Il cippo dei “finanzieri” Per dare un forte valore simbolico alle sepolture dei finanzieri nel Cimitero sul Colle S.Elia fu realizzata una scultura - oggi comunemente conosciuta come “cippo dei Finanzieri” - composta da un monolite di roccia carsica a forma di parallelepipedo imperfetto. Si tratta di un obelisco privo di punta (alto cm. 140 e largo alla base cm. 36, mentre è di 34 centimetri la misurazione alla punta), al cui vertice è collocata una scultura bronzea che raffigura due aquile (dell’altezza massima di cm. 50 circa, mentre la larghezza massima è circa 60 cm.). Le due aquile, definite in araldica “vigilanti”, guardano in opposte direzioni (coinciderebbero, infatti, con l’allora nuova sistemazione dei c.d. “confini orientali”), le quali, molto probabilmente, avrebbero potuto rappresentare anche la duplice funzione svolta in quel contesto storico dalle Fiamme Gialle: tutori dell’Erario da un lato, soldati a difesa dei confini nazionali e della Patria, sia in pace che in guerra, dall’altro. Con particolare riferimento allo sguardo del rapace, occorre dire che un manufatto molto simile a quello dei Finanzieri, aquila di bronzo su cippo, fu inaugurato nello stesso sito il 4 novembre del 1925 da parte della “Commissione Confini per la Venezia Giulia”. Anche in questo caso, il cippo (di materiale cementizio) rappresentava quello di confine, sul quale fu incisa la frase: “Tra massi del Carso, del Tricorno e del Nevoso sorge qui un cippo del nuovo Confine in Venezia Giulia rivendicata: impastato con sabbia dell’Uncia19, ghiaia dell’Isonzo, cemento di Salona, acqua del Timavo, legato con ferro tolto ai reticolati del M. Nero. Vi posa sicura l’aquila vigilante. LA FATICA, LA META, I PROPOSITI La Delegazione Italiana della Commissione Confini per la Venezia Giulia Memore - riconoscente - sicura 4 novembre 1925 L’aquila bronzea guardava esattamente verso Est, proprio in direzione del nuovo confine della Venezia Giulia rivendicata dopo la fine della Grande Guerra. Il monumento della Delegazione italiana dei confini (Fototeca del Museo Storico della Guardia di Finanza, Roma)
19 Uncia, italianizzazione del fiume Unec che scorre nei pressi di Planina di Postumia, già zona della frontiera italo-jugoslava, tra le ultime ad essere tracciata per le difficoltà del terreno che comportò un tortuoso confine. Per maggiori info si veda: F. Sancimino - M. Di Bartolomeo “Dal primo colpo all’ultima frontiera. La Guardia di Finanza a Gorizia e provincia: una storia lunga un secolo” (LEG 2014).
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