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DAL DISCORSO DELL'ASCENSIONE AGLI A_CCORDI DEL LATERANO

prese, la stessa leg islazione restano lettera morta quando non siano animati ·dal soffio pote nte di un ideale. (Un nuovo scroscio fren etico. di applami sa/uta l e parole ùl Duce).

Ecco perché, camerati, voi non siete soltanto degli organizzatori sin-· dacali, ·ben prima ancora siete dei fascisti (acclamazioni prolrmgate) , poiché solo piano delle idee si conciliano gli interessi. Gli interessi non sono che un settore della vita, ma noi intendiamo abbracciare, comprendere, armonizzare tutta la vita del popo lo ita liano. Per questo vi dovete considerare in ogni momento della vostra g iornata, in ogni attimo del vostro lavoro, davanti. alle piccole come alle grandi cose, dei soldati della r ivoluzione, pronti a difenderla qui e fuori d i q u i, col vostro b raccio, col vostro sangue, con la vostra vita (U n'ovazione deli.rante Ja!JIItJ le ultime parole del Duce. Tutta la màsJtJ ÙJ piedi sventola i faz zolelli ha «a/alà.'» ettlusiastici e grida di: « Vivo1 ii Duce/ Vit•a il fauhmo! »).

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ALLE GIOVANI ITALIANE*

Giovani italiane!

Avete offerto a Roma uno spettacolo incomparabile di graz ia, di forza, di disciplina, Roma vi ha ammirato.

La patria è piena di voi.

Levate le vostre voci, innalzate i vostri gagliardetti c sa lutate Roma , l'Italia, il fascismo! ( Uu poderOJO «a/alà.')), gridato dalle tremila gioVdnelle, e l'appia/ISO fragorO so della folla ba11no accolto le {Mrole dfl Duce).

PER LA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE **

·Onorevoli Senatori !

Ero molto incerto nel giudicare circa l'opportunità di prendere la parola durante· questa discussione, poiché quando si parlano lingue d i-

* A Roma, allo stadio dd P.N.F., il pomeriggio del 6 maggio 1928, Mussolini assiste alla chiusura. del concorso ginnico-atletico delle giovani italiane e premia le vindtrici. Terminata la pmniazione, «dall'alto di un:t sp«iale torretta », il Presidente del Consiglio pronuncia le parole qui. riportate. (Da Il Po· polo d'Italia, N. 109, 8 maggio 1928, XV) .

••AJ Senato, nella tornata 12 maggio 1928 (ore n.}0-19 .4 5), si ini zia la discussione generale del disegno di legge: «Riforma della rapprc.>S<'ntanza politica». Parlano, nell'ordine, i senatori luigi Callaini, Ettore CiccoHi, Giuseppe verse - e lingue diverse sono quelle parlate dal fascismo, da una parte, e dal demolibcralismo supe rstite, dall'altra - ogni discussione è perfettam ente superflua. Ma io voglio fare alcune dichiarazioni che dirigerò a quei senatori, i quali, di fronte alla gravità dell'argomento, potrebbero essere più o meno turbati.

Vi dichiaro subito che la legge elettorale sottoposta ai vostri sufè conseguenza di premesse dottrinarie e d'una situazione di fatto determinatasi nel paese. Non è già uno strumento per avere una Camera monocroma, di un solo colore, perché a questo scopo sarebbe stato più che sufficente il collegio uninom inale. (Vivùsime appro vaziom). Avremmo avuto, anèhe in questa eventualità, J'unafiimità più uno. (A p. provaziom) La ragione sta invece in un fatto di·natura tipicamente co· ch e oggi è stato prospettato in tutta la sua importanza

Il fatto di cui parlo è il riconoscimento del sindacato, org ano di di ritto pubblico. Qui è la grande novità legislativa de lla ri voluzione fascista; qui è la sUa orig inalità. (Grida: .« BeniJ.Jimo! »). Che cosa sig nifica il sindacato orga no di dir itto pubblico? Significa che 'il sindacato non è più fuori dello Stato né contro lo Stato, ma è nello Stato, riconosciuto dallo Stato, e come tale h a il diritto di rappresentare tutte l e categorie e di imporre a tutte le categorie un contributo sindacale obbligatorio. Quando esiste questo d ato di fatto nella costituzione italiana - e mi riferisco alla legge 30 aprile 1926 -la legge elettorale non ne è che la logica, naturalissima conseguenza. Ma poi, onorevol i senatori, chi si vuole ingannare? Ma veramente, in regime d i partiti, il popolo è sovrano? Specialmente quando la disintegrazione dello Stato i: g ià arrivata ad un punto in cui ad esempio « trcntadnque liste di trentacinque partiti » invitano il popolo ad esercitare Ja sua ca rtacea sovranità?

Ma anche· in regime di partito le el ezioni sono f atte da comitat i incontrollabili. '

11 popolo elettorale è chiama to a ratifica re le scelte fatte d ai par· titi quando non sia pasto d inanzi aJI'enorme difficoltà di sceglier e un partito od uh indirizzo. La verità è che in tutti i paesi del mondo si soffre di questa specie di dispersione delle energie politiche, che ha delle conseguenze di natura . assai seria, in ciò che è il funzionamento , Ja compagine degli Stati moderni. Non ho nessun scrupolo a dichiarare che il universale è una pura finzione

Tanari, Filippo Crispolti, F.rancesco Ruffin i, Federico Ricci, Luigi Albeaini, Roberto De Vito. Indi il Presidente <lei Consiglio pronuncia il discorso qu i ri· p ortato. (Dagli Atti parlam enlari della Camera d ei unaJori Di w m iani. ùgi· Jlatura XXVII. 1• S"eiJioneo 1924· 1928. V aiHme I X: dalf 11 maggio ttl 7 giugno 1928 - Roma, Tipografia. del Senato, 19 28, pagg.

DEL LATERANO 145 nulla e non significa nulla. Dà i risultati più disparati. Se lo si Considera come uno strumento utHe in determinate circostanze, allora la discussione è possibile; se si dice che il suffragio universale è l'ultima tutela della sapienza politica e della saggezZa dei governi, allora fac- , cio le mie più ampie riserve. Si è detto che questa legge è determinata dal f atto che il Gran Consiglio non è ancora entrato fra gli organi costituzionali ddlo Stato.

La ragione ne è evidente. La legislatura è ormai ai suoi termini, nel 1929 avrà fi nito il suo ciclo. Bisogna preparare l'applicazione di questa legge elettorale e quindi è necessario, per questa pre parazione di ordine meccanico ed amministrativo, d'avere del tempo innanzi a sé.

11 Gran Consiglio non ha che da scegliere, da scremare, da selezionare le designazioni che saranno fatte liberamente dalle gra ndi associazioni sindacali giuridicamente riconosciut e.

Dichiaro quindi che respinse l'ordine del giorno presentato dal senatore Ricci Federico.

E vengo allo Statuto. Bisogna intenderei, onorevoli senatori. Vi prego di credere che non v'è alcuna punta men che rispettosa verso chicchessia in quello che dirò fraSiamo sul terreno dell'archeologia o della politica? O, se volete, ·siamo sul terreno dell'immanenza o su quello della contingenza?

S'è mai pensato che una costituzione od uno statuto possano essere eterni e non invece temporanei? Immobili .c non invece mutevoli? Ma richiamiamoci agli immortali, ai troppo irrimortali principi: da cui tutto discende. Che cosa dice l'articolo 27 della dichiarazione det droìts de J'homme? << T1111e le coJtitflzionì ·Jono rivedihili, perché nesJJma ge· naazione ha il diritto di auoggel/are alle Jlle leggi le generazioni che verranno»

Vi richiamo agli immortali principi.

Di immanente, onorevoli senatori, di eterno, non vi sono che le leggi religiose. n decalogo, ad esempio, è immanente, fatto da quel Mosè che D ante chiamò « leg ista sapiente»; dieci articoli che fanno bene per tutti i popoli, per tutte le altitudini, longitudini e latitudi ni. Ed anche allora fu necessario per dare s,eguito a questo decalogo che sul Sinai il profeta fosse quasi folgorato dalla rivelazione divina.

Si aggiunga «uno dei fenomeni più interessanti )), che, malgrado ciò, il decalogo, ispirato al monoteismo, fu un fenomeno unico nella storia del mondo antico, perché la Grecia continuò nel suo gaietto po· liteismo e Roma ebbe la sua non meno gaia, ma sempre politeista religione. Le costituz ioni non sono che degli organi strumenta li, risultati d i determ inate circostanze storiche, delle quali seguono lo sviluppo, la nascita, il declino.

Ma poi, onorevoli signori, questo Statuto è stato forse fatto da una accolta di profeti? Ma niente affatto! Lo Statuto è·stato fatto da alcuni signori che si sono raccolti attorno ad un tavolo. Essi hanno lasciato dei verbali che non erano conosciuti .se non in numero di cinque.

Qui, in questo libro, ci sono tutti e dodici e sono i verbali dei consigli di conferenze presieduti da Carlo Alberto. Lettura interessantissima perché dirnostra ·che la posizione,· per esempio, del senatore Ruffini , oggi è identica a quella che aveva allora l'onorevo1e marchese Solaro della Margherita; cioè un'opposizione squisitamente reazionaria.

Voi sapete come nacque Io Statuto? Fu determinato dai movimenti di Napoli e di Genova che preoccupavano gravemente gli ambienti di Torino perché vedevano nella irrequietezza di Genova la suggestione della pertinace predicazione mazzinìana.

Dicevo dunque che ad un certo momento la marea ingrossò; ed il ministro deii'Jnterno Barelli, Oella seduta del 3 febbraio 184S , pose il quesito. Ma co n quale an imo lo pose? « A11diamo a/Ja rovina. E l'abisso . E il salto ueJ buio. Forse J'Arlflria domani ci attttccherà, percbé noi, andando verJo la ca l'la cosJituzionale, vulneriamo /'aJJolutiJm o austriaco. Fermatevi quindi alla posizione del 1815. Ricordate che la JanJa alleanza ha rimeJSo i re sui troni. Non Jiate- degli ingrati».

Ed allora questi galantuomini , molti dci quali sono certamente dimenticati, e è dimenticato il segretario di questi consigli di conferenze, che si chiamava -il signor Radicati, questi valcntuomi ni: Barelli, ministro dell'Interno; il conte Havet, segretario degli Affari di giustizia; il conte Di Revel, primo segretario di Stato per la Finanza, primo segretario di Stato per i Lavori pubblici; il conte Di San Marzano, segretario di Stato per gli Affari Esteri; il signor Broglie, segretario per la Guerra; il marchese Al ticci, segretario per l'Istruz ione, si riuni rono attorno ad un tavolo e non inventarono la polvere. Perché? Perché avevano dinanzi t re costituzioni : quella spagnola, quella belga e quella francese. Il Di San Marzano voleva che s i studiassero anche certe costituzioni germaniche. E ne usd fuori lo Statuto del Regno attrnerso disc-ussioni, che, in certi momenti, furono drammatiche, per le esitazioni del re Carlo Alberto, che furono vinte dopo il confessore del re, l'a rcivescovo di Vercelli, monsignor D' Angennes, fece comprendere che dopo tutto non sarebbe caduto né il Piemonte né il mondo se si fosse data questa carta al Piemo nte. Bandiere alle finest re, musica nelle strade. CarlO non amava queste manifestazioni. Non erano nel suo temperamento fin e ed aristocratico, sdegnoso di ogni forma di popolarità. ·

Ma già da a llora si cominciò a discutere su questo Statuto .ed ipareri furono divisi. Ci furono le eterne tre tendenze.. Cioè gli estremisti di sinistra, i quali, in uno dei quattro giornali che uscivano in quel tempo a Torino, sostennero "çhe si trattava di uno · scherzo di cattivo genere. Volevano ben di più. Ci furono g li altfi dd centro che affermavano doversi accettare questa carta cost ituzionale come un temperamento "tra le opposte ·esigenze. Fin almente ci fu rono i radicali d i d cst ra i quali, in contrapposto di quelli che a llora si chiamavano le teste bruciate, affermavano che lo Statuto era un passo enorme, un vero salto nel buio. A tutti sovrastò Camillo di Cavour, il quale fin da allora ammoniva che lo Statuto non era eterno, non era immutabile. Era u n punto di partenza e non un punto t ma i possibile u n raffronto fra l'Italia del 1848 e l'Italia d 'oggi.?

Fin da allora, secondo la dottri na costit uzionale che fu sempre di poi accettata, si ammetteva che lo Statuto fosse rivedi bile, se le circostanze lo imponessero. :e quif!di fatica, a mio" avviso, superflua , e tuttav ia fare la g uardia al Santo Sepolcro. Il Santo Sepolcro è vuoto. Lo Statuto non c'è più, non perché sia· stato rinnegato, ma perché l'I talia d'oggi è p rofond amente d iversa dall' Italia Jel 1848.

Carlo Alberto stesso, in data 22 marzo, violò lo Statuto in un punto abbastanza importante, e cioè per quello che concerneva la. bandiera dello Stato. Ben avvisò Carlo Alberto, accettando il tricolore portatogli dai patrioti ·lombardi, dopo averlo agit.ito dalle finestre di Palazzo Madama, a farne il vessillo del Piemonte, perché fu il tricolore che raccolse alla sua ombra tutti gli italiani.

L'ftalia di allora non aveva di Stato nazionale che il Piemonte; l'Austria era un c normc impero che a ndava dai monti della Boemia alle pianure d ì Ungheria, dal D anubio al T icino. Vi erano nella valle del Po de i ducatelli insig nifica nti ; il potere d ci papi, il g randucatò di T oscana e poi il Regno delle due Sicilic. Vi erano vincoli doganali di ogni natura; non strade fe"rrate, non flotta mercant ile, non Aotta milita re. Solo più tard i Cavour met terà g li occhi sulla Spezia per farne il g rande porto militare della nuova Ital ia. N on vi era borghesia se non allo stato ancora affiorante o rudimentale; non vi era un popolo differenziato come oggi; vi era no l'artigianato e la plebe dci campi, lontana da ogni pas· sione patriottica.

Quando da queste condizioni del 1848 si viene alle moderne, ci è infinitamente dolce ripercorrere questo cammino , perché ciò significa l'orgogl io p rofondo di essere italiani .. Oggi ci troviamo, onorevoli senatori, di fronte ad un'Italia unita, che Oon ha più i confini del T icino, ma li ha al Brennero ed al N evoso, con un popolo che, attraverso l'educazione e l'orga nizzazione politica, sindacale, sportiva, mora le del fascismo, d iventa sempre più consapevole dei suoì fi ni, della sua missione nel mondo, perch é è mio convincimento che senza questa consapevolezza i popoli non hanno d estino.

Se n egli ottanta anni abbiamo realizzato d ei progressi cos1 impone'n ti, voi pensate e potete supporre c prevedere che n ei p rossimi cinquanta od ottanta anni il cammino d ell'Italia, di questa Italia che noi sentiamo cos1 potente, così percorsa da linfe vitali, sarà veramente grandioso specialmente se durerà la concordia di tutti i cittadini, se lo Stato continuerà ad esse.r:e l'arbitro nelle contese politiche e sociali, se tutto sarà nello Stato e niente fuori dello Stato, perché oggi non si concepisce un individuo fuori dello Stato -se non sia l'individuo se lvaggio che non può rivendicare per sé che la solitudine e la sabbia del deserto Onorevoli senatori !

Dopo queste mie dichiarazioni io ritengo che non mancheranno a questa legge i vostri favorevoli suffragi.

AL CONGRESSO INTERNAZIONALE DEI TRASPORTI *

Vengo alla seduta di chiusura dei vostro congresso così importante, d i cui ho seguito attentamente i lavori, per esprimervi la mia vivissima simpatia. Si discute q ualche volta sulla utilità dei congressi internazionali; io cr edo che questa discussione sia sorpassata dai f atti. Vi sono almeno due ordini di utili tà nei congressi: prima d i tutto, lo scambio delle rec iproche corioscenze scientifiche e tecniche, un comune contributo delle esperi enze f atte e dei tentativi che sono stati necessari; in secondo luogo, i contatt i p ersonali e l 'occasio ne di conoscersi meglio, dò ch e è pure assai importante, anche dal punto di vista strettame nte politico. Bisogna c he le· persone si conoscano affi nché anche i popoli possano comprendersi.

I problemi che h anno costitu ito l' argomento del . vos tro congreSso sono d ella più grande attualità. La vita moderna è dominata dal movimento e d_alla velocità, dallo scambio sempre più considerevole d i uomini e di cose. L'elettricità da una pa rte. i motori a combustione dall'altra, hanno prodotto una profonda trasformazione n ella vit<l. contemporanea. l Governi, i municipi, le imprese private sono costretti a perfezionare continuamente i mezzi di comunicazione. I risultati del vostro congresso saranno largamente util izzati n questo scopo.

• A Roma, a palazzo Doria, b . mattina del B maggio 1928, M ussolini presenzia la seduta di chiusura del cong resso internazionale dci traspOrti. In tale occasione, il Presidente del Consig lio p ronuncia il discorso q ui ri portato. ( Da Il Popolo d'l/alia, N. 11:5, 1:5 maggio 1928. XV).

Signore! Signori!

Voi avete avuto campo in questi pochi giorni di conoScere la nuova Italia, l'Italia Avete conosciuto un popolo che lavora in perfetta disciplina e con fredda tenacia, non solo per ricostruirsi, ma anche per contribuire ad un· risanamento più rapido dell'Eucopa, al progresso ed alla pace del mondo. (FragoroJe acclamazioni salutano il discorso del Duce).

PER L'ESPORTAZIONE*

La relazione che ho ascoltata che questo organismo che noi abbiamo creato si -manifesta sempre più, all'altezza dei suoi compiti, che sono complessi. E quindi una creatura dotata di quelJa che potrebbe dirsi potenza vitale, per cui si deve aver fiducia· nei suoi sviluppi futuri. S. E. il uzpo del 'si è intrattenuto qttindi a considerare i vari aspetti della vita ecmzomica Ùl Italia in relazione alla stabilizzaziom: della moneta e alle possibilità di incremento delle allività indmtrid!i, agricole e commerciali della nazione, Concludendo, S. E. Afussolini ha detto:

Mi asSocio, caro Jung, all'elogio che avete fatto del personale dell'Istituto; e poiché, coine sapete, io seguo i lavori dell'Istituto abbastanza assiduamente, sono consapevole che questo elogio è pienamente meritato. Mi compiaccio per quello che avete fatto c sono sicuro anche per l'anno prossimo, l'opera dell'Istituto darà quei risultati fecondi che sono attesi da tutta l'economia e da tutta la nazione ita1iana. (Le parole di S. E. il capo del Governo sono state sal11tate da calorosi applamt).

239" RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI ••

Al prhuipio della sedflta, il capo del Govemo ha riferito sulla situazione interna, che i perfettamente normale.

Ha quindi parlato su taltme questioni di politica est era e prospettato per sommi capi gli argomenti del dùcorso che pronuncerà al Senato ·ù1 ude di dismssione del biL:mcio degli EsJeri. lJ capo del Governo, p rimo miniJtro, ha, trtJ l'altro, souoposto al Comiglio, che ha approvato: l. - Un regolamento che disciplina la costitllzione ed il frmz ionamenlo dei reparti avangtwrdisti e balilla marhtari, nonché /'iJtruzione dei reparti i teui in tutti i campi dei/a complessa aJtività marinaresra, ed autorizza l'Opera nazionale balilla ad iJtituire, dove sia necessario, biblioteche e scuole di m/tura marinara ed artigianato, per i mestieri aJtinenti all'industria del mare.: Il provvedimento integra la miuione affidala alt.'Opera nazionale balilla nell'educazione spirituale e fuica della gioventù e contribuirà a dare alla nuova generazione, anche in tale impor/antisJimo cttmpo di tttJivilà nazionttle, uno sviluppo rispondente alle gloriose tradizioni marinaresche del paese.

"' A Roma, nella sede dell'Istituto nazionale per l'esportazione sita in via Torino, la mattina del 26 maggio 1928, Mussolini presenzia la riuni o ne del cOnsiglio generale dell'Istituto. In tale- occasione, dopo la rel azione dell'avvocato GuidO Jung, presidente dell'Istituto, sull'attività del medesimo, il Presidente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (Da Il Popol&.d'Italùr, N. 126, 27 m:"Jggio 1928, XV).

** Tenutasi il 28 maggio 1928 ( ore 10·12.30). (Da Il Popo!& N, 127, 29 maggio 1928, XV).

2. - Un provvedimento cbe diJpone il passaggio all'Opera nttzionale balilla delle navi smola ·marinaretti, fd a11torizza l'emanazione di rm 1111ovo regolamento che di!ciplini integralm ente l'ordinamento di delle istilllzioni, in modo più all'inqtJadramento generale de/J'Opera.

3. - Un decreto che autorizza i comuni, le provincie, le ·congre· gazioni di carità e dà facoltà al capo del G overno d'afltorizzafe caso per caso g li Enti parastatali che ue sian riconosciuti meriteVoli a f(/fe mo del Fascio Lillorio1 caricato in palo con la scure abbassata .sul bianco d'uno 1wdo sannitico interzato in palo di verde, di bitmco, di rosso. Il provvedimento dà gimidico riconoscimento e disciplina ad uno stato di fatto creato dal sentimento di d evo zi011e della nazione verJo il simbolo delle idealità che ·anima la ricostmzione nazionale, alla q11ale gli Enti autarchici e parastata/i partecipano con magnifica fede.

4 - Un regolamento pel Comiglio 11azionale delle ricerche. Con tale regolamento Ii delimitano e coordinano l e attribuzioni dei vari organi collegiali, nonché J'amminisJrt1zione e contabilità dell'ùtituzione, e sì stabiliscono le norme per la islilm:ione e 11omimt dei comitati nazionali e delle Commissioni speciali e per la coinpo.Jizione e nomina dei rispellivi organi direllivi.

5 - Un provvedimento col quale, allo scopo di assimMre l'assi· ùenza ospedaliera nel comune di La.nciano, JÌ dispone la f/IJi one del· l'ospedale per gli orfani dei contadini morti in guerra di de/Jo comune

11eii'Opera pia« Ospedale civico R enezetli », esistente nel com11ne stesso.

S11 proposta del capo del Govemo, il Comiglio ha appro valo:

I. - Un disegno di legge pe1· dttre esecflzione a/J'aaordo concl11so

·;n Roma, media111e scambio di n ole, in data 8 e "16 marzo 1928, fra il Regno .d']Jalia ed il Regno d i Svezia, per l'eienzione dal pagamento dei dirilli di vidimazione dei certificati d'origine e delle fatture commerciali.

2. - Un o schema di regio decreto relativo all' esemzione della convenzione per i viaggiatori di commercio, stipulata in A ngora Ira il Regno d'lJalia e la Jurca,

3. - Un dùegno di legge per dare eumzione all'accordo firmato ht Roma tra il Regno d' Italia e ;t Reich Germanico il 23 marzo 1928, per rime/l ere in vigore, Ira l 'Italia e la Germania, alame convenzioni · dell' Aja in materia di diritto internazionale p rivato .

4. - Uno JCbema di provvedimento che stabiliue nuove norme sul rilasrio d ei paSJaporti per l'estero in relazione all'adozione d'un nuovo modello tmico. -

5 - Uno schema di provvedimento rhe dà piena ed intera esemzione tra /'Jtalia e la Spdg 11a al regime tributario delle Socùtà, fi rmalo in M adrid il 28 n ovembre 1927.

6 - Un diseg11o di legge per l'nemzione nel Regno e Colonie d elle convenzioni concementi il rimpatrio dei marinai e il contrailo· d'arruolamento dei mari nai, adottate dalla con ferenza generale dell'orgauizzazione intemazionale del lavoro nel/d sua nona seuione i n Gine vra, rilpellivmnente il 23 e 24 giugno 1926

7. - Uno srhema di provvedimeiJIO per l'istilttzione, con sede in R oma, d 'una commissione nazionale per la cooperazione inte/Je/J11ale, avente Jo scopo di mantenere le relazioni e adempiere f1111zioni ad essa demandate dalla commiJJione per la cOoperazione imelleuuale di Parigi .

. Il Comiglio ba inollre approvato, su proposta del capo del Govemo, ministro deii' Intemo, i segttenti provvedimenti:

1. - Un disegno di legge cbc attribuiue la qualifua di frmzionario dello Sfato al segretario · comunale, regolaudone, con norme precise, lo stato giuridico ed economico . l segretari comunali son nominati dal pref eJJo della provincia, il quale esercita, nei rigua rdi di de/li funzionari, le allri bnzioni deferite ai ministri nei riguardi del perJo11ale statale. I segretari vertgono raggmppati in ruoli provinciali e dùtinti in gradi con riguardo alla popolazione del comune mi sono assegnati. L e nomine al grado ù1iziale a vvengono per pubblico concorso, quelle ai gradi superiori han luogo pe,· promozione tra i segrelari compresi nello stesso ruolo provinciale, e quando non Jia poJJibile pro v vedere per promozione, per cmu orso, al quale possono essere ammessi ;egrefari anche di altri moli prot,inciali. QtteJto disegno soddisfa ad una n igenza che J'ordinamenlo podntarile ha messo i n maggiore evidenza : quella, cioè, di assim rare 1111 migliore funziouamento ai servi zJ comunali medùmle tma pirì ada/la del personale dù-ellivo degli .uffici. Il segretario cotmmale di nomina prefettizia risponde pienamente al con- celio - fa.r ciJta d el comune come orgttno fornito di giuridica alllonomia dello Stato 1tazionale. ·

2. - Un dùegno di legge recante provvedimenti fino al 31 otto· bre 1928 del ter mine aJSegnaJo al comune di Brescia per il riordinamento degli tt/fid e dei servizf del comune e la comeg11ente dùp ensll del personale inidoneo.

3. - Un dùegno di legge per la fusione dell'« Istituto nazionale Umberto l» . per le orfane degli impiegati civili dello Stato, coi/'I!tituto nazionale per gli orfani degli impiegati dello Stato, con sede in Roma. "I..tt fusione_ è delermina/a d al/a nùeuità di rendere po.JJibile i l profimo funzionamento dei d11e Enti, che, ove doveJiero continuare a vivere separati, non avrebbero modo di funzionare utilmente.

4. - Un disegno di l egge in virtt2 del quale le provincie di Matera e di f otmza sono dispemate dall'obbligo di ridurre, in corrispondmza alle quote di imposte erariali mi t errmi che lo Stato deve rimborsare ad eJJe per la ritardata. attivazione del tmovo catasto, le sovrimposte provùuiafi mi terreni stessi. Il provvedimento, è gimtificato da pemliari esigenze di bilancio delle dtte provincie maccemzate e mira ad evitare altri Ùtalprimenti dei tributi locali, ai quali altrimenti Jarebbe stato giocoforza ricorrere.

5. - Un provvedimento legislativo col quale. si revoca la .fmione in unico Ente del regio btilttlo nazionale di ùtmzione profeuionale già dipendet7/e dal dell'Economia 11azionale, del regio M ttJeo artùtico industriale, già dipendente dal ministero de/la ùtruzione, e dell'« Ospizio di San Michele», già dipend ente, come Ente di beneficenzd, dal miniJtero de/J'lnlertto, e ciascuno di deJti Enti ri · t oma alla direzione e vigilanza del competente ministero. Con lo steuo provvedimento, l'<< O!pizio di San Michele», restituit o al mo ucolare ufficio di Opera. pia di pubblica beneficenza, viene f11J0 1 con l'« Orfd· notrofio di Santa Maria degli Angeli», in unica istituzione pubblica di beneficenza.

6. - Un provvedimento legislativo recante modifica ttl r·egio creto 7 ·agost o .1927, numero 1732, Jlll!a protezione di commercio delle Jpuialità medkinali, allo uopo di rendere pù2 efficaci le dùposizioni tutelatrici de/111 Ja!tlte e deJ/a moralità e di coordinare le di. 1posizioni della legge inlema con a/mne opportunità d'ordfne internazionale.

7. - Un diugno di legge' la fmione delle Casse pie di previdenza tra giornalisti ed altre istituzioni similttri nel/'!Jtituto nazionale di previdenza dei g iornaliJti italiani, forme di auistenza e di previdenza aventi .natura e finalit à ;imi/ari.

8. - Uno Jchema di regolamento per l'esecuzione de/la legge 23 giugno numero 1264, .sulle arti au siliarie delle profe.s.sioni .sanitarie, redatto in seguito al parere di una .speciale commi.s.sione, compo.sta di e.simi cultori delle varie brancbe d eJJ'arte sanitarùt. 1/ reg"olammto contiene anche n orme direi/e all'a(Certamento della idotteilà profeuio· naie e morale dì coloro che aspirano ad n eràtare le di ver.se arti sanitarie, e detta particolari di.spo.sizioni .sugli e.sami di abilitazione mi tJttllllO .soggeJJi gli allua/i esercenti a norma delle teg"gi organiche.

9. - Uno .scbema di regolamento per il .servizio comunale delle prtbbliche affi.s.sioni, destinato a ri empire una grave lacuna della prnent e /egi.slazione, dellando nomJe precùe e uniformi per 'l'ordinamento dell'importante .servizio comunale; ed evitando quella varietà di di.spo.si· zioni regolatrùi e di tariffe che rappre.sentava tm i ntralcio per i grandi organi.smi ù tdu.stria/i e commerciali.

10. - Uno .schema di regio decreto reca12/e modificazio ni al rego· lamento per il corpo degli agrnti di p;,bblica Simrezza in com eguenza dell'avvenuto uioglimento del co,.po degli u fficia li, che ha re.so nece.s.sario di apportare quelle va riazio ni anche alla co.stituzione di alame commiuioni e Comigli interni.

11. - Un regio decreto che ,wrme esecutiVe per la co.stituzione d el Comitato di patroni delle congregazio ni di carità in ba.se al criterio d.ella. n omina .su terne da designani dalle A.s.sodazioni .sin· dacali. Il numero dei rappre.sentanti dei dato'ri di lavoro nei Comitati dei patronati .sarà eguale a quello. dei rappresentanti dei lavoratori ma· nuali e intellelfuali, i mieme comiderati. Co.sì anche all'organo cla.ssico dell'aui.stema e beneficenza pubblica vie11e auimrato, preu ù idendo dal gioco altern o e dall'amich e vole vicenda dei partiti e delle elezioni, la rapp re.sentanza organica dei lavoratori, a rondizioni eguali dei dat ori di la voro, tl/Juando per tale modo quella esi genza profonda di giustizia .sociale rhe J alla ba.se dello St ato nuovo.

12. - Uno. schema di regi o dec,.eto recante modifica al regio de-' ere/o 16 ago.sto 1926, num ero 19 14, nel .semo d i eliminare la re.staurazioite territoriale impoSta ai d enti.sti fiumani, regolarmente abilitati, autorizzandoli ad esercitare la profeJJione in tutto il· territorio del R e· gno. Ed invero, una volta riconosciute le idoneità profe.s.sionali dei denti.sti fiumani nell'ambito del territorio dell'ex-Stato di Fiu me, ora città italiana di Fiume e territorio anneJJo, non vi sarà motivo di escluderli nei riguardi del rimanente nazionale.

13 - U no uhema di regio d ecreto recante riforma dell' O pera nazionale di patronato scola.stico «Regina Elet1a )) per gli orfani del ler· remoto, nel umo di affidare l'amministrazione ad tm · presidenle, coa· · diuvato da quaJJro consulenti. LA riforma, che sostituiSce u n amministratore re.spomabile al vecchio Con.siglio di amministrazione, è conforme ai principi generali del diri/Jo p11bblico jaJCista, che fonda la capacità di amminùtrare sull'elemento eJico d ella respomabilità individuale.

14. - Uno Jehema di regio decret o che apporta alcune modifi· razioni alle norme vigenti per la diJpema dal servizio degli ufficiali e impiegati di Pu bblica Simrezza in con formità alla speciale natura delle f unzi oni ad eni affidate. ( +)

COMUNICAZION I DEL GOVERNO*

Mi onoro annunziare al Senato che Sua Maestà il re, con decreto dd 4 corrente, ha accettate le dimission i da sottoseg retario di Stato per le Comunicazioni rassegnate dall'o norevole Giovanni Pala, deputato al Parlamento.

PER L'EQUIPAGGIO DEL DIRIGIBILE «ITALIA>>**

li Governo si associa di g ran cuore alle parole pronunci.ate d al Pre· sidente dell'Assemblea (Ap povaziom)

240' RI UNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI ***

Su proposta d et minùlro della Gùntizia, il Com iglio ba approvato 1mo schema di provvedimento per effetto d el quale le j11nzioni d eferite aJ S enato d el dall'arlùoJo 37 dello Statuto sono esercitale d a u na

• Fatte al Senato, nella tornata del 29 maggio 1928 (ore 16-18). (Dagli A td p.n-lamentari della Came-ra dei Urta/ori, DiuuJJioni LegiJlatura d t. Se!lione cì1 Volume I X, pag. 10263).

•• Al Senato, nella tornata del 29 maggio 1928, il senatore 'fomma.so T ittoni dice : « "TuÙa l'Italia, e con l'Italia il Senato, aspetta con ansietà 'Viva, ma com· posta e 'Virile, ed alleviata ancora dalla speranza, le notizie sulla sorte del generale Nobile e dei suoi compagni d i sped izione Di fronte a spiriti così alt i, che, per amore della scienza e del la patria, espongono al u crif1cio la loro esist enza, e con essa i loro affetti più cari, la rct:to rica suonerebbe irriverente e profanatrice ", (A p. provaziom). " Pertanto una sola paro la io pronuncerò, parola semplice rna ardente di ammirazione e di aug urio" ». Indi il Presidente del Consig lio pronuncia le parole qui riportate (Dagli Ani parlamentari della Camera dei unatori. Disou· sion i ùgitla!Nra ci1. S euione {Ù. Volume I X, l'ag. 10270)

U* Tenutasi il 30 maggio 1928 ( ore 10-12.}0) (Da 11 Popolo d' l1alia, N. 129, maggio 1928, XV) commiuione di cinqflttnla senatori, di cui Jrenla come membri effettivi e ve!lti come supple mi, nominati dal Senato al prùuipio di cìas(fma ses· sione e per la durata della medesima. (+ )

Il capo dd Go verno, ministro della Guena, ba sonopOsto al Con· siglio, çhe ba approvato;

Uno __sçbema di regio decreto contenente modificaz_ioni al reii o d e· çreto 16 giugno 1927, mmJero 1166, che diJciplina le inde1?11ità agli ufficiali imegnanli preJSo le Smole militari. ·

Uno ;chema di regio decreto concernente il sopraJioldo giornaliero ai marescialli con incarichi speciali presso gli Stabilimenti di commissa· fiato e çompagnie di sussÌltenza.

Un diùgno di ltgge che ammetti? un- rtclll/amenlo slraordinario di magistrati militari.

Uno sçhema di regio den·eto che modifictt il regio decreto 9 luglio 1926, numero 1304, romenmte norme per il rerllllttJ!tenlo degli ttffi· cùdi di Stato Maggiore.

Un diJeg11o di l egge che afÌmenta il numero degli ufficiali da rec/11· tarsi s1raordinariame111e nel corpo del wm minariato militare.

Uno JCbema di regio decreto ç011cenw1te il riwnosàmento dei gradi del perJonale della regia Guardia di Finanza richia1nat o dal. w11gedo nei regio Esercito e.neJ/a regia Afarina. .

Uno JCbema d ì provvedimento contenente aggiunte e varianti alla legge 11 marzo 1926, numero 396, sull'ordinttmemo del regio Eurcito .

Il Consiglio ha poi approvrtto, JU proposta del capo del Governo, ministro della ltfarina1 i seguenti disegni di legge:

Uno g/uma dì regio decreto che istituisce diplomi dì benemerenza da conferirsi al personale direttivo e imegnante d i Scuole e Istituti di ogni ordine e grado dipmd mti dal mhtiJi ero della M arina che IVolga proficua allitJità a favore dell10pera 1zazionale balilla e dell'Opera 1111z ionale dopolavoro.

Uno sç/;ema di regio dec reto che approva il nuovo regolamento per il reclutamento degli ufficiali di complemento della regia MArina .

Su propo1ta del capo del Govemo, miniJtro dell' Aeronauti•a, i l Con· Jiglio ha approvato :

Uno JChema d i decreto che apporta varianti alla drcourizione ferri· loria/e aeronattiÌCtJ .

Uno schema di decreto che disciplina le autorizzazioni di esegrtire fotografie e ciuematografie da bordo degli tteromobili.

Uno JChema di deo·eto che incl!ldr I'Oprra nttzionale p er le vedove e i figli degli aeronaùti in Loreto fra gli Enti indicati neJI'artioolo 1° re· gio decreto 3 l uglio 1904, numero 392. ·

Un diJegno d i legge çhe concede al ministro per l'Aeronafltica la f acoltà di procedere, ùz deroga ad ogni altra aJ rm restraordinario di sergenti nei ruolo specializzato deJJ'arma aeroNtUtlica.

Un disegno di legge che stabi/iJce il peso mauimo degli effelli postali che le Società uercenti linee aeree sovvenzionate dallo Stato sono obbligate a traJportare per ogni viaggio. .

Un dis.egno di legge relativo al traflamento da IIStJrJÌ ai soiJII/ficiali dell'arma aeronautica esonerati dal pilotaggio per moti vi fu ici.

Uno schema di provvedimento concernente alcune modificazioni alla legge 23 giugno 1927, n11mero 1018, Sfli reclutamento e l'avanZamento degli ufficiali della regia A erona11Jica, nonché al decreto commissariale 24 agosto 1924 ed al regio decreto legge 6 mario 1927, numero 420.

Uno Jchema di d ecreto che Jtabi/ùce gli o rganici dci perJonale civile e militare del/n regia Aerontwli<a per i 'eurcizio finanziarlo 1928-'29. *

PER L'INAUGURAZIONE DELL' ISTITUTO INTERNAZIONALE PER L'UNIFICAZIONE DEL DIRITTO PRIVATO**

Sire!

Nel settembre del 1924, la nostra delegazione a Ginevra p resen· tava all'assemblea della Società delle nazioni la proposta del Governo italiano di fondare in Roma un Istituto internazionale per l'un ificazione del diritto privato. Due motivi avevano ispirato questa nostra iniz iativa: anzitutto, il Governo fascista inte ndeva portare un co ntributo fat tivo

3.ll'attività promossa dalla Soc ietà delle nazioni rieJI'ambito della coope· raz ione intellettuale; ci spi ngeva poi la coscienza della n ecessità veramente sentita nel cainpo della scienza, c p iù ancora in quello pratico, d ì avere un centro di studio e d i coordinazione del diritto privato, che

• Nella ' 2416 riunione, tenutasi il 1" giugno 1928 (ore 10-12.40), il ConsigliG dei ministri stabilirà la proroga «al 30 g iugno 1930 del decreto sugli affitti » e delibererà provvedimenti «per la Pubblica istr u-zione, obbligatoria contro la t ubercolosi, le boniliche, le 2one terremotate, il Meizogiorno, la "Galleria del a Milano». (Da Il Popolo d'Italia, N. l} l , 2 g iugno J92S, XV). · è tanto vasto e tanto complesso e tanto diverso nelle varie legislazioni del mondo. E offrimmo Roma come sed e del proget ta to Istituto perché sentivamo che un centro internazionale di studi avrebbe trovato la sua atmosfera ed il suo ambiente natural e in questa Roma dove l'amore ed il culto del giure si sono mantenuti sempre vivi attraverso i secoli.

"'" A Rom a, a villa Aldobrandini, il 30 m.1ggio 1928, alle .ore 16,4:'i, Mus. "sotini jnaug ura, alla presenza del sovrano, l'Istituto internaziona le per l'unificazione del d iritto privato, offerto dal Governo italiano alla Società delle nazioni. In occasione, il Presidente del Consiglio pr onuncia il discorso qui riportato. (Da Il Popolo- d'Italia, N. 129, 31 m aggio 1928, XV).

Oggi, alJa presenza dell"augusta Maestà del re, davanti ai rappresentanti di tanti paesi civili di tutto il mondo, io ho la ventura e l'alto onore di dare in consegna alla Società delle nazioni, nella persona ddl'insigne suo rap presentante, questa antica viHa rom ana che il Governo italiano ha apprestato per farne una sede degna della nuova istituzione. Sono lieto in pari tempo di salutare i membri del primo Consiglio di direzione dell'Istituto

Voi, o signori, siete venuti ad iniziare qui un'opera ardua e delicata, ma importantissima, perché grande sarà l'influenza benefica che essa potrà esercitare sulle pacifiche relazioni tra i popoli.

Ho detto opera ardua e delicata. Noi ben sappiamo quanto talune materie di diritto privato siano legate alle tradizioni, agli usi e costumi, talvolta alle necessità stesse dei diversi paesi, per non vedere la difficoltà e la complessità dei problemi che siete chiamati a risolvere.

M:1 voi siete tutti, o signori, dei maestri del giure, che vi insegna a contemperare i principi ideali e le necessità concrete; e voi sapete quindi trovare quel giusto mezzo che vi permetterà di raggiungere i maggiori risultati positivi.

Oggi si presenta a voi un problema delicato e complesso, che comporterà un lavoro di unificazione, di assimilazione e di coordinamento; opera cioè più o meno radica le a second:1 delle possibilità, ma opera sempre preziosa ai fini che l'Istituto si propone, che sono quelli di fa. -cilitare l'armonica coesistenza delle diverse leggi nazionali nel campo del diritto privato.

Signori!

Affidato alla vostra saggezza e sotto !"alta direzione della Società delle nazioni, io non dubito che questo lavoro darà buoni frutti e che voi compirete opera degna di voi, dei paesi che rappresentate, dell'alto fine che vi proponete di raggiungere.

Con questa certezza, il Governo italiano vi invita a prendere possesso della casa che diventa da questo momento la sede dell'Istituto internazionale per l'unificazione del diritto privato. (Una entuJiaJtica ovdzione hd coronato le ultime paro/e di Muuolini, il cui discorso è stato attentamente .seguito).

Al REDUCI DALLA CROCIERA MEDITERRANEA*

Sono venuto espressamente per manifestarvi il mio proprio compiacimento e per esprimervi il mio vivissimo e logio. Sono sicuro inte rprete in questo momento dei sentimenti di ammirazione di tutto il popolo italiano, che ha seguito la vostra crociera continentale con interessa· mento continuo.

G iudico la c rociera una perfetta oper-i d'arte che ha avuto lo stile dell'Italia nuova: partiti in massa siete tornati in massa. Il volo h a avuto la regolarità delle grandi prove. Esso ha documentato ancora una volta la ' 'ostra valentìa e l'eccellenza del materiale.

Vi rinnovo il mio elogio e la mia simpatia. Per le crociere d'oggi e quelle di domani:« A noi!». (!l grido è ita/o ripetulo 11d 11lliuima voce da Julli gli uffiriali che p rolende vano il braccio . nel saltJJ o romano).

L'ITALIA NEL MONDO**

L'ultima volta che ebbi, onorevoli _senatori, l'onore dì parlare dinanzi a voi in tema di politica estera, fu nella seduta del 28 maggio 1926. Sono passati esattamente due anni . II mio discorso dì allora fu

•La mattina dei 3 giugno 1928, Mussolini si. porta in auto ad Ostia. Alle 7.40, parte o: in volo dall'id rosca lo di Ostia in un idrovolante S.. )5, pilotato da S E. Balbo, sottosegretario all' Aeronautica, e dal colonnello Pellegrini L'appa· recchio era scortato da altri due velivoli dello stesso tipo. li capo del Governo giunto alla base idroaViatori a di Orbetello alle 8.20. Nell'ampio p iazzale dd· l"aeropono, al comando del generale De Pinedo, erano schierati in quadrato tu tti gli ufficiali p iloti ed osservatori degli g li addetti militari esteri ed i giornalisti che avevano partecipato alla aodera » da Orbetello al Mediterraneo occidentale (26 maggio 1928) condotta da ltaJo Balbo. «S. E. Mussolini ha per· corso la fronte della formazione e quindi ha riullito a gran rapporto gli ufficiali )), ai quali rivolge le parole qui riportate. (Da Il Popolo d'Italia, N. 133, l ,giu· gno 1928, XV).

•• Jl 3 giugno 1928, verso le 12, Mussolinì era rientrato in auto a Roma. Il l giugno, al Senato, si inizia la discussione del disegno di legge: «Stato di previsione della spesa del ministero degli .Aff;ui Esteri per I'esercizio finanziario dal 1° luglio 1928 al 30 giugno 1929 ». Parla per primo il senatore Anto:Uo Cippico. Indi il Presidente del Consig lio pronuncia il discorso qui riportat o. (Da Il Popolo d'Italia, N. 133, :) giugno 1928, XV; e dagli A.ui parlamentari della Cam"a dei ienaJoii. Dimmioni. Legislatura dJ. Seuione dJ. V olume I X, pagg. 10702·10725), breve e si limitò a rispondere a talune osservazioni di vostri colleghi, che avevano intcrloquito sul bilancio degli Esteri. Il discorso che intendo pronunciare oggi, sari molto più ampio: e necessariamente analitico, perché mi propongo di passare in rassegna tutte le posizioni di politica estera che l'Italia ha nel mondo, a cominciare dalle più lontane, per finire alle più vicine. Dato che l'Italia è, oggi, una potenza mondiale, cioè ad interessi non limitati a un dato settore o continente, Ja rassegna comincerà dall'Asia c attraverso l'Africa e l'America, si concluderà in Europa. Prospetterò, quindi, f:alune questioni d'ordine generale come il disarmo, le r iparazioni, la Società delle nazioni e infine parlerò degli strumenti dell ' amministrazione degli Fstcri.

Un paese che nell'Estremo Oriente addimostra il più vivo interesse per le vicende italiane e gli attuali ordinamenti politici dell'Italia, è il Giappone. I rapporti fra i due Governi e si può dire fra i due popoli, sono molto cordiali. 11 volume degli scambi commerciali è modesto. Tuttavia nel 1927 sono state importat e dal G iappone in I ta lia merci per un valore globale di centod iciannove milioni di lire circa c d all'Italia in Giappone sono state esportate merc i p er un valore di diciannove mit'ioni di lire circa, rappresentate it: massima parte da. mercurio, automobili, marmi.

Particolarmente interessante anche per l'Italia è la situazione della Cina le rui lotte interne tengono desta l'attenzione diploma t ica e pubblica del mondo. La situazione dopo u n bien nio di gUerre dviii, compii· cate da un tentativo di sollevazione bolscevica che appare oramai completamente liquid ata , la situazione, dicevo, è ancora caotica ed oscura. Grosso modo , la Cina del Nord fa capo al maresciallo Cian·Tso·Lin, le provincie meridionali si raccolgono attorno al Governo nazionale di Nankino. In mezzo ci sono dei governatori locali che agiscono per loro conto e non obbediscono prati camente né al Nord né al Sud.

Un momento drammatico di questa lotta si ebbe nel settembre'·dicembre 1926, quando l'Inghilterra perdctte la sua concessione di Han Kow. Fu in quel periodo che le potenze. europee, con interessi ·cinesi, ritennero neces sario inviare dei rinforzi e stabilire una specie di fronte unico europeo. Il Governo, che aveva già in Cina le regie navi Libia, Caboto e Carlotta, mandò due navi da guerra, il Volta e il Muggia. Poiché la situa· zione ha aspetti di cronicità, con ·bruschi c sanguinosi sussulti come quello che ha provocato in questi giorni l'intervento del Gi appone nelio Sciantung, il V olta è stato richi amato. 1 marinai hanno adempiuto in tutte le circostanze il loro dovere. Attualmente ci sono in Cina i seg uenti contingenti militari italiani : ottanta uomini di guardia alla Legazione di Pechino, trecento uomini del Battaglione l'ien-Tsin e ottanta del contingente di Shangai. :E assai malagevole determinare quale sia il significato profondo delle guerre civili cinesi e quale sbocco possano avere. Non bisogna passare in silenzio ripotesi avanzata che attraverso queste lotte, la Cina possa raggiungere l'unità dello Stato, con un blocco di oltre quattrocento milioni di uonlini.

Tra l'Italia e la Cina esiste un trattato di amicizia, di comme rcio e di navigazi<,>ne che risale al 1866 e che la Cina può chiedere di rivedere, nella parte commerciale, dal 1° luglio al 31 dicembre dell'anno in corso. Trattati analoghi esistenti col Belgio e colla Spagna sono stati però denunciati per intero. Le conseguenze di tale denuncia potrebbero essere di una certa gravità per quanto concerne i nostri istituti bancari e commerciali e ben undici . vicariati apostolici italiani, che d'altra parte siamo decisi a salvaguardare possibilmente con un'intesa amichevole, Non si ·può ·parlare della Cina senza accennare alla Conçessione Italiana di T ienTsin, popolata da circa settemilacinquecento individui, d ci quali centodnquanta italiani, settemila cinesi e il resto di altre nazioni. L'importanza politica e morale di questa sentinella avanzatissima della civiltà italiana nell'Estremo Oriente, è palese. Vi interesserà , forse, di sapere, onorevoli senatori, che il bi lancio d elle Concessioni è modesto, ma. si chiude con un attivo di oltre seicentomila lire.

Ritornando e concludendo, sulla Cina, noi ci auguriamo ch e la situazione politica si chiarisca e si stabilizzi onde sia possibile di mantenere rapporti stretti ài amicizia fra l'Italia e la Cina, come sempre esistettero, ·sino da quando viaggiatori italiani percorsero quelle lontane contrade, dove si è svolta una delle più antiche e interessanti civiltà del mondo.

D alia Cina, passo al Siam. Anche con questo Stato esisteva un vecchio trattato firmato nel 1868. n stato sostituito da un trattato d i ami· cizia, commercio, navigazione, firmato il 9 maggio del 1926 Il volume dei nostri rapporti commerciali è l imitato : tuttavia nel 1.927 sono state importate nel Siam 277 automobili italiane Esistono le possibilità di aumentare i nostri traffici ora che il trattato di commercio ne determina e facilita le condizioni.

Ben più ampie sono le relazioni commerciali fra l'Italia e l'India brita nnica. Il Governo ha pensato che ad intcnsificarle occorreva rior· ganizzare ed aumentare la rappresentanza consolare italiana. Sono stati quindi istituiti il viceconsolato italiano di· Madras c il consolato di Co· lombo.

Uno Stato che suscita particolare attenzione per la sua posiz ione per la sua costituzione, la sua forza, è l'Afganistan.

Il viaggio C!Jropeo del re Aman Ullah Khan è cominciato dall'rtalia. A questa priorità di s impatie non è estraneo il fatto che l'Italia fu la prima potenza alleata a riconoscere l'indipendenza afgan:i proclamata nel 1919 . Le relazioni commerciali ita la-afgane sono attualmente minime

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