STORIA DELLE FANTERIE ITALIANE VOL VIII

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Storia delle fanterie italiane Volume Vlll. I Bersaglieri Edoardo Scala

Edizione speciale Ristampa anastatica dell'edizione del 1950-1956 In collaborazione con Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito © 2020 Difesa Servizi S.p.A., Roma Supplemento al numero odierno de il Giornale. Direttore Responsabile: Alessandro Sallusti Reg. Trib. Milano n. 215 del 29.05.1982

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STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO

EDOARDO SCALA

STORIA DELLE

FANTERIE ITALIANE VOLUME VIII

I BERSAGLIERI ·I

*

ESERCITO IL GIORNAL[ • BIBLIOT[CA STORICA



PREFAZIONE

/1 volume che rievoca l'epopea dei Bersaglieri d'Italia si inserisce Luminosamente nella , collana storico-militare che il Generale Edoardo Scala l'a pubblicando a gloria ed esaltazione dell'Arma di Fanteria. Ma il contenuto di questo i olume non interessa so/tonto l'ambiente militare. Esso si proietta, irzfatti, nd vivo della 1

Storia del popolo italiano che nei Bersaglieri ha sempre

identificato se stesso, la sua stessa anima ardente e generosa, il suo stesso spirito vivace ed un po' scanzonato. Penne al vento, note squillanti di Janfare e di canzoni sono i simboli festosi clze hanno sempre caratterizzato i Bersaglieri. Ma dietro a quei simboli ci sono stati sempre, e ci sono, anime, cuori, muscoli generosamente e spavaldamente protesi verso gli ideali più ,wbili, verso le mete più rischiose. E la sintesi, fedele ed espressiva, della Storia dei Bersaglieri racchiusa nel presente volume ne costituisce la testimonianza mil{liore. Leggano i Bersaglieri, vecchi e nuovi, questo libro del Generale Scala : vi troveranno, i primi, · motivi di nosta~[[ico, legittimo orgoglio; vi trovera11110, i secondi, ('Sempi luminosi di ardimento e di abnegazione.


VI

Ma questo libro dovrebbero Leggerlo tutti gli Italiani, spl'CÙ' coloro che, influenzati dal materialismo dilagante, negano i valori morali e cii1ici del 11ostro Popolo. Vi troverebbero, tutti questi ltalia11i, lievito irrefrenabife di efeMzione spiritualt· ! Auguro al Oell('rale Scala che il pià nobile risultato possa coronare la sua fatica.

un

Il. GENERALE DI DIVISIONE ISPETTORE DELL'ARMA DI FANTERIA

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PREMESSA

Questo VII volume della nostra opera viene dedicato all'evoluzione organica ed alle gloriose gesta dei Bersaglieri, della Fanteria scelta per eccellenza, del Corpo che, in oltre un secolo, dalla sua costituzione ad oggi, ha rappresentato, anche per i popoli più diversi dal nostro, la vivaciù, l'impeto, la resistenza alla fatica, al disagio ed al pericolo, che costituiscono le virtù caratteristiche del soldato italiano. Dal passaggio del ponte di Goito, durante il quale, 1'8 aprile 1848, il nuovo Corpo ricevette il battesimo del fuoco, all'ultimo assalto al bivio del Paradiso, nell'imminenza <lell.'armistizio dd 1918, che doveva rappresentare per noi la fine vittoriosa della guerra 1915- 1918, cd alle innumerevoli prove di valore date dai nostri Bersaglieri nella guerra italo - etiopica del 1935 - 1936 ed anche nella seconda guerra mondiale, la Storia del Corpo è tutta intessuta di episodi gloriosi, nei quali i Fanti piumati si dimostrarono sempre degni del materno orgoglio della Patria. In una nebbiosa domenica del 1831, a Torino - narra il generale Renato Piola Caselli (1) circa la genesi del nuovo C',orpo - le truppe ddla guarnigione, nelle loro lucide e classiche uniformi, al comando dei veterani e dei giovani ufficiali, brillantissimi anch'essi, si schi eravano con precise evoluzioni, con esemplare ordine, in piazza Madama e venivano passate in rivista, come al solfro, dal Governatore della città. Rivista, sfilamento, rulli di tamburi, voci di comando, scintillìo di armi, fonfara reale, saluto al Re, con l'abbassarsi delle bandiere, ed nna salva finale irreprensibile. La solenne funzione era al termine; si alzava ancora nella grigia atmosfera il fumo degli spari ... e già le truppe iniziavano il ri(r) RENATO l'1 01.A C,1.sELLI : " Alcssan<lro La Marmnr:1 ", Casa cditric-t· Oberdan Zucchi, Milano, r936.


VITI

torno alle rispettive caserme, per · riprendere J'.i ndomani le formali istruzioni di ordine chiuso. La brigata Granatieri di Sardegna - continua il Piola Caselli ,, muoveva la prima, :nnmin:vok per prestanza e fierezza, al suono ddla marcia Al l 1n ncipc E11gtnìo. 1n testa al 11 battaglione, la lacera e gloriosa bandiera dcll'A ~sictta, simbolo g uerriero del la secolare brigata. Scgut la 1" comp.i~nia dd battaglione. La com anda un giovane e fiero capita no dal pizzo all 'italiana, figura distinta e slanciata, nei cui ()cchi :1pp:1re I \·mo:1.ione, mentre, segna ndo il passo dei suoi ploton i. \'(1lgc I,, sguardo deferente e pensoso alla sua amata bandiera. " Egli è ,\1<-~,;111dr,> Ftrrcro ddb Marmora. ,, Ahitu ;llo ;1 C<llhq1irc il ~oldato specialmente per la gucrr.i. egli è tri~te per il 1rnppo tempo speso nella prepa razione delle parate. S1>ld:1to c p:11 riu1:1, s:1 che nd valore delle armi è 1a forza del mo Pac~c. \ ' uo k clu.: ug ni ura segni una forza nuova per l'esercito del I 11c 11 1u11 k e ,c 11tc di p(l tcr contribuire a tale forza col perfcziona111n111, dcli,· .1111 11 e dei 111c1()(li di combattimento tklh Fanteria. " l.. 1 M;11111()1 :< 11,1 ~i:1 <..unccpito il ~uo Fante, costruita la sua .1n11 ,1 n l li.1 11cl n rorc il i"t1lt1ro Be rsagliere ,1 • S111d 111,11 ddl'.1rt c 111ditarc e della sua Storia, egli h a seguito il 1m,.~n:~\ Ì\'<1 pnfu_ i()11;1r~i delle ~mui cb fuoco e, durante le licenze, ha ,·iaggia1() : 1 ~lll' ,pnc :111 \ ·srero, prendendo in esame il riordin;1.. mcrll,ì delle F.111tcri,- ' JK<"i:ili. ( :on tiucste particolari cognizioni e (On il wn profondn ,pi ri10 mi litare, egli ha presentato al Ministero della Guerra una rel:1:11one sulle truppe leggere degli altri Stati ed una motivata prnpmt :1 per costituire in Piemonte una compagnia di Bersaglieri , an n :11 :1 di t111 :1 carabina da lui stesso ideata. La proposta non è ~tata :1ccolt:1, imponendo essa, come gli si è detto, radicali trasformazioni e ~pese non co nsentite, in quel momento, dal bilancio e <la r:igioni pol it id1c. Ma il della M:mnora 11011 cede; conti nua a perfezionare la sua car;1 bi na e vuok far gillngcrt la sua proposta al Re. ,. li (apitano appartiene allà generazione di Gioberti, di Balbo e di D'Azeglio; ~tlltt l'avvicinarsi dei tempi nuovi; ben sa che Casa Savoia non ha m:1i evitato di compiere s:1Crilici di denaro per l'efficienza dell'esercito. Nclk sue vene scorre buon sangue g uerriero: è figlio di siildato, fratello di soldati . (he hanno portato con onore le armi piemontesi sui campi napoko nici, cd anche dai fratelli egli ha raccolto una ricca esperienza militare. Ai loro convegni familiari hanno sem-


.-Jles.,,111dro Ferrei o della

;\;f 11r ,uora.


,,


XI

pre partecipato amici lombardi e veneti sfogg.iti all'oppressione austriaca, che hanno incitato i Piemontesi contro lo straniero ed acceso nell'animo del della Marmara nuove speranze, che non tarderanno ad effettuarsi )>. Abbiamo così riassunto <-1uanto scriveva il Piola Caselli nel pregevole volume, da lui dedicato appunto al La Marmora ed ai Bersaglieri, in occasione del centenario della costituzione del Corpo; ma noi completeremo, nel I capitolo di questo volume, i cenni biografici di colui che ideò e promosse la costituzione dei primi reparti Bersaglieri e li guidò eroicamente nelle prime guerre per la nostra indipendenza, assicurando al nuovo Corpo la possibilità di acquistare fin dai primi tempi quelle benemerenze e quelle glorie, che dovevano renderlo così popolare in Italia. In questa necessaria premessa noi vogliamo, invece, ricordare, in brevissima sintesi, le glorie e le benemerenze, alle quali abbiamo pitt sopra accennato.

lstituili il 18 giugno del 1836, con appena una compagnia, secondo le proposte dell'allora capitano dei Granatieri Guardie della Marmora, i Bersaglieri raggiunsero, nel 1842, la forza di un battaglione e nel 1845 quella di due, che si distinsero, nel 1848, al passaggio del Mincio, a Monzambano, a Pastrengo, a Santa Lucia cd a Goito, come, durante la campagna del 1849, a Custoza ed a Milano. Da allora l'importanza di questa nostra Fanteria scelta aumentò continuamente e lo sviluppo del Corpo fu legato allo svolgimento di · tutte le guerre per l'indipendenza e per l'unità della Patria; così c he i Bersaglieri raggiunsero la forza di IO battaglioni nel 1852; ~uella di 40 nel 1862, quella di 50 n el 1866, dopo essersi imposti alla ammirazione degli eserciti str;1nieri belligeranti in Crimea ed alla riconoscenza del popolo italiano a Magenta ed a San Martino nel 1859, a Pesaro, a Perugia, a Castelfìdardo, ad Ancona cd a Mola di Gaeta nelle campagne del r86o e del 1861 , cd a Custoza nel 1866. Dimostrato il loro valore anche nell a lontana Eritrea, ad Adigrat, a Cassala e ad Adua e quasi in tutti i fatti d'arrne che portarono alla . conquista della Libia, i Bersaglieri costituirono il nucleo più importante delle truppe suppletive as~cgnatc a ciascu n Corpo d 'Armata del nostro esercito cd iniz iarono la prima g uerra mondia \: con r2 reggin1enti, quasi tutti su 4 battaglioni, di cui uno cicli sti.


XII

Anche durante quel conflitto il numero e la costit11zione dei reparti del Corpo subirono, come si vedrà, aumenti e modificazioni. Il 20 maggio 1915 venne costituita una Divisione speciale Rersaglieri che, trasformata in Divisione di Fanteria nel marzo del 19 16, venne ricostituita, col nome di seconda Divisione Speciale, il 24 ottobre 1917. Nel 1916 vennero formate alcune brigate Bersaglieri. I battaglioni cidis1i, tolti ai rispcttiYi reggimenti, \'ennero posti a disposizione del Comando Supremo e costi tuirono Gruppi di battaglioni. I reggimenti Bersaglieri a piedi , aumentati gradatamente, raggiunsero il numero di 21 e vennero costituiti tre reparti d'assalto " fiamm e cremisì ", uno dei quali, il XX 111. 111crit<'i b medaglia d'oro al valor militare. Dopo il ripicgamrnto al Piave, e~sendo stati sciolti i reggimenti ()", 15" e 21". le hr ig:11c lk rs:iglicri vennero ridotte a 5, per diventare nuo,·;11nrn tc 7 11 cll'ottohre del 19 18, alla ,·igilia dello sforzo decisivo per la ,·i1tori .1 fÌ11 :dc. ,\nclic dur:1111t· 1utta 1:i prima guerra moncfole i Bersaglieri seppero d1n1<>~l r:ir~i deg ni ddk: Ioro tradizioni e consacrarono il loro ,·:dorc co n .~r:l\·i , .1crilizi di sangue, in innumerevoli episodi, degnallH' nl t' ,·,.il t;lf i 111 , il cu ne opere, tr:1 le quali rirnrdiamo partico'.ar111n1 t...- l jlll:Ìl c 1•1>l,l>l1c.111· da li"GCfìcio Storico dd nosrro Corpo di Stato Mag!,!1<,n-. d:il gt'lln;1lt: I)ho e dal generale Dal mazzo. L·croi~lll<> d i111mtr.1to dai Bersaglieri allo Sleme cd al Mrzli. a Pieno n l :il S:111 ìvlil l1clc, :1 Monfalcone cd alla Bainsizza, a Fagarè ed ;1 Capo Silc. in 11111i i rnmh:1ttimenti piì1 import:rnti , comp resa la 2ra nde h:1ttagli:i ,·itturima che decise b guerra, venne dimostrato dalle gr:ffÌ p~rditc ~u1>Ìtc dal Corpo; perdite d1e, su 2 10.000 Bersaglieri compkssivamcn1c mobilitati, ammontarono :1 32.000 caduti cd a 50.000 frriti. Molte furon o le ri compense al valor militare conferite ai reparti per la guerra 1915- 191 8: 2 medaglie d'oro. 16 d' argento e 43 di bronzo. Moltis~inw l.J licllc assennate ai singoli: 16 ricom1lensc dell'Ordine Militare di Savoia. 2 0 med:igìic d·oro, 2592 d'argento, 3784 di bronzo e 1687 rrnci di guerra. Fra gli eroi, alla cui memoria venne conferita la medag lia d'oro al valor militare, il pit1 popolare fu, senza dubbio, Enrico T oti che, figlio dd popolo, ven ne a combattere - secondo 1.p1anto di sse di lui il compianto Maresciallo Giardino -· " per la sah·czza del popolo e diede al po1x>lo la legge della sua sal\'ezza, proclamando col sacrìfi zio della vita che non si tfoert:1, senza perpetuo disonore, la Patria in guerra ,.. L'ultimo fu il sottotenente Ri va di Villasanra, caduto alla ~

~


Xlii fine della guerra, mentre, alla testa dei suoi Bersaglieri, incalzava il nemico in ritirata « per spingere - disse il d'Annunzio - b villoria più lontano, per più accostarsi a quelli che ci aspettavano » . Le cifre più sopra ricordate dimostrano chiaramente che - come bene a ragione scrisse il generale Giacchi - anche nella prima guerra mondiale, sul Carso, sulle Alpi, sul Piave, i Bersaglieri seppero degnamente emulare i loro predecessòri, che già durante le guerre del Risorgimento e poi, nelle lontane terre d'oriente, sul !e ambe dell' Eritrea, nelle sabbiose solitudini della Libia, avevano consacrato col loro sangue migliore le nobili tradizioni del Corpo. Dopo avere partecipato alla guerra italo - etiopica del 1935-19~6 cd avere dato molti volontari a quella di Spagna, i Bersaglieri com batterono ancora, durante il seconc!o conflitto mondiale, su tutti i fronti di guerra. Non più coi reparti riuniti in Grandi Unità speciali, come nella prima guerra mondiale; ma coi battaglioni raccolti intorno al labaro di ciascun reggimento, essi furono presenti dovunque e dovunque compirono, spesso con gravissimi sacrifìzi, il loro dovere, combattendo contro i Francesi, i Greci, i Russi, gli Inglesi, gli Americani; nonchè, dalla fine del 1943 in poi, anche contro i Te<leschi e dimostrandosi, contro ogni nemico, sempre memori dell'austera regola loro imposta dal fondatòrc.

Queste, in rapidissima sintesi, le vicende organiche e le glorio-se gesta dei Bersaglieri che noi vogliamo ricordare in questo VII volume della nostra opera; volume che, secondo le nostre speranze, deve riuscire particolarmente gradito, non soltanto ai vecchi cd ai nuovi Bersaglieri; ma a tutti gli Italiani, ancora capaci di ritrovare nelle glorie · del passato i più sicuri vaticini per il nostro immancabile avvcnuc. Infatti, non soltanto tutti 1 componenti dell'esercito; ma anche tutti i cittadini ancora devoti al culto della Patria dedicano ai Fanti del La Marmora una simpatia più spontanea ed un affetto più vivo, del quale ci sembra doveroso prendere in esame i particolari motivi. Quando - scrisse il Fiocca (1) - per le vie affoHate delle nostre città, per quelle silenziose dei nostri borghi del piano e del monte. (1) F1occ1. : ,e Le nobili Famcrie ,,.


XIV

per le vie aperte e solatie della nostra feconda campagna verde, passano i Bersaglieri (una volta Fanti spigliati ed audaci; oggi ciclisti silenziosi e rapidi, piumctto al vento sempre), sostano le opere nelle officine, nei campi e nelle case, sosta il passante, accorre festosa la fanciullezza d'Italia cd in tutti passa un fremito gagliardo di giovinezza fiducios:1. o Perchè J"anim a italiana, che tanto ama indubbiamente tutti i nostri soldati, d?1 a q_u cst'arnorc apparenza e sostanza di un vero e proprio entusiasmo nci co nfronti dei Bersaglieri? )•. La risposta, n on v" ha dubbio, va unicamente ricercata, secondo il Fiocca. ndlc ori~ini di questa specialità della Fanteria; anzi per c~sen.: pit1 esat ti - in c1ucl che era il clima storico della vita itali:111 :1, :11lorchè il capitano Alessandro Ferrero della Marmora ottcncv:1 d:d Re ( ::1rlo Alberto di costituire la prima compagnia di Ber~agl ieri. Si e ra, come :1bhiamo già ricordato, nel 1836. C 111ll.1t11. u r 1n:1i già da 21 anni, l'Impero napoleonico, le vecchie I )in.1, tic n rropcc :1\·cv:ino ripreso le loro Corone: ma non invano il Pirn1u11l c ,l\'l'\';1 .1rfcrma10. dal 1559 al 1796, la sua salda compagine md1pcndcn1 c: no n 111\'ano. con le idee nuove della rivoluzione fra11cnc. cr;1 q:110 c rc:11 0 un Regno Italico, sia pure asservito a11a Francia d i N :111nk1111c I. il L\Ualc aveva pur consentito che truppe italiane si fu ~~n o w1•crti.: di gloria . al suo comando, in tutta l'Europa: non in\':111,i Cioarr!iino ~forat a Bologna il 30 giugno 18r4 ed a Rimini il 311 111 :,rzo 18 15 - - aveva chiamato gli Italiani alla guerra liberatr ice d:1110 ~traniero . Anche se l"attesa doveva prolungarsi ancora per molti a1111i. tutti questi eventi preannunziavano che, al momento opportuno. si sarebbe passati finalmente all'azione. seguendo l'unico Stato it:il i:r no veramente indipendente. Co~iccliè· tjuegli Italiani che, tra il 1830 ed il 1848, avevano fissato gli sguardi sull'esercito del vecchio Piemonte con un sentimento di cr~~c<.:1; t<.: hduci;1, salutarono con infinita gioia i primi Bersaglieri, m (111:into "idero nella nuova, agile Fanteria, la prova certa che ormai si arfìl :1va 110 le armi o, meglio, si preparavano g li animi per i ruturi cimenti. F., poichè i Bersaglieri assolsero poi sempre e dovunque il loro compito. tutti finirono col vedere e con l'amare in essi il soldato per eccellenza; il soldato forte nello spirito e nel corpo e quindi capace di combattere e vincere, di marciare e colpire, di sopportare .il sacri ficio e cli sfidare il pericolo, con una più sicura speranza di vincere.


xv Le ragioni addotte dal Fiocca per spiegare l'affettuosa simpatia che il nostro popolo dedica ai Bersaglieri, sono, senza dubbio, ottime ; ma esse non sono, a nostro giudizio, k sole. E' vero, infatti , che.: il nuovo Corpo cominciò la sua vita, ormai secolare, pochi anni prima che s'iniziassero le guerre per l'indipendenza nazionale, così che::

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i.A dedica ai Bersaglieri dell'ode " Piemonte" di Giosuè Carducci.

- come scrisse Mario Mona - le fanfare dei Bersaglieri irruppero con le prime diane d'armi, quando il popolo stava per levarsi finalmente contro l'onta del servaggio. E' altrettanto vero che la marcia degli Italiani verso l'indipendenza e l'unità trovò nei Bersaglieri una giovane, impetuosa avanguardia; ma noi riteniamo che il fenomeno psicologico del quale cerchiamo la spiegazione derivi anche e specialmente dal fatto che lo stesso La Marmora - come si legge nella sua proposta - volle che i Bersaglieri fossero, non soltanto particolarmente abili nel tiro e resistenti alle celeri marce ; ma possedessero in modo spiccato le qualità peculiari dei giovani italiani.


XVI

Alessandro La Marmara volle, infatti, che il nuovo Corpo da lui proposto fosse egualmente idoneo a muoversi ed a combattere 1< nelle montagne e paesi rotti q_uali coprono l' Italia e gli Stati confinanti n cd affermò che il reclutah1cn:o e l'~Jrganizzazione dei Bersaglieri potevano venire facilitati ,, dall'indole e dalle abitudini della popolazione ». Appunto per questa ioro rispondenza all ' indole della popolaz ione i Bersaglieri furono particolarmente amati, non soltanto in Piemonte; ma in tutta l'lta!ia, come dimostra il grande numero dei reparti di volont;m che, nd 1848, vollero assumere la stessa d cnominaz1onc Anche Giosuè C ,rducci, nel dedicare nel 1905 al Corpo d ei Bersaglieri l'ode sul Piemonte, scrisse che i Bersaglieri meritarono di impersonare ,, nel concetto popolare, l'entusiasmo cd il valore deli'Ita lia l,. Circostan za, questa, che poi è stata da tanti altri riconosciuta cd autorevolmente ço nfermata.

A11d1c il Marc~c ialìo d'Jtalia Gaetano Giardino, l-he aveva trascorso nel Corpo gli anni della sua gio vinezza, affermava che i Bers;iglieri " sono stati sempre neri d'impersonare, secondo la convinzione spontanea del popolo, la figura caratteristica del soldato italiano"· E, poichè - come fin dal 1870 notava un autorevol e parlamentare.: alla Camera dei D eputati - i sentimenti nazionali ,, si accettano e si trasportano anche oltre i confini >i , i Bersaglieri sono stati considerati anche all'estero come i degnissimi rappresentanti del nostro esercito. Per conseguenza è appunto con questo particolare sentimento di ammirazione e di affetto, gi:1 da tempo condiviso da tutti gli Italiani, che noi dedichiamo q uesto volume ai Fanti piumati, sui quali il generale Armando Diaz fo rmulava, al!a fine del primo conflitto mondiale, il. seguente, lusinghiero g iudizio. ,, Creati per _osare. audaci e saldi ornm1ue fu lotta per i diritti ed i destini d'Italia. i Bersaglieri, prodigando nella g rande guerra generosi olocausti ed esempi cli fulg ido eroismo, hanno fieramente affermato le nobili loro tradi zioni di forte preparaz ione, di serena baldanza, di rcsis"tenza a tutta prova, che furon canone della loro fondazione e che sempre han serbato come sacro retaggio e vanto superbo.


XVII « Il Carso cd il Piave, la pianura e le regioni montane n<.: vid ero

le gesta, la ferrea tenacia, lo slancio travolgente, il. ful g ido valore; cd, in Trieste liberata ed esultante, significarono consacrazio n<.: della nostra grande e decisiva vittoria ». Per: quanto la Storia del Corpo sia di due secoli più breve rispetto a quella dei Granatieri, noi, nel ricordare l'evoluz ione o rga nica e le gesta guerresche dei Bersaglieri, divideremo anche la m :it<> ria di questo volume in tre parti, dedicate rispettivamente: alla costituzione del Corpo ed alle sue gesta nelle guerre del Risorgimento ; alla partecipazione dei Bersaglieri alle conquiste coloniali; alle imprese e-0mpiute dai Fanti piumati nelle due guerre mondiali.

EDOARDO

ScALA



PARTE PRIMA

I BERSAGLIERI NELLE GUERRE PER L'INDIPENDENZA E PER L'UNITA' NAZIONALE



I.

ALESSANDRO FERRERO DELLA MARMORA

Alessandro Ferrcro della Marmara, alla cui m emoria i nostri Bersaglieri dedicano ancora un sentimento di riconoscente, affettuosa e quasi mistica devozionè, nacque a Biella il 27 marzo 1799. da Celestino Ferrero della Marmora e da Raffaella di Bc;rsezio, donna di nobilissimi, patriottici sentimenti. Alessandro fu, in ordine di età, il terzo dei fratelli della Marmara, che seguirono la carriera nulitare e raggiunsero il grado di generale: Carlo, Alberto, Alessandro cd Alfonso, il quale ultimo doveva essere piL1 volte - come già sappiamo dai volumi precedenti - Ministro della Guerra e Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno Sardo. Perduto il padre ancora adolescente, Alessandro fu educato dalla madre al culto dei più nobili ideali. Erano g li anni, t1uclli - ricorda l'.Angclini (1) - in cui la bufera ·rivoluzionaria francese, penetrata nel 1796 nella penisola con le mili zie del Buonaparte e risospinta oltralpe nel 1799, stava nuovamente dilagando in Italia. Poichè il Piemonte era allora dominato dalla Francia, prima repubblicana e poi imperiale, Alessandro della Marmora venne nominato paggio della Corte imperiale. Governava allora il Piemonte il Principe Camillo Borghese, che aveva · la sua sede in Torino, .insieme alla moglie, Carolina Buonaparte, sorella dell 'Imperatore della Francia e Re dell'Italia. Benchè ancora fanciullo, Alessandro, non ostante le lusinghe della Cotte, avrebbe preferito seguire i fratelli maggiori che, partecipavano alle guerre napoleoniche con l'esercito franco - piemontese. Anch'egli era impaziente di divenfre un vero soldato e quando, nel 1814, ritornato il Re di Sardegna in Piemonte, si ricost ituì l'cser( 1) A NGEI.1~1 :

«

Dal pome di Goito :illa marcia su Gondar ,,.


l'ito piemon tese, ve nne nominato, a quindici anni, sottotenente nel ( :orpo dei Granatieri Guardie. L'anno dopo - avendo il Piemonte partecipato nel 1815 all'ulti111:1 coalizione europea contro Na_poleone I, tornato improvvisamente in Francia dall'isola d'Elba - il g iovane sottotenente, che non avrebbe dovuto far parte del contingente piemontese contro la Fran cia. indusse un altre ufficiale a cederg li il posto, per permetter,c li di partecipare a quella campagna. Ma quando, tramo n tato definitivamente a Waterloo l'astro napub,n ico, s'iniziò un lungo periodo di pace per l'Europa cd egli dovette rinunziare alla gloria sognata sui campi di battaglia, il La Marmora, nelle monotone occupazioni del tempo di pace. si ckdicò :ilio studio dei più importanti problemi militari. Il rispetto a gloriose, ma anti<p1ate tradizioni e non lievi errori comuni a quasi tutti gli eserciti dell'Europa infirmavano allora l'cflÌ Gtcia della preparazione alla vera guerra dell'esercito sardo (, ), nt:I ' !1 1:ilc. per le ri strettezze imposte dalle condizioni dell'erario. h di\Trs:1 provenienza dei Quadri cd il difettoso sistema di rccl ut :11n cnlo, Li Fanteria era in uno stato di inferiorità rispetto alle altre Armi. ivf:111c:.1,·a in essa la necessaria :1hiliù nel tiro, l'aìlcnamcnto ;1iic mar· ..:c. l'abitudine agli esercizi fisici e, soprattutto, ,1 quello spicc:i to pun '" d"onorc. che è fonte di inesauribili energie ed ardimenti ,, . In un:.i lettera al fratello Alfonso, ·scritta nel 1831, /\ lcssa ndro. ,·l1t· llt"I 1823 ;i,,ev;.i gi~ rnn~eg11itn il grado di capitano. giu st:imcnte l:11ne nrava: ,, Il soldato non sa ti rare, non marcia, nè sa di m:,novra e lo ~i fo llltlo il giorno lucidare, perchè diventi terso ro1rn.: uno ' I,ccchio ,, . Convinto cli queste deficienze e divenuto esperto conoscitore. per i ~uoi viaggi in Francia, in Austria cd in Prussia, delle Fanterie , t rani cre, Alessandro della Marmora o, come più comunemente or111 :ii ,i dice, La Marmora, pensava hene a ragione che le formazioni 111 o rdine chiuso, suile quali tanto imistcvano i rcgobmcnt1 e le l\lruz ioni dell'epoca e che, per il ricordo delle guerre napolconi chc, c:r:1110 statc conservate anche per il combattimento, non erano più < omp:i1ibili coi progressi delle armi, notevolmente migliorate nella .1•.itt:11:1. nclb precisione e nella celerità del tiro; progressi che imponn.1111> cvi<lentemente formazioni tattiche meno vulnerabili. Il La M.11rno r:i cominci<\ q uindi, a ritenere necessad, specialmente per la ( , ) S1 t<,11, uhi in proposito il III rnlurnc di quest"opera.


5 Fanteria, ordini e formazioni di combattimento più sciolri clic, sul campo di battaglia, lasciassero ai singoli combattenti la possihilit ~ di ben impiegare le loro armi, facilitassero il movimento anche lll:i terreni rotti ed accidentati .e potessero servire .a diminuire le perdite. Diligente studioso dell'organismo militare, il La Marma ra , quasi a facilitare l'attuazione della sua idea con un esperimento, do po avere constatato quanto si era fatto presso le altre nazioni per k Fanterie leggere, concretò le sue idee nella Proposizione, o proposta , da lui indirizzata, nel 1831, al Ministro della Guerra di Villamarina per costituire una speciale compagnia di Cacciatori, che avrebbero dovuto chiamarsi, per il migliore armamento e l'abilit;1 nel tiro in loro sviluppata da un efficace addestramento, Bersaglieri. I Bersaglieri dovevano adoperare una carabina che, ideata dallo stesso La Marmora, si prestava ad attuare, anche per quanto riguarda l'armamento, la sua nobilissima idea. Egli pensava - nota I' Angelini - di creare un sold~}!} scelto, che servisse da modello a tutta la Fanteria; un soldato a·éldestrato con particolare cura al co"mbattimento, nella ginnastica e nelle marce celeri e che fosse così efficacemente animato dallo spirito di emulazione e dalle energie morali, da meritare la più completa liduci a anche nelle situazioni più difficili. A questo nobile intento il La Marmora si dedicò con un fervore da apostolo, addolorandosi, ma non sentendo diminuire le sue energie per l'incomprensione e per le ostilità che incontravano le sue idee; finchè, nel 1835, egli pensò di rivolgersi direttamente:: al Re e presentò a Carlo Alberto la sua proposta. Questa venne accolta benevolmente dal Sovrano, che aiutò efficacemente il La Marmara e che, col Decreto del 18 giugno 1836, autorizzò, come vedremo, la istituzione di due compagnie Ilersaglieri. Nell'ambiente militare di allora - nel quale l'istruzione del soldato era quasi esclusivamente quella formale, il tiro col fucile non veniva sufficientemente curato e di ginnastica si parlava assai poco - la proposta del La Marmara non poteva trovare una favorevole accoglienza, senza prima superare non lievi difficoltà, le quali vennero vinte, ·ma non anco ra del tutto, con la proposta presentata al Re nel 1835. In proposito, ci sembra interessante ricordare quanto il generale Carlo Corsi (1) ehbe a scrivere dei primi Bersaglieri. ( r) C0Rs1:

«

V cnticinquc anni in

rr:ilia •·.


6 « Sul cadere dì un dì piovoso io giungevo a Torino, venendo da Alessandria. La pesante vettura che mi portava insieme ad una doz'l.ina di persone, svoliando sulla pinza della G ran Madre di Dio, intilava rapidamente il ponte sul Po, quando l'occhio mio, curioso in mezzo a t:rnte cose per mc nuovissime, si fermò sopra una strana figura di uomo nero, c he stava piantato proprio là, all'uscita del ponte. Un cappdlaccio a larghe tese messo a sghimbescio. un mantclktto serrato al collo e stranamr nte corto, calzoni di foggia militare e, di mttu al mantello, l'estremità .. di uno schioppo e la punta di un fodero d'arma. Cappc:llo e mantello gron da\'ano d'acqua: era già buio e l:t carrozza andaYa a galoppo. i'-ion vidi, in tiud nero, nè viso. nè mani e non so l jllak idea mi pa ssasse pel capo: ma ricordo c he m i trovai in vt'na di h11011 umore. Io stavo per chiedere chi foS$C t1uelLt bizzarra figura. (1ua11do uno dei miei compagni di viaggio csclam<':i, add itando appunto a quella specie <li gnomo, ''il povero Bersagliere... ., Fu la prima volta che //e,.1111d10 Farero d r/111 .\f,1rm or11. udii proferire questo nom e e, da\'\'Cro, l'im pressione l . 111. 1111 1. al primo aspetto, dal primi ssimo che vidi degli uomini cui qt1d 1111111 e ~i appella ""· non fu ammi rativa. Vidi poi per le vie di T,,, 1110 :tltri di quei so.ldati, senza l}llello ~tram> mantcllctto, col pen11.111 li1 c, w olazzarite, in farsc:tto succinto, svelti, vivaci, risoluti . .. ~11 lurono d ette di loro mirabili cose : che erano capaci J i fare , 1 lrilnrn <"l n di corsa in 2 0 minuti e poi scavalcare muraglie, in crpi•;.


7 carsi per groppi e balz i, saltar fossi e siepi, poi tirare a segno, a colpo sicuro, a sette od ottocento passi. <, Benchè allora non avessi idee nette in fatto di milizia, e fo rse appunto a motivo di quell'ignoranza, tutto ciò mi seppe di ciarlataneria e non osai dar torto a coloro, forestieri o Piemontesi, cui quella divisa pareva stravagante e sgraziata e quella gente piuttosto una banda di guerriglieri che un Corpo di soldati. Una mattin:i , dietro piazza Vittorio Emanuele, udii un infernale disaccordo di stridule trombette e vidi sfilarmi dinanzi, in un minuto, un 400 di quei diavoli turchini. Andavano a passo speditissimo, quasi a slanci, curvi sotto il peso di enormi zaini, con le carabine in bilancio. Tutto quello scuro, i1uei neri pennacchi svolazzanti , quello stridere di trombe e quel passo precipitoso, avevano un certo che di tempesta da scuotere i nervi ed infiammare il cervello. Ma uno di quei canuti avanzi di Moscovia mi freddò, dicendo: "Spauracchi d~ bambini ; quel La Marmora è un sciupa-ragazzi ; un Moloch ch e si pasce di sangue umano. I suoi Bersaglieri non servono ad altro che a riempire ospedali e cimiteri. Quel carico su l gro ppone!... quella cintura stretta alla vita!. .. quei sal ti, quelle coN: indiavolate!. .. Povera gioventù, povero Piemontese, ... " lnfatti si diceva che ie ernie e le polmoniti fosse ro frequenti in quel Corpo. Le donne a_ffermavano perfino che La Marmora , per far correre j Bersaglieri, faceva loro togliere la milza. " Li riviJi in autunno sulle lande di San Maurizio, sto.rmeggiare sparsi e tirare a segno. Erano dav\'ero svelti corridori e tiravano a meraviglia. ,1 Ma da un lato il vecchio oracolo diceva: "Metteteli in faccia ad uno squadrone di Corazzieri francesi , di U ssari austriaci o ad un battaglione Goldan o di Kaiserlic h, questi ballerini ... ". E dall'altro parecchi giovani militari brontola vano: ''Qualunque C'..orpo di F anteria può fare lo stesso purc hè lo vogli:i". ,, Intanto g li spregiudicati dicevano: ,.J Bersaglieri non sono una nuova Fanteria; m a solo un saggio di ciò che potrebbe essere la Fanteria tutta, fra pochi anni ; sono la prima forma di un concetto c he mira ad un radicale mutamento nella tattica di tlltta la miliz ia :.i piedi. ,, Avevamo a confronto due sistemi tattici: il vecchio, che sul finire dell 'epoca napoleonica, cominciava già a declinare cd un nuovo, in prova. La guerra dirà quale sia il mig.liore dei due. Bisogna dunyue aspettare la prova del fuoco >•.


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La pro va ven ne ad affermare palesemente che l'istituzione dd I .:i Ma rma ra costituiva un grande progresso militare e ringiovaniva l:1 tradizione secolare del valore piemontese.

N d 18~9, mentre :1ttendeva alla costituzione della 3• compagn ia lk r~:iglieri , il La Marmor:1, dopo un ulteriore viaggio all'estero co111piuto :ilio scopo di osse rvare le Fanterie specia li degli altri eserciti, pre~c.: nta\'a al Ministro della Guerra di Villamarina una relazione, 11e.:lla quale proponeva che i Bersaglieri venissero adoperati ncll 'escrr ilo co me C.acci;-itori . E' mio dovere --, scriveva allora il La Marmara - ,, prima che .il Corpo si aggi ung a la novella compag ni:,. di prc.:~en t:u e u n rapporto, col quale rendere esatto conto di ogni cosa, propone ndo ad 1111 tempo q uelle modifiche c he, a mio parere, sieno per essere le p iù 11 c.:ee~sa rie, giacc hè ad altra mèta non tengono le mie o pc.:raz ioni ,· in ci<\ mi lusi ngo , a vrc\ in Lei piena crede nza -- che :il ~olo he n e ,kl militare servizio ,1. hi. 1ntam. egli ce rcò se m pre di pcrtez 1o narc il 1111m·n Corpo e d i re nderl o sempre meglio atto ad offrin: un \'alido co ntributo al la d fi cicnza militire della Patria. I num erosi, lusi ngh ieri comme n1i, che accompag na rono, cornc \T d rrnw , l'i~tituzionc dei Bersaglieri, compe nsa rono brga mentè i\le~~~1nJro della Marmora dell'incomprensio ne incontrat~1 al l'i nizio e: dcll:i costanza dimostrata per l'effettuazio ne della sua idea ( 1 ) . Pc.:rcorsi ra pidamente i vari gradi dell'esercito fino a colo nnello, egl i aspettava c he la prova del fuoco conferm:im: le speranze riposte 11ci suo i Fanti piumati. E quella prova g iunse quando, nel 1848, il I,i cco lo Piemon te. accorrendo ali 'appello d ei Lombardi. os2) lanciare .-o niro la potente Monarchia danubiana il suo g u anto di ~fida. Il 18 g iug no 1848, m entre i Bersaglieri passa\'ano il pont e sul :Vl111 cio presso Goito, il La Marmora, c he attaccava g li Austriaci alla 1n 1.1 dei ,uni Fa nti piumati , ebhc anch'egli il ba ttesimo del fuoco e ( , ) I ., · dtltidenzc su scitate dalla proposta del La :VbnnorJ, e pn le quali I,, •,11:i prt111.1 , , l'ropo, izionc " , dtl 18:p no n tra , 1:1ta ac,:ctwta , non pos,ono " '" 11 .11, .du1n.1 ,..>rpn:sa. Nel "olumc Hl di qucst'optra. noi abbiamo, infatt i, , 11111 d.,,., k .:011dil.io11i dell 'csercllo sardo - picmontcst: !'rima che si iniziassero I,· 1,:11111 r p n l' i11dipc11de nz;1 d 'Italia; co ndizioni che ci vengono confermate ., 11, lir d.il ( ·.,r, i t ' d:il F:t hri s.


e; riportò una grave ferita al viso, per la quale dovette tempo raneamente abbandonare il comando del Corpo. Mentre si trovava in cura a Bozzolo, egli seguì però sempre col pensiero i suoi Bersaglieri, esultò delle loro prime affermazioni e cercò di impedire che il Corpo, aumentando i propri reparti, perdesse le sue caratteristiche. Ricevuta notizia di una prossima trasformazione organica contraria alle sue idee, egli riuscì, infatti, ad opporsi all'impiego di nuove, improvvisate formazioni di Bersaglieri; ed ecco quanto, al riguardo, egli scriveva al fratello Alfonso: n E' già la quarta formazione in 40 giorni! Ma cosa si ha contro il mio povero Corpo? E' un impasto di Corpi Franchi o di battaglioni Cacciatori? Non si vuol capire che i Bersaglieri sono compagnie di tiratori, come ve ne sono in Prussia ed in Svizzera, distribuiti come piccole batterie di Artiglieria? Occorrono uomini scelti, ufficiali attivi, istruiti, intelligenti. Mi hanno dato degli ebeti di 6o anni, dei panciuti. E così per le armi. Ne ho ancora tre quarti con fucili di Fanteria e quelli armati di carabina non conoscono l'arma, avendola ricevuta soltanto al momento di partire per la guerra. « Ed ora cosa faranno con k nuove formazioni? Sono ben sfortunato da 12 anni in qua ... e poi tutti vogliono i miei Bersaglieri, dopo avermi contraddetto in tutto!. .. li . Il 22 luglio r848 il La Marmora venne promosso maggior generale, incaricato d'ispezionare i battaglioni Bersaglieri e di assumere il comando del << Porto di Governolo, testè dalle truppe preso a viva forza al nemico )) ' come gli scriveva il Capo di Stato Maggiore, generale Di Salasco. Bcnchè ancora sofferente per la ferita ripor~ata a Goito e con le ossa della mascella non ancora ben saldate, felice di non venire allontanato dai suoi Bersaglieri, egli raggiunse immediatamente il posto assegnatogli; ma le sorti della campagna già preannunziavano la sconfitta dell'esercito piemontese cd Alessandro La Marmara, raccolte le forze in ritirata sulla destra del Po, dovette ripiegare fino a Piacenza, dalla quale città, dopo la firma dell'armistizio Di Salasco, comandò il presidio di fronte agli Austriaci, felice di essere ancora al posto d'onore. A Piacenza egli venne avvertito che sarebbe stato destinato a coman.9are la brigata << Piemonte » sul Ticino e si dolse col fratell o del provvedimento: <( Mi pare che vi sia già abbastanza da fare qui, invece di mandarmi altrove. Mi avevano nominato ~cnerale a dispo-


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~izionc.: del Re.: ed Ispettore dei Bersaglieri; mi ero fatto fare I' uniforme in oro e cremi si (colori dei Benaglieri); no11 dubitavo che , col tempo, si sarebbe creata una brigata Bersaglieri e che vi saranno sempre delle avanguardie o brigate, composte e distaccate, per darmene il comando; ciò che sarebbe l'incarico più adatto per me » . Ma le sue doglianze rimasero inascoltate ed il i'' settembre 1848 il generale Da Bormida, Ministro della Guerra. pur formul ando i più lusinghieri gi udizi sulla sua opera e sul Corpo dei Bersaglieri , lo destinò al comando della brigata ,, Piemonte 1•. " Già prima che l'esperienza della scorsa campag na - scriveva il Da Bormida - avesse dimostrato di 4uali e quanti vantaggi fosse all'esercito il Corpo dei Bersaglieri , era ben noto che simili , soddisfacenti successi erano principalmente dovuti alle indefesse cu re, allo ~1udìo appropriato ed alla ~olcrzia del suo Capo: C1,·. A k ssanclro La Marmora. ,, Il Ministro è così intimamente persuaso che le di lu i cure indispen~abili siano a t1ud Corpo nel suo riorganizzam<.:nto. ove m: ~ia il c;1so; ma , siccome nel prcfaro generale si :1ssocia110 inoltre i vantag~i Jd R. Servizio, altre molt e qu~dit;1 utilissime. c.:gli t· perciò , be, in ,F ieno llìOlll (' lllo, rnalH.a11du la brigata ,, Piemonte ,, di un ;: cneral e. si destina lui temporaneamente ad a,~umerne il com:111do1,.

1niziara~i, dopo i selt(' mesi ddL1rmistizio, la campagna dd Alc~sandro La Marmora, che era riuscito, dedicando allo ~rnpa tutte le su<: energie, ad or~anizzarc 7 battaglioni Bersaglieri, d ei l1uali 2 di volontari , sempre con la speranza di assumerne il comando, vennc nominato Capo di Stato Maggiore delresercito ; carica alla liliale \'enne chiamato senza dubbio per la sua grande popolarità, co n la t1uale si credeva di rendere meno g ra\'i le conse~uenze della 11on1ina dd generale Chrzanow5ki a Capo dell'esercito picmontc$e. Durante la campagna., così brc\'e e così tragica, il L1 Marmora fct.:l' di tutto per oppor~i alla disfatta , esponendo coraggiosamente .111d1e la sua vita, come fece a Mortara ed a Novara, dove, dopo la M"<mlitta , egli stesso riunì i sup<-rstiti dd la 2" Di\'isio nc per re.sistcre :111cora al nemico. n ·suo eroismo venne riconmciuto con i] conferi111en10 ddla meda glia d'argento al valor militare. Finit:1 la pri~a guerr:~ per l'indipendenza e scoppiati i moti di ( ;rno,·:i , qu:indo Alfonso La Marrnora, al tornando della 6~ DiviJ 849,


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sione, accorse a domare i tumulti, il fratello Alessandro voll t: anche egli recarsi in Liguria, dove la sua presenza riuscì molto cffì<::H:t.:. In proposito il generale Alfonso, nella sua relazione sui faui Ji Genova, scrisse: " ... in questo frangente giungeva mio f ratei lo, Capo di Stato Maggiore dell'esercito. Mi valsi del suo nome, della sua autorità ed influenza onde mantenere fermo l'animo dei Bersaglieri, di cui fu il fondatore. lmperoeehè costoro, venuti da S. Quirico il mattino, combattevano da più ore senza cibo o ristoro di sorta, moltiplicandosi e facendo fronte da ogni parte, cominciavano a sentire la \stanchezza; ma, rincuorati dalla vista e dalla voce del loro antico Capo, continuarono a difendere tutta la linea occupata, contro i vani, disordinati sforzi degli insorti n . Quando Alfonso venne nominato Ministro della Guerra, Alessandro assunse il comando della Divisione di Genova col grado di tenente generale, conseguito nel 1852. Ma, anche al comando della suddetta Divisione, egli seguì con vigile affetto i suoi Bersaglieri e proprio a Genova istituì una Scuola Centrale, alla quale affluivano, a turno, gli ufficiali dei Bersaglieri, che ricevevano direttamente dal fondatore del Corpo i più preziosi insegnamenti. Un giorno, mentre il IV battaglione Bersaglieri si esercitava al Poligono di tiro, presso la città, il La Marmora, poichè il direttore del tiro aveva fatto cessare il fuoco per assicurare l'incolumità dèl Generale, lo rimproverò indispettito: << No, no, ca fossa nen ccssè 'l fcue; bcrsagliè da poc, se invece d' colpì 'l bersaglio a colpisca mi ! )) .

Quando, nel 1855, il generale Alfonso La Marmora venne chiamato al comando del Corpo di spedizione piemontese in Crimea, Corpo del quale facevano parte cinque battaglioni Bersaglieri, Alessandro chiese ed ottenne di partecipare all'impresa, al comando <lella 2· Divisione. Ma, mentre egli sperava di contribuire a tenere alto il nome delle armi piemontesi fra gli altri eserciti belligeranti contro la Russia, venne colpito dal colera e, dopo pochi giorni, morì a Kadikoy, lasciando nella famiglia, nell 'esercito, e specialmente tra i Bersaglieri, il più vivo rimpianto. I primi casi di colera tra j soldati dell 'esercito sardo si erano manifestati alla fine di maggio. Dopo piogge dirotte il morbo era


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di ve nuto più grave. ll 30 maggio si erano lamentati 46 casi: il 4 giug no 226. I più colpiti erano stati i Bersaglieri. Il primo ufficiale: 111orto era stato il tenente Toselli del Corpo. J mezzi profilattici c r:1110 ddìcie nti. Alessa nd ro La Marmora aw:va avuto l'incarico d'ispezionare la infermeria cki colerosi a Kamara cd egli lo assolse, bcnc hè si sentisse indi sposto e forse anch'egli già min:JCciato dal terribile morbo.

L,1 morte di Alt·ssundro La Jfarmora.

11 ..J g-iugno, reduce da una ricognizione notturna, egli volle rn1npierc b sua ispezione all'infermeria e la malattia si sviluppò in l11 i il giorno dopo. Nella notte sul G giugno i suoi ufficiali lo senti1,,110 .~c rncre sotto la tenda e accorsero. Il generale li ringraziò e d,,,l. loro che conosceva troppo bene il colera e che non vi era più , 1111n I,o, nt speranza. 11 ( ratei lo, generale Alfon so, prontamente avvisato, lo fece tra' l h" 1.1rr prrs~o il suo Qu:irtin Generale a Kadikoy cd, in prorosito,


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nelle sue Memorie, il conte Emilio Borromeo, aiutante Ji l'. ampo di Alessandro La Marmora, scrisse: « li dottor Testa si sccktte ncll.i ambulanza; io, a cavallo, di fianco alla stessa. Si marciò adagio pc:r diminuire le sofferenze dell'illustre amma lato; la voce di lui 110 11 sentivasi che per ringraziare. e< A Kadikoy il generale fu ricoverato in una casetta: tre stanzette, tre tugurii, su di un piccolo letto da campo, avvolto in coperte di cavalli e plaids » . Gli si apprestarono all'infermeria le piL1 affettuose cure e verso sera il generale sembrava più calmo, tanto che si sperava ancora di salvarlo ; ma, consapevole del suo destino, egli si preparava invece a morire da forte. Erano intorno a lui il fratello Alfon so, il tenente colonnello di Saint Picrre, che comandava i suoi Bersaglieri, il dottor Comi setti, il cappellano Cochetti, il vecchio attendente, Bersagliere Gaudenzio. Nella notte tuonava il cannone a Sebastopoli ed il morente nel delirio sognava l'assalto, nel quale avrebbe vo luto morire, in testa a1 suoi Fanti piumati. Egli esalò l'ultimo respiro alle ore 1 ,30 del 7 giugno 1855. La triste notizia giunse al campo, suscitando l'unanime nmpianto. Iì tenente coionndlo tii S:iint Pierrc ricordò .il suo Capo con queste note, sul suo taccui no di g uerra: ,, I decreti della Provvidenza sono compiuti. a Il generale La Marmora, nostro Ispettore, che ancora 1en mattina speravamo di salvare, soccombette alla malattia questa mattin:1 alle ore una e mezza. " Sino dalle 5 pomeridiane di ieri, avendo appreso dal medico inglese che non si sentiva più battere il polso, avevo perduto ogni speranza. Infatti, in quel momento, i suoi lineamenti si affikirono e presero quel carattere che suole imprimere la morte. Egli è spirato da buon cristiano, tranquillo, rassegnato. Quando i suoi lineamenti si scomposero, il coraggio mi venne meno e non ebbi la forza di chiudergli gl.i occhi. Stamattina lo abbiamo portato all'u ltima dimora con un accompagnamento modesto come lui. « Egli era un nobile cuore, devoto al Re, alla Patria, appassionato per i Bersaglieri, che egli aveva creati. Il Corpo ha perduto il migliore appoggio ed il suo Maestro >> . Le spoglie cli Alessandro La Marmora, avvolte in una coperta di lana e chiuse in una modesta bara, vennero sepolte su una col linetta, quasi di fronte al vill aggio di Kadikoy, presso il quale erano accampate le truppe piemontesi.


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Il grncrak Alfonso. in una lettera al generale Da Bormida, scrivna sulb morte del fr:1td!o: « Povero Alessa ndro! A Goito i primi colpi di fucile lo rovesciarono cd in Crimea muore pochi giorni d opo il suo arri rn ... ()utl che mi to rmenta è l'idea che io possa, in un certo qu:il muclo, aver contribuito alla sua perdita. « Fgli aveva da parecchi giorni la dissenteria ; vedendo che il cnkra si sviluppava nel campo in modo tremendo, che l'ospedale impro\'visato mancava di tutto e che dii ~e ne doveva occupare se ne stava lo nta no, non bastando le mie visite quotidiane, lo invitai a prrndcre b direz io ne cd a far proporre i provvedimenti più urgenti. Ma io ignora\·o il suo stato di salute cd egli me lo nascondeva, forse per non t:simersi dal gravoso ufficio. lntanto, lunedì sera, osservandolo a cavallo con la lìgura smunta, ottenni a stento che egli si ritir:,~sc nella tc nda e che si curasse. " Ndb notte il morbo si sviluppò e, dopo due giorni di atroce lotta, Alessandro ~pirò in una casetta a Kadikoy, dove erasi trasport:1to per :n·erlo vici no al mio Quartier Generale ... .. . . . Reca ndomi ogni 111:tttina e sera al campo, passo dava nti :tl h ~pog-lìa dd povero Alessa ndro, sepolto ora in uno dei mausolei •·

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In una lettera alla moglie lo stesso generale Alfomo pone in riliern le gra nd i dori .del fratello e parla delle condoglianze ricevmc. •· Po\'ero Akssandro'. Che perdita per la famiglia e per 1'eserci10! Per mc era l' uomo ml cp1ale potevo conta re in qualunque circmt:1nza. Sono inconsolabile' ... .. I grne rali alleati han no prem viva parte al nostro dolore. li gc11t: ralc Pclissicr mi ha scritto una lettera commovente. Lord Ra,l! l.111 lo , tesso ... l! . L , Reg ina Vitto ria d'Inghilterra inviò al generale, a mezzo del ,\ l 111i , 1ro d"A zeglio, l'espressione del suo profondo cordoglio per la 111111 l e drl fratdlo Alessandro e l'espressione della sentita simpatia " ' · ' 1 ,h-i Principe crtdi tario nd la dolorosa circostanza. <;,m·.11111i ( :adoli ni ~cri\'eva : ,, In Genova conobbi di. per~ona il 1:1 11 n. tl,· l.:1 Marmora . prima che si recasse in Crimea. Mi parve un 1111111" ,11pt·11,,rc. senza superbia, ~,c nza sorrisi, ma senza malinconie: l ' l 1rn n11 t lll' t:.immi n:1 si lenzioso, ma irrefrenabile sulla via del Do11 · 1 I" , . dl'il"Onort: 1· come tale fu stimato cd ammirato . .. 11 I'' t ,11gio che i Bersaglieri seppero conquistare inspira, mant 11 11 r , ' " ' 1°tJ1 goglin nel l'a nimo dd l\101110 che porta il cappello piu111 .11 11 ; 111.1 •111dlo t· orgoglio dei forti , che prepara gli atti di valore,


15 che diffonde la solidarietà nel mantenere alto il prestigio dd1' Arma )) . Il Massari pubblicò sulla <' Gazzetta Piemontese••, nclln stcs~o giugno del 1855, ciuesto articolo: ,<Nella sua utile ed operosa vita, Alessandro La Marmora fu modello di soldato e di cristiano ... zelante osservatore della disciplina, sollecito dei propri doveri, senza macchia, senza rimproveri, senza ira, senza invidia, degno ornamento di un esercito che conta otto secoli di nobili tradizioni e di una famiglia, per b c!ualc fedeltà ed onore sono antico costume. · " Aveva tutte le virLÙ e tutti i pregi del valoroso: prode senza ostentazione, forte senza durezza, dignitoso senza alterigia; aveva un fare schietto ed alla buona ed era di una cordialità veramente inesauribile; gli piaceva di adempiere ai propri doveri senza farne pompa e, quando giungeva il momento delle opere e dei pericoli , non aspettava di essere chiamato; ma precorreva l'invito. Al Re, alla Patria erano sacri il suo cuore e la sua spada. ,, Da tale Uomo, da tale Capo quanta potenza di çsempio eredita il Corpo dei Bersaglieri, da lui creato! >•. Torino gli eresse un monumento <li bronzo, che lo raffigu, a vestito da Bersagliere, con la sciabola sguainata, come se muovesse anch'egli all'assalto; ma un monumento più alto e durevole fu senza dubbìo quello che eresse l'esercito italiano, nelle sue memorie più sacre, al fondatore dei Bersaglieri, all'uomo, il cui nome - come scrisse Luigi Cadorna - è sacro alla guerra, custodito dai Benaglieri come una bandiera.

Alla morte di Alessandro il fratello generale Alfonso emanò alle truppe il seguente proclama: " Ufficiali, sottufficiali e soldati, << Il generale Alessandro La Marmora, comandante la 2• Divisione, è morto la notte scorsa. e< Fedeltà al Sovrano, amore alla Patria, interesse instancabile per l'Armata, furono le virtù che lo distinsero nella sua lunga carriera militare. « Immenso è il dolore che provo per tanta perdita e voi tutti ne sono certo- lo dividerete con me; ma scemare d'animo nelle attuali circostanze sarehhe un delitto.


,, Dal canto mio, mi sorregge la grande responsabilità che deg; iossi il Sovrano affidarmi e, raddoppiando noi tutti il coraggio, prc\'idenza e perseveranza, con l'aiuto Divino, sormonteremo la malattia che ci fa patire perdite sì crudeli e saremo pronti a concorrere, con i nostri buo ni alleati, alle fatirnse operazioni che saremo per in trapre ndere. ,, Kadikoy, 7 g iugno 1855 >i, Il gcnnale La Marmora, com p ianto da tutto l'esercito e s pecialm t: nte dai suoi Bersaglieri, venne sepolto presso il villaggio di Kadikoy. Sulla sua tomba venne incisa la seguente epigrafe: Qui ripo.-ano le ceneri di Alessandro Ferrero della Marmora fondatore dell'Arma dei lkr.caglicri

Lffogote11e11tc Gt'11erale 2 " Divi;io11e dell'Armc1ta Sarda in Crimea Fetfcltù ,11 Sol!ra110. amore a!IL1 J>atria inh'rcs.;<: co.itantc per l'Armata f11ro1Jo le Sue 1,irtù forte f(Uerricro, due<· ammirato,

Comandante la

raf'Ìlo a nuoL1tl gloria , alf'Ese,~cito, alla f,mzig!ia, il dì flll gi11 <;[no .\-!DCCC.LV vc11n~

Tutti i Bersaglieri e tutti gli Italiani fonnubrnno fin d'allora il rnto che la salma dd generale L a Marmo ra potesse ritornare i n Par ria. voto che fu possibi le effett uare soltanto nel 1911. Ricorda, in proposito, il Piola Casell i: " Erano passati 56 anni dacc hè il g e nera le Alessand ro La Mar::11 1ra c~ala v:i la gra nde anima sui campi d ella Tauride infesti. " l i tempo non avev;1 sopito LtCuto rimpianto dei suoi figli pit111..11i d 1e , in ogni even to militare , rivolgendo un pensiero di rcven.: n te , affettuosa ammirazione al loro fondatore, auspicava no con piì, ardrntc desiderio il rit orno ddlc Sue ceneri in Patria, tJuasicchè, nrcl1 del pietoso voto insoddisfatto ddl a vcdo\'a, prem esse loro sul i 1111 r c- i l dovere di adem pierlo. " I\ \'l:\'a llo i 11ersaglicri, in <.:oncorso con la Nazione, eretto sta11 11· , . l.1p1d1 dedicate al La Marmora: dato il Suo nome a caserme , a , 1r . .i pi.11.1.c; nca lo un Musco per co nservare gelosam ente i Suoi ci-


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meli e quelli dei Suoi figli migliori; ma ora volevano la Sua tomba in Italia, volevano sentire vicino il loro nume tutelare, intuendo prossimi, nuovi eventi per la Patria ». Ed, infatti, nella seconda decade del nuovo secolo, si aprivano alle forze spirituali degli Italiani tempi nuovi ed apparivano sempre più manifesti i sintomi delle nuove energie nazionali, volte ormai a completare l'indipendenza e l'unità della Patria.

La tomba di Alessandro La Marmorn a KadjkO)!.

I voti dei Bersaglieri per il trasporto in Italia della salma di Alessandro La Marmora, trovarono, nel giubileo della nostra redenzione, un momento propizio alla loro effettuazione. (< L'Italia non poteva lasciare nell 'abbandono dell'esilio scriveva un prode Bersagliere, il capitano Boriani -- una tomba cui spetta va luogo onorato, fra le cose votive dei genii tutelari della Patria risorta ... 11 e soggiungeva: <, Alessandro La Marmora, oltre che eroe dell'azione - cd eroe generoso fu al ponte di Goito, a Mortara, a Novara, a Genova - fu un precursore geniale. Egli presagì il miracolo delle Camicie Rosse ed i suoi figli prediletti, i Dandolo, i Morosini, i Manara che, duce Garibaldi, consacrarono il fatidico innesto della rivoluzione liberatrice sul vecchio tronco della fìcra lealtà sabauda.


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,, E' giusto pertanto che l'uomo, il <.p1ale creò i Bersaglieri, Co1ui che diede un grandissimo contributo, per quanto indiretto, alla resurrezione della Patria, sia alla Patria restituito ,,. Il maggiore Pericle Negrotto, anch'egli Bersagliere, caduto poi g loriosamente sul Mrzli, raccolse e diffuse l'idea, fra i Bersaglieri

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Alessandro La

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a Torino .

e gli cx Bersaglieri, convenuti in Milano per il cinc1uantenario della c 1mp:1gna del 1859, e divenne il promotore della traslazione in Italia della salma di Alessandro La Marrnora. All 'uopo egli si procurò l'appoggio tiella pubblica opinione; ottenne il consenso al trasporto d:il conte Mario degli Alberti (marito dell'ultima discendente del La M:irmora) t· costituì un Comitato promotore, presieduto dal Duca


di Genova e coadiuvato dalla Direzione dd Museo Storico 1ki Bersaglieri. Al suddetto Comitato affluirono i fondi ottenuti dalle so tt oscrizioni popolari per le onoranze alla salma e per dedicare un m onumento al grande soldato. Il Ministero della Marina mise a disposizione, per il trasporto della salm a, la nave Agordat. Il 20 maggio 19n una Commissione, composta di veterani e cli g iovani Bersaglieri, si recò in Crimea e, con una solenne cerimonia, alla LJUale parteciparono anche le rappresentanze diplomatiche degli altri Stati, le ceneri di Alessandro La Marmora e del suo valoroso commilitone, generale Ansaldo di Montevecchio, vènnero trasportate a Sebastopoli cd imbarcate sulJ'Agordat. La nave lasciò la Crimea il 1° giugno ed attraccò il J 2 a Genova, dove alle ~alme ve nnem rese solenni onoranze. Il feretro del La Marmora venne scortato dai 12 comandanti i reggimenti Bersaglieri e dalle rappresentanze dell'esercito. Il Conte di Torino rappresentò il Sovrano; la guarnigione in armi rese gli onori. La salma dd Padre dei Bersaglieri fu racchiusa in un magnifico cofano (1) sul quale era scritto:

.4/c..-smulro La ,U armcr,1 dalla lontana Tauride 7 giugno 1855 alla Patria i11voc,1111c .r8 giugno .r911 I resti mortali del general e La Marmara, accompagnati dalle rappresentanze dei Ber saglieri e dell'esercito, giunsero poi a Biella, ci ttà natale dell 'Estinto, e vennero tumulate a S. Sebastiano, n ella tomba di famiglia, anche oggi mèta dei Bersaglieri, sempre memori del fondatore del loro Corpo e degli Italiani ancora desiderosi di onorare la m emoria del prode soldato.

(1) fl cofano ~ oggi con serv:no nel Moseo dei Bers~glicri.


Il.

LA PROPOSTA DEL LA MARMORA PER I BERSAGLIERI Non passiamo prendere in esame le prime prove cd il successivo sviluppo del Corpo dei Bersaglieri, senza richiamare l'attenz ione dei nostri lettori sull'importanza della proposta presentata dal La Marmora al Ministro della Guerra dd Reg no Sardo, nel r 83 1, e poi da lui rivolta, con qualche lieve modifica, al Re Carlo Alberto nd 1835 . .. In un momento nel quale pare imminente l'apertura di una guerra - scri\'cva il La Marmora nella sua propasta - credo essere dovere di ogni suddito, e particolarmente di un militare. l'offrire ogni suo mezzo per ciuella parte di snvizio a cui può essere di qualche utili t:1. « Persuaso che la formazion e di alcune compagmc di veri Rersaglieri (Tircurs) potrebbe rendere.: dei servizi importanti. principalmentl.· nelle montagne; scorgendo la faci lità di poterli o rga ni zza re in breve, ed essendomi particolarmrntt: occupato di tutto ciò c he riflette principalmente a quell'Arma, ho l'onore di trasm ettere a V. E. una propasizione per la formazione di una compagnia di Bersaglieri, ed il modello di un';irma , che a questi riescirebbe di magg ior vantaggio. ,, Se s.i determinasse di formare tale compagnia e che gli uomini fossero scelti su tutta l'Armata, mi rendo garante di a rmarli, equipaggiarli e clar loro abbastanza istruzio ne, onde essere in g rado di c:11tran.: in campag na, in 40 giorni di tempo, dopo l::t loro riunione. ,, In guanto all' arma, essa raduna i pregi della carabina scanalata , senza a\'ernc li difetti: precisione e lontananza del tiro, magg iore prontezza nel caricarla di un fucile di munizione e quattro volte maggiore della ca rabina, presenta ino ltre una baionetta in forza ed in lunghezza eguale a LJUella del fucile più lungo. Qualora , avuto riguardo a ciuesta mia proposizione, V. E. destinasse una Commissione per esaminarla, chiedo solo di presentarla io stesso a tale Commissione, onde darle ragione di ogni cosa e, se poi venisse <lessa


2 1

trovata di qualche importanza, mi fo forte di appianare tutte le difficoltà che possono incontrarsi riguardo alla fabbricazione sua: incaricandomi in tal caso io stesso d'incaminarla e porla in graJ o di fornirne da 200 al mese, per non maggiore prezzo di 3 o 4 franchi di più del fucile ordinario, e paralizzando poco o niente la Regia Manifattura di Torino » L 'assolvimento dei molteplici compiti attribuiti ai Bersaglieri , - compiti che ben dimostrano la fede che il La Marmora aveva nella sua idea - avrebbe richiesto che il nuovo Corpo non venisse formato da una sola compagnia e bene a ragione, fin dalla prima proposta, venne contemplata la possibilità di aumentare la forza del nuovo Corpo, qualora il primo reparto avesse ben risposto all'aspettazione dei competenti. Infatti il Re Carlo Alberto, nell'accettare la proposta del La Marmora, fece costituire il nuovo Corpo al comando di un maggiore, con uno stato maggiore e 2 compagnie, con la riserva di costituire « in prosieguo di tempo, un maggior numero di compagnie, ,. secondo che richiedevano le occorrenze del servizio > 11 Corpo doveva essere costituito in parte di ufficiali, di sottuffici.aii, di armaioli e di 80 soldati di ordinanza per compagnia con ferma di 6 anni ed in parte di soldati pl'ovinciali, scelti per qualità fisiche. Tutti gli uomini dovevano avere età non inferiore ai 19, nè superiore ai 25 anni e statura non minore di oncie 38 ¾ (cm. 1,64), nè maggiore di oncie 40 }~ (1,72).

Per meglio comprendere l' importanza dell'innovazione, giova ricordare che il La Marmara trasse la sua idea dall'esame delle organizzazioni militari estere per quanto si riferiva alle Fanterie leggere e da quello dell'esercito piemontese per quanto riguardava la Fanteria. Su tale Arma gravava in particolar modo la crisi derivante dalla riorganizzazione dell'esercito piemontese e dalla ri strettezza dell'erario che, imponendo ferme relativamente brevi, dava luogo ad un addestramento delle truppe di linea assai deficiente, tanto nel tiro, quanto nelle esercitazioni tattiche. Le nuove dottrine di guerra suggerivano nuovi metodi nell'addestramento ; mentre ragioni politiche influivano direttamente sulle vicende degli organismi militari, i quali, per quello che riflette gli


2.2

Stati più piccoli, subivano la volontà delle Potenze che, dopo il periodo napoleonico, domina vano l'Europa. Convinto che le formazioni allora in uso per le Fanterie non rispondeva~o alle reali esigenze del combattimento, il La M armora , nell'ideare il Corpo Jci Bersaglieri, pensò soprattutto che i nuovi reparti venissero così !iene a<l<lt·strati, da potere essere impiegati in quaiunque circostanza e, per conseguenza, volle che le risorse morali e fisiche degli appartenenti al Corpo fossero 1ali da reagire prontamente agli influssi disgregatori della lotta. Come abbiamo già detto, fra gli scopi che il La Marrnora ~i proponeva con i suoi studi, c'era anche quello che i fk rsaglieri potessero costituire un modello, che tutta la Fanteria doveva poi cercare di imitare nell ' addestramento e nd modo di combattnc. Volle quindi che i Ber saglieri fossero. innanz i tutto, celeri m::rciatori ed ottimi tiratori, animati da uno spiccato spirito offcn sivo, abituati alrobhedicnza, c he Egli poneva a base delle virtù militari, e sorretti dalla fiducia in loro stessi . .rpi11ta f,110 111/a prcn111 c:.io11('. Tulle le energie morali, delle (1ual i il La Marmor:1 , olk a nimate le ~Ile truppe. ven nero da lui ~te~so compendial e nd ~cgucnte

lkçalogo : -

obbedienza: rispetto ; (ono~(cnz a as~oluta della propria carabin:i: molto esercizio di tiro: g innasti~a d'ogni genere fino all,1 frenesiu; - c:11nerausmo; - sentimento della famiglia; - amore al Re; - amore alla Patria; - fìducia in sè fino alla presun 2io11c. Poro dopo la loro costituzione, i }krsaglicri vennero do t:11i della :,pcc;;ilc (,1rabin;1. ideala dallo stesso La Marmora, ed adottarono la lll ro particolare uniforme, co n l'abito ed il cappotto scuro e col ca p· pcllo piumato. La vigorìa e la prestanza fisica , accoppiate alla pitto rc~ca uni(o rm e nera, dalla lunga tunica, dai paramani e dal colletto cremisi e dai cordoni verdi, suscitarono ben presto, in tutta Italia. un 'o ndata di simpatia verso i Fanti piuma1i. ,, Rapidi passarono per le \'ÌC di Torino i ner i soldati con le piume al vento e risonò per la prima volta l'alleg ra ed elettrizzante fan-


23

13.t.9gimml.o (t,ranatitri e <tacci.dori

OGCETTO

Lettera in d"lll d el 22 giugno 1836 , con la quale Alessandro Li, 1Warmoro viene nominato comandante dei liersaglieri.


f:ira. Risonò come diana che rompe i vincoli con un mondo defunto cd inizia un nuovo avven ire, come squillo guerriero che ann u qcìa f:1sti e sventure, per un aspro ca mmino di gloria >• . Con una genialitj_ tutta latina, il La Marmora aveva saputo dar vita e forma concreta alla sua idea, dando alla sua creazione una impro nta ed un'anima veramente italiane. Intellig enza pronta ed acuta, condotta perfetta e punto d 'onore, corpo sano, agi le e forte , attit.udine alle marce ed a qual unque eserci zio ginnastico, g rande abilità nel tiro: ecco le qualit.ì che si richiedevano nel Be rsagliere e ch e, riunite e fuse come ~n un crogiuolo, dovevano farn e una eroica fig ura, particolarmente cara al nostro popolo. L'istruzione dc:i Bersaglieri aveva lo scopo di abituarli a combattere in o rdine sparso, per squadrigl ie ; a valutare il terreno con un colpo d 'occhio ; a percorrerlo rapidamente; a saperlo difendere con tenacia; ad ottenere grande allenamento nella corsa , grande precisione nel tiro con la carabina e grande elasticità nelle m embra. Il passo normale doveva essere ciucllo accelerato o la cor sa, per :ict1ui stare l 'abitudine a far presto e bene; k marce dovna no esse r e lunghe, anche per conoscere appieno il Paese e particolarmente le f rontkre e le m o ntagne: gli esercizi di combattimento do ,T ,·ano essere f reguc nti cd eseguiti con reparti di altri Corpi. Niente scolasticismo; ma molte e svariate situaz ioni da r isolver..' di sorpresa. Nel precisa re i compiti in campagna d el nuo vo Corpo . il fon d ;1tnrc aveva scritto nella sua (, Proposizione " che i Bersaglini do-vcvano costituire reparti celeri dì carabine, da impiegare a nuclei od in formazio ni sottili , con le quali i rapidi spostamenti si dovcva111) integrare col fuoco rapido e preciso, alle piccole di stanze. N elle marce i Be rsaglieri dovevano stare con l'avanguardia e po rtarsi in11:1nz i, tutti od in parte. Nei bivacchi occupare e poi rinforzare, pri111 a dell'alba, tutti i passi da dove il nemico potesse g iungere. Su di un :i linea di difesa occorreva occup:irc i vuoti. rinforzare i punti :1vanzati, preparando il terreno per trattenere il nemico allo scoperto, ~ott o il tiro preciso. Se il nemico batteva in ritirata, occorreva oltrcpa~sarlo sui fianchi, prevenirlo nei punti di obbligato passaggio pr r ;1umentame lo scomoiglio. Se si riJ)icoava, i Bersaob \i eri dover n v:1110 o ppo rsi al nemico vittorioso, stando a retroguardia, per difend c n: su ccessivamente le posizioni che si prestassero alla resistenza. In quale m odo i Bersaglieri abbiano ri sposto ai comandamen ti dd fondato re ci dice la Storia del Corpo.


1< L'istruzione tattica dell'esercito piemontese scrisse Cecilio Fabris -, al sorgere dei Bersaglieri era assai ristretta ; più che istruzione tattica, poteva chiamarsi di piazza d'armi. Il regolamento del 1839 non parla nemmeno di attacchi alla baionetta, no n occorrendo parlare della decisione di una lotta, a cui il regolamento non allude mai ». Ben a ragione, q uindi, il capitano La Marmora, che no n amava le parate e predicava soprattutto la preparazione del soldato alla vera guerra, iniz iò, col suo Corpo, il progresso della Fanteria, raccomand ando ai Bersaglieri di '( incominciare il combattimento con quello slancio proprio della truppa scelta ed ardita, per aprire la via al successo, inspirando confidenza a coloro che sono destinati ad entrare dopo in linea J> (1). L'addestramento tattico, l'applicazione al terreno, l'educazione fisica, l'azione nel combattimento vicino delle piccole Unità del Corpo, il celere movimento ed il fuoco ben mirato e rapido, le innovazioni nel campo organico e logistico dettate dal La Marmora per i Bersaglieri avrebbero dovuto essere poi estese a tutta la Fanteria.

I Bersaglieri destinali a costituire la pri ma compag nia furono tratti dai reggimenti di Granatieri e da quelli di Fanteria di linea, scegliendoli ·fra i migliori per qualità fisiche e morali. La prima compagnia di Bersaglieri fu costituita, come abbiamo già accennato, il 18 giugno 1836, non senza suscitare critiche non del tutto serene, che permisero di costituire la seconda compagnia soltanto nel 1837, la terza nel 1839 e la qua rta, con la costituzione del primo battaglione, solamente nel 1848. I primi giudizi g iunti dall'estero sul nuovo Corpo di Fanteria scelta italiana furono favorevoli. Il generale prussiano Dekcr scrisse: " l Bersaglieri, vestiti ed armati in modo speciale, bene addestrati ai combattimenti isolati, form ano una mirabile Fanteria leggera che, a nostro avviso, è solo superata dagli Zuavi di Al~cria "· Il visconte Ch u!ot, francese, nei suoi studi sull'esercito sardo, fece noto che Re Carlo Alberto non si era limitato a fortificare qual che punto importante delle Alpi: ma aveva creato il Corpo dei Ber(1)

Cfr. la Relazione dello

SLCSSO L:.1

Marmora tld 11l_w.


saglieri , o Cacciatori a piedi , " la cui forma:.:io11e rappresenta un progresso dell'arte militare

H.

Nel 1838 la Francia costi tuì anch'essa un Corpo di tiratori, che ebbe molta somigliam~1 co n i Bersaglieri. L'imitazione si fece più evidente quando un a Commissione di ufficiali francesi, presente alle manm·~c piemo ntesi del 1839, free un esame accurato delle no~tre compagnie Bersaglieri e lJUando, dopo il lusinghiero rapporto della Commissione, furono creati in Francia gli Chns.<eurs de Vi11cem1es ou d ' Orleans, che raggiunsero presto i dieci battaglioni. 1 Francesi avevano compreso il valore del binomio movi mento e tiro. del combattimento per squadre, -della difesa contro Ca\'alleria, H1ggeriti dal La Marmora per i Rersa~lieri. Ma nessun Corpo straniero p<1tè raggiungere - afft:rma il Piola Caselli ( 1) - le yualità del Corpo del La Marma ra. Nello 1, S pectateur mi/ituire )• dell'epoca , si leg~eva: " Il battaglione dei tiratori piemontesi, di recente creazione, arm ato di carabina tipo Dd vigne, è chi amato :i sviluppare un'azion e importante nelle gucrn: in montagna .. . . cl 1844 lo stesso periodico, dopo a ,·cr ck:scritto k Yarie parti ,1 .:1 ,e~lÌ,1 riu tki Bcr~..t~ Ìieri , giudicava il cappello, per quanto un ginale, la ~ola copertura che potesse garantire il soldato tanto dal sole, t (Uanw dalla pioggia, t· proscguì\'a affermando che ,, sarebbe impossibile trovare tiratori pi ù abili e<l intelli ~cnti ·• . In 1111 ~ucces~in) articolo . si am mirava la tattica dei f.k r~aglieri cont ro le cariche di CaYalleria, alle quali erano frequentcmcnt~ sottoposti dal La M.ar mora, p<.:r abituar!~ alle ~orpn:~e. E l'articolo concludeva: ·• La F:rnteria scelta piemontese era fresca. alla fine della manovra. com<.'. al principio dclb giornata. Di q uando in q uando ~ruppi di Bersaglieri , attaccati improvvisamente dagli sq uadroni turbinanti nella pianura. dimostravano che la Cavalleria, anche la più ~olc.:rte, non avrebbe potuto sorprenderl i n. Nc.:i suoi .. Studi rnilitari sulla campagna del 1848 - 49 ) > il colonnello francese Mari in , parlando dei Bersaglieri. do\'eva scrivere: " All 'infuori di queste forze, e for manti Corpo a parte, veni\·a no i lkrsaglicri, soldati Jen za pari ... ••. Un critico tedesco dell'epoca scri\'l.'V.I ,. un battaglione di Bersaglieri fo rma un Coq.,'O separato. Quc, ta truppa, annata cd addestrata secondo le idee d'un g rande pie111o nt oc. (On rilevanti sacrifici pecuniart sostenuti da parte sua per ( , ) I{, °' nn l'1ou C.,s1-1.u :

«

:\ lc<~andro La Marm ora " ·


amore e per patriottismo, eguaglia per agilità i volteggiatori fr:rnccsi, per giustezza di tiro i pesanti tiratori svizzeri e si attira l'ammirazione di tutti i buoni conoscitori >>. In una lettera, scritta da un corrispondente del giornale militare di Vienna, il (< Kamerad » si diceva, riguardo ai Bersaglieri: i< li fiore dell'esercito piemontese sono senza dubbio i Bersaglieri. Biso~na vederli manovrare questi robusti ed agili uomini, per formarsi un concetto della loro straordinaria destrezza ed eccellente istruzione. Il Bersagliere non ha che un solo tempo di marcia, il passo di corsa; tutti i movimenti vengono eseguiti a queStél andatura e nclk strade stesse la marcia è sempre al passo accelerato. i t I Bersaglieri manovrano in modo ammirahilc e sono cli tanta fermezza ed agilità da destare meraviglia. Assistemmo a Genova agli esercizi dei Bersaglieri e confessiamo d'aver veduto evoluzioni tali, come per esempio l'assalto ad una altura scoscesa e quasi a strapiombo e la salita su per la stessa, delle quali nessun'altra truppa sarebbe stata capace. Aggiungasi il carattere pratico del vestiario e dell'armamento dei Bersaglieri e lo spirito di Corpo, con grande ardore coltivato fra essi, e si comprenderà come il Bersagliere non senza ragione chiami se stesso soldato perfetto e regga al paragone con <-1ualsivoglia altra truppa d'Europa ».

Prima di por fine a questo capitolo, riteniamo opportuno riportare testualmente la: « Proposizione per la formazione di una compagnia di Bersaglieri e modello di uno schioppo per loro uso. (( C,onvinto dei ~ervigi importanti che potrebbe rendere una truppa di abili Bersaglieri, particolarmente nelle montagne e paesi rotti, quali coprono li Regi Stati ed i confinanti Suoi. e ravvisando dall'indole e dalle abitudini della popolazione la facilità di organizzarli, ho l'onore di sottoporre una proposizione per la formazione di una Compagnia dì Bersaglieri cd il modello di un'arma che a c1ucsti ricscirebbe di maggior vantaggio. « L'Arma fu così confezionata all'uopo di evitare gl'inconvcnienti osservati nella carabina scanalata, sol arma usitata sino ad ora da questa specie di truppa; quali inconvenienti, consistendo principalmente nella lentezza dd caricare, e nel poco mezzo di difrsa al l'arma bianca, non danno abbastanza confidenza al soldato per com -


promettersi corpo a corpo; perlochè presso vane Nazioni hanno frammischiata questa truppa con la Fanteria leggera, per sostenersi reciprocamenlc, non se nza grave danno del servizio d'ambedue. Difatti: avendo un modo di combattere affatto opposto, non possono a meno che di nuocersi a vicenda. L'officio della truppa leggera consiste nel distendersi, coprire dì fuoco tutta la linea e correre sparando; LJUCsti Bersaglieri devono invece portarsi in siti coperti, non spa-

Le pnm t' r1111jormi dt:1 lfrrs. 1glicri .

rare che dopo giunti a precisa portata. concentrare li spari su d'un punto solo e non porre ,illra cura che di colpire con esattezza. " Essendo di natura ad accompagnare le spedizioni, tanto della trupp.1 di linea c he della leggera, e prendendo ogni volta posizione, li Bersaglieri non si devono adunquc considerare come una vera truppa leggera, ma piuttosto come una .,·pecie Ji Artiglieria a piccola portala e di gmndc movihi!ità. 1< Li Svizzeri cd i Prussiani sono li soli, sino ad o ra, che formaro no delle compagnie in dispa rte di Bersaglieri (Schutze, Schar~c hutze) in numero cli una o due per ogni Corpo d ' Armata. " G l'Inglcsi ne hanno formato un Corpo solo ( Rifleman), che d ivido no parimenti , in tempo di g uerra. fra li diversi Corpi d'Ar111;11 :1.

" I.i Tedeschi e pochi altri paesi del Reno continuano a tenerli frammi schiati con la Fanteria leggera (Kaiserjager, Fddjager, Granzc), d i cui fo rm :1110 la terza riga.


,< Fu in seguito a queste considerazioni cd ai pregi dell'arma proposta (quali saranno descritti in appresso) che ardisco proporre la formazione di questa Compagnia di Bersaglieri, organizzata ed istruita nel modo seguente :

Formazione. " Comandano in caso di divisibilità: 1 capitano; - tenente un plotone; 2 sottotenenti una squadra; I sergente furiere rimane con la porzione che sta in riserva o col capitano; - 5 sergenti la sezione, di 3 o 4 quadriglie (12 o 16 uomini) : --- 1 caporale furiere rimane col sergente furiere; 12 caporali (dei quali I tromba maggiore, che rimane col capitano), la sezione di 2 quadriglie (8 uomini, loro compn::si); 1 flebotomo abile: rimane col sergente foriere ; -- r48 Bersaglieri, dei quali: 16 anziani, destinati a comandare le quadriglie .isolate (4 uomini, loro compresi); 12 altri abili a suonare la tromba; 2 sarti; 2 calzolai. « Seguono la compagnia con un furgone: 1 armaiolo, incaricato pure della confezione delle mun1<,

ZIOOJ;

-

I

conduttore, incaricato della cura fonclo vestiario ed ar-

redo. «

In totale 174.

« N.

B. Sarebbe forse ancora necessario di

1

tenente e di

t

ser-

gente di più. « Scelta degli uomini.

Qualùù morali. Perfetta condotta, principalmente riguardo l'onestà e l'abuso del vino. •< Punto d'onore, capace di renderli impegnosi ::ùl'occasione, senza però essere troppo impetuosi. ,< Intelligenza pronta e chiara ; cioè capace di concepire con facilità. « Qualità fisiche. D'anni dalli 19 alli 25 (1). (<

<< (1) Più giovane non resisterebbe alle fa tiche e pii1 vec.chio non s1 potrebbe: più fare a quelli esercizi.


dalle oncie :~8 Y4 alle 40 ~,~ ( 1 ). Forte, svelto di corpo e di sana complessione. <• Fatto alle marcie od a (Jt1alchc esercizio ginnastico. " Esperto nello sparare: sia alla caccia; sia alla carabina, od almeno abbia a ciò delle disixisizio ni n:iturali (polso fermo e sappia chiudere l'occhio sin istro) (2). « N. B. L"individuo che sia espertissimo nel tiro dalla mano sinistra, siccome colui c he trovasi avere un quarto d 'oncia in pi ù ù d in meno, sarà da pn:scegliersi <1ualora congiunga tutte le altre quali tù. ,, Negli uffi ciali po i somma capacità ed attività. r< Statura t,

,, Vestiario et! arredo. Abito di colore oscuro, con bottoni oscuri. (Si ritira al l'autun-

<t

no per rimettere il cappotto). " Cappotto dello stesso colore, doppiante sullo stom aco, ed un g ilé di lana a manic he <la porvi sotto (si ritira in prima\·era per rim ett ere l'abito). <( Sclrakos basso e leggero, fatto in m o do da coprire la nuca dag li ardori del sole e da impedire alla pioggia di 1xnctrarc dal collo ; locchè si otterrebbe praticandovi una visiera tutta all'intorno, eguale a quella dei cappe lli borg hesi, e coperta di cuoio. Il g uarnimento semplice, leggero cd in metallo oscuro. ,, Pa11talo11i grandi, ma non di troppo, fatti in modo da aprirsi in mezzo alle gambe pe r no n perdere tempo nelle occorrenze (3). Con due paia mezze gheue assai alte (5 o ncic) e le rispettive m utande. Si ritirano alla primavera per rimetterne 2 paia da es tate (4). u Zaino di pelle, fat to con la massima semplicità, ed in modo da aprirsi anche d'indosso, con le bretelle in nero. Desso è diviso in tre parti: la prima sul davanti (alzando la coperta) racc hiude le car-

« ( 1) Fuurd,è li VIJlt igcub in Fr:rni:i,1. e l lie 11011 ~0110 poi \·cri Bersaglieri , tutte le altre Nazio ni scelgono uomini piuttosto grandi e forti per resistere alle lunghe marce ed alle fatiche ddb truppa leggera. « (2.) H o sempre osservato esservi la decima parte dei soldati che non può chi udere l'occhio si ni stro, e perciò non atta a ~parare. "(3) Q uando fa freddo, un solda to jn marcia perde un guano d 'o ra per ta le opera7..ionc. dovendosi spogliare di tutti li arm:si, e non può raggiungere la propria compagnia. « (4) La popolazione, che non è abituata a vestire il panno a ll'estate, soffrirebbe l'impossibi le, nelle marce princ.ipalmente, nè si potrebbe più ottenere la dovu ta proprietà, generando il panno la vermina cd altre sud icerie.


tuccie rn numero di 80, potendosi prendere col passarvi semplicemente la mano (1). Le due altre parti, che comprendono l'interno. sono destinate: la prima per l'arredo e la seconda per le provvigioni da bocca, cioè viveri per tre giorni; comprendendo in questo il g:imellino, che ne racchiude una parte. « Gamellino di rame, o meglio di ferro stagnato, spazioso assai per farvi cuocere una libbra di carne. (Un uomo solo accende e mantiene un fuoco capace di far cuocere 25 di questi gamellinì) (2). · e< Bottiglietta fatta con due pezzi di coramc, per contenere aceto o acquavita, da mescolare coll'acqua. << Sacco di tela a distribuz ione, alto 40 oncie e largo 14 (~) (da teneni sopra del zaino). cc Pellegrina di tela cerata, fortissima, scendente sino al fianco, per coprire dalla pioggia ( da tenersi sul zaino). c, Berrettino in maglia di cotone, che copra le orecchie e che possa tenersi anche sotto del Schakos. ,, 2 camicie: una indosso, l'altra nel zaino. ,, 2 paja di scarpe: uno indosso, l'altro nel zamo. ,, 1 cravatta di lana o crine indosso. « 1 cucchiaino in metallo bianco nel gamellino. •< Nel zaino: 2 spazzcttc; I pettine; I borsa a cucire (forbici, aghi, filo); 1 borsa a pulire (spazzettino, cera, vasetto da grasso, ccc.); pacchetto contenente una benda, filaccia e tela compressa. ,e Arnesi per l'arma: giravite, ampollino d'olio, provvista di capsule, bacchetta a lavare la canna (si vitano una coll'altra, cd ogni tre fan.no la lunghezza conveniente) (nel zaino, sul davanti). << Un utensile da zappatore leggicro, per facilitare a porre un posto in istato di difesa (per quelli però che non hanno la tromba) e come sarebbe: zappa, picco, sega, martello. scal pdlo da rompere

,: {t) Li soldati non si servono ddle giberna che come un m:1gazzeno e ne traggono di 1anto in tanto un pugnello di cartucce che piazzano fra i bottoni, tanto trovano incomodo a prenderle ogni volta, e perciò meglio vale tenerle nel zaino. ,, (2) Si ::innullano in tal guisa le marmitte da campagna, le quali, oltre all'incomo<lo non indiffeH:ntc di port;1rlc, hanno ancora l'inconveniente che, venendo una guasta, ne soffre tutta una squadra. << (3) Questo sacco di tela serve, non solo per ogni distribuzione, ma :1ncora serve a guarentirsi maggiormente dal freddo o <.lalla pioggia, inviluppando lo :il collo; siccome al coricarvisi sopra, ronen<lovi pur an.::h t:: d ella ~1:iglia in dentro.


k muraglie per far fcritoi<:, ccc. (da tenersi senza mamco sotto del zaino). ,, La buffetteria consiste semplicemente jn una cintura di corame flessibile, analoga a quelle sarde, ricoperta di faldcttc Ji cuoio e conte nente 20 cartucce. Dc.:ssa ~ tu tta in nero ed è sostenuta da due hretdk. Si pone.: ~otto dell 'abito o cappotlo, rilasciandone sempli cemente l\rltimo bottone. Contiene inoltre quc· piccoli oggetti necc~sari al c:uicamcnto dell'arma: ~pazzctt ina, maglictto-spilctto, ferro a scaricare. << Un Benaglicre così equipaggiato, co n provvigion i di bocca per tre giorni. con I oo c::irtuccc e con l'arma proposta, non rimane più

f ~, r(lr,,hin., "fr,11,1 d,t! f .:1 '1<1· m ? : ·:1

r::.. i

Hcr;,:gl:cr:.

carico di un ~oldato di Fanteria. con solo 60 cartucce e senza prov\ igioni d i ho..:, ,1. ,. L<.: ~ornm inistra n,.c pot-rebbero ess<.:re fatte di prima forni1u r;1, mcdiamc una somm a ~ul Dcconto (vestiario ed arredo tutto comprc~o, ad cn :ezionc del i ucrle sok,): e col fissare poi una som ma sul Deconto per tutte le rinnovazioni, cJ il tra ttenimento del fucile, .m edici nali. ccc. d 'apprc~so alle giornate Ji presenza, semplifica ndo si al ~ommo og ni contabilità. <· Stanle la sua mobilità, credo cssc nz ialc che dctt:1 Compag nia .1hbia in proprio un piccolo furgone che la seg uiti, o nde avere alla :n;mo q uel li ogg.:tti J i picrnlo arrcJu. od aìcri necessari a rimpiazZ :tf'l', come le proHigio ni da guerra, e pur anche (1ucl lc da bocc:1 all'nccorrcnza, le pron·istc de· medicinali. g li et1uipa~gi degli uffici:tli e l'officina del rarma jolo. ,, Accadendo che la Compagn ia fosse inoltr:rta pili di una gior11:1ta nel!<.: montagne, ~i smontano dal fu rgone l"oftìcina dell 'armajolo. Jc muni zio nr c.:d :1lt ri oggetti richiest i;- C si trasportano su muli, diretti dall'a rmajo!o ; mentre il cond11tto rc, che h;i in consegna gli d fctt i, cu~todi sce il furgone.


33 ,e In tal guisa 1a Compagnia ha sempre il suo deposito, per così dire, presso di sè, e non reca il menomo disturbo: nè ai pac.:si dove passa, nè ali' Armata. << Lo schioppo proposto è l'unica arma che avrebbero li Bersaglieri; le sue qualità sono le seguenti : 1° - si carica dal calcio e la palla ne esce forzata . A vendo la stessa precisione dì una carabina sçanalata, ha più forza di essa (1). Ne addiv.i enc che si può sparare persino a 400 passi, mentre la carabina non porta oltre li 300, ed il fucile di munizione h a il. tiro incsattissimo al cli là di 250; 2° - fornisce 7 colpi in due minuti, ed , in caso di fretta, sino a 10 (2). La carabina, nello stesso tempo, non può fare che 3 od al più 4 spari ed il fucile di munizione appena 5; 3° - racchiude una baionetta eguale in forza ed in lunghezza al fucilè lungo di munizione (fucile compreso), offrendo ancora, col ripiegarsi, il vantaggio di servire di punto d'appoggio per puntare, ficcandone la punta a terra; 4° - ognuno può dare allo scatto (detente) il grado che più g li conviene di dolcezza per fare partire il colpo; 5° - eguale facilità di costruzione ciel fucile.: orJiuario (purchè i lavoranti ne abbiano la pratica) e non eccedente in prezzo piì1 di 5 da quello; 6° - maggior facilità nella conservazione; 7" - maggior facilità nelle riparazioni; 8° - può fare da 100 colpi prima che sia d'uopo di lavare la canna (il fucile si carica a stento dopo li 30 spari , e la carabina no n si ca rica più dopo li 40); . 9" - molti altri piccoli vantaggi, come: di essere a polvere fulminante; di non spandere la lX>lvere, poichè la cartuccia non si rompe che nell'atto di fissarsi a sito, ecc. A 200 passi la metà dei colpi devono ferire, per poco sia abile il "Bersagliere.

,, Ce1111i dell'istruzione. a Breve m aneggio dell'arma e scuola di pclottonc pei movimenti solo necessari.

« (1) Comprovato dalle esperienze fatte dal generale Howard Douglas in Inghilterra. « (2) Si omette allora <li mettere il vitonc dopo ogni sparo, se nza i11w 11\'Cnicnti notabili.


.. Tcoria del tiro cd cscmz10 al tavolazzo (btrsaglio) a g randi d ista nze (1). ,. Scherma col la baionetta (2). " Correre, saltare fossi e barricate, sali re rn alheri, muraglie, nuotare. •i Cono~ccre la figura d'un paese; particolarmenLc discernere li passaggi importanti, apprezzare li punti Jifensibili , ~iudicare delle di stanze, concepirl' a primo aspetto la slrada per gi ungere di nascosto ed a portata di un punto determinato. ,, P orre un punto scelto in istato di difesa. " C onoscere i segnali della trom ba. portarsi ,l\"a11ti, indietro, a destra, a ~inistra; tenere un punto sino a ll'estremo. ritirarsi da un altro; cccupare li posti in ritirata; avvisare della prescnzt1 del ne mico e da qual parte; la raccolta ecc ,. Li ·se rgè nti sono inoltre istruiti a fare dei piani e relazioni sulle riconosce~zc (ricogni zioni), ch e hanno fatto: -~ia ri spetto ate [X)SÌzioni dei pmti avanzati nemici , sia riguardo alle strade c he vi conducnnn. ,, Ndla bclb stagione si ancnano ;il k tappe forzate, facendo eone cere :1ppic 11 c, il p.tc~c e palli(olar111cute le fro111ÌtTt' e le montagne. ,, Avendo il necessario presso loro, no n richict!ono che un po' di pa ~lia nei p;:icsi dove passa no. «

Servizio principale dei Bersaglieri in campagna.

" Seconda rc con la precisione del tiro ogni operazione principale è lo scopo c he devono sempre ave re in mira, e con ce ntrando :11lora il fuoco sopra li capi, aiutanti di campo cd altr i. portare lo ~co m piglio nelle righe avversarie. ,, Così , suppon e ndo una Compagnia alle disposizioni del Comandan te di un Corpo d 'A rmata: se in marcia, dessa fa parte d e!la vanguar<l ia. rimanendo però col gnwo della truppa, per portarsi innanz i tutta od in parte, all 'o.:correnz;i . ,, Se si bivacca~ prende posizione a portata del posto princi pale, f:1ccndo riconoscere e poscia rinforzare tutti li pass·i da cfovc il n e-

1111co può :~1t111gcre. " ( 1) Sì pntr:ì calcubn· a cc1110 i:nlpi per ognuno 11d primo anno cd a 75 l\ t' I

, u (C(;~Sl\. l.

" (z) E' cn,a prm·:na che un soldato con la haionetta in cann:i cd esercit:ito in ' l''db ~chama, non teme Ji combattere tre soldati a ca,·allo, :ll"mati di " 1.tl 11,l.1 . od un lancie re, anche in per fetta pianura.


35

I Jkn-aglieri nel 1836.

(' Se l'A rmata prende una linea di difesa, porzioni dj essi legano Ii siti rotti della linea, cioè varni che possono esistere per via delle deformità del terreno; ,iltri coprono le posizioni dominanti, rinforzando insomma quei punti essenziali, considerati come chiavi delle posizioni. Scelti li siti, li porr~1nno in istato d: difesa, approfì1t:1ndo


d1 111111 11 111111,1.111 , t lot:ili t' prl' parando il terreno onde trattenere il 111111111 1 ,,011t·1111, ,0110 la pn:cisa portata. " Ndk 111011tagne particolarmente, pochi di loro bastano pt:r 1111pl'llin: ce ni passi a dei battaglioni interi, purchè sa ppiano scegliere hrne il !>ito per incrociarvi il fuoco e non essere involti dal nemico. ,, Negli attacchi devono portarsi innanzi colla truppa leggiera a portata dei ridotti o trincee nemiche e concentrare li spari sopra gli artiglieri , o dirigerli sulli spalti, onde impedire alli difensori di m o~tra rvisi allo scoperto; mentre la truppa si prepara cd attende a forz:1rli. O pure, porrnndosi di nascosto ed a precisa portata di gualchc ham.: ria o villaggio occupato dal nemico, portarvi il disordine coll a precisione Jcl tiro, diretto alle cannoniere, finestre, feritoie, ccc. " Se ii nemico batte in ritirata in paese rotto, si bada di depas<arlo dai fian chi e, swbikndosi a portata del suo passaggio, farvi crescere lo scom piglio, dirigendo li spari sui capi o su coloro che si fermano per riordinarsi. <• Se si ha invece da ritirarsi contro un nemico vittorioso, li Ber~aglieri si terranno alla retroguardia e, di visi in due o tn: sezioni, si porteranno a difendere succc~~ivamcnte tutti li pa~si suscettivi di , p1;ilcht" di fcs:1. rinfoc·.:rndo in tal g ui~a la lruppa che copre I.i ritirata. Capitano nei Granatieri Guardi:: ddla Marmora "·

Prima di dt:ciderc la costituzione ddla prima compagnia Bersaglieri, il Re Carlo Alberto volle osservare personalmente l'uniforme proposta dal La Marmora. Questi, nella sua proposta del 1835, aveva ~critto in proposito: ,e Mettere l'abbigliamento, le armi in rapporto al servizio dei Bersaglieri. Fa d'uopo staccarsi dalle norme generali ora in pratica, tcnrndo presente di ridurre il prso ai minimi termini, col togliere il superfluo. Scegliere oggetti che richieggono poco temp o pn l:t rn ra della conservazione, mercè la l!uaìità Jella materia loro : e~imcr!-i, per tiuanto si può, dalla vista del nemico, mediante la ,l clta dei colori scuri e tinalrnente ritenere presso di sè quanto fa d"uopo per difcndnsi dal freddo massimo, dalle intemperie alpinl', dalla dirotta pioggia e dalla fame ,.. ()11:mdo al Re Carlo A lbcrto \ enne presentato dal La Marmora il ~ngcnte dei Granatieri Gimcppc Vajra, vestito con l\ini fo nne her1836 ,a:......dier~:sc 1, il Re concesse la sua ap})fO\·azionc ed il 18 :-:,(Titwno ;-, 1, ti1uì il Corpo dei Bersaglieri col se~ucnte Decreto:


37 « Abbiamo preso a considerare di quale utilit:, sarebbe, in occasione di g uerra, un Corpo di bene addestrati ed esperti lknag licri , singolarmente in un paese montuoso, impedito cd opportuno alla guerra minuta, quali sono appu nto nella massima parte g li Stali nostri, ed abbiamo avvertito altresì come dall'un canto l'indole ~lo~:a dei nostri popoli presenti l'opportunità di avere uomini cle~tri e tali che Ji richiederebbero siffato genere di milizia e dall'altro come k diverse riduzioni ed economie, g ià da noi ordinate nell'Armata , porga no il mezzo ad istituire il Corpo anzidetto, senza gravar punto l'erario cli nuove, maggiori spese. Epperò ci siamo risoluti ad ordinare, siccome col presente ordiniamo, le disposiz ioni seguenti: « Art. r. - Sarà istituito nell'Armata un Corpo <li Bersagìieri. Tale Corpo sarà ora comandato eia un maggiore e consterà solamente di: uno stato maggiore e due compagnie di Bersag lieri: ma potrà poi essere recato ad un maggiore numero, secondo che richiederanno le occorrenze del servizio ... >• .

Ottenuto il consenso del Sovrano, Alessa ndro L a Marmara lasciò, non senza rammarico, il reggimento Guardie e, con lettera del Ministero in data del 22 giugno 1836, ,cn11e posto, col grado di m agg iore, al comando del nuovo Corpo. La sua tenacia aveva vinto ccl i Bersaglieri erano stati finalmente istituiti, per essere armati , nel 1837, con la carabina ideata dallo stesso La Marmora e della quale i.I generale Hava scriveva nel 1839: ,, Varie esperienze provano la bontà delle carabine del L a Marmor:i. Nei diversi esercizi di tiro, in cui mi sono trovato in Italia ed all 'estero, nel 1832 - 1833, non vidi mai risuk11i m igliori. L' uso di queste carabine è utile al Corpo dei Bersag lieri e non ne esistono di pitt perfezionate pre.~so le nn inni estere ·• . Secondo le idee del La Marmora, i componenti del nuovo Corpo dovevano essere addestrati specialmente <1 a portarsi in sito coperto ed a n on sparnre che giunti a precisa portata, a concentrare gli spari in un punto solo ed a non porre altra cura d1e nel col pire con esattezza ,,. Il n ome di ,, Bersag lieri ,, venne, infatti, imposto ;il nuovo Corpo appu nto p erchè la prima qualità dei suo i soldati doveva essere quella di sa pere ~fruttare la loro arma. Destinat-i a rappresentare le \'irtù milit.iri del nostro popo lo, i Bersaglieri dove vano costituire un Corpo di Fanteria scelta, nel qu:il c


gli ufficiali dovevano avere <, somma capacità ed attività ed i gregari dovevano essere di ottima condotta, intelligenti, '( sensibili al punto d 'onore ,, ed, oltre alla robustezza fisica, dovevano avere una speciale abilità nell'impiegare l'arma da fuoco. Questa, in campagna, doveva essere costituita « da uno schioppo di maggiore gittata (400 passi) ed atto ad un tiro più celere (7 colpi in 2') ,, . Per i Bersaglieri il La Marmora stesso aveva suggerito uno speciale addestramento, nel quale la ginnastica, lo sviluppo del le qualità fisiche e l'istruzione tattica avevano la maggiore imJXJrtanza. Per quanto riguarda rimpiego della compagnia ideata dal La Marmora, essa doveva, in pace, come abbiamo visto, concorrere ai diversi servizi con le altre truppe di Fanteria ed attendere con operosità alla sua particolare istruzione ed, in tt'..m po di guerra, " secondare, con la precisione del tiro, ogni operazione principale e concentrare il fuoco sopra i capi, aiutanti di campo ed :.iltri, così da portare lo scompiglio nelle righe avversarie '>. Per la g uerra i Bersaglieri dovevano venire assegnati ad una Divisione ,e per concorrere nei servizi di posti avanzati, di avanguardia, pattuglie, scoperte, esploratori " ; ma più specialmente per venire impiegati " nei paesi montuosi ed ;1111x.:Jiti n elle fazioni della guerra manovrala ,, . Oltre alla ~pecialc abilità nel tiro, i Bersaglieri dovc\'ano avere, co me abbiamo gi~, detto. un particolare allenamento al.le marce cekri, perchè essi erano destinati a far parte dell' avanguardia; mentre. durante le azioni, do\'ev;1no port;irsi avanti con la Fanteria legge ra e, negli inseguimenti, tentare di oltrepassare il nemico in ritirata, per colpirlo all'improvviso ed in modo da « farvi crescere lo ~compig lio )> , oppure rendere in ogni caso più tenace e più lunga la resisten za della retroguardia. >)


lii.

I BERSAGLIERI NELLA PRIMA GUERRA PER L'INDIPENDENZA Nel volume m di quest'opera, ricordando le gesta delle Fanterie di linea nelle guerre per la nostra indipendenza e per la nostra unid1, abbiamo già esposto le cause, gli scopi e le operazioni degli eserciti belligeranti nel 1848 e nel 1849. Per conseguenza, in questo volume ci limiteremo a prendere in esame le azioni svolte, durante la campagna, dai Bersaglieri, che appunto nel 1848 ebbero il loro battesimo dd fuoco e che fin dalle prime azioni giustificarono pienamente, col loro \'alore, la proposta del La Marmora e la sua vigile cura nel costitu ire e nel perfezionare i primi reparti della nuova Fanteria scelta. Nel 1848, all.'inizio della guerra, t:ili reparti erano costituiti , come abbiamo già detto, da tJUaltro sole compa~nie, tre delle quali in Piemonte ed una in Sardegna; ma, nell'imminenza della guerra (On l'Austria, si reputò necessario aumentare le truppe leggc.:re dell'esercito ed il 24 marzo il Re firmò un Decreto, col quale la forza del Corpo dei Bersaglieri veniva portata a tre battaglioni di quattro compagnie ciascuno, oltre i depositi. Il progetto, a dire il vero - come osserva giustamente il F ea ( 1) - , era un po' tardivo, perchè "a triplicare d'un tratto una milizia, il cui addestramento richiedeva molta cura e lunghi esercizi, non bastava un colpo di penna. Tuttavia esso avrebbe forse prodotto migliori frutti, se più saggiamente si fosse provveduto alla sua esecuzione. Invece, per uno dì 4-luègli errori sì frcqucntì in 'Ìuell'anno di nobili entusiasmi e di illusioni, venne stabilito che il progettato aumento venisse effettuato, non già con soldati scelti da tutto l'esercito come la specialità del Corpo avrebbe richie~to ; ma con i volontari (2). ( ,) Fu: " Storia dei Bcrsaglic:ri "·

(2) Nel Decreto per l'aumento dei Bersaglieri era detto: <( Su;1 M:icsù .:onlìda nella devozione dc' suoi popoli per rec:irli quanto prima a numero ... Comt' tali battaglioni si:ino a numero, Sua Maest,1 pro\'vt:derit, ove o(corr:t, all'istituzione di altri battaglioni "·


·I l)

T :ilc provvedimento annuìlò, com 'era naturale, gli ut il i risultati clic ;n rcbbc potuto recare il Decreto del 24 1.n arzo; non solamente prrch1\ essendo stato impossibile trovare un numero di volontari c he ,1

approssimasse

:1

q ud~o necessario per completare i tre battaglioni

d 1c , i volevano formare, l1uesti dovettero, il 28 apri le. venir ridotti :1 due. ma anche per i ritardi che ne derivarono per l'ordinamento tk lk 1111ove com pag nie, delle (lllJli tre sol e poterono esser pronte in 1cm po per prender parte all;:i campagna. Ciò spiega come, in quel-

l'a nno, il numero dei Bersaglieri al campo non superasse ed anzi no n raggi ungesse neppure gl'i effettivi previ sti dal !e di sposizioni prercdcnti al Decreto del 24 marzo. Ed i1n-cro, mentre la forza dei Rers:iglieri ~ul piede di ~uerra, ,c.._.nndo l'orga nico a nteceden.te al suddetto D ecreto, avrebbe dovuto .1,n:ndcre. non rnmprc~e le classi della riserva , a cp6 uom ini per lo ~l:1tu maggiore e per tJUatlro compagnie attive, sul fi ni re dell'aprile r~s i non contavano presso l'esercito operante, secondo il Pind l1 , ncl l.1 ~ua ,. Storia m ili tare dd Piemonte ., , che 671 uom ini e, ~econdo 1·.!11torc dcib ,, Campagncs d u fcl dma réchal Radetzky ,., Principc 1·ruu bctz koi, a 770. l rinforz i. arri \·ati in ~eguito furono poco più ,·i11· ,ud1cil'nri ;1 coì m an: ie pnd 1tc suhì te nei prim i ta tti ~L1 rm c.

La campagna del 1848. l\:dla guerra del 1848 la riunione dei Bersaglieri in h:m:iglion1 11 011 cr:1 che: nominale; la loro massima Unità tattica era la compa;i 11 i.1 . la t11 1a!c, per effetto dei Decn:ti dd 24 marzo e del 28 aprile,

I ,· · <.'1 11,11" · gion1,1/1·

»

di Milano: l,r pre.,a di l'ort,r T os,1.


4I

ù

«

Cinque giornate » di ?i.filano: il combattimento a San Celso.

avrebbe dovuto esser forte di circa 200 uomini , ma in realtà, secondo gli autori già citati, aveva una forza che variava, nei primi giorni della guerra, dai 150 ai 180 combattenti. All'aprirsi delle ostilità facevano parte dell'esercito tre compagnie Bersaglieri dell'antico battaglione e cioè la 1" e la 4 assegnate a l II C:orpo d'Armata, ala sinistra dell'esercito, sotto il generale Ettore De Sonnaz, e la 2" al I Corpo che, come è noto, era agli ordini del generale Eusebio Bava. P ochi giorni dopo si aggiunse una compagnia di Bersaglieri volontari, per la ma ssima parte studenti, accorsi in difesa della Patria all'inizio della guerra. Questa compagnia, che fu poi denominata f <lei I battaglione, organizzata, istruita , comandata dal luogotenente Cassinis, uno dei migliori allievi di Alessandro La Marmara, diede a nch'essa ottima prova durante la guerra. Più tardi la 4" compagnia del I battaglione passò al I corpo di Armata e g iunsero al campo la 3" compag nia del I e la 3" e la 4" del II battaglione,istituito col Decreto del 28 apri!c (1). Così , prendendo per base l'ordinamento previ sto da l(Ucst'u!timo Decreto e che rimase 3

( 1) Nd la compagnia Stu tkn t i si trovava fra g li altri Cmtantìno N igra. compagn ia dd I[ battaglione, composta di volontarii subalpini e lom bardo . veneti, fu organizzata a C hivasso dal luogotenente Sacco; di là ~·im barcò sul Po e, per Pavia , si portÌJ subito sul Mincio. U ltima g iun st: al camp,, b 4• wm pagnia, formata dopo il 0 C"Crcto del 28 aprik'.

La

f


111 "igon: pc.:r ljU:1~i tutt:1 la campagna, alla guerra Jcl 1848 avrebbero potuto prendere parte le seguenti 7 compag nie Bersaglieri. Dc:I I l>attag lionc, assegnato al Il Corpo d'Armata: 1" compagnia (comandante Viarigi): - z' compagnia , già .3' del vecchio battaglion<.: (comandante Prola, poi Tallone): - 3• compagnia, formata di rnlontari studenti (comandante C.a~si nis). Del li battaglione, destinato al I Corpo d'Armata: 1 ' compagnia, già 2·' del vecchio battaglione (comandan te \fosca~, poì Lyons): 2 ·' compagnia, ~ià 4' del vecchio battaglione (comandante Francesco Dc Biler): - :f compagnia , fo rmata di volontari (comandante Solaro, poi Cattaneo): - -1 ' compag nia. formata <li rnlo nt,1ri (comandante Cart, J?OÌ \for.1nd). :\hhiamo così cnumeratn tutte le compag nie Bersaglieri che :I\Tcbhero potuto partecipare alfa campagna del 1848: m:1 dobbiamo ;·nr.fr:-:n;:r..: che, .1ll'ini1.iu ,ldla guura, 1w11 n.1110 pronte a prender p:ine allc operazioni che tre comp:1gnic, una dt.:l le !.luali, la 2'. ve nn<.: assegnata al I Corpo d 'Arm :n:i (generai<: Ba\'a) e due, la 1' e la 4", rceno p.crk del II Corpo d'Armata (generale D e Sonnaz). >/on appena l'e~ercito sardo ebbe passato il T icino, i due Corpi d' Armala marciarono, come abbiamo avmo gi~ occasione di dire n<:I III rn!ume d i l)Uest'opera. verso il Mincìo. diretti rispetti ,·ameni e su Monza mb:ino e su Goito. La 2 ' compagnia Bersaglieri svolse il 6 aprile, a Marcaria, una l,rcn· azione contro g li Ulani e vi tro,·ò mort<.: glo riosa il Bersagliere Bianchì Giuseppe, primo caduto 1wr b n ostra indipendenza.

11 combattimento di Ooito. Il giorno 8 apri le i repa rti più avanzati potevano raggiu ngere i ( 11lli anorno a Goito, presidiato dalle mig liori truppe della brigata .1u~lriaca Wohlgcmuth , che avevano sislemato a difesa l'abitato e 1ni11ato il ponte sul Mincio. I11 1cs1:1 al I Cor po d'Armata piemontese si trova va la Divisione ,l'1\ n ·ill:1r,. che aveva l'in c:irico di occ u pare Goiro e di passare al di


là <lel fiume in presenza del nemico. I Bersaglieri, al com an do del lo stesso La Marmora, si trova vano all'avanguar d ia della Di visione c.:d attaccarono i Kaiserj agcr, che occupava no la perifc.: ria dell'abitato . col tiro calmo e ben mirato delle lo ro carabine. P er l'attacco al paese il La Marmora formò d ue colo 1111c.:: b prima, al comando del capitano L yons, dove\'a attacca re frontalm c.: n

Il passaggio del ,'.lincio .

te e ce rcare di penetrare a viva forza in Goito. La seconda, alquanto più forte e coma ndat:1 d:il capi1ano Mus(as, <loveva girare intorno all'abitato, occupare il ponte sul Mi ncio ed attacca re gli Austriaci sul rovc~cio, facilitando il compito all'altra colon na e chiudendo al nemico la via dclb ri tirat:1. Seguivano le due colo nne un reparto della Fante ria Real Navi t"d un plotone di Cavalleria. Il La M:1rmora marciava a cavallo in testa alla co lonna del capitano Muscas e sta va per raggi ungere il ponte, tiuando g li Austri ac i, asserragliati nel pat:sc, nel fabbricato dcl l' <, A lbergo della G iraffa 1>, apri ro no improvvisamente il fuoco contro i Bersag lie ri cd una p:il-


-1-1

lot tob ft:rì gravemente alla mascella destra cJ al collo lo stesso La M:irmora che, minacciato <:li essere fatto prigioniero da un capitano :111~triaco, bcnchè gravemente ferito, riuscì ad ucciderlo con una \Cialiol:ita (1). Intanto gli Austriaci facevano saltare il ponte ; ma i Bersaglieri ~i lanciavano sull'arGlta rimasta intatta per passare sull 'altra s1xmda del Mincio. Nell'attraver~arc il ponte distrutto, cadde, con una palla nel petto, il sottotcnente Galli cklla Mantica. primo ufficiale caduto per la nostra indipendenza, e subito dopo venne ferito a morte il tenente Wrigt ddla Fanteria Real Navi. Il comando venne allora assunto dal capitano dei volontari Sa1Trio Grif fini che, trascinandmi dietro i Bersaglieri, riuscì a passare: :il di Et del fium e, catturando 53 prigionieri (2).

t'Jclla stessa sera dell '8 aprile la Divisio ne d'Arvilbrs poteva ocl' up:m.: Goito e passare il fiume.

Sull'azione svolta dai Jkr~aglieri al pass:ig~io del Mincio, il gc· nc r:dc E:n·a, .:.:>mand:rntc il I Curpo d' A.1 mata :,arJu, :,cris~t: nel suo

rapporto : ,, Questo primo e splendente fatto d'armi contro le mi.~lio ri truppe austriache condusse in nostro potere 100 prigionieri ed 1 canncmc e ~oddisfece pien;unrnte Sua .Maestà, che degnavasi \'enire in persona sul luogo, a premiare i più valorosi ,, . rl Fea, nella sua <( Storia dei Bersaglieri >•, riferendosi appunto al fatto d\1rmc di Goito, scrisse bene a ragione: •< Poclic mik-ic cominciarono con maggior onore la loro Storia; poche compa,!..'.nic, srnza dubbio, ebbero una parte così importante in un combattimento come la 2 " dei Bersaglieri al ponte di Goito. Essa diede il · vanto ai Bersaglieri di aver superato, nel loro primo incontro, i cacl Ì:1tori tirolesi, già di fama mondiale > ·. Il gc.:ncralc Viola Caselli (3) r.icorda che l'azione di Goito corri' JHi~e a1 principi di impiego dettati dal fondatore: " staccati dall'a( 1) Il La Marrnora, a mal grado dell:1 sua 1mpazienz:1 di tornare alla tesu

dc·1 , uni Bcrs:1glicri , dovc11c ri~~ancrc in cura per· tre mesi. Egli ebbe conferita d.il lk C;irlo AJberto la commenda dei SS. :Maurizio e Lazzaro. ( 2) li capitano Grìffini venne decor;1to di medaglia d'oro :il valor militare ,. lu il primo militare dell'csef"l"ito insignito. durante le g uerre del Risorgi 1111· 1110. di t:ilc ;iltissim:i rium1pensa. ( , ) Hr:,.;.no

P10L.\

C.,sELLl:

op. cit.


-I 5 vanguard.ia, Jiberi nella lo ro inizia ti va, i Bersag lieri entrano i pr11n 1 azione col fuoco preciso delle carabine. C-0n esse e con il loro sl.111cio conquistano la superiorità morale sull'avversario, :1prono l:t f:tll:i , sfruttano il successo iniziale, concorrono alla vittoria '> . Anche per l'efficace addestramento nello sfruttare g li appigli dd terreno, impartito dal L a M ar mora, le perdite dei Bcrsaglini f 11rono pache: 1 ufficiale morto e 2 feriti ; 6 uomin i di trup pa frri t i. Alcuni ufficiali ed un sottufficiale vennero p romossi per meri to di in

guerra. A ricordo del fatto d 'armi dcll'8 aprile 1848, il Municipio di Goito fece appcrre, cinquant'anni dopo, sullo storico ponte una lapide commemorativa con la seguente iscrizione:

Qui il giorno 8 aprile 1848 i Bersaglieri piemontesi duce Alessandro Lamarmora sco11fìssero e dispersero i cacciatori tirolesi della Brigata W olilgemuth

segnando sui ponte del Mincio la prima pietm mili(lr(' di qurl/11 via

e/te, per la Cer11aia, Palestro, S. ,».,fartìuo, co,;dus.ce gli Italiani sul Campidoglio Il Municipio di Coito nel primo ci11qua11te11aritJ del fatto glorioso memore cd esultante poneva 8 aprile 1898 Durante la campagna del 1848 i Bersaglieri si distin sero an cora a Pastrengo, a Santa Lucia, a Governolo cd a M ilano. A Pastrengo una compagnia riuscì ad espugnare cinc1ue posizioni nemiche ed il sergente Rovio, insieme a due volontari , costrinse .illa resa 30 militari austriaci. Durante la ricognizione di Santa Lucia, i Ber saglieri marciarono in testa alla :f colonna di attacco piemontese che, composta dalla Divisione d' A rvill;1rs, muovc,,a da Sommacam pag na verso

Verona. Esaur ito lo sforzo offensivo dei Sardo· Piem ontesi, i Bersaglier i

combatterono ancora, il 18 giug no, a Corona, dove il L a Marmor:i, non ancora guarito, andò a visitarli, suscitando l'entusiasmo delle fiamme cremisi, e qui ndi a Gove rno lo.


Il combattimento di Governolo. Il generale Piola Caselli , nel suo volume su Alessandro La Marle m erno rie del colonnello Casella, già Bersagliere ddb compagnia Lyo ns, e la relazione del generale Bava, così riassum e il fatto d 'arme di Governolo: <( Il paese di Governolo è posto alla confluenza del Mincio col Po. Occupato dag li A ustriaci, minacciava la d estra. dei Piemontesi che as,c:dia,·ano Mantova. Si decise all<1ra di occuparlo ; ma l'operazione no n era facile, perd1è il presidio nem ico si trova va al di E1 del fìumc e, per gi ungere alla Piazz~1, era necessario passare a viva fo r.z;1 u n ponte, parte in muratura e parte in legno. ,. li gener~1le fbva decise di attaccare col grosso frontalmente e di m inacci;m: gli Amtriaci sul rovescio e di sorpresa, impiegando i Bersaglieri. La loro im presa era ardita e. se scoperta. anzi tempo. la , ittori:.1 sarchhe toccata al nern ico. " La sera precedente alratt:Krn. la 2 ·' compagnia del capitano Lyrnis. ch e era :1 Borgoforte (sinistra del Po), salì su due ~rossi harconi, atrran:r~ò il fium e e sbarcè, snll:i riva destra, a SJn Brncdctto. Giunto ..:,,l~ il ~ Lilcr.tlc nava, di1:Jc le ~uc i~truzioni ed offrì al capitano Lyons rin forz i. Il capita no rilìutC:> pcrcht aveva " piena frdc 11clla sua 2' compag nia ,1 . A S;in Hrnnletl<J 6 Bersaglieri ricevettero i tamburi dall'allor~1 Cuardia Nazion::ile. Verso le due di notte del 18 luglio la compagnia rimonti', ~ui harco ni e scese lungo il Po, diretta al suo destino. A Sahbioncello, mentre t:ra a ncora notte, i fl ersaglicri sbarcarono sulla sponda sini stra occupata dal nem ico. ~ · O ra con\'icnc lasciare senz'altro la parola ad un testimone ocubn:, il colonnello Casella, già Bcrsa~licre ddla compagnia Lyons, il tiu:dc così ricorda il discorso tenuto dal capitano L yo ns, prima di ~l,;1H ;11 c. dìscor~o che ben dimostra J;1 cordial it;t dei rapporti fra i lk rsagl ieri ed i loro su periori diretti. -· ,. Comè avete visto, a San Benedetto venne Ja me il ~encral e B:t\'a, il q uale mi offrì :i ltre compagnie di rinforzo: ma io, ;apcndo qua nto è valorosa la mi,1 compagnia, bo ri sposto che ,:ssa, c he gù ~c ppc tanto distiuguersi a Goito cd a Sa nta Lucia. si senti va tanta forz:1 e corag~io da assolvere da sol::i l'onorifico incarico e rcspini_!t.: \·o quindi qualun4ue aiuto. Io ho avuto fiducia in voi; voi abbia;cla n~i rnstr( superiori. 11\ora. ricordando


« Prima di scendere, lasciate i vostri zaini nei barconi , poi, in perfetto silenzio, and remo ad attaccare il nemico alle spai k. Ricordatevi che dobbiamo vincere o morire perchè, appena sbarcati, i barconi passeranno sulla destra del fiume e da questa parte 110 11 vi è- pii'1 per noi ritirata. Ad Ostiglia, Pradella, Governolo vi sono Aust riaci: siamo circondati da loro: dobbiamo quindi andare avanti, sbaragliare

I Bc,,.,aglicri al ponte di Coito.

i nemici a Governolo ed abbassare il ponte sul Mincio, per dare !nczzo ai nostri, che sono al di là del fium e, di unirsi a noi. ,, Se io venissi a morire, prenderà il comando della compagnia il tenente T esta; man ca ndo lui, sarà sostituiti dal tenente Borrone e così di seguito; dopo gli ufficiali , i sottufficiali e persino i Bersaglin i più anziani; ma siavi sempre qualcuno al <1ualc si dovrù obbedire per avere la vittoria " · • Appena sbarcata la compagnia, ogni comandante di p lotone ebbe assegnati dal. capitano i suoi compiti. Un trombettiere fu lasciato a ciascun plotone; gli altri, coi tamburi, formarono un quinto plotone. Mentre si marciava su Governolo s'incontrò un contadi no. Lyons gli domandò se gli Austriaci erano lontani cd egli r ispose: •< C irca un miglio; ma non si arrischi ad andare troppo innanz i, per-


chè sono molti assai n . li capi tano lo gettò a terra con uno spintone, pcrchè non \'olcva che impressionasse i suoi con notizie preoccupanti. La compagnia procedette silenziosa e decisa ed all 'alba era a <;ovcrnolo. Gli Austriaci erano in vista. Il capitano, col fischietto, diede il segnale Jcll'assalto, segnale che venne ripetuto rumorosamente dai trombettieri e dai tamburini. I Bersaglieri si lanciarono verso il ponte. Il presid io, sorpreso, crnlertc che avanzassero alle sue spalle ingenti for ze e quindi si di~organizzò, pensando alla ritirata. Sull'altra sponda il generale Bava, dopo aver fatto conoscer<.: ;illc su<.: truppe la sorpresa che si stava preparando, era avanzato con esse su Governolo. Giunto :11 Mincio, fece aprire un vi vissimo fuoco di Artiglieria e poi di F:1ntcria, che non permise agli Austriaci di :1vvicinarsi al ponte. Tre nostri squadroni erano pronti a lanciarsi ~ul ponte, non appena fosse stato abbassato dai Bersaglieri . ,, Il nemico si era ritirato al coperto dietro -le case della citt~1; tutti correvano an siosi con lo sguardo verso la riva sinistra del MinL"Ì<> -, scri\'C\':1 il generale Bava nel suo rapporto cercando di ~corgerc i nostri Bersaglieri, sul destino dei quali eravamo Ì11ljUic ti, quando, ad un tratto, 1 loro lucidi cappelli mccrau vengono a ferire gli sguardi, si ode di stinto il suono delle cornette, il rullo dei tamburi; si odono frequenti spari di moschetto e finalmente si \·cck un gruppo di t1uei valorosi correre arditamente \'Crso il ponte. ,, Come per effetto magico, ce::ssa allora il nostro fuoco e si manda un urrah generale ai Bersaglieri. ,, Dopo 11011 pochi sforzi il ponte levatoio è abbassato, il passag).!io è aperto, i nostri voti ~ono compiuti, il Mincio è superato. I primi Fanti , con i Bersaglieri, inseguono il nemico che cerca cli salvarsi f 11ggcndo verso Mantova. Passano al galoppo i nostri squadroni, tra g li applausi della Fanteria. e determinano la rotta avversaria . " Jn questo splendido fatto d';mni ---· prosegue il Bava -- furo no trofeo delle nostre Armi: '.! can noni, la bandiera del reggimento Rokavino, 400 prigionieri, 8 ufficiali , oltre a m olte anni e caq lli ·•. li combattimento di Governolo, considerato dal Bava come uno dei pii1 brillanti della nostra Storia militarè e nd t1uale si \'Ìdc così hl' n eseg uita una concez ione felice, prova come. operando ogni Arma ,~ rn ndc > k sue ca ratteristiche, si possano o ttenere i più lusinghieri riq 1lt:11 i e dimostra quanto si possa trarre dalle nostre truppe, se si .,.1ppia csal tarnc lo spirito .


49 t, Princip\', questi conclude il Bava - buoni per tutti i tempi , e soprattutto per noi Italiani , ma che, purtroppo, a~biamo in passato spesso dimenticati. " I Bersaglieri a Governolo hanno dimostrato brillantemente il ioro valore >• . La 2• compagnia Bersaglieri ebbe conferita la menzio ne onorevole (ora medaglia di bronzo). Agl i ufficiali ed ai Bersaglieri vennero conferite 8 medaglie d'argento e 5 medaglie di bronzo al valor militare .

. Le benemerenze così acc1uistate dai primi reparti Bersaglieri ne fecero aumentare affrettatamente jJ numero, non sempre scegliendo, per ammetterli nel nuovo Corpa, gli uomini fisicamente più idonei; tanto che il La Marmora, sempre in cura a Bozzolo per la grave ferita ripartata sul ponte di Goito, non potè, come abbiamo già detto, fare a meno di protestare. li 12 luglio Alessandro La Marmora venne promosso magg ior generale, conservando - come g li scriveva il generale Di Salasco, ndl'annUnziargli la promozione - ,, la superiore direzione sui batt.1glioni Bersaglieri >• . Dopo il combattimento <li Governolo la 3' compagnia Bersaglieri, al comando del capitano Prola, che cadrle sul campo, combattè con molto valore a Rivoli , dove venne ferito .il caporale Costantino Nigra, volontario nella compagnia studenti comandata dal capitano Cassinis. Durante l"ultima fase della campagna del r848, dopo la battag lia di Goito e la caduta di Peschiera, l'esercito austriaco, con j rinforzi giuntig li dal!' Austria e con le truppe rese dispo nibili dalla caduta di Vicenza, cominciè, a premere contro i Piemontesi sul Mincio e li vinse nelle tre giornate della battaglia strategica di Custoza, costringendoli a ripiegare sull'Oglio e: <1uindi sotto le mura di Milano, dove si combattè l'ultim:i battaglia, che costrinse i Pi.emonte~i all'armistizio Di Salasco . Fu appunto a Milano che i B(;rsaglieri, che avevano protetto con molto valore il ripiegamento dell'esercito, offrirono al Re Carlo Alberto quella prova cli fedelt;t e di devozione, per la quale il tenente Tallone, che la sera del 5 agosto comandava la 2" compagnia Bcrsaglierì, ebbe conferita la medaglia d 'argento al valor mili :arc << per


.1vnc, co n la 5ua compag nia, posta in salvo e scortata la persona dd

Rl'. nella notte dal 5 al (ì agosto 1848, in Milano "· C::1rlo Sabmclli, gi~ appartenente alla suddetta compagnia Bcr~.1glicr i. così ricordava il fano nel 1894, in una lettera al gcncrak Bruto Bruti, Ispettore del Corpo dèi Bersaglieri: ,. La sera dd 5 ~1gosto 1848 eravamo a Porta Colosimo di Milano. /\Ile o re 11 il comandante la 1" compagnia la ri1111Ì ccl in silenzi;)

U II cpùodio dcll,r battaglia di Rivoli.

l.1 u1 11d11ssc per u11 buon tratto lungo i bastion i, qu~rn,fo, fcr marìci ,

,i

:t\T<.:rtÌ

che stavamo per rnmpicre un::i mi ss ione di grande impor-

1,11 1z .1: 11ueìla di lihcr,tre S. M. il Re da una banda di forsennati chc, 1. i, co n d:1to il p:il:tzzo che ospitava il Sovrano. b ccv:i fuoco contro le 1°111t·,1re. Quindi entrammo in citt:1; il tenente Vic:u ini, con qual-

l,c lk , ~aglicrc. ci precedeva di barricata in barricata. fìnchè, giunti cl i ,orpresa in prossimità dd palazzo Greppi, con un improvvi so as,:il111 alla baionetta inv3demmo il piazzale e raggiungemmo il por1,,11t·, di fronte al t111;ile due catastt: <li mobili ardevano. mentre un .,11 ni 11111(chio restava preda del fuoco sulla piazzetta. Il tenente Vi1


5I carini battè alcuni colpi con l'impugnatura della sciabola contro il portone. « Allora, <la una finestra sotto il cornicione del tetto, ~i udì il " Chi va ]à? » Il tenente rispose: Bersaglieri, e quello domand<'> la parola <li campagna; rispose il tenente: << Che parola d 'Egitto! Siamo Bersaglieri! Y•. Dopo pochi minuti, si spalancò il portone c:.:d uscì Sua Maestà. In qudl'i~tante giunse pure w1 battaglione di l~a nt cria. <' Mentre Sua Maestà si dirigeva a passo lento verso la compag nia Bersaglieri, chiese <lei nostro operato e dispensò il battaglione di Fanteria per farsi scortare soltanto dalla nostra compagnia sino fuori Milano. (( Anche il Duca di Savoia, che quella sera si trovava al palazm Greppi. insieme C(Jl padre, ebbe a confermare, nella sua Relazione, l'intervento della compagnia Bersaglieri , scrivendo: << Alle dieci di sera il I battaglione di Piemonte ~d un battaglione Guardie, chiamati dal generale Bava, recavansi per diverse vie alla casa occupata dal Re; mentre una compagnia di Bersaglieri, irrompendo improvvisamente, senza neppur rispondere al le f ucibte della turba, la disperse completamente ». Durante la campagna de l 1848 gli ufficiali ed i Bersaglieri del Corpo meritarono complcssiyamentc 98 medaglie al valor ·militare, delle quali 42 di argento e 56 di bronzo.


IV.

BERSAGLIERI NELLA CAMPAGNA DEL 1849 Le gloriose gesta compiute dai Bersaglieri durante la campagna Jcl 1848 :1vev:mo suscitato tanta ammirazione e tale fiducia nel nuo\ 'O Corpo che, \'Crso la fine dello stesso anno, il. Governo present<\ al Parlamento un progetto di legge, col quale si proponeva che i reparti di Bersaglieri venissero aumentati in modo da raggiungere, per b nuova campagna, la forza complessiva di cinque battaglioni. Col R. Decreto in data dd 30 dicembre 1848 venne disposta la , 1>~riruzione di tali batt:1glio11i e, per formare i Quadri, furono amrrn:~~i nel Corpo parecc hi ufficiali di Fante ria, desiderosi di farn:.' p.1rtc, e che in pace ed in gll(:rr:1 si erano dimostrati forniti delle qualit:i necessarie. Così i Bersaglieri ebbero dalla Fanteria di linea uffit"i:tli scelti e Yalorosi, come, ad esempio, il capitano Riccardi di Kct ro , che si era particolarmente distinto nella precedente campagna, qua le ufficiale della brigata ,, Sa\'ona ,,; il maggiore di Saint Picrre, gi~ del r6" reggimento Fanteria; ìl capitano Longo11i che, già tcncnte nd ( rcggim cnto, appena iniziata la guerra, aveva lasciato l'esercito regolare per organizz.are una compagnia di 200 giovani \'C1lo nt:1ri, che sì er:rno chiamati <' Bersaglieri di Carlo Alberto ,, (1); il capitano Pcyron, gi~1 tenente del f reggimento Fanteria, il quale, , ul finire della campagna del 1848, aveva comandato una compagnia , li Cacciatori trentini; il tenente Pallavicino, proveniente dal 16", ed il tenente Negri , che aveva organizzato a sue spese e comandato una rn rnpag nia di rnlontari alla difesa di Vicenza. Per quanto riguard:i. gli uomini di truppa, i cinque battaglioni ve nnero formati e completati, non pÌLI con volontari , ma con uomini

r

( 1) I " Hcrs;1g licri di C arlo Alberto ,,. nella seconda pant: della c:unpag n;1 ,kl 18-1 >1. avcQno fatto pane della g uarnig ione di Gon·rnolo. Fra es.~i rnilitav:l N IJHi B1 xio . Si consulc i, ;1 lt:mpn dehito, il IX volume di quest'opera, dedicato .11

\'ol.. n1.1 r i di guerra.


53 scelti in tutto l'esercito. << Questo spiega - osserva il Fca (J) - come ess.i, due soli mesi dopo la loro formazione, potessero farsi o no re anche sui campi di Novara, sebbene non avessero av uto che brevi ssimo tempo per addestrarsi e fossero quindi molto lontani (per la maggior parte almeno) dal poter emulare l'ammirabile battaglione costituito da Alessandro La Marmora e da lui con tanta cura addestrato )1 . Il comando del Corpo dei Bersaglieri venne affidato al colo nnello Savant; quello dei battaglioni rispettivamente ai maggiori: Verani, Lyons, di Saint Pierre, Morand ed Araldi. Quest'ultimo aveva comandato, nel 1848, un reparto di volontari modenesi ed il suo battaglione, che era il V, era costituito da militari non piemontesi. L'alta sorveglianza sul Corpo dei Bersaglieri veniva lasciata al generale Alessandro La Marmora che, dopo aver per qualche tempo comandato la brigata « Piemonte ))' era stato nominato, per la campagna del 1849, Capo di Stato Maggiore dell'esercito ; mentre egli avrebbe molto meglio e più volentieri comandato una brigata. L'aumento <lei reparti di Rersaglieri corrispondeva. del resto, a quello di tutto l'esercito sardo che, come abbiamo già ricordato (2), all'inizio della nuova campagna , contava 7 Divisioni e 2 brigate indipendenti. I Bersaglieri ebbero la formazione seguente: Com ~~ ndante superiore: colonnello Savant. I battaglione, maggiore Verani: 1• compagnia: capitano Viariggi. 2' cornpagma: capitano Alessi di Cannosio. 3• compagnia: capitano Cassinis. 4" compagnia: capitano Longoni. II battaglione, maggiore L yons: 5' compagnia : capitano T esta. 6" compagnia: capitano Dc Biler F. i compagnia: capitano Cattaneo. 8' compagnia: capicano Peyron.

(r) FEA : op. cit. (2) Si consulti il volume III di quest'opcr:::.


lii battaglione, maggiore di Saint Picm: : 9' compagn ia: compagnia: 11 compagnia: 1 2 '' compagnia: 10 "

capitano capitano capitano capitano

Riccardi di Netro. Righini di S. Giorgio. Paravicini dc Lunghi. Ratti.

IV battaglione, maggiore Morand: 1 _3' comp:ign~a: capitano Simone. 14"' compagn~a: capuano Volpclandi. 15" compag111a: cap!tano Sacco. 16" compagnia: capnano s~1cchini. V battaglione ( 1 ), maggiore Araldi : 17" rnmpagn!a: capitano Rcvcrberi. 18' compagma: capitano R:ivani. 19" rnmpag111;1: capitano Quadrio di Peranda G. :w" compagma: capHano Arrigosi .

La forza complessiva del Corpo era di circa

3000

n. uorn1n1 . Sc-

condo 4uanro afìcrma il Pindli, 11dla " Storia militare del P iemonte ,,, essa era di .3420 uomini; secondo altri autori ( U lloa, Trouhetzkoi) di 2995. Il III cd il battaglione Bersaglieri, alla dipendenza Jd colonnello Savant, vennero messi a disposizione del Quartier G e ner;ilc. l b.1tt.~glioni I e V ku.·ru parte della brig;1ta 13dn :derc. Del Ili hattaglionc la '>'° coinpagnia venne asseg nata alla r' Di' isionc (Durando), b 6" :11la 2 " (Bes); la 7" :ilìa 3' (Pcrrone), alla {" (Duca di Genova). L:1 5' Di\'isionc (Ramorino) , costituita in gran parte di Lombardi, già disponeva di due battaglioni di Fanti leggeri lomhardi (2). Alla 6' Divisione (Alfon~o La Marmora) era ~tata as~egnata la f co mpag ni;i dd I battaglione Bersaglieri, comandata dal capitano C:1ssinis. La 7" Di,·isione, o Divisione di riserva (Duca di Savoia), no n disponeva di reparti Bersaglieri. L a brigata autono m :1 dd gene-

·,v

r8"

( t) L a form:izio11c del \' h:rnaglinnc quì riportata è qudh , h c esso a s, ,m ,e dopu l\:m·,1r;1, ,oll'in cnrporaz ionc dei Bersaglieri Yaltellincs i. (2) Vn:im e nte i h;n t1gl ioni t::rano tre; cio.'.· quello dei lkrsaghcri lombardi. u11 n.111d:110 dal tenente colonnell o lvfanara ; quello dei lkrsagli eri trentini , al 1·11111: llld o elci maggiore \!crani, e q11cllo dei Bas;iglicri ~tudcnti. agli ord ini .Id tt·ncn tc , olo111wllo P ;isotri (c1ucst:'ultimo lxmag lion<' conta \·a soltanto 'J.70

1101nini ).


55 raie Solaroli aveva un altro battaglione di Cacciatori lombardi (" Bersaglieri di Valtellina))) (1), comandato dal capitano Guicciardi. All'apertura delle ostilità, mentre la Divisione dd g enerale Al fonso La Marmora, prima destinata ad operare in Toscana, sta va va licando l'Appennino, tutto l'esercito sardo si era radunato, com e abbiamo già detto (2), fra la. Sesia ed il Ticino, per entrare in Lombardia; ma il Maresciallo Radetzky, passato il Ticino, minaccia va il fianco destro dei Piemontesi, non avendo la Divisione del gcm:rak R amorino difeso la posizione di La Cava. Le truppe sarde, che gii1 avevano passato in parte il Ticino, furnno costrette a volgere la fronte a sud, per tentare di arrestare g li Austri:.1ci a Mortara cd alla Sforzesca: ma, respinte, ripiegarono su Novara, dove si svolse la battaglia decisiva, purtroppo no n favorevole alle nostre armi.

l combattimenti della Sforzesca e di Mortara. I Bersaglieri ~i distinsero anche durante la campagna Jel 1849. Come narra il Fca, nell'opera già più volte citata, ù al combattimento della Sforzesca ··· il solo, purtroppo, che tornasEe favorevole ai Piemontesi ---- si trovarono due compagnie del II battaglione Bersaglieri . La 6" compagnia, comandata dal capitano Dc Biler, facc\'a parte, come dicemmo, dcll.:t 2" Divisione, che fo la prima a venire attaccata dal nemico, il quale, da P av ia, avanzava su due colonne, sulla Sforzesca e su Mortara. li generale Bes, comandante la Divisione, ~c hierata nei dintorni della Sforzesca la maggior parte dei suoi, invi:tva un distaccamento, del t}ualc faceva parte la 6" compag nia Bersaglieri, ad occupare San Siro, sulla strada che da Pavia conduce, per la Sforzesca e Vigevano, ;1 Novara. ,. As~alito vivamente dagli Austriaci, questo distaccam ento, dopo aver combattuto strcnua~1entc, fu obbfigato a retrocedere sulla Sforzesca. La compagnia Bersaglieri del capitano Dc Bikr, dopo aver combattuto a San Siro, m:mcan(b di munizioni, dovette passart: in seconda linea. Frattanto era gi unta sul luogo, al comando del maggiore L yo ns, anclH.: la i compagnia lkrsaglieri. Il giorno ant ecedente questa compagnia era penetrata per la prima nel territorio ( 1) Sui Bersaglieri ,di Vaìtdlina ,i consulti, a tempo debito, il IX di <jUCst'opera, dcdicnto ai n1lontari, (2) Si consulti il Tll YOlumc di quest'opera.

rn l1111 1c·


Ner;aglicri ,tl/'a11<1, ·e o .

l01nh:1rdo, accom pagnando il Re Carlo Alberto e precedendo la Di\'i~ione Jd Duca Ji Geno\'a; ma, all'annunzio del passaggio del Ticino, o per:ito dal Maresciallo Radetzky, a,-c,·a marciato lungo la riva , ini ~tra Jd fiu me e, passatolo a guado il m attino del 2 1, era giunta ,td c:impn di battaglia nel momento in mi gli Austri:1ci, occupato S:111 Siro, prcnde\'ano l'offcnsi va contro la Sforzesca .


57 « Sfilata, con entusiastici evviva, davanti al Re, accorso anch \:gli sul luogo del combattimento, essa lanciavasi arditamente al contrattacco, insieme con altri reparti e, sostenuta poco dopo anche dalla 6~ compagnia, ricomparsa in prima linea, ricacciava gli Austriaci. Fu allora che i nostri Bersaglieri, gettatisi con ardore all'inseguimento degli Austriaci, entrarono a baionetta spianata nel villaggio di San Vittore, fecero strage della retroguardia austriaca che vi era rimasta a difesa e sperarono perfino d'impadronirsi di parecchi ca nnoni. Ma, visto il pericolo che correvano le loro ,irtiglierie, i nemici gettarono contro gli assalitori un forte nerbo di Cavalleria. Per un istante i Bersaglieri si trovarono investiti da ogni parte ed avviluppati dagli ,ussari austriaci: ma si tennero ordinati con mirabile fermezza , finchè, disimpegnati dalle cariche del reggimento ,, Piemonte Reale Cavalleria 11, ripresero un 'altra volta l'offensiva, inseguendo gli Austriaci fin oltre il villaggio della Torrazza » . Intanto, con un esito purtroppo non favorevole ai nostri, si svolgeva il combattimento di Mortara, durante il quale la 5" compagnia Bersaglieri , comandata dal capitano Testa, partecipava eroicamente alla lotta , insieme alla r• Divisione. La comp:1gni:1, che si trc)\':J\':t in avamposti, lontana dal grosso, venne improvvisamente assalita dalle soverchianti forze austriache ed, a malgrado degli sforzi per resistere, venne respinta e non fu più in gr:ido di partecipare al comhattimcn to.

La battaglia di Novara. Il 23 marzo si svolse la battag lia di Novara , alla c.1uale .parteciparono il I.I, il III ed il IV battaglione Bersaglieri, i quali poterono portare nella battaglia il peso delle loro forze riunite, non essendo divisi in compagnie distaccate, :i<l eccezione del II battaglione, le cui compagnie erano state ripartite, com e già si ~ detto, fra le c.1uattro prime Divi sioni Jell'csen:ito. Di lluesto battaglione la 5" e la 6" compagnia si trovavano in :ivamposti; mentre la 7' e 1'8• erano in riserv:1 presso la Bicocca. La 5" compagnia, già così duramente provata a Mortara, si difese strenuamente presso il T orrione, che venne perduto e ripreso più volte dalle truppe della 1· Divisione. A sinistra della 5" combattt· ànche la 6" compagnia Rcrsaglieri, la quale resistette tutta la giornata presso la ca scina Cavalotta, dove venne ferito il tcncmc Big nami, già distintosi, nell'anno precedente, alla battaglia di Coito.


Anche b 7' e 1"8" compagnia, al coman<lo del maggiore Lyons, l rnnhatterono con molto valore e, presso la Bicocca, lo stesso mag~iure Lyons. che arringava i suoi Bersagl ieri, gridando loro: ,, da lira\'i fi gliuoli, portatevi come ieri l'altro alla Sforzesca ! >' venne colpito d:i una palla di cannone al braccio destro e cadde da cava llo, mentre i Bersaglieri , precipit:rndosi contro .il nemico al grido t< vendic hiamo il nostro maggiore", riuscivano a respingere g li Austri aci con ripetuti attacc hi alla baionett:1. inseguendoli fino oltre al molino com pagnia, costretta ad abbandonare Olengo dalla di Olcngo. La ~upcriorità ddk forze nemiche. difese tenacemente b posizione, rc~istendo a lungo presso b cascina Forzate, <lo\·e cadde il generale Perrom:; mentre il Duca di Genova guidava eroicamente b s11a D i,·isione al contrattacco. Il comand:rnte la compagnia, capitano C:11 tanco, venne mortalmente ferito e. mt·ntrc Yeni\'a trasportato in fin di vita a Novara, esprimeva il desiderio di non \'t nire accompagnato .t lb tomba da trupp:i nemica ( 1). li trncnte R:idicati di Brozolo, gi à d istin tosi alla Sforzesca, cadeva eroica mente du rante la riconqui sta delb cascina C 1stel lazzu, dopo di a,erl' scostato il Bl'rsaglicre Fc noglio. che cerCl\a di fargli scudo rn n la ~ua penona. La compagnia, ridotta a poco più di 50 uomini , passò allora al comando del sottotenente Molena che. a notte inoltrata , la ft.:ce rientrare a Nov;1ra. Intanto il Ili cd il IV battagl ione 13ersaglicri veni va no ripetutamcnte g uidat i all'a ttacco dai magg-iori di Saint Picrrr e ;\foranei. Dura nte gli :issalti caddero il capitano Sinwn~:, i tenenti Burorti e Ri~hini e \'enncro feriti lo ~tCWJ maggiore Mor:md, il capit~1110 Paravicini, il tenente Negri ed i sottotenenti Luzzati e Rossett i. T utti gli ufficiali furo no di costanti.'.: esempio ai loro Bersaglieri e si di ~tinsero il c:ipitano Riccard i di Netro, che fu promosso maggiore per merito di guerra, i capitani Sacco, Ratti e Sacchini, il te11cntc Ner\'o. i sottotenenti Ckrici e Sollier. Anche il hattaglionc dei Bersaglieri di V~tltellin:i ,-1n ul,'i i Hcrsaglicri piemontesi. Alla hnc delb c;unpa gn:- gli ufficiali dei Bersagl ieri ebbero conkrit t.: 1(, medaglie d ':1r;;ento e 17 di bronzo: la 1ru ppa 18 m edaglie d 'argento l' 39 medaglie di bronzo. Era no cad uti sul cam po 6 uffi~·i,tli e 170 uomini di tru ppa. ?\folti ufficia li e 103 uomini di trnppa n:1110 ri nusti feriti.

t

( 1) ( ·1r.: l.'1m~t1 s : ,, Con~idcrazioni sulle ca mpag ne ciel 1848 e

dd 1849

>L


5<)

Tl I battaglione Bersaglieri non aveva preso parte ad akun f :1110 d'arme della campagna del 1849; ma, appena finita la guerra, d ,lic

Un sergente dei Bers11gheri lomb,1rdi.

anch'esso occasione di dimostrare il suo valore e la sua disci plina, nel contribuire a reprimere i moti di Genova, dove j) malcontento per la sorte infausta della guerra aveva provocato una rivolta, du -


la quale.: si era costituito un Governo proHisorio: mentre le t ru ppc del presidio, formate in gran parte cH reclute, venivano sopraffatte ccl i forti occu1xiti. La (>"' Divisione, al comando del gcncrak Alfonso La Marmora , non aveva preso parte attiva alla campagna e si trovava presso Pia(t:nza, da doYe acrorse a Genova per sedare In rin)lta, insieme alla brigata Belvedere. Mentre la 3' compagnia Bersaglieri veniva mandata ad occupare i pa~si degli Appennini, per impedire l'afflusso in Liguria di :iltri rivoluzionari, le trnppl'. sarde sostavano intorno a Genova. Il 4 aprilt:, tnnrndo che i moti della città potessero offrire il pretesto ad un .inrn,·cn to straniero. il generale T.a Marmnra derise di effettuare un col po di mano per entrare nell'abitato e w stituì una colonna composta di alcuni reparti dragoni e dalle compagnie Bersaglieri 2 ° e .( Con yucste truppe. raggiunta Sampindarcna, \'enivano presi i fori i Ikl vedere (4" rnrnpagnia), Tana glie e della Concetta, cd i Bers:1glieri, con un :,s~:,lto alla baionetta. conquistavano le batterie di S:,nta Bcni~na. I rivoltosi, però, rcsistev,mo cd anzi ccrca\'ano di circornlan: le poche truppe sa rde; ma (JUCste, rinforzate dalla 1' compagnia Ber~;1glicri. contrattaccarono gli insorti e li respinsero entro la citt:Ì, comh.1nrndo con grande v:dore, alla presenza dello stesso generale Aks,;,ndro La Marmora che, non anrnr:1 guarir-o delle ferite riportate a ~~ortara. era acrnrso accanto al fratello, :id assistere, nclb ~ua qualit:1 di Capo di Stato i\rfag~iorc dell'esercito, alle operazioni. Quindi Genova venne attaccata da quattro colonne, ciascun:1 ddlc quali preceduta da una compagnia Be-rsaglieri, cd i rivoltosi furono c-ostretti :illa resa: sia dal disriplinato impeto delle truppe; sia d:il contegno m l ik della pDpolazionc. Nella repres~ione della rirnlta si distinsero tutte le compagnie del I h:1tuglionc Bersagl ieri. La 2" e la ,( ebbero conferita la mcdar l 1:1 di bronzo al valor militare. Le perdite riportate dai Bersagli eri f11rono di 6 morti e di circa 50 feriti. 1': llllè

Rersaglieri lombardi. A volere c~scrc precisi, i Bersaglieri lombardi costituirono un Corpo di rnlontari, del quale verrà detto ckttagliatamentc nd IX

vol 11111c di quest'opera, dedicato appunto ai nostri volontari di tutte


61 ·1e guerre. Ma, poichè i Bersaglieri lombardi vennero incorporati , nd 1648, nelle Unità dell'esercito piemontese e, nel 1849, prima di accorrere alla difesa della Repubblica Romana, fecero parte della s" Divisione (generale Ramorino), ci sembra doveroso darne qu :dchc notizia in questo volume. Il battaglione Manara difese, infatti , strenuamente a La Cava i ponti sul Mincio e cercò di ritardare la marcia delle colonne austriache, che, dovevano aggirare l'ala destra dello schieramento ~ardo e quindi condudere, dopo i combattimenti di Mortara e della Sforzesca, la breve e tragica campagna del 1849 con la battaglia di Novara. Il 1" nucleo dei Bersaglieri lombardi, al quale appartennero patrioti entusiasti e giovanissimi come il Manara, i Dandolo ed il Morosini, si costituì a Milano subito dopo le « Cinque giornate )>. Ne fecero parte giovani di ogni età e di ·ogni condizione, lieti d'.i ndossare una divisa molto simile a Luciano Manara. quella dei Bersaglieri del La Marmora ed i Finanzieri che, ribellati si all'Austria, abbracciarono la Causa nazionale. Comandò i Bersaglieri Luciano Manara, il quale raggiunse il grado di tenente colonnello; fu , per alcuni giorni, Capo di Stato Maggiore di Garibaldi nella difesa di Roma, durante la quale, pochi giorni prima che la Repubblica si arrtndesse ai Francesi, morì combattendo strenuamente a Villa Spada. Figlio di un avvocato, che non volle perdonargli troppo presto il romantico matrimonio da lui concluso, a venti anni, con C::irmclita Fe; nato e cresciuto nell'agiatezza; ma, subito dopo le nozze, costretto a riprendere gli studi all'Università di Padova, Luciano Manara, a ventitrè anni, era già padre di tre bimbi, quando la Patri:1 , d istoglic.:ndolo dalla sua vita brillante, richiese il suo cuore ed il suo braccio.


Ri cevuta, all'alba del 18 marzo 1848, J'a~~oluzionc come in articulo mortis nella chiesa di S. Bartolomeo in Milano; dissotterrate, insieme ai fratelli Dandolo e ad Emilio Morosini, le armi gi:1 occultate nel giardino di c1sa Morosini, il Manara. non ostante la giovane età, si distinse subito nel guidare i suoi compagni contro gli Austriaci e, per l'ammirazione smcitata dal suo coraggio e dalla sua innata attitudine al comando, potè subito con tare m non pochi compagni. Egli combattè eroicamente a Porta Nuova , alle barricate: di via Borgo Nuovo cd a Port,1 Tosa. da dove, scrivendo a Carlo Cattaneo, Presidente del Comitato di guerra, per chiedergli munizioni. rinnovò il suo voto di vincere o morire. Conclusesi, il 23 m:irzo, le <, Cinque giornate,, con b parten z:1 degli Austriaci da Milano; men tre autorit~, e popolo, nell 'esultanza ch:11 'insperata vittoria, ritenevano che i ncm ici fossero orm:ii dcbel iati per sempre, il Manara intuì la necessità dì in~eguirli cd , a tale scopo, dopo aver chi.esto al Com itato di guerra anni e munizioni. riuniti non pochi vo lontari ntlla cas<.:rma :1m1riaca dd Ccnio - per la cui conquista s'era sparso tanto sangue cJ era cadu ro :\ugusto Anfo!'-si - -potè costituire il primo reparto di t!udla che dO\-C\'a diventare, scconJo le me spcranzc, la ,r ( ' L C'gtone dell'c~crcito delle frontiere e delle Alpi » e che finì poi co n l'essere il battaglione dei Bersaglieri lombardi, dd quale fu comandante appunro il ~·tanara e pri1~a sottotenente alfiere ·<: poi aiutante mag~iur~ -Emilio Dandolo. · I Bersaglieri lo mbardi lasciarono Milano il 24 marzo e si recarono a Treviglio e successivamente a Salò, co n la speraw~:1 di essere inviati nel Tirolo, per interrompere le comunicazioni del Radetzky co11 l'Austria. Il battaglione combattè con onore a Castelnuovo, a Lazise cd a Monte Suello e si trovava aJ Olmazzn, presso .M antova, quando ~i ume la notizia della sconhlla di Custoza, dopo la qua/e il reparto del Manara, prima di venire sciolto, combattè ancora a Carzago. l(icostìtuito per far parte della Divisione lombarda, dopo avere atteso impazientemente la denuncia cieli 'armistizio Di Salasco, il battaglione Manara, nel 1849, cornbattè strenuamente a La Cava, cercando di sbarrare il passo agli Austriaci ; ma, come è noto, la Divisione Ramorino si ritirò sul!a destra del Po, rendendo possibile al Radetzk y la manovra, che portò ai combattimenti di Mortara e della Sforzesca ed alla disfatta di Novara. Sull'i nfausta giornata, che costrinse il Piemonte a rimandare la partita con l'Austria per un decennio, il Manara scrisse, il 1" aprile,


alla contessa Spini una lunga lettera, nella quale egli si dimostrò perfettamente edotto dello svolgimento della battaglia, rico nobbe la grave responsabilità del Ramorino ed espresse il suo disperato <lolon.: per quanto era avvenuto. << lo compirò fino all'ultimo - egli concludeva - la mia missione; condurrò i miei soldati là dove ci sono ancora probabilità di combattere; continuerò a servire, modestamente, ma onestamente, come ho fatto fin qui ... Dio sa cosa succederà di me!». Ed, infatti, il battaglione, dopo una sosta a Chiavari, finì per raggiungere per mare il Lazio e quindi Roma, dove venne aggregato al Corpo di volontari comandato dal Garibaldi, col <.!uale i Bersaglieri lombardi combatterono contro i Borboni a Palestrina ed a Velletri. Il 3 giugno essi combatterono ancora contro i Francesi a Villa Corsini, alla « casa dei quattro venti >1 , dove subirono gravissime perdite, e quindi resistettero eroicamente a Villa Giraud - detta, per la sua forma, il Vascello -- nella difesa della quale il Manara venne poi sostituito da Giacomo Medici. A Villa Corsini, insieme al colonnello ·Masina, al Doverio ed a tanti altri, era caduto, colpito al petto, Enrico Dandolo, che comanun tentadava una compagnia di Bersaglieri, ed il giorno dop<>, tivo di riconquistare la villa, ordinato dallo stesso Garibaldi, venne gravemente ferito Emilio Dandolo. Le gravi perdite subhe <lai battaglione, la morte di Enrico Dandolo, la consapevolezza della gra\'e sproporzione tra le forze francesi ed i difensori di Roma dovettero confermare nel Manara il presentimento e, quasi diremmo, il proposito di morire nobilmente per la Patria, visto che la vittoria non sembrava più possibile; proposito che l'eroe aveva già pi-ù volte manifestato. Dopo la battaglia dì Milano, il Manara aveva scritto, infatti, alla contessa Spini: Se non vinceremo, un mucchio di rovine ricopra le nostre ossa e nessuno di noi sia spettatore della vittoria del nemico h. Da Roma, il 29 giugno, scrisse ancora alla Spini: '( Noi dobbiamo morire pcrchè il nostro esempio sia efficace " · E questo fiero proposito, comune a tutti gli eroi, da Francesco Ferrucci a Luigi Tosclli, che costretti a disperare della vittoria decisero di lasciare ai posteri almeno il nobilissimo esempio del loro sacrifìzio, il Ma11ara mantenne appena il giorno dopo, 30 giugno, quando, asserragliato a Villa Spada e minacciato da ogni parte dal soverchiante nemico, s'impegnò, fra le mura cadenti, in una resi-

in

1(


stenza ormai disperata; mentre lo stesso Garibaldi accorreva a libera rlo. Mortalmente ferito, egli concluse, a ventiquattro an ni , la sua breve vita e. due giorni dopo, cessata la gloriosa resistenza del la Rc:pubblica, i Francesi entrarono in Roma. La sua salma, prima deposta nella chiesa Ji Santa Francesca a ponte Sisto, venne, il r8 agosto 1849, trasportata a Vezza, chiusa in una cassa, sulla <Jualc, data la vigile diffiden za austriaca, era stato indicato come contenuto (• oggetti di storia naturale >, e, dopo aver riposato. insiem e a yucllc degli amici più cari, presso una villa dei Morosin i. venn e finalme nte seppellita a Barzanò, in Brianza, nella tomba dei Manara:


V.

I BERSAGLIERI IN CRIMEA

S'iniziava così per il Piemonte il decennio di raccoglimento, durante il quale i Bersaglieri - che il generale Bava aveva cercato di ridurre, nell'ottobre del 1849, a tre soli battaglioni ~ furono, per le i1nsistenze del generale Alessandro La Marmora e per le benemerenze già conseguite, aumentati di numero fino a raggiungere la forza di otto e poi di nove battaglioni. Con il Decreto del 18 marzo 1852, che metteva in vigore il nuovo ordinamento dell'esercito sardo, preparato dal generale Alfonso La M;mnora, allora Ministro della Guerra, i battaglioni Bersaglieri vennero portati a <lieci e, con la legge 20 mano 1854, ve nne.; stabilito che la ferma per i Bersaglieri fosse di 5 anni. Il comando del Corpo venne affidato, fino al 1854, al colonnello Savant e quindi, fino al 1859, al tenente colonnello di Saint Pierre ; ma sull'organizzazione e sull ' addestramento dei Bersaglieri continuò a vegliare sempre il generale Alessandro La Marmora, promosso, nel 1852, comandante di Divisione; ma rimasto sempre orgoglioso del Corpo da lui creato. L'aumento del numero dei battaglioni Bersaglieri venne effettuato col solito sistema, mediante il trasferimento dalla Fanteria di linea di distinti ufficiali e di uomini di truppa scelti. per le loro qualità morali e fisiche, in modo da non infirmare l'efficienza del Corpo. Nel 1855, come abbiamo già avuto occasione di ricordare nel III volume di quest'opera, il Piemonte} guidato dal genio politico di Camillo Benso dì Cavour, partecipò con un Corpo di 15.000 uomini alla guerra contro la Russia, in Crimea. Alla spedizione presero parte 5 battaglioni Bersaglieri (metà della forza complessiva del Corpo), formati con le prime due compagnie di ciascuno dei 10 battaglioni esistenti e forti ciascuno di 476 uomini, con la seguente composizione:


66 (',0mandant c superiore : tenente colonnello di Saint Pierrc. battaglione, maggiore Radicati di Primeglio: 1" compagnia : capitano Schiappardli. 2 • compag nia: capitano Girola. f compagnia (5' <lei Corpo) : capitano T esta. 4" compagnia (6" dd Corpo) : capitano Negri. Il battaglio ne, maggiore 1a compagnia (9" del 2 ~ compagnia ( ro" del 3' com pagnia ( q • del 4• compagnia (r4~ del

Bonardelli : Cor po): capitano Molabaila. Corpo) : cap. Rig hini di S. Giorgio. Corpo): capitano Tosetto. Corpo): capitano Volpelancli .

III battag lione, maggiore Bertaldi: 1' compag nia ( 17' del Corpo) : capitano Mena Ida. 2' com pag nia ( 18' del Corpo): capitano Pallavicini E. _;" com pagnia (2r• del Corpo) : cap. Raibaudi della Cainea . ..j" compagnia (22• del Corpo): capitano Priclli. I V battagl ione. maggiore Dell a Chiesa : , ' compagnia (25'' del Cor po) : capitano Chiabrera. :2· compagnia (:26• del Corpo) : capitano Arò.

3• com pagnia (:2cf del Corpo) : cap. Rad icati di Passerano. 4• com pag nia ( ~o· ciel Corpo): capitano Biancanli .

V battagl ione, maggiore 1• compagn ia (33" del 2 • compagnia (34' del 3• compag nia (3f del compagnia (18" del

-t

Cassinis. Corpo) : Corpo) : Corpo) : Corpo):

poi Raibaudi del la Cainea: capitano Vicari ni . capitano Migliara. capitano Ferrari . capitano Garrone.

I Quadri dei battaglioni Bcrs;1glicri erano hcn preparati, poichè, come abbiamo g ià ricordato, Alessand ro La M:urnora, trovandosi al cn111 ando della T)ivisione mi litare di Genova, aveva istituito nei pressi dcl h città una scuola per l'addestramento degli ufficiali. Ad essa affl uiv:1no gli ufficiali dei diversi presidi a turno e l'addestramento veniva svolto <."On . un ind irizzo essenzialmente pratico. Per l'istruzion~· si forrna \'a un battaglione. nel quale la tr~ppa era rappresentata dagli ufficiali subal terni, i comandanti di plotone dai cap itani, il comandante del battaglione dallo stesso generale La Marmora, il quale offri va. per l'addestramento dei suoi ufficiali. il prezioso contr ibuto dcll:1 ~ua esperienza.


Le truppe inviate in Crimea avrebbero dovuto essere comandate dal Duca di Genova e vennero poi poste al comando cld generale Alfonso La Marmora. Esse costituivano 5 bri<~ate di Fanteria (2 Divisioni, su due brigate ciascuna, ed una brig~~a di riserva), a ciascuna delle quali venne assegnato un battaglione Bersaglieri. Salutato, prima della partenza, dal Capo dello Stato, il Corpo di spedizione piemontese sbarcò nella penisola di Crimea nel maggio dd 1855 e, per l'epidemia colerica che vi infieriva, subì subito gravissime perdite, fra le quali , particob1rmente dolorosa, <]uclla dello stesso generale Alessandro La Marmora.

La battaglia della Cernaia. La morte del fondatore del Corpo, se aveva addolorato l'animo dei Bersaglieri, aveva reso in loro ancora più decisa la volontà di onorarne la memoria con I.e gesta da compiere. Nell'agosto del 1855 - - narra il Fea, nell'opera già più volte citata - trovandosi Sebastopoli prcssochè ridotta agli estremi dai costanti e vigorosi sforzi <lei Franco - Inglesi, il generale in capo degli eserciti russi ìn Crimea, Principe di Gortschakoff, deliberava di tentare un ultimo sforzo per liberarla ed il 16 agosto, favorito dalla Jina nebbia, attaccava, alÌa testa di 70.000 uomini, l'esercito alleato, schierato lungo la Cernaia con la sinistra composta di alcune Divisioni francesi e la destra formata dall'intero Corpo di spedizione sardo, rinforzato da alcuni battaglioni turchi. Si venne così alla hattaglia della Cernaia (16 agosto 1855), che era stat:l già prec;eduta, il 17 giugno, da un attacco francese ai forti di Sebastopoli, attacco durante il quale i Bersaglieri, incaricati di proteggere l'ala sini stra francese, :;vevano resistito con eroica fermezza al fuoco dell'Arti"lieria russa. Nel ;:-,aià ricordato volume su b Alessandro La Marrnora, la battaglia della Cernaia viene così rievocata dal Piola Caselli, secondo i dati desunti dai rapporti ufficiali, dai diar:i di guerra e dai dornmenti raccolti nell 'archivio del Mmeo Storico dei Bersaglieri in Roma. La 2" Divisione italiana, già al comando di Alessandro La Marmora e l)(}Ì del .::,<Tcnera!e Trotti, era schierata sulla sinistra della Cernaia con gli avamposti, rappresentati da tre compagnie del 16" reggimento Fanteria, al di là del fiume, su una piccola altura derta lo


(,8 Zig-zag. Le compagnie del 1(," Fanteria dovevano verme sostituite. il 16 agosto, dal IV batt:1glione Bersaglieri. In qucll \1lln nebbiosa il cornandantc del Corpo di spedizione piemontese, generale Alfonso La Marmora, \·cgliava; da vari indizi aveva intuito l'avvicinarsi di una giornata campale cd, avutone conferma dalle linee avanzate, fece dare l'allarme al campo. Ad esaltare. nel momento della prova, lo spirito delle sue truppc, egli ordini\ al tenente colo nnello di Saint Pìerre di percorrert:

I llcr.,,1glicri alla Cn11<1i.i.

la linea e di comunicare ai combattrnti picmonte,i che la sera il telc!:!,rafo avrebbe annunziato al Re cd alla Patria lontana se i soldati Ì1icmonte~i n;,ino degni o 111c no di combattere a fianco dei Fran cesi e dc••li Jno lc~i. ;-, Alla vibrante com unicazione le tmppe ri ~posno con cmusi:istici ~

~

eV\'1 \' ;t.

Intanto il IV hauaglìonc Bersaglieri passa\·a gù la Ccrnai:.i, al comanJn del c1pit;mo Chiabrera, pcrdiè il maggiore Della Chiesa era ammalato. Passato. nella semioscurità, il fìunH:, il battaglione av:rnza\'a schiera to, quando si udirono allo Zig-z:1g i primi colpì. I Rus~i attac·


cavano. Poco dopo la loro Artiglieria batteva il terreno e minacciava i Bersaglieri. Dopo un momento di esitazione, il capita no C hiahn:r:i g ridò: << Avanti, fieui, finalrnent y suma! ,, ed il battagliont: :iv~1n'lè> con decisione sull'erto pendio, mentre la compagnia 13crsa~licri Biancardi veniva lasciata in riserva, a g uardia del fiume . Giunto sulla posizione, il Chiabrera i ncontr<'> il maggio rt: Corpurandi del 16° Fanteria, le cui compagnie erano distese lungo un trinceramento; alcun reparto occupava il versante nemico. Il C hiabrera ottenne allora l'autorizzazio ne a spingersi avanti e, a suo n di tromba, discese a metà declivio verso il nemico. La tromba richiami', i tiri di una batteria russa ; ma la nehhia ne rese il fuoco inefficace. Durante una schiarita si videro le colonne e la numerosa Cavalleria nemica, che attraversavano la pianura e salivano all'attacco. 1 Bersaglieri lasciarono avvicinare i Russi e poi li accolsero con scariche micidiali. I nemici si arrestarono; ma, rinforzati, ripresero l'attacco. Il capitano Chiabrera ordinò allora il ripiegamento, alternato con azioni di fuoco, sino alle trincee, dove arrestò le w m pag nic per rcsistt:re ad oltranza e mostrare il valore <lei figli di La Marrn ora. I Russi, spintisi sotto le tr incee, saltarono nd (osso e tentarono di salire sul ciglio del parapetto; m a i Bersaglieri li fermarono prima con una pioggia di palle e poi con le punte delle baionette . Tuttavia i Russi insisteva no nei loro sforzi cd il tenente Roba udi , dopo aver fatto egli stesso ripcnnament e fuoco con la carabina Ji un m o r lo , b1sciata l'arma, d ied e mano :;llc pietre. I Bersaglieri, :li grido del C hiabrera: ,, Fieui, a ms ..à 1 » ne seguirono l'esempio. Non ostante la tenace resi stenza, l'ondata russa aumentava e molti Bersaglieri, t ra i quali il tenente Robaudi cd il valoroso sergente Sca parro, veni va no feriti. <.1uando giunse il segna le della riti rata. I Bersaglieri, coprendo il 16" Fanteria, ripiegarono anch'essi, per scaglioni successivi, continuando sempre ,i l fuoco ed usufruendo dell'appoggio della compa~nia lasciata in riser va , per raggiungere una forte posizione. Ivi accorse il com an dan te titolare de l battaglione, maggio re Della C hiesa che, saputo il suo reparto irnpl:g nato, aveva lasciata l'infermeria e, salito a cavallo, aveva raggiunto la linea. « Bravo! - disse al Chiabrcra - - tutti , lassù, han no ammirato il valore del IV battaglione! "· Il Chiabrera si offrì ripetuta m ente per contrat taccare cd il Dt.:lla Chiesa finì con l'annuire- Il contrattacco ve nne effettuato da un:i compagnia e mezz.~ e riuscì felicemente , costringendo i Russi a ripiegare. Il capitano Chiabrera, a cava llo, disciplinava serenamente il


70 fuoco col tiualc i Bersagl ieri inseguivano il nemico, quando una sc heggia di granata lo colpì. Accorse il trombettiere Amoroso, il ,1uale cercò di 1-rarre il capitano in luogo sicuro, guidando il cava]lo e sorreggendo jl superiore ferito. Ma, colpito anch'egli, cadde trascinando il G1pi1ano che, d imentico della propria ferita, tentò di soccorrere il suo va loroso Bcrs:1glierc. Intanto, ~ul fron te te nuto dai Francesi, i Russi, fa vo riti dall 'oscurit:1 e dalla nebbi:1. sorpresero le linee av~inzatc, rigettando i difensori nitre la Ccrnaia : ma i Francesi, appoggiati dall 'Artiglieria in ottime posizioni. si bnr iarono in mas~a contro i Russi e riconquistarono, con ripetu ti contra~~a lti. le posizioni perdute. Al cont r:llt acco fran cese pa rtecipò il V battaglione Benaglicri che dopo .1\"l'r scortata l'Artiglieria, ava nzò decis:imente Yerso il ponte di T r:,k ir, rinforzato dalla 3" e dalla f compagn ia del l battaglio ne c lic. ri maste senza cartuccic, erano riuscite a tenere le ultime posizio111 ed a Care dei prigionieri. Ln sl.1 nrio dei fkrs.1glieri al pontt: di Trakir fu salutato <lJi Fr:111(nÌ ;il grido di " Vi,·a i Pi emonte~i " e diede luogo al gloriO\O q >i~odiù ,lei tenente Prevignano, del V hattagliom:. L'u fficiale con1 r:utacc1\';1 con L, ~ua compagnia e con mezza compag nia di Zua,i fr:ince, i. lJU:indo n~nnc ferito alla guanc ia dallo scoppio di una bomb:i. Ak~~andro La Marmora no n putc::\'a più, p urtroppo, inci1an: ,·n n l'c<cmpio i suoi Bersaglieri ; ma a ia rlo bastan il suo lum inoso ricordn. Men tre tenta va di rialzar~i. il tcnentc Prcvignano g ridava ai ~uoi, in piemo ntese : ,, C:oraggio, figliuoli! Non lasci:itcvi oltrcpassan : dagl i Zuavi l I Bersaglieri vanno aYa nti a tu tti i soldati del mondo~ "· OCl:i i :1 iar~i o nore, i Bersaglieri emularono, infatti , gli Zuavi. che riconobbero .il loro valore. ll V hatt~1glione Benaglicri era comandato. all a Cernaia, dal r apita no Garronc pt:rchè il titolare, il ,·aloroso m aggiore Cassi nis, era morto di colera. 1I ca pitano Gamme ebbe il cavallo ucciso e, bcnchè ferito egli ~tesso, ten ne il coma ndo, linchè non cadde esausto. Trasportato all a ;1mhulam.a da un scrgrnte, appena rin \'enuto, gli ordinò di tornare al f uoro. Mc:ntre i Pi emontesi muovc"a no alb riconquista dell o Zi 0<r-za(T, h 1111 uf fi cialt fra ncese portò al generale Alfon50 La Marmora un dispaccio del generale Pclli~sicr, col g uale si raccomandava la rico nl1ui~


sta suddetta. La Marmora mostrò con la mano ali ' ufficiale frnncese i Bersaglieri che già coronavano l'altura, dicendogli: « C'cst

fait! )) . Alla nostra estrema destra la brigata Cialdini non aveva nemico di fronte; ma era sottoposta ai tiri dell'Artiglieria. Cialdini ordini', allo ra di attaccare le posizioni dei pezzi nemici e venne destinata al non facile compito la compagnia Bersaglieri del capitano Mclegari (I battaglione), che disponeva solta nto di 6o uomini, dei quali molti

li tenente Previg,zano alla Ccrnaia.

febbricitanti. Tuttavia la compagnia avanzò di corsa - mentre i Russi iniziavano contro di essa un intenso fuoco di fucileria - e, dopo una breve sosta, si lanciava con le baionette in canna su per l'erta. L'Artiglieria nemica non attese l'urto dei Bersaglieri e ripiegò, inseguita dal fuoco della compagnia Bersaglieri Pallavicini, accorsa spontaneamente in rinforzo della compagnia Mdegari.

Dalle JX)s1z1oni raggiunte i Bersaglieri potevano osservare l'esacito russo in ritirata. La battaglia della Cernaia, tanto gloriosa per g li alleati, stava per concludersi cd alla ,,ittoria ave\'ano dficace111c11-


7~ te conlribuito i Piemontesi (1), che avevano dimostrato ancora una volta il ,·alore itali:i no. Il generale inglese Simpson emanò il seguente ord ine del g io rno: ,, Il Comanda nte in capo si cong ralula con l' Armata per gli splenJ i<li ri ultati che le tru ppe francesi e piemontesi hanno riportato ieri su l nemico. I tentativi russi per passa re la Cernaia, benchè cf(etrnati con forze molto rn pcriori, sono stat i vigorosamente respinti . .. I nostri coraggio~i al leati, con la loro intrepidezza ed au dacia, han no aggi unto nuo\'O lustro alle nostre ;1rmi ed, in q uesta occa~iom: - la prima in cui l'A rmata Sar<la si è incontrata con il nemico <;i è mo~tr:i ta deg na d i combattere a fia nco della più g rande nazione mil it;m: dTuro pa ,.. Deg 11.1111 c111e ricompensati - ricorda il Fea - - fu rano g li uf hciali cd i lkr,.1.t:l icri, che m;iggiormentc si erano distinti per· il loro ,·;don.:. Il 1na.l!~iorc Ddl a Chiesa. che abilmente seppe guidare il suo battaglione .dia riconquista dello Zig-zag, cd il capitano Garrone, l:t rnmp:1gni:1 del t \ Ualc:, su 5~ uomini presenti, ne ebbe 19 fra morti e fn it i. \T1111cro insigniti della croce di c;1,·aliere dell'O rdine Mili!.m· di S.1rnia. I capitani Radicati di Passera no, Mario e Bia11ca rdi ; i : u1Jgl•lc11c111i Raii>audi, Perno, f rutte ri d1 Cust1gho lc e Hcl li ; i sottotenenti Avog-ad rn di Vigli:rno, And reis, Pa_gliari, Crispo, An selmi t· Fabbri del JV battagl ione: il luogote nente Fr:1nchi ni e i sottotenen ti Pind li e Galli del V ottennero la meda~l ia di bronzo, t:hc \'enne eone(·~~:, anche a molt i snttufhc i:il i e Rersaglieri dei due battaglio ni ( 2). 11 sottotenente Pre\'igna no fu promos~o tenente cd il capi1.1no C hi:ihrcra, già distin tosi per il suo valore a Calmasino, a Cmtoz:1 cd a Novara, ehht· il grado di maggiore. Per l':1bilid1 con cui, nella prima fa ~e del rnrn hattime nto, g uidò il IV battaglione: per la !rnacia con b qual:.:. ncl b ri t irata dallo Zig-zag, mantenne sem pr~ ordi11:1ti i suoi contro le soven:hianti forze nemiche ; per il sang ue i'rcddo di cui diede prova, continua ndo a combattere anche dopo cs5cn: stato fcrito, egli meri tò anche g li encomi degli all eati. ( 1) '<rin•\:i A lfotho l.:1 !\l.mnnr:i al gcnc,:ilc DahormiJ:1: ,, I Fr~rnce,i (urcrno :1111111irnuli p ~r l' intrt'pidezza con la llll:ik n.:~pin,ero per d ue ed a nche pn lr<.: n>ltc le .:c,lon nc ru s,..:, che g i~ era nu ~alite su lle loro posizioni ; ma essi ,i l:i,c i.1ron11 , uq)r<'11tkrc t·. ,i a d.:tta (r::i noi. st: i nostri allo Zig . z:ig 11011 :t\Tsst·ro re,i ,til"<I pt:r c irc.1 un 'ur:i . i Frann-si non .t\Tehbcro f:nto pitt in te111pn . . . ... I >tG l. 1 r\1.f\H:TI : ,. L:.1 campagna d i C rimc:i ,.. • (2) Il ,ouo1rncn1c F ruucr i d i Costif liul c. emenre ferito. fu costretto ad ahh.111d, ,n:1rl' il sc!·,·izio.

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Di

.<entind/11 in

Cri111rn .



75 Il luogotenente colonnello di Saint Pierrc, comandante supt:riorc dei Bersaglieri, ottenne onorevole menzione nel rapporto del gem:rale La Marmara sulla battaglia della Cernaia, per la buona volontà che dimostrò nel coadiuvare il comandantc in capo, nella direzione delle truppe a lui sottoposte, henchè non fosse ancora risanato da una grave malattia. Quando il generale Alfonso La Marmara, la sera della battagli.:i. della Ccrnaia, si recò al Quartiere Generale francese, il generale Pcllissicr lo ricevette, annunz iandolo al suo Stato Maggiore: « Ecco il generale delle truppe piemontesi, che si sono coperte di gloria! >•.

Sebastopoli. La battaglia della Cernaia fu il fatto d'armc più importànte al quale parteciparono le truppe piemontesi. Due mesi dopo gli alleati attaccarono Sebastopoli. L 'assalto ai bastioni venne preceduto da tre giorni di bombardamento, dopo i quali venne iniziato l'attacco. A questo partecipò la brigata Cialdini, in testa alla quale avanzarono, con eroico slancio, sotto il fuoco delle artiglierie russe, i .Bersaglieri del III battaglione, fra i quali vennero feriti il maggiore Govone ed il capitano Piola, entrambi decorati con la croce della Legio ne d'Onore francese. Alcuni mesi più Lardi si concluse la pace e l'esercito sardo, dopo un soggiorno di circa un anno in quei luoghi, nel mese di aprile del 1856 fece ritorno in Patria. Il 15 giugno 1856 le bandiere di Crimea venivano depositate neJla R. Armeria di T orino e Vittorio Emanuele Il, nel riceverle, teneva il seguente discorso: ,, E' scorso appena un anno dacchè io vi salutavo, dolente di non esser vi compagno nella memorabile impresa. Ora, lieto, vi riveggo e dico: avete ben m eritato della Patria. « Voi rispondeste degnamente all'aspettazione mia e del Paese, alla fiducia dei nostri pote nti alleati, che oggi ve n e danno una solenne testimonianza. Fermi nelle calamità che afflissero una eletta parte di voi, impavid i nei cimenti della guerra, disciplinati sem pre, voi cresceste di potenza e di fama q uesta forte e prediletta parte d ' Italia. <( Ripre ndo le bandiere che io vi consegnavo e che riport~1stc vittoriose dall'Ori ente. Le conserverò come ricordo dell e vostre fatic he


c LOllle impegno sicuro che, LfUando l'onore e gli interessi d ella na zione m "imponessero di rendervele, esse sarebbero da voi, sui campi di gunr:1. sempre cd in egual modo difese e da nuove glorie illustrale , ..

Ma le bandiere dei gloriosi reparti non dovevano rimanere a lungo conservate, poicliè. appena tre anni dopo, il Piemonte, alleato per l'illuminata poi itica del Conte di C avour con la Francia. doveva riprend ere

la guerra per l'jndi pendenza nazionale. Sciolti battaglioni provvisori costituiti per l' impresa di Crimea, \'cnncro ricostruiti i dieci battaglioni Bersaglieri prcesistcniÌ . A sostituire il compian10 generale La Mar mora, fu numinato ispeuore dei Bersagi11.:ri li maggior generale Cialdini, gi:ì com:mdante della J' brig;ita in C rimea. J I di Saint Pinrc ri prese il comando del Corpo e fu promosso nel novembre colonnello Cappella ossarrn di K ,1111ar, 1856: il Odia Chiesa , c he per 1 l/ers,1g/iaì caduri Ì!I C rimt'rJ ( in,111gurat,1 i! 28 agosto 1882) . era stato promosso tenente colonnello nel fchhraio dell'anno s11ddc1to, lasciò il comando del Vll battaolionc al ma(miorc I:) t>b Chialm:ra che, :illa testa di esso, doyeva raccogliere nuovi allori nei 1851J. I )ur;inte la spedi zione in Crimea i Bersaglieri ebbero conferite n,mpks~iva mente : 8 medaglie d 'argento e 68 medaglie d i bronzo al ,·:i!<Jr mil itarc.


VI.

I BERSAGLIERI NELLA GUERRA DEL 1859

Nel 1859, resa operante, per l'accorta politica del Conte di Cavour, l'alleanza con Napoleone III, l'esercito sardo affrontò la nuova guerra contro l' Austria e, come abbiamo avuto già occasione di ricordare nel III volume di quest' opera, si mobilitò il 28 aprile. I 10 battaglioni Bersaglieri raggiunsero la forza di guerra d1 685 uomini ciascuno e nel giugno, con 4 compagnie deposito . già bene addestrate, si costituì ad Alessandria l'XI battaglione, al comando del maggiore Lanzavecchia di Buri, proveniente dai Granatieri. Nello stesso tempo ,·cnivano costituite altre 10 compagnie dc1x1sito. Per la guerra del 1859 i Bersaglieri assunsero la seguente formazione:

Comandante superiore: colonnello di Saint Pierrc. I battaglione, maggiore Radicati di Primeglio : 1" compagnia: capitano Schiapparclli. 2 compagnia: capitano Girola. 3" compagnia: capitano Soldo. 4' compagnia: capitano Negri P. E. 4

II battaglione, maggiore Fioruzzi: 5" compagnia: capitano Testa. 6" compagnia: capitano Vayra. compagnia: capitano Chiarlc. 8" compagnia: capitano Rossi.

t

III battaglione, maggiore Ronarddli: 9" compagnia: capitano Peano. 1</ campagnia: capitano luogotenente Martin i Leopoldo . 11" compagnia: capitano D 'Oncieux. 12" compagnia: capitano Ratti.


IV battaglio ne, maggio re Bossoli: 13• com pagnia: capitano Botteri.

14'

compagn ~a : capitano Lavezcri.

15• compag nia: capitano Sacco. 16• com pag nia : capitano Sacchini. V battaglione, luogotenente colonnello Bertald1 : 11 compagnia: capitano Mario. 18" compagnia: capitano Palla vicino. 19~ compagnia : capitano Gandolfo. 20' compagnia : capitano Galletti. VI battaglione, luogotenente colo nnello Balegno: 1 21 com pagni,1: capitano Pescctto. 22• compagnia: capitano Rossi F. 2~· compagnia: capitano Quadrio G. B. 24" compagnia: capitano Zanoni. Vll hattaglione, maggiore Chiabrera. 25• compag nia: capitano G iusiana F nrico. 26• com pagnia: capitano Rrunetta. 21 compagnia: capitano Aichclbourg Ulrico. 28' com pagnia: capitano Mossa.

V111 battaglio ne, maggiore Volpclandi:

2-9'

compag nia: capitano Radicati di Passerano.

30• compagnia: capitano Cavagnaro. 31• compagnia: capitano Cavalli di S. Germ ano. 32·

compa ~nia: capitano Pellcrini.

IX battagl io ne, maggiore Angelino: 33' com pagnia: capitano F ran chini. 34" compagnia: capitano Grosso-Campana. 35• compagnia: capitano Migliara. 36' compag nia : capitano GrossarJi .

X battaglione, m a~giore Vivaldi: 31 compag nia : capitano Ferrari. )8' compagnia: capitano Garrone. ?d compagnia: capitano Sauli. 41, compag nia: capitano Cardellary.


XI battaglione, maggiore !fori: 41'' compagnia: capitano Torre. 42" compagnia: capitano Bìancardi. 43• compagnia: capitano Nervo-Ncrvoski. 44' compagnia: capitano Dc Giorgis. L'XI battaglione, costituito, come si è detto, ad Alcss:i ndri:i. venne inviato a Modena ; ma non ebbe il tempo di partecipare alla campagna. I primi dieci battaglioni ven nero così ripa rtiti: - il I ed il IX battaglione fecero parte della 2• Divisione (Fantì): il ll[ cd il IV ven nero assegnati alla 1• Divisione (Durancio) ; il li cd il. X alla 3" Di visione (Mollard); il VI ed il VH alla 4' Divisione (Cia ldini); il V e l'VIII alla 5~ Divisione (Cucchiari).

Ini ziata la guerra , per la mancanza di un vero e proprio piano di operazione da parte dc!!li alleati e per le indecisioni del Giulay, si ebbe, come è.· noto, un periodo di incertezza, dura nte il quale si svolsero incontri di pattuglie, scaramucce e faui d'arme non- molto importanti . Tmtavia, anche in questo periodo, i Bcrsa~lieri dimostrarono il loro spirito combattivo ed il loro valore. Il 4 maggio, ad esempio, le artiglicrie austriacl,e sottoposero al ioro fuoco il ponte ferroviario sul Po presso Valenza, a guardia del quale stava l'VIJl battaglione Bersaglieri, che, rinforzato da una batteria di Artiglieria, costrin se dopo breve comhattimento il nemico a ritirarsi. Il gio rno 8 maggio ~li Austriaci tentarono una ricognizione co ntro la testa di ponte di Casale, difesa da alcun i battaglioni di Fanteria e dal V battaglione Bersaglieri. Questo battaglione, dopo avere ro ntrihuit:o a respingere il nemico col fuoco, lo cont ra ttaccò con tanto impeto da costringerlo a ripiegare. Nello stesso ~iorno, poichè i battaglioni Rcrsaglieri V i e V II erano stati inviati in esplorazione verso l'abitato di Frassi neto, dove .il nemico aveva raccolto molto materiale da ponte co n I 'cvidrntc intenzione di tentare il passaggio del Po, 4 l3ersaglicri - Chappaz.


H,1

S:1inu. Vitalini <: Marino -- si offrirono spontaneamente per passare , 1 Po :1 nuoto t· pt:r distruggere il materiale austriaco. Legawsi sul l a po il materiale incendiario necessario, essi tentarono di attrav<:rsa re il Po c he. per le recenti piogge, era in piena. La corrente era molto lortt: ed il Sai no, travolto, anncgi:1. 11 Vitalini fu costretto a ritornare ,11lla sponcb amica, dopo aver corso il grave pericolo di affogare; ma i Bersag lie ri C happaz e Ma rino riusciron o a ~uperare la corrente, a giungere all 'altra sponda e ad incendiare il materiale da ponte austriaco. Ai tre Bersaglieri snpt rstiti cd alla memoria del Saino venne conferita la m edaglia d'argento :il valor m ili tare. Dopo il combattime nto d' incontro di Montebello, nel quale b l)i,·isione francese Forev e ~li squadroni Jlic1uonlt:.\i del de Sonnaz rcspi r;sero'-·'1e colonne del V Corpo d'Armata austriaco. comandato dallo Stadion, il gcnerak Ciald ini , cornau d:intc la ,j"' D i,·isionc ~arda, ehbe l'ordine di cf:fcttuarc il passaggio della Scsia, allù scopo di richia man , l".1ttcnzium: dd gcncraic Giuìay e permettere intanto ai Frann.:si di l'ffcttuarc il pa~~ag~io del Ticino prc~so Boffalora. Il generale Cialdini eo~tituì due colonne d'att:tcco : \1 prima form:1ta da un solo battaglione del 10'' reggimento Fanteria, agli o rd ini del capiL" nij m m e d ,1 u jfitano }est, e la ~econda costituita dai battaglio ni , i,dr dà P.errnr:liai Bersaglieri V_I e VII e da due squadroni di Ca\alnrl 18 59 .k ria , al comando del tcncntc colonnello Racca;.!Hi. Le due colonne dovevano passare il fiume rispettivamente a monte cd a ,·alle del ponte di Vercelli cd attaccare g li Austriaci sulla , po ncb opposta. Per quan to k ;1cl1uc della Sc~ia lossero in piena cd il fuoco del 111: rnico molto intemo, le due colonne riuscirono a passare il fium e cd .1tt:1ccarono gl i Austriaci alla baion<.:tta, costri ngendoli a ripiegare. I d1w hatt;1glio ni Hers;1glieri ebbero conferita. la medaglia di bronzo .ti ,·a!or militare. Il :!3 maggio il V IJ b:magl ionc Bersaglieri, al comando del m agg iore C hia brna. \'enn e incaricato di effettuare una ricognizione ve r,o Pal n trn. dove truppe au~triache si erano trincerate. li battaglione .111 :1L"CÒ pili volte il ntmiço alla h:1io netta , in modo da poterne osscr-


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vare le for;,.e e, ra<.;giunto lo scopo della ricogmz1m1<::, si ritirò. Una ricognizione austriaca su Borgo Vercelli veniva intanto respinta dalla 22'' compagni., Bersaglieri.

Anche il V, rV IU cd il 1X battaglione Hcrsaglicri 5i di stinsero ndlc ricognizioni effettuate sulla Sesia e sul Po.

combattimenti di Palestro e di Vinzaglio. Per proteggere il fianco destro dell'esercito francese durante la sua marcia al fiume Ticino, il Re Vittorio Emanuele ordinò che ciuattro Divisioni dì Fanteria c qudl:t di Cavalleria occupassero, il !!li abitati di P alestro, di Confienza . di Vinza,,lio e di .io mabo!_!Ìo, ,._; (..~ n Casali no. Ad occupare Palestro, che na l'abitalo più importante e che perme tteva di dominare i ponti sulla Scsia , venne destinata la .( Di -

,-isionc:, la cui avanguardia venne composta dal VI e dal VII batt:1glionc Ber.saglicri, i ciuali, sc hicr~11ìsi col VII a destra cd il VI a sinistra della strada, attaccarono alb baionetta i trinceramenti :n1stri:1-


82

ri, t:mtringcndo i difensori alla fuga ed in seguendoli fino all'abitato, dove furono costretti a sostare dall'accanita resistenza degli Austriaci. [I generale Cialdini fece allora avanzare il gros~o della Divi~ione. A sostegno dd VI batta?;lionc Bersaglieri vennero mandate al -cune compagnie del Hl°' n:ggimcnto Fanteria cd in soccorso del VII l,auag lionc alcune compat.:nic del 9" reggimento. 11 maggiore Chiabrcra hnci<'> ~LJCCt:ssi varnentc all'assalto la 27" e Li 2W compagnia del suo battaglione: ma entrambe vennero rcspin!e con g ravi perdite. Ricevuti i rinforzi, l'assalto venne rinnoLtto (' la 25' wmpagnia Bcrsa~lieri, subiw scguit;1 dall'intero hattag lio nc, riuscì a re~pingcre gli Aus1ri;1ci alla baionetta. Dopo avere sostenuto un contrattacco austriaco, Palestro n.:nnc (lCCLlpata e gli Au~triaci ripiegarono su Robhin ( 1). Anche il VI battaglione Bc:r~aglicri, ~1iutato da una compagnia dcl Genio, potè raggiungere, dopo aspra lotta, l'altopiano di Palestro. La sera ste~~a del 30 maggio il generale Cialdini scri\·cva al gc11nak dclb Rocca, C1pn di Stato Magginrc dell'esercito: .. Il VII battaglione fkrsaglicri cd il 9" Emtcria ebbero b parte più glo rìma ,klb prc.,;i '-li P.1k, t1<>. Il t:olunncllo Brig n,,11..: ed il mag~iorc Chialm.:ra furonn gli eroi della gìorn,ita .. . Intanto, nella st<.:ssa giornata del :;o ma~giu, b _.; · Divisione, .il C1J111ando dc! gencrak Molbrd, dopo avere: fatto esplorare ic posizioni nemiche da un plotone della 38' compagnia Bers;1glicri, mum·cva all'attacco di Vinzaglio, facendo prrcedcrc il grosso della Divisione dal X h:1ttaglionc Bersaglieri, il (1ualc attaccò decisame nte l'abitato e, guidato dal maggiore Vivaldi e dal capitano Garronc riuscì a pas~are il Cavo del Lago ed a conquistare il villaggio alla ( 1)

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tcntaco inutilmcmc di occupare la Fo~na.:c con !a 27'· e

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I;, 21(' cump:1gnia, il mag!.(ime Chiahrer;i avev;i f atto :i,·.mzare di corsa b 2 :: ·' . n 11n:111d:11,, d~I c ipiunu è·;iu,i:un. l);;]k ~tc\st· m ~:nnric del Chi.1brcr;1 l'cpi -

, o.Jio g lorioso ,i pu,> rico,tituirc m:l ,eg 11n1tc modo: ,, \'cde quel viottolo? grida il C liiahrt:ra :1! c1pit;1110 Ciusi.1n:; ··- bisogn:1 rnpcr:irlo :itf ogni costo " · I .. , c ,,mp:1:!11•:1 , i , bncì:1 ,1ll'att;1c,o: ma vien,· rc;,rinta. TI Chialm:ra allor::i si pc•rt :1 in t~ , t;i alle truppe, poid1,: il capit:1110 ( ;ju.si:111a t·ra slato ferito e, ve-· , k-rrdo :l\·;111 ;,.;1n · il culonnello Rrignunt· ·coi F:u1ti del e;'" reggimento. si rivohe .1i lkrs:rglicri grid:111ci<-, : " Fcco ,·he la Line:1 ci pas,:i :i vanti 1 "· Allora la ; ::; ' .:nrnp:1gnia , col Bersagl iere: i\kguicr in tesu . rinnova l'auacco. , ~guica d:11 l-':1111 i dd ,)". Il pianoro viene raggiunto, Li Fornace presa, gli Aw.triaci co , ,111·11i :dl.1 fu g:1 dal Vll h:1uaglione Bersaglieri e d~I I battaglione del q'' rcgg 111 1c1111, F:1111c-ria.


baionetta. Alla sinistra del X, superate molte diftico lt:1, si schier:1va allora il II battaglione Bersaglieri, che respingeva i co ni ratt acc hi degli Austriaci, i quali alla fine furono costretti a ritirarsi su Palestro, i~~orandone la sorte, per venire accolti dal fuoco della nmt ra 4" Div1s10ne. Mentre la 3" e la f Divisione procedevano rispettivarnentc :il l:i occupazione di Vinzaglio e di Palestro, la r" e la 2• Divisione occupavano, incontrando poca resistenza da parte degli Aust riaci, Cas:1ìino e Confienza.

Il giorno 31 i.I generale Giulay volle tentare di riprendere Pal~str_o ed incaricò dell'impresa il generale Zobbel , con due Di\'is10111.

All'alba lo Zobbcl mosse su tre colonne verso Palestro. La colonna principale era diretta su Robbio ; quella di destra verso Confi enza; quella di sinistra verso Rosasco. Le due colonne lateral i dovevano poi convergere anch' esse su Palestro. Ecco come il generale Piob Caselli, nel volume su Alessandro La Marmora già pÌù volte citato, ricordò gli avvenimenti di (]uella 1!iornata. • << Mentre le colonne austriache avanzavano, j Piemontesi dovevano procedere su Robbio con le Divisioni che avevano passata la Sesia, rneno la 5" D ivisione, iniziando il movimento non appena il III Corpo francese (Canrobert), che doveva appoggiarle, fosse in grado di concorrere all'azione. Questo Corpo, per ragioni log istiche, ritardò qualche ora e gli Austriaci, già in movimento dall'alba, trovarono i Piemontesi e ne attaccarono gli avamposti verso le IO. •< A nord - est di Palestro trovavasi il VI battaglione Bersaglieri, sulla sinistra del 10"' Fanteria (brigata ,, Regina n) che, a cavallo del la rotabile, sbarrava gli accessi all' altopiano. ,, In un primo tempo il centro fcrm() l'ava nz ata nemica; ma la sinistra, di fronte a forze più volte superiori , ripiegò sul grosso. Il VI battaglione, rimasto quasi isolato per effetto di questo movimento, ma sostenuto da un battaglione del r5'' regg imento Fanteria, si lanciò allora sul fianco sini stro dell'attacc;1nte, costringendolo a ripiegare. Gli Austriaci, rinforz ati da una intera brigata, rito rnarono all'attacco in direzione del cimitero di Palestro e, per la pre\'ak nz;1


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delle forze avversarie, anche il VI Bersaglieri ripi egò dici ro il C., vetto della I3orghcsia ed, unito al grosso della brigata " Rcgi na "· aprì un fuoco micidiale sulle truppe imperiali, avanzanti al lo ~co perto, finchè, fatti segno ai tiri dell'Artiglieria picmon trn:, g l, Austriaci si arrestarono titubanti. Della sosta profittarono il V I hai taglione Bersaglieri ed il II battaglione del 10° Fanteria per co rrere al contrassalto e per costringere i nemici a retrocedere in di ~ordin i.: per oltre un chilometro. <t Re Vittorio Emanuele, entrando al mattino in Palestro, don : intendeva stabilirsi durante il combattimento, visti i Bersaglieri del VII battaglione, chiamò il maggiore Chiabrera e gli disse: <• I3ravo Chiabrera, dica ai suoi lkrsai!lieri che sono molto contento del bat,,.. taglione n. ,1 Maestà -· · rispose il maggiore - non abbiamo fatto che il nostro dovere >l . <( Molto di più >> aggiunse allora il Re, che si allontan<'> al galoppo col suo seguito, diretto allo sbocco del paese, dove salì col Cialdini sul campanile per accertarsi della notizia che una forte colonna nemica avanzava sulla rotabile di Rosasco, a sud - est di Palestro. Era quella austriaca del generale Szabò (cinque bauagliolli cd 8 pcz.z.i) chc, risalendo la ~inistra della Scsia, minacciava il fianco destro della 4" Divisione e poteva di là compromettere il passaggio del fiume al grosso dd Hl Corpo francese 1i . La rotabile di Rosasco passava per un ponte sul canale Sartirana, detto la Brida, e proseguiva poi lungo la Sesietta, attraverso un terreno solcato da canali inguadabili, per dirigersi a Palestro, toccando il grosso cascinale di San Pietro. Dato il terreno difficile al movimento, gli avamposti piemontesi erano costituiti da due sole compagnie del 9·• reggimento Fanteria, schierate presso il cascinale San Pietro. con un piccolo posto a difesa del ponte della Brida. La colonna Szabò, costretto il piccolo posto a ripiegare, attaccò la gran guardia del cascinale San Pietro, prima con due compagnie seguite da 2 cannoni , poi, per la tenace resistenza dei Fanti della ,, Regina ),, con due battaglioni, sostenuti da altri due pezzi. Gli avamposti piemontesi, es:rnritc:: le munizioni, minacciati da ogni lato, ripiegarono combattendo, seguiti fin quasi a Palestro. F.rano circa le ro,30 e l'attacco austriaco minacciava il lìanco della f Di visione; ma il Cialdini non tardò a provvedere e, sce50 dal campanile, ordinò al. Chiabrera di sboccare dal ponte Sant'Antonio, con obbiettivo il casale San Pietro. Il battaglione, ~ìà pronto, dimentic('i


le fatiche e le perJite dd giorno prima cd, orgogliow di impeg n:1rsi in pre~e nza del Re, corse al ponte:: Sam·Antonio, disperse gli Austri:~ci pit1 avanzati e, trarndo seco i resti ckl!e due compag nie del 9'' Fant<:ria, ri cacciò il nemico verso casale San Pietro. Di fronte alrimpro wisa irruzione, l'a van g uardia nemica fu co~trctta a ripiegare, limitandosi a difend er e casale Sa n Pietro ; m entre il resto della colonna Szabò (3 battaglio ni e 2 pezzi) si trovava con la testa al po nte della Rrida e con una compag nia oltre b Scsicn;1. [ I3crsaglieri del VII. con le compagnie 25', 26\ 27" e co n parte della 28", investirono di fronte e sul Jìanco la posizione di casale San Pietro. tenuta da circa due battaglioni au~triaci con 4 pezzi. La 25·' compagnia, trovandosi in tcst:t , si lanciò per la prima all 'attacco. Il comandante Gi usiana venne gravemente ferito ed al suo fian co cadde il sottotenente Bertarelli cl~c, benchè colpito mortalmente, aveva voluto rim anere al suo posto , incoraggiando i suoi Bersaglieri .fino :1ll ' ultim o respi ro. Poco dopo fu colpito anche il sottotenente Platcq;ii ncr e la compagnia venne risolutamente guid ata dal sottotrnente Gastinell i. Tutta,·ia g li /\ustnaci re~istevano ed il maggiore C hiabrcra ch iest· ai Ber saglieri un ultimo sfor zo. Allora la 26'· compagnia irruppe nel cascinale. Era in testa il comandante Brunetta d 'Ùsseaux, ,·icino .ti ,1uale il sottotenente Franchi d ihe una coscia fracassata. Conc.1uistato il casale San Pietro, il VII battagli<J11e est<.:~c il ~uo $C hieramento fino a lla Sesietta. Il nemico, raccolto più indietro, veniva efticacemente protetto dalla sua Artiglieri a che. in quel terrrno scoperto, t rovava dovunque o hhiettivi da battere. I Bersaglieri, per la lo ro impetuosa ava nz ata , si tro vavano g u~1si i~o lati e molto inferiori di forze rispetto al nemico. Allora il m agg iore C hiabrera cJ1iesc rinforz i per mantenere la posizione conqu i, t:lla eJ il generale Cialdini acwrse personalmente p er raccomandar,l! li di resistere più che era possibile, poichè i rinforzi stavano per ., rri\'arc. La no tiz ia venne comun icata ai lk r~a~lieri ch e resistettero , o n te nacia. Intanto si udivano fucilate sulla destra, oltre la Sesieua , e colpi d1 cannone al ponte della Brida. ( ; li Austriaci rallentavano il fuoco e g li Zuavi ava nza\·ano in 111:1~~;1, :1crnlti dagli evviva dei Bersaglieri . Si tratt.Jv:1 dello stesso reggi111c111t1 c he la mat tina aveva fratcrnizz.a to coi noslii.


I Bersaglieri al comba!l ;menro di Pafrstro.



Gli At;:;triaci, ~o rpresi dalla massa francese, ripassaro no iII f rc.:lla il canale, inseguiti dagli Zuavi, che dovettero arrestarsi pc.:r il fuoco micidiale di due pezzi collocati al ponte della Rrida. Allora il comandante C hambron ordinò l'assalto generale::. G li Zuavi lasciarono gli zaini e si ripararono dietro l'argine della Sesietta; poi due.: hallag lioni raggiunsero a guado l'altra sponda e catturarono i pezz i. All'azione dc::gli Zuavi partecipò una mezza compag nia dd V 11 battaglione Bersaglieri. Raggiunta la rotabile Rosasco - Palestro, i Francesi avevano tag liato in due parti la colonna Szabò e la situaz ione per gli Austriaci si faceva prima diffici le e poi disperata . Ed, infatti, dei due battaglioni Zuavi che avevano guadato !a Scsietta, il primo accorse in aiuto dei Piemontesi; il secondo verso il ponte della Brida. I Bersagl ieri di C hiabrera resistevano sempre a San Pietro e l'avversario ripiegava lentamente, fìn chè venne preso tra due fuochi, trovandosi gli Zuavi alle spalle. Il terreno obbligato non permise alcuna manovra; la via al grosso era chiusa e, q_uindi, gli Austriaci furono prc::si dal pa nico. I piL1 caddero prig ionieri, i pezzi vennero catturat i dal VII Bersaglieri. Una massa di Austriaci cercò scampo, gettandosi nel canale d i Sanirana, nella ~pcranza dì raggiungere la via di Rosasco dopo Brida, ma 9udli che non annegarono vennero uccisi dalle b.aioncttc o furono costrctri ad arrendersi. Gli Zuavi cd i Bersagl ieri erano ormai uni ti in una S<)la massa vittoriu~a e scendevano al ponte:: dt:lla Brida, quando sopraggiunse il Re. Gli Zuavi lo acclamarono e gli ufficiali francesi lo invitarono a non esporsi così , ma il Re rispose: " Sul campo di /;attaglia vi è po sto per tutti! ,. e spronò .il cavallo per mettersi alla testa degli Zuavi e dei Bersaglieri nell 'attacco al ponte ddla Brida, tenacemente difeso dal reggimento <• Arciduca Guglielmo,. e dagli ultimi due battaglioni austriaci rima sti di riserva. I nemici non poterono reggere al l'impeto dell'assalto e g li Zuavi cd i Hersaglicri, sospinti anche da una nobile emulazione, inca!zarono g-li Austriaci oltre la Brida. Verso le ore r4 il nemico era i,; piena ritirata su Robbio e Ros;i sco. Sul finire del w mbattimcnto, mentre il. Re si trovava ancora fra le truppe vittoriose, g iungeva sul campo c.kll'azionc Napoleone 111 cd i due Sovrani visita ro no le posizioni sulle guaii più accanita era stata la lotta, felicitandosi con le truppe. La sera stessa il Re rivolge\'a all'csc.:rcito un proclama per encomiarne il valoroso contegno.


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Un grande 1..1uadro ad o lio del pitton: H o ut~1hile, custodito nel \ilu ~rn dei nnsag lic ri in R<.>ma, rappresenta Vittorio Emanuele Jl ,:tporak degli Zuavi. Sotto il (!uadro si leg~e la seguente epigrafe:

Gli Z11<1vi di Francia co111battc11do a Palestro a {,u11co dei Rersagliai italiani ammirati del t)(lfore di Vittorio Emanuele lo proclamano loro caporale .,ia ricordo , della l!ÌrtlÌ del Re e rld!' unione ilei d ue popoli

Il combattimento di Magenta. li -I giugno si svob c il co mbatt im ento di ~vbgenta, ch e aprì ;,ille truppe franco - sard e le p orte della Lomba rdia. Ad esso parteciparono. da parte degli alleati, sotto la guid:i dd ~Lh.-M ..111.111. la D ivisi one fra nc('SC Forc y, .dcuni 1cpart1 d1 C a\'allcna ,:1rda cd il IX battaglione Bersaglieri, c he an:\'a già combattu to a O,ntìcnza. E~so pn:ccdc va b :2'' Di visio ne piemo ntese c he. al comand o del generale Fanti, si affrctta\'a ad accorrere al can nom: in aiu to d ei Fra ncesi c fu il \o lo n·parto <li Fante ri:1 sard:t che fece in tempo :1 partccip:1rc al comb:1t1 im c nto. D eposti gli zaini , i Bcrsag licri percorsero correndo i tre c hilom et ri c he separano Me rcallo eia Mag enta e. salutati con le vive acclam azioni degli allea ti, attaccarono g li A u striaci alla ba ionetta, scac( i:indoli dall'abitato cd inseguendoli fin n a Corhetta. Anc he il I battagl ìo nc Ber sag lieri era accorso \'Crso Magenta: m :1, g iuntovi <Juando il fatto d'armc era stato già deciso, no n potè , lic ~cam bi:1rc con g li Aust riaci le ultim e tucil ate. Ykntn: i due Sovrani mtravano in Milano, ebbe luogo il co mh.1 1timcnto di Meleg nano, dopo il l!ualc il nemico ripicgc', o ltre il ( :hiè~C. seguito dagli al leati. Il 12 g iug no si distinsero presso Ri voltella cd a Pozzo kngo la ·l' i ' e la 1,.( com pagnia Bersaglieri , im,iate in ricogniz ione ri spe tti va111 c11 1c d:11 Co mando della 3'' e ddb 1" l)iyisionc. I re part i di Cavalln1. 1 .1mtri aca, inrnntrati d ai Be r~ag iicri , \·c nn ero respinti e d ecimati .I.il loro f unco be n mirato .


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I lkr, llglierì o :\-lt1g(:n/a.

Il 24 giugno si svolse. com e è noto, la battagli a d ' incontro di Solferino e San Martino, nella qual e gli :1lle:1ti, che contavano ormai di trovan: l'esercito nem ico al di IZ1 del Mincio, nel Quadrilatero, ,·ennero sulle prime so rpresi, tro,;;rnJos1 improvvisamente di fro n te !e forze austriache; ma poi, dopo avere accanitamente com battuto fino a tarda sera, lìni rono col \'Ìnccrc. Anche durante la battag lia di Solfe rino e di San Martino, che fu la più importante e la più accanita della guerra del r859, i Bersaglieri si distinsero per il loro impeto e per la fedeltà alle tradizioni del Corpo, com e vedremo nd capitolo ~cg uen te.


VII.

LA BATT AOLIA DI SOLFERINO E SAN MARTINO 1:e~c:rcito sardo, all a sinistra di quello a lkato, marcÌaYa su Poz;,ok n go e, m entre i Cor pi d 'A n nata · francesi aYanzaYano verso Solfn in<J. Cania na. Medole e G uid izznlo e: la :?·' Di visione sarda rim alll'\', t in riscr\'a a Lonato, le Di"isioni J' e 5" percorreva no la strad a .l i J>c~chicra, lungo il Lago di Garda, per raggiungere Pozzolengo p;1~,a ndo per San .Martino. La 1" Divisione marciaYa, invece. !>iÙ a , 11d, m ila strada di Mado nna della Scoperta. L i .f Di,·isione, al comando d c! C ia ldini. era ~tata in \'iata aJ ·!" t· r,·:irc !_! li ~hncrlti dall'Alto i\dige. per protc:µgen: il fianw ~i n.i, 110 deg li c~crciti alleati in ma n: ia. L <: dut: colonne sarde proccde,·;1110 con k misure di sic urezza c:d 1rn;1 no dist accalo alcuni rcp;1rti in ricog niz ione. ì\:cl volu m e lii di t1ues1'opt:ra abbiamo g i~ esposto, in sintesi . lo ~rnlgimenlo della baltaglta, ne ll a guale gli sfor zi ddlc truppe sarde ru ro no ri \'olti particolarmente alla conqui~ta di San Martino e di :vt:,do nna d ella Scopnta. Qucst 't1h ima JX>Sizione ,·cn 11e c,>nqui\tar:1, pe rduta e ri prèsa dopo ripetuti ~,~~alti alla baionetta ; tJ udb di San Martino potè ve n ir cnnlpti~lata soltanto a tarda sera, quando l"lmpcratorc d 'Austria, , u, nlitto :1 Solferino, ordine'., la ritirata di tutte lt 1ruppc al di là del ,\ ·!i:H.io e ~ui ndi Jncbc il ripieg amt'.nto dclr\![I[ Corpo d'Armata d1 c :il comando del generale Bcncdck , avc,·a di fem le posizio ni at 1.1cc:11 c da i Piem o ntesi co n t:i nta 1enacia. Per mettere nel dovu to rilic1 0 il ,·:ilon.: dimostralo nella batt:1.:~ !1.1 d:,i lk r~agl icri ria ssumi amo ora la chiar:1 ed dfì cacc esposizione ,lei Fc:1.

I .e Di,·i~io ni ~arde t", J' e 5'' a\'an zayano , -erso Pozzole ngo, di, 1,c. come ;1bbi:1mo g ià dcno, in due colonne , quando s'.incontrarono ,1111 l'.da de~t1a degl i ,\ mtriaci c he, nella no tte preced ente, avevano l'·'"·''., il \1incio cd occupav;1no Po1,;,.nleng<1 cnn tulto il Corpo d ' Ar-


·n mata del generale Benedek ; mentre un battaglione del C<J1P" d'A r mata del generale Stadion occupava Madonna della Scopcrt :i. Avvertito dell'appressa rsi delle truppe sarde, il Bcnedà fcLe successivamente occupare le forti posizioni di San Martino, tra Pm.zolengo ed il Garda, per fronteggiare le nostre Divisioni _ f' e 5"; mentre due brigate del Corpo dello Stadion veniva no inviate :1 ~ostenere, contro la I'' Divisione sarda, il battaglione che g ià si trovava a Madonna della Scoperta. Questa posizione è costituita da un gruppo di case, sul la sommità di un colle ch e domina le alture ci rcostanti. La sola strada che vi conduce sale faticosamente il dorso della collina cd ha a destra una profonda valle. d etta dei Quadri. Il sito, forte già per se stesso. è reso ancora più adatto alla difesa <la un convento che, solidamen te costruito, costituisce un ottimo appiglio per una lunga e tenace resistenza . L 'avanguardia delb 1" D.i\'isione, comandata dal colonnello Avogadro di Casanova e composta da l III battaglione Bersaglieri e da un battaglione G ranatieri, rinforz::iti da uno squadro ne di Cavalleria e da due pezzi d'Artiglieria, g iungeva di buon mattino sotto .la Madonna della Scoperta. Lo squadrone di Cavalleria ve nne spinto innan zi verso il caseggiato, per riconu!><:crc l>t: fosse o no ocrnp:ito dal nemico, ed un plotone della 12• compagnia Bersagl.ieri, guidatn tbl sottotenente Martinoli, ebbe l'ordine di proteggerne il fianco destro, verso la valle dei Quadri. Ad un tratto l!uesto p loto ne venne attaccato e il sottotenente Martinoli fu pronto a rispondere agli assalitori e seppe fa rlo in modo da sostenere eia solo , per circa r5 minuti, l'urto di ben 200 cacciatori tirolesi e da permettere allo S<.JU:ldronc di Cavalleria di adempiere senza molestia il suo incarico. Vedendo occupata Madonna della Scoperta, la nostra avang uard ia non esit<', ad attaccare. La 9" e la rn" com pagnia Bersaglieri , comandate rispetti vamente dal capitano Peano e dal luogoten ente Martini, appoggiate da u n battag lione di G ranatieri , si lanci:1rono alrassalto eJ e ntrarono nell 'abitato. Se non che il nemico non lardù a riprendere l'o ffensiva con maggiori forze cd a rigettare i nostri . Allora furono fatte avanzare le d_ue rimanenti compag nie del III battag lione Rersaglieri ed un altro battaglione di Gra natieri. Così rinforzati , i nostri tornarono all'assalto e riconquistarono il terreno perduto. Il III battaglione meritò molti elogi. Si dist inse il capita no D'Oncieux dc la Bàtic ch e, conducendo l' n " compag nia Bersaglieri dove più fo rte era il nemico. perYenne a sloggiarlo con alcu ni att :1cchi bene eseguiti.


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tvb i Sa rdi non si erano ancora st:1biliti alla Madonna della Scoperta, lJUan<lo giungeva in rinforzo al nemico un.int era brig;ita di F:1nt cria. con Cavalleria ed Artiglicr.ia . Di fronte a tali forze non I u po~~ihilc a i nostri trt: bati:1glio~i d i resistere e si dm·cttc s_~om hran: il caseggiato. Gli Austriaci, rinforzati subito dopo d a un ' altr:1 lirig:ita. \'i si sistemarono a difesa, occup:1ro no le altu re circostanti e q uindi pa~~arono al cont rattacco.

I l frr.,ag!iai i ulta St"na.

Le Unit;1 d ella 110.~t.r:1 r'' Dìvi~ionc. m a no m a no c he giungevano, n :niv:m o schierate contro il nem ico; ma . durante qtTcsta prima fase della g io rnata. il combanìmcnto \'Cll rK rnqc nut n dal la sÒla brigata Cranat icri e dal Il[ battag lione Be rsaglieri. Contro gli Austri aci , che .il ,·ant::1ggio della po~izio nc univano (JUCllo dd numero. i nostri 1 'l'l 'u:.u u Ì:t pitt te nace resisten za . Cra rut i::n (' lkr:,a~I ieri garcgg iarnno in valore ccl il ili battag lione Bersaglieri tornò ad a \'a nza rc i11 l rc.: pidamcntc, al comando del maggiore Bonardclli ; rihm tù g li

Austriaci e, costretto a ripicl!_arc pn ri~rJ inarsi. torni\ ripctuta1rn:n rc .il co nlr:iu acc<J. Ncl l'acc:111it issima lotta il ca pitano Pea no, veter:in o ,lcll:1 C c rn.1ia. dopo aver dato le pit1 bdlc.: prove di v:cilo re e: d'intclli-

al comando della 9·' cornpa~nia. portandosi dove piL1 ferveva l.1 m i,cli ia ad :mimare i suoi con la voce e con l'ese mpio, cadde 11H 1rt:ilmente fe ri to. N on lung i d a lui , in un assalto alla b aione tta.

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moriva da valoroso anche il tenente Leopoldo Martini , dopo aver sostenuto, alla testa della 10·' compagnia, una lotta acca nita con tro un nemico molto superiore di forze. Il primo venne im m ediatamente sostituito dal tenente Benati, che doveva trovare la morte pochi giorni dopo, sotto Pesc hiera; il secondo dal tcncnl c Gallaman. Anche le altre due compagnie del battaglione, l' Il ' e la , 2", guidate dai loro capitani D 'On cieux e Ratti, si distinsero molto. L' n • ebbe ucci so il sottotenente Cadolino e, fra i mortalmente fcrit i, vi fu anche il sottotenente Thiole della 9• compagnia, che spirò poche ore dopo. Malgrado la tenace resistenza dei Bersaglieri e dei Granatieri, il nemico guadagnava terreno, quando giunsero un battaglione della brigata Savoia ed il ,IV battaglione Bersaglieri. Quest'ultimo, comandato dal maggiore Bossoli, si lanc iò contro le truppe austriache che tentavano di aggirare la destra della nostra linea e li respinse. In quell'incontro si distinsero i capitani Levezeri e Sacchini ed il tenente Como, il quale, rimasto ferito il capitano Batteri, prese il ccmando della q" compagnia e la g uide'> eroicamente contro il nemico. Ma neppure questi rinforzi sarebbero bastati ad arrestare i progn.:ssi degli Austriaci, se non fossero arrivati sul luogo del comhattim ento i rimanenti sette battaglioni della brigata Savoia. Con essi, finalmente, i Piemontesi ributtarono gli assalitori, ripresero vìgoro!iamente l'offe nsiva e, dopo breve lotta, costrinsero gli Austriaci ad abbandonare il conteso abitato di Mado nna della Scoperta.

Le Divisioni MoJlard e Cucchiari Cf e 5•) si erano di buon matti no avviate verso Pozzolengo : b prima marciando a sinistra, lungo il Garda; la seconda a destra, più vicina alle alture. Secondo g! i ordini ricevuti, si dirigevano verso Peschiera, costeggiando il lag:1. L'avanguardia della 5' Divisione era compo~ta dall'VII I battagliont' Bersaglieri; da un battaglione di Fanteria di linea, da uno sq uadron e di Cavalleria e da due cannoni. E ssa era al comando ciel tenent{: colonnello Raffaele Cadorn:1, Capo di Stato Maggiore dd generale Cucchìari. Le ava nguardie della 3° Divisione erano forti ognuna di 1 battaglione di Fanteria di lin ea, Ji 2 compagnie di Bersaglieri e di mezzo squadrone di Cavallcri;1 e di spanevano, inoltre, di I sczi~rnc d 'Artiglieria ciascun;..


11 tene nte colonnello Cadorna si dirige va, p er Descnzano, Rivol td la e San Martino, su Po zzolengo; giunto a Rivoltella cd udendo il ca nno ne tuonare verso sud, egli ordin<'> al capitano Radicati di P:isscra no di portarsi con la 29• compagnia flersaglier i a destra, su Sa n Martino, proteggendo così da llucl lato il grosso dell'avanguardi:i , c he avrebbe proseguito anch'esso verso San Martino, fianchegg iato a sinistra dai reparti in ricogniz ione dell a 3' Divisio ne. Tanto la com pagnia del capitano Radicati, quanto le forze rimaste agli ordin i dd Cadorna, raggiunsero, senza incontrare resistenza, le a lture di San Martino e le occuparono. Ma il cannone si faceva sentire ~e mprc più dalla pane di Solferino e lluindi il Capo di Stato Magg ion: cklla 5" Divisione, per co ntinuare la marcia verso P0zzokngo, do ve dubitava di trovare gli Austriaci , fece stendere in catena la 2</ mm pag nia Bersaglieri, agg iungendovi metà della 30•. Giunti tra Sa n Martino e Pozzolengo, j Bersaglieri , che formavano la testa del1':1\·anguardia, seg nalarono la presenza del nemico cd aprirono il r11oco. All o ra il Cadorna schierò il battaglione Bersaglieri a destra della \ trada e quello di F :rntcria di linea a si nistra ; al centro fece prendere ;io~:7.Ìon c alb sua poca Artiglio2ri.1 e: lc1111c: più inJidru la Cavallc::ria. Termina to lo spiegamento, egli ordinò al maggiore Volpelandi di :it taccare con l'VJII battaglione Bersaglieri gli a vamposti nemici. Il Vo lpcl:rndi ~i pone\ immediatamente avanti con le due compagnie t· m ezza c he aveva sottomano, raccolse anch e quelle che stava no in p rim a linea cd attaccò alla b,;ionetta gli Austriaci, che \'ennero re, p in t i, così che l"Vl11 battaglione, inseguendoli, penetrò in m ezzo al grosso nemico e, riuscito a di simpegnarsi, ripiegò sull'avanguardia. Il C adorna, accortosi di avere di fronte forze assai superiori alle ~uc. ripiegè> o rdinatamente su San Martino, contrastando con succcs~i\·e difese il terreno agli Austriaci. Ultimo a ripiega re fu l'VIII battaglione Bersag lieri e h('., n:spingendo con ripetuti contrassalti alla h:1innctt.i le truppe n crnid1e, suscitò l'ammirazione degli st·essi Au striaci . Diedero belle prove di valore, oltre al maggiore Volpcl. 1ndi , i c 1pit:1ni Radicati , Cavalli e Cavagnaro. V enne ucciso il te1H.:11tc Truc e \'e nncro g ravemente feriti i sottotene nti Vietta e Fis,1,rc. I nt:111to il ge nerale Mo llard, avvertito cldla critica situazione in .: ui ~i I rova\'a il Cadorna, accorse in suo aiuto con le quattro compagnie di Fanteria e con le due di Bersaglieri delle <1uafi di sponeva. Ix du e compagnie Bersaglieri furono mandate a proteggere l'ala si-


La bntt(l.?,fia di S,1n :\.I,1rtino .



99 nistra del Cadorna, che il nemico minacciava di aggirare e con un vigoroso assalto, riuscirono ad attenuarne la pressione. La Fanteria venne schierata sulla destra delle truppe dell'avanguardia. Ma ben altre forze sarebbero state necessarie ad arrestare il nemico. Quindi, non ostante l'eroico coraggio del generale Mollarti e del tenente colonnello Cadorna ed il valore delle loro truppe, dopo vivissima lotta, i nostri furono costretti a sgombrare le alture di San Martino. Anche qui la ritirata fu protetta dall'VIII battaglione Bersaglieri. Sistemato a difesa nella chiesa di San Martino, esso oppose al nemico la più tenace resistenza e tenne la sua posizione fino all'ultimo, permettendo alle altre truppe di riordinarsi, prima di ripiegare anch'esso. Il generale Benedek aveva spiegate a difesa delle alture di San Martino quattro brigate: due in prima e due in seconda linea ; una quinta era più a sinistra ed un ·altra formava la riserva. L'Artiglieria, ap1X>stata nel modo più opportuno, decimava le colonne piemontesi che, allo scoperto, muovevano all'attacco. La situazione delle Divisioni Mollard e Cucchiari non era certo lieta, molto più che il successo dei nostri ;1 Madonna della Scoperta non s( delineava ancora. Ma, non appena le avanguardie del generale Mollard e del tenente colonndlo Cadorna ebbero sgombrato San Martino, giume sul campo di battaglia la brigata (< Cuneo 1> della 3" Divisione. Il generale Mollard, sperando che il nt'.mico non si fosse ancora solidamente stabilito nella posizione da noi abbandonata} senza attender altro, lanciò la brigata all'assalto. Essa marciò risolutamente innanzi: due volte raggiunse il ciglio delle alture; ma ·alla fine dovette cedere al numero triplo dei nemici e ritirarsi, dopo aver suhìto gravissime perdite cd aver perduto successivamente il generale Arnaldi cd il colonnello Berretta. In quell'occasione l'VIII battaglione Bersaglieri, spingendosi arditamente avanti, salvò una batteria d'Artiglieria che correva pericolo di cadere nelle mani degli Austriaci. Respinta la brigata (,: Cuneo )>, i nemici cominciarono a discendere dalle alture. Ma k truppe della f' Divisione opponevano ancora una viva resistenza e poco dopo giun~eva sul campo la 5' Divisione, guidata dal generale Cucchiari. Anche questi spinse l'una dopo l'altra all'attacco le sue due brigate coi battaglioni V, Vili e X Bersaglieri. Cinque volte i nostri valorosi ~oldati andarono all'assalto ed altrettante furono arrestati dal numero preponderante e dalle formidabili posizioni degli Austriaci; ma finalmente, verso mezzodì.


'"" S:1n Martino veniva occupato da lla 5' Divisione. La brigata " Cunt·" ,, era pen'> esausra e J:, brigata ,, Pinerolo " della Divisione Mol ~ l:1rd non n :1 ancor giunta. Fu ()Uindi impossibile alla Divisione Cucchiari di co11se r\'arc le alture a sì caro prezzo conquistate, poichè il nemico Jisponcva di 25.000 uomini alrnt:no contro poco più di JO.O<)o ,tildati nostri, e San Martino fu di nuovo perduto. All'attacco della 51 Divisione aveva preso parte.: anche il X h:111 :iglionl'. Bersag liai. Compiute le ricogni zioni loro arfì,bte , le rnmpag nie del battaglione si erano r iunite c. mentre quella del capi1 :1no Garronc (38') rim:111e\'a di scorta all 'Artiglieria, le altre trl'. :l\'c\'ano combattuto, come già sappiamo, prima a fianco delle truppe dt:1 lenente.: colonnello Cadorna. poscia con qudle della brigata " Cum:o ,, . Quando poi la Di\·isione Cucchiari mosse all'attacco, il X battaglione Bersaglieri. ~ebbene combattesse senza posa fin dal mattino, si unì ad essa e concorse, con l'VHI battaglione Bersagl ieri e .:ol 12.·· reggimento Fanteria cii lim:a, a respingere, co n ripetuti assalti alla baionetta. la sini stra del nemico e ad espugnare le case rurali che k ~cn·i\·:1110 d'appoggio <: ~·im padronì d' un pezzo d'Artig lieria . I .a \·illa Tracc:.1 g ni. compciq a di una casa :id un solo pia no e di ,·ari mi r,0ri i:~liJizi l ulk~ali in~ii:me per mezzo tii un soliJo muro :1ltu due metri e mezzo, opporn.: \·a ai nostri un·ostinata resisten za. Intorno :1 L(Uel fabbricato, che i nem ici avevano con\'crtito in un n :ro 1idullo 1nunito di fcri toit", si accanì il combattimento al qua le partcnpa va il X battaglione Bersaglieri . (.?uando poi, dopo accanitissima lotta, la 5" Divisione , minact:1ata Ja forze supc.: riori, fu costretla :1 ripiegare, il battaglione concorse a proteggerne la ritir;1ta. In tutti questi ~co ntri il X battaglione. comandato Jal maggiore Vi valdi , dimmtrò tanto slancio e tanto valo re, da ~uscitare l'amm irazione delle altre truppe. Molto si distinsero i capitani Ferrari, C ardcll ary e Sauli . li primo e l'ultimo ri po rtarono gravi ferite, per cui ,111\<.il<.:10 ri 1ucllcrc il comando ri~pctti\·amcnte ai tenenti Eula ed 1\ rrigo~i. Tra gli altri uftìciali meritarono speciale rncomio il tc11e11lc J><.:1ri 110 della 39• compag nia che, con l'Arrigosi, riuscì ad impadroni r~i d'un ca nnone e riportò non lie\'c ferita , ed il sottotenente ( :1d11 to. il quale. entrando i;1 trepido in un g iardino murato alla testa di 1111 plotone della 1o' compagnia, metteva in fuga gli Austriaci, l.1Lc ndo prig ionieri un ufficiale e dieci so ldati. Poco lungi dal X. cioè al centro della Di\'i~ione Cucchiari , si ,c,i.: 11:ila v.1 a11cl1c il V battaglio ne Bersaglieri.


IOI

Giunto sul luogo con la brigata <, Acqui ,> di quella Divisione.:, esso veniva senza indugio spinto innanzi per proteggerne lo spiegamento. Ben comandato dal tenente colonnello Bertaldi, j J V hanaglione attaccò senza esitare la chiesa di San Martino e k alture circostanti. Un tremendo fuoco di fucileria e di Artiglieria accol se gli audaci assalitori; ma essi, sprezzando la morte, raggiunsero la cima e, superando ogni. resistenza, s'impadronirono delle posizioni e seppero conservarle, malgrado gli sforzi del nemico per riprenderle. Subito dopo il 17° reggimento Fanteria venne inviato in due colonne in loro soccorso cd allora il V battaglione si divise in due parti: la prima si unì alla colonna di destra del 17°; la seconda a quella di sinistra. In questa formazione esso combattè fino all'ultimo con grande valore. Nella furiosa mischia il capitano Mario, già noto per la sua condotta alla Cernaia, il tenente Modini ed il sottotenente Pavetti caddero sul campo; i capitani Emilio Pallavicini e Galletti, il tenente Falqui-tv.fassidda ed il sottotenente Molinatti vennero feriti. Così una metà circa degli ufficiali e grandissimo numero di Bersaglieri vennero posti fuori combattimento. Ma il capitano Mario venne sostituito immediatamente, al comando della 11 compagnia, dal tenente Cesare Novdlis di Coarazzc ed i capitani Pallavicini e Galletti continuarono a tenere il comando delle loro compagnie, non ostante le ferite riportate. Il capitano Gandolfo, solo tra gli ufficiali della 19' compagn ia rimasto ancora illeso, incitò con la parola e con l'esempio i suoi Bersaglieri a compiere tutto il loro dovere. Malgrado tanta bravura, quando le sorti del combattimento volsero sfavorevoli per noi, anche il V battaglione dovette ripiegare ed, incaricato di coprire la ritirata della 5• Divisione, adempì alla sua difficile missione, opponendo la sua fermezza al soverchiante nemico e curando anche il trasporto dei feriti con singolare abnegazione. In questa ultima bisogna si segnalò per zelo e coraggio il medico <lei battaglione, dottore Ardissone, che rimase fino all'ultimo a curare i fer;ti, sotto il fuoco nemici>.

Veduta la difficoltà di superare la resistenza nemica, il Comando dell'esercito sardo deliberava di fare entrare in linea anche la Divisione del generale Fanti, che era in riserva. Sulle prime, parendo che le cose andassero male a Solferino, essa era stata inviata ve rso


l () .!

l jllc lla locali t;'t; ma, visto che la nostra 5" Di visione non tra riuscit,! a rn nserva rc San Martino e che a Solferin o i Francesi cominciavano :1 guadagnar terreno, il generale Fanti ricevette l'ordine di mandare: la brigata " Aost~1 >•, col I battaglione Bersaglieri ed una batteria, in ,ostcgno delle forze dei generali Mollard e Cucchi:iri e di recarsi, m l rimanente della sua Divisione, su Madonna (lclla Scoperta, in ;1iu to del gcnnale Durando, che non avc\·a anrnr;i potuto impadrnrnrscnc.

I /lcr,,,g!Ìt•ri

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San .\larti110 .

Med iante il C(HKor -:o dd Fanti, sì ~pc rava c he il gene rale Dllrand o sa rebbe riuscito a conc1uistarc Mado nna dclla Scoperta cd a prc m k r c cJuindi all e spalle le alture di San M,!rlÌno, contro le qual i la :( e I.i 5"' Divìsiom:, rinforzate dalb brigata ,. Aosta ,-,, dovevano t:fkttuare intanto un ultimo e decisivo sfo rzo. Più tardi il generale La Marmora, Ministro della Guerra al c;1m po, fu in viato a prendere ii comando dcìic due TJivis1oni Durando e Fanti. All'arrirn della brigat:1 ,, Ao!>la ,, il generale Mulbrd --- il quale ,1\n'a rice\'lllO avvi~o che tra poco sarebbe tornata sul campo anche l:i e; ' Di\'isionc, ritirat:1si pn:sso Rivoltella per riordinarsi ·---- si prcp:1ri'1 :il nuovo attacco. Egli schierò a destra la brigata (< P inerolo ,i, .1 ~i ni~tra la brigata « Aoqa " col J banagliont: Bersaglieri e le fece \(J\ l e ntrt: da un reggimento della brigata « C uneo ) 1. Tutte ljllCSt e (or·, c dovevano convcr_~ crc sulle alture tra San Martino e la villa Tr;1u.::1gni: 111<.:ntrc. pi t1 a dcstr;1, una colonna staccata, composta di


I O~

un battaglione di Fanteria, della 6" compagnia Bersaglieri e di due cannoni, avrebbe tentato di aggirare la sinistra ciel nemico, sotto la direzione del tenente dei Bersaglieri Mazzoleni, addetto allo StalO Maggiore della Divisione. Infine, all'estrema sinistra della linea, fu dislocata una forte batteria, scortata dalla 38• compagnia Bersaglieri , distaccata dal X battaglione. Il grosso di questo si trovava con la 5• Divisione, insieme con la quale. come abbiamo già detto, aveva combattuto; il II battaglione, meno la 6" compagnia, rimase in osserv;1zione verso Peschiera. Così riordinate, le forze del generale Mollard stavano per attaccare, quando scoppiò un uragano sì forte che, per qualche tempa, impedì ogni movimento: m:1 , nnn appena calmata la furia degli elementi, si riaccese quella degli uomini e tutte le nostre truppe mossero all'attacco. La lotta divenne più che mai accanita giacchè i nostri erano deliberati a vincere ad ogni costo e gli Austriaci, animati dai successi della giornata, resistevano con ostinazione. li ri sultato del combattimento rimase per qualche tempo dubbio. Sulle prime i'attacco della brigata « Pinerolo ') fu respinto e quelio della brigata ,, Aosta ,, non rimcì completamente; ma ben presto, sostenuti vigorosamente dal 7" reggimento Fanteria di linea e dalla 5" Div.isione che giungeva in quel momento. i Piemontesi tornarono un'altra rnlta all'attacco, scacciarono final mente il nemico dalle contese alture e lo Yolsero in f:uga, impadronendosi di cingue can noni. Abbiamo detto che, a sccondarc le forze destinate ad assalire frontalmente le alture cli San Martino, il generale Mollard aveva inviato una piccola colonna, composta di un battaglione di linea, della 6~ compagnia Bersaglieri e di <lue pezzi d'Artiglieria, a minacciare il tìanco del nemico. Questo piccolo distaccamento fece quanto era possibile per eseguire il compito affidatogli; ma non aveva forze sufficienti per ottenere risultati di l! uakhe rilievo e, dopo espugnate alcune case occupate dagli Austriaci , trovandosi di fronte a forze preponderanti , dovette arrestarsi. In questo episodio la 6" éompagnia Bersaglieri combattè con valore agli ordini dd capitano Vayra. li tenente Mazzolcni della 30'· compagnia, il quaie, come addetto al Comando della Divisione, guidava il distaccamento, dimostrò sì belle gualità militari, che fu promosso a scelta capitano nello Stato Maggiore. A San Martino poi combatterono con l'usato valore il I e l'VIJI battaglione Bersaglieri. Il I era assegnato alla brigata << Aosta J) cd, allortJUando la brigata avanzò su due colonne all'attacco, ebbe l'ordine di proteggerne il fianco sinistro e di ava nzare wn essa. Portando\i


innanzi con grande ardimento, al comando del maggiore Radicati

di Primeglio, il h:1ttaglione respinse il nemico da diverse posizioni e specialmente dalla villa Monata, che fu presa dai nostri, soprattutto per m erito del capitano Negri della 4" compagnia. Conquistate le ville Monata, Armia e Canova, la brigata procccedettc all'attacco delle alture situate pit1 indietro ; ma il nemico, che le occupava fortemente, dopo avere invano tentato di riprendere le " illc di cui sopra, o ppose un'ostinata resistenza. La lotta fu molto sang uinosa: la bri~ata " Aosta •> ebbe feriti il suo generale ed j due colonnelli cd anche il [ battaglione Bersaglieri subì dolorose perdite. La 3" co mpag ni ~i ebbe uccisi il tenente Gazzo cd il sottotenente Bonizzoni e ferito il sottotenente Farini. Ma ciò non ostante, al coman-

do del capitano Soldo, unico ufficiale rimasto incolume, continuò a com battere va lorosamente. Ben presto la brigata riprese l'attacco, riuscì a com1uistarc le posizioni ed inseguì gli Austriaci, catturando due canno ni. Il I battaglione Bersaglieri contribuì efficacemente al successo. Il mnggiorc Radicati, i capitàni Negri, Soldo, $chiapparelli e Girola gareggiarono in eroismo: sia nei ripetuti assalti, sia nella momentanea ritirata. M.:n, re tornava ~ul campo Ji battaglia la 5' Divisione, !'VIII battaglione Bersaglieri, che ne costituiva nuovamente l'avanguardia, ebbe l'ordine di recarsi in aiuto delle forze del generale Mollard. Era tutto il giorno che il battaglione combatteva, dapprima insieme con l'avanguardia del tenente colonnello Cadorna, poi con la brigata ,, C uneo ,i , infine con la 5 ' Divisione ; ma, appena ricevuto l'ordine, si Linciò attraveno i campi per correre nella direzione indicatag li e, \'ed uta in pericolo una batteria della f Divi sione, le prestò valido appoggio. PiLt tardi poi, espugnando valorosamente la villa Traccagni - che, perduta dai nostri quando la Divisione Cucchiari era stata costretta a ripiegare, non era stata ancora ripresa - partecipò ad uno dei pii:1 belli episodi della giornata. Era il momento in mi l'c:~crcito sardo riprendeva l'offensiva su tutta la linea. Il rf Fanteria, sebbene privo del suo colonnello, morto nel primo assalto della brigata <• Pinerolo ,,, <.i dirigeva appunto verso la villa Traccagni; ma I'VIII battaglione Bersaglieri lo precedette e si lancièJ per il pri mo sul nemico. Numerosi cacciatori ;austriaci, trinceratisi nelle case, f ccero fuoco sui Bersaglieri; ma lluesti si portarono intrepidamc.:nte avanti all a baionetta cd investirono da varie parti il fabbricato. Il maggiore Volpelandi, i capitani Radicati, Cavagnaro, Cavalli e Pcllcrini e gli altri ufficiali guidarono più volte le loro truppe


all'assalto. Il capitano Cavagnaro, colpito da una palla di fu cile , cadde morente; il tenente Borio, gravemente ferito, venne portato fuori del campo di battaglia. La morte del capitano Cavagnaro lasci<'> alla 30° compagnia un solo ufficiale: il $Ottotenente Mantovani, che ne assunse il comando e, con non comune coraggio ed intelligenza, la condusse di nuovo all'assalto. Finalmente., dopo una furibonda lotta corpo a corpo, caduti molti valorosi da una parte e dall'altra, i Bersaglieri riuscirono con un estremo sforzo a superare ogni resistenza, penetrarono da ogni parte nella villa e ne scacciarono i difensori. Del X battaglione, a guanto pare, non partecipò a questo ultimo atto della battaglia che la 38" compagnia. Destinata a scorta dcli' Artiglieria, essa sopportò, con sangue freddo esemplare, il fuoco nemico ed il tenente Galli, con un ardito contrassalto, salvò due cannoni in procinto di cadere nelle mani degli Austriaci.

Al successo dell'esercito piemontese a San Martino contribuirono efficacemente la r' Divisione e ttuella metà della 2' che era stata inviata a rinforzarla. Infatti la 1" Divisione e la brigata ,, Piemonte» della 2", dopo aver sloggiato dalle alture circostanti la Madonna della Scoperta le due brigate del V CorJX> austriaco, che le occupavano fin dal principio della battaglia, passato il temporale, avevano proseguito l'avanzata al comando del generale La Marmora; la 1" Divisione diretta su San Martino, le truppe della 2 a verso Pozzolengo. L'arrivo di queste forze sul tergo del suo Corpo d'Armata costrinse il Benedek a far fronte alla nuova minaccia con due delle sue brigate; cosicchè, rimasto debole su tutto il fronte, ìl V Corpo austriaco, che aveva così tenacemente resistito per tutto il giorno, dovette ripiegare. La I" Divisione - pur avendo incontrati gravi ostacoli alla conquista delle posizioni, contro cui pugnava fin dalla mattina la nostra ala sinistra - con la sua avanguardi:i, composta del III battaglione Bersaglieri e di una batteria, riusciva a raggiungere un reparto nemico che si ritirava e ad infliggergli non li evi perdite. Dal canto suo la i' Divisione, trovati gli Austriaci sulle alture poste oltre il Redo ne., al di qua di Pozzolengo, li attaccava senza indugio e li sconfiggeva, dopo un breve. accanito combattim ento, al t!ualc prese parte anche ìl IX battaglione Bersaglieri.


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Qm:sto battaglione, che gi:1 si na distinto a Confienza e soprattutto a Magenta, passò intn:pidamcntc sotto l'intenso fuoco nemico il Rcdonc. parte su l ponte e p:me a guado. assaltò e prese, col concorso della fanteria, le alture situate al di là del fiume ed inseguj il nemico fin dentro Pozzolengo, dopo aver subìto perdite notevoli. Il sottotenente Ricci d'Andonno fu ucciso, il capitano Carlo Migliara ed il tenente An~uissob furono feriti. I capitani Grossardi , Grosso Campana, fr:rnchini cd il tenente Busi, che comandava la 35a compagnia dopo b fcri1 :1 del capitano Migliara. dimostrarono coraggio cd i ntdl igmza non comuni. Meritò p:1rticolarc elogio il sottotenente Ricci, il quale, lJUantUn<JUC gi;', fe rito. passèi per il primo sul ponte e poscia, colpito d:1 altre du e p:ilk mentre si scagliava all'assalto, cadde. compianto da tulti i ~11oi rnmp:1g111.

Co~Ì. ~ul fÌnin· della mnnorabile g iornata del 24 giugno, l'csercilo pic111ontnc era vittorioso su tutti i punti cd aveva scaccialo da l'ozznlcn!_!o ~li Austriaci . .'\ncl;e ~-e lla h:11t;1glia di San Martino il Corpo dc1 Bersaglieri, d1c vi partecipò quasi per intero (8 battaglioni)., accrebbe singolarmente la propria fama , ~ia pure a pre'l.ZO di gravi perdite. Nè poteva cs~crc altrimenti, giacd1~ i Bersaglieri furono ~cmpre impegnati nc '.b lo tta.

l battaglioni più duramente provati furono il Ili , il V, l' VIII cd il X. Al I cd al X venne concc~sa la medaglia Ji bronzo al valor militare e la stessa det:orazione venne conferita anche alla e/ compagnia. d1e aveva comh:ittuto a11a Madonna della Scoperta. Ammirevole fu il contegno degli ufficiali. come dimostra il numero delle perdite e <Judlo dell e ri compe nse concesse. Nella stessa giornata si distinse anche il VI battaglione Bersaglieri, che faceva parte della Divisione Cialdini e che partecipò ad L1 11:1 ricognizione su Monte Suello, occupato dagli Austriaci. Le vittorie di Solferino e di San Martino re~ero più sicure le spcr:tnzc dc~li ll :1liani di vedere la Patria liberata fino all'Adriatico: ma gl i a,venimentì verificatisi in Francia, le insistenze dell ' Imperatrice. k mi n.iu:e della Prussia indussero Napoleone II I ad interrompere l'impresa ed all'armisti zio di Villafranca. al qua le poi seguì la pace di Zurigo.


Le perdite riportate dai Bersaglieri durante la guerra del 1859 ammontarono a 19 ufficiali ed a 140 uomini di truppa uccisi r d a 18 ufficiali e 678 uomini feriti . Abbiamo già accennato alle ricompense collettive concesse a1 reparti. Quelle individuali, conferite ai Bersaglieri nel 1859, (uwno complessivamente, oltre ad alcune nomine nell'Ordine Militare d i Savoia concesse agli ufficiali, 382 medaglie d'argento e 677 di bronzo. Delle 1059 medaglie individuali, 1Ì2 medaglie d'argento e 97 di bronzo vennero conferi te ad ufficiali; 270 d'argento e 580 di bronzo a sottufficiali, graduati e Bersaglieri.


VIII.

I BERSAGLIERI DAL 1859 AL 1866

C un cl u,;1 l.1 g ucr r:1 del 1859, cd unita, per la pace di Zurigo, non:mhrc tlf :;q) ( 1). la Lmnbardi:1 al Regno di Sardegna. l'cscr.: ito s:mlo-picmo n1 csc ;1umu1t1\ notevolmente -·le sue forze ~cd agli n hatt.1g lio11i lk rs:1g lieri già costituiti ne Yenncro :1ggiunti altri 5, in modo da a\'l'rnc complcssivamcnrc 16. ( 10

I 5 nuovi h;11taglioni vennero comandati ri~pcttivamcnte dai caPÌt.ini h :r r.1ri, G:1k1ti, Z:rnoni, Quadrio e Pallavicini, provenienti Ìutti d:tl Cur p1> e promossi maggior i. Essi fu rono costituiti in gran p.1rt c col co nti nge nte lombardo. che ;n-c,·a già prestato servizio nel I c~c ru LU au ~t r1 aco e p1Ì:1 , pcuairne ntc con l jllt ÌÌ1 c h e avc\'a no a ppartrn uto ai Cacciatori, il cui numero era. secondo il T orre (.-::), di q89. r omc abbi amo già avuto occasione di ricordare nel volume III di ll uc, t ·opera, un altro considen::volc aum ento ebbero le forze militari s:ude co n le annessÌ<!nÌ della T osc::m:1, d r ll'Em ilia e delle Rom:igm:. Costituito~i in ci:1scuna di (.!lH:stc regioni un Governo provvisorio, per merito del col. Cadorna in To5cana e del gen. Fanti nell'Emilia e nclk Romagnc, erano stati formati due piccoli eserciti, secondo l'ordinamento militare sardo, in modo che, a\'\'cnute le :rnncssioni, l'amalgama elci tre eserciti riuscisse più facile e più sollecito. Per (1uanto riguarda i Bcrsaglier.i, ne erano stari costituiti altri 4 battaglioni in Tosc:rna e 7 nell 'Emilia e nelle Romagnc. tutti ordi( 1) L:1 d .1u , 0] ;1 d el la p:i, e di Zurigo ,:hc riguarda\":I la 1> ,mbardia diceva tc, t u.1l m c 11t1· : ,, I .'lmpcrawrc d'Au rn i:i ccd::: :ill'lm pcraton· d ei Fr:inccsi i suoi di r it ti ~ulla Lumbardia , ad eccezione delle fortezze di Ma11trn ·a e di Peschier:1,

di m odochè la fro ntie r:1 dei pnsscrlinwn ti au<rri:1(i, partendo d:111'c~tre mo ragg io ddlc fo rtezze di Pc,(hicra. si cstrndc in linea diretta lungo il .Mincio fino :dlc ( ; r:iz ie e di lii a Scor zarc,lo cd a Luzzara sul Po, don: le (rontiert·. presenti cnntinucr:mno :1 for mare i limiti <k ll"Austri :1. J: Im peratore dei Fr;111ccsi rimctlcr:'i i Len itori ced uti al Re di Sard('<,na " · (-2) T oRRE : ,, Leve rst·gui1c in Italia prima del 1863 " ·


1 09

nati cd addestrati ~ccondo le disposizioni <lei compiant o fon datore: Jcl Corpo. Per conseguenza, quando col Decreto del 25 marzo 1860 vennero incorporati nell'esercito sardo anche i contingenti toscani , emiliani e romagnoli, j battaglioni Bersaglieri poterono raggi ungere: il numero complessivo di 27, per quanto i battaglioni XX e XXVII fossero ancora in progetto. La forza dei battag lioni Bersaglieri, così immessi nell 'esercito sardo, fu precisamente la seguente :

Battaglioni della Toscana:

XVII: uomini 630, XVIII : uomini 594, XIX : uomini 391,

xx

(1), deposito: uomini 79.

Battaglioni dell'Emilia: XXI (già I delle Rornagne) : uomm1 357, XXII (già di Reggio E milia) : uomini 467, XXII I (già di Modena): uomini 615, XXJV (già II delle Romagnc): uom ini 448, XXV (già di Parma) : uomini 6o2, XXVI (già III delle Ro mag nc): uomini 39~, XXVII (già IV delle Romagne): uomini 316. Per conseguenza vennero a far parte del Corpo 3694 Bersaglieri toscani e 4892 Bersaglieri emilian i e romagnoli. li Corpo dei Bersaglieri era passato così, in appena un anno, da IO a 27 battaglioni e molti ufficiali del Corpo temettero, non senza ragione, che un così rapido aum ento della forza andasse a scapito della qualità ; molto più che assai diversi fra loro, per le passate vicende politiche e per i precedenti militari, erano g li elementi che avevano formJto i nuovi battaglioni. Scrisse, in proposito, il Fea: •< Base alla costi-tuzionc dei Bersaglieri toscani era stato I battaglione a cinq ue compagnie, che g i:ì e~~steva in c!uel Granducato prima del 1859. L e quattro prime compagnie avevano formato il XVII battaglione; la quinta, ingrossata a ~econda del bisogno, il XVlll. Da quei due primi battaglioni, i q uali avevano fatto parte della Divisione inviata dalla Toscana in Lom(1) All'atto delle annession i il XX battaglione Bersaglieri era solta1110 in progetto.


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bardia sul finire della g uerra del 1859, trano poscia stati tratti i Quadri del XIX e, piì1 tardi ancora, quelli del XX. Per i sottuffìcia!i, i graduati cd i grega ri', si era provveduto specialmente con volontari. Per i Rersaglieri del l'Em ilia, si era dovuto, invece, creare tutto ex novo. Il battaglione XX UI cd il XXV compren<lcvano nelk loro file 1111 huon numero di militari degli antichi eserciti. modenese e parmense ; ma tutti gli altri si componevano quasi unicamente di volon tari dell'Italia centrale e di emigrati venc::ti o tirolesi. Degli ufficiali: parte avevano servito sotto i Governi caduti, parte nelle truppe venete o romane del 1848 - 49; alcuni :tltri erano Piemontesi che avevano seguito nell'Emilia il D'Azeglio, il Farini , il Fanti. Pur tutta via, malgrado un difetto di coesione così grave, tanta era la bontà dell'istituzio ne, tanto l'effetto morale che la divisa del Hersaglicn: con segui\'a su l]Uelli che la indossavano, tanla la cura di mantenere intatta la rinomanza del Coqx,, che il danno fu assai minore di quello temuto. I 17 nuovi battaglioni, rinforzati soll ecitamente da nuovi ekmenti tr;rtti dai pili anziani, non tardarono, infatti, a porsi in grado di ~ostcncrc ron onore il confronto coi vecchi battaglioni. E di à', il 111n itv ~pe tl a par lit.:ubrmente agli ufficiali che prcsicdc.:ttcro alla loro organizzazio11e. Questi ufficiali - che. in seguito. raggiunsero quasi tutti gradi elevati ndl'cscrcito nazionale - furono i ma~giori Villani , Cri ~po, Carrhidio e Calca~nini -Estensc pci quattro battagl ioni toscani; il maggiore Ratti cd i capitani Raibaudi , Gro~sardi. Mcnotti. Pinclli. Barba vara e Fabri per LJuelli dcll'Emili;,. Lo ~tato di fatto .:reato da qucstè vicende organiche venne consacrato col Decreto 15 aprile 18(;0, che riordi nav;; il Corpo dei Bersaglieri. A no rma di tale Decreto, esso doveva comporsi di uno Stato Maggiore principale, 27 bauaglioni attivi e r4 compagnie di deposito, cioè 17-609 uomini, di cui 615 ufficiali ( 1). Il Coman do del Corpo \Tniva con servato; ma, in considerazione dell'aumento del lavoro pnH ocaw da uno sviluppo di forza così ragguardevole, era (1) &co l'orga nico ;i] 15 aprik 1 Co mand o del Corpo: 27 hatt:1glio11i a11ivi ; 14 comp;ignie deposito :

18/io :

ufficiali uflìci:ili

41

lrupp:1

170

total e

211

518 truppa 16.124 totale 16.642

ufficiali 56 truppa 700 totale 756 Ufficiali 615 truppa 1(u.194 totale 17.(io9

La compagnia :111i v,1 comav:1 4 utfici:ili ,: 146 soldati : totale 150. Il battag lione attirn (stato m :iggiorc e 4 comp:1gnic) 19 uffìc i:1li e 597 sol<latì: 1otak 1·,16. La compag nia d eposi to; 4 uflit" iali e 50 snidati: totale 54 uomini.


La prc.,,1 d, Pfrugia.



I I

J

affidato ad un ufficiale generale, coadiuvàto da un comandante in seconda col grado di colonnello o tenente colonnello c.: da alcuni maggiori. La carica d'Ispettore dei Bersaglieri rimaneva tacitamcnl<.: soppressa. Invece fin d'allora si pensò a creare un'autorità intermedia fra il Comando del Corpo ed i singoli battaglioni , istituendo nell'organico i posti di cinque luogotenenti-colonnelli, comandanti i Bersaglieri dei cinque Corpi d' Armata, allora appunto formati. M:-i, per qualche tempo, questa disposizione rimase priva d'effetto e, quando si mobilitò l'esercito per la campagna del 186o, i battaglioni non avevano ancora, presso i vari Corpi d'Armata, i loro comandanti particolari; ma dipendevano direttamente dagli stessi generali di Divisione. ln conseguenza del nuovo ordinamento, all'inizio della guerra del 1860 - 61, il Corpo dei Bersaglieri venne posto :-il comando del maggior generale Morand, coadiuvato dal colonnello Fioruzzi, comandante in seconda del Corpo, che era costituito, come già abbiamo detto, di 27 battaglioni. Di essi 18 battaglioni face,·:rno parte dei tre primi Corpi d'Armata; 6 del IV Corpo d'Armata che, agli ordini del generale Cialdini, si trovava nelle Romagne: 3 erano aggregati al V Corpo d'Armata che si andava raccogliendo in Toscana, agli ordini del generale della Rocca. A quest'ultimo Corpo d'Armata vennero aggiunti, nell'imminenza della guerra, altri 3 battaglioni Bersaglieri. Per conseguenza, per la guerra del 1860-61, alla (1ualc presero parte complessivamente soltanto 12 battaglioni, i Bersaglieri vennero distrihuiti nel modo seguente: al IV Corpo d'Armata: battaglioni VI e VII aggregati alla 4" Divisione, battaglioni XI e XH aggregati alla 7" Divisione, battaglioni XXH e XXVI aggregati alla 1_f Divisione; al V Corpo d'Armata: battaglioni XIV e XVI aggregati alla

1"

Divisione.

I battaglioni Bersaglieri JX, XXIÌI, XXIV e XXV vennero riurntr insieme e costituirono una piccola brigata, che fece parte della Divisione di riserva, al comando del generale Di Savoiroux. I 12 battaglioni suddetti non avevano la loro forza al completo . Di essi: 7 battaglioni provenivano dall'esercito sardo e 5 da lp1dlo costituito nell'Emilia.


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1

La guerra del 1860-1861 . Ahhiamo già ricordato, nel volume I II di <-1ucst ·opera, le came, gli scopi , i fatti d'arrnc più importanti della guerra 18fo-6 1, per cui L'i limiteremo ora a m ettere nel dovuto rili evo soltanto quegli epi ~.odi, nl'i lluali i nostri Bersaglieri ebbero occa~ìone di dimostrare il loro , a!ore, molto più che, dal modo nel quale i battaglioni Bersaglieri vennero ripartiti tra le Grandi Unit:'t dell'eserciw, ~i pw'> gi:1 desum ere che fu appunto nd 1860 che i Bersaglieri vennero impiegat i per !a prima \Olt~, ;1 hatL1glioni riuniti, cc)mc nella piccola brigata che faceva parte della Divisione di riserva del V Corpo d'Armata. Anche il Com:rndo del IV Corpo dec ise di costituire la propria ri ~erva rnn i battaglioni Bersaglieri: VII , XI e XX, lasciandone uno solo a ciascuna delle Di vi sioni dipc:ndenti. Vedremo poi come il felice esperimento fatto in qu esta g uer ra consigli,'> la formazione prima dei gruppi di battaglioni e poi dei reggimenti Bersaglieri. Secondo gli ordini dd generale Fa1Hi, i nostri Corpi d'A rmata i11i zi;1ro110 b marci;1 su tre colonne: -··· a destra il V Corpo d' Arrn ;1ìa e hc, partito da Arezzo e da S ,111 SqJUlnv, si Jiri~cva versu Citt;1 di Castello, Perugia e Foligno; - al centro la q" Divisione d1c, collegando i due Corpi d'Armata, doveva marciare.: per Urbino, Cagli e Gubbio; - a sinistra il IV Corpo d'Armata (meno la 13' Divisione) che. dalb zona di Cattolica. avanz:1ndo lungo l'Adri :iticn, per Pc~:tro, Fano e Sinigaglia, doveva portarsi ad Ancona. Mentre la colonna ccnwdc non ebbe 01.xasionc di partecipare a fa tti tLmnc degni di speciale mcnziom:, i due Corpi d'Armata don.:ttero superare ben presto le resistenze nemiche ed il V Corpo s'impc:gn<'> contro il presidio di Perugia; mentre il IV dmettc inveslirc Pes:1ro. Contro Pesaro l':1ttaeco venne iniziato dai battaglioni Bersa'.! li ni. compresi quelli che costituivano la riserva del IV Corpo e che ,·rnnero impiegati ììn dal primo giorno. Pt:saro ,·enne accerchiata cd il VII b:1t1agfo,ne Bersaglieri ne scalò le mura. occupc'> l'abitato e, cl11p11 11H,l te ore di fuoco, indusse il presidio del forte ad arrendersi.

L1 presa di Perugia. Pn11gi;1 oppose maggiore resistenza alle truppe del V Corpo cl ' ,\ rm :11;1 . rr:1 le quali il VII battaglione Bersaglieri, che faceva parte


I I

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dell'avanguardia, entrò nella città alla testa delle due colonne di attacco, nelle c1uali era stata divisa l'avanguardia. Il presidio si era asserragliato neUa cittadella ed il battag lione Bersaglieri. occupate a viva forza le case vicine, aprì il fuoco contro i difensori. Sopraggiunto il grosso del Corpo d'Armata, anche .i battaglioni Bersaglieri IX e XIV contribuirono ad accerchiare la cittadella, che dopo poche ore si arrese, rendendo più completa e sicura la conquista delle Marche e dell'Umbria. Mentre il IV Corpo d'Armata, occupata Pesaro, si portava velocemente a sud di Ancona, il V, dopo la presa di Perugia, raggiungeva Foligno e <.Juindi, per la valle del Chieuti, Tolentino, distaccando verso Spoleto, per la sicurezza del Corpo d'Armata, un reggimento Granatieri, due s<.1uadroni di Cavalleria, una batteria cl' Artiglieria cd il IX battaglione Bersaglieri. Queste truppe, al comando del generale Brignone, dovevano opporsi all'eventuale arrivo di forze _pontificie da Roma cd occupare Spoleto, presidiata da circa 800 uom1111. Giunto presso la città il 17 settembre, mentre i Granatieri occupavano l'abitato ed il presidio si chiudeva nella cittadella, il IX battaglione Bersaglieri, le cui compagnie 33• e 35a avevano preceduto i Granatieri, occupava con le compagnie 34• e 36' le falde del monte Lago, che dominava il forte, sottoponendone il presidio ad un intenso fuoco. Il ~enerale Brìgnone. dopo aver fatto battere la cittadella dai cannoni della sua batteria, ordinò l'assalto, al quale prese p;ine, coi Granatieri, la 33" e la 35" compagnia Bersaglieri. La 3f, raggiunto l'ingresso del forte, :iniziò il fuoco ; mentre b 35' muoveva all'assalto, superando, insieme coi Granatieri, la prima porta della cittadella, per arrestarsi da vanti alla seconda. · Costretti momentaneamente a ripiegare, le truppe stavano per rinnovare l'a~salto. quando il presidio si arrese.

La battaglia di Castelfidardo. Il giorno dopo (18 scttembn:) aveva luogo, presso Ancona. b battaglia di Castelfidardo. durante la quale, insieme all'Xl cd al Xl I. molto si distinse il XXVI battaglione Bers:iglicri che, insieme al 10" reggimento Fanteria, respinse valorosamente i più forti attacchi de l


I I

6

nemico, pur essendo stanco della m:1rcia di 6o chilometri, compiuta, insieme al XrI battaglione, due giorni prima. Il capitano Barbavara, che comandava il battaglione, venne promosso per merito di guerra. Per l'eroico esempio dato ai loro Bersaglieri si distinsero, inoltre, i capitani N ullo, Fessi:1, Gatto e Gusbcrti, il 1..1 uale ultimo cadde sul campo, ed il trncntc Mighet che, alla testa dd suo plotone, prese un cannone nemico.

L'assedio di Ancona. Riunitisi intorno ad Ancona, i dtK Corpi d'Armata asstdiavano la citt:'i, dilcsa da circa 7000 uomini. I lk rs:1glicri si disrinsero, insiunc alle altre truppe, nell'occupa zione del le opere esterne. li 25 settembre il XXI[ battaglione occupi, la L1m<:1ta Scri ma ; il giorno 26 i battaglioni XI, XXJII e XXVI presero le opere cli monte Pelago ìn s1cmc alla brigata •< Bologna 1, : mentre il \ ' li hatta~lionc prrndn:1 d'assalto il norgo Pio, fraternamente ai11tato dai battaglioni VI e XII. r:i~1p;c, ;:;. prcscntav.1 non pv<::hc ,l ifli"uh~, d1c p0Lern110 vcuirc ~upcratc soltanto quando il VI battaglione Bersaglieri, comandato dal maggiore Radicati di Pa~~erano, potè occupare, con YÌttorioso impeto. il L.1z1.arct10 e scacciarne il nemi co, cattu rando rrc cannoni. Il 2q scncmlH-c, mentre si prepar.wa un attacco ge nerale, il prc.:~idio di Ancona, sottoposto a,nd1e al tiro delle nostre navi, si arrese.

Ultimata tale conquista, occorrc\'a facilitare il compi rnc.:nto delle gloriose imprese di Garibaldi cont ro l'esercito borbonico che, già srnnfìtto in tanri Litti d'anne, sta va raccogliendosi sul Volturno. Per con,eguenz.;1 il nmlro esrrciro, dopo l'occupazione di Anc<ma, :1ttraverst> l' Abruzzo e si porti\ in :1i11to alle truppe garibaldine. P:u1 cciparo110 alla campagna per l"Italia meridionale i battaglioni Bersagli e ri VI e VlL facenti parte Jd!a .f Divisione; ]'Xl ed il X l[ aggregati alla 7"_ ; il XIV cd il XXIV con la 1" Divisio ne: il I cd il XVI con la 14" Divisione, che era stata :ippt:na costituita. I bauaglioni Bersa~licri XXII, XXIII, XXV e XXVI tornarono ncll"Italia settentrionale; i battaglioni IX. XXI e XXVII rimasero


I lle•rmgheri

II

C.1stt:lfidardo.



I

19

in Abruzzo, contro le bande insorte in favore di Franccsrn Il di Borbone, e per assediare Civitella del Tronto. Degli 8 battaglioni che parteciparono alle operazioni m:ll'ltalia meridionale, il I, al comando del maggio re Soldo, sbarcato a Napoli nella seconda m<::tà di settembre, prese parte coi Gariba ldini, il .:? ottobre, al combattimento di Caserta Vecchia e quindi all'assedio di Capua. Il 20 ottobre le truppe del IV Corpo d'Armata sbaragliarono una Divisione di Borbonici al Macerone. Esse erano state precedute dai battaglioni Bersaglieri Vf e VII che, occupato il Maceronc, avevano fatto fronte ai Borbonici fino all'arrivo del grosso del Corpo d'Armata. Il 29 ottobre i battaglio ni Bersaglieri VI, VII , XI e XII, con una brigata di Cavalleria e con 8 cannoni, effettuarono una ricognizione contro le linee de! Garigliano e vi si distinse Monumento os.,ario di Spclt-to il VII battaglione, che ven - per i Jlersagliui rnd111i il 17 g1te111bre 1860 . ne decorato con la 1111::daglia di bronzo, per avere passato il fiume in presenza del nemico. Il maggiore Negri", comandante il battaglione, dimostrò tutto il suo coraggio e la sua sagacia ( 1). Quindi il nemico ripi egò su Mola di Gaeta, dove: fu attaccato dalla n ostra 1 ' Divisione, prcccdut·a dai battaglioni Bersaglieri XIV e XXIV, che contribuirono efficacemente al succoso e che ebbero conferita la medaglia di bronzo :11 valor militare. Combattendo valorosamente col XIV battaglione, cadde il capitano Grosso Campana che, ricevuto proprio in <!ue l giorno il decreto che lo promuovev,1, non aveva voluto lasciare il comando della sua comrag nia. ( ,) C0Rs1: ,, I Bersaglil'ri " ·


I 20

,, Egli era - ~e risse il generale Alfonso La Marmora ( 1) - per intel ligenza. fisico, energie e valore, il vero tipo dell'ufficiale dei Bersaglieri. La sua perdita fu dolorosamente sentita da tutto l'esercito"· Dopo il co111battimento di Mola di Gaeta, i Borbonici continuarono a resister<\ assediati a Gaeta, a Messina cd a C:ivitel la dd Tronto. Agli as~e<li di Gaeta e di Mc~~ina parteciparono i 4 battaglioni Bersaglieri del IV Coqx, d'Armata ; a yucllo di CivitelJ.1, come gi:'t si è detto. i battag lioni IX, XXI e XXV Il clic, tutti al comando del tenente colonndlo Pallavicini , iniziarono la lotta contro il brigantaggio. combattendo i Borbonici ed i Pontifici, i yuali. favoriti da una parrc Jclb popolazione. avevano formato alcune bande sui monti dcll'Ascobno t' dcli ' Abruzzo. Il IX battaglione, pa~sando dall'Umbria in Abruzzo, il 28 ottobre sconfo~e a S:111 Vittorino, presso L'AtJUila, una grossa banda ccl il l j novembre ne sbaragliò un'altra a Fiammingano ; ma i partigiani crebbero di numero t cercarono di disturbare le truppe cht assediavano Civi1clla. Il IX battaglione sconfisse i rirnltosi presso il borgo d'Ari,·ll i ed, unito al XXVII, ne sb::irag!iò 1111 :i !tw grupp,) prc~,u Collarto; mentre il XX [ battaglione hattè ripetutamente i rivoltosi presso San Giorgio . Ristabilita la tranyuill ità in Abruzzo . k nostn: truppt 1rntaron11 l'attacco di Civitclla. Mossero all'assalto anche i 3 h;1ttaglioni Hersaglicri, ..ti rnmando del tc nclllt colonnel lo Palla,·icini; ma. a malg rado del loro v;1lort, vennrrn respinti e Ci\'Ìtelb si ;irrcsc sol tanto venti · giorni dopo.

( 1 l . \1 II J"s\ll

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cpi~oJio d ::I l{ì,ur~imc nto it:ili:ino ...


IX.

CONTRO IL BRIGANTAGGIO

L1 lotta continuò contro il brigantaggio e ad essa parteciparono sempre con onore i battaglioni Bersaglieri che, col riordinamento del 2~ gennaio r86r, vennero aumentati da 27 a 36. Tale provvedimento potè essere effettuato completamente soltanto all'inizio del 1862. I nuovi battaglioni Bersaglieri vennero costituiti in parte con gli elementi più idonei del disciolto esercito napoletano che avessero servito nei C:icci,itori; in parte con ufficiali e soldati provenienti dai volontari. Oltre ai nuovi battaglioni ne vennero costituiti altri sci di deposilo. Lt: Compagnie di ciascun battagìione, trala:sciando il numero progressivo tradizionale, ebbero rispettivamente quello di 1\ 2\ f e 4a compagnia. Abolito il Comando Generale dei Bersaglini e riorganizzato l'esercito su 6 Corpi d'Armata, venne assegnato a ciascuno di essi un gruppo di 6 battaglioni Bersaglieri. Tali ~ruppi, il 31 dicembre 1861, vennero trasformati in 6 reggimenti, che ebbero ciascuno la forza dì r41 ufficiali e di. 3907 uo~i~i di truppa. Ciascun battaglione attivo (il Comando e 4 compagnie) ebbe 19 ufficiali e 6o9 uomini di truppa . Ogni battaglione deposito ebbe la forza di 27 ufficiali e dì 253 uomini. Ogni compagnia fu composta di 4 ufficiali e di 149 uomini. I 6 reggimenti ebbero la seguente dislocazione e furono composti dai battaglioni sotto indicati : 1° reggimento a Cuneo: battaglioni .l, IX, XIII, XIX, XXI, XXVII. z'' r:egg1mento a Corno: battaglioni

rr,

IV, VIII , X, XV,

XVI1.

3'' reggimento a Modena: battaglioni XXIIf, XXV.

4"

reggimento a Ra, en na:

XVL XXII.

m,

V, XVIH, XX ,

battaglioni VI, VII, Xl, Xli.


s" rq,;girnento a Livorno: bauaglioni XIV. XX IV. X.XVI, XXXiV. XXXV, XXXV I. 6" reggimento a C:1p11:1: battag lio ni XXVIII, XX IX, XXX. XXX I. XXXIf , XXXI II. Og ni reggimento ebbe. oltre al colonnd lo. un tenente colonnello . .I primi (oma nd :111ti dei rc.~gimcnti Bersaglieri furono i ((J!onnd li Pallavici ni , Huri, Soldo, Volpelandi. Fioruzzi e Dc Rossi. Contro il hri :-,..u:1n1;i,,.,io -·- ricorda il Fea vennero impiegati, t"'l'", fra g li altri. tutti i battaglioni Bersaglieri di pit1 recente formazione. Mentre quel li rlll· a,T,·ano preso parte alk campagne del 186o-61 , ad eccezione del I e dc.:1 XX IV, veni vano richiamati nell'Alta Italia od inviati in Sicilia . i battaglioni XV II. XVIII , XIX, XX, XX III , XXIX. XXX . XXX I. XXX II. XXX III t· poi il XXX IV . appena organi'l.zati. ,T11i \'allo m:1ndati nel Napoletano, per [arvi k loro prime prove e, poi chl· non t:ml:i rono a raggiungerli alcuni vecchi battaglioni, <.]Uali ;1 Il cd il XIII. 11 25 settembre 1R61 ~i trovavano in lJudlc provincie hrn 17 h.1t t.1g li<1ni Bers:1glicri, la meù :1pp11nto di tutto il Corpo. Pn combattere cfJìcaccmt·ntt: il brigantaggio anche i Bersag lieri \·cnncr,1 rip:ir,iti in .:u111nntc 1110!.>ili, di ~w c.:amc.:nl i, pattuglit· t:d e~si parteciparono per akuni anni alla triste c.: fa ticosa guerra, nella quale raddcT() molti valorosi 11ffìciali e Bersaglieri. Ancor prima che \'l'll isscro impiegati tutti i battaglioni éhc abhiamo ricordato. ~i era wolto a Lenol:1 , in T erra di I ,;1\'nro, nel maggio dd 18(11. un combattimento nel q uale s'era distinto il maggio~~ Zanoni: ma le operazioni più dc(isi ,~e incominciarono vcr!>o Ìa fine del luglio, :illorchè. davam i all 'inquietante s\'ilupparsi del male, il generale Cialdini fu inviato a Napoli, quale Luogotenente gc_nerale del Re. con numerose · forze, fr:1 cui 7 dei suddetti battaglioni Bersaglieri. La m:1ggior par le d i q_uesti (u impiegata nel combattere le bande che si erano annidat(' sui contini delle provincie di Napoli, Casen.i. Salu nu nl Avelli no e che da I;\, col fayore deì terreno aspro e montagnoso, si spingevano a11daccmt: ntc tino alle porte.: di Napoli. Contro tali bande operaro no, fra ~li :1ltri, i battaglioni 111 , V, XIII. XV II. XVITI . XX e XXIX, dislocati: alcuni 111.:lk zone di Nola. Avellino, Lauro. Arit nw, Portici ecc. cd altri ndb stessa Napoli , da d o\'C, all'occorrenza, part ivano per effettuare rapide puntate nei luoghi più mi nacciati. Così il XXIX battaglione. lasciata la città il ro e 1' 11 agosto, :i ndè> ad a~d irc i briganti ;1 Pietrelcina e ad Arcoello . in quel di ~


Nola, e li battè dopo un combattimento nel quale rimase fcrito il suo ,comandante, maggiore Emanuele Rossi; {l XX, condotto dal maggiore Calcagnini, operò contro altre bande, stabilitesi in fo rti posizioni sulle falde del Vesuvio presso Somma e le scacciò il 24 agosto dopo un accanito combattimento, durante il quale si cli~ti nsc fra gli altri il luogotenen te Paolo Fea, che penetrò per il primo in una grotta, dove i briganti s'erano nascosti; il V battaglione sostenne vi ttoriosamente uno scontro a Recigliano il 25 novembre; il XVIII , comandato dal maggiore Mclegari, riuscì, dopo un combattimento nel quale si distinse particolarmente la compagnia del capitano Honaccorsi, a distruggere la banda del famigerato Cipriano La Gala, che infestava da diversi mesi la Terra di Lavoro. Parecchi scontri sostenne coi briganti anche il III battaglione, mentre da Nola, dove aveva sede, perlustrava i monti circonvicini. Guidato con intelligenza e coraggio dal maggiore Carlo Migliara, il 24 ottobre sbaragliava 11na numerosa banda di briganti a Palma cd a Castello di Palma, dove cadeva il tenente Roberto Castelli. Anche i battaglioni X, Xl, XlH combattevano contro i banditi a Solofra, a San Severino, a Brancigliano, al bosco di Agnone. 1l 23 novembre uu distaccamento al comando del tenente Waimar liberava 17 uomini della Legione ungherese assediati jn Bella ed il 23 dicembre i battaglioni II I e XU I disperdevano altre bande, nuovamente presso il Castello di Palma. Fu quello un vero combatriportimento, nel quale i Bersaglieri subirono n;tevoli perdik; tarono la vittoria. Oltre i due comand:rnti di battaglione vi si distinsero in particolar modo i capitani De Grossi del Ili cd Arri del XIII. Mentre questi eventi si svolgevano nelle vicinanze di Napoli, il XXXI battaglione Bersaglieri percorreva le Pugl ie e fugava i briga11ti sull'Ofanto, a Ruvo ed a Sant'Ilario (23 luglio, IO e 15 agosto). Nel settembre il XXXII battaglione, g uidato dal maggiore Ferdinando Rossi. coadiuvato efficacemente dal capitano Strada, riusciva 111 breve tempo a domare il brigantaggio cd a ridare !a tranquillità alle popolazioni della Calabria. Mentre il XXXIII operava, col m edesimo scopo, nella Capitanata e combatteva a Casalvecchio cd a San Marco, i battaglioni I e XXVII[ , dislocati presso i confini pontifici, l'uno a Tagliacozzo e l'altro a Fondi, combattevano alcune bande fra le più feroci: questo, sconfigge ndo al Monte delle Fate il Cbiavone (24 novembre); quello, comandato dal maggiore Franchini, circondando con abile manovra e catturando il famow Boriès (8 d icembre). L·cpisodio ci sem bra degno di qualche notizia particobn.: .

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Nel ~cucmhrc del 1861 lo ~pagnolo ex-carlista generale Boriès sbarcò sulle coste calabresi c. volc..:ndo dar<.: alle sue imprese un colore politico, si unì ai pit.1 acca niti n:az ionari borbouici ed ai peggiori dementi del brigantaggio ( 1). Trovandosi nel bosco ddla Si la, il Boriès riuS{'Ì ad un ire alla propria le bande di N inrn Nanco, di Donati e, per c!ualche tempo, anc he tfuclla del brigalllc Croceo c, con forze così numerose, potè compiere su più va~1;1 ~cala k dcprcdazioni cd i saccheggi che lo stesso Boric'.·s. profcss:111dosi Luogotenente di S. M. Cattolica il Re Fr:111ccsn, 1i. ci nicarnrntc considerava mmc requisizioni di guerra. Dalla Cabliria il Horiès passe> nella Basilicata e poi nella T erra di Larnro, dirig(' ndosi verso la frontit:ra pontificia cd impiegando, 111 truo tc \ llC pc.: rc.:grinazion1 , nrca tre mesi di tem po. ·cl 18<11 la ~ottozona di Tag li acozzo era affidata al com ando del m:1ggion: Enrico Franchini, comandante il I battaglionc lk rsagl ic.:ri. 11 lti.- i:1k g i;1 ricordato in tjuestc pagine e che, sprezzante d i ( •ì (11 1111 pr.:gn ·o le libro sul hrigamag)!iO ,Id conte Alessandro Bianco .I, '-;,11111 Jvrioz ,. ,.:riuo, a propo,ito del Boriès : D<,11 lo,ì: Ho r i;.,, aniiw e;1l,ccilla ndla gucrr~l Ji , ucccssionc in bpa~11a. :.. -~r :t:1:~ t) ... e:, lj i 6';: .... p.1 rCù"' hic ~ l i t.ll i~.:Jlc.. "-..1.rli::-i.c 4-Vll ll'U i c: ri$Ùu i. Egiì ~bhc fa111.1 di buon gu1t'r.1lc. accamo ai w;1clott in i d i meritala cdehrit;t, 1.JU:Ji erano 1 Cabn:1:1. i ~larotc, c.: i Zulal :1. C :irrcguy. " Fu un illu,o .:d ,m 1r.1,li10, un ( '.apo p~Hll).!i,11111 co11,·111tc, e di buona kdc nn11 un hrig.mlt' 11,·I pit1 hrullu sig11i!Ìc:110 d::lb parola. " Sb:ircanJo in lt:ili :1, qili <'r<'d,·q di tro,:irc l'im urn:;;,,iom: molto diffu,:1 <: di f)()tc.:re a,·erc u11 e,nciw :ii suoi ordini . Tro,·ò inH·ce un ' indifferen za gc11 nalc.: per l:i C:iu ,a dd Rorhoni ed, .,I pu, Lo di un c.:~ercito. u n;i band:1 fa111d ic:i di ladri <' d1 ass,1s,ini . " Con 1111 pu~110 Ji Spag noli, suoi compag ni ,!"arm e nelle g uerre di Spag na, attraversò l:i Calabria, la Basilicma. il ~fa1 c:sc, l'Ahru zzo, minacciato dap 11(:nuno dalk truppe italia ne:. insegui to mmc una l,d"::1, tr:i<lico da t utt i ; ma, çc)lnb:111 e.nd,, w nlinua m t·n1c, sfu ggendo a i suo.i .i11sc:g ui tor i od au dacc1nencc marciando rn1Hru d i loro, per poi ~r uggirc :1lle loro mina..:c ie con marce, con tro 111:ircC'. riti rate. fa lsi attacchi ,. 's1r:11:1gcmrn i, cnmpì una marcia mcr:n·ig lio, :1 <: ~fug'gì con , ingob rc fortun a e taknto a cune le rict"rch e ddlc:: trupne coman d ;11 c da ,cllt· C1!1i italian i cspcn i,sim i l'd infaticabili : Brunetta. l)~l°J:, C h ii;~a. Mazi:, \ ' ilb rcv, Cadorn:1. Gm·one e C hi:ibrcr:i . ,. Sc,ffrì i~1p:1,·id:imcme la fame: , la sete:, il freddo, il caldo, b pioggia, tutli g li s1t· m i, k fat id1c, i dolori e k più :una re ,.l dusio ni . Sta\'a o ià per rag . g iung~rc jl ùc.:sidcrat1 ssi111 0 cnnlìnc. ,1u:mJo. a poche m iglia d alla Érontic~a po111il icia . c:1Jdc, , finito moralmente t· tisica m e11tc:, prcs~o Tag liacozzo cd ct!li l ' llllti i , uni trovarono la 111orll'. " Horii:~ :we,·a tu tti i nx p.1isiti m ilitari p er c:~sc.:rc une, dei migliori Capi di pariig ianì : a11 i,·i1:1, pcrspi..:aria, 1c11acia, cor:iggio, calma nel d isord.inc, rassegna 0


I -' -)

ogni pericolo, si dedicava con passione a quella lotta tanto avventurosa. L'8 dicembre 1861, attraversato il villaggio di Sgurgola , il Boriès era giunto a sole tre ore di distanza dalla frontiera romana c. pur sapendo quanto fossero sorvegliate dalle nostre truppe quelle regioni, credeva di essere ormai in salvo. ~ Al suo sbarco in Calabria, sollecitato da fallaci promesse. il Boriès aveva creduto a lui favorevoli le popolazioni ed era convinto di poter restaurare l'autorità di Francesco Il; ma, accolto con freddcz~a e diffidenza, egli non aveva potuto riunire che qualche centi naio di seguaci, fra i quali dovette comprendere anche -i briganti più malfamati. Nell'avvicinarsi ai confini dello Stato Pontificio, egli non aveva che 22 compagni, avendo licenziato, per rendere più sollecita la sua marcia nello Stato della Chiesa, le bande napoletane. A Sgurgola, facendo portare una bandiera tricolore in testa al drappello, egli era riuscito ad ingannare le sentinelle della Guardia nazionale zione nei disastri, intrcpidc:zz.a nei maggiori pericoli e nelle peggiori sventure_ Egli fu un tradi to cd un illuso. Tradito dalle promesse della carnarill;1 rrazionaria di Roma; illuso dalla sua fede nel principio della legittimid. « S pinto dai rovesci della Causa carlist:i ad abbandon are la patria, egli sposò la causa di Fr:rncesco Il , che rite nne gius1a, e la servì con tutti i mezz i che erano in suo potere. Gli uomini del Comitato borbonico <li Marsiglia conobbero il 5uo carattere facile all'esaltazione e se ne servirono . .Il generale Cbry. che viveva a fian co di Francesco [J jn Roma, ne abusb. Nel carteggio che fu trovato indosso al Boriès c'erano parecchie leltcrc di lui ed in una di esse il Clary, nell'invitare il Boriès a partire sollecitamente per L'Italia, gli assicurava che in Calabria, dove doveva proclamare !"autorità di Francesco li, avrebbe trovato uomini e denari e gli ordinava di formare lliversi battaglioni. " Sbarcato a Brancaleone il '13 settembri: 1861 , non trovb nessuno e, dopo i primi contatti con le bande dei banditi , profondamente deluso, egli sj recò a Roma con l'unico scopo di dimostrare all'ex Re il mo<lo nel quale era servito da coloro che lo circondavano. Ciò non pertanto, egli sì dichiarava sempre al servizio di Re Francesco Il e chiama,·a, con ostentazione spagnuola, ufficiali tutti i suoi seguaci. « Giunco nella provincia di T erra di Lavoro , prese la via per la (1ualc avrebbe poiuto g iungere nello Stato Pontificio; ma le !ruppe itali:mc di Val Roveto, di Avezzano e di Tagliacozzo si mossero alla ricerca della banda per irnpcdirle di raggiungere il confine. « La banda ,·enne poi presa dall'eroico maggiore Franchini che, 1'8 dicembre 1861, alle ore 4 pomeridiane, ne face\'a, come già si è delto. fucilare i com ponenti ... " · Così il Saint Jorioz; e non si può certo negare che il Boriès merita,·a di concludere meglio la sua fortunosa vita di avventuriero, non dd tu tto pri," di militare fierezza.


e si erJ incamminato verso Tagliacozzo. Faceva molto freddo e la neve. caduta in tutto il giorno, rendeva impr:iticahile il terreno, sul <.piale il Boriès ed i suoi ;i..:coliti passavano a cavallo. Stanca, assiderata, bìso~nosa di un ricovero, la banda pas~av:1 nrcsso Santa Maria cd. attr.ivcrso le macchie, giungt:va ndl 'aspra zo;1a detta la Lupa. ad un:i cascina dese rta, deno;nin ~~u Mastroddi, ndb quale gli uomini, dopo oscrsi rifocillati, cercarono di riposare. La solitudine e lo squallore del paesaggio, avvolto nella fredda nebbia, resero il Horit:s sirnrn d i 11011 e~~cn: sorpreso.

M:1 le no stre autorit~ vigilavano attent:nnente t:d, ~dlc ore 11 ,30 del 7 d iccmhn:, il sottoprefetto del Circondario avvertiva il maggiore Franchini del probabile passag~io del Horii:s da Ta gliacozzo. Poche ore dopo gi un~eva al maggiore Franchini anche un messaggio del cc11nandank i Carabinieri di Cappelle, che confermava la notizia e cli e ~cg n:il:iYa h band:1 nei pressi di Santa :Maria al Tufo. li mairgiore decise allora di a!2irc scnz;t imhwio ...,,.._ ..-_--. ., cd, inviate subJto una pattugiia \ 'CT~o la Sgurgola cd un'aitra verso Santa l\1aria per rintracciare i briganti. venne informato che il Roriès, anravnso i campi , aveva gi:1 oltrcpa~sato 'fagliacozzo. fknchè la maggior pane dei suoi Bersaglieri fossero sparsi lontano, in perlustrazione, il magg iore, comprendendo t]u:,nta importanza avesse l"arresto del Boriès, riunì i J7 presenti, compreso il ttnentt.: Staderini, di picchetto alla caferma e, lasciato un avvi<o al l:i ~u;1 rdi,1, si avviò alla ri ce rca dei

banditi.

Seg uendo le tracce ancora visibili dei quadrupedi, il maggiore F ranrhìni accelerò c1u;111to pit1 potè Li marcia dei suoi Bersaglieri c. dopo tre ore, giunse ad un paesello guardato da un picchetto di Fanteria . il cui comandante, un sergente, lo avvertì che poco prima e ra p:1~~:iu una pattuglia di Cavalleria, che egli a\'eva lasciata andare per la sua strada, dopo aver ricernto la parola d"ordine. li Franchini rnmprcsc suhito che si trattava del Boriès ed accelerò l'inseguimento, che durò tutta la notte. Soltanto alle prime luci dell'alba i Bersaglieri r:iggiun:cro la contnd:1 Lupa e b cascin:i Mastrocldi. [I sol itario ca~cin:ile appariva deserto ; ma all'improvviso uscì da una porta laterale un uomo armato che. alla vista dei Bersaglieri , si diede a!l:1 fu~a . Il Franchini lo inseguì e, sopraggiunto il Bersagliere Mor:indi, lJUesti rnn un colpo di car~il,i na alla testa uccise il bandito.


Mentre gli altri brigami barricavano la porta della casttpola , una diecina di ex-militari spagnoli ne uscirono e si avventarono contro i nostri, con una scarica che uccise 2 Rersaglicri. Il maggiore Franchini intimò la resa; ma un colonnello spagnolo spianò il mosc hetto contro di lui che, dotato di grande forza, lo uccise col calcio della pistola. La mischia divenne allora generale. I banditi asserragliati nella cascina sparavano dalle finestre; ma il maggiore non ~e ne curava e, dando l'esempio ai suoi Bersaglieri, riuscì ad avcre rag io n:.: dei briganti. Quelli rimasti nella casa opponevano ancora un'accanita resistenza ed allora il Franchini, fatti ritirare i suoi uomini col tenente Staderini, servendosi di quattro Bersaglieri di buona volontà, sotto i tiri dei. briganti, circondò con fascine la casa e l'incendiò. Al lora il Boriès propose prima dalla finestra un accomodamento; ma, avendogli il maggiore intimata la resa. vi aderì. I briganti dovettero uscire uno alla volta, disarmati e con k mani in alto, ed il primo fu appunto il Boriès, che consegnò la sua sciabola al Franchini, il quale la gettò a terra, dicendo che non poteva accettare « la sciabola di un brigante ,>. Gli altri banditi si arresero senza far motto. Di essi cinque erano caduti ed alcuni altri feriti. I Bersaglieri catturarono 2~ carabine, 3 sciabole, 17 cavalli, 3 bandiere tricolori e molti documenti. Il giorno dopo il Franchini fece fucilare tutti t catturati, consi derando anche gli Spagnoli come briganri e non già come prigionieri appartenenti ad un esercito nemico, come si protestava il Boriès, il c.1uale affrontò poi la morte da buon soldato. In un bollettino ufficiale dell'anno 1862 venne fatta menzione di guesto brillante episodio, per il quale fu conferita al maggiore Franchini la medaglia d'oro al valor militare ed al luogotenente Sta<lerini, al sergente Coen Giulio, al sergente Serra Antonio, ai caporali Dominiconi Carlo e Castelli Pietro, ai Bersaglieri Morandi Angelo, Cordara Giuseppe, Rolandi Giovanni, Ralii Angelo, Farroni Angelo e Dalmazzo Donato quella d 'argento « per aver combattuto valorosamente durante tutta l'azione ,,. I Bersaglieri Polnechi Bernardo e Salvadeo Giovanni rimasero feriti. Fra le carte del Boriès è da reputare interessantissimo il diario, nel quale egli segnava tutti i particolari della sua avventurosa esistenza e nel quale, prima di morire, egli scrisse: <' Andavo a dire al Re Francesco II che non vi hanno che miserabili e sacripanti per difenderlo, che Croceo è un sacripante e Langlois un bruto >) .


Le bande che agirono nell'Italia meridionale dal 1860 al 1865, fossero state più disciplinate nl avessero avuto un Capo energico, capace di coordin;1rnc le azioni, avrebbero potuto recare molta 1rn,lt-· stia al Go\'crno italiano. Esse erano, infatti, formate da uomini svelti, coraggiosi, sobri, robusti, ottimi conoscitori del tcrn.: no. Quante f:11 i,lic e quanti ~acrifo.i costò al nostro esercito la repressione dd brigantaggio I · :\'ti 1802 ::-i distin~e il VI b:1ttaglionc Bersaglieri in ripetuti confliui presso Vigliano cd ;i Cedonia. Si distinse anche il XX hatta<>lio ne presso Sant'Anion io. ::-- Nel 1863 il V battaglione eseguì hrilbnti operazioni contro i briganti in Calabria cd il XVII batla~lione operò sulrOfanto. Nel 18(14 un di~r:tt"camcnto dcll'XI battag lione sorprese Li fam1~cr:1t,1 banda Croceo. · Ncl!;i lunga lotta contro il brigantaggio, purtroppo inglo riosa e nd b qu;1k tanto si dis1Ì1bero i Bersaglieri, \·cnncro ucci~j in com. httim~·nt t1 2.p 3 bandit i, ne Yen nero fucilat i 10}! cd arrestati 2;<i8. ~ <:5s un han aglionc superò, contro il brigantaggio, il XXIV che, :1vc ndo ~cd,· in $;dem o, invÌ;1v:1 conti nua m ente in tulle le direzioni ..:ol• ,ni1--: ;n, ,;,i! i, (.ir a fGnn ;n c Ji .;ciii lt2.rsa_~!icri . o r.1 col ~oncor:,;o di al tre 1rnppe. e rimcÌ\':t in p;1recchie occasioni ad :.uenere il ~:uccessu . Il 30 lug liu una dcìlc sue compagnie, comandate dal capitano DalI '1\ r~i11c in~ic111C l <ill p;1rcccl1ic a lire ,li r.11J1:.:ri;1 t' CWl rqi,tr t j d1 ( ;ua rclia na:1ionalc, ass;diva i brigan ti ad Auletta ed a Baraggino, sulla st rada di Potenz:1 , e li ~cacci.1,·a dai dut: horg hi, nei lJUa!i <erano mnccrati . Un'allra compagnia, cpiclla dc:l capitano Caccia, lungo la ~! r~1da di P<Jl icastro, ~osteneva per più di due mesi con1inuc scar:1111ucn:, finchè, il 1ù agosto, sbaragliava i banditi a Montoro ed a T o r...:hi:1r:1. Il 20, il 23 ed il 27 :igosto si verificavano altri ~( o ntri pn.:s~o C:cntob, \fonte Albino e Vilbnova; il 24 la compagnia del ,·:1pit:111<1 Rom:1gn:1ni scacciava le bande che si trovavano ad J\malh n l, il 7 110,cmì;rc, il ~ultulc11entc Dt Tof(uli. rnn pucliì lkr~aglicri , d ispcrdc,·;1. prc~~o :\-f oro, un certo numero di malfattori , che ave' ;mo bloccalo un rforaccamento di Guardie nazio nal i. ~è

D:il 186 1 al 18(J5 i battaglio.ni Bersaglieri ebbero l'increscioso inc 1rico di reprimere il brigantaggio nelle pnwincie meridionali e don'Itero dar p rov:1 di .ihnegazicnc, di disciplin::i e di \'a!orc nelle pit1


<lif ficili. condizioni . Sulla lotta co mbattuta dai Bcrsagl ie ri c<Jllt rei il briga~taggio, il Tradigo ci ricorda qualche altro episod io degno d1 menzwne. Nel 1861, nelle provincie meridionali, la lotta per la rc prcs~io nc del brigantaggio di venne pit1 accanita. Sulla Sila nevosa - ricorda il Tradigo - il tenente colonnello Emilio Pallavicini di Priola, che aveva ai suoi ordini 3 battaglioni Bersaglieri, aveva fatto cm1ruin:. in c1uei luoghi quasi impraticabili, baracche ed alloggiamenti , ;,i (JUali affluivano, per riposare e rifornirsi di viveri e di muni zion i. le colonne mobili, incaricate di perlustrare continuam ente la zo n;1. Fu in quel tempo che vennero organizzate le pattuglie dei Bersaglieri a cavallo, le guaii , essendo i briganti quasi tutti montati , resero im portanti e segnalati servizi. Contro le bande reazionarie, formate in g ran parte di appartenenti agli antichi Corpi dell 'esercito borbonico, vennero opposti, nei primi tempi , i battaglioni Bersaglieri XIX. Il e XXVII. li XIX , al comando del maggiore Cardellary, ebbe, il 28 ottobre 1861, uno scontro con una g rossa banda a San Vittorino, a <..Jllattro miglia da Ag nita, e la disperse. li hattaglione sostenne poi l lll altro com hal LÌ111c n t~, \'Ìlluriu~u il r; 110\·embrc ., Fiamming:i.no e .::omhat~èlìno :di a caduta di Civitella del Tronto. nt:lla cui espugnazione si distinse, insieme col XXVll batta g-lionc. JI XX !, agli ordini del maggiore Raibaudi , comhattì· per tre volrc, nel gennaio 1861, rnntro numerosi banditi presso San Giorgio. La mobilità dei Bersaglieri e le loro speciali qualità mili tari li rendevano particolarmente' atti al Jifficile compito -di lottare contro il hrigantaggio e, quando, nel Comando della Divisione militare di Catanzaro, al generale Pcrnot venne sostituito il generale Pallavicini . questi chiese cd ottenne di poter disporre, per la lotta contro i ba nditi, specialmente di Bersaglieri. Infatti, in Terra di Lavoro, nel Molise, in Basilicata, in provincia di Bari ed in Calabria, dovunque il generale Pallavicini venne chiamato a prestar la sua opera energica ed illuminata, cgli ottenn e i pili brill:mti successi per la disciplina, l'abnegazione cd il valore dei suoi Fanti piumati , i quali si distinsero sempre, anche nel le pit1 gravi. circostanze, nella lunga cd accanita lotta, nella quale adempiere fino all ' ultimo il proprio dovere riusciva, senza dubbio, molto più di ffi cile che sul campo di battaglia. Se le bande formatesi prima della caduta di Gaeta con i milit a ri dd disciolto esercito borbonico conservaro no un certo ca rattere mili-


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tare e si proposero soltanto una fìnalit:1 politica, nel 1861 si unirono ad essi non pochi delinqurnti ed i condannati fuggiti dalle galere. Questi, scorazzando per Li Campania fino quasi alle porte di Napoli; nonchè per la Basilicata, per la T erra di Lavoro e per le Puglie, si proposero scopi ben di ve rsi e diedero spes~o prova di una ferocia \'t'ramentc inumana. Negli ultimi giorni dell'agosto 1861, il maggiore Ferdinando Ro~~ i, ;i vtndo ~•pprcso che alcune bande ~i erano rifugiate nella Sila,

lir:r.,aglù!ri umrm il brig,mtaggio_

preparò il ~uo battaglione, il XXXII, ad una rapida mcurnonc 111 quelle difficili località. · [] bravo comandante fece prendere ad ogni Bersagliere viveri per tre giorni e, diviso il battaglione in drappelli, perlustrò le parti p1u inaccessibili del bosco della Sila. I briganti, sorpresi a Garigliano. clo\'cttcro ar rendersi cd il loro bottino, compresi i cavalli, potè \"l:nirc restituito ai legittimi proprietari. Nei gi ugno del 1861 trovavasi distaccato a Maddaloni il XXX battaglione e, nel JX)lncriggio del giorno 21, il Bersagliere Ghiglino Giovanni, passeggian do per l'abitato, incontrò un ca1xirale cd un soldato del disciolto esercito borbonico, i quali lo invitarono a bere, L,ccndogli conoscere anche il domestico di- un maggiore dello stesso <:sc r CJto.

Fra i <p1attro si stabilirono così amichevoli rapporti, dei quali gli improvvisati amici del Bersagliere profittarono per incitarlo alla diserz ione.


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Il Ghiglino finse di aderire a quelle esortazioni per meg lio t:onosccre le vere intenzioni Ji quegli avventurieri, i quali promi ~e ro di farlo entrare _in una banda, presso la quale egli avrebbe potuto soddisfare ogni suo desiderio ed avrebbe percepito giorna lmente la wm ma di 6 carlini. Costretti a lasciarsi per l'ora tarda, convennero di vedersi all'indomani ed, infatti, il giorno dopo, si trovarono in una bettola, nella quale, insieme al Ghiglino, era intervenuto anche il Bersagliere Longhi Giulio. Fedele al suo dovere, la sera precedente, appena rientrato in ca serma, il Bersagliere Ghiglino aveva fatto rapporto di quanto gli cr;i accaduto all'ufficiale di settimana, il quale ne aveva informato il comandante di battaglione. Siccome occorreva conoscere le int en zioni degli ex militari borbonici ed i loro rapporti coi briganti, il maggiore disse al Ghiglino di condurre al convegno anche il Long hi . Al convegno nell'osteria alle fX>rte di Maddaloni intervenne anche una donna. I Bersaglieri furono fatti segno ai più sperticati elogi e vennero loro magnificati i vantaggi di a ppartenere ad una banda. E, poichè il Longhi ed il Ghiglino mostravano di ader.ire, venne stabilito c he, nella prossima domenica, sarebbero stati consegnati due abi ti civili ai Bersaglieri, i quali avrebbero dovuto ve ndere ai banditi tutte le munizio~i che av.rebbero potuto procurarsi. Inoltre venne confidato ai due falsi accoliti che, n ella domenica successiva; s~1rebbe scoppiata .in Caserta una sommossa contro k truppe e le autorità. Una bandiera bi;rnc:i, issata su un 'altura, sarebbe stata il segnale dell'insurrezione. Per meglio indurre i Rersaglieri ad aderire al complotto venne loro affermato che cb Roma era stato gi~t preannunziato l'arrivo di colonne borboniche che, con alla testa Francesco II , avrebbero marciato su Napoli. La domenica, 23 giugno, i due Bersaglieri, uscendo dalla caserma, incontrarono i nuovi amici. i quali. dopo averli invitati a bere, li condussero sulla via di Caserta. Mentre si faceva notte e si continuava a percorrere la strada maestra, da un campo vicino sbucarono sci individui armati, ai quali i compagni dei Bersaglieri, prc~cnt;111do il Ghiglino ed il Longhi , <lisscro : (< Questi ~ono dei nostri >) I Intanto altri individui armati si riunivano sulla strada, raggiungendo il nnmero di circa sessanta e proseguivano verso Caserta. Allora .il Basagliere Longhi, fingendo di essere inseguito. si distacd> dal gruppo e corse in caserma ad avvertire i suoi superiori che, costituit;1 una forte pattuglia agli ordini dell ' ufficiale di picchetto. 1nsegu1rono


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briganti. Anche il Ghiglino, con uno stratagemma, era riuscito a staccarsi dai banditi ed attcmkva sulla strada i compagni per indicare loro la via seguita dai briganti. Questi furono, infatti, raggiunti e, nel breve combauimenlo che ne seguì, 6 banditi furono presi prigionieri e circa 20 rimase ro ucci si e feri ti. Fra i Bersaglieri, 2 feriti. Così, mediante l'accortezza e b presenza di spirito del Ghiglino e del Longhi , ~i potè scongiurare un sanguinoso eccidio e forse l'inizio di g ravi 1umulti a Caserta.

li 1X ~cllc111brc 1861, mentre la banda Cipriani, in

un;i

sua scor-

rer ia. rcrc:t\'a di aggirare una compagnia del 40" Fanteria verso la

valle dcll'Ag1l(JflC. non porè raggiungere lo scopo per il pronto accorrere d1 una compagni,1 del Xl[ battaglione Rersaglicri , che ebbe

un uffici.dc cd un tro mbettiere feriti: mentre i briganti lasciarono 8 dei loro ~ul ter re no. Il 20 otlolire il Ci priani attacca,a nuovamentt: una pa1tuglia del , 2" F:rntcri:1 di linc:i: ma il XVI11 battaglione Bersaglieri, avutone ·" , ;~v , i1 ,via, a pru11talllt:1lle 2 (.'u mpag11ic, d1e t ugarono i hriga n1 i, ,: :1 11 ura ndo loro il bottino. Il 25 110\'embn: r86 1 il V battagl ione sconfisse i banditi a Resigliano. li .24 no\'cmbrc il XXVI1 l aveva batturo 1a banda del fami gerato Chi:ivone al Monte delle F:itc. li X XXHJ riportò notevoli successi a Casalvecchio, a San Marco in L1mis ed a Torretta di Lucera. Lo stesso generale Cialdini, Luogotenente generale dd Re a Napol i, sbarcato improvvisamen te in Puglia col XX I lx.maglione Bcrs:1g lieri, mise in rotta 700 bri~a nti. Ma, per mettere nel dovuto rilievo tutte le gesta dei battaglior~i Bersaglieri. che presero parte alla lotta contro il brigantaggio, occorrerebbero lung hi vol umi, tanti furono gli eroismi gloriosi compiuti dag ii al lievi del La Marmora, in quei periodo così drammatico ddb YÌta nazionalt.

JI combattimento di Aspromonte. 1'011

potremnw concludere l'esposizione delle gesta dei Bersa-

g lieri, negli anni dal 1860 al 1866. senza accennare al doloroso

c.: pisodio di Aspromonte.


Quando, n ell'agosto del 1862, fu ntu:ssario impedire a Gariba la compiere la difficile. deli cata e: dnlorosa operazione venne chiamato un Bersagliere. Così si trovarono di f ro nte, ad Aspromonte, il valore e la magnanimità dell ' Eroe dei due mondi e la disciplina dei figli di La Marmora. Come il La Marmora a Genova nel 1849, il colonnello Pallavicini, alla testa di 2 batta· glioni Bersaglieri e seguito da 3 battaglioni di Fanteria di linea, non !)Otè che obbedire agli ordini ricevuti. In proposito il marchese Tancredi Trotti Mosti, che già aveva costitui,o i Bersaglieri del Po cd era aiutante di campo del generale Cialdini, scrisse nelle sue Memorie, conservate presso il Museo Storico dei Bersaglieri: « Se ammirai lo slancio dei Bersaglieri in tante circostanze, non minore impressione provai vedendoli scendere dall'erta di Aspromonte, a vicenda con le Camicie Rosse. Doloroso, ma commovente guadro su quella bella marina: Garibaldi , dal volto più che mai leonino, portato ferito sulla lettiga, era oggetto delle più amorose cure da parte di quegli uomini, eh:: poco prima fatalità e dovere avevano costretto a scambiare fucilate con i Garibaldini 1) . All'episodio di Aspromonte partecip;irono il VI battaglione Bersaglieri, al comando dd maggiore Giolitti, cd il XXV, comandato dal maggiore Pine'.li. Garibaldi, però, seppe comprendere e p:rdonare e, c1uando, nel 1866, chiese alcuni general i dell'esercito per il suo Corpo di operazione, volle, fra gli altri, il suo avversario di Aspromonte, il generale Pallavicini. Riportiamo qui la relazione ufficiale dello stesso Pallavicini sul fatto d'arme di Aspromonte. " A S. E. il Ministro della Guerra, •( A norma delle istruzioni avute dall'E. V. in data :28 agosto r862, partii da Reggio ad un 'ora pam. con una colonna di 3 bat,aglio ni di Fanteria e 2 di Bersaglieri (Vf e XXV). Mossi per la strada al mare che conduce a Gallico e di là m'inoltrai nel letto del fiume fino al piccolo villaggio di Pcdargoni, dove, sorpreso dall'imhrunire, accampai nella notte. « Al mattino del 29 successivo partii per tempo, dirigendomi sopra San Stefano, dove g iunsi a lle 8 ;-; pomeridiane. Col:1 gi un to. dietro le esatte informazioni che assumi, seppi che il generale Garibaldi aveva messo il campo nella notte coi suoi sul piano di Aspromonte. Ordinai di proseguire la marcia si no a poca distanza dal piano stesso e, prima di inoltr:irmi, feci riposare alquanto k truppe.

di di marciare su Roma.


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soverchiamente stanche per la lunga marcia fatta per ~cosccsi seni ieri. Nel frattem po seppi che, due ore prima, il generale Garibaldi era ancora accampato nel sottoposto piano di Aspromonte e conobbi che per due sentieri si poteva di scendere al suo accampamento. (• Divisi allora la truppa in due colonne, comandate : quella di destra dal tenente colonnello cavalier Parrocchia, colla quale mossi io stesso, e quella di sinistra dal colonnello del 4° reggimento Fanteria, cav. Hcbcrart. Le due colonne sboccarono contemporaneamente in vista all'accampamento dei Garibaldini, già da lo ro abbandonato poic.:hè eransi posti in posizione sulla cresta di un 'erta collina, a levante di Aspromonte. Diedi allora ordine al comandarn e la colo nna di sinistra perchè attaccasse di fronte i Garibaldini: mentre. facendo ritornare indietro la colonna di destra, la spinsi con rapido movimento ad attaccare il fianco sinistro e le spalle dei ribelli , onde impedire ogni ritirata. Nello stesso temJXJ con un battaglione facevo occupare lo sbocco della vallata per il q uale i Garibaldini potevano riguadagnare il piano. La colonna di sinistra , col V[ battaglione Bersaglieri in testa, dopo un vivo fuoco prese alla baio netta la posizione col grido di " Viva il Re, viva l'Itali a ' )•; mentre il lato sini st ro 1c n i,,:i att:i.:.:ato dai nostr i. « Rimast i feriti il generale Garibaldi e suo fig lio Mcnotti, circondati cb ogni lato i rivoltosi, ogni resi sten za fu resa inutil e cd i Garibaldini fecero il segnale di ce5~are il fuoco. Si venne a trattative. l'esito delle quali è gif noto all'E. V. a cui segnalo la valorosa condotta de i maggiori comandanti il VI cd il XXV battaglione Bersa!!:licri. Giolitti e Pinclli ».

Per la g uerra ttd 1860 - 61 ai Bersa glieri vennero conferite k seguenti ricompense al valor militare: agli ufficiali: 2 medaglie d'oro, 168 d·arg-cnto e 268 dì bronzo: ··- alla truppa: 585 medaglie d 'a rgento e 649 di bronzo. Per la campagna contro il brigan taggio: - agli ufficiali : r medaglia d 'oro, .32 d'argento e 68 cli b ronzo; - alla truppa: 73 medag lie d 'argento e 103 di bronzo. Per Aspromonte il colonnello Pallavicini fu -promosm ma<r!!ior b,, grncr:rle e venne conferi ta la medagli:t di bronzo ai battaglioni VI r XXV.


1

35

La Scuola di Livorno. Nel 1862 venne istituita la Scuola dei Bersaglieri in Livorno, :ti lo scopo di provvedere all'uniformità dell'addestramento ed all ':11n:ilgama degli uomini delle diverse provenienze. La Scuola f unz ioll('i fino al 1870 ed in essa venne molto curato l'affiatamento degli uffi. ciali del Corpo, la loro educazione fisica e la loro preparazio ne professionale. Nella Scuola si compivano corsi di nove mesi, durante i quali come scrisse il Serpieri (1) - {( si correva, si tirava al bersaglio, ~i faceva scherma di sciabola e di bastone, si manovrava brillantcmentt e si compiv~m() molte marce celeri e di resistenza H . Il programma della Scuola era essenzialmente pratico. Poichè anche la Fanteria aveva bisogno di un addestramento tattico più cflìcace, presso l.a Scuola di Li;orno si costituì poi, sotto la presidenza del Comandante dei Bersaglieri, generale di Saint Pierrc, una Commissione, che studiò e compilò un lluovo regolamento di esercizi per la Fanteria , sulla base delle proposte fatte a suo tempo dal compianto generale Alessandro La Mannora. Ta.lc regolamento servì per alcuni decenni all':1ddcstramcnto dei Fanti e tki Bersaglieri di tutto l'cscrc.itn italiano.

( 1) S1"w1f.R1: " I. lkr~aglit:ri •,.


X.

l BERSAGLI ERI NELLA GUERR A DEL 1866 E NEL 1870 Nel H>lume II[ di l[llCsr·opcra abbiamo _gi;a ricord:aio i nuovi ordi namrnr i per l'aumento delle nostre forze militari e la preparazione polnic1 e militare di qucst;1 guerra: nonchè le fasi della battaplia di Cmtoza. Per conseguenza ci lirnircremo o ra a ricordare gli episodi che riguardan ::> più particolarmente i nostri Bersaglieri, che parteciparono a lb campagna del 1866 con 50 battaglioni. Abbiamo gi à detto com e i battaglioni Bersaglieri aves~ero raggiunto, con l'ordina:n:_'.ntù I~antl, il n,u·,1 l.r,, di 3(,, Lun i~_p u1ll;,:11 lc alt 'esercito di ,illora, che era di J 8 Di vi~10 11 1.

Con l'ordi11amcn>.• Peti ui, nel 1862, le Divisioni furono portate a 20 cd i battaglioni Bersaglieri a 42, divisi in sette rcggimrnti: nu Li necessità delle economie free· rimanere tale provvedimento al!o stato di progetto cd anzi, il 18 dicembre 1864, venne sciolto il 4" rc.~girnento Bcrsagl ieri. I battaglioni dqJ:)siti furono mutati in :1.1ivi e così ~i ebbero 40 hatta~lioni, di\'isi in -; 1 c~:l; irnenti di 8 hana~ìioni. /f, '-'"."-!/11:r,· ;n l , ,W,6. Presso i! I°" reggimcnt., n:11nero poi cosiitu iti il XLJ battaglione attirn, destinato a 1.1u:og licrc ;.:li immigrali tditi~:i idonei al s~r\'Ìzio militare. ()11;1ndo. nell':1prik del 1866, la gucrr:1 apparve inevitabile, fu r1 · 11< , rì1:os1it uitc k compagnie deposito nel numero p rima di 2 e pot d1 H pc:r j a~cun rcggi m<.: ntn. :\ lobi liuti, i battaglioni Bersaglieri avrebbero dovuto avere la l, 11 z:1 di (>2 1 uomini ciascuno. Costituiti altri Corpi ncll'e~ercito, i


1p battaglioni Bersaglieri vennero portati a 9 e poi a 10 per rcggimrnto, ragg~u?gendo il numero di 50, con una forza complessiva di -10.Ho5 uonuni. I primi 40 battaglioni vennero ripartiti fra le 2 :? Divisioni dd l'csercito; il XLI fece parte del Corpo dei volontari; gli altri 9 kccro parte della riserva ~enerale e non si mossero dal campo del Glii:indo. presso il quale si stavano completando. Ecco la ripartizione dei battaglioni Bersaglieri per la guerra del 1866: 1 • Divisione (Cerale. poi Revd) : battaglioni li e XVIII. 2• Divisione (Pianell , poi Bossoli): battaglioni VIII e XVII. 3" Divisione (Brignone, poi Sacchi) : battaglioni XIII t: XXXVII. 4" Divisione (Mignano, poi Ferrcro): battaglioni I e XXI. 5" Divisione (Sirtori, poi Campana): battaglioni III e V. 6" Divisione (Cosenz): battaglioni XV e XX. t Divisione (Bixio): battaglioni IX e XIX. 8" Divisione (Cugia): battaglioni VI e XXX. <i' Divisione (Govone): battaglioni XXVII e XXXIV. re>" Divisione (An~iol~tti): battaglioni XXIV e XXX!. r 1 • Divi sione (Casanova): battaglioni X e XXVI. 12' Divisione (Ricotti): batta~lioni XVI e XXXV . 13" Divisione (Mt:zzacapo): battaglioni XII e XXII. 14' Divisione (Chiabrera): battaglioni Vll e XIV. r5" Divisione (Medici): battaglioni XXIlT e XXV. 16' Divisione (Principe Umberto): batta~lioni IV e XI. 17' Divisione (Cadorna. poi Gozzani): battaglioni XXVIII e XXXII. 18" Divisione (Della Chiesa): battaglioni XXIX e XXXVI. c9 Divisione (Longoni): battaglioni XXXIII e XL. 10' Divisione (Franziniì: battaglioni XXXVIII e XXXrX. 2 1·' Divisione (13alcgrw): battaglioni XUI e XLIII. 2:( Divisione (Cusani): battaglioni XLV e XLVI. Riserva del Corpo: battaglioni XLVII, XLV!ll , XUX e L. Prcss:) il Corpo dei volontari: XU banaglionc Corno. Dei 41 battag!ioni che parteciparono effettivamente alla guerra soltanto 23 presero parte a fatti d'arme e precisamente: 15 battaglioni a Custoza, 2 in Valsugana, 2 contro Borgoforte e 4 sul fi ume Torre.


La battaglia di C ustoza . La battaglia di C11stoza fu, come abhi;1mo g ià detto (1), una battaglia d'incontro. Quando. pa~sato il Mincio, le ~ Di visioni del I Corpo d'Armata (Durando) e le 4 del III Corpo (Dcli.i Rocca) a va nzarono verso le posizioni di Sandr;i, Colà, Santa Giustina, Sommacampagna e Villaf ranca. le Divisioni 2' , 5" (I Corpo d 'Armata), 7", 8", 9' e 16" (III Corpo) erano precedute da ì rispettivi battaglioni Bersaglieri. Le Di\'ision i del I Corpo avevano sol.tanto un battaglione; l'altro era stato destinato dal generale Durando ~, form,m: la riserva del Corpo d·Armata. Per conseguenza. p ::r (Ju;into riguarda i Corpi d'Armata 1 e IIL i Ber~aglieri a!Ja baw1glia di Cu stoza si tro\'a vano ripartiti nel modo ~cguen t: l Corpo d ' Armata: .. Divisione: batt:1glionc lk r~aglieri X V I I I, ~' DiYi,ione : battaglione Bersaglieri XVIL lk rs;urlicri XXX\.'ll, J,, Di\·i~ione : battaolinnc ~ ~~ ) D ivi~iunc: bauagìione Bcrsagìini V riserv:1: battaglioni Bersaglieri IL lii. VIII e Xlll: (Tf Lùrpo d'Annata: ·; · Divisione: battag1ioni ·ncrsa~lirri 1X e; X IX ., W Divi~ionc: b:1tt;1nlioni Bcrqg]icri VI e XXX, 9' Divisione: batta;lioni Bersaglieri XXVJI e XXXIV, 1(/ Di\i~ionc: battaglioni Bcrsa~lìc ri IV ed Xl. <)mndo, all'iniò, della battaglia. l'avanguardia ddla 5• Divi~ione che, :i,·cndo slla~~liato strada si trovaya isolata , incontrò gli Aust riaci, era pn.:ccJuta dal V battaglione Bersaglieri che, al comand:i del m:1ggi un : Reggio, non appcn::i si accorse dd nemico, si schierò con una compagnia in prim:1 linea e tre in rincalzo. Gli Austriaci , i ,<nt ra ~~crn ;il combat1im:·nto e 1',1\';1nguarclia cerci\ d1 rmnìrsi alla :;·· Di\'isionc. qtundo qucst;1 s'incontrò t·on numnosc forze nemiche t d ovette ,chicr:i rsi cof V battaglione Benatrlicri :.d l'ala si ni stra. M:1 gl i Austriaci, imposscs5;llisi di monte C ricol. dominavano le 1H1~iziuni del la 5· Divisione e min;1criavano il fianco sinistro cJ il 1ngo del suo schic.:ra mcnto. 11 V battaglio ne fu allora inviato a fronteggiare il num·o attacco ed il ma!,("giore Reggio lo guidò verso Mo n, 1, ('(JJh tilt:trc

ii n,i11111r (Jr ,.l i

qtK\l.ope r:1 .


gabbia e monte Cricol. A malgrado della g rande superiorita delle forze nemiche (4000 uomini contro 500), il battagl io ne allaccù <.:on molto impeto, oltrepassò casa Mongabbia e si spinse su mom c C ricol. fino quasi all'Artiglieria austriaca. Durante l'attacco caJdc il c:1pitano Ferri; il battaglione subì gravi perdite e, data la sproporzione delle forze, dovette ripiegare. Intanto giungeva sul posto la I ' l)ivisionc con alla testa il XV I 11 battaglione Bersaglieri al comando del maggiore Caccia. Il ge nera le

li V battaglione Bersaglieri a monte Cricol.

Villarey, consapevole della necessità di scacciare gli Austriaci da monte Cricol, fece schierare la sua brigata con al centro il XVIJ I b~1ttaglione Bersaglieri e sulla destra i superstiti del V. Le pasizioni furono prese agli Austriaci; ma , ricevuti rinforzi , queoti attaccarono nuovamente. Il generale Villarey venne ucciso e la 1 D ivisione dovette ripiegare sotto la protezione del XVII T battaglione Bersaglieri. Il V battaglione, c he aveva subìto gravissime perdite specialmente tra gli ufficiali, si ritirò verso Valeggio. Incaricato di rimanere alla rctro~uardia della 1' Divisione per prote~gerne il ripiegamento, il XVIII battaglione assolse il difficile incarico, resistendo agli Amtriaci per tutta la giornata, bcnchè aves~ c perduto il capitano Paselli, il tenente Ciarli, cad uti sul campo, cd i tenen: i Gustavo, Andrenis, di Mo nd rone e dell'AC<.Jlla rim:istì f cri ti. 4


Il capitano Pascili era stato l'anim a della difesa sul cig lio di nwntc Cri ml e vi aveva lasciato la vita insieme ;il tenente Ciarli. Egli ,e nne insignito della croce dell'Ordine Militare d i Savoia alla memo ria rn n la ~eguentc motivazione: ,( Conducendo gloriosamente la rn mpagnia all'attacco, Jopo per ben due volte aver respinto il ncn1ico. rimase vittima sul ciglio del la posiz.ione "· F:' pu re degno di ricordo il hr:1vo trombettiere Tornm arn BcvilacljLIJ. Eg li ave\'a rice vuto l'ordine di suonare il segnale dell 'assalto: visto però cadere il c;ipitano. volle soccorrere il Pascili; rna questi, g i:1 111 in:1cciato <b morte imminente. !{ li ri petè: ,, Suona, suona, suona. BevilaCL(lla ... "· Il troml>cttierc eseguì l'ordi ne, ma cadde anch'egli colpi to: bcnchè grondante sangue continuò ;i ri petere il segnale del l'as~;tl to tinchè esa usto spirò accanto al suo c 1pit,1110 (;illa ~ua memoria \'rn ne concessa la rnedaglia d'arge nto). Accorsa , per l' il lumin:ita iniziativa d el Pia ncl l, pa rte della :1' Di\·isionc e la riserva d el I Corpo cl' Armata (Ol gern:ra le Durando, la ~it uazione vrnnc risr;1bilit a. T ra k lruppt della 1 ' D iYisil!nc ~opragg iuntc era il X Vll battag lione Bersaglieri. al wm:1ndo del maggiore Di Aichclhurg, il quak. insieme al 5 reggime nto Fantui,1. arrcstl, ì"a,·anz,tta del nemico e conco rse ,·alidamcnte ad an nienta re un battagl io ne di Cacciatori imperiali che avam.aq verm il ponte di Monz;~mk1no; battaglirnw ai qu :tlc I nostr i lk rsaglicn catturarono numerosi prigio nieri . ..-hc rima~cro fino ;i ~cr:1 mila sinistr:1 del :Min L·io. Della ri~crv:i dd I Corpo d'Armat:1 faceva no p;1rtc, com e si è già detto. i battaglio11 i Rnsaglic rì IL Ili , VII I e XIII. tutti al coma ndo de l colonnello Galletti. Ma , poichè il IIT n.:nne lasciato sulla destra del Mincio. parteciparono alla battaglia soltanto g li altri tn:. La riserva del I Corpo, come è noto, venne im picgat:1 su monte Vento. Lasc iato in rinca lzo il X lii battaglione, il colonnello Callt:tti schierò il Il (maggiore Dcmaria) s11l lc alture di Fontana Fred da e l'VIII (111agg1orc i\·1urari Bra) a sinistra, fra le case Maragnoua e Busetta, e , 11 \jUCste posizioni i due battaglioni rcsistettcro te nacemente alle so,·nr hianti forz.e nemiche dalle ore io alk 15. contrattacca ndo pit1 \'(l it<: gli Austriaci cd annicn1ando11c qualche reparto, per ripiegare l"'i ordi l!atamentc su monte Vento, dove il XIl l battaglione a\·c,·a .L' 1;'1 prcsn po~izionc pe r. proteggere L\rtiglieria. ·· (,.) u:1ndo Li 5' Divisione dovette abba ndonare Santa Lucia del T 11 1nc. anche Li riserva del I Corpo d'A rmata dovette ritira rsi da 11111n lc \ 'rn lo verso Valeggio cd i Bersaglieri ne coprirono il np1ega-


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incnto, resistendo tenacemente al nemico che, im baldan z ito dal ~,1ccesso e<l accortosi della ritirata dei nostri, attaccava ripc1u tamc 11tc. La resistenza dei tre battaglioni Bersaglieri fu veramente epica. Il II battaglione ebbe i capitani Della Chiesa e Banti e 5 u fficiali subalterni gravemente feriti. L'VUI ebbe messi fuori combattimento i capitani Coscia e Platestainer ed il sottotenente Colomberi, tutti gravemente feriti. Il XIII perdette il capitano Cesare Novcllis di Coarazze, colpito a morte, il capitano Coelli e ~ei ufficiali subalterni feriti. I battaglioni non si ritirarono che dopo avere adempiuto fino all'ultimo il loro difficile dovere e cioè solamente quando la riserva del I Corpo d 'Armata e tutta l'Artiglieria avevano potuto passare sulla sponda destra del Mincio. Per la loro eroica condotta in questa circostanza e per la valida e tenace resistenza opposta al nemico, i battaglioni Bersaglieri II. VIII e XIII ebbero conferita la medaglia di bronzo al valor militare.

La battaglia si svolgeva, intanto, accamnss11na anche al centro. dove vennero ad impegnarsi contro gli Austriaci , purtroppo successiv,11nente, le Divisioni 3\ ga e 9a. La 3', al comando del ge nerale Brignone, giunse prima sul mon te T orre e resistette tenacemente ai ripetuti attacchi effettuati dagli Austriaci con una grande superiorità di forze e di Artiglieria, fino a quando venne costretta a ripiegare, protetta dai Granatieri di Sardegna che, come già sappiamo, si prodigarono nella resistenza. Al centro del nostro affrettato schieramento combatterono 5 battag lioni Bersaglieri e precisamente: il XX.XV II , il VI, il XXX, il XXVII ed il XXXIV. Il XXVII , al comando del maggiore Fabri, precedette la l' Divisione su monte Torre, dove rimasero le compagnie 1' e 2''; mrntrc la 3' e la f furono inviate su monte Croce, a protezione dell' Artiglieria della Divisio ne. Subito dopo, però, lutti i. battag lioni vennero nuovamente riuniti su monte Croce, dove rimasero Ulttoposti all'intenso fuoco del!' Artiglieria austriaca. A monte Croce ~i trovava anche la nostra brigata Granatieri di Sardegna, con la (JUale il XXVII battaglione concorse a res pinger<: quattro attacchi nemici , a resistere sulle posizioni per alcune ore.: cd a contrattaccare vigorosamente. Quando le nostre truppe furono CO·


IJ.I

, 1rett e a np1cg::ire dalla superiorit~ delle forze avversarie, alcuni nuki di Bersaglieri continuarono a resistere, finchè la J' Divisione venne sostituita dal1'8' cd il 64" reggimento Fanteria, valorosam<.:ntc l <llnandato d:il colonnello Fcrrari, riuscì a riprendere monte Croce. Insieme al 64" accorse allora sulle nostre posizioni il VI battaglione Bersaglieri; mentre il III proteggeva lo ~chieramcnto della I )i visione.

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Inta nto su monte Torre s"impegnava anche la nostra 9 Divi sio:ti comando del gencr:1lc Govone, con b quale si trovavano i battagl1011i l:krsagiìen XXVI.I (maggiore Lavdcri) e XXXIV (maggiore Pncc ttu). Il primo operò con la brigata ,, Pistoia H e, mandato ,crso Villafranca e poi richiamato, non partecipò all'azione: il secondo, con l:1 brigata ,, Alpi " , fu più fortunato e concorse alLtttacco su Custo1:1. imicmc :1i s11pcr~titi Granatieri de.Ila J' Divisione. L'abitato vcn11 t· p r no cd il xxxrv battaglione, con un impetuoso contrattacco, 11.'.\ pi n~c il reggimento austrÌ:lco Thun, che tentava di rioccupare Cu~ 101.:1. e quindi mos~e all 'attacco della Chiesa e del cimitero, da dove gli Au,tri:Ki dominavano l"abitato. Sostenuti da tre battaglioni di 11 c.


'-15 Fanteria, i Bersaglieri scacciarono il nemico da quelle iinpor1 :111t i posizioni, 1o inseguirono e ne respinsero un nuovo con trallacco. Intanto l'Arciduca Alberto manda\'a altre considere vo li forze su Custoza, che venne attaccata da 22.000 Austriaci e tcnaccm ctlle cl i fesa dai 10.000 uomini del Govone, che dovette, all'uopo, c lii:1111:ire in linea anch e il XXVII battaglione Bersaglieri, prima lasciato ~li monte T orre, a protezione dcll'Arti~licria. Questo battaglione mosse subito a contrattaccare gli Austriaci e riuscì a scacciarli dal Belvedere, perdendo il capitano A Iberi cd il sottotenente Dematteis, caduti sul campo, ed il capitano Scrrat ricl· ed il sottotenente Caccia, gravemente feriti. Costretto a ripiegare su C ustoza, il XXVII continuò poi a combattere. insieme al XXXIV. per riprendere l'abitato al nemico, fìnc hè il generale.: Govone, dopo avere atteso invano i rinforzi più Yolte richiesti si vide costretto alla ritirata. Anche 1'8'' Divisione, che aveva resistito per molte ore su monte Croce, appoggiando l'azione della 9\ dovette ritirarsi. Il 1·ipiegamento sulla sponda d estra del Mincio dei nostri due f:orpi d'Armata così fortemente im peg nati venne protelto dalle Divisioni (Bixio) e 16" (Principe Umberto) del Hl Corpo d'Armata ; Divisioni che erano rimaste immobili fin dal mattino, dopo avere subìto la carica della Ca va~le ria austriaca. Appartenevano alla I Divisione i hatiaglioni Bersaglieri I X e XIX; alla 16a i battaglioni IV cd XI. Al mattino essi faceva110 pane delle avanguardie delle risp<:ttive Divisioni ed, all'apparire della Cavalleria austriaca, formati i quadrati per compagnie, avevano inflitto al nemico, col lom fuoco ben m irato, sensibili perdite. Il IV battaglione aveva respinto ripetu te cariche e decimato due squadroni di Ulani. Come abbiamo già detto, durante la giornata, le Divisioni e 16a non avevano più combattuto; ma verso sera, quando la sconfitta si era ormai vnifìcata, le due Divi sio ni \'cnncro .i ncaricate di proteg gere il ripiegamento delle a.ltre ed i battaglioni Bersaglieri IX 'r: X IX respinsero qualche altra minaccia d ella Ca\'alleria nemica. Alla sera, dopo che tutte le truppe avevano ripassato il fi ume. rimasero ancora sulla sponda sinistra del Mincio i battaglioni Bersaglieri IV ed XI della 16'' Divisione ed i battaglioni XXXIII e XL della 19", la quale non cm giunta in tempo sul campo dì bat taglia. A Custoza i Bersaglieri perdettero, tra morti, feriti e dispe rsi . . 49 ufficiali e 895 uomini di truppa.

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L·Qcrc.:ito venne rapicbmcntc riordinato e diviso, non pii:1 jn tp1:1t1 ro; ma in 7 Corpi d 'Arm:1t:1. oltre ad un Corpo di riserva, e le Divisioni n 'nnero ripartite nel modo stgucnte: I Corpo (Piandl): 1", 2· e)' Divisione; Il Corpo (Cucclii:1ri) : (>", 9'' e 19" Divisione: 111 Corpo (Della Rocca): .f, rn" e 16' Divisione: IV Corpo (Pctitti): 7'', 8" e r 8" Divisione; \! Corpo (Cadorna): II, 12" e J J' Di visione ; VI Corpo (Brignone): 14', 15" e 2o' Divisione ; VII Corpo (Dc Sonnaz): .:i" e 17" Divisione; Coq..x:, di riserva (Mignano): 2r" e 22" Divisione cd una n~c rv:1. Parteciparono al secondo periodo della campagna i Corpi d ' Armata I, lV, V. VI e VII. (J.uando, nei giorni 7 cd 8 luglio, l\:scrcito passò jl Po, i Bersag lieri furono i primi a trovarsi 5ulJa sponda settentrionale del fiume. Nell'ultimo periodo della breve guerra essi si distinsero ancora : 1 battaglioni I e XXI della 4" Di visione all ':issedio di Borgoforte; i battaglioni XXII [ e XXV della 15 ' Divi~ionc a Primolano, Borgo e L c\·Ìco (com h:1ttirncnti, per .i qu:1li cntr.Hnhi cLlic,.o (onfc-rita la mcda ~lia di bronzo); i battaglioni XVI e XXXV nel combattimento di V c~rs:.i, col tp1alc si conclu~e la guerra. !\:cl 1866 vcn ne:ro conferite :1i lk r~aglicrì le seguenti ricompense al valor militare individuali: -- agli ufficiali: 1 medaglia d'o ro, 88 d 'argento e 377 ò hrnn7.o; - - alla truppa: 2 '4 m edaglie d'argento e 1254 di bronzo.

La liberazione di Roma. Dopo la guerra del 186G i lkrsag iicri continuarono a d1stin!-! Uersi in occasione d ell'epidemia colerica. co ntro i superstiti <ld hrig:intaggio e nel m antenere l'ordine. Nel 18(i6 i battaglioni XXIV e X XX l contribuirono a rinabilire il rispetto della legge a Palermo cd il rnmandantc il XXIV, maggiore Brunetta, ebbe conferita Li meda" li:1 d'oro al valore milìt:ue. Nel 1869 il XXVIJI battaglione pose fì 1k a i rumulti di San Giovann i in Pcrsiccto. Dm:mtc la guerra del 186(j i batt;1glioni Bersaglieri arcvano rag~ iumo il numero di 50, poìchè a ciascun reggimento erano stati


1.p aggiunti due nuovi battaglioni; ma il generale Cugia, divrnu10 M1 nistrn della Guerra, consapevole che l'aumento del Cor po andava :1 scapito delle sue qualità, coi successivi Decreti del 18 ~c 1tc1nl m:, 18 ottobre e 23 novembre 1866, sciol se i decimi battagl io ni di ci:i,cu11 reggimento, ridusse i depositi a 4 e poi a 2 compagnie. pn :il1ol1111 del tutto nd gennaio del 1867.

L11 brucia di Po,1,1 P111.

Col Decreto dd 6 gennaio 1867 vennero sciolte, inoltre, le quarte compagnie di ciascun battaglione attivo, per ricostituirle il 18 ottobre dello stesso anno. Alla breve campagna del 1870, pcr la riunione di Roma all 'ltafo, presero parte 17 battaglioni Bersag lieri, dei quali 11 divisi fra le 5 Divisioni del Corpo d'operazioni e 6 in riserva. Essi furono così ripartiti : 11 " Divisione: battaglioni XXI e XXX IV (maggiori Gola e Pagliari)_; 12" Divisione: battaglioni XH e XXXV (maggiori A. Novelli~ e G. Castelli);

r6a Divisione: battaglioni XVI e XXXVI (maggiori C. C:ir rone e C. Prevignano):


2 Divi~ionc: battaglioni XX, XXIX e XXX i lf (maggiori (;_ Pagani, ~- Di Aichclhurg cd F.. Quadrio) ; (i' Divi~ionc: battaglioni XXVI e XLlV (ma.~giori Yicll a e Clllomhini); Riserva: bat t:1glio11i VI, X. XVII, X IX. XXVIII e XL (m agl'.iori Mcle~;1ri, G. Pallavici ni, F. Ddb Chic~:,, Ulhrich, \1arti oli. (~;i rt:1cci). J1 ro settembre i battaglioni della riserva e tiuell i delle prime tre D ivisioni furono riun iti tutt i al com ;mdn del tenent e colonnello Pinclli. Qua~i tutti i baltaglio11i presero parte all ' invc~t.imento di Ro1na; ma pili attiva mente il X li, il XXI , il XXXIIL il XXXIV cd il XXXV. Le perdite del Corpo d urante b campagna furono complessivamente di 68 uomini, tra i (1uali il maggiore Pagliari, colpito a morte mentre g uidava il suo battaglione alrassalto . Per la liberazione di Roma ai Bersa~licri ,·e.nncro concesse le ,cgurnti ricompen~c al 1alore milit:trc-: agli ufficiali: r mnl.igk1 d'oro, 18 d'a rgento e IO di bro nzo ; :tlb trnppa : 20 mccbglic cL:irgento e 13 di brow.o.

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Le ricompense collettive ai reparti Bersaglieri per le guerre del Risorgimento. Dall\:sposizionc dei diversi fotti J'anrn.: delle guerre p<.:r l'indipendenza e per l'unità nazionale risulta come i Bersaglieri si sicno disti nt i sempre e dovunque per la cderit:L il valore, L1dde~tramento tattico cd abbi:ino tradotto in hrillante n:altà l' idea J cl loro fond atore. Per ogni campagna di guerra abliia1110 già ricordato k ricomrcnse indi vid uali conferit<.: ai Ber'.'>a!!lieri. uflici;ili ,,cl 11omin i di trun~ I pa. C:i sembra ora opport11no, nel concluJne tp1csta parte dd voh1me, ricordare le ricompense ottenute dai reparti dei Jk rs:1glini , ricompense che si limitano alla menzio ne onorevok, poi trasform :11a .in medaglia di bronzo al valor m ilitare. unicamente pcrchè i ba1ta!-!lioni e le compag nie non avevano labari, ai guaii potessero v<.:nir conferite ricom pensc di maggior valore. Spesso, infatti, !e m otivazioni per k menzioni onorevoli rn nfcrit e ai reparti, porta no l'annotazione - come. ad c.;scmpio , per il V 11 battaglione Bersaglieri a Palestro - cht' " se il reparto fos~c , t:11,1


15 0

provveduto di bandiere, avrehbc meritato la medaglia d 'oro al \'alor militare "· Guerra del 1848 - I 849: Ottennero la menzione:: onorevole (medaglia di bronzo): Campagna del 1848: - la 1• e la 4" compagnia Bersaglieri per il combattimento di Santa Lucia; - !a 3" compagnia Bersaglieri volontari pel fatto d'arm c di monte Baldo ; - la .2· compagnia per il combattimento di Governolo; - la 1" com pagnia dd I bauaglione per i fatti <f anne di Rivoli, Santa Giustina e Volta. Campagna del 1849: -:--- la 9• compagnia del JII battaglione e la 14' del ìV per la battaglia di Novara:

Afo1i di Genova: - ti 2 ' e f compa!-(°nia del I battaglione. Guerra dd 18 59: ·- i battaglioni VI e Vll per i fatti <fanne sulla Sesia: il VII battaglione per i combatti menti di Palestro ; i battaglioni. r e X per la battaglia di San Martino; la 9' compagnia del Ili battaglione per la battaglia di San Martino. Guerra del 1860 - 6 1: - il XXVI battaglione per la battaglia cli Ca~tcllìdarclo : - la 35~ compagnia del IX b:maglione per la presa <lelln rnc( a di Spoleto ; · i battaglioni XIV e XV per l'attacco alle opere est.eme di Ancona; il VII battaglione p:.:r le operazioni contro gli insorti negli Abruzzi ; -· i battaglioni XIV e XXIV per Mola di Gaeta. A11110 1862: - i battaglioni VI e XXV per Aspromonte.


Guerra del 1866: - i battaglioni II, VIII e XIII per la battaglia di ( :mtwa : - il XXIII battaglione per l'occupazione di Castdlo di Borgo ; ,_ -- il XXV battaglione per l'attacco a Borgo cd a Levirn.

Anno 1869: - rl XXVIII battaglione per la repressione dei moti di San Giovanni in Persiccto.


Xl.

LE VICENDE ORGANICHE E LE BENEMERENZE DEI BERSAGLIERI DAL 1870 AL 1911 Col Decreto del 13 no\·embrc 1870. dopo molte Ji~cussìuni su diversi progetti , dietro proposta dd generale: Ricotti Mag nani, nominato Ministro della Guerra nel settembre dello stesso anno, i reggi menti Bersaglieri furono portati a 10; i battaglioni vennero ridotti a 40 (4 per reggimento) e, lasciando il numero progressivo tradizionale, :issumcro <luello di L If, III e TV battaglione di ciascun reggimento, çomc ndla Fanteria di line:1. Si n,,tin,ir()n(). in()ltn·. i rd ariYi dero~iti con ~in:: cùmpagni:i p::-r reggimento. Tali provvedimenti suscitarono m:ilumori e discussioni: ma essi liniro11<1 per rendere pnssibile una scelta più accurat;i dei I3ersag licri. per assicurar.e un più efficace addestramento, per smtituirc allo spiri to di battaglione ttudlo di reggimento e per diminare disparitit ecu:~~ivc <.: 11 0 11 Jel tu tto g iustificate fra gli organici dei reggimenti di Fanteria di linea e q uelli elci Bersaglieri. I reggi menti del Corpo vennero formati nd modo seguente: 1

rcggimrnto: I battaglione. Il battaglione, I I I h:inag lione, IV b::i.ttaglionc.

I:

VII : IX : XXX I!.

2" r tggm1c1J10:

I batt::i.g lione. 11 hauaglione. 111 battaglione, IV batta!!lione.

già già già g ià

Il : JV : XV I I·. XXXVIL


f reggimento: I hattaglio nc, Il battaglione, m battaglione, IV battaglione,

già XV III ; g ià XX ; già xxv; già XXXV III.

4'' reggimento: I battaglio ne, già XXV I: II battaglione, già XX IX; III battaglione, già XXX I: [V

battaglione, già XXX III.

5" reggimeuto: I

battaglione, g ià X I V;

II battag lione, già XXII: Ili battaglione, già XXIV: IV battaglione, già XXX IX. 6"' 1·eggimento: I battaglione, II battaglio ne, llT battaglio ne, IV battaglione,

i'

già V1;

già XIII: già XIX : già XX L

reggimento:

r

battaglione, battaglione, lif battaglione, IV battaglione,

rr

8° reggimento: J battaglione-, II battag lione, 11[ battaglione, IV battaglione. <)" reggimento: I battaglione. U battaglione, III battaglione, IV battaglione.

già VIJ I ; già X; già X I : g ià XV.

già lii ; già V: già XII ; già XX III.

g ià già gù già

XXVJJI ; XXX: XXVI I . X L.


l ':;.J

, o" rcggi111t·1110: I battaglione, gù XVI ; li battaglione, già XXXIV ;

lii battaglione, già XXXV : IV battaglione . già XXXVL Nd 1883 l'esercito italiano ven ne anco ra una volta riordinato ~u 12 Corpi ~l'Armata e, per conseguenza, anche i reggimenti Bcrsag l ic ri furono portati a 12. su tr(' battaglioni in vece che su c1uattro.

\loiagli,1 ,·omm emom 1in1 dd

, 1n,111a nt,·11i11 i ()

dc/1' /.,titu ::ionc dà

/h,,-_;aglu:ri.

J.' 1, .. n:ggi mrnto venne formato coi battaglioni XV. XXVIL

XXX1II. 12·· reggimento ebbe.: ì batraglio ni XXI, X.Xlll e XXXVI. l battaglioni XXXVII, XXXVlII, XXXIX e XL vennero sciolti.

11

Nd 1886, prendendo occ~isionc del cinquantena rio della fondazione dd Corpo, venne restituita ai battaglioni Bersaglieri l'anti ca 11umcrazione, già soppressa , come si è detto, nd 1870.

!. 'istituzione dei Bersaglieri ciclisti. I w ntinui progressi della meccanica e le mol teplici e svariate .1pplic:1zioni di essa nel campo militare ; il trasformarsi ddle dottrine di g uerra, in rapporto all'aumentata potenza Jei mezzi di offe.sa; l', 1dw .i11nc di mezzi sempre più celeri di trasporto. di rifornimento t · di in formazioni, diedero un nuovo fervore agli studi intesi a do' ire le tr uppe di mezz i meccanici di trasporto .


Antesignani del ciclismo militare in Italia furono il c:q ,1 1.1111 1 Camillo Natali, che assunse il comando della 1·' cornp:1.~ni:i r irli~11. formata da dementi tratti dai 12 reggi1rn:nti Bersag li eri, e l':il lora maggiore Giuseppe Cantù, il quale può essere consiJ<.:rato rn111e il fondatore d ei Bersaglieri ciclisti (1). Gli esperimenti vennero iniziati nd 1898 presso h Sc11ol.1 cm trale di tiro in Parma.

/;ns,1glic1·i cidim .

J soddi sfacenti risu ltati conseguiti, durante le manovre di Cavalleria del 1899, dalla compagnia Bersaglieri ciclisti, indussero alla formazione di altre due compag nie della stessa specialità e le tre compagnie vennero assegnate, negli anni 1900 e T901, ai reggimenti Bersaglieri f, 4° e f". Nd 1905, mediante la trasformazione della 12' compagnia d\,gni reggimento in compagnia ciclisti, si ebbero J2 compagnie di Bersag lieri ciclisti, il cui compito principale doveva essere quello di coadiuvare la Cavalleria. In seguito .il Ministero della G uerra autorizzcì il maggiore C::intù ad altri esperimenti, la rimcita dei quali indusse alla costituzione <li un battaglione provvisorio, formato dalle compagnie Bersaglieri ciclisti dei reggimenti 2\ 3°, 6'' e 9". (1) Cfr. « Fiamme crcm1s1 ,... ,·olumc I.


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Il 111:iggioH· Cantì.1, dopo aver pre~o parte col battaglione ciclisti ., di verse esercitazioni e mano\'re, effettuò un giro attraveno l'Italia. per dimostrare l'dfìcicnza del reparto e le prove che gli si potevano 1111po rre. I! battaglione pçrcorsc 1160 chilometri i11 bicicletta e 73 ,, l'i èdi cd ebbe organici definitivi. Poichè il reparto del maggiore Cantt1 aveva chiaramente dimo, 1r:no gli importanti compiti, che avrebbe potuto disim pcgnare un.i 1ruppa edere. bene alknata cd addestrata, .il Mini stero della Guerra .-c1s1ituì 12 battaglioni ciclisti. Nel s<.:ttemhre 1yro, infatti. tulti i rcggirrn: nti Bersaglieri furono lorm ;1ti su 4 battaglioni, cia~cuno su 3 compagnie. La 4" compagllia d i ciasrnn battaglione concorSt' a costituire il IV battaglione ciclisti. il llllale a~sunsc la numerazione del rispettivo reggi mento. Per conseguenza: ......, il 1" reggimento Bersaglieri ebbe il I battaglione ciclisti (111af!giorc Beruto); il 2 ·· reggimento Bersaglieri ebbe il lJ battaglione òclisti (11u~giore Douhet); - il :," reggimen to Bcr~aglicri di!w il Ifl battaglione ciclisti \ rn ;1;..:gion.: Rosa); - il 4" reggimento Bersaglieri ebbe il IV battaglione ciclisti /mag:,!:iorc Bartoli): il =; · reggimento Bcr5agiicri dihc il \.' b:11tag-lionc ciclisti ( ic n. c<)lonnc llo Rover~):

-- il (/ rcggimcnro Bersaglieri chhc il VI battaglione ciclisti (1 c 11. culonnello Cantt1):

-

il 7" reggimento Bersaglieri çbbe il VII battaglione ciclisti

(tcn. colonnello t\1onesi);

- 1'8" reggimento Bersaglieri ebbe !'VIII (m:1ggìore Pcnco): - il 9° reggimento Bersaglieri ebbe il IX 0 1orc Scolari); ( 111;,,, :-,:-,. ····· iI 10" regg imento Bers:1gl ieri ebbe iI X (rn:1ggiore Paiula) ; - l'n" reggimento Bersaglieri ebbe l'Xl (1n.1ggiorc Cccd1crini); - il 1 :!'' reggimento Bersaglieri ebbe il XII (111 .,ggiorc Nat:ili). '· battaglioni a piedi rnnscrvarono l'antic:1

batt:iglione ciclisti battaglione cicli,ti

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hattaglionc cid isti b:1tt:1glione cicli ~,i battaglione ciclisti

numerazione pro-


1 57

I Bersaglieri neHe pubbliche calamità. L'affetto degli Italiani per l'eserrito è dovuto, non so li :1111 0 .rllc eroiche gesta compiute dai reparti militari in ogni g uerra ed :il M' reno, disciplinato contegno, costantemente osservato in og ni \'Ì cc 11cl:1 della pace; ma anche alle benemerenze che l'esercito seppe :1cqu1 starsi con la sua abnegazione, in occasione delle purtroppo f rt:ljllt lll 1 pubbliche calamit~t, durante le quali i ci ltadin i colpiti non in voca rono mai invano il pronto, fraterno soccorso dei nostri soldati. E, per quella solidarietà, sentita e profonda, col nostro popolo. dalla quale i militari non vengono mai distratti nelle nostr e caserme. quasi tutti i Corpi d ell'esercito h:m no sempre saputo ;1ffront;1re fat ic he, disagi, pericoli per la salvezza d egli altri cittadini, o per attenuarne almeno i perico li e le sofferenze. Il che rappresenta, per !tnostre forze armate, una nobile trad izione, alla quale esse, pur do vc.:ndosi preparare a difendere il sacro suolo della Patria, si sono mostrate sempre fedeli, pronte come sono state, in ogni pubblica calamità, a dimostrare anche le loro virtù civili e ad offrire il loro fraterno soccorso ai cittadini rninacciali dalle epidemie e dagli .i ncendi, dai terremoti e dalle alluvioni, dai vulcani e dal le puhbliclic avversil:1. L'inizio dì così nobili tradizioni --- limitando il nostro esame a q uesto ultimo secolo del la vita nazionale -·- coincide co n la cosi itu zionc dello Stato unitar io italiano. Anche quando non si trattò di comoallnc la furia <lcgli clementi ; ma l'inesorabil e crudeltà. di un grave morbo epidemico. le nostre forze armate, sottoponendosi a pri va;,,ioni ed a di sagi di ogni sorta, nonchè ai pericoli del contagio, riuscirono ad isolare .i centri dell ' infezion e e si trasforma rono a volta a volta in reparti di eroici e premurosi infermieri e di coraggiosi necrofori, ocrnpandosi perfino della sepoltura dell e vittime. C:hc di re pni dei terremoti, che hanno anch'essi arrecato la distruzione e la m orte in tante terre italiane? Basti ricordare quello di M essi na e quello di Avezzano, subito dopo i quali, i nostri soldati accorsero da tutte le: pari! d'Italia e s"impegnarono , in fraterna gar.1 con ì nostri marinai, in un lavoro este nuante, per trarre dalle macerie, a volte affrontando non lievi pericoli e superando · le piì:1 gravi difficoltà, le vittime ancora vive, strappandole così ad u na sicura . orribile fine. Fra i Corpi che si sono distinti nell'offrire la loro solidarict:'1 l' nel portare soccorso alle popolazioni colpite - com e è avvenuto :111


che m :cntcmcntc, per le inondazioni nel Polesine del 1951, quello d ei Bersaglieri non è stato secondo a nessuno. Il IX battaglione Bersaglieri si distinse, fra g li altri, nel 1858, durante l'inondazione di Savona. I battaglioni VII, XIX, XX, XXIII, XXXVJ si prodigarono in occasione dell'epidemia colerica, che funestò l'Ital ia meridionale negli anni 1866 - 67. l battaglioni XII e XXV[ si meritarono l'ammirazione gene rale per il ~occorso offerto ai cittadini di R oma nell'inondazione del

1870. Il 4° reggimento Bersaglieri accorse, nel 1872, in aiuto delle popolazioni napoletane, minacciate dall'eruzione del Vesuvio e, subito doro, aiutò \'alidameme i cittadini di Pisa durante la grave: inondazione di (p.1e1l'a nno, tanto che la città volle esprimere al reggimento la sua ammirata riconoscenza, facendo coniare un'apposita medaglia d'oro. Nel 1882 il 10· r egg imento Ber saglieri s1 dimnse - come ricorda la bronzea lapide murata per l'occasione in Castel Vecchio - nell 'arrecare soccorso alla popolazione vcnmese., gravemente minacciata dallo straripamento.. dell' Adige. Durante il terremoto che. nel 1883, distrusse Casamicciola, Lacco Ameno e Forio, Bersaglier~ nel 1879. si distinse · il VI battaglione del 6'' reggimento Bersaglieri, ai cui component i venne conferita, per pubblica bencmercnz:1, una speciale medaglia eforo, oltre a I 7 d'argento e IO di bronzo al valor civile. La medaglia d'oro venne meritata dal caporJ!e Paolo Curcio, che, calandosi in una profonda buca fra le rovine pericolanti, riuscì. ~fid:rndo i più g ra vi pericoli, a trarre in salvo una giovinetta, gi~1 sepolta fr:1 le m:Kc ric Ja oltre 50 ore, acc,a nto ai cad:1n:ri Ji tutti i co ngi unti. L 'eroismo del caporale Curcio venne esaltato in un (JUadro del pitto re Adcmollo. I Bersaglieri del 6° reggimento si distinsero anche nell'alleviare le.: ~,,ffcrcnzc dei cittadini durante la grave epidemia colerica, che infi erì in 1aroli nel 1884.


Nel 1891, in occasione dello scoppio della polverie ra di Vig 11:i Pia, presso Roma, si distinsero t '.Bersaglicri del 12" n.:ggimrnro. Meritò la medaglia d'oro al valor militare il caporale Cattaneo Domrnico che, quale capoposto del Corpo di guardia, consapevo le dei ~uni doveri, appena accortosi del pericolo, fece mettere in sal vo ~li abi tanti dei casolari vicini ed, ultimo ad abbandonare il corpo di g uar dia, venne travolto tra le macerie e dovette subì re, con ero ica fcrmezza d'animo, l'amputazione di una gamba. Conseguirono, inol tre, la medaglia d'argento al valore .il rnttotcncnte Edoardo Gabridli e 6 Bcrsagl ieri. Nel 1905 i Bersaglieri del XXVIII battaglione si prodigarono in aiuto delle popolazioni, in occasione del terremoto delle Calabrie ; quelli del 9° reggimento durante l'eruz ione del V csuvio del r906 ; quelli del 2 ° e dell'8° reggimento e del XXX battaglione del 9°· esposero la loro vita, per quasi due mesi, fra le pericolanti macerie di Messina e di Reggio Calabria per il terremoto del dicembre del 1908. Vennero conferite la medaglia d'argento di benemerenza ai reggimenti 2° ed 8°, al XXX battaglione; nonchè a 62 ufficiali e flersaglieri, e la medaglia di bronzo ad altri 82 ufficiali e militari di truppa del C<Jrpo.

A Candia. Quando, nel 1897, scoppiò la rivoluzione di Candia, le grandi Po tenze inviarono nell'isola truppe dei rispettivi eserciti. L 'Italia inviò il XII battaglione Bersaglieri (8° reggimento), comandato dal tenente colonnello Brusati e forte di 800 uomini e di 23 ufficiali. Nell'adempiere alla loro missione pacificatrice, i Bersaglieri, scaglion2ti in piccoli gruppi, dimostrarono fermezza. tatto, decisa volontà di soccorrere le misere popclazioni dell'isola, che ritornavano al lavoro. La presenza dei nostri Bersaglieri a Can<lia suscitò l'ammirazione delle altre truppe, che rievocarono i lontani giorni della Cern aia e di Sebastopoli, di Palestro e di Magenta. Quando le truppe inglesi, che presidiavano la fortezza di Candia, vennero assalite d:1 irre;:;olari musulmani e da reparti turchi, i quali, dopo aver ucriso 3 ufficiali e 37 soldati, cinsero cli assedio il forte, in aiuto del presidio intervennero prontamente e nel m odo più efficace i nostri Bersag lieri.


160

Pronti ad accorrere in soccorso dei ca m erati inglesi, 400 di essi, im barcatisi a La Canea e sbarcati di notte su una spiaggia deserta, percorsno, in sole due ore. la distanza di 17 c hilometri che li separava dal for te, vi penetrarono arditamente e, portando agli assediati r:li attesi ~occorsi di armi, di viveri e di munizioni, li liberaron o dalla grave situazione. ' ()uando i nostri Bersaglieri, sostituiti da un battaglione di Fanteria di linea, rimpatriarono, furono fatti segno ad una dimostrazione di :1ffetto dalle truppe delle altre nazioni e dalla popolazione dell'isola.

In Cina. 1';el 1900, quando i Hoxcu ci nesi min acciarono g li averi e l'incolumità dei bianchi, tutte k nazioni inviarono in Estremo Oriente reparti delle loro truppe a proteggere i rispettivi sudditi. L'Italia m.111dò in Cina due battaglioni, di cui uno di Bersaglieri, comandato dal m ;1g giore Luigi Agliardi e co~tit:uito dai seguenti reparti: I 1" compagnia del 2 ·· reggimento; K' compagnia del 4v reggimento: 7' compagnia dd 5" reggimento; 7' compagn ia ddl'X" reggimento. Le truppe panironu il 20 luglio da Napoli, dove Yennero salutate dal Re Umbert o 1, che rin)lsc loro le seguenti parole: ,, Non a co nquista: ma solo a diksa del sacro diritto ddle genti e deirumanità calpestata, voi \'Ì recate in lontane regioni, ove la nostra bandi e ra è stata oltraggiata. Andate fiduciosi. lo vi accompagno col cuo~ re e Dio benedir} le vostre imprese )•.

Il 2 ottcilire la .1 ' compagnia del battaglione Bersaglieri sosten n e un ;iccanito combal'timento contro Fanteria e Cavalle ria cinese, all'attacco del forte di Shan-hai-tuan, obbligando il nemico a ritirarsi in di H)rdine. Un mese dopo , il 2 novembre, i Bersaglieri, insieme alle truppe :~c rmaniche, parteciparono all'attacco notturno di una delle porte principali di Kung an -ysicn, distinguendosi per coraggio e per scre11 it:1 nel concorre re alla completa riuscita dell'azione. An che per la loro eftìcace partecipazione ad altri fatti d'arme di minore imJX>rtanza , i Bersaglieri meritarono anche in Cina, come _l! Ì~ lp1ar:1ntacinque anni prima in Crimc~1, l' ammirazione e la stima 1k i ,o 1d :i ti del le altre nazioni.


I (> I

Sul contegno dei Bersaglieri in Ci na, un uffìci:rk clw f:1n·v:1 parte della spedizione, il tenente Errrico Tonalo ( 1 ), scris~c: u I nostri Bersaglieri hanno, non soltanto conquistato in Ci 11.1 una lusinghiera reputazione; ma hanno perfino superato l'a~pcl tativ:1 dei loro commilitoni, perchè essi si mostrarono veramente ot1i111 i i11 ogni confronto con i soldati degli altri eserciti. <• Resistenti alle marce forse anche pit1 dei Tedeschi, essi app:rrvero altrettanto disciplinati ed in ima forma di disciplina pitr :1cl:1tt:1 alla nostra natura. ,, E fu unanime, nelle popolazioni cinesi, il giudiz io sulle Lllla· lità morali delle truppe nostre. Le popolazioni erano da principio spaventate. Fuggivano, si n:1scondevano, non ardivano vedere g li Europei. Poscia, a poco a poco, nei quartieri occupati dagli Italiani, ritornò la calma. Al terrore subentrò la fiducia e dalla fiducia si venne all'amicizia. Le donne cd i bambini andavano incontro ai nostri soldati, li festeggiavano al loro passaggio. Le donn e so rridevan o cd i bambini facevano come da no i. imitavano i loro movimenti, si offrivano a servirli e chiedevano lìduciosamcnte (1ualche moneta. Avevano imparato tiualchc parola nostra e dicevano: Italiani molto buoni, alzando la mano in segno di allegrezza. I qu:1rticri italiani erano i soli in cui si vedessero don ne. (( L'ardore, lo zelo ed il buon umore di ciascuno no n parve mai mcnomamente risentirsi degli effetti di una campagna in lo ntano paese cd essi mostrarono di esse re sostenuti più dall'entusiasmo che d alle vettovaglie. ,, Se tali i soldati, quali si m ostrarono gli ufficiali ? Superiori veramente a ogni encomio. Essi erano diventati così cari ag li indigeni che, alla partenza, furono accompagnati da vere turbe afflitte cd inconsolabili per il loro allontanamento. Andavano gli indige ni dai paesi !o mani a chiedere loro protezione, ad invocare la loro giustizia. E da per tutto salivano benedizioni alla loro bontà 1 Essendo stati istituiti tribunali misti, con un ufficiale e due notabili cinesi, il partito della clemenza era sempre sosten uto Jai gi udici italiani, che impedivano ai Mandarini di abbandonarsi alla loro severità, per cui ogni colpa sì sarebbe dovuta punire con la decapitazione. E quanti ostacoli da superare nel loro compito ebbero i nostri , a cominciandagli interpreti, in massima parte furfanti! Ma essi seppero supcr;in· ogni prova n . (1) Ei-,;n1co ToNoLo: " In Cina ,,.


ln proposito, è possibile dtare, del r_e sto, anche qualche documento ufficiale, come, ad esempio, la lettera del generale Dowa_rd al colonnello Garioni: « Signore, esprimo le l'alta mia soddisfazione per l'onore di a vcr avuto ai miei ordini il bel reparto delle truppe italiane, che partecipò alla recente spedizione contro I.e forze dei Boxers a Tuliù. ·•. SfortunatJmcnte non fuvvi alcun comhattimento. Si dovettero pcrò sopport:m: forti disagi per la inclemenza del tempo. ,, Ammirai la tempra e la spiccata attitudine delle vostre truppe nelle marce ed il lieto animo conservato nei disagi. " Il loro contegno fu sempre marziale e disciplinato. Non ostante molti incentivi e tentazioni al disordine, durante l'occupazione di Tuliù, i soldati italiani furono oggetto dell'ammirazione, tanto dell' intero Corpo di spedizione, costituito da truppe delle cinque nazioni, (Jl1anto ed in modo particolare da parte del vostro servo ),. Inoltre, il feld-marescial!o von \Valderscc, comandante in capo di tutte le truppe europee in Cina, scrisse al colonnello Garioni: t( S. M. l'Imperatore di Germania, d'accordo con S. M. il Re d' Italia, ha stimato giunto il momento di considerare compiuta la rni::i ùpt:f;1 di .;,,m;111da11k suprenH,. ,, Si ccome, in conseguenza di ciò, io intraprendo il viaggio di ritorno in Germania, è per mc una rn:cessità di esprimere prima di tutto alla S. V. pn:giatissima i miei ringraziamenti per il valente aiuto prestatomi nell 'adempimento del mio compito. Con speciale compiacenza ho continuamente rilevato l'en tusiasmo e lo zelo, col <[Ualc le truppe italiane anclavanc, a prender parte alle spedizioni ed a marciare contro il nemico, in unione alle truppe german iche, di guisa che ho dovuto dolermi vivamente che le condizioni locali. degli ultimi tempi non ne abbiano offerto l'occasione. " Onrngue io abbia visto le truppe italiane, esse hanno fatto su m c una eccellente impressione. <, Io prego la S. V. pregiatissima di rnler esprimere i miei rin. !~rniamenti e la mia gr;ititudinc a tutti gli uflìciali ed uomini di truppa del Corpo di spedizione italiano da V. S. dipendente, per i loro va lenti servizi e per la fedele fratellanza d'armi che banno. sin da principio, mantenuto con le truppe germaniche ... " ·


PARTE SECONDA

I BERSAGLIERI NELLE IMPRESE COLONIALI E NELLE SPEDIZIONI OLTRE MARE



I.

I BERSAGLIERI IN ERITREA

Nel volume IV di quest'opera abbiamo già ricordato i propositi e le speranze che ci indussero alla conquista dell'Eritrea. All'impresa, che costituì il nostro primo tentativo- di espansione coloniale, parteciparono anche i nostri Bersaglieri ed un battaglione di essi sbard , a Massaua il 5 febbraio 1885. Esso era comandato dal tenente colonnello Emilio Putti e costituito da quattro compagnie, fornite rispettivamente dai reggimenti 1°, 4", 7" ed 8°. 11 battaglione prese nome di I battaglione Jkrsaglieri d ' Africa. Alla fine del 1886 il battaglio ne: occupava le seguenti localit;1 : la 1" compagnia e metà della 4' :- Archico; la 2 " compagnia nella penisola di Gherar; una metà del la f compagnia: Massaua; una metà della J' compagnia e metà della 4": pozzi di Uaà. Quando il Re Giovanni di Abissinia fece intimare da Ras Alula al presidio di Saati, costituito da 2 compagnie di Fanteria, di sgombrare il villaggio ed il fortino che vi era stato costruito, le 2 compagnie richiesero rinforzi, i quali, come è noto, vennero sorpresi a Dogali. L'eccidio di Dogali rese insostenibile la posizione dei reparti avanzati. Per conseguenza, il presidio di Saati raggiunse Archico cd i Bersaglieri che erano ai pozzi di Uaà ripiegarono su Massaua. Per vendicare l'eccidio del tenente (Olonncllo De Cristoforis e dei suoi soldati venne costituito, agli ordini del generale di San Marzano, un nuovo Corpo di spedizione, del quale fecero parte anche i Bersaglieri con 3 battaglioni, dei quali due formati da compagnie organiche tratte dai diversi reggimenti ed uno composto e~clusivamente di volontari. I primi due battaglioni costituirono, con il I battaglione lkrsaglieri d'Africa, un reggimento, che venne posto al comando dell'allora col.o nnello Oreste Baraticri.


i I ,t:ggi mc nto ve nne così costitu ito: I b:1ttaglione Bersaglieri d'Africa.

I I lx1tt:iglionc:

compag nia fo rnita 1 " compagnia forn ita 3 compag ni a fornita 4 compa?m:1 fornita

.

dal ., .. rc.:ggi mc.:nto: dal 3° reggimento: dal 4" reggimento: dal 6" rc_g~1ment n.

Ili battagl io m:: t " compagma fornita dal <J' .. 2 ·' compagnia fornita dal IO .,., Lumpag nia fo rnita dalr11 .. -1 compag ni:? fornita dal 12 "

.

rco,, imcnto· b~ ' reggi mcnt<1; reggimento : rcg~i111rnto.

faso for mi'>, insie me ad 1111 reggimento di Alpini. una brigata che.: n :n ne comand:ita dal generale Anto nio Bald1sser:i. li batt:1glione dei Bc,:~ag lieri volo ntmi, incorporato poi q uale Ili hattaglionr nd J " r<.'.!.!:t!irnc·nto Cacci:1tori d ' Afric:1. 1.-r:1 com po~to nel mo.lo seguente: 1 compagni a Jkr., aglìci 1 1"Uluu t: 1ri . pron:n1e11 ti dai reggi me nti 1· , 1f' t: 12' : ..., , compagnia Bersaglieri \'!1 lont ari , pr01cnirnti d:1i rc~g1tnellt l 5 (.'. I ieri \'Cilomari . provrnicnli dai n:gg13,., cnmpagn,a 13n,:i«! b me nti _) . ro" e I t'' : .f compagnia Jknaglit:ri rnk ntari. pro',cnicnti dai f('lT(TI l");"') )

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A riaffc:nnart: il nuslro prc~11µ10 in Africa. il Corpo di. spc:di1.ionc, sbarc.1to a M:1ss;nia nel novem bre del t88ì, aveva preso po~i1io nc sulle altu re di Dogali e di Saati, si~tem:indok a difesa ; m a il

Re: C,ioYanni . pur av<..n~!o raccolto un c~crcito di 80 .000 uo mini, g iunto presso Sa;1li. nun accenò la nostra slìJ:1 e non concesse la ,pcr:11 :i nv1nc11a. 11 Corpo Ji ~ped i;.,.ionc riwrnò all o ra in patria. lasciando m i\ f riea alc1111i repa rti Bersaglieri, fra cui il battaglione d i volontari e 1110 111 uffìci:tli. destina ti al rnmando dei reparti indigeni che si sta,. ,nn u ,qi111cndo.


Nel 1889 il generale Baldissera, allora comandant e k 110strt·

:ruppe in Africa, occupò improvvisamente, come abbiamo gi?, ricor .lato nel IV volume di quest'opera, con una co!onn;1 di Ascari ed ti

Il ge11ende di Son Jfci rz,mo.

battaglione Bersaglieri, A ~mara e C hcrcn , costringendo Ras Alul a ad :.,bba.ndonare la regione. Nel 1891, in seguito al nuovo o rd inamento <ldlc truppe in Eri trea, il battaglione volontari Bersaglieri ve nne sciolto e, per qu:11tn,


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anni, nessun reparto organico di Bersaglieri prestò serv1z10 nella colonia , per quanto non pochi ufficiali del Corpo e numerosi Bersa~lini facessero parte dei reparti Cacciatori d'Africa e fossero al corn;111do delle Unità Indigeni, distinguendosi per il loro valore, come, ad esempio, nel 1890, il capitano Gustavo Fara e he, alla testa dei suoi 250 . Ascari, sorprese i Dervisci presso . } .·.; Agordat; il capitano Stefano Hidal.go che, con gli Ascari della sua com pag nia, sbaragliò, nel 1892, i Dervisci a Serobeiti; il colonnello Arimondi cd il tenente colonnello Cortese, entrambi provenienti dai Bersaglieri, i (1uaJ i, col presidio di Agordat composi:o di ::-500 Ascari, sconfìs<cro, ne! 1893, circ 1 ro.ooo Dervisci. Per qut:sta ~cconJa battaglia di Agordat il colonnello Arirnondi ,·enne promosso generale di brigata per merito di guerra, 1! tenente colonnd lo Cortese venne nominato ufficiale ddl'Ordine Militare di Savoia, 8 ufficiali provenienti dai Bersaglieri ebbero co~fcrita la me<laglia d\irgento a! \alore. ···

·~

Mentn: si combattevano le baaaglie pit1 mpra ricordate, i Tigrini, capitanati Ja Ras Manga~cià (figlio del ~ Re Giovanni), avevano preparatq l'i nvasione della nostra colonia dalla parte meridionale e, per riuscire nello /ia ;,1glit?ri in Eritrc,1. scopo, avevano preso segreti accorài .-; 1;1 g li abitanti di Saganeiti, i quali avrebbero dovuto annientare b rn i~trn za che il presidio di H~laì poteva opporre all'avanzata di I{;,, M:111gasci;1. L'a udace disegno fallì mi serarnrnte e, nei fatti d 'armc di Coati t v d1 Scn:,f~. si di stin ~cro in modo particolare il maggiore Hidalgo, il· ti :• r

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capitano Marcello Prcstinari, i 14 ufficiali ed i 2 sottu f fìci:d I prnvl' nienti dai Bersaglieri, che meritarono ricompen~c al va lor rn ilit :1n:. Le sconfitte riportate da Ras Mangascià a Coatit cd :t Scn:ift i1 1 dussero il Negus Menelik (succeduto sul trono di Etiopia :1 R<.: Cio van ni) a preparare un esercito di 200.000 uomini contro le nostrr

N.a.< Mangascià.

truppe della Colonia; truppe che, <lata la grave mrnacoa , venn ero considerevolmente aumentate. Fra gli altri reparti sbarcarono in E ritrea 7 battaglioni Bersag lieri, costituiti con clementi tratti da tutti i reggimenti. Tali battaglioni formarono 2 reggimenti: 1" reggimento (colonnello Stevani): --- I battaglione (maggio re De Stefano); II battaglione (tenente colonnello Compiano) ; UI battaglione (maggiore Siotto Pintor) ; IV battaglione (magi.;iorc Lavallca) ;


:2

reggim e nto (colonnello Paganini): V battag lio ne (magg iore Simonetti): - VI battaglione (maggiore Pullè); - VII battaglione ( maggiore Testo rì). -

Molti ufficiali volontari dei Bersaglieri, esuberanti per i Quadri dei 7 battag lioni , pass;1rono ai n :parti di .Fanteria di linea. In com pksso, nel 1895 - 1896, i lk rsaglieri inviarono in Eritrea 169 ufficiali e -f.,7 1 uomini di truppa. Nel combattimento so~tenuto dal JV battag lione Indigeni ad Am ba Alagi si di stinsero i seguenti ufficiali, che facevano parte <lei ()uadri del battaglio ne e che proveni va no dai Bersaglieri: - il tene nte Sansoni Pietro del 6'' r eggimento Bersaglieri , partito vo lo nt;irio per l'Africa. La m otivazione della medaglia d 'argento al \·a lo r militare con ferita alla sua m em oria dice : <' Alla testa d el suo reparto, col sacrifici.o eroico della sua vita, tenne te~ta per hen sci or e ag li attacc hi dell'intero Corpo d"o perazione scioano >•; il tenente 13odiero Aks~and ru. a iutante magg iore del batt;1g lio nc. la cui medaglia d 'argento al v:ilorc \ Cnnr così motiyata: · Quale ai uta nLC maggiore del battaglione. fu co t:rn tem ent c al lìa nro del m agg iore Tmell 1 111 tutto 11 comhattìmcnto; rccù sempre o rdini ai reparti , attraversando con calma e con sereno cora ggio i! terre no battuto e-lai fuoco nemico e, d urante la ritir:ita, r im ase sempre acc;1mo al com andante, {inchè queMo fu colpito mo rt almente».

Il combattimento di Mai Maret. TI 25 iebhraio 1896 av\'e nnc il com batti m en to Ji M aj M aret . nel qu ale il colonnello Stevani, col I e col II battaglio ne Bersaglieri e ·2 rn1npagnie di Ascari com.indate dal capitano d dl' n ° Rersag lieri Vittor io Vr nkJlj, riportò un:i decisa \'ittoria cont ro i ribel li. I lk rsaglicr i. c he a Mai Marc:t si trovarono per la prima rnl ta d i fronte ag li Abissini , combattero no con multo ,·alore e - com e ricllrda il Di Aichcl burg (1) <· fu tale l'i mpressione da essi prodott.1 1•l· 1 la ~aldezza al fuoco. la velocità nelle m arce. l'arditezza in ogni pnicolo d1c, per il pennacc hio che i Bersaglieri portavano sull'el11 H·tto, g li Ascari li c hiam arono Am1ri-galli11,t ,,.

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73

A Mai Marct vennero feriti 1 ufficiale e .12 uomini di truppa e lasciarono la vita sul campo 5 Bersaglieri; ma, a premiare il valore dei companenti i battaglioni, vennero conferite 20 medaglie d':,rgcnto (di cui 4 ad ufficiali) e 12 medaglie di bronzo (di cui 5 ad uf(i_ ciali) al valor militare.

Bersaglieri ad Adua. marzo 1896 parteciparono alla battaglia di Aclua il I cd il II battaglione Bersaglieri. Se, in tutti i combattimenti che si svolsero sulle ambe africane con esito più o meno incerto, i Bersaglieri - scrisse il Tradigo (1) -· furono sempre degni del.la fama acquistata, nella battaglia del 1" marzo 18~, essi aumentarono la loro gloria e rispasero ancora più clegnamente alle loro tradizioni. < Su quei greppi fatali i Fanti dal lucido pennacchio, soverchiati da masse preponderanti, caddero eroicamente. Sugli irti pinnacoli del monte Raio, 2 compagnie del II battaglione Bersaglieri, condotte dal prode tenente colonnello Compiano, tentarono di opporsi all·aggiramento sulla destra del monte da parte degli Scioani. Fame, sete, spossatezza e ferite più non contarono cd i bravi soldati, animati dall'esempio e dalla voce degli ufficiali che, consci della loro sorte, correvano al sacrificio in testa ai loro reparti , si lanciarono sulle orde forsennate del Negus, risoluti almeno a vender cara la vita. Perirono quasi tutti; ma da quel! 'eroica falange, in cui era insito il sentimento della Patria congiunto a quello del1'onor militare, venne ancora confermato il valore italiano. " Rimasti con una quarantina di superstiti, il tenente colonnello Compiano ed il capitano Fabbroni, roteando la sciabola come guerrieri antichi, cercavano di aprirsi un varco in mezzo alla ressa dei nemici; ma circondati dalle orde scioane, caddero entrambi sotto i loro colpi, mentre l'intero battaglione, preso sul fianco da una grande massa di nemici, dovette soccombere ll . H Non è passibile dire in poche righe --- scriveva il. capitano Schiarinì (2) - quale sia stata la loro azione. Avviati tardi pei dirupi asprissimi del Raio, quando già l'onda scioana, inseguendo la bri-

Il

1

( 1) TRADIGO:

« I Bersaglieri cd i loro atti di valore da GoilO ad Ad11;1 ».

(2) Cfr. Numero unico in occasione del LXX anniversario della fo nd:izionc del Corpo dei Bersaglieri.


I

7..J

1-!at:, indigeni, dilagava lìn sotto le alture e si addensava negli angoli morti, essi giunsero solo a prezzo di grandissimi sfor,,i a guadagnare l:1 cresta, ormai in parte dominata. « Sul Raio il .I batt;1glionc e sulla prima sommità di Mariam Coml>ur una pane dd II si trovarono ad iniziare l'ineg uale combat1irm:nto in condizioni, pit1 che sfavorevoli, disperate. Per qualche 1cmp:), a malgrado delle perdite, continu:ùono con sangue freddo 1111 f uorn nu1rito , micidiale. Ma, dopo la ritirata del Ili battaglione Ascari, battuti di fronte. fulminati di fìanco, dall'alto, senza appoggio nè speranza di rinforzi, furono costretti :1 cedere. Sull 'amba orrenda caddero i capitani Regazzi e Scalcttaris, i tenenti Sironi, Perle, Corsini . Pastore, della Chiesa, Bcrtonc del [ battaglione; il tenente colonnello Compiano, i capitani Fabbroni e Fiori, i tenenti Cimbcrk . Nastro, Sansone del I[ battaglione. ,, Chi potrà ridire gli episodi di quella tragica ora? Fra i pochi noti, quanti atti degni di essere tramandati alla storia sono rimasti p::r sempre ignorati ! Accan to al generoso olocausto <lei 40 Bcrsa~l ieri del tenente Sansone, annientati quasi tutti sulla vetta di Ma;·iam Comhur, cd :rlla fiera rnorte del tenente LOlo nnel lo Compiano che, frrito, con le gimm.:liia e la mano sini~tra 1x>g~iatc sul suolo, si difese leoni namente a colpi di sciabola, di quanti al tri eroismi non ~i t' potuto scrh:rre il ricordo ! « I 115 Benaglic ri di scorta alle salmerie, unitamente ad altri 1700 uomini ci rca, b più parte indigeni <: non tutti armati, opposero una tenace, ma purtroppo vana resistenza al colle di Zalà e questo l'u l'ultimo atto della triste giornata del 1° marzo. ,, Non ostante i rovesci subìti, i Fanti piumati del La Marmora comcrvarono nei decimati reparti la tradizionale fermezza cd i loro cuori furono, nei più tremendi ista nti della disfatta, tenuti in alto· dallo ~trcnuo contegno dei loro Capi. Il colonnello Stevani, il tenente colonnello Compiano, i m;1ggiori Dc Amicis, Baudoin e Valli tut1i, all' infuori di Stevani, morirono sul campo. Il maggiore Gamerra, il colonnello Nava ed il maggiore Dc Stefano ben meritarono dalla Pat ria. in quella battaglia. r~~morabilc per il sangue italiano inutilmente versato >'. li maggiore Pullè, alla testa dd VI battaglione, stette tutto il g iorn n sotto le armi e così pure il VII battaglione, agli ordini {Id 111:1~{'"\ ° ,,ion.' T estori del r'' rc(rnimcnto Bcrsa<rlicri. t,::, Sul campo <li Adua caddero 43 ufficiali dei Bersaglieri e 3 med :1gl il' d "oro al \·alor milit:ire vennero conferite alla memoria di tre ~


I lier,-,1g!iai ad .,/d11a



177 ufficiali provenienti dai Bersaglieri: generale Arimondi . mngg111 rt· Baudoin e maggiore Prato.

Gimtppc: ,-Jrimondi.

Le medaglie d'oro ebbero le seguenti motivazioni: Per il generale Giuseppe Arimondi: « Dopo aver combattuto valorosamente con la sua brigata, quando questa venne 5opré1ffatta, non volle ritirarsi; ma, con gruppi del IX battaglione e di altri Corpi ,


con tinuò a combattere strcnuamc.: ntc rnl monte Raio, f-ill(.:hè vi fu llCClSO >• .

Per il m;iggio rc Gimeppc Baudoin : <' Imperterrito, sull e falde d el monte Raio comandò il IX battaglione d 'Africa, mantenendoln sa ldo al fuoco contro forze enormeme nte su periori, fìnchè fu <l ist rutto. In for m a to che le altre truppe si ritirava no, rispose: Non importa, noi dobbiamo star qui! e vi rim ase finchè una p alla nemica lo UCCISC

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Pe r il maggiore Leopoldo Prato: (• Ferito leggermente tre volte da arma d a fuoco, non lasciò mai il comando del battaglione, che spinse più volte vigorosa mente all'assalto. Eseguì con raro coraggio cd energia l'ultima resistenza della brigata. Morto sul campo >J.

Le operazioni contro i Dervisci. Dopo quella tristissima giornata, i D ervisci ci credevano èsausl i k precede nti sconfitte, circondando il forte d i Cassala, presidiato da un battag lione Indigeni, al comando del maggiore dei Bersaglieri Stefano Hidalgo. ll presidio n:sistetle per oltrt un mese ai ripetuti attacchi del n emi co, fino a quando una colo nna di Ascari. guidata dal colonnello Stevani, gi un se rn suo ~o::co rso. Ma la campagna non c:ra ancora conclusa. Il 4 marzo 1896 il tenente generale Baldi ssera aveva r ip reso il go\·erno dell'E ritrea e con esso il comando delle truppe d "Africa, cd il g io rno 12 era ali' Asmara. li 20 l'infaticabile colonnello Stevani fu mandato di scorta ad una carovana diretta a Cassab, appena allora attaccata dai Dervisci, nin 2 battaglioni Indigeni. Vi giu nse il 2 apri le e ne u scì imm edia tamente per attaccare i nemici al m onte M ocràm, dove com e abbiamo già det:o, li sco nfisse. 11 giorno appresso attaccò di nuovo nei loro trinceramenti di Tucruf i Dervisci e si n.:sc padrone delle loro posizioni. In qu este giornate combatterono molti ufficiai i dei Bcrsagl ieri, :,i quali vennero co n ferire com plessivamen te n m cdag-l ic d"argento e 4 mcdaglje d i bronzo. li colonnello Stev:ini ottenne la commenda d ell'Ordine Militare di Savoia. li g iorno r6 lo Steva ni era di ritorno al campo principale col 11 1.1gt:io rc..: Hidalgo, alla cui rara esperienza delle cose d'A frica cd alla e tentarono di vendicare


pertinace difesa di Cassala, il colonnello doveva 111 g ran par t<.: ~un, brillanti successi. Il 1" maggio la nuova spedizione, condotta Jal generai<.: lbld,~ ~era, si mise in movimento. I 6 battaolioni Rersatrlieri che vi 11r<.: M;ro !:, b parte erano così divisi : il II, il IV ed il V formavano il 1" regg i mento Bersaglieri d 'Africa, comandato dal colorinello Clcric<.: tti : rcg

Bersaglien superstiti di Adua. 2 ~ brigata, agli ordini del maggiore !!Cneralc Barbieri. ~I battaglioni III, VI e VII formavano il 2 '' reggimento Bersaglieri d 'Africa, agli ordini del colonnello Paganini. Anche allo ra, come sempre, a c1uesti reggimenti fu assegnato un posto particolarmente importante. Infatti il colonnello Paganini, con due battaglioni (V I e VII), fu destinato al Mareb, per tener di vise le forze nemiche: mentre il grosso della colonna procedeva verso l'Oculè Cusai. Il colonnello Steva11i , il 2 maggio, attaccò e prese la po~izione di Guna Guna, cd il 6 fu ma ndato nuovamente all'inseguimento di Ra. Sebath, che riuscì a raggiungere. Contemporaneamente il 1" reggi mento Bersag lieri ::trrivò per il primo ad Adil-(1":lt, dove pose il c:111q10 .

gimcnto che faceva parte della


1Ho

La liberazione del forte di Adigrat. AJua venne raggiunta il 30 aprile cd il forte di Adigrat fu libcr;1to il 5 maggio. Il generale Piola Caselli, nell'opera già citata, sc risse. a proposito della battaglia di Adua e della resistenza del forte di Adigràt: ,, I g iovani Bersaglieri d'oggi possono con rn-erente orgoglio salutare questi loro prossimi predecessori dell'ultimo quarto di secolo. non degeneri dai padri delle guerre nazionali. E ricordino che, mentre si combatteva e si moriva ad Adua, non molto lungi, in Adigrat. più ospedale che forte, con circa 2000 uomini, in massima parte rna1;-iti od inahili, non ripiegava il Tricolore italiano, per la spartan;, fierezza di propositi del comandante, che confermava la verità dell' aforisma militare: una fortezza vale quanto vale il suo comandante. Q uesti era un degno figlio di La Marmora, il maggiore Prestinari che. deciso a tutto, telegrafava stoicamente a Roma: « Il Paese non si occupi di noi ,; (1). La liberazione del forte di Adigrat, che costituì uno degli ohhirttivi della seconda parte della campagna, non fruttò alle nostre truppe allori guerreschi. I tigrini di Mangascià, temendo le nostre forze riorganizzate e più ancora il generale Baldissera che le comandava, non tentarono di resistere; nè lo tentò neppure Ras Alula contro la minaccia su Adua della colonna Paganini, composta del VI e del VII battaglione Bersaglieri. di 2 compagnie di Cacciatori e delle ba nde del Seraé. Dopo queste due affermazioni, destinate a tutelare il nostro prl'st igio in Eritrea, le nostre truppe lasciarono a scaglioni la Colonia, I:, cui difesa venne affidata ai battai;lioni indigeni e ad un battaglionc di Cacciatori italiani.

( 1) L:1 h:indicr:i di t\digrnr ed il telcgr;1mma originale scmo oggi prezìo.~i , 1mdi dd Musco dei Bersaglieri. Come i: noto. il Prestinari ,·olle poi parte lipan·. con1c )!Cncralc volontario. alla prim~1 guar;1 mondiale. nelb quak , :uldc d ;1 <: roc


Il.

I BERSAGLIERI IN LIBIA LE OPERAZIONI NELL'OASI TRIPOLINA Il ritorno della salma di Alessandro La Marmora e la celebrazione, nel giugno del 19n, del LXXV anniversario 4ella istituzione dei Bersaglieri - celebrazione, in occasione della quale il Corpo ebbe, in tutta l'Italia, le più lusinghiere manifestazioni di ammirazione e di affetto - furono, per i nostri Bersaglieri, la più efficace preparazione alle nuove gesta, che dovevano iniziarsi nello stesso anno. Nd IV volume di quest'opera abbiamo già. ricordato le cause della guerra italo - turca del 1911 - 12 per la conquista della Libia ; conquista che ci veniva suggerita dall'antico esempio di Roma, dalle condizioni politiche dell'Europa di allora e, soprattutto, dal nostro bisogno di una colonia di popolamento, sulla « quarta sponda », in facili e continui rapporti con la madrepatria. Per quanto riguarda i nostri Bersaglieri, fecero parte del primo Corpo di spedizione i reggimenti II ed 8°: il primo, che sbarcò a Tripoli, con le altre truppe, il 5 ottobre; il ~econdo che sbarcò poi ad Homs il giorno :!T dello stesso mese. Noi abbiamo già ricordato com e le nostre prime operazioni militari in Libia tcndes- / Bersaglieri w Libit1 . sero ali 'occupazione dei centri costieri più importanti sotto l'aspetto politico e militare: Tripoli, Tobruk (5 ottobre), Dcrna (17 ottobre), Homs (21 ottobre), Bengasi (19 novembre). per procedere quindi, come da altrettante teste di sbarco, verso l'interno. 0


' '".! L.·, i'' reggi m ento Bersaglieri , al comando del colonnello Gu~tavo Fara. alla parten za p'.::r la Libia era stato rinforzato, per rag••i un baerc boli effettivi di o2ucrra, con uomini provenienti dai reggi ::--... menti 2", 1", s", 6 e: 10';. Esso era così. compo~,o: XV batt:igliunc (maggiore Giuseppt: Paoiini); XXVII battagl ione (maggiore Giuseppe Barbiani); XXXIII batta~lionc (tenente cnlonndlo Gianni Metello). 9

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La balleria Sulr,1111<1 dopo 1/ hombartiamcnto delle n o;tre n ,1ui.

Sb;1rcato a T ripoli rnl primo ~caglione ddlt: nostre truppe e sostituiti i m~1rinai, il reggimento ebbe affidato. della nostra linea intorno a Tripoli. il tratto Sciara Sciat - Hcnni - fortìno di Mesri e. com e è noto, n'.nne fortemente i111peg 11ato nella giornata del 23 ottobre dall 'offensiva d ei Turchi e dalla rirnlta degli Arabi. rivolta che 11npcdì al nostro Comando d 'i nviare al reggimento tempestivi rin-

forzi.

Sciara Sciat. Il fotto d'armc che prese il nome di Sciara Sciat si svolse ac:.:aper o ltre otto o re e sulla linea di difesa intorno alla città vcnm: " '~tcnu,o co n eroica fer mezza dai Bersaglieri ddl' 11" reggimento. 11110

t

I Tu rchi procurarono di portate a compimento il loro piano, ht n :1 q11dio di attaccare dimostrativamente le nosi rc trincee da


Bu Mcl iana alla batteria Sultania e di esc:rcitarc lo ~rorzo pri 11l·i p.ilr corrispondenza del tratto del fronte Mc:sri - Sciara Sc.: ia t. Infatti , il mattino del 23 ottobre, gli Arabo -Turchi :111 :ircir,11111 k nostre trincee d i Bu Mcliana e la batteria Sul ta nia: ma i 11ml I i Fa nti, per nulla sorpresi, li respinsero e li dispersero, infli ;.:grndo lo ro gravi perdite, con un intenso fuoco di fucili e di m itragli :11rit i e col tiro delle artiglierie. Assai più vio lento fu l'attacco principale a Sciara Sciar, ad Hrnni cd a Mcsri. I Turchi, protetti dai muricciuoli dei giardini spar si ncll 'o;i5i, aprirono un intenso fuoco ; ma non riuscirono ad avere i l so pravven to, poichè i Bersagli eri, bene appostati nelle trincee, rintuzzarono cffìca cem entc il fuoco dell'avve rsario ed obbligarono q_ues:o alla ritira ta. Tutto lasciava wppo rre che la battaglia fosse fini ta, l}Uando, ad un tratto, dal rovescio di tu tte le trincee, partirono le fucilate dc: i ribelli. In principio l' agguato provocò la sor i,rcsa e la situazio ne apparve gravissima. Guai se per un solo istante gli animi avessero va cillato ~ I Bersaglieri, contro i <-1uali n uova mente m osse ro ;ill'attacco i Turchi, minacciati da og ni parte, centuplicarono il lo ro ardi men to e la !oro a udacia; con m era vigliosa prontezza intui ro no l'agguato e: la g rav ità estrema della situazione e no n ripiegarono, non ostante cht· il nem ico fosse riuscito a sfond are la lo ro linea di difesa \t:r~o Sciara Sc iat. 11 colo nnclìo Fara e g li ufficiali tutti 5i ge ttarono nella mischia ineguale, incoraggiando ì Bersaglieri anche con l'eflìcacia d ell'i:-scmpio . Molti u fficiali e moltissimi Bersaglieri caddero: ma, do po circa o tto ore di accanitissima lotta. la rivolta fu sedata cd i Turco - Arabi, battuti e decimati , dovettero abbando nare l'oasi . La hattaglia di Sciara Sciat sorprese tutti e l'eroismo dei Bcr sadivenne leggendario . alicri dell'n '' r eg.Hrimento b b ~ 11 gc ner:il e Cancv;1, rn mand:mtc supremo del Corpo di opn;izinne, nel suo rapporto al Ministero della G uerra scrisse: « •.. qucsla 1iornata fu vcramc:nte onorevole p er le nostre tru ppc e spec ie per l'11~ Bersaglieri, t:hc seppe difendersi Jall 'attacco ;1cccrch ia ntc co n mirabile resistenz a e con invitto spirito aggressivo ,) . Il generale Cancva emanò poi il seguen te ordine del g io rno : " Nella g io rnata del 23 ottobre l'n'' reggimen to Ik rsag licri, i111p..:g11ato nelle trincee dell 'oasi orientale di Tri poli, è stato prod itori;i m ente assalito a tergo dagli abi ta nti indigeni , che :1ppariv;1no <' cl1J vcva nn ri tenersi sottomessi al nostro Governo. 111


Le tnllc'ff di 1-Ju ;\frlia11,1.

.

Nella contingenza, difficilissima pc:r la subitaneità im1~rcvcdihilc ddl'altaccu, per l'insidiosità dd terreno. per il frazionamento inevi tabile clell'azione, gli ufficiali ed i Bersaglieri d ell'n" reggim ento ~cp pero affrontare vigorosamente gli eventi. E, non ostante le notevoli perdite che loro vennero dal tradimento, seppero con l11nga lotta abbattere e giustizia re sul posto od arrestare i traditori, spazzandoli dal loro tergo e rioccupando la loro linea di difesa. ,. .Io segnalo al plauso dclrintero Corpo di operazione la brillan le (011dotta degli ufficiali e dei Bersaglieri detr1 1" rcggime~to. la lo ro bravura, l:1 loro invitta virtù militare. « I Bersaglieri dell' 1 !'' reggimento chiesero cd ottennero di ri1n.11H.:rc. malgrado k molte perdite subìte, al loro posto d'ono re )> . 0 Sua Maestà Vittorio E.manua!c HI concesse all'II reggimento hns:-iglieri la medaglia d'oro al valor militare per essersi particolarmente distinto, per prove di mirabile valore e di esemplare fcrmez·1.•1. nd fatto d' anrn.: del :.?3 ottobre 1911 , davanti a Tripoli. !."agg uato cd il tradimento degli Arabi indussero il generale ( ::1 111.: \·;1 :1d una repressione immediata e ~enza pict:t. <·


Si frugò nclk case, in tutte le capanne, in tutt i I nascondig li : dove si trovarono armi fu appiccato il fuoco; i possessori di :trini n l i sobillatori furono fucilati.

Henni. All'alba del 26 le avanguardie di alcune colonne nemiche (gi:1 avvistate il giorno precedente da un ufficiale aviatore) attaccarono k nostre trincee, con un intenso fuoco di fucileria ed, avanzando rnin:1cciose, sfondarono la linea di difesa dell'84° .Fanteria a Sciara Zauia e tentarono l'accerchiamento dei Bersaglieri a Sciara Sciat. La nostra Artiglieria sottopose i nemici ai suoi efficaci tiri; i soldati dell'84° ripresero le trincee, circondarono gli Arabi e strapparono loro la bandiera verde del Profeta; quelli del 40° e dell'82° reggimento rnntrattaccarono alla baionetta; mentre i Bersaglieri sventarono ogni tentativo nemico ccl attesero gli Arabi, uccidendoli sotto le trincee. Dopo quasi cinque ore di battaglia gli Arabo - Turchi tentarono 1111 nuovo, disperato altacco: ma i soldati d'Italia, usciti dalle trincee. c...,...;.,. .:c-

,,. !

L'oa;i di T ripoli.


1H6

li co ntrattaccarono alla baionetta e li misero

10

fuga, inseguendoli

vigo rm amcnte ed a lungo. i\ questa battaglia presero parte circa 12.000 Arabo - Turchi e lk duini: di essi, i morti furono quasi 2000 ed altrettanti i prigionieri. Le nostre perdite, br:nc hè molto in feriori, furono gravi: ufficiali morti 8, feriti 10; uo mini di truppa: morti 97 e feriti 75 per la Fanteria di linea. L' 1 , .. reggimento Bersaglieri perdette nella g io r nata 23 ufficiali e 482 uomini di truppa, fra morti e feri ti . Il 16 nO\·emb rc , i n un nuovo attacco co ntro 1'11'' Bersaglieri ;1 Sidi Mcsri ed a Feschlum, i nemici ve nnero ancora una vofta

h.1 :tuti.

I! 23 n1>vembrc, u n mese dopo la li:maglia di Sci;1ra Sciar, il culo nnclo Fara voile commcmuran.: i c;1<luti. Il sacerdote, dopo la messa, disse ai Bersaglieri parole di perdono e di pace ; il colonnello parlò così: ,, Io, come soldato, dirè> la parola dd dovere e so che, come b ~cn to io, la sentite tutti mi. miei Bersaglieri; il comune d overe è 11udlo di \'endicarc i nm tri cadmi ! ~ia concesso , co n l"aiuto dei nostri valoro~i compagni , di vendicare i nostri morti; · questo chiedono i miei Bersa~li-:ri curne una ~razia ! Soltanto alk,;:1 avruno compi uto intero il . «

C;j

:1\·:1nzarc

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nostro do\'ere ! "·

,

F. quel dovere fu mcravi~!imamentc compiuto.

[1 26 novembre il generale C:mcva ordinò l'avanzata per riprendere le posizioni abbandonate il 26 ottobre. Gli obbiettivi d'attacco ua no Sciara Sciat , H enni ed il fortino D. · I Turco -Arabi ~i erano concentrati ad Am Russ e ad H enni: la lo ro Art ig lieria era postata alle fornaci. Una brigata di -Fanteria (reggimcmi 2_ : f e 52"), preceduta dal luoco ddl'Artiglieri:1 , avanzò verso il proprio obbiettivo, il forte D: i lk rsaglicri dell'1 I'' reggimento attesero c he la brigata fosse arrivata .d ia loro :iltczza e, quando vi giunse, si diressero, con meraviglioso i111 pctn. ad Hcnni; distrassero il nemico da Mesrì, ne sopportarono i! luoco e, dopo arditi sbalzi e brevi soste, si lanciarono sulle ;1ntichc 111 11ccc cd. a colpi di baionetta, le riconquistarono. La b:11tag lia, molto accanita , dure\ quasi rn o re. Gli Arabn T urd1i nl ì Bedui ni \' Ì perdettero (Jt1as 1 3~00 u~m ini e 10 ca nnoni:


noi avemmo le seguenti perdite: morti .:9, di cui 3 llffìl'. i:ili : rn it i di cui 3 ufficiali. Occupate le antiche trincee, si intensificarono i lavori ()(;corrcn 1, a rinforzarle e si fecero subito alcune ricognizioni, durant i: k qu:di si trovarono le salme dei Bersaglieri caduti nel combat timrnto d i Sciara Sciat, tutte orrendamente mutilate. Un giornalista scriveva in proposito: « I Bersaglieri caduti il 23 ottobre non morirono soltanto da eroi; ma anche da martiri. Non trovo parole sufficienti per esprimere l'orrore che ho provato, quando, in un cimitero abbandona, to, scoprimmo questi infelici avanzi. Nel villaggio di Henni e nel cimitero aràbo era stato operato un vero macello; degli ottanta infelici, i cui cadaveri si trovavanc.> lì, è certo che almeno la metà erano caduti vivi nelle mani degli Arabi e che L'oasi presso Sciara Sciat. tutti erano stati _portati in questo luogo, cintato da mura, dove g li Arabi erano al riparo dal piombo italiano. « Allora è avvenuta la più terribile ed ignobile carneficina, che si possa immaginare! Si sono loro tagliati i piedi, strappate le mani; pai sono stati crocifissi. Un Bersa~liere ha la bocca squarciata fino alle orecchie, un altro ha il naso segato in piccoli tratti, un terzo, infine, ha le palpebre cucite con spago da sacco! « Jn nna casa fumno trovati due cadaveri di Bersaglieri, rni avevano strappato gli occhi e questi erano infissi, con dei chiodi, al muro! << Quando si pensi che, due ore prima di cadere, questi eroi av<.:· vano diviso amichevolmente il rancio con gli Arabi che dovevano torturarli, non si può non provare un indicibile senso di stupor<.: c di orrore!)>. La nostra improvvisa avanzata sorprese gli Arabi, ai qua li gli ufficiali turchi avevano fatto credere che gli Italiani sarebbero ~t:,ti completamente battuti e ricacciati in mare.

96,


188 A proposito dei combattimenti di Sciara Scìat l'Ufficio Storico ,> ricorda quanto segue : << 1 fatti del 23 ottobre 19n a Tripoli, per l\Uanto riguarda l'az i.o nc dell'avversario, costituiscono ancora un 'incognita. Dopo condma la pace, si sono avute notizie monche , affermazioni laconiche, accuse scambievoli fra Arabi cd Arabi; si sono ricordati e coordinati

del Corpo di Stato Maggiore, nell'opera ,, Campagna di Libia

I Hers,,glierì per la .-onquista ddla l..ibia .

indizi e constatnioni: ma non {; st:110 possibile ncavarc da tutto ci(\

. . u na narrazione organica. << L'imprecisione poi dì date e ore, che è propria degli indigeni, lt:1 accresciuto le difficoltà d ella ricostruzione. ,, Tuttavia gli clementi raccolti sono tutti interessanti e taluni hanno un'importanza grandissima; sicchè costiruiscono un utile rnn1rihuto alla storia di quella giornata. Col tempo, quando, fra i nostri ~udditi tripolini, k passioni saranno svanite e soprattutto gli animi ~:, r: 111110 co mpletamente rassicurati dal timore delle' nostre rappresaglie. non ~ar:1 ope ra \'aoa continuare le indagini che adesso destano


I

H<J

ancora sospetti. Ciò sarà utile e necessario, non soltanto pe r qurs to combattimento, che fece rilevare una situazione generale pn:c~istc11 te e fu determinante non ultima di quella che seguì; ma anche per gli altri fatti d'arme ed, in genere, per tutto quanto riguarda la pn.:p~ir:izione e la condotta della resistenza arabo· turca, in modo da poterne trarre ammaestramenti precisi per la nostra azione coloniale futur:1. << Giova dunque esporre tutto quanto è stato finora possibile raccogliere al riguardo di quella tri ste; ma per le nostre armi gloriosa giornata. e< Un europeo intelligente, che_si recò al campo turco durant<.: la g uerra, ci · disse: · ,, Le capitai ne T ahar bey (I) m 'à' avoué que l 'attaque du 23 avait été complétemcnt imprévu de leur coté. « Il est exact que Tahar bey avait préparé la révolte des Tripolitains, mais cctte révolte ne devait avoir licu que le 26, combinéc avcc l'attacque généralc des Turcs. Le 23 il s;agissait simplcmenl d'une reçonnaissance de 250 hommes. Les Arabes n'ont pu etre maintenus et ont ouvert le feu, malgré Ics ordres donnés, mais les indigens dc la palmeraie, enten<lant la fusillade, ont cru quc le sign:11 était donné et ont attaqué à leur tour. << A vant tout attaque générale, en effet, les Turcs font des reçonnaissances et souvent sur des points opposés, afin <le derouter l'attenti.on de l'enncmì. Voici une anecdotè dc la journéc du 24. cc Tahar bey, avec une cinquantc d'hommes, s'était avancé jusquc vers le fort Henni; i I voulait savoir le nombre <l'hommes se trouvant dans ce lieu et le nombre dc pièces d'artillerie. Un offì.cier fut cnvoyé à cette intention en parlamentaire. Il fu reçu à H cnni et rcn<lit cornpte dc son exstraordinairc mission: la reddition dans 24 beures des troupes de Henni. On envoya promener le parlamentaire, bien entendu, mais celui-ci avait pu lire sur Ics vetcments des Bersaglieri le chiffre 11°. D 'où les Turcs conclurent que !es Italicns n'avaient point rcçu de nouveaux renforts et quc c'etait toujours h: 1 r" Bersaglier.i qui defandait cctte piace. Deux jours apres, le 26, l'attaque générale était ordonnée >•. Un Capo arabo del Garian ha detto: ,e li fatto avvenne ad ins;1puta dei Turchi e degli Arabi dell'interno (2). Questi lo chiamano ( I)

Addetto al Comando tur(o.

(2) L 'affermazione che gli Arabi dell'interno non ne fossero informati. non esclude che essi abbiano preso parte all'attacco delle nostre li net:; il C :1po intenJe parlare dell'a1.ione nell'oasi, alle spalle delle truppe, dove secondo lu i ha11 no fatto opera proditoria soltanto c1ud li dell a Mcnsda, del Sahd e degli Alau11:1.


I 1)0

u;1 tradimento. l Turchi li rimproverarono ptrchè avevano messo ~ull 'avviso gJ'Italiani, 1m:ntre la loro intenzione era di far credere loro che gli Arabi eransi sottomessi, per poi attaccarli di sorpresa con molte forze ,, . Persone della Mcnscìa hanno assicurato che la rivolta fu opera di Tahar Bey, il quale guidò poi gli Arabi, diçcndo che i Turchi ,arcbbcro cnlrati in citr-à da Gargaresc. [nformazioni raccolte fra gli abitanti del Sahel dicono: più di 8000 Arabi (Sahel , er-R.ghcat, Alauna, Tagiura e Garia n), si trovav:1110 nel Sahel ed. alle prime cannonate. gridando che i Turchi erano entrati in città, andarono ad attaccare le nostre truppe sulla linea forti no Mesri - Sciara Sciat. Nel frattempo una parte degli abitanti <lella Menscìa, e più specia lmente quelli di Sciara Ben Asciur, le pre-sero alle spalle. Dopo alcune ore di combattimento, gli Arabi si ritiraro no a Sugh cl Giumaa, conducendo 120 prigionieri. Alle 15 i prigionieri vennero diretti verso il campo turco: ma, giunti a Giumaa et Turki, vennero uccisi, per opera specialmente degli Alauna, i (}Ual i vollero vendicarsi dclk perdite subìte nell'assalto del mattino. Persone di Zanzur hanno affermato che la maggior parte <li quelli Lhe attaccarono ailc spailc erano proprietari e coloni dei giardini stessi dell'oasi e ~ente nomade del Sahel, degli Alauna e dei Tarhuna (di questi ultimi rammentiamo che molti trovavansi nelld' regione pèr la- raccolta dei datteri); che i proprietari stessi di quei terreni or~:i.nizz:irono la rivolt:1. A Fa~sato sono state raccolte le seguenti notizie. Per il 2~ ottobre fra Nesciat bey, Tahar bey, Alì bey Coobar, Alì bey Tentusr era stato concretato un piano d'attacco per riprendere Tripoli nel seguente modo. Una grossa massa di cav:il ieri di Zavia e di Zam.ur do ve\'a fare una dimostrazione dalla parte di Gargaresc, aprendo un vivo fuoco di fucileria: a Bu Mcli:ina poche forze dovnano trattenere le nostre t ruppe ivi scaglionate; mentre una grossa massa, al rumore della fucileria di Gargarcsc, avrebbe dovuto attaccare da Ila p:1ne di Rebab e di Hcnni. L'attacco non riuscl completamente per un caso. I cavalieri di Zavia e di Z:inzur attacc:irono alle 8, come era rnnvrnuto; ma, siccome la nostra Artiglieria coprì subito i colpi della iucilcri:i nemica, gli Arabi del Sahcl attesero invano il segnale con1Tn u t o e

non attaccarono.

Soltamo molto più tardi, verso le 11 .30. chiarito l'equivoco, si derisero ad attaccare, divisi in tre colonne; una per Sciara ·sòat, una pn l knni. una per Mcsri. Quella del centro, che attaccò Henni,


I <) I

ebbe anche l'aiuto degli abitanti della Menscìa. La colonna d1 Sà 1r;1 Sciat riuscì, girando lungo il mare, a sbucare alle.: spalle dc.:lla com pagnia Bersaglieri, che si trovava in quell'oasi ed a circondarl:1.

Queste informazioni paiono piuttosto un tentativo di ricustru zione di gente che vuole spiegarsi cose sapute in modo vago, anziclic'frutto ci.i testimonianze, sia pure incerte. Nessuno, infatti, ignora cl,c l'attacco nell'oasi orientale cominciò contro la nostra destra, al fortino Mesri, alle 8,30 e non alle 11.30. E' da notare ancora che quella mattina le navi ancorate presso la spiaggia dell'Hamidié non videro orde arabe lungo il mare. La prima radunata delle forze arahe fu fatta ad Aziziah. Secondo notizie avute dal notabile, che coadiuvava l'ufficiale contabile turco incaricato della tenuta dei reg istri delle armi; cd altre fornite da un Capo di Bir Ghnem, fra il 15 ed il 20 ottobre, s'erano già riuniti nell a zona di Tripoli I 1.300 armati delle Mchalle di Zavia, A gelat, Zuara, Bir Ghnem, Usceffàna, Fassato, kfrrn Mizcla, Garian, Tarhuna, Csar Gdara, Misurata. Mancavano, come vedesi., gli armati del Sahcl, che erano rimasti sparsi nell'oasi e nelle vicinanze. Il Capo di Bir Ghnem ha fatto la seguente narrazione. La sera del 20 ottobre quella massa di armati partì per Suani; un gruppo passò per Bir Terrina a ritirarvi i rifornimenti di viveri portati da Zavia. Il 21 cd il 22 ottobre erano tutti a Suani. La sera del 22 furono divisi per essere avviati: una parte verso Gargaresc e l'altra verso l'oasi orientale. Il 23, 2000 pedoni con 500 cavalieri, al comando di Tahar hey, attaccarono all'alba le nostre trincee sud-occidentali , in direzione del fortino C. Vennero fermati a circa 300 metri dal tiro deì nostri e rimasero atterriti, specialmente dal fuoco dei cannoni. Dopo 4 ore circa (r) di fuoco, sì ritirarono verso Suani, (e impressionati dalla potenza degli Italiani·,) . Morirono 3 Arabi, ne rimasero feriti cinque o sci e furono uccisi 5 cavalli. Nel frattempo un distaccamento di 200 cavalieri c 2 00 pedoni arabi, al comando del tenente turco Mohammes effendi Mig hégh, ( r) L'azione da questa parte non durò che un'ora e<l 1111 quarto. (blk 8. 15 alle 9,30. Quella massa ripiegò al coperto nell'oasi di Gargaresc e prohahil mente vi. rimase in attesa del successo nell'oasi orientale.


eseguiva una ricognizione sulla fronte di Bu Meliana; i Turchi non erano presenti e morirono circa 300 Arabi. All 'azione dell'oasi avrebbe dunque preso parte la massa maggiore, nella quale erano anche presenti - a detta di un notabile di Zint~n -- gli armati della stessa Zintan. che si erano uniti a quelli di Mizda, condotti dal noto Scnusso ~cech Ahmed es Sunni.

L'a1t,1cco alla baionetta t!ell'11" Hersaglieri a Sidi e! Me.'l"i.

Le notizie raccolte fra i volontari dei nostri battaglioni libici sono molto confuse ed accennano a particolari insussistenti. Qualcuno, ad esempio, ha detto che gli Arabo - Turchi non riuscirono a slogg iare i Bersaglieri dal cimitero di Rcbab; mentre è notorio che, appunto dietro il muro di quel cimitero, .i superstiti della 4" compag nia (capitano Bruchi) fecero l'estrema resistenza e pochissimi riusci rono :i scampare. Altri hanno parlato di cannoni turchi che sparava no tutto il g iorno nel Sahd cd, invece, di cannoni fino a sera non cc ne furono nemmeno nostri in quel settore. Quei Libici hanno conf mu il combattimento del 23 con ~1ue\lo del 26. Uno solo ha dato notizie meno confuse; egli l1a detto di aver prrso parte all'azione presso il cimitero di Rebab. In quel tratto vi


sarebbero stati 800 Arabi di Tarhuna, di Aziziah, cr-Rgheat, Saiiad. Mancavano i regolari turchi all' inizio del combattimento e gli Arabi non avevano avuto da essi l'ordine di attaccare. L 'in formatore ha aggiunto di sapere con sicurezza (e quasi tutti gli interrogati in ciò concordano) che esisteva un preventivo accordo con g li abitanti dell'oasi. Egli h a raccontato il segue nte episodio : Presso il cimitero di Rebab gli Arabi, con 300 regolari turch i ( ?), accerchiarono un reparto <li Bersaglieri. Con una sola scarica questi uccisero 16 Arabi e 5 Turchi e continuarono a far fuoco finchè ebbero muniz io ni ; finite le <JUali, si difesero con la baionetta. Sopraffatti dal numero e vista orm ai vana ogni altra resistenza, sembra che si siano arresi. Furono subito disarmati e perquisiti. Avendo un Capo arabo domandato percbè non si fosse arreso prima, ad uno, che era meglio vestito degli altri, forse un ufficiale (l'informatore dice che a quei tempi non sapevano ancora distinguere bene gli ufficiali dai soldati), q uesti trasse la rivoltella, che era riuscito a nascondere durante la perquisizione e l'uccise sul colpo. Per terminare l'esposizione Jclle notizie date dagli Arabi, direm o quanto altro si è saputo del m:iss:,rro dei pri'.;i0nicri, oltre il cenno fattone dalle persone del Sahel. A Passato si è detto che g li Arahi , rei di crudeltà cont ro i nostri prigionieri, erano la maggior parte ALrnna e Tarhuna. l prig ionieri erano stati con dotti a Sug h cl Giumaa, essendo i pareri disco rdi. I più volevano ucciderli per vendicare i numerosi morti, pochi era no dell'idea di risparmiarli e di condurli al Comando turco ad Ain Zara ; tra questi i Capi Negcm ed Din ed il fratello di Tarhuna, i quali, anzi, si incamminaro no alla testa della colonna pe r co ndurla al campo. I nostri soldati cammina va no per qua tt ro, attorniati da una massa di Arabi armati e gesticolanti, che ne rccl:imava no la morte. A Gi umaa et Turki alcuni dei più acca niti cominciarono a sparare, dando così il segnale della strage. Tutti i nostri furono uccisi, e con essi anche degli Arabi, dai numerosi colpi sparati all'impazzata. I cadaveri rimasero insepolti e fu per l'intervento di alcuni Capi che vennero poi seppell iti; p arte colmando un pozzo là vicino, gli altri entro due fosse a destra ed a sinistra della strada. Per5one di Tripoli hanno poi aggiunto L!Ucsto episod io. Hagg Khalifa, un notabile del Sahel , che fece sottomissione all'ammiraglio Borea R icci e poi a S. E . il gen erale Caneva, dalla sua casa, fuori delle nostre lim:e, vide arrivare la colonna dei prig ionieri, che ven iva da Sugh el Giumaa ed era diretta verso Ain - Zara e sentì g li Arabi di-


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scut en: ~u lla loro sorte. Alcuni dicevano che bisognava consegnarli ai Turchi; altri invece, l'immensa maggioranza, che dovevano cssac uccisi rnl ro~to. fl Khalifa intervenne, scongiurando che li conducessero al campo turco cd in1:1nto diè loro da bere; ma poi, Yisto eh<.: no n riusc iva a pe r~uaderc l]Uegli energ ume ni, protestò energicamente c he, davanti alla sua casa, non voleva che si compissero misfatti. I prigionieri

furono fatti allora proseguire e vennero trucidati più in là , presso Giumaa et Turki, fra Sugh cl Gium:,a e le Fornaci.

Il generale Fara, che comand;va I' 11 ° Bersaglieri sulla fronte orientale, dal

fortino Me~ri al mare, ebbe narrare : ,, Fin dall'inizio del ~ ~ ·-· combattimento contro· 1\:strema mia ab destra (t Il qu.idrii,.ìo di Fcschtum . compag nia, capita~o s1g. Pergolesi), da una casa situata sul rovescio ddle trincee del XXXII[ battaglione, partirono colpi tir:tti dagli abit:mti della detta casa, persone note ai militari del batta~lione stesso, poicliè nei pressi di quella casa erano parcate le salmerie del battaglione. Il capitano Pergolesi, pur non sapendo darsi r:1gione delle numerose perdite che il fuoco nemico fa ceva subire ai suoi Bersaglieri, per c1uanto fossero abbastanza bene riparati dai trincc:ramcnti , non si accorse che da LJuclla casa partivano colpi di Mauser e di Martini. Parecchi mili1ari della compagnia furono feriti anche in parti del corpo c h e normalmente rimangono riparale dalle tr incee. •< N el la casa I uro no trovati nascosti alcuni indigeni, con parecchi fuc ili e moltissime ca rtucce, l;1 maggior parte d::lle qua!i esplose. 11 rispetto per l'abitazione dell'arabo era stato imposto al nostro ~ol<l at o, il quale, disciplinato cd obbediente, non violò mai, prima di , Iud giorno, i domicili degli Arabi. Così solamente sì spiega com::: I.i pn~sibilc ai male intenzionati abitatori di quella casa (i quali non .1 vn:1 110 avuto che dei favori dai nostri bra~i Rersaglieri)- cli compiere , per pa recc hie ore impunemente, opera <li volgari assassi ni e 11/J ll di regolari combattC'nti. a

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Conversando, subito <lopo i sanguinosi avvcnimrnti ~voli"' nd

le giornate di ottobre 19n, con g li ufficiali e con lkrsag licri, d11

ranle le giornaliere mie visite ai trinceramenti , ricordo pcrfc1t.1111c11tt· che, accennando io al proditorio attacco avuto all e spalle, p:1m < 111 dei miei dipendenti asserivano, con piena e sicura coscienza, d1 :I\ cr riconosciuto, sia fra gli assalitori delJe ambulanze, sia fra g li incligrn1 che ci offesero alle spalle e che furon o poi raggiunti cd ucci si, 1H111 pochi degli individui, che giornalmente venivano a vendere le loro derrate negli accampamenti e ad elemosinare, ricevendone pam: cd avanzi del rancio i,. Il tenente colonnello Barbiani, che comandava la destra dei Bersaglieri (XXVII battaglione), <lal fortino Mesri ad H enni , disse clic le fucilate a tergo non furono tirate da Arabi penetrati dal di fuori e citò i seguenti episodi: a) (!Ualchc fucilata alle sp:ille della 9" compagnia fu sparata, mezz'ora prima circa che l'attacco, iniziatosi contro il fortino Mesri. si estendes~e sul!a fronte occupata da detta compagn ia. Fu ucciso un Bersagliere. Nel gruppo di Arabi che fecero fuoco il comandan te la compagnia rirnnohbe un indigeno proprietario, o colono, di u11 fondo situato a tergo delle trincee; b) un ufficiale inviato col suo plotone contro LJucgli /\rahi riconobbe fra ess i uno, dal quale la sera prccedenll: aveva ricevuto un mcllone, che voleva pagàre: ma l'indigeno non volle accctiarc alcun compenso; e) un Bersagliere della stessa compagnia, di sentinella ad un pozzo situato nei pressi dell'accam pamcnto, fu ucciso dagli indigeni proprietari del pozzo stesso; d) il plotone di estrema sinistra della 9" compagnia, sentendo colpi a tergo, mandò un caporale ad osservare e questi riferì che gli uomini lasciati a guardia dell'accampamento si difendevano da un numcro50 gruppo di Arabi. Alcuni poi sparavano da una casa sita immediatamente dietro la fila delle tende. Aggiunse poi: fin dalle prime ore del mattino del 23 fu notata l'assenza dei soliti \'Cnditori ambulanti e la sospensione dd consueto passaggio attraverso gli avamposti. Fu pure osservato che, sin dall'alba, a differenza <lei giorni an tecedenti, nessuno degli indigeni poveri, ricoverati ndla Scuola di ;;gricoltura, si fece vedere· fuori all'ingirc. Nella casa, presso la quale trovavasi il carreggio e le salm n ll' del XXXrII battaglione, furono rinvenute il giorno appresso :>11.orn1


cartucce Mauscr, in una ventina di casse, oltre le numerose armi eia guerra, nuove e vecchie, trovate nelle perquisizioni eseguite nell'oasi, a tergo della linea clelle truppe, 11ei giorni successivi. Il tenente colonnello Paolini, comandante del XV battaglione Bersaglieri, ri serva ddl' n '' reggimento ad Henni, narrò che, prima dell'attacco, ~ulla fronte delle trincee udì ripetuti colpi alle spalle, nei pressi dd campo della riserva e precisamente dm-e erano accampate

Tripoli: fo mo;d1e,1 dei Cirram,111/i da 11oi ricostruita.

le due ambulanze della Croce Rossa (Ancona e Milano). Una cìntp1antina di Arabi :l\·eva fatto irruzio ne in guesto accampamento, ma furono rìc.1cciatì a nord della carovaniera Feschlum - Henni da

un plotone della r' ~:ompagnia. Vi fu subito mandato un secondo plotone della 1• compagnia e vi si recò pure il Paolini. Ritornando ad Hcnni dopo respinti quei tiratori, egli fu fatto segno ad un colpo , parato da un muricciolo e vide fuggire un Arabo, che riconobbe per il proprietario del fondo in cui era attendato il suo battaglione 1; che il giorno precedente aveva pattuito il compenso giornaliero di =; lire per la provvista dell 'acqua necessaria alla lavatura personale e della biancheria della tru ppa.


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Poco dopa il Paolini mandò un altro plotone della 1" tomp:1 gnia al cimitero di Henni, sito al tergo delle nostre trin cci:, pc.:rd,è· un altro gruppo di Arabi proveniente dall'oasi retrostante ccr,:iv,1 di occuparlo.

Sulla battaglia di Sciara Sciat e sulla morte del capitano Bruchi il generale Rodolfo Corselli, allora capitano in Libia, scrisse quanto segue (r): t< Cadevano, poveri giovani; ma non abbandonavano le loro trincee. Cadde prima il tènente Fanelli, gravemente ferito; cadde poi il tenente Bertasso, le cui ultime parole furono per lasciare tutte le sue sostanze, seimila lire, alla sua compagnia. E Bruchi, jl capitano, hello, grande, aitante della persona, ritto in piedi come se fosse in piazza d'armi, seguitava ad incitare alla resistenza. E così fece fin chè fu colpito per la prima volta. E pur tuttavia restò in piedi lo stesso. Ma la morte si avventa, si accanisce sempre più contro (Juclla povera compagnia. Cadono Turchi, cadono Ar:ibi, a torme, :i tn1JC chi; ma si assottigliano sempre più le file dei Bersaglieri. Resta, ad un momento, un pugno di uomini , una ventina in tutto; tutto il resto non è che un'ecatombe orribile di feriti e di morti. Signor capitano - gli ruce un Ik rsaglicre - siamo tutti feriti, non abbiamo più cartucce. Arrendiamoci. Arrenderci, noi? - risponde Bruchi sdegnoso. -- La 4' compagnia non si arrende mai. Bersaglieri, i11nastatc le baionette; m orremo tutti qui. E morirono c1uasi tutti, difatti, e morì anche lui e non si seppe bene come. Qualcuno disse che riservò a sè l'ultimo colpo della sua rivoltella, per non cader vivo nelJe mani di quegli assassini; (}ualche altro invece asserì che lo vi<le fulminato al petto e sepolto e scomparso sotto una valanga di Arabi. Certo è che nemmeno il suo cadavere fu ritrovato: l'unica memoria rimasta di t1uesto prode fu il suo berrei to lacero, pesto e bruciacchiato, ritrovato dopo un mest'. « Ma, se orribile fu la battaglia, che dovrei dire della carneficina che ne susseguì? Quel gregge lacero e miserabile di iene camuffate da uomini non perdonò a nulla, non rispettò nulla, si accanì contro i feriti ed j prigioni cri, facendone orribile scempio: li torturò, sguarcò, cavò loro gli occhi , li lardellò di ferite, li seppellì vivi, li crocifisse. ( 1)

C:ip. Ronm.rn

COR5 F.LLI :

" L1 guerra tripolina ...


« Questa fu Sciara Sciat, il cui ricordo ci farà sempre fremere di dolore e Ji sdegno, e che deve insegnare al soldato che per nessuna ragione deve arrendersi, perchè una morte onorata è preferibile aJla vergog na, all ' ignominia ed ai pericoli della prigionia ... » .


lii.

L' 11 ° REGGIMENTO BERSAGLIERI DA AIN-ZARA A ZANZUR Nel volume 1V di quest'opera abbiamo già ricordato lo svolgimento del combattimento di Ain - Zara. Procureremo di m ettere llui ìn rilievo la partecipazione al combattimento dei battaglioni dell'11 " reggimento Bersaglieri. Questo reggimento, che già :;i era raccolto insieme ad altre truppe presso Ben Saad, a sud di Tripoii, partecipò con molto valore all 'azione, facendo parte della colonna del generale Lequio ; colonna che: dal generale Pecori G.iraldi era stata distaccata sulla sinistra.

Ain-Zara. La brigata LelJuio era cosutulla dai reparti più sotto indicati, i q uali er:mo incolonnati nell'online seguente: avanguardia: 2 bat.tag li:mi dell'11 ° Bersaglieri, r compagnia zappatori ed I squadra di portaferiti; grosso: il XXXIII battaglione <lell' u Bersaglieri, 2 battaglioni Gran atieri, 1 gruppo di due batterie da montagna, il battaglione Alpini <( Fenestrelle >• m eno 1 compagnia, una mezza sezione di sanità, I sezione per arm i portatili della colonna munizioni ed il parco del!a compag nia za ppatori; retroguardia: 1 compagnia del battaglione << Fenestrelle " · La colonna uscì dalh.: trincee della casa di Giamail bcv alle ore 6,30 Jel giorno 4 dicembre, per incontrare suhito alcune ' pattug lie nemiche, che vennero facilmcmc respinte. Verso le o re 8,30, a 4 chilometri dalle trincee cli partenza, vcnm· incontrata una maggiore resistenza c<l uno dei d ue battaglioni Bersaglieri dell'avanguard ia si spiegava contro il nemico, il <..1ualc, profittando del terreno, conformato tutto a piccole dune di altitud ine uniforme, ripiegò wtto il tiro della nostr~1 Artiglieria e <..1ucllo 1k1 Bersaglieri. 0


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Dur:rnle lo svolgimento della battaglia la Divisione Pecori Giraldi , della qua.le faceva parte, come si è detto, la colonna Leguio, ridotta al silenzio l'Artiglieria turca, iniziò l'e~ecuzione della progettata conversione su Ain - Zara, per cadere sul fianco sinistro e sul tergo del nemico. Que,to movimento aggirante fu una vera sorpresa per i Turco Ar:ihi che. minacciati anche dalla colonna Amari , decisero di ri-:.'rf\ ;;,.,:., . ...

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T ripoli: l'oasi orientale .

p1cg-arc. I Bersaglieri avevano combattuto ,·alorosamen1-c per quasi 10 ore. I Tu rchi si concentrarono allora :,d Aziziah, sulla strada di c~ar C :,ri n (montag ne delle grotte), che essi affermavano inespug nabile, e da dove impedivano alla popolazione di fare atto di sottomi ssione all ' Ital ia e proibivano agli abitanti dell'oasi di Bir Tobraz ogn i eornunic:1zionc con Ain - Zara. Le info rmazioni avute verso la metà del mese di dicembre 1915 l 1,nfcrma vano che il grosso nemico doveva tro varsi fra Aziziah cd


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il Garian e che circa 200 armati trovavansi, con pochi regola ri t11nlii, a Bir Tobraz. Altre informaz ioni segnalavano i nemici r:igg rupp:iti per tribù, in 4 campi, e che gli Arabi di Bir Tobraz avevano sc.:lp1c: strato alcune famiglie del Sahel ed erano stati rinforzati recrnlc mente da altri armati. Ricevute queste informazioni e saputo dall'UfJìcio politico rn iJitare che, in considerazione delle trattative in corso per ric hiamare.: gli abitanti nell 'oasi di Tripoli, sarebbe stato molto opportuno liberare quelle famiglie, la sera del 18 dicembre il Comando ordi nò che l'indomani una colonna agli ordini del colonnello Fara e compoHa di 2 battaglioni Bersaglieri, 1 battaglione Granatieri, 1 squadrone e 1 sezione da montagna, eseguisse una ricognizione su Bir T obraz, partendo da Ain - Zara, in modo da arrivare sul posto sul far del giorno, per tentare di sorprendere ,e;li Arabi. Poichè, per le difficoltà che si sarebbero incontrate m ,m:iando di notte su quel terreno, sarebbe occorso un tempo maggiore delle tre ore che, secondo le indicazioni degl'informatori, erano necessarie per raggiungere Bir Tobraz, fu stabilito che la colonna partisse alk ore 3. Il comandante della Divisionr reputava sufficiente la forza del distaccamento. Riteneva, inoltre, data la distanza presunta e l'esperienza delle altre ricognizioni fatte su Ain - Zara nei g iorni passati. che questa ricognizione sarebbe durata al massimo l'intera giorn ata e che la colonna sarebbe (!ui ndi tornata al campo prima di sera. Per il collegamento col Comando il colonnello Fara poteva ser virsi Jello squadrone, non avendo il comandante della Divi sione ritenuto possibile l 'impiego di m ezzi meccanici di trasmissione. Il telefono non era, infatti, consigliahilc a cagione delia difficoltà e della lentezza dello stendimento della linea n ell'oscuri tà dell a notte; mentre importava che l'operazione venisse svolta sollecitamente. Il tek!!rafo ottico, data la conformazione del terreno, avrebbe rie hicsto Ì'impianto di numerose stazioni, con conseguente lentezza nella trasmissione dei dispacci e con grave rischio per la loro sicurcna.

La ricognizione di Bir Tobraz. Alle ore 2,45 del 19 la colonna ini ziava la marcia nella ~cgurnt c formazione: avanguardia: il Hl battaglione del .:!° Grana i ieri. ie guìto dallo squadrone <( Cavalleggeri di Lodi "; grosso: il :-; \ V 11


li:1t taglione Bersaglieri con la sezione m itragliatrici, la sezione di Artig li eria da montagna ed il XXXIiI battaglion e Bersaglieri; retroguardia: 1 plotone di (1uest\1ltimo battaglione. Cia~cun rcp:uto aveva con Sl'. le proprie salmerie. I di,·crsi scaglioni marrìa va110 quasi a contatto immeòiato; sol.tanto la testa dclL1vang uardia era afquanto di sta nziata . Pioveva e la nottt: aa buia. Si ~t:gui \'a la carovaniera t:hc, partendo da Ain - Z;u,i, rn nt inua verso sud e che, secondo la carta topogralÌca , passa per Bir T obrn; ma presto se ne perdette la traccia , forse per la sabbù tra~pnrtat:1\·i sopra dal vento nei giorni precedenti. Marcia,·ano con la colonna quattro guide arabe fornite dalrUf!icio p::-ili 1iu1-m ilitarc e d ue notabili del Sahel , che avevano le loro famiglie fra 1..1uellc se1..1uestr:ue dagli Abuna. Le g uide d ichi3ramno ~ubito di non potn c a~~icurare esser g iusta la direzione presa e di no n ~apersi orientare prima di giorno, Si proseguì allora con l'aiuto dclk bussole:, di vergendo talvolta dalla giusta direzione, per girare .1ttorno alk dune di s:tbbia più alte e <p 1indi più difficili ad att ra\Tr~arl'. Vcr~o l'alba, alle 6,50 circa, la colon na fece un breve alt e furono consultate le guitk, senza poterne avere alcuna indicazione precisa. Allura il colonnello F:!ra fece avanzare lo squadrone per rintracciare la caro\'aniera smarrita e jX>co dopo fu ripresa da tufti la marcia, in direzione wd - sud-est, dist~rn zianclo i \'ari dementi ddl.1 c, ,lonna: ma mantenendoli sempre in colle~amento, prr e\'itare n\!ni disguido. ' Lo ~co po dell'operazione poteva considerarsi ormai fallito , giacchè era g iorno ed ancora non appariva la località, dove il distaccamento sper:l\·a di sorprendere il ncmi,co. _Finalmente, alle 9,~o, si ~cor~c in lonta na nza un'oasi , ch e le guide concordem ente affermaron o essere Bir Tobraz. Un'ora dopo le pattu glie di Cavalleria co1111111 ic:1rono che avevano ritrovata Lt carova nina e che, davanti a qudl 'oasi, distante ancora due chilometri circa, si vedevano Arabi in atteggiamento non ostile. Lo squadrone ebbe allora l'ordine d i pro~cguire nell 'esplorazione; ma ad un tratto si sentirono le primt f 11cil:1 lc. Per d ,iarirc la sii.uazione t:d, occorrendo, procedere all':-1ttacco, il comandante del distaccamento decise allora di avanzare r isoluta111e11 te, f:iccndo accelerare la marcia al battaglione Granatieri, che n :i in av:1ngu.irdia. Una compag nia di questo battaglione si spiegò, e. pt:rcor~o ci rca un chilometro, fu accolta dai tiri di gruppi di Arabi


appostati lungo il margme dell'oasi. I lk rsag-lil.: n ~o~taro110 c.: rh1 11 1 sero al fuoco. Quando i gruppi nemici si raffittirono e si cstc.:~<:ro vc r~o l:i 1111 stra sinistra, fu fatta spiegare un'altra compagnia ddl 'ava 11g 11 :1rd1:1 ed entrò in azione la sezione d'Artiglieria, scortata da una ro111p:i gnia del XXXII.I battaglione Bersaglieri. Subito dopo, co11ti 11 u.111do .1 crescere il numero elci tirato ri nemici. venne spiegata una terza rn111

La nostra linea di sicurczzu

11 er.10

Gargarcsc.

pagnia Granatieri , sempre in prolunga.mento della sinistra dello schieramento, mentre l'ultima fu disposta a protezione dell'ala destra, in corrispondenza della quale pareva che fosse partito qualche colpo di fucile. Potevano essere le Il e, sebbene le nostre truppe facessno un fuoco molto intenso, l'avversario continuò ad aumentare le sue file e ad astcndcrle ~e mpn: più verso la nostra sinistra. Allora il com:111 dantc della colonna decise di attaccare a fondo, impiegando il gros · so, e fece schierare a sinistra della linea di fuoco le :2 compag nie rim aste del XXXIII hattaglionc con la sezione mitragliatrici cd , colllpagnia del XXVII e mandò lo squadrone in una posizion<: ;1rr<:tra1 :1, sempre sulla sinistra , perchè parasse alle possibili mi 11accc dei nuclei di Cavalleria nemica apparsi da quel lato. Le rimanenti 2 rnn: p:1g 1w


del XXVJI battaglione furo no tenute in riserva, dietro la destra dello schieramento. L1 decisa avanzata di_ q uelle compagnie Bersaglieri, convergenti contro la destra a vversaria, mandò a vuoto il tentativo d'avvolgimento della nostra sinistra: m a intanto altre forze nemiche apparvero all'ala destra e si addensarono a poco a poco tanto da costituire u:1a minaccia ben più grave di <.p1clla precedente, perchè diretta a tagliarci la via di A i 11 - Zara. Contro queste nuo ve forze furono fatte spiegare le compagnie del XXVII battag lio ne Bersag lieri della riserva. Si calcolava di avere gìl1 di fronte u11a forza pari alla nostra cd appariva chiaro che il co ntinuo aumentare degli armati nemici era prodotto dall'accorrere delle m chàllc dai campi vicini di Fondugh cl Caich e di Fo nd ugh ben Gasc ir. Vi sto ciò e considerata la probabjlità che altri nemici arrivas~cro, il comandante del distaccamento comprese il risc hio che correva impegnandosi a fond o, tanto più che nano g ii', le ure 13,30 e non si avevano che i m ezzi per combattere lino a sera . Egli d ecise all o ra di app rofittare del vantaggio ottenuto sulla ~ini~tra pt:r disimpegnarsi, ripiegando grad atamente a scaglio111, rn dJrcz1o ne dì un 'altura erbosa, elcvante5i clterro la destra det!o schieramento, al centro di una pasizionc, sulla q uale si sarebbe /otuto resistere meglio, ~e il nemico avesse deciso di at tacca rci. Dari gli ordini opportuni, il colon nello Fara mandò ad Ain Zara l'ufficial e d'ordinanza dd comandante della 1 ' Divisione, che aveva scguì10 la colonna, con l'inc:irico di comunicare quant'era avvenuto c la d ecisio ne di disimpegnare le tru ppe, per po·ter essere di ritorno ad Ain - Zara nella serata. In tanro k tre compagnie Bersaglieri dell'ala ~inis1r:1 , sotto la protezione d ei Gra natieri e la sorveglianza dello squadron e, distaccato più infuori, incominci;irono il ripiegamento, trattenendo con frequenti soste di fuoco e con ritorni controffensi\'i l'avver sario che. accortosi Jd mo\'imento, crasi fatto più aggressivo. Nello stesso tempo si manda ro no verso un curnzzolo verde la sezione d'Artiglieria e la comp:ig ni:1 cli scorta. D opo i Bersaglieri, si ritirarono, sempre a scaglioni dalla sinistra , i Granatier i cd infine le ultime due compagnie di Bersaglieri, lasciate a fronteggiare la minaccia sulla destra. Il ripiegamento fu eseguito in perfetto o rdine, non ostante l'atteggiamento, sempre più aggressivo, d clrav\·crsario cd a malgrado delle perdite inflitteci dal fuoco d egli Arabi.


Ufficiali inviati in precedenza sulla pos1z1onc scelta per l'ultc riore resistenza sistemarono i reparti man mano che arriv:1v:i no : b sezione <l'Artiglieria fu collocata dietro il cucuzzolo crbow cd a destra ed a sinistra di essa vennero disposte le altre truppe, lungo un:i linea chiusa, irregolare, secondo l'andamento del'.e dune . Pit1 pn: j. samente: il XXXIII battaglione Bersaglieri fece fronte a sud cd :1 sud - est, il battaglione Granatieri fronte a sud . ovest e ad ovcsl, il XXVII battaglione Bersaglieri fronte a nord. In una profonda 1· larga bassura, a ridosso del cocuzzolo, furono collocati ·il . posto di medicazione e le salmerie. Lo squadrone Cavalleggeri si dispose al di fuori, verso nord - est, a distanza di oltre 500 metri. Il nemico, accresciuto di numero, continuò ad avanzare fino alle medie distanze, minacciando col suo movimento la nostra posizione d a tre lati. In questa situazione non era più da pensare a proseguire la ritirata su Ain - Zara e fu deciso di resistere sul posto. Le truppe allora si trincerarono, restringendo la prima occupazione e, con calma e fermezza ammirevoli, sostennero fino a notte i reiterati attacchi degli Arabo - Turchi, dei quali, in ultimo, alcuni gruppi spinsero la loro amhcia finn a giungere a poche dieci ne · di metri dai nostri fucili. Fin dal principio di questa seconda fase del combattimento aveva destato prcoccupnione l'insufficienza dei m ezzi. disponibili pn il rifornimento delle munizioni e la cura dei feriti. Già erano state distribuite tutte k riserve di cartucce, comprese quelle della sezione mitragliatrici che, per la sabbin infiltratasi nei congegni delle armi, era da tempo rimasta inutilizzata. Per i feriti si era provveduto, inviando direttamente ad Ain - Zara tutti quelli avuti si no allora. Ma il nemico diventava sempre più aggressÌvo e poteva ricevere altri rinforzi dai suoi campi più lontani. Occorrevano, dunque, aiuti di truppe e di m ezzi ed il comandante del distaccamento mandò a chiederne ad Ain - Zara, notificando a quel Comando di Divisione la nuova situazione. Latore della richiesta fu un ufficiale dei Gran:.1tieri che, essendo liberamente arrivato alle 16,30 da Ain - Zara per raggiungere il proprio reparto, aveva confermato essere la via del ritorno ancora sicura. Davanti al contegno fermo dei nostri, l'avversario non osò procedere ed il suo ardore, già aumentato, come s'è detto, per il nostro ripiegamento volontario e per il sopraggiungere di altri armati, andb a poco a poco smorzandosi. Alle 20 l'azione cessava e non si ebbe più che qualche isolato colpa di fucile.


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Verso le 2,30 dopo mezzanotte il colonnello Fara , certo ormai che la via di Ain .. Zara era libera, pcrchè il nemico non aveva insistito nd tentativo d 'avvol.gimento a nord, spedl un altro ufficiale per informare il com,1ndante della Divisione dcli.a situazione e per confermargli la richiesta di rinforz i e di mezzi. Più tardi. però, dubitando che questo messaggio potesse giungere in tempo e teme ndo che il nemico riprendesse l'attacco. decise di ritirarsi, approfittando ddl'oscurità. Assirnrato il trasporto dei feriti della seconda fase del combattimento - sul\: barell e i più gravi e sui mu 1i della sezione d'Artiglieria. della sezione mitragliatrici e dclk ~almeri e gli altri ~ alk 4,30 il di staccamenro riprendeva in perfetto ordine e nel massimo siknzio il cammino del rito rno ad Ain - Zara. orientandosi con le stclfe . Le truppe 011.<i di Tripoli: la s1mda i·cr.,o la case1w<1 di Cilt'(tll,n,1 , marcia,·ano in quadrato: 2 compagnie Gran:1tieri sul lato nord , ver~o Ai11 - Zara, in linea di colonne coi piotoni af tiancati. :id intcr\'allo di spiegamento : altre 2 di Granatieri sul lato ovest e 4 di Bersaglieri rn qudlo est:, in linea di fianco; le rimanenti 2 compagnic Bersaglieri in linea di fronte, a chiusura del lato sud. Nd! 'interno i feriti, la sezio ne mitragliatrici, b sezione d'Artiglieria e le salmerie. Durante b marcia non si ebbe a lamentare alcun incidente cd alle ore 7.30 s'incontr::irono i rinforzi inviati da Ain - Zara, Il primo avvi~<.), mantbto verso le 13,30 per mezzo dclru{fìcialc d'ordinanza dd comandante la Divisione, era giunto ad Ain - Zara alle 15,30. Come si è già accennato, con t!uell':iVYiso, il colonnello Fara diceva che avn·hbc cercato di disimpegnarsi, per poter giungere al campn in serata; non facendo in tempo. si sarebbe fermato la notte. li comandante la Divisione aveva considerato l'opportunità di m:mdare dei rinforz i; ma poi, pensando che non sarebbero arrivati se non :i notte, col rischio di dolorosi equivou per l'oscurità, e visto


cl1e la situazione riferita non era tale da richicdnc aiu11. 111rn trc il distaccamento era abbastanza forte e ben condotto per potcr~i d i~i111 pegnare da sè, aveva deciso di non inviarli. Ma quando, alk 18,15. era giunto l'ufficiale dei Granatieri con la richiesta di rinfo rzi . 11111 n izi.oni e mezzi sa nitari, aveva disposto per la sollecita p:1rtc1w.:1 delle rimanenti truppe della brigata mista, più due batt erie e mci'. zo squadrone, agli ordini del ge nerale Lequio, con abbondanti ri for mment i. Mentre queste truppe si radunavano, erano giu nti i pr.imi fniti. Cjuelli della prima fase del combattimento. !I fatto che i feriti non erano stati disturbati durante il ritorno e la supposizione che il luogo dd combattimento fo~~e lontano non più di 10 a 12 chilometri. avevano fatto sperare che la colon na L equio potesse arri va re a destinaz ione verso mezzanotte. Frattanto il comandante il 1 Corpo d'Armata, in~orm ato degli :ivvcnimenti, aveva richiesto al comandante la Divisione se riteneva utile avere a disposizione altre truppe per l'indomani e, ricevutane ri ~posta affermativa, aveva disposto che all'alba partissero per Ain Zara 4 battaglioni della , • brigata ed una batteria da montagna. agli ordini d_d generale Rainaldi, precedute dal reggimento " Lancieri di Firenze 11 . Aveva ordinato, inoltre, nell'eventualità cli un tentativo nemico contro la piazza, che tutti vig ilassero nei trincera menti, clic una nave da guerra si recasse all'alba a Punta Tagiura, a sostegno di t1ucl distaccamento; .ivcva fatto avvertire la squadriglia aeropbni per le possibili esplorazion i cd aveva m andato alle Fornaci il 52° Fanteria, I battaglione del 23° e 2 batterie 1<)06, com e riserva mobile, per '-lualsiasi evento.

Ad Ain - Zara, ~·econdo g li ordini rircvnti, si stavano radunando le truppe del generale L eguio. Già, verso le 17, prima cioè che arrivasse l'ufficiale dei Granatieri , non avendosi alcun sentore del ritorno del distaccamento di Bir Tobraz, era stato ordinato di allestire una colonna di rifornimenti. da m ,rndargli incontro al mattino, pel caso che, attardandosi nella marcia in q uel terreno, potesse esser costretto a passare la notte fuori . Non ostante queste disposiz ioni, g i:ì in via d'esecuzion e, la colonna Lequio, per l'orcurità e per :il tre c ircostanze. che ne ave vano fatto ritard are la for mazione, non potì- p·ir tire che verso le 21.


Era .::orn posi a del battaglione dd 1" Gra natieri, dd X V batt:i1..Jionc Bcrsa!!licri, dd batta,,o-lione Alj>ini ,, Fenestrelle >•, di 2 battet> '-' rie da montagna, meno la sezione che gi~1 si tro vava a Bir Tobraz. ? plotoni Cavalleggeri, 1 reparto dc Ila sezione sanità della ra Divisione, mezza sezione della colonna munizioni cd I colonna viveri cd :ìo_·qua . Considerata la 11ccessit;Ì di mantcnefl'. il collegamento in tludla notte buia e di :i ssirnr;1re da ogni improvviso attacco le artiglierie e le salmerie, ;1nchc il gencrak Lcquio a\'cva adottato la formaz ione in quadrato, chiuso d ;1 due compagnie per lato (quelle di le~ta e di coda con le squadre affiancate ; tjucllt laterali in linea di fianco), con le altre truppe cd i ~erviz.i nel mezzo. La dirtìcolt21 di m:rntencre, in quel terreno, la direzione voluta :t\-cv:i n.:so lenta la marcia. A mczzai10n-c non si aveva ancora alcun indizio del distaccamcnto Fara. Di stacca re re pa rti per farne ricerca non conveniva, con LJt1clb osrnrità cd in t! uclla zona di dune, co! pericolo di dcterminare incidenti dolorosi. ; Per lutrc qutstc considerazioni il generale L ttJ uÌo, giunto verso l'una Jd rnattinù in posizione opponuna per farvi una lunga sosta, avcv:1 stimaro conven iuitc, vista anche la stanchcLza ddlt- truppe, di fermarsi pn riprendere poi b m:ircia prima dcll'al b:1, qu:mdo, .:on pattuglie di Cav:11lcria, si sarel>he potuto piì.1 facilmente ri trovare il di ~taccamento e w l grosso avanzare 111 poco tempo. IÌ no a tiro di can none dalle posizioni ncm iche ; si sarebbe 1.1t1indi aperto il fu oco col duplice effetto di scg-nalare l'arrivo dei rinforzi al colonnello Fara c di baucn; l'.1vvcrsario. Frattanto, superata dalle Fanterie la rimanrn1c dist:111z:1, l':1zionc della col onna avrebbe potuto sollccita:11ente arrn:>11izzarsi con quella del distaccamento. Poco prim a dcl k 6 ~i riprese, infatti, la marcia in fo rmazione di combattimento, con larga esplorazione di pattuglie di Cavalleria -sulla fronte e sui fianchi: il battaglione Granatieri d\wanguardia, il rimanente deì ìa Cavalleria tra avanguardia è grosso, a disposizione Jel comandante, poi, col grosso, il XV battaglione Bersaglieri cd il battaglione Alpini ,, Fenestrelle )' co n l'Artiglieria ed, infine, una compagnia Alpini di retroguardia. Alle 7,15 si scorsero truppe in marcia sulla sinistra: era il distaccamento Fara che ritornava ad J\in - Zar;1. Il generale Lcquio allo ra , fatta obliquarc a sinistra la ~ua colonna, !o raggiun~e e, prese tutte le misure di sÌ(urczza, provvide alla cura dei feriti, al ristoro dei solcbti ed al riforn imento delle munizioni. l.


'IIC)

Riassumiamo ora le diverse fasi della ricogm z1o ne, ch1: 111111 mosse vivamente il popolo italiano e che venne ca nt.11:i d., (;;ilu 1<:k d'Annunzio . il colonnello Fara, compreso ddla sua rcspomabil112', avn:1 avanzato verso l'obbiettivo con le cautele imposte Jalk circmt,111zc La marcia, lenta e faticosa, era durata tutta la notte e ~oltanto all e 10,30 il battag lione Granatieri d'avanguardia aveva preso cont:itlo col nemico. Per quanto il mandato del colonnello Fara non fo~~l"

Argine in

costru:::io11e nella

baia di ,'vfa1:11bez .

tJuello di dar battag lia, egli stimò opportuno non rifrutarla, quando i 2000 uomini che lo affrontarono g liela offersero. La fermezza dei Bersaglieri , il valore d ei Granatieri fece argine alla violenza nemica e l'attacco venne respinto dopo circa due ore di combattim ento. Ma, poco dopo, il nemico riprese l'offensiva cd ;1ecennò ad av\'olgerc la n ost ra ala destra, per tagliarci la ritirata su Ain - Z:,ra. li colonnello Fara fece allora prendere posizione ai suoi su alcune <lune elevate e, quando, vcr~o le 15,30, g li parve c hc il movimento, assai faticoso, fosse compi uto, oppose all'impeto aHcrsario la m eravigliosa fcrmezza italiana. La battaglia ri cominciò cruenta e durò lìno a se ra ; i Bersaglieri 1 · .i Gra natieri scavarono co11 le vanghette, con le mani. con le ung l,ic.


.' I()

!,!lì impro\'visati ripari, mentre ormai il nemico rinnovava impctuo~amrntc gli attacchi. Il momento era grave e la situazione molto difficile. . Il colonnello Far,1 grid<'> allora, servendosi del megafono: " A l>Jt'. Bersaglieri, nel sacro nome di La Marmora, a me valorosi Granatieri di Sardegna; inastate le baionette! >• ed i soldati obbc<lirono. I Turchi e gli Arabi i nte~cro il caratteristico cozzare delle baionette rnn le canne dei fucili cd, impressiona ti dalla fcrmcua delìe nostre truppe, cominciarono ad essere indecisi, fìnc h è un razzo rosso sc-

!!llalò loro l'ordine di riti rata. · Il colonnello Fara dispose le truppe in t1uadrato, nell'interno del (1nalc vennero adagiati i feriti e, n ell'attesa dei rin for zi . la notte s'inizi<\ tranquilla. Poi il coma ndante dd distaccamento, temendo nuo\"C sorprese e prevedendo ancora molto lontano il giungere dei soccorsi, mutò il suo piano e decise di disimpegnarsi dal contatto avversario e di rientrare ad Ain - Zara. ; La difficile m;irà1 dtl ritorno fu eseguita nel rnorc d ella notte, nd massimo silenzio e nd massimo ordine. I Ders:1glìeri dei battaglioni XXVII e XXXIII. i Granatieri del .! '' reggimento (Il battaglione) chiusero lr;1 le loro colonne l' Anig lic ria, i 14 morti cd i 75 feriti e, procedendo lentamente, ritorna r cmo, come si è detto. ad Ain - Za ra, dopo avere incontra to la colonna Lcquio.

Oargaresc. Q uando, nel g ennaio 1912, le nostre truppe occuparono Gargarcsc, superando la resistenza rn:mica, i Turco -Arabi sperarono di riprendere Ain - Zara con un violento attacco di sorpres~, preceduto d:1 un·azione dimostrativa contro Ga rgaresc. Questa località venne, in f:atti, attaccata nella n otte del 28 gennaio e, Yerso l'alba, si pronunziò l'attacco principale contro Ain Z:1ra. I Turco - Arabi 1nossero all'offensiva da tre direzioni; ma furo no 1.l<)\'Ull(Jue respinti e subirono gravi perdite. Ain - Zara venn e allora sistemata a difesa, co n ridotte avanz~1te, r on t ro le quali s'infransero sempre g li ulteriori tentativi di attacco del n emico.


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Bu Chemesc. Nell'aprile le ricogniz ioni dei nostri dirigibili segnalarono il w 11 centramcnto di considerevoli forze nemiche a Zuara cxl il 110~ 1ro Comando, dopo avere fatto dimostrazioni verso questo abitato, fecr sbarcare di sorpresa nella penisola di Macabez (ro aprile) una 11<, stra Divisione rinforzata, al comando del generale Garioni. Come abbiamo già ricordato nel IV volume, fecero parte delle truppe sbarcate nella penisola di Macabez l"n° rcggiment'o Hcr\:tglicri, .il XXVIII battaglione proveniente dal 9° cd I compagnia ciclisti del 1'8° reggimento. Con il XXVIII battaglione, la compagni,1 Bersaglieri ciclisti cd il VI battaglione indigeni venne costituita una colonna celere, al comando del tenente colonnello Giusc1jpe Cantù (1). Il battaglione ciclisti non potè essere efficacemente impiegato per le difficoltà del terreno e, dopo pochi mesi, venne sciolto. A Bu Chemesc, a cavallo della carovaniera che veniva dalla Tunisia, sì distinse il XXVIII battaglione Bersaglieri che, <:on un'oppurtuna azione sul tergo del nemico, fece fallire il piano dei Turco Arabi, i quali,' con 3000 uomini, il 2 3 aprile tentarono invano di farci abbandonare l'importante posizione. Il tentativo fu rinnovato il 3 cd il IO maggio inutilmen te cd i! 13 maggi<:> il XXVIII battaglione Bersaglieri, con 2 compagnie Ascari, si spinse in ricognizione fino al confine tunisino, rendendo molto più difficili i tentativi di contrabbando dalla Tunisia.

Sidi Said. Il g iorno 8 giugno 19 r2, come abbiamo già ricordato nel IV Yolumc di quest'opera, le nQstrc truppe attaccarono i trinceramenti nemici di Zanzur e, conquistate le posizioni di Sidi Abel el Gelil. poterono scacciare dall'oasi i Turco - Arabi, la cui forza ascendeva a circa 14.000 uomini e che lasciarono rqo cadaveri sul terreno, ritirandosi sulle colline di Sidi Said cd a Feltera, da dove speravano di tentare la rivincita.

(1; Tale colonna subì, durante le operazioni sull;i costa, diverse: tra sfo r inazioni e finì con l'essere composta da 2 battaglioni Ascari e da , ha11 :1g lio11,, Bersaglieri ciclisti,


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Il generalt: Garioni prevenne il tentativo avversario e, nei giorm 26, 27 e 28 giugno, riuscì a ricacciare i nemici da Sidi Said e da Zèltcn. Alle operazioni concorse 1'11° reggimento Bersagl.ieri e si distinsero, fra le altre truppe, i battaglioni XXVJI, XV e XXVIII. Il nemico fu costretto a ritirarsi verso Regdaline, dopo avere !>Ubìto gra\'i perdite.

Sidi Alì. la banaglia di Sidi Alì venne combattuta quasi esdu~ivamcnte dai nostri I3ersaglicri. Il generale Garioni ritenne indisprnsabile, dopo l'occupazione [l 14 luglio

di Sidi Said, di impadronirsi di Sidi Alì, che costituiva una continua minaccia cd un ostacolo alla nostra avanzata. Per riuscire allo scopo, formò due nuclei: uno dei quali destinato ad agire j n prim;1 linea, l'altro destinato a fare da riserva. [l primo, al com:rndo del generale LtXJU iu, \'Ct1nc formato ·dal r 1 t " rcg~i111entu Benaglini, dal XXXII [ battaglione Bersaglieri, da r battaglione Granatieri, dal VI battaglione Ascari eritrei, da I compagnia Genio e da 2 batterie di Artiglieria. Protetto dalla riserva, che rimase scaglionata sulle posizion i di Sidi Said, il generale Lec1uio avanzò su due colùnne. La colonna di sinistra, comandata dal colonnello Agliardi, era costituita dai banaglioni I3ersaglieri XV e XXVII, dal battaglione Granatieri, dal VI battaglione Ascari e da I batteri:1. Essa doveva avanzare lungo le dune verso il mare. La colonna di destra, comandata dal tene nte colonnello Servici , era formata dai battaglioni Bersaglieri XXVJll e XXXIIl e doveva avanzare a scaglioni, lungo una serie di ondulazioni che da Sidì Said si protendono verso Sidi Alì, a circa 2 chilometri dal mare. La marcia in avanti ebbe inizio alle 3,30 e già alle 5 l'av;inguardia della colonna Agliardi incontrava il nemico e quella della col<mna Servici (XXXII I battaglione Bersaglieri) veni\'a accolta da un fuoco intr mn ; mentre comiderevoli altre forze arabo - turche rnin:1cciavano di :1ggir:1rne il fianco destro. 11 colonnello Servici, rinforzata l'avanguardia, frontconiò 1a co, . ~b lonna aggirante e poi, con un risoluto assalto alla baionetta, i Bersa g lini di:! XXVIII e dd XXXI 11 battaglione vennero ad un violcn:o


/.'oasi di Zan ::ur.



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corpo a corpo col nemico e lo ricacciarono in una po~1z1011c p1u :1m: trata, contro la quale l'Artiglieria ed una compagnia di ( ;r:111:11 irri aggiustarono il loro tiro, prevenendo così le mì n.tecc pron:11 irn ti d., Zèltèn. [ntanto la colonna Agliardi, la nciatasi arditamente ~ull'all ura d.i Sidi Alì, innalzò la nostra bandiera su quel marab utto. Ma Pochi istanti dopo l'Artiglieria ~emica iniziò un violt:11111 tiro molto efficace, finchè, controbattuta dalla nostra, fu obbligata al silenzio. La colonna Servici continuava il suo movimento t.:, rinforzala da 1 compagnia Granatieri e da 2 di Ascari, attaccò le masse ar:1bo turche sulle loro nuove posizioni e, con 3 accaniti assai.ti a!b baio netta, le mise in rotta, obbligandole a percorrere il terreno cf fìctc t.:m ente battuto dalla nostra Artiglieria. La battaglia di Sidi Alì era finita; le truppe si rafforzarono sul le posizioni con<.1uistate e si prepararono a nuovi cimenti . Le perdite nostre ascesero a 22 morti, di cui I ufficiale, ed a 67 feriti, tra i quali 6 uffi ciali. Le p~rdÌte nemiche furono ingenti. Soltanto nei pressi delle posizioni conl1uistatc furono rin venuti e sepol ti , dopo la battaglia, 278 cadaveri e molti altri se ne rinven nero nelle ricog ni z ioni dei g iorni ~l\CCCSS1VI.

Zuara. Dopo l'occupazione di Sidi Alì , il generale Garioni completò la concezione dd piano per l'occupaz ione di Zuara. Secondo la rel az io ne sulla campag na di Libia dell'Ufficio Storico del nostro Stato Maggiore, le notizie del nemico dicevano: che 5 - 6000 armati, con can no ni e LJualche centinaio di cavalieri, erano distribuiti ; 1Ò arco fra Zuara, Regdaline e Zèlten; che nuovi contingenti erano in cammino dalle regioni interne ; che pro babilmente sa rebbero intt.:rvcnut c m challc dai campi di Tripoli. qu anto alle loro intenzioni, appariva \'C· rosimik, data anche la dislocazione, che essi av rebbero tentato di attaccarci sul fianco de~tro ed alle spalle, approfittando del ter reno, propizio per gli agguati e le sorprese.· Era pure prevedibile <.JUalch c minaccia nella zona di El-Farua. Da ciò la convenienza di avere un:1 maggiore (1uantità di forze: sia per l'operazione, sia per la difes:1 d i El-F:irua, la quale dovevasi gar;mtire da ogni tentativo nemico, o lt ri ·

rn


c he per ovvie ragioni mmali, anche pcrchè essa costituiva la base

dell'operazione stessa ed assicurava da ogni sorpresa la baia, futuro rirnvcro delle navi sottili, destinate ad impedire il contrahhando dal 111:1re.

In base ;:il piano concepito dal generale Garioni, piano che er a LJUcllo di avanzare da Sidi Alì lungo la costa col Corpo di occupaz ione terrestre, lasciando a Bu Chcmcsc cd a Sidi Said in tutto 6 battaglioni e 4 batterie; attaccare contemporaneamente Zuara dal mare, mediante un C'.,or1x, da sbarco cosi ituito da un 'intera brigata di Fantcria e da una batteria da montagna. L'operazione fu stabilita per il 5 :igosto. Allo scopo di ridurre l'itinerario della trupp:1 e di diminuire la distanza iniziale tra essa cd il Corpo da sbarco, nel pomeriggio del 4 le Unità del generale Ln1uio furono concentrate a Sidi Alì. All e 14 dello stesso g iorno il convoglio del generale Tassoni, scortato dalla Divisione na\'i -scuob (mi si aggiunse la Divisione dell'Acc:.1<lemia navale. c he trovavasi, pèr istruzione, nelle acque libiche), dava fon<lo a rhfc miglia dalla rn~la di Zu:1ra. Notati trinceramenti nemici con numerose vedette su un esteso tratto ad OVt'~t e aJ c~t di Ra~ Giogghìg, che chiude da oriente il porticciuolo di Zuara, la nave Re Umberto spari'> alcuni colpi, risultati efficaci. All:.: 12 <inrnmincÌÌJ ;id imb;ircare, sui galleggianti già prcdi~posti, il primo ~cagl io nc da sbarco: battaglione di t-.hrinai , batta~lio ni Alpini, b,1tt,1gli1111c dc:I 3·1" f\ rntcria, 2 ballaglioni del 57" Fa111<-ria, batteria da mrmtagna, m ezza compagnia zappatori del Genio. All'alba del 5 tutto il convoglio avam.èi fì110 a 3000 metri dal tratto di costa scelto per l'operazione e cioè a 6 chilometri ad est di R:is Giogghìg: poscia k imbarca?.ioni s'avviarono verso terra, appog . .~iate dal cannoneggiamento di tutte le navi. Le prime, quelle dei Marin:ii, giunte a 2 o .300 metri dalla spiaggia, furono accolte dal fu orn di posti nemici d'ossnvazionc l reparti da sbarco, gellatisi in .1n .1ua , guadagnarono rapidamente il lido e scacciarono gli Arabi, .li ~poncndo~i a protezione dello sbarco cldle altre Unità dello sca:.: lionc.

i\lic ore 8, 15, riordinalè tulle queste truppe a terra, il generale T., ,,u11i, ~ccondo gli ordini ricev uti dal gt·nt:rak Garioni, mosst· ver,: , 1'0;1, i di Zuara, con l'inttsa di a~pcttarc ad entr::irvi che si pro11u111i,1,~ç l'azione del generale Lec1uio dalla parte opposta. 1n f,irmazionc :1datta per poter vincere k resistenze frontali ed 1 JHi,~il,ili :111:icchi ~ul fianco si nistro dalla n:gione di Rcgdaline, il


nostro Corpo, fra le difficoltà non lievi opposte dal 1crrt:110 ~.,lil ,io~o e dall'elevata temperatura, raggiunse il margine dcll'oa~i , rr~11 le 11 . Fu possibilè così anche alle Unità del secondo scag lione dcl t on voglto sbarcare direttamente nel porticciuolo di Zuara. Alk 1) il gcnrr:tl r Tassoni arrivava senza molestie a Zuara, trovandola dcsc.:rla, c.: prc,v vedeva subito alla difesa dell'abitato e del tratto dell 'oasi occup:1111. Nel frattempo la colonna del generale Lequio aveva raggiunto il suo primo obbiettivo, Màrset Tibùda. Da Sidi Alì, dove il giorno precedente erano stati spianati tutti i lavori di difesa compiuti dagli Arabi, il Lequio era partito alle 5 .,. su due colonne: a sinistra, lungo la spiaggia, 9 battaglioni divisi jn 3 scaglioni; quello di testa (XXVIII battaglione ed II reggimento Bersaglieri), e quello di coda (84" Fanteria) avevano ciascuno una batteria 1906 ed una da montagna ; lo scaglione di mezzo (2 battaglioni dell'n'' F anteria e reparti del Genio) la batteria di cannoni da 149. A destra cd indietro, come repart i Tripoli: mo1111mcnto ai Caduti fiancheggianti a distanza, i 2 battadel 2·• Bersaglieri. glioni eritrei col ploto ne mehar1sti . A \'anti, in esplorazione, i due sq uaJroni <• Cavalleggeri Guide >• . Sul mare secondavano l'avanzata la Carlo Alberto, la P a r t,:11op<' . il Duc(l di Genova e 2 torpediniere ; seguiv:i la base gallegg iante. All e 6, 10 gl.i sgl1adroni avvistarono sulle :i.ltu rc di Bu Ràsla al cuni gruppi nemici che, dopo sparati pochi colpi di f ucilc, si allon1.rnarono. Più tardi se ne videro altri addensarsi sulle alture di M:1r~et T ibùda, Gsur esc-Sciair, Ras el-Chàdem ; m a il p ro n to spiegarsi dell'avang uardia della colo nna di sinistra (generale Cavaciocc hi), appoggiata dal fuoco ckllc b:merie 1906 e della Carlo A !b,irlo, indus~c t:uei nemici a riti rarsi in direzione di Regdalim:. Si proseg uì allora liberamente cd alle 10,30 si raggiunse Màrsct Tibùda, dove le.: truppl· 5j disposero .in fermata protetta, iniziando subit o gli sgomberi n l i rifornimenti con la base gallef!ljiante. 0


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Era quello il primo obbiettivo asst:gnato al gcntralc LC(]UÌo: sia per dare riposo alle.; truppe, dopo la lunga marcia su terreno molto difficile e con temperatura dcvatissima; sia pcrchè il luogo si prc,ia\'a a pn:nde r cont,ttto con b base galleggiante: ; sia infine pcrchè rn nn:niva aspeitan: l'c!>ito dc:ll':1zionc della colonna Tassoni. M;1 il generale Garioni che, a bordo di una torpedinier,1, aveva r;1ggi unto ndla notte il .::onvoglio cd assistito p o i ;ilio sbarco di <jl1dle 1 rupp~· e più tardi constatatQ che la loro avanzata su Zuara proccdn·:1 :-c nza ostacoli, ordint', che la n)lonna e ritrea entrasse subilo con la Cav:illcria ncll 'oasi, la spazzasse dai nemici che vi si trovasst:rn e raggiungesse il Corpo 'l'assoni. Alle r7 b colonna dava la m :tno in Zuara al le truppe dc:! grnerale Tassoni e, dopo una breve sosta, ritorna\'a a Màrse t TihL1da. La sua incursione nell'oasi non e ra srata in alcun modo molcstaw.

L'indomani la )' Divisione ~i trnvù riunita nell'oasi di Zuara .

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Rcgdaline. I ne mici si erano raccolti, come gi,'t \j ì:.· detto, nella ì'.ona di Regdalin c, dove furono raggiunti dalle no~l rc truppe (15 agosto). U na nostra colo nna, al comando del ~cneralc Lequio, formata dal2 battaglio ni :\. ~cari cd a!tre u-uppc, dovna uc(up:irt: le altu re di Abdcsamad. La colonna Ll:lJUÌ(J cr:1 segu ita d:ill'Artiglierìa; mentre un'altra colonna, al comando dd generale Tassoni. da Zu:ira doveva spingersi

!· r 1·• reggimento e dal XXVfI r battagÌionc Bersaglieri,

,·crso sud - est. Raggiunti i loro obbicttÌ\iÌ, le nostre: truppe dovettero resistere ai \' Ìgorosi contrattacchi dei Turco - Arabi. che cen:avano di occupare k alture fra Zuara cd Abdesamad, per tagliare fuori la colonna Lequio. lmieme ;1gli Ascari ~i oppose al tentativo nc:mi(o il XXVIII liat1 aglio1k Htrsaglieri e:, dopo (1uattonlici ore di :icc:initissima lotta. l:t vittoria fu nostra.

Za11zur. So~tituito il generale Caneva col generale Ottavio Ragni, il nuoil Corpo di occupazione in Tripolitan.ia preparò Li 111111,·:1 btt:1glia di Z:inzur, dove i Turco - Arabi :I\Cvano rioccupato

", \ 11 111 ,11Hbn1c


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l'oasi, sistemandola a difesa. La nuova battaglia si smise il 20 ~ctt r m brc e vi .p artecipò l'n° reggimento Bersaglieri, richiarnat p per I'orra sione da Zuara. La battaglia fu accanitissima e le sue sorti vennero ckcisL" d;1i no stri contrattacchi alla baionetta, ai tiuali parteciparono tutte k: lnrp pe, infliggendo al nemico gravissime perdite, occupando Zanz ur c.; liberando tutta la costa da Macabez a Tripoli. L'rr" reggimento Bersaglieri continuò a distinguersi in Tripolitania anche dopo la pace di Losanna, partecipando con i suoi battaglioni alle azioni delle nostre colonne operanti nell'i11tcrno co ntro i ribelli.


IV.

ll 4° REGGIMENTO BERSAGLIERI A BENGASI ED A RODI All'alba del 9 ottobre, sul castel lo turco e sulla caserma della Bcrka di Rcngasi sve ntolavano ancora le bandiere ottomane, bcnchè il gi orno prima fosse stata intimata la resa della città . li generale Ottavio Briccola, comandante dd Corpo di operazione in Cirenaica, considerò tak fatto come un rifiuto a cedere alla intimazione r, dai potenr i cannoni delle navi che scortavano i pirofcafì carichi di truppe, fere battere il faro e la polverier;!, per lasciar credere all'avversario che lo sbarco sard >he avn.:111110 d:1 quella parte. I1wcce k truppe, a malgrado del mare ag itat is~imo <.: ddla piog~ia dirotta, sbarcaro no fra la Puma ddla Giuliana e quella dì Bu ; caih;1, sfidando il fuoco cli fucileria e di artig lieria del p~csidio turco, che no n riuscì ad impedire il loro sbarco. Il generale Giovanni .A.meglio, appena ebbe riunita una colonna di forze sufficienti, marciò risoluto contro il primo obbiettivo, la Berka; si fece strada con ripetuti attacchi alla baionetta, sloggiò il nemico dalle sue trincee e piantò la nostra bandiera sulla caserma, toglicndo\'Ì quella turca. Poi; ~enz.1 prendere riposo, e mentn: le navi da guerra homh:udav:1110 la cittiì, co ndu sse i suoi soldati :ill':iss:dtn di Sidi Daud e di Sidi U ssein e superò ogni resistenza, obbligandù i Turchi a fuggire disordinatamen te \'Crso J"in terno. li giorno dopo il generale Ameglio fece circondare la città e, per proteggerla da eventuali attacchi, free costruire trincee spcdi tive atti.: ;dla di fc~:1. Nei successivi giorni del me~<.: di ottobre sbarcarono tutte !e truppe del Corpo di spedizione e furono impiegate nei larnri di forti licazionc su un grande arco di cerchio, avrnlgcnte il porto e la l·in :'1: lavori , contro i quali cominciarn nu g li attacchi del nemico, pur ~en za da r luogo a fatti d 'arme deg ni di particolare menzione. Era inte ndimento del generale Briccola di attendere gli i\rabi ntlk trincee. decimarli cd avanzare.


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Gli Arabo -Turchi attaccarono anche il 20 e 2 1 11ovcm lin·. e p11' 1 vigorosamente il 27, le trincee bengasine. dove in rn ntraro no l:i nei stra resistenza, sel}lprc pronta a respingerli. Il loro nuovo tentativo, effettuato con maggiori forze rH.:11:r 11ollc del 1° dicembre e ripetuto in quella sul 4, persuase il ge nerai<.: Bric cola che l'aggressività nemica sarebbe durata a lungo, a moti vo dd molti aiuti che ne alimentavano gli sforzi. Anche il presidio di Bengasi venne allora rinforzato con truppe di Fanteria e col 4° reggimento Bersaglieri che, con gli effettivi messi a numero con dementi dei reggimenti 2 ° e 7", era . agli ordini del colonnello Iginio Maltini e formato nel modo seguente: XXVI battaglione (maggiore Giovan Battista De Negri); XXIX battaglione ,:.~. ,, ,.-·. . -···' (m~ggiore Cesare Pirzio Biro11); XXXI battaglione (tenente colonnelki Lùigi Catalano) . . Giunto a Bengasi il I 3 dicembre, il reggimento poOsservatorio d·artiglieria presso Bengasi. se il campo presso i pozzi dì Sabri e partecipò subito :dlc scaramucce che i Beduini provocavano con i loro attacc hi alle ridotte avanzate. In una di <JUeste, nella notte del 22, i Bersaglieri del XXXI battaglione respinsero il nemico col fuoco e sotterrarono al mattino molti cadaveri di Beduini, rimasti attaccati al reticolato. Ma il giorno di Natale una imponente massa di Arabo - Turchi e di Beduini, con qualche pezzo di Artiglieria, avanzt, in diverse colonne contro il fronte orientale di Bengasi. La nostra Artig lieria arrestò le colonne nemiche, infliggendo loro gravissime perdite ( 150 morti e 500 feriti) e le obbligò a ripiegare. '\

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Nel gennaio del 1912, 6 o 7000 Beduini, <1uasi tutti a cavallo, riprt:sero i tent:1tìvi di at tacco e la n otte sul 18 un centinaio di nemici agg redirono i poc hi uom ini che presidiavano un blokhauss; ma i br;n-i soldati d el 6W reggimento Fante ria si Jiksero con tak ,·igo rc, c h e resero quasi inutik !"intervento in loro soccorso del XXIX batla· g liom: Ber~aglieri. Questi scontri. ed altri di min ore importanza, non impedirl>no c he i soldati lavorassero alacn:mentc a r ctti tìcare. migliorare e raf..

ti forr inn " Piemo11te , pres,;o Bo1gas1. fo r za re la cinta delle trincee, le molte ridotte a van z:ite cJ van hlokhauss, ch e completavano le fortifica z io ni d a campo, c h e s1 sv1lupp:iva no intorno a Bengasi per 18 chilometri. Una di queste ridotte, quella n. 6, difendeva pozzi del Foyat cd era stata resa pa rt icolarmcntc adatta ad una tenace r csistc n 1.a, l jll:tndo contro di essa si scagliarono, esasperati dall a sete, alcun::: crntinaia d i !\r;1bo - Ttm: hi. J1 te ntativo venne effettuato la nott e

~ui 31 génnaio; ma non riuscì e molti Beduini lasciarono la vita impi~liati nei rcticobti od immobilizzati nelle bocche da lupo. Soltanto :ilrnni poterono salvarsi con la fuga. J\:è fu. questa, l'ultima vol ta che i nostri nemici si provarono nel tt: nlati\'O di annientare il présidio della ridotta n. 6. Essi, infatti,


l'attaccarono anche durante il mese di febbra io, con azioni 111c.:g lio preparate e precedute da attacchi dimostrativi contro altre p:1rli dcli :, linea fortificata. Tuttavia il m ese passò senza incidc.:nt i, pn l111an10 i nostri nemici non avessero rinunciato ai loro proposi ti belI icmi. S, sapeva, anzi, che essi, ricevuti copiosi rifornimenti di 111i tr:1gli,11 rir i e di munizioni, si erano concentrati ad alcuni chilometri da lli.: 11g:i ~i. al comando di Enver Bey. Il generalissimo turco, battuto a Derna il 3 marzo, voleva. i11 fatti, riportare a tutti i costi una vittoria, che gli restituisse la fidu cia già scossa degli Arabi ed aveva all'uopo preparato un 'offensi va generale, che si pronunciò la notte sul 12 marzo.

La battaglia delle due Palme. Numerosi Beduini, dopo aver interrotto !e comunicazioni telefoniche tra la ridotta n. 6 e (1uelle vicine, attaccarono la nostra ridotta; ma, fatti segno ai tiri dei cannoni prima ancora che potessero attuare il loro disegno, abbandonarono il tentativo, ripiegando sulle posizioni, sulle quali il grosso delle loro forze (8- w.ooo uomini) era in attesa degli eventi. Il gèncrale Amcglio uscì allora dalla linea fortificata e<l, alla testa delle sue truppe, marciò contro il nemico per provocarlo in campo aperlo ed accen:liiarlu; le artiglierie delle ridotte entrarono in azione, la Cavalleria con un largo giro cercò di minacciare i Beduini da tergo. Enver Bey accettò la battaglia e le sue truppe, annidate nell'oasi <lellc due Palme, appostate nei fossati trasformati in trincee, accol'.\C ro i nostri con una furiosa scarica di fucileria. Gli Italiani attaccarono le prime linee col fuoco a breve distan za e con le baionette e, quando i rincalz i raggiunsero la linea, I'att:1cco divenne generale cd i nostri soldati piombarono addosso agli Ara bi. ai Turchi ed ai Beduini e riuscirono a conseguire la vittoria. Le perdite nostre, nell'accanita batta~lia, furon<i di r7 uffici.ili. di cui r2 feriti, e 160 uomini di truppa, di cui 126 feriti. Quelle del nemico furono ingenti: i cadaveri sul vasto campo di battaglia ammontavano a molte centinaia. Il generale Ame~lio fu promosso tenente gencr::ilc per mcri ro tli g uerra. Egli ebbe ai suoi ordini il 4° regl!imento Bersat~lieri :inr l w p~r le operazioni nell'Egeo e per lo sbarco a Rodi.


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N el mese di aprile venne effettuata anche l'occupazione dell'oasi di Suani Osman, dall.a quale erano partiti, nei giorni precedenti, alcuni colpi di fucile cont1~0 i nostri soldati che lavoravano alla costru1.ionc di una nuova ridotta. rl XXVI battaglione Bersaglieri, al Cù1n:rndo del m aggiore Dc Negri, ebbe l'ordine di scacciare i Beduini dall 'oasi e di occuparla. J1 3 aprile gli esplor;itori del battaglione riuscirono a scovare alnrni Beduini, con i quali scambiarono qualche fucilata ; intervenne

l.,a fornace del iHaltesc nella battaglia delle due Palme.

poi una compagnia che si schierò su un'ottima pos1z1one, da dove :t\'(.: va la possibilità di esplicart: una vigorosa azione col fuoco . Tutto sì concluse con un vivace scambio di fucilate , anche da p:1rte di un battaglio ne del 68'' F anteria, intervenuto a sostituire i Bersaglieri, impegnati sin dal mattino, e terminò con l'abbandono dell'oasi da parte dei Beduini. La nostra conquista, pur non avrndo molta importanza mili1:irL·, riuscì molto effi cace nel convincere g li Arabi della inutilità di 11gni loro resistenza ed indusse molti di essi ad abbandonare la Causa 4111• 1111:in a , che già era costata loro troppi sacrifici. La situazione rniglimù ;1ncora quando Bengasi potè riprendere la sua vita normale e g li abi tanti, sotto l'egida della nostra bandiera, tornarono ai lavori dl'i r:11npi e ad attendere fiduciosi ai prossimi raccolti.


.' ' 5 Il generale Briccola, ormai sicuro nella cc.:rc h i:i dclk furtili1:1 zjoni che dife ndevano Bengasi, acconsentì allo ra a i;cd crr li111J11:1 parte dell e sue truppe per la spediz io ne nell'Egeo.

La conquista di Rodi. Il Corpo di spedizione per Rodi, al comando d el generale Amc: glio, si raccolse a Tobruk, con truppe tolte dai vari prcsid1', fra cui Bengasi, e raggiunse la forza di una Divisione.

Le truppe inneggiano alla viltoria ddle due Palm e.

Dopo avere traversato il mare su appositi trasporti scortati da navi d a guerra, le nostre truppe sbarcarono a Kalitheas il 4 maggio. Il generale Ameglio seppe allora che il presidio turco di Ro di si era allontanato per prendere posizione sulle alture di Smit e decise di muovergli contro, men tre le navi da g uerra da Kalithcas e d:1 Tria nda bombardavano le posizioni nemiche. La marcia dell e 11ostre truppe si iniziò subito. L 'avang uardia della Divisione era formata del 4° reggimento Rersaglieri, col batta g lione Alpjni <( F enestrelle» e 2 batterie d a mont~1gna; obbiettivo di marcia il colle di Koskino, che venne raggiunto ed occupalo dopo breve resistenza da parte dei Turchi. Questi cercavano cli resistere ancora, 11 uando i Bersaglieri e gli altri reparti d'avanguardia avanzarono per occupare la posizione di A sgurù; ma la 4" compagnia Bersaglieri, con un impetuoso assalto


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:db baionetta, obbligò i Turchi alla ritira ta e le nostre truppe cont111t1:1 rono i ndisrn rbate ad avanzare. · Il giorno successivo, 5 maggio, ricominciò la caccia al n emico c lic, sba ndato, fìnì pe r arrc.:ndcrsi . Il gc.:neralc Amcglio entrò in Rodi, l'ecc occupare gli edilìci pubblici e dispose un servizio di avamposti sull e a lture circostanti, per impedire ogni azione offensiva del grosso delle forze turche. . . . li Corpo di spedizione rimase scaglionato, così, per van g1orrn, dnrantc i quali ve nnero compiute ricognizioni in ogni direzione, ~c nza incontrare reparti nemi ci. Int anto il generale Amcglio preparava un piano per l'avanzata nctl' intc rno dell'isola, dove era stato segnalato il nemi co che, dopo esse rsi disperso durante la ritirata dd giorno 4, si era andato man m:1no raccog liendo a Psitos t'. contava una forza di circa r 300 uomini. con due cannoni da montagna. i

La battaglia di Psitos. L'attacco fu deLÌSo per la notte sul 17 maggio. Le disposizioni furono le seb11.1enti. Una colonna principale, ag li ordini dello stesso generale Amc:.d io, per A~g urt1, Koskino ed Afonto, doveva attaccare J>sitos da ,p1t:lh p:1rtc. U na colonna formata dal battaglione Alpini ,._Fenestrelle n con 111itragliaLrici, doveva sbarcare sulle coste di Malona e, per J>latania cd Archipoli, impedire la ritirata al n emico verso monte S. Elia e, cnllcga 11dmi con '.a colonna Ameglio, concorrere a!rattacco di Psitos. Una terza colonna, formata -dal f reggimento Bersaglieri e da 2 scz ioni mitragliatrici e comandata dal colonnello Maltini, dove va \li:1rc 1rc sulla spiaggia di Kalavarda, portarsi subito a Thcmilvac e ,11l k for1i po~izioni di Kalopctra, per sbarrare la ritirala ai Turchi e rnncorrere anch ·essa all'attacco di Psitos. Pc.:r attuare questo piano le tre colonne dovevano percorrere di ,1 :1nzc m olto forti, in terreno rotto, montuoso, difficile e marciare dm:1ntc la no tte, essendo condizione essenziale di riuscita la sorpresa. Malg rado tutte le diftìcolt;1, le tre colonne operanti raggiunsero, .111':tlha del 16 ma ggio, i loro obbiettivi. Il c11lonndlo Maltini, giunto con il suo reggimento sulle posi 1111ni d i Kal0pc1ra ed avuta confrrma da alcuni disertori che il gros-


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so delle truppe si trovava sulle alture di Psitos, mosse.: loro inco 11tro, facendo occupare dal XXIX battaglione (maggiore Pirzio Biroli) 1111 .1 posizione avanzata ed obbligando l'avversario ad iniziare.: la batt:ig l1.1. I Turchi , infatti, aprirono un intenso fuoco di fuci leria co nt ro i reparti avanzati e d 'Artiglieria contro i rincalzi, lasciando i11do vinare, con spostamenti successivi verso occidente, il tentativo di sopraffare col fuoco i Bersaglieri e di ritirarsi verso l'intc.:rno. Allora intervennero il XXXI battaglione (tenente colonnello Catalano) ed una sezione mitragliatrici cd il nostro fuoco divenne.: ~c.:111pre -più-- intenso, inducendo i Turchi a ritirarsi lentamente, a piccoli gruppi, verso monte Leukopoda. I Bersaglieri del XXVI battaglione.: non tardarono, però, ad occupare uno sperone di quel monte e, dominando le comunicazioni, preclusero al nemico la ritirata su Apano e su Kata. Erano le ore 16, quando il generale Ameglio inviava l'ordine ai Bersaglieri di concorrere con la colonna principale all'attacco di numerose forze turche, raccolte sulle alture di Maritza. Il colonnello Malti ni, lasciate sulle posizioni di Leukopotla 2. compagnie del XXlX battaglione, con le rimanenti si accinse al diffi cile e faticoso compito. I bravi Bersaglieri del 4'' reggimento, bcnchè stanchi delle molte ore di marcia e di combattimento , adempirono serenamente il loro dovere e sull'imbrunire raggiun~ero le nuove posizioni, sulle quali bivaccarono. Il 17 maggio all'alba i Bersaglieri, avvistata una colonna turca rinforzata da Artiglieria, aprirono il fuoco contro di essa ; ma un parlamentare annunciì'> che, in seguito ad accordi intervenuti nella notte con .il Comando delle truppe italiane, le forze ottomane si erano arrese. Era accaduto, ·.. infacti, che le truppe turche, sorprese dal nostro accerchiamento, in parte avevano combattuto contro i Bersaglieri per contrastare loro il passo ed in parte ~i erano dislocate a P sitos per resistervi. Ma il generale Ameglio, poichè gli Alpini erano ri~a sti indietro, aveva inviato il 57° Fanteria a riempire il vuoto fra i Bersaglieri che procedevano in cresta, verso Leukopoda, e le truppe.: della colonna principale. Con tale disposizione si era chiuso il cerchio intorno a Psitos. I Turchi, dopo a\'ere tentato una certa resistenza, si erano ritirati ,·erso Maritza. Era stato allora che il Comando aveva ordinato ai Ber~;1glini di avanzare dalle posizioni di Leukopoda ccl alla colon na princip;dc di


pro; cdcrc sulle alture a nord - est di Psitm cd il nemico, g i~1 esa usto e pri vo di viveri, no n aveva potuto resistere al nuo\"O attacco. che gli 10;.;l i<.:va ogni via di scampo. \/urne la notte e, mentre le nostre trup pe erano all'addiaccio sulle r:igg-iuntc po~izioni, il comandante turco. a mezzo di un parbmentare. dovette offrire la resa. Furono fatti prigio nieri 26 uffici ali e 53 1 M)ldati e si catiurarono .2 cannoni, 515 fucili , 18 q uadrupedi e moltissime cartucce. Il convoglio, scortato dai Bersagli eri, venne condotto a Rodi . La battaglia di Psitos costò al f reggimento : 1 uffic iale (il tc111:ntc Ezio Ponzo , com :mtlante gli esplorator i del XXVI battaglione), " Bersaglieri 1110n i e .28 feriti ; fece però conferi re al reggimcnt() la mcdap.-lia di bronzo al \·alor milit:m:. L'isola di Rodi , liberata così dall'occ upazione turca, ri mase, anche dopo b pace di Lma nna. presidiata dalle truppt" italiane. A

TI generale Ott:1vio Zoppi. in un suo prc~evole ~tudio sulk opcrazio11i italiane in F.gco nel 19 12 - - operazioni al le quali l'autore a,·cva direttamente partccipal'O - così ricorda !o sbarco italiano a Rodi e la battaglia di Psitos. ,. Poichè le informazio ni affermavano concorclc:mcntt- che I utto il presidio turco tro va,·asi n egli immediati dintorni della città, ii punlu od i punti di. sbarco dovevano esscrc scelti abbastanza vici ni a Rodi, per poter affrontare subito le forze avversarie, traendo il mas~i mo profitto dall a sorpresa; ma non tanto vicini da consentirgli di arriva re in lem po per o ppo rsi alle nostre prime operazioni . " La b;1Ìa di Trianda a nord e quella di Kalitheas a sud sembravano entrambe rispondenti allo scopo. " Pilt idonea 1-i prcscnt:rva Ka 1itheas. Lontana da Rodi di circa 12 chilometri e: coperta a nord dal promontorio di Capo \Vudhi. essa offri\·a migliori possibilità pcr la sorprcsa e per la pronta costituz ione di 1111:1 buona base Ji sbarco. Questa avrebbe potuto usufruire della r 1m na di colline. abbastan za lontane dalla spiaggia per no n rninacnare d ficaccmente le nostre operazioni di sbarco. a tra verso le qual i p:i~~:1 la stracb da K:ili thca~ a Rodi. ,. I dati fo rniti dalla Mari n:i face vano presumere, inoltre, che il tllarc avrebbe offeno condizio ni più favorcv~Jli a sud. arizichè a nord di Rodi. ()11indi. per lo sharco, \'Cnnc scelta la !)a ia di K:i ~i lhèas. 1


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" Era stata presa in esame anche l'opportunit :1 di d ft·t111a rc d1H' sbarchi contemporanei: uno a nord ed uno a sud. per chiudn r piì1 sicuramente ogni via d'uscila alle truppe turche cd ohhlig:1rk .id accettare la battaglia, alla qual e i soldati italiani , interpreti tkll:i giu sta ambizione nazionale, ;irdentementc anelavano. Ma, per cml opc rare, erano sufficienti le 6000 baionette del generale Amc.:gl io ? Po tevasi addivenire ad una divisione delle forze di fronte ad un 111: mico, che dicevasi forte di 3000 regolari, 2000 irregolari e di 10 c 1n

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giardino pre;so Ben.gasi.

noni, 111 terreno assai probabilmente organizzato a difesa? Evidentemente no. << Esclusa , quindi, la possibilità di operare due sbarchì, bisognava, appena sbarcati a Kalitheas, allargare speditamente la nostra testa di sbarco e spingere al più presto a nord l'ala interna del nostro schieramento, in modo da tagliare ai Turchi la possibilità di una ritirata. Ma, anche per far questo senza ridurre troppo la densità dello schieramento, sarebbe stato indispensabile che I' A meglio disponesse di maggiori forze. u Infatti , a malgrado dei nostri tentativi - - dato il numero limitato dei no~tri combattenti - il nemico, desideroso di evi.tare un:i battaglia decisiva, potè ritirarsi all'interno. dove il 16 maggio, in risposta a tutti gli intrighi dell'Europa ostile, la storia delle pit1 helk imprese militari potè conta re una gemma <li più: Psitos ! « Dagli ordini, concretati dal tenente generale Amcglio mentre il conrnglio concentravasi nella baia di Tobruk, risulta che i conn:tti ,


in h;1 ~e ai lp1ali il General e italiano intendeva oper;m:, cr,mo i se-

guc:111 1: - sbarcare ndla baia di Kalithcas all'alba del 4 maggio; --- raggiungere al più presto il coll e di Koskino, per essere m g rado di arrestare ivi l'c vc ntuak avanzata del nemico e p arare, al w ntcrnpo, mediante l'occupazione delle adiacenze dì Kali theas villaggio, a possibili provenienze da Psitos, che si diceva centro provveduto di abbondanti ri sorse e di una guarnigione; - cccupare subito dopo le alture a no rd cd a sud - est di A1g urì.1 e t(uindi avanzare; con le forze riunite ~11 Rodi, mirando ad impedire la rit ir;1ta del nemico; - valersi delle artiglierie delk navi per battere k strade Rodi Trianda e Rodi - Koskino, la conca di Afanto, monte Smit e la zona d i Sanclruli. Ed il nemico? (1 Accettando la battaglia con le spalle cd .i fianchi ...i-i rnlti alla citù ed al mare, i Turchi si sarebbero trovati in condizioni assai critiche, pcrchè nessuno sc;1mpo sarebbe stato loro possiliik. Per qu esta considerazione b lom ritirata all'interno poteva considerarsi razionale, ; 1 cond izione che, ritirando~i ~ui m onti, il pn::s1dio !ureo si di sponesse a rn ntendcrci, a caro p rezzo di ~:1nguc e di tempo, la conlJUÌst;1 dcll"intcrno. ,, Jn fotti , dalle pu5Ìzioni dì monte .Smit, di A~gurù, Mangauli e ~~"~ kino, esso avrebbe potuto farci pagar cara b co nq uista della città di Rod i e si può immaginare il grande risultato morale che i Turchi avrebbero conseguito, se avessero costretto le truppe ital i;rne a 3ost.cnere un 'aspra battaglia prima di g iun gere a Rodi. " Ma il Turco, appena conosciuto il nostro sba rco, scniÌ tutla l'a ttr azione di P sitos e preferì rim andare ad un altro g io rno la deci~ione con le armi. C hissà L.. nell 'animo dei nostri avve rsari palpita\·a fo r se la segreta sper:mza che qualche fl otta euro pea arrivasse, nel f rattcmpo, a trarli d 'impaccio. ,, L:1 conca di Psitos è, pe r tradi zione, il rido tto militare d cli' i~ola. •, Favorevole, per la sua aspra corona montana, a buo na difesa, cc_· ntralt: rispetto ai luoghi abita ti, dai quali potevasi sperare di o ttc11 crc. co n la forza, gli ai uti necessari, ed atta, per la sua postura, a r:1p id i ~postamenti ver so entrambi i versanti dell'isola, la conca avrdihc p11t u10 rappresentare pci Turchi una h uo na base per operaz1orn r:1pide cd ardite cnnrro l':i\·anzata delle colonne italiane.


<, Comum1ue, il presidio turco, lasciato di fromc a noi un d i, t:1c camento di circa 400 uomini, approfittò del terreno favo rcvolc e 11ot11 e filò con la massa su Psitos, prima che la nostra ala sinistra pot c~~c raggiungere il versante settentrio nale dell'isola. <• Per conseguenza la nostra avanzata dalla baia di Kalithcas su Rodi . si ridusse, a causa della debole resistenza nemica, :1 dw.: ~c m plici marce di avvicinamento - giorni 4 e 5 maggio - intcrc:i latc

Mnnte Smit.

c..} Ua e là da prese di contatto, sempre facilmente superate e che costarono poche perdite. •< Alle ore II del 5 il generale Ameglio entrava coi Marinai, con parte ddl'Artiglieria, con la Cavalleria e col ~4° Fanteria in città. accoltovi da manifestazioni entusiastiche da parte dei G r eci e dal contegno rispettoso da parte delle popolazioni turca cd israeli ta; mentre le altre truppe, occupati i sobborghi, accampavano all'esterno, serrando la città cd i dintorni con una linea di avamposti. « Sorse subito una stazione radiotelegrafica, vennero impi an tati i primi servizi , completati nella giornata stessa, facendo sbarcart: i materiali prima lasciati sui piroscafi ed, infine, con un hreve proclama in tre lingue, il generale annunciò alle popolaz ioni di avere preso possesso dell'isola in nome del Governo del Re d' Italia.


<< Psì1os (16 - 17 maggio). Occupata Ro<li, primo obbiettivo di A meglio fu quello di muovere, al più presto possibile, verso l'interno ddl ' iwla, per battervi il nemico, prima che esso avesse il tempo di

rc:cl utare r1nforz i e di organizzare bande armate. <' Occorreva pt:rò assicurare prima l'ordine ndla città, dove e rano nasi dal carcere due centinaia di galeotti e dove numerosi g iovani 1urchi, insiem e ad uffìciali e soldati nascosti tra gli abitanti, tra111:1v;1no indubl,iamenu.: una rivolta; ricuperare le armi '.-~ià dai Turchi distribuite alla popolazione musulmana; ~istemare la base del Co rpo di spedizione; crc:arc attorno alla città un sistema, sia pure m nplicc, di difesa, all o scopo di rendere disponibile il massi m o di 1 ruppe nostre per le operazioni vers() l'inte rno. Per di più, bisognava provvedere al funzionamento dei servi zi civili ed organizzare un dhcace servizio di info rmazioni sul ter reno e sul nemico. Anche A.meglio --- generale invidiatissimo - ebbe allora i suoi .:en sori, i LJualì o~servarono che i nove giorni da lui imJJiegati ad inst-rnr:1rc il nuovo regime, a preparare la base e le operazioni all'interno. furono troppi! ,, Essi non sapevano dunque che a Rodi c'erano i Consoli dell e l'otcn zc, dei quali qualcunù aveva subito iniziato ,il consueto sordo l:worìo o steggia nte, ~he sempre accompagnò, ovunque, le nostre imprese; Che in Rodi coabitano tre razze, tre religioni, tre interessi di~usi e che l'impianto di un nuovo regime politico, nelle condizioni diplomatiche di quei giorni, era cosa da prendersi tutt'altro che :illa leggera? E sarebbe, infine, far loro t ro ppo torto ricorcfare LJLlante pro\'videnze e <.Juanto tempo sieno indispensabili per costituire cd assicurare una ba~c di operazio ni , special m ente in quelle condiz io ni? ,, Del resto, la sera dd giorno 14, appena nove g iorni dopo l'ing resso delle nostH' truppe in Rod i, tutto L!Ucsto complesso lavoro di preparazione poteva dirsi tluasi compiuto ed era finalmente giunto h

il

1t 10 111 c n to

di muovere verso l'in1crno.

,. Le notiz ie raccoltt: su l nemico seg nala vano che esso, d opo di oscr~i disordi nato durante la ritirata del g iorno 4, si era andato man 111;1110 raccogliendo a Psitos. dove contava una forza di circa 1300 11 1>mini. con due pezzi d'artiglieria da m o ntagna. Cosicchè, anche ~o tto qu esto punto di vista, il perio do di preparazione era stato molto l':t nl :1ggiom per noi, pcrchè aveva dato al nemico il tempo per racrog l iersi cd a noi la possibilità di coglierlo riunito e di batterlo senza do n :rc iniziare un a lunga lotta co ntro i suoi reparti sparsi.


<< Il Comando decise di lasciare a Rodi le forze s1re11a111 c111 c indi spensabili per mantenere l'ordine in città cd a difrsa co ni n, n 'l' ll tuali ritorni offensivi di qualche reparto nemico ; di muovcn· 1011 tutte le rimanenti forze su Psitos, in modo da giungervi di sorprc~:1, per accerchiare .il nemico, tagliandogli ogni via di ritir:11 :i, <.: co,1ri11 gerlo ad un combattimento risolutivo ,, . Rimasero disponibili per le operazioni verso l'interno K b:111:1 glioni, 4 sezioni di mitragliatrici, 1 gruppo di batterie da montag11:1, 1 plotoni di Cavalleggeri e del Genio e la sezione telefonisti. Le truppe vennero ripartite in tre colonne. con gli obbiettivi che abbiamo gi.ì indicato. Per attuare il disegno operativo dd comandante e sorprendere il nemico, le tre colonne dovevano percorrere di notte, in un terreno difficile cd aspro, distanze molto forti: di circa 40 chilometri per la colonna principale e da J! a 35 chilometri per ciascuna dell e altre due. Bisognava inoltre superare le gravi difficoltà che si opponevano all'effettuazione di notte degli sbarchi delle due colonne secondarie in spiagge diverse, aperte e nemiche. Il comandante in capo della ·seconda s(1uadra navale, vice-am miraglio Arnero, aveva avvertito cbe gli sbarchi di notte, molto difficili con tempo ottimo, sarebbero stati impossibili col mare agitato. come era quasi sempre in q_nclla stagione; ma Ameglia aveva tagliato corto, concludendo alla ~ua ma)1Ìera: <( che, ndla notte prescelta, il mare sarebbe stato buono )•. Tuttavia, mentre non si aveva alcun dubbio che la Marina, conscia dell'importanza dcHa cosa, avrebbe fatto, come sempre, ogni sforzo per la felice effettuazione dell'impres~1, doveva prevedersi (e fu con particolari ordini previsto) anche il caso che uno od entram bi gli sbarchi non avessero potuto aver luogo. <( Alle ore 24,30. f)Cr mezzo della radiotelegrafia delle na,·i e della linea telefonica da campo. che da Rodi era stata stesa al seguito della colonna principale, il Comando delle truppe venne informato che le colonne B e C avevano già ultimato lo sbarco senza incon vl'nienti a Kalavarda ed a Malona e che si erano messe subito in ma rc i:1 verso i loro obbiettivi. e< Le aspre marce compiute dalle nmtre truppe dovevano a\'erc ben presto un adeguato compenso. Verso le ore 9 del 16 maggio il nostro accerchiamento del.la conca di Psitos cominciava Pi:1 a deli nearsi ed alle ore 15 un vero cerchio di ferro serrava dapp·;l.'W>il nr t(


'H 1111rn. ~orproo appieno, come riconobbe il · giorno dopo lo stesso comandant e turco e come dimostrarono la difesa slegala e la disperata rcsi~tc.:n za, che egli cercò invano di opporci per molte ore. " Appreso dai prigionieri che il loro comandante, col grosso e du e cannoni da montagna, tt::ntava di ritirarsi in direzione di Marit z:i. il Comando ordinò l'in seguimento per le ali, da effettuarsi con il 57' reggimento Fanteria Iungo le alture a nord ~ est di Psitos e con i Bersaglieri lungo la c resta di monte Lcukopoda. « La sorte del nel1llCO era così decisa. A llc ore 1 i si presentò, infatti, agli avampost i del 57" un magg iore turco, per offci<c uffì.cialmcnt e la re~a. Questa \Tt1 1\'a tosto accettata da Ameg,lio alle sco o ucnti con dizioni: resa completa d i tutte le truppe. da dfcttuars1 il matti no dopo a P sitos, alle o re 8; conseg na delle ar mi. delle munizioni e dei materiali da guerra, lasciando la sciabola agli uftìciali come dimostr;zionc di ri~uardo per chi aYC\'a combattuto con o nore. :\ lo1111111ento ai Her.,,1glicri " li giorno 17 , alle ore ,·,uluti 11ell11 h,1ttaglit1 di Psitos. 7,30, g iu-ngcva a P sitos il (om :1nd:111te delle truppe n emiche, accompagnato dal Miralai. Caro del la gen darmeria dell 'F.geo. e poco dopo giungevano anche le loro 1r11 ppc-. Queste, con i rispettivi ufficiali (1309 soldati e 38 ufficiali) ,i formarono in quadrato e prc:~rntarono le armi ad Ameglio e ai r:1 ppro cn tan t i dei nostri reggimenti. La funzione, nella 1._p1ale non rn11on1\ e h~ il comando per presentare.: k armi al vincitore, fu di u na ,pk11n i1:'1 c he ognuno può immaginare. " li regolare e completo sw,lgimento del piano offensivo, le gra,·ì" i,nc d if ticolt~1 rnpcratc con gra nde (Oncordia di sforzi tra faercito


, Vi e Marina, la magnifica condotta delle nostre truppe, r ,1 ri 111 :11 :1 dal brillante, decisivo successo, dispensano dal fare molt e u1m1dc

raz1on1. '< Devesi però notare che, per la prima volta nei ri cordi ~,nri< i, si erano effettuati, rapidamente e senza il più piccolo i neon ve 11 irnl<", due sbarchi contemporanei di truppe e materiali, di notte, stn'l.1 lu na. nè fanal i, in spiagge aperte e nemiche. ,, Le nostre truppe, dopo ben quattordici ore di marcia fatico sissi ma, compiuta in gran parte di notte, in terreno montuoso, rollo da profondi burroni, solcato da pochi, malagevoli sentieri, sostennrro otto ore di combattimento manovrato cd accrnito, sotto un sole cocente, in una atmosfera ;ifosa, resa più penosa òalb scarsità ò,,Jl'arqua, senza che, anche per un solo 1110n{e11to od in un solo reparto, venissero meno la saldezza, la di sciplina e lo slancio. « Conseguita la vittoria, dopo appena poche ore di effimero riposo all'addiaccio sui sassi, le truppe stesse eseguirono la lunga, fati cosa marcia per il ritorno, coprendo così, in sole 48 ore cd in 20 di marcia effettiva, un percorso totale di oltre 75 chilometri, in condizioni tutt'a ltro che normali e consumando soltanto viveri a secco. ,1 Questi i fatti che, .~en'l.a larghi commenti, bastano a provare in modo inconfutabile quali tesori inesauribili di preziosissime, inviJiabili virtù militari custodiscano nell'animo le nostre truppe ,, . Dopo Psitos, lo stesso comandante turco espresse la maggiore sorpresa per avere noi compiuto, in una sola .nolte, un p<:rcuno che. a suo giudizio, non avrebbe potuto compiersi in meno di due tappe; tanto che la nostra celerità aveva determinato la sorpresa nemica. Dopo la vittoria l'isola di Rodi rimase tutta in nostro potere e cominciò da <.1 uel momento l'opera benefica che i soldati italiani fanno sempre segu ire a ll a violenza delle battaglie. Chi ha vissuto quei giorni -- afferma il generale Zoppi --· « ne serba nell 'anima ricordi che non svaniranno n e così egli conclude la sua efficace r ievocazione: ,, Chi ha navigato il Mediterraneo ed è entrato nell'E~eo rnl convoglio che l'ammiraglio Amero d'Aste scortava con k sue navi possenti, ed lia veduto apparire, tra le prime luci dell'alba, l'isol:t leggenda ria, colta nel sonno o forse gii1 pronta alla difesa, sulle rupi e fra gli ulivi in fiore; chi ha provato la sensazione indicibile di porrt: j) piede sull'isola nemica per muoverne alla conquista, ed ha i11 l1ucll'attimo udito le voci lontane dei tempi ed il rombo annun ci:1t orc· della Nemesi imminente; chi, in quel r::idio~o 111 :11ti110 del 17 rn :1g


~io, ha assistito alla resa del nemico Jopo la battaglia e, fra i su~gestivi colori del divino orie nte, ha veduto palpitare nella Storia il Trìcolorc, frequente ritorna col pensiero a quei g iorni e li ri vive nella cosc ienza del dovere compiuto ,, .


V.

L'8° BERSAGLIERI AD HOMS

Nella conL1uista della Libia si distinse ~inche 1'8" reggimento Bersaglieri che, al com a ndo del colonnello Giovanni Maggio tto, sbarcò ad Homs. Esso si trovava g ià a Tripoli cd aveva raggiun to b forza complessiva di 54 ufficiali e 1880 Bersaglieri, col concorw dei r eggiment i 1'', 4°, 6", 7° e 12''. I battaglioni che lo compo nevano erano : il III (maggiore Giuseppe Fasoli), il V (maggiore Eugenio Penco) ed il XII (tenente C() lonnello Emanuele Mosca). AIl '8° reggimento Bersaglieri vennero assegnati anche un plotone zappatori del Genio ed una sezione mitragliatrici della Marina. Il 15 ottobre, appena giunse a Tripoli il convoglio portante i servizi di intendenza, al reggimento venne aggregato anche un ospt· daletto e.li 50 letti cd una adeguata scorta d i viveri e m.:iteriali. La part<>nza :lVvcn ne nella notte sul J7 ottobre. Al colonnello Maggiotto il Comandante in capo dette le su::: istruzioni con la lettera che qui. riportiamo: ,, V. S. , col reggimento ai suoi ordini e con una sezione mitrag liatrici al completo di materiale e di personale, fornita dalla R. Marina, salperà stanotte per Homs, scortato da una nave da guerra, che rimarrà colà fino a nuovo ordine. '< La truppa partirà c()n 15 giornate di viveri complementari, 10 di carne in piedi e 10 di viveri <li riserva, più un'aliquota di viveri da ufficiale e generi vari. Pcl servizio sanitario è assegnato un ospcdaletto da 50 letti senza m ezzi di tras1x 1rto. <( Homs, in tempi normali, era presidiata da un battaglione turco, il quale forniva distaccamenti in località vicine. Pare che ora Li sua forza sia alquanto ridotta e risulterebbe essersi ritirata sull'altura di El-Mergheb (carta I :400.000). •< V. S. limiterà per ora la sua azione all'occupazione della eiu :'1, dove è una caserma in buone condizioni difensive.


" lntavolcr:ì rebzioni con i Capi della orta e <lclk tribL1 v1nm· per f:tre opera di pacificazione e di propaganda a nostro favore , avvertendo di isolare gli indigeni dai Turchi e di separarne gli interes~i. A tale uopo ispi rer:\ la sua condotta -alle linee direttive tracciate dal Co\'erno nel proclama, di rni annetto 5 copie in italiano: nonchè 1oo in arabo, perchè ne sia fatta la massima diffusione: sia in <.·itt\, \i;, :ill'intemo. per m ezzo di emissari, carovane e simili. « Homs è sede di un rnutasàrif. che atlllalmentc t: Scefich bcy. L:1 S. V. lo sostituir:,: così pure sostituir:Ì gli altri funzionari turch i t·on indigeni di sicura fede. Tutti i fu nzionari turchi che fossern rimasti sul posto dovranno essere imbarcati su un piroscafo di ri torno. lmport::i sopra1t11tto che il fonzÌ<!namento della !{Ìustizia sia regolare e non subisca interruzioni. Ai funzionari arabi V. S. non dovrà pre m ettere che: la nuova carica sarà dclìnitiva: ma far:1, invece, comprc~1derc eh: ~i con_lida sulla loro devozione, della qua~ il Governo Italiano terra il debito cont o. ,, Impiante rà tosto un acrnrato servizio d i informazioni, t:he ci m et1a in ~rado di conoscr n:: qu a nto a\·viene: sia nell'interno (M sel1:,ta e Ta;huna). sia lung-o la èosta, \U SO Csar Cdara e vtN> Zliteii e '.V1i surata. (( Per t:ic'i c he riguarda il terreno, porter~t la sua attenzione v racc:>gl icrà notizie. specialm ente su quclk, in direzione della Mse!Etta. « [ntcressa attivare al più presto ia linea telegrafica fra Tripoli u l I Ioms e perciò un g ruppo di indigeni è stato incaricato di allacciarne le eventuali interruzioni e poi guardarla. Per far funzionare eventualmente sostituire gli l'uflìcio di Homs, come per ripar:;re appan:cchi deteriorati od asportati, V. S. ;iv r;t due telegrafisti forniti di un apparecc:-hio Morse e di qualche m:1teri.1lc di riparazione. In og ni modo potr~ sempre contare sul servizio radiotelegrafico delle

;~I

n , tYÌ da g uerra.

" In Homs è una piccola colonia italiana, con un agente consobrc ccl un maestro delle nostre scuok, e V. S. potrà valersi della loro o pera. Inoltre u n suddito italiano, qui domiciliato e che conosce 11 1 >mini e cose di H o m s, si è offerto di accompagnare la spedi7,ione, 1ncttcndosi wmplctamente a disposizione della S. V. e prenderà imh;,rco col convoglio. Egli, però, dovrà essere lasciato libero appe na lo domandi : con lui verranno pure due Italiani, negoziami di H oms, i tju:di p8tranno :mdie fungere da interpreti. ,. V. S. mi terr:': con la maggiore possibile frequenza informato dd la ~itunione e vmri1 anche notificarmi al pÌLI presto c!uali risorse


offra il paese per la sussistenza delle truppe cd a tp1 :ili rifominll'llli dehh:1si, invece, provvedere da Tripoli. ,, La prevengo che, pd momento, non posso assegnare.: alle: 1ru1 1 pc ai suoi ordini la dotazione di cartucce della colonna mulli 1i1,11i 1· del parco di Artiglieria ».

A mezzanotte del rG ottobre il convoglio, composto di tre piroscafi, salpava da Tripoli, scortato dalle navi Varese ed Arpia e l'indomani alle 7 ardvava nella rada di Homs. Scorte sulla spiaggia trincee occupate <la armati, il comandante della spedizione, mentn: disponeva per i preparativi dello sbarco, mandò a terra parlamentari per intimare la resa. Questi ritornarono poco dopo a bordo, accompagnati dal mutasàrif e dal maggiore turco comandante della piazza, i <-1uali domandarono yualchc giorno di tempo per dare una risposta , dovendo chiedere istruzioni al Governo turco. Furono allora rin viati ed avvertiti che, se alle I 3 di quel giorno stesso non si foss<: vista la bandiera bianca sulla caserma e sul castello di Homs, si sarebbe iniziato il bombardamento. A quell'ora, infatti, non essendo apparso alcun segno di resa, la Var~se ~,;ottopose l'abitato ai tiri dell e ~uc artiglierie per 10 minuti , colpendo l:i caserma, il c1stello e le rrincee. Poichè era ormai tardi e la sera vicina ed il mare, dopo mezzogiorno, era diventato agitato, si dovè rimandare l'esecuzio ne dello sbarco al giorno successivo. Intanto si era potuto constatare che, per meglio assicurare l'operazione, conveniva battere col cannone la zona adiacente alla citt~1, contemporaneamente da levante e da ponente. Fu perciò ri chiesta a Tripoli un'altra nave da guerra e venne inviata ad Homs la Marco Polo, che contribuì. coi suoi mezzi a rendere più sollecito lo sbarco delle truppe. Durante la notte si sparò ancora ()Ualchc colpo e, poichè il giorno 18 non si potè sbarcare per le condizioni del mare, la Varese ricominciò il bombardamento. Nel pomeriggio alcuni cittadini mandarono a chiedere prote,,ionc, dichiarando che H tanto il Governatore, il Capo dello Stato Maggiore, come tutti i soldati, militari e volont:1ri. avevano abbandonata la città in precla al saccheggio degli A r:tbi ". Fu risposto che si sarebbe sbarcato appena il mare l'avesse co nsrntito. Il 19 comparve sulla città la bandiera bianca ; ma il 111:irc era peggiorato, tanto che i piroscafi dovettero levare le àncor<:. Il >11 ~i


potl'. ri pn:ndtrc L111coraggio: ma non sbarcare. Quel giorno, sapu1mi che i regolari. turch i eransi :ICcampati d ietro il Merghcb con varie centinaia di arm at i, la Varese 1i n'i q ualc he colpo in quella direzion e. Il 21, calmatosi alquanto il mare, si potè finalmente scendere a terra. l nÌ7ÌJtc le: opcrazi<Jni alle 6, dopo un 'ora e mezza un batta!;lionc era ~,i;1 in citt.'i cd issava la ba ndiera nazionale ml ca~tello. A ;;,ezzoxion~> e ra ~harcato tuno il reggi mento e, prim a di sera . a nche

J lo111s .

batteria di c:mnnni e la \ezione mi tragliatrici della Marina ; nonchè multi m ater iali. Le truppe si trincerarono subito attorno all':ihit:Ho . .'\ ,·n·ano reso più solleci to h.> sbarco anche i mezzi di ,barco d i una te rza nave da guerra, la Bencde!lo Brin . giunta il mattino con L 1m111 ir:1gl i<1 E,ravdli, comand ante della 2" Squadra, ìl qual e, prima di reci r si ad Au~usr;1 con !e sue na\·Ì, a,,eva voluto constatare q u.dc fosse la situaz io11t: ad H ,,im. Subito dop,) le, ~barco sì presentarono al coma nda nte del distac:1111cnto. per fare atto di ~o ttomissio11t:, soltan to i Capi religiosi. Si 111: m1'., allora d'i nvitare il nrntas?irif, che c r:1 usci to con la guarnìgio111 · , .1 r itornare cd inra11u, venne ema na to un bando p er il disarmo dt ll:1 popol.1zi1 ,ne. un;1


La notte passò tranquilla; le navi spararono di 1anto in 1:in lo qualche colpo sulla zona antistante agli avamposti. Anche la giornata del 22 trascorse calma; ma si nol<'i <.: li t: g li Arabi rimasti nell'abitato tenevano un contegno sospetto. Il ba11do per il disarmo non aveva fruttato che la consegna di 3 fucili. Circa le forze armate ritiratesi all'interno le voci erano conlr:id dittorie; ma in mass.ima concordavano nel dire che cransi raccolt t' tra Msellàta ed il Mergheb, con intenzioni offensive. Il colo nnello Maggiotto concesse ai suoi Bersaglieri un giorno di riposo cd il 2.; mattina, all'alba, diresse una ricognizione là dove si diceva che il nemico avesse raccolto con siderevoli forze.

El Mergheb. Il gruppo di alture di El Mergheb, che sorge isolato a c:1valierc <lella carovaniera Mscllàta - Tarhuna, si presentava come una buo na posizione per completare la difesa cli Horns cd un buon osservatorio per vigilare su tu1te le provenienze dall'interno. Per conseguenza il coìonndlo Maggiotto decise di occuparlo cd al tempo stesso di riconoscere quale fosse realmente la situazione degli Arabo - Turchi :11 di là del Mcrghcb. L 'operazione doveva essere compiuta dal V battaglione Bcrs:1glieri e dal plotone del Genio, protetti sui fianchi da reparti dei h :iltaglioni III e XII e seguiti da una batteria da sbarco della Marina. Alle ore 7 la testa dell'avanguardia gitmse sulla cima del Mcrgheb e segnalò la presenza, verso ovest, di pochi cavalieri che, dopo avere sparato qualche colpo, si riti rarono. Sul Mcrghcb giunse poi tutto il V battaglione e più tardi vi vennero trasportati faticosamente a braccia quattro cannoni. Non passò molto tempo cd apparvero g ruppi nemici provenienti dalla Msellàta, i quali a poco a poco ven11ero addensandosi cd estendendosi su una linea ad arco intorno all'altura . Erano circa 500 :li' mati, i qua li ava nzava no aud:icemcnte, aprendo un vivo ft;oco dì fucileria. Accorsi prontamente anche i battaglion i di sostegno, s'i m pcgnò una vivace azione, alla l]Uale co11eorsc effìcaccmcntc an che il [uoco tiella Marco Polo (r). Verso mezzogiorno l'avversar.io si rilirù. (1) La Benedetio IJrin era partita lo ~te,~o giorno del suo arri n ,. brc; b Varese il ~iorno successivo: entrambe per ragg iun g<.:re h loro ad Augusta.

21 011 0 ~,11 1.1.!1.1


Finito così il combattimento, fu lasciato al Mcrgheh il V battaglione co n la batteria della Marina cd il p1otonc del Ge nio e le altre tru ppe ve nnero rimandate ad H o1m. Verso le ore 14 k orde arabo - turche tornarono all 'attacco, con forze sem pre più numerose, fino a raggiungere un complesso di circa 1500 armati. Esse miravano ad avvolgere la sinist ra della nostra occupazione e, LJ UÌndi, richiamati i reparti che erano stati rimandati indietro. i Bersaglieri s'impegnarono ìn una nuo\'a e vi\';Kissima lotta. dnrara lino :ilk 18,30, :tll:t L!uale ora il nem ico finalmente si ritirò. [I colon nell o M:iggiot lo, \'Ìsta la difficoltà di mantenere quella lontan;1 posizione. che non crasi ancora potuta raffo rzare sufficieni-cmenr:· :1 r:1 11s;1 delle vicende della giornat:1 e considerat,1 la poca sicurezza. attran:rso quel terreno facik agl i agguati , dei riforni menti dei ,·i,ni ncccss;:ir1 :ti prcsilfio, decise di abbandon;ire El Mcrghcl, e di ric hiamare tutti i reparti ad H oms. Nel c1>mkmirnento erano caduti I uffìci;ile e 2 uomini di truppa dei Bcr~aglicri cd erano rimasti feriti I ufficiale ed I militare della M;1ri11.1 : 1 ufficiale e 17 Bersaglieri. Le perdite dcl l'aHcrsario furono valutate a circa 300 uomini posti lu:;ri combattimento.

Sul .:om:,attimcnto d:J Mcrgbcb il comandante 1'8" reggi mento Bersaglier i in vi<'i al Comando di -Tripoli il seguente rapporto: ,, H oms. 30 o ttobre

191 I.

,, Ottcm pero :,! n. 27 del Regolamento sul servizio in ~uerra. li contegnn ~n~pcttoso cd incerto degli Arabi , ritenuti favnrernli al Governo i1:ili;1no, non solo permaneva anche nel giorno successivo allo sbarco: ma ;tCcenn:iva ad accentuarsi perchè, malgrado il bando, non vennero ,·c r\;1ti clie .) fuc ili. ,Informazioni contraddittorie circa il numero dei nemici. m a concordi per la località., dicevano trovarsi accampate. con in ìcnzioni offensive, forze avversarie tra M~cllàta cd il Mcrgheh. ,, Sia per conoscerle, che per iscopo milit;1 re, politico e morale, ùrdinai, il mattino succc,sivo, alle ore 5, una ricognizione sul Mergheh, posto avanzato di difesa od offesa per chi difende Homs od opera su H oms da M~ellàt;i. , i La ricognizione da me diretta venne affidata al V battaglione (ma~giore cav. Pcnco), appoggiato sui fianchi rispettivamente da 2


' I>

;;ompagnie del XII (tenente colonnello Mosca) e da :i d<:I 111 (1 11.1g giorc Fasoli); queste però divennero 3 per iniziari v:1 di q11 cl t 0111.111 dante.

Il colo1111cllo Giov,111 nì Jlaggiotlo.

,( Alle ore 7 il tenente Olivo, comandante il plotone di cslrcm;i avanguardia, guadagnava il Mcrghcb e segnalava che una palluglia di cavalieri turchi, dopo di aver fotto fuoco, si era ritirata. " li V battaglione (maggiore Penco) pmè sollecit:1rncn1c, con k sue 3 compagnie, coronare il Mergheb e più tardi, con moira , .111 1i


con troppa fatica di braccia, mise m batteria i 4 pezzi d' Artiglieria da sbarco. (< Essendo molto estesa, la fronte nemica, m1z1atasi con m. 700 -:irca e spintasi poi a m. 2000, anche per un 'affermazione. vennero portate in linea rispettivamente a destra ed a sinistra le compagnie del 111 e del XII battaglione. « Verso le 12, qua~1do vidi che il nemico si decideva per la ritirata cd il fuoco era cessato, ordinai al V battaglione di rimanere sul Mcrgheb, coi pezzi da sbarco e col plotone zappatori del r" G enio, per rafforzarvisi, ed alle compagnie <lei Ili e del XII di rientrare nella linea degli avamposti di Homs. In <.1uesta prima fase il nemico si t·r:.1 presentato a frotte e con la forza Ji circa 5 0 0 fucili, comin ciando l'attacco a 700-800 m. ed avv,icinandosi a non più di 3-40CJ m. <• Verso le ore 14, appena rientrato in Homs ·col XII battaglione. ricevetti un avviso dal maggiore Pcnco che segnalava un ritorno offensivo del nemico; ma più numeroso, tendente ad accerchiare b posizione del Mergheh e che. per impedirlo, aveva fatto richiam are le compagnie del III battaglione, ~i~, in marcia. su Hom s. :·: Con le tre compagnie dd XII battag lione nuovamente m os!>i io stesso verso il Mcrgheb, per sostenere le truppe impegnate e per rendermi esatto conto della nuoYa situazione. <, Il nemico. di molto aumentato di forze e <li fronte, te ndeva con frotte ad avvolgere specialmente la sinistra del V battag lio ne. movimento che potè essere ritardato dall'intervento del llI battaglione e tjUindi decisamente impedito con lo spiegamento del XII. i, Verso le ore 18 e mezza il nemico cessaYa il suo fuoco perch<'.· si ritira\'a sulle colline retrostanti , dirigendosi su Msellàta. Sia per la naturale ed evidente stanchezza della truppa, che per la mancanza di un sicmo rifornimento viveri ed acqua, dato il terreno insidioso, non ritènni opportuno. anche militarmente, dopo ~tudiata la situai.ione sul posto. di mantenere :illo stato delle cose il V battaglio ne al .\1crg heb e, per ripiegamento di successivi scaglioni dalla sinistra . o rdinai che le truppe rientrassero nelle ri spettive e primiti,T lince di :wa 111po~ti. . . . " Frano le r9 circa e l"ultimo reparto , scort::rnte 1 c.innon,. n c n Ira va vcr~o le o re 22. ,, f-orze avversarie della prima fase circa 500. " Forze avversarie della seconda fase circa 1500. " Le perdite nostre furono: morti 3, dei quali 1 uf ficialc: feriri , X. dei quali , ufficiale di Marina.


<( Le perdite avversarie non s1 conoscono oatt:imrnt r; 111 . 1 " 11 tengono di circa 300 uomini. << E' mio dovere segnalare a codesto Comando l:i t:IH c1111i.d11l l' disciplina del fuoco, la calma e la fermezza degli uffici;di l' g rr~:11 1 che, incontrato il nemico per la prima volta in campo apt:rtu rd 111 terreno nuovo, seppero tener alto il nome della Patria e la t r:icl 1:1.in1H· del Corpo. « A;,anzerò separatamente, per l!uelli che maggiormente , i d1 stinsero, le proposte per la meritata ricompensa. - G. Maggiotto ,i .

La mattina del 24, avuta la notizia della seconda fase dclrazione, il Comandante in capo telegrafo al colonnel lo Maggiotto di attt:nersi alle istruzioni ricevute, secondo lt: quali doveva per ora limi tarsi all'occupazione della città. Il colonnello rispose lo stesso giorno 24 ottobre, segnalando rafflucnza contro Homs delle diverse tribù e proponendo un'im mediata dimostrazione in fo rze. jler allentare la pressione del ncmirn. li giorno 25 il Maggiotto insistette nella proposta già fatta ,. pn minaccia numeroso nucleo e continua tendenza accerchiare e~tes:, periferia citt:Ì ed anche per rinfrancare clementi indig-eni, chicdcnt i nostra protezione n; ma il generale Caneva rispose confermando che ia situazione di Tripoli era ancora talmcnre incerla e cmì minaccios,1, ..:he il Comando generale non avrebbe potuto mandargli rinforzi. La nota situazione, creatasi a Tripoli quel lo stesso giorno 23 ottobre, non solo im pediv:1 di allontanarne i reparti; ma reclama va anzi l'invio cl i nuove truppe che, infatti, erano già state riehicste in Italia. Nei giorni successivi. il nemico, reso ardito dal nostro volontario ripiegamento da El Mergh~h, s'avvicinò alla città, disponcndo~i ron notevoli forze intorno all'abitato. Visto ciò e considerati i pericoli che potevano derivarne, anche per l'incerlo contegno degl i ;1hita111i della città. il colonnello Maggiutlo insi~tè sulla necessità di ri nforzi di Fanteria cd Arti~lieria ; ma gli venne confermato che, per il momento, era impossibile inviargliene. La mattina del 28 verso le ore 8, il nemico aprì un vi vo fuoco <li fucileria su tutta la fronl e, a dist:mza di. 900 metri , inizi:i ndo un violento attacco contro i nostri avamposti; attacco che venne vi:i vi:1 intensificandosi con forze sempre più numeros\:, valu tate in ulti1110


:246 a circa 2000 combattenti. Le nostre truppe, soccorse dal fuoco bene aggiustato della Marco Polo, sostt:nnero con calma e fermezza gli attacchi nemici per hen dieci ore c<l, infine, alle ore 18, respinsero gli Arabo - Turchi, che lasciarono soltanto qualche gruppo a son·cgli:1rc la città. Durante l'attacco si ebhc anche qualche fucilata contro le guardie della c;iserma e dell'ospcdalctto da campo. che furono subito rinforzate da due plotoni di Marinai, sbarcati dalla Murco Polo. Dei nostri caddero I uffìciale di Marina, l ufficiale e 2 Bersaglieri c rimasc ferito I uf liciale del Corpo. li colon11cllo Maggiotto, dopo il fatto d'arrne, rivol ~c alle sue truppe t ! l"' qo , ,nli 1w del g iorno: " Ufficiali . Sot111ffì ciali, Cap(Jp li, Bersaglieri, Soldati del Genio e Marinai~ ,, li 23 corrcntè attaccammo il nemico in campo aperto: oggi , r:1ddoppiatn di forze, egli venne a suonarci la diana nelle nostre trincee l'. noi. sino al silenzio, lo accompagnammo con le nostre salve. Dopo 10 ore Ji combattirrn:n tù k> n:Jemmo riti rarsi frcttolos:uncnte, inseguito dal giowndo fuoco dei 11m tri fucil i... ,. 1$ra\i I P rese ntiamo le armi ai valoro~i camc:rati clic caddero ~ulla linea di battaglia, col nome e per la gloria della nostr:1 c1ra 1tali:1 ! "· Poichè l:r ~itua1.ione ~i :1ggravava: ~ia per l'aumentato numero dei nem ici . ~i;i per il subdolo contegno della popolazione, il colonnello Yiaggi1>1to insi~tt ancora rn:lla richiesta di rinforzi e domandt'i intan :o l'in \'io Ji una na\'C da guerra. JI Comando generale gli notificò ancora una volta non essere possibile inviare truppe e che sarebbe stata mandala ad Homs la nave Sardegna. sulla tiuale, come ~ulla lvi.arco Polo, il dist1l'.c:1mcmo poteva, nel caso ç he non potesse più mantencr~i ad H om~. imbarcarsi per far ritorno a Tripoli. Nello stesso tempo si di spn ne\'a per l"invio di attrezzi. per affrct1arc e pcrfczionan: i lavori di fortitìcaziunc campale intorno alla citt:ì. Il gennale Caneva nutriva fiducia che, com e g ià a Tripoli, le truppe anebbcro anche ad H oms saputo fronteggiare qualsi asi even1ualitI1. Ad ogni modo, se l'inaspettata situazio ne avesse resa imostenibìlc la posizione di ljlld presidi<i, pensava essere preferibile ritirarlo temporaneamente. ln ci(\ concordaYa pure il Capo di Stato Magg iore dell'esercito, il tiuale, nel giorno successivo, 29 ottobre, telegrafò che ,. nessuna consi derazione politica doveva impedire. o\'e fosse militarmente necessario, di ritirare lt: truppe da Homs .. .


Dopo la viol.enta azione del 28 ottobre la situazio rH: ri11\,1M' , r:i zionaria, pur essendo il nemico ancora in forze ed in grado di d l<-t tuare nuovi attacchi. Erano stati valutati, come abbiamo tkt tn, :i 1 000 i suoi combattenti e questa cifra fu poi confermata dalle noti z il: :1v11 te successivamente, le quali dicevano che i regolari turchi e rano 2 50 con un centinaio di Zaptiè e di volontari e che gli Arabi ragg iu11g t' vano il numero Ji 1600. Si diceva inoltre che seguivano gli arm :1ti numerose orde, munite_ di vecchi fucili o di pistole, oppun; di arrni . bianche e anche di semplici strumenti da lavoro, pronte al sacd1cggio, e si assicurava che, anche nella giornata del 18, questi pred oni aspettavano al largo, attendendo il momento di piombare in cit1 .'1. Il mutas}1rif, che temeva ciò, sconsigliava, a yuanto pare, l'a~~allo all'abitato, suggerendo invece, contro il desiderio degli Arabi cd il parere dello stesso comandante turco, di aspetta re su buone posizioni una nostra nuova avanzata. Sulla situazione politica e militare di Homs, il colonnello Maggiotto inviava, in data 2 novembre 19 1 r, al generale Caneva le seguenti informazioni: « Li situazione politic;i sin dal g iorno dello sbarco apparve grave per la diffidenza dell 'elemento arabo, che dimostrossi subito contrario al Governo Italiano, non facendo omaggio al nuovo comandante e, malgrado il bando che promette\:::t dieci lire per fucile.: da g uerra, non <.X>nsegnò le armi distribuite dai Turchi. ,, Nel combattimento del 28 scorso vennero dalla città sparati dei colpi contro il tergo delle truppe in trincea e specialmente comro il sottoscritto. L'elemento àrabo, ritengo, potrà divenire forse favorevole a noi, quando si persuaderà dd predominio di forze, cioè supremazia numerica. li dubbio che possa, per l'eventualità di un insuccesso d 'armi qualsiasi, ritornare il Governo Turco, induce l'Arabo a parteggiare pii.tttosto per questo, anche per il fanatismo religioso. ,,. Nel caso concreto, sino a (1uan<lo il già mutasZ1rif cd il comandante militare di ffom s ecciteranno le tribù viciniori contro la bandiera italiana, la situazione politica di questo presidio, date le odierne condizioni, sar~t sempre diffi cile ed Homs sad. esposta ad un possibile colpo di mano. " Il reggimento, tolti i vari servizi interni cd un convenicntt: numero di uomini che giorno e notte deve vigilare sulla popolazione. non può portare sulla linea del ruoco più di 1500 fucili, con uomini stanchi delle notti inso nni e disagevolmente passate nelle trin cee ~in dal giorno dello sbarco (21 ottobre). Con l'arrivo della Sardegna ho


di$posto che, in caso d'attacco, tutti i fucili disponibili si portino sulla linc.:a del fuoco, affidando ai Marinai la sicurezza interna. ,, La situ:1zio11c politico-militare venne mi gliorata dopo che preg ai il comando delle due navi Sardegna e M,irco Polo di bombardare 7.litcn , per attirare su q_uclla località le tribù interessate e che si erano unite ai Turchi pcr l'attacco ad Homs nel giorno 28 scorso e successi v1.

1 dinrom i di Jl om s .

,, Iniau i concordi in fo rmazio ni mi ass icurarono die il bombard:nncnto di Zlitcn port<'i una di\'ersìon c ed una scissura nel campo av versario. Ed il 3<>, g iorno del bombardamento di Zliten. venne ~ubito notato nel nemico un m ovimento in ritirata: sia verso Zlìten che verso MsclE1ta, do \'e, a sud del Mcrgheb. si sono concentrate ora le forze a vversarie. E sternai il critcrio al co mandante le due navi Sardt,g11a e .'1-larcn Polo c he h mi naccia d im,:istr;niva su Zlitcn si <lo,-csst ripetere nei g iorni successivi e si spingesse anche a Misurata, !)l'f divickn: maggiormente il nrn11,:o e sconrnlgcrnc il piano d'attacco t co~ì per k tribù !.itura11ec e lim itrofe no n anrnra sottomesse. ,, Certo c he nei g io rni 28, 29 t 30 la situazio ne politico-militare di H om s si prc~enta\'a all armante per la preponderanza delle forze :111an :a111i e pcl conteg no degli abi1an1i. Lo stesso comandante della Marci) Polo mi riferi va che, dalla coffa della sua nave, aveva calcoh 10 il nemico ad oltre 2000 uomin i e, data la stanchezza dei miei 1')011 f11L ·ili, la pol \·erc e Li durata del combactimcmo, l'attacco re-


spinto con due sole perdite della parte nostra e moltt.: dall 'av vi:r~.,ri11 , circa 400 morti e feriti , così le ultime· informaz ioni, è do vulo al 1110 rale elevatissimo degli ufficiali e gregari, animati da spirito di Corp11 superiore ad ogni elogio. « Tanto nel combattimento del :q, quanto in quello del 28 , I., disciplina del fuoco fu ammirevole. - « I soli tiratori scelti usarono alzo graduato; mentre la massa ,i attenne all'ordine preciso di attendere il nemico nello spazio battuto dal\' alzo abbattuto. « Il combattimento del 23 fu predisposto ed ordinato con la massima segretezza, sia dalla popolazione che dal nemico cd, in considerazione del fatto successo il 23 ottobre in Tripoli, e delle armi d,c Homs non aveva ancora versate, dei Capi che non resero omaggio di sottomissione, del contegno incerto in genere della popolaziont.:, se ne potrebbe dedurre la conseguenza che si volesse gui agire come a Tripoli e che il combattimento in campo aperto abbia sconcertato il piano prestabilito. Disponendo ora di strumenti da zappatore, inizìcrò immedia(<

tamente i bvori ~peditivi, ripartc·nn() le artiglierie che ;,rriveran nn lungo la I.inca degli avamposti ,, . Il giorno 7 novembre il colonnello Mag-giotto, in un a nuova lettera sullo stesso argomento, precisava me~lio le informazioni gi;Ì date, scrivendo: « Gli Arabi armati risultano essere circa 1400 che, ag~iunti ;1 i 250 regolari del presidio ed a un centinaio, fra Zaptiè e volontari arruolati nei primi di settembre, danno una forza complessiva di ci rca fucili nel campo avverso.

2000

A questi sono da aggiungersi tutti !!li Arabi armati di un fucile c1ualsiasi, di pistole, picconi, roncole, che pare fossero, il giorno 28, attorno a d Homs, secondo talune informazioni fin 10.000, i quali attendn·ano al largo il momento propizio per ~lanciarsi al saccheggio. Tantochè, si dice, il mutasà rif stesso, che dirige ed eccit::i l'demento araho, impressionato, non voleva il movimento dd ~8, cht.:. invece fu deciso <bi Capi arabi, in ispecie da certo Mad1u di Zlitrn durante la sua assenza, così. come non vorrebbe più alcun inovimt.:nt<, di attacco, preferendo egli attenderci in acconce posizioni del rov,t.:~cio <(

del Mcrgheb, fino da va nti Mscllàta ... L'Arabo non ha più il primi tivo terrore del c~111nonc delle navi cd ultime informazion i as~icurano che un'orda di 8000 uomini vuol tentare. sernprt.: contro il p.1 rcn: del mutas?trif, un ultimo, ma molto decisivo attaccn ,..


La situazione nell'interno dc.:lk difese non era certo meno preoccup:111tc, pt:rchè la popolazior1c riteneva b nostra occupa7-Ìone una semplice dirnostrazicne, per costringere Costantinopnli ad accordarci k concessioni cornmerciali tante volte m:gate, come :rndavano dicendo i Turchi. e quindi temeva il ritorno dì questi. Per quanto riguarda le armi, ~i diceva che, prima del nostro sbarco, erano stati distrilmiti 1(ioo fucili, e che il presidio, fra regolari, volontari e Z:ipti<\ ne avcs~e altri 500; può darsi che in <:itrà non ne fossero rimasti molti; ad ogni mml:, il li:in,lo per il di sa rm:i non cbb,: risultati tangibili e le pt:n1uisizioni fattt: dopt) non fruttarono c he 60 fucili da guerra, più 1111 ccntin:110 di \'Cechi fucili ad avancaric:1, pistole da guerra e rivoltelle. pugnali, :-ciahok t: h:1ioncttc. ;\d .tCcrocnt: poi i dubbi cir~a i scnti111e11tì della popolazione, aveva n<J crn11ril>uito i colpi sparati ncll'intcrn0 delle difese. durante l'azione dd 2H ottobre. L.1 na\'C S,mtcgilu' portò un cflìcace concorso di forza, non :,0!0 r cr 1':1ppog~io cki ~uoi cannoni in aggiu111a a ljudli della l14arco l'vlo; 111 .1 ;111cl1l· pcrchè pcnni~c, con lo sb;1rw di parte ckl1'ctp1ipag!.!.Ìo, ,li impic!.!arc sulla linea del fuoco tuni i l')OO fucili <k!l'8'' Ìk r,a!,'.lini. · lil;crandoli dalla cura del mantcn1111<: nto dclrordinc in ( ltl : 1.

A L, r "'l"T:trc h ni,i, valst: ;tncl1c il hombanhmcntu di Zlitcn. Lttto oc~uirc dalh ;\forca Folo per richiaman·i i combattrnti di t]Ucl paL ~l' e della \Irina Mi~ur;1ta, che erano pri111;1 da\'anti ad Hom ~. La na ve ,·i ~i rcùÌ una prima volta il .31 ottobre e fu fatta segno a foci iatt: 1ir:1tt: d:ill:i spiaggia, alle ciua li rispose coi ~uoi cannoni. Due giorni d(lpo. il 2 novembre, ripetè l'operazione pii1 .i fondo e rnn,cguì il clc~idcrato effetto; gran parte dei c0mbattcnti <li Homs a,:(orsc ru ;1 Zlitcn. r'.i :litri abbandonarono le vicmanzc ddla città, ritir:111dmi a \ lld cl /E l Mcrghcb. Co~ì si ruppe il cerchio attorno alla piaz.z;l cd il nnstro Jnr(·sidio 11ntè •pro~couire 11iù tranouillamt:ntc i ::::, lavori di difesa e provvedere allo ~gombero del campo di riro, col prrzio~<J ..:01Kor\O degli spt:cialisti dell'equipaggio della Sardegna. Il -; 1111vc111brc giun~e d;dl'lt;ilia, a rinforzare il presidio di H oms, il battagl ione Alpini " Mondovì ,, rnn una sezione mitragliatrici cd una batteria da 75 A, su 6 pezzi. N\·bhero sollievo le truppe, assai stanche. dcll'8" Bers;1glini e si pot<.' portare nuovo incremrnto ai brnri di difc~a. Per conseguenza, nell'interno ddk nostre lince le cose andarono a poco a ptJCo migliorando: le rigorose misure per as51cur;m.: I


l'ordine e l'oculata azione politica per accaparrarci la licluci:1 dr ll 't·l1 mento arabo fecero allontanare i sospetti; il progrcs~ivo rion li11.1 mento dei servizi pubblici (porto, igiene, stato c ivile, ill11minaz i1111 L nettezza, riattamento delle strade e dei fabbricati danncg~i :1ti d:il bombardamento), la cura della giustizia, il permesso di pesca an:<11 dato entro certi limiti, la riapertura del mercato ed, .i nfine, i ~u~s id1 ai bisog?os!, incoraggiarono gli abitanti a ritornare alle loro ahi111al1 occupaz1on1. Quanto all'esterno, le notizie degli informatori concordava no nel dire che anima della resistenza era il mutasàrif, il quale attivamente ingaggiava armati è ne manteneva lo spirito ostii'e a noi, legando a sè i Capi, facendo credere prossimo l'arrivo di soldati, arm i e munizioni per le vie dell'Egitto e della Tunisia, diffondendo le solite calunnie sul nostro conto, eccitando jl fanatismo religioso e castigando severamente ciuelli che propendevano a sottomettersi od erano sospetti di avere rapporti con noi. Era, come si vede, il sistema solito di propaganda, che doveva avere come primo effetto quello di elevare una barrìera insormontabile tra noi e le popolazioni. La massa delle forze nemiche trovavasi concentrata ad ovest cli El Mergheb ed aveva posti di guardia su questo gruppo collinoso, dal quale potevasi osservare ogni nostro movimento e vigilare gli indigeni che uscivano dalla citù o vi entravano. Spesso gruppi di 40 o 50 uomini armati facevano scorrerie, avanzando sino ad un migliaio di metri dalle nostre difese, per sparare qualche colpo e pui dileguarsi; molestie innocue, queste, tentate specialmente di notte ed alle quali non si rispondeva più. Qualche gruppo cercava di disturbare, da lontano, le ricognizioni, fatte giornalmente per esplorare gli angoli morti ed i vari appigli tattici, che non era stato possibile eliminare. Circa .le condizioni morali e materiali degli armati nemici le notizie er:ino v:uie. Sembr:iv:i che in tutti fosse tenace la volontà di resistere; non ugualmente salda la coesione, a causa delle divergenze d'interessi fra tribù e tribtt, dovute: sia all'attrazione che genti di diversa provenienza sentivano ciascuna verso il proprio paese minacciato dalle nostre navi; sia alle esigenze dei lavori della semina, onde in molti era vivo il desiderio di allontanarsi ed, anzi, si diceva che gli Orfdla fossero già tornati alle loro case. Quanto al sostentamento, il campo traeva le risorse, oltre che da Msellàta, anc he da Zliten e da Misurata; ma si asseriva che tali risorse non bastassero, e quindi si ricorreva frequentemente alle razzie, che avevano provoetto gr.1\'i


co11(iini fra Arahi cd Arabi. In complesso le condizioni della rna~'>a nemica. mtto questo riguardo, non erano mo!to soddisfa<.'. enti. Il '.!O novembre si sparse la voce che erano arrivati da Tripoli 4 c:11111oni e che altri se ne aspettavano. Pan:va che fossero stati col locali provvisoriamente a Ras Cohla, a sud - ovc~t di El Mergheb, in attesa che si apprestas::;cro le piazzole su quc~ta coll ina. Ma, int:;nto, le nostre fortihc izioni erano divenute efficienti e sj, procedeva :ilacremcntc a pcrkzionark, per renderle.: atte a resistere anche ai tiri dell'Artiglieria.

Cingeva la ( ÌllÙ una robusu linea di trmccramcnti appoggiata al mare e di vis;1 in quattro settori : a cia scun settore t-r,1 ;issc(!.nato un battaglione, che an: va u1~a propria ri~crva. Da principio k riserve di settore fornivano. occorrendo, :mche la riserva generale; poi questa fu costituita da circa 400 soldati, raccolti fra gli uomini non inquadrati e fra quelli appartenenti ai serviz i, che vennero :lrmati di fucile. La battnia da 75 A era divisa in sezioni: una presso lo sbocco della carovaniera di MsdLìta: una all'ntremit?1 nord dei trinceramenti, presso il faro, e b terza presso l'o/.,, t umba del gcncmlc Maggiotto 1 J I f ad 1-Iom s. speoa e, i cui · abbricato, come la caserma ed altri prossimi al la linea dc:llc trincee, era o n•;rn izz,tto a difesa. Le mitragliatrici cran D distribuite lungo tutta t~' linea. Complc:t;i va all 'e~ter~o tale sistcmaz iotìc una larga fascia di difese accessorie.


Il 24 novembre il presidio venne rinforzato d.1 ttn l>.111.1g lu11w del 37° Fanteria e da una seconda batteria da 75 /\ . A pp:11 lc1ll'va ' Ilit I battaglione all'8" brigata speciale (37° e 50° Fant eria), do 1111.11:1 111 rinforzo a Tripoli. In considerazione di questo aumento, Ile p11r1.1, .1 la forza a 5 battaglioni ed a 2 batterie da 75 A e di probabili 11llc1i1111 rinforzi, il comando del distaccamento venne affidalo ad lll1 11( 11 ciale generale e precisamente al maggior generale Rcisoli , che :m i"', ad Homs lo stesso giorno 24 novembre. Le operazioni effettuate da Homs, al comando del gencralc Rl'I soli, non riferendosi in modo particolare all'attività dcll '8v reggimrn to Bersaglieri, sono state Ja noi esposte nel volume IV di gue~t 'opcr:1 e, per conseguen za, non ne ripetiamo la narrazione. Il reggimento continuò a distinguersi per il suo valore anrl ll' nelle successive operazioni per la conquista del Merg heb, di Lehd:1 e dei Monticelli di Lebda. Il colonnello Maggiotto, promosso poi maggior generale. b ( i<'> la Colonia ed ebbe altri incarichi: ma egli, che era un devoto all ievo del La Marmora, tutto preso dallo spirito bersaglieresco, cd a,·ev:i dato sempre al Corpo tutta l'cnergi;i rlr ll;i -tw ~piccata pcr~on:dit~ . serbò dcl1'8° reggimento un così vivo ricordo, da chiedere poi , ncl suo testamento spirituale, di essere sepoito ad Homs, fra i Bersaglieri del ~uo vec<·hio n·ggirncnto, caduti per affermare il prcsti~io td :ium cn tare la potenza della Patria. Questo suo supremo desiderio venne accolto ed, infatti, quando la morte lo raggiunse nc:I •~HG, Ja sua alma venne trasportata ad Homs cd ora riposa per sempre su quel kmbo di terra africa na, gi:'t bagnata dal sa ngue dei suoi Bersaglieri.

reparti Bersaglieri rimasti in Libia. Nell'ottobre del 19 1 2 il trattato di Losanna poneva termine all:i g uerra italo-turca ; ma le azioni bel lid1e contro gli indigeni. d:11 i~ i all a g uerriglia, continuarono ancora. Fra gli scontri più importanti . ai quali parteciparono i Bersaglieri, devesi ricordare LJUello di A~~:ib:1 del 23 marzo 1913, nel quale l'Il reggimento Bersaglieri ebbe rn nfcrita una medaglia di bronzo al valor militare. I battaglioni III, XV e XXX [, dei reggimenti 8", , J°' e .f. ri 111.1 scro jn Libia e furono ~ostituiti , alle sedi dei reggi men ti , dai li:111.1 glioni XXXVIIf, XXX IX e XXXVII di nuova costituzione.:. 0


Nd 1915 nuove contingenze provocarono l'invio in Colonia di altri battaglio ni Bersaglieri e dell 'intero 1 ° reggimento, escluso il battaglione ciclisti. All'atto della dichiarazione di guerra con l'Austria, durante il primo conflitto mondiale, i reparti Bersaglieri dislocati in Libia erano , seguenti : ~-~ reggimento (battaglioni L VII e XIX) in Tri1x,litania; io·· reggimento (battaglioni XVI, XXXfV e XXXV) in Tripolitania ; Il battaglione del 2" reggimento in TripoliLania; XXII battaglione del 5" regg imento in Tripolitania; Il battag lio ne dd reggimento in Tripol itania ; III batta glio ne dcll'8" rcgg~11ento in C irenaica ; XV bat tag lione dcli ', 1' reggimento in Cirenaica; XXVI e XXX I battaglione del 4'' reggimento a Rodi. Nd dicem bre del 1914, come si è già detto, il 10° reggimento, csclu~o il bau;1~lione ciclisti , venne inviato in Albania, dove rimase li no ;il 11po . · :\d gennaio 1915 i reggimenti 2 " t~d u " furono inviati nel territorio marsJCano devastaro dal terremoto e, come abbiamo già detto, sbarcò in Tripolitania il 1" reggi m ento.

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VI.

IL 3° REGGIMENTO BERSAGLIERI NELLA GUERRA ITALO-ETIOPICA (1935-1936) Anche i Bersaglieri parteciparono con molto onore alla guerra italo - etiopica del 1935 - 36, nella quale furono rappresentati speci,il mente dal 3° reggimento, comandato dal colonnello Dc Simone, e successivamente rinforzato con !'LXXXIII battag lione complementi , formato dal Deposito dello stesso reggimento, e col XXX battaglione complementi , formato dal Deposito del r Bersaglieri. 11 3" reggimento, sbarcato a Massaua nel maggio del 1935, venne successivamente aggregato a <livcrse Grandi Unità e (JUindi ;11la .:W' brigata di Fanteria, al comando del generale De Riase. e dell::i quale facevano g ià parte i reggimenti di Fanteria 46", 60'' e 6 2°. Il f Bersaglieri si distinse n ella manovra del Tigrai, alla conquista delle alture di Bclesat cd alla battaglia dcll'Endcrt;1, meritando una medaglia di bronzo al valor mil itare. Quando, dopo le vittorie del T eml>ièn e la manovra del Tigrai, che abbiamo già ricordato nel volume IV di quest'opera, il generale Badoglio volle iniziare più decisamente la marcia verso il sud, una colonna ebbe l'incarico di puntare su Gondar. Gondar, una delle località più importanti ch e fu Capitale ddrimpcro sino alla m età del secolo scorso, ha circa 25.000 abitanti c conserva molte costruzioni che ricordano l'occupazio11e portoghese del secolo XVI. Le piste c:irov:micrc :ittn1versano la region e :1mhara e la collegano con i territori dei C umana, degli Adì Abo e dello Scirè, ma sono in condizioni di percorribilità molto precarie. La forza principale della colonna destinata a marciare su Gondar venne costituita :1ppunto dal 3° reggimento Bersaglieri che. partecipando all 'impresa, ebbe occasione di dimostrare la sua disciplina e la sua resistenza alle fatiche, a nc he se la marcia si svolse senza incontrare notevoli resistenze nemiche. Le perdite subìte dalla colonna da Om Ager a Go ndar furono, infatti, limitate a 6 cad uti ed ;1 7 feriti per tutt:i Ja colonna. 0


li rn;tdlo di Go11d11r.

Durant e l:1 rn:i rc1 a, iniziata ìl! mattino del 20 marzo, la colonna rimase di vi~a in cruatt-ro scaglioni di marcia e di tre di essi faceva parte un h:itt:iglinne del ·f Bersaglieri.

La marcia su Oondar. La marcia su Gondar costituì una delle più brillanti o perazioni. Oltre che dal j" n:g_gimento Ber~;iglicri la colonna, formata da un;i massa motorizzata di 4 battaglioni, disponeva del lI battaglione Camicie Ì'cre , ?vlthsolini ,, di Forlì, di , gruppo di Artiglieria :iutotrain ;1ta. di I Sljll,tdriglia di autoblinde, di I reparto di motmnitragliatrici. di I compagnia mista del Grnio e dei servizi relati vi. La forza complessiva era di circa 5000 uomini e dovc\'a seguire l'itinerario Om Agcr - C hcrchcr - Gombollo - Gondar. P:1r1ii ;1 il 15 marzo d:i Asmara, la colonna sostò il 16 a C hcrc n, il 17 ad Agordat cd il 18 a Tcsscnei; il 19 era ad Om Ager. I 500 chilomt:tri dalrAsmara al Setit furono coperti senza il minimo inconveniente e rnn l'anticipo di tre giorni sul previsto. All 'alba dd 2 1 la colo nna pas~ò il Sctit e, dopo tre on:, tutti erano in terriwrio etiopico. Si assunse subito l'ordine di marcia su <p1attro scaglio 11i, così formati: 1° - ava nguardi a. costit uita con reparti di autoblinde, motomi1 ragliatrici, ed un battaglione Ber~aglicri ; :2" - un battag!ione di Hersaglini ; .3" - il gruppo di artiglieria autotrainata, il battaglion e Camicie Nt:rc, il Comando della colo nna, i serviz i logistici: ,f - un battaglione Bersaglieri e reparti di autoblinde.


Ogni scaglione era collegato con gli altri e col Com:i11d(l ., 11, r,. zo di una sezione radio; reparti. zappatori cd idrici c r ;1no 111 fl· , 1.1 all'avanguardia. Notizie limitate e contradittorie informavano sul pcrrn1·~11 e· ,111 le località dove sarebbe stato possibile trovare l'acq ua ; Li colo1111.1 n .1 però provvista come se non se ne dovesse incontrare. L'itinl'f'.1ru,

Ln marcia su Go11dar.

prescelto era (p1ello seguito da uno dei pionieri italiani in Africa, il dottor Balugani, che lo aveva percorso nel 1907. Le imponenti difficoltà che, hn dal principio, si prescntaronu al l'effettuazione di <JUCsta m arcia, vennero brillantemente descritte e messe in luce da Giovanni Artieri, che accompagn<'> Li spedizione. << La colonna sfondava foreste di bambù, masse fittissime di grosse erbe, avanzando dalle prime luci dcll 'alha a sera inoltrata e procedendo sotto il sole pomeridiano, contro ogni legge dì <JUCst:e terre difficili e selvagge, che impongono sosta ed ombra durante il meriggio. Si trattava di guadagnare tempo e spazio e la meravigliosa f.1 tica degli autisti cominciò fin d'allora. Ndk tappe del 20, 2 1 , 22 t ' 2.3 marzo, chiusi nelle ardenti c;1hinc di pilotaggio, nelle :tffoc:11 r


t:amcre blindate dei carri armati, seminudi , porta vano avanti il carico degli uomini e del materiale sul tracciat~ irriconoscibile, salvaguardando la vita dei motori. Tra C hcrchcr, j) torrente Guba e Meca7.zè s' incominciavano a trovare larghe zone di boscaglia incendiatesi spontaneamente; rivoli d i fi amme ardono ai lati della strada , il fumo è soffocante cd a volte toglie il respi ro e la vista; ma gli auto<.:arri, ad u110 ad uno. \'C11gono tratti fuori dal pericolo sino allo sbocco opposto.

lìcrmgliai in

ll/i/10,1.

,, A,·c,·amo ai lati delle genti ~ residui degli esercit i di r:1s lmmirù e del dcgiac Aialcù Burrù --· frammenti minuti, scacciati fìno a L(UL·sto territorio dal terribile t:ùlpo della batt;1glia dello Scirè, e di fronte le rocce alti ssime , attraverso alle quali bisognava aprirsi la strada. La Lit ic1 dei Bers;1glieri, del Genio e delle Cami(ic Nere divcnt:i leggendaria ; i battaglioni vengono alternati alla testa, il la\'oro si ini zia prima ddl'alb;.1 e continua inint erro tto tutto il giorno c. se è: 11cccssario, parte della notte. e, Vengono distaccate, dapprima. pattuglie di csplora7.ione che percorrono a piedi due o tre chilometri, piazzando le mitragliatrici pesanti ai Liti della carovaniera; altre squadre battono tutt'intorno, fra la hosca~lia , l'en:nt:ualc presenza del nemico; mentre altre, armate di li:id ili . di gravine, di mazze. di perforatori, attaccano subi to la rocà1. Tra tto tratto la din:nnite fa saltare m:issi en ormi, poi, a forza di brac(ia, la c;1ro,·aniera viene :il largat:.t e del imitata; si cerca


•' 1 CJ r!i creare un fondo pietroso adatto alla morsa del le ruott· .~11 111111 :11 cdegli autocarri. Spesso, dopo alcuni esperimenti , occorre 1nodilÌL11 t· l'intero tracciato e si ricomincia da capo. (< La marcia diventa lenta. Gli autocarri e le autohli11d(' p1 ol 1' dono a poche centinaia di metri per volta. Una tappa di 15 chilo metri, in una giornata, è spesso considerata un primato. ()11:1k lw volta si sta sotto ad una media di 10 chilometri, qualche volt :1 \ I supera.

/)umntt· u na _,a_•ftl.

" li 15 marzo partimmo verso il fiume Angareb e facemmo 25 chilometri; attraversammo enormi muraglie di canneti, altissimi ostacoli, difficoltà quasi insormontabili. La colonna era già quasi isolata da 5 giorni, in territorio desertico, sorvegliata da lontano da nuclei nemici. « Avevamo notizia che gli armati del cagnasmac Aianè Uoldè Sellassiè e del fitaurari Ailù Farris ci attendevano sui monti di Ermacciò, al passaggio ddl'Angareb. I moschetti, le mitragliatrici, i cannoni e le autoblinde erano pronti a qualsiasi incontro; ras lmmirù cd il degiac Aialeù Burrù erano a Gondar o nelle vicinanze, ma sicuri segni dell'impotenza assoluta ad affrontarci si manifestarono qualche giorno dopo. <• Nemica più di ogni Armata abissina si presentava la rocci:1: a denti stretti , con poderosi colpi di mag lio, veniva spaccata dai mn:1-


vigl iosi Bersaglieri e dai Legionari, durante le lunghissime ore in cui la caro\'ana sostava e la tru ppa non chiamala al serv izio si rinfn:scava nel corso fresc hissimo dei fiumi e dei torrenti_ Og ni sosta sulle rive dei torrenti limpidissimi crca\'a singolari paesaggi umani ; statue e quadri di viva canH.:. Sorgevano canti eri ~tradali, offi cine per la ripa~azione delle macchine, curi nc. come !,C il Corpo d i spedizione dovesse prendere ~t:1bilc dimora su lJUCsto o ~u quel fium e; dopo qual -

L'n11 prt'i;I

di

f'O.'IZ/ 01/t' .

chc o r;1 lutto scompari va e s1 1111 z1ava il podcro~o assalto alle coslc incassate, ai pendi i terribili, appena addolciti dai costruttori di ~tradc, sui ttuali si avve ntava la fati ca deg li uomini e dei motori_ Il passaggio delri\ngareb, att raverso un guado profondo un metro, rima rr;1 m cmnr:ih ik. T.'ass;iltn ;1i pen dii snpr:iqanti :11 torrente Her h:in, ove gli autocarri erano costretti ad inclinazioni di 45 gradi , sopra fondi aperti f r:i colossali masse roc ciose e su precipizi di too m etri, diventava up<.:ra incredibi le della fatica um ana ,,.

La sera del 27 m arw informazioni , numerosi indizi, il di.vampare sulle montagne d i numerosi falò, rivel aro no c hiaramente la presenza del nemico, che ~crnbrav:1 disposto ad attaccare la colonna.


.! ( 1 I

Dalle loro posizioni devate gli Abi ssini n:devano J'1111111:111l' ~n pc1111· snodantesi per oltre 15 chilometri e la pista illumin:1ta dal! t l:1111p.1dr degli autocarri: l'effetto doveva essere impressionante. ( '. l'rto ~i ì: l hr l'attacco non si produsse: nè tJudla notte, nè mai. I re~ti dclk A1 mate di ras Cassa e di ras Immirù non osarono attaccare il " 1110,110 diabolico n e si dileguarono verso sud, di sperdendosi dl'fì 11 i1i \', 1 mente.

l.:1 m ,!Foa ; 11 Gontl,11_

Ai piedi della dura salita di Chercher (2700 metri) la colonna si arrestò; apri re la via agi i autocarri sarebbe stata impresa lunga e difficile ed allora si decise di avanzare a piedi con 4 battaglioni, lasciando il resto delle forze a guardia dd materiale e delle derrate. Il 1" aprile i Bcrsagl ieri e le Cam icic N ere dell'arilimt ntusa culonna entr;mrno in Gondar, festosam ente accolti d:illa popolazione e dal clero, che avevano già, in precedenza, inviato messi per affermare la lo ro sotto missione. La brillante impresa, forse unica nella storia ddlc c;Ìmp:.1g11e coloniali per I.a lunghezza elci percorso (800 chilometri, di cui .)oo in terreno quasi inesplorato), per l'entità e la composizione delle forze e per la rapidità del la marcia, tra finalmente compiuta. Il Bollettino di guerra n. 173 così annunziava il successo delle nostre truppe:


<' Una colonna di truppe celeri, partita da Om Agcr il 20 marzn, $t1perati ostacol i di ognj sorta , sopr;i un percorso di oltre 300 chilomeLri dal Setit, dando alta prova di ardimento, di tenacia e di resistenza, è entrata ieri .in Gondar, capoluogo degli Amhara, inalzandovi il Tricolore. La popola7,ionc ha festosamente accolto le nostre truppe. La colonna era costitui ta dal 3" reggimento Bersaglieri, dal battaglione Ca micit' Nere ,, Mussolini ') di Forlì , da 1111 gruppo di Artig lieria motorizzato. da ~tJU:tdroni di autoblinde e moto-mitragliairicì, oltre i servizi. con un tot ;1k di pit1 d i 500 auto mezzi )1 • M;1, ptr t[lla nto importante, Gond:1r non rappresentò che una tappa verso i ~urccssivi ohbi<.:t tivi della colon na, che dove\·a conrinu:1rc la su:1 diflicilc 111.irc i:1 ven o il lagu T ana, procedere all'occupazione della prnisola di Corgorà e rdi Bahr D ar, a 160 chilom etri Lh Gondar, nond1~ di Dchra Marcos, e giungere alle sorgenti del Nilo /\ z,.urro. Così \'l.:111ll: attra\·enato tu tto il vasto terri torio degli Amhara che. durant <.: k prime operazioni, era stato oggetto soltanto di ricogn iz ioni ;1crcc e di <jllalche bombardamento. Lt foionnmi ~1 princip:ile ddb regione è d a 1;·1 cblla \ Ila orog1·;ifì:1. l),il g r:111dc arco che limita a nord la co nca dd lago T ana, si stacca verso ~ettrntrione un 'alla ed impervia catena che, dal modesto al topiano di l>cban.:cli, si apre in due ~randi rami, comprendenti la \'allata del Mai l.kquiy uc'.>. Il ramo orientale sopporta le più elevate cime dell'intera Ftiopi;1 e culmina a 4620 metri col Ras Dascian. costringendo il Tacazzè ad tm vasto arco di cerchio con la convessità a nord - t:St. 11 ramo occid,ntal e, pur non raggiungendo tali altezze, è pur scm pn.: elevato cd intransitabile, e si interpone fra il Mai Dequic1uò ed i \'ari affluenti del!' Angareb. Insieme alla colonna, della quale faceva parte il f reggimento Bersaglii:ri , aveva marciato sullo stesso obbiettivo il gcnnalc Cubcddu C<JÌ ~uui :\~cari e l'ingresso nell'abitato delle due colonne avvenne <p1:,1s1 n,ntcm porancamcntc.

Conclusa vittoriosamente la battaglia del lago Ascianghi, s"imponeva, una volta occup"1ta Gondar, la necessità di estendere l'occupazione alla ricca regione contigua del lago Tana e di assicurarsi il co~t~ollo delle comunicazioni tra la regione stessa ed .il Sudan anglo eg1z1ano.


Per conseguenza, nella giornata dell'11 aprik, 111uovL·,·;1 cb C:0 11 dar una nostra colonna composta di I battaglione lkrsa.~ licri, 1 p!11 tone Camicie Nere, alcune bande indigene ed 1 batlc.:ria cri 1n;a ~0111 cg giata. Dopo una faticosa marcia, attraverso l'arida piana di Drn1l,i.1 , la colonna raggiungeva la mattina del 12 la prni sob di <;org,,r.'1, sulla riva settentrionale del lago Tana. Contemporaneamente all'avanzata delle truppe, fu necessario provvedere alla costruzione di una camionabile lungo l'incerto tracciato di un'antica carovaniera. Ndb stessa giornata del 1 2 aprile una colonna mista, composta di reparti ~mtocarrati, reparti cammellati e carri armati veloci, proveniente da Noggara, raggiungeva i l posto doganale di confìnc di Gallabat, importante nodo carovaniero ;1d ovest della regiont· <lcl lago Tana, presso Li frontiera del Sudan. M Cam;a La marcia di tale colonna da Noggara a Galla.... Jj bat, lungo una pista di o l- &"i---.-_,"'.., ii ~.;."o=ii'°... .-_."""""...,..a=.-----"-'--'----' tre 150 chilometri appena Il lago Tana. tracciata, presentò notevoli difficoltà. Non si ebbe alcuna resistenza nemica poichè gruppi armati abissini , che presidiavano il posto di confine, alla pri ma notizia dell'approssimarsi dellt: nostre truppe, si dispersero verso sud. Il 24 aprile l'occupazione della regione del Tana era comp!etata da una colonna che. partita da Gondar, raggiungeva Rahar Dar, all:1 estremità meridionale del lago. Il 27 aprile il collegamento aereo tra il lago Tana ed il Mar Rosso era stabilito da 2 idrovolanti della base navale di Massaua che, dopo avere ammarrato felicemente sulle acque del lago, ricntr:1va110


nella stessa giornata alla base. Alla tìne di aprile erano gettate le prime basi per l' impianto di un idroscalo nella penisola di Gorgorà, mentre dalla regione del Tana le nostre truppe spingevano la loro occupazione su Dcbra Tabor, capoluogo del Beghemedèr.

,


VII.

L'EROISMO DEI BERSAGLIERI NELLE IMPRESE COLONIALI Abbiamo già ricordato ic gesta dei tre reggimenti Bersaglier i (4", 8° ed u "), che presero parte alla conquista della Libia, e l\llt:lk del 3" reggimento che tanto si distinse durante la guerra italo - etiopica 1935 - 19)6. Ora riteniamo opportuno ricordare l'eroismo dimostrato dai sihgoli Bersaglieri , ufficiali ed uomini di truppa, nelle.: imprese d'oltre mare. Ecco la motivazione che accompagna l'alti~sima ricompensa JclrOrdine Militare di Savoia, accordita al tenente colonnello Gimcppc Cantù, già decorato di medaglia d'a rgento al valor militare alla battaglia di Sidi Said: ,, Nel cumbattimcnlo Jtl 27 giugno IIJL! :, Sidi Saicl, esercitando un comando superiore al proprio grado, d :1va prove di elevate qualità militari, impiegando brillantemente Li colonna volante ai suoi ordini e riuscendo esempio di calma e coraggio ai suoi dipendenti. A Sidi Said, il 4 luglio 1912, coman dante di una colonna isolata in ricog nizione, attaccato nel ritorno da reparti avversari, noncurante del fuoco nemico, diresse il ripiegamento per circa 5 chilometri, con perizia e coraggio, riuscendo a riportare i reparti al campo, senza perdite ,,. Il maggiore Giuseppe Fasoli, già segnalatosi in ripetuti combattimenti ad Homs, al Mcrghcb cd a Lcbda, dove dimostrò coraggio cd energia non comuni, alla battaglia d i Monticelli di Lcbda scacciò il preponderante nemico con manovra ardita e brillante e, messosi alla testa delle proprie truppe, andò l.'.011 esse all'assalto alla baionet1 ;1, obbligò l'avversario a precipitosa e di sordinata fuga e concorse ad infliggergli rilevanti perdite. La brillante condotta tenuta nei vari fa tti d'armi gli valse dut: medaglie al valore. Il maggiore Sante Cecchcrini (che sostituì il maggiore Paolini dell '11" rt:ggimcnto, ferito a Sciara Sciat) si distinse anch 'egli in diversi fatti d'armi. Nel combattimento di Sidi Alì altaccò cd occupc', col suo battaglione k posi zio ni del Marabutto, esempio a tutti i di


pt ndcrni di ~crrnlla t: di coraggio. Si comportò valorosa mrnl c a n..: lic nei com battimrnti successivi di Regda line e Sidi Rilal ( medaglia d 'aro·c 11to ia al valor civile). Alle battaglie di ::-' :-,«ià decoralo di mcd;wl ~ Macabcz e di Sidi S;1id c<rn1andù il battaglione con eroirn coraggio, m eritandosi 1111 'altr:1 medaglia di bronzo.

I .,1p1d,· in

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dei Caduti dd

1 ..

reggimento 1-krsaglìCJ"Ì.

Il c:ipit.1110 Tomm;1so Russo alla battaglia di H enni sostenne.: strenuamente, co n la sua çom pagnia, I \ ittacco avvolgente di numerose orde arabe. respingendo l'avversario ed occupando a difesa la posizione destina tag li, sulla <1ualc r.i mase. esempio ai suoi uomini di coraggio e d i dedizione al dovere, fìnchè, fe ri to ad un ginocchio, fu


trasportato al posto di medicazione (medaglia d'argl'. nlo). Appl'11.1 guarito, il bravo capitano ritornò al comando della ~u:1 t o111p.1g111,1, che condusse con slancio e<l ardimento all'attacco di Sidi Said, 011 r nendo un'altra medaglia di bronzo. Il t:apitano Gaetano Siringo, alla battaglia dei Montin.:lli d1 Ld , da, trascinò con l'esempio la propria compagnia, in terreno ~rnpt:rln e battuto, ad assaltare ·a lla baionetta la posizione nemica, c he occupc',, cooperando efficacemente, con altre compagnie, al comeguimcnlo della vittoria. Egli. si era già segnalato per il lodevole contegno tl'. nuto al comando della compagnia, sotto il fuoco, nei combatti mrn1i di Homs, Mergheb e Lebda ed ebbe conferite due medaglie al valor militare. Il capitano Edgar Fattori Kircher, alle battaglie di H cnni e d1 Ain - Zara, guidò hrillantemente la compagnia; nella g iornata del 23 ottobre, con il reparto isolato, J ccimato e quasi circondato <lai nt:mici e dai ribelli, riuscì, col suo contegno fermo e risoluto, a tenere la posizione, concorrendo efficacemente alla difesa del fronte, occupato da altre compagnie. Alle battaglie di Sidi Alì e di Rcgdalinc diede nuove prove di valore e meritò due medaglie d'argento al va lor militare. Il capitano Pietro Giberti, già decorato di medaglia d'argento per la campagna in Cina. non smentì la ~11a fama di audace e coraggioso Bersagliere e comandò, con esemplare valore, la sua com pagnia ad Hcnni, Bir Tobraz, Ain - Zara, Sidi Said, Sidi Alì, Regtlalinc, meritando due nuo\'e medaglie al valore. Il capitano Giuseppe Bruchi, comandante la 4" compagnia dcli' II Bersaglieri, alla battaglia di Sciara Sciat venne accerchiato dag li Arabi. Molti suoi Bersaglieri erano già caduti ed il capitano, gravemente ferito, incoraggiava i pachi superstiti alla resistenza. Alla proposta fattagli di arrendersi, rispose: Ma che; la 4" compagnia 11011 si arrende! F. c.::idde, finito dalla hrutalità dei nemici (mcda~lia d 'ar~ento alla memoria). 'n capita no Felice Coralli, aiutante maggiore in 1' dcll'i 1° Bersaglieri, incaricalo dal comandante del reggimento, durante il combattimento di Sciara Sciat, di recarsi a Tripoli, per domandare rinforzi, attraversò impavido l'oasi infestata eia molte ba nde di Arabi e, fatto segno a numerosi colpi d'arma da fuoco dur,1111 c il tragì110, compì hrillantcmcntc la sua missione. Alla battaglia del 26 ottolirc.: prese il comando di una compagnia di Bersaglieri e di una di Marinai e, con un'impetuosa controffensiva, diedt: prova di mirabile ,:in 0


26K

rreddo e di coral!gio, IÌ nchè, feri to ...g ra\'cmcnte, do vette essere , ... allon1 :111ato. A pprné1 convalescen te, volle ritornare al suo posto di comb:1Ltiment·o e, per b ~ua audacia, alla battaglia di Zanz,ur venrn: promo~~o maggiore per ml'rito di guerra . Con il suo hattaglionc prese parte ad altri cm nl>:1ttimcnti ccl . in uno di (1ues1i, fu nuov:1111<: nlc e gravemente ferito (medaglia d'argento). Il tenente Amilcare Z:1nc11i. rnl pilo gr;.wetm:nte d '.1 un proiettile all'inguine durante l:t hauagli:1 del 26 01tobre. si tohe il binoccolo e, rn nscgnandolo :il ~ottu(lìci:1k che lo sostitui va nel comando del plotone, dis e: ,. :\ mc non ,cr\'C piL1: :i ki potr:1 ancora servire li . Traspor1;110 all'o~pcd:tlc d i T ri poli. i med ici non gli nascosero la gravità del mo r:1~0 cd il pcriculo di tnortc. quando 5i (o~sc tentata l'operaz ione chiru r).! iC1 necessar ia per ,:strarrc il proiettile dalla ferita. Il hrarn l" giov:1nc uflìciak ebbe la forza di sorridere e rispose al dotlcm·: .. Se n1olc opnarc, faccia pure ; tanto della ,·ita non mi impor1.1 •, : e morì poco dopo (mcc.bgli:i d ':11gcnto). li tcnrn1 c Ma~simo Capialbi mni1ò la m edaglia d'.irgcnto pcrr hi:, in :1~~c nz:1 del capitano, assunse il com:tndo di una compagnia e b condusse, con molta energia e cvraggio, tanto ncJro ffcnsiva, q11a1110 nd rip1cgamc11to di Bir Tobraz. Promosso capitano durame le: operazioni, \'enne nominalo aiutante ma~giore in 1• dell '11" rcg· ginH:nto e. per aver disimpegnalo qudk funzioni con zelo. intdligenza cd energia, dimostrando non~uranza del pericolo anche nelle 1.onc pili e~poste al fuoco ncrni(I,, gli \'C nne conferita un::i m edaglia di bronzo. Al tenente Ca rlo O c Ambrosi, per la sua fermezza e diligenza, per l'ardimento dimostrato in diverse occasioni ed in molti combattimenti (Mcsri , l lcnni , Ain - Zara. Bir Tobraz. Sidi Said e Sidi Alì), ven nero conferite due medaglie d"argento. Il lenente A111onio Bagna, ferito all'inizio del comb::itti m cnto di \frsri. c11n1 i11 uc·, ,td :iniman.: i suoi dipe ndenti. dando esempio rh coraggio e di altissi mo ~entimcnto militare: feri to nuovamente alla battaglia di Bu Chcmc '(, non abbandonò la linea di fuoco e riprese il co mando dd plotone. appena medicato, tenendolo fino alla fine Jell'azione. Cli venrn:ro conferite due medaglie :il valore. Il sottotenente Ciulio P:btorc. durante il combJ.ttimcnto di Lcbda, rinqrtÒ una Qravc rerita al collo: ma non abh:1ndonò la batta<Tlia t .. ed, anzi, continue) a<l incitan.: i ~uoi Bersaglieri con la voce e con l'esempio. Il capitano gli ingiunse di. n:carsi al posto di medicazione: ma il sottotencnt<.: rimase :il comando del suo reparto e se ne .tllon-

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rane', soltanto (JUando b compagnia raggiu nse l:1 110~1:,-.11111r 1•11 , 1.il ,1 lita per rafforzarvisi (medaglia d'argento). li sottotenente di complemento Paolo Vagli as indi 1rov:1\':1, 1 111 congedo c:1uando fu dichiarata la guerra e la sua cla \ \C no n ,·t·111w richiamata alle armi. Travestitosi allora da semplice lk r ~ag lit· 1T, " imharcè> nascostamente con i Bersaglieri dcli', 1" e con cs~i , h.irt i', ., Tripoli, dove venne notato per gli atti di ammirevole au chci:1 u J111

A1onumento ai Caduti del

12v

reggima1/o Ber.<aglieri.

piuti nelle giornate di Sciara Scial e di Hen11i. Riconosciuto, avrebbe dovuto rimpatriare; ma, per intercessione del colonnello Fara , rimase fra i combattenti e con il proprio grado di sottotenente di complem ento. Tn seguito alle ripl'.'ttHt gesta di non comune coraggio, quale comandante cli plotone e t}ualc ufficiale addetto al comando del reggimento, ottenne la nomin:1 ad ufficiale effettivo, la promozione a tenente per merito di guerra ed una medaglia al valor militare. Il sergente maggiore Francesco Salvietti, nel guidare a Sciara Sciat un drappello che trasportava un ufficiale gravemente ferito, riusciva ad assolvere il pietoso compito, non ostante fosse costretto più volte a difendersi dagli :1ssalti degli Arabi, e tornava con i suo i Bersaglieri sollecitamen te sulla li nea cli combattimento, meritando così una medag lia al valore. A Sidi Said comandò con molto cor:1g-


gio la sua st1uadra, portò ordini ed avvisi e meritò una seconda medaglia al valore:. Il ~ergen te Arturo Levante, alla battaglia di Hcnni e Sciara Sciat, disponeva di una mitragliatrice. Durante i difficili momenti dell'azione, i nemici presero <finfilata la posizione, causando gravj perdite tra i serventi. L'ardimentoso sottufficiale, incurante del pericolo, riuscì da solo a cambiar fronte all'arma e continuò il fuoco stno a che una palla gli spezzi'> un braccio (medaglia d'argento).

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Has,1glie ri

in Libia.

Il sergente: Giuseppe Grimaldi comandava a Bir Tobraz 1a sua st1uadra e la cond usse con gr,mdc fermezza d'animo all'azione offensiva. Ferito, non si curò di farsi medicare e rimase ancora al posto di comhattimento, incitando i suoi Bersaglieri e rivol gendo loro parole di incoraggìarncnto. Ricoverato all'ospedale , prcgb cd ottenne di non csscn: rirnp;1tria to; riprese il comando della sua squadra e la gui<lò coraggiosamente nei combattimenti di Sidi Said e Sidi Alì, m eritando due rncdaglit al valore, 11 caporale maggiore Basilio Dc R.iu venne ferito a Sciara Sciat d'arma da fuoco alla testa; contemporaneamente cadeva, gravemente ferito, il suo uftìcialc. Allora il caporal maggiore con altri Bersaglieri, di cui il D e Riu p rese il comando, curò il trasparto <lei! 'ufficiale ad un ospedale da campo; fatto segno a numerose fucilate nemiche, oppasc energica resistenza e riuscì a portare in salvo l'ufficiale (medaglia d'argento). '··

'-


'7 I

Il caporale maggiore Augusto Grossi, a Sidi ,\ lì . vt·111H' k , 1111 gravemente ad unà coscia e, malgrado ciò, rimase ~ull:i l111e.1 dr! 11111 co, perseverando nella lotta. J1 comandante dd ploto ne gli 111\•u\ allora un porta feriti con l'ordine di trasportarlo al posto cli 111t·cl i, .1 zione; ma il graduato, nella sua ammirevole tenacia, si opp<>M.: .1 t1ud l'ordine ed,al porta feriti che insisteva per eseguirlo di sse: " Mi po" o ancora sostenere, tu fai più comodo sulla linea dd fuoco" (rn n l:1gli.1 d'argento). Il caporale Amedeo Tartagni, che già crasi comportato valoro samente a Bir Tobraz , guidava con ardimento la propria squ:ulra, cui era esempio di grande coraggio, al comhattimento di Sidi Alì . Durante la battaglia venne ferito alla fronte. Il bravo Bersaglicrt· trasse di tasca il fazzoletto, si bendò da solo la ferita e rifiutò l'o per:1 dei compagni accorsi, rinviandoli al loro posto di combattimento cd incitandoli a proseg uire il fuoco. Ritornato ei;li stesso sulla linea, 1:on se ne allontanò, se non dietro l'ordine dell'ufficiale (medaglia d'argento). Il caporale Eugenio Colombo, il mattino dd 27 giug no, era ;11n malato e dovette rimanere al campo. mcntrC' il ~u0 battaglion<: :tn dava alla seconda giornata della batta~lia di Sidi Saic\. L'esclusione dal pericolo parve al valoroso graduato una LPniliazione, cui non ebbe l'animo di sottostare ; abbandonò quindi il campo per accorrere al combattimento; ma no n g-li riuscì di rintracciare j\ proprio battaglione. Deci so a compiere a LjUalunyue costo il suo dovere, il caporale Colombo si unì allora ad un reparto di Ascari e combattè con essi in prima linea (medaglia d' argento). Il Bersagliere Luigi Gentili, a Sidi Alì, d imostrò g rande slancio e valore nei ripetuti assalti a11a baionetta , in uno dei quali venne ferito ad una coscia. '( Non importa - gridò ai compagni vicini sempre avanti Ikrsaglieri ! >• ed andò ancora all'assalto, incitando col suo valoroso esempio i comp.'.lg ni :dici pug na, find1 è c 11.ldc ,,<.: r forte emo rragia ( medaglia d'argento). li Bersagliere Adriano Benna, dopo la battaglia di Lebda, ave ndo saputo che un capitano era cad uto e eh<.: u11 ufficiale cd altri compagni si offrivano per ricuperarne la salma, \'Olle partecipare ancl1c egli all'az ione pietosa. Uscito, infatti, dalle trincee, avanzò stri~cian<lo per non offrire facile bersaglio al fuoco nemico e. tro,·ata l:t sa lma, se la caricava sulle spalle, portandola nell'accampamento. Nel l'eseguire l'audace e pieto~o compito, un Rersaglicrc caddt: morto cd il generoso Benna scavalcò nuovamente le trincee, ricuperò b s:dllla


del compag no e volle anche raccogliere alcuni fucili, per to.r narc quindi, sempre sotto il fuoco nemico, all'accampamento, sc hivando k entusiastiche congratulazio ni dei compagni d'arme (medaglia d'argento). Il Bersagliere Giuseppe l'agog na. a Lcbda, durante il combattimento notturno, era di strvizio ad 1111a batteria da montagna molto es posta ai tiri nemici, cht: inflissero numerose e gravi perdite. L'intelligente Bersagliere <foi111peg11t'1 allora egli stesso con perizia e zelo il servizio ai pezzi. ~upplì. con la sua operosità , alla mancanza <k:i serventi e conti nuù l'opcr:1 dì ammirevole cameratismo fino a che, ferito al collo. dovette ahbando nare il suo posto (medaglia di bronzo).

' Si pot rdiliero citare :ilcri innumerevoli episodi <li valore, dei tiuali fu runo protagun isti i lk rsagl ieri duran te b conLtt1ista della Libia e lo farernmo nilcntieri, se non fossimo costretti a te nere il debito colllO dello spazio dì~pnnihilc. ( :1 h:isu conci u ck r<.: che 1 lkrsaglicri co ncorsero alia LOlll]UÌsta della Libia, così importante per l'avvenire della Patria, con l'olocauqo dì 15 ufficiali e di 46ì uomini di truppa. Tali perdite furono subìte dall'inizio della guerra al la paG.: di Losanna. Kcl lo stesso pc:riodo di tempo i Bersaglieri meritarono 857 ri compe nse al valor militare e precisamente: :1gli ufficiali: 2 medaglie d'oro. 108 d 'argento, 159 di bronzo: alla trÙppa: r 16 medagli e d'arge nto e 461 di bronzo. Lc medaglie d'oro agli ufficiali vennero concesse al colonnello Cust:1rn F:ira cd al capitano Raffaele Pergolesi. l .:1 motivazio ne di quella concessa al co.lonncllo Fara è la seguente : .. Per le eminenti qualità di soldato ardimrntoso e brillante ~otto il fuoco nemico, ~piègatc prima e dopo la sua promozione per merito di g uerra, nei numerosi combattimenti della campagna di Libia a cui prese parte. -- Ain - Zara, 4 dicembre 1911: Bir Tobraz, 19 dicembre 19 11 ; Misurata, 8 lug lio 1912; Ghc:r:111 (Libi:i), 20 luglio 19 12 >) . L:i c.:oncessiorn: della medaglia d'oro al capitano Pergo lesi venne cmì motivata: << In cornbatt imento, noncurante del fuoco vivissimo


cui era esposto, animava con l'esempio e con la parnl., , " '"' l\1·" ·' glicri. Gravemente ferito, mantenne al cospetto dei ~1111i 1111 r, ,e 11 1 1111 contegno stoicamente eroico, continuando ad incitar! i :i h.11 , , di gni dclk tradizioni del Corpo. - Mesri (Libi:1), 23 ottobre "J', "· Per quanto riguarda la partecipazione dei Bersaglieri :il i., gun, . 1 italo-etiopica, ben può dirsi che essi si dimostrarono degni , aml1<: 111 Etiopia, della loro meritata fama e che il 3° reggimento, dallo ~li.in 11 a Massaua, avvenuto nd maggio del 1935," alla marcia su Go 11d ar 1· verso il lago Tana cd alla fin e dd conflitto, si tlimostrt> ~cm prr f e dcle alle gloriose tradizioni del Corpo. Al 3" l:krsagLieri che, oltre a partecipare alla marcia su Gond:11 , si era distinto n ella cont1uista del Tigrai, alla battaglia dc:ll'E11dnl:1, venne conferita la medaglia di bronzo al valor militare con la srguentc motiv::izione : «Continuando in terra africana le tradizioni eroiche della gr:,n dc guerra, nelle operazio ni per la conquista del Tigrai dava cont inue prove di alto sentimento del dovere e di dedizione alla Pa tri a. Con azione salda t· brillante, con slancio entusiastico, con un:111iml· valore , conquistava le alture di 1k lesat. infra11~endn J';1c-c:1 nita rr,i stenza dell'agguerrito avversario e contribuendo validamente alb conclusione vittoriosa della battaglia dcll 'Endertà. - Bclesat, ,) fcli braio 19~6 ,,.

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D uRMffl: ,,

FAB1A1'1 :

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C hcrcn ,..

I .e campagne d el 1848 - ·-19 "·

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F.~MRRI:

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F A1'T ON I:

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Bersaglieri " ·

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1 Hcrsaglini

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Stona . t 1et. Ikrsag 1·1n1. >•.

" Fu~ot.\

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FnRN.\R.·\ :

1<;5 1 · 1<J5·l· Lt· nobili Fantnit: " · .. Il , .. reggimento Bersaglieri

G1so1.1:

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F1occA:

C:1<ntt s 1 ,. , a11111

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1'vhzzoN1: " Passano MF.U<:,\kl:

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MEssE: " L1

Ricordi di Crimea "· 1"

Arm:ua it:1li,111:1 in Tuni~ia " ·

MINISTERO DEI.LA Gt: EµliA:

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Le rìcompen$t al ,a lor mìlitMt.· di un st::L'ùlù

" N otizit' st:orichc sul hrigantaggio " · MoNTUt lJ RRo : « L'8" reggimento Bcrsaglini », Moi-.is1F.R:

M ù:-- ·1 1 :

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Lettcrt: di combattenti italiani ndb è!rcrndc ,.'.~ic:::1 " ·

0111c1 : " Dalle Alpi al Pindo " ·

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Crimea))_

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PAPAGOs:

L a (;rccia

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111

guerra "·

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1859

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SEGATO :

SF.Rl>IERI:

SoLJNAS:

c, Il 5• reggimento Bersaglier i in Grec ia "· 1' reggime nto Be rs..1glieri in :\fric;, sette n1 r innale ··.

STR.\ ZIOTA: « TI

ToNot.o : "fn C ina ». Tom11,:: « Leve eseg uite 111 halia prima <ld 18(,3 •· . TRADIGo: •< I Bersaglie ri cd i loro atti d.i \'alon.: da Cm tu ad , \ d11:1 " · TRAMOJSTJ : « I Bersaglieri "· Tns1 i-:o: « Ril.:or<li s torici 11 . UFF1c 10 STOR ICO DELLo STATO M .\GC tnR E m .LL.t S~Kc:tTo: " .. D iari storici ' . d e i

reggi menti Hcrsagliai "· V1s ro1.1: " Re rnini ~.:c11zc

di un Bnsaglierc >>.

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I N DI CI



INDICE DEL TESTO

Prefazione

V

Premessa

VII

Parte Prima

I BERSAGLIERI NELLE GUERRE PER L'INDIPENDENZA E PER L'UNITÀ NAZIONALE I.

- Alessandro Ferrero della Marmora

II.

· La proposta del La Marmora per i Bersaglieri

III.

- l Bersaglieri nella La campagna del Il combanimeuto li combattimento

IV.

VI.

20

prima guerra per l'indipendenza

1848 . di Goito di Governolo

- 1. Bersaglieri nella campagna del 1849 I combattimenti della Sforzesca e di Mortara La battaglia di Nov:ira I Bersag lieri lombardi

V.

3

- I Bersaglieri in Crimea La battaglia della Cernaia Sebastopoli

- I Bersaglieri nella guerra del 1859 I combattimenti di Palestro e dì Vinzaglio Il combattimento di Magenta

VII. - La battaglia di Solferino e San Martino

52 55

57 60 65 ()7

75 77 81

90 92


Pai: .

VIII. - I Bcr~:iglieri dal 1K5,, :,l 18fo

10 8

La guerra del r86o . 1861 La pre:;;1 di Perugi;1 La banaglia di CastcHìdard<, 1:as~edio di Ancona

IX.

114

114 11 5

l 16

- Contro il brig,1111.iggiu

121

Il combauimenw di A,promom <·

La S,uol:r di Lirnrm, X.

I lk r, aglini nl'lla gunra l.:t h:111:agli:1 ,li C 11,tul:i

,.

La libcr:1zio11t· di Roma . Le ricomptnsc collcttì1 e ai reparti Rersaglien pn k g utrrè .Id Risorgimento Xl.

1

49

Lt· "icende o rganìdk e k lwnemuenze dei Ber,,iglìui dal 1870 ai 191 I L 'istituzione dei Bcrsaglien cidi~ti J Bcrs.1glieri 1wllc pubbliche cala111i1à ;\ Ca ndi,1 In Cin:t

Parie Seconda I BERSAGLIERI NELLE IMPRESE COLONIALI E NELLE SPEDIZIONI OLTREìMARE I.

Bersaglieri in E ritrea Il cnmhattimcnto di M:1i Ì\brt·t I Rersaglieri ad Atlua Le operazioni contro i Dervisci La liberazione del forte di Adìgrat

IL

I Rcr~1glieri Sciara Sciat Henn i

lii.

L ' 11 " reggi mento Hers;1glìni da Ain - Z ara Ain - Zara La rirng11ìz10ne di Hir Tobraz

Ili

17 0 1 ì3

17 8 180

Libia. L(' uperaz 1ùlll ndl'ùa~i tripolina

;1

Z:rnzur

1 99 1 99

2 01


Gargarcsc . Bu Chemesc Sidi Said Sidi Alì Zuara Regdalint: Zan7.ur IV.

V.

J I to

AI I J I I J IJ

- Il 4Q reggimento Bersaglieri a Bengasi ed a Rodi La battaglia delle due Palme La .:onquista di Rodi La battag lia dì Psitm L'8" Bersaglieri ad Homs

2l )

125 22 h

2 37

El Mergheb I reparti Bersaglieri rimasti VI.

111

Libia

- Il -~· reggimento Bersaglieri nella ~ucrra italo - <·tiopirn ( 11)35-1936) I ,a marcia s11 Condar

~5 5

V H. - L 'er<,ismo <lei Bersa glieri ndk imprese rnlonial i

Parte Terza I BERSAGLIERI NELLE DUE GUERRE MONDIALI I.

- E voluzione organica dei Bersaglieri durante la g-ucrra 191 5 · 1918

IL

I primi fa tti d'a rrnc L'attacco al Mrzlì

JIJ.

Le D ivisioni Speciali e la La 1• Divisione Speciale . Li 2~ Divisione Speciale .

brig ata fk rsaglicri

La I briga ta Bersaglieri (regg imenti 6° e 12'') Ricompense Comandanti della brigata I\'.

- La II brigata Bersaglieri Ricompense

Coma ndanti della brigata

y 18

308 3°9 3o9

P i _p 5


Pag.

\'.

- La 111 brigata Bl'.rsaglicr i Ricompense Comandanli della brigata

VI.

- L1 IV hrigata . Ricompense Comandanti della brigala

VII.

- Le altre b rigate Hnsaglìcr ì La V hrìga1a Ricompense t':omandanii d ella h r ig:ita

L:1 V I hrig:11;1 .

.1

Ricompense Comand ant i ddh hrìgata

La VII hrig-a1:1 Co lll:.tlllb.11ti ddla b r igata

VIII. - I banaglìoni :iutonorni T,'uhimo , rnn hani ment·n

I battag lioni auto nomi XLVII b:ittaglionc XLVIll ba ttaglione LII b:mag lionc . LV batta glione . LV I ba ttaglione

rx.

I rt'.ggimcmi Bcr.saglierì nelle du e guerre monddi

394

, ,. r eggimento

397

X.

::!.'·

X l.

) '' r t'.g:girncnto

reggimento

Xli. - 4•· regg imento

XIII. - 5" reggime nto XIV. - 6" reggimt'.nlo

xv. - .... regg imento I XVI. - 8° reggimento

511

XVH. -9'' reggimelllo

528


XVIII. - ] reggimenti 10°, u• e 12° Il battaglione Bersaglieri dcli' Africa Orientale

X[X. - l reggimenti ed i reparti d'assalto costituiti per la g11crr;1 13'' reggimento . 14° reg{!imcnto . 15° reggimento . 16° reggimento . 1 j'° reggimento . 18" reggimento . 19° reggimento . 20° reggimento . 21° reggimento . l reparti d 'assalto

ll)l'i 1111K

'i7 "

57 2 '5 7 J '5 7 .I 5 7(1 ~ 7 Il 57!.I 58 o 58 1

58, 583

XX. - I giudizi delle più alte autorità ~ui Bersaglieri XXI. - I Bersaglieri ndl'artc e nella letteratura

599

APPENDICI I .

-

Lettere e testamenti di Bersaglieri caduti

(, 3 5

2.

Le medaglie d·oro al valor militare collettivo conferite ai reparti Bersaglieri

649

- Ufficiali, sottufficiali e Bersaglieri òccorati tli medaglia d'oro al valore

65 o

· Il Musco Storico dei Bersaglicri

656

J· 4.

Bibliografia


INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI

:\lt:ss:1mlro Fcm.:ro della Manrn,ra L1 ,kdica ai H..r-,iglini ,lcll'ock " Pit·nu,11tc " ,li Giosui· CardtKci

IX X\'

Akss;111dro Fcrrno della Marrnor1

6

La morte di Alessandro L:1 ~formora

1

2

La tomba di Alessandro La Marmora a Kadikoy li monumento ad Alessandro La Marrnora a Torino Lc llcra in data del 22 giugno 1856. (on la quale Ales,:mdro L1 Mar mora ,·iene nominato comambmc dei l·krs:1glicri Le p r' Ìti1<.: uniformi t!c ì Bcr,aglieri La ,arabina ideata <lai La MarJ11ora pc• 1 lckr,a1;l1n1

l

~

I

]8

f Bersaglieri nd 1836 Le " Cinque giornate " di Mil:rno: b p rc,;1 di l'orta Tma

35 40

Le " Cint1ue giornate " di Milano: il combattimento a San ( :ds(,

41

li passaggio del Mincio f Bersaglieri al ponte:: dì Goiw

B 47

Un episodio de.Ila battaglia di Rirnli Bersaglieri all'attacco Un sergente dei Bersaglieri lombardi Lut"iano ~fanara . I Bersaglieri alla Cernaia Il tenente Pre,·ignano alla Ccrnaia Ui sentinella in Crimea Cappella ossario di Kamari per i Bcr,,1glieri cadu1i in Crimea {inaugurala il 28 agosto 1882) Uniforme da ufficiale dei Benaglicri nel 1859 ],'V III ha1taglione Bcrsaglic-ri alh difesa del poni «: sul Po :1 Valenza Allegoria della concordia fra gli Italiani I Bersaglieri al comba ttimento di Palestn,

Bersaglieri a M.igenta Bersaglieri sulla Scsia

50 56 59 61

6S 71 73 76 80 8I 84 87

91

94


La batcaglia di San Martino I Bersaglieri a San Martino . La presa di Perugia I Bersaglieri a Castdfidardo . Monumento ossario di Spoleto per i Bersaglie ri caJuti il 17 sct1c111hrl· ,x,., I Bersaglieri contro il brigantaggio Bersagliere nel 1866 H V battaglione Bersaglieri a monte C ricol [ Bersaglieri a Villafranca J Bersag lieri a L cvico . I .a breccia di Po rta Pia L'assalto alla breccia <li Porta Pia: la morte dd maggiore Ciacomo Pagliari I Bersaglieri a Porta Pia Meclaglia comme111orativ;1 del cinyu;11ncnario dell'I stituzione <lei Ber saglicri 1:krsaglie ri ciel i~ti Bersagliere nel 1879 TI generale di S:lll M:,rza no I Bersaglieri in Eritrea Ras Manga sci:t

Il combattimento d i Mai Ma rct I Bersaglìni ad A<lua .

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1 '' 'J 171

17 5

r.ìu seppe Ari mundi Bersaglieri supersti ti di Adua I Bersaglieri in Lihiri

: 77 1 7 'J

La batteria Su lta ni:, <lupo il hombarda mcnto ddk no~trc n:1vi

18 2

Le trincee di Bu Mdiwa L'oasi di Tripoli . L'oasi presso Sciara Sciat [ Bersaglieri pr.r la conquista della Libi:1 L 'attàcco alla baìonccta dcll'u " Bcr s~1g licri a S idi el Mc,r i li quadriv io d i F.::,chlum Tripoli : la mosd1ca d ei Caraman li d :1 noi rirnstruita Tripoli : l'oasi orientale La nostra linea di sicurezza verso G argar.::sc O:isi <li Tripoli : la strada verso la caserma di Ca,·;11leri:1 Argine in costruz ione nella h:iia di Macahcz L'o:isi cli Zanz ur .

184

1

8,

185

2011

lll <)

2 I )


Tripoli: 1110111111\t· nlo ;1i C.1duti dd :!'' · tkrsaglit.:ri

217

Ossnv:norio J'artiglicria p r<.'srn Bcnµa si

22I

li fortino ,. Piemonte ,, presso lknga.\l La fornai:c cld ;\.bltt·sc nella l,;Ht.iglia ,ldk due P:i lmc Le truppe innq!giano alla ,·ìttor i:.1 delle due Palme

222

224 2:25

U Il giardino pr,:sso lk11g:1~i

22')

Monte Smit l\fonum cnH, :11 Hc, ,g lic r i ,·,1.l11tì ndl:i b:11t:1gl i:1 di Psito,

2

3I

2

.Ì'i'

Homs Il colunncllu (;io, :11111i :\·.l :1}:giuU(> T di111orni ,!i I loin, l.:t tuml,:, ,Id g,·i:,:uk !\la).:gi ntl<>f :t•! Hc,ms

:240 2 43 248 252 256 2 57 258

li castello ,li (;()ndar

La mari: i:1 "' Gnndar lkrs:iglieri in m:irci:1

59

Dura11 lc u na ,u,t:t

2

t_: n a pre" 1 dì pminonc

260

La marci;1 su ( ;onda!'

26 1

li be:" T,111a .

2 (1 3

Lapide i11 0111.11 e d ei C.,d1.ai dd 1" reggimento lkrs:ig licri

26(,

;\. l.onumcnlo a i Caduti del 12" r.-ggirnc nto lkrsaglirri \.kd,1glia rnm,ncmor:Hi, a ddlc gc,ta dei fkrsaglicrì 1n Libi :,

2h9 270

..,..,"":'

I Bns;iglicri all' ini,.i., ,kll;i gu.:rr;1 Hìl;i · HìJ:-C

-11

.278

La pr,:!iar:i7Ìùllc fis ica dei lkrsag lìu·i E st•rcizi con la motocicletta .

2

79

E ~crcizi d i Rersaglieri motocìclì,ti

282

La cor s:i :1d ost.:iculi

283

E:,crcizi g innastici lkr, :1glier i ,, Fanti abbattono

285 pali :n1,tn:.1CÌ al coniinc

I r i,u h :ni ,onscguiti col primo h:il ,.o offensin,

li .:olo11ncllo Euge nio I )e l,o,si, cornandant~· il Tolm in,, e la , alle (kll'T.,onw Ba~s.rno de l ( ;LIF}>:l: il ponk· , ul Brr:·11L1 e il

12''

291

294 Bcrs..,glic1 i al ;\.lr:di

296 :2.98

et stello

\ ' al di Plcz,.o Le upnaziuni , ugli :\itipì.mi I Bersaglieri ciclisti :1 Monfalcone, durante la ,est.a bau ,1glia ddi'Isonzo

2

99

300

30 I •' \ ( ) ' )

.) :>

L1 \'alle dell'bonzo ,.crsn Tolrnino

y>6

I.a ,·alle Jell'ls(,nzo e C:ipon:tto . Umbr no .\fonlan:iri rnm:111<bmc la

310

1 :cncralc

brigat:i Hcrsaglieri

31 3


l'•W

Il Vippacco Il fronte italiano alla fine del sctlembre 1916 Canale e la conca di Vrh Il Posina all'altezza di Arsiero

.

Generale Felice Coralli, comamlante prima il 6° Bersaglieri pcoi l:i II brigata Bersag lieri Monfalcone, Fiondar e l'Hermacla Sagrado . La valle dcll'A sti.:o li generale Sante Ct'.cchcrini. comandamc della III brigata 1:krsaglicri Quota ur e l'Herm ada Cormons Gorizia . La val <l 'Astico, Arsiero e il monte Cimon

li ponte <ldla fer rovia militare presso Goriz ia La battaglia della Bainsizza

{ {'' i i .i

3J '1 H 5

.H 9 .HO 34 I

344 3-¼7 353 356 359

Monte: Maggio l Bersaglieri 11clla prima ;;uc:rr:1 mond ia le Il settore Adige · Br<·nta La Vallarsa con in fo ndo il Coni Zugna I Hersaglieri a Trieste .

376

Sollotcncntc A lberto Riva Villasanta. mc<l:1giia d 'oro alla memoria

3!!:!.

Asiago Val F renzela

387 39 1

Luogotenente colonnello Emilio Pallavici ni d i Priola, cum:.i ndantc del 1" reggimento Bersaglieri, medaglia d'oro I Bersaglieri ,1ll 'a tcacco di Palestro I Bersaglieri i n Albania

395 39 6

3 C.7

370 373

400

Soltotcnente Sabat ina Minu~-:i, medaglia cl 'oro

4° 3

Capitano Mario Fascetti, mcd:1g li:t d'oro

4I2

.

Capitano Antonio Monaco, mc1bglb d 'uro Enrico Tuti

4 I.> ,12<>

As.,alto a <JU<>la 85 e morte di E nrico Tori U na pattuglia di Bersag lieri sul Donc:t.

4 2 1

42 3

Don G iovanni Ma zzoni, C:1ppdlano del 3° Bersag lieri. 2 111t:d:1glie d 'ur n ln\"erno in Russia .

li colonnello Arnimo Carcttu. comandante del 3'' Bcrsaglit'ri li sergente Luig i Sb:.iiz del b attaglione «Coito ", medag li a d'oro all;i memori:, .

H5


Bersaglieri che sfilano di corsa a Porta Pia

443

li colo nnello Guglielmo Scognamiglio, comand:inte del .f' Bcrsaglit·r i La Bandiera del 5'' Rcrsaglicrì :1 Kli~ur:1

44h

453

Ponte Perati .

45(,

Tenente Mario Musco, medagk1 d'oro alla 111<:m on :.i

459

Il colonnello Luig-i Bonfaui, comandame il 5" reggimento Flcrsag lier i

4 63

I Bersaglieri c ìdi sti ml San \ lichdc .

Una p:1ttug lia di l:k rsaglin i in Ucraina

Sottotenente Fcrrn ccio l'ctrac.:hi, fmedagl.i;1 d ' or o :illa memoria

474 475 477 478 479

C:1poral maggiore :\Ido Ch iarini. medaglia d 'oro :111:i memor1:1

48 0

Capitano Vittorio Trucchi, mcd:1glì:1 d 'oro :11la memoria Sott.o tcnentc E nzo Mìchdinì. mcdagli:1 d'oro alla 1111.:mona lk"aglic, e Bc, nJ.-,linu Leoni. m cdJ gJia d'c,ro all:i m cmon;i

I •

Bersaglieri in Russia

481

Bcr~aglicrì ìn Hussia Le operazion i ed itinerari dd

·l 8J

7"

Ht'.r<:1glìcri

Africa settentrionale

111

49 1

lkrs;ig li,·ri .Id 7° i 11 \l:mnaric:1

49<,

I Bersaglieri del 7'' inna lzano il Trico!orc su un for:i! ~o r!i \fa~~:t .\fo trnk

50 1

C imitero di g uerra del 7" Bersaglieri ad est d ì Tobruk

.li generale Rommel d ecora il colon nello \1ontemurrn

Il generak Ettorr Baldass:1rrc, n)ln:rndanl<" h Di,·i,ìonc

ii

Ari<.:te ",

111

· visita all'8'' Bersaglier i

5 15

Le operazioni Jd l '8" Bersaglieri nel 194 I Sottot enente Achille Formis. m cdagli:1 d'oro alb mem on:1

5 17 5r8

Bersaglieri in Africa scu entrionale

52 r

Il sottotenente G iacinto Co\·a. medaglia d 'oro alla mcmona

51 4

C imitero dei Bersaglieri alla cantonina di B:1rdia

52<.i

La confluenza della Vojussa col Sarandoporcs

53° 533

Le operazioni del 9° Bersaglieri in Africa sc nentrio nale

I Bersaglieri in una r ivi sta mili tare a Homa [i Bersagliere Aurelio Zamboni, med:1glia J 'orn

Bersaglieri al pa \so di cors:1 Il gem:ralc Mattcn,ci, g i:i .1pp:1rtc nentc al 10•· r eggimento Bersaglieri La grand e parata militare sulla vi,1 imperi,ilc: il

2

g iug no 1953

Monumento ai Bersagl ieri dcll ' r 1'' rcggìmentn. caduti a Sc.iar:1 Sci,H il 23 ottobre 19n

li generale di C. d'A. Alfredo Bac( ari, g ià coma ndam c

Bersaglieri, e già Presidente nazion:1lc dcli' Associazione Bersaglieri .

55° 554

r11 "

557


Il capitano medaglia c1·oro ll:lffade Pergolesi, <letr 11 ·• rcggirn1·111 11 lii', saglicri Sergente del 12° Bersaglieri G iuseppe Carli. prima medaglia .1·11111 dt·I la guerra 1915 - 1918 Fiera di Primiero . Il 15° reggimento Bersaglieri a monte Sei Busi li Maresciallo d ' kilia Lu igi Cadorna in divisa di colon nello dei Her sagli eri Il Maresciallo d'kali:i Gaetano G i:1rdino. Presidente ddl'Associa zionl' dei Bersaglieri Il Bersagliere (schizzo di G irolamo Induno) L-i battaglia <ldla Cernaia (opera di Giuseppe Piccoli) Particolare del monumento a Ga ribaldi 111 Roma, sul Gianicolo (<>per.i di E . C allori) Il monumento al Bersagliere in Roma li Rersaglierc . Testa di · Bersagliere (di A. Selva) Luciano Ma nara sul letto d i morte L'ingresso al Museo Il colonnello l:lutturini, primo ordinaton_ del Museo Alessandro La Marmora Sala <ledicata ai ricordi della prima guura mondiale; . Urna di bronzo e ntro cui furon o trasportate 1n Italia dalla Cernaia !<ceneri di Alessa ndro La Marmora 11 Medagliere

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