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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
sola settimana delle cinquantadue annuali senza che gli organi del partito socialista siano flagellati dalla regio- imperiale censura? Quando si deciderà il buon Pemerstorfer, vicepresidente della Camera, a p resentare se non l'ha fatto, o, caso contrario, a ripresentare un progetto di legge çontco il sequestro p reventivo dei g io rnali? L'ult ima relazione parlamentare ci offre una lista abbastanza lW1ga di progetti di legge. Si è ~osato a molte cose, evidentemente -e n oi siamo i primi ad esserne lietima quando si inizierà la lotta per disperdere tutti g li avanzi di medioevo che ci soffocano ? t possibile la « censura» ne l cosidetto secolo dei lumi?
I compagni poi che ci vedono bersagliati conti nuamente dai sequ est ri sanno qual è il loro dovere. Stringersi moralmente e materialmente atto rno al nostro g io rnale, come attorno a una band ie ra, decisi a difende rlo a qua lunque costo, cont ro tutto e cont ro tutti.
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LA REDAZION E
Da l ' Av;,tnir, dt l la;,oratore, N. 14, B aprile 1909, V {a, }H).
I GIOR"IALISTI CLERICALI, SPIE!
li numero di lunedl del giornale quotidiano dei preti è dedicato in gran parte aJ nostro Avvenire.
Si permetterà a me redattore dell'organo sanguigno, del foglio « empio e cannibalisticamente anti-religioso », a me che ho pescato 1a massima di Cicerone e lanciata la sfida \1olterriana * e pubblicata la corrispondenza in cui si parla di pecore!Je, di agneUini e di stalla vuota, a me che ho chiamato mol'b1u Jacer il nazionalismo da istrioni dei deputati delJ'Unione Latina, di rispondere qualche cosa ai signori dell'organo clericale e alla loro lunga « soffiata da spie» che dimostra com'essi av rebbero seguito la migliore carriera entrando ne lle questure del vicino nonché bello italo regno.
Non cercate nel numero di lunedì del foglio clericale confutazione alcuna a quanto il nostro giornale è venuto e viene esponendo in materia religiosa, Si fanno delle citazioni e si passa oltre, le righe in grassetto servono ad attirare l'attenzione delle superiori autorità e sono una « den uncia ».
Nella prima parte dell'articolo, l'Autore si abbandona a delle « lamentazioni )> tipo Geremia! « Qual meraviglia - egli sctive -che gli operai di Merano venuti via dalle n ostre vaJJi , ascoltino e applaudano il conferenziere socialista, quando nega l'esistenza di un premio futuro; qual meraviglia se poi dalle stesse nostre va!Ji ci tocca legge re delle corr ispondenze.... come quella di Valfloriana ! ». A questo sfogo io mi sento commosso e - se non avessi esaurito le mie riserve di liquido lacrimale - forse di pianto si bagnerebbe la povera cartella sulla quale scrivo. Ma constatiamo intanto « per bocca degli avversari » che gli operai applaudono e ascoltano il conferenziere socialista. Le deduzioni logiche da farsi le lascia.mo per brevità al leUore.
La seconda parte deJI'articolo è dedicata alla mia commemorazione della Comune di Parigi. Si dice che dal mio discorso e daì miei articoli emana un puzzo di petrolio e di sangue che fa inorridire. Potrei rispondere che da tutta la storia dei preti si sprigiona un puzzo di carne umana arrostita, che non fa solo inorri dire, ma uccide. L'articolista clericale ricorda gli 80 ostaggi fucilati dai comunardi, ma dimentica le decine di migliaia di comunardi fucilati, mitragliati, sepolti vivi dalle belve feroci che rappresentavano e volevano ristabilire l'ordine. E degli · 80 ostaggi, 6' soli furono i preti fucilati. Se V ersaglia avesse risparmiato Blanqui, la Comune avrebbe lasciato la vita all'arcivescovo di Parigi. Thiers rispose colla fucilazione d i Dlanqui e quando al termine delle lunghe pratiche per lo scambio dei due ostaggi, si portò all'arcivescovo una risposta negativa, l'arcivescovo parlando di Thiers esclamò testualmente: « Cet bomme n'a pa.r de coeur! ?>. Ma non è forse ingenuità correggere i g ior~ nali sti clericali, i professionisti cioè del mendacio?
• Il Tr1ntÙJ(), N. 76, ) aprile 1909, xuv: « ScBNB, FIGUkH, IOEALJTÀ DBL PARTITO Rosso. - <+) Qual meraviglia se si stampano anche siffatte sfide volterriane: "Il neo·d ep111ato del &()/legio di Po,10 San Gio rgio è slt/lJo uffidalmull uom11ni&.Uo J,J V11tfrirno . N on mnliamo (+)" » (47).
Da ultimo l'anonimo ricorda la mia definizione del nazional ismo (quello dell'U. L.) che ho chiamato morbuJ Jacer. Ma non si tratta di una malatt ia schifosa da epilettici, nel ciual caso avrei detto delirium tremen;. Si tratta invece di una malatt ia morale, e affetti da morbus sacer chiamava il buon Epicuro t utti coloro che rinunciavano alle più nobili gioie deJla vita, nell' attesa del premio ultramondano.
Che cosa ha voluto lo scribivendolo cle ricale col suo lungo sproloCjUio? Due cose probabilmente :
Che il Comune tolga alla C. del L. il sussidio annuo di cinquecento corone e che le Autorità competenti provvedano ad allontanarmi , come si è fatto altrove.
Ecco che cosa rispondo al pio desiderio : se jJ Comune toglie alla Camera del Lavoro il sussidio, non per q~esto la C. del L. cadrà. Se ci vien tolto il gas, ritorneremo alle umili candele o al petrolio. Ma non credano, e qui avete perfettamente ragione, i borghesi di comperare con 500 corone il nostro silenzio nel ca mpo civile sociale. N eppur tutto il patrimonio del Comune di Trento ci farà transigere un solo istante. Sa re mo degli ingrati, ma guai a coloro che neJJa guerra sociale fanno la parte di romantiche pecorelle : proveranno i denti aguzzi dei lupi. Quanto poi alla possibilità di un mio sfratto, dichiaro altamente che me ne infischio!
Avrei finito, se non mi premesse di rilevare ancora una c~, ed è l'inganno nel quale il redattore clericale cade chiamandoci alleati dell'A. A . Oh! no, no! Noi in alleanza cogli smidollati sforbiciatori del giornale di via Dordi? Mai più. Appunto perché non abbiamo peli sulla lingua.... italiana, non risparmieremo una sola pedata tutte le volte che ci verranno a t iro i sedicenti divulga.tori delle sgrammaticature n el1'id ioma patr io.
La nostra posizione è chiara ; i nostri dovèri precisi. Noi non abbiamo debolezze colpevoli, transazioni paurose, compromessi innominabili. Noi sappiamo di combattere una battaglia difficile che richiede la. tensione massima delle nostre energie e non ammette esitazion i e rifugge da viltà. Noi non chiediamo misericordia dai nostri avver sari, p erch~ ci ri~rvia mo di ripaga.di colla stessa moneta e. in questo modo che l'aere delle competizioni sociali si purifica da quanto è miasma pestifero di affarismo mate1iale, è in questo modo che crescono i forti cazatteri e le volontà aspre e le anime inflessibili e pure.
Noi siamo gli « anarchici » e i derperado1, ma anche per i patrizi di Roma pagana de1peradoJ eran gli umili che alla parola di Gesù vibravan di speranza e di fede, E pure il mite apostolo di Galilea diceva ai derpt rados: « Voi siete il sale della terra».
MUSSOLINI BENITO
Da L'Av11tnirt del lA l'oralort, N 14, B aprile '1909, V.