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PERSONALE
Lo scenario internazionale in cui il personale dell'Esercito è chiamato ad operare è caratterizzato da una maggiore complessità rispetto al passato e da continui mutamenti, in conseguenza del quadro geostrategico delineatosi nell'ultimo ventennio e della recente evoluzione del fronte di instabilità sul Fianco orientale dell'Alleanza Atlantica. Inoltre lo sviluppo di nuove tecnologie (c.d. Tecnologie emergenti e dirompenti) sul futuro campo di battaglia e il recente riconoscimento da parte della NATO dei nuovi domini (cyber e spazio), all'interno dei quali pianificare e condurre le operazioni militari richiederanno soldati sempre più preparati e specializzati.

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Di conseguenza, lo Strumento militare terrestre dovrà essere più che mai adeguatamente resiliente, garantendo quegli standard e quelle capacità militari che le Organizzazioni Internazionali NATO e UE chiedono all'Italia, anche con riferimento all'integrazione della "prospettiva di genere" nella propria organizzazione coerentemente con l'Agenda ONU "Donne, Pace e Sicurezza".
Senza dubbio alla base dell'efficienza dello Strumento militare terrestre continuerà ad esserci, oggi come nel passato, la componente umana che, di recente, è stata oggetto di un importante provvedimento legislativo (Legge n.119, del 5 agosto 2022) che guiderà e influenzerà i provvedimenti del prossimo futuro. In sintesi, la Legge n.119 prevede la revisione del modello delle Forze Amate (FF.AA.) interamente professionali e la proroga al 2034 anziché al 2025 del termine per la riduzione delle dotazioni organiche dello Strumento militare terrestre a 89.400 unità. La legge, inoltre, prevede:
• un aumento del personale militare altamente specializzato nei settori tecnico-logistico e sanitario fino a un massimo di 10.000 unità complessive per le FF.AA;
• l'istituzione di una Riserva ausiliaria dello Stato non superiore a 10.000 unità, che andrà a supportare le FF.AA. nell'assolvimento dei propri compiti istituzionali in caso di guerre, gravi crisi internazionali o stato di emergenza di rilievo nazionale;
• l'introduzione di un nuovo sistema di reclutamento per i Militari di Truppa più attrattivo (il Volontario in ferma Iniziale e Triennale, VFI-T, in luogo delle attuali ferme annuali e quadriennali) che permetterà di reclutare personale più giovane da destinare alle attività operative, con migliori prospettive di carriera ovvero di più facile reinserimento nel mondo del lavoro al termine della ferma nell'Esercito.
Di fatto l'approvazione della Legge n.119 ha dimostrato la sensibilità e la volontà del livello politico di mettere in discussione il modello delle FF.AA. cd. a "150 mila", ritenuto oramai datato e superato dagli eventi, e di invertire il trend di riduzione degli organici delle FF.AA. per tener conto sia del mutato scenario di riferimento sia dell'esigenza di disporre di un maggior numero di risorse specializzate, necessità indispensabile per un Esercito moderno, efficace e all'altezza delle sfide future. Da ciò, quindi, il bisogno di sviluppare nel prossimo futuro un nuovo Modello Esercito da dimensionare organicamente in senso incrementale, ricercando al contempo l'inversione del rapporto tra il personale in servizio permanente e quello in ferma prefissata, e il corretto bilanciamento tra le tutele sociali e i doveri del personale militare. Al riguardo l'Esercito auspica fortemente un intervento normativo per tener conto della specificità dello status di militare e assicurare così la piena operatività dello Strumento militare in caso di stato di emergenza connesso a eventi bellici o crisi internazionale.