STORIA E POLITICA NAVALE DELL'ETÀ CONTEMPORANEA

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STORIA E POLITICA NAVALE DELL'ETÀ CONTEMPORANEA

(da ll a metà del XIX secolo alla f ine della 2a guerra mondiale)

UFFICIO STORICO DELLA MARINA MILITARE
STABlLIMENTO GRAFICO MILITARE GAETA
1993 ©
l:ffTC I O STORTCO
copyright
DELLA MARINA MILITARE

INDICE

CAPITOLO I

DALL 'UNITÀ D'ITALIA ALLA PRIMA GUERRA MO NDIALE

l. La situazione internaziona le e la poli tica navale delle varie Po t enze ne ll a seconda met à del XIX seco lo

2 . Caratteristiche d e l naviglio militar e e della tattica navale

3. La te rza g uerra di indipendenza i talia n a e la battaglia di Lissa

4. Il conflit to cino g iapponese e la battaglia dello Ya lu

5. {.'es pansionismo sta tuni tense e l a gu e rra ispano america n a

6 La g ue rra ru s so-giapponese e la battaglia di Tsushima

7. Il ri bal tam e nto delle rela zioni internazionali all 'i nizio del No vecento e la gara navale ang lo-te desca

8. Aspetti naval i d ella gu e rra ita lo t u r ca

CAPITOLO Il

LA PRIMA GUERRA MO NDIALE SU L MARE

1 Il primato inf?rmat ivo ing lese e la "S tanza 40 "

2 . L' ini zio de l co nflitt o e le az ioni di superfic ie sug li Oceani

Pag . 3 15 23 33 38 47 59 68

Pag. 77 82

III

3. Le operazioni nel Mare ciel Nord fino alla battaglia dello Jutland Pag. 94

li. La guerra nel .Mediterraneo prima e dopo l'intervento dell'Italia 105

5. La grande battaglia nav ale dello Jutland 116

6. La neutralità e l'intervento degli Stati Un iti. Aspetti della g u erra sottomarina

7. Le ultime azioni navali nel Mare del -orci e la vittoria alleata

8. Le conferenze per il disarmo navale tra le due guerre

CAPITOLO III

LA SECO:\IDA GUERRA MOì\DIALE

14 fase: 1939 1941

1. L'eredità della Stanza -10: i'ULTRA Intclligence britannico

2. La guerra co rsara sugli Oceani e la missione della corazzata · ' B ismarck''

3. La politica navale itali ana dal 1922 al 19 /iO e lo stato di preparazione a l confl itto

1. L'Ita l ia i n g u e r ra. Le b attag lie di Pu nta S t ilo e cl i Ca p o Spa d a ed azion i minori

5. L'attacco a Taranto e la fine della guerra parallela. Capo Teu-

134 142 151 Pag. 159 164 182 195 la da e il bombardamento nava le <l i Ge n ova 207

6. Lo sco rnro di Gaudo e la tragica notte di Matapan 217

7 Le audaci imprese dei mezzi d'assalto italiani e la guerra dei convogl i 235

8. Pear l H arbo r e l'onda t a es p ansionistica giapponese 248

IV

LA SECONDA GUERRA MONDIALE

2a fa se : 1942-1945

1. Il r ifl u sso del la marea nippo n ic a. Mar dei Coralli , Midway e Guad a lc ana l

2 . Le ope r az ioni navali medite rranee ne l 1942

3 . L' in vas ione della Sicilia, l'arm istiz io e la cobell igeranza

4. I con v ogli a r t ici e la Mar in a sov ietica

5 Il fallimen to d e ll a guerra s u bacquea in At lant ico, gli sba rc h i in Franc ia e la fin e del co nfl itto in E urop a

6. La duplic e co ntroffen siva ame ric ana nel P acifico e le battaglie aeronaval i d e lle Marianne e di Leyte

Pag. 265 284 294 304 312 3 17

7. L'imp iego dei Kami kaz e e le u lt ime operaz ion i n el Pacifico 334

8. Le b om be atomiche, l' int erve n to d e ll 'Un ion e Sovie tica e l a r e "s a g iapponese

341

CAPITOLO IV
V
I I 11 I

I ONE

Ques to volume non dovrebbe rientrare nella linea de ll ' usua le editoria dell'Ufficio Storico, per lo più tesa alla valori zz azione del prezio so patrimonio documen ta ri o giacente p resso il dipendente Archivio. In esso viene conservata la documentazione or iginata dalla Marina s i n dal suo nascere, necessaria per ricostruire nei suoi aspetti p iù significativi la vita stessa della Fo r za Arma ta ed il suo camm i no nel t empo.

Ma l'Ufficio Stor ico non è so lo il ge loso e fedele custode della "memoria della Mar in a"; tra i suoi compiti rientra anche quello di effettuare "s t udi di carattere storico che interessino la f\far ina Militare", con il fine ultimo di cont ri buire alla formaz ione pro fessiona le dell' U fficiale, consentendog l i di ricavare dag l i avveniment i tra.scorsi ammaestramenti valid i per l'a vve nire.

E ciò gi u stifica pienamente questo l ibro che, o l tre a possedere la di gn it à di uno stud io scien ti fico , ha la dote de ll a chiarezza e della sinte si ed è s tato pertanto ado tta to come testo dida ttico da parte dell'Accad e mi a Navale .

Lib ro che si è volu to ricco d i immagini , grafici, disegni , fotografie. Un li bro che vuo le essere molto di più del testo per un anno cli studio; v u ole essere il fedele amico di un lungo rapporto, il giusto t,:ami te t ra il giovane Allievo e la sua futura professione di Ufficiale , il collegam e nto tra l'uomo e il mare.

Un libro che si è voluto semplice, perché sia cl i imm e diata comprensione il racconto v ivo e pa lpitan te dei fatti che hanno portato a ll a civiltà contempora n ea, a ll 'Italia di oggi, a ll a nostra Marina.

Il testo è del Professor Al berto Santoni, insegnante in Accademia Nava le di "Storia e Pol iti ca Navale". Il Professo r Santoni ha fatto ampio riferimento a ll a nostra pro du zione editor iale e a i no.stri fondi d ' archivio .

I grafic i d i Loretta Mattesin i, pur non ancorat i al grigliato geografico, illustrano nelle lin ee essenz iali i movimenti de ll e forze iri campo ne lle va ri e situaz ion i tattiche e s tr a tegiche .

I disegni delle unità navali sono frutto del lavoro cli Va lerio Gay, che ha anche curato, assieme a ll 'au tore, le did ascalie Di ess i si apprezza la prec is ione del tratt o e la ricchezza dei part ic o la ri.

Le fotografie provengono ne ll a g ran de maggioranza dalla fototeca dell'Ufficio Storico

Roma, 10 giugno 1993

IL CAPO UFFICIO

Amm. Div. Renato SlCURF.ZZA

PRESENTAZ

DALL'UNITÀ D'ITALIA ALLA PRIMA GUERRA MONDIAL E

1 La situazione i nternazionale e la politica navale delle varie Po tenze nella seconda metà del XIX secolo

L'età contemporanea viene fatta solitamente decorrere in Italia dall'un ità nazionale , cioè da l 1861, anno intorno al quale , per una for t unata co in cidenza storica, ruotarono anche a lt ri determ inanti avvenimenti interna ziona li , quali il progressivo affermarsi in Europa della po tenza germa nica, la riva lutazione del Med iterraneo con l' aper t ura del canale di Suez nel 1869, la guerra civile o di secessione negli Stati Un i t i e il prepoten te sviluppo del Giappone moderno, appena uscito dal feudalesimo. 1

In questo clima di profonde trasformazioni politiche, la condotta del giovanissimo Regno d' Ita lia fu guidata dall'ansia di comp letare l'unità naz ionale con la li b erazione delle terre irredente su lle front iere nord oriesntali: obiettivo assa i arduo n ella rea l tà europea del periodo e che impose p iù cli un cam bi amento di rotta alla nostra dip lomaz ia. I n linea genera le si può sostene re c h e , ne i p ri m i decenni dopo l'un ità, l'Italia si discostò sempre più nettamente dalla Francia, a causa sopra ttu tto de lle concorrenti mi re sulla Tun is ia, men tr e tentò invano una rass icurante allleanza co n la Gra n Bre tagna c h e, p u r b en dis p osta nei con fr on t i di Ro m a, rifiutava allora di lega r s i d iploma t icamente con chicchessia, pre fe ren d o que Jl o che è sta to dip i nto come uno "s p lendido iso lamen to"

Pertan to, dopo l'occas iona le alleanza con la P ru ssia nel 1866 i n que ll a c h e fu la nos t ra terza guerra d'in d ipendenza -i cui aspetti n avali saranno esaminati ne l terzo paragrafo il Regno d ' Ita li a rimase senza appogg i inte rn az io n a li e conseguente m ente no n potè im pe di re c h e la Francia si insediasse ne ll a contesa Tunis i ne l 1881. Come reazione, Ro m a stipu lò n el 1882 la famosa "Trip li ce All eanza" co n la t ra d iz ionale avversaria Austria Unghe r ia e co n la po ten te German ia (ex Prussia) de l

1. Pe r a lcun i pa r tico lar i cfr. Santon i A : Da Lepanto ad Harn.pton Roads : storia e politi ca navale dell'età moderna ( secoli XVI XIX), Milano, Murs ia, 1990, p. 277 303.

CAPITOLO
I
3

Bismarck, nemica giurata de l la Francia, trattato che rimase in vi ta fi no a l maggio 1915. 2

La po liti ca navale dell'Italia fu fin dall'origine caratterizzata da grandi ambizioni . De l resto la con fluenza nella Reg ia Marina nazio nale delle fl o t te preunitarie ( toscana, sarda, borbonica, siciliano ga r iba ldina e, in parte, pontificia) aveva dato vita ne l marzo 1861 ad un com p lesso naval e di tu tt o rispetto ( b en 120 un ità), anche se minato a l la base da problemi di fusion e or ganica, dott ri naria e ma t er ia l e. In o l t r e, subito dopo l'un it à, vennero ordinate nei cantieri naziona li , ma soprattutto i n quelli es teri, Ammiraglio

nuove corazzate ri spondent i agli ul timi requisiti di protezione, potenza offens iva e velocità.

Grazie a siffatte scelte, la dottrina nava le italiana fu quasi costante men te o ri entata a l mantenimento di una consistente flotta di grandi na vi da battagli a, o ri ginariamente i ntesa in funzione antiaus t riaca e pon, dopo la stipu laz ione della Trip li ce, in funzione antifrancese . Solo ne l pe riodo 1880- 1883 ci fu un temporaneo ripensamento dottrinario , determinato da ll e teorie del nuovo m i n istro della Mar ina , l' ammirag li o Fer dinando Acton, sostenitore delle unità piccole e manovriere. 3

Proprio durante l'amministrazione Acton si ebbe un sa l to di qua l ità ne ll'istruzione profess iona le deg li ufficiali d e ll a Regia Marina, graz ie all'inaug ur azione il 1° ottobre 1881 della nuova Accademia Navale cl i Livorno, che p rese il posto delle due scuo le nava li preunitarie di Napo li e di Genova e che era stata p rogrammata da l m i n ist ro Benedetto Br i n con u n dec re to d e l 1878. 4

2. Sa lva dori M L.: Storia dell'età contemporanea, Torino , Loescher , 1977, p 395 499

3 Gab r ie le M Fr iz G .: La politica navale italiana dal 7885 al 1915, Roma , Uff ic io Sto ri co de ll a Ma ri n a m ili tare, 1982 , p. 27 32

4 Vds Galupp i ni G. : L'Accademia Navale, 1887 1981, Roma, U ffic io Storico de ll a Marina m ilitare, 1981.

J-èrdinando Ac/011
4

Dopo il ritorno di Benedetto Brin alla direzione del Ministero de ll a Marina il 30 marzo 1884 e il quasi contemporaneo iniz io del co lonia lismo ita li ano, con la penetrazione in Eritrea, fu ripresa nel nostro Paese la politica de ll e grandi costruzioni navali e fu dato conseguente i mpulso a ll 'industria pesante nazio nale, sorretta propr io da ll e com messe della Marina. Si svilupparo no pertanto le acciaierie di Terni, la fabbrica cli cannoni "Armstrong" a Pozzuoli , il si lurificio di Venezia e gli stabilimenti meccanici "Ansaldo" di Sampierdarena e "Guppy" cli Napoli . Di conseguenza, tra il 1892 e il 1895, la flotta mi li tare italiana giunse a collocarsi al terzo posto nella graduator ia mondiale.

Ge n !spett. (G.N.) B e n ed etto Brin

Nonostante questi successi, la difficile protezione delle estesissime coste dello stivale e delle isole contro una sempre paventata invasione francese dal mare continuò a turbare i sonni dei responsabili civili e militah it aliani, problema non risolto neppure dall ' accennata stipulazione de ll a "Trip lice Alleanza", dal momento che né la Germania né l' Austria Ungheria disponevano allora di flotte ta li da poter garantire a Roma un accettabile sostegno navale . Infatti solo nel 1900 e ancor più nel 1913, con il sopravvenuto sviluppo de ll e Marine austriaca e tedesca , furono raggiunte convenienti intese tra i tre soci membri della Triplice, che as sicurarono all'Ita li a un sufficiente appoggio mediterraneo, poi non operante a causa del noto rovesciamento delle alleanze nel 1915. 5 * * * * *

Tra le grandi Mar ine della seconda me tà dell'Ottocento quella britannica manteneva di gran lunga il suo antico primato, minacciata a distanza solo da quella francese . Il Regno Unito conduceva allora, come si è detto, una politica estera di assoluta neutralità, intendendo con essa evitare un indesiderato co i nvolgimento nelle beghe continentali europee , così da

5. Gabr iele M.: Le convenzioni navali della Triplice, Roma , Uff icio Storico d e lla Marina m ilitare , 1969 , p. 352 398

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potersi ded ic a re tranq uill amente a ll 'a mpliam en to d e l suo g ià im menso impero co loniale. onostante però questo "sp lendido iso lam ento", il Governo di Londra si sforzò di manten e re sempre buoni rapporti con l'Italia e, a l meno fino alla fine del XIX secolo, anche co n la Germania, naz ioni c he esso vedeva ac utament e come n atura li antagoniste della Francia, sua immediata concorren te sul piano mar ittimo e coloniale.

Un'altra rivale de ll a Gran Bretagna era da tempo la Ru ssia zarista che, a disp etto di Lon dra, mira va insistenteme nte a pene tra re nel Mediterra neo attraverso una guerra vittoriosa contro la decadente Turchia e che inolt re contrastava gli interessi inglesi in Afghani s tan , in Cina e nell 'oceano Pa cifico . 6

Lo "sp lendid o isolamento " britannico perdurò fino alla morte della regina Vittoria e, più precisamente , fino a l gen nai o 1902, quando il Go vern o d i Sua Maes tà d ecise di stipu lare un tra ttato di a mici zia co n il lo nt ano ma emergente Giappone , garantendo ad esso quel sostegno d i plomatico e mat eriale che due anni dopo servì a Tokio per muovere guer ra alla comu nem ente detestata Rus sia . Ma su questo tema, così come sui mutati r appo rti tra Londra , Par igi e Be rlino a ll ' inizio d e l nuovo seco lo , ritorner emo dettag li atamente più oltre.

La po liti ca nav a le della Gran Bretag na, cioè de ll a prima Poten za ma rit.tim a d e l mond o, non pot eva disco sta rsi dai ei etta mi n e lso niani che pre vedevano una grande flotta d'alto mare , capace, come nel passato, di co ntroll are tu tte le vie marittime del globo, di salvaguardare il Paese da og n i tentativo di in vas ion e nemica e cli far ri spar miar e fon di per il man te nim ento di un g rande Esercito, indispensabil e in vece a tutt e le a ltre Potenze co ntinent ali. Era questa la dottrina della cosiddetta · ' Blue wa ter schoo l", cioè della scuoi.a dell 'alto mare, c he tradizionalmente inte ndev a d ifend e r e gli i nt e ress i ingl esi non a ll e po r te di casa, ma d i ret tamente nelle acque del nemico, attraverso il '·blocco navale" dei suoi porti e la so ppress ione dei suo i commerci .

Ebb e invec e sca rso segu ito e breve v it a in Inghilt e rr a un'a ltr a teoria marittima , quella della "B r ick and mortar sc hool " . cioè della scuo la del mattone e del ca lcestru zzo, che chiedeva di ridurre le s pese per una flo tt a d 'a lto mare e raccomandava una s trate gia d ifensiva , basata in pre vale nz a su fortifi caz ion i costie re. Tutto ciò perché a qualcuno sembrò

6. Morris J. : Pax Rril tm nica. 7b e climax ofan t:mpire. New York , Penguin Books, 1980. p. 238.

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erroneamente che l'avven to della propulsione a vapore avesse annullato i vantagg i dell'insularità della Gran Bretagna, esponendo il Paese ad una facile invas ione. 7

Come è noto, queste pessimis t iche previsioni non si sono ma i avverate, neanche dopo la ben più sconvolgente rivoluzione aeronautica, e va da to atto all'Amm iragliato inglese d i non aver avu to dubbi sulla perduran te va li dità de ll a "Blue water school" . Esso anzi, in vista del progressivo e temuto avvicinamento diplomatico tra Parigi e P ietroburgo che i n ef fetti culminò nel 1892 nella cosidde tt a "Dup li ce Intesa" franco - russaprese nel 1889 l'importante decisione di mantenere in vita una vasta flo tta da battaglia di grandezza almeno pari alle flotte cong iunte della seconda e della terza Potenza navale del periodo, che per l' appunto era no allora la Francia e la Russia.

Tale fondamenta le dottrina, chiamata ciel "two powers standard" , formò la base della politica mar itti ma bri tann ic a anche dopo le mutate al leanze dell'inizio cie l Tovecento, per poi essere annulla ta di fatto nel 1912, quando Londra dovette ammette re cli non poter più mantenere tale gra voso rapporto di forze navali, di fronte alla prepotente crescita della Marina tedesca, sua nuova antagonista , come vedremo nel settimo paragrafo. 8 * * * * *

J.,a Franc ia di Napoleone III e poi della Terza Repubb lica fu dip lomaticamente - come detto - l'avversar io principale non solo de l Regno d ' Italia, ma anche della G ran Bre t agna durante gran part e de ll a seconda metà del XIX seco lo.

Eppure i due Paesi separa ti dalla Manica avevano combattuto in s ieme la guerra cli Crimea contro la Russia nel 1854 1856 e una campagna con t ro la Cina nel 1858-1860 . Da allora però i reciproc i rapporti si erano deteriorati, a causa della compet i zione nava le, industria le, commerc ia le e colonia le, che ebbe il suo ap ic e nel 1898 con l'incidente cli Fashoda sul N ilo. Com unqu e già ne l 1882 la Gran Bre tagna aveva prontamen t e rep lic ato a l p rotettora to fr a n cese sulla Tunisia d e ll 'anno precedente, im pone ndo un propr io protettora to sull ' Egitto (antico ob ie ttivo di Parigi) e occupando mi lit armen t e il canale di Suez, che era con t rolla to finanziariamente eia Londra fin d a l 1875 .

7 Lewis M.: The lVavyof Britain, Londra, George Allen Ltd , 1949, p. 119 120

8 Pub li c Reco rd Off ice cl i Kew Gardens , Londra (d ' o ra in poi siglato P R. 0.), fondo ADM 116, ca rtella 9408 Angto German naval relations 1902-1914

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Per fortuna dei suoi avversar i europei, la Marina francese, che pure nel 1859 era stata la prima al mondo a varare una vera nave corazzata (la Gioire, cui l'Inghilterra aveva rispos to l'a nno seguente con la più potente Warrior) compì poi propr io quell'errore dottrinar io che era s tato evitato dall'Ammirag li ato britannico con il rifiuto della "Brick and mortar school". Infatti nel 1886 la Marina francese acce t tò di ri durre nel futuro le spese per la cos truzion e cl i grandi un ità corazza te , ammaliata dalle teorie del proprio ministro, ammiraglio Aube, ca po de ll a cosidde tta "Jeune ecole", che ausp icava una flotta basata sul Ammiraglio Aube le nuove torpediniere cli superfi cie e sottomari ne , nonché su veloci incrociatori impi egabili ne ll 'antica guerra corsara a l tr affico nemico. 9

A causa di ques t a errata do t trina strategica e costruttiva, la Marina francese perse irrimediabilmente il suo ant ico splendore e gran parte de lla sua credibilità, mentre il Paese affidò sempre più le sue speranze di ''grandeur" all ' Esercito, a l qua le era chiesto di vendicare quanto pr i ma possibi le l'onta di Sedan e la bruciante sconfitta contro la Prussia (poi Germania) d e l 1870-187 1. Per m e glio raggiunger e questo ob iettivo e p er int imorire maggiormente la Gran Bretagna, Parigi pensò bene d i str i ngere nel 1892 l 'accennata "Duplice Intesa " con la Russia, or ie ntando in ta l mo do semp re più in senso terrestre e continentale la sua politica militare .

Il ritardo qualitativo e quantita tivo imposto alla flo tt a da battaglia francese dalle intempestive teorie della "Jeune eco le" e dalle sud dette scelte diplomatico militari, emerse fatalmente durante la prima guerra m on diale. Esso però non venne percepito immediatamente né all'interno, né a ll 'estero, cos icché la "Marine na ti onale " continuò ad essere eccessiva men te temuta e largamente sopravvaluta ta s ia a Londra sia a Roma .

* * * * *

9 Jenkins E. H .: A history of the French Navy /rom its beginning to t he present day, Londra, Macdonakl an d Jane's , 1973, p. 304 305 e 307

8

La Russia zarista, pur essendo una Potenza em inentemente cont inentale, mantenne la propria Marina da guerra a l terzo posto nella graduatoria mondiale per gran parte della seconda metà de l XIX secolo. Tutta via la necessità di disporre cli quat t ro flott e dislocate in a ltr ettanti mari lontani e non comunicanti (Mar Baltico, Mar Bianco, Mar Nero e oceano Pacifico) rappresentò e rappresenta tuttora il ta llone d'Achil le de ll a Marina russa .

Oltre a quest! condiz ionamenti geografici, le vicende politiche internazionali portarono ben presto Pietroburgo in rotta d i collisione con la più grande Potenza navale del per iod o, c ioè con la Gran Bretagna, il che frustrò di fatto ogn i velle it à di espansione marittima dell'Impero zarista. Sintomat icame nte infatti ogni spinta russa ve rso i mari caldi (attraverso lo sme mbramento de ll 'Impero turco per quanto riguardava il Med it erraneo, o attraverso la penetraz ione in Per.sia ed Afghanistan in d irezione del Golfo Pers ico e del Golfo di Oman) venne sempre con trobattuta con successo da Londra, sia con azioni diplomatiche, sia addirittura con int erventi milita ri , come era accaduto in occasione dell' i n dipendenza greca e della guerra di Crimea. 1 0

Sotto il profilo navale bisogna ricordare che nel 1871, dopo la ca duta di Napo leone III in Franc ia, la Russ ia denunciò le dure clausole impos te a i suoi d anni da ll a pace di Parigi del 1856, che pro ib ivano alla Marina zarista di manten ere navi da guerra nel Ma r Nero . Pertanto quando nel 1877 scopp iò la nuova guerra con la Turch ia, i russi poterono sc hi erare in questo mare una flo tt a, seppure d i ridotte d i mension i . 11 Tra i mez zi navali im p iegati dai russi in questo conflitto del 1877 1878 fecero sp icco le cosiddette "Popoffe", cioè cannoniere co r azza te a scafo c i rcolare, ideate dall ' amm i raglio Popoff, nonché i p rimi siluri autopropu lsi, che pe r ò non de ttero buona prova. P i ù fo rtu nate furono invece le barche a vapore con torpedin i ad asta, c ioè dotate di una cari ca esp losiva ap p licata all'est r e mit à cli una lunga pertica, c h e ven iva fatta esp lodere a conta t to delle navi avversarie Queste ba rch e torpediniere, che avevano già d ebuttato validamente durante la guerra civi le amer icana, riuscirono in man i russe ad affondare il monitor ottomano Se~fé nel maggio 1877. 12

10. Cfr. Santoni A : Da Lepanto ad Hampton Roads: storia e politica navale dell 'età mo derna (secoli XVI XIX), cic, p 246 25, 264 269.

11. Garofa l o F. : Da Nelson a Togo: un secolo di st oria 1nilitare marittima , Mi l ano , La Prora, 1939, p. 1)3-116

12 Cfr. " Vvarsbip International", To l edo, Ohi o, 1972, n 2 , p. 208

9

Tuttavia l' indubbia vittoria militare della Russia sulla Turchia, conse guita soprattutto sui campi di b a ttagli a terrestr i e sa ncita dal trat tato cl i Santo Stefano ciel marzo 1878, venne pesantemente ridimensionata dal le risult anze de l congresso d i Berlino del giugno- l uglio successivo, s ubito convocato per iniziativa della Gran Bretagna , ovviamente preoccupata dall'avanzata zarista verso il Mediterraneo . e ll 'occasione la pres-. sione congiunta di Londra, Berli no e Vienna sottrasse a Pietroburgo gran parte delle conquiste terrestri e, con esse, la possibi li tà di raggiungere l'Ege o att raverso un a Bulga ria vassalla e con sbocco su questo mare. Da parte sua l'Inghilterra ottenne, senza colpo ferire, l' isola di Cipro e la con ferma della convenzione degli Stretti de l 1841, mentre l'Aust ria -Ungher ia , parimenti molto interessata alla cosiddetta "questione d'Oriente", ricevette l'am mini strazi o ne d e lla Bosnia e dell'Erzegovina. i.;

Da allora la Russia, delusa ad occidente, nonostante la sopravvenuta " Duplice Int esa" co n la Francia, rivolse il suo dinamismo espa nsi onista ad est, cioè verso la Manciuria e, più oltre, verso il Pacifico, trovand o però nuovamente sulla s ua strada l ' impla ca bile G ran Bretagna, che come abbiamo accennato uscì perfino dal suo "splendido isolamento .. pur di st ipular e nel 1902 un'alleanza co n il G iapp o ne, ave nt e una pre valente funzione antirussa , oltre che antiamericana. in Estremo Oriente. "' • * * *

Gli Stati unit i, dopo aver superato la grave e dispendiosa cr isi della guerra civile o di secessione, cono bb e ro uno sviluppo industriale senza precedenti , proponendosi subito come il modello classico del capitalismo mondiale. Non era quindi difficile prevede re che tale dinami smo economico americano si sarebbe riversato ben presto oltre i con fini nazionali e avrebbe indotto l'U nione a ri ce rcare nu ov i m erca ti al cli là degli oceani, in fatale competizione con le altre Potenze.

Maturati questi co nvin c imenti , il Governo di Washington st imò in dispensabile possedere una grande Ma rin a mercantile e, conseguente m e nte, una forte Marina mil itare atta a di fendere i prop ri co mm e rci: com pito che non poteva essere assolto dalla pur enorme flotta costiera e flu viale eredi tata dalla guerra civile 14

1 3. Bonghi R. : I.a crisi d'Orient e e il Congresso di Berlino, Milano, Altair, 1885. p. 86102.

14. Per l o sv ilu ppo della moderna Marina americana vds. Hagan K. J. : This people's NcuJ~ the making of American sea power, New York, Macmillan. 1991.

10

La nuova Marina oceanica americana prese forma verso la fine del XIX seco lo , influenzata anche dalle tesi sul potere marittimo propagandate da un ufficiale della U.S.Navy, i cui libri sarebbero s tati pe r lunghi an ni i test i sacri della storia e politica navale: Alfred T. Mahan. In s int esi questo scrittore sosteneva che gli Stati Uniti dovevano amp li a re le loro amb izioni, uscendo dall 'iso l azionismo e imitan d o l' imper ia li smo e il na va li smo inglese, di cu i eg li narrava le origini, le opportun it à di sv iluppo e i numerosi successi, dalle guerre anglo-o landesi del XVII seco lo a lla v it tor ia su Napoleone 1 5

La prima avanzata americana sugli Oc!';an i s i ebbe con l'acquis izione de ll 'arcipe lago delle Ha~taii nel Pacifico, dove nel 1893 erano avvenuti alc uni mo ti cl i piazza, sostenuti da i più influenti proprietari terr ieri legati agli Sta ti U niti e protetti d al drappello dei mar ines dell' incroc ia tore corazza to Boston, che portarono alla caduta della loca le monarchia e alla proclamaz ione della repubblica. 1l potere in te rn o ven n e quind i assunto da l fo rt e movimenr.o filoamericano che, dopo aver lottato contro il neoele tto pr esidente democratico Cleve land, con trari o all'annessione delle Hawaii, o tt enne il suo scopo sotto l'am m inistrazione repubblicana di McKinley , proclamando ne l 1897 l'anness ione de ll 'arc ipel ago agli Stati Uni ti , sanzionata infine dal congresso cli Washington l'anno seg uent e. Da allora e fino a l 1959 gli american i cons iderarono le Hawaii non come uno Sta to vero e proprio, ma come un terr ito r io de ll 'Unione e svil upp arono presso Honolulu la grande base n ava l e d i Pearl Ilarbor. I 6 * * * * *

Al di là de l Pacifico stava int anto sorgendo un'altra Potenza navale, il Giappone, dove , at t raverso lotte int erne, era andato raffo r zandosi il potere cen tra l e d ell' I mpera tore a i danni cie l .sistema feuda le de ll o "shog un alo" .

Qu esta rivo lu zione era s tata determinata dalla forzata apert ura tra il 1854 e il 1858 cli alcuni porti nipponici a l commercio in te rna ziona le, sotto la

15. Vds . Ma h an A T. : Th e influence ofsea /)ower upon history, Lond ra, Li ttle Hrow n. 1890; 7Z1e influence o f sea power upon tbe French revolution cmd empire, Londra, Sa mpson Low , 1892 e '/'be l{fe q{Nelson : the embodiment of tbe sea power of Great Britain , Lond ra , Sampson Low, I 899.

16 . Mori son S. E. : '!be growth of the American Republic, New Yor k , Oxfo rd U n ivcrsity Prcss, 1980, vo i. II , p . 235-236 e Dev ine M . J: John W .Foster: politics and diplo macy in t h e imperial era, 1873 .l.9 7 7, Athens, Oh io Un ive rs it y Press, 1981, p 61 173. Le Hawa i i furono e le tt e a 50° Stato d e ll 'Unione con delibe ra de l Congresso del 12 marzo 1959.

ll

minacc ia di squadre navali americane, inglesi , frances i e russe, cu i era seguita. per reazione, una guerra civile tra il 1863 e il 1867. ln occasione di questa crisi l' imperatore Mutsuhito, passa to poi alla sto ria come Meiji Ten n o, assunse p ienamente il contro ll o d e l Paese, che da seco li era praticamente alle dipendenze dello ··shogun" di Yed o e, nell e province. sotto l'arbitrio de i "daimyo" vassalli . 17

La guerra civile garantì quindi al Giappone unità e certezza del pote re centrale e permise l'i nizio di un ammodernamento delle stru tt ure socia li , econo m ic h e e m ili ta ri , i n q u e ll o che è stato d efinito il " r isorg imento" dell'età Me iji. Nel campo militare l' imperatore Mutsuhito ebbe cura di affidare la ricostruzione dell'Esercito nazionale ad istruttori tedesc hi e q u e ll a de ll a Mar ina a cons ig lieri b r i tannic i, il che equ iva l eva ad assicurarsi nel settore il meglio di ciò c he allora offriva il mondo oc cidentale.

Be n pres to la Marina nipponica ri cevette moderne e grandi nav i eia guerra dai cantieri inglesi, ai quali esse e rano state conven ient eme nte ord i nate, me nt re inte re gene razion i di giovan i furo n o inviate a studiar e nelle accadem ie bri tanniche e pe rs i no le un iformi degli u ffi ciali vennero mod e llate su quelle in uso nella Royal Navy.

Solo negli ultimissimi anni d e l XIX secolo la Germania, già grande pote n za m ilitare te rr estre , iniz iò u no svi luppo nava le, a s u a vo l ta d eterm i nalo dalle pressioni dei gruppi industriali, che reclamavano una più attiva politica di es pansione commerc iale.

Battuta la Franc ia n e ll a gue rra te rr es t re de l 1870 e ottenu ta la proclamazione dell'Impero germanico n e l gennaio 1871 , la ex Prussia d e ll ' abi le ca n cell ie re Bismar ck mirò so pratt u tt o a no n in cri n a r e i buo ni rapp orti con la Gran Bretagna, attuan d o pertan to una modesta polit ica colon iale. Tuttavia, dopo l"a sces a al trono di Guglielmo II nel 1888 e dopo il fatale licen zi a m ento de l Bismarc k nel 1890, la diplo mazia te d esca intra p rese un "n u ovo co rso" marca tamen te imperia lista , premuta da ll e stesse necessità commerciali che si stavano manifestando allora negli Stati Uniti.

Lo gica c on seg u e nz a d i ta le inc is iv a po li t ic a mo ndi ale (We lt Po li t i k) fu l'es pans ione della Marina mercan tile del II Reic h , cui naturalme n te

17. Curato F.: Storia politica universale, voi. 7: li mondo orientale, Novara, De Agostini , 1970, p. 350-352

* * * * *
12

corrispose la creazione di una grande flotta militare, che aveva i l con s u e to compi to di proteggere i dilatati traffici marittimi nazionali. 18

Il suddetto processo spiega sinteticamente l'es plosione cli quel navalismo tedesco, ingiustamente cons iderato in Gran Bretagna e al t rove come "un lusso". Ess o era invec e una vera e propria necessità per un Paes e di forte industrializzazione che, al pari di altre Potenze, ricercava sbocchi commerciali per l a sua esuberante economia , usando gli stess i metodi tipici dell'età degli imperialismi. 1 9

Le prime espressioni di questo anelito ad una grande flotta , cons ide r ata come una condizione indispens ab ile per una proficua pene trazione nei mercati mondiali, furono le due leggi navali del 1898 del 1900, varate dal ministro de ll a Marina von Tirpitz e che contemplavano una serie di nuove costruzioni, per il momento comunque non ritenu te preoccupanti dall ' irragiungibile Royal Navy britannica.

Londra in effetti, dall'alto della sua strari pante supe riorità marittim a, non s i inn e rvosì più di tanto, neppure quando lesse nella relazione introduttiva della le gge navale tedesca del 1900 la famosa "te oria del rischio" , con la quale Tirpitz , riconoscendo per il mom ento l' impossibilità della flotta germanica cli raggiungere l' allora lontanissimo livello delle flotte inglese , franc ese e russa , dichiarava c he l ' obiettivo della Kaiserliche Marine era esclusivamente "deterrente " . Infatti un qualsivoglia più forte avv~rsario avrebbe dovuto riflettere a lungo prima di affrontare uno scon tro con l a flotta tedesca allora in cos t ruzione , se non voleva correre "il rischio " di essere severamente menomato e di perdere così il suo vantaggio marittimo nei confronti della Potenza che lo seguiva in graduatoria, anche in caso cli guerra vittoriosa contro la Germania . 20

Il mancato impatto della "teoria del rischio " sulla superba Marina i ng lese fu anche dovuto al ravvicinamento di inizio secolo tra la Gran Bretagna e la Francia, che nonostante le r i levate deficienze era an cora la seconda Potenza naval e del globo. Vedremo ne l prossimo settimo pa r agrafo quali furono gli svi l uppi di ques t a riconciliazione tra Londra e Parigi e soprattutto i ve r i motivi che innescarono la funesta "ga ra nava le" tra la Germania di Guglielmo II e il Regno Unito.

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18. P.R.O., fondo ADM 1 16, cartella 940B: Anglo-Cerman naval relations, 1902-1914

19 Vds. al proposito II e rw ig H. H. : " luxury" jleet: tbe Imperia/ Cerrnan Na vy 1888 1918, Londra, George Al len & U nw in , 1980.

20. D i Gia mb e rard i no O. : L'art e della guerra in mare, Roma , Ufficio Storico della Marina militare, 1937, p 301

13

Minori Potenze navali della seco nda metà del secolo furono la Turchia, la Spa g na , l' Austria - U ngheri a e a lcuni Sta ti s ud americani.

La Turchia, tradizion a lme nt e amica della Francia e della Gran Bretagna , passò in seguito sotto l ' influenza della Germania, intravedendo cospi cu i vantaggi nell'ambizioso progetto cli Guglielmo Il relativo ad una ferrovia tra Berl in o e Bagdad. Il mutamento di indirizzo della politica este ra turca venne poi reso irr evers ibile dal rifiuto cli Londra di consegna re a Costantinopoli, nell ' agosto 1914, due grandi corazzate costru it e nei cantier i inglesi per conto della Marina ottomana e che vennero invece incorporate nella Royal avy già in guer ra, con i nomi cli Erin e di Agincourt. 21

La Spagna, da lungo tempo con problemi interni, aveva visto definitivam e nte de ca d e re la propria Marina durante le guerre napoleoniche. Inoltre questo Stato si tuffò allegram e nte nel 1898 in un conflitto senza speranza contro gli emergenti Stati uniti, che costò a Madrid la perd it a d i Cuba , di Portori co, di Guam e delle Filippine , nonché di due intere s quadre navali , corne vedremo n e l quint o p aragrafo.

L'Austr ia-Ung h e ria , nonostante la vittoria di Lissa contro la flotta ita liana n el 1866, che illustreremo in seguito, non s i inorgoglì più cli tanto e non rit enne di sviluppare una grande flotta militare pr oporzionata a qu e lla mercantile na z ionale c h e, soprattutto graz ie al "Lloyd aus tri aco'·, svolgeva un elevato volume d i traffici. Solo a ll ' inizio del XX secolo Vienna corse parzialmente ai ripari e intraprese una serie cli nuov e costruzion i naval i, che però non riuscirono ad annullare la globale in feriorità della Marina asburgica n e i confronti di que ll a ita liana , nuova mente avversaria nella prima guerra mondiale . * • * • *

rel lontano Sud America si svo lsero nella seconda metà d e ll'Ottocento due guerre co n qualche riflesso navale. La prima fu quella del 1864-1870 tra il Paraguay del dittatore Lopez e la coalizione Argentina-BrasileUru g uay, che venne combattuta a terra e lungo i fium i, con grande uso di mine subacquee, sulle quali il 2 settembre 1866 saltò in aria la cannoniera co razzata brasi lia na Rio dejaneiro. 22

on os tan te questa perd it a , la Marina brasiliana continuò a condurre una lunga ser ie di offensive fluvi a li , che portarono alla conquista delle

2 1. Hurt lt A Trom.:r W. P.: Battleships oj'the Grane/ Fleet, Londra. Arms and Armour Press, 1982, p. 59 -61.

22. Cfr. ·· Warship /ntemationaf' Toledo, Ohio, 1977, n . 2, p . 161 173.

14

piazzeforti paraguaiane di Humaita e di Angostura tra il febbraio 1868 e il novembre 1869 e alla vittoria final e della coa li zione nel marzo 1870, dopo la morte del dittatore Lopez .

Più propriamente navale fu la cosiddetta "gue rr a de l Pacifico", che tra. il 1879 e il 1883 v id e contrapposte Bolivia e Perù al Cile per que s tioni di frontiera e di cont ro ll o dei locali giacimenti di nitrati . Alla fine il C ile ebbe la meglio grazie alla migliore utilizzazione d e lla flotta, che bloccò imm ediatamente i porti nemici e che 1'8 ottobre 1879 riuscì a catturare , dopo un sanguinoso combat ti mento , l' attiviss i mo monitor peru viano Huascar, reduce da una proficua crociera corsara.

N onostante la vittoria, il Cile fu sconvo lto ne l 1891 da disordini interni, durante i quali la Mar in a passò quasi totalmente dalla parte dei parlamentaristi e contro il potere del presidente Balmaceda. Questa ri voluzione, che alla fine terminò con la vittoria de:;i parlamentaristi, viene ricordata in campo navale so lo perché nella notte tra il 22 e il 23 apri le 1891 si verificò il primo documentato successo silurante contro una nave da guerra . Esso fu opera di due t orpedin iere del partito presidenz iale , che affondarono nella circostanza la corazzata Blanco Encalada (ex Valparaiso) ancora t a nella baia di Ca ldera, dopo averla co l pita con uno dei loro cinque silur i

2 Caratteristiche del naviglio militare e della tattica navale

Come abbiamo scritto in un nostro precedente vo lume, le Marine da guerra registrarono nella seconda metà dell ' Ottocento un grande sviluppo tecnologico, che si manifes t ò in cinque direzioni e cioè con l'affermazione della propulsione meccan ica ad e li ca, con le costruz ion i in ferro, con l'applic az ion e d i corazze, con l' introduzione d i nuov e arm i (q uali i cannoni rigat i e a re tro ca ri ca, le granate, le mine subacquee, i primi sommergibi li a vapore e i prim i s iluri) e infine con la disposizione dei cannoni dell'armamento principale in torri corazzate girevoli. 23

Già nella b at taglia di Hampton Rqads de l 9 marzo 1862, durante la gtrer ra civ ile americana, mol te dell e suddette innovazioni fecero il loro debutto operativo. Ricord iamo infatti che sia il Virginia confedera to sia il Monitor unionista erano navi a vapore ad e lic a, erano dotate di corazzatura e sparavano granate. I no l tre quattro d ei diec i cannon i d el Vitginia era no ri gati, mentre i due cannoni ad anima liscia del Monitor erano insta lla ti in

23. Sa n t o n i A.: LJa !.epanto ad Hampton Roads: storia e politica navale dell'età moderna (secoli XVI-XIX), cit., p. 254 263 .

15

una torr e brandeggiab ile. Tuttavia queste due unità americane possede vano a nche uno sp ero ne su bacqu eo , ch e riesumava il rostro de lle trirem i greche e roman e e ch e ne lle inten z ioni avrebbe dovut o integr a re n e ll 'offesa il lentissi m o ritm o di fuoco deMe p esanti artiglierie.

Lo s peron e fu quindi , per ir on ia della sorte, la prima "nov ità " in trodotta sulle navi co razz ate dell a s econda m età dell ' Ottocento e ri visse un momento di g loria n e lla battaglia di Liss a del 20 lugli o 1866 (da noi ill ustrata nel prossimo paragrafo). La sua fa ma tuttavia fu infr a nta nella battaglia dell o Yalu del 17 set tembr e 1894, durante la guerra cino giapponese, g razie alle magg iori capaci tà e voltf tiv e delle navi e a ll ' aume nto della g ittata , della ce lerità di tiro e della potenza dell e a rtigli er ie . 24

Comunqu e già nel di ce mbr e 1866 l' austriaco Luppis e l' ingl e se Whitehead avevano felicem e nte sper i menta to a fiume il prim o si luro a u topropulso (in inglese torpedo) che, un a v olta perfezionato, co ntri buì anc h 'ess o a far tram on tar e le futili s peran ze ripo s te n egli speroni, est e n dendo la port ata d e ll ' insidi a subacquea.

In pochi ann i il s iluro divenne la classica "arma dei poveri ", poiché le Marin e più d e boli ritennero , piuttosto ottimisticamente , di p ote r annu l la re con un cons istente nu mero di piccole ed economiche na vi "torp ed i niere " (la prima dell e quali fu comunqu e ing les e : la Lìghtning del 1877) l'enorme div a rio ch e le separava dalle fl otte dell e grandi Pot enze. Perfino la Marina fran cese , c he pur e face va parte di qu est' ultim a fortunata sch iera, venne contagiata da s iffatto entusiasmo e , come abbiamo detto , det te fatalment e asc olt o nel 1886 alle teorie estremi ste d ell'ammi rag lio Aube e della s ua "J e une e co le " , non prendendo nella dovuta co nsid e raz ion e le in tri n sec he d e bolezze delle c ontemporan ee unit à torpediniere , c ioè la lo ro scarsissima autonomia e la mod es ta tenuta al mare. 2 5

L'invenzi one dell'arma s ubacquea autopropu lsa d e terminò comu nque un a significativa modifica d e ll 'a rmam e nto delle grandi navi. Qu es te ultim e infatti furono costre tte non so lo ad i mb a rca r e, come ar mam e nto se condario , ca nnon c ini a tiro rapido p e r controbattere le ve lo ci torpe diniere, ma anche ad aume ntare u l teriorment e la gitt ata dell e loro a rtig lieri e principa li , così d a tene rsi fuori po rta ta de i s il uri , ch e ven iv a no a llora imbar ca ti perfino sulle corazzate e c he n e l 1905 1906 avevano un raggi o d ' azione di c irca 4.000 m e tri.

24. Fracca roli A.: Dalla piroga alla portae rei: storia della nave, Mi la no, Si g no relli , 1950, p 172.

2 5. Ufficio Sterico dell a Mari n a Mi l ita re: le to1pedi11iere italiane 1881-1964, Roma , 1974, inrr o d uzi on e, p. 6.

1.6

DUILIO

Corazzata della Regia Marina italiana

Scala 1: 1uuo

CA RAlTERIST! CHE

Dislocamento normale: 11 .1 38 to n nellate

Dfmensioni.lunghezza f.t. 109,2 m. lu n ghezza fra p p. !05, 5 m. rg h ezza 19,7 m immersione 8 ,3 m.

Apparato motore: 2 m ot ri ci vertica l.i a duplice e espansione; 8 ca ldaie ov a li; 2 assi pote n za 7.710 HP Velocità : 15 nod i

Armamento: IV-450/20, 111-120 mm ., Tl 75 mm ., Vl!I-57 mm XXIl 37 mm. , 3 tls. da 355 mm

Protezione: vertica le max. 550 mm orizzonta le m ax. 50 mm arm amento max. 450 mm torr io n e max. 350 mm. ricloct i m ax 400 rnrn.

Varo: 8 maggi o 1876

Servizio: 6 genna io 1880 Radiazione: 27 g iugno 1909

DATI STO RIC I

Le corazzate Duilio e Dt11ulolo .furono, all'epoca della loro entrata in sen:izio, }i'a le pi11 poten ti: navi di linea eji,1.rono le prime a non portare attrezzatura velica; la Duilio imbarcava , in un compartimento inter no, la piccola torpediniera Clio Si tratlava delle p rime grandi unità p roge t ta te dal Generale Ispettore del Genio Navale Be n edetto Brine i;o lute dal Ministro della Marina Simone di Saint Bon, che consenl-irono all' Italia di diventare una delle prime potenze naua/i del mondo . Furono navi all'avanguardia , di ca ratteris tiche tali da superare qualsiasi realizzazione p r ecedente. li projtlo mostra la D uilio con la tipica colo raz ione dell 'epoca: scafo nero, sovrastrutlure b iancbe e fumaioli f?ia/Ji

17

Sempre in funzione antisilurante fu dato vita nel 1893 ancora una volta in Gran Bretagna ad un nuovo tipo di unità da guerra, il "cacc iatorped iniere ", ch e, leggermente più grande delle torpediniere ed armato con cannoni a tiro rapido, ebbe il compito di difendere le grandi navi dagli attacchi siluranti. Anch'esso p e rò venne dotato cl i si luri e finì quindi per assumersi le fun zio ni insidiose att ribuite fino ad allora alle torpediniere stesse. avendo su di esse il vantaggio di una maggiore au t onom ia e d i una m iglio re tenuta al mare . 26

Con la comparsa netrultimo decennio dell 'O ttocento di sommergib ili definibi li moderni ( il primo dei qua li fu il francese (zyrnnotedel 1888), a umentò considerevolmente la minaccia esercitata dai siluri. grazie all'occulta men to subacqueo del loro vettore . Solo alla vigilia della prima gue rra mondia le però i sommergib ili divennero sufficien temente grandi per affrontare missioni non solo costiere, ma d'alto mare e da allora ess i dovettero guard,usi dai cacciato rped i n ie r e avversar i, cui venne a ttribu i to anche il compito di localizzare con gli idrofoni i baueJli immersi e di distruggerli con le bombe di profondità. 27 Nonostante tutte queste grandi inno vaz ioni cli fine secolo, la nave che mantenne la supremazia sui mari add irittura fino alla seconda gue rr a mo n d ia le e sulla qua le contin u ò quin d i ad esser e misu ra ta la potenza di una Marina da guerra fu la corazzata. Dopo la Gioire francese del 1859, l a Warrior britann ica del 1860 e le simi lari unità che combatterono ne l 1866 l a s t or ica battaglia di Lissa , le corazzate co min ciarono a perdere dal 1875 l'attrezzatura velica ausiliaria e ad imbar care can n oni sempre più grandi e d i maggior gittata, a n che so t to la spin ta del pericolo s ilurante cl i cui s i è già dett o. La Marina ita l iana sc hier ò in quel periodo quattro corazzate che furono tra le più potenti de l mon do, cioè le d u e geme ll e Dui li o e Dandol o, varate nel l 876 e ne l 1878, nonché l' Italia e la Lepanto, varate nel 1880 e n el 1883. 28

Un u lt e ri ore pr ogresso fu reg istra to n elle co r azzate cos truit e a cava ll o dei due secoli e che combatterono nelle guerre ispano-americana del

26. Ufficio Storico della Marina Milirarc: / cacciato,pediniere italiani 1900-1971. Rom,1 197 1, i ncr ocl u zione, p. 3-4

27. Cfficio Storirn della :\larina Militare: / sommergibili italiani 1895 1971 , Roma. 1971, introduzion e . p. 1 l 16.

28. Le due Duili o ave\·ano un dislocamento cli 11.138 tonnellate, una vt;:locità cli 15 nodi e un armamento principale di -1 cannoni da "150 mm. Le due Italia dislocavano invece 13.898 tonnellate e possedevan o u na ve l ocitù cl i 17-1 8 nod i ed un ' a rci g licr i a p r inc i pa l e cl i 4 cannoni da ti.:$1 mm

18

LEPANTO

Corazzata detta Regia Marina italiana

CA l{ATTERISTICHF.

Dislocamen to normale: ·13 898 tonnella te

Dimensioni: lu nghezza f.t. 124,7 m . lunghezza fra p . p . ·1 22 m . larghezza 22,3 rn . iirnne rsio nc 9,4 m.

Apparato motore: 2 m otrici vertica li a du p lice espansione; 24 cal d a ie c ili ndriche; 2 ass i potenza 16 000 HP

Ve locità : 18 no di

DAT I STO RI CI

Scula 7: 1000

Armamento: IV 43) / 27, Vlll 152 mm. IV-120 mm., II-75 mm. , Xll 57 mm. X 37 mm. , 2 tVIG , 4 tls da 355 mm

Protezione: ve rt ica le m ax . <106 mm . o rizzonta le max . 76 mm . ar m ame n to max. 480 mm torr ione 1 00 mm .

Varo: 17 ma r zo 1883

Servizio: 16 agos to 1887 Radiazione: 15 gennaio 19 14

La corazzata Lepanto e la sua gemella Italia ( che si dijjèrenziava pe r avere sei fumaioli irwece di quattro), tra le più potent i unità della loro epoca, jìuono reali.zzate sacrificando la pro te z ione in.favore della veloci tà e dell 'autonomia, e avevano carafleristiche e capacilà opera ti v_e che saran no riprese alcuni anni più ta rdi. dag li incrocia to ri da battag lia Per le loro g randi d imensioni, queste due corazzate avevano spazio interno sufficien te a permeltere, almeno teoricamen te, il trasporto di un 'intera divis'ione dell'Esercito Nel profilo la Lepanto è rappresentata con i tre colori tipic i dell'epoca : nero, bianco e giallo.

19

Co razza/e, ·Duilio" /11 sos ta a Ve11ezia dal/'11 al 79 agosto 1887

1898 e russo giapponese d e l 1904-1905, da noi illu st rate nei prossimi paragrafi cinque e sei. Queste unità di 10.000-15.000 tonnellate ebbero un armamento principale di quattro pezzi, installato in una torre binata a prora e in una a poppa, oltre ad un armamento sec ondario situato in batt e ria e co mpo sto da cannoni di piccolo-medio ca libro e a tiro rapido. Questi ultimi, ol tre a tene re a bada le torpediniere, se rvivan o o ri ginaria m ent e anche a lanci are una p ioggia di g ranat e sulle corazzate ne miche, smantellandone soprattutto le sovrastrutture. Infatti il lent o ritm o di fuoco dei conte mporanei grossi calibri dell 'a rmamenw prin c ipale facev a sì c he essi int erv e nisse ro preferibi l n1ente so lo p e r dare i l c ol po d i grazia a i bersagli ma lco nci. 29

In quell o stesso tempo p e rò vennero introdott i can non i di grosso ca libro , genera l ment e da 305 mm, a ca ri c am e nto e tiro rapid o (c irca 2 co lpi al minuto), che rivoluzionarono il combattimento nav a le. Essi infat ti assunsero eia allora in poi il ruol o pr incip a le e pr ess oché es clusivo ne gli sco ntri tra navi co razzate e rel egarono l'a rmam ento secondario a so li

29.

p . 135.

20
Fio ra vanzo G.: Storia del pensiero tattico navale, Roma l lfficio Storico della Marina mil itar e, 1973,

scopi antisiluranti . Di questi e di altri miglioramenti godette la rivoluzionaria Dreadnought ingl ese, che fu completata nel 1906 e che rese ob solete tutte le corazza t e precedenti, come vedremo nel pross imo setti mo paragrafo. 30

Accanto alle corazza te "predreadnought" le varie .!\farine all i nearono, dalla fine del XIX secolo a ll a prima guerra mondiale, gli ''incrociatori co razzati", la cui magg iore veloc ità (20 22 nodi anziché 16 18 nod i) li ren deva idonei a compiti di avanguardia e di avvolgimento , mentre la loro buona prot ezione e la co nsi s tente arti glieria del calibro intorno a 203 mm ne permetteva anche l'inser imento nella linea di battaglia. Gli incrociatori corazzati vennero soppiantati dag li " incrociatori da battaglia " nello stesso tempo in cui nascevano le corazza te "dreadnoughts", che accomuneremo nell'analisi tecn ica al momento opportuno . 3 1

Meno poten ti degli incrociatori corazzati e quindi più economici era no i cosiddetti incrociator i "pro tet ti ", cioè corazzati solo sul ponte e non sui fianchi, che alla fine dell'Ottocento venivano normalmente impi e gati nella difesa delle comunicazioni marittime , nonché nella vigilanza in co lonia.

Il tramonto dell'incrociatore protetto fu però repentino e venne determina to dalle sue non ecce ls e dot i cl i veloc ità , che era abbastanza simi le a qu~lla degli incrociatori corazzati e quind i ins uffici ente p er i sempre più richiesti comp iti es ploran ti. Al suo posto qu indi apparvero all'iniz io ciel XX seco lo gli "esploratori" e gli "inc rociatori legger i", cioè navi del tutto sprotette, arma te con piccoli-medi calibri e con una veloci tà generalmente superiore a i 25 nodi, che le rendeva idonee non sol tanto alla ricognizione, ma anche a controbattere i cacc iatorped ini ere nemici. 32

Un'u lti ma arma si affermò sul mare durante la prima guerra mondiale : l'aeroplano, che già aveva avuto il suo debu tt o bellico per merito degli italian i nel conflitto contro la Turchia de l 1911 -1 912 per la conquista della Libia. Tra il 1914 e il 1917 gli aere i nava li , do tati cli galleggianti, furono anche trasportati su apposite unità po rtaidrovolant i e prendevano il volo dalla superfic ie m arina (che doveva essere ca l ma), su cu i venivano calati con

30 Galuppini G : Guida alle corazzate dalle oriMini ad oggi, M il a n o, Mondadori, 1978, p. 164 175.

31. Degli Ubeni U : La Marina da guerra, Fir enze, Salemi, 1940, p 131 Vds. il prossimo sett i mo paragrafo.

32. lreland B. : Cru.isers, Londra, Hamlyn , 198 1 , p. 37 39.

21

appos iti picchi da carico, mentre a l ritorno dalla missione le operaz ion i erano invert ite. Tra il 1917 e il 1918 appa1vero invece nella Marina bri tannica le p ri me tre e ffett ive navi portaerei de ll a storia, l a Furious, l 'Argus e la Vindictive, che, a differenza delle precedenti portaidrovolan ti, imbarcavano ve ri e propri aere i ter restri dotat i di carrello. 33

Il1ustrati i mezzi e g li s trum en ti offens iv i cli cui si avvalsero le varie Marine nel cinquantennio compreso tra gli albor i dell'età contemporanea e i l primo con flitt o mondia le , poss iamo dire sin teticamente che la tattica navale continuò ad avere, durante il conta tt o balistico, il suo pun to cl i partenza e di arr ivo nella famosa "linea di fila " . Quest' ultima però non era que ll a rigida e int occa bil e delle "F ightin g Ins t ruc ti ons" inglesi del 1653 , ma que ll a du ttile ed anche frazionab il e, nata dall'espe r ienza ne lson iana e a dotta ta a n cora da Togo a Tsushima n e l 1905 e dalle flot te d a battagl ia della pr ima e de ll a seconda guerra mondia le .

So lo per un breve periodo d i tempo, corrispondente a ll a sop ravva lut azione d egli speroni subacqu ei e quindi co ll ocab il e t ra il 1862 e il 1894, ebbe una ce rc a fo rtun a la fo r maz ione fronta le "a cuneo", che pres en tava

Portuerei HMS "Furious"
22
33 AA. VV Storia della Marina, l'vli la n o, Fab br i editor i , 1978 , vo i. VIII, p. 423-432

al nemico le prore dotate di rostri e riusciva a garantire una protezione reciproca delle proprie unità nei confronti de ll a minaccia di speronamento avversario.

A parte questa parentesi , la linea d i fila fu resa insos t ituibile dal fatto che il ".settore di massima offesa" di tutte le unità navali, fino alla seconda guerra mondiale inclusa, fu quello laterale, così come lo era s ta to per tutto il periodo della ve la. Infatti le rivoluzionarie torri girevoli per l'a rtiglieria, introdotte per la prima volta sul 1Wonitor di Ericsson, ebbero il propr io campo cli tiro piuttosto limitato dalle sovrastrutture della nave stessa ed erano comunque .suddivise a prora e a poppa , con conseguente dimezzamento del volume di fuoco ne i settori es t remi . Per di più le artig li erie .secondarie continuavano a poter sparare so lo di fianco , essendo esse installate o in batteria o in torrette laterali. 34

Si può qu i nd i co nclud ere dicendo che in battaglia le navi corazzate intendendo per esse quelle che avevano le artiglierie maggiori e una consistente protezione - co ntinuarono a disporsi in linea di fila, con i cacciatorpediniere di scorta dislocati sul lato non impegnato e pronti a scattare per eseguire un attacco silurante o per respingere un identico tentativo nemico . Da parte loro gli incrociatori corazzati e poi g li incrociatori da battaglia assumevano solitamen te una posizione avanzala e cercavano cli sfruttare la loro superiore veloc ità per avvolgere la flotta avversaria, o almeno per indurla a compiere manovre evas ive e pos sibilmente compromettenti. Infine g li incrociatori leggeri e g li esplora tor i erano inviati in avanscoperta con l'incar ico cli scoprire il nemico e dc segnalarne poi le mosse, a similitudine di quan to facevano le fregate de l periodo ve li co, pur mantenendo i compiti di sorveg l ianza marittima e di attacco al traffico nemico, propri delle antiche nav i corsa re . 55

3 La terza guerra di indipendenza italiana e la battaglia di Lissa

La terza guerra d ' indipendenza nazionale de l 1866 ha malaugurata 1nente segnato il negativo debutto bellico del giovan iss imo Regno d ' Ita lia , che venne battuto dag li aus t r iaci per terra a Custoza e per mare a Lissa, nonost a nte potesse giovars i della preziosissima alleanza m i litare con la potente Prussia del Bismarck .

34. Gibbons T. : The complete encyclopedia of hattleships and hattlecruisers: a tecbnical directory of a/l the world 's capitai ships from 1860 to the present day Londra, Salamander Books, 1985, p . 118- 1 65 .

35. Castagna L.: Che cosa sono e come operano le navi da guerra, Roma, Uffic io Sto ri co della Mar ina mili ta re, 1938, p 165-175 .

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In verità le giust i ficazioni pe r l'insoddisfacen te primo impiego mi litare della Regia Marina italiana non mancavano e andavano ricondotte alle già ricordate d ifficoltà ordinative , dottrinarie e operative susseguen1 i alla complessa fusione nel 1861 tr a le Ma ri ne pre un itar ie sa rda, toscana, borbon ica e sicil ianogaribaldina. In particolare il regolamento tattico a llora in uso era sta to r icavato d a q u e ll o fr a n cese d e l 1857, integrato da norme di combattimento studiate a Parigi nel 1865 da ll 'ammiragli o Bouet W ill aumez .

Anche le condiz ion i geografiche ciel teatro cli guerra adriatico sfavorivano gli italian i, che localmenLe po t evano servirs i sol tanto ciel modesto porto di Ancona e non go devano dei vantaggi offerti al ne m ico da ll e frastag li a te coste dalmate . I nfi ne la nos t ra flotta d a battag lia , sebbene più nume rosa e poten te di que ll a austr iaca, non e ra omogenea, poiché le dodici disponibili unità corazzate erano state costruite in ben quattro Paesi diversi e cioè in Francia, in Gran l3retagna, nella stessa Ital i a e p e r fino n e gli Sta ti Uniti. 36

Al comando de ll a flotta ital iana c'era allora il sessantenne ammiraglio Carlo Pellion di Persano, che in verità aveva ben diretto la Squadra sarda n e l 1860-1 861 dura nt e la ca m pagna ga ri baldi n a i n Sicili a e p o i ne ll 'a ttacco a ll a b a se pontifi cia d i An cona e a ll e piaz z efo rt i bo rb on iche d i Messina e Gaeta. Egli era stato quindi un attivo Ministro della Marina dal marzo al dicembre 1862 ed era divenuto Senatore del Regno nel 1865 . 37

No n osta nte q u es te bu one re ferenze, Pe rsa n o, messo a ll a p rova ne l combatt imento manovrato di Lissa, mostrò una grande insicurezza, che venne aggravata dall ' infelice compo11amento in battaglia dei suoi subordinatj:

36. Uffi c io Storico d e lla Marina Militare: Le navi di linea italian e, 7861-1969, Rorna 1969, p. 91-139.

37 Co lli va G. : Uomini e navi nella slo ria della Marina M i litare i l a liarw, M i lano, Bramante, 1972. p. 14- 23.

Ammiraglio Carlo Pellio n di Parsa no
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il vice ammirag li o Giovanni Battista Albini e il contrammiraglio Giovanni Vacca, quest'ultimo già discusso protagonista dell'episodio del pirovascello Monarca nell ' agosto 1860. 38

Il confli tt o iniziò il 14 giugno 1866 quando la Prussia attaccò l'I mpero austriaco a ll o scopo di sottrarg li il controllo dei ducati ex danesi dello Schleswig, Ho lstein e Lauemburg e la direz ione della Confederazione degl i Stati germanici . Quindi il 20 giugno, in base ad un precedente trat tato d'alleanza con Berlino , il Regno d ' Italia sabaudo intervenne a sua vol ta in guerra contro l'Austria , con l' intenzione di strapparle il Veneto e di ragg iungere lo spartiacque a lp ino nord or ienta le.

G li avvenimenti m ilitar i si succedettero molto rap idamente: il 24 giugno l'Eserci to austr iaco bat té quello italiano a Custoza, mentre il 3 luglio le Armate pruss iane sconfissero que ll e asburg iche a Sadowa . Di conse guenza il Governo italiano, a ll ora insediato a Firenze, premette sulla Regia Marina affinché almeno essa conseguisse una v it toria, così da sollevare il nostro orma i r idot to potere contrattua le, i n vista di incombent i tra tta tive cli pace sollecitate dalla neutrale Francia di Na poleone TTI. 39

La flotta it a liana , come s i è detto , era allora superiore a quella au striaca, allineando 11 moderne pirocorazzate. e il recentissimo "a riete a torri" Affondatore, costru it o in Gran Bretagna e ritenuto un miracolo del la tecnica. A ta li comp lessive 12 corazzate si affiancavano 19 navi in legnò e cioè 7 p i rofregate ad elica, 3 pirocorvette ad elica, 3 pirocorvette a mote, 3 cannoniere di 211 classe e 3 esplora tori o avvisi.

La Marina aus t r iaca invece possedeva 7 pirocorazzate e 20 un ità in legno , c ioè un pirovascello, 5 pirofregate, una p irocorvetta, 9 cannoniere e 4 piroscafi ausiliari a ruote, il tu tto agli ord ini de l trentanovenne con tramm iraglio Wi l helm Tegetthoff, g ià d is t intosi ne ll a preceden te guerra de l 1864 contro la Dan i marca e a l fianco della Prussia.

Le direttive i mpa rtit e da Fire n ze all'ammiraglio Persa n o, trasferitos i con tutta la fl o tt a ad Ancona, erano molto agg ressive m a p i u ttosto generiche, ordinandogl i cli "spazzare via le forze nem ic h e da ll 'Ad riatico , at taccandole o b locca ndole ovunque fossero". Com u nque s ia, per vent i gior ni Persano n on comb inò asso l utamente nulla, per d en d o anzi un'o tti ma occas ione il 27 giugno, q uando la flotta di Tege tth o ff s i p resentò cli fronte

38. Cfr. Santo n i A. : Da Lepanto ad Hampton Roads: storia e politica navale dell'età mo derna (~ecoli XVI XIX), c ir., p. 280 281.

39. Iachino A.: l.a campagna navale di Lissa 1866, Milano, Il Saggiato re, 1966, p. 262-274.

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Ariete corazzato ·Ajfo11datorc.,

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Co razza /(.,[ R e cl"flalia ·

ad Ancona, e conducendo un ' inutile crociera nell'Adriat ico centrale tra 1' 8 e il 13 l uglio, durante la quale egli non addestrò neppure a dovere i suo i mediocri cannonieri. 40

Esasperato da questo temporegg iamen t o, che allon t anava l ' ausp ica ta vittoria navale ri paratr ice, il ministro della Marina , l'avvocato Agostino Depretis , piombò ad Ancona per solleci ta re persona l men t e Persano a prendere l ' iniz ia ti va . Fu così che nacque il p iano d i attacco all ' isola au striaca di Lissa s itu ata a 130 miglia a levante d i Ancona che avrebbe dovu t o richiamare su l posto la flotta di Tegetthoff, obb li gandola così ad uno scontro riso lu tivo . Pertanto dal 1 7 a l 19 lu g li o i 600 cannoni delle n avi di Pe rsano, Alb ini e Vacca bombardarono i forti di Lissa, senza però riuscire a far tacere gli 84 pezzi cos ti eri austr iaci dell ' iso l a, mentre all ' u ltimo momento venne annullato un nostro tentat ivo d i sbarco . 4l

La mattina del 20 lu g li o , poco dopo che Persano aveva fatto riprendere il cannoneggiamento dell'isola e quando l' Alb i n i s i accingeva a ri tentare lo sbarco con le sue navi in legno , l'avviso Esploratore segna lò la flotta nemica in avv icinamento e a lle 10.45 ebbe iniz io la prima bat t ag lia navale della s t oria tra due Squadre d i navi corazzate. 42

Purtroppo in quel momento la flotta italiana era notevo lmente fraz iona t a, con molte unità impegnate nel bombardamento e nell ' appog gio alla progetta ta invasione d i Lissa, cosicché Tege t thoff potè concentrar~ il suo attacco con tro la massa corazzata del Persano e del Vacca, mentre le navi in legno clell'Albini non presero parte al combattimento . In conclus ione la Squadra austriaca, in fe ri ore nel numero complessivo delle unità, riuscì a rea l izzare una superiorità quantita t iva locale e a po rta re tutte le sue 7 navi in fe rro e le 20 in legno contro sol tanto 10 corazzate it a li ane .

Il giovane Ammirag li o asburg ico inoltre, consapevole che i suo i cannoni aveva no una gitta ta in feriore a quella de i più moderni p ezz i d ' arti glieria imbarcati s ull e navi ita lian e, decise d i condurre il co m battimen to a brevissima d is tan za, lanci ando il galvan izzante segnale "le co raz za te si scag lin o s ul nemico e lo a ffondino". Egl i quind i s i gettò perpend icolarmen te contro l' ir rego la re linea cli fila avversaria, come aveva fatto Nelson a

40 . Clowes \Y/. L.: Fourrnodern navat carnpaigns, Lo ndra , Cornmar ket Pres s , 1902 , p . 20 .

4 1. lach in o A .: La campagna navate di Lissa, cit. , p. 371 372 .

42 La nora b a ccaglia di Hampto n Roads del 9 marzo 1862 tra il Monitor d e i no rdi s ti amer ican i e il Vir~inia dei secess io n isti confede ra t i aveva rappresen tato invece il pr i mo sco nt ro t ra due isolate u ni tà corazzate.

27
I \ .,, .,, \ /~.,, 12~. // ,. I "" · I '· / , ·.J / . / ' / ·-..... / ' .,efCORAZZATE •
)
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ITALIANE
,,A NAVI IN LEGNO ITALIANE Battaglia di Lissa. 20 luglio 1866
KAISER 12.30

Trafalgar, ma assumendo nella circostanza una massiccia formazione a cuneo, composta da tre ondate successive, ciascuna delle quali era disposta a punta di freccia . In tal modo Tegetthoff, secondo le contemporanee ' e discutibili norme tattiche sull' impiego degli speroni subacquei , accettò . il rischio di essere preso d ' infilata dal fuoco di Persano, confidando nell ' abilità manovriera dei suoi comandanti e nell ' efficacia in mischia de gli speroni stess i, di cui tutte le unità de l periodo erano dotate. 43

Da parte sua Persano, ritenendo troppo lenta la propria nave ammiraglia Re d 'Italia, trasbordò all'inizio dello scontro sul modernissimo ariete corazzato a torri Affondatore, senza che alcuno degli ufficiali superiori in sottordine se ne accorgesse. Pertanto la flotta italiana rimase praticamente priva del suo Capo nel momento decisivo dell ' azione, ciò che costrinse ogni Comandante di unità ad agire di propria iniziativa.

Quando il Re d 'Italia rallentò per consentire il trasferim e nto dell'ammiraglio Persano, tale corazzata lasciò davanti a .sé un largo spa z io vuo to nella linea di fila italiana, attraverso il quale penetrò proprio la punta del cuneo austriaco. Di conseguenza il piano di Tegetthoff trovò pie na applicazione e la battaglia assunse l' aspetto di una mischia, nella quale il superiore addestram e nto degli austriaci ebbe la meglio.

In particolare la stessa corazzata Re d 'Italia venne colpita da una graqata nella parte emergente del t imone e, rimasta priva di ogni pos sibilità di manovra, fu assa l ita dalla nave ammiraglia asburgica Ferdinand Max , che si gettò su di essa, la sp e ronò sul fianco sinistro e la mandò a fondo insieme a molti marinai e al suo comandan t e Faà di Bruno, medag l ia d ' oro a ll a memoria. La seguì più tardi negli abissi la più piccola corazzata Palestro de l comandante Cappellini (altra medag l ia d'oro alla memor ia) che, colpita da una bordata, rimase in pre da alle fiamme fino a quando non esplose e co lò a picco al termine della battaglia .

Tegetthoff, pago della vittoria e soprattutto di aver salvato Lissa dall' invasione, fece ormeggiare la sua flotta nella rada di quest ' isola, dove essa r imase fino a ll e 20 .30 de l 21 luglio, quando ormai tutte le su perstiti navi italiane erano rientrate ad Ancona. 44

I morti in battaglia furono 620 ita li ani e 38 aus t riaci ed i feriti r ispet tivamente 40 e 138, mentre probabilmente qualche superstite annotò che

4 3. Sanderso n M.: Sea battles, Lo n dra, Dav id & Charles, 1975 , p 113 . 44. Iachi n o A.: La campagna navale di Lissa, cit. , p. 488 , 493 497 , 606 .

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RE D'ITALIA

Fregata corazzata della Regia Marina italiana

CARATTERISTICHE

Dislo came n10 normale: 5.700 tonn e llate

Dimensioni: lunghezza f.t. 99,6 m lunghezza fra p.p. 83,9 m. larghezza 16,8 m. immersione 6,2 m

Apparato motore. motr ice a lte rnativa ad azione diretta; 6 calda ie tubolari; 1 asse potenza 1 845 HP Velocità: 11 nodi

DATI STOR I CI

Armamento: IT 200 mm , X:XX 16 0 mm , IV da 72 libbre Protezione: vertical e rna x. 120 mm. \/aro: 18 a prile 1863 .Ser1Jizio: 14 settembre 1864 Perdila : 20 lu g li o 1866

Scula 1:1000

La Re d'Italia costituiva con la Re di Portogallo una classe di fregate c orazzate, costruite negli Stati Uniti per conto delta giovane Marina Italiana, che furono completate tra il 1861 e il 1864, mentre injì,1,riava la Gue,-ra Civile ame ricana. Le due navi si rivelarono poco ejjìcienti L'asse1iza di protezione agli organi di governo si rivelò fatale alta Re d'Italia durante la ballaglia di Lissa; colpita al timone, impossibilitata a go vemare, fÙ speronata dalla Ferdinand Max . La Re di PortogaUo , costruita con legno stagionalo in modo approssimativo, venne giudic ala inutilizzabile dopo solo 11 anni di servizio e fu radiata nel 1875.

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FERDINAND MAX

Fregata corazzata della Marina Imperiale austro ungarica

CARATIE R!STICHE

Dislocamento normale: S.212 tonnellate

Dimensioni: lunghezza f. t. 83,75 m. lunghezza fra p p. 80 m. larg h ezza 16 m · immers ione 7, 1 m .

Apparato motore: mot rice alternativa o ri zzon ta le a due ci li ndri ; 1 asse potenza 2 925 HP

Velocità: 12,5 nod i

DATl STORIC I

Armamento: XVI da 48 lib h re, IV da 8 libbre , 1T da 3 libb re

Protezione: verticale max. 123 mm Varo: 24 maggio 1865 Radiazione: 1916

Scala 1: 1000

L aFerdinand Ma x fu la nave ammiraglia di Tegettho)J a Lissa. Laj<Jrtuna ta azione contro la Re d'Italia dura n te quella battaglia radicò nei progettisti navali la convi nzione che fosse indi spensabile dotare le prue di sperone, seb bene l'aumentare delle distanze di combauimen to rend esse presto evidente /'in.u t ili tà di quest'arma . Come tutte le navi dell 'epoca la Ferdi nand Max aveva una propulsione mista ed era quindi dotata di una completa attrezzatura velic a, che, destinata a forn i re la j<J rza motrice in caso di avaria d ella macchina a vapo re, divenne in poch i anni supe,flua con l'aumentare dell'efficienza degli apparat i motore.

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una specie di maledizione perseguitava Je nostre navi in quelle acque. Infatti g ià il 13 marzo 1811 una formazione comprendente tre fregate italiane e tre frances i, appartenenti al Regn o d'Italia nap oleo ni co , era sta ta battuta presso Lissa da tre fregate inglesi del cap. vasc. Hoste , subendo gravi perdite umane e materiali. 45

Come è noto, alla fine della terza guerra d ' in dipendenza, l ' Italia ottenne ugualmente il Veneto, grazie alle vitto ri e· dell'alleato prussian o e a lla mediazione di apoleone III. Tuttavia la delusione di Lissa gene r ò nel Paese un senso di frustrazione, che tarpò le ali per molti anni a lla nos tr a diplomazia e sva lutò il prest igio d e lla stessa Marina. A quest'ultima inoltre non giovò certamente il pubblico processo tenuto ai danni dell'ammiraglio Pers ano di fron te al Senato, d i c ui egli era membro e che si riunì in Alta Corte di Giustizia. 46

Il 15 aprile 1867 Persano fu di ch iarat o colpevole dei reati di ne gli gen za , imperizia e disobbedienza e venne condannato all'esonero forzato, alla perdita del grado e alle spese di giudizio. Inoltre il Governo, di propria i niziativa e forse troppo severame nt e, aggiunse a ques ta pesante condanna quella gravissima della perdita del diritto alla pensione. Tale pena aggiunt iva costrinse l' Ammiraglio a vivere in co ndizi on i di indigenza fino alla sua morte, avvenuta a Torino nel 1883 , nonostante egli fosse sostenuto p rivatamente da un sussidio segreto dello stesso Sovran o. Infin e, in segu ito ad un a parallela inchiesta , furono collocati a riposo d'autorità i due mediocri ammiragli Albini e Vacca. 47

L'esito d e ll o s co ntro di Lissa f ece rit ene re in tutto il mondo che lo sperone , già amp iam ente usato nella guerra civile americana , fosse ancora un'arma decisiva nei combattiment i navali e ch e di conseg u enza Ja migli o re formazione da battaglia fos se quella a cuneo, adottata da Tegetthoff. Invece in questo caso, come in altri precedenti e successivi e pisodi , non ci s i ac co rse che la vittor ia e ra stata pr i n c ipa lm en te frutto dell'imperizia dello sconfitto e di una certa dose di casualità più che merito dell a tattica adottata dal vincitore. Infatti di lì a poco , e precisamente

45. Cfr. Gay F.: La campagna navale del 1810 1811 in Adriatico, i n "Rivist a Mar it ti ma", settembre 1977 e Santoni A. , Da Lepanto ad Hampton Roads: storia e politica na vale dell 'età moderna ( secoli XVI XIX ) , cit., p. 221 222.

46. Santon i A.: 1befirst engagement between two steamjleets. 7be battle o/lissa and its lessons, relazione al 1° Congresso internazi o nale di Storia Navale , Atene 22 30 agosto 1987.

4

7. Vds. Lumbroso A.: Il processo dell'ammiraglio Carlo di Persano, Roma , Bocca , 1905.

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nella battag li a dello Yalu del 17 settembre 1894 (durante la guerra cinogiapponese, di cui parleremo nel prossimo paragrafo) queste affrettate conclusioni sul valore de ll o sperone e sulla formazione a cuneo ebbero la loro sacrosanta e tota le smentita. 48

4 Il conflitto cino-giapponese e la battaglia dello Yalu

Nel 1894-1895 fu combattuta tra la Ci na e l' emergente G iappone una guerra motivata dalle reciproche amb izioni su ll a Corea, Sta to che allora era formalmente sovrano, ma che il Celeste Impero considerava come un vassallo.

Il "casus be lli " fu fornito da una diversa interpretazione de ll e clau sole di un tra tt ato del 1885, che consentiva alle due Potenze suddette di inviare in Corea modeste aliquote di militari a protezione dei rispet tivi interessi locali. Alla fine il Giappone ritenne opportuno imp iegare la forza e agì di sorpresa , come avrebbe fatto dieci anni dopo contro la Russia e quarantasette anni dopo contro gli Stati Uniti a Pearl Harbor. Il 25 lug li o 1894 infatti tre incrociatori nipponici giunsero davanti al porto coreano di Asan, dove erano appena sbarcati alcun i soldati cinesi e, senza preoccuparsi del non ancora proclamato stato di guerra, affon darono una cannoniera e un piroscafo, catturarono una nave vedetta e danneggiarono gravemente un i ncrociatore avversario. 49

Solo dopo quest ' aggressione giapponese , e precisamente il 1° ago sto 1894 , venne reciprocamente dichiarato il formale stato di guerra, cui le Marine contrapposte si presentarono in condizioni assai d ifferenti. Più in particolare, la flotta c in ese era numericamente supe ri ore e aveva un netto van taggio geo-strategico, grazie alle sue basi cl i Port Arthur e cli Wei hai Wei affacciant is i ai due lati ciel Mar Giallo, ad occidente della Corea. Essa però, a causa di una diffusa corruzione, soffriva di grav i deficienze strutturali, tecniche e logist ich e, alcune de ll e quali addi rittur a incredibili, come nel caso della sostituzione de ll e cariche esp losive di mo lt e granate con il polver ino di carbone. 50

Come se non bastasse, la flotta da battaglia cinese era comandata non da un ammirag li o, ma dal generale di cava ll e ri a Ting ed era oltre tu tto

48. Wilson H. W.: Lesjlottes de guerre au cornbat, voi. I, Parigi, Payot, 1929 , p. 81 e 136-143.

49 P.R.0.: fo n do ADM 125 , carte lla 112: China Station: Sino japanese war 1894-1895.

50. Ginocch iett i A Garofalo F.: Nozioni di storia navale, voi. I, Bo lo gna , Cappel li , 1934 , p. 211

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suddivisa in quattro squadre gestite gelosamente e senza alc una cura per l ' arte militare marittima.

Al contrario la flotta giappones e, pur non allineando navi co razz ate moderne (a differenza dei c inesi c he ne schieravano due di cos trnzio ne tedesca abb as tan7.a recent e) e pur essendo m1meri!=amentc inferiore, e ra addestrata molto più efficacemente da istruttori britannici e possedeva un più alto spirito combattivo cd un ottimo Co mandante nella perso na dell'ammiraglio Ito.

La stra tegi a naval e cinese fu caratterizzata subito da un'eccessiva prudenza, ave nd o Pechino ordinato alla flott a di non oltrepassare verso s ud un'ideale linea diagonale che partiva da Wei hai -We i e arrivava alle foci del fiume Yalu, a nord della Corea. aturalmente l' inferi ore Ootta nip ponica accolse con comprens ibil e sollievo tale volontario abbandono nemico di gran parte del Mar Giallo, che costitu i va l ' unico teatro bellico marittimo, e approfi ttò d e l fatto per proteg ger e tranquillamente i propri convogli diretti in Corea e perfino per bombardare il 10 agosto 1894 la stessa base di Wei-hai We i. 51

Nel rispetto dei suddetti ordini ri s trettivi, la Squadra navale c inese del "generale " Ting si limitò in vece a scorta re a metà se ttembre un convog lio di truppe alle foci d e llo Yalu , c ioè a i margini della zona co ns entita, s e nza sapere che l' ammiraglio giapponese Ito era n e lle vicinanze per pr oteggere al largo una simile operazione anfibia a Chernulpo (attuale Jnchon). La cons e guenza fu la battaglia navale dello Yalu del 17 settembre 1894, alla quale parte ciparo no die c i navi da gu e rra da una parte e dall ' altra.

Dop o il r ec iproco avvistamento, Ting pensò bene di gettarsi contro la linea di fila nipponica assumendo la stessa disposizione della flotta di Tegetthoff a Lissa, cioè una fo rm azio n e a cu n eo. L'am mirag li o Ito p e rò rispose come av rebb e dovuto fare Persano nel 1866 , c ioè sfilando dava nti al cuneo nemico, per poi accostare all'i nterno e avvolgere l'ala destra avv e rsaria che, con la sua posizione , "rnasch e rava" il tiro dell'ala s inistra. Così facendo i giapponesi realizzarono una superiorità local e e fin iron o per affondare quattro incrociatori nemici, sen za s ubi re alcuna perd it a materiale. 52

La battaglia navale dello Yalu ebbe conseguenze imp orta ntis s ime, seppure non imm e diatamente riso lu tive del co nflitt o. Essa infatti permise

5 1. Sandiford R.: Lezioni di storia e politicc, navale, Roma, Dell 'Ateneo , 1956, p. 297

52. Rob e rts S S.: 'fbelmpe rialChinesestea mNavy, in "Wars hip lnte rnat ional " , To ledo, Ohi o, anno 1974, n. 1 , p. 25 -4 4.

HASHIDATE

Incrociatore corazzato della Marina Imperiate giapponese

CARATIER ISTI CHE

Dislocamento normala: 4.284 to n nellate

Dimensioni: lu nghezza a l ga ll egg ia mentu 91,8 m . la rghezza 15,6 m . i~1 me rs ione 6 m

Apparato motore: mo tr ice o r izzonta le a t r ipl ice espans ione; 2 ass i po tenza 5400 HP Velocità .· 16,5 nodi

Scala l: 1000

Armamento: I 320 mm., Xl-120 mm , V da 6 libbre, Xl da 3 libbre, 4 tls da 533 mm.

Protezione: o rizzo n ta le 50 mm . arma m en to 305-101 mm.

Varo: 24 ma rzo 1891 Servizio: g iugno 1894

Radiazione: 1927

DATI STORICI

1.Hasbidate fu. una delle prime navi tecnologicamente avanzate ad essere costruita nei can tieri giapponesi; fino ad allo ra 'il Giappo ne si e ra rivolto all'es tero per dotare la sua marina di unità moderne, ed infatti le altre due navi della stessa classe, il Matsusbima e l 'Jtsuku s bima , vennero costruite in Francia. Queste unità erano arma te con il piit potente cannone dell'epoca, il Canet da 320 mm. , il cui notevole peso, a causa dello scarso dislocamento accorda to dai giap ponesi ai progettisti, costrinse a sacrificare di molto la protezione.

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ai vittoriosi g iapponesi di consolidare il domin io sul Mar Giallo e di sba r care s ia nella penisola del Liaotung , ove sorge Port Arthur che cadde n el novembre 1894 - sia nella contrapposta penisola dello Shantung (gen nai o 1895), dove essi posero l ' ass ed io alla base di Wei-hai-We i .

Con tro le navi nemiche rifugiatesi in qu est'ult im o porto la Marina del Sol Lev an te lanc iò nel gennaio e n e l febbraio 1895 c inque attac chi not turni di torpediniere , soltanto l' ultimo dei quali però fu fruttifero. Infatti n ella notte tra il 5 e il 6 febbraio i silu ri nipponici affo nda rono nell a ra da di We i-hai-Wei un incrociatore e una cannoniera c inesi e danneggia ron o le due corazzate di costruz ione tedesca , una delle quali (la Ting Yuen) colò poi a picco in bassi fonda li. Da parte loro i gi appo nesi persero in qu esta serie di aud ac i incursioni du e torpediniere e ne ebbero danneggiate alcune altre.

Il g iorn o se guent e il "generale" Ting ordinò all e riman ent i 13 torpediniere di Wei hai-Wei di lasciare la base e d i fuggire al largo , ma 11 di queste siluranti fuggiasche vennero intercettate e distrutte o catt urat e dal n emico . Quindi il 9 febbraio, conquistate via terra le batterie della piazzaforte , i giapponesi le rivolsero contro la rada , affondando cos ì l'u ltimo in crocia tor e cinese incolume. 53

Wei hai -Wei cadde nelle mani giapponesi il 12 febbraio e la pace tra i due Paesi venne firmata a Shimonoseki il 17 aprile 1895. In base ad essa il vittorioso Giappone ac qu isì For mo sa, le isole Pescadores e la pe n iso la del Liaotung con Port Arthur , nonché nuove concessioni commerciali in Cina e in Corea e una forte indennità di guerra rateizzata in sei mes i, durante i qua li l' Impero nipponi co avrebbe avuto il diritto d i occupare provvisoriamente Wei-hai-Wei.

Tu tto ciò non mancò di so llevar e la pr eocc upa z ione della Russia , c he mirava ad es tender e la sua influenz a proprio in Manciuria e in Corea , nonché le ansie della Francia e della Germania, parimenti interessate al lo sfr uttam e nto della Cina. Q uest e tre Pote nze cost rins ero pertanto il Giappone a rinunciare a gran parte dei frutti della sua vittoria, mettendo in atto un processo di revisione del trattato di Shimonoseki, che venn e in effetti r impia zzato dal tra ttato di Pechino dell'8 novembre s ucc essivo In base a queste nuove clausole furono restituite alla Cina Po rt Arthur

53 . Swa nson B.: Eighth voyage of the dragon: a bisto,y of Chi11a's quest for seapower, Annapoli s, Naval In s titute Press, 1982 , p. 11 0.

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TING YUEN

Corazzata della Marina cinese

CARATTER ISTICHE

Dislocamento normale: 7 335 ton n ellate

Dimensioni: lunghezza f. t. 93,9 m larghezza is m . (-\11mersione 6,1 m

Apparato motore: m otrici o ri zzonta li composte; 8 ca ldaie c ilindrriche; 2 ass i potenza 7500 HP

Velocità: 15, 7 nod i

Armamento: IV -305/20, Il-150 mm., 3 tls . da 355 mm.

Protezione: ve rtica le 355 mm or izzonta le 76 mm. to rr i max 355 m m to r rione 76 mm

Varo: 28 d icemb re 1881

Perdita: 6 febbraio 1895

Scala 1 1000

DATI STORICI

La corazzata cineseTi ng Yuen, affondata nel 1895 durante la guerra Cino giapponese, face va parte di una classe di due na v i, costruite nei cantieri Vulkan in Germania; la seconda unità, la Ch e n Yu e n , fu catturata dai giapponesi nel corso del medesimo conflitto e.fu utilizzatajìno al 1910. La marina cinese era stata ricostru ita con l'aiuto tecnico tedesco, dopo che l'intera Flolla del Foochow era stata distrutta il 23 agosto 1884 da una Squadra francese durante la guerra per il dominio sull'Indocina .

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e la penisola del Liaotung e fu inibita al Giappone la provvisoria occu pazione di Wei-hai Wei . 54

Na tur almente la Cina non mancò d i compensare le Potenze europee che erano intervenute diplomaticamente in suo aiuto, gratificandole con laute concessioni negli ultimi anni del secolo. In part icolare la Germania ebbe il protettorato d i Kiao Ciao, s ituato nella provincia dello Shantung e comprendente la base navale di Tsing tao , la Francia ricevette Kuang Ceu davanti all ' isola di Hainan e la Russia guadagnò importanti concessioni ferroviar ie in Manc i uria e soprattutto l ' affitto per 25 anni della contesa base di Port Arthur.

Tutti questi compensi più o meno volontari furono poi segui ti da ve re e proprie d epredazioni occidentali ai danni d e ll 'Im p ero cinese dopo la repressione internazionale della rivolta dei "Boxers" nel 1900 , cui par tec ipò anche l 'Italia . 55

Il XX secolo iniziava quindi nell ' Estremo Oriente cori oscure prospe tti ve, soprattutto a causa del nuovo cont rasto tra il Giappone e la Russia, che si era insediata senza colpo fer ir e nella base di Port Arthur e aveva acquisito un a posizione d i prem in enza in Manc iuri a, a dispe tto del sangue versa t o dai soldat i e dai marinai nipponici nella guerra contro la Cina Ciò avrebbe dato origine nel 1904 al conflitto russo g iapponese, che tratteremo nel sesto paragrafo.

In campo tattico-navale fu in vece d im ostrato il fa lli mento degli spe roni s u bacquei e delle conseguenti formazion i "a cuneo", che non so pravvissero di fronte all'aumentata manovrabilità delle navi e a ll a mag giore potenza e ce lerità di ti ro delle contempo ranee art ig li er ie .

5 L'espansionismo statunitense e la guerra ispano-americana

Abbiamo già sp iega to i mo ti vi del nascente imper ialismo americano e le prime mosse degli Stati Un i ti n e l Pacifico con l'annessione d e ll e

54 Si ripeté in questo caso la stessa situazione verificatas i nei Balcani dopo la g ti e r ra ru sso turca del 1877-1878 (vds . il 1° paragrafo) allo rq u ando Gran Brecagna·, Ge rmania e Aus tr ia-Ung h e ri a costrinsero Pietrob urgo ad acce tt are n e l Congresso d i Berli n o la revisione del trattato cl i Sa nto Stefa n o e a rinuncia re c o s ì a gran parte de i frutti della sua v itto r ia.

55. P.R.O, fo nd o ADM 116, cartelle da 1 14 a 118 : China: Boxerrising 1900; Bodin L. E. Warner C. : The Boxer rehellion, Londra, Osprey, 1 983 . Bellini F. : La partecipazione italiana alla uue rra dei Boxet:5, Roma , Mo ntagnoli, 1981.

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Hawaii, che non a caso venne sanzionata dal Congresso nel luglio 1898 , quando il Paese era in piena guerra con la Spagna ed era proiettato verso un'ulteriore avanzata su entrambi g li oceani.

Fin dal 1895 l'i sola di Cuba , ultima colonia spagnola nelle Amer iche insieme alla vicina Portorico, era sconvo lta da un ' insu rrezione indipendentista, a lim entata dagli Stati Uniti , che il 28 gennaio 1898 ritennero opportuno trasferire ne l porto dell ' Avana la loro corazzata Maine, a protezion e dei propri cittadini residenti nella capitale. La sera del 15 febbraio però ta le unità venne squassata da una grande esplosione eco lò a picco nei bassi fondali del por to cubano con 260 morti a bordo. 56

Gli americani, in un ' atmosfera di indignazione nazionale, dettero su bito ascolto ad una loro com mission e d ' inchiesta che, pur senza prove definitive, attribuì questa esp losione ad un sabotaggio messo in atto da gli spagno li. Questi ultimi invec e sostennero a ragione che a bordo del: la Maine s i era svil upp ata solo una malaugurata combustione spontanea delle polver i: fenomeno in verità a bb astanza frequente tra le Marine a vapore del periodo, corne fu poi dimostrato da a l meno undici episodi de l genere, accaduti nel success iv o ventennio. 57

L'ondata di rancore antispagnolo non fu poi certamente a tt enuata negli Stati U ni t i dalle opin ioni di alcuni espe rti britannici, che suffragava no l' i potes i di un incidente fortuito, ma che serv irono solo ad alimen tarè nell'opinione pubblica americana un profondo complesso cli persecuzione . In ver ità, alla base di que ll 'atteggiamento oltranzista , esibito da ll a stampa, dal focoso sottosegretario alla Marina Theodore Roosevelt e da ll o stesso presidente McKinley , c'era la precisa volontà politi ca di sfruttare l'inc idente del Maine come pretesto p er risolvere, in un so l colpo, due amb i ziosi programmi americani.

Innanzi tutto Washington puntava sul dir e tto contro llo di Cuba e di Portorico, che av rebbe garantito agli Stati Un iti il monopolio sulla pro duzione della canna da zucchero e del tabacco, avrebbe controbilan ciato la presenza ·ingl ese nelle Antille e infine avrebbe sbarrato il golfo del Messico e il Mar de i Caraibi, in v ista d e l prossimo taglio dell'istmo centro-americano. Infatt i lavori preliminari per lo scavo cl i .un locale ca na le navigabile erano stati condotti a partire dal 1881 dallo stesso in-

56. Haws D. Hurst A. A. : The maritime histoty of the world, B rig hto n , Teredo Books, 1985 , voi. II, p . 75

57 Per l' elenco di ques te sfo r t un ate uni tà vcls W il son H. \Y/.: Lesflottes de guerre au comhat, voi. I , c ic. , p . 160.

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gegnere Lesseps, che aveva rea li zzato il canale di Suez. Un'appos it a so cietà francese aveva poi riunito alcuni capitali finanziari n ecessari all ' impresa, ma era s ta ta co in volta nel 1889 in u n clamoroso fallime nt o e d i suoi diritti era no finiti in man i statunitensi.

La seconda e contemporanea ambizione americana con s isteva ne ll o stabilire un sic uro in se dia mento n e l va st o ma lont aniss im o mercato c i ne se, per ragg iung ere e mantenere il quale occorreva a Washington il po ssesso di alcu ne basi int ermed ie nella vastità del Pacifico. Le più vi cin e s taz ioni di t appa erano le H awaii, in via di acq uisizi one p acifica, mentre più ad ovest g li Stati Uniti guardavano proprio ai possedimenti spagnoli delle Marianne e delle Filippine, queste ultime affaccian tesi di rett a ment e su l Mar Cinese e anc h 'esse in rivolta contro Madrid. 58

Dato quanto sopra , non c'è quindi da stupirsi se la controvers ia per l'affon dam e nto del Maine si sia trascina ta senza soluzio ne per ol tre du e me si, cioè fino a l 25 apri le 1898, quando la p arola venne lasciata a lle armi.

La relatività nav ale e le cond izioni geo-strategiche nel Mar dei Caraibi ved eva no n et t a m ente favor it i gli Stati Uniti, c he possede vano s ul posto numerosis sim i porti e d arsenali ed una fl otta d i gran lunga supe rior e al la Squadra spag nol a destinata in quelle acque. La situazione sembrava inv ece ad ess i svantaggiosa nell'ar ea delle Fi lippin e, c onside ra nd o che la rece nte Squadra as iatica americana del commodoro Dewey meno numerosa sebbene più efficiente d ella local e Squadra-spagnola era pri va di bas i, tanto d a essere costretta a d appoggiars i ,lr por ro ingl ese di Hong-Kong. 59

Contrariamente alle attese, invece, fu proprio n eHe Filippine che la Marina statunitens e a ttuò la pr ima offe nsiv a, attaccando a ll 'a lba d el 1 ° ma gg io la base nav ale di Cavite (por ro militare di Mani la) co n ·quattro incrociatori cora zzati e due cannoniere del co mmod oro Dewey. A Cavire si trovavano a llora se tte pi cco li inc roc iatori e t re cann o niere de l contram miraglio Montojo che, con sapevo le della sua inferior it à qualitativa, de cise in un primo momento di combattere il nemi co ri m anendo all 'a ncora e a l ri pa ro dei ca nnoni cost ieri , men t re Dewey d e filava d ava nti a ll ' imboc cat ura della rada sparando sug li immobili bers ag li spagno li. Di lì a poco però Montojo, resosi conto de ll ' inefficacia di tale tattica dife n s iva , fece salpare la s u a nave amm ira g li a Reina Cristi na c he , seguita

58. Cura to F.: Storia politica universale, vo i. 8: Le Americhe e il mondo afri ctmo, Novara , De Agostini , 1971 , p. 34.

59. P.R.O., fondo ADM 116, cart e lla 89 1: Spanfsh-American war.

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da una cannoniera, tentò di gettarsi contro la Squadra avversaria, distante circa 5.000 metri, venendo però respinta dal micidiale fuoco america no. Pertanto, entro mezzogiorno di quel 1° maggio 1898, la battag li a di Cavite ebbe il suo logico epilogo, con t utte le navi spagno le fuori combattimento e con le autorità di Manila disposte a firmare una tregua, divenuta effettiva tre ore dopo. 60

Frattanto il 20 giugno un distaccamento americano aveva occupato, senza colpo ferire, l'isola di Guam nell ' arcipelago delle Marianne, approfittando dell'assoluta inconsapevolezza del locale Governatore spagnolo circa l'esistente stato di guerra tra i due Paesi. So l tanto il 13 agosto invece, con l'arrivo di un convoglio di truppe, il commodoro Dewey po té effettuare uno sbarco nei pressi della capitale Manila, che si arre se senza resistenza in quello stesso giorno, nel momento in cui un armistizio genera le segnava la fine delle ostilità. Da allora le Filippine divennero un dominio degli Stati Uniti, che repressero nel 1902 la locale guerriglia indipendentista e concessero nel 1907 all'arcipe lago la prima Assemblea rappresentativa. 6l

Gli altri possedimenti spagnoli del Pacifico , c ioè le restanti isole Mar ianne trann e Guam, e gli arcipelaghi delle Caroline e delle Pa lau , vennero tempestivamente venduti da Madrid alla Germania di Guglie lm o II, alla ricerca d i basi nell ' immensità dell'oceano.

Le sorti del conflitto furono comunque decise nei Caraibi, dove il Governo spagnolo aveva già destinato a fine marzo una squadra navale d i quattro incrociatori corazzati e tre cacc iatorpediniere, al comando del contrammiraglio Cervera. Quest'ultimo-aveva ricevuto ne ll 'occasione ordini del tutto irrealistici, che gli chiedevano di dis t ruggere in caso di guerra -la base di Key West in Florida e po i addirittura di bloccare le coste orientali degli Stati Un iti e d i "osare come Tegetthoff a Lissa".

La Squadra di Cervera, salpata dalla Spagna poco prima dell'apertu ra delle ostilità, si trovava a ll e isole di Capo Verde in quel fatale 25 apri le 1898. Da qui essa proseguì il suo trasferimento verso i Caraibi, nonostante le pessime notizie via via ricevute sul blocco americano di Cuba e Po rt or ico e sulla sconfitta di Montojo a Cav it e e malgrado le numerose

60. Santoni A.: La guerra ispano americana, in "Rivista Ma rittima ", o tto bre, 1964

61. P R.O., fondo ADM 125 , carte lla 143 : China Station: theSpanish American warand the rehellion in the Philippines. So l o nel 1946, dopo l'occupa z io ne g iappo n ese d e l 1 942 1944 e la conseguente libe razion e americana, le Fi li pp i ne ottenne ro la com pleta in d ipendenza.

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BROOKLYN

Incrociatore corazzato della Marina degli Stati Uniti

CARATf'ERISTICHE

Dislocamento nol"male: 9.363 tonnellate

Dimension i: lunghezza f.t 122,7 m larghezza 19,7 m. im m e rsi one 7,j m .

Apparato motore: motrici verticali a criplice espan sio ne; 7 ca ldaie c ilindriche; 2 assi potenza 16.000 HP

Velocità: 20 n odi

DAT I STORICI

Scala I : 1000

Armamento: Vl lJ -203/35, XII-1 27 /4 0, Xli da 6 libbre , IV da 1 libbra, 5 t ls. da 457 mm .

Protezione: verticale 76 mm. orizzontale 152 mm arma mento ,nax. 20j mm. torrione 216 mm

Varo: 2 ottobre 1895

Sen,tzio: 1 dicemhre 1896 Radiazione: 1921

L"incrociatore corazzat0 Brookly11 fu la nave ammiraglia della Squadra statunitense alla battaglia di Sa nt iago di Cuba innalzando l 'inseg na del Co mmodoro Schley Tira u.na na ve di aspet to singo lare per ltt p ronu11ciata rientranza delle mu,-ate e gli alti fumaioli. le cosiruzioni 11avali americane fecero 1111 notecole salto di qualità dopo gli evenli della guerra ispa110-america11a. quando la Marina statunitense, dimnuta stmmento indispensahile della politica di espansione economica, fu forlemen te po ten zia ta, traendo van taggio dalle enorm i capa cità tecniche,, ca ntierlsliche della Nazione nordamericana.

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difficoltà nel servizio cli carbonamento, insufficientemente organizzato dal Governo cli Madrid.

Con queste premesse risulta quindi sorprendente che la p iccola Squadra di Cervera sia riuscita ad eludere la vigilanza de ll a preponderante flotta americana , penetrando non vista nei Caraib i, facendo tap pa alla Martinica e a Curacao ed entrando infine trionfalmente a Santiago di Cuba il 19 maggio . 62 .

Ancora più inattesa e francamente risibile fu poi l' ondata di pan ico che in quei giorni sconvolse tutta la costa orientale dell ' Unione, dove si temette che i quattro incrociatori spagnoli potessero addirittura appoggiare uno sbarco sul continente di chissà quali truppe. A moltiplicare le preoccupazioni e le de lusioni statunitensi contribuì il fallito bombardamento de l 12 maggio contro i forti di San Juan cli Portorico, durante il quale due corazzate americane vennero danneggiate dalle batterie costiere dopo aver colpito anche ab itazioni civili, consentendo agli spagnoli di esultare e di accusare Washington di inciviltà.

Soltanto il 29 maggio gli americani scoprirono che la tanto ricercata e temuta Squadra di Cervera si trovava già al riparo dentro Santiago di Cuba, dove in verità essa era giunta dieci giorni prima senza che nes suno se ne fosse accorto. Di conseguenza tra il 22 e il 26 giugno sbarcarono a circa 40 chilometri ad est de ll a stessa Santiago 16.000 soldati del generale Schifter, che, pur tra grandi difficoltà, respinsero i 9.000 spa gnoli del genera le Linares e giunsero alle porte della città il 1° luglio.

In questo frangente il Governo di Madrid, temendo una prossima ir ruzione delle truppe nem iche all'interno di Santiago e quindi l'intrappo lamento in rada delle navi di Cervera, ordinò a quest'u ltimo di salpare a l più presto. Pertan to nella mattinata del 3 lugl io i quattro incrociatori co razzati e due dei tre cacc iatorpediniere spagnoli uscirono in linea di fila dal porto , dando origine alla battaglia nava le di Santiago d i Cuba. 63

Oltre all'inferiori tà numerica e qual itativa nei confronti delle forze navali americane che b loccavano quella base cubana (ammontanti a 4 co razza te , 2 incrociatori corazzati e 3 bast imenti minori), le un ità di Cervera denunciavano nell 'occasione alcuni difetti ag li otturatori dei cannoni di grosso calibro su tre incroc iatori corazzati, mentre il quarto, ~ioè il Cristobal

62 Morda I J. : Vingt-cinq siécles de guerre sur m e r, Parigi, Laffont, 1959 , p 257-258

63 . Miller N .: The US .Na vy an illustrated histo,y, Anna polis , Naval Institute Press , 1977 , p. 217-220.

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Ba/faglia di Santiago cli Cuba 3 luglio 7898

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INFANTA MARIA TERESA

Incrociatore corazzato della Marina spagnola

CARATIERISTICHE

Dislocamento normale: 7.000 ton ne ll ate

Dimensioni: lunghe zza f .t. 110,9 m. lunghezza fra p.p . 103,6 la~ghezza 19,9 m. immersione 6,6 m.

Apparato motore: motric i verticali a triplice espansione; 2 assi potenza 13 700 HP Velocità: 20,2 nodi

Armamento: II 280 mm , X-140 mm ., VIII eia 12 libbre, X da 3 li bbre, MG, 8 tls.

Protezione: verticale max. 305 mm . orizzontale max . 76 mm. armamento 228 mm. torrion e 305 mm.

Varo: 30 agosco ·1s90 Perdita: 3 l uglio 1898

Scala 1: 1000

DATI STORICI

Erede della tradizione della grande Marina imperiale, la Marina spagnola era alla fine del secolo scorso una delle migliori forze di secondo piano, capace di assolvere alle necessità d'oltremare che i resti delle colonie ancora imponevano; tuttavia, si dimostrò vano il tentativo di opporsi alle mire delle nuove potenze mondiali. L'incrociatore corazzatolnfanta Maria Teresa è un po ' il simbolo di questa Marina: pesantemente armata, ma con una protezione poco estesa, questa unità era apparentemente potente, ma in realtà si rivelò troppo vulnerabile a/fuoco degli incrociatori americani durante la battaglia di Santiago di Cuba , dove innalzava /' insegna dell'Ammiraglio Cervera.

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Colon costrni to in Italia e consegnato in tutta fretta, era add iri ttura privo delle artiglierie principali ed aveva in avaria tre dei pezzi secondari.

Cervera tentò di aprirsi la via verso il largo, puntando decisamente contro lo schieramento avversario con la sua nave ammiraglia, l'in cro ciatore corazzato Infanta Maria Teresa; ma il superiore volume cli fuo co americano frustrò questo tentat ivo e danneggiò gravemente tutte le navi spagnole. Queste ultime non ebbe ro pertanto altra soluzione che portarsi i n secca sulle coste mer idion ali di Cuba, così da salvare alme no gran parte degli equipaggi. Ciononos tante i morti spagnoli furono 323 ed i feri ti 151, mentre le unità statunitensi lamentarono nell'intero combattimento protrattosi per tre ore e mezzo solta nto un morto e die ci feriti. I superstiti spagnoli raccolt i dagli american i sulle spiagge, tra cui l'ammirag lio Cervera ferito, furono trattati con il rispetto e la s tima dovuti al loro valore . 64

Dopo la distruzione della Squadra navale, i difensori cli Santiago di Cuba subirono un tracollo anche psicologico e il 15 lug°lio la città si arrese insieme a tutte ·le truppe spagno le ancora p res enti sull'iso la. Quindi il 13 agosto venne firmato un armistizio, sanziona to il 10 dicembre dal la pace di Parigi , con la quale Cuba ottenne formalmente l'indipendenza come Repubblica, ma fu sottoposta ad un protettorato americano , mentre le Filippine, Portorico e Guam divennero "possedimenti" (cioè co lonie) statunitensi.

La guerra ispano americana realizzò per tan to tutti i progetti di Washington, che innan zi tu tto , con il controllo su Cuba e Portorico, si garantì una posizione di predominio nel Mar d ei Caraibi. Qui gli Stati Uniti si preoccuparono di com porre nel 1900 gli antichi contrasti con la Gran Bretagna e di appoggiare un movimento se paratista in Colombia, da cui essi estrassero nel 1903 la nuova Repubblica di Panama. Tal e vero e proprio Stato vassallo non potè poi rifiutare agli americani il do m i nio su una s triscia cli territorio , nella quale venne scavato dal 1904 al 1914 l'importantissimo Canale omonimo.

Sull ' altro versante oceanico, cioè nel Pacifico, il possesso delle Filippine e di Guam, oltre c he delle Hawaii, consentì agli americani clirealizzare quel ponte di scali in terme di verso l' ambito mercato cinese, che fu completato nel 1899 eia un accordo con la Germania per la spar tiz ione delle isole Samoa. 65

64 P.R.O., fondo ADM 1 16, carte ll a 891 : Spanish American war

65 . G li Stati Unit i si garantirono con i l tra ttato de l 1899 la parte or ie nta le delle Samoa , mentre alla Germania toccò la porzione occidentale de ll ' arcipe lago.

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Natura lm ente un sensibile mutamento dei rapporti di forza internazionali, come quello verificatosi nel 1898-1899 a vantaggio degli Stati Uniti , non poteva non determinare una qualche reazione. Così l'a umentata presenza americana nel Pacifico e sul mercato cinese fece nascere un contrasto tra Washington e Tokio, che di ve nne ancora più acuto dopo la vittoriosa guerra del Giappone contro la Russia nel 1904-1905 .

6 La guerra russo-giapponese e la battaglia di Tsushima

Le cause del nuovo conflitto che insanguinò l'Estremo Oriente nel 19041905 vanno ricondotte a ll 'esaminata e forzata revisione del trattato di Shìm onoseki del 1895 tra il Giappone vittorioso e la Cina sconfi tt a e ai successivi "atti di riconoscenza" compiuti dal Celeste Impero a beneficio dell e compiacenti Nazioni occidentali e soprattutto dello Zar. Rammentiamo al propos it o le concessioni commerciali e ferroviar ie in Corea e in Manciuria a favore della Russia e l ' affitto venticinquennale a questa Potenza della base di Port Arthur, sottratta "diplomatic amen te" ai nipponici , che l ' avevano conquistata con il sangue dei loro soldati. 66

Il conseguente peggioramento dei rapporti tra Russia e Giappone e la nota a ll eanza ciel 1902 tra quest'ultimo Paese e la Gran Bretagna furono affrontati dallo zar N ico la II sia con l 'e stensione all'Estremo Oriente della "D uplice Intesa" con la Francia del 1892, sia con proget ti militar i antinipponici. Infat ti l'autocrate russo non disdegnava l'ipo tesi di una guerra contro l' Impero del Sol Levante, ritenendo la idonea ad eccitare il patriottismo nazionale e a tac itar e quindi il crescente mal contento delle masse .

In s iffatto calcolo politico che ci ricord a quello perseguito da ll a giun ta militare argen ti na nella crisi delle Falkland Malvine del 1982 i responsab ili russi non ten n ero conto né delle gravi difficoltà logis tich e di un conflitto in territori così periferici, né de ll a super ior ità geo-strategica, quan ti tativa e qualitativa della Marina giapponese nelle acque asiatiche . Infatti nel febbraio 1904 , quando ini ziarono le ostilità, la flotta russa dell 'Estremo Orien te, al comando del viceammiraglio Stark, schierava a Port Arthur 7 corazzate, un incrociatore corazzato, 5 incrociatori pro tet ti, 25 cacciatorpediniere e 2 pos am ine, mentre nella men o idon ea base d i Vladivos tok, bloccata dai gh iacci per qua ttro mesi l'anno , s i trovava no 3 incrociator i corazzati, un incrociatore prote t to e una cannoniera 66 Nish

47
I.: The origins o/ the Russojapanese war, New York, Longman, 1985, p. 26 34

La Marina nipponica invece, che aveva già il vantaggio di disporre di numerose ed ottime basi lungo le cos te nazionali, mise inizialmente in linea , alle dipendenze del viceammiraglio Togo, 6 corazzate, 8 incrociatori corazzati, 8 incrociatori prote tti, 34 cacciatorpediniere e numeros e torpediniere, cui s i aggiungevano, in funzione a usiliari a, alcune unit à più vecchie e di minore importanza bellica. 67

La stra tegia navale russa era basata sulla passiva formula della "fleet in being", seco nd o la quale la flotta non doveva esse re esposta. a rischi in battaglia, ma essere mantenuta in porto come minaccia "potenziale " che, solo per il fatto di esistere, avrebbe dovuto condizionare le mo sse nemich e, in attesa di un a soluzione terrestre del conflitto. Soltanto la p iccola Squadra di Vladivostok aveva un compi to aggressi vo, dovendo prendere di mira le comunicazioni nemiche nel Mare del Giappone e possibil~ente bo mbardare le coste occidentali dell'arcipe lago nipponico.

I giapponesi , al contrario, erano animati da grande spirito offensivo e avevano stabilito ancora una volta di attaccare il nemico di sorpresa e senza dichiarazione di gue rra, aggredendo la flotta russa all'interno di Port Arthur e sba rcand o contemporaneamente a Chemu lp o (ogg i Inch on, porto di Seoul) per assicurarsi il controllo sulla Corea e poter dilagare poi in Manciuria.

Secondo qu este direttiv e, nella notte dell'8 febbraio 1904 i giapponesi lanciarono improvvisame nte un attacco di cacciato rpediniere contro l e navi russe di Port Arthur che, appena rientrate da un ' esercitazione, si trovavano anco rat e nella rada es terna , in a tte sa c h e l'a lta marea consentisse il lor o ingresso nella base. Tutt avia, nonostante la sorpresa e l'i mmobilità dei bersagli , soltanto tre na vi russe vennero colpite dai siluri nipponici , ma non affo ndaron o e furono in seguito rimorchia te in porto.

Poc o prima del tramonto dello stesso 8 febbraio si svolse anche il pianificato sbarco nipponico presso Chemulpo. Qui si trovavano allora due navi russe, l' incrociato re protetto Variag e la cannoniera Koreetz, che il mattino seguente us c irono in mare per dare battaglia, ma che, gravemente danneggiate dal preponderante fuoco avversario, furono costrette a rientrare a Chemulpo, dove si autoaffondarono.

Al riparo da improbabili contromosse n em ic he, i g iapponesi completarono lo sbarco in Corea della loro 1" Armata, che marciò secondo

48
67. Santoni A.: La battaglia di Tsusbima, Roma, Dell 'A teneo , 1985 , p. 13.

i piani verso la Manciuria, al di là del fiume Yalu. Ne ll o stesso tempo essi tenta rono ripetutamente , ma sempre con scarso successo, di imbottigliare la flotta russa dentro Port Athur, affondando nel canale d'entrata alcune navi mercantil i a guisa di ostruzion e e instaurando un ravvicina to blocco navale della base. Occorre a l proposito sottolineare che un grande aiuto a queste opera zioni fu dato dalla radiotelegrafia, impiegata per la prima volta in una guerra navale. 68

L' 8 marzo 1904, esattamente ad un mese dall'inizio del conflitto, la flotta russa dell'Estremo Oriente ricevette finalmente un nuovo Comandante ardito e capace, il viceammiraglio Makaroff, che sostituì a Port Arthur il mediocre Stark. Makaroff era noto pe r ave r valorosamen te combattuto nella guerra russo -turca del 1877-1878 e per aver inventato il "ca ppuc cio" cli meta ll o che, applicato sulle ogive dei proietti, au m e ntava la penetrazione di questi u lt im i, preservandone la punta al momento dell ' impatto contro la corazza nemica.

Purtroppo per i russi l' opera di ricostruzione morale e operativa della Squadra di Port Arthur, intrapresa da Makaroff, fu interrotta da ll a re pentina morte di tale Amm i raglio, avvenuta il 13 aprile, quando la sua corazzata Petropawlovsk saltò in aria su una mina. Da allora la flotta d e ll ' Estre mo Oriente, passata agli ordini del viceamm i rag li o Witeft, ritornò alla precedente pass ività , autorizzata dalle teor ie sulla "fleet in being". 69

Ne mmeno i giapponesi riuscirono comunque ad evitare il pericolo de ll e m i ne subacquee, su cu i si persero il 15 maggio le due corazzate Hatsuse e Yashima . Ess i però poterono consolarsi in que ll o stesso mese con il riuscito sbarco di un'altra loro Armata direttamente

Ammiraglio 'f'ogo

68 . De Arcange li s M.: Laguerrct elettronica, Mila n o, 1\-lurs ia, 1981, p . 11 12 . 69. Japan isc h er Admiralstab : Der]apaniscb Russische Seekrieg 1904-1905, Be rli no, Mittler und So h n, 191 1 , voi. I, p. 105 lJl

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nella penisola del Liaotung, ciò che consentì l' assedio della s tessa Port Arthur anche dal lato terrestre.

L'avanza ta dell'Esercito nipponico fino a Port Arthur e il timore che la bas e potesse cadere prima o poi nelle mani nemiche determinarono a Pie t roburgo gli stessi provvedimenti adottati dal Governo di Madrid quando Santiago di Cuba stava per arrendersi agli americani Infatti il v iceammiraglio Witeft ricevette l'ordine di salpare da Port Arthur e di trasferire l a sua flotta nella base di Vladivostok, da dove i russi stavano allora conducendo un'efficace guerra al traffico nemico . La conseguenza fu la cosiddetta "battaglia dello Shantung o del Mar G ia ll o" del 10 agosto 1904 .

Ne lla circostanza Witeft, uscito in mare con 6 corazzate, 4 incrociatori protett i e 14 cacciatorpediniere, dovette affrontare 4 corazzate, 2 incrociatori corazzati, 8 incrociatori pro tetti e 48 tra cacciatorpediniere e t orpediniere giapponesi dell'ammiraglio Togo, che bloccavano Port Arthur. Nella ba t tag li a fu subito ev idente il super iore addestramento dei cannonieri nipponic i, che oltre tutto si avva lsero delle potentissime granate alla "shimose", un a l to esp losivo che emanava anche gas tossic i. Particolarmente danneggiata dai co lpi nemici fu la corazzata ammiraglia Cesarevitch, su lla quale trovò la morte lo stesso Witeft e che alla fine fu costre tta a rifugiarsi nel porto tedesco di Tsingtao , dove venne internata insieme a t re cacciatorpediniere. Altri due incrociatori pro tetti e due cacciatorpedi niere russi si fecero internare invece a Shangha i e a Saigon, men tre il veloce incrociatore Novik fu costretto a gettarsi in secca . 70

Il t entativo di trasferimento d ella flotta russa da Port Arthur a Vladivostok fallì quindi miserament e ed il suo Comandante in seconda, contrammiraglio Ucto mski, ricondusse nel porto di partenza un complesso navale sconfitto e menomato più da ll e defezion i che dalle perdite ma teriali. Nessuna nave russa infatt i era co lata a picco, ma ciononos tante, a causa delle affrettate fughe in vari porti neutrali , la flotta zarista rientrò a Po rt Arth ur so l tanto con 5 corazzate su 6, un incrociatore protetto su 4 e 9 cacciatorp edin iere su 14. 71

Int anto i tre incrociatori corazzati russi della piccola Squadra di Vladivostok, a l comando del contrammirag lio Jessen, erano andati incontro alla flot ta di Port Arthur per prestarle assistenza nel previsto viaggio di

70. Sanderson M. : Sea battles, c it., p. 192 -1 93.

71. Pemsel H .: Atlas ofnaval wa~fare, Lon dra, Arms and Armour Press, 1977, p 98 99.

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trasferimento e , inconsap evo li dell ' accaduto, erano giunti fin quasi al lo stre t to di Corea, nel Mar del Giappone. Qui essi si i mbatterono il 14 agosto in quattro incrociatori corazzati nipponici del viceammiraglio Kamimura, che nel consegue nte combattimento affondarono il Rurik e misero i n fuga gli altri due incrociatori di J essen, costr ingendoli a rien trare a Vladivos tok con danni a bordo . 72

Le due vittorie, sul mare del 10 e del 14 agosto 1904 conclusero la prima fase della guerra in modo soddisfacente per il Giappone, che potè concentrare i s uoi sforzi nell'assedio di Port Ar thur e nel riassetto del la flot_ta, senza eccessive preoccupazioni navali.

Tuttavia Pietroburgo non era ancora dispos ta ad abbandonare ogni speranza cli successo finale, confidando nell ' efficacia degli adottati prov vedimenti, intesi a po tenziare le Forze Armate zariste in Estremo Oriente. In e ff etti, fin da ll a metà di marzo di que ll 'anno, Nicola II aveva ema nato un editto per l'invio di rinforzi navali dal Baltico a ll 'Estremo Oriente , essendo bloccata la più vicina flotta del Mar Nero dall'ancora vigente convenzione degli Stretti cie l 1841, voluta, come è noto, dalla Gran Bretagna.

Propr io nel fatale mese di agosto 1904 venne quind i racco lt a nel Mar Baltico la cosiddetta "Seconda Squadra del Pacifico", composta da 40 unità da guerra e ausiliarie , che fu pos t a ag li ordini de l viceammiraglio Rojestvensky e che salpò eia Libau il 14 ottobre, diretta a Port Arthur.

Le iniz iali difficoltà che questa nuova Arma ta navale russa avrebbe dovuto superare erano due: i regolari riforniment i di carbone necessa ri alla lunga traversata e la scelta della p iù idonea rotta da seguire .

Il primo problema fu risoJto da un accordo commerciale con la com pagnia tedesca "Hamburg -Amerika Lin ie", che si impegnò a garan tire i rifornimenti necessari con alcune sue navi carboniere . I russi invece sciolsero a modo loro il seco n do di lemri1a, decidendo di passare attraverso l'Atlantico e l'oceano Indiano e non dando ascolto a i più assennati cons ig li dell 'alleata Francia , c h e riteneva mig l iore , a nch e se più lunga, la ro tt a attraverso Capo Horn e l' imm ensità de l Pac ifi co Quest' ultima in effetti avrebbe messo in i mbarazzo i giapponesi c irca l'esatta provenienza della flot ta d i

72 . AA . VV.: All the world 's.fighting ships, .1860-1905, Greenwich, Co n way Mar itim e Press , 1979, p 189

* * * * *
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Rojestvensky, che in ta l modo avrebbe potuto anche eludere la vigilanza nemica e penetrare nel Mar Giallo in osse rvata. 73

La lunghissima traversata della '·Seconda Squadra del Pacifico·' non iniziò sotto buoni auspici . Infatti nella notte del 22 o tt obre 1904, nell 'osc u rità del Mare del Nord, essa confuse alcu ni innocenti pescherecci ingles i della cittadina di Hull per improbabili torpediniere nipponiche in ag guato e ne affondò uno a can nonate . Questo grave incidente ecci tò vieppiù la già notevo le ostilità della Gran Bretagna, al punto da far temere addirittura lo scoppio di una guerra tra i due Paesi. Tuttavia l'im mediata e sincero rammari co espresso dallo Zar e la somma di 65.000 sterline pagata come ripar az ione da P ietroburgo in seguito alla sen tenza di un 'ap posita co mmissi o ne intern az ionale di inchiesta, risolsero pacificamente la vertenza. 74

All 'altezza di Gibilterra la flot t a ru ssa s i divi se mom e ntaneam e nte in due parti: le navi più vecchie o con minore pescaggio att ravers arono il Mediterraneo e quindi il canale di Suez, mentre le restanti unità effet tuarono il periplo dell'Africa. I due tronconi poi si ricongiunsero 1'8 genna io 1905 nella baia di No ss i Bé nell ' isola di Madagascar, dove Rojes tvensky venne a sape re amaramente che Porc Arthur e le residue navi della base erano cadute nelle mani giapponesi il giorno 2 dello stesso mese. A questo punto la nu ova destinazione della "Seconda Squadra del Pacifico " non poteva che esse re Vlaclivostok , molto più difficile da raggiungere perché al di là dello sba rram ento naturale formato dall ' arcipelago nipponico.

Dopo aver represso con durezza alcun i diso rdini a bordo d e lle sue navi determinati soprattutto dalle notizie r elative alle contemporanee sommosse popolari di Pietroburgo Rojestv cnsky condusse la flotta ne ll 'Indocina fran cese , dove venne ese guita un 'a ltra lunga e p enosa so sta, tra difficoltà di carbonamento e incomprensioni con le "alleate" au torità francesi. Qui inoltre Rojesrvensky fu raggiunto il 9 maggio , con s uo dis app unto, da ll a cosiddetta "Terza Squadra del Pacifico", speditagli d i rinforzo da ll o Zar e forma ta dalle navi de l Baltico che egli aveva inizialmente scartato perch é troppo vecchie e malandate. 7 5

73 Ginocchietti A. Ga rofalo F.: Nozioni di storia navale, Bologna. Cappe lli , 1934 , vo i. II , p. 116-118.

74. P.R.0., fondo ADM 116, car telle 969 e 970: North Sea outrage: Russian. attack on British fishing .fieet 1904.

75. Hough R. : La.fiotta suicida , Milano, Bompiani, 1 959, p. 128-175.

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Le due Squadre riun ite salparono finalmente dall'Indocina il 14 maggio 1905 e diressero verso lo stretto di Corea , in mezzo al quale sorge l'isola di Tsushima, dato che Ro jestvensky aveva frettolosamente esclu so d i transitare a levante del Giappone e di puntare su Vlad ivostok at traverso uno degli Strett i settentrionali dell'arcipelago. 7 6

La flotta russa, dopo essersi separata da nove navi appoggio e da quattro mercanti li armati, penetrò nella notte tra il 26 e il 27 maggio nello s t retto di Corea, passando ad est di Tsushima e venendo avvistata i n quelle acque a ll e 02.45 del 27 dal piroscafo arma to giapponese Shinano Maru. In seguito all ' allarme, il grosso dell'ammiraglio Togo, ancorato nella non lontana base di Sh i kai, salpò in tutta fretta e g iunse nello stretto di Tsushima alle ore 11.00 di quel 27 maggio 1905 , dando inizio all ' omo nima e storica ba tt aglia.

I russi schieravano ne ll ' occasione, agli ordini degli ammiragli Roje stvensky, Nebogatoff ed Enquist, 38 unità e cioè 11 corazzate, 3 incro ciatori corazzati , 6 incrociatori protetti, un incrociatore ausiliario, 9 cac ciatorpedi niere, 6 mercantili e 2 navi ospedale, tutte navi ridotte ad uno stato pietoso dalla lunga navigazione e dal sovraccarico di carbone. I giap ponesi, guidati dagli ammirag li Togo, Kamimura, Dewa, Uriù , Togo ju nior, Kataoka e Yamacla , allineavano invece 93 unità in ottimo stato e pre cisamente 4 corazzate, 8 incroc iatori corazzati, 15 incrociatori protetti, una vec.,chia corazzata ex cinese, 21 cacciatorpediniere e 44 torpediniere. 77

Ancora una volta il combattimen to fu deciso da l mig li ore addestramento degli equipagg i nipponici, che erano anche più riposa t i e ri spondevano agli ordini di ufficia li assai esigenti. Infa tti per due vo l te la formazione di Togo riuscì a cagliare la "T" all'avversario, riversando su d i esso un torrente di grana te alla "shimose", sebbene anche l'Ammiragli o nipponico non fosse esente da erro ri tatt ici , che non ebbero conseguenze so lo graz ie a ll 'incapacità de i comandanti russi. 78

Il fuoco g iapponese, molto nutrito e preciso, procurò subito numerose vittime e ferì anche l' ammiraglio Ro jestvensky, che era imbarca to

76 Pe r un esame degli error i d i Rojestvensky cfr. Santoni A. : The responsibility ofthe Russian Admirals in the baule of Tsu.shima, re l azione presentata a ll ' Xl Congresso internaziona l e di Scor ia mi litare tenutosi a Seo u l dal 17 al 22 agos to 1986 .

77 . L'effettivo comandante i n seconda russo, i l viceammirag li o Fe l kerzam , era dece du to per mo rt e naturale due g iorni prima e l a su a scomparsa era stata tenuta na scosta agli equ ipagg i per mot i vi psico l ogici.

78. Keb le C ha tt erto n E .: Battles by sea, Londra , Sidgw ick and Jackson, 1925 , p . 248 249 .

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sulla corazzata Suvorov e che fu trasbordato su un caccia t orpediniere nel primo pomeriggio. Questo incon ven iente venne però riferito all'am m i raglio Nebogatoff, nuovo Comandante in seconda della Squadra, so lo alle ore 18 .00, cosicché la flotta zarista rimase senza guida p er un lun go periodo di tempo

Dopo l'affondamento diurno di quattro corazzate russe sotto i colpi del le art ig li erie nemiche, entrarono in scena nella sopravvenuta oscurità notturna le siluranti nippon iche, che co larono a picco altre due corazzate. Pertanto all'alba del 28 maggio rimaneva a galla solo un pugno di unità zaris te fraz ionato in diversi gruppi, il più numeroso dei quali era composto da quattro corazzate, tra cui la Nicola I, nave ammiraglia di Nebogatoff.

Quest'u ltima aliquota venne subito circondata da numerose navi giapponesi , che la bersag li arono impunemente rimanendo fuori gittata dei suo i cannoni di più vecchio modello. Nebogatoff allora decise di ar rendersi, al fine di evitare un ' i nuti le strage tra i suo i equipaggi, cons id era ndo c h e le sue anziane unità non po tevano neppure fuggire, a cau sa de ll a loro minore ve locità. 79

Isolate navi russe furono invece co late a picco nella s tessa giornata del 28 ed alt re venn~ro catturate. Tra queste ultime figurava il cacciatorpediniere Biedovoi, che tentava di portare in salvo l'ammiraglio Ro jestvensky fer i~o, il qu ale pertanto cadde pr ig ion iero e fu poi curato in un ospedale nipponico Riuscirono invece a forzare l'accerc hiamento avversar io solo poche unità zariste, c he raggiunsero faticosamente Vladivostok o s i rifu giarono in porti neutrali , dov e vennero naturalmente internate .

L'aspe tt o r isolu ti vo della battagli a di Tsush i n1a è più c h e mai illustrato dalle seguenti ci fr e. I morti russi furono 4 .830 e i prigionieri, mo l t iss i mi dei quali feriti, risu l tarono 5.917, mentre 1.862 marin ai venne ro interna ti in p orti neutrali. Le na v i russe colate a p icco furono 19 e cioè 7 coraz zate, 3 incrociato ri corazzati, un incrociatore p rotetto , un i ncrociatore ausiliario, 4 cacc ia torped ini ere e 3 mercantili, mentre furono catturate dai giapponesi le a ltre 4 corazzate , un cacciato r pedin ie re e 2 navi ospedale. Infin e naufragarono sugl i scogli o s u bass ifond i, m e ntre tentavano d i sfugg i re a l ·ma ssac ro , un i ncroc ia tore prote t to e un cacciatorpediniere e s i r ifu g iarono in porti neutra li , rimanendone int ernati, 3 incroc ia tori protetti, un cacciatorpedin iere e 2 m erca ntili. Giunsero pertanto in porti russi so lo un incroc iatore prote tt o, 2 cacciator p ediniere e un mercantile.

79 . Sa nt o ni A .: La bauaglia di Tsushima , cit. , p . 102-1 05 .

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SUVOROV

Corazzata della Marina Imperiale russa

e,

Srnla 1:1000

CARA ITERISTICHE

Dislocamento normale: 13.732 ton n e ll ate

Dimensioni: lunghezza f .t . 121 m. la rghezza 23 ,2 m. imm e rs ione 8 m.

Apparato motore: motrici vertica li a t riplice espansione; 20 ca lda ie Be!lev ill e; 2 ass i potenza 16 300 I-IP Velocità: 18 nod i

Armamento: IV 305/40 , Xll-1 52/ 45, XX da 11 li bbre, XX da 3 libbre, 4 t ls. da 381 mm

Protezione: verticale max . 190 m m . a r mamento max. 254 mm. to rri one mm. 203 Varo. 25 sette m b re 1902 Servizio : se tte mb re 1904 Perdita: 27 magg io 1905

DATI STORIC I

Delle cinque corazzate chefa cevano parte della stessa classe della Suvorov ben tre furono affondate dai giapponesi nella battaglia di Tsushima del 27 maggio 1905. Entrata in guerra contro i giapponesi con un buon numero di corazzate, la Marina n1.ssa ebbe il suo punto debole nella dispersione delle unità di linea in tre flotte distinte, nel Pacifico, nel Mar Baltico e nel Mar Nero; inoltre il materiale non era di qualità pari a quello dei nipponici Le perdite complessive russe durante tutto il conflitto con il Giappone.furono impressionanti, assommando a 14 corazzate, 3 corazzate da difesa costiera, 5 incrociatori corazzati e altre 41 navi di vario tipo; alla.fine della guen-a solo 2 corazzate e 2 incrociatori corazzati erano ancora disponibili, se si esclude la modesta/7otta del Mar Nero

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Da parte loro, i giapponesi soffrirono perdite pressochè ins ign ifi canti, rappresentate da 116 morti, 538 feriti e da tre torpediniere cola te a p ic co, men t re a lt re dieci unità sub i rono danni più o meno gravi. so

Il d isastro russo alla battag li a di Tsushìma, uno dei massimi even t i de ll ' i ntera storia navale, convinse il Governo dì P ietroburgo ad i n t avo lare colloqui d ì pace, che alla fine t rovarono la loro consacrazione il 5 settembre 1905 ne l trattato di Portsmouth, c i ttad ina americana ciel New Hampsh i re, grazie anche ai buoni uffici del presidente T h eodore Roose velt. In virtù di tale t ra t ta to il Giappone ottenne fina l mente la base di Port Arthur con le concessioni ferroviarie e minerarie li m it rofe, il controllo della Corea (poi annessa a ll 'Impero ni p ponico ne l 19 10), la metà mer idionale dell'isola di Sakhalin al d ì sotto del 50° para ll e lo e specia li d iritt i di pesca lungo le coste d e ll a Siber ia .

L' im p revista e umiliante sconfitta intensificò le rivo l te in tutta la Russia, t ra le quali divenne famosa quella scop p iata a bordo della co razza t a Potemkin, di base ad Odessa nel Mar Nero, giusto un mese do po Tsushima. Per cercare d i smorzare il dispetto e la vergogna naz io na le, il Governo di Pietroburgo non t rovò allora di meg li o che in tentare nel 1906 un processo ai dann i dei reali o presunti colpevo li della disfatta, erogando un certo numero di condanne, anche capitali, poi tut te commutate i n pene detentive. Tra g li i mpu ta t i dì primo piano c i fu l 'ammiragli o Neboga toff che, reo di essers i arreso, venne condannato a dieèi anni d i reclusione . Non venne invece accusato il comandante in capo Ro jestvensky, che sfuggì a ll a giustizia de ll o Zar solo grazie alle fe rite riportate in comba t timento .

E pp ure non furono davvero lievi le responsab ilit à dello stesso Rojestvensky che , abbastanza abile a risolve re i proble m i di navigazio ne d a Liba u a Tsus h im a, fu incapace di p red isporre un pia n o strategico, di scegliere u na più ido n ea ro tta d i a p proccio a ll a sua me ta, di te n ere costan ti rap p orti co n g li Am m iragli ed i Coman d a nti in so ttordine, di o rganizzare u na mig lio re formazione dì combatti me nt o, d i sfr u ttare i n bat tag lia gli e r ror i tattici di Togo e d i u t ili zza r e offens iv am e nt e i n o ve cacc ia to rped in iere a sua d isposiz io n e, vo luta 1hente re lega ti invece a compit i ausi liari e a ll 'assistenza agli uffi cia li fe riti. 8 l

In campo te cn ico e tattico navale la gu erra ru sso-giapponese mostrò al mondo l'aumen ta to per icolo delle mine e delle tor p ediniere (che venne

80 Ibidem, p. 115-117.

81. Sanron i A .: The responsibility o/ the Hussian Admirals in the battle o/Tsu.shima, cit.

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MIKASA

Corazzata della Marina Imperiale giapponese

CARATT ER ISTICHE

Dislocamento normale: I 5.382 ronne ll are

Dimensioni: lunghezza f t. 13 1,7 111. la rghezza 23,2 m immers ione 8,3 rn.

Apparato motore: motrici verticali a tr ip li ce espans ione; 2 ass i potenza I5 000 HP

Velocità: 18 nodi

Scafu i: i 000

Armamento: IV 305 mm ., XIV 152 mm., XX da 12 libb re, VIII da 3 lib bre, IV da 2,5 libbre, 4 tls. da 457 111111.

Protezione: vert ic a le max. 228 mm. orizzontal e ma x . 76 mm. armamento max 355 m m Varo: 8 novemb re 1900 Servizio : l m arzo 1 902 Radiazione: 1922

DATI STORICI

Alla fine del conjlilto con la Cina e facendo tesoro di tale esperienza di guerra, il G'iappone varò un programma decennale di costruzioni navali cbe prevedeva di realizzare 4 corazzate e 12 incrociatori di vario tipo, oltre ad una novantina di unità minori, sopraltu.lto siluranti. Molle navi maggiori, a causa dell'ancora scarsa capacità dei cantieri nipponici furono realizzale a/l'estero . La M i kasa venne costruita in Gran Bretagna ed era una versione migliorata d e lle "Majestic" inglesi: sia il sistema di caricamento e di brandeggio dell'armamento principale, sia la protezione dei cannoni da 152 mm erano estremamente efjìcaci. La Mikas a Jit la nave amnii raglia di Togo a Tsu.sbima; nel 1905 affondò in bassi.fondali a causa di un'esplosione acciden tale; fu recuperata e prestò servizio fino al 1922. Non.fu demolita ma fu conservata come monumento nazionale

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comunque anche sopravvalutato) , la conseguen te necessità cli e le vare la gitta ta dei cannoni oltre il raggio d'azione dei siluri, la correlativa esi genza di disciplinare la condotta cie l tiro e infine la grande utilità d e i nuov i s t rumenti radiote legrafic i.

Sotto il profilo dei rapporti politici internaz ionali questo conflitto segnò invece un pesante ri d i mensionamento della Russ ia, auspicato egradito dalla Gran Bretagna, e una ripresa dell'interessamento di Pietroburgo ve r so i Balcani, in funzione ant iaustriaca e quindi ant ited\=sca, che in que l momen to faceva pariment i p iacere a Londra. Ottenu to quindi quanto vole va, il Regno Unito si mos t rò disposto ad un ravvic inamento all'Impero zar ista che, dopo un acco rcio b il aterale del 1907 sull'annosa questione per siana ed afghana, e bbe la sanzione d e finitiva con la nascita della "Triplice Intesa" anglo -franco-russa, cioè d i quello schieramento che nel 1914 si sarebbe oppos to con le armi alle Po tenze centrali. 8 2

D'a lt ro canto, come abb iamo anticipato, la vittoria ciel Giappone acuì i d issidi tr a questo Paese e g li Stati Un iti, già emersi dopo la guerra ispano -americana e che vennero sfru ttati ab ilmente dalla so lita Gran Bretagna fino al 1922, come vedremo ne ll 'ottavo paragrafo de l secondo capitolo.

7 Il ribaltamento delle relazioni internazionali all'inizio del Novecento e la gara navale anglo-tedesca

Nel primo paragrafo di questo stud io abb iamo analizzato la posizione po li tica e marittima delle varie Potenze nella seconda metà de l XIX se colo, che venne tutta via mutata da nuove rea l tà e nuovi equ ilibri prima e dopo l' esaminata guerra russo g iapponese.

Uno de i p rin c ipali capisaldi diplomatici a cadere fu il cos idde tto "splen dido iso lamento" inglese che, come già accennato, finì n el gennaio 1902 quando Londra scelse di a ll earsi con il G iappone per opporsi sia al nuovo orientamen t o espansion ista russo in Estremo Orien t e, sia alla recente intromissione americana n el mercato cinese, in at tesa che nascessero tempi m igliori per un accorcio genera le . 83

Nello stesso t empo la Gran Bretagna, considerata l'ostili t à della Germania durante la guerra ang lo -boera e la preoccupante crescira ind u striale e commerc iale di questo Paese e constatata una d i minùita

82. T revclya n G M : Storia di In.ghillerra, Mil ano, Garzanti,1977, p . 815 816.

83. Trcvelyan G M : Storia dell'Inghilterra nel secolo XIX, Tor in o, Ein a udi , 1945, p 557 558

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competiz ion e coloniale con la Francia dopo l'episodio di Fashoda sul 1 ilo n e l 1898, stimò che fosse ragionevole un ravvicinamento con Parigi, mirant e a repr im ere le vellei tà di Guglielmo ll. Da qui l'importantissi ma "Entente cordiale"' franco-brit a nnica del 190 4, che s egnò una v e r a e propria svolla nella storia diplomat ica n1ondiale.

A questo punto l' Europa era suddivisa nei seguenti schieramenti: da una parte la ··Tripli ce Alleanza" austro-ita lo -tedesca del 1882, dall ' alt ra la "Duplice Intesa" franco-russa ciel 1892 e in mezzo la più recente "lnLesa Cordiale·· anglo francese che, a causa d e ll ' anti co anelito di ri v incita antigermanico esis ten te a Parigi fin dal 18 70, non po teva non appar ir e come un'a l tra m ina ccia per Berlino.

Di fronte a qu esto nu ovo pericolo, Guglie lmo Il ten tò di incrinare ne l 1905 la neonata intesa franco-britannica , sca ten ando contro P a rigi la "prima cris i marocchina " e confid ando nell ' arrendevolezza inglese Q u esto prog etto ted esco p e rò si risolse in uno smacco dip loma ti co nel la successiva conferenza di Alge s iras del 1906 , a cau s a sia d e lla tenacia britannica a difendere i diritti francesi in Marocco, sia de i primi tente nnam ent i triplic isti da pa rte italiana.

La politica estera del Re gno c1·r1alia stava viv e ndo in que l periodo uno dei suo i mom e nti peggiori , dop o la sconfi tt a cli Adua del 1896 e l'umi liante rifiuto cinese cli con c ederci nel 1899 un insediamento nella baia di San Mun, ne ll a provincia del Cekiang , preteso da Roma anche in termini va nam en te ullimati vi. 8/4

Inoltre la crescente dip e ndenza italiana dai commerci marittim i e la stessa g rand e es tensione e vu l nerabi lità delle nostre coste, esposte a rossibili anacchi francesi. avevano s ollevato nel Paese l' alternativa di po tenziare la flotta o <li cambia re le a lleanz e . P er il m omento fu scelta la prima soluz ione che , come abb iamo detto , portò la flotta i taliana alter zo pos to nella graduaroria mondiale tra il 1892 e il 1895. Poi però , do po aver sopporta to g rand i sac ri fic i fi nanziari pe r realizzare un c r ed ibi le strumento navale , a Roma si rit e nne all ' inizio del Novecento che que s ta so l uzione non c i garantisse affatto ne i confronti della flotta francese, cli cu i, come accen n ato, furon o costantemente sopravvaluta t e le effettive possibilità opera ti ve e non considerati i tanti gravosi impegni su tu tt i i mari del globo.

Pertanto , nei primi anni del XX secolo , il Regno d ' Italia inaugurò una dup lice e d anzi d iverge nt e st rategi a politi ca. Da un lato esso rich iese co n

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84. Gabr ie le M. Fr iz G.: la politica navate italiana chlf 7885 al 7915, cit. , p. 106-111.

insistenza agli alleati della "Triplice" un sostegno navale med iterraneo, che in effetti ci fu concesso dall ' Aus t ria e dalla Germania con le convenzioni nava li de l 1900 e sopra ttu tto del 1913, e dall'altro attuò un ravv ic inamento alla Francia, che dette or igine agli accordi mediterranei con Par igi de l 1902 .

Da allora la fedeltà trip li cista de ll 'Ita li a fu messa in discussione al t re due volte , cioè in occasione dell'accennata confe renza d i Algesiras del 1906 e della visita de ll o zar Nicola II nell'ottobre 1909 , che po rt ò alla firma deg li accord i di Racconigi contenent i un sos tegno diplomatico cl i Roma alla polit ica balcan ica di Pietroburgo, contrapposta a que ll a di Vienna , nostra alleata. 8 5

In q u egli ann i stava pure maturando i l g ià accennato riavvicinamento tra Gran Bre tagna e Russia. Quest' ultima infatt i era uscita assai ridi mensionata dalla guerra contro il Giappone e quind i non rappre sentava più per Londra un avversario temib il e, ma un u ti le argine orientale alla Germania, con la qua le i l Regno Unito cominc iava ad avere anche una contesa marittima.

* * * * *

Abbiamo visto che le leggi navali tedesche del 1898 e del 1900 , con la famosa "teoria ciel r ischio " dell'ammiraglio Tirpitz, avevano poco o nul la turba to il Regno Unito , poiché il suo incolmabile vantagg io mar itti mo lo metteva al riparo dalle velleità di chi partiva praticamente da zero .

Ìn quel periodo a cava ll o dei due secoli la discordia anglo germa nica nacque invece da mo ri vi puramente politici , e cioè dall ' appoggio di Gug li e l mo II a i boeri nella guerra eia essi i ntrapresa con t ro la Gran Bre tagna in Sud Africa , dalla penetrazione tedesca ne l mondo mussu lm ano m ani festatasi col p roge tt o d i una ferrovia Berlino Bagda d e con gli intrighi in Marocco e infine dall'accennato "E nt ente cord ia le" an glo francese, logica conseg u enza delle comuni preoccupazioni di Londra e d i Parigi.

La cos idd et ta gara navale ang l o-tedesca un'altra riconosciuta cau sa della prima guerra mondiale - si inserì in q u es ta g ià compromessa situaz io n e diplomatica e fu frutto di un a di sgraziata iniz ia tiva brit ann ica, tanto intem pes tiv a, quanto poi mal sv i luppa ta 86

Si tr attò della costruzione nel 1905-1907 cli un nuov o ti p o di co ra z za t a "monocalibro" (la Dreadnought) e di un nuovo tipo d i incrocia tore

85 Salvadori M L.: Storia dell'età contemporanea, c it. , p 482.

86 P R O , fondo ADM 11 6, carte ll a 942 : Naval policy, strategy, tactics 1.903 1908

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DREADNOUGHT

Nave da ballap,fia della Marina britannica

CARA TIERJSTI CH E

Dis loc amento nom 1ale: 18. 100 tonne ll ate

Dim e 11sioni: lunghezza f.t. 160,6 m. lun g hezza fra p.p. 1/49,3 m la rg h ezza 25 111. im mersione 8 111

Apparato mot o re: 2 grupp i di turbine P.irso n s; 18 cal d a ie 8:-ibcoc k w ilcox; 4 assi potenza 23.000 HP Velocità: 21 nod i

DATI STORJC!

Scala l /250

Armame11to:

X-305/ 45, XX:V I-7 6/ 50, 5 tls. da 4 57 mm.

Protezion e: vert ica le max 280 mm. orizzo nrale max . 76 mm. armamento m ax. 280 mm. tor rione mm. 280 Varo: 3 feb b ra io 1906 Servizio: 3 dicembre I906 Radiazfo n e: 3 1 marzo 1920

La Dread11ottght fu la prima corazzata ad avere ttllto l 'armam e nto prin cipa le di un u11ico calibro La so l11 zione ado ttata per la Dreadt1oug11t perm et teva di d isporre di be n 1O boccbe da fu oco da 305 mm. a /un ga g itlata, che potevano essere usale ad una tale distt111 z a da/l 'avversa rio, da non consentirgli di risponde re anche con le armf di medio ca libro; gene ra/ment e, 11e/le corazzate dell 'epoca, /"armamento principale cons ist eva in soli 4 ca nnoni da 305 mi!lfm erri L'entra ta in s e rviz io della Dreadnought costifUi un pu nto di svolta n e lla costru z ione d e lle gran di navi di lin ea, tanto che da allora tutte le Ma rine prin cipa li posero in servizio unità simili, dette tipo ''D readnought" per distinguer/e dalle precedenti, /e ' pre-Dreadnought". Sulla nace erano m o ntati anche numerosi canno ni da 76 mm ., con funzione anti-silurante. La Dreadnought fu an c he la prim a co razzat a co n mot o re a turbina, cbe conse ntiva alla nave di raRgi ungere la velo cità d i 2 1 n od i, s uperio re Cl quella delle sue an lafion ist e. Tuttavia i rapidi profiress i successiu i rese ro presto obsoleta la Dreadnought relegando/a , nel corso della prime, guerra m ond iale, a co m piti seco ndari

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corazzato, anch'esso "monocalibro" (l'Jnvincihle), che con la loro maggiore potenza e velocità resero improvvisa ment e obsolete tutte le preceden ti grandi navi da guerra, comp r ese que lle che avevano fino ad al lora garantito alla Royal Navy un rassicurante vantaggio di almeno 4 a 1 sulla Marina del Tirpitz. Naturalmente la Germania si mise subito a co stru i re unità dello stesso tipo , cogliendo al volo l'insp erata opportunità di iniziare da zero una gara navale con la Gran Bretagna, fino a quel mom e nto impensabile . 87

L'opportun ità cli costruire un nuovo t ipo di corazzata "monocal ibro ", cioè avente un uniforme e incrementato armamento prin ci p ale e un ri dotto armamento secondario , era stata discussa in Gran Bretagna fin dal 1881. Di un simi le progetto si interessarono poi nel 1900 l'ammiraglio John Fisher, allora Comandante della "Medi terran ean Fleet ", e nel 1903 l'i ng egnere navale italiano Vittorio Cuniberti, che pubblicò al proposito un articolo sul prest ig ioso almanacco navale bri tannico "Jane's Fighting Ships" di quell'anno 88

Quest' ultimo s tudio e le prime espe ri enze della guerra russo-giapponese rafforzarono le opinioni dello stesso ammiraglio Fisher che, divenuto Primo Lord del Mare nell ' ottobre 1904 , ordinò immediatamente ad un ap posito comitato tecnico di rea li zzare due nuovi tipi di unità: appunto una veloce corazzata monoca libro e un ancor più rapido incrociatore corazzato, anch'esso monoca libro, che venne poi chiama to " in crociatore da battag lia".

Il suddetto comitato tecnico lavorò con la massima urgenza e nel gen naio 1905 presentò i re lativi progett i, che prevedevano per la corazzata monocalibro diec i cannoni da 305 mm del nuovo modello a tiro rapido, installati in cinque torri binate , quattro delle quali potevano sparare da ambo i lat i della nave. Ciò raddoppiava il peso di bordata delle esistenti corazzate: quelle, per intenderci, impegnate nella contemporanea guerra russo-giapponese e che disponevano di soli quattro cannon i di tale ca libro massimo, disposti in una torre bina ta a prora e in una a poppa.

Altra novità fu l'introduzione su ta le grande nave da battag li a di macchine a t urbina, in sostituzione di quelle alternative, che impressero ad

87. Santoni A.: Da Lissa alle Falkland: storia e politica navale dell 'età contemporanea, Mi lano , Mursia, 1987, p . 64 67.

88. Hough R. : "Dreadnoughf.': a histmy of the modern hattleship, Londra , Mic h ael Joseph 1965 , p. 15 .

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Incrociatore da battaglia della Marina britannica

CARATfERISTICHE

Dtsloca mento normale: 17.4 20 conne ll a ce

Dimensioni: lunghezza f.t. 172 ,9 m. lunghezza fra p p. 161,7 m larg hezza 23, 9 m . immersione 7,9 m.

Apparato motore: 4 g rup pi d i turh in e Parsons ; 31 ca ldai e Ya rrow: 4 ass i potenza 4 1.000 HP

Velocità: 25 nodi

D ATI STO RI C I

•. o o.

Scala I : 1250

Armamcm to: Vlll -305/4 5, XVl-102/45 , 8 tls. da 457 mm .

P rotezione: ve rt ica le ma x. 152 mm. orizzonta le max. 63 mm armamento max. 177 mm. torri one 254 mm

Varo: 13 april e 1907 Servizio: 20 marzo 1908

Perdita: 31 m aggio 1915

Lo stesso comitato di progeuisti che ideò la Drea.d11011g1J t studiò anche un nuovo disegno di incrociatore comzzat o, cbe risultò talm en te innovativo rispetto alle realizzazioni precedenti, da ve nir presto clc,ssificato co me "i11 c roc ia tore eia ba /taglia'; s uccessivc1 men te an ch e in tulle le altre Marine si giunse alla realizzazione di navi simili. l 'b w i11ci ble face1;·a parte di una classe di !re unità , i cui punti di forza stavano nell 'olfima manovrabilità e tenuta al mare. nella grande i:elocità e nell'armamento principale m o nocalibro, ma cbe arevano una p1·otezio 11e assolutamente ins,~[(ic ient e . l' hiuincilJle , dopo aver partecipa to alla cl ist ru z ione della Squadm di vo11 Spee n ella battaglia delle isole Falklaml, prese p a rt e a lla battaglia dello )11tland, i11nalzando le insegue dell'Ammiraglio Hood; la mafli11c1 del 31 maggio 1915. nello scont ro con gli incrociatori da baflaglia tedeschi, fu colpito nei pressi di 1111a torre laterale e si spezzò in due tronconi affon dando rapidam e nt e

I 1VINCIBLE
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essa una ve locità massima di 21 nodi, superiore cioè cli tre miglia orarie a quella dell 'a llora più rapida corazzata esistente . Questa nuova unità da 18 .1 00 tonnellate, bat tezzata Dreadnought, fu inoltr e costrui ta in soli 14 mesi, considerando che es.sa, impostata nell'ottobre 1905, en trò in .servizio nel dicembre 1906. 89

Ne l 1907 furono altresì varati i n Gran Bretagna i pr im i tre cosiddett i " incrociatori da battag li a" della classe "Invincib le", che da parte loro rappresentavano un netto potenziam en to dei precedenti incrociatori corazzati , da a ll ora in poi mai più cos tru iti. G li incrociator i da battaglia , rispetto alle corazzate de l ti po "Dreadnought'' , finirono per avere d i mensioni e ton nellaggi addirittura superior i, un paio di cannon i in meno ma dello stesso calibro e soprattutto macchine più potenti, capaci di imprimere una velocità cl i 25 -26 nodi. Natura l mente il maggior peso des ti nato a siffatt i apparati motore doveva esse re compensato i n un modo o nell'a lt ro e fu paga to, soprattutto sulle unità ing les i, con una .sens ibile riduzione de ll o spessore della corazzat ura

Questa .scel ta costru tt iva britannica, fortemente voluta dall ' ammira glio Fisher - fana tico sostenito re de ll a ve locit à sul mare a danno delJa protez ione fu un gravissimo errore, che venne ciononostante perpe tuato .su tutti i success iv i incrociatori da battaglia della Roya \ Navy e che fu ev idenziato soprattutto dalle sanguinosissime perdite britann iche nella battaglia d ello Jutland .

.À ltra grave responsabilità di Fisher (che un ' inaccura ta storiografia ha poi ingiustamente cons iderato un grande ammiraglio) fu que ll a di im piegare i fragi li incrociatori da battaglia come fossero dell e vere coraz za t e, rit e nendoli perfino globalmente superior i alle "dreadnoughts " e d esponendo li così al fuoco dei massim i ca lib ri, che la loro debole protez ione non poteva sop portare . 90

Ma .soprattutto completamente in opportuna per la politica navale inglese fu , come abbiamo detto , la stessa idea d i Fisher di costru i re sia le "dreadnoughcs" s ia g li " incrociator i eia battag li a". Questi nuovi tipi di unità infatti resero improvvisamente superate e inu tili zzabili le pre cedenti grandi navi, sulle quali riposava invece l' enorme van tagg io della Royal N avy nei confronti di tutte le Mar in e e, in partico lar modo , dell a Ma rin a tedesca .

89 . Bre yer S.: Battleships an.d battle c ruisers, 1905 19 70, New Yo rk, Dou ble da y, 1973, p. 110 e 113-115

90. Sumid a J. T. : In defen.ce of n.aval supremacy: jìnance, technology and British naval µolicy, 188.9 7974, I3oston , Unwin Hy man, 1989, p. 100 e 158 160.

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Come abbiamo detto, la Germania colse al volo l'opportunità di imbastire da zero un ' insperata competizione marittima con il Regno Unito, cominciando anch'essa a costruire dal 1907 "dread nou ghts" e poi incroc iatori eia battaglia e rendendo qu i ndi cred ibil e, perfino nei confronti degli inglesi , la famosa "teoria del rischio '' ciel Tirpitz.

Fu questo il vero in izio de ll a gara navale anglo-tedesca, che deve essere fatta ri salire quindi ad una precisa responsabilità britannica e che, per ironia della sorte, finì per causare molte nocci insonni al suo imprevidente istigatore . È s intomatico in fa tti che sempre più cospicui settori della sta mpa e dell'opinione pubblica inglese mostrassero, a partire dal 1908, una crescente preoccupazione nei confronti della sfida navale teutonica , cosa di cui fino ad a llora nessun uomo dell a strada s i era ma i accorto.

La più ev id ente conseguenza pratica di tale avventatezza di Fisher fu l'abbandono nel marzo 1912 della te oria del ''two powers standard " , che negli ulti mi ve ntitré an ni era sta ta a ll a base della sup remazia marittima ciel Regno Un ito e che ora era divenuta insostenibile. Un secondo risultato indicativo fu la contemporanea e affannosa ricerca britannica cli un acc orci o navale con la Ge r mania, che fino a que l momento Londra non aveva mai preso in seria considerazione.

Per la prima vo lta quindi si vide l'orgogliosa Royal Navy chiedere e pero ra re, anz ic hé imporre e decidere. Ma tutto fu vano, cosicché qu e ll a netta superiorità di 4 a 1 in corazzate e in incrociatori corazzati, vantata dagli inglesi sui tedeschi nel 1904, prima cioè che Fisher entrasse a ll 'Ammiraglia to, cro ll ò nel 191 4 al mod esto rapporto cli 1 ,4 a l. Infatti a ll'inizi o de ll a prima guerra mondiale la Royal Navy e la Kaiserliche Marine allineavano rispettivamente 20 e 15 dreadnoughts e 9 e 6 in crocia tori da battagli.a.

Né vale la supposizione che tali nuovi tipi cli unità sarebbero stati comunque varati in quegli anni proprio dai tedeschi . Infatt i il Servizio segreto ing lese av re bbe dovuto sapere che la Kaise rli che Marine, pur aven do studia to tra il 1904 e il 1905 un sim ile tipo cli corazzata, aveva poi rinunciato alla sua costruzione proprio per non provocare oltre misura il Regno Unito, tanto che le sue prim e navi monocalibro, le quattr o "Nassau", vennero impostate so ltanto nel 1907 e come esclusiva risposta alla Dreadnought stessa. 9 1

Da parte loro né il Giappone, né la Fra nci a, co mun q u e all ea ti <li Londra, aveva no alcuna velleità a tale riguardo , mentre g li Stati Uniti, pur potendo in teoria minacciare la Gran Bretagna battendola sul tempo

91. Breyer S.: Battleships and battte cruisers, 1905-1906, cit., p. 263.

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con la costruzione di un'unità monocalibro cui gli inglesi avessero even tualmente rinunciato, dovevano guardarsi proprio dal Giappone e sud dividere quind i la loro flotta sui due oceani.

Pertanto, considerati i fatti , è innegabile che Fisher abbia concesso un enorme e gratuito vantaggio alla Germania che, lanciatasi all'inseguimento de ll a non più irraggiungibile Marina inglese, attuò tra il 1909 e il 1914 anche il necessario ampliamento del canale di Kie l. Questa via d ' acqua che collega il Mar Baltico con il Mare del Nord e che era stata inaugprata nel 1895, fu in effetti pronta al transito delle grandi dreadnoughts proprio pochi giorni prima della guerra e il suo a ll argamento mandò a vuoto un'altra avventata profezia de l so li to F isher, sicuro che i tedeschi non avrebbero affrontato tale dispend iosa i mpresa. 9 2

Come se ciò non bastasse, t utte le dreadnough ts e gli incrociatori da battaglia costruit i da i tedesch i, rispett ivamente a partire dal 1907 e dal 1908 , r isu l tarono qualita ti vamente superiori alle contrapposte unità inglesi cl i pa r i ca tegoria, v antando soprattutto una corazzatura di maggiore spessore ed una protezione subacquea più sviluppata. Ciò fu reso pos sibile da l risparmio di quei pesi che sulle navi britanniche erano devo luti a vantagg io delle sistemazioni per le lunghissime navigazioni e d i grossi apparati motori, senza tra l'altro che questi ultimi garantissero in combattimento quella superiore velocità così cara a Fisher. 93

··1n questo - e in verità non so ltanto in questo - l' ammiraglio Tirpitz , creatore della moderna Mar i na germanica, d i mostrò di avere le idee più ch iare del suo avversa ri o, r ipetendo spesso che una nave da guerra do veva innanzi tutto rispondere a tre esigenze, e cioè a quelle di "galleg giare, ga ll eggiare e gallegg iare". Le operaz ioni belliche gli dettero ragione

Sulla car ta sembrava invece che il potere offensivo fosse a netto vantaggio delle dreadnoughts e deg li incrociatori da battag l ia britannici, che imbarcavano, rispetto ai tip i tedeschi, un equ ivalente numero d i cannoni, tn!a di calibro costantemente maggio re (305 mm contro 280 mm e 343 o :381 mm contro 305 mm). Le grand i navi germaniche però ov -

92 . Fr iedma n N. : Battleship. Design and development, 1905 7945, Londra , Conway Ma ri t im e Press , 1978, p. 39 .

93 Si r innovò in questo caso , seppure per d i fferent i mo tivi, l ' infer iorità qual itat iva d i mostrata dai vascelli ing l esi ne i confront i di quel li fra n cesi de l XVIII seco lo, con l 'aggravante che, co m e vedremo tra p oco, la Roya l Na vy no n r iuscì a vantare nel la p rima gue r ra mondia le n emmeno quella s u perior ità ' nel tiro, c he le era va lsa una netta egemonia durante i l per iodo vel ico .

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viarono a questa presun ta infe ri orità offensiva, esibendo in combatti mento una maggiore ce l eri tà di tiro, un muniz ionamento s u periore e apparat i ottici (sopratt u t to t e lemetr i stereoscopici) mo lt o più efficac i .

In ta l modo la Kaiserliche Marine finì per eccellere propr i o nel se t tore artiglieresco, cbe aveva determ i nato il predominio de l la Royal Navy ne l p eriodo de ll a vela .

A conclus ione e a r iprova d i quan to detto, appare indicativo un di mentica to ra p po rt o del 14 l uglio 1914, redatto c ioè alla v ig il ia della guerra, nel quale alcuni responsabi li de ll 'Ammiragliato ing l ese, ev identemente in d isaccordo con le teor ie di Fis h er, dimos t rarono u na lucida consa p evolezza dell ' in fer iorità delle prop r ie grand i navi rispetto a quelle tedesche. 95

8 Aspetti navali d ella &>uerra i ta lo -tu r ca

De l usa ne ll e sue mire su Tunisi nel 188 1 e bloccata i n Abissin ia nel 1896 da ll a sconfitta di Adua e i n C i na ne l 1899 da ll a mancata acquisizione della baia di San Mun, la po li tica co loniale dell ' Italia si era espres sa fino a quel momento so lo in Eritrea e in Soma l ia , mentre all'interno de l Paese crescevano le pressioni di gru p pi i m p renditoria li e finanzia ri affinché non sfu gg isse a Ro m a anche il contro ll o dell ' unico lembo di terra norda fri cana c h e rimaneva a ll ora libero da occupazione s t ran iera e che era cost itu i to dalle d ue province turc h e della T r ipolitan ia e de ll a C irenaica, poi accomu n ate sotto il no m e d i Libia .

Tl lavoro d ip lomatico d i Ro m a, mi r an t e a l sudde tt o scopo, int eressò rutto il pr imo decennio de l Novecento e a lla fine r isultò redd it izio, a n che se cos tò al Reg n o d'Italia l'accusa austro- te d esca di in fe d e l tà trip licis ta, con d ita da iron ic i commenti sui n ostri "gi ri di va l zer" . 95

In effe tti l'Italia gio litt iana s i p rocurò il consenso i nternaz ionale ad occupare la Libia, ma n ov ran d o d ip l o m at icamente p resso l e Potenze teor i came nt e avve rsar ie de ll a Trip lice All eanza, d i cui essa faceva p a rr e . P i ù in pa rticolare, prima di agire cont ro la Turchia , che d e teneva la sov ranità su ll a Lib ia, Roma si accordò co n Pa ri gi, Londra e Pietrobu rgo, r ispettiva m ente a tt rave rso g li accord i me d iterrane i del 1902, l'atteggiame n to assun to

94. P R.O , fo nd o ADM 116, ca rtella 3091 : British and Cerman dreadnoughts: relati vegunpower 14 .fuly 1914.

95. La frase era de l Cance ll iere tedesco von Bulow e inten d eva ra ffigurare i p rimi p as si (di da n za) c he l ' Italia s tava m uo vendo in a rm onia con q u e ll i de ll a Fra ncia, n o stra ant ica riva le

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durante la conferenza d i Algesiras d el 1906 e le intese di Raccon igi cie l 1909 , tutt i argomenti da no i g ià trattati ne l preceden te paragrafo.

Per iron ia della sorte invece furono proprio gli a ll ea ti italiani de ll a Triplice a contestare l a nostra sped izione i n Tripolitan i. a e in Cirenaica. E ques t o non tanto per una rivalsa nei confront i dell ' oscillante politica este ra di Roma, ma perché l'Austria Ungheria temeva che un confl itto tra Italia e Turchia avrebbe indebolito u lt.eriormente quest'ult.imo Paese e avrebbe compor tato indesiderab ili conseguenze ne i terr it ori balcani ci ancora controlla ti da Costantinopoli , men t re la German ia, una volta svan it o il sogno marocchino, puntava prop ri o ad un 'es pansione su ll a Libia . Insomma aveva ragione Gio litti quando sosteneva che, "se in Libia non fossimo anelati noi, ci sarebbe andata qualche a l tra Potenza " . 96

Altre difficoltà per l'Italia vennero dal fronte interno ed esattamente dall 'a la sinistra de l partito socialista, con Mussolini e Ne nni in primo piano, tanto che il futuro artefice del fascismo fu perfino arrestato e detenu t o per avere organizza to in Romagna v iolente agitazioni cli p iazza contro una guerra definita d'aggressione .

Noncurante degli ostaco l i, il Governo italiano co nseg nò il 25 sette mbre 1911 a quel l o turco una no ta con la quale, a tutela de i nostri cittadin i e dei nostri interess i in Tr i politania e in Cirenaica, chiedeva l a sospensione de ll ' inv io sul luogo di truppe e di mate ri ali be lli ci. Costant i nopo l i però respinse questo "ultirn.atum", considerato come una violazione della pro pr ia sovrani tà su quelle lontane province, ed i n v iò anzi a Tripoli il p iroscafo Derna carico di armi, ciò che fu ritenuto sufficiente dall'Ita li a per dichiarare guerra al Sultano il 29 settembre.

Purtroppo, già prima dell ' ape rtura de ll e ostilità , Roma compì l'e rro re d i credere che le popo lazioni arabe de ll a Tripolitania e della Cirenaica non a tt endessero a ltro che passare dal dom inio turco a quello italiano e che qu i nd i esse fossero di sponibili a collaborare con l e nostre trup pe. Accadde i nvece esattamente i l contrario , poiché le successive du re prove soppo rt ate dai soldati ita li ani furono imputab ili mo l to p i C-1 a lla res istenza e a ll a guerr iglia de i nat ivi arab i, che non a ll 'az ione de ll e r ido t te trup p e r ego l a r i t urc h e.

Anche su l piano de ll ' organizzazione m ilitare le cose non andarono come previsto, tanto che s i verificò un ritardo di dodici g iorn i t ra l a dic hi a r azione d i guerra e l'a r r ivo nelle acque libiche del contingente

96 . Gio l itti G. : Memorie della mia v ita, M i lano, Nuova e ditri ce , 1967, p . 217.

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dell'Esercito. Di conseguenza, dopo il bombardamento navale cli Tripoli del 3 e 4 ottobre, fu nece ssa rio sbarcare il giorno seguente, sulle spiagge della capitale, 1.732 nostri marin ai, che vennero raggiunti sul posto dai soldati del vero e proprio Corpo di spedizione solta nto tr a 1' 11 e il 14 cie l mese . Mancò in co nclusione un adeguato coordinamento tra le forze navali e quelle terrestri o, più in generale, tra la Regia Marina e il Regio Esercito . 97

Tn com pen so si dimo strò p ienamente all 'a ltezza della situazione il recente Arsenale di Tarant o, impiegato in guerra per la prima volta dopo la sua inaugura z ione nel 1889 e i s uccessivi lavori cli completamento, terminat i all'iniz io del seco lo. Qu esta nuov a base per la flotta ne l Sud del Pa ese perme tteva finalmente di esercitare con maggiore contin ui tà una no stra presenza na vale anche nel Mediterraneo centro orientale c h e, soprattutto dopo l'a pertura del canale cli Suez, era divenuta indispensabile e che non poteva essere garantita dal troppo p e riferico Arsena le di La Spez ia in aug urato nel 1869. 98

Nonostan te la resistenza turco -ara ba continuasse poco più olt re la lin ea ciel litorale , il Governo italiano dich iarò il 5 novembre la pro pria sovranità sull'intera Libia . Questo provvedimento risp ondeva soprattutto allo scopo di attenuare le cresce nti lamentele delle Cancellerie eu ropee, preoccupate dall'imprevisto r it ardo de ll a no stra vittoria, che, se fosse stata rapida, avrebbe messo fine a que lla crisi se nza troppi traumi internazionali. Le operazioni militari inv ece si tra sc inarono per oltre un anno, senza portare all'auspicata conclusione sul campo, e furono poi sopp iantate come ve dr emo dall'azione dell a diplomazia e dallo scoppio d e lla prima g uerra balcanica n e ll 'o ttobr e 1912.

In capa ce di risolvere r a pidamente il connitto sul tea tro belli co princ ip a l e, il Comando mili tare it a li ano pensò ad una serie cl i operazioni nava li periferiche. Pertanto il 24 febbraio 1912 due nostri incrociatori attaccarono il porr o di Beirut , dove affondarono una torped ini era e una cannoniera turca. Quindi il 18 apr il e la flott a italian a bombardò i forti esterni de i Dardanelli, provocando però una sp iacevole ritorsione dei

97 . Roncag li G.: La g uerra italo turca, Roma, Ufficio Sto rico della Mar in a rn il iL are, voi. I , 1918, p. 60.

98. Gahriele M.: Glì arsenali militari nella politica dello Staio nazionale, in "Atti del Convegno di Stud i s u ll 'A rse nale Mi l itare Marittimo di Taranto tra po l iti ca, s trat eg ia di difesa e s v il uppo industr ia le ", Tara nto 13 14 o tcobrt: 1989, pubblicati a cu ra della Sezione Document az ione dell'Arsenale di Taranto nel 1992. p. 99- 109

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GIUSEPPE GARIBALDI

Incrociatore corazzato della Regia Marina italiana

CARATTERIST ICI IE

Dislocamento normale: 7.350 tonne ll a te

Dimensioni: lunghezza f.t. 111,8 rn lungh ezza fr a p.p. 104,9 m. 1;,i rghezza 18,2 111. immersione 6,9 rn

Appara to motore: 2 motr ic i ve rticali a triplice espa n sione; 24 calda ie; 2 ass i po tenza 14.000 HP Velocità· 20 nod i

Arm(.l.mento: 1 25 4/40, 11 -203 /4 5, XIV 152/1 0, X-76/ 40, VI-47/ 40, 2 .MG, 4 tls. da 450 mm .

Proiezione: ve rticale max. 1 50 mm. orizzontale 38 mm. a rma m en to max. 150 mm to rr ione 150 111111

Varo.· 29 g iu gno 1899 Servizio. l genna io 190 1 Perdita: 18 lug li o 19 15

DATI STO RICI

i, 'incrociatore corazzato Giuseppe Garibaldi rappresentò un 'ottim a realizzazione della can tieristica italiana a cavallo dei due secoli L'equilibrio delle sue doti di protezione, armamento e prestazioni lo fecero apprezzare anche all 'estero. Oltre alle tre 1milà entrate in servizio nella Regia Marina italiana (Varese, Giuseppe Garibaldi e Francesco Ferru ccio ), altre quattro furono vendute all'A1"Rentina, una alla Spagna e due al Ciapporre. li Giuseppe Garibaldi jit silurato in Adriatico il 18 luglio 1915 dal sommergibile austriaco U4 , mentre era impegnato in operazioni di bombardamento contro la costa dalmata , ajfondando in pochi minuti

Scala I: JUUU
7 1

!.e to,pediniere che parteciparono all 'azione sui Dardanelli 18/79 luglio 1912 turchi, che c hi usero temporaneamen te g li Stretti alla navigazione internaz ionale , con conseguenti ulteriori lamentele europee rivolte soprattutto a Roma.

I mportante operazione combinata fu poi que ll a che tra il 4 e il 17 maggio portò a ll 'occupazione i n Egeo dell'iso la cli Rodi e de ll 'arc ipe]a go delle Sporadi merid iona li, megl io noto in segu ito come Dodecanneso . Ta le avvenimento però preoccupò no t evo l mente la Gran Bretagna , c h e fino ad a ll ora era stata nei nostri confron ti la più comprensiva tra le Po t enze europee . 99

Infine nella notte t ra il 18 e il 19 lug li o 1912 si ver ificò il famoso t entativo di forzamento dei Dardanelli ad opera di cinque to rp edin iere italia ne al comando del cap . vasc. Enrico .Millo . Qu esta impresa si propo neva cl i silura re le navi turche ancorate nella baia d i Nagara, o bi e tti vo che non venne malaug ur a tamente raggiunto a causa cli un provvisorio incagl iamento della torped i niera Spica di Mi li o e della reazione nem ica .

La guerra fu portata dalla Marina italiana anche ne l Mar Rosso , dove il 7 gennaio 1912 un incrociatore e due cacciatorpediniere affonda rono otto cannon iere n emiche nei p ressi di Kunfida, sulle coste d e ll a penisola ara ba. In q u elle acq u e ebbe anche luogo il 26 l uglio successivo un bombardamento d e ll a cit t à costiera d i Hocleida ad opera di due nostr i i ncrociatori, ciò che ra ppresentò praticamene.e l'ultima azio n e n ava le di un cer to ri lievo d e l conflitto

99. P.R .O., fondo AOM 116 , ca rt elle da 11 52 a 1155: Turkish- ! talian war. Si ri corda che in ques to conflitto l'Ital ia, pe r la prim a vo lta n e ll a s to ri a, impiegò aerop lani in operazion i belliche .

72
•. f9 u,
ù Azione dei Dardanelli 18/19 luglio 1912 7 3
::r:

Il successivo cambiamento del Governo turco, con la nomina a Primo Ministro di Kia mil Pascia, aprì la strada verso le trattat ive di pace, solleci tate dalla diplomaz ia europea e poi dallo scoppio della prima guer ra balcanica, nella quale l' indeboli ta Turchia venne attacca ta da lla Grecia , dalla Serb ia, d al Montenegro e dalla Bu lgaria . I negoziat i porta rono al protocollo segreto di pace del 14 ottobre 1912, ufficia li zzato il giorno 18 a Losanna. 100

Il testo di questo tratt ato e il contenuto dei tre document i se gre ti ad esso allega ti si p restarono però a difformi interpretazioni, le più significative de ll e quali riguar Ammirag /io Enrico Milio davano la sovranità su ll a Ci reanica e sulla Tripoli tan ia , che il Sultano non considerava assolutamente transitata in mani italiane. Altra questione irr isolta fu la sorte del Dodecanneso, la cui restituz ione a ll a Turch ia era condizionata all'effettiva cessazione della res istenza araba in Tr ipolitan ia e Cirenaica, che sfugg iva ciel resto al contro ll o cli Costantinopoli. lOl

Per fortuna , a favore dell'interpretazione i taliana degli accordi di Losanna s i schierarono le principali Potenze europee, ormai preoccupate dalle pressanti vicende che stavano sconvo lgendo i Balcani pro pr io a seguito della guerra italo tur ca e al conseguente indebolimento ottomano, come aveva previsto e temuto soprattutto Vienna.

Il contestato trattato di Losanna non com p ortò comunque la fine dei combattimenti in Lib ia, che presero l ' aspetto di una fastidiosa guerriglia. La loca le situazione militare divenne anzi talmente pericolosa e insicu ra che verso la fine del 1914 lo Stato Maggiore italiano decise di ab bandonare il Fezzan e tu tti i presidi dell ' entro terra acquisiti dopo la pace,

100. Bancl ini F : Cli ituLiani in Africa: sroriu detle guerre coloniali, Mil ano, Mondadori, 1980 , p. 196

101. Per l'analis i dettag li ata cli qu est o int r igo diplomat ico c fr. Curaro F.: Storia politi ca universale, vol. 8 : Le Americhe e il mondo aji-icano, c it. , p . 426 .

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limitando iÌ contro ll o s ui soli centri costieri di Tripoli , Homs, Bengasi e Tobruk e su alcune oasi importanti.

Quind i, con l'intervento dell ' Italia nella prima guerra mondiale sca tt ò la clausola ciel Patto di Londra del 26 a prile 1915, che fu s ti pulato segretamente con Gran Bretagna e Franc ia e in base al quale il nostro pos sesso temporaneo e condizionato cie l Dodecanneso ci venne riconosciuto a tit o lo definitivo, r i manendo tale fino agli episodi successivi all'armistizio clell'8 settem br e 1913 .

D ' altro canto, sempre durante il primo conflitto mondiale , il già lim i ta tissimo controllo ital iano della costiera li bica venne u l teriormente ridotto a causa del diretto int ervento di forze turco germaniche , che riu scirono a stabi li re uno sca lo nava le a Bardia e un centro radio a Misurata.

Sol tanto tra le due gue rre mondia li il generale Graziani compì la penetrazione a ll ' in t erno de l deserto, assicurando fi nalmente a l Regno d ' Itali a l'effett iva sovranità su questa colonia. Ta li operazioni militari e po li ziesche furono però mo l to seve re e, pur portando alla cosiddetta "riconqu ist a" o "pac ificaz ione " della Lib ia, de terminarono ran cori tuttora v iv i in parte della popo lazione indigena . ..

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LA PRIMA GUERRA MONDIALE SUL MARE

1 Il primato informativo inglese e la "Stanza 40"

Lo svi luppo della rad iotelegrafia, verificato.si all'iniz io d e l XX .secolo , comportò anche la sofisticazione dell'antichis sima ar te dello spionaggio, e ciò non soltanto perché le informazioni ora potevano viaggiare velocemente sulle onde hertziane, ma perché la crittografia, c ioè la scienza preposta a ll ' i nt e rpretazione dei me ssaggi cifrati nemici, ehbe un campo molto p iù vasto su cui operare.

La Gran Bretagna fu la prima nazione ad impegnarsi seriamente neU'ana li si de ll e radiocomun icaz ion i in codice dei potenzia l i avversari, esercitandos i in quest ' attività già durante il conflitto con i boeri, quando per la pr i ma v olta la radio venne impiegata in operazioni m ilitari terrestri. Ricord iamo , al proposito, che il pr i mo uso della radiotelegrafia in operazioni belliche sul mare avvenne i nvece durante la guerra rus so giapponese de l 1904 -1905.

Tra i vari organi di "Intelligence" br itann ici , dipendenti dalle due Forze Armate e da va ri Ministeri, il più attivo ed efficiente fu quello de ll a Marina, cioè la "Naval In telligence Division" (N.I.D.), istituita nel 1887 am pliando e coord i nando i precedenti "Servizi". 1

Una sez ione de ll a N.I.D. fu inca ri cata del lavoro cr ittografico e ne ll 'agosto 1914 , appena iniziata la guerra europea, fu posta alle dipendenze di Alfred Ew ing, un famoso esperto civ il e. Quindi ne l novemhre successivo questo ancor picco lo ufficio di decrittazione iniz ia l men te costituito da otto uom i n i venne ubicato nella "Stanza 40" a l primo p ia no dell'Ammiragli ato e da allora assunse questa denominazione.

Il l avoro crittogra fi co si basava innanz i tutto su ll ' intercettaz ione dei dispacci nemici in c ifra che, come detto , da ll 'inizio del Nove cento

1. Deacon R. : A histmy o( British Secret Service, Lo n dra, Granada p u bl is h ing, 1984 , p 171-172 .

CAPITOLO Il
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veniv a no tra sme ssi per radio. Era necessario quind i possedere dell e potenti s tazioni di ascolto, sintonizzate sulle frequenze usat e dall'avversario e in grado di captare i suoi radiomessaggi. La fase .successiva, ch e era la più diffic il e, co nsistev a nel decritt a re, cio è nell'interpretare i segnali i nter ce ttati, che natura lmente erano in codice e venivano anche sopracifrati sulla base di tavo le d'uso periodico. 2

È stato calcolato che circa 25.000 rad iomessaggi tedes ch i, preva lent eme nte di natura navale, siano stati capta ti dur ante la prima guerra mondiale dalla catena delle .stazion i d 'asco lto inglesi , che la maggior parte di essi sia stata interpretata tempestivamente, ma che una mini ma percentua le delle decrit t azioni u t ili s ia stata sfr utta t a opera t ivament e. Questa modesta utilizzazione del lavoro della Stanza 4 0 va at tribuita alla. mancanza di un ufficio intermedio tra questo organo d'Int ell igenc e e gli enti o perat i vi cen trali , c he avrebbe dovuto avere il compito di "filtrare" e coo rd inar e le inform az ioni ottenu te e di diramare le conseguenti disposizioni.

O ltre a ciò l' importanza della Sta nza 40 era apprezza ta da poch issim i personagg i, tra cui era annoverato fortunatamente il Primo Lord dell'Ammiragliato (cioè il Ministro della Mar ina ) Winston Churchi ll. La maggior parte degli alti ufficiali inglesi, invece, espresse più volte scetti cismo o addirittura ge losia n ei co nfronti cl i questo ufficio cr ittografi co , che osava sco nvol gere con la sua modernità la stag nant e trad izione della Royal >iavy. Purtr oppo tra questi ultimi c'era lo stesso Primo Lord del Mare, il deleterio ammiraglio F isher, che sarcasticamente e pe r nulla realis ti cam en te consid e rò la Stanza 40 "un'organizzazione buona aritagliare e ad in collare brani di giornali stranieri'·. 3

Nonostante i suddetti fattori sfavorevoli, c he limitaro no in guerra l'uti lizzazione op e raliva dell e info rmazioni raccolt e, la Stan za 40 fu uno straordin ario ufficio crittografico, di gran lunga più avanzato e p rodutt ivo di qualsiasi similare organismo straniero. Esso potè giovarsi di quattro fattor i favorevo li: l'a lta professionalità dei s u o i sempre p iC1 n u meros i mem b ri , l'e ffic iente catena delle stazioni di ascolto radiofon ico , l'uso spesso

2 . Santoni A.: Il primo Ultra Secre t: l 'injlu enza delle decrittazio11i britanniche sulle ope razio ni navali della guerra 7914-197 8. M ilan o. Mursia. 1985. p. 47-55.

3 Ben nctt G.: Naval battles of thefirsl tro rld war, Londra. Pan books. 1983, p. 85 Si precisa c h e Ch ur c hill ri cop rì la ca ri ca cl i Primo Lord dell ' Ammiragliato dall'ottobr e 191 2 al maggio 19·15 e ch e Fisher fu Primo Lord de l Mare in due r i pres<..! : dall'otto bre 1904 al gennaio 1910 e dall'ottobre 1914 al maggio 1915.

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indiscriminato e impruden te della radiotelegrafia da parte de i te deschi e i nfine la ca tt ura di tre codici nava li germanic i nei primi mesi cli guerra .

. Il primo di ta li documenti segreti, lo HVB , venne comodamente asportato dagli austrialiani dalla cassaforte de l mercantile tedesco Hohart che, all'oscuro dell 'ape rt ura delle ostilità , fu sorpreso e catturato 1 ' 11 agosto 19 14 nelle acque di Melbourne Una copia fotografica di ques to co dice fu inviata a ll a fine d i ottobre in Gran Bretagna, dove però esso era già s ta to autonomamente "pene t rato" dai cr itt ografi dell'Ammiraglia to fin dai p rimi g iorn i di guerra .

Intanto il 26 agosto d i que ll o stesso anno l'altro cod ice navale tedesco SKM, corredato dalle correnti tavole cli sopracifratura, era caduto ne lle m ani dei russi, che lo avevano t rova to su l relitto dell' i ncrocia tore leggero Magdeburg, anda to in secca presso Ie coste eston i e sabotato ina degua t a m ente dal suo equipaggio. Quind i, con un comportamento sorprenden te eia parte d i una Nazione quale la Russia, sempre assa i ge lo sa dei suoi segreti, ta le ma teriale crittografico tedesco venne consegnato agli inglesi e ragg iunse Londra il 10 ottobre 1914.

Infine il 30 novembre 1914 le reti di un peschereccio britannico re cuperarono fortunosamente sui bassi fondali della costa o landese una copia cie l cod ice nava le germanico VB, appartenen te al cacciatorped iniere S . 119, affondato in combattimento il 17 ottobre. Tut tavia nep p u... re questo repe ri men to fu così determinante come s i potrebbe c redere, poiché anche il codice VB veniva rego larmente decrittato da ll a N .I.D. i nglese fin dal marzo 1914, cioè addirittura c inque mesi prima dell' i n tervento in guerra della Gran Bretagna. 4

Sapp iamo ino l tre che da ll 'ottobre 1914 gli inglesi com i nc iarono ad interpretare anc h e il cod ice diplomatico germanico ABC e che essi ca tturarono i n Persia nel marzo 1915 l'a ltro codice diplomatico 13040, utilissimo poi alla Stanza 40 per decritta re a ll ' i niz io de l 1917 il famoso te legramma Zimmermann, causa pr ima ri a dell'intervento in guerra d eg li Stati Uniti, come vedre m o nel sesto paragrafo .

Occorre a questo pu nt o prec isa re c h e la cattura cl i cod ic i in guerra è un evento abbas tanza consueto e che il prob lema cons is te poi ne ll ' identifi care le var iabili "ch iavi" cifra nti , usate periodicamente da l nem ico e nell'acquis ire così info r mazioni non sa ltuarie ed episodiche, m a costanti

4 . P .R .O. , fondo ADM 137, ca rt e ll a 4 065 : Log of intercepted German signals in Verkehrshuch (VB) code/rom 11arious sources March 1914 .fanuary 1915

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e naturalmente tempest ive. Ebbene questo lavoro può essere comp i uto con la dovuta rapidi tà, continu ità ed affidabilità so l tan to da un ufficio cr ittografico basato su metodi scient ifici, caratteristiche c h e nella p rima guerra mondia le erano appunto possedute soltanto dalla Sta n za 40 . 5

Natural m ente la Royal Navy tenne cela t e pe r lunghiss i mo t empo le peculiari dot i d i ta le sua fonte cl i i nformazione ed è interessante nota re, a ques to p roposito, che l'a llora Primo Lord dell'A m miragliato Winston C h urchi ll mantenne sempre, nei suoi numerosi scr itt i ciel dopogue r ra, il p iù assoluto riserbo sull'or ig i ne e su i success i della Stanza 40 . Que st ' az ione occu lt atr ice poi consentì agli i nglesi d i rep l icare lo stesso tipo cl i successi i nfo r mativi ne l corso de l secondo conflitto mond iale , come vedremo ne i prossimi due capitoli.

A t ito lo di esemp io ricord iamo c h e ne ll a sua opera "The wo r ld crisis" Ch urchi ll di p inse in poche pa role la Stanza 40 come un organ ismo nato accidentalmente dopo l a no t a cattura ciel codice navale avversario SKM ad o p era dei russ i e celò tutto il lavoro cl i analisi e di i nterp reta z ione svo l to dall'ufficio crittog rafico della N.l. D . p ri ma di det to avvenimen to e d urante l 'intero conflit to , nonc h é la con tin ui tà e la po rt ata dei suoi success i info r mat ivi . Quando poi questo abile sta ti sta non r iuscì a nascondere l'ev idente p ossesso di preventi ve i nformazion i operative da p a rt e de lla Roya l Navy , eg li le dipinse come fa tti occasiona li e limitati, ovvero le attribuì all ' assa i meno segre t a ed universa l mente adottata ra d iogon iome tri a , capace cioè di loca lizzare la posizione d i u n'em i ttente ra d io, ma non ce rt o cl i inte rpretarne il contenu t o i n cod ice 6

Fa tt e q u este doverose pre m esse, il p ri mo i n t errogat i vo c h e sorge s p ontaneo riguarda la c ieca inco n sapevo lezza d ei tedesc hi , che non an darono ma i al d i là di vag hi sospe tti c i rca il possesso ne m ico d i qu a lcl1e loro documento seg r eto . Pertan to, se si eccettua la t a rd iva sostituzione ci e l co d ice HVB nel m arzo 1916 e d e ll 'SKJ.\11 ne l m agg io 19 17, in Ge rman ia n on fu mai presa alcu n 'al tr a co,ntrom isura e ci s i rifiu tò d i pe n sare, d uran t e e d o p o la guerra , che in G r a n Br e t agna o p erasse un centro di d ecri tt az ione ca p ace cli in terp retare a u tonoma m e n te e co n co n t i nuità i rad ioc ifrati d ella Ka ise rli che Ma ri ne e d el Ministero d eg li Es teri. La Stanza

5. Sa n toni A.: Thefirst Ultra Se cret.· the British cryptogmphy i n the naval ope rations of thefirst world war, relazio n e p resen tata al Congresso internaz io nale di Sto r ia Mil ita re d i Stoccarda, 18 25 agosto 1985 e p u bb l icata s u lla "Revue Inte rn a ti ona le d'histoire m i lita i re", n. 63, ann o 1985.

6. Ch urc h ill W. : Tbe world crisis, vo l. I, Londra, Thornton Butte rwo rrh, 1924 , p . 462 463 .

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40 invece, sempre a ll'insaputa del nemico, riuscì anche a "penetra re" i n u ov i codici navali di rimpiazzo tedeschi AFB e FFB, introdotti co me ele tt o nel 1916 e nel 1917 .

Del resto occorre dire che, i n un'epoca in cui non es istevano voli tr ans continen tali , non era dav vero facile per i tedesc hi far per venire in guerra nuovi codici e nuove tavo le di sopracifratura alle lo ro lontane basi co loniali, alle loro nav i corsare sug li oceani e a tutte le sedi dip loma ti che nei Paesi neu tra l i, molti dei quali ino ltre non consentivano ai be lli geranti di ser vi r s i dei locali imp ianti radiotelegrafici per comunicare in cod ice con la madre patria.

La riprova de ll 'incrollabile fiduc ia germanica nella sicurezza globa le dei propr i codici ci è fo r n it a dagli scr itti pos tbe llici dell'ammirag li o Scl;ieer, Comandante della flotta da battaglia del Ka iser durant e il conflitto. Anche egli infatti si dimostrò propenso ad a ttri buire a ll a so la racliogoniometria degli inglesi quei successi info rm at ivi che emersero co munque in mis u ra assai ridot t a nel dopogue rra. 7

All a base di siffatte certezze co lt ivate a Berlino c'era la p resunzione dei tedeschi ne l c redersi a ll ora i maest r i della scienza c ri ttogra fi ca, c iò che li induceva per icolosamente a m is u rare in questo campo le capacità altru i con le proprie. Il loro uffic io decrittazione "E . Dienst" d i Neumunster i nvece , pur essendo mo l to s t imato, non era asso l utamen te paragonabi le a ll a Stanza 40 de ll 'Ammirag li ato britannico e fu in gra do soltanto d i i nter p retare occas ional m ente e se n za continuità alcuni ra diomessaggi nemici.

An co ra m inore efficacia mostrarono in g u erra g li organi crittog rafi c i delle altre Potenze, tra c u i i l "ga bin etto nero " francese. Da parte sua il Servizio segreto ita li ano fu nolevo l men te sostenuto in ta le materia pro

7. Sc h ee r R. K. F. : Lu .(lolle alle1nande de bau.te mer pendant la guerre mondiale, Parig i, Payo t, 1928 , p 120

11m111irap,lio Scbeer
8 1

prio dalla Stanza 40, c he ne ll a primavera del 1917 distaccò un suo ufficio a Taranto e po i a Roma, facendo lo dirigere dal comandante Nige l de Grey , che aveva da poco decrittato a Londra l'importantissimo e accennato te legramma Zimmermann .

2 L'inizio del conflitto e le azioni di superficie sugli oceani

Il 28 giugno 191 4 terroristi serbi assassinarono a Sarajevo l ' arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono as burg ico, ed esa t tamen te un mese dopo, il 28 luglio , l'Aus tri a Ungheria, non avendo ottenuto la ri chiesta soddisfaz ione, dichiarò guerra alla Serb ia . Imme di a tamente fu mes so i n movimento il sistema d e lle alleanze europee : il 1° agosto la Germania mosse contro la Russ ia, che il 3 e 4 agosto fu affiancata da Franc ia e Gran Bretagna , mentre l'I t a li a rivendicò il pro p rio diritto alla neutra lit à, pur non denunc iando la Triplice All ean~. 8

Sul mare la prima g u erra m ondia le fu so p rattu tt o un confr onto tra la Roya l Navy e la Kaiserlic h e Marine, che si ba tt erono sia ne l Mare del Nord, s ia sug li oceani, dove i tedeschi tenevano alcune uni tà da guerra e mercantili, sub i to conve r tite in navi corsare per l ' at t acco a l traffi co nem ico.

In partico lare le due prin c ip a li flotte con t rapposte disponevano all' i n izio ciel conflitto d e ll e seguenti navi da g u erra :

TIPI

GUERRA GRAN BRETAGNA GERMANIA p ro nt e in costruz. pronte in COS[ fU Z

Dr e adnoughts 20 ]5 15 5

I n croc ia to ri da ba u aglia 9 1 6 2

Predread no u ghts co n servate 40 28 Vecch i in c rociator i corazzati 34 - 8

I ncroc ia to ri leggeri e s co uts 81 20 40 7 Cac c iatorped e to rp e d in iere 274 26 187 24 Sommergib ili 68 20 27 12 8 Ne i giorni s u ccessivi c i furo n o poi q u es ti a l t r i i n terve nt i m ilita r i: l ' Aus t r ia cont ro la Russ ia l o s tesso 4 agos to, la Serbia co nt ro la German ia . il g iorno 6, i l Mo nte n eg ro contro l ' Austr ia i l 7, l a Franc ia e la Gran Bre tagna cor\CJo l'A u st ria r ispettiv am ente il 10 e il 12, e il Giappo n e contro l a Ge r ma n ia il 23

DI NAV I DA
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L'attiv it à delle unità germaniche presenti sugli oceani all'apert ura del le ost ilit à e che furono adibite alla lotta al traffi co nemico può essere su ddi v isa per settori operativi.

In Atlantico svo lse un'intensa, ma breve crocie ra corsara il moderno incro c iarore leggero Karlsruhe che, dopo essers i distinto nei Caraibi e lungo le coste del Brasile , affondando o ca tturando 17 mercanti li ne mici, venne . distrutto da un'acc identale esplosione interna il 4 novembre 191 4, nelle acque di Trinidad . 9

Già il 26 agosto e il 14 settembre invece la v igilanza britannica aveva eliminato, se mpre in Atlantico, due grand i navi mercantili nemiche , il Kaiser Wilhelm der Grosse e il Cap Tra/algar, che erano state armate all'inizio delle osti lità come incrociatori ausiliari, ma che non avevano fatto in tem po ad ottenere alcun ri su ltato contro il traffico dell'Intesa. Altri due sim i.lari mercantili arma ti tedeschi, il Prinz Eitel Friedrich e il Kronprinz Wilhelm, ri uscirono invece ad affondare comp less iv amente 25 piroscafi avversari prima di rifugiarsi nella base a tlantica americana cli Newport News, dove vennero internati ri spe ttivamente nel marzo e nell'aprile 1915.

Nell ' oceano Pacifico era stanziato il più potente raggruppamento na vale german ico fuori dell e acque nazion a li , cioè la Squadra del viceam mirag lio von Spee, che era cl i bas e a Tsingtao in Cina, ma che allo scop pio .~ella guerra si trovava a Ponape nell'arcipelago delle Caroline. Questa fo rmazione allineava i due incrociatori corazzat i Scharnhorst (nave ammiraglia) e Gneisenau e gli incrociatori leggeri Nù:rnberg ed Emden, ques t ' ultimo però distaccato il 14 agosto e autorizzato a condurre un ' au -. tonoma crociera corsara nell ' oceano Indiano.

L'Emden , a l comando dell ' abile e cavalleresco cap . freg. von Mt.iller, eseguì una missione molto fruttifera , durante la quale elim inò 19 piroscafi nemici, bombardò il porto indiano cli Madras nella notte d el 22 settem bre 1914 ,e co lò a picco l'incroc iatore leggero rus so Jemtchug e una tor pedinie ra francese dentro il porto di Penang in Malesia il 28 ottobre . lO

Il success iv o 9 novembre pe rò l' Emden venne sorp res? dal più po tente in crocia tore leggero aus traliano Sydney alle isole Keeling, dove i

9 P.R.O. , fondo ADM 13 7, cartella 1016: S.M .S. "Kartsruhe " . Gli ing les i s i accorsero in r itardo della scomparsa di questo incro ciatore tedesco.

10 Arc hi vio de ll a 1\fari na germanica: La guerra sul mare 1914 1978 La. guerra degli incrociatori nelle acque stranie re, ,vo i. II, Roma, ed iz io n e ita l iana a c ura de ll' Ufficio Stor ico della Marina milita re, 1928, p . 1- 79.

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SC HARNHORST

Incrociatore corazzato della Marina Imperiale tedesca

CAH.A'rT ERT STT CHE

Dis/ocamenl o normale: 12.985 tonnellate

Di111e11sioni: lunghezz.1 f. t. 144,6 n1 : larghezza 2 1,6 m. immersione 8.4 m

Apparato mo1o re: mmri c i a tr i plice esp a ns ione ; 3 a~i potenza 30.000 HP

Velocità: 23,5 nodi

Scala I,/(}()()

1lrma111e1110: \'lll -2 10 mm. , VT-150 mm ., XV [[[ 88 mm ., 4 MG, 4 tb da 450 mm .

Proiezione: verti ca le max. 150 mm ori zzon tal e ma x. 60 mm armamento m ax. 170 mm. torri o ne 200 mm.

Varo: 22 marzo 1906 Servizio: 4 Ollob re 1907 Perdita: 8 <licemhn.! 191-1

DATI STORICI

la Marina /erlesca si sviluppò dc.il niente alla fine del secolo scorso, ma co11 tale mpfdìlà da diue ntare, agli i11izi del 11 ust ro secolo la seconda pote n za navale m ondiale l .0Schcir11horsl e lo Gneisenau le due nat1i gemelle che componevano /'ossatura della Squadra di Von Spee, costit11iro110 un 111igliorame1110 rispelto alle unità delle classi precedenti. Sello scontro delle Falkland. /'8 dicembre 1911. posti a confronto con i pili potenti e recenti il1crocia1ori da baua,f./lia, io Schar11horst e il G11eis e nau 12011 ebbero 11 1f/a/!Ìa scampo.

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GOOD HOPE

Incrociatore corazzato detta Marina britannica

CARAT l" ERISTICHE

Dislocamen to normale: 14.376 wn nellatc

Dimensioni: lunghezza f. t. 162,6 m lu nghezza fra p.p. 152.4 m '1irgl:i ezz a 2 :1 ,7 m. imm e rsione 7,9

Apparato motore: 4 m otr ici a tripli ce espa ns ione; 43 ca ld a ie Bcllev ill e; 2 ass i po tenza 30 .000 HP Veloc it à 23 nod i

DATI STOR I CI

;1nnamento : 11-233 mm ., XV J-152 mm , XIV da 12 li b b re, III da 3 li bb re, 2 tls. da 4 57 m m .

Protezione: verticale max . 152 mm . orizzo nt a le max . 63 mm. arm amento ma x. 152 mm torr ione 305 mm.

Vam : 21 febbraio 190 1 Servizio: 8 novembre l 902 Perdita : 1 n ovemb re 19"14

Alla fine del secolo scorso gli incrociatori si dijferenziavano in due l'ipi distin t i: gli incrociato ri protetti, dotati solo di protezione orizzonta le, e gli incrociatori corazzati, che avevano anche una c intura corazzata . li continuo aum e nto del dislocamento dei primi li rese presto cosi' simili al' secondi, che si dovette tornare a costruire navi di dim e nsioni piii p icco le e poco o nulla protet te, gli incrociatori leggeri Gli incrociatori corazzati, invece, con dislocamenti molto va riabili a seconda dei compiti cui erano destinati, ma f!.enemlmen te intorno alle 12.000 tonnella te, godet tero di grande credito e fortuna. La Gran Bretagna ne cost mr ben 34, tra cu i i! Good Hope , ch e fac eva pa rte di una classe di quattro unità cbe jìirono tra le più veloci navi da 2uerra del loro tempo; 'i!Go odHope .fii affondato dalla Squadra di Von Spee a Corone!, il 1 nooembre 191 4, con la perdita di tutto l'equipaggio

Scala / : / 000
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tedeschi stavano inuti li 7.Zanclo la locale staz ione cab lografica ingl ese, e fu distrutto al termine di un impari combattimento.

Le restanti tre navi da guerra cli von Spee intanto avevano attraver sato il Pacifico e, dopo aver i nfruttuosament e can n oneggia to il 22 .se ttembre il porto cli Papeete a Tahiti, si erano cong iunt e a metà ottobre con gli altri due incrociatori leggeri Leipzig e Dresden, provenienti ri s petti vamente da ll a California e dall'Atlantico.

Nonostante il van taggio cl i potersi celare nell'immensità dell 'oceano, questa squadra tedesca, comprendente anche alcune navi appoggio, venne meticolosamente pedinata dalla Stanza 40, che il 5 e il 31 ottobre e il 3 e il 19 novembr e decr ittò a lcuni messagg i scambiati tra l'a mmirag lio von Spee e i due .suddett i e sopraggiungenti incrociatori leggeri e tra Berlino e le rappresentanze diplomatiche della Germania a San Francisco e in Sud America. Londra quind i seppe innanzi tutto che tale peri co losa formazione nemica d irigeva verso le cos te cilene e poi che essa avreb b e te ntato di rientrare in Germania attraverso Capo Horn e l'Atlantico. 11

Tuttavia, malgrado queste p r eziose inform az ioni , l'Ammi ragliato britanni co non ru in grado di rinfor za re convenientemente la prop ria Squadra nava le più prossima a von Spee, cioè quella elc i contrammiraglio Cradock di base nelle isole Falkland, che quindi penetrò nel Pacifico e risalì le coste ci lene con i so li due a nziani incrociatori co razzati Good Hope (nave ammiraglia) e Monmouth, l'incro ciato re legge ro Glasgow e il mercantile armato Otranto. Cradock inv ece lasciò inclierr9 la troppo lenta predreadnought Canopus e al tramonto del 1° novembre 1914 incontrò co n le sue predette qua ttro unità la Squa dra d i von Spee , a l largo cie l villagg io c ileno di Coro ne!.

Anche von Spee schierava nell'occasione quattro navi, dato che l'in crociacore leggero Nurnberg e ra stato provviso riament e dis taccato per co nt ro ll a re la naz io nalit à cl i due lontani mer ca nti li ed inte rvenne solo alla fine del combattimento. Del resto l'Ammiraglio tedesco non aveva bisogno di una supe riorit à numerica, poich é le sue unità erano singo lannent e più pot e nti di quelle ingl es i e d erano famos e per la loro abi lità nel tiro. 12

11. P.R.0., fondo ADM 137, carte lla 4065: Log u.f i11tercepted Crerm an s(~na ls in Verkehrsbuch (VB) code/rom various suurces. Mcirch 1914 -Jc111ua1y 1915 e cartelle 4084 e 4085: Moveme11ts of German and A11stria11 ships as reported to and logged by N. I.D ., 5 Auuust-30 Novembe r 1971, dccrim.1%ioni del 5 e 31 ottobre e del 3 e 19 novembre 1914.

12. P.R.0., fondo ADM 137, carte ll a 1022: Corone/ actio11 , Nowrnher l, 1914.

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'/
1//
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•. GLASC:O I / NURNBERO I I / 18.20 18.20 f / , DREBDEN J / l SCHARNHORST OTRANTO _MONMOUTH 11.20
13~:soow 1 ----""=='---
· / I .,..J18.4!S // ...,.,., 17.47 1U5 18.34 '11.39 18A!5 ~.,.,,J,., /~7 / / I ( I l / r'18.2S / I / f18.34 / I ' I /I 1afo// 4,1911! ~19.23 19.a:Jl --1 I'-/' Battaglia di Corone! 1 novembre 1914

O ltre a ciò von Spee ebbe l'accortezza di schierarsi in modo tale da ave re le navi nemiche ben stagliate contro il sole a l tramon to, mentre le sue unità si confon d evano sull'orizzonte orienta le più buio ed anche oscurato dalla retrost ante linea d i cos ta . L'accennata periz ia dei cannonieri del lo Scharnhorst e de l Gneisenau ripetutamente v i ncitori nelle gare cl i t i ro d'a nt eguerra fece il resto, unitamente al mare molto agitato che pe nalizzò in maggior misura g li incrociatori corazzati di Cradoc k , a bordo dei qu ali molt i ca nn oni erano insta ll ati in casematte quas i a pe lo d 'acqua . 1 3

Dopo poch i m inut i cli fuoco il Good Hope s i allontanò in fi amme dal la zona del combattimento , per in ab issarsi verso le ore 20.00 con il contra m m i raglio Cradock e tutto il suo equipaggio . Un'ora più tardi fece la s tessa fine il Monmouth c h e , letteral mente sman tella to dalle granate, venne finito d al sopraggiungente Nùrnherg. Ri us c irono in vece a sfuggire al massacro, approfi ttando d e ll 'oscurità, le altre due navi ing lesi, cioè l' incrociatore leggero Glasgow e il mercanti le armato Otranto, che nella battaglia avevano comb in ato ben poco. 14

Oltre a ll 'affondamento d ei due i ncrociatori corazzati , gli inglesi la mentarono la m orte di 1.654 marinai, mentre i tedeschi ebbero sor prendentemen te so lo due fer iti a bordo e nessun danno materia le. L'episod io infine de term in ò una forzata contraz ione dei commerci br it ann ic i lun go le coste suda m ericane ed ebbe effetti psico logici e morali mo lto negativ i pe r la Royal Navy , le cu i ultime scon fit te tattiche risalivano ad un secolo p ri ma , cioè alla guerra contro gli Stati Un it i del 1812 18 15.

Intanto a Londra era tornato da a ppena due giorni alla poltrona di Primo Lord del Mare il settantatreenne ammiraglio F isher, c h e era succeduto a l Prin cipe di Battemberg e che non p e rse l'occasione per ese g uir e le sue co n suete "p urg h e " , basate su antagonism i personali, e per liberarsi d e i cervelli p iù dinamici sostituendoli con ossequ ios i "yes me n "

F ishe r detestava in particolar mo do l'a ll ora Capo di St ato Maggio r e v iceamm i raglio St urd ee, c h e ann i addietro aveva sostenuto un suo n. Si ricorda che a n c h e n e l periodo ve l ico la s iste m az ione dei can n o n i a d istanza rid otta da ll a li nea d i gailegg iamenro aveva spesso cost re tro i vascelli c h e dir igevano s ul n em ic o d a sop ravvento a non usare la ba tte ria più bassa. I francesi furono allora i p rimi ad ovv iare a q uesto inco n ven iente con i lo ro famosi "setta nt aq ua ttro", c h e po ssedeva n o la ba Ltc r ia i nfe ri ore a maggiore a ltezza s u lla l i nea di gat legg iamento . r 4 Irving .J,: La cbasse aux croiseurs Allemands: Coronel et les Falklands, Parigi, Payot , 1928 , p. 1 15 124

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an ti co riva le, l' ammiraglio Beresdorf, e che venne quind i suhito rimosso da l prestigioso incarico e sostituito dal med iocre ma servile viceammiraglio Oliver. Inoltre F isher, non soddisfatto , vo ll e umiliare Sturdee , declassandolo e inv iando lo in mare al comando dei due incrociatori da battag lia Invincihle e Jnflexible, con l' ordine perentorio cli rintracciare e di distruggere la sfuggente squadra di von Spee. 15

Le due sudde tt e grand i navi britanniche salparono 1'11 novemb re 1914, dopo che l'ambasciata di Sua Maestà a Montevideo aveva ri fer it o a Londra un ' indiscrezione che confermava la vo lontà cl i von Spee di penetrare in Atlantico, doppiando Capo Horn . Tut tavia la più rilevante informazione britann ica de l periodo fu quella del 19 novembre , ricavata dall'interpretaz ion e cli un messaggio inviato dal Console tedesco cli Valparaiso al suo collega di San Francisco e c h e esplic it amen te annunciava l'intenzione cl i von Spee cl i ri ent rare in patria attraverso l'Atlantico. l6

L'Ammiragliato inglese sollecitò quindi Sturclee a congiungersi nel Sud Atl antico a tre incrociatori corazza t i e a due incrociatori leggeri staz io nanti a Montev ideo e a raggiungere al più presto le isole Falk lancL Nell ' oc cas ione un altro vecchio incrociatore britann ico, il Vindictive, dotato di ricetrasmittenti d' alta potenza, fu situato presso l'isola di Ascens ione, in mezzo all'oceano Atlant ico, in funzione di ponte radio galleggiante tra Londra e la Squadra di Sturdee .

...

Per ironia della sorte anche von Spee, dopo aver doppiato Capo Horn il 2 dicembre, stava puntando allora sulle isole Falklancl, che credeva prive cli d ifesa e che quindi aveva dec iso cli attaccare. I suoi obiettivi erano la distruzione de ll a loca le stazione radio e la cattura del Governatore bri tannico , come ritorsione per la p recedente cattura nem ica del rappr e sentante germanico nelle isole Samoa . Von Spee aveva anche pensato cl i nominare sul posto un reggent e te d esco e di chiedere con un pro clama l'appoggio di vo lon tari argentini. 1 7

15. Bennecr G. : Naval battles of thefirst world war, cit., p . 85 e 90 . Si prec isa che in Gran Bretagna la carica d i Primo Lord del Mare sopravanza va quella d i Capo d i Stato Maggiore de ll a Mari na (ist it u ita tardivamente nel J9 12) e che solca neo nel mag gio 1917 queste due cariche venn ero unificate.

16. P.R .O., fo nd o ADM 137 , cartella 408 5, informazione n. 8 1 50 del 10 novembre 1914 e car tella 4065, m essagg io n. 228 cie l I9 no ve mbre 191 4

17 Arc hi v io della Mar i na ge rmani ca: la guerra s u.I mare 1914-1918. La guerra degli incrociatori nelle acque straniere, vo i. I, Roma, ediz io ne i taliana a cura dell ' Ufficio Stor ico de ll a Marina m il itar e, 1927, p . 225 228. Era d i vecchia data la polem ica ang lo a rgentina r igu a rd ante la sovran ità su q u e ll e isole

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Battaglia delle isole Falk!and 8 dicembre 1914 90

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La Squadra t edesca apparve davanti a Port Stanley, capitale delle Falklancl, nella prima mattinata de ll '8 dicembre 1914, c ioè appena ventiquattr'ore dopo l'arrivo su l posto delle na vi di Sturdee, che in quel momento stavano carbonando e che , avvistato il nem ico, sospesero ta le operazione ed uscirono via via in mare. I tedeschi invece impiegarono un certo tempo prima di iden tifi care i tipi di unità avversar ie presenti a Port Stan ley e questo ritardo im pedì ad essi sia di attaccare repentinamente le stesse navi britanniche , ancora bloccate in por t o dalle operazioni di rifornimento, sia di sfugg ir e po i a ll a loro supe riore velocità. ·

La battag lia navale delle isole Falkland dell'8 dicembre 1914 s i risolse pe rt anto in un inseguimen t o da parte di otto navi da guerra i nglesi alla squadra nem ica (cinque unità da guerra e tre navi ausiliarie), che a s u a volta si scisse in tre gruppi, frazionando cli conseguenza lo scontro in tr e combattimenti distinti.

Il principale duello vide contrapposti i due in crocia tori corazzati di von Spee Scharnhorst e Cneisenau ai due molto più po tenti e moderni in croc iator i da battag li a di Sturdee lnvincible e Jnflexible, appoggia ti in seguito anche dall ' incrociatore corazza t o Carnaruon. Il risultato non poteva quindi essere in dubbio ed anz i c'è solo da stupirsi che gli in gles i abbiano impiegato tre ore e venti minuti per affondare lo Schar nh ~rst e quasi cinque ore per far fare la stessa fine al Gneisenau, evidenziando in questa, come in altre occasioni successive , una condotta del tiro non del tutto sodd isfacente. 18

In pa r ticola r e lo Scharnhorst affondò alle 16.17 con tutto l ' equi paggio , compreso l'ammiraglio von Spee, m entre il Gneisenau scom parve a ll e 17.45 insieme a 680 uomin i, essendo stati recuperati in mare dagli inglesi 187 suoi marina i.

Il secondo e contemporaneo combattim en to nelle acque delle Fa lkl and vide gli incrociatori leggeri tedeschi Leipzig, Nurnberg e Dresden inseguiti dai due incrociator i co razza ti Kent e Cornwall e dall'incroc iatore leg gero Glasgow, già reduce dalla sconfitta di Corone l. Le prime due unità germaniche non ebbe ro scampo e colarono a picco all ' imbrun ire , men tre il Dresden riuscì a d ileguarsi in un piovasco, a rientrare nel Pacifico e a rifugiarsi ne ll e insenature d ella cos ta cilena . Esso però, dopo una lun -. ga ricerca, resa comunque meno ardua per g li inglesi da ll'ausilio delle

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18 P.R.0. , fo nd o ADM 137, cartella 4052: Grand Fleet gunnery and torpedo orders: Falkland action.

solite informaz ioni crittografiche, fu rintracciato nell'isola diJuan Fernandez il 14 marzo 1915 e affondato da ll'incrociatore coranato Kent . 19

Il terzo ed ultimo inseguimento di quell'8 dicembre 1914 a sud de lle Falkland ebbe come protagon isti britannici l' i ncrociatore leggero Bristol e l'incrociatore ausiliario (mercantile armato) Macedonia, che braccarono le tre navi appoggio germaniche, catturandone due , mentre l'altra riuscì a fuggire in Argentina.

A Londra questa rivincita navale non destò alcun entus iasmo da par te dell'ammiraglio Fisher che, geloso cie l grande pres t igio acquisito propr io dall'odiato Sturclee, fu pronto a sottolineare puhblicamente più la provvisoria fuga del piccolo Dresden che non la distruz ione del resto de ll a squadra tedesca. Quando poi l'astioso Primo Lord del Mare sep pe che il Sovrano avrebbe invitato a corte Sturclee per porgergli i suoi comp limenti, dette all'Ammiraglio l'ord i ne, poi non eseguito, di rientrare immediatamente nella base di Scapa Flow. lnfine Fisher e logiato solo da chi, ancora oggi, non ne è:onosce i demeri t i g iunse a mutilare, allo scopo di renderlo meno appariscente, il rapporto dello stesso Sturdee sulla battaglia delle Falkland, pr i ma di consentirne la pubblicaz ione su ll a "London Gazette". 20 * * * * *

Oltre all'Emden, di cui abbiamo parlato, fu incaricato di condurre la guerra corsara néll 'ocea no Indiano un altro incroc iatore leggero tede sco, il Konigsherg, che all ' inizio de ll e ostilità s i trovava a Dar-es Sa laam ne ll a colonia africana de l Tanganika. Esso però riuscì ad eliminare so ltan to un piroscafo ne m ico, oltre ad affondare il 20 se tt embre 1914 il picco lo incrociatore britannico Pegasus, che stava riparando le sue mac ch i ne i n una rada dell'iso la di Zanz i bar.

Da a ll ora il Comandan t e del K6nigsb erg, cap . freg . Looff, consape vole della caccia alla quale il nemico sottoponeva la sua nave, preferì celarla all'interno de l delta de l fiume Rufig i i n Tanganika, così da esercitare la classica funzione d i m i naccia potenziale sulle vie di comuni cazione avversar ie, senza co rr ere molt i r isch i.

1 9 P . R.O., fondo ADM 137 , cartelle 3962 e 3963: Decrypted rnessages between Ber/in and the Gerrnan r~mbassy in Washington, 1915 , decrittazio n i del 4, 8, 13 , I 9 e 25 gennaio e del 18 e 23 febb raio 1915.

20. Ben n et t G .~ Naval battles of the jìrst world war, c it., p . 112-113 e Bassett R.: Battlecruisers A history, Lon dra, MacM ill an, 1981, p. 74.

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In effetti, per o ltre un mese, g li i ng les i persero le tracce di questo pe ricoloso incrociatore e rimasero costantemente in ansia per i loro com merci nell'oceano Ind iano e per i trasport i di trupp e dall'Australia. Quando poi il 30 ottobre essi, aiutati da alcune decrittazioni della Stanza 40, scopri rono fina]rnente il nascondig li o ciel K6nigsherg, realizzarono anche tut ta la difficoltà di avvicinarsi alla nave, ben difesa lungo l' estuario de l Rufigi da batterie rivierasche, oltre che eia bassifond i i nsuperabili da parte del le unità britanniche disponibili sul posto. 21

Pertanto, dopo aver provato con scarsa fortuna di ostruire i principali bracci del delta del fiume e cli bombardare il K6nigsherg con tre ve livoli , gli ingles i inviarono su l posto d i rettamente dal Regno Unito due "mon itors", cioè un tipo di unità costiera dotata cli consistenti artig li e rie (3 cannoni da 152 mm e 2 obici da 120 mm) e nello stesso tempo cli un pescaggio ridotto. Si trattava del Mersey e del Severn , che i n due oc casioni il 6 e 1'11 luglio 1915 penetrarono nel delta del R~ifigi, superarono l'intenso fuoco delle po.stazioni terrestri e bersag l iarono da buona posizione il Konigsberg, assistiti da due aerei osservatori del tiro: L' i ncrociatore germanico, colpito ripetutamente soprattutto ne l corso del secondo tentativo britannico , affondò nei bassi fondali del Rufigi 1'11 luglio 1915. 22

Consta ta to che il nemico aveva eliminato tutte le unità corsare tedesche pre5,enti sugli oceani all ' apertu ra delle ostilità, le autorità di Berlino fe cero uscire direttamente dai porti della Germania alcune navi mercan tili armate, aventi il medesimo comp it o di attaccare il traffico commer cia le nemico.

Pertanto tra il 29 dicembre 1915 e il 4 marzo 1916 e tra il 23 novem bre 1916 e il 22 marzo 1917 si svolsero le due missioni corsare del piroscafo a r mato Mowe, nel corso delle quali furono rispettivanlente affon da te o catturate 15 e 25 navi mercantili dell'Intesa. Qu ind i tra il 30 novemb re 1916 e il 24 febbraio 1918 ebbe luogo la lunghissima crociera del piroscafo armato Wolf, dotato perfino di un idrovolante da ricognizione e che e limin ò in to ta le 27 mercantili avversari.

I tedeschi impi egarono nella guerra corsara anche un vel iero, il Seeadler, la cui sce lt a era dettata dalla necessità di ovv iare a ll e crescenti difficoltà di autonomia, imposte alle lo ro un ità a vapore dai sempre più

21. W ilson H. \V./ : Lesjlottes de guerre au comhat, voi. II, Parigi, Payor, 1929, p 96

22. Santon i A. : r:odissea dell 'incrociatore ''Kònigsherg " , in '·Rivista Maritt ima", Roma, apri le 1990

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ardui carbonamenti negli oceani. Questo tre alber i, salpato dalla German ia il 21 dicembre 1916 sotto bandiera svedese, superò perfino un ' ispezio ne britannica e operò poi nell'Atlantico e nel Pacifico, facendo i n tutto 16 vittime. La sua sorte venne però segna ta il 2 agosto 1917 da un tifone, che lo gettò sug li scogli delle isole della Società. 2 3

La narrazione, seppure s intetica, delle operazioni sugli ocean i non po trebbe essere completa se non s i accennasse anche alla sorte delle co lonie tedesche. Il Togo fu conq uistato dagli ang lo frances i il 26 agosto 1914, le iso le germaniche del Pacifico caddero nelle mani di giapponesi, inglesi ed aus t raliani entro il settembre successivo e la base di Tsingta o in Cina si arrese a forze anglo-nipponiche il 7 novembre di quel primo anno cli guerra. Gli altri possedimenti tedeschi in terra africana resistettero più a lungo: infatti l' Africa del Sud Ovest cadde il 9 luglio 1915 e il Camerun il 18 febbraio 1916 , m e ntre il Tanganika non venne mai completamente conquista to dal nemico in periodo bellico, graz ie alla tenace guerrig li a condotta dagli uomini de l colonnello Lettow-Vorbeck .

3 Le operazioni nel Mare del Nord fino alla battaglia dello Jutland

Il Mare del Nord fu lo scacchiere ove operarono le due più grandi flotte da battaglia della prima guerra mondiale. Quella inglese (la "Grand Fleet"), agli ordini dell'ammiraglio Jellicoe, era dislocata nell'estremità settentrionale, cioè a Scapa Flow nelle isole Oreadi, a nord della Scozia, in sinton ia con la prescelta strategia de l "b locco a distanza", a sua volta dettata da un eccessivo timore delle mine e dei siluri che aveva fatto allontanare il tradiziona le "blocco ravvicinato " britann ico delle basi nemiche. La cosiddetta "flotta d'alto mare" tedesca ("Hochseeflotte "), iniz ia l mente agli ordini dell'ammiraglio von Ingenhol, aveva invece la sua base principale a Wilhelmshaven, ne ll a baia della Jade, eia dove pote va anche esercitare un certo controllo su l Mar Baltico a ttraverso l'am pliato cana le di Kiel.

Altre basi minori da una parte e da ll 'a l tra non muta v ano il quadro della situazione geo strategica, che vedeva i tedeschi nell'imposs ib ili tà di uscire dal Mare del Nord con le grandi navi senza affrontare un combatt imento presso le coste nemiche, ma i n grado di bombardare i centri orientali inglesi come accadde più d i una volta prima che la G rand Fleet sopraggiungesse dalla lontan issima Scapa Flow. 24

23. Laurens A.: Précis d 'histoire de la guerre navale 1914-1918, Parig i, Payot, 1929, p 176-180.

24 . Bravetta E.: La grande guerra sul mare, Milano, Mondador i, 1925, vo l. I, p. 88-9 3.

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Abbiamo già puntualiz za to ne l preceden te paragrafo la consisten za delle due flot te e abbiamo a suo tempo anc h e so tt o linea to la generale su p eriorità delle unità tedesche, soprattutto in termini di protez ione e di capacità d i ti ro. Esam i n iamo ora le pr incipali op e razioni navali svoltesi ne l Mare del Nord da ll 'inizio della guerra al 31 maggio 1916 , data de ll a grande ba tt ag lia dello Jutland che ana li zzeremo a parte.

Mentre avveniva l ' incontrastato trasfe ri mento i n Francia de ll e pr ime c inq u e div isioni dell'Ese r cito b rit annico, e b be l uogo il 28 agosto 1914 , presso l' isola tedesca di Helgo land, uno scon tr o navale , che co invo lse iniz ialmente a lc uni i n crociatori legge r i e caccia t o r pediniere e che alla fine vide l' i nte rven to cl i tr e i ncrociatori d a b a ttag li a ing les i. La comparsa in scena d i queste u lt ime g r andi navi, che si trovarono a combattere so l o contro un it à so ttili , fu d ec is iva e a ll a fi n e i t edesc h i persero t re incrociatori legge ri e u n c'acciatorp ediniere .

Tra i più rilevant i episo d i s u ccessiv i van n o segnala ti nel settem b re gli affondamenti di un incroc iatore leggero e d i tr e vecchi incroc iator i corazza ti britannic i a d opera di som m e rgib ili e il 27 ottobre la perdita , su un campo m inato p resso le coste setten t riona li de ll ' Irl anda , d ella moderna corazzata ing lese Audacious. Questo avvenimento ebbe conseguen ze fondamentali su lla strategia della Ro y al Na vy, poiché induss e il Co m andan te della Grand Fleet, ammiraglio Jellicoe, a redigere il 30 ot tobr,,e un pruden t iss imo promemo ri a , c h e limitò grandemente l'attività navale b ritannica per tutto il resto del conflitto. In conclus ione Jellicoe, sopravvalutando l' effettivo per ico lo dei s iluri e delle m in e, dis p ose che la p iù grande fl otta del mondo , c ioè que ll a ing lese, dovesse i mpegna r s i in battagli a con q u ella tedesca so lt an to ne ll a p a rt e se t tentriona le d el Mare del Nord, vale a d ire pi ù vic i no poss i bi le a Scapa Flow . Le spo g li e d i Ne lson si saran n o certamen te ri vo l ta te nella tomba. 2 5

I n quello s tesso 30 o tt obre, co m e abbiamo già acce n nato, rientrò al p osto d i Primo Lord de l Mare il vecchio ammirag lio Fis h e r, che s i affrettò ad approva re le s u d d ette ca ut e di rettive d e l s u o p u p ill o Jellicoe, smentendo c osì i s u oi p recedent i roboanti proposit i cl i vole r spazzare la Ka ise r li c h e Mar i ne da t u tto il Mare d e l Nord.

A questo p unto pe rò no n è ta n to im po rt a nt e chiedersi come avrebbe fatto la Gran d Fleet ad eliminare la Hochseeflotte standosene rin ta n ata nelle proprie acque , ma p iu ttos to come ab b iano fi nora po t uto gli storici ac -

25 . Bennctt G. : Naval battles of th e first world war, c i t. , p 134 -1 35.

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cetta re pe r buona la leggenda d ' o r igin e ing lese, secondo cui fu so lo per col p a cli una presunta prudenza ge rman ica se nel Mare del Nord non av vennero alt re grandi ba ttaglie oltre a quell e cie l Dogger Bank e dell o Jutlan cl

Il ritorno cli Fisher al p iù a l to gradino della scala gerarchica della Roya l Navy fu sub it o oscurato anche da uno .smacco operativo Infa t ti a ll 'alba ciel 3 novembre 1914 tre incrocia tori da battagli a e un incroc iatore corazzato german ici bombar d arono impune m ente la cittad ina costiera d i Yarmo u th, 200 chi lometri a n ord es.e cl i Londra, m olti p licando l' imbarazzo dell ' Amm iragl iato, dove stava g iungendo proprio allora la deprimen te notizia della sconfi tta d i Corone! ne l Pac ifico cl i due giorni prima. 2 6

Constatato il fel ice ri su l ta to , anche ps icologico , ciel bom b arclarnen to cl i Yarmou th , i tedeschi insistettero su questo ti po di operaz ioni dal la grande p rodut ti vità pro p agand istica, pi ù che mate ri ale . Il 16 dicem b re successivo pe rt anto essi i nviarono 4 incrociatori eia battag li a e un incroc iatore corazza to , .segu iti a d is t anza dall ' intera Hochseellotte, a

Vic eammiraglio Dav id Beatty Ammiraglio Joh n J ellicoe
26
& W in
us
1 919
p 160 96
Pollen A : The Nat~y in baule, Londra , Cha tto
d
,
,

cannonegg iare i tre centri di Ha rtl epoo l, Scarborough e Whitby, situati ancora più a nord lungo la cosca orientale inglese e quind i a magg iore d istanza da ll e bas i di partenza germaniche. Anche questa spettaco lare incursione ebbe successo, senza che le unità tedesche fossero mo lestate, nonosta nt e la Stanza 40 avesse decri ttato fin dal 14 dicembre sei pre:;dos i rad iomessagg i nemici e conseguentemente fossero stati inviati in mare quattro incroc iatori da battag li a e se i corazzate ing lesi, che però, assai ma l condotte, mancarono clamorosamente l' intercettamento 27

Ad ulterio re d i mos t razione che la cosidde t ta " passività" de ll a fl otta tedesca è s tata un ' invenzione di una certa storiografia de l dopoguerra , 3 incrociatori da battaglia, un incrociato re corazzato, 4 incroc ia tor i leggeri e 19 cacciatorpediniere de l con t rammiraglio H i pper eseguirono il 24 gennaio 1915 una ricogn izione offensiva ne l Dogger Bank, al centro del Mare ciel Nord . Ne derivò la battaglia omonima, che po i sarebbe risultata una delle due sole occasion i cli scon t ro tra grandi nav i in questo teatro be lli co .

"r.,a Stanza 40 fu pronta, come non ma i prima di a ll ora , a scoprire le intenz ioni de l nemico, permet tendo quindi a ll 'Ammirag li a to britannico d i p red isporre tempest i vamente le con t romisure e cli far sa lpare nella se r a de l 23 gennaio 5 inc r oc iatori da ba ttaglia, 7 incro ciatori leggeri e 34 cacciatorpedin i ere de l viceamm i raglio Beatty . 28

Ammi raglio f-lipper

27 . P.R.0 ., fondo ADM 137, cartel la 4067: lnterceµted Cerman signa/s relating lo vari.ous actions, inc/uding Scurborough, /-lartlepool, Dogger Bank and jutland, 1914- 7918 e carte ll a 4686 : Captain !Iope~, notes on naval situ.alion, 7914 1919, decrittaz io ni de l 14 e 15 d icembre 1914

28 P R.0 , fo n do ADtvf 137, carte ll a 3958: Dimy o_( North Sea decryµts, Janu.a1y-April 7975, dec ri ttazion i de l 19 e 20 ge n na io 1 9 14 e cartella 4067 lntercepted German signals relaling to various actions, inc/u.ding Scarboroug, Hartlepool, Dogger Bank andJu.tland, 1914 1918, dec r ittaz io ni del 22 e dd 23 ge n naio 1914.

* * * * *
97

Scontro del Dogger Bank24 gennaio 1915 98

Pilotata eia tali preziose informazioni, la Squadra ingl e se intercettò ed inseguì ne ll a mattinata del 24 gennaio l'inferiore formazione germanica , ingaggiando con essa un prolungato duello di artig li eria a grande ve locità e su distanze assai e levate per quel tempo , cioè int orno ai 17 .00018.000 metri. Nonostante però queste difficoltà e la progressi va riduzione di visibilità , a sua volta determinata da ll a grande produzione cli fu mo da ll e ciminiere e dai cannon i, numerosi colpi giunsero a segno. Vennero infatt i danneggiati l'incrociatore da battaglia britannico Lion, na ve .ammiraglia di Beatty, e la similare unità tedesca Seydlitz, che fu salvata eia una probabi le esplosione dei depos iti munizioni, grazie alla pronta azione cli tre membri dell'equipaggio , che allagarono immediatamente questi loca li in fiamme. 29

Toccò comunque alla più piccola unità germanica, cioè all'incrociatore corazza to Blucher, che era in coda alla formazione e quindi più vicino a ll e navi bri t anniche, sopportare la maggiore pressione del nemico, tanto eia rimanere arretrato e coperto da in cendi . N e llo stesso tem po dovette uscire dalla linea di fila inglese il danneggiato Lion, la cui forzata manovra , unita alle sue poco chiare comunicazioni a bandiere (la radio cl i qtiesto incrociatore da battaglia era in avaria), creò una considerevole confus ione tra le altre unità di Beatty. Queste ultime infatti finirono per attaccare compatte l ' arretrato e provato Blucher, lascian dosi invece sfuggire il resto della squadra avversaria.

Per il Blucher la sorte fu segnata e tale incrociatore corazzato tede sco colò a picco sotto il concentramento di fuoco di tutte le unità bri tanniche. Tuttavia la sua fine valse la salvezza de i mo lto più ambiti e preziosi tre incroc iator i da battaglia di Hipper, che approfittarono dell'al lentamento della p ress ion e nemica e scomparvero all'or izzonte.

L'esito della battag li a de l Dogger Bank non fu quindi per gli inglesi pari alle attese, cons iderando il rapporto delle forze in campo e soprattutto le preziosissime e tempestive informazioni crittografiche procurate dalla Stanza 40. 30 * * * * *

L'affondamen to de l grande transatlant ico ing lese Lusitania ad ope ra del sommergibil e tedesco U-20 il 7 maggio 1915 ha determinato e con

29. Yo un g F : W'ith thebautecruisers, Annapo lis, Naval Institure Press , 1986 , p 191 194. 30 Corbett J. S : Storia della grande guerra ricostruita su documenti ujficiali. Le ope razioni navali, voi. II, Livorno , traduz io n e a c ur a de ll ' Islituto d i Guerra Maritt i ma, 1923, p. 82 100 .

99

LION

Incrociatore da battaglia della Marina hritannica

CARA TTERISTlCHF

Dislocame11to normale: 26 .270 tonnellate

Dimensioni: lunghezza f.t. 213,4 m lungh ezza fra p p 201,2 m. 1a rgh ezza 26,9 m. imm e rs ione 8 m.

Apparato motore: 4 grupp i cl i turb ine Pa rsons; 42 ca lda ie Yarrow; 4 assi po tenza 70.000 HP

Velocittì: 27 nodi

DATI STORICI

Se(,{/(,{ 1 1250

Armamento: VTTT 343 / 45, XVl 102/ 50, 2 tl s. da 533 mm.

Protezione: verticale m ax 229 mm. orizzonta le max. 38 mm. armamento m ax 229 mm torrione m ax. 254 mm

Varo: 6 agosto 1910 Servizio: 4 g iugno 19 1 2 Radiazione: l 9 22

Il progeuo dei tre incrociatori da battaglia detta classe ..Lion ", concep ii i come ri~posta ai con temporanei incrocia lori da bauaglia tedeschi Moltke e Goeben. fu basato su uno scbemtt ajfa/1.o diverso da quello delle due classi precedenti, gli "'!nuinciblC'" e gli "!11de(atigahle". Per /"armamento principale fu adottato il calibro da 343 mm , disponendo le torri prodiere sovrapposte, sislemazione ch e gamn tiva un ampio setto re di tiro a tu/ti i cannoni; inspiegabilmente la stessa soluzione non venne adottata a poppa , dove la torre superiore venne soppressa a favore della s istemazione di una torre assiale a c entro nave, la quale a1Jeua un ridollissimo campo di tiro La protezione rimase il punto debole di queste veloci unitiì; alla battaglia dello Jutland, dove il Lion portò le insegne dell'Ammiraf?liO Beatty, una delle navi della stessa c:Jasse, laQueen Mary , Jì1. colpita phì volte nei pressi della torre centrale; i proietti raggiunsero il deposito munizioni che sa/Jò in aria spezzando la nave in due.

100

tinua a determinare in Ita l ia molti equivoci , a causa di errate o parziali . notizie divulga te purtroppo anche da testi di studio per le scuo le super iori . Spesso infatti il Lusitania è stato dipinto come una nave passeggeri americana, mentre in realtà si trattava di un transatlantico inglese , e a lt ret tanto sovente leggiamo o sentiamo dire che il suo affondamento determinò l' inte r vento in guerra degli Stati Uniti, avvenuto invece due anni dopo e per motivi d i versi.

Fatta questa doverosa premessa, inquadriamo la situazione strategi co m ilit are nella qua le si inserì ta le sc iagura.

11 4 febbraio 1915 il nuovo Comandante in capo della Hocbseeflotte, ammirag lio von Pohl, dichiarò :wna cli guerra tutte le acque in torno al Regno U nito e conseguentemente annunciò che, a partire dal seguente g iorno 18 , qua ls iasi unità mercantile (nem ica o neutra le), nav igante in questa "zo na a rischio ", avrebbe corso il pericolo cli essere silura ta dagli U -hoote tedesc hi (abbreviaz ione di Unterseeboote, cioè ha tt elli sottomarini), sen za garanzia per la vita deg li equipaggi e degli eventua li passegge ri. 3 l

F ino a quel momento tutti i belligeranti , compresi i tedeschi, avevano rispettato le v igenti convenzioni internazionali , che prescrivevano di sa lvare il personale cli bordo e g l i eventuali passeggeri delle navi mercan tili avversar ie, prima cli attaccarle All 'inizio del 1915 però Ja Marina germanica , dopo aver consratato l' altissima e l ungamente insospettata potenzialità dei sommerg i b i li come distruttori del traffico , nonché la loro 1:>rat ica im possibi li tà di salvare gli equipaggi dei mercanti l i presi a bersag li o, o comunque di avve rtir li in tempo, pensò bene di adotta re que sta "guer ra so tt omarina indiscriminata" o "ad o l tranza " come strumen to di "contro-blocco " ai danni de l Regno U nito . N e l fare ciò Be rlin o addusse come giustificaz ione la precedente e simi lare dich iaraz ione b ritannica del 2 novembre 191 4 , che aveva definito "area cli guerra" rut to il Mare de l Nord e che ora i tedesch i dicevano cl i vo ler imitare. 32

I risultati pratici parvero comunque dare sub i to ragione a coloro che in Germania vedevano nel sommergi bil e un'arma risolu t iva a danno cli ch i deteneva il controllo dei mari e d ipendeva eia vulnerab il i vie di comunicazione. Infat ti , nella so la prima settimana di ta le guerra so tt omarina indiscr i minata, l'Ammiragliato d i Londra dovette assistere impotente a ll ' affondamento ne ll e acque di casa di sette mercantili, cl i cu i due neutra l i.

3 1. Sp i nd ler A. : La guerra sul mare 191 4 1978. La guerra al commercio con i somm e rgibili, vol. I, Roma , ediz ione Ufficio Stor .i co della Mar in a mili ta re , 193-'i, p 68-79.

32 Ibidem , p . 18.

101

L'impotenza brit annica nasceva dall'assoluta inadeguatezza degli strumenti antisommergibili, sia di r icerca che di attacco, esistenti all ' inizio d e l 1915 e dalla conseguente inc a pacità di far seguire alle sempre preziose informazioni della Stanza 40 una pronta distruzione degli occultabili e sfuggenti U-boote . A causa poi di uno scarso coordinamento tra la stessa Stanza 40 e la Divisione Trasport i, che sovrainte nde va a i movimenti degli isolati mercantili ingles i (il sistema dei convogli fu generalizzato so lo ne l 1917), moltiss i mi piroscafi finirono per incappare nei sil ur i di quei sommerg ibili tedeschi che pure erano stati esattamente pedinati e localizzati da i d ecri tt atori britannici . E fu proprio questo il caso del Lusitania . 33

Tale grande transatlantico ing lese, in serviz io tra Liverpool e New York , deteneva allora il prestigioso "Nastro Azzurro ", essendo il più ve loce del mondo, e quando esso salpò dal porto americano il 1° maggio 1915, p er quello che sarebbe stato il suo ultimo viaggio, Londra non ignorava il pe ricolo cui andava incontro.

Infatti la Stanza 40 aveva rilevato fin dal 3 marzo e aveva confermato il 16, il 24, il 25 e il 27 apr il e e il 5 e 6 maggio la particolare at tenzione con la quale il Comando navale tedesco seguiva e segnalava v ia radio ai propri enti operativi sia i viagg i mensili del Lusitania, sia il globale traffico mercanti le facente capo a Liverpoo l. Conternporanea mente i decrittatori inglesi te nn ero sotto controllo, tra il 25 aprile e il 1° maggio, la ci rcumn av igaz ione delle isole britanniche che s ta vano com piendo tre sommergibi l i germanici, tra c ui l' U-20, protagonista poi d e l fata le siluramento . 34

Già dalle prime informazioni d i questo genere l'Ammiragliato britann ico trasse il 25 aprile la convinzione ch e fosse necessario e manare nuove norme di navigazione , che prescrivevano lo zigzagamento anche alle unità mercantil i, ma che sfortunatamente non furono divulgate fino al 13 maggio, cioè sei giorni dopo l 'a ffond ame nto ciel Lusitania. Ne llo stesso tem po, e prec isamente il 29 aprile, Londra avvertì i porti su ll a costa occidentale che esistevano possibilità di agguati sottomari ni ne ll e loro acque .

Qu i ndi il 6 maggio, dopo il s iluramento di un veliero davant i alle coste meridionali dell 'I rlanda, l'Am miragliato inglese emanò un particolare

33

P R.O., fo n do ADM 137, cartella 1058 : Loss of"Lus itania "

34. P R.O. , fondo ADM 137 , carte lle 3956 e 3957 : Current Room 40 log ofdecrypts ~f Germansignals, dec rittazioni d el 3 marzo , elci 16 , 24 , 25 , 27 e 30 apr ile e de l 1°, 5 e 6 maggio

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avviso a tutte le navi in mare, compreso il Lusitania, invitandole aprestare attenzione i n quella zona e ad evitare le rotte costiere . Un ancor più dettagliato allarme riguardan te la presunta posizione di sommerg ibili nem ici nelle acque meridionali irlandesi fu diramato il giorno 7 , anche se non è provato che t ali ultimi avvertimenti siano pervenuti in tempo utile al transatlantico minacc ia to. 35

Comunque sia, nulla impedì il fata le si luramento del Lusitania ad opera cieli ' U-20, ovviamente inviato a sud clell'Irlancla non per tale scopo specifico, ma per que ll o mo lto più generico di attaccare in quelle acque qualsiasi valido ob ie tti vo. Oltre tut to un unico siluro bastò a tale batte ll o subacqueo tedesco per affondare a ll e 14 .28 de l 7 maggio 1915 quel grande bersaglio, una delle tante navi passeggeri che al pari dello sfortunato Titanic - era s tata dipin t a dagli slogan pubblic itar i come "inaffondabile" e che invece trascinò con sé neg li abissi 1.198 persone, tra cui 128 c ittadini americani

Molti dei supers tit i giurarono poi di aver udito una seconda esplosione, che potrebbe essere stata causata da casse di mun izioni ill egalmente imbarcate sul transat lantico, con la connivenza delle autorità portua li di New York.

Cinque g iorni dopo, cioè il 12 maggio, il Comandante dell' U-20, cap. corv . Schwieger, riportato il suo sommergibile nel Mare del Nord, comunicò a Berl ino l'accaduto con un radiocifrato che venne intercettato dagli ing lesi a ll e 08.56 e decr ittato alle 09 .25. Sub ito dopo la Stanza 40 interpretò anche il dispaccio cl i congratulazioni inviato a tale U-boot dal Comando in capo della Hochseeflotte . 36

La conoscenza britann ica cli quest'ult imo messaggio nemico avreb be potuto esse re sfrnttata propagandisticamente da Londra per dimostrare il cinismo germanico soprattutto ai neutrali Stati Uniti, che da parte lo ro protestarono a Berlino per le vittime americane, ma non interruppero neppure le re lazioni dip lomat iche. Tuttavia la comprensibi le necessità di conserva re la segretezza della Stanza 40 e la constatata modera zione di Washington indussero gli inglesi a non divu lgare la notizia.

35. Churchill W. : The world crisis, vo i. II, Londra, Thornton Butterworth , 1923, p. 334

36. P R.O , fondo ADM 137 , carte ll a 3957 : Current Room 4 0 log ofdeciypls of German signafs, decr i ttazione del le 09.25 del 1 2 m agg io 1915 e cartella 435: "Lusilania" si gnals and copies, 12 May 1975, decr ittaz io n e de l dispaccio tedesco delle ore 14.44 ciel 12 magg io 1915.

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Il clamore suscitato dall ' affondamento de l Lusitania non si era ancora spento che il 19 agosto di quell'anno il sommergibile U 24 colò a picco ne l cana le di San Giorgio il transat lantico i nglese Arabic, appena partito da Liverpool per New York , causando la morte di 39 persone, t ra cu i a lt r i tre c ittad i ni statunitensi. Questa ulter iore dimostrazione del d isprezzo germanico per la vita di innocenti passeggeri civi li (la cui sal vaguardia era tenuta i n quell'epoca nella massima cons ideraz ione) esasperò il pres idente s ta t unitense \'v"ilson, che fece pervenire a Berli no una nuova protesta così dura da indurre il Kaiser ad ordinare il 18 settem bre 1915 la sospensione deg li attacchi sommergibi li sti senza preavviso al cli fuori del Mare ciel Nord.

La prima campagna sottomarina indiscriminata in Atlantico durò quindi esattamente sette mesi, ma la sua interruzione (essa, come vedremo , verrà ripresa una seconda e una terza volta, rispettivamente nel 1916 e nel 1917) non fu affatto una d i retta conseguenza dell ' affondamento de l transatlantico inglese Lusitania, così come quest ' ultimo episodio non eb be nuJJa a che vedere con l' intervento in guerra degli Stati Uniti .

Proseguì i nvece nel Mare del Nord la guerra d'attrito, basata essenz ialmente su az ion i cli posa e di dragagg io delle mine e - da parte tedesca - anche su operazioni dei grossi dirigib ili Zeppelin della Marina che, o lt re ad eseguire una preziosa attiv ità d i v ig il anza, si sp i nsero a bombardare alcune città i nglesi , tra cui Londra. 37

Il 18 gennaio 1916 quindi un avvenimento contr ibuì a d ifferenz ia re vieppiù il dinamismo de ll e due flotte contrappos t e ne l Mare del Nord: l'infermo ammiraglio von Poh l fu sostituito a l comando della Hochsee flotte dall'energico amm iraglio Scheer, che cercò sub it o lo scon t ro con la più forte e ne ll o stesso tempo p iù p r udente Grand Flee t. Egli i no l tre, neg li ultimi giorni di febbraio, riaprì la cam p agna sottomarina senza restrizioni in Atlantico , che p erò venne interrotta per la seconda vo l ta da l Ka iser a metà aprile , in segui to alle r innovate pressioni dip lomatic h e di Washington .

L'am m iraglio Schee r allora p ensò cli eseguire il terzo bombarda men to nava le in grande stile del la costa or ienta le inglese e precisamente delle c it tà cl i Lowestoft e d i Yarmouth, ques t 'u lti ma già bersagliata come s i r icorderà - dalle unità pesanti german iche il 3 novembre 1914. In 37 So ltanto il 28 n ovemb re 1916 si ve rifi cò il p rimo bombardamento di Londra ad opera d i un aereo vero e propr io, cui seguirono alHe incursioni classiche

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questa occasione la solita Stanza 40 segnalò il 24 aprile 1916 l'uscita i n mare e la rot ta delle forze nemiche, ma le grandi navi britanniche, mol te delle quali sorprese in porto sotto ca rbonamento, non fecero in tempo ad intervenire. Pertanto quattro incrocia tori eia battag li a tedeschi riuscirono ancora una vo lt. a a condurre a termine un ' ardita impresa , can nonegg iando all'alba de l 25 i previs ti obiett ivi di Lowestoft e di Yarmouth, dopo aver rinviato alla base il Seydlitz, danneggiato da una mina. 38

Da parte loro g li ingl es i tentarono il 25 rna r zo e il 4 maggio 1916 di bombardare dal cielo le installazioni degli Ze ppelin sulle coste te desche dello Schleswig, mett en do in atto un ' operazione aeronavale, cioè usando idrovolanti imbarcat i su appos ite nav i appoggio . L'impresa però non riuscì, poi ché i velivoli non raggiunsero gli ob iett iv i, a causa di error i di ro tt a e di avarie meccaniche.

4 La guerra nel Mediterraneo prima e dopo l'intervento dell'Italia

Fin dal novembre 1912 , in seguito ad acco rd i mar itti mi con i due soci membri dell a "Trip li ce Allean7a", la Mari na tedesca aveva dis loca to nel Medi t erraneo, agl i ordini del contrammiraglio Souchon, l ' in croc iatore da battaglia Goeben e l' i ncrocia tore leggero Breslau, che avevano la loro ba se principale a Messina e che , appena aperte le os ti lità, bombardarono all'à'lba del 4 agosto 1914 le città a lgerine cl i Dona e cl i Phi li ppeville, por ti di i mbarco delle t rnppe coloniali francesi dirette al fronte europeo.

Subito dopo ta le az ione il contrammiraglio Souchon fece rotta ve rso la benevola Turchia, obbedendo ad un prec iso ord ine radiotrasmessogli da Berlino, che venne anche intercettato e decrittato dag li in glesi . T uttavia né que sta preziosa notizia d'o rigine crittografica né a lt re set te s im ili in formaz ion i successi ve fu ro no a d eguata m e nt e sfr utt ate d agli orga ni operat iv i britannici, ·che s ul posto avevano la "Medit erra n ean Fleet" dell'ammi raglio Milne. Quest'ultimo , ol tre tutto, suddiv ise sco nve ni e nt emente le pro prie forz e, con il ri s ult ato d i farsi sfuggi re le due nav i di Soucho n , che quindi il 10 agosto ragg iunsero felicement.e Costantinopoli. 39

38 P.l{.0., fondo ADM 1 37 , ca rtella 4169: Dia,y c~(information. derivedfrom decrypts ofHigh Seas Fleet, U-boats and airships. February-Decemher 1916, de cr i ttazion i de l 24 aprile.

39 . P.R.O ., fo n do ADM 1 37, carte ll a 4065, d e cr itt az ion i n . 113 d e l 4 agos to, 11 131 e n. 132 d e l 5 agosto, n . 140, n . 14 1 e n 142 del 7 agostO , n. 169 e 11 170 de l 10 ago sto 19 14 .

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Il successivo 16 ottobre il Goeben e il Breslau ve nn ero ceduti alla Tur chia, pur rim anendo con equipagg io tedesco, e tale potenziamento della debole Marina ottomana contribuì a convincere Costantinopoli ad entrare in guerra il 29 dello stesso mese al fianco delle Potenze ce ntrali. Questo avvenimento rappresentò un grave colpo per la Trip lic e In tesa, poiché apriva ai dann i della Russia un nuovo front e meridionale e faceva gravare sulla Gran Bretagna un supp lementare onere difensivo sul cana le di Suez e l ungo il Mar Rosso .

Londra si trovò quindi nella n ecessi t à di r es taurar e l a sua famosa "strategia periferica", che più di una volta nel passato le era valsa l'e liminazione dell'avversario più esposto alle tipiche offese marittime della Ro y al Navy. Infatti, nella speranza cl i colpire gli Imperi centrali nella loro nuova appendice orien t ale e di instaurare, dopo l' auspicato cro llo della Turc hia, un collegamento con la Russia su l Mar Nero , l'Ammiragliato britannico co.nvinse gli alleati francesi ad i n t raprendere un comune assa l to ai Dardane lli. Nacque così a ll ' inizio d el 1915 la tristemente famosa operazione anglo francese di Gall ipoli, peniso la a ll 'imboccatura degli Stretti, il cui tota le controllo costitu iva l ' obietti vo fina le alleato.

A ca usa di forti resistenze da parte dello Stato Maggiore de ll 'Eserci to britannico, la suddetta impresa ebbe all ' inizio uno svolgimento esclusivamente navale, caratterizzato, tra il febbraio e l' apr il e 1915, da ripe tt1 t i bombardamenti dei forti costieri ottomani ad opera di navi da guerra fran co -i ng les i. Ciò però dette tempo ai turchi cl i rinforz are sul posto le loro posizioni terres tr i, graz ie anche al generoso sostegno tedesco , mentre sui camp i minati prospicienti g li Stretti si persero due preclreaclnoughts britanniche ed una similare uni tà francese.

Quando poi il 25 apr il e iniziarono finalmente i tanto attesi sbar chi a Ga ll ipoli de ll e reperite truppe del Commonwealth (soprattutto austra lian e e neoze landesi) il prev isto sfondamento delle lin ee turcotedesche non si real i zzò e le locali operazioni militari presero l ' aspet to cl.i un 'indecisa guerra di posizione, s imi l e a que ll a i nstauratasi sul fronte occidentale europeo . All a fine del 1915 quindi Londra dovette ammettere il fall i mento dell'impr esa e provvedere al ritiro di tutt i i contingenti da Gallipoli, con un'oper azio ne d i reimbarco che t erminò nel gennaio 1916 senza moles t ie da parte del nemi co .

Si erano frattanto verifica ti nelle acque dei Dardanelli g li affondamenti di altre tre predreadnoughts br it anniche, tutti nel maggio 1915, me se che segnò anche le dimi ss ion i. del Primo Lord del Mare Fisher e del Pr imo

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Lord de ll 'Ammiragliato Wins ton Churchill, ambedue coinvolti in que l d isastro strategico. 40

Sotto il profilo tecnico operativo è il caso infine di ricordare il pri mo fe li ce aeros iluramento de ll a storia, che avvenne il 12 agosto 1915 quando un idrovolante inglese co lò a picco con un siluro un p iroscafo turco, g ià danneggiato da un sommergibile della Roya l N avy.

L' i ntervento in guerra dell'Italia nel magg io 1 915 fu il risultato d i una sofferta meditazione. All ' inizio del conflitto europeo infatti il Governo cli Roma aveva proclamato la propria neutralità, pur rimanendo rego larmen te lega to al tra tt ato della "Triplice A ll eanza" con la Germania e l'Austria-Ungheria, che aveva carattere di fensivo e non aggressivo . Tuttav ia, a partire dallo stesso me se d i agosto 1914, il Regno d ' Italia i ntavolò tra t tative segrete con le già belligeran t i Gran Bretagna e Francia e nel settembre promosse sia uno schema d i accordo politico con queste due Potenze dell'Intesa, sia un p iano na va le antiaustriaco. 41

Nello stesso tempo l 'Italia mantenne in vita le tr attative con Vienna per le terre irredente, interrott.e so lo all ' ultimo momento, quando fu fir mato con gli anglo-francesi il famoso "Patto di Londra " del 26 apri le 1915. Questo tratta to , di cui il Governo non informò il Par lamento, segnava il nòs tro ufficiale passaggio dal campo della "Triplice" a quello dell "'Intesa" e contemplava i compe nsi ri serva ti a ll 'Ita li a in camb io d i un suo i nter ven to in guerra contro l'Aus tria- Ungheria entro un mese . Pe r un deprecabile calcolo della nos tra diplomazia, il tr a t ta to della "Triplice Alleanza" venne invece denunciato da Roma soltanto il 3 mag g io , cosicché il Regno d'Ita li a s i trovò pe r una sett imana forma l men te a lleato con t utte le princ ip a li Potenze in guerra tr a loro. 42

Il 10 maggio seguen te fu poi s ig lata una convenz io n e naval e it alo franco britannica, c h e prevedeva un sos tanz io so a pp ogg io de ll e Marine dei due Paesi occidentali a ll a nostra flotta, con l ' invio nei po rti ita lia ni cli consistenti aliquote cli un ità , anche pesant i. In particolare la Regia Marina ch iese e d ottenne di avere sotto il suo comando una forza nava le

40 Ho ugh R : The Great lf l aratsea, 1914-1918, Oxford, Oxford University Press , 1989, p. 166-167 .

4 1. Gabr ie le M. Fri z G. : La politica navale italiana dal 1885 al 7915, cit. , p. 248-249.

42 Sa l vadori M L.: Storia dell'età contemporanea, cit., p 499.

* * * * *
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anglo francese formata qa 4 pre dreadnoughts, 4 incrociatori leggeri, 12 cacciatorpediniere, 6 sommergibili, una squadriglia di idrnvo lanti, una nave appoggio aerei e a lcune torpediniere e dragamine. Tnoltre era previsto che nell'Adriatico dovesse i nterven i re una secon da flotta alleata, di cui però la Marina italiana non avrebbe avuto il comando.

A parte i suddetti rinforzi navali alleati, la nostra flot t a a l lineava in quel momento 23 tra predread noughts e clreadnoughts, 11 i ncroc iator i leggeri o esploratori, 25 cacc iatorpediniere, 58 t orpedini e re e 21 sommen.!ibili La flotta au Grallde Ammiraglio Paolo Thaun di Neue/ stro ungarica possedeva inv ece 18 tra predreaclnoughts e dreadnoughts, 7 incrociator i leggeri o esplora tori , 25 cacciatorpediniere e 7 sommergi bili . 43

Il 24 maggio di que l 1915, e ntro c ioè i termini di t empo stabiliti dal Patto cli Londra, l ' Italia sabauda dichiarò guerra all'Austria Ungher ia. L'apertura d e lle osti lit à con la Germania avvenne in vece soltanto il 28 agosto 1916 , dopo la formazione del governo di "unità nazionale" cli Pao lo Boselli.

Prima dell'intervento i ta l iano nel conflitto, le operazioni navali nell'Adriatico erano state condotte con alte rna fortuna dalla Marina francese che, bloccando troppo da vicino i port i auslriaci, aveva pagato qual che suo successo con a lcune dolorose perdite. In partico lare si erano ve rifi cati l' affondamento dell'incrociato re austriaco Zenta il 16 agosLO 1914, il bomba r damento navale francese di Cattaro il 1 ° settembre, la cattura austriaca del sommergibile Curie penetrato nella rada di Po la il 20 dicembre, il siluramento e danneggiamento della predreadnough t J ean Bart il giorno seguente e l' affondamento de ll ' in crociatore corazzato Léon Gambetta ad opera del sommerg i bile austriaco U-5 il 27 aprile 1915 . 44

43. Coll iva G : Uomini e nav i nella storia della Marina militare italiana, cit. , p. 90

44. Lauren s A : Précis d 'histoire de la guerre navale 197 4 1918, ciL, p. 30 33 e 93

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Con la sua entrata in guerra l'Italia si trovò nelle stesse svantaggiose condizioni geo-strategiche già sperimentate nel 1866, dovendo contrastare nell ' Adriatico un 'Aus tri a -Ungheria che disponeva di un'ottima base navale a Pola e di numerosi punti d ' appoggio e di agguato lungo la frastagliata costa dalmata . La nostra flotta, allora a l comando del Duca degli Abruzzi , con l'ammiraglio Thaon di Revel Capo di Stato Maggiore della Marina, era invec e priva di idonei porti su I versan te adriatico , rnot i vo per il quale essa fu costretta a stabilire la propria base princip a le nella lontana Taranto, con distaccament i na va li dislocati a Brindisi.

La flotta da battaglia austriaca trasse il massimo beneficio dal sud detto van taggio geografico e si presentò non avvistata al cospetto delle a perte coste italiane lo stesso primo g iorno di guerra, bombardando impunemente Ancona, Senigallia, Potenza Picena, Rimini, Porto Corsini, Termoli, Barletta, Vieste , Manfredon ia e le isole Tremiti e affondando lungo il tragitto il nostro cacciatorpediniere Turbine, mentre tre idrovolanti bersag li a rono dall'alto Venezia. 45

Dopo un 'a ltra incursione navale austriaca condotta il 18 e il 19 giugno contro le foci ciel Tagliamento, Rimini , Pesaro e l'vlonopol i, le operazioni nell 'Adriatico divennero quasi es clusi va m en te esp lor a tive, di mina me ~to e subacquee e purtroppo ci costarono nei primi due mes i e mezzo la perdita dei due incrociatori corazzati Ama{fi e Garibaldi, silurati rispettivamente il 7 e il 18 luglio dagli U boote U-26 e U-4, nonché di due torpediniere e di a lt re tt anti sommergibili.

Quindi il 27 settembre si ver ificò nel porto cl i Brindisi il primo di due disastrosi sabo tagg i da parte di agenti austriaci. La vi ttima fu nell ' occa sione la predreadnought Benedetto Brin, che esplos e e affondò con 456 vittime, mentre il 2 agosto 1916 toccò alla modernissima _clreadnought Leonardo da Vinci subire l'opera si lenziosa dei sabotatori e saltare in aria nella base di Taranto, con 248 morti a bordo. 46

45. Uffic io Storico della Ma rin a mi li tare : Cronistoria documentata della guerra italoaustriaca 1915 1918, collezione: L'impiego delle forze navali, voi. III , Roma , ed iz ione ad uso esclusivo d ' ufficio, 1921, p 9-55

46 . Ufficio Stor ico della Ma r in a milirare: Le navi di linea italiane, 1861 1969, Rom a, 1969, p. 237 238 e 276. So l tanto il 25 febbraio 1917 il Serv izio i nfo rm azioni italia no , grazie all'audace forzam ento della cassafo rt e del conso la to aus t riaco a Zur igo, ri uscì a mettere le mani su importanti document i che ri velarono la rete di sabotator i n emic i nel nostro Paese

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Corazzata "Leonardo da Vinci "
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Corazzata "Conte di Cavour"

La perdita della Benedetto Brin accentuò le emergenti pol e miche tra gli alleati dell'Intesa sulla condotta della guerra navale e i contrasti che sullo stesso argomento già esistevano nell ' ambito de ll a nostra Marina. Ne fece soprattutto le spese il Capo di Stato Maggiore amm i rag lio Thaon di Revel, che dette le dimissioni nell ' ottob re 1915 perché non vide accolte le sue istanze a favore di una guerra insid iosa, basa ta non su grandi navi, ma su mezzi sottili e d'assalto.

Un ' ott i ma opportunità per appianare i dissapori in campo alleato si presentò il 29 dicembre 1915 , quando una flo t tiglia austriaca , compo sta da un incrociatore leggero e cinque cacciatorpediniere , attaccò Durazzo , affondando ne l porto tre mercantili, oltre ad un sommergibi le francese incontrato lungo la ro tt a, ma perdendo due siluranti sulle mi ne. TI success ivo intervento di 2 incrociatori leggeri inglesi, 2 esplorator i it a li an i e un totale d i 9 cacciatorpediniere sembrò preludere finalmente ad una ch iara vittor ia navale dell'Intesa. Invece le rimanenti 4 unità asburgiche r iuscirono a sganciars i senza troppi danni e a rientrare a Seben ico , grazie soprattutto alla riluttanza del Comando di Brindis i a far uscire in mare altre unità alleate per tagliare la rotta al nem ico. 47

Le tre Marine alleate, con quella italiana in evidenza, furono impe g n ate tra la fine del 1915 e il febbraio 1916 nel sa l vataggio dell ' Esercito serbo che, severamente battuto dagli austriac i e da i bulgari, confluì negli ·angusti porti albanesi, da dove vennero prelevati in tutto circa 300.000 uomini stanchi e affamat i. Ne ll o s tesso tempo però la preziosa base di Durazzo venne m i nacciata dall'avanzata nem ica e dovette es sere evacuata da ll e truppe italiane.

G li a l tri impo rt anti, anche se do loros i avvenimenti adriatici de l 1916 furono l' affondamento del t ras p orto truppe Principe Umberto, avvenuto 1'8 g i ugno ad opera de l som m e rgibi le austriaco U 5 e che causò la m orte d i c i rca 2 .000 so lda ti italiani, l'incaglio nel golfo de l Quarnaro il 3 1 luglio de l nostro sommergibile Pullino, a bordo del qua le gli austr iac i ca tt urarono Nazar io Sauro, poi impiccato come disertore, e infine la per d ita de ll a pred readnought Regina Margherita, che u rt ò due m i ne 1'11 dicembre e colò a picco con 674 vittime.

In quel momento i Comandi navali a ll eat i erano pa rt icolar m ente preoccupati dai sommergibili austriaci e tedeschi, ques ti ultimi penetrati

47 Halpern P. G . : The naval warin the Mediterranean, 1.914 1918, An na polis, Naval Ins t itu te P ress, 1987 , p 2 12-214

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Il i I \c~10 o i I I /_f i I ./~'°/. i 1·~;,,Ir (~ • / I I . I j ./·~1/ tI I ./ // I i/,// \ ,1 I . ,, I K, \ 1 ' BIIINDIBI ,, ' ~l ', \ ' ' '· \01~ ¼X _t"~'°' / \ ~~~LIO ITAUANO (._../ 05!1SO ____ 2 c:r. AUSTRIACI ATTACCO Al Dlffl'TDS __ 3 INCR. AUSTRIACI -·-·-·-FORZA ALLEA1Jl PRINCIMLE · MIRABELLO E 3 C.T. Rattag lia del Canale d 'Otranto 15 maggio 191 7 11 2

sempre più numerosi nel Mediterr~rneo attraverso lo st re tto di Gibilterra, o giunt i a Pola per ferrovia. Fu così c h e venne creato nel cana le d ' Otranto uno sbarramento mobile antisommerg ib il e, utilizzando pescherecci ing lesi chiamati "drifte rs " e dotati di reti a strasc ico . 18

La Marina aust riaca non accettò passivamente l'ins tallazione cli questo sbarramento alleato, che nel 1918 fu poi dotato cli ostruzioni reta li fis se, e condusse contro di esso p iù di un'incursione, se rvendosi di veloci unità so ttili. L'a tt acco più importante fu eseguito il 15 maggio 1917 da tre incrociator i leggeri e due cacciatorpedin iere agli ordini del cap. vasc Horthy, che ne l dopoguerra sarebbe divenuto il Capo del nuovo Stato un gherese con il titolo di Reggente. La formaz ione austriaca innanzi tutto affondò in mattinata un cacc iatorpediniere e un piroscafo italiani incontrati lungo la rotta e quind i piombò sui "drifters" dello sbarramento d ' Otranto , distruggendone 14. Il conseguen te segna le d ' a llarme determinò l'uscita d a Brindis i delle unità ritenute p ront e, che insieme ai reparti già in mare formarono una forza complessiva cli 2 incrociatori leggeri inglesi, 2 esplorato ri e 4 cacciatorpediniere italiani e 3 s iluranti francesi . 49

In quel 15 maggio 1917 si svi luppò pertanto la battaglia navale più impo rt ante della guerra in Adriatico, che si concluse purtroppo con un 'a ltra delusione allea ta a causa de ll a rinnovata incapacità cli distruggere un nemico infer iore e cli vendicare le perdite mattutine. Infatti la formazione aus,triaca riusd a sfugg ire alle forze nemiche e a rientrare a Cattaro, seppure con qualche danno a bordo, mentre i due esplorator i italiani Aquila e Jlllirabeflo rimasero immobilizzati ri spettivamente da colp i a lle ca lda ie e da infiltra zio ni d'acqua nel s istema di a li mentazione. Anche l' incrociato re britannico Dartmouth venne danneggiato s ull a rotta di rien tro dal somrnerg ib ile tede sco UC 25, che inoltre aveva deposto un cam po minato su cu i colò a picco un cacc iatorpediniere francese . 50

I ntanto ne l febbraio 1917 aveva ria ssun to l' incarico cli Capo d i Stato Maggiore d e lla Reg ia Marina l'abi le ammirag li o Thaon di Revel, c h e divenne anche Comandante della flotta , in sostituz ione del Duca d eg li

48 È sintomalico che proprio nel Mediterraneo e durante la prima gue rra mondia le s i sia reg istrato il record assol u to e tutto ra imba ttu to cli affondament i eia parte di una sola unità da gue rra: il sommergibile ted esco U 35 del comandante von Arnaualcl dc l a Pe riére, che co lò a picw in questo ma re 189 mercanti l i per 446 .708 t.s.l..

49. Ufficio Sto rico della Marina m ili ca re: La Marina italia11a nella grnnde guerra, voi. JV, Firenze, Vallecchi , 1938, p -/483 -525.

50. So kol H.: La guerra marittima dell'Austria Ungheria, 79 .14 1918, Roma, ed i zione ita li ana a cura dd l 'Cffic io Sto rico della ]\farina m ili tare, 193 2, p 52-68.

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Abruzzi, e che dette l 'aus picato impulso alla guerra insidiosa . Quest' ul tima condotta bellica era affi data soprattutto ai l'v1AS, cioè a ve loci battelli dotati di siluri, la cui sigla indicò inizialmente le "motobarche ar mate d ei cantieri SVAN" e poi l ' abbreviazione di "mo tobarche ant isom mergibili " e anche di '' motoscafi armati siluranti " Gabrie l e D 'Annunzio i nfine dette la sua persona le e poetica interpretazione della sigla, r icordando l ' inc it amento latino "Memen to Audere Semper". 51

T haon di Revel aveva visto giusto, poiché propr io nelle miss ioni insidiose la Marina italiana dette il meglio di sé duran te il primo ed il secondo conflitto mondiale. Iniziali successi erano già sta ti consegui ti dai MAS 5 e 7, che il 7 e il 26 giugno 1916 avevano affondato a Durazzo due piroscafi nemic i, mentre il 2 novembre successivo s i era verificato un fa llit o tentativo cli silurare una nave scuola nel porto di Po la. Quindi il 16 novembre 1917 tre MAS al comando del cap. freg. Costanzo Ciano (padre d i Galeazzo, futuro Ministro degli Esteri fascista e genero di Mussolini) , attaccarono al largo d i Cortellazzo due corazzate austriache ' e, pur senza colpirle , dimostrarono che in un bacino r istretto le grandi unità avevano motivo di t emere queste piccole, veloci ed econom ich e motos il uranti.

Finalmente il 10 dicembre 1917 fu registrata la prima significativ a vittoria italiana in questo genere di azioni insidiose , quando i MAS 9 e 13, al comando del teo . vasc . Luigi Rizzo , penetrarono nel porto di Trieste e affondarono la predreadnought Wien. Seguì 1'11 febbraio 1918 la co s iddetta "beffa di Buccari", condotta nel porto omonimo da tre battelli di ta l genere , su cui aveva preso posto anche D'Annunzio, che gettò nel la rada austriaca tre bottiglie contenenti un messaggio cli sfida . Nell ' oc casione non venne invece raggiun to l 'obiettivo m ilit a re di silurare i quattro piroscafi presenti in rada, motivo p er il quale la "beffa di Buccari" ebbe soltanto un s ignificato mora le. 52

Il maggiore successo delle mo tos iluran ti italiane fu comu nque anco r a merito di Luigi Rizzo, che con i MAS 15 e 21 co lò a picco al largo di Premuda la clreadnought austriaca Santo Stefano il 10 giugno 1918, data che oggi viene commemorata come festa della Mar i na.

51. Ufficio Stor ico della Marina m i lit are: I Mas e le motosiluranti i taliane, Rom a 1969 , p. 107.

52 . Santo ni A. : Gabriele D 'Annunzio e la beffa di Buccari, relazion e presentata al Co n gresso su "D'An nunzi o e il s u o tempo : un b ilancio c riti co", ten u tos i a Genova da l 19 a l 23 settemb re 1989

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L' ultima azione insidiosa della guerra vide in vece il debutto di un nuovo strumento subacqueo italiano: la "mignatta" , cioè una specie di s iluro guidato , la cui testa esplosiva veniva applicata sotto lo scafo nemico e che fu il progenitore degli S.L.C. " maiali" del secondo conflitto mondiale. Due ufficia li della Reg ia Marina , Paolucci e Rossetti , p enetrarono con tale arma nel porto di Pola nella notte sul 1° novembre 1918 e affondarono la dreadnought Viribus Unitis, da poco passata, a loro insaputa, sotto bandi e ra del neocostituito Stato jugoslavo. 53

I mar in ai italiani operarono anche nei cieli con idrovolanti e dir igi bi li in un'epoca in cui non era stata ancora costituita l'Arma Aeronautica , che vide la luce nel 1923. Essi ag i rono inoltre sul front e terre s tre con la formazione nel 1915 di un Raggruppamento Marina, ampliatosi e artico latosi poi in battaglioni dopo la ritirata di Caporetto nell'ottobre 1917 e infin e cong lobato nel Reggimento "San Marco".

Al termin e del conflitto le due principali Marine antagoniste nell'Adriatico registrarono le seguenti perdite:

Corazza te 3 3

In croc ia to ri corazzat i 2

In ~roc iatori leggeri o esp lorato ri 1 1

Cacciato rpe d iniere e torped i niere 14 6

Somme rg ibili 8 10

MAS o motosiluranti 17 -

Da parte sua la Mar in a mercantile italiana lamentò la scomparsa di 633 unità per 955.915 t.s.l., pari al 53% della s ua consistenza iniziale. Ciò rappresentò la percen tu a le d i perd it e più elevata tra quelle che co lpirono gli alleat i , considerando che la Marina mercantile britannica , pur messa in crisi dag li U -boote, v ide scomparire comp lessivamente su tutti i teatri bel li c i il suo 48%J e quella francese il suo 42 % . 54

53 . Occorre ricordare , t ra i mezzi d ' assalto dell ' epoca, anche i barc hi n i "sal tatori" ti po "Grillo ", dotati di due silur i e soprattutto di ci ngoli per scavalcare in s u perfic ie l e os t ru zi o n i recal i , ma c he , impiegati c inqu e vo lt e n ell'apr ile e n e l magg io 1918 co nt ro il porto di Po la, s i d imost rarono non ancora affid a bili .

54 Fraccaroli A.: Il durissimo compito della Marina, i n «Storia Illustra ta ", Milano, Mondado ri , maggio 1985. Ne i dat i sono anche comprese le perdite austriache pr e cedenti l 'e ntra ta i n guerra de ll ' Italia e q uelle c au sate era il 1 9 15 e il 1918 dagli a n g lo fra ncesi

TIPI D I CNITÀ Marina ita li ana Ma r ina austri aca
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La g ra nde ba ttaglia n ava le d e llo Jutland

Nel maggio 1916, interrotta in Atlantico la seconda brevissima campagna sottomarina senza restrizioni, la Marina tedesca fece r ientrare nel Ma re del No rd i pro p ri sommerg i b il i, che risu ltavano qu indi disponibili in gran numero pe r i locali compiti di esplorazione, a vantaggio del la flotta d'alto mare (la IIochseeflone). Contemporaneamente lo Stato Maggiore imperiale chiese al l'ammirag l io Schec r d i sostene re g li sfo r z i dell'Eserc i to germanico ne ll'intrapresa grande battag lia campale di Verdun , colpendo gli inglesi sul mare.

In que ll o s tesso periodo era maturato a Londra il proge tt o di un'operazione anfibia da condurs i su ll e coste baltiche de ll a .Pomerania, allo scopo di sostenere il fronte orientale russo e di minacciare direttamente Berlino a non più d i 160 ch ilometri di distanza. Per attuare questo amb i z ioso pia n o, già ca ro a ll 'a mmi rag li o F isher, occo rreva pe rò prima cli tutto indurre a battaglia e battere la Hochseeflotte tedesca , che altrimenti avrebbe reso impossibile la penetrazione britannica al di là degli Stretti danesi e avrebbe po t uto addirittura ch i udere tale porta cli accesso a ll e spa ll e de lla flotta d'invasione nemica, imbottigliando la nel Ba lt ico e manovrando per linee intern e grazie al possesso del canale di Kiel. 55

Con la mente rivo lta qu indi alle sudde tte finalità ope rative, i Co1m1nda n ti delle flotte con t rapposte, l'ingleseJcll icoe e il tedesco Scheer, finirono per predisporre due piani navali occasionalmente simili . Entrambi infatti prevedevano una crociera fin nei pressi del lo Skagerrak ad opera de ll e ris p ettive un ità esp lorant i, il c u i comp ito e r a quel lo cl i fa rsi in segui re da l le forze nemiche eventualmente incontrate sul posto. per att i rarle sotto i cannoni delle retrostanti e ben appostate squadre da hauaglia .

Le pri m e fas i de ll 'operaz io n e furo n o decisa mente a sva nt agg io d e i tedeschi, che innanzi tutto dovettero cancellare un precedente proget co di bombardamento navale della cinà inglese di Sunderland, non po te n do u tili zzare in esp lorazio n e i p rc:liosi di r ig ib ili, a causa de ll e avve rse co n d izioni me teorologiche. O l tr e a c iò la so lita Stanza 40 ing lese, no nostante la recente introduzione ciel nuovo codice navale germanico AFB, cominciò fin dal 16 maggio a decrittare una serie di radiomessaggi cifra ti n e m ici, ch e r igu a rd avano 16 U-boote i n miss io n e ricog nit iva p resso

55 Arc h ivio della Marina german ica: La guerra sul mare 7.974-1918. la guerru nel Mare de l Nord, Livorno. tra du zione a cura dell'Uffic io St orico de l l a Mari n a m i lira r c, voi.\'. 1928, p. 191-193.

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Corazzata "Friedrich der Grosse·: nave ammiraglia della Marina Imperiale germanica

le p ri ncipali basi britanniche. Infine nella matt i nata del 29 maggio, cioè due giorni prima della battaglia, i decrittatori ingl esi misero in chiaro ... l'ord in e dell ' ammiraglio Scheer per l'appron tamen to preliminare. delle sue forze navali . 56

Il 30 maggio fu un giorno anco r p iù fortunato per la Stanza 40, che .inn anzi tutto ricavò la notiz-ia de ll a riunione de ll a Hochseeflotte nella rada esterna della Jade (Wilhelmshaven) entro le ore 21.30 di quella se ra, co rri spondent i alle 19.30 di Greenwich , e seppe poi dell'esecuzio ne nel giorno seguente di un non meg li o ident ificato p iano navale n. 2490 . Infine , sem pre nella giornata del 30, g li i nglesi conobbero gli ora ri di uscita in ma re d i imprecisate ma consistenti a li quote navali germaniche , gra1.ie a i decr it ta ti tempi di apertura degli sbarramenti nella Jade e di accens ione delle luc i esterne nella rada 57

56 . Santoni A . : Il primo Ultra Secret: l 'injluenza delle decrittazioni britanniche sulle operazioni navali della gue rra 1914 1918, c it. , p. 201 202 , 35.rf e 372, dove sono r iprodo tt i i d ocument i cr i ttografi c i de lla Stanza 40. reperiti nel P.R O .. fondo ADM 137, carte lle li067 e 4 168 citale.

57 . Ibidem, p . 203 201t e 354 e P.R.O ., fondo ADM 137, carte ll a 4067 cil,Ha.

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onos ta nt e però fosse in possesso di tu tt e ques te sintomatiche informazioni , l'Ammiragliato britannico si fece ingannare da un semplice stratagemma avversario, in verità assai utilizzato in quel tempo per fuorviare la localizzazion e radiogoniometrica (e non le decrittazioni) delle proprie emittenti radio. Nella circostanza infatti g li operalori germanici trasmisero ad arte da una stazione terres tre di Wilhelmshaven il distintivo di chiamata radiofonica "D K" dell a loro nav e ammiraglia (la Friedrich der Grosse), che invece stava p rendendo il mare con tutta la fl olta. Così facendo i tedeschi riuscirono a n e utralizzar e inizialm e nte, quanto in consapevolmente , le prime preziose informazi o ni crittografiche degli inglesi, inducendo questi ultimi a credere per ventiquattr'ore, cioè fino al pomeri gg io d e l 31 maggio, che il grosso d e ll a Hochs ee flotte fosse a ncora in porto e c he le navi nemich e salpate per l'operazione 2490 fossero unicament e 6 vecchie predreadnoughts e i 5 disponibili incrociatori da battaglia de ll 'ammiraglio Hipper.

Come se c iò non bastasse, il mediocre Capo di Stato Maggiore del la Ro yal Javy, ammiraglio Oliver anch ' esso c reatura di Fisher sti m ò del tutto arbitrariamente che le sei presunte predreadnough ts germaniche avrebbero te ntato di attaccare so ltanto le meridiona li pattug li e di vigilanza di Do ver, non osta nte le perduranti decrittazioni dell a Stan za 40 continuassero invece ad ind icare c hiaram en te l'attuazione di un ' unica e com pless a az ione nemica verso nord e non in direz ione de ll a Manica.

La più grave co nsegu e nza di siffacto cieco preconcetto dell ' ammirag lio Olive r fu l'escl usion e da ll a fu tura battag lia della cos picua forza di incro c iator i e di s iluranti d e l comm o doro Tyrwhitt , basata ad H a rwich , che venne fatta rimanere in porto pe r poterl a poi impi ega re con tro la presunta puntata tedesca n e lla Mani ca, che n ess uno inv ece a Berlino ave va allora intenzi one di effettuare. 58

Pur ave ndo co lpevolm e nte imm ob ilizzato la suddetta formazione di Harwich, l' Ammiragliato di Londra o rdinò che tra le 21.30 e le 22 .00 de l 30 magg io con un s int oma tico antic ipo di tre ore e mezzo risp etto alla parte nza dell e navi germaniche uscisse d a Scapa Flow e da Cromarty l ' intera flotta da battaglia di Jellico e (24 dreadnought s, 3 incroci ato ri da battaglia, 8 i ncr ocia tori co razz at i, 12 incroc iator i legg e ri e 52 cacc iat or pedini e re) e da Rosyth la forza d ' avanguardia de l viceammiraglio Beatty

58. Marde r A. J.: Frorn the "Dreadnoughl " l o Scapa Flow, vo i. TTT : .futland cmd cifter, Londra Oxford University Press, 1966, p. 45.

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F RI ED RI C H DER GROSSE

Nave da battaglia della Marina Imperiale tedesca

CA RA TT ER ISTICJ-IE

Dislocamento normale: 21. ì24 tonne ll a te

Vimensioni: lu nghezza f.t. 172 m. la rg hezza 29 m. immers io ne 8,3 m

Appara/o motore: 3 gruppi di turb ine Parsons; 16 ca lda ie Sch ull z-Thornyc roft ; 3 ass i po tenza 31.000 HP Velocità: 2 1,5 nodi

DAT I STORIC I

Annamento: X-305 mm. , XI V 150 mm., XII 88 m m , 4 l b

Prote.zione: ve rti ca le max. 350 mrn. orizzonta le max. 75 mm. a r mamen to max 300 mm. torrio n e 300 mm. Varo· 10 g iu g n o 1911

Scala J: 1250 Servizio. 15 ottob re 19 l 2

Autoaj(ondamento: 21 gi u gno 19 19

LaFriedricb der Grosse della classe "Kaiser", comprendente cinque zmità, fu. la nave ammi raglia di Scheer alla ha/taglia dello ju.tland Sopravvissuta alla guerra s i autoajfondò il 21 giu gno 1919 insieme a gran parte della Flotta d 'Alto Mare tedesca, inte rnata nella base britannica di Scapa Flmv dopo la fine della guerra . La classe "Kaisei·· · , cosf come anche la classe "Konig", realizzata successivamente, imbarcava cannoni da 305 mm., un calibro inferiore a quello allo ra adottato dalle navi da battaglia hrilanniche, c he era di 343 mm.; tuttavia ciò non cost'ilnì un g rosso svan1agg io, grazie anche a/l'ottimo mun iz ionamento e alla grande precisione d1: tiro dei cannonieri ledesch i

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(6 incrociatori da battaglia , 4 superdreadnoughts , la portaidrovolanti Engadine, 14 incrociatori leggeri e 27 cacciatorpediniere). 11 tutto per fronteggiare nei pressi dello Skagerrak i cinque i ncrociatori da battaglia tedeschi cli Hipper, che Londra riteneva isolati

Secondo i pian i, Beatty doveva assumere una posizione avanzata a 70 m igl ia a s ud est di Jellicoe e avrebbe dovuto sp i nger.si fino a c irca 100 miglia a ponente della peni.so la danese dello Jutland . Ambedue le formazioni inglesi però avrebbero dovuto prudentemen te inv ert i re la rotta e rientrare a ll e rispett ive basi qualora non avessero avv istato alcunché d i sospe t to entro le ore 14.00 del 31 maggio. 59

Come abbiamo antic i pato, le unità tedesche , all'oscuro delle decr ittazion i nemiche , iniziarono a salpare p iù tardi ed esattamente alle ore 01 .00 del 31 maggio. Anch'esse erano sudd iv ise in un gruppo esploran te avanzato (5 incro ciator i eia battaglia , 5 incrociatori leggeri e 30 caccia torpedin ie re agli ordini de ll 'amm irag lio Hipper) e nel grosso della Hochsee flotte di Scheer, arretrato cl i 50 miglia e comprendente 16 dreadnough ts, 6 preclreadnoughts, 6 incrociatori legger i e 31 cacciato rpediniere.

A parte il vantaggio garantito agli inglesi dalla l oro Stanza 40, lepri me mosse operative germaniche non furono fe l ic i, poiché fa lli rono completamente ne i loro compiti esploranti sia i numerosi U-boote d isloca t i da g iorni in avanscope rta , sia i dirigibili Zeppe li n, levatisi in vo lo a ll 'u ltimo momento, quando cioè le condiz ioni meteorologiche sem brarono migliorate. È quasi inuti le sottolineare che gli inglesi furono immediatamente informati de l mancato avvis tamento delle proprie navi , grazie a l le solite decrittazioni de i radiomessaggi diramati a Berl ino dai suddetti mezz i da ricogniz ione avversari. 60 * * * * *

La storica ba tt aglia navale dello Jutland (o dello Skagcrrak , come la chiamarono i tedeschi) in iz iò alle 14.07 de l 31 maggio 1916, quando unità leggere avanzate cl i Beatty avvistarono due cacc i atorped i niere tedeschi del gruppo Hipper c h e stavano ispezionando un mercanti le neu t ra l e, ingaggiando po i con esse alle 14.28 un p relimina re duello d i a rtiglierie . Av vertiti eia tale conta tt o d i essere nelle vicinanze degli attesi incroc i atori

59. Corbett J. S. Storia delta grande guerra ricostruita sui documenti ujjiciali. Le operazioni navali, voi. III, Livorno, traduz io ne a cura dell'Ist ituto di Gu erra Maritt ima , 1925, p. 323-324.

60 . P . R.O . , fo n do ADM 137, cartelle 4067 e 4 168 c i ta te .

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GERMANI Battaglia d elloJutland fase di avvicinamento 31 maggio 1916

BfLOIO
121
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da battaglia nemici, g li ingles i fecero anc h e decollare uno dei quattro idro vo lanti della nave appoggio Engadine, che però non v id e nulla. Finalmen te a ll e 15 . 20 si avvistarono a vicenda i 6 incrociatori da bat taglia britannici e i 5 tedesc hi , che alle 15.48 apr iron o il fuoco, dando ini zio a ll a prima fase della battaglia, protrattasi poi , con alcuni intervalli, fino alle 18.05 61

È importante a questo punto precisare che già alle 14.54 la Stanza 40 aveva effettuato una delle più importanti decrittazioni dell ' intera operazione, interpretando il radiomessagg io con il quale l' ammiraglio Scheer aveva appena comunicato ad Hipper la posiz ione della sua retrostante Hochseeflotte in lar.. 56°1 O ' No rd , long. 6°40' Est . Tutt a via, per una grossolana negligenza, lo Stato Maggiore della Royal Navy non diramò questa de t erm in ante informazione né a Jellicoe né a Beatty , quest'u ltimo in una pericolosa posizione avanzata e perciò particolarmente es po sto ad essere avviluppato dall ' intera flotta germanica. 62

O ltre a ta le insufficienza funzionale ed intellettuale del proprio Sta t o Maggiore, la Royal Navy evidenziò in quella p ri ma fase dello scontro, cioè durante il combattimento tra gli incrociatori da battag li a, tutta la fal lacia della sua precedente politica delle costruzioni navali , che l'ex Primo Lord ciel l\1lare ammiraglio Fisher aveva notoriamente impron ta to al cu l to della velocità e dei massimi calibr i, a detri men to della pro tez ione e della galleggiab ili tà . Non solo in fa t ti s i ebbe a llora la riprova (dopo altre infelici esper ienze precedenti) che in pratica le grandi navi da guerra inglesi non erano affatto più rapide delle simi lari unità ger maniche, ma anche che la loro superiorità nel calibro dei cannoni era totalmente neutra li zzata da un pessimo munizionamento , eia inferior i ap pa rati ottic i e da una minore cele rit à di tiro .

Restavano quindi senza alcun compenso sulle navi br it anniche, e so prattutto sugli incrociator i da battaglia (la cos idd etta "ca valleria ciel ma re ") le notevoli debolezze s truttu rali, i ridotti s p essori d e ll e corazze, la sca rsa compa r timentazione subacqu ea e gli in a d eguat i sistemi di sicurezza

61. Si precisa c h e, a parte le unità leg gere e di sco rta, le grand i nav i ca n non iere a dis posizio ne allora d e l v iceammi ra g li o Beatty erano gli incrociatori da battaglia Lion (nave amm i ragl ia), Princess Royal, Queen Mary, Tiger, New Zealand e Jnde.fati gab le e, più arretra te, le quattro rece ntiss i me supe r-drea clnoughts Barham, Valiant, Warspite e Malaya. Ad esse s i co nt rapponeva n o i cinq u e incrociator i da bauaglia Lutzow (nave ammi rag li a), Der:fllinger, Seydlitz, Moltke e Von der Tann del v iceamm iragl i o tedesco Hippcr.

62 P R.O , fo n do ADM 137, cartella 406 7. decrittaz io n e delle 14 54 d el 3 1 magg io 1916

122
o:, ... Oo $:i.. Ì? .,.,_ "' o "' "' I \.)y '--' ... ::l "' · >-' o 'v ...... vJ \o ·°' · /HOOD J )',..,1740 ,4 /1u3· 14.42.,'\ "' / t~5 ', \ 111JJ51" / Ì' 1uo,------,,,..--+-,., I \ I \ f ' I \ I - --,-r-~, :\'S.00 / ..... 1 115.48' ~1U2 ' t 1U2,r\ _____ ./ /iua \ \~lAD '\ I\ / \' 'i ! ; \ /1&.H 17.40•, \ 1&.0~ ~', 14:llt I \ / \ \ t '1.li.U 1'81WADAA t , .,.,,.,/ \ \ l ' .,.,,. ' I 14.11 ,:Oo '\ ,,~'*2 BEATTY , ,, \ i.\ ', r,~us I 't I)..._, I I ',t. u .., 1&.53 1IL4D 1&Ji3 14.30 HIPPER

ne ll e torri cl i grosso c alibro e nei depositi di munizioni , tutt i lim i ti a suo tempo accetta t i a ll o scopo di devolvere maggiori spazi e pesi ai poten ti apparati motor e . 63

fu così che entro tren t otto minuti cli fuoco e nonostante l a netta inferior i tà numerica tedesca, i due incrociatori da battaglia in glesi Jndefatigable e Queen Mary, centrati in successione dal preciso t iro delle navi d i H ipper, saltarono in aria senza alcun corrispet ti vo, trascinando negli abissi 2 . 293 uomini. A ta l e disastro avevano contribui t o, ol tr e alle accenna t e deficienze tecnico-strutturali , anche incredibi li errori britannici nella sce l ta iniziale della rotta di approccio a l ne mico , ne lla distribuzione dei bersagli, nelle comunicazion i e nella manovra , tanto che l e qua t tro potenti supercorazzate che accompagna vano gli i ncrociatori eia battag l ia cli Beatty entrarono in combattimen to con venti minuti di ritardo , essendo state relegate e distanziate in coda alla formazione 64

Il fitto scambio di salve tra le opposte formazioni d'avanguardia proseguì senza che gli inglesi, ripetutamente colpiti, riuscissero a mettere fuori combattimento una sola nave tedesca. Qu indi alle 16.33 gli esploratori di Beatty comunicarono angosciosamente l' avvistamento a sud est de ll e 16 dreadnough ts e 6 predreadnoughts cl i Scheer che , come sappiamo, la Stanza 40 aveva localizzato in mare fin dalle 14.54 , senza che pera ltro Beatty ne fosse s tato informa to . Eg li allora si affrettò a virare di 180° e a fuggire verso nord, anelando incontro a Je lli coe, con i suoi qua ttro residui in croc ia t or i eia battaglia, segu iti con un certo ritardo dalle quattro supercorazzate .

Durante ta le m anovra di disimpegno di Bea tt y rimane piuttosto s i gnifica tiv o il fatto che le quattro sudde tt e supe rdr eaclnoughts britanni che, accredi tate di una velocità di 25 nodi, non siano riuscite a d istanziare sulla nuova rotta settentrionale le dreaclnoughts germaniche inse guitrici, che po tevano correre al mass i mo a 20-21 nodi: esempio l umi noso di quanto poco possa valere , in un combattimento manovrato, una velocità superiore d i 4 -5 m igli a orarie.

63 . Hase G. : Du e incontri fra cugini, traduzione a cu ra dell' Ufficio Stor ico della Mar ina militare, Livorno 1931, p. 63 e P.R.O , fondo ADM 137, cartella 4052 : Clran Fleet gunnery and torpedo orders , Jutland hattle, p . 26 .

64 . Frost H. H .: La battaglia dello.futland, Roma , traduzione a cura de ll ' Uffic io Storico della Mar i na m ilitare, 19/40 , p. 190.

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VALIANT

Nave da battaglia della Marina britannica

CARATTERISTICHE

Disloca mento normale: 29 . 150 ton nellaie

Dimensioni: lun ghezza f.r. 195 m. tu r1g hezza fra p p 183,2 m. l arghezza 27,6 imm e rs ione 9 ,7

Apparato motore: 4 gruppi wrboridut tori Rrown-C urti s ; 24 caldaie Babcock- W ilcox; 4 as si potenz a 75 000 1-TP Velocità. 24 n od i

Armamento: VIII 381 /4 2, XII 152/ 45, JJ 76 mm , 5 MG, 4 tls da 533 mm.

Protezione: vertica le max. 330 mm . or izzonta le max . 5 1 mm . armamenco max . 330 mm . torrione 280 mm . Varo: 4 nove m b re 19 14 Servizio. 19 fc h b ra io 191 6

Rim odername nto· 1937-1940 Radiazione: agosto 1948

Scala J: 1250

DATI STORIC I

La Va/ia nt e le altre quattro unità della stessa classe furono non so lo tm le più famose navi d ella Marina britannica, ma costituiron o un netto miglioramento rispetto alle precedenti navi da battaglia realizzate per la Royal Navy Vo lu te dal Primo Lord delrAmmiragliato Winsto n Churchill, queste navi introdussero soluzioni di a vanguardia: per la prima v olta in navi di que ste dim e nsionifu adottato un apparato m o tore alimentato con combus tibile liquido, che permetteva U raggiu ngimento di elevate velo cità, r iservate fin o ad allora agli incrociatori da battagliu; per l 'armamento principale fu scelto il calibro di 381 mm allora non ancora utilizzato da alcu na )?,,farina. La Valiant prese parte alla prima gue rra mondiale, partecipando anche alla battaglia d ello Jutla nd.

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125

La prima fase del combattimento proseguì quindi su direttrice nord, con il gruppo di Beatty premuto in retroguardia dall e sopraggiungenti corazzate di Scheer e, a levante, dai c i nque incrociatori da battaglia di Hipper, che avevano anch'essi invertito la rotta . La situazione per Beatty stava quindi d iventando assai critica, allorché in suo aiuto giunsero da nord es t a ltri t re i ncrociatori da battaglia connazionali, che costituivano l'avanguardia dell ' accorrente Grand Fleet di Jellicoe e che im pegnarono le similari unità di Hipper dal lato opposto. Anche questo nuovo gruppo na vale inglese dovette tuttavia pagare amaramente, entro pochi minuti, le modeste qualità incassatrici degli incrociatori da battaglia vo luti da Fisher, poiché a ll e 18.32 l ' Invincible saltò in aria con altri 1.025 marinai, tra cui il con t rammiraglio Borace Hood. 65

Per fortuna di Beatty la Grand Fleet di Jell icoe giunse finalmente ne lla zona de l comba tti mento, schierandosi in modo ta le da tagliare la "T" al nemico prov eniente da sud e dando inizio alla seconda fase della battaglia. Nep pure in questo frangente però gli inglesi poterono evitare do lorose perd ite , dal momen to che l'incrociatore corazzato Defence saltò i n aria con 903 vit time , la su perdreacl nought Warspite venne danneggiata e costretta a rientrare alla base e l'incroc iatore corazzato Warrior fu ridot to talmente male da affondare più tardi .

Appagati dai s udd etti notevoli success i e con tutte le loro grandinavi ancora a galla, i t edeschi, consapevoli nondimeno d i essere pesa.n temente soverchiati da l numero, p ens arono da a ll ora in poi soltanto a ritirarsi e a raggiungere le basi di parten z a. A tale proposito l'ammira glio Scheer compì un ca pola vo ro cli manovra, invertendo "a un tempo" la marcia della sua Hochseeflotte, sostenuto e protetto dagli incroc ia tori da battaglia di Hipper e da un dec iso attacco silurante dei suoi cac c ia t orpediniere. I tedeschi vennero ino l tre inopinatamente agevolati nella loro difficile manovra di d isimpegno proprio dal prudentissimo ammiraglio Jellicoe che, a causa della sua solita eccess i va paur a delle s i luranti nemiche, accostò dall a parte opposta e si allon tanò quindi da Scheer. La conclusione fu la rot t ura de l contatto balistico poco prima del tramonto e la perdita da par te i nglese di una favorevolissima ed irripe tibile opportunità. 66

65 . Campbell J.: .futland: an analysis of tbefighting, Londra, Conway Mar it ime Press, 1 986 , p. 158-160 L' lnuincible e ra stato il prim o incrocia core da battagl ia in assoluto e aveva già combattuto la bat tag li a delle Falkla nd.

66. Bennett G .: Tbe battle of[utland, Newton Abbot, Davicl & Charles, 1972 , p . 121 123.

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Durante la not te si svolse la terza ed ultima fase de ll o scontro, con le due flotte contrapposte che marciavano inconsapevolmente su rotte convergenti in direzione sud. E n e mmeno in questa fase mancarono gli errori in campo britannico, sotto forma di falsi avvistamenti, omesse o r it ardate comunicazioni e contraddittorie notizie sulla posizione de l la Hochseeflotte, che comunque, trovandosi a ponente del nemico, avreb be dovuto "scavalcare " la lunga linea di fila inglese prima di raggiun gere le proprie basi in German ià.

Fallirono soprattu tt o ·nei loro compiti ricognitivi notturni i cacciator pediniere britannici, che l'ammiraglio Jellicoe aveva concentrato in re troguardia nell'esatta suppos izione che il nemico avrebbe potuto passare d i poppa alla Grand Fleet e aprirsi così la strada verso Wilhe lmshaven. Quando infatt i questa ipotesi si avverò verso la mezzanotte, tali cacciatorpediniere, pur severamente impegnati da ciò che ch iaramente appariva come l' avanguard ia della Hochseeflotte, omisero di informare compiuta mente il Comandante in capo inglese. Da parte sua J e llicoe interpretò con t grande superficialità i v is ibili segni di ripetuti scontri nella sua retroguardia , attr ibuendoli a duelli minori tra silurant i i n esplorazione. 67

Veramente sfortunato fu invece il seguente episodio. Alle 21.58 l'Ammiragliato cl i Londra informò il Comandante de ll a Grand Fleet del la presunta posiz ione della Hochseeflotte, che e ra stata ricavata da una decrittazione d i un radiomessaggio de ll 'incrociatore leggero tedesco Resensburg, senza ovviamente sapere che quest ' unità aveva sbagl iato nel segna lare il proprio punto nave. Constatata sulla carta nautica l' impossib il ità che il nemico si trovasse realmente nella zona comunicatagli da Londra e ignorando la rea le natura dell ' equivoco, Jellicoe perse fretto losamen te ogni fiduc ia nell 'attendibilità delle informazion i dell ' Ammiragliato e fatalmente non dette credito ad una successiva fondamenta le ed esattissima notizia, sempre d'or igine crittografica, comunicatagl i a ll e 22.41. Essa rendeva noto che "la flotta eia battaglia ge r manica aveva ricevuto alle 21.14 l'ordine di rientrare alla base, con rotta sud sud·est e ve locità cl i 16 no d i e con gli incrociatori da battaglia in re t roguardia". 68

Ques ta importantissima informazione trasmessa a Je llicoe, frutto d i tre decrittazioni realizza te dalla Stanza 40 tra le 21.37 e le 21.54, avrebbe

67. P.R.0 ., fondo AD.M 137 , carte ll a 2 1 34 : Battle ofju.tland, 31 May 1 ]une 1916.

68. British Admira lty: La battaglia dello]u.tland, resoconto uffic ia le i ng lese, tradolto a cura dell'Ufficio Storico della Marina m i li tare, Firenze , Carpigiani & Zi po l i, 1927 , p. 161 .

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21.30\ \ \ 22.00\ \ \ \ '4( 23,00\ \ \ \ \ \ 24.oo\ \ \ \ \

Battaglia detloJutland fase no t turna 3 1 maggio 1 giugno 1916

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01.00\ \ \ \ D2Jl7 \ 02.00\ 't ·03JJO \\ \)
129

senz'altro permesso ad un comandante in capo meno p revenu to dita gliare la rotta obliqua di Sc h eer, che ora punt ava ev iden temente su Horns Reef, anticamera settentriona le de ll e basi in German ia e porta di accesso ai canali dragati di sicurezza . 69

Com unqu e sia, se l a pr esunzione cl i Jellicoe impedì l'aggancio de lla Hoc h see flo t te i n riti rata, l 'Amm iragliato britann ico fu par iment i co lpevole cl i non aver fornito a l Comandante superiore in mar e ulteriori notizie sulla flo tta nemica, nonostante l' i nalterato eleva ti ssi mo flusso cli preziose informazioni c ri ttogra fic he p roven ienti dalla Stanza 40 . Ne ll a circostanza le più grav i omissioni di Londra riguardarono i l mancato in vio a Jellicoe d e ll e risultanze di al tr e cinque decrittazioni, che vennero effettuate prima della mezzanotte e che confermavano l'es plicita int en zione della Hochseeflotte di r aggi un gere Horns Reef, mantenendo una rotta verso su d es t. 70

Di conseguenza, a dispetto della schiacc iant e super iorità numerica e de ll 'incalcolabile vantagg io in fo rma tivo inglese , la flott a tedesca - come abbi am o anticipato - riuscì verso mezzanott e a passare a poppa della Grand Fleet, scavalcando lo sba rram ento frapposto dalle navi britannic h e in d i rezione delle basi in Germania. Il prezzo pagato da i tedeschi dura nt e la g ià accennata serie di scontri nell'oscurità con la retroguard ia avversar ia cons is tette nella p er dita de ll a predreadnought Pommern, d i tre incro cia to ri legger i e di un cacciatorpediniere, mentre gli ing les i su b irono nella stessa ci rcostanza l ' affondamento dell ' in croc ia to re corazzato Black Prince e di cinque cacciatorpediniere. Inoltre, sempre durante l a notte, il viceamm irag li o Hip p er abban don ò il suo danneggiatissimo incrociatore da battag li a Lut:z:ow, c h e venne autoaffondato. 71

All'a l ba del 1° giugno 1916 gli ing lesi trovarono il mare deserto e dov ette ro quindi ammettere di essere stati battuti nella manovra notturna così come lo erano stati ne l combattimento diurno eia un nemico in feriore e ormai irraggiungibile lungo l e proprie rotte di sic ur ezza.

Le perd it e rimasero pe rtanto stabi lizzat e s ull e seg uenti cifre : g li i ng les i avevano v isto colare a p icco 3 l oro incro ciato ri da ba ttaglia, 3 in croc ia tori corazzati e 8 cacciato rpedinie re per complessive 113.580 tonnella te,

69. P R O , fondo ADM 137 , cartel la 4067, decrittaz ion i inglesi delle o re 21.37 ( d ue) e 21 54 del 3 1 maggio 1916

70. Ibidem , decrittazio ni d elle o re 21.52, 22.43 , 23. 14, 23.37 e 23.42 del 31 magg io 1916.

71. P .R. O., fondo ADM 137, ca rt e ll a 303 : Jutlan.d reports.

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LUT Z OW

Incrociatore da battaglia della Marina Imperiale tedesca

CARAITERIST JCHE

Dislocamento n o rmale : 26.7 41 ton ne ll ate

Dimensioni: lung h ezza f. t. 210 m. larghezza 28,9 m. i1~1mers ione 8,2 rn

Apparato motore: 4 grupp i d i tu rbi ne /1.fari n e; 14 ca ldaie a li menta t e a carbo ne, 4 a nafta; 4 assi p otenza 63 000 !-IP Velocità 27 nodi DAT I STORIC I

Scala 1:1250

Armamento: VTll 305/ 50, XTV 150/ 45, VTll 88/45, 4 cls. da 600 mm

Protezione: ve rt ica le max 300 m m o rizzonta le max 80 mm arma m ento max 270 mm. to rr io n e 300 mm

Varo: 29 novembre 19 13

Servizio: 8 agosto 191 5 Perdita l g iugno l 916

Nave elegante e rn.oderna, ch e adolla va la disposizione dell 'armamento principale in torri sovrapposte, il Lutzow jìt l'Ammiraglia di Hipper alla battaglia de llo Jutla nd; ripetutamente colpito dal tiro inglese fu talmente danneggiato da essere au1oa.ffon d a to dagli stessi tedesch i. La maggiore resis tenza al fuoco nemico dimostrata dagli incrociatori da battàglia tedeschi rispetto a quelli britannici era dovuta a due /allori: l 'adozione di una corazza tura pill spessa ed una diversa consemazione delle cariche di lancio dei proieuili, ch e i tedeschi riponeuano in bossoli di ottone, al contrario degli inglesi, che imrnagazzinavano le loro in involucri di seta. assai più vul nerabili

1 31

men tr e i tedeschi lamentavano l 'affonda men to di una preclreadnought, di un incrociatore da battag lia, cli q u attro incrociatori leggeri e d i cin que cacc iatorpediniere per 61.760 tonne ll ate . Le vittime hritannich e ammon ta rono a 6 .097 morti, 674 feriti e 177 prigionieri e quelle germaniche a 2.551 mo rti e 507 feriti . Infine il numero delle navi danneg giate fu pressoché id entico e cioè 28 ingles i e 27 tedesche .

L' insodd isfazione per l'esito dello sco ntro , che si assommava ad a l tre de lusioni p recedent i, scatenò nel Regno ll nito , durante e dopo il conflitto , un'accesa polem ica t ra accusato ri d ij ellicoe, denigratori cli Bea tt y e co nt es tatori dell ' intera i m p os t az ione e conduzione della guerra nava le . Nessuno infa tti aveva diment icato le solenni promesse fat te eia Fisher nel 1914 e 1915, c h e prospettavano un'immancabile vi t tor ia de ll a Grand Fleet co ntro la Hochseeflotte qu alora q u est ' ultima avesse avuto l'ard ire di mostra rsi in p ieno Mare de l Nord, anche .se poch issimi additarono allora l'ex Pr imo Lord del Mare co m e il vero responsabile cl i una errata politica delle costruz ion i navali. 72

In e ffetti la bat t ag li a ciel 31 maggio 1916 .si risolse per g li ingles i in un ' imprevista sconfitta sia tatt ica - che nessuno ormai mette in dubbio - sia .strateg ica, anche se su ques t 'u ltimo punto c ' è ancora chi la p ensa diversamente. A nostro g iud iz io l'insuccesso strateg ico britann ico emerge da ll e seguent i considerazioni , raramente prese finora in esame . Innanzi tu tt o non ri spon d e assolutamen t e a verità la ripetuta affermazione secondo cui, dopo lo Jutland, le grand i navi tedesche non avrebbero p iù preso il m are . Al con t rario esse sfidarono la Grand Fleet inglese ancora ne ll 'agosto, ne ll 'ottobre e ne l novembre di quel 1916 , ne l novembre 1917 e nell 'ap r ile 1918. Come vedremo ne l se tti mo paragrafo , t utte queste sortite tedesche non portarono a d uno scontro nava le proprio per col p a degl i in glesi che, pur informat i dalla Stanza 40 s ull e mos se d e l nemico, pe rdura rono nel loro atteggiamento prudenziale e si lasciarono sfuggire le var ie o p po r tunità.

In seco ndo luogo, considera to l'esito della battag lia dello Jutlancl o del lo Skagerrak, g li i ng les i dovettero rinunciare a rea li zzare un adeguato nu me ro cli unità cli scorta e a n tisomme rg ibili , nonché un sufficien te r ip ianamento cie l navigl io mercanti le pe rd uto ad opera d egli U boote. Ciò a causa ciel perduran te impeg no dei loro cantie ri navali nella costruzione

72. Un ' esamiente rassegn a d elle po le mi c he scoppiate in Gran Rretagna è offerta da l vol um e d i Baco n R.: Lo scandalo dellojutland, Roma , traduz ione a cura dell'Uffi c io St0rico d ell a 1\far ina milita re, 192 7

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O N DUKE

Nave da battaglia della Marina britannica

CARATI"ER IST ICHE

Dislocamento normale: 25 800 tonne ll ate

Dimensioni: lunghezza f.t. 189,8 m la rghezza 2ì,4 m im me rs ione 8,4 m. ...

Apparato motore: 4 gruppi cli lllrbine Parsons; 12 c a ld a ie Babcock; 4 ass i potenza 29 .000 HP Velocità: 2 1 no d i

Armamento: X 343/ 45, Xll-152/ 45. 11-76 mm . , 4 tls eia 533 mm.

Protezione: ve rti ca le m ax 305 m m . o ri zzonta le m ax 45 m m. ar mamento max. 280 m m torrione 280 mm. \/aro: 12 ottob re 19 12 Servizio. 10 marzo 19 14 Radiazione · 1946

Scala 1: 1250

D ATI STO RICI

L 1 r on D u k e, così battezzata in onore del "Duca di.ferro" Wellinp,ton, il vincitore di Napoleone a Wate rloo, faceva parte di una classe di qua ttro unità, ch e riproponeva, con modeste mod((icbe nell 'a r mamen to secondario, ilpreceder!le progetto delle "King Ceo rge V" . L Iron Duke fu /et nave ammiraglia di J ellicoe allo Jutland: dopo la guerra fu trasformata in nave scuola cannonieri sopravvivendo così alle demolizioni imposte dai Trattati'Navali del 1922-1936

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133
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·

e nel manten imento in effic ienza delle grandi nav i, i n persistente com petizione con l 'imbattuta Hochseeflotte 73

Un'a lt ra negativa conseguenza strategica de ll a battaglia de llo Jutland fu p e r la Royal Navy la rinuncia al ta nto auspicato blocco ravvicinato dei port i commerciali tedesc hi e delle basi dei te mibili U-boote . Infatti ta le operazione avrebbe potuto essere faci lmente contrastata dall'ancora v ital e flotta da battaglia germanica, pronta a compiere a ttacch i di sorpresa contro le forze bl occanti e in g rado di imporre così un grande scon tro nava le presso le proprie coste , cosa che gli ing les i come si ricor d erà avevano sce l to di ev it a re fin da l 30 ottobre 191 4 . 74

L'ultimo e più importante r isultato strategico de ll a battaglia de ll o Jut land fu la necessità britann ica cli annullare d efi nitiva mente l'accennato e l ungamente acca r ezzato progetto d i penetrazione navale nel Baltico, per a p poggiare colà uno sbarco ang lo russo in Pomeran ia, a nord est di Berlino. Questo piano, come si ricorderà, mirava a s tab ilire l' agognato con ta tt o con le forze ru sse, ma la sua cancellaz ione d i venne fa ta le do po che Jellicoe e Beatty aveva n o perso l'occasio ne buo na per distrug ge re o almeno ridimensionare la Hochseeflotte , c h e rimaneva così in grado cli vigilare in forze s u g li accessi al Baltico, grazie al canale cli Kiel.

In particolare ques t ' ultima rinuncia segnò la totale sconfitta dell' in tera e t ra d iziona le "s tra teg ia perife ri ca" br it annica, ch e restava ora sen za va lid e a l te rnative dopo il forzato abbandono cie l noto assa l to ai Dardanelli a ll a fine del 1915.

6 La neutralità e l'intervento degli Stati Uniti. As petti della guerra so ttomarina

Con la scomparsa d ag li ocean i delle nav i da guerra tedesche adibi t e a ll a lotta al traffico nemico e con il conseguen t e dominio inglese sul le rotte mar itt ime mondiali, si rafforzò un contenzioso t ra Londra e Washington avente p er ogge tto la li bertà d i commercio d ei Paesi neu trali, qu es ti one spinosa g ià ogge tt o cli polemiche nel passato. Infa tt i la magg io rit aria corrente iso lazion ista s tatun i tense, che faceva lev a proprio s ul ricco mon do im pr end itoriale e mercan tili sta d e lla Repubblica

73 . Sa nto ni A. : La battaglia delloJutland demistificala, in "Pan oplia " , genna io marzo 1990 .

74 . Vds . il pre cede nt e terzo paragrafo di q u es to c ap itolo .

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stel lata, ambiva a mantenere fitti e indiscriminati rappo rti commerciali con tutti i bell igeranti, rispondendo alla so la logica del profitto. 75

Il diritto internazionale marittimo invece richiedeva precisi imp egni agli operatori neutrali in tempo di guerra , suddividendo le merci in tre cate gorie : quelle d ichiarate di "contrabbando asso luto", c ioè direttamente uti li allo sforzo bellico de i contendenti e il cui commercio era quindi proi bito; quelle definit e di "contrabbando condiz ionato", cioè suscettibili ad essere usate per scopi mi litari e che in tal caso potevano essere equ ipa rate alle merci di assoluto con t rabbando su is tanza documentata di uno dei b ell igeranti; e quelle di "non contrabbando", cioè in e quivocabilmente destina te ad usi c ivili e che godevano quindi di libe ra c i rcolazione.

Era preved ibil e che il Paese belligerante che controllava le rotte marittime e quind i la Gran Bretagna mirasse non so ltanto a confisca re legittimamente in mare i carichi riconosc iuti di "contrabbando assolu to" e destinati al nemico, ma anche a restringere al massimo le liste delle mer ci d i "no n contrabbando", giocando s ulla valutazione d i quelle rientranti nel "contrabbando condizionato". Così facendo però gli i ng lesi urtavano contro gli interessi commerc ial i dei neutri e quindi soprattu tt o degli americani, che anche nel passato (ad esemp io nelle guerre napoleoniche) s i erano trovati più volte in cont ra sto con Lond ra per gli stess i motivi .

..,Sta di fatto che, con la virtuale scomparsa de i corsari tedeschi e con il conso li dato controllo britannico de ll e rotte atlantiche, il comme rcio degli Stati Un i ti con la German ia e l' Austria -U ngh eria pre cipitò t ra il 1914 e il 19 16 dal valore cl i 169 milioni cli dollari a quello d i un milione e mez zo di do ll ari, mentr e nello s tesso periodo g li scambi commerciali tra Washington e gli anglo frances i sa li rono da meno di u n milione d i dol lari a tre milioni e mezzo . Solo a causa qu indi della forza t a contraz io ne de i predile tti t raffici con la Germania i ncapace di mantenere pro pr ie nav i mercantili sugli Oceani e non in seguito ad una premed it a ta sce l ta d i sc hi eramento po liti co, gli Stati Uniti divennero !'"arsenale" di Francia e Gran Bretagna, a partire dal 1916 . 76

Basterebbe al proposito ril eggere la stampa a m er ic ana del p ri mo periodo de ll a guerra europea per rendersi conto che le iniziali simpatie

75. Santon i A : Da Lissa alle Falkland: storia e politica navale dell'età contemporanea, cit ., p. 120

76. Link A. S. Catton \Y/. B : A1nerican Epoch. A history of the United States since 1900, voi. I : Aneraq(economicchange , reformandworldwars, 1900-1945, New York, Al fred A. Knopf , 1980, p 164-1 66

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dell ' op in ione pubblica statunitense andavano più al la Germania che al Regno Unito , con il quale c ' erano stati nel passato numerose controversie sia s ui confini canadesi, sia nei Ca rai bi, sia in Ci na , per non parlare d el l'atteggiamento ing lese durante la guerra di secessione e quella ispano-americana, nonché dell ' influenza esercitata dai numerosissimi immigrati cattolico irl andes i nella Repubblica ste lla ta. Q u este precisazioni no n sono da tras cu ra re, alla lu ce dell' imperante confusione su ll 'attegg ia mento americano nel periodo 191 4-19 16, a torto giudicato simile a quello mantenuto poi tra il 19 39 e il 1941. 77

L'illustrata logic a imprenditoriale ed affaristica statunitense poteva essere messa in crisi solo con il concorso di due fattori: la contraz ione del cr esce nte traffico atl a ntico verso i porti b rit ann ic i, deter minat a da lla guerra sotto marin a tedesca, e l' intromissione della Germania negli affari del continente nordamericano, anco r più grave se accompagnata da un a diretta m in ac c ia milita re ai confini terr es tri e maritt imi dell 'U n io ne.

I fatti dimostrarono che il primo di questi ipotetici elementi destabiliz za nti non era da so lo sufficiente a s pin ge re in guerra gli Stati Unit i. Non b isogna dimenticare i nfa tt i che a ll a prima campagna sotto marina indi scriminata tedesca del 1915 che con il solo affondamento dei tran satlantici inglesi Lusitania e Arabic causò la morte compless iva di 131 ci ttadini a merican i Wa sh ingt on rep li cò unicamente con le consuete e inflazionate proteste, guardandosi bene dall'interrompere con Berlino le relazioni diplomatiche. Del res to una parimenti moderata reazione di Wa sh in gton s i veri ficò anch e du rante la seco nda e brevissima ri presa dell'attiv i tà degli U-boote in Atlantico all' ini zio del 1916.

G li Stati Uni ci avreb b ero quindi abbando nat o la tenaci ss ima e in t eressata neutralità so lo se al p er ico lo di co ntrazi one dei loro ormai unidirezionali traffici verso il Regn o Unito e la Francia si fosse aggiunta una d iret ta minaccia alle proprie fro nti ere te rre str i o m aritti m e . E fu esattament e quest'ult ima even tu alità che divenne pa lese a Wash ingto n alla fine del febbraio 1917, grazie al più gra nde successo informativo della Stanza 40 de ll 'Ammiragliato britannico. 78

Il 16 gennaio 1917 il mini stro degli Esteri tedesco Zimmermann trasmise al proprio ambascia tore a Washington Bernscorff, via cavo so ttomarino ,

77. Questa confusione è; dovuta in parte agli sforzi di alcuni storic i american i, miran t i a legittimare con mo ti vazioni morali il s u ccessivo interv e nto in g u erra degli Sta ti Un it i, c h e invece, çome vedremo, ebbe ca use.: ben pi ù materia l i.

78. Beesly P.: Room 40. Britisb /Vcwal lntelligence 1914-1918, Londra, Hamish Hamilton, 1982, p. 20/i 224 .

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un impor t antissimo teleg ramma c ifrato, con il quale si comunicava la ri presa della guerra subacquea senza restriz ion i per il 1° febbraio, la volontà di Berlino cl i man t enere g li Stati Uniti neutrali e, i n caso di fallimen to di tale proposito , il desiderio cl i una segreta alleanza an ti americana con il Messico e con il Giappone.

È ut.ile ricordare al riguardo che l'Impero nipponico, dopo aver con tr i buito nel 1914 alla conquista dei possedimenti insu lar i tedeschi nel Pacifico centrale, era ormai considerato un tiepido nemico della Germania ed un avversario mo l to p iù serio per gli Stati Uniti, tanto è vero che es so aveva firmato con la Russia nel giugno 1916 il trattato segreto MotonoSazonoff, orientato proprio contro Washington. Un eventua le scontro nip po americano avrebbe quindi costretto la U.S. Navy ad interessarsi mo lto più cie l Pacifico che dell ' Atlantico, con ovv io sollievo di Be r lino. 79

Ancora più preoccupante per g li Sta ti U n iti sarebbe stata un'a ll eanza t ra Germania e Mess ico, considerando che eia circa un anno il Governo americano era i n contrasto proprio con il Pres idente di que st' ultimo Paese, genera le Carranza , a causa di sconfinamenti di bande messicane, cui Washington aveva risposto ne l 1916 con una vera e pro pria sped i zione pun itiva, condotta al di là ciel Rio Grande dal genera le Persh i ng. I tedeschi desideravano alimentare questa crisi loca le nella consapevolezza che un'eventuale guerra aperta tra gli Stati U nit i e il Me::ssico, a l dì là de ll 'esito finale, avrebbe v incolato gran parte dell ' Esercito americano sulle frontiere mer idionali e avrebbe distratto Wash ington dal con flit to europeo .

Proprio i n base a queste considerazioni, nel citato teleg ramma via cavo de l 16 gennaio 1917 il ministro deg li Es teri Zimmennann era g iunto ad ordinare al proprio ambasciatore Bernstorff di prome ttere al presidente Carranza, in camb io cl i un'a ll eanza militare contro gli Stati Uniti, un cosp icuo aiuto finanziario e sopra ttu tt o il recupero degli antichi territ or i del Texas, del Nuovo Messico e d e ll 'Arizona, che Washington aveva sottrat to ai messica ni ne l 1848.

Una sim il e sco tt an t e d irettiva de l Minist ro degli Este ri tedesco d oveva naturalmen te essere trasmessa con u n messaggio cifrato cl i sicuro re capito. Berlino sce lse quindi di utilizzare il cavo so t tomar i no transatlan ti co cli p ropr ie tà americana, u n ico mezzo cl i collegamento tra l'Europa e g li Stat i U n it i rimasto alla German ia dopo il repentino taglio dei suo i var i

79. Hagan K J. : This people's Nauy : the making of Arnerican sea power, cit , p. 252.

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cavi ocean ici ad opera del nemico a ll 'inizio del conflitto . Tuttavia il Governo d i Washington, al par i d i alt ri governi neutral i, proibiva l'ino ltro su ll e proprie linee telegrafiche di messagg i cifrati delle Potenze in guerra e permetteva dispacci in cifra alle sole Naz ioni non belligeran ti. 80

Per ovviare a questo impedimento , i tedesch i si servirono di due espedienti. Uno fu quello di ottenere da Washing to n un p ermesso ecceziona le che consentisse loro di comunicare in codice anche all'in terno degli Stati Unit i, con il pretesto di ave re a che fare con rapporti segreti intes i a pre d ispo rre proposte di pace. L'altro s tr atagemma tedesco , di più vecch ia data , fu quello di servirsi della co m piacente Svezia per inoltrare sul continente ame ri cano messaggi in codice cela ti nella corrispondenza tra il neu tra le Governo d i Stocco l ma e le proprie sedi diplomatiche locali .

Gli ing les i però s i dimostrarono assa i pronti a debe ll are entram b i que sti artifiz i ge r manic i, poiché essi non solo avevano stanziato propri age nti seg r et i in molti uffici postali di Paesi neutrali , ma erano anche a conoscenza fin da l 1915 del cosi dd etto "canale svedese". Fu così che l' Int elligence Service b r itannico venne in possesso ne ll o stesso gennaio 1917 della cop ia postale del telegramma Zimmermann , di cui però la Stanza 40 fu in grado di int erpretare ini zia l men t e so lo l'esplosivo contenuto, ma non tutte le parole, essendo esso c ifrato su l nuoviss i mo e perfez ionato codice diplomatico tedesco 0075.

Londr a comprendeva che i pur im portantissimi ind i zi emersi da que sta pr ima difficile decrittazione non sa rebbero stati sufficienti a conv i ncere g li americani dell' intri go pre di sposto ai loro danni da Be rlin o, ma non s i perse d'animo. Infatti g li esponenti della Stanza 40 ritenevano giu stamente che un siffatto te legramma nemico sa re bb e stato senz ' altro rit ras m esso dall'ambasciatore germ anico a Was hin g ton Bernstorff a l suo co ll ega a Città del Messico Eckhard t , i ncarica to cl i p rendere i contatti d ire tti con il pr esiden te Carranza . Occorreva quindi re p er ir e ta le secondo p r es u mi b ile te legramma, che s i sperava fosse cifra t o su un codice più vecchio e quindi di più facile interpre t az ione.

Il conseguente lavoro d i ricerca d eg li agenti brita nnici nell ' ufficio po stale centra le cl i Cit tà de l Messico dette esito po s itivo il 10 febbraio s u c c ess ivo, qua nd o essi rintracciarono la copia d e l te legramma Zimmermann che , secondo le esa tt e previsioni ing l es i, Bernstorff aveva ritrasmesso a d Eckhardt non con il sofis ticat o codice dip lomatico 0075 non ancora

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80 . Fi n d li n g J E.: Zimmermann t elegrarn, i n "D ic t iona ry of American cl ip loma ci c hi story'', Westport , G ree nwoo d Press , 1980, p 525 526

pervenu to a Città del Messico - ma con il vecchio codice dip loma t ico 13040, g ià segretamente catturato dall ' Intelligence Service in Persia ne l marzo 1915 .

La Stanza 40 potè quindi decrittare completamente il 19 febbraio le famose e co m promettenti istruzioni de l Ministro degli Es teri germanico , facendo le poi pervenire a l Dipa rt imento di Stato amer icano il 24 de l mese. 81

Natura l mente il presidente Wilson e il segre tar io d i Sta t o Lansing ri masero profonda m ente colp i t i ed indignati dallo svela t o complotto te desco sulle fron ti ere mer idi onali dell'Unione e nella v itale area del Pacif ico . Essi quindi s i procurarono innanz i tut to dalla cornpagnia te l e grafica "Western Union" un'altra copia de l te legramma Z immermann, trasmessa da Berns torff ad Eckhardt, ebbero dagli i nglesi la p r ova che que sto messaggio corr ispondeva a quello d ec ritta t o a Londra e infine ne consegnarono il t es t o in c hiaro alla stampa americana, che l o pubblicò il 1. 0 marzo, senza c it a re ovviamente la rea le fo n te informativa . 82

Un'ondata di e mo z ione e di rancore an ti ge rm an i co percorse allora gli Stati Uni ti , spazzando v ia i n p ochi a ttim i gran pa rte delle locali e pree s istenti ide e isolazioni ste e d anglofobe. Fino a quel momento infatti l a ripresa de ll a guerra so t tomarina indiscriminata t edesca i n Atlantico, avvenuta, come previsto , il 1 ° febbra io 1917 , non aveva im p edito al Congresso degli Stati Uniti , in maggioranza ancora neutrali.sta, di respingere il 26 seguente la proposta del presi dente Wilson di dotare di ar maq1ento d ifens i vo l e navi mercan t i li.

Nep pur e i primi sil uram enti e affondamenti cli p i roscafi battenti la neutrale bandiera a ste ll e e strisce, ad opera degli U boote, m u tarono il pruden t e at teggiamento .statunitense e solo la ri co rdata pubb lic azione del telegramma Zi mmermann p erm ise a Wi lson di su p era r e, pro p rio la sera di q uell o stesso 1° ma r zo 1917 , le osti li tà del Congresso a ll 'au s p icato a rm amento difensivo delle navi mercantili americane

Infine il 21 marzo il P residen te convocò le Carnere per il 2 aprile ed il seg u e nt e g io rn o 6 Washing ton dichia rò lo stato di guerra con la Germa ni a . Per tanto W i lson, che seco n do la più consapevole sto rio gra fi a a m er ica n a " non voleva ent rare in guerra, ne fu s pinto dagli event i". 83 *

8 l. Devlin P.: 7'oo proud to jìght : \Xloodrow \flilson 's neutmfi(y, New York , Oxfor d Unive rs it y P ress, 19ì5 , p. 6ii8 656

82 Hoy H. C. : 40 O.B La chamhre secrèle de l'Amirauté, Parig i, Payo l, 1933 , p. 2ì-28.

83 Tuchman 1-3 \Y/. : The Zimmermann te legram , New Yor k , Macmilla n , 1958, p. 180.

* * * *
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Quando ebbe inizio in Atl antico la t erza ed ultima campagna sotto marina senza res tri zioni (1 ° febbraio 1917) la Marina germanica d ispo neva di 106 U boote, di cui però solo 36 in zona d ' operazioni. Tali som mergibili poi divennero 1 28 ne l marzo e toccarono la cifra record di 146 nell'ottobr e 1917 , anche se non furono mai contemporaneamente in mar e p i ù dei 70 battelli presenti il 13 ottobre cli quell'anno. 8 4

Il pr ima to assoluto d i affondamenti mensili tu tt o ra valido nonostante le esperienze della seconda guerra mondia le fu subito consegu it o nell'aprile 1917, con 354 mercantili colati a picco dag li U- boote per 834 .549 t.s. l. , di cui 516.394 t.s.l. ing lesi. A Londra pertanto la preocc~ pazione salì ai massimi livelli e si tem e tte perfino di dove r chiedere la resa entro novembre se non si fossero trova t e con tro m isure p iù idonee .

Il primo importante provvedimento adottato in Gran Bretagna fu co s t ituito dalla messa in opera entro la fine del co nflitto di 133 nuovi cantieri nava l i pubblici e privati . E fu proprio da tali scali che venne varato un crescente numero d i piroscafi e di unità di scorta, considerando che gli arsenali prebellici erano pesantemente impegnati nel mantenere in efficienza le grandi navi inglesi, sempre indispensabil i per contra s tare quella stessa flotta da battaglia tedesca che la Grand Fleet era sta ta inca pac e di battere allo Jutland.

L'entrata in guerra degl i Stati Uniti permise poi il di retto interven to nelle acque europee della U.S . Navy, che inviò a Scapa Flow una divi s ione cli corazzate e cedette alla Marina bdtannica , entro il dicembre 1917, 52 cacciatorpedin iere e 27 navi-pattuglia.

Intanto nel maggio 1917 era stata a ttu ata una necessaria riorganizzazione all ' interno dell ' Ammiragliato ingl ese Fu infatti is tituito un ap posito ufficio di protezione del traffico e vennero unificati i due incarichi cli Primo Lord del Mare e d i Capo di Stato Maggio r e nella persona deJl ' ammiraglio Je ll ico e , che aveva già assunto la prima carica il 28 novembre 1916, lasciando il comando della Grand Fleet all'am miragli o Beatty. Infine il 17 luglio 1917 il dinamico Winston Churchill rientrò nel Governo come Ministro delle munizioni .

La più efficace contromossa cli fronte alla crescente mina ccia s ubacquea germanica fu comunque l'attivazione del vecchio sistema dei convogli , già usato largamente durante il p eriodo della vela . Questo metodo di navigaz ione non im poneva più l'i mmobilizzazion e del naviglio

84 Marder A. J: From the "Dreadnought " to Scapa Ftow, vul. IV: 1917, year of crisis, Londra, Oxford Un ive rs it y Press, 1969 , p. 53.

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di vigilanza in zone prefissate, che gli U boote potevano facilmente elu dere, ma richiedeva lo spostamento di tali unità da guerra di piccolo ton nellaggio insieme alle stesse navi mercantili da proteggere, a loro vol ta raggruppate in grandi complessi di oltre 20 piroscafi. 8 5

Tale semp lic e e redditizio accorgimento era s t ato rifiutato per quasi tre anni di guerra dagli armatori privati inglesi che, guidati dalla logica del profitto, non vo levano che tabelle di partenza e di arrivo co ll ettive cond iz ion assero il movimento delle loro navi mercantili, finendo per ral lentare il ritmo dei viaggi individuali e quindi dei guadagni. Il sistema dei convogli era poi parimenti osteggiato e ritenuto inizialmente inefficace dallo stesso Primo Lord de l Mare Jellicoe e da altri ammiragli della Royal Navy che, come lui, erano per lo più discepoli di Fisher. 86

Fi nalmente, superando le accennate difficoltà e d obiezion i, ne l mag gio 1917 i convogli furono introdotti sulle rotte transatlantiche e su quel le p er la Scandinav ia, mentre nell ' ottobre successivo tale sistema ven ne allargato a l Mediterraneo , dove gli U boote tedeschi stavano raccogliendo grandissimi successi.

A dimostrazione della perdurante efficacia di siffatta antica contromisura , gli affondamenti mensili alleati diminuirono nella seconda metà del 1917 da una m edia cli 650.000 t.s.l. a quella di 400 .000 t. s .l., mentre nel 1918 essi non superarono le 342.000 t.s.l. di marzo. Salirono invece, "a dispetto delle scettiche previsioni di Jellicoe , le perdite te des che, che nel 1916 furono cl i 22 U boote, nel 1917 di 66 e nei dieci me si e mezzo di guerra del 1918 di 73 .

L'incrementata capacità con t roffensiva alleata contro il pericolo so tt o marino fu merito della maggiore tempestivi tà di in te1ven to delle scorte ra vvicinate, del sempre più intenso lavoro d e lla Stanza 40 e di nuove armi, quali g li apparati id rofonici perfezionati, l e bombe di profondità di gran de po tenza e una collaboraz ione aerea più estesa lungo le coste. Non ot tennero invece molti successi le famose "Q ships ", cioè quei vecchi e pic coli mercantili br itann ici, dotati di consisten te armamento mascherato, che avevano il compi to cli sorprendere ed eliminare l' inconsapevo le U-boo t ve nuto in superficie per cannoneggiare simili modesti bersagli. 8 7

85. P .R .O , fondo AD.M 137, ca rtelle 1322 , 1 323, 1324, 1534, 1535 e 1536: Convoys policy 1917-7918.

86. Bisogna ricordare al propos ico che all'i n iz io de lla g u erra erano riun iti in convogli so ltanto i preziosissimi tra s porci truppe de ll ' I ncesa.

87 . Vds. Campbe ll G .: Le mie navi mistero, Firenz e , La Nuova Italia , 1932.

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Il consun ti vo final e della guerra sottoma rina tedesca parla de ll ' affon damento di 5 .234 navi mercantili allea te o neutrali, per un tota le di 12.185.832 t.s .J., nonché d i 10 corazzate, 18 incrociatori, 20 cacciatorped i n iere e 9 sottomarin i dell ' Intesa .

Dei 372 sommergib ili cli ogni tipo costruiti in Germania p ri ma e durante la guerra, 178 andarono perduti in operazione, 24 furono au t odi strutti o internati in porti neutrali, 5 furono ceduti all 'Austria e alla Bu lgaria e 165 caddero nelle man i de ll e Poten ze dell ' Intesa a l term i ne del conflitto. Infine altri 226 U-boote non fecero in tempo ad essere com pletati dai can ti eri t edesch i p ri ma dell'armistizio.

7 Le ultime azioni navali nel Mare del Nord e la vittoria alleata

Come abbiamo già precisato e a differenza di quanto è stato raccontato i ng iustamente per tanti ann i, la flo tt a da battaglia tedesca non tenne affatto un atteggiamento rinunciatario e passivo dopo lo .scontro dello Jut lancl . Infatti a distanza di due n\es i e mezzo da questo combatti ment o, e pr ecisamente il 18 agosto 1916, la Hochsee fl otte uscì nuovamente in mare per esegu i re quel bombardamento della città inglese cli Sunderland che il ma l tempo aveva consig liato di sos titu ire propr io con la famosa scorreria nello Skagerrak ciel 31 maggio. 88

Era destino però che tale mission e non fosse portata a termine e che quindi la città cli Sunderlancl non subisse la stessa sorte di Yannouth, Hartlepoo l, Whitby , Scar bo rough e Lowestoft, cioè cli quei centr i della costa orientale i nglese g ià bersagliati dal mare Questa volta l ' operazio ne venne frustrata da un errato av"V istam ento comp i uto da un dir igibi le germanico, che nella mattinata del 19 agos to sbag li ò ne l segnalare a sud un ce rto numero di grandi navi nemiche , verso cui quind i diresse la Hochseeflotte dell'ammiraglio Scheer, intenziona ta a d affrontare il com batt imento . Ciò causò i nvece solo un ' inutil e e fatale deviazione tedesca dall ' inizia le obiettivo rappresentato dalla c itt à di Sunderland, di stan te ormai appena 60 miglia. Così facendo, inoltre, la flot.ta da battaglia germanica si a ll ontanò inconsapevolmente propr io dalla Grand F lee t , c h e la s tava cercando più a nord su lla scorta delle so lite te mp estive d ecr itt azioni . 89

Da parte s u a l ' ammiraglio Jellicoe, che all'epoca si trovava ancora al comando della Grand Fleet, rimase talmeme intimorito dall 'affondamento mattutin o di un proprio incrociatore leggero (il Nottingham) ad opera di

88 . P.R.0, fondo ADfvl 137, ca r te lla 1947 : High Seas Fleet sortie, August 1916.

89. Cfr . PR O . , fo ndo ADM 137, c arte l le 4067, 4 168 e 4169 citale.

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un U-hoot e dal success ivo avvistamento d i un altro sommergibile , da torn a re provvisoriamente indietro, mancando così l' occas ione cli agganciare un nemico in fer io re . Oltretutto gli inglesi persero sulla rotta cli ritorno un altro incrociatore leggero, il Falmouth , vittima di un a tt acco subacqueo.

La Royal Navy pa tì pertanto un ' altra de l usione, anche se un proprio so mm e rgibi le riuscì a danneggiare la corazza ta tedesca Wesffalen lungo l' or ig i naria rotta di avvic i namento a Sunde rl ancl, episodio che co munque non aveva determinato alcuna modifica a ll 'agg ress i vo proget to di Scheer, fallito pe r i motivi sudde tti.

Semp r e nel 1916 la flotta germanica, cioè la più debo le tra le due a n tagon is te, lanciò altre due consecutive sfide, in croc iando ne l Mare de l Nord nell'ottob re e nel novembre . La prima provocazione, avvenuta esat tamente il 19 o tto b re e consistente i n una scorreria in forze a su d del Dogger Bank, non venne nemmeno racco lt a ei a J ellicoe, che preferì lasciare la Grand F leet a l riparo nei por ti per pama d e i sommergibi li , pur essendo i nformato dell ' usci t a nemica fin dalla sera precedente , grazie a sette decr itt az ion i 90

90 P.R.O , fondo AD1'vl 137, ca rte ll a 4067, ra dio messagg i te d eschi decr itta ti d e ll e ore 18 34, 22 30 e 23 16 d el 18 o tt ob re e d e ll e o re 04. 03, 08.34 , 09 21 e 10 .1 0 del 19 ottob re.

illcrociatore leggero inµ,lese ·Fulmouth ..
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La nuova uscita in mare di grandi navi tedesch e nel novembre 1916 servì invece a proteggere un tentativo di disincagliamento di due U- boo te, andati in secca sui bassifondi dello Jutland . Ancora una vo l ta però non accadde nulla di rilevante , poiché la Grand Fleet preferì nuovamente ignorare la sfida, nonostante la Stanza 40 l'avesse messa al corrente d e lle mosse del nemico. Ne ll 'occasione furono quindi i sommergibili ing le s i - cioè l'arma che avrebbe dovuto essere quella del contendente più debole a mettersi in ev idenza, danneggiando le due corazzate Grosser Kurfurst e Kronprinz .

Anche le sq u adriglie dei cacciatorpe diniere tedeschi delle Fiandre man tennero inalterata la loro pressione all ' imbocca tura della Manica. Essi in fatti effettuarono neg li stess i mesi di ottobre e di novembre 1916 tre i n cursioni contro lo sbarramento di Dover, affondando complessivamen te sette drifters , un piroscafo e due caccia torped i n iere britannici, senza ripo rt are perdite.

Queste ripetute delusioni ·indussero il 28 novembre 1916 l 'Ammiraglia to br itannico a trasferire l'amm iragl io Je ll icoe da l comando della Grand F leet a ll a carica d i Primo Lord del Mare. Ne ll 'occasione il comando della Grand Fleet passò all ' ammiraglio Beatty, che fino ad allora aveva di retto gli incrociatori da battaglia. 9 1

La s t rateg ia navale inglese non subì comunque alcun m iglioramen to da tale scambio di poltrone, anche perché, appena assunto il suo nuovo e prestigioso incarico, Jellicoe si affrettò a confermare le timide direttive che egli aveva emanato il 30 ottobre 1914 e che richieclE;vano a lla Grane! Flee t di m an teners i nella parte centro -setten tr ionale del Mare del Nord . Così facendo, ta le f edele discepolo cli Fisher am m etteva malinconicamente che i com p iti della p iù grande fl otta del mondo dovevano rimanere d ifensivi. 92

Con siffa tt e premesse non si poteva spera re che la se ri e delle delu s ion i britanniche sul mare fosse destinata ad inte rrom pe rsi. Così il 23 gennaio 191 7 gli inglesi persero presso le p roprie coste un a l tro cac ciator p ediniere in u n combattimento contro sim il ari unità nemiche. Quindi tra il ge nnai o e l' ap ril e essi dovettero subire una nuova se ri e di bombardamenti di propri centri cos t ieri ad opera, q u esta volta , di navi so tt ili germaniche.

91 . Jell ic oe J . : La Grand Fleet 1914 1918, Pa r ig i , Payo t , 1929 , p. 433 .

92 . 1\tlarder A. J. : From tbe "Dreadnought " to Scapa Flow, vo i. IV , cit., p. 240 e 254 255 .

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Per fortuna della Royal Navy, ne i pr i mi mesi del 1917 la flotta <li sup erficie tedesca dovette frenare la propria attività ope rativa a benefic io della definitiva campagna sottomar in a in Atlant ico . In fatti i migliori marin ai della Hochseeflotte vennero via via trasferiti sug li U-b oo te e ri m piazzati da elementi provenienti da ll a ri serva navale che, oltre ad essere poco addes tr a ti , erano portatori di idee rivoluzionarie maturate ne gli stab il imenti maritt imi a terra , più fac ilm en te a conta tt o con le turbolente comunità c itt adine.

È a l proposito importante sot t o lin eare che l a ve r a causa dei diso r dini sco pp iati a bordo delle grandi navi tedesche ne l 1918 ri sa li va proprio al suddetto rimpasto negli eq u ipagg i d e ll a Hochseeflotte e non al m alcontento dei suoi marinai p er una presunta l oro " inattività", frutto della fantas ia e del l a propaganda dei vinc itori.

Infatti, nonostante i suddetti e crescenti prob l em i di personale, la Hochseeflotte co m pì nel se t tembre otto br e 1917 u na grande operazio ne offensiva nel Baltico , che si concluse con la conqu is t a di tr e isole russe nel go l fo di Riga, e in viò contemporaneamente due suo i incroc iato ri l egger i , il Brummer e il Bremse, a distrugge re il 17 ottobre t ra la Norveg ia e le Shetland nove p i roscafi e due cacciatorpediniere facenti parte di un convoglio britannico. 93

Un mese d opo, cioè il 16 novembre 1917, due corazzate tedesche e ... quattro incrociatori legger i protessero una vas ta operazione di dragaggio, riuscendo ad eludere anche l 'intervento di sei corazzate, se tt e incrociatori <la b attag li a e o tt o in croc ia tori leggeri inglesi, preavvertiti da l la so li t a Stanza 40, ma troppo cauti per poter se riam ente con trast are il nemico .

La fine de l l ' ann o v id e ancora la Kaiserliche Marine ri port are du e co n temporane i successi contro i traffici avversa r i nel Mare d e l Nord In fatti il 12 dicembre 191 7 qua t tro cacc iator p ediniere tedeschi colarono a pic co s ull e rotte scandin ave un inte r o co n vog lio cli sei piroscafi, oltre ad un cacc i atorped in ie r e e a quattro pescherecci a rm at i (trawlers), mentre a ltre qua tt ro s iluranti germaniche affondarono presso le coste inglesi due mercantili e un traw l er 94

93. P .R.O. , fondo ADM 116, carte lla 1599A: ";Hary Rose ' ' wnuoy incident , 17 October 19.7 7. La Stanza 40 fornì n ella circostanza alcu ne p reventive i n fo rm azioni, che però ve nn ero d ivu lga te in rit ar d o dall'Amm irag l iato .

94. P.R.O., fondoADM 137, ca rte lla 625: 'fl?eScandinavian cunvoy, 12December 1917 Olt re a ciò, il 23 d ice mbr e s u ccessivo 3 ca cci atorpedin ie re in g les i andarono a fon do su min e de po s ita te da sommergibi li l edesch i

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La somma di tali rovesci d e term in ò il 24 dicembre 1917 un nuovo avvicendamento sulla poltrona di Primo Lord del Mare . L' ammiraglio Wemiss sostituì nell 'incarico il mediocre Jellicoe, che ricevette come unico lenimento a l suo esonero, neppure mascherato dalle diplomatiche dimissioni, il titolo di Visconte di Scapa Flow.

Questo cambio al vertice dell 'Ammirag l iato portò in qualche misura ad un incr ememo dell ' aggress iv i tà della Royal Navy, come venne di mostrato soprattutto dall ' ardito attacco cli " commandos " mirante a b loccar e le basi dei sommergibili tedeschi di Zeebrugge e di Ostenda ne ll a notte tra il 22 e il 23 aprile 1918, anche se poi i risu l tati pra tici non furono quelli che Londra si at t endeva. 95

Il giorno seguente la Hochsee fl otte , malgrado la crescen te penuria di equ ipaggi addes tr a ti , replicò con una delle sue ardite missioni in for ze a lu ngo raggio , che poi una certa s to ri ografia ha vo lut o incredibilmente dimenticare o minimizzare . Infatti il 24 apri le 1918 cinque incroc iato ri da bat tag li a e quattro incrociatori legge ri germanici, appog giati alle .spalle da tutte le disponibili corazzate , giunsero addirittura nel le acque norvegesi di Stavanger (ad una latitudine perfino super iore a que ll a di Scapa Flow!) , eludendo la Stanza 40, grazie a ll 'assoluto silenzio radio . Obiettivo di questa nuova incursione tedesca, a tanta distanza dalle bas i nazionali , era ancora una volta un grosso convog li o in tran si to tra il Regno Unito e la penisola scand in ava , che però, per fortuna deg li ing lesi, era stato indicato dal Servizio Informazioni germanico con ven ti quattr ' ore di ri ta rd o e che quindi si sa lvò. 96

L'ultima az ione d i un certo rilievo ne l Mare del Nord fu l'attacco condotto il 19 luglio 1918 da ll a portaerei inglese Furious comro g li hangar dei dirigibili di Tondern , che rappresentò anche la p rim a riuscita incursione d i velivoli navali imbarca ti contro installazioni terrestri .

Dopo altri episodi di poco conto si giunse al 29 ottobre 1918, quan do g li e quip agg i d i alcune grandi navi tedesche, abbondantemente imbevuti d i propagan d a rivoluzionaria, s i rifiutarono di salpare e quindi di eseguire un e.stremo piano aggressivo, che prevedeva un'incursione d ella Hochseeflotte contro il traffico nemico lungo le coste delle fiandre

95 . P.R.0 , fondo ADM 137 , c a rtelle 507 e 508: Zeebrugg e and Ostend blocking ope rations.

96 P.R O. , fondo ADM 137 , ca r tella 1988: High Seas Fleet sortie, 23-25 Apri! 1918. Un somme rg ib ile in g lese dannegg iò i n q u es ta ope ra zione l' i ncroc ia tore da battaglia Moltke , che però r ie ntrò regolarmente alla base .

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MOLTKE

Tncrociatore da battaglia della Marina Imperiale tedesca

CARATIERISTICHE

Dislocamento normale: 22 979 tonn ella te

Dimensioni: lunghe7.za f.t. 186 m. la rghezza 29,5 m iìn m ers ione 8,2 m.

Apparato motore: 4 grupp i d i turb ine P a rso ns; 2/4 ca ldaie Schu ltz Thornycroft; 4 assi po tenza 52 000 HP

Velocità: 25,5 nod i

DATI STORICI

Scala 1·1250

Armamento: X 280 mm., Xll- 150 mm , XII-88 mm ., 4 tls

Protezione: vert ica le max. 270 mm o rizzontale m a x. 50 mm. arma m ento max . 230 m m. to r rio n e m m . 250

Varo: 7 apr il e 1910 Servizio: 30 setr.embre 1911

Autoajfondamento: 21 g iugno 1919

Uno dei più importanti problemi da risolllere per i progelfisti dell'inizio d e l secolo fu quello della disposizione delle ton·i dell'armamento principale, al fine di poter utilizzare contemporaneamente e nel più ampio settore di tiro possibile il maggior numero di bocche da fuoco Per molti anni urto o più impianti jì-trono sistemati a centro nave, sia in asse, sia in coppie poste su lati opposti, ma questa sistemazione ris entiva della presenza delle sovrastrutture che, oltre ad occlu d e re un ampio se/.tore di tiro, potevano essere danneggiate dalle vampe delle cannonate, cosa che riduceva ancora il campo di tiro. Il M oll ke aveva imo degli schemi di armamento tipici della Marina tedesca di quel periodo, che consentiva a sei cannoni di sparare in caccia e ad otto di aprire il Jìtoco in ritirata, di fianco e nei settori intermedi . Il Goeb en , geme llo del Moltke, fu ceduto alla Turchia nell'ouobre 797 4.

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147

FURIOUS

Portoerei dello .\forino hri/01111ica

<{] I D~ 1qfl81io/ I =>

CAHA1TER I STICI IE

Dis/ocame11to 11on11ale: 19.51.3 tonncll:11e

/JiI/W11SiOII i:

lu n gheua f.t. 239,8 m. lunghe zza fra p.p. 228,6 m. larghezza 27 .3 m. immer:,,ione 7 6 m.

DATI STOR I CI

Apparato mo/ore: 4 gruppi turbor i duttori l1rown-Curtis ; "18 ca l da ie Y;:irrow ; /4 a:;s i potenza 9'1.0 00 HP l'e/ocilà: 31 nodi Arma men/o: X 140/50. I V 76 mm .. 16 tls da 533 mm., 16 aerei

Protezione: verticale 76 mm. o rizzonta l e max. 76 mm . torrione 111111 254 111111.

\ 'aro: 15 agosto 1916 Servizio: 26 giugno 191 7 Radiaz ione: 23 gennaio J 9/48

La Furio11s nel corso dei trentadue anni di sen •izio fu pi1ì l'Olle modificata. \ 'arata come ·grande incrociatore leggero da ha/faglia··, armalo con d11e soli can11011i. ma di ben 457 mm . di calibro, e destinata alla protezione dep,li sbarcb1 sulle coste tedescbe progel/ati da Lord Fisber, Primo Lord del ;I/ore durai/l e la prima g11erra mondiale, la Furious venne termi11ata come 11a1Je veloce porla idrovolanti, ruolo cbe poteva svolgere accompagnando la Grand Flee t p,raz ie aliti sua velocità. Sul suo 11ni co ponte, cln si estendeva dalla torre di co mando.fin o tt prora estrema ed era 111ilizzato per i decol li. il Comandc,11te D0wni11g eseftuf nell'agosto 191 7 i primi duP c,ppontc,ggi co11 nave in moto nella storia della mari11a; nel corso del secondo imbardò e scompan•e in mare co11 il suo aereo . Poiché era e1 1ide111e /"11/i/ità di poter recuperare diretlamente sulla 11aue glì aerei mandati 111 /JOlo, ma essendo cbiara U11s1i{(icienza del ponle di prora, la F1trious l'emze modificala ancora con la cos1ruzio11e di 1111 ponte ancbe a poppa, il cbe comporlò lo sbarco della torre poppiera eia 457 mm .: co n questo aspello, cbe fa q11af[(ica come prima p onaerei vera111e111e operaliva della storia 11a1 •afe, la 11ace è rc~(Jìf!.11ra1a nel profi lo . Successivamente, 11 e f 7922- 25, per eliminare f'ingomhro dette sov rastmtture e la /Hr bolenza in Clf)f)On taggio c reata dal.Ji1maiolo. il ponte fu r,,,o continuo 1msfere11do sollocoper/a /e.f1111zioni di coman do e spostando gli scaricbi verso poppa con d11e funghi co11dolli suljìanco della naue. Nel 1938 la nave/11 dotala di 1111a piccola isola sul la/o destro e pttrlecipò attivamente al secondo conj7illo mondiale.

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e perfino all'estuar io del Tamigi. Era il cu l mine della rivolta di s tampo marxista all' i n terno della Kaiserliche Marine, che ebbe le già enunc iate origini e che a i primi giorni di novembre venne anche a conoscenza de g li ingles i. 97

In que ll 'epoca il disord i ne dilagava in tutta la Germania, sollecitan do Berlino a chiedere trattative per un cessa t e il fuoco, che si aprirono in effetti nel v ill agg io francese di Compiegne 1'8 novembre 1918 e si con clusero tre giorni dopo con un arm istiz io. In base ad esso il grosso della Hochseeflotte avrebbe dovuto essere interna to i n porti neutrali, in attesa cl i conoscere la sua definitiva so rt e, che sarebbe stata sancita dal futuro tra tt a to di pace .

Nessuno dei pochissimi St ati ancora non belligeranti si assunse però la responsabilità di osp it are la Hochseeflo tte , cosicché il 21 novembre successivo, mentre g li U boote residui avevano già fatto ro tta per il porto ing lese cli Harwich , il grosso de ll a flotta da ba t taglia tedesca fu pre so i n consegna in mare dalla Grand Fleet britann ica, scortato a Rosyth, disarmato e infine trasferito tre giorn i dopo nell'internamento di Scapa Flow. Tn tutto erano presenti 9 corazzate, 5 incroc ia t ori da battaglia , 7 incrociatori leggeri e 49 cacciatorpediniere , cui si aggiunsero poi a l tre due corazzate, un incrociatore leggero e un cacciatorpediniere. 98

Sette mes i p iù tard i, c ioè il 21 giugno 1919, il Comandante delle unità gerinaniche internate a Scapa Flo·w, viceammirag li o von Reuter, venuto a conoscenza che le clausole della pace cli Versailles prevedevano un ' umiliante spartizione della Hochseeflotte tra i vinc itori , e istruito p re cedentemente da Berlino , ord i nò l'au toa ff ondamento delle sue nav i nella st.essa rada b rit annica . So lt anto la corazzata Baden, g li i ncrocia tori leggeri Fran¾furt, Nurnberg Il ed Ernden 11 e 22 cacciatorpe dini ere f uron o salvati all ' ultimo momento dagli accorre nti drappelli inglesi, che apr iron o anche il fu oco s u g li equipagg i tedesch i, causando nelle loro file 23 tr a morti e feriti. 9 9

Questo gesto cl i sfida al cospe t to d i un nemico v inci tore della gue r ra, ma non certamente trionfa tore nei com b a tti me n t i sui mari, poneva l'ultimo s ig illo alla contesa navale del primo conflitto mondiale .

97 . P R.0 , fondo ADM 137 , ca rtella 4184 : /.og o/ decryp1s o/German naval signals b ea ring on naval mutiny and armistic e, No v emher 1.918

98. Marder A J .: From lhe "Dreadnought" to Scapa Flow, vo i. V: Victoty and a/i.ermath , Londra , Oxfo rd Univers it y Press, 1970, p 183

99 Vds. Reuter L. : Scapa Flow, la tomba della.flotta tedesca, Mi lano, Marangoni , 1 931

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Molti hanno detto e scritto a l proposito che la Gran d Fleet, pur non coprendosi di gloria, avrebbe comunque messo egualmente in ginocchio la Germania, affam.a n dola con il s uo blocco strangolatore. A costoro replichiamo ch ie dendo cosa ne sarebbe del "potere marittimo" se esso dovesse strettamente dipendere dalla resistenza degli Eserciti a terra (e n on v ic eversa), come accadde appunto tra il 1914 e il 1918, qua nd o una minore tenacia difen siva dell e truppe ang lo-francesi sul fronte occ identale avrebbe portato alla sco nfitt a alleata e avrebbe quindi re so completam e nt e inutil e la più g rand e flotta d e l mond o. Infine, ricordando la pru dentissima stra tegia nava le britannica, sa rà anche il caso di chiederci quanto il parsimonioso impiego della medesima Gran Fleet abbia prolunga to anziché abb revi ato la prima guerra mondiale.

Del rest o neppure in campo tattico la Royal Navy potè trarre da ques to co nflitt o q ualch e co n solaz ion e, da l momento che le sue pe rdit e fu rono superior i a qu e lle avversarie sia per qua lit à s ia per tonnellaggio, anche se inferiori nel numero complessivo a causa della grande incidenza ch e s u l totale e bb ero le massicce per dit e deg li U-boot e. No n b isogna po i dimenticare che la Germania affro ntò su l mare anche la Francia , la Ru ssia, il Giappone, l'I t alia e gli Stati Un iti e che quindi alcune sue perdi te nava li furo no dov ute a ll 'azio n e di qu esti avversari. Ecco co mun q u e il ri ep ilogo sta tistico delle unità militari inglesi e tedesche affo ndat e in tutta la guerra.

TIPI rn NAVI AFFONDATE BRlTAN'lTCHE TEDESCHE

Drcadnoughts 2

Predreadnoughts 11 1

Incrociatori da battaglia 3 1

In c roc iatori co razzali 13 6

In croc iatori leggeri 16 17

Monirors 8 -

Caccia torp ed iniere e to rpedini e re 80 122

Sloops o corvette 20 9

Dragamine 26 36

Cannoniere e mocol a nce 53 5

Sommergi bili 58 178

In c rociatori ausiliari 17 16

Navi a usili arie 64 li2

TOTALE 371 433

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La grande novità del primo conflitto mondiale sul mare è stata la crittografia, scienza che , come vedremo, condizionò in mani ing lesi anche la seconda guerra mondiale. Non dobbiamo tuttavia dimen ticare che molti eccellenti risultati ottenuti dalla Stanza 40 tra il 1914 e il 1918 non vennero sfruttati dall'arcaica organizzazione interna dell 'Ammiragliato di Londra, dove Fisher aveva rinforzato il tradizionale accentramento dire ttivo e un'aristocratica conservazione dei privilegi funzionali, che fatalmente portò a l rifiuto dei modern i sistemi di gestione e alla sottovalutazione delle nuove tecnologie. 100

L'incapacità dell'autorità centrale della Royal Navy di rendersi conto che i metodi di guerra stavano evo lvendo, la conseguente mancanza di un ufficio filtro che valutasse e coordinasse il flusso delle infor mazioni cr ittografich e e non, nonché le co l pe cli molti comandanti bri tannici in mare, che non uti li zzarono dovutamente le notizie ad essi co munque pervenute, causarono senza dubbio un prolung amento ciel conflitto, che possiamo va lut are so lo oggidì, grazie al rep erimento e alla pubblicaz ione dei documenti origina li sulle decri ttazioni inglesi.

8 Le conferenze per il disarmo navale tra le due guerre

Una d e lle più ril evanti conseguenze della pace de l 1919 fu la ricerca qa parte degli esausti Paes i v incitori di un sostanzioso disarmo, con partico lare riguardo alla riduzione bilanciata delle costos issime flotte .

Punita duramente a Versailles la Germania per la sua presunta responsabili tà della guerra (articolo 231 del trattato di pace), le cinque grandi Potenze di a llora , cioè Gran Bre t agna, Stati Uniti, Francia, Italia e Giappone, c r edettero di i ntravedere nel futuro un lungo per iodo di pace e conseguentemente si gettarono in programm i di risanamento econom ico e socia le, che rich iedevano drastic i tagli ai ri spe ttivi bilanci militari. lOl

Questa necessità fu particolarmente sentita dalla Gran Bretagna che, pos to termine anche al suo discusso intervento militare in Russia con tro il giovane regime bolscevico, adottò una rigorosa politica finanz ia ria, completando di conseguenza nel primo decennio del dopoguerra

100. Vds Pollen A. : The Navy in battle, Lo n d ra, ChaLLO & Windus, 191 9 e Sumi da J. T.: In defence ofnavalsupremacy, Bosto n , Unwi n Hyman, 1989.

101 Per la d iscussione sulla leg itt im i tà dell ' art. 231 del tra tta to di Versa illes cfr. Koch H. \Y/ .: The urigins of the.first world war, Londra, Macmillan, 1984, p. 4- 29

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so ltanto una grande n ave co razzata impostata durante il conflitto, cioè l'incrociatore da battaglia Hood, entrato in linea nel 1920. 10 2

La sensibilissima contrazione delle spese militari inglesi rese però molto probabile un so rpasso navale americano a breve scadenza, per scongiurare il quale Londra gettò abilmente sulla bilancia dei propri rapporti con Washington la vecchia e scottante questione dell'alleanza anglo-giap ponese ciel 1902 , che tant e inquietudin i aveva sollevato negli Stat i Uniti. L'acco rcio cioè ven iva ricercato s u Il e seguenti basi: larga attenuazio ne dei legami che Londra aveva con Tokio - contestati del resto anche dai Dominions dell'Australia e della Nuova Zelanda -e corrispondente rinuncia americana a supera re in potenza la Royal Navy, il tutto sanzionato da un patto in ternaz ionale per la riduzione generale degli armamenti navali.

Grazie alle suddette intese prev en tive, nel lugl io 1921 il presidente Hardin g si fece promotore di un a co nfer enza tra le c inqu e g randi Potenze navali del periodo, cioè Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone, Francia e Italia (che costituivano anche i principali Paesi vincitori della prim a guerra mondiale), allo scopo d i fis sa re i limiti massimi qua li ta ti vi e quantitativi cli ciascuna flotta eia battaglia e di g iungere ad un accordo generale in Estremo Oriente e nel Pacifico. 103

La co nferen;;~a si svolse a Washington tr a il 12 nov emb re 1921 e il 6 febbraio 1922 e sa ncì quattro tipi di acco rdi.

La prima intesa stabilì una graduatoria delle suddette cinque Potenze navali, fissando per ciascuna di esse un mas s imo tonnel laggio g lobale d i cora zza te e portaere i, da raggiungere entr o il 1931. Più in parti co lare , in quella data, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti avrebbero potuto allineare solo 525.000 tonnellate di naviglio corazzato e 135.000 tonnella te di portaerei, il Gia pp one 315 .000 tonnellate cli navi corazzate e 81.000 tonnell ate di portaere i e infine la Francia e l'Italia 175. 000 tonnellate di unità corazzate e 60.000 tonnellate cli portaerei. Tutte quelle corazzate o port aerei già in se rvizio o in corso di costruiione che avess<;ro fatto eccedere nel 1931 tali limi ti q uantit ativi dov eva no ess e re demo lit e .

Il secondo accordo rigu ardò in vece le limitazioni qualitative, che sta bilivano il massimo calibro dei cannoni e il mass imo ton nellag gio per

102. Roskill S. W.: Nat•af policy between the wars, Greenwich, Conway Mariti me Press, 1978, p, 2

103. Bernardi G.: Il disarmo navale fra le due guerre mondiali, l {oma, Ufficio Sto rico ddla Marina militare , 1975, p. 38-39.

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le principali unità. Così le future corazzate non avrebbero potuto imbarcare bocche da fuoco di diametro superiore ai 406 mm, né eccedere le 35.000 tonne ll ate di dislocamento "standard" (consistente ne l peso in tonnellate metriche della nave pronta a salpare , ma priva di combust ib ile e di acqua di riserva per le caldaie). Da parte loro le portae rei non avrebbero potuto montare artiglierie di ca lib ro superio re ai 203 m m e dis locare più cli 27.000 tonnellate "standard " (po i e levate a 33.000 tonn. a beneficio deg li americani). 1 04

La terza intesa raggiun ta a Washington istituì una cosiddetta "vacanza navale" d i dieci anni, duran te la quale non po tevano esse re imp ostate nuove corazzate, né comunque un ità superiori alle 10 .000 tonnella te di dislocamento "standard" . Quest' ultima li mitazione dette quindi origine ad una corsa verso un nuovo ti po di incrociatore da 10.000 tonnella te chiamato appun to "incrociatore ti po Washington" oppure "i ncrocia tore pesante" che venne ar m ato con cannoni da 293 mm, cioè con lo stesso ca li bro massimo consent it o per le portaerei.

Un'eccezione fu fatta in questo campo a vantaggio dell' It alia e del la Francia che, per motivi di ri pianamento e di ri allineamento delle rispet ti ve flotte da battaglia, videro ridotta ta le loro "vacanza navale" a sei ann i . I nol tr e il Giappone venne autorizza to ecceziona l men te a conservare la co razzata lvlutsu, po iché essa era stata quasi interamen te co strn~ ta grazie ad una sottoscrizione popolare, che non si voleva van ificare. Conseguentemente , per mantenere inalterate le di stanze con l'Impero nippon ico , anche la Gran Bretagna po té impostare sub it o e completare nel 1927 le due nuove co razzate Nelson e Rodneyda 33 .900 tonnellate, mentre gli Sta ti Uniti ottennero il permesso cli far entrare in li nea nel 1923 le g ià varate Colorado e West Virginia. 10 5

I l quarto ed ultimo tipo di accordo raggiunto nella conferenza cli Was hingt on fu di cara tt ere diplomatico e non militare e consiste tt e nel supera m e nto dell'ormai scomoda alleanza bilaterale ang lo nipponica . Quest'ultimo trattato del 1902 fu sostituito infatti sia da un "patto a quattro" fr a Gran Bretagna, Giappone, St ati Unir.i e Francia, che garantiva genericamente lo status quo ne l Pacifico , sia da un "p atto a nove " , che

104. Conference on the Limitation ofarmament

Washington. Section Il: replace,nent cmd scrapping o/capitai ships, Washington 1922 , p 1592-1598.

105 . P.R .0 . , fondo ADM 116, ca rtel le 2 149 e 2150: Washington con.ference 1927 1922 , carre ll a 3165 \Kiashington conference and its ejJect on the iinperial naval policy and co operation con.sideree! by the Commitlee of Imperia! Defence e ca rtelle da 344 5 a 34 49: \Klasbington conference: limitations ofnaval armament 1927 -7 922.

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comprendeva le suddette quattro Potenze più la Cina, l'Italia, il Be lgio , l'Olanda e il Portogallo e che a sua volta sanciva il mantenimento dell'integri tà territoriale della Cina ·stessa , pur nel rispetto dei trattati po litici e commerciali pre es istenti.

Il Giappone venne po i invitato ad evacuare là peniso la cinese dello Shantung e a non insta ll are nuove fortificaz ion i nei suo i terri tori in sulari ne l Pacifico, rappresentati dalle ex co lonie tedesche delle Caroline, delle Mars ha ll e delle Marianne, che la Società de ll e Nazioni aveva assegna to a To ldo "in mandato fid uciario". In consideraz ione di qu es te imp os izioni, del vo l tafaccia dell'ex allea to i nglese e de l confinamento del la Marina imp eria le al terzo posto nella gradua toria mondiale s i può ben d i re ·che il Giappone s ia stato il vero sconfitto della conferenza di Washington. Prevedibili furono qu i ndi i successivi disordin i all'interno di questo Paese, ispirati dai partiti d i estrema des tra che, con la loro pro gress iva affermazion e, impedirono proprio la tanto invocata pacificazion e dell'Estremo Oriente su cu i puntavano le Potenze occidentali e sop rattutt o g li Stati Uniti. 106

Un'altra Nazione sconfitta eia questa politica d i disarmo navale fu la Franc ia, che protes tò lungamente, ma inu tilmente per essere stata relegata nella gradua toria delle Potenze na v ali alla pari dell 'Italia, con 175.000 tonnellate di corazzate e 60.000 tonnellate di portaerei, sebbene Parigi avesse da difendere un impero co loniale e d interessi internazionali in dubbiamen te più vasti d i quelli italiani.

Da parre sua la Gran Bretagna limitò al massimo i dann i, evitando il "sorpasso" navale da pa rt e deg li Stati Uniti ed accon te nt andosi di con dividere con essi il primo p os t o nella graduatoria mondia le delle fl otte d a battag lia. Di contro, per ironia della so r te, Londra dovette smantel lare buona parte di que ll a Grand Flee t che l'a mmiraglio J e lli coe aveva così prudenteme nte preservato da ll e insidie tedesche e non r iuscì a far approvare dalla conferenza la sua p ropos t a d i mettere al bando i minacciosi som m e rgibili .

Pertanto i ve ri trionfa tori della conferenza cli Washington furono g li Stati Un iti, per g li evident i vantagg i o tt en uti in campo nava le e d i plomatico , nonché l' Italia , che ottenne addirittura d i più di quanto previsto, cioè la cosiddetta "parità navale" co n la Francia in tema di corazzate e portaerei. Occorre al proposito ricordare che, nonostante questa concessione

106. Tay lo r A. J. P. : Le origini della seconda guerra mondiale, Ba ri, Laterza, 196 1 , p 1 28 129.

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non sia s tata po i effettivamente sfrutta ta da Roma con adegua te costruzioni navali e s ia rimasta unicamen te sulla carta, l'indubbio prestigio internazionale così acquisito dette forza alla politica estera italiana pro prio a lla vigilia dell'avvento di Mussolini al potere . 107

* * * * *

Come abbiamo visto, la conferenza di Washing ton del 1921 1922 non prese in esame la limit az ione delle navi di medio e piccolo dis locamento. Negli anni success ivi pertanto si accese una nuova disputa tra Sta ti Uniti e Gran Bretagna imperniata sulla disponibilità degli incrociatori, essendo Londra interessata ad un gran numero di tali unità per eserc itare il con tr ollo sulle vaste v ie cli comunicazione facent i capo al suo immenso impero colonia le, ed essendo Was hi ng t on int enzionata a ragg iu ngere una parità na vale con il Regno Un it o anche ne l tonnellaggio globale delle na vi eia guerra minori

Dopo un inutile d ibattito nella conferenza di Ginevra del 1927, tale questione fu risolta da un accor d o bilaterale cie l 1929, sanziona t o poi nell 'appos ita conferenza nava le cli Londra del gennaio aprile 1930, alla quale non presero parte la Franc ia e l'Italia, in perdurante po lem ica su i principi della "pa rit à na va le". Le tre residue Potenze pa rt ec ipant i sancirono quindi l'estensione a tutte le categorie di nav ig li o dei coefficienti di re lativi tà concordat i a Washington nel 1922 pe r le corazzate e le p or taerei . All a Royal Navy fu però concesso un liev issimo vantagg io nel di s locamento glo b ale deg li incrociatori e a ll a Marina giapponese il diritt o ad una fl otta so t tomarina pa ri alle a l tre due . Più in particolare nella conferenza di Londra furono stabiliti i seguenti tonnellaggi complessivi massimi per i tipi d i unità cli medio e piccolo dis locamento.

Incrociator i con cannoni da 203 mm 180 .000 146 .800 108.000 rncrociacori con cannoni da 155 mm 143 500 192 200 100 000

Cacc iato rp con cannoni da 130 m m 150 00 0 150 .000 105 .500 Somme rg ibi l i con cannoni da 130 mm 52 700 52 .700 52.700

107. Bernarcli G. : La dibattuta questione della parità navale tra Italia e Francia nel periodo tra le due guerre mondiali , in "Rev u e i nterna ti o n ale d' h is to i re m i lit a i re", n . 39, 1978

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O l tre a ll e suddette limitazioni quantitative, le tre Potenze oceaniche decisero anche di estendere fino al 1936 la cosiddetta "vacanza navale" nella costruzione di nuove corazzate e di non realizzare cacciatorpedi niere e sommergibili di dislocamento unitario superiore rispettivamen te alle 1.850 e alle 2.000 tonnellate, con l'eccezione cli soli tre sommergibi li per ogni flot ta che potevano dis locare singolarmente fino a 2.800 tonnellate.

La conferenza di Londra del 1930 segnò pertanto il definitivo tramonto della secolare egemonia nava le inglese in tutti i tipi di unità da guerra, ma dette anche origine ad una crescente intesa tra Gran Bretagna e Stati Uniti, dopo l unghi anni di dissidi, di sospetti e di rancori. 108

Gli Ann i Trenta segnarono purtroppo il fall imen to sia dei tentativi per un disarmo genera le tr idimensionale sia di quelli per comporre la controversia franco -italiana sulla parità nava le . L'orizzonte politico mondia le poi s i oscurò ulteriormente quando il Giappone, in risposta a ll a condanna internazionale per la sua invasione della Manciuria nel 1931 , annùllò nel 1934 tutti gli accordi navali prees is tent i e quando Hitler denunciò nel 1935 le clauso le militar i de l t ra ttato di pace di Versailles 109

Gli ing lesi, i francesi e gli ita liani (già con Mussolini al potere dall ' ot tobre 1922) reagirono al p ericolo di un riarmo incontrollato de ll a German ia nazista, confermando nella conferenza di Stresa dell ' aprile 1935 le risultanze de l punitivo trattato di pace del 1919 e.impegnandos i agarantire gli equi li bri europei concordati nell ' immed iato dopoguerra.

Tuttav ia il cos iddetto "fron te di St resa" venne immed iatamente reso vano da i contrasti so ll eva r. i t ra i v i nci tor i del primo confli t. to mon diale , da ll ' i nvasione italiana dell'E ti opia de' ] 3 o tt obre di quell'anno e, ancor pr i ma, da ll 'incredibile intesa nava le ang lo -tedesca del 18 giugno (pat t o Hoare Ribbentrop) . Con quest ' ult imo accordo la preoccupata Lon d ra ten t ò infatti ingenuamente di addomesticare Hitler, giungendo a d acconsentire che l a Germania possedesse una flotta cli supe r fic ie

108 . Minardi S.: MacDonald e la fine dell 'egemonia navale britannica , Ca lcanissett a Roma, Sciascia, 1978, p 155-158

109 Hit ler sa lì lega lm ente a l potere v incendo le elezioni de l 1932 e ve n e n do ele tto Cancelliere del Re ie h il 30 ge n na io 1933 Egli po i r icevette nell'agosro l 934 a n che la carica d i Pres ide nt e della Repubblica dopo la morte d i H in dembu rg, d i ventando da allora l'indisc u sso autocrate della Germania.

* * * * *
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pari al 35% di quella britannica, nonché una flotta subacquea pari al 4 5% e, in determinate e concordate circostanze , addirittura al 100% di quella inglese. 11 0

Fortunatamente Hitler si avva lse di tale diritto di costruire una flotta d i sommergibili pari a quella britannica con un certo ritardo, cioè sol tanto nel dicembre 1938 , vale a d ir e otto mesi prima d i scatenare l'invas ione della Po lon ia e con essa la seconda guerra mondiale .

Come se nulla fosse accadu t o e come se Hitler fosse un pac ifico vil leggiante svizzero, il 9 dicembre di quello stesso 1935 si aprì a Londra l'ultima conferenza internazionale sulla limitazione degli armamenti navali , che concluse poi i suoi lavori il 25 marzo 1936. Essa, o l tre a reg is trare l'astensione dell'Italia e l'abbandono de i lavor i da parte del sem pre più aggressivo e scontento Giappone, liberalizzò quanti tativamen te l e costruzioni navali, lasciando cioè che ciascuna N azione si dotasse della flotta ritenuta più idonea, a patto che fossero internaziona l mente notificati i reciproci programmi annuali e che fossero rispettati i vinco li qualitativi Ne ll a circostanza questi ultimi vennero assoggettati ad una restrizione, con l'abbassamento da 406 a 356 mm del calibro massimo delle ar ti g li e ri e principali e con la riduzione da 27 000 (o 33 000) ton ne ll ate a 23 .000 t onne ll ate del dislocamento unitario massimo delle portaerei. Di contro fu eleva to so ltan to il dislocamento unitario massi mo ctei cacciatorpediniere , che passò da 1. 850 a 3.000 tonne ll ate. 1 11

Tra questa conferenza e l' apertura delle ostilità in Europa il 1° set tembre 1939, quando ogni Marina riprese una completa libertà di svilupp o quant i tativo e qualitativo, si registrarono a ltr e prese di pvsizione in campo int ernaziona le Così la Germania prima aderì alle limit a zioni qualitative nel lu g li o 1937 e poi denunciò tali accordi nell'aprile 1939, me ntr e l'Unione Sovietica, la Polonia e l'Italia sottoscrissero lo stesso tra ttato di Londra del 1936 rispettivamente nel lugli o 19 37 e nell'aprile e dicembre 1938

110. P R.O. , fo n do ADM 1 16, ca r telle 3368, 3369, 3377 e 3378: Anglo-German naval agreement.

11 1. P.R.O ., fo n do ADM 116 , cartelle 3312 , 3313 e 3332 : London naval conference 19351936 e carte ll e eia 3373 a 3376 : Naval limitation and di sarmament: London na val conference 7935 1936.

157

LA SECONDA GUERRA MONDIALE

111 Fase: 1939 -1941

1 L'eredità della Stanza 40: i'ULTRA Intelligence britannico

Al termine della prima guerra mondiale il Servizio segreto inglese non smobil itò comp letamente le sue r isorse, al contrario delle forze operative di Sua Maestà, e fece sapientemente tesoro dell'acqu isi ta esperienza crit tografica, rivolta soprattutto a beneficio della Marina . A tale proposito la Stanza 4 0 d ivenne nel 1919 il modello ispiratore di un nuovo e più vasto organismo, chiamato "Government Code and Cipher School" (G C.& C.S ), che nel 1923 fu posto alle dipendenze del Secret lntelligence Service (SIS) e venne suddiviso ne ll e tre sezioni de ll 'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica. Si tra ttava quindi d i un uffic io crittografico non so lo navale , come era stata la Stanza 40, ma al .servi zio di tutte e tre l,e Forze Armate e che allo scoppio della seconda guerra mondial e fu ubicato nella cittadina di Bletchley, a c i rca 80 chilometri a nord del la capitale britannica, e precisamente in un'isolata residenza di campa gna chiamata Ble tchley Park . 1 Dobbiamo subito avvertire che la precisa attività crittografica della "Government Code and Cipher Schoo l" d i Bletch ley Park durante il se condo confli tt o mondiale , che costituì il cosiddetto ULTRA I n telligence britannico e che fu dire tt a così pesantemente sia contro le Forze Armate tedesche sia contro que ll e italiane e soprattutto contro la Reg ia Marina, è rimasta ignora ta fino a l marzo 1981, mese in cui venne pubblicato il nostro vo l ume "Il vero tra d itore", che ha m os t rato per la p rima volta i documenti segreti di tale o rganismo. 2

1. P .R.0. , fondo ADM 1, cartella 8637/ 55 : Formation o.fthe Codeand Cipher School and its subsequent housing Placed under th e direction of the Chie.fofthe Secret Service. Decemher 1923 e ca rtella 9792 : Naval Intelligence in wartime.

2. Santoni A. : Il vero traditore: il ruolo documentato di ULTRA nella guerra del Mediterraneo , Mi lano, Mursia, 1981, tradotto e pubblicato anche in German ia con nl tit o lo d i Ultra siegt im Mittelmeer, Cob le n za, Bernard und Graefe, 1985

CAPITOLO III
1 59

Due modelli delle macchine c(/ì·anti tNICMA, impiegate anche dalla Marina italiana nella seconda guerra mondiale e che furono regolarmente violate dall 'organizzazione britannica ULTRA Jntelligence (foto dell'autore nello Smithsonian ln stilulion di Washington)

Fino ad allora infa tti si erano lette negli Anni Settanta solo alcune vaghe e spesso fuorvian ti affermazioni da parte di un paio di ex funzionari del SIS inglese, la cui inaffidabile memoria è emersa poi in tutta la sua ev idenza dal confronto con la documentazione ufficiale da noi reperita negli archivi di Londra. 3

Tra le du e guerre mondiali i s istemi di cifratura dei messaggi subiro no un notevole perfezionamento , grazie soprattutto all'introduzione cl i macchine cifranti elettromeccaniche, per lo più portati li , le più impor

3 Tra questi inattendibili resoconti il più famoso è stato il brev e libro d i memorie del ca pita no della Ro y al Air Force Wi nterbotham F \'>?.: The Ult ra Secret, Londra, \Veidenfeld and Nicho lson, 1974. Seguirono i lib ri pariment i non docurnenrati di 13eesly P.: VerySpecial!ntelligence, Londra, Hamis h I-Iamilton, 1977 e d i Lewin R.: Ultragoes to war, Londra , Hu tchinso n, 1978. Molto più attendibili e d accurat i, sebbene limitat i a l campo strategico e pochiss imo i nt e ressa ti a quello tattico, sono srnr i poi i cin que volumi ufficiali de ll ' Her Majesty's Sta t ione r y Office su l British Jntelligence in the second world war, comp ilati dal profe ssor H in sley F. H. e da altr i autor i. Di essi i volumi II e III, apparsi a Londra nel sette mbre 1981 e nel g iu gno 1984, sono quelli che più inte ressano la guerra del Med it erraneo, co n fermando totalmente quanto noi avevamo precedentemente scoperto e pubb li cato ne l ma rzo de l 1981.

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tan ti de ll e quali furono !'ENIGMA tedesca e l'HAGELIN svedese, ambe due usa te nel secondo confli tto mondia le anche dalla Marina italiana. 4

Queste macchine, con il semplice spostamen.to di allacciamenti elettri ci e cl i ro t or i meccanici collegati tra loro la cui pos i zione iniz ia le identificava la "chiave" periodica sviluppavano un numero di com binazioni cifranti talmente elevato (cioè dell'ordine di mi li ardi) che an che la cattura di un loro esemp lare da parte del n emico non avrebbe garanti t o la tempestiva soluzione del corrente prodotto anagrammato . Del resto s ia le ENIGMA che le HAGELIN erano "in libera vend ita" fin dagli Anni Venti e furono acquista te ed u tili zza t e in guerra da molte Naz ioni con t rapposte (Germania, Italia, Stati Uniti, Giappone e Po lonia) senza alcun pericolo d i produrre, come r isu l ta t o, messaggi cifrati vicen d evo l mente comprensibili .

D i conseguenza non sono da prendere sul serio le fantas ti cherie su rocambolesche "ricostruzioni" di ENIGMA tedesche da parte degli avversari de ll 'Asse, perché bastava girare l'ango lo de ll a strada per acqui starne un esemplare. Il vero problema per i decrittatori nemici in ascolto r isiedeva invece nell'identificare in poche ore la "chiave" cifrante usa ta que l giorno dall'ENIGMA o dall'HAGELIN di un determinato Comando germanico o italiano.

A tale proposito, colui che fosse riuscito a captare nell'etere un radiomessagg io prodotto dalle suddette macchine cifranti e che deside rasse interpretarlo in tempo utile non aveva altra scelta che rea li zzare opposte e sofis ti cate macchine "decritta nti". Solo con esse infatti egli avrebbe potuto risolvere tempestivamente i numerosissim i calco li di probabil it à, fino a trova re la "chiave " interpretativa e quindi a mettere in ch iaro l' i ntero dispaccio intercettato.

I primi studi i n t es i ad affrontare scientificamente gli anagrammi delle macchine cifran t i ENIGMA vennero condotti in Polonia, Franc ia e Gran Bretagna negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mond ia le . Qu i ndi la re p entina e li m inaz ione dalla scena be ll ica di Polonia e Franc ia t ra il 1939 e il 1940 l asciò a l so lo Regno Unito l'onere di risolvere defin iti vamente il p roblema . E fu propr io in q u esto frangente che

4 La Marina ita lian a aveva già preso i n pres t ito durante hl guerra civ il e s pag no la se tte macchine cifranti EN IGMA, da l cu i sodd isfacente re ndime nto nacque poi l a decisione d i acq ui slarne def in it iv ame nt e al t ri esem pl ar i , insieme ad un certo numero di macc hi ne HAGELIN. Cfr. Bargo n i F. : L'impegno navale italiano durante la guer ra civile spagnola (1936-1939), Roma, Ufficio Scor ico de ll a Marina m i litare, 1992 , p 272 275.

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si dimostrarono di grande utilità per Londra sia le esperienze crittografiche della Stanza 40, sia il lavoro di alcuni matematici polacchi rifugiatisi in Inghi l terra. 5

Il tangibile risultato fu l'installazione nella G.C. & C.S., nel maggio 1940, del primo di una serie di avanzatissimi calcolatori elettromeccanici chiamati "bombes", ideati e manovrati da uno staff di scienziati e di espe rti crittografi civili e militari. Da quel mese iniziò pertanto ad ope rare a Bletchley Park il cosiddetto ULTRA Inte lli gence britannico , che prima di tutto si procurò informazioni su ll'at tiv ità dei ve li vo li tedeschi ne ll ' intrapresa ba tt aglia aerea d'Inghilterra , decrittando con le prime "bombes " un crescente numero cli radiomessaggi della Luftwaffe cifrati sulle macchine ENIGMA

I dispacci della Marina e dell'Esercito d el Terzo Reic h , cifrati su mo delli più sofisticati dell'ENIGMA, cominciarono invece ad esse re interpretati dagli uomini e dai calcolatori della "Government Code and Cipher School" a partire rispettivamente pal marzo e dal settembre 1941.

Ne l frattempo, e precisamente dall'ottobre 1940, l'organizzazione cli B letchley Park aveva conseguito i prim i successi crittog rafi c i ai danni della Regia Marina italiana, sces a in guerra da appena quattro mesi, "penetrando" inn anzi tutto le radiocomunicazioni riguardanti la nostra flotta sottomarina. In ciò g li inglesi furono inizialmente agevolati dalla cat tura di codici e cifrari a bordo dei sommergibili italiani Galilei, Uehi Sceheli e Durho, arresisi a l nemico tra il giugno e appunto l'ottohre 1940. 6

Come vedremo nel prossimo sesto paragrafo, il primo sostanzioso successo crittografico inglese ai danni della vera e propria flotta da battaglia italiana avvenne in occasione del funesto episodio di Capo Mata pan del marzo 1941, grazie all'interpretazione di alcuni nostri radiocifrati redatti sull'ENIGMA cli Supermarina (Comando Supremo della Regia Marina a Roma). Ne l giugno dello s t esso anno infine iniziarono le decrittazioni br i tanniche delle radiocomunicazioni de ll a Marina it a liana concernenti i movimenti dei convogli diretti in Lib ia e cifrate prevale nt eme nte sulle similari macchine HAGELIN C.38.

5. Vds. Kozaczuk \'</.: Ceheimoperation "Wic her": Polnische Matbematiker knacken den deutschen Funkschlussel ENI GMA, Cob lenza, Bernard umi Graefe, 1989

6. Archivio dell ' Ufficio Sto ri co della Marina Militare (A.U.S M.M.) , fondo "Sommerg ibili", car telle Galileo Galilei, Uehi Sceheli e Durbo e fondo "Commis sion i di inchiesta spe ciali", cartelle C.I.S. 60, 61 e 69. Inoltre P . R.O., fondo ADM 199 , carte lla 136: liast Indies Station, attacks on Italian U boats: reports e fondo ADl'vl 223, ca rt ella 75 : Admiralty signal rnessages "F" series, 14July 1940 4 J\llarch 1941 , d ocumento F.103.

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Nel corso delle operazioni navali nel Mediterraneo quindi g li in glesi si avvalsero soprattutto delle decrittazioni dei radiocifrat i della nostra Marina che, catalogate da essi con la sigla ZTPI, ammontarono a 37 .800 nel solo periodo giugno 1941 - settembre 1943 . A queste decrittazioni ne debbono poi essere aggiunte numerose altre, sempre ricavate eia radiomessaggi italiani e che furono siglate dagli inglesi i n a lt ro modo (tra cui proprio quelle relative all'operazione di Matapan) o che, in misura m in ore, furono ottenute dal successivo traffico rad io tedesco nel Mediterraneo, e lencato ZTPGM. 7

Indubbiamente questa e levatissima produttiv it à di B letch ley Park rese ancor più arduo il compito delle Forze Armate it a li ane e di quelle tedesche e rese possibi le la resistenza inglese nei momenti in cui tutto sembrava indicare un fa tale crollo br itanni co . Quello che ci sembra inoltre rilevante e che ha rispecchiato la s itua zione ver ific a tasi nel 1914-1918, è stata l 'assolu ta inconsapevolezza dei nemici di turno del Regno Unito di essere costantemente bersagliati da siffa tto "Special Intelligence".

Una pr i ma motivazione di tale insipienza risiedeva nell'arrogante si curezza costantemente riposta nei propri metodi dai regimi autor itari, che nel caso in questione non abbandonarono mai la loro totale fiducia nell'impenetrabilità delle macchine cifranti ENIGMA ed HAGELIN. Una seconda e più significativa spiegazione ci viene data dalla particolare 1Sura con la quale gli inglesi utilizzavano le segre tissime d ecrittazioni ULTRA, preferendo spesso non sfruttarle se non era possibile masche rarlle preventivamente sotto altri tipi cli informa zione. Ad esempio, do po aver avuto notizia da Bletchley Park dei tempi di moto, della rotta e della destinazione cli un convoglio it a li ano, gli ingl esi inviavano su cli esso un ricognitore aereo, allo sco po precipuo di d are ai nostri equ ipaggi l'impr essione cli essere sta ti scoperti dall ' onnipresente vigi lanza nemica. Qualora ta le aereo ricognitore non fosse stato in grado cli com piere fino in fondo la sua missione "diversiva", il Comando britannico decideva, pur a malincuor e, di non utilizzare le preziose informazi oni crittografic h e ed evitava quindi di attaccare il convoglio segna lato. 8

7. P.R .O., fondo DEFE 3, carte ll e da 832 a 870 : Teleprinted translations of decrypted !talian naval trCl;ffic. ZTPI series .fune 1941 September 7943

8. P.R.O., fondo AIR 40 , cartella 2323 : The use of "U" in the Mediterranean and northwest African theatres o.f war, p . 2 e Santoni A. : The l talian Nat~y at tbe outbreak o.f tbe second wor!d war and the in)luence o.f the British UL'f'NA lntelligence on the Mediterranean operations , relazione tenuta presso l' Accademia n ava le ame r icana cl i An11apolis il 13 settembn.: 1991 in occasione de l "Te11ch Nava l I-Iistory Sympos ium".

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La segretezza mantenuta fino al 1981 sull'operatività dell ' ULTRA Intelligence inglese influì anche sui giudizi postbellici concernenti la condotta operativa della Marina italiana, con la proliferazione di inquietanti interrogativi e cli illazioni sui numeros i agguati ai danni dei nostri convogli e sulla ripetuta immunità goduta da quelle navi che invece all ' ultimo momen to e per vari motivi deviavano dalla rotta prescr itta da Roma. Oggi sappiamo la ver it à e conseguentemente non abbiamo più bisogno cli correre dietro ai fantasmi né di appellarci ad alcune giustificazioni fran camente un po ' forzate e ripetute per decenni con troppa enfasi, come quelle relative alla mancanza di radar e di portaerei nella Regia Marina , argomenti ç:he esamineremo in profondità nel prossimo terzo paragrafo

2 La guerra corsara sugli oceani e la missione della corazzata Bismarck

Come le era già accaduto nel 1914, la Marina germanica si trovò nel set tembre 1939, cioè a ll'inizio della seconda guerra mondia le, in pos sesso di pochissimi sommergibili , esattamente 57, cli cui solo 26 impiegabi li i n Atlantico, mentre, a tito lo di paragone, bisogna ricordare che la Marina italiana allineava in quell 'e poca già un centinaio cli battelli su bacquei , che sarebbero divenuti 113 alla data del nostro intervento n e l conflitto (giugno 1940). Tale svantaggio della Germania era dovuto alla tardiva ricos tru zione della propria flotta sottomarina dopo la denunc ia delle clausole militari del trattato di pace di Versailles e l'accennato accorcio navale Hoare - Ribbentrop ciel giugno 1935. 9

Se però la componente subacquea tedesca ebbe poi un notevo li ss i mo svi lupp o nel corso del secondo conflitto mondiale, la flotta di superficie del Terzo Reich rimase uno strumen to incompiuto , basato su buo ne ma poche unità. Ciò perché la sua r inascita , affidata al cosidde tt o "pia no Z", era appena a ll e or igini quan d o Hitler nel settembre 1939 attaccò la Polonia , determinando l' int ervento del Regno U nito e della Francia e quindi l' inizi o de ll a seconda guerra mondiale.

A corto pe rc iò inizialmente di sommergibili e perennemente dina vi di superficie, la Kriegsmarine stimò conveniente rinnovare l'ant ica stra t egia navale de ll a guerra da corsa, impiegando cioè contro le li nee d i traffico nemiche le poche grandi navi disponibili. Le prime di esse a

9 Santon i A.: Guen·a segreta sui/i Oceani.- !'ULTRA britannico e i corsari tedeschi, Mila n o, Mu rs ia, 1984 , p. 11-12.

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ADMIRAL GRAF SPEE

Corazzata "tasca bile " della Marina tedesca

Scala 1:1250

CAR,\TTERISTICliE

Dislocamento standard: 12.100 r.o nncllate

Dimensioni: lunghezza f. t. 186 m. lung h ezza fra p p 18 1 ,7 m. h!.,1"ghezza 21 ,6 m immers ione 7,4 m

Appamto motore: 8 motori diese l MAN a 9 c ili ndri ; 2 ass i po tenza 52.050 IiP Velocità: 28 nod i

Armamento: VI 280/ 54,5, V lll-1 50/55 , Vl -105 / 65, VTTT -37 mm ., 11 20 mm . , 8 tls da 533 mm

Protezione: ve rti ca le ma x 80 111111. o rizzoma le 45 mm a rm a m ento max 140 mm. torr ione m m. 150

Varo: 30 g iugno 1934 Servizio: 6 gennaio 1936

Perdita· 1 ì d icembre 1939

DATI STOR I CI

LaGraf Spee face va parte di una classe di tre unità con l'Admiral Scheer e laDeutschland, definite co razzate "ta scabili" per le loro caratteristiche ridotte se paragonate a quelle delle coraz zate tradizi onali. in rispetto delle clausole del Tratta to di Pace, che limita vano il tonnellaggio massimo delle navi tedesche di nuova costntzione . Progettate per la guerra oceanica da corsa, sacrijìcavano la protezione a vantaggio dell'autonomia e disponevano di un armamento di 6 cannoni da 280 mm., una potenza di.fuoco noteuole in relazione ad un dislocamento dichiara to di sole 10 000 tonnellate La Graf Spee compì una famosa c rociera nell'oceano Atlantico e ne/l'oceano Indiano durante i primi mesi di guerra; danneggiata dallo scontro con tre incrocia tori leggeri britannici, si rifugiò a Montevideo, dove, bloccata dalle navi nemiche, si autoajfondò.

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UI :J Q s ""°' à 1 1 I ; J. / \ I ,, I )~ I I I of .// 2+ "' o\ 161 \ a. \ IO \ "' ' i l \ J I l \ l o :J a ( "' 5 i i lii • _.,,, l I o · ,. .....-.. )', 0 f \ o/ ' . . \., 1 \ \ \ \ \ \\ \ ,ir' g\ il S\ . I \ / ...., o s Ha/taglia del Rio d e la Plata 13 dicembre 1939 166

Corazzata tasca bile "Deutsch!and''

prendere il mare con tale obiettivo furono le tre cosiddette "corazzate tasc ab ili '. da 12 .000 tonnellate, cioè la Deutschland, l'Ad miral GrafSpee e 1'Admiral Sch ee r, che pur essendo sta te costr uit e in base a ll e li m ita zion'i imposte dal trattato di pace cli Versailles , disponevano di un buon a rm amento (6 cannoni da 280 mm e 8 da 150 mm) e soprattutto di un ' elevata autonomia, ga rantil a eia apparaLi mo tori Diesel e indispens ab ile nelle m ission i co rsare.

11 3 settembre 1939, quando Francia e Gran Bretagna intervennero nel conflit to a difesa della Polonia aggre di ta da Hitler due giorni prima, l 'Admira l Graf Spee e la D e uts c hland si trov av ano già in Atlanti c o, es sendo sa lpa te d a ll a Germania ri s p ettiva ment e il 21 e il 24 agosto . Ment re però la Deutschland riuscì ad affondare soltanto du e piroscafi e a catturar e provv isoriamente il neutra le mercantile americano City of Flint , p rima cli essere rich ia m a ta in pa tria in seguit o a ll e pro test e d i Wash ing ton , l 'Admiral Graf Spee svo lse una famosa crociera corsara, affondando nell 'Atlantico meridionale e all' im boccatura dell'oceano Indiano nove mer ca nt ili nemici tr a il 30 settemb re e il 7 d icembre 1939. IO

10 H umble R : Le 11al)f del Terzo Heich, Parma, Albertdli , 1972, p. 38-1 10. La Deutscbland venne ribatt ezzata Lùtzow n e l n ovembre 1939 e, dopo aver ope raco n elle ac que n orveges i e ne l Ba l tico , s i au toa ffond ò il li mag g io 1945, tre g iorn i p ri ma de ll a fi ne delle ostilità.

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Ottenu ti questi su c cess i, il Comandante dell a Graf Spee, cap. vasc. Langs d orff, decise di avvicinarsi all'estuario del Ri o della Pl aca p e r attaccare il tr a ffic o di ca rni co n ge lat e che dall 'Argentina era diretto nel Regno Unito. Nella zona p e rò lo atte ndevano l' i ncrociator e pesa n te Exetere i du e incr ociatori leg g e ri Ajaxed Achilles del commodoro bri tannic o Harwood, ch e con fe li ce i ntuizi o ne av eva pr ev ist o un a simile mossa tedesca. A questo punto è nec essa rio precisa re c he , a differe nza di quanto è s tato divul gato giornalisticamente, nessuna inform azione crittografica aiutò ne ll 'oc casione gli ing lesi, p e r il sempl ice motivo che, come abb iamo de tt o, i radi ocifra ti tedeschi comi nci arono ad essere int er pr eta ti da ll 'U LTRA I n te lli gence di Ble tch le y P a rk s o ltanto a partire dal maggio 1940 . 11

L' i nevi tabile incontro tra la s uddetta div is ion e navale ingl ese e la Graf Spee dette origine il 1 3 dicembre 1939 a lla battaglia del Rio della Placa, d ur a nt e la qua le la corazzata tas ca bil e tedesca danneggiò gravemente l 'Exeter, c he s ì riti rò a lle Fa lkl a nd; ma fu a s ua vo l t a ri p e tutamente col pita e costretta a rifu g iars i n el v icin o porto neutrale di Montevideo per r iparare le ava ri e .

Presso il Ministero de g li Este ri uru g ua ia no s i svo lser o all o ra acca n i te dispute diplomatico-giuridi che, che e bb ero per oggetto i temp i di so sta de ll a danneggiata GrafSpeee c o me attor i contrapposti l' Ambasc ia to re tedesco e quelli inglese e fra ncese. Quest i ul timi inoltre, p e r impressionare e condizionare il nemico , d i vu lgarono la falsa notiz ia di un concentra mento n a val e all e a to all'imboccatura del Rio de ll a Placa , dove in quel momento erano presen tì invece soltanto gli incrociatori br it an ni ci A_jax, Achilles e Cumh e rland.

Il comandante Langsdorff dett e cr e di to a queste art e fatt e informazioni e co n s ider ò co n seguentemente dispera t a la posiz ion e d ella sua nav e, che qu i ndi egli d e c ise d i autoaffond a re in acque int e rna zio n a li , ap p e na fuori del Rio della Plata . P e rtanto la GrafSpee us cì da Montevideo v erso il tramont o del 17 dicembre 19 39, si ferm ò ad una decina di miglia dal port o urugu a ian o , sharcando il proprio equ i p a gg io su rimo r c hi ato ri noleggiati, e alle 20.54 venne fa tt a s alt a re in aria. I marinai tedes c h i ragg i u n s e ro B u enos Air es, d o ve poc o d o po il comandante Langsdorff s i suicidò. 12

11 . P R.0. , fo n do ADM 223, cartella 68: Account of cruisec111d destruction oJ··GrafSpee'· in Rìve r Plate a ction e Hinsley F. H Th o mas E. E. Ra n s o m C F. G Knight R. C. : Britisb lntelligen ce in tbe second world war, vo i. I. Londra, f-lcr Majesty ' s Sta ti o nery Office, 1979 , p 104 105

l2. Von Der Porten E. P.: Tbe German Navy i11 u •o rfd war Il , Londra, Arthur Barkc r, 1969 , p. 5 5-58 .

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La più fortunata delle tre corazzate tascabili tedesche fu l 'Admiral Scheer, che circa un anno dopo, cioè tra il 27 ottobre 1940 e il 1 ° april e 1941, eseguì una fruttifera croc iera corsara , nel corso della qua le eli m i nò in Atlantico e nell ' oceano Indiano 16 mercantili nemici e l' i ncro cia tore ausiliario br it annico Jervis Bay, affondato in combattimento il 5 novembre 1940 . Ta le unità germanica compì inoltre nell'agosto 1942 una seconda simi lare missione d i so li 15 giorni, durante la quale colò a p icco un romp igh iaccio sovietico, e term i nò la sua carriera il 9 aprile 1945, cioè un mese prima della fine de ll e os t ilità, vittima di un bom bardamento aereo .

Ol tre alle tre corazzate tascabili, Berlino inviò in At lant ico l'incrociatore pesante Hipper che però, affli tt o da noie a i motori, dovette sostare a Brest, riuscendo ad affondare tra il dicembre 1940 e il febbra io 1941 nove mercan ti li, prima cli rientrare in patria

La più proficua crociera corsara condotta da navi da guerra de l Terzo Re ich r isu ltò pe rtanto quella degli eleganti i ncrociator i d~ batta glia Scharnhorst e Gneisenau, che tra il 22 gennaio e il 23 marzo 1941 affondarono in Atlantico 22 mercanti li , rifugiandosi poi a Brest ne ll a Francia occupata. 13 Comp lessivamente quindi furono 60 le navi mercanti li co late a picco dalle unità da guerra della Kr iegsmarine adibite a ll a lotta al t raffico , per un to ta le di 327 .645 t.s.l., comprendendo tra le vitt ime anche l'ac cenna to incrocia t ore ausiliario Jervis Bay . ·Di contro i tedesch i persero ne l corso · di missioni corsare la corazza ta tascabi le Graf Spee, la nave da battagli a Bismarck, di cui ci interessere m o tra poco, e l'incrociatore da battaglia Scharnhorst. Quest'ulti mo , co m e ved remo nel quarto p a ragrafo dell'ultimo capito lo , fu affondato il 26 dicemb re 1943 presso l'isola degli Orsi nel Mar G lacia le Artico, men t re tentava d i a t taccare un convog li o alleato d i r ifornimenti per l'Unione Sovie ti ca .

Para ll e lamente al l 'i m piego del le r i cordate navi eia g u erra, la Kr iegsma rin e ri nnovò l'antica ab i tud in e d i arma re co m e incrociato ri au sil iari alcune un ità me rca nt ili o pp ortuna m ente camu ffate, d iec i delle qua li fu rono in car icate cl i svo lgere g u e rr a corsara negli oceani . Esse furono l 'Atlantis, il Thor, il Pinguin , il Komet, il Kormoran, lo Stier, il Miche!, I ' Orion, il Widder e il Togo, che comp lessivamen te co larono a 13 . P .R. 0 . , fo n do FO 371, cartella 29254 : British ships sunk hy "Scharnhorst " and "Gneisenau", 1941

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SCHARNHORST

Nave da battaglia della Marina tedesca

CA RATTER TSTTCHE

!Jis/ocamento standard: 3 1. 850 to n nella te

Dimensioni: lu nghezz a f.t. 234,9 m . lu ng h ezza fra p .p . 226 rn. larghezz a 30 m. immersione 9,9 m .

Apparato motore: 3 grupp i rurb o r idutto r i; 12 calda ie Wagner; 3 asi; i po tenza 165.000 I IP Velocità: 32 nodi Armamento: IX- 280/54 , 5, Xll 150/55, X!V- 105/ 65, XVI-37 mm., XX. 11 20 mm , 6 rl s. eia 533 mm , I carnp ulla e 4 ae rei

Proiezione: vertica le max . 350 mm . orizzon tale max. 1 05 m m. a rm amento max. 360 mm . torrione 350 mm

Varo: 3 ottohrc 1936 Servizio: 7 genna io 1939 Perdita .· 26 dicembre 1943

DA TI ST ORIC I

LaSchanihorst e la Gneis e nau , sebbene class[ficate navi da battaglia, derivarono parte delle loro caratteristich e dagli incrociatori da battaglia della prima guerra mondiale; dotate di g rande velocità, necessaria per la guerra oceanica da cursa citi avrebbero dovu.tu essere destinate, e molto protette, come t radizione presso la 1'v/a11na tedesca, queste due uttime natJi imbarcavano cannoni da 280 mm., un calibro piuttosto rido tto, considerando che tutte le 1Ha11ne si andavano orientando ve rso il 381 mm., ma reso competitivo dalla nota abilità dei puntato11 germanici . La Scharnhorst fu una delle più atti 1Je navi tedescbe durante la seconda g uerra mondiale, operando sia nel Mare del No rd cbe in Atlantico e affondando numerose navi britanniche. Andò perduta il 26 dicembre 1943 nella battaglia dell'isola degli Orsi, colj1ita dal.fuoco d ella corazzata Duke of York e di altre naui britanniche.

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picco o catturarono 138 piroscafi per 857.543 t.s.l., imponendo anche un gravoso compito d ifensivo alla vigilanza navale inglese. Delle suddette navi corsa re però solo le ultime tre evitarono l'affondamento.

Il più famoso di questi "raiders" mercantili fu l'Atlantis del comandante Rogge, che, sa l pa t o da Wilhelmshaven il 31 marzo 1940, compì il perip lo del g lobo ne ll a più lunga crociera corsara della guerra e ottenne il maggior bottino individuale in termini di tonnellaggio ed il secondo per numero di prede . Queste infatti risultarono in tutto 22, per comp lessive 145.697 t .s .l. e furono inferiori soltanto ai 30 pirosca fi (pari a 137.890 t. s. l.) e li m i nati dal mercantile armato Pinguin. 14

L' Atlantis fu affondato il 22 novembre 19 41 dall'incrociatore pesante ing lese Devonshire a l largo de ll 'isola di Ascensione, dopo essere sta to focalizza to da ll ' ULTRA Intelligence, c h e decrittò due radioc ifrati con i qua li era stato fissato su l posto un appuntamento tra ta le nave corsa ra e il sommerg i b ile U 126. 15

In conclus ione la guerra al traffico condotta dalle uni tà da guerra e dai mercantili a r mati tedeschi non fu pari alle attese Infatti i 198 p ir oscafi n emici , per 1.185 . 188 t. s .l. , e li m in ati comp lessivamente in tale ti po di lotta, rappresentarono appena il 5,5% del tonnellaggio alleato distrut to durante l'intero conflitto.

:G>e l resto, come abb iamo detto, la Kriegsmar in e era stata costre t ta a d affidarsi esclusivamente alle az ioni corsare da l mancato comp letamento dei suoi programmi di svi luppo , sconvolt i da ll 'anticipato scoppio delle ostilità, c iò che dimostrò ancora una volta che una Marina sbi lanciata, pur po tendo vendere cara l a pelle, è in grado di eserci ta re a mala pe na il cosiddetto "sea d enia l", ma non il "sea contro )". * * * * *

Nell'ambito della gue rra corsara t e d esca sugli oceani deve essere in clu sa la crociera de lla modernissima corazzata Bismarck da 4 1.700 ton ne ll ate e a rmat a con 8 cannoni da 380 mm, 12 da 150 mm e 16 da 105 mm Questa potente nave d a ba ttag li a salpò da Gotenhave n ne l Baltico il 18 maggio 1941 e due giorn i dopo fu segnalata in transito nel Kattegat,

14. P.R. O , fondo ADM 199 , cartella 725 : Attacks by enemy su.rface raiders. Repo rts 79391945.

15. P.R 0 , fondo DEFE 3, ca rtell a 68 : Teleprinted translation of decry pted Gennan na val radio rnessages, d ec rittaz io n e ZlP/ ZTPG/17897 del 20 n ovembre 1941 e cartella 69: decrittazione Z I P/ZTPG / 18094 cie l 21 novembr e 194 1.

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BISMARCK

Nave da battaglia della Marina tedesca

CARATTER ISTICHE

!)is/ocamen to standard: 4 l 700 tonnella t e Dimensioni: lunghezza f.t. 251 111. lunghezza fra p . p. 24 1,5 m . la rg hezza 36 m. immersione 10,2 rn.

Apparato motore: 3 g rup pi turbor i duttori l:llohm uncl Voss; 12 ca ld aie Wagner; 3 ass i potenza 150.200 HP Velocità. 30 nodi Armamento: v1II 380/47, Xll 150/55, XVJ-105/6 5, XVI-37 mm,, XJI-20 mm .. ·1 ca ta pult a e 6 aere i

Protezione: ve rticale ma x. 320 mm . o rizzonr.a lc max. 100 mm, armamento max . 360 111111 torrione mm. 350 Varo : 1-1 febbraio 1939 Servizio: 24 agos t o 1940 Perdita: 27 maggio 1941

DA TI STO RICI

la Bismarck e la Ti1pitz furono probabilmente le migliori navi da battaglia tra quelle costruite negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale. La protezione era stata accuratamente studiata per racchiudere tutte le .zone vitati: in una sorta di scatola co1·,.tzzata; sebbene non fossero di spessore particolarmen te elevato, le piastre di corazza erano di materia/i suscettibili di de.formarsi piuttosto che rompersi . L 'armamen to si basava su un calibro principale di 380 mm , inferiore al 406 mm allora adottato da molte altre Marine, ma di una tale qualità che, unita alla tradizionale e1J1cacia del tiro tedes co, ga rantiva prestazioni simili. la Bismtirck .fu affondata dopo una lunga caccia da parte di numerose unità inutesi. il 27 maggio 1941, mentre cercava di dirigersi in !ltla ntico per disturbare il traffico mercantile u//crato,

...... I . ,_, •.. .L:...=l • ... ·1· . , ....... . ... _.; ..

in compagnia dell'incrociatore pesante Prinz Eugen, dall ' addetto navale britannico a Stoccolma Henry Denham.

La missione affidata a queste due unità , poste agli ordini dell ' ammiraglio Lutjens già Comandante degli incrociatori da battaglia Scharnhorst e Gneisenau durante la loro precedente e fortunata mis sione corsara prevedeva una breve sosta ne ll a Norvegia occupata e poi una penetrazione in Atlantico attraverso lo stretto di Danimarca, tra la Groenlandia e l' Islanda, avendo come finale obiettivo i convogli ocea nici inglesi. 16

La segnalazione della Bismarck e del Prinz Eugen i n trasfer i mento dal Baltico al Mare del Nord allertò la ricognizione aerea inglese, che il 21 maggio fotografò le due navi ne l fiordo norvegese di Bergen, ma che poi, a causa del maltempo , si accorse con ventiquattr'ore d i ritardo della loro partenza da tale località, avvenuta alle 20.00 dello stesso giorno.

A questo punto l'Ammiragliato di Londra stimò correttamente che le due unità da guerra tedesche avrebbero tentato di forzare uno dei cin que passaggi settentrionali tra il Mare del Nord e l'o c eano At lantico , ma non poté prevedere quale di queste cinque possibili uscite sarebbe stata scelta effett ivamente dall'ammiraglio Uitjens . Gli ing lesi furono quin di costretti a vigilare su tutte le possibili rotte di evas ione de l nemico, pur supponendo che esso avrebbe provveduto a stare più lontano pos s ibile cla Scapa flow nel le isole Oreadi. dove era sempre ubicata la base

incrocia/ore da battaglia ·c;11eise11au ·· ( 1938)

16. Si rico rda c h e nell 'apri le 1940 i tedeschi avevano invaso facilmente la Da n imarca ed e rano sbarcati in Norveg ia, occupandola e n tro il 7 g iu g n o s uccessivo no n ostante la vic inanza della flotta britannica, che concras r.ò energicamente l'operazione ne m ica , senza però ri uscire a frustra rl a.

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PRINZ EUGEN

Incrociatore pesante della Marina tedesca

CARAT TERISTI CI !E

Dislocamento standard: 14.240 to nnella te

Dimensioni: lunghezza f t. 212 , 5 m. la rghezza 21,9 m. immers ione 7,9 m

Apparato motore: 3 gruppi turboriduttor i Brown-Boveri; 12 ca lda ie La Mont; 3 ass i po tenza 132.000 HP Velocità: 32 nodi

Armamento: VIII 203/ 60, XII 105/ 65, XVIII 40, XXVlll-20, 12 tb. 533 mm. 1 ca tapulta e 3 ae re i

Protezione: verticale max. 80 mm. orizzontale max. 50 mm to rri m ax. 105 80 mm torrìone 150 mm .

Varo: 22 agosto 1938 Servizio: 1 agosto 1940 Ajfondamento: 22 d icemb re 1947

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DATI STORICI

llPrinz Eugen fu l'unico incrociatore della sua classe ad essere completato, poiché delle altre due unità il Seydlitz fu destinato ad essere trasformato in portaerei, ma la sua costrnzione jìt presto interrotta, mentre lo scafo delLutzow fu venduto all'Unione Sovietica, chè tuttavia non riusci' mai a completarlo Progettati come miglioramento della classe "Hipper" per contrastare i trajfici atlantici della Francia, la più probabile avversaria di quel periodo, questi incrociatori a vevano un 'autonomia troppo limitata per effettuare un 'eflìcace guerra da corsa; i/ Prinz Eugen fii, comunque, il migliore incrociatore tedesco ad entrare in servizio nella seconda guerra mon diale. Partecipò sia alla c rociera della Bismarck, sia all'operazione Cerberus che por!ò le navi da battagliaScharnhorst eGneisenau a rientrare in Germania dal porto.francese di .Brest, con un'audace crociera lungo la Manica. Catturato dai britannici alla.fine della guerra, fu ceduto agli americani che lo utilizzarono nell'esperimento atomico de/l'atollo di Bikini.

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Corazzata tedesca ·'Bisma rck ., .,

p esante hritm111ico ·su/Jòtk ·

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l11cruciulure

PR I NCE OF WALES

Nave da battaglia della Marina britannica

CARATIERISTICHE

Dislocamento standard: 36.750 tonne ll ate

Dimensioni: lung h ezza f t 227,1 m. lung hezza fra p p 21 3,4 m . larghezza 31,4 m . imme rsione 10,9 m .

Apparato motore: 4 gruppi tu r bo riduttori Parsons; 8 ca lda ie Ammiragl iato; 4 ass i pote nza 125.000 HP Velocità: 29 nod i

Armamertlo: X 356/4 5, XV J-133/50 , XXXll-40 mm , 1 ca tapulta e 4 aere i

Protezione: ve rti cale max . 38 1 mm . o rizzo n ta le 152 mm . arm a m ento max. 406 mm. wrrion e 75 mm.

Varo: 3 maggio 1939 Servizio : 31 marzo 1941 Perdita: IO d icembre 1941

DATI STO IU C I

Il potenziamento della linea di navi da bauaglia auuato da tutte le Marine, e in particolare da quella tedesca, alla metà degli anni '30, costrinse l 'Ammiragliato inglese ad impostare una nuova classe di c inqu e unità. le "Kinf.f (;eor[.fe V", o "KGV". Concepite per co ntrastare le similari unità nemiche, queste navi.furono do ta t e di un cannone di calibro inferiore a quelli da 381 mm. o da 406 mm. adottati dagli avversari, ma che consentiva un notevole risparmio di peso, anche se le "KCV" imbarcavano ben 1Opezzi; Jit così possibile aumentare la protezione e la velocità. Poco convinti: che la co razzata potesse ancora avere un ruolo decisivo nella gue rra navale, gli inf.f lesi non cercarono di superare le realizzazioni avversarie, ma vollero solo contrastarle . [.a P r in.c e ~f Wales fu. affondata il 7O dicembre 794 7 da aerei Riapponesi presso le coste orientali malesi, insieme a/l'incrociatore da battaglia Rep i, ls e.

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principa le della flo t ta br it ann ica, ed avrebbe quind i probabilmente scelto di transitare per uno dei passaggi dell'estremo nord . 17

In effetti, come abbiamo detto , l' amm i raglio U.itjens aveva dec iso di at t raversare lo stret to di Danimarca , a nord de ll 'Is landa, e qui le sue na vi furono avv istate ne ll a tarda serata de l 23 maggio dai due i ncrociato ri britann ici d i v igilanza S14folk e Nor.folk , il cui segna le di scope rt a fece accorrere su l pos to la nuoviss ima corazza ta Prince of Wales e l ' anziano i ncroc ia tore da ba tt aglia Hood, a l comando dell'ammiraglio Holland .

Queste ul ti me due grand i nav i ing les i appar ivano sulla carta abbastanza po tent i, ma in realtà nascon d evano d e fi cienze sostanziali, seppure contrastanti tra loro . La Prince of Wales soffriva infa tt i di malanni di gioventù, avendo un equ ipaggio poco addestrato e soprat t utto de nuncian d o irriso l ti difetti alle artig li erie d i g rosso calibro, mo ti vo per il qua le essa aveva ancora a bordo alcuni operai civili . L' Hood i nvece era vecchio d i 23 anni, seppure leggermente rimodernato, e sopra ttutto era l' u l t i mo r appresentante de ll ' ant ica filosofia costruttrice de ll'ammira gl io F is h er nata ne l 1906, che privilegiava la veloci tà a danno de ll a c ora zz atu ra , erro re c h e era sta to pagato a caro prezzo dagli ing lesi alla battaglia dello Jutland e che av rebbe fa tt o ora un ' altra vittima . 18

La Prince of Wales e l' Hood avv istarono la Bismarck e il Prinz Eugen alle 05.35 de l 24 maggio 1941 all 'uscita de ll o stretto di Danimarca ed aprirono il fuoco diciotto minuti p iù t ar d i alla d istanza d i oltre 24.000 metri, senza pe r ò poter uti li zzare inizialmen te le propr ie artiglierie poppiere, a causa della svantaggiosa rotta cl i avv ic i na m ento al nem ico . Co m e s e non b astasse, g li inglesi confusero i be r sagli, cre d en d o che la n a ve d i tes ta fosse la Bismarck, mentre i nvece s i trattava d el Prinz Eugen (che cie l resto possedeva un profilo assai sim il e), lasciando conse gue nt emente indisturbata la corazza t a tedesca nei prim i delica t i minuti ciel combatt i mento. I nfine i d iec i cannon i d a 356 mm d ella n uova Prince of Wales, non ancora a punto , d enunciarono una media cli col pi non p a rtiti cie l 30% .

Le a rtiglier ie navali tedesche d imostrarono a l cont ra r io la loro so li ta ac c u ratezza, centrando con so ll ec itu d in e il fragile Hood. Pertan to a ll e 06 .01

17 Mi.i llen h e im Rec h berg B : Nave da battaglia "Bismarck·', Panna , A lbertell i, 1984 , p. 115-116

18 Raveo A Robens J.: British battleships of wortd war two, Londra, Arms ancl Arm ou r Press, 1981 , p 60-75, 143 , 189 197, 283-31 4 e 3 46 35 1.

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CARATTERISTICHE

Dislocamento standard: li l. 200 ton ne ll a te Dimensioni: lu nghezza f.t. 262, 2 m lu nghezza fra p.p . 246,9 m. larghezza 31,7 m. imme rs ione 8,7 m.

HOOD

Nave da battaglia della Marina britannica

' " e

Scala 1: 1250

Apparato motore: 4 g ru ppi lllrboriduttor i Brown -Cu rt is; 24 ca ldaie Yarrow; 4 ass i potenza 150 000 HP Velocità .· 31 nod i

A rmarnento: VIII 381/42, Vl-140/50 , XIV 102/50, XXIV-40 m m ., 6 tls . d a 533 mm.

Protezione: vertica le max . 305 mm . or izzonta le 51 mm. armamento max. 381 mm . torr ione mm 229 controca rene este rn e Varo: 22 agos to 1918 Servizio. 5 marzo 1920 Perdita: 24 m agg io 194·1

DATI STO RIC I

Impostato prima della fine del/a prima guerra mondiale come incrociatore da battag lia, /Hood, pur mantenendo l'aspe tto esterno e le dimension i di quel tipo di nave, fu completato come nave da battaglia, sube ndo uno scadimento della velocità a modesto vantarmio della protezione . .Esemplare unico, non essendo stata completa ta nessima delle altre tre unità del/a sua classe, e nave magnificamente immensa e diversa da qualsiasi altra nella Marina britannica, divenne negli anni tra le due guerre il simbolo del dominio della Royal Navy sui mari. Enorme fu in Gran Bretagna il cordoglio alla notizia della sua perdita, avvenuta la sera del 24 maggio 1941 , quando cen t mta dal/a quinta salva della corazzata tedescaBismarck. saltò in aria con la quasi totalità del suo equipaggio

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quest'ultimo incrociatore da battaglia inglese , iclearo durante la prima guerra mondiale, saltò in aria sotto la quinta salva della Bismarck e affondò con tutto il suo equipaggio di 1.418 uomini, ad eccezione di tre marinai. 19

Anche la Prince of Wales fu colpita ripetutamente , ma riuscì ad interrompere il contat to a ll e 06.13 e ad allontanarsi con danni a bordo. Da part e sua la Bismarck incassò tre colpi, uno dei qua li causò una con sis t ente perdita di nafta, che diminuì la sua autonomia e indusse Li.itjens a dirigere verso St.Naza i re , nella Franc ia occupata, per riparare le avarie prima di affrontare nuovamente l'oceano.

Di conseguenza nel pomer iggio di quel 24 maggio il Prinz Eugen ven ne incari ca t o di continuare da so l o l'intrapresa crociera corsara. Questo incrociatore però non ottenne alcun successo contro il traffico nemico, essendo afflitto eia continue noie meccaniche che l o costrinsero il 1° giugno a rientrare a Brest, dove esso si riunì ai due incrociatori da battaglia Scharnhorst e Gneisenau, reduci dalla loro accennata missione in Atlantico . Tutte e tre queste navi tedesche poi rientrarono insieme in Germania nel febbraio 1942, attraversando addirittura la vigilatissima Manica e respingendo ripetuti attacchi di aerei e di siluranti ingles i.

Dopo la separazione dal Prinz Eugen , la Bismarck superò senza dan ni un attacco condotto dagli aerosi lurant i della portaerei Victoriouse alle 03 .06 ciel 25 maggio riuscì a sottrarsi al pediname'nto radar esegui to dai. due incrociatori inglesi Norfolk e Sujf'olk, dir igendo decisamente su St.Nazaire, secondo i p ian i di Li.itjens.

Da allora e per molte ore l 'Ammiragl iato bri tann ico brancolò nel bu io, mentre tutte le propr ie navi impi egate nella caccia alla corazzata germanica s tavano per esaurire il combustibile. A nulla infatti va lsero i rilevamenti radiogoniometrici i nglesi basat i su imprudenti radiocomunicaz ion i tra la Bismarck e il Comando navale di Berlino, poiché la localizzazione dell'em itt ente radio compiuta a Londra si riv e lò grossolanamente errata. 20

F i nalmente alle 18.12 di quel 25 maggio intervenne i'ULTRA Int elligence , che decrittò un radiocifrato de ll a Luftwaffe secondo cui la corazzata tedesca scava facendo rotta per un porto francese . 21

Venne quindi dirottata in tale direzione tutta la ricognizione aerea britannica, che nella matt i nata ciel 26 scoprì finalmente la Bismarck al largo

19. Robe r tso n It G.: H.M.S. "Hood ", battle cruiser 1916 1941 , in "Profile wars h ip" , n 19, 1972, p. 171

20. Kennedy L.: Caccia alta "Bismarck " , Mi l ano , Mo ndadori, 1978, p 142 144

21 P R.O. , fondo ADM 223 , cartella 78 : Admiral~ysignal rnessages ''H" series,July 1940 Septemher 1941, messaggio ULTRA n. H.43 delle ore 18.12 del 25 maggio 1941.

179

Missione della Bismarck e cont,vmosse inglesi 21/ 2 7 1naggio 1941

.. ..
180

Cura.zz alt1 inglese ..l\i 11g (i('u/'g l' l O ·· de l go lfo di Biscaglia Toccò poi alla portaerei Ark Royal, fatta uscire in pre cedenza da Gi b ilt erra, ten tare di ridurre la ve loci tà de ll a corazzata germa nica, pr ima che essa entrasse nel ragg io pro te tti vo della Luftwaffe basata i n Hancia . Un primo attacco aeros il urante partito da questa po rtaerei p erò fa llì , perché venne e rroneamen te d iretto contro l' i ncrociatore inglese Sh<tffield, fort unatamente uscito incolu me da q u esto inc idente . Una seconda incurs ione degli stessi aerosilurant i dell'Ark Royal invece ebbe l'effe tt o spe ra to, po ichè un siluro danneggiò un'elica e il timone della Bismarck, cos tr ingendola a navigare lungo un a mpi o cerchio e a velocità ridot ta .

Tutte le unità bri tanniche presenti n ella zona furono qui ndi d irette su l p o sto e alle 08.47 de l 27 maggio le due corazzate King George V e Rodney ingaggiarono la Bismarck nel d ecisivo co mbattimento. L' unit à te desca, in capace cl i m anovrare, venne ben p res to sopraffatta d a l fuo co avversario e alle 10.15 tutti i suo i can n oni furono messi a tace re . Infin e tr e s iluri dell'incrociatore Dorsetshire inflissero il colpo d i grazia alla bella corazza ta german ica, che si inabissò alle 10.40, t rascinando con sé l'am miraglio Lucjens e 1.9 75 uomini dell'equipagg io, m entre 118 supers titi fu rono racco lti in mare dagli i ngle s i. 22

22 . P.R .O . , fondo ADM 1 , ca rt ella 19999 : Sinking of German battleship "B ismarck " e fondo ADM 199, cartella 1188: Pursuil and destruction of Germcm battleship "Bismarcf..1 '·.

18 1

i\l/usso!i11i cu11 il C S.i'vf. della Neiia Mari11a Ammiraglio Cavagnari su nave ' Zara "

Ne i giorni successivi la Royal Navy riuscì a ltre.sì ad eliminare se tt e degli otto mercantili tedeschi in viat i in Atlan tic o per rifornire la Bismarck durante la sua programmata crociera corsara ed anche questo successo fu in gran parte dovuto a l lavoro crittografico di Bletch ley Park. 2 3

3

La politica navale italiana dal 1922 al 1940 e lo stato di preparazione al conflitto

Nell ' ottobre 1922 ebbe inizio un periodo nuovo e tr ag ico della storia d ' Italia con l' avvento a l potere cli Mussolini e l ' instaurazione di un a d ittatur a, che in politica estera fu caratte ri zzata da un'aggressività scon finante nell ' arroganza.

In campo marittimo il Partito Un ico Fascista ered it ò una situazione assai favorevo le, po iché proprio nel febbraio di quel 1922 si era con clusa la famosa con ferenza di Wash ingt on per il disarmo navale che, co me è noto, aveva sancito la parità tra le Marine italiana e fr ancese p er quanto riguardava la quota d i navi da ba tt ag lia (175.000 tonnellate) e di portaerei (60.000 tonnellate).

23 P .R.O , fondo ADM 223 , cartella 88: The use of Special Intelligence in naval operations.

182

Nel maggio 1925 Mussolin i, g ià Presidente del Consiglio, Min istro degli Interni, Ministro della Guerra e dell'Aeronautica, assunse anche l' in carico di Minis t ro della Marina, dopo che il precedente titolare del di cas t ero, l' amm ir aglio Thaon di Revel, aveva rassegnato le dimissioni in segno di protesta per come era stata d isegnata la carica d i Capo d i Stato Maggiore Genera le . Il Duce rimase quindi Ministro della Ma rin a fino a l la sua caduta del 25 l uglio 1943, con una parentesi compresa tra il settembre 1929 e il novembre 1933 allorquando tale incarico ve nn e retto d all ' amm ir aglio Si rianni.

I tan ti impegn i assunti da Mussolin i non gli permisero co mun que d i interessarsi a fondo della Mar in a, la cui direzione politico a mmini stra tiva passò quindi d i fatto nelle mani del Sottosegretario di ta le Ministero, che tr a il novembre 1933 e il d icembre 1940 fu l' amm iraglio Do m en ico Cavagnari. Quest'ult i mo d i venne poi il più importante personaggio di tale Fo rza Armata quando nel giugno 1934 assunse anche l' incarico di Ca po di St ato Maggiore . 24

In sede d i valutazione dello sviluppo de ll 'apparato militare i ta li ano è giusto riconosce r e innanzi t utto che il fascismo dedicò ad esso non indifferenti ri sorse finanziarie, soprattutto se paragonate al contemporaneo prodotto interno lordo. Purtroppo però la spe c ifica uti lizzazione dei cos p icu i bilanc i delle tre Forze Armate fu spesso avventa ta e nQn mancarono anche clamorosi errori di scelta d i ques to o quel mez zo bellico da par te degli organi milita ri , sovente trop p o cond i z iona t i dagli int eressi de ll 'ind u st ri a nazionale . Quest' ultima, da parte sua, non e r a così arretrata come troppo spesso si legge , ma era affli t ta semmai da cl ie nt elismo e da scarso realismo in materia progettuale. Infine su lla conclusiva impreparazione bellica d el Paese incise a n c h e la filosofia del regime, che pr iv il eg iava gene ri camente il " numero " alla "qua li tà" e anteponeva l'immediatezza propagandis t ica di alc u ni risu ltati spe ttacola ri (co m e le trasvo late a tlant iche e le altre imprese a eronau ti che di carattere spo r t ivo, ma non militare) alla paz iente ric erca scient ifica e a ll a medita t a pianificazione. 2 5

In particolare lo sv il uppo della flo tta italiana non seguì una logica pro grammazione, ma fu dettato da l desiderio di ribattere orgog li osamente,

24. Mazz.etti M : La politica militare italiana fra le due guerre mondiali , Salerno, Ed izioni Beta , 1974 , p. 129 130 .

25. Banclini F.: Vita e morte segreta di Mussolini, Mi la no, Mondador i; C lu b degli e d i tor i, 1978, p . 3 1- 32 e 171.

183

di volta in volta, le contemporanee realizzazioni navali della Francia, che rappresentava la nostra principale antagonista fin dal 1882 (con la sola parentesi della prima guerra mondiale). Questa politica navale italiana con tingente e "giornaliera " dette fatalmente origine ad una flotta poco equilibrata nelle sue componen ti , con unità come gli incrociatori pesanti da 10 .000 tonnellate e con cannofli da 203 mm giustificate in una Marina dalle caratteristiche oceaniche, come quella francese, ma che nel Mediterraneo erano certamente meno utili , a parità di spesa, di un maggior numero di incroc iatori leggeri sulle 7.000 tonnellate e con cannoni da 152 mm.

Invece il costoso programma di costruzione degli incrociatori pesan ti venne iniziato in It a li a subito dopo la conferenza navale d i Washington e fu completato ne l 1933 con l'entrata in servizio del Bolzano, settimo ed ultimo di tali grandi unità da vigilanza. Ne l frat t empo erano stati va ra ti tra i l 1930 e il 1932 so lo sei incrociatori leggeri della classe "Con dottieri" e i dodici esploratori (poi class ificati come cacc iatorpediniere) della classe "Navigatori" ed era stata lentamente ripresa la costruzione di moderne unità subacquee. Il grande sviluppo dei programm i cli co struz ione dei cacciatorpediniere e dei sommergibili italiani s i ebbe comunque a partire dal 1934. 26

A questo proposito si deve ricordare che nel giugno 1940 la flotta sot tomarina it a li ana si collocava, con i suoi 113 sommergibili (di cui 105 ne l Mediterraneo), al secondo posto mondiale, venendo subito dopo quella s tatunitense per quanto riguardava il tonnellagg io complessivo, ovvero dopo que ll a soviet ica per quanto concerneva il numero dei battelli. Purtroppo però i nostri sommergibili s i dimostrarono troppo grandi e poco manovrieri per il bacino mediterraneo, men tre i relativi criteri d ' impiego non furono sufficientemente r innovati rispetto a quelli della prima guerra mondiale, basat i su agguati fissi. Di conseguenza la flotta subacquea italiana r iu scì ad affondare nel Mediterraneo tra il 1O giugno 1940 e 1'8 settembre 1943 so lt anto 10 navi da gue r ra nemiche nessuna più grande di un i ncrociatore leggero e 15 mercan tili , allo sproporzionato prezzo cl i 66 batte ll i. 2 7

26 . Uff ic io Storico della Ma r in a Militare : La Marina italiana nella seconda guerra mondiale, voi. XXI : L'organizzazione della Marina durante il conjlitto, tomo I, Roma 1972 , p. 27.

27. A t ito lo cli raffronto s i rammenca che un tota le cli 68 U booce tedeschi , penetrati in s u ccessione e non tutti in s ieme nel Mediterraneo a part i re da l settemb re 1941, colarono a picco, nello stesso mare fino all '8 settembre 194 3, 37 navi da g u erra, tra c ui 2 portaerei e una co razzata , e 95 un ità merca ntili nemic h e. Cfr. Santoni A. Mattes in i F.: La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale net Mediterraneo (1940 1945) , Roma, Dell ' Ateneo, 1980, p. 599-606.

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Corazzata jea11 Harl · della Muri11aji0a11cese
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Cumzzato littorio··(estate ! <)40) Corazzata "Caio Duilio"
186
Tiri cl'artip,lieria della corazzata "Giulio Cesare''

Un discorso pariment i obie t tivo ed ancora più art icolato deve esse re fatto a proposito delle corazza te o nav i da battaglia che, come si rico rderà, erano s tate limitate quantitativamente e qualitat ivamente da ll a con ferenza di Washington . In questo campo l 'Italia intraprese ne l 1933 la convers io n e, che poi fu una comp leta ricostruz ione, della Conte di Cavour e della Giulio Cesare vara te nel 19 11 , al fine di replicare a Ila re cente i mpostaz ione dell'incroc iatore da battaglia (o co razza ta rapida) fran cese Dunkerque da 26 500 tonnella te, a sua vo l ta considera t a ei a Pa r igi come un'indispensabile rispos ta a lla prima de ll e t re "corazzate tascabi li" tedesc h e, battezza ta Deutschland.

Fallit i i success iv i tentativi per un accordo tra Roma e Parigi, il Governo francese , sem p re p iù p reoccu p ato anche da l ri armo tedesco , credette opportuno includere nel s u o programma navale de l 1934 la realizzazione d i un secondo incrociatore da battaglia ge me ll o cie l Dunkerque, che fu chiamato Strashourg. Venuto a conoscenza di questa decisione, il Capo di St ato Maggiore e So ttosegretario della Reg ia Mar i na , ammi raglio Domenico Cavagnari, convinse Musso li n i a concretizzare imme d ia tamente i già avanzat i progetti d i due molto più ar m a te e po tenti co razza te nominalmente da 35.000 tonnella te ed effettivamente da o ltre 4 1. 000 tonnellate "standard " che furono impostate quind i il 28 otto bre 1934 con i nomi di Vittorio Veneto e di Littorio 2 8

..Parig i considerò ques t e due grandi nav i d a battaglia italiane come una r isposta sproporz ionata ai propr i programmi navali essenzia l men te anti tedesch i e replicò impostando nel 1935 e nel 1936 le due nuove corazzate Richelieu e Jean Bart, che però n on furono pronte p rima dell ' a r misti z io francese de l giugno 1940 D i contro la Marina ita li ana r imodernò radical m ente tra il 1937 e il 1 940 le .sue d ue ult ime corazza te anziane, cioè l'Andrea Doria e la Caio Duilio, varate nel 1913.

All a fine de l 1935 le p rospe t tive della p olitica es tera it a li ana mutarono ra dica l men te . Infatt i, con l 'invasione de ll' Etiopia del 3 otto b re, Roma fu messa di fronte anche a ll ' i po t es i cl i uno scon tro con Lon d ra, o l tr e che

28. Arc h iv io dell ' Ufficio Stor ico de ll a Mari n a Mi l ita re (A li.S M M.), cartelle 2631/1 e 3272 / 5 Per l' esattezza la Villoria Veneto d is locava 4 1 167 tonnellate .standard e l a Littorio 41 .377 tonnellate standard, s u perando q ui nd i d i oltre 6 .000 tonne ll a te il dis locamemo d i 35 .000 to n nellate co n sent it o come mass imo dalla conferenza d i Washi n g to n . Queste d ue corazza te , così come l a s uccessiva gemella Roma, e rano arma te con 9 canno n i da 381 mm, 12 cla 152 mm , 12 ei a 90 mm e 44-50 mitrag l iere contraeree da 37 e da 20 mm cd avevano u n a veloc ità mass ima d i 30 nod i. Uffic io Storico de ll a M.a rina Milita re: Le navi di linea italiane, 7867 1969, c it., p. 319.

·137

,_. a::, ::J)

CARA1TER JST1CHE

Dislocamento standard: 4 1 .167 ton n e ll a te

Dimensioni: lung hezza f.t 237 ,8 m. lu nghezza fra p .p . 224 , 5 m. la rghezza 32,9 m imm e rs ione 10, 5 m.

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.\'ore do holloy,fio de//({ Nep,itt lluri110 ilo/irti/o

Scafa 1:1250

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Protezio n e:

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Come tutte le altre Marine , anche quella italiana impostò, alla metà degli anni 30, una nuova classe di navi da battaglia; ad una prima coppia, comprendente la Vittorio Veneto e lalittorio (il cui nome verme mutato in Italia il 30 luglio 1943, alla caduta de/fascismo), si decise nel 7938 di .far seguire altre due unità, la Roma e l' Impero , ma quest'ultima non.fu mai completata.

/Vel complesso si trattò di una serie di navi ben riuscite, di linee armoniose e caraueristiche equilibrale. Net corso del secondo conjl.itto mondiale il sistema di proiezione subacquea diede ouima pro va , consentendo in almeno tre occasioni di assorbire i da ,tni di un siluram e nto Concepite per contrasta re le moderne corazza te francesi , le "Vittorio Veneto" dovettero con.frontarsi. in1Jece, con le più vecchie na v i da battaglia inglesi, senz a tutta v ia a()ere mai l'occasione di dimostrare la loro superiorità.

al cospetto di un possibile iso l amento diplomatico e ad uno strangolam ento economico, in segui t o a ll e sanzioni internazionali proclamate ai nostri danni d alla Società de l le Naz ioni.

Per fortuna, il temuto scontro con la Marina britannica non si veri ficò, nonostante la Roya l Navy avesse fatto accorrere nel Mediterraneo, come ammonimento, gran parte della "Home Fleet " , cioè d e lla flotta della Man ica . Pertanto la Marina italiana poté garantire in tutta tranqui llit à il sostegno ad un imponente sforzo l ogistico, che perm ise di t rasportare in Africa orienta l e 560.000 uomini, 66.000 quadruped i, quas i 30.000 automezzi e o l tre due m ilioni cli tonne llate di materiale var io e che contri buì decisamente alla v it tor ia finale in Etio pia nel maggio 1936. 2 9

Al cl i là però del successo m ilit are e polit ico del regime fascista, la conqu ista d ell'Etiopia au mentò i ndubbiamente l a vulnerabilità marittima dell'Italia, creò un nuovo fronte faci l mente isolabile dalla madre patria e av r ebbe dovuto conseguentemente ispirare una div e rsa polit ica es tera al Governo di Roma. Esso invece radi calizzò i contrasti con le democraz ie occidentali, partecipando sub ito dopo alla guerra civile s pagnola al fianco del generale Franco e a ll e forze aeronavali hitleriane .

In questa nuova i mpresa militare nella peniso la ib e rica la Mar in a ita liana fu impi ega ta sia a proteggere il trasporto di 80.000 uomin i, 4 .000 automezzi e 500 cannoni ne l corso di 870 missioni, sia ad a tt accare il traf fico marittimo dei rep ubblicani e quello soviet ico di supporto. Durante questo genere cli mission i, mantenute segrete perché non conform i alla nostra forma le neu t ra lit à, il so mrnergibile iride d el comandante Valerio Borghese g iunse ad attaccare il 30 agosto 1937 il cacciatorpedin iere in glese Havock, che pe rò ev it ò il siluro lancia togli con tro. 30

In concl u sione le d u e guer re d'Etiopia e di Spagna contr ibuiron o a l ogorare la m acchina bellica italiana e a so ll ec it are fatalmente le intese italo-tedesc h e, portate a maturazione il 23 ottobre 1936 nell ' incontro cli Berchtesgadcn tra Hit ler e il nos tro nuovo ministro d egli Esteri Galeazzo C ian o, genero di Musso lini. L' affiancamento d e ll ' Italia fasc is t a a ll a Ge rm ania nazista fu rinsaldato poi nel novembre 1937 dall 'ades ion e it a li ana a l cosiddetto "patto anticom in tern" nippo -te d esco diretto contro

29 Ch iav ar e ll i E.: L'opera della Marina italiana n ella guerra italo etiopica, Mi lano, G iuffr é, 1969, p. 27-scgg.

30. Bargo n i F . !.'impegno navale italiano durante la guen-a civile spagnola (1936 193.9), c it. , p 309-3"!0

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il comunismo internazionale e fu infine sancito dal famoso "patto cl'acciaio" del 22 maggio 1939, cioè da un ' alleanza m il itare dai contenuti straordinariam ente aggressiv i.

Completata ques ta breve, ma necessar ia ri evocazione storica, ritorniamo ai prob lem i strettamente navali, esprimendo in particolare alcu ne consideraz ion i sulle deficienze riscon t rabili nella preparazione del la Marina ita li ana alla seconda guerra mondiale.

Molto d ib attuta in Italia è stata la questione della mancata costruzione cl i navi portaerei , che in questa sede, sul la sco rt a di documenti eme r si recen temente , poss ia·mo ri cos t ruire con maggiore serenità di quanto non sia sta to fatto finora.

La p r ima occasione in cui venne se riam en te affrontata n el no s t ro Paese l a poss ibilità di costruire una o più navi portaerei s i presentò durante la r iun ione del Comitato ammiragli dell ' ll agosto 1925 , quando però no ve sui diec i ammiragli presenti, interpellati a ta le proposi t o da Mussolini come Ministro della Marina, espressero parere nettamente contrario. Ess i e rano gli amm ir agli Acton, Capo d i Stato Maggiore del periodo , Biscaretti, Garnbarcle ll a, Lobett i, Mibe lli , Molà, Mortola , Simonett i e Solari . L'unico membro favorevole alla por t aerei fu nell'occasione l'in gegnere nava le Rota , che appoggiò un suo personale prog etto, ma che venne tacitato dalla massa dei dissenzienti.

Da parte s ua Mussolini non s i d im os t rò affa tt o prevenu to nei confronti di quel tipo cl i nav e, affermando anzi all'apertura dell a suddetta sedu ta "cl i essere convenuto lì per imparare". C'è da credere quind i che lo slo gan, poi così spesso citato, clell' "Italia come portaerei naturale e inaffondabile" sia nato proprio in quella sede e in segui to a quella es perienza. 3l

L'unico serio ma breve interessamento dimostrato dallo Stato Maggiore della Regia Ma rin a nei confron t i della portaere i s i eb be durante l'accennata guerra d i Eti opia del 1935-1936 ed esso fu collegato al provvisorio en tusiasmo per una "flotta d ' evasione oceanica ", che avrebbe dovuto tra

31. Archivio dell 'U fficio Stor ico della Mar i na Mi li tare (A U S.M.ìv1.) , titolo A, co ll ezio n e A/ 1 bis : Questione nave portaerei e Sa nto ni A.: La mancata risposta della Regia Marina alle teorie del Dou het . A natisi storica del problema della portaerei in Italia, re laz ione prescmata al Congresso internazionale su ll a "V it a e le opere di Giulio Douhet" ten u tosi a Caserta tra il 12 e il 15 apri le 1987. Atti pubb li cat i a cu ra de ll a "Società- di St o r ia Pat ria d i Terra d i Lavoro ", 1988, p. 257-269

* * * * *
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sporcare con sé la componente aerea non più garantita dalle basi terre stri mediterranee . Quando però questa ambizione svanì, cessarono paralllelamente le fu gaci aspirazioni ad un potere aereo imbarcato, tanto è vero che 1'8 agosto 1936 l'allora Capo di Stato Maggiore e Sottosegretario alla Mar in a, am mi raglio Cavagnari, bocciò nuovamente e perentoriamente ogni ipotesi a l riguardo . Egli poi il 15 marzo 1938 confermò di fronte al Parlamento che la portaerei non era necessaria né utile n el teatro operat ivo mediterraneo. 32

Tutt'a ltra cosa separa ta e distinta dall 'a tteggiamento ufficiale degli organi dec is ionali della Regia Marina fu la disputa dottrinaria che sul lo s tesso argomento v ide intervenire ufficiali della Marina e dell 'Ae ronau tica su ll e colonne di riv iste specia lizzate e di Forza Arma ta . Ma anche in tale ininfluente contesa giornalistica i " navalisti " non furono affatto concordi, poiché mo l ti cli essi si schierarono con gli "avia t or i" negando l'utilità di portaerei nel ristretto bacino mediterraneo . Tra questi scet tici teorici navali citiamo, ad esempio, gli ammirag li Di Giamberardino, Iachino, Sansonetti e Spigai, che raggiunsero in guerra altiss i mi gradi e che espressero fermamente la loro opinione negativa in opere pubb licate tra il 1937 e il 1939. 33

Dopo l' intervento italiano nel conflitto europeo e l'attacco contro la nostra fl o t ta ancorata a Taranto, condo tto nella notte tra 1 ' 11 e il 12 nove mbre 1940 eia 20 aerosiluranti della portaerei britannica Jllustrious, fu proprio Mussolini che prese l'iniz iativa cl i o rdina re la sollecita conver sione del transatlantico Roma in una portaerei. L'ordine, impartito il 20 gennaio 1941, fu però o t temperato soltanto nel luglio successivo , a causa cli alcune obiezioni tecniche sollevate dalla Regia Marina, mentre lo Stato Maggiore dell'Aeronau ti ca aveva espresso la sua disponi bil ità a studiare la questione. 34

Fatalmente il tempo p erduto non venne recuperato, cos icché la Marina italiana en t rò in guerra senza portaerei e non poté mai schierarne una,

32. Ibidem e Camera dei d eputat i: Atti parlamentari, legis lat ura XXIX, 1ll sessione, riun ione d e l 15 marzo 1 938 , p . 4696 4697.

33. Cfr. Di G iam b erard ino O. : L'arte della guerra in mare, Roma , Ufficio Stor ico de lla Ma rin a mi li tare, 1 937 , p 208-210; Amanacco Nava le Ita li ano 1938, Roma, lvlin is tero della Marina, 1938, p. 33; Brassey's Naval Annua ! 1938 , Londra , 1938, p . 85 e Ri v isrn Mar itt ima, Rom a, ap ri le 1939

34. Arc h iv io dell 'U ffi c io Stor ico dell'Aeron autica Mili tare (A U S.A.M.), carte ll a GAM 18/ 302 e A.U .S.M ..M . : cartella Promemoria di Su.permarina, m emorandum n. 26 del 28 gennaio 1941. Le obiezion i tecniche aveva n o per oggetto la d iffico l tà di appontaggio deg li ae rei ne ll a fase di rientro a bordo .

19 1

Portae rei hms ··Illustrio u s.. ( 12 <.licen1b r e 1944)

dal momen to c h e la conversione de l transatlantico Roma nella po rt aerei che si sarebbe chiamata Aquila non era ancora completata alla proclam az io n e de ll ' ar misti zio (8 se tt emb re 1943) . Una seconda poss ib il e nave di ta le gene re, la Sparviero, ricavata dalla conve rs ione della motonave Augustus, era in qu e l momen to i n fase di cos t ruzione ancor più arretrata.

No n possiamo non fa re a questo punto una b r eve r ifl essione su cosa sa r e b be a ccaduto se l a Reg ia Ma r ina avesse avuto a dispos i z ione u n a o d u e portae r e i duran t e la g u erra ciel Med ite r raneo . A tale proposi t o è doveroso ri cor d are, i n nanzi tutto, un p ar ti colare finora poco c o n s idera t o e c ioè c h e anc h e l a "Mccli t e r ra n ean F leet" ing lese non sch ie r ò p i ù a lcuna po r tae re i a pa rt i re da l maggio 1941, va le a d ir e do p o soli u nd ic i m esi dal l ' i nterve n to it alia n o in guerra, qu ando la s u a ul t i ma u n i tà d i qu es t o ti po, la Formidah l e, venne d a n negg iata eia ae r ei tedesc h i ne ll e ope r n i on i di Cre ta e fu costretta a r ip a r are in un cantiere amer ic ano . 35

La seconda necessaria osservaz ione riguard a la vera cara tter ist ica de l conflitto nel Mediterraneo, che fu essenz ia lm en te se non esclusiva

35 Sanconi A. Maccesin i F : La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo, c it . , p. 89 92.

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men te una guerra al traffico , condotta non certo da portaerei, ma da som mergibili, piccole un it à cl i superfic ie e , guarda caso, eia ve li voli basati a terra e c ioè a Malta , in Sici li a e nel Nord Africa.

Ebbene in tale genere di lotta , fatto di attacchi contro il naviglio nemico e cli missioni cli scorta ai rispettivi convogli, i velivoli tedeschi del X e ciel II Fl iegerkorps , stanziati in Sicilia e in Libia a parlire dal dicembre 1940, cos ì come gli aere i britannici di Malta e dell' Egitto assolsero sod d isfacentemente i loro compiti, a dimostraz ione che non s i trattava tan to d i disporre o meno di aviaz ioni imbarca t e, ma p iu ttosto cli impiegare corret.tamente le proprie forze aeree ubicate ne ll e basi terrestri.

La mancanza del radar sulle navi della Regia Marina italiana ha rap presentato certamente uno svantaggio, cui però è stato dato un peso ec cessivo da ll a storiografia poslbellica, alla ricerca di una spiegazione dei tanti agguati subiti in guerra dalle nostre unità militari e mercantili, vit time i nvece - come ora sapp iamo - preva lentemen te dell ' ULTRA Jntelligence britannico.

Fin dal 1936 erano stati intrapresi presso l'Accademia N avale di Livorno a cura del professor Tiberio proficui s t udi sulla localizzazione dei bersagli per mezzo di onde elettromagnetiche, ma l' appoggio finanziario ad essi destinato fu troppo scarso per permettere la realizza zione in tempo utile di apparecchi radar, allora chiamati "Ra.Ri. " . Pertanto il p ri mo rad ioteleme tro imp iegato in operazioni belliche da una nave eia guerra italiana fu un "De te " tedesco, installato verso la me tà cie l 1942 su l caccia torped in iere Legionario, c h e pa rt ec ipò così a ttrezzato a ll a co sidde tt a "battaglia di Mezzo G iugno" cli que ll 'anno . 36

A questo propos it o è u til e r icordare che, a d ifferenza di quanto spesso ripetuto, la Germania mise al corrente la Mar in a it al iana delle sue realizzazion i radiote lemetriche già nei primissimi giorni successiv i alla nostra entra t a in guerra, come risulta dal rapporto sulla visita fatta ad appos ite i nsta ll azioni tedesche da una nos tr a comm issione navale tr a il 1 4 e il 28 giugno 1940. 37

36 Arena N .: Il radar, vo i. I: La gu erra sui mari, Modena , Stem Mucc hi , 1976 , p. 19 e l 10- 11 1 e Cast io n i L. C . : I radar industriali italiani. Ricerche, ricordi, considera .zioni per una loro storia , i n "Storia con temporane a " , d icembre 1987 , p. 1221 1265. 37 . Archivio de ll ' Ufficio Storico della Mar ina .Mililare (A. U .S.M.M.), arc h ivio X: Marina germanica in Italia , carte ll a 4 , fasc ico lo 1/ B

:I< * * * *
193

Non si deve nemmeno so ttacere che i radar di superficie del 19401943, imbarcati sulle navi tedesche, inglesi e americane (a quell'epoca nemm e no i giapponesi avevano radar a bordo) fornivano prestazioni I imitate e spesso discutibi li, aven do scarsa portata e una ridotta affida b ili tà in termini di precisione e d i funz ionamento, soprattutto so tt o l e sensibili sollecitazioni causate da ve l ocità sostenute e dall ' azione de ll e art ig li er ie d i bordo. Nelle fas i tattiche pertanto g li inglesi erano giunti a p refe rir e anche di notte gli apparati ott ici, supportati da artifizi illuminanti (i "bengal a ") e dai tradizionali proiettori, come fecero ad esempio a Matapan il 28 marzo 1941 e ne lla battaglia dell'iso la degli Orsi de l 26 dic emb re 1943, cioè perfino in una fase avanzata de l conflitto . 38

Anche nella guerra ciel Pacifico, dove i radar cli scoperta aerea fu rono cl i grandiss i ma utilità, quelli di superficie evidenziarono numerosissime defic ienze, che non sono sta te poi sufficientemente considera te dalla nostra storiografia postbe llica. Ricordiamo infat ti che nel 19421943 la Mar in a giapponese , sprovvista di radar, vinse quas i tutti i com ba tti menti no tt urn i co l cannone e co l siluro cont ro quella americana am p iamente dotata de i migliori strumenti cli rad io localizzazione de l periodo, che ciononostante non fornirono g li attesi risultati, come ved remo nel prossimo ottavo paragrafo e ne l primo paragrafo del quarto ca pitolo . 39

Un ' ultima breve considerazione meritano le art iglie ri e navali italia ne , che in guerra dettero risul tati deludenti a causa sia dell ' eccessiva ve loc it à in iziale dei proietti (dovuta a cariche cli lancio sproporzionate e a ll 'eccessivo rapporto tra la lunghezza delle canne e il calibro de ll e boc che da fuoco) , sia delle conseguenti elevatissime pr ess ioni c h e logora vano rapidamente l'anima de i pezzi, sia infine della frequente difformità cl i peso e cli compattezza tra le stesse car iche di lancio, a sua volta tollerata con una certa larghezza da i contratti di fornitura . Tutto c iò a l fi ne di raggiungere gittate che per i 381 mm superavano add irittura i 4 0.000 metri, ma che erano del tutto inutili essendo l'o r i zzonte visivo a l massi mo di 30 000 metri.

* * * * *

38 Per la lu tt u osa ba ttag li a di Matapan vds. il prossimo sesto parag rafo, me nt re per la battag li a dell ' isola degl i O rs i v d s il qua rto paragrafo d el q u arto cap ito lo

39 . Non c i sembra in u ti le ricorda re c h e nei giorni nost ri sono n umerosissim i gli inci denti di abbordo in mare tra un ità r ico lme d i apparati rada r , certame nte più so f ist icati d i q u e ll i ciel 1940-1943.

194

Al 10 giugno 1940, giorno dell ' entrata in guerra de ll ' Italia , il rapporto delle forze nava li nel Mediterraneo era il seguente: 40

TIPI DI U N ITA ITALIA GRAK BRETAGNA F RA NCIA

Co ra zz ate 4 5 5

Po r ta erei )

Porta Idro vo lanti 1 1

In c ro ci atori p e s a nti 7 7

Inc rociatori legg e ri 14 10 7 Cacc iatorpedinie re 48 31 24

Tor p e dini e re e Avvisi 70 - 36

Sommergib ili 105• 12 48

Mas e 1'vlotos il uram i 62 -

TOTALE 3 11 59 128

* Altri 8 somme rgib ili itali a ni e rano di s lo cat i nel Mar Rosso , in s ie me a 7 c a cc ia torpedin iere , 2 torp e d in ie re e 5 Mas

4 L'Italia in guerra. Le battaglie di Punta Stilo e di Capo Spada èd azioni minori

All ' invasione tedesca de ll a Polonia de l 1° set tembre 1939 e al con segtÌen te intervento franco britannico del 3 settembre l'Italia rispose di ch iarando la propria "non be lli geranza", che venne g i ust ificata ne i confronti dell'al leato germanico con l' incompleta preparazione bellica, g ià de[ resto notificata ad H itl er il 3 giugno precedente , su b ito do p o la firma del "patto d'acciaio". Tuttavia gli eventi milita r i succedu t isi en tro la primavera cie l 1940, cioè le rap ide vittorie tedesc h e in Po l on ia, in Dan i marca, in Norvegia e i n Francia, indussero Mussolini ad an ti ci p are al 10 g iugno di que ll ' anno l ' i n tervento it a li ano ne l conflitto contro Parigi e Lond ra , p rev isto or iginariamente pe r il 1942. Il D u ce del fascis m o non voleva infatti manca re alla sparti z ione del bottino, in v is ta dell'ormai matu ra caduta della franc ia e della resa d ella Gran Bretagna, erronea m ente da t a pe r s icura . 41

40. Ufficio Sto ri co de ll a Ma ri na Mil ita re: La Marina italiana nella seconda guerra mon diale , vo i. XXI: L 'organizzazione della Marina durante il conjlitto, tomo I, p. 338 345; Adm ira lty H istorica l Section: Naval Staff history, second world war. Medil erranean, voi. I: September 1939 October 7940, Lo ndra, p u bblicazione ri servata , 1952 , p 155156; Caroff A. : Le theatre medil erraneen, voi 1: clu 2 septembre 7939 au 25 juin 1940, Parigi , Service histor ique de la Mari ne ?\a tio nale , 1960, p 60-65

4 1 Bandini F : Tecnica della sconfitta , Mil a no, Longanes i, 1969, voi. I, p 229-2 4 6

195

Nell'intervenire in guerra però Musso lini adottò una strategia ins istentemen te raccomandatagli dai responsabili militari, con in cesta il Capo di Stato Magg iore Genera le, maresciallo d ' Italia P ietro Badoglio. Si tra tt ò della famosa e fall imentare dottrina della "guerra parallela " , che consisteva nell ' ignorare ogni collegamento strategico con l'alleato germanico e nel condurre gelosamente un conflitto settoriale, cioè mediterraneo, senza l ' aiuto tedesco. Come vedremo in seguito , questa sce lta ebbe bre ve durata, poiché nel novembre 1940 Mussolini fu costretto da ll o sfavo revole andamento della guerra ne l Medi terraneo a so ll ecitare proprio quell'interven to bellico germanico in questo bacino, che Roma aveva esclu so a priori e che po i aveva rifiutato esplicitamente nell'agosto, ne l settembre e ne ll 'ottobre, i n occasione cli tre consecutive offerte cli Hitler. * * * * *

Si può tranqu illamente dire che una delle più gravi, quanto evitabi liss i me perdite navali italiane cl i tutti i tempi avvenne per incur ia a ll 'atto stesso della nostra dich iarazione d i guerra . Infatti , quantunque Roma avesse già scelto il giorno e perfino l'ora dell' i n tervento bellico , con cordandolo con Hitler, soltanto il 7 giugno 194 0 , cioè tre giorni prima dell ' apertura del le ostilità nel Mediterraneo, fu comunicato alle nostre navi mercantili fuori degli Strett i l' avviso cli pericolo di guerra . Di conseguenza la maggior parte di queste unità non fece in tempo a rientrare nei porti nazionali e cadde i n mani nemiche, oppure dovette r ifug iarsi in bas i neutrali, dove venne internata per t utta la durata del conflitto . Si persero così ben 212 piroscafi per 1.216.637 t.s. I. , pari a l 35% cie l tonne ll aggio totale de ll a Marina mercanti le italiana del per iodo, mentre, a tito lo di necessario raffronto , si ricorda che in tutta la guerra perdem mo in attività operativa 2.272.707 t.s.l. cli naviglio mercantile. 4 2

La prima rilevante azione bellica sul mare, al di là della posa cl i m i ne e di rec iproc i bombardamenti aerei, fu rappresentata dall'affondamento dell' i ncrociato r e leggero inglese Calypso, silurato dal sommergibile Bagnolini il 12 giugno, episodio che a li men tò in Italia le più rosee spe ranze di un eleva t o rendimento della nostra arma subacquea, che purt roppo invece come detto non si verificò.

Subito dopo, e precisamente il 14 giugno , cioè lo stesso giorno in cui Parigi cadeva nelle mani de i tedeschi , 4 incrociato ri e 11 cacc iatorpediniere francesi eseguirono un imprevisto bomhardamento na vale delle aree

42. Uffic io Storico della Marina Mi l itare : La Marina italiana nella seconda guerra mondiale, voi. I Dati statistici, Roma, 1972 , p 30-31 e 238 239.

196

industr iali cli Genova e di Vado, intendendo con esso replicare alla co siddetta "pugnalata alle spalle", di cui veniva cons iderata responsabile l'Ital ia , che quattro giorni prima ave v a attaccato l 'agonizzante cug ina d ' ol tral pe . Questa azione navale francese fu contrastata dalle batterie costiere e da ll e artiglierie di un treno armato , nonché da alcuni mas e dalla torpedin iera Calata/imi, i c ui siluri però non raggiunsero i bersag l i.

La Francia stremata finì per firmare rispett ivamente il 22 e il 24 giugno g l i armistizi con la Germania e con l' Italia, venendo d ivisa in due zone : una nel centro-nord comprendente Parig i e posta sotto dire t ta oc cupazione tedesca, ed una nel sud del Paese , amministrata da l Governo collaborazionista del maresciallo Petain. con sede a Vichy.

L'uscita della Francia dal conflitto migliorò sensibilmen te la situazione navale italiana , grazie sia alla notevo le riduzione delle forze avversar i e rispetto a quelle da noi elencate a ll a fine del precedente paragrafo , sia alla disposiz ione p e riferica delle due principali bas i britanniche, con Alessandria d ' Eg itt o sede della "Mecliterranean Fleet" e con Gibilterra se de de ll a "Forza H " . Quest ' ultima base anzi poteva definirsi "mediterranea " con mo lte riserve , poiché essa costituita il 28 giugno come par ziale rimed io alla defezione francese - a veva cospicui se non p r evalenti compili at lantici.

Da parte sua Malta non assunse nei primi mesi del confli tt o quelle ve st i di mattatrice delle nostre comunicazioni marittime , che invece rivestì più tardi , tanto che gli inglesi pensarono inizialmente di abbandonare ad d ir ittura l'isola , a difesa della quale c ' erano allora so ltanto tre caccia bi p l ani "Gladiator", soprannominati con umorismo bri t annico " Fede" , "Speranza" e "Carità " 4 3

Si comprende qu indi come l' armist izio francese fosse visto con preoc cupazione da Londra , dove si temeva soprattutto che la flotta dell'ex al l eato potesse cadere nelle mani italo-tedesche . Pertanto i l Governo inglese si dichiarò disposto ad affrancare la Francia dagli obb l ighi dell'alleanza, solo se la sua flotta si fosse trasfer it a in port i br it annici o a l meno neu t rali. Il rifiuto dell 'ammiraglio Darlan scatenò la reazione della recente "forza H" di Gibi lterra, che il 3 luglio 1940 bombardò la base na vale francese cl i Mers -el - Keb ir (Orano), dist r uggendo o danneggiando quas i tutte le loca l i unità dell 'ex a ll eato. Ino ltre le nav i francesi presenti

43. Gabrie le M.: Operaz ione C3: Malia, Roma , Ufficio St o ri co della Mar ina m ilita re , 1990, p 19-26 e 39-4 1.

197
o CJ u ee ! .. !\!\ I \ t \ "° I \ :I; \ .. \ I \ I \ / l / I I I / I .. / l. I .._ .. ' \\ \ \ \ \ \ Ba/taglia di 1 vferse l-K ebir3 luglio 7 9 4 0 198

nei porti so tto contro llo britannico , tra cui Alessandria d 'Egitto, furono catturate e disarmate. 44

Nel frattempo, nonostante le proprie difficoltà mediterranee , la Royal Navy era riuscita a sorprendere il 28 giugno tre cacciatorpediniere italiani che trasportavano urgenti mater ia li bellici a Tobruk e che , attaccati da ben 5 incrociatori, persero il capo flott ig li a Espero.

* * * * *

Meno di un mes e dopo l' intervento dell'Ita li a in guerra, ed esat tamente tra il 6 e il 7 luglio 1940, salparono da Napo li e da Catania, dir e tti a Bengasi, 5 mercantili con importanti rifornimenti per il nostro Esercito in Libia. Ques ti pirosca fi, o ltre che da una scorta diret ta composta da 2 incrociatori e 10 tra -cacc iatorpediniere e torpe diniere, erano protetti a breve distanza da una scorta in diretta, che riuniva le 2 corazzate rimodernate Giulio Cesare (ammiraglio Camp ioni) e Conte di Cavour, 6 incrociatori pesanti, 10 in crociatori leggeri e 29 cacciatorped i n iere. 45

Nello stesso tempo gli inglesi avevano approntato a Malta un convoglio di 7 mercanti li , che doveva trasportare in Medio Oriente soprattutto p erso nale civile evacuato dall ' isola e che sarebbe stato scortato dal la "Mecl it erranean Fleet " dell'ammiraglio Cunningham, fatta uscire al pro posito eia Alessandria d 'E g it to con 3 corazzate rimodernate, una vecchia portaerei , 5 i ncrocia tori leggeri e 17 cacciatorped ini ere.

E ntrambe le flotte in mare furono avvistate dai contrapposti ricogni tori aerei nella matt inata dell ' 8 luglio e, mentre la Squadra italiana ini ziava

44. P.R .O. , fondo ADM 1 99, cartella 797 : Opea ations against Frencb Fleet at /Vlers -elKehir (O ran) e ca n e ll a 826: Actions to immobilize units of the Frencb Fleet, 7940.

45. U ffi c io Storico della ì\farin a M il itare: La Marina ital'iana nella seconda guerra mondiale, voi. I V: Le azioni na vali dal 10 giuino 7940 al 31 marzo 1941, Roma 1976 , p. 101 103

A111mirt1/!,fio A11drew Cu11ni11gham Comandante della M editerranean Fleet 1939 1942
199

la rott a di ritorn o dopo aver garant it o l'a rri vo a Bengasi del convoglio sco rtat o, la "Mecliterranean Fleet" venne bombardata dal ciclo, subendo danni all'incrociatore Glouc este r. A questo punto l ' ammiraglio Cu nnin gha m de cise di cambia re da difens iva ad offens iva la sua miss ione, rit ar dando doè la partenza de l co nvogli o da Malta e man ovrando in modo da tagliare al nemi co la rotta di ritorno a Taranto e da in durlo a battaglia. 46

Sfortunatamente i ricognitori italiani pers ero di vista la flotta britannica all'alba del 9 luglio e la rintracciarono soltanto quando essa era riu scita a risalire il Mar Ioni o e a frapporsi, come pianifi cato, tr a Taranto e la Squ a dra dell ' a mmir ag li o Campion i. O lt re tutto qu est' ultima e ra a l lora diretta a sud. nell'errata conv in zione che il nemico si muovesse ver so le coste orientali della Sicilia, come Supermarina aveva creduto di capire da alcu n e fraziona te info rmazioni cr itt ografiche . Pertan to , quando Ca mpi on i venne informato dai ricognito r i di avere praticamente gli inglesi alle sralk. egli dovcrrc irl\'crtirc l:i rorra n 0 rso nord est. con ulteriore

46

Tiri d ariiµ,/ieria dC!l/'i11<,-rocic11u,v -:tara · Funta Sii/o ore 76.05 circa Ultime salue da 203 m111

. C un n ing h am A. 13.: L 'odissea di un mari11 a io, ì'vlilan o, Ga rzant i, 1952, p. 82. rJ co n vog li o ing lese partì da Ma l ta dopo l o scont ro, esatrnmcnte tra i l 'IO e l'll luglio, c.; raggiunse indenn e l 'Egitto.

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Schema generale della battaglia di Punta Stilo 9 luglio 1940

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GIULIO CESARE

Nave da battaglia della Regia Marina italiana

Scala 1:1250

CARATIERISTICHE

Dislocamento standard: 28.800 ton n ellate

Dimensioni: lunghezza f.t. 186,4 m. lunghezza fra p.p. 169 m la rghezza 28 m . imme rs io n e 10 ,4 m .

Apparato motore: 2 g ru pp i tu rbo ri du ttori Belluzzo ; 8 calda ie Ya rrow; 2 ass i potenza 93.000 HP Velocità: 28 n odi

Armamento: X 320/4 4, X!J-120/50, VIJI-100/ 47, Vf!I 37 / 54, XII 20/ 65

Protezione: verticale max. 250 m m. orizzontale max. 80 mm a r mamento max. 290 mm c ilind ri asso rb itor i subacquei

Varo: 15 o tto b re 191 1 Servizio: 14 maggio 19 J 4 Ricostruzione: 1933 1937 Radiazione: 15 dicembre 19/48

DATI STOR TCT

In risposta alla costruzione delle na v i da battaglia classe "Dunkerque " da parte della Francia , l'Italia decise non solo di impostare le due "Vittorio Veneto': ma di rimodernare anche le quattro vecchie corazzate classe "Duilio" e "Conte di Cavour" Sebbene la ricostruzione della Cont e di Cav our e della Giulio Cesare conse ,vasse meno della metà della struttura origina le, molte parti furono solo leggermente modijìca te; la nuova prua inglobò la vecchia per motivi strutturali e di rapidità di esecuzione, i cannoni vennero portati dal calibro di 305 mm . a quello di 320 mm ., mentre la protezione.fu. aumentata solo di poco, cosicché queste unilàfu.rono tra le meno protet te navi da baflaglia de/l 'ultimo conflitto le so v rastrutture e l 'a rmamento secondario ji,trono completamente riprogettati, mentre la protezione suba cquea venne affidata all'inserim e nto nei.fianchi della nave di cilindri assorbi /ori di tipo Pugliese Sebbene il rimodernam e nto avesse restituito a queste unità u.na ce rta capac'ità opera t iva, la manifesta inferiori/a rispetto alle similari unità britannicbe. le costrinse ad u.n impiego molto limitato e qttasi tutto il peso delle operazioni di Squadra fu affidato alle "Vittorio Veneto ".

· · · · · · · ·o· . . . . .
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Q ••
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d ispend io di prezios i minuti, giungendo quindi a contatto co l nemico quan do questo aveva ormai realizzato il proprio progetto cli sbarramento . 47

La battaglia che si svolse nel pomeriggio di quel 9 luglio 194 0 al lar go cli Punta Sti lo (promontor io ionico della Calabria) fu la pr i ma , ma an che sorprendentemente l' unica combattuta in tutta la guerra tra le flotte corazzate italiana e britannica . Essa s i r iso lse sinteticamente in un pre limin are e fallito attacco di nove aerosi luranti inglesi della portaerei Eagle e in un infruttuoso scontro tra i rispettivi incrociatori d ' avanguardia , cui segu ì poi un duello a distanza tra le nostre due corazzate Cesare e Cavour e praticamente l a sola nave a mm iraglia di Cunningham, la Warspite. Infatti la seconda corazzata britannica presente, cioè la Malaya, sparò solo otto sa lve al limite della g itt a ta dei suo i cannoni , mentre la terza nave eia battaglia inglese , la Royal Sovereign, troppo arretrata e len ta, non entrò mai in az ione. 48

Il confronto tra le suddette due corazzate era appena ini7.iato da cin que minuti quando la Giulio Cesare, nave ammiraglia cli Camp ioni , fu dannegg ia ta gravemente da un colpo da 381 mm çle ll a Warspite. Subito dopo anche l' incrociatore pesanle Bolzano venne centrato da tre grana te da 152 mm degli incrociatori ingles i, i mbarcando 3 .000 tonnellate d ' acqua. Pertanto alle 16.05 l' ammiraglio Campioni decise di interrompere i l co m ba ttim ento e d i ritirarsi a Napoli , att raverso lo s t retto d i Mess in a , con s id erando che il nemico gl i tagl iava sempre la rotta per Taranto . ... Appena terminato il contatto balistico , la paro la fu lascia ta a ll e forze ae r ee contrapposte, con quelle inglesi limitate ai soli nove aerosi lu ranti della Eagle, ancora una volta andati a vuo to. Prevedibilmente più mass iccio fu in vece l' in t ervento dell'Aeronautica italiana, che aveva i l vantaggio di disporre di proprie basi aeree assai prossime a ll a zona dello scontro . Ciononostante i 126 bomba rd ier i impiegati in ripetute missioni sulle navi ing lesi tra le 16.43 e le 21.10 non colsero alcun successo ed anzi bersagliarono per e r rore , e fortunatamente semrre senza esito, anche le unità cl i Camp ioni su ll a rot t a di ritorno.

La battaglia di Punta Sti l o lasciò mo l ta ama r ezza negli organi ope rativi i ta l iani. Essi in fatti s i resero conto di non aver approf it tato di un'ottima opportunità, essendos i rea li zzate nell ' occasione pro prio le

4 7 . Mattes in i F .: !.a battaglia di Punta Stilo , Roma , Uff ic io Sto r ico d e lla Marina militare, 1990 , p. 47 5 4

48 P R.O., fondo ADM I99. ca rte ll a 1048: Naual op e rati o ns in tbe 1\tlecliterranean, reports 1940 1941 e fondo i \DM 223, cartella 12 1: Bat1le of Calabria: action by Mediterranean Fleet against /lalian Fleet in tbe gulf o/ Taranto, 9Ju(y 1940.

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EAGLE

Portaerei della Marina britannica

CARA1 TERIST!CHE

Dislocamento normale: 2 2 .600 tonne ll a ce

Dime nsioni: lungh e zza f.t. 203 ,4 m. l unghezza fra p.p. 191 , l rn. larghezza 32, l m im mers ione 7,8 m.

Apparato motore: 4 grupp i di turb ine Brown-Curt is; 32 ca lda ie Yarrow; 4 assi potenza 50 000 I IP Velocità: 24 nodi

DATI STOR IC I

Scala 7: 7250

Armamento: IX 152/ 50 , TV 102 mm. , lV-76 m m, 21 aerei

Protezione: verti c ale max 114 mm orizzonta le max. 37 mm. Varo: 8 giugno 1918 Semizio. 13 ap r ile 1920

Perdita: l I agosto 19 4 2

Impostata come corazzata per la Marina cilena , con li nome di Almirante Cochrane , la Eagle fu terminata come por/aerei dopo cbe la sua costruzione era stata interrotta sullo scalo n el 1914. Fu la prima portae rei ad avere jìn dall'entrata in servizio un ponte di voto continuo e l'isola sul lato destro , costituendo il banco di prova di uno sch e ma progettuale che non subirà pi1ì modi)tche fino agli anni ' 50, quando comparirà il ponte angolato. La Eagle prese parte alla seconda guerra mondiale ejit affondata in Me diterraneo dall'U73 tedesco net 1942, durante la battaglia di Mezzo Agosto .

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mig l iori condizioni previste dalla recente " direttiva navale zero" (Di.Na. Zero) del 29 maggio 1940, in cui Supermarina auspicava esatt amente un incontro con la flotta br itannica nei pressi delle nostre coste e nei primissimi giorni di guerra . 49

Il 17 luglio 1940 i due incrociatori leggeri Bande Nere e Colleoni, al comando dell 'amm i raglio Casardi imbarcato sulla prima un ità, riceve ttero l'ordine di trasferirsi da Tripoli a Lero i n Egeo per attaccare in quel le acque il traffico mercantile nemico. Per una delle tante fortuite coincidenze della guerra, il giorno seguente sa lparono da Alessandria d'Egitto l'incrociatore leggero britannico Sydney e cinque cacciatorpedin iere , destinat i anch ' essi in Egeo per operare contro le locali linee di comunicazione e i so mmergibili italiani.

Al matt i no ciel 19 l uglio quattro dei cinque cacciatorpediniere inglesi, mentre eseguivano un rastrello ant isommergib ile ne l cana le tra l' iso la di Cerigotto e l'estrem i tà nord occidentale d i Cre ta (Capo Spada), avvistarono i due incrociatori italiani, che da parte loro avanzavano senza la prevista ricogn iz ione aerea, impedita dal ma ltempo. Le quattro s iluran ti britanniche presero subito caccia, coprendosi con cortine fumogene e tentando di att i rare le nostre due unità sotto i cannoni de l vic ino in croc iatore Sydney. Quest'ultimo in effetti sopraggiunse alle 07.30 da una zo n a di foschia e in poch i minuti mise a segno alcuni co l pi su entram bi g li incrociatori italiani , immobilizzando il Colleoni con una granata ne lle macchine Contro tale sfortunata unità si concentrò allora il fuoco de i cacciatorpediniere ingl esi, che la co l pirono anche con due s ilur i, mandando la a fondo alle 08 .30 . Da parte s ua il Bande Nere, seppure danneggiato , riuscì a raggiungere Bengasi sfuggendo all'insegu imen to del Sydney, rimasto privo di mun izion i. 50

Il comba ttimento d i Capo Spada dimostrò la scarsissima protezione dei nostri incrociatori della classe "Co ndotti eri" che, pur vara ti nel 1930, rinnovavano i n Italia il vecchio e catastrofico culto dell'ammiraglio Fishe r per la ve locità a danno della robustezza. All a prova dei fatt i poi, p roprio come era accaduto agli inglesi nella prima guerra mondia le, il Bande Nere e il Col/eoni non sostenevano la veloc it à di 37 nodi per la

49. Arch iv io de ll' Ufficio Storico della Marina Milita re (A U.S .M.M. ), fo ndo "Direttive Nava l i (Di.Na.)", carte ll a l: Di.Na Zero Concetti generali di azione nel Mediterraneo nel la ipotesi di conflitto Alfa Uno, 29 maggio 1940.

50. P.R.O ., fondo ADM 199, cartella 386 : Mediterranean station : wardiaries. February August 1940

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quale erano stati omologati e nel combattimento non riuscirono a cor rere più del Sydney, che in vece era accredita to cli soli 32,5 nodi, ma li faceva realmente. 51

Supponendo che il Bande Nere vo lesse raggiungere Tobruk , una par te della "Med it erra nean Fleet" uscì in mare e al mattino de l 20 lu glio gli aerosiluranti della port aerei Eagle affondarono in quel porto due cacciatorpecli n iere italiani.

* * * * *

Nel mese di agosto 1940 la Marina br it annica accentuò la sua attivi tà nel Mediterraneo. Essa infatti bombardò il primo giorno del mese l'aeroporto di Cagliari con i velivoli della portaerei Ark Royal della "Fo r za H" di Gibi lt erra, in viò contemporaneamente a Malta 12 apparecchi da cacc ia, cannoneggiò il giorno 17 la base libica cl i Ba rclia con le coraz zate cl i Alessandria ed attuò t ra la fine del me se e il 6 settem b re la com p lessa operazione "Ha ts", che vide il rifornimento di Malta, il t rasferimento ad Alessandr ia della moderna portaerei Jllustrious, un nuovo bom bardamento su Cag li ari e uno sug li aeroporti del Dodecanneso. Ne ll ' occas ione la Regia Aeronaut ica riuscì soltanto a dannegg iare un piroscafo in g lese, mentre la flotta, che d isponeva ora anche delle due potenti co razzate Vittorio Veneto e Littorio da o ltr e 4 1. 000 tonnellate s tandard , non intercettò il nem ico.

La Marina italiana invece lanciò in quel periodo, ed esattamente il 22 agosto e il 30 set tembre , i primi due attacchi dei propr i mezzi d ' as salto subacquei contro la base di Alessandria d 'Eg itto Purtroppo am bedue queste ard im entose azioni fallirono sanguinosamen te, po iché nel la prima occasione g li aerei britannici rintracciarono e affonda rono il sommergibi le Iride che trasportava i quattro S.L.C. (siluri a lenta corsa) soprannomina ti "maiali", mentre nella seconda circostanza alcuni cacc iatorped ini ere nemici loca li zzarono e colarono a p icco il sommergi bil e Gondar, che imbarcava altri tre mezz i d 'assa lt o cli que l ti po . 52

Due nuove m issioni cli r iforn imento di Ma lt a furon o po rt ate a tenni ne dag li in gles i a ll a fine di settembre e il 15 o tt obre 1940. In ques t' ultima occasione l'u nico contrasto su l mare fu tenta to n elle prime ore ciel

51. Cfr. Ufficio Storico de ll a Mar ina Militare : Gli incrociatori italiani 7867 1.964, Ro ma 1964, p. 473-494 .

52. Ufficio Stor ico della Mar i na Milita re: La Marina italiana nella seconda guerra mondiale, vo i. XIV / mezzi d'assalto, Roma 199 1, p. 2 1- 52.

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12 ottobre da nostre unità sotti li, che andarono animosamente all ' attacco della mo lto più potente scorta nemica, subendo la dolorosa perdita notturna del cacciatorpedin iere Artigliere e de lle torpedin iere Ariel e Airone, affondate dall ' incrocia tore Ajax

5 L'attacco a Taranto e la fine della guerra parallela. Capo Teulada e il bombardamento navale di Genova

Il 28 ottob re 19 40 Mussolini, senza preavvertire Hitler, attaccò la Grec ia, sottraendo uom i n i e materiali dal decisivo fronte nordafricano e t ogliendo impl icitamente ogni va li dità alle r icorrent i lamente le secondo cui l'Italia si sarebbe trova ta di fronte ad una guerra più lunga ciel previsto. Infatti, con tale aggressione allo St ato ellen ico, fu proprio il nostro Paese ad ampliare il conflitto nel tempo e ne ll o spazio rispetto alla situazione militare esistente alla data del 10 giugno 1940. Inoltre, co me se non bastasse, l ' Esercito greco resistette tenacemente all 'invasione ed anzi passò ben presto a l contrattacco , respingendo gli italiani e penetrando add irittura in Al ban ia.

Questo imprevisto rovescio destò molta amarezza negli ambienti poli tici e militari del regime e determinò un irreparabile discredito inter naziona le del Regio Eserc ito, originando anche nell'alleato german ico quel sent im ento cli sfiducia nelle nostre Forze Armate, su cui poi si basò quel tanto discusso atteggiamento di superior i tà e spesso di arroganza, manifestato dai Comandi tedeschi nei confronti di quelli italiani.

Le dolorose sconfitte pati te a fin e anno a l di là e a l d i qua del confin e greco-albanese , venne ro purtroppo replicate in Lib ia dove , a partire dal dic embre 1940 , i nferiori forze inglesi travo lsero l'Armata del genera le Graziani e conquis tarono en tro il febbraio 1941 tutta la Cirena ica. 53

Tra queste due sfortunate ca mp agne t errestr i si in serì nel novembre 1940 un grave colpo inferto da aerosiluranti britannici alla nostra flotta a ncorat a a Taranto, c ioè nella principale base navale del Regno. In ve ri tà gli in gles i avevano originar iamente stab ilito di eseg u i re questa incursione il 21 o tto b re di quell ' anno, 135° annive rsa rio de ll a famosa vittor ia d i Ne lson a Trafa lgar, ma un fortu it o i ncidente occorso a ll a por-

53. Monta n ari M.: Le operazioni in Africa settentrionale, vo i . I: Sidi El Barrani (giugno 1940:fèbbraio 1941), Roma, U fficio Storico dello S.M . Ese rc i to, 1985, p . 185 segg.

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raere i Jllustrious fece r i nviare l'operazio n e alla notte dell ' l 1 novembre, quando era appena iniziato da due settimane il disastroso attacco ita liano alla Greci a . 54

Il piano finale per l'attacco a Taranto fece parte di un più vasto pro getto operativo britannico che , scattato il 6 novembre, v ide l 'intera "Mediterranean Fleet " dell'ammiraglio Cunningham scortare convogli per Malta e per la Grecia, congiungersi con una forza navale proveniente da G ibil terra e proteggere la navigazione di un convoglio di r i torno da Ma lt a. Questi ampi movimenti non sfuggirono alla vigilanza aerea italia na , cosicché il giorno 8 Supermarina avvertì la flotta cl i base a Taranto cl i tenersi pronta a salpare, condizionando però l' effett iva partenza de lle navi ad ulterio ri e p iù precise informazioni sul nemico, che sfortu natamen te non pervennero.

Nel pomeriggio dell ' l l novembre la portaere i Jllustrious si d istaccò dal grosso de ll a "Mediterranean Fleet" insieme a quattro incroc iatori e altrettanti cacciatorpediniere e a ll e 20.30 giunse a 170 miglia da Taranto, lanciando due successive ondate d 'attacco , composte rispettivamente da 12 e da 8 biplani "Swordfish". Si trattava cli monomotori lenti e dall'aspetto an t iquato, con carrello fisso e abitacolo scoperto, dove prendevano posto due o tre piloti che erano soliti chiamare questi velivo li con il sig nificativo soprannome di "matasse d i spago " . Solo und ic i cl i essi erano armati di si luro , mentre gli a lt ri nove portavano bombe e artifizi illuminan ti (benga la) legati a paracadute, che dovevan? essere lanciati alle spalle delle ormeggiate navi it aliane, così eia renderle visibili agli aerosiluranti . 55

A Taranto erano allora ancorate nel cos iddetto Mar G rande tutte e sei le corazzate italiane , tre deg li i ncrociator i pesanti e alcun i caccia torpediniere, mentre nel più interno Mar Piccolo c'erano i restanti q uat tro i ncrociatori pesanti , due dei maggior i i ncrociator i leggeri ed altr i cacciatorpediniere , oltre a naviglio minore. La d ifesa contraerea del porto contava su 101 cannoni e 193 mitragliere, cui s i aggiungevano natural mente le nu t r it e artiglierie antiaeree delle navi ormeggiate.

A difesa deg li ancoraggi erano s tati distesi 4,2 chi lometri di reti pa rasiluri, profonde 10 metr i, anziché i necessari 12 ,8 ch ilometri; ma è sta to po i dimostrato c h e, anche in caso di comp letamen to dello sbarramento

54 Santon i A. : L'attacco aerosilurante inglese a Taranto , in " Rivis t a Ita liana Difesa (RID)", Chiavari , novembre 1990

55. P .R.O ., fondo ADM 199, cartella 798 : Mediterranean operations, reports 1940-794 1

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retale , ques t'ul t imo non avrebbe evitato i danni , perchè i siluri inglesi erano s tat i regolati ad una profond it à legge rm ente superiore ai 1.0 metri ed erano anche dotati cli acciar i n i magnetici . Infine, sul cie lo della base, mol ti pa ll o ni- aeros ta ti di sbarramento antiaereo erano stati recentemente por tati via da un forte vento e non erano s ta ti ancora r i mpiazzat i.

I risultati dell ' attacco, protra tt osi su Taranto dalle o re 23.00 a dopo la mezzanotte, furono notevoli, sopra ttutt o tenendo presente il basso numero di aerosiluranti incursori. Infatti la modernissima corazzata Littorio venne co lp ita da tre siluri e costretta a laboriose riparazioni, termina te nel marzo 1941 . La corazzata Caio Duilio fu centra ta una vol ta e rimase ai lavori fino al maggio seguente , mentre la corazzata Conte di Cavour venne raggiunta da un al tro si luro e non ri ent rò più in servizio , risul tan do cos ì l'u ni ca definitiva v ittima dell'attacco. Infi ne l' in croc iato re pesante Trento e il cacciatorpedin iere Libeccio furono co l piti da bom be fortunatamente non esplose, mentre danni di diversa entità furono riportati dall'arsenale, dall'aeroporto e dai depositi di nafta . Da parte loro gli in g lesi persero due "Swordfish " . 56

Nel fra t tem p o, ed esattamente alle prime ore del 12 novembre, 3 in crociatori legg e ri e 2 caccia torped ini ere b rit ann ici compirono una scor re ri a ne l canale d 'O tranto, d is truggendo colà un intero convogl io italiano di 4 piroscafi e riunendosi po i alla "Med it erranean Flee t ", che il 14 n o vembre rientrò ad Alessand ri a .

Le conseg u e nz e d i ca ratt ere militare dell'a tt acco a Taranto furono du e e c ioè la possibilità offe rt a ag li in g lesi d i ri durre le proprie forze navali nel Mediterraneo di 2 co r azzate, inviandol e altrove, e la de cisione itali ana di tras feri re la flotta a Na poli , a ll ontanandola ma lauguratamente dal settore operativo prin c ip a le che, so p rattutto dopo l' attacco alla Grecia, era rappresentato d al bacino centro-orientale.

Mo lto p iù sig nifi cativa fu com unque la consegue n za d'ord ine s tr ate gico politico, rappresentata dal ripensamento d i Mussol in i ne i confront i della famo sa dottrina d e ll a "g u erra par a ll e la " Infatti, dopo le delusioni sulla fronti e ra g reco a lb anese e nella base di Taranto, il Duce annullò in quel nov emb r e 1940 l' or ma i i nsosten ib il e s trategia indipende nt e d e ll ' Italia

56 . Uffic io Storico della Ma ri na Mili tare : La Marina italiana nella seconda guerra mondiale, vo i. IV , cit , p. 248 249

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nel Mediterraneo e fu costretto a chiedere all'alleato tedesco quell'aiuto militare che eg li aveva orgogliosamente rifiutato per ben tre vo lte . 57

Dal dicembre success ivo in iz ia rono pertanto a giungere in Italia le p ri me forze aeree germaniche (X Fli ege r korps), cui fecero seguito poi reparti dell'Esercito, t rasfe riti in Libia nel febbraio 194 1 agli ordini del generale Rommel, e infine un crescente numero di U-boo t e, che iniziarono a penetrare nel Mediterraneo a parti re dal settembre 1941 . * * * * *

Prima che s i realizzasse l'intervento militare tedesco nel Med it erraneo, gli inglesi a pp rofittarono della favorevole situazione apertas i con l' a tta cco a Taranto per tentare alla fine di novembre 1940 di far giungere a Malta e ad Alessandria un nuovo convoglio cli tre piroscafi, proveniente direttamente dal Regno Unito e car ico cli riforni menti (operazione "Colla r "). Come divenne pra.s.si costante, q u es to convoglio doveva esse re accomragna to da lla "F orza H" di Gibilterra fin o all'imbocca tura del cana le di

57. Sa nto n i A. : Strategia marittima ed operazioni naua/i dell'anno 7940, relazione prese nt a ta al Congresso s u "l 'I talia i n gue rra : il pr im o a nn o", tenutosi a Mi lano i l 15 e 16 n ovemb re 1990 Roma, Att i pubb li c ati a cura della Commissione italiana cli Stor ia Milita re, 1991, p 245 254.

A IJ/111irugliu lnigo Campiu11i
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Sicilia e dalla "Mediterranean Fle et" per il rimanente tragitto , mentre altri minori movimenti na v ali si svo lgevano tra l' Egitto e la Grecia 58

Supermarina, informata delle mosse avversarie, dispose che il 26 no vembre uscissero in mare, agli ordini d ell'ammiraglio Camp ioni, le due corazzate Vittorio Veneto e Giulio Cesare, 6 incrociatori pesanti e 14 cac cia torpedini ere per intercettare nel Tirreno la forza di Gibilterra, a sua volta composta da una corazzata , un incrociatore da battag l ia, una portaerei, un incrociatore pesante, 6 incroci ator i leggeri e 14 cacciatorpe diniere. Il rapporto delle forze poteva definirsi pari, poiché se gli inglesi disponevano di una portaere i, a nostro favore giocava la maggiore po te112a degli in c rociatori e la vicinanza delle basi aeree della Sardegna.

Lo scontro tra le due flotte avvenne al largo di Capo Teulada, punta meridionale de ll a Sardegna, poco dopo mezzogiorno del 27 novembre 1940 e d iniziò con il consueto duello tra gli incrociatori d'avanguardia, durante il quale furono danneggiati un incrociatore britannico e un cacciatorpediniere italiano. Alle 13.00 anche la Vittorio Veneto poté aprire il fuoco con la sola torre poppiera , ma senza esito, a causa dell'el eva tissima distanza di tiro , pari a 29.000 metri. La Giulio Cesare invece non riuscì a sparare alcun colpo, così come la corazzata inglese Ramillies, mentre l'incrociatore da battaglia Renown sparò poche sa lve prima che il contatto ba l istico fosse interrotto alle 13.15. 59

Ancora una volta , nonostante la vicinanza delle basi aeree della SarcÌegna, l' i ntervento della Regia Aeronautica si dimostrò intempestivo e infruttuoso, essendo avvenuto dopo la fine dello scontro naval e e senza ottenere alc un r isu ltato. Pertanto il convoglio inglese, lasciato dalla "Forza H" a ll 'imboccatura del cana le di Sicilia, superò senza dann i un attacco di nostre siluranti cl i superficie e giunse incolume a Malta e ad Alessandria sotto la scorta della "Med iterranean Flee t " che, come pre visto, lo aveva preso in consegna a ll 'u scita de l canale stesso . * * * * *

Nel mese di dicembre Musso li n i, completando la sua rivoluzione nell ' impostazione strategica mediterranea, licenziò sia Badoglio, Capo di Stato Maggiore Generale, rimp iazzando lo con Cava ll ero, sia l'amm irag li o Cavagnari, sostituendolo nell' i ncarico di Capo d i Stato Maggiore de ll a Marina con il parigrado Riccardi. Infine l' ammiraglio Iachino di -

58 P.R.O., fondo ADM 199, cartella 797: Mediterranean operations, reports 1940-1941, rapporti sull 'operazione ·'Collar' '

59 Smith P . C.: Hitfirst, bit hard: the story of H.M S. "Renown" 1976-1948 Londra , William Kimber, 1979, p . 164 -166.

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Battaglia di Capo Teu lada 27 novembre 1940

Corazzala "Doria " e Corazzata "Vittorio Veneto· ·

L ·ammiraglio Iachino con il generale Cavallero a hotdo della Corazzata ·'V. Veneto "

venne il nuovo Comandante della flotta, prendendo il posto dell'am mirag li o Camp ioni, nominato Sottocapo di Sta to Maggiore.

All'in iz io del nuovo anno gli inglesi tentarono di ripetere l'operazione che aveva portato allo scontro di Capo Teulada. Il 7 gennaio 1941 infatti fu avvistata nel Med it erraneo occidentale la "Forza H" di Gibilterra che scortava un convoglio di qua t tro mercantili per Malta e il front.e greco, con contemporanea ed usuale uscita da Alessandria d e lla "Mediterranean Fleet ", che a sua volta proteggeva due convog li da e per Ma lt a. Tale operazione britannica, denominata "Excess" , fu porta ta a compimento , poiché tutti i convogli giunsero a destinazione malgrado violenti attacchi dei nuovi arr ivat i "Stukas" tedeschi e un agguato presso Pantelleria di due nostre torpediniere, una de ll e quali (la Vega) venne purtroppo affondata. Tuttavia questa vo l ta il successo s t ra t egi co inglese fu paga t o a caro prezzo, poiché gli aerei del X Fliegerkorps germanico debuttarono brillantemente, affondando l'incroc iatore Southampton e dannegg iando gravemente la portaerei Jllustrious, che - come s i ricorderà - aveva condotto l'attacco a Taranto nel novembre p r ecedente.

In concomitanza con l' operazione "Excess" velivoli britannici bombardarono il porto di Napoli, dove rimase leggermente danneggiata la corazzata Giulio Cesare. Come conseguenza di questa in cursione la nos t ra flotta fu momentaneamente trasferita da Napol i a La Spezia, cioè in posizione p i ù sicura, ma ancor più per ifer ica ri spetto al principale teatro be lli co, rappresentato sempre da l Mediterraneo centro-orientale.

Alla sgradevole sorpresa dell'efficac ia degli attacchi aerei tedeschi, g li inglesi pensarono di contrapporre un 'azione di vasta portata mora le e materiale, cioè un bombardamento del porto d i Genova e delle raf finerie di Livorno da parte della "Forza H " d i G ib ilterra. L'o bie t tivo fu scelto in primo luogo per la sua importanza industria le e po i per dare una d imostraz ione di vi t a lit à e un avvertimento alla vicina Spagna del genera le Franco, smorzand one le eventuali intenzion i interventiste a fian co dell 'Asse. Influ i rono infine su ll a des ignazione de i bersagli alcune er ra te informazioni br itanniche , di origine non crittografica , secondo le quali avrebbero dovu to essere in riparazione a Genova le corazzate Littorio e Giulio Cesare, mentre vi si trovava solo la Caio Duilio co l pita ne l novembre precedente a Taranto . 60

60 . P .R.O.,

ADM 199, cartella 656 : Force "H '' reports ofproceedinp,s, 30 Decernber 1940 12 May 794 7

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fondo

I risch i che in ques t o caso dovevano affrontare g li ing lesi erano in verità piuttos to gravi, se si pensa che la loro forza attaccante sarebbe stata costretta a compiere una navigazione d i 700 miglia in acque ristrette , a esporsi presso le coste italiane a possibili controffensive e infine a percorrere la rot ta di ritorno so tt o preved ib ili bombardamenti aerei.

Ciononostante il 31 genna io 1941 la "Forza H " sa l pò da G ibi lt erra al comando dell'amm i raglio Sommerville con la corazzata Malaya, l'incro ciatore da battaglia Renown, la portaerei Ark Royal, l'incrociatore legge ro She.ffield e 10 cacc iatorpedi niere. Essa però fu costretta a r ien trare a l la base nella mattinata del 2 febb raio a causa di una burrasca , dopo che i ve livoli della portaerei avevano effettuato un infruttuoso a tt acco alla diga del Tirso in Sardegna. Tale fall ita incursione ebbe comunque un e ffetto diversivo , poiché quando il 6 febbraio la "Forza H " uscì nuovamente in mare ne ll a s tessa composizione, Supermarina, messa sull'avv iso dagli informatori stanziat i lungo lo stretto cli G ibilterra, ritenne o che gli ingl es i volessero ripet ere il bombardamento non riuscito con t ro la diga ciel T irso, oppure che essi des id erasse ro lanc iare alcuni velivoli di rinforzo a Ma lta ed eventualmente scortare un convoglio fino a l canale di Sicilia. 6l

In base alle suddette pr evis ion i di Roma, la ricognizione aerea fu con centrata principalmente in una zona che si estendeva tra la Sardegna e il meridiano cli Minorca, mentre la flotta inglese faceva rotta per Genova passando t ra le Baleari e la costa spagno la . Quindi furono fatte uscire da la Spezia , ag li ordini de l nuovo Comandante in capo amm i raglio Iachino, le tre corazza te allora disponibili e cioè la Vittorio Veneto, la Giulio Cesare e la Andrea Doria e da Mess ina i tre incrociatori pesanti Trieste, Trento e Bolzano, con l'incarico cli r iuni rsi e di incroc iare a nord ovest della Sardegna, insieme ai rispettivi cacciatorpediniere d i scorta, in a tt esa dei risultati d e ll 'esp lorazione aerea.

A l matt in o del 9 febbra io g l i in g lesi distaccarono l a loro portaerei Ark Royal, i cu i velivo li lanciarono mine magne ti che nelle acque di La Spezia e bombardarono le raffinerie di pe t rolio di Livorno. Contempo raneamente le a ltre navi de ll a "Fo rza H" effettuarono dalle 08 .1 5 alle 08 45 il p rev isto cannoneggiamento del porto d i Genova, c ausando gra vi danni alla zona industriale e all'ab it a to .

Ben p res to gi u nsero a Supermarina e a Superaereo le notizie degli attacch i br itannici, ma, per alcuni ritardi ne ll a d ecifratura dei relat iv i mes-

6 1. Arc h ivio dell'Ufficio Stor ico della i\fari n a Mi li ta re (A.lJ S.M.M ), fondo "Promemo r ia d i Su p ermar i na, anno ·1941 '' , prom emo ri a n . 34 b is : Azione navale nel golfo di Genova .

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saggi d'allarme, solo alle 09.50 pervenne alla nostra flotta l'ordine di puntare a settentrione, mentre essa - come abbiamo detto - incrociava a nord ovest de lla Sardegna .

A questo punto occorreva localiz zare il nemico su ll a rotta di ritorno , per inviarg li contro le nostr e forze cli cielo e di mare; ma in tale ci rcostanza si ripresentò in rutta la sua gravità la vecchia questione de l deficien te serv izio di esp lorazione aerea. Pertanto so lo due bombardieri ita lian i avv istarono e attaccarono a ll e 12.20 la flotta inglese che, ri unitasi alla portae re i, navigava a tutta forza per rientrare a Gibilterra, percorrendo la stessa rotta dell'andata. 1·nostri piloti però dettero malauguratamente la notizia dell ' avvis tamento so lt anto a l loro rientro alla base, cosicché Supermarina ne venne informata tardivamente, cioè alle 15.30 . 62

Intanto si incrocia vano a Roma comun icazion i contraddi ttori e cli scoperta, dovute sia all'avvistamento di due isola ti cacciatorped in iere che

In crociatore "fries/e ·

62 Ufficio Stor ico de ll a Mar i na ·Ìl·1ilitare : La Marina italiana nella seconda guerra mondiale, voi. IV , c it. , p. 377.63. De f el ice R. : Mussolini l 'alleato, vo i. I: L 'Italia in guerra 1940-1943, tomo 1: Dalla guerra "breve " alla guerra lunga, To r i n o, Eina udi , 1990. p . 183

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L :1111111imglio Niccardi <.:011 l'Ammiraglio Doenitz

gli inglesi avevano precedentem e nte distaccato incaricandoli di e mettere segnali radiotelegrafici a scopo diversivo , sia ad un errore di identificazione che fece scambiare un pacifico convoglio di mercantili francesi per la "Forza H".

La fatale conclusione fu il rien tro indisturbato a Gibilterra di tutte le navi britanniche 1'11 febbraio e il loro conseguimento dell ' obiettivo principale, che era quello d i intimorire e di indurre a più miti consigli il generalissimo Franco . Non a caso infatti il dittatore spagno lo, incontratosi con Mussolin i il giorno success ivo nella vicina Bordi ghera, come probabilmente sape vano gli ingl esi, declinò ancora una volta l'invito di intervenire nel conflitto al fianco dell ' Asse 63

6 Lo scontro di Gaudo e la tragica notte di Matapan

Dopo l'intervento tedesco nel Mediterraneo e g l i ultimi avveni men t i navali s i tenn e a Merano tra il 13 e il 14 febbraio 1941 una conferenza militare italo germanica, nella quale i rapp r esen t ant i del Terzo Reich reclamarono un maggiore impegno de ll a nostra flotta ne l bacino orientale, per contra.stare colà i crescenti traffic i ing lesi a sostegno della G r ecia . Siffatta r ich iesta t edesca venne per il momen to resp i n t a dal nuovo Capo di Stato Magg iore della Regia Marina, ammiraglio Riccardi, che però ne l mese success i vo s i a r rese alle i n sistenze de ll' alleato, anche in seg u ito ad un paral le lo intervento de l Comandante de ll a flotta da bar.taglia , ammiraglio Iachino. Ques t ' ultimo infatt i, pur a ll ' oscuro de ll e p retese ger m an ic h e, perorò a fine feb braio un s i mile intervento nava l e contro i convogli britannici sull'as se Bengasi - Pireo . 64

63 . De Felice R. : Mussolini l 'a lleato, vo i. I: l '.ltalia in guerra 1940-19

64 . Archi vio dell 'U fficio Stor ico della Marina Mil itare ( A U.S.M.M .), ti to lo F, collez ione B: Convegni e colloqui italo-tedeschi. Merano. 73-14febbraio 1941 e Iach ino A.: Caudo e Matapan, Ì\'1ilano, Mo n dadori, 1946, p. 48-49.

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A convincere Supermarina della necessità di impegnare parte della nostra flotta nel Mediterraneo orienta le intervenne il 4 marzo anche l'inizio in quel bacino dell'operazione ingl ese "Lustre", consistente nel re golare inv io cli rifornimenti in Grecia, che e ntro il 21 aprile avrebbe por tato a l trasferimento in terra ellen ica di 58.368 uomini e di 8.588 ton nella te di equipaggiamento. 65

Premuto in tal senso, l'a mmiraglio Riccardi si dichiarò disposto ad inviar e in croc iera corsara, a nord e a sud di Creta , un com plesso na vale forma to da una corazza t a, o tt o incrociatori e diciassette cacciator pedin ie re, purchè a questa squadra fosse garantito da ll a Regia Aeronautica e dalla Luftwaffe un appoggio esplorativo, protettivo ed offensivo. Poco o nulla invece sembra abbia influito su ques t o assenso di Supermarnna l 'errata informazione poi comunque emendata la sera del 26 marzo secondo cui due delle tre corazza te britann iche di Alessandria sarebbero state dannegg iate il giorno 16 çla velivoli t edeschi . 66

Il definitivo ord i ne operativo c ifrato n. 51106 fu dirama to da Super marina a lle 21.10 de l 23 marzo 1941 via filo, il che esclu d eva un suo even tua le intercettamento. Per mezzo di speciali corrieri furono poi recapi tate a mano ai Comandi di divisione e di s quadriglia le norme esecutive dettate dall 'amm irag li o Iachino. Necessariamente per radio e con macchina cifrante ENIGMA vennero invece trasmesse da Roma fra il 24 e il 26 marzo le indispensabili disposiz ioni al Comando de ll 'Egeo (Egeomil di Rod i), incar icato di svo lgere alcune att ività aeree co ll aterali nel se tto re. Ciò aprì una dec isiva breccia nella segretezza dell'operazione, grazie all ' in terce ttazione e alla decrittazion e di tali radiocifrat i da parte della "Government Code and Cipher School" di Bletc hle y Park, come ved r e mo tra poco . 67

65. P.R.O., fondo ADM 199, cartella 806: Naval operations in lv!editerranean, reports 1941, rappo rto de l Comando della "J\llediterra n ea n Fl eec" n. 2466/ 002 14 de ll ' l l d icembre 1941.

66. Mattes in i F.: ll giallo di Matapan: revisione di giudizi, Roma, Dell ' Ateneo , 19:85, voi I, p 14 15.

67. Già il 12 febbra io i 'U LTRA lnt ell igence s i era mess a in evidenza in terpreta nd o im po rta nti norme re lat ive alla pro tez ione ae rea dei nostri convogli e alla .r ipart i7. io n e delle scorte, delle zo n e di pa ttu g liam ento e delle ricognizio n i. Cfr. P R.0 , fon do AD .M 223 , cartella 75: Admirally signal rnessages "F" series, 14 July 4 March 1941, doc u me nto F.172.

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Operazione c-;audo e Matapan 27/28 marzo 1911 Piano originario

Infine tra la sera ciel 26 e le prime ore ciel 27 marzo salparono le se lezionate unità italiane e cioè la corazzata Vittorio Veneto, gli incrociatori pesanti della J i! divisione Zara , Pola e Fiume, gli incro ciatori pesan ti della 3a d ivisione Trieste, Trento e Bolzano, gli incrociator i legg er i dell'8i.l divisione Giuseppe Gariba ldi e Duca degli Abruzzi e 17 cacciatorpediniere della 9,1, 10a, 12\ l Y e 16a squadriglia, ridotti po i a 13 per l a sos ta a Messina delle quattro siluranti della 1 o.i squadriglia, bisognose di rifornimento.

Nel pianificare la suddetta m issione in sintonia con le r ispettive competenze ordinative , Supermarina aveva c hi esto il 23 marzo al Comando Supremo di pred isporre l e dovute istrnzioni destinate al dipendente Co mando dell'Egeo, che la stessa Supermarina cod ifi cò poi con la propria macchina cifrante ENIGMA e inoltrò v ia radio a Rodi alle 20 .. 10 del 24 e alle 11 16 de l 25 marzo

Il primo cli t a li radiocifrati di Supermar i na conteneva i convenuti ordini del Comando Supremo, a firma de l genera le Guzzoni, Sottocapo di S . M. Generale , riguardanti una serie di operazioni aeree eia ricogn i:7'.ion e e da attacco, che Egeomi l avrebbe dovuto eseguire nei giorni "X m e no 2", "X meno l" ed "X", in v ista di nostre azion i locali che sarebbero state precisate in tempo. Il seco ndo dei due radiocifrati di S uperma rina invece pr ecisava s inte ti camente a Rodi che que l 25 marzo era il g iorno "X meno 3" . 68

Quest'u lti mo più breve messagg io fu il primo ad esse re decr ittato da ll 'ULTRA Int elligence britannico, che impiegò poche ore per metterlo in c hi aro. Pertan t o già alle 17.05 di que ll o stesso 25 marzo (ora d i Greenwich) l'Ammiraglia t o cl i Londra fu in grado cli comunicare a ll 'a m miraglio Cunningham, Comandante della "Me dit e rr anean Fleet" di Alessan dr ia, e a l Comando di Mal t a quan to segue : "Roma ha informato Rod i c h e oggi 25 m arzo è il g iorno X meno 3. Commento: il segna l e fa r ifer i mento ad un messaggio tra Rod i e Roma del 2 4 marzo. Ogni ul teriore in formazione sarà i nviata qua lora possibile". 69

Le p romesse "ulterior i informazioni " non ta_rdarono a g iung ere ad Alessand ria d'Eg itto, poiché nella mattinata de l 26 marzo gli operator i

68. Arch i vio de ll' Ufficio Sto r ico de ll a Marina Mi lita re (A . lJ.S . M .M . ), fondo Scontri na vali ed operazioni di guerra, ca nella 28 b is

69 P.R 0., fo n do ADM 223, cartella 76: Adrniraltysignat messages "F" series, 1 March5 May 1941, doc u mento F.258 e Sa n toni A.: Jl vero traditore: il ruolo documentato di ULTRA nella guerra de l Mediterraneo, p. 82 e 301.

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Il teleci(rato di Supermarina n. 73675, che fu il primo ad essere decrittato dagli ingle si lo stesso 25 marzo 194.7, cioè due gio rni e mezzo prima di Matapcm

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L1111 ,, La prima decrittazione in occasione dell 'operazione di Gaudo e Matapan

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La seconda decrittazione ii1Rlese in occasione dell'operazione Gaudo e Matapan

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Le considerazioni fatte dall'Ammiragliato britannico dopo le prime in.formazioni crittogragriche riguardanti l 'operazione di Gaudo e Matapan

3Z8
...
225

di Ble tchley Park riuscirono a decrittare anche il più lungo ed impor tant e rad iocifra t o di Supermarina, quello cioè emanato alle 20 . 10 del 24 e contenente g li ordini del genera le Guzzoni a Egeomil per le loca li at tiv it à aeronautiche preparatorie . 70

In tal modo g li inglesi, e sopra ttu tto l' ammiraglio Cunn ingham, ven nero a sapere con due giorn i d ' anticipo che g li italiani stavano predisponendo azioni aeree nell ' Egeo, in v ista di una loro imprec isata ope razione , che avrebbe avuto luogo in quelle acque il 28 marzo.

Due pa rti colari però lasciarono per il momento perp lessi i Comandi b rit annici. Innanz i tu tt o nel constatare che il suddetto radiocifrato italiano port ava la firma di un genera le ciel Regio Eserc it o, pur essendo s t at o emanato da Supermarina, gli in g lesi supposero per qualche is t ante che s i stesse p er verifica re in Egeo una nostra operazione combinata di caratte re anfib io . Quindi la decrittazione di un messaggio tedesco, avve nut a alle 09 . 15 del 25 marzo e ind icante il tra sferimento di aerei da cac cia d al Nord Africa a Pa lermo, confuse le idee a Londra, dove comprensibilmente non s i riusciva a collega re una minaccia it a li ana nell'Egeo con l' in v io di velivo li ger m an ici nel Tirreno A rag ione quindi l'Am mi ragliato comunicò a Cunn in g h am alle ore 00.25 del 27 ma rzo che "l 'unica cosa che non riu sciamo ad ins e rire nel quadro generale è lo spostam ento cli ae re i da caccia te d esc hi a Palermo" . 71

Comunqu e s ia, l' a mmiragli o Cunningham, va lutando a ttentamen te le d is poni b ili informazioni c ritt ografic h e e le realistiche poss ibilità opera tiv e italiane nell 'Egeo, era giunto autonomamente all 'esatta con clusi o n e che forze navali nemiche mira ssero ad a tta ccare i convogli "Lu s tr e" diretti in Grecia. Eg li pertanto si pr eocc upò di diramare tra le 17. 28 e le 18.22 del 26 marzo c inqu e ord in i o perat ivi , con i qua li p reannunciò la sospe n s ione dei convogli n ell ' Egeo, allertò la ricognizione aerea in tutto il Mediterraneo orientale e s ull e basi it a liane di Taranto, Napoli , Brindisi e Mess i na , dispose p a ttugli ame nti di somme rgi b ili, rinforzò la difesa di Suda con l' incrociatore cont rae reo Carl isl e e spedì in mar e , con compiti es plorativi a sud ovest dell ' iso lotto di Gaudo, la 7i!. d ivisione in

70 P.R.0. , fondo ADM 223, cartella 76 c itata, docume nti F 259 e F 260 : dispacci dell ' Ammi rag liat o de ll e o re 08 20 e de ll e o re 10 07 del 26 marzo 194 1 , a mb edue ri prodotti in Sa nto ni A : Il ve ro traditore, p 83 84 e 302 30.

7 1. P . R.0 , fo nd o ADM 223, carte ll a 88 : Admiral~y use o/Specia l Jnt elligence in naval ope rations, p. 328 Pe r il cesto d i qu es ta fuor viante decrittazio n e de l m essagg io te desco cf r fo ndo ADM 223, ca rt ella 76 c itata, d ocu m ento F.256.

22 6

crociatori d el viceammirag lio Pridham \Xlippell basata al Pireo, che salpò alle 13.00 del giorno 27. 72

Quasi tutti ques ti ordini operativi emanati da Cunningham nel pomeriggio del 26 marzo 1941, c ioè du e g iorni prima della battaglia e ad dir it tura quando le nostre navi non erano ancora salpate, in iziavano con la sintoma ti ca frase" C'è ragione di sospettare che forze di superficie ne miche progettino una puntata nell'Egeo, giungendo colà il 28 marzo ... " . È anche interessante ricordare che uno d i quest i o rd in i opera ti vi inglesi del 26 marzo venne poi osservato da l coma ndante Bre ngola de l Pola nel qu adrato del cacciatorpedi n ie rejervis dopo la ba tt aglia di Matapan e il suo salvataggio da parte di ta le siluran te britannica. Quando poi nel dopoguerra Brengola tornò dalla pr ig ion ia e riferì quello che aveva visto su l Jervis , alcun i lo considerarono un v is ionario, mentre altri lo ritennero un test imone ocu la re di presunte "fughe di notizie" co l pose o do lose, ma comunque avvenute a lmeno due giorni prima de l fa ti d ico 28 marzo 1941.

Oggi, grazie a documenti o ri gina li inglesi, sappiamo finalmente la verità sulle preventive informazion i br it anniche in occasione di Matapao, che furono inconfu tabilmen t e basate sulla penetrazione del siste ma ci fran te meccan izza t o della Marina italiana. De l resto lo stesso ammirag li o Cunn in gham, nel suo rapporto di missione r eda tt o l ' ll novemb re 1941 e pubblicato sul terzo supplemento alla "Lonclon Gazette" n. 38031 def' lontano 29 lu glio 1947 , fece intravedere di aver ricevuto nella circostanza preventi ve i nformazioni , senza p eral t ro precisarne la segretissima fonte. In quel la se d e infatt i il Comandante in Capo della "Med i terranean Flee t " affermò onestamente che nei giorni precedent i la battagli a egli "si era trovato a dover fronteggiare un pericolo che sape va esistente, ma di cui non poteva predire esattamente la natura", il ch e cli pingeva rea li s ti camente la propria pe rdu rante inco n sapevolezza cir ca l' ammontare delle forze nava li italiane e i dettag li a ti piani cl i queste ultim e . 73

Dopo che Cunningham aveva diramato il 26 m arzo 1941 g li accen nati ordini o p e r at iv i, i'ULTRA Inte lli gence d ecri tt ò il giorno 27 altri d u e

72. P .R.O., fondo ADM 199, carte ll a 781 : BattleofCape/1,fatapan, 1941, p . 107; fondo ADM 223, ca rte lla 88 c itata , p . 326 327 e fondo AIR 23, cartella 6377: A.H.Q . British AirForce, Greece 1941. Cun nin gham avrebbe voluto imp iega re ne ll 'occas io ne a n che l'inc roc iatore York, che s i trovava a Su da, ma esso ve nn e messo fuo r i combattime n to d a u n ardito attacco di "barch in i es pl os ivi" ita l ian i alle prime ore d e l 26 marzo

73 . P .R.O ., fondo ADM 199, cartella 781 c itata: rap po rto n. 2161 / 00213 / 2 dell'll no vembre 1 94 1 , p. 47.

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radi.ocifrati di Supermarina diretti sempre a Rodi e che riguardavano l'a pprezzamen to italiano della situaz ione na v ale inglese ne l Mediterraneo orienta le e le risultanze de lle ultime ricognizioni aeree dell'Asse sul Pi.reo e su Alessandria d 'Egitto. 74

Alla ricezione di queste aggiuntive informazioni , l 'ammi r ag li o Cunn i ngham ribadì n ella giornata del 27 le sue direttive generali agli or gani operativi del Mediterraneo orienta le ed attuò la preannunciata sospens ione dei convogli "Lustre ", che erano stati tenuti in v ita fino all'ultimo momento per non in sospettire il nemico .

Da parte sua l'a ll e r tato Quart ier Generale de ll a R.A.F. in Medio Oriente ordinò al Comando de ll e forze aeree britanniche in Greci.a di impiegare, a propria discre z ione, le locali squa drigli e contro qua lsia s i bersag li o naval e en t rato nel loro raggio d ' az ione. Infine Cunningham, dopo aver avu t o cura di ingannare eventua li spie, facendos i vedere in giro pe r Alessandria in tenuta da golf, salpò segretamente dal porto eg iziano alle 19.00 de l 27 marzo con le tre corazzate Warspite, Barham. e Valiant e nove cacc iatorpedini ere, che s i congiunsero in mare alla portaerei Form.idable . 75

Un incidente apparentemen te lieve, ma da ll e straord inarie conseguenze operative, fun estò immediatamente l ' uscita i n mare della "Mediterranean Fleet" sotto forma di un asso rb i mento di fango eia parte dei condensatori d e ll a nave ammiraglia War!>pite, che ridusse la ve locità di tale corazzata inglese a 20 nodi , aumentata po i a 22 . C iò rallentò la marcia dell ' intero complesso britannico e conseguentemente ri tardò dalle 06.30 alle 13.00 d e l giorno 28 la prevista riunione del grosso di Cunningham con la 7 i divisione in c rociatori d i Pr idham Wippe ll a 20 miglia a sud di Gaudo, imp edendo così a ll a "Mediterranean F leec" di es sere presente a l preliminare scon tro navale che s i svo lse in qu e ll e ac que dalle 08.12 alle 11.18 tra la nostra flotta e la stessa 7 e d i visione ing lese, come vedremo tra poco.

Fra ttanto la 3.1 divisione degli incrociatori ita li ani , che cos titui va l'avanguardia de l grosso di Iachino, e ra sta ta avv istata alle 12 .20 d e l 27 marzo

74. P.R.0 , fondo ADM 223 , cartella 76 c itata, document i F 26 4 e f 267 : d ispacc i d ell' Ammirag li a to inglese delle ore 08 .46 e 15.10 de l 27 mar zo 1941; car tella 88 citata, p. 328 329 e Santoni A: Il vero traditore, cit., p. 86 e 304 305, d ove s ono r i prodotte ta li ulter io ri decritrazioni.

75 . P.R .O ., fo n do AIR 23, cartella 6377 c itata , messagg io dell'II .Q .R.A.F. del Medio Oriente n. 282 del 27 marzo 1941 e fondo ADM 199 , cartella 78 1 citata , p 111

228

da un idrovolante "Sunderlancl", decollato da una base greca in seguito all'allertamento determin ato dalle accenna te informazioni crittografiche. Tuttavia l' intercettaz ione del re lativo messaggio di scoperta lanciato dal vel ivo lo br itannico fece capire a Supennari na c he esso aveva avvistato so lo una minima parte delle nostre forze navali , motivo per il quale l' ope razione non venne sospesa. Invece alle 21.20 di que ll o stesso giorno, aven do la ricognizione aerea dell'Asse ris co ntrato l'assenza nell'Egeo di con vogli nemici, Roma ordinò a Iachino cli annullare la prevista puntata d ella Pd ivisione incrociatori a nord di Creta e di lim itarsi ad effettuare la sola scorreria a sud della grande isola con la flotta riunita. 76

Alle 06.35 del 28 marzo un ricognitore "Ro .43", catapultato dalla nave ammiraglia Vittorio Veneto , avvistò n e lle acque de ll ' isolotto di Gaudo, a sud d i Creta, l'accennata 7a divisione inglese del viceammirag l io Pridham-Wippell, sa lpata da l P i reo e format a dai 4 incrocia tori leggeri Orion, Ajax, Perth e Gloucester e da a l trettanti cacciatorpediniere. A questo punto l' accennata e p iù avanzata 3a divisione italiana dell'ammiragl i o Sansonetti, composta dagli incroc iatori pesanti Trieste, Trento e Bolzano e da 3 cacciatorped iniere, si trovava in buona posizione per agganciare l e leggere unità britanniche e per sospingerle verso il resto della nostra flotta, che non era stato ancora avvistato dal nemico.

~Lo scontro di Gaudo tra queste· due aliquote na va li avversarie ini z iò , come abbiamo anticipato, alle ore 08.12 di quel 28 marzo 194 1 con un inseguimento ita l iano degli incrociatori ingles i che, do t a t i cli arti glierie cli m i nore gittata e potenza (152 mm con t ro 203 mm) , si rit i ra rono con rotta est. Alle 08.55 però l'ammiraglio Iach i no r ichiamò in diet ro la 3li d iv isione, che si stava allontanando troppo verso levante, de t e rminando così l' interruzione de l combattimento, che cie l resto non aveva registra t o a l cun colpo a segno . A quel punto anche g l i in crociator i d i Pridham Wippell i nvertirono la rotta verso ponen t e e da inseguiti divennero inseguitori, non volendo perdere il contatto con le na v i cl i Sansonetti Così facendo pe rò essi finirono per cadere sotto i cannoni della Vittorio Veneto, che in effett i si pres e ntò inaspetta ta ai l oro occhi alle 10.55 .

La sorpresa fu grande per Pridham-Wippell, che non sospet tava la vicinanza di navi eia ba t taglia italiane, fino ad allora non segnalate né 76. Iachino A.

p. 24.

229
: Caudo e Matapan, cit., p . 84 85 e Ba rgoni F. Gay F. Andò E. : Corazzate classe" Vittorio Veneto'', Roma , Bizzarri , 1973, parte II,

dalla ricognizione né dalle decrittazioni radio. A riprova della loro inconsapevolezza, gli incrociatori inglesi continuarono pericolosamente ad avvic i nars i a ll a Vittorio Veneto , fino a giungere a distanza utile p e r lampeggiare verso di essa il segna le di riconoscimento "OBI ", supponendo addirittura cli avere a che fare con una delle co ra zzate di Cunningham attese all'alba, ma che erano invec e attardate dagli accennati inconvenienti alla Warspite. 77

Sfortunatamente le armi italiane non seppero cogliere l'enorme vantagg io della sorpresa e della schiacciante superiorità materiale realizzatasi a loro favore nelle acque cli Gaudo. Infa tti nessuna delle 542 granate da 203 mm sparate complessivamente dai nostri incrociatori e delle 94 granate da 381 mm sparate dalla Vittorio Veneto anelò a segno sui quattro incrociatori inglesi, che si ritirarono nuovamente verso levante.

Alle 11 18, dopo ventitré minuti cli fuoco pressoché uni laterale, la Vittorio Veneto fu costretta ad int errompere l ' inseguimento perché fa t ta segno ad un attacco di se i aerosilurant i nemici , fortunatamente andato a vuoto. Quindi alle 11.40 Iachino, considerando che la propria flot ta era stata ormai avvistata nella sua interezza e constatando la perdurante assenza cl i convogli ing lesi nella zona, decise di porre fine alla sua missione e di rientrare alle basi.

Lungo la rotta di r it orno la flotta italiana venne attaccata senza esito alle 12.05 d i quel 28 marzo da tr e aerosiluranti decollati da Creta e più efficacemente alle 15.20 da cinque aerosiluranti della portaerei Formidable (tre "Albacore" e due "Swo rclfish "), acco mpagnati da tre bombardier i "Blenheim" cli base in Grecia. In quest'ul tim a circostanza un siluro colpì ]a Vittorio Veneto a poppa, costringendo l a nave amm i rag li a a fermare le macchine per .sei minuti e poi a proseguire a velocità ridotta, compresa tra i 16 e i 19 nodi. 78

Nel fratt e mpo , e precisamente alle 14.25 , era giunco nelle mani di I ach in o un radiogramma proveniente da Rodi , che comunicava l'av vistamento dal cie lo, alle 12 . 15, di una portaerei e cli una corazzata ing les i con rela ti va scorta, a 80 miglia a levan te della Vittorio Veneto.

77 U fficio Storico d e lla Marina Militare: La Marina italiana nella seconda guerra mondiale, voi. IV, cit. , p. 438.

78. P .R. O, fo n do ADM 199, cartella 78 1 c itata, rapporto d i m issione d ella portaere i Formidahle n 0471/19/ A.C335 de l 21 agosto 1941 e Iachino A : Gaudo e Matapan, c it. , p. 13 2- 134

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Questo messaggio però purtroppo non specificava che tali navi nemiche erano sta t e anche attaccate dai velivoli scopritori, ciò che avrebbe con feri t o una maggiore a t tendib il it à alla notizia.

Success ivamente pervennero a Iachino a ltr e info rmazioni , tra cui il risultato di un importantiss i mo rilevamento racliogoniometrico, che al le 17 .45 poneva un indistinto "Coman do complesso" nem ico a 75 mi glia a sudest della nostra flotta; ma ciononostante il Comandante in ca po italiano finì per ritenere piuttosto remoto il perico lo d i un incontro con corazzate bri tanniche .

Nel tardo pomeriggio intervennero a protezione della nos t ra flotta sulla rotta di ritorno d iec i aere i da caccia germanici, senza che Iachino lo notasse e quind i senza che la successiva stor iografia ne prendesse no ta . Comunque sia, ogn i scorta aerea divenne impossibi le dopo il tramon to e da allo ra la flotta ita li ana dovette provvedere con i suo i mezzi alla pro pr ia difesa notturna , rinserrando le fila ed ass umendo uno schieramen to assa i compatto su cinque co lonne, con al centro la dann eggiata Vittorio Veneto.

Con tr o questa formazione s i scatenò, a par tire dalle 19.28 di quel 28 marzo, l'ultimo e fata le a t tacco aeros il urante britannico , condotto da otto ve li vo li della Formidable e da due "Swordfish" cli Creta , che all<; 19.50 dann egg iarono gravemente l 'incroc iatore pesante Pola de lla 1" divisione, da que l momento quindi rimasto immob ili zzato e di stanz ia to dal resto de ll a flotta italiana. Venu t o a conoscenza de ll 'ac c ad uto, l 'am miraglio Iachino ord in ò fatalmente a ll e 20 .1 8 che in soc corso del Pola immob ili zzato muovessero le restanti un ità de ll a me desima 1" d iv isione dell'ammiraglio Ca tt aneo, cioè i due in crociatori pesan ti Zara e Fiume e i quat t ro cacciatorpedinier e Alfieri, Gioberti, Carducci e Oriani. 79

Dopo alcuni messagg i d i conferma, scambiati tra Cattaneo e Iachino, la 1" divisione eseguì il suddetto ordine ed invertì la ro tt a alle 21.06, assumendo una l inea di fil a con i due incrociatori in testa e i quattro cacc iatorpedin iere i n coda ed avanzando alla velocità di 16 nodi , aumentata a 2 2 nodi per 38 minuti . Purtroppo il "Comando com p lesso" segnala to dalla nostra radiogoniom et ria fin dalle 1 7 .45 era r app resen79 . San to ni A. La battaglia di Matapan., relazione presen ta ta a l Co nveg n o s u "L' Ita li a i n guerra : il seco n do anno". organizzato a Mi lano dalla Commiss io ne it a li ana di Stor ia Militare i l 25 e 26 ottob re 1991. Att i pubblicaci su l '·Bolletcino d 'Arc hi v io de ll 'U fficio Stor ico d e lla Mari n a mil itare" del d icembre 199 1 , p. 143 157.

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rato proprio dalla "Mediterranean Fleet" che, dirigendo verso il luogo del siluramento de l Pola, lo raggiunse poco dopo le 22.00 , i n fatale e forse prevedibile concomitanza con l'arri vo in zona della 1i! divisione di Cattaneo .

In effetti alle 22.03 , al largo di Capo Matapan (promontorio meridionale della pen isola ellenica), la corazzata Valiant iniziò a captare al radar una sagoma indist i n ta che corrispondeva all ' immobile incrociatore italiano e ne dette notizia all'ammiraglio Cunningham alle 22.10. Tuttavia, mentre le tre navi da battaglia britanniche mandavano in punteria le loro ar tiglierie su l bersaglio localizzato a sinistra, alle 22.25 furono improvvi samente osserva te da bordo della nave ammiraglia Warspite, con i nor mali binocoli notturni, le sagome delle unità della nos tra 13 divisione in avvicinamento dall'altro lato. so

I ventiquattro cannoni da 381 mm delle tre corazzate inglesi venne ro allora brandegg iati sul nuovo rilevamento e alle 22.28 aprirono il fuoco contro l'ignara formazione di Cattaneo, illumina ta dai proiettori del cacciatorpediniere Greyhound Furono subito colpiti molto gravemente gli incrociatori Zara e Fiume e i cacciatorpediniere Alfieri e Carducci, che non ebbero nemmeno il tempo cli rispondere al fuoco e che vennero poi finiti e affondati dalle siluranti britanniche. Riuscirono invece a fuggire nell'oscurità i due cacciatorpediniere Gioberti e Oriani.

Successivamente il cacciatorped i n iere britannico Jervis si affiancò all ' immobile Pola, prese prigionieri co loro che ancora si t rovavano a bordo e alle 04 .03 del 29 marzo mandò a fondo con due si lu ri quest'altro i ncrociatore italiano. Dopo il sorgere del sole molti altri marinai furono sa l vati in mare da nav i ing lesi e greche, operazione umanitaria che sfortunatamente dovette essere interro tta in seguito al minaccioso ap pa ri re d i aerei dell 'Asse.

A questo punto l'ammiraglio Cunningham comun icò cavallerescamente a ll 'ammiragli o Riccardi, con un messaggio in ch iaro, la posiz ione in cui s i trovavano i res tanti naufragh i, suggerendo l' i nvio sul posto cli una nave ospeda le veloce. Purtroppo invece era disponibile in quel frangente soltanto la lenta nave ospeda l e Gradisca, capace di 14 nodi, che giunse ne ll e acque della tragedia il 31 marzo e che poté recuperare , in sei giorni di r icerca, so lo 160 uomini delle nostre cinque unità affondate presso Capo Matapan.

80. Cunni ngham A 8 : L'odissea di un marinaio, cit. , p. 180.

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Buttaglia di C. l'v!atapan scontro notturno 28 marzo 1941

ZARA

Incrociatore pesante della Regia Marina Italiana

CA!v\TI.EIU STICHE

Dislocamento standard: 11.870 tonne ll a te Dimensioni: lunghezza f.t. J82,8 rn lu ng h ezza fra p p 180 m larghezza 20,6 m. immersione 6,2 m

Apparato motore: 2 grupp i d i tu r bine Pa rsons; 8 ca lda ie Thornycroft; 2 ass i po tenza 95.000 HP Velocità : 33 n od i

DATI STORICT

Scala 7: J 250

Armamento: Vlll-203/ 53, XV I-1 00/4 7. V! -/40/ 39, Vlll 13,2, 1 catapulta e 2 aere i Protezione: ve rticale 150 100 m m or izzo n tale 70 20 mm to rri max. 150 mm. to rrione 1 50 mm

Varo: 27 ap ri le 1930 Servizio: 20 o ttob re 1931 Perdita: 28 marzo 194 1

Lo Zara costituiva con il F i u me , i! Polt1. e il Gor izia . fa seconda e più riuscita classe di incrociato ri pesanti italiani Il solo Goriz i a non era presente alla tragica notte del 28 marzo 7941, in cui a Capo Matapan, la I Div isione di Trzcrociatori pesanti venne distrutta . Rispetto alla prece dente classe ''Trento", gli "Zam"furono leggermente p iù piccoli e persero i.n paio di nodi di vl'io cità, ma, ricevendo una migliore protezione, si d i mostrarono più equilibrati ed ejficierr.ti. Tuttavia il settimo ed ultimo incrociatore pesan te costruito in Italia, i/Bolzano , ricalcò piutlosto il progetto dei ''Trento '' , al solo scopo di completare una Div isione omoge nea composta da ire unità.

... ......... . ..... .. ..... Z A, W A
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Pertan to i morti italiani di quella notte raggiunsero la cifra di 2.303, mentre i prigionieri rimasti in mani br it anniche risultarono 1.411. Da par te loro gli inglesi lamentarono in tutta l'operazione l'abbattimento di un aerosilurante (quello che aveva silurato ne l pomeriggio la Vittorio Veneto) e la morte dei due piloti.

Consumato il dramma di Matapan, perdurarono a lungo in Italia le polemiche sulle responsabilità e su un prevent i vo a ll ertamento ingle se, attribuito di volta in volta all ' attività di sp ie, magar i bionde e be llissime come la fantomatica Cynthia (alias Elizabeth Thorpe), o addi rittura di traditori. Solo con la pubblicazione nel marzo 1981 del no stro volume "Il vero traditore " , contenente i documenti orig i na li e fino ad a ll ora sconosciuti su ll e decrittazioni ULTRA riguardanti non solo Ma tapan, ma l'intera guerra del Mediterraneo, è stato possibile scacciare tali fantasmi ed id e ntificare scientificamente la natura tecnologica e la reale portata delle tempestive i nformazioni britanniche , in quella co me in al tr e occasioni. 8 .,

Non si può comunque negare il fatto che, se la 1 ;i divisione non fos se sta t a i nviata in soccorso del Pola, il dramma di Matapan si sarebbe ri solto nella perdita pressoché incruenta di questo solo i ncrociatore , nonostante l'allora insospettato e cospicuo apporto dell' ULTRA Intell i gence britannico ...

7 Le audaci imprese dei mezzi d'assalto italiani e la guerra dei -convogli

Grazie alle positive espe ri enze compiu te nella Grande Guerra, .so prattutto con la "mignatta " d i Paolucc i e Rossetti che ne ll a notte su l 1 ° novembre 1918 affondò nel porto d i Pola la corazzata austr iaca Viribus Unitis, la Marina italiana organ izzò il più efficace corpo d i assaltatori .su bacquei del secondo conflitto mond ia le . Essa m ise in linea per l'occa-

8 1 Vds. anche il XIII Cong resso i nternaz iona le d i Storia Militare dedica to alla "guerra segreta", tenutosi ad He ls ink i tra il 31 maggio e il 6 giugno 1988, a l qua le l'autore ha parceciparo co n la relazione intitolata The stru.ggle betwe en the British and the Jtahan Jntelligence Services in the naval operations of the Mediterranean war 1940 1943, nonch('. il X Congresso intern a ziona le di sto ri a marit ti ma tenu tos i a ll' Accadem ia nava le americana di Ao napo l is tra l' l l e il 13 settemb re 1991 , a l qua le l' autore h a partec i pato co n una relazione intito lata The Jtalian Navy at the outbreak of th e se cond world war and the infl.u.ence of the British ULTRA lntelligence on the M editerranean operations.

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sione sia il b iposto "siluro a lenta corsa" (S.L.C.), soprannominato "maiale" , sia i monoposti "barchin i esp losivi" M.T.M. ("motoscafi turi smo modificati") che, trasportati nelle vicinanze di basi nemiche rispettivamente da sommergibili e da attrezzate navi di superficie, erano guidati all'in terno dei porti da addestratissimi operatori, portando l'insidia e la distruzione tra le unità militari e mercantili colà ormeggiate . 82

A causa di inevitabili problemi di rodaggio, le prime azioni belliche di questo tipo non furono fortunate. Infatti , come abbiamo già accennato, il 22 agosto e il 30 settembre 1940 fallirono due ten tativi di forzamento del porto di Alessandria d'Egitto per mezzo di S.L. C., con la dolorosa perdi ta dei rispettivi somme rgibili trasportator i Iride e Gondar. Ne llo stesso settembre fu altresì annulla ta la prima incurs ione dei "maial i" contro la rada di G ib ilt erra, risultata deserta, mentre nella no tte tra il 29 e il 30 ottobre andò a vuo to anche un secondo atta cco a ll a stessa località, a causa di inc on venienti ai "maiali" impiegati, con conseguente cattura d i due nostri ope ratori: il ten. vasc. Birinclell i e il capo pa lombaro Paccagnini. I n questa occas io ne g li in gles i ricavarono le p r ime pratiche noti zie sui nostri mezzi d'assa lto, recuperando in fondo alla rada i p ezz i di un S.L.C. che era andato in avaria ed era staro fatto esplodere dal ten. vasc . Birindelli, ma che venne ricomposto ed accuratamente esaminato dal nemico . 83

Dopo una r ist rutturazione d e l Comando dei mezzi d'assa lt o deno minato da l 15 marzo 1941 "X flo tti glia MAS" e posto alle di pen denze del cap. freg. Moccaga tt a - il primo successo avvenne nella notte tra il 25 e il 26 de ll o stesso mese, in concomitanza con l'operazione della nostra fl otta con clu sasi tragicamente a Capo Matapan. In quell ' occasione se i barchini esp los ivi Ivl.T.M . danneggiarono gravemente nella baia di Suda a Creta l'incrociatore pesante inglese York e la petroliera Pericles. Fallì i nvece, per i nconvenienti al materia le e agli operatori, il t erzo tentati vo con tro G ibil te r ra , condotto nel maggio successivo.

Mo l to amara fu la pur arditissima im presa co mpiuta contro il p orto d i La Va ll e tt a a Malta nella notte tra il 25 e il 26 luglio 1941 da un g ru ppo combinato di o tto M.T.M . e di du e "ma iali" . In fatt i nessun bersaglio navale britannico venne centrato, ment re la reazione della difesa portò a l-

82 . Vds . , tra l'a l tro, Uffic io Stor ico della Mar in a Militare : I mezzi d'assalto , Y edizione , Roma 199 1; De La Sierra L.: Gli assaltatori del mare, Milano, Mu rs ia, 1971; Borghese ]. V. : DecimaflottigliaMas, Mila n o , Ga rzant i, 1954 e Spigai V .: Cento uo mini contro due.flotte, Livorno, Ed it rice T irreo ia, 195 1.

83 P R O. , fondo ADM 199, cartella 678 : l talian midget subrnarine (two men to1pedo). Attack on Gibraltar, 30 October 194 0, rapporto del Comando del Nord At lanc ico n . X.258/ 40/ 04519 /2 963 d e l 5 novemb re 1940, con allegat i.

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la distruzione di nove mezzi d'assalto e di un MAS di scorta, alla morte di 15 operatori, tra cui i comandanti Moccagatta e Tesei, e alla cattura di 18 altri nostri mar in ai, di un S.L.C. e del MAS 452, su cui gli inglesi reperirono importanti documenti operativi 84 .

Alle prime ore del 20 settembre 1941 i "s il uri a lenta corsa" colsero finalmente il loro p ri mo successo nel porto di Gibilterra , dove tre di essi, tr asportati nei pressi dal sommerg ibil e Sciré del comandante Borghese, colarono a picco due petroliere e danneggiarono un altro mercantile.

Tuttavia l'impresa più prestig iosa degli S.L.C. italiani fu senza dub bio que lla eseguita nella notte tra il 18 e il 19 d ic embre 1941 contro la base de ll a "Mediterranean Fleet" di Alessandria d 'Eg itto, dove penetrarono tre "maiali" trasportati nelle vicinanze del porto dal solito sommergibile Sciré. In particolare l'S .L. C. del ten.vasc . Luig i Durand de la Penne e del capo pal ombaro Emilio Bianch i danneggiò seriamente la corazzata Valiant, che rientrò in servizio solo nel luglio 1942, mentre il "maia le" de l cap G.N. Antonio Marceglia e del sottocapo palombaro Spartaco Schergat infli sse avarie ancora maggiori a ll a corazzata Queen Elizabeth che, dopo sommarie riparazioni sul posto , dovette essere trasferita in un cantiere degli Stati Uniti e rimase fuori squadra add irittura fino al 1° lug li o 1943 . Infine l'S.L.C. de l Cap . G . N. Vincenzo Martellotta e de l capo palombaro Mario Marino danneggiò la petro li era Sagona e l'a ffi ancato .. cacc iat orped ini ere Jeruis I sei operatori italian i furono catturati a mis sione compiuta e sottoposti nei giorni seguenti a ripe tuti interrogatori 8 5.

Il port o di Alessandria d'Egitto, potenziato nelle sue difese sebbene privo orma i di gran parte delle sue ri so rs e navali, non venne più preso di mira dai nostri mezzi d'assalto dopo una fallita missione di tre S.L.C. trasportati dal sommergibile Ambra nella notte del 14 magg io 1942. Infatti la "X flottiglia MAS" orientò da allora i propri sforzi soprattutto contro

84. Ufficio Storico della Marina Mili tare : !mezzi d'assalto, p 91-100; P.R.O , fon do ADM 1, cartelle 11812 e 1181 3: Capture of!talian E-boat "MAS 452" after the attack on Malta barbour, report e fondo ADM 223, cartella 460 : Malta, attack by Jtalian motor boats and submersibles on 25 July 1941

85. P.R.O., fondo ADM 116, ca rte ll a 4555 : Defence ofMediterranean barhours again st special c rajis: reports o/ attacks and defensive measures, .Z 941 1942 e Santoni A.: I mezzi d'assalto nella seconda guerra mondiale, re l azione presentata a l Convegno per i l cinquantenario dell 'impresa d i Alessa n dr ia, tenu tosi a La Spezia a cu ra della Mar i na Militare 1'8 e il 9 g iu gno 199 1. Atti p u bblicat i a cu ra della Marina Mi li tare e del l'Un ione Naziona le giorna li sti e scrittori cie l mare, Mila n o 1991 , cit, p . 39 49 .

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VALIANT

Nave da battaglia della Marina britannica

CARA'I1'ER1ST I CI ! E

Dislocamento s/andm'd: 32.468 tonne ll ate

Dimensioni: lunghezza f.t. 195 m. lunghezza fra p p 183,2 m larghezza 27,6 im mers ione 9.7

Appara/o mo/ore: 4 gruppi t u rbor iduttor i Parsons; 8 ca lda ie Ammirag li ato; 4 assi potenza 82.000 I IP Velocilà: 25 nodi

Annamenlo: VTIT-381/42, XX-114/ 45, XX:Xll-40 mm , UI-20 mm ., l catapulta e 4 ae re i ?rotezione: ve rci ca le max 330 mm. o r izzonta le max 127 mm armam ento max. 330 mm to rrione max. 279 mm. controcarcne esterne Varo: 1 novembre 1914 Servizio · 19 febbraio 1916 Rimodernamento: 1937 1940 Radiazione: agosto 1948

Scala 1: 1250

DATI STORICI

Negli anni tra le due guerre. in tutte le principali }',farine, le na vi da battaglia più moderne ira quelle entrate in servizio durante il primo con/litio mondiale ji,rono rirnodernate, allo scopo di prolungarne la vita operativa; in Gran Brelagna, questo venne ri tenuto ancbe un sistema econo mico per mantenere in linea un numero di corazzale in grado di sostenere qualsiasi minaccia, sebbene / 'importanza di ques/e navi nei futuri con/lilli navali fosse messa già in dubbio in molti ambienti della Royal Navy. La classe "Queen Hizabeth ", di cui facevano parte cinque unità, tra cui la Valiant , fu rimodernata due vo lte. Tra il 1924 e il 1930fu potenziato l'armamento anlicJereo, furono applicate controcarene esterne per aumeY!lare la protezione subacquea, i dueji1ma ioli vennero riuniti in uno più grande e le sovmstrullure Jiirono ampiamente modi/zcate. Tutte le unità, eccetto la Barham cbe n o n ne ebbe la possibilità per lo scoppio della guerra., furono nuouamente ai lavori tra il 1934 e il 1940; questa seconda serie di modifiche furono diverse tra nave e nave, sia all 'esterno ch e negli interventi più profondi, e furono estesi ad ogni parte: armamento, protezione, apparato motore e sovrastrullure. La V alia nt, rappresentata nel pro.fìlo con l'aspetto con cui partecipò alla seconda guerra mondiale.fu minala il 19 dicembre 7941 dai noslri mezzi d 'assalto penetrati nel porto di Alessandria, nella stessa azione in cui la Q -ueen Eliz abeth , unità della stessa classe,fu danneggiata così gravemente da rienlrare in Squadra solo dopo un anno e mezzo. La Valiant , ripa.rata in quattro mesi, prese parte successivamente alle operazioni net Pacijìco, e all'ultima fase della guen-a navale in Mediterraneo

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SLC "lv!aiale" nell'q[ficina siluri di S. Bartolomeo (La Spezia)

SLC "Maiale" in navigazione subacquea

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Barchini esplosivi M7ì\J
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Barchino MTM in velocilcì

Gibilterra, nei cui pressi , e precisamente nel neutrale territorio spagnolo di Algesiras, furono create le basi segrete di Villa Carmela (a vantaggio dei "nuotatori gamma", armati con cariche esplosive portati li) e dell ' O/terra, mercantile italiano internato e ai lavori, che fu trasformato in un ravvicinato trampolino di lancio dei "s iluri a lenta corsa"

Pertanto il 14 luglio e il 15 set tembre 1942 e 1'8 maggio e il 4 ago sto 1943 avvennero nella rada di Gibilterra altrettanti successi italiani, con l'affondamento complessivo di 6 mercantili nemici e il dan neggiamento di altri 5. Purtroppo fallì invece sanguinosamente nelle stesse acque , nella notte del 7 dicembre 1942, un ' altra audace missione di tre S. L. C. del! ' O/terra.

ta da sub

I mezzi d ' assalto della Marina italiana non trascurarono altri bersagli portuali avversari, come Huelva , Bona, Haifa, Mersina e Alessandretta , mentre una forza di dieci "barchini esplosivi " operò perfino nel Mar N ero contro i sovietici dal giugno 1942 al marzo 19 4 3.

In sintesi gli assaltatori di mare italiani eseguirono 22 attacchi a basi britann iche nel Mediterraneo, 12 dei quali coronati da successo , mettendo fuori uso per un periodo p i ù o meno lungo 72.190 tonnellate di naviglio militare ed affondando o danneggiando 23 mercantili per 130 .572 t .s.l. 86 * * * * *

Fin dall'inizio della guerra nel Mediterraneo fu evidente che il maggior impegno della Marina italiana avrebbe avuto per oggetto la protezione delle linee di comunicazione con l'Africa settentrionale , a l fine di garantire un regolare afflusso di rifornimenti i n Libia dove operavano le Armate del Regio Esercito, che dal febbra io 1941 vennero affiancate da ll ' "Afrika Korps " tedesco del generale Rommel.

86 U ffic io Storico de lla Marina Militare: 1 mezzi d 'assalto, cit. , p. 253-254

'/'. V Luigi Dura ll(,/ de La Pelllze i n tenu
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Di contro, gli inglesi, dopo aver stimato addiri ttura indifend ibile la loro iso la di Ma lta, constatarono la sua capacità di resisten za sotto i non eccezionali bombardamenti della Regia Aeronautica e ri tennero che fosse conven iente potenziarne la difesa , notoriamente affida ta in or igi ne ai tre soli caccia biplani "G loster G ladiator", soprannominati "Fede" , "S peranza" e "Carità". 87

Dal sostentamento di Malta a puri scopi difensivi, realizzato nei pri m i mesi di guerra con l' invio di più convogli da Gibi lterra e da Alessandria, gli inglesi passarono ben presto al mantenimento dell ' isola a fini offensivi, quando essi ne rilevarono l'altissimo valore strategico come base per l'attac co al suddetto t raffico italiano diretto in Nord Africa.

In effe tti i nostri convogli per Tripoli unico porto li bico degno di questo nome, avendo Bengasi e Tobruk capac ità logistich e mo lto infe rior i - potevano scegliere tr a due sole rotte: quella ad occidente e que lla ad oriente cli Malta. Tuttavia, pur girando molto al largo dell'isola bri tannica, questi convogl i dovevano poi convergere a sud d i essa per dirigere verso Tripoli, entrando quindi fatalmente entro il crescente rag gio d ' azione degli aerosi luranti britannici , cioè dei mezzi offensivi più idonei a s fruttare tempe stivamente le in formazion i ULTRA .

Da tutto ciò scaturì una lotta incrociata al centro del Mediterraneo, avente come reciproco obiettivo l'attacco a i traffici avversari e la difesa de ll e rispettive rotte marittime, che per gli inglesi avevano un anda mento per parallelo e per gli ita lo-tedeschi una direzione per merid iano . Questa forma di contrasto fu così intensa e determinante da giun gere a caratte rizzare l'intera guerra ne l Mediterraneo, che in effetti risultò più che mai un conflitto per il con trollo d elle vie di comun icazione.

In ta l senso Malta divenne il pun to card ine delle con t rapposte .strategie navali, riconosciuto in Ita li a co me tale fin da l 1936, cioè a ll 'epi logo della guerra in Et iopia, quando il "Documento di Guerra" D .G .1 0/Al della Regia Mar in a ritenne necessaria una repent ina invasione dell'iso la br it annica in caso cli scon t ro be lli co con il Regno Unito . 'Tale convincimento fu poi ribadito nel 1938 sia da l D .G.10/ A2, sia dalla "Diret tiva Nava le Zero" (Di.Na.Zero) .88

87. Barjot P.: Histoiredelaguerreaéronavale, Par igi, Fl amma r ion, 1961, p. 15 1-152 e Sh ankland P. Hu nt e r A.: Malta convoy, Lo n dra , Coll ins, 1961, p. 38 .

88 . Arc h ivio dell 'Uffi cio Stor ico della Mar in a Milita re (A.U.S.M.M.), fondo "Docume nti di G u erra", cartelle 28 e 29 : "D G. 10/Al" e "D G. 10/ A2 " : Direttive per le operazioni in Mediterraneo centrale e occidentale. Canale di Sicilia e alimentazione del lefor:z:e in Libia e "fo n do D i. Na.", cartella 1: D i. Na. Zero : concetti generali di azio ne in Mediterraneo nella ipotesi di conflitto Alfa Uno

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Quando però l'Ita li a intervenne in guerra nel giugno 1940 ogni inte ndimento al riguardo venne accantonato , prevalendo a Roma la convinzione di dover combattere una guerra breve , durante la quale era ritenuta sufficiente una pressione aerea su Malta , che po i sarebbe caduta nelle nostre mani come conseguenza della vittoria finale.

Con l'in iz io del 1941, fallita la "sterilizzazione aerea" di Malta affi data alla Regia Aeronautica e rinnegata forzatamente da Mussolini la teoria della "guerra parallela " , prese nuovamente corpo, soprat tutto tra i sopraggiunti m ili tari tede schi , l'idea di invadere l' isola bri tannica con un ' azione di paracadutis ti , preceduta da intensi bombardamenti aerei. Tuttavia nemmeno l'agguerrito "X Fliegerkorps" germanico, stanz iato in Sici lia , riuscì a neùtral izzare le crescenti risorse difensive ed offensive di Malta, mentre l'unica divisione paracadutis ti tedesca venne impiegata e pesantemente decimata nella pur vittoriosa campagna di Creta del maggio 1941 , determinando la sua indisponibilità per altre immediate operazioni. 89

IL C. V i vtimbelli deco rato di M O. \I.M. p e r la sua azione nelle acque di Creta al comando della tmpediniera "Lupo "

Nel giugno 1941 poi le forze aeree tedesche stanziate ne l Mediterraneo (VIII e X Fliegerkorps) vennero grandemen t e ridotte a beneficio della contemporanea invasione hitleriana dell 'U nione Sovietica, cosicché Malta poté godere di un periodo di re lativa impuni tà e m et tere piena mente a frutto la sua invidiabi le pos izione strateg ica, così pross ima a l le obb li gate rotte marittime tra l'Italia e la Libia . La cresciuta potenzia lità offensiva dell ' isola si man ifestò allora con una serie di d istruttivi at tacch i contro i convogli italian i, ad opera cli aerei, di somme rg ibili e della cosiddetta "Forza K " , composta dai due in crociatori leggeri Aurora e Penelope e dai due cacc iatorped ini e re Lance e Lively e giunta a Malta a partire da ll 'ottobre di quell ' anno.

89 "Fuehrer Conferenc es on Naual Ajfairs, 1939 7945 ", Londra , Greenh i ll Books , 1990, p. 194

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Oltre a ciò, sempre a partire dal giugno 1941, l ' ULTRA Inte lli gence britannico , avendo potenziato a Bletchley Park il suo personale qualificato e moltiplicato le macchine decrittanti "bombes", iniziò a prende re costantemente e non saltuariamente di mira le radiocomunicazioni in c ifra della Marina italiana riguardanti i nostri traffici per la Libia. I crittografi inglesi riuscirono così ad int e rpretare fino al maggio 1943 , data della resa dell'Asse in terra africana, ben 37.800 radiocifrati della Regia Marina riguardanti unicamente i nostri convogli (oltre ad alcuni messaggi d'origine tedesca), ve nendo a sapere, quasi sempre con sufficiente anticipo, i rispettivi orari di partenza e di arrivo, le rotte e le velocità pre sce lt e, l'ammontare della scorta, le eventuali soste intermedie e perfino la natura del carico .

Tutte qu es te preziosissime informazioni venivano estratte dai messaggi cifra ti prevalentemente sulle macchine HAGELIN C38, che gli o rgani di comando italiani trasmettev a no ai porti di destinazione de i con vogli nel Nord Africa, per permettere ad essi di dragare le rotte di si curezza e d i approntare in tempo le forze di sostegno e le attrezzature di scarico, di smistamento e di immagazzinamento. 90

La somma tra il provvisorio indebo li mento aereo germanico n e l Mediterraneo, il conseguente potenz iamento offensivo di Malta e il suddetto ini z io delle decrittazioni britanniche concernenti i movimenti dei nostri convogli de tt e come risultato nel secondo semestre del 194 1 la più grave crisi dei traffici marittimi italiani p er la Libia. Essa ebbe il suo culmine nel novembre di quell ' anno , quando il 70% del materia le par t it o dall ' Italia non giunse a destinazione nel Nord Africa.

In quei frangenti fu particolarmente sentita la perdita dell'intero convoglio "Duisburg'' di sette mercantili, avvenuta nella notte sul 9 novembre ad opera della "Forza K", nonché quella dei piroscafi M.aritza e Procida il 24 del mese, della motonave Adriatico e della grande pe troliera Iridio Mantovani il 1° dicembre. Un vero e proprio dramma fu poi rappresentato dalla scomparsa dei due incrociatori leggeri Da Barbiano e Di Giussano che , incaricati d i trasportare urgentissimi combustibili a Tripol i al comando dell'ammiraglio Toscano, vennero accura-

90 . Santon i A.: L'apporto de/L 'ULTRA Intelligence britannico al ruolo ojfensivo di Multa , re l azione presentata a l "Colloqui u m on Anglo-Ita li an re la t ions during the secon d wo rl d war ", te nutosi a Londra tra il 25 e i l 27 settembre 1990 pr esso l"' l mperial War Muse um "

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tamente pedinati dall'ULTRA Intelligence e affondati presso Capo Bon da quattro cacciatorpediniere alle prime ore del 13 d icembre 1941. 91

Di fronte ai primi sintomi dell ' aggravarsi della situazione, il generale Cavallero, Capo cl i Stato Maggiore Generale, dette finalmente il via i l 14 ottobre 1941 alla cosiddetta "Operaz ione C3'' per l 'invas ione di Ma lt a dal mare e dal cielo, da attuare appena possibile in co ll aborazione con i tedeschi 92

Alla fine del 1941 comunque la situaz ione mediterranea migliorò im provvisamente a favore dell'Asse, per una serie di motivi che qui e lenchiamo. Innanzi tutto il 14 e il 25 novembre i due sommergibili tede schi U-81 e U 331 colarono rispettivamente a picco la portaerei Ark Royal di Gibilterra e la nave da bat taglia Barham di Alessandria. Quindi il 7 dicembre si verificò l'intervento in guerra del Giappone , che tre giorni dopo Pearl Harbor portò anche all'eliminaz ione della coraz7.ata inglese Prince of Wales e dell'incrociatore da battaglia Repulse presso le coste malesi e che cos trinse la Gran B retagna a disperdere ulteriormente le sue non infinite forze aeronava li. Il 19 dic embre avvenne poi la già ricordata impresa dei nostri mezzi d ' assalto ad Alessandria, che condus se all 'inutilizzazione per alcuni mesi delle due residue corazza te britanniche Valiant e Queen Elizabeth. Infine nello s tesso mese arrivò in Sicilia l'agguerrito "Il Fliegerkorps" tedesco, che sottopose Malta ai p i ù pes ~ nti bombardamenti d e lla sua storia. 93

I riflessi di tale mig li oramento non si fecero attendere e, con la flotta di Alessandria priva fin dal maggio di portaerei ed ora anche di co razzate e con Malta senza quasi più velivoli e abbandonata dalle navi di superfic ie e dai sommergibili , i convogli italiani ripresero a trans it a re piuttosto liberamente sulle rotte per il Nord Africa. Si può dire per tanto che i l pressoché incontrastato traffico marittimo dell'Asse nei primi mesi de l nuovo anno, riversando in Lib ia i richiesti ma teria li e i de s id e rati rimpiazzi, pose l e basi per l a grande offensiva di Rommel ver so il Cai ro tra il giugno e il settembre 1942.

91. P.R .O., fondo ADM 223, ca rt ella 31: Jtalian conuoy reporls. 5 October 194J-30May 1943, d ecrittazioni da l 26 ottobr e al 12 dicembr e 1941 e fo ndo DEFE 3, cartella 835: Teleprinted translations of decrypted Italian naval traffic ZTPJ series, 8 28 December 1941.

92 . Gabr ie le M. : Operazione C3 Ma lta, Ufficio Storico de ll a Ma rin a militare, 2i e diz ione, c it. , p 87.

93 San to n i A. Mattes ini F.: La partecipazione t edesca alla gue rra aeronavale nel Mediterraneo (1940-1945), c it. , p 139-181.

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Per ironia della sorte, furono però proprio le vi ttor ie di Rommel nel deserto lib ico egiz iano, e prima di tutto la r iconquista di Tobruk d e l 21 g iugno, a far rallentare e p oi annullare i preparativi per l'accennata "Operazione C3'' concernente l' invasione di Ma lt a . Prevalse infatti nel la Ca n celleria di Berlino e a Palazzo Venez ia il convincimento che la co n q u ista del canale cli Suez, ritenuta orma i prossima , tog liesse all ' ope razione cont ro Malta ogni gius ti ficazione, da l momento che il proble ma dei traffici marittim i per l'Africa settentriona le sarebbe stato risolto alla ra d ice . Invece l' imprevisto arresto d i Romme l di fronte ad El Alamein e poi la lo c ale e famosa controffensiva dell'VIII Arma t a bri tannica nell 'ottobre 1942 tolsero irrimed iabilmente, quanto tardivamente, ogni illusione al riguardo e fecero passare l'Asse su ll a difensiva . 9 4

Fra tt anto Ma lt a, avendo goduto di una notevole attenuazione dei bom bardament i nemic i, s i era rinforza ta ed aveva riacquistato le sue capacità agg ress ive . D i conseguenza ne ll a seconda me tà ciel 1942 gli aerei e i redivivi sommergib ili de ll ' iso la britannica, semp re sostenuti dalle pre z iose info r mazioni ULTRA, rinnovarono con moltiplicata energ ia i loro at tacc hi contro i convogli dell ' Asse , determinando una seconda crisi nel tra ffi co italiano per la Libia.

Come ved remo meglio nel secondo paragrafo del qua rt o capitolo, oltr e alle tr e p rinci p ali az ion i navali di superficie de l 1942, nel novembre di q ue ll 'a n no avvennero anche gli sbarchi anglo -a merican i nel Marocco e ne ll 'Algeria francese, aventi lo scopo di accerc hi are le fo rze terrestri i talo tedesche , già premute a levante da ll ' VIII Armata britannica. Le Potenze d ell'Asse però reagirono prontamente, occupando p er rappresa g li a ne ll o s tesso mese la T unisia francese ed allargando così ad occidente il loro spaz io d i m anovra.

Ne ll ' imposs ib ili tà di ana li zza re de tt agliatamente tutte le v icende re la ti ve a ll a cos id d etta b attag li a d ei convogli me d iterranei, che si p rotrasse fi n o a l magg io 1943, qua n do a n che la Tun is ia ca d de nelle ma n i deg li an g lo americani, p oss iamo ricordarne co n cl u sivamente le caratterist iche es se n ziali e a lc un i dat i statistici.

I nn a n zi t utt o essa fu combat tuta in u na zona geografica abbastanza ri stretta, rapp resentata grosso modo da u n qua d rilatero c h e aveva i p ro p ri vert ici a Va lona, Bengasi , T r ip o li e Capo Bon e fu cond iziona ta, olt re che dai già r icorda ti fa tt ori es tern i, anche dall ' insufficiente ri ce tt ività

94. Li ddell Hait B. H.: Storia militare della seconda guerra mondiale, Mil a n o, Mondado r i, 1970, p. 391 433

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dei porti libic i (esclusa Tripoli) e dal logorio dell'apparato produttivo italiano, motivi per i quali i nostri piroscafi furono spesso costretti ad affrontare i rischi della navigazione, sfruttando solo in par te le proprie capacità di carico.

Questa lunga battagl ia per il controllo delle vie cli comunicazione mediterranee può essere inoltre suddivisa in diverse fasi, ciascuna caratterizzata dalla preva lenza cli uno o dell'altro contendente. Così è poss ibile identificare una certa libertà d'azione italo-tedesca nell ' anno iniziale, cioè fino al giugno 1941 , mese in cui, soprattutto grazie alle i nformazioni ULTRA e all'allontanamento dal Mediterraneo di molte squadriglie aeree germaniche, cominciò un semestre di netto dominio britann ico. I già elencati avvenimenti di fine anno però schiusero le porte ad un nuovo periodo di supremazia dell'Asse, che a sua volta si i nterruppe ne ll 'agosto del 1942, quando Malta ricevette determ i nanti rinforzi. 95

Da a ll ora ebbe inizio nel Mediterraneo un ' ininterrotta e conclusiva fase favorevole ag li inglesi e ai .sopraggiunti americani, che impediro no agli avversari una sufficiente alimentazione delle proprie Armate in terra africana, nonostante l'incrementato impiego di cacciatorpediniere ita liani nell'innatura le e costoso compito di trasporto truppe e materia li . Si assistette così alla caduta di Tripo li nel gennaio 1943 e a quella di Tunisi nel maggio successivo. 96

Malgrado le difficoltà enunciate, la battaglia de i convogli è .stata co munque ident ificata spesso come una vittoria dell 'Asse . Infa tti si ricorda che sulle rotte per la Libia vennero imp iega ti 896 convogli coinvol genti 1 .789 piroscafi-viaggio, con l'arrivo a destinaz ione di 189.162 uo m i ni su 206.402 imbarcati (pari al 91 ,6%) e cli 1.929.955 tonnellate cli ma teria le st1 2 .245.381 trasporta te (pari all'85,9%), mentre le un ità mercantili ita lo-tedesche perdute in mare furono 151, cioè 1'8,4% del comp less ivo volume d i traffico . 97

Invece duran te il traffico per la Tun isia, che ebbe l uogo da l novembre 1942 a l magg io 1943, vennero i mpiegati 242 convogli coinvolgenti 429

95. Vds. Mattesin i f.: La battaglia aeronavale di Mezzo Agosto, Roma , Dell 'A ten eo, 1986 .

96. Gabrile M.: I.a guerre des convois entre l '!talie et l'A..frique du Nord, Atti del Conveg n o a cura d e l "Com ité d'H istoire de l a 2c guerre mondiale", Parig i 1971, p. 281 301.

97 . Uffic io Storico della Marina Mi l itare : La Marina italiana nella seconda guerra mondiale, voi. I: Dati statistici, Roma 1972, p 125 e 129 e vo i. VI: La difesa del trajfico coll 'A/rica settentrionale, tomo I , Roma 1958 , p. 20

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piroscafi -viaggio, nonché numerose unità militari adibite a trasporti urgenti, che g loba l mente garantirono l'arrivo a destinaz ione di 72.246 uomin i su 77.741 imbarcati (pari a l 93%) e di 306.532 tonnellate di mate riali su 4 33.169 trasportate (pari al 70 ,8%), m e ntre le unità mercantili perdute in mare furono 100 , cioè il 23,3%.

Nelle suddette stat istiche non sono invece considera t i i piroscafi affondati in porto, poiché è difficile attribuire tali perdite che comunque furono p i uttosto rilevanti a questa o a quella corrente di traffico. 98

Al cospetto di ques te c ifre, che ci indicano indubbiamente un certo successo italiano nella battaglia dei convogli mediterranei , o c corre comunque tenere presente che una valutazione definitiva non emerge tanto da un calcolo g lobale dei carichi parti t i ed arrivati , quanto dal rapporto tra domanda e offerta di materiali e truppe per il fronte africano in cia scuna delle specifiche e determinanti fasi operative. È infa tti innegabile, ad esempio, che le offensive bri tanniche nel deserto alla fine 1941 e nell'o tt obre 1942 abbiano seguito di poco le due più grandi crisi dei tra sporti marittimi dell 'Asse per la Libia, mentre è altrettanto evidente che la più profonda avanzata italo -tedesca, cioè quella verso El Alamein dell'estate 1942, si sia giovata del momento più positivo dei nostri traf fici. Tutto questo p e rò richiederebbe una più dettagliata analisi , che do vrebbe considerare anche le contemporanee condizioni dell ' industria nazionale e l'accennato problema della ric e ttività dei porti afr icani.

8 Pearl Harbor e l'ondata espansionistica giapponese

Nel primo dopoguerra emersero in Giappone due movimenti u lt ra nazionalisti ed imperialisti, il "Kodo Ha" e il "Tosei Ha", alimentat i dai disa gi del sovrappopolamento e della recessione econom ica , nonché dalle manovre accaparratrici di po tent i raggruppamenti industriali e finanziari. Ambedue i "partiti" miravano ad un espansionismo continentale, ma ave vano diversi bersagli che erano r ispettivamente la Manciuria, in funzione ant i-sovietica, e la Cina . L' ob iett ivo fina le comune era la cos ti tuzione d i una "Sfera di cooprosperità della grande Asia orienta le" sotto la guida del Sol Levante , considerata come una g iu sta contropartita alle immense aree d' in fluenza occidentali in Afr ica e nel Sud America . 99

98. U fficio St orico della Mar ina Militare: La Marina italiana nella se conda guerra mondiale, vo i. V III: La difesa d el traffico con l'Africa settentrionale dal 1° ottobre 1942 alla cadu.ta della Tunisia , Roma 1 964 , p. 45 46 e 55

99. Sa nto ni A.: Storia generale della guerra in Asia e nel Pacifico (1 937-1945), vo i. I: Il Giappone all 'atta cco, Modena , Stem Mucchi , 1977, p. 33-35.

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Dopo una serie di lotte interne, che negli Anni Trenta assunsero l'aspet to di vere e proprie sommosse, con sanguinosi attentati a uomini politici naziona li e con violente repressioni poliziesche, le due suddette correnti nipponiche "continenta li ste" si fusero e dovettero front egg iar e un nascente movimento "navalista" Quest'ultimo "partito" faceva naturalmen te capo alla Marina imperiale e auspicava un allargamento della sfera di influenza verso meridione, cioè ai danni delle colonie di Francia, Olanda e Gran Bretagna ne l Sud Est asiatico, ricche di pe trolio e di caucciù. Ciò avrebbe comportato un diretto scontro con le suddette Potenze europee, anziché contro l' U.R.S.S. e la Cina, e d una guerra prevalentemente navale che avrebbe richiesto un nuovo indirizzo dei bilanci mi lit ari .

In una prima fase ebbe il sopravvento a Tokio la corrente "conti nentalista ", che portò l ' Esercito imperiale sia ad occupare nel 1931 la Manciuria, facendone uno Stato vassallo denominato Manciukuo, sia ad iniziare ne l luglio 1937 un lu ngo conflitto con la Cina , che dopo l'att acco nipponico a Pearl Harbor del dicembre 1941 si saldò con la seconda guerra mondiale. 100

La nuova e crudele guerra Cino giapponese del 1937-1945 portò ad una profonda penetrazione nipponica nel Paese avversario, che nell ' occasione venne difeso sia dalle trupp e governative di Chang Kai Schek, sia da quelle comuniste guidate da Mao Tze Tung , Ciu En Lai e Lin Piao, provvisoriamente unite da un'equivoca ed i ncerta alleanza . ...

Tuttavia a partire dal 1938 i seguenti quattro avvenimenti sconvolsero la scel ta espans ionista del Giappone e fecero ruotare a sud le mi re primarie e gli interessi prevalenti n ipponici entro il 1941:

1) la nec ess ità di garantirsi sicure fonti petrolifere per cont inuare l'in trapresa guerra in Cina, dimostratasi più lunga del previsto;

2) i sanguinosi ro vesc i i nflitt i da ll e Forze Armate sovietiche a quelle del Sol Levante in Manciuria, ed esa tt amente a Chang Kufeng e a Nomonhan nel 1938 e 1939, in a ltrettanti "incidenti" di frontiera, che furono in realtà vere e proprie battaglie campali;

3) la sti pulazione de l "Patto Tripartito" tra Tok io, Roma e Berlino nel set tembre 1940, che ra ffreddò anche politicamente l' ostilità nipponica nei confronti dell'Unione Sovietica, allora "amica" di Hitler grazie al precedente accordo di non aggressione dell ' agosto 1939;

100. A capo del nuo vo Stato-fantoccio de l Manciukuo fu pos to dai gia ppo nesi l ' im p e rato re Pu Yi, u ltimo rampollo dell a d i nastia manciù, già detron i zzata in Cina dall a rivolta rep u bb l ica n a del 19 1 1.

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4) il conseguente tra tt ato d i ne utralità quinquennale tra Tokio e Mosca del 13 apr il e 194 1, auspicato proprio da Hitler che, nonostante si acc in gesse ad invadere la Russia, desiderava conservare il Giappone p iù come minaccia preventiva nei confront i degli Stati Uniti che come part ner m ili tare in quella che il Fuhrer considerava una rapida passeggiata fin o a Mosca.

Quando po i Hit ler si accorse del suo errore di calcolo fu troppo tardi ed il G ia ppone non .si prestò mai ad attaccare alle spalle l' Unione Sovie ti ca, venendo anzi da essa aggredito negli u l timissimi giorni della gue r ra de l Pacifico, ed esattamente 1'8 agos to 1945. 101

La nuova direttrice merid ionale dell ' imperialismo nipponico ebbe le s u e p rime espression i negli accordi tra Tokio e il Governo armistiziale e filonazista fr ancese de l generale Perain , miranti alla cosiddetta "difesa co mune" de ll 'Indocina settentrionale (settemb re 1940) e di quella meridionale (lug li o 194 1). Queste intese perm isero ai giapponesi di installare bas i ae ree presso Hanoi e Saigon, da cu i essi potevano controllare il Mar Ci nese meridiona le e minacciare i nuovi bersag li anglo olandesi nel Sud Estasia tico, ma anc h e le Filippine americane.

No n eb b ero pe rt anto tutti i torti i Governi di Londra e cl i Washington quando, per reazione a lla vir tu a le occupazione militare nipponica de ll ' Ind oci n a, congelarono i fondi gia p ponesi ne ll e loro banche e imposero l'embargo sulle rispettive forniture cl i petrolio e di ma ter ie prime a Tokio . 102

Fu certamente questo il fatale "punto ciel non ritorno" ne l clima di tensione instauratosi nel Pacifico. A nulla infatti va lsero le successive azioni diplomatiche, fat te cli propos te e cli controproposte, tra cui il "me m orandum" del nuovo Governo Tojo del 20 novemb re 1941, che prospe tt ava un'evacuazione nipponica della so la Indocina merid ionale, e i famosi "dieci punti" p resenta ti sei giorni dopo dal Segretario di Stato Cordell Hu ll che, in accordo con Chang Kai Shek, rich ie d evano a Tokio il totale sgombero d e ll a Cin a e dell'In d ocina . 103

Ques te ultim e co nt rop roposte di Washington furono considerate co m e un "ultimatum " da l Governo del genera le Tojo, che quindi nel la

101. To land J .: L'eclisse del Sol Levante, Mil ano, Mo ndad o ri, l 971 , p 100 102 e 122124.

102. U . S . Depa r t m en t of Sta te: Peace and war: U S .foreign policy 1931 1941 , Wash i ngton 1943, p. 696 699.

103 U S Department of State : Papers relating to tbejòreign relations of tbe United States: Japan. 1931-1941, Was hi ng ton 1943, voi. Il , p. 373 375 .

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Conferenza Imperia le de l 1° dicembre dec ise di aprire le ostilità contro g li Sta ti Un iti, la Gran Bretagna e l'Olanda U giorno 8 s uccessivo, corrispo ndente a lla domeni ca 7 dicembre per i fus i orari occidentali.

Il Giappone prese questa gravissima d ecis io ne, che a molti po trebbe semb rare su icida, p e rché confidava nel vantaggio confer itog li da l gravoso impegno militare inglese contro gli italo tedeschi e perché in que ll 'epoca la sua flotta era superiore a quelle riunite nel Pacifico dai pr oss i mi tre avversari. Infatti la relatività na va le in quell ' Oceano era allora la segue n te :

Giappone 10 10 18 22 112 64

Stati Unit i 3 8 13 1 1 84 51

Commonwealch 2 3 7 9 Olanda 3 7 16

Il piano strategico nipponi co per l' i nv asion e del Sud Est asiatico era s tato pred ispos to da tempo e prendeva addir ittura le mosse da uno stud io de l 1938 . Esso era basa to s ulla rapidità di conquista de i loca li punti c; h iave, sopra t tutto di quelli ricchi d i petro li o e caucci ù, ma p revedeva anc h e che le corazzate e le por tae rei am e ricane del Pacifico, b asa te a Pearl Har bo r n e lle isole Hawaii, sa rebbero intervenute nella zona en tro una do zz ina di giorni.

Per pe r mettere quindi alla Marina i mper ia le di appogg iare con t ranqui lli tà le re la ti ve operazioni anfib ie, il 6 sette mb re 1941 venne inser ito ne l p roge tto offensivo generale un p iano particolare , stud iato fin dal 194 0 , che aveva per ogge t to un prevent ivo a ttacco di so r presa alla stes sa fl otta statun it ense, quando essa s i trovava ancora nelle Hawa ii . Come s i vede , qu indi, l' i ncursione s u Pearl Ha rbor non rappresentò il mo t ore ciel p iano aggressivo n i pponico, ma solo un ' azione co ll aterale di sa l va guardia , seppu re di fondamentale importa n za, inclusa nel piano stesso ali ' ultimo momento . 104

104. tvli llot B.: LaguerreduPacifique, vo i. I : l. ed1/erle ment japonais, décembre 1941 septemhre 1943, Par ig i , Laffon t, 1968 , p. 29-30.

MA RI .NE PO lffAERE I CORAZZATE I NCR. PES. I NCR LEGG CACCIATORP SMG.
251

Isp i ratore dell ' attacco a Pearl Harbor per mezzo di sei portaerei era stato il Comandante in capo della flotta giapponese amm ira g li o Yamamoto, che aveva maturato l'idea dopo il similare attacco aerosilurante inglese s u Taranto nella notte dell'l 1 novembre 1940. Egli quindi aveva riu n it o nel mese successivo un qualifica to gruppo di pianificatori , consape vole che solo con una simile incurs ione poteva essere allontanata nel tem po l'incidenza che su una possibile guerra futura avrebbe avuto lo strapotere industriale americano. Quando po i il suq progetto venne accetta to ed inserito nel p iano strategico generale fu ritenuto convenien te iniziare le osti lità di domenica, poiché a Tokio si sapeva che in que l giorno fest ivo la vigilanza americana era piuttosto allentata e che quasi tutte le navi statunitensi della flotta de l Pacifico erano soli te rimanere a Pearl Harbor, per p ermettere agli equipaggi di tr ascorre re a terra la fine settimana. 105

Per motivi di segretezza le 31 unità nipponiche, selez iona te per l'operaz ione contro le Hawaii e post e ag li ordini de ll 'am miraglio Nagumo,

furono r iu nite ne ll a remota e disa bitata baia cl i Tankan (o Hi t okappu) nelle settentrionali iso l e Kurili. Si trattava de ll e 6 portaerei Akagi (nave amm i raglia) , Kaga, Soryu, Hiryu, Shokaku e Zuikaku, con a bordo 389 velivoli, delle 2 co razzate Kirishima e Hiei, dei 2 i ncrociatori pesanti Chikuma e Tone, de ll 'incrociatore leggero Ahukuma, di 9 cacc iatorpediniere, 3 sommerg ib ili e 8 navi appoggio .

Il 26 novembre 1941 questa flot ta salpò dalle Kur ili diretta ad at taccare Pearl Harbor, mentre al tri 27 som m ergibili giapponesi sta vano già prendendo posizione al largo delle Hawaii, con funzioni esplo ra ti ve ed eventual m ente offensive. Cinque di questi batte ll i subacquei trasportavano alt rettanti sottomarini

105 . A nostro giud i zio , questa accortezza giapponese non può essere considerata , co me mo lt i h an no fatto, un atto s le a le, m a sol o un i nte lligente sfruttamento di una d ebo lezza nemica.

Ammirugliu Jsuruku Yumamoto Comandante in Cupo dellu Marina imperiale giapponese
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AKAGI

Portaer ei della Marina Imperiale giapponese

Scala 1:1250

CA RA'ITERISTICHE

Dislocamenlo standard. 36.500 tonn e ll a te D im ensioni: lung h ezza f.t. 260,7 m. la rg hezza 31,3 m. immers ione 8,8 m.

Apparato motore: 4 gruppi tur boriduttori Kanpon; 19 calda ie Kanpon; 4 assi potenza 133. 000 HP Velocità: 31 nodi

Armamento: VJ-203/50, XII 120/45, XXVIII 25/60,91 aere i

Protezione: vert icale max. 254 mm. Varo: 22 apr il e 1925 Servizio: 25 ma rzo 1927 Rimodernamento : 1935-38 Perdita: 5 g iu gno 1942

OATT ST OR IC I

LA kagi fu realizza ta sullo scafo di un incrociatore da battaglia rimasto incompiuto alla fine della Grande Guerra e trasformato in portaerei graz ie alle concessioni fall e a l Giappone da l Trattato di Washington. Inizialmente pri1Ja di isola e dotata di tre ponti di volo, con i lavori di rimoderna mento du.rati dal 1935 al 1938, il ponte di vo lo venne uni)ìcato e.fu costruita un 'isola sul lato sinistro; la nave è raffigurata nel pro.filo con quest'aspetto Le prime due poriaerei Riapponesi, progeuate per operare in coppia, avevano l'una l'isola sul !alo sinistro, l'altra sul destro, in modo che, navigando afjìancale, .formassero al centro un "rettangolo", una sorta di campo di aviazione con due piste e due torri di contro llo; una soluzione che si 1-i:velò comunque di p oca utilità L:.A kagi avrebbe dovuto operare in coppia con la Kaga , ricavata dalla trasformazion e di una corazzata, e dotata di isola sul lato destro.

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SHOKAKU

Portaerei della Marina Impe ria le giapponese

CA RA'rfE RISTI CHE

Dislocamento standa rd : 25.675 to nn e ll ate Dimensioni : lu n ghezza f. t 257,5 m lunghezza fra p .p. 236 m. la rghezz a 26 m . imm e rs ion e 8 ,9 m.

Apparato motore: 4 grup pi tu rb o rid uttori Kanpon; 8 cal d a ie Kanpon; 4 assi p otenza 160.000 I IP Velocità : 34 n o di Armamento: XVl 127/40, XXXVI 25 mm (po i LXXII) , 72 aerei + 1 2 di rberva

Protezione: ve rti ca le max 215 mm o r izzonta le max. 170 mm . Varo.· 1 g iug n o 1939 Servizio. 8 agos to 194 1 Perdila: 19 giugno 1 944

Scala 1:1250

DATI STO RIC I

Le due u.nitù di questa classe, la Shokaku e la Zuikaku , furono la prima classe di unità perjéttamente identiche costruite in Giappone e fra le migl iori portae rei della Marina Imperiale. Progettate inizialm ente con le isole sui lati opposti per rispondere alla teoria delle portaerei "simmetricbe " operanti in coppia a /onntire il "rettanP,olo centrale ·· . Ji.u-ono invece poi completate con l'isola sullo stesso lato destro .

N v, A
. . .. ........... ' . .... . .. . ... .
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tascabili biposto, che dovevano penetrare nella base americana e tentare di co lpi re con i loro due siluri le navi a ll 'a ncora, in concomitanza con l'incursione aerea.

Come si può notare, la fl otta di Nagumo partì cinque g iorni prima della decisione della Conferenza Imperiale di aprire le ostilità e soprattutto un giorno prima che fossero ricevute a Tokio le controproposte americane contenute nei famosi "dieci punti" d i Corclell Hull. Era tuttavia in teso che se fosse stato raggiunto in tempo un accordo di plomatico tra i due Paesi, la flott a sarebbe s t ata richiamata indietro. l06

Questa fortunata even tu a lità non si verificò, cosicché il 2 dicembre l'ammiraglio Yamamoto trasmise alla flotta d 'attacco il messaggio convenzionale "Sca late il monte Ni itaka", che approvava definitivamente l'operaz ion e contro Pearl Harbo r . Quindi nei g iorni seguenti pervennero a Na gumo le informazioni raccolte nella base statunitense dallo spionaggio nipponico, che segnalò la presenza in porto di tutte le otto corazzate della flot ta del Pacifico, ma la malaugurata assenza delle tr e portaerei. Infatti l' Enterprise e la Lexington erano state recentemente incaricate cli trasportare alcuni velivoli a ll e bas i in su lari di Wake e di Midway, mentre la Saratoga si trovava allora ai lavori sulla costa occidentale degli Stati Uniti.

Il piano tattico giapponese prevedeva di impiegare contro gli obietti v i della p rin cipa le isola di Oahu, cioè sulla rada di Pearl Harbor e sui locali aeroporti, due gruppi d'attacco di 183 e di 167 ae1:ei, distanziati di un 'ora. La prima di queste ondate, agli ord in i del cap . freg. Fuchida, venne lancia t a a partire dalle 06.00 del 7 dicembre 1941, suddivisa in 51 b ombardieri in picchia ta "Va l", 49 bombardieri in quota "Kate", 40 aerosiluranti dello stesso tipo e 43 caccia "Zero" e giunse sugli obiettivi alle 07.55. 10 7

Questa onda ta realizzò in pieno la desiderata sorpresa su l nemico, circostanza che venne e ntusiasticam ente comunicata alla nave ammi raglia Akagi dal comandante Fuchida con il messaggio co nvenz ionale "Tora, Tora , Tora". In effe tti lunghi mesi di estenuanti allarmi, deter minati dalle più minacciose vicende politiche del 19 4 1, ma poi riv elatisi eccessivi , avevano finito per originare nelle Hawai i, così come in altri comandi oltremare americani, una genera le sottovalutazione

106 . P.R.O ., fondo ADM 199, ca rt ella 1363 : Japanese attack on Pearl Harhor, officiai reports.

107 . Fotter J. D.: Admiral qfthe Pacijìc: the life of Yamamoto , Londra, Heinemann, 1965, p. 96-98 .

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dello stato di pericolo, che sfociò ben presto in un atteggiamento di ottimistica sicure z za e di pigra quotid ianità.

Bisogna tenere presente questo stato d'animo amer icano per valu tare al meglio alcune incredibili lacune organizzative e operative, che coinvolsero tut ta la catena di comando nelle Hawa ii e sconfinarono fino a Washington.

Iniziò a fare acqua la vigilanza nava le dell'isola di Oahu , quando a partire dalle 03 .42 di quel fatale 7 dicembre 1941 due navi d i pattug lia sta t unitensi avvistarono in succession e presso lo sbarramento retale d'entrata nella rada di Pearl Harbor, rimasto aperto più del dovuto, due dei cinque sommergibili tascabi li nipponici. Uno di essi venne poi perfino attaccato e affondato alle 06.45 dal cacciatorpediniere Ward, il cu i segnale di allarme fu però accolto dai responsabili del 14° Distretto na vale con l' in vito ad una sua verifica. 1 08

Una s imile sindrome , fatta di incredulità e cli scetticismo , colpì quasi contemporaneamente il tenente pilota Kermi th Ty ler, ufficiale di guar dia a l centro di difesa aerea di Fort Shafter, che non dette alcun peso ai segnali di avvistamento aereo provenienti dal radar sistemato sul mon te Opana, credendo che essi indicassero sol tanto 12 fo rt ezze volan t i americane a tt ese dal continente. Eppure i du e operatori addett i al radar in questione avevano realmente visto alle 06.45 sul loro schermo, a circ a 200 ch il ometri di distanza , la prima ondata d ' attacco giapponese in av vicinamen to da nord e non da est, come sarebbe accaduto se si fosse tratta to dei velivoli nazionali provenient i dagli Sta t i U n i ti, per non par lare del numero dei bersagli avvistati. 1 09

Nella rada di Pearl Harbor si trovavano allora ormeggiate 94 navi della t1otta del Pac ifico comandata dall 'ammiraglio Kimmel e c ioè 8 corazzate, 2 incroc iatori pesan ti , 6 incrociatori legger i, 29 cacciatorpediniere, 5 so m merg ib ili , 1 cannoniera , 9 posamine, 10 dragamine, 13 trasport i, 3 navi officina, 2 petroliere, 2 rimorch iatori oceanici, 1 nave ospeda le , 1 nave id rografica, 1 nave de p osito e 1 nave bersaglio, c ioè la vecchia co razza ta Utah, scambia ta poi dai p il oti giapponesi per un'inspera ta portaerei.

108. Lord \Y/. : Le due ore di Pearl Harbor, Mi lano , G a rzanti, 1958, p . 43 47 , 54 -60 e 83-88 .

109. Ibidem, p 61 67 Kerm ith Tyler, n o n ostante il suo dis astroso errore , riuscì in g u e rra a raggi un gere il grado d i co lonnello, venendo i nt e rroga to senza co n seguenze n ell'agosto 1944 d i fro nte ad una delle otto Commission i d ' Inchiest a ri u nites i in segu i to alla sorpresa di Pearl Harbor.

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Manovre d 'attacco giapponesi a Pearl Harh or

... \ •\ \ \ \ '\ . I
25 7

258

Piano degli ormeggi a Pearl Harbor7 dicembre 1941

~-

Appena fuori delle ostruzioni del porto erano inoltre in navigazione un cacciatorpediniere, due dragamine e una nave ausiliaria

Anche a bordo di queste unità lo stato di a ll erta era appross imati vo, almeno quanto quello es is ten te a terra. In particolare sulle navi all'ancora e ra equipaggiato solo un quarto delle mitragliere contraeree, mentre l'ar ti glieria principale e quella secondaria era totalmen te sguarn it a, co sì come le relative stazioni per la direzione del tiro e i depositi munizion i. Del resto anche 27 delle 31 batterie contraeree dell'Esercito non erano in postazione, ment re le rimanenti quattro avevano il munizionamento sotto chiave.

Le forze aeree de ll 'Esercito e della Marina presenti a Oahu (non esisteva e non esistette per tutta la guerra negli Stati Uniti, così come in G i appone, un'Aeronautica autonoma) ammontavano a 349 velivoli, con centrati nei quattro principali aeroporti dell'isola e i vi parcheggia ti a la contro a la, allo scopo di poterli meg li o vigilare contro possibili atti di sabotaggio ad opera cli attivisti appartenenti alla numerosissima co lo nia g iapponese residente . So lo pochi aerei erano stati dispersi in piste secondarie dell'isola, per iniziativa di singo li Comandanti d i squadriglia, che non condiv idevano il precauzionale ammassamento ordinato dal genera le Short, Comandante superio re nelle Hawaii . l10

Come abbiamo detto, la prima ondata d'attacco nipponica, guidata dal, cap. freg . Fuchida , giunse sugli ob iett ivi alle 07.55, ri manendo su d i essi per trentacinque minut i . Dalle 08.54 a ll e 09.55 imperversò invece il secondo gruppo d'attacco, comandato dal cap . corv. Shimazaki e composto da 167 velivo li e cioè da 78 bombardieri in picchiata "Val" , da 54 bombardieri in quota "Kate" e da 35 caccia "Ze ro". Non erano i n vece presenti in questa seconda ondata gli aeros ilurant i , poiché i giapponesi stimarono giustamente che ess i sarebbero s tati ostaco la ti nel loro attacco a pelo d 'acqua dal fumo degli incendi accesisi sui bersag li pre ced.entemen te colpiti.

Le perdite americane furono certamente pesanti, ma non quanto ci si poteva attende re dopo un pressoché in contrasta to attacco di 350 aerei g iapponesi contro 94 bersagli nava li im mo bili e 349 velivo li par cheggiati e ammassa ti. A tale propos ito bisogna ricordare infatti che sol tanto se tt e cacc ia ame ri cani riuscirono a p ren d ere il vo lo e a in tercettare il nemico e c h e se i di essi deco ll arono dal piccolo, perifer ico e trascurato campo di Haleiwa.

110 Heifermann IL U.S Navy i n world war Il, Londra, Il amlyn, 1978, p. 39.

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Ecco comunque i risultati dell'incursione. Sulle 94 navi presenti a Pearl Harbor ne vennero colpite 18 e tra di esse ne furono eliminate defini tivamente so lo 3 e cioè le corazzate Arizona e Oklahoma e la nave ber sag li o Utah. Infatti le rimanenti sei corazzate vennero danneggiate, ma furono più tard i recuperate dagli americani, così come tre incrociatori, tre cacciatorpediniere, un posamine, una nave appoggio e una nave officina, par imenti raggiunte da bombe o da siluri. Da parte sua la Marina nipponica perse nell'operazione tutti e cinque i so tt omarini tascabili im piegat i e il sommerg ibile 1 70, r i ntracciato e colato a picco il 10 dicem bre da ve livoli nem ici.

Più rilevanti furono le percentuali delle perdite aviatorie statuniten si, che ammontarono a 188 velivoli, mentre i giapponesi non videro tornare a bordo 29 dei loro aere i attaccanti . Infine nelle file americane si con tarono 2.403 morti (di cu i 68 civili) e 1.178 feriti (cli cui 35 civili) e nelle file giapponesi 64 caduti e un prigioniero.

La maggiore critica che è stata fatta alla condotta tattica giapponese in quella circostanza riguarda il mancato attacco ai grand i depositi di combus t ibili esistenti nelle Hawaii. Infatti l'eventuale distru zione di tali installazioni avrebbe messo in crisi l'intero apparato logist ico della flotta statun itense del Pac ifico e avrebbe costretto g li americani o ad arretrare quest'ultima in Ca lifornia o ad intraprendere un ponte d i petroliere tra la costa occidenta le e le Hawaii, assai vulnerabile all'offesa sottomarina. 111

Inoltre non possiamo non sottolineare che l'el iminazione definitiva o temporanea delle cora zzate della flotta americana ciel Pacifico costrinse quest'ultima a modifica re positivamente la propria strategia, facendo scortare le portaerei dai soli incrociatori a lmeno fino a quando non en trarono in servizio le nuove corazzate rapide e dando origine così a Task Forces più veloci e moderne. Sotto tale profilo quindi si può dire che Pearl Harbor rapp resentò ironicamente un toccasana per la success iva condot ta be ll ica statunitense. 112

Un acceso diba ttito si è svi luppato dal dopoguerra ad oggi sulla pre ventiva conoscenza americana delle mosse giapponesi nei giorn i pre

111. Per le cons iderazioni critiche sull'accaduto e s u a ltr i aspetti d i ta le conflitto cfr. Santoni A. : Strategie e tattiche aeronavali nella guerra del Pacifico, in "Rivista Mar itt ima" , feb braio J992.

112 Ibidem. Con veloci Task Forces composte so ltanto da portaerei, in croc iatori e cac ciatorped i niere gli americani condussero t ra il febbraio e il giugno 1942 l e loro pr im e az ioni offe n s ive nel Pacifico e combattero n o le battaglie d e l Mar de i Coralli e d i Midway.

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cedenti l'attacco alle Hawaii e sulla conseguente presunta responsabi lità dolosa del presidente Roosevel t , che avrebbe accettato di subire in silenzio l'aggressione nipponica per sp i ngere il suo riluttante Paese in guerra al fianco della Gran Bretagna . Analizziamo quindi anche queste circostanze non strettamente militari.

L'ambasciatore giapponese a Washington Nomura consegnò effettiva mente in ritardo la nota diplomatica che, seppure in una forma contorta, equivaleva ad una dichiarazione di guerra dell'Impero del Sol Levante agli Sta t i Uniti. Essa infatti, a causa di lungaggini e disguidi all'interno dell'am basciata nippon ica , e non per un cinico calcolo , venne recapitata al Segretario di Stato americano Cordell Hull soltanto alle 14.20 di que l 7 dicembre 1941, corrispondenti alle 08.50 di Pearl Harbor, quando cioè que sta base era sotto attacco da un'ora Ciò permise a Cordell Hull e po i allo stesso Roosevelt di accusare i giapponesi, secondo le contemporanee consuetudini internazionali, di "attacco proditorio" e di "infamia". 11 3

All a luce cli quanto accadde, assume quindi una rilevanza fondamentale precisare cosa gli americani già sapessero in precedenza dei progetti nipponici.

Tra il 6 e il 7 dicembre 1941 il sistema crittografico statunitense "MAGJC " interpretò proprio il contenuto della citata nota diplomatica giapponese equivalente ad una dichiarazione di guerra, che tuttavia è importante sottolineare non conteneva alcun riferimento agli immediati obiettivi m ilitari nipponici, né tanto meno alle Hawaii. Ciononostante furono diramati da Washington urgen t i "avvertimenti di guerra" a tutti i comandi d'oltremare, compresa Pearl Harbor, dove però il messaggio d'allarme giunse cinque ore dopo la fine dell ' attacco, a causa d i com provati intasamenti delle li nee cli comunicazione mi l itar i, che avevano fatalmente indotto un sottufficiale ad inoltrare il relativo telegramma tram ite una compagnia cablografica civ ile.

Tutto ciò è abbondantemente documentato ne i più recenti e seri stud i sull'argomento, ai quali noi aggiungiamo una conclusione che ci sembra perfino ovvia. Infatti , qua lora il presidente Roosevelt avesse realmente ordinato di non avvisare in tempo Pearl Harbor, pur sapendo che que sta base sarebbe stata oggetto d i attacco (ipotesi comunque mai prova ta), egli avrebbe potuto consegu ire egua l mente il suo ipotetico obiettivo dirompente senza far massacrare la flotta e l'av iazione delle Hawaii e senza far uccidere oltre 2.400 suo i concittadini, ma predisponendo le cose

113. Hull C.: J'v!emoriedipaceediguerra, Mi lano , Riz7.o li , 1950, voi. II, p. 97-98 .

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in modo tale da far almeno pagare caro ai giapponesi il loro attacco. Quest'u l timo infatti sarebbe stato sempre identificabile come "proditorio" e avrebbe qu indi asso lt o alla sua presunta funzione d i propellente politico e propagandistico , a prescindere dai danni arre cati. 11 4

Concludiamo ricordando che il giorno seguente, cioè 1'8 dicembre 1941 , ci fu la forma le d ichiarazione di guerra americana a l G iappone e che l'l l d icembre anche Germania e Italia scesero in campo contro gli Stati Uniti. * * * * *

Come abbiamo detto, l'attacco a Pearl Harbor non costituì l' azione princ ipale del piano stra teg ico nipponico , ma so lo un'impresa affiancatrice di carattere preventivo , che per di più non rappresentò cronologicamente il primo atto offensivo del Sol Levante contro i presce l ti nuovi nemici occidentali in Asia e nel Pacifico . Infatti fin dalla sera del 6 dicembre 1941 i g iappones i deposero campi minati nelle acque malesi e due ore p rima della famosa incursione su ll e Hawaii ess i sbarcarono sulle spiagg ie cl i Kota Bharu , sempre in Malesia (ore 16.55 locali dell'8 dicembre , corr ispondente alle 05.55 del 7 dicembre a Pearl Harbor).

Da quel momento gli eventi si svo lsero rapidamente, con attacchi ae rei nipponici sulle Filippine e su Hong Kong nelle successive quattro ore e mezzo. Quindi il 10 d icembre i giapponesi affondarono nelle acque males i, con un massiccio intervento di aerei basa ti in I ndocina, la moderna corazzata in g lese Prince of Wales e il sez ionario incrociatore da ba tt agl ia Repulse, catturarono con un ' operazione anfib ia la poco di fesa isola ame ricana di Guam nell'arcipe lago delle Marianne e sbarcarono ne ll e Filippine.

Il 16 dicembre ebbe i nizio invece l'invasione delle Indie o landes i , che costituiva uno d egli ob iett iv i fondamenta li nip p onic i per l'approvvigionamento energetico , ed il 23 e 25 dicembre avvennero rispettiva men t e le conquiste dell'isola americana di Wake e de lla colonia britan ni ca d i Hong -K ong, dove i vinc it o ri compiro n o una serie d i ecc id i, che non risparmiarono n e mm eno i degenti de ll 'os p edale militare . 11 5

Il 27 febbraio 1942 g li a ll eat i tentarono con i loro cinque incroc ia tori e nove cacciatorpediniere di sponib ili nel Sud Est asiatico , ri uniti nella co siddetta fl o tt a ABDA (American, Brit ish , Dutc h e Aus t ra li an), di frenare la marea nemica, impegnando una Squadra d i 4 inc rociatori e 13 cacciator pe dini e re avversari n ella ba tt aglia de l Mar di Giava. Nell'occasio n e però

114 . Cfr. He rde P . Pearl Harbor, .Mi la n o, Rizzoli , 1986, p . 335 336.

1 15 . Ki rb y S. W.: H1:story of the second world war U.K. The war againstjapan, vo i. I , Londra , H M.S.0. , 1957, p. 27 1- 273.

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fu evidenziata la grande preparazione dei giapponesi nel combattimento di superficie, soprattutto con l'impiego in massa dei loro potentissimi siluri "long lance" da 610 mm, che non avevano pari in alcuna Marina del mondo. Per di più, in questo combattimento, che si protrasse fino alla mezzanotte, gli alleati lamen tarono per la prima e non ultima volta l' insuffi cienza dei loro radar di superficie e alla fine dovettero subire l'affonda mento deg li incrociatori leggeri olandesi ]ava e De R.uyter e di t re cac ciatorpediniere, senza aver inflitto al nemico alcuna perdita l1 6

In una serie di scontri minori vennero po i e li minate ent ro il 2 mar zo le rimanenti unità del Comando un ificato ABDA, ad esclusione di 4 cacc iatorpediniere americani, ma compresa la po rt aidrovolant i (ex por taerei) statun itense Langley. Ciò concesse ai giapponesi un assoluto dominio delle acque tra G iava, Sumatra e il Borneo, che consentì loro di portare vittoriosamente a compimento la conquista dei punti chiave di quest i possedimenti olandes i entro 1 ' 8 marzo 1942.

Nel medesimo g iorno le truppe n i pponiche, che a t traverso la neutrale Thailandia avevano invaso la Birmania inglese, occuparono Rangoon, riuscendo poi a controllare entro il mese di aprile la cosidetta "strada b i rmana" che fino ad allora aveva permesso agli alleati di riforn ire da sud la Cina. La ritirata britannica su ques t o fronte divenne a ll ora fatale e i l 17 maggio 1942 tutta la B ir mania fu in mani g iapponesi. 11 7

tome se non bastasse, gli inglesi dovettero subire in quest ' ultima area operativa il bombardamento aereo delle loro basi a Ceylon, che furono a t taccate due vo lt e, il 5 e il 9 aprile , da una consistente forza navale nemica composta da 5 po rt aerei e penetrata i mpunemente nell 'oceano Indiano Nell 'occas ione furono anche rintracciati in mare e affondati dai ve livoli imbarca ti giapponesi i due incrociatori pesanti Cornwalle Dorsetshire, la piccola portaerei Hermes, due nav i scorta e due petro liere. lJ 8

Invece la mancanza di copertura aerea e di appoggio navale, dopo il ricordato affondamento de ll a Prince of Wales e del Repulse, fu a ll a ba se della cadu ta della p iazzafor te britannica d i Si ngapore, che era illuso riamente ritenuta inespugnabile, ma che p resen tava invece molti punti

116 . P.R.O ., fondo ADM 1 99 , cartella 1288 : Battle q/thejava Sea , reporls 7942 .

117 . P.R.O., fondo ADM 199, carcella 189: Operations in Burma, Assam andNorth East India, 7941-1945.

118. P.R.0 . , fo ndo ADM 199, carte ll a 623 : japanese air attacks on Ceylon and ships in the !ndian Ocean, reporl by Generai Auchinleck on activities in India Command e cartella 663: Ceylon Command war diaries 1912.

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deboli soprattutto sul fronte a terra . I giapponesi in effetti conquistarono piuttosto facilmente tale base il 15 febbraio 1942, dopo aver isolato le locali fonti di acqua potabile, e catturarono sul posto ben 85.000 pri gionieri , per la maggior parte soldati indiani . Purtroppo anche Singapore fu teatro d i una serie di eccidi , tra cui quelli nell'Alexandra Hospital e nel quartiere c i nese, dove vennero massacrati oltre 5.000 resident i. 11 9

Contemporaneamente si consumava il dramma delle Filippine, possedimento americano i nvaso fin dai pr i mi giorni di guerra e cioè dal 10 dicembre 1941. La capitale Manila venne evacuata il 2 gennaio 1942 e la tenace resistenza nell ' attigua penisola di Bataan fu infranta il 9 aprile successivo , dopo che il Comandante dell ' arcipelago, generale Mac Arthur, era stato richiamato in patria per preparare la futura controffensiva statunitense nel Sud Pacifico. Infine il 6 maggio 1942 i giappones i con quistarono anche l'ultimo baluardo rappresentato dall ' isola di Correg idor, situata nella stessa baia di Mani la, ponendo vittoriosamente termine a Ila campagna filippina. 120

Resta da ricordare che c irca 8.000 deg l i oltre 100.000 soldati filippini e american i catturati nell ' arcipelago perirono a causa dei ma ltrattamenti cui furono so tt oposti durante il loro trasferimento ai campi di pr igionia, in quella che ancora oggi viene ricordata come la "marcia della morte".

I punti di forza che permisero ai giapponesi di occupare in soli sei m e si una così vasta estensione d i territori ne l Sud Est asiatico vanno identi ficati in un'indiscutibile super iorità aerea locale e nella repentina elimi nazione delle flotte nemiche. Tutto ciò consentì ad essi di esercitare un assoluto dominio aeronavale e di spostare a piacimento in questo o in quell'altro se tt ore i contingenti terrestri, di per se stessi inferior i numeri camente ai contrapposti Eserciti alleati. È del resto significativo che, ne l corso di tutte le ricordate operazion i, le Forze Armate nipponiche abbiano perso soltanto 15.000 uomini , 380 ae rei, 5 cacciatorpediniere, 3 corvette, 7 sommergibili, 7 dragamine , un ' unità pattuglia e 67 navi da carico.

Non va infine dimenticato che i giapponesi continuarono ne l 1942 anche la propria avanzata in C ina, dove essi si assicurarono il control lo delle principali vie cli comunicazione terrestr i e fluviali che dalle co ste si inoltrano all'interno cli quel grande Paese.

119. Russell L.: The knights of Bushido, Londra, Corgi Books, 1980, p. 193 194 ; Owe n F : Thefafl of Singapore, Londra, Pan Rooks , 1972 , p. 196 e P R.O. , fondo ADM 199, cartella 1290:Japaneseatrocities, reports 7942 1945.

120. U.S. Army in Worlcl War II: The war in the Pacijìc. The .fall o.f the Philippines, Washington D C. 1953, p. 556-segg

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LA SECONDA GUERRA MONDIALE

2" Fase : 1942-1945

1 Il riflusso della marea nipponica. Mar dei Coralli, Midway e Guadalcanal

Nei sei mesi di inarrestabili offens ive giapponesi la flotta americana del Pacifico, sebbene priva delle sue otto corazzate, non rimase inerte, sguinzagliando i sommergibili contro il traffico mercantile nem ico so prattutto nel Mar Cinese meridiona le e affidando alle sue t re portaerei l'incarico di bombardare alcune basi insulari nipponiche nell'Oceano a partire dal 1 ° febbraio 1942. 1

In questo frangente la più conosciuta e spettacolare controffensiva statunitense venne portata a termine il 18 aprile 1942 dalla portaerei Ho1~net, che lanciò contro le città di Tokio, Nagoya e Kobe una squa driglia di 16 bombardieri bimotori "B 25" dell'Esercito , comandati dal colonnello Doolittle . Tali ve li voli, assai più grandi e pesanti dei normali monomotori della Marina, erano stati scelti per la loro maggiore autonomia ed i rela t ivi equipaggi erano stati faticosamente addestrat i al dif ficile decollo dal ristretto ponte di vo lo di una portaerei.

Questa inusitata operazione ebbe pieno successo, anche se essa, a causa del ridotto carico be llico dei velivol i incursori (quattro bom be ciascuno), ebbe più effe tt i morali e ps icologici che mater iali. Pu rtroppo però tutti i velivoli si persero al t ermine della miss ione in una serie di atterragg i di fortuna in t erritorio cinese, mentre uno di essi raggiunse la Siberia e venne internato dalle autorità sovietiche in s ieme ai cinque uomini d ' equ i paggio . Dei 75 res idui pilot i 62 raggiunsero le l inee cinesi, 5 perirono per difetti a i paracadute o per anne gamen t o e 8 furono catturat i dai giappones i in territorio occupato, per essere poi condannat i in un processo farsa come criminali cli guerra.

1. Moriso n S. E.: In guerra su due Oceani, Fi renze, Sanso n i, 1967 , p. 139 .

CAPITOLO IV
265

Tre di essi vennero giustiziati il 15 ottobre successivo, dopo essere stat i sottoposti ad esperimenti chirurgici. 2

Tra gli accennati effe tt i psico logici e morali di questa incursione va sicuramen te annoverato lo st i molo da essa dato all'esecuzione di due nuovi p iani strateg ici nipponici, predisposti all'inizio di quello stesso apri le 1942 e che si sarebbero rivelati disastrosi per l'Impero de l Sol Levante. Essi miravano ad a ll argare il cos idd etto "perimetro difens ivo" attorno alle iso le giapponesi e a ll e re cent i conqu iste ed erano identificati come "Operazione MO", consistente in un'ulteriore spinta verso sud con gli sbarchi a Port Moresby nella Nuova Guinea meridionale e in alcune iso le delle v icin e Salomone , e come "Operazione Mf' che invece era diretta verso est e verso nord con l'i nvasione dell ' atollo d i Midway e dell 'ar cipe lago delle Aleutine.

Quest' ultimo progetto determinò la no ta e pesante sconfitt a della flot ta giapponese a Miclway del giugno 1942, mentre anche la precedente operazione MO si concluse con una parziale delusione nipponica , ra ppresentata dalla rinuncia allo sbarco a Port Moresby dopo la battag li a aeronavale del Mar dei Coralli, che ora esaminiamo.

2 Toland J.: Alla riscossa: i primi sei mesi della guerra nel Pacijìco, Milano, Longanesi, 1963 , p. 572.

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LEXINGTON

Portaerei della Marina def!.li Stati Uniti J o . ..... . ( r:::rni Il 11

oCARATTERISTICHE

Dislocamento standard 33.000 ton nella te Dimensioni: lu n ghezza f.1. 270,7 m. lunghezza fra p.p. 250,5 m. larghezza 32,2 m . im mersione 8,4 m.

DA T I STORICI

Scala 1· I 250

,1pparato motore: 8 mocric i curboeler.c ri che Genera i Elec tr ic; 16 caldaie Yarrow; 4 assi potenza 184.000 I IP Velocità. 34 nodi Armamento: VIII 203/55, XII- 127/25,30 M<-;, 90 ae re i

Protezione: ve r tica le ma x . 178 mm. ori zzon t al e max. 76 mm . armamento max. 76 mm

Varo: 3 o tt0bre 1925

Servizio: 14 dicemb re 1927 Perdita : 8 maggio 1942

Trnpostate come i più po tenti incrociatori da battaglia del mondo, delle sei unità d ella classe "Lexin[.!,ton ", la cui costnizione venne impedita dal Trattato di Washington, solo due jì,1.rono completate, ·ma come portaerei: la Lexi11gton e la Saratoga. Furono le due prime grandi nnità di questo tipo della Marina slatu.nilense e, fino alla seconda f.!,Uerra mondiale, le piiì grandi portaerei in servizio: te dimensioni del loro scafo e · t'ej(euo vela del grande Jì,1.maiolo , però, ne compmmeffevano le qualità evo lutive, indispensabile difesa so tto gli altacchi aerei. LaLexington fu affondata dai cacc iato,pedinier·e della sua scorta dopo essere stata gravemente danneggiata da aereosiluranti [?iapponesi /'8 ma[.!,[.!,iO 1942 nel c orso della hatta[.!,lia del Mm· dei Coralli.

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Avvertito a fine aprile da alcune decrittazioni di messaggi giapponesi, l' ammiraglio N imitz, nuovo Comandante in capo della flotta americana de l Pacifico, riunì nel Mar dei Coralli situato tra l' Australia, le isole Sa lomone e la parte meridionale della Nuova Guinea (pen isola di Papua) una forza navale a l comando dell'ammirag lio Fletcher e composta dalle portaerei Yorktown e Lexington, da 5 incroc iatori pesanti e da 9 cac ciatorpediniere. 3

Questa flotta statunitense intercettò il 7 maggio 1942 parte della forza di spedizione nipponica d ire t ta ad occupare Port Moresby ne ll a pe nisola d i Papua e co lò a picco la piccola portaerei Shoho, o l tre ad ab ba ttere 80 velivoli nemic i e a danneggiare un'altra portaere i . La risposta de l grosso g iapponese, agli ordini de ll 'amm i rag li o Takagi, condusse i nvece a ll 'elim i nazione tra il 7 e 1'8 magg io della grande portaerei Lexington, di un cacciatorpediniere, di una petroliera e di 66 velivoli statunitensi e al danneggiamento della Yorktown. Tuttavia la constatata reattività americana convinse i giapponesi a rinunciare allo sbarco a Port Moresby e ad accontentarsi della conquista de ll 'indifeso isolo t to di Tu lagi nelle Salomone meridiona li.

Pertanto, in quella c h e fu storicamente la p rima battaglia tra portaere i, al successo tattico nipponico rappresentato dal favorevo le rappo r to de ll e perdi te corrispose una significativa vittoria strategica degli ame ricani, che per la prima vo lta costrinsero il baldanzoso avversario ad an nullare un ' operaz ione offensiva. 4 * * * * *

Come abb iamo antic ipato, all ' inizio d i g iugno 1942 i giapponesi, no nostante il fallimento de ll 'operazione MO, intrapresero il progetto MI con tro l'a tollo di Midway al centro del Pac ifico e contro le settentrionali isole Aleut i ne. Ciò soprattutto al fine d i rendere impossibili altre azion i ame ricane a lungo raggio contro il terr it or io naziona le, simil i a que ll a con dotta nell ' aprile precedente dai bimotori del colonnello Doo li ttle d ecolla t i dalla portaerei Hornet .

Come fu prassi cos t ante quanto discutib il e, l'ammirag li o Yamamoto sudd ivise ne ll 'occasione le sue preponderan ti forze navali più de l ne

3. Poccer E . B .: l'Amiral Nimitz et son utilisation des renseignements secrets dans le Pacffique, i n "Revu e d' hi stoire de la deux ieme guerre mo n dia le ", n. 133, gennaio 1984 , p. 29.

4 . Po tt e r E. B . N i mitz C. W .: La grande guerra sui mari: la drammatica storia delle azioni na v ali nella seconda guerra mondiale, Mil a no, Martello, 1965, p . 294 .

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cessario, secondo l'illusorio principio di " es.sere forte ovunque". Verso le nebbiose Aleutine infatti vennero distaccate due portaerei con la ri spett iva scorta, mentre la flotta destinata contro l'ob iett ivo principale di Midway fu incomprensibilmente fraziona ta in diversi gruppi , di.sposti a tale distanza tra loro da non potersi prestare vicendevole aiuto.

Il gruppo navale più arretrato era costituito da l nucleo principa le della flotta, che ospitava lo stesso Yamamoto e che era a sua volta suddi viso in due aliquote per comp lessive 7 corazzate, 1 portaerei , 2 portaidrovolanti, 3 incrociatori e 22 cacciatorpediniere. Più avan ti navigava la forza anfibia dell'ammiraglio Kondo con i trasporti truppe per lo sbar co e con 2 cora zz ate, 1 portaerei, 10 incrociatori, 2 portaidrovolanti, 21 cacciatorpediniere e una fl ot ti glia di dragamine. La punta di lancia dell'intero dispositivo nipponico era rappresentata dalla flotta dell'ammiraglio Nagumo (lo stesso che aveva attaccato Pearl Harbor) , che nella circostanza doveva bombardare Micl way e proteggere la forza anfibia di Konclo con i 227 velivoli delle .sue 4 portaerei, scorta t e da 2 coraziate, 3 incrociatori e 12 cacc ia torped ini ere. Infine c'erano in mare 16 sommergibili , disseminati a levante di Midway con il compito di .segnalare l' eventua le avvicinamento di una flotta nemica proveniente dalle Hawai i.

Qu e sto sbarramento subacqueo nipponico fu però formato con qua si due giorni di ritardo e venne perciò e lu so dagli americani che, messi

Ammiraglio Cbester W Nimitz
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Ammiraglio R A. Spruance

tempestiva m en te sull'avviso da nuove decrittazioni di messaggi nem ici , ri unirono fin dal 2 giugno a nord est di Midway le loro disponib il i 3 portaerei Yorktown (r i para ta alla meglio dai danni subiti nella battag li a del Ma r dei Coralli), Enterprise e Hornet, 7 incrociatori pesanti , un incrociatore legge ro e 15 cacciatorpedin iere, agli ordini superio ri dell ' ammiraglio Fle tcher, val idamente coad iuvato dal pa ri grado Spruance. 5

In ta l m odo gli americani, nonostante il loro netto svantaggio nel numero comp l essivo delle uni tà i n mare , ma grazie alla fissaz ione di Yamamoto di sud d iv ide r e eccessivamente le proprie forze nava li, poterono concentrare nell ' a rea dell ' incombente battaglia una determinan te prevalenza aerea, in ve ri tà pO'co evidenz ia t a finora dai resoco nt i d e lla battag li a. Essi infa t ti finirono per contrapporre ai 227 aerei opera tivi de l gruppo Nagumo i 233 velivoli delle loro tre po rt aere i e i 118 apparecc hi basati allora a Midway, rea lizzando que ll a s u per iorità loca le che in ca mp o m ilit are è spesso risultata dec is iva . 6

A parte questo, la battaglia d i Midway de l 4 6 giugno 1942 venne pesantemente condizionata da incredibili sal ti di fortuna. La dea ben data com i nciò con l'accan irs i contro i g iapponesi, sia determinando l'ac ce n na t o ritardo dello sbarramento de i loro sommergibili , s ia sotto for m a d i un guasto ad una ca tapu lta dell ' i nc rociatore Tone, dal quale qu in di venne lanciato con fata le r it ardo la mattina de l 4 g iugno proprio que ll ' aereo r icog ni tore dest i na t o ad esplorare la zona in cu i s i trova va la flotta americana .

È pe rò anche vero c h e sull'esito dello scon tro pesò notevolme nte l'in tu i zi o n e de ll 'ammiraglio Spruance che, trovandosi avanzato con le p o r tae r ei Enterprise e Hornet, agì con lo d evole pron tezza . Eg li infatti, sa puto dell' intrapreso bombardamento aereo g iap p onese co nt ro le installaz ioni di Midway, lanciò su b ito le sue sq u adrig li e d'a t tacco, ne ll a fon d a ta speranza che esse po tessero so rp r ende r e le portaere i nem ich e nei de li ca ti ss imi minuti del ri forn i men t o dei p ropri ve li vo li , redu c i da ll 'i ncurs io n e su ll ' iso la, e che avrebbero cos ti t ui to p erta nt o dei bersag li p res soché in d ifes i ed infiamma b ili. Il Co m andante s up e ri o re in mare statun i te n se, ammiraglio Fletc h e r, co n divise l'oper a to d i Sprua n ce e ne seguì

5. Tu leja T V. : L'inferno di Midway, Mi lano, Mon d ador i, 1969, p. 40 42. P iù precisa mente le decrittaz io ni de l 25 magg io fornirono all'ammiraglio Nimit z l'attesa con ferma d i u n s u o precedente sospetto r iguarda nt e una possibile avanzata n em ica ne l Pacifico centra le.

6. P.R.O., fondo ADM 199, carte ll a 1302 : Battle ofMidway island, reports 7942 In ve rità, alla p rova d e i fatt i, la prevalenza nume ric a ame ricana i n campo ae ro n a u tico fu parzia lmente sva lutata dalla sca rsa efficacia d imos t rata da i ve livo li basac i a Midway

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l'esempio , facendo decollare immediatamente anche le squadriglie della propria portaerei Yorktown, allora leggermente arretrata.

In effett i, quando nella mattinata de l 4 giugno il famoso ricognitore del Tone, deco ll ato in ritardo, riuscì a scoprire la flotta americana a nord est di Midway, le portaerei giapponesi si accingevano a recuperare i velivoli della prima ondata d'attacco a Midway, mentre Nagumo aveva già ordinato d i preparare una seconda ondata utilizzando anche i bombar dieri accantonati per un'eventuale battaglia navale. Su questi velivoli po livalenti , del t ipo "Ka t e", era quindi in corso la sostituzione degli origi nari siluri con bombe dirompenti. 7

L'avvis tamento della flotta americana fece subito annullare quest'ultimo ord ine e riarmare tutti i "Kate'' con i siluri . Tali aerei però non poterono essere lanc iati subito dopo il loro riequ ipaggiamento , poiché nel frat tempo il provvedimento più urgente per Nagumo era diventato il recupero della prima ondata d'attacco redu ce da Midway e a corto di carburante.

A ques to punto la fortuna sembrò voltare le spalle anche agli american i. Infatt i un loro intero gruppo aereo, composto da 35 bombardieri in picchiata e 10 caccia della Hornet, pur d e collato tempes t ivamente , non rintracciò la formazione navale g iapponese . Ancora peggio fecero i 41 aerosi luranti partiti da tutte e tre le portaerei statunitensi , che attaccarono la flotta di Nagumo in anticipo rispetto ai bombardieri i n picchiata (con i ql{a li i nvece andava coordinata l'incursione) e oltre tutto senza adeguata scorta, po iché quasi tutti i caccia avevano seguito i bombardieri stessi. Fu quindi facile p e r la contraerea nippon ica e per gli agili caccia "Zero " resp i ngere senza danni questi aerosiluranti, abbattendone ben 35. 8

Ques to massacro ri uscì nondimeno a distrarre l'attenzione dei canno n ieri e de i pi loti giapponesi dalle quote superiori , da dove pro p rio al termine d i q u esto p rimo scontro aereo (ore 10.25 del 4 giugno) comparvero 45 bombardieri in p icchiata americani dell'Enteiprise e della Yorktown. Il loro bersaglio divennero sub ito le tre portaerei di Nagumo Akagi(nave am mirag li a), Kaga e Soryu, che erano le più visibili e che lstavano rifornendo i loro aerei , come aveva spera to l'a m miraglio Spruance . 9

7 . Barker A B: Midway, Londra, Bison Books , 1982 , p . 28.

8 . Ok u m iya M. Horikos hi J. Ca id i n M. : Zero! Thestory ofthejapanese NavyAir Force 7937 1945, Londra , Transwo rl d Puh li shers, 1958, p. 151. Alt ri precedenti infrutt u o s i attacchi era no stat i po rtati sulle nav i g iappo nesi da alc u ne squadr iglie ae ree de co ll ate d a Midway.

9 Forreste l E.P .: Adrniral R .A. Spruance, USN: analisi di un comando, t raduzione a cu ra de ll ' Ufficio Storico della Mar i na m i litare, Roma , 1968, p. 46 49.

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ATTACCO A MIDWA'f , ,.. ç.1 Battag l
di Midway 4 giugno 1942 272
ia

In soli cinque minuti tutte e tre ques t e portaerei nipponiche furono centrate ripetutamente ed incendiate, per co lare a picco poi ne ll e ore no tturne, dopo che l' amm irag li o Nagumo si era trasferito su un incrocia tore . La superstite Hiryu invece, approfittando della sua posizione leggermente avanza ta, sfuggì ai micidial i "Dauntl ess " american i e poté lanciare un contrat tacco su due ondate, che ne l po m er igg io di quello stes so 4 g iugno causò gravi danni alla Yorktown. Anche la Hiryu aveva però le ore con tate , poiché p oco dopo essa venne ridotta ad un re lit to dalla ra p presaglia ae rea sta t unitense, affondando poi la mattina seguen te.

Più lunga fu l'agonia della Yorktown , cioè de ll a nave amm i raglia di F letcher g ià danneggiata nella battaglia del Mar dei Coralli e rabberc ia ta alla meglio Essa infatti, evacuata dall'equipaggio, andò alla deriva e venne facilmente si lurata il 6 giugno dal sommergibile giapponese 1 168 de l comandante Tanabe, che nell'occasione colò a picco anche il vici no cacc ia torpediniere Hammann. In un primo momento sembrò che la portaerei po tesse resistere anche a ques t 'ulteriore colpo, ma le sue para t ie cedettero ed essa sprofondò neg li abissi a ll 'a lba de l 7 g iugno. lO

Da parte sua l' ammiraglio Yamamoto , v ista dissolversi la punta di lan c ia della sua immensa, ma ma l distribuita flotta, ordinò la ritirata, segnando con essa la prima sconfitta tattica e strategica de ll a Marina giapponese dal lontano 1592 , da quando cioè le rivo luzionar ie "navi tartaruga" de lf ammiraglio coreano Yi Sun-Shin avevano disperso una fl otta d'invasione nipponica. 11

In con cl usione i g iappones i persero a Midway non solo quattro portaerei e l'incrociatore p esante Mikuma, affondato dag li aerei avversari il 6 giugno ne ll e u lt i m e battute della ba ttag lia, ma anche 258 velivo li , com p resi i r icognitori, e quasi 2.500 u o m ini, mo lt i dei quali erano p i loti a dd estrat iss imi, d iffic ilmente rimpiazzabi li da colleghi cli pari qua lità. G li amer ican i invece lamen tarono la scomparsa di una portaerei , un cacciatorpediniere , 147 ve livoli e 307 uom in i.

De ll 'o p eraz ione Ml ri m ase qu i n di i n piedi soltanto l'invasione ciel · le Ale u t ine, che ve n ne real i zzata tra il 6 e il 7 giugno dalla Squadra de ll 'amm i rag li o Hosogaya co n l' i ncont rastato sba rco sulle iso le di Kiska e Att u Ciò comu nq ue non se rv ì a i gia p pones i nemmeno come parziale

10. Tanabe Y Harri ng ton J. D.: I sank the "Yorktown " at Midway, i n U .S . Naval I ns t it ute "Proceedings", maggio 1963.

11 Cfr. San to n i A : Da Lepanto ad Hampton Roads: storia e politica navate dell'età moderna, c it., p 14

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consolazione, poiché le suddette bas i si'rivelarono poco o nulla utilizzab ili e quindi prive di effettivo va lore strategico , a causa de ll e persi stenti nebbie che solitamente gravitano sulla zona.

Ci soffermeremo tra poco sul significato strategico della vittoria ame ricana a Midway, quando faremo un'analisi comparativa tra questa grande battag li a aeronavale e la lunga e sanguinosa campagna militare di Guadalcanal. Ciò anche per tentare di chiarire un'antica disputa storio grafica sulla maggiore o minore incisività di questi due eventi sul corso dell'intera guerra del Pacifico. * * * * *

La de lusione pati ta nelle operazioni MO e MI, rispett ivamente ca ratterizzate da ll e battaglie aeronava l i del Mar dei Coralli e di Midway, non frenò comunque l' avanzata nippon ica nel Pacifico sud-occidenta le r giapponesi infatti iniziarono a costruire nel giugno 1942 un aero porto sull'indifesa iso la di Guadalcanal nelle Salomone meridionali e sbarcarono incontrastatamen te nel luglio sulle coste sud-orientali de l la Nuova Guinea. 12

La rile v ata costruzione cli un aeroporto nemico in un'isola abbastanza prossima alle coste australiane mise in allarme i responsabili alleati, tanto da indurli ad anticipare l'esecuzione della già pianificata riconquista delle Sa lomone mer idionali, che erano state occupate fac ilmente dai giappones i durante e subito dopo l' operazione MO . 13

Pertanto il 7 agosto 1942 la l ll divisione marines americana sbarcò a Guaclalcanal, a Tu lag i e sul vicino iso lotto cli Gavutu Tanambogo, con qu istando questi ultimi due obiettivi entro il giorno seguen te. Molto più lunga e dura fu i nvece la campagna di Guadalcana l, che si concluse con la completa vittoria statuni tense soltanto 1'8 febbraio 1943, dopo una se r ie cli durissimi combattiment i terrestri , navali ed aere i, che ne fecero un "t urning point" dell' inte ro secondo conflitto mondia le, a l par i del con temporaneo assedio di Sta lingrado in Russia.

12. U.S Army in World War Il: The war in the Pac{fic: victo1y in Papua , Was hi ngton 1957, p . 69 70.

13. Si r icorda che l ' unico vantaggio territor ia l e ac qu is ito dai giapponesi nel l'operaz ione MO che aveva port aco alla battag li a aerona va le del Mar dei Coralli era stato rapp resentato dall'occupaz ione dall ' isolo tto di Tu lag i, assa i prossimo a Guadalcana l, n elle Sa lomone meridiona li

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I numerosi combattimenti terrestr i svoltisi a Guaclalcanal mostrarono genera lmente un'inattesa ada ttabilità dei marines americani alla guerra nella giung la, nella quale i giappones i sembravano partire avvantaggia ti grazie alla loro maggiore frugalità e al loro proverbiale spirito di sacrificio. Ma il fatto determinante risultò ancora una volta la discutibiliss i ma tatt ica nipponica di frazionamento delle forze , che nell'occasione fu fatale al contingente di presidio a Guadalcanal e alle truppe colà inviate cl i rinforzo. Queste ultime infat ti vennero trasportate nottetempo su ll 'isola in picco li grupp i e furono impiegate con lo stesso criterio, il che portò anche l'Esercito impe ri a le a subire le sue prime sconfitte, come quella sanguinosissima sul fiume Tenaru .

In campo aereo furono confermat i, dopo Midway, i progressi ne ll 'ad des t ramento dei pilo ti americani, contro i qua li i giapponesi evidenziarono l'insufficiente organizzazione delle loro scuo le cli volo, basate più sulla teoria che sulla pra t ica esperienza. In effetti una delle princ ipali debolezze nipponiche in campo aeronautico fu quella di non aver suffic ientemente impièga to in funzioni didatt iche i più eccellenti aviatori, preferendo invece mantenerli su ll a linea del fuoco fino al loro fatale esau rimento . Al contrario, g li anglo -americani ed in generale gli occidentali ruotarono con lungimiranza i loro pi loti veteran i tra il fronte e le scuo le di vo lo, incaricando li di aggiornare le reclute nelle retrovie su ll e tattiche e sui "trucchi" appresi ne i due ll i aerei. 14 ..,

Infine nel settore marittimo i giapponesi pur vincendo nelle acque di Guadalcana l quasi tutte le battaglie notturne co l cannone e col si lu ro, come vedremo tra poco furono assa i prudenti nello sfruttare la loro perdurante superiorità ne l numero delle po rt aerei (superior it à non ancora co lmata dag li amer icani nonostante la grande vitto ri a cl i Midway) , portando a hattag li a il proprio potenziale aereo imbarcato in due so le occasioni, il 24 agosto e il 26 ottobre 1942, pe r di più pe r un errore di calcolo nella seconda occasione

In sintesi la campagna di Guadalcana l può essere div isa in tre fasi, la prima delle quali caratte rizza ta dall ' immed iata e faci le conqu is ta americana de ll 'aeroporto g iapponese in costruzione presso le spiagge se t tentrionali de ll 'isola e che venne battezzato Henderson Fielcl da i nuovi occupanti. La seconda fase, che fu la p iù lun ga e sangu inosa, vide in vece una serie di tentativ i con t roffensivi nipponici, con sba rchi notturni

14 Santon i A : Storia generale della guerra in Asia e net Pacijteo, 193 7-1945, voi II: Il r(flusso della marea, Modena, Scem Mucch i , 1978, p. 1 57.

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di rinforzi per la guarnigione impiegati poi in scoordinati attacchi al le trincee intorno ad Henderson Field e con cannoneggiamenti nava li, sempre not turni , contro lo stesso aeroporto, che però rimase sempre in mani americane. Nel te rzo ed ultimo periodo s i assistette inv ece al consolidamento e all'allargamento della testa di ponte statunitense sull'isola e infine all'evacuazione g iappon ese 15

La serie dei combattimenti na vali nelle acque di Guadalcanal si a prì con una clamorosa vittoria giapponese, avve nut a dopo meno di qua rantott'ore dallo sbarco am e ricano , cioè ne ll a nott e tra 1'8 e il 9 agosto 1942. Nella ci rcostanza una divisione comandata dall 'a mmiraglio Mikawa e co mpo sta da 5 incrociatori pesanti , 2 in croc iatori leggeri e un cacciatorped i n iere pen etrò nello stretto di Savo , tra l'omon i mo iso lott o e le spiagge settentrionali di Guadalcanal , e affondò impunemente col can n one e col sil uro i tre in crocia tori pesanti s tatunit ens i Astoria, Quincy e Vincennes e l' in c rociator e pesant e australiano Can berra

Ciò che comunque caratterizzò questo sorp rendente successo dei giap ponesi nella battaglia cl i Savo fu il fatto che essi combatterono cli no tt e senza aver e alcun ra dar a bordo, sco nfig gen do ciononostante navi al leate non solo numericamente supe riori (5 incrociatori pesanti , 2 in crociatori leg geri e 8 cacci a torpediniere) , ma abbondant eme nt e d otate cli radio localizzatori. In particolare due cacciatorpediniere amer icani " picchetto rad ar", situati proprio all ' imboccatura dello stre tto di Savo, non ri le varono il nemico, così come non videro nulla i radar d eg li incrocia tori presi di mira in successione dal nemico , mentre gli uomini di Mikawa, provvisti di soli binocoli notturni, identificarono, co lpiron o ed . elim i narono ne l buio i quattro suddetti bersagli. So lo sulla ro tt a di r itorno la divisione nipponica, che comm ise l'errore di non attaccare an che i mercan tili n em ici ancorati nei pressi, perse l' incrociatore pesante Kako, s il urato da un sommerg i bil e . 16

TI fallimento dei radar na vali di su perfi c ie , che si verificò in questa come in altre azioni notturn e nel Pacifico, deve essere attribu ito all e cau se da noi già enuncia te nel terzo paragrafo de l terz o capitolo. Questi pr imitivi apparecchi del 1940- 1943 soffrivano c ioè di limitazioni di portata

15 P.R.O fondo ADM 199. cartella 1324: Operations /or capture of Guadalcanal island, reports 1942.

16. Morison S. E.: Hi story of U.S.naval operations in world wt1r li, voi. V: The struggle for Guaclalcanal, I3osron. Little Brown , 1955 , p 61 e P.R.O. , fondo ADM 199, c arte lla 13 28: First battle of Savo island, reports 7942.

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ASTORIA

Incrociatore pesante della Marina degli Stati Uniti

CA RATIERISTICHE

Dislocamento standard: 9.950 tonne llac e

Dimensioni: lu ngh ezza f.t. 179,3 rn larghezza 18,7 m ic,nmersione 7,62 m.

Apparato motore: 4 grupp i turboriduttori Westinghouse; 8 calda ie Babcock-Wilcox; 4 assi potenza 107 000 IIP Velocità· 32,7 nod i

Armamento: !X 203/ 55 , VIll-127/25, ll- 47/ 30 VTTT -12 ,7, 2 cata pul te e 4 ae re i

Protezione : . vercicale 127 mm. orizzontalè 76-51 mm. torri 127 76 mm . tor ri one 203 mm.

Varo: 16 dicemb re 1933 Servizio: 28 apri le 1934 Perdita. 8 agosto 1942

Scala 1: 1250

DA TI STORICI

li rispeuo del limite delle l O 000 tonnellate, stabilito come massimo dislocamento stClndard per gli incrociatori pesanti dalla Conferenza di Washington del 7922, costituì un notevole problema per i progettisti di tutte le Marine. Fu così che nel costruire la classe "New Orleans", di cui face vano parte !:Astoria e altre sette unità, pur di contenere il dislocamento entro le 10 000 tonnellate, sifece ampio ricorso alla saldatura e a leghe speciali piii leggere, e si pose una cura partico lai-e nella progettazione. La nave è mostrata nel pro.filo così come appariva al momento della sua entrata in servizio; successivamente furono potenziali l 'armamento antiaereo e le dotazioni di scoperta e di direzione del tfro L:Astoria Ji1 ajj'ondato nella nolfe tra 1'8 e il 9 agosto 1942 nel corso della haflaglia notturna dell'isola di Savo, insieme alQ11incy e al Vincemies , unità della stessa classe, e all'incrociatore pesante au.straliano Can.berra

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! -' ----~-,o e, :5 i u I I I i I a I I I Ili I u I I i I e I I / a I I I I i ' ,. 11 Azione
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notturna presso l i' s ola di Savo 9 agosto 1942

(che comunque non può mai superare l'orizzonte) e di intrinseche de bolezze s t ru ttura li, con condiz ionamenti dovuti a ll e miniaturizzazioni, alle vibraz ioni de ll a nave ad alta velocità e alla concussione delle artiglierie di bordo, che ne determ inavano soven t e la sfasatura

Abbiamo avuto altresì modo di sottolineare che mo l to più u t ili ri sultarono nella seconda guerra mondiale i radar di scoperta aerea, soprattu tt o se installati a terra. Ques ti ultimi i nfa tt i avevano una porta ta non limitata dall'orizzonte, ma solo dalla propria potenza e potevano soppo rt are con minor danno le fa t ali imprec is ioni, servendo comunque al lo scopo di segnalare in tempo utile i sopraggiungenti velivoli nemici , anche se questi ad esempio venivano loca li zzati con un errore di 5 10 m ig li a, che sarebbe stato funesto neg li scontri strettamente navali.

Dopo aver sperimentato che i radar di superficie erano tutt'a l tro che affidab ili, g li americani dec isero di evitare fin quando possibile ogn i contatto notturno con le navi del Sol Levante . Pertanto nelle acque di Guadalcanal si verificò una si t uazione paradossa le, con i giapponesi che , ca late le tenebre, assumevano il controllo pressoché incontrastato del le acque in torno all'isola , t rasportando su d i essa rinforzi e bombardando l'ae roporto di Henderson Field con fo rmazioni navali d i ta le puntualità da essere soprannomina te dai marines "gli espressi d i Tokio" Di contro le navi con la bandiera a stelle e s t risce ricomparivano preferibilmente a ll ' à lba, potendo godere con la luce diurna del do m inio aereo garant ito da Henclerson Field .

Come abb iamo detto , durante la campagna di Guadalcanal si e bb ero so l tanto due b attaglie t ra portaerei, la pr ima del le qua li , chia m ata del le Sa lomone orienta li , co i nvolse il 24 agosto 1942 tre nav i di q uesto ti po g iapponesi e due statunitensi. Essa s i concluse con la vi tt oria deg li a m e ri cani c h e, a l p r ezzo di soli dann i a ll a loro Enterprise, a ff ondarono la piccola p ortae rei Ryujo, un caccia torped in iere e una nave appoggio e danneggiarono la gran d e p ortae rei Shokaku . 17

Nelle sett imane success ive però si misero i n ev id enza i som merg ibili giap p onesi , c h e danneggiarono il 31 agosto n e ll e acq u e de ll e Sa lomone la p ortaere i Saratoga e affondarono il 15 sette m bre la p o rtaerei Wasp e un cacciatorpedin iere, arrecando danni ne ll a s tessa occasione a ll a nuova corazza ta North Carolina .

1 7 . D ' Albas A. : Marine !mpériale: le Jlottes du Mikado dans la seconde guerre mondiale, d'après des documents japonais inédits, Par igi, Amio t Dumon t, 1954 , p . 126 129.

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Dopo una serie di occasionali scontri n ell'oscuri tà tra unità sottili, soli tamente vint i dai giappones i, nella notte tra l'll e il 12 ottobre il con trammiraglio statun it ense Scott interruppe con la cosiddetta "ba ttaglia di Capo Esperance" la perdurante passività notturna della flotta americana. Eg li infatt i, mentre scortava con 2 incrociatori pesanti , 2 incrociatori leggeri e 5 cacciatorpediniere un convoglio di urgentissimi rifornimenti per i marines trincerati attorno ad Henderson Fielcl, si scontrò con uno degli "espressi di Tokio" che aveva una sim ile funzione logistica e che, al comando del contrammiraglio Goto, allineava 3 incrociator i pesanti e 2 cacciatorpediniere. Dopo alcune incerte zze reciproche, meno giustificabili in campo americano dove permaneva il monopo li o dei radiolocalizzatori, la superiorità numerica statunitense ebbe la meglio e reali zzò fina lmente il primo successo tattico navale nell ' oscurità. Infatti risultarono affondati l'incrociatore pesante giapponese Furutaka e un cacciatorpediniere per parte, mentre un al t ro cacciatorpediniere ame ri cano venne danneggiato per errore dai suoi stess i sezionari, a causa de gli immancabili d isgu idi nel servizio di scoperta radar.

Sotto il profilo strategico invece la battaglia di Capo Esperance non eb be conseguenze. Infatt i entrambi i contendenti riuscirono a sbarcare a Guadalcana l i previsti rifornimenti di uomini e materiali, mentre gli "espres si di Tokio" nipponic i continuarono nei giorni successivi a bombardare Henderson Field e a mantenere il controllo notturno in quelle acque . 18

Il secondo ed ultimo scontro della campagna cl i Guadalcanal tra na vi portaerei avvenne il 26 ottobre e segnò anche l'ultima vittor ia aero navale giapponese. Si trattò della battaglia di Santa Cruz, na ta dall'er rata informazione nipponica di un'inesistente conqu ista dell ' aeropor t o cli Henderson Field e dalla conseguente vo lontà dell'amm i raglio Yamamoto di imped ire una presunta evacuazione nemica da Guadalcanal. Il lungo duello tra le opposte portaerei (2 americane e 4 giapponesi) si concluse con la perdita della Hornet e di un cacciatorped i niere sta tunitense e con il danneggiamento di alcune unità d ' ambo le parti, tra cui due portaerei nipponiche ed una americana. 19

Neppure la smenti ta della fa lsa notizia relativa alla ~onquista cli Henderson Field scoraggiò !"'esp resso di Tokio", che nei giorni seguenti continuò le sue missioni nell'oscurità. Esso conseguì anche un

18. To land J. : L 'eclisse del Sol Levante, cit., p. 56 4 566 .

19. Santon i A.: Storiageneraledellagu.errainAsiaene/Pacifico , 1937-7945, voi. II , c it. , p. 119 128 .

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WASHINGTON

Nave da battaglia della Marina degli Stati Uniti

CARATTERISTI CHE

Dislocamento standard: 38 000 tonnellate

Dimensioni: lunghezz a f.t. 222,1 m larghezza 33 m imme rs ione 10,7 m

Apparato motore: 1 gruppi turbor id u tto ri Ge n erai Electric; 8 caldaie Bab cock; 4 assi potenza 121.000 HP Velocità : 28 nodi

Armamento: lX-406/ 45, XX -1 27/ 38, LX-40/ 56, LI V 20 mm. , 2 catapu lte e 3 aerei Protezione: vertica le max. 305 mm o rizzonca le max 1 17 mm. arm amento max. 406 111111. to rr ione m m 373 co ntroca rene esterne Varo: 1 g iu g n o 1940 Servizio: 15 maggio 1941 Radiazione 1 g iugno '1 960

Scala I: 1250

DAT l STO RI C I

Quando si manifestò evidente il fallimento dei Tmttati Navali , anche gli Stati Uni t i tornarono a costruire navi da battaglia; le primefunmo la N orth Carolina e la Washington Anche con queste unità gli americani tennero fede alla convinzione che fosse preferibile sacrificare la velo cità a vantaggio della protezione e de ll 'armamento Unità eleganti e ben riuscite, furono durameme impegnate nel corso del conflitto; la Wash i ngt on si rese protagonista dell 'affondamento de/Ja corazzata nippon.ica Kiris h ima distrutta dal fuoco ravvicinato nel corso dello scontro notturno di Guada/canal.

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grosso successo tat tico nella notte tra il 12 e 13 novembre 1942, quando 2 corazzate e 11 cacciatorpediniere giapponesi sorpresero presso le coste settentrionali di Guadalcanal nonostante i radar americani due divisioni incrociatori comandate dagli ammiragli Callag han e Scott, man dando a fondo i nuovi incrociatori contraerei Atlanta e Juneau e 4 cac ciatorpediniere nemici, al prezzo di due so le si luranti.

Nei due giorni seguen ti pe rò gli aerei di Henderson Field s i prese ro una rivincita diurna, colando a picco la corazzata Hiei e l' i ncrocjatore pesante Kinugasa, mentre n ella notte tra il 14 e il 15 novembre un a Squad r a americana comprendente le due modernissime corazzate Washington e South Dakota distrusse l a vecchia nave da ba t taglia Kirishima e una silurante, a l prezzo di tre propri cacciatorpediniere. Anche in questa battaglia i radar di superficie s tatunitensi, sebbene più u tili del soli t o, non smentirono la loro genera le inaffidabi lit à, dal momento che furono le navi giapponesi, sempre sprovviste di radio loca li zzatori, ascoprire per prime i bersagli nemici e a mettere il maggior numero di co l pi a segno , soprattutto su ll a South Dakota. 20

Un ' ulter iore conferma cl i tutto ciò avvenne cl i lì a poco ed esattamente nella notte ciel 30 novembre , quando 5 incroc iatori e 6 cacciatorpedi niere sta tu n it ensi , aller t ati da ll a ricognizione aerea diurna, tentarono di intercettare uno degli "esp res si di Tokio ", composto ne ll 'occasione da soli 8 cacciatorpediniere del contramm iraglio Tanaka, soprannominato "il tenace". Il conseguente scontro notturno di Tassafaronga fu tuttavia una grossa delus ione per g li americani che, malgrado i loro radar, persero a causa dei si luri giapponesi l'incrociatore pesante Northampton e r icevettero gravissimi danni su a l tri tre incrociatori, affondando soltanto un cacciatorped i n iere nemico.

Con il passare delle settimane e dei mesi la campagna di Guadalcanal fu comunque sempre p i ù cond iziona ta da ll a su premazia aerea americana gara ntita dal possesso di Henderson Fielcl, il cu i va lo re diurno an nullò progr essivamen te i van taggi navali no tturn i nipponic i In effetti i contin u i e an imosi "es p ress i d i Tokio " si dimos t rarono insufficien ti aga rantire nelle sole ore di oscurità il dovuto sostegno logist ico alle trup pe g iap p onesi sull'isola, sebbene queste u ltime contassero a metà no vem bre 30.000 uomini, contro 29.000 american i. 21

20. Pratt F.: Lajloua degli Stati Uniti nella guerra contro il Giappone, Roma , ed it r ice GO M, 1951, p. 1 26-127.

21 Potter E. B Ni mitz C. W .: La grande guerra sui mari: la drammatica storia del le azioni na v ali nella seconda gue rra mondiale, cit ., p. 350.

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Il Quartier Generale imperiale prese atto di questa situazione e il 4 gennaio 1943 ordinò di predisporre lo sgombero di Guadalcanal, che venne portato a termine tr a il 1° e 1'8 febbraio, senza che la vig ilanza umana e strumentale americana si accorgesse di nulla. In tutto furono evacuati tranquillamente 11.083 so ldati nipponici, mentre coloro che avevano immolato sull ' isola la vita all'Imperatore, spesso nel corso di cariche pressoché s uicid e, ammontarono a ben 14.800, contro 1.592 morti e 4 .183 feriti ne ll e file dei marines statunitensi. 22

In campo nava le le stat istiche finali registrarono una parità di perdi te, poiché dopo i sei mesi di campagna ambo le parti lamentarono l 'affondam ento di 24 unità navali, per un tonnellaggio globale aggirante.si su l le 130.000 tonn ellate reciproche.

A conti fatti quindi le perdite più dolorose per i giapponesi furono que ll e aeree , soprattutto perché nei cieli di Guadalcanal s i esaurì la lo ro scorta di piloti ben addes trati , che e rano diventati veri e propr i "as si" combattendo in Cina fin da l 1937 e nelle prime b attag li e del Pacifico , da Pearl Harbor a Midway. Nella campagna cli Guadalcanal infatti l 'av iazione della Marina e quella fino ad allora non intaccata dell'Esercito im periale dovettero lam e ntare complessivamente la scomparsa di 893 velivoli e di ben 2.362 piloti, contro meno di 250 apparecchi nemici distrutti. Tu tto ciò era aggravato poi da ll a già ri levata difficoltà nipponica cij rimpiazzare gli abili piloti deceduti , poiché, come abbiamo detto, le scuo le d i vo lo giapponesi non erano vivificate dall ' apporto dottrina rio di aviatori veteran i, che le forze aeree imp er iali p refe ri vano tenere sulla linea del fuoco fino a ll a morte.

Sotto il profilo stra tegico la conquista americana di Guadalcanal e del locale aeroporto, costru ito dal nemico ed ampliato poi dai vincitor i, per mise all'aviazione statun itense d i controllare il Mar dei Coralli, imp eden do ogni fu tu ro sogno di espansione nipponica ve rso l' Australia ed appoggiando essa s tessa da quella base nelle Salomone m eridionali la riconquis ta del Pacifico s ud-occidentale, di cui tratteremo nel prossimo sesto paragrafo.

Non a caso i giapponesi , con l'aviazione decimata e con l'Esercito um ili a t o dalle sue prime sconfitte, rinunciarono da allora ad ogn i azione offen siva in tutto l'oceano - cosa che non era accaduta dopo la pur importante, ma non così d e terminante battaglia di Miclway e passarono

22 U .S. Army in World Wa r II : The war in the Pacific <Juadalcanal, thejìrst qffensive, Washington 1949, p 350

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irreversibi lmente ad una strategia difensiva , senza peraltro riuscire a re spingere nemmeno una volta un'intrapresa operazione amer icana. Quanto detto fa qu i ndi identificare Guadalcanal e non Midway come il punto di partenza de l riflusso de ll a marea, in concomitanza con le a ltre v ittorie allea te ad El Alamein in Africa e a Stalingrado i n Unione Soviet ica . 2 3

Risulta i nfine evidente che tale successo, come del res to que ll o di Midway, non fu determinato affatto dalla troppo spesso reclamizzata "su periorità di forze e di tecnologie americane", essendo stato acquisito con tro Forze Armate nipponiche di terra , cielo e mare ancora preva lenti numericamente e a dispetto delle deludenti prestazioni de i radar navali di superfic ie a lJ ora in possesso degli Stati Uni t i e dei loro alleati .

2 Le operazioni navali mediterranee nel 1942

Il 1942 i niziò per g li inglesi sotto cattivi auspici: le riserve della Royal Navy s i e rano infa tti esaurite a· causa dei mo lteplici impegni su tutti gli ocean i, compreso il Pac ifi co, e la "Mediterranean Fleet", pr iva di portaerei da l maggio 1941 e d i corazzate dal dicembre successivo, non po teva es sere rinforzata. Anche Malta, che era stata una spina nel fianco dei traf fic i de ll 'Asse diretti in No rd Africa, fu sottoposta alle più intense e distruttive incurs ioni aeree de ll a sua storia , grazie a ll 'az ione incessante del nuovo II F li ege r korps tedesco , giunto in Sicilia alla fine del 1941 ed in grado d i assediare letteralmente da l c ie lo l'isola britannica . 2 4

Pertanto , dopo tre riuscite m iss ioni di r ifornimento di Ma lt a , effet tuate nel gennaio 1942, g li ingles i dovettero rinunciare ad un identico tenta ti vo ne l mese seguente e s i trovarono ben presto nell ' assoluta ne cessità di far g i ungere urgenti munizioni e vettovag li e all' isola, sull ' orlo de l collasso Fu così che il 20 marzo 1942 sa lp ò d a Alessandria d'Egitto u n nuovo convoglio cli 4 pi roscafi, scortato dal so lo nav iglio mi nore ri m as t o alla "Medite r rane_an Fleet" e cioé da 4 incroc iato ri leggeri, 10 cacciato rpediniere e 6 corvette, che si sarebbero poi incontrati i n mar e co n un al t ro incroc ia to re leggero e u n cacc iator p edin iere, usciti dal la s tessa Ma l ta. 25

23. P. R O. , fondo ADM 199, carte ll a 1329: Occu.pation ofGuadalcanal and islands in the So!omons hy allied.forces, reports.

24 Cfr. \X/e ld o n H. E C : The artillery defence of Malta, i n "Antia i rc raft Journal" , anno 1954, n 3

25. P.R.O , fondo ADM 199, carte ll a 68 1: Naval operatio ns inMediterranean 1941 1942.

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La formazione br it ann ica, al comando dell'ammiraglio Vian , fu av vistata nel pomeriggio e nella sera del 21 marzo da sommergibili italia ni a sud ovest di Gaudo e ciò fece scattare consistenti contromisure dell'Asse, che portarono alla cosiddetta "seconda battaglia della Sirte". Infatti un breve ed inconcludente scontro in quelle stesse acque era già avven uto il 17 dicembre 1941 tra le navi d i scorta di due convogli avver sari ed aveva assunto, con una certa esagerazione, il nome di "prima" battaglia della Sirte.

In definitiva, alle prime ore del 22 marzo 1942 salparono dai porti ita l iani , agli ordini supe riori dell ' ammiraglio l achino, la poderosa corazzata Littorio, gli incrociatori pesanti Gorizia e Trento, l'incrociatore leggero Bande Nere e 8 cacc iatorpediniere. Inoltre vennero scagliati contro il convoglio inglese 108 bombardieri tedeschi e 65 tra bombardieri e d aerosilurant i italiani, cui si aggiunsero circa 200 caccia dell ' Asse, incaricati di proteggere gli aerei incursori e le navi italiane in mare.

Per tutta la giornata del 22 marzo il complesso navale britannico fu fortemente attaccato dal cielo, ma riuscì ad evitare ogni danno. Contemporaneamente - e per l'esatte zza a partire dalle ore 14 .26 - esso venne impegnato anche dalle suddette navi italiane al la rgo del golfo della Sirte. Per primi intervennero i tre incrociatori italiani, che si trovavano più avanzati e che erano agl i ordini dell'ammiraglio Parona; quin di, dopo un provvisorio allontanamento cli questi ultimi, entrò in lizza .. anche la Littorio con i suoi temibili cannon i da 381 mm.

Nell'occasione però la tattica scelta dall ' ammiraglio Iachino non fu de ll e migliori . Egli infatti perseguì il difficilissimo obiettivo di aggirare di prora il convoglio nem ico, che in tal modo, considerata la direz ione ciel vento, fu grandemente avvantaggiato nel suo intento di protegger si d ietro cortine di fumo e di lanciare attraverso di esse veloci puntate controffensive con i suoi incrocia tori e cacciatorpediniere di scorta. Meg li o sarebbe stato invece aggirare l ' avversario di poppa togliendogli il favore del vento o, in ultima analisi, te ntare cl i prenderlo tra due fuochi sudd ividendo tatt icamente le forze. 26

In conclusione, quando calarono le tenebre su quello che risultò il p iù l ungo contatto ba listico dell'intera guerra nel Mediterraneo, il comp lesso navale britannico, pur ra ll entato dagli ingombranti piroscafi e attaccato co n tempo raneamente anche dal cielo, poté sfuggire alle navi 26 . lachioo A.: Le due Sirti: guerra ai convogli in Medit e rraneo, Milano, Moncladori , 1953, p 230 231 e Santoni A : La seconda battaglia navale della Sirte, Roma, De l l'Ate neo , 1982, p . 40-42.

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cl i Iachino e cli Parona, avendo subìto solo leggeri dann i su tr e cacciatorpediniere e avendo co lp ito da parte sua, sebbene in modo assai lieve , la corazzata Littorio.

Purtroppo, lungo la rotta di ritorno alle basi, la formazione it a lian a perse per naufrag io i cacciatorpediniere Lanciere e Scirocco, che non res istettero a l mare in tempesta e sui quali si salvarono comp lessivamente solo 17 uomini. Da parte sua il convoglio britannico, rallentato di due ore rispetto a ll a t abella di marc ia , raggiunse Ma lt a nella mattinata del 23 marzo, ad eccez ion e del più lento dei quattro piroscafi, che venne affondato da ae rei tedeschi a ven ti miglia dall ' isola.

I tre rimanenti mercantili giunti a destinaz ione iniziarono quindi ad essere faticosamen t e e lentamente svuotati dai poch i mezzi cli scarico portua li rimasti a Malta dopo i precedenti bombardamenti , operaz ione che fu inoltre frequentemente interrotta dalle continue nuove in curs ioni aeree. Si g iun se così al 26 e a l 27 marzo quando i tr e piroscafi in g lesi, ancora non completamente scaricati, vennero distrutti a ll 'ormegg io sot to due dei tanti bombardamenti aerei ge rman ic i . 27 * * * "' *

La mancata utilizzazione de ll 'intero carico t rasportato dal convoglio d i marzo indusse le autorità in gles i ad organizzare 1 ' 11 g iugn o 1942 due contemporanei convogli per Malta, uno proveniente direttamente dal Regno Unito attraverso Gibilterra e l'a lt ro da Alessandri a, con la speranza di farne arrivare a l meno uno a destinaz ione. Tale operazione dette ori gine alla cosiddetta "ba t tag li a aeronavale di Mezzo Giugno" .

Consideriamo innanzi tutto la sorte del convoglio d i Alessandria (operazione "Vigorous ") che, pur essendo il più nutrito con i suoi 11 p iroscafi , era scortato dai soli incroc ia to r i leggeri e cacciatorpediniere dell'ammiraglio Vian, a causa della perduran te man canza di corazzate e cl i po rta erei nella "Mediterranean Fleet". Tra il 14 e il 15 gi u gno esso venne cont inua mente attaccato da aerei dell'Asse, che eliminarono due mercant ili e du e cacciatorpedin iere, mentre un a ltro cacciatorped i n ie re venne cola to a p icco da motosi luranti tedesche. Infin e a ll e prime ore del 16 l'incrociatore leggero Hermione fu affondato dal so mm ergib il e germanico U 205. Ne l frattempo aerei br itann ici avevano avvistato la flotta da battaglia italiana, uscita in mare fin da l 14 gi ugno agli ordini dell'ammiraglio Iach in o, ciò che indu sse l'am miraglio Harwood (nuovo Coma ndant e della "Mediterranean Fleet" in sostituzione cli Cunn i ngham,

27. P.R.O , fondo ADM 199, ca rte lla 681: Naval operationsinMediterranean 1941 -1 942.

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destinato a più alti incarichi) a far rientrare tale convog li o ad Alessandria , rinunciando così a rifornire Malta da levante. 28

Anche la flotta italiana venne attaccata dal cielo, non senza essere stata preavver tit a dai segnali del radar "Dete " imbarcato sul cacc iat or pediniere Legionario, pr i ma un ità nazionale ad imp iegare operativamente un radiolocalizzatore. All'alba del 15 giugno l'incrociatore pesante Trento fu colpi to da un aerosilurante e poco dopo esso venne definiti va mente affondato eia un so mm e rgibile , mentre la corazzata Littorio fu raggiunta prima da una bomba e , ne ll a notte seguen t e, da un siluro ae reo, riportando gravi danni. Quest' ultimo avvenimento determinò il r ientro alle basi de ll a nostra flotta.

Il secondo convog li o britannico, proveniente dal Regno Unito e transitato da Gibilterra, era composto da sei piroscafi ed era protetto da navi de ll a fl otta atlantica, cioè da una vecchia corazzata , 2 portaerei, 4 in crocia t ori leggeri e 17 cacciatorpediniere (operazione "Ha rpoon ") . Esso venne preso d i mira innanzi tutto da aerei ita li ani e perse un mer cantile nella giornata de l 14, poco prima cioè che la scorta pesante rien t rasse a Gibilterra, secondo i consueti ordini che vietavano ad essa di attraversare il perico losissimo canale di Sic ilia

Ta le convoglio procedette quindi verso est con i residui cinque piroscafi e sotto la protezione del solo incrociatore contraereo Cairo e d i 9 ca--cciatorpediniere, che nella matti nata del 15 g iugno sostennero a sud di Pan telleria un combatt i mento con la 73 divisione navale italiana deJl'amm ira g li o Da Zara, composta dagli incrociatori leggeri Eugenio di Savoia e Montecuccoli e da 5 cacciatorpediniere e appoggiata dal cie lo da squadriglie de ll 'Asse . Durante qu est'az ione aeronava le, svo ltas i t ra co rtin e fumogene che fecero mal interpretare i reali ri sulta ti ottenuti, gli inglesi tennero stre ttamente a ridosso del convoglio il loro i ncrociatore contraereo (inadatto ad un combattimento d i superficie) e 4 cacc iat orped ini e re, in viando le ri ma ne nti 5 siluranti a co ntras tare più da presso la nostra 7~ divisione . Nella circos tanza gravi danni furono subiti da l cacciato r pe di niere it a li ano Vivaldi e dal cacc iatorpedine re b rit an ni co Bedouin, finito po i dall ' Aeronautica, mentre avar ie m ino r i toccarono ad altre unità da ambo le parti. 2 9

28. P.R.O., fondo ADM 199 , cartella 124/4: Operation "Vigurous", reports 1942.

29. U ffic io Stor ico della Mar ina Mil i tare : La Marina italiana nella seconda gu.erra mondiale, voi. V: Le azioni navali in Mediterraneo dal 7° aprile 194 1 all '8 settembre 1943 , Roma 1970 , p 253 280 e P.R.O., fond o ADM 199, ca rtella 835: Operation "Hatpoon " military convuy, reports 7942.

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Più gravi furono le perdite inferte cont em poran ea ment e al convoglio vero e proprio dalla concomitante pressione aerea dell'Asse: infatti un altro piroscafo venne colato a picco e due ta lmente danneggiati da es sere poi autoaffondati dagli stessi inglesi. Giun ti poi nei press i di Ma l ta , i resti del convoglio andarono sulle mine, con la conseguente per di ta del cacciator pedini ere polacco Kujawiak e di un dragamine, cosicché l'operazione "Harpoon" si con cluse con l'arrivo nell ' isola cli due soli mer cantili più o meno danneggiati, oltre al posamine veloce Welshman, che trasportava rifornimenti urgenti . Le com pl ess ive 15.000 tonn ellate d i materiale sbarca to a Malta permisero comunque all'isola britannica cli pro lungare la sua resi s tenza fino al successivo convoglio d'agosto. • .. • * •

Il 10 agosto 1942 attraversò lo stre tto di Gibilterra, sotto una potente scorta, un convoglio di 14 mercantili proveniente dalla Gran Bretagna e diretto ancora una vo lta a Malta (operazione "Pedestal"). Avvertiti da informatori residenti ad Algesiras. i responsabili dell ' Asse si prepararono a cont rastare la marcia di questo complesso nemico in quella che fu de finita la "battaglia aeronavale di Mezzo Agosto", utilizzando sommergibili ed aerei nel Mediterraneo occidentale e motosiluranti e due divisioni di incrociatori nel cana le di Sicilia . Nella circostanza Supermari n a non po teva fare mo lt o di più , a causa dell a penuria di nafta e di unità di scorta, che rend eva problem atica l'uscita in mare delle nost re corazzate. 30

Durante il giorno 11 si sv ilupp aron o i rrevisti attacchi subacque i al convoglio britannico ed in tale occasione il sommergibile tedesco U 73 colò a picco la vecchia portaerei Eagle. All 'a lba seguen te si sca tenò quindi l'offensiva aer ea, che portò al danneggiamento d i un 'a ltra port aerei e all'a ffondamen to di un piroscafo e di un cacc iatorpediniere ingles i, prima che, come di cons ueto , la scorta pesante abbandonasse il convoglio all'irnboccatura del cana le d i Sicilia, las c i:rndolo so tto la protezione cli soli 4 in croc iatori legger i e 12 cacc iatorped inier e.

Proprio nel canale di Sici lia si ve rifi cò il massimo contrasto navale d e ll'Asse. Iniziarono alcun i dei 18 so mm erg ibili italiani impi egat i nell'in tera operazione, che nella notte del 12 agosto mandarono a fondo l'incrociatore contraereo Cairo e un piroscafo , lamentando però la perdita comp lessiva di du e dei loro. Quindi alle prime ore del 13 il convoglio inglese, rinforzato nel frattempo da un incrociatore e da due cacciator

30. Mattesini F.: La battaglia aeronavale di Mezzo Agosto, Roma, Dell ' Acenc.:o, 1986, p. 102-118.

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dei somme1gibili e degli aerei 12 agosto .7942
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pediniere, subì violenti attacchi ad opera cli motosi luranti italiane , perdendo l'incrocia tore leggero lvlanchestere tr e mercantili. Infine altri quattro piroscafi furono distrutti nel corso di quella stessa giornata dall'aviazione tedesca. 31

Mancò a questo punto il previsto intervento nelle acque di Pantelleria dei nostri in crociatori (3 pesanti e 3 leggeri), missione che fu rit enuta eia Supermarina tro ppo rischiosa e che venne quindi sospes a. Sfortunatamente il sommergibile inglese Unbroken intercettò presso le isole Eo li e qu este unità italiane sulla rotta di rit orno e danneggiò molto gra vemente il Bolzano e l' Attendo/o.

Nonost a nt.e tali inconvenien ti , la vittoria tattica nella "battagli a cli Mezzo Agosto" deve essere attribuita alle forze aeronavali dell 'Asse, che eliminarono una po rtaerei, due incrociatori, un cacciatorpediniere e no ve p i roscafi del convogl io nemico. Non altrettanto bene andarono in vece le cose in campo s trateg ico, poiché i residui cinque mercantili britannici giunti a Malta scaricarono sul posto 43.000 tonn ellate di ma teria li , viveri e carburante, che permisero all ' iso la di risollevarsi definitivamente e di riprendere le peculiari funzioni offensive, come era nelle intenzioni di Lon dra. 32

L'accresc iuta efficien za di Malta rese tra l'altro nuovamen te possibile ij pieno sfruttamento de lle ininterrotte informa z ion i ULTRA riguardan ti i convogli it aliani e determ inò quindi una seconda e pur t roppo definiti va cris i del nostro traffico marittimo per la Libia. Infatti i sommergibili e g li aerosiluranti basati nell'iso la, cli un nuovo modello con maggiore au tonomia, attaccarono con ri nnova ta ba ldanza soprattutto quei me rcanti li nemici che, in base a ll e indicazioni di Bletchley Park , trasportavano combustibili liqu id i, a ll o scopo di immobilizzare le forze te rrestr i ed ae ree dell'Asse operanti n el deserto. Di contro i rifornimen t i per l'VIII Armata br itannica in Egitt o affluivano in grande quantità ci rcumn aviga n do l'Africa.

Per prevenire un inco l mab il e rafforzamento locale degli inglesi, Rommel sferrò alla fi ne d i agosto 1942 sul fronte di El Alamein un'ultima offensiva, cbe tu ttavia urtò contro un'accanita resistenza e che si esaurì ben presto proprio a causa d e lla penuria di carburanti, o ltre che di un'or mai irreversibil e inferiorità materiale.

31. Santoni A. Mac tesin i F : La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale net lv!editerraneo (1940-1945), cit. , p. 242-248.

52 P.R.O , fondo ADM 199, cartelle 1242 e 1243: Operation "Pedestal", reports 1942.

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Il 22 se tt embre lo stesso Rommel, per ragioni di salute, venne sostituito nel comando dell'Afrika Korps dal generale Stumme e il 23 ottobre 1942 gli inglesi scatenarono, con preponderanti forze terrestri ed a e ree, quella v iolenta controffensiva che è passata a ll a stor ia come "bat taglia di El Alamein" e che causò il cro ll o de ll'Ese rcit o italo -tedesco in Libia , culminato nella caduta di Tripoli il 23 gennaio 1943 . 33

Nel frattempo altri decisivi avvenimenti erano giunti a maturazione nell 'estrem ità occidentale del Mediterraneo. Fin dal luglio 1942 , infatti, gli Stai.i Maggiori anglo -americani avevano deciso di eseg uir e un ' invasione dei poss ed imenti francesi d e l Marocco e dell ' Algeria (operazione "Torch''), dopo essersi garantiti l'appoggio o almeno la non comple t a ostilità dei locali Comandi, ufficialmente dipendenti dal Governo filonazista cli Vichy. Il 5 novembre il generale statunitense Eise nho wer prese il coma ndo dell'operazione "Torch" e 1'8 novembre ebbero inizio gli sbarchi anglo americani a Casablanca, Orano cd Algeri, che cinq ue giorni dopo portarono a l completo co ntrollo alleato dell'Algeria e del Marocco, nono stan te spon1d ici episodi cli r es istenza francese.

Un esemp io di questi ultimi atti fu il duello a distanza tra le banerie e le navi francesi di Casablanca e le unità da guerra alleate, tra le quali si mise in ev idenza per la prec isione ciel tiro la potente co raz7. ata a merican a Massachusetts, attualmen t e conse rvata come nave -m useo a Fall River presso Boston. 34

La reazione dell'Asse all'o pera zione "Torch" fu quasi es clu s ivame nte politi ca e si ri so lse in un a pesante ra ppres ag lia a i d anni della F ra n c ia , con l'occupazione i talo -te desca della Tunisia , della Co rsica e de ll a Pro venza, fino ad allora lasciate sotto il controllo del Governo collabo razionista del maresciallo Peta in. A ques to punto le autorità fran ces i, per prevenire un' eve ntuale ca ttura i talo-tedesca della flotta ancora t a a Tolone , ordinarono coraggiosamente il suo autoaffondamento, che venne realizzato con successo il 27 novembre 1942

Nemme no l'occ upazi one de lla Tunis ia fruttò i va n taggi s perati da Roma e da Berlino. Infatti la conseguente ed indiscutibile abbreviazione delle li nee di comunicazione dell'Asse con il . ord Africa e l'acquisizione di nuovo spazio d i manovra ad occ id ente dopo la r it ir ata di El Alamein non

33 P.R.0., fondo ADM 199, car tella 836: North Africa11 campai~n 7912-1943.

34 Friedman N. Lo tt A. S. - S urnrall R F.: US.S '~\1assachuse11s ·· (HB 59 ), Fall River, Massachu sens Memor ia! Comm ittee. L985, p. 25.

• • • • •
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de terminarono alcun miglioramento della nostra situazione militare, soprattutto a causa dell'ininterrotta falcidia dei convogl i t ra l'Ita lia e le sponde africane. Solo qu i ndi con grandi sacrifici le truppe italo-tedesche tennero il nuovo fronte tunisino fino al 13 maggio 1943, quando anc h e quest 'ultimo lembo d i terra africana cadde nelle man i deg li anglo-americani. 35

O l tre a falcidiare il t raffico marittimo del l'Asse, gli alleati attacca rono dal c ielo le basi navali della penisola, servendos i anche dei nuovi ar rivati quadrimotori american i. Così il 4 dicembre 1942 fu bombardata Napo li , dove venne affondato l'incroc ia tore leggero Attendo/o e furono danneggiat i altr i due incrociatori e quattro cacc ia torpediniere Conseguen za di c iò fu il trasferimento a La Spezia de ll e nostre maggiori navi da guerra e lo spostamento eia Messina a La .LVladdalena d i due incrociatori pe santi tenuti fino ad allora in pos izione avanzata. Uno di essi pe rò, il Trieste, fu co la to a picco nel porto sardo il 10 apr ile 1943 da aerei statun it ensi , che poi il 19 de ll o stesso mese dannegg iarono a La Spezia la corazza ta Littorio e affondarono il cacciatorpediniere Alpino . 36

35. Krieg E. : La guerra nel deserto, voi. III: Lajìne dell'Afrika Koif.JS, Gi n evra , Crém ill e , 1969, p 213 215 36 . Bargoni F : Tut! e le navi militari d'!lalia , Roma , Ufficio Storico della Mari na mi lita re , 1987, p. 25, 1 58 e 229.

Corazzata "Vittorio Veneto ': estate 1943
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L'invasione della Sicilia, l'armistizio e la cobelligeranza

All'inizio del 1943, dopo la vittoria ad El Alam ein e la facile occu pazione dell'A lger ia e del Marocco e in vista della conquista di Tripoli e della liberazione della Tunisi a, gli alleati (soprattutto gli inglesi) mi rarono al comp leto controllo del Mediterraneo centro occidental e. P e r conseguire qu esto obiett ivo era necessario pre ve der e l'invasione dell ' Italia, operazione che avrebbe anche minacciato da sud la stessa sicurezza della Germania e avrebbe rinnova to la tradiz ionale "s tr ategia periferi ca" britann ica.

Il 18 genna io 1943 i Capi di Stato Magg ior e alleati, riun iti nella con ferenza di Casa blanca , presero a tale riguardo la dec is ione definitiv a, identificando nella Sici lia il primo ob iettivo d e ll a campagna d ' Italia.

A sua vo lta la scelta della Sicilia fu determinata dalla vo lontà inglese di realizzare immediatamente il li bero passagg io marittimo al centro del Mediterraneo e dalla necessità di garanti re alle truppe d ' invasione un'adeguata copertura aerea partente dal No rd Africa e da Malta, in mancanza di un suffic iente numero di portaerei che né gli ingles i né g li ame ricani potevano mettere allora a disposizione del Coniando alleato. 37

Questi validi motivi che indussero gli ang lo- americani ad invadere la Sicilia (operazione "Husky") anziché la Sardegna altro possibile obietti vo considerato - non furono intuiti dagli Stati Maggiori dell ' Asse , che in quell 'e poca tendevano pericolosamente a sopravvalu tare le possibilità operative del nemico, ri tenendolo in grado d i sferrare un ' invasione ad un raggio b en p iù vasto di quello effetti vamente consen tito dai suoi mezzi reali . 38

O ltre a ciò i Servizi in formativi italo-tede schi vennero abilmente ingannati da ll 'operazione di depistaggio i nglese "Mincemea t ", che mirò a rafforzare tra gli strateghi di Roma e di Berlino la convinzione c he fosse proprio la Sardegna oppure la Grecia l' obie ttivo primario deg li alleati. Ai primi d i maggio del 1943 infatti un sommerg ibile br it annico lasciò cadere in mare, al largo delle spiagge spagno le d i Huelva, il cadavere d i un fa lso maggiore di nome Marti n, appartenente ai Royal mar i nes e avente

37 Santoni A.: Le operazioni in Sicilia e in Calabria (luglio-settembre 7943), Roma, Ufficio Sto ri co de ll o S.M . Eserci to , 2a e dizione , 1989, p. 26-29 .

38. Un' identica incomp rensione emerge an co ra ogg i da num eros i resoco nt i, c h e iro n i zzano sul pr esunto e rr ore alleato d i aver invaso l' Italia nella s u a es tremità me r id iona l e.

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con sé artefatt i document i che lasciavano intravedere l'in tenzione alleata di invadere la Sardegna o la Grecia . Le autorità spagnole proprio come speravano gli inglesi informarono del contenuto dei rinvenut i doc u menti i militar i tedesch i , che caddero così nel tranello, rafforzando le loro posizioni i n t err it orio ellenico e sardo e alleggerendo invece il loro d ispos iti vo ne ll ' Ita lia meridionale. 39

L'errata convinzione italo - tedesca c h e la Sicili a non fosse il principale ed i mmediato ob iet t ivo ang l o-americano non venne scossa nemmeno da i pur pesanti e sintoma t ici bombardamenti sulla v ic i na iso la di Pantelleria, che il genera le Eisenhower, Comanda n te su premo delle forze a]]eate, lanciò a partire dall'8 maggio 1943 nell'intento d i neut r alizzare il loca le aeroporto in caverna. L'is ola si arrese 1'11 g iugno e d a allora rappresentò un'ecce ll ente base avanzata per g li ae re i da caccia alleati dest i nati ad appoggiare l ' operaz ione "H usky" .

Quest' u ltima scattò a ll 'al ba del 10 l ug li o, quando reparti anfib i ame rican i e britannici sbarcarono a cavallo d e ll a cuspide mer id ionale della Sicil ia, preceduti ne ll a no tte da lanci di p aracadutisti. L'l 1 e il 13 furo no occupa te rispettivamente Siracusa ed Augusta, dove si registrarono i p ri m i cas i di sbandamento delle nostre truppe, determinati in gran par te d alla convinzione che la guerra fosse ormai perdu ta. Sempre tenace fu invece la difesa oppos ta dalle due divisioni tedesche presenti sull ' iso la ( la "Goeri ng" e la "S izilien " con o rgan ici r id o tt i, ma spa ll eggiate da reparti di paracadutisti), che furono affiancate dai p i ù agguerr iti contingenti del Regio Eserci to . 40

Su l m are il contrasto de ll 'Asse fu piu ttosto li mitato e si riso lse in po co redditizie azioni cli sommergibi li ed in una più fo r tuna t a inc ursione dell'incroc iatore leggero ita liano Scipione Africano che, in trasferi mento da Napoli a Taranto, s i imbatté a ll e prime ore del 17 luglio i n a lc u n e motosiluran ti ingles i, affondandone una co n l'aiu to de l n u ovo radar di bordo. No n avvenne invece l'ausp ica t o i n t ervento della nos t ra flotta da ba tt aglia, che d enunciò pen uri a d i combustibil e e d i naviglio cli scorta, ment r e due puntate offe n sive ad o p era d i a l tre tt ante divis io ni incrociatori contro il por to di Pa lermo, a ll o ra in mano nem ica, vennero inte rr o tt e il 6 e 1'8 agosto, quando i r ispe tti vi Comandanti (ammiragl i

39 I-Ier Ma j escy's Scac io n e ry Office : Grand strategy, voi. I V, Londra , H.M S 0 .,1 972, p 370

40 Ma r co n T. : Augusta 1940-1943: cronachedellapiazzt1/orte, Roma, Dell'Ateneo & Bizzarr i, 1980 , p. 11 7 139

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O li va e Fioravanzo) ebbero la sensazione di andare incontro ad un sacrificio inutile. 41

Frattan to il 25 luglio era stato deposto Mussolini ed era stato nominato dal Re un nuovo Governo presieduto dal maresciallo Badoglio , che, pur proclamando la prosecuzione della guerra per non insospettire i tedeschi, intavolò con g li alleati serie trattative miranti ad un armistizio. Pertanto il 12 agosto il generale Castellano, ufficia le di fiducia di Bado glio , partì alla vo lta di Lisbona, dove si in contrò con rappresentanti an g lo- americani, che si d imos tr arono comunque interessat i soltanto ad accettare una resa incondizionata dell'Ita li a , promettendoci in cambio un futuro temperamen t o de ll e relative cl auso le, in proporzione al succes sivo apporto dato dal nostro Paese alla causa a ll eata. Fallì in vece, per alcune incomprensioni, l'acco rdo mirante ad un av iosbarco americano nei pressi di Roma, che avrebbe avuto lo scopo di costringere i tede schi ad abbandonare la capitale.

Purtroppo la sempre più compromessa situazione militare i ta li ana tol se ogni sostegno alle argomentazioni de l nostro del e gato. Infatti sul fron te be lli co , dopo una serie d i ritirate, anche Messina dovette essere evacuata il 17 agosto , segnando con la sua caduta la fine della campagna di Sicilia. 42

Il 3 settembre truppe britanniche oltrepassarono lo Str etto e sbarca ronb in Calabria, mettendo p iede per la prima volta sul continente europeo . Sollecitato da siffatti avveniment i, il maresciallo Badogli o acce tt ò le richieste alleate e autorizzò la firma dell'armistizio, che quindi venne siglato da l generale Castellano alle ore 17.30 di quello stesso 3 settem bre 1943 nel villaggio di Cassibi le, in prov i ncia d i Siracusa. Le parti con traenti convennero tutta via che l'armistizio sarebbe stato tenuto segreto fino all'esecuzione di un nuovo sbarco anglo-americano sulla penisola, di cu i però natura l mente gli alleati tennero ce lata l' ubicazione e la data.

Il 7 settembre Supe rmarin a convocò a Roma una riunione d i ammi ragli, allo scopo d i stud iare le misure necessar ie per prevenire eventuali colpi di mano tedeschi contro le nostre n av i. Non fu invece comunicata ai presenti alcuna notizia sull'avvenuta firma de ll' arm isti zio, poiché Supermari na aveva ricevuto al riguardo solo informaz ioni gener ich e, sotto

4 1. In quest'u ltima occas io n e in effetti, a n ostra i nsaputa , i' ULTRA l ntell igence aveva messo sull'avv iso i comand i a ll eat i. Cfr: Sa nto ni A. Il vero traditore.· il ruolo docu mentato di ULTRA nella guerra del Mediterraneo , cit., p. 242 24 6.

42 Maltese P : Lo sbarco in Sicilia , Mi lano, Mondador i, 1981 , p. 328 329

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il vincolo del più assoluto segreto. In quella stessa sera gli alleati ci avvertirono che 1'8 settembre sarebbe stato il giorno della proclamazione dell'armistiz io e che il prev isto sbarco sullo stivale e precisamente a Sa lerno sarebbe avvenuto a ll ' a l ba successiva. Inutilmente il Governo Badoglio ch iese un rinvio dell'annunc io , che in vece lo stesso generale Eisenhower proclamò alla rad io alle 17.30 di quell'8 settem bre 1943 e che qu i ndi fu necessariamente confermato poc o dopo dal Gove rno italiano. Alla data dell'arm istizio la Ma r ina italiana giunse dopo aver perduto in guerra 380 unità mi litari per 334. 757 tonne ll ate e 1.278 navi mercanti li per 2 272.707 t.s l. e dopo aver lamentato la morte di 23.640 uomin i. 43 * * * * *

La Regia Marina, in obbedienza al g i uram ento dato al Sovrano e in o tt emperanza agli ordini ricevuti dalle legittime autorità del Paese, ri tenne doveroso, pe r le sorti fu t ure de ll a Nazione, applicare lealmente il concluso accorcio armistiziale e rinunciare all'autoaffondamento delle navi, c h e pure era stato contempla to t ra le mi sure eccezio nali. 44

A ques to punto la p iù i mmediata necessità era qu el la di sottrarre a lla preved ibi le rappresaglia tedesca il nucleo della nostra flotta, trasferendolo tempo raneamente eia La Spezia a La Maddalena, in attesa di co noscere la sua finale des tinaz ione concordata con gli alleati . Perta nto a ll 'a l ba ciel 9 settemb re 1943 le unità di La Spezia incontrarono in mare que l le provenient i eia Genova ed insieme proseguirono verso sud ovest.

Appena giunta però a p onente della Corsica la flotta ita liana, al coman d o dell'ammiraglio Bergamini , venne avvistata da r icognitori tedeschi e poi attaccata nel go lfo dell ' Asinara da aerei della 3a Luftflotte, d ecollati dalla Franc ia meridionale e armati con spec iali bombe a razzo telegu i date. Due d i questi rivoluzionari ord igni raggiunsero malauguratamente la n u oviss ima corazza ta Roma, nave ammirag li a, che esp lose e affondò a ll e 16.15, trasc i nando neg li abiss i l'ammirag li o Bergamin i e 1.351 uomin i dell'eq ui pagg io. Anche la corazzata littorio, ora ribattezzata Italia, fu co lpita da un a bomba de l genere, m a venne so lo danneggiata. 45

43 Uffi cio Sto rico della Mar i na J'vlil it are : La Mai·ina italiana n ella seconda guerra mondiale, vo i. I: Dati statistici, c it. , p . 2 10, 222 e 239.

44. Si rico rd a che i d u e più famos i a utoaffo ndament i di a lcrettante flotte nazi ona li eran o stat i r ispettivamente actua ti d ai tedesc h i a Scapa Flow i l 21 giugno 19 19 e da i fran cesi a To lo ne il 27 n ovemb re 1942.

4 5. Arc h iv io de ll 'Ufficio Stor ico della Mar i na Mil it are (A U .S.M.t.1.) , fondo ''Na viglio 1nilitare 1940-19 43 ", cartella R-5 bis

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Ammiraglio Raffaele de Courten. Capo di S.JV!. e Ministro della Marina dal luglio 1943

Nonostante la suddetta dolorosa perdita, la flotta ita li ana continuò la sua navigazione dirigendo su Bona , poiché le era giunta not i zia de lf\occupazione tedesca cli La Maddalena. Tuttavia al mattino del 10 settemb re essa si inco ntrò con una Squadra navale ing lese, formata dalle corazzate Valiant e Warspite e da 8 cacciatorped ini ere, e fu accompa gnata a Malta. Qui erano frattan t o giunte anche le nostre due p iù vecch ie corazzate Andrea Doria e Caio Duilio, nonché tr e incroc iatori e un cacciatorpediniere , tutte unità provenienti da Taranto ed anch'esse attaccate in mare da aerei tedesc hi , per fortuna senza conseguenze .

Contemporaneamente avvenivano a ltri luttuosi ep isod i, come l'affondamento da parte german ica dei due cacciatorpediniere Da Noli e Viva ldi sempre nelle acque dell'Asinara. Ci fu poi un a lunga serie di ca ttur e tedesche in porto e cli autoaffon d amenti di nostro nav iglio milita re e mercantile in procinto d i cadere nelle mani dell'ex a ll eato, come vedremo nell'analisi conclusiva a l termine di questo paragrafo.

Durante t a le fase di conflittuali t à non ancora ufficializzata con la Germania, ebbe lu ogo il 23 settemb r e 194-3 un i mportantissimo avve nimento di carattere pol itic o: l'accordo tra gli ammiragli Cunning ham e de Co ur ten, rispet t ivamente Comandante in Capo de ll e forze nava li a ll eate nel Med i te rr aneo e nuovo Ministro e Capo di Stato Magg iore

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della Regia Marina. Con questo "gentlemen' s agreement" tutte le resi due navi da guerra e mercantili italiane furono poste incondizionatamente a disposiz ione delle Nazion i Unite e, d'intesa con il Governo Badog li o , ubicato a Br i ndisi, furono ritenute impiegabili sotto bandie ra italiana in operazioni belliche di vo l ta in volta stabilite dal Comando alleato. Grazie a tale decisione venne risolto positivamente il dilemma, solleva to anche dal generale Eisenhower, Comandante supremo alleato, sull'utilizzazione o sullo scioglimento delle nostre Forze Armate dopo l'armistizio. 4 6

La successiva firma a Malta del cosiddetto "armistizio lungo" del 29 settembre 1943 rappresentò poi l'immediata premessa alla formale dichiarazione di guerra dell'Italia alla Germania. Ques ta avvenne il 13 ottobre seguente, con un discutibile ritardo che dette ai tedeschi qualche appig li o giuridico, se non morale, per giustificare alcune loro sanguinose rappresaglie ai danni di nostri reparti soprattutto nell'Egeo. Da que l momento l'Italia, non aven do ottenu to dagli ang lo-american i la qualifica di allea to a tutti gli effetti, divenne ufficialmente un Paese "cobe lligerante" al fianco delle Naz ioni Unite. 47

È opportuno anche r icordare che il 10 novembre 1943 iniziò nella parte dell'Italia libera ca l'attività della "Commissione Allea ta di Controllo", posta a ll e dirette dipendenze del Comandante in Capo alleato nel Mediterraneo. Essa era art icolata in tre sezioni principali, preposte ai con tat t i con ciascuna delle Forze Armate de l Regno, o l tre che in una se rie cli sottocomm issioni interessate a questioni d i dettaglio. 48

In que l momento la Regia Marina, pur dopo le raz zie germaniche nei porti del centro-nord, rappresentava la Forza Armata nazionale più compatta, d isponendo ancora di 5 corazzate, 9 incrocia tori, 33 t ra cacciator pediniere e to rpediniere, 19 corvette, 36 sommergibi li e 42 motosiluranti ,

46. U S. Departmc nt of Sta te: Foreign Relations of the United States. Diplomatic Papers, /iurope 1943, Wash ington 1964, voi. II, p. 369.

47 P.R.O , fondo FO 371, cartella 37371: Jtalianjòre1gn policy 1943: relations with coun tries at war with the Allies. Per gli accennati e t r is t i ep isod i ne ll ' Egeo, tra c ui quel li d i Lero e di Cefa lon ia, vds Uffic io Storico de ll a Marina Militare: La Marina italiana nella seconda guerra mondiate, voi. XVI: Avvenimenti in Egeo dopo l 'armi stizio, Roma 1972 .

48 Harris C.R S : Allied military administration of ltaly 1943 1945, Londra, H.M.5.0.1957, p . 109 110 e P.R.0 ., fondo FO 37 1, cartelle 37266 e 37267: Situation in Jtaly. Contro! Commission, 1943.

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1<epa1·to del ·san Marco,. a iHosc iano S. Angelo di Teramo 25jèbbario 7945

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Uomini del ·san Marco'· durante la Guerra di Liherazione 24 maggio 1944

oltre al Reggimento "San Marco" e a parte d e i me zz i d'assalto. I compiti ad essa assegnati dagli alleati subirono con il tempo un progressivo ampliamento, a sua vo lta determinato dall'aumentata fiducia nei nostri confronti e dalla dilatazione degli impegni bellici anglo -americani. In pratica vennero utilizzate contro il nuovo nemico germanico quasi tutte le navi sopra e lencate , con la so la eccezione delle corazzate che, anche per mancanza d i obiettivi proporzionati alle loro peculiari caratteristi che, furono mantenu te a Mafta fino al giugno 1944 (Andrea Doria, Caio Duilio e Giulio Cesare) o nell'internamento del Gran Lago Amaro nel canale di Suez (Italia e Vittorio Veneto).

In generale l'attività bellica delle unità italiane in regime di cobelli geranza non fu caratterizzata da episodi di particolare risonanza, dal mo m ento che le forze navali tedes c he allora contrastabi li nel Mediterraneo erano rappresentate soltanto da motosi lura nti e sommergibili. Comunque, accanto a questa att ività ufficiale, non può essere dimenticato il con tributo di molti nostri marinai alla Resistenza, anche se questo argom e nto esula dalla presente trattazione 49

In sintesi, il princ ipale impegno della Regia Marina tra il 13 ottobre 1943 e la fine del conflitto in Europa (8 maggio 1945) risultò quello con cernente la scorta di convog li na zionali ed alleati tra la pen is o la , Malta e i por ti nordafricani , c h e comportò la protezione d i ben 10. 74 3 piroscafi con la percorrenza di 763.816 miglia. Inoltre le unità italiane che effettuarono questo serv izio di scorta vennero sovente impiegate anch e nel diretto trasporto d i urgenti mate ri ali e di personale, con un ' aggiun tiva copertura di altre 761.303 miglia. 50

Le navi italiane eseguirono altresì alcune missioni speciali, consistenti nello sbarco e nel recupero di informatori e sabotatori sulle coste con trollate dai tedeschi, nonché vigi lanza an ti sommergibile, att ività addestrativa in collaborazione con gli alleati e ri petute azioni cli dragaggio, che da sole comportarono la percorrenza di 325.000 miglia.

Un discorso a parte meritano le operazion i d e i mezzi d'assa lt o co belligeranti , che agirono insieme a que lli inglesi. Degni di nota furono al proposito l'attacco alla base di La Spezia del 22 giugno 1944 , che portò all'affondamento dell ' incrociatore pesante Bolzano, rimasto sotto con-

49 . Vds. a l proposito Ghe tti W.: La Marina nella lotta partigiana , in "Ri vista Ma rittima " , ap ri le 1975.

50. Bernardi G.: La Marina , gli armistizi e il trattato di pace (settembre 1943 dicembre 795 l), Roma , Ufficio Stori c o dell a Mar i na militar e , 19 79 , p. 173 174

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trollo dei nazi fascisti, e il forzamento del porto di Genova del 19 aprile 1945, avente per bersaglio l' incompleta portaerei Aquila. 5 1

Da parte sua il Reggimento "San Marco" operò sul fronte terr es tre di Cassino ai primi di aprile 1944 e partecipò poi all'offensiva fina le alleata sul fronte romagnolo nell'aprile 1945.

Infine un 'attività senza precedenti venne esp letata da unità da guer ra italiane ne ll' oceano At lantico, dove tra il novembre 1943 e il marzo 1944 gli incrociatori Duca degli Abruzzi e Duca d'Aosta eseguirono dodici crociere per un tota le di circa 40 .000 miglia, collaborando alla rice r ca di even tu a li navi corsare e "violatrici di blocco" german iche Ne lla circostanza la base operativa fu Freetown, che era anche la sede del Comando inglese dell ' Africa occiden t a le dal quale erano emanati i rispe tti v i ordini operativi. A causa però della già avvenuta interruzione delle missioni corsare tedesch e, non fu registrato alcun episodio tatti co , anche se ne ll a notte d e l 19 dicembre 19 43 l ' incrociatore Duca d 'Aosta venne co in vo lto in . uno spiacevole incidente. Ciò accadde quando il cacciatorped ini ere statunitense Davis, imbattutosi nell'un it à italiana e non avendone compreso le segna lazioni , sparò con tro di essa tre salve, fortunatamente andate a vuoto . 52

Il 18 marzo 1944 l'incrociatore Giuseppe Garibaldi si congiunse agli altri due già presenti a Freetown, ma non ebbe occasione di compiere alcl!.na missione a causa della contemporanea sos p ensione allea ta del la caccia agli orma i improbabili corsari tedeschi. Si conclusero pertanto in q ue l mese s iffatte crociere atlan t iche, che meritano di essere ricordate perché mai pr im a di allora unità di superficie italiane avevano condotto operazioni b e lli che ne ll 'oceano .

Al t ermine de l confl itto in Europa (8 maggio 1945) fu constatato c h e complessivamente la Marina italiana aveva eseg uit o in regime di cob ellige ran za ben 63 .398 missioni, percorrendo 4.518.175 miglia, il che equivaleva a 209 volte la lunghezza de ll 'equatore. 53

51. Nes i S.: Decima flottiglia nostra: i mezzi d'assalto della Matina italiana al Sud e al Nord dopo l'armistizio, Mil a n o, Murs ia , 1986 , p. 188 194 e 266 273 e Uffic io Storico della Ma ri na Mi litare: La l'v!arina italiana nella seconda guerra mondiale, vo i. XIV: I mezzi d'assalto, cit. , p. 211 2 12

52. Ufficio Stor ico della Marina Milita re: La Marina italiana nella seconda guerra mondiale, voi. XV: La Marina dal/'8 settembre 7943 alla.fine del conflitlo, Roma 197 1 , p. 414 -4 15

53. Santoni A. : La collaborazione tra la Marina italiana e le Marine alleate dopo l'ar mistizio del/ '8 settembre 1943, re laz ione p rese nt a ta al XVTII Congresso in te rnaz iona le di Sto ri a Militare te nu tosi a To rin o, 30 agosto - 5 settembre 1992.

303

Le perdite da essa subite in azione contro il nuovo nemico tedesco furono di 24 unità (6 torpediniere, 2 sommergibili e 16 motosiluranti e motovedette) per 6 .959 tonnellate. A qu este cifr e deve p e rò essere aggiunto, come abbiamo accennato, l'ampio bottino fatto dai tedeschi subito dopo la proclamazione dell'armistizio delrB settembre 1943, cosicché il totale generale delle perdite subite dalla Marina italiana per mano ge rmanica fu di 386 un ità da g uerra per 292.771 tonn e llate e di 1.214 navi mercantili per 976. 902 t.s.l.. Infine al tre 199 nostre unità da guerra in allestimento dovettero essere sabotate o fur ono anch'esse catturate in porto dai ted esc hi. 54

Dolorose risultarono soprattutto le perdite umane, co nsid erando che i marinai italiani caduti durante la cobelligeranza furono 10.219, di cui 2.239 a bordo e 7.980 a terra. 55

4 I c onvogli a rtici e la Mar ina

sovi etica

Subito dopo l 'agg ression e nazista all'Unione Sovietica (22 g iugno 1941) il premier hritannico Win ston Churchill si impegnò attivamen te ad aiu tare il nuovo alleato orientale. facendo salpare da Liverpool già il 1 2 ago sto successivo il primo di quei 42 convogli che gli anglo-americani diressero n e l co rso di tutta la guerra a Murmansk su ll a peniso la di Ko la o al più lontano porto di Arcangelo nel Mar Bianco. Da allora, lungo l'estesa e spesso tempestosa rotta a rtica, i co nvogli alleati rappresenta rono un nuovo bersaglio per gli aere i, i so mmergib il i ed a nche le navi di superficie tedesche di base nella Norvegia occupata e sub iron o incessa nti e feroci attacchi, particolarmente efficaci in un clirna così rigido da far so pravvivere so lo per pochi istanti un naufrago i n mare.

Grazie però alla tenacia e al sacrificio degli equipaggi alleati, i 42 con vogli artici di anelata e i 36 cli ritorno persero so lo 85 mercanti li sui 1.5 10 piroscafi-viaggio impiegati (5,6%), facendo perv en ire ai sov ietici rifor nimenti spesso indispensabili per la prosecuzione della guerra.

Ta li aiut i ino l tr e raggiungevano l' U.R.S.S. a t traverso altre d ue rotte : quella d e l go lfo Persico e que lla del Pacifico, dove i giapponesi evita vano di intervenire, essendo legati a Mosca dal trattato di neutralità del l'aprile 1941. I n questi ul ti rni due casi però i m aterial i s b arcat i d ovevano

54. Ufficio Srorico della Marin a Mil i tar e: La Marina italia11a ne/La seconda g uerra mondiale. voi. !: Dati statistici. cit., p. 348-353.

5,. Ibidem, p. 210.

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percorrere lunghissime distanze terrestri prima di pervenire sul fronte europeo russo -tedesco.

Tra le forniture alleate comp lessivamente giunte all'Un ione Sovietica fecero spicco 437.039 automezzi , che servirono a motorizzare gran par te dell'Eserc ito russo , nonché 18.700 aerei, 10.800 carri armati, c irca 10.000 pezz i d i artiglieria e 504 unità navali, dalla corazzata al dragamine. Infatti nell'agosto 1941 la Marina britann ica cedette a ll 'Unione Sov ieti ca anche la nave da battag li a Royal Sovereign, che venne r iba tt ezzata Archangelsk e fu res tit uita agli in glesi so ltanto il 4 febbra io 1949, lo stesso giorno in cui i sovietici si garantirono il possesso della corazzata italiana Giulio Cesare, in conto ri parazioni di guerra. 56

Per inciso si ricorda che sia la Gran Bretagna sia g li Stati Uniti rinun ciarono invece alla parte della flotta it aliana attribuita loro dal tra tt a to di pace de l 1947, preferendo che tale quota venisse disarmata e demolita.

Nel corso della battaglia sulle rot te artiche il più grave disastro al leato avvenne tra il 5 e il 7 luglio 1942 , quando il convoglio PQ.17 perse sotto attacchi aerei e subacquei 22 dei suo i 33 mercantili. A causare tutt o ciò fu un fatale diradamento del convoglio stesso , determinato dall 'infondato timore dell'avvicinarsi della corazzata tedesca Tirpitz e sfrut tato dagli aere i e dag li U-boote germanic i, che ebbero buon gioco ne l bersagliare ad uno ad uno i pi roscafi rimasti isolati e indifesi. 57 ,,

Nella notte tra il 30 e il 31 dicembre di quell ' anno invece toccò a i te deschi subire una grossa delusione. Ne lla c ircostanza infatti gli incroc iatori p esanti german ic i Hipper e Lutzow (ex corazzata tascabile Deutschland ribattezzata e riclassificata) furono respinti da 6 cacciatorped in iere bri tan nici componenti la scorta ciel convoglio artico JW51 B, in que ll a che fu "la battag li a del Mar d i Barents ". Il successivo arrivo in quelle acque di 2 incrociatori inglesi amp li ò lo scontro, al termine ciel qua le ambedue i contendenti registrarono la perdita di un cacciatorpediniere, mentre il con voglio alleato, ob iettivo tedesco, r imase ind enne .

Inform ato di questo fa llim e nt o, Hitler si infu ri ò ed ordinò che fosse ro disarmate tutte le unità di superficie e che i lo ro equipaggi foss e ro

56 .

P.R .O., fondo FO 371, car tella 79490: Hand over of second batch of !talian war ships to Russia to coincide with return to Britainfrom Russia of loaned Britisb warships, 7949

57. Iiinsley F H . Thomas E. E. Ransom C. F. G. K ni g ht R. C. : Britisb lntelligence in the second world war, voi. Il , Lon d ra , H .J\1.S .O ., 1981 , p. 215-222.

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trasferiti sui sommergibili. Da ciò nacque una disputa con il Comandante della Kriegsmarine, ammiraglio Raeder, che il 30 gennaio 1943 dette le dimis s ioni vene nd o sos tituito nell'incarico dall 'ammirag li o Ooenitz, già responsabile della guerra sottomarina e capace poi di ottenere dal Fùhrer l 'annullamento della sua affrettata dec isione sull'accantonamento delle grandi nav i. 58

Grazie alla suddetta capacità di convincimento di Doen it z, l'elegante incrociatore da battaglia Scharnhorst e 5 cacciatorpediniere potero no essere impiegati nella più imponante azione di superficie della guerra nell ' Artico, che dette or igine alla bau ag lia dell' iso la degli Orsi.

Queste unità tedesche sal par ono il 25 dicembre 1943 dall a loro base nor vegese per intercettare il convoglio artico]W.55B, avvi s tato e pe dinato dalla ricognizione aerea germanica fin dal giorno 22. Già però dal 19 del mese ! 'ULTRA Intelligencc britannico aveva decrittato alcuni radiocifrati che facevano prevedere l'appro ntamento di un gruppo na vale nemico nel Mar di Norvegia, informazioni che furono poi seguite nei sei giorni success ivi da a ltre c inqu e decr it tazion i, indicanti chiaramente l'avvenuto avvistamento del convoglio da parte della Luftwaffe e la partenza dello Sch arnhorst. 59

Gli ingle s i poterono quindi predisporre le convenienti mosse per respingere il previsto attacco, sia modificando la rotta del convoglio m i na ccia to e quella di un altro convoglio di ritorno , il RA.55A , sia formando un gruppo d'intercettazione con la moderna corazzata Duke of York, 4 incrociatori e 4 cacciatorpediniere , al comando dell ' ammira glio Fraser.

Come conseguenza di questi provvedimenti, nella notte a rtic a del 26 dic e mbre 1943 si svolse pres so l'isola degli Orsi l'o monima batta glia, che vide lo Scharnhorst impegnato in successio ne dagli in cro cia t ori britannici e poi dall a Dulee of York, m ent re i cacc iatorpediniere tedeschi di sco rta persero il contatto con la loro nave pes ante e non parteciparono al combattimento. È al proposito degno di nota il fatto ch e g li in g les i abbiano denunciato costantemente ne ll 'oscu rit à una marcata incapacità dei loro radar di bordo a tenere sotto controllo il bersaglio, al punto che le uniche granate a segno su llo Scharnhorst

58. Ra ecle r E.: La mia uita, Milano , Baldini & Castoldi, 1960, p. 556

59. P.R.0., fondo ADJ\1 223, cartella 36: Signals conceming sinking of ··scharnhorsr, 1913 e Santoni A.: Guerra segreta sugli Oceani: l'UL'l'RA bril cmnicu e i corsari te des chi, cit. , p. 154-1 55.

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Scon tr o notturno presso l ' isola degli Orsi 26 dicembre 1943

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furono merito de l t iro a vista, condotto con l'ausilio cli artifizi illuminanti e dei proiettor i. 60

Dopo tre pe rd ite di contatto ed altrettante riprese del combattimen to, la battaglia giunse al suo epilogo prevedibile, considerando la sproporzione tra le forze imp iegate . I n fatti lo Scharnhorst, colpito anche da un to t a le cl i otto siluri, affondò alle 19.45 cl i quel 26 dicembre 1943. 6l

Nonostante l'e li mi n azione dello Scharnhorst, i convog li a rt ici allea ti non potevano d i rsi immuni da a ltri attacchi navali di superficie, a parte que ll i subacquei ed aere i ormai consue ti . Infatti nei fiordi norvegesi erano anco ra dis p on ib ili alcuni incrociatori germanici e soprattutto la potente corazza ta Tirpitz, gemella della scomparsa Bismarck. Essa era sta ta fino ad a llora inutil m ente attaccata a ll 'ormeggio d a aerei britanni ci e, il 31 ottobre 1942, anche da i cosiddetti "char iots " , cioè da copie deg li S.L.C. it aliani (i "maia li ") che, come abbiamo già de tt o in prece denza, la Royal Navy aveva r icavato eia due di ta li mezz i d'assalto cat turati a Gibilterra il 30 ottobre 1940 e a Malta il 26 luglio 1941 . 62

Il primo successo contro la Tirpitzfu reg ist rato il 22 settembre 1943 , quando la corazzata venne danneggia ta nel fiordo di Alten da tre som merg i bili tascabi li i nglesi , che avevano deposto sul fondo, sotto la sua carena, apposite cariche esp los ive. 63

Da allora la Tirpitz fu presa cli mira esclusivamente da l cie lo. In izia rono 15 aerei sovietici, che tra il 10 e 1'11 febbraio 1944 tentarono senza suc cesso di co l pire la corazzata, che aveva appena riparato i suddetti dann i subacquei. Più fortunat i fu rono i nvece 4 2 ve li voli br it annici decollati eia portaerei, c h e il 3 aprile seguente centrarono e danneggiarono

60. P .R.O ., fondo ADM 199 , ca rtella 914: Sinking of "Scharnhorsr e rapporto dell'amm irag li o Fraser p u bb l icato s u l s up plemento alla "Lon d o n Gazette " n. 38038 de l 5 agos to 1 947.

61. Tra g li in c roc iatori ingles i c h e par tec i paro n o alla battag lia dell ' iso la degli Orsi e ra prese nte anche il Be/fast, c h e è ogg idì conservato come n ave museo su l Tamig i di fronte alla Torre d i Londra .

62. Santon i A. : I mezzi d'assalto nella seconda guerra mondiale, relazione p resenta ta a l citato Convegno per il ci n quantenario dell ' impre sa cli Alessandr ia, tenu tosi a La Spez ia a cura della J\far i na Mi l itare 1'8 e 9 gi ugno 1991 ; a tt i de lla Conferenza p 39 -4 9. Cfr. anc h e P.R.0 . , fondo ADM 1 99, carte ll a 678: l talian midget su bmarines (two men torpedoes). Allack on Gibralta,~ 30 October 1940 e ca rt ella 776 : Enemy war weapons and equipment: types, methods ojfunctioning and disposal

63 Pei ll ard L.: Ajfondate la "Tirpitz", Mi la n o, Club degli Ed itor i, 1967, p. 237-2 4 1.

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nuovamente la Tirpitz con b en 14 bombe . L'aviazione i mba rcata ingle se replicò poi l'incursione il 17 luglio e il 22 e 24 agosto 1944, colpen do però la corazzata solo altre due volte .

Intervennero infine i grossi quadrimotori "Lancaster" della R.A.F., 28 dei quali at t accarono la Tirpitz il 15 settembre 1944 con speciali bom be "Ta llboy" da 5.500 chilogrammi, una delle qua li esp lose ne i pressi della corazzata e moltiplicò le sue avarie subacquee. Ciò indusse i te deschi a trasferire la nave ne l fiordo di Trornsoe, pe r ut ili zzarla come batteria galleggiante contro le avanzanti t ruppe sovie ti ch e . Qui giunta però la Tirpitz non riuscì a sfuggire ai tenaci '1ancaster", che il 12 no vembre 1944 misero a segno su l suo ponte tre "Ta ll boys ", affondando la irr i mediabi l mente . 64

Anche le altre navi da guerra tedesche presenti ne i fiordi norvege si furono via via danneggiate dagli aerei britannici o vennero b loccate in porto dalla crescente penuria cli nafta denunciata da ll a Kriegsmarine. Ciò , unitamente al progressivo indebolimento dell'arma aerea e di quella subacquea germanica di cu i parleremo nel prossimo paragrafo fece allentare la pressione sui convogli artic i alleati ne ll 'ultima fase della guerra. * * * * *

·11 lettore s i sarà chiesto cosa facesse nel frattempo la Marina sovie tica, che dopo tutto, pur non disponendo d i molt iss i me e moderne un it à d i superficie, allineava la prima flotta sottomarina del mondo in term i ni numerici, con i suoi 165 somme rgibil i nel set ternbre 1939, che d i vennero 218 nel giugno 1941 quando Hit ler attaccò ad or iente.

Occorre innanz i t ut to precisare c h e le auto ri tà d i Mosca avevano da sempre privilegiato l'Esercito e l' Aeronautica, t enendo gius tamente in cons ideraz ione le cara tt eristiche geografiche de l Paese e la maggiore probabilità di una guerra terrestre. Da queste scelte era eme rsa qu indi una Po tenza m i litare cont i nenta le, con una flot ta relegata ad una funzione esclusivamente ausil iaria, cu i non g iovò neppure il piano cli sviluppo quinquennale varato nel 1937, che venne realizzato solo in min ima part e a causa de i sopravvenut i eventi bellici.

64. P.R.0. , fondo AOM 223 , carte lla 87: German battleship "Adrniral van Tirpitz ': sumrnary of events after launching, 1st Aprii 1939 unti! capsizing after R A.F. attack on 12 November I 944 .

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È pertanto frutto di propaganda o, quanto meno di un'inesatta interpretazione del potere marittimo, quanto affermato in segu ito da alti esponenti de ll a Marina sovietica, secondo i quali ta le Forza Armata avrebbe avu to compiti eminentemente offens ivi, riconducibili all'interdizione delle comunicazioni nemiche sui mari e sugli oceani. 65

Al di là del mancato pot enz iamento della flotta sovietica secondo i programm i del 1937 e del suo limitativo impiego strategico a sostegno dell'Eserci to rosso , bisogna dire che essa ri mase arretra ta anche nelle dottrine tattiche , basate ancora sulle scarsiss ime esperienze della prima guerra mondiale, nonché su l piano progettistico, essendo le navi russe nien te di più che pedisseque repliche di modelli tedeschi ed italiani, frutto del precedente periodo di collaborazione tecnica con Berlino e con Roma.

Non va infine dimenticata que ll a che è stata da sempre considerata la principale causa limitatrice dello sviluppo navale russo, cioè la necessità di possedere almeno quattro flotte separate in altrettanti mari, con scarsiss i me possibilità di coilegamenti reciproci e con una costante penuria di mezzi logistici e di protezione aerea a lungo raggio. Tutto ciò spiega in gran parte il perché gli ang lo-americani dove ttero prov vedere in proprio a ll a scorta dei convogli artic i, mentre in que l settore i sovietici si limitarono alla difesa delle basi di arrivo di Murmansk e di Arcangelo e alla protezion e costiera del traffico.

Neanche i pur numerosi sommerg ibili sovietici compirono in guerra alcu nché di clamoroso. Essi furono infatt i svantaggia ti sia da sfavo revoli condizioni ambientali e operative, r isalenti a i bassi fondali del Mar Ba lt ico e. a ll a penuria di significativi bersagli negli al t ri settori bellici, sia da in sufficienze tattiche e addestra ti ve, tanto che gli in g lesi rit ennero necessario inviare proprio nel Baltico due battelli subacquei per insegna re ai russi la tecn ic a de l lancio multiplo e di que ll o ango lato . Pertan to i maggiori anche se non t roppo onorevoli success i conseguiti dalla flot ta sottomarina di Stalin furono nel gennaio e nell'ap ri le 1945 gli affondamenti presso le coste della Pomerania di tre p iroscafi tedeschi caric hi di profugh i c ivi li in fuga dalla Pruss ia orientale. 66

65. Gors h kov S. G .: Red Star ris ing at sea, An n a po l is , U.S . Nava l I n st it ute, 1974, p. 71 .

66 . Roh wer J .: Esperienze tecniche e tattiche dell'arma subacquea sovietica nel secon do conflitto mondiale, i n "R iv is ta Maritt ima ", l uglio agosto 1967. I t re piroscafi te desc h i colat i a picco con un grand iss im o numero di vi ttime civ il i e rano lo Steuben e il Gustloff silurati dal sommerg i bile 5 13 e il Goya si lu rato da l somme rgib il e L 3

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Dato quanto sopra , la Marina sovietica fece soprattu t to affidamento sulla guerra cl i m ine, anche qui con il sostegno della Gran Bretagna, che nel 1943 1944 trasferì ne l Baltico alcune unità veloc i e squadriglie aeree specia l izzate ne ll a posa d i tali ordigni.

Nel Mar Nero invece le navi russe appoggiarono una serie di opera zioni anfibie, soprattutto in Crimea , dopo la famosa controff ensiva di Stalingrado. Ne ll 'occasione i sov ietici impiegarono preva lentemente in compiti log istici le loro locali flottiglie cl i sommergibili, che ad esempio t raspor tarono all'assediata guarnigione di Sebastopo li 2.323 tonne ll ate di munizioni, 1.038 tonnellate di viveri e 574 tonnellate di car bu rante. 67

Anche la Marina italiana fu presente nel Mar N ero con un totale di 8 Mas , 6 sommerg ib ili tascabili e 1 1 " barchini esplosivi " d ' assalto, trasfer iti per via terrestre attraverso le Al p i e poi per via fluviale sul Danubio. I nvece sul Lago Ladoga , alle spalle de ll 'assediata Leningrado , operarono dall'agos to al novembre 1942 altre 4 nos t re motosiluran ti , che affondarono una cannoniera, una motovedetta e un trasporto nemici e vennero alla fine ce dute all'alleata Marina finland e se. 68

L'ultimo settore marittimo in cu i operò la Mar in a sovietica fu il Pac ifico, dove essa mantenne innanzi tutto il controllo sulle preziose vie di comunicazione lungo le quali g iungevano a St a li n altri a i u ti alleati, no~ contrasta ti dal G iappone che manteneva la neut ra lit à nei confron ti dell ' U.R.S.S Solo dopo l 'intervento di Mosca nella guerra d e l Pacifico (8 agosto 1945) la Marina russa fu impegna t a in operazioni militar i, co me neg li sbarc hi sulla parte meridi ona le dell'isola di Sakhalin e sulle co s te della Manciu ri a.

I ri su lt ati consegu iti complessivamente da l 1941 a l 1945 dalla Ma rin a sovietica furono in defin iti va piuttosto modes ti , riassumendos i nell'e liminazione d i 29 unità d a guerra nemiche, nessuna d elle quali più grande d i un cacc iasomme rgibili o di un dragamine, me ntr e di contro essa perse una vecch ia corazzata, 2 incrocia tori, 36 cacciatorpediniere, 123 mo tosi luranti e b en 108 sommergibil i 69

67 . Ibidem e Prato V. : L'evoluzione della strategia navale sov ietica, in "Rivista .Marit t ima " , magg io 1970.

68. Vds Ufficio Storico della Marin a Milita re: La Marina ilaliana nella seconda g ue rra mondiale, vo l. Xl: Attività in Mar Nero e Lago Ladoga, Roma 1972.

69. La s to riografia sovie t ica non h a mai ammesso di b u on grado s iffa tta spropo r z ion e tra da nn i infl itti e pe rd ite s u bite, come è poss ibile constata re i n Go rshkov S G. : Red Star rising at sea, cit , p. 77 109

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5 Il fallimento della guerra subacquea in Atlantico, gli sbarchi in Francia e la fine del conflitto in Europa

La Marina tedesca , come già le era accaduto nel 1914 , entrò nel conflitto europeo de l settembre 1939 con pochi sommergibili, esattamente 57 , di cui solo 26 dispon ibili per operazioni in At lantico. Ciò perché Hitler sfruttò tardivamen t e nel dicembre 1938 la ricordata clausola del patto Hoare-Ribben trop del giugno 1935 , che consentiva al Terzo Reich di possedere una flo t ta subacquea pari a que ll a inglese.

Si deve comunque sottolineare che la rinascita dell ' arma sottomarina german ica, ridotta a zero in seguito alle impos izioni del tratta to d i Versailles del 1919 , fu dovuta alla subdola opera della Repubb lica di Weimar, in staurata in Germania dopo la prima guerra mondiale. Questo regime so cia ldemocratico infa tt i r icorse negl i Anni Venti ad una serie cl i espedien t i, tra cui quello di far costruire in Olanda i proibiti U boote e di far ad destrare i rispettivi equipaggi in Finlandia, in Turchia e soprattutto in Unione Sovietica, che era allora pronta a 'sostenere segretamente la rinascita del la macchina bellica tedesca , in odio al capitalismo occidentale. 70

In guerra i metodi cli i mpiego dei sommergibili del Terzo Reich su b i rono una grande evoluzione, grazie alla fattiva opera del loro Coman dante, ammirag li o Doeni t z, e agli abi li ufficiali de l suo Stato Magg iore. Pertanto, dai primi at tacchi individuali tra cui anche la vio lazione della base di Scapa Flow eseguita ne ll a no tte tra il 13 e il 14 ottobre 1939 dall' U-47 del comandante Prien, che. co lò a picco sul posto la corazza ta Royal Oak si passò alla famosa tattica del "branco di lup i". In ba se ad essa, il sommergib ile che avvistava in oceano un convoglio nemico si asteneva dall ' attaccarlo iso latamente , comunicandone invece la posizione a Be rli no , da dove partiva di conseguenza l'ordine di concentrare tutti g li U-boote della zona, che quindi p iombavano su que l ber sag li o simultaneamente . 71

Questo metodo aveva però un fondamenta le punto debole, rimas to celato fino a poco tempo fa e consisten t e nel larghissimo uso di radiocifrati tra il sommergibile scopritore, il Comando centrale a terra e tutti

70. Cfr. Sa lvadori M. L.: Storia dell'età contemporanea , ciL., p . 799-80 1 . Si dovett e ad u na simile opera di misrificazio n e della Rep u bblica cli We i mar anche la costruz ione delle cos iddette "co razza te tascabili", che eccedevano con le loro 12 000 tonnellate il limi te mass i mo di 10.000 to n nellate stabi l ito a Versa illes per le navi di su pe rficie tedesche.

71. Vds. Hardy W. M : Branco di lupi, Milano , Longanesi, 1963

3 12

gli U boote che dovevano riun i rsi per l' attacco. Ciò quindi fornì ag li abi li decr ittatori dell'ULTRA Secret inglese un abbondantissimo materiale su cui lavorare, con conseguenze alla lunga d isastrose per l'arma sot tomar ina d i Doenitz. Oggi infatti sappiamo che, a parte una pausa di die ci mesi tra il febbraio e il dicembre 1942, dovuta ad una sofisticazione delle macch i ne cifrant i ENIGMA del Comando sommergibili che mo mentaneamente "oscurò" i'ULTRA, questa organizzazione cr ittografica britannica giocò un ruo lo fondamenta le anche nella sconfitta degli Uboo te, in iziata non a caso nel 1943. 72

· Anche i tedeschi poterono fornire ai propri sommerg ibili un seppur t emporaneo sostegno i nforma ti vo d i natura crittografica, avendo interp r e tato il codice "BAMS" con il quale erano cifrate le radiocomunica zioni concernenti i movimen t i dei convogli atlant ici a ll eati. Questo vantaggio pe rò term inò nel giugno 1943, quando proprio l'ULTRA scoprì da alcuni messaggi da essa decrittat i che il nem ico conosceva i segreti de l "BAMS", immediatamente sostitu it o qu indi da altri codici, mai più penetrati da i tedeschi privi di un'organizzazione paragonabile a quella di Bletchley Park.

Il suddetto provvisor io vantaggio germanico, unito a ll 'accenna to e temporaneo "oscuramento" d i ULTRA e all'iniziale inesperienza dei neobelligeranti Stati Uniti in fatto di difesa dei convog li , perm ise agli U-boote d i affondare in t utto il 1942 ben 6 .300 .000 t.s. J. cli navig lio mercantile nemico, tr iplicando i successi dell'anno p recedente.

Come abbiamo accennato, le cose ca m biarono ne l 1943, grazie sia a l rinnovato gettito d i i nformaz ion i sugli U-boote da parte della "Government Code and Cipher School", ma anche all'introduzione in cam po alleato di p iù progred it i appara ti "sona r ", d i portae rei cl i scorta rica vate da nav i me rcantili e di velivo li terrestri ad ampia autonomia, dotat i di pro iettori notturni e di cannoncin i automatic i.

A poco valse invece l' innovaz io n e tecn ica ado tt ata semp re ne l 1 943 dalla fl otta sottomarina ger m anica e che consisteva in una valvo la per la presa dell'aria in superficie (Schnor k el) . Ques to s t rumen to, d'origine o la n dese e su l quale avevano stu d ia to anche gli ita li ani, affiorava tele scopicamente quando il sommerg ibile era immerso, a.spirando l'ar ia e p ermettend o così di usare sott'acqua, a quo ta periscop ica, i moto ri

72 . P.R .O., fon d o DEFE 3, cartelle da 1 a 60 1 : Te leprinted translations of decrypted German naval radio messages, March 7941 May 1945 e carte ll e eia 705 a 744: Teleprinted translations of decrypted Cerman U-boat traffic, Decemher 1942 May 1945.

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Diesel anziché que lli e lettrici di limitata autonomia. L' attrezzo però lasciava in superfici e una vis tosa scia, ch e r ivelava spesso fatalmente la presenza del sommergibile immerso. 73

L'arma so tt omarina tedesca, sebbene ormai soverchiata da ll a tecnologia alleata, vendette comunque assai cara la pelle e alla fine del conflitto contò tra le sue vittime b e n 2.111 mercanti li affondati ne l solo oceano Atlant ico, pe r un totale di 12.162.316 t.s.l.. Il prezzo da essa pagato nella cosiddetta "ba tta glia dell'Atlantico " fu cli 560 U- boote, su un totale di 784 perduti su tutti i mari e all'interno de ll e bas i bombardate. Infine a l tr i 183 somme rg ibili ciel Terzo Re ich furono sa b ota t i dag li s tess i equi p aggi prima della resa finale. 74

Anche la flotta sottomarina it a li ana fu presente alla bat taglia del l' At la nti co a partire dal settembre 1940 , impiegando un totale di 32 som mergibili, quat tro dei qua li provenienti dal Mar Rosso e gli altri g iunti dal Mediterraneo attraverso il pericoloso stre tto di Gib ilterra. La loro ba se oceanica fu stanziata a Bordeaux, nella Francia occupa ta dai tedeschi, ed ebbe il nome convenzionale cli "Betasom".

Ne i tre anni esatti di at ti v it à i sommergibili it aliani affondarono nell 'Atlantico 101 me rcantili nemici per 568.573 t.s.l., lamentando la perdita di 16 batte lli , pari a ll a metà della loro forza complessiva . 75

Sotto la spinta polemica d i Sta li n , che rich iedeva da tempo l' apertu ra del secondo fronte in Euro p a, gli anglo -a mericani decisero alla fine del 1943 di a ttuar e l' attacco al famoso "va llo atlantico " , eretto dai te deschi sulle coste se tten trion ali francesi. Il piano , denominato operazione "Overlord", prevedeva innanz i tutto per il giugno 1944 lo sbarco in Normandia di un'Armata b ri tannica e di un'Armata statunitense, sot to il Comando superiore del generale in glese Montgomery, già distintosi in Africa se ttentrionale. Le forze aeree d'appoggio - che a llin eavano 6.700 ve livo li da combattimento e 3. 282 tra alianti e bimotori da trasporto paracadutisti - erano parimenti sotto comando inglese (maresciallo dell ' aria

73. Presto n A.: U Boats, Londra, Bison , 1978, p. l 54 155.

74. Bekke r C. : Hitler's naval war, Londra, lVtac Don~dcl, 1974, p. 387; Morison S. E.: In guerra su due Oceani, cit , p. 544 e Weye rs Flottenrasc henb uch 1953, Monaco, J. F. Lehmanns , 1953, p 287-302

75 . Ufficio Stor ico della Mar ina Mi li ta re: La Marina italiana nella seconda guerra mondiale, vo i. XII : I sommergibili negli Oceani, Roma 1963, p 350 355.

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Teclder) , così come quell e navali, dirette dall'amm ir aglio Ramsay e ammontanti a 1.213 navi eia guerra e a 4.126 unità anfibie e ausiliarie, per la maggior parte appartenenti alla Roya l Navy. Era anche prevista la cos tru zione presso le spiagge dello sbarco cli due porti ar tifi ciali, con l'impiego cli navi appesantite eia cemento ed autoaffonclate in funzione di frangiflutti. Comandante superiore d i tu tte le forze terrestri, navali ed aeree a ll eate era il genera le americano Dwight D. Eisenhower. 76

Qu est'ul t imo dovette sobbarcars i una grandiss ima responsabilità quando il 4 giugno 1944-, cioè a ll a vig ili a de l p rogrammato sba rco, le avverse condizioni meteorologiche ri chiesero un r invio dell'operaz ione Egli, con grande coraggio, d ecise di posporre l'inizio degli s b archi dal cielo e dal mare di so le 24 ore (cons id erando che le truppe già im barcate non avrebbero potuto restare fuor i dei port i o l tre quel periodo di te m po), nella speranza che il Servizio meteorologico della R.A.F. avesse visto g iusto nel preannunciare una breve schiarita per il giorno 6, sce lto quindi come nuovo e definitivo "D-clay" .

Pertanto alle primissime o re d i que l 6 giugno 1944 furono effettua ci i dovuti aviolanci preliminari, tendenti a tag l ia re alcune comunicazioni tedesche ne ll e irnmediate retrovie del prossimo fronte . Quind i a ll 'al ba de ll o s tesso giorno iniziarono gli sbarchi da l mare, precedu ti da un mas siccio bombardamento aeronavale .

Notevo le fu la sorpresa ta tt ica conseguita sullo Stato Maggiore tedesco che, pu r essendo consapevole dell'ammassamento di truppe e materiali sulle spiagge meridionali de ll 'Inghil terra, si a t tendeva uno sba rco p iù ad oriente, cioè su ll e coste frances i tra D ieppe e Calais . Soltanto H it ler e il genera le Rommel, quest'ultimo recente Comandan t e ciel fronte su l la Man ic a, avevano sollevato l'inascol ta to timore che l'assal to anglo ame ricano avrebbe po tu to materia li zzars i proprio i n Normandia. 77

Quello che viene ricorda to come "il giorno più lungo" iniziò comunque co n grav i a n gosce in campo americano , in seguito agli imprecisi avio

76 . Jacobse n H. A . Dollinger H. : Der zweite V(le/tkrieg, traduzione e d edizi on e ita l ian a. Mil a n o, Sadea Della Vo lpe, vo i. III, 1964, p. 402 403.

77. Lid<le l Hart B. H : Storia militare della seconda gue rra mondiale, cit., p 768 769. A ca usa d i questa errata previsione degli strateg h i tedeschi, ai qual i Hit le r colse da a llo ra la sua residua fiducia, n ove d elle di ec i di v is ion i cora,.zate germanic he d ispo n ibili su l fronte de ll a 1'vl an ica si t rovavano lo nt ane d alla l\orman d ia al momento dell'invas ione . Invece pe r motivi fam igliari , rapp resentat i dal comp lea nno della mog li e, anc h e Romme l n on era presence al suo posto di coman do in quel matt i no del 6 g iug n o 1944.

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Churchill, Rooseuelt e Stalin all'incontro di Yalta

lanci nell ' entroterra e a d un a tenace difesa dell e trupp e nemich e che presidiavano la sp iagg ia c hi amata convenzionalmente "Omaha ", su cui era sba rca to metà ciel con ti ngente USA Solo dopo ripetuti e sanguinosi sfor zi gli american i oltrepassarono le difese cost ie re in qu es ta zona e si ad dentrarono ne ll ' interno , al seg ui to deg li ing les i.

Da parte sua la reazione della Marina te d esca , affidata a sommergi bi li , a mine e a motosiluranti , non de t te molte preoccup az ioni ag li a lleati , che sbaragliarono anc h e l'ormai indebolita Luftwaffe e poterono così godere di un quasi assoluto dominio aeronavale nel se ttore.

Fu p e rtanto abbastanza agevole per g li ang lo -ame ri can i impossessarsi d i Cherbourg il 27 giugno, di Cae n il 9 luglio , di Nan tes e St.Malo il 10 e il 14 agosto e infine di Parigi il 24 agosto. Nel fra tt empo, e precisamen te il 20 l u glio, Hitler era sfuggito miraco losamente a d un a ttentato messo in atto da uffi ciali di ss ident i, tra i quali il Fi.ihrer crede tt e di identificare anche il prestigioso generale Rommel, ch e quindi venne costretto a su icid a rs i.

Ment re le tr up pe anglo americane dilagavano nella Francia se tt en triona le e pun tavano su Parigi, gli Stati Maggio ri allea ti de t tero esecuz ione ad un a lt ro sbarco nel sud del Paese (operazione "A n vi l", poi denom ina t a "Dragon"). Il 15 agosto infatti repar t i appartenenti soprattutto a lla "Francia lib era" del generale De Gaulle misero p ie d e in Provenza, li berando quindi To lone e Marsiglia il 26 e il 28 agos to e congiungendosi

3 16

l' l l settembre presso Digione con i co nting enti anglo americani pro venienti da nord. Questa operazione anfibia nella Francia meridionale vide impiegate 928 navi da guerra e da trasporto e 1.300 ae rei alleati, ma, per la sua faci li tà, non ha ma i goduto della stessa risonanza dello sbarco in Normand ia. 78

A questo pun to le so rti d e lla guerra in Europa erano ormai decise, anche se Hitler sfoderò alcuni "co lp i di coda" piuttosto pericolosi. Uno cl i essi fu l' impi ego delle bombe volanti V.1 e poi dei missili balistici V.2 sia s ui porti della Manica, sia su Londra. Un'altra tardi va "arma segreta" del Terzo Rei eh fu l 'aereo a reazione "Messe rs chm itt 262", di cui però i tedeschi non seppero .sfruttare pienamente le i ndubbie doti di interce t tore, impiegandolo preferibilmente nel meno fruttifero comp ito di bombardiere leggero.

Sul piano terrestre l' ultimo tentativo di fr enare l' avanzata de lle Armate anglo-americane fu compiuta dai tedeschi nel dicembre 1944 su ll e innevate colline delle Ardenne presso Bastogne, ma la superior ità aerea alleata frustrò tal e controffensiva germanica appena ebbe termin e il mal tempo su lla zona .

L'invasione della Germania fu così eseguita da ovest come da est (que st'u l tima ad opera delle vittoriose Armate sovietiche) , mentre anche le ultime navi del Terzo Reich perirono ad una ad una in porto, sotto i sem pr e.., più incontrastati bombardamenti alleati.

La stessa Berlino venne circondata il 23 aprile 1945 dai sovietici, che cinque giorni dopo si congiunsero con le truppe americane sul fiume Elba. Visto svanire il suo sogno, Hitler si su icidò il 30 aprile, nominando suo s u ccessore l'ammiraglio Doenitz , ed il 2 maggio la capitale tedesca ca dde in mano sovietica. Infine il 7 e 1'8 maggio la Germania accettò la resa incondizionata agli alleati occidenta li e all'Unione Sovietica, con due cerimonie formali tenute rispettivamente a Reims e a Berlino. 79

6 La duplice controffensiva americana nel Pacifico e le battaglie aeronavali delle Marianne e di Leyte

Come abbiamo già precisato , il riflusso della marea giapponese eb be inizio con la conquista americana di Guadalcanal e del suo prezioso

78 . Dorling T .: Il Jlt!editerran eo occidentale 1942 1945, t raduzi o n e a cu ra dell'Ufficio Scor ico della Marina m i li tar e, Roma 1966, p. 252 272.

79 Tola n d J.: Gli ultimi cento giorni, Mil ano , Club degli Editori, 1967 , p. 628-648.

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aeroporto, dopo di che g li alleati poterono prendere in esame una loro decisiva con t roffensiva n el Pacifico, articolata su due direttrici.

Infatti nella conferenza interalleata "Trident" di Washington del mag g io 1943 fu dec iso di affidare a l genera le Mac Arthur la riconquista del Pacifi co sud-occidentale, partendo proprio da Guadalcanal e mirando al la liberazione delle restanti isole Salomone e della vicina Nuova Guinea, con il sostegno nava le della flott.a dell ' ammirag li o Halsey e delle truppe australiane del generale Blamey.

Invece la riconqu ista del Pacifico centrale, con le sue ampiss ime distese marine e le scarse terre emerse, fu attribuita alla responsabilità dell'ammiraglio Ni m itz, Comandante della flo tt a, che avrebbe iniziato le operazioni attaccando gli arcipelaghi corallini delle Gìlbert e delle Marshall . All a fine le due suddette direttrici di avanza ta nell'oceano sarebbero confluite, come vedremo, sull'asse Filippine Formosa Okinawa 80

La strategia che s ia Mac Arthur da sud sia Nimitz da es t presce lsero per attuare i r ispettivi compiti gassò alla storia come "salto de ll a rana", consistendo nella sola invasione cli quelle posiz ioni nipponiche che avevano r il evanza strategica e che erano dotate di aeroporti. Le basi intermedie del nemico venivano invece "saltate" dalla progressione degli ame ricani e venivano per lo più utilizzate da ques ti ultimi come po li goni di tiro per l'addestramento real istico de i loro pilot i .

Ne l pressoché dimenticato Pacifico set te ntrionale inv ece non fu adottata alcuna speciale stra tegia e la U.S. Navy si limitò a riconquista re loca l mente ne l maggio e ne l luglio 1943 le isole di At tu e cli Kiska nelle Aleutine, che come si ricorderà i giappones i avevano occu pato nel giugno 1942 , contemporaneamente a ll a ba t taglia d i Midway.

Durante l 'operazione contro l'isola d i Kiska si verificò un curioso ed anche es ilarante episodio , che la dice lunga sull'efficacia de i radar navali di su p erfi ce ciel periodo imbarcati su ll e navi statunitensi. Essi infatti segnalarono l' avvic i namento di una presunta flotta nipponica, ne for nirono la distanza alle rispettive artig li erie di bordo , che aprirono un prolungato fuoco, e infine ne rilevarono l'a ffondamento . So lo in seguito gli ame r icani compresero che i loro radar avevano diretto il ti ro con tro le montagne de ll ' isola di Amchitka , scamb iandole p e r navi nemiche, e che add i ri tt ura le avevano viste affondare . 8 1

80 P R.0., fondo ADM 199, carte ll a 1069: American nava! operations in the Pac(!ìc plans

81. Mor ison S. E : History of U.S. nava! operations in world war fl, voi. VII : Aleutians, Gilberts and Marshalls, I3os ton, Litt le Brown, 1955, p. 60-61.

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Schema della duplice avanzata americana nel Pacifico 319 o •

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Intanto nei cald i ed umid i climi del Sud Es t as iat ico , i giapponesi, spintisi fino alla fronti era indo -birmana, avevano int rapreso la cos truzione della tristemente famosa ferrov ia Bangkok-Rangoon, que ll a pe r intenderc i su l fi ume Kwai, impiegando ne i lavori, in cond izion i d isumane, molt i pr igionieri di guerra del Co mm onwealth e indigeni loca li. È stato calcolato a l propos ito che ogni chilometro del tracciato ferroviario affida to a co storo, s ia costato la vita a 64 p r igion ie r i di guerra e a 240 indigen i. 8 2

Dopo l' accennata dec is ione dei Ca p i di Sta to Maggio re alleat i di ef fettuare una d up lice contro ffens iva ne l Pacifico ce ntra le e sud occ i denta le , fu quest ' ultimo il primo d e i due settori ad e ntrare in mo v im ento. Qui infa tti avvenne innanzi tut to l' agguato statunitense a ll ' aereo che tra sportava l'ammiraglio Yamamoto in un'ispezione ai reparti di vo lo stan ziati a terra e c h e il 18 a p rile 1943 venne abbattuto su i cie li de ll e Salo m one , graz ie a tempes tive decrittaz ioni radio che avevano rivelato agli americani il programma di viaggio dell' illustre avversario. 8 3

Quindi tra il giugno e l' agos to di quell ' anno le tru ppe del ge n era le Mac Arthur, partendo da Guadalcanal, cond u ssero semp re nell ' a rcipe lago delle Salomone la riconquista de ll ' isola della Nuova Georgia , durante la quale però la Marina americana dovette lamen tare altre due delusio ni notturne. La prima s i verificò nella cosiddetta" battagl ia del golfo di Kula " nella notte tra il 5 e il 6 lugl io, quando 3 incroc ia t ori e 4 cac ciatorpediniere s tatunitensi ebbero la peggio nonostante il consueto ed esclusivo possesso dei radar di fronte a soli 3 cacciatorpediniere gia pp onesi. Questi ultimi infatti, a l prezzo di uno dei loro , s ilurarono ed affondarono l 'incrociato re Helena e por t arono fe li cemente i n po r to il previs to rifornimento alla guarn ig ione dell' iso la .

Una se tti mana dopo, ed esat t a m en te nella notte tra il 12 e il 13 luglio, la Marina ame ri cana registrò un secondo in successo in quelle stes se acque del go lfo di Ku la . Essa infat ti non riuscì ad impedi re l'arrivo di un altro convoglio nipponico e nonos tante i suoi radar subì

82. Mouncbatte n L.: Report to the Combined Chiefs ofSta_ff.· South East Asia 1943 1945, Londra, H .lv1.S.O ., 1951 , p . 94, not a 3 .

83 . Davis B. : Uccidete Yamamoto, Mi lano, Mon d ador i, 1970, p. J 4 J7 e 160 173 . Dopo la cam pagna di G uadalcana l Yamamo to, co n u na decisione indubbi amente av ve nta ta, aveva vol u to dis l ocare a te rra ne ll e isole Salomo n e le s qu a drigli e ancora effi cient i delle proprie portaere i, cos icc h é q u es te impo rt ant issime e an cora n u merose nav i d ella Mar in a im pe ria le non furono in grado di ope rare per t ut to il 1943 e metà del 1944

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l'affondamento cl i un cacciatorpediniere e i l g rave danneggiamento di altre due siluranti e cli tutti e tre gli incroc ia tori impiega ti , co lando a pic co so l tanto un vecchio incroc ia tore leggero nemico. 84

Du ran te la campagna de ll a Nuova Georg ia ebbe luogo anc h e un episodio che vide pro tagonista il ten.vasc . John F. Kennecly, futuro Presiden te degli Stati Uniti. Ne ll a no tt e tra il 1° e il 2 agosto 19ii3 la sua motosilurante P. T.109, che in.si eme ad altre aveva invano attaccato 4 cacciatorpediniere giapponesi, venne speronata ed affondata da u n o di essi nel lo s t retto di Blacket t. I superstiti della motosiluran te s i rifugiarono su un v icino isolotto e Kennedy nuotò lunga m ente a ll a ricerca di aiuti, riuscen d o a ll a fi ne a far perveni re a l Comando alleato un messaggio inc iso su una noce d i cocco, che portò a ll a salvezza de i suoi compagni .

Dopo la riconquista de l la Nuova Geo rg ia, gl i uomini de l genera le Mac Arthur sba rcarono il 15 agos to 1943 sull'isola d i Velia Lavella, sempre ne ll 'arcipelago delle Sa lomone, li berando l a entro il 7 ottobre. Anche in questa nuova campagna militare le nav i di superfic ie do tate di s il uri eb bero modo di mettersi in evidenza. Infatti ne ll a fase preparatoria dell'o pera7.ione, e precisamente nella notte tra il 6 e il 7 agos t o, 6 cacciatorpediniere statunitensi sorpresero e colarono a picco nel golfo di Vella 3 s imilari unità nipponiche cariche di truppe e materia l i e quindi in condiz ioni cl i non pote r opporre una sufficiente resistenza . r giapponesi si presero la rivinc it a nella notte s ul 7 ottobre successivo, quando 6 loro cacciatorpedin ie re, incaricati d i evacuare i super stiti della guarnig ione cli Ve li a Lavella in riti ra t a, si scon tr arono in que lle acque con a ltr ettanti cacc iatorpediniere americani, affonda n done uno e danneggiandone due, al p rezzo d i una prop ri a s il urante . Ol t re a c iò i giappones i realizzarono fe l icemen te lo sgombero de ll ' iso la. 8 5 Il terzo signi fi cat ivo balzo i n avanti delle tr u ppe d i Mac Arthur lun go l'a rci p e lago delle Salomone s i ebbe i l 1° novembre 1943 con l' i nva s ione della grande e munitissima isola cl i Bougai nv ill e . Q u es t a .sangui nosa campag n a nella g iung la equatoriale si pro tr asse fi n o al te rmine del la g u erra, nonos ta nt e g li obie t tivi p rinc i pa li d i Bo u gai n vi ll e, t ra cu i il lo ca le aeroporto di Toro ki na, fossero sta ti conqu is tati da i solda ti ame rican i g ià nelle prime se tt imane di co mb a t ti m ento.

84 P R O , fondo ADM 199, cartella 1331: Firstandsecond battlesofKula Gu!f, reports 1943 e Mo r ison S. E .: I!istmy o.f U.S . naval operations in world war Il , voi. VI : Breaking the Bismarck harrier, Bos ton, Little B rown, 1955, p . 186- 188

85. P R.O , fondo ADM 199, cartel la 1323: Solomon islands carnpaign, reports

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Nella circostanza la battaglia navale più importante fu que l la della baia dell ' Impera t rice Augusta nella notte tra il 1° e il 2 novembre, che ra p presentò più che altro una trappola americana tesa ad una d ivisione di 4 incrociatori e 6 cacciatorpediniere giapponesi, avvistata e segu it a dal la ricognizione aerea . L'ammirag li o Halsey, Comandante d elle locali for ze navali statunitensi, poté quindi tempestivamente distaccare e inv ia re contro il nemico 4 m odernissim i incrocia t ori leggeri e 8 cacciatorpe d i niere, che nel successivo combattimento affondarono il vecchio incro cia tore leggero Sendai e una silurante, subendo solo dann i ad alcune unità.

Mentre la campagna di Bougainvill e progrediva le n tamente , il genera le Mac Arth ur investì t ra il dicembre 19 43 e i l marzo 1944 anche la grande iso la della Nuova B ritannia, nonché i vicini arcipe lagh i Rook, Green, dell ' Ammirag l iato ed Em irau. Quindi tra l' aprile e il maggio 1944 eg li lanciò operazioni anfibie lungo la costa nord -orienta le de l la N uova Guinea e nelle ad iacenti iso l e d i Wakde e Biak, senza che nelle zone interessate avvenissero significativi scontri navali 86

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Nel Pac ifico centrale inta n to era iniziata nel novembre 1943 la prev ista controffens iva affidata all'ammiragl io Nimitz, che era anche il Comandante i n ca p o de ll a flotta s ta t unitense in quell'oceano . Il p rimo obiett ivo settor iale fu ra pp resentato d all'arcipelago corallino delle Gilbert, ex possedimento br it annico occupa to facilmen te da i g iapponesi a ll ' inizio delle osti lità. ln esso i marines americani riconquistaro n o tra il 20 e il 27 novemb re gli ato lli di Tarawa, Mak in e Apamama, "sa lt an do " gli altri iso lott i del gruppo non dotati né di aeroporti né di alt re impo rtanti installazioni mi lita ri. Nel co r so di q u este sangu in ose , ma positive operaz ioni anfibie gli americani pe rsero l a portaerei d i scor t a Liscome Bay, colata a p icco il 24 novembre dal sommergib il e nip ponico 1 1 75 . 8 7

Il successivo obiet ti vo de ll 'a m miraglio Nim it z ne ll ' immensità del Pacifico ce ntra le fu l' arci p e lago delle Marshall, situato p i ù a nordovest, dove i mar i nes america ni occuparono g li a t o lli di Ma ju ro, Kwa jalein ed En iwetok tr a i l 31 gennaio e i l 2 3 febbraio 1944 e quello di Bikini i l 30 marzo seguente .

86 . Santoni A .: Storia generale della guerra in Asia e nel Pacifico, 1937 1945, voi. II , cic., p . 307 328 .

8 7. P.R.O , fo nd o ADM 199, cartella 1/493 : American operations in Pac(fic Ocean, ac tion reports 7942 1945. Le po r taerei di sco rta era n o ricavate da ll a conve rsione cli n av i mercantili ecl erano d otate di 20-30 velivo li .

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Nelle acque delle Marshall non avvennero con trasti navali g iapponesi, cosicché la 51t flotta americana fu libera cl i lanciare il 17 e il 18 feb bra io un forte attacco a ll a munita base nemica di Truk nel più occidentale arcipelago d e ll e Caroline. Nell'occasione gli aerei imbarcati statunitensi distrussero sul posto 2 incrociatori legge ri , 3 cacciat.orpediniere, 26 piroscafi e ben 296 ve li voli nemici, mentre le nuovissime supercorazzate Iowa e New Jersey presero di mira a lunghissirna d istanza e affon darono un altro incrociatore leggero e un cacc iatorpedin iere 88.

Il terzo grande balzo ne l Pacifico centra le portò nel giugno 1944 gli uomini d i Nimitz nell'arcipelago delle Marianne, la cui conquista ve niva fortemente caldeggiata dall ' Aviazione dell'Ese rcito americano (s i ri corda che negli Stati Uniti non esisteva a ll ora un'Aeronautica indipendente) . Infatti, decollando da queste isole, i rece ntissimi bombardieri quadrimotori B-29 avrebbero potuto raggiungere e bersagliare le grandi città de l Giappone centrale (isola di Honshu), dopo che proprio nel giugno 1944 queste "superfortezze volanti" avevano iniziato a prendere cli mi -

Corazzata americana classe !uwa ..

,a ) Iiistorica l Center: Operational experience ojjast battleships; world war Il, Korea, tnam. Depa rtment of t he Navy , Washington D.C 1989, p. 68 74 e P.R.O., fon.A.DM 199. cartella 1 36 1: Capture and occupatiun of.Marshall islands .

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ra la parte mer id iona le dell ' arcipelago nipponico (isola cl i Kyushu) , pa r tendo da aeroporti indian i e cines i.

D i conseguenza il 15 giugno 1944, nove giorn i dopo che sul fron te europeo era stato esegu ito il famoso sbarco in Normandia , i marines i nvasero l' arc ipe lago de ll e Marianne , mettendo p iede sull'iso la di Saipan dot ata di u n aeroporto . Q u ind i il 21 e il 24 lug li o essi sbarcarono anche sulle vicine isole d i Guam e T i n ian, conquistando con grandi sac ri fici tutti e tre questi obiettivi entro il 10 agosto. Nei success ivi due mes i i loca li aeroporti nipponici furono ampliati dai nuovi proprie tari ed il 12 o tt ob re 1944 venne ro trasferi t i su d i essi i primi B-29. In fin e il 24 novem b re seguente questi potent i bom b ar di e ri (ch e , per inciso, non Fu 1:ono mai impiegati su l fronte bellico europeo) eseguirono la loro pr ima i ncursione su Tokio. 89

Fratta nt o il nuovo Comandante in capo della Mar i na giapponese , am mira glio Toyocla , aveva sa n ato, almeno in pa rte, i vuot i ne i repart i di volo e il logor io dei piloti e d e ll e macchine causati dall ' accennata e discu t ibi le d ecisione del defunto ammirag l io Yamamo to di trasferire su gli aero porti d elle Salomone , all'inizio de l 1943, le ancora efficienti squadriglie de ll e p o rt aerei. La r icostruzione del po tenziale aeronava le de lla flotta imperia le poteva dirsi allora comp le t ata , anche se l' urgenza. e la cron ica penu ri a di efficienti scuo le d i vo lo aveva costretto a ridurre dra sticamente i temp i di addestramento dei nuovi p il oti.

Allorquando fu ev i den t e l ' intenzione ame ri cana di invadere le Marianne, l ' ammiraglio Toyoda ritenne qu i ndi di p ote r att u are il cosid d etto piano A -GO, mettendo i n lin ea 9 p ortaerei , 5 corazzate , 9 incro ciatori e 29 caccia t o rpedin iere La novità del piano consisteva ne l lan ciare a lun gh issima distanza sulla flotta avve rsaria i velivoli imb arcat i g iap ponesi, che po i avrebbero potuto r ifornirsi sugli aero p or ti delle Marianne an cor a in mano n ippon ic a e ritornare u na seco nd a volt.a all ' attacco lu ngo il vo lo d i ri torno alle r ispettive portaerei. 90

La riuscita di ta le piano dipendeva però dall'asso luta seg reteiza·del le mo sse giapponesi, il che non accadde, po iché n el mattino del 13 g i u

89 . Craven \Y/. F . Cate J. L.: Tbe Am1y Air Forc es in world war IJ, vo i. V.· Matt e rborn to Nagasaki , Ch ic a go , Un ivers ity Press, 1 953, p . 558-559 . Si ricorda che To l<io non era stata ma i attacca ta d a l c ie lo pr i ma d i allora, se si ecce ttu a i l ra id d imos t rat ivo de l co lonnello Doo li ttle de l 18 ap r ile 1942, ei a no i ill u stra to ne l pri mo paragrafo cli questo cap ito lo.

90 To l and J : L 'eclisse del Sol Levante, 1936 - 194 5, c it. , p 70 7-708

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gno un sommergibile americano segnalò la flotta nemica appena salpata da Tawi Tawi nel Borneo agli ordini dell ' ammirag l io Ozawa . Da allora alt r i battelli subacquei statunitens i pedinarono la Squadra nipponica , pas sando poi all'attacco nella ma ttinata de l 19 g iugno e dando inizio così a ll a ba t taglia ae ronavale de ll e Marianne .

La fortuna si schierò ne ll 'occasione dalla parte de i sommergibil i american i, due dei quali, l' Alhacore e il Cavalla, silurarono rispettiva mente al le 09.07 e alle 12. 18 le grandi portae rei Taiho e Shokaku, sulle quali deflagrarono successivamente i vapori in sospensione emanati da l vo lati le petro li o non raffinato de l Borneo, di cui le navi nippon iche erano allora cost rette a servirsi a causa della penuria cli nafta . Le due maestose portaerei, squarc ia t e dalle esp los ioni, affonda rono quindi irrimed iab ilmente nel pomeriggio . 9 1

Frattan to alle 10.40 di quel 19 giugno 1944 erano com inc ia t i sulla 5;i flotta americana dell ' ammiraglio Spruance (g ià pr incipale protagonista della vittor ia di Midway) gli attacchi degli aerei imbarcati giapponesi , che erano decolla ti a partire dalle 08 .30 e che protrassero le loro incursioni fino al pomeriggio . Essi però urtarono contro i caccia d i protezione s ta tun itensi e lo sbarramento contraereo de ll e navi di Spruance e andarono incontro ad un vero e proprio massacro, denominato dai vincitori "il t iro al tacchino delle Marianne". In tutto infatti vennero abbattuti 212 dei .326 ve li vo li lanciati dalle po rt aerei dell ' ammirag li o Ozawa e 81 altr i aere i nip p onici deco ll a t i dalle Mar ianne. In poche ore quindi i giap ponesi persero ben 293 apparecchi, con t ro solo 30 americani .

Per il momento però la flotta di Ozawa si man t eneva fuori por tata de ll a controffens iva nem ica, anche perché l'ammirag li o Spruance , con una tatt ica accorta, non ca d de nella tentaz ione di ricercarla sp ingendosi ad oves t e si ritirò invece p rovvisoriamen t e verso levante , soddisfatto di avere respinto senza danni le inc u rs io ni avversar ie.

Soltan to ne l pomerigg io de l giorno successivo, 20 g i ugno 1944 , 12 delle 15 d ispon ib ili portaere i americane, facendo n u ovamente ro tt a verso ponente, passarono al con t rattacco e lanciarono co ntro le i ndividuate s imil ar i un i tà n ipponiche 216 ve l ivol i . Essi giunsero sulla flot t a di Ozawa verso il tramo n to e, al modes to prezzo di 20 dei loro, affonda rono la po rt aerei Hiyo e d ue petro li e r e, danneggiaro n o a ltre· 3 portae rei, una corazzata e un inc rociatore e abbatterono un a l tro centinaio di

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9 1.. Lockood C. A. Sink 'em alt. Su.hmarine wa,fare in the Pacifi c , :--iew York , Dutto n & Co ., 1951 , p 190 - 193.

apparecchi nemici . Altri 80 ve livoli di Spruance però, a corto di carburante dopo questa missione ai li miti de ll 'autonomia, andarono per duti sulla rotta di ritorno o nelle operazioni di r ecupero notturne. 92

La grande ba tt aglia delle Marianne te rminò quind i con un bilancio disastroso p er la r icostituita forza aeronavale giapponese, che perse 3 portaere i, 2 petroliere e ben 395 velivoli, mentre gli americani non sub ir ono alcun danno nava le e lamentarono la scomparsa di 130 loro aerei.

Dopo la conquista d e ll e Marianne l'ammirag li o Ni mitz eseguì nel set tembre 1944 la cruenta invasione delle isole Palau e delle Caroline occidenta li , con sbarchi a Pe leliu , Angaur e Ulithi . 93

Contemporaneamente p iù a .sud il generale Mac Arthur effettuò tra il giugno e il settembre 1944 la riconquista dell a Nuova Guinea set tentriona le e de ll ' isola Morotai nelle Molucche, contribuendo con l' im previs t a ve l ocità della sua avanzata a far an ticipar e ad o t tob r e l' inva sione delle Fi lippine. Infatti i Capi di Stato Maggiore riuni ti a Washington avevano or iginar iamente dec iso di iniz iare soltanto a novembre dicembre la liberazione di ques t 'ultimo arcipelago , operazione particolarmente ambita da Mac Arthur che era stato il Comandante militare loca le ne l periodo de ll 'invas ione giapponese del 1942. Il primo sbarco americano ne ll e Filippine fu pertanto attuato il 20 ottobre 19 44 nella centrale iso la di Leyte, assai prossima a quella di Luzon dove sorge la capita le Manila.

Ancora una volta la Marina giapponese, nonostante la sua ormai netta infe ri orità e la penuria d i combustibi le, tentò cl i contrastare l' operazione anfibia nemica, at t uando il cosidde tt o piano SH0-1. Esso era basato su un a lt ro stratagemma, ingegnoso in teoria, ma che ev idenziò in pra ti ca la so lita eccessiva frammentazione e dispe rs ione delle forze aeronavali, ti p ica della strategia nipponica e immancabilmente rovinosa 94.

92 . Forres tel E. P . : Admfra!R.A.Spruance, US1V: analisi di un comando, cit. , p . 151 152.

93. P .R.0., fondo ADM 199, carrella 15 1 1: U.S. occupation of islands in the Southern Palaus and Western Carolines, reports Si ricor d a c h e le 1vlarian ne (tra n ne l' is ola cli Guam), le Palau, le Caro li ne e le Marshall, era n o ex co lon ie tedesche, passate sotto ammi ni strazione giap po nese a l te rm ine della prim a g u e rra mo n dia le L'iso la cli Guam in vece era un possedimento amer icano, occ up ato da i g i ap pon esi all ' inizio del conflitto n e l Pa c ifico .

94. Sa n ton i A. : Strategie e tattiche aeronavali nel Pacifico (1947 1945), i n ''R iv ista Mar ittima", fe bbrai o 1992.

* * * * *
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alla battaglia di Leyte 23-26 ottobre 1944

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In partico lare il piano SHO l intendeva affidare la distruzione delle forze anfibie americane presenti nelle acque cli Leyte a due squadre di navi cannon iere (corazzate e incrocia tori), al comando degli ammirag l i Kurita e Nishimura (quest'ultimo appoggiato dalla divisione dell ' ammi raglio Shima), che sarebbero giunte nella zona passando rispettiva mente per lo stre t to di San Bernard ino al centro dell ' arcipelago e attra verso lo s t ret to di Surigao più a sud. Invece le r es idue portaerei nip poniche dell ' ammirag li o Ozawa sarebbero sta t e impiegate sol tanto co me forza divers iva, avente c ioè il co mp ito di distrarre dalle acque di Leyte le perico lose portaerei della 3,1 flotta dell ' ammirag l io Ha lsey attraendo le verso nord, va le a dire verso Capo Engan.o , pun ta settentrionale di Luzon e de ll 'intero arcipe lago fil i ppino.

Ques t' ultimo s t ratagemma giapponese funzionò, poiché , come ve dremo, Halsey abbandonò effettivamente il 24 ottobre la protezione in dire tt a della flotta anfibia americana di fronte a Leyte per gettarsi contro le por t aere i nemiche avv istate a nord. Tuttavia la troppo artico lata manovra nipponica fin ì in un disas t ro, a causa sia del mancato coordi namento delle mosse delle tre squadre, sia della loro preventiva scoperta, eventua li tà entrambe prevedibili in spazi marini così vasti e dominat i per cli più dai ricognitori american i. 95

La conseguente battaglia aeronavale di Leyte -la maggiore che sia stata ma i combattu ta su i mari si frazionò in quattro scontri (quelli cioè del Mare d i Sibuyan, di Capo Engano, di Samar e dello stretto di Surigao), che esamineremo uno ad uno.

Nel mattino de l 23 ottobre 194 4 i sommergibili american i Darter e Dace avv istarono e attaccarono presso l'iso l a di Palawan l a Squadra dell ' ammiraglio Kurita che dirigeva verso lo stretto di San Bernardi n o, affondando r ispettivarnente i due incrociatori pesanti Atago e Maya. La flo t ta d i Kurita però proseguì e s i addentrò ne ll o specchio d 'a cqua interno filippino a sud di Luzon, denom i nato Mar d i Si buyan, dove il giorno 24 venne aggredi t a dagli aerei della 31! flotta dell'amm i raglio Halsey, perdendo la supercorazzata Musashi che, ins ieme alla gemd la Yamato, era ed è rimasta la più grande nave da battaglia mai costru ita. D i contro gli aerei ter restri giapponesi colarono a picco ne ll o stesso gior no la por taerei leggera sta t unitense Princeton. 96

95 . Ito M. P inea u R. : The end of the Imperia!Japanese Nai~y, New York, Macfadden Book.s , 1965 , p 101 136.

96 . \X!oodward C. V : La battaglia delgo(/o di Leyte, Mi lano, Mondador i, 1967 , p. 87-88.

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Per sfuggire alle tenaci incursion i nemiche, l' amm i raglio Kur ita invertì provvisoriamente la rotta, dando agli americani la falsa impressione di una sua defini ti va ritirata. Per questa ragione l' ammirag l io Halsey, avvert ito dell 'avvicina rsi di quattro portaerei nemiche a nord di Luzon, cadde nella trappo la del p iano SJ-10-1 e, come abbiamo anticipato, abbandonò nella sera del 24 la zona centrale delle Filippine, d ir igendosi a con trastare quest ' u l timo presunto pericolo, che invece costituiva soltanto una manov ra diversiva.

Nella giornata de l 25 ottobre si svi l uppò qu indi a nord de ll 'arc i pe lago filipp i no la cosiddetta "battaglia aeronavale di Capo Engaùo", che in verità fu un tiro a l be rsag li o condotto dai numerosissimi velivoli de lla 3,1 flotta cli Halsey contro le 4 portaere i di Ozawa pressoché inermi. Esse infa tti, nel rispetto della loro missione diversiva e praticamente su icida, avevano lasc ia to a terra la quas i totalità d e i propri aerei , presentandosi a l combattimento con so li 13 caccia. Fu quind i facile per le squa driglie d'atta cco amer icane avere r ag ione d i s iffatta flotta nem ica, affondando in successione tutte e qua tt ro le sue portae rei, cioè la Zuikaku, la Zu'iho, la Chitose e la Chiyoda, quest'u lt i ma definitivamente colata a picco , insieme a due cacciatorpediniere, dai cannoni di sopraggiunte unità di superficie statunitensi. 97

Mentre a nord di Luzon si svo lgeva questa strage, la fl otta centra le giapponese dell'amm ir aglio Kurita, menomata ma non domata ne l Mar di Sibuyan, aveva ripreso la primitiva rotta verso lo stretto cli San Bernardino . Essa attraversò questo bracc io cl i mare nella notte de l 24 e realizzò ne l ma tti no del 25 l 'a uspicata sorpresa ai danni della fl otta an fib ia amer icana, situata al largo de ll e iso le cl i Samar e di Leyte .

In quest ' ultima zona vigilava, a pro tezione d iretta delle prez iose na vi d a sbarco e da car ico, la 73 flotta de ll 'ammiraglio Kinka id e sul po sto avrebbe dovuto esserci anche la 3il flo tt a de ll 'am m iraglio Ha lsey, che però come è noto era stata attirata a no rd dallo stratagemma nip ponico e stava i n quel momento per iniz iare i suoi attacc hi a ll e po rt ae rei-c ivetta di Ozawa. 98

Pertanto il conseguente scontro di Samar, terzo combattimen t o del la complessa battaglia cl i Leyte, si svolse tra 4 corazzate, 8 in crociatori

97 . Costello]. : The.Pacijìcwar~ Londra , Pan Rooks, 1985, p. 45 7 460 .

98 Millot B. : La p,uerre du Pacijìque, vo i. Il : Le raz de marée américain (Octobre 7943 Septembre 7945), Parig i, Robe re Laffon t , 1968, p. 182-183 e 195 - 196

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d Sàma, 2 Scontro i . '5 olfohre 1944

pOATAEAEI 01 1çoATA AMEAICA:!ouE AMM B

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e 11 cacc iatorpediniere nipponici dell'ammiraglio Kur ita e 6 portaerei di scorta (cioè der ivate da navi mercantil i) e 7 cacciatorpediniere cie l con tramm i raglio amer icano Sprague, che formavano il lembo più setten triona le della T 1 flot ta di Kinkaicl e a l cui soccorso sopraggiunsero solo più tardi altre un it à statunitensi. Si tr a t tò quindi di una battaglia abba s t anza insolita tra navi cannoniere giapponesi e navi portaerei ameri cane, seppure di modesto valore bellico (ciascuna di.esse aveva a bordo c i rca 20-30 ve livoli), appoggiate da unità si lurant i.

Ad aggravare la già critica situazione d i Sprague sopravvennero an che disguidi nella v igilanza ae rea sulla zona e il so lito incerto rendimento de i radar cl i superficie sta t un it ensi , che segnalarono troppo tardi il nemico in avvicinamento . Per loro fortuna gli amer ican i s i trovarono di fronte a u no stanco e non troppo aggress ivo ammiraglio Kurita che , credendo di essersi imbattuto nelle portaerei eia combatt i mento dell'ammirag li o IIa lsey (dirottate in vece a nord), non spinse a fondo l'a zione . Egli in fatti, dopo ave r affonda to a cannonate la portaerei di scorta Garnhier Bay e tre cacciatorpedin iere, al prezzo dei suoi tr e i ncrociatori pesanti Chikuma, Chokai e Suzuya, si ritirò definitivamente dalla zona, rinunciando ad a tt acca re le ormai vicine navi da trasporto americane, che pure costituivano il vero bersaglio dell ' int ero piano SH0 1 .

A quell'ora s i era cons umato anche il dramma degli ammiragli Nishimura e Shima, che gu idavano la Sq u adra nipponica merid ionale dotata complessivamente di due corazzate, quattro in croc iatori e otto cacciatorpediniere e des tin ata a ragg i ungere da s u d le acque cli Leyte at traverso lo s tr et to cli Surigao . Qui essa u rt ò ne lla notte tra il 24 e il 25 ottobre con t ro un nutrito sbarranlento americano, composto da 6 co razza te, 8 incroc iatori, 28 cacciatorpedin iere e 39 motosilurant i, messo in atto da ll ' ammiraglio O ldendorf in seg u ito a l tempes ti vo avvistamen to ae reo del nemico. Pertanto anche la battag li a dello s tre tt o cli Surigao si riso lse in un tiro a l bersaglio da parte delle molto più numerose e potenti unità statunitensi, che ino ltr e realizzarono ai danni della sq uadra gia pp onese uno degli ultimi "tagli della T ", tatt ica di combattimento di s up erficie assai a mb ita e ricerca ta soprattut to nel periodo ve li co.

All a fine co larono a picco entrambe le corazzate n ippon iche Fuso e Yamashiro, sulla quale tro vò la morte l'ammiraglio Ni.shimura, nonché due cacc ia to rpediniere, mentre gli american i persero so l tanto una mo tosilurante. Inoltre l' i nc rociatore pesante giapponese Mogami, l ' incrocia t ore leggero Abukuma e due altr i cacciatorpedinie re, appartenenti a

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YAMASH IRO

Nave da battaglia della Marina Imperiale P,iapponese

CARATTER ISTICHE

Dislocamento standard: 34.700 tonnellate

Dimensioni: lunghezza f. t. 2 12,9 m. lunghezza fra p p. 192 m. larghezza 33, 1 m. immersione 9,7 m

Apparato mo tore: 4 grupp i tu rb o riduttor i Kan p o n; 6 cal dai e Kanpon; 4 ass i potenza 75.000 IIP Velocità: 25 n odi

DATI STORICI

Scala 7· 7250

Armam ento: XII 356/ 45, X!V- 152/ 50 , VJJJ 127/ 50, XV! -25 mm. 1 catapulta e 3 aerei

Protezione: venicale max. 305 mm. orizzontale max. 67 mm arma men to max. 305 mrn. torrione max 351 mm. controcarene esterne Varo: 3 novembre ·1915 Servizio · 31 ma rzo J 91 7

Rimodernamento: 1932-35 Perdita: 25 Oltob re 191/4

La fine della prima guerra mondiale vide la Marina nipponica impegnata a dotarsi di una grande/lotta di corazzale e di incrociatori da battaglia, per contrastare l 'analogo potenziamen to in atto negli Stati Unili, sebbene proprio allo ra in Paesi di grandi tradizioni militari, come la Gran Bretagna, l'utilità di questo tipo di navi cominciasse ad essere messa in dubbio La Yamashiro fu una delle J O n.a1Ji da battaglia che, rimodernate negli anni Ira le due guerre, presero parte alla seconda guerra mondiale affondando tutte, eccettuata /aNagato. I.a Yamashiro e la sua gemellaFu so furono colate a picco daljì,1oco americano il 25 ottob1·e 1944 nello stretto di Surigao

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MOGAMI

Incrociatore pesante della Marina Imperi ale P,iapponese

CARA TTERTSTJCHE

Dislocam e nto standard: 12. 400 tonne ll ate

Dimensioni:

Armamento: VI 203/ 50, VIII 127/4 0, XLTl 25 ,

·12 t ls 610 mm., 2 ca tapulte e 11 aerei

Scala 1:1250 lunghezza f.t. 20 1,6 m. lunghezza fra p p. '189 m larghezz a 20 ,2 m. i~nmersione 6, 1 rn

Apparato motore: 4 gruppi turhor iductor i; 10 ca ldaie Kanpon; 4 assi potenza 152.000 HP Velocità: 35 nodi

Protezione: vertica le l 00 111111. or izzontal e 60 mm torri 76 mm torrione 100 mm.

Varo : 14 marzo 1934 Servizio: 28 lu g li o 1935 Perdita: 25 ottohrc 1944

Di\ TI STORICI

Il Giappone Jì,1 la prima potenza navale a mettere in servizio incrociatori da 1O 000 tonnellate armati con quindici cannoni da 155 mm., un numero di bocche da Jìwco tale da garantire un peso per salva uguale, se non superiore a quello dei tradizionali olio/nove cannoni da 203 mm . Questa soluzione, che permetteva tra l 'altro di poter battere più bersagli contemporaneamente, si sposava bene con la dottrina tattica giapponese che privilegiava il combattimento ravvicinato dove non era necessaria la gittata dei 203 mm. , ma risultava molto utile la celerità di tiro dei 155 mm. Nel 1939 però ilMogmni sbarcò i cannoni da 155 mm e ne imbarcò 10 da 203 mm., allo scopo di diVentare più potente delle equivalenti ma piiì numerose realizzazioni americane e inglesi. Nel 1943/u tras.forrn ato ancora, sbarcando le due torri di poppa per imbarcare una/orte compone nte di idrovolanti da ricognizione e in questo originale aspetto è raffìgurato nel profilo.

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....

questa forza meridionale ormai in ritirata , furono affondati da aerei e navi sta tuni tensi tra il 25 e il 27 ottobre. 99

La battag li a aeronavale di Leyte, che come abbiamo det t o è stata la più grande cli tutt i i t empi, te rminò quindi con un'altra disastrosa sconfitta per la Marina imper ial e, dalla quale essa non si risollevò mai più. In tot ale i giapponesi infa t t i persero 4 portaerei, 3 corazza te, 10 i ncrociatori, 11 cacciatorpediniere, 3 sommergibili e 39 1 aerei preva lentemente basati a terra. Di contro gli americani lamentarono la scomparsa cli una portaerei leggera , di una portaerei di scorta , di 3 cacciatorpedin iere, di un sommerg i bi le, di una motosilurante e di 192 veli voli. Un'a l tra portaerei cli scorta statuni t e nse, la Saint Lo, fu cola t a a picco il 25 ottobre al largo di Samar da aerei suicidi nipponici , i famosi kamikaze , c h e debuttarono propr io in quel pe ri odo come ve dremo nel prossimo paragrafo e danneggiarono nella ste.s.sa occas ione altre tr e portaerei di scorta avversarie .

Garantitisi l' assoluto dominio mari tti mo attorno alle Fi li pp ine , gli ame ricani invasero dopo Leyte e Samar anche le locali isole di Mindoro e d i Luzon, dove il 3 marzo 194 5 venne liberata la capita le Manila, e quindi, en tro la fine della guerra, le isole di Palawan , cl i Mindanao e le limitrofe posizioni d'importanza stra t egica . 1 00

7 L'impiego dei kamikaze e le ultime operazioni nel Pacifico

Durante la campagna delle Filippine f ecero il loro d ebutto, come abbiamo detto, i kamikaze giapponesi che, dopo alcune occasionali e non preordinate app ariz ioni precedenti, furono organizzati e inq uadra t i in un Corpo volontario il 19 ottob re 1944 da l v iceammiraglio Onishi , Comandante della 1!! flotta aerea della Marina imp eria le .stanziata a Luzon. Qu ind i il 26 ottobre anche la 2ll flotta aerea della Marina nipponica aderì alla tattica suicida e d il suo comandante, ammirag li o Fukudome, divenne il direttore dell'intero Corpo, con Onishi suo Ca p o di Stato Maggiore . 101

99. Morison S E.: History of U.S. naval operations in world war II, vo i. Xl! : leyte, Boston , Litt le Brown, 1961, p . 238 e 312.

100 P R.O., fondo ADM 199, ca rtelle 1498 e 1499 : American operations in the Philippines 1944 1945.

101. l noguchi R. Na kajima T. Pi neau R. : Ven to divino, Milano, Longanesi, 1967, p . 33 41 e 118 -1 20

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Il fortissimo patriottismo nipponico, sollecitato anche dalla religio ne scintoista, fec e sì che lo spirito kamikaze avesse in izialmente una gran de diffusione, raggiungendo il suo apice nella campagna di Okinawa, iniziata nell'aprile 1945 e che illustreremo tra poco . A poco a poco però ta le entusiasmo si attenuò, fino a determinare una penur ia di "volontari della morte" nelle ultime battute del conflitto, ciò che costrinse gli organ izzatori giapponesi a ricorrere anche ad alcune odiose forme di reclutamen to coatto. 102

I pi loti su icidi, certamente i più conosciuti, non furono comunque gli unici rappresentanti dei kamikaze, paro la composta dai due vocaboli "Kaze e Kami", cioè "vento divino" e che stava a ricordare il provvidenziale t ifone che il 14 e il 15 agosto 1281 aveva disperso la flotta cinese di Kub lai Khan (l'imperatore mongolo conosciuto da Marco Polo) salvando così il G iappone dall'invasione.

Infatti nei Corpi suicidi nipponici della seconda guerra mondiale (tralasciando altri similari iniziative avvenute ad esempio sui fronti terrestri de ll a guerra russo-giapponese) debbono anche essere incluse le squa dre di fanti incursori votati al sacrificio, che piombarono risp e ttiva mente ne l dicembre 1944 e nel maggio 1945 su alcuni aeroporti di Leyte e su ll a base di Yontan ad Okinawa per tentare di distruggere i parcheggiati ve li vo li americani.

...

Ancora più artico lat i furono i kamikaze del mare, soli tamente trascurati dalla storiografia, che ha quasi esclusivamente concentra to la sua attenzione sulle spettaco lari picchiate degli aerei suicidi. Eppure la Mar i na g iapponese, oltre ad essere stata la prima Forza Armata ad organizzare i kamikaze del cielo (im it ata poi da ll 'Aviazione dell 'Ese rcito imperia le, che i mp iegò reparti simili, denomina ti "Tokobetsu Kogekitai"), m ise anche i n linea tre Corpi suicidi operanti sop ra e sotto le superfici marine.

Il primo di ess i era a r mato con piccoli mo t oscafi monoposto carichi di esp losivo, chiama t i "Shinyo", che il pi lota doveva lanciare con t ro le navi nemiche, immolandosi nella conseguente esplos ione . Ess i deriva vano dai "barc h ini" M.T.M . italiani, impiegati contro Suda e Malta nel 1941, ma sui qua li era prev is t o il sa lvataggio del pilota. 1 03

102. Su n derman J. F. : World war Il in the air 7be Pacijìc , New York , Frank li n Watts, 1962 , p. 208

103. Per le caraccerisr.iche d egli Shinyo cfr. Wa t ts A. J: japanese warships of world war Il, Lo n dra, lan Allan, 1967, p 295-297

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Dei 6.200 "Sh inyo" costruiti, 390 venn e ro catturati dagli american i n e l le Filippine e ad Ok i nawa , pochi a lt ri furono lan c iati senza successo con tro ind istinti bersagli a partire dalla fine d e l 19 44 e i rimanenti rimase ro in Giappone per essere utilizzati al momento dell ' invas ione alleata dell'arcipe lago, che poi non avvenne.

Il secondo Corpo suicida "marittimo" operava sott'acqua ed era arma to con i "Kaiten ", cioè con i tipici s i luri giapponesi da 610 mm, sui quali era stato ricavato un o stretto abi tacolo per un p ilota, che s i serviva di un vol an tin o e di un piccolo periscopio . Tali s iluri conve1titi venivano trasportat i da sommergibili (a sim i li t udine degli S. L.C. "maiali" italiani) o da navi ap positamente attrezzate ed erano la n c iati a d istanze di s icurezza e guida ti in affioramento dal pi lota suicida fino all'impatto con i l be rsag li o .

Gli unici documentati successi dei Kaiten furono gli affondament i della petro li era americana Mississinewa e del cacciatorpediniere Underhill, rispett ivamente il 20 novembre 194 4 e il 24 luglio 1945, e i l dannegg ia mento del trasporto Marathon de l 21. l ug li o precedente. 104

Un a ltro Corpo su b acqueo votato a l sacrific io era rappresentato dai "Fukuryu", cioè da pa l ombar i che vivevano en t ro scafi d i navi appositamente sommerse presso le spiagge del G iappone minacciate da sbar ch i americani . Att raverso camere di allagamento, i "Fukuryu " uscivano sul fondo marino per attaccare eventua li mezzi anfibi nemici, indossando leggeri scafandri ed essendo armati di pertiche lunghe metri 3,30, all'estrem it à delle q u a li era fissata una carica esp losiva . Quest'arma, che ri cordava le torpedini ad as ta de ll e prime p irobarche torped i niere, do veva essere fatta esplodere a contat to delle carene dei bersagli navali e la conseguente compressione so tt omarina avre b be po rtato alla sicura mo r t e l o stesso ope r a t o re . A causa però della mancata invasione del Giappone, tale Co r po suicida non ebbe modo di en t rare in azione . 105

Al di là del grande impatto psicologico che ebbero i k am i kaze, so prattutto quell i aerei, sull ' opinione pubblica occ id entale, ab itu a ta a ben altre filosofie di vita, e al di l à dei fa nt asiosi resoconti propinati da una s tampa im pr e p ar at a op pur e alla cacc ia di notizie ad effetto, dobb iamo dire c h e l 'intera organ izzazione suic id a g ia pp onese conseguì risultati nu lli sotto l'aspetto s t rateg ico e assai modesti sotto quello tattico.

104. Yokota Y. Ha rr in gto n J. D.: Kaiten: Japan 's human torpedoes , in "Proceedi n gs", Annapolis, U.S. Nava l Institute Press, ge n na io 1962 .

105. Cfr. Warsh i p I nternationa l: Japan 's undersea sui c ide troops, Toledo, O hi o , n . 3 , anno 1973, p. 266-269.

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Infatti la strategia americana non subì ritardi né canto meno annullamenti ad opera dei pur animosi Corpi suicidi giapponesi, ch e non con dizionarono neppure alcuna operazione nemica già intrapresa. Ad un attento esame statis ti co anzi r isu lta che soltanto 4 0 bersag li navali (l e 3 portaerei d i scorta Saint Lo, Ommaney Bay e Bismarck Sea, 14 caccia torpediniere, 3 dragamine, una petroliera, 5 trasporti, 12 navi eia sbar co e 2 navi an ti sommergibili) furono affondati dai 4 615 aerei suicidi effet ti v amente impiegati, il che equiva leva ad una modestissima percen tuale di successi p ieni, pari allo 0,87 % Altre 281 navi allea t e vennero po i so l tanto danneggiate. 106

Soprattutto de ludente fu l' impiego della speciale bomba a razzo pilota ta Yokosuka MXY 7 "Ohka ", c ioè " fiore cl i ci li egio " , arma fusiforme lunga 6 metri e con ve locità di 650 km/ h , che era trasportata e sganciata a non p i ù cli 35 ch ilometri dall'obiettivo eia aerei bimotori , per essere poi gu id ata nell'ultimo tratto eia un pilota suicida. Complessivamente 755 di ta li armi a razzo en t rarono in servizio a pa r ti r e da l marzo 1945 , ma la loro ta tt ica d ' impiego e le modeste doti e volutive e di autonom ia le fecero soprannom in are dagli americani " Baka ", cioè " idiota " . In effetti solo cinque cl i esse o t tennero un successo pieno e la loro vittima mag giore fu il cacciatorpedi n iere M.L. Abele, affondato presso Ok in awa il 12 aprile 19 4 5 . 107

~ig nificat ivo fu invece, come abbiamo accennato, l'effe tt o psicologico dei kam ika ze su ll 'opinione pubbli ca amer icana, sempre poco d i sposta ad acce ttare un successo militare al prezzo di perd i te fo rse trop po fr ettolosamen te definite pesanti. Ciò cont ribu ì qu ind i a far conside rare a Wash in g ton assai azzardata l' invas ione dell ' arcipelago nipponi co, il c u i inizio era p rev is to per il novembre 1945, e a far invocare u na solu:i'.ione a lt ernativa de l con fli tto, a ttu ata poi con il lancio delle bom be atomic h e. * * * * *

Mentre il genera le Mac Arthur com pl etava la lib e ra zione delle Fil ippine, nel Pacifico ce nt ro -o ccidenta le l'ammiraglio Nimi tz eseguiva la riconquista delle isole di Iwo Jim a e cl i Okinawa, che ra p p r esentava la premessa per la progettata invasione del vero e propr io a rc ipelago gia p ponese.

106 . Per l'identif icazione de ll e n avi a ffondate d a i kami kaze cfr. Silverscone P . II. : US. warships ofwo rld war Il , Lo n dra , liln Allan , 1966, p 394 408

107. Francillon R. j.: Japan ese aircraft of the Pacific war, Lon d ra, P u tnam & Company , 1 970 , p. 476- 482.

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L' isola l avica cli Iwo Jima, appartenente all'arcipelago de ll e Volcano , venne conqllistata dai marines americani tra il 19 febbra io e il 26 mar zo 1945 E fu durante questa campagna, esattamente il 23 febbraio, che avvenne quel famoso alzabandiera del vessillo a ste ll e e strisce sul monte Suribachi, che fu immortalato dalla macch i na fotografica del reporter Joe Rosenthal e che servì poi come modello per il maestoso monumento al Corpo dei marines statunitensi, ogg i presente nel cimitero naziona le di Arlington a Washington. 108

Qllesta cam pagna militare risultò molto sangllinosa, essendo cos tata 20.433 morti ai tenac iss i mi difensor i giapponesi e 6.821 agli america ni, i qua li ultimi lamentarono inoltre l ' affondamento della por taere i di sco r ta Bismarck Sea e il dannegg iamento delle due portaerei d'a ttacco Saratoga e Rqndolph , tutt e ad opera dei kamikaze . Alla fine però il possesso di Iwo Jima , situata a 660 mig li a da Tokio e dotata di un aeroporto, perm ise agli americani di scorta re con ve li vol i da caccia sui c ieli del Giappone i propri bomb a rdieri quadrimo t ori B-29 , che de collavano d a ll e più lontane Ma ri anne e c he inoltre lltilizzarono que st'iso l a co me base di emergenza in ben 2.400 casi. È stato così calco l ato che le pis te aeree di Iwo Jima abb iano sa l vato la v ita a circa 25.000 aviatori dell'Av iazione dell'Esercito USA che, imbarcati s u B- 29 danneggia ti o comunque in avaria, sarebbe ro altrime n t i cad uti in mare a l ritorno dalle l oro missioni su l Giappone .

L'isola di Okinawa, che giace ne ll ' arc ipelago delle Ryukyu e che fa ceva già parte ciel territorio metropolitano nipponico , fu invasa i l 1° apri le 1945 e venne occllpa t a entro il 2 luglio successivo a l prezzo cli 110.071 so l dati giapponesi, cli circa 75 .000 civ ili e di 12.520 america ni caduti in combattimen to in terra e in mare . 109

Nel corso cl i q u esta campagna , che poi sarebbe risultata l'ult ima del la guerra n e l Pacifico, il Corpo dei kamik aze nipponici l anciò i suo i più violen ti attacchi del confl itto, lltilizzando ben 1.809 aerei su ic idi (1 .050 della Marina e 759 de ll 'Eserci to i mper ia l e) e affondando 26 u11ità nava li a ll eate , nessuna però più g r ande di un cacciatorpediniere o di un tr asporto. I kamikaze ino l tre danneggiarono intorno ad Ok ina wa a l tre 164 navi, tra cu i 6 portaerei statun i tens i e 3 ingles i. Nat ura lm ente rutt i quest i successi de i vel i voli su ic idi sono stati già compu tat i ne ll a

108. W h ee le r R.: The blo ody hattleforSurihachi, New Yo rk , Cro w ell, 1965, p. 137 139 109 P R.O. , fondo ADM 199 , c artelle d a 15 29 a 1539: Okinawa campaign 7915.

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YAMATO

Nave da battaglia della Marina Imperiale giapponese

. ...... . . ...... . . .....

Sça/a I: 1250

CA RATrEJUSTIC HE

Dislocamento standa rd: 64 .170 tonnella te

Dimensioni: lunghezza f. l. 263 m. lung hezza fra p.p. 244 m. la rghezza 38,9 m . immers ione 10,9 m.

DATI STO RIC I

Apparato motore: 4 gruppi wrbor iduttori Kanpon ; 12 caldaie Kanpon; 4 assi rmenza 150.000 HP

Ve/ocitcì: 27 nod i

Arma.mento : ! X-460/ 45 , Vl-155/60, X:X.!V-127/50, C:L 25 mm ., 2 catapulr.e e 6 aerei

Protezione: verticale max 4 10 mm. or izzon ta le max 230 m m. armamento max. 650 mm . tor r ione 500 mm .

\faro: 8 agosco ·1 940 Servizio : 16 dicembre 19·11 Perdita: 7 ap r ile 1945

la classe "Yama to " era prevista inizialmente su cinque unitcì c he dovevano essere le più potenti corazzate mai entrate in sero iz io, grazie all'arma mento da 460 mm . e allo spessore delle corazzalure . Solo la Yamato e laMusashi, tutlavia, vennero completate ejì,1.rono le uniche due naui da ha/ taglia non rimodernate ad entrare in seruizio con la Marina nipponica nel corso della seconda f?Uerra mondiale Nella corsa a coslru.ire co razzate tali da surclassare qualsiasi unità simile in servizio presso le Marine antagoniste, la classe "Ycmwlo" segnò fa tappa finale.: ormai lo scon lro navale era talmente condizionato dall'arma aerea, che la potenza d el cannone poteva ben poco se non e ra sostenu ta dalla su.perioritcì nei cieli. Così, come la Musashi a l eyte nell 'ouobre 1944, la Yamato , inviata ne/l'aprile 1945 a co ntrastare gli sbarchi americani ad Okinawa, fu sottoposta ad inces santi attacchi aerei americani e, colp itu da 1O siluri e 7 bombe, aj/ondò .

v; v; \O

s tati s ti ca della lo ro attività operativa , c he abbiamo sint e tizzato in quesro stesso paragrafo. 1 I O

Rientrò nello sp ir ito kamikaze anc he la miss ion e della superco razzata Yarnato , gemella della g ià affonda ta Musashi e, come ta le, la più grande nave da battaglia di tutti i tempi (71.659 tonn. a pieno ca rico e 9 cannoni da 460 mm ) . Essa infatti salpò verso Okinawa, in compagnia dell ' in croc iatore leggero Yahagi e di 8 ca cciator p e di n ie re, avendo a bor do la so la nafta suffic iente al v iaggio d i andata e avendo l' i ntenzione d i incagliarsi sulle spiagge dell'isola e di fungere da poderosa e inaffon dabi le fortezza corazzata. La Yamato però non giunse mai a destinazione, perch é ve nne int e rce ttata dag li onniprese nti ve livoli imb a rc ati amer ica ni e affonda ta il 7 apri le 1945 con di eci si luri e se tte bombe. Col arono a picco nell'occasione anche l'incrociatore Yabagi e 4 degli 8 cacciatorpediniere d i scorta . 111

Dopo la conquista di Iwo Jima e di Okin awa la flotta americana e quella inglese del Pacifico co ndu ssero una serie di bombardamenti con tro le basi costi e re dell 'a rc ipelago nipponico, prese d i mira perfin o dalle arti g li e rie di bo rd o, senza che l 'av iaz ione g iap ponese tentass e un serio contrasto perché intenzionata a preservare i propri vel ivoli in vista del prevedibile sbarco allearo sulle maggiori iso le metropolitan e. Tn tal modo g li a n glo-ame ri cani a ffond aro no impunemente de n tro i port i de ll 'arc ipe lago nipponico 3 corazzate, 5 portaerei pronte o in a ll estimen to , 2 incrociatori pesanti, un incrociatore leggero, 2 vecchi incrociatori corazzati , un cacciator pedini ere e un som mergib il e .

Contemporaneamente le "s u perfo rt ezze vo lanti" B-29 cont i nuava n o la loro cam pagna terroristica sulle c ittà del G iappone, prendendo di mira soprattutto Tokio, che nella none tra il 9 e il 10 marzo 1945 subì il su o pill pesante bo mb a rd a mento, ris ultato anc h e un o de i più di st rutt i v i dell ' intera storia aeronautica Nell'occasione 279 B-29 lanciarono sul la capitale nipponica 1.4 00 tonnellate di bombe in cendia ri e, perdendo 14 dei loro , ma radendo a l s uo lo ben 267 171 edi fici s u una supe rficie

110 Occorre rilev are c he il 22 novembre 19riti era stata cos tituita la cosiddetta "Flotta in g lese del Pac ifi co" che, dopo alc u n e op e raz io n i co nt ro le b asi n i pponiche di Sumat ra, s i unì a lla 5a flott a americana nelle acq u e cli Okin awa. Cfr. Winton J. : The forgotten jleel: the British Navy in the Pacific 1944-7915, Londra. Michacl Joseph, 1970, p. 55-56, 96 e I 29.

111 P .R.0., fon d o AD M 199 , ca rte ll a 1067: ll.S actiolls against Ky11shu, Na 11 se i Sho to, j apanese J]eel c11 Ku re. th e " Yamato " cmd operatio ns in suppor/ of landings at Okinawa reports 1945.

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di 35 chi lometri quadrati. G li abitanti morti in quel bombardamento, du rato so lo due ore, ragg iunsero la mostruosa cifra di 83 .793, che fu così superiore perfino a quella riscontrata su Hiroshima e Nagasaki subito dopo il lancio delle due bombe atomiche. 112

Anche i sommerg ibil i americani agivano ormai impunemente contro le linee cli traffico giappones i, pro tette in verità in modo del tutto ina deguato, conseguendo risultati globali che, tenendo conto della densità dei bersagli e dei mezzi impiegati, possono essere paragonati a quelli o tt enu ti dagli U boote tedeschi in Atl antico. La flotta sottomarina USA infatti, a l prezzo di 50 suoi battelli, affondò comp less ivamente 1.042 na vi me rcant ili nipponiche per un totale di 4..780 .000 t.s.l., oltre a 8 por taerei, una corazzata, 13 incrociator i, 47 cacciatorpediniere, 37 navi scorta mino ri , 18 sommergibili, 12 dragamine , 11 posamine e mo ltissime altre unità ausi li arie , per un totale di 214 navi da gue rr a per 577.626 tonnellate di d islocamento.

Al cospetto di queste cifre si possono invece definire modesti i successi della flotta subacquea giapponese, che in tutta la guerra riuscì a colare a picco "soltanto" 108 mercantili e 3 portaerei, 2 i ncrociatori, 5 cacc iatorpediniere , 3 sommergibili e a lcune unità ausi li arie alleate, per dendo in azione ben 130 batte lli. 11 3

Il motivo pr in cipale di tale d ifforme rendimento t ra le due p i C1 po tenti. flotte subacquee operanti ne l Pacifico fu dovuto all ' errato impie go cl i que ll a nipponica , cui venne o rdinat o di attacca re cli preferenza le mol to meno vu l nerabili e maggiormente protette unità da guerra nemiche , anziché prendere di mira l'estesissimo traffico mercan til e america no nell'oceano.

8 Le bombe atomiche, l'intervento dell'Unione Sovietica e la resa giapponese

Come è noto, la guerra del Pac ifico s i concluse con i l lancio di due bombe atomiche sulle città d i H iroshima e Nagasaki e con l 'intervento

112. Craven W. F Cate J L.: The Army Air Forces in world war Il , voi. V, cit , p. 616 617 e Caidi n M. La no/le ch e distrussero Tukio, M ilano, Mondado ri , 1969 , p. 1011 e 14 1-186. Il maggior numero d i v itt ime in asso l uto dei b o m bar dam e n ti ae re i, comp res i q u elli nucle a r i, si ebbe invece ne lla c ittà tedesca di Dre sda , do v e nell e due giornate del 1 3 e 14 febbraio 1945 perirono sotto le bombe anglo amer icane ben 135.000 pe rsone . Cfr. Tol a nd ).: Gli ultimi cento giorni, c it ., p. 148-164 .

11 3. Hashirnoto M.: Sunk . The storv o/ the ]apcmese suhmurine jleet, Lo n dra , Casse ), 1954, p. 255 260 e 272.

3/il

sovietico contro il G iapp one . Subito dopo, n e ll' inst aurato clima di "g nerra fredda ", la stor iografia marx ista ha voluto da re l'impr ess ione che quelle due incu rsioni nucleari fosse ro sta te più u n o strumento politi co antisovi etico che una vera e propri a necessit à militar e a ntigiapp o nese . Occorre quindi innanzi tu tto far e ch iarezza s u i reali motivi che indus sero il pres id ente Truman (succeduto a Roo seve lt , morto il 12 aprile 1945) a d ordinare l' im piego dell e ar mi atom iche.

Il tutto ebbe ini zio il 2 agosto 19 39, quand o il famo so s ci e nziat o Albert Einstein, anche a n ome di altri fisi c i, richiam ò con un 'a llarmata lettera l'attenzione del presidente Roosev e lt sulla possibi lit à c he la Germa n ia nazist a potesse cos truir e una bomb a atomica . In verità oggi sapp iamo c he gli a ppositi s tudi cond o tti in G e rmania e n e llo stesso Giappone erano molto più arretrati di quanto supposto, ciò che h a fatto pen sa re ad un ' orches trat a e s trumenta le manovra da parte di Einst e in e di a ltri sc ien z iati ant inazi sti o di orig i n e eb raic a, rifugiati s i negli Stat i Uni ti. 11 4 Comunque s ia, Ro osevelt dett e asco lto a quest i qualificati allarmi ed ord in ò di i nt ensificare gli s tudi sull 'e nergia ato mica, fino a costituire un a pp osito gruppo di scienziat i che furono riuniti il 23 settem br e 1942 nel cosiddetto "p rogetto Manhattan " e pos ti son o la dir ezione organizzativa del ge nerale Groves. Ne ll' am bit o di questo gru ppo , il 2 dicembre 1942 il fisic o italian o E nrico Ferm i, anch 'ess o rip arato negli Sta ti Uniti, riuscì per la pri ma volt a a contro llare n e i la boratori di Chicago la cos iddett a " rea zione a catena", d etermi na ta da l bombardamen to dei neutroni sul nu cleo delruranio, successo scientifico dal quale pres e avvio la fase conclusiva della cost ruzion e della bomb a, portata avanti n e g li app os iti stab ilim e nti d i Los Alamos.

P e r lungo tempo il pr ev isto bersag lio di un ' eventuale a rma nuclea re fu la Ger mani a nazist a, co me era s tato de c iso dagli espe rti an g lo-a mericani dura nt e la Co nferenza inter a lleata di Que b ec dell'agosto 1943. Tuttavia la caduta del Terz o Reich prima d e ll a realizzazione dell a bomba fece indirizzare il suo imp ie go cont ro il Giappone, secondo il seg uente pro cesso . 11 5

Il 28 maggio 1 94 5 il Com itato d e i Capi di Sta to Magg iore all ea ci approvò il piano .. Dow nfall ' . per l' in vasio ne del Giappone, c he av rebbe avuto un a prima fas e con lo sba rco n e ll a merid iona le is ola d i Kyu s hu nel

11 4. Purtr o ppo anche questa tesi è s ta ta influenzata da pregiudi z i di ca ra11crc politico- id eo log ico, c h e non h :.inno ce rtam e nt e agev o lato una se re na ri cost ru zio n e s to rica d e i fatt i.

115 . Groueff S.: Prol{eflo Manbaflan. Milano, Mondadori, 1968. p. 22.

novembre successivo ed una seconda fase con lo sbarco nella centra le e più importante iso la d i Honshu nel ma r zo 1946 . Per entrambe le op erazioni venne p rev ista a Washington una perdita comp less iva di circa un mili one di solda ti t ra a m ericani ed inglesi, ciò che pose subito un grande interrogativo su ll a tenuta morale del fronte interno negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dove la recente vi tt oria contro la Germania di Hitler aveva in g ran parte smobilitar.o l'opinione pubblica e dove perdite di san gue di ta l genere non sarebbero s t ate facilmente accettate . Lo stesso Churchill infatti, p reoccupa t o da ll 'a ltissimo numero di vittime prev isto per l'operazione "Downfall" , giunse a chiedere a Truman nel luglio 1945 la rinuncia ad imporre al Giappone la formula de ll a "resa incondiz iona t a", già decisa nella Confere n za cli Casab lanca de l gennaio 19 4 3 e già app licata a i danni dell'Italia e della Germania . 11 6

Ad avvalora r e ques t i timori g i unse nei primi giorn i de ll o stesso l u glio un meditato rapporto del supremo o rgano d'informaz ioni interar ma degli Stati Uniti, cioè del "Combined Inte lli gence Comm ittee " , che riteneva ancora suffic ienti ad una pro lungata difesa del Giappone le pur ridotte scorte nipponic h e di combus tibil i e reputava giustamente vitale l' i ndustr ia aeronautica de l So l Levante, capace infatti d i cos trui re anco ra 1.500 ve li voli a l mese. Tutto ciò nonostante i co nti nui bombardamenti s tra t eg ici american i, la cui prec is ione s i dimostrò in effe tt i inferiore a l pre x)sto , a dispetto de ll e interessate ed ottimistiche assicurazion i dell ' U.S.A .A.F., cioè dell'aviazione dell ' Eserc it o s tatunitense . 117

Frattanto un'apposita comm issione p rovvisoria, composta da esper ti civili e presiedu ta d al Segretario di Stato americano Byrnes , aveva va lut ato l'o pp ortun it à cli co nclu dere al più presto la gue rra nel Pacifico sen za ri schiare un bagno di sangue . Questo infatt i sarebbe emerso non solo da l m ili o n e di vittime a ll ea te previsto nelle due operazioni anfibie con tro l'arci p e lago , ma anche da ll 'eca t o mb e di vite g iapponesi, considerato il di sprezzo della mor te costantemen te esibito da i sol d a ti nipponici e i ) pro lungamento de i conve n ziona li bo mbar damenti terroristici sulle ci ttà dell'Impero. Il 1° giugno 1945 pertanto ques ta commissione era giun ta a perorare l' i mp iego delle a rmi nucl eari quale metodo alternativo ag li sba rchi alleati del novembre 1945 e del m arzo 1946.

116 Church i ll \Y/. : La seconda guerra mondiale, Mi la n o, Os c ar Monda do ri , 1970 , voi.

XIT: La cortina di.ferro , p 329 330.

117 . Her Majes t y ' s Sta ti one r y Office : History o.f the second world war- U.K rnilitary series. Grand Stratem1, voi. VI, Londra , H M S.O , 1956, p 280-281.

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Anche metà deg li scienziati de l progetto " Manhattan", cioè i f isici Fermi , Oppenheimer, Compton e Lawrence, giunsero alla conclusione che l'impiego delle costruende bombe atomiche fosse un mod o meno c ru ento per concludere la guerra . Contro di ess i si schierarono invece i co ll eg hi Franck, Sz ilard , Seaborg e Witch , firmat ari del cosiddetto "rapporto Fran ck". Da questo contrasto nacque la proposta mediatr i ce di eseguire soltanto un ' esplosione "dimostrativa " della bomba nel deserto de l Nuovo Messico, alla p r esenza della stam pa internazionale, op pure di co muni care prev e ntivamente e pubblicamente la città giappo nese su cui sarebbe stata lanciata l'arma, così da permettere il tempestivo sgombero della popolazione c iv il e . 11 8

La s uddetta com missione provvisoria composta da esper ti c ivi li però respin se questa richiesta, per bocca del segretario di Stato Bymcs e per le seguent i considerazioni. Innanzi tutto un possibile mancato funz ionam e nto della bom b a "clin10strat iva" alla presenza de ll a s t ampa int e rnazionale avrebbe coperto cli ridicol o l'intero ap parato scie ntifi co e militare americano e avrebbe ottenuto lo scopo inverso di galvanizzare i g iapponesi . In secondo luogo la prevent iva indicazione della citlà- bersaglio nipponica av rebb e pe rmess o a l nemico di concentrare intorno ad essa tutte le disponibili difese contraeree per far fallire la missione o cli ammassare sul posto migliaia di prigion ie ri amer icani , cosa non improbabil e a ll a l uc e de ll e atrocità compiute fino ad a llor a da i giapp ones i in sp re gio a lle norme internazionali. 11 9

Nel dopoguer ra è sorto su questi e su altri punti d e lla questione un v ivace dibatt ito , s pesso inquinato purt rop po , come abb ia mo detto, da pregiudizi di natura politi ca che null a hanno a c h e fare co n la se ri a ri cerca sto rica.

Co lo ro ch e h a nno cond a nnato pe r mot ivi umanit ar i o p e r c ieca f e deltà ad un partito politico la sofferta decisione di usare le bomhe nucleari sos tengono con forza che il Giappone fosse nel luglio agosto 1945 un Pa ese già v in to. Per affe rmar e c iò so n o s t ati in p ri mo luog o add otti come prove g li o tt imisti ci rapporti co mpil at i nel 1945-1946 da ll "'U .S. St rat egie Bombing Survey", c io è da un organo dell 'av iazione st rategica americana, che poi sono risultati inattendibili perché esclus i vame n-

118 Santoni A.: Come si giunse ad Hiroshima. Analisi critica di una decisio11e stori ca, in " Ri v i sta Marittim a", febb ra io 1976.

119. Not i z ie su ll e sev izie e s ui massacr i di p ri gio n ie;;ri cl i guerra d a parte g i appo nese erano com i n<.:iate a f i ltrare abbon dantemente in Occidente.

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te interessati a propagandare la falsa t e oria di una guerra g ià v inta nel 1945 dalle sole forze aeree statun itensi. 120

Un ' altra presunta prova che il G iappone fosse sull ' or lo ciel collasso alla metà del 1945 verrebbe forn it a, secondo i suddett i contestatori , dal le richieste d i mediazione politica rivolte negli u ltimi mesi di guerra da emissa ri nipponici all ' a ll ora neutrale Un ione Sovietica, a l fine di sollecitare trattative di pace. In questo caso però ci si d i mentica che tali esponenti nipponici non erano rappresentanti cie l Governo in carica a Tokio, ma erano dissidenti di minoranza, i quali comunque sondavano sopra ttutt o la disponibilità d i Sta li n a mantenere la neutralità e a non intervenire nella guerra del Pacifico (cosa c he invece avvenne ne ll a notte cle ll '8 agosto 1945, cioè oltre due giorni dopo l'esplos ione atomica di Hiroshima).

A sostegno delle nostre con tr odeduz ioni sta il rig ido e inflessibile atteggiamento successivo del legit t imo Governo di Tokio , che non si arrese né dopo la prima bomba atomica cie l 6 agosto su Hiroshima, né dopo l'entrata in guerra d e ll ' U.R.S .S. dell'8 agosto , né subito dopo la seconda bomba atom ica del 9 agosto su Nagasaki , ma addirittura n e lla notte tra il 14 e il 15 agosto, unicamente grazie all' in tervento per sonale e risolutore dell ' imperatore Hirohito, come v e dremo meglio in seguito. 121

... Non dovrebbe a ltr esì essere taciu to il fatto che Stalin rive lò agli americani la natura dei suddetti approcci moscoviti dei giapponesi soltanto il 28 l uglio 1945, quando gua rda caso giunse alla conferenza cl i Po tsdam la notizia del rifiuto nipponico de ll' estremo "ultimatum " alleato e quando perc iò Truman non poteva certamente prestare fede al le precedenti intenzioni "pacifiste" es pr esse a Mosca d a qualche emis sa rio nemico non qual ificato. Inoltre in quello s tesso 28 luglio Sta l in, infor mato correttamente quattro g iorn i prima da Truman che gli Stati Un iti erano in possesso delle potentissime bombe e che intendevano impiegarle sul Giappone, giunse ad approva r e questa decisione, affermando che l'Impero de l So l Levante non si sarebbe arreso e avrebbe combatt u t o fino a ll a morte.

120. Per gl i accen n at i , in te n.:ssat i ed irrea l is t ici rappo r t i de ll ' U S.A.A P. vds. U.S. Strategi e Bo mbi ng Survey: The effects o/ th e atomic bomhs on Hiroshima and Nagasaki, Was hi ngto n 1945; Tbe campaigns o.f the Pacific war, Was h ington 19 4 6 e Interrogation of theJapanese oj/kials, Was hi ngton 1946.

121 . Toland J. : L'eclisse del Sol Levante, 1936-1945, c it. , p. 1131-1170.

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Con ciò cade anche l'interpretazione secondo la q ua le l'arma nu clea r e sarebbe sta t a usata dag li americani soprattutto pe r "battere sul t em p o " il già concordar.o ed ormai non più d e s iderato interven t o dell'U .R.S .S . n ella guerra del Pacifico. Infatti - se cos ì fosse~ T ru man non avrebbe confida t o t ale segreto a Stalin e quest'u l timo non avreb be app rovato il tu tt o, o al meno avrebbe an ticipato la sua e ntr ata in guerra contro il G iappone, che i nvece avvenne esattamen te allo sca d ere de i tre mesi s u ccess i v i a ll a v it to ri a in Europa dell ' 8 magg io 1945, come lo stesso Sta li n aveva p reannuncia t o a Tr uman fi n d a ll a Conferenza cl i Ya l ta d el febbraio 1945 .

Esam i n iamo ora più in profondi tà il p r econcetto secondo cui il G ia p pone non avre bb e p iù avuto nel luglio -agos t o cie l 1945 alcuna m ate r ia le capacità d i di fesa e s i sare bb e comun q ue a rr eso a l p r imo accenno di sbarco nemico . Come abbiamo d etto, la pr incipale fon t e d i questa af fe rmazio n e nac q ue d ag li ottimistic i ra pporti de ll '"U.S. Stra tegie Bombing Survey ", largame nt e ri dimensionati in seguito, senza che cli tale pesa nte d isc redito sia s tata fatta m enz ione da pa r te cli scrit to ri i n teressati a d i m ostrare il contra ri o . Se prend iarno invece in conside razione tutta la do cumentazione d isponib il e, in gran pa rt e d ' orig ine n ipponica e trado t ta i n Occidente, abbiamo un quadro ne tt amente diverso. 122

Non c'è b isogno di spendere mol te paro le pe r ricordare l' a l tissi m o sp irito n azionale che ani m ava il popolo e le Forze Arma re nipponiche e p er i m m ag i nare quale tipo di res is t enza mora le avre b bero incontrato gli a n g lo -america n i u na vo l ta .sbarca ti sull'arcipelago. So tt o il profilo materia le i nvece es is t ono prove che la prod u z ione ind u striale ed energe ti ca, così co m e le riso rse alimen t a ri , sa re b bero sta re su ff icienti a man tenere il Giappo n e in guerra a l meno fin o a ll a pr i mavera cie l 1946, co me dich iarò a ll a D ieta il vice m inistro d e ll a gue rr a Shi bayama il 10 g iu g n o 1 945. I n fatt i le ene rg ie nipponiche c h e una vo lt a andavano d ispe rse ne U'im m ensità de ll 'oceano e de l continente as iat ico potevano ora es se re concen trate ne ll a difesa del te rr itorio me tropo li tano, c iò c h e ren de parz iali le statistiche s ull a pu r se n sib ile rid uzione della prod u z ione naz ionale tra il 194 1 e il 1945, a sua vo l ta de t ermina t a da i bomba rd a me nti ae rei e dal b locco navale amer ica n o . 12 3

122 He r Majesty' s Stat ione ry Office : Histo1y of the second world war U.K. militruy series Grand Strategy, vo i. VI, c it. , p. 279 280.

1 23. Per alc u ne de ll e sudde tt e stat ist i che cfr. O ku miya M. Ho r i k oshi .J Ca i d i n M .: Zero, c it. , p . 375 376.

346

Dal punto di vista strettamente militare è innegabile che la Marina i mperiale fosse stata largamente falcidiata dalla guerra , ma è altrettan to vero che ques t a Forza Armata era la meno indispensabile nell a futu ra lotta terrestre ed aerea che si sarebbe instaurata dopo lo sbarco a l lea to sull 'arcipe lago. Essa comunque rimaneva assai temibile a causa del la sopravv ivenza di migliaia di battelli su ic id i "Shinyo", di 120 siluri uma ni " Kaiten " e cli 350 sottomarin i tascabili, tur.ti mezz i mo l to utili nelle mis sion i a b reve raggio contro la flotta anfibia nemica.

L' Ese r cito giapponese era invece ne l luglio -agosto 1945 la Forza Arma t a p iù so lida, disponendo .sull'arcipe lago n i pponico cli 2.350 .000 sol d at i regolari, cli 250.000 membri cli una speciale forza di guarnigione e di ben 28 mi li on i cl i ausiliari della m ili z ia territoriale . Quest i ulti mi erano reclutati in base ad una recente legge, che d ichiarava inquadrabili gli uomini dai 15 ai 60 anni e le donne dai 17 ai 45 anni . Die t ro a questa eno r me massa cli combattenti e di aus il iari esistevano in G iappone 2.250.000 operai militarizzati dell 'Esercito e 1.300.000 operai della Marina. 124

Altrettanto agguerrite apparivano le forze aere e dell ' Esercito e della Marina nipponica , che allineavano a quell ' epoca 8. 4 00 velivoli , di cui circa 6 .000 sul territorio metropolitano , oltre a 5 .000 kamikaze r icavati da velivoli eia addestramento e eia collegamento. Da pa r te sua l'indus tri a "a eronaut ic a del Paese, nonostante i bombardamenti amer icani , era capace ancora cli produrre mens ilm ente 1.500 apparecch i e stava per com pletare la dispersione e l'installazione sotterranea delle proprie fabbriche principali. 12 5

La strategia giapponese per la difesa del suo lo met ropolitano era basata su l piano "Kettsu" dell ' apri le 1945, che prevede v a sette ipotesi di invasione a lleata e che faceva soprattutto conto su ll a tattica suicida, su una rigida resistenza sulle spiagge e su una guerr iglia nell'interno. Ne ll 'es tate del 1945 inoltre g li strateghi di Tokio erano giunti a preve dere l'epoca degli sbarchi nemici, che sarebbero sicuramente avvenuli. dopo l'ottobre .success ivo, cioè al termine della stagione dei tifoni.

124 K irby S. \Xi.: Jlisto,y of the second world war U.K. 1be war a g ainsl Japan , vo i. V: Thesurrenderojjapan. Londra , H.M.S O , 1969, p. 461- 464 e Coox A. D. : japan: theji:nal agony, Londra , H a ze ll Watson & V i ney , 19ì 0, p. 93 .

1 25. Francillon R ].:JapaneseaircrajtofthePacUìcwar, c it. , p. lli 1 5 e Ha yas h i S Coox A . D .: Kogun. Thejapanese Army in tbe Pac{/ic war, Quan t ico, U .S. marine Corps associa t ion, 1959, p. 182 .

34ì

L'obiettivo fina le g iapponese non era naturalmente la ricerca di u na vittoria mi li ta re che rovesciasse le sorti del conflitto, ma il conseguimen to cli una situazione m ilitare d i s ta ll o dopo lo sbarco degli a ll eati, che ar recasse grav i pe rdit e a questi ultimi e li convincesse dell ' inutilità d i prosegui re la guerra . Sarebbe maturata co sì la speranza di ottenere una pace di compromesso, anz iché l' umi li ante resa i ncondiz iona ta voluta da Washington e da Londra.

Questi proposit i erano m e no irreal izzab ili d i quanto possano appa ri r e a pr ima vista e facevano giustamente affida m en to su ll a stanchezza e su un a sorta di isterismo dell'op i n ione pubblica ame ri cana, che aveva sollevato g ià alti lament i per i 990 marines mor ti durante la conquista cl i Tarawa nel novem b re 1943 e ancor più per i 6.821 so ld a ti s ta tunit ensi uccisi a Iwo Jima nel febbraio marzo 1945, cosa che all ' epoca aveva fat to perfino ch iedere da alcuni rappresentan ti l'im p iego di gas venefici . 126

Il 16 luglio 1945 la pr ima bomba atomica della s toria fu pronta per l'esp er imento pratico e venne fatta esp lodere ne i pressi di Alamogorclo nel Nuovo Messico. Nonostante però la buona riuscita della prova, gli scienziati arnerican i non e bbero mai la certezza che anche le uniche du e bombe operative a ll ora in costruzione, una volta lanciate da un aereo ad alta quota, sarebbero esp lose regola rm ente e alla d esidera ta a l tezza da l suo lo cli circa 500 600 metri.

Il 28 lu g lio , come abbiamo detto , il Governo g iapponese d i mostrò di vo le r con tin uare la guerra e fece conoscere ag li alleati, riunit i con Sta lin nella conferenza di Potsclam , il suo rifiu to cle ll '"u ltim a tu m" c ino ang lo americano . Di conseguenza il 2 agos to Truman approvò l'impiego delle bombe nucleari (o p erazione " Centerboard"), accettando defin itivamen te le ri cordate deduzioni e raccomandazioni espresse dalla comm issione p rov visoria di es p erti civil i e dal "Com bined Inte ll igence Comm itt ee". 127

I be rsag li del bombardamento a to m ico furono indicati in un ele n co che com p rendeva le c it tà giappo n es i d i H i roshima, Kokura, Nagasaki e Kyoto, quest'ultim a poi sca rtata per la sua importanza re li g iosa e sto rica. Obiett ivo cli prima sce lt a fu la c itt à di Hiroshima, poiché essa era

126. Newcom b R : l wo Jim.a, Mi lano, Rizzol i, 1966 , p. 259. La prop osta d i usa re i gas ad Iwo Jima fu add ir itt u ra i n o ltra ta alla Casa Rian ca, dove pe rò essa ven n e b oc cia ta

127 . Cra ven W . F. Catej. L.: TheArmyAirFo rcesinworldwarll, voi V, c it. , p. 714.

* * * * *
348

sede del Comando del TI Gruppo d 'Armate, di alcune industrie belli che e di un cen t ro di telecomunicazioni, non ospitava a lcun campo di pr ig ion ieri di guerra , non era s t ata rasa a l suo lo eia precedenti bom bardamenti convenziona li ed aveva infi ne una configurazione pianeg giante assai idonea all'impiego della bomba. Su ques ta c it tà per tanto gli aerei american i lanciarono il 4 agos to 720 .000 manifestin i, che minacciavano una sua comple ta d istruz ione se il Governo giapponese non avesse accettato la resa incond i zionata. Sfortunatamente questo avvert imento non fu raccolto dalle autorità e dalla popo laz ione.

La prima bomba nucleare opera t iva della storia, soprannominata "li ttle boy", cioè ragazzino, aveva il nucleo d i uranio 235, pesava 4 .400 chilogramm i, era lunga m. 3,28 e misurava un diametro di m. 0,80 . Alla fi ne d i lug li o essa fu tras p ortata, suddivisa in sezion i, nell' isola cl i T i nian, importante base aerea delle "superfortezze vo lanti" B-29 nell ' arcipela go delle Marianne. In part icolare il nucleo della bomba venne trasferito da San Franc isco a T in ian cla Jl ' i ncrociatore pesante Jndianapolis, che poi fu affondato dal sommergibile nipponico 1-58 del cap. corv. Hash imoco lungo la rotta di ritorno verso le Fil i pp ine, nella notte tra il 29 e il 30 l uglio 1945. 128

Alle prime ore del 6 agosto 1945 il " li ttle boy" fu stivato sul B-29 del colonne ll o Pau l T ibbets, Comandante del 509° Gruppo aereo di base a Tini~n, che aveva battezzato tale superfortezza vo lante con il nome cli sua madre, "Enola Gay". Quind i, a ll e 02.45 del 6 agosto, questo qua drimotore decollò da T i n ian, p receduto eia a l tri ere B 29, che dovevano con t rollare le condiz ion i meteorologiche sull ' obiettivo principa le (H i rosh i ma) e sui due bersagli a l ternativi (Kok ura e Nagasak i). Altr i due B-29 seguivano l"' Enola Gay" per comp ie re ri levament i sc ientifici e fotog r afici de ll 'o b ie t tivo dopo il bom b ardamento.

Ne l matt in o d i que l fat id ico 6 agosto 1 945 il cielo d i Hirosh ima fu trovato sgo m bro da nuvole, cosicché su questa c ittà piombò rego larmente l' "E n ola Gay" di Tibbets, che a ll e 08.14 locali sganciò la bomba. La terrib il e ar m a esp lose dopo cinquan ta second i, a ll a p rescritta altezza di 660 m e t ri da l suolo e s ull a ve rti cale de l centro cittadino .

L'equipagg io cie l B-29 americano , infor m a to da T ib bets so lo in volo de]la natura de ll ' ordigno, si rese sub ito conto della spaventosa distruzione arreca ta al bersaglio, su l quale si so ll evò fino a ll' al tezza di 15 .250

1 28. Newcomb R. F : Si salvi chi può , Milano, Lo n ga n esi, 1966 , p. 78 114 e I-Iashimoto M. : Sunk. Tbe stmy of thejapanese subm.arine/Zeet, cit ., p . 223-226.

34.9

metri un fungo di po lvere e cenere. In effetti 12 chi lometri quadrati de lla c it tà, comprendenti 40.653 costruzioni, furono rasi al suolo, mentre le vittime furono 60.175 , cifra inferiore a qua lsiasi a l tra divulgata sul mo men to, ma che era destinata purtroppo a salire negli anni seguenti fino ad o lt re 100.000 , a causa del successivo decesso di persone rimaste espo s te alle implacabili radiazioni . 1 29

Malgrado questo terr i bile colpo ammonitore , il Governo n i ppon ico non dette nei giorni seguenti alcun segno di cedimento, ragion per cui gli americani decisero d i impiegare il 9 agosto la loro seconda ed ultima bomba a tomica allora dispon ibile. Infatti a l tre due armi del genere sarebbero state pronte soltanto il 19 e il 29 de l mese.

Si t rattava questa volta di una bomba a l p lutonio, ritenuta ancora più potente di quella sganciata su Hiroshima. Essa , denominata " fatman", cioè ciccione, aveva le seguenti misure: peso di 4.500 chilogrammi, lunghezza di m. 3,05 e d iametro di m. 1,35 e venne imbarcata su l B 29 "Bock's car" de l maggiore Sweeney.

Il secondo bombardamento atomico doveva avere come obiet t ivo la città d i Kokura, ma le catt ive condiz ioni meteoro logiche locali , che impedivano il prescr itto puntamento a v ista e che furono ri levate nel mattino del 9 agos to dagli aerei d'avanguardia, fecero dev iare all'ultimo mo mento il "Bock's car" sul bersaglio alternativo , costituito dalla sfort unata e tu t tora splendida ci t tà d i Nagasaki. Su ambedue ques t i centri urbani comunque gli aerei americani avevano lanciato durante il g iorno precedente i consueti vo lantini che invitavano la popolazione ad allonta narsi, ma che, come nel caso di Hiroshima (la cu i sorte era stata di sgraziatamente tenuta nascosta dalle autori t à), non ottennero alcun effetto su ll a cittadinanza. 1 30

Su Nagasaki il maggiore Sweeney trovò condiz ioni me teorologiche acce tt ab ili sep p ure non ideali, tanto è ve ro che la bomba, sganciata alle 11.0 2 del 9 agosto 1945 , esplose ad una quota d i 490 metri non sul centro della città, come stabilito, ma sulla sua periferia occidentale, fa ttore che, in combinazione con la conformaz ione collinosa de ll 'abi tato , con t ribuì a ridurre il numero delle vittime. Mori rono infa tti a ll' istante circa

129. Mor ison S. E.: History of U.S naval operatio ns in world war II, voi. XIV: Victory in the Pacific, Boston , Little Rrown , 1960 , p. 34 5. Nella c itt à d i Hirosh ima vivevano a ll ora 245 000 residenti e circa 100.000 m i li tar i

130. C hi nnock F. W. : Nagasaki: la bomba dimenticata , Milano , Monclador i, 1970 , p. 26 28.

350

40.000 persone, numero lievitato poi fino a 74.800, mentre 12.900 edifi c i furono ras i a l suolo su una superficie di sette chilometri quadra ti . 13 1

Come s i vede, le due armi nucleari causarono immediatamente sia ad Hiroshima che a N agasaki meno vitt ime e meno distruzioni materiali di quelle arrecate dal bombardamento convenzionale su Tokio nella notte tra il 9 e il 10 marzo 1945, illustrato nel paragrafo precedente , per non parlare ciel vero e proprio olocaus to di Dresda.

Frattanto alle ore 00 .01 di quello stesso 9 agosto 1945 l' Un ion e Sovietica, facendo seguito alla d ichiarazione di guerra presenta t a a Tokio ne l pomeriggio preced ente, aveva attaccato il Giappone in Manc iuria, in Corea e nell ' isola di Sakhalin. Come abbiamo anticipato, l'intervento dell 'U. H..S.S. e ra s ta to concordato con gli alleati fin dalla con ferenza di Yalta del febbra io 1945 , occasione nella qual e Stalin aveva promesso ag li anglo-americani che avreb be dich iarato guerra al G iappone e ntro tre mesi dalla conclusione del conflitto in Europa, te rmina to poi 1'8 maggio 1945 132

Stalin quindi rispettò gli impegni assunti con estrema puntualità, anche se effettivamente questo suo intervento in Estremo Oriente era divenuto nel frattempo moltq meno desiderato dagli anglo american i, consapevoli ormai di poter/ battere da soli e rapidamente il Giappone co n l'impiego dell'arma nucleare. Comunque s ia , è rilevan te il fatto che il dittatore sovietico, infonda to da Truman il 24 luglio dell ' intenzione ame ricana di l"anciare sul Giappone q uelle bombe speciali, non abbia anti cipato nemmeno d i un giorno il suo interve nto antinipponico, che avve nne esattamente come promesso, cioè allo scadere del terzo mese dopo la vittoria in Europa / Ciò s t a a significare che nemmeno Stalin avreb be prestato fede a ll a tes i, poi così cara alla storiografia marxista , secondo cu i gli american i lanciarono le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki so lt anto o soprattutto per prevenire e battere su l tempo l'inte r vento clell 'U.R S S. in Estremo Oriente.

Le truppe sovietiche, largamente do ta te d i mezzi corazzati, travolsero le difese nipponiche e si impossessarono facilmente della Manciuria,

131. Gigon F.: L'apocalisse dell'atomo , Firenze, Sansoni, 1958, p. 208. Un a lapide commemora tiva , concenenre alcuni dat i statist ic i , sorge oggidì s ull ' e pic entro d e ll ' es p losione.

132 . Garthoff R. : The Soviet Manchu.rian campaign, Augu.st 1945, in "Military Affairs " , ottob re 1969 e Ekman M E.: The 1945 Soviet Manchu.rian campaign: a modelfor Sino Soviet war, in "Na val War College review", lug l io ago sto 1974.

351

della Corea setten triona le e della parte meridiona le della grande isola cli Sakhalin, che era passata al G iappone dopo la vittor iosa guerra contro la Russia zarista del 1904 - 1905. 1 33

Nonostan te però quest i disastri be lli ci e il fa t to di essersi procurato un altro potentissimo nemico e malg rado i due bombardamenti nucleari , il Giappone non si arrese se non nella notte del 14 agos to, c io è quasi nove giorni dopo Hiroshima e se i giorni dopo l' i ntervento sovietico e la bomba su Nagasak i. E c iò avvenne solo grazie all'accennato e inconsueto intervento dell'imperatore H i rohito che, di fronte ad un'ancora maggio ri taria fazione governativa di "oltranzist i" e di "falchi ", dichiarò la propria intenz ione di mettere fine alle ostilità, da lui poi comunicata il 15 agosto attraverso la radio nipponica.

Tuttavia nemmeno l' in v io labile decisione imperiale trovò pieno con senso nel Giappone m il ita ri sta di allora, pur minacciato da una completa distruz ione, dove mo l ti militari e c ivili non ritenevano ono revole nep pure una re.sa che veniva dopo due bombe nucleari e dopo l'entrata i n guerra del co losso sov ietico . Pertanto i n tutto l'Impero s i ve rifi carono numerosi casi di s ui cidio, alcuni piloti t entarono di gettarsi con t ro l'avanzante fl otta americana perfino dopo la proclamazione del cessate il fuoco e un co lpo di Stato fu sventato a s tento nella cap i tale, dove alc uni ufficiali dissidenti penetrarono addi rit tura nel Palazzo imperia le per tentare di distruggere i dischi su cu i era inciso il proclama radiofo nico di Hi rohi to del 15 agosto . 134

La fi rma della resa giapponese poté qu indi avere luogo solo il 2 set tembre 1945 a bordo della nave am mirag l ia della 31! flotta ame ri cana, la corazzata Jlllissouri, ancorata ne ll a ba ia di To l<:io insieme alle altre unità sta tunit ens i e britann ic he . Terminava così l'ul ti mo capito lo della sanguinosissima seconda guer ra mondiale , c h e da .solo era cos ta t o la vita a quas i quattro m ilioni e mezzo d i esseri uman i ne l Pacifico , in Cina e ne l Sud Es t as iatico 1 35

133. G iu glar is M. : Storia della gue rra del Pacifico, .Mila n o, Su ga r , 1966, p. 436 439 . Vds. al proposito il 6° paragrafo de l primo capitolo

1 34. C raig W : La caduta del Giappone, Milano, Ri zzo li , 1970, p. 21 3 e 307 e Pi n eau R. : Spiritofthedivinewind, i n U .S. Naval I nstitute "Proceecl in gs • , Ann apol is, no vembre 1958.

135 Vcls Kase T.: Journ ey /'O ·'Missouri ", New Have n , Archon Books 1950

352

DOCUM ENTAZIONE ARCH IVJ ST!CA

Archivio U fficio Storico della Marina Militare (A.U.S.M.M.)

Cartel le 177, 186, 187, 188 e 331 s ull a gue rr a russo g iappo n ese d e l 19 04 - 1905

Cartelle 296, 323 e 33 1 sul la po liti ca na va le ita li a n a fino a l 1915

Ca rt e ll e 263 1 e 32ì2 su ll e cos tru zioni navali iralian e tra le d ue gue rr e mondiali

Carte ll e 2698, 2699 e 2758 su ll a forni t u r a di nav i italiane all'estero t ra le d ue gu e rr e mo nd ial i

Cartelle d a 3155 a 3164 e car Lella 3 268 / 5 su ll o scacc hi e r e de ll ' Estremo Or ien t e Amm irag li ato bri tann ico: e le n c hi di n avi perd u te e danneggiate, 1 ca r tella

Aviazione per la Marina, 23 ca rt elle

Diario di S up e rm ar in a

Bo ll e ttin i delle operazioni nava l i n el l'vlcd itcrraneo 1940- 1943 ...

Comand i Nava li co mp less i, 43 c a r te ll e

Tito lo A, co ll ezione A/ 1 b is : "Q uest io n e n ave p o r tae r e i''

Titolo F, col lez ione B: "Conveg ni e co ll oqui it a lo tedesc hi "

Fondo "Scon t ri na va li e op e razi o ni d i guerra", 101 car telle

Fondo " Navigl io militare 1940-1913", ca r telle d a A1 a Z2

Fondo "So mmergibili 194 0 1945" , 16 1 ca rte ll e

Fo nd o "' fav ig li o mer ca nti le 19 40-1915", carte ll e da A1 a Z3

Fon d o "Attac ch i alle b as i", 21 car t elle

Fon do "Co mmission i d ' In c hi esta Spec ia li (C. I. S.)", 74 cart el le

Fondo " Promemor ia di Supe r ma rin a ", 7 ca rte lle

Fondo "D ir ett ive Nava li (D i. Na.)"

Fo n do "Doc umenti di g u erra (D G )"

Fo n do "Ma ri cosom" , ca rte ll e da 106 a 19 2 e da A a d O

Fondo "Marina germanica in It a li a", 3 1 ca rtell e

353

Fondo "Mezz i d'assalto", cartelle da A ad Ne da 1 a 9

fondo "Relazioni con Superaereo" , 2 cartelle

No tizie varie s u azioni nava l i, 2 carte ll e

Ordini d ' operazioni e dispos iz ioni varie, 2 ca rtelle

Avven imenti dopo 1 ' 8 settembre 1943, titolo G

Raccolta dei "Sup plemencs co the London Gazet t e"

Saggi storici, 15 cartelle

Archivio Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare (A . U.S.A. M.)

Documenti DGH, cooperazione aerea italo tedesca

Documenti EG , forze aeree de ll 'Egeo

Documenti GAM, guerra nava le e cooperaz ione aero-mar itt ima

Documenti LT, forze aeree della Lil?ia e della Tunisia

Documenti OP, questioni operat ive di carattere genera le

Document i SA, forze aeree de ll a Sardegna

Document i SL , forze aeree della Sici lia

Docume n ti SSL, forze aeros il ur anti

Public Record Office di Kew Gardens, Londra (P.R.O.)

ADM 1, cartella 8637/ 55 : Formation ofthe Code and Cipher School and its subsequent housing. Placed under the direction of the Chief of the Secret Seruice, Decemher 1923

ADM 1 , carte ll a 9501: Convoy policy 1939-1943

ADM 1, cartella 9792 : Naval Jntelligence in wartime

ADM 1, ca rtella 10723: Voyage oJGerman battleship "Graf Spee'·

ADIVI 1 , carte ll e 11812 e 11813: Capture of!talian "E" boat "MAS 452" after the attack on Malta harbour, report

ADM 1, ca rt ella 14207: Operational!ntelligence Centre: complement and senior appointments 1939-1945

ADM 1, carte ll a 16229 : ltalian lntelligence Seruices report on organization of lntellig ence Division ofItalian Navy and activities ofltalian Secret Seruice 1940 1943

ADM 1, carte lla 17006: Protection q/shipping in the South A tlantic, iHediterranean and l ndian Ocean : employment qf naual Jorces in the protection q/ trade

354

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A.DM 1 16 , cartel le 969 e 970 : North Sea ou.trage . Russian attack on British fishingjleet 1904

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ADM 116, carte ll e da 2741 a 2748: London naval cor~ference 7930

ADM 1 16 , ca rt e ll e da 3051 a 3056 e da 3512 a 3534 : Spanish civil war

ADM 116, carte ll a 309 1: British and German dreadnoughts: relativegunpower 14Ju.(y 1914

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ADrvt 116, cartelle 3312, 3313 e 3332 : London naval conference 1935 1936

ADM 116, cartelle 3368, 3369, 3377 e 3378: Anglo German naval agreement

ADM 116, cartelle d a 3373 a 3376: Naval limitation and disarmament : London naval conference 1935-1936

ADM 1 16 , ca rte ll e ei a 3445 a 3449 : Washington co11ference.- limitations of na val armament 1921 1922

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vo i. VIII: La difesa del traffico con l 'Af rica settentrionale dal 1° ottobre 7942 alla caduta della Tunisia, Roma , 1964

374

voi. IX: La difesa del trafjìco con l 'A lbania, la Grecia e l 'Egeo, Roma , 1965 voi. X: Le operazioni in Africa Orientale, Roma, 1961 voi. X I: Attività in Mar Nero e Lago Ladoga, Roma , 1972 vo i. XII : I sommergibili negli Oceani, Roma , 1963 vo i. XIII: I sommergibili in Mediterraneo , 2 tomi, Roma , 1968-1972 vo i. XIV: I mezzi d 'assalto , Roma, 199] - vol. XV: La Marina dall'8 settembre 1943 alla fine del cor?flitto, Roma, 1971 vo i. XVI: Avvenimenti in Egeo dopo l 'armistizio, Roma , 1972 voi. XVII : I violatori di blocco, Roma , 1972 voi. XVIII: La guerra di m ine, Roma, 1988 vol. XIX: ll dragaggio , Roma , 1969 - voi. XXI: L'organizzazione della l'vlarina durante il cor~(lillo, 3 torni, Roma 1972 , 1975 e 1978 vo i. XXII: La lotta antisommergibile, Roma 1978

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376

INDICE DEI NOMI

Acton, 4, 190.

Albini, 25, 27, 34

Au be, 8, 16.

Badogl io, 196 , 211, 297 , 298, 300.

Balmaceda, 15.

Beatty, 97, 99 , 100 , 118, 120, 122, 124, 126, 132, ]34, 140, 144.

Bergamini , 298.

Be resclo r f, 89.

Bernstorff, 136, 1 37, 138, 139.

Bianchi, 237 .

Birindelli, 236.

Biscaretti , 190

Bisma rck, 4, 12, 23.

Blamey, 318 .

Bosell i , 108

Bo rghese, 189 , 237.

Boue t- Willa u mez, 24 .

Bre n gola, 227.

Brin , 4, 5, 17

Byrnes , 343, 344 .

Callaghan, 282 .

Ca mp ion i , 199, 200, 203, 211 , 214.

Cap p e llini , 29.

Ca rran za, 137 , 1 38.

Casardi, 205

Castellano, 297 .

Cattaneo, 231, 232.

Cavagnari, 183, 187, 191, 211

Cava ll ero, 211, 245 .

Cervera, 41, 43, 45, 46.

Chu rchi ll , 78, 80, 107, 125, 140 , 304 , 343.

Chang Kai Sc h ek, 249 , 250.

C ia n o , 11 4,189 .

Ci u En Lai , 249

Cl e vela n d, 11 Compto n , 344

Cradock, 86, 88. Cun ib erti, 63 .

Cun ningham, 199, 200, 203, 208, 220, 226,227,228 , 230,232,286,299 .

Cynt hi a (Tho r pe E.), 235 D'Annunzio, 1 14

Da rl a n , 197. Da Zara , 287 . d e Co urt e n , 299 . De Ga u lle, 3 16 De Grey , 82 De n ham, 173. Depret is, 27. Dewa, 53 .

377

De\vey, 40, 41.

Duca Deg li Abruzzi, 109, 113.

Di Giamberardino, 191

Doeni t z, 306, 3.12, 313, 317.

Doo li ttle, 265 , 324 n . .

Durand d e La Penne, 237.

Eckhard t , 138 , 139.

Ewing, 77.

Eins te in , 342

Eise nh ower, 292, 295 , 298 , 300, 3 1 5 .

En q u ist, 53.

Er icsso n , 23.

Faà di Bru n o, 29

Ferm i , 342, 344 .

Fioravanzo , 297

Fisher, 63, 65, 66, 67, 68, 78, 88, 89, 92, 95, 96, 106, 116, 118 , 122, 126, 132, 141, 144, 151, 177, 205 .

Fletcher, 268, 270, 273.

Francesco Fer d in a nd o, 82.

Fr a n ck, 344

Franco , 189, 214, 2 17 .

Fraser, 306, 308 n ..

Fuchicla, 255, 259

Fu kud om.e, 334.

Gambardella , 190.

Gay Eno la, 349.

Gio litt i, 69 .

Goto, 280.

G r aziani, 75 , 207.

Groves, 342.

G ug lie lmo II, 12, 13, 14, 4 1 , 60, 61.

G u zzo n i , 220, 226.

Ha lsey, 318, 322, 328, 329, 331 Harding , 152.

Ha r wood , 168, 286 . Hashimoto , 349.

Hip p er, 97, 99, 118, 120 , 122, 124, 126, ]30, 131.

Hiroh ito, 345, 352

H itler, 156, 157 , 164, 167 , 189 , 195 , 196 , 207,249,250,305,309,312, 315, 316, 317, 343 .

Hoare, 1 56, 164, 3 12 .

Ho ll and, 177 . Hoocl, 64, 126 Horthy, 113. Hosogaya , 273 . Hos te , 32.

Hu ll, 250 , 255 , 261.

Iach in o, 191,2 1 1,215,217,218 , 228, 229 , 230,23 1 ,285,286.

I ngenho l (Von) , 94 .

Tto, 34.

J ell ic oe , 94, 95 , 116, 122, 124, 126, 128, 130, 132, 133, 13 4, 140 , 1 4 1 , 142 , 143, 144, 146 , 154.

Jessen, 50, 51. Kamimura, 51 , 53 Kataoka , 53 .

Ken n edy, 321.

Kia mi l Pasc ià, 74 Kimm e l , 256 . Kinkaid , 329, 331. Kondo, 269

378

Kub lai Khan, 335.

Kurita, 328, 329, 331.

Lansing, 139 .

Langsdorff, 168

Lawrence, 344 .

Lesseps, 40 .

Lettow-Vorb ec k, 94.

Linares, 43 .

Lin P iao, 249.

Lobetti, 190 . Looff , 92 .

Lopez, 14 , 15 .

Luppis, 16.

Lutjens , 173, 177, 179 , 181.

Mac Arthur, 26 4 , 318, 320, 321, 322 326 337.

Mahan , 1 1 ..,

Makaroff, 49

Mao Tse Tung, 249.

Ma r co Po lo , 335.

Marceg li a, 237 .

Marino , 237 .

Marce llotta, 237 .

Martin, 294.

Mc Kin l ey, Jl, 39 .

Mibe ll i, 190 Mikawa, 276. Milio , 72 Milne, 105.

Moccagatta, 236, 237.

Mo l à, 190

Montgomery, 31 4. Montojo, 40, 41. Mortola, 190. Motono, 137 Mùller (Von) , 83.

Mussolini. 69, 11 4, 155 , 156, 182, 183 , 187, 189, 190 , 191, 195 , 196, 207, 209, 211, 216 n , 217, 297.

Mu tsuhi to , 12. Nagumo , 252, 255, 269, 270, 271, 273.

Na pol eo n e rn, 7 , 9, 25, 32 . Nebogatoff, 53 , 55, 57.

Ne lson, 9 n. , 27, 95. Nenn i , 69 . Nico la 11 , 47, 51 , 61 .Nimitz, 268 , 270 n., 318, 322, 323, 337.

Nish imur a, 328 , 331. ~omura, 261.

O lcl en dorf, 331. Oliva, 297.

Ol ive r, 89, 1 18. Onish i, 334 . Opp en heimer, 344. Ozawa , 325, 328, 329 Paccagnini , 236. Paolucci , 115, 235 . Parona, 285 , 286.

Pe ll ion d i Persano , 24 , 25, 27 , 29 , 32 , 34

Persh in g, 137. Petain, 197 , 250 Pohl (Von) , 101 , 104.

379

Popoff, 9.

Pridham Wippell, 227, 229.

Prien, 312.

Raeder, 306.

Ramsay, 315

Reuter (Von), 149 .

Ribbent r op , 1 56, 164, 3 12

Riccardi, 211, 217 , 2 18 , 232.

Rizzo, 1 14 .

Rogge, 171.

Ro jestvensky, 51 , 52, 53, 55, 57.

Rommel, 210, 241 , 245, 246 , 291, 292 , 3 15, 316.

Roosevel t , 39, 57 , 261, 342

Rosset t i, 115, 235 .

Rota, 190 .

Sa n sonetti , 191, 229.

Sazonoff, 137 .

Scheer, 81,104,116, 117, 119, 120, 122, 124, 126, 130, 142, 143.

Schergat, 237 .

Schwieger, 103. Scott, 280, 282.

Seaborg, 344 . Shibayama , 346

Sh ifter, 43.

Shima, 338, 331.

Shimaza k i, 259. Short, 259 .

Si ri an ni , 183.

Sau r o,11 1.

S imonett i, 190 .

Sola ri , 190.

Somme rvi ll e, 215. Souchon, 105

Spee (Von) , 64 , 83, 84 , 86, 88, 89, 91 .

Spigai, 191. Sp rague, 331. Spr u ance, 270,271,325,326 Sta lin, 345 , 346, 351. Sta rk , 47, 49. Stumme, 292 . St urdee, 88, 89 , 9 1 , 92. Sweeney, 350. Sz il ard, 344. Takagi, 268. Tanabe, 273. Tanaka, 282 . Teclder, 3 1 5.

Tegett h off, 25, 27, 29, 31 , 32, 34, 4 1. Tcsc i, 237 Thaon di Revel , 100, 111, 113, 114, 183 T ibbets, 349 . T ibe ri o, 193 . T i ng, 33 , 34, 36. T ir pitz (Von), 13 , 61, 63, 66, 67.

Togo, 9 n. , 22, 48, 50, 53, 57, 58. Togo jr, 53 .

Tojo , 250. Toy oda, 324 Tosc an o, 244 Truman, 342, 343, 345, 346, 348, 351 Tyler, 256.

380

Tyrw hitt, 118 .

Uctoms ki , 50.

Ur iù , 53

Vacca , 25, 27, 32.

Vian , 285, 286

Vittor ia (Regina), 6

Wem iss, 146.

Whitehead, 16. Wilson, 104, 139.

Witch, 344.

W i teft , 49, 50

Y i Sun Shin, 273 Yamada, 53. Yamamoto, 252, 255, 268 , 269, 273, 280 , 320 , 324.

Zimm e rm a nn , 79, 136, 13 7, 138, 139 .

381

INDICE D ELLE NAVI

Abu kum a, 252, 331

Achilles, 168.

Admiral Scheer, 165, 167, 169.

Admiral Graf Sp ee, 165, 167, 168, 169.

Adriatico, 24 4.

A/fondatore, 25, 29.

Agincourt , 14.

Airone, 207. Ajax, 168, 207, 229.

Akagi, 252, 253, 255, 271

Alb_acore, 325.

Alfieri, 23 7, 232.

Alpino, 293.

Amalfi, 109 . Ambra , 237.

A 11drea Dor ia, 18 7, 215, 299, 302.

Aquila, 1 13, 192, 303.

A rabic, 104, 136.

Archangelsk, 305. Argus, 22 .

A r iel, 207. Arizona, 260.

Ark Royal, 181 , 206, 215, 245.

Artigliere, 207. Astoria, 2 76, 2 77.

Atago, 328. Atlanta, 282. Atlantis, 169, 171. Attenda lo, 291, 293. Audacious, 95. Augustu s, 192 Aurora, 243. Ba den, 149. Bag nolini, 196. Bande Nere, 205, 206, 285. Barham, 122 n., 228, 238, 245.

B edouin, 287.

B enede tto Brin, 109, 111 Biedovoi, 55.

Bismarck, 164, 169, 171, 1 72, 173, 174, 177, 178, 179, 181, 182, 308. Bismarck Sea, 33 7, 338.

Bla ck Prince, 130. Bianco Encalada, 15. Blù cher, 99

B olzano, 184, 203, 21 5, 220, 229, 234, 291 , 302 .

Boston, 11. Bremse, 145. Bres la v, 105, 1 06. Bristol, 92.

383

Brook(yn, 42.

Brummer, 145.

Cairo, 287, 288.

Calata/imi, 197.

Calipso, 196.

Canberra, 276, 277.

Canopus, 86.

Cap Trafalgar, 83 Carducci, 231, 232. Carlisle, 226 Carnarvon, 91 Cavalla, 325. Cesarevitch, 50 . Chikuma, 252, 331. Chilose, 329. Chiyoda, 329 . Chokai, 331.

City of Flint, 167. Col/eoni, 205. Colorado, 153

Conte di Cavour, 187, 199, 202, 203, 209

Cornwatl, 91, 263

Cristobal Colon, 43.

Cumberland, 168 . Curie, 108.

Da Barbiano , 244. Dace, 328. Dandolo, 1 7, 18.

Da Noli, 299 . Dartmouth, 7 73 .

Darter, 328. Davis, 303. Defence, 126. Derna, 69. De Ruyter, 263 . Deutschland, .165, 167, 187, 305. Devonshire, l 71

Di Giussano, 244. Dorsetshire, 781, 263.

Dreadnought, 21 , 6.l, 62, 63 n ., 6 4 , 6-5, 66. Dresden, 86, 9.1, 92. Duca degli Abruzzi, 220, 303 Duilio, 17, 18, 187, 209, 21 4 , 299, 302 Dunkerque, 187. Duca d'Aosta, 303. Duke of York, 1 70, 306. Durho, 162. Eagle, 203, 204, 206, 288 Emden, 83, 92 . Emden II, 749 Engadine, 120, l 22 Enterprise, 255, 270, 271.

Erin, 14. Espero, 199. .Esploratore, 2 7. Eugenio di Savoia, 287. Ex eter, 168. Falmouth, 143 . Ferdinand Max, 29, 30, 3.l Fiedrich Der Grosse, 118, 7 79

384

Fiume, 220, 231, 232, 234.

Formidable, 792, 228, 230, 231 .

Frankfurt, 149.

Furious, 22, 146, 148.

Furutaka , 280.

Fuso, 331, 332 .

Galilei, 762 .

Gambier Bay, 331 .

Garibaldi, 71, 109, 220, 303

Gioberti, 231, 232

Giulio Cesare, 18 7, 199, 202, 203, 2 l 1, 214, 215, 302, 305.

Glasgow, 86, 88, 9 J.

Gioire, 8, 18.

Gloucester, 200, 229.

Gneisenau, 83, 84, 88, 91, 169, 170, 1 73, 174 , 1 79

Goe~en, 100, 105, l06, 1 47 . Gondar, 206, 236 Good Hope, 85, 86, 88. Gorizia, 234, 285 . Gradisca, 232 Greyhound, 232 . Grosser Kur.furst, 144 Gymnote, 18 Hamman, 273. Hashidate, 35. Hatsuse, 49 Havock, 189 Helena , 320 . Hermes, 263 Hermione, 286.

Hiei, 252, 282. Hiyo, 325. Hipper; 169,305. Hiryu , 252, 273. Hobart, 79 Hood, 152, 177, 178, 179 n Hornet, 265, 268, 270, 271 , 280. Huascar, 15. 1 58, 349. I-70, 260 . 1-168, 273 . l-175, 322 Illustri ous, 191, 206, 208, 214. Indianapolis , 349. Inde.fatigable, 122 n. , 124. Tnfanta lvlaria Teresa, 45, 46. Inflexible, 89, 91. Jnvincible, 63, 64, 89, 91, 126. Iowa, 323 Iride , 189, 206, 236. Iridio Mantovani, 244. lron Duke, 133. ltalia, 18, 19, 298, 302 } ava, 263. jean Bart, l08, 187. Jemtchug , 83. Jervis, 227, 232, 23 7 Jervis Bay, 169. Juneau , 282 Kaga , 252, 253, 271 . Kaiser Wilhelm Der Grosse, 83.

385

Kako, 276

Karlsruhe, 83.

Kent, 91, 92.

King George V, 181. Kinugasa, 282.

Kirishima, 252, 281, 282

Kom et, 169. K6nisberg, 92, 93.

Koreetz, 48. Kormoran, 169.

Kronprinz Wilhelm, 83, 144.

Kujawiak, 288. lance, 243 Lanciere, 286. Langley, 263. Legionario, 193, 207. Leipzig, 86, 91 .

Leonardo Da Vinci, 109

Leon Gambetta, 108. Lepanto, 18, 19. Lexington, 255, 267, 268 libeccio, 209. Lightning, 16. lion, 99, 100. 122 n liscome Bay, 322.

Littorio, 187, 188, 206, 209, 214, 285, 286, 287, 293, 298. lively, 243. Lusitania, 99, 101, 102, 103, 104, 136. liitzow, 122n., 130, 131, 167n., 174, 305.

Macedonia, 92.

Magcleburg, 79. Maine. 39, 40. Malaya, 122 n., 203, 215. Manchester, 291. Marathon, 336. Maritza, 244. Massa chusetts, 292. Mas-5, 114. Mas-7, 114. Mas-9, 114. Mas-13, 114. Mas-15, 114. Mas-2.1 , 114. Mas-452, 23 7. Maya, 328. Mersey, 93. Miche/, 169. Mikasa, 58. Mikuma, 273. Mira bello, 113. Mississinewa, 336. Missuori, 352. M.L. Abele, 337. Mogami, 331, 333. M.oltke, 100, 146 n., 147. Monarca, 25. Monitor, 15, 23, 27 n .. Monmouth, 86, 88. Montecuccoli, 287. M6we, 93. Musashi, 328, 339, 340.

386

Mutsu , 153.

Nelson, 153.

New jersey, 323.

Nicola I, 55. Norfolk, 177, 179.

Northampton , 282.

North Carolina, 279, 281 Nottingham , 142. Novik, 50. Nurnberg , 83, 86, 88, 9 I. Nurnberg , !I 149 Oklahoma, 260.

O/terra, 241 . Ommaney Bay, 33 7.

Oriani, 231 , 2 32.

Orion, 169, 229.

Otr(f nto, 86, 88. Palestro, 29. Pegasus, 92. Penelope, 243 Pericles, 236 Perth, 229 . Petropawlovsk, 49.

Pinguin, 169, 171 .

Pola, 220, 227, 231, 232, 234, 235.

P ommern , 130.

Potemkin, 15 7.

Prinze Eugen, 1 73, 174, 177, 1 79.

Prince of Wales, 176, 177, 179, 245, 262, 263 .

Princeton, 328.

Principe Umberto , 1.11

Prinz Eitel Friedrich , 83. Procida, 244.

P.T. 709, 321. Puttino, 111.

Queen Elizaheth, 23 7, 238, 245

Queen Mary, 100, 122 n., 124

Quincy, 2 76, 2 77. Ramillies, 211 . Randolph, 338. Re d'Italia, 29, 30, 31. Regina Margherita, 7 17. Reina Cristina, 40. Renown, 211 , 211 n. , 215. Repulse, 176, 2 4 5, 262, 263. Resemhurg, 128. Richelieu, 187.

Rio de Janeiro, 14. Rodney, 153, 181 Roma, 187n. , 188, 191 , 192, 298.

Royal Oak, 312.

Royal So vereign, 203, 305 . Rurik, 51.

Ryu_jo, 279 . Sagona , 23 7.

Saint Lo, 334, 33 7. Santo Stefano, 114. Saratoga, 255, 267, 279, 338.

Scharnhorst, 83, 84, 88, 91, .169, 169 n. , 170, 173, 174, 179, 306,308. Sciré, 237.

387

Scipione Africano, 295 .

Scirocco, 286.

Seeadler, 93

Seifé, 9. Sendai, 322. Severn, 93.

Seydlitz, 99, 105, 122 n ., 174.

She.ffield, 181 , 215 Shinano Maru, 53 Shoho, 268.

Shokaku, 252, 254, 2 79, 325

Soryu, 252, 2 71 . Southampton, 214 South Dakota, 282 Sparviero, 192. Spica, 72. Stier, 169 . Strasbourg, 187.

Su:ffolk, 1 77, 1 79 Suvorov, 55, 56 S. 119, 79

Suzuya , 331. Sydney, 83, 205, 206.

Taiho, 325

Ton.e, 252, 2 70, 2 71 Thor, 169.

Tin Yuen , 36.

Tirp itz, 172, 305, 308, 309 .

Titanic, 103 .

Togo, 169.

Trieste, 215, 220, 229, 293

Trento, 209,215, 220, 229, 285, 287. Turbine , 109.

U 4, 71, 109. U-5, 108, 111 . U-20, 99, 102, 103.

U 24, 104.

U 26~ 109 . U-47 312. U 73, 204, 288 U-81 , 245 U 126, 171. U 205, 286. U-33 1, 245 Uc 25, 113 Uebi-Scebeli, 162. Unbroken , 291. Underhill, 336 Utah, 256, 260 .

Valiant , 122 n., J 25, 228, 232, 23 7, 238, 245, 299 Va/paradiso, 15. Variag, 4 8 Vega, 214. Victoriou.s, 1 79 .

Vincennes , 276, 277.

Vindictive, 22, 89.

Virginia, 15, 27 n . .

Viribus Unitis , 1.75, 235.

Vittorio Veneto, 187, 187n. , 788,206, 2.l .l, 215, 220, 229, 230, 231 , 235,302

Vivaldi, 287, 299.

388

Ward, 256

Warrior, 8, 18, 126.

Warspite, 122 n, 126,203,228,230, 232,299

Washington, 281, 282 .

Wasp, 279. Welshman, 288 . Westfalen , 143 West Virginia , 753. Widder, .169. Wien, 1.14. •.

Wo(f 93 . Yahagi , 340

Yamashiro, 331, 332 . Yamato, 328, 339, 340 Yashima, 49 .

York, 227 n ., 236 . Yorktown, 268, 270, 271, 273

Zara, 220, 231, 232, 234

Zenta , 108 Zuiho, 329 Zuikaku, 252, 254, 329 .

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