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La manovra di Ulm

Napoleone e la dottrina militare attuale

di Andrea Fogari

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Il Manoeuvrist Approach, in Italiano “Approccio indiretto o manovriero”, e il Mission Command, “Comando decentralizzato”, sono due pilastri fondamentali della dot e il comportamento di ogni uomo e donna dell’Esercito. Non senza zione richiede un continuo sforzo in termini di relazioni interpersonali, accettazione di rischi calco da parte dei Comandanti ad ogni

livello. Fortunatamente, come in ogni ambito della sfera militare, lo studio della storia viene in nostro aiuto, fornendo numerosi esempi va il colonnello francese Ardant du dell’analisi delle battaglie del pas future: “Qualunque cosa si osservi, il soldato andrà a compararla e ad assimilarla alla sua esperienza personale. Ma l’esperienza è lunga da formare, mentre una vita troppo breve. Ecco perché dobbiamo fare propria l’esperienza degli altri” (1). pilastri, anche noi esamineremo un case-study esemplare: la manovra di Ulm condotta da Napoleo

MANOEUVRIST APPROACH E MISSION COMMAND

Secondo dottrina, l’approccio manovriero è il “metodo di condotta delle operazioni militari in cui risulta premiante colpire la volontà di combattere dell’avversario e la sua coesione, piuttosto che disgrega forze in termini di uomini, mezzi e materiali. È un approccio di tipo indiretto, […] nel quale si evitano gli elementi più forti del sistema ostile e si attaccano quelli più deboli, allo scopo preminente di scardinare l’equilibrio dell’avversario nelle sue componenti morale e cognitiva” (2). gnitiva sono le parti in cui è pos combattimento complessiva di una forza militare. Come vedremo nel case-study, sono intrinsecamente correlate tra loro e colpire una di esse può permettere di compromettere le altre. L’idea centrale del Manoeuvrist Approach, “particolar Mission Command, […] è la necessità di conquistare, mantenere e sfruttare l’iniziativa, fattore determinante il cui possesso garantisce la libertà d’azione propria e la neutralizzazione della capacità di agire e reagire dell’avversario” (3). Il Mission Command prevede una cuzione decentrata, resa possibile grazie all’emanazione di Mission Type Orders una missione scomponibile in un compito, cioè cosa deve essere fatto, e uno scopo, ossia perché tutto nell’alveo dell’Intento del Comandante, chiara descrizione della situazione corrente, della condizione da ottenere - o End State - e dei mezzi per raggiungerla. Questi strumenti concettuali permettono ai Comandanti subordinati di agire in loro l’autonomia necessaria a gestire eventuali scostamenti (4). Una gior ragione negli attuali Teatri operativi, caratterizzati da grande incertezza e da un continuo evolversi del Mission Command richiede una ciproca tra il comandante e i propri subordinati, nonché una notevole primo e un attivo spirito d’iniziativa da parte dei secondi.

1805: LA MANOVRA DI ULM

Napoleone Bonaparte è ritenuto uno dei più brillanti protagonisti della storia militare, se non il più grande, e anche in materia di Manoeuvrist Approach e Mission Command può insegnare molto.

La marcia della Grande Armée dal Reno al Danubio.

Durante l’epopea napoleonica, la Francia è perennemente sotto attacco da parte delle monarchie europee e in una continua condizione di svantaggio. Ciò costringe Bonaparte ad assumere costantemente l’iniziativa, annientando le armate nemiche una dopo l’altra e prima che abbiano il tempo di sue forze e la predilezione per un approccio indiretto basato sulla manovra, che permetta di arrivare allo scontro risolutivo rapidamente e da una posizione di indiscutibile dizioni adatte per attraversarla e Bretagna, eterna rivale francese. Ma i Britannici giocano d’anticipo e promuovono la nascita della Terza Coalizione, composta da alcune nazioni europee tra cui Russia e Austria, con il probabile, imminente, ingresso della Prussia. Ancora una volta, verso Parigi convergono numerosi eserciti che, una volta riuniti, metterebbero la Francia ca. In particolare, la minaccia più prossima è costituita dall’armata geniale, un contributo fondamentale al Mission Command: il Corpo d’Armata. Allora gli eserciti operavano in maniera compatta, suddivi te agli ordini del Comandante in capo. Napoleone, invece, divide la Grande Armée in sette Corpi, cioè eserciti in miniatura logisticamente autonomi e singolarmente in grado per il tempo necessario a ricevere manforte dagli altri. Questo perché ogni Corpo d’Armata è composto poca, fanteria, cavalleria, artiglie-

vantaggio. Per farlo, come previsto nel Mission Command, avoca a sé Marescialli l’esecuzione della manovra, caratterizzata da movimenti talmente ampi che ne rendono impossibile un controllo accentrato. Ciò è dimostrato dal suo capolavoro strategico: le fasi iniziali della mila uomini dell’Armée d’Angleterre sono accampati sulla Manica, di circa 72 mila uomini e in marcia nia sudoccidentale. Napoleone non si perde d’animo: l’Armata d’Inghilterra diviene la leggendaria Grande Armée e con venga raggiunto dai russi al co ria, genio e via dicendo. Bonaparte dimostra così di padroneggiare anche un altro concetto alla base dell’attuale dottrina NATO: l’approccio Combined Arms, cioè l’impiego coordinato di diversi assetti di una forza militare per sfruttarne della Grande Armée si mettono in marcia verso il Reno che raggiungono nel tempo record di un mese,

Pattuglia appiedata in un villaggio afghano a livello plotone.

il 24 settembre. Il 7 ottobre sono sul Danubio, a est di Ulm e alle spalle francesi, nel frattempo ha raggiunto Ulm ed è convinto di potervi aspet ta, la Grande Armée ha percorso di comunicazione del nemico. Nonostante il brillante esordio francese, l’esito è ancora tutt’altro che scontato. Infatti, Napoleone ha dovuto inviare alcuni distaccamenti a est per contenere i russi in arrivo. do diretto dell’operazione. In totale, spositivo francese è molto esteso terebbe agli austriaci di riaprirsi la strada per Vienna e ricongiungersi ne pressoché inerte, ipnotizzato dal magistrale Manoeuvrist Approach napoleonico: la rapida marcia dei sette Corpi d’Armata, protetti dallo schermo della cavalleria di Murat, ne ha compromesso la percezione della situazione o, in termini attuali, Situational Awareness così dalla convinzione di trovarsi in una posizione formidabile in cui at cora lontani, all’improvvisa percezione di essere in trappola. Ciò fa sì che l’accerchiamento si materializzi nella sua mente prima ancora che sul campo. Complice la paralisi austriaca, la con il morale a terra. Il 17, il generale ottiene una tregua di otto giorni, nella vana speranza che bastino a ai francesi appena due giorni dopo: “Trentamila uomini […] e quaranta stendardi sono caduti in mano ai vincitori. Da quando è cominciata la guerra, il numero totale di prigionieri si calcola sia intorno ai 60 mila, gli stendardi catturati ottanta. […] Le vittorie non sono mai state così complete ed a così basso costo” Le perdite francesi ammontano a soli sulle alture di Austerlitz. Rileggiamo il case-study nell’ottica del Manoeuvrist Approach e del Mission Command: Napoleone concepisce una manovra di tipo Grande Armée, d’Armata e all’autonomia concessa ai suoi Marescialli. Riesce così a tagliare le linee di comunicazio Situational Awareness, colpendo la componente cognitiva della sua taglia è virtualmente vinta, prima ancora di affrontare il grosso del provvisa sensazione di essere in trappola affossa il morale del generale e dei suoi uomini, determinandone la sostanziale paralisi; ciò consente ai francesi di circondare e catturare l’intera armata austriaca, ca. In gergo tennistico, gioco, set, partita. Un trionfo che conferma la Manoeuvrist Approach e del Mission Command nell’Eu attuali scenari operativi.

NOTE

(1) Nota Dottrinale dell’Esercito – La storia militare, uso e metodologia, Comando per la Formazione, Specializzazione e (2) Pubblicazione Dottrinale dell’Esercito (PDE) 1, Stato Maggiore dell’Eserci (3) Ibidem. (4) 8° Bollettino della Grande Armée, cit. in Chandler D., “Le Campagne di Napoleone”,

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