa d'Italiano sangue non versato a difesa dell'Italiana patria , saccheggiata, conculcata,straziata datutti, non sapeva più chi amico, o chi nemico chiamarpotessé. Francesi, Tedeschi, Russi, Cisalpini, Napolitani, e se Dio ne salvi, Turchi, con la cupidigiã e con le armi loro a vicenda l'assalirono:i témpj,profanati;isacri arredi involati,imusei postiaruba, le pitture di Raffaello guastedalle soldateschebarbare;pureequestiequelli dicevano volere la Romana felicità. Vide Roma un governopapaleservo, una repubblica serva,un governopapale con ingannevoliapparenzerestituito: vide un papa vinto,'un papa tributario, un,papa cattivo, unpapaitoall'incoronazionedelsuonemico : videpreti:adulatori di Turchi,papisti adulatori d'Inglesi,'repubblicaniveri adulatori direpubblicani falsi, amatori di libertà adulatori di tiranni:fuvvi illusione da unaparte, fraude dall'altra, e tra l'illu sionee lafraude nacque: un inganno, una chimera, un pensare a caso tale cheè pur forzailconfessare , e

248 STORIA D'ITALIA.

L'aversopravvissutopare miracolo. Ma se maggiori mali sofferire non potevano, amaggiori scandali erano serbati dai cieli, siccomesaràda noia suoluogo con dolentee disdegnosa penna raccon tálo. Pareva che la monarchia avesse a portar più rispetto ai monarchi,ma fece peggio che la licenza. Così sene viveva Roma desolata : povero l'erario, poveri i particolari,gliornamentiperduti',glianimi divisi, ognicosa pienadi vendetta. Non so conquali parole iomi accinga afavellardiNapoli, perchè gli uomini simili al cielo; le benevolenze estreme che toccano la illusione,lenimicizieestreme che toccano la ferocia : congiure guerre civili, guerreesterne, incendj, rovine, tradimenti, supplizi di gente vir túosa e di gente infame, ma più divirtuosa ched'in fame. A questo'atti eroici,coraggi indomiti,amicizie fedelissimeanche nelle disgrazie, temperanza citta dina anchenella povertà, pensieridolcissimi difor tunata umanità, desiderjpurissimi del ben comune: ora regno ottenebrato da congiure, ora'repubblica contaminata da rapine,oraregnopieno ditormenti,orar gno pieno dirapineedi tormenti: Ferdinando due voltecacciato, unavoltator ato; una repubblica serva dei Francesi; unregnoservo degl'Inglesi, una

> cbe sia forte negli uomini l'instinto di star insieme, perchè senza di lui la Romana gente o si sarebbe dispersa avivere nelle selve, o vissuta insieme solo perammazzarsicon le proprie mani. Credo che più tormentosisperimentisopra le infelici nazioninon siano stati fatti mai,come quelliche sopra i Romanii furono fatti.

.

Nessunordine:buono 'poteva sorgere da farragine sì dolorosa; perchèogni fondamentocivileeradisor dinato, ed i soldati si, creavano per altri. Narrano alcuni chealmeno questo accidente buono nascesse nel regno Italico, che lo spirito militare 'si risve gliasse,e che buoni soldati siformasseroa beneficio d'Italia. Gertamente buonisoldati si creavano sotto la disciplina Napoleonica ; ma mandati a battaglie forestiere, come amassero l'Italia, e.come impara sero a difenderla, io non so vedere; se forse non si voglia credere, che ilrovinare i paesi d'altri, ed il distruggere le patriealtrui sianopeisoldati salutiferi esempi. Laservitùs'abbelliva.In questo Napoleone fusin. golarissimo.Opere magnifiche, opere utilissime sor gevano. Milano .massimamente di tutto splendore splendeva. Lamole dell'Ambrosianotempio cresceva, il foro Buonapartesi disegnava, eda qualche prin 7

LIBRO VIGESIMÓTERZO . 1808. 249 2 a e repubblica stabilita á forza da un soldato, un regno restituito a forza da un prete, quella con immensa strage dilazzaroni, questo con immensa strage dei: repubblicani: quellistessiche adulatoavevanoCham pionnetrepubblicano, o Ferdinando re, adulare.Giu seppe re,e da un'altra parte la croce di Cristo sul campo medesimo unita allaluna diMacometto, tutte queste cose fannounamaraviglia tale, che quando sarannochiusi gliocchi,ele orecchiedi coloro che le videro e le udirono,'ni suno-sarebbe più percre derle, senon fosse lastampachenemoltiplicaitesti monj.

250 STORIA D'ITALIA. 2 ; e cipio giàsi conosceva quanto grandiosa opera avesse a riuscire,se fosse stato condotto a termine. Eugenio vicerè fomentava i parti più belli dei pittori, degli scultori,degli architettori;lacortepromuovitrice di servitù era anche promuovitrice di bellezza. Nuovicanali si cavavano , uovi pontis'innalzávano, nuove strade siaprivano. Nè le rocche, irèi dirupi ostavano ;l'umana arte stimolatada Napoleone ogni: più difficileimpedimento vinceva. Sorserosotto il suo dominio ,è per súá,volontà due opere piuttosto daanteporsi,che dapareggiarsialle più belleed utili degli antichi-Romani; queste sono le due stradedel Sempione,e del Cenisio, le quali aprendo un facile adito tra lepiù inospite edalte roccie dall'Italiaalla Francia, attesteranno perpetuamente all'età future,in un collaperizia edattivitàdeiFrancesi, la potenza dichi sulprincipiare delsecolodecimononoleumane sorti volgeva. Beato egli,se non avesse"corrotto il benefizio colla servitù ! Eraarrivatoil tempo,incuii disegni Napoleonici dovevano colorirsia danno del re diSpagna;i mezzi parial fine.Ilmettere discordia nella famigliareale,ilfarsorgeresospettonel padre delfigliuolo,dispetto nelfigliuoloversoil padré, ilseminar sospettisopra la conjugalfededellaregina; eal tempo stesso accarezzarechierasoggettodeisospetti efarnestromento allesuemacchinazioni, il contaminar la fama di una principessamorta ,l'esser del sangue diCarolina diNapolirinfacciandolé,accusar unprincipe di Spagna delle Caroliniane insidie,perchè più amava la Spagna 7 2

Napoleoneobbligatoa mandarsoldati contro Spa gna, eda scemargli in Germania,temeva di qualche moto sinistro. Unanuova dimostrazionedell'amicizia

LIBRO VIGESIMOTERZO, 1808 1 . 2 . 251 che laFrancia,fareche aMadrid ead Aranjuez:ogni cosafosse sospettadi fraudiedi tradimenti,ela quieta e confidente vita del tutto sbandirne, furono learti di Napoleone. La subitezza Spagnuola:le ruppe col: farre Ferdinando, e diretter Carlo; ma Napoleone ravviava le fila : l'accidente stesso,di Aranjuez, che pareva davere scompigliargli la trama,gli diede oca casionedimandarla ad effetto. Trasse con le lusinghe il reCarloin sua'potestàa Bajona:restava, chevi tirasseilre Ferdinando',eil vitirò. Rallegrossi a ora dell opera compita.Fe'chiamardal padre il figliuolo ribelle,fe'chiamar dallamadre il figliuolo bastardo,dalle gazzette:mediator 'scellerato della morte del padre,costrinse il padre ed il figliuolo arinunziare al regnoin suo favore,mandò il padre pocolibero a Marsiglia, ilfigliuolo prigione a Valençay;nominò, ribollendo in lui la cupidità sfrenata dell'esaltazione de'suoi,Giuseppe re diSpagna,Murat re di Napoli. A questo fine era stato concluso il trattato di Fontai nebleau, premessa grandezza'alre di Spagna, intro dotti i Napoleonianiin Ispagna. Ma lecosesortironoeffetti diversi da quelli ch'eisiera promesso.Sorsero sdegnosamente gliSpagpuoli controle ordite scelle raggini, e combatterono i Napoleoniani.Napoleoneeisuoi prezzolati scrittorigli chiamarono briganti, glichiamarono assassini: quest'infamia mancava a tanti scandali.

sidismettono,

Giovacchino Murat,nuovo redi Napoli, annun ziava lasua assunzione ai popoli delRegno:avergli *Napoleone Augusto dato il regno delledue Sicilie; due primie supremipensieri nudrire, esser gratoal donatore, utile ai sudditi : volere conservarla consti tuzione data dall'antecessore : venire con Carolina ,; sua sposa augusta , venir col principe Achille,'suo reale figliuolo,venirecoi figliuoli ancor bambini',

252 STORIA D'ITALIA. e 2 diRussia gli parve necessaria.Fatte le sueesorta zioni, otteneva,cheAlessandro ilvenisse atrovare adErfurt. Quivifurono splendide le accoglienze pub bliche, intimi i parlarisegreti : stava il mondo",in aspettazione e timore nelvederei due monarchi po fentisopra tutti favellare insiemedelle supreme sorti.

abitudinipiùfacilmente

Chi detestaval' imperio dispotico di Napoleone, di sperava della libertà d'Europa, perchè essendo le due volontà preponderanti ridotte in una sola, non restavà piu nè appello,nè ricorso, nè speranza. Chi temeva dell'insorgereprogressivo dellapotente Rus sia, abborríva ch'ella fossechiamata ad aver parte in modotanto attivo nellefaccended'Europa;concios siachè le sicontraggono,che edanchel'ambizionedeldominarenon si rallenta mai, anzi cresce sempre, ed è insanabile. Rotto era e capriccioso il procederediNapoleone, e però da non durare,mentre l'àndare considerato e metodico' della Russiadava più fondata cagione di temere. Lescene d'Erfurt erano per Napoleone più d'apparatoche d'arte,per Alessandro più d'arte ched'apparato.

LIBRO VIGESIMOTERZO. 1808. 253 aGaeta;;scrizioni,trofei,statue,architrionfali ,ogni commettergli alla fede,all'amore loro :sperare fa rebbero imagistratiil debito loro; inesso consistere lacontentezza dei popoli, inesso la sua benevolenza: Principiarono le Napolitaneadulazioni.Ilconsiglio di stato, il clero, la nobiltà mandarono,deputati-a far riverenza ed omaggio a Giovacchino re. Il trovaro o in nomesuo giurarono. Napoli intanto esul tava cosa in pompa. Una statua equestre rizzata sulla piazzadel Mercatello rappresentavaNapoleone All gusto.Un'altra sulla piazza del palazzo raffigurava, sotto forma di Giunone , Carolina regina. Perignon, maresciallo di Francia, lodato guerriero ,appresen táva a Giovacchino le chiavi di Napoli. Generali , ciamberlani, scudieri', ufficiali, soldati, ch colle spade al fianco, chicollechiavi al tergo, edun po polo numeroso e moltiforme, chi portando rami d'alloro, echi d'ulivo.Firraocardinale col baldac chino, e con gli arredi sacri riceveva Giovacchino sulla porta della chiesa dello Spirito Santo : condot tolo sul trono a tal yopo molto ornatamente alzato, cantava la messae l'inno Ambrosiano. Terminata la cerimonia, per lacontradadiToledo pienadipopolo, a cui piaceva lagioventùela bellezzadel nuovo re andava Giovacchinoa prendersedenelrealepalazzo. Pochigiorni dopo, incontratà dalre a San Leucio, faceva lieto e magnifico ingressoCarolina regina : risplendeva, comelo sposo,di tutta gioventù ebel lezza. Guardavano la venustà delle forme,miravano il portamento dolce edaltero,cercavano le fattezze > >

254 STORIA D'ITALIA. D di Napoleone fratello : gridavanlafelice,virtuosa, augusta. Furono felici i primi tempi diMurat. Occupavano tuttavia gl Inglesi l' isola di Capri, la quale,come postaalle bocchedel golfo, è frenoechiave di Na poli dalla parte del mare. La presenza loro era sti molo a coloro , che non si contentavano del nuovo stato, cagionedi timore agliaderenti; e adogni modo impediva-illibero adito con manifesto pregiudizio deitraffichi commerciali. Pareva anchevergo gnoso, che un Napoleonide avesse continuamente quelfuscello negliocchi , da parte massimamente degl' Inglesi, tanto odiati',e tanto disprezzati.Aveva Giuseppeper la sua indolenzá pazientemente tolle ratoquellavergogna:maGiovacchino,soldato:vivo,senerisentiva,egliparevanecessariocominciaral

dominio con qualche fatto d'importanza ;vandava contro Capri. Vi stava a presidio Hudson Lowecon due reggimenti accogliticeid'ogni nazione, echesi chiamavano colnomedi RealeCorso, e diRealeMalta. Erano nell' isola parecchisiti sicuri, le eminenze di Anacarpí, ed il forte.Maggiore, con quelli di San Michele edìSanCostanzo.Par itidaNapoli eda Salerno, e governati dalgeneral Lamarqueandavano Francesi e Napolitani allafazione dell'isola. Postopiedeaterra permezzo di scale uncinate',non senza grave difficoltàperchè gl Inglesisidifendevano riso lutamente,s'impadronironodi Anacarpi: vi fecero prigionicircaottocento soldati di quistato Anacarpi,cheè lapartesuperiore dell'isola, 2 1 ? . PS:?CaleMaltà.Con

LIBRO VIGES MOTERZO., 1808. 255 2 .

restava ,che si ricuperasse l'inferiore,Dava ostacolo.

la difficoltàdella discesa,per una strada molto angusta a guisadi scala scavatanel macigno,dentro la quale:traevano a palla ed a scaglia i forti , specialmente quello di San Michele. Fu forza alzar batterie sulle sommità per battere i forti : l'espugnazione andava in lungo. Arrivavanoagli assediati soccorsid'uomini e di munizioni dalla Sicilia.Maidla fortuna simostrava prosperaal Napoleonide, perciocchèi venti diterra allontanavanogl' Inglesidallido. Ilre,che stava so pravvedendo dalla marina di Massa,fermatosisopra la punta diCampanella , e veduto il tempo propi zio, spingevain ajuto diLamarque vuovisquadroni. G 'Inglesi,rotti già in gran parte esmantellatiiforti,sidiedero al vincitore. L'acquistodi Capri piacque. aiNapolitani, enè presero buon augur o delnuovo. governo.

Eranonel Regno baroni, repubblicani,e popolo. I baronial nuovo re volentierisi accostavano, per che si contentavano degli-onori, nè stavano senza speranzadi avere, oda ricuperaregliantichi privi legj, perciocchè malgrado delle dimostrazionicon trarie iNapoleoniditendevano a questofine,od-al mento ad acquistarnedei nuovi.Irepubblicani erano avversi a Giovacchino; non perchèfosse re, chè di ciò facilmente siaccomodavano,maperchè:si -ricor davano, che gli aveva cacciati e fatti-legarecome malfattori in Toscana.Dava anche lorofastidiola va n tàineredibile di lui,siccomequeglicheindirizzava ogni suostudioe-diligenza avezzeggiare chi portasse

7 > .

256 STORIA D'ITALIA, un nome feudatario. Per questo temevano, che ad un bel bisogno gli desse in preda achi desiderava il sangue loro;maeglicon qualche vezzo se gli conci liava; perchèavevanogli animi domi dalle disgra zie. ll popolo, che non meglio di Giovacchino si cúrava. che di Giuseppe, si sarebbefacilmente con tentatodel nuovodominio,purchè restassetutelato dalle violenzedei magnati, ed avesse facile e quieto vivere.MaGiovacchinotuttointento a vezzeggiar i baroni, trascurayail popolo,il qualevessato dai ba roni e daisoldati, sialienava da lui. Eraanche segno che volesse governareconassolutoimperio,il tacere della constituzione, che si credeva aver.voluto dare Giuseppe insul partire. Inoltre ordinò chesi scrive serð i soldati alla foggia di Francia. Ciò fe'sorgere. mali umori,negli antichi possessori deiprivilegj; nè megliose ne contentava il popolo, perchè glipareva troppo insolito. Siccone poi le provincenon quieta vano ,e che massimamente le Calábrie secondo il solitoimperversavano, scrissele legioni provinciali, una perprovincia, ordine,già statuito da Giuseppe, mada luirimessamenteeseguito. Cosìtutto in armi; chi non:leportavacome soldato pagato, era obbli gato aportarlecome guardia non pagata, Veramente, quand'ioconsiderogli ordini d'Europa, mimaravi glio; perchèmipare che negli stati , in cui la metà e piùdellarendita pubblica va nelpagar soldati, gli stati debbonoguardar i cittadini, eche un cittadino che paga in tasseed in figliuoli soldati quanto lostatogli domanda, perchè lo guardi, debb'esser guardato >

Leinsolenze soldateschesimoltiplicavano. Non solo ognivolontà,ma ognicapriccio di uncapo direggi mento,anzidiunufficialequalunque dovevano es sere.obbedite, comesefossero leggi : chianzi si la mentava, era mal concio, e per poco dichiarato nemico delre. Molto ,e con ragionesieranodoluti i popolidelleinsolenzedei baroni, ma quelledei capi ta idi Giovacchinoeranomaggiori. Rappresentavano i popoli i.loro gravami., domandando protezione ed emenda. Ma le soldatesche erano più forti delleque rele, esi notava comegran caso, chechi iera la gnatononfossemandatoperlapeggiore.Nascevano nelle province un taceresdegnoso,eduna sopportazionedesiderosadivendetta. Nèinmigliorcondizione sitrovava,Napoli capitale. La guardia reale stessa, che attendeva allapersona diGiovacchino, oltre ogniterminetrascorreva. Nissuna quiete;ni sunor dine poteva esserepei cittadini, nènel silenzio della notte, nè nellefeste del giorno; perchèsolo un uffi ciale della guardia il volesse,tostoturbava con im portuni romori, minacce ed insolenze,i sonni ed i + IV. 17

. da lostato :pureveggo, che dopo di avergli dato e tasse,e figliuoli, è ancora obbligato a cingersila sciabola per guardarsi da se. Questesono le libertàe le felicità Europee.

LIBRO VIGESIMOTERZO. 1808. 257

Giovacchino,comesoldato, comportavaognicosa ai soldati : ne nasceva una licenza militareinsoppor tabile. Seguitavaanche quest'effetto, cheil solopun tello che avessealla sua potenza erano i soldati, e che: nissuna radice aveva nell' opinionedei popoli.

258 STORIA D'ITALIA. 2 piacerialtrui.

Il re comportava loro ogni cosa.Iman datarj dei magistrati civili, che s'attentavanodi fre vare si biasimevoli eccessi, erano dai soldati svilla neggiati, schernitiebattuti;e sonsene vedutidiquelli chearrestati , per aver fatto il debito loro , dalle sfrenate soldatesche, e condotti sotto le finestre del palazzo reale,furono, veggente il re, segni diogni vituperio. Quest'era lo statodiNapoli, quest'un go vernarpeggioreche di Turchia. Troppoera frescoil dominio di.Mürat; a fare che un tal procedere non fosse non solamente barbaro,maancora pericoloso. I mali umori prodottidalle enormitàcommesse dai soldati diMurat davano speranza alla corte di Pa lermochelesue sorti potesserorisorgere nel Regno di quà dal Faro. Infuriava tuttaviala guerra civile nelle Calabrie; nè gli Abruzzi quietavano;Eranoin questi moti varieparti , varj Giovacchino, eche ave vano combattutocontro Giuseppe,erano aderentialre Ferdinando,altriamatori della repubblica. Taccio di coloro, e non erano pochi,che solo per amore delsacco e del sangueavevanolearmiinmano. Non sarà, credo, narrazione incresciosa a chileggerà queste storie,se io racconterò come,e per qual ca gione lasettadei carbonaria questi tempi nascesse. Alcuni dei repubblicani piùvivi, ritiratisidurante le persecuzioniusatecontrodiloro,nelle montagnepiùaspre , e nei più reconditi recessi dell Abruzzo je delle Calabrie, avevano portato con se un es, tremo contro il re, non solamente perchèforo per odio e >che combattevano contro fini; alcuni di coloro >

2 secutoreerastato ,ma ancora perchè era re. Nèdi minore odio erano infiammati contro i Francesi, si perchè avevano disfatto la repubblica propria ,e quelle d'altrui,si perchè gli avevano anche perse guitati.Non potevanocostoro pazientemente tolle rare,chein cospettoloro, non che diFerdinando ,di Giovacchino, non che di Giovacchino,di regno si favellasse. Così tra aspri dirupie nascostevalli viven dosi, gliodj loro contro i re e contro i Francesi,fra immensè solitudini continuamente infiammavano. Ma sulleprime isolati, ed alla spartitá vivendo ; nissun comune vincolo gli congiungeva,intentipiuttostoad arrabbiarsi,chea vendicarsi.Gli Inglesi,che cus todivano la Sicilia, ebbero notizia di quest' umore, ed avvisarono chefossebuono per turbare il Regno contro iFrancesi.Pertantoglianimaronoacollegarsi fra diloro,affinchè conmenti unite concorressero ai medesimi disegni, e'creassero nuoviseguaci. Peraccendergli promettevano gliInglesiqualche forma di constituzione. Sorse allora la setta dei carbonari, la qualeacqui tò questonome,perchèebbela suaori gine,e i mostrò la prima volta nelle montagne dell' Abruzzo' e delle Calabrie, dove si fa una grandequantità di carbone. Molti ancora fra questi settarjsapevano, ed esercevanoveramente l'arte del car · bonajo. Siccome poinonignoravano , che avoler tirár gliuomini,niunacosaè piùefficace cheleappa renze astrusee mirabili, così statuirono pratiche è fiti maravigliosi.Principalcapo ed instigatoreeraun uomodotato disorprendente facoltàpersuasiva,che

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260 STORIA D'ITALIA. pernome si chiamava Capobianco. Avevano icarbo nari quest'ordine comune coi liberi muratori ,che gliammessi passavanosuccessivamenteper varjgradi finoal quarto;che,celavano i ritiloro con grandesegretezza; chea certi statuitisegni si conoscevano fradiloro;mainaltri particolari assai erano diversi i carbonari dai liberimuratori; conciossiache, siccomeilfinediquestiè dibeneficare altrui, ediban chettarse stessi, così il fine di quelli eral'ordine politico deglistati.Avevanoiearbonari nelloro pro cedere assai maggiorseverità dei liberi muratori, poichè nonmai facevano banchetti, nèmai fracanti e suoni sirallegravano. Illoro principal rito in ciò consisteva , che facessero vendetta,come dicevano, dell'agnellostato ucciso dallupo, e per agnello-in tendevanoGesù Cristo,e pellupo ire, che con niun altro nomechiamavano,senon conquelloditiranni: Séstessi poi nel gergo lorochiamavano col vocabolo di pecore,ed il lupocredevano essere ilmonarca sotto il qualevivevano. Opinayano altresì,cheGesù Cristo sia stato la primaelapiùillustre vittimadella tirannide, e protestavano volerlo vendicare con la mortedei tiranni. Cosìcomeadunqueiliberimura tori intendono a vendicar lamorte del loro Iramo,i carbonari intendevano à vendicar lamorte diCristo. In questa settaentravano principalmente uomini del volgo;sullaimmaginazione dei qualigagliardissima mente operavano,convivi colorirappresentando la passione, e la mortediCristo,e quandonelle,loro congreghe i riti loro adempivano, avevanopresente a

Ferdinando, che la potenza dei carbo narieracosa d'importanza,sideliberava, aciò mas simamente stimolato daCarolin suamogliee dagl

un cadavere tutto sanguinoso , che dicevanoessereilcorpodi Gesù Cristo. Qualeeffettoin quelle Napoli tanefantasie sì terribili forme partorissero, ciascuno selpuò considerare. Erano i segni loro per cono scersi vicendevolmente, quandos incontravano,oltre alcunialtri,il toccarsila mano, ed intale atto col pollicesegnavano una croce nella palma della maño l' uno dell'altro. Quello,che i liberi muratori chia mano loggia, essi baracca chiamavano, e le assemblee loro col nome di vendite distinguevano , ai carbonari verialludendo, i quali scendendodalle montagne andavano a vendere il carbone loro pei mercati in pianura.Sentivano,comeabbiamo detto, moltofortemente di repubblica : niunaltromodo di reggimento volevano, che il repubblicano , edin re pubblica giàsi eranoordinati apertamente nelleparti diCat nzaro sotto la condotta di quel Capobianco, che abbiamo sopra nominato.Odiavano acerbamente i Francesi, acerbissimamente Murat per esser Fran cese ere, manon per questo erano amicidiFerdi nando,perchèpiuttosto nonvolevanore. Natiprimanell'Abbruzzo enelle Calabrie, si erano propagati nelle avevanoaltrepartidelRegno,eperfinonellaRomagnaintrodottolepraticheloro,ecreatoconset tarj. In Napolistessa pullulavano: non pochi fra ilazzaroni della secretalegaeranoconsapevoli e par tecipi.Vedendo

LIBRO VIGESIMOTERZO. 1808. 261

262 STORIA D'ITALIA. Inglesi,di fare qualche pratica,acciocchèsepossibil fosse, concorressero co'suoi proprjaderenti alme desimofine, che era quello di cacciari Francesi,e direstituirgliilRegno.Principale mezzanodiqueste pratiche era ilprincipe diMoliterno, che tornato d Inghilterra,dove si era condotto perproporre aquelgoverno, che dichiarassel'unione el'indépen denza di tutta Italia, se vi volevafar frutto controi Francesi,lequali proposte non volle l'Inghilterra udire, non fidandosi del principe, per esserestato repubblicano, si era in Calabria fatto capo ditutti gliantichi seguacidel cardinal Ruffo,evi tenevale cose molto turbate contro Giovacchino. Parlavaef ficacemente dell'unione e independenzadell'Italia, ed in questedimostrazioni eraardentementesecondatodalla regina,che sipersuadeva di potere con questo allettativo, non solamente ricuperare il Re gno, maancora acquistare qualche altra parte im portante. Pareva Moliternopersonaggioattoaquesti maneggi coi carbonari,perchè ai tempi di Cham pionnet era stato aderente della repubblica, ed anzi per questa sua opinione proscritto dalle corte di Napoli. I carbonari, sì perchè erano aspramente perseguitatidai soldati diMurat,siperchèMoliterno sentiva direpubblica, e sì perchèfinalmente molto si soddisfacevano di quella"unionee independenza d'Italia, prestavano favorevoli orecchie alle proposte del principe e della regina.Ciò non ostante stavano dimala voglia,e ripugnavano alvenire ad un accordocongliagenti regj.Per vincere unatale

Francesi.A queste risoluzioni vennero lamaggior parte dei carbonar ;ma i più austeri, siccomequelliche abborrivanodaogni qua lunque lega con coloro chestavano ad un servizio regio,continuarono a dissentire, e questaparte discordante fu quella,che ordinò quella repubblica di Catanzaro, cheabbiamo sopra nominato.

LIBRO VIGESIMOTERZO . 1808. 263

L'unione dei carbonari coi regj diede maggior forza allá parte di Ferdinando in Calabria; ma dal canto suo Giovacchino,in cui nonera la medesima mollezza che in Giuseppe, validamenteresisteva, massimènelle terre murate,cooperando alla difesa i soldatiFrancesiguidati da Partonneaux, isoldati Na politani,elelegioni provinciali.Ognicosain iscom , piglio:laCalabrianoneranèdelreFerdinandonèdel reGiovacchino; le soldatesche ed i sollevatine ave vano in questa parteedinquellaildominio:Seguita vanotuttiglieffetti della guerra disordinatae civile, incendj,ruine,saccheggi, stupri,enon cheuccisioni, assassinj. Ifattiorribilitanto più simoltiplicavano, quanto più perl'occasione della guerra fatta nel paese, uominidimal affaredi ognisorta, banditi, ladri, assassini , a cui nulla importavanèdi repub blica,nèdir gno,nèdiFerdinando,nèdi Giovae kino,nèdiFrancesi,'ned'Inglesi, nèdipapa,nèa

ostinazione, il governo regio di Palermo dava spe ranza ai carbonari, che avrebbelorodatouna con stituzione libera a secondadei desiderj loro. Per" questimotivi, e massimamenteper questa promessa, consentirono ad unirsi congliaderenti del realibe razionedelRegnodai

i Adunque con quell'insegna di Carlomagno in fronte s'avventava contro il papa.Non poteva pa zientemente tollerare che Roma, il qui'nome tant alto suona, non fosse ridotta in"sua.potestà. Gli pe:

Le ruine si moltiplicavano; la Spagna ardeya, l'Italia,ela ineridionaleparte della Germania sotto. l'imperiodiretto diNapoleone,l'Austriaspaventata, la Prussiaserva, la Russia divota, la Turchiaade rente,la terraferma Europea tuttaobbediente a Na poleoneo per forza, o per condiscendenza. Unsólo principe vivente nel cuore d'Italia, debole,per sol dati, forteper coscienza,resisteva alla sovranávo lontà. Napoleonespinto dall'anibizione, ed acciecato dalla prosperità aveva messo fuoricerteparole sull' imperio di Carlomagno, suo successore nei drittie nei fattiintitolandosi, comese gl'impiegati diFran. cia, chedalui traevano gli stipendj, avessero potuto, imperatore dei Francesi chiamandolo, dargli il supremodominioe Peffettiva possessione,nonchedella Francia, di tuttal'Italia, ditutta la Spagna, ditutta laGermania,diquanto insomma componeval-im · perod'Occidenteaitempidiquelgloriosoimperatore.

264 STORIA D'ITALIA. e : diTurco, masolo al,sacco ed alsangue intenti, daipiù segreti ripostigliloro uscendo,commettevano diqueifatti,dai quali più la umanità abborisce, e' ' c i la storia più haribrezzo araccontare. Cosìle Calabrie furono daquesto momento in poi, e perdue anni continui fatterosseda sanguedisordinatamente sparso, finchèlo spavento cagionato'dasangueordina tamente sparso le ridusse apiùtollerabilecondizione.

L'IBRO VIGESIMOTERZOR20. > 1808. 265 sava, che ancora inItalia una piocola parte fosse, chea luinonobbedisse.Dal canto suoil papasimos trava renitente al"consentire dimettersi in quella condizione servile ,nella quale erano caduti chípe debolezza,e chi per necessità quasitutti iprincipi d'Europa.Così chiavevaarmicedeva, chi nonne aveva resisteva. Piosettimo,nonche resistesse,for temente rimostrava al signore della Franciaacerba mente dolendosi, cheper gli articoliorganici,e pel decretodiMelzifosserostatiidueconcordatiguastiapregiudiziodellasediaapostolica,edancheaviolazionemanifestadeidecretideiconcilj;edelsantoVangelostesso.Silamentává,chenelcodicecivile

diFrancia, introdotto anche per ordinedell'impera tore in Italia, si fosse dato luogoaldivorzio tanto contrario alle massime della chiesa, ed ai precetti divini. Rimproverava, che in un paese cattolico, qualesiprotestavaessereederalaFrancia, con legge uguale si ragguagliassero la religione cattolica,ele dissidenti,non esclusaanche l' ebrea, nemica'ta to irreconciliabile della religione di Cristo.

Dituttequeste cose ammoriva l' imperatore, dell? esecuzione delle sue promesse a pro della'cattolica religionerichiedendolo: MaNapoleone vincitoredell? Austria, della Prussia e della Russia,non erapiùquel Napoleoneancortenero ne' suoiprincipj. Per la qual cosa volendo ad ognimodovenir acapo del suo disegno delfarsi padronediRoma,ocheilpapa vi fosse;o chenonvi fosse;mandavadicendoal pon tefice, clieessendoegli il successore diCarlomagno, 2

266 STORIA D'ITALIA. 9 2

glistatipontifiej,siccomequelliche erano statiparte dell'impero diesso Carlomagno,appartenevanoall? impero Francese,che se il ponteficeerail signoredi Roma,egline era l'imperatore;che a lui, come a uccessore di Carlomagno,il pontefice doveva obbedienzanellecosetemporali,come eglialpontefice la doveva nelle spirituali;cheunodeidirittiinerenti alla suacorona era quello di esortare, anzi di sfor zare il signore di Romaa farcon lui e co'suoisuc cessori, unalega difensiva ed offensiva per tuttele guerrepresentie future; che il pontefice, essendo soggetto all'imperio diCarlomagno, non sipoteva esimere,dall'entrarein questa lega,e dall'avere per nemicitutti colorochedi lui Napoleone fossero ne mici.Aggiungeva, che seil pontefice a quanto da luisi esigeva non consentisse, aveva egli il diritto di annullare la donazione di Carlomagno, di spar tire gli stati pontificj.e di dargli achimeglio gli paresse;che nellapersonadel pontefice separerebbe l'autorità temporale dalla spirituale; chemanderebbe un governatore con potestà di reggereRoma, écheal papàlascerebbela semplice qualità di ve scovo diRoma. Quest estreme intimazioni fatte alpontefice, che nonaveva dato a Napoléone alcuna ca ionedi do ·lersi dilui,e cheanzi contutta l'autorità sua l'aveva ajutato a saliresul suo seggio imperiale, dimostra vanoinchi le faceva; una risoluzioneirrevocabite: Rispondeva ilpontefice, esser caso maraviglioso, che il sovranodi Roma, dopo dieci secoli dirposses

LIBRO VIGESIMOTERZO . 1808. 267 sione non 'contestata, fosse necessitato a far le sue difese contro colui, che pocanzi aveva consecrato imperatore; sapereil mondo che il glorioso impe ratore. Carlomagno , la cui memoria sár sempre benedetta nella chiesa, non aveva dato alla santa' sede le provincedidominio pontificio: sapere che già dai tempi moltoanteriori a Carlomagno, erano èsse state possedute dai pontefici Romani per la dedizione libera dei popoli abbandonati dagli im peratori d'Oriente;'sapere, che ri l progresso dei, tempi l'esarcato di Ravenna,e della Pentapoli, che queste medesime province comprendeva, essendo statoinvasodai Longobardi,·Pillustre e religioso Pipino', padre di Carlomagno, lo aveva loro tolto dalle maniper un atto didonazione solenne a papa Stefano attribuendolo';che quel grande imperatore', l'ornamento e l'ammirazione dell'ottavo secolo, non cheavesse voluto rivocare il pietoso e generoso attodi Pipino suo padre,laveva anziconfermato, ed appruovato sotto papa Adriano, che, non cheavesse voluto spogliare la Romana sede delle sue posses sioni, non altro aveva fatto, nè voluto: fare, che restituirgliele ed aumentargliele; che tànt oltre era proceduto, cheaveva comandato espressamente nel suo testamentoa'suoitre figliuolididifenderle collé armi; chea's isuccessori nissunapotestà;nissun diritto avevalasciato di rivocare quanto Pipino suopådre aveva fatto,a favore della cattedra di San Pietro; che solo ed unico suointento era stato di tutelar i pontefici Romani contro i loro nemici, e -

268 STORIA D'ITALIA. non obbligargli a dichiararsicontro di loro, che dieci secoli posteriori, chemilleanni dipossessione pacifica rendevano inutile ogni ricerca anteriore, ogni interpretazione po teriore;che finalmente sup ponendo eziandio che ipretesi diritti di Carlomagno pon fossero senza fondamento, non 'aveva l'impe rator Napoleone trovatonè la santa sede, nè il papa in quella condizione,in cui gli aveva trovati Carlo magno conciossiacheavesse l'imperator Napoleonetrovato la santa sede libera, suddita a nissuno, in piena ed intierasovranità di tuttii suoi stati finda diecisecoli addietro senza interruzione alcuna, eche inoltrelesanguinosevittoriedalui acquistatécontroaltri popoli nonglidavano il diritto d'invaderegli stati del pontefice, poichè sempre il pontefice era vissutoin pace con lui. Troppo seriamente rispondeva il pontefice alle allegazioni di Napoleone, perchè niuna meno lesti mava, che Napoleonestesso. Certamente seaquel modo sirivangasserotutteleragioniantichë, o vere o, finte,ma consumate dalla vecchie za',nissunapos sessione certa più visarebbe, edilmondoandrebbe tutto inunfascio. Inståvaadunqueminacciosamente l'imperatore col pontefice, entrasse"nella confede razioneItalicaçoired'Italiae diNapoli,e pernemici avesseisuoinemici,e peramicigliamici.Maavendo il papa costantemente ricusatodi aderire, si erari dotto a richiedere che il pontefice facesse con lai una lega difensiva ed offensiva, emedesimamente tenesse isuoi amiciperamici, i suoinemiciper ne > e

LIERO VIGESIMÓTERZO. 1808. 269

A questimotivi aggiungevailpontefice, che 'se si videropapi fårleghe e guerre contro principi cattolici, non si leggeva però nelle storie, ch'eglinosi fossero obbligati perpetuamente ad incontrar nimi cizia,é ad aver guerra con chiunque, a cui piacesse ad altri intimarenimicizia e guerra, senza che dei motivi potessero giudicare esolo perchèadaltripia-' cesse assumersinemicizie e guerre. Sclavama poscia papa Pio, sentire l'animosuo orrore edolore, ricor d ndosiessere stato richiesto dall'imperatore diun trattato d'alleanza, pel quale avrebbe egli dovuto obbligarsiatener pernemici tutti i suoi nemici, e a dichiaraç laguerraa quanti}imperatore, od isuoi successori, in perpetuo dichiarata l'avessero.Non esser questoarmare ilpadrecontroi figliuoli? non figliuolicontro ilpadre? non mescolarein infinite questioni lachiesa di Dio, in cuicome in proprio 2 e ..

1

mici:quandono,lo stimerebbein imazionediguerra, avrebbeilpapa pernemico, Romaconquisterebbe. La condizione proposta, non chemigliorasse, peg giorava quella del pontefice; perciocchè solo scopodella confederazione fosse l'unirsicontro gl'infedeli, e contro gl'Inglesi, mentre lalegadifensivaed of fensiva importava ,che il papa dovesse farguerraa : qualunqueprincipeostato, che fosse in guerracoll imperatore; dal che nepotevanascere nelpapalanecessità,nonsolamente difarguerra ad unprincipe cattolico, ma ancora di unirsi ad un principe non cattolico per far guerra ad un cattolico; condi: zione del tutto insopportabile alla'sedia apostolica.

270 STORIA, L'ITALIA. . . santuario, seggono la carità, lapace,la dolcezza, e tuttele virtù? nonvolere ;-che ilsommo pontefice non piùAaron sia, maIsmaele, nomo crudo e sel vaggio,? non volere che alzi la mano contro tutti,, e che tutti: a zino:contro di lui? non volere che drizzi le nimichevoli insegne contro isuoi fratelli? A questo modo forse nella chiesa di Dio introdursi la pace? a questo modo la pace che il divino salva: tore lasciò agli apostoli, ai pontefici loro successori, ed alui? Cercassel imperatore questapacé, cheè la pace dei savj, pace migliore dellearmi dei guer rieri :la pace dei savj cercasse, dei savj, che sono la salute del mondo : quella sapienza cercasse, per cui un re prudente è il sostegnodel suo popolo; che secercare non lavolesse per se,lasciasselaal meno; quale eredità propria , ai pontefici, ai quali , l' aveva data Cristo redentore. Essere il pontefice padre comunedi tutti ifedeli, aloro obbligato di tutti i sussidi spirituali, nè potere più continuargli acolorochefossero sudditi diun principe,contro il quale in virtù della lega fosse stato tirato a guerra. Doppia qualità nel Romano pontefice,risplendere , sovranitàtemporale, e sovranitàspirituale; non po tere permotivi temporali offendere la primaria sua qualità, la spirituale, nè recar pregiudizio aquella religione dicuiegli era capo,propagatore, evindice.

Avendo papa Pio con .sì grayi quereleesposto l'animosuo aNapoleone, andava protestando,chese pergli occulti-disegni diDio l'imperatore volesseconsumar le sueminacce, impossessandosi degli stati 1 , a

LIBRO VIGESIMOTERZO . 2711808. .

**role appunto,si della chiesa a titolo di conquista, non potrebbeSua. Santità a tali:funestiavvenimenti riparare, ma pro testerebbe come di usurpazione violenta ed iniqua, Dichiarerebbeinoltre,chenongiàl'operadelgenio, dellapolitica edeilumi (imperciocchè diquestepa era servito Napoleone,favellando degli ordinamenti della Romana sede)sarebbe di strutta, ma bensì l'opera dello stesso Dio, da cui ognisovranità procede:adorerebbe Sua Santità pro fondamente i decreti del cielo , consolerebbesi col pensiero che Dio è il padre assolýto di tutti, e che tutto cede al suo divino volere, quando arrivala pienezzadei tempida luipreordinata. Queste pro feticheparolediceva Pioa Napoleone.L'imperatore perseverò nel dire, cheaquesto principio mainon consentirebbe, che iprelatinon fosserosudditidel sovráno, sotto iltlominio del quale e'sono nati, e che intenzion sua era, che tutta l'Italia ,Roma, Napoli e Milano,facesserouna lega offensiva e difensiya per allontanar dalla penisolai disordini dellaguerra. Questa sua ostinazione corroborava col pretesto che la comunicazione non doveva e non poteva essere interrotta, nè in pace; nè in guerra, per uno stato intermedio,chea lui non siappartenesse,traisuoi' 3 stati di Napoli e diMilano. Inoltre voleva e coman dava, che i.portidellostatopontificio fossero,erestas sero serrati agl?,Inglesi.Alle quali intimazioniaveva ilpontefice risposto,oltrechè se Napoleone iaveva preso Napoli; Toscana e Milano, non era certamente colpadelpapa;chenelleguerreanteriori traFrancia, 2 .

272 STORIA D'ITALIA. e roy Austria e Spagna lo statopontificio:erasemprestato intermedio,senzachequestepotenze senedolessero, e prendesseropretestopertorrelo stato ai soyrani di Roma, è nel caso presentela interruzione non sussisteva,essendo lo statoRomano occupato dai sol datidell'imperatore, checon ognilibertà, e con in tollerabile,aggravio della camera apostolicaandavano é venivanodal regnod'Italia al regno diNapoli; e cosìdaquestaaquello:chequantoalserrareiporti agl'Inglesi, sebbene fosseda-temersi che ciò non potesse essere senza qualche pregiudizio deicattolici cheabitavanol'Irlanda,l'avrebbenondimenoilpon teficeconsentito,per amordella concordia , all'im peratore.Napoleone, al quale sempreparevache la coronia imperialefossemanca,senon fossepadronediRoma, :si apprestava adisfar'quello ,cheavevapertanti se coli durato fra tante rivoluzionied'Italiaedelmondo.

Perchè poilaforza fosse ajutata dall'inganno,accom pagnavale suerisoluzioni con parole di umanità e di desiderio di libertà perla potestà secolare. Non esser buoni i preti, diceva, per governare : immersi nei loro studj teologici non conoscere gli uomini: avere Romaabbastanza turbatoil mondo : noncom portare più ilsecolo le Romaneusurpazioni; avere ilumifattoconoscere a quale stima debbano esser messi i decreti del Vaticano : ad ognunooggimai ve ernoto, quanto assurda cosa fosse il mescolare l'imperio colsaçerdozio, il temporale'conlospiri tuale,lacoronaconlatiara,la spada conlacroce: a

LIBRO VIGESIMOTERZO. 1808. 273 . é e avereGesù Cristodetto che ilregno suo non era di questomondo : non doveressere diquestomondo it-regno del suovicario: pelbene della cristianità ,non perchèvi seminassero discordie guerre avere Carlomagno datoaipapi lasovranità diRoma,poiché nevolevanoabusare, doversi ladonazioneannullare; non più soyrano,ma solamente-vescovo diRoma fossePio :aquesto modo,enel tempo stesso prova vedersiai bisognidellareligioneed alla quiete:uni versale. CosìNapoleonesi era sérvito dellareligione contro la filosofia perfarsi imperatore, poi siservi dellafilosofiacontrola potenza pontificiaperfarsi 1 padronediRoma,stimolando avicenda,secondochèle sueambizioniportavano, ipreti controifilosofi,i filosoficontro ipreti.Prevedendocheungrannu mérodifedeliin Francia,abbracciandolagiustiziadella causa delpontefice,avrebbero sentito malvolentieri mafelesuerisoluzionicontrodilui,echeleavrebberochia:persecuzione,paroladimoltaefficaciafraicri-..stiani,sivoltavaalusingare,secondol'artisue,iFran cesi,conpruovarsidiaccrescereladignità,el'autorità della nazione nelle faccende religiose. Pensava che i Francesi,avendo ilpredominiotemporale;avrebbero ancheamatolo spirituale. Perciòinstantemente ri chiedeva,anchecolla solitaminaccia diprivarlodella potenzatemporale,senonconsentisse,ilpapa,che riconoscesse in luiildirittod'indicare alla antasede tanti cardinali,quanti bàstassero, perchéilterzoål meno delsacro collegio sicomponesse di cardinali Francesi.Seilpapa: consentiva, acquistava Napo > IV . 18

274 STORIA.,D'ITALIA. 2 leone preponderante autorità nelledeliberazioni,,e massimamente nelle nomine dei papi : $e ricusaya', avrebbe paruto alla nazion Francese che egli le ne gasseciò,cheper la suagrandezzacredeva meritarsi. Nonpotere, rispose il pontefice, consentire ad unadomanda, che vulnerava la libertà della chiesa, ed offendevalasuapiùintima constituzione: achinoneranoto, essereicardii alilapiù principaleela più essenzialparte delclero Romano? Il primodoverloro essereilconsigliare il sommo pontefice.A chiappar. tenersi','a chi doversiappartenere la elezione degli uominiatti a tanta dignità,attia tanto carico , se non : acolui che da loro debb'essere consigliato? Hanno iprincipidella terrailorocopsiglieri, da loro eleiti; alla sola Romanachiesa, alsolo Romano ponteficefia questafacoltà negata? Essere icardinali,non sola înente consiglieri,maancora elettoridel papa. Ora quale libertàpoter essere nella elezione,se un prins cipesecolare un pumero sì grande d'elettoripotessenominare? SeaNapoleone siconsente,glialtriprin cipinonlapretenderannoeglino?Non sarebbeallora ilponteficeRomano posto deltutto in bali deiprin cipi delsecolo? Convenirsi certamente, che di ogni cattolica nazione sianoeletticardinali, ma la conve nienza'non esser obbligo ; sola norma,sola legge doveressere al påpailchiamascardinalicoloro,che piùper virtù,per dottrina, per"pietà,risplendono', di qualunque nazione siano,qual lingua parlino, Sapere ilpontefice,cheilsuo rifiuto sarebbe volto dai wal yoliacalunnia,comese il santo padre non > 7 $ 5

LIBRO VIGESIMOTERZO. 1808. 275

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edun 2 avesse nella debita stima il clero di Francia , ma chiamare Dio e gli uomini in testimonio de'suoi affetti diversi : conoscergliilclerostesso,conoscer glil'imperatore, conoscergli ilmondo,'che già ve deva sedere,nel sacro collegio, oltre dueGenovesi Alessandrino, sei cardinali Francesi; un altro dotto è virtuoso prelato"volervi chiamare : di cio contenterebbesi chi contentabilfosse; ma non poter il santo padre contentar altri diquello, dicui non si contenterebbe egli stesso. Non si rimoveva l'imperatore dallapresa delibe razione; mandò dinuovodicendo al papa, ogli desse il terzodeicardinali, o i piglierebbe.Roma.Tentato dirender Pioodioso,ai Francesi, ilvollefare disprez zabile al mondo: Imperiosamente intimava al pon tefice, cacciasseda Roma il consoledel re Ferdinando diNapoli:RispondevaPio', ch'egli non aveva guerra colre,,che ilre'possedeva ancora tuttoil reame di Sicília,cheera unsovranocattolico', eche egli non sarebbe mai'per consentire a trattarlo da nemico'; cacciando da Romacoloro',che a Roma il rappre-, sentavano, L'appetita Roma' veniva in manodi colui, che ogni cosa appetiva. Se vi fuingiustizia,neimotivi,fuvviingannonell'esecuzione.

S'avvicinavano iNa poleoniani all'antica Roma, nèancoraconfessavano di-marciare contro di lei. Pretendevano parole di voler andare nel regno di Napoli :erano eimila : obbedivano áMiöllis. Nè bastava un generale per opprimere unpapa;Alquier, ambasciadore diNapo

Alquier mandava dicendo a Filippo Casonicardinale,segretario distato,che seimilaNapoleoniani eran pertraversare, senza ar restarvisi, lostato Romano, cheMiollisprometteva, chepasserebbero senzaoffesadelpaese, echeil ge nerale era uomo di tal fama', che la suapromessadoveva stimarsicertezza.MandavaAlquierconqueste letterel'itinerario dei soldati,dalquale appariva,che veramente indirizzavano verso il regnodi Napoli il loro cammino, e non dovevano passare per la città. Ditantamole eral'ingannareunpapa!Puresispar gevano'romori diversi.Affermavanoquesti,che an dassero a Napoli,quelli,che s'impadronirebbero di Roma, Ilpapa interpellava formalmente, permezzodelcardinal segretario, Miollis,dicesseedichiarasse apertamente e senza simulazione alcuna, il motivo delmarciare di questisoldati,acciocchè Sua Santità potesse farequelle risoluzioni, che più convenienti giudicherebbe. Rispondeva, aver mandato la norma del viaggiodeisoldati,e sperare,checiòbasterebbe persoddisfareiministri di SuaSantità. Iltempostringeva : icomandanti Napoleonicimarciando, e dettii i solitimottiescherni su ipreti,sulpapa, esuisoldati del papa, minacciavano, cheentrerebberoinRoma,e l'occuperebbero.Novellamente protestava il papa,fuoridellemurapassassero,in Roma nonentrassero; seilfacessero ,l'avrebbe per caso di

276 STORIA D'ITALIAIBus Spices leonepressola santa sede,anch'ei visiadoperava. Usava anzi parole più aspre del soldato,e ritraevadi vantaggio delsuo signore. Era giunto ilmese di gennajoalsuofine,quando

Francésifosseroperabusarecontro il re della possessione della cittadella. Perchè poi niuna parte diaudacia mancasse in questi schifosi accidenti,Miollis domandava per mezzo diAlquier, udienza alsantopadre; edavendolaottenuta,siscusò con dire, che non per suo comandamento le bocche dei cannonierano state volte contro il Quirinale pa lazzo,comese l'ingiuria fatta alsovranodiRoma, ed alcapo della cristianità consistesseinquestasola violenza, checertamente era molto grave.Della oc oe *cupazione frodolentaedostile diRoma,cheerapu e l'importanza del fatto,non fece parola.

guerra,ognipratica diconcordia troncherebbe.Già tanto vicinieranoi Napoleoniani, che vedevano le muradellaRomanacittà.Alquiertuttaviamoltiplicavainprotestazionicolsantopadre,affermandoconasse verazionegrandissima,cheeranosolamentedipasso, enonavevanonissunaintenzione ostile. INapoleo niani intanto,arrivatipiùpresso,assaltaronoarmatamanoildiduefebbrajo

lorotuttiipostimi litari,e tant'oltrenell'insolenza procederono,che piantarono le artiglierieloroconle bocchevolte contro ilQuirinale, abitazionequietadelpontefice.

LIBRO VIGESIMOTERZO.- 1808. 277

laportadelPopolo,peressa entraronoviolentemente,s'impadronirono delcastelSant'Angelo,recaronoinpoter

La posteritàmetteràalmedesimoragguagliole pro messe diAlquier,ed il suo invocarla fede diun ge nerale,da unaparte, dall'altra quello sdegnarsi diGinguené, ambasciator del direttorio a Torino, al solo pensare, che il governo Piemontese potesse sospettare,ehei

Glioltraggialpapasi

moltiplicavano.L'accusayaNapoleone dello aver dato asilo ne'suoistatia Napo litanibriganti,ribelli,congiuratoricontrolo stato di Murat; per questo affermava,averoccupatoRoma: il papastesso accagionava di connivenza. Alquier glienefece querele,quasichenonsapesse,cheisoldati diNapoleone già dalungotempoerano padroni dellostato ecclesiastico, che dipropriaautorità,e controildiritto

278 STORIA D'ITALIA.

dellegentiviavevanoarrestato ecar cerato uominisospetti, o nonsospetti,e cheil go vernopontificiostesso,ogniqualvoltachene erastato richiesto,avevaordinatoarresti,e carcerazionid'uo minisospettiaFrancia.Del'rimanentevolevaAlquier, non só se perpazzia, o per ischerno,che il papa avessé, e trattasseancora,comeamiche,le truppe,cheviolentementeavevanooccupato la sua capitale, e la sede del suogoverno, e fatto controilpacifico edinerme suopalazzo quello,checontro le fortezze nemiche ed armatesolo si suol fare.Aquestotratto non potèpiù contenere se medesimo ilpontefice sdegnosamentescrisseall'ambasciatoreNapoleonico non terrebbepiù per amiei quei soldati, che rom pendolepiùsolennipromesse,eranoentratiinRoma, avevano violato la sua propriaresidenza, offesola sualibertà ,occupato lacittà ed il castello,voltato icannonicontrolapropriaabitazione, echeinoltre con intollerabilepesosiaggravavano soprailsuoerario, esopraisuoisudditi. Aquestoaggiungeva,cheessendo privatodella sualibertà, e ridotto in con dizionedi carcerato, non intendeva più,nèvoleva 2

LIBRO VIGES NOTERZO 1808. 279 negoziare,e chesoloallorasi risolverebbea trattare delle faccendepubbliche con Francia, che sarebbe restituito alla sua pienae sicura libertà. Le amarezze del papadivenivano ogni giorno maggiori. Il comandante Napoleonico intimava ai cardinali Napolitani,Pignatelli,Saluzzo, Caracciolo, Caraffa , Trajetto, e Firraonelterminediventiquattrº ore partisserodaRoma, etornasseroaNapoli.Senol facessero, glisforzerebberoi soldati. Quindil'intima zionemedesima, termine tre orea partire, fu fatta dal soldatomedesimo aicardinalinati nelregnoIta lico, che furono quest'essi:Caradini, Casoni,Cri velli, Giuseppe Doria, della Somaglia, Roverella Scotti,Dugnani, BraschiOnesti, Litta ,Galeffi, An tonioDoria, e Locatelli.Risposero,stareaicomanda mentidelpontefice;farebberoquantoordinasse. A tantooltraggioil pontefice, quantunquein potestà d'altrigiàfosse ridotto ,gravementerisentissi. Scrisse ai cardinali, si ricordassero degliobblighiedei giuramentiloro verso la santasede, imitassero il suo esempio,sofferissero piuttosto che contaminarsi, non potere Sua Santità permettere che partissero proibirlo anzi atuttieda singoliin virtùdiquella obbedienza che a luigiurato avevano. Raccoman dava, e comandava loro, prevedendo chela forza gliavrebbe indegnamentedivulsidalsuogrembo, che seaqualche distanza di Romafosserolasciati,non continuasseroilviaggio;vedesseilmondo,che la forza altrui, nonla volontà loro, gli sveglieva da Roma.La sovranità delpapasa,gràdoa gradodaiviolenti

fede sipubblica che privata, e del diritto delle genti. Al medesimo fineinvasero tuttele stamperie.diRoma per modo che nulla , se non quanto permettevano es i, stampare sipotesse.

2 STORIA280 D'ITALIA:STORIA S occupatorisidisfaceva.

Commetteyano ilmale,nonvoleva chesisapesse. SoldatiNapoleoniani furono mandati alla posta delle lettere, dove, cacciate le guardie pontificie, ogni cosarecarono in poter loro.

Postovi.poscia soprantenden iespie,non solamente s'impadronivano, deglispacci, ma ancora, secondo chè loro aggradiva,aprivano e leggevano lelettere; enormeviolazionedella

Tolta al papa la forza civile,sifacevapasso al torgli lå militare. Incominciossidalle arti con súbor nare i soldati, le Napoleoniche glorie,ela felicitàédegl' imperialisoldati magnificando. Esortavansi in stantemente i papali-ad abbandonar le insegnedella chiesa, ed a porsi sotto quelle dell'imperio. Pochi consentirono;i più resisterono. Riuscite inutili le instigazioni, toccossi il rimedio della forza; l'atto cattivofuaccompagnatodaparolepeggiori.Parlava : .Miollis il di ventisette marzo ai soldati del papa; essere l'imperatore e recontentodi loro,"non'ésser piùall'avvenire per ricever ordinine da-femmine, . >

Quindinasceva chenelle scritture cheognigiorno si pubblicavano,massimamentenelle gazzette,leadu lazioniversoNapoleone, è glischernicontro ilpapa eranoincessabili.Ilpapástesso,non potè pubblicare colle stampe unasua allocuzione ai cardinalidel mese di marzo, e fu costretto a mandarne le copie attorno scritteapenna,edautenticatedisuopugno.

LIBRO VIGESIMOTERZO. 1808. 281

nè da preti;dovere isoldatiesser comandati da sol dati; stessero sicuri,che nori mai più tornerebbero otto le insegnedei preti;darebbelorol'imperatoreere generalidegniperbravuradi

governargli.Questi erano scherni'molto incivili. Del rimanente,che le femmineedi pretiabbiano comandato a soldati,in quel modo che il diceva ilgenerale Napoleónico, poichè nè-il papa, nèicardinali, nè alcuna donna. di Romaerano generali, o colonnelli,si è veduto (il cheperòio non saròmai per lodare)in tutti i tempi ed in t tti i paesi, anche in Francia', e nel regno ultimo d'Italia:Miollis stesso vide peggiopoichè vide Elisa principessa,e Carolinaregina Napoleonidi,farrassegneemostre,ecomandarmosse d'imperiali soldati. Un Frici colonnello, mancando della fede, si aceomodò coi nuovi signori : fu acca re zato. Un Bracci colonnello ricusò :fù carcerato , poibandito. Carcerati altri tre, emandati,peraver, conservatola fede loro, nella fortezza di Mantova. A questomodostimavano e ricompensavano iNa poleonianigliuomini fedeliailoro principi, ed alle oropatrie. Isoldatifuronoper forza costretti alleinsegneNapoleoniche, emandatiprima in Ancona,poscia nelregno Italico peressere ordinati secondole formeimperiali.

Restavailsanto padre nelsuo pontificalepalazzo, ; conpocheguardie,piuttosto ad onorecheadifesa. VólleroiNapoleoniani, che quest'ultimosuoricettofosse turbato dallearmi forestiere, non content se non quandoilsommopontefice fosse in verocarcere a

282 STORLA D'ITALIA: 5 .. ristretto. Andavanoildì sette aprile all'impresa del prendere il pontificalepalazzo;s'appresentavanoalla s porta : il soldato Svizzero,che vi stava a guardia; rispose chenon lascerebbe entrar gentearmata,ma solamente l' ufficiale che le comandava. Parve sod disfarsene ilcapitano Napoleonico:fatto fermar: soldati entrava solo,manon così tosto fu lo spor tello aperto e l'ufficialeentrato, che aggiungendo la sorpresa allaforza, fece-segno a'suoiche entras sero. Entrarono: volte lebajonette contro lo Sviz szero, occuparono l'adito.Simpadronirono, atter rando romorosamente le porte, delle armi delle papalig ardie:i più intimipenetrali invasero. Inti marono alcapitano della guardia Svizzera, sarebbe aisoldi,e sotto leinsegnediFrancia:ricusòcostan temente. Lemedesimeintimazionifecero alle guardie delle finanze, e perchè ricusarono, le condussero carcerate in castello.Intanto altri corpi diNapoleo niani giravano per la città:quanteguardie nobili in contrarono , tante arrestarono, Di tanti eccessi querelavasigravissimamente il ponteficeconMiollis; ma lesue querelenonmuo vevanoilgenerale Napoleonico, che anzi negli ec cessimoltiplicando, facevaarrestareda?suoisoldati monsignor Guidobono Cavalchini, governator di Roma, ordinando che fossecondottoa Fenestrelle, fortezza allefaucidell' Alpi sopraPinerolo, che fon datadai re diSardegna adifesad'Italia,eraora per volontà di Napoleonedivenutacarcere degl'Italiani cheanteponevanola fede alla fellonia.Accusarono > . . >

LIBRO VIGESIMOTERZO. . 1808. 283 2 6 Cavalchini dello'avernegato dintinistrar giustizia secondo leleggi eregole del paese, del qualefallo', se era vero , i papa solo, non iforestieri, dovevano giudicare. INapoleonianiportarono il prelato dentro icavisassi dell'orrido Fenestrelle.

Aquestri-tratti il pontefice, fatto maggiore di se medesimo,inistile graveeprofetico a Napoleonelea sueparolerivolgendo: «Perleviscere, diceva,della amisericordia di Dio nostro, per quel Dio, cheè cccagione, cheil solédevantevenñe'dall'alto'avisi-. e tarci esortiamo,preghiamo,scongiuriamote, im « peratore e re Napoleone, a cambiar consiglio, a «rivestirti dei sentimenti che sulprincipiardel tgo « regnomanifestasti :sovvengati, che Dioèresopra k dite : sovvengati', ch'ei non eccettuerà persona; asovvengatich'einonrispetteràlagrandezzad'uomo ichesiaz sovvengati,edabbisempre allamentedua «davanti', ch'ei sifaràvedere, e presto, in forma « terribile,poichè quelli checomandano agli altri,. « saranno daluiconestremorigore giudicati.');Napoleone cieco, e dal suo inevitabile destino tratto, non attendevaalle spayentoseefatidichewoci del pontefice. Decretavaildi dueaprile, che,stante che il sovrano'attualedi Roma aveva costante mente ricusato di far guerra ág!'Inglesi,e dicolle garsicoired'ItaliaediNapoli adifesacomunedella Penisola;stanteche l'interesse deiduereami,e dell? esercitod'ItaliaediNapoli esigevano,che la coinu nicazione non fosse interrotta da una potenza ne mica; stante che ladonazionedi Carlomagno, suo

Ilgiorno stesso dei due aprile l'imperatore, co noscendo quanti prelati'natìì delle province unite fossero inRoma ai servigj delpontefice,e volendoprivare ilsanto padre del sussidio ditanti servitori ed amici decretava,che tutti i cardinali; prelati; ;

284 STORIA D'ITALIA. 7illustre predecessore',degli stati pontificj erastatafatta a benifizio della cristianità, non a vantaggio deinemicidella nostra santareligione; stante final mente che l'ambasciadore della corte di Roma ap. presso a lui aveva domandato i suoi passaporti, le province d' Urbino ,:Ancona,Macerata e Camerino fossero inrevocabilmente, e per sempreunite alsud regno d'Italia :ilregnoItalico ildì undicimaggio prendesse possessione dellequattro province,vi-sí pubblicasse, ed eseguisseil codice Napoleone;-fosero investite nel vicerèamplissime facoltàper ese cuzione del decreto. Già innanzi che questo deereto fosse preso, quando ancora i negoziati colla santasedeeranoin pendente,aveva Napoleone nelle quattro,provinces non solamente usato l' autorità sovrana con mani festa violazione di quella del pontefice, maancora conimesso attidi vera tirannide. Vi aveva mandato con titolo ed autorità digovernatoreitgenerale Le: marrois,il quale non così tosto vi fu giunto,che cassòdalla porta d Anconalearme delpapa, sostituì quelledell'imperatore,diedeetolseordiniaimagis trati dellaprovincia, é tant'oltretrascorse,chefece signorarrestareecondurprigionenelcastellodiPesaromonRivarola,governatordiMaceratapelpontefice.

LIBRO VIGESIMOTERZO, 1808: 285 + . + ! * 2 ufficialied impiegati qualsivoglia p appresso alla corte di Roma,"nati nel regno d'Italia fossero te nuti, passato il diventicinquedimaggio, di ridursi nelregno; chi nol facesse, avesse i suoi beni posti alfisco:i benigià sisequestrasseroa chinonavesse abbedito il di cinque giugno. Questa deliberazionetanto più era da biasimarsi, quanto con lei s' impe diva al pontefice,oltre l'esercizio dell'autorità temporale,la quale sola l'imperatore affermava voler.annullare,ancora quello della spirituale, poichèilpontefice da se, esenza consiglieri ed impiegati,non poteva adempire nè l'uno nè l' altro ufficio Taccio la crudeltàdel voler torre sotto pena anche diconfiscazionedibeni,adantichi e vecchi servitori sussidi di vita, dolcezza diabitudini,uso diunaereconsueto.Nè so comprendere quale nuova dottrina sia questa, che l'uomo onorato non sia padronedi viversenedovepiùglipare epiace, e che chiènato inunluogodebba,come se fosseuna pianta, dimo rarviperpetuamente. Nè solo,la violenza del voler torre iservitorial papa si uso contro coloro,che erano nati rel regno. Italico, maancora contro quelliche, sebbenevenuti almondoin Roma, possedevano 'uffizj spirituali in quelregno. Il dìquindici luglio soldatiNapoleoniani entrarononelpontificale palazzo, eminacciosamente introdottisi nelle stanzedel cardinalGiulioGabrielli, segretario distato e vescovo diSinigaglia,suggella rono ilsuoportalettere, eildiederoalla guardia di un semplice soldato. Posciasoldateseamente coman > e

286 STORIA D'ITALIA. 20 9 6 darono al cardinale,,uscisseda Roma', terminedue giorni, e se n'andasse al s oseggiodi Sinigaglia. $opprimeva e, scacciava per talmodo da coloro, che di ciò fare niuna legittima facoltà avevano;un uomo nato in Roma, d'illustrelegnaggio dicono sciuta innocenza, un vescovo, un cardinale, un primo ministro del papa. Accrebbe gravità al caso. 1'essergli stata fattal'intim zione nel palazzo pon tificale, ed al cospetto stesso del pontefice. Tanta violenzaed oltraggiocommiseroi Napoleoniani-con tro il cardinale, perchè obbediendo agli ordinidel uo signore, aveva dato instruzioni per direzione delle coscienze,a chi ne aveva bisogno. Sclamòil papa, questi esseredelitti;'iNapoleonianinon vi ab badarono. Eugenio vicerècon solenne decreto dei ventimaga gio spartiva le quattro provi cein tre dipartimenti, delMetauro, del Musone, e del Tronto chiamando gli. Avesseilprimo Ancona permetropoli,ilsecondo Macerata , il terzo Furero. Fosse in Ancona ad ulte riore ordinamento diquestiterritorj un magistrato politico : chiamovvi.Lemarrois presidente, e due consiglieridi stato. Si esigevano nelle provinceunite i giuramentidi fedeltà all' imperatore, dobbedienza alle leggi e constituzioni. Il pontefice, che non aveva ricono sciuto l'unione, eche anziaveva contro la medesima. protestato , non consentiva ai.giuramen i pieni.Inol tre frale leggi a cui si giurava obbedienza,erail codice Napoleone,nel quale, secondoPopinione 20

LIBRO VIGESIMOTERZO. 1808. 287. e . 2 del pontefice, si contenevano capitoli contrarj,mas sime pei matrimonj,ai precetti del Vangelo,ed ai decreti dei concilj, particolarmente del Tridentino. Perciò aveva scritto aivescovi , decretandoche fos sero, illeciti igiuramenti illimitati, implicando infé deltà efellonia verso il governolegittimo,e chesolo sipotessepromettere, e giurare di non partecipare in alcuna congiura, o trama,o sedizionecontro il governo attuale, edaltresìdi esserglifedeleed obr. bediente in tutto che non fosse contrario alle leggi di Dio edella chiesa.Ingiungeva ancora,che questo giuramento stesso niuno prestasse,se non astretto.dall'ultimainecessità, e quandoil ricusarlo potesse: portare con sequalchegrave pericolo o pregiudizio. Protestava, che non intendeva per questa sua con discendenza è permissione, dismettere o rinunziare, i suoi diritti sopra i suoisudditi, gli altriche gli competevano,iquali t tti voleva conservare intieri ed illesi.Comandava inoltre, ch niuno accettasse cariche od impieghi,dai quali nenascessela ricono scenza dell'usurpazione. Dichiarava finalmente,sua volontà essere, cheivescovi edaltri pastori eccle siastici:noncantassero i canticispirituali, e partico larmente l'Ambrosiano, perchè non si conveniya che in tanta afflizione della chiesa, efra tante opere violente,ed ingiuste commesse.controdilei, si des serosegni di allegrezza neitempj santi. La volontà delpontefice manifestata aivescovi nellamateria deigiuramentigli constituivainmolto difficile condizione;perchè dall'an delatiNapo e > >

288 STORIA Y'ITALIA. > a leone non voleva rimettere della sua durezza, dall' altro i vescovi ripugnavano a trasgredire i coman dainenti del capo supremodella chiesa. Posti fra le pene spirituali ele temporali,nonsapevano aqual partito'appigliarsi: edera venutala cosa tralaconfiscazionee l'esilioda unaparte,e il trasgrediredall? altra. Nè non meritava considerazione il pensare, quanto all'esilio, a quale mancanza di sussidje di .conforti spiritualiverrebbero esposti i fedeli,seripastóri eleggessero quello , che ilpapa loro coman dava. Napoleone intantofulminava', e per mezzodel :suo ministro deicul i intimava, che chinon andasse Milano per:giurare, avrebbe bando e confiscazione di beni.Vinse nei più la volontà delpontefice: é perògiàilcardinal Gabrielli,vescovo diSinigaglia,i vescovi d'Arcolo Cappelletti, e di Castiglione diMontalto con altri lorocompagni, erano in punto d'esser presi e trasportati in lonta eregioni, con quell'aggiuntadella confiscazione. A mitigare la durezza del tempo, ed a procurare loro qualche con forto giunse opportunamente Eugenio,vicerè, man dato dalpadre, chetemevagli effettidellaresistenza ecclesiastica. Videro il giovaneprincipe i vescovi, e con luiristrettisiúdirono da lui lodársigli scrupolie la costanza loro nelnonvoler far quello, a che ripu:gnavano lacoscienzapropria egliordinidel mode ratore sovrano dellachiesa. Gl informava, intenzione essere dell'imperatore, che si sospendessero perqualchegiorno le esecuzioni rigorose: niandassero intantoi lorodeputati alsanto padre,eprocurassero .

impetrare da lui, che i giuramenti si prestassero con alcunamodificazione. Lemodificazioni alle quali consentival'imperatore eranodi tre sorti: primiera-, imente, fossero dispensatí i vescovi dal viaggio di Milano, ed in cospetto dei prefettiprestassero i gi ramenti; secòndamente , non sarebbe da: loro ri chiestoaltrogiuramento, chequellostatuito nel con cordato ed appruovatodalpontefice,nel quale non siparlavanè di leggi,nèdicostituzioni; terzamente, fosse loro lecito,innanzichèpronunziasserola forma del giuramento; esprimere con quanta pubblicità volessero,chenon volevano e non intendevano pro nunciarla,se non nel senso diritto epuramente cat tolico;dal che si sperava",che e il governo resto rebbeappagato, e le coscienze illese. Non si lasciò il pontefice piegaread alcuna modificazione. Dá ciòne nacque,chealcuni,y scovi giurarono, fra gli altri l'arcivescovo*d?Urbino', cosa sentitacon molto sdegnodalpapa : gli altri,che ricusarono, andarono soggettiallepené. Circa l'accettazionedegl'impieghi ed uffizjcivili, · ed all'amministrazione dei sacramenti a coloro, che gli avessero accettati, aveva il..pontefice statuito, che incorressero le censure coloro,cheaccettassero quegl'impieghi ed uffizj, iquali:tendessero a ruina delle leggi di Dio e della chiesa ;gli altri fosse lecito accettareper dispensadel vescovo.MaNapoleone, seguitandola sua volontà inflessibileed arbitraria, ed a lerposponendo ognialtrorispetto,voleva che ivescovi pubblicamente dichiarassero, ésser lo ito

IV . 19

LIBRO VIGESIMOTERZO. - 1808 . . 289

290 STORIA D'ITALIA. . perle leggi della chi aservire,inqualunque carica ..od impiego ilgoverno, e che achi il servi se, am ministrerebbero i'sacramenti.Non obbedirono :affer niavano, che se l'imperatorediceva sueragioni per impadronirsi delle province,il papadiceva anche le sue per conservarle, e che alla fine'a loro non s'ap partenevaildefiniresìgran contesa : cheperòsenzataccia d'infamia e di prevaricazione, non potevano dichiararelecito indistintamente ogni ufficio ed im piego; che l'amministrazionede' sacramenti, e,nominatamente l'assoluzione deipeccati e delle cen sure ecclesiastiche, intieramente dipendevano da l.. autorità superiore del pontefice, che se isubordi natioltrepasseroitermini posti dalei, l'assoluzione sarebbe nulla e'di niun valore, nonsolamentenel foro esteriore ,,ma ancora a cospetto di Dio ;che queste nonerano opinioni chepotessero ancora ve nir in controversia,,madogm :inconcussi,dogmidi quella religione chedominavanelreamed'Italiaperconfessione stessa dell'imperatore ; chese il papa era' stato spogliato di una parte delsuo dominio temporale, rimaneva intiera epiena lasua potestà . spirituale; che alui solo spettava la facoltà di defi: nire in questematerie:il tecito èl'illecito, ediallar gare o di re tringerela giurisdizionedei prelati,in feriori;che per tanto,sarebbe attentato scismatico distruttivo dell'unità cattolica,ilcontraddire púb blicamente i suoigiudizj,; essere para i,attestavano, a promuovere,'e mantenere con tutti i mezzi, che fosseroin facoltà-loro,laqui tedello stato;manon 2 e

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LIBRO VIGESIMOTERZO. - * 808.

.

·voler"arrogarsi una giurisdizione chea loro non competeva', e che non potrebbero , se non se sa crilegamente ed inutilmente usare...era nelle quattro province un conflittotrà armi ed opinioni; ärmiforti ed opinioniinflessibili: gli uominidistratti tra la coscienzae gl'interessi non sapevano più dove volgersi: prigioni a chi s'allontanava dalle armi,maledizionia chi s'allontanava dalle opinioni, disca cordia, dolore emiseriaper tutti. Tal era la condi zione delleMarche; ana volta sì prospere e sì fe lici', oracadute ed infelici.Quanto al papa, bene aveva operatoPiosettimo col protestare,comefece, contanta energia contro l'usurpazione della sua sovranità, ma nel restante avrebbe dovuto imitare la prudenza, è la paterna sopportazione di Pio sesto, suoglorioso antecessore.L'usare inflessibilità men tre era inutile',contro Napoleone, esponeva:i sud diti' a calamità innumerabili. Il protestare contro 1' usurpatoreera ufficioindispensabile di sovrano,ed anchebastava per conservar incolumi isuoidiritti;il sopportare conagevolezzaemansuetudinela fac cendadei-giuramenti'eràufficiodipadreversoisuoi figliuoli. PubblicavaPio una solenne protesta: « Il decreto pubblicato,diceva;, d'ordine dell?«imperatore e reNapoleone,che' subitamente ci «spogliadeldominiolibero ed assoluto delle pro « vincedella marca d'Ancona , dominio dicui pev « consentimento di tutti', durantëdiecisecoliepiù, «hannosempre i nostri predecessori goduto, non*

csolamente controdi noifufatto, controdinoiper itantiannida tantidolori trafitti, da tante tempeste «battuti per cagionedi colui,che con quella magigiore amorevolezza che per noi si èpotuto, 'ab u bracciato abbiamo , ma ancora contro la chiesa « Romana,controla sedia apostolica, contro il pa a trimonio del principe degli apostoli. Nesappiamo, ase in questo decreto siawaggiorel'oltraggio della1 a forma,o la iniquità del fatto. Per certo, se in & così grave accidente tacessimo, ciò fora merita a mentea mancanza delnostroapostolico dovere,a « violazione dei giuramentinostri imputatoche se «poi vogliamo por'mente ai motivideldecreto, fa ecilmente ci persuaderemo, maggiore 'obbligo le garci arompere ilsilenzio,perciocchèingiuriosiasono, e contaminano la purità e l'integrità delle «nostre deliberazioni. Eoltraggiare ed il mentireL' &sonsi aggiunti all'ingiustizia. Che un principe «inerme epacifico,che non solo non dàcagione di acdolersi di luiad alcuno,ma cheancoraallostesso ac.imperator dei Francesi ebbe con tanti manifesti «segnilasúaaffezione

dimostrato,iproprjinteressi ce quellide' suoi sudditiancheoffendendo, si spó agliato de'suoi dominiper non aver creduto,chegli fosselecito diobbedireagli ordinidicolui,chede g ingiungeva di abbandonare la sua neutralità a contanta fede escrupolo conserva a ,,e difar lega w di guerracontro coloro, chea modo nissuno tur a båto ne offesol'avevano,giàperse sarebbe una agrandissima ingiustiziaz'che sepoiun principe 2 a

STORIA D'ITALIA.292 ( + ( C

LIBRO VIGESIMOTEKZO. 1808. 293 . 9 > X a chefossesignorediun grandeimpero avesse gius & tissimecagionidi ricusare una lega nemica,qual « cosa si dovrebbe dire, e pensaredel sommo pon « tefice, vicario in terra dell'autor primo di pace , cobbligato in forzadel suo apostolatosupremo al ministeriodi padre comune, ad urtuguale amore «versotutti ifedelidi Gesù Cristo, ad unuguale odio contro tuttelenemicizie?Passa il decreto per dissimulazione artifiziosa sottosilenzio que ti.ob blighi nostri, queste voci della coseienza nostra, «obblighie voci,che tante volte, e per letterenos atre, èperboccadei nostri legati, candidamente ee á sinceramente all'imperalor'Napoleone' rappresen irtainmo. Ma Vingiustizia sua'procede anche più « oltre, posciachè ci rimprovera l'esserci noi da equest'alleanzaastenuti, per non essere obbligatia volgere le armi contro gl' Inglesiesclusi dalla co *amunanza cattolica.Nella quale ingiustizia contiensiunagrandeingiuria : poichè sa egli,quantunque il taecia, quantevolte gli protestammo ,nonpoter a entrare in una lega perpetua per non esser co stretti a guerra contro tanti principi cattolici sa :« quanti a luipiacessedifar uerra ora e per sem pre:-Dogliamociinoltre, comedi offesa grave ed ccodiosa, ch'ei ciaccu i di rifiutar l'alleanza,affin chè la penisola restifacilmente esposta agli assal a ti dei nemici. Sallo, e 'chiamiamoin test monio e « giudice tuttal'Europa', che vede da tanti annile « Italianespiaggeoecupatedasoldat Francesi,sallo, de chiamiamo in testimonio e giudicel'imperatore * .

294 STORIA D'ITALLA. 4«stesso ;che face la condizioneda noi offertach « eimettesse intuttiiporti ed intuttii lidi nostri «i suoi presidj. Havvi in questo"silenziopiù ingrai «titudineancora, che'menzogna, posciachè einon« ignora púnto, quanto danno ridonderebbe ai sud «ditinostri dalla chiusura deiporti, équanto sde « gpo contro dinoi neprenderebberoi suoinemici, «Ma,se per onestare la sua usurpazione, offende'la «veritàdel pari che la giustizia,incredibile da un altro canto è la maraviglia danoi concetta, che «pelfinemedesimonongliabbia ripugnatol'animo &alservirsi delladonazione diCarlomagno. Noi non possiamo restar capaci, comel'imperatore,dopo «clospazio di dieci'secoli, s'attenti di risuscitare ce di attribuirsila 'successione di Carlomagno , nè «come la donazione di Carlomagno risguardi i do minj usurpatí dellamarca d'Ancona. « Stante'adunque che per le ragioni finora rac « contale egli è chiaro e manifesto, cheper forza di u un attentato enormei diritti della Romana chiesa «-sonostati dall' ultimodecreto diNapoleone violati, « e cheuna ferita ancorpiù profondatèstata a noi « ed: alla,santa sede fatta, acciocchè tacendo nonpaja aí posteri, chenoi l'iniquissimo delitto com <<messo conviolazione ditutte leregole della retti « tudinee dell'onore,quanto pure merita,non ab < biamo, il chesarebbeperpetua vergogna'nostrá,a ' « sdegnoeadabborrimentoavuto, di nostro próprio«moto ,di nostra certascienza,di nostra pienapo« tenza dichiariamo, e solennemente, ed in ognimi .

a glior modo protestiamo l'occupazione delle terre, «che sono nella marca d'Ancona, e la unioneloro « al reame'd'Italia, senza alcun diritto e senza al a cuna cagione per decreto dell'imperator Napo .«leone fatte, ingiuste essere, usurpate,,nulle: di chiariamo altresì, e protestiamo, nullo essere e di niun valore quanto sino al giorno d'oggisi è « fatto per esecuzione del detto'decreto, e quanto, « potrà essered'ora in poi sulleterre medesime da «.qualunque persona fatto e commesso : vogliamo winoltre edichiariamo, cheanche dopo mille anni, -«eº tanto quanto ilmondo durerà, quanto vì si è fatto ,e quanto sarà per farvisi,a patto.niunopossa · «portár pregiudizio'o nocumento ai diritti idi do aminia, chedi possessione sulle medesime terre ; « perchè sono,e debbono esseredi tutta proprietà a della nostrasanta sedia apostolica,-))CosiPio venuto in forza altruiparlava a Napo leone, e contro diluiprotestaya. Così ancora Napo leone, dopo diavercarcerato irealidi Spagna, car cerava anche il papa , e dopo diaver usurpatola Spagna', usurpava anche Roma. Alessandro diRussia in questomentre appunto lasciava a posta la sua imperialsede di Pietroburgo'pergirsené a visitarlo inErfurt, Francesco d'Austria vi mandaya' il gene rale San Vincenzoper accarezzarlo.

LIBRO VIGESIMOTERZO., 1808., 295

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2 FINE DEL LIBRO VIGESIMOTERZO:

296 STORIA D'ITALIA: LIBRO VIGESIMOQUARTO.

SOMMARIO. 5 Nuova guerracollAustria.L'arciduca Giovannigeneralissimodegli Austriaci ,il principeEugenio,vicere, generalissimodeiFrançesi in Italia. Loro manifestiagli Italiani. L'arciduca vince.aSacile a e,s'avanza verso Verona. Mossa-generale deiTirolesi contro i. Francesi eiBavari: qualitàdiAndrea Hofer. NaturasingolaredellaTiroleseguerra. L'Austriaperisceprimaneicampi traRatis bonaeAugusta, poi in queidiVagria. L'arciduca si-ritiradall? Italia Pace tra la Francia el'Austria. Matrimonio dell'arcidu chessa Maria Luisarcon Napoleone. Finedella guerradel Tirolo; mòrtediHofer.NapoleoneunisceRomaalla Francia,e manda il papacarcerato aSavona. Il papa loscomunica. Descrizione di RomaFrancese, equello chevi si fa.Che cosa føsse la propa: ganda.Pratichedi Carolina diSiciliaconNapoleone.Infelice spe dizionediGiovacchino in Sicilia. Manhes generale inandato a pacificarleCalabrie,le pacifica, econ qualimezzi,e ERA in Europa rimasta accesalamateria dinuove calamità. L'Austria depressa dal vincitoreaspettava. occasionedi risorgere,alleggerendo le disgraziepre-. senti per la speranza del futuro. Nè solo la spaven tavanoipatti di Presburgo, peiquali:tantapotenzale erastata scemata, maancoraicambiamentiintro dottidaNapoleone, noncheinaltre parti d'Europa, nel cuore della Germania, e sullefrontiere stesse dell'Austria,La spaventavanogliattentatipalesi, la

Leiniquità commesse contro ireali diSpagna, che a tanto sde gnoavevano-commosso gli Spagnuoli, e che obbli gavanoil padrone della Francia a mandar forti eser citiperdomargli,leparverooccasionedanon doversi prétermettere. Perlaqualcosa non abborrendodál? entrarein puoyitravagli, edall'abbracciarsolaquesta guerra, si misein-sull'armare, con fare che le com pagnied'ordinanzanon soloavesseroinumeriinteri, mala gentefioritaebene inordine: inoltre ordinava, esquadronáva tutta quella parte dellepopolazioni,che eraattaaportar-learmi. Sidoleva Napoleonedi siromorosiapparecchi, affermando,;nonpretendere collimperatore d Austria alcuna differenza: rispon devaFrancesco essereadifesa, non ad offesa.Aceu :sara ilprimo gli Austriaciministri, enonsoquale Vienneiisë setta, bramosadiguerra ,comela chia mava;e"prezzolata dall'Inghilterra. Rinfacciava su a 7

LIBRO VIGESIMOQUANTO. - 1809. 297 of 2 a spayentavanole proffertesegreté ,poichè Napoleone lé.esibivaingr ndimentonelladistruzionediunostato vi ino ed amico, il che le dava cagione ditemere, che se itempi odi capricci cambiassero, avrebbe. esibito ingrandimento ad altri nella distruzione dell'. Austria.Malapotenza tantopreponderante diNapo leone perla soggiogazione della Prussia e per l'ami ciziadellaRussia, non lasciavasperanza allAustria diriscuotersi, però risolutasi al tirarsi avanti col tempo, ed all'anteporre il silenzioalla distruzione, aspettava,che il rotto procederediNapoleone fosse peraprirle qualche via diraffrenarela sua cupidità, edi procurareasemedesimasalvamento.

298 STORIA D'ITALIA, : .. perbamente a Francesco l'avéréconservatola monarchiaAustriaca', quandolapoteva distruggere;gli protestavaamicizia; lo esortavaadesistere dall'arini,; Ma l'Austria nonvoleva riposarsi'inermesulla fededicolui,cheavevaincarceratoper fraude i reali di Spagna. La confederazion Renana, la distruzione dell'impero Germanico , Vienna senza propugnacolo! per la servitù della Baviera, Ferdinando cacciato da Napoli,ilsuotronodatoad unNapoleonide,l'Olanda dataad un Napoleonide,Parmaaggiunta, laToscanacongiunta ";"la pontificia Roma occupata, davano giustificata cagione all'Austria dicorrere all armi,non potendole in modo alcuno essercapace, 'che a leialtropartito'restasse che armi, o servitù. Solo de mancava l'occasione; la offerse laguerra di Spagga, all'impresadellaquale era allora Napoleone occupato,e lausò. Maprevedendochequello era l'ultimo cimento per lei, faceva apparath potentissimi: -Un esercito grossissimo militava sotto lacondottadell'arciduca Carlo inGermania.Destinavasiall'invasione della Baviera, la quale perseverava'nell'amicizia di Napoleon . Se poilafortuna'simostrasse favorevole a questo primo conato,si aveva inanimo, di attra versarela selva Nera, e di andar'a tentare le Renane cose. Per ajutarequestosforzo, ch era il principale, Bellegarde , capitano sperimentatissimo, stanziavaconun corpoassai grossoinBoemia, pronto a sboccarenellaFranconia, tostoche icasi di guerra il sii chiedessero.Grandissimasperanzapoiaveva collocato l'imperatore Francesco nélmoto dei Tirol i,sempre 1 .

LIBRO VIGESIMOQUARTOZ --- I 18o9. 299 affezionati alsuo nome,e desiderosi di riscuotersi dalla signoria dei Bavari. Era questo moto di grave momento sì per la natyra bellicosa della nazione, e sì,per teneraperte le strade tra i due esercitidi Geri mania e d Italia. Sollecita cura ebbero gliordinatori di questo vasto disegno delle cose d'Italia; perciocchèvimandarono con un'osté assai numerosa,mas, siimamente dicavalli,l' arciduca Giovanni, giovane dinaturatemperata, e di buon nome presso agl'Ita liáni, Stava Giovanni accampatoai passi dellaCar niola e dellaCarintia,inatto di sboccare per queidi Tarvisio e della Ponteba sulle terre Veneziane. Con correva s sull'estremafronte atantomoto con soldati ordinati, e concerne delpaese Giulay.dalla Croazia edallaCarniola, province, in cui egli "aveva molta dipendenza. Questonervo di guerra parve anche neocessario perfrenare ,Marmont, checon qualche forzadiNapoleonianigovernaya la Dalmazia, Stante poiche nelleguerre principale,fondamento è sempre l'opinione dei popoli, aveva Francesco con ogni sorta di esortazioni confortato,isuoi, della patria', dell' independenza , dell'antica'gloria, delle dure condizionipresenti,,delfuturogiogopiùduroancora ammonendogli: il nome Austriaco. risorgeva; con correvano volentieri i popoli"alla difesa comune. Bande paesane armate stavano prestein ogni luogoai bisognidello stato maravigliosa fu la concita zione ,nè mai piùpromettenti sorti per l'Austria aveva veduto il mondo, come non m i'ella aveva fatto-sis formidabile preparazione. . 2

pratico ch' egliera, non ingan nandosi punto sulle intenzioni della potenza emola, e certificato della mala disposizionedi lei echegli parveirrevocabile, si preparavaallaguerraconman darsin Germania,ed inItalia quantisoldati poteva ri sparmiareper la necessità d'oltre i Pirenei:Ciò non dimeno Francesco, che condisegno da lungotempo orditosi muoveva,stavameglioarmato ,epiùpronto a cimentarsi. PensòNapoledne adandaregli mede, simo alla guerraGermanica,perchè

vedevachesulle: sponde del Danubio erano pervolgersi le definitive sortiechenissunaltro nome, fuorichè ilsuo,poteva pareggiare quellodel principeCarlo. Quanto all Ita lia.;;diede ilgoverno della guerra in questa parte im portante.,, al principe Eugenio, mandandogli per moderatore Macdonald. Si riposaval'esercitoItalico diNapoleone nelle stanze del Friuli, occupandola fronte a destra verso la spiaggiamarittima Palma nova,Cividale ed Udine, a sinistra verso:i monti anDaniele , Osopo,Gemona, Ospedaletto , e la PontebaVeneta sin oltrealla strada per Tarvision Le altre schiereahoggiavano a foggiadiretroguardo a Pordenone, Sacile, Conegliano sullesponde della Livenza.Unaltrocorpo,che indue alloggiamentisi poteva congiungere col primo, ed era in gran parte composto di soldatiItalianiaglistipendj-del-reguo Italico, stanziavanel Padovano, nelTrevisano, nel

> : .

À questisforzi, seNapoleoneerapart, non eracertamentesuperiore. Fece opera ditemporeggiarsi, offerendo la Russjå per-sicurtà della quiete. Mada quell'uomoastutoe

300 STORIA D'ITALIA. . 2

LIBRO VIGESINOQUANTO.- idog. t e Bassayese e nel Feltrino.Accorrevanoa presti"passi dal Bresciano e dalla Toscana-nuove-squadread in grössarel'esercitoprincipale:lItalia e la Germania commosse aspettavanon ovo destino. L'arciduca Carlomandò: dicendoalgeneralissimo di Francia;andrebbeavanti,e chi resistesse', com batterebbe.L'arciducaGiovanni, correndo ildìnove aprile,almedesimomodointimò laguerra'a Brous sier,checolle prime guardiecustodivai passidella valle di Fella, per euisuperate le fauci di Tarvisio, i aequi tal'aditoa Villaco diCarintia. Preparate le armi,pubblicavansi idiscorsi. clamava Eugenio via cerè , parlando ai popoli delregno , avere l'Austria. voluto la guerra ; poco d'ora doversene star lontano daloro: girsenea combattere i nemici del suopadreaugusto,i nemicidella Francia e dell'Italia: confi dare che sarebbero per conservare, lui lontano, quello spiritoeccellente, del quale avevano già dato conle opere si verè testimonianze :confidare chei magistrati, bene e candidamente farebbero ildebito loro, degnidel sovrano,degni degl' Italiani popoli mostrandosi.:dovunqueequandunqueeifo se,essere per conservardi loroestabile,ricordanza,,edindul, : 2 gente affetto. Dal cantosuo l'arciducaGiovanni,primadivenire alferro, nonse nestava oziando con leparole,gjudicandochepotesserosorgereper tutta Italia perlevarie inclinazioni dei popoli,graviefavorevolimovimenti: ;& Udite, diceva,Italiani, udite,-e nei cuor vostri < riponete,quanto la verità quanto la ragione da" ( C .

302 STORIA D'ITALIA.: 1 . > c « voirichieggono. Voi sietë schiavidi Francia',voi «per leile sostanze,voi la vitaprofondete. È l'Ita « lico, regno un sogno senza realtà, un nome"senzá « effetto.Gli scritti soldati, le imposte gravezze, le «usateoppressioni avoi·bastantemente fan segno, «cheniuna condizione di stato politico, che niunvestigioqd'indipendenzavi èrimasto. In tanta de pressione voi non potete nè rispettati esseire, nè « tranquilli, nè Italiani. Volete.voidinuovoItaliani « essere? Accorrete colle mani, accorrete c i cuori, « ai generosi soldati di Francesco imperatore con « giungetevi. Manda egli'un poderoso esercito inIta-' * lia :non per sete di conquiste ilmanda, ma per « difendere sestesso, maper restituire l'indepen <<denzarà tante Europee nazioni, di cui la servitù ditanto è pertantisegni certa,quanto pertanti do «lori dura.Solo che Iddio secondile virtuose opere «diFrancescoimperatore,e de'suoi potenti alleati, «fianovellamenteItalia-in se stessa felice,fia daaltri ë,rispettata: avrànovellamenteilcapodellareligione «i suoi stati,avrà la sua libertà. Una constituzione alla natura stessa ,alvero stato politico vostrocon cosentanea,saràperprosperare'le.Italichecontrade; ( e per allontanardaloro ogn insulto diforza fores « tiera. Promettevi Francesco sì fortunate sorti : sa « l'Europa", essere la sua fede*tanto immutabile « quanto pura;il cielo, ilcielo vi párla perbocca edilui.Accorreté, Italiani; accorrete: chiunque cervoi sïate ; o qual nome raggiate', o qual setta « amiatê,purchèItalianisiate,senzatemenzaalcuna # . ;

> 9 . 9 2

LIBRO VIGESIMOQUARTO, 1809. 303 « a noi venite. Non per ricercarvi.,di quanto-ayéte « fatto , ma per soccorrervi e perliberarvi siamoin acospetto dell'Italiane terre comparsi. Consentirete « voi a' restarvi, come ora siete, disonorati e vili? « Sarete voida meno chegli Spagnuoli,eroica gente, a chealtamente dissero; e che più altamentefecero « che non dissero?Meno che gliSpagnuoli amino, ( amatevoi forse ivostrifigliuoli, la vostrareligione, «.l'onore e il nomedella vostra nazione ? Abborrite « yoi forse meno ch'essi, il vergognoso giogo a cui «v'banpo ti coloro, che con belle parole v'ingancuarono, che cop tristi fatti vi lacerarono? Avvertite , «Italiani,é negli animivostri riponete ciò , che ora <conragione econ verità vi diciam noi, chequesta « è lasola, questa l'ultima occasione che a voi si « scopre,di vendicarviin libertà ,di gettar via dai a vostri colli.il d ro,giogo che su tutta Italia s'ag «grava: avvertite, eneglianimi vostri riponete, a chese vorora non virisentite, e se neghittosi an a coravi state ad osservare, voiviinetteteapericolo, « quale deidue esercitiabbia ad aver.vittoria,dinon ' essere altro più che unpopoloconquistato,che un « popolo cosi senza:nome, come enza diritti. Chese apel contrario con animi.for i vi risolvete a.con agiungere con gli sforzi dei vostri liberatori ancoi « vostri, e se con loro andate a vittoria,avrà l'Italia «povella vita,avrà ub grado fra legrandinazioni « delmondo , erisalirà fors anche alprimo , come già il primo siebbe, Itàliani, più avventurosesorti. a orsononellemanivostçeposte, in quellem niche

A questo modo l'arciduca spronava gl'Italiani; .acciò non avessero a disperarsi divedere la patrialororimanerein altro grado ched'ignominiosaeper petua servitù.Ma le sue esortazioni non partorirono effettid'importanza, perchè coloro che avevano le armi: in mano , parteggiavano ,come-soldati:'s. per Napoleon : glinermi odiavano bensì la signoria Francese, manonsi fidavano di quella dell?Austria, nèchela vittoriadi lei'fosse peresserela libertà Italia parevalorchiaro: tuttipõispaventavala ri cordanzaancor frescadelcasodiU ma. Nèappariva che fosseper«pascere alterazione tra Napoleone ed Alessandro, la qualesola'avrebbe potuto dare spec r nza probabiledi buon successo. Addi dieci d'aprile la Tedesca inolepiombav sull; Italia. L'arciduca, varcata la ammitàdei monti al passo diTarvisio, esuperato, non però senza qual- , che difficoltà per la resistenza dei Francesi,quello 2 . P.

304 STORLA ,D'ITALIA. 2 .. cc in alto alzando le faci indicatrici didottrina , di « civiltà , di-arti tolsero'il mondo alla barbarie's e dolce, e mansueto , è costumato il renderono; « Milanesi., Toscani, Veneziani, Piemontesi, e voi «tutti popoli d'Italia, sovvengavidei tempi an « dati, sovvengavi dell'antica-gloria : e tempi e agloriapotranno

rinstaurarsi",erinverdirsipiùprose peri epiùsplendidichemai,se fiaclie yoiun ge «nerosocooperaread un pigroaspettare anteponiate. «Volere, fia vittoria; volere,fiatornarvipiù lieti e4 più gloriosi,che gliantenati vostri ai tempidel maggioresplendorloro non furono. »

LIBRO VIGESIMOQUARTO . F80g. 305 . e dellaChiusa,s ávvicinava al Tagliamento.Altempo 'stesso,con abbondante corredodiartiglierie e dica valleria passava l'Isonzo,, e minacciava con tutto lo sforzo de'suoi la fronte deiNapoleoniani.Fuvviunferoce incontro al ponte di:Dignano; perchèquivi Broys iercombattèmolto valorosamente. Maingros ando vieppiù nelle partipiùbassegli Austriaci, clie avevano passato l'Isonzo, Broussier si:riparo per ordine del vicerè sulla destra; chè anzi crescendoil pericolo, andò ilprincipe a piantare ilsuoalloggiamento in Sacile sulla Livenza, attendendo continua mente araccorrein questo luogo tuttele schiere, si quellecheavevano indietreggiato,comequelle cheglipervenivanodalTrevisanoedalPadovano. Strin gevanoi Tedeschi d'assediole fortezze di Osopo e diPalmanova.Eugenio,rannodatituttii suoi ,eccetto quelli che venivano dalle parti superiori del regno Italico e dalla Toscana,sideliberava ad assaltar l'ini mico,innanzi cheegliavesse col grosso dellasuamole congiunto le altre partiche a-luisi avvicina vano. Del quale consiglio, non che lodare',biasi mare piuttosto si dovrebbe ilprincipe; poichè seb bene l'arciduca nonavesse'ancoratutte lesuegenti adunate in-un sol corpo,tuttaviasopravvanzava non pocodiforze,enonche fosse dubbioilcimento,era da temersi,che gliAustriaci sarebberorimasti súperiori; chè,se conyeniva all'arciduca, siccome fornito dimaggior forza,il dar,dentro, non conveniva al principe,che l'aveva minore: doveva. Eugenioin questo caso anteporre laprudenzaall'ardire.. * 1 IV . 20 .

306 STORIA D'ITALIA. 1

EranoiFrancesiordinatipermodo neicontornidi Sacile,che Seras e Severo i occupavano il campo a destra, Grenier e Barbou nelmezzo, Broussier a si nistra : le fanterie e le cavallerie delregno Italico formavanogranparte della destra. Fu quest' ala la prima ad assaltari Tedeschi, correva ildì sedici aprile: desto iuna gravissimacontesa nel villaggio diPalsi, da cui e questi equellirestarono parecchie volte cacciatie rincacciati: soldatiItaliani combat teronoegregiamente.Pure restò Palsiin potestàdel-, l'arciduca : egiài TedeschiAninacciosicolla loro sie nistrafornitissimadi cavallerie ,insistevano;la destra dei Francesi inoltopativa, SeraseSeveroli( i trova: vanopressati con urto grandissimo,ed in grave peri colo. Sarebbero anche stati condottia mal partito,"se Barboù dalmezzo 'yon avesse mandalo.gentefresca in loro aj to.Av ti Seras questi soldati disoccorso, preso nuovoanimo,pinseavanti contantagagliardia, che pigliando del camposcacciò il nemico, nonso tamenteda Palsi, ma ancora da Porcia, doveaveva il suo principale alloggiamento. L'arcid ca, veduto che il inezzo dellafronte Francese era statodebilitato pe] soccorso mandato a Seras.,vi dava dentroper guisa che per poco tette,che non lo rompesseinte ramente.Maentrava in questo puntoopportunamente nella battaglia Broussier; e riconfortava i suoi, clie giàmanifestamentedeclinavano : Barbouezjandiosi difendeyaconnolto spirito.Spinse allora l'arciduca tuttii suoi battaglioni,ayanti:la battaglia divenne generale su tutta la fronte.F la zuffalunga,grave

L BRO VIGESIMOQUARTOK- 1809. 307 1 ee sanguinosa, superando i Tedeschidinumerose di costanza, iFrancesid'impeto e d'ardire. Intento sommodegli Austriaci era di ricuperar.Porcia;ma contuttochè molto vi sisforzassero , non poterono maivenirne acapo. In quest'ostinatocombattimento rifulse molto egregiamente la virtù del colonnello Giflenga, mentre guidavacontro il nemico uno squà drone di cavalli Italiani. Fuvvigravemente ferito il generaleTeste,guerrieromolto prode.Durava la bat taglia già da più di sei ore,nè lafortuna inclinava. Pure finalmente rinfrescando sempre più l'arciduca connuoviajutila fronte,costrinsei Napoleoniani a piegare,non senzaaver disordinato in parte le loro schiere, e uccisolorodi molta gente Pati moltola. cavalleria di Francia : fu anche danneggiata forte : mente laschiera di Broussier, che servendo di retro guardo alle altre mezzo rotte eritirantisi, ebbe a sostenere tuttol'impetodel nemico vincitore: Sela notte, che sopraggiunse', nonavesse posto fine al perseguitare del nemico, avrebbero i Francesie gl'Italiani pr ovato qualchepregiudizio molto nos tabile: Perdetteroin questa battaglia di Sacile iNapoleòpiani circa duemila. cinquecento- soldati tra mor i,feriti e prigionieri : non mancarono deiTe's deschi più dicinquecento. Dopo l'infelice"fatto non erano più le stanze di Sacile sicure al principe'vi cere.Per la qual cosa si ritrasse, seguitato debol mente dai Tedesch ,--Seinprelenti perseguitatoridei nemici vinti, e perciò perdenti molte buoneocca sioni, sulle spondedell'Adige:Quivi yennero 'a con :

N .piccola cagione di dareinovelli.spiriti aiNapoleonianiful'arrivodi Macdonald. Fu egliveduto con allegrafronte,ma con animo pocolieto:da Eugenio , chestimavaaver a passarein luilariputazionedi ogniimpresasegna lata:Passo l'arciduca la Piave, passò la Brenta,tutto il Trivigiano, il Padovano',,e parte del Vicentino inondando. Assaltava in questo mentre Palmanova ; mácon poco'frutto :tentocon un grosso sforzo al sito fortificatodi Malghera per aprirsilastradaallelagunedi Venezia;manon sortieffetto.Siapprestava nonostante ad andar a trovar ilnemico sullerive dello Adige, sperando di riuscire nella superiore Lombardia ,dominio antico de'suoimaggiori. Non trovò nelle regioni conquistate quel seguito che aspettava. Vi fu qualche motoin Padova, ma di poca importanza :silevaronoancheinarme gli abi tatoridiCrespino, terra delPolesine, e fu per loro in malpunto; perchè Napoleone tornatos periore per levittorie diGermania, fortemente sdegnatosi, glisoggettòall'imperio militare, ed alla pena delbastoneperletransgressioni. Supplicaronodi per dono. Rispose, perdonare, ma a prezzo-:disangue: gli dessero, per essereimmolati, quattro di loro..Per intercessionedelvicere, cheteritodimollificare xanimodell'imperatore,furidotto il numeroadue: questicomperaronocoll ultimosuppliziol'indenpità della patria. S 7

308 STORIA D'ITALIA. giungersicon luii'soldatidiLamarque,chegiàstan, ziavanonelle té reVeronesi,e quelli che sotto.Du-, r tte dallaToscanaeranovenuti.

LIBRO VIGÉSIMOQUARTO.- 1809 30.9

Intanto l'arcidúca Carlo, varcato Qeno,aveva occupato la Baviera, è colsuo grosso esercito s'icamminavaalla volta del-Reno.Ognicosa pareva s queiprimiprincipj dar favoreallo sforzo dell' impe ratore Francesco. Ma parte molto principale era la sollevazionedei Tirolesi.Annidavansi negli animi di questo popoloarmigero é virtuoso molte male sod qisfazioni,Assuefatti da lungo tempo al mansueto dominio: della casa d'Austria ,molto malvolentieri sopportavano la signoriadeiBavari, comenon con uetà ,e come,se non per: antico costume,almeno · per gli esempj.freschi, efors' anche pei comanda mentiNapoleonici,dura esoldatesc :S'aggiungeva, che il re di Bavieraaveva abolito l'antica constitus zione del Tirolo,riducendolaforma politica alla potestà assoluta, anche in materiaditasse Saccorinmat darono parte segretamente,parte palesemente persecondareconogninervo l'impresa dell'antico Torosignore. L'Austria gli aveva fomentati;mandando per le montagne diSalisburgo nel Tirolo Jellacich con uncorpodi regolari." I giorno stessoin cuil'ardiduca Carlo avevapa sato l'Oeno, e l'arciduca Giovanni le strette di Tar. visio,i Tirolesi mossi daunasolamente eda un solo ardore si-levarono tuttiimprovvisamentein armi, e diedero addossò alle truppe Bavaré e Francesi,che nelleterreloro erano poste a presidio.Fecerocapo alsmoto loro un Andrea Hofer, albergatore aSand nellavalledi Râsseira:Nonaveva Andrea aleuñaqua lità eminente,dicodi quelle'alle quali il secolo,va : .

dellapatria

3ro STORIA D'ITALIÀ. preso :bensìera uomo diretta mente,ed'incorrottavirtù: Vissuto, semprenelle solitudini dei Tirolesi monti,ignorava ilvizioe isuoiallettamenti:IPari ginied iMilanesispiriti, anche ipiù eminenti, cor revano alle lusinghe Napoleoniche; povero alber gatordimontagna,perseverava Hofernell'innocente vita.Allignano d'ordinario in questasorte d'uomini due doti molto notabili, l'amoredi Dio , e l'amore : Puno e l'altro risplendevano in An. diea. Per questo la Tirolese gente:aveva in lui posto *singolare benevolenzae venerazione. Non era in lui comandò richiesto,non richiedente. D natura temperatissima,nonfumai: veduto nè nella guerra sdegnato,nènella pace increscioso",contenito alservíre odal principe,odalla famiglia. Vide vin.citoriinsolenti, vide incendjdipacifici tugurj; vide . lo strazio e la strage de'suoi; nè per questo cesso dall'indole suamoderátaed uguale: terribile nelle' battaglie, mite contro i vinti, non mai sofferseche ch le guerrieresorti avevano dato in sua potestàfosse messo amorte ; anzi * feriti dava in cura'alle Tiroles donné,cheeperse, eper rispetto diHofer, e gliaccomodavano di ogni più ospitale servimento: Distruggeva Napoleone: le patrie altrui,sdegnoso. anche contro gli amici difendeva Hofer la - suag dolce anche contro coloro che la chiamavano"a distruzione ed amorte. Lascio io volentieri'leillustri penne della vile 'età nostral darei colpevoli"fatti, deipotenti; manon mi sar ,credo, negato, ch'io col miobasso ed oscuro stilemi dilettispaziando nel e2 ?

ambizione';

LIBRO VIGESIMORUARTO. 180g. 311 so > 2 . raccontare le genérose opere dicoloro,ai quali più atrise la virtù che la fortuna,': Adunque lanazioneTirolese; al suo antico signore badando,edavendo a schifo la signoria nuova','uo mini, donne,vecchi e fanciulli da AndreaHofer or dinati e condotti, insorsero, e dallepiù profonde valli, e dai più aspri monti uscendo,fecero unimpetò improvviso contro iBavariediFrancesi. Assal tati in mezzo a tanto tumulto iBavaria Sterchinga, a Inspruck,a Hall,e nelconventodiSan Carlo, nonpoterono resistere, eperdutimolti soldati trà morti e cattivi,deposero learmi,erano eircadiecimila,inpotestà deivincitori rimettendosi.Nè miglior for tuna incontrò uncorpo, di,tremila Napoleoniani; Francesi·e·Bavariz,che in soccorsodegli altri arri väya, sotto le mura di Vildavia. Quindi:quante squadre comparivano alla sfilata o degliuni o degli altri , tante erano sottomesse dai sollevati:Nèluogo alcunosicuro, nè ora vieranoper gliassalitori; per chè da ogni parte, ecosì di notte comedi giorno , Tirolesi,uscendo dai loro reconditi recessi, e viag giando per sentieri incogniti, siccome quelliche:ot timamente sapevano ilpaese, opprimevanoall' im provviso gl'incauti Napoleoniani. Fu questa uña guerra singolare.e spaventosa, conciossiachè al ró möre delle armisimescolava il rimbombo delle cam pane che continuamente suonavano amartello, e le grida dei paesapisclamanti senzaposa,in nomediDio,innomedella Santi sima:Trinità. Tuttiquesti stropitiunitijnsieme,edall'eco dellemontagneri>

Francesco,ITirolesi vincitori sulle terre Germaniche, passatele oy delBrenner, vennero nelle Italiane, e mos, sero a romore le regioni superioria Tiento.Propa gavasiilromore'davalle in valle, damontein monte, e laTrentina cittàstessaera in pericolo, Certo era che quandol' arciducaGiovanni fossecomparso-sulle >

3ia -STORIA D'ITALIA. . percossifacevano un misto pieno"di orrore, diter roree di religione. Quest"eranolevocidiuna patria santaedoffesa. Chi con le carabinetrapassava da lontano i corpi deglioffenditori, chi con sassi sparsamente lanciati glitempestava, chicon enormi massi stra alzati gli ammaccava.Hofer composto in volto,e torreggiante per l'altae fortesua persona inmezzoa'suoi,e-solo da koro conosciuto per lei, non per l'abito cºn-. forme in tutto,a quello dei compagni, appariva ora incitante contro gli armati, ora raffrenante verso gl'inérnii, uccisore ardentissimodi chiresisteva,di fensoremagnanimodichi si arrendeva. Dovunque, equandunque andava,,era unayolontàsola perconi battere, una volontà solapercessare, e più poteva l'autorità del suo nomein queglianimibellicosi,che in soldati ordinatissimi l'uso delladisciplina, ed il timoredei soldateschi castighi. I fanciulli feceroda adulti,i vecchi dagiovani, le femmine da uomini, gliuomini da eroi; nè mai più onorevole e giusta causa fu difesa da più unanime e forte consenso. Camminavanoivinti, eranouna moltitudine consi; derabile,per la stradadiSalisburgo versoilcuoredellAustria,gratissimospettacoloa

LIBRO VIGESIMOQUARTO. - 1809 313 6rive dell'Adige, lamassa: Tirolese sarebbe calata a farglispalla; ilche avrebbepartorito un casodigran dissima importanza pertutta Italia;quest'era ildi segno dei generali Austriaci. L'imperatore Fran; cesco,sì per ajatare la cald zza di questomoto,esì, per dimostrareche non aveva mandato in dimenti canzaquelle popolazioni tantoaffezionate, mandava in Tirolo Chasteler,un generale per arte eper valore fra iprimi dell'età nostra, acciocchè nelle cose di guerra consigliasse Hofer.Mandavaaltresì, come. abbiam notato,un corpo diregolariusi alleguerre dimontagna,sotto lacondotta diJellacich , capitano: esperto e conoscitore del paese. Come prima le in segne ed isoldati dell'Austria comparirono, senti rono i Tirolesi una, contentezza incredibile, Entra vono gl'impériali a guisadi trionfo;tante erano le dimostrazioni d'allegrezzachei popoli facevano loro intorno.Le campanesuonavanoagloria,leartiglierie, e learchibuserie,tiravanoa festa:i vincitori popoliapplaudivano,abbracciavano;s abbracciavano,eranopronti a ristorare isoldatid'Austria con le più gra dite vivandedi quei monti : giornifelicissimi per \ eroico Tirolo. Quìfinirono le allegrezzedell'Austria; poichènel colmopiùalto delle suemaggiori speranze, Napo leone fatale giunto sulle terre Germaniche, é reca to i in mano ilgovernodellaguerra;vinse in pochi giorni tre grossissimebattaglie a Taun, a Abe s berga Ecmul. Per questi accidenti, fucostretto l'arciduca Carlo a ritirarsisullasinistra delDanubio , .

314 STÒRIA D'ITALI . seni 9 . $ 2 e restòapertalastrada sulla destra ai Napoleoniani per Vienna. Produssero anche le rotte dell'arciduca un altro importante effetto,equesto fu, che oltran dosi 'Napoleone alla volta di Vienna,fu forza all' arciduca Giovanni il tirarsi indietro dall'Italia , af. finchènon gli fosse impeditala facoltà diritornar in Austria,e perciò non solo l'Italia si perdeva perlui,ma ancora ilTirolo.Cosìper le vittorieaca quistate dall' imperator dei Francesi:tra Augusta e Ratisbona si cambiolacondizione della guerra.Chii aveyaassaltato, era costretto a difendersi, chi era státo'assaltato,aveva acquistato facoltàdi assaltare; Italia siperdeva perl'Austria, Vienna pericolava, èñiuna speranzarestava a chiavevamossolà guerra,che quelle dell Ungheria, della Moravia e della Boemia. Quando pervennero all'arciduca Giovannileno velle delle perdite del fratello, s'accorse, e n'ebbeanchecomandamentoda Vienna,chequello nonera:più tempodastarséne a badare in Italia, eche gli era mestiero accorrere in ajuto della parte più vi 'tale della monarchia. Ordinava adunque il suo eser: , chegiàeratrascorso oltreVicenza ritirata, solo proponendosidifare qualche resistenzaai luo ghifortiper poter condurre in salvo:leartiglierie,le"munizioni e le bagaglie; opera difficilee perico losa, con unnemico a fronte tanto svegliato e pre "cipitoso. Ritiravasi 1 arciduca, perseguitavalo il principe.Fuyvi qualche*indugio alla Brenta per larottura dei"ponti. Fermaronsigli Austriaci sulle @ JE e la JE cito 7 C e b

LIBRO VIGESIMOQUARTO 31518og. * spondedella Piave, e si deliberarono a contendere. il passo.Erano'alloggiatiinsitoforte,distendendosi colla destra sino alpontedi Priuli, stato abella posta arso dall'arciduca, e colla sinistra a Rocca: diStrada,sullavia cheporta a Conegliano. Nume rose,artiglierie rinforzavano"lafronte cheoccupava levicin eminenze in faccia al fiume; i luoghi bassi eranoassicuratida alcunetormedi cavalli, S'appre stavano iFrancesi al passo,sforzandosidi varcarea quello di Lovadina, cheè ilprincipale. Nonostante che iTedeschi furiosamente tempestassero coll'arti glierie poste nei uoghi eminenti,Dessáix venne a capodell'intento.Poipassòilvicerè, sopra esottoa a Lovadína, con lamaggiorpartedell'esercito.Ordinò tostamente i soldati sotto il bersaglio stesso dei ne mici, che con palle, ecariche continue dicaval leria l'infestavano.Pareggiossi la battaglia,che con tinuava con grandissimo furore da ambe leparti: perchè i Francesivolevano sloggiare gli Austriaci dalle alture,gliAustriaci volevano rituffari:Francesinel fiume.Nonrisparmiavano nè ilprincipe nël'ar ciduca,inquestå terribile mischia,afatica od ape ricolo,oracomecapitani comandando,ed ora come soldati combattendo. Era it conflitto tra la Piavee Conegliano ;,fossi profondimunivano la fronteTe desca. Diedero dentro iFrancesi, Abbe a destra, Broussier;in mezzo-, Lamarque a sinistra: seconda vangli Pully, Grouchy,Giflenga.Dopo ostinato af fronto i soldati dell'arciduca furono-costretti a pre gâre la fortuna sfscopriva afavordelprincipe. -

Poi pressando vieppiù il nemico, cercaroño salva mento in Sacile. Fu'molto grossa questabattaglia, e molto vi patirono iTedeschi : tra-morti, feriti eprigionieri, iperdutisoinmarono circaa diecimila.. Morironofra gli altri, o vennero in potestà del vin citore,i generaliWolskell, Rissner eHager.Perdettero quindicicannoni,trenta cassoni,moltomuni: zioni ebagaglie. Dei Napoleonianimancaronotramorti eferiti circatremila."Principal onorein questo fatto riportarono dalla parte dei Francesi, oltre il p incipe,Dessaixe Pully,da quella dei Tedeschi,ol tre l'arciduca,Wolskell, che fini poco dopo perle ferite l'ultimodì della suavita con moltorincresci meuto de'suoi, perchè era veramente valoroso,e perito capitano diguerra. Continuava l'arciducaa ritirarsi, il principe a se guitarlo. Passò ilFrancese facilmente la Livenza,dif fieilmente il Tagliamento,Inondando i Napoleoniani con la cavalleria ilpianoe levalli,scioglievànol'as= sediod'Osopo edi Palmanova. Diviseilvicereisudi in due parti,mandando la primaalla volta deipassi di Tarvisio verso la Carintia ;la secondasottolacon dotta di Macdonald verso la Carniola. L'intento era e

316 STORIA D'ITALIA > Restavaa superarsiil molinodella Capanna,dovei Tedeschi ostinatamente si difendevano. Lamarque ajutato da Durutte, superati velocemente i fossi', e caricando conle bajonette, 's'impadroniya final 'mentediquel fortesito;ilchefece del tutto sopray nonvanzarelesortidiFrancia.SiritiraronogliAustriaci,senzadisordinenelleordinanze,aCnégliano.

LIBROS VIGESIMOQUARTO. ;- 1809. > 1809, 317 disospingere con quella;occupandolaCarintia e la Stiria,"il nemico sino airecessi dell'Ungheria, edi congiungersi in tal modocoi Napoleoniani diGerma nia; con questadiaccennare àLubiana, edicoope rare con M rmont,che a gran.passisiaccostava ve nendo dalla Dalmazia. L'unoe l'altro disegno riusci rono aquelfine, cheilcapitanodiFranciasiera pro posto; eonciossiachè.DessaixeSerasprendendo con tinuamentedei monti, e cacciandosiavanti per, le valli di Pontebae diPradele,dellaFelaedellaDogna iTedeschi, siavvicinavano alsommo giogo,che disz parte le acque del Mediterraneodaquelle del mar Neró,Incontrarono un primointopponei fortidiMale borghetto ediPradele.Tentò eras di corronipere con danariil comandante di Malborghetto.Ricusò il Tedesco contrattazione tanto abbominevole : anzi combattendovalorosamente, éconfortando congrayieviriliparole icompagni-alladifesadel forte, edalla salute dellapatria, vi finì una onorata vita con una gloriosa morte.Duolmi dinon aver conosciuto il nomedi questo virtuosoAustriaco,poichèmisarebbe statocaro il mandarlo ai posteri in questemiestorie, i due forti: superava il vicerè il passo diTarvisio, ed entraya volta di Judenburgo di Stiria incamminandosi. Jellacich cacciato dal. Ti rolo perle armidelmarescialloLefebvre,mandatovi da.Napoleone dopo levittorie di Rastibona,perde quasi tuttii suoia San Michele diStiria.Seras,pas sa ii monti diSomeringa, ed arrivato a Scottvien,si 2 1 Ottenevano finalmente i Napoli, edentraya vincitore nella Carintia, all.

( 1 3 * .

318 STORIA D'ITALIA .. . 1 r

Mentrequeste cose accadevanosullasinistra del vicerè, Maodonald sulla destra'ayeva occupato , pas. sando per Monfalcone eDuino,Trieste. Da questo, luogosiera incamminato versola Carniola per impàdronirsi di Lubiana, città capitale, copperare, con Marmont, equindi per la strada maestra che daLu= bianaporta a Gratz, condursiinquest' ultimacittà colfine di essere in grado di menarnuovi soldatia Napoleone. L'arciduca Carlo tenevaancora ilcampo 1 grosso, e minaccioso. Trovava Macdonald un duro intoppo in Prevaldo;mapartedi fronte assaltandolo, éparte girandoaifianchi, l'acquistava. Collamede ima artedi accennar aifianchiedalle spalle costrin geva alla dedizione quattromilaAustriaci,che difendev noLubiana, e vi entravatrionfando. Acquistata così pobile vittoria, se ne giva;,lasciatiin Carniola presidjsufficienti,aGratz.Quivi'fermossiaspettando, che Narmont:lo venisse atrovare dalla Dalmazia. Comeprima il generale dei.Dalmaticiebbe avviso, che l'arciduca Giovanni, costretto dalla nec ssità della guerra d'Alemagna, si era mosso dalVicentinod perritirarsi dall'Italia,si era messo in camminoperandar acongiungersi a cosè maggiori col grosso dei Napoleonjani.Partitosi adunque da Zara, esuperati i Tedesch , che gli vollero contendere il passo al inonte diChitta ed a Gràcazzo,si approssimavaalla terra di Gospizza, forte di sito perle molte acque che la circondano,eperesserviiilnemicomolto in

congiungeva con le prime scolte dell'esercito Gerr manico.

LIBRO VIGESIMOQUARTO, . 3191809. > grøssåto:Erano,}a più parte,Croati, Fuyvi uncom battere molto fiero sì in una battaglia stabile; e siallacampagna sparsa, Vinse, dopo molto sangue, lafortunadei Napoleoniani,Sapersero,per la vitto riadiGospizza,facili lestradeal capitanodi Francia; perchè da un incontro in fuori,ch'egli ebbe col re troguardonemico ád Ottossa, non glifu più oltread contrastato ilpasso. Occupò successivamente Segrae Fiume, e trovatiicompagni in Istria, s'incamminava. a gran giornatea Gratz. Aquesto modo tutto l'antico Illirio venne in potestàdiFrancia.Il vicerè,raccolte tutte le squadre,esololasciatele guernigioni,necessarie'neiluoghipiùopportuni, passava imonti di Somer nga, eper lavalle dell Arabone, oGiavarino, chei moderni chiamano Raab, verso il Danubio ça landosi,andavaafarsipartecipedelleimpresedelpadre.L'enfasiNapoleonicaquivisispiegava:<0bene « O « v'avvenga,diceva in uno scritto mandato fuori a.. a posta , esiate ben venuti,o soldatimieidell' eser, « cito Italico: 'sorpresi da un nemico perfido prima a chele vostre colonnefossero unite,finoall' Adige « ritraeste ipassi; ma quando ordinaivi dimarciare « avanti,e quelliesserei campid'Arcote ricordaivi, uvoj vinceste ventibattaghe,voiconquistaste venti «cinquemilaprigioni,voiseicentocannoni,voi dieci «bandiere: nè la Sáva,nè laDrava, nè laMura,nè « le strette di Tárvisio,nè glita prigioghidella So «meringa vi arrestarono : quel Jellacich, primo aus « toredell'uceisionedeinostrinel Tirolo,pruovodi « chesapesserolebajonette vostre :"voifeste pronta à 1

320 STORIA D'ITALIA .. ç giustizia di quelli avanzi fuggitidallo sdegno del degrande esercito : o beney'avvenga, esiate ben vè:«nuti, ovoisoldati,che operaste, chequegli Aus«triaci d'Italia, che,perpoco d'ora ebbero contami «nato con la loro presenzalemieprovince, vinti, « dispersied annientati, servisserod'esempio della « verità di questa divisa, Dio mela diede,guaia chi à la toccà.Sono , o soldati,contento divoi,» A queste intonazionidiNapoleone si stringevano nellespallegli uominisavjetemperatí,iquali, peramoreanche dellagrandezza di lui,avrebberodesideratomaggiormoderazione; ma Napoleone non conobbe la. gran dezzadella modesti . Il giornoquattordici di giugno,anniversariodella vittoria di Marengo, viñceva il principe Eugenio sottole muradi Giavarino una grossissimabattaglia contro l'arciducaGiovanni, che saliva per lesponde delDanubio in ajutodelsuo fratelloCarlo.Fu questa battagliabene,econarte egregiacombattutadalvi cerè. Nèio voglio defraudare delladoyutalaudel'ar ciducà, che in mezzo a tanto tumulto,a tanti spa venti, a tanto precipiziodellecoseAustriache, con servòla mente immota ,eleschiere ordinate: Com' battè coi retroguardi valorosamente, tenne ranno dati gli antiguardi,e dopo tante:battaglie,edunaritirata di tantospazio, risorsepiù potente diprima neicampi di Giavarino, esenon fosse stata la pre stezza del.vicerè,avrebbeforse cambiatodatristi in liete le sorti delfratello gugusto.Piacemi in questo Juogo dire,di-Eugenio èdiGiovannifavellando, 7 2

LIBRO VIGESIMOQUARTO. 1899. 321 pace, Con che giovani ambidue,sefurono d'età påri, furono anche di valore, ma Giovanni più modesto per la natura della casa, Eugenio più borioso per gli sproni del padre,degno l'uno di difendere la propria patria, nondegnol'altro di distruggere lepa trie d'altrui. Il di sei di luglio periva la mole Austriaca nei campidiVagria.Quivi fu prostrato l'arciduca Carlo : Napoleonedivennepadrone di quell'antica e grande monarchia. Si trovò facilmenteforma di concordiaperladepressioned unadelle parti:consentì l'impe råtore Francesco a condizionidurissime di .sentìanche,prevalendo in lui ad ogni altro rispetto la salute dello stato,a quelloche erapiù duroancora chetutte le altre condizioni,dico alcongiungere la propriafigliuola Maria Luisa in matrimonio'a colui, che era la ruina dellasua casa, eche principiante e durante la guerra, l'aveva chiamatocoi nomipiù vituperosi. Il dì quattordici ottobre si stipulavain Vienna, per lo stabilimento delle cose comuni, dal signor di Champagny per parte di Napoleone edal :principe di Lichtenstein perparte di Francesco,il trattato di pace, Cedeva l'imperatore Francescoall imperator Napoleone,oltremoltialtripaesiinGermania ed in Polonia,la conteadi Gorizia, il terri torio diMonfalcone, la contea ela città diTrieste, il ducatodi Carniola con le suedipendenzenelgolfodi Trieste, il'cireolodi Villaco nella Carintia,contutti ipaesi situati sulla rivadestra della Saya,dal punto incui questo fiume esce dalla Ca niola, fin dove 2 C IV . 2 |

322 STORIA D'ITALIA. tocca lefrontiere della Bosnia, nominatamente,, una parte della Croazia provinciale, seidistretti della Croazia militare, Fiume, ed il littorale Un gherese, l'IstriaAustriaca col distretto di Castua, Picino, Buccari, BuccarizzaPortore, Segua, e le isoledipendentidaipaesiceduti,etutti glialtri ter ritorj.qualsivogliano situati sulla destra delfiume, il filo delle acquedel qualeavesse aservire dilimite fra idue stati: perdonasse.Napoleone ai Tirolesi,Fran cescoai Polacchi:/ Austria ce asse ognirelazione coll'Inghilterra. Napoleone sempre intento a torrela riputazionea'suoi amici per torloroposcia lostato, fece inserireneltrattato un capitolo,percuil'Austria siobbligava a cedere all'imperatore Alessandro di Russia,cheera stato, contro ogni ragione, oziosa mente riguardando il processo di questa guerra, nella partepiùorientaledell'anticaGallizia un terri torio, che contenesse quattrocentomila anime, non inclusaperòlacittàdi Brodi; ilquale capitolo accetto Alessandro, benchèfossespoglia di unamico,che ne ricevette grandissima molestia. Diquesta stipulazione nonmerita riprensionel'Austria, siccomequella che: viconsentà perforza. Dello sforzatore poi edellac cettatore, chiabbiameritato maggior biasimo, fac l mente il giudicheranno iposteri. Questo fine sorti rono la presa d'armi, ed il poderoso apparato di guerra dell'Austria, e questa concordia fu obbligat d'accettare. L'Europa viemmaggiormente siconfer maya inseryitùdiNapoleone.

L'Austria percossa da tanto infortunio quietava 2

LIBRO VIGESIMOQUARTO. 1809. 323 , no; per lapace;maera dolorosa la suaquiete. Oltrela perduta potenza, l'infestava l' insolenza del vinci tore, e l'aggravavanolegrossissime imposizioni.Solii Tirolesi non cedevano al terrore comune, e con l'armi inmanocontinuavano a difenderequel soyra che già; depostelesue, aveva dato moltenobili partidel suo dominio, e loro stessi in potestà delvin citore. Ilprincipe Eugeniodalle suestanze di Villaco gli esortavaaposare, mainvano. Più volte combat tuti dai Francesi, daiSassoni e dai Bavari,più volte batterono, e più volteanco battuti, più volte risor sero. Vinti,si ritiravano alleselveimpenetrabili,ai monti inaccessibili; vincitori, inondavano le valli,e furiosamente cacciavano il nemico. Vinti, erano trat taticrudelmentedaiNapoleoniani; vincitori, tratta vano i Napoleonianiumanamente; siccome gente religiosa, vinti, con segni di grandissimadivozione pregavano dalcielo miglior fortuna alla patria,vincitori,coi medesimi segniilringraziavano. E'furono visti, dopo diaversuperatocon incredibilevalorei soldati diLefebvre,e restituitoalibertà coloro,chesi erano arresi,scorrenteancora il sangue,e presentií cadaveri dei compatriotti edeinemici,gittarsi tutti al punto stesso, dato il segno da Hofer, coi ginocchi a terra,ed in talpietosa attitudine,tra lacrimosi e Dio dell'acquistata vittoria. Echeggiavano imontiintorno deidivotiedallegrisuoni mandati fuorida*religiosi e forti petti.Infine sottentrandocontinuamente genti fresche"a genti uccise, abbandonati datutto ilmondo, anziquasi é 2 2 .glieti rendere grazie,

Sulfinire delpresente anno Andrea Hofer siriti rava con tutta lasua famigliaad,un povero casalefra montagnee nevi altissime, dolente per la patria, tranquillo per se.MaNapoleoue erasitibondodel suo sangue. Perciò,fattolo con tutta diligenza cercare e. ricercare,gli riusci ditrovarlonelsuorecondito re cesso. Batterono alla por à i'Napoleoniani soldati, erala notte deivenzette gennajodell'ottocentodieci. L'aperse Hofer; veduto che era venuto in forze al trui, con semplicità eserenità mirabile ; « Son io, a disse, Andrea Hofer; sonoinpoter diFrancia:fate « dimeciò che s'aggrada;mavipiacciarisparmiare «lamia donna e i miei figliuoli :son eglinoinna «centi, nè de'fatti miei obbligati. Così dicendo, diessiin potestàdei-Napoleoniani.

Diedesicon lui un giovinetto di fresca età, figliuolo di un medico di Gratz, venuto, cosi muovendolo la virtù del Tirolese. a trovarl ,ed adedicarseglioa vita o amorte.Con-dotto a Bolzano,l'accompagnayano la madre, ed un figliuolo ditenera età.Ultimodestiño glisoprastava. Fu ilfigliuolo lasciato stare aBolzano,lamadreman data aPasseira ad aver cura di trealtrifigliuoli ancor bambini,iquali,se ora avevanoil padreprigioniero, prestoildovevanoayermorto.

324 STORIA D'ITALIA: tutto ilmondo combattendocontro di loro, cessarono iTirolesi;nondalvolere, ma dalpotere,e neimon tuosi-ricettiloro ricoveratisi aspettavano occasione, in cuipiùpotesse la virtù chelaforza.Il Bavaro do minio sirestituiva nel Tirolo Tedesco ; cedè l'Ita lianoin possessionedel regno Italico.

Púre non se n'accor : a

LIBRO VIGESIMOQUARTO. - i8og. 325 gevanoperla fanciullezza;il chemuoveva viemmag giormenteacompassione.Accorrevanoi popóli smar rii dovunque iNapoleoniani con Andrea legato pas savano, o nel TiroloTedesco, 'o nell'Italiano chesi fosse, alzando per dolore gli occhial cielo, e lacri mando, è sclamando, e la memoria del diletto ed in felice loro capitanobenedicendo.

Lepalle soldatesche ruppero in Mantovailpatriopetto d'Andrea, luinon theintrepido, quieto in quell'estrema fine. Ostò ad Andréa l'etàperversa: fuchiamatobrigante, fuchia: matoassassino.Certo, se le lodi sonostimoloa virtù , lagrimevole e disperabilcosa è il pensareal destino diHofer.

Acquistatatantavittoriadell'Austría,edeponendo ogni simulazione, nonconobbe più frenoNapoleone: l'antica cupidigia diRomagli veniva inmente.Piac quegli per maggiore scorno dell'Austria, che sul principiar"della guerra aveya favellatodi liberare e restituire ilpapa, decretare il dì diciassette 'maggio in Viennastessa queste cose:considerato,che quando Carlomagno imperatoredei Francesi,e suo augusto antecessore,diede in dono 'ai'vescovidi Roma pa recchi paesi, gliene cedè loro à titolo di feudo col solo fine di procurare sicurezzaa' suoi sudditi , e senza che per questo abbia Roma cessato di esser parte del suoimpero;'considerato ancora,che daquel tempo in poi l'unione delle due potestà spiri tòalee temporale era stata,ed ancora era', fonte eprincipiodicontinuediscordie,chepurtroppospesso isom ní pontefiei i eranoserviti dell una'per sose 1

326 STORIA DIPALIA 1 . > . .

tenerele pretensioni dell'altra, e cheper questole faccende spirituali, che pernaturapropria sono im mutabili, si trovarono confuse colle temporali sem premutabili', a secondadei tempi, considerato final mente, che quanto aveva egli proposto a concilia zione dellasicurezzade'suoisoldati, della quietee della felicità de' suoi popoli,, della dignità e della integrità delsuo-impero colle pretensioni temporalideisommi ponteficiz, era stato proposto:indarno;.intendeva,volevaed ordinava,cheglistatidelpapa fossero, e restassero unitiall'imperoFrancese, chela cittàdiRomaprima sededella cristianità, etanto piena d'illustri memorie , fosse città imperiale elibera, e che ile speRomana grandezza, chean corain piè sussistevano, a spesadel suo imperiale tesoro fossero conservati emantenuti; cheil debitodelpubblico fosse debito dell'impero; che le rer dîtedel papasiamplificasserosino a duemilionidi franchi, e fossero esentiche le proprietà e palazzi gnicarico e prestanza; santo sero soggettiad alcun aggravio di tasse,ed a nissuna giurisdizione o visita, ed oltre a questo godessero d'immunità speciali; chè finalmente una consultastraordinaria il primo di giugno prendesse"posses sione'a suo nome degli tati del papà, ed operasse, cheilgovernosecondo gliordinidellaconstituzionevifosse'recatoinattoil primogiorno dellottocen' 'todieci. Nè mettendo tempo inmezzo, chiamava il giorno stesso dei diciassettemaggio alla consulta ciali; che i segnidileggimento avesse forme 9 a

Miollis, creato anchegovernatore generale e presi dente,Saliceti,Degerando, Janet,Dalpozzo, eper se gretariounBalbo, figliuolodel conteBalbodiTorino.

.

LIBRO VIGESIMOQUARTO. 1809. 327

«

Fra questa persecuzione barbara consolaci e con « fortaçi il pensiero dello essere insì grave calamità, & caduti,non peroffesaalcuna da noifattaall' im reperatore dei Francesi, od,alla Francia, alla Fran «cia statasempre nostro amore e nostracura'pre « diletta, nè per alcunintrigo di mondana politica, «ma per non aver.voluto tradirenè i nostridoveri, «nèla nostra coscienza.Se non lecea chiunquela areligione cattolicaprofessadi dispiacere aDio pera piacere agli uomini, molto menoconviensi a chi « di :questa medesima religione è capo,ed insegna« tore supremo. Obbligati inoltreverso Dio, obbli « gati verso la chiesa a trasmettere ai successori « nostri intattied intieri i nostridiritti , noipro « testiamo contro diquesta nuovae violenta spolia '

Aquesto modo veniva Roma in potestà imme diatadi Napoleone, ed ipapi, dopo una possessione di mille anni, furono spodestati del dominio tempo rale. Ad atto cosigrave ed insolito selamava Pio, e conla sua pontificale voceatutto ilmondo gridava:« Adunque sono adempite le tenebrose trame dei ne «mici della sedia apostolica? Adunque dopola vio «lenta ed ingiusta invasione della più bella e più « considerabil'partedeinostridominj,spogliatisiamo, « sotto indegni pretesti , .con ingiustizia somma « della nostra sovranità temporale, concui la inde «pendenzaspiritualenostraèstrettamente congiunta!

328 STORIA D'ITALIA: . zione, e nulla dichiariamo, e di niunvalore la'oc a cupazione testèfattadeinostridominj,Ricusiamo, « é con fermaed assoluta risoluzione rifiutiamoogni «rendita o pensione,chel'imperatoredei

Francesi pretende fare a noi, ed ai membri delnostrocolle «rgio Taccia d' infame obbrobrio in cospettodella ** chiesa incontrerèssimo, se il vittoed ilvivernostro « accettassimo dalle mani dell'usurpatore dei nostri «beni. Rimettiamcenenella Provvidenza, rimettiam acene,nella pietà dei fedeli, contenti alterminare «per tale guisa nella mediocrità-questavitaoggimai piena ditantidolori, e di tanti-affanni.Proster « niamci noi, e con umiltà perfetta i decreti impe onetrabili di Dio adoriamo : prosterniamci, ed a favore deinostrisudditi la sua divina misericordia « invochiamo', dei nostrisudditi , nostro amore e a nostra gloria, iquali, fattosi da noiquantonella «presente occorrenzadal debito,nostroera richiesto, «esortiamo ad amar la religione, a conservarsi in con pianti econ « gemitiscongiurare, tra il vestibolo e l'altare pro-. « strati, il supremo padre della luce, acciocchè si adegni cambiare in meglioi consigli perversi di co -«loro, da cui sono i nostripersecutori mossi. » Ilgiorno appresso, in cuim ndava fuori dal suo pastorale pettoqueste lamentazioni,fulminava papa Piola scomunica contro l'imperator Napoleone, é contro tutti coloro che con lui avessero cooperato all'occupazione degli stati della chiesa, emassima mente della città di Roma. Fulminò altresì l'inter :9 « fede, a pregare, ed instantemente servarsi in >

Dáta la sentenza, siritirava nei penetrali del suo palazzo, attendendo a pregare,edaspettando quello chelanemicaforzafosseper

LIB O VIGESIMOQUARTO.' + 1809. 329 >detto controtutti i vescovi,e prelati si secolariche regolari,i quali nonsiconformassero a quanto aveva statuito circa i giuramenti, e le dimostrazioni pubBliehe verso ilnuovogoverno.

ordinare di lui.Fe' chiu derediligentemente le porte, e murare gli aditi del Quirinale, acciocchè non sipotesse pervenire nelle internestanzesino alla sua persona,se non con ma nifesta violazione del suo domicilio. Informarono i Napoleonianiil loro padronedello sdegno del papa, edellafulminatasentenza: pregarono', ordinasseciò che avessero afarsi. Rispose, rivocasse il; papa la scomunica, accettasse i due milioni : quando no, l'arrestassero, ed il conducessero in Francia.. Düro comando trovoduri esecutori. Andarono la notte dei cinque luglio sbirri,masnadieri'; galeotti, e con loro cosaincredibile, enerali-e soldati'Napoleonianialla violazione della pontificia stanza.Gli sbirri, i ma nadieri ed igaleottiscalarono ilmuro alla panat tiera, dov'erapiù basso,ed entratí'aprirono laporta aiNapoleoniani,partegente d'armi, parte digrossa' ordinanza. Squassavansi le interne porte, scuote vansi icardini, rompevansii muri: il notturno ro more distanza in istanza dell'assaltato Quirinalesi propagava:lefacelleaccese,che partedileguavano,parte vi ppiù addensavano"l'oscurità della notte, accrescevano terrore alla cosa.Svegliatia sì grandeed improvviso fracasso; tremiavano i servitoridel

Radet pensando agliordini dell'imperatore, venne tostamente intimando alpapa, accettasse i due mi lioni; rívocasse la scomunica; altrimenti sarebbe preso'e condotto in Francia.Ricus) -non superbámente, mapacatamente, il chefu maggior forza, il pontefice la profferta. Poi disse',perdonare a lui, esecutore degli ordini : bene maravigliarsi, che un Diana,suo'suddito, s'ardisse di comparirgliavanti, e difarealla dignità sua tanto oltraggio; ciò non ostante,sog iünse, anchea lui perdonare.Fattosi dal papa il rifiuto trapassava a protestare, dichiarandonullo, edi iniun valore essere quanto contro

Vestivasia frettadegli abiti pontificali: voleva che rimanessetestimonio al mondo della violazione, non solamentedellasuapersona,maancoradelsuo grado e della sua dignità.Entrò per forza nella pontificia camera ilgenerale di gendarmeria Radet,cui accom pagnavaun certo Diána ,che per poco non aveva avuto il capomozzoaParigi per essersi mescolato in na congiura contro Napoleone conloscultore Ce racchi, ed ora si eramesso,nonsolamente a servir Napoleone, ma ancora a servirlo nell'atto più con dannabile , che da lungo tempo avesse commesso.

luiPacca cardinale, chiamato"a destino peggiore di quello del pontefice, per avere in tanta sventura eprecipizio serbato fedealsuo signore:pregavano; e

330 STORIAD'ITALIA. papa: solo Pio"imperterritosimostrava:Stavacon

vicendevolmente si confortavano. Edecco arrivare i Napoleoniani, atterrate o fracassate tutte leporte, alla stanza dell'innocente e perseguitato pontefice.

LIBRO VIGESIMOQUARTO. 1809. 331 di lui, controlo statodella chiesa , e contro la Ro mañasede aveva ilgovernoFrancese fattoe faceva; poidisse, essere parato;di lui facesserociò chevo lessero, desserglipure supplizio e'morte, nonavere l'uomo innocente cosa di che temere siabbia. A questo passo ,preso conunamano un crocifisso,coll' altrailbreviario, ciò solo gli restava ditanta gran dezza, in mezzo ai vili uomini 'roinpitori del suo palazzo, ed aisoldatiNapoleoniani, che nonavevano abborrito dal mescolarsi con loro, s'incamininava dove condurre il volessero. Gli offeriva Radet, desse ilnomedei più fidi, cui desiderasse'aver compagni al suo viaggio. Diedelo, nissuno gli fu conceduto: Fugli perforza svelto dal grembo Bartolomeo Pacca cardinale. Poifu conpresto tumulto condotto,assiè pandoseglid'ogn'intornolearmiNapoleoniche,nella carrozza chea questo fine era stataapparecchiata , è con molta celerità incamminato alla volta della Toscana. Solo eracon luiRadet.Mentre gl'indegni fatti notturnamentesi commettevano nel pontificale palazzo,Miollis sorto a vegliar l'impresa, senestava ad udire i rapporti che ad ogni momento gli per enivano nelgiardino del contestabile, nonso sea caso o a disegno,passeggiando. Certo, in tale acci' dente il nomedi contestabile faceva un suono spa ventevole ; perciocchè ricordava Clemente settin Non era senza sospetto il generale Napoleonico di qualche romøre."Per questoaveva scelto la notte", comandato prestezza, chiamatoduemila Napolitan sottocolore di mandargli nella superioreItália: 3

332 ITALIA.STORIA D 7 non Stupore,ed orrore occuparonò Roma, quando , nåto il giorno, vi si sparsela nuova della commessa enormità. Portavano i carcetatori ilponteficemolto çeleremente pei cavalli delle poste per prevenir la fama. Tanto temeva il padrone ditutte armiuna reJigiosa opinione. Transmettevansi l'uno all'altro i gendarmi di stazione in stazione il cattivoe.potente Pio. Quel diGenova, temendo diqualche moto in riviera diLevante, l'imbarcava sur un debole schifo, cheveniva da Toscana.-Addomandò ilpontefice al carceratore,se fosse intento del governo di Francia diannegarlo.Rispose negando. Postopiedea terra, ilserrava nell'apprestate carrozze inGenova: pena di morte se i postiglioni galoppassero.Sostossi . inAlessandria, come in luogosicuroper le soldatesche, a desinare. Poi traversossi il Piemonte con velocità divolo a Sant'Ambrogio diSusa, il carce rator apprestava i cavalli perpartirecon maggior celerità, che non era venuto. Lasso dall'età, dagli affanni, dalviaggio,laddomandava ilpontefice,se Napoleone.il voleva vivo o 'morto. Vivo, rispose. Soggiunse Pio,adunque staromniquestanotte in Sant'Ambrogio. Fu forza consentire. Varcavano il Cenisio: gl'Italianipopoli nonravendopotuto perla velocitàvenerare il pontefice presente, ilvenerarono lontano, pietosamente visitandoiluoghidoveavevastanziato,per dove era passato.:sacri gli chiamavano perisventura, sacriperdignità,sacriper santità. Semi didistruzionediNapoleoneeranoquesti ; già le profeziedi Piosiavveravano, giàlapienezza

LIBRO VIGESIMOQUARTO. - 1809 333 dei tempi si avvicinayá. Pacca fedele fu einandato come se-fosse un malfattore, nel forte di Pietracas tello presso a Belley; funesta stanza d'ogniinno cente , che nonpiacevaa Napoleone.Fu lasciato il papafermarsi qualche giorno inGrenoble;poimesso dinuovo inviaggio,Comesealtrastrada nonvifosse, f fatto passare a Valenza di Delfinato, stanzadi mortedi Pio sesto,atto tanto più incivile, quanto non necessario,PerAvignone, per aix, perNizza di Provenzail condussero a Savona,strano viaggio da, Roma perFrancia aSayona. Macelavasi la partenza, celavasiil viaggio : salvo coloro,che presenti veder. vanoil pontefice, niuno sapeva ;perchèdelle lettere dei privatipoche parlavano, delle gazzette niuna., dove fosse, nè dove andasse. I Francesi colla me desima riverente osservanza l' onorarono , con cui avevano onorato gl'Italiani : il trattarono i pre fettidei dipartimenti con servimento erispetto::così aveva comandatoNapoleone. Napoleone vincitoredell'Austria tornava in Fran çia nella imperial sede di Fontainebleau. Ideputati Italiani, tal erastatoilconcerto el'ordine,giàl'aspet tayano per le adulazioni,Moscati,GuicciardieTesti pelregno Italico; Zondadari cardinale; arcivescovo di Siena,e grand' elemosinieredi Elisa principessa, Alliata, arcivescovo di Pisa, un Chigi, un Lucci, un Mastiani, un Dupuy, un Benvenuti ,un Tom . maso Corsini per la Toscana ,il ducaBraschi, ilprincipe Gabrielli,ilprincipeSpada,ilduca diBrae ciano,il cavaliereFalconie i, il conte Marescotti,il

Braschi, nipote cheera «di Pio sesto perseguitato, sussiste quel Campido « glio, sulquale asceserotantiillustriconquistatori: asussiste, ed addita a voi,Sire,gloriose vestigia, 'e «seggio degno del vostro nome immortale. Quivi «risorge, quivisi rinverde quel serto d'alloro ,che Nervadepose nel tempio, di Giove. Voi solo potete « çon Pombravostra renderlo sicuro da qualunque « insultonemico, come l'aquila" di Trajano dalle & offese delGermano', del Parto, dell'Armeno, e del «Dace ilpreservava. » Braschi a Napoleone signore parlò diCesare, di Nerva,e diTrajano : avrebbeanche potuto toccare diqualche altro,.e non avrebbespiaciutoa Napo leone, che accusava Tacito di aver calunniato Ne rone. Ma come e perchè parlasse di,Camillo e di Scipione, io non lo so;perciocchè Napoleone era solito dire, cheitempidiRomadaTarquinioaCesare

eranoepisodio,e che iveri e legittimi tempiRomani soloeranogliscorsi sotto ire, e sottoglimperatori: cosìnon redei Romani, madi Romachiamò poscia il figliuolo ,che ebbeda Maria Luisa Austriaca. A tanto dipazzia eragiunto quest'uomo, che dopo di aver distrutto lerepubblichemoderne,volevaanche 7

+

334 STORIA D'ITALIA. marchese Salombri,ilmarcheseTravagliniperRoma.

Moscati orando, ringraziò delledate'leggi; Zonda dari della data Elisa. Per Romavi fù maggior magniloquenza. Braschi, oratore della città dei Setté Colli , favello dei ci pioni, dei Camilli , dei Cesari, delpadre Tevere. « Sussisteancora,soggiunse

distruggere le antiche. Purei moderni repubblicani fecero cose di fuoco, e guerre incredibili perlui. Dal canto loro i re',per quel suo odio contro le repub bliche, il fomentarono, e se lo tennero caro cre dendo, ch' ei fosse venuto loro in concio ad un belbisogno. Ma gliene cos e loro, eil mondo lo sa, ed eglino i primi per modo che io spesso nerisi, epiù spesso ancora ne piansi.

Rispose il sire ai Romani., sempre pensare alle, famose. geste dei loro antenati : passerebbe l'Alpi perdimorarsiqualche tempocon essoloro : gl'imperatori Francesi suoi predecessori avergli scorporati dall'impero ,e dati in feudo ai loro vescovi,mail bene de'suoipopoli non ammettere più alcuna divi sione. Sotto le medesimeleggi, sotto il medesimo signore aver a vivere Francia ed Italia : del resto , averloro bisogno diun bracciopotente, e luiavere questo braccio, e volerlo usare abeneficio loro : ciò non ostante non intendere, che alcuncambiamento fosse fatto, nella religione dei loro padri; figliuolo primogenito della chiesa non voler,uscire dal suo grembo : nonaveremai Gesù Cristo creduto neces sario,dotare San Pietrodi unasovranità temporale: a Roma'nasedeesserelaprimadellacristianità, essere ilvescovo diRoma capo spirituale della chiesa,lui esserne l'imperatore; volere,dar a Dio ciò cheèdi Dio, aCesare ciò che èdi Cesare. : Ora ho io a descrivere Roma Francese.La Romana consulta, comeprimapreseilmagistrato,pensòalla sicurezzadelnuovostato,sapendoquantimaliumori,

LIBRO VIGESIMOQUARTO . 1809. 335 >

ero delle colpevoli contro la nuova signoria :ne lesseroanche delle ridicole perchèi belliumori, che ven'erano inRomamolti,malgradodelledisgrazie,scrivevano a posta lettere indirette a Savona piene beffe contro chi'le spiava, e contro il maladetto modo di spiarle. Importavache aconfermazione della quiete si unissela forza allenotizie,nè potendoi sol dati di Francia essere in ogni luogo ,si crearonole guardie,urbanain Roma,provinciali nelle province, legionichiamandole, Della legionedi Roma fu eletto capo ilconteFrancesco Marescotti, uomo dedito a Francia. Questiordini furono buoni per impedire i moti politici,non a frenare gliuomini di ma affare, $ dia 2

336 STORIAe 2 ** . D'ITALIA.

e quante avverse opinioni covassero : parye gli ben spiare sulbel principio i pensieri più segreti degli uomini:ordinavalapolizia; creonnedirettorgenerale Piranesi, uomo molto atto a questo carico; direttori; particolari Rotoli, il conte Gherardi, Visconti, De lup Verdun, Pesse, e Time ei, uomini ,neiquali i Francesi avevano fede. Ciò quantoai detti ed ai fatti segreti : quanto agli scritti, anche segreti, fu tolta agl'impiegati del papa la posta delle lettere,e data aldirettore della posta di Francia.Nè la cosa fu solo in nome; perchè con dannabilissima licenza si apri vano e si leggevano le lettere, massime quelle che s'indirizzavano a Savona, dov'era il . Si usava in questo un rigore eccessivo. Iduchid'Otranto edi Rovigo,e tuttigliagentiloro fino agli ultimierano inquestabisognaaffaccendati,chedentroalleRomaneletterespiassero.Nelesserodelleinnocenti,neles

.LIBRO VIGESIMOQUARTO.:-- 180g. 337

bene, salvo quella go cheinfestavanol'agroRomano,elevicinanzestesse di Roma.Trapassossi a partire ilterritorioconfare l'altroduedipartimenti,dicuichiamaronol'unodelTevere,delTrasimeno;nominaronseneatempoidue prefetti, un GaconeedunOlivetti.

Trassersi gli uffi cialimunicipali : furorio leelezioni di gente buona e savia : faceya la consulta presto; ma faceva anche peste della polizia, e gli ordiniefiscali, entrambiinesorabili :in questo Napoleone non rimettevamai della suanatura.Ostava alla nuova amministrazione deicomuni l'ordine delbuon yerno, il quale creato daSisto quinto, ed attuato da Clemente ottavo, aveva l'ufficio di amministrareicomuni', nè senza grande utilità loro. La consulta aboli; sostitu vvi:le forme Francesi. Il consiglio municipale diRomachiamò senato :elessévi perso naggi Aldobrandinidigrannome,iprincipiDoria,Albani,Chigi,,Colonna,Barberini,iduchiAltieri, Braschi, Cesarini, Fiano. Brasclii docile a quanto Napoleone volesse, fu nominato maire, 0'vogliam dire sindaco diRoma. Cosìandavano persuadendosi, checon unmairedifatto allaFrancese,ed un senato di nome allaRomana, Romà sarebbe contenta. In tanto si scrivevano i soldatiperleguerreforestiere, anchenella città imperiale e liberadiRoma. Nè le leggi civilie criminalidiFrancia si omettevano,chè anzi per ordinazione della consulta:si promulgavano si quanto alle persone,siquanto alle cose,sitquanto ai dritti,sesì, quantoagliordinigiudiziali. Fu chia. matopresidentedella corte d'appello Bartolueci,un

> 2 IV . 22

Sepoi,oltre atuttoquesto, toecasse i suoi stipendj di generale di Franciacon tuttele sye giunte,io non loso. Lemarrois, coman dante delladivisione, aveva per se quindicimila fran chial mese,eper la sua poliziaquattromila, pure almese. I membri dellaconsulta avevano ciascuno tremila franchialmese. Ma Saliceti non se nevolle stare al ragguaglio deicolleghi, ed ottenne quattro mila ciascun mese. Questi aggravj seguitavano le lùnghedisgrazie di Roma. Pure buon-uso faceva la consulta di un'altra parte deldenaro del pubblico. Proposea Napoleone, e da lui impetrò anche facil mente, chesi pagassésufficientedenaroalladuchessa di BorboneParmense ,edaCarlo EmanuelerediSar bevolle

Miollissi gordeva.quindicimila franchial mese,come governator generale, e diecimila franchi pure,almese,come presidentedellaconsulta.

338 STORIA D'ITALIA: a uomo di-mentovasta e profonda, dinon ordinaria

aParigi, vidiede saggi di quell'uomodatto e prudente ch'egli era. Le casse intanto più di ognialtracosapremevano: Janet neaveva eura,Conservò la imposizionedativa',. chedoveva gettare unmilioneemezzo di franchi, la tassadel sale,il cui ritratto si supputava circaad un milionozedil dazio sulla mulenda,che si esti mavaadunavalutadicirca cinquecentomila franchi. Fra illussodei primimagistrati,lamiseria delpaese, i debitidi ognuno,ilfrutto diquestetassenon poteva hästareadarvitaallamacchinapolitica.

letteratura,é di giudizie distatomoltointendente, Conoscevá Napoleone, prediceva la sua ruina inevi tabile.Chiamatoconsiglieredistato

èsipoteva pretendere, cheuomini privati, dediti solamenteagliuffici religiosi, la maggiorparte senza letteratura, åleunianchesenza lettere, investigassero tutte le antiche storiepergiudicaredaloromedesimi se la donazione o diCarlomagno o di Pipinofosse valida o no,assoluta o restrittiva, e se fossero validi o noi motivi,con cui Napoleone l'impugnava. Solo questosapevano, che il papa era sovrapo diRoma da più di diecisecoli, come talericonosciuto da tutto il mondo, e da Napoleone stesso. Ancora sapevano cheilpapa, non che avesse rinunziato , avevafor tementee nelmiglior niodo possibile protestato con tro laspoliazione *Emprendeya a giustificarei giuramentiDalpozzo, 7 72

LIBRO VIGESIMOQUARTO. 1809. 339 degna,chetuttavia se neviveva in Romatutto in tento alle rosedellareligione; nobile atto, eda non tralasciarsinelle storie. La parte più malagevole del Romano governo era l'ecclesiastica :avevailpapa,giàfinquandoleMarche eranostateunite al regnoItalico, proibito i giura menti : confermò questa proibizione per lo statoRo mañonell'atto stesso della sua partenza di Roma, Richiedeva Napoleone del giuramento anche gli ec clesiastici. Ne nacque uno scompiglio , una disgrazia incredibile. Consistevala principale difficoltànel giu rare la fedeltà;dell'obbedienza non dubitavano. Ri pugnavanoalla parola difedeltà, perchè credevano, che importasse il riconoscere l'imperator Napoleone comeloro sovranolegittimo; al che giudicavanodi non poter consentire, nonavendo il paparinunziato.

úno della consulta,uomo di ran sapere edi'mage giore ingegno. Andò discorrendo, la legge divina prescrivere laobbedienza ai magistratistatuiti,dalle leggi dello stato; non avere questo precetto altra limitazione, se non quella che è sempree di pieno. diritto sottintesa, quellacioè, chenonsi debbepre stare obbedienza alle cose in se stesse,ed assoluta menteillecite:nonpoterel'autorità

340 STORIA D'ITALIA.

ecclesiastica de rogare nè in tuttonè inparte ad un precetto divino:conseguitarneadunque evidentemente, che debbesi alsovrano un giuramento puro e semplicedobbe dienza edi fedeltà senza alcuna esplicitarestrizione: averel'antico sovranodiRomapretesoproibiçe ogni giuramento daquelloin fuori,di cuidiedeeglistesso la formola:nonpotersi certamente questaproibizione stimareprecettodellachiesa, echequandanchefosse, ella non obbligherebbe isudditiad esporsi, peros servarla,allosdegno delsovrano',ed allepene che il rifiuto del giuramento seguiterebbero; perciocchè le leggidella chiesa, secondo le regolecomuni,non obbligairomaisotto grave incommodo; ma nel fatto unatale.proibizione altro non essere,che un mezzo coneettodallo spodestato principediRoma conmire deltutto umane,cioèper turbareilpossessoal nuovo governo,eperricuperareildominio temporale:non averein questo ilpapaoperatocomecapodellachiesa, nè come vicariodi colui, ch disse, non essere il regnosuodi questo mondo,e cheinsegnò co'suoi precetti e col suo esempio, che sempre si debbe obbedire aimagistrati stabiliti : adunque, ed unica e

. '7

LIBRO VIGESIMOQUAKTO: 1810. 34 . ; mente dalla confusione delle due,potestàtèmporale espirituale in una sola inano,essere natá laopinione erronea che oggidìimportava oltremodo di distrug geré,pel buon ordine e per la quietepubblica;lèformole del giuramento prescritteagli abitatoridello stato Romanoessere quelle stesse, cheeranoin vigoreintutto l'imperoFrancéseé nel regno Italico', e secondo le quali più di quaranta milioni di sudditi cattolicinon esitavano punto a prestar giuramento ogni qualvolta che Poccasione s appresentava.Laformolaparticolare prescritta ai vescovi ed aicurati, essere stata accordata nel concordato tra ilgovernoFrancese ed il papa Pio settimo : i dubbj sparsinel popolo ,che giurando obbedienza alle constituzioni dell'impero, si venisse ad appruovare il divorzio ,e così ancora altre insinuazioni di similsorta, nonavere fondamento : sotto il nomedi constituzioni dell'im pero venire le leggi politiché, che constituiscono la fornia'del governo, è queste leggi sempre essere distinte dalle leggi civili;oltre a questo,non essere I divorzio comandato dallaleggeeivile: solo peressepermettersi a coloro, che credevano poterlousare secondoiloroprincipjreligiosi:già parecchi vescovi . dello stalo Romano, già un gran núñero di curati,dicanonicie dialtrireligiosi, tacendodeimagistrati civili,averedato unesempiodi sommessionee d'ob bedjenza,ch'altri doveva seguitare :importarechetale esempio si propagasse e dilatasse;volereil go verno; ed in ciò porre grandissimacûra, cheglij ecclesiastici, i quali già sierano uniformati, o sareb.

.

342 D'ITALIASTORIA D Italia. per bero per uniformarsi a'suoiordini, fossero onorati con manifestî segnidisoddisfazioneedi confidenza."

Sani edirrefragabilierano iprincipjdel Dalpozzo, quantoall'obbedienza,esiccome gli ecclesiasticinondubitavano di giurarla al nuovo stato, e di più di giurare di non partecipar mai in nissunacongiuratrama qualunque contro di lui,così un governo giusto e buono avrebbe dovuto contentarsene. MaNapoleone esigeva il giuramento di fedeltå,sì chè glipareva che un talgiuramento implicasse làriconoscenza di sovrano legittimo, ed-in talmodoeffettivamente, come abbiam detto,l'intendevano l'intimatore egl'intimati, sì perchè voleva faré scopriri renitenti, per avere un pretesto di allontanar gli da Roma', dove gli-credeva pericolosi. Viera,in questo, troppa scrupolosità da una parte, tropporigore dall'altra. Perciocchè gl' intimati potevano in: tendere la parola fedeltà"nonoltre ilsensodell'ob bedienza; ePio s stomedesimonel novantottoaveva definito, che si potesse giurare fedeltàa quel go verno, cheera stato creatodagli occupatori del suo stato, e che era incompatibile con la sua sovranità temporale', cioè,allarepubblica. Delresto, noinon intendiamo dannar coloro, che sinceramente cre dendo di non potere, senza trasgressione,prestar il giuramento, anteposero la coscienza al carcere ed all'esiglio: lamateria avevain emoltadifficoltà:LaRomària consulta procedeva cautamente. Operando alla spartita, cominciòdai vescovi.Alcunigiurarono,altri ricusaro o:Giurarono quei di Perugia, Segni., 3 , 7

LIBRO VIGESIMOQUARTO . 1810. 343 9 e'Anagni :ricusarono quei diTerracina; Sezze,Pi-.* perno, Ostia,Velletri, Amelia, Terni,Acquapen dente , Nocera, Assisi, Alatri. Aveva il vescovo di Tivoli giurato; ma pentitosi'e condottosi a fare il pontificale nella chiesa del Carmine il giorno diSan Pietro,con molte lagrimefece, dopoil Vangelo, la sua ritrattazione:i gendarmi se lo pigliarono, ed'in Roma carcerato alla Minerva il portarono. Tutti i non giurati, s onando loro d'ogn'intorno le armi deigendarmiNapoleonici, ehi in Francia,chi a Torino , chi a Piacenza, chi a Fenestrelle furono con dotti.Fuanche portato via daRoma, come non giu rato e troppo divoto al papa, unBaccolo Veneziano, vescovo di Famagosta, uomo molto nuovo ,edi na tura facetissima. I careeratori non sapevano darsene pace, perciocchè piùlo "sprofondavano nell'esilioe nellamiseria, e più rideva e sib rlava di loro, tanto che per istraechezzaillasciarono andare,come pazzo. Ma ei tornava in, sul dire e in sullo scrivere cose tanto singolari a Genova, a Milano,aVenezia, cheera forzaai Napoleoniani di spiare continuamente quello che si facesse. In somma era questo Baccolo una gran molestia agli spiatori di Napoleone, ediè che fare a tutti dal duca di Rovigo fino all'umile Olivetti, ch' era stato surrogatoa Piranesi : solo che udissero nominar Baccolo, tosto si scuotevano e ri sentivano.Speditalafaceenda dei vescovi,richiede ronsi dei giuramenti icanonici. Sperava Janet, che giurerebbero facilmente,avendogrossi- benefizj, é morbida vita. Molti giurarono;molti ancora pion

Giurarono quei di Subiaco adinsti gazione dei Tivolesi, masi ritrattarono, Ricusarono quei di Ganepina, ricusarono quei di Cori :igen darmi s'affaccendavano Molto maggiore difficoltà axevano in se i giuramenti dei cura i,massimamente di queidi Roma, uominid'innocente vita, e d evi dente vantaggio dei popoli, non solamente pei us sidj spirituali,maancora pei temporali. Rappresentò la consulta, che in questo opinava-saviamente, che s indugiasse. Napoleone, cheperla sua natura-per tinaee amavameglio usare ogniestremo, che allen tare un punto solo delle sue deliberazioni, mando loro dicendo, che voleva i giuramenti da tutti, ed obbedissero. Nelle province la maggior parte ricu sarono: igendarmi se gli portarono. Dei Romaniyi più si astennero :tregiurarono,queidella Traspon tina, diSanta Maria del-Carminefuori di portaPor tese, della Madonna dellaLuce in Trastevere :ire pitenti portati via, o se infermiedimpotentiall' esi lio, serrati in San Calisto; i consenzientiaccarezzati.

Nasceva dagliesilj una condizione lagrimevole; eh gliufficjdivini per la mancanzadei pastoris'inter rompevano. Napoleone, póstala falce nella messe ecclesiastica, a suo modo vi rimediava, Sopprimeva dipropria autorità ivescováti e le parrocch e dei ver scovi, e dei parochi non giurati, esecondochègli aggradiva,gliunivaai vescovati e parrocchie dei 2 2

344 STORIA D'ITALIA. e > giurarono. Dei due capitolidi San Giovanni edi San Pietro in Roma,tuttiricusarono, salvo Vergani, e Doria: quei di Tivoliedi Viterbo, tre soli eccets.tuati,giurarono.

LIBRO VIGESIMOQUARTO: - 181,0. 345 14 : 7 > . giurati,turbando in tale modo, diper sé,lagiurisdizione spirituale, come voleva, ed a chivoleva, A questotempo furono soppressi nello stato Romano i conventi sì di religiosi, chedi religiose; i forestierimandati al loro paese.,,ipae ánisforzati a depor l'abito. Mandaronsi i soldati a faruscire le monache, tempo ventiquattr' ore : le valide d'età e di salute mandate alle case loro, le vecchie ed in fermé in quattrò:conventi. L'aspetto di Roma,aquesti giorni compassionevole: gendarmi, chesi portavano vescovi,canonici, parochi giovani, paro .chivecchi,sani o malati,o dal contadoaRoma, o da Romaall'esilio. Piangevano gliesuli,piangevano le famiglie degli esuli : i Romani colli, risuonavano di querele e di pianti.Intendeva la consulta a consolare la desolata Roma. Ciò s'ingegnava di fare ora con ordinamenti conveniential luogo, ora con ordinamenti non con venienti, e sempre con animosincero ebuono.Pen sava alle scienze, alle lettere, all'agricoltura, al commercio, alle arti. Ordino, che con denarodel pubblico i procaccia sero gli- stromenti necessari alla specola del collegio Romano; condusse afine i parafulminidella basilica di San Pietro stati principiatida papaPio;ebbespeciale cura delleallumiere della Tolfa, e delle'miniere diferro,di:Monteleone nell'Umbria, nellequali si era cessato di cavareai tempidelle ultimeguerre eivili, quantunqueilferrosiaassaipiùarrendeyoleedolcedi quellodell'isola d'Elba.Genteperita,denaro a postaaddomandava; :

376 STORIA D,ITALIA. 1 7 > due allievi Romani mandava alla scuola delle mine; due a quelladellaveterinaria,due a quella delle arti e mestieri inFrancia, semidi utili scienze nell'ec clesiastica Romas Temevasiche la presenza dei Francesi in Italia, massimamente in Toscana,e nello stato Romano ,, . giunta aquellaloro linguatanto-snella e comoda per gli usifamigliari,avesse a pregiudicarealla purezzaed al candore dell'Italiana favella ; timore del tutto vano,perciocchè quale cosa si potesse ancora cort rompere in lei ,non sivede.Tuttavia Napoleone,il quale ,non soper qualestrana fantasia,aveva unito Toscanae RomaallaFrancia,ed introdottovinegli atti pubblicil'uso dellalinguaFrancese, aveva,già fin dall'anno ultimo, decretato premj a chi meglio, avesse scritto in linguaToscana. Laconsulta diRoma," a finedi cooperarecon quello che l'imperatoreayevä comandato, a ciòmuovendola Degerando, statuiva', che la lingua,Italianasi potesse in un collaFrancese usare negli atti publiei; benevola, ma strana pere missione in Italia. Volle altresì,chel'accademi de gli Arcadi si'ordinasse in modo che e la letteratura Italiana promuovesse,e la lingua puraedincorrotta conservasse con premj a chi meglio l'avesse scritta ô in prosa o in versi :') Arcadiasédessesul Giani colo nelle stanze di Sant'Onofrio . Ordinamento con forme alla fama antica, alleinfluenze del cielo,alla natura degli uomini, alleRomane usanze fu quello , per confortodiDegerando,a più magnifico stato.La consulta le dell'accademia di SanLumo

LIBRO VIGESIMOQUARTO: 1810. 347 dava più copiosi sussidi, l'imperatore più conve nienti stanze, e dote di centomila franchi: Parlandoio dei benefizjdellelettere, non voglio passar sotto silenzio l'amorevolezza usatadalla con sulta verso il convento di San Basilio di Grottafer rata,unico residuo dell'antico ordine di San Basilio, cheprimo fra le tenebre delmedio evo portò in Europa la cognizione della lingua Greca, e con lei lo studio delle lettere. Nel coro'e'negli uffizj avevano questimonaci conservato lalinguaed il cantoGreco,ma piuttosto per tradizione orale, che per leitera scvitta. Ogni vestigio del canto Greco si sarebbespento, se il convento fosse stato soppresso, edi monaci dispersi. Supplicato l'imperatore dalla con sulta, conservòil convento. Ciò non ostante l'ordine sí pense, perchè ilsecolo a tutt'altro portava, che a farsi frate , eda cantar Greco. Colla medesima mansuetudine opinò la consulta del convento dei Camaldolesi di Montecorona, be nedettini riformati da San Romualdo. Mi fia dolce raccontare qualche particolarità di Montecorona;poichèin quella tranquilla sede riposerassialquantol'animostanco , ed inorridito dalla rappresentazione ditantitradimenti, espilazioni e morti. ConservavaCamaldoli sincera e pura,dopo tanti secoli, laregola . Tengono iCamaldolesi del ceno bita e dell' eremita.Comecenobiti; vivonsi solitarj come romiti , attendonoalle opere manuali sì agrarie che domestiche, senza differenza alcuna di padrio difratelli,di superiorio d'inferiori: Servonsitra di di San Romuald

" a , > loro avicenda, usano laospitalità, esercitano lacao rità :lavita loro, anche ai tempiNapoleonici, pa cificae dolce':divotiaDio, divoti alsovrano, divoti agli uomini, pregavano, obbedivano, soccorrevano. Siede il convento sulla sommitàd'un monte, ha all' intorno folta foresta, dís a da Perugia a quattordici miglia : deserti una volta , campi fioriti adesso per opera delle cenobitiche mani. Naturarono su per quegli aspri monti l'abéte;fécerne selvavastissima, magnifici fusti per le più grosse navi. È ilconvento stimolo a virtù,fonte diproventi, ricovero d'uomini fastiditi del mondano "lezzo, ospizio di 'viaggiatori,,testimonio dipietà.Rovinavano i regni, odiavansi gli uomini, infiaimmavansi gliappet ti,ammazzavansi le genera zioni :Montecorona quieto,dolce,umano ebenéfico perseverava; e se la caduta delpapaposein forse la conservazione di lui,molto è da deplorarsichel'am-, bizione deitempi sia arrivata a turbare quelle sante solitudini.Bene meritò degli uomini infelici epii lae Romana consulta a ciò muovendola Janet, coll'aver addomandato la conservazione di quel pietoso se largimento disoccorsi: è vita didesert Diacciatori, > à 1 cesso . Emmi carolo spaziare alquanto sull' ordinedella propaganda. Napoleone imperatore, al quale piace vano le cose che potevano muovere il mondo, volle, mettendola insua mano, conservarla propaganda: Degerando,siccomequegli che si dilettava dieru: dizione letteraria: e di gentilezzadi costumi, conV autoritàsuala favoreggiava. Dallanarrazionedelle. "?

348 STORIA D'ITALIA.

LIBRO VIGESIMOQUARTO. C 3491810. cose appartenenti a quest ordine chiaramente si verrà a conoscere, ch' ei non meritavanè le lodi dei fanatici,nè gli scherni dei filosofi. Ancora vedrassi quanta sia la grandezza degli Italiani concetti. Era principal fine di questo instituto la propagazione della fede cattolica in tutte le parti del mondo; ma l'opera suanon era talmente ristretta a questa parte, che non mirasse a diffondere le lettere , le scienze , e la civiltà fra genti ignare, barbare e selvagge; chè anzi una cosa ajutava l' altra, poichè la fede serviva d'introduzione alla civiltà, e questa a quella.Poteva anchemirabilmente ajutarela diplomazia e lapoli tica :ciòmassimamente ayeva piacuto a Napoleone.; perciocchèun caposolo reggeva,emuovevainfinitisubalternipostiintuttelepartidelmondo.Iltrovato parvebello aNapoleone, nè erauomo da non voler sene prevalere, e siccome aveva usato la religione per acquistare la signoria di Francia, così voleva servirsidella propaganda per acquistar quella del mondo. Seppeselo Degerando, ilquale scriveya, che per quanto alla politica s'apparteneva, la propas ganda,recandoin quelle lontaneregioni coi semi del nostroculto i nostri costumi, le nostreopinioni, leradici delle idee d'Europa, la parrazione delre gpoilpiùglorioso, qualche cognizionedelle nostre leggi edelle nostre instituzioni, preparando glispi ritia certi avvenimenti, chesolos'appartenevaalla vastità dell? imperial mente a concepire, procace. ciando amici tanto piùfidati, quanto più stretti da vincolimorali, ecosì ancora,offerendotanti e cosie

variatimezzi dicorrispondenzain contrade,in cui il governo manteneva nissun agente, procurandoci notizie esatte sulla natura dei paesi,neiquali imis sionarjsoli potevanopenetrare,aprendo finalmente unavia, e quasi un condotto afarvi scorrer dentro coi lumi civili le influenzediun sistema,lacui gran.. dezza doveva abbracciare tutto il mondo, era un edifizio piuttostodi unica che di somma importanza. Queste cose erano di per se stesse molto chiare, se' alcuni filosofi.,, inassimamente Francesi, tanto hanno lacerato Roma per avere, come dicevano, fatto servirela religione alla politica,si vedeche essinon furono alienidall'imitarla; poichè, divenuta Franciapadrona diRoma, indirizzaronoiloro pen sieri almedesimo fine.Certo è bene,che Napoleone di nissuna cosa più si compiacque,che diquesta propaganda. Ora per dire qual fosse, ella fu creata dalpapaGregoriodecimoquinto, e da luicommessa, algoverno diunacongregazione di quattro cardinali, e diun segretario. Suo ufficio eramandarmissionarj intuttele partidel mondo. Gregorioladotòdi ren ditedelproprio, ed'assegnamenti considerabil sulla camera apostolica;leconferì immunità eprivilegj; volle che ciascun cardinalenella sua esaltazione le pagasse uncenso.Ma Urbano ottavo, considerato, chese era utileil mandarmissionarj Europeiapro pagar la fede,maggiormenteutilesarebbeil man darvi uomini del paese convertiti ed ammaestrati nelle pratiche Romane, aggiunse ilcollegiodella propaganda, in cui a spese pubblicheerano ricove

350 STORIA D'ITALIA. 9 >

rati ed ammaestrati giovani-forestieri, massime di origineovjentale,acciocchè fatti grandi eaddottri nati, ritornassero neipropri paesi a secondareimis sionarjapostolici.Sommavailnumero

LIBRO VIGESIMOQUARTO . 1810. 351

degli allievi per l' ordinario a settanta;i Cinesi, essendo loro riuscito contrariol'aere diRoma, furonotrasportati in un eminario duodecimoecollegiofondatiperquestofineaNapoli.Innocenzio,edaltriponteficifuronoliberaliversola propaganda dinuovi beneficj: uominiprivatialtresi con,donazionie legati l'arricchirono. Le diedemon signor Vires ilbellissimo palazzo inRoma : il car dinalBorgia, morto a Lione nell'ottocent'uno, le lasciòuna parte de'suoibeni. Quattro erano glior dinidella propaganda, destinati alla propagazionedella parola del Vangelo : occupavano il primo i vicarj apostolici,o arcivescovi, o vescovi,o prefetti dellemissioni,ilcuicarico era lo scrivere le lettere e la direzionedelle faticheapostoliche.Subordinatiai vicarjcollocavansi nei secondi i semplici missioparj. Venivano in terzo luogoicollegj,le scuole; monasteri.Cadevano nel quarto isemplici agenti amministrativi ed economici. La propaganda-diedeprincipio alla sua opera çol fondare areivescovi evescovinelle antichechiese, due patriarchi, l'uno pe Caldei,l'altropei Siriaci, vescovie:vicarjapos tolici nell'isole dell'Arcipelago, nellAlbania,nella Servia,nellaBosnia, nella Macedonia, nellaBulgaria, nellaMesopotamia ,nell'Egitto,aSuurne, ad Antio chia, ad Anticira.Mandava duevescovi vicarjapo .

352 STORTAD'ITALIA. . 2 stolici, a Costantinopoli,uno pel rito Latino, l'altro per l Armeno. Un gran numero ne destinava in Persia, nel Mogól, nel Malabar, nell'Indiaoltree quà delGange, neiregnidi Siam ,diJaya,di Peg , in Cochinchina, nel Tonchino, nellediverseprovince dellaChina, Nè ometteva,,parendole chefossemesse d'importanza,gli Stati Unitid'America.Vicarji apo stolici, e vescovi mandati dalla propaganda, semi navanole dottrine del Vangelo in quelle regioni d'Europa, che dalla chiesa Romana, dissentivano. Questitentativi e questi sforzi della comunanza cat tolica, stimolavano le dissidenti a pruovarsiancor essea propagarelareligionee la civiltà fralenazioni ancor barbareeselvagge. Mandarono per tanto, g! Inglesimassimamente; agenti loro nell'Indie orien ·tali, e nelle isole del mare Pacifico; dalla quale pietosa operamolte nazioni furono dirozzate, e rin dotte alla condizionecivile.E se ipapimescolarono "la politica,come fu scritto, inquesticonati reli giosi,resterà a vedere, se la Russia e l'Inghilterra. siano esentida questapecca. Perajutareivescovied ivicarjapostolici,s'erano instituitia luogo aluogo, più numerosi là dove i cattolici vivevano in più gran numero, prefetti ed i parochi : questiaye vanosede fissa e gregge permanente: imissionarj, che erano il secondo grado,comprendeyanonelman datoloro vaste province,conducendosi ora in questo luogo ed ora in quello , ma sempre nella provincia destinata a ciascun di loro, secondochèi bisogin dellafededalororichiedeyapo.Laelezionedeimiss 7

LIBRO VIGESIMOQUARTO. 1810. 353 > 0 7 sionarj si faceva ordinariamente fra isacerdotidel clero secolare. Era a loro raccomandato , e special mentecomandatodallapropaganda,cheaniunmodo nè sottopretestoqualsivoglia, si mescolasseroo s'in tromettessero negliaffaritemporali,meno ancoranei politici dei paesi, cui erano destinati ad indagare e ad ammaestrare. Solamente era solita la propaganda ad insegnarvi le scienze profane e le arti utili,affin chècon esse potesse volgere a se gli animi, e catti varsi l'attenzione, e la benevolenza degli uomini ignaridiquelle incolte regioni. Dipendevano i mis sionarj del tutto da lei, ed ella gli spesava con le sue rendite. Aveva creato sei scuole, o collegj in Egitto, quattro nell Illirio, due in Albania, due in Transil vania, uno a Costantinopoli, parecchi in diverse contrade non cattoliche d'Europa. Erano questi col legjmantenuti col denaro della congregazione : mille scudi all'anno pagava ai vescovi d'Irlanda per lescuole cattoliche diquel regno; i collegj Irlandese, Scozzese, Greco, e Maronita di Roma da lei medesi mamente dipendevano. Finalmente siccome ciascun ordine direligiosiaveva uncollegio separato pe'suoi missionarj; così questi stessi missionarj avevano di pendenza dalla propaganda, in quanto spettava alla bisognadellemissioni.Gliallievi deicollegj,ciascuno secondo il súo merito, erano creati sul finire degli studj, o vescovo, o prefetto , o curato, o semplice missionario.Gli agenti, o procuratoria niunabisogna religiosaattendevano, ma solamente,essendo distri buiti nei luoghi piùopportuni,almandar le letteree IV . 23

354 STORIA D'ITALIN. > >

ifondinecessarjpertener vivadappertuttomacchina si vasta. Quantoallacongregazione in Roma,aveva cinque parti, la segreteria, dovesi scrwevano le lettere,éd a questa parte appartenevano anche glinterpreti, gli archivi, che comprendevano la libreria ed il museo, entrambi pienidi eqsecuriosissime; la stam periatantocelebreperla varietà ela bellezza de'suoi carátteri, il collegio degli allievi, lacomputistéria:inquest'ultimasitenevanoiconti, e leragionidella congregazione.Lerendite sommavanoatrentatremila trecento novántasei scudi Romani all'anno, che sono centosettantottomila seicentosessantafranchi. Ifonti eranoiluoghide'monti,i livelli pagatidaNapoli,da Venezia;edaicorpi religiosi, e finalmenteicensidei cardinali novellamente creati.Mala ruina universale aveva addotto la ruina di quest' instituzione, con avere, o deltutto annientato parte delle rendite,oritardato la riscossione delle sussistentia s aggiunse la rovinadel palazzo devastato nel milleottocento; *Adunqueella sussisteva piuttosto di nome che di fatto, quandoNapoleones impadronì diRoma:poi,ifrutti dei monti non si pàgavano, la computisteria percomandamento impérialesottosigilli,gliarchivj 'portatiaParigi.VolleDegerando rimetterla in istato, e chesi aprissero intanto i pagamenti : l'imperatorei stesso aveva dichiaratoper senatusconsulto,volere lasuaconservazione,edoterebbela.coll'erarioimpe " riale. Ma distrattoprimieramente dai grávi.pensieri delle sue armi, poscia daitempisinistri, chegli ven >

LIBRO VIGESIMOQUARTO. 1810. 355 e nero addosso, non potè nè ordinare la macchina, come eranecessario, nè farsorgere quel zelo a pro pagazionedegl'interessi politici, cheperamore dellareligione, perle esortazioni deipapi, e per la lungaconsuetudine era sortonei membri della congrega zioneai tempi pontificj. Così sotto Napoleone ellanon fu di aleuna utilità nè perla religione, nèper la politica:solo le sue ruine attestayano la grandezza dell'antico edifizio, 'e la rabbiadegli uomini che l'avevano distrutto. Portati via gli archivi per arric chirne Parigi, si voleva privarRoma anche dei tipi delle lingue orientali,che sitrovavano raccolti nella sua stamperia: eranvi i tipi di ventitre lingue d'Oriente. Domandavalastamperia imperiale diParigi, che le simandassero le madri per supplire con loro aipunzonialterati.Graveperditasarebbestata questa per Roma,dove l'erudizione, e la letteratura orien , tale erano, come in sede propria, coltivate. PregoDegerando, cheo si gittasserocon lemadrii pun onia Roma, o simandasseroa Parigi, non tuttema solamentequelle dei punzonialterati. Fu uditobeni gnamente; a lui restòla città obbligata della conser vazione di opere di per la erudizione e per le lettere. Le opere di musaico, peculiar pregio di Roma perivano;perchèpeidannipassati pocosi spaccia vano, ed anchemancavanoi fondi perle spese degli smalti e degli operaj. La principalemanifatturache serviva dinormaallealtre, era attinente aSan Pietro, e si sostentavacolle"renditedella súafabbrica: per gran valore 2

A questi suoni Napoleone si calava, e pagava. Restavà 'che, poichè si era provveduto all opera, si avesse cura degli operaj. Essendo la lavoreria loro addossata al colle delVaticano, ed inpartesotterranea, e perciòmolto. malsana,troppo spesso infermavano, è sovente il vedereperdevano. Oltre a ciò gliarmadi egli scaf: fali, in cuisiconservavano glismalti,infracidavano; le tele dipinte chesiportavanoa copiarsi,dall' umi dità siguastavano. A questo modo era testè perito conrammarico di tuttiun bel quadrodel pittoreopiCa fici nelle stanze del sant' officio. Concedutosidall'imperatore unpremio di ducen tomila franchiaimanifattori di Roma, volle-la con sulta, chefossero spartiti achimegliofilasse o tes O a > muccini. Decretò la consulta, trasportassersigli

356 STORIA D'ITALIA.

I la necessità dei tempi,mancando la più gran parte delle rendite, non cheil musaico si conservasse, pericolavalabasilica.Fupropostodicommetterloall?

erario imperiale, ma perchè Napoleone, che non amava lo spendere acredenza,nonsi tirasse indie tro, fu d'uopoalla consultal'inorpellare la cosa con dire, cheilmusaico pagato dall' imperatore non ser virebbe piùsolamente ad abbellire San Pietro, ma che protetto dal più grande dei monarchi, adorne rebbe il palazzo del principe, ed i monumenti dell' imperialeParigi.«Chebel pensiero sarebbe», diceva la consulta, « l'immortalare con opere di musaico il quadro dell'incoronazionedipintoda David, e gli á altri tre, che dalle maestrevoli mani di questo agrandeartistaeranoperuscire?»

LIBRO VIGESIMOQUARTO. 3571810. 2 3 dell'uve, e della saggina di Cafreria. Ma sesse la seta. o la lana, achi meglioconducesseleopere dei merletti, a chi meglio addensasse ifeltri, à chi meglio conciasse le pelli', à chi,meglio stillasse l'acquarzente, a chimeglio lavorasse di majoliche, o divetri., o dicristalli, o dicarta,a chi più e niz glior cotone raccogliesse sullesue terre, a chipian tasse,più ulivi, a chi ponesse più semenzaj dipiante utili. Si venne anche sul capriccio dello papazuccheroPio, checonoscevaRoma ed i Romanisuoi, si stringeva nelle spalle, quandoudiva que te novelle, e dal suo carceredi Savonasclamava,chebene econfrutto si -sarebbero favoreggiatein Romale manifatture atti nenti allaerudizione edallebellearti,ma che sarebbe tempo ed operaperdutaildar favore allealtre: perciocchè la natura degliuomini, le consuetudini, le opinioni, ilcielo stesso ripugnavano... I nuseiespilati ai tempi torbidi ora con curasi conservavano;i preziosi capid'arte cheadornavano i conventi, ed eranomolti ebelli, diligentemente si custodivano. Fu anche creata a conservazioneloro dallaconsulta una congregazione d'uomini-inten denti,egiustiestimatori,chefuronoLethierspittore, Guattani, de Bonnefond, l'abbate Fea, e Tofanelli, conservatore delCampidoglio. Conservando Romaodierna , si poneva mente a scoprire l'antica ;almeno così desiderava la con sulta;la-:Francia potente e ricca il poteva fare. Siordinarono le spesedel cavare nei luoghi più pro ,comepare, 1 mettenti. Sarebbesi anche fatto gran

358 STORIA D'ITALIA, parve acconcio frutto, sei tempi soldateschi non avesseroguastate l'intenzione. DiscorrevaNapoleone divoler visitar.Roma su . Se di fatto non volevaandaryi , l' essere aspettato faceva a'suoi fini; la consulta,pensava al trovar pa lazzi, che fossero degni dell'imperatore. Castelgan dolfo le per la campagna;il.Quiri ñale perla città : ilQuirinale grande emagnifico perse,sano per sito, e conbell'apparenza da parte di strada Pia : ogni cosa all'imperial costume iaccomodava. Nè la bellezza; o la salubrit i pre« termettevano. Disegnavano di piantar alberi all' in torno, diaprir passeggiate, specialmente alla porta delPopolo dariuscire a Trinità del Monte, ditras portar isepolcri fuoridelle mura, di prosciugar le paludi. Le Pontine massimamente pressavanonei consigli imperiali.PronyFrancese, FossombroniIta liano, idraulici di gran nome, e di scienza pari'al levisitavano, e fra di loro consultavano. Si fecepocofrutto a cagione deitempi contrarj;e sele Pontine non peggiorarono sottoil dominio Frances , certo non migliorarono. Così vivevasia Roma, con un sovranoprigioniero aSayona, con ùnsavranoprepotente a Parigi, condolori presenti, con isperanze aývenire;diventata, stravagante caso, provinciadi Francia,non poteva. nè conservare le forme proprie,nè vestirsi dellealione; trattain contrarie parti-lacrimava;è i doleva; nè potevala consulta,quantunque vi si affati casse,ditantepercosse consolarla el'acconfortarla. 2 nome? a ! 25

LIBRO VIGESIMOQUARTO .e le 1810. 359 Nuovi, strani elamentevolicasi michiamano nel Regno. Era venuto a noja a Carolina di Sicilia, che volevacomandare dase, il dominio degl'Inglesi,nèsperando di riconquistare ilregno di terrafernia desideravaalmenodi essere padronadiquello che lé. restava. Napoleone,che conosceva.bene gli umori degli uomini, e quellidelledonne ancora, avevape netratoquel di Carolina, epermezzo dis e pratiche persuase , ch'erapronto a secondarele sue inten zioni. Vennesiadunnegoziato tra l'imperatore e la regina, il fine del quale erà, che ilreaprissei porti di Sicilia ai soldati di Napoleone, e permettesse che gli occupassero, siveramente che l'imperatore aju: tasse il re a caeciar gl'Inglesi dalla Sicilia.Mentre: questi negoziati pendevano, entrò in Murat il desi ..derio di conquistar laSicili sperando che la durezza delgovernoÇaroliniano,procurandogliaderenzenegliscontenti,gliaprirebbel'occasionedifarfrutto con le spalleloro. Già le truppe Francesi si erano con dotte nellaCalabria ulteriore; al che aveva consen tito.Napoleoneperdar gelosia agl'Inglesi,acciocchè non potesserocorrere contro. Corfù. Ad essesi erano accostati iNapolitani:la costa di Calabriada Scilla a Reggio piena di soldati. Viconcorrevano altresì le forze navali del Regno, non senza aver prima com battuto onorevolmente contro le navi d'Inghilterra, .che, per vietarlororilpassole avevanoassaltatenel.. di Pizzo, al capoVaticano, e sulle spiaggedi Bagnará. S'ingiungeva a tuttii comuni postisullite toraledelMediterraneo,che somministrassero legni golfo

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armati in guerra perl'impresadi Sicilia. Murat,che aScilla voleva imitarNápoleone a Bologna di mare, spesso imbarcaya, espesso anche sbarcava le genti. per addestrarle,Ognuno credeva chela spedizione, si tenterebbe :ipiù confidavano nella fortunadi Napo leone, affermando, che finalmente poi,lo strettodi Mes i anon era piùdifficile a passarsi, che ilRénood ilDanubio. Ma siccome il nervo principaledella spedizione consisteva neiFrancesi,così avevaMura . pregato l'imperatore, affinchè ordinasse che eglino cooperassero co syoi Napolitani alla fazione. Napo leone, chea questo tempo negoziayacollaregina.,nelle suesolite ambagi rayviluppandosi,rispose nè appruovando nèdisdicendo, contento al moto,che riuscisse, o chesolo spaventasse. Nissun ordine ,mandò a'suoi, acciocchè sicongiungessero con quei del re. MaGjovacchino acceso per se stesso, da in=credibile cupidità all'acquisto di Sicilia, e persua dendosi di trovarvigran seguito e facile mutazione, volle tentar la fazione dasè, e conlesole sue forze. Cinquemila Napolitani, fra i quali era il reggimentodiReale Corso, partivano di nottetempo dalle vici nanzediReggio e di Pentimela, e s'avviavano allavolta diSicilia, con intento di approdare tra Scaletta e Messina. AltempostessoMurati,standosene sullarealegondolariccamente addobbà a, dava opera ad imbarcare le genti Francesi,come seanch'ellenodovessero andare alla conquista, ancorchèsapesse, ed elle meglio dilui, chenons'attenterebbero. Ma ayeyano consentitoad ajutar l'impresa conun po

360 STORIA D'ITALIA.. 2 7

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L BRO VIGESIMÓQUARTO. - 1810. 361 7 di romore, e con quelle variedimostrazioni. Sharca rono,nel destinatoluogo iNapolitani condotti dal generale Cavagniac;manon così tosto posero piede sulle terre Siciliane, che in vece dicorrere uniti a qualche fatto importante, si sbandarono per vivere disacco. La qual cosa veduta dai paesani e dalle mi lizie, accorsero coll'armied in folla , ed oppressero facilmente quegliuominisfrenatie dispersi: chi non fu-morto ,fu preso ;alcuni dei presi, uccisi per la rabbia civile. Accorrevano gl'Inglesi al rømore dalle stanzedi Messina; ma arrivarono quandogià la vita toria era compita. Dopo questo fatto, che non fu senza diminuzione della riputazione del re, deposta, non senza querela contro Napoleone, la speranza conceputa,ritirava Giovacchino i soldati verso Na poli, e con pubblico scritto annunziava, essere ter minata la spedizione di Sicilia; il cheera verissi simo. Ma rimasero nell'ulteriore Calabria miserabili"vestigia del furore dei "Napoleoniani.Tra il guastofatto per accampare,e quellodei soldati scorrazzanti per le campagne ne furono guastate vaste tenute d'uliyi e,diviti,sole ricchezze cheil paese siavesse.Casiilregno di là dal Faro non fu conquistato, quello diquà desolato. Infanto i negoziati tra Napoleonë e Carolina non poteromo tanto restar segreti , che non venissero a cognizionedegl'Inglesi: neintrapresero anchele let teré certissime. Ciò fu cagione, che Carolina aloro, e principalmentea lordBentinckmandato in Sicilia a confermarviildominio della Gran Brettagnà,tanto . 2 9 .

å moti pericolosi. i sapeva cheicarbonari,sempreSi nemici dei Francesi, quantunque e ne stessero quieti, fomentavano, non le ruberie e gli"assasinj,;chè anzi cercavano difrenargli, ma l'incitazioneèl'empito; per voltarlo, quandochè fosse, contro 0 2

362 STORIA D'ITALIA. 2 venisse in odio, cheper allontanarla del tutto dalle faccende, la confinarono in una villa lontanaa qual che miglio da Palermo,e poco dopo l'obbligarono anche apartire dalla Sicilia , accidente molto-sin golare e strano ,che sarà da noi raccontato a suo luogo. Partito l'esercito, i facinorosi della Calabria di · nuovo uscendo dai loro ripostigli,-ripullulavanò, ed ogni cosa mettevano à ruba ed a sangue. Niuna strada,non che inaestra', rimota, niun casale sparso, niun campo riposto eranopiùsicuri.Divisi inbandeè sottomessi a capi, si eranospartite le province. Carmine Antonio, e Mescio, infestavano coi loro.se guaci Mormannoè Castrovillari ; Benincasa, Nie rello, Parafanti e Gosia ildistretto di Nicastro edi 'casali di Cosenza ; Boja, GiacintoAntónio , ed il Tiriolo la Serra stretta, ed'iborghi di Catanzaro; Paonese, Massótta, eil Bizzaro lerive dei duemari,. e la estremità dell'ulteriore Calabria. Spaventò il Bizzaro specialmente, e lungo tempo; la selva di Golano, e lestrade daSeminaraa Scilla.Questi erano gli effetti dell'antiche consuetudini,e delle guerre civilipresenti. Si teineva, che alla prima occasione icapipolitici contrarj algoverno,1carbonari massimamenteed iloró aderenti,diriuovoproromipessero

LIBRO VIGESIMOQUARTO, 1810. 363 quellanazione, che tanto odiayano:Si rendeva adun que perogni parte infecessario aMuratlestirpar del tutto quella pestedei facinorosi di Calabria, e lospegnere, se possibilfosse, la setta tanto importuna, dei carbonari, Varjperquesto fine erano statii ten tativi aitempidi Giuseppe,varj altresì ai tempi di Murat,masempre

infruttuosi,nontantoperlaforza della parte contraria,e perla difficoltà dei luoghi , quanto peiconsigli spartiti,ela mollezza delle riso luzioni. A ciò fare era richiesto unuomo inesorabile contro imalvagied un'autorità pienaper punirgli. Un Maphesgenerale,ajutante di campo diMurat, che già aveva con singolar energia pacificato gli Abruzzi,parv at re uomocapace di condura buon:fine l'opera più difficile delle Calabrie: il vi mandò conpotestà di farecome e quantovolesse.EraManhes di aspetto grazioso,di tratto cortese, non senza spi rito,madi natura rigida ed inflessibile,në stromento più convenientedilui poteva scegliere Giovacchino per conseguir il fine che si proponeva. Arrivava Manhes nelle Calabrie, aquesto solodisposto, che leCalábriepacificasse;delmodo,quá unqueei fosse, nonsicurava:ciòsiposeinpensierodi fare,efecelo, ferocia a ferocia,crudeltàa crudeltà , insidia ad in sidiaopponendo; e se questirimedj sono necessarj, chè veramenteerano in Calabria, 'per ridurre gli uomini-a sanità, io veramente dell'umana genera zionemi dispero. Primieramente considerò Manhes., chel'operare spartitamenteavrebbe guastato;il di segno;perchèi facinorosifuggivanodalluogoin cui

364 STORIA D'ITALIA. siusavapiù rigore,inquelloin cuisiprocedevapiùrimessamente cosi cacciati e tornanti a vicenda da un luogo in un altro,sempre simantenevano. Secon damenteandò pensando, che i proprietarj,anchei piùricchi,edibaronistessi che vivevanonelleterre, ricoveravano, per paura di esse rubati e mortí, ques uominibarbari.Dalchene'nasceva, che senon si trovava modo di torreloró questi"nascosti'nidi, invano isarebbeoperatoper ispegnergli. S'aggiun geva chela gentesparsaper le campagne, pernon esseremanomessa da koro,dava loro, non che ricovero, vettovaglie;e cosifrail rubare,ilnascondersi edilvagare'eraimpossibile ilsopraggi ngergli.Vide Manhesconvenirsi, checonqualehe mezzo straordi navio, giacchè gli ordinarjeranostati indarno,si , assicurassero gliabitatori buoni,i briganti s'isolas sero. Da ciò necavava ques altro frutto, chei giu dizj sarebberostatiseveri, operando contro di de inquenti l'antica paura, edi dannisopportati. Ferro contro ferro, fuoco contro fuoco abbisognava asa nare tanta peste, e medicina di ferro e di fuoco uso Manhes.Perarrivarealsuo finequattromezzimisein opera: notizia esatta del numero dei facinorosi co mune per comune,intiera Joro' segregazione dai buoni,,armamento deibuoni,giudizjinflessibili.Chi si diletta:di considerare le faccende di stato, ed i mezziche riescono e quelli chenon riescono,vedrànelleoperazioni . suoi col line,enon'andoperleehimere e le astrazioni, come fu l'uso cëse, quanto ime questo prudente e rigido Fran

. LIBRO VIGESIMOQUARTO: 1810. 365 a. O che a dell'età. Ordinò checiascun comune desse ilnoyero de suoifacinorosi,poselearmi inmanoaiterrazzani, partendogliinischiere, fe ritirarebestiamie conta di iaiborghipiù grossi,cheeranoguardatidatruppe regolari, fe sospendere tutti i lavori d'agricoltura, dichiarò casodimorte a chiunque, che ai corpi' ar mati da lui non essendo ascritto, fossetrovato con viveri alla campagna, mandòfuori a correrla icorpi dei proprietarj armati dalui comune per comune, in imando loro, fossero tenuti a tornarsene coi faci noro io vivio'mórti. Non sividepiù altronelle selve, nelle montagne,neicampi, truppe urbane che andavano caccia di briganti,ebriganti che erano cacciati.Quellocherigidamente avevaManhesordinato,rigidamenteancora si effettuava. I suoi subal terniil secondavano, e forsenoncon quella retta inflessibilitàch'egli usava,ma con crudeltàfantastica eparziale. Accadevanofatti nefandi:unamadre che ignaradegliordini, portava il solitovitto ad un suo. figliuolochestayalavorandosu icampi,fu impiccata. Fu crudelmente tormentata unafanciulla, alla quale furon trovate lettere indiritte auomini sospetti. Nèil sanguedeicarbonarisirisparmiava. Capobianco loro capo,dopo alcun tempo,trattoper insidia,è sotto colore d'amicizia nella forza, fu ucciso.Uncurato ed unsuo nipoteentratinellasettà,furonodatiamorte, l?uno veggentel'altro,il-nipoteilprimo,il zio il se-, condo. Rifugge l'animo a.me,che giàtanteorrende coséraccontai, dalraccontareimodibarbarichecon tro dilorosi usarono. I carbonari spaventati dalle :

366 STORIA D'ITALIA. ; uccisioni, perchèmolti diloro periroño:nella perse cuzione, si ritirarono alle più aspremontagne. Ifacinórosi intanto,odi fame,per essereilpaese tutto desertoe privo di vettovaglie,perivano,onei combattimenti, che contro gli urbani ferocemente sostenevano,morivano,opreferendounamorteprontaallelungheangosce,odasemedesimisiuccidevano,

o sidavano volontariamente in preda a chi voleva il sangue loro.I dati o presi,condottiinnanziatribunali straordinarj composti d'intendenti delle pro. vince., e di procuratori regj,erano partiti invarie cla si, quindimandáti a giudicare dai consiglimili taricreatiaposta daManhes.Erano'o strangolatisui patiboli, o soffocatidalla puzza in prigioni orribili: gente feroce ebarbara, chemeritava supplizio, non pietà.Nèsolosi mandavano amorte imalfattori,ma ancora chi gli favoriva, o poveri,o-ricch, o quali fossero,oconqualnomesichiamassero;perciocchè, se fü.Manhes inesorabile,fu anche incorruttibile. Pure, per opera dichi aveva natura diversa dalla simescolavano a pene giuste fattiiniqui. Suc- . cedevano vendettechemi raccapriccio araccontare. Denunziati dai facinorosi, che per ultimo misfatto u avang:mortali calunnie,alcuni innocenti furono pre i e morti. Talarico di Carlopoli capitano degli urbani, deyoto e pruovato servitoredelnuovo go verno, accusato,per odio antico,da un facinoroso piangendo ed implorandotutti la sua grazia;fu dato: amorte. Non è però da tacersi, chei fu condan nato dalla corte di Cosenza sopra l'accusa datagli , sua , > e

LIBRO VIGESIMOQUARTO . 1810. 367 2 a dalprocuratore delrè d'averavutosegrete intelli génze coi briganti. Parafanti,donna, per essere,comesidisse, stata moglie delfacinorosodi questo nome,arrestata con tutti isuoi parenti, e dannata con loroall'ultimo supplizio,peri. Postiin fila nel destinato giorno,l'infelicedonna la prima, i parenti dietro, preti e boja alla coda,marciavano, in una processione distendendosi, ch'io non so -con-qual nomechiamare. Eransi poste in capoai dannati ber rette dipinte a fiamme, indosso vesti a guisa di san benito; cayalcavano asini a ritroso eda bisdosso. A questo modo s'accostarono al patibolo quiviuna morte crudele pose finead unacommedia fantastica: edorribile.Ne davano solamentesupplizj.coloro;ehe a ciò fare erano comandati,ma ancora i paesani spinti da rabbia e da desiderio divendetta infieri vano contro i målfatfori: insultavano con ischerniai morti, straziavano con leunghieivivi, dallemani dei carneficitogliendogli peruccidergli. Furono i Calabrifacinorosi sterminatida Manhes fino ad uno. Chinonmoripeisupplizj,moriper fame. Icadaveri dimoltinellevecchie torri, o negliabbandonati ca sali,odanchesugliaperti campi sivedevanospiranti ancor'minacce,ferocia e furore : la'famegliaveva morti.Deipresi,ålcuni ammazzavano le prigioni prima dei patiboli. La torrediCastrovillari,angusta e,malsana, videne perire nell'insopportabile"tànfo gran moltitudine. La contaminazioneabbominevole impediva ai.cusé. todi1 avvicinarsi; icadaverinon se neritiravano, .

Infamepozzadiputrefatticadaveridiventò là Castrovillarèsetorre:sparsesi la puzza intorno, eduròlunga stagione;le testee lemembra degl' impiccati appesesui pali diluogo in luogo, rendetterolungo tempoorrenda'la strada da Reggio a Napoli. MostròilCraticadaverimutilati a mucchj.: biancheggiarono,eforse biancheggianoancoralesue spondedi abbominevoli ossa. Cosi'un terrormag giore sopravvanzòun terrorgrande. Diventò la Cala bria sicura;cosa più verachecredibile, siagli abita tori che ai viandanti,si aperserole stradeal com mercio , tornarono i lavori all'agricoltura; vestìil paese sembianza dicivile, da barbaro ch'egli,era, Diquesta purgazione avevanobisogno le Calabrie; Manhesla fece il suo nomesaravvi è maladetto e benedetto persempre. DEL LIBRO VIGESIMOQUARTO .

368 LIASTÒRIA D'ITALIA, e la pestecresceva, imoribondi si brancolavanoper isfinimento e per angoscia su.i morti,i sani su i moribondi, esestessi, come cani, con le unghiee cordenti-laceravano.

7 FINE

LIBRO VIGESIMOQUINTO. 3691810. LIBRO VIGESIMOQUINTO.

SOMMARIO. PapaPio prigione in Savona, e.come trattato.Sue discussioni con Napoleone circal'esecuzionedelconcordato, e l'instituzionedei vescovi.Ragioniaddottedalledueparti contro , ed infayoredella facoltà deipontefici Romanideldelegare l'autorità spirituale ai vescovi. Prelati Francesi mandatia trattar col papaa Savona. Il papanonsi mostra alienodaldarl'instituzione fra sei mesiaive scovi nominati, o di consentire, che fosse data innomesuo dai metropolitani, solo astenendosidaquestaconcessionepei vescovi suburbani.Concilio diParigi. Breve del 20settembre. Il papa ri fusacostantementedirinunziareallasovranitàtemporale.Minaccecheglisifanno.ComeequandocondottodaSavonaaFontai nebleau. > a Aveva Napoleone per mezzo del concordato con fermata la sua potenza, sì soddisfacendo al desiderio deipopoli, e sì tenendo coll' imperio degli eccle siastici in freno la parte contraria, alla quale non piaceva quella sua immoderata cupidigia di domi nare. Nè trovò in questo la materia renitente : gli ecclesiastici non solamenteaccorrevanochiamati, ma ancora si offerivano non chiamati, molti per amore della religione, e molti ancora per ambizione, e spe ranza dei premj. Restava che la religione Romana stessa domasse con depressione dell'autoritàponti ficia: aveva in ciò un desiderio moltoardente, sic IV . 24

370 STORIA D'ITALIA. > 2 come quegli che era impaziente diognipotenza forte che a lui fosse vicina. A questo fine, occupate le Marche , si era avvicinato alla pontificia sede di Roma, esotto coloredelle cose diNapoli,mostrava spesso i suoi soldati agli attoniti Romani. A questo fine ancora aveva occupato la Romana città, e tras portato il papa in condizione cattiva a Savona, re tribuzionecertamente indegna di tanti benefizj. S'ac comodavano gli accidenti a'suoi pensieri: perchè, allettati con le ricchezze , ecolla potenza i prelati più ragguardevoli, si accorgeva facilmente, che, se per lo inpanzi gli era venuto fatto di voltare il papa contro Porto Reale e contro Voltaire, poteva pre sentemente voltare i prelati contro il papa. Più oltre anzi mirava; egià si motivava, che a lato dell'altar maggiore delle chiese Anconitane la sua immaginesi dovesse esporrealla divozione dei fedeli. Da un papa prigione ad un papa spento, da un papa spento ad uno autocratore in tanta forza e grandezza pareva facile ilpasso. Liberato per le vittorie del Danubio da ognitimore,si accingeva all'insolito e pericoloso tentativo. I Russi ed i Britannici modi gli venivano in mente, e gli pareva grån fatto, che quello che Alessandro e Giorgio erano.,egli non fosse. Ma non considerava che la opinione cattolica è inflessibileed indomabile, e che ancor più impossibileè il cam biarla, che lo spegnerla :gli ordini papalipoi alla natura sua stessa, e per così dire, alle viscere sue più vitali sono inerenti secondo la credenza della maggiorparte deifedeli. a

LIBRO VIGESIMOQUINTO. - 1810. 371 >

Prevalsel'opi nione che il papa si mostrasse: ma i soldatierano numerosi nelle Savonesi terre,le spie ancor più nu merose,ilcastello prontoa ritorloalle genti. Insino acheNapoleone comandasse, eranovietatele udienze al papa, ed anissunosipermettevache glifavellasse, se non presenti le guardie. Poco dopo il principe Borghese; governatore delPiemonte e del Genove sato, avutone comandamento da Parigi, ordinava, che il palazzo dove abitava il trasferito nelle st rize nuove del prefetto,si circondasse di guardie, avesse un solo luogo per uscire, nonsi permettesse papa , 2

Era arrivato papaPio prigione aSavonaildì quin dici agosto dell'ottocentonove, se per caso o pensa tamente, perciocchè quello era giorno festivo di Na poleone , il lettore giudicherà. Gli furono date sull' arrivare le stanze in casadi'unSansoni, sindaco della città. Accorrevano d'ogn' intorno i popoli per pe dere il pontefice, Pure gli agenti imperiali osserva vano non senza contentezza, che io fosse ·timore o fosse opinione, era quivi la moltitudine meno fervo rosa, e minore fanatismo, così il chiamavano, mos traya verso il sovrano pontefice, che in Francia, e che la presenza delpapa cattivo non alteravå punto. la obbedienza verso ilgoverno.Parlossi lungamente nei consigliimperiali, sesi dovessepermetterecheil papa comparisse in cospetto del pubblico, sicoll? uffiziare pontificalmente in chiesa, e sì col dare le benedizioni. Si temeva lo sdegno aperto degli uo mini, se vedessero ilpapaprigioniero, leire segreté ancor più pericolose,senolvedessero.

372 STORIA D'ITALIA. .a nissunodi entrare; il papa,non desse nissuna, , udienza; suquanto facesse nelle interiori stanze di ligentemente sivigilasse e sopravvigilasse;fra i suoi servitori e segretarj segretamentes'inframmettes sero uominideditia Sua Maestà. Ordinavaol racciò Napoleone.per mezzo diun Vincent,soprantendente súll' Italica polizia a Parigi, che si guardasse bene agli atti di chi venisse a visitar il papa, e di più , cheogni lettera che gli fosse indiritta, si copiasse e mandassealministro della polizia generale, e che medesimamente tutte quelle che da Sua Santità,.o da chi appresso,a leiserviva, fossero scritte,si co p assero e mandassero al ministro medesimo. Del resto Borghese principe, e Vincent sopran tendente volevano e comandavano, cheil papa fosse intieramente libero della persona; il che, se pure qualche cosa significa, a ehi considera gli ordini precedenti, vuol dire chei non fosse legatocon corde. A questo sivoleva, perchèsitemeva di qual che concistoro segreto,che nissun cardinale in-Sa vona, salvo lo Spina, potessedimorare : fosse vietato allo Spina stesso di parlare al pontefice, se non pre senti le guardie; anzi desiderando mandargli certe delicature di cibi, non gli era permesso, se non con licenza del governo. Unumile. uonio , che Ostengo aveva nome, ed era ai servigj del pontefice, per avere scritto un viglietto conlettere di piombo di vetro,fu cacciato nelle segrete, nè gli furono con cessi giudici.Esitava il papa a nominar le persone che dovessero attenderea'suoi servigj,essendo sti : *

LIBRO VIGESIMOQUINTO., 1810. 373 molato a farlo da chi aveva mezzo di frenare così g infedeli,come i fedéli. Temevache l'amor suofosse ad altricagionedidisgrazie,nèinciò s'inganno. 'Pure nominò ilprelato DoriaPamfili maestro di ca mera, Soglia cappellano, Porta medico, Ceccarini chirurgo,Moiraghi e Morelliajutanti di camera, un Campa giovane di floreria, ed alcunialtri di minor condizione. Sene viveva il pontefice nelsuo Savo nese carcere con molta semplicità, nè mai si mos trava sdegnato, quankunque avesse tante cagioni di sdegnarsi. Vedeva volentieri il conte Chabrol, pre fetto di Montenotte, perché il conte usava con lui molto umanamente, temperando con dolci modi l'acerbità degl'imperialicomandamenti; della qualedolcezzaed umanitàne ebbe anchelemaleparole da Parigi.Offertogli; se gli piacesse passeggiare a di porto per la campagna,s'intendeva con le guardie, rispondeva, non poter divertirsi quando la chiesa piangeva. MandavaNapoleone imperatore il conteSarinatoris di Cherasco a metter grandi mense, a fare addobbi,amostrarmagnificenze,acondur servidori'in livreaattorno al papa, e pel papa.Conquaf nome chiamare questoimperiale scherno contro ilpontefice prigionierò, io non so. Nè so nemmeno perchè Sarmatorisconte,che buon uomo era,accetasse un caricotanto derisorio. Si appresentava lu singando, e con le imperialiprofferte. Toccò, spe rare, poiché Sua Beatitudine aveva aggradito i suoi servigj a Parigi, sarebbe per aggradirgli anche in Savond. Rispose pacataînente,esser cambiati itempi: 1 : e

374 STORIA D'ITALIA. . 2 allora come a principe e sovrano essersiconvenuto l'apparatoesteriore,'oracome a prigioniero disdirsi: fuori del suoseggio, inpaese stranjero, stretto da guardiearmate, privo de' suoi servitori e consiglieri piùintimi epiù fidi, prigionieroessere,prigioniero tenersi, daprigioniero voler essere trattato :scio gliessero prima'lecatene che lepontificie membra strignevano, nella suapontifical sedeil rimettessero, isuoi cardinaligli rendessero,edaccetterebbe i so vrani onori : del resto provvederebbero i fedeli, provvederebbeIddio, chemai non abbandona i servi suoi devoti. Lemedesimecose asseriva, maconmag giore forza,comeasoldato,aCesare Berthier, gene rale mandato a Savonada Napoleone per ajutare le spie con l'armi.

Si facesse, comandava, bene capirealpapa eda'suoi famigliari,che dopolascomuni a, il cui fine evidenteeradi eccitaripopoliallaribel lione, edi far ammazzare con le coltella Sua Maestà l'imperatore, aveva il governo pontificio' fatto l'estremodi sua possa, e consumato tutte le sue armi :'se gli facesse osservare, quanto pregno fosse quel capitolo della pace, col quale l'imperatore d'Austria si era obbligato a riconoscere tutte le mu tazioni fåtte,o da farsi in Italia :seglifacesseriflet tere; che ugualmentedaitrattati d'Amiens e di Til si si deduceva, che l'imperator Napoleonepoteva fare quantoglipiacesse.e paresse', per impedireche > .

Giovamispaziarealquanto suisentimenti delpapa carcerato, Fulminava Ugo Maret: da Parigi, tentava dispaventarlo.

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ilpapa s'intromettesse negli interessi terreni, e nel! amministrazione interna de' suoi stati:spessofaces sero salire alle sue orecchie questo suono, che le cose temporali 'non hanno comunanza alcuna colle spirituali,che i sovranida Dioacquistano lapotenza loro, non dai papi, che la chiesa gallicana aveva accettato come dottrina invariabile, le dichiarazioni dell'assemblea delclero del 1682, e che finalmente una scomunica era contraria a tutti i principj della chiesagallicana; se gliricordasse',chePio sesto, an corachè al suo pontificale seggio fosse stato tolto, ed isuoi stati invasi, ancorachè a'tempi di lui la re i gione fosse sbandita di Francia, ed il sangue deivescovi scannatibruttasse gli altari, nonera venuto a quell'estremo passo di usare un' arma, che la reli gione, la carità, la politica e la ragione del pari condannavano. Così Ugo Maret predicava in nome diNapoleone imperatorela religione e la carità a papaPio. Ma il prigioniero in contesa tanto disu guale, in c igli avversarj ajutavano le ragioni loro con tutto l'apparato delle Europee armi, non se ne stavatácendo, ed opponeva costanza a forza. Dello aver voluto eccitare i popoli alla ribellione, asseve rantemenlenegava,poichèin tale formaaveva scritto l'atto della scomunica, chela sommessione e l'ob bedienza alle potestàtemporali,la salute delle persone, e la conservazione delle sostanze ne fossero specialmente raccomandate; che non era stato ba dando, se fulminando la scomunica consumasse tuttele armi sue','e tutta la potenza; chesoloaveva in >

376 STORIA D'ITALIA. -a e teso a far ildebito uo,eche del resto per lasalute . della chiesa irimetteva nella provvidenzadi Dio : che finalmente la politicaecclesiasticanon era punto. come quella dei governi; che là si trattava sempre. secondolaverità e la giustizia, quà secondo le pas sioniumane. Aggiungevache se presto nonsiaccon ciassero le faccende e l'imperatore colla santasedenonconvenisse,vedrebbe il mondo quantopapa Pio.. fosse, capace di fare, nè più oltre spiegava i suoi pensieri, le quali ultime parole tenevano in sentore continuo i palazzidelle Tuilerie e di San Clodoaldo. Raccomandavasi di nuovo alle spie si affaccendas e sero.. ? >Nèa questeprotestazioni si ristava il papa , nè all' accordo dei potentati d'Europa. Si mostrava per suaso , che non più si trattava di separarle cosetem-: poralidalle spirituali,mabensì diruinar le-une per mezzodelle altre;che ipotentatisene pentirebbono;che già i tentativi erano statipregiudiziali a quelli chegliavevanofatti, massimamenteall' Austria;che del resto, ed intanto, in occorrenze di tal forma, come capo e rettor supremo di quanto allo spirito ed aHa religione s'apparteneva, non doveva e non volevastarsene ozioso ;che anziun suo debito e vo lontà era diusarecontroi perniziosi disegnituttala sua pontificale potenza, riposandosi colla speranza. in Dio , che supplirebbe a quanto la debolezza sua nonpoteva effettuare. Affermava poscia, che i so vrani sono eletti dai popoli, eche dopo la loro ele zione tengono la loropotenzada Dio; chemale si

. 2 2

LIBRO VIGESIMOQUINTO.:: 1810. 3.77 3 era interpretatol'uso ,che unavolta avevano i ve scovi edi papi, dimetterenelle cerimonie delle sa grela corona in capo aisovrani;conciossiachè quest atto null' altro volesse significare, se non se che, stante che'la potenza, dopo la elezione fatta dagli uomini, veniva,daDio medesimo, egli stesso era quello, che per mano de' suoiministri incoronava i sovrani.Quest'erano

ledottrinedellascuolaRomana spiegate massimamente ,,dopo il celebre Gravina, dallo Spedalieri, siccome da noi fù raccontato nel libro secondodelle presenti storie. Che certamente, ed egli il sapeva,'soggiungeva il pontefice,le cose diquaggiùsono sempresolite a trascorrere oltrei termini dellanatura loro,e che perquesto spesso divenivanonecessarie le riforme, cambiando, e mu tandosi continuamenteitempi e gli usi;cheinquesto Romaaveva sempre-mostrato moltaagevolezza, con: sentendo di buon grado alle riformemedesime ;che solo sirendeva necessario di non operare a caso ed allaspartita', mabensi con procederepensatoe me todico;che cosìl'Austria ,dopo alcuni errori a lei funesti,aveva con somma sua utilità operato sotto Piosestodi santa memoria;che del rimanente egli biasimava,edaltamentedannàváqueldesiderio sfre nato d'innovazioni, chea quei tempi règnava, desi derio, che in vece diriformare ordinando, contami nava rovinando. Quanto alle quattro proposizioni delclero galli cano, affermavacheeranoopinioni ancora in pen dente, e cheInnocenzo.undecimo, al qualesi atte

378 STORIA D'ITALIA sieva per era stato indritto pontificio.ConCare', punto di condannarle; che il clevo di Francia, sic come quello, che era,non tutta la chiesa, ma sola menteuna parte dilei,'non aveva diritto di giudi careda se della potestà dellasedia apostolica, nèdi limitarla, nèdi modificarla; che del rimanente non áveva difficoltàdi ammettere la prima, chein ciòconsiste, che Dio diede alla santa sede il governo dellecose spirituali,non delle temporali;.che ire ed i principi non sono soggetti nelle temporalialla potestà ecclesiastica, e chenon si possono perl'au torità delle chiavi di San Pietro deporre; nè dalgiuramento di fedeltà esimere i sudditi.Ma quindipassando papa Pio a quello che era il soggetto della controversia, distingueva il diritto di deporte i soi vrani , e di dispensare i sudditi dal giuramento di fedeltà, da quellodi fulminareunascomunicacontro i principi, quando eglino secondo le leggi, ed i ca noni della chiesa l'hanno incorsa';che conseguente mente quì non cadevala dottrina della chiesa galli cana,nèchemaila chiesa diFranciaaveva pretesó, che ilpapa nonavesseautorità di fulminar la scomu nica contro chi l'avésse meritata ; che egli aveva bensì scomunicato Napoleone,manondeposto,nè scioltoisudditidalgiuramento;chesepoipereffetto della'scomunicaalcunidei sudditidi lui rimettessero della divozione e fedeltà loro,ciò non al pontefice giustocastigatore, maal principe colpevoleprevari catore, doveva unicamente attribuir i; che tale dottrina, beneil sapeva, era del tutto consentanea'ai

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stato condottaaduro passo ,mache fu persecuzione che benpresto ebbe fine,e che quelli stessi che l'avevanoperseguitato e cacciato dalla sua apostolica sede, si erano raumiliati, ed avevano da lui chiesto > >

nonte , pensieri diBossuet, quantunque non in tutto con lui consentisse, 'e che beneera persuaso, che se tutto il clero di Francia fosse'assembrato, la dottriname desima accetterebbe ed appruoverebbe; che a lui non era ignoto, che ai tempi andati avevano qualchevolta i vescovied ipapi liberato i sudditi dalgiuramento", 'ma solamente quando il sovrano', era stato deposto dagli stati del regno e dai grandi, per modo che la dispensa dal giuramento altro non era, se non se la conseguenza diuna deposizione fatta da coloro, ai spettavail dirittodi farla.Per tanto la deposi dalla dispensa, ma bensìla dis pensa dalla deposizione, opera, non dei papi, mad'altrui.Venendo poi all'esempio allegato di Pio sesto, si spiegava con dire,chela tempesta aveva sorpreso improvvisamente quel generoso pontefice, equando già vecchio eparalítico 'non aveva più in lui spirito, che intiero fosse;che perciòladebolezza del corpogià più vicino a morte che a vita,aveva in luinociuto alla prontezza dell'animo;chese dal costumedi tutta la sua vita si avesse a giudicare, non si poteva dubitare, che alle novità introdotte da Napoléonenelle cose' ecclesiastiche,edal e usur pazioni di tujnelpatrimoniodi San Pietro si sarebbe più presto e piùacerbamenterisentito ch'eglistesso n navevafatto ;cheperveritàClementesetujmoera

380 STORIA D'ITALIA. perdono;come leparoleavevario suonato,cosìessere succedutiifatti , poichètantosto fu rimessonella suaRomanacattedra, erestituitoallapienezzadell' apos tolica 'potestà; mentre. Nápoleone nella durezza persecuzionesua ostinatamente perseverando,non solo non faceva alcuna dimostrazionedi volersiriti ráreda quanto aveva fatto in pregiudizio dell' auto rità ecclesiastica,e dallesue usurpazioni controil patrimonio di San-Pietro,ma ancora pertinacementeaffermava ed apertamente dichiarava, volere diper se stesso e senzainterventodell'autorità pontificia , turbarele sedi vescovili e parrocchiali,efar violenza alpontefice sullenomine dei vescovi, e tener Roma süddità in sua mano, Tornandoquindiall'esempio di Pio'sesto,aggiun: geva, che egli aveva avuto a fare coldirettorio,che faoridella chiesa essendo,alle leggi della chiesanè obbediva, nèsi protestavaobbediente,macheegli, Pio settimo, aveva a far con Napoleoneimperatore, ilqualenellasuaqualità difigliuolo primogenitodellachiesa,qualità, che continuamente assumeva e di: cui si vantava, si trovava soggetto a tutte le suere gole e leggi; apparire", nèil taceva, che'mainis suno de'suoi antecessori era stato ridotto a quelleultime strette in cui'eraegli;e quantoal patrimonio ; diSanPietroavevagiuratodidifenderlosinoasparesionedisangue',echecosì.sierarisolutodifare; che icanoniavevano decretato, che chi esso patri mtoniooffendesse etoccasse,incorresse incontánente nelle censureecclesiastiche', che ad esse Napoleone , 3 e

Fran cia, sua figliuola prediletta, e soprala quale con tanto amore siera versáto; magiudicherebbeella se fosseper amaremeglio un papaprevaricatore, o un papa osservatore de'suoi doveri, un papa innocente edoppresso, od un imperatore colpevole e persecu tore :della elezione nonconservare dubbio alcung; ricordarsiancora con infinitaallegrezza le grate acco glienze, l'affezionato concorso deipopoli, quando in q elnobile reame se n'era andato ad un ministerio, che ognialtra cosa portendeva., piuttosto cher ine; ricordarsi come fra quell'immenso apparato d'armi e di soldati avesse trovato luogo, per la Francese pietà, un umile.preticciuolo inerme, solamenteper chèlacomunanza dei fedeli nella persona su rap presentava ricordarsi chedove concorrevano, se non supplici,almeno umili i primi potentati d'Eu ropa, una opinione solamente fondata sulconsenso deipopoli devotia Dio, devoti:alsuo vicario in terra, devoti all'apostolica sedia tanto avesse:potuto, ch? egli non potente fra mezzoai più potenti,il prin cipale e più onorato seggiosivendicasse : gissepure onorata, gi se contenta,gisse felice la Francia ;che2

leggi consentitedatutta la chiesa era tenuto, che non solamente il doveva fare,ma chenonpoteva non farlo; benedolersi, e nell'interno del paternale suo ánimo compiangere, che leprese deliberazionipotesserooffenderela

LIBRO VIGESIMOQUINTO. 18.10. 381

2 . imperatore si era confessato soggetto ,poichè aveva fatto professionedi cattolico ;ch'egli le censure me desime fulminando, avevaadempito quell'obbligo, al qualeperleecclesiastiche

diParigi.Cer tamentepareva aqueitempi lapotenza di Napoleone inconquassabile :le paci di Tilsite diVienna, il ma trimonio coll'arciduchessa,il esercito invitto, vin citoreinnumerabile, la fondavano. Ni na speranza rimaneva alpontefice dirisorgere; il sapeva , il cre é e

382 STORIA D'ITALIA . quanto a lui, memore della pietàdimostrata ,ogni cosa fuori dell'impossibile avrebbe e'consentito ed operato , perchè el a quella pace--dicoscienza si godesse, chepeimeriti suoi le era giustissimamente dovuta.

Desiderava Napoleone,solito a fare primalecose, poravolere chegli si consentissero,che il senatus consulto dell'unione dello stato Romanoal suo im pero sortisse il suo effetto , anche perconsentimento del papa. Non gli era nascosto,che ove il pontefice accettasse le condizioniproposte, facendosi abitatore di Parigi e suo pensionario, avrebbe dovuto final mente consentire a quanto egli volesse nell'argo mentodella giurisdizioneecclesiastica;perciocchè la forza del pontefice tutta era fondatasull'opinione, quando diventasse vile in cospetto degli uomini, avrebbe perdutocoll' opinione quell'unico suo fon damento; che certamenteavrebbe avuto partedi viltà, se, in vecedi viversenepadrone con isplen doreaRoma,o carcerato cononore in Savona,avesse accomodato l'animo a vivere sudditoinParigi. Perlaqualcosa gliagenti imperiali continuamenteecon esortazioni vivissime-cercavanodi muoverlo, accioc chè rinunziasse al dominio temporale , accettasse.i. milioni,abitasseilpalazzoarcivescovile

LIBRO VIGESIMOQUINTO. 1810. 383 :7 +> deva,ildiceva,ma vinse lacoscienza : ri usò Pio le imperiali proposte. Che sapeva ben'egli, affermava, ciò che volevano fare;che questi disegni,ese n'era accorto, già find'allora covavano, quand'egli era andato a 'incoronar Napoleone a Parigi; che giàfin d'allora vi.siracconciava il palazzoarcivescovile,per i lastanza dei papi; che vedeva chiaramentecheera nato il pensiero di far i papi viaggiatori, e fors'anche primi eleniosinieri degl'imperatori : papi di Francia volersi, non papi di cristianità : del resto non volere, protestava,'il-palazzo di Parigi: sarebbe un nuovo carcere : non la potestà temporale, ma Sån Pietro,avere fissà la sua sede in Roma; avere ciò dimostrato colla sua venuta in quella veneranda città, averlo dimostrato colla sua dimora, averlo di mostrato col suo martirio; il sangue dell' apostolo avere indicato, e santificato il luogo dell'apostolica sedia; volere Pio' successore quella, o nissuna: non disfarebbe col consenso suo Pio ciò, cheCristo stesso salvatore per mezzo di Pietro aveva fatto , che nè giuramento presterebbe, nè pensione accetterebbe; sarebbe vileagli occhi suoi,vileal mondo, se quel prestasse, se questa accettasse': essere il señatus consulto la servitù della chiesa : volersimandar ad effetto lemacchinazioni deifilosofi, rendere il papa tanto suddito, quanto i vescovi in Fr ncia ; che i mirava evidentemente alla distruzione della relin gione; che non potendo assaltarla di fronte,perchè l'impresaera troppo difficile,la volevano assaltar di fianco;non mai i sacerdoti delpaganesimoessere

Così Pio tormentato daiNapoleonicii suoi : spensieri spiegava. Quanto poi a quello ch'egli in queitempitanto per lui lagrimevolidesiderassefare, iricordi dell'età non lasciano luogoa dubitazione. L'animo suo eradi addomandar sempre i benitem poralidella santa sede, manon dimai farcosa che tendesseavolergliriacquistare perforza:soloquesto chiedeva e richiedeva, che libero fosse', e libero lasciato tornare a fare il papa nella sua Roma;che farebbe anche il papa in una grotta ,che farebbelo nelle catacombe;cheseallaparsimoniaedaipericoli ; della primitiva chiesa gli fosse-d uopo tornare,con 2

384 STORIA D'ITALIA. . 7e -stati tanto- dipendenti dalla potestà temporale , quanto i preti d'oggidi; volersi anche mettere sotto ilgiogo il papa: presumerechetali disegninon pro · venisserodal consiglioecclesiastico raunatoinParigi, perchè se ciòfosse, tostoil separerebbedalla comu nione sua : in mezzo a tante turbazioni, otanti sovvertimenti sperare , che Dio fosse quello che, avesse asalvare la suachiesa : chedelresto non poteva più riconoscere, qual figliuolo primogenito,.: . V usurpatore dei benidella santa sede;che già, pur troppo aveva sopportato; che giàgli era venuta a schifo lasua pazienza; chela sede di Roma non potevaoperare come gli altri sovrani; cl ei pofe vano rinunziare secondo gli accidenti a parte dei loro diritti col pensiero di riacquistargli, quandochè fosse, ma che doveva il papaöpefare in coscienza; i trattati di Roma spirituale esseresanti, e di buona fede ripieni.

> 4 IV . 25

In cotal modo siraffermava', quanto alle suepar ticolari sorti, l'animo del pontefice; ma bene pian geva,ed amaramente deplorava'lenovellediscordie.

grave a chi non mai tanto félice OLIBRO VIGESIMOQUINTO: - 1810. 385 pienarassegnazione vitornerebbe,eranèciòforaancostato,quanto,quando semplice fraticello essendo, in un umilechiostrole dottrine teologicheinsegnava.

Deploravale principalmente, perchè laceravanole viscére più intime èpiùvitalidellacristianità catto lica:deploravale perchè impedivano l'unione,della qualeaveva allora speranza, delle partidissenzienti; imperciocchè avevaconcettoilpensiero, che alcuni paesiaddettialledottrinediLuteroavesseropresto a ritornare nelgrembodella chiesa.Solo disperava dei calvinisti,siccome quelli ch'egli riputava più indu riti, e che avevano voluto introdurre nelgoverno ecelesiasticogli ordini democratici.

Quest'erano letribolazionidiPio'settimo.Maecco; oggimai avvicinarsi il tempo, in cui la sua virtùdo: vevaessermessa a più duri cimenti. Poseiachèsi era tentato dispaventarlocoisoldati, diosservarlocolle spie, dis ome tarlo collasegregazione, discuoterlo conleminacce,sifaceva passaggio ad'assalirlo con le dottrine, e con le persuasioni di coloro, che oper antica amicizia,o pel carattere di cuieranovestiti, si:credeva potesseroav te moltaautorità nellesuedeliberazioni. La mancanza dell'ufficio pontificale, cheilpapà ricusavadicompir già da parecchianni, principiava a farsi sentirefortemente nella,cristianità cattolica, la condizione peggioravaogni giorno.

> Moltesedi vescovili,ricusandoilpapalebolle d'in vestitura, erano vacanti tanto in Francia, quanto in Italia ed in Gerinañia. Altre vacanze'si scoprivano alla giornata, ed era per estinguersi l'episcopato. avendo dato favore col concordato all' opinione cattolica,vedevanon potersi esimeredal ricorrere all'autorità pontificia.Pe sò sulle primedi usar l'autoritàdel cardinal Caprara, arcivescovo di Milano, e legato della santa sede a Parigi,di cuico nósceva la condiscendenza. Serisse il cardinale sup plicando alpapa, desse le bolleper le sedi vacantiai vescovi nominati dal consiglio dei ministri dell'im peratore. Aggiunse che Napoleone consentiva, che inesseil pontefice non facesse menzionedelle no mine imperiali, purchèeglinon v'inserissela cláu sula del moto proprio, od altra equivalente: Rispose risolutamente il pontefice, maravigliarsi, che Caprara questecoseproponesse :'esser evidente ch'ei non potevaaccomodarvi l' animo:non maila cancelleriaapostolica avere' ammesso similiinstanze da parte dei laici: delresto, àchi'concederebbonsi le bolle, se alle instanze delconsigliodei ministri siconcedessero? Nonèssèr loro l'imperatoremede simo? nongli organi de'suoi ordini; non glistro menti della suavolontà?Oradopo tante innovazioni funeste alla religionefattedall'imperatore,controle quali'egli i era sispesso e si inutilmente querelato, dopo tan e vessazionicommesse contro tantieccle siastici de lo statopontificio,dopo l'esiliodeivescovi e dellamaggiorparte dei cardinali;dopo lacárcera

386 STORIA D' ITÀLIA.

L'imperatore,

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LIBRO VIGESIMOQUINTO. 1810. 387. 2

zionediPaccacardinale,dopo l'usurpazione del patri monio di San Pietro,dopo,di essere, stato assalito lui medesimo da uominiarmati nei penetrali stessi delsuo pontificale palazzo, dopo di essere stato forzata mentediterra in terra sotto strette guardiecondottoper modo chei vescovi diparecchi luoghinonave vànopotutoavvicinarsi alui,o parlarglisenza testimon , dopo'tani attentati sacrileghi, tacendone anche, per amordella brevità, altri infiniti, contro i:qualiiconciljgeneralieleconstituzioniapostoliche fulminavano l'anatema, che altro averelui fatto, se nonu iformarsi, com'erasuo dovere, aidecreti di questi concilj, se non obbedire ai termini diquesteconstituzioni?Come adunquepotrebbe oggidiriconoscere nell'autore di tante violenze il diritto di ominarivescovi, come consentire ch'egli l'usasse?Ilpotrebbe forse senza farsi reodi prevaricazione,senza contraddire a se medesimo, senza dare, con iscandalo gravissimo, materia aifedeli di credere,ch'egli sbattuto e vinto dalle disgrazie, a tanto di abiezione fosse venuto, che potesse tradirela sua coscienza, e fare quello, ch'essàcon terribilvoce l'ammoniva didannare?Pesasse bene, e queste ra gioni ponderasse,non secondola sapienza umana,ma prostratro nel santuario,ilcardinale,e vedrebbe,quanto vere, quanto inconcusse,quantoincontrasta bili fossero. Chiamare tuttavia Dio in testimonio di quantoegliin mezzo a i crudelitempestedesiderasseprovvedere alle sedie vacantidella chiesa di Francia, di quella chiesa di Francia, s o primo

In questo mezzo tempo Napoleone perintimorire il papa,e farloconsentireaquanto eglidesideray , con darglisospettoche senon consentisse,eifarebbe nese cattività

388 STORIA D'ITALIA. amore, e súo supremo diletto :con quanto piacereabbraccerebbeegliunconsiglio,che gli permettesse di soddisfareadun tempo ed alsuo pastorale uffizio, ed a' suoi doveri sacrosanti! ma come potere, come risolversisoloe senza soccorso inun affare ditanta importanza?Toltigliessere tutti i consiglieri suoi, toltagli la facoltà di comunicare con loro, nissuno restargli, da cui pigliar lume insì spinosa discus sione. Se vera affezione avesse l'imperatore alla cat tolica chiesa, incominciasse dalriconciliarsi col suo capo: togliesseleinnovaztonifuneste, rendesseglila sua libertà, lasua sede,isuoiufficiali; restituissegli ilpatrimonio,non suo, madi San Pietro; riponessesulla cattedra dell'apostolo il suo capo supremo, il suo capo di cui-ella era vedova e privadopo.la Savo ;.rimandasseglii quaranta cardinalidal súo grembo divelti pei crudi:comandamentisuoi; richiamasse alle diocesi loro tantiesuli vescovi: pre gare incessantemente e ferventementefratante sue tribolazioniquelDio, che tiene.in sua mano tut i ic ori, incessantemente eferventemente pregarloper l'autoredi tantimali :esaudisselo, piacesseglispirare alduró cuore di Napoleone più salutevoli consigli; ma se per segreto giudizio di chitutto,sa e tutto puote altrimenti accadesse, piangerebbe egli-le pre senti calamità, certo e sicuro che,nissuno a l i im putarele potrebbe.

LIBRO VIGESIMOQUINTO. 3891810.. ar . delseminari 7 2 dase,avevaconvocato un consiglio ecelesiastico a Parigichiamandovi i cardinali FescheMaury, civescovo diTours, i vescovi diNantes, di Treveri, . edunEmery,pretèsuperiored'Evreux ,diSan , per mezzodel ministrodeicultiBigotdi Préameneu, personaggio dibuona è posata'natura,ma checiò non ostante procedeva con molto calore in questa faccend "contro ilpapa,propose loro certi quesiti, acciocchè gli dichiarassero.Eranoquesti prelati, o tutti olamaggior parte,nemicidei seguaci diPorto Reale; malafortuna; ela Napoleonica ambizionegli avevanocondotti aquesto duro passo,o di opinare, circa la potestàdella sediaapostolica conformealle dottrine di quella famosa scuola, o di dispiacera Napoleone. Una sola risposta dovevano e potevano dare,ed era quest'essachesirinettesse il pontefice nella condizione in cuiera quando concluse il con cordato: ed allora se ricusasse le bolle, opin ceb bero;ma non la diedero; perchè quelli tempidaAmbrogi.Certamente seilpapa debb essere assicurato contro i principi inmateria religiosa e spirituale,iprincipi debbono essereassicurati coutro papa in materia politica e temporale. A quest'ul timo finemirava la necessità nel papadeldarlebolle in un dato tempo, salvoicasi d'impedimentic no nici neinominati;malaprigionia delpontefice rendeva impossibileogni negoziato, eNapoleonevoleva nonsolamente laindependenza per se,maancoralaservitùnèglialtri.

I governo della chiesa,portavano 2 non erano il.

violatoilconcordato,sedalcanto

*

Sha,desiderando l'imperator Napoleone sa

390 STORIA D'ITALIA, > iquesiti, è egli arbitrario ?Può il papa percagioni temporaliricusareilsuo interventonegliaffarispiri tuali ? Conviensi, che solamente prelati e.teologi trasceltineipiccoli luoghidel territorio Romano giu dichinodegl'interessi della chiesa universale ?Con-: viensi, che il concistoro, consiglio particolare del papa, sia composto di prelati ditutte le pazioni ? Quando no,Vimperatore non ha inse raccolti tutti i diritti,cheairedi Francia, ai duchú delBrabante, ead altrisovranidei Paesi-Bassi, ai re diSardegna, aiduchidi Toscana,esimili s'appartenevano? An cora,haNapoleone imperatore,o isuoi ministrivios lato ilconcordato ? Èssi migliorata, o peggiorata la condizionedelclerodi Francia dopoil concordato ? Seil sovranodiFrancia non ha violato il concordato, può il papa disuo proprio arbitrio,ricusarel'insti tuzioneagh arcivescovievescovinominati,e perdere la religione in Francia , comel'haperduta nell'Ale magna senza vescovi da dieci anni?Non avendo il governodiFrancia suo ilpapa ricusa di eseguirlo, intenzione disua Maestàè, ch'esso siabbia e si tengà perabrogato : maintale caso, checonviensi. fare pel bene della religione? A questi quesiti, cherisguardava ospecialmentela Francia e l'Italia, se ne aggiunse un altro per 1 e, quale cosa gl'incombesse di fareperlasal te della religionein questa pàcted'Europa;a lui,cheera ilcristiano il più potente di tutti, signorethell?

LIBRO VIGESIMOQUINTO. - 1810. 391 7 a Alemagna, erede di Carlomagno, vero' imperatore d'Occidente, figliuoloprimogenito della chiesa. An cora ha bisogno laToscanadinuovecircoscrizioni di diocesi : se il papa non vuol cooperare, che farà Sua Maestà? Ancora, e finalmenteèssiquestabolla discomunica stampatae sparsa per tutta Europa : che farà Napo leone imperatoreper impedire,che in tempi di tur bazioni e di calamità, non diano i papi in questi eccessidipotenza tantocontrarj allacarità cristiana,quanto all'independenza,ed all'onore del trono? Intanto Napoleonecostrettodallanecess tà,perchè lavacanzadelle sedi:episcopali turbava la coscienza dei fedeli,essendo a ciò consigliato da coloro che appressoaluitrattavanodellefaccendeecclesiastiche; si deliberavaadusare un rimedio, che potevadargli, secondochè credeva, tempo ad aspettar tempo , e conclusionedefinitivadelledifferenze nate colla santa sede. Avevae liudito,chedopolamortedelvescovo lagiurisdizione episcopale si trasferiva nelcapitolo dellachiesa cattedrale, e che a questos'apparteneva ilnominare vicarj generali, chegovernassero la dio cesi durante la sede vacante. Oltre aciò fu fatto,så pere a Napoleone, che i capitoli investiti alla morte del vescovo della potestà episcopale, conferivano, secondo gliantichi usidi Francia, la potestà medem simaall'ecclesiasticonominato dal sovrano alla sede vacante,Quest'ultinio pensiero gli fusuggerito dal consiglio ecclesiastico.Ma altempo medesiino il consiglioaveva mitigato ilconcetto con dire,chelo a

Certamentenon piaceva neppur a Napoleone,che er d'indole assoluta, questa condizione, chei ve scavi,comedelegatiesercessero,perchè voleva,chei capi fossero,padroni, non servi, Ciò: nondimeno il guadagnartempo gliparevacosa d'importanza.De liberossi pertanto ,insino a che da Savona migliorinovelle glipervenissero, aservirsideltemperamentopropostodalconsiglio ecclesiastico.EranoinFranciaenell'ItaliaFrancesediocesi

392 STORIA . D'ITALIA . spediente proposto nonpotevaesserechetransitorio, che solo per l'ultima necessità, è per non lasciar perire l'episcopato inFranciadovevanoi capitoli delegare la giurisdizioneainominati,che,cessatala necessità, si rendeva necessario tornare ai metodi consueti; che sebbene ivescovi nominatie delegati avessero potestà di reggerelediocesi,non potevano esercire tutta la pienezza dell'autorità episcopale, perciocchè,seavevanolagiurisdizione,nonavevano l'ordine;chei vescovi instituiti possono fare certe funzioni, che i vescovi delegati non possono;,che pure erarichiestoper la salutedeifedeli, e pelper· fettogoverno dellediocesi, chel'autocità episcopale tutta intiera in loro si raccogliess ; che del resto non pareva conveniente, chelungotempo,i vescovi esercessero le facoltàloro , e governassero le diocesi come semplici delegati dei capitoli ;altro maggior. decoro, altramaggioreindependenzaessererichiesta adun véscoyo, perchè sipossanoaspettare dal suo ministerio debiti frutti.

vacantidalungotempo, , in cuigôvernavano i,vicarj capitolari.Aivolere che >

LIBRO VIGESIMOQUINTO: 1810. 393 >i capitoli delegasserol'autorità vescovile ai nominati dall'imperatore, era d'uopoche ivicarj rinunzias sero; conciossiachènon vipotesseroesseredue dele gati.A questo fine indirizzava ipensieri ilgoverno Napoleonico; dal chenacquero accidentidi non poca importanza Aveva Napoleone nominato vescovo d'Asti in Piemonte il prelato Dejean, fratello d'un suo ministro:Richiesti del rinunziare , i vicarj del capitolo ricusarono. Avuté le "novelle, Napoleone sdegnosamentedecretáva,fosseil capitolo d'Asti ri dottoasédi i, i beni spettantiaicamonicati soppressi cádessero in potestà delfisco, i renitenti fossero ar: restati e processati, comedicrimenlese.Aggiungeva Bigot diPréameneu, che Sua Maestà si era risoluta ad unirealfiscoibenidei vescovati,dove sorg ssero erbe diribellione.Areva. Napoleone nominato Os mond,vescovo diNancy, uomodi nobile tratto e di pulitissinia favella ,all'arcivescovato di Firenzé. crisse risolutamente il pontefice al vicario capitó lare, comandando che non rinunziasse, eheera Osmond illegittimo secondo i canoni. Sëguitarono effetticonformi': non ebbe mai Osmondquietovivere in Firenze. Ma a quest'amarezza serbavail cielo Napoleone. imperatore, che ilprigionierodiSavonagliturbasse i suoipensieri nella capitale stessa del suo impero. Avevaeglinominato arcivescovo di Parigi il cardi nale Maury,surrogandolo al Fesch,che nominato ancor esso alla medesima sede non aveva-voluto accettare: Maury, parendogli un bel seggio ilPari !

394 STORIAD'ITALIA gino, l'accetto. Seppelo il santo padre, per avviso mandato dalcardinal.Dipietro, che confinato a Se mur, faceva una mirabilepolizia a suo modo. crisse un breve ai vicarj capitolari di Parigi,della colpevole audacia del cardinale,edel debito lorogravemente ammonendogli. Essere, rammentava, il cardinale Maury un intruso,essere irremissibile la sua teme rità; calcarelui i sacricanoni,calcare le decretali dei papi, calcaretutte leleggidell'ecclesiasticadisciplina: avessero i vicarj per nullituttigliatti cheilcardinale . facesse:niuna qualità, niuna giurisdizione l'intruso ávere, tutte a lui essere negate,tutte tolte: essere legato Maury,alla chiesa di Montefiascone; niano poternelosciorre,chela san ta sede:le sue risolu zioni gli comunicassero,èdell'esecuzione l'ammo nissero. Intanto Maury, che non era uomo da sgo mentarsi così alla prima,nè solito a cambiarsi,inviso pejrabbuffi, scrivevaalpapa"informandolo dellasua nomina, ed accettazione dell'arcivescovilsede di Pa rigi. Rispose il pontefice",maravigliarsidell'audacia sua, ma maggiordolorè ancora sentirne,che mara viglia: inaspettato edeplorabileaccidente.,sclamava, ch'eglitanto da sestessodisformefossedivenuto, che ora quella causa della chiesa abbandonasse, che si degnamenteaveva patrocinata nei calamitosi tempi della rivoluzione, Adunque, continuava, la otestà civile questopuntovincerà,che ellaalgovernodelle chiesechi più le pare e piace instituisca ? Adunque "saràcassalalibertà ecclesiastica,leelezioniinvalide, ilscisma presente?Taliessere gli effetti, tali i risul 2 7

tamenti dell'esempió detestabileche egli dava.Per tàntocomandava alcardinale, pregavalo,scongiura valo,incontanentecessasse dalgovernodellaParigina chiesa,si ritirasse dagl'imperiali doni:quando no,procederebberigorosamente contro di lui: Non eranole opinioniconformi nel capitolo di Parigi; chi amava meglio l'imperio che la chiesa, e chi lachiesa meglio che l'imperio. Piàerano i primi che isecondi,quelliavevanoaccettatoMaury,questi gli contrastavano.Degli ultimi Paolo Dastros, cano nicoe vicario generale , preso occasione del man dareal vescovo di Savona certédispense, avevasupplicato al papa,a , affinchè il consigliassedi quelloche si avesse a fare nelle congiunture presenti. Il santo padrerispondendo,tornava insul chiamare Maury intruso, disubbidiente, uomo di audacia intollera bile : ordinava, ed in virtù della santa obbedienza comandava aDastros,incontanente mostrasse alcar dinale lasua lettera,eglimponesse da partesua', che dalla temerariaimpresa si ritirasse. SeppesiRovigo, che sapevatutto, questecose; ledisseall'imperatore.Sdegnossene

LIBRO VIGESIMOQUINTO. 1810. 395 . >> .

Napoleone':prima cosa, fatto arrestare a furia Dastros, il cacciò nelle segrete alsolito : poifece rimproveri eminacce talià Portalis,consiglieredi stato, perchèle letteredel papa a Dastros eranovenúte sotto sua coperta, che ilpoverogiovane se 'ne tornò tuttosmarrito e lacrimoso acasa. MaleSavonesi cosepressavano, Seru taronsi'diligentementedalla polizia Napoleonica ifogliai servitoridel papa,a 'Paolo Câmpa, aGio > 2

Nè Di pietro potè fuggire lo sdegno imperiale : preso-a Semur, canibiò l'esilio in carcere. Dispersi iminori,Rovigo e Napoleonepensavano aquello chefosseà farsidel pontefice; perchè;se glialtri avevano fatto fallo a Napoleone, il papa, pensavano;l'aveva fatto maggiore, emaggioreaaniche da lui veniva il pericolo. Non sapevanodarsi pace, cometra quelle folte tenebre cheavevano con tanta eúra addensate intorno al pontefice; avesse trovato uno spiraglio a vedere;eda farvederlume : i)ilpre fettodi Montenotte sentì qualchesprazzo della col lera suprema. Incominciava a fulminare con.gran dissimo sdegno contro il papa Bigotdi Préameneu':sapere l'imperatore, che il papa aveva scrittoal capitolo di Firenze, acciocchè non conferisse,lapo a >

396 STORIA D'ITALIA. per vánni Soglia, à Carlo Porta', al prelato Doria, alpre lato Maggiolo ,ad Andrea Morelli, a Moiraghi, a Targhini,cuochi, e valletti. Trovarono letteredel papaper leAstigiane, Fiorentine, eParigine contro Versie; trovaronolettere di Dipietro al papa, trova r nosuppliche perdispense,modidi condursi ai Romani, descrizioni ed attestazioni di miracoli.Le ferrate portediFenestrelle sorbir no Morelli,Soglia, Moiraghi, ed unCeccarini chirurgo, ed un Bertoni valletto : anche un Petroncini domesticodel Doria , fucacciato nellesegrete: Porta se la passò conuna buona ammonizione, e che, se vi tornasse, mal lui; speravano che scoprirebbe qualche cosa degli affaridelpapa. Doria fúmandato a starseneco'suoi a Napoli, ebadasseanonguardar-indietro.

LIBRO VIGESIMOQUINTO . C 2 1810. 397 testà all'arcivescovo nominato ; recarsi l'imperatore quest atto a grave effesa. Adunque vuole il papa tutto sovvertire e mandar sossopra? Adunque non vuol nemmeno che lediocesi siano transitoriamente amministrate dai prelati,che l'imperatore giudica degnidella suaconfidenza, ed aiquali secondo l'uso icapitoliconferiscono le potestà al tempo delle sedi. vacanti? Adunque danna il papa uno stato transito rio, che è in facoltà sua di far cessare, dando le bolle, incontanente? Crede egli, che Sua Maestà sia subordinata ad un capitolo,per forma cheil vicario ch'esso capitolo ha eletto , non abbia bisogno di essere riconosci to dall imperatore, e che, se rico nosciuto,non è, o cess sse d' essere , ei conservi il diritto di far funzioni, che sono ad un tempo stesso e temporalie spirituali? Un vescovocanonicamente instituito non può nominareunvicariogeneralesenza l'intervento di un decreto imperiale : come può il capitolo avere maggiordirittoche il vescono? Isúd diti dell'imperatore,che ilcapitolo compongono, non renderebbersiforse colpevoli,se unvicario altro che quello cheil lorosovrano loro indicasse, o-no minassero , Q mantenere volessero ? Questo vicario capitolarenon dovrebbe egli forse, perlapace della chiesa.cessare di per se medesimol'ufficio , o se questo molivo, più sacro certamente dell'autorità arbitraria del pontefice; a ciò fare not risolvesse,la volontà del sovrano non gli torrebbe forse ogni po tenza dell'atto, e seribelle i constituisse, nondo vrebbeegliportar-la penadellasuaribellione?Avere-

398 STORIA D'ITALIA.

> veduto il papa isovvertimenti prodotti dalle instru zioni, ch'ei non aveva diritto di dare sulla formola del giuramento, d un suddito al suo sovrano ; nè poter non preveder quelli, che potrebbero nascere dalla sua lettera al capitolo di Firenze.Nissu a vio lenza,nissun oltraggio del papa l'imperatore,lasce rebbeimpunito: essere tuttavia parato l'imperatore a venirne a giusti termini d'accordo , solo che il papa, scrivendogli, ilfacesse certo della sua volontà. Ma se al contrario, da una parte perseverasse nel voler lasciarle chiese senzacapiinstituiti,dall'altra nell'impedir i capitoli,enel mettergli in caso di ri bellione contro il sovrano loro, non vedrebbe piùSuaMaestàin questiatti lefunzioni delgoverno pon tificale, chetutte sono dipace e di carità, non ve drebbe più sotto un titolo rispettabilissimo, che un nemico protervo;obbligo suo sarebbe di torgli ogni mezzo di nuocere,coll interdirgli ogni comunica zione colclero del suo impero, e.con isolarlo; qual entepericoloso ; non potere il prelato Doria aspet tarsi altro destino, che quello diPacca cardinale. Le quali'ultime paroledette,non so per qual rispetto, non diPio',madiDoria,chiaramente significavano, che diDoria si dicevano, perchè Pio come dette di. seleriputasse.

Crebbero a dismisura gli sdegni,quando i sco verse l'affare diDastros. Sclamava il Parigino ministro, lapontificia lettera esser fonte di ribellione; girare il papa le incendiarie faci all'intorno; par lare diconcordia, suscitarela discordia.Poi perbocca

>

LIBRO VIGESIMOQUINTO ., 1811 . 399 a > imperialecomandava al prefetto diMontenotte, ba dasse bene a non lasciare trapelarletterenè per den tro, nè per fuori della papale stanza ,,e non man casse; parlasse più risolutamente al papa;gl'intuor nasse alleorecchie,chedopo la fulminata scomunica, ed il procedere uo a Roma, che tuttavia continuava a Savona, l'imperatore il tratterebbe come meritavá . chetanto era oramai il secolo oltre nei lumi, che sapeva distinguere le dottrine di Gesù Cristo da quelle diGregorio settimo.; I fatti seguitavano le minacce. Perdispetto, eper speranza di ottener concessioni col terrore, ordinava l'imperatore, che ogni apparato esteriore si sban disse dall' abitazione pontificia : trovarono i rigidi comandamenti diligentiesecutori. Camillo Borghese principe toglieva le carrozze al papa ; togliewagli Sarmatoris e glialtri servitori, sopprimevaogni segno di rispetto, gl'interdiceva penna ed inchiostro, gli intimava per ordine di Napoleone imperatore, che gliera fatta inibizione di comunicare con alcuna chiesa dell'impero,nèconalcun suddito dell'impe ratore sotto le pene di disubbidienza, tanto per lui, quanto per loro, che cessava di esserel' chiesa colui che predicavala ribellione, colui che aveva l'anima tinta di fiele; chepoichèniuna cosa ilpoteva far savio, se gli faceva a sapere, ch Sua Maestà abbastanzaeraforte,perchèpotesse farquello che i suoi.antecessoriavevano fatto , e deporre un papa. Si credeva a Parigi, che i comandamenti ripetuti organo della

400 STORIA D'ITALIA, . . > avessero maggior,forza.:Per laqual cosa Bigot di Préameneu novellamente inculcava , s'intimasse à Pio, che percagion suaicardinali,ed i vicarj gene rali perdevano la libertà , i canonicile prebende; che queste occulte trame erano indegne di unpapa; ch'egli sarebbecagione delle disgraziedi tutticoloro, che avrebbero a far con lui; che dichiarato nemico dell'imperatore dovea quietamente starsene, e poi chè da se si chiamava carcerato,operare come se fosse carcerato, nè avere con nissuno pratica o cor rispondenza; che gran disgrazia era per la eristia nità lo avere un papa così ignorante di quanto è dovuto ai sovrani : che del resto non sarebbe la pace dello stato turbata, e che il bene si, farebbe senza dilui. . Oltre i comandamenti del 'ministro dei culti,e del principe governatore del Piemonte, perciocchè tutto il governo-Napoleonico era mosso contro il prete di Savona, intuonava dalle sponde dell'inves: tigatrice.e dispotica Senna la polizia : si guardasse benedentro e fuori della pontificia abitazione; si stillasse tutto, si spiasse tutto; niunacosa,permi nima che fosse, trapelare, o, perusare le parole stesse-, filtrarepotesse, senza che la polizia la sa pesse; si guardasseattentamente al grande,si guar dassecolla medesima gelosia al minuto , non sipres tasse fede di tutto a tutti, masolo ai più fidi; se alcuno mentisse, fosse punito; se alcuno dicesse la verità, fosse ricompensato; vigilante fosse la investigazione, e continua , ma invisibile ; fosse anche : $

LIBRO VIGESIMOQUINTO . 1811. 401, proteiforme,fosserogli agenti di tutte lelingue, ditutte le forme,dituttiimestieri, varj ed infiniti i pretesti,masemprenaturali ,perchèillambiccato svela l'arte; si usasse ogni astuzia, ogni strattagem , ma,ogniscaltrimento ,superassersi in astuzia ,queste parole stesse portavano le lettere, ipreti, anchei più maliziosi; si avessel'occhio massimamentealle strade da Savona a Torino, perchèlà era il marcio; siguardasse addosso aipedonimolto diligentemente, e per ognipartesi ricercassero;non mancherebbero ipretestipernon dar sospetto; ora si motivassedi un vagabondo,ora diuno scappatodi galera, quisi cercasse un soldatofuggitivo',làuntruffatorecon dannato ,poiun po'discusavelerebbeil segreto:leSavonesi terredesolatedalla polizia. Voleva ancora essa polizi , si procurasse,che pei concorsid'uo mini o dialtao di bassa condizione,gliautorevolie di buona favella intendesseroalle persuasioni, di checendo,chel'imperatoreavéyaragione,ilpapatortopiùamaval'imperatorelareligione,cheilpapa : Pamasse. Insinuavaaltresì, che le sacristie ed icon fessionalifarebberoservizigrandi,sesifacesse sen tire aicuratiinstrutti, ed aipretigiurati,chela loro obbedienza e sommessione erano conosciute,e che sarebberoanchepremiate:se qualche canonico, o. se qualcheregolarepassatoa vitàsecolarecompian gesse o titabasse , seglifacessetostosuonareall orecchie l'interesse personale, la perdita delle pen sioni,e che la polizia sapeva tutto; sequalcheduno ricalcitrasse,simettesse in luogodoveglipasserebbe IV . 26

402 STORIA D'ITALIA. voglia ; finalmentecon ogni sorta dicortesidiinos trazioni,tanto in pubblico, quantoin privato si ge carezzassero, ed al ministro dei culti i raccoman dassero gli ecclesiasticichesimostra sero piùfedeli, che usasserol'autoritàloroper ridurreicompagnia i fedeltà,eche predicassero che ogni potestà tempo raleviene da Dio,e cheil Vangelo insegna e racco mandà obbedienza ela sommessione versoi principi; ponessesimentead operarechetutti gli spiriti s'ini bevessero di quest'opinione,che l'imperatore non törnava maiindietro,che perlasua munificenza infi hita semprepremiavachifedelmente e devotamente il serviva,macheperlasuagiustizia mai non per donava achidenigrasse, a chiricalcitra se,achidis sidje discordie seminasse.--Queste cheabbiamoraccontate, furonole cau ele .posteinoperadaiNapoleonicipermurare ilpapa,e per fare, ehe nissunosapesse, o dicesse, o facesse altroche quellochepiacevaà Napoleone.Arti'vera mente perfette erano questezeda servir per esem plare achi amail comandaredasé. L'imperatore; veduto che nèle persuasioni, nè le minacce,nègli spaventi,nè la strettezza del carcere,non-ayevano *potuto piegare, l'animodel pontefice, e credendo, perleopinionidei popoli,dinonpotere da se,e senza che gli estremimezzi prima si fossero tentati, fare questagravissima'mutazione, che i vescovi di Francia, e di tuttiipaesi sydditi alui più non rice' e vesserolaistituzionecaponiça dallasedeapostolica, sierarisolutoadusare,più efficacementeilsussidio , ,

del consiglio ecclesiastico adunato in Parigi.Opinava, che il parere di ecclesiasticidi grado o di dottrina, fossé peroperarefortemente infavor suo sulla mente dei popoli, caso che per la necessità delle cose si avesse"a rompere quel legame, che congiungeva Pepiscopato Francese allachiesa diSan Pietro Inoltre; a ciò consigliato,estimolatoprincipal mente dal consiglio ecclesiastico , si era deliberatoconvocare un concilionazionaleaParigi,acciocchèconsiderasse la necessita presente, e proponesse iemezzi di rimediarvi. Dava favore a questo suo pen:siero, oltre un concilio, la speranza che i vescovi Italianichiamati all'assem blea,siccome nutriti,la maggior parte,nello dottrine cheabbracciatein Italia da molti dotti cano nisti;avevanonegliultimitempitrovatounaprincipal sedein Pistoia , avrebbero deliberato in favor d'un opinione, chequanto alla trasmissione dell'episcopato, pareva conformeagli usiantichidella chiesa primitiva. Ordinato in tal modo le cosé, sicuro diquello che dovesse avvenire,Napoleone timolavail consiglio ecclesiastico, acciocchèdesseprincipioa quantosieraordinato:In primoluogorispondevailconsi glio,nonsenzamoltºarté,a quesitifatticonmaggiorarte.Quanto all'articolo,se il governo della chiesa fosse arbitrario ,dichiarò che non era; che quantoallefede, la santa scrittura, la tradizione, ed i con cilj servivano di regola : e quanto alla discipliñal'universalereggevanoidecreti della chiesa univer 1

LIBRO VIGESIMOQUINTO. 1811. 403 7

lamaggiorautoritàdi

404 STORIA D'ITALIA.. > 9 > sale , la particolare quelli delle chiese p rticolar ; it che il consiglionon dicetasenzacagione. Aggiunse che ladisciplina particolare erasempre statarispettata dalla chiesauniversale,piena di carità edi condiscendenza. Ragionò", cheDio aveva dato a SanPietro, ed a'suoisuccessoriil primato & onoreedigiurisdizione;ma i consiglieri ecclesiastici , proces dendo con questageneralità, e non veñendo a nis unaparticolarità, non si spiegavano, in che cosaconsistesse questo primato di giurisdizione, perchèiuciò appunto stavå tutta la difficoltà della materia venutaincontroversia;cheDio diedealtempo stesso agliapostoli;continuavano i consiglieri,la facoltà direggerele chiese,con subordinazioneperòal capodegliapostoli :dalche nerisultava', che ovequesta subordinazione non si offendessé, avevano cessori degli apostoli pienomandato di governar lechiese.

Non potere, statuitono ,il papa ricusare il suo. intervento negliaffarispiritualiper cagionedeitem porali, quando questiditale natura non siano,che non impediscano il pontefice difaruso della suaau toritàliberamente,e con pienaindependenza con venirsi, chenel concistorointerveriganocardinalidi ogninazione, madello specialemodo non convenirsi deffinire, dovendosi lasciare qualche libertà al nella el zione de'suoi consiglieri; n in ciò potersi áñdarpiùoltreche il concilio Basileense ebbe pre scritto, cioèelegg sse il papa cardinali di tutte le nazioni, quanto più comodamente faresipotesse,e SUC j

LIBRO VIGESIMOQUINTO. = 181 . 405

Ilconcordato,opinarono, non esserestatoviolato in niuna essenzialeparte dall'imperatore;quìi pre -latisitrovaronoa un duro cimento,perchèsapevano cheilpapa aveva protestato contro gli articoliorga nici di Francia, e più ancora contro quei.d'Italia. Trovaronoperiscampo, che parecchiarticoli,dicui s'erail pontefice querelato,erano massimeedusi dellachiesa gallicana.Assai migliorata essere,rispo sero , la condizione del cleroin Francia dopo il) concordato,edin questo avevanoiprelatiognira gione, nètanto non dissero,che non potessero dire molto più.

Persentenziare se ilpapa disuo proprio arbitrio potesserifiutarele instituzioni,iprelatis'aggiraronoper molti ragionamenti; impérciocchè in questo giaceva tutto il nodo della difficoltà : che il concor

secondochèsenetrovasserodeidegni.Maiprelati tostamente contraddisseroaquesta soluzione,nè po tevano farealtrimenti, dichiarando, veramenteavere l'imperatoreraccoltiin sestesso tutti i diritti del richieder cardinali, che competevano ai re diFran cia ,aiprincipidelBrabante, ai sovranidella Lom bardia, delPiemonte, e della Toscana; dal che ne conseguitava, che,eccettuatii cardinali degli stati ereditarj d'Austria,dovendopresto aggiungersi i dirittidi Spagna,tutti i cardinaligliavrebbe nomi fossenatiegli;techeindependenzadipapaediconcistoroquella,ponendoeziandiocheilpapåiresti tuissea Roma,ed aldominio temporale, nissuno è, che nolveda.

406 STORIA D'ITALIA. 2 4 dato,esposero,era un contratto sinallagmatico trail capo dello stato, è il ,della chiesa, pel quale ciascuno di loro si era obbligato verso l'altro, che eraanche untrattatopolitico di sommo momento perlanazione Francese, e per lachiesa cattolica , che perlui Sua Maestà era investita deldirittodi nominare gliarcivescoviedi vescovi, di cui primagodevano ire di Francia pel concordato concluso traLeonedecimoeFrancescoprimo,ederariserbatoalpápaquellodidarel'instituzionecanonicaagliar civescovi e vescovi nominati da SuaMaestà,secondole forme accordate , rispetto alla Francia , prima delcambiamento di governo, ma che ilpapa,nondi proprio arbitrio, ma secondo i canonidoveva dare la instituzione, chea terminidelconcordato delmille cinquecento quindicieglieraobbligato a darlebolle, od allegare motivicanonicidel suo rifiuto; a volere cheeglipotesserifiutare senza cagione, ed arbitra riamente, le bolle, e?bisognerebbesupporre, cheda niss ntrattatofosse obbligato,nè ancodaquello al qualeavevasolennementeratificato,e potesseman,car della fede data all'imperatore, alla Francia,"ed alla chiesa t tta,alla quale ilconcordato dell' ottocentounoassicurava la protezione del più potentesovrano del mondo. Aggiungevano iprelati, sápersiil papa questecose, confessare la verità dei narrati, principj,mánegare leinstituzionipeimativiaddotti nella sua teltera,al cardinal Caprara : insussistenti essere questimotivi,non avere l'imperatore alcuna offesad'importanza fatta al concordato :dei-motivi

politici non poter loro giudicaré;diverse essere le temporali cose,diverse le spirituali; ilsenatus-con sulto,che unìRomaallaFrancia, non avere offeso l'autoritàspirituale del papa, nè iltemporaledo minioessere necessario all'esercizio della potestà pontificia;non avere la presa diRomaviolato il con cordato, nè ilconcordatoaverdato sicurtàalpapadi Roma; non comeprincipe temporale,macome capo della chiesa avere quelsolenne atto stipulato ; ilprincipe non esser più,maesserealpontefice,elapontificia autorità rimanersiintatta;averepotutoil papa protestare, potuto richiamarsi della Romana possessione, ma non potere usar mezzi per ridurre in atto le proteste edirichiami,nonisconiunicare diehiarare l'imperatore, che nullavoleva innovare nella religione,protestarsi che voleval'esecuzione dei patti convenuti;nonpotere per motivitemporali tirarsiil papa indietro ;nèClementesettimo daCarlo quinto oltraggiato essere venuto a tale estremo. Restava chei prelati parlasserodella libertàviolata, della perfetta segregazione del pontefice;posciachè il papadi tali ingiurie si era doluto nella sua lettera alCaprara, esopradiesseprincipalmente fondava il rifiuto delle bolle. Aquestopasso con brevissime parole osservarono che facilmente l'imperatore s'accorgerebbe di tutta la forza e giustizia dellelaghanze delpapá. Con questofreddodiscorsofavel larono prelati cattolici,prelaticheda Pio tenevano iseggi,loro, dell'atrocecaso delpontefice,nèin ciò:sonoamodo alcunoscusabili;conciossiachè,posto

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408 STORIADITALIA. eziandio, che circa laquestione canonica l'impera tore avesse ragione, ilpapa torto, ilfatto solo della . carcerazione delpontefice rendeva dal canto loro ogni opinare impossibile.Il concordato, cheeraun vero trattato , supponeva equalità di condizione nelle due parti,e libertàdi deliberazione sìnell' una che nell'altra :ma quale libertà didelibera zionefosseinunpapaprigioniero,équaleequalità di condizione tra un papa carcerato ed un impe ratore carcerante ciascunopotrà facilmente da per se stesso giudicare.Certamentedebbe stare in= concussa la libertà dei prinçipi, debbonsi troncar lestrade agli abusipontificj',e chi arrivasse a stabilirbene questo punto , meriterebbe bene del mondo cattolico,anzidituttal'umanità.

Malacarcerazione delpontefice turbavaogni cosa, e prima ditrattare questione canonica,si doveva definir quella della Mberazione, Lamateria, quanto più siva oltre,'tanto piùsi stringe. Non potere, rispôsero i prelati, aversi"il concordato per, abrogato, perchè non era già esso una transazionemeramente personale fra l' impera tore eil papa, bensìun trattato che constituiva parte del dritto pubblico di Francia,dd in cu , i contène yano i principjfondamentali, ele regole delgoverno della chiesa gallicana; importare adunque, che', quandancheil papa perseverasse, in quantoa luisi atteneya,nelnon voler o eseguire, la suaesecuzione continuamente si addomandasse,e dellamedesima il sovráno ponte cesi richiedesse: mase il papa tutla 1

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LIBRO VIGESIMOQUINTO. 1811. .

2 e teva nel tavia perseverasse nelricusarle bolle, doversi pro testarecontro questo rifiuto illegale,'ed appellarne, o alpapa meglio informato", o al suo successore. Quivi iprelatierano arrivati all'estremopasso; per chè, o cheilconcordato comeabrogato, o solamente come sospeso si riputasse,un rimedio diveniva ne cessario. Ora, stante che la religione cattolica non può sussistere senzal'épiscopato, el'episcopatonon si può averesenza la instituzione canonica,nè senza la giurisdizioneunitaallordine,estanteancora che lachiesa gallicana, partetantonóbile ètantoessen ziale della cristianità cattolica ,venuta; non per sua colpa,inquestefatali strette, non doveva enon po tèya nè abbandonare se stessa, nè lasciarsi perire, nènon trovar modi di conservazione',i prelatiopi narono, ecosì all'imperatorerappresentarono, che si ricercasse.quanto negli antichi tempi della chiesa, edinquellipiùvicinisi fossepraticato. Descrissero, nei primi secoli della chiesa, i vescovi essere stati nominati dai suffragj deivescovi conprovinciali,dálclero,edalpopolodella chiesachedelvescovo abbi sognava; essere stata la elezioneconfermata dalme tropolitano, o se del metropolitano si trattasse,dal conciliodellaprovincia: nellaseriedei tempiposte rioripoi,avere gl'imperatori,o gli altri principicristiani grandemente partecipato nelle nomine dei vescovi : di grado in gradonon essersi più chiamati alle elezioni ilpopolo edilclero della campagna,e devoluteesserele elezioni al capitolo della chiesacattedrale ,ferma sempreperòständo lanecessità del

consensodelprincipese della confermadelmetropo litano,o del concilioprovinciale :la disusanza di: queste assemblee, le contese frequenti, che nasce vano dalle elezioni, la difficoltà di terminarle su i luoghi, il vantaggio chetrovavano i principi di trat tare immediat mente col papa, avere introdotto 1 uso dipromuoverequestecause innanzialla santa sede,eperfalmodoessereisovraniponteficiappoco appoco venutiin possessionedel confermarelamag giorparte deivescovi:tale essere statala condizione delle cose aitempi del concilio Basileense, di cuila chiesa di Francia accettò i decreti relativi alla noin mina, edallaconfermazione dei vescovi, e statuiti per la sanzione prammatica di Bourges nel mille quattrocento trent'otto; per lêiessersi mantenute le elezioni capitolari',e laconfermazione, oinstituzione lasciata ai metropolitanii così colla prammaticadi Bourges.essersirimediato alla mancanza dell'institu zione pontificia:essere poscia circa un secolo dopo, sorto il concordato fra Leone decimo e Francesco primo,dalquale la nomina delrefu sostituita alla elezione capítolare, e laconfermà, od instituzione canonica riservata al papa ; per tale forma essersi trasfusala potestà dell'instituzionedaimetropolitani, e dai concilj provinciali nel sovrano pontefice; e le elezioni capitalari nel capo temporale dello stato Ora adunque, ristringendoil discorso loro,dicevano i prelati,poichè lanecessitànon ha legge,e la conaservazione dellachiesagallicanada ögniumana e divinalegge è non solo raccomandata', ma'eoman

410 STORIA D'ITALIA.

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LIBRO: VIGESIMOQUINTO, 1811. 411 data,volersi, persistendo ilpapa neirifiuti, tornareall'anticodritto dei metropolitani,non per sempre nèdefinitivamente,matemporaneamente e transito riamente,insino a che piacessea chi-muove aposta sua gli umani cuori,voltar quello del pontefice in meglio verso di quella grande, affezionata, e zelante gallicana chiesa:la prammaticadisusata diBourges avère ad essere il rimedio dei mali presenti.Grave ed estremo«passo era questo :peròaggiunsero, al parerloro i prelati, opinare, che si convocasse un conciliopazionale :nonvolere iprelatigiudicare an ticipatamente delle risoluzioni del concilio,maprea sumere,che nel caso in cui egli s ntenziasse di risuscitare la prammatica, supplicherebbe prima il pontefice,e scongiurerebbelo, che della gallicana chiesa gli calesse,eda leilavita coivescovirido nasse: ma senè lepre i, nèTe supplicazioni potes: serovincerelostinazionedelpontefice, decreterebbeilconcilio, perultima nécessità,e pernonperire", che la prammatica sirimovåsse, Infantole dottrinedeipartigiani dell'antica disoiplina,vieppiù si spargevano, le Italiane contrade principalmentene risuonavano. Coloro cheaqueste opinioni erano addetti, credevano essere venuto il tempo ch elleno avessero aprevalere, siralleg avano delladiminuzione dell'autorità pontificia, ed affer mavano ch'ella era medicina non solamente utile, maancora necessaria alcorpoinfermissimo,come il chiamavano, della chiesa. La ricordanza delmilleot tocentuno,e ciò.chè era eraaccadutoalconciliodi

412 STORIA D'ITALIA.

Parigi in quell'anno ,non' gli rendevano accortidel procedereedelle intenzioni di Napoleone:che il corpo, spargevano; dei vescovi esercenti, rappre sentasséla chiesa, e fosseper rappresentarla finchè elladurasse;che attentatocondannabiledeipapidegli ultimitempi fosse l'aver voluto diminuiree frenare. la potestà divinadei vescovi; chela potestà inerente alcaratteredeivescovi immediatamente , esenzachee nissúna umana potestà potessearrogarsiil diritto di alterarla, derivassedaGesùCristo,chenonmaipo tesselagiurisdizioneepiscopaleperire,che iconciljprimadel mille non avessero:mai voluto riconoscere per veri,e legittimi'vescovi,se non quelliche dai rispettivimetropolitanieranostatiordinati;che così avevano tátuito, cosi definito, i concilj Niceni, tanto venerati in quei primi e purissimitempi della cristiana comunità; chele massime contrarie isolamente daiconcilj Lateranensi, conciljquasi do mesticideipapi,eranostate ilitiodotte;cheinsoinma; continuavano,imefropolitanidovessero dare lagi risdizione ai vescovi;che l'arrogarsi ipapi-di vo. Jerladar soli,fosseusurpazione;che avesse Diodato.à Pietro il peinato d'onore, e la potestà supremadi regolare e mantener analadisciplina, sana lafede in tutte lechiese che la universalecompongono, ma non il privilegiodi giurisdizione nelc so di cui si tratta: che la potestà di giurisdizione, perquanto spetta alla trasmissione della potestà ecclésiastica,fosse in ciascun 'vescovo, per diritto ed ordinazionedivina,piena',come pienxeranelsupremopontifice;

LIBRO VIGESIMOQUINTO. 1811. 2 cosi avere" ordinato Cristo redentore ,nel dare,ai vescovi la facoltàdireggerele chiese,così richiedere la sicurezzadeglistati, e l'independeza dellapotestà temporale. È giusto forse, sclamavano, è conve niente, èconsentaneo alla divina volontà,che i papi possano,con metterel'interdetto , o a continuazione.. déll'episcopato ricusando, turbarele coscienze dei fedeli,sconvolgere le province, e i règni ?Nonèas.surdoilsupporre, che Dio nonabbiadatoaciascuna societàil mezzo di conservarsi sana e salva da se stessa ? E che sieurezza., e chesalutepuò esservi;se elleno da un forestiero dipendono? Varj e diversi esserestati imodi immaginati daiprineipiper pre servare, gli stati proprj daipericoli, che a loro so vrastavano pei decreti dellaRomana'sede,ora pram matiche,ora appelli,ora concordati; matutti essere stati insufficienti, perchè sempresi lasciò sussistere la radice del male, cioè l' eccessiva ed illegittima potenza deipapi:ripullulare ipericoliele turbazioni adogniRomano capriccio,'concepir timoreglianimi adogni elevazionedi papa, un cardinale dipiù odi menonel pontificio concistoro poter mandar sosso prauna provincia intiera ;essere oggimaitempo.di trigarsi daquesti finoallora inestricabili lacci;la Romana tirannide doversi conculcare, ora che un principepotentissimo l voleya; restituissesi all'epi scopato tutta la sua dignità, tutta la sua potenza; l'independenza da Romasarebbe la libertàuniver sale;sarebbe altresì la purezzadelle dottrine catto liche;perciocchèl'averemescolatole cosetemporali 0

414 STORIA D'ITALIA. 1 conle spirituali,che fu fonteditanti scandali, è di un deplorabilescisma,esserestato opera diRoma: fosse la religionetutta spirituale,e nonturberebbe gli stati, nè darebbe cagione aimalevoli di deni grarla, e più imperio avrebbe,e quellistessi che in leinon credevano,rispettata l'avrebbero:la cristia nitàcattolica tuttavia piangerela perduta Germania, JaallaperdutaInghilterra;'taledelorososmembramentoprepotenzadiRoma,alleusurpazionideipapi, alle temporali cupidigieloro doversi certamenteed unicamente scrivere : tornassesi adunque, predica vano, aquelsistema,chestabilitoda Cristo edagliapostoliavevaduratopertantisecolinella primitivachiesa, chegliuominipiù pii, più dotti,più esem plari avevano sempre ineulcato ,'e coi più intensi desiderj lorochiamato: daluisolo poter derivare la purezza della religione,è la incolumità degli stati. Vivevanoancorfresche, massime inItalia ,le ono rate memorie diLeopoldo edi Ricci: non pochiec clesiastici,anchediprimacondizione,e per dottrina e per virtù compitissimi,viseguitavanolemedesime vestigia, e sostenevano lemedesime dottrine, non per ambizionenè per desiderio diservirea chiallora tutti servivano ,e principalmente gli avýersarj loro maper convizionepropria,perritirarla chiesa,come credevano, all' antica sua constituzione, per rifor marne gli abusi,per rinstaurare éconfermare la li bertà deiprincipi offesa dalla potenza immoderata I I dei papi. Queste sparsedottrinepiacevanoa Napoleone,

LIBRO VIGESIMOQUANTO 18L1. 415

perchè gli davano occasione d'intimorire il papa, esperanzadi ridurlo a sua volontà;nè dispincevano agli arcivescoviedai vescoviamatoridell'indepen denza : quelRomano giogo già pareva loro grave ed intollerabile; queldiventarpapi essi sommamente a loro arrideva. Le cose andavano a satisfazione di Napoleone in quanto si atteneva agli ecclesiastici de suoistatis Vincevail papa non solamente per la costanzama ancoraperla disgrazia, semprepotente nelcuore degliuomini, Nè i suoi teologi tacevano, benchè Napoleone sifossesforzato di por loro un duro freno in bocca. Difendevano la sedia apostolica e Romana, non solamente contro le dottrine diPorto Reale e diPistoja,maancora contro leallegazioni del consiglio ecclesiastico, Avere, andavano ragio nando,Cristo fondatore sopraPietro fondato tutto l'edifizio dellareligione:a lui avere datoprimato d'onore,a luiprimatodigiurisdizione,perluitutta l'autorità della chiesa ,e per lui solo potersi edo yersi tramandaré, e trasfondere in altrui: avereper veritàCristosalvatoreposto ivescovi a governar la chiesa,ma nonper semedesimi,nèindependente mente da Pietro,maper mandato suo,e sottolasua dipendenza:Pietro essereilfontedituttii rivi, lui il fonte diogni ecclesiastica,potestà ;avereperla necessità dei tempiin queiprimi secoli, frà una re ligione contraria,fra lepersecuzioni continue,fra un popolo padronedelmondo, chealtriDei confes sava ed adorava, fra tante nazioni diverse;e nel

4

416 STORIA D'ITALIA. vasto campo d'Asia,d'Africa e d'Europa,avere prima gli apostoliperinstituzionedivina, poscia i vescovi perinstituzioneapostolica usato la loro autorità senza mandato espresso di Pietro, maperò luicon senziente; imperciocchè non è da credersi, cheper condurreuna sì gran nole, gliapostolied i loro successorinon si sianoaccordati,acciocchèaquesto ed a quello,senzaconfusionee senza conflitto ; questa o quella provincia fosse di consenso comune devoluta s ciò non ostanterimanere fisso ed incon cusso questo principio, che Pietro aveva unman datoordinarioe perpetuo,gli apostoli unmandato straordinarioecaduco da finirsi in loro,o neisuc cessori loro immediati; che quello aveva avuto un mandatoperistabilefondamento, eperpetuogoverno della chiesa, questi un mandato temporaneo per la necessitàdei tempi ;che, cessataquestanecessità tornava ilmandato sparsonegliapostolielorosuc cessori immediati al fonte comune,valeadireai successoridi Pietro ; che cosilachiesanata da un solo tornavain un solo,mirabile, e divinoartifizio : delrimanente anche nella più rimota antichità ap parireisegnidellatrasfusionedel mandatodiPietro nei rettori delle altre chiesedel mondo : l'ordine stesso dei metropolitani confermare questa verità perchèaqueitenipiantichissimiera ilmondo diviso, per rispettoalla cristianità, in Oriente ed Occidente: due eranonel primoimetropolitani, quei di Ales sandria e d Antiochia, uno nel secondo, quel di Roma; comunicavano ilmandato ecclesiastico ;cioè

LIBRO VIGES MÒQUINTO. 1811. 417 e S l'ordinee la giurisdizione, la qualità e il luogo, i due metropolitani d'Oriente ai vescovi delle loro rispettive province, il metropolitano d'Occidente, sùccessore di San Pietro, a quelli d'Occidente; ma i primi da Pietro nell' origine prima avevano ricevuto lepotestà loro : imperciocchè Pietroaveva governato egli stesso la chiesa d'Antiochia", ed a leidato un successore, quando venne a fondare e governare quella di Roma : rispetto alla chiesa d'Alessandria, avere Pietro mandato a governarla San Marco, suo discepolo; ma sela origine scopre il mandato, gli accidenti posteriori il confermano, perchè i Romaní pontefici , successori di Pietro, ai métropolitaní d'Orientemandavano il pallio, segno della conferita autorità; essi metropolitani addomandavano la comu nione ai ponteficidiRoma, e senza la ottenuta co munione non si credevano legittimi. Sonsi anche veduti Romani pontefici deporre metropolitani d'o riente, o patriarchi,perchècon questo nome poscia si chiamarono : a tutti questi segni, affermavano i curialisti di Roma, riconoscersi la superiorità Ro mana fin dai tempi primitivi; dal che si deduce la pienezza e la perpetuità del mandato nei papi, la dipendenzae la delegazione nei metropolitani. Ne conseguita altresì, che poichè tutta l'autorità spiri tuale consiste nella facoltà del trasmettere il mandato diCristo , il diritto diconfermare e d'instituiretutti ivescovi della chiesa è supremo, e divino,econ seguentemente inalienabile , imperscrittibile , non soggetto a interruzione,ad eccezione, e cessazione 2e IV . 27

418 STORIA D'ITALIA. alcuna , e che a lui niuna potenza che sia , nem meno quella della chiesa può portar diminuzione; chese qualche modificazione fu introdotta in qualche tempo,massime nei primitivi, ciò o per determi nazione, o per consentimento dei sommi pontefici avvenne . j

Nèpiù iristavano i difensori dell'apostolicasedia all' argomento addotto della prammatica diBourges, perchè lei nulla e di niun valore, per essenzialevizio della sua origine, predicavano, siccome quella,che per l'autorità secolare ed incompeten e del re era stata concertataepubblicata: che sepoinullalachia mayano per viziooriginario, nulla maggiormente la predicavano perdecretodellachiesauniversale,per

teologiRispettopoiallaFranciaparticolarmente,iRomaniinsistevanodicendo,assaipiùmanifestaes

> A

sere la trasmissione del mandato di San Pietro nelle chiese di questo reame, che in qualunque altro; perchè i papi; rispetto alui, non solamente erano papi,maancorametropolitani,, essendometropoli tani d'Occidente, e se qualche metropolitano par ticolare pel migliorgoverno delle chiese di questa vasla provinciafu creato, luiessere stato creato per autorità pontificia : della nominazioneed institu zione di vescovi fatte dai papi nelle Gallie, anche senza l'intervento deimetropolitani,e dell'autorità regia stessa, aversene esempj, e se sivedono nomi nazioni, vedersi anche deposizio i; il che dimostra lapienezza dell'autorità pontificia in Francia in tutti tempi.

em one; Liche efici man al Itro: rano parboli esta pode

LIBRO VIGESIMOQUINTO. 1811. 419

chè il quinto concilio'Lateranense l'aveva abrogata, annullata, ed anzi dichiarata scismatica. Ora met tendo anche caso, che non fosse viziata d'origine, che tutta si potesse riferire all'autorità ecclesiastica, cioè ad un concilio nazionale di Francia, l'autorità di un concilio nazionalepuò forseprevalere a quella di un concilio universale ? Può la decisione di una partepiù forzaavere che ladecisione del tutto?Forse nei concilj particolari risiede la infallibilità ? forse non negli ecumenici? La chiesa gallicana stessa , il clero del 1682 è forse mai trascorso a dire una simile. enormità? Non ha egli forse definito al contrario, che lainfallibilità risiede nel concilio universale unito alpapa?Se questo è vero, come è verissimo, come si potrà sostenere la proposizione, che la pramma tica di Bourges non sia scismatica?Come ciò soste. nere il clero di Francia senza contraddire a se me desimo ? La Lateranense condanna pruovare l'errore del consiglioecclesiastico, e la necessità del man dato pontificio peracquistarela giurisdizione episco pale. Del resto avere il concordato diLeone decimo e Francesco primo abolito laprammatica, nè potersi a modo niuno ris scitare; avere il concilio Triden tino, cioèlachiesauniversale, appruovato il concor dato medesimo , è l'autorità pontificia , come in; dispensabile per l'instituzionecanónica dei vescovi, in solenne modo confermata e definita. Ne valere il dire, che il concilio Tridentino non sia stato accet tatoinFrancia,quantoalladisciplina,perchèilman dato immortale dei successori di San Pietro non è he STIU istra edia 12V che e hia ela der

regoladi disciplina, bensì instituzione divina,e' per ciò attinente aldogma. Oltrea ciòil re di Francia, cioè lapotestàsecolaresolanon volleaecettare,cioè pubblicare ilconciliodiTrento, ma il clerogallicano accettò veramente , e presso ai re continuamente insistè perchè ilpubblicassero,' Nè maggior valore avere, continuavano, l'allega zione della necessità , perchè egli è evidente, che per-'ministrare un rimedio straordinario , anche nel casodi necessit sirichiede lafacoltà di ministrarlo: senza una tale facoltà il rimedio sarebbe veleno, e : darebbe morte , non vita. Ora certamente il clero gallicano non ha facoltà dimodificare, molto meno diannullare quello , che supponendo eziandio che non fosse d'instituzionedivina, è stato dichiarato , definito, e decretato dalla chiesa universale : in simili casi , non da se, ma dalla Provvidenza:si debbono aspettare irimedj. Dicono esostengono iprelati del consiglio eccle siastico,che il governo dellachiesanon è arbitrario, che il papadebbeuniformarsi aicanoni, ene appellano al concilio. Maquandoilpapa pervenirneall'esecuzion del concordato fatto con Napoleone, non avuto riguardo alcuno ai canoni, usava un'au : torità insolita ed inudita, enonostante, come di chiarò eglimedesimo; i concilj,anche i generali , deponevasenzaaccusae senzaprocessotuttiivescovi di un regno, cioè della Francia , questi medesimiprelati, ora tanto gelosi delle gallicane libertà ,nonesselibertà invocarono, non dei papaliarbitrj si la .e t C

420 STORIA D'ITALIA. 9 .

LIBRO VIGESIMOQUINTO.. - 181 . 421 mentarono, non alconcilio appellarono; chè anzi benignissimamente, e volonterosissimamente si assi séro suiseggidei deposti, edora si servono dell'au torità,che ilpapa, a pregiudizio dei despoti, loro diede, per impugnarlo e per predicare, che niuna potestà è independente dai canoni. Allora non dor mandarono un concilio ecumenico , allora non l'as senso della chiesa, quando si trattava di acquistar cariche, emolumenti ed onori : ma se allora'erra rono, e se sonoinconcussi i canoni, inconcussé le libertà gallicane,come non sono eglino oignoranti, o impostori,poichè pererrore e partecipazioneloro nonvisarebbepiùinFrancia,dadiecianniindietro, giurisdizione legittima, e tutti ivescovi,e tuttii cu rati intrusi vi sarebbero? Ri unziarono per l'ade sione loro al concordato, alleloro libertà, riconob bero implicitamente la superiorità del papa su i ca noni,riconobbero lasua infallibilità, ed ora l'impertinente viso loroalzanocontroquel medesimo papa, dicui predicarono sì altamente la potenza ! Credono essi adunque, cheil papadebba,la gradodella cupi digiae dell'ambizione loro,oracondannare ciò che appruovava, ed oraappruovare ciòche condannava Si -lamentano del procedere arbitrario del papa Adunquecredono, che solo il loro imperatore, da essi tanto adulato,abbia questa facoltà almondo diesserearbitrario?Piacciono loro gl'imperialicapricci, non piacciono le pontificali sentenze nemicidelloro capoinnocentesono,adulatori delloro tirannosono: amano megliouno scomunicato, che un papar

422 STORIA D'ITALIA. > A ciò, e chevoglion significare, continuavano gli avvocati-dell'apostolica sede, quelle parole, che ivescovirappresentano la chiesa universale? Sono eglino forse ivescovi, ideputati deifedeli?Forse ilmandato di governarla chiesa, non lo hanno da Dio, sotto la superioritàdelsuccessore diSanPietro ? Non sono eglinoimandatarj delpopolo, ma idepu tati del signore. Che può dare di spirituale il po polo? Chi hadato al popolo lafacoltà direggerelà chiesadiDio? Certonissuno. L'avvilupparsi in parole subdolegiovaainemici dellasanta sede. In fatti,che vogliondir essi' con quelle parole , che la potestà inerente al carattere dei vescovi da Gesù Cristo im mediatamente deriva,senza che nissuna umana po testàsi possa arrogareil diritto di alterarla inalcun modo? Machinonsa, solo cheabbia toccatoiprimi principj della scienza canonica, che altra cosa è il potere dell'ordine, edaltra il potere della giurisdi zione? Per l'ordine possonoi vescoviconferire la cresima, conferire l'ordine, consecrar le chiese, consecrar gli altari; possonlo sempre validamente, quantunque non sempre legittimamente :perlagiu risdizione, quandol'hannoricevutadallasantasede, possono governar lechiese, far regole pel governo loro,appruovarconfessori, decretare segregazione difedeli, e statuire altresimilicosechesi apparten gonoalgovernodellachiesa confidataloro dal , siL'ordineèindelebile,lagiurisdizionecaduca:questadàesitogliedachihadrittodidareeditorre, nè alcuno diquesti audaciimpugnatori della sedia

LIBRO VIGESIMOQUINTO. - 1811. 423 apostolica sarà tanto audace,affermavano i teologi diRoma,che pensi e dica, che un vescovo, a cuiil papaha tolto la facoltà di governare una datachiesa, la possa ancora governare legittimamente; il che pruova la necessità del mandato pontificio. Non pe risce la giurisdizione episcopale! ma non perisceella, continuavanoa sclamareiRomani canonisti, in un vescovo eretico, non in un vescovo scismatico , non in un vescovo scomunicato? Chi s'ardirà soste nere la contraria sentenza? Da quanto si è ragio nato, opinavano, segue, che l'autorità stessa dei metropolitani erà delegata, e derivata dai sommipontefici:tal essere, aggiungevano, lamonarchia crstianastabilita da Cristo salvatore,tali gli ordini cattolici,chenonsipossono impugnaresenza eresia; conciossiache e lememorie antiche, ed il concilio Tridentino ugualmente gli confermano. Del rimanente, a qualfinesi narrano tutte queste cose, e che voglion significare? Siano pur salve le gallicane libertà. Forse ne conseguita , che fuori di Francia abbiano ad aver forza, ead obbligare le genti?SerbinsiinFrancia, setal è l'umore diquel cleroedi quei popoli; ma con quale diritto, e con qualeragionevolerle trasportarein Italia? Forse per l'Italiastipulava il clerogallicano del1682?E chilo dice, e chi lo fa? un decretodi Napoleone, un se natus-consulto di Napoleonici!Adunque perchèNa poleonedisse, voler Torino,Genova, Milano,Fi renzeeRoma, tosto hanno queste province a diven tar soggette delle gallic ne libertà, e l'assemblea

424 STORIA D'ITALIA. . del1682 tenutainParigihaadesser legge per loro? Dov'è il mandato di Napoleoneperturbare le eccle. siastichecose in Italia, massimamente in Roma?Chi s'ardirà dire, che un decreto civile abbia effetti ec clesiastici? Molte cosesi son dette,e molte ancora si dicono, si continuava a discorrere dalla parte diRoma, sull' abuso dell'autorità pontificia. Certamente errarono ipontefici,cheturbarono le province per rispetti temporali, come errarono i principi, che le turba rono per rispetti spirituali : da qual parte in questo sia maggiore iltorto,epiù si siaerrato,nonèquesto il luogo didire, ele storieil narrano. Benenon si sa vedere, quali sinistri effetti abbia prodotto negli statidella casad'Austria, ed in tuttal'Italia,ecosì anche nella Spagna ènel Portogallo, l'autoritàdel papa dell'istituire i vescovi. Neppure si sa vedere qualmalesia nato da questastessaautorità,poichè diquesta solaènatodissidio,e si tratta,inFrancia, in Inghilterra,edinaltri paesi dellacristianità; im perciocchè, sesi eccettuanole discordie nate ai tempi diLuigi decimoquarto,le quali veramente, versavano su questo punto della instituzione, non si scorge che alcuna da questamedesima cagione si nata. Altré ed assai piùampieradiciebbero le .con troversie Germaniche, dalle quali sorse l'eresia di Lutero.Similmente per altre maggiori questioni , e da: quella dell'instituzione assai diverse discordò Arrigo ottavo dalla santa sede, donde risultò la se- , parazione dell? Inghilterra. Senza entrarenei meriti .

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A nerad di quelle antiche o dolorose cause,nè diffinire daqual partefossela ragione o'il torto, questo è certo, che l'instituzione ne è stata o innocente, o piccola parte.Del resto, qual segno, quale apparenza era, che Piosettimo fosse per abusare della facoltà dell' instituzione a fine di turbare lo stato quieto della Francia ? Comesarebbe potuto cadere in lui la vo. lontà diturbare la Francia di Napoleone, in lui che nellasua vecchia età, per asp i:monti,nella sta gione più rigida dell'anno, a malgrado deiprincipi d'Europa ,contro la sentenza dimolti cardinali se a Parigi per incoronarlo? Qualpresa: gio aveva dato Pio dise che altri potesse credere ; chevolesseassumere o in Franciaod altrove un' au torità eccessiva,una dominazioneintollerabile ?Di cono, guardate nell' avvenire; ma per guardar nell'avvenire,e'bisognaprima guardar nelpassato: guar date in questo',e vedrete dove sia stato l'incompor tabile perchèdominio.Nèquìsiparladilibertàecclesiastica',questodiscorsononpotrebbepiacereapre låtiche lavoglionodar in preda allimperio : solo si osserverà, qualesaràessaper diventare,selanomina dei vescovi aiprincipisecolari, el'instituzioneloroai mefropolitani, o ad altri vescovi sudditi di essi principi si appartenessero. Correggevasi la nomina dei principi-dall'instituzione pontificia : se l una e l'altra sonoin inano loro, quella immediatamente,questa "per mezzo di prelati sudditi, la religione è serva, edin casodi voglie a lei contrarie, anche.in materia di fede,dei principi, nonrimarrebbealtro 2 .

LIBRO VIGESIMOQUINTO . 1811. 425

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Già il disegno ordito controun papacarcerato, era pronto a colorirsi : i soldati e lespiefacevano l'opera loro in Savona, i prelati s'accingevano a farla 'da Parigi. Erano quindici o cardinali, o-arci vescovi,'o vescovi,Fesch, Maury, Caselli cardinali, gliarcivescovi di Tours, di Tolosa', diMalines, .i vescovi diVersailles, diSavona, di Casale,di Quim per; diMonpellieri,di Troja, diMetz,diNantese di Treveri, Saggiunse ilvescovo di Faenza. Co mandava.l'imperatore, che mandasserounadeputazione a muovere il papa a Savona. Elessero l'arci vescovo di:Tours,ed i vescovidiNantes é diTreveri.

426 STORIA D'ITÀLIA. 2

scampo a'suoi ministri,che l' abbominazionedell? ' eres a,o i tormenti del martirio.Resiste papaPio;' :" resiste ad un'incomportabile tirannide; la chiesa debbe restargli obbligata per sempre,i principiancora, poichè yinto il papa,la cristianità, ilmondoè servo :trattareilpapa la libertà di tutti.

Il concilionazionale convocato in Parigipeldì nove giugno.,parte ancor egli della macchinaimperiale per intimorire. il papa,stava pronto a proporgli terminid'accordo volutidall'imperatore.Comandaya Napoleone ai deputati, cheannunziassero al papa, essere convocato il concilio , essere abrogatoil con cordatoa'cagione che il papa, unadelle parti contrattanti, ricusava di osservarnele clausole; dovere in avvenire ivescovi, come avanti al concordatodi Francesco primo, essereinstituiti secondo le forme che saranno regolate dal concilio ,ed appruovatedall imperatore : tuttaviamandare.l'imperatore.i > 2

peratore,a

LIBRO VIGESIMOQUINTO. 1811. 427 al papa, prela icon facoltà dinegoziarea avona;ma queste facoltà non usassero, se non nel caso in cui trovas sero il pontefice disposto a.convenire : due conven zioni doversi fare, l'unaindependente dall'altra,e con atti separati; nella prima si trattasse dell'insti tuzione dei vescovi, ed in questaconsentirebbe l'im. tornare all'esecuzione del concordato., con ciò cheperò,ilpapa instituisse i vescovi già no minati ,ed in avvenire le nomine fossero comunicate alfine di conseguirne l'instituzione capor, nica; e che se il papa non avesse instituito nel ter mine di tre mesi, fosse la nomina,comunicata al metropolitano, il quale dovesse instituire il suffra ganeo, equesti ugualmente instituissel'arcivescovo, se sitrattassedell'arcivescovo.

Nella seconda voleva l'imperatore, che siaccordasserogli affarigenerali, ferme stando le condizioni seguenti: ilpapa tornasse a Roma, se consentissea prestare il giuramento prescritto dalconcordato;se ricusasse ilgiuramento, potessé risiedere in Avignone : quivi avrebbe gli onori sovrani, quividue milioniper onoranza e per vivere,quivi residenti delle cristiane,potenze, quivifinalmentelibertà di governarlefaccende spirituali, matutto sotto condizioneespressa, chepromettesse di fare niuna cosa nell'impero, che fosse contraria ai quattro articoli del 1682. Seil papa accettasse le narrate condizioni, l'imperatore proponeva molte speranze e faceva molte offerte :s'inclinerebbe vo lentieriad accordarsi col papa,sìpellibero esercizio delle suefunzioni spirituali, comeperfondare nioni

428 STORIA D'ITALIA 1 e vescovati, tantoin Francia, quanto nei Paesi Bassi: farebbeinoltre ogni sforzo per proteggere ireligiosi della terra santa, per riedificare il santo sepolcro , per dar favore alle missioni, perordinarladatària, perrestituir'gli archivj pon ificj; maprima:éso prattutto si tagliasse interamente la speranza alpapa diricuperare lasovranità temporale di Roma;'seglifacesse sentire, che il concilio era convocato , la chiesa di Francia capace di fare quanto richie dessero la salute delle animé, ed il bene della re ligione.Gran fede avevaNapoleone in se, nei prelati, nellaforza,poichè si potè persuadere, che un papa;;? a tanto diabiezionepotesse venire,che consentisse: a tornar suddito là dove aveva regnato sovrano, che consentisseagiurareobbedienza e fedeltàaNa poleone imperatore con quellostesso giuramento, che sovranoessendo,aveva,come sovrano,coll'im, peratore medesimo accordato e statuito ; che con sentisse a servirgli, per obbligo di giuramento, di: delatore e di spia; non eccettuati nemmeno i casi di confessione. Che Napoleone una tale proposi zione abbia fatto, certo"nissuno sarà per maravi gliare;ma che prelati,,che portavano in fronte il nome dicattolici, abbianoassunto ilcarico di signi ficarla, se muove a maraviglia, muove ancora più a sdegno.Ideputati

ecclesiasticiarrivatia Savona con lecosedigerite edavutolicenzadal ministro dei culti di fa vellareal papa,posciachè appunto di questalicenza 2

ábbisognavano, se gli appresentarono e con rispet tosi modi s'ingegnarono di renderselo benevolo. Introdotti, ed accolti con significazione grande di amore, vennero nel primo giorno e nei seguenti sul negoziare. Militando sempre la difficoltà della sua cárcerazione, rispose, nissuna deliberazione poter fare, nissuna bola dare, se primanon fosserestituito alla sualibertà ,poichènella condizione, in cui era, privode'suoi consiglierinaturali,privo de'suoiteo logi,privo di libri,di carta, di penne,privo infino del suo confessore, che aveva domandato indarno , nè potendo prendere aleunainformazione sulla ido neità dei soggetti*nominati, non potea nulla,non che concedere, esaminare.Nonostantequeste prime caldezze del pontefice, speravano iprelati,che ap poco'appoco o per fastidio.della situazionepresente, timoredella condizione avvenire, o finalmente perdisperazionedi poter cambiare i destini Napoleo nici; l'animo suo si sarebbe mitigato , consentendo, se nona tutto , almeno a parte di quanto sidoman dava. Il modo delnegoziare era artifizioso dal canto deidelegati; maggiorinenteancora artifiziose erano le fondamenta, sulle quali voleva l'imperatore che sinegoziasse.Tutta l'importanza del fattoin questo consist vä, che si provvedesse all' instituzionedei vescovi con fare, che quando in un dato tempo il pápa non gli vesseinstituiti, i metropolitani ayes sero, facoltà d' instituirgli. Facevaanche un gran momento, che se il papa avesse convenuto coll'im peratore, l'avrebbe purgatodalla scom nica,senon oper

LIBRO VIGESIMOQUINTO. 181 . 429

439 : STORIA D'ITALIA. esplicitamente, almeno implicitamente,épel fatto stesso. Il papà assalito e conquisoda ogni parte, ritiran dosi dalla sua risoluzione di non voler trattare, se primanonfosse libero, incominciò a manifestarele sueintenzioni. Quantoal giuramento, risolutamentenego; quanto alle quattro proposizioni, dalla prima non simostrò alieno, le tre altre costantemente ri fiuto,siccome quelle chegliparevano condannabili. Aggiunse chesiaccettasse, la chiesail chiamerebbe vile, e traditoreperfastidio dicattività,che ilnome suo ne sarebbe contaminato , che 'ne concepirebbe un' amarezza incredibile; che del resto, per amor dellaquiete, nullaavrebbe operatoin contrario.Ma venendo al principal soggetto del negoziato, cioè all'instituzione, sclamava,che iltermineditremesi fossetroppo breve'; seconsentisse,l'imperatoresa rebbe giudice dell'idoneità dei soggetti; che inul timoilmetropolitanosarebbegiudice dei rifiutidella sánta" sede;che troppo eccessiva mutazione era questa ; che un pover uomo, com'era egli, solo e senza consigli non poteva assumersi di farla. Ricor dava altresì, e con paroleefficaciedaffettuosissimeprotestava,chesarebbe troppo enormedeviazione, se rinunziasse'aidiritti particolarisu ivescovid'Ita lia, che la sua coscienza ripugnaya,che altrisovrani avrebbero domandato le medesime prerogative ed eccezioni, che potrebbe. darsi, che si nominassero soggetti indegni, o di opinioni'sospette nella fede; che lasantasede non sarebbepiù lasantasede,che 2

Gli rappresentavano i deputati i mali imminenti della chiesa,le perdite irreparabili delle prerogative della santa sede, le calamità di tanti suoi aderenti. Rispondeva Pio, alzando gli occhi al cielo, e scla mando, pazienza : nol permettere la coscienza, non avereconchi consigliarsi, ilcapo della chiesa essere. invincoli.

Perfarnovellapruovà divincere gli scru poli e lacostanza delpontefice, i deputati pregarono il vescovodi Nantes, siccome quegli che avevamag gior dottrina e fermezza in queste materie,.che gli altri,distendesse uno scritto da presentarsi al papa. Il fece in lingua Francese, il tradusse in Italiano il vescovodiFaenza. Era la sostanza,che,poichèNapoleone non,volevacedere, il papa doveva di'neces. sità cedere egli. In somma ideputati in questo loro scritto ammonivano', e fortementerichiedevano il papa della clausola deimetropolitani :pretendevano che non era necessaria una lunga discussione,nè, bisogno di consiglieriper decidere, selasanta sede conserverebbe o perderebbeper sempre, rispetto ai vescovi diFrancia, il, diritto d'instituzione. Inten.. devano pervescovidiFrancia, non solamentequeidi Francia,maancora quelli delregno d'Italia, del Pie monte , di Parma, di Toscana, e dello stato Romano stesso.Offerivano finalmente, vedesse Sua Beatitu dine, seneiluoghi vicinifosse qualche prelato, in cui avesse fede : specificavano dello Spina, comese 0 :

LIBRO VIGESIMOQUINTO. 1811. 431 perirebbe ilmandato dato da Dio a san Pietro, che nascerebbe l'anarchìa nella chiesa,ch'ella del tutto i governerebbe a piacere della potestà secolare.

432 STORIA D'ITALIA: > 2 inquei tempie nel carceredi Savona qualcheduno potesse libero essere,e liberamente consigliare,Mossero; oltre la cattivitàè la sègregazione, i ragionamenti dei deputati l'animodelpontefice,per 1 aspetto deimaliavvenire, e sebbene sempre fosse titubante, ed ora si ritraesse,ed ora tornasse, C minciava a ponmostrarsi alieno dall'accord r con loro la clausoladomandata2: solo voleva,allargare il tempo dell'instituzione da darsi dai metropolitani sino a sei mesi, che l'imperatore avesse un termine necessario perle nomine, siccomeeglil'aveva, parendogli,chése questa ne essitàs'imponessera lui,nonalprincipe,l equalità fraleduepartifosserotta; nel che aveva ragione, anche secondo ideputati;conciossiache se l'interruzione dell'episcopato non debb'essereinpotestàdel papa,non debb essernem' menoinpotestà deiprincipi. Restava limpedimento della scom nica,'per laquale l'imperatoreera stato separato dal consorziodellachiesa. A questopassoideputati,chegiàvede vano incerto e vacillante il pontefice, siccome,quelliche beneavevano imparato allascuola Napoleonica i tempi morbidi perincalzare, etemendodidare causa d'indegnazione a Napoleone, se non riuscis seroa fare la sua volontà aSavona,si gettaronotuttiaddosso a Pio, e ilpressarono,e ilpressarono,el'aggirarono, e gli diedero dimano da tutte parti.Che cosa essere, di çevano,questa scomunica?non autentica in Francia , nonaccettata nè da accettarsi mai;non mai la Fran ciasi sco terebbedalle massime gallicane :péssimi 5

. 28

.effettiavèreleiprodottifraipopoli anchefra le per sone più aderenti; e divote alla sedia apostolica : a tuttiessernedoluto,comedi cosa molto pregiudiciale alpapa ed alla chiesa;icardinali,nonsoloi rossi, maancorairneri (conquestonome chiamavano icar dinali o esiliatio carcerati) non avere maicessato di comunicare in divinis cón Sua Maestà,ayer loro can tatoinmemoria

1

delleimperialivittorie,avere cantato ogni festa nell'imperiale cappella.Già il pontefice titubaya: per espugnarlo deltutto., i deputatisegli pärarono innanzi, ammonendolo., che,' partiváno: badassé bene ai.mali'soprastanti: solo sarebbene tenuto verso Dio eversogli uomini:perlui essere stato,che le piaghe della chiesa non si sanassero.:partivano; farebbe il concilio , avrebbenuoveda ParigiInsommailpapa

LIBRO VIGESIMOQUINTO :2.181 . 433 e

tentato da ogni parte, e separato. dal consorzio delmondo, promise di venire ad un accordo, il cuiimportare fossequesto, cheSuaSan-. tità,considerato i bisogni,ed i voti delle chiese di Franciae d'Italia a luirappresentati dai deputati;é deliberatosi a mostrare con un nuovo atto la sua paterna affezioneverso le chiesemedesime,darebbe } canonica,ai soggetti nominatida Sua Maestà con le forme convenute nei concordati di Francia e del régno d'Italia ,chesipiegherebbead estendere con unnuovoconcordato le medesime dis posizioniallechiese di,Toscana,di Parma e di Pia ·cenza;che consentirebbe chesinserissenei concor. datiunaclausula,perla quale prometterebbedispedir e JV

instituzione

434 STORPA D'ITALLA.; le hollë d'instituzione ai vescovi nominati daSua . Maestàinuncertodeterminatotempo,ch'eglistimava non poter esserminorediseimesi; e caso ch'ella dif ferisse più diseimesi;peraltrimotiviche perquelli dell'indegnità personale deisoggetti, investirebhe; spiratiis j inesi", della facoltà di darin suonome le bolle ilmetropolitano della chiesavaca te, 0 ,man cando lui, il vescovo più anziano della provincia éeélesiastica:Aggiunse,cheSuaSantitàaqueste concessioniavevainclinato l'animoperlasperanzacon cetta nei colloquýavùi coivescov leputati, ch el lenofossero perappianar lastrada ad accordi,che ristorerebberol'ordine elapacedella chiesa',eresti tuirebberòalla santa sedela libertà,l'independenza, e la dignità chelesiconyenivano. Fu aggiunto allo scritto contenente questepromessed lpontefice ideputatiaffermaronoper consensodilui,il papaper sorpresa, un capitoloconcepito inquesti termini ebe i diversi aggiustamenti relativialgoverno della chieså, ed all'esercizio dell'autorità pontificia.,-sa rebbero materiadiun trattato particolare, che Sux Santità eradisposta.anegoziare,tostochealei fossero restituiti isuoi consiglieri, e lasua libertà. : Il pontefice, pensandoallalarghezza delle conces-, sionifatte,ericorrendogli nellamentele solitedubi tazioni,non ebbe dormito tutta la notte Massima menteglidava grande angustiail capitolo aggiunto, témnendo,eleper lui si fosseobbligato a venire ad un negoziato, trattato o compromessointorno al governo della chiesa,edall'esercizio dell'autorità pontificia, . T

LIBRO VIGESIMOQUINTO. 18'u . 435 . . 2 4 quanto alla parte spirituale. P r la qualcosa,presa il giornoseguente la penna,restituitagliatempopelnegoziato, sërisse di proprio pugno sulloscritto queste stesseparole : che con sorpresaavevaveduto aggiunte alla bozza delle domande, che gli erano state fatte, le parole, i diversiaggiustamenti con quello che seguitavasin alla finedel capitolo. Conti nuò,"sempredipropriopugno'scrivendo,che ledeite: : domande erano state da luiammesse, nè come un trattato,nè comeunpreliminare, masolamenteperdimostrareilsuo desideriodisoddisfarealleprovvisioni delle chiese diFrancia, allor quando, le cose bene considerate, si potessediloro convenire in un modo stabil ,obbligandosia fare ledette provvisionitransitoriamente,e caso eheciò nonsi volesse . potesse, si obbligava à tráttare di un altromodo diprovvisioni.Questa sua protesta non contentando ancora l'animo del pontefice,fatti a sechiamare il prefetto,ed il gendarmeLagorsse, gendarme che era del palazzo pontificale,asseverantemente afferind foro,chenon ammetteva l'ultima frase dello scritto accordato tra lgi-ed ivescovi: Dichiarò loro oltrea questo, che il giorno precedente, non avendo dor mito tutta la notte, er come se fosse mezzo ebbro , eche conseguentemente non aveva potuto fare in quel giorno alcuna promessa';chedel rimanentenon intendeva essersi obbligato nèper un trattato , nè per preliminaridi un trattato ; chedesiderava:ehe ciòfossechiarainente conosciuto,perchè nonvoleva esporsia strepitarne, nè a parere man a adiparola;

436 STORIA D'ITALIA:7 chedel resto ; se divenisse'necessário, farebbene romore, e volevache fosse beneinteso', chedinula dalcanto suo siera definitivamenteconvenuto. Poco importava ai vescovi deputati, che questa gitinta fasseo no nello scritto consentitodal papá, percioc chè l'importanza del "fatto era nell'instituzione da dársidalpapaa daimetropolitani,nel caso d'indu gioda parte dellasanta ede. Per la qual cosa con sentirono facilmente al cassare dallo scritto quell: ultimaparte,ed ilmandaronoal ministro da Torino.

Non senzaallegrézza annunziaronoi deputati all? imperiale governo teconcessioni fatte dal papa :altempostesso lo accertarono,che parevaimpossibile l indurreil santopadre a'promettere periscritto, che nulla tenterebbe contro le tre ultimeproposizioni del cléro del 1682; che solo assicurava; sua inten ione esseredinulla tentare;'che ancora era impos sibile che prestasse ilgiuramento ,ocherinunziasse aldominiotemporale ; quantoa duemilioni,dichia-,r re non volergli accettare", poco bastargliper vi vere, edi poco voler vivere: soccorrerehbelo, di; . , ceva','la pietà deifedeli. Fra mezzoa tutto questo", deputáti s'accorsero,ene informarono il governo,che fissa edinconcussadeliberazione del pontefice sopra tutte le altreera questa,cheinonvoleva con sentire chel'imperatore nominassei soggettidesti natialle sedi vacanti neglistati pontifici, ed affer mava, chedeimedesimialui solo siappartenesse"la nomina.e l'instituzione."Come sclamaya con infinita commozione:il santo padre", ititoli dei cardinali * 9

LIBRO VIGESIMOQUINTO 437. 1811. vescovi,ititolidelle chiese più suburbanesaranno,o inparteointutto,distrutti senzailconsensodella santa sede!Volersi adunque, ch'ei consenta ad un concordato', nelqualel'imperatore nominerebbe atutti questivescovati, anchea quelli che diaccordo comune sarebbero conservati! Beneterribil cosasa rebbequesta', soggiungeva, se in tutta la cristianità il papanon potesse disuopropriomoto nominareun solo vescovo, e nullaavesse in suo poterepërricompensare i suoi servitori,chè beneefedelmente l'avessero servito nella pontificaleamministrazione, Grandeallegrezza sorse, per le agevolezze pro messe dal pontefice,negl'imperialipalazzi, in cuisi stavaaspettando con molto desiderio quello , che fosse per partorire l'andata dei prelati a Savona: piacquea tutti la scomunica abolita, la instituzione · assicurata. L'imperatore, domato in parte il papa,si spinse avanti asoggiogarlo del tutto.Insorse adunque conmaggioririchieste, volendo, che quanto nelle instruzioni date aideputati aveva ordinato, avesseilsuoeffetto permodo chenissuna eccezionedivescovisipotessefare,il papa rinunziasseal do minio temporale, è se ne tornasse seryo à Roina,o sen'andasse più servò ancora ad Avignone, ed ae cettasse lo stipendioimperiale. A questo fine si deli beravadi usar:ilconcilio. Mandò primieramenteal ponteficealcunicardinali, non giài neri,mairossi, ediquesti nè ancotutti,ma solo quelli che glipar vero meno 'alieni dalsecondarle sueintenzioni,Ro verella,Dugnáni, Fabrizio Ruffo: grandes fonda

STORIA D'ITALIA mentopoi faceva principalmentesulcardinalBajana, siccomequello cheeramoltoentrante , e dirisoluta sentenza, esempreera stato nel concistoro consi gliatore dideliberazioni quiete verso l'imperatore: AggiunsemonsignorBertazzoli,arcivescovo in parti bus d Edessa,timida ed accomodantepersona,con giunto per antica famigliaritàcolpontefice,edin grandissimafedeefavoreappresso

alui. CosìNapoleoneminacciava, Bajana parlava riso Bertazzoli persuadeva con preghiere è con lacrime. Intanto ilministrodei culti comandava, chenissunapersonachefosseal mondo, salvoiman datarj,il prefetto ,eLagorsse gendarme,potesse parlare alpapa. Fecero benei mandatarj la parte loro:soloDugnani,eRuffodiederoin qualchescappata, favellando della libertà delpapa :mafurono detteloro certeparole,che füloroforzapensare adogni altra cosa piuttosto che a questa , di procurare la libertà delcarcerato .Intantoilconciliodi Parigi faceva undecretoconformealle ultime promesse del santo padre: portasselo a Sayona unadeputazione delconcilio, accioechèilpapà ratificasse,esdesse un breve conforime. Furonodeputati,e portatoridella conciliaredeliberazionel'arcivescovodiTours, l'ar civescovodiMalinés,ilvescovodi

lutamente,

Faenza nominato patriarcadiVenezia, l'arcivescovodiPavia,ivescovi di Piacenza, d'Evreux,diTreveri,di Nantes e di Feltré,Gli videumanamentee volentieriil papa: ot tennerofacilmenteildi ventisettembreilbreve,che appruovavaildecreto conciliare : le sedi arcivesco

LIBRD VIGESIMOQUINTO. 181 . 439

Sóloai notati capitoliaggiunse ilponteficeilseguente, che,spirati i sei mesi, e se alcun impedimento canonico non vi fosse,ilmetropolitano,oil più anziano, innanzi che instituissero, fossero obbligatiaprendereleinformazioniconsuete,e ad esigeredalconsecrandolaprofessione difede, etutto,chedai canoni fosserichiesto.Vollefinalmente, che instituissero in nome suo espresso ; odinnome dicolui che suo successore fosse, etan tostotrasmettessero alla sediaapostolicagliattiau tenticidellafedele esecuzionediquesteforme.L'avere statuito un termine alle instituzioni pontificie,oltre il quale se ilpapa nonavesseinstituito,potesseroinstituire imetropolitani,eraco apiuttostodiestrema che disgrandeimportanzaper la sicurezza e quiete degli stati, ein questoavevaNapoleone benemeri tatodella potestàsecolare ; imperciocchè in così strettacongiunzionedellecose temporali espirituali possono nascerefacilmentetrale due potestàgrayi controversie, per terminar le quali a suovantaggio Roma potrebbeusarecontroi principi il rimedio dell'interruzionedell'episcopato per mezzo della ne gazionedelleinstituzioni.Iltermine prefisso, dicui si tratta,suppliva,in quanto spetta all'independenza dellapotestàtemporale, agliordinispentidell'anticadisciplina,olegittimi chesi fossero e d'instituzione divina secondo l'opinionedimolti doui teologi, o

vilievescovili,più diun anno non potesserovacare; l'imperatorenominasse,il papainstituisse:se fra seimesi nonavesseinstituito,il metropolitano,od il piùanzianoinstituisseroessi.

440 STORIA D'ITALIA.

CU solamente tolleratipertacitaod espressa delegazione daisuccessoridiSan Pietrosecondol'opinionedella curia Romana. Beato Napoleone, seciò ayesse do mandato,ed ottenuto dal ponteficeper amordella libertà,non per cupidigia delladominazione ! Beato egli ancora,seinciòsifosserocontenuti isuoi pen,sieri!Maquanto maggioresimostrava la condiscen denzadel pontefice, tanto più egli osava. Bajana,l'arcivescovodiTourscontuttiglialtri si serrarono addossoalprigioniero,acciocchè consentisseallealtre richieste dell'imperatore. Facilmentesi vede, quale libertà ecclesiastica potesse ancorasussistere, se ilpapaprestasseilgiuramento, se vivesse inRomaoin Avignone cintodai soldatiNapoleoniani, esalariatodall'imperatore, se Vimperatore nominasse tutti,o quasi tuttiicardinali,se tuttiidispaccidel papa sitramandassero perleposte impériali. Certamenteinquestoi prelatifacevano piuttostolapartediavvocati dell'imperio,che della chiesa, e procuravano la lic bertàintieradella potestà secôlare.Iprincipiavrebbero dovuto restarloro obbligati, se tale fosse stata laloro intenzionequal erailfatto.Delrestoqui erauncasostraordinario,dalquale non si poteva argo mentare agli ordinarj;perciocchè tutte le potestà secolarierano a questo temposervediunasola , la quale,perl'intierasoggiogazionedellapotestà eccle siastica, diventavapadronaassoluta delmondo.Caso strano, mavero :la libertà ecclesiastica eraparte esostegnodella libertà universale,ecadutaquella,che di tuttiifreni era ilsolo chefosse rimasto , anche

LIBRO VIGESIMOQUINTO. 18ch Tori . 441 questa se n'andavain précipizioper darluogo aduna universaletirannide. A tuttala tempesta che gli sifacevaintorno,domandavaprimamente il papa la sua libertà:alche rispondevano ideputati conciliari(ilnarro perchèla posterità conoscal'età),ch'egli era libero. Delgiuramento, delrinunziare ai vescovidiRoma,del tor nárea Roma,o dell'andaradAvignonein qualità di suddito con fermezza grandissima negava. Il dolceBertazzoli, cheaveva paura,non se ne poteva dar pace:pietosamentesclamavá:« Speriamo in Dio, ubbidienzaalgoverno,hosperanza,preghiamoDio»: e così tra queste speranze e questa obbedienzail buon prelato passava tempo ,manulla fruttava col pontefice: anzi finalmente il papagl'intimò, non gli parlasse piùdifaccende.Napoleone, veduto che non si approdava anulla,volle pruovare,seunasolenne e subitaminaccia potesse far effetto.Comandòaide putati, edilfecero,chesiappresentasseroalponte · fice,e ad aperte parole gli dichiarassero,esserloro perordine dell'imperatore insul partire daSavona, lui essere cagione chel'imperatore si ritirasse daiconcordati, lui operarechei vincoli della chiesa gallicana colla santa sedesirompessero,lui fare che ditantonotabile diminuzionedella cattedra diSan .Pretrò potessero giustamenteiposteri, emassima menteisuoi successori,accagionarlo; pensassebene, quelloesserel'ultimomomento,Romana chiesapërdutá,imperiotrionfanté.Aggiungevano molte altre cose sul benefizio che riporterebbe ciascuna delle

cheilbrevedei venti settembre non essendo stato ratificato,l'imperatoretenevaiconcordatiperabro gati,enon soffrirebbepiù,cheilpapaintervenissenell'instituzionecanonicadeivescovi.

442 STORIA D'ITALIA..parti dalla condiscendenza delpapá.Rispose, non potere controcoscienza, Dio provvederebbe, non curarsidiquantodicesse ilmondo,mancodiquello che cardinali eprelati contaminatiaParigidicessero.

Partirono disconclusi. Per ultimo cimento , e perordinerisoluto delministrodei culti, il prefetto,yenutoincospettodel pontefice,gravemente lo ammonivadell'importanzadel fatto ,delle calamità sovrast nti, deipentimenti cheneavrebbe, dell'opinionedi tutto il clero, anzi delmondo,contrariaallasua. Aggiunse, chese non sipiegasse, ed inmeglionon voltasse le sue risolu coscienzazioni,avevacaricodinotificarglicosa,cheporterebbegraveferitaalsuocuore.Rispose,nolpermetterela;cheDiomostrerebbelasuapotenza.Ilprefettoglisignificavaalloradapartedelgoverno

Le minacce dilontano non avendo prodotto im pressione,si volle far pruova , se da vicino fossero più fruituose.Oltre a ciò giàitempiincominciavanoa stringere',ei fatia dardimano aNapoleone:quelpaparenitentee lontano davaqualchetimore.Delibe rossil'imperatoreatirarloinFrancia,dovepotesseve derlo eminacciarloegli medesimo.Lasegretezzapar epiù sicuradella pubblicità, la notte piùdelgiorno.Diessivoce,cheLagorsse, capitanodigendarmi,che dovevaaccompagnareil papacattivonel suoviaggio,

·Tant'oltreandòla simulazione,cheiSavonesi ingannatiecompatiyanoLagorsse, te davano attesta i di buona vitaa copia perdiscolparlo:lacosa allignava. L'ingegnere, capodei ponti estrade, apprestavaogni cosa alla partenza. La notte deinove giugno era scurissima per accidente; altoccodellamezza notte,messogliaddosso unasottanabianca ,un cap pellodapr tein capo,la croce;vescovile in petto, luinonripugnante,anziserbanteserenità ,spigne vanoilcapo della cristianità nellacarrozzaappres tata , e l'incamminavano alla volta diAlessandria. Spargevano,che fosse il vescovod'Albenga,chean dassea GenovaNoviPassaronoperCampomarone,nonper,persospettodellacittàNiunacosacambiata inSavona :ognigiorno, edurò ben quindicidopolapartenza,imagistratiandavanoin abitoalpalazzopontificaleper far visita al pontefice, comese fosse presente: i domestici preparavano le stanze,apparecchiavanoe sparecchiavano lemense,andavanoamercato per le provvisioni", cuocevano-le vivande : Fenestrelle in vita,sé parlassero. Le guardie vigila vano al palazzo,i gendarmi attestavano achi ilvo leva udire, ed a chinol voleva,avere testèvedutoil:papacon gli occhi loro onel giardino,o sulterrazzo o in cappella ;Suard,luogotenentediLagorsse,,cheeraconsapevole del maneggio, compiangeva il po

LIBRO VIGESIMOQUINTO . 1811. kossèvenuto in disgraziadell'imperatore,peressersimostratotroppoagevoleed amico conPorta ,medico d lpapa ,e che ilprincipe Borghese il chiamassea Torino per udireda lui gl'imperiali comandamenti.

444 STÓRIA D'ITALIA vero Lagorsseper aver perduto la grazia dell'impe ratore.Chinon sapeva parlava,chisapevanonpar lava. Ma si voleva che niuno 'parlasse: un pover uomo dellariviera ebbea dire,per suadisgrazia, cheavevavedutoilpapá aVoltri:glifuintimato i ritrattassesquandono,malperlui: si ritratto,e fu lasciato andarecon le raccomandazioni: fece pro ponimento di non nominar mai più papa. I Napo leonici stavano in sentore, semaiqualchevoce in Sayona,oneiluoghivieinisorgesse:imagistratiseri vevano; ogni cosa essersicura, nissuno addarsi.In ommagiàerailponteficeadùgentoleghe,cheancorasicredeva che fosse inSavona.Tantoeranoperfet tamente orditiidisegnidei Napoleonici!Arrivavail ponteficeanuovisoldateschi insulti inFontainebleau: pocodopoarriyayaåncheNapoleone.Caso fatale,che là doveottoanni prima era Pio arrivatotrionfante, ora signoreprigionieroarrivasse,edilàdoveoraNapoleonedelmondoarrivava,prigionierodueanni doposene partisse.

FINE DEL LIBRO VIGESIMOQUINTO.

REGNAVA in NapoliGiovacchino Napoleonide,in Sicilia Carolinad'Austria. Molto operava Napoleone nel Regnodiquà dalFaio per la sua potenza,molto,gl'Inglesi in quello di là dal Faro per la presenza;inolti,eurono glieffetti ed in chir gnay di nome, adin'chiregnavadi fatto,maunalacagione,cioèl'ambizione. Tanto è dolce agli uomini, ed ancheatledonneil.comandare!.Partedegliaccidenti cheseguirono,già furono da noiraccontati, parteaccennati: ora è ragione,checoll' ulteriore barrare quelli-si terminino, questi maggiormente si spie ghiño, poi presto verrassi,al fine di questa mia troppolagrimevole narrazione:Da piùrimotopring

SOMMARIO .

glesi,siritira

LIBRO VIGESIMOSESTO.

LIGRO VIGESJMOSESTO. 445'1811..

ACCIDENTIdi Sicilia. Constituzionedata dal reFerdinandoai Sici. liapi aitempidiBen inck.La reginaCarolina,costrettadagl'In dallaSicilia,émuore aVienna. Guerratra Francia e Russia. Sonogiunti i tempi fatali perNapoleone. Perisce la sua,potenza in Russia.Faunnuovo sforzo,ecomparisce suicampi diGermania.Èprostratoa Lípsia : tutta la Germanja,sdegnatainsorge contro dilui.Concordatodi Fontainebleau. Pratiche di Giovacchino, d Eugenio,di Bertinck perlesortid'Italia. Eugenio sullaSava , 1 Italiaassalita da parecchieparti. S'avvicina il finedella tragedia.

446 STORFÀ D'ITÀLIA. dalle22.10. eipiosha pernoidacominciare. Éca:Giovacchino,: siccomequegli che si nutriva facilmente con vane speranzo, tutto intento a turbare le cose diSicilia i colle dimostrazioniguerriere sicolteinstigazioni,e colle spie.Carolina dal canto suo, inciò ajutata dagl?Inglesi, si era in tuttodiritzàta a questo dises. g o,che la dominazionedeiNapoleonidi nelRegno di terra ferma:mal quieta e malsicura rendesse;"Il sangue,'sparsoa copiânelleCalabrie, ifiumi bian: cheggianti di umane ossaattestavanoleNapolitane e le Palermitane instigazioni,egiàfuronodanoiin queste carte vergatia Raccontanimo ancora, come i tentativi armatidi Giovacchinofinissero : resta, che il seguito delleSicilianemutazioni, facendoprincipie., delle insidie dei:Napoleonici, da noi sidescriva,crudi accidenti e degni dei tempi. Tenta vano,principalmente iNapoleonidiMessina,-perlavicinanzaed importanza delluogoViavevano se greteintelligenze conalcuni uominidi umile condi zione, il cui fine era dioperaremoti contrarjal gos vèrno. Icongiurati., conie gentedi basso stato, non avevano alcunadipendenza d'importanza,masi te meya ch'essifosserogliagentid'uominipiùpotenti, nonpotendosi restar capace comeiNapoleonidi,per fare una rivoluzionein Sicilia adoperassero gente di cosipiceole condizioni, come calzolati,marinarie pescatori. Perla qual cosa per iscoprire fin dove il viziosi tendesse,ilgoyerñòmandava da Palermosul luogo un marehese Artali, uomo-non solo inclinato quanto ilgoverno volesse,ma capaceancora . afare'quanto

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difardegenerare la giustizia in seyizia.Férribilefu. ilsvo arrivo, terribile ladimora. Pose in carcere non solamente i rei,inaancora i sospetti, enonche plebeie poveri,magnati e ricchi. Condotti i carcerali in sua presenza,faceva loro udire, che sarebbe meglio per loroche confessassero;quando no;avessero a sapere ch'egliera Artali marchese, che mi nistrerebbe giustizia, alla Palermitana,cheavrebbero ceppi ai piedi, manette alle mani, che gli farebbe tiraresullacolla, arroventare coiferri , che solo che. una sua parola parlasse,conoscerebbe Messina ch' ègli era Artali. Ifattipoi consénzienti,anzipeggiori delle parole;perchè serrati in una segreta così bassa e stretta,chenè stare in piedinè giacerealladistesa potevano, eran lasciati per ben cinquanta giornia dimenticanza, solo un miséro paniceiuolo al giorno essendoloro:ministrato. Sorgeva l' acqua tutto alk? intorno, ilsuolo-aspro di acuti-sassi.Non lume ave vano nè aria : fra breve divenne l' ariapestilente.A questi erano laceratele carni con nerbi, a quelli scoltate.con ferri;a questi davansi droghe da pro eurarlorosognispaventevoli,dac isolamenteerano: svegliati con brace accesa, o con piastrellearroyen tate.Kuvvichiebbe lemembra. tirate dalla colla ora ribilmente, e chi la pelle tagliata fino al cranio da. funicelle strettissimamente avvinte. Scioglievansi; perchè le carnidavanoin mortificazione : temevano iearnefici,che la mortetogliesse le vittimeaínuovi ed apprestati tormenti. Fora purtroppo dolorosa narrazionelandarraccontandominutanenteillungo

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un lord Forbesa visitare le slegrete dolorose : gli diedeper compagno parecchi, chirurghi, perchèsapeva che abbisognavano, per sanare l'é,vestigia impresse dal furore dei carnefici. Seppesiquestecoseil

governodelreGiorgio:gliene fufattaanchefede indubitata. Non sose gl'impor tassedeitormentati;beneglicälse dell'odio che ne, venivacontroil

governoSiciliano,econtrol'Inghil terra: indebolivasène la difesa dell'isola. Digran momento era agl'Inglesila conservazione dellaSi cilia',si persemedesima,come,pelsito opportunoa difendere Malta,ed'a percuotere nel cuore del regno diNapoli. Nonpocamolestiadavaloro.it,vedere;che l'imperioviolentodella regina,perciocchèa léimása a

difenderele popolazioni,eche le vedevano-straziare. Gridarono i Messinesi,venne's avviso della tragedia-aGiovanniStuart,generaledei soldatiBritannici.Mandò

448 STORIA D'ITALIA, . tade a crudele moltiforme martirio: Solo "dirò chele Messinesi carceri furono come le:Verrine:laSiciliána terra rispondevaallaNapolitana, furore a furore,crudel :infausto cielo, chevide quantopossal'eccessiva natura dell'uomo.DiManhes e diArtali parlando,mostrano le Calabresi"terre, mostrano le Siciliane la terribile natura loro ; ma il primofu inesorabile, il secondocrudo;"quegli pa cato, questisdegnoso;l' uno sanò un paesé,l'altro fece un paeseinfermoe pregno divendetta."Messina tutta piangeva, tremava, fremeva; niuna cosa più sicuraaini suno: imprecavano e chi comandava e chitollerava; un gran vituperio ne nascevaper.g!' Inglesi'andatilàper

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simamente attribuivanoi popoli la direzionedelle faccende, tendeva ad alienare gli animi:da leiedagli alleati:perciòpensaronoai rimedj.Perverità iSici liani, che con molta allegrezza avevano veduto la. corté venire in Sicilia nel novantotto, ora mutatisi infieramente, alla medesima erano avversi. Della qual mutazione,oltreirigori eccessivi,molte e gravifurono le cagioni. MortoActon, col quale la regina principalmente si consigliava , era stato chiamato ministro delle finanze, il cavaliere Medici , uomo, comegià abbiain dettoaltrove,di singolaredestrezza d'ingegno, ma cheamaya ilgovernare'assoluto. Per questo aveva piaciuto alla regina, e la regina a lui Della sua elezione si mostrarono male soddisfatti i Siciliani;siper questa stessa suanaturamoltotiratá,come perchè-Napolitano era. A queste male sods":disfazionise n'aggiunsero delle altre di non poco momento. La regina che sapeva, che a volta a voltatornava al're ildesideriodiprendersinelgoverno tutto l'imperio che gli si conveniva, aveva fattoopera,per fermarequesti rigogli, che 'fosseelettoa primoministro il duca d'Ascoli, nel quale Ferdi pandoaveva molta affezione,e che molto ancora da leidipendeva.Confidava in questo di essere del tutto padrona dell'animo del resìper l'imperio proprio, come per quello del duca. Maoltre che Ascoli era uomo d'intellettoincapace a sopportartanto peso,e neppure gli dispiacevano i piaceri di cuitanto sidi lettava Ferdinando, avvenne che appresso a:luiac quistò grandeautorità unadonna,che'chiamavacol

450 STORIAD'ITALIA. A nome di sua amica. Costeitraendo, contro ildovere, ad utilitàpropriail credito delduca; fu cagione cheungran romore si levasse contro dilui con diminu zionedel suo nome presso i popoli:Il mal umore si acceseanche contro lacorte, massimamente contro la regina,cheper tenersi ilducabenevolo, accarez ava l'amica di lui. Cagione molto forte di disgusto furono i-Napoli tanivenuticolla corte in Sicilia.Costoro, se pochi i eccettuano, o messisi a grandeggiare-fra un popolo povero,oda far le spiefra un popolo sdegnato, ac l'odio naturale dei Sicilianicontro i Na politani,e gli'umori Il denaro del pubblico, cavato a grande stento daisudditi spolpati, si profondeva con grave scandalo in Napolitani o Galabresi, parte insolenti parte viziosi., immoderati tuttinellaquantità delle. spese : intanto i soldati quasi nudi, colle paghe corse damesi ed anche da anni,attestavano colla miseria loro la pessimaamministrazionedel regno. Nè la corte rimetteva dal consueto lusso, comeseil Regnosolo oltreilFaropotesse dase solo sopperirequella voragine,alla quale appena bastarono idue regni uniti. Quindi accadeva, che sebbene alcune terre 'appartenenti alla corona col finedisostenere deesorbitanti spese sivendessero,nondimeno sempre, l'erario penuriava; e mentre la cortespendeva..e spandeva,ogni servizio del pubblico mancava. Le strademassimamente,perlequali ilparlamento aveva conceduto proventi particolari, rotte e malconce di

giàmossiviemmaggiormenteper vertivano.

crescevano

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LIBRO VIGESIMOSESTO, - 1812. 450 mostravano, che ciò cheperloro si era dato,in altri ysi iconvertisse. S'aggiunseroa sprofondar l'abisso gli enormi dispéndj fatti perlefazioni della Calabria, per la difesa diGaeta, perlespedizioni controCastel lamare, e .contro le isole di Procida, d'Ischia e di Capri.Giàsi eradato fondo allericchezze portate yia nella fugadiNapoli,avvegnachèfosserodinonpoca entità, e le cose eranoridotte a tale, chela regina per ultimo sussidio, mandò ad impegnare le gioje dotalie sopraddotalipercavarne diecimila once,che sonocircacinquemilaluigidiFrancia.Crescevano gli sdegnis pensando che? Inghilterrapagava alla corte di Sicilia trecentomila sterlini all'anno di sussidio, nè potevano i popoli r star capaci come tantoro Napolitano, Siciliano ed Inglese in una e medesima voragine,senzànissuno, o con debole fruttosi get tasse:ricchezza certa', dispendio enorme, povertà rea, dicevano. Gl Inglesi stessiperdevano di riputa zione appresso ai popoli e perl'uso, é per l'abuso del sussidio. Adunque, i Siciliani gridavano, fanle spese g!'Inglesialla Sicilia, perchè ne siano pagate le, Napolitane spie, i Calabresisicarj?Adunquegli sterlini diLondra vengonoaPalermo, perchèl'amata d'Ascoli, ed il dispotico dominio di Medici ne siano protettie sicuri?Adunqueperchè unduro giogo sul collo dei Siciliani,miseri colla corte assentë, ancor. piùmisericollacortepresente s'aggravi, iBritannici. salarisulle Siciliane.terre sono chiamati? Adunqueperchè deiNapoleonidiogni ora si tema, tanti:do mestici eforestieri tesori i profondono? Incomincia-, e

452 STORTA D'ITALIA : . 2 vanogl'Inglesi adaccorgersi,cheasevanoafarecon unalleato,ilqualedopodiaver procurato odio a se; it-procurava anche aloro.Giàsene gettavanomotti apertinei giornali di Londra :ilgovernostessopen savaairimedj. Il fineera questo,chesitogliessealla regina l'autorità che siera arrogata nelle faccende, echelapartepopolaresi accarezzasse,siconciliasse, si fortificasse. Maprima che gl'Inglesicomandassero, sisperavain un rimedio doméstico : quest'era il parlamento Siciliano. Lo aveva il re convocato nell'ottocento, dieci. Aveva Medici dato,molte speranze di questo parlamento, coinese fosse per essere molto liberale di sussidj:donativi gli chiamaño in Sicilia.Era Men diei uomo molto ingegnoso edinframmettente, ne mancavadi ardimento :perciò sempre confidente in quanto.imprendesse-afare,speravadi volgereasuo grado ilparlamento.Fece suoibrogliappressoairap presentanti, questi sono il braccio demaniale , ne senzafrutto.Alcunidegli eletti Jiberamentedalle città tiròa se collepromesse e coidoni,altri feceeleggere a suaposta; ehè anzi ottenne che parecchie città, bruttissimo vizio della constituzione Siciliana,des . iseroilmandato parlamentarioaduna medesima per: sona Erano moltiplici.que ti,rappresentanti, ed al favorediMedici obbligati,eda luidipendenti.Siera anolie;"destramente insinuato, ed aveva acquistato creditonel braccio ecclesiastico : non pochivierano inclinatia secondarei suoi disegn. Beneconsiderate erano tutte queste cosedaMedici; ma errò peraltra .

LIBRO VIGESIMOSESTO. 4531812. parte in due modi, perchècredendosi'sicuro deidue braccidemaniale edecclesiastico, omise diaccarezzareilbaronale piùpotenteditutti,edoltreaquesto usò l'opera dicerte persone,lequali,avvengadiochefossero dotatedi singolare abilità, eranonondimenovenyte in odioaipopoli,perchènel parlamentodell oftocentosei i erano adoperate con molto ealore, acciocchè si aumentassero idazj.Ibaroni; parte per amordibene,parteper odiodiMedici,chegliaveva o trascurati odaspreggiati, fecero tra diloroun'intelligenza peristurbare idisegnialministro.Fragli avversarj,per essere stato offesoedallontanato dalla corte peropera dilui, risplendevail principe diBel monte; uomo assai ricco difamiglia nobilissima,e dimolta dipendenza in Sicilia:nè l'ingegno man cavainlui, nèlaliberalità;perchèamicoailetterati, corteseai forestieri,mostravache dibuonifruttinon era sterilela Sieilia.Questerano lesue virtù:ivizj, un orgoglio intollerabile.Assunseimpresa di vendi carsidi Carolina ediMedici.I baroni si collegarono con Belmonte.Il ministros'accorse, cheseerastato buonoiltirareaseidipendenti, sarebbestatomeglio iltiraregl'independenti.L'esitofu;cheilparlamento chetanteconcedèunpiccoloaumentodidonativi,mainterposedifficoltàalladistribuzioneeriscossioneloro,fuimpossibilediesigergli.Maggiorisegnisorserodelmalumoreparlamentario,perchè,essendo solito ilparlamento a domandaremoltegrazie alregrazie, che si concedevano aragguaglio della largi zione deidonativi, a questa volta ibaronidomanda

Fúmoltomemorabile'il parlamento Siciliano dell'. ottocentodieci,dicui abbiamofinquitoccato.Imper ciocchè leterre obbligatea feudo furono ridotteall' allodio, edabolitimolti baronaggi, consentendo vo lentieriecon singolar lode i baroniad unariforma, che recava loro',quanto alle rendite, notabile pregiudizio.Aciò siaggiunse, cheperla più acconcia distribuzione dei dazj, si crearono nuovi ordini di gabelle, ele terre, affinchèil terratico fossestanziato c n più equalità ,'si accatastarono,facendostimadai contratti d'affitto, ò dalle confessioni deipossidenti sulfruttatodidiecianni;dalche ne sorse;- un censo o catasto, che,sebbene imperfetto, diènon' per tanto, qualche utile norma inunafáccendaintricatissima: Migliorò' anche ilparlamento gli ordini-giudiziali,cosain quei tempi di estrema necessità,perlà fre quenza intollerabile che era invalsa dei furtie delle rapine;perchè siccome per lo innanzii capitanidii tuttele città evillaggi eranoobbligatoacompensare e 2

454 STORIA D'ITALIA. ej rono, come per modo d'ironia;'la grazia di San Maestà :l'esempio fu efficace; anche idue altri bracci risposero nellamedesima sentenza": solo, gli ecclesiasticirichieseroilre, facesse prigioniseparatepei preti: I Siciliani,secondo la natura dei popoli che semprepagano"malvolentieri,è peggio quandosono entrati'in opinionechechi maneggiail denaroloro lo sparge,alzarono vocidi plauso in tutta l'isola a favordei baroni:pel contrario condiscorsiacerrimi laceravano il nome di Medici, edicoloro chenel parlamento l'avevano secondato.

LIBRO VIGESIMOSESTO, 1812. 455 del proprio rubati, il che di rado aveva effetto, essendo perlopiù ipredetti capitapiuominipoveri, che amavanomeglio o fuggire,o andar carcerati, chepagar , cosìilparlamentocreò tante compagniedi gendarmi, quantierano i distretti, volendo, che, ciascuna compagniapurgasse ildistretto proprio dai ladri , e fossetenuta dei furti che visuccedessero. Le strade ed i casali sparsi,che primaerano molto in festati, diventaronopiù sicuri,j.popoli lodavano il parlamento del prudente consiglio, ibaronisorge vaño in maggiorcreditopelfavordell'opinione.Lare, gina,chesirecavaadiminuzionedi potenza il favore .aoquistatodal parlamento edai baronimálvolentieri ; sopportavaquesta variazione.Med ci,o che il facesse perchè sapevachee comeNapolitano,e come .aderentealla regina",avevaperduto'lagraziadeiSiciliani, o che Carolina glielcomandasse', rinumziò alla carica di ministro delle finanze. Creossi in sua vece il principe di Trabia,come Siciliano,iper conciliare:: s'intendeva. piuttosto di commercio che di-stato. ·Piacque un tempo,dispiacque fra breve ,perchè pensavaa torrelespeseinutili,eda formaremigliori ordiniper la camera. Intanto le tassea mala pena si riscuotevano, ogni cosa in ruina.Perultimò rimedio si chiamava 'un secondo parlamento. Diè maggiore agevolezza nel riscuotere le tasse; negò più grossi donativi ognipromessa o minacciadella cortein darno ;* i baroni non si lasciarono'piegare nè alle lusinghedelle parole,nè alle profferte d'onori:to stato periva ,e bisognava uscirne.Un Tominasichia dase, 5

456 STORIA D'ITÀLIA. mato nelle consulte regie trovò questi duerimedi: pagassesi unatassadell'uno per centinajodelvalsente ditutti i contratti,stromentie carte privateche si facessero daiparticolari, eperchè nissuño potesse far fraude, si mandò ordine ainotaj,ed ai banchi pubblicidi Palermo e diMessina,che avesserocura dell' esecuzione. L'altro trovato del Tommasi fu ,che si vendessero alcuni beni stabili appartenentialuo? ghipii, apossessori forestieri, ed alla religione di Malta:perchèlavenditanon riuscisse vanaper man canza diavventori,si facesse per mezzodilotto. Non fu consentaneo alle speranze l'effetto dei due decreti;perchèessendogliumorimossie l'opinione avversa,i rimedjsicambiavanoinveleni, Primiera mente la nazione recandosi a dispetto e ad oltraggio un atto, che stimavaessere arbitrario e contro gli ordini della constituzione, fece risoluzione, chetutti gliattiprivati, come vendite di beni si stabili che mobili,affitti,pigioni, pagamenti, e tutt'altrocon tratto., dove la natura del negozio il permettesse di buonafede esenza rogito dinotajosifacessero. Quantoallotto,malgradodelguadagnoingordoche vi si poteva'fare,nissuno accorse alle polizze, e riuscì vanoil tentativo. Tanto quei popoliamarono megliopericolare nelle sostanze,erinunziareallucro, chesottoporsiadunatassa,che riputavano illegale e contraria agli statuti del Regno, onorata risoluzione dei Siciliani.Laregina dispensòlepolizzéa'suoi cortigiani,magistrati,partigianiedaderenti,debole sus sidio in tantaangustia.

derFrancesiperlamåla soddisfazione dei popoli;egiacche avevanopruovatoche iconsigli dati allare ginanonayevano prodottofrutto, sierano risolutia prevalersi della nuova inclinazioned animi cheera sorta.Tuttivolevanocomandare;regina,,Inglesi,ba roni,chipersuperbia, chi per interesse, chi perdesideriodi regolate leggi.In questo nacque unaccidente,dalqualedovevaaverelasua origineilcam biamentodelle Sicilianesorti.Fecersi avantiibaroni, cuipiù muovevano il fastidio dell'imperio-Caroli niano, e la voglia diveder ridottoa miglioré formailgoverno", esiappresentaro o con una rimostranza -re,'supplicandolo dellarivocazione dei due de creti,come contrarj alla constituzione iciliana,fino allorainviolata nel dritto di porre le contribuzioni. Portaronola medesimarimostranza alla deputazione delRegno,laquale dalparlamentoeletta,sedeva se condo i Siciliani.ordini, tra l'una tornata e l'altra del parlamento.Capo diquestamossa fu ilprincipe di Belmonte. Laregina, che non eradonna da la sciarsi,sopraffare dai venti contrarj ,non solamente non si piegòaquesto assaltodei baroni,mapersuase ancora al re, chegli facesse arrestare, e condurrein al

Questacondizionenon era tale, chelungo tempo potesseduraresenza variazione. Lareginanon rimet teva dalsolitoprocedere, da lodarsiper costanza, da biasimarsi,peimezzi, e pelfine. Ibaroni instava o,nèerano uominidanonusarbeneiltempo.Gl Inglesi ej mettevano la mano, perchè vedevano che gli an damentidi chireggeyaprecipitavanolecoseinfavor

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458 STÒRIA LIN > . luogo,dove.fosse. loro mestiero,di di pensar:adaltro, , piuttosto chearimostrare. Furonoarrestati,condottiin varie isole,serrati in prigioni diverse,'etrattati e cop sevizia cinque deiprimarj,baronidelRegna,che furono quest'essiz: il principe diBelmonte soprad detto,iprincipi di Aci, di Villarmosa,diVillafranca',, : e il duca d'Angiò. Parlossi anche nelle più segrete consultedellaregina,chesi uccidessero:isuoi ade rentipiù stretti, credendo di andarlea versi,doman davano la morte loro. MaMédici, col quale princi palmenteellarestringevaisuoiconsigli,contraddisse, allegando,cheunfattotantogravesarebbecertamente occasione dirivoluzione. Questecosedavanogran sospettoagl'Inglesí,per: chè nulla dicertosipotevanopromettereda unmoto popolare, nè maggior fede avevano nella regina; dappoichèper lo sposalizio di MariaLuisa nell'impe ratordeiFrancesieradivenutaparentediNapoleone; e siccome quelli che ottimamente conoscevano la naturadilei, sapevano che ella sisarebbe-gettata a qualunquepiù stramo partito , edanchenell'amicizia diNapoleone, purchè continuasse a comandare, nè erasolitaaguardarepiù in viso InghilterracheFran cia ,tantoera l'indole suaaltiera ed indomita !Adun que'gl'Inglesi, non potendo piùcomandare conla regina,nèfidandosidelpopolo,si vollero pruovare",trattando restrignimento coibaroni,dicomandare per mezzo loro. A questo fine,richiamato a Londra Iord-Amherst; ambasciadore d'Inghilterra alla corte di Palerno,

LIBRO VIGESIMOSESTO. 1842. 459 e mandarono in sua vece lord Bentink,uomo dina fura molto risoluta : pretendeva parole di libertà: Ora s'ha a vedere unatesta forte contro una testa forte. Non così tosto pervenne Bentink in Palermo, che si miseanegoziare strettamente con la regina, ammonendoladeipericoli che correvano, rappresen tandole la necessità di cambiar di condotta, e pro ponendo la riformadegli abusiintrodotti nell'ammi nistrazione enella constituzione del regno. Insisteva principalmente, amarissimo tasto à Carolina, affin chè si rivocasseroidue decreti, e si,richiamasserò! dalle:carceri e dall'esilio i cinque baroni. Aggiun geva,chese ellánon siuniformasse aidesiderjºdell Inghilterra, eidirebbe e farebbe gran cose. La re gina, non usa a sentirsi parlare di questo suono, menoancoraa sopportarlo,nonchesipiegasse, viem maggiormente i«ostinava, e lei 'esserepadrona in Sicilia, non Bentink,affermava. Pure l'Inglese la stringeva, evoleva venirne alla conclusione. A cui finalmente la regina per vedernela fine e levarselo d'inpanzi, igli ebbea dire apertamente, conquale dirittos'ingerissenelle faccende delregno, e quale audàcia fosse la sua di uscire dai termini, del suo mandato ? Dove fosse, richieselo, e mostrasselo il mandato d' intromettersi nel governo del regno di Sicilia. Badassebénea farla da ambasciatore, nonda padrone,molto manco da re; cheCarolina d'Austria non era donna da divenir serva di chiera inandato a farle riverenza, non a comandarle. Sentissi Bentink toccar:sulvivo, perchè veramente avevaavuto dal end

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Consentiva, non senza qual che difficoltà, l'Ingleseall'abboccamento: all'ultimo, trattandosil'affare tra due ostinati,tronsipotè ve nire ad alcunaconclusione,per forma che l'amba ciadore disse allaregina per ultima risposta;o con stituzione,orivoluzione.Nèinterponendo dilazione, partì,andòa Londra,in tre mesi tornò con mán dato amplissimo. Maiministrid'Inghilterra, avvi sandosi chele parole non basterebbero, diederoa Bentink potestà suprema sopratutte le truppeIn glesi'raccolte nell'isola,acciocchè quello che pei. consigli non potesse, colla forzailpotesse.:Tentò Bentinkdinuovolareginacollepersuasioni;dinuovo la reginanellarisoluzione di voler faredase,enon a posta d'altri,o Inglesi si fossero o parlamento, persisteva, Minaccioso alloravenne suldire, arreste rebbe il re, arresterebbe laregina,glimanderebbe . in Inghilterra, lascerebbe in Palermo a governareil regno, il figliuolo delprincipe ereditario don Fran cesco, fanciullo didue anni, con assistenzadi una reggenza, alla quale chiamerebbe, come capi, il duca d'Orleans,ed ilprincipe di Belmonte.Perchè. I

-460 STORIA -D'ITALIA. 12 1

re Giorgiopotestàdiconsigliare,non dicomandare.

Tuttavianon silirava indietro,e conpertinacia con trastando, disse, che se non aveva mandato,-lo'an drebbea cercare : e come disse, così si metteva in punto di fare. Carolina , veduto il pericolo,pensò ad essere una seconda volta con Bentink, non che volesse-rimuoversi dal suo proposito", perciocchè perseveravanelta-medesimadurezza,ma sperava di. rimuoverel'avversario.

LIBRO VIGESIMO ESTO. 1812. 461 poile sueparole avessero l'efficacianecessaria; do dicimila soldati Inglesi', che stanziavano'sparsi in varj e lontani luoghi dell'isola, chiamò nelle vici nanze diPalermo.La regina, veduto un caso tanto estremo, nè ancora rimettendo della sua costanza , chiamati isuoipiù fidi a consiglio, e con loro imi nistri, sull' afflitte cose se ne stava deliberando. Disse,non esserpuntopercedere adunaprepotenza forestiera. Chiamassero i soldati, volere contro-la forza difendersi colla forza. Le fu tosto ridotto in considerazione, poco sicure essere le truppe per lamiseria, adesse mancare le vestimenta,ad esse i viveri, ad esse insinolearmi;non potervisifarea pitale ; là andrebbero dove una prima mostra di pane a loro si:facesse. La regina, cedendo allafore: tuna, manon vinta nell'animo',siritiravaadun suo casino poco distante dalla città. L'evento finale si avvicipava, si rompevano letrame Napoleoniche inicilia, la parte Inglese trionfava, contrade inf licis sime, chenon potendo vivere da-se, cercavano di sostentar le cose loro col patrocinio,altrui: Bentink, reeatosi in mano lasomma dell'autorità,operòpri mieramente , temendo non ilreper se, malaregina per mezzo del re, che Ferdinando, sotto coloredi malattia,rinunziasse alla potestàreale, edinvestisse di lei pienamente ilprincipe ereditario, suo figliuol contitolo di viçario generale del regno.Benti k,fuelettocapitadogeneraledella Sicilia, accoppiandoin tålmodo inse l'imperio militare e sopra isoldati del r Giorgio,esopra quelli delre Ferdinando. i

»Attiprimi e principali del nuovo reggimentofu rono il richiamare ibaronicarcerati',il licenziare i ministri dellaregina, l'abolire il dazio dell un per centinajo , ilchiamare ministriBelmonte degli affari esteri, Villarmosa dellefinanze, Aci della guerra e marina. Volevano alcuni, chesi apprestassero, glimesilj,le carceri,i supplizj controcoloro chesi erano mostrati aderenti a chi ayeya sino allora retto lo stato, massimamente controle spie, tanto più de, testate, quanto lamaggiorparteeranoforestieri venuti dall'altra parte del Faro. Mai nuoviministri.,conoscendo che il modo di governare tanto sarebbe migliore,quanto piùsidiscosterebbedalprecedente,prudentementeprocedendo,si

462 STORIA D'ITALIA: .

risolvevano adusaremansuetudine:punitipochi più in odio alpopolo, mandavano i rimanenti in dimenticanza: Volevanocambiamento, non srivoluzione :protestavano non volerandareaformeinsoliteenuove, solamentetor nare alle antiche, adattandole alle condizioni presenti.Fece il popolograndi allegrezze perla muta zione: quell' esserliberato dalle spie gli pareva un gran fattó : dicevano rinascere le sorti di Sicilia. Intantoilprincipevicarioconvocavailparlamento. Era ilmandatodei membri, provvedessero, chela Sicilia avesse"un buono e libero governo; rimedias sero agli abusi',creasseronuovi ordini di constituzione. Erano in quest'assembleapartigianidella re gina,come amatori delgovernoassol to e come ob bligatiafeiperpotenza,operricchezze,operonori, mail tempo era toro contrario. Eraño,partigiani di 2 1 2

1 e stalutiliberi, pendendo molti versole forme Inglesi, eda questi era il tempo favorevole.Eranoinfine, ma in poco numero, partigiani Francesi;questi si accostavano agliaderenti dellaregina, e poichè non poteva predicare apertamente il dominio assoluto perl'opinione

contraria,pubblicavano dottrine.d una libertà eccessiva , sperando che dalla licenza nascerebbe il dispotismo. Ibaroniavevanomaggiorautoritàdeglialtri.Bentink eraaccesissimoinquesto,chepromulgasselibertàestar tutigenerosi inogni luogo.Incominciossidagliordini supremidella constituzione. Statuirono che la reli gionecattolica,apostolica,romanafossesolareligionedelregno;cheilrelaprofessasse;quandonó,s'intendessedeposto;lapostestàlegislativafosseinvestita nelsolo parlamen o, e soloil parlamentoponiessele tasse;i suoi decreti appruovati dalreave séro forza di leggi; l'appruovare,od il vietaredel rein questa formasi esprimesse piace alrè,ovietailre ; la po testà esecutiva fosseinvestitanelsolore,e sacraedin violabile la sua persona; i giudiciavessero intiera in dependenzadal reedalparlamento; i ministri fossero tenuti diogni atto,efosse in facoltàdel parlamento l'esaminargli, ilprocessargli, il,condannargli,per crimenlese; duecamerecomponessero,ilparlamento; una dei comuni,o dei rappresentanti del popolo, }'altra dei pari delregno;i rappresentantifossero eletti dalpopolo,a-normadicerte forme prestabilite; fossero pari delregno chiunque avesse ayuto seggio nelbraccio ecclesiasticoo baronale, o chiunqueilre .

LIBRO VIGESIMOSE TO.- 1812. 463

464 STÓRIA D'ITALIA: 9 chiamasse. a tale dignità; stesse infacoltà del:re il convocareilparlamento, mafosseobbligato di con vocárlo ognianno;là nazioñe desseal-rédotesplen dida, e con ciòibenidellacorona cedessero inam ministrazione della nazione; niun Siçiliano potesse essere turbato nè nelle proprietà nè nella persona, .se non conforme alle leggi sancite dal parlamento ; s'instituissero forme giudiziali peipari del-regno; la camera dei comuni sola avesse facoltà diproporre i sussidji, o vogliam direi donativi; il parlamento ve desse quali e quante parti della constituzione della Gran Brettagnaconvenissero alla Sicilia, ed èsse ad utilità comune si accettassero: Questi-farono icapitoli principali della constitu zione Siciliana datada lord Bentinkcircagli ordini primitividello stato. Neconcepirono i popoli grande contentezza,perchèquellaequalitàdidiritti,equellasicurezzadellepersone,sonocondizionichepiaccionoatutti,'Furonoinoltredalparlamentopermotivo espressodei"baroni statuiticerti-patti fondamentali, dai quali:neveniva ungrande sgravio ai popoli, e il nome dei baroni salì in onore, certo meritamente, appresso ai Siciliani. Perciò all'allegrezza comunecagionata daicapitoli principali:s'aggiunse una 'ma raviglianon senza moltapartedigratitudinepercerticapitoli aggiunti;essendoneposto il, partito d i ba roni.Ilfecero per generosità d'animo,'il fecero per conciliarsi i popoli. Offerirono spontaneamente e fu dal parlamento statuito , che il sistema feudatario fosse e l'éstasse abolitoinSicilia, chetuttiiprivilegj .

A volercomprendere quanta agevolezza edamoredel ben pubblico fosseroinquesteoffertee decreti dei baro i. Siçiliani, basterà far considera zione,che gran parte delle loro rendite consisteva in questidrittifeudatarj: furonyi famiglie,cheacagione delle rinunzie perdettero-insino a settantamila franchi d'entrata. L'annullazione massimamente delle ban dite, a vogliam dire dei drittiproibitivi di caccia, riservandone soltanto l'uso,a guisadegliordini In glesi,sulle terre circondale da murá, diede la vitaa molti villaggicondotti all'ultima ruina dalle fiere,o regie,o baronali. Dirò anziinquesto, perchè dimos tra lo spiritodi quella nazione, cheil·re, alquale incresceva lastenersi dalle solite ca ce, fece opera dipersuader ai villani, che abitavano vicino a'suoi barch eforeste,cherinunziasserb.alla libertà largita dal parlamento Giubbilavano:neebberipulsa.iSicilianidell'ottenuta libertà,la generositàdeibaroni, ed inuoviordini con somme lodiesaltando. Restava, che il re, cioè il principe vjeario appruovasse, Fuyvi. qualche soprastare..Si disse,che la regina stringesse il figliuolo affinchè vietasse: mormorossi, ch'ella,per:por le cose if, :confusione, macchinasse sollevazioniinPalermo. Si

. . IV . 30

LIBRO VIGESIMOSESTO 1813. 465 provenienti dallorigine:medesima fossero cassi, e tutte le terrelibere ed allodiali. Fossero altresì abo lite.le investiture,irilievi,ledevoluzionial fisco-,ed ognipeso che derivasse da feudo.Quanto alle an ghérie,o siano dritti angarici, potessero icomuni od. i particolaririscattarsene sotto condizione di debito compenso.

samentenel a stanza del parlamento:, si fosse sforzata dimandarl'assemblea;aconfusioneedaruina.Certo. scoppiòilferale ordigno, ma all'entrarediunafines tra, périmado chedalterrorein fuori; non fece ef fetto.Questecosesidicevano dellaregina,nonperchè selefacesse;maperchèlacredeva o capace di farle.lá Duro pareva à chiregnava,lo spogliarsidell'aus tòrità;:infine, tanto operarono Bentink , il parla-, mento;edisegnidellaimpazienza popolare cheil principe vicario dichiarò,piacerglii capitoti.Nefu lodato da molti, biasimato da pochi...La regina, non

potendopiù resistere,costretta anche da Bentink, che conoscendo quel suo spirito indomabile, ed avendo l'animo alieno dal confidarsidi lei,malvo lentieri la vedena vicinaalla sede delgoverno,si ri tiravaa Castelvetrano,terra distante a sessantami glia da Palermo.Aspettava Bentink la stagione pro pija-permandarlaa Vienna,.certo esicuro,che,finchè ella restasse nell'isola,ilnuovo stato non po trebbequietare, non cheradicarsie fiorire. - Edecco che nelmesedi,gepnajo dell'ottocento tredici il cé (corsefamain queltempo, cheCaro regina,avendo l'animo,sempre pienodimala soddis fazione, di nottetempo ,celeremente..venendo da Castelvetrano, fosse andataatrovarlo,eadesortarlo a recarsi di nuovola sommadel governo in mano.) . . e

466 ; in STORIA 'D'ITALIA. andava oltre a ciò vociferando un caso piùorrendo, e fu; ch'ella con un artifiziodipolvere ehi sa in grossa e forte boceia, aggiuntoyi. scheggia.ed altri stromentimortálissimi,egettato,edaccesoimprowi

LIBRO VIGES)MOSESTO. 1813. 467 3 compariva all'improvvisoin Palermo, e fatti a se chiamare iministri, dichiarava che essendo tornato insalute, suo intento era di riassumere l'autoritàrégia. Parve caso strano, e che potesseportar con e acciden i molto gravi. Bentink, avvertito a tempo, mandò prestamente suoi messi a chiamar,le solda tesche, che alloggiavanoneipaesicircostanti:Tanta fu laceleritàusata, che a mezza notte dodici nila In glesi,armatidituttopunto,comeinpresente guerra, entrarono in Palermo, e rendettero le cose sicure al nuovostato. Fu assai subito Bentinkin questa-fac cenda, e seavesse tardato, non sarebbe piùstatoatempo;perchè giài-partigiani dell'anticoreggimento alzavanolatesta, e si vantavano di aver vintola no vella constituzione. Era intento di Ferdinando di cambiare iministri,non terminarelaconstituzione, annullare i capitoli açoordati, rimettere in piede lo statoantico ,richiamare laregina:il fineultimo con sistevanelliberarsidall?imperio d'Inghilterra,e dallemolestie dei democrati, si cantarono con pompa nel duomoleprime-grazieallAltissimoper la saluterieu peratadelre,Siaspettavano plausi: nissuno si scoprì.Sedaunapartesi sopportavamalvolentieriil dominio degl Inglesi, dall'altra si temevaquello dellaregina, e dei Napolitani.Intanto ilcapitano generale avevacondottoa fine,isuoi preparamenti':soldati:in armi occupavano Palermo; un-romor dicannoni edi inor-, taj tiratiper le contrade facevaun terrore grandis esimo.IPalermitanigridavanocheguerra,fossequella,silamentavanochesifossedatooccasioneaquest?

VolleBentink usar l'occasione dello sgomento con cetto per l'esito infelice, facendo1 opera di persua derealre, che rinunziasseintieramente al'autorità regia in favor delfigliuolo : mandò anche soldati,perajutarleparole coi fatti,a'romoreggiare tutto allintorno della villaabitatadaFerdinando;maeglinon silasciò tirare à questarisoluzione, perchè fuoruscitiNapolitani',tuttiolamaggiorparteseguacidellaregina,ildissuadetteroefficacementedaquesta finalë rinunzia. Temevano, nèsenza ragione, che

domandando a.Bentink, che cosa significasse quella mostrà guerriera.' ispose venezianamentel'Inglese,. avere udito la ricuperata salute delre; volere anche lui palesare la sua contentezza; quellearmi e quei soldati essere venuti ad allegrezza e adonoranza.

:

insolitàapparato.Mandava Ferdinandoilcomandante

Stettealquantosopra pensiero ilSiciliano, perchè gli pareva cheil parlare di Bentink fosse piuttosto da birla cheda vero. Poi gli disse,seavesse pensato agli accidenti che potevano nascere. Il capitano del re Giorgio rispose, cheilreFerdinando l'aveva chia: mato suo capitan generale, chea luiaveva affidato la quiete di Palermo edelRegno; che per,adempite l'incarico aveva apprestatoquellearmi e queisoldati. Ferdinandoin questomentre cadufo in malattia o per accidentefortuito, o per angustia d'animo', ricon fermò il figliuolo nella carica di vicario generale, ë tornossene in villa, portando con luidiminuzione diriputazione per un tentativo malecominciato, e9peggioterminato.

468 STORIA D'ITALIA."

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LIBRO · VIGESIMOSESTO. 1813. 469 > 7

se"il"principe vicariofosse divenutore,pei consiglidei b roniSiciliani,iche in luimolto potevano,ed erano nemici alnomeloro, gli conducésse a qualche mal partito. Non potevano tornare nella patria loro,che tuttavia si trovavain potestà deiNapoleonidi,e se fosse loro 'stata vietata: la Sicilia, non avrebbero alcun ricovero o scampo. il tentativofatto per riassumere l'autorità regía,rendèdel tutto chiaro Bentinkdell'animnodella regina.Laonde,temendo non poco ch'ella facesse qualche precipitazione, si persuase che era megliovedere una regina esule,chein pericolo l'autoritàd'Inghilterra. Fatte adunque le sue diligenze, co strinse Carolina ad abbandonarla Sicilia. Dal che nacqué, che portata daiventi e dall'avversafortunainistrani e barbari lidi,non potè,se non con disagi incredibili,rivedere la sua Vienna, riabbracciare i parenti, e respirare l'aerenatio, donde solo poteva sperar conforto della perduta potenza. Ma non fu lungo il sollievo, perchè presa da subita malattia ,passò poco tempo dopo daquesta all'altra vita. A questo modo finì di vivere Carolina d'Austria e di icilia,primadesiderosadiridurre ilgoverno a formepiù larghe, poi sostenitrice tenacissima di governo stretto;prim favorevole ai filosofi, poinemicà acer bissimadi loro,contras trioe violenta un tempo di Napoleoneimperatore perlasoverchiapotenzadilui, poissua aderente per-troppoamore della potenza propria; conservatadagl'Inglesi, poi fattaesularda Joro; questo solo lasciòincerto, seitempi o ella cam e

piùavuto

.:Intanto

470 STORIA D'ITALIA: > . > biassero; chè anzi se sidee, non da qualcheatto dellavita,madatutti, della natura di alcuño iu i care, parrà certo, ch'ella piuttosto costante e forte, che volubile e débil donna chiamare si debba. Ne'.inmezzo alletanteambizionimodernela súa cupi-."digiadeldominare lo riprenderëi, senonl'avésse condotta ad unarigidezza eccessiva.Diquestonèio, ne, credo, altri sarà m i per iscusarla per ragione alcuna, nemmeno per l'orrendo caso della regina. sorella ; conciossiachè, 'se di vendetta in vendetta sempre dovesse andare il mondo, non si vede, che allo straziarsicolle unghie, ed almangiarsi cojdenti gli uominial fine non dovessero pervenire. Mise ehi cícreò nei nostri cuorilapietà verso imiseri ,edit piaceredel perdonareairei, acciocchèl'umanarazza s'arrestasse in mezzo al corso del tormentare umane membra , e del versare umano,sangue; e se una pazzia incomprensibile,od'un desio spaventevole ivispinge,almenounasalutevole pietàci rattengadal correresinó áll estremo termine di luiRintegrato il principe vicario nel tegno, e par dita la regina, insistendo iministri,massimamente Bentink , cheinterv niváa tutte le consulte, conti, nuò il parlamento le sue'politichefatiche.Diessi compimentoallaconstituzione;simisè in atto, ri manendonei popoliconmolta sàtisfazione. Cosìfufelice ilprincipio;il seguito noncorrispose. Nacque tostamente la peste"deigoverni,liberi,dicoleinsolenze popolarienacqueil viziodeipaesi comandati daiforestieri,dico i favori conceduti daldominatori 2

LIBRO VIGESIMOSESTO. - 1813. 471 7 aipiù vii,ai più ignoranti,ai più ridicoliuomini: l partepopolare più forte, é sempre intemperante ne'suoi desiderj', principiò a non serbar più modo verso inobili,controdiloro con parole e con fatti imperversando. Era'inquesto procedere, non che cecità per l'avvenire, ingratitudine pel passato, per chè dei nobili, chi era stato autore della constitú zione , e chil'avevaaccettata volentieri. Per la qual cosa eglino,non trovandopiù sottol'imperio dilei rispetto equieto vivere, diventarono avversi» e de siderarono il cambiamento di quello, checoi-de i derj ,e colle opere avevano mandato ad effetto. Pessime furono la maggior parte delle elezionialla camera dei comuni,fatteprincipalmentepermaneg gio di Bentink, più ayêndo potuto nel suoanimo'i servigj particolarifatti a luimedesimo, chequelli fattio da farsi alpubblico. La viltà degli elet i portò disprezzo: al consesso:daspie e ligi diCarolina, å spieeligidiBentinknon-facendoipopoli differenza, concepirono la opinione,chegli scritti dipenna',non sonoaltroche scrittidipenna, e che gliattied i risp tamenti sonosempre i medesimi,cioèdi dare a chi menomerita, edi torre a chi più merita; chi aveva disprezzo', ch odio , chi freddezza versola. i . muova constituzione, e tutto iyun fascio, iñettevano Carolina, Acton. et Bentink. Torno sull'antica mia querela, cheleleggiportantia.libertàinEuropason sempre guaste dali attivo costume, massimamente dall'ambizione. S'arrose aquesto, che i dazjiposti ai tempi del parlamento Bentiniano sécont o gli ordini: * >

472 STORIA D'ITALIA: della constituzione,avanzarono di gran lunga quelli chesi pagavanoprima,ed in virtù degli antichista tuti del Regno. Del quale effetto lacagionesi fu , parte la necessità delpagarei soldatialtrui, parte quella di supplirecon nuovi dazj",alle rendite dei drittifeudatarjisoppressi.

A questiaggravj sirisen tivano i popoli,chegeneralmente piuttosto dal non pagare,che dalfare gli squittinigiudicanodella libertà. Le persuasioni degli uominiin carica non fruttavano, perchègli stimavano compliei; glialtri scontenti :perivanoifondamentidella recente consti tu ione, e le cosedel nuovogoverno moltos'indeboliyano.Ciònondimeno durò qualche tempo,per darechè,mortalaregina,niunoerarimastochelepotesseunprimourto.ManoncosìtostoilreFerdia nando;pei casidell'ottocentoquattordici, tornossia sedere sul trono di Napoli, che con un cenno solo 1 aboliva non solamente senzá sommossa di popoli maancora senza mala contentezza.Dalche ne segui ta, che non le magnifiche parole,ma solo la feli citàpresente constituzionipossonoesserestabilefondamentoalle.Ipopolidimetafisicanonsanno,élafelicitàloromisurano,nondaquellocheodono,madaquellochesentono.

Insomma Ferdinandodisse, chelaconstituzione era stata data perforza, Bentink che era stata chia mata divolontà. Castelreagh andò perleambagi. Vero fu, chefu desiderataprima,pocoamata dopo colpa più dei popolaniche deinobili,piùdei'fores tieri chedei paesanj.Delresto,anchequìsivideil

viziodello'aver commesso in quest' Europa ciarlieraed ambiziosalapotestàpopolare,cioè lapotestà chedebbe servire,di moderatriceal governare e di gua rentigia al popolo, ad assembleenumerose. Nellanatura attuale degliEuropei, questoè un pessimo rimedio, nè so quello che diventerebbel'Inghilterra stessase non avesse i borghi comprisper un vizio .enormesolamente,cioè per questi borghiella yive. L'anticasapienza.

Italiana seppe trovare miglioriri medj; e se quello che nelle constituzioni degl'Ita liani antichi,edanche in qualchedunadei moderni, 'era solamenteunprincipio,non ordinato ,omaleordinato,con buonistatutisi ordinasse, il che sarebbe non,ehedifficile, agevole, sarebbero sicuri la libertà e l'imperio.Mentre,Guglielmo.Bentink

dominava inSicilia , Edoardo Pellewsignoreggiava imari Mediterraneo ed Adriatico. Era la terra in,mano di un solo, il mare in manodiun solo acqueroaccidenti,orain questo mare,ora in quell'altro,madi poco momento per la superiorità tantonotabile diunadelle parti, e la depressione dell'altra: Predaronogl'Inglesigià sin dall'ottocentundicimolte onerarie alcapo Pali, nuro.Nell'Adriatico poi, per istringere ilpresidio diRagusi, s'impadronironopressoaRagonizza,diuna conserva: di navi, anch'esse cariche di vettovaglieFattodimaggior importanza fuuna battaglianavale:combattuta aspramente nelle acque di Lissa, una delle isole antemurali della Dalmazia. Vinse,la for: tuna Britannica::lefregate FrancesilaCorona,ela . $

LIBRO VIGESIMOSESTO. 4731813. .

Vifecero una stanza-ferma, edunnido sicuro,dove e donde potevano ritirarsi ed uscire: a dominar l'Adriatico. Fu per Napoleone dato avviso al pub blico dellafazionedi Lissa, maa modo dosi del nomedel generale Giflenga che erastato presente alla battaglia. Se non si poteva dire che l'imperatoreperdesse.quando vinceva,molto meno si poteva quando perdeva. Giflenga stette queto , perchènon poteva parlare, quantunque ilfatto fosse assai diverso del comefu nella patente lettera di lui descritto. Già i fati assaliyano Napoleone; l ambizione, che mai non dormiya in lui, gli toglieya !'intelletto. Domela Francia;, la Germania,'l'Italia,non poteva capirglinell'animo che di tutta Europa signore non fosse. LaRussia e l'?Inghilterra gli turbavano isonni;1 quella amica poco fedele, questanemiça costantis: sima; nè poteva pazientemente sopportare, che, queste duepotenzeglifossero ostacolo alsaliredove i suoi desiderj,fossero,non dico sazj, perchè aciò la natura sua smisurata r pugnava, ma'più soddis fatti: mezza Europa non gli bastando,,,come non maisi fermaya la sua cupidigia, la volevatutta. Pa reyagli cheduegrandi imperj, qualieranoil suo e quel d'Alessandro , non potessóro-sussistere in sieme nel mondo. Perquesto, ayena dilatato,is i confintinsino allaRussia,per questounitoalla Fran $

-474 STORIAD'ITALJA. suo , serven > Bellona vennero in poter deg? Ioglesi;la:Flora si condusse in salvo,la Favoritaandòditraverso.Per questa fazione.Lissa cadde in potestà degl?Inglesi.

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miseranda

cia Amburgo eLubecca, per questo fortificato Dan zica, per questo creato il ducato di Varsavia,per questo teneva ostmatamentestrettane' suoiartiglila Prussia , piuttosto ombra di potenzache potenza. Neignoravaquantisdegni contro dilui co vassero, massimamente in Germania, pel suo insop portabile dominio :l'estrema forza della Russia gli nutriva. Questi pensieri, giunti allacupidigia dell? essersolo,tantopiù gliturbavano la mente, quantopiù prevedeva chenon poteva domárl'Inghilterra; se prima non domasse la Russia.Quì anchecováva, secondochè appare,un pensiero grandissimo, nè a:lui ostava,permandarload effetto,l'amiciziache alloraaveva colsultano di Turchia. Napoléone vin citoredella Russiamirava al farsi padrone di Costan tinopolí per rintègräre nella sua personal' imperiol ! Oriente ed anzi tutta la pienezzadel Romano im pero.Appetiva anchele Indie orientali a distruzione dell'Inghilterra, e ad'acquisto di famapari a quella Alessandro Macedone.Nè che io narricose fanta stiche alcuno sarà per dire:perchè dell'andareper cammino terrestrenelleIndie-nonsolamente si parlo in queitempi,ma eziandio nefurono prese delibe razioni,e'i luoghiesplorati, e.lestanze notate, ela lontananza accertata ,e tenute pratichecolla Persia.Anzi gli adulatori già spargevano , che l'impresa non ayeva in se tanta difficoltàquántailvolgocredeva. Sola o tava a Russia:per questo.Napoleoneambivadisoggiogarla,confidando che ilvinceità gli mette rebbein senol'imperio delmondo.Sapevaselo l'In $

LIBRO VIGESIMOSESTO. 1813. 475 ora & o.Per ngles.dore minar preba 7 stato eche meno quieto.ifarina dila .

476 STORIA D'ITÀLIA: . + ghilterrra, checontinuamentestavaaifianchid'Ales. sandro, acciocchè dalle infauste e-mortali manisi strigasse. A questo fine aveva anche mandato un ambasciatorestraordinario ad'Ispahan, affinchète nesse il sofì di Persiabeneedificato versol'Inghil terra .

Dall'altro lato la Russia , che vedeva il cimento inevitabile, pensava che il piùpresto sarebbe stato il meglio:mezzo mondoera vicino a marciare in guerracontromezzo.mondo;i'dueimperj,apprésta vano l'armi con tutte le forze loro. Favoriva l'uno un esercito,fioritissimo, massime di Francesi usi-a vincerein tanteguerre,unaesperienza ditantianni, una perizia finissima,una famamaravigliosa dica pitanoinvittoin chitantamole da se solomuoveva: fayoriyanola maestria delle in idie nel corrom pere, elartë squisita diadescargli uomini:ilfavor rivano la guerra'di Turchia già suscitata contro la Russia,quella di Persia prossimaasuscitarsi.". pro dela Russia inclinavano altresorti: le re gionilontane,e solo assaltabili difronte,'la vastità loro, ideserti immersi, i freddi orrendi.A ciò unainfinitadivozionedeipopoli'verso l'imperatore Ales sandro, è la costanza de'suoi soldati, dei qualisi prevedevanoiprimiimpeti buoni,gliultimimigliori. Nègranpesononrecavalapotenza dell'Inghilterra,che aleisisarebbe congiunta. Efficace ajuto ancora, perla diversioneeperl'esempio, recava allecosedi tramontanalaguerradi Spagna e diPortogallo. Le Spagnuole geste risuoñávano nel cuore dei Prus il In #

LIBRO VIGESIMOSESTO. 1813. 497 > > s ani, ed accendendo ognianimoanchepiùquieto, gli chiamavano allaliberazione della'patria. Gli Spa gnuoli, dicevano, gente in questi ultimi tempi poco úså alle guerre, avere volto il viso el'arm contro ilcomunetiranno, i Prussiani famosi giacersene in operosi ed inonorati : cattolici assuefatti all'obbe dienza,servileinsorgere e combattere; protestanti più usialla libertà, quietamente epazientemente ob bedire :niuna in Ispagna maravigliosa fama essere, avereinPrussia, i più, veduto,intuttivivere Fedei rigo secondo :laspada,sualasciataarispettodel vin citore ,essere stata dalmedesimo tradotta a scherno, vile trionfo di capitano barbaro : essa chiamarei Prussiani a vendetta : sorgere dalla tomba la vocedi Luisa oltraggiata, rimproverare ai Prússianila loro ignavia.NèlarestanteGermaniaquietava.L'Austria .stessa tanto temperata titubava, aspettando iltempo propizio.Chè anzi laBaviera,,sempre adecente alla Francia per dell'Austria, segui tavala medesima inclinazione. Tanto era venuta a fastidio lapotenza Napoleonica,conculcatricesì de gliam ci come dei nemici, e forse più ancom dei primi ch deisecondi.Quanto alAssia, oltre la co mune servitù, era sdegnata dalprocedere puerilee superbo,di GirolamoNapoleonide Così nissuno vo leva star ozioso a vederel'esito della guerra, e tutti aspettavandl'occasione di scoprirsi. Quest'erano le speranzedella Russia. Quanto all?Italia , gliumorivi erano diversi, nè si, grandeilsuo momento, per esser troppolontano dai emolazione e paura

478 STORIA D'ITALIA, campiin cui sidovevano combattere lebattaglie,nè davà timorediunmotoalla Spagnuola.In oltrenelleregioni superiori dileila lunghezzadeldominio Napoleonico vi aveva parte assuefatto glianimi parte posto in dimenticanza gliantichi sovrani. Nella in feriorepoi le crudeltà commesse viavevanoalienatoglispiriti,e se ipopolani, specialmente nelle province, non amayano,Giovacchino,i nobili lama vano, grandesussidio al suogoverno. Roma e Tos can nel mezzo fremevanomaimpotenti;.i Piemon tesi,uominiar igeri icontentavano diquelle guer riere"sorti.Delregno d'Italia: , laparte Milanese dipendevapiuttosto con lieto animo,che malvolentieri dal capitano invitto, peravere una capitalefioritissima, annome ed un esercito proprio,maiedimpiegatidelpaese,unaimmagine d indipendenza.Delresto la gloriamilitare di Napoleone quivi aveva cominciato ,quivicontinuato, i pubblicisegni magnifici; eravi sorta una certa nazionale al tezza.La parte Veneziana avversa;m che sperare avesse, e per cui combattere non sapev .Solo sapeva che per se non poteva combattere : niunasperanzaavevano,iVeneziani della loro nobilpatria, opredasempre, o compenso dipreda. Risolutisi i due potenti imperatorialvenirne al cimento dell'armi,edal contendere fra di loro dell? imperio'delmondo, cominciarono, come si u a... a gareggiardiparole, allegando l'uno contro l'altro piccoli fatti,certamente molto abietti, e molto indegni ditant,mole. Essi sapevano,il ingtiyo vero > >

LIBRO VIGESIMOSESTO. : 18.3. 479 della guerra:tutto ilmondo selo sapeva,quest'era l'impossibilità del vivere insieme sulla vasta terra.Napoleone coine piùimpaziente e piùanbizioso,tirandolo il suofato,assaltava primo:infierìla guerra inregioni rimotissime ; desolo prima le sponde del; Boristene, poi quelle del Volga : combatterono i Russia Smolensco, combatteronoa Borodina sulla Moscova:prendevaNapoleoneMosca,laprendeva ed insultava: folleche nonvedeva, cheDio'già glidava di maño!Era fatale, chesu i confinidell'Asia perisse lafortuna Napoleonica ;-arse Mosca , immensà città; cagione ,e présagio di casi funesti.Unarotta toccata daMuratavvertivaNapoleone,cheilnemicosifaceva vivo,;e che quellonon era più tempo dastarsenenel fondo delle Russie. Gli restava l'elezione della strada al ritirarsi.Penso diridursi, passando per Caluga e Tula, a svernare nelle province meridionali' della Russia :vennesi al ciimento terminativo di Maloa.. Yaroslav tz,in cui'mostrarong'un grandissimovalore isoldati del regno Ital co.Quivi.perironole speranze di Napoleone,quivisicambiaronole sortidelmondo; quivirífulseprincipalmentelavirtùdiKutusof,gene-, ralissimo d'Alessandro. Napoleone ributtatocon fero cissimo incontro, fuicostretto a voltarsidinuovo alla desolata stradadi Smolensco: il.Russo gelo spense l'esercito : piangeepiangeràeternamentela Francia,piangee piangeràl'Italiailsuo più bel fiore perduto per l'ambizione d'unuomo, che con la sua superbiavolletentare ilcielo; il cielo mostròla sua potenza; questa fu la pienezza deitempi profetizzatada papa. >

480". STORIA D'ITALIA . I Pio. Imparinomoderazione e giustizia gliambiziosi, : che sidilettano delle miserabili gridadeglistraziati uomini.: , ; Al suono dellerotte Napoleoniche, la Prussja, procedendo impetuosamente contro l'insopportabilesignore,nè aspettatonemmeno d'intenderelavolontà delre,insorgeva,esivendicava cupidissimamenteinlibertà.Napoleone ritornavanella suasedediParigi: ma peirecentifattimoltoerarallentatala fama della sua gloria militar . Murat,sbalordito da accidentitantostraordinarj, abbandonato l'esercito se neve niva a Napoli;'pre ene il governo Eugenio vicerè.Aveva Munatmala satisfazione diNapoleone,edera maravigliosamentecommossocontrodi lui, perchègliaveva attraversato isuoi disegni sopra la Sicilia, e perchènon gliera ignoto, ch'egliaveva negoziato con Carolinadi cose pregiudiziali al suo dominio Napolitano.Dall'altra parteglialleati,massimamente gl Inglesi,si eranodeliberati a prétendereed ametter fuoricerte voci che sapevano essere grad te agli Italiani,sperandoconessedi commuoverefacilmente tuttala penisola: quest'erano, che oggimai erave. .nutoiltempo di dareall'Italial'essere independente. Pingevano con vivicolori la tirannide diNapoleone, e con immagini lusinghevoli sisforzavano divoltane gli animia questo pensierodellaliberazione, Ben tink, o'tentativamente, o sinceramente che sel fa cesse, si spiegavadiquesto disegnocon parole incitatissime., e dimostrava la Gran Brettagna parata à secondarlo:ConoscevaGiovacchinotuttiquestiumori. e

Per questo,tornando da Mosca', passo perMilano, dove che in altri paesi d'Italiaquesti desiderjsi eranoaccesi, a fine discoprire che cosa,portasseroa tempi. Masiccomeleggieri uomo ch'egliera, quan lunque portasse ancoraimpressi in voltoi segni deli passato terrore , si miseafar gran promesse, ch'egli farebbe edirebbe, echeeratempo'dafar l'Italia in dependente, e ch'egli era uomo da-farla,e clie la farebbe. Con questi vanti, chepure lasciavanosemi, senetornavanel Regno.Bentink,conosciatol'uomo, e volendo concordarlo con ghialleatiper turbare fin '. dalla bassa Italiale cosea Napoleone,ilconfortavaad assumere leinsegne di campione dell'Italica libertà. Lodaya il suo valore,le armi,i soldati: l empieva di speranze ,affermaya, che, dove,égli consentisse à congiungergli con quei de confederati,sitoglierebbe ogni dubbiosull'esito finale dell'impresa, cheil tur batore e tirannodelmondo,sarebbe vinto , che i con federati ilsaluterebberore, che sempre il suo tronó di Napoli, yacillerebbe, se non fosse conosciuto, e'e riconosciuto dall'Inghilterra e dalla Russia, che a yoleressertenutoe conservato r novello in mezzo a tantireantichi,e nel cospetto stessodel naturale e legittimo sovrano, a cui era sempre parata l'azione soprailregno diNapoli; abbisognava il consenso li bero di tutti e che perciò era necessitato afondarsiconnuove congiunzioni.Chemomento recare, che ajuto,porgerealui ancorapotevanoNapoleonevinto, edi suoigelati soldati? Badassebene , che colla con servazione propria ne andavala salute elalibectà

LIBRO : VIGESIMOSESTO, 4811813. più 7 2

> 6 IV . 31

482 STORIA D'ITALIA. 2 4 d'Italia: sarebbe il suo nomeimmortale,cambierebbe 1odioso nome direintruso inquellodi re legittimo eliberatore. Impugnasse adunque quelle Napolitane armi,siseparassé dall'amicizia di Napoleone, assu messe quelladegli-alleati , bandisse, ed asseverasse l'independenzaItaliana. Offerirgli l'Inghilterra la: volontàpronta ad ajutarlo,esiccomecomunesarebbe l'impresa,che avrebbe facilmente félice successo, cosi comuniancora sarebbero l'onoree il frutto. A questo modo Bentink tentavaMurat,affinchè venisse a questa congiunzione:il negozio andò tant'oltré, chel'Inglesegiàsiera condotto, nonaMessina,për 'nondar sospetto a Ferdinando , ma a Catania a fine di avere maggior còmodità di certificarsi dell'animo delnovello re,diattendere allapratica,e diconclu dere l'accordo. Ne era senza speranza divenirnea conclusione, quando Giovacchino, riceve lettere da Napoleone:portavano, magnificate le coseche i soldatisoritti in Franciacon volontàobbedientissima marciavano, che gli eserciti s'ingrossavano, che ipópoligli deliberavanoconprontoanimo grosse s@V= venzioni di denari, che la Francia sarebbe presto uscitaa campo,piùformidabile chemai;cheinsomma il nome e la fortuna dell'imperatore risorgevano: Queste novelle, aggiuntaanchela natura facilmentemutabile di Murat, furono cagione ch'egli taglio inopinatamente ognipratica, e si deliberò a perse verare nell'aderirsi a Napoleone. Bentink lebbe per male,e rimasosenzasperanzadi averlo congiuntò seco,s indispettitalmente ,che non ostante cheper

Ilche fucá ione cheMurat deposto ogni pensiero dell'indipendenza d'Italia,si volto finalmente tuttoverso l'Austria, sperando in talmodo difondarela propriagrandezzasulla dipen denza altrui. Napoleone, che riavutosi dagliaccidenti di Russia erarientratoinse medesimo,edattendeva e provve devagagliardamente ad ognicosa, essendoglidiven tato buon maestro il timore, è considerato che il rendersi benevolo il 'papa, e l'accordarsi con lui,avrebbefattofondamento grandeaisuoi pensieri, molto giovatoa tener ferminella sua dominazionein sì grave pericolo, gli animidegl'Italiani, siritirava dalle domandediSavona,edinclinandoalla concordia concluseun concordato ildì venticinquegennajoin Fontainebleau.I principali capitoli furono, cheSua Santitàesercerebbel'ufficio del pontificato in Francia enel regno d'Italia, in quelmodo econformità che isuoi antecessoril'avevano esercito, chemanderebbe ai potentatiisuoi ministri,e da loro nericeverebbe;con le solite immunitàe privilegj delcorpo diploma tíco'seche gli si renderebbero ibeni non venduti, ë che-ivenduti gli si compenserebberoconuna rendita did émilioni di franchi all'anno; il-papa, fra sei mesi dallanotificatanomina dell'imperatoreinstitui e

LIBRO VIGESIMOSESTO. 1813. 483

re mitigarecon qualcheonestomodo l'animo sro,Gio vacchino gli mandasse poi in presente una ricca e forbita sciabola;l'Inglesenon volle più trattar con lui,nèudire le nuove proposte ch'éigli venne fa 'cendo, quárido sopraggiunsero i tempi grossi per NapoleoneinGermania.

: cheles di maipiù diun anno non potessero vacare; che il papa nomi nerebbe, tanto in Francia quanto in Italia,'a'sei vescovati, che di comune consenso sisceglierebbero; che isei vescovati suburbani si restituirebbero, e che il papa ad essi nominerebbe;che ibeni 'non venduti aloro sirestituirebbero,ed i vendutisi ricuperereb bero; che i vescovi' assenti dallo stato Romano si rintegrerebbero nelleloro sédi; chedi mutuo con sentimento siordinerebberoi vescovatidehaToscana e delGenovesato; si conserverebbero,dove il sederebbe, la propaganda, la penitenzieria, gli ar chivj; cheSua Maestàrimetterebbe nella sua grazia quei cardinali-,vescovi,preti', 'e laici,che ne erano caduti; che s'intenderebbe, cheil santo padre con sentiva 'ai sopra narrati capitoli a cagione"dello. stato attualedellachiesa, e della speranza datagli dall'imperatore, che soccorrerebbe con la sua po tenteprotezioneai numerosibisogni chestringevanola religione nei tempipresenti.Lasedefuturadel papalasciossiinpendente; chi parlava diAvignone, chi diRoma.Se in questo trattato ,oltre leconcessioniotteriute,ilpapa ricaperò,come pare verisi papa

484 STORIA D'ITALIA. 08 rebbe canonicamente, in conformità delconcordato, ed in virtù del presente indulto , i nominati agli arcivescovati ed aive covati dell'impero diFrancia,e'del regno d'Italia; che il'metropolitano prende rebbe le informazioni preliminari; se fra seimesi il papa non avesse instituito, ilmetropolitano institui rebbe egli, o se di métropolitano si trattasse, l' an zianodeivescovi'l'instituirebbe

LIBRO VIGES MOSESTO. 1813. · 485 . mile', peruncapitolo segreto,la sua Roma',ei sarà manifesto che ilcarcerato vinse il carceratore. Affret tossi Napoleonedi pubblicare l'accordo di Fontaine bleau,e nelevòanche, sapendo diqualeimportanza fossé, un gran grido. Querelossi il.pontefice dell? affrettata pubblicazione gravemente,perchèavrebbe voluto,che'allora solamentefosse pubblicato quando avesse avuto in ogni parte la sua esecuzione. La benignità della stagione permettevaoggimai il -guerreggiare : Napoleone, fatta con gran prestezza unanuovacongregazionedi soldati,e promettendosi più mai delfuturo, ricompariva forte ed audace su i campiGermanici.Combatte iRussi, combatte i Prussiani in duri incontri ; combattè anche con estremo valore gliAustriaci voltatisicontrodi luiper gli sdegni antichi, e per le disgrazie nuove. Ma la rotta di Lipsia pose fine alla suapotenza : laGer mania intera, mutato procedere con la fortuna, corse con impetoinfinitoalibertâ: i popoli Alemanni facevano agara in quest'impresa, chesanta chiama vano,e collarmi in mano delle lungheingiurie si risentivano. Le Francesi terre sole furonoricoveroal vinto Napoleone. Così illungo fastidio dell'imperio Napoleonico, e losdegno universaleavevano tolto di mezzo le difficoltà, che altrevolte avevanodisturbato. ildesiderio comune.Una grantempestà cambiatrice. :didestini sovrastava all' Italia. Aveva Napoleone, che non sierapunto ingannato dell'avvenire,man dato il principe Eugenio in Italia ,perchè ordina se lecose alla imminente guerra.Erailprincipeveduto . :

486 STORIA D'ITALIA. con qualcheamaredaipopoli delregno non chesi inostra se acceso nel desiderio dell independenza; chè anzi in questoeraassai docile nel servire alla volontà del padre,maperchè era dinatura facilee temperata.Pure in quest'ultimocaso tantosi mostrò acerbo nell'eseguire il mandatodiNapoleone, inel far correre i soldati delle nuoveleve, si nelriscuo terei denari dai popoli , che l'amore convertissi-in odio. Prima però di narrare i successi dell' armi in Italia;è mestiero descrivere,i maneggi politici,che. specialmente rispetto a lei si trattavano in questi tempi. Primjeramentequando ancoraNapoleoneera a-Dresda, glialleati,aiqualil'Austria già siera,ac costata ,gliproponevano che restituisse le province Hiriche,che ristoråssea libertà lecittà Anseatiche, checonsentissea nominare,d'accordoconglialleati, soyrani independenti peiregni d'Italia e d Olanda. Domandavano altresì, che evacuasselaSpagna, e ri mandassé(il papa aRoma : susseguentementecré dendo,che per le rotte'âyufesi fosse rendutopiù facile alla concordia , il richiedevano,senzaperò che questa fosse condizione indispensabile, che rinun ziassealla confederazioneRenana,ed allamediazione della Svizzera.Quello spiritoaltiero, che sempre si empiva di pensieri vani e presumeva della sua for tunasoprailconsuetodegliuominiragionevoli, non vollespiegar l'animo; risolutamente ricusò lepros: poste. Quanto all'Italia, corse famache i.confede rati, non-avendo potuto persuadereil desiderioloro a Napoleone,sivoltassero a tentar Panimo d'Eu a >

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LIBRO VIGESIMOSESTO. = 1813. 487

Ma peggiorando vieppiù per la rotta di Lipsia le condizionidell'imperator Napoleonein Germania, Eugeniocominciòa pensareai casi suoi,eprocedendo con dubitazione, fruito o della lunga servitù, o'di disegnipiùcupi, o diaffezione verso Francia,met tevafuori parole chedinotavano inlui la volontà d abbracciar l'independenza : essere cambiatiitempi,spargevano i suoipiùfidi; doveresser l'Italia inde pendente,maunitaaFrancia, non unita ad Austria, · non ad Inghilterra;ciò volere, ciò desiderare Napoleope;salvassersi le sorti diFrància,fosseroquelle d'Italia qualie quante doveyano essere. Napoleone tocco dasventura,non esser,più Napoleone trion fatore, lui la prosperitàaverefattorigidosignoredei popoli,luil'avversità fare spontaneocomportatore

: solo essere dele gato emandatario,nonpotere senza taccia d'i fa mia, non che accettare, udire le proposte; non avrebbero gli alleatinè stima, nè fede in lui, se-a quello che da lui richiedevano acconsentisse, e,fu yera, bella risposta fu certamente questa,e se Eu genioavesseperseveratosino allafine nella medesiina illibatezzadiposporre l'utileall'onesto,non potreb bero iposteri dargli biasimo d'importanza.

geniovicerè,offerendoglidiriconosceglore delregno d'Italia,sevolesse congiungersi conloroad impresacomune per la liberazione d'Europa : cosa, cheil. principenon avrebbe potuto fare senza voltarle armi .contro laFrancia, e contro il padre.Vogliono che: Eugenio rispondesse, non esserpadronedisemede; simo; nonaverelapotestàsovrana

488 STORIA D'ITALIA. di libertà; pigliassero g Italiani quella occasione, che lafortunaofferivaloro divendicarsi a libertà sotto il potenteetemperatodominio della Francia. Spaziavanoposciai fomentatori diquesti pensieri ull'odioso, come dicevano,dominio dellAustria'; venirne l'Austria con bramedi vendetta,venirne con fini d'assoluta potenza;il lungo dominio avere2 immedesimato colnuovogoverno le personee gl'in teressi;nonpotere questacomunanzarompersi,il che l'Austria farebbe,senza infiniti dolori e ruine; altra essere la natura dei Francesi, altra quella dei Tedeschi; quella,piùuniforme agl'Italiani, questa più disforme; del resto,potere gl'Italianistare,sel'independenzafondassero,senzai Francesi;ildomi nio Austriaco nel regno nonpotersi fondare senza la presenza dei soldati: eleggessero g Italianitra lo esserestato proprio,oprovincia altrui: queimagni ficipalazzinovellamente sorti, quei valorosi soldatisìnumerosamenteformati, queimagistrati si indis solubilmente radicati, quelle abitudini sìgeneral mente allignate, quel nome d'Italia sìlungamente infronteportatoassaiindicare, cheproprietà dise, non d'altrui,cheinsegne libere,non serve,chede nominazionepropria, nonforestiera, doveva ilre gno,doveva l'Italiaavere,nècomandareagl'Italiani altrichegl'Italiani:essere Eugenio,nonItalianodi nascita, ma Italiano dielezione e d'affetto :offerirsi parato a fare quanto in lui fossé,per dimostrare ai popoli,quanto lalibertà,erl'independenza loro amasse,purchèintermininonpregiudizialiaFranéia

LIBRO VIGESIMOSESTO? 489. 1813. > siconsistesse: essere in lui'sperienza distato,spie rienza d'armi;età giovenile,mamatura,corpoforte edesercitato ;lemolestecose.averlevoluteNapoleone rigido, le dolcilui;echentefosseilprincipe, averlo dimostrato conquellasuarisoluzione stessadi conser varsifedelenell'avversa fortuna acolui, dal quale erastatoinnalzato nellaprospera. Queste insinuazioni deifidati diEugenio produce vano pochieffetti, perchè i.contrarjal nuovo stato non si lasciayano svolgere,massimamente nell' im minenza dei pericoli presenti,i favorevoli poco con fidavano nelle promesse Francesi. Costoro vedevano occupare tuttavia il primoluogo nella grazia del principe ,intromettersi nei consigli più segreti,se l'autorità solo, arrogarsi coloro, che nella servitù versoNapoleone più erano stati sprofondati, cheal nome d'independenza sempre si erano spaventati, che delle più dure deliberazioni,edeipiùrigidi co mandamentidell'imperatore e re erano statii prin cipaliautoriz ed ipiù attivi esecutori. Sapevanoch' essi eranosempre stati consigliatori di amare risolu "zioni contro.coloro, che per generosità d'animo,eper amore di franchigia ,della loro patriaaltamente sentendo ,erano divenuti sospetti: l'avérpruovato il loro giogo acerbo nuoceva alla causa chepreten devano. Due uominiprincipalmente eranovenuti in odio deipopoli nel regno Italico, il conte Prina, ministro delle finanze,carissimoa Napoleone per la sua natura sottile ed inesorabile nel riscuoter le tasse, edil conteMejean,segretariodelprincipe, uomodi

Tanto poi si era fatto per l'attività. del vicerè,che siera creatoun esercito giusto,com : posto parte di Francesi raccoltidai presidj e dagli,scritti dell' Italia Francese,parte disoldatidelregno,. alcuni veterani, moltjnovelli. Ilvederequestegen i davaqualche sicurtà ai popoli, se nondi vincere, almeno di negoziare, e non si disperava dellostato. franco. La tempesta intanto diversoilmare, edi versoil Tirolo e l'Illirio siavvicinava. ', Eugenio confermandosi più l'un dì che l'altrone? suoidisegnie nellesue titubazioni,evacandosempre ainegozj.cogli antichiconsiglieri,aveva dato ordine alsuoministrodi polizia,che scrivesse unacircolare a tutti i prefetti , esortandogli a far sorgere destra mente nei popoli il pensiero, che fosse arrivatoil tempodi fondar l'independenza :insinuassero altresì ch'eglisi sarebbefatto capodell'impresa,e che Na poleone imperatore l'avrebbevedut volentieri, Ma poscia , avendo paura di se stesso , e temendo che il nota ,chesivoleva suscitare, tornassein pregiudizio della Francia, diede ordine cheleletteres intratte:

esoave,mache, come di scuola Na poleonica, credeva,che atyoler che gli uominisiano bene governati, convengametter loro un durofreno in bocca.Questi discorsi davano grandissimonoeu mento alle cose del vicere:alcuni però speravano , che, rimossaquellamanodiNapoleonedalleviscere delregno,si avessero anche a rimuovere quei due consiglieriacerbi,e ad averepiùin considerazionei consiglidiquelli,che piùamavanolamoderazione ela*libertàd'Italia.

490:- STORIA D'ITALIA , 2trattocortese

LIBRO VIGESIMOS STO. 1813. 491 * nessero,Cositrailvolere eil disvolerenon riuscivá anulla, non accorgendosi chechi simettea simili imprese,non solamente non può règolarle a volontà sua,ma non deve nemmenocurarsi chea volontà sua si possano regolare. A volere fondar la franchezza d'Italia,che era un fatto grandissimo, e'bisognava volerla, senza mescolanza di altro affetto, eil voler. serbarefedeltàaNapoleoneed a Francia,quando il finedellaliberazione d'Italia esigessealtri pensieri, se era co a onorevole,era certamente puerile.Achi si getta aquestipartiti straordinarj èd' uopo il non pensarealle indiavolate cose che ne possono-seguire. Odo che sidice, chea queste cose gli uominionesti non possono consentire. A questo sto cheto , solo dico, che,se cosìè,gli uominionestinon si debborio gettarea talipartiti, e nemmeno farvista di volervisi gettare.Questo poi-so dicerto,che Eugenio, o fosse onestà, o fossemancanzadi cuore,perd l'impresa. .Giovacchino anch'egli siera travagliato di questa m teria, quando ebbe veduto lecose di Napoleone andare in fascio in Germania, Ma varj ed incerti eranoi suoipensieri.Sulprincipio; quantunquenon amasse il vicere, ed emolasse lasua grandezza,gli aveva mandato proponendo :dividessersi fra di lor duel'Italia, facesserla independente;ch'essi soli; operassero d'accordo,-la potevano preservare dai Tedeschi;chenonsisarebberecato aleun pregiudizio alla Francia,-la quale avrebbe avuto l'Italia per al leata.Aggiungeva,chein casodi deliberazione.con trariada parte del vicerè , ei sarebbe obbligato di se

:492 STORIA D'ITALIA. fare quellerisoluzioniche avrebbe stimatepiù con venienti allasalute sua. Prestò ilvicere, poco orecchio alle propostedel rediNapoli., o chenonsi fidasse dilui per leantiche emolazioni,o che volesse fardase,ochetemessedi pregiudicarNapoleone

ela Francia: Caduto Giovac chino dallesperanze di Eugenio:si eradeliberato,già insin da quando aveva condotto l'esercito nella marca d Ancona grad appiccare, nel regno d'Italia qualchepraticasegreta: anzi giungendo isuoivanti a quei dei Napolitani,pareva, che volesse far gran cose. Ilgenerale Pino, antico amico di Lahoz, e sol dato dipruovat valore, era venutoin qualche dis favonein corte, sì perchè i sapeva ch'egli era ama töre del viverpatrio, siperchè eranotral i e Fon tanelli ,ministro della guerra , emolazioni di fama e dipotenza.Vivevasene, dopoleprimebattagliedell? Illirio delFriuli, che nel següente libroracconte remo,incondizioneprivata,allefaccendepubbliche nonbadando,, se non persaperle:Parve stromento opportuno alre diNapoli; il fece tentare,promet tevadicondurrei suoiNapolitani all'impresa.Molti entrarononell'intelligenza.Icapi,disperandodelvi cerè, come troppo Francese, si gettavanoalleparti di Giovacchino, il quale come più audace e meno cauto , era capace difare qualche strepitosaalzata d'insegne.I congiuratitanto operarono che Pino fu mandatoalgoverno militare di Bologna ,luogo atto a poterconsuonare coi Napolitani,che, già occupate le Märché,sitrovavanovicini. e e #

> asa Mandò Giovacchino 'un Pignatelli ad abboccarsi eon Pinoa Bologna. Ilrichiedeva, checol nome, ed autorità sua,che era grande fra i soldati Italiani,ne tirassé à se quanti potesse, ed improvvisamente siscoprissequandoilré si mettesse acammino per saltare l'Italia superiore. Queste tramenon si pote ronoordire tanto copertamente, che Fontanelli, che già sospettavà del governator di Bologna, non ne avessequalchesentore: perciò diedelo scambioaPino.

LIBRO VIGESIMOSÉSTO .' . 1813. 493

Giovacchino' si gettava alla parte dell' Austria.

Le armi potenti seguitavano lemacchinazioni im potenti. Aveval'imperatore Francesco,checon gran dissimaprontezzasieraallestitoallaguerra,mandato un forte esercito, in cui si noveravano meglio di sessantamilabuonisoldati, ai confini, per modo che cingeva tutto ilregno Italicoda Carlobado di Croazia insino'alTirolo.Obbedivanotuttequestegentialge nerale Hiller, uomodi grande sperienzaper essere . .

Giovacchinositrovò ingannatodella speranza con cetta di fare un moto nelregno d'Italia malgradodel principe vicerè. Andossene Pinoa Verona', dove il príncipe,quandofu risospintodai confiniper le armi conAustriache,avevaridottoisuoialloggiamenti.Vedutopocolietafrontedalprincipe,anziinterrogato,comesospetto,dalministrodipoliziaLuini,sene venne molto di mala voglia, e dimostrandodispia cenza grandissima, a Milano. Quivi visse privata mente, ed ancheoscuramente sino alla commozione, che terminòconfunestofine un regno più lietamente incominciato.

494 STORIA D'ITALIA. guerre. Man già moltoltre congli anni,evecchioâncora dimili zia. Militavano con luinon pochi generali dinome, trai quali principalmente si notavaro Bellegarde e Frimont, capitani esperti nell'Italiche dava fuori Hiller un suomilitare manifesto, concui, descritte primieramente le forzee le vittorie della lega, esortava gl'Italiania levarsicontro iltiranno a generale:liberazionedell'Europa

Intendevano anche a percuoterenei

conquassata sì lun gamenteda tantimovimenti,eda cooperazionedei poderosi eserciti che accorrevano in ajuto loro da ogni banda Quest'era ilnembo cheminacciavail regnoItalico: dai paesi disettentrione,' e d'oriente. Vers ostro,i confimi non gli eranosicuri, perchè gli alleati, fa cendo grandefondamento:sullesollevazioni dei po poli,si eranoaccordati, che,mentre gli Austriaci l'assalterebbero dalla parteloro,'g! Inglesi,o coisol dati proprj,ocon soldati diognipaese, massima mente ItalianiraccoltiinMaltaed inSicilia,o final mente conqualchemanodiAustriaci,infesterebbero i dyelittorali dell? Adriatico,tantodallapartedella Dalmazia e dell'Istria, quanto da quella d'Italia.Sa pevano,chemassimamente nella Dalmazia e nell'[l lirio s annidavanomale disposizionicontro la domi nazione Napoleonica; nella prima per le crudeltà. : asate da qualche generale, eper la cessazione del coinmercio, nel secondo per l'antica affezionealla casa d'Austria, e per la superbia di Junotgoverna tore, che già pazzamente vi procedeva prima che pazzodiventasse.

2 >

LIBRO VIGESIMOSESTO. 1813. 495 a > lidi Italiani,entrando perle bocchedelPo, per far diversionein favore dello sforzo principale,checa lavadalleAlpiRezie,Giulie, eNoriche. Avevanoanche speranza,sebbene il vedessero incerto e titu bante, che,Giovacchino di Napoli sisarebbe cons. giunto a loro, sìperchè allora sempre più precipita vanolecose diNapoleone,sìperchèsipersuadeváno,cheavrebbe creduto ungran fatto, cheigovernian tichi con lui trattassero, lui riconoscessero, ed in luogo dialleatoaccettassero.Leforzedel re diNapoli erano digrandemomento all'Austria, perchè anda vanoa ferire il regno Italico a fianco edallespalle, e dove aveva minor difesa; perchè dei futuri casi, nissuno ,e wemmeno "Napoleone,previdentissimo avrebbe potuto,immaginare questo,cheGiovacchino diNapoli fosseungiornopermuovere learmicontro ilregno ItalicodiNapoleonè di Franciá. Ne dovevano restare senza disturbo le.spondedel Mediterraneo, perchè gl'Inglesi, essendo oramaicerti delle intenzioni di Giovacchino, si propone vanodi farimpetocon queiJorosoldati moltiformi, eracimolatidaognipaese,nellaToscana,provincia, che credevano, non-senza ragione,avversa alnuovo stato, e desiderosa di tornare all'antico. Venivanocon loro Bentink e Wilson generale colle loro pubblica zionidilibertàed'indipendenza,dico Bentink chein tendeva la libertà,mapeidevaat tirato, essendodi naturapiuttosto signoréggevole,eWilson, cheamava ta-libertà,mapendeva al Jargo, essendo di naturapiuttostotribunizia. Avevano'essitrovato non so che

496 STORIA D'ITALIA. e bandiere con suvvi scritto ilmotto Independenza d'Italia, e dipinte due mani che si toccavano in segno d'amicizia e dicolleganza. A questo modosuonava d'ogn intorno un forte nembo al regno Ita · lico, ed a tutta Italia, Le antichericordanze dell' Austria,lenuoveparole dilibertà, l'allettatric mo's tra dellapadronanzapropria, gli epifonemi dipace, diconcordia, difelicità, lepromissioni ditasse teni peratissime, e diabolizione delle leve soldateschesi mettevano, in opera per far muovere l?Italia; ma gl'Italiani, che già neavevano vedute tante, non credevano nè agli ani nè agli altri. Il vicere forbiva ancor egli le sue armi."Aveva circa sessantamila soldati, ne' quali eranoi veterani Italianivenuti di Spagna,i soldati dinuova leva, e la guardia reale Italiana,bella e valorosagente : som imavano gl'Italiani circa ad un terzo,IFrancesianch? essi, o raccolti prestainente dai presidj, o chiamati dallaSpagna, conceleri passiaccorrevano al sovra stantepericolo.Gli partiva in tre principali schiere: la prima,che obbediva aGrenier, aveva le sue stanze sulle rivedel Tagliamento e dell'Isonzo, terre tante yoltegià combattute,etante volteancora gloriosa inente conquistate dai Francesi : la seconda retta da Verdier alloggiava a Vicenza, Castelfranco, Bassano é Feltre. La terza, questaera 1Italiana,posava"a Verona.ed'aPadova: lagovernava Pino,non ancora statoal governo di Bologna.Unaparte di leisotto l'obbedienza dei generaliLécchieBellotti era man data a custodire l illirio : la cavalleria stanziavaa

> IV . 32

Treviso.Pervigilare intantosugliaccidenti delTirolo parte che dav grandissima gelosia, una schiera di soccorso alloggiava in Montechiaro : quando poi di venne ilpericolo più imminente, fu mandata, sotto il governo diGiflenga,acombattere in Tirolo contro un corpo d'Austriaci condotto dal generale Fenner.

LIBRO VIGESIMOSESTO. 1813. 497 .

Secondavano tutto questo sforzo dalla Dalmazia, ma piuttostoper difendere che per offendere,pelpicciol numero dei soldati, i presidj, la maggior parteIta liani, di Zara, Ragusi e Cattaro. Ora, diventando ad ogni momento la guerra`più imminente, pensò il vicerè a spingersi più innanzi, andando a porre il campo principale a Adelsberga, terra pocodistante dallasponda destra dellaSavasulla stradaper a Car lobado di Croazia, e per a Lubiana di Carniola.Altempo stesso, allargandosi sulla sinistra, mandava una forte squadra a custodire i passi di Villaco e di Tarvisio, avendo avuto avviso che Hiller, fatto un assembramento molto grosso a Clagenfurt, minac ciava di farsi avanti, si per isforzare quei fortipassi, e sìper condursi, montando per le rive della Drava, alle regioni superiori dell'affezionato Tirolo. Quest'era l'ultima fine della tragedia che si rap presentava da venti anni addietro, toltone pochi in tervalli pieniancor essi, se non di sangue, almeno: di rancori,di minacceed'ambizione, nella dolorosa. Italia. Straziata dagli uni, straziata dagli altri, tutti pretendevano promesse di felicità perlei; e peggio che l' una parte e l'altra si lamentavano.ch'ella non si muovesse a favorloro, come se fosse obbligo di

498 STORIA D'ITALIA. leidi rendere amore per dolore,Ora infine iavevaà definire a chidell Austria, o della Francia dovesse rimanere l'imperio d'Italia; se dovessero prevalere. lenuove, o leantiche sorti; se il dominio acerbo di Napoleone si dovessemitigare ono;sel'Austria or nasse aMilano mansueta, come n'era partita, o sesdegnosaperle ingiurie;seFranciaod Austriadoves serofar dimenticare con le dolcezzedi pace le inso lenze e le rapine di guerra;seventianni di novità dovessero, oprodurre secolisimili a loro,od immer gersi, senz'altri segniche quelli delle storie, nelcorso rintegrato dei secoli consueti; se a favellar Francese, o Tedesco dovessero apparar gl'Italiani; se finalmente le parole soavi, che si dicevano agl Italiani, fossero per loro,o peipadroni; chèl'allet tare i popoli colle lusinghe per soggettargli fusem pre, ma più nei nostri tempichein altri, astuziadi coloro che intendono ad appropriarsi l' altrui. 7 FINE DEL LIBRO VIGÉSIMOSESTO,

LIBRO VIGESIMOSETTEMO. 4991813. LIBRO VIGESIMOSETTIMO.

Eugeniosull'Adige. Malasoddisfazionedei generalie soldati Italianiverso dilui. Nu gentcoi Tedeschi romoreggiaallebocchedel Po. Giovacchinosi scopre contro Napoleone e fa guerra'al regno Italico. Battaglia del MinciotraEugenio eBellegarde. Bentink-sbarca a Livorno,parla d'indépendenza agli Italiani , prende Genova, e promette ài Genovesila conservazione dellostato.Sopraggiungononovellefunestissimeper Napoleone; avere i collegati occupalo Parigi, lui essere ridotto colle reliquie de'suoi battaglioni in Fontaine bleau , avere rinunziato, avere accettato per ultimo ricovero -l'Elba isola. Eugenio pattuisce con Bellegarde,e si ritira in Baviera.StatodeglispiritiinMilano. Tuttivoglionol'independenza, ma chi con Eugenio rè, chi con un principe-Anstriaco. Discug sioninelsenatoinquesto proposito. Sommossa popolare ;ilsenato èdisciolto ; si convocano i collegj, che creano una reggenza,e mandano deputatia Parigiall'imperatorFrancesco perdomandar l'independenza con un principeAustriaco. Esito della loro missione,Genovadata alrediSardegna.Conclusionedell'opera.

GutAustriaci condotti da Hillercingonocon forze potenti tutto il regnoItalico. I Dalmati ed i Croatiinsorgono contro i Francesi. Eugenio si tiraindietro.BattagliadiBassano.

. G Austriacicignendo con largocircuito tutta la fronte dell'esercito Italico, avevano un grandissimo vantaggio , il quale ed all'occorrenza presente, ed alla natura loro sempre circospetta moltobenesi conveniva.Sicuraera loro ala destra pei fatti succe duti in Germania,ed ultimamente per l'adesione

SOMMARIO .

500 STORIA D'ITALIA.. della Bavieraallalegadei principiupiti contro Napo leone.'In questo ancora molto momento recavanoi Tirolesi prontiad insorgerecontroilnuovodominio, per modo che l'Austria stessa per rispetto della Ba viera, nuovoalleato, eracostretta a tenergliin freno, acciocchè non facessero qualche incomposta varia zione.Ma la inclinazione loro rendeva sicuro il loro paesealle forzeAustriache,edava sospetto alvicerè, perchè potevano offenderlo amano manca, ed alle spalle. Nè menoavvantaggiata condizione avevano gliAustriaci sulla loro sinistra, posciachèsapevano, che le popolazioniDalmate e Croate,essendoinfense ai Francesi,ed agl' Italiani loro confederati, erano prontea sorgerecontro i presentidominatori; popo lazioni armigere,e però di non poca importanzå, massimamente in una guerra, alla quale i popoli, pon che i soldati, si chiamavano. Hiller avvisavadi condurre modo la guerra, che facendosi innanzi conlesueali estreme, mentreil grosso seguitava nel inezzo,a seconda,ma più tardamenteepiù prudentemente , desse continuamente timore al vicere di essere circuito, ed assaltato allespalle.Questaforma diguerreggiaredovevanecessariamentefarprévalere la fortuna degli Austriaci, perchè procedendo cauta mentenelmezzonondavanoagliavversarj occasione diveniread una battaglia campale,dallaqualesola mente potevano sperare, se la vincessero, di redi, mersidaquel pericolosopasso al qualeeranoridotti. Daquesto anche ne risultava, che sirichiedeva, a voler'riuscire a buon fine, nel capitanoFrancese per.. '

LIBRO VIGESIMOSETTIMO. 1813. 501 3 maggior prudenza, che audacia, piuttosto arte di andar costeggiandol'inimico per impedirgli la campagna, e difficoltargli,in quantosi potesse faresenza tentarla fortuna,ipassi,checoraggio d'affrontarlo;insomma piuttosto volontà di conservare l'esercito intatto,inqualunque luogo eisifosse, che desiderio d'avventurarlo, perchè in lui, non nei paesi occupati,consisteva la salute,o se nonlasalute, almenole condizioni più onorevoli, delregno. Mail vicere; siccome giovane, figliuolodiNapoleone,è tocco'an cór eglidal vizio dei tempi,cioè di farchiaro il suo nome con fatti sanguinosi', disprezzando il consiglio più salutifero, amòmeglio fare sperienza della for tuna,consumando inutilmente i soldati in piccole fazioni, che poco o nulla importavano allasommiadella guerra, che fuggendo l'occasione di combat tere, ritirargli intieria'luoghipiù sicuri, edinteri ancora conservargli insino a che la fortuna avesse definito, che cosa volesse farsi diNapoleonein Ger manià ed in Francia. Quel sangue Francese ed Ita liano, sparso nell'ultima Croazia e nell' estrema Carniola, accusano'Eugenio od'ambizione, o d'im perizia, o d' imprudenza.

Correvano i Dalmati,'inclinava verso il suo fine agosto,contro i presidj, i Croati controgl? Italiani. Zara,Ragusi e Cattaro tenutida deboliguernigioni', romoreggiandonimichevolmenteipopolid'intorno, etenendo infestata la campagna, cedettero facil= mente.Una presa di Croati, avvalorata da qualchebattaglione d'Austriaci, urtando, contro Carlobado , appy

502 STORIA D'ITALLA:: Adriatico, mandavano pel corso della : a . facilinent se ne impadroniva. Gli Austriaci 'ed:'i Croati più oltre procedendo, s'insignorirono di Fia: me, ,pitiratosene il enerale Janin, impotenteal re sistere. I Croati, che erano statiarrolati sotto le insegne Francesi, dai lorosignori-segregandosi, ri tornavano alle antiche insegned'Austria. Mentre a questo modofelicemente si combatteva pergli Aus triaci verso superioreDravagrossi squadroni verso il Tirolo.sotto la condottadi Fenner. Giunti a Brissio scendevano perlerivedell'Adige,conintentodi andarabattere nelle Veronesi e nelleBresciane regioni. Al tempo stesso si veniva alle mani sulmezzo; fu preso, e ri.preso Crinburgo con molto sangue da ambe le parti.. Inquesti fattimostròmoltarteemolto valorePino,molto valore e pocaarte Bellotti : combattè felicea mente il primo a Lubiana,infelicementeil secondo a Stein.Sorse ungravissimo contrastoaVillaco, donde gliAlemannivolevano aprirsi l'aditoalpasso di Tar visio per scenderea seconda della Fella nel cu re del Friuli. Erano i Frances accorsi al pericolo, é dopo un feroce combattere,in cui la cittàfupresa é ripresaparecchie volte,e finalmentearsa peropera dei Tedeschi, restaronovincitori:corse il vicere con molta virtù in soccorso della città consumata. Gli Austriaci,seguitando ilconsiglio loro, siallargavanosulle corna, Trieste,preso e ripresopiù volte,venne in potestà loro; già tutta l'Istria loroobbediva.Dalla parte superioreprecipitandosidalle AlpiTirolesi mi nacciavano difar impetocontro Belluno, e più alle +

Le stanzedellaPiave pon sipotevanoconservare, Giàgli Austriaci scesi a Bassano sotto la guida delgeneralé Eckard viavevanofattouna testagrossa, ed insistendoallespalle davano tímore di estremarovina al vicere,sepresto nonsi ritirasse, Quivicomparve ewidente l'improvidenza del principedelnon essersi a

LIBRO VIGESIMOSETTÍMO. 5031813.

. spalle le armi loro suonavano nelle regioniviçineàTrento. Conoscendo ed usandoilvantaggio,avevano passato la Sava a Crinburgo ed a Ramansdorf, perdoye facevano sembianza di condursí, per Tolm nó, nelle regionisuperiori del Friuli. Anche contro Vil laco,preparávanoun grande assalto. .' Non era più in potestà del vicerè il resistere, ed apparivache sepiù oltre si fosse ostinato a starsene sullesponde della Sava e della Drava,'correva'peri colocheglifossevietato il ritorno.Avevanogliavver sarj maggior numero disoldati', ed i popoli amici : eranoal vicerè minori forze , ed i popoli avversi. Fermossi prima sull'Isonzo qualche giorno, poscia sullaPiave,combattendosemprevalorosamente, sem , pre inutilmente. A questo modo l'Ilirio , staccato per la forza dell armiNapoleoniche dal suo antico ceppo d'Austria,se ne tornava per la forza dell'armi Francesco imperatore alla consuetadominazione. costumi a niun rispetto si convenivanocoi Francesi, poco con gl' Italiani. Oltre a ciò vi avevaNapoleoneconservato idritti feudatarj, dandogli in predaa'suoi soldati,o magistrati più .fidi: piacquero aquegli antiehi repubblicani, e gli riscuotevanocon duroimperio, senza lasciar neppure scattarun soldo..

504 STORIA D'ITALIA > 2 > ritirato più maturamente;perchè peraver la ritirata sicura., fu costretto di combatterea Bassano unabat tagliàmolto grave.Durò due giorni, il trentuno ot tobre ed il primo novembre. Rifulsein questo fatto egregiamente il valore diGrenier,Vinse la fortuna Francese ed Italiana. Entrarono i vincitori, e per nottarono nella sanguinosa,città.PerdetteroiTedeschicirca unmigliajodi soldati, nè fu senza,sangue la vittoriaagliEugeniani,perchè i.Tedeschi combat terono acerbamente. Acquisto Eugenio facoltàdiriti rarsipiù quietamente sull'Adige : marciavaindietro, parte per'Padova, parte per Vicenza, andando ad alloggiarsia Verona, ed aLegnago.Inmezzoaquesta ritirata, grave in se stessa, e che portendeva cose, ancor piùgravi,perchègià più della metàdel regno Italico era signoreggiatadallearmi Austriache,i sol datiFrancesi edItaliani, mapiùiprimicheisecondi, si portarono moltolodevolmente, astenendosi dalle rapine edaglioltraggi; procederetanto più da com mendarsi, chela maggior parte credevano, chepiù non sarebbero tornati là donde venivano. Nè è da tàcersi, che i Tedeschia questo tempo stesso, sesi eccettuano le partirannodate, in cui erano preste le munizioni, vivevano di rapina, ora,quà oralà scor razzando, secondochè gli portava o la necessitàdella guerra, o.,la cupidità del sacco, frutti tante volte calpestati della fecondaItalia,tante volteriprodotti,tante volte ricalpestati. Resta, che siccome lasua bellezza efertilitàdestano gliappetitiforestieri, desidecino g Italiani, cheellafera eselvaggia:diventi'; >

camposinistremormorazioni,edan cheattiapertidisdegnocontroilprincipe.Ledisgrazie inasprivano viemmaggiormente le feritein quegli animi fieri e bellicosi. Gl'imputavano il contaminato onore dell'armi Italiane ed il sangue inutilmente sparso. Già il nome diforestiero, pessimo augurio, nelle bocche dei soldati andava sorgendo,ed i eon siglieri detestavano. Intanto non rimettevain Eugenio il desiderio di farsi famoso in guerra per'battaglie inutili; sangue .

LIBRO VIGESIMOSETTIMO. - 1813. 505 che più 0 perchèforseidesertipréserverannoquello,chel-in nocenza non preserva. Sulle Veronesi sponde incominciavano a manife starsi fra gl'Italianimalisemicontro il vicerè; colpa piuttosto sua che diloro. Eugenio o che prevedessedai nugoli minacciosi che giravanoattorno, gli convenissemostrarsi Francese che Italiano; o che troppo faciliorecchie prestasse ad alcuni', che presso alui in moltagrazia esuoi consiglieri più intimi es sendo, intendevano ad innalzar semedesimi a pré giudizio degl'Italiani, si era lasciato uscir di bocca, già insino in Prussia dopo ledisgrazie di Russia, parole di cattivo concetto verso i generali Italiani. Nèilsuo disprezzo nelle semplici parole contenen dosi,era trascorso sino agli atti : delle quali cose tenendosi eglinomoltooffesi,siccome quelli che non erano parati a tollerare alcuna ingiuria o indegnità, massimamente Pino, che siccome di maggior nome, sentivapiùvivamente deglialtri, avevanoappoco ap pocosparso unamala contentezzafraisoldati; dalche neseguivanonel

Sola restava dell'antico Austriaco,..-Venezianodo: minio in mano del vicerè la città di Venezia. Per la qualcosa Nugent, preso ordineconBellegarde, chia matogeneralissimoin Italiain luogodiHiller,eines, ;

506 STORIA D'ITALIA. confama cambiando.Corsein Tirolo ; vi fecefazioni onorate,ma senza frutto : liberò Brescia dalnemico, má indarno: ruppelo in una grossaé bene combat tuta battaglia a Caldiero,'matornossene poco dopo là dond era venuto ilnemico,cheera stato rin' , cacciato sin oltre all?Alpone,venne frabrevea rin sultarSanMichele di Verona. Appenala fronte dell' Adige, fiumegrosso,e munito, sotto dalla fortezza diLegnago',sopradaicastellidi Verona,si poteva tenere: tanto superava pel numero delle genti*ilnemico.."

Dal che siconclude con evidenza cheera necessitàal vicere,nondi assaltare,madi diferidersi, non di uscire dai luoghi sicuri, madiannidarvist, non difar guerra viva, ma di temporeggiarsi e di aspettare. Ogni ruinasiaccumulava sull'Italia: ecco un se condo nembo approssimarsial Po, non più pel do minio diVenezia o d'Alfonso,ma per quello diFran cia o d'Austria;nè questo nembo fia l'ultimo da raccontarsi, ancorchè sia prossimo il fine della mia tragedia.Aveva ilgeneraleAustriaco Nugentcomhat túto virilmente in Groazia ed in Istria, contro gl'Ita liani che occupavano quella parte delregno.. Maquiviogni cosaera oggimai divenuta sicura alui,sì perta' ritiratadiEägenio, come perchèlefortezze diLubianae di Triestesieranoarreseall'armiTedesche.

LIBRO VIGESIMOSÉTTIMO. 1813. 507

sosi sulle navi aTrieste, era venuto sbareare aGoro,con unagrossamanod'accogliwicci,Inglesi,Istriotti, Croati,efuggitiviItaliani.Nèvolendoindugiare,per chè sapevacheil tempoè nemicodegliassalti inopi nati, si spingeva tostamente innanzi, e simpadro niva di Ferrara,abbandonata dai pochi difensoriche vi eranodentro.

Quivicorreva il paese co'suoi sol datileggieri, chiamando in ogniluogo ipopolia'sol levazione. L'importanzadel fatto era,chesi congiun gesse con leschiered'Austria,che, ehtade co!hote colgrosso dell'esercito;giàsieranocondotte aPadova.Aquesto fine, Nugent, passatoilPo conunapartede'suoi,e preso alloggiamento in Crespino", si eraaecostatoall'Adige:Dall'altro lato Bellegarde, per consentire. coimovimenti di Nugent, aveva avviato a Rovigo una presaditremilasoldatisotto la condotta del ge nerale Marshall. Come priina ilvicerè ebbe avviso del tentativo di Nugent,aveva speditamentemandatoun corpo sotto il governo delgenerale Decouchy a Trécenta,acciòce che facesse opera d'impedire la congiunzionedelle duesquadre nemiche. Al tempo stesso Pino, che vernava Bologna,assembrava qua te genti poteva; è lespingevaavanti alla guerra Ferrarese.Riprésesi AvevaFerrara,maindarno,pergliaccidenticheseguironobeneDecouchy; fortemente combattendo , cacciatoMarshall da Rovigoconnon poca strage,e costretto a ritirarsi al ponte di Bovara Padovana.Ma ghAustriacicontinuamenteingrossavanocoll'intento di congiungersi con Nugent, ehetuttavia erain posa gou

Riacquistarono Rovigo: fu tolto ogni impedimento alla congiunzione di Nugent e di Marshall.Nugent, fatto sicuro per la congiunzione, s'incamminava a Ravenna, e daRavenna aForlì. Usava learmi,usava leinstigazioni. « Assai, scriveva agl'Italiani, assai « foste oppressi, assai posti ad un giogo insopporta «bile : ora più liete sorti vi aspettano ; restituite acoll'armi inmano la patria vostra : avete tuttia ç divenireuna nazione independente.» Poifaceva un gran romorecon promettere, che non si scrivereb bero piùgliannualisoldati, chele consumatrieitassesiallevierebbero.

508 STORIA D'ITALIA sessionediCrespino.

Tedeschi da Bovara Padovana : De couchye Marcognetgliassaltavano. Sorgevaun'osti nata zuffa : combatterono i Francesifelicemente a destra, infelicemente a sinistra : si ritirarono i Te deschinelloro sicuro nido di BovaraPadovana ;ma colto il destro,che offerivanolorolanotte e la mala guardia a cuistavanoi Francesi, con unimpetoimprovviso gliruppero,e gli costrinsero a ritirarsi prima a Lendinaraed a Trecenta, poi aCastagnaro.

Intanto i suoi' saccheggiavano aspramenteil Ferrarese ed ilBolognese, pocolieto principio all'independenza,chesi prometteva. Oraunnuovoinganno,edunaterza illuvie hommi araccontare;maquesti furono diunNapoleonide.TrovavasiGiovacchinodi Napolimolto perplesso, e siccomelenovellediGermania,diFrancia éd'Italia

Mandava perciò il vicerènuovi ajuti col generale Marcognet verso ilbassoAdige, acciocchècooperassero al fine comune conDecou chy.Uscironoi

LIBRO VIGESIMOSETTIMO. = 1813. 50g . giravanofauste odinfaust ,siappigliavaa questa parte od a quella,a questo partito od a quell'altro: Molto in luipotevail desiderio di conservare ilsuo reale .seggio , molto la pauradi Napoleone.Perciò, procedendoconlasua naturale varietà,aveva nego ziato , comegià abbiam descritto, ora çollAustria , ora con Bentink,ora conEugenio, qualche voltacon tutti insieme, nè s'accorgeva che tuttiil conosce vano.Intanto,già sicuro dell'Austria edell'Inghil terra, ma non ancora sicuro,di semedesimo,s viava verso l'Italia superiore.Già occupaya Roma, già occupava leMarche,nè ancora l'animosuo sco priya.Pretendeva paroled'amiciziaverso ilregno Italico.Le casse del regno , contro il qualesiapprès tava a:muovere le armi, sotto spezie di amicizia , addomandava,eglisiaprivado,e viattignevadenari; richiedevail regnodi vettovaglie, di vestimenta, di armi, ed ilregno gliene somministrava.Lasciato pas sarein Ancona ed in Roma amichevolmentedai pre sidjFrancesi,gettavagioconde e pacifiche parole di Francia, e diNapoleone. Nonso ache cosapensasse: macertamentela dissimulazioneera grande,è peg-,è gioreanchedelfine chesi proponeva.Infine,vedutala ritirata del vicerè., udite le novelle dell'avvici narsi i confederatimolto grossial Reno per invadere la Francia , edaspettato Bentink oramai vicino a tempestare in Toscana,rimossa finalmente ogni du bitazione, sirisolveva ascoprirsi deltutto, ed afare quellocheil mondo non avrebbe potuto pensare,e di clie siperturbò più diognialtraco aNapoleone. a

510 STORIA D'ITALIA. > > Fermava i suoi casi coll'Austria,stipulando conlei untrattato, percui l'imperatore Francesco siobbli gava a ni ntenerein Italia, insino a che durasse la guerra, almeno cinquantamila soldati, ed il re Gjo vacchino a mantenerne almeno ventimila : con ciò promettevano è s'obbligavano entrambi ad operare d'accordos, eadacereseere il numero delle rateris pettive,se bisogno ne scadesse, oltraccioFrancesco guarentivaa Giovacchino ed a'suoi eredi la posses sionedeidominj attualmente tenutida luiin Italia, e prometteva d intromettersi, comemediatore,affin sessionechèglialleatisifaeesserosicurtàdellamedesimapós.Bellegradeanrunziavapubblicamenteagl'ItalianilacongiunzionediGiovacchinocollalega,ammonen doli delleperdute speranzedeiNapoleònici.Giovac chino scoprendosinemico in queipaesi , dov'era en trato è stato accolto comeamico,sforzavail generale Barbou, che.custodiva in nomediFrancia la fortezza Ancona,e Miollis, che teneva castel San Angelo, alladedizione, Tuttolo stato Romano veniva all'ob þedietrza deiNapolitani,iquali,eGiovacchinocon loro, ora del papa favellando, ed ora dell'indepen denza d'Italia, non sapevano ciòche si dicevano. Bene ovunquepassavano ogni cosa rapivano, ripas sata secondapei miseri Ferraresi e Bolog esi. Ivanti poiche sidavano, elemillanteriechefacevano,erano .grandi. Ilprimo ad uscir fuori fu ilremedesimo con direa'sugisoldati, avvertisserobene,cheinsinoachèegli . 7 >

LIBRO VIGESIMOSETTIMO. 1814. 541 2 > avevapotutocrederecheNapoleone imperatore com batteva per la pace e per la felicità della Francia aveva a favor suo combattuto; ma che ora si era chiaritoditutto, e chebene sapeva che Napoleone. non volevaaltro che guerra; chetradirebbe gl'interessi della sua antica patria, quei de'suoi stati, queide'suoi soldati, se tosto non separasse le sue armi dalle Napoleoniche, se non le congiungesse a quelle deiprincipi intenti con magnanimo disegnoa resti tuireaitronila loro dignità, allenazioni laloro in dependenza : due sole bandiere esservi, ammoniya, in Europa; sull' una leggersi le parole religione,costume,giustizia,moderazione, leggi, pace, felicità ; sull'altrapersecuzioni, artifizj, violenze,tirannide guerra, elutto difamiglie:scegliessero. Queste cosediceva Giovacchino Napoleonide. Carascosa, Napoli tano generale, arrivandoaModena,piùenfaticamente parlavaagl'Italiani: prometteva loro independenza a nome di Giovacchino, che già si era accordato col l Austria perajutarla a soggettare il regno Italico: Le forze preponderantidi Bellegarde, iprogressi di Nugent'sullasponda destradel Po, l'accostamentodel re di Napoli alla lega, e la presenza delle sue numerose schiere nel Modenese,toglievanoal vicerè ogni possibilità diconservare gli alloggiamenti delFatti per tanto gli apprestamenti necessarj si tiravaindietro, è andava a porsi alle stanze assai piùs curedel Mincio.Il diotto febbrajo useiva ottimamenteordinato acampo,per combattere in una campa ehattaglia Bellegarde. Laprincipale schiera, l'Adige.

512 STORIA D'ITALIA. incui risplendevala guardiareale, sortendo daMan tova, s'incamminava alla volta di Valeggio :la caval leria, traversatoil fiumea Goito,accennava a Rover bella;eperchè il nemico fosseanche infestatoallespalle, il generale Zucchi, colle gentipiù leggieri, muoveva i passi verso l'isola dellaScala. Per non lasciarepoi liberocampo a Bellegarde dallaparte superiore, il vicerè ordinava a Verdier,checcongiun tosi primaconPalombini, varcasseil Mincio a Mo zambano e gisse adurtare il nemico a Valeggio. Ognuno,passato ilfiume, correva ai luoghidestinati, quando lafortuna,per unaccidente improvviso, ri dusse il disegno beneordinato ad unmotodisordinato. Nel momento stesso in cui Eugènio i propo neva diassalire Bellegarde sullasinistra del Mincio, si eraBellegarde risolutoad andar a trovar Eugeniosulla destra..Dal quale impensato accidente nacqu , che il vicerè,in luogo di trovare tuttol'esercito nemico a Roverbella, non ebbe più a combattere checolsuoretroguardo,permodochelavangua dia Francese era venuta alle mani colretroguardo Te desco.Appocoappoco,el' una dopo l'altra, tutte le schieredelle dueparti,siquelle cheavevanopassato, come quelle cheerano rimaste sullasinistra,ingag giavanolabattaglia;combattevano furiosamente.Ave vanoi Francesi e gl'Italiani il vantaggio,ma per poco stette,cheuna rottadi cavalleria dalla parte · loro non mandasse le cose alla peggio. Pure,fatto un nuovosforzo, si rannodavano,e si.pareggiòla battaglia. L'esito fu;.che Bellegarde'fucostrettoa

LIBRO VIGESIMO SETTIMO . 1814. 513 . 2

tornarsene sulla sinistra del Mincio , ma intero e ri stretto; il che obbligò anche il vicerè a ritirarsicon tutta la sua forza sulla destra.

IntantoEugenio si accorgeva,che non era più ins sua facoltà d'indugiar a soccorrere alle cose d'oltre Po, che per l'invasione dei Napolitani diventavano ogni ora più difficili. Aveva già provveduto che con qualche maggiorefortificazione si munisse Piacenza, allaguardiadella qualeaveva preposto con soldatidi nuova leva, e con qualche veterana banda Italiana i generali Gratien eSeveroli.Ma aggravandosiil peri colo vi mandava 'con qualche ajuto di nuove genti Grenier, nella perizia del quale consisteva massima mentela condotta, e lasomma della guerra in quegli estremi momenti. Formava l'antiguardo del nemico Nugent co' suoiTedeschi, Istriotti edItaliani , il re troguardo Giovacchino co' suoi Napolitani. Come prima Grenier arrivava, rincacciava con forte rin calzo all'ingiù Nugent , e lo sforzava a tornarsene più chedipasso alTaro. Quivi, essendo sopraggiunti i Napolitani, faceva vista di volersi difendere; ma tanto fu audace e destro Grenier, che passato in tre luoghi il fiume, di nuovosforzava gliavversarj allaritiratasino all'Enza. Nugent però, sperando di ar restare l'impeto di Grenier, si era fermato con tre mila soldati a Parma. Il Francese, urtando la città da ogni parte, vi entrava per vivaforza, ritirando senea tutta fretta colla minor parte de' suoisoldati il Tedesco. Combattessi in questo fatto molto aspra mente a ferro ed a fuoco, congran terrore dei cit

> > iv . 33

514 STORIA D'ITALIA. > e tadini. Il re di Napoli, tornato più grosso, e sforzato finalmente il passo del l'aro, già s'avvicinava adue, miglia di Piacenza. Quivi l'arrestavano, non la forza degliavversarj, ma più alte e più strepitose sorti. Pellew e Bentink comparivano in cospetto diLi vorno : avevano molte e grosse navi con sei mila sol dati dasbarco,Italiani, Siciliani, Inglesi. Il governa tore.vuotò lacittà perpatto : vi entrarono gl'Inglesi il di ottoinarzo. Suonavano le arini, suonavano le parole,si scrivevano i manifesti,si sventolavano le ban diere dell'Italiana independenza. Bentinkin questo si mostrava molto acceso , Wilson il secondava. Bentink aquesto modo parlava conpubblicoma nifesto agl Italiani : « Su, diceva, Italiani, su ; ecco «che siam qui noi per ajutarvi; ecco che siam qui «noi per levarvi dalcolloil fero giogo di Buonaparte. « Dicanvi il Portogallo,laSpagna, laSicilia,laOlanda « quanto a generosità intenda l'Inghilterra, quanto l'interesse non curi. Libera è la Spagna pel suo « valore,liberaper l'assistenza nostra : per. l'uno e «perl'altra ellacondusse a fineun'opera fra lebelleabellissima.Cacciatodaifelicisuoicampi ilFrancese, a fermorvilasuasede l'independenza,fermovvela lao.libertà. Sotto l'ombra dell'Inghilterra fuggi la Si «cilialecomunidisgrazie;posciaperbenefiziodiun giusto principeda servit a libertà passando, or adimostra quantounviverenon soggetto,agloriâ ed a felicità conferisca. L'Olanda ancor essa intende a « libertà.Or sola l'Italia rimarrassi in ceppi ? Or soli agl' Italiani le sanguinose spade gli uni contro gli

LIBRO VIGESIMOSETTIMO. 9 1814. 515

aaltrivolteranno, per fare chelapatrialorosia serva<<diun tiranno? Avoi spezialmente questo discorso «s'indirizza, o guerrieri dell'Italia, a voi., in cui «manoorastà ilcompirelagenerosaimpresa.Questo «da voi non si chiede, che a noivenghiate: solo le ávoei nostre vi ammoniscano,che i vostri dirittiri avendichiate,che a libertà vi restituiate. Applaudi « remo'lontani, accorreremo chiamati, e'se le vostre congiungeretealle forze nostre,fia che l'Italia risor « ga allesueantichesorti,fiachedi leisuoni quant'ora « dellaSpagna suona. » In questaformal Ingleseallet tavagl'Italiani : drappellava intanto le insegne delle manigiunte, sperando con queste parole e dimostrazioni di farmuovere i popoli. Marsiccome quegli che era uomo audace ed opes roso, tosto giungeva alleparole i fatti.Ebbe avvisoa Livorno ,cheGenova si guardava solamentedadue mila soldati. Parvegli occasione propizia, perchèera sito di unica importanza,si per la sua grandezza,si perlacomodità del porto,e sì per l'agevolezzache acquista chi ne e signore , di scendere nelle pianure .delPiemontee della Lombardia.Inoltreabbondavadi armi e di munizioni navali. Per tantoBentink si ac cingeva ad espugnarla. Suo pensiero era di mandar le fanterie per le stradedifficili del littorale, e lemuni zionipeibastimenti sottili, learmi,egl'impedimentipiùgraviperlenavigrosse.Giuntoa SestridiLevante, udiva che nuovo soccorso era entrato a custodir Ge nova,per forma che il presidio sommava a seimila soldati,presidio insufficiente alla vastità delle forti e '

516 STORIA D'ITALIA . > a . ficazioni, mabastante a rendergli molto dura Pim presa :il reggeva Fresia. Sieraegli, peropporsi aglisforzi di Bentink, ordinato per modo che distenden-: dosidai forti Richelieu e Tecla, occupava col centro il villaggio di San Martino,e quindi arrivava colla destraper uno spazio intricatodi giardini"edi ville', sinoalmare. Non aveval'avversario speranza di po terimpadronirsidella piazza perunalunga oppugna zione con sì pochisoldati: pure m molto gl'importava, che,in mezzoatanti romori, eper non lasciargliraf freddare, Genova si prendesse. Da questoconsegui tava , chegli era necessità d'insignorirsenëperun assalto vivo. A questoordinava i suoi, che mostra vano un grandissimoardore, eduna prontezza inere dibile a farequanto egli volesse. Mandava gl'Italiani condottidal colonnello Ciravegna, soldatopraticoedanimoso, cheancor egli sventolava lebandiere dell independenza, afaropera controuna punta dimonte, chestàasopraccapoedafrontedel forte Tecla.Spe divaun'altra partedegl'Italiani controil forte Riche lieu,mentreunTraverscolonnello, dal monte delle Fáscie scendendo,con GrecieCalabresi, se negi a. a guadagnareun'eminenza, che al fortemedesimo 'spyrasta.Quest'eralo sforzochefacevaa dritta enelle parti disopra;masottoepiùaccostoalmare man dava i fanti Inglesi, sotto la condotta dei generali Montresor e Macfarlane, conordine disgombrare,quantopossibilfosse,gl'impedimenti del paese,edi assaltar l'inimico.Succedevanoi fattia seconda de' suoipensieri.Ciravegna,che combatteva sulla punta > e 7

LIBRO VIGESIMOSETTIMO. 1814. 517 7 e 2 estremaa destra ,spintosi avanti con singolarvalore cacciavailnemico dall'altura, es'impadroniva di tre cannonidimontagna. Il quale accidente vedutosi dai difensoridelforte Tecla, l'evacuarono, inpotestà del vincitore lasciandolo.Anche l'em nenza superiore al forte Richelieu fupresa daiGreci e Calabresi: gl'Ita iani ancor essi già-s avvicinavano al forte. Non vo lendo il presidioaspettare l'ultimo cimento, siarrese patti. Súlla sinistra dei confederati si sostenne la battaglia più lungo tempo, si per lanaturadeiluoghi opportunaalledifese, come per la valorosa resistenza dei difensori : pure gl? Inglesi guadagnavano del campo. Finalmente gli assediati vedendo che per la perdita dei fortiTeclae Richelieu correvanopericolo diesser presi alle spalle ,feceroavvisodi ritirarsi del tutto dentro le mura, lasciando le difese esteriori in poterdeiconfederati.GiàperoperadiBentinksi pian tavano le batterie per fulminare lacittà. In questo ad accrescere il terrore, arrivava sopra Genova Edoardo Pellew contutta lasua armata, attelandosi a fronte dia Nervi.Aipiccolicannoni di Bentinksi aggiungevano igrossi ,elebombardediPellew, permodochenell' assalto che si vedevaimminente,ogni cosapresagiva unsuccessoprospero a.chi assaltava. Sivenne in sul convenire: Fresia s'arrese il dì diciotto aprile. Bentink, acquistata la possessionediGenova, d'al lettamento,in allettamento passando, faceva sorgere speranze di franco stato neiGenovesi. Forse credeva cheiconfederatiavrebbero avutopiùrispetto aquesta condizione, sefosse e fatta sperarecon parolee co

518 STORIA D'ITALIA. minciata col fatto ,che s'ei fosse stato sul severo , e non avesse parlatod'altrochedi conquista. Ordinava pertanto un governo preparatorio:volevach'eglireg. gesseidominj Genovesi secondogli ordinidella con stituzione del novantassette,e insinoachesi statuis sero quelle modificazioni, che l'opinione, l'utilità, lo spirito dellaconstituzione del 1576 riehiedessero;che il governo sispartissein duecollegj,comenella formaantica; chedurassein ufficiosinoal primo gen najodell'ottocentoquindici,tempoin cuiicollegj.ed i consiglifossero adunatianormadellaconstituzione. Questieranoi fattidelcapitano d'Inghilterra:imo tivi poi pubblicamente detti suonavano, che, stante ehei soldatid'Inghilterra retti dalui"avevano scac ciatodalleterrediGenovaiFrancesi,e cheimportava chealla quiete ed al governodello stato siprovve desse,considerato ancora, chea lui pareva , che uni versale desiderio della nazione Genovese fosse il tor narea quell'antica forma,alla qualeerastatasìlungo spazioobbligatadellasualibertà, prosperità,e inde pendenza, e considerato finalmente, che a questofine indirizzavanoi pensieri egli sforziloroi principi collegati,che ognuno fosserintegratone'suoi antichi dritti e privilegj,voleva edordinava chequello, che, icipjpopoliGenovesidesideravanoinconformitàdeiprinespressidicollegati,sirisolvesseinattoesi mandasse ad effetto. Alle quali cose dando esecuzione, chiamavaal governoGirolamoSerrain qualità dipre sidente,e con luiFrancesco AntonioDagnino, Ippo litoDurazzo, Carlo Pico, Paolo GirolamoPallavicini,

· Da tutto questo, si vede,se i Genovesi non dove vano concepire speranza di conservare l' onorato nome, e l'esser anticodella patrialoro; e se qualche duno dalleparole di Bentink avesse dedotto questo corollario, che Genova avesse fra breve ad esser data in potestà delre di Sardegna, certamente sarebbe stato tenuto piuttosto scemodi mente che falso loico. MaCastelreaghtrovònon:sochedritto di conquista, el'utilità della lega, motiviappunto di senatuscon sulti Napoleonici. Bene era spegnere Napoleone, e meglio sarebbe stato il non imitarlo.

...Già tutta l'Italia era sottratta dall'imperio di Na poleone : solo restava la parte che si comprende tra il Mincio, il Po e le Alpi. Ma la somma delle coseper lei si aveva piuttosto 'a decidere sulle rive della Senna, che su quelle del Po. Già sinistri romori si spargevano per Napoleone: poscia le certe novelle arrivavano, essere i confederati, conducendo: con esso loro tutto lo sforzo d'Europa, entrati trionfal mente inParigi, compenso dato da chi regge il cielo a chi regge laterradelleconquistateTorino, Napoli, Vienna,Berlino e Mosca. Era oltracciò vociferazione in ogniluogo, cheNapoleone errasse colle reliquiedell'esercito per leSciampagnesi campagne. A cias cúna ora a cose immense aggiungeva lafama cose immense, nè ugual peso di umanemolisiera agitatonel mondo, dappoichèScipione vinse Annibale, Beli 7

LIBRO VIGESIMOSETTIMO .. 5161814. Agostino Fieschi,Giuseppe Negrotto,Giovanni Quar tara, Domenico Demarini, Luca Solari, Andrea Defer rari', Agostino Pareto , Grimaldo Oldoini.

520 STORIA D'ITALIA, . $ + sario Totila, Carlo Martello Saraceni, Sobieskii Turchi. Poco stante siudiva, restituirsi iBorbon in Francia ,Napoleone ridotto inFontainebleau rinun ziare all imperio , dire l'ultimo vale a'suoi veterani soldati, accettare per estremo ricetto l'umile rupe d'Elba isola. Raccontare ai contemporanei sì fatti accidentifora opera superflua, poichè la pienafama. ne risuona ancora frescamentenelle orecchie loro: raccontargli degnamente aiposteri, fora opera supe riore all?eloquenza, nè io mivi accingerei, che, co nosco l'umile mio stile, ed il mio tarpato ingegno. Solo dirò, che per learmipiù-si fece chesi sperasse, checolleparole più si promise che siattenesse,che la prosperità fe' dimenticare le affermazioni della paura, e che le vecchie vogliesormontarono le ne cessità nuove.Puresi liberò l'Europadaunavolontà sola ,e da un dominio soldatesco;e chi guarderà in dietro insinoal principio di queste storie, e tutti gli accidentida noi raccontati andrà nella memoria sua riandando, sentiràmeraviglia ,terrore, pietà,dolore e contentezza insieme. Gli uomini straziati, le opi nioni stravolte,le società sconvolte,la forza prepon derante,la giustizia offesa,Hinnocenza condannata, le adulazioniai malvagi, le persecuzioniai baoni, la licenza sotto nomedi libertà,la barbarie,sotto nome: di umanità, la politica sotto nome di religione, e con queste virtù civili eminenti, ma rare, esempi lodevoli, ma scherniti, valore di guerraegregio, ma in favore deldispotismo, l'Europa infine divenuta scherno e vilipendioa sestessa. Se rinsavirà,nonsi 9 2

LIBRO VIGESIMO ETTIMO,7 o > 1814. 521 sa, perchè ancor si sente la puzza degliandamenti Napoleonici : vive l'ambizione in chi comanda,vive inehi obbedisce, e se fia possibile Punire la libertà al principato, è incerto. Da tutta questa lagrimevole tela, come dai ricordi antichi, almeno questo utile ammaestramento si avrà, che chi come Buonaparte, dasuddito si-fa.padrone della sua patria per farla serva,o il ferro ancide, ola forza atterra. Comeprim pervennero in Italia le novelle della presa di Parigi, e della rinunziazione diNapoleone, pensò il vicerè a pattuire per lasicurezza delle genti Francesi, nè si conveniva,che poichè i Borboni, ai qualierano lepotenze amiche, sitrovavanorintegrati in Francia, i Francesi combattessera contro diloro. Inoltre desiderava il vicere, con facilitare le condi zioni ai Borboni ed ai potentati, avvantaggiare le proprie, efareinmodoche gli alleatiusasserocontro alui meno inimichevolmente la vittoria. A questo fine, uscito da Mantova, si abboccava.con Bellegarde, l'uno e l'altro accompagnati da pochi soldati.Cone . vennero, che si sospendessero' le offese per otto giorni, che intanto i soldati Francesiche militavano col vicerè, passate le Alpi, ritornassero nell'antiche sedi di Francia;che le fortezze di Osopo, Palma "nova, Legnago, e la città di Venezia,si consegnas ero in mano degli Austriaei; chegl'Italiani conti nuassero ad occupare quellaparte del regno, che ancora era in poter loro;che fosse fatto facoltàai delegati delregno diandar a trovare i principi confederati per trattare diun mezzodi concordia,

522 STORIA D'ITALIA.

7 >

>. 2 e che se i negoziati non riuscissero a felice. fines, le offese tra gli alleati egl'Italici non potesserorico minciare, se prima non fossero trascorsi quindici giorni, da che i primi si fossero 'scoperti delle intenzioni loro. Laconvenzione di Schiarino-Rizzino, chein questo luogo appunto si concluse addì sedici aprile, spegneva del tutto il regno Italico; perchè, segrégati i Francesi dagl'Italiani, nascevauna,tale disproporzione di forze tra gl'Italiani ed i Te: deschi, che ilcapitolo, il qualedavaquindici giornid'indugio alle ostilità,era piuttosto derisione che sicurezza. Era giunto il momentodell'ultimo vale fra gli antichi compagni : isoldati di Francia salutavano commossi, abbracciava o piangenti isoldati d'Italia; a loro migliori sorti auguravano; ultimo grado di disgrazia chiamavano, che la disgrazia gli separasse; offerivano gliumili abituri loro in Francia; venis sero; si ricorderebbero dell'avuta amicizia, delle comunibattaglie, della con le medesime armi acqui stata gloria; fuoriche Italia non sarebbe, tutto par rebbeloro Italia; la medesima amicizia,la medesima fratellanza troverebbero; voleressi con le povere fa coltà loropagare-all'Italia il debitodiFrancia.Cosi- , con militare benevolenza addolcivano i soldati di Francia le amarezze dei soldati d'Italia. Questi all' incontro ai: loro partenti compagni andavano di cendo : gissero contenti,che se l'Alpigliseparereb béro, l affezione e la ricordanza dei gloriosi fatti insieme commessigli congiungerebbero; conforto 2

LIBRO VIGESIMOSETTINO. - 1814. 523

o

Partivano i Francesi, alla volta delCenisio e del colle diTenda incamminandosi: gli ultimi segnidi Francia appocoappocodall'Italiascomparivano,ma non iscomparivano nè le ricordanze di sì numerosi anni, nè il bene fatto,nèanco il malefatto, quelloa Francia, questo a pochi Francesi attribuendosi : non iscomparivano nè i costumi immedesimati,nèle pa rentele contratte , nè gl'interessi mescolati : noniscomparivano nè la suppellettile dell'accresciuta scienza, nè gli ordini giudiziali migliorati, nè,le stradefatte sicureai viandanti,nèle aperte fra rupi

lorosarebbe ilpensare,chechiconservavala patria siricorderebbedichila perdeva, la disgraziarinfor zarel'amicizia, avere per questo l'amoredeisoldati Italiani verso i soldati Francesiad essere immenso , vedrebbero quello che in quell' ultimo eccidio fosse perloro afarsi per satisfazionepropria, e per onore dell'insegne Italiche; ma bene questo eredessero, e nel più tenace fondo dell'animo loro serbassero, che, comegli avevano veduti forti nelle battaglie,così gli vedrebberoforti nelle disgrazie:questo spe ravano di mostrare al mondo, che se più patria non avevano, patria almeno di avere meritavano. Che Eugenio, echeNapoleone a noi,dicevano?Gloriosi, gli servimmo, benefici, gliamammo, infelici, fede loro serbammo; ma per l'Italia i nomi diemmo, per l'Italiacombattemmo, per l'Italia dolore sentimmo: ildolèrci per sì dolce madre fia pernoiraccomanda zioneperpetua a chicon animo generoso agenerosi pensieri intende.

594 STORIA D'ITALIA. 7 inaccesse,nè gli eretti edifizj.magnifici,nè i son tuosi tempj a fine condotti, ne " attivitàdataagli animi,ne la curiosità alle menti, nèil commercio fatto florido, ne agricoltura condotta in molte parti a forme assai migliori, nè il valor militare mostrato intantebattaglie. Dall'altro lato non iscom parivano nè le ambizioni svegliate,nèl'arroganza del giudicare, nè l'inquietudine degli uomini, nèl'ingordigia delle tasse,nè la sottigliezzadeltrarle, nèfa favellacontaminata, nè l'umore soldatesco : partiva Francia, ma le vestigia di lei rimanevano. Non venti anni,ma più secoli corsero dalla battaglia di Montenotte alla convenzionediSchiarino-Rizzino. Lamemorianevivrà,finchèsarannoalmondouomini. le cose sue collº Austria, già facevapensiero di viera, colquale era congiunto di parentado pelma trimonio della principessa Amalia. Ma ecco arrivar novelle, o vere o supposte, che Alessandro impera tore consentirebbe a conservargli il regno,si vera mente chei popoliil domandassero. Accettava Eu genio le liete speranze: fecersibrogli; incominciossi dall'esercito ridotto in Mantova. L'intento parte ebbe effetto, e parte no;mal'importanzaconsisteva in Milano, capitale. Viveva in questo momento il regno diviso intre sette : alcuni desideravano ilri tornodell' Austria con niuna o poca differenzadall' antica forma: glialtripendevano perl'independenza, machiad un modo,echi ad unaltro: conciossiachèchi l'amava con aver perre ilprincipe Eugenio, Il vicerè, acconciarsi negli stati delre di Ba

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LIBRO VIGESIMOSÉTTIMO. 1814. 525 echil'amava con avéreperreun principe diunaltro s ngue, quand'anche fossedi casa Austriaca;ques era la parte più potente. Aveva mandatoilvicere, certamente con poca prudenza , il conte Mejean aMilano a trattare coi capi del governo, affinchè in favoredilui si dichiarassero.Molto anche visiaffäti cavaun Darnay, direttore delle poste,personaggiopoco grato ai popoli. Ad accrescere disfavore alla cosa s'aggiunse, che a secondare le intenzioni delvicerè sieranointromessi, per opera di Mejean, e perinclinazione propria i Transpadani,o Estensi, come glichiamavano, Bolognesi, Ravennati,princi palmenteModenesi eReggiani,che eranovenutiindisgrazia deiMilanesi', perchè questisi erano per suasi, chenelle faccende egliño si fossero arroga moltomaggior parte diquanto si convenisse. Melzi fayoriva il disegno, il propose in senato. Visorseun gravissimocontrasto,principalmente intorno a quella partein cui si trattava del principe Eugenio. Para disi, ed altri Estensi, uomini d'inveterata fama, di gran sapere e di molta autorità, con efficacissime paroleinstavano infavor del principe.Nei cambia mentipolitici, dicevano, piùfacilmenteottenersiilmenocheilpiù; essereconsueto l'imperiodi:Euge nio, già daiprincipi d'Europa riconosciuto :solovo lersi,chefosse independente da Francia , equesto appunto essere ilfine della presente deliberazione; abbenchè,intornoa questononoccorresse, allega vano, moltotravagliarsi, perchèspentoNapoleone, lafranchezza delpaese nasceva dase,e chi volesse

526 STÓRIA D'ITALIAS credere, che Eugenio da Francia Borbonica ancora dipendesse,coineda Francia Napoleonica, massima mente se tra la Lombardia e la Francia s'interpo nesse il Piemonte tornato, come già si motivava, sotto ildominio dei principi di Savoja, meriterebbe diessere tenuto piuttosto scemo,cheacuto. Adun que l'independenza, continuavano, essere non solo sicura, maancora necessaria con Eugenio :queste considerazioni la naturastessa dettare, le Parigine novelle confermare,Seunaltroprincipe s'addoman dasse, chesicurtàsi avrebbe d' impetrarlo? In deli berazioni di tantomomento, meglio dover fidarsii collegati in chi ègià per loro pruovato,da loro eo nosciuto,che in chiper loro fosse ignorato:nell' uscire da sconvolgimentitanto stupendi, in tanta tenerezza diun frescoordine in Europa, comespe rare che in un regno d'Italia,pienodiumoridiversi, importante perla sua situazione, un principedi na tura ignota siaper essere accordato ? Udire all in torno, continuavano a discorrere gli oratori favore volialvicerè, susurrarsi il nome diun principeAus triaco ;maquivi appunto avvertissero bene,ebene considerassero gli avversarj, massimecoloroche fa vellavano di libertà e di signoria paesana, a qual partito simettessero.Da un principeAustriacoadun que aspettavano il viverlibero e franco, da unprin cipeAustriaco congiunto di sangue collantico"so vranodelregno, nodrito nelle massimedel coman dare assoluto, timoroso necessariamente diVienna, sovranodiMilanosolamentein apparenza?Dichi

LIBRO VIGESIMOSETTIMO : - 5271,814. 9

sono questisoldati,che oraci minacciano ?Áustriaci. Quali soldati sulle frontiere nostre sovrasterebbero? Austriaci. Conoscono essi queste terre, le conoscono e le bramano. Se mancheran le cagioni, non man cheranno i pretesti, e ad ogni piè sospinto illuvieTedesca inonderà il regno : cagioni e pretesti sa ranno il non obbedire puntualmente e sommessa mente a quanto da Vienna si sarà comandato.Ora quale independenza vi possa essere con un timore perpekuo non si vede. A chi ricorrerebbero questipartigiani d'Austria,a chi ajuto domanderebbero ? Forse all Inghilterra avara, che fa traffico di tutti?' ? aiprincipi assoluti d'Europa, che più temono una constituzione che un esercito? alla Francia indebo lita,echenonvuolcamminaresenoncon Napoleone, e che con Napoleone più camminare non può? Con correrebbero al principe Austriaco tutti gli amici dell'antico r'eggimento d'Austria, concorrerebbero gli amatori dell'imperio illimitato', concorrerebbero imalcontenti, e se gl'interessi nuovi,'se la libertà nascente, se le opinioni radicate da vent'anni in mezzo a tanto diluviodi elementi contrarj si potes sero conservare salve, ogniuomo prudente potrà giudicare.

Chisarebbenaturalmente, e quasi per in tima necessitànemico dellalibertà del regno? Certo sì veramentel'Austria. Aqualmodo puossi la libertà difendere dagliassalti forestieri? Certo si veramente coi soldati e colle armi.Ora, chiaffermare potrebbe, cheun principe Austriaco fosse per apprestararmi e soldati Italiciper ostare alle cupidigiedell'Austria? 4

528 STORIA D'ITALIA, > Parere, anzi esser certo, che il regno di un principe' Austriacosarebbe, non independenza, ma dipen denza,non libertà,ma servitù, non quiete ,madis cordia e turbazione. Vienna, non Milano regge rebbe. Con Eugenio re ogni viaappianarsi, conun principeforestieronon

Dallaparte contraria acerbis imamente contrasta vano i senatori.Guicciardi e Castiglioni, principal mente quest'ultimo, che conmoltoeinpitoprocedeva in queste cose, e mescolava doglianze gravissimede gli Estensi,a loro si accostavano molti altri Milanesi dinome,diricchezza,ed'alto legnaggio. Non potere restarcapaci,dicevano,come con Eugenio si potesse averla independenza,comesi potesseaverlalibertà. Sarebbe Eugenio più ligio, e più dipendente dall? Austria, che un principe Austriaco stesso; perchè non avendo parentela, nè connessione con altro po tentatod'Europadiprimo grado.,'làsarebbeobbli e 2

Austriaco ogni difficoltà cre scersi, con un principe Austriaco molte difficoltà torsi, ma fondar i la servitù. Valessero adunque, concludevano, le virtù di Eugenio, valessé il suo amore per l'Italia, valesse la contratta abitudinedi lui,valessero ifeliciaugurj testè venuti da Parigi: esserepazzia in tantetenebre non seguitarquetlume solo, chela fortuna appresentavadavanti: Sequal cheduno desiderassedi viaggiar enza filo inun la berinto, senza bussola in'un mare,senzalumein un abisso,sì il facesse,manè desiderarlo,nèvolerlo fare gli Estensi, i quali credevano, checon.dannosempre sifa spregiodellafortuna.

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LIBRO VIGE MÓSETTIMO., - 1814. 529 2 gato a cercare perl'interesse della conservazione1 propriagli appoggi, dove gli troverebbe; n ,altro potrebbeesservene per luichenell'Austria, perchè? inlei solapotrebbesperare, come vicina e potente,di lei solatemere.Credere forsegliavversarj,ch'ei nol farebbe per altezza d'animo? Ma oltrechè non máii principi eredono diderogare alla dignità loro, in qualunque modosoggettinoi popoli, purchè gli soggettino.,quali sono i segni delpensare onoratoi d'Eugenio ?Forse lo aver datola metà del regnoinpotestà di Bellegarde?Forse i secreti'abboccamenti avu i con lui,dicuipiù sisa, che non sidice?Forse lo averespogliato ilreale palazzo di Milano? Forse'i donativipromessiperqueste stessepernizioseefatali trame? Forse,Mejeane Darnayquàmandati a suboc nar glispiriti, Mejean eDarnay,non solo sostenitori acerbi e tenacissimi di tirannide , ma ancora deni gratori assiduidi quantohavvi nel regno dipiùalto, di più nobile, di più generoso? Forse la elevazione dell'animo di Eugenio pruovalo sprezzo fatto di queisoldati; dicuiegliera capitano pagatoeriehieden e? G ! Italiani fatti scherno di un giovane di prima barba,e chenomenonha, senonda chi ne hauno, odiosissimo!Dicano l'altezza d Eugenioleprezzolate ed uditespie, d canla gliesiljdeipiù ge nerosicittadini,dicalàla tirannide sulparlare e sulloserivere usata. Non è puntoda dubitareadunque, chesiccomeeglinonabborrirebbe pernaturadalpiù dimesso partito, così ancorapernecessitàil piglie rehbe,epiù sarebbe certamentegovernatoAustriaca . IV . 34

1530 STORIA D'ITALIA. " . mente ilregno da Eugenio, cheda un principe Aus triaco. Certo sì,che i comandamenti arriverebbero da Vienna,non dal reale palazzo di Milano. Di ciò già manifestisegni essere le umili cortesie usate aBellegarde, le cedute fortezze,i messi mandati al campo dell'imperatore Francesco , i messimandati alleParigine trattazioni; dimostrarlo quelle mede sime proposte, che allora andavanosu perlepanche senatorie. Che sepoi diAustriaco principe si trat tasse , ancorachè questo fosse l' estremo partito che solo la necessità dovrebbe indurre, non visse beata. eda semedesimala Toscana sotto unprincipe Aus triacolungo tempo ? Duri, e renitenti certamente esserei principi Austriaci, selamavanoi sostenitori diquestasentenza, algiurare liberipatti,maesserne anchefedeliosservatori,se giurati gli abbiano; i.Na poleonidi non del pari, perchè corrivi al giurare carrivi al violare,delle promissioni non si curano senonperl'utilità.

Udite, udite, vociferavano,che di Prina si parlapermandarlo delegato,chedi Pa. radisisi parlapermandarlodelegato!Si per certo, Prina,amatore tantotenero dilibertà, sì per certoParadisi,che aqualunque più pericoloso partito si gefterebbe piuttosto chesentir odore Austriaco, e bensanne ilperchè!Questi sono imessidell'inde pendenza,questi i difensori della libertà.Delresto , le nazioni,non leparti o lesette fanno lemutazioni.degli stati, nelle importantiedunicheoccorrenze.Chipotrà affermare chegl'Italiani vogliano Eugenio per re? Forse isoldati che lo odiano? forseicitta

LIBRO VIGESIMO LTTIMO. 1814. 531 : > . dini che,nonl'amano?

Tutta la nobiltà Milanese Eugenioimpugna, ed un viverelibero pretende : tutto ilpopolo mossos, : che a questemura grida intorno e minaccia , solo.l. perchè ha udito susurrare della confermazione di Eugenio, della continuazione, se non deldominio, almenodelle consuetudini diFrancia. Generose armi stanno in mano de principi collegati, generose car gioni gli muovono , a generose.coseintendono, ne questo momento ad alcun'altra étà si rassomiglia. Proponete loro,non-quello che pochivogliono, ma quello che vogliono tutti, proponete loro una riso luzione grande, non la domanda di un príncipotto docile allievo di un tiranno,proponete loro'un'vi yere largoe generoso,non unavitapiena di spiere dicareeri, e sarete esauditi. Questo vogliono gl'Ita liani, questovogliono i principi alleati, questo vo gliono i cieli, che nonhan sommosso ilmondo, per chè continui a régnare inMilano Napoleone Buona partesotto nomedi Eugenio Beauharnais. No,solamavanovieppiùinfiammandosi, non vogliamoEuge nio, no, non vogliamoPrina, nè Mejean:vogliamo, nè Darnay : bensi vogliamo un principe, che colle gato di sangue: con qualche ceppo' potente d Eu ropa, 'non abbia bisogno diadularé e di concedere per sussistere yogliamounprincipe, chegiuri li

Il chiamarlo sarebbe sti mato macchinazione di pochi, non volontà di tutti; nè tanto sono i principi collegati ignoranti degli umori , che corrono,che queste evidenti cose nonsappiano.

Seppe i la deliberazione.Fece la partecontraria che abborriva dal nome di Eugenio, unconcerto. Enträronvi i capiprincipali dell' armi,lecasepiù eminenti di Milano, principalmente Alberto Litta, che accarezzatoda Buonaparte, non avevamai vo luto accettar cariche, preferendo un vivereprivato onorevole ad un vivere pubblico abietto. S'aggiun sero inegozianti più ricchi,efragli scienziatielet teratii menopaurosi. Il nome dell'independenzaera in boccaa tutti, l'amore nelcuore; nè maiinalcun motoche abbian fatto lenazioniin alcuntemponelle più importanti faccende loro, tanto ardore e tanta unanimitàmostrarono., quanta gl'Italianiin questa.

532 STORÍA D'ITALIA.. bertàper conservarla, nonper ispegnerla;vogliamo un principe, checonosca,e sappia, e sentaquanto nobilesiaquestoItalicoregno,quantogenerosiquestiItaliciabitatori,quantoaltesortialuiedalorosianodáicielifavorevolipreparate:assaiepurtroppo di Francia avemmo, assaiepur troppo di Napoleo nicicapriccipruovammo : ora in tantaaspettazione di cose, in tantasollevazionedimondo,altrove si: volgano gl'Italianiconsigli; chè l'avere sofferto dee dar luogo al godere, non a nuovosofferire. Decretava il.senato, chesi mandassero tre legati aiconfederati, supplicandogli, ordinassero checes sassero le offese : domandassero i legati, che il re gno d'Italia fosse ammesso a godere l'independenza promessa eguarentita dai trattati; testificassero quan to ilsenato ammirasse le virtùdel principe vicéré,e quanta gratitudinepelsuo buongoverno avesse.

Domandavanochesiconvocassero,icollegj elöttorali.. Erailventiaprile quando, essendo ilsenátoraccoltonella sua solita sede,una gran massa di gente, gri dando, a lui traeva :era ilcielo nuvoloso e scuro , piovvevaleggermente,un'apparenza sinistra spaven tavagli spiriti tranquilli. Icomníossi non sirista vano.Eranvi ogni generazione di uomini, plebe, popolo, nobili,operaj, benestanti; facoltosi. Nota vansi'principalmente fra l'accolta moltitudine Fede rigo Gonfalonieri,'i due fratelli Cicogna, Jacopo Eiani, Federigo Fagnani, Benigno Bosst, i "conti Silva, Serbelloni, Durini è Castiglioni. Le donne stesse, edelleprime,partecipavano

inquestomoto gridando ancoresse patria e independenza, non Eugenio, non vicerè, non Francesi'; unadonna De Capitani, una marchesaOpizzomi, ed altre non poche. Era tutta questa gente volta a bene, ed ilmale, non cheavesse fatto, non l'avrebbe neppure pensat .Macomesüole, incominciavano ad arrivare è da Milano e dal contadouomini ribaldi; che v . levano tutt'altracosa piuttosto che,l'independenza.. Queste parole scritte andavanoattorno :-« Hanno laa Spagnael'Alemagnà gittato viadá collo il giogo. « dei Francesi; halle l Itália ad imitare.» Gonfalo nieri atuttiavantigridava: «Noi vogliamo i collegi aelettorali, noinon vogliamo Eugenio.i Fuggirono i senátoripartigiani del principe,il senato si di- ,sciolse. Entrò ilpopolo a furia nelle sue stanze, il conte Gonfalonjeriilprimo, etuttocon estrema rab bia vi ruppero e lacerarono.Gridossi,da alcuni uo

LIBRO,VIGESIMOSETTIMO. 1814. 533 . 7 e

534 STORIA D'ITALIA. e mini dimataffaremescolati colpopolo,Melzi,Melzi, e già simettevanoin viaperandarlo amanomettere. Un amico di luigrido,Prinai era Prina più odiato diMelzi, ed ecco, checorsero aPrina, e flagellatolo prima crudelmente", l uccisero con insultarancoal stosanguínoso cadáverelungotempo.Cercatono di: Mejeane di Darnay; nongli trovarono.La folla fée neticà, messe le maninel sangue, le voleva mettere nelle sostanze.Già le casesinotavano, già le porte sirompevaro,già lesuppellettilisirecavano;laoputenta"Milano andava a ruba. Aiquesto passo i possi dentied,inegozianti, ordinata la guardianazionale , freñarono i facinorosi,e preservarono la città. Ilvicere, che tuttavia sedeva in Mantova, uditi moti diMilano, indispettitosi,diè lafoutezza in'mano d'egli Austriaci, atto veramente biasimevole; del quale perpetuamente la posterità accusera Eugenio; imperciocchè gliuomini giusti e grandinon operano per dispetto, n :Mantova era d'Eugenio, madegli Italiani : miserábili akate deiNapoleonidi. Napoleone tutto stipulavaperse, nullape suoiá Fontainebleau, Eugenio pon solo nulla stipulavape'suoi, ma an çora tutto quel maggiormale fece loro, partendo che potè. Rartiva da Mantova per la Baviera,leItali che ricchezzeseco portando. Per poco stétte ; che le memorie di Hofer nol facessero uccidere inTirolo nuovo dolore mandatogli dal fato , che chiamava a distruzione i Napoleonidi. I collegi elettorali , adunatisi, crearono una reg genza.Decretarono che le potenze alleatesi richie 12 >

LIBRO VIGESIMOSETTIMO. - 1814: 535 2 dessero dell'independenza delregno, di una consti tuzionelibera,e di un principe Austriaco,ma inde pendente : alzavano le loro speranze le parole pub blicatedai confederati del volere l'independenzadelle nazioni. S'appresentarono Fè di Brescia ,Gonfalo nieri, Ciani,Litta,Ballabio, Somaglia di Milano , Sommi di Crema,Beccaria di Pavia, legati,a Fran cesco imperatore a Parigi. Esposte le domande, ri spose, anche luiessere Italiano: i suoi soldatiavere conquistatola Lombardia : udirebberoa Milanoquan to loro avessea comandare. Entraronogli Austriaci inMilano il di ventotto aprile : Bellegardene pren-. deva possessione in nome dell'Austria il di ventitrè dimaggio.Così finìilregno Italico.Continuava Genovain potestàd'Inghilterra, vive vano i Genovesi confidenti della conservazione dell' antica repubblica. Gli confortavano la rintegrazione promessa daglialleati di ciascun nel suo, e ledimos trazioniBentiniane. Ma ecco ilcongressodi Viennadecretare,dover Genovacedere in potestà del re di Sardegna. A questa novella il governo temporaneo nel se guentemodo favellava ai popoli Genovesi: « Infor «mati cheilcongresso diVienna ha disposto delta ç nostra patria, riunendola agli stati di Sua Maestà il kre di ardegna,risoluti da una parte a non lederne i diritti impreteribili, dall'altra anon usarmezzi «mutili e funesti, noi deponiamo un'autorità, che « la confidenza della nazione, e l'acquiescenza delle a principalipotenze ayevano comprovata. , > I

536 STORIA D'ITALIA. : «Ciò ,che può fare per i dirittie la restaurazione « de' suoipopoliun governo non d'altro fornitoche « di giustizia eragione,tutto, ela nostra coscienza «loattesta,e le corti piùremotelo sanno, tutto fu «tentato da noi senza riserva, e senzaesitazione. « Nulla più dunque ci avânza, se non diraccoman « dare alle potestà municipali, amministrative é giu « diziali l'interino esercizio dell'ufficio loro, al suc « cessivogoverno la cura dei soldati che avevamo « cominciato a formare,e degl'impiegati chehanno «lealmente servito,a tuttii popolidel Genovesatolatranquillità, dellaquale non è alcun benepiù « necessarioallanazione.Dallapubblica alla privata a vitaritraendoci, portiamo con esso noi undolce ««sentimento di gratitudine vero l'illustre generale, « che conobbei confini dellavittoria , ed un'intiera « fiducia nella provvidenza divina, che non abban « doneràmai i Genovesi. >> Queste furono le ultime protestazioni, leultime querele, e le ultime voci dell'innocente Genova.Il giorno susseguente, che fu addìvenzette dicembre, únGiovanni Dalrymple, comandante dei soldati d l reGiorgio,ne assunse ilgoverno : la diede poscia in mano ailegati,delre VittorioEmanuele. Cosi l' Italia,dopo unasanguinosa e varia cata strofe divent'anni,dellaqualedieci terremoti,enon so quantivolcanisarebberostati perlei migliori, i, le ricomponeva a undipresso nello stato antico.Tor navaVittorio Emanuele in Piemonte, Francesco in Milano, Ferdinando in Toscana,Pioin Roma:passe

pretendono,malattie,richiedevanoconvenienti rimedj.Giudicheranno iposteri, se i mali che seguirono, debbano agl' infermiod a chi gli doveva sanare, attribuirsi. Felici Giuseppe e Leopoldo, principi santissimi, che vóllero consolar l'umanità colleriforme,non ispaventarlacoisoldati!

LIBRO VIGES MOSETTIMO. 1814: 537

Italiani, cosa delpari facilea concepirsi,chesicura ad eseguirsi.Oltre a ciò la nobiltà esistein Europa; edèindestruttibile. E'bisogna pertantofarne stima in un ordinamento socialetendente allo stato libero,

povertà noneccitavano le cupidità di ni suno. C dè Venezia a Francesco, diGenovaaVittorio;nèfuronoigovernidiFrancesco,Vittorio,diFerdinandoediPiosdegnosiesolo non misurarono lagrandezza delle mutazionifatte nelle mentie nel cuoredegliuomini,da sì grandie silunghi accidenti;imperciocchè seesse mutazioni erano,comealcuni

Neai principi Italiani noi qui parlando,intendiamo accennare instituzioni all'Inglese,allaFranceseod alla Spagnuola,le quali amodo niuno siconvengono allItalia, mabensìriformeche facesserosorgere,a maggior quiete e felicità dei popoli diquesta peni sola,siccome giàabbiam notatonel precedente libro, instituzioni peculiari accomodate allanaturadeg?

Parma dai Borboniagli Austriaci;conservòGiovaechino il real seggiodi Napoli, manon per durare; leItaliane repubbliche spente:l'acumedel secolo trovò,chela legittimitàè nel numero singolare,nel plurale, no.Solo fu conservato l'umile SanMarino, forse per untratto d'imitazione dipiù degliandariNapoleonici:lasuaesiguitàe

638 STORIA D'ITALIA. come di un elemento necessario , edarle ,come corpo constituito, quella parte di potestà politicache le siconviene,perchèsia contentà ,e nontenti usurpazioninelle altrepotestàdellamacchinasociale.

Ciò eseguito, fia necessario daun altro lato inibirle l'ingresso,equalunque ingerenza nella potestà popolare,instituita', quantoall'Italia, amodo antico, ma benee prudentementeinteso,non amodo mo derno,che non puòesserbuono.La divisione tra la nobiltàedil popolo ènellanatura stessa delle cose, e debb'essere ancora nella legge politica.Questaè condizioneindispensabile sì per la libertà, e sì per la quiete dellostato,eadessenjuna cosaèpiùperniziosa cheunanobiltà inaria, ed una potestà popo Jare composta dicontiedimarchesi. Questiprincipi sono veri,e possibiliad esserridottiall'atto,o che si viva in monarchia,o chesi vivainrepubblica.Lachimera dell'equalitàpoliticaha fatto in Europa più male alla libertà che tutti i suoi nemici insieme. L'equalità debb essere nella legge civile, non nella politica.Iprincipj astratti ed assoluti,in proposito& ordinamento sociale,sonfattisolamente per indi earei fondamenti delle cose,nonper esser postiin atto senza modificazione; perchè le passioni, che sono la disordinatiparteattivadell'uomo,generanomovimenti,chebisognafrenare.Sonoessiprincipi in economia politicaciò,chesono i geometrici nellameccanica, lepassioni,in quella,ciò chel'attrito dellemacchine, ed altriaccidenti prodottidalla na tura della materia, in questa";e cosìcomesi tien

LIBRO VIGESIMOSETTIMO. 539. 1814- . 'conto dell'attrito nell' ordinarle macchine, si dee tener, contodelle passioni nell'ordinar la sociétà. L'effetto che si desidera,è la libertà,cioè l'esatta e puntualeesecuzionedellalegge civile ugualepertutti, ed un uguale protezionedella potestà socialeper ciascuno,siquanto alle persone,comequantoalle sostanze. Purchè siottengå questo fine, non si dee g ardare alla qualità dei mezzi;e mezzi di diversa natura,secondo la diversità dellenazioni,vipossono condurre.Chi risolvesse benequesto problema',«sino qualsegno ed a qual parte dell'equalità politica ac-si debba rinunziarepermeglio assicurare la libertà, « e l'equalità civile », farebbeun gran servizioall?umanità.Madiciò più ampiamente altri piùcapaci di noi. Noiintanto,terminata questa gravosa fatica,alla quale piuttosto per desiderioaltrui che nostro cimet temmo, quìdeponiamo la penna, e quidiamo riposo alla menteoggimaitroppo travagliata estanca.

FINE DEL LIBRO VIGESIMOSETTIMO ED ULTIMO.

TAVOLA DELLE MATERIE CONTENUTE NEI QUATTRO TOMI. (inumeriromaniindicano il tomo,gliarábicilepagine.)

> 210 . . Vi crea e Abdicazione sforzata delre di Sardegna, tom . III, pag.138. Aboukir (battaglia d'); III,16.; ABRIAL, mandatodal direttorio aNapoli; III,un governo, e quale;ivi.-suagenerosità verso idiscen denti del Tasso, 211. Acqui(moto incompostod ) controilgovernorepubblicano in Piemonte ; III, 220. Acron, ministro diNapoli. Sue insinuazioni alla regina; I, 272 e 273.Adige.Descrizione delsuo corso; II, 108, Alba(sommossad'); I, 345. si solleva contro iFrancesi; III, 262. Albani(villa). Come spogliata; II, 503. ALBANT ( cardinale.). Suo parere sul concordato del 1801; IV, 93. ALBAREY (marchese d').Suodiscorsonelconsiglio delre di Sardegna apersuasione della continuazione della guerra colla Francia ; 1 , 286 . Alciati. Suo fatto contro i sollevati delPiemonte; III, 112,>

ALESSANDRO, imperator di Russia.Sua discordiacon Napo leone; IV, 196. èvinto, e falapace con lui; 236. - il, - . va a visitare a Erfurt; 252. sua guerra con Napoleone; 474. vince; 479 A ì, pascià di Janina. Sua natura; III, 288. assalta i Francesi.a Nicopoli,e gli vince; 29.1. come tratta pri gionieri ; 296. Alleati. MinaccianoGenova; I , 223. - loro speranze, e ti' mori; 241. - loro situazionesulla rivieradiPonente;263. - loro disegni;265. + perdonolabattagliadiLoano; 294. -tentano l'animo del re diSardegna; 306. comeordinati inItaliasulprincipiodel1796; 308e 322. loro confórti a Buonaparte; II , 414.

Altamura, città del regno di Napolipresa dal cardinalRuffo, e cometrattata; III, 404: ALVINZI, generalissimod'Austria; II, 92. --combatte prospe ramente a Caldiero;-104. suacondizione vittoriosa; 107. -è vinto ad Arcole;112.-ss'apparecchia a nuovaguerra; 130. - suoidisegnipenetrati,eperopera di chi; 136. è vinto a Rivoli;139.-siritiraallaparte più aspra del Ti; rolo ; 144. AMORE (cavalier diSant') condannato amorte a Torino, e per ebe; I , 209 AnconadifesadaiFrancesi, oppugnatadaglialleati; III,452.siarrende; 465.

Andria,,cittàdella Puglia,presad'assalto,ecometrattata; III , 2014 ANGIO ( cavaliere). Suomoto in Sassariper ottener glista *** menti;I, 278.-suoipericoliin Livorno;467. ANGIOLI. Vedi De ANGIOLY. ANSELMO, generaledi Francia. Invade ilpaese diNizza;1396. > >

542 TAVOIA DELLE MATERIE.a > Alessandria(cittadella di).Oppugnatadaglialleati;IH,344.

ARGENTEAU, generale Austriaco. Suoi errori nella battaglia diLoano ; I,298.-ed in quella del Dego; 334. ARNAULD, letterato di Francia , ya a Corfù; II,438. come pensa dei Greci; 443. quali esortazioni faccia a Buona parterispettoa Venezia; 447. ARTALÀ (mareh se). Suoprocederein Messina; IV, 446.: Assemblea nazionale di Francia. Vedi Francia. Assia (principed'), difendeGaetacontroiFrancesi; IV,218. AUGEREAU, generaledi Francia, combatte valorosamentealla battagliadi Loano; I,298. - ConfortaBuonaparte sbigot tito; 476 e479. gravebattaglia tralui, eQuo nadowich sullaBrenta ; II, 101. suo valore nella battaglia d Ar cole; 119. sue generose querele sulmodo, con cuiè trattata Verona;265 . Shas Au tria. Sua costanza maravigliosa ; II, 132.- statomise rabiledel suo'esercito in Italia ; 179 vi manda l'arci duca Carlo agovernarlo; 180.--' manda legatipertrattar la pace con Buonaparte ;.198. - sue nuove disposizioni controlaFrancia; HI,225. sioppone alritorno del re in Piemonte ; 279. nuova discordia tra lei e laFrancia ; IV, 198.- nuova guerra; 296. 1 ediPolo .

TAVOLA DELLE MATERIES 543> as S AOSTA (duca d')accompagnail re suopadrenellaspedizione di Nizza. Sye'qualità; 1, 190. - come sottoscriva l'atto d'abdicazione delre suo fratello; III, 137.- diventa re . per laseconda abdicazione disuofratello; IV, 13r. Aosta ( valle d') tentatadai Francesi; I, 200. Arcole (battaglia d'); II,111 'e seg. Ardente (battaglia delcolle); T, 207. Arena. Vedi Salice I. Arezzo, città diToscana, si solleva contro i Franeesi; III, 309. comeminacciatadaMacdonald;312.-presa d' salto dai Francesi ; IV, 54.

544 TAVOLA. DELLE MATERIE .. > Austriaci.Lormodo diguerreggiare rispetto aquel'deiFrancesi;II, 194.-occupanole province.Vene edelLevante;433. ed i Grigioni; III, 225. come ordinati versoi l'Italianell'ultima guerra contro Napoleone;IV, 493. occupanoMilano; 535., AZZERETTO,fuoruscito Genovese.Sue esortazionia'suoi com patriotti; III, 491. assaltaGenova con turbe collet tizie ; 505. B; Baciocchi, nominato principe di Lucca da Napoleone; IV, 187 Baffi(Pasquale).Suosupplizio in Napoli;III,440.

BARAGUEY D'HILLIERS, generale di Francia. Sua condotta in Venezia; II,444.-vipiantal'albero dellalibertà;451.

BAGDÈLONE, generale diFrancia. Come prenda il piccolo San Bernardo ; I, 200. BALBO (conte),ambasciatore del re di Sardegna a Parigi, e suo discorsoal direttorio; II, 24 e 25. sueastute insinuazioni algoverno Francese ; 347.-si adopera efficace menteper la rivocazione di Ginguené, ambasciator diFrancia a Torino , e l'ottiene; III, 124.- non riconosce ilgovernonuovo : sue qualità, 217.

Barbareschi. Danni che fanno a Genova; II, 335. Barbetti.Lorooperare sulle montagne diNizza; I, 263. Bard (forte di). Comeosta ai Francesi; IV,12. Bari (terra di). Si solleva contro il governo repubblicano; a >> > > III, 192 Baronidel regno di Napoli, cometrattati; III, 185. - ba->

BÁLLAND,generalecomandante in Verona al momento della sollevazione deiVeronesi; II, 244.

ToniinSiciliacontrarjalministroMedici,eperchè;IV,453. loro atto e come trattati; ivi: - loro generosità;464. BARRAS. Sue pratiche cogli agenti deiBorboni; II, 411.

TAYOLA DELLE MATERIE. 545> pace di);e -.

.

BARTHELEMI,ministrodiFrancia in Isvizzera. Suoinegoziati; I , 303. BARZONI. Suolibrocontro i Francesi ; II, 449. Basilea (praticheper la I , 303.I, Bassano (congresso di);II, 457, BASSEV LLE, segretario della legazione di Francia a Roma, come ammazzato; I, 215. Battaglia navale del capo di Noli; I, 258. battaglie di San Giacomo edi Melogno; 266., di Loano; 294: di Montenotte ; 323. di Magliani; 330. del Dego ; 334.:diMondovì; 343.-di Fombio e diCodogno; 366.del ponte di Lodi; 371.- di Lonato ;480. di Casti; glione (prima); 482.- di Castiglione (seconda); 485.di Roveredo; 495. di Primolano e Bassano;499.-di Calliano; II, 96.- di Caldiero; 104. d'Arcole ; 110 e seg. diRivoli; 138. del Senio; 161. del Taglia mento ; 183. della Ponteba,e diTarvisio; 190. d'Aboukir (navale); III, 17. -d'Ornavasso; 85.di Verona; 232 e 235. di Magnano; 240. - di Cas sano; 248. - di Nicopoli; 290.- della Trebbia; 323 , 325, 330. di Novi; 372. di Savigliano; 390. della Chiusella ; IV,15. - di Castèggio.; 19. diMa rengo; 23. del Mincio';63. di Campotenese;219. -di Maida;225.-diSacile; 306.-diGiavarino; 320. -di Malo-Yaroslavetz; 479. BATTAGLIA (Francesco) provveditor dei Veneziania Brescia.Sue insinuazioni a Venezia; II, 39. - come senta la rivo luzionedi Bergamo; 207. scrive a Buonaparte,e qual rispostane riceve;208. s a condotta nellarivoluzione di Brescia; 210. - carcerato dai novatori; 2 L manifesta->1 ->IV . 35

Beaulieu,generalissimo dei confederati in Italia e sue qua lità; I, 307. sue disposizioni per impedire ai Francesi l'invasione d'Italia;322. è vinto aMontenotte; 323: a Magliani;-327 a Fombio ed a Codogno; 366 e 368. alpontedi Lodi; 391. -- mette presidio in Peschiera,fortezza deiVeneziani; 426. vinto aValeggið si ritira nel Tirolo; 429. BELLEGARDE , generale Austriaco. Perde una battaglia al Mincio contro Brune, e si ritira; IV, 63. sua tregua con Brune; 70. sua convenzionedi Schiarino-Rizzino col vicere; 522. entra in Milano e l'occupa in nome dell'Austria; 535.

BELMONTE-Pignatelli. Inviato di Napoli a Parigi, conclude la pace ; II, 20. BELMONTE, di Siciliaprincipe. Capo della parte deibaroni, e suoi atti; IV, 453,457,462...

546 TAVOLA DELLE MATERIE. > appostogli con fraude; e perchè; 226 e-seg.-opinione sopra di lui; 228. smentisce il manifesto; 229. suoj maneggi in Veneziaper cambiarvi l'anticogoverno; 290.

BENONI (frate). Sve prediche democratiche a Napoli; III, - : 413. BENTINK. Mandato dall'Inghilterra in Sicilia, e perchè; IV, 459 induceil re a rinunziare all'esercizio dell'autoritàregia,investendoneilfigliuolo; 461..-constituzione, che dà per mezzo del parlamento alla Sicilia;-462. come calmaun moto del re contrario allaconstituzione; 467. suoi conforti a Murat a Murata favor dell'independenza d'Italia; 481. sue esortazioni agl'Italiani; 495. suo manifesto; 514. prende Genova; 516. diche dia speranza ai Genovesi; 517 Bergamaschi:Si ordinanoin compagnie armate; II,62. Bergamo rivoluzionein).Da chiprocurata; II, 203. > 1 -

TAVOLA DELLE MATERIE. 547 BERTHIER. ,Combatte valorosamente à Rivoli; mareiacontro Roma; 485.---- .seneimpadronisee: 492 Bigor D PRÉAMENEU ,ministro dei culti di Napoleón Sue lettere contro il papa;IV, 396. Bisagno (sollevazione di), contro Genova; II, 338. Bologna. Occupata dai Francesi ; I, 444. - suoi comizj; II , 14. Buonaparte vi prepara la guerra contro il >11 papa; 155.7 BONELLI, fuoruscito Corso. Solleva la Corsica contro gl'In glesi; 1,511. 6

BOUDET. Suo valore nella battaglia diMarengo;IV, 30.

BRANDALUCIONI , ufficiale d Austria. Suoi eccessi nelCanavese ; III, 266 e seg Braschi(duca),deputatodi Roma. Gome partiaNapoleone; IV, Brescia334.(rivoluzione di:);e da'chi procurata; 11, 209.

BRIGIDO,colonnello d'Austria: Come contrastiai Francesiin Arcole; II, 109.

BORGHESE (principe), governatore del Piemonte. Suoi ordini circa il papa prigioniero a Savona ; IV, 399. Bo s (Carlo), membro del governo provvisorio delPiemonte. Sue qualità; III, 218. procura l'union delPiemonte alla Francia; 219 BOTTONE di Castellamonte, intendente generale della Savoja. Sue qualità; I, 91.

BOURDÉ,capitano di vascello. Mandato a Corfù, e con qual missione ; II , 438. Bourges (prammatica di), invocatadal consiglio ecclesiasticodi Parigi; IV, 410. Boyer,medico,giustiziato in Piemonte, e perchè;11, 378. Braganza (casa di). Spodestatada Napoleone;IV,24 ,

18 TAVOLA DELLE MATERIE. a KUEYS, ammiraglio diFrancia. Vinto adAboukir;III,16 .

BUONAPARTE (Napoleone). Surrogato a Scherer nella caricadi generalissimo dei repubblicani, e perchè; I, 318.sue qualità; ivi. - sue disposizioni per invadere l'Ita lia;32,0.--vince a Montenotte; 323. 'aMagliani;329.. alDego"; 336. mezzi che usa per costringere alla pace.il rediSardegna ; 340. vince a Mondovì; 343. suoi sentimenti favorevoli per la casa di Savoja ; 356 :suaprimaallocuzione a'suoi soldati ; 358. inganna Beaulieu,é passa il Po a Piacenza; 363. vince a Fom .bio ed a Codogno; 366. al ponte di Lodi; 371.entrain Milano , e come, 381. sua seconda allocúzione : ai soldati, 382 - sueminacce a Genova; 388. -occupaBrescia , e suomanifesto dato da questacittà ; 424e 425. minaccia il provveditor generale Foscarini; 433. entra in Verona ;,441. 1. - occupa Bologna , e quello che vi fa ; 444 occupa Ferrara ;-448 - sue operazioni per opporsi ;di Wurmser; Augereau ed isoldatiilconfortano; 476 e480. vircea Lonato ; 481. vince'a Castiglione; 482. > Capota Wurmser: 436. si sbigotisce per le mosse--si trova in grave pericoloa Lonato, e comesepeli bera 1486. yincea Roveredo; 495 .- seguita Wurm

BBUNE,generale di Franciaa Milano; III, 64. suoi pen sieri contro ilre di Sardegna; 96.- gli domandalacitta; della di Torino; 101. 'suo manifesto ai sollevali Pie montesi ; 108. Vince la battaglia del Mincio, e passa questo fiume; IV, 63. - sua tregua'conBellegarde; jo. Bulgari, nobileCorfiatto. Dafavore aiRussi ; III, 290.

BUONAPARTE (Giuseppe). Ambasciatore di Francia a Roma; 11,476. - Duphot è ucciso nel suo palazzo, come e da chi;480. = entra trionfalmentein Napoli; IV ,218,; creato're da suo fratello Napoleone ; 221,6 re di Spa gna;251. -> -

TAVOLA DELLE MATERIE. 549 e >ser per la valledella Brenta ; 499. vince a Primolano ed a Bassano; 499 e 500. - è vinto, poi vince sotto le mura diMantova; 507. solleva la Corsica sua patria , e latoglie agl'Inglesi ; 510.: dichiara la guerra al ducadi Modena ,e gli fa rivoltar lo stato ; II, 12. arriva in Modena, e quel chevi fa; 15. sueintenzioni rispetto al. re di Sardegna; 23. - come giudichi dei popoli Cispa dani; 26. come risponda al congresso della Cispa dana ; 81. - sue querele contro i rubatori dell' eser cito; 83. si oppone ad Alvinzi, é con quali forze ; 93.. si ritira a Verona ; 102. combatte con infeliçe suc cesso a Caldiero; 104. sua pericolosa condizione e si nistre parole ; 106. si riscuote con mirabile artifizio; 107. vince ad Arcole ; 112. ed a Rivoli; 139. prepara laguerra contro il papa ;.155. sue generose lodi di Wurmser ; 159. sua umanitàversogliecclesiasticidello stato pontificio ; 165. fa la pace col papa a Tolen tino; 168. manda Monge a fare onorevole ufficio alla repubblicadiSan Marino; 170. suoi pensieri nell'ordi nar unanuovaguerra contro l'Austria; 173. come dis ponga l'esercito; 175. suo bàndo ai soldati; 177. -; paragonato all'areiduca Carlo; 181. - passa il Täglia mento; 184. ---entravittoriosonelle metropoli della Stiria, della Carniola, e della Carintia; 194. scrive all areie ; duca; 197: suo pericolo; 198.. conclude una tregua , poi i preliminari di pace coll Austria ; ivi. rivolta la Terraferma Veneta ; 201 e 229. come risponda ai legati mandati a lui dal senato Veneziano ; 212 e 271 . insidia Verona ; 219. manda Junotn'fareun violento uffizio a Venezia ; 230. sue parole furibonde contro di lei ; 268. le dichiara la guerra'; 271. vuol cambiare l'antico governo di lei, con qual fine, e con quali mezzi ;272 suo crudo, parlare a Giustiniani ; 281. vuole che il gran consiglio di Veneziaabolisca il patriziato , e si.. a >

550 TAVOLA DELLE MATERIE . > 7 ' spogli della-sovranità,eperchè;289.- ottienequesto'suo;intento , e come; 294. suo trattato con Venezia ;299. sue insidie contro Genova; 302. - fa una mutazione nel governo di lei ,e quale ; 323. - dàfavore al re di Sardegna, e come ; 354 e 358. + sua opinione suiCisal : pini ;355. ordina la Cisalpina; 388. - suoultimo,valeallaCisalpina; 408. - suemacchinazioniperarrivare alla somma potestà in Francia; 410: manda la sua.moglie a Venezia, ecome viètrattata; 455. suoi dis corsi a Verona ; 458.- sue lettere a Villetard segretario della legazione diFrancia a Venezia; 459 e460 --- con segna Venezia agli Alemanni; 471. -- accetta la condotta della spedizione d'Egitto, e con quai fini; III, 7 e seg. parte per.l'Egitto, e prende Malta ; 10. sbarca in Egitto, e s'insignorisce di Alessandria;16. -deratoin Franciadopolerotte d'Italia;469. vi arriva, e con quale allegrezza ricevuto dai popoli; 472.. Di strugge il governodeldirettorio, esifaprimo console; 493. Ved. Console. BURCARD, generale di Napoli, occupaRoma; III, 450. BURONZO DEL SIGNORE,arcivescovo di Torino. Sue pastorali in lode del governorepubblicano ; III, 263. Busca, cardinale, segretario distato aRoma. ue lettere in tercette da Buonaparte; II , 154. quanto desi > C aCacault, ministro di Francia a Roma. Sue insinuazioni contro ilpapa; II, 152 474. Cagliari diSardegna assaltata dai Francesi, ecome sidifende; I, 146. Calabresi (repubblicani). Loro coraggio indomito;III, 416. Calabrie (le). Si sollevano contro il governo repubblicano; >

CAPOBIANCO, Capo dei carbonari in Calabria; IV, 260.- Pe risce, e come; 365. Capo d'Istria. Famiglianobile in Corfù, favorevole ai Russi; : III; 290.

TAVOLA DELLE MATERIE. 557 . e > IN, 193.-Fatti sanguinosi in quel paese; IV, 219,228 e 230. con quali mezzi pacificato, e da chi, 263. Caldiero (battaglia di) ; II , 104; IV, 207. Calliano (battaglia di);II , 96.( ) .

Canavese, sollevato da un Brandalucioni, ed accidenti parte ridicoli, parte tremendi che visi vedono ; III, 266.

Campoformio ( trattato di);II", 420. Campotenese (battaglia di); IV, 219.

Capua. Assediata dai Francesi; III, 157.---è loroconsegnata; 166 .

CARACCIOLI (Francesco) principe. GiustiziatoinNapoli, eper chè; III, 443.

Carbonari. Si sollevano in Genova contro i novatori, e con servano l'antico stato ; II, 31 .

Carbonari. Setta nel regno di Napoli, come nota, suofritie. fini IV,258.-perseguitatidalre Giovacchino; 363. Cardinali.Cometrattati; II, 509. CARLETTI(coifte ),InviatoaParigi dalgran ducadiToscana; I,250.*conclude la pace ; 251. suo discorso al con

Caprara, cardinale, Concludeunconcordato anome delpapa per larepubblica Italiana ; IV, 144. sua lettera alpapa ; 386 .

CABAFFA (Ettore), principe di Ruvo, fuoruscito Napolitano; sue qualità;III , 167. sua spedizione in Puglia; 196. preso, condottoaNapoli,epunito coll'ultimosupplizio; suoestremo coraggio ; 443.

CARLO EMANUELE, re di Sardegna. Assunto al trono, suequa lità, ed in quale stato trovi il regno ,,II, 23, - manda il conte Balbosuo ambasciatore a Parigi; 24.-offerte chegli fala Francia per congiungerselo in amicizia; 32. procedere e suoifiniconBuonaparte, e collaFrancia; 346. suo trattato colla Francia ; 356. -congiuree sollevazioni inPiemonte, e come vi remedia; 371 e seg. doma i sedi ziosi ; 374.- sue condizioni nel 1798; III, 62. come risponda all'ambasciatordi Francia; 68. suo edittocontro i novatori; 74.-la repubblicaLigureglidichiara laguerra, e perchè; 95 e seg. - cessa laguerra, e perchè; 110.--iFrancesi gl'invadonoostilmenteilregno;131. ---sua prima protesta ;134. sua rinunzia al-> . sua costanza eregno; 136.-partedal Piemonte,esuaillibatezzanelpartire;141. - sua seconda protesta; 144. sud abdicazione in favore del fratello; IV, 130. Carmagnola, città del Piemonte. Si sollevacontro i Francesi; erudeltà che.commettono i suoi abitanti, ecomene sonopu niti, III, 266. Carolina, reginadi Napoli. Suo-sdegno contro i novatori 1, 272. pacifica il Regno col consolo, e come; IV, 73.tratta con Napoleone,e di che; 359. viene in sospetto 7

552 TAVOLA DELLE MATERIE. asuo sesso nazionale,e risposta del presidente; 252. -rivocato, e perchè; 388.

CARLO(arciduca)mandato dall'imperatoreagovernarl'eser cito Italico;II, 180. -- comelodispone; ivi. - sue qua lità,e modo di farla guerra; 181. -siritira dalTaglia mento;182.-spera divincereallaPonteba,eda Tarvisio, , eperchègli venga rotto ildisegno;1990. suerisoluzionidopo di questo sinistro; 193. comerisponda adunalet tera di Buonaparte ; 197. -generalissimo in Italia ; IV, 201. -è vinto a Caldiero; 207. - generalissimo in Ger mania ; 298. perde le battaglie diTaun, Abensberga, e Eemul; 313. equella di:Vagria ; 321.-

CATERINADI Russia. Stimola alla guerra controla Francia; I, 73 e74.

CARTEAU. Generale contro i Marsigliesi ; I , 172.

TAVOLA DELLE MATERIE. 553 degl'Inglesi; 361e 458. come risponda all'intimazioni diBentink; 459.-siritirada Palermo,eperchè;461. va ad abitar Castelvetrano, eperchè; 466.-suotentativo perriassumere l'autorità; ipi. costretta dag Inglesi ad abbandonar la Sicilia, arriva a Vienna, e muore: sue qualità; 469. Carrosiani, Assaltanoletruppe regie inPiemonte; III', 92. fanno unmotonellaFraschea, emacelloche ne segue;110.

Carrosia.Nido direpubblicani Piemontesi; III, 92. preso, poiabbandonato dai regj; 94 e seg.

GASABIANCA. Ved. SALICETI. > Cassano (battaglia di); III, 247. Casteggio (battaglia di); IV, 19.

Castel-Bolognese ,restituito ai Bolognesi; I, 445.

CASTELCICALA (principe di). Membro di una giunta sopra le congiure di Napoli; I, 273. CASTELLENGO (conte),vicario dipoliziaaTorino. uequalità; II, 362.-mandato aGrenoble, e chevi fa; III, 214.. Castello diMilano. Si arrende ai Francesi; 1, 442. Castig ione (battaglie di) ; I, 482, 485. Cattaro (bocchedi). In potere dell'Austria;II, 433. Cenisio (monte). Sua descrizione ; I, 202. -preso dai Fran cesi ; 203. Cervoni.Suodettoall'imperatorNapoleone,.e risposta drlui; IV, 160. Chabot, generale di Francia, difendeCorfù,elealtre posses sioniIoniche controgli alleati; III, 288. ricusa'leofferte. > > > ->

CHAMPIONNET.Generalissimo di Francia in Roma,respinto dai Napolitani; III, 39. poiglirespinge; 148. gliscaccia del tutto,e riconquista Roma;155. - marcia contro Capua; 157.--- condizionepericolosissimaincui sitrova;163. suo accordocoi deputati del Regno; 166.- i lazzaroni usciti daNapoli lo combattono aspramente elomettonoin gravissimopericolo; 172. - pure finalmenteglivince; 174. -assalta, e prende Napoli; 175. -vi crea un governo provvisorio ; 177. -- sue operazioni per consolidare lasua impresa; 181. rivocato, e perchè;; 188. - prepostoall' impresa contro il Piemontesuperiore; 36o. è vinto aSa vigliano; 391. muorea Nizza; 395.

· Cisalpina (repubblica). Sua creazione; U , 380.- festa maa

CHASTELER,generale d'Austria. Haprincipalpartenellavitto ria diCassano, ed in qual modo; III, 249. mandato in ajuto dei Tirolesi'; IV, 311. 1,311,CHIARAMONTI, cardinale e vescovo d Imola. Sua omelia in lode della democrazia ; II , 399. -creato papa; IV,45. Ved. Pio VII. Chiusella (battagliadella) ; IV, 15. C CCONE (frate). Trasporta il Vangelo in volgar Napolitano, e perchè; TI ; 413.

554 TAVOLA DELLE MATÉRIE. 1 -to,eperchè Sinfami di Alipascià di Janina; 289, difende egregia mente Corfù;298. --poiècostretto allaresa; 303.5 Chambery. Buona natura delsuopopolo;I,95.

CIMAROSA (Domenico). Carcerato in Napoli, e perchè, libe rato,e da chi; III, 445 eseg. Cirillo. Suo supplizio in Napoli, e sua virtù; III, 437.

Cicognara,ministro di Cisalpina a Torino; III, 64.- che scritto porga all'ambasciator di Francia Ginguené, 83.

Cicogna,provveditore dei VenezianiaSalò.Lodato, eperchè;II, 223.

. > .

-

T VOLADELLE MATE IE. 555 egnifica per questa creazione nel campo del Lazzaretto;392. sua constituzione; 389 e 396 - le potenze lariconoscono, ed essa inviaministri presso lemedesime; 402 e 405.suo trattato d'alleanza colla Francia ; III, 44. sua con stituzione violentemente riformata da Trouvé e da Rivaud agentidiFrancia;50, 55.e.56. sdegniprodottida queste riforme; 51 e 57. invasa, e distrutta dai confederati; 254. - ristabilita dal primo conselo ; IV, 34 e 113. chiamataquindi repubblica Italiana; 119.-poi regno Italico ;'164 Cisalpini. Come giudicati da Buonaparte; II, 355. fannoun moto contro il papa ; 405. Ved. Italiani. Cispadana (repubblica); 11 , 16. - uo congresso3 76. arma soldati ; 79. sue lettere a Buonaparte erisposta di lui ; 80 e 8r. Cittadella di Torino rimessa ai Francesi ; III , 107, 10g. pericolosi disordini sotto le sue mura ; 115. schifosamascherata che n'esce; 117. presa daglialleati; 277.:; Clarck. Mandato dal direttorio in Italia, e con quali fini; II, 31.-tratta la pace colgenerale San Giuliano, ministrodell'imperatore; 74. conclude un trattato d'alleanza colre diSardegna; 356. CLAUZEL, generale di Francia.Tratta l'abdicazionedelre diSardegna ; III, 136. suacondiscendenza versola fami glia reale 131 37; CLEMENT, generale Francese. Difende. Cuneo contro gli al leati; III , 396. s'arrende;398." Clero (alto). Suoi costumi in Francia nel 1789 ; I, 60. COLEGNO (cavalier di), comandante di Chambery. Sue qua lità , I1,90. Colli, generale del re diSardegna, Come si ritiri ; I, 209 e 354. - generale del pontefice, vínto al Senio,II, 161. si ritira dietro a Foligno ;*165.-

556 TAVOLA DELLE MATENIE. aGOLLOREDO (frateLuigi). Sue singolari predicazioniin Ve rona contro i forestieri; II, 252. - dannatoall'ultimo up plizio; e fua costanza, 264. Conclusione dell'Opera;IV, 536. Concordato tra il consolo e Pio settimo ; IV, 88. altro tra il presidente della repubblica Italiana e Pio settimo;144.altro concluso a Fontainebleau ; 483. CONDULMER. Preposto alladifesa delle lagunediVenezia; II,65. comepensi di dettedifese; 290. Confederati. Vedi Alleati. Confederazione (festa della) a Milano ; II, 392. nuova contro la Francia, e'sue cagioni; III, 1,34 e 224; e1 IV, 197 eseg. Concorsi. Suo supplizio in Napoli; III,438. Consiglio supremocreato da uwarow inPiemonte.Sue ope razioni; III, 273. Consolo (primo). Sue arti maravigliose dopo la sua crea zione; III, 474. - scrive al re d'Inghilterra; 480. s' accorda coll'imperator Paolo; 483.- comeanimi isol dati alla guerra,contro l'Austria;-486.-- suoi discorsi in Ginevra; IV,3. suo mirabile passaggiodel gran S. Ber nardo; 4. - vince a Marengo ; 23,-suoi ordinamenti circa l'università di Pavia; 35. --crea governiprovvisorj in Cisalpina, a Genova, ed in Piemonte; 35 e37. unisce parte del Piemonte alla Cisalpina; 41. accarezza papa Pio settimo; 47. fa la pace coll'Austria; 75. -e. con Napoli; 76.-suo concordato con Piosettimo; 88.altro concordato; '144. s'avvicina al compimento del non supremo desiderio; 146. è chiamato imperatore; 149. Vedi BUONAPARTE (NAPOLEONE). Consulta creata a Roma da Napoleone.Da chi composta', e sue operazioni.; IV, 326 e 335.e

CONTINO, accusato d'assassinio. L'ambasciatore di Francia a Torinodomanda lasualiberazione, e perchè;ILI, 81.eseg. Corfiotti. Come ricevona iFrancesi'; II, 439. si sollevanocontro di loro ; III , 290. Corfi (isola ).Vienein poter dei Francesi; II,439: sette ed 'umori in essa ; 442 e 443., assaltata dai Turchi e Russi;III , 289e 298. si arrende;303. - come ordin nata in repubblicasottotutela dellaPortaOttomana;IV,51.

TAVOLA DELLE MATERIE, 557 2 e -

CORNER. Legato per Venezia a Buonaparte; II , 211. Corsica.Disegnidegli alleati e di Paoli sopra dilei; I, 126. si sollevacontro i Francesi; 149. - sua constituzione; 227. esorbitanze dei Corsi contro iGenovesi; 229. sisollevano contro gl'Inglesi e gli caceiano;615.

CORVETTO. Membro del governo riformato diGenova mandato a Buonaparte; II, 338. presidente; 344. - sue qualità ; 345. suo complimento a Napoleone; IV, 182. .a fatto consiglier di stato; 183. Cosseria (fatto d'arme di);I, 327. Costa, cardinale,arcivescovo di Torino. Consiglia la pace al re ; 1, 348. Crema. Fatta ribellar dai Francesi; II, 216. Cuneo. Assediato ,e preso dagli alleati; III,396 e 398.> Dalmazia ( crudeltà della guerrain ); IV, 232. DALPOzzo , unodella consulta diRoma.Come giustifichi'igiu ramenti preseritti agli ecclesiastici; IV, 339., Damás (conte Ruggiero di). Sbarca ad Orbitello con truppe Napolitane; III, 148. - costretto a ritirarsi combatie, capitola con onore,e si rimbarca;154. si accosta al cardinale Ruffo a rinstaurazione della potestà régia in Na

558 TAVOLA DELLE MATERIE . poli; 403. sua guerra in Toscana, ecome respinto daPino; IV, 7+. ee > e -

DANDOLO, municipale di Venezia ; II , 426. sue promul, gazioniinDalmazia ; IV, 233. Dastros (affare di),vicario generale della diocesi diParigi ; IV, 395 e 398. Daunou.Mandato a dar una constituzione a Roma; II, 510. Davidowich, generale d Austria. Caccia i Francesidall'alto Tirolo;'II,92 e seg. -vince a Calliano;96.IJ -vince a Calliano ;96.-- s a len tezzadopola vittoria, molto fatale all'Austria; 99e 127.

DEGERANDO. Membro della giunta in Toscana , e quello che vi fa ; IV, 242. membro della consulta in Roma", dà favorealla propaganda ; 354. Dego (battaglia del); 1, 334. Deposizionedeiprincipi, fattadaipapi,comespiegatadaPiosettimo; IV, 379. Desaix, generale di Francia,uccisoa Marengo; IV, 30. Dévins, generalissimo degli alleatiin Piemonte. Sue qualitàedisegni;I,129. vinceaSanGiacomo,ed aMelogno;· 267. - sue disposizioniper la battaglia di Loano;294.afflittoda gravemalattia lascia l'esercito; 297. rivocatocon surrogazione di Beaulieu; 306. D Eymar , ambasciator di Francia a Torino in vece diGin guené ; III, 124.

DE ANGIOLI, presidente a Verona."Comerisponda a Buona parte; II , 458 e 459.

Dieta militare convocata dai Francesiprima della battaglia di Novi, e pareri chevi sorgono; III, 365. simile convo cata nella medesimaoceasione dai confederati, e pareriche : visorgono; 369. Direttorio Cisalpino: Riformatoda Trouvé; IH ; 55.-- co stretto dai confederati a lasciar.Milano ; 255. a . -CO

TAVOLA DELLE MATERIE, 559>Direttorio Francese. Come risponda alle proposte di pace fatte dall'Inghilterra ; I , 304. - suadomanda alsenate, Venezianorispettoal.conte di Lilla; 312. - si risolvedeltutto all'invasioned'Italia; 317. - suoi disegni sopra di lei e suo desiderio di rapina; 319 e 387 ordina lo po glio dei capid'opera di belle arti in Italia; 396. condi zioni di pace che vuol imporre al pontefice; II, 17. -taccia atorto la fede Italica'; 20. fa pace con Napoli e con Parma; 21. -come risponda all'ambasciator di Sar degna; 25. suo trattato con Genova; 29. Offerte che fa alre diSardegnaper congiungerselo in alleanza; 32. offerte che fa all'Austria per aver la pace con lei ; 33. con qual fine proponga un trattato d'alleanza a Venezia; 34. come senta il rifiuto di lei di entrar in quest'al leanza; 47 opera rivoluzioni nella Terraferma Veneta', e con qualfipe; 201, suo trattato d'alleanzacol redi Sardegna;356. fa il diciotto fruttidoro; 413. suo· .costume nei paesi conquistati; III, 42. suo trattato d'alleanza colla Cisalpina ; 44. - sua riforma nella costi "tuzione Cisalpina, esdegni che ne nascono;55. gioni; 58. sue risoluzionirispetto al Piemonte ; 87.mutazione fatta in luidopo le rotted'Italia nel 1999 ; 357. suoi nuovi pensiericirca l'Italia; 36o. - distrutto da Buonaparte; 473. Discolato, che cosa fosse in Lucca;1 , 50. Doge diGenova. Vedi Durazzo. Doge diVenezia; II,274. - suoi sentimentinell'ultimafine della repubblica; 277 Dolceacqua. Preso dai Francesi;I, 194. Donato,'censore. Mandato dal senato Veneziano a Buona parté; II, 238.--- come gli parli.,è qualerisposta neot tenga; 268e270.- suoi maneggipercambiare il governo sue raVeneto; 290.

DUPONT, generale Francese. Come combatta alla battagliadel Mincio; IV, 64. Durazzo, doge di Genova. Va a Milano; IV, 174. discorso a Napoleoneperdomandar l'unione diGenovaalla Francia; 179 DOTILLOT, primo ministro in Parma. Suabuona amministra zione, e sue lodi; I, 33. .> > suo E e 512. Eccessi dei repubblicani e degl'imperiali sui territori Geno vese e Piemontese ;I, 300 'e 338. e nella Terraferma Veneta ; II, 52,53, 59 e seg. Egitto (spedizione d'); III, 7. Elba, isola. Occupata dagl'Inglesi;I, poi perduta; 518. ultimo asilo diNapoleone;IV, 520. ELISA, sorelladi Napoleope. Nominata principessa di Lucca e Piombino; IV, 187. - governatrice diToscana;244. Ellrot, vicerè in Corsica, per partedell'Inghilterra;I, 227. -sye esortazioni aiCorsi; 228.- obbligato adabbandonar l' isola ; 518. S

560 TAVOLA DELLE MATÉRIE: > e > DORIA ( Andrea). Sua státua atterrata dai novatori ; II,328. DORIA ("Filippo). Uno dei capi della rivoluzione in Genova; II, 306 . ucciso, e come; 313. Drake,ministro d'Inghilterra aGenova.Sue superbe inti mazioni ai Genovesi; I , 161 e 223. Duhesme, generale di Francia. Sua spedizione in Puglia;III, 196. combatte nellabattaglia diSavigliano; 393.

Dumas, generalediFrancia,prende ilMoncenisio; 1, 203. Duphor, generale di Francia in Genova.Vince i sollevati; II, 338. ucciso a Roma, come e da chi;480.

ENTRAIGUES(conte'd'),agentedelcontediLilla;1,314.fatto arrestare, poirilasciare da Buonaparte, e perchè; II, ERCOLE*417e419RINALDO, duca di Modena. Sue qualità, previdenza : emaniera digovernare;-I, 53. come trattato , 3g5.segl'invola un suo tesoro in Venezia;II, 448. Erizzo, provveditore dei Veneziani a Verona;II, 221. Esercito francese in Italia, Sue minacce contro inemicidel governo repubblicanoin Francia; II , 413. Esnitz, generale d'Austria. Come combattanellabattaglia di Savigliano; III, 392. -- sua guerra in Liguria; 494 suoi errori nella battaglia di Marengo;IV, 26,e33.

EUGENIO BEAUHARNAIScreato vicerè d'Italia;IV, 166. suo manifesto contro gli Austriaci; 202 e 301.-reggel'esercito Francese, edItaliano inItalia;300. èvinto a Sa cile; 306. vincesulla Piave; 315. ed a Giavarino; 32011 Tentativi de'suoi aderenti perfarlo nominare re d' Italia ; 487 - sue titubazioni eirca l'independenza d'Italia; 490.- comeprepari la guerra;496. male disposizioni degl?Italiani verso di lui; 505. sua conven zione di Rizzino-Schiarino; 521. aspira inutilmente alregnod'Italia;524. parte per la Baviera; 534. Eymar. Vedi d'EYMAR: iv. 36.

TAVOLA, DELLE MATERIE. 5617 Emilia(l?).Simuovealibertà;II, 1o.- aqualfinesianoindirizzati isuoimoti; 75. umori che viregnano, 76. Emili (conte Francesco da Verona degli): Qualcarico abbiaavuto dai Veneziani; II, 221 e seg..-muove i Vero ne i contro iFrancesi;241. condannato all'ultimosup plizio; 264. Emma Liona Hamilton , a Napoli; III, 431 e 444.

FERDINANDO,re di Napoli. Opinionievicendenelsuoregno; 11, 26, 214 e 272. suedeliberazioni rispetto alla Fran suepreparazioni di guerra contro dilei; 458. suatregua con la medesima ; 462. sua pace; II,21, suo desiderio di acquistarnuovipaesi, equali; 387. suotr ttatocollaFrancia; III, 31.-sirisolvealla guerra controdilei; 36. suoi ordinamenti guerrieri; 37 cia; 77:

FERDINANDO,duca diParma.Suequalità:1,35e36. : suo trattato di tregua con Francia;3medesima ; II , 21. 399?? Tusua pace con la silFERDINANDO granducadiToscana. Sue deliberazionirispetto alla Francia, 1, 77. fa accordo ed assicura la sua neu tralitàcon lei;247. - mandailconte Carlettisuoinviato a Parigi;250. allegrezze in Toscana per la pace;251. manda don Neri Corsini a Parigiin vece del Carletti; 388. fee intenzioni di Buonaparte, sopra di lui:467.

562 TAVOLA DELLE MATERIE. F ' 45, > FAIPoult, ministro di Francia a Genova. Favorisce inovatori;II,304.-sue sue insinuazionialsenato Genovese; 310. scusa i Genovesipresso a.Buonaparte;315. - poigliaccusa;:316. vuole che si riformilo stato in Genova; 318 ilagna'di Serra, uno dei membri del governo; 342, 4 cambiato con Sottin; 345. mandato commis sario a Napoli e che vi faccia; III, 187 cacciato da Championnet;188. vitorna; 19o. igo Febbregialla di Livorno.Suadescrizione; IV, 1342; FEDERIGO GUGLIELMO, re di Prussia.Suç deliberazioni spetto alla Francia; 1,74. - fa la paceconlei; 263.I vinto da FERDINANDONapoleone;IV,236.(arciduca),obbligatoa lasciar Milano,esueprov visioniprima dilasciarlo ;I, 376.

-

TAVOLA DELLE MATÉRIE. 563 entra trionfandoinRoma, 41. - è costretto a lasciarla ;.154. - ed apartirda Napoli per laSicilia ;161. solle vazioniterribili nel Regno; 163. ed in Napolistessa; 168. suesperanze perricuperareilRegno,esuoitrattati colle potenze;401.- sua pacecolconsolo;IV, 73 e 76. suotrattatoconNapoleone;202.

Napoleoneglitoglie il Regno, e perchè; 212 e 214. -- parte per la Sicilia; 2178 nomina il suo figliuolo vicario generale delRegno; 461. suo tentativo per riassumere l'autorità ; 466. Ferrara. Occupata daiFrancési, 1 ,448: --- si muovea stato; .popolare; II,15. FERRI (Marco), diseorso sotto questo supposto nome diretto contró.Trouvé; ambasciatore di Francia in Cisalpina ; .III , 51, 29 Feudi imperiali.Si sollevano contro i Francesi'; I, 450. FIORELLA, generale diFrancia, difende la cittadella di To rino; III , 278. -si arrende; ivi: Fombio (battaglia di) ; I,366.4 FONSECA (Eleonora ). Suo monitore Napolitano; III, 412:posue virtù , supplizio e coraggio; 441. FOSCARINI, provveditor generale deiVenezianiinTerraferma; 1.422.-minacciatoaspramentedaBuonaparte,equelche gli restava afare; 433. quello che fa ;438 FRANCESCO,imperator d'Alemagna. Sue deliberazioni rispetto allaFrancia;I,74.-esortazionide'suoiministrialsenato. Veneziano; 110.- vuol ricuperarele suepossessionid'I-talia; 470. - falapacecollaFrancia aCampoformio ; II. 429. ed a Luneville;IV, 75. eda Presburgo; 213. -preparaunanuovaguerracontroNapoleone; 296. --forzato ad accettar la pace aVienna;32):---suarispostaaideputati del regno d'Italia;535. Francesi. Lor modo di guerreggiare rispetto aquel degli Aus 2

7 .

GABRIELLI,cardinale, segretario distato del papa, arrestato, , . per ordine diNapoleone, eperché; IV, 285. Gaeta presadai Francesi ; III , 157.-assediata dai mede; simi; IV, 218. GÁMBONI, patriarca diVenezia.Suoparlareadulatorio a Na poleone; IV, 238. GARAT, apibaseiatordi Francia a Napoli;III, 26. suo

564 TAVOLA DELLE MATERIE. e e triaci.;II, 194.7 loro benevolenza verso i repubblicaniItaliani ricovratiinFrancia; III, 281. Francia. Stato, opinionied inclinazionidiquestopaese, nel1789; 1, 56 e seg.= opinioni e rimproverivicendevoli delledueparti contrarie; 82 e 84. statodeglianimi in Francia dopolerotted'Italia nel 1799; III, 256 e 467. stato dellareligione cattolica in Francia;IV, 78. parlari ten denti all'assunzionedelconsoloalla dignità imperiale;146. Fraschea (fatto orribile della); III , Iro. FRESIA , generalePiemontese, conibatte convalore,ed èfatto prigionieronella battagliadi Cassano; III, 252. difende Genova contro Bentink;IV, 516. costretto ad arren dersi; 517 FROELICH, generale d'Austria. Come combattenellabattagliadiNovi; III, 376 fa guerra nella Romagna; 448. penáal sottoscrivereall'accordofatto coiFrancesiin Roma, e perchè ; 450 . va all'assedio d'Ancona; 458. la prende,464 Fuorusciti Francesi.Loro fuga compassionevole dalla Savoja; I, 100. Fuorusciti Sardi.Come trattati da Buonaparte; I,467. FuoruscitiNapolitani.Come trattati da Murat; IV, 198, > G

TAVOLA DELLE MATERIE: 565e . discorsoalre; 27.-- concludeuntrattatocon lui;372-31 rivocato; 33. GARDANNEdifendeAlessandria contro glialleati ; III,343.obbligatoadarrendersi; 346. combatte valorosamentea Caldiero; IV,207 GARNIERdifendeRomacontroglialleati, III, 448. capitola onorevolmente; 449. Gast, colonnello diFrancia.ComedifendaTortonadaglial . leati; III , 383. - siarrende;384.; Genova. Natura del suo governo, e de'suoipopoli; I, 48.--paragone tra Venezia e Genova; ivi. sue deliberazioni dopol'invasione diNizza fattadai Francesi; 125.-e dopo le intimazioni diDrake, ministro d'Inghilterra; 162. - in* péricolo;II,26.-inultat dagl'Inglesi; 27. sigetta, alla parte Francese ; 29. suo trattatocolla Francia; ivi.; -insidiata da Buonaparte; 302. sommossainlei; 304 -battaglieferoci dentrole suemura; 311eseg.-- perples sitàdel senato; 316.---suomanifesto aisudditi;318 e322.deliberache simutilostato, emandaa questofinelegati aBuonaparte; 321. - sifalamutazione, equale; 323. umorie sette; 330 e 336. suo corpomunicipale; 33o. - semi di discordia ; 332. atto condater. - suadel suo. - sua constituzione ;-343e seg: descrizione ; III, 503. - difesa da Massena edoppugnata daglialleati; 504: - estremitàacui èridotta;508esegsiarrende ; 513, mossa- a cose nuove da Napoleone;IV, 177.-domandala suaunione aFrancia;-179. gran festa per l'arrivo di Napoléone ; 181. governo provvisorio creatovi da Bentink; 518. sua protesta; 535. dataa- ! re diSardegna, 536. GENTILI,generale per Francia',sbarcainCorsica, e necaccia gl?Inglesi; 1,517. = mandatoadoccupar Gorfù; II,438. Gesuiti. Perchèsoppressi;1 ,,6. comepiegaronola religione ;egoverno; 333. a2

566 TAVOLI DELLE MATERIE . 73 > 54. loroastuteinsinuazioni; IV, 192.. rinstaurati nel regnodiNapoli ;019 Gianni, poeta. La Cisalpina gli dà la naturalità; II, 408. Giavarino (battaglia di); IV, 320. GINGUENÉ, ambasciatore di FranciaaTorino; III, 63,+suo diseorso al re ; 66. domandaun indulto a favordei nova tori; 88. vuol farrivocare il conte Balbo da Parigi; go.--suequerelesulpasso preso dai regi sulleterre della se pubblica Ligure;-94: e sulla condotta del governo Pie montese ; 97::-conclude un indultocol ministro del re; joo . domandaal re la cittadella di Torino;'101. do manda il cambiamentodei ministri regj ;. 1212 - scena ri dicolain sua casa ; 122. èrivocato; 124. sue qualità, 125, > aGIOVANELL ,provveditor de Veneziani a Verona, II,221. pattuisce perVeronacoi Francesi ; 262

GIOVANNI (arciduca), generalissimo diAustriain Italia; IV, 299 suo manifesto agli Italiani;-3011 - vincea Sacile; 306. si ritira dall' Italia ;314:---perde la battaglia di Giavarino; 320.

Giuliani,municipaledi Venezia; II, 426. Giúnta,sopralecongiúreinNapoli,esuoprocedere;1;-273. in Toscana,'e sueoperazioni; IV, 242, GiuramentiprescrittidaNapoleonenelleMarche, eloroeffetti; IV,286.in- edin Roma,& quali lagrimevolieffetti ne se guono;339. Giuseppe II,imperatore d'Alemagna. Sue lodi, ed utili riformefatteda lui;1,8. papa Pio sestoil vaa trovare a Vienna; 1o. GIUSTINIANI (Angelo). Sue generoserisposte a Buonaparte; II, 281. GIUSTINIAN ( Leonardo ) , mandato dai Veneziani legato a 2 .

TAVOLÁ DELLE MATERIE: 567 > . Buonaparte II,238. - come gli parli, e risposta chene,;. ottiene ; 268.

HADDICK,generale Austriaco.Suovalore alla battagliadi Ma rengo ; IV, 25. Haquin, generalediFrancia.Sitrovatra isollevati diPavia,'e come n'ètrattato; i HÄUTEVILLE (conte ),ministro delre diSardegna, congedato, e perchè; II, 24. Heryev, ministro d'Inghilterra in Toscana. Sué superbe inti mazionialgranduca; 1,159. Hi ler, generale Austriaco ,invade l'Italia;IV,493.

Goveano, giustiziato in Piemonte, e perchè; II, 376.

GovernoprovvisorioinPiemonte;III,138. ---sueoperazioni;; 214:-domanda l'unionedel Piemonte allaFrancia; 219suabella provvisione circa l' università degli' studj; IV, 42.

Governoprovvisorio in Napoli,esuacondizione; III, 177.i seg. che faccia all'approssimarsideiregj; 407.

GRENIER,generale di Francia. Come combatta nellabattaglia di Savigliano; III, 391. Grotta-Ferrata (convento di), conservato dalla consulta di Roma , e perchè ; IV, 347.

Grouchy.Sue operazioni inPiemonte; III, 132. sottomette gli Acquesani insorti;223. ferito e preso nella battagliadi Novi ; 379.

Governoprovxisorioin Genova. Sue deliberazioni; IV; 43.. Grecia (guerra in) ; III, 287..

GUIDOBALDI, membro di una giunta sopra le congiure di Na poli; I, 273. . 1,73410.

568 LeTAVOLA DELLE MATERIE. -Hofer (Andrea ), Tirolese. Sue virtù;IV, 309. -incita i suoi compatriotti controNapoleone, ed in favor di Fran cesco ; 311. preso dai Napoleoniani;:324. - morto da loro ;325.

HOHENZOLLERN, generale d'Austria.Suaguerra nelModenesecontroMacdonald; III, 313. - edin Liguria;492e499. fermaungovernoprovvisorio, eraffrena le vendette in Genova ; 514 HOMPESCH ,gran maestro dell'ordine di Malta. Come ceda l'isola aiFrancesi; III, 13. HoTham,viceammiraglio d'Inghilterra, vince í Francesi al capo di Noli; I, 258. e I e IMPERATORE d' Alemagna.VediFRANCESCO.

IMPERATORE dei Francesi. Vedi NAPOLEONE. IMPERATORE di Russia. Vedi Paolo, e ALESSANDRO. Incoronazionedi Napoleone, come imperatore dei Francesi; IV, 159. -- come re d'Italia; 175. Instituzione canonica dei vescovi. Pareri, e discussionidiverse intorno allamedesima; IV, 411 e 415. Italia, Specchio del suostatonel 1789; 1, 54. parti,settefazioniche viregnavano, 137. - si appropinquano lesue calamità;315. spoglio dilei; 396 e 463. ca lunnie di alcuni agenti di Francia contro isuoiprincipi; 470. = nuovi pensieri che vi sorgono per le vittorie dei Francesi; II, 2. moltiformimaniere di rubar lei ed i soldati;83. in quale stato la lasci Buonaparte, 423. pensieri che vi nasconoper le riformeviolente fatte nella Cisalpina da Trouvé e daRivaud; III, 59. miseriein credibili;IV,245. Italianis'appresentano a Napoleone per chiamarlo loro re; IV, 162.- loronuove adulazioniverso dilui; 238. . e

227.-rimandatovidopolerottedel 1799,subipensieri rispetto a lei;359. - arriva al campo di Liguria e suamodestia; 362. vuol combattere econvoca una dieta militare perdeliberare; 364. è uceisonellabattaglia diNovi; 372. Judenburgo (tregua di); II, 198.

JOUBERT. Combatte valorosamente a Rivoli; II, 141.- suoi fatti in Tirolo; 186. combattuto ed accerchiatodài nemici, come e dove si ritiri; 189.- invade il Piemonte e procura l'abdicazione del re; III, 132. rivocato dall' Italia,eperchè;

TAVOLA DELLE MATERIE. 560 J a

JUNOD.Mandato da Buonaparte a fare unviolento uffizio aVenezia; FI, 230. K Keim , generale d Austria.Combatte valorosamente nellebattaglie di Verona; III, 233. prende la cittadella di Torino; 278. - come combatta nella battaglia di Savi gliano; 394.- suo valore in quella di Marengo; IV, 25 e 32. Keith, ammiraglio d'Inghilterra,stringe d'assedioGenova; III, 505.KELLERMANN, generalissimodiFranciasulleAlpi, e sue pre parazioni di guerra; I, 133. - assedia Lione, e s oppone ai Piemontesi; 171. gli respinge; 175. suédispo sizioni sullariviera di Ponente;264. - combatte la San Giacomo edaMelogno; 266. siritiraa Borghetto;270.'

KELLERMANN figlio. Suo valore nello stato Romano, e suelodi ;III, 150. facapitolare, il conte Ruggiero di Dámás, generale dei Napolitani; sua umanità 156 combatte conmolto valore; e contribuisce efficacemente e a

LAHARPE',generale Francese difendeVado; I, 266. - èuc ciso'a,Codogno,e sue lodi ; 368. LÄHoz',generale Cisalpino. Suomanifestocontro Venezia; voltal' armicontroi Francesi, e perchè; HII,455e seg.-copduce icollettizj diRomagnacontro Ancona, è ferito mortalmente; 461..- sueultime parole e sua morte;462 LALLEMAND ministro di Francia a Venezia', e suo ingresso; 222. + sue insinuazioni controilducadi Modena; 395. che cosa proponga al governo Veneto;11, 37. do mandaalsenato la cagionede'suoi'armamentie suecontra II, 227 1 ,

570 TAVOLA DELLE MATERIE ." e > . alla vittoria di Marengo; IV, 24 e32. parole chegli dice ilconsolo dopo il fatto, esua risposta;32. Kerpen, generale Austriaco. Fa la guerra nel:Tirolo; II," 186. KILMAINE. Sua lettera in occasione della rivoluzionedi Ber gamo ;II, 216. sforzaiVeronesi a capitolare;262.Klenau, generale d Austria.Romoreggia sul Po; III, 238 e 243. sua guerra nel Modenese, contro Macdonald; suoimovimentinella riviera di Levante; 336. KRAY , generale d'Austria in Italia ; III, 225. Verona; 232. - ed a Magnano; 240. assedia Man tova ;260. allarga l'assedio per cagionedelle mossedi Macdonald -nel Modenese;316. vi torna, l'op,pugna gagliardamente e la prende;347. come combatta nella battaglia diNovi; 372. lasciato da Melas sullerivedellaScrivia e della Bormida, é perchè;389. 317. vince ae > Kel Lacombe San Michele, generale di Francia in Corsica contro Paoli; I, 150. -- ambasciatore diFranciaaNapoli; IIP,33.

LAVALETTE. Mandato da Buonaparte a fare un violento ufficio LAZZARONIaGenova;II,314..Loroterribile sommossa in Napoli, e battagliacontro i Francesi in campagna; III,168. vinti , com battono di nuovo i Francesi in Napoli ; 175.

7

LEBRUN , principearcitesoriere. Ordina Genova alla Francese; IV, 181. 58 Legazioni.Sidannoalla Cisalpina;11,396. Legione Calabra.Suo coraggio indomabile; III,419. LEMARROIS. Porta itrofei di Areolein Parigi; II, 129. governator generale dellamarca d Ancona; IV,284. Leoben (preliminari di); I1, 1989 omeli:194 -

LASALCETTE.Suovalore nella battaglia di Nicopoli;111, 290, cometrattatodaiTurchi, ed Albanesi; 298. LATOUR-Fois &c. DifendeMantova controgli alleati; III,348. -obbligato ad arrendersi; 353.

LATTERMANN, generaleAustriaco.Sua guerranella rivieradiPonente; III, 494, LAUDON, Come combatta in Tirolo; II, 186 . romoreggia allespalle dei Francesi; 190. -- comparisce nelBresciano, 198. pressato nel Tirolo,come scampa; IV,68. Laug ER, capitanodi una naveFrancese. Ucciso in Venezia, comee perchè; II, 259..

DAVOLA DELLE MATERIE: - 571 > dizioni; 68. legge,alsenato lettere acerbissimedi Buona parte; 233 e 235. fa , per mandato del medesimo ,'un violento uffizio al senato ; 268 , Landrieux. Sue rivelazioni sulle trameche si ordivanocontro Venezia;II, 2011 LANNES,OccupamilitarmenteGenova, II , 343. --- come com; batta, alla Chiusella ; IV, 17. a ed a Montebello; 20. ed a Marengo; 25.

512 TAVOLA DELLE MATERIE. cesi;ILO" ).Muove i Tirolesi all'armicontro iFran : LEOPOLDO,granduca di Toscana. Sue lodi ed utili riforme fatte dalui; I, 13. suamorte, ed effettidilei; 73. LERBACK Losartana LEWASCHEW, generale Russoin Italia,econ qualmissione; IV ,73. Leucio(San).Singolarecoloniafondatadal reFerdinandodiNapoli; I, 29. Libertini.Fanno una sommossa pericolosa in Genova; II, 306. sono vinti dalpopolo,e come;311. LICHTENSTEIN (principedî).Assedia, e prendeCuneo; III, 396 e 898. Ligure(larepubblica). Dichiara la guerra al re diSardegna;III,96. Linguadoca.Moti'in questaprovinciacontroil consessonazionale; I, 168 Lione.Sisollevacontroilgovernorepubblicano,esuoassedio;I,167eseg.siarrendeairepubblicani,ecometrat tato da loro; 176.--- consulta Cisalpina in dettacittà; IV, 114. Liptay, generale d'Austria. Vinto a Castiglione; I,482. combatte valorosamentea Rivoli; II, 141. Lissa (fazione navale di); IV, 473.do Livorno.Occupatodai Francesi; I, 465. febbregialla.Sua descrizione; IV, 134. Loano (battaglia di); I, 294. godinedonna Lodi (battaglia delponte di); 1, 371. Lonato (battaglia di; I,480.=fatto mirabileaccadutoa Buonaparte ivi;486 . BIOS Lucca.Natura del suo governo ,ede'suoi popoli;1,49. suarivoluzione; III, 212. cambiatodaNapoleone, e, data ad Elisa e Baciocchi; IV,187

TAVOLA. DELLE MATERIE. 573 LUCCHESINI (marchese). Suoi consigli al re di Prussia; IV, 150. deputato dalre di Prussia aNapoleoneaMilano; 173. Lugo. Sisolleva contro i Francesi, ed effettidi questa solle vazione ; 1, 448. LuigiXVI. Vedi Francia.

LuigiXVIII. Accettato in gradº di ospite dai Veneziani, e sua condotta; I , 220 e 3111 sua espulsionedomandata al senato Veneziano dal direttorio; 312. come riceva questa nuovaingiuria della fortuna; 314. dove siri tiri; ivi. Luneville (pacedi); IV, 75. LUSIGNANO, generaleAustriaco, fatto prigionierodaiFrancesi; II , 143.MMACDONALD. Combatte valorosamente nello stato Romano ;III, 149. assalta Capua invano; 165, -succede a a Champio net nel governo dell'esercito in Napoli; 190.suomanifesto contro lacorte di Napoli; 207. suasuagenerositàversoidiscendent delTasso;211. partedaNa poliperl'Italia superiore;306. arriva in Roma;-319. vince alcune citta sollevate in Toscana, ma non può sottomettere Arezzo; 312 varca gli Apennini,edentra nel Modenese; 316. sue battagliein questo paese contro Klenau , Hohenzollerne0 3 - entra in Modena;O 320. - i conduce a Piacenza; 893 sua prima batta glia alla Trebbia ; ivi. seconda 325. - terza , 330.. , si ritira; 335 e 337:-suequalità; 338. - suo mirabilepassaggio dellaSpluga:IV,59. suoi disegniin Tirolo; , ecome glivengano rotti;69. occupaLubiana; 318 Máck, generale del re diNapoli Sua guerra nello stato Romano;IIF,39 e 149. é vinto daChampionnet, e si;

MAMMONE., uomo crudele. Solleva la Campania controi re :: "pubblicani; III, 194 e403. Manhes, generale,Francese. Mandato dal re Giovacchino a paejficar le Calabrie, ottiene l'intento,e per qualimezzi ; IV, 363.

574 TAVOLA DELLE AN ; > ( > MATERIE. Fitipa a Capua; 153 e 154.-poia Napoli; 160. - final mentealcampodiChampionnet;168. èvinto daNapoleone in Germania ; IV, 204, 206. Magliani (battaglia di);1 , 329. Magnano (battaglia di);III , 239. Maida (battaglia di);IV, 225.

MANIN. Vedi Doge diVenezia. MANTONÉ, ministro dellarepubblica Partenopea.Comeordini la guerra contro il cardinale Ruffo; III,414. - va controilcardinale,ed èvinto;417. - suo supplizio in Napoli, ed estremo coraggio ; 441. Mantova,sua descrizione; 1,501.-- fazioni importanti sotto le sue mura; 506. sua condizionemiserabile altempo dell'assedio ; II, 158. -- si arrende alle armi Francesi ; 159. oppugnata gagliardamente e presa dagli alleati; TII, 34; e seg Marche,unite alregnoItalicodaNapoleone;IV,283.

Maremme Sanesi. Loro descrizione, e lavori fattivi dal duca Leopoldo';I, 18, Marengo (battaglia di); IV, 23.--( festa a); 169eseg, gran

MALMESBURY,.mandato dall'Inghilterra a trattar la pace in Francia';II , 74. Malo-Yaroslavetz (cimento terminativo di) fatale a Nápoleone ; IV, 479. Malta, presa, presa daiFrancesi; III, 12.; . presa dag? Inglesi; > > ; IV,49.

TAVOLA DÉLLE MATERIE .. 575 >

i 1 1

MARESCA'lchi inviato a Vienna della repubblica Cisalpina ', suequalità ; II,406.- inviatoa Parigi,concludeun con cordato perla repubblica Italiana ; IV, 144. Maret (Ugo:). Sue minacce al papa prigioniero in Savona; IV, 374 MARMONT mandato da Buonaparte in Cispadana , e perchè; II, 79:-suo viaggio dalla Dalmazia a Gratz; IV, 318. Marsiglia. Si solleva contro ilgovernorepubblicano, ed in ajutodi Lione; I, 169., -- presa e saccheggiata dai re pubblicani; 173. Martin, ammiraglio di Francia. Vinto dagl'Inglesi alcapo diNoli; 1,258. Mascheratamolto schifosa, che escedalla cittadella diTo rino, epericoloche ne nasce';'IJI, 117, Massa eCarrara(ducatodi). Occupato daiFrancesi ;1,468: MASSENA, generaledi Francia.Suequalità;1, 193. prende ilponte di Nava; 198. suo invitoai Piemontesi ; ipi.--con qualiparole animiisuoisoldati; 295. - ha principal parte nella vittoriadiLoano;297. vinceProverasullaBrenta; II, 101.- suo valore nella battaglia d'Arcole;! combatte ferocementepresso aVerona;135. ed aRivoli;139. - vince un fatto importante alla Pon teba ed a Tarvisio , 190. rimproverato e disobbedito da suoi ufficiali; 506. mandato in Liguria dalconsolo; III, 486. come ordinato; 488. come combatta fuoridellemura diGenova; 493, 496 e5071-come si difenda den tro ; 508e seg - costretto alla resa ;513. - vince l'arci duca Carlo a Caldiero; IV, 206. Mathieu(Maurizio ). uo valorenella guerra dellostatoRox mano;III, 150. ferito àCapua ;165. Marrel, cardinale. Mandato dal pontefice a trattar la pace con Buonaparte; II, 167, Irge124 >

MENARD , generale diFrancia. Fa cessare colla sua prudenza un gravepericolo in Torino;III, 119. Menou , generale Francese , amministrator generale in Pie monté; IV, 106.

576 TAVOLA DELLE MATERIE.-

MAULANDI,capitano nelle truppePiemontesi. Suelodi;I, 208. Maury, cardinale. Grave riprensione che gli failpapa; IV, 394 TheDino MEDICI, ministro del re Ferdinando in Sicilia.Sue opera zioni ;IV, 449. - rinunzia, e perchè, 455. Melas, generalissimod Austriain Italia; III, 225. vince a Cassano, 248. entravittorioso in Milano ;256. vi frenale intemperanze popolari;257. con qualeabilità contribuisca alla vittoria diNovi; 375. vincea Savi gliano; 391. assediaCuneo; 396. ingannato da Buo naparte ; 489 e 502. - suo bando ai Genovesi;491.sua guerrasulleriviere diGenova; 492. stringeGenova; 497: accorre alladifesa dellaLombardia;IV, 13 e 19.è vintoa Marengo;23.- capitola della resa d'Italia' superiorecol consolo ; 33. Melogno ( battaglia di); I, 266. Melzi, vicepresidente dellarepubblica Italiana.Suodecreto ad esecuzione delconcordato conclusoconRoma ; IV, 145. - s'appresenta aNapoleone cogl'Italiani per chiamarlore d'Italia ; 162.

MERENDA,commissario del santofficio in Roma. Suoparere sul concordato del 1801;IV, 92. Messina(congiurein);IV,446. MICHEROUX, generale del re diNapoli.Comecontribuisca alla rinstaurazione della potestà regia; III , 405. Milanesi.Vanno a congratularsi coi Cispadani; II,77. vogliono far un moto perl'independenza, ecome èsentitodai Francesi; 82. --loroamministrazione generale spp pressay e perchè; 388.

TAVOLA DELLE MATÈRIE. 577> -

Milano. Viene in poter dei repubblicani; 1 , 378. op! nioni , sette ed umori che vi regnano ; 379. festa della confederazione chevi sicelebra ; II, 392. - riconquistato daiconfederati; III, 254. magnifica festa perl'incoronazione di Napoleone; IV, 175. discussioni nel suo se natocirca l'independenza del regno; 525. commozione popolare; 533. occupato dagliAustriaci; 535. Mincio (battaglia del);IV, 63. Miollis, generale di Francia a Lucca; III, 212.- sua guerra in riviera di Levante; 507. - vince i Napolitani in Toscana;IV, 72. comeoccupaRoma; 275. - presi dente della consulta di Roma; 327. Miot, ministro di Francia a Firenze. Come parli degl'Italiani; 1 , 512. Modena. Moto in-lei contro ilduca; II, 10. congresso ;'16. Modenese (guerranel),trai Francesieglialleati; III, 316. Modesta, fregata Francese presa dagl' Inglesicon uccisione dimolti nel porto di Genova ; I, 16r. MOLITERNI principe. Eletto capo dal popolo di Napoli; III , 169. macchina di dar Napoli ai Francesi; 170. assi curalorolapossessionedeicastelli; 171 e 175. sueope razioni in Calabria; IV, 262. Mondovi (battaglia di); I, 344. - si solleva contro i Fran cesi ; III , 262.. MONFERRATO (duca di). Governa le truppe Piemontesi in Sa 'voja,e sue qualità ;1, 170.- difendelavalled'Aosta; 200. Monge. Mandato da Buonaparte a fare un onorevole ufficio presso la repubblica di San Marino; II, 170. mandato a dare una constituzione a Roma ; 510. MONNIER, generale di Francia.Sua forte difesa in Ancona ;III, 453. s'arrende con onore;465. suo valore nella battaglia di Marengo;IV, 27. >> a >IV . 37

MONTESQUIOU, generale diFrancia , invade la Savoja; 1, 89. MORANDO. Uno deicapidellarivoluzione diGenova;II, 304. - è vinto dai carbonari ; 312.

Moreau.Suovalore nellebattagliedi Verona; HI, 232 e237. - ed in quella di Magnano; 239 e 241. - assume ilcomando supremo dell'esercito in vece di Scherer;246. 2 è vinto a Cassano ; 250. si ritira al Ticino ; 252,poi ad Alessandria ; 259. vince i Russi a Bassignana ; 260. siritiraa Cuneo, poi oltregliApennini'; 263e 264. suoi pensieri per resistere agli alleati; 305 e 314. scende dagli Apennini, soccorre Tortona e vince gli Aus triaci a San Giuliano;339 e seg. - dinuovo si ritira alle montagne di Liguria ; 341.-destinato al Reno, maresta. alcampo di Liguria per instanza diJoubert; 362. perde la battaglia di Novi; 377. Murat. Come combatta a Marengo; IV, 25. nominato re diNapoli daNapoleone; 251. -prendepossessodelregno;252: togli l'isola di Capri agl'Inglesi; 254. spirito del suoregnare; 255. tenta invanounaspedizionecontrola Sicilia; 359. suoi vanti perl'independenza d'Italia ;1 481.,- sue praticheal medesimo fine; 495. - s'accorda coll'Austria, é fa guerra aNapoleone; 510, Musaico (opere di),Come incoraggiate in Roma dalla con sulta ; IV, 355. :: Museo Pio-Clementino. Vedi Pro Sesro. is! a > e ... a CologyNani, provveditore delle lagune,e lidi a Venezia; II, 65. NAPOLEONE( VediConsolo).Incoronato imperatordei Fran

538 ' TAVOLA DELLE MATERIE. . 2 e> a Montecorona (convento di). Sua descrizione; IV, 347. Montenegrini. Loro guerra coi Francesi ; IV,231. Montenotte (battaglia di) ; 1, 323.

TAVOLA DELLE MATERIE . 579---cesi; IV, 159. - vuolfarsichiamarered'Italia;gl Italiani il fanno pagodi questosuo desiderio; 162. risposta che; loro fa ;'165. suo discorso alsenato di Francia ; ivi. suoidiscorsiinTorino; 167: granfestaaMarengo; 169. - incoronato re a Milano ;175.unisce Genova alla Fran cia; 180. va a Genova, e feste che gli si fanno; 181. cambiaLuccadandolaa Baciocebiedalla sorellaElisa; 187. - unisce Parma; 188. minaccia-l'Inghilterra; 197.-s incammina a nuova guerra contro l'Austria; 200.- fa un accordo con Napoli; 202. vince in Germania; 204 e 206. fa la pacea Presburgo ; 213. suo terribile mani festo controilre di Napoli; 214 - crea suo fratello Giu seppere di Napoli; 221. unisce la Toscanaalla Francia ; 241 e 244. = sueopere magnifiche; 249. togliela Spa gnaaiBorbonienomina resuofratelloGiuseppe; 250 e 251.nomina Murat re di Napoli; 251. si volta contro il papa; 264. gli contende la possessione delle Marche, e vuole che il papa faccia una lega difensiva ed offensiva con lui; 265 e 270. vuole aver facoltà d'indicar la nomina del terzo dei cardinali; 273. occupa con inganno Roma ; 275. unisceleMarchealregnoItalico; 284. - dinuovoin guerra coll'imperator Francesco; 296. suo parlar borioso ai soldati dopo la vittoria, 310. vincitore a Vagria ; 321. - costringe Francesco alla pace; ivi. unisceRoma alla Francia; 325. scomunicato dal papa; 328. fa carcerare ilpapa,poi condurloaSavona; 329.riceve i Romani e come lor parli; 333 e 334. suoi di segni sopra la religione; 369. proposizioni che fa al papa ; 426 e 437: --- il fa condurre a Fontainebleau ; 442. sua guerra contro la Russia'; 474. è vinto;479. fa oncordato col'papà a Fontainebleau ; 483.rotto a Lipsia; 485.-perisce, e vaall'isola d'Elba; 520.eun nuovo con aNapoli. Tumultoorribile; III, 168.-sanGennaro vifa il? miracolo in presenza dei Francesi; 182. - male disposi-

:580 TAVOLA DELLE MATERIE . Murat e; zioni verso,il governonuovo; 190. -suo stato quandoco mineidadesserminacciatodairegj;407.-- preso;422.crudeltà or ibili che vi si commettono; ivim supplizj la grimevoli; 436. - occupato dai Francesi. IV, 218. -,Giuseppe re; 221. 251. Napolitani. Loro condotta nello stato Romano; III, 148, loro natura; 179. - loro eccessiin Roma; 452. Naselli, generale del re di Napoli, sbarca a Livorno;III, 148. costretto arimbarcarsi;.159. occupa Roma, e quello che vi fa ; 450. Nava (ponte di);-Combattimento ostinato tra Francesi e Piemontesi; 1, 1975 Nelson ; 'NELSON.Vince ad Aboukir; III, 17e seg.-trasportail re di Napoli in Sicilia; 162: rompe la fede inNapolied è cagione di supplizj lagrimevoli; 431. -come onorato e,premiato dalreFerdinando;447.- prendeMalta; IV,49. Nicopoli (battaglia di);III , 290. ( contea di), invasa dai Francesi ; I , 96. Nizzardi.Loro opinioni, e procedere; I, 131 . Nobili in Francia. Loro opinioninel 1789; 1, 58. Piemon tesi ; loro árti con Buonaparte; 356 . . Novi (battagliadi) ; III, 372. Nugent, generale Austriaco, romoreggia e fa guerra sulPo inferiore; IV, 506. e Nizza 7 0 Ocsacow ,ammiragliodiRussia,oppugna eprendeCorfù; III, 299 OCSKAY, generale d Austria. Fadeboledifesa allaPontebaed a Tarvisio con gravedannodell'Austria; II, 191. Olivier."Sua spedizione in Ca abria ; III , 196.

PAGANO (Mario ), membro del governoprovvisorio diNapoli; III, 178. - suequalità; 179. suo modellodiconstitu zione; 183. suo supplizio; 436. Pallanza. Moto in questa città contro il re di Sardegna III, 22. Paoli,Suoidisegni contro laCorsica; I,126.-sueesorta zioniai Corsi ; 148. suoieccessicontro iGenovesi;229. chiamato a Londra, e perchè; 277. Paolo imperator di Russia , fa la pace col primo consolo ; JH , 483

TAVOLA:DELLE MATERIE. 581 Oneglia, presa dai Francesi; I, 195. Ordini feudali. Comenati;I, 4. Ornavasso (battaglia di) tra Piemontesi, repubblicanieregj; III, 85.

OTTOLINI, potestà diBergamo peiVeneziani. Armala provincia, eperchè';1, 439, eII, 62. -- Cacciatodallasuasede, e da chi; 205. e P Pace di Tolentino; II, 168. di Campoformio; 420. - di Luneville;IV,15. diPresburgo;213.--diVienna;321. Pacca, cardinale.Separato per forza daPio VII, III, 331.relegato nel forte di Pietra-castello;333.

OSTERMANN, ministro diRussia. Come parlidel re di Sarde >Behandlingen > gna; I, 353. eOtrante. Si sollevacontro ilgovernorepubblicano; III , 192. Orr, generale d'Austria. Sua guerra nel Modenese contro Macdonald; III,313. e nel Piemontese; 391.-e e nel Genovesato;492e506.- èvinto aCasteggio; IV, 19. -: ; suo valore nella battaglia di Marengo, 24. Ottimati (setta degli); I, 143.

QRSI i, cardinale. Sue opinioni singolari; I, 37.

Pavia (sommossa e sacco di); 1,,408. complimento dell'università di Pavia a Napolcone; IV, 171... Peculatoall' esercito d'Italia descritto; III, 83 e500, PERRONE, "conte, governatore, della Savoja. Sue qualità;PESAROI,go',procuratore di San Marco in Venezia. Suo discorso alsenatoVeneziano perpersuaderela neutralità armata; I, 114:--inviato a Buonaparte.; II, 2,1,1.- suoi sentimentinell'ultimafine della repubblica;276.

Pescara,Presadai Francesi; III, 1,59 Peschiera. Occupata dagli Austriaci; esuo stato; 1, 426. Pico, eapitano, incaricatoda Buonaparte di far ribellar Ve rona,contro i Veneziani; II, 219. Piemonte. Stabilitàdella sua monarchia ; I , 42. - opinioni inquestopaese nel 1789;45.-congiure chevi si fanno', e lodide'suoimagistrati; 211.'-stormo in massa, ipi.nuove sollevazioni e supplizj; III, 85 , 86, 90 e 110. iFrancesi,li vado os;ed obbligano,il re a rinunziare il ·sue condizioni dopo la mutazionedi goregno; 132.

582 TAVOLA DELLE MATERIE . PARINI.Suomotto sullalibertà;II,2001 QTV

Partigiani dell'anticadisciplina della chiesa. Loro opinionie ragioni; IV, 411. dell'autorità diRoma;loro opinioni e ragioni; 415. minusveppo ogliosisvolge PatrizjVeneti. Comesispoglinodellalorosovranità;II,295.

Parlamenti in Francia. Loro opposizionealre; 1,62. Consi Parlamento di Sicilia. V'ediSicilia. Parma. Opinionied utili riforme nel suo ducato; I, 33.cedutaalla Francia;; IV,76.unitaalei;188. ,

Patriziato misto alla democrazia, desiderato dagl'Italiani ; II, 7 Pavetti. Passa col consolo ilgran San Bernardo; IV, 3. ajutaefficacementela vittoria deiFrancesialla Chiusella;16.

fannoirepubblicanidiFrancia;

TAVOLA DELLE MATERIE. 583 1 >verno; 214. - ripreso dagli alleati, e suo stato sotto di loro; 271e 276. --'suo stato dopo la vittoria diMarengo ; IV, 37. riunito allaFrancia;100 e 131. sydeemi Piemontesi.Scendonoin Savoja percorrere inajutoaLione I, 170. - respinti dai Francesi; 195. a assaltanola con tea di Nizza,e sonorespinti; 178.sh li sinne isvasti PIGNATELLI (principe), creatovicario del Regno dal rediNapoli; III, 161. sua debolezza ed accordoche fa con Championnet; 165. Pilnitz(vera natura deltrattatodi) ; I', 73. Pino, generalediCisalpina. DifendeAnconacontroglialleati; III , 457 e 461. respinge iNapolitani dalla Toscana ; IV, 72. divenuto sospetto alvicerè,e perchè; 492. Pio sesto.SuoviaggioaViennaesueesortazioni all'imperator,.. Giuseppe secondo; I , 10.- perchè eletto papa; 36. suequalità; ivi. prosciuga parte delle paludi Pontine ;. 38. - suoi'abbellimenti in Roma; 40. -sue deliberazioni rispetto alla Francia; 77: --- suoiprovvedimenti; 215.domandechegli 394 e454. rifiutala pace col direttorio; II , 18. sue gravi esorta-., zioniaiprincipi;ivi. tratta coll'Austria; 154. Buonapartegli fala guerra; 156. èvinto alSenio ; 161. costanzaintantopericolo; 166.--mandalegati aBuonaparte per trattarlapace; 167. concludelapace,e conquali condizioni; 168.-sua generosità;473.- cagioni cheoperano contro dilui; 475. - suoi pericoli per l'uccisione di Du phot; 481. la Francia gli dichiara la guerra;485,, vede entrar i Francesi in Roma;-493.- come trattato ; 496. fatto partirda Romae ricoverato in Toscana; 497 e498. -sue instruzioni circa ai giuramenti;-512dotto in Francia dove nüore; HI , 231. Pio SETTIMO (VediGHARAMONTI). Sua creazione ; IV, 45: 3 sue deliberazionidopo il suo ingressoin Roma; 46. suo 'concordato col consolo;- 88.'- altro col presidente della suacon ; e

584 TAVOLA DELLE MATERIE. >-rl leone ; 271.repubblicaItaliana; 144.4 $ -stàsospesoalladomandadi Na poleone dell'essere incoronatoimperatoredalui; 151.-visirisolve finalmente; 154.- sua allocuzione ai cardinali in questo proposito; ivi: - suo viaggio in Francia, ed incoro;nazione di Napoleone; 159. torna in Italia ; 168. riceve ingrazia il de'Ricci,vescovo di Pistoja, ecome;189.-rinstauraigesuiti nelregnodiNapoli;195. cusa dientrare in unalegadifensivaedoffensivaconNapo sueragioni ; ivi. ricusa di riconoscere in Napoleone il diritto d' indicar la nomina' delterzo dei cardinali ; 274. - suoi lamenti sull'occupazione di Roma fatta dai Napoleoniani; 278. è sforzato il suo palazzo; 282. --- sue provvisioniinordineai giuramenti nelle Mar che; 287.-sua protesta contro l'unione delle Marche al regnoItalico; 291. - suaprotestacontro l'unionediRoma alla Francia; 327.-scomunica Napoleone; 328. preso; econdottoinFrancia, poiaSavona ; 329. comerisponda-alle minacce dell'imperator Napoleone ; 375. come pensi sullequattroproposizioni delclero gallicano; 377a come spieghi la scomunica; 378. - ela deposizionedeiprincipi fatta dai papi; 379. suoi sentimenti verso la Francia ; 381. - rifiuta le offerte diNapoleone; 383. come risponda al cardinal Caprara; 386. tentato dai deputati ecclesiastici a Sávona;426.-concessioni che faall'imperatore; 433. - suoirifiuti ; 435. breve del venti· settemb e 1811;438. - nuove molestie chegli sidanno; 441. condotto a Fontainebleau; 443. - suo concordato di Fontainebleau; 483. Pistoja ( dottrine di);I, 24. Pirt, ministro d'Inghilterra. Come ordiscaunanuovaconfederazione controla Francia ; III,3... PizzaMANO. Fattotra lui ed il capitano Laugier al Lido diVe nezia; II, 258. Polcevera. Sua sollevazione contro-Genova; II, 339.

TAVOLA DELLE MATERIE. 585 1 . > > 7 > > - a Poliziadi Parigi. Comefulminicontro ilpapa ; IV,400. Pontine (paludi). Lorodescrizione, storia, e prosciugamento fatto da papa Piosesto; I, 38.; Porto Ferrajo, occupato dagl Inglesi ; I, 512. poi per duto;518. Portogallo, tolto ai BraganzesidaNapoleone;;IV, 241. Prammatica.

Vedi Bourges. Precy, mandato daiLionesiinPiemonteperaccordare i disegni conglialleati; I , 130. Prelatidel consiglio eeclesiastico diParigi. Come rispondanoai quesiti dell'imperatore; IV,403.- mandati a Savona per trattar colpapa;426. ; Presburgo (pace di);IV, 213. Preti giurati.LoroopinioniinFrancia; IV, 79.

Primolano (battaglia di) ; 1, 499. Priocca , ministro del re di Sardegna. Sue istanze perchè la; Franciadichiari le sueintenzionicircailPiemonte; III , 75. - come risponda a Ginguené, ambasciatore di Francia circai fuorusciti egli stiletti ;78. - suoi principj sul passo su i territorj neutri; 95. - come rispondaa certe querele dell'ambasciator di Francia ; 98. - negozia e concludeun indulto con lui a favore degl'insorti; 100 e 198. proteste contro la domanda della cittadella di Torino; 104. - consente a metterla in possessione' dei Fran, ,come difenda il governopel fatto della Fra schea ; 114. sua generosa rassegnazione ed amor pa trio ; 121. suo manifesto nell'invasione ostile fatta dai Francesi del Piemonte; 134. va aporsi nella cittadella inmanoloro; 140. sue lodi ; ivi. mandato a Gre noble ; 214. Procida, isola. Supplizj che vi si fanno, TUI 407.. e > > 2 .. sue cesi ; 107 11 - a

Preveza(ferocemischia in) tra Francesi eTurchi; HI, 293.

QUO NADOWICH, generale d'Austria. Vince a Salò , e sulladestra dellagodiGarda; 1,475. costretto a ritirarsi da Buonaparte.; 478. scende di nuovo e s'impadronisce diLonato; 480.--- poi loperde; 481. - grave battaglia tra dilui e Augereau sulla Brenta ; II, 1014

586 TAVOLA DELLE MATERJE. > ; PRON!,uomo feroce , solleva l Abbruzzo contro i repubbli cani; III, 195 e403. . Propaganda ( instituzione della ). Suadescrizione; IV,349. Proposito dell'opera; 1,,2. Provenza. Moti in questa provincia contro il consesso nazio nale ; I , 168. PROVENZA (conte di). Vedi Luigi XVIII. PROVER4, generaled'Austria.VintodaMassena sulla Brenta"; II, 101 vince Duphota Bevilacqua; 134. -è vinto a Mantova; 146. Prussia (re di). Fa la pace colla repubblica diFrancia ; .I, 263. fomenta l'assunzione di Napoleone alla dignità imperiale ; IV, 150. Prussiani insorgono contro Napoleone; IV,480.> 2 Q > 3

QUERINI, inviatodellarepubblicadiVeneziaaParigi; I, 254 suo discorso al consesso nazionale erisposta del presi denle, 255. sue querele al direttorio per le rivoluzioni della terra fermaVeneta e come gli si risponda, II, 213. sitenta disottrargli denaro sotto specie di salute della u repubblica; 239. Quesiti dell'imperatorNapoleone al consiglio ecclesiastico"; IV, 389.

Repubblicani Italianisi ricoverano in Francia, e benévolenzadei Francesiverso diloro ; III , 280. lorodiscorsi ai consigli legislativi diFrancia; 282 e seg.

TAVOLA DELLE MATERIE. 587 'R> Raab. Vedi Giavarino. RAMPON. Suo bel fatto ; I , 323. sue lodi ; 338.. RANZA. Suoprocedere in Alba ; 1 , 346. - sue intemperanze in Piemonte ; IV, 40. Reggio. Si uove contro ilgovernoducale'; II, 10e 16.suo congresso ;17e 76.13 long Regnault(deSaint-Jean-d'Angely). Stromento principaledella presa diMalta; IJI, 11. REGNIER , generale di Francia.Vincelabattaglia di Campo tenese;IV, 219.-perdequelladi Maida;225. Religionecattolica. Suo statoin Francia; IV, 78. Repubblica. Vedi Cisalpina, Cispadana, Corfù,Francesie Francia ,Genova, Ligure:, Lucca, Napoli, San Marino, Venezia.

RepubblicaniNapolitani.Comesi consiglino all'approssimarsi deiregj ; III , 408. -con quanto valore sidifendano dal cardinal Ruffo ; 420.cli 2010 9 capitolano con lui ;429. =loroDaysupplizj; 436 eseg.co sa sigraoREWBEL, quinqueviro di Francia. Suo detto enormerispettoai Veneziani; II,59. in slofiq logRey,Combatteegregiamente a Rivoli;II, 142. Rucci(Scipionede'), vescovo diPistoja? Sue opinioni;1,24.- suo abboccamento colpapacritrattazione, IV, 190 . -

RepubblicaniPiemontesi vinti dai regj a Ornavassos; III, 85. - come trattati aDomodossola ed a Casale ; 86.e go:vinti e straziati nella Fraschea ; 110. come trattati in Piemonte dagli alleati ; 275.

588 TAVOLA DELLE MATERIE. > > RIVÅROLA. Mandato daiGenovesia Parigi,eperchè ; II , 322.. Rivaud. Sueoperazioniin Cisalpina; III, 57. RIVAUD, generale.Contribuiscaefficacementealla vittoria di Casteggio ;IV, 20. Ritrovipolitici in Napoli.Chemale facciano ; III, 186e408. Rivoli (battagliadi); II, 139. biaya ter RoccoSan Fermo.MandatodaiVeneziani aBasilea,econqual fine; 1, 218 . Roma (corte di). Sue opinioni; I, 24. - stato diessanel1789; 41. spavento inRoma, per levittoriedei Fran-= cesi ; 450. presa,econetrattatadaiFrancesi; II,493. --presa, e come trattata dai Napolitani'; III, 41.-ri.presa daiFrancesi; 154. - dinuovo presadaiNapolitani,edeccessi che vi commettono ; 450. Piosettimo vi ar riva, e sueprime deliberazioni'; IV, 46 e 47. - Roma occupata dai Napoleoniani ; 297. unita alla Fran cia ; 325. Romaniin Grecia.Libro scritto contro iFrancesi, e da chi;e 11,449 > Romani. Loromotoperlalibertà in CampoVaccino; II,493. - loro sommossa contro i Francesi; 508. loro disposi zioni verso i Napolitani; HII , 147. - loro deputati a Parigi, comeparlinoa Napoleone; IV, 334. Roveredo (battaglia di); I, 495. Ruffo(eardinale); sollevaleCalabriecontroil governorepubblicano; III, 193e 403. prende Altamura, e erudeltàche vicommettono isuoi;404. - sottomettelaPuglia;405. viene aNolaper istringer Napoli; -406istringerNapoli; 406. prendeNu Na poli; 422. capitolacoirepubblicani padronideicastelli" ; 429. esorta Nelson a serbar la fede data;431. riconosciuto dal re Ferdinando; 446. riceveil re Giu seppe Napoleonide sotto i baldaechino;IV,222.a - come >

Russia. Discordia tra lei e la Francia; IV, 196. Russo (Vincenzo). Suo supplizio in Napoli; 111, 439. e 3 S Sacco di Pavia ; I, 415. Sacile (battaglia di ) ; IV, 306.

TAVOLA DELLE MATERIE. -589 *

SALICETI, commissario di Francia in Corsica, e sue esortazioni ai Corsi; I, 150.- altre esortazioni di lui; 518. . Salò (fatto d'armi di); II, 223. Sant Agata.Fattod'armi ostinato traFrancesiePiemontesi; I, SANT'ANDREA195. ( Thaon di), governatorediTorino,scampa per la sua prudenza la cittàda un granpericolo; HI, 119. San Bernardo (ilpiccolo), preso dai Francesi; I, 200. SanBernardo (ilgran ),passatodai Francesicondottidal con solo; IV, 4 eseg. San-Cyr (Gouvion), generale di Francia. Sua continenzainRoma; II, 504. --- come combattaneicontorni di Novi; III, 388. - marcia da Napoliverso l'Adige; IV, 202. vince unbel fatto a Castelfranco; 211. San-Cyr (Cara),Suo valorenella battaglia di Marengo; IV, 27 e 32

Sandoz-ROLLIN, ministro diPrussia a Parigi.Qualeproposi zione faccia ai Veneziani; II , 49. San Giacomo (battagliadi); I, 266. San Giuliano,ministrodell'imperatore.Dichecosa tratti con Clarck ministro di Francia; II,74. San Marino (repubblica di). Natura del suo governo e de suoi popoli; 1,513 - trattata onorevolmente da Buona Part , èsuå risposta alleofferte dilui; II, 170.>

SARMATORIS (contedi). SueoffertealpapàaSavona; IV,373. SassaridiSardegna.Faqualchemoto e dimandaglistamenti; I, 278." Savigliano (battaglia di); III, 390. Savoja, invasa dai Francesi'; I, 89. - miserabile fuga deifuoruscitiFrancesidalei; 99. Savojardi. Loro opinionie procedere; I , 130 e 172.

Schiarino-Rizzino(convenzione diytra ilviceré d'Italia ed il generaleAustriacoBellegarde; IV,522.

SEMONVILLE, mandato ambasciatore dal governo di Francia al redi Sardegna, rifiutato dal re; 1, 88 :: Senato. Védi Bologna, Genova, Milano eVenezia. > OC e e> > 2 > 2

x 590 TAVOLA DELLE MATERIE. > > San Severo. Si solleva contro i repubblicani; preso e come trattato ; III , 196 e 199. Saorgio, minacciato dai Francesi; I , 207. -preso; 209.Sardi. Come sidifendanodaiFrancesi; I, 146.

-

SCIARPA, uomo feroce, sollevala provincia di Salerno contro i repubblicani; III, 194 e 403. pertina, tauto 2Scomunica. Comespiegatada Pío settimo; IV, 378.lt

SCH PANI,mandato dalgovernoNapolitanoin Calabria, e suequalità;III,198. rottodairegj;418.is simt' '

SCHERER, generalissimo, di Francia sulla riviera di Ponente; I, 293. - confortail suo governoa far l'impresad'Italia;ivi--vince la battagliadi Loano; 294. scambiatoda. Buonaparte,e perchè; 318. nominato generalissimoin' -Italia,111,226. incomincianuovaguerra; 228. cipalaToscana, ecome; 230. è vinto a Verona; 232. suo errore;237:+ èvintoaMagnano.; 239. i ritira sull'Adda, e lascia il comando aMoreau; 246.

Sapona,importanza del suo sito,e disegnideibelligeranti 'sopra dilei; I, 265. - papacattivo in Savona;IV,370.

SOMMARIVA(marchese di).Muove iToscani controi Francesi; IV, 53. èvinto , e siritira;72. liss Sorrento preservata dal sacco per la memoria del Tasso ; III , 211. SSD 2

SERRA, membro del governo provvisorio di Genova, imputato daipatriotti, eperchè; II, 332 e 337.- e da Faipoult, e perchè; 342. - accusa Faipoult, e perchè; ivi. Serra(Girolamo),presidentedel governoprovvisorioordinato da Bentink in Genova; IV, 518. Serravalle,fortezza del Piemonte, presa dai Liguri; III, 97. - presa dai confederati; 355.

TAVOLA DELLE MATERIE. 59: Serio (battaglia del'); II, 161.

SerrisTORI, ministro delgranducadiToscana.Comerisponda alle superbe intimazioni diHervey, ministro d'Inghilterra; I, 160. Serrurier. Consegna Venezia agli Alemanni; II, 471. fa rivoluzione in Lucca ; III , 212. combatte con valore, edè fatto prigioniero nella battaglia di Cassapo ; 248 e 253. Sicilia.Suoparlamento,come composto; I, 31. il're Fer dinando vi si ritira;III,161.- accidenti avvenutiei;IV, 445. - cagioni dimala contentezza; 446. parlamento, e suoi atti; 454. - constituzionedatadaesso;463. cause che fanno perirequesta constituzione; 471.

SERBELLONI, presidente del direttorio Cisalpino. Suo discorso nella festa della confederazione; II , 393.

Siciliani.Loro onorata risoluzione; IV,456. Sidner-Smith. Suoi fattinelregnodiNapoli; IV, 224. Silva (marchese). Suo discorso nelconsiglio del re di Sar degna perpersuaderla pace colla Francia; 1, 280 eseg., Società di pubblica instruzione inMilano,Sua composizione,e discorsiche vi si fanno ; II,382 .1995

592 TAVOLA DELLE MATERIE. Soulr: Combatte valorosamente nella riviera diPonente; III, 493: - ferito e fatto prigioniero ; 508. SPADA. Suoi maneggi per cambiare il governo di Venezia ;II, 290.> -> > . Spagna. Fa la pace colla repubblica Francese; I, 279. tolta ai Borboni daNapoleone; IV, 250. GiusepperediIY Spagna; 251. SPEDALIERI. Suaoperasingolare; I, 79 SPINOLA (Vincenzo). Inviato straordinariodiGenova aParigi; . II, 27 e 29. SPINOLA (Cristoforo), ministrodiGenova a Londra. Rivocato, e perchè; II, 334. , Spluga mirabile passaggio eseguito da Macdonald; IV, 57. St menti di Sardegna. Che cosa sjano; I, 278. Stato ed opinioni d'Europa nel 1789; I, 4. STUARD , generale d'Inghilterra.Vince la battaglia di Maida; .IV, 225. Sucher.Sua guerra in riviera di Ponente; III, 494. difenda il territorio Francese; 500. SOWAROW, generalissimo dei confederati in Italia. Vince a Cassano ; III, 247. III,247. entra in Milano; 2 258 respinto da Bassignana; 260. suo manifesto esortatorio ai Pie? montesi;264:-attende all'espugnazionediTorino; 269. vi entra, ecome ricevuto;271. vi crea un governo interinale, equale; 273. prega ilre atornar nel regno; 279. si dispone a combattereMacdonald; 317. sua primabattaglia contro diluiallaTrebbia; 323. seconda; 325. terza; 330. --- perseguita iFrancesivinti; 335. cinge d'assedio Alessandria ; 343. vuol combattere a Novi malgrado dell'opinionecontraria degliAustriaci; 370. vince; 372. - prende Tortona;-384. · parle per la guerra Elvetica; 385. - suequalità; ivi. come - ->S - -

TAVOLA DELLE MATERIE. 593 T > C

TALLEYRAND, ministro di Francia. Suoi sentimenti sul Pie monte; II, 360.-suo motto inconveniente sugl Italiani;, 423. - sue lettere all'ambasciator di Francia in Torino circa certecongiure in Italia; III, 88. -suo parere sulla riunione della corona d'Italia aquelladiFrancia; IV, 165. Tanucci, 'ministro del re Ferdinando. Sua buona amministrazionein Napoli; I, 27. Tenda (colle'di), preso dai Francesi, e sua descrizione; I, 209. Tenivelli, storico. Suo supplizio in Piemonte, e sue lodi; II, Tirolo367.(battaglia nel); II, 186 . moto de'suoi abitatori contro i Francesi; 188. altro moto e sua natura singo lare; IV, 3og e 323. Tissot, capitanoFrancese. Suo estremo valore a Preveza , ed Nicopali; III,293. Tolentino (pace di ); II, 168. Tolone. Si dà ai confederati; 1 , 165. - oppugnato ed espuI gnato per un feroce assaltodai repubblicani ;177:-- spo glio che ne fanno i confederati nell'atto d'abbandonarlo; 183. misera condizione dei Tolonesi; ivi. Torino (corte di). Vedi Sardegna. Preso dagli alleati ; III , 270. terrore che vi regna; 271. sua cittadellapresa; Tortona278., liberata dall'assedio da Moreau; III, 339. di nuovo assediata epresa dagli alleati; 382. Toscana. Suo felice stato sotto Leopoldo granduca; I, 13. . - Livorno occupato dai Francesi ; 465. espilazioni; a a > IV . 38

Tagliamento (passe del), eseguito dai Francesi; II, 184

TROUVÉ, ambasciator di Francia in Cisalpina. Suo discorsod'ingresso al direttorio ; III, 46. sua lettera contro i fuorusciti Francesi; 47. sua riforma nella constituzione Cisalpina; 50'e 55. - discorso diMarco Ferricontro di lui ; 51. Truguet, ammiraglio di Francia. Assalta la Sardegna,come è combattuto; I, 145. terza; 330. C e U Uffiziali di Francia. Loro solenne risentimento contro i ruba tori dei soldati e dell'Italia ; II, 506.

ULLOA, ministro diSpagna a Torino. Offre la mediazione di Spagna al re di Sardegna; I, 280. Utopisti in Italia; I, 139.> V Vale (ultimo) deisoldati Francesi ed Italiani; IV,522. Valenziana (trattato di tra l'imperator d'Alemagnae il re diSardegna ; I , 188.l

594 TAVOLA DELLE MATERIE. . a 466.,,- occupata dai Francesi; III , 230. sollevazioni terribili contro diloro ; 307, e IV, 53. di nuovo occu pata daimedesimi; 54. nuova guerra in lei collameglio dei repubblicani; 71. ceduta all'infante di Parma con titolo di re d'Etruria;76. unita a Francia ;242. · TOSCANO(Antonio). Suamaravigliosa fortezza aVivienapresso Napoli; III, 420. Trani, città del regno di Napoli. Si solleva contro irepubi blicani, presae come trattata;III , 196 e 203. Trebbia. .Prima battaglia tra Macdonald e Suwarow ; III, 323. seconda; 325. Trento. Presodai Francesi; I, 496.

VALLARESSO (Zaccaria), savio del consiglio. Sug discorso al senato Veneziano per persuadere la neutralit disarmata ; I, 120. Valtellina. Si dà alla Cisalpina; II, 387.

VANNI (marchese),membro di una giuntasopra le congiurein Napoli; I, 273.-congedato,e perchè; 274. Vaticano. Come spogliato; II, 502. Vaubois, generale diFrancia. Costretto a ritirarsi dal Tipolo, e da chi;II,94.-è vinto a Calliano; 97- lasciato, da Buonaparte a comandar Malta ; III , 15. - come difenda Malta, e come costretto ad arrendersi ; IV, 49. Venezia (repubblica di). Sua maravigliosa stabilità, e natura del suo governo e de'suoi popoli; I , 46. comparazione tra Venezia e Genova ; 48. sue deliberazioni ris petto alla Francia ; 76. sue deliberazioni dopo l'inyasione della Savoja fattadai Francesi ; 114 e 125. altre sue deliberazioni ; 216. manda un agente a Basilea ; accetta in grado di ospite il conte di Provenza , come lo tratta ; 220. accetta il ministro di Francia Lallemand; 222. manda il nobile Querini come suo in viato a Parigi ; 254. prenunzjdellasuadestruzione; 310. suabrutta risoluzione rispettoal conte di Provenza; 313. 218. e a domande esorbitanti che le si fanno dai·Francesi; 393.- nomina Niccolò Foscarini suo provveditor generale in Terraferma;422. le vien proposto un trattatod'alleanzadalla Francia, ecomedeliberi;II, 34. come deliberi in torno ad un'alleanza coll'Austria ; 48. e colla Prussia; 49. cometrattati i suoi territorj sidaiFrancesi che dagliAustriaci ; 52. sue querele a Parigi ed a Vienna ; 54. squallore e devastazione dellaTerraferma; 58. arma l'estuario, eperchè;65. come senta le rivoluzioni della Terraferma; 211. - manda deputati a Buonaparte; ivi. fraude usata contro di lei ;.220. come minacciata da Buonaparteper mezzodiJunot, esuarisposta; 230. -let

TAVOLA DELLE MATERIE . 595 > > - a

VIDIMAN , provveditore diCorfù. Suequalità; II , 435. Vido (scoglio di), una delledifese.di Corfù. Come assaltato e preso dai Russi eTurchi;III, 299. i > e> > > > 1

Veronesimolto sdegnati controi Francesi, eperchè; II, 221. fanno una terribile sollevazionecontrodi loro;241. VICTOR , generale di Francia. Buonaparte lo manda a far guerra al papa;II, 157. vinceipontificj alSenio; 162. ---- sue esortazioni contro Venezia;; 428. come combatta della battaglia di Savigliano; III , 392. suo valore nella battaglia diMarengo; IV, 24 e 32.

596 TAVOLA DELLE MATERIE. - + e nezia; - suotere acerbissimedi Buonaparte al senato, e grave rispostadilui; 232e236. mandainuovi legatiaBuonapart ; 238. le giungono funestenovelle da Vienna e da Parigi; ivi.-grave fattodelcapitanoLaugier; 258.-Buonaparte. le dichiara la guerra; 271. ragioni diVenezia; 272.adunanza in casa del doge, discorso di lui, e risoluzione fatta; 274. allocuzionedeldoge algran consiglio; 277.-risoluzionefattadaquesto; 281. 'macchinazioniinVe 283. il gran consiglio consente amodificazioni nella forma dell'anticogoverno; 289.-ilgranconsiglio sispoglia della sovranità, ed accetta ilgoverno rappresenta tivo; 295. - sommossápopolare;297.-Veneziaoccupata·dai Francesi; 298. vi si creaunmunicipio; ivi. trattato con Buonaparte;299. uo statodopo ilcambia mento; 426. disposizione degli animinella Terraferma versodilei; 427. spoglj;445. - festa allegra e com. passionevolead untempo; 451.-- consegnatadaiFrancesi agli Alemanni;471.

VIDIMAN,municipale diVenezia;II., 426. suo elogio ;463.

Veronainsidiata, eda chi; II, 220. sua terribile solleva zione contro iFrancesi;241: - predicazionichevifacontro iforestieriColloredo fratecappuccino; 252. siarrendeai Francesi, ed a quali condizioni; 262. ---suomontedi pietà. espilato; 265. -battaglia diVerona; III, 232 e235.

VISCONTI (Ennio Quirino). Sua bella descrizione del Museo Pio-Clementino ;,I, 41. Visconti (Galeazzo), ambasciatore della Cisalpina a Parigi. Suo discorso al direttorio, e risposta del presidente;;II , 1 > 402 e seg.

Suequalità e condotta; II, 286. aquali condizioni voglia chesi cambiil governodiVenezia; 290.-achiattribuisca untumulto popolarenatoinVenezia; 298. comeannunzi il loro destino aiVeneziani; 460. suegeneroselettere a VINCENTBuonaparte;465e469.,soprantendentedell'Italicapolizia.SuoiordinicircailpapaprigionieroaSavona;IV;372.

TAVOLA DELLE MATERIE, 597 7Vienna. Umori e parti in essa;II, 176. Villanova, cercatada Buonaparte, eperchè; II, 10g. VILLETARD , segretario della legazione di Francia a Venezia.

VITALIANI, Napolitano, mescolatonellerivoluzioni diGenova'; II, 305.Vittorio Amedeo, re di Sardegna. Suequalitàe modo digo vernare ; I, 43. - proponeuna legaItalica per opporsi ai; Itentativi dei Francesi;69.-suodesideriodi guerracontro la Francia;-75.--laFrancia glidichiaralaguerra, eper chè ; 89. suedeliberazioni dopolarottadiSavoja;105.-suoi disegni sopra leprovince meridionalidellaFrancia; 127. - non s'accorda col generalissimo Devins,e perchè; 130.- scende in ajuto diNizza;-170.- èrespinto; 175. -fa un trattato coll'imperator d'Alemagna per ismembrar dallaFranciale province meridionali; 188. - suoi provve dimenti sì civilichemilitari perresistereai Francesi;211.-come riceve la mediazione di Spagna per la pace colla Francia; 280. tentato daglialleatipelcasodell'invasione dei Francesi in Piemonte, e sua animosarisposta;,306. fa tregua, poi pacecollaFrancia,econsiderazioni in questo

VITTORIO EMANUELE, figlio del suddetto. Vedi d'Aosta, duca. Viviena (forte di). Come difeso dai repubblicani di Napoli; III, 420. W > > 1 I, 333. . WALLIS, tenente maresciallo d'Austria, manda i soldati in Piemonte; I, 212. suaperizia nella battagliadelDego; 234. perde labattaglia di Loano;294. Wickam ,ministro d'Inghilterra in Isyizzera:Sueproposizioni per la pace ; 1, 303.I WILSON , generale Inglese.Si travaglia per l'independenza d'Italia;IV, 495 e 514.

598 TAVOLA DELLE MATERIE . >proposito; 350. - sua morte, ed in quale stato lascia il regno; II,22.

WURMSER, maresciallo, generalissimo degli Austriaci. Suoi· disegniper la ricuperazione d'Italia; I , 473. fa risol -4 vere l'assedio di Mantova e vi entra vittorioso ; 278.come ordini i suoi alla battagliadi Castiglione, 485. è vinto nella battaglia diquesto nome, 492.- ed a Roveredo;496.-rompeaBuonaparteildisegnodi condursiin Germania,e con qualarte;498.-è vintoa Primolanoed a Bassano; 499.- si ritira in Mantova; 500.- vince, poiè 0 > :: 270. > i >

WORSLEY, residente d'Inghilterra a Venezia. Sue moderateinsinuazioni al senato; I, 163. WUKASSOWICHyhéolonnello,d'Austria. Suo bel fatto alDego; sue lodi; 338. romoreggia sul Bresciano; HII,238, 243 e244.-comecombatta nella battagliadi: Cassano; 249. muove a romore il Novarese, il Ver collese, ed il Canavese; 258 e 262. prende Torino ; pressato dai Francesi nel Tirolo, come scampa; IV, 68.

TAVOLA DELLE MATERIE . 599 vintosottole muradiquestafortezza; 506. fauna sortita e con qual successo; II, 130.-si arrende, e come lodato da Buonaparte; 159e seg. . Z Zach, generale d'Austria. Suo valore ed imprudenza nella battagliadiMarengo;IV, 29, 31 , 32. Zara, capitale della Dalmazia Veneta. Come venga in poter dell Austria ;II, 431. Zorzi. Suoimaneggipercambiaril governoVeneto; II, 290.2 FINE. FOREA

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